PardoLive 67° Festival del film Locarno 6 – 16 | 8 | 2014 Line-up Edition · Italiano Roman Polanski Luc Besson Juliette Binoche Mia Farrow Giancarlo Giannini Melanie Griffith Rutger Hauer Jean-Pierre Léaud Armin Mueller-Stahl Connie Nielsen Clémence Poésy Jonathan Pryce Jason Schwartzman PardoLive Distribution Partner: PardoLive Partner: Copia gratuita lucasdesign.ch | Foto: © Festival del film Locarno Insieme, l’energia diventa emozione. Azienda Elettrica Ticinese Anche quest’anno, AET e il Festival del film Locarno uniscono la loro energia per illuminare la Piazza Grande d’emozione. Buona visione! www.aet.ch Sponsor principale del Festival del film Locarno Fermo immagine Carlo Chatrian Direttore artistico Piazza Grande, Lucy, 6 | 8 | 2014 — 21:00 Le mille Lucy di Locarno Sorprendere. Questo l’imperativo di un Festival che è riuscito a mantenersi giovane andando a cercare dove gli altri ancora non avevano ancora posato lo sguardo. Film che permettono di scoprire dove va il mondo e film che raccontano le vicissitudini di un io, sempre alla ricerca del proprio posto. Dalle zone di guerra (Siria e Israele prima di tutti) fino ai lidi tranquilli dell’Occidente, il programma porta lo spettatore a contatto con il meglio della produzione cinematografica dell’anno. Tra commedie e drammi, documentari e film in prima persona, il cinema srotola il suo grande schermo sopra i desideri degli spettatori cercando non di appagarli ma di rilanciarli. Una partenza col bang! L’adrenalina che corre, il thriller fantascientifico che detta il ritmo e lei, Scarlett Johansson, che si muove sul grande schermo col ciuffo scompigliato da action-star. Sarà questa la pallottola cinematografica d’avvio della 67° edizione del Festival del film Locarno. E subito, sul palco di Piazza Grande, ecco atterrare Luc Besson, il regista francese più americano del mondo che con il nuovo film Lucy torna al suo genere prediletto. Così come aveva fatto con la giovanissima Natalie Portman di Léon, con Anne Parillaud (Nikita) e Milla Jovovich (Le cinquième élément – Il quinto elemento), ancora una volta è su una figura femminile, cruda e sensuale, che si concentra il cuore di un film, capace di allargare nel cast personalità di peso come quella di Morgan Freeman. Cinema al femminile che sarà protagonista a Locarno67 anche per l’arrivo di altre interpreti di prima grandezza nella cinematografia mondiale. Se metti insieme lo charme francese e anticonformista di Juliette Binoche che in riva al Lago Maggiore riceverà un Excellence Award Moët & Chandon e una vera e propria icona della più raffinata filmografia americana come Mia Farrow (Leopard Club Award), quel che ne viene fuori è un parterre di grandi signore del cinema che va a sparpagliarsi in tutte le sezioni del Festival. Basti pensare che anche nella sezione dei Pardi di domani, ad accompagnare un cortometraggio, farà capolino a Locarno una diva eccentrica del calibro di Melanie Griffith. E non è certo da meno il coté maschile che si appunta su una figura che è stata capace di essere star di tre mondi. Stiamo parlando del Lifetime Achievement Award – Parmigiani Armin Mueller-Stahl che è stato grande attore prima nella DDR, poi, dopo il salto al di là del muro, nella Germania Ovest di Ranier Werner Fassbinder e infine nel suo ultimo approdo hollywoodiano. E se la Francia è rappresentata dall’arrivo di JeanPierre Léaud (Pardo alla carriera) e l’Italia da Giancarlo Giannini (secondo Excellence Award Moët & Chandon), anche nella sezione del Concorso internazionale Locarno è pronta ad abbracciare stelle americane come Jason Schwartzman e Jonathan Pryce. Per non parlare delle varie giurie che assegneranno i Pardi, dove si mischiano i volti noti di Alice Braga, Connie Nielsen e Rutger Hauer. Tutte presenze che a Locarno non arrivano solo per allungare un tappeto rosso sempre più luccicante, ma perché qui vengono considerate testimoni preziosi delle tante e differenti idee di cinema che al Festival ogni volta trovano casa e visibilità. lorenzo buccella Penso a Roman Polanski che sul desiderio e la paura ha costruito la sua opera, ma anche ai tanti registi che a Locarno si daranno appuntamento: penso alla poesia delicata di Víctor Erice o alla vitalità di Agnès Varda, allo humour stralunato dell’argentino Martín Rejtman e al cinema politico di Pedro Costa. Il rapporto tra l’io e il mondo si ritrova anche nei due film svizzeri in concorso: Andrea Štaka si tuffa nell’universo di un’adolescente in una Dubrovnik dove ancora rimbombano gli echi della guerra, Fernand Melgar, abbracciando la videocamera, segue invece le lunghe notti dei senzatetto nell’inverno di Losanna. Che siano in lizza per l’agognato pardo o a Locarno per assaporare l’emozione della Piazza Grande, gli ospiti della 67° edizione compongono un mosaico la cui ricchezza è immagine di un’arte che non finisce di stupire, dove spettacolo e riflessione vanno a braccetto rilanciandosi l’un l’altro. > seguiteci su www.pardo.ch La partita di Roman Polanski Quando lo incontri, a colpire sono gli occhi. Piccoli lampi scuri che sembrano pronti sempre al sorriso. Sono loro a comunicare per primi quell’inesauribile ironia cui Roman Polanski sottopone tutto e tutti. A iniziare da se stesso. Il frizzante ottantenne che ha attraversato il secolo scorso, lasciando un’impronta indelebile nel cinema moderno è in perfetta forma. Parla di cinema e chiede informazioni sul Festival. Poi, di colpo cambia discorso. Chiede della partita, ormai entrata nella storia, tra Germania e Brasile. Non fatico a credere che per qualcuno capace di vedere il lato nascosto delle cose (Frantic), la follia nella quotidianità (The Tenant), il comico in una storia di vampiri (Per favore, non mordermi sul collo!) quella partita, dove la geometria teutonica si è tramutata in spensieratezza latina, deve essere apparsa come il più bello degli spettacoli. La stessa voglia di rovesciare le cose, vedere la luce nel buio e viceversa, è uno dei dati di fondo del suo cinema, così sovente fatto a fior di pelle, così sovente in grado di sorprendere con inattesi cambi di rotta. E se i suoi ultimi film sembrano rinchiudersi in spazi chiusi è forse solo per poter raccontare le linee di forza che gover- nano il mondo. Carnage e La Vénus à la fourrure, come l’uno il rovescio del secondo, non sono affatto dei film intimisti ma anzi dei racconti fondatori. Polanski non è un fanatico del calcio, ma uno sportivo a tutto tondo. Riferendosi a quell’indimenticabile partita dice: “Sembrava uno scontro tra adulti e bambini. Incredibile, cosa può fare la testa!”. Impossibile non associare la frase ai film di chi l’ha pronunciata. Tutto sta nella testa. I protagonisti dei film Polanski vivono un rapporto particolare con la realtà; in un modo o nell’altro sono tutti rinchiusi nel loro universo. Un po’ come accade al pianista nel film omonimo, forse il più doloroso e intimo di questo regista che è passato attraverso l’esperienza dell’occupazione nazista. Un giorno ha detto: “La vita è una violenza perpetua. Ne so qualcosa. Non solo per aver vissuto qualche tempo negli Stati Uniti ma per essere rimasto profondamente polacco: quando si nasce in Polonia all’epoca in cui sono nato io, non si può dimenticare la legge della violenza”. Prima di essere il grande regista premiato con l’Oscar e autore di film rimasti per sempre nell’immaginario collettivo, Roman Emmanuelle Seigner, straordinaria protagonista in La Vénus à la fourrure Polanski è stato uno dei tanti bambini che affollano le strade della Polonia alla fine degli anni Trenta. Sarà l’esperienza del Teatro prima e poi quella della scuola di cinema Lodz a dargli un quadro dover poter convogliare in modo creativo la sua ansia di libertà e il suo humour distruttivo. Attore per Wajda e in parallelo aspirante regista Polanski comprende in breve le potenzialità del cinema di cui sperimenta i vari generi e formati. Documentari e cortometraggi precedono il suo esordio, Il coltello nell’acqua. Scritto con Skolimowski, il film rompe con il cinema polacco, innestando in quello che è un triangolo di ispirazione borghese il tema della distruzione, con sullo sfondo la natura bellissima e impassibile del lago di Masuria. Da questo momento Polanski entra nel “Cinema”. E non ne uscirà più. carlo chatrian “ Sono felice di essere invitato a Locarno per scoprire il Festival di cui ho sentito molte buone cose. Sarò lieto di presentare La Vénus à la fourrure (Venere in pelliccia) e spero che il pubblico si faccia qualche risata. Sarà una situazione paradossale perché migliaia di spettatori guarderanno due persone sullo schermo, mentre oggi accade spesso l’esatto contrario ” Piazza Grande Giovedì 14 21:30 Mia Farrow Leopard Club Award La giovane moglie che sprofonda nell’incubo cinematografico di un’elegante palazzina a New York (Rosemary’s Baby). La cieca che scampa al massacro dei propri parenti e brancola alla ricerca del serial killer (See No Evil – Terrore cieco). La Daisy dal cappello a tese larghe e bianche, ossessione amorosa di una vita per il Redford versione Grande Gatsby. O ancora l’insospettabile ninfomane nel tragicomico A Wedding (Matri- monio) firmato Robert Altman. Senza dimenticare quella carrellata di interpretazioni presenti nei film di Woody Allen (da A Midsummer Night’s Sex Comedy a Husbands and Wives). Ci fermiamo qui, ma potremmo andare avanti a lungo, perché Mia Farrow è una di quelle grandi attrici che non può non stare al centro dell’inquadratura, se scivoliamo lungo la storia del cinema dell’ultimo quarantennio. Versatile e inconfondibi- le, allo stesso tempo, capace in ogni contesto in cui si è calata di usare il dettaglio di un gesto, di uno sguardo o di una battuta per scoperchiare il lato psicologico che non ti aspetti. Dopo la presenza dello scorso anno di Faye Dunaway, Locarno torna nuovamente a ospitare un’icona femminile del grande cinema americano per consegnarle il Leopard Club Award. lorenzo buccella Piazza Grande Venerdì 8 21:30 Piazza Grande In caso di pioggia: 21:30 Piazza Grande / 21:30 Auditorium fevi – Intervallo di 15 min tra il primo e il secondo film Biglietti: Doppia proiezione: chf 32 | Singola proiezione: chf 22 | Solo seconda proiezione: chf 15 | Prenotazione settore numerato: + chf 15 Prevendita: cassa Piazza Grande, www.pardo.ch oppure www.ticketcorner.ch Lucy Dancing Arabs Love Island A Hitman’s Solitude Before the Shot Mercoledì · 6 | 8 | 2014 – 21:00 Giovedì · 7 | 8 | 2014 – 21:30 Venerdì · 8 | 8 | 2014 – 21:30 Regia: Luc Besson Regia: Eran Riklis Regia: Jasmila Žbanić Cast: Scarlett Johansson, Morgan Freeman Cast: Tawfeek Barhum, Yael Abecassis Cast: Ariane Labed, Ermin Bravo Israele • 2014 • 105 min Ospite: Armin Mueller-Stahl · Lifetime Achievement Award – Parmigiani Croazia/Germania/Svizzera/ Bosnia Herzegovina • 2014 • 86 min Regia: Florian Mischa Böder Francia • 2014 • 89 min Ospite: Mia Farrow · Leopard Club Award Germania • 2014 • 86 min Ospite: Luc Besson, Jean-Pierre Léaud · Pardo alla carriera Hin und Weg Il Gattopardo Venerdì · 8 | 8 | 2014 Cast: Benno Fürmann, Mavie Hörbiger Marie Heurtin Les Plages d’Agnès Sabato · 9 | 8 | 2014 – 21:30 Sabato · 9 | 8 | 2014 Domenica · 10 | 8 | 2014 – 21:30 Domenica · 10 | 8 | 2014 Regia: Christian Zübert Regia: Luchino Visconti Regia: Jean-Pierre Améris Regia: Agnès Varda Cast: Florian David Fitz, Julia Koschitz Cast: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale Cast: Isabelle Carré, Ariana Rivoire Francia • 2008 • 110 min Italia/Francia • 1963 • 185 min Ospite: Agnès Varda · Pardo d’onore Swisscom Germania • 2014 • 95 min À la vie Lunedì · 11 | 8 | 2014 – 21:30 Regia: Jean-Jacques Zilbermann Cast: Julie Depardieu, Suzanne Clément The Hundred-Foot Journey Martedì · 12 | 8 | 2014 – 21:30 Francia • 2014 • 104 min Regia: Lasse Hallström Ospite: Nansun Shi · Premio Raimondo Rezzonico USA • 2014 • 124 min La Vénus à la fourrure Francia • 2014 • 95 min Schweizer Helden Pause Mercoledì · 13 | 8 | 2014 – 21:30 Giovedì · 14 | 8 | 2014 – 21:30 Regia: Peter Luisi Regia: Mathieu Urfer Cast: Esther Gemsch, Karim Rahoma Cast: Baptiste Gillieron, Julia Faure Svizzera • 2014 • 94 min Svizzera • 2014 • 82 min Ospite: Víctor Erice · Pardo alla carriera Ospite: Roman Polanski, Garrett Brown · Vision Award – Nescens Ospite: Giancarlo Giannini · Excellence Award Moët & Chandon Sils Maria Land Ho! Geronimo Giovedì · 14 | 8 | 2014 Venerdì · 15 | 8 | 2014 – 21:30 Venerdì · 15 | 8 | 2014 Sabato · 16 | 8 | 2014 – 21:00 Regia: Roman Polanski Regia: Olivier Assayas Regia: Aaron Katz e Martha Stephens Regia: Tony Gatlif Cast: Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric Cast: Juliette Binoche, Kristen Stewart Cast: Paul Eenhoorn, Earl Lynn Nelson Cast: Céline Sallette, Rachid Yous Francia/Germania/Svizzera • 2014 • 125 min Islanda/Stati Uniti • 2014 • 95 min Francia • 2014 • 107 min Francia/Polonia • 2013 • 96 min Premiazione Ospite: Juliette Binoche · Excellence Award Moët & Chandon In associazione con: Juliette Binoche Excellence Award Moët & Chandon “Più passa il tempo, più bisogna osare”. Una frase che potrebbero dire in tanti, ma che sulle labbra di Juliette Binoche prende un altro suono e un’altra dimensione, perché è davvero sul senso della sfida che lei ha imbastito il suo percorso artistico. Basterebbe anche solo ripassare in moviola quei tanti snodi coraggiosi che l’hanno portata a prediligere ruoli femminili, lontani da qualsiasi scelta di comodo. Lei che per Léos Carax è stata ragazzaccia romantica e ribelle tra Mauvais sang e Les Amants du Pont-Neuf; per Louis Malle “dannosa” femme fatale in grado di irretire il padre del fidanzato (Fatale); mentre per il Krzysztof Kieslowski di Trois couleurs: bleu ha vestito fino all’unghia la profondità di un lutto familiare. Così determinata nel portare avanti questi progetti che per due volte è arrivata a dire no a Steven Spielberg che la corteggiava prima per Jurassic Park e poi per Schindler’s List. E allo tempo stesso, lei, incurante della fama di attrice elegante e intellettuale, capace di togliersi lo sfizio – nei mesi scorsi – di un cameo per il nuovo Godzilla. Tutto questo, mentre sul versante autoriale, ha abbracciato con la stessa naturale sfrontatezza l’ultimo lavoro di Olivier Assayas, ambientato tra le montagne svizzere dell’Engadina. E proprio Sils Maria sarà il film che allargherà il panorama di Piazza Grande, la sera di venerdì 15 agosto, pochi minuti dopo la consegna dell’Excellence Award Moët & Chandon. lorenzo buccella Piazza Grande Venerdì 15 21:30 A M E N I C E D N A R IL G IV FEST L I E AY G O L AL DE LOCA FILM RNO lla ar Da c y t i nte c OVA per c at ta s , LA NU a p e t ta v s o a u i i X v o ta . 4 la n rma D o toy o 201 i o t r f s a a o n 2 ag ssio nDra Dal 1 once cala c a o c r i t ist l vos t ter Da Da cara a r t su s rova p a n u AYGO x-play, 1,0 VVT-i, 3 porte, 50 kW (68 CV), consumo Ø 3,8 l/100 km, emissioni di CO₂ Ø 88 g/km, categoria d’efficienza energetica A. Ø delle emissioni di CO₂ di tutti i modelli di veicoli immatricolati in Svizzera: 144 g/km. T O YO TA . C h Armin Mueller-Stahl Lifetime Achievement Award – Parmigiani Armin Mueller-Stahl è uno di quegli attori che hanno scritto nei lineamenti il proprio destino. Con quell’espressività naturale che gli ha fatto da viatico alla carriera di attore. Nato nella Prussia Orientale, a Tilsit (ora exclave russa), inizia a fare cinema nel dopoguerra. Più di ottanta film, dagli anni ‘50 ha visto il mondo e la Settima Arte cambiare e un Muro crollare. Ed è anche grazie a quest’evento che nel 1997 è arrivato, con Shine, alla candidatura per l’Oscar come migliore attore non protagonista, impensabile solo dieci anni prima. Jarmusch, Soderbergh, Friedkin, August, Fincher, De Palma, Cronenberg, Howard sono arrivati dopo il 1989. Dopo una carriera già quarantennale che l’aveva visto giganteggiare con Fassbinder in Lola, dopo il trasferimento all’Ovest nel 1980. Ha saputo dipingere sul suo volto – lui che è pittore – la vecchia Europa divisa, il passato da non dimenticare del nostro mondo, ma anche una nuova identità comune, integrata e globalizzata. Proprio perché il suo viso, il suo talento, hanno sempre saputo trasmettere un’identità forte. Anzi tante identità potenti. Per questo è uno dei più grandi interpreti del dopoguerra: perché da Berlino Est a Hollywood, da Fassbinder a The X Files e Angels & Demons, ha saputo aprirci mondi nuovi. Usandosi e facendosi usare come uno strumento musicale (lui che è stato violinista da ragazzo), ha saputo essere chiunque: un immigrato, un cardinale, un imputato di crimini nazisti. Armin: uno, nessuno e centomila. boris sollazzo Piazza Grande Giovedì 7 21:30 Incubi d’Argento “Gli steccati e i confini tra cinema popolare e cinema d’autore sono una cosa inventata dai critici. Ai tempi d’oro del cinema italiano, il mondo Titanus rappresentava un universo cinematografico che cercava di essere il più completo possibile e che quindi spaziava nei generi e differenziava le sue proposte” Parola di un maestro del cinema horror come Dario Argento che a Locarno arriverà come ospite speciale della vasta retrospettiva dedicata alla Titanus, la più antica casa di produzione italiana. Una vera e propria “fabbrica dei sogni” che è stata l’equivalente della Metro Goldwyn Mayer e della 20th Century Fox per il cinema americano. Basti pensare che sotto il grande scudo, simbolo della Titanus della famiglia Lombardo, sono stati prodotti film capaci di portare alla ribalta una vasta pattuglia di grandi autori italiani. Da Federico Fellini a Luchino Visconti, passando per Alberto Lattuada, Ermanno Olmi, Valerio Zurlini, fino allo stesso Dario Argento che esordì alla regia nel 1970 con L’uccello dalle piume di cristallo. Sono sempre stato molto amico di Goffredo Lombardo. Nella Titanus che lui ha diretto ho sempre respirato un’atmosfera familiare. Lì ho iniziato a lavorare come sceneggiatore e poi sono passato alla regia. Fu una grande prova di fiducia quella che Goffredo mi riservò in quel frangente. Del resto, lui era uno di quei produttori “accentratori” che si avvaleva sì di molti collaboratori, ma che alla fine seguiva i film in tutte le loro fasi di lavorazione. Parlava con gli autori, leggeva le sceneggiature, seguiva il montaggio. Insomma, metteva sempre a disposizione il suo talento. E lei come si trovò con lui in questo debutto alla regia… Il rapporto andò benissimo. Goffredo ebbe solo dei dubbi all’inizio, poi però capì subito le mie intenzioni di fare qualcosa che arrivasse a un superamento del genere giallo. Girai tutto in pochissime settimane e mi sentii sempre molto libero. A lavoro terminato Goffredo fu molto orgoglioso così come lo è stato di tutti gli altri film che abbiamo fatto insieme. Mi ha sempre considerato come un suo figlio cinematografico. A Locarno lei mostrerà anche una serie di cortometraggi, mai visti fuori dai confini italiani… Si tratta di piccoli film di 3-4 minuti, dei veri supercorti che spesso sono nati dalla fulminazione di un’idea, uno spunto da cinema horror o una forte emozione. Erano cortometraggi che andavano in onda in una trasmissione televisiva dedicata al giallo e che all’inizio suscitarono anche reazioni sconcertate da parte degli uomini della Tv, perché lì non erano abituati a quel tipo di linguaggio che loro reputavano crudele. Una finestra creativa in quella televisione che, in Italia, dopo il periodo d’oro del cinema italiano, ha iniziato a prendere il sopravvento, intervenendo sempre di più anche a livello produttivo. È stato dopo l’abbandono di figure di produttori alla Goffredo Lombardo che il mondo del cinema italiano ha subito un cambiamento radicale. Lentamente sono state proprio le televisioni a diventare i principali committenti e di conseguenza i film hanno subito una sorta d’involgarimento che ha portato a produzioni più banali. Qualcosa di molto diverso da quell’epoca d’oro che è stata possibile anche grazie all’apporto di tutto quello che gravitava intorno alla Titanus. lorenzo buccella Chi ha visto il Pardo? Trova il Pardo e vinci due entrate al Festival del film Locarno! Ecco come funziona: A partire da mercoledì 30 Luglio 2014, in ogni Press&Books si nasconderà un Pardo. Il primo a trovarlo e consegnarlo alla cassa vince due biglietti VIP per il Festival del film Locarno. 2. Posto: due biglietti giornalieri per il Festival - 3. Posto: un’agenda Moleskine del Festival del film Locarno. Premi fino ad esaurimento scorte. Condizioni per l’estrazione: possono partecipare al concorso unicamente persone residenti in Svizzera. Ai collaboratori del gruppo Valora non è concessa la partecipazione. Nessun obbligo d’acquisto. Vie legali escluse. Nessuna corrispondenza. Nessun pagamento in contanti. BUONA FORTUNA! OFFICIAL PARDO LIVE DISTRIBUTION PARTNER Land Art - Artista Bally 2010 Fotografia - Artista Bally 2008 Fotografia - Artista Bally 2013 Gabriele Genini Illustrazione - Artista Bally 2009 Renato Tagli Nelly Rodriguez Scultura - Artista Bally 2011 Nevercrew Street Art - Artisti Bally 2012 Matteo Fieni Pascal Murer L’obiettivo di Fondazione Bally per la Cultura è quello di cercare e mettere in luce artisti ticinesi o residenti in Ticino, dando loro il supporto e il sostegno di uno dei Brand più famosi nel settore del lusso a livello internazionale. Fondazione Bally ricerca artisti nel campo delle arti figurative quali pittura, scultura, fotografia e grafica. Die “Bally-Stiftung für Kultur” verfolgt vorrangig das Ziel, Talente im Bereich der visuellen Künste aus dem Tessin zu entdecken und bekannt zu machen. Ihnen bietet die Stiftung die Möglichkeit, auf internationaler Ebene von einer der bekanntesten Marken des Luxussegments unterstützt und gefördert zu werden. www.fondazionebally.ch Locarno, capitale del cinema svizzero Un Guglielmo Tell riletto da una prospettiva insolita sarà di scena sulla Piazza Grande. La nuova commedia Schweizer Helden firmata dal regista zurighese Peter Luisi, classe 1975, si àncora al mito per farlo diventare patrimonio civile di chi in Svizzera si trova a richiedere asilo. Una lettura contemporanea dell’identità elvetica che, immergendo la pièce di Schiller tra le nevi di St. Moritz, darà modo di riflettere su come cambia un paese. Tocca sfondi sociali simili nella sezione del Concorso internazionale, ma con tutt’altro tono e registro il nuovo documentario di Fernand Melgar, L’Abri, opera con cui il regista engagé chiude la sua incisiva trilogia sull’immigrazione in Svizzera. Dopo gli acclamati La Forteresse e Vol spécial – film che a Locarno hanno trovato il loro trampolino di lancio internazionale – questa volta a finire nel mirino del racconto del regista sono gli ingranaggi burocratici che regolano un rifugio dove nei mesi più freddi dell’anno ogni notte vengono accolti solo pochi fortu- nati, lasciando gli altri a vagare per le vie di Losanna. E che Locarno rimanga la meta privilegiata dei migliori alfieri del cinema svizzero, lo testimonia un altro ritorno di peso in riva al Lago Maggiore. Stiamo parlando di Andrea Štaka che, dopo aver conquistato nel 2006 il Pardo d’oro grazie a Das Fräulein, riapproda nella principale sezione competitiva con Cure. The Life of Another. Un viaggio onirico, il suo, capace di addentrarsi nei fantasmi di una giovane adolescente a Dubrovnik, nel periodo immediatamente successivo alla guerra. A partecipare, invece, nella sezione Concorso Cineasti del presente, ci sarà l’opera prima di Matthias Huser, They Chased Me Through Arizona che in- staura rapporti surreali tra la solitudine del protagonista e gli spazi vuoti di un paesaggio americano stile western. Centrato sulla figura di Irvin D. Yalom, lo psicoterapeuta più influente degli Stati Uniti, è il nuovo documentario Yalom’s Cure di Sabine Gisiger (Fuori concorso) che si riaffaccia a Locarno, così come uno dei registi più rigorosi e indipendenti della cinematografia svizzera, Richard Dindo. Con Homo Faber l’autore zurighese propone una sua rilettura del noto libro di Max Frish. Se poi a queste presenze svizzere aggiungi l’arrivo del nuovo film di un geniaccio come Jean-Luc Godard (Adieu au langage), la pellicola ambientata e coprodotta in Svizzera del francese Olivier Assayas con Juliette Binoche (Sils Maria), e la partecipazione produttiva in Love Island, questa 67° edizione locarnese non può che confermarsi come la migliore vetrina per il cinema svizzero. Anche per opere prime, come Pause di Mathieu Urfer che trasporterà direttamente sulla Piazza Grande le avventure squinternate di un trentenne chitarrista di musica country. lorenzo buccella Swisscom conferisce il Pardo d’onore in veste di sponsor principale del Festival del film Locarno. www.pardo.ch/swisscom 145671_SC_Ins_Locarno14_Pardo-dOnore_183x30_it.indd 1 04.07.14 14:05 Das Leben der Anderen | Vincitore del Prix du Public UBS nel 2006 | Sebastian Koch, attore La giuria siete voi. Assegnate il Prix du Public UBS al Festival del film Locarno e vincete un iPad mini. www.pardo.ch/ubs