62 LA REPUBBLICA SABATO 29 APRILE 2006 AUTOMOTORI 60anni La sua lunga storia in un museo: ecco il progetto Fuksas Vespa gigante SABATO 29 APRILE 2006 mercoledì con Repubblica ANNO 18 Auto mercoledì 3 magg io 2006 Da qui al futuro Nuovi modelli retrò e il prototipo ibrido. Per la Piaggio è subito festa PONTEDERA — Altro che Vacanze Romane, Audrey Hepburn e Gregory Peck, Caro Diario, e Corradino D’Ascanio: se la Vespa è arrivata a 60 anni ed è stata prodotta in più di 16 milioni di esemplari non è certo merito del cinema o del geniale inventore: la sua longevità è dovuta alle 20 mila modifiche, ai 140 diversi modelli («sembra incredibile anche a me», confessa Rocco Sabelli, amministratore delegato Piaggio) e, soprattutto, all’attuale dirigenza che le ha fatto superare una crisi apparentemente insuperabile. Il che ha qualcosa di straordinario. E già perché quando senti parlare Colaninno e soci senti profumo di banche, grande industria, politica economica. Non di moto. Ma è questa la loro forza. E sono proprio loro che hanno trasformato la Vespa in è in laboratorio tecnologico sul quale lanciare tutte le innovazioni più avanzate: i motori a iniezione Euro 3 (in anticipo di due anni sulla normativa che li renderà obbligatori) o il sistema ibrido con motore a scoppio ed elettrico per inquinare e consumare pochissimo. Alla stessa Vespa Colaninno “dedica” la prossima svolta: lo scooter a tre ruote che debutterà a Roma il prossimo 11 maggio e che rivoluzionerà il settore con un mezzo a prova di buche, facilissimo da guidare e molto difficile da buttare giù. Avrà due ruo- te anteriori gemellate che “piegano” come se fossero sole e un telaio da vera moto. Vedremo. Intanto la Vespa avrà un altro regalo: il nuovo fantasmagorico museo progettato da Fuksas. «Sarà tutto sospeso, con grandi bolle che conterranno la zona espositiva, sorgerà sempre a Pontedera, sopra il reparto stoccaggio che continuerà il suo lavoro», spiega il famoso architetto. Fantascienza pura, realizzata però a tempi record: meno di un anno. Storia e futuro a braccetto, insomma. Come nei nuovi modelli appena lanciati. Ossia l’LXV 50 e 125 e il GTV 125 e 250. Il primo deriva dalla “piccola” LX, ha prezzi da 2400 euro in su e un nuovo manubrio in stile retrò. Il secondo è molto più raffinato visto che propone addirittura il faro “basso”, cioè montato sul parafango come sulla prime Vespa. E’ esposto anche ai piccoli urti, illumina poco e quando - di sera sei dietro una macchina hai po- che possibilità di essere intravisto. Ma è meraviglioso e farà commuovere fino alle lacrime gli appassionati di questo scooter. Come se non bastasse poi sulla GTV c’è anche una doppia sella, una strumentazione d’epoca e una pioggia di cromature. Prezzi da 4000 euro un su, mentre è già pronta una serie limitatissima destinata ai collezionisti, la GT60: solo 999 esemplari, motore 250, finiture ancora più curate (sempre ovviamente in stile anni Sessanta) e prezzi di circa 5500 euro. Un mix inimitabile di modernità e storia visto che la GTV deriva proprio dalla GTS ai vertici mondiali per tenuta di strada, stabilità, prestazioni e sicurezza. A guardarle è infatti difficile immaginare un impianto frenante con Abs, un motore a iniezione, 4 valvole, doppia sospensione posteriore e una protezione aerodinamica particolarmente raffinata. Insomma un vero e proprio inno al migliore made in Italy, che dà senso alle tante affermazioni legate alla gioia di poter tornare a comprare prodotti nati dal nostro ingegno e alla consapevolezza di non essere secondi a nessuno. Sia dal punto di vista del design che da quello tecnologico. Lasciamo la fabbrica di Pontedera un po’ orgogliosi. Ci infiliamo per sbaglio in un parcheggio. E’ quello riservato ai manager del gruppo Piaggio. Dentro, però, ci sono solo Bmw... Le alleanze, la fabbrica in India, e i modelli futuri: parla il numero uno del gruppo DAL NOSTRO INVIATO VALERIO BERRUTI Quella Vespa tutta fascino e tecnologia DAL NOSTRO INVIATO VINCENZO BORGOMEO IL PROTAGONISTA Colaninno: “Questa è la prova che il made in Italy può farcela” numero 67 Quale auto guid Sarà davvero sicueremo nei prossimi vent'anni? Viaggio nelle tecnra e non inquinerà? a cambiare il mez ologie e nei modelli destinati zo di trasporto più diffuso al mondo Vespa limousine LA REPUBBLICA 63 AUTOMOTORI Supplemento al numero odierno de “La Repubblic a”. Spediz. in abb. postale. art.1 -legge 46/04 del 27 feb. 2004 - Roma In edicola mercoledì prossimo, in omaggio con Repubblica il supplemento Auto. All’interno un dossier dedicato al futuro più un reportage sulle sfide fra gli ultimi modelli dai Suv alle cabriolet, dalle sportive alle berline. E i cent’anni di un grande marchio italiano: la Lancia PONTEDERA — Adesso non resta che il futuro. La Vespa si lascia dietro le spalle 60 anni di successi. Una storia fenomenale che i nuovi padroni della Piaggio hanno tutta l’aria di voler ripetere. Insomma è stato solo il “Primo tempo” (che poi è anche il titolo della biografia del numero uno del gruppo, Roberto Colaninno), quello a cui abbiamo assistito? E, soprattutto come sarà “Il secondo”? Nella squadra di Pontedera appena rientrata in campo si vedono subito molte sostituzioni ma anche determinazione e grandi azioni. Quasi si avesse fretta di chiudere la partita. A chiarire le intenzioni è lo stesso Colaninno: «In soli due anni siamo riusciti a rimettere in piedi un’azienda che sembrava avere i giorni contati ed era molto esposta finanziariamente. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio ma francamente mai avevamo pensato, né Sabelli (l’amministratore delegato ndr) né io, di metterci così poco tempo». Riportare in gruppo di queste dimensioni all’utile in 24 mesi se non è un record poco ci manca. «Per noi è stata una sfida — ha detto ancora Colaninno — per dimostrare che l’Italia può farcela. Ora soltanto possiamo dire che la situazione del gruppo Piaggio è molto positiva. Andiamo in Borsa a giugno. E tutto ciò è straordinario». Da oggi dunque comincia il futuro e Colaninno “sogna” per il suo gruppo un fatturato di 2,5 miliardi di euro, uno in più dell’attuale che però sono anche settanta in meno di un colosso come la Honda che vende nel mondo oltre L’ACCUSA Il problema dell’industria delle due ruote in Italia è stato quello di non aver avuto le dimensioni per confrontarsi con i colossi giapponesi Roberto Colaninno 2006 1946 motore prestazioni design prestazioni design SOL0 3,5 CV 60 ORARI MECCANICA COPERTA QUOTA 22 CV motore 122 ORARI FASCINO RETRÒ La prima Vespa aveva un motore di 98 cc da 3,5 cavalli a 4500 giri La Piaggio dichiarava una velocità di 60 orari, ma per raggiungerli serviva un certo lancio Motore posteriore completamente carenato e scudo paragambe La GT60 ha un motore 250 cc 4 tempi, 4 valvole, a iniezone elettronica da 22 Cv a 8250 giri La GT60 ha una velocità massima di 122 Km/h e un’accelerazione molto brillante Tornano sella monoposto, il faro montato sul parafango e il manubrio spoglio 10 milioni di moto. E allora meglio tenere i piedi per terra: «Vogliamo sviluppare una piccola multinazionale, una pocket multinational e il cervello sarà Pontedera dove c’è il cuore strategico per sviluppare il design e inventare qualcosa di sempre diverso. Perché la gente vuole continuare a comprare delle Vespa made in Italy». Occhi su Pontedera e business nei mercati d’oriente. Così dice sempre Colaninno: «Lì siamo pronti ad esportare, senza timori riverenziali di essere invasi. Non è una maledizione di Dio perché possiamo andare in casa loro con i nostri prodotti». Intanto a casa loro, per l’esattezza in India Colaninno ha una società che possiede al 100 per cento che ogni anno ha sempre raddoppiato il numero dei veicoli prodotti. Ed proprio in India che il gruppo lancerà, nei prossimi tre mesi, il “Quargo”, un camioncino commerciale a 4 ruote che verrà prodotto in 20-30 mila unità l’anno «con potenzialità enormi di sviluppo». Insomma diventerà l’India il perno commerciale delle attività asiatiche del gruppo perché il futuro ha bisogno di numeri sempre più grandi. «L’industria delle due ruote in Italia - aggiunge ancora Colaninno - non ha mai avuto le dimensioni giuste per confrontarsi con i grandi colossi giapponesi. La Piaggio da sola non ce l’avrebbe fatta, così come non ce l’avrebbero fatto l’Aprilia e la Guzzi». Dunque non resta che aspettare la prossima mossa. prezzo 5500 EURO E’ la versione Top di tutta la gamma Vespa: costa 5500 euro ed è disponibile solo con motore 250 prezzo 55 MILA LIRE Due le versioni: la base da 55 mila lire e la lusso, con conta chilometri,a 61 mila Vespa 98 cc Vespa GT 60 IL CROSSOVER VALERIO MONACO Dodge Caliber IBIZA — Duecento anni fa la corsa dei pionieri verso ovest ha fatto grande l’America. Oggi, invece, l’industria dell’auto Usa va ad est, e guarda all’Europa in cerca di nuovi spazi su un terreno che in fatto di automobili produce le etichette più pregiate. Così, dopo aver fatto conoscere la supercar Viper, la più aggressiva delle marche americane debutta con la crossover compatta Caliber, in attesa del futuro lancio della Suv Nitro. A fine giugno la Caliber in vendita in Italia. Da 20 mila euro Arrivano gli americani il debutto della Dodge Una sorta di transumanza partita tempo fa dalle Chrysler, ammiraglie di famiglia, e dalle Jeep. Ora è il momento della Dodge, terzo marchio del gruppo. L’offensiva comincia con una compatta dallo stile audace, trasgressivo e personale. Un modello capace di riaffermare l’immagine potente che ha reso famoso il marchio Dodge dall’altra parte dell’oceano. «Caliber e Nitro — dice Federico Goretti, general manager del gruppo Chrysler Italia — hanno un ruolo centrale per l’affermazione del marchio Dodge. Sono vetture che escono dal coro. Inaugurano l’avvento di un marchio simbolo che ha la missione di diffondere l’immagine muscolare ma ad un prezzo accessibile. Il lancio del marchio Dodge nel nostro paese rappresenta una sfida inedita». Il marchio americano, in ogni caso, ha buone carte da giocare. È al quinto posto nelle classifiche di vendita Usa e all’ottavo nel mondo. Nel 2005 la casa di Auburns Hill si è accaparrata il 7% del mercato americano con circa 1,2 milioni di unità vendute. Lunga 4,41 metri, larga 1,74 e alta 1,53, la berlina Dodge espri- IL FUORISTRADA me il carattere vincente della firma, anche se le spetta il compito di confrontarsi con modelli del calibro di Mazda 3, Opel Astra e Peugeot 307. Ciò che fa diversa la Caliber, però, è il design potente e muscoloso e la ricca gamma di accessori american style, come gli altoparlanti posteriori che ruotano verso l’esterno, per avere una zona musica all’aperto, i portabottiglie illuminati, la lampada del padiglione estraibile, la bussola nella strumentazione e un frigobox che può contenere un quartetto di lattine o bottiglie da 500 cc. In arrivo da noi a fine giugno, la Caliber, sarà disponibile negli allestimenti SE, SXT ed R/T, equipaggiata con due 4 cilindri a benzina, un 1.8 litri da 148 Cv e un 2.0 litri da 158, e uno sperimentato turbodiesel di derivazione Volkswagen da 2.0 litri e 140 Cv. Sicuramente aggressivo il prezzo: meno di 19.000 euro per una Caliber CRD ben equipaggiata. DANIELE P. M. PELLEGRINI Lungo solo 3,8 metri lo sport utility firmato Daihatsu MILANO — In Italia Daihatsu è considerato un piccolo marchio giapponese, noto per le sue utilitarie un po’ fuori dagli schemi e soprattutto per il suo minisuv Terios che, grazie alle dimensioni in scala ridotta (3 metri e 80 di lunghezza per 1 e 55 di larghezza), ha costituito una specie di categoria a sé e raccolto un discreto successo, valutato in circa 20.000 esemplari venduti in Italia dal 1997. Una buona base, quindi, per crescere sul mercato, cavalcando l’espansione delle 4x4 e la specializzazione “in piccolo”. La nuova Terios è cresciuta in dimensioni e in immagine ma rimane compatta come una utilitaria (l’ingombro, ruota di scorta esterna compresa, è quello di una Grande Punto) e quindi non tradisce la sua personalità di fuoristrada da città, alla quale però non mancano attitudini fuoristradistiche vere, dovute a una meccanica 4x4 Terios, il Suv in miniatura qualcuno va contro corrente classica, con trazione integrale permanente, differenziale centrale bloccabile, sistemi di assistenza per la partenza in salita e di controllo delle discese ripide. Questa ambivalenza comporta inevitabilmente delle limitazioni nelle prestazioni su strada; infatti il peso e gli attriti della trazione integrale penalizzano la brillantezza dei due motori a benzina (1300 con 86 Cv e 1500 con 105) e qualsiasi ambizione di vivacità richiede un frequente uso del cambio. A chi prevede un utilizzo prevalentemente urbano va segnalata la disponibilità della trasmissione automatica sulla versio- ne 1500 (prezzo al di sotto dei 22.000 euro). Con l’aumento delle dimensioni, dell’abitabilità e della “presenza” su strada, il piccolo suv esce dalla sua mini-nicchia per diventare un reale concorrente nella fascia compatta e questa prospettiva si inquadra nella più ampia strategia di espansione globale del gruppo Toyota che controlla la Daihatsu. Infatti proprio a questo marchio dovrebbe essere affidata la missione di rappresentare l’entry level al di sotto di Toyota e di Lexus. Diventa quindi naturale che la crescita della Terios in qualche modo accompagni la contemporanea crescita della Rav4, aprendosi a un mercato più vasto; per completare l’opera manca ancora il motore diesel, previsto il 2008. Intanto il marchio Daihatsu va in cerca di visibilità e lo fa anche proponendo l’originale coupè-cabriolet Copen in versione europea, con guida a sinistra e motore 1300 (87 Cv). Un autentico sfizio miniaturizzato che concentra in 3 metri e 40 e in 850 kg tutto quello che si può desiderare da una C+C con un allestimento da “grande” a meno di 20.000 euro. Daihatsu Terios