Giornale autoprodotto senza scopo di lucro.
Mondi Lontani 2006, Anno 10, n° 15/ 3 euro (Hjk Ed).
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone,
Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo e Willy Salveghi.
SOMMARIO
EDITORIALE
P. 3
NEWS FROM…ALAM BAID: NOTIZIE E CURIOSITA’
P. 4
EGYPTIAN FOOTBALL P. 7
SUONI LONTANI
P. 9
CHE FINE HANNO FATTO GLI ALTRI? P. 12
TRACCE SULLA SABBIA (I FILM)
P. 15
JACKIE CHAN P. 18
LA SAGA DI MAZINGA (PARTE II) P. 19
WRESTLING PARTE 3- LOTTE DELL’ALTRO MONDO P. 23
RISTORANTI ETNICI P. 26
LEGGENDARIO PELE’ P. 28
BAB ZUWEILA: L’EGITTO
P. 29
La copertina “Ethnic collage 2006” è di: Willy
www.multimodo.com/mondilontani
www.multimodo.com/mondireligiosi
Etnomondi@ yahoo. It
3
Editoriale
Mondi Lontani giunge finalmente al numero 15, un bel traguardo, e per
festeggiarlo abbiamo pensato di pubblicare ben due numeri
contemporaneamente, il numero 15 con il numero 16 in allegato, una bella
sorpresa anche per certi nostri collaboratori. La copertina è un legame col
passato, ma noi guardiamo anche avanti e il numero 16 ne è una prova!
In questo numero 15 tornano personaggi e luoghi protagonisti nei numeri di
Mondi Lontani dei primi anni, vedi “Che fine hanno fatto gli altri?” in “Suoni
lontani” e “L’Egitto” in “Bab Zuweila” . Troverete la seconda parte dedicata a
Mazinga e la terza parte al Wrestling. Fra i tanti articoli due brevi storie di due
grandi di tutti i tempi: Jackie Chan e Pelè. Vi chiederete come mai non ci
siamo mai occupati di loro fino adesso? Per il semplice motivo che prima se
ne occupavano in troppi, adesso ci è sembrato il momento giusto per
ricordarli. Molti lettori si complimentano con noi e ci hanno fatto sapere che
Mondi Lontani è migliorato in questi ultimi anni, a partire dal numero 12
(Marzo 2005), il numero 13 (Giugno 2005), il numero 14 (Aprile 2006) e
questi ultimi due numeri pubblicati a solo due mesi di distanza dal
precedente.
Vi ricordiamo che troverete Mondi Lontani non solo nel sito “Turisti per caso”,
anche in www.spiritualsearch.it che ringraziamo. Dal numero 16 Mondi
lontani diventa “Etnomondi”!
BUONA LETTURA!
La Redazione
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-Dopo lo storico concerto brasiliano di Copacabana, il leggendario gruppo rock dei Rolling Stones è
finalmente riuscito a suonare in Cina, lo scorso aprile, dopo che il governo, negli anni passati, aveva
respinto due volte la loro richiesta . Peccato che il pubblico fosse quasi interamente composto da
occidentali, visto l’alto prezzo del biglietto per i cinesi! Negli anni ‘80 anche il gruppo degli Wham!
di George Michael, aveva ottenuto il permesso per uno storico concerto in Cina, registrato anche in
video. Il governo cinese li scelse, tra altri grandi artisti inglesi proposti, perché i più “acqua e
sapone” e i meno “scomodi” anche per quanto riguarda i testi, attentamente sottoposti a controlli.
-“Agora” è un giornale mensile per i brasiliani che vivono in Italia, esce da 4 anni ed è in formato
tipo quotidiano. “Come va?” è invece un giornaletto mensile distribuito gratuitamente a Roma e
Milano per i turisti giapponesi.
- Bizzarra richiesta testamentaria di un malese: Teoh Hock Tiam, prima della cremazione, ha
chiesto che tutti i familiari si esibissero nel…karaoke e così e stato.
-Pedicure…naturale dal Giappone: niente di meglio per la cura dei piedi che affidarsi al metodo
brevettato del Dr.Fish, che consiste nel mettersi coi piedi a mollo in una vasca, dove una
moltitudine di pesciolini importati dalla Turchia contribuiranno alla pulizia dalle pellicine morte e
da tutte le varie impurità del piede. Il metodo è sicuro e funziona, dà anche da mangiare ai pesci, ma
ci impressiona un po’….
-L’Iran sta preoccupando l’opinione pubblica con le sue centrali destinate alla produzione di energia
elettrica: pare che nasconda accanto altre centrali illecite per la creazione della letale bomba
atomica, continuando negli esperimenti con l’uranio impoverito, speriamo si scongiuri un’ennesima
guerra.
-Record di lunghezza di baffi in India: quelli di Badamsingh Juwansinh Gurjar sono lunghi quasi
quattro metri!
-Il sindaco di una cittadina vicino a Taipei, in Taiwan, per proteggere una riserva di riso di 1500
tonnellate dall’assalto dei topi, ha assoldato prima una squadra di gatti, poi una di serpenti di una
razza ghiotta di topi. I primi non erano riusciti del tutto a cacciare i topi intrufolatisi nei sacchi,
mentre i secondi, più agili e piccoli, hanno vinto questa battaglia.
-In tema di sushimania (ne parlavamo sul N.13) ha aperto a Roma la prima scuola per preparatori di
sushi, in fondo una pratica non difficilissima, se non il taglio del pesce e probabilmente…l’uso delle
bacchette! I sushi bar e i locali che lo propongono come menù, intanto, si stanno diffondendo a
macchia d’olio in tutta Italia. E pensare che molti lo schifavano e che era solo un culto per pochi
appassionati…
5
-E l’Oriente si avvicina ancora di più a noi con la prima sezione in Italia di lingua cinese a Genova.
La maggior parte degli studenti sono italiani, solo due i cinesi!
-Una tempesta di sabbia desertica proveniente dalla Mongolia ha invaso Pechino a metà aprile,
creando un aspetto inconsueto per la megalopoli cinese.
-A Barranquilla, Colombia, la sua città natale, sono tutti pazzi per Shakira, la pop star che tutti
conosciamo: le hanno addirittura dedicato una statua alta 5 metri!
-Safari è una parola che in swahili significa “essere via, fuori dalla portata”, quindi non ha niente a
che fare con l’uso che ne facciamo noi di caccia agli animali.
-La Cina, tra le tante invenzioni rivendicate in passato, tra cui gli spaghetti, ora è in lotta con la
Scozia sostenendo che nelle sue terre nacque l’antico sport del…golf.
-E’ morto a Bamako (Mali) Ali Farka Toure, parlavamo di lui nello scorso numero. L’esponente del
“desert blues” aveva 66 anni e da molto tempo soffriva di cancro osseo che lo aveva paralizzato.
-L'artista africano ha sempre utilizzato le lingue africane, rinunciando alla popolarità che gli
avrebbe portato l'utilizzo della lingua inglese. Toure diceva sempre «L'Africa è la mia fonte
d'ispirazione, la mia bussola e la mia felicità».Vinse due Grammy.
-In Cina si sta diffondendo un nuovo lavoro nero: ragazzi, noti come “gold farmers” s’impegnano
anche per 12 ore consecutive su videogame online per scalare livelli più bassi per ottenere premi e
segreti. Testano così, a pagamento, in vere e proprie azienze abusive, i giochi, specialmente per i
giocatori occidentali che non hanno tempo o voglia per impegnarsi.
-Consigliamo l’ascolto di Radio LifeGate (www.lifegate.it), ora ha acquistato nuove frequenze,
prima era un po’ difficile sintonizzarsi. Spesso trasmettono pezzi etnici o comunque fuori dalle
logiche di mercato delle solite radio.
-Le corride approdano sul nostro giornale, come mai? Mehdi Savalli (foto a
sinistra), giovane musulmano con padre di origine italiana e madre
marocchina, è un caso più unico che raro. Nella cattolicissima Spagna, con la
sua passione, sta infatti diventando uno dei toreri più promettenti. Un nostro
appunto personale: non poteva dedicarsi ad altro? Lo sapevate poi che questo
“sport” (che non ci piace, lo avrete capito…) si pratica anche in Messico e in
alcune zone della Francia?
-La cittadina brasiliana di Pirapora è stata sommersa da una coltre di
schiuma di detergenti alta quasi 2 metri, dovuta a un massiccio scarico nelle
acque del fiume Tiete. Gli abitanti si sono letteralmente sigillati in casa!
-Strano matrimonio in Malaysia: 35 anni lui, 104 lei, per giunta all’inquietante traguardo del 12mo
matrimonio! Robe dell’altro…MONDI!
-Nel Borneo, la popolazione dei Daiacchi utilizzava un particolare tipo di valuta per gli scambi
commerciali: “comodissimi” cannoni di bronzo!
6
-Nel 2008 l’ Emirato arabo di Dubai avrà Burj Dubai (“torre Dubai”) il grattacielo più alto del
mondo: oltre 700 metri! Progettato da americani che si sono ispirati al fiore del deserto.
-E’ andata male alla simpatica ed estrosa Man Lo-Zhang: la cinesina non ha vinto il “Grande
Fratello” come pronosticato, ma si consola con le innumerevoli apparizioni in tv e le serate. Forse il
pubblico, all’inizio intenerito, si è poi stancato delle troppe moine e “cineserie”!L’edizione dell’
anno scorso era stata vinta dall’ “ambiguo” israeliano-iraniano Jonathan Kashanian. Comunque due
personaggi simpatici e al di fuori degli schemi, noi italiani coi vari truzzi & company non abbiamo
fatto una bella figura!
-Va per la maggiore in India lo swami Ramdev, ennesimo guru seguito ciecamente dalle masse.
Quest’ultimo fa dell’ esercizio yoga la sua filosofia, si è creato un seguito tra gli indiani che
possono contare su una rinnovata ricchezza.
-Ultimamente è tornato di gran moda il tango: in tutta Italia fioccano corsi, festival ed esibizioni in
piazza per questo ballo passionale che rappresenta un dialogo tra uomo e donna, ma attenzione, non
è facile impararlo! Ne abbiamo parlato in “Tracce…” su Mondi 11.
-Il Ministero degli Affari Esteri messicano ha fatto infuriare il governo americano distribuendo El
Libro Vaquero, un fumetto per gli emigranti (clandestini) con trucchi e consigli, questo per evitare i
numerosi incidenti e morti inutili nel disperato tentativo di superare la frontiera.
-A Shangai il ponte sta diventando molto più lungo, adesso è un "serpente d'asfalto" di 32
chilometri in mare aperto, è il porto più colossale del mondo (40 metri sul mare) creato per far
passare le navi più grandi.
-Lutti: è morto a 91 anni il compositore giapponese Akira Ifukube, famoso per le oltre 250 colonne
sonore tra cui L’arpa birmana, tutta la serie di Godzilla e molti b-movies di King Kong. Ci ha
lasciati anche Tele Santana, leggendario allenatore del Brasile dei mondiali di calcio ‘ 82, aveva 75
anni.
7
egyptian football
Per noi il più famoso calciatore egiziano sicuramente è Mido,
nato 23 anni fa, ha giocato in sei diversi paesi d’Europa:
Belgio, Olanda, Spagna, Francia, Italia e Inghilterra. Forse è
per questo motivo che –a detta dei suoi connazionali- si è
montato la testa. Nel numero scorso di Mondi Lontani in
“News from..”abbiamo riportato la notizia della vincita
dell’Egitto contro Costa D’Avorio 4/2, ricordate? L’Egitto ha
vinto la Coppa d’Africa e Mido ha dovuto smettere di giocare
molto prima del previsto, perché secondo l’allenatore non rendeva. Il
calciatore cosa ha fatto? Ha cominciato a litigare contro l’allenatore e gli
egiziani non hanno apprezzato questo suo comportamento forse eccessivo,
del tipo “Tu non sai chi sono io!!!” Il giovanissimo calciatore con i capelli
lunghi e tinti di biondo (?!) si è forse montato la testa? Ma chi è Mido? Il suo
vero nome è Ahmed Hossam, ed ha iniziato la sua carriera calcistica con la
squadra Zamalek del Cairo. La sua fortuna iniziò tra il 2001 e 2002. Ha detto
“Voglio giocare bene con i miei compagni di squadra, avere molto successo e
fare molti goal”.
La squadra dello Zamalek, assieme all’Ahly sono le squadre più importanti
d’Egitto, entrambi del Cairo.
Non conosciamo però le altre squadre egiziane, che sono: Al-Masry, AlTersana, Aswan, Baladiyyat Al-Mehalla, ENPPI, Ghazl Al-Mehalla, Ismaily,
Ittihad, Koroum, Mansoura, Qanat, Sawael, ecc..
8
Non c’è solo Mido come calciatore valido, ci sono anche i bravi: Ghaly,
Hassan, Zidan, El Saka, Shaaban, Belal, Ayman, Ahmed Magdi, Amìr,
Beshir, Ekramy, Abd Rabboh, Amr Zaki, Al Abd, Ghanem, Abutrika ecc..
Foto sotto: Ghaly, Hassan, Belal, Amìr e Abd Rabboh.
Ma come sono questi calciatori? Dei veri combattenti, scrupolosi e religiosi,
molti di loro pregano e spesso ad ogni goal si inginocchiano per ringraziare
Allah.
E il pubblico egiziano? Dei veri tifosi sfegatati, quasi quanto noi italiani,
amano molto il calcio ed ammirano il nostro calcio italiano, conoscono tutti i
nomi dei nostri calciatori: Totti, Vieri, Gattuso, Del Piero ecc…
Sotto Hassan e Abutrika
Di Mamdouh
9
ZAIN BHIKHA “Faith” E’ stato pubblicato qualche anno fa, è
gradevole e non toglie né aggiunge nulla alla carriera di Zain. Canti
religiosi tranquilli, a volte più allegri come “Wedding song” in due
versioni –meglio la seconda- e “Wonderful world”. In alcuni brani Zain
duetta con altri come in “Glory be to Allah”. Molto triste “I won’t weep
for you” che inizia con spari di mitra contro gente che urla spaventata,
dura solo 1’49’’ breve ma efficace. La più bella è sicuramente “Lord of
all the worlds” che avete modo di sentire nel sito del nostro Mamdouh:
www.laluce.cjb.net
È stata inserita anche “A is for Allah” di Yusuf Islam interpretata da Zain. Chiude l’album “Where
we belong”, molto carina.
PAPI SANCHEZ – “Yeah baby”. Giovane musicista dominicano, è il principale esponente del
merengue-house, nuovo genere musicale della Nueva Onda Caraibica. In questo album del 2005, di
grande successo anche in Europa, troviamo anche sonorità reggae.
LA GRANDE ORCHESTRE DU COMPTOIR DE MARRAKECH – “Khamsa”
(Audioglobe). Il titolo in arabo significa 5 e si riferisce al portafortuna a forma di mano in
copertina. Si tratta di un progetto di un dj marocchino con un’orchestra di musica classica di un club
di Marrakech. Una curiosità: in Marocco i club hanno ancora la musica dal vivo con le orchestre!
Le 5.6.7.8’s sono uno scatenato trio di ragazze di Tokyo diventate famose anche in Occidente grazie
alla partecipazione al film Kill Bill di Quentin Tarantino. Voce alla “carta vetrata” e un miscuglio di
beat, rock’n’roll e punk per pezzi velocissimi, spesso in inglese. Abbiamo scovato in un negozietto
questa chicca del 2002, “I’m blue”, un singolo bello già dalla copertina, con tanto di traccia video
live, ma immaginiamo che la loro discografia, pressoché introvabile in Italia, sia vasta.
Ancora dal Giappone, ma in territori decisamente pop, la lolita AYUMI HAMASAKI, idolo dei
ragazzini. L’ ultimo, recente album è “(Miss) Understood”, dove canta in inglesee giapponese nei
16 pezzi. Diverse versioni tra cui una con dvd coi vari videoclip. Sentendola sembra di ascoltare
qualche sigla di anime o di film giapponese, niente di speciale, vedendola sembra che voglia
assomigliare a Madonna, probabilmente si è anche “rifatta”, peccato! Ha pubblicato un ‘infinità di
singoli!
GOTAN PROJECT – “Lunatico” Un gruppo multietnico ma non etnico, pero’ molto amato da
chi ama le contaminazioni e la word music. Un nuovo disco all’insegna della modernità
dove il tango argentino si fonde con l’elettronica, il rap e i loop.
PETER MURPHY – “Dust” Ci occupiamo un po’ tardi di questo lavoro solista del cantante dei
Bauhaus, che, una volta tanto abbandona il gotico del suo gruppo e le raffinatezze pop/decadenti
alla Bowie dei suoi album solisti, per regalarci un ottimo album etnico e oscuro
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con musicisti e strumenti tradizionali turchi, oltre a suoni elettronici rarefatti. I brani sono tutti
piuttosto lunghi. Un album “misticheggiante” e contemplativo consigliato a chi vuole sentire
qualcosa di nuovo. Murphy ora vive ad Ankara e si è convertito alla religione musulmana.
Dagli anni ’90 due lavori pressoché introvabili di due gruppi sconosciuti: i messicani HUMUS
“Humus” (Smogles) che virano verso sonorità heavy/blues psichedeliche e sperimentali influenzate
pero’ dalle culture dei nativi, e il trio giapponese DHARMAR con “DharmaR” (Long Fun) un
album etnico e tribale con pezzi in stile mantra con tanto di chitarre e sperimentazioni.
NGUYÊN LÊ DUOS – “Homescape” Disco di jazz-electro con sfumature orientali, esotiche e
multietniche. Il chitarrista vietnamita Nguyên Lê si avvale del sardo Paolo Fresu alla tromba e
all’oud del tunisino Dhafer Youssef. 15 pezzi validi che alternano momenti allegri a momenti più
oscuri.
Il bel sorriso di ALINE DE LIMA fa capolino dalla copertina del suo album d’esordio, “Arrebol”,
prodotto dal compositore conterraneo Vinicius Cantuaria. La sua musica è allegra, ritmica e
popolare, con influenze bossanova, dolce la voce. Alina è metà indigena e metà indiana Quetchua.
RYOKO KUWAJIMA – “Kise-tsu” Ci occupiamo di un altro disco
insolito di una musicista giapponese poco conosciuta, che lo dedica alla
nonna ed esprime i sentimenti delle stagioni in suoni digitali con 16
poemi, da gennaio a dicembre, e una mietitura. Un forte rapporto tra arte e
natura, suoni elettronici da sentire in momenti particolari.
KRISHAN – “Asian Avenue” Album di debutto di questo artista
cingalese, è il primo di quel paese distribuito dalla multinazionale
Universal Music. Tamil hip-hop il genere proposto, conflitti etnici, amore, droga e gioventù nei
testi.
JAPAN – “Tin Drum” E’ stato finalmente ristampato in edizione speciale cartonato doppio cd, il
capolavoro (1981) del gruppo inglese anni ‘ 80 di David Sylvian, scioltosi prematuramente. Un
gruppo patito per l’Oriente già dal nome, che, in piena epoca new wave mischiò suggestioni e
strumenti orientali (ma anche africani) al sound del periodo. Collabora anche Yuka Fuji, fotografa
giapponese. I titoli non lasciano dubbi: The art of parties, Talking drum, Ghosts, Canton, Still life in
mobile homes, Visions of China, Sons of pioneers, Cantonese boy. Sul secondo disco solo quattro
pezzi: uno live, due versioni differenti di singoli e l’unica b-side inedita del periodo: Life without
buildings. Consigliatissimo!
INTI ILLIMANI – “Pequeño mundo” Non abbiamo mai parlato del gruppo forse più famoso
della world music, gli esuli Inti Illimani dal Cile, possibile? Ebbene sì, ci rifacciamo ora. Il gruppo
sudamericano è perennemente in tournée, e in Italia è molto amato, specie dal pubblico “di sinistra”,
recente è un live registrato da noi. Si formarono nel lontano 1967, quando un gruppo di studenti si
incontrarono all’Università Tecnica di Santiago con il sogno di diventare ingegneri. Ben presto si
dedicarono alla musica con questo progetto di intensa ricerca di contaminazioni. L’ultimo, recente
album, è sempre popolare e schietto. Inti-Illimani in dialetto Ayamara vuoi
11
dire: sole dell’Illimani, una montagna nelle vicinanze di La Paz in Bolivia, con forma da condor con
ali spiegate, che risulta avere caratteristiche mitiche per tutti gli abitanti della regione.
http://www.inti-illimani.cl/inti2005/index.htm
YUMURI Y SUS HERMANOS – “Salsa y candela” Per gli amanti dell’allegra musica cubana e
della salsa, un disco ballabile, da spiaggia. Con 2 bonus tracks.
BRASIL – LE VOCI DI RIO L’abbiamo risentita di recente, anche se è di qualche anno fa,
consigliamo di recuperare questa compilation della raccolta “La grande musica brasiliana” allegato
de La Repubblica, con tutti i grandi classici per avvicinarsi a questo tipo di musica: da The girl from
Ipanema e Desafinado di Jobim a Onde o Rio è mais baiano e molte altre, in totale 20 canzoni.
RODRIGO Y GABRIELA – “Rodrigo y Gabriela”. Abbiamo parlato di questo originale duo di
chitarristi messicani nel numero scorso e già tornano dopo pochi mesi con un nuovo, omonimo
album dove troviamo anche originali cover di Metallica e Led Zeppelin tra suoni tradizionali latini e
flamenco con rock e jazz. Esiste anche una versione limitata con dvd ricco di live e interviste.
KAD – “Société”. Anche con questo disco, un artista che si cimenta con diverse cover (Nirvana,
Cole Porter, ecc) non dimenticando le sue radici, in questo caso algerine. Un funky jazz
“mediterraneo” e un cantato da chansonnier francese.
JUAN LUIS GUERRA – “Para tì”. Poco conosciuto da noi, se non dagli amanti della musica
latina, specialmente della salsa, questo artista dominicano ha vinto 2 Grammy Latini ed è un vero e
proprio fenomeno di massa nel suo paese. Questo album del 2004 lo dedica a Dio e si compone di
10 pezzi più una bonus track. Nelle sue canzoni ci sono i ritmi e gli strumenti tradizionali della sua
Repubblica Dominicana e i suoni più contemporanei del pop e del rock; nei suoi testi non solo
l'amore, ma anche l'impegno sociale. Discografia:
1984 - Soplando
1985 - Mudanza y Acarreo
1987 - Mientras más lo pienso tú
1990 - Ojalá que llueva Café
1991 - Bachata Rosa
1992 - Areìto
1994 - Fogaraté
1998 – Ni es lo mismo ni es igual
2004 – Para tì
JOHNNY CLEGG – In my african dream Da sempre protagonista della lotta all’apartheid con i
suoi gruppi multietnici, è tornato di recente a Milano in concerto il sudafricano (bianco) Johnny
Clegg.
Famoso
negli
anni
’80
coi
Savuka
e
con
gli
Juluka,
canta anche in lingua zulu. Ha pubblicato questo album nel 2004 dopo vari live e best
of, il nuovo album, sempre “etno-pop” il quindicesimo, sarà presto disponibile on line.
BATHIYA AND SANTHUSH “Neththara” Giovanissimi ma già al loro
quarto album, questo duo è molto popolare nella patria Sri Lanka, ed è
composto da Bathiya Jayakody e Santhush Weeraman. A vederli sembrano
gli Wham! D’Oriente! Hanno vinto tre album di platino e hanno avuto ben
sette singoli numeri uno. Il genere è un rap-pop contaminato dalle loro
origini, niente di speciale e di nuovo per noi, pezzi ballabili e molto
orecchiabili che spopolano nel loro paese, dove sono sotto contratto con la
Sony, che esaurisce ben presto i loro dischi (questo è l’ultimo, recente). Da
noi si trovano solo nei negozietti cingalesi o d’importazione, a prezzi alti.
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Che fine hanno fatto gli altri?
È questa la domanda frequente che ci avete fatto lettori. Cheb Mami l’abbiamo lasciato nel 1998
con “Meli Meli”, l’ultimo album risale addirittura a 5 anni fa “Delalli” del 2001. Ha inciso in quegli
anni il bel singolo “Desert Rose” con Sting, con tanto di brutto video girato in USA, davvero
orribile, con ragazze semi-nude e luci da discoteca. Dove è finito il buon Mami? Il suo sito è:
www.cheb Mami.net.
Sotto Cheb Mami con Sting e l’ultimo album.
Cheb Khaled è stato l’indiscusso protagonista dei numeri di Mondi lontani fino al 1999 e l’avevamo
lasciato con i due album live “Hafla” e “1, 2, 3 Soleils”, quest’ultimo con Rachid Taha e Faudel,
all’epoca quasi esordiente. Dopo questi il re della musica rai ha inciso “Kenza” e “Ya-Rayi” –sotto
la copertina-. Ha spesso partecipato a concerti benefici e duettato con la cantante israeliana Noa. Il
sito ufficiale è www.khaled-lesite.artistes.universalmusic.fr/
Preferiamo Cheb Mami, con lui in una foto d’epoca.
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Rachid Taha vocalmente è sempre stato quello più scarso di tutti, probabilmente perché più adatto
ad un genere rock (le sue origini) che per la musica rai. Ci siamo occupati solo di lui recentemente,
nel numero 12. Alla fine degli anni 90 aveva inciso “Diwan”, “Made in Medina” e il recente
“Tekitoi”,
con
l’orribile
copertina
–vedi
sotto-.
Il
suo
sito
ufficiale
è
www.rachidtaha.artistes.universalmusic.fr/
Il cantante turco Tarkan prometteva bene. Aveva venduto tantissimo con i suoi primi album,
l’abbiamo visto nascere artisticamente con “Yine sensiz”, “Aacayipsin”, “Olurun sana” e il the best
“Tarkan” uscito in Europa nel 1999, l’ultima volta che ci siamo occupati di lui era un ragazzo
dall’aria per bene. Che fine ha fatto? È diventato un’icona gay, con il suo look ambiguo, ed ha
pubblicato “Karma” nel 2000 e “Dudu” nel 2003. Il sito ufficiale è:
www.tarkan.com/English/index.php
Sotto il cambiamento
Molto cambiato è anche il cantante egiziano Amr Diab, altro grande protagonista nella pagine di
Mondi Lontani fino al 1999. Da bravo ragazzo dall’aria rassicurante, è diventato nel tempo il re dei
truzzi, sempre più tamarro con i suoi look: centauro dell’impero romano, capello corto biondo
platino (?!) capello lungo mesciato, pizzettino, pizzo più largo ecc.
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Ma cosa combina?! Musicalmente è sempre lo stesso. Ha esordito con l’album “Ya taree” nel
lontano 1983, lasciando così il suo paesino in Port Said, verso l’ascesa al successo, anno dopo anno,
album dopo album: “Weylomony” nel 1994, “Rag’ een” 1995, “Nour el ein” 1996, “Awedony”
1998, “Amarain” 1999, con duetti prestigiosi: Cheb Khaled e Angela Dimitriou. L’album uscì dopo
la pubblicazione del nostro 11° numero di Mondi Lontani, troppo tardi, perché, come sapete,
rimanemmo fermi per ben 6 anni. L’album però lo comprammo senza mai recensirlo, che dire?
Soliti ritmi alla Amr Diab.
Dal 2000 ad oggi ha registrato gli album: “Tamally Ma’ak”, “Aktar wahed”, “Allem alby”, “Leily
nehary” e “Kummel kalamak” del 2005, tutti album da noi snobbati.
Il sito ufficiale è www.amrdiabworld.com/
Ecco il truzzo, ieri (tranquillo) e oggi!
Sempre più famoso è invece Hakìm, l’avevamo lasciato quasi esordiente con i primi album
“Nazra”, “Nar”, “Efred” e “Hayel” del 1998. Dal 2000 al 2005 ha pubblicato: “Yaho”, il doppio
live “The lion roars”, “Talakik”, “Lela” e “Kolo yorkoss”. È nominato “Il Leone d’Egitto” e si è
persino esibito con grande successo di pubblico e critica al Palasesto alle porte di Milano nel 2005.
Sotto le copertine di “Yaho” e l’ultimo “Kolo yorkoss”. Il suo sito è: www.hakimonline.com/docs/main.aspx
Anche se ci sono naturalmente pure gli altri protagonisti delle pagine di Mondi Lontani degli anni
scorsi, preferiamo fermarci qui, concludendo con la nostra frase preferita, ormai nostro motto:
TUTTO CAMBIA! In peggio però, a parte qualche eccezione.
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-Cominciamo con una curiosità, a Tokyo, per ora solo in due sale, i film saranno accompagnati da
odori diffusi nel cinema da un sistema informatico. Alcuni spettatori potranno sentire fino a sei
fragranze contemporaneamente. L’idea non è una novità, in passato fu lanciato, in via sperimentale
l’ ”odorama”, che però non ottenne successo. In questo numero avremo un occhio di riguardo per i
film orientali, specialmente cinesi, forse è il loro momento, in questo periodo
IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL (Hauru no ugoku shiro)
animazione, Giappone, 2004, di Hayao Miyazaki, durata: 119’.
Distribuzione: Lucky Red. Un nuovo capolavoro d’animazione della nostra
vecchia conoscenza Miyazaki, secondo noi leggermente inferiore al
precedente Città incantata, ma comunque riuscito. Una modesta ragazza
viene trasformata in vecchietta da una maledizione, ma con il suo amore
per il giovane mago Howl, che gira su un castello mobile, lo aiuterà a far finire la guerra in corso.
LE LACRIME DELLA TIGRE NERA (Fa talai jone) azione/romantico, Tailandia, 2000, di
Wisit Sartsanatieng, durata: 110’, con: Chartchai Ngamsan, Stella Malucchi. Distribuzione: Bim.
Abbiamo recuperato solo ora questo strano mix di western, action movie e romanzone. Interessante
e diverso dai nostri film. Rumpoey e Dum sono due giovani innamorati, ma il loro rapporto è
contrastato dalla differenza di classe sociale... Lui poi è diventato il terribile bandito noto come La
tigre nera, ma al momento giusto saprà avere un cuore.
LE GRAND VOYAGE – VIAGGIO ALLA MECCA (Le grand voyage) drammatico,
Marocco/Francia, 2005, di Ismael Ferroukhi, durata: 105’, con: Nicolas Cazalè, Mohamed Majd.
Distribuzione: Ist. Luce. Il viaggio dall’Europa di un ragazzo occidentalizzato con l’anziano padre
che vuole recarsi al pellegrinaggio alla Mecca. Due persone diversissime che cercheranno una
riconciliazione.
EL ABRAZO PARTIDO – L’ABBRACCIO PERDUTO (El abrazo partido) drammatico,
Argentina, 2003, di Daniel Barman, durata: 100’, con: Daniel Hendler, Adriana Aizemberg, Jorge
d’Elia. Distribuzione: Ist. Luce. Buenos Aires: Ariel, ventenne ebreo di origine polacca, è alla
ricerca del padre che l’ha abbandonato alla nascita. Riusciranno a darsi l’abbraccio del titolo?
TOKIO DECADENCE (Tokio decadence) dramm./erotico, Giappone, 1992, di Ryu Murakami,
durata: 88’, con: Miho Nikaido, Sayoko Maekawa. Distribuzione: Lucky Red. Abbiamo rivisto di
recente, con piacere, e dopo oltre 10 anni, questo film che all’epoca scandalizzo’ molti. Ai, una
prostituta d’alto bordo di Tokyo, cerca di mantenere la sua dignità nonostante le umiliazioni
quotidiane del suo lavoro. Scene che hanno fatto epoca e incredibile freddezza nel descrivere una
realtà senza speranze. Tratto da un noto romanzo dello stesso regista.
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JU DOU (Ju dou) drammatico, Cina, 1990, di Yang Feng-Liang e Zhang Yimou, durata: 101’,
con: Ma Chong,
Zhijun Cong, Wu Fa . Distribuzione: Mikado. Film di denuncia della
condizione femminile nella società feudale cinese che narra di un amore clandestino che finirà per
gettare una famiglia in tragedia.
2046 (2046) dramm./fantastico, Cina, 2004, di Wong Kar Wai, durata: 120’, con: Tony Leung
Chiu Wai, Gong Li. Distribuzione: Ist.Luce. 2046: un paese, una data o un luogo della memoria?
Un film di buon successo che parla di uno scrittore e di vari flashback e salti nel futuro e nel
passato, ci vuole un po’ di pazienza per seguirlo.
IL GUSTO DELL’ ANGURIA (Tian bian yi duo yun) dramm./erotico, Cina/Taiwan/Francia,
2005, di Tsai Ming Liang, durata: 109’, con: Kang-sheng Lee, Shiang-chyi Chen. Distribuzione:
Bim. Un film che è una sorta di seguito del precedente 2046, visto che alcuni personagi ritornano
qui. L’anguria al centro della storia, come metafora di sesso (e nascita), il senso di solitudine e la
sopravvivenza, l’incomunicabilità (i dialoghi sono pressoché inesistenti). Un film osannato dalla
critica…strano, un po’ forte, non per tutti, lascia un po’ perplessi ma interessante.
KEDMA - VERSO ORIENTE (Kedma) dramm., Francia/Israele/Italia, 2002, di Amos Gitai,
durata: 100’, con: Helena Yaralova, Andrei Kashkar, Yaël Abecassis. Distribuzione: Bim. Bello
questo titolo, il film è abbastanza straziante, anche se interessante: Kedma è il nome della prima
nave che nel 1948 porta in Palestina i sopravvissuti alla Shoah e degli scontri con le truppe inglesi,
nel racconto di un palestinese e di un ebreo.
SHAOLIN SOCCER (Siu Lam Juk Kau) azione/comico, Hong Kong/U.S.A., 2001, di Stephen
Chow, durata: 87’, con: Stephen Chow, Vicki Zhao, Ng-Man Tat. Distribuzione: Buena Vista. Ce
ne occupiamo un po’ in ritardo e solo dopo il successivo Kung Fusion (vedi numero scorso), che
volete fare, troppi film da vedere! Anche in questo caso gioia per gli occhi: irresistibile, chiassoso e
folle! Un ex calciatore storpio allena una scalcinata squadra composta da un gruppo di fratelli in
vista di un torneo. Unirà il kung fu con il calcio con risultati incredibili.
IL FURORE DELLA CINA COLPISCE ANCORA (The big boss) azione, Hong Kong, 1971, di
Lo Wei, durata: 97’, con: Bruce Lee, Maria Yi, Paul Tien. Distribuzione: Titanus. Nonostante lo
sciagurato titolo italiano, è il primo, grande film da protagonista di Lee, un classico uscito da noi
dopo lo strafamoso (e successivo) Dalla Cina con furore. L’abbiamo appena rivisto e, dopo oltre 30
anni è ancora godibilissimo. Il giovane contadino Cheng, giunto in Thailandia dal cugino in cerca di
lavoro, si scontra con una banda di trafficanti a suon di arti marziali. Memorabile la scena di
combattimento nella fabbrica di ghiaccio.
LE PRINCE (Le prince) commedia, Tunisia, 2004, di Mohamed Zranў, durata: 108’, con:
A.Chwayet, Sonia Mankaï. Distribuzione: Shango Films. Inedito da noi, si svolge a Tunisi, dove un
fioraio ambisce a conquistare il cuore della banchiera Dounia. Una pellicola realistica e divertente.
IL PANE NUDO (El khoubz el hafi) dramm., Italia/Francia/Marocco, 2005, di Rachid Benhadj,
durata: 90’, con: Saïd Taghmaoui, Fayçal Zeghadi, Giovanna Spuria. Distr.: A.E.Media
Corporation. Da un regista algerino, è il primo film arabo interamente prodotto in Italia, apparirà in
alcune sale il 12/5. E’ la fedele trasposizione cinematografica dell’autobiografia di Mohamed
Choukri, un testo di riferimento per l'intera letteratura nordafricana. Il film è stato girato tra l'Italia e
il Marocco ed è la solita trama malinconica: un ragazzino, Mohamed, nasce e cresce nella miseria
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più nera, sopravvive a un padre alcolizzato, affronta la violenza quotidiana alla stessa età in cui in
Occidente si gioca, uccide la propria adolescenza. A vent'anni finisce in prigione per aver
partecipato ad alcune sommosse politiche: e lì, da analfabeta, scopre la forza della scrittura
seguendo un poeta intento a tracciare versi su un muro. I suoi libri di testo saranno poi le lapide del
cimitero di Tangeri. Il suo riscatto sarà diventare maestro elementare e sottrarre altri bambini
all'analfabetismo, all'ignoranza, a una perenne miseria.
Sotto “Il castello errante di Howl” e “Shaolin Soccer
Sotto “Viaggio alla Mecca” e “Il furore della Cina colpisce ancora”
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Jackie chan
Una breve ma doverosa biografia su Jackie Chan - vero nome: Kong-sang Chan, nato
a Hong Kong il 7/4/54, il suo nome significa appunto “nato in Hong Kong”, da molti
è considerato l’erede di Bruce Lee, anche se negli ultimi anni si è dedicato a un
cinema più commerciale, spesso ad Hollywood in coppia con attori occidentali.Vera
star nazionale, ha iniziato come controfigura e comparsa in moltissimi film, tra cui
alcuni con Lee e Chuck Norris.
Esperto di arti marziali, il suo caratteristico stile di cinema è un misto di tecniche
proprie del cinema muto e dei tradizionali film di kung-fu. Tra i suoi film più famosi:
Il ventaglio bianco, la serie Rush hour, Il serpente all'ombra dell'aquila, Terremoto
nel Bronx, Chi tocca il giallo muore e moltissimi altri. Il suo stile spericolato gli ha
causato anche vari gravi incidenti sui set.Oltre che attore è regista, produttore,
controfigura, sceneggiatore, stuntman, direttore di produzione e anche cantante, Chan
ha al suo attivo ben 11 album dal 1984 al 2002!
http://www.jackie-chan.com/
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La Saga di Mazinga (parte II)
La lista è immensa di nomi completamente cambiati, sia nella versione italiana, sia in quella
francese, americana ecc. Il Dottor Hell per esempio nella serie italiana di Mazinga Z si chiama
Dottor Inferno, Dianan A è Diana A, Mazinger Z è Mazinga Z, ma è soprattutto con i personaggi di
Atlas che i doppiaggi occidentali regalano una sfilza di nomi più o meno fantasiosi: Daisuke Umon
è diventato per noi Actarus, Hikaru Makiba è Venusia, Shiyochiyo Genzo Umon è il Dottor
Procton, Danbei Makiba è Rigel, Goro Makiba è Mizar, Maria Grace Fleed è Maria, Boss in Atlas
si chiama addirittura Capozz, Blacky -che sembra un nome di un cane- è Hydargos, Double Spacer
è Goldrake 2 guidato da Koji, Marine Spacer è il Delfino Spaziale di Venusia, Drill Spacer è la
Trivella Spaziale di Maria, per non parlare dei nomi delle armi o altro.
Come cominciò la Saga di Mazinga?
Ecco la trama:
Tutto iniziò con una spedizione archeologica presso l'isola di Rodi. I due scienziati, il Dottor Juzo
Kabuto e il Dottor Hell ritrovano complessi e pericolosi manufatti meccanici che appartenevano ad
un'antica civiltà. Il perfido Hell decide così di utilizzarli per conquistare il mondo. Kabuto capite le
intenzioni malvagie di Hell decide di utilizzare una speciale Lega, lo Japanium, dotata di una
resistenza incredibile con la quale costruirà un Robot. Hell invia i suoi soldati "le maschere di ferro"
ad uccidere Kabuto. Il Dottore in punta di morte riesce ad informare il nipote Koji (figlio di Kenzo
Kabuto) dell'esistenza del Robot da lui creato Mazinga Z, per combattere e sconfiggere i piani di
conquista del pazzo scienziato Hell, che utilizzerà i mostri meccanici trovati sull'Isola di Rodi.
Così Koji -orfano anche di padre e madre, rimasti vittime in un incidente nel loro laboratoriorimane solo col fratello più piccolo Shiro ed entra a far parte dell'Istituto per la ricerca dell'energia
fotoatomica del Dottor Yumi, collega ed allievo del nonno. Inizia così la lunga storia di Mazinga
contro il Dottor Hell: il bene contro il male. Aiutato prima da Afrodite A e poi da Dianan Alfa
pilotati entrambi dalla giovane Sayaka -figlia di Yumi- Mazinga Z sconfiggerà tutti i mostri
meccanici. Assieme ai due beniamini c'è Boss Robot, pilotato dall'amico pasticcione Boss e dagli
inseparabili Nuke e Mucha.
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Anche Hell non è solo, i collaboratori saranno: il Barone Ashura -uomo/ donna-, e il Conte Blocken
-cyberg con testa separata dal corpo-.
Alla fine Mazinga Z sconfiggerà il Dottor Hell, che perderà la vita durante un combattimento. I guai
non sono però finiti, Koji non sa di trovarsi di fronte ad un nuovo nemico più forte, che non è il
Dottor Hell con i suoi mostri meccanici, bensì l'Impero di Mikene. Il nuovo impero conquistatore
manda il Duca Gorgon con i suoi mostri che riducono Mazinga Z quasi a brandelli. La fine per Koji
Kabuto sembra arrivare, quando improvvisamente giunge sul campo di battaglia un nuovo potente
robot: il Grande Mazinga! Guidato da un pilota misterioso, comandato da uno scienziato ancora più
misterioso. Il Grande Mazinga distrugge i mostri guerrieri salvando così Mazinga Z e l'Istituto. Koji
è gravemente ferito e viene immediatamente ricoverato in una nuova fortezza comandata dallo
scienziato misterioso che non è altri che Kenzo Kabuto. Il padre di Koji e Shiro è stato salvato da
Juzo Kabuto, da quel famoso incidente nel suo laboratorio, ma per rimanere in vita il padre Juzo gli
ha ricostruito il corpo, diventando così un cyberg. Kabuto rivela la sua identità a Yumi, che gli
promette di mantenere il suo segreto. I due ragazzi ignorano così che il loro padre è ancora in vita.
Shiro rimane con Kenzo Kabuto, Koji e Sayaka invece si trasferiscono in Usa presso il centro di
ricerche del Dottor Watson per motivi di studio.
Ma la storia non finisce qui, la pace non dura molto a lungo. Distrutte ormai le forze del Dottor Hell
il mondo intero ha di fronte un nuovo nemico che sarà combattuto con tutte le forze dal Grande
Mazinga!
Sotto Mazinga Z, Koji Kabuto, il Grande Mazinga e il suo pilota Tetsuya Tsurugi.
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Il Grande Mazinga è una nuova versione potenziata di Mazinga Z, il pilota è Tetsuya Tsurugi, un
ragazzo orfano adottato dal Dottor Kabuto e allenato da lui fin da ragazzino. Tetsuya non è il solo, a
fianco a lui c'è Jun Hono, -anche lei orfana ed adottata da Kabuto, che piloterà il robot Venus Alfa,
per certi aspetti simile a Dianan Alfa di Sayaka-, e il solito pasticcione di Boss con il suo robot, che
continua a combinare guai e a far ridere. La Fortezza delle Scienze, è il laboratorio di ricerche di
Kenzo Kabuto.
I loro nemici è il popolo di Mikene, guidato dall'Imperatore delle Tenebre che comanda i sette
generali più il Duca Gorgon, il Ministro Argos e il Generale Nero. Ognuno di loro, sia il popolo sia
i generali, rappresenta un preciso mondo animale: giganteschi automi con una seconda testa
incastonata di solito nel torace, dei veri mostri!
Il popolo di Mikene era stato scacciato dalla loro terra e perciò si stabilì nel sottosuolo. L'imperatore
delle Tenebre appare sempre come una gigantesca fiamma, con occhi e bocca.
Il Grande Maresciallo sostituirà il Generale Nero, che perderà la vita in battaglia contro Mazinga.
Chi è il Grande Maresciallo? è proprio il Dottor Hell, tornato in vita grazie all'Imperatore delle
Tenebre. Fra i tanti nemici c'è anche l'astuta e perfida Marchesa Yanus che sostituisce il Duca
Gorgon dopo la sua morte. Kenzo Kabuto svelerà la sua vera identità al piccolo Shiro, il quale
piloterà il suo robot Junior.
Le ultime battaglie del Grande Mazinga saranno davvero dure, al punto di richiamare il Dottor
Yumi, Koji con il suo Mazinga Z e Sayaka con Dianan Alfa. A complicare le cose è proprio la
gelosia di Tetsuya nei confronti di Koji. Crede che con il suo arrivo verrà messo da parte e quindi
trascurato dal Dottor Kabuto. Ciò non porta alla collaborazione che ci dovrebbe essere fra i due
Mazinga, così il Dottor Kabuto per salvare Tetsuya sacrificherà la sua vita! Morirà proprio in
battaglia, schiantandosi contro la base nemica. L'Istituto è ormai quasi distrutto dopo la morte di
Kabuto, ma Tetsuya non si arrende e sconfigge definitivamente Mikene e tutte le sue armate, aiutato
proprio da Mazinga Z, Venus, Dianan e Boss, che verranno esposti in un museo dove saranno
ricordati per sempre come grandi eroi della pace. Ma ancora una volta la pace apparente è solo
un'illusione, perché arriveranno nuovi nemici.
Koji torna in Giappone dopo aver studiato ufologia in America, e si reca all'Istituto di ricerche
spaziali del Dottor Procton. Il suo ritorno è a bordo del disco volante TFO che ha progettato. Alla
base conosce anche il buffo Rigel, e i suoi figli Venusia a Mizar. Daisuke Umon (Actarus) lo
conosce alla fattoria dove lavora, e si presenta come il figlio del professor Procton. I due ragazzi sin
dall'inizio non vanno d’accordo, ma diventeranno presto amici.
Koji avvista un Ufo e pensa subito "Chissà se hanno intenzioni pacifiche e non malvagie come i
mostri meccanici del Dottor Hell o il popolo di Mikene dell'Imperatore delle Tenebre".
Purtroppo il sogno di Koji, di stringere amicizia con extraterrestri pacifici svanisce subito alla vista
dei primi attacchi di Vega. Chi è costui? è un re malvagio di un popolo alieno che intende
conquistare la terra. Se il nemico di Mazinga Z era uno scienziato pazzo, se gli attacchi dei nemici
del Grande Mazinga provenivano spesso da sottoterra, adesso il nemico proviene dall'immenso
spazio!
Il popolo di Vega non è l'unico mistero, anche la vera identità di Actarus, che si chiama in realtà
Duke Fleed, principe del pianeta Fleed, distrutto proprio da Vega. Actarus così ha trovato rifugio
sulla terra e conosciuto il Dottor Procton, che l'ha sempre protetto ed aiutato. Ma Actarus non è
arrivato solo sulla terra, c’è arrivato con un robot potentissimo dal nome particolare: Goldrake!
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Sotto Actarus (principe Duke Fleed) e il suo Goldrake
Il segreto di Actarus non durerà a lungo ed anche Koji scoprirà la vera identità del misterioso
ragazzo. I due amici lotteranno fianco a fianco contro il nemico. Koji con il TFO e Actarus con
Goldrake. Vega si rende subito conto che non sarà un compito facile quello di conquistare la terra e
di trovarsi di fronte al suo eterno nemico potente, il grande robot guerriero Goldrake.
Koji abbandonerà presto il suo TFO per il più potente Goldrake 2
Venusia presto combatterà al fianco di Koji ed Actarus con il suo Delfino Spaziale. Per completare
il quartetto degli eroi bisognerà aspettare l'arrivo di Maria, sorella di Actarus, che lui stesso credeva
morta. La ragazza piloterà la Trivella Spaziale.
Adesso i nostri eroi sono più forti e pronti a combattere il nemico. Vega naturalmente non è solo, ed
oltre ai suoi mostri manda sulla terra Hydargos – alieno con la testa a pera- Gandal – metà uomo e
metà donna come il Barone Ashura- e Zuril, - il suo aspetto ricorda il pipistrello e porta una benda
nera su un occhio-.
A calmare i nostri eroi ci penseranno i buffi Rigel -che credeva che gli extraterrestri fossero tutti
buoni, fino a quando la figlia Venusia combatterà al fianco di Goldrake-, e Boss e compagni, che
torneranno da Koji solo per un breve periodo.
Dopo tante battaglie Actarus e compagni sconfiggono Vega e il suo esercito, liberando così la terra
e l'intera galassia. Anche Fleed -che si trovava nella nebulosa di Vega- tornerà in vita, dopo esser
stata distrutta da Vega e contaminata dalle radiazioni di Vegatron. Actarus e Maria salutano i loro
amici e ripartono per il loro pianeta Fleed, con Koji che rende a loro l’ultimo omaggio in volo a
bordo del suo Goldrake 2.
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di Willy
Dopo Messico e Giappone, per il nostro ultimo viaggio nel mondo del wrestling, dedichiamo,
questa volta un po’ di spazio agli atleti e alle federazioni meno conosciute.
Partiamo da Porto Rico, dove impazziscono letteralmente per il wrestling, esistono diverse
organizzazioni, prima su tutte la WWC (World Wrestling Council) di proprietà del leggendario exwrestler Carlos Colon. Oggi c’e’ il figlio, che noi conosciamo bene, Carlito Caribbean Cool
(letteralmente “Carlito il figo dei carabi”), che, dopo aver vinto parecchi titoli in patria, nonostante
la giovane età, sta ora avendo molto successo negli U.S.A. col personaggio del caraibico prepotente
e menefreghista che sputa la mela masticata in faccia agli avversari per disprezzo. A parte gli
scherzi, sta dimostrando di avere un gran talento. Dal passato ricordiamo il grande Pedro Morales.
Non possiamo non parlare della scuola samoana con tanti lottatori storici come i Wild Samoans
(Afa,&Sika) zii di Yokozuna, deceduto qualche anno fa. L’enorme wrestler samoano è riuscito a
vincere due volte il titolo assoluto battendo molti dei più grandi, tra cui Hulk Hogan. Guidato dal
manager ed ex wrestler giapponese Mr Fuji, interpretava un lentissimo lottatore di sumo filonipponico che faceva imbestialire il pubblico. Dalle Isole Fiji Superfly Jimmy Snuka – riuscite ad
individuarlo nella copertina di questo numero?- con tanto di costume etnico e maculato, esperto di
karate, atletico e amatissimo, oggi sta lanciando il figlio. Chi non conosce The Rock alzi la mano!
Questo giovane pluricampione di origine samoana oggi si dedica più che altro alla carriera di attore:
vero nome Dwayne Johnson, figlio dell’afro americano Rocky Johnson e nipote del samoano High
Chief Peter Maivia, altri due famosissimi lottatori del passato. Infatti, agli esordi, si faceva chiamare
Rocky Maivia, in omaggio a loro.
sopra, da sinistra: The Rock,Umaga. Great Khali, Haku,Abdullah The Butcher e The Iron Sheik
I vari “selvaggi” delle isole tropicali, che spesso servivano ad intimorire il pubblico, anche se
spesso erano atleti molto preparati e affiatati tra loro: Haku & Tama (The Islanders), gli
Headshrinkers (“strizzatori di teste”) Fatu & Samu e molti altri. Fondamentale l’apporto di questi
atleti dalle isole del sud Pacifico, anche nelle mosse, vedi il “samoan drop”.Oggi il monumentale
Fatu, noto come Kishi o Rikishi, è ancora attivissimo e amatissimo anche in Italia. Oggi ci sono poi
Samoa Joe e Umaga, selvaggio maori dall’aspetto spaventoso. Qualche anno fa, Crush, che fece
anche parte dei Demolition, e The Barbarian, poi Kama, noto con vari nomi e personaggi, tra cui
Papa Shango,
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stregone voodoo haitiano. Black Pearl, attuale campione NWE, è l’ultimo grande della dinastia
samoana in ordine di tempo. Quasi tutti i lottatori samoani sono tutti parenti tra loro!
Tradizione anche dagli hawaiani con Don Muraco e Leilani Kay (wrestling femminile) e Sam
Mokuhai, conosciuto sul ring come Sam Steamboat, uno dei maggiori esponenti del wrestling alle
Hawaii negli anni '50 e '60, è morto pochi giorni fa a 71 anni, a causa del morbo di Alzhaimer, da
cui era afflitto da diversi anni. Steamboat, dopo aver lasciato il wrestling si dedicò anima e corpo
alla pratica ed all'insegnamento della canoa outrigger, sport nazionale alle Hawaii e che sta
prendendo piede da qualche anno anche in Italia, con il nome canoa polinesiana.
Una curiosità: Ricky "The Dragon" Steamboat (vero nome Richard Blood) ne riprese il cognome
ispirandosi alla loro somiglianza fisica, quest’ultimo, amatissimo dal pubblico, era una specie di
Bruce Lee del wrestling.
Dall’ Australia abbiamo Nathan Jones (un ex galeotto anche nella realtà) e il simpatico Outback
Jack, chi si ricorda di questo “clone” di Mr Crocodile Dundee? Dalla Nuova Zelanda la coppia dei
pazzoidi Bushwhackers, che facevano entusiasmare il pubblico. In Corea Del Sud c’è la WWA di
Baek Yong Ho, federazione molto attiva. Dalla Corea proveniva l’esperto di arti marziali Tiger
Chung Lee, lo ricordo negli anni ‘ 80. Il wrestling si è diffuso con federazioni professionistiche
anche in Sudafrica, Repubblica Dominicana, Israele (Israeli Pro-Wrestling Association), anche in
Nuova Zelanda e Australia esistono diverse federazioni, che hanno anche una storia vecchia e
gloriosa. Anche dalla Cina provengono alcuni wrestler, mi ricordo The Black Cat, ma esiste qualche
federazione? Probabile. Così come nelle Filippine e in altri paesi asiatici. Dalla Mongolia, il
temibile Killer Khan, che in realtà era un giapponese.
Troppo lunga la lista dei wrestler neri, comunque afro americani, oggi ne abbiamo molti tra cui
Booker T, Mark Henry, Shelton Benjamin e l’emergente Bobby Lashley, anni fa avevamo Kamala,
il gigante ugandese, Koko B.Ware, Bad News Brown e il culturista Tony Atlas, che per un po’ ha
interpretato il non riuscito personaggio del guerriero nativo africano con tanto di costume, si faceva
chiamare Saba Simba, ma è meglio ricordarlo col suo vero nome. Menzioniamo Houston Harris,
noto sul ring come Bobo Brazil, leggendario e amatissimo wrestler afro-americano degli anni ‘ 60
che ha combattuto le battaglie più aspre per abbattere le barriere della segregazione razziale nel
wrestling professionistico.
Non riuscito invece il personaggio di Muhammad Hassan e del manager Koshrow Daivari, due
arabi cattivi che si dicono infuriati con gli americani e le discriminazioni razziali. Spesso il
personaggio negativo, a volte addirittura selvaggio e inarrestabile dello straniero da “luoghi lontani”
è stato utilizzato come il diverso, il discriminato, l’estraneo, il cattivo da anteporre al buono. In
questo caso troppi richiami alle vicende di oggi…ne abbiamo già abbastanza!
Una curiosità: abbiamo scoperto che in realtà Hassan è un lottatore di origini…italiane!
The Sheik, che faceva spesso coppia con Abdullah The Butcher (dal Sudan), vecchia conoscenza
del puroresu, interpretavano la parte degli arabi cattivi e sanguinari, con tanto di copricapo,
spada alla mano e calzature con la punta all’insù. Sono stati i primi wrestler “hardcore”,
specialmente il secondo, famosissimo per i suoi incontri in Giappone. A loro è seguito The Iron
Sheik, un iraniano che proveniva dalla lotta greco romana (ha partecipato anche alle Olimpiadi).
Uno dei cattivi più riusciti (il perfido sceicco, spesso imitato) Grande carriera la sua, ex campione
del mondo, ma peccato che successivamente, è stato reso ridicolo in era Prima Guerra Del Golfo,
col nome Colonel Mustafa (!!?) accompagnato da altri “militari” come Sergeant Slaughter e
Generale Adnan, una sorta di sosia di Saddam Hussein, che tristezza!
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Tra i wrestler dei paesi lontani, menzioniamo i nativi americani Chief Jay Strongbow, Chief Don
Eagle, recentemente Tatanka (famosi i suoi promo sulle sue origini) e molti altri. Dall’ India: Tiger
Jeet Singh, storico wrestler esperto di judo, Sabu, nipote del leggendario The Sheik. Dall’ India si
fara’ sicuramente strada il gigantesco Giant Daliph Singh, alto 2 metri e 20 (dicono) neo arrivato
alla WWE col nome di The Great Khali. Altro famoso gigante “dai mondi lontani”, è stato Giant
Gonzales, noto anche come El Gigante, proveniente dall’Argentina, altro paese sudamericano dove
il wretling è molto diffuso.
Alcune curiosità:
-famoso un match a San Paolo del Brasile pareggiato tra Antonio Inoki (la madre era brasiliana,
ecco il motivo del suo primo nome) e André The Giant, nel lontano 15/12/74. Mentre in Corea, in
uno storico match del Il 29 Aprile 1995 durante lo show NJPW/NWA "Kollision in Korea" Antonio
Inoki sconfisse il mitico Ric Flair con tanto di inaspettata stretta di mano finale, tra il buono e il
cattivo per eccellenza. E’ stata la prima volta che queste due leggende si sono incontrate.
-Inoki sconfisse in un match shoot anche il campione pakistano Akrum Pelwan, che più tardi, per la
vergogna di essere stato sconfitto, si suicidò! Questa non è stata finzione, pero’…..
-lo sapevate poi che Batista è di origini filippine da parte di padre? E che la madre di Undertaker è
una nativa americana cherokee?
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PUNTO 1 UNO Bizzarro il nome di questo ristorante-pizzeria che conosciamo da tempo, è in zona De
Angeli a Milano (Via L.Sacco,9), ma non è solo pizzeria, dopo i tentativi iniziali di qualche piatto, negli
ultimi tempi si è perfezionato più seriamente come ristorante tailandese, visto anche che in città ce ne sono
solo un paio. Cortesia e tranquillità e menù interessanti e vari, magari da evitare i cibi troppo fritti.
TASTE OF INDIA Abbiamo provato di recente questo onesto ristorante indiano milanese di Via P.Castaldi
42 (zona Porta Venezia). In verità un po’ nascosto e defilato (l’insegna è sempre spenta e da fuori sembrava
chiuso), ma piuttosto colorato all’interno, anche chiassosamente inebriante e affollato. Una curiosa scaletta a
chiocciola a prova di claustrofobia per raggiungere la toilette. Tavola soddisfacente, i soliti menù e qualche
sorpresa.
HANG ZHOU è un ristorante con raffinata e attenta cucina cinese, i
prezzi sono onesti. A Roma, Via S.Martino Ai Monti 33.
PORTO ALEGRE è il primo ristorante-churrascaria a Verona (C.so Di
Porta Nuova 78/a) dove i vari tipi di carne abbondano, ma meglio non
esagerare, vista la mole di cibo offerta. Si respira Brasile in ogni angolo
di questo riuscito locale.
KISEN ristorante giapponese di recente apertura a Milano in zona
Colonne S.Lorenzo (Via G.G.Mora 9). Prenotate, ma attenti, stranamente
è chiuso di domenica.
HANA BI Come il titolo del film di Kitano, che conosciamo bene, un
ristorante giapponese a due passi dal Duomo con prezzi e menù
interessanti a mezzogiorno (Via F.Sforza 14 angolo Via Laghetto).
RICO CHIFA / YU Per chi non vuole spendere (i menù costano anche 5/6/7 €, cifre ormai impensabili) ma
si deve accontentare sulla qualità, consigliamo questo strano locale non molto grande in Via Monte Ceneri
14 a Milano. Clientela variegata e allegra, quasi esclusivamente multietnica, personale cinese e triplo menù,
come ultimamente si usa in questo tipo di locali: cinese, italiano e sudamericano (!!?). Troverete la famosa
Inca Cola in varie versioni, sconsigliato il vino sfuso della casa!
FORTALEZA Caratteristico ristorante-churrasco brasiliano con musica dal vivo ogni venerdì: offre un
interessante menù completo a prezzo abbordabile, si trova a Milano in V.le Zara,116.
www.ristorantefortaleza.it
Peccato per l’antipatica abitudine di alcuni locali milanesi (ma non solo) di aprire solo per aperitivo e cena,
ce ne lamentavamo nei primi numeri e ancora oggi: non ce ne vogliate, ma noi che alla sera spesso lavoriamo
dobbiamo rimandare una visita a
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questi locali, chissà quando…pazienza! Recentemente ne abbiamo incontrati ben tre chiusi a mezzogiorno
più o meno nella stessa zona: IL BOCHINCHE, rosticceria caraibica e latina (V.le Bligny 56), ZUMO Y
MUCHO MAS (Via Gorizia 34) cocktail bar e rosticceria caraibica e YASMIN kebap e cibi orientale
(scritto così sull’insegna!) una rosticceria turca in V.le Col Di Lana.
Cosa offre Firenze? ASHOKA, ristorante indiano economico (dal nome pensavamo del Sol Levante…) in
Via Pisana 86, meglio prenotare. LAILAC è invece un giapponese/associazione culturale in Via Starnina
68). Per chi ama i brasiliani c’è invece il MARACANA’ in Via Faenza 4. MUKAYAMBA offre cucina
africana (p.zza L.Ghiberti 5/R). Da CARACOL CAFE’ cucina messicana (Via De’Ginori 10). Più intrigante
il cubano ma poco quotato HABANA CAFE’ (Via Galliano 12/R) Curioso già dal nome, DOMANI che
offre cucina giapponese e…francese. Se volete provarlo lo trovate in Via Romana 80. Tra i vari orientali in
città spicca però il tailandese FU QUI in Via Marconi 11.
Ci hanno parlato bene di LA MENSA DI ALADDIN, Palermo - Via E.Amari, 59, pizzeria e ristorante arabo
con specialità couscous, speriamo di provarlo presto!
NINHAO è il solito, onesto ristorante cinese a conduzione familiare con tanto di papà con carrozzina sulla
porta al nostro arrivo. Non ricordiamo l’indirizzo ma è nel centro di San Remo (IM).
ARGENTINA Curioso ristorante di Chiavari (GE) in cui si possono gustare i piatti di paesi diversi quali la
Spagna, la Turchia, il Messico, ma anche piatti italiani di varie regioni. In via Col.E. Franceschini 35.
Ci spostiamo addirittura in Costa Azzurra, in Francia, dove ricordiamo LA TABLE DU LIBAN raffinato
ristorante a Juan Les Pins, 24, Avenue De L’Esterel, e un indiano dal curioso nome francesizzato….LE
GAANESH 44 Rue Clemenceau, vicino al porto vecchio, a Cannes. Nella stessa zona abbiamo provato LE
RANCH ottimo tex-mex, “home of the fajita” con barbecue in giardino (193, Route Du Bord De Mer,
Villeneuve Loubet).
Torniamo a Milano con il ristorante/circolo culturale italo-egiziano FARFASHA, ex El Nadi El Masri,
ricordo dei primi Mondi. Ha una sala per fumare il narghilè e offre spettacoli di danza del ventre. Peccato per
la zona “fuori mano” (C.A.M.M.-Mecenate).
http://www.elnadielmasrialitali.net
CUBA 50, come dice il nome, si rifà alle atmosfere nostalgiche degli anni ‘ 50, interessanti menù caraibici e
cubani e serate con musica dal vivo. In Via Popoli Uniti 7 a Milano.
XYMACA per gli appassionati della Giamaica, un locale di qualità per bere un cocktail o mangiare. Via
Moro 4 a Paladina (BG).
Ci ha sicuramente deluso l’egiziano SHARM EL SHEIK (Milano, P.zza S.Maria Del Suffragio 3) dove
siamo andati con un amico egiziano, cucina nordafricana, ma ci è sembrato il solito kebab/pizzeria di scarsa
qualità, locale buio e caldo, per giunta in un palazzo piuttosto malfamato.
MASQUENADA Ristorante messicano e tex mex a Milano (V.le Piceno 3), si mangia anche vegetariano,
lezioni di ballo e danze con musica diffusa.
Torneremo senz’altro al piccolo WAFU sushi bar/take away giapponese dove si sta molto tranquilli e il
personale è gentile e prodigo di consigli. A Milano in zona Navigli (V.le Gorizia 12).
All’Isola D’Elba abbiamo provato il ristorante cinese LA GRANDE MURAGLIA (Via
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Roma, Portoferraio –LI-), non è male, forse è l’unico in zona..
WARSA è un nuovo eritreo a Milano (Via Melzo 16), ma attenzione chiude presto e al mercoledì fa riposo.
Si mangia (con le mani) zighinì di carne o vegetariano, il locale è carino, informale, e il personale gentile.
Edson Arantes do Nascimento, più noto come Pelé è nato a Três
Corações il 23 ottobre 1940, detto anche o rei ("il re"), è considerato
universalmente come il più forte calciatore di tutti i tempi.
Si dedicò già da giovane al calcio, Pelé possedeva un dribbling
ubriacante e un tiro formidabile perché potente e preciso. Non era
molto alto, ma se la cavava bene anche nei colpi di testa, e di testa
segnò goal importanti anche ai Mondiali. 3 i mondiali vinti con la sua
nazionale e 1281 i gol segnati, il più grande cannoniere della storia del calcio. Famosissimo negli
anni ’60-‘70 con la squadra brasiliana del Santos, dove giocò dal 1956 al 1974 vincendo numerosi
campionati brasiliani. Era considerata la squadra di club migliore del mondo, tanto che girava il
pianeta disputando amichevoli con innumerevoli squadre, come nel basket fecero gli Harlem Globe
Trotters. Termino’ la carriera nei modesti New York Cosmos, che riuscirono a vincere lo scudetto
statunitense nel 1977. Oggi non fa l’allenatore come quasi tutti gli ex calciatori, ma ha preferito
dedicarsi a promuovere il calcio africano, ad aiutare i popoli bisognosi e i giovani contro la piaga
della droga. E’ anche diventato ministro dello
sport in Brasile a metà degli anni novanta.
Due curiosità:
- Bizzarro è l'episodio in cui un arbitro "osò" espellere O Rei: il pubblico si imbestiali' a tal punto
che Pelé rientrò in campo e fu l'arbitro stesso a dover abbandonare il campo di gioco!!!
-Pelé ha sempre ricordato con orgoglio come il suo vero nome - con il quale vorrebbe essere
chiamato - cioè Edson, gli sia stato imposto in onore di Thomas Alva Edison, e non ama il suo
nomignolo, che gli venne dato quando era ancora un ragazzino da un compagno di scuola, ma che
gli ha portato enorme fortuna e riconoscibilità, come è successo come Didì e Vavà, campioni del
mondo nel 1958 e nel 1962 e ad altri grandi brasiliani anche oggi (Ronaldo e Ronaldinho su tutti).
E’ uscito di recente il dvd “Pelé Eterno”documentario a lui dedicato e nato dopo cinque anni di
ricerche negli archivi cinematografici più importanti del mondo. Era ora, non si vedevano in giro
che film e documentari dedicati a Maradona, un po’ troppi, anche se è un grandissimo anche lui!
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Bab Zuweila
L’Egitto
Dopo la Tunisia e la Siria, questa rubrica si occupa finalmente dell’Egitto. Bab
Zuweila come sapete si trova proprio in Egitto, al Cairo (vedi Mondi n. 13).
L’Egitto occupa da anni uno speciale posto nel mio cuore, sono stato tante volte
–com’è ormai noto- in questo paese con una storia risalente ad oltre 3 millenni prima
di Cristo. Mondi lontani si è sempre occupato del “paese dei faraoni”, sin dai
primissimi numeri.
L’Egitto è uno dei primi stati della storia del mondo, sapete cosa ha portato alla
creazione di questo paese? La necessità di avere una singola autorità che gestisse le
acque del Nilo. La valle del Nilo è circondata da deserti ad Est e ad Ovest, al Nord
dal mare e a Sud dalle cateratte del Nilo.
L’Egitto è un dono del Nilo nel deserto.
Tutto iniziò intorno al 3000 a.C. Furono i nomarchi a dare forma ai due Regni: al sud
l’Alto Egitto e al nord il Basso Egitto. Fu Narmer, fondatore della prima dinastia ad
unificarli.
Il primo re in Egitto fu Mene, intorno al 3050 a.C, 12 furono almeno le divinità
adorate in Egitto, prima di arrivare definitivamente alla credenza di un Dio Unico e
quindi alle religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islamismo.
Le divinità sono:
AMON, dio del vento e quindi invisibile
ANUBI, il dio sciacallo
KHNUM, il dio dalla testa di ariete
HATHOR, dea con gli attributi della mucca
HORUS, chiamato “il falco”
ISIDE, dea materna, protettrici, con corna di mucca
NUT, dea del cielo
OSIRIDE, simbolo della speranza nella resurrezione e nella vita eterna
PTAH, patrono degli artigiani e degli artisti
RA, uomo-falco, con sul capo un disco solare
SETH, testa simile a quella di un asino
THOT, dio della scrittura e della sapienza
Tutte divinità fantasiose che ricordano le divinità dell’induismo.
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Per 2.300 anni l’Egitto fu dominato e quindi governato da: persiani, greci, romani,
bizantini, arabi, armeni, curdi, turchi e britannici.
Diversi sono i periodi della storia dell’Egitto:
1. dal 3000 a.C al 322 a.C (Antico Egitto)
2. dal 322 a.C al 639 d.C (Egitto greco e romano)
3. dal 640 al 1517 (Egitto arabo)
4. dal 1517 al 1805 (Egitto ottomano)
5. dal 1805 al 1882 (Egitto sotto Mohammed Ali e i suoi successori)
6. dopo il 1882 (Egitto moderno)
Sapete cosa significa “faraone”? significa “grande casa” o “casa reale”. Durante le
prime due dinastie si fissò la città di Thinis come capitale e il faraone era il figlio del
“dio sole” e poteva sposarsi solo con membri di sangue reale, spesso si trattava di
matrimoni fra fratelli e sorelle. Il potere faraonico terminò durante le dinastie dalla
VII alla X. La IV dinastia fu famosa per la costruzione delle piramidi dei faraoni
Kheope (alta 137 metri), Khefren (136 metri) e Macerino (62 metri) ed anche di un
tempio con la testa di un faraone e il corpo di leone, cioè la Sfinge.
Successivamente a questo periodo, ci furono battaglie fra i faraoni della città di Tebe
e quelli della X dinastia, ebbero la meglio i primi, che unificarono il paese. Ci fu un
grande sviluppo letterario ed artistico con la dinastia XII stabilita vicino a Menfi,
precisamente a Lisht e ciò giovò molto alla popolazione. Fu questa la prima forma di
governo democratico nel mondo. La Nubia, l’Etiopia, la Palestina e il Mar Nero
furono dominate dalla dinastia dei Sesostri (Sesostri I, II e II), preceduti da
Amenemhet I.
Giunsero con cavalli (ancora sconosciuti agli egizi) i pastori asiatici di lingua
semitica, gli Hixos, e conquistarono il paese, formando dinastie straniere XV e XVI.
Si stabilirono nel delta del Nilo, con capitale Avaris. Con loro ci fu la decadenza del
potere faraonico e furono espulsi durante la dinastia XVII. Arrivarono nello stesso
periodo tribù ebree.
Tutmosi III, il Grande (1501-1447), denominato il “Napoleone del deserto”,
conquistò la Palestina, la Fenice, la Siria e tutta la Nubia.
Nefertiti fu la sposa di Akenaton (o Ekenaton), vero nome Amenofi III (1411-1375)
monoteista (che crede in un Dio Unico), Nefertiti era una principessa della
Mesopotamia. Il successore di Akenaton era il genero Tutankamon, che riportò il
politeismo, spinto dai sacerdoti del popolo e morì a soli 18 anni. La sua tomba fu
scoperta solo nel 1929 completamente intatta.
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Ramsete II il Grande, regnò dal 1290 al 1225 e fu il più famoso dei faraoni. Si narra
che ebbe 160 figli dalle numerose mogli e concubine.
Forse dopo quel periodo, ma Dio ne sa di più, durante il regnato di Merneptah (12251215) il Profeta Mosè (pace su di lui) condusse il popolo ebraico fuori dall’Egitto.
L’ultimo dei grandi faraoni fu Ramsete III (1198-1167). Cominciò la decadenza
dell’impero.
L’Egitto ha un ruolo importante nella Bibbia e nel Corano, viene citato diverse volte.
Il Profeta Giuseppe (pace su di lui) fu salvato dal pozzo da alcuni egiziani. Fu portato
da loro in Egitto e venduto ad Azìz, tesoriere del Re d’Egitto, sotto l’insistenza della
moglie Ràail (detta Zuleika).
Il Re d’Egitto, dopo averlo liberato dalla prigionia, tenne con sé il Profeta che diventò
il suo consigliere e guardiano dei magazzini di grano e lo associò a sé nella direzione
generale degli affari, poi, dopo la morte di Azìz divenne suo successore e sposò
Zuleika.
Il Faraone dei tempi di Mosè (pace su di lui) fu tiranno più duro e feroce del suo
predecessore, e mentre opprimeva le tribù vide in sogno un fuoco proveniente dalla
parte della Siria che riduceva in cenere tutte le città fortificate, le case e le campagne
d’Egitto, al punto che non ne restava più alcuna traccia. Spaventato da questa visione,
consultò gli astrologi e gli interpreti di sogni, che gli dissero:
“Uno dei figli d’Israele sarà inviato da Dio con pieni poteri per sterminare gli egizi;
farà gli sforzi più grandi per rovesciare e annientare la dinastia regnante”. Allora
Faraone ordinò di sopprimere tutti i figli maschi di donne israelite.
Asia, la moglie del Faraone, di origine israelita, trovò un bimbo abbandonato sul
Nilo, lo portò al marito e lo convinse di tenerlo e adottarlo.
Dopo cinque giorni di marcia nel deserto, in età adulta, Mosè arrivò in una valle ai
piedi del monte Sinai, ed è lì che fu rivestito dell’abito della profezia sul monte
all’età di 49 anni.
Ora il compito di Mosè era di liberare assieme ad Aronne i figli d’Israele dalla
miseria e dall’oppressione e di predicare la vera religione al Faraone. Così fece.
Tornò in Egitto e con il fratello si diresse verso il palazzo del Faraone che riconobbe
subito Mosè, ma rifiutò di obbedire al Profeta.
“Quando lo chiamò il suo Signore, nella valle santa di Tuwà: Va da Faraone, invero è
divenuto un ribelle!”.
(Corano Sura LXXIX, V.16)
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“Mosè e Aronne andarono dal Faraone e agirono come il Signore aveva comandato.
Aronne gettò il suo bastone davanti al Faraone e ai suoi ministri, e il bastone si
trasformò in serpente… ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni”.
(Bibbia, Esodo “7”, v.10-11)
Nel Corano non è Aronne che getta il bastone ma Mosè.
“Poi, quando fu sul punto di annegare, Faraone disse: ‘Credo che non c’è altro dio
all’infuori di Colui in cui credono i Figli di Israele e sono tra coloro che si
sottomettono’. Disse Allah: ‘Ora ti penti, quando prima hai disobbedito ed eri uno dei
corruttori?’.”
(Corano, Sura X, V. 90-91)
I faraoni non erano affatto buoni, in particolar modo il faraone dei tempi del Profeta
Mosè.
Ci sono delle credenze fantasiose da parte di certi ingenui sulla costruzione delle
piramidi e della Sfinge, cioè che diecimila e cinquecento anni fa dalla costellazione di
Orione partì un’astronave piena di alieni pronti ad invadere e a colonizzare la Terra.
Secondo gli “egittologi”, furono proprio gli alieni a scolpire la Sfinge e le grandi
piramidi di Giza. Molti egittologi insistono sulla “antichissima civiltà superiore”,
anche di origine terrestre, cioè superuomini che vivevano sulla terra e che sparirono
circa 10.500 anni fa dopo una catastrofe, che li annientò quasi tutti.
Alessandro Magno -accolto come liberatore nel 331- conquistò, dopo l’impero
persiano anche l’Egitto, dal 332 al 323. Fu lui a fondare Alessandria, nuova capitale e
dopo la sua morte (323) l’impero si divise tra i suoi generali, Tolomeo ebbe l’Egitto,
che includeva la Palestina e la Siria. Il Regno di Tolomeo durò dal 323 al 330. La
biblioteca d’Alessandria è opera loro, e possedeva 700.000 volumi, nel 700 d.C fu
incendiata.
Nel 351 regnò Cleopatra, in società con il fratello Tolomeo XII, che si oppose
all’intervento romano di Giulio Cesare. Cleopatra ebbe un figlio da Giulio Cesare e
che chiamò Cesarino. La donna alla morte di Cesare ebbe relazioni con Marco
Antonio, il quale la dichiarò Regina dei Re e fu sconfitto nella battaglia di Azio, dopo
che Ottaviano sconfisse la flotta egiziana e occupò Alessandria. Marco Antonio si
suicidò e Cleopatra tentò con tutti i suoi mezzi di far innamorare Ottaviano di lei, era
una donna davvero astuta.
Ottaviano convertì l’Egitto in provincia romana e fu la fine della sua indipendenza
(30 a.C).
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La filosofia, l’aritmetica, l’astronomia, la giurisprudenza, la teoria politica, il
calendario di 12 mesi, 360 giorni più cinque di feste, la scrittura (dal 2900)
geroglifica ecc., tutto questo nacque in Egitto!
Chi non si ricorda quando Maria (la mamma di Gesù) portò con sé il suo bambino in
Egitto?
Attorno all’anno 200, Alessandria diventò la capitale del cristianesimo, ma ci fu
presto un orribile massacro di cristiani da parte di Diocleziano (imperatore romano), i
cristiani, denominati “copti” contano così gli anni non a partire dalla nascita di Gesù,
bensì dal 284, primo anno dell’impero di Diocleziano.
Nel 641 arrivarono le truppe arabe del generale Amr ibn el-As, ed arrivò così l’Islam,
in seguito il Cairo diventò capitale del califfato. Nel 969 i fatimiti, una volta occupato
l’Egitto iniziarono a costruire la nuova capitale al-Qaira (Cairo) e nel 970 la Moschea
università El-Azhar. Nel 1171 con Salah el-din (Saladino) l’Egitto tornò
definitivamente all’Islam ortodosso e sunnita. Nel 1798 Napoleone tentò di invadere
l’Egitto, ma la flotta francese fu sconfitta da Abukir.
Nel 1801 i francesi furono cacciati dagli inglesi, allontanati a loro volta da
Mohammed Alì, luogotenente del contingente albanese dell’esercito ottomano. Dopo
la sua morte, prese il suo posto il nipote Abbas, ciò accadde nel 1848.
Nel 1879 i francesi e gli inglesi, con la loro furbizia, dietro la scusa del grave
indebitamento dello stato, si installarono nel paese e posero fine alla sovranità che la
Turchia conservava sull’Egitto.
Dopo la seconda guerra mondiale l’Egitto, assieme ad altri sei paesi fondarono la
Lega Araba. Dopo re Fuad, salì al potere come Presidente, con un colpo di stato
Gamal Abdel Nasser, questo nel 1952. Nel 1967 Israele occupò il Sinai e chiuse il
Canale di Suez, il 6 ottobre 1973 Anwar Sadat, che sostituì Nasser assassinato dagli
egiziani nel 1970, attaccò a sorpresa gli israeliani che occupavano il Sinai, ma
l’Egitto perse la guerra dopo l’intervento degli USA. Nel 1977 Sadat fece pace con
Israele, così lo stato ebraico si ritirò dal Sinai e l’Egitto riconobbe lo stato israeliano.
Sadat fu assassinato il 6 ottobre 1981 e prese il suo posto Hosni Mubarak, che non
esitò a mandare i suoi 35.000 soldati a combattere in Iraq nel 1991. Il resto è storia
recente.
Impossibile spiegare con poche pagine una grande storia, forse la più grande di tutti i
tempi, la storia dell’Egitto.
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
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Sotto Bab Zuweila al Cairo e le piramidi di Giza
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Editoriale - EtnomondiWeb