PROGETTISTA
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 1 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
DN 900 (36"), P 75 bar
Studio di Impatto Ambientale
0
Rev.
Emissione
Descrizione
Brunetti
Casati
Sciosci
Elaborato Verificato Approvato
Apr. ‘09
Data
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fg. 2 di 489
Rev.
0
INDICE
A
INTRODUZIONE
13
B
L'OPERA E LA STRUTTURA DELLO STUDIO
15
C
ELENCO DEGLI INTERVENTI
22
SEZIONE I - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
24
1
SCOPO DELL’OPERA
24
2
INQUADRAMENTO DELL'OPERA
25
3
ATTI DI PROGRAMMAZIONE DI SETTORE
28
3.1
Agenda XXI e sostenibilità ambientale
28
3.2
Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e piani nazionali sul
contenimento delle emissioni
29
3.3
Conferenza nazionale energia e ambiente
32
3.4
Piano Energetico Nazionale
32
3.5
Piani Energetici Regionali
34
3.6
Decreto per la liberalizzazione del mercato del gas naturale
35
3.7
Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali
37
3.8
Programmazione europea e nazionale delle infrastrutture
38
3.9
Coerenza dell’opera con gli strumenti di programmazione
38
4
EVOLUZIONE DELL’ENERGIA IN ITALIA
40
5
LA METANIZZAZIONE IN ITALIA
42
5.1
La produzione di gas naturale
42
5.2
Le importazioni
42
5.3
Rete dei metanodotti in Italia e nelle Regioni Toscana ed Emilia
Romagna
42
6
ANALISI ECONOMICA DEI COSTI E DEI BENEFICI
44
7
BENEFICI AMBIENTALI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO
45
STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED
URBANISTICA
47
8
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
669900
Fg. 3 di 489
Rev.
0
Strumenti di tutela nazionali
47
8.1.1
Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267
47
8.1.2
Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42
47
8.1.3
Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre
1997, n. 357
51
8.2
Piani di Bacino
53
8.3
Strumenti di tutela e pianificazione regionali e provinciali
55
8.3.1 Regione Toscana
55
8.3.2 Regione Emilia Romagna
57
Strumenti di tutela e pianificazione locali
61
8.4
9
COMMESSA
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
8.1
UNITÀ
INTERAZIONE DELL’OPERA CON GLI STRUMENTI DI TUTELA E DI
PIANIFICAZIONE
9.1
Strumenti di tutela a livello nazionale – Vincolo Idrogeologico (RD
3267/23)
9.1.1
9.1.2
9.2
9.2.2
9.3
9.4
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")”,
P 36 bar, in dismissione
66
66
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), in
progetto
67
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P
36 bar, in dismissione
73
76
Piani di Bacino
77
9.4.2
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P
75 bar, in progetto
78
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P
36 bar in dismissione
84
Strumenti di tutela a livello regionale e provinciale
9.5.1
9.5.2
9.6
65
Strumenti di tutela a livello nazionale – DPR 8 Settembre 1997, n.
357
9.4.1
9.5
65
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")”,
P 75 bar in progetto
Strumenti di tutela a livello nazionale - DLgs 22 Gennaio 2004, n.
42
9.2.1
65
89
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”), P
75 bar in progetto
89
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”), P
36 bar, in dismissione
101
Strumenti di pianificazione comunale
105
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9.7
10
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 4 di 489
Quadro riassuntivo degli strumenti di tutela e pianificazione
Rev.
0
108
INTERAZIONE INTERFERENZE CON AREE A RISCHIO
ARCHEOLOGICO
115
10.1 Indagini preventive
116
10.2 Indagini durante la fase di costruzione
116
10.3 Recupero e preservazione dei reperti rinvenuti
117
SEZIONE II - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
118
1
CRITERI DI SCELTA DELLA DIRETTRICE DI PERCORRENZA
118
1.1
Generalità
118
1.2
Scostamenti tra metanodotti esistenti e nuove condotte
119
1.3
Criteri progettuali di base
121
1.4
Definizione del tracciato
123
DESCRIZIONE DEL TRACCIATO
124
2
2.1
2.2
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar”
in progetto
124
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar”
in dismissione
139
3
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
150
4
DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’OPERA
154
4.1
155
5
Linea
4.1.1
Tubazioni
155
4.1.2
Materiali
156
4.1.3
Protezione anticorrosiva
156
4.1.4
Telecontrollo
156
4.1.5
Fascia di asservimento
157
4.2
Impianti e punti di linea
158
4.3
Manufatti (opere complementari)
162
FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA
175
5.1
Fasi di costruzione
175
5.1.1
Realizzazione di infrastrutture provvisorie
175
5.1.2
Apertura dell’area di passaggio
179
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
6
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 5 di 489
Rev.
0
Sfilamento dei tubi lungo l’area di passaggio
199
5.1.4
Saldatura di linea
200
5.1.5
Controlli non distruttivi delle saldature
201
5.1.6
Scavo della trincea
201
5.1.7
Rivestimento dei giunti
202
5.1.8
Posa della condotta
203
5.1.9
Rinterro della condotta e posa del cavo telecontrollo
204
5.1.10
Realizzazione degli attraversamenti
206
5.1.11
Opere in sotterraneo
219
5.1.12
Realizzazione degli impianti
223
5.1.13
Collaudo idraulico, collegamento e controllo della
condotta
224
Esecuzione dei ripristini
224
Dismissione della condotta esistente
225
5.2.1
Apertura dell’area di passaggio
226
5.2.2
Scavo della trincea
230
5.2.3
Sezionamento della condotta nella trincea
230
5.2.4
Rimozione della condotta
230
5.2.5
Smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e
corsi d'acqua
230
Messa in opera di fondelli ed inertizzazione dei tratti di
tubo di protezione
239
5.2.7
Smantellamento degli impianti
240
5.2.9
Rinterro della trincea
241
5.2.10
Esecuzione dei ripristini
241
Potenzialità e movimentazione di cantiere
244
5.2.6
5.3
COMMESSA
000
5.1.3
5.1.14
5.2
UNITÀ
ESERCIZIO DELL’OPERA
246
6.1
Gestione del sistema di trasporto
246
6.1.1
Organizzazione centralizzata: Dispacciamento
246
6.1.2
Organizzazioni periferiche: Centri
248
Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione
248
6.2.1 Controllo dello stato elettrico delle condotte
249
6.2.2 Controllo delle condotte a mezzo “pig”
250
Durata dell’opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione
252
6.2
6.3
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9
669900
Fg. 6 di 489
2
0
254
7.1
Valutazione dei possibili scenari di eventi incidentali
254
7.2
Gestione dell’emergenza
258
7.2.1
Introduzione
258
7.2.2
Attivazione del dispositivo di emergenza
258
7.2.3
I responsabili emergenza
258
7.2.4
Procedure di emergenza
259
7.2.5
Mezzi di trasporto e comunicazione, materiali e
attrezzature di emergenza
260
Principali azioni previste in caso di incidente
260
INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE E DI MITIGAZIONE AMBIENTALE
262
8.1
Interventi di ottimizzazione
262
8.2
Interventi di mitigazione e di ripristino
263
8.2.1
Ripristini morfologici ed idraulici
264
8.2.2
Ripristini idrogeologici
273
8.2.3
Ripristini vegetazionali
273
8.2.4
Quadro riassuntivo delle opere di mitigazione e ripristino
283
OPERA ULTIMATA
SEZIONE III - QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
1
Rev.
SICUREZZA DELL’OPERA
7.2.6
8
COMMESSA
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
7
UNITÀ
285
291
INDICAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE
DALL’OPERA
291
DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE
292
2.1
Caratterizzazione climatica
292
2.2
Ambiente Idrico
296
2.2.1
Idrologia superficiale
296
2.2.2
Idrogeologia
301
2.3
Suolo e sottosuolo
303
2.3.1
Geologia e Geomorfologia
303
2.3.2
Interferenze del tracciato con aree a rischio idrogeologico
321
2.3.3
Caratterizzazione della sismicità
323
2.3.4
Suolo
344
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2.4
2.5
3
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 7 di 489
Rev.
0
Vegetazione ed uso del suolo
349
2.4.1
Inquadramento fisiografico, paesistico e bioclimatico
349
2.4.2
Vegetazione potenziale
353
2.4.3
Uso del suolo e vegetazione reale
357
2.4.4
Descrizione dell’uso del suolo lungo i tracciati delle
condotte
377
Caratterizzazione faunistica
379
2.5.1
Analisi faunistica
381
2.5.2
Analisi faunistica per ecosistema
382
2.6
Siti di importanza comunitaria
398
2.7
Paesaggio
400
2.7.1
Individuazione delle unità del paesaggio
400
2.7.2
Analisi degli aspetti percettivi del paesaggio
406
INTERAZIONE OPERA - AMBIENTE
441
3.1
Individuazione delle azioni progettuali e dei relativi fattori di impatto
442
3.1.1
Azioni progettuali
442
3.1.2
Fattori di impatto
443
3.1.3
Interazione fra azioni di progetto, fattori di impatto,
componenti ambientali
444
Fattori di impatto e realizzazione del progetto
447
3.1.4
4
UNITÀ
3.2
Sensibilità dell'ambiente
450
3.3
Incidenza del progetto
455
3.4
Stima degli impatti
457
IMPATTO INDOTTO DALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
459
4.1
Impatti transitori durante la fase di costruzione
459
4.1.1
Suolo e sottosuolo
459
4.1.2
Ambiente idrico
461
4.1.3
Vegetazione ed Uso del Suolo
463
4.1.4
Paesaggio
464
4.1.5
Fauna ed ecosistemi
465
4.2
Impatto ad opera ultimata
467
4.2.1
Suolo e sottosuolo
467
4.2.2
Ambiente idrico
468
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
4.3
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 8 di 489
Rev.
0
4.2.3
Vegetazione ed uso del suolo
469
4.2.4
Paesaggio
470
4.2.5
Fauna ed ecosistemi
471
Interazione dell’opera con le componenti ambientali interessate
marginalmente
471
5
CONCLUSIONI
473
6
BIBLIOGRAFIA
476
APPENDICE 1
1
481
Verifica strutturale allo scuotimento sismico
482
1.1
Dati di Input
482
1.2
Criteri di Verifica
483
1.3
Elemento di Tubazione Rettilineo
484
1.4
Elemento di Tubazione Curvo
486
2
Criteri progettuali adottati
489
3
Conclusioni
489
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fg. 9 di 489
Rev.
0
Vol. 2 di 10
Relazioni
LA-E-83013 rev.0
ANNESSO A - DERIVAZIONI ED ALLACCIAMENTI
LA-E-83015 rev.0
ANNESSO B - INTERFERENZE DELL’OPERA CON AREE A
PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E DISSESTI
LA-E-83011 rev.0
SINTESI NON TECNICA
Elaborati grafici
1
LB-A-83214 rev.0 COROGRAFIA DI PROGETTO (scala 1:200.000)
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Vol. 3 di 10
2
3
LB-D-83203 rev.0 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE - Normativa a
carattere nazionale (scala 1:10.000)
LB-D-83204 rev.0 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE - Normativa a
carattere regionale (scala 1:10.000)
Vol. 4 di 10
4
5
LB-D-83205 rev.0 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA (scala
1:10.000)
LB-D-83213 rev.0 PIANI STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Vol. 5 di 10
6
7
LB-D-83201 rev.0 TRACCIATO DI PROGETTO - Planimetria (scala 1:10.000)
LB-D-83202 rev.0 INTERFERENZE NEL TERRITORIO (riprese aeree)
Vol. 6 di 10
8 LB-D-83206 rev.0 OPERE DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO (scala 1:10.000)
9 LB-D-83207 rev.0 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
10 LB-D-83208 rev.0 ATTRAVERSAMENTI E PERCORRENZE FLUVIALI
Vol. 7 di 10
11 Disegni Tipologici
LC-D-83300 rev.0
LC-D-83301 rev.0
LC-D-83302 rev.0
Fasce di servitù
Area di passaggio
Area di passaggio - Metanodotti in progetto DN 100 (4") - DN
150 (6") – DN 250 (10”), P 75 bar
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
LC-D-83303 rev.0
LC-D-83320 rev.0
LC-D-83321 rev.0
LC-D-83322 rev.0
LC-D-83323 rev.0
LC-D-83325 rev.0
LC-D-83326 rev.0
LC-D-83327 rev.0
LC-D-83335 rev.0
LC-D-83350 rev.0
LC-D-83351 rev.0
LC-D-83352 rev.0
LC-D-83355 rev.0
LC-D-83356 rev.0
LC-D-83357 rev.0
LC-D-83358 rev.0
LC-D-83359 rev.0
LC-D-83360 rev.0
LC-D-83361 rev.0
LC-D-83362 rev.0
LC-D-83363 rev.0
LC-D-83364 rev.0
LC-D-83365 rev.0
LC-D-83366 rev.0
LC-D-83367 rev.0
LC-D-83368 rev.0
LC-D-83369 rev.0
LC-D-83370 rev.0
LC-D-83371 rev.0
LC-D-83372 rev.0
LC-D-83373 rev.0
LC-D-83374 rev.0
LC-D-83375 rev.0
LC-D-83376 rev.0
LC-D-83377 rev.0
LC-D-83378 rev.0
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 10 di 489
Rev.
0
Area di passaggio rimozione, tratti non in parallelismo con
Metanodotti in progetto
Attraversamento tipo di ferrovie
Attraversamento tipo di autostrade e strade ad esse
assimilabili
Attraversamento tipo di strade statali, regionali e provinciali
Attraversamento tipo di strade comunali e vicinali
Attraversamento tipo di corsi d’acqua principali
Attraversamento tipo corsi d’acqua minori
Attraversamento tipo corsi d’acqua minori (con tubo di
protezione)
Particolare di montaggio tubo di sfiato DN 80
Microtunnel in c.a. e in acciaio
Raise Boring
Gallerie
Edificio Uso telecomando e telemisure tipo B4 (in muratura)
Sezione tipo per strade di accesso
Armadio di controllo in vetroresina
Supporti armadio di controllo in vetroresina
Cartello segnalatore
Impianto di Mulazzo
Punto di intercettazione di linea PIL n. 1 - Loc. Pontremoli
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 2 Loc. Martinelli di Sopra
Punto di intercettazione di linea PIL n. 3 - Loc. C. del Mazzo
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 4 Loc. Borgo Val di Taro
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 5 Loc. Palazzo Brugnè
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 6 Loc. Breia
Punto di intercettazione di linea PIL n. 7 - Loc. Il Mulino
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 8 Loc. Molino dei Belli
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 9 Loc. Cogno di Grezzo
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 10 Loc. Passo del Pellizzone
Punto di intercettazione di linea PIL n. 11 - Loc. Monte Mu
Punto di intercettazione di linea PIL n. 12 - Loc. C. Nuova
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 13 Loc. Mulino delle Assi
Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 14 Loc. S. Giacomo piccolo
Punto di intercettazione di linea PIL n. 15 - Loc. Rio Mezzano
Punto di intercettazione di linea PIL n. 16 - Loc. Malcantone
Nodo di Cortemaggiore
Rifacimento All. com. di Pontremoli PIDA DN 100 (4”)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
LC-D-83379 rev.0
LC-D-83380 rev.0
LC-D-83381 rev.0
LC-D-83382 rev.0
LC-D-83383 rev.0
LC-D-83384 rev.0
LC-D-83385 rev.0
LC-D-83386 rev.0
LC-D-83387 rev.0
LC-D-83388 rev.0
LC-D-83390 rev.0
LC-D-83391 rev.0
LC-D-83401 rev.0
LC-D-83404 rev.0
LC-D-83406 rev.0
LC-D-83407 rev.0
LC-D-83418 rev.0
LC-D-83421 rev.0
LC-D-83422 rev.0
LC-D-83428 rev.0
LC-D-83430 rev.0
LC-D-83431 rev.0
LC-D-83432 rev.0
LC-D-83434 rev.0
LC-D-83439 rev.0
LC-D-83440 rev.0
LC-D-83442 rev.0
LC-D-83443 rev.0
LC-D-83445 rev.0
LC-D-83448 rev.0
LC-D-83449 rev.0
LC-D-83454 rev.0
LC-D-83458 rev.0
LC-D-83463 rev.0
LC-D-83466 rev.0
LC-D-83467 rev.0
LC-D-83473 rev.0
LC-D-83476 rev.0
LC-D-83479 rev.0
LC-D-83485 rev.0
LC-D-83487 rev.0
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 11 di 489
Rev.
0
Rifacimento All. com. di Borgo val di Taro PIDS DN 100 (4”)
Rifacimento All. com. di Borgo val di Taro PIDA DN 100 (4”)
Rifacimento All. Parma Gas PIDA DN 100 (4”)
Rifacimento All. Tornolo loc. Compiano PIDA DN 100 (4”)
Rifacimento Derivazione per Bedonia PIDA DN 150 (6”)
Rifacimento All. com. di Bardi PIDA DN 100 (4”)
Rifacimento All. com. di Bardi loc. Grezzo PIDA DN 100 (4”)
Stacco per com. di Gropparello PIL DN 150 (6”)
Rifacimento All. com. di Gropparello PIDA DN 150 (6”)
Rifacimento All. com. di Carpaneto Piacentino PIDA DN 150
(6”)
Fabbricato locale caldaia
Sistema di intercettazione per l’isolamento imp. di riduzione di
- Loc. Cascina Casello
Messa a dimora di specie arboree ed arbustive
Messa a dimora di talee in opere di contenimento o idrauliche
Letto di posa drenante
Trincea drenante
Canaletta in terra protette da graticci di fascine verdi
Palizzate di contenimento in legname
Diaframmi e appoggi in sacchetti
Soletta di fondazione in c.a.
Muro in pietrame
Muro in massi
Muro in massi interrato
Muro gradonato in gabbioni
Trave di contenimento in c.a..
Muro di contenimento in c.a.
Paratia di pali trivellati
Paratia di micropali
Tiranti di ancoraggio
Canalette in terra e/o in pietrame
Regimazioni piccoli corsi d’acqua con cunetta in massi
Regimazioni piccoli corsi d’acqua con elementi prefabbricati in
c.a.
Ricostituzione spondale con muro cellulare in legname e
pietrame
Ricostituzione spondale con gabbioni
Rivestimento spondale in massi
Difesa spondale con scogliera in massi
Ricostituzione alveo con massi
Pennello in gabbioni
Pennello in massi
Difesa trasversale in massi
Difesa trasversale in c.a.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 12 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Vol. 8 di 10
12 LB-D-83209 rev.0 LITOLOGIA, GEOMORFOLOGIA,
1:10.000)
13 LB-D-83210 rev.0 USO DEL SUOLO (scala 1:10.000)
IDROGEOLOGIA
(scala
Vol. 9 di 10
14 LB-D-83211 rev.0 IMPATTO AMBIENTALE TRANSITORIO (scala 1:10.000)
15 LB-D-83212 rev.0 IMPATTO AMBIENTALE AD OPERA ULTIMATA (scala
1:10.000
Vol. 10 di 10
Relazioni
LA-E-83012 rev.0
INCIDENZA DELL’OPERA SUI SITI DI IMPORTANZA
COMUNITARIA (pSIC) E SULLE ZONE DI PROTEZIONE
SPECIALE (ZPS) NEL TERRITORIO DELLA REGIONE
TOSCANA
LA-E-83014 rev.0
INCIDENZA DELL’OPERA SUI SITI DI IMPORTANZA
COMUNITARIA (pSIC) E SULLE ZONE DI PROTEZIONE
SPECIALE (ZPS) NEL TERRITORIO DELLA REGIONE EMILIA
ROMAGNA
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
A
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 13 di 489
Rev.
0
INTRODUZIONE
Il presente Studio di Impatto Ambientale, relativo al metanodotto “Pontremoli Cortemaggiore DN 900 (36”), P 75 bar”, della lunghezza di 107,315 km, è stato redatto
ai sensi della Parte Seconda, Titolo III, del DLgs 152/06 e s.m.i. “Norme in materia
ambientale”.
Lo Studio ha richiesto l’esecuzione di una completa ed esauriente analisi delle
componenti ambientali interessate dal progetto. L’analisi è stata condotta, con un
approccio interdisciplinare, da un gruppo integrato costituito da tecnici esperti della
Società Snamprogetti (Gruppo Eni) che, per tematiche specifiche (componente fauna)
si è, anche, avvalso della collaborazione di specialisti esterni.
Gruppo di lavoro
Gabriele Lanza
Carlo Casati
Michele Brunetti
Lorenzo Sciosci
Vincenzo Nisii
Salvatore Morgante
Alberto Curina
Filippo Onori
Stefano Paolucci
Ilaria Valentini
Leonardo Raggi
Alessandro Zanghellini (∗)
∗
ingegnere, coordinatore progettazione pipeline
geologo, coordinatore dello studio di impatto ambientale
ambientalista, analisi degli strumenti di tutela e
pianificazione
geometra, progettista pipeline
geologo, stress analysis
ingegnere, coordinatore e progettazione di opere
idrauliche e di ripristino
ingegnere, progettazione ripristini, geomorfologia,
geologia e stima dell’impatto
geologo,
progettazione
ripristini,
geomorfologia,
geologia e stima dell’impatto
geometra, coordinatore per elaborazione allegati
ambientalista, inquadramento climatico, suolo, uso del
suolo, paesaggio e stima dell’impatto
forestale, vegetazione naturale, progettazione ripristini
uso del suolo e stima dell’impatto
naturalista, fauna
Società cooperativa Albatros s.c.a.r.l.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 14 di 489
Rev.
0
Lo studio si articola su tre sezioni:
Sez. I
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Dove viene descritta la finalità dell’opera e vengono esaminati gli strumenti di
tutela e pianificazione territoriale ed urbanistica sia nazionali che
regionali/provinciali e locali e la loro interazione con l’opera in progetto.
Sez. II
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Dove vengono descritti i motivi della localizzazione prescelta, la normativa di
riferimento cui l’opera attiene, le caratteristiche tecniche e fisiche del
progetto, le fasi di realizzazione e gli interventi di ottimizzazione e di
mitigazione ambientale.
Sez. III QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Dove viene inquadrata la situazione ambientale e vengono descritte le
componenti ambientali interessate dall’opera. Sono inoltre indicate le azioni
progettuali ed i fattori d’impatto ed evidenziata la stima degli stessi. Viene
altresì definita la metodologia adottata per la stima degli impatti.
Gli allegati sono costituiti da documenti cartografici in scala 1:10.000 e 1:100.000, dalla
documentazione fotografica e da schede tecniche illustrative degli interventi previsti in
corrispondenza dei principali attraversamenti fluviali.
E’ stata redatta inoltre la “SINTESI NON TECNICA” delle informazioni sulle
caratteristiche dell’opera, dell’analisi ambientale e degli interventi di ottimizzazione e
mitigazione ambientale corredata dagli elaborati grafici essenziali.
Lo studio è stato svolto attraverso un’articolata successione di attività che si possono
così riassumere:
• raccolta ed esame della documentazione bibliografica, scientifica e tecnica
esistente, pubblicata e non (strumenti di pianificazione e di tutela, norme
tecniche, carte tematiche, ecc.);
• indagini di campagna;
• analisi delle informazioni e dei dati raccolti;
• elaborazione delle carte tematiche;
• stima degli impatti.
Le suddette attività hanno permesso di identificare e suddividere, secondo una
dimensione temporale, gli impatti temporanei e irreversibili sull’ambiente naturale ed
antropico e, di conseguenza, di definire le azioni di mitigazione sia progettuali che di
ripristino che verranno adottate al fine di minimizzare gli effetti che, data la natura
dell’opera, sono riconducibili quasi esclusivamente alla fase di costruzione della
stessa.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
B
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 15 di 489
Rev.
0
L'OPERA E LA STRUTTURA DELLO STUDIO
Il progetto del metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" si articola in
una serie di interventi che, oltre a riguardare la posa di una nuova condotta, di maggior
diametro rispetto a quella esistente di cui è prevista la successiva rimozione, comporta
l'adeguamento delle linee di vario diametro che, prendendo origine da quest'ultima,
garantiscono l'allacciamento a diverse utenze nel settore del bacino tosco-emiliano
attraversato dalla stessa condotta (vedi Vol. 2 - All. 1 Dis. LB-A-83214 "Corografia del
progetto"). Detto adeguamento si attua attraverso la contestuale realizzazione di
alcune nuove linee di trasporto e la dismissione di condotte esistenti.
In sintesi, il progetto prevede la messa in opera di:
• una condotta principale DN 900 (36") lunga 107,315 km;
• dodici linee secondarie di vario diametro per una lunghezza complessiva pari a
23,415 km;
e la dismissione di:
• una condotta DN 750 (30") per uno sviluppo lineare complessivo di 89,985 km;
• dodici linee di vario diametro per uno sviluppo totale di 10,845 km .
Il diverso sviluppo lineare tra le condotte esistenti e in progetto deriva dal fatto che
queste ultime, pur percorrendo lo stesso corridoio delle tubazioni in esercizio, se ne
discostano a tratti, per motivazioni di carattere tecnico-operativo, legate alle
caratteristiche geomorfologiche del territorio attraversato.
Il progetto, più in dettaglio, prevede la messa in opera di dodici nuove linee secondarie
derivate dal metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar" e la
contestuale rimozione di dodici tubazioni che si staccano dall'esistente metanodotto
“Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar" - (vedi tab. 2/A al cap. 2 della
Sez. I "Quadro di riferimento programmatico" e Vol. 2 All. 1 - Dis. LB-A-83214
"Corografia di progetto").
In ragione del fatto che il progetto comporta la messa in opera di una nuova condotta e
di alcune linee secondarie e la contestuale dismissione di una tubazione esistente e di
alcune linee secondarie derivate dalla stessa e che tali attività vengono, a tratti, ad
insistere su differenti porzioni territoriali e, localmente, prevedono l'adozione di diverse
metodologie di intervento, le analisi e le caratterizzazioni ambientali sono state
effettuate in corrispondenza del tracciato sia delle nuove condotte, sia delle tubazioni
esistenti in dismissione.
In questa ottica, si sottolinea che, al fine di rendere più agevolmente intelligibile la
diversa entità degli specifici interventi di messa in opera delle nuove condotte e di
dismissione delle tubazioni esistenti e di facilitare la consultazione della
documentazione cartografica tematica allegata al presente studio, si è proceduto ad
elaborare una doppia rappresentazione delle porzioni di territorio interessate dalle due
tipologie di intervento.
Le tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte in progetto sono così state
ordinate nel senso di trasporto del gas con una numerazione crescente facendo
seguire a quelle relative alla condotta principale DN 900 (36"), le tavole riguardanti le
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 16 di 489
Rev.
0
linee secondarie. Le tavole relative alla dismissione delle tubazioni esistenti,
analogamente ordinate, sono state contraddistinte affiancando alla stessa
numerazione la lettera "A".
In merito si evidenzia che:
•
le tavole dedicate alle linee secondarie (nuove e in dismissione) riportano la
relativa lunghezza chilometrica;
•
ove le nuove condotte risultano poste in stretto parallelismo alle tubazioni esistenti
(distanza trasversale tra gli assi delle tubazioni compreso tra 5 e 10 m) e,
conseguentemente, le attività di messa in opera delle nuove condotte e di
rimozione delle tubazioni esistenti andranno ad insistere sulle medesime porzioni
territoriali, le relative indicazioni progettuali (infrastrutture provvisorie, allargamenti
dell'area di passaggio, piste provvisorie ed adeguamenti viabilità esistente) utili ai
fini della definizione degli effetti indotti dalla realizzazione del progetto
sull'ambiente, sono rappresentate solo sulle tavole cartografiche relative alla
messa in opera delle nuove tubazioni (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi);
•
analogamente a quanto indicato al precedente punto, gli interventi di mitigazione e
ripristino, ove riguardano l'area di lavoro utilizzata sia per la messa in opera delle
nuove condotte che per la successiva rimozione delle tubazioni esistenti, sono
rappresentati, convenzionalmente, solo sulle tavole relative alla messa in opera
delle nuove condotte (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi);
•
il livello di impatto stimato sulle diverse componenti ambientali, sempre nei tratti in
cui le nuove condotte risultano in stretto parallelismo alle tubazioni esistenti, è stato
valutato unitariamente per l'insieme delle attività che prevedono sia la messa in
opera delle nuove tubazioni che la rimozione di quelle esistenti ed è
conseguentemente, rappresentato solo sulle tavole relative alla messa in opera
delle nuove condotte (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi).
Ove le nuove condotte non sono posizionate in parallelismo alle tubazioni esistenti, le
tavole degli elaborati cartografici relative alla dismissione delle stesse tubazioni
(tav. da 1/A a 46/A dei relativi tematismi), di conseguenza, riporteranno unicamente:
1. gli elementi progettuali, in corrispondenza:
a) dei tratti in cui le nuove condotte divergono significativamente dalle tubazioni
esistenti e quindi le relative attività di cantiere vengono ad insistere su porzioni
territoriali diverse;
b) dei tratti in cui la posa delle nuove condotte è prevista adottando tecnologie
"trenchless" e pertanto l'apertura dell'area di passaggio è relativa solo alla
rimozione delle condotte in dismissione;
2. gli interventi di mitigazione e ripristino ed il livello di impatto in corrispondenza degli
scostamenti e dei tratti di cui al precedente punto.
In riferimento a quanto sopra esposto ed al fatto che in un tratto l'esistente
metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" sarà mantenuto in esercizio al
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 17 di 489
Rev.
0
fine di garantire la fornitura di gas alle utenze, si evidenzia che non sono state prodotte
le relative tavole cartografiche .
Si sottolinea altresì che, al fine di agevolare la consultazione della documentazione
cartografica allegata, si è scelto di mantenere la numerazione delle tavole
rispettivamente dedicate alla posa delle nuove condotte in progetto ed alla dismissione
delle condotte esistenti, ricadenti nello stesso ambito territoriale; assegnando
conseguentemente alle tavole dedicate alla dismissione lo stesso valore numerico di
quelle dedicate alla messa in opera delle condotte in progetto.
Nella sequenza ordinale delle tavole dedicate alla rimozione si individuano così
interruzioni derivate da diverse motivazioni; in sintesi non sono state prodotte le tavole
riportate nella seguente tabella (vedi tab. B/1):
Tab. B/1:
n. tavola
mancante
19/A÷20/A
Elenco tavole relative alle condotte in dismissione non prodotte
Denominazione metanodotto
Motivazione
Condotte principali
Metanodotto Pontremoli Tratto del met. esistente mantenuto
Cortemaggiore DN 750 (30")
in esercizio
Lo studio si articola negli usuali tre quadri di riferimento (programmatico, progettuale
ed ambientale) ed è corredato da elaborati cartografici costituiti da rappresentazioni
planimetriche tematiche in scala 1:10.000, dalla raffigurazione dei tracciati, come sopra
indicato, dalle riprese fotografiche aeree restituite a scala 1:10.000, da una serie di
immagini fotografiche dei tracciati principali, dalla raccolta delle schede relative agli
attraversamenti dei corsi d'acqua che, nell’ambito del territorio interessato,
rappresentano i tratti più delicati dal punto di vista degli impatti indotti dalla
realizzazione dell’opera sull’ambiente, e dai disegni tipologici di progetto, illustrativi dei
diversi interventi previsti lungo i tracciati dei metanodotti.
Lo studio è completato da un allegato relativo all'incidenza del progetto sui siti di
importanza comunitaria (SIC) e sulle zone di protezione speciale (ZPS) interessati dal
tracciato.
Al fine di sintetizzare univocamente gli elementi del progetto più significativi in termini
di stima dell’impatto ambientale (intersezioni con infrastrutture e corsi d’acqua, impianti
fuori terra, opere complementari, piazzole di accatastamento tubazioni, tratti di
allargamento della fascia di lavoro), si è provveduto a evidenziarne posizione e
parametri dimensionali utilizzando, nel testo, delle tabelle che ne riportano la posizione
inquadrata nell’ambito delle intersezioni con i limiti amministrativi intersecati dalle
condotte.
Le rappresentazioni planimetriche (in formato A3) raffigurano i tracciati dal loro punto
di origine al punto terminale (nel senso di spostamento del gas) e sono strutturate in
due parti:
• la porzione superiore, contenente lo stralcio topografico dell’area, il tracciato delle
condotte (nuove e in dismissione e di eventuali altre condotte esistenti) e le varie
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 18 di 489
Rev.
0
tematiche areali (zonizzazioni derivate da normative di tutela e di
pianificazione, caratteristiche geomorfologiche e uso del suolo);
la porzione inferiore, dedicata alla rappresentazione dei riferimenti progettuali di
base (comuni a tutti gli elaborati) e di altri elementi progettuali (infrastrutture
provvisorie, allargamenti della fascia di lavoro, opere complementari, ecc.) o di
sintesi (classe di impatto).
I riferimenti progettuali di base (riportati nella porzione inferiore di tutte le
rappresentazioni planimetriche) sono: limiti comunali e provinciali, progressiva
chilometrica (lunghezza della tubazione misurata dal suo punto di origine), posizione e
tipologia degli impianti.
SEZ. I
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In questa sezione si illustrano:
− la finalità dell’opera;
− l'inquadramento dell'opera, inteso come sintesi di tutti gli interventi
previsti dal progetto;
− gli atti di programmazione del settore dell’approvvigionamento
energetico nazionale e la coerenza dell’opera proposta con detta
programmazione;
− l’evoluzione del consumo energetico sul mercato nazionale ed una
breve sintesi dell’attuale situazione dell’approvvigionamento di gas
naturale;
− i benefici ambientali derivati dalla realizzazione dell’opera e l’opzione
zero;
− gli strumenti di tutela e pianificazione territoriale sia nazionali che
regionali e gli strumenti di pianificazione urbanistica lungo il tracciato
della condotta;
− la coerenza tra l’opera e gli strumenti di pianificazione di cui
sopra, analizzando tutte le interferenze tra l’opera ed i diversi vincoli
territoriali ed urbanistici. In particolare, le interferenze tra il tracciato
della condotta ed i vincoli derivati dalle norme a carattere nazionale
sono evidenziati sull’elaborato cartografico Dis. LB-D-83203 “Strumenti
di tutela e pianificazione – Normativa a carattere nazionale” (vedi
Vol. 3, All. 2), quelli derivati da norme regionali e provinciali
sull’elaborato Dis. LB-D-83204 “Strumenti di tutela e pianificazione –
Normativa a carattere regionale” (vedi Vol. 3, All. 3) e quelli, infine, da
pianificazione locale sull’elaborato Dis. LB-D-83205 “Strumenti di
pianificazione urbanistica” (vedi Vol. 4, All. 4).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
SEZ. II
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 19 di 489
Rev.
0
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
La sezione comprende:
− i criteri seguiti nella definizione dei tracciati, l’esposizione dei principi di
buona progettazione adottati e le attività svolte per giungere alla
definizione degli stessi;
− i tratti e le motivazioni in cui si registrano gli scostamenti tra le tubazioni
esistenti e le nuove condotte;
− la descrizione dei tracciati delle nuove condotte in cui, in relazione
all’elaborato cartografico “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 Dis. LB-D-83201) ed alle riprese fotografiche aeree (vedi Vol. 5, All. 7 Dis. LB-D-83202 “Interferenze nel territorio”), si illustra l’andamento
degli stessi nel territorio, rimandando anche alla raccolta di immagini
fotografiche scattate lungo i medesimi (vedi Vol. 6, All. 9 - Dis. LB-D83207 “Documentazione fotografica”). Il testo è corredato da tabelle
che sintetizzano: i tratti di percorrenza nei singoli territori provinciali e
comunali e le intersezioni tra il tracciato, i principali corsi d’acqua, le
linee ferroviarie e le infrastrutture viarie di maggiore importanza (vedi
Sez. II "Quadro di riferimento progettuale Cap. 2 "Descrizione del
tracciato" - Fg.124 di 489);
− la normativa di riferimento che disciplina la realizzazione dell’opera;
− le principali caratteristiche tecniche del progetto, distinguendo i tre
principali elementi che compongono l’opera: le tubazioni di linea, gli
impianti e le opere complementari, realizzate sia a presidio della
condotta per garantirne la sicurezza, sia per minimizzarne l’impatto. Il
capitolo, tra l’altro, contiene una tabella, relativa agli impianti, che
riporta le superfici che saranno occupate permanentemente dal
progetto ed una tabella, relativa alle opere complementari che, oltre alla
tipologia dell’intervento e ad un’indicazione dimensionale, contiene il
riferimento al disegno tipologico dello stesso, allegato allo studio di
impatto ambientale e, nel caso di opere in corrispondenza di
attraversamenti di corsi d’acqua, il riferimento alla scheda illustrativa
dell’intervento (vedi Vol. 6, All. 10 - Dis. LB-D-83208 "Attraversamenti e
percorrenze fluviali"). La posizione degli impianti e delle opere
complementari è indicata in calce all’elaborato cartografico “Tracciato di
progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201), che costituisce la
principale rappresentazione del quadro di riferimento progettuale;
− la descrizione delle diverse fasi operative in cui la realizzazione
dell’opera può essere scomposta, sia per la messa in opera delle
nuove condotte che per la rimozione delle condotte esistenti. In
particolare, il capitolo contiene la stima di tutte le superfici di
occupazione temporanea richieste dalla realizzazione del progetto e
rispondenti:
alla
superficie
normalmente
richiesta
per
l’installazione/rimozione delle tubazioni (fascia di lavoro), alle superfici
delle infrastrutture provvisorie (piazzole di accatastamento delle
tubazioni) ed agli allargamenti della fascia di lavoro in corrispondenza
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
−
−
−
−
SEZ. III
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 20 di 489
Rev.
0
di punti particolari (attraversamenti di infrastrutture e corsi
d’acqua), ove la realizzazione dell’opera richiede maggiori spazi. La
posizione delle piazzole e dei tratti di allargamento è anch’essa indicata
in calce alla citata rappresentazione planimetrica del tracciato (vedi
Vol. 5, All. 6 - LB-D-83201 “Tracciato di progetto”);
la descrizione delle attività legate alla fase di esercizio
dell’opera, specificando la struttura gestionale preposta e le attività di
sorveglianza e manutenzione adottate per garantire la funzionalità
dell’opera;
l’illustrazione delle condizioni di sicurezza dell’opera, evidenziando i
possibili eventi incidentali e le attività di gestione delle emergenze da
adottare al verificarsi di tali eventi;
la descrizione delle scelte progettuali operate per contenere gli effetti
indotti dalla realizzazione del progetto sull'ambiente (interventi di
ottimizzazione) e delle opere di mitigazione e di ripristino ambientale
previste. In particolare, di queste ultime opere, suddivise per tipologia
funzionale, viene fornita una breve descrizione ed il riferimento al
disegno tipologico allegato. La posizione delle opere di mitigazione e
ripristino è riportata in calce alla rappresentazione planimetrica del
tracciato (vedi Vol. 6, All. 8 - Dis. LB-D-83206 “Opere di mitigazione e
ripristino”);
un capitolo finale dedicato all’illustrazione delle condizioni del territorio
in corrispondenza delle condotte in esercizio nella stessa zona in cui è
prevista la realizzazione dell’opera in oggetto.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
La sezione comprende:
− l’individuazione delle componenti ambientali sulle quali la realizzazione
dell’opera induce impatti significativi;
− la caratterizzazione dell’ambiente lungo il tracciato della condotta,
descrivendone, dopo un breve inquadramento climatico, l’ambiente
idrico superficiale e sotterraneo, le caratteristiche geomorfologiche, il
suolo, la vegetazione e l’uso del suolo, la fauna presente nei diversi
ambiti ecologici attraversati (corsi d’acqua e greti fluviali, boschi
ripariali, coltivi, siepi ed alberature, stagni ed aree edificate) ed i
lineamenti del paesaggio. Le caratteristiche geomorfologiche e l’uso del
suolo, rilevati in una fascia di territorio lungo l’intero tracciato della
condotta, sono opportunamente rappresentati sui relativi elaborati
cartografici (vedi Vol. 8, All. 12 - Dis. LB-D-83209 “Litologia,
geomorfologia, idrogeologia” e All. 13 - Dis. LB-D-83210 “Uso del
Suolo”);
− la stima dell’impatto, indotto dalla realizzazione dell’opera, per ogni
componente ambientale, sia durante la costruzione, sia ad opera
ultimata, ottenuta attraverso la definizione dell'incidenza del progetto e
della sensibilità dell'ambiente per ciascuna componente, combinate ad
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
−
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 21 di 489
Rev.
0
individuare una scala costituita da quattro classi di impatto. I risultati
delle stime così effettuate sono raffigurati in calce alle rappresentazioni
planimetriche dei tracciati delle condotte in progetto ed in dismissione
(vedi Vol. 9 All. 14 - Dis. LB-D-83211 “Impatto ambientale transitorio” e
All. 15 - Dis. LB-D-83212 "Impatto ambientale ad opera ultimata").
un capitolo conclusivo che sintetizza i risultati dell’analisi effettuata.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 22 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
C
UNITÀ
0
ELENCO DEGLI INTERVENTI
Le tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte sono state ordinate nel
senso di trasporto del gas con una numerazione crescente facendo seguire a quelle
relative alla condotta principale DN 900 (36"), le tavole riguardanti le linee secondarie
(vedi tab. C\1). Le tavole relative alla dismissione delle tubazioni esistenti,
analogamente ordinate, sono state contraddistinte affiancando alla stessa
numerazione la lettera "A" (vedi tab. C\2).
Tab. C\1: Numerazione tavole cartografiche della condotta principale e delle
linee secondarie, in progetto
Numerazione
tavola
cartografica
N. tavole
1÷33
33
Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4”)
34
1
Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto
DN 100 (4”)
35
1
Collegamento a Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”)
35
-
36-37
2
Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4”)
37
-
Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4”)
38
1
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4”)
39
1
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo
DN 100 (4”)
16
-
40-43
4
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino
DN 100 (4”)
44
1
Rifacimento Collegamento Santo Stefano – Corte a Cabina di
Fiorenzuola DN 150 (6”)
45
1
Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro
DN 100 (4”)
46
1
Denominazione nuovi metanodotti
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”)
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6”)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 23 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. C\2: Numerazione tavole cartografiche della condotta principale e delle
linee secondarie, in dismissione
Numerazione
tavola
cartografica
N. tavole
1A÷33A
33
Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3”)
34A
1
Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto DN 80 (3”)
35A
1
35
-
36A-37A
2
37A
-
38
-
Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3”)
39A
1
Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo DN 80 (3”)
40A
1
Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4”)
43A
1
44
-
Collegamento S. Stefano – Corte a Cabina di Fiorenzuola
DN 125 (5”)
45A
1
Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4”)
46A
1
Denominazione metanodotti esistenti in dismissione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")
Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”)
Derivazione per Bedonia DN 100 (4”)
Allacciamento Tornolo DN 80 (3”)
Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4”)
Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4”)
Come si evince dalle tabelle, tutte le nuove condotte secondarie sono un rifacimento di
tubazioni esistenti, che verranno dismesse.
Le principali caratterische tecniche di ogni singola linea secondaria in progetto e della
relativa tubazione esistente in dismissione, unitamente alle interferenze con gli
strumenti di tutela e pianicazione e alla stima degli impatti, sono illustrate, come già
anticipato, nell’ Annesso A “Derivazioni ed Allacciamenti (vedi vol. 2 di 10).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 24 di 489
Rev.
0
SEZIONE I - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
1
SCOPO DELL’OPERA
Snam Rete Gas opera sulla propria rete il servizio di trasporto del gas naturale, per
conto degli utilizzatori del sistema, in un contesto regolamentato dalle direttive europee
(Direttive 98/30/CE e 2003/55/CE), dalla legislazione nazionale (Decreto Legislativo
164/00, legge n° 239/04 e relativo decreto applicativo del Ministero delle Attività
Produttive del 28/4/2006) e dalle delibere dell’ Autorità per l’energia elettrica ed il gas.
In questo contesto Snam Rete Gas provvede a programmare e realizzare le opere
necessarie per il potenziamento della rete di trasporto in funzione dei flussi di gas
previsti all’interno della rete stessa nei vari scenari di prelievo ed immissione di gas,
oltre che per il mantenimento dei metanodotti e degli impianti esistenti.
Il metanodotto Pontremoli-Cortemaggiore DN 900 sostituirà il metanodotto esistente
Pontremoli-Cortemaggiore DN 750 appartenente alla Rete Nazionale, che attraversa
ampie aree instabili dal punto di vista geologico. L’intervento di sostituzione della
condotta consentirà di continuare a rispettare gli standard propri di Snam Rete Gas per
quanto concerne i livelli di sicurezza e affidabilità di esercizio della rete di trasporto.
Successivamente alla realizzazione della nuova condotta, avente pressione di
esercizio differente rispetto al metanodotto esistente, sarà inoltre necessario
ricollegare le utenze ed i metanodotti alimentati da quest’ultimo mediante nuovi
metanodotti di rete regionale per un totale di circa 23 km. L’incremento del diametro
della nuova condotta rispetto all’esistente consentirà inoltre di incrementare la capacità
di trasporto del Punto di Entrata di Panigaglia.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Fg. 25 di 489
Rev.
0
INQUADRAMENTO DELL'OPERA
La condotta in progetto "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" verrà
a sostituire il "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”)” in esercizio,
percorrendo il territorio, ove possibile, nello stesso corridoio individuato dalla condotta
esistente, salvo alcuni tratti in cui il nuovo tracciato se ne discosta, seguendo percorsi
alternativi.
Il progetto, prevedendo la rimozione della condotta DN 750 (30") esistente, comporta
conseguentemente il rifacimento delle derivazioni e degli allacciamenti che, prendendo
origine dalla stessa tubazione, garantiscono l'approvvigionamento alle utenze civili ed
industriali dei territori interessati dall'opera (vedi Vol. 2 - All. 1 Dis. LB-A-83214
"Corografia di progetto").
Nel complesso, il progetto prevede la messa in opera di:
• una condotta principale DN 900 (36") lunga 107,315 km;
• dodici linee secondarie di vari diametri per una lunghezza complessiva pari a
23,415 km;
e la dismissione di:
• due tratti della condotta DN 750 (30"), per uno sviluppo lineare complessivo di
89,985 km;
• dodici linee di vario diametro per una lunghezza totale pari a 10,845 km .
Il progetto, più in dettaglio, prevede la messa in opera di 12 nuove linee derivate dal
“Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar" e la contestuale
rimozione di 12 tubazioni che si staccano dall'esistente "Metanodotto Pontremoli Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar" - (vedi tab. 2/A e Vol. 2 Dis. LB-A-83214
"Corografiadi progetto").
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
UNITÀ
COMMESSA
000
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 26 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2/A: Adeguamento della rete di trasporto derivata dalla realizzazione del Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar"
n.
(*)
Denominazione metanodotti in progetto
Diametro
Pressione
(bar)
Lung.za
(km)
n.
(*)
Denominazione metanodotti in dismissione
Diametro
Pressione
(bar)
Lung.za
(km)
1
Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli
DN 100 (4")
75
0,300
1a
Allacciamento al Comune di Pontremoli
DN 80 (3”)
36
0,525
2
Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma Gas di
Albareto
DN 100 (4")
75
0,875
2a
Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto
DN 80 (3”)
36
0,265
3
Collegamento a Derivazione per Sestri Levante
DN 250 (10")
75
0,070
3a
Derivazione per Sestri Levante
DN 250 (10”)
36
0,070
4
Rifacimento Derivazione per Bedonia
DN 150 (6")
75
5,350
4a
Derivazione per Bedonia
DN 100 (4”)
36
4,875
5
Rifacimento Allacciamento Tornolo
DN 100 (4")
75
0,015
5a
Allacciamento Tornolo
DN 80 (3”)
36
0,010
6
Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano
DN 100 (4")
75
0,070
6a
Allacciamento al Comune di Compiano
DN 100 (4”)
36
0,050
7
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi
DN 100 (4")
75
1,170
7a
Allacciamento al Comune di Bardi
DN 80 (3”)
36
0,105
8
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi,
Loc. Grezzo
DN 100 (4")
75
0,035
8a
Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo
DN 80 (3”)
36
0,230
9
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello
DN 150 (6")
75
11,375
9a
Allacciamento al Comune di Gropparello
DN 100 (4”)
36
0,785
10
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto
Piacentino
DN 100 (4")
75
1,530
10a
Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino
DN 100 (4”)
36
1,545
11
Rifacimento Collegamento Santo Stefano – Corte a
Cabina di Fiorenzuola
DN 150 (6”)
75
2,095
11a
Collegamento Santo Stefano – Corte a Cabina di
Fiorenzuola
DN 125 (5”)
36
1,940
12
Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di
Taro
DN 100 (4”)
75
0,530
12a
Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro
DN 100 (4”)
36
0,445
(*) rif. numerazione condotta in Dis. LB-A-83214"Corografia di progetto" Vol. 2 - All. 1
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 27 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Gli interventi riguardanti le linee di trasporto in progetto, derivate dalla condotta
principale, prevedono la posa di tubazioni per uno sviluppo complessivo di 23,415 km
di condotte di diverso diametro (vedi tab. 2/B), comprese, in gran parte, nel territorio
della Regione Emilia Romagna (23,115 km) e, più limitatamente, in Regione Toscana
(0,300 km).
Tab. 2/B: Diametro delle condotte di trasporto secondarie derivate dal
metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Diametro
Lunghezza (km)
Regione Toscana
DN 100 (4”)
0,300
Regione Emilia Romagna
DN 100 (4”)
DN 150 (6")
DN 250 (10")
Totale
4,225
18,820
0,070
23,415
La rimozione di linee esistenti riguarderà 10,845 km di condotte di diverso diametro
(vedi tab. 2/C) comprese, in gran parte, nel territorio della Regione Emilia Romagna
(10,320 km) e, più limitatamente, nella Regione Toscana (0,525 km).
Tab. 2/C: Diametro delle condotte da rimuovere derivate dal metanodotto
"Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Diametro
Lunghezza (km)
Regione Toscana
DN 80 (3")
0,525
Regione Emilia Romagna
DN 80 (3")
DN 100 (4")
DN 125 (5")
DN 250 (10")
Totale
0,610
7,700
1,940
0,070
10,845
Per quanto attiene la pressione di progetto, nel complesso il progetto prevede,
unicamente, la realizzazione di condotte di prima specie con pressione pari a 75 bar.
Per quanto attiene la pressione di esercizio, il progetto, nel complesso, prevede:
•
la realizzazione di 130,730 km di condotte di prima specie (107,315 km della linea
principale e 23,415 km di linee secondarie), con pressione pari a 75 bar;
•
la rimozione di 100,830 km di condotte di prima specie (89,985 km della linea
principale in dismissione e 10,845 km delle linee secondarie da esse derivate) con
pressione pari a 36 bar.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
3
ATTI DI PROGRAMMAZIONE DI SETTORE
3.1
Agenda XXI e sostenibilità ambientale
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 28 di 489
Rev.
0
La conferenza dell’ONU su “Ambiente e Sviluppo” del 1992 ha cercato di integrare le
questioni economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale, definendo
strategie ed azioni per lo sviluppo sostenibile, inteso come ricerca di un miglioramento
della qualità della vita; strategie e azioni sono contenute nel documento “Agenda 21”,
le cui linee sono state ribadite e sviluppate nella conferenza ONU di Johannesburg del
settembre 2002 sullo sviluppo sostenibile.
I paesi dell’Unione europea si sono impegnati nel 1992 a Lisbona, a presentare alla
Commissione per lo sviluppo sostenibile, istituita presso l’ONU, i propri Piani Nazionali
di attuazione.
Nella stessa linea si muove il V Piano di Azione della Comunità Europea (CE),
predisposto nel marzo 1992 ed approvato all’inizio nel 1993. Tale piano innova
profondamente l’approccio istituzionale alle questioni ambientali portando ad interventi
volti ad integrare le politiche ambientali con le regole di mercato.
L’approccio del V Piano di azione è stato confermato nel VI Piano di azione ambientale
e nella correlata decisone 1600/2002/CE in cui viene ribadito come uno sviluppo
sostenibile deve essere fondato anche su un uso razionale ed efficiente dell’energia
attraverso le fonti energetiche rinnovabili e a più basso impatto ambientale.
In Italia per il perseguimento e l’attuazione degli obiettivi di “Agenda 21” sono stati
adottati, tra gli altri, i seguenti provvedimenti:
• il programma triennale di tutela ambientale (PTTA) dell’1989-1991;
• la legislazione sulle ecotariffe associate alla finanziaria del 1993;
• il PTTA del 1994-1996;
• il “Piano Nazionale per lo sviluppo sostenibile in attuazione dell’agenda 21” del 28
dicembre 1993;
• la delibera 2 agosto 2002 n. 57/2002, recante “Strategia d’azione ambientale per lo
sviluppo sostenibile in Italia”.
In particolare, il Piano nazionale del 1993 definisce gli obbiettivi e le azioni per avviare
l’Italia sul cammino dello sviluppo sostenibile in materia di energia, industria,
agricoltura, trasporti, turismo e gestione dei rifiuti.
Relativamente al settore energetico il piano per lo sviluppo sostenibile, sviluppando
quanto previsto dal Piano energetico nazionale del 1988, prevede una strategia basata
sulla riduzione del consumo di idrocarburi e sull’ulteriore miglioramento dell’efficienza
nelle attività di produzione, distribuzione e consumo dell’energia, sulla sostituzione dei
combustibili maggiormente inquinanti e su un crescente affidamento sulle fonti
rinnovabili di energia.
Con Deliberazione 2 agosto 2002, sono stati individuati gli strumenti, gli obiettivi, le
aree tematiche principali e gli indicatori per monitorare lo stato di attuazione del Piano
nazionale per lo sviluppo sostenibile in attuazione dell’”Agenda 21”.
I principali strumenti sono riconducibili ai seguenti:
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 29 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
-
semplificazione della legislazione di protezione ambientale in vigore con
l’adozione di testi unici per le principali materie;
-
sostenibilità di progetti e di piani/programmi mediante un’efficace ed efficiente
applicazione rispettivamente della valutazione di impatto ambientale (VIA) e della
valutazione ambientale strategica (VAS);
-
integrazione del fattore ambientale nei mercati;
-
promozione della consapevolezza e della capacità decisionale dei cittadini;
-
finanziamento dello sviluppo sostenibile.
Gli obiettivi sono individuati secondo le aree tematiche a seguire:
• clima ed atmosfera;
• natura e biodiversità;
• qualità dell’aria e qualità della vita negli ambienti urbani;
• uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti.
Per quanto attiene gli elementi connessi alla qualità ambientale saranno utilizzati in via
prioritaria una serie di indicatori accorpati secondo le seguenti tematiche:
− lotta ai cambiamenti climatici;
− trasporti;
− sanità pubblica.
Entro il 30 aprile di ogni anno il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
trasmette al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica una
relazione sullo stato di attuazione della strategia per lo sviluppo sostenibile.
3.2
Convenzione quadro sui cambiamenti
contenimento delle emissioni
climatici
e
piani
nazionali
sul
La convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è stata emanata a
New York il 9 maggio 1992 ed è stata ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge n.
15 del gennaio 1994.
L’obiettivo della convenzione è di stabilizzare le concentrazioni di gas ad effetto serra
nell’atmosfera ad un livello tale da escludere qualsiasi interferenza delle attività umane
sul sistema climatico. A tal fine ogni Stato firmatario ha l’obbligo di:
• elaborare un inventario nazionale delle emissioni, causate dall’uomo, di gas ad
effetto serra applicando metodologie comuni fra i vari paesi;
• promuovere processi che permettano di controllare, ridurre o prevenire le
emissioni di gas ad effetto serra causate dall’uomo;
• sviluppare ed elaborare opportuni piani integrati per la gestione delle zone costiere
e agricole.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 30 di 489
Rev.
0
Il problema consiste nell’individuazione del peso del contributo del sistema antropico
rispetto a quello naturale nelle variazioni del clima. I cambiamenti climatici su breve
periodo (su una scala temporale di cento anni) attualmente osservati, non sono gli
unici verificatisi nella storia della vita del pianeta, come dimostrato anche
dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC). L’allarme nasce dal fatto
che per la prima volta tale cambiamento appare dovuto in maniera significativa anche
all’azione diretta dell’uomo che contribuisce all’innalzamento delle concentrazioni di
alcuni gas nell'atmosfera che possono alterarne il bilancio energetico.
Recependo le indicazioni della convenzione riguardante l’inquinamento atmosferico in
Italia con D.M. 15 aprile 1994 sono stati introdotti limiti di legge relativamente agli
inquinanti atmosferici, e i relativi livelli di allarme e di attenzione. I limiti di legge sono
stati più volte ridefiniti con successivi provvedimenti normativi tra i quali il decreto
ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile
1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il
biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della
direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene
ed il monossido di carbonio), il decreto legislativo 21 maggio 2004 n. 183 (Attuazione
della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria), e il decreto legislativo 3 agosto
2007 n. 152 (Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l'arsenico, il cadmio,
il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente).
Nel dicembre 1997, il Protocollo di Kyoto, ha richiesto per i principali paesi
industrializzati la riduzione media del 5,2% rispetto al 1990 delle emissioni di gas
suscettibili di alterare il clima da realizzare tra il 2008-2012. In particolare l'Unione
Europea si è impegnata ad una quota più alta pari all’8%, gli Stati Uniti al 7%, il
Giappone ed il Canada al 6%.
Il calcolo delle emissioni tiene conto di tutti i gas serra considerati dalla convenzione
(CO2, metano, protossido d’azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro).
Il Protocollo di Kyoto è stato ratificato in Italia con la legge 1° luglio 2002 n. 120
“Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997”. Con delibera CIPE
19 dicembre 2002 è stata disposta la “Revisione delle linee guida per le politiche e
misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (legge n. 120 del 2002)”.
Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 a seguito della ratifica da
parte di un insieme di Stati che cumulativamente causa il 55% delle emissioni censite
nel 1990.
Tra le misure finalizzate all’adempimento degli obblighi che scaturiscono dal protocollo
di Kyoto si ricorda la direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio di quote
di emissioni dei gas effetto serra all’interno dell’Unione Europea al fine di promuovere
la riduzione di dette emissioni secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza
economica.
Considerati i vincoli temporali imposti dalla direttiva e in attesa del recepimento della
stessa, il 12 novembre 2004 è stato approvato il decreto legge 273/2004 (convertito in
legge n. 316 del 30 dicembre 2004), finalizzato ad attivare le procedure necessarie per
autorizzare gli impianti ad emettere gas serra e acquisire le informazioni necessarie
per il rilascio delle quote di emissioni.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 31 di 489
Rev.
0
Il Ministero dell’Ambiente ha altresì adottato il Piano Nazionale di Assegnazione per il
periodo 2005-2007, elaborato in attuazione della Direttiva 2003/87/CE.
Con decreti 2179/2004, 2215/2004 e 13/2005 il Ministero dell’ambiente ha rilasciato le
autorizzazioni ad emettere gas ad effetto serra. Da ultimo il Ministero dell’ambiente ha
adottato tre decreti attuativi della normativa sull’emission trading: decreto 16 febbraio
2006 n. 65 recante la ricognizione delle autorizzazioni ad emettere gas a effetto serra
rilasciate
con
decreti
DEC/RAS/2179/2004,
DEC/RAS/2215/2004
e
DEC/RAS/013/2005 ai sensi del decreto-legge 12 novembre 2004, n. 273, convertito in
legge, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2004, n. 316; decreto 23 febbraio
2006 n. 74, recante l'assegnazione e il rilascio delle quote di CO2 per il periodo 20052007 ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 11, paragrafo 1 della direttiva 2003/87/CE
del Parlamento Europeo e del Consiglio; decreto 2 marzo 2006 n. 96 recante il rilascio
del riconoscimento dell'attività di verifica delle comunicazioni delle emissioni.
In attuazione della legge 18 aprile 2005 n. 62 (Legge Comunitaria 2004), il Consiglio
dei Ministri, ha emanato il decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 216 recante "Attuazione
delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei
gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del
Protocollo di Kyoto", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2006Supplemento Ordinario n. 150.
Il 13 luglio 2006, in attuazione degli articoli 8 e 10 del citato decreto legislativo, il
Ministro dell’ambiente e della tutela del mare e del territorio ha avviato un processo di
consultazione sullo schema di Piano nazionale di assegnazione relativo al periodo
2008 – 2010, Piano approvato con decreto DEC/RAS/1448/2006 del 18 dicembre 2006
dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministro dello
sviluppo economico.
Nella distribuzione per attività delle quote che si intendono assegnare agli impianti
esistenti sono contemplati gli impianti di “compressione metanodotti” (impianto GNL,
centrali di compressione rete nazionale, impianti compressione e trattamento per
stoccaggi, terminale entry point di Mazara) ai quali è stata assegnata una quota annua
complessiva pari a 0,88 MtCO2/anno.
Conformemente a quanto disposto dall'articolo 8, comma 2, lettera c) del decreto
legislativo 4 aprile 2006, n. 216, il Comitato di gestione e attuazione della direttiva
2003/87/CE, nel dicembre 2007, ha pubblicato per la consultazione lo Schema di
decisione di assegnazione per il periodo 2008-2012, elaborato sulla base del Piano
Nazionale di assegnazione per il periodo 2008-2012, tenuto conto del parere della
Commissione europea di cui alla Decisione relativa al piano nazionale di assegnazione
delle quote di emissione dei gas a effetto serra notificato dall'Italia del 15 maggio 2007.
A conclusione della consultazione, il 28 febbraio 2008 il Ministro dell'Ambiente ed il
Ministro dello Sviluppo Economico hanno approvato la Decisione di assegnazione
delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012, attualmente al vaglio della Commissione
Europea per il controllo di conformità, e contenente anche il Regolamento nuovi
entranti e chiusure.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
3.3
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 32 di 489
Rev.
0
Conferenza nazionale energia e ambiente
La Conferenza Nazionale Energia e Ambiente si è svolta nel Novembre del 1998 a
Roma ed ha costituito il punto centrale di un processo di incontri, convegni
specializzati su base tematica o su base geografica, tavoli di consultazione tra i
protagonisti interessati, preparazione di studi e documenti, il cui obiettivo è creare su
tutto il territorio nazionale momenti di riflessione e di dialogo sulle tematiche
energetico-ambientali, da cui sono scaturiti contributi ed elementi utili ad alimentare i
temi in discussione durante la Conferenza.
Nell’ambito della conferenza sono stati trattati i temi relativi all’approvvigionamento
energetico, allo sviluppo sostenibile, all’adozione di misure atte a ridurre i contributi
inquinanti.
Nello specifico i temi trattati dalla Conferenza, d’interesse per il progetto in esame
sono stati:
•
Energia e ambiente post-Kyoto: bilanci e scenari
•
Sviluppo sostenibile e cambiamenti globali
•
Le fonti fossili primarie: il gas naturale
Relativamente al mercato del gas, dalla Conferenza sono emerse:
−
l'incremento della dipendenza dalle importazioni di gas;
−
la necessità di sicurezza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento;
−
la necessità di supplire con nuove importazioni al decremento della produzione
nazionale.
Nel documento conclusivo, viene evidenziata l’intenzione del Governo di rinnovare lo
sforzo per completare la metanizzazione del Paese non solo nelle grandi aree ancora
escluse dal processo, come la Sardegna, ma anche nelle zone in cui la possibilità di
utilizzo del metano potrà costituire un importante fattore di innesco dei processi di
industrializzazione e di crescita occupazionale.
3.4
Piano Energetico Nazionale
Il Piano Energetico Nazionale (PEN), approvato dal governo il 10 agosto 1988,
individua gli obiettivi da perseguire al fine di soddisfare le esigenze energetiche del
Paese. Gli scenari previsti da tale Piano evidenziano una marcata debolezza del
sistema energetico italiano.
Per far fronte a tale situazione nel lungo periodo il PEN ha previsto una serie di azioni
che concorrono alla determinazione della politica energetica nazionale:
-
risparmio di energia da perseguire essenzialmente tramite la razionalizzazione del
suo uso;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 33 di 489
Rev.
0
-
protezione dell'ambiente tramite la creazione di condizioni che consentano di
minimizzare l'impiego di energia, materie prime e risorse, riducendo il rilascio
nell'ambiente di emissioni e rifiuti;
-
sviluppo e ricerca nel settore delle fonti rinnovabili, per la riduzione della
vulnerabilità energetica del paese;
-
diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche, in modo da limitare la
dipendenza da altri paesi;
-
incremento della competitività del sistema produttivo, considerata necessaria per
poter contenere i consumi senza deprimere lo sviluppo.
Al PEN sono seguite le leggi attuative 9 e 10 del 1991. Mancano ad oggi successivi
programmi energetici nazionali mentre sta assumendo un maggior peso la
programmazione regionale (Piani energetici regionali) prevista dall’articolo 10 della
legge 10/91.
Inoltre, con accordo siglato il 5 giugno 2001 a Torino, i Presidenti delle Regioni e delle
Province autonome si sono impegnati, tra l’altro, alla “elaborazione, entro l’anno 2002,
di un Piano Energetico Ambientale, sulla base dei singoli bilanci energetici che
privilegi:
-
le fonti rinnovabili e l’innovazione tecnologica;
-
la razionalizzazione della produzione elettrica;
-
la razionalizzazione dei consumi energetici, con particolare riguardo al settore
civile anche attraverso l’introduzione della Certificazione Energetica”.
Da ultimo si segnala che l’articolo 7 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che prevede che la
«Strategia energetica nazionale», che indica le priorità per il breve ed il lungo periodo
e reca la determinazione delle misure necessarie per conseguire, anche attraverso
meccanismi di mercato, i seguenti obiettivi:
a) diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di
approvvigionamento;
b) miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e sviluppo delle
infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo;
c) promozione delle fonti rinnovabili di energia e dell'efficienza energetica;
d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare;
d-bis) promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione;
e) incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e
partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica;
f) sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della
riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;
g) garanzia di adeguati livelli di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori.
Ai fini dell’elaborazione della proposta di Strategia energetica nazionale il Ministro dello
sviluppo economico dovrà convocare, d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, una Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
3.5
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 34 di 489
Rev.
0
Piani Energetici Regionali
I Piani energetici regionali elaborati dal 2001 ad oggi partono dal presupposto che nei
prossimi anni si assisterà ad un incremento del consumo di energia che, in una certa
misura, sarà supportato da un incremento dell’uso del gas naturale nelle centrali
termoelettriche a ciclo combinato. Pertanto, il consumo termoelettrico e, in misura
minore, quello industriale e civile, del gas naturale aumenteranno. In conseguenza di
un tale aumento dovrà essere potenziata la rete di trasporto in termini sia di capacità
complessiva che di nuovi allacciamenti.
Molte Regioni hanno evidenziato il contributo che l’incremento del consumo del gas
naturale, quale fonte alternativa al petrolio nella produzione di energia elettrica, può
dare al rispetto del protocollo di Kyoto e, comunque, alla tutela dell’ambiente.
In tale ottica, la politica energetica della Regione Toscana assume la scelta
dell'ecoefficenza come strategia coerente con il sostegno e lo sviluppo della
competitività dell'economia toscana fondata su un grande sforzo di investimento
nell'innovazione tecnologica e nella ricerca. In un quadro europeo che chiede di
centrare tre obbiettivi ambiziosi entro il 2020 (-20% sulle emissioni di anidride
carbonica, -20% sui consumi energetici, +20% di energia da fonti rinnovabili), il Piano
Energetico Regionale, approvato nel luglio 2008, punta su un mix produttivo composto
da gas metano ed energie rinnovabili.
Perno centrale della riduzione delle emissioni (capace da solo di abbattere 2 milioni di
tonnellate di anidride carbonica, cioè il 30% dell’obiettivo fissato dal Piano) è la
riconversione a metano delle due centrali Enel a olio combustibile di Livorno (300
megawatt) e Torre del Sale di Piombino (1200 Megawatt) e allineando questi impianti
al nuovo Rosen 2 di Rosignano. L’occasione è rappresentata dall’arrivo del
metanodotto algerino Galsi e dall’attivazione di un solo rigassificatore al largo delle
coste livornesi che sarà realizzato con le massime garanzie di sicurezza.
Il Piano Energetico Regionale toscano, quindi, riconosce al gas naturale un ruolo
insostituibile nell’ambito delle politiche energetiche per la sostenibilità ambientale e per
raggiungere l’obiettivo di una Toscana più sostenibile, meno dipendente dal petrolio e
più capace di utilizzare le fonti alternative che serviranno a produrre l’energia elettrica
necessaria allo sviluppo della Regione.
Un mercato del gas che in Toscana sarà quindi in forte espansione sia sotto il profilo
civile che sotto il profilo industriale, attraverso la metanizzazione di aree non ancora
raggiunte come l’Isola d’Elba.
Uso efficiente dell’energia, risparmio energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili,
riqualificazione del sistema elettrico. E ancora, nuove tecnologie nell’industria,
certificazione energetica degli edifici, sviluppo dei servizi di energy management.
Sono i punti chiave del nuovo Piano Energetico Regionale della Regione Emilia
Romagna approvato nel gennaio 2007. Derivato dalla Legge Regionale 26 del
2004 (prima in Italia ad affrontare, a livello regionale, la complessità della questione
energetica), anche il PER dell’Emilia Romagna, come quello della Toscana, si muove
sulla linea del “Protocollo di Kyoto” che impone la riduzione delle emissioni di gas a
effetto serra.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 35 di 489
Rev.
0
Per concorrere a questo risultato, il Piano definisce gli obiettivi di risparmio energetico
dei diversi settori (il settore residenziale contribuisce per un terzo, il settore dei
trasporti per il 40%, l’industria per il 25%) e prevede un primo stanziamento regionale
di 90 milioni di euro in tre anni.
Sul fronte della produzione la strada indicata è quella di sviluppare le fonti rinnovabili
(fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermia, biomasse) e gli impianti di “generazione
distribuita” ad alta efficienza basati sulla tecnologia della cogenerazione di piccola
taglia e del teleriscaldamento. Sul fronte dell’utilizzo del gas in considerazione delle
previsioni di consumo finale di energia in aumento e della conseguente domanda di
gas naturale che il Piano energetico si ipotizza una crescita complessiva dell’ 1,2 - 2,7
per cento annuo sino al 2010.
Sotto quest’ultimo profilo e con riferimento alla rete di trasporto di gas naturale il PER
sostiene che se il gas appare oggi in grado di contribuire maggiormente all’obiettivo
della limitazione del peso dei prodotti petroliferi nel bilancio nazionale, la rapida
crescita dei consumi di tale fonte potrebbe portare ad una nuova debolezza strutturale
dell’Italia. All’aumento della domanda che deriverà soprattutto dal completamento della
metanizzazione delle regioni meridionali e dalla produzione termoelettrica, occorrerà
rispondere aumentando la flessibilità del sistema, anche attraverso lo sviluppo delle
attività di prospezione e l’adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento,
trasporto, stoccaggio del gas e del GNL.
Il PER sottolinea come il sistema regionale dell’Emilia-Romagna, grazie alla sua
posizione geografica, alle caratteristiche intrinseche del territorio, alle potenzialità delle
infrastrutture e delle imprese che vi operano, può proporsi quale centro nevralgico del
sistema nazionale del gas, potendo contribuire ad accrescere l’affidabilità e la
integrazione dei mezzi di approvvigionamento dei sistemi di interscambio
transnazionale, di stoccaggio e modulazione anche attraverso l’allestimento di servizi
avanzati per il mercato europeo.
Sul versante più direttamente locale, all’obiettivo tradizionalmente perseguito di
garantire il metano ai territori non ancora raggiunti dalla rete vanno affiancati gli
obiettivi di flessibilità del sistema, di qualità ed efficienza dei servizi (valorizzazione
risorse endogene, razionalizzazione dell’uso e dello sviluppo delle infrastrutture,
riduzione delle perdite di rete, sostituzione dei combustibili più inquinanti negli impianti
civili ed industriali con sistemi ad alta efficienza a metano, anche attraverso la
cogenerazione in autoproduzione e la diffusione del gas naturale per autotrazione).
3.6
Decreto per la liberalizzazione del mercato del gas naturale
Con il decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, è stata recepita in Italia la Direttiva
98/30/CE finalizzata alla creazione del mercato europeo del gas naturale attraverso
una significativa trasformazione del settore.
In particolare, si prevede che, attraverso un sistema di regole stabilite da Codici di
Rete e Stoccaggio e di tariffe decise e pubblicate dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il
Gas, sia possibile un accesso trasparente e non discriminatorio alle infrastrutture del
sistema gas per le imprese qualificate che intendano operare nella
commercializzazione di gas.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 36 di 489
Rev.
0
Inoltre, il decreto impone, a partire dal 1° gennaio 2002, la separazione societaria tra le
fasi regolate (trasporto, distribuzione e stoccaggio gas) e quelle non regolate
(produzione, importazione, commercializzazione gas).
ENI ha anticipato l'applicazione del decreto n. 164/2000 attuando il 1° luglio 2001 la
separazione societaria delle attività di trasporto e dispacciamento di gas naturale
(conferite da Snam a Snam Rete Gas) dalle altre attività del settore gas che, con la
fusione di Snam in ENI, sono oggi esercitate dalla Divisione Gas & Power, della stessa
Società ENI. Quest’ultima rappresenta attualmente uno degli operatori del mercato del
gas.
Dal 1° gennaio 2003 tutti i consumatori di gas naturale, indipendentemente dal livello
di consumo, sono diventati clienti idonei per la stipula di contratti con imprese di
commercializzazione.
Riguardo alla regolamentazione del mercato del gas l’Unione Europea ha adottato la
direttiva 2003/55/CE sul mercato interno del gas che innova e sostituisce la direttiva
98/30/CE.
La direttiva pone particolare attenzione allo sviluppo della concorrenza e della
sicurezza degli approvvigionamenti, indicando nella realizzazione di nuove
infrastrutture energetiche o nel potenziamento delle esistenti un elemento chiave per
l’ottenimento di tali obiettivi.
Con direttiva 2004/67/CE l’Unione europea ha, inoltre, proposto una serie di misure
volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale, contribuendo
altresì al corretto funzionamento del mercato interno, attraverso l’individuazione di un
quadro comune nel quale gli Stati membri definiscono misure di sicurezza
dell’approvvigionamento generali, trasparenti e non discriminatorie, precisando i ruoli e
le responsabilità dei soggetti coinvolti.
In particolare, tra gli strumenti funzionali a garantire adeguati livelli di sicurezza negli
approvvigionamenti, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas, la
flessibilità delle importazioni e investimenti in infrastrutture per l'importazione di gas
mediante terminali di rigassificazione e gasdotti.
Nel quadro della regolamentazione del settore energetico va segnalata la legge di
riordino 23 agosto 2004, n. 239.
La legge ribadisce la necessità che lo sviluppo del sistema energetico nazionale, nel
quadro del processo di liberalizzazione a livello europeo, si coniughi con le politiche
ambientali internazionali, comunitarie e nazionali.
In particolare, tra gli obiettivi generali e le garanzie fissate dai commi 3 e 4 dell’art. 1, si
segnalano:
- la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti, in quantità
commisurata alle esigenze, diversificando le fonti energetiche primarie, le zone
geografiche di provenienza e le modalità di trasporto;
- l’economicità dell’energia offerta ai clienti finali;
- il miglioramento della sostenibilità ambientale dell’energia anche in termini di uso
razionale delle risorse territoriali, di tutela della salute e di rispetto degli impegni
internazionali;
- l’efficienza negli usi finali dell’energia;
- l’adeguatezza delle attività energetiche strategiche di produzione, trasporto e
stoccaggio;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
-
3.7
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 37 di 489
Rev.
0
l’unitarietà della regolazione e della gestione dei sistemi di approvvigionamento e
di trasporto nazionale;
la semplificazione delle procedure autorizzative;
la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e del paesaggio, in conformità alla
normativa nazionale, comunitaria e internazionale.
Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali
In attuazione del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 34, recante “Modifiche ed
integrazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, concernenti le funzioni e la
struttura organizzativa del ministero delle Attività Produttive, a norma dell’articolo 1
della legge 6 luglio 2002, n. 137”, il Ministro per le attività produttive nel settembre
2005 ha adottato il Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali che contiene un
capitolo dedicato alle politiche per la sicurezza e l’economicità del sistema elettrico
nazionale in cui il MAP individua gli obiettivi e le strategie da perseguire nel triennio
2006-2008 nel breve e nel lungo periodo.
Tra gli obiettivi di breve periodo, il Piano prevede tra l’altro, la stabilizzazione delle
tariffe e dei prezzi dell’energia elettrica, del gas naturale e dei carburanti per i
consumatori e le imprese, prevedendo prezzi più favorevoli per le imprese ad alta
intensità energetica; la convocazione di un forum permanente periodico con i
responsabili per l’energia delle Regioni e delle Province autonome.
Nel lungo periodo, secondo il Piano occorre promuovere gli investimenti per la
realizzazione di infrastrutture energetiche e per il loro ammodernamento; accrescere
la diversificazione delle fonti e delle aree di approvvigionamento; accelerare
l’integrazione del mercato energetico nazionale nel mercato interno europeo; facilitare
lo sviluppo delle imprese nazionali e la loro internazionalizzazione; incentivare lo
sviluppo di nuove capacità di stoccaggio di gas naturale per l’uso ai fini del
bilanciamento commerciale.
Questi obiettivi saranno perseguiti liberalizzando il mercato, migliorando l’efficienza
energetica e riducendo i costi delle conversioni e delle transazioni, tutelando
l’ambiente e il territorio, intensificando l’impegno nella ricerca e nell’innovazione, anche
attivando programmi di formazione e di informazione sui temi dell’energia.
Per quanto concerne il settore del gas naturale, il Governo continuerà a promuovere il
potenziamento delle infrastrutture di approvvigionamento e trasporto, in particolare
mediante la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, il potenziamento dei
gasdotti di importazione, la creazione di gasdotti di interconnessione, anche favorendo
l’ingresso di nuovi operatori nel mercato.
Gli obiettivi del Piano triennale sono stati di ribaditi dal Ministero dello Sviluppo
economico nel quadro delle misure funzionali alla gestione e al superamento del
emergenza gas, tra le quali si segnalano la promozione della realizzazione di nuovi
terminali di rigassificazione, il potenziamento dei gasdotti di importazioni esistenti e la
costruzione di nuovi interconnettori internazionali.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
3.8
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 38 di 489
Rev.
0
Programmazione europea e nazionale delle infrastrutture
Nell'ambito della politica energetica comunitaria va segnalato che con decisione
n. 1364/2006/CE del 6 settembre 2006 sulle reti transeuropee nel settore dell'energia
(TEN–E), sono state ridefinite la natura e la portata dell'azione comunitaria di
orientamento in materia di reti transeuropee dell'energia. La decisione stabilisce un
insieme di orientamenti concernenti gli obiettivi, le priorità e le principali linee di azione
della Comunità nel settore delle reti transeuropee dell'energia. Tali orientamenti
individuano progetti di interesse comune nelle reti transeuropee di elettricità e gas
naturale, compresi i progetti prioritari.
La Comunità favorisce l'interconnessione, l'interoperabilità e lo sviluppo delle reti
transeuropee dell'energia nonché l'accesso a queste reti, conformemente al diritto
comunitario vigente, al fine di:
a) favorire l'effettiva realizzazione del mercato interno in generale e in particolare del
mercato interno dell'energia, incoraggiando nel contempo la produzione, il
trasporto, la distribuzione e l'utilizzazione razionali delle risorse energetiche nonché
lo sviluppo e la connessione delle risorse rinnovabili, al fine di ridurre il costo
dell'energia per il consumatore e contribuire alla diversificazione delle fonti
energetiche;
b) facilitare lo sviluppo e ridurre l'isolamento delle regioni meno favorite e insulari
della Comunità, contribuendo così al rafforzamento della coesione economica e
sociale;
c) rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento di energia, ad esempio mediante
l'approfondimento delle relazioni con i paesi terzi in materia di energia, nel
reciproco interesse, in particolare nel quadro della Carta dell'energia nonché degli
accordi di cooperazione conclusi dalla Comunità;
d) contribuire allo sviluppo sostenibile e alla protezione dell’ambiente, facendo tra
l’altro ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e riducendo i rischi ambientali
associati al trasporto e alla trasmissione di energia.
Tra le priorità dell’azione comunitaria, si segnalano:
- l’adattamento e sviluppo delle reti dell’energia a sostegno del funzionamento del
mercato interno e soluzione dei problemi dovuti a strozzature congestioni e
collegamenti mancanti;
- lo sviluppo delle reti del gas per coprire il fabbisogno della Comunità europea e
controllare i suoi sistemi di approvvigionamento;
- la garanzia dell’interoperabilità delle reti e la diversificazione delle fonti e dei
percorsi di approvvigionamento.
3.9
Coerenza dell’opera con gli strumenti di programmazione
Il progetto in esame è pienamente rispondente con gli strumenti nazionali e comunitari
di programmazione del settore energetico, finalizzati al contenimento delle emissioni
atmosferiche e a razionalizzare l’approvvigionamento energetico.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 39 di 489
Rev.
0
Infatti, nell’Agenda 21, così come nel Piano Energetico Nazionale, tra le strategie per
raggiungere lo sviluppo sostenibile, rientra anche la sostituzione dei combustibili molto
inquinanti con altri a basso contenuto di carbonio e privi di zolfo (come il metano).
Il concetto dell’aumento dell’uso del gas naturale viene ripreso anche nella Conferenza
Nazionale Energia e Ambiente del 1998, nella quale, come evidenziato sopra, si
rimarca la necessità di completare la rete di metanizzazione in Italia.
Nel documento conclusivo della Conferenza si affronta l’argomento della sicurezza
degli approvvigionamenti energetici, rilevandone l’importanza strategica per un paese
come l’Italia che è, e rimarrà, ampiamente dipendente dall’estero per tale settore.
L’evoluzione dell’orientamento generale è stata caratterizzata da una graduale
enfatizzazione del ruolo strategico del gas naturale all’interno del sistema energetico
italiano. L’adeguamento della normativa che favorisce la cogenerazione e
l’autoproduzione industriale e l’evoluzione tecnologica (nuovi impianti turbogas e a
ciclo combinato) hanno, infatti, notevolmente ampliato le potenzialità di utilizzo del gas,
in particolare nel comparto della generazione di energia elettrica, mentre le accresciute
esigenze ambientali delle aree urbane hanno portato a privilegiare tale fonte nel
settore degli usi civili.
L’opera oggetto del presente SIA è coerente con la programmazione energetica
comunitaria, nazionale e regionale e contribuirà a garantire la sicurezza del sistema
nazionale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 40 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
4
COMMESSA
Rev.
0
EVOLUZIONE DELL’ENERGIA IN ITALIA
In Italia, negli ultimi anni, si è già registrato un costante incremento della domanda di
gas: da 47 miliardi di metri cubi del 1990 ai circa 84,9 miliardi di metri cubi del 2007,
con un conseguente accrescimento della quota gas all’interno dei consumi nazionali di
energia, dal 23,9% del 1990 a circa il 36% del 2007. Dall’analisi di questi dati si evince
che il gas naturale ricopre un ruolo sempre più importante e crescente, facendo fronte
a più di più di un terzo della domanda di energia primaria del paese (vedi Fig. 4/A).
Tali livelli di consumo sono destinati ad accrescersi sensibilmente nei prossimi anni, in
seguito al più ampio ruolo che il gas naturale tende ad assumere all’interno del sistema
energetico italiano, in relazione, particolarmente, al suo minore impatto ambientale
rispetto agli altri combustibili fossili.
Il Ministero dello Sviluppo Economico quantifica i futuri consumi di gas in circa 100
miliardi di metri cubi nel 2010 per crescere fino a circa 120 miliardi di metri cubi nel
2020. Tale livello di domanda rappresenterebbe un incremento di circa il 15% (2010) e
di circa il 35% (2020) rispetto il valore attuale, configurando un trend di crescita tra i più
elevati all’interno dei paesi dell’Unione Europea.
Evoluzione energia in italia
Composizione percentuale della domanda
100%
8,7%
11,7%
67,2%
58,6%
9,8%
10,8%
56,6%
55,8%
18,7%
23,9%
26,1%
11,0%
9,7%
7,3%
12,3%
12,5%
15,3%
15,4%
15,4%
43,3%
38,4%
37,6%
36,5%
90%
80%
70%
60%
49,3%
50%
40%
30%
20%
15,5%
10%
8,5%
31,5%
7,0%
35,8%
38,6%
39,5%
40,9%
8,5%
7,7%
7,5%
7,2%
0%
1980
1985
1990
Solidi
Fig. 4/A:
1995
Gas
2000
2005
Petrolio
2010
2015
2020
En. Elettrica primaria
Evoluzione del bilancio dell’energia in Italia (%)
Si prevede che il maggiore ricorso al gas naturale si realizzi nel settore termoelettrico
in relazione sia alla trasformazione a metano di centrali termoelettriche attualmente
alimentate con altri combustibili sia alla realizzazione di nuove centrali a gas a ciclo
combinato.
Negli ultimi anni molte delle centrali termoelettriche esistenti nelle regioni Emilia
Romagna e Toscana sono stati oggetto di trasformazione a ciclo combinato a gas per
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 41 di 489
Rev.
0
una potenza pari a circa 3500 MW ed inoltre sono stati realizzati nuovi impianti
termoelettrici per circa 2800 MW. Non si prevedono ad oggi ulteriori iniziative e
pertanto i consumi di gas naturale per il settore termoelettrico si manterranno nel
medio termine sui livelli di consumo attuali.
A livello regionale inoltre non possono essere trascurati gli effetti di crescita della
domanda gas per i settori civile ed industriale, influenzati dagli indirizzi di politica
energetica regionale. In tale logica, in linea con quanto previsto dai piani energetici
regionali, i tassi di crescita attesi per consumi di gas naturale per gli usi finali si
attesteranno intorno all’1,5%. La crescita sarà principalmente concentrata sul mercato
civile per un naturale processo di crescita fisiologica del settore e sul comparto dei
trasporti per la maggiore diffusione di veicoli a metano. Il tasso di crescita atteso e
l’elevata penetrazione del gas naturale sul territorio evidenziano che si tratta di un
mercato ormai maturo la cui evoluzione è influenzata dagli indirizzi regionali di politica
energetico ambientale, che sempre più tendono a privilegiare l’utilizzo del gas naturale
rispetto ad altri combustibili più inquinanti.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
5
LA METANIZZAZIONE IN ITALIA
5.1
La produzione di gas naturale
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 42 di 489
Rev.
0
Nel 2007 la produzione di gas naturale in Italia è stata di 9,8 miliardi di m3.
In linea generale, rispetto al 1994 quando si era raggiunto il massimo storico con 20,5
miliardi di m3 di gas, si registra una netta flessione a causa del progressivo declino dei
giacimenti, non reintegrati da nuovi campi in sviluppo.
La produzione nazionale di gas è prevista in diminuzione, secondo quanto indicato
delle più recenti valutazioni: dagli attuali 9,8 miliardi di metri cubi annui (pari al 12%
della domanda complessiva di gas) a circa 6 miliardi di metri cubi nel 2015 (circa il 6%
del consumo totale di gas, secondo le previsioni di riferimento elaborate dal Ministero
dello Sviluppo Economico.
5.2
Le importazioni
Nel 2007 gli approvvigionamenti di gas naturale dall'estero hanno raggiunto il volume
di 73,5 miliardi di m3. Le quantità importate dall'Algeria hanno rappresentato il 31 % del
totale, quelle dalla Russia il 33% e le importazioni dal Nord Europa il 21%; dalla Libia il
12%, la restante parte delle importazioni (circa 3%) è costituita dal GNL trasportato via
nave e rigassificato al terminale di Panigaglia prima di essere immesso in rete.
Tenendo conto degli incrementi dei consumi di gas naturale e della diminuzione delle
produzioni nazionali precedentemente indicati risulta necessario nei prossimi anni un
un sensibile incremento delle importazioni di gas naturale, che potrà essere soddisfatto
dal potenziamento delle linee di importazione esistenti, da nuovi terminali GNL e\o da
nuove linee di importazione.
5.3
Rete dei metanodotti in Italia e nelle Regioni Toscana ed Emilia Romagna
L’Italia è stata la prima nazione europea ad impiegare diffusamente il gas naturale
come fonte energetica e ciò ha avuto un ruolo determinante nel favorire la crescita
industriale nell’immediato periodo post-bellico.
Lo sviluppo delle reti ha interessato, nei primi anni, il solo territorio della pianura
padana con utilizzazione di tipo industriale.
L’estensione delle condotte raggiungeva nel 1960 la lunghezza di circa 4.600 km; già
nel 1970 era diventata una vera e propria rete nazionale che alla fine del 1984 si
estendeva per oltre 17.300 km.
Dal 31.12.2008, Snam Rete Gas dispone di una rete di gasdotti che si sviluppa per
circa 31.474 km e che comprende sia le grandi linee di importazione, sia un articolato
ed esteso sistema di trasporto, costituito da metanodotti a pressioni e diametri diversi.
In attuazione dell'art. 9 del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164 sono state
definite, rispettivamente con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del
1/8/2008 e con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 aprile 2008, la
Rete Nazionale dei Gasdotti e la Rete di Trasporto Regionale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 43 di 489
Rev.
0
Della Rete Nazionale di Gasdotti fanno inoltre parte anche le centrali di compressione
e gli impianti necessari per il suo funzionamento.
Alla data del 31/12/2008 la Rete dei metanodotti di Snam Rete Gas è così suddivisa:
• Rete Nazionale di Gasdotti (per un totale di 8.779 km)
• Rete di Trasporto Regionale (per i restanti 22.695 km)
La rete dei gasdotti di Snam Rete Gas è inoltre una struttura “integrata” finalizzata a:
• trasportare energia dalle aree di produzione (nazionali ed estere) a quelle di
consumo;
• garantire sicurezza, flessibilità ed affidabilità del trasporto e della fornitura alle
utenze civili ed industriali, operando in un’ottica progettuale di lungo termine.
Al 31.12.2008 la rete dei gasdotti di Snam Rete Gas nelle Regioni Emilia Romagna e
Toscana è così suddivisa (vedi tab. 5.3/A).
Tab. 5.3/A: Rete di trasporto del gas naturale nelle Regioni Toscana ed Emilia
Romagna
Regione
Emilia Romagna
Toscana
Totale Rete SRG
(km)
3.715
2.001
Rete Nazionale
(km)
1.065
443
Rete Regionale
(km)
2.650
1.558
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
6
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 44 di 489
Rev.
0
ANALISI ECONOMICA DEI COSTI E DEI BENEFICI
Sulla base dei criteri definiti dall’Autorità per l’energia ed il gas nella delibera n°
166/05, i ricavi associati all’investimento in oggetto vengono determinati in maniera da
garantire, oltre alla copertura degli ammortamenti, una remunerazione del capitale
investito netto pari al 6,7% in termini reali , incrementata di un premio del 3% per un
periodo di 10 anni. Sulla base dell’attuale regolazione ed a fronte di un investimento
riconosciuto di 460 milioni di euro, il ricavo atteso è stimato in 56,120 milioni di
euro/anno.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
7
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 45 di 489
Rev.
0
BENEFICI AMBIENTALI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Nella combustione di tutti i combustibili fossili si producono sottoprodotti inquinanti
che, dispersi in atmosfera, vanno a modificare lo stato dell’ambiente sia in maniera
diretta, con un aumento delle concentrazioni di inquinanti dell’aria, sia in maniera
indiretta, attraverso i fenomeni delle piogge acide e dello smog fotochimico.
I principali inquinanti atmosferici prodotti dalla combustione sono gli ossidi di zolfo
(SOx), le particelle sospese totali (PST) e gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi volatili
(VOC) e l’ossido di carbonio (CO).
Nella combustione di tutti i combustibili fossili si produce anidride carbonica, che, pur
non essendo un inquinante, è oggetto di crescente attenzione perché è considerata il
principale responsabile dell’aumento dell’effetto serra.
Il gas naturale, utilizzato in sostituzione degli altri combustibili, per le sue
caratteristiche di purezza e facilità di combustione offre un contributo importante alla
riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di inquinanti atmosferici e al
miglioramento della qualità dell’aria.
Il gas naturale è prevalentemente costituito da metano e da piccole quantità di
idrocarburi superiori e azoto molecolare in percentuali diverse a seconda della
provenienza; è praticamente privo di zolfo e di residui solidi per cui le emissioni di
composti solforati, polveri, idrocarburi aromatici e composti metallici nocivi prodotte
dalla sua combustione sono trascurabili. Anche le emissioni di ossidi di azoto sono
generalmente inferiori a parità d’uso, rispetto a quelle prodotte dalla combustione del
carbone e di combustibili liquidi, sia perché il gas naturale non contiene composti
organici azotati che si possono combinare con l’ossigeno atmosferico, sia perché la
sua natura gassosa permette di sviluppare processi di combustione a basse emissioni
di NOx.
L’anidride carbonica prodotta dalla combustione del gas naturale è, a parità di energia
utilizzata, il 25-30% in meno rispetto ai prodotti petroliferi e il 40-50% in meno rispetto
al carbone (vedi fig. 7/A). Le differenze nelle emissioni di anidride carbonica e
inquinanti atmosferici diventano ancora più accentuate quando ci si riferisce all’energia
utile prodotta, a favore del gas naturale che può essere utilizzato in applicazioni ad alto
rendimento come i cicli combinati per la produzione di energia elettrica, con rendimenti
del 56-58% rispetto al rendimento di circa il 40% dei tradizionali cicli a vapore.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 46 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
120
100
kg/GJ
80
60
40
20
0
Gas naturale
Fig. 7/A:
Benzina
Gasolio
Olio C.
Carbone
CO2 prodotta dalla combustione dei combustibili fossili
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
8
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 47 di 489
Rev.
0
STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA
Il quadro di riferimento programmatico prevede l’individuazione e la descrizione di tutti
gli strumenti di pianificazione e programmazione, che vengono ad interessare il
territorio attraversato dal metanodotto in progetto.
La normativa considerata agisce su tre diversi livelli gerarchici: nazionale,
regionale/provinciale e locale.
L’analisi ha lo scopo di verificare la coerenza tra la normativa vigente, gli strumenti di
pianificazione-programmazione e l’opera proposta: gli strumenti di pianificazione
territoriale ed urbanistica definiscono, infatti, delle aree nelle quali sono presenti vincoli
di tipo urbanistico e/o ambientale che possono, in varia misura, influenzare il progetto.
8.1
Strumenti di tutela nazionali
I principali vincoli a livello nazionale sono definiti da diverse leggi di tutela; si ricordano
principalmente il Regio Decreto n. 3267 del 30 dicembre 1923; il Decreto Legislativo
n. 42 del 22 Gennaio 2004, il Decreto del Presidente della Repubblica 8 Settembre
1997, n. 357 ed il Decreto Ministeriale del 3 Aprile 2000 .
8.1.1
Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267
Il Regio Decreto-Legge n. 3267/1923 prevede il riordinamento e la riforma della
legislazione in materia di boschi e di terreni montani. In particolare tale decreto vincola
per scopi idrogeologici, i terreni di qualsiasi natura e destinazione che possono subire
denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque; un secondo vincolo è
posto sui boschi che per loro speciale ubicazione, difendono terreni o fabbricati da
caduta di valanghe, dal rotolamento dei sassi o dalla furia del vento.
Per i territori vincolati, sono segnalate una serie di prescrizioni sull’utilizzo e la
gestione; il vincolo idrogeologico deve essere tenuto in considerazione soprattutto nel
caso di territori montani dove tagli indiscriminati e/o opere di edilizia possono creare
gravi danni all’ambiente.
8.1.2
Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42
Il Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del
paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 Luglio 2002, n. 137”, abrogando il
precedente DLgs 490/99, detta una nuova classificazione degli oggetti e dei beni da
sottoporre a tutela e introduce diversi elementi innovativi per quanto concerne la
gestione della tutela stessa.
In particolare, il nuovo Decreto, così come modificato dai decreti legislativi n. 156 e
n. 157, entrambe del 24.03.2006, identifica, all’art. 1, come oggetto di “tutela e
valorizzazione” il “patrimonio culturale” costituito dai “beni culturali e paesaggistici”
(art. 2).
Il Codice è suddiviso in cinque parti delle quali: la Parte II è relativa ai “beni culturali” e
la Parte III ai “beni paesaggistici”.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 48 di 489
Rev.
0
Nella Parte Seconda “Beni culturali”, Titolo I, Capo I, art. 10, il Codice, tra l’altro, tutela:
•
“le cose mobili ed immobili d’interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico, appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici
territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche
private senza fine di lucro “(art. 2 ex DLgs 490/99);
•
“le cose mobili ed immobili del precedente punto che presentano interesse
artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante”,
appartenenti a soggetti diversi da quelli indicati al precedente punto (art. 2 ex
DLgs 490/99);
“le cose mobili ed immobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse
particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica,
militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali
testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o
religiose”;
“le ville, i parchi ei giardini che abbiano interesse artistico o storico” (art. 2 ex DLgs
490/99);
•
•
•
“i siti minerari di interesse storico od etnoantropologico”.
La tutela, Capo III art. 20, ne impedisce la distruzione, il danneggiamento o l’uso non
compatibile con il loro carattere storico-artistico o tale da recare pregiudizio alla loro
conservazione. Tra gli interventi soggetti ad autorizzazione (art. 21) del Ministero
ricadono “la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva
ricostruzione” mentre “l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni
culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente” ad eccezione delle opere
e dei lavori incidenti su beni culturali ove per il relativo iter autorizzativo si ricorra a
conferenza di servizi (art. 25) o soggetti a valutazione di impatto ambientale
(art. 26). In questi ultimi due casi l’autorizzazione è espressa dai competenti organi del
Ministero con parere motivato da inserire nel verbale della conferenza o direttamente
dal Ministero in sede di concerto per la pronuncia sulla compatibilità ambientale.
Nella Parte Terza “Beni paesaggistici”, Titolo I, Capo I, art. 134, il Codice individua
come beni paesaggistici:
a) gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (art. 136) - (art. 139 ex DLgs
490/99):
- “le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di
singolarità geologica”;
- “le ville, i giardini ed i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte
seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune
bellezza”;
- “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto
avente un valore estetico e tradizionale ivi comprese le zone di interesse
archeologico”;
- “le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di
vista o di belvedere, accessibili al pubblico dai quali si goda lo spettacolo di
quelle bellezze”;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
b)
c)
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 49 di 489
Rev.
0
le aree tutelate per legge (art. 142) - (art 146 ex DLgs 490/99):
- “i territori costieri compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea
di battigia, anche per i terreni elevati sul mare”;
- “i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300
metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi”;
- “i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico
delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con RD
11 Dicembre 1933, n. 1775 e le relative sponde o piede degli argini per una
fascia di 150 metri ciascuna”;
- “le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la
catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e
per le isole”;
- “i ghiacciai e i circhi glaciali”;
- “i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione
esterna dei parchi;”
- “i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal
fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’art. 2,
commi 2 e 6, del DLgs 18 Maggio 2001, n. 227”;
- “le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici”;
- “le zone umide incluse nell’elenco previsto dal DPR 13 Marzo 1976, n. 448”;
- “i vulcani”;
- “le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del
presente codice”.
“gli immobili e le aree comunque sottoposti a tutela dai piani paesaggistici
previsti dagli articoli 143 e 156”.
"Non sono comprese tra beni elencati al punto b) sopracitato le aree che alla data del 6
settembre 1985:
a) erano delimitate negli strumenti urbanistici come zone A e B;
b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 Aprile
1968, n. 1444, come zone diverse dalle zone A e B, ed erano ricomprese in piani
pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state
concretamente realizzate;
c) nei comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai
sensi dell'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865.
3. La disposizione del comma 1 non si applica ai beni ivi indicati alla lettera c) che la
regione, in tutto o in parte, abbia ritenuto, entro la data di entrata in vigore della
presente disposizione, irrilevanti ai fini paesaggistici includendoli in apposito elenco
reso pubblico e comunicato al Ministero. Il Ministero, con provvedimento motivato, può
confermare la rilevanza paesaggistica dei suddetti beni. Il provvedimento di conferma
è sottoposto alle forme di pubblicità previste dall'articolo 140, comma 3.
4. Resta in ogni caso ferma la disciplina derivante dagli atti e dai provvedimenti indicati
all'articolo 157"
Per quanto concerne la gestione della tutela, il Codice, ribadendo la competenza delle
regioni in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio (art. 135), indica i criteri di
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 50 di 489
Rev.
0
elaborazione ed i contenuti dei piani paesaggistici regionali (art. 143), e, a riguardo,
prevede che l'elaborazione dei Piani del Paesaggio si articoli nelle seguenti fasi:
"a) ricognizione dell'intero territorio, considerato mediante l'analisi delle caratteristiche
storiche, naturali, estetiche e delle loro interrelazioni e la conseguente definizione dei
valori paesaggistici da tutelare, recuperare, riqualificare e valorizzare;
b) puntuale individuazione, nell'ambito del territorio regionale, delle aree di cui al
comma 1, dell'articolo 142 e determinazione della specifica disciplina ordinata alla loro
tutela e valorizzazione;
c) analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio attraverso l'individuazione dei
fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del paesaggio, nonché la
comparazione con gli altri atti di programmazione, di pianificazione e di difesa del
suolo;
d) individuazione degli ambiti paesaggistici di cui all'articolo 135;
e) definizione di prescrizioni generali ed operative per la tutela e l'uso del territorio
compreso negli ambiti individuati;
f) determinazione di misure per la conservazione dei caratteri connotativi delle aree
tutelate per legge e, ove necessario, dei criteri di gestione e degli interventi di
valorizzazione paesaggistica degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse
pubblico;
g) individuazione degli interventi di recupero e riqualificazione delle aree
significativamente compromesse o degradate e degli altri interventi di valorizzazione;
h) individuazione delle misure necessarie al corretto inserimento degli interventi di
trasformazione del territorio nel contesto paesaggistico, alle quali debbono riferirsi le
azioni e gli investimenti finalizzati allo sviluppo sostenibile delle aree interessate;
i) tipizzazione ed individuazione, ai sensi dell'articolo 134, comma 1, lettera c), di
immobili o di aree, diversi da quelli indicati agli articoli 136 e 142, da sottoporre a
specifica disciplina di salvaguardia e di utilizzazione"
I Piani se elaborati, a seguito di accordo specifico, congiuntamente con il Ministero per
i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare e successivamente approvati possono, tra l’altro, altresì individuare:
a) le aree, tutelate ai sensi dell’art. 142 (art. 146 ex DLgs 490/99), nelle quali la
realizzazione delle opere e degli interventi consentiti, in considerazione del livello
di eccellenza dei valori paesaggistici o della opportunità di valutare gli impatti su
scala progettuale, richiede comunque il previo rilascio dell’autorizzazione
paesaggistica;
b) le aree, non oggetto di atti e provvedimenti volti alla dichiarazione di notevole
interesse pubblico, nelle quali, “la realizzazione delle opere e degli interventi può
avvenire in base alla verifica della conformità alle previsioni del piano e dello
strumento urbanistico effettuata nell’ambito del procedimento inerente al titolo
edilizio con le modalità previste dalla relativa disciplina….. e non richiede il rilascio
dell’autorizzazione” paesaggistica.
In sintesi, il Codice prevede, difformemente a quanto disposto dal DLgs 490/99, che le
Regioni possano escludere la necessità dell’autorizzazione paesaggistica per la
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 51 di 489
Rev.
0
realizzazione di opere e di interventi nelle zone “Galasso” in attuazione di quanto
indicato alla lettera b).
Le Regioni hanno 4 anni di tempo, a decorrere dal 1 maggio 2004, per verificare la
congruenza tra i piani paesistici attualmente vigenti ed i nuovi contenuti richiesti dal
Codice e per provvedere, se necessario, agli opportuni adeguamenti.
Al massimo entro 2 anni dalla approvazione o entro la data prevista nel piano, “i
comuni, le città metropolitane, le province e gli enti gestori delle aree naturali protette
conformano e adeguano gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica alle
previsioni dei piani paesaggistici”, introducendo, ove necessario, le ulteriori previsioni
conformative che, alla luce delle caratteristiche specifiche del territorio, risultino utili ad
assicurare l’ottimale salvaguardia dei valori paesaggistici individuati dai piani.
Il Codice (art. 146) assicura la protezione dei beni soggetti a tutela vietando ai
proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di distruggerli o introdurvi
modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione. Gli
stessi soggetti hanno l’obbligo di sottoporre alla Regione o all’Ente locale al quale la
regione ha affidato la relativa competenza i progetti delle opere che intendano
eseguire, al fine di ottenerne la preventiva autorizzazione.
Fino al 30 giugno 2009, ovvero fino all’approvazione dei piani paesaggistici,
(suscettibile di cadenze temporali diverse da regione a regione) se anteriore al
1°maggio 2008, è prevista una fase transitoria che mantiene in essere il sistema
preesistente (art. 159, DLgs 42/04 e s.m.i.) e quindi, ad avvenuto rilascio
dell’autorizzazione paesaggistica, l’ente che ha provveduto al suo rilascio provvede a
darne comunicazione alla Soprintendenza, inviando alla stessa la documentazione
prevista in merito. La soprintendenza se ritiene l’autorizzazione non conforme alle
prescrizioni di tutela del paesaggio può annullarla, con provvedimento motivato, entro i
60 giorni successivi alla ricezione della relativa documentazione completa.
8.1.3
Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357
Il DPR 08.09.97, n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43 CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali, nonché della flora e
della fauna selvatiche” così come modificato dal DPR 12.03.2003, n. 120, disciplina le
procedure per l’adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/CEE “Habitat”
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia delle biodiversità mediante la conservazione
degli habitat elencati nell’allegato A e delle specie della flora e della fauna indicate agli
allegati B, D ed E al presente regolamento.
Tra le definizioni elencate all’art. 2 del DPR in argomento si segnalano le seguenti:
"…
l) sito: un’area geograficamente definita, la cui superficie sia chiaramente delimitata;
m) sito di importanza comunitaria: un sito che è stato inserito nella lista dei siti
selezionati dalla Commissione Europea e che nella o nelle regioni biogeografiche cui
appartiene, contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di
habitat naturale di cui allegato A o di una specie di cui allegato B in uno stato di
conservazione soddisfacente e che può, inoltre, contribuire in modo significativo alla
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 52 di 489
Rev.
0
coerenza della rete ecologica “ Natura 2000” di cui all’articolo 3, al fine di mantenere la
diversità biologica nella regione biogeografia o nelle regioni biogeografiche in
questione….
m bis) proposto sito di importanza comunitario (pSic): un sito individuato dalle regioni e
provincie autonome di Trento e Bolzano, trasmesso dal Ministero dell’ambiente e della
tutela del territorio alla Commissione europea, ma non ancora inserito negli elenchi
definitivi dei siti selezionati dalla Commissione europea;
n) zona speciale di conservazione: un sito di importanza comunitario designato in base
all’art 3, comma 2, in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al
mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat
naturali o delle popolazioni delle specie per cui il sito è designato;
…"
All’art. 3 “Zone speciali di conservazione”, il decreto stabilisce che
"1.le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano individuano i siti in cui si
trovano i tipi di habitat elencati nell’allegato A ed habitat di specie di cui all’allegato B e
ne danno comunicazione al ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ai fini
della formulazione alla Commissione europea, da parte dello stesso Ministero,
dell’elenco dei proposti siti di importanza comunitaria (pSic) per la costruzione della
(modifica introdotta con D.P.R. 120/2003) rete ecologica europea coerente di zone
speciali di conservazione denominata “Natura 2000”.
2. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, ……., designa con proprio
decreto i siti di cui al comma 1 quali “Zone speciali di conservazione”, entro il termine
massimo di sei anni, dalla definizione, da parte della Commissione europea dell’elenco
dei siti.
Qualora le zone speciali di conservazione ricadano all’intero delle aree naturali
protette, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla normativa
vigente. Per la porzione ricadente all’esterno del perimetro dell’area naturale protetta la
regione o la provincia autonoma adotta, sentiti anche gli enti locali interessati e il
soggetto gestore dell’area protetta, le opportune misure di conservazione e le norme di
gestione (sostituzione dell’art. 4 comma 3, introdotta con D.P.R. 120/2003 art. 4
comma 1 lettera d) ).
Il decreto, all'art. 5, stabilisce che:
"…
3. I proponenti di interventi …che possono avere incidenze significative sul sito stesso,
singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano ai fini della valutazione
di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi
nell’allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di
importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli
obiettivi di conservazione dei medesimi.
4. Per i progetti assoggettati a procedura di valutazione di impatto ambientale, ai sensi
dell’art. 6 della L.349/1986, e del D.P.R. 12.04.1996 e s.m.i., che interessano proposti
siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria e zone speciali di
conservazione, come definiti dal presente regolamento, la valutazione di incidenza è
ricompresa nell’ambito della predetta procedura che, in tal caso, considera anche gli
effetti diretti e indiretti dei progetti sugli habitat e sulle specie per i quali detti siti e zone
sono stati individuati. A tal fine lo studio di impatto ambientale predisposto dal
proponente deve contenere gli elementi relativi alla compatibilità del progetto con le
finalità conservative previste dal presente regolamento, facendo riferimento agli
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 53 di 489
Rev.
0
indirizzi di cui all’allegato G.
…..
7. La valutazione di incidenza di piani o di interventi che interessano pSIC, SIC e ZSC
ricadenti, interamente o parzialmente, in un’area naturale protetta nazionale, come
definita dalla L. 6/12/1991 n. 394, è effettuata sentito l’ente di gestione dell’area stessa.
L’autorità competente al rilascio dell’approvazione definitiva del piano o dell’intervento
acquisisce preventivamente la valutazione di incidenza,…".
…..
9. Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione sul sito ed in
mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano o l’intervento debba essere
realizzato per motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura
sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura
compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete “Natura 2000” e
ne danno comunicazione al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio"
Il DM 3 aprile 2000 del Ministero dell’Ambiente ha reso pubblico l’elenco dei Siti di
Importanza Comunitaria proposti, unitamente all’elenco delle Zone di Protezione
Speciale designate ai sensi della direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979,
concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Con Decisione del 22 dicembre 2003, la Commissione delle Comunità Europee, in
applicazione della Direttiva 92/43/CEE, ha approvato il primo elenco dei siti di
importanza comunitaria (SIC) della regione biogeografica alpina. L’elenco riporta 959
Siti localizzati nel territorio comunitario delle Alpi (Austria, Italia, Germania e Francia),
dei Pirenei (Francia e Spagna), degli Appennini (Italia) e delle montagne della
Fennoscandinavia (Svezia e Finlandia).
Per quanto attiene il territorio nazionale, il Ministro dell’Ambiente e della tutela del
Territorio, con proprio decreto del 25 marzo 2004, ha pubblicato la lista dei 452 Siti
ricadenti In Italia e che, ai sensi dell’art. 3 del DPR 357/97, saranno designati quali
Zone Speciali di Conservazione (ZSC) con decreto del Ministero dell’Ambiente e della
tutela del Territorio entro il termine di sei anni e, con Decreto 25 marzo 2005, ha
emanato l'Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), classificate ai sensi della
direttiva 79/409/CE.
8.2
Piani di Bacino
Ulteriori strumenti di pianificazione di livello nazionale, sopraregionale e regionale sono
i Piani di Bacino, elaborati dalle diverse Autorità di Bacino in attuazione degli obiettivi
della L. 183/89 allo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere
strutturali e la definizione di vincoli e direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di
natura idraulica e idrogeologica e la tutela degli aspetti ambientali a esso connessi.
In particolare, il tracciato in progetto, procedendo nel senso di trasporto del gas da
sud-ovest verso nord-est, interferisce con i seguenti Piani:
• Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del F. Magra, adottato con
delibera CI n. 180 del 27.04.2006 elaborato dall’Autorità di Bacino Interregionale
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 54 di 489
Rev.
0
del F. Magra, approvato con DCR della Toscana n. 69 del 05.07.2006 e con DCR
della Liguria n. 24 del 18.07.2006 ;
Piano di Bacino del F. Po, elaborato dall’Autorità di Bacino Nazionale del Po ed
adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 18 del 26.04.2001 .
I diversi Piani, nell’ambito dei rispettivi territori di competenza, perseguendo la migliore
compatibilità tra le aspettative di utilizzo e di sviluppo del territorio e la naturale
dinamica idrogeomorfologica del bacino, nel rispetto della tutela ambientale e della
sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture, individuano delle
zone particolari, definendone le limitazioni alle attività di trasformazione del territorio.
In particolare, la realizzazione di infrastrutture ritenute indispensabili per l’interesse
pubblico è consentita, per ciascuna tipologia di area, previo parere vincolante
dell’Autorità di Bacino territorialmente competente per la verifica della compatibilità con
le finalità del Piano.
PAI del F. Magra
Il PAI del Fiume Magra individua le seguenti aree in dissesto e inondabili in base alla
pericolosità:
• Aree di versante:
o aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (PG4)
o aree a pericolosità geomorfologica elevata (PG3)
o aree a pericolosità geomorfologica media (PG2)
• Aree di fondovalle:
o aree a pericolosità idraulica molto elevata – elevata (PI4)
o aree a pericolosità idraulica media (PI3)
o aree a pericolosità idraulica bassa (PI2)
o aree a criticità idraulica non studiata
o aree difese da interventi di sistemazione idraulica
Piano di Bacino del Fiume Po
Il Piano di Bacino del F. Po rappresenta lo strumento che consolida e unifica la
pianificazione di bacino per l'assetto idrogeologico, coordinando le determinazioni
precedentemente assunte con:
• il Piano Stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al ripristino
dell’assetto idraulico, alla eliminazione delle situazioni di dissesto idrogeologico e
alla prevenzione dei rischi idrogeologici, nonché per il ripristino delle aree di
esondazione - PS 45;
• il Piano stralcio delle Fasce Fluviali - PSFF;
• il Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato - PS 267;
in taluni casi precisandoli e adeguandoli al carattere integrato e interrelato richiesto al
piano di bacino.
Nel PAI sono state individuate le seguenti zone, soggette a limitazioni alle attività di
trasformazione del territorio:
• Titolo I – Norme per l’assetto della rete idrografica e dei versanti
o Frane
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 55 di 489
Rev.
0
− Aree interessate da frane attive (pericolosità molto elevata) - (Fa);
− Aree interessate da frane quiescenti (pericolosità elevata) - (Fq);
− Aree interessate da frane stabilizzate (pericolosità media o moderata) (Fs);
o Esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei
corsi d'acqua
− Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità molto elevata (Ee);
− Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità elevata (Eb);
− Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità media o moderata (Em);
o Trasporto di massa sui conoidi
− Aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi non protette da opere di difesa
e di sistemazione a monte (pericolosità molto elevata) - (Ca);
− Aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi parzialmente protette da opere
di difesa e di sistemazione a monte (pericolosità elevata) - (Cp);
− Aree di conoidi non recentemente riattivatisi o completamente protette da
opere di difesa (pericolosità media o moderata) - (Cn);
o Valanghe
− Aree di pericolosità elevata o molto elevata (Ve);
− Aree di pericolosità media o moderata (Vm).
Titolo II - Norme per le fasce fluviali:
o fascia di deflusso della piena (fascia A);
o fascia di esondazione (fascia B);
o area di inondazione per piena catastrofica (fascia C).
Titolo III - Attuazione dell’art. 8, comma 3, della L. 2 maggio 1990 n. 102 (Bacino
del F. Adda)
Titolo IV – Norme per le aree a rischio idrogeologico molto elevato
o aree a rischio molto elevato in ambiente collinare e montano;
o aree a rischio molto elevato nel reticolo idrografico principale e secondario di
pianura.
8.3
Strumenti di tutela e pianificazione regionali e provinciali
8.3.1
Regione Toscana
La legge regionale n.1 del 3/01/2005, analogamente alla precedente LR n. 5 del 16
Gennaio 1995 “Norme per il governo del territorio” che sostituisce, detta "le norme per
il governo del territorio promovendo, nell’ambito della Regione, lo sviluppo sostenibile
delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio medesimo" e, a tal fine, tra
l'altro individua, all'art. 9, gli strumenti di pianificazione territoriale in
− il piano regionale di indirizzo territoriale, disciplinato dall'art. 48;
− il piano territoriale di coordinamento provinciale, disciplinato dall'art. 51;
− il piano strutturale comunale, disciplinato dall'art. 53.
Detti strumenti contengono lo "statuto del territorio" che viene ad assumere e
ricomprendere, "all’interno dello specifico strumento della pianificazione territoriale, le
invarianti strutturali ….., quali elementi cardine dell’identità dei luoghi, consentendo in
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 56 di 489
Rev.
0
tal modo l’individuazione, ad ogni livello di pianificazione, dei percorsi di democrazia
partecipata delle regole di insediamento e di trasformazione nel territorio interessato la
cui tutela garantisce, nei processi evolutivi sanciti e promossi dallo strumento
medesimo, lo sviluppo sostenibile" ai sensi degli obbiettivi e delle finalità della stessa
legge regionale.
Lo statuto viene così ad assumere il valore di piano paesaggistico ai sensi, di quanto
previsto dall’articolo 33 della stessa LR 1/05 ed anche ai sensi di quanto previsto
dall’articolo 143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e pertanto individua i
beni paesaggistici e la relativa disciplina.
In riferimento all’ambito regionale, il Piano di indirizzo territoriale (PIT), approvato con
DCR n. 12 del 25/01/00, individua e definisce,:
− "i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura del territorio;
− le invarianti strutturali ….;
− i principi per l’utilizzazione delle risorse essenziali nonché le prescrizioni inerenti ai
relativi livelli minimi prestazionali e di qualità;
− le aree dichiarate di notevole interesse pubblico …….",
In particolare, il PIT contiene prescrizioni:
− di carattere generale sull’uso e la tutela delle risorse essenziali del territorio, sugli
ambiti territoriali in funzione della localizzazione di infrastrutture, parchi regionali ed
impianti tecnologici;
− localizzative indicate da piani regionali di settore;
− in ordine alla pianificazione urbanistico - territoriale con specifica considerazione
dei valori paesistici ai sensi della ex legge 8 agosto 1985, n. 431.
Lo statuto contenuto nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTC) per il
territorio di competenza:
− "Individua e definisce - i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura del
territorio – le invarianti strutturali – i criteri per l’utilizzazione delle risorse essenziali –
i livelli minimi prestazionali e di qualità – i criteri per la riqualificazione, la
valorizzazione dei paesaggi e gli ambiti paesaggistici d’interesse provinciale e i
relativi obiettivi di qualità paesaggistica – gli ambiti paesaggistici di rilievo
sovracomunale;
− Delinea la strategia dello sviluppo territoriale individuando – gli obiettivi e gli indirizzi
dello sviluppo territoriale – i criteri della valutazione integrata – gli immobili di grande
interesse pubblico – l’ articolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali
promuovendo la formazione degli strumenti della pianificazione territoriale – i criteri
e parametri di applicazione delle norme relative al territorio rurale – le
trasformazione dei boschi;
− Stabilisce – le prescrizioni, le finalità e il coordinamento delle politiche di settore e
degli strumenti della programmazione della provincia – le prescrizioni e la
localizzazione degli interventi della provincia – eventuali misure di salvaguardia".
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 57 di 489
Rev.
0
Lo statuto contenuto nel Piano Strutturale Comunale (PSC) per il territorio di
competenza:
− "individua e definisce: le risorse che costituiscono la struttura identitaria del
territorio comunale ….; le invarianti strutturali …;i principi del governo del territorio;
i criteri per l’utilizzazione delle risorse essenziali nonché i relativi livelli minimi
prestazionali e di qualità…; la disciplina della valorizzazione del paesaggio, nonché
le disposizioni di dettaglio per la tutela dell’ambiente, dei beni paesaggistici e dei
beni culturali in attuazione del piano di indirizzo territoriale e del piano territoriale di
coordinamento …; le aree e gli immobili dichiarati di notevole interesse pubblico
…".
− delinea la strategia dello sviluppo territoriale comunale …"
In particolare, la provincia di Massa Carrara, che si era dotata di un primo PTC con
DCP n. 75 del 29/09/99, in anticipo rispetto alla definitiva approvazione del PIT
regionale, in attuazione delle indicazioni della LR 1/05, ha approvato, con Delibera del
CP n. 9 del 13/04/05, la variante di adeguamento del PTC al PIT regionale.
Il PTC, che ha le finalità di tutelare l’identità culturale e l’integrità fisica del territorio e di
promuovere la valorizzazione ed il ripristino delle qualità dell’ambiente
naturale, paesaggistico ed urbano, è così costituito dagli elaborati relativi al Quadro
conoscitivo ed al Progetto.
Il PTC recepisce i Sistemi Territoriali Locali individuati dal PIT regionale, per la
programmazione socio-economica ed individua, inoltre, i Sistemi Territoriali di
Programma, articolandoli, per quanto riguarda i valori paesistici, in Sottosistemi.
8.3.2
Regione Emilia Romagna
La Legge Regionale n. 20 del 24 marzo 2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso
del territorio” definisce, all’art. 23, il Piano Territoriale Regionale (PTR) come lo
strumento di programmazione attraverso il quale la Regione identifica gli obbiettivi di
sviluppo, di qualificazione e di valorizzazione delle risorse sociali ed ambientali.
Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato con DCR n. 1338 del
28.01.1993, in
attuazione
dell’ex
DLgs
490/99,
individua
i
valori
storici, culturali, paesaggistici ed ambientali del territorio regionale e definisce la
disciplina per la loro tutela e valorizzazione.
In particolare il PTPR suddivide gli oggetti del piano in:
• Sistemi: ambiti che strutturano e definiscono la forma e l’assetto del territorio
regionale;
• Zone: ambiti che connotano e caratterizzano le diverse realtà regionali;
• Elementi: oggetti intesi come ambiti o elementi aventi una propria definita ed
inconfondibile identità.
Il Piano disciplina gli oggetti di cui sopra dettandone le prescrizioni, le direttive e gli
indirizzi; pertanto, nell’ambito del sistema della pianificazione regionale, gioca un ruolo
primario nella formazione degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale e
prevede infatti esplicitamente che questi strumenti provvedano, ciascuno per il proprio
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 58 di 489
livello territoriale, a specificare, approfondire e attuarne i contenuti
disposizioni, nonché alla loro applicazione alle specifiche situazioni locali.
0
e
le
Dall’entrata in vigore della LR 20/2000, i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
(PTCP), recependo la struttura zonale e la normativa di base dettata dal PTPR
costituiscono, in materia paesaggistica, il riferimento per gli strumenti comunali di
pianificazione e per l’attività amministrativa attuativa.
- Il tracciato del metanodotto in progetto interferisce, in particolare, con i territori
provinciali di:
− Parma
− Piacenza
Provincia di Parma
Il vigente Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Parma (PTCP) è stato
approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 134 del 21.13.2007 ed è stato
redatto in ottemperanza ad una specifica richiesta avanzata dalla Regione in sede di
“Intesa” sulla proposta di controdeduzioni alle osservazioni ed alle “riserve” formulate
dalla stessa Amministrazione regionale sullo strumento adottato precedentemente,
condizionando l'approvazione del PTCP alla esecuzione di alcuni adempimenti in
materia di viabilità, individuazione di nuove aree produttive di interesse sovracomunali
e di adeguamento del Piano stesso al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI).
Nel corso della definizione del programma per l’elaborazione degli adempimenti
richiesti dalla Regione, la Giunta provinciale ha, quindi, ritenuto opportuno aggiungere
ulteriori approfondimenti che costituiscono, in alcuni casi, variante al Piano in materia
di :
− aree a rischio di incidente rilevante;
− recepimento dei risultati della ricerca condotta dall’Università di Parma sugli edifici
di valore storico-testimoniale in ambito rurale;
− aggiornamento ed integrazione delle norme di attuazione, conseguenti alla prima
fase di gestione del Piano, unitamente all’aggiornamento di alcuni elaborati
cartografici fra cui la Carta Forestale.
L’originario Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Parma (PTCP),
redatto ai sensi dell’articolo 20, comma 2, del DLgs 267/2000 ed ai contenuti della
legislazione regionale in materia di programmazione e pianificazione territoriale, di cui
all’art. 26 della LR n 20 del 24 Marzo 2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del
territorio” e successive modifiche, era stato approvato con Delibera del Consiglio
Provinciale n 71 del 25/07/2003.
Il PTCP definisce l'assetto del territorio di competenza e, in riferimento agli interessi
sovracomunali, in particolare:
• "orienta l’attività di governo del territorio provinciale e di quello dei Comuni";
• "costituisce, nel proprio ambito territoriale, specificazione, approfondimento ed
attuazione delle linee di azione della programmazione regionale";
• "costituisce momento di raccordo delle politiche settoriali della Provincia";
• "costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica
comunale".
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 59 di 489
Rev.
0
Il PTCP, perseguendo, tra l'altro, il miglioramento della qualità ambientale del territorio
attraverso la tutela delle peculiarità fisiche e culturali dello stesso, "assume i seguenti
contenuti:
− recepisce gli interventi definiti a livello nazionale e regionale, relativamente al
sistema infrastrutturale primario e alle opere rilevanti per estensione e natura;
− individua, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, ipotesi
di sviluppo dell’area provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e di
utilizzazione del territorio;
− definisce i criteri per la localizzazione e il dimensionamento di strutture e servizi di
interesse provinciale e sovracomunale;
− definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti
e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele
paesaggistico-ambientali;
− definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro
uso, stabilendo le condizioni e i limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle
previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti che esulano dai
confini amministrativi di ciascun ente;
− specifica ed articola le dotazioni territoriali, indicando a tal fine i diversi ruoli dei
centri abitati nel sistema insediativo provinciale."
Il PTCP si compone del Quadro conoscitivo, della Relazione illustrativa, di una serie di
dodici tavole cartografiche (in scale comprese tra 1:25.000 e 1:50.000), delle Norme
Tecniche di Attuazione (NTA) e della Valutazione di sostenibilità ambientale e
territoriale (VALSAT).
Per quanto attiene la tutela dell’integrità culturale, paesistica ed ambientale del
territorio di competenza della Provincia, il PTCP individua:
a) sistemi, zone ed elementi strutturanti la forma del territorio, suddivisi in:
− sistema dei crinali e sistema collinare-montano,
− sistema forestale e boschivo,
− sistema delle aree agricole e degli ambiti rurali,
− zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua,
− invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua,
− zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale,
− particolari disposizioni di tutela di specifici elementi;
b) zone ed elementi di specifico interesse storico-naturalistico, quali:
− zone ed elementi di interesse storico-archeologico,
− insediamenti urbani storici e strutture insediative storiche non urbane,
− zone di interesse storico-testimoniale,
− elementi di interesse storico-testimoniale,
− zone di tutela naturalistica;
c) limitazioni delle attività di trasformazione e di uso derivanti dall’instabilità o dalla
permeabilità del terreno, con riferimento a:
− zone ed elementi caratterizzati da fenomeni di dissesto e instabilità,
− zone ed elementi caratterizzati da potenziale instabilità,
− zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei,
− abitati da consolidare o da trasferire.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 60 di 489
Rev.
0
Le Norme di Attuazione del PTCP, articolate in quattro Parti riguardanti,
rispettivamente, le disposizioni generali, la tutela dell’integrità fisica, culturale,
paesistica ed ambientale del territorio, gli indirizzi di assetto territoriale e contenuti
della pianificazione urbanistica comunale e le disposizioni transitorie individuano, in
attuazione delle disposizioni del PTPR, "le unità di paesaggio di livello provinciale,
intese come ambiti territoriali omogenei e unitari per la gestione delle politiche di tutela
e come quadro di riferimento essenziale per la metodologia di formazione di strumenti
urbanistici attraverso gli indirizzi e le direttive".
Per l’attuazione delle proprie finalità, il Piano detta:
− indirizzi, intesi come disposizioni volte a fissare obiettivi per la predisposizione dei
piani comunali e dei piani settoriali provinciali;
− direttive, intese come disposizioni che devono essere osservate nella elaborazione
dei contenuti dei piani comunali e dei piani settoriali provinciali;
− prescrizioni, intese come disposizioni che incidono direttamente sul regime
giuridico dei beni disciplinati, regolando gli usi ammissibili e le trasformazioni
consentite.
Provincia di Piacenza
Il Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Piacenza (PTCP) è stato
adottato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 51 del 26/01/1999 ed approvato con
atto della Giunta Regionale n. 1303 del 25/07/2000.
Il PTCP, in riferimento al disposto dell'art. 2 e del comma 6 dell'art. 28 della LR 6/95
persegue, tra l'altro, la valorizzazione delle peculiarità del territorio locale e la
conservazione ed il miglioramento della qualità dell'ambiente e del paesaggio.
In particolare, quest'ultima finalità è rispettata:
a. conservando i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi
rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane;
b. garantendo la qualità dell’ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione
collettiva;
c. assicurando la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche,
morfologiche e culturali;
d. individuando le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l’integrazione
dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani
e progetti".
Il PTCP è costituito dalla Relazione generale, corredata da monografie ed elaborati di
supporto, dalla cartografia di progetto relative ai sistemi ambientale, territoriale ed
infrastrutturale e dalle Norme Tecniche di Attuazione (NTA).
Per quanto attiene la tutela paesistica il Piano disciplina:
a. sistemi strutturanti la forma del territorio, ovvero:
sistema dei crinali;
sistema collinare;
sistema vegetazionale;
sistema delle aree agricole;
sistema delle acque superficiali;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 61 di 489
Rev.
0
b. zone ed elementi di specifico interesse storico o naturalistico, cioè zone di tutela
dei caratteri ambientali ricadenti nei sistemi di cui alla precedente lettera a.;
- zone ed elementi di interesse storico-archeologico;
- insediamenti urbani storici e strutture insediative storiche non urbane;
- zone ed elementi di interesse storico-testimoniale;
- zone di tutela naturalistica ed ecosistemi rilevanti;
- altre zone di particolare interesse paesaggistico -ambientale;
c. aree ed elementi, anche coincidenti in tutto od in parte con sistemi, zone ed
elementi di cui alle precedenti lettere, le cui specifiche caratteristiche richiedono,
oltre ad ulteriori determinazioni degli strumenti settoriali di pianificazione e di
programmazione provinciali, la definizione di limitazioni alle attività di
trasformazione e d’uso, e cioè anche in relazione a fenomeni di dissesto o di
instabilità, in atto o potenziali, ovvero alla elevata permeabilità dei terreni con
ricchezza di falde idriche".
Le Norme di Attuazione del PTCP, articolate in quattro Parti riguardanti,
rispettivamente, le disposizioni generali, la tutela territoriale, paesistica e
geoambientale, il sistema antropico consolidato e le disposizioni transitorie individuano
tutti gli elementi, i siti, le zone disciplinati dalle diverse norme di tutela (L1089/39,
L1497/39, LR 2/77, ecc), le unità di paesaggio infraregionali, gli insediamenti storici
principali, i tratti di viabilità panoramica e gli abitati da consolidare che vengono a
caratterizzare il territorio provinciale.
Per l’attuazione delle proprie finalità, il Piano detta:
− indirizzi, intesi come norme di orientamento per l'attività di pianificazione comunale
e provinciale di settore;
− direttive, intese come norme che devono essere osservate nell'attività di
pianificazione comunale e provinciale di settore, e negli atti amministrativi
regolamentari degli enti pubblici;
− prescrizioni, intese come norme vincolanti relative a sistemi, zone ed elementi
individuati e delimitate sulle tavole dello stesso PTCP o individuabili con esattezza
in base a caratteristiche fisiche distintive che prevalgono nei confronti di qualsiasi
strumento di pianificazione e di attuazione della pianificazione settoriale comunale
e provinciale.
8.4
Strumenti di tutela e pianificazione locali
Il Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) è lo strumento di sintesi di tutte le
disposizioni in materia di assetto territoriale del territorio comunale.
In particolare il PRGC è finalizzato a garantire:
•
•
•
la tutela e l'uso razionale delle risorse naturali nonché la salvaguardia dei beni di
interesse culturale, paesistico ed ambientale;
un equilibrato sviluppo degli insediamenti, con particolare riguardo alle attività
economiche presenti o da sviluppare nell'ambito del territorio comunale;
il soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi ed alle
attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 62 di 489
Rev.
0
mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del
patrimonio edilizio esistente;
l'equilibrio tra la morfologia del territorio e dell'edificato, la capacità insediativa
teorica del piano e la struttura dei servizi.
Il PRGC contiene, a livello dell’intero territorio comunale:
a) gli obiettivi e le strategie che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il
piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonché di revisione od
aggiornamento del piano;
b) il recepimento delle direttive e delle prescrizioni dei piani e delle normative
sovraordinate;
c) la definizione degli interventi per la tutela e valorizzazione delle risorse naturali,
ambientali, agricole, paesistiche e storiche, con l'indicazione dei vincoli di
conservazione imposti da normative sovraordinate;
d) la ricognizione delle zone di recupero e gli elementi che giustifichino, in subordine,
l'eventuale previsione di zone di espansione in relazione alle esigenze insediative
previste dal PRGC;
e) lo studio della situazione geologica, idraulica e valanghiva del territorio,al fine di
poter valutare la compatibilità ambientale delle previsioni di piano;
f) le aree del territorio comunale adibite a zone con caratteristiche omogenee in
riferimento all'uso, alla preesistente edificazione, alla densità insediativa, alle
infrastrutture ed alle opere di urbanizzazione con l'indicazione degli ambiti
territoriali all'interno dei quali la modifica di destinazione d'uso degli immobili attuata
senza opere è soggetta ad autorizzazione edilizia; tali elementi sono definiti con
riferimento alle destinazioni d'uso prevalenti ed a quelle compatibili indicate dal
PRGC per ciascuna zona;
g) le infrastrutture stradali, ferroviarie, di navigazione, le reti di approvvigionamento
idrico ed energetico, i presidi igienici ed i relativi impianti, le reti tecnologiche di
comunicazione.
Il PRGC prevede una suddivisione del territorio in zone omogenee, che possono
essere schematizzate come di seguito indicato:
Zona A parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere
storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di
essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi parte
integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi.
Zona B parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A.
Zona C parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi residenziali o a
prevalente destinazione residenziale, che risultino inedificate o nelle quali
l’edificazione preesistente non raggiunga i limiti di cui alla zona B.
Zona D parti del territorio destinate ad insediamenti industriali ed artigianali.
Zona E parti del territorio destinate ad usi agricoli e forestali.
Zona F parti del territorio destinate a zone di tutela ambientale.
Fanno parte della pianificazione locale anche tutti i piani di attuazione del PRGC
stesso, nonché i regolamenti edilizi.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 63 di 489
Rev.
0
In Regione Toscana, ai sensi dell’art. 23 della LR 5/95, il Piano Regolatore Generale
(PRG) risulta essere sostituito dal Piano Strutturale (PS), dal Regolamento Urbanistico
(RU) e dal Programma Integrato di Intervento.
Il Piano Strutturale (art. 24):
Fissa le scelte strategiche per lo sviluppo del territorio comunale;
Individua le aree che presentano caratteristiche territoriali organiche;
Definisce le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle
funzioni, nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari per ciascuna area organica
individuata.
Fissa per ciascuna area organica le funzioni generali ed i tetti massimi dell’eventuale
sviluppo volumetrico, con la relativa normativa di regolamentazione.
Come prescritto al comma 3, lettera a) del presente articolo e ai sensi dell’art. 1/bis
della L 431/85, il PS ha valore di Piano Urbanistico-Territoriale con specifica
considerazione dei valori paesistici ed ambientali.
Il Regolamento Urbanistico (art. 28):
Disciplina gli insediamenti esistenti sull’intero territorio comunale;
Individua all’interno del perimetro dei centri abitati le aree ove è possibile l’edificazione
di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti;
Determina gli interventi all’esterno dei centri abitati, individuando nel dettaglio sul
territorio le aree e le zone ove dare attuazione puntuale alle previsioni del PS.
Il Programma Integrato di Intervento (art. 29) è lo strumento facoltativo con il quale
l’amministrazione comunale, in attuazione del PS, individua le trasformazioni del
territorio da attuare per il periodo corrispondente al proprio mandato amministrativo e
che, per la loro rilevanza e complessità, necessitano di un’esecuzione programmata.
La LR 5/95 all’art. 39, successivamente modificato dall’art. 1 della LR 7/2001, indica i
termini entro cui i Comuni, i cui strumenti urbanistici generali siano stati approvati
prima dell’entrata in vigore della legge o ai sensi dell’art. 40 della stessa, sono tenuti
ad adottare il PS.
Fino all’adozione del Piano Strutturale valgono le norme del Piano Regolatore vigente;
al momento dell’adozione del Piano Strutturale entrano in vigore le norme di
salvaguardia per gli interventi esplicitamente indicati come soggetti a
salvaguardia, mentre per tutti gli altri continuano ad applicarsi le norme del Piano
Regolatore vigente; infine, sino alla definitiva approvazione del Regolamento
Urbanistico, per le zone non espressamente vincolate dal PS, continuano a valere le
norme del PRG vigente.
In Regione Emilia Romagna la LR 20/2000 identifica nei Piani Strutturali Comunali
(PSC), nei Regolamenti Urbanistici Edilizi (RUE) e nei Piani Operativi Comunali
(POC), i nuovi strumenti della pianificazione urbanistica.
Il PSC (art. 28) ha un contenuto strategico - strutturale, riguarda l’intero territorio
comunale e ne tutela l’integrità fisica, ambientale e culturale.
Il RUE (art. 29) detta le norme e i regolamenti per una corretta pianificazione
territoriale comunale disciplinando, in particolare, le tipologie e le modalità attuative
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 64 di 489
Rev.
0
delle trasformazioni e delle destinazioni d’uso; le attività di costruzione, di
trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, comprese le
norme igieniche di interesse edilizio, gli elementi architettonici e urbanistici, gli spazi
verdi e gli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano.
Il POC (art. 30) attua le previsioni del PSC individuando e disciplinando gli interventi di
tutela, valorizzazione, organizzazione e trasformazione del territorio da attuare
unicamente nell’arco temporale di cinque anni ed è inerente alle sole parti di territorio
da sottoporre a trasformazione nell’arco temporale di cinque anni.
La LR 20/2000, all’art. 43, indica i termini entro cui i Comuni devono adeguare gli
strumenti urbanistici in vigore ai contenuti della legge o devono stabilire quali previsioni
dei PRG vigenti costituiscono i PSC, POC e quali assumere nella disciplina del RUE.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9
INTERAZIONE DELL’OPERA
PIANIFICAZIONE
CON
GLI
STRUMENTI
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 65 di 489
DI
TUTELA
0
E
DI
L’esame delle interazioni tra opera e strumenti di pianificazione, nel territorio
interessato dal metanodotto in oggetto é stato effettuato prendendo in considerazione
quanto disposto dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica e di tutela, a
livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.
9.1
Strumenti di tutela a livello nazionale – Vincolo Idrogeologico (RD 3267/23)
Per quanto concerne le aree sottoposte a vincolo idrogeologico, i tracciati della nuova
condotta in progetto DN 900 (36”) e della tubazione DN 750 (30”) in dismissione
vengono ad interferire con le aree tutelate ai sensi del RD 3267/23 (vedi Vol. 3, All. 2 Dis. LB-D-83203).
L’accurata definizione del tracciato della nuova condotta, la progettazione degli
interventi e delle opere volte a garantire la stabilità dei terreni interessati, sia dalla posa
della nuova condotta, che dalla rimozione della tubazione esistente, nonché la
progettazione degli interventi di ripristino e mitigazione ambientale, che verranno
definiti lungo i tracciati, rendono la realizzazione dell’opera stessa compatibile con
quanto disposto dal vincolo.
9.1.1
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")”, P 75 bar in progetto
La nuova condotta principale DN 900 (36") interferisce con le aree soggette a vincolo
idrogeologico per una lunghezza complessiva di 70,360 km, pari al 65,56% dell’intero
sviluppo lineare della condotta in progetto, tali valori considerando i tatti di condotta
posti in opera in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) si riducono rispettivamente a 57,085 km ed a 53,19% (vedi tab. 9.1/A).
Tab. 9.1/A:
Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della
condotta DN 900 (36") in progetto
Comune
Percorrenza in area vincolata
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Pontremoli
13,405
Borgo Val di Taro
5,000
Albareto
2,310
Compiano
6,155
Bardi
14,835
Morfasso
7,450
Bore
2,080
Vernasca
5,345
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 9.1/A:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 66 di 489
Rev.
0
Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della
condotta DN 900 (36") in progetto (seguito)
Comune
Percorrenza in area vincolata
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Lugagnano Val d'Arda
0,005
Castell'Arquato
0,500
Carpaneto Piacentino
Fiorenzuola
Cadeo
Cortemaggiore
Totale
57,085
9.1.2
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")”, P 36 bar, in dismissione
La tubazione DN 750 (30") in dismissione interferisce con le aree soggette a vincolo
idrogeologico per circa 52,125 km, pari al 57,93% della lunghezza complessiva dei
tratti in dismissione della condotta (vedi tab. 9.1/B).
Tab. 9.1/B:
Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della
condotta DN 750 (30") in dismissione
Comune
Percorrenza in area vincolata
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Pontremoli
13,250
Borgo Val di Taro
3,565
Albareto
1,715
Compiano
12,090
Bardi
12,760
Morfasso
3,275
Lugagnano Val d’Arda
5,470
Totale
52,125
9.2
Strumenti di tutela a livello nazionale - DLgs 22 Gennaio 2004, n. 42
I tracciati dei metanodotti in progetto ed in dismissione vengono ad interferire con
alcune aree tutelate ai sensi del DLgs 42/2004 (vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203).
La compatibilità del progetto con quanto disposto dal vincolo risiede nella particolare
tipologia dello stesso; le nuove condotte sono, infatti, opere che, per la quasi totalità
del loro sviluppo lineare, risultano, ad eccezione degli impianti di linea, totalmente
interrate, non prevedendo né cambiamenti di destinazioni d’uso del suolo, né azioni di
esproprio ma unicamente una servitù volta ad impedire l’edificazione su di una fascia
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 67 di 489
Rev.
0
di larghezza variabile tra 27 e 40 m a cavallo dell’asse della tubazione per l’intera
lunghezza delle condotte.
Il progetto prevede il completo interramento delle trincee scavate per la posa della
nuova condotta e per la rimozione della tubazione esistente in dismissione, evitando
così effetti negativi sul paesaggio e sulla continuità del territorio. L’interramento, inoltre,
viene effettuato ad una profondità tale da non interferire con il regolare sviluppo
radicale delle piante che verranno messe a dimora, in sostituzione di quelle abbattute.
A tale proposito, si sottolinea che le caratteristiche costruttive delle tubazioni impiegate
permettono il rimboschimento completo dell’area di passaggio, in quanto non sussiste
il pericolo che le radici possano danneggiare il rivestimento della condotta.
In relazione alle diverse caratteristiche del territorio attraversato, la progettazione
dell’opera comprende anche tutti gli interventi di mitigazione ambientale e
paesaggistica atti a minimizzare gli impatti sulle componenti ambientali interessate. In
particolare, in aree acclivi, i ripristini consistono nella realizzazione di opere di
ingegneria naturalistica, in grado di regimare il deflusso superficiale delle acque
meteoriche e di controllare quindi il fenomeno dell’erosione dei suoli; inoltre, in
corrispondenza di aree boscate sia acclivi, che pianeggianti, è prevista l’esecuzione di
inerbimenti con sementi appartenenti a specie autoctone, distribuite unitamente a
concimi e collanti naturali, che ne facilitano l’attecchimento. L’uso di specie autoctone,
inoltre, evita che si possano verificare fenomeni di inquinamento floristico, attraverso
l’introduzione di specie estranee all’ambiente di intervento.
In queste aree si procede, oltre all’inerbimento, ad eseguire il rimboschimento,
attraverso la messa a dimora di specie arboree e arbustive appartenenti alla
vegetazione della zona e, comunque, in grado di avviare il processo di
rinaturalizzazione dell’area oggetto dei lavori.
In corrispondenza di attraversamenti e percorrenze fluviali, la realizzazione dell’opera
non prevede in alcun caso una riduzione della sezione idraulica esistente e gli
interventi di ripristino consistono nel consolidamento delle sponde, mediante
l’esecuzione di opere di ingegneria naturalistica in grado di ripristinare le caratteristiche
idrauliche del corso d’acqua, e nella loro rinaturalizzazione, attraverso inerbimenti e
messa a dimora di specie arbustive ed arboree igrofile.
9.2.1
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), in progetto
Per quanto concerne i “beni paesaggistici” individuati dal DLgs 42/2004, il tracciato in
esame interferisce con:
•
Aree di notevole interesse pubblico (art. 136), il tracciato interessa questa tipologia
di aree in tre tratti per una percorrenza complessiva di 8,310 km circa, pari al
7,74% della lunghezza complessiva del gasdotto in progetto. In particolare, il
tracciato interessa in un tratto (28,778-35,135 km) l'area denominata "CASA
GHIRARDI E BERTORELLA" istituita con DM del 01/08/1985, e in due successivi
tratti (compresi rispettivamente tra il km 86,195 e il km 86,825 e tra il km 87,885 e
il km 89,205) con l'area denominata "BOSCO DI QUERCE DEL SIG. BOERI DI
INTERESSE NATURALISTICO PANORAMICO PER LE PIANTE DI ALTO FUSTO
E LA POSIZIONE SOVRASTANTE LA ZONA ARCHEOLOGICA DI VELLEIA
ROMANA (LUGAGNANO)", istituita con DM del 01/03/1955. Non considerando i
tratti in cui la nuova condotta sarà messa in opera in sotterraneo, l’interfenza si
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 68 di 489
Rev.
0
riduce a 7,630 km pari al 7,11% della lunghezza totale della condotta (vedi tab.
9.2/A);
Tab. 9.2/A:
Aree di notevole interesse pubblico lungo il tracciato della
DN 900 (36") in progetto
da km
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
28,775
28,960
0,185
Albareto
28,960
29,030
0,070
Borgo Val di Taro
29,345
32,515
3,170
Albareto
32,880
33,045
2,255
Compiano
33,045
35,135
86,195
86,825
1,950
Lugagnano Val d’Arda
87,885
89,205
Il completo interramento della condotta in progetto ed il ritombamento della trincea
scavata per la rimozione della tubazione esistente unitamente agli interventi di
ripristino morfologico e vegetazionale previsti dal progetto (vedi cap. 8, Sez. II
“Quadro di riferimento progettuale”) concorrono a minimizzare l’impatto indotto
dalla realizzazione dell’opera nel contesto paesaggistico di queste aree, in cui
vengono tutelati gli elementi caratterizzanti il paesaggio rurale montano e collinare
(fabbricati rurali, cortine alberate, siepi ecc) e le superfici boscate tutelate.
•
Fiumi torrenti e corsi d’acqua iscritti al TU 11.12.33 n. 1775 (Art. 142, lettera “c”): la
linea principale in progetto interessa la fascia di 150 m per sponda dei corsi
d’acqua tutelati (vedi tab. 9.2/B), per una lunghezza di 37,975 km, pari al 35,39%
dello sviluppo complessivo dell'opera, valori che considerando i tratti realizzati in
sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) si
riducono a 35,990 km e 33,54%;
Tab. 9.2/B:
Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in
progetto
Percor. tot.
Comune
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
0,000
0,395
F. Magra
Mulazzo
0,610
1,035
F. Magra - Rio del Pino
1,035
3,650
Fosso dell'Ardoglia
7,120
7,900
Vedi pag
Pontremoli
T. Betigna
8,575
9,010
seguente
T. Verde
9,150
9,455
T. Verdesina
14,705
15,180
T. Tarodine
23,330
23,785
Borgo Val di Taro
Canale Ricco
25,875
26,195
Denominazione
da km
a km
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 69 di 489
Rev.
0
Tab. 9.2/B: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in
progetto (seguito)
Percor. tot.
Comune
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
28,630
28,960
Albareto
F. Taro
28,960
29,105
Borgo Val di Taro
29,345
29,950
F. Taro - T. Gotra
30,010
30,430
F. Taro - T. Rizzone
30,480
32,020
Albareto
32,415
32,515
32,810
32,825
32,865
33,045
33,045
34,365
Compiano
35,025
35,825
35,825
35,855
Borgo Val di Taro
T. Ingegna
35,855
37,215
Compiano
37,215
37,345
Borgo Val di Taro
37,345
37,745
Compiano
37,745
37,760
Borgo Val di Taro
37,760
38,200
Compiano
38,200
38,230
Borgo Val di Taro
37,205
38,230
38,385
Compiano
41,810
42,060
Bardi
42,060
42,100
Compiano
42,100
42,130
Bardi
42,130
42,230
Compiano
T. Toncina
42,230
42,550
Bardi
42,550
43,350
Compiano
43,495
43,500
43,500
43,785
T. Toncina - T. Ceno
43,975
49,875
Bardi
Rio Magnano
54,250
54,510
74,210
74,380
Vernasca
T. Arda
74,380
75,290
Morfasso
Rio Spizzaraia - Rio
76,000
76,265
San Giorgio
79,220
79,975
T. Arda
Vernasca
80,330
83,115
Denominazione
da km
a km
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 70 di 489
Rev.
0
Tab. 9.2/B: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in
progetto (seguito)
Percor. tot.
Comune
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
T. Arda
83,115
83,280
Lugagnano Val d’Arda
83,835
87,665
87,865
89,210
T. Chiavenna
89,210
90,065
Castell’Arquato
90,360
91,305
Vedi pag.
93,560
93,715
precedente
Rio Rimore
Carpaneto Piacentino
93,715
94,410
Fiorenzuola d’Arda
99,205
99,460
T. Chiavenna
Cadeo
99,460
99,705
Fiorenzuola d’Arda
105,785
105,950
Cavo Travacone
Cortemaggiore
105,950
106,450
Denominazione
da km
a km
Il progetto prevede il completo ripristino delle aree utilizzate per la posa delle
nuove condotte e la rimozione delle tubazioni esistenti, in particolare in questi
ambiti, caratterizzati da vegetazione naturale e seminaturale, si provvederà ad un
accurato ripristino vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”). I ripristini geomorfologici delle sezioni di alveo prevedono, in
corrispondenza delle scarpate spondali la realizzazione di opere di ingegneria
naturalistica per lo più interrate, privilegiando l’utilizzo di materiali naturali (massi e
legname) - (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”).
Le previste modalità di attraversamento dei principali corsi d’acqua oggetto di
tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi Vol. 6, All. 10
“Attraversamenti e percorrenze fluviali”).
•
Montagne eccedenti 1600 m per la catena Alpina e 1200 m per quella Appenninica
e le isole (lett. d): l'interferenza con tale ambito si registra per una lunghezza di
5,680 km, pari al 5,29% dello sviluppo complessivo della nuova codotta, valori che
non considerando i tratti realizzati in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro
di riferimento progettuale”) si riducono a 4,315 km e 4,02% (vedi tab. 9.2/C);
Tab. 9.2/C:
da km
Montagne eccedenti 1200 m lungo il tracciato della condotta
DN 900 (36") in progetto
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
2,765
Bardi
54,190
56,955
0,905
Morfasso
62,870
62,880
0,055
Bardi
62,880
62,935
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 9.2/C:
da km
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 71 di 489
Rev.
0
Montagne eccedenti 1200 m lungo il tracciato della condotta
DN 900 (36") in progetto (seguito)
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
62,935
63,355
0,420
Morfasso
63,355
63,380
0,025
Bardi
63,380
63,480
0,100
Morfasso
63,480
63,520
0,040
Bardi
63,520
63,760
0,240
Morfasso
63,760
63,840
0,080
Bore
63,840
63,870
0,030
Morfasso
63,870
63,960
0,090
Bore
63,960
64,095
0,135
Morfasso
64,095
64,120
0,025
Bore
64,120
64,210
0,090
Morfasso
64,210
64,280
0,070
Bore
64,280
64,335
0,055
Morfasso
64,335
64,380
0,045
Bore
64,380
64,415
0,035
Morfasso
64,415
64,420
0,005
Bore
Il completo interramento della condotta e la realizzazione degli interventi di
ripristino morfologico (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) a
presidio dell’opera, scongiurando l’instaurarsi di fenomeni di erosione e
garantendo la ricomposizione dell’originario andamento della superficie
topografica, concorrono, con l’affermarsi dei previsti ripristini vegetazionali (vedi
par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), alla ricostituzione del
preesistente profilo morfologico di creste e crinali;
•
Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”): il tracciato della condotta
principale interessa tali aree in corrispondenza di un gran numero di tratti
successivi per una percorrenza complessiva di 48,180 km pari al 44.90% dello
sviluppo lineare della stessa condotta. Tale interferenza, non computando i tratti in
cui la condotta sarà messa in opera in sotterraneo non venendo quindi ad
interessare la copertura vegetale (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”), si riduce a 39,320 km, pari allo 36,64% della lunghezza totale
dell’opera (vedi tab. 9.2/D);
Tab. 9.2/D:
Foreste e boschi attraversati della condotta DN 900 (36") in
progetto
Comune
Percorrenza in area vincolata
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
0,215
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 9.2/D:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 72 di 489
Rev.
0
Foreste e boschi attraversati della condotta DN 900 (36") in
progetto (seguito)
Percorrenza in area vincolata
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
11,085
Borgo Val di Taro
4,085
Albareto
0,590
Compiano
2,450
Bardi
10,750
Morfasso
1,055
Bardi – Morfasso (*)
3,435
Bore
0,240
Bore – Morfasso (*)
3,540
Vernasca
1,480
Lugagnano Val d'Arda
0,345
Castell'Arquato
0,050
Carpaneto Piacentino
Fiorenzuola
Cadeo
Cortemaggiore
Totale
39,320
(*)
tratti in cui l’asse della condotta segue l’andamento del limite tra i due comuni e l’area di passaggio viene
ad interessare contemporaneamente i territori di entrambi
In questi ambiti, il progetto, al fine di minimizzare l’eventuale taglio di individui
arborei e conseguentemente l’impatto sull’assetto paesaggistico, prevede
l’adozione di un’area di passaggio di larghezza ridotta (vedi par. 5.1.2, Sez. II
“Quadro di Riferimento Progettuale”) e il ripristino della esistente copertura
arborea ed arbustiva (vedi SPC LA-E-83010, par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”).
•
Zone di interesse archeologico (lett. m): il tracciato in progetto interessa tali zone
per una lunghezza di 6,320 km, pari al 5,81% dello sviluppo complessivo
dell'opera (vedi tab. 9.2/E), interferenza che, non computando i tratti in cui la
condotta sarà messa in opera in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”), detta interferenza si riduce a 6,020 km, pari allo 5.62%
della lunghezza totale dell’opera (vedi tab. 9.2/D);
Tab. 9.2/E:
da km
Zone di interesse archeologico attraversate della condotta
DN 900 (36") in progetto
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
1,075
7,395
6,320
Pontremoli
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 73 di 489
Rev.
0
La realizzazione dell’opera, in ragione del fatto che si tratta di una condotta
completamente interrata (nel caso specifico, il progetto non comporta la
realizzazione di alcun impianto di linea nelle aree in oggetto) e prevedendo un
attento ripristino o geomorfologico e vegetazione (vedi par. 8.2.1 e 8.2.4, Sez. II
“Quadro di riferimento progettuale”), non produce modificazioni e disturbi
dell’esistente assetto paesaggistico delle stesse aree.
9.2.2
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar, in dismissione
Per quanto concerne i “beni paesaggistici” individuati dal DLgs 42/2004 il tracciato in
esame interferisce con (vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203)1:
•
Aree di notevole interesse pubblico (art. 136), il tracciato interessa questa tipologia
di aree in tre tratti per una percorrenza complessiva di 14,340 km circa, pari al
15,94% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione. In particolare, il
tracciato interessa in due tratti (compresi tra il km 25,785 e il km 27,495 e tra il km
28,040 e il km 31,450 km) l'area denominata "CASA GHIRARDI E BERTORELLA"
istituita con DM del 01/08/1985, ed in un tratto (68,185-77,405 km) con l'area
denominata "BOSCO DI QUERCE DEL SIG. BOERI DI INTERESSE
NATURALISTICO PANORAMICO PER LE PIANTE DI ALTO FUSTO E LA
POSIZIONE SOVRASTANTE LA ZONA ARCHEOLOGICA DI VELLEIA ROMANA
(LUGAGNANO)", istituita con DM del 01/03/1955. (vedi tab. 9.2/F);
Tab. 9.2/F:
da km
Aree di notevole interesse pubblico lungo il tracciato della
DN 750 (30") in dismissione
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
25,785
27,495
2,825
Albareto
28,040
29,155
29,155
31,450
2,295
Compiano
68,185
77,405
9,220
Lugagnano Val d`Arda
•
Fiumi torrenti e corsi d’acqua iscritti al TU 11.12.33 n. 1775 (Art. 142, lettera “c”): la
condotta in dismissione interessa la fascia di 150 m per sponda dei corsi d’acqua
tutelati per circa 29,130 km, pari al 32,37% della lunghezza del tratto di gasdotto in
dismissione (vedi tab. 9.2/G);
1
Con riferimento all’analogia tra le attività necessarie alla posa di una condotta e quelle relative
alla rimozione di una tubazione esistente (vedi par. 5.2, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”, si rimanda alle considerazioni formulate al precedente paragrafo 9.2.1 in merito
agli effetti indotti dalla realizzazione dell’opera sull’assetto paesaggistico delle aree tutelate.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 74 di 489
Rev.
0
Tab. 9.2/G: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 750 (30") in
dismissione
Percor. tot.
Comune
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
F. Magra
0,000
0,150
Mulazzo
Rio del Pino
2,110
3,510
Fosso
6,950
7,475
dell'Ardoglia
Pontremoli
T. Verde
8,225
8,675
T. Verdesina
13,985
14,450
T. Tarodine
20,770
21,145
Borgo Val di Taro
Canale Riccò
22,905
23,225
F. Taro - T. Gotra
25,895
27,235
Albareto
F. Taro
27,980
28,410
28,920
29,155
T. Ingegna
29,155
30,690
31,350
33,190
37,870
38,190
Compiano
Rio della Cotta
38,845
39,085
Rio del Roncazzo
39,115
41,440
- T. Toncina
T. Toncina - T.
29,130
41,440
46,360
Ceno
Bardi
47,625
48,650
Rio di Vischeto
48,965
49,525
Morfasso
68,015
68,185
Rio Freddo
68,185
68,705
70,010
75,680
Lugagnano Val
d’Arda
75,785
76,365
77,145
77,405
77,405
77,660
T. Chero
78,380
79,290
Carpaneto
80,850
81,355
Piacentino
81,840
82,455
82,470
82,565
Fiorenzuola d'Arda
89,445
89,725
T. Chiavenna
Cadeo
89,725
89,855
Fiorenzuola d'Arda
96,020
96,170
Cavo Travacone
Cortemaggiore
96,170
96,705
Denominazione
•
da km
a km
Parchi regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi (art. 142, lettera
“f”), il tracciato in dismissione attraversa l’area della Riserva Provinciale del
Piacenziano in due successivi tratti di percorrenza per un totale di 3,970 km pari al
4,41% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione (vedi tab. 9.2/H);
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 9.2/H:
da km
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 75 di 489
Rev.
0
Parchi nazionali e regionali lungo il tracciato della condotta
DN 750 (30") in dismissione
a km
Percor. parz.
(km)
Comune
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Morfasso
63,155
65,825
2,670
Lugagnano Val d’Arda
67,250
67,760
0,510
Morfasso
67,760
68,185
0,425
Lugagnano Val d’Arda
68,185
68,550
0,365
•
Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”): il tracciato della condotta
in dismissione interessa tali aree in molteplici tratti successivi per una percorrenza
per una lunghezza complessiva di 23,870 km, pari al 26,53% della lunghezza del
tratto di gasdotto in dismissione (vedi tab. 9.2/I);
Tab. 9.2/I:
Foreste e boschi attraversati della condotta DN 750 (30") in
dismissione
Comune
Percorrenza in area vincolata
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Mulazzo
0,280
Pontremoli
9,110
Borgo Val di Taro
1,160
Albareto
0,215
Compiano
5,885
Bardi
4,640
Morfasso
0,370
Lugagnano Val d'Arda
2,115
Carpaneto Piacentino
0,095
Fiorenzuola
Cadeo
Cortemaggiore
Totale
23,870
•
Zone di interesse archeologico (art. 142, lettera “m”): il tracciato della condotta in
dismissione interessa tali aree per una lunghezza complessiva di 6,420 km , pari al
7,13% della lunghezza totale (vedi tab. 9.2/J);
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
PROGETTO
000
Rev.
Fg. 76 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
da km
UNITÀ
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
Tab. 9.2/J:
COMMESSA
0
Zone di interesse archeologico attraversate della condotta
DN 750 (30") in progetto
a km
Percor. parz.
(km)
Comuni
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
1,250
7,205
5,955
Pontremoli
68,800
69,265
0,465
Lugagnano Val d'Arda
9.3
Strumenti di tutela a livello nazionale – DPR 8 Settembre 1997, n. 357
Per quanto riguarda l’interferenza con i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e con le
Zone di Protezione Speciale (ZPS) tutelati ai sensi del DPR 357/97 e DGR n. 36/21 del
01.07.98, i tracciati, in progetto ed in dismissione, interessano esclusivamente l'areale
del SIC denominato “Monte Menegosa, Monte Lama e Groppo di Gora”
(cod. IT4010002 - vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203) ed in particolare:
• la nuova condotta DN 900 (36”) in progetto interessa un tratto lungo 8,645 km,
compreso tra il km 51,450 ed il km 60,095 nei territori comunali di Bardi e di
Morfasso. Tale interferenza, non computando i tratti in cui la condotta sarà messa
in opera in sotterraneo, si riduce a 7,075 km, corrispondenti al 6,59 % del suo
sviluppo complessivo;
• la tubazione esistente DN 750 (30”) in dismissione attraversa l’areale del SIC in
corrispondenza di quattro successivi tratti di percorrenza (rispettivamente compresi
tra il km 48,635 e il km 53,220; tra il km 53,240 e il km 53,585; tra il km 53,665 e il
km 53,670 e tra il km 54,075 e il km 54,090) per una lunghezza complessiva pari a
circa 4,950 km in Comune di Bardi, corrispondenti al 5,50 % della lunghezza
complessiva del tratto in dismissione.
I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) ubicati
ad una distanza inferiore ai 10 km dai tracciati delle condotte in progetto ed in
dismissione in oggetto (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214 “Corografia di Progetto”)
sono riportati nella seguente tabella (vedi tab. 9.3/A):
Tab. 9.3/A: Elenco SIC e ZPS ubicati ad una distanza <10 km dal metanodotto
“Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto e dal
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (306”)” in
dismissione.
Codice
Denominazione
Distanza minima dalla
condotta (km)
DN 900 (36”) DN 750 (30”)
in progetto in dismissione
Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati
IT5110001 SIC “Valle del Torrente Gordana”
0,885
0,905
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 77 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 9.3/A: Elenco SIC e ZPS ubicati ad una distanza <10 km dal metanodotto
“Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto e dal
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (306”)” in
dismissione (seguito)
Codice
Denominazione
Distanza minima dalla
condotta (km)
DN 900 (36”) DN 750 (30”)
in progetto in dismissione
Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati
IT5110002 SIC “Monte Orsaro”
4,050
4,365
IT5110101 SIC “Lago verde di passo del Brattello”
3,310
3,290
IT4020026 SIC “Bosco dei Ghirardi”
0,680
0,735
IT4010007 SIC “Roccia Cinque Dita”
4,380
5,960
IT4020012 SIC “Monte Barigazzo, Pizzo D’Oca”
2,125
2,170
IT4020003 SIC “Torrente Stirone”
4,600
9,920
IT4010008 SIC “Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda”
0,400
0,395
Siti Ubicati a distanze comprese tra 5 e 10 km dai tracciati
9.4
SIC “Monte Cornoviglio - Monte Fiorito - Monte
Dragnone”
7,900
8,100
IT4020020 ZPS “Parco dei cento laghi”
9,200
9,560
IT4020010 SIC “Monte Gottero”
5,860
5,735
IT4020013 SIC “Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola”
5,590
6,990
IT4020011 SIC “Groppo di Gorro”
8,030
9,905
IT4020008 SIC “Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino”
8,720
9,515
IT1343511
IT4010018
SIC/ZPS “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco
Ospizio”
9,215
8,240
IT4010017
SIC/ZPS “Conoide del Nure e Bosco di
Fornace Vecchia”
9,120
9,080
Piani di Bacino
Per quanto attiene i Piani di Bacino, le interferenze tra il progetto e le aree definite a
diverso rischio e/o pericolosità idrogeologica ed idraulica si registrano negli ambiti dei
territori di competenza delle Autorità di Bacino del Fiume Magra e del Fiume Po, di
seguito elencati (vedi Vol. 4, All. 5 - Dis. LB-D-83213):
• Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume
Magra, adottato con delibera CI n. 180 del 27.04.2006 elaborato dall’Autorità di
Bacino Interregionale del Fiume Magra, approvato con DCR della Toscana n. 69
del 05.07.2006 e con DCR della Liguria n. 24 del 18.07.2006 ;
• Piano di Bacino del Fiume Po, elaborato dall’Autorità di Bacino Nazionale del Po
ed adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 18 del 26.04.2001 .
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9.4.1
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 78 di 489
Rev.
0
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar, in progetto
Per quanto attiene il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del
bacino del Fiume Magra, il tracciato della condotta principale, ricade nel territorio di
competenza dell'Autorità di bacino interregionale fra il suo punto iniziale ed il
km 20,670 , corrispondente al tratto in Regione Toscana. Le aree interessate dal
tracciato della condotta sono classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità
idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/A e 9.4/B e
Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213).
Tab. 9.4/A: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità idraulica
Dal
km
0,000
0,080
0,105
0,960
0,975
1,025
1,040
1,040
1,065
1,110
1,160
1,365
1,370
5,015
5,050
5,085
5,105
8,730
8,735
8,860
8,865
9,250
9,255
9,290
9,360
9,365
Al
Perc.
Comune Aree a pericolosità idraulica
km
km
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Aree a pericolosità idraulica media
0,105
0,025
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
0,130
0,025
Aree a pericolosità idraulica bassa
0,975
0,015
Aree a pericolosità idraulica media
1,025
0,050
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
1,040
0,015
Pontremoli
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
1,065
0,025
Aree a pericolosità idraulica media
1,110
0,045
Aree a pericolosità idraulica bassa
1,160
0,050
1,235
0,075
Aree a pericolosità idraulica bassa
1,370
0,005
Aree a pericolosità idraulica media
2,115
0,745
Aree a pericolosità idraulica bassa
5,050
0,035
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
5,085
0,035
Aree a pericolosità idraulica media
5,105
0,020
Aree a pericolosità idraulica bassa
5,135
0,030
Aree a pericolosità idraulica media
8,735
0,005
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
8,860
0,125
Aree a pericolosità idraulica media
8,865
0,005
Aree a pericolosità idraulica bassa
8,875
0,010
Aree a pericolosità idraulica bassa
9,255
0,005
Aree a pericolosità idraulica media
9,290
0,035
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
9,360
0,070
Aree a pericolosità idraulica media
9,365
0,005
Aree a pericolosità idraulica bassa
9,390
0,025
In tutte le aree classificate a diverso grado di pericolosità idraulica, comprese nelle
fasce di riassetto fluviale, la NdA del Piano, all'art. 17, consentono, previo parere
vincolante dell'Autorità di bacino, l'adeguamento e la ristrutturazione delle reti di
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 79 di 489
Rev.
0
trasporto esistenti di interesse pubblico non delocalizzabili "purché realizzati senza
aggravare le condizioni di pericolosità idraulica in cui ricadono e purché non
pregiudichino la possibilità di realizzare gli interventi di sistemazione idraulica".
A riguardo delle interferenze registrate si rimanda a quanto illustrato nel Quadro di
riferimento ambientale (vedi par. 2.3.2 Sez. III “Quadro di riferimento ambientale”).
Tab. 9.4/B:
Dal
km
0,000
1,035
3,485
3,815
4,145
4,305
4,420
6,275
8,570
9,160
9,455
12,015
12,860
13,795
18,915
Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica
Al
Perc.
Comune Aree a rischio idraulico
km
km
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Pontremoli
3,685
0,200
3,920
0,105
4,170
0,025
Pericolosità geomorfologica media
4,335
0,030
4,625
0,205
6,380
0,105
8,750
0,180
Pericolosità geomorfologica elevata
9,305
0,145
Pericolosità geomorfologica media
9,525
0,070
Pericolosità geomorfologica elevata
12,060
0,045
13,165
0,305
Pericolosità geomorfologica media
14,560
0,765
Pericolosità geomorfologica elevata
19,250
0,335
tratto superato in sotterraneo (microtunnel)
Nelle zone a pericolosità geomorfologica elevata e media, le NdA del Piano
consentono, previo parere vincolante del Comitato Tecnico dell'Autorità di Bacino, la
realizzazione di nuove infrastrutture e reti di interesse pubblico essenziali e non
delocalizzabili a condizione che i relativi progetti:
– "siano corredati da adeguate indagini geologico - tecniche a livello di area
complessiva, redatte secondo i criteri di cui all’Allegato n. 7;
– prevedano opere di bonifica, in relazione alla natura dell’intervento ed a quella del
dissesto, che siano coerenti con gli interventi di sistemazione definitiva del
movimento franoso e che, per quanto possibile, ne costituiscano uno o più lotti
funzionali;
– prevedano in ogni caso di realizzare le suddette opere di bonifica preventivamente
o nell’ambito dell’intervento di nuova realizzazione;
– prevedano tipologie costruttive compatibili con la loro collocazione".
A riguardo delle interferenze si rimanda ad un approfondimento riguardante ogni
singola area (vedi Vol. 2 - Annesso B “Interferenze dell’opera con aree a pericolosità
geomorfologica e dissesti”).
Per quanto concerne il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, il tracciato
della condotta principale DN 900 (36") in progetto interessa il territorio di competenza
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 80 di 489
Rev.
0
dell'Autorità di Bacino del F. Po tra il km 20,670 ed il punto terminale della stessa per
uno sviluppo lineare di 86,645 km . Le aree interessatedal tracciato della condotta
sono classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta
della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/C e 9.4/D e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D83213).
Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto
elevato
Da
(km)
20,670
23,500
26,475
28,790
28,960
29,105
29,460
30,200
31,090
33,015
33,045
33,045
35,570
35,660
35,825
35,825
35,855
35,855
36,685
37,215
37,215
37,345
37,345
37,745
37,745
37,760
37,760
37,980
38,200
38,200
38,230
38,230
41,120
41,155
42,130
A
Perc.
Comune
Fascia fluviale
(km)
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Borgo Val di Taro
23,595 0,095
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Albareto
28,950 0,160
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Borgo Val di Taro
Albareto
29,765 0,305
30,285 0,085
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
31,365 0,275
33,045 0,030
Compiano
33,100 0,055
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
35,570 0,000
35,825 0,165
Borgo Val di Taro
35,855 0,030
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Compiano
36,625 0,770
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
37,215 0,530
Borgo Val di Taro
37,345 0,130
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Compiano
37,745 0,400
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Borgo Val Di Taro
37,760 0,015
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Compiano
37,905 0,145
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
38,200 0,220
Borgo Val Di Taro
38,230 0,030
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Compiano
38,280 0,050
Aree esondabili a pericolo molto elevato
Bardi
Compiano
Compiano
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 81 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto
elevato
Da
(km)
42,230
42,250
42,345
42,550
42,550
42,780
43,500
45,385
46,215
46,610
47,000
47,060
48,655
49,470
49,620
57,155
57,185
70,175
70,285
74,300
74,380
74,380
74,750
78,955
79,680
80,350
81,620
83,055
83,115
83,115
83,825
86,835
87,855
89,210
89,235
89,270
89,860
90,210
93,715
94,365
95,890
A
Perc.
Comune
Fascia fluviale
(km)
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
42,290 0,040
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
42,550 0,205
Compiano
42,660 0,110
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
42,870 0,090
Bardi
45,575 0,190
46,475 0,260
46,885 0,275
47,055 0,055
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
47,465 0,405
48,715 0,060
49,510 0,040
49,675 0,055
Morfasso
Bardi
Bore
Vernasca
74,380
0,080
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Morfasso
74,465
74,815
0,085
0,065
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Vernasca
79,810
80,785
81,770
83,115
0,130
0,435
0,150
0,060
83,210
84,035
87,545
89,095
0,095
0,210
0,710
1,240
89,270
89,860
89,865
90,385
0,035
0,590
0,005
0,175
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Lugagnano Val d'Arda
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Fascia A
Castell'Arquato
Fascia C
Fascia A
Fascia C
Fascia C
Carpaneto Piacentino
95,385
95,945
1,020
0,055
Fascia A
Fascia C
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 82 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto
elevato (seguito)
Da
(km)
A
Perc.
Comune
Fascia fluviale
(km)
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Carpaneto Piacentino
95,945 96,305 0,360
Fascia B
96,305 96,480 0,175
Fascia C
97,975
Fiorenzuola d'Arda
99,390 99,460 0,070
Fascia A
99,460
Cadeo
99,460 99,480 0,020
Fascia A
100,860
Fiorenzuola d'Arda
105,950
Cortemaggiore
All'interno delle Fasce A e B, le NdA del Piano, all'art 38, prevedono la possibilità di
realizzare "opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non
altrimenti localizzabili, a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali e
le caratteristiche di particolare rilevanza naturale dell’ecosistema fluviale che possono
aver luogo nelle fasce, che non costituiscano significativo ostacolo al deflusso e non
limitino in modo significativo la capacità di invaso, e che non concorrano ad
incrementare il carico insediativo. A tal fine i progetti devono essere corredati da uno
studio di compatibilità, che documenti l’assenza dei suddetti fenomeni e delle eventuali
modifiche alle suddette caratteristiche, da sottoporre all’Autorità competente, ……, per
l’espressione di parere rispetto la pianificazione di bacino". Nelle Aree a rischio molto
elevato in ambiente collinare e montano, le stesse NdA, all'art. 50, permettono "la
ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi
pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità
dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli
interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui
sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere". Analogamente
nell'ambito delle Aree a rischio molto elevato nel reticolo idrografico principale e
secondario nelle aree di pianura, le Norme, all'art. 51, consentono "la manutenzione,
l’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico
riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove
infrastrutture parimenti essenziali, purché non concorrano ad incrementare il carico
insediativo e non precludano la possibilità di attenuare o eliminare le cause che
determinano le condizioni di rischio, e risultino essere comunque coerenti con la
pianificazione degli interventi d’emergenza di protezione civile. I progetti relativi agli
interventi ed alle realizzazioni in queste aree dovranno essere corredati da un
adeguato studio di compatibilità idraulica che dovrà ottenere l’approvazione
dell’Autorità idraulica competente".
A riguardo delle interferenze registrate si rimanda, analogamente a quanto illustrato
per il F. Magra, a quanto illustrato nel Quadro di riferimento ambientale (vedi par. 2.3.2
Sez. III “Quadro di riferimento ambientale”).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 83 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/D: Bacino del F. Po - Dissesti
Da
(km)
20,670
23,410
26,475
26,675
26,725
27,680
28,960
29,105
31,265
32,755
32,860
33,045
34,525
35,825
35,855
37,215
38,200
38,230
38,245
38,860
40,230
40,955
41,120
41,120
41,155
41,155
41,260
41,260
42,060
42,100
42,550
43,370
43,500
43,500
44,225
48,160
49,400
57,155
57,185
57,210
57,485
58,580
A
Perc.
Comune
Frane
(km)
(km)
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Borgo Val di Taro
23,485 0,075
Frane quiescenti
Albareto
26,685 0,010
Frane quiescenti
26,775 0,050
28,900 1,220
Borgo Val di Taro
Albareto
31,425 0,160
Frane quiescenti
32,815 0,060
32,925 0,065
Compiano
34,600 0,075
Frane quiescenti
Borgo Val di Taro
Compiano
Borgo Val di Taro
Borgo Val di Taro
Compiano
38,285
38,920
40,450
41,120
0,040
0,060
0,220
0,165
41,155
0,035
Frane quiescenti
Frane attive
Frane quiescenti
Bardi
Frane quiescenti
Compiano
41,260
0,105
Frane quiescenti
Bardi
41,620
0,360
Frane quiescenti
Compiano
Bardi
Compiano
43,500
0,130
Frane quiescenti
Bardi
43,525
44,415
48,350
49,440
0,025
0,190
0,190
0,040
Frane quiescenti
Morfasso
Bardi
Morfasso
57,580
0,095
Frane quiescenti
Bardi
tratto superato in sotterraneo (microtunnel)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 84 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 9.4/D: Bacino del F. Po – Dissesti (seguito)
Da
(km)
58,600
60,810
60,815
60,885
61,030
61,045
67,005
67,520
67,540
67,760
67,990
70,285
74,380
75,390
75,630
76,655
76,905
77,670
77,995
78,955
82,230
83,115
89,210
105,950
A
Perc.
Comune
frane
(km)
(km)
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Morfasso
Bardi
Morfasso
60,895
0,010
Frane quiescenti
Bardi
Morfasso
Morfasso
Bore
67,575
0,035
Frane attive
Vernasca
Bore
Vernasca
Morfasso
75,630
76,020
76,705
76,950
77,740
78,000
0,240
0,390
0,050
0,045
0,070
0,005
82,265
0,035
Frane attive
Frane quiescenti
Frane attive
Vernasca
Frane attive
Lugagnano Val d`Arda
Castell`Arquato
Cortemaggiore
tratto superato in sotterraneo (microtunnel)
Nelle aree interessate da fenomeni di dissesto per la parte collinare e montana del
bacino, così come individuate e classificate dal Piano, le NdA dello stesso, all'art. 9,
prevedono la possibilità di ristrutturare e realizzare "infrastrutture lineari e a rete riferite
a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità
dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli
interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui
sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere".
A riguardo delle interferenze si rimanda ad un approfondimento riguardante ogni
singola area (vedi Vol. 2 - Annesso B “Interferenze dell’opera con aree a pericolosità
geomorfologica e dissesti”).
9.4.2
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar in dismissione
Per quanto attiene il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del
bacino del Fiume Magra, il tracciato della condotta principale in dismissione,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 85 di 489
Rev.
0
interferisce con il territorio di competenza dell'Autorità di bacino interregionale fra il suo
punto iniziale ed il km 18,775, corrispondente al tratto in Regione Toscana. Il tratto in
dismissione della condotta esistente interessa le aree classificate sia sull'elaborato
"Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica"
(vedi tab. 9.4/E e 9.4/F e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213).
Tab. 9.4/E: Piano di Bacino Fiume Magra: Aree a pericolosità idraulica lungo il
tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in
dismissione
Dal
km
0,000
0,160
0,170
0,280
0,290
0,325
1,195
1,200
1,215
1,215
1,240
4,955
4,970
5,000
5,015
8,365
8,370
8,375
8,535
Al
Perc.
Comune Aree a pericolosità idraulico
km
km
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Mulazzo
Aree a pericolosità idraulica bassa
0,170
0,010
Aree a pericolosità idraulica media
0,280
0,110
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
0,290
0,010
Aree a pericolosità idraulica media
0,325
0,035
Aree a pericolosità idraulica bassa
0,330
0,005
Aree a pericolosità idraulica media
1,200
0,005
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
1,215
0,015
Pontremoli
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
1,240
0,025
Aree a pericolosità idraulica media
1,340
0,100
Aree a pericolosità idraulica bassa
4,970
0,015
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
5,000
0,030
Aree a pericolosità idraulica media
5,015
0,015
Aree a pericolosità idraulica bassa
5,050
0,035
Aree a pericolosità idraulica bassa
8,370
0,005
Aree a pericolosità idraulica media
8,375
0,005
Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata
8,535
0,160
Aree a pericolosità idraulica media
8,545
0,010
Tab. 9.4/F: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica lungo il
tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in
dismissione
Dal
km
0,000
1,215
1,425
1,535
Al
Perc.
Comune Aree a rischio idraulico
km
km
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismuissione
Mulazzo
Pontremoli
1,435
0,010
Pericolosità geomorfologica media
1,590
0,055
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 86 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/F: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica lungo il
tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in
dismissione (seguito)
Dal
km
1,600
3,320
3,395
3,670
3,970
4,150
4,255
4,690
5,430
6,155
7,665
8,795
11,435
12,470
13,130
Al
Perc.
Comune Aree a rischio idraulico
km
km
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Pontremoli
1,710
0,110
3,375
0,055
3,535
0,140
3,750
0,080
4,020
0,050
4,175
0,025
Pericolosità geomorfologica media
4,480
0,225
4,845
0,155
5,520
0,090
6,260
0,105
7,805
0,140
8,845
0,050
Pericolosità geomorfologica elevata
11,660
0,225
12,530
0,060
Pericolosità geomorfologica media
13,825
0,695
Per quanto concerne il Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, il tracciato
della condotta principale DN 750 (30") in dismissione interessa il territorio di
competenza dell'Autorità di Bacino del F. Po in due tratti, rispettivamente compresi tra
tra il km 18,815 ed il km 54,200 e tra il km 61,730 e il km 97,515 , punto terminale della
stessa, per uno sviluppo lineare di 71,210 km . I tratti di condotta in dismissione
interessano le aree classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia
sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/G e 9.4/H e Vol. 4, All. 5
Dis. LB-D-83213).
Tab. 9.4/G: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto
elevato
Da
(km)
18,775
20,920
23,495
26,665
28,155
29,130
29,155
29,155
32,025
A
Perc.
Comune
Fascia fluviale
(km)
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Borgo Val di Taro
20,950 0,030
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
Albareto
26,750 0,085
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
28,230 0,075
29,155 0,025
Compiano
29,205 0,050
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
32,830 0,805
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 87 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/G: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto
elevato (seguito)
Da
(km)
40,500
41,100
41,440
44,150
44,630
46,135
54,200
61,730
66,820
67,760
68,185
71,490
71,845
72,300
72,640
73,585
73,710
74,445
74,595
74,635
77,320
77,405
77,405
82,000
86,145
86,185
86,575
88,220
89,600
89,725
89,870
95,400
96,170
A
Perc.
Comune
Fascia fluviale
(km)
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Compiano
40,525 0,025
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
41,275 0,175
Bardi
44,400 0,250
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
44,725 0,095
46,245 0,110
61,730
Tratto in esercizio nei comuni di Bardi e di Morfasso
Morfasso
Lugagnano Val d’Arda
Morfasso
Lugagnano Val d’Arda
71,505 0,015
71,860 0,015
72,550 0,250
73,010 0,370
73,660 0,075
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
73,720 0,010
74,480 0,035
74,615 0,020
74,760 0,125
77,405 0,085
Carpaneto Piacentino
77,475 0,070
Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee)
82,125 0,125
86,185 0,040
Fascia C
86,575 0,390
Fascia B
86,735 0,160
Fascia C
Fiorenzuola d’Arda
89,675 0,075
Fascia A
Cadeo
Fiorenzuola d’Arda
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 88 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/H: Bacino del F. Po – Dissesti
Da
(km)
18,775
19,520
20,660
23,495
23,705
24,625
24,945
29,155
31,775
35,670
36,215
36,325
36,700
37,610
38,025
38,820
40,590
41,310
41,440
41,440
42,150
43,410
43,825
44,740
46,245
47,130
47,465
48,040
49,295
51,420
51,580
51,660
51,820
52,110
53,030
54,200
61,730
61,730
62,280
62,620
62,895
63,895
A
Perc.
Comune
frane
(km)
(km)
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Borgo Val di Taro
20,660 1,140
Frane quiescenti
20,940 0,280
Frane attive
Albareto
23,795 0,090
Frane quiescenti
24,805 0,180
25,755 0,810
Compiano
31,870 0,095
Frane quiescenti
35,740 0,070
Frane attive
36,325 0,110
36,565 0,240
Frane quiescenti
36,785 0,085
Frane attive
38,025 0,415
38,210 0,185
38,875 0,055
Frane quiescenti
40,770 0,180
41,440 0,130
Bardi
41,490 0,050
42,405 0,255
43,505 0,095
Frane quiescenti
43,830 0,005
44,835 0,095
47,130 0,885
47,255 0,125
Frane attive
47,665 0,200
48,480 0,440
Frane quiescenti
50,210 0,915
51,580 0,160
51,660 0,080
Frane attive
51,820 0,160
Frane quiescenti
52,110 0,290
Frane attive
53,030 0,920
Frane quiescenti
53,230 0,200
Frane attive
61,730
Tratto in esercizio nei comuni di Bardi e di Morfasso
Morfasso
62,220 0,490
62,465 0,185
Frane quiescenti
62,735 0,115
63,260 0,365
64,110 0,215
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 89 di 489
Rev.
0
Tab. 9.4/H: Bacino del F. Po – Dissesti (seguito)
Da
(km)
64,780
66,805
66,820
66,820
67,760
68,180
68,185
68,195
69,350
69,405
70,245
70,300
71,000
71,465
71,505
72,025
77,405
88,220
95,400
96,170
9.5
A
Perc.
Comune
frane
(km)
(km)
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Morfasso
65,060 0,280
Frane attive
66,820 0,015
Frane quiescenti
Lugagnano Val d’Arda
66,920 0,100
Frane quiescenti
Morfasso
68,185 0,005
R4
Lugagnano Val d’Arda
68,895 0,700
Frane quiescenti - R4
69,405 0,055
R4
70,245 0,840
Frane quiescenti - R4
70,275 0,030
R4
70,520 0,220
Frane quiescenti
71,010 0,010
Frane attive
71,470 0,005
Frane quiescenti
71,850 0,345
72,050 0,025
Carpaneto Piacentino
Fiorenzuola d’Arda
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Strumenti di tutela a livello regionale e provinciale
Per quanto concerne gli strumenti di pianificazione regionale e provinciale, le
interferenze registrate lungo le linee principali in progetto ed in dismissione sono
rappresentate sull’allegato cartografico in scala 1:10.000 “Strumenti di tutela e
pianificazione normativa a carattere regionale” (vedi Vol. 3, All. 3 - Dis. LB-D-83204).
9.5.1
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”), P 75 bar in progetto
Regione Toscana - Provincia di Massa Carrara
Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Massa
Carrara, il tracciato della condotta principale viene ad interferire con ambiti del
"Sistema Funzionale per l'Ambiente" corrispondenti alle "zone classificate b) e c) ai
sensi della DCR 256/68, integrate con DCR n. 489/97 e con un'area di interesse
archeologico (vedi tab. 9.5/A).
Per le prime aree, i comuni, nei propri strumenti urbanistici generali e di settore e la
Provincia nella pianificazione settoriale, "promuovono nei progetti specifici, programmi
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Fg. 90 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
sperimentali e modalità attuative tesi al perseguimento e consolidamento degli obiettivi
indicati al comma 2. A tal fine potranno inoltre valutare, anche ai sensi dell’articolo 32
della L.R. 5/95, l’opportunità di individuare ambiti territoriali contigui" alle stesse "da
assoggettare a specifiche discipline di tutela e valorizzazione". In dette aree, sino
all’approvazione dei Piani Strutturali Comunali, sono da osservare, ai fini della tutela
dei beni paesistici e ambientali, le misure di salvaguardia previste all’articolo 81 del
PIT.
Tab. 9.5/A: Interferenze con il PTC della Provincia di Massa Carrara
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12)
16,555
19,315
2,760
Pontremoli
Siti di interesse archeologico
Pontremoli
1,075
7,395
6,320
Il completo interramento delle condotte in progetto ed il ritombamento della trincea
scavata per la rimozione delle tubazioni esistenti unitamente agli interventi di ripristino
morfologico e vegetazionale previsti dal progetto (vedi cap. 8, Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”) concorrono a minimizzare l’impatto indotto dalla realizzazione
dell’opera nel contesto paesaggistico del territorio attraversato, caratterizzato dalla
presenza di elementi tipici del paesaggio rurale (terrazzamenti, rete irrigua e viaria,
filari, fabbricati rurali, ecc . Un’analoga considerazione può essere formulata, anche
per i siti di interesse archeologico, ove il progetto prevede unicamente la posa della
nuova condotta e la rimozione della tubazione esistente e non comporta la
realizzazione di alcun apparato fuori terra (impianto di linea).
Regione Emilia-Romagna - Provincie di Parma e di Piacenza
Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma, il
tracciato della condotta principale DN 900 (36”) in progetto, viene ad interferire con
ambiti ed aree diversamente classificati in corrispondenza di numerosi tratti successivi
(vedi tab. 9.5/B). A riguardo, si evidenzia che le aree individuate nella Tavola C3
"Carta Forestale", regolate da quanto disposto all'art. 10 delle NdA del Piano, sono
state considerate come “Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”)” del
DLgs 42/2004 (vedi prec. par. 9.2) e pertanto sono state rappresentate sull’elaborato
cartografico relativo agli strumenti di tutela derivati da normativa a carattere nazionale
(vedi Vol. 3, All. 2 Dis. LB-D-83203) e che le interferenze con le diverse zone definite
nell’ambito del Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, recepite dal PTCP,
sono state già descritte (vedi par. 9.4) e rappresentate sul relativo elaborato
cartografico (vedi vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 91 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13 bis)
23,605
23,615
28,930
28,995
29,445
29,770
30,255
30,285
31,115
31,395
33,020
33,110
35,300
35,400
35,595
35,745
35,960
36,470
36,765
37,145
37,185
37,480
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano
4,680
37,520
37,870
37,960
38,135
38,175
38,210
38,220
38,230
42,065
42,115
42,130
42,260
42,615
42,885
45,195
45,545
46,170
46,355
46,365
46,385
46,505
46,605
46,830
47,600
Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12)
42,260
42,265
42,350
42,615
42,885
43,135
43,185
43,225
43,270
43,360
Bardi, Compiano
2,760
43,570
43,750
43,955
45,195
45,545
46,170
46,605
46,615
47,600
47,655
Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23)
28,785
28,930
Vedi pag.
Albareto, Borgo Val di Taro, Bardi
seguente
28,995
29,050
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 92 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23)
29,375
29,445
29,770
30,255
30,285
31,115
Albareto, Borgo Val di Taro, Bardi
4,350
31,395
32,155
47,655
48,760
48,965
49,865
Ambiti Rurali
Aree di valore naturale ambientale (art. 39)
23,480
23,685
28,805
29,040
29,375
32,110
33,020
33,120
35,315
35,370
35,535
35,775
36,025
36,485
36,770
37,890
37,955
38,105
42,190
42,285
42,340
43,075
43,155
43,205
14,945
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano
43,330
43,345
43,605
43,765
43,985
43,995
44,115
44,505
44,575
45,140
45,175
46,650
46,735
48,195
48,210
48,780
48,940
49,860
53,980
57,155
57,185
57,210
Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40)
29,040
29,375
32,110
32,195
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano
3,110
32,340
33,020
33,120
35,130
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 93 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale
Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16)
26,900
27,100
0,200
Albareto
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14)
20,665
23,195
32,155
32,965
34,315
34,585
34,825
34,950
39,540
41,335
51,435
57,160
58,520
58,615
58,785
58,815
58,835
58,895
58,980
59,015
59,150
59,230
59,280
59,315
59,475
59,600
59,655
59,680
59,700
59,795
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano,
59,880
60,340
14,190
Bardi, Morfasso, Bore
60,430
60,440
60,750
60,760
60,800
60,820
61,160
61,190
61,305
61,350
61,455
61,470
62,150
62,175
62,355
62,485
63,375
63,380
63,690
63,825
63,895
63,955
64,070
64,330
64,370
64,385
64,470
64,550
64,610
64,855
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 94 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14)
64,865
64,900
64,935
65,020
65,035
65,145
Vedi pag.
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano,
Bardi, Morfasso, Bore
precedente
65,160
65,370
65,475
65,550
65,555
65,850
Zona di tutela naturalistica (art. 20)
29,050
29,375
Borgo Val di Taro, Albareto
0,325
Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale
Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti (art. 27)
29,155
29,840
30,035
32,375
Albareto, Compiano, Bardi
7,780
32,965
35,235
47,605
50,290
La compatibilità dell'opera con quanto disposto dalle NdA del PTCP è verificata in
quanto:
-
in corrispondenza di Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13 bis), la
realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia è ammessa qualora
siano previsti in strumenti di pianificazione nazionali, regionali o provinciali, previo
parere favorevole dell'ente preposto alla tutela idraulica. I tracciati della nuova
condotta principale in progetto e quella della tubazione esistente in dismissione,
sviluppandosi da sud verso nord attraverso la catena appenninica, vengono ad
interferire con l’articolato reticolo idrografico attraversando, o percorrendo, i
fondivalle dei torrenti Tarodine, Ingegna, Toncina, Ceno e del F. Taro che,
nascendo dallo spartiacque appenninico, ne incidono il versante settentrionale.
Dette interferenze, anche in ragione delle scadenti caratteristiche geomeccaniche
del substrato lapideo affiorante lungo i versanti, risultano di fatto non evitabili. A tal
proposito, si evidenzia che la profondità di posa della nuova condotta in
corrispondenza delle sezioni di attraversamento e delle percorrenze in alveo, è
determinata attraverso idonei studi idrologici ed idraulici. La realizzazione dei
ripristini morfologici, idraulici ed idrogeologici (vedi par. 8.2.1, 8.2.2 Sez. II “Quadro
di riferimento progettuale”) previsti dal progetto a presidio della nuova condotta e
per garantire la stabilità del materiale di rinterro, nonchè i successivi interventi di
ricostituzione della esistente copertura vegetale (vedi par. 8.2.3 Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”), non comportando alcuna riduzione delle sezioni idriche e
delle capacità di invaso. Le considerazioni sopra esposte rendono l’intervento
congruente con quanto disposto dalla NdA del PTCP, assicurando la salvaguardia
delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio, sia in corrispondenza
dell'asse della condotta, sia, a maggior ragione, nell'intorno della stessa;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 95 di 489
Rev.
0
-
nelle Zone di tutela dei caratteri ambientali dei laghi, bacini e corsi d’acqua” (art.
12), le NdA consentono la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto
dell’energia qualora siano previsti in strumenti di pianificazione di carattere
provinciale, regionale e nazionale ovvero in assenza di tali strumenti, previa
verifica della compatibilità rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche
del territorio interessato. I tracciati della nuova condotta DN 900 (36”) in progetto e
dell’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione attraversano la zona tutelata
in corrispondenza del corso del torrente Toncina. I ripristini morfologici, idraulici ed
idrogeologici (vedi par. 8.2.1, 8.2.2 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”)
previsti dal progetto in corrispondenza delle aree di cantiere per la posa della
condotta e la rimozione della tubazione esistente ed i successivi interventi di
ricostituzione della esistente copertura vegetale (vedi par. 8.2.3 Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”), non comportando riduzioni delle sezioni idrauliche e della
capacità di invaso, concorrono a rendere compatibile la realizzazione dell'opera in
questi ambiti. Il ripristino geomorfologico delle sezioni di attraversamento sarà
effettuato con la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, privilegiando
l’utilizzo di materiali naturali (massi e legname) - (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”). Le previste modalità di attraversamento dei principali
corsi d’acqua oggetto di tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi
Vol. 6, All. 10 “Attraversamenti e percorrenze fluviali”).
-
nelle "Zone di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua" (art. 23), la
realizzazione dell’opera risulta congruente con quanto previsto dalla normativa in
quanto il progetto non prevede alcuno scarico in alveo od in falda né la
perforazione di alcun pozzo. Il progetto interessa queste aree lungo i fondivalle del
T. Ceno e del F. Taro;
-
in corrispondenza delle Aree di valore naturale ambientale (art. 39), la
realizzazione dell’opera è assogettata allo stesso regime previsto per l’art. 12; il
progetto prevede il completo ripristino delle aree di cantiere adottando una serie di
misure volte a ricreare le condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più
possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di
evolversi autonomamente. In particolare il progetto prevede l’accurato ripristino
vegetazionale di tutte le aree caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva, dei
filari e delle siepi (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”);
-
per gli Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40), le NdA, enunciando quali
finalità di questi ambiti la “conservazione, valorizzazione e promozione dei caratteri
di naturalità e degli elementi caratterizzanti la qualità paesaggistico-percettiva”, non
dettano alcuna particolare prescrizione per i sistemi tecnologici per il trasporto
dell’energia. In corrispondenza delle aree agricole, il progetto prevede, comunque,
la completa ricostituzione di tutti gli elementi distintivi e caratterizzanti il paesaggio
rurale (terrazzamenti, cortine vegetali, filari alberati, siepi e manufatti viari)
eventualmente interessati dalla realizzazione dell’opera;
−
per l’ "Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16), le NdA,
enunciando quali finalità di queste zone “la tutela dei beni di interesse archeologico
accertati e vincolati ai sensi di leggi nazionali o regionali” prevedono che per
queste aree si definiscano “piani o progetti pubblici di contenuto esecutivo, formati
dagli Enti competenti, previa consultazione con la competente Soprintendenza
archeologica, ed avvalendosi della collaborazione dell’Istituto per i beni artistici,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 96 di 489
Rev.
0
culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna”. Sino all’entrata in vigore di
questi piani, sono unicamente permessi l’ordinaria utilizzazione agricola e gli
interventi sugli edifici esistenti, mentre gli scavi a profondità superiore a 50 cm
devono essere autorizzati dalla Soprintendenza archeologica competente. Si
evidenzia che, nell’area in oggetto, per la posa della nuova condotta e la rimozione
della tubazione esistente, poste in stretto parallelismo, si provvederà ad adottare le
modalità tecnico operative illustrate al successivo capitolo della presente Sezione I
(vedi cap. 10);
-
nelle Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14), la
realizzazione dell’opera è assogettata allo stesso regime previsto per l’art. 12.
L’interramento delle nuove condotte e la rimozione ed il successivo ritombamento
della trincea in corrispondenza dei tratti di quelle esistenti in dismissione,
l’adozione della area di passaggio ridotta (vedi par. 5.1.2, Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”) in corrispondenza delle aree boscate, la realizzazione
degli interventi di ripristino geomorfologico (vedi par. vedi par. 8.2.1, Sez. II
“Quadro di riferimento progettuale”) e vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II
“Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano gli effetti indotti sull’esistente
assetto paesaggistico ed ambientale del territorio rendendo la realizzazione
dell’opera compatibile con quanto disposto dal Piano.
-
per le "Zone di tutela naturalistica" (art. 20), le NdA del piano prevedono che
debbano essere disciplinate dagli strumenti di pianificazione comunale (PSC, POC
e RUC) e sino all'entrata in vigore degli stessi, ne dettano le attività consentite. La
nuova condotta attraversa la zona in prossimità del corso del F. Taro ove sarà in
gran parte messa in opera per mezzo di un microtunnel, evitando qualsiasi
interferenza in superficie;
-
per le aeree individuate come “Progetto di tutela, recupero e valorizzazione
proposti” (art. 27), le NdA del Piano dettano specifici indirizzi per l’adeguamento
degli strumenti di pianificazione urbanistica. L’opera viene ad interessare due
diverse aree denominate “Alta Val Taro, Monte Pelpi e Oasi dei Ghirardi” e “Il
parco geologico del Ceno”; la prima area è volta alla tutela delle “aree perifluviali
dalla crescita dei fenomeni di dispersione insediativa che ad integrare le politiche di
conservazione e valorizzazione ambientale esistenti sul territorio attraverso la
realizzazione di migliori itinerari per la pubblica fruizione, a scopi sia ricreativi che
didattici, oltre che il potenziamento della recettività”. L’istituzione del “Parco
geologico” ha, quale principale obiettivo, l’illustrazione della storia geologica della
catena appenninica attraverso la valorizzazione di una serie di emergenze
geologiche, caratteristiche del territorio, per mezzo di un articolato sistema di
fruizione, incentrato sui principi della conservazione e valorizzazione
paesaggistica. La compatibilità del progetto con le finalità espresse per queste
aree è, analogamente a quanto indicato per i precedenti ambiti, assicurata dalla
natura stessa dell’intervento. L’interramento della condotta ed il completo ripristino
delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai principi
dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) e l’accurato ripristino vegetazionale di tutte le aree caratterizzate da
copertura boschiva ed arbustiva, dei filari e delle siepi negli ambiti agricoli (vedi
par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano, infatti, gli effetti
indotti sull’assetto paesaggistico del territorio attraversato.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 97 di 489
Rev.
0
Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza, il
tracciato della condotta principale DN 900 (36”) in progetto interessa, in
corrispondenza di numerosi tratti successivi di percorrenza, ambiti ed aree
diversamente classificate e rappresentate su differenti elaborati (vedi tab. 9.5/C). A
riguardo, analogamente a quanto indicato per la Provincia di Parma, le interferenze
con le diverse zone definite nell’ambito del Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del
Fiume Po, recepite dal PTCP, sono state già descritte (vedi par. 9.4) e rappresentate
sul relativo elaborato cartografico (vedi vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213)
Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comune
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14)
74,275
74,855
79,330
79,460
79,520
80,005
80,305
80,795
81,470
81,795
82,885
83,220
Vernasca, Morfasso, Lugagnano Val
83,850
84,070
d’Arda, Castell’Arquato, Carpaneto
4,325
84,645
84,680
Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo
84,840
84,915
85,030
85,075
89,260
89,305
94,325
95,415
95,930
96,295
99,380
99,485
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18)
58,400
58,520
58,615
58,785
58,815
58,835
58,895
58,980
59,015
59,150
Vedi pag.
Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca,
59,230
59,275
Lugagnano Val d’Arda
seguente
59,315
59,475
59,600
59,655
59,680
59,700
59,795
59,880
60,340
60,430
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 98 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comune
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18)
60,440
60,660
60,660
60,750
60,765
60,800
60,820
61,160
61,190
61,305
61,355
61,455
61,470
62,150
62,175
62,355
62,485
63,375
63,380
63,480
63,485
63,690
63,825
63,895
63,960
64,070
64,335
64,370
64,385
64,470
64,550
64,610
64,855
64,865
64,900
64,935
Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca,
17,565
65,020
65,035
Lugagnano Val d’Arda
65,145
65,160
65,370
65,475
65,925
65,955
66,020
66,045
66,290
66,325
66,595
66,615
66,810
66,855
66,935
67,500
67,750
67,915
68,140
68,160
68,300
68,375
68,600
68,690
68,875
68,900
68,935
69,025
69,030
69,210
69,260
69,825
69,915
70,000
70,050
70,090
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 99 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comune
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18)
70,125
70,175
70,285
74,275
Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca,
Vedi pag.
74,995
75,005
Lugagnano Val d’Arda
precedente
75,385
78,000
84,440
88,805
Zone di tutela naturalistica (art. 20)
57,160
57,185
1,215
Morfasso
57,210
58,400
Zone calanchive (art. 21)
74,885
74,995
Morfasso
0,445
75,005
75,340
Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio
Progetti di tutela, recupero e valorizzazione (art. 39)
106,325
107,315
0,990
Cortemaggiore
La compatibilità dell'opera con quanto disposto dalle NdA del PTCP è verificata in
quanto:
-
negli "Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14)”, la realizzazione di
sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia è ammessa previa autorizzazione
dell'autorità idraulica competente. I tracciati della nuova condotta principale in
progetto e quella della tubazione esistente in dismissione, sviluppandosi da sud
verso nord attraverso la catena appenninica, vengono ad attraversare ed a
percorrere i fondivalle dei torrenti Arda e Chiavenna. Dette interferenze, anche in
ragione delle scadenti caratteristiche geomeccaniche del substrato lapideo
affiorante lungo i versanti, risultano di fatto non delocalizzazibili. La profondità di
posa della nuova condotta in questi ambiti, determinata attraverso opportuni studi
idrologici ed idraulici (vedi precedente par. 9.4) e la realizzazione degli interventi di
ripristino geomorfologici, idraulici (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”), non comportando alcuna riduzione delle sezioni idriche e delle
capacità di invaso, rendono l’intervento congruente con quanto disposto dalla NdA
del PTCP, assicurando la salvaguardia delle caratteristiche ambientali e
paesaggistiche del territorio, sia in corrispondenza dell'asse della condotta, sia, a
maggior ragione, nell'intorno della stessa;
-
in corrispondenza della "Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale
(art. 18)", le NdA consentono la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto
dell’energia qualora siano previsti in strumenti di pianificazione di carattere
provinciale, regionale e nazionale ovvero in assenza di tali strumenti, previa
verifica della compatibilità rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche
del territorio interessato. L’interramento delle nuove condotte e la rimozione ed il
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 100 di 489
Rev.
0
successivo ritombamento della trincea in corrispondenza dei tratti di quelle
esistenti in dismissione, l’adozione della area di passaggio ridotta (vedi par. 5.1.2,
Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) in corrispondenza delle aree boscate, la
realizzazione degli interventi di ripristino geomorfologico ispirati ai principi
dell’ingegneria naturalistica (vedi par. vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) e vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) minimizzano gli effetti indotti sull’esistente assetto paesaggistico ed
ambientale del territorio rendendo la realizzazione dell’opera compatibile con
quanto disposto dal Piano. Le previste modalità di attraversamento dei principali
corsi d’acqua oggetto di tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi
Vol. 6, All. 10 “Attraversamenti e percorrenze fluviali”);
-
per le “Zone di tutela naturalistica (art. 20)”, le NdA prevedono che debbano essere
disciplinate dagli strumenti di pianificazione comunale e sino all'entrata in vigore
degli stessi, ne dettano le attività consentite. La nuova condotta attraversa la zona
in corrispondenza del crinale tra le valli dei torrenti Arda e Ceno ad ovest del Colle
di Castellaccio superato in gran parte per mezzo di un tratto di percorrenza in
sotterraneo (vedi Par. 5.1.11, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), limitando
l’interferenza a 0,245 km . Il progetto prevede il completo ripristino delle aree di
cantiere adottando una serie di misure volte a ricreare le condizioni idonee al
ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una
volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente. In particolare il
progetto prevede l’accurato ripristino vegetazionale di tutte le aree caratterizzate
da copertura boschiva ed arbustiva (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”);
-
per gli “Zone calanchive (art. 21)”, le NdA prevedono che i comuni, in sede di
revisione degli strumenti di pianificazione urbanistica, verifichino “al fine di
articolare, in funzione della loro diversa rilevanza paesaggistico-ambientale,
naturalistica e geomorfologica” la rappresentazione fornita sulle tavole
cartografiche del Piano, classificandole eventualmente in “calanchi peculiari,
segnalati per la straordinaria valenza paesistica intrinseca o in calanchi tipici,
rappresentanti la generalità delle formazioni calanchive con un grado diffuso di
valenza paesistica”. Per le aree così definite, le NdA, escludendo qualsivoglia
intervento nell’ambito dei calanchi peculiari, prevedono la possibilità di effettuare
interventi nell’ambito dei calanchi tipici. La nuova condotta lambisce la zona in due
brevi tratti di percorrenza ai piedi del versante occidentale dell’incisione dell’Arda
affiancandosi alla sede dell’esistente SP che ne risale il fondovalle. Il completo
interamento della condotta in prossimità della sede stradale ed i previsti ripristini
geomorfologici posti a presidio dell’opera (vedi par. 8.2.1 Sez. II “Quadro di
riferimento progettuale”) rendono la realizzazione della stessa congruente con
quanto disposto dal Piano;
-
per le aeree individuate come “Progetto di tutela, recupero e valorizzazione
proposti” (art. 39), le NdA del Piano prevedono che per queste aree “ La Provincia
ed i Comuni provvedono a definire, nell’ambito delle rispettive competenze,
mediante i propri strumenti di attuazione della pianificazione, progetti di tutela,
recupero e valorizzazione”; le Amministrazioni comunali devono attivare analisi
tematiche volte ad individuare “l’effettiva potenzialità progettuale in termini di
ricostruzione di ambienti naturali rappresentativi di una significativa diversità
biologica” individuando così “in accordo con l’Amministrazione Provinciale, norme
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 101 di 489
Rev.
0
e modalità di gestione delle aree stesse”. Le condotte in oggetto, nel settore
terminale, vengono ad interessare un’area individuata lungo il corso del T. Arda per
la quale non è ancora stata definita alcuna pianificazione. La compatibilità del
progetto con le finalità espresse dal Piano per queste aree è, comunque, derivata
dalla natura stessa dell’intervento. L’interramento della condotta ed il completo
ripristino delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai principi
dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) e l’accurata ricostituzione della copertura vegetale di tutte le aree
caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva, dei filari e delle siepi negli ambiti
agricoli (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano,
infatti, gli effetti indotti sull’assetto paesaggistico del territorio attraversato.
9.5.2
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”), P 36 bar, in dismissione
In considerazione del fatto che la linea in dismissione attraversa le stesse tipologie di
aree interessate dal metanodotto principale DN 900 (36”) in progetto, si riportano
unicamente i tratti di interferenza (vedi tab. 9.5/D÷F), rimandando le considerazioni
circa la compatibilità dell’opera con quanto predisposto dai Piani e la valutazione della
normativa a carattere regionale e provinciale a quanto riportato nel paragrafo 9.5.1 .
Tab. 9.5/D: Interferenze con il PTC della Provincia di Massa Carrara
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12)
Pontremoli
15,835
18,775
2,940
Siti di interesse archeologico
1,250
1,320
Mulazzo, Pontremoli
5,955
1,320
7,205
Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12)
40,555
40,735
Compiano, Bardi
3,985
40,805
41,195
41,290
41,410
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 102 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12)
41,465
43,120
43,315
44,105
Vedi pag
Compiano, Bardi
44,540
44,620
precedente
44,730
45,225
45,315
45,590
Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13)
20,940
20,955
26,720
26,750
28,165
28,235
29,160
29,200
32,005
32,060
32,320
32,785
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano,
1,490
Bardi
40,540
40,555
40,735
40,805
41,195
41,290
44,105
44,540
44,620
44,730
45,225
45,315
Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23)
25,800
25,845
26,245
26,720
26,750
27,260
2,035
Albareto, Bardi
28,120
28,165
28,235
28,540
45,590
46,095
46,095
46,175
Ambiti Rurali
Aree di valore naturale ambientale (art. 39)
20,885
21,000
25,780
25,840
26,230
27,275
28,105
28,490
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano,
7,115
29,160
29,230
Bardi
31,990
32,085
32,390
32,800
40,315
40,600
40,690
41,050
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 103 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito)
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comuni
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Ambiti Rurali
Aree di valore naturale ambientale (art. 39)
41,060
41,320
41,520
42,270
Vedi pag
Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano,
Bardi
precedente
42,460
43,010
43,540
46,270
Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40)
25,840
26,230
27,275
27,510
28,005
28,105
3,285
Albareto. Compiano
28,490
28,575
28,900
29,155
29,155
29,160
Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale
Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16)
Albareto
23,910
24,110
0,200
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14)
18,775
20,025
28,540
29,105
30,635
30,920
Borgo Val di Taro, Pontremoli, Albareto,
10,575
Compiano, Bardi
31,135
31,265
35,165
39,165
48,605
54,200
Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale
Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti (art. 27)
26,020
26,310
26,480
27,545
Albareto, Compiano, Bardi
6,090
28,135
28,720
29,155
31,560
45,540
47,285
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 104 di 489
Rev.
0
Tab. 9.5/F: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza
da km
a km
Percor. tot.
(km)
Comune
Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14)
73,540
74,440
77,240
77,405
78,730
81,980
86,170
89,595
73,730
74,765
77,405
77,515
Lugagnano Val d’Arda, Carpaneto
1,900
Piacentino, Fiorenzuola d’Arda
79,200
82,135
86,575
89,675
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18)
68,180
76,005
77,515
70,535
77,240
77,990
63,155
67,505
64,460
Morfasso, Lugagnano Val d’Arda
1,980
68,180
Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio
4,065
Morfasso, Lugagnano Val d’Arda,
Carpaneto Piacentino
Zona di valenza ambientale locale (art. 19)
Progetti di tutela, recupero e valorizzazione (art. 39)
96,570
Cortemaggiore
97,510
0,940
Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale
Parchi, riserve naturali e aree naturali protette proposta per l’istituzione (art. 37)
63,155
65,825
Morfasso, Lugagnano Val d’Arda
3,970
67,250
68,550
Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale (art. 23)
Complessi archeologici
68,800
69,265
0,465
Lugagnano Val d’Arda
A riguardo delle interferenze con zone interessate unicamente dai lavori di rimozione
dell’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione, si evidenzia che:
−
per i “Parchi, riserve naturali e aree naturali protette proposta per l’istituzione (art.
37)”, le NdA demandano alle disposizioni degli stessi Parchi ed alle norme di
istituzione delle Riserve. Alla fase di rimozione della condotta esistente segue il
completo ripristino delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai
principi dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento
progettuale”) e l’accurata ricostituzione della copertura vegetale, volta a ricreare le
condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale
ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente (vedi
par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”);
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
−
9.6
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 105 di 489
Rev.
0
per le "Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale
(art. 23)”, le NdA, prevedono che qualsivoglia intervento sia sottoposto alla
preventiva autorizzazione della competente Soprintendenza Archeologica. Si
evidenzia che la rimozione della tubazione esistente, comportando lo scavo della
trincea in corrispondenza dell'esistente condotta, esclude la possibilità di
significative interferenze. Nel caso la competente Soprindenza Archeologica lo
ritenga necessario, si provvederà, comunque, ad adottare le modalità tecnico
operative illustrate al successivo capitolo della presente Sezione I per la messa in
opera delle nuove condotte (vedi cap. 10).
Strumenti di pianificazione comunale
Per quanto riguarda gli strumenti comunali, sono stati considerati i Piani Regolatori
Generali Comunali (PRGC), i Programmi di Fabbricazione Comunali (PFC) o i Piani
Strutturali Comunali (PSC) dei seguenti comuni: Mulazzo, Pontremoli, Borgo Val di
Taro, Albareto, Compiano, Bardi, Morfasso, Bore, Vernasca, Lugagnano Val d'Arda,
Castell'Arquato, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d'Arda, Cadeo e Cortemaggiore.
Per quanto concerne gli allacciamenti, in progetto ed in dismissione, derivati dalle linee
principali si rimanda all’Annesso A (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83013).
I tracciati della condotta principale e delle linee dalla stessa derivate, sviluppandosi per
la maggior parte in corrispondenza della catena appenninica in un ambito francamente
montuoso, vengono ad interferire con ambiti agricoli/rurali classificati,
prevalentemente, come zone boschive o, meno frequentemente, come zone di
interesse paesaggistico-ambientale (vedi Vol. 4, All. 4 - Dis. LB-D-83205).
Le uniche interferenze con zone diverse da queste e da ambiti agricoli normali, si
registrano nei territori comunali di:
Comune di Pontremoli
La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa:
• una zona D1 artigianale, tra il km 3,315 e il km 3,470 , in stretto parallelismo alla
tubazione in dismissione;
• l'area F6 dell'ex mattatoio classificata come zona per servizi pubblici, tra il km
4,880 ed il km 4,980 ;
• una zona D4 destinata ad attività turistico-ricreative, tra il km 5,620 ed il km 5,845
lungo la condotta in progetto (parzialmente attraversata in sotterraneo per mezzo
di un microtunnel);
• un’area E2 classificata come “nuclei edilizi sparsi e loro ambiti di pertinenza diretta,
tra il km 11,995 e il km 12,050 ;
• un'area C di consolidamento compresa tra due nuclei abitati in località Brancolino,
tra il km 12,890 ed il km 13,020 ;
L’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione interessa
• una zona D1 artigianale, tra il km 3,155 e il km 3,295;
• l'area F6 dell'ex mattatoio classificata come zona per servizi pubblici, tra il
km 4,790 ed il km 4,930;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 106 di 489
Rev.
0
una zona D4 destinata ad attività turistico-ricreative, tra il km 5,470 ed il km 5,730 ;
una zona F4 destinata ad insediamenti sportivi all’aperto tra il km 7,665 ed il km
7,745, corrispondente ad un insediamento sportivo;
una zona Cs di consolidamento urbano, tra il km 7,830 ed il km 7,950;
una zona B3 urbana parzialmente edificata, tra il km 7,950 ed il km 8,370 e in
località Brancolino tra il km 12,650 ed il km 12,705 e tra il km 12,780 e il km
12,810;
una zona F4 destinata ad impianti sportivi tra il km 12,880 ed il km 13,110 . a nord
della frazione di Grondola.
Le NdA del PRG non prevedono alcuna specifica disposizione in materia di
realizzazione di gasdotti.
Comune di Borgo Val di Taro
L’esistente condotta interessa due aree di rispetto di punti di presa a fini idropotabili, in
due successivi tatti di percorrenza, rispettivamente compresi tra il km 19,425 ed il km
19,710 e tra il km 19,810 ed il km 20,230 ad est della frazione La Banca.
Le NdA del PRG, all art. 10, prevedono limitatamente agli edifici ed impianti pubblici,
che il Sindaco possa rilasciare concessioni edilizie in deroga a quanto previsto dalle
stesse norme, nel rispetto della legislazione regionale vigente in materia.
Comune di Albareto
L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione interessa:
• una zona D1 “Zona artigianale ed industriale di completamento” tra il km 25,760 ed
il km 25,870;
• una zona destinata a servizi pubblici tra il km 26,000 ed il km 26,110 ;
• zone urbanizzate in tre tratti di percorrenza, compresi tra il km 25,670 ed il km
25,680 , tra il km 27,620 ed il km 27,705 e tra il km 28,585 e il km 28,630 ;
A riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia, le NdA
del PRG fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Parma.
Comune di Morfasso
La condotta principale DN 900 (36”) in progetto attraversa le zone di rispetto di
captazioni idropotabili, in corrispondenza di tre tratti, posti rispettivamente tra il
km 61,970 ed il km 62.095 e tra il km 63,915 e il km 64,575 ad ovest del Valico del
Pellizzone e tra il km 66,430 ed il km 67,330 a sud-ovest di Monte Cornale.
L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa, anch’essa, tre zone di
rispetto di captazioni idropotabili in corrispondenza di due successivi tratti di
percorrenza compresi tra il km 65,650 ed il km 66,585 a nord della frazione di S.
Michele, e tra il km 67,775 e il km 68,580 in prossimità della frazione di Carignone.
Nell’ambito dell’area di rispetto a nord di S. Michele, la tubazione in dismissione viene
inoltre ad attraversare una zona a funzione turistico-ricreativa in cui si prevede
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 107 di 489
Rev.
0
l’ampiamento di un’area campeggio tra il km 65,650 ed il km 68,820 ed un’area
urbanizzata tra il km 65,875 ed il km 65,920 .
Analogamente a quanto illustrato per il precedente territorio comunale, le NdA del
PRG, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia,
fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza.
Comune di Vernasca
La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa:
• due zone destinate ad attività estrattiva poste rispettivamente tra il km 74,175 ed il
km 74,225 e tra il km 80,830 ed il km 81,155 lungo il corso del T. Arda;
• un'area a prevalente funzione produttiva (cementeria) tra il km 80,285 ed il km
80,300 superato per mezzo di un tratto di percorrenza in sotterraneo (vedi par.
5.1.11 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”);
• un’area per attrezzature tecnologiche tra il km 82,910 ed il km 82,945;
e lambisce una zona di espansione per artigianato e piccola industria tra il km 81,795
ed il km 81,960 .
Comune di Lugagnano Val d’Arda
L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa:
• la zona agricola di rispetto dell’abitato in due successivi tratti di percorrenza,
rispettivamente compresi tra il km 68,610 ed il km 68,955 in corrispondenza della
frazione Belvedere e tra il km 77,085 ed il km 77,160 in località Baracche;
• un’area D3 definita “Zone per attività terziarie e di servizio”, tra il km 70,880 ed il km
70,980 .
Le NdA del PRG, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto
dell’energia, fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza.
Comune di Castell’Arquato
La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa un’area di rispetto cimiteriale tra
il km 91,255ed il km 91,360 a sud dell’abitato di Vigolo Marchese
L’art. 63 del RUE prevede che la realizzazione di opere pubbliche sia regolato dalle
leggi di settore e dall’art. 7 della LR 31/02.
Comune di Carpaneto Piacentino
L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa un’area di rispetto
cimiteriale tra il km 79,950 ed il km 80,250 e lambisce un’area a prevalente funzione
produttiva tra il km 84,670 ed il km 84,790 .
Le Norme del PSC, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto
dell’energia, fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9.7
COMMESSA
Fg. 108 di 489
Rev.
0
Quadro riassuntivo degli strumenti di tutela e pianificazione
Il quadro sintetico delle interferenze tra gli strumenti di tutela ambientale e di
pianificazione territoriale ed i tracciati delle nuove condotte e delle tubazioni esistenti in
dismissione evidenzia come il progetto nel suo complesso di interventi viene ad
interagire con i vincoli che, a diverso livello normativo, governano il territorio (vedi tab.
9.7/A ÷ 9.7/F).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 109 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 9.7/A: Strumenti di tutela e pianificazione a livello nazionale e regionale/provinciale lungo le condotte in progetto
Strumenti di tutela a livello nazionale
Vincolo
idrogeologico
RD3267/23
Metanodotto
Strumenti di pianificazione a livello regionale/provinciale
Beni Colturali e Ambientali
Siti di importanza
Comunitaria
DLgs 42/04 (*)
DPR 357/97
Piani Territoriali di Coordinamento
Massa
Carrara
Parma
Piacenza
Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Rifacimento Allacciamento al Comunre di Pontremoli DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4")
Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10")
Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6")
Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 150 (6")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
(*) Beni Culturali Titolo I Art. 10
(°) Piano Territoriale di Coordinamento di Massa Carrara
Cose immobili, ville e giardini , complessi urbani e bellezze naturali
Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12)
Siti di interesse archeologico
(°) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma,
Beni paesaggistici Titolo I – Art. 134
Immobili ed aree di notevole interesse pubblico - Art. 136 (ex L 1497/39)
beni ambientali, in ragione del loro notevole interesse pubblico
Aree tutelate per legge– Art. 142 (ex L 431/85)
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Ambiti Rurali
Aree protette ed interv. di tutela e valoriz. ambientale
Zone ed elementi di specifico inter. storico, archeol. e testimoniale
Territori contermini ai laghi (fascia di 300 m)
Parchi e riserve
(°) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza
Fiumi e torrenti RD 1775/33 (fascia di 150 m)
Foreste e boschi
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio
Le montagne per la parte eccedente i 1600 m slm
Zone di interesse archeologico
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zone ed elementi di specifico interesse storico,
archeologico e testimoniale
I ghiacciai e i circhi glaciali
Zone umide
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 110 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 9.7/B: Strumenti di tutela e pianificazione a livello nazionale e regionale/provinciale lungo i metanodotti esistenti in dismissione
Strumenti di tutela a livello nazionale
Vincolo
idrogeologico
RD3267/23
Metanodotto
Beni Colturali e Ambientali
DLgs 42/04 (*)
Strumenti di pianificazione a livello regionale/provinciale
Siti di
importanza
Comunitaria
DPR 357/97
Piani Territoriali di Coordinamento
Massa
Carrara
(°)
Parma
Piacenza
($)
(§)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36")
Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3")
Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3")
Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp
Derivazione per Bedonia DN 100 (4")
Allacciamento Tornolo DN 80 (3")
Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5")
Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
(*) Beni Culturali Titolo I Art. 10
(°) Piano Territoriale di Coordinamento di Massa Carrara
Cose immobili, ville e giardini , complessi urbani e bellezze naturali
Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12)
Siti di interesse archeologico
($) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma,
Beni paesaggistici Titolo I – Art. 134
Immobili ed aree di notevole interesse pubblico - Art. 136 (ex L 1497/39)
beni ambientali, in ragione del loro notevole interesse pubblico
Aree tutelate per legge– Art. 142 (ex L 431/85)
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Ambiti Rurali
Aree protette ed interv. di tutela e valoriz. ambientale
Zone ed elementi di specifico inter. storico, archeol. e testimoniale
Territori contermini ai laghi (fascia di 300 m)
Parchi e riserve
(§) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza
Fiumi e torrenti RD 1775/33 (fascia di 150 m)
Foreste e boschi
Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua
Aree protette ed interventi di di tutela e valorizzazione ambientale
Le montagne per la parte eccedente i 1600 m slm
Zone di interesse archeologico
Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale
Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e
testimoniale
I ghiacciai e i circhi glaciali
Zone umide
Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 111 di 489
Rev.
0
Tab. 9.7/C: Piano di Assetto Idrogeologico e strumenti di tutela lungo le condotte in progetto
Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
molto
elevata elevata
media
bassa
molto
elevata
elevata
media
Fasce fluviali
A
B
C
Area
esondabile
a pericolo
molto
elevato
Frane
(*)
Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4")
Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10")
Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6")
Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
(*) fenomeni di dissesto superati con tratti di percorrenza in sotterraneo (tunnel)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
Stabilizzate
Metanodotto
Pericolosità geomorfologica
Quiescenti
Pericolosità idraulica
Piano di bacino del Fiume Po
Attive
Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrog.co del Fiume Magra
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 112 di 489
0
Tab. 9.7/D: Piano di Assetto Idrogeologico lungo le condotte in dismissione
molto
elevata elevata
media
bassa
molto
elevata
elevata
media
Fasce fluviali
A
B
C
Area
esondabile
a pericolo
molto
elevato
Frane
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36")
Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3")
Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3")
Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp
Derivazione per Bedonia DN 100 (4")
Allacciamento Tornolo DN 80 (3")
Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5")
Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
Stabilizzate
Metanodotto
Pericolosità geomorfologica
Quiescenti
Pericolosità idraulica
Piano di bacino del Fiume Po
Attive
Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrog.co del Fiume Magra
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 113 di 489
0
Tab. 9.7/E: Pianificazione urbanistica lungo le condotte in progetto
Metanodotto
Strumenti di Pianificazione Urbanistica
Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
2
Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4")
2
2, 9
2, 3, 4, 5, 6, 7, 9
2
2, 7, 8, 10, 11, 12, 13,
2
14
Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4")
4
2
4
4
4
Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10")
Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6")
5
4
Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
5
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4")
6
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4")
6
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6")
10, 12, 16
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5")
12
13
Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
(°)
Zona urbana (Zone A, B e loro compendi)
Zona di uso pubblico e di interesse generale
Zona di espansione (zone C)
Zone vincolate e di rispetto(cimiteriale, paesistico, archeologico, captazione idropotabile)
Zona a prevalente funzione produttiva (zone D)
Zone turistico-ricreative
Zone agricole a valenza paesaggistica-ambientale e zone boschive
Altre zone
Comune
n. d’ordine
Mulazzo
1
Pontremoli
2
Borgo Val di Taro
3
Albareto
4
Compiano
5
Bardi
6
Morfasso
7
Bore
8
Vernasca
9
Lugagnano Val d’Arda
10
Castell'Arquato
11
Carpaneto Piacentino
12
Fiorenzuola d’Arda
13
Cadeo
14
Cortemaggiore
15
Gropparello
16
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
9
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 114 di 489
0
Tab. 9.7/F: Pianificazione urbanistica lungo i metanodotti esistenti in dismissione
Metanodotto
Strumenti di pianificazione urbanistica (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36")
2, 4, 7
Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3")
2
2, 4, 9, 10, 12
2
Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3")
4
2, 3, 4, 5, 6,
2, 4, 9
2,3, 7, 12
2, 7
2
4
4
Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp
Derivazione per Bedonia DN 100 (4")
5
4
Allacciamento Tornolo DN 80 (3")
Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4")
5
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3")
Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4")
10, 12, 16
Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4")
Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5")
12
13
Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4")
(°)
Zona urbana (Zone A, B e loro compendi)
Zona di uso pubblico e di interesse generale
Zona di espansione (zone C)
Zone vincolate e di rispetto(cimiteriale, paesistico, archeologico, captazione idropotabile)
Zona a prevalente funzione produttiva (zone D)
Zone turistico-ricreative
Zone agricole a valenza paesaggistica-ambientale e zone boschive
Altre zone
Comune
n. d’ordine
Mulazzo
1
Pontremoli
2
Borgo Val di Taro
3
Albareto
4
Compiano
5
Bardi
6
Morfasso
7
Bore
8
Vernasca
9
Lugagnano Val d’Arda
10
Castell'Arquato
11
Carpaneto Piacentino
12
Fiorenzuola d’Arda
13
Cadeo
14
Cortemaggiore
15
Gropparello
16
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
9
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
10
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 115 di 489
Rev.
0
INTERAZIONE INTERFERENZE CON AREE A RISCHIO ARCHEOLOGICO
In Italia il problema della tutela dei beni archeologici è molto sentito in relazione
all’esigenza di conservazione della memoria storica del patrimonio culturale.
Il problema della tutela dei beni archeologici emerge in modo significativo nel caso di
lavori che si articolano linearmente sul territorio, soprattutto per tratti di lunghezza
considerevole, come nel caso delle infrastrutture lineari di trasporto. In quest’ambito, si
possono presentare due ordini di problemi di tipo “archeologico” in relazione alla natura
dell’area considerata. In interferenza con i lavori possono, infatti, essere presenti:
•
aree archeologiche note e quindi contemplate negli strumenti di tutela e di
pianificazione;
•
aree archeologiche non cartografate che, in quanto sconosciute, rappresentano
una vera e propria “emergenza archeologica”, sia per quanto riguarda la
programmazione dei lavori sia per la loro realizzazione.
Nel primo caso, il problema della tutela è facilmente affrontabile, in quanto l’analisi dei
vincoli sulle aree d’interesse archeologico conduce a scelte progettuali che impedendo
l’impatto dei lavori sul bene archeologico, risultano compatibili con gli stessi strumenti.
Nel secondo caso, relativamente ad aree archeologiche non ancora individuate e,
quindi, non contemplate negli strumenti di tutela e pianificazione, non si possono che
fornire criteri di base utili per prevenire situazioni di “emergenza archeologica” durante
l’esecuzione dei lavori.
L’incognita sull’eventuale presenza di aree d’interesse archeologico non ancora
individuate, pone una serie di problemi, a volte anche complessi, la cui soluzione da
una parte deve consentire la realizzazione delle opere programmate nel rispetto della
tutela dei beni archeologici e dall’altra, individuare strumenti adeguati per effettuare
un’indagine preventiva, evitando di trattare il problema in emergenza nel corso
d’esecuzione dei lavori.
Nel recente passato, la realizzazione, nel territorio nazionale, dei metanodotti Snam
Rete Gas è stata occasione di un interessante sviluppo nel settore dell’indagine
archeologica “preventiva”, che ha consentito di conciliare la tutela dei beni archeologici
con le esigenze di trasformazione del territorio. Sulla base di una stretta collaborazione
tra le Soprintendenze Archeologiche e Snam Rete Gas, le indagini hanno avuto la
finalità di tutelare il patrimonio archeologico, una volta accertata la presenza di
“emergenze” archeologiche.
Nell’iter di approvazione ed in quello di costruzione del metanodotto d’interesse, Snam
Rete Gas intende perseguire lo stesso approccio già adottato nel passato e di seguito
esposto, in considerazione dei proficui risultati ottenuti; considerando, in aggiunta che
data la natura del “problema archeologico” appena esposto, tali criteri sono
probabilmente quelli che consentono di ottenere i risultati migliori.
In linea generale, le attività d’indagine in aree “a rischio archeologico” possono essere
articolate nel loro sviluppo temporale in: indagini preventive ed indagini in corso di
costruzione dell’opera.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
10.1
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 116 di 489
Rev.
0
Indagini preventive
In relazione alla peculiarità della zona considerata, l’intervento preventivo può
articolarsi in due fasi:
10.2
•
ricerche bibliografiche, toponomastiche e cartografiche, analisi di foto aeree,
indagini di superficie e prospezioni di vario genere, sull’area interessata dall’opera
progettata. Ciò consente di individuare, con discreta approssimazione, le zone “a
rischio” d’interesse archeologico eventualmente insistenti nell’area in esame e non
ancora note o protette. Dopo aver raccolto le informazioni, vengono presentati i
risultati alla Soprintendenza, che può proporre di effettuare indagini dirette per la
verifica sul campo di quanto emerso;
•
in base alla fase precedente, su indicazione della Soprintendenza, vengono
eseguiti saggi a campione effettuati per mezzo di scavi archeologici al fine di
individuare più dettagliatamente la natura dal punto di vista archeologico delle zone
a rischio precedentemente individuate.
Indagini durante la fase di costruzione
In base a quanto emerso dalle indagini precedentemente svolte, possono essere
necessarie ulteriori indagini da eseguire durante l’esecuzione dei lavori.
La prima operazione consiste nell’indagine visiva diretta sul terreno con lo scopo
d’individuare eventuali strati d’interesse archeologico. Tale attività viene eseguita
durante le fasi iniziali di lavoro (che sono quelle di apertura pista, scotico e scavo per la
posa della condotta) da parte di un archeologo che presiede in modo continuo tutti i
lavori di movimento terra.
In corrispondenza di livelli ritenuti d’interesse, vengono sospese le lavorazioni di
movimento terra per consentire l’analisi stratigrafica delle pareti di scavo e
l’approfondimento conoscitivo dell’area dal punto di vista archeologico. Tali operazioni
possono essere effettuate per mezzo di scavi stratigrafici e/o con saggi di scavo a
campione.
La natura e le caratteristiche dell’area così individuata può portare ad un secondo
livello d’intervento che può tradursi in uno dei tre casi di seguito esposti:
•
Variante locale al tracciato di progetto
La variante al tracciato di progetto viene effettuata ogni qualvolta che la
Soprintendenza ritiene necessario preservare il sito individuato senza procedere
con lo scavo archeologico dell’area. Tale soluzione viene adottata anche quando i
tempi necessari per l’esecuzione di uno scavo archeologico di approfondimento
non risultano compatibili con i tempi di programmazione dei lavori di costruzione
della condotta.
•
Scavo archeologico e posa della condotta
Lo scavo archeologico e la successiva posa della condotta viene effettuato in
corrispondenza di aree in cui la Soprintendenza ritiene che lo scavo archeologico
preliminare ed i successivi lavori di posa della condotta, siano compatibili. In
questo caso, l’area viene considerata come “tratto particolare” nel senso che gli
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 117 di 489
Rev.
0
scavi vengono limitati al minimo necessario per la semplice posa della condotta
con lo scopo di lasciare inalterata per quanto possibile la successione stratigrafica
dell’area. In taluni casi, in presenza di manufatti murari, è possibile procedere con
lo smontaggio del manufatto, la numerazione dei singoli elementi ed il suo
rimontaggio una volta posata la condotta.
•
10.3
Utilizzo delle tecniche di trivellazione dei terreni
Una soluzione alternativa a quelle già esposte è rappresentata dall’utilizzo di
tecniche di trivellazione in sotterraneo per l’alloggiamento della condotta. Sono
disponibili vari sistemi operativi (spingitubo, microtunnel, ecc.) che sono in grado di
realizzare un tunnel interrato senza apportare alterazioni in superficie o in
corrispondenza di specifici strati di terreno. Con tali sistemi è possibile posare la
condotta (ad esempio al di sotto di eventuali resti murari o di edifici) senza alterare
o modificare il manufatto archeologico stesso.
Recupero e preservazione dei reperti rinvenuti
Quando vengono messi a giorno reperti di particolare rilevanza archeologica, su
richiesta della Soprintendenza, la Snam Rete Gas contribuisce al recupero degli stessi,
alla loro pulizia e alla loro catalogazione.
Tutte le attività descritte vengono effettuate da personale tecnico specializzato, in
genere archeologi, che agiscono sotto diretta responsabilità scientifica della
Soprintendenza Archeologica.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 118 di 489
Rev.
0
SEZIONE II - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
1
CRITERI DI SCELTA DELLA DIRETTRICE DI PERCORRENZA
1.1
Generalità
Il metanodotto in progetto prende origine dall’Impianto SRG denominato Nodo di
Mulazzo, nel territorio dell'omonimo Comune e, sviluppandosi in direzione SSE-NNO,
attraversa l’Appennino Tosco - Emiliano sino a raggiungere il margine meridionale
della pianura padana a sud-est di Piacenza per terminare in corrispondenza
dell’esistente impianto Snam Rete Gas “Nodo di Cortemaggiore”, nell’omonimo
territorio comunale (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214 “Corografia di progetto”).
L’assetto geologico e morfologico del territorio attraversato dal tracciato risulta,
conseguentemente, assai articolato e, nelle sue linee generali, si caratterizza
dall’essere francamente montuoso per i primi due terzi del percorso ed uniformemente
pianeggiante in corrispondenza del tratto terminale della condotta.
La particolare natura dell'intervento in oggetto, incentrato sostanzialmente nella
sostituzione sia dell'esistente metanodotto "Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)"
con una condotta di maggior diametro, sia della rete di linee di distribuzione
che, prendendo
origine
dalla
stessa
tubazione
esistente,
garantisce
l'approvvigionamento alle utenze civili ed industriali delle aree interessate
dall'opera, impone che il tracciato delle nuove condotte venga ad insistere, per quanto
possibile, sugli stessi corridoi territoriali individuati dai metanodotti esistenti.
I tracciati delle nuove condotte sono, così, stati definiti cercando di conciliare le
problematiche legate sia alla natura e stabilità dei terreni attraversati e quindi alla
sicurezza dell’opera, sia alle difficoltà tecnico-operative connesse alla realizzazione
della stessa in un territorio a morfologia decisamente accidentata; in alcuni tratti,
definiti nel testo “scostamenti”, si è reso necessario percorrere corridoi alternativi per le
nuove condotte, divergenti dai tracciati delle tubazioni in dismissione.
Conseguentemente, anche le attività rispettivamente dedicate alla messa in opera
delle nuove condotte ed alla rimozione delle tubazioni esistenti, insisteranno, in alcuni
tratti, su porzioni territoriali diverse.
Più limitate diversioni plano-altimetriche tra le tubazioni esistenti in dismissione e le
nuove condotte si registrano, infine, in corrispondenza degli attraversamenti di corsi
d'acqua e di alcune infrastrutture viarie, ove, al fine di garantire la sicurezza del
trasporto del gas durante i lavori di posa delle nuove condotte, sia in riferimento alla
maggiore profondità di posa, ovvero per l'adozione di una diversa metodologia di
messa in opera, le stesse condotte divergono brevemente dalle esistenti.
In questi tratti, le attività di posa delle nuove condotte e di rimozione delle tubazioni
esistenti, insisteranno sulle stesse aree di cantiere, opportunamente dimensionate.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 119 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
1.2
COMMESSA
Rev.
0
Scostamenti tra metanodotti esistenti e nuove condotte
Lungo la condotta principale in progetto, gli scostamenti tra il nuovo tracciato e
l’esistente tubazione in dismissione si registrano in tredici casi (vedi tab. 1.2/A).
Tab. 1.2/A:
n.
da
km
1
0,000
2
4,600
3
7,455
4
11,660
5
12,510
6
18,110
7
27,015
8
30,700
9
32,290
10 35,110
11 36,665
12 46,630
Scostamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e la tubazione
esistente DN 750 (30”) in dismissione
a
km
perc.
(km)
Comuni
Motivazione
Rif.
Tav.
(*)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Ottimizzazione del tracciato imposto
Mulazzo,
2,510 2,510
dall’adeguamento dell’impianto SRG
1
Pontremoli
“Nodo di Mulazzo”
5,810 1,210
Presenza di un’area instabile
2
Aggiramento dell’espansione
10,860 3,405
3
urbanistica dell’abitato di Pontremoli
Pontremoli
12,060 0,400
Presenza di un’area instabile
4
Aggiramento area urbanizzata ad est
13,880 1,370
4
del centro abitato di Grondola
Presenza un’estesa area soggetta a
Pontremoli,
25,460 7,350
fenomeni di dissesto ad est
6÷8
Borgo Val di Taro
dell’abitato di Valdena
Presenza di numerosi fenomeni di
Albareto, Borgo dissesto in atto lungo il versante
30,475 3,460
9
Val di Taro
meridionale della valle del Taro tra le
frazioni di Gotra e Ca.se Belvedere
Presenza di una zona di
urbanizzazione lungo la sponda
31,985 1,285
10
Albareto,
meridionale del Taro a nord-est della
Compiano
frazione di Campi
Presenza di un’area caratterizzata
33,140 0,850
10
da fenomeni di instabilità
Presenza di un’area caratterizzata
da fenomeni di instabilità lungo il
35,665 0,555
Compiano
versante occidentale del T. Ingegna
11
a nord-est della frazione di Ronco
Desiderio
Presenza di un’ampia area in cui
sono in atto numerosi e diffusi
Compiano, Borgo
42,880 6,215
fenomeni di dissesto in
11÷13
Val di Taro, Bardi
corrispondenza dello spartiacque tra
le valli dei torrenti Ingegna e Toncina
Presenza di un’area instabile lungo
47,600 0,970
Bardi
la sponda occidentale del T. Toncina
15
a sud della località “Molino dei Belli”
(*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 7
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
n.
da
km
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 120 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 1.2/A:
COMMESSA
0
Scostamenti tra la condotta in progetto DN 900 (36”) e la tubazione
esistente DN 750 (30”) in dismissione (seguito)
a
km
perc.
(km)
Comuni
Rif.
Tav.
(*)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
13 48,150 95,875 47,725
Bardi, Morfasso,
Bore, Vernasca,
Lugagnano Val
d’Arda,
Castell’Arquato,
Carpaneto
Piacentino
Presenza di una vasta area
caratterizzata da diffusi ed estesi
fenomeni di dissesto posta in
15÷29
corrispondenza dello spartiacque tra
le valli del F. Taro e del T. Chero.
(*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 7
Per quanto attiene gli ulteriori limitati allargamenti tra la nuova condotta e la tubazione
in dismissione, imposti principalmente da motivazioni di carattere tecnico-operativo, si
registrano in 13 casi, in corrispondenza degli attraversamenti di alcuni corsi d'acqua ed
infrastrutture viarie (vedi tab. 1.2/B).
Tab. 1.2/B:
n.
da
km
Allargamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e l’esistente
tubazione DN 750 (30”) in dismissione
a
km
perc.
(km)
Comuni
Rif.
Tav.
(*)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progettp
Ottimizzazione di tracciato per
1 3,740 4,110 0,370
aggirare un’abitazione
Ottimizzazione di tracciato per
2 5,995 6,100 0,105
aggirare breve tratto in dissesto
Ottimizzazione attraversamento Fosso
Pontremoli
3 6,360 6,695 0,335
Michelina Borghesa
Ottimizzazione attraversamento
4 6,890 7,355 0,465
Strada Comunale
Ottimizzazione per attraversamento
5 14,885 15,115 0,230
T. Verdesina
6 43,115 43,345 0,230
Compiano
Ottimizzazione per attr.to T. Toncina
Ottimizzazione progettuale
7 44,295 44,500 0,205
percorrenza in alveo T. Toncina
Ottimizzazione progettuale
Bardi
8 45,170 46,380 1,210
percorrenza in alveo T. Toncina
Ottimizzazione di tracciato per attr.to
9 47,720 48,050 0,330
SP di Compiano
Fiorenzuola
Ottimizzazione per presenza di un
10 98,180 98,720 0,540
d’Arda
traliccio di un elettrodotto
2
5
13
14
15
30
(*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All.6
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
n.
da
km
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 121 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 1.2/B:
COMMESSA
Rev.
0
Allargamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e l’esistente
tubazione DN 750 (30”) in dismissione (seguito)
a
km
perc.
(km)
Comuni
Rif.
Tav.
(*)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progettp
Fiorenzuola
Ottimizzazione per attr.to T.Chiavenna
11 99,180 99,870 0,690
30-31
d’Arda, Cadeo e Canale S.Protaso
Fiorenzuola
Ottimizzazione attr.to Autostrada-A1 e
12 103,945 104,625 0,680
32
d’Arda
tracciato TAV
Ottimizzazione per attr.to Autostrada13 106,230 106,430 0,200 Cortemaggiore
33
A22
(*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 6
In sintesi, la nuova condotta DN 900 (36”) sarà posta in stretto parallelismo alla
tubazione in dismissione DN 750 (30”) per circa 25,700 km, pari al 23,95% del suo
sviluppo lineare complessivo (vedi tab. 1.2/C).
Per quanto riguarda le linee secondarie, il parallelismo con le condotte esistenti in
dismissione sarà pari a circa 15,395 km, pari a circa il 65,75% del loro sviluppo lineare
complessivo (vedi tab. 1.2/C e Vol. 2 SPC. LA-E-83013 “Annesso A - Derivazioni e
Allacciamenti”).
Tab. 1.2/C: Parallelismo tra nuove condotte e tubazioni esistenti in dismissione
Condotta
Condotta principale
Scostamenti
Allargamenti
Tratti in stretto parallelismo
Linee secondarie
Scostamenti
Allargamenti
Tratti in stretto parallelismo (°)
(°)
Percorrenza
(km)
107,315
76,025
5,590
25,700
23,415
5,770
2,250
15,395
Percentuale
%
70,84%
5,21%
23,95%
24,64%
9,61%
65,75%
valore ottenuto considerando sia i tratti in stretto parallelismo alle derivazioni ed allacciamenti in dismisiione, sia i
tratti in stretto parallelismo all’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione
1.3
Criteri progettuali di base
Nell’ambito della direttrice di base individuata, l’intero tracciato di progetto è stato
definito nel rispetto di quanto disposto dal DM 17 aprile 2008 del Ministero dello
Sviluppo Economico “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo,
esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con
densità superiore a 0,8”, dalla legislazione vigente (norme di attuazione dei PRG e
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 122 di 489
Rev.
0
vincoli paesaggistici, ambientali, archeologici, ecc. - vedi Sezione I, cap. 9) e dalla
normativa tecnica relativa alla progettazione di queste opere (vedi Sezione
II, cap. 3), applicando, in linea generale, i seguenti criteri di buona progettazione:
1) individuare il tracciato in base alla possibilità di ripristinare le aree
attraversate, nell’ottica di recuperarne, a fine lavori, gli originari assetti morfologici
e vegetazionali;
2) transitare il più possibile in zone a destinazione agricola, evitando
l’attraversamento di aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale;
3) individuare le aree geologicamente stabili, evitando, per quanto possibile, zone
propense al dissesto idrogeologico;
4) percorrere i versanti, ove possibile, lungo le linee di massima pendenza e non a
mezza costa, al fine di garantire la stabilità e quindi la sicurezza della condotta;
5) evitare, ove possibile, le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso
idropotabile;
6) evitare i siti inquinati o limitare il più possibile le percorrenze al loro interno;
7) interessare il meno possibile aree di interesse naturalistico-ambientale, zone
boscate ed aree destinate a colture pregiate;
8) evitare, ove possibile, zone paludose e terreni torbosi;
9) minimizzare, per quanto possibile, il numero di attraversamenti fluviali, scegliendo
le sezioni che offrono maggiore sicurezza dal punto di vista idraulico;
10) ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private determinati dalla servitù di
metanodotto, ottimizzando l’utilizzo dei corridoi di servitù già costituiti da altre
infrastrutture esistenti (metanodotti, canali, strade ecc.);
11) ubicare gli impianti nell’ottica di garantire facilità di accesso ed adeguate condizioni
di sicurezza al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione;
12) garantire al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione la possibilità di
accedere ed operare sugli impianti in sicurezza.
Il tracciato è stato, quindi, definito dopo un attento esame degli aspetti sopra citati e
sulla base delle risultanze dei sopralluoghi e delle indagini effettuate nel territorio di
interesse.
In tal senso, sono state, così, analizzate e studiate tutte le situazioni particolari, siano
esse di origine naturale oppure di natura antropica, che potrebbero rappresentare delle
criticità sia per la realizzazione e la successiva gestione dell’opera, sia per l’ambiente
in cui la stessa s’inserisce, esaminando, valutando e confrontando le diverse possibili
soluzioni progettuali sotto l’aspetto della salute pubblica, della salvaguardia
ambientale, delle tecniche di montaggio, dei tempi di realizzazione e dei ripristini
ambientali.
Oltre alle considerazioni sin qui svolte, è opportuno sottolineare come, in
considerazione della particolare valenza ambientale di alcune aree attraversate e
nell’ambito della percorrenza in stretto parallelismo alle strutture di trasporto del gas
esistenti, particolare attenzione sia stata posta nel ricercare soluzioni progettuali in
grado di contenere all’origine, per quanto possibile, l’impatto dovuto alla realizzazione
dell’opera.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
1.4
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 123 di 489
Rev.
0
Definizione del tracciato
In dettaglio, alla definizione del nuovo tracciato si è giunti dopo aver proceduto ad
eseguire le seguenti operazioni:
• analisi del corridoio esistente, definizione dei tratti non più percorribili con la nuova
condotta ed individuazione delle relative soluzioni di massima;
• acquisizione delle carte geologiche per classificare, lungo il tracciato prescelto, i
litotipi presenti ed individuare le eventuali zone sensibili;
• acquisizione della cartografia tematica e dei dati sulle caratteristiche ambientali
(es. vegetazione, fauna, uso del suolo, ecc.);
• reperimento della documentazione inerente ai vincoli (ambientali, archeologici,
ecc.) per individuare le zone tutelate;
• acquisizione dei PRG dei comuni attraversati per delimitare le zone di espansione;
• reperimento di informazioni concernenti eventuali opere pubbliche future (strade,
ferrovie, bacini idrici, ecc.);
• informazioni e verifiche preliminari presso Enti Locali (es. : Comuni, Consorzi);
• individuazione, alla luce delle informazioni e delle documentazioni raccolte, del
tracciato di dettaglio su una planimetria 1:10.000 (CTR) che tiene conto dei vincoli
presenti nel territorio;
• acquisizione delle immagini aree del territorio interessato dalla progettazione della
condotta;
• effettuazione di sopralluoghi lungo la linea e verifica del tracciato anche dal punto
di vista dell’uso del suolo e delle problematiche locali (attraversamenti particolari,
tratti difficoltosi, ecc.).
In particolare, la ricognizione geologica lungo il tracciato ha dato modo di acquisire le
necessarie conoscenze su:
• situazione geologica e geomorfologica del tracciato;
• stabilità delle aree attraversate;
• scavabilità dei terreni;
• presenza di falda e relativo livello freatico nelle aree pianeggianti;
• presenza di aree da investigare con indagini geognostiche;
• modalità tecnico-operative di esecuzione dell’opera.
In corrispondenza di zone particolari (versanti, corsi d’acqua, aree boscate o
caratterizzate da copertura vegetale naturale, strade e linee ferroviarie, impianti
agricoli) sono stati effettuati specifici sopralluoghi volti alla definizione dei principali
parametri progettuali:
• la larghezza della pista di lavoro;
• la sezione dello scavo;
• la necessità di appesantimento della condotta;
• le modalità di montaggio;
• la tipologia dei ripristini.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 124 di 489
Rev.
0
DESCRIZIONE DEL TRACCIATO
I tracciati delle condotte in progetto e in dismissione sono schematizzati nella
“Corografia di progetto” (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214) e rappresentati, in scala
1:10.000, sugli allegati “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201) e
“Interferenze nel territorio” (vedi Vol. 5, All. 7 - Dis. LB-D-83202); le tavole relative alla
messa in opera delle nuove condotte sono ordinate da 1 a 33 quelle dedicate alla
dismissione delle tubazioni esistenti da 1/A a 33/A.
I due elaborati in scala 1:10.000 definiscono, nel loro insieme, tutti gli elementi
dell’opera descritti nel presente quadro di riferimento progettuale. In particolare:
• l’elaborato “Tracciato di progetto” riporta, oltre all’andamento della nuova condotta
e delle tubazioni esistenti, gli interventi necessari alla realizzazione dell’opera
(opere complementari, piazzole di accatastamento tubazioni, allargamenti della
fascia di lavoro, piste provvisorie di passaggio, ecc) che risultano utili alla
definizione dell’impatto ambientale indotto;
• l’elaborato “Interferenze nel territorio” rappresenta il tracciato dell’opera sulle
immagini aeree, individua le intersezioni con i principali corsi d’acqua e con le
maggiori infrastrutture viarie e riporta la posizione dei punti in cui sono state
scattate le fotografie illustrative la descrizione del tracciato.
2.1
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar” in progetto
Il tracciato della condotta principale DN 900 (36"), estendendosi tra gli esistenti impianti
Snam Rete Gas denominati "Nodo di Mulazzo", in provincia di Massa Carrara e "Nodo
di Cortemaggiore", in provincia di Piacenza, si sviluppa, dapprima verso NNO
attraversando la porzione settentrionale dell’Appennino tosco-emiliano e,
successivamente, in direzione NO, interessando il settore centrale della Pianura
Padana caratterizzato da una morfologia essenzialmente pianeggiante (vedi Vol. 5,
All. 6 - Dis. LB-D-83201 tav. 1÷33).
La nuova condotta si sviluppa per una lunghezza complessiva di 107,315 km nei
territori comunali di:
• Mulazzo, Pontremoli, in Provincia di Massa Carrara;
• Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Bardi e Bore, in Provincia di Parma;
• Morfasso, Vernasca, Lugagnano Val d’Arda, Castell’Arquato, Carpaneto
Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo e Cortemaggiore, in Provincia di Piacenza.
Le percorrenze delle nuove condotte relative ai singoli territori comunali sono riportate
nelle seguenti tabelle (vedi tab. 2.1/A ÷ 2.1/B).
In merito ai valori di percorrenza cumulati per ogni singolo territorio comunale riportato
in tab. 2.1/B, si evidenzia che i tratti in cui il tracciato si sviluppa in corrispondenza dei
limiti delle provincie di Parma e Piacenza sono computati per i due comuni prospicienti
in ragione del fatto che i lavori di posa della nuova condotta andranno ad interessare
contemporaneamente il territorio degli stessi.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Rev.
Fg. 125 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.1/A: Percorrenza in sequenza progressiva lungo la direttrice di progetto
n.
1
2
3
4
3
4
5
4
5
4
5
4
5
4
5
6
5
6
5
6
5
6
5
6
7
6
7
6
7
6-7
6
6-7
7
6-7
7
6
7
Comune
da km
a km
percorrenza
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
0,000
1,040
1,040
Pontremoli
1,040
20,670
19,630
Borgo Val di Taro
20,670
26,475
5,805
Albareto
26,475
28,960
2,485
Borgo Val di Taro
28,960
29,105
0,145
Albareto
29,105
33,045
3,940
Compiano
33,045
35,825
2,780
Borgo Val di Taro
35,825
35,855
0,030
Compiano
35,855
37,215
1,360
Borgo Val di Taro
37,215
37,345
0,130
Compiano
37,345
37,745
0,400
Borgo Val di Taro
37,745
37,760
0,015
Compiano
37,760
38,200
0,440
Borgo Val di Taro
38,200
38,230
0,030
Compiano
38,230
41,120
2,890
Bardi
41,120
41,155
0,035
Compiano
41,155
41,260
0,105
Bardi
41,260
42,060
0,800
Compiano
42,060
42,100
0,040
Bardi
42,100
42,130
0,030
Compiano
42,130
42,230
0,100
Bardi
42,230
42,550
0,320
Compiano
42,550
43,500
0,950
Bardi
43,500
57,155
13,655
Morfasso
57,155
57,185
0,030
Bardi
57,185
57,210
0,025
Morfasso
57,210
58,580
1,370
Bardi
58,580
58,600
0,020
Morfasso
58,600
58,965
0,365
Bardi – Morfasso (*)
58,965
59,435
0,470
Bardi
59,435
60,275
0,840
Bardi – Morfasso (*)
60,275
61,355
1,080
Morfasso
61,355
62,160
0,805
Bardi – Morfasso (*)
62,160
62,425
0,265
Morfasso
62,425
62,880
0,455
Bardi
62,880
62,935
0,055
Morfasso
62,935
63,355
0,420
(*) tratto in cui il tracciato si sviluppa al confine tra le Provincie di Parma e Piacenza ed i lavori di installazione della
condotta andranno ad interessare contemporaneamente i territori dei relativi Comuni
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 126 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.1/A: Percorrenza in sequenza progressiva lungo la direttrice di progetto
(seguito)
n.
6-7
7-8
7
8
7-8
7
8
8-9
9
8
9
8-9
9
7
9
10
11
12
13
14
13
15
13
15
Comune
da km
a km
percorrenza
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi – Morfasso (*)
63,355
63,520
Morfasso – Bore (*)
63,520
65,535
Morfasso
65,535
65,780
Bore
65,780
65,925
Morfasso – Bore (*)
65,925
67,005
Morfasso
67,005
67,520
Bore
67,520
67,760
Bore – Vernasca (*)
67,760
69,030
Vernasca
69,030
69,210
Bore
69,210
69,260
Vernasca
69,260
69,825
Bore – Vernasca (*)
69,825
70,285
Vernasca
70,285
74,380
Morfasso
74,380
78,955
Vernasca
78,955
83,115
Lugagnano Val d’Arda
83,115
89,210
Castell'Arquato
89,210
93,715
Carpaneto Piacentino
93,715
97,975
Fiorenzuola d’Arda
97,975
99,460
Cadeo
99,460
100,860
Fiorenzuola d’Arda
100,860
104,860
Cortemaggiore
104,860
105,145
Fiorenzuola d'Arda
105,145
105,950
Cortemaggiore
105,950
107,315
(km)
0,165
2,015
0,245
0,145
1,080
0,515
0,240
1,270
0,180
0,050
0,565
0,460
4,095
4,575
4,160
6,095
4,505
4,260
1,485
1,400
4,000
0,285
0,805
1,365
(*) tratto in cui il tracciato si sviluppa al confine tra le Provincie di Parma e Piacenza ed i lavori di installazione della
condotta andranno ad interessare contemporaneamente i territori dei relativi Comuni (*)
Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali
n.
1
2
3
Comune
da km
a km
km parz.
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
0,000
1,040
1,040
Pontremoli
1,040
20,670
19,630
Borgo Val di Taro
20,670
26,475
5,805
28,960
29,105
0,145
35,825
35,855
0,030
37,215
37,345
0,130
37,745
37,760
0,015
38,200
38,230
0,030
km tot.
1,040
19,630
6,155
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 127 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali (seguito)
n.
4
5
6
7
Comune
da km
a km
km parz.
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Albareto
26,475
28,960
2,485
29,105
33,045
3,940
Compiano
33,045
35,825
2,780
35,855
37,215
1,360
37,345
37,745
0,400
37,760
38,200
0,440
38,230
41,120
2,890
41,155
41,260
0,105
42,060
42,100
0,040
42,130
42,230
0,100
42,550
43,500
0,950
Bardi
41,120
41,155
0,035
41,260
42,060
0,800
42,100
42,130
0,030
42,230
42,550
0,320
43,500
57,155
13,655
57,185
57,210
0,025
58,580
58,600
0,020
58,965
59,435
0,470 (*)
59,435
60,275
0,840
60,275
61,355
1,080 (*)
62,160
62,425
0,265 (*)
62,880
62,935
0,055
63,355
63,520
0,165 (*)
Morfasso
57,155
57,185
0,030
57,210
58,580
1,370
58,600
58,965
0,365
58,965
59,435
0,470 (*)
60,275
61,355
1,080 (*)
61,355
62,160
0,805
62,160
62,425
0,265 (*)
62,425
62,880
0,455
62,935
63,355
0,420
63,355
63,520
0,165 (*)
63,520
65,535
2,015 (§)
65,535
65,780
0,245
65,925
67,005
1,080 (§)
67,005
67,520
0,515
74,380
78,955
4,575
km tot.
6,425
9,065
17,760
13,855
(*) Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Bardi e Morfasso
(§)Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Morfasso e Bore
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 128 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali (seguito)
n.
8
9
10
11
12
13
14
15
Comune
da km
a km
km parz.
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bore
63,520
65,535
2,015 (§)
65,780
65,925
0,145
65,925
67,005
1,080 (§)
67,520
67,760
0,240
67,760
69,030
1,270 (°)
69,210
69,260
0,050
69,825
70,285
0,460 (°)
Vernasca
67,760
69,030
1,270 (°)
69,030
69,210
0,180
69,260
69,825
0,565
69,825
70,285
0,460 (°)
70,285
74,380
4,095
78,955
83,115
4,160
Lugagnano Val d’Arda
83,115
89,210
6,095
Castell’Arquato
89,210
93,715
4,505
Carpaneto Piacentino
93,715
97,975
4,260
Fiorenzuola d’Arda
97,975
99,460
1,485
100,860
104,860
4,000
105,145
105,950
0,805
Cadeo
99,460
100,860
1,400
104,860
105,145
0,285
Cortemaggiore
105,950
107,315
1,365
km tot.
5,260
10,730
6,095
4,505
4,260
6,290
1,400
1,650
(§)Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Morfasso e Bore
(°) Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Bore e Vernasca
L’intero tracciato in progetto è rappresentato sulle immagini aeree (vedi Vol. 5, All. 7,
Dis. LB-D-83202 "Interferenze nel territorio") che rimandano alle fotografie da terra
(Vol. 6, All. 9, LB-D-83207 “Documentazione fotografica”) secondo la numerazione
progressiva dei punti di ripresa simboleggiati da coni.
Il metanodotto in progetto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” prende origine
dall’esistente impianto Snam Rete Gas denominato “Nodo di Mulazzo” (vedi Vol. 6,
All. 9, LB-D-83207 “Documentazione fotografica” - foto n. 1), a sud della località
“Migliarina”, ove si individua il primo tratto di scostamento dall’esistente metanodotto
“Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)”, in dismissione.
La condotta DN 900 (36”) in progetto, dirigendosi verso nord, percorre l’ampio terrazzo
alluvionale in sponda idrografica sinistra del F. Magra seguendo l’andamento
dell’Autostrada A15 “Parma – La Spezia” e, dopo aver attraversato le incisioni del T.
Carrara (vedi foto n. 2) e del T. Teglia (vedi foto n. 3), giunge in località “Piano di
Gozzola” (vedi foto n. 4), ove piega decisamente verso ovest per superare, con un
unico tratto in sotterraneo (tunnel), il Rio del Pino, la sede autostradale (vedi foto n. 5)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 129 di 489
Rev.
0
e la SP n. 31 “Val di Magra” ed affiancarsi all’esistente metanodotto DN 750 (30”) in
località “Noveleto” (vedi foto n. 6).
Successivamente, il tracciato, mantenendosi sempre in stretto parallelismo con la
condotta in dismissione e proseguendo in direzione N-NO, attraversa per la seconda
volta il Rio del Pino (vedi foto n. 7) e poco dopo il Rio della Gazzola per poi transitare in
prossimità di località “La Mattana di Sopra”. Dopo aver superato la strada comunale
per Oppilo (vedi foto n. 8 e 9), la nuova linea effettua una leggera deviazione verso
nord – ovest, intersecando la condotta in dismissione ed allontanandosene
leggermente prima di attraversare il Canale della Negrola, per poi affiancarsi
nuovamente ad essa, intersecandola una seconda volta, prima di superare il Fosso
d’Orsola (vedi foto n. 10). Poco a nord di località “Orsola”, il tracciato si dirige verso
ovest divergendo dalla condotta in dismissione ed individuando così il secondo tratto di
scostamento nella percorrenza del quale la nuova condotta supera la SP n. 36,
l’adiacente T. Gordana ed una strada comunale (vedi foto n. 11), per poi piegare verso
NNO e raggiungere la sede dell’Autostrada A15, superata in sotterraneo (tunnel).
La condotta in progetto, alternando brevi tratti in stretto parallelismo ad altrettanto brevi
tratti di scostamento con la condotta in dismissione, aggira a sud-ovest l’abitato di
Pontremoli, superando in successione: il Fosso della Borghesa (vedi foto n. 12), il
Fosso della Michela, il Fosso della Piana, la SP n. 37, la linea ferroviaria “Parma - La
Spezia” ed il Fosso dell’Ardoglia ad essa adiacente (vedi foto n. 13, 14 e 15), prima di
deviare il proprio percorso verso NO, in località “Cà Martinelli di Sotto”. Qui si individua
il terzo tratto di scostamento dalla tubazione esistente reso necessario dalla recente
intensa urbanizzazione dell’area. Il nuovo tracciato, ripresa la direzione ONO, transita
in località “Martinelli di Sopra”, ove sarà ubicato l’impianto di linea PIDI n. 2 per lo
stacco del rifacimento del gasdotto “Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100
(4”)”.
Raggiunta località “C. dei Ratti”, il gasdotto in progetto attraversa la strada comunale
“di Scorano” in sotterraneo (tunnel) per poi interessare la porzione di territorio ad est
del centro abitato di Vignola, ove supera in sequenza: una strada comunale (vedi foto
n. 16), il T. Betigna (vedi foto n. 17), una seconda strada comunale, la SP n. 63
“Guinadi” ed il T. Verde (vedi foto n. 18), per poi raggiungere un’area caratterizzata da
fenomeni di dissesto, in località “Piano di Valle”, per l’attraversamento della quale è
stata prevista la realizzazione di un tunnel.
Terminata la percorrenza in sotterraneo, la condotta in progetto supera il Fosso
Bruttomoro e si affianca di nuovo all'esistente condotta in dismissione per proseguire
verso NNO (vedi foto n. 19) sino a rggiungere località “I Laghi”, ove si individua il breve
quarto tratto di scostamento in corrispondenza del quale il tracciato supera per due
volte consecutive la SP n. 39 “Del Brattello” (vedi foto n. 20). Ripreso il parallelismo
stretto con il metanodotto esistente, il tracciato raggiunge la sommità del rilievo “Ara di
Marco” (vedi foto n. 21) ove, deviando decisamente verso ENE, si allontana
nuovamente dal tracciato esistente per evitare l’area urbanizzata di Grondola,
individuando così il quinto tratto di scostamento. Nella percorrenza di tale tratto la
nuova linea, tornando a dirigersi verso nord-ovest, supera il Fosso della Selva,
l’adiacente SP n. 39 (vedi foto n. 22) e, quindi, il rilievo posto in località “La
Campizzona” per mezzo di un ulteriore tunnel (vedi foto n. 23). All'uscita del tratto in
sotterraneo, il tracciato attraversa il Fosso del Dardagneto per ricongiungersi alla
condotta in dismissione.
Procedendo in stretto parallelismo con il gasdotto in dismissione, il nuovo tracciato
attraversa la SP n. 39 e, dirigendosi verso il centro abitato di Guinadi, supera in rapida
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 130 di 489
Rev.
0
successione la SP n. 63, il T. Verdesina (vedi foto n. 24) e nuovamente la strada
provinciale per poi proseguire in direzione NO (vedi foto n. 25), percorrendo una strada
comunale (vedi foto n. 26), e raggiungere località “La Pianaccia”.
Le due linee proseguono poi sviluppandosi nell’ampio displuvio lungo il versante sudorientale del Monte Cocchiello, mantenendo l’interferenza a tratti alterni con la citata
strada comunale (vedi foto n. 27 e 28), sino a raggiungere la cima del rilievo, ove il
tracciato in progetto diverge da quello esistente, individuando il sesto tratto di
scostamento.
La nuova condotta si dirige verso nord percorrendo il crinale che scende da Monte
Cocchiello sino a località “Tomellino” ove, continuando la percorrenza della strada
comunale (vedi foto n. 29 e 30), supera il T. Arzola e la SP n. 39 “del Passo del
Brattello” per poi risalire il versante meridionale del Monte Croce di Ferro (vedi foto n.
31). Raggiunta la sommità del rilievo, la nuova condotta scende nel fondovalle inciso
dal T. Tarodine per attraversare l’alveo del corso d'acqua e l'addiacente sede stradale
della SP n. 20, in prossimità di località “Gropparello”. Da qui il tracciato in progetto
devia decisamente verso SO sino a raggiungere località “Il Palazzo” (vedi foto n. 32),
ove supera un’area in dissesto (vedi foto n. 33), per mezzo di un tratto in sotterraneo
(tunnel), si ricongiunge, poi, con la condotta esistente ed attraversa in sequenza: la
strada comunale Rovinaglia, il Rio delle Piane e la strada comunale delle Stabielle
prima di portarsi in località “C. Stabielle” ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 4,
punto di stacco del "Riifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro, DN
100 (4”)”.
Il tracciato in progetto, in stretto parallelismo con la condotta in dismissione, prosegue
in direzione nord-ovest, attraversando il Canale Riccò (vedi foto n. 34), il Rio di Farneto
ed il Rio del Lupo per poi deviare in direzione ovest (vedi foto n. 35 e 36) e raggiungere
la sommità di Monte Chiaro (vedi foto n. 37), ove diverge dalla condotta in dismissione,
individuando così il settimo tratto di scostamento che permette di aggirare, a nord, il
centro abitato di Borgo Val di Taro.
Nella percorrenza di tale tratto (vedi foto n. 38 e 39), il metanodotto in progetto
attraversa in sequenza la SP ex SS n. 523 “di Colle Centocroci” (vedi foto n. 40) ed il
F. Taro (vedi foto n. 41) per superare per mezzo di un tunnel un’area in dissesto, prima
di attraversare nuovamente l’alveo del fiume ed affiancarsi nuovamente alla condotta in
dismissione, in località “Palazzo Brugné” (vedi foto n. 42) ove è prevista la
realizzazione del PIDI n. 5, punto di stacco delle condotte “Rifacimento Allacciamento
Autotrazione Parma gas DN 100 (4”)” e “Collegamento alla Derivazione per Sestri
Levante DN 250 (10”)”.
Il tracciato prosegue in direzione ONO, superando l’alveo del T. Gotra (vedi foto n. 43)
sino a portarsi in prossimità di località “Molino di Campi” ove diverge dalla tubazione in
dismissione, individuando l’ottavo tratto di scostamento. La condotta in progetto
procede in direzione nord-ovest e attraversa nuovamente il F. Taro (vedi foto n. 44) per
poi deviare ad ovest, sul terrazzo alluvionale posto a sud di località “Bertorella”, ed
attraversare: la SP n. 3 (vedi foto n. 45), il Rio della Borella ed il T. Rizzone (vedi foto
n. 46).
Ripreso brevemente il parallelismo con la condotta in dismissione, il tracciato supera
nuovamente la SP n. 3 (vedi foto n. 47) per divergere nuovamente dalla condotta in
dismissione, a nord di località “Porpiano”, individuando il nono tratto di scostamento in
corrispondenza del quale la nuova linea supera la strada comunale della Costa dei
Rossi, attraversa con un tratto in sotterraneo (tunnel) uno sperone roccioso ad est di
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 131 di 489
Rev.
0
“Ponte Ingegna” e piegando a nord-ovest si affianca alla condotta in dismissione, dopo
aver attraversato il corso del T. Ingegna (vedi foto n. 48).
Da questo punto, il tracciato, in stretto parallelismo alla condotta in dismissione, risale
l’incisione del T. Ingegna (vedi foto n. 49), in direzione NNE, in destra idrografica
sfruttando così l’ampio terrazzo presente e superando località “Breia”, ove è prevista la
realizzazione del PIDI n. 6 per lo stacco del “Rifacimento Derivazione per Bedonia DN
150 (6”)”, attraversa il Rio Roffasa per raggiungere località “Ronco Desiderio” (vedi foto
n. 50), ove si interrompe il parallelismo tra le condotte, individuando così il decimo
tratto di scostamento. Il tracciato in progetto devia verso nord-est (vedi foto n. 51), per
un piccolo tratto in cui attraversa la strada comunale di Cacigolara, prima di porsi
nuovamente in parallelismo stretto con la condotta esistente e riprendere la
percorrenza del T. Ingegna (vedi foto n. 52).
A nord-est della località “Strela” (vedi foto n. 53 e 54), la condotta in progetto diverge
da quella in dismissione per evitare una vasta area franosa descrivendo l’undicesimo
tratto di scostamento. Lungo tale tratto, la nuova linea prosegue a risalire il fondovalle
del T. Ingegna sino a giungere in località “Il Molino” ove, piegando brevemente a nordovest, supera in rapida successione il Rio Scanabecco e la strada comunale Strela Scanabecco (vedi foto n. 55). Da qui il metanodotto in progetto inizia un lungo tratto di
percorrenza in sotterraneo (tunnel) per superare il Monte Zucchero e raggiungere il Rio
della Dugara per discendere il fondovalle del T. Toncina, attraversandone l'alveo due
volte e ricongiungersi alla condotta in dismissione in prossimità di “Cà Scappini” (vedi
foto n. 56). Nel tratto, la nuova condotta affianca la strada comunale “Dei Scappini” e
ne attraversa ripetutamente la sede anche per mezzo di due tratti di percorrenza in
sotterraneo (tunnel).
La nuova condotta, in stretto parallelismo al gasdotto in dismissione, prosegue la
discesa del fondovalle del T. Toncina attraversando in sequenza; il Rio della Valle, una
strada comunale (vedi foto n. 57), il Rio di Caprile, la strada comunale “Valtoncina –
Lezzara”, il Rio dello Sgaratosso e l'alveo del T. Toncina (vedi foto n. 58). Raggiunta
località “Credarola”, si individua il dodicesimo tratto di scostamento, ove il tracciato in
progetto si sviluppa lungo l'alveo del T. Toncina (vedi foto n. 59) per poi riprendere il
parallelismo stretto con la condotta in dismissione e raggiungere la confluenza con il
T. Ceno ove le due linee deviano verso nord-ovest per attraversare la SP “di
Compiano” in località “Molino dei Belli”. In questo punto, il progetto prevede la
realizzazione del PIDI n. 8, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune
di Bardi DN 100 (4”)” (vedi foto n. 60). Abbandonato il parallelismo con la condotta in
dismissione, la nuova linea percorre la valle del T. Ceno (vedi foto n. 61) andando ad
individuare il tredicesimo ed ultimo tratto di scostamento. Da qui il tracciato in progetto
devia dalla condotta in dismissione e attraversa il Rio dei Belli, il Rio Grande, una
prima volta, l’alveo del T. Ceno (vedi foto n. 62), ponendosi in sinistra idrografica, ed il
Rio di Vischeto, per riattraversare altre due volte consecutive l’alveo del torrente
principale (vedi foto n. 63 e 65) e, quindi, il Rio Bergamino (vedi foto n. 64), la SP ex
SS n. 359, e la strada comunale “Dorbora-Costa Gemignana” (vedi foto n. 66), in
località “Pietra Cervara”.
Superata la strada, il tracciato in progetto risale il versante meridionale del rilievo di
Poggio Cadame e da qui, deviando gradatamente verso nord-est, supera la SP “di
Boccolo”, transita in località “Cogno di Grezzo” ove è prevista la realizzazione del PIDI
n. 9, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi, loc. Grezzo
DN 100 (4”)”. Raggiunta la sommità di Monte Spiaggi, il tracciato piega verso nord e
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 132 di 489
Rev.
0
discende il fianco settentrionale del rilievo (vedi foto n. 67 e 68) per poi superare con
un tratto in sotterraneo (tunnel) la sommità del Monte Crodolo.
Procedendo in direzione nord-ovest, il tracciato si sviluppa lungo l'articolato crinale tra il
M. Crodolo ed il Monte Prarbera (vedi foto n. 69, 70 e 71), attraversando le incisioni del
Rio del Groppo di Rosa, del Rio della Basona (vedi foto n. 72) e del Rio del Groppo per
poi raggiungere località “Il Castellaro” (vedi foto n. 73). Da qui la nuova linea devia
decisamente verso est per superare in sotterraneo (tunnel) la dorsale montuosa del
Colle il Castellaccio - Groppo di Gora (vedi foto n. 74 e 75) e proseguire verso est (vedi
foto n. 76 e 77) lungo il crinale di Costa di Pelizzone (vedi foto n. 78) sino a
raggiungere il Valico di Monte Pelizzone (vedi foto n. 79).
Dopo aver attraversato la strada comunale Casali - Pelizzone e la SP ex SS n. 359, il
tracciato prosegue lungo il crinale (vedi foto n. 79) tra i territori provinciali di Parma e
Piacenza superando i rilievi di Ronco dei Cornetti e Ronco Frera, la località “Bivio
Bisselle, il rilievo del Monte Cornale (vedi foto n. 80 ÷ 82), per mezzo di un tratto in
sotterraneo (tunnel). Il tracciato prosegue, dopo aver superato la SP ex SS n. 359 e la
strada comunale “Della Bocchetta”, sino a giungere in prossimità dell’abitato di Bore,
ove attraversa la sommità del Monte Costaccia (vedi foto n. 83), per mezzo di un
ulteriore tratto in sotterraneo (tunnel).
Da questo punto, il tracciato, dirigendosi verso NNE, raggiunge Monte Mu e, deviando
presso nord-ovest, si dirige verso Monte Lucchi (vedi foto n. 84), abbandonando lo
spartiacque tra i territori provinciali per iniziare a scendere verso il fondovalle del T.
Arda (vedi foto n. 85 ÷ 98)
Raggiungendo il fondovalle per mezzo di un tratto in sotterraneo (vedi foto n. 89 e 90),
il tracciato devia verso nord per attraversare l'alveo del torrente, (vedi foto n. 91) e
svilupparsi lungo l'opposto versante, superando il Rio delle Caselle, in prossimità di
località “Case Rattoni”, il piede del pendio ad est della frazione Gazzola per mezzo di
un tratto in sotterraneo (vedi foto n. 92).e l'ncisione del Rio Spizzaraia (vedi foto n. 93).
Proseguendo verso NE, la nuova linea oltrepassa, ad ovest, per mezzo di un lungo
tratto in sotterraneo (vedi foto n. 94 e 95) l’invaso artificiale del Lago di Mignano per
sbucare, ancora nel fondovalle del T. Arda, attraversarne l’alveo (vedi foto n. 96) e
transitare ad ovest della frazione “Mocomero”. Qui il tracciato della nuova condotta
supera la SP n. 21 per due volte consecutivamente per mezzo di un unico tratto in
sotterraneo (tunnel) e, proseguendo a percorrere il fondo valle, attraversa nuovamente
l’alveo del T. Arda (vedi foto n. 97 e 98) a nord di località “Prassa Bassa” e,
raggiungendo l'opposta sponda, supera la SP n. 2, l'incisione del Rio della Costa e,
dopo aver piegato verso NO, attraversa nuovamente la sede della strada provinciale
(vedi foto n. 99) ed il corso del T. Arda (vedi foto n. 100).
Da qui, il tracciato, dirigendosi verso nord (vedi foto n. 101 e 102), attraversa in
sotterraneo (tunnel) il rilievo che separa le valli del T. Arda e del T. Chiavenna a sudovest dell’abitato di Lugagnano Val d’Arda superando la strada comunale della Pianella
e la SP n. 47 per discendere il fondovalle del T. Chiavenna (vedi foto n. 103 e 104).
Dopo aver oltrepassato le frazioni di Cà Susanna, Cavalieri, Chivenna Rocchetta (vedi
foto n. 105, 106 e 107), la condotta in progetto giunge in località “Cereto”, ove
attraversa il Rio Guzzo e il T. Chiavenna (vedi foto n. 108) e, posizionandosi lungo la
sponda occidentale del torrente, si affianca alla strada comunale “di Montagnano” per
attraversarne la sede. Il tracciato supera poi, in sequenza, la strada comunale “del
Pianazzo”, il Rio del Marone, la strada comunale “di Montagnano” per la seconda volta,
il Rio Posterla e, nuovamente la strada comunale "di Montagnano" per due volte, e
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 133 di 489
Rev.
0
deviare verso nord-ovest (vedi foto n. 109 e 110), transitando in prossimità della
frazione “Costa S. Bartolomeo”.
Superato l'abitato, il tracciato attraversa il Rio dei Lupini (vedi foto n. 111) per poi
deviare a nord-est e attraversare il Rio Rimore (vedi foto n. 112) e la SP n. 6, giunge in
prossimità della località "Belvedere di Sotto" e, dopo aver piegato brevemente verso
ovest, riprende a dirigersi verso nord e ricongiungersi alla condotta in dismissione in
località "Colombarone delle Corti". Da questo punto, la nuova condotta, mantenendosi
in stretto parallelismo con la tubazione in dismissione, prosegue verso nord-est,
transita in prossimità di “Molino delle Assi” ove è prevista la realizzazione del PIDI n.
13, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150
(6”)” e del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4”),.
Proseguendo con un lungo tratto rettilineo, la nuova condotta supera in successione la
strada comunale “di S. Protaso” (vedi foto n. 113), la SP n. 6 in località “Malcantone di
Sopra”, il T. Chiavenna (vedi foto n. 114), il Canale S. Protaso, la strada comunale
“della Pelosa” e la SS n. 9 “Via Emilia” in località “S. Giacomo Piccolo” ove è prevista la
realizzazione del PIDI n. 14, stacco del “Rifacimento Collegamento S. Stefano - Corte
a Cabina di Fiorenzuola d’Arda DN 150 (6”)”.
Continuando a dirigersi verso NE, il tracciato della nuova condotta, sempre in stretto
parallelismo all'esistente tubazione in dismissione, attraversa in sequenza la strada
comunale “Casa Russa”, la linea ferroviaria Milano-Bologna, la strada comunale
“Vecchia di Rio Mezzano” e la strada comunale di Rio Mezzano (vedi foto n. 115) per
poi separarsi brevemente dalla tubazione in dismissione in corrispondenza
dell’attraversamento dell’autostrada A1 (vedi foto n. 116 e 117), in località “Cà
Romella”.
Superata la strada comunale di Paullo e la linea ferroviaria TAV (vedi foto n. 118 e
119), la nuova condotta, affiancandosi nuovamente alla tubazione in dismissione,
supera il Rio Mezzano e l’addiacente sede dell'Autostrada A1-A21 (vedi foto n. 120 e
121), raggiunge il punto terminale in corrispondenza dell'esistente impianto Snam Rete
Gas denominato "Nodo di Cortemaggiore” in località “Casanova” (vedi foto n. 122, 123
e 124).
Le principali infrastrutture viarie ed i maggiori corsi d’acqua intersecati dall’opera nei
territori comunali attraversati dalla nuova condotta sono sintetizzati nella seguente
tabella (vedi tab. 2.1/C).
Tab. 2.1/C:
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
0,000
Massa Carrara Mulazzo
0,115
T. Carrara
0,475
Fosso Senza Nome
1,040
T. Teglia
1,040
Pontremoli
1,385
Rio del Pino
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 134 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Massa Carrara Pontremoli
2,195
Autostrada A15
2,265
SP n. 31
3,060
Rio della Gazzola
3,175
Rio della Gazzola
3,660
Strada Comunale
3,920
Canale della Negrola
4,420
Fosso d’Orsola
4,995
SP n. 36
5,065
T. Gordana
5,180
Strada Comunale
5,545
Autostrada A15
5,960
Fosso Senza Nome
6,375
Fosso della Borghesa
6,445
Fosso della Michela
6,985
Fosso della Piana
7,020
SP n. 37
Linea Ferroviaria
7,490
Parma-La Spezia
7,525
Fosso dell’Ardoglia
8,280
Str. Com. di Scorano
8,690
Strada Comunale
8,845
T. Betigna
9,170
Strada Comunale
9,210
SP n. 63
9,305
T. Verde
10,345
Fosso Bruttomoro
11,315
Autostrada A15
11,710
SP n. 39 del Brattello
11,990
SP n. 39 del Brattello
12,860
Fosso della Selva
12,880
SP n. 39 del Brattello
13,790
Fosso del Dardagneto
13,990
SP n. 39 del Brattello
14,910
SP n. 63
14,985
T. Verdesina
15,085
SP n. 63
15,340
Strada Comunale
16,690
Strada Comunale
Strada Comunale
17,075-17,320
(percorrenza)
17,570
Strada Comunale
17,735
Strada Comunale
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 135 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Massa Carrara Pontremoli
Strada Comunale
18,710-19,545
(percorrenza)
19,590
T. Arzola
19,600
SP n. 39
20,670
Parma
Borgo Val di Taro
23,430
SP n. 20
23,595
T. Tarodine
24,935
Rio della Galoppina
25,390
Str. Com. Rovinaglia
25,695
Rio delle Piane
Str. Com. delle
25,695
Stabielle
26,035
Canale Riccò
26,475
Rio di Farneto
26,475
Albareto
26,670
Rio del Lupo
28,775
SP ex SS n. 359
28,960
F. Taro
28,960
Borgo Val di Taro
29,105
Albareto
29,660
F. Taro
30,265
T. Gotra
31,170
F. Taro
31,435
SP n. 3
31,470
Rio della Borella
31,845
T. Rizzone
32,210
SP n. 3
Str. Com. della Costa
32,340
dei Rossi
33,045
T. Ingegna
33,045
Compiano
34,070
Rio Roffasa
Str. Com. di
35,130
Cacigolara
35,585-35,810
T. Ingegna (percorrenza)
35,825
Borgo Val di Taro
35,855
Compiano
36,795-38,240
T. Ingegna (percorrenza)
38,200
Borgo Val di Taro
38,230
Compiano
38,240
Rio Scanabecco
Str. Com. Strela 38,265
Scanabecco
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
Fg. 136 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Compiano
Parma
39,335
Rio dei Burroni
41,080
Rio dei Cappelli
41,120
Bardi
42,060
Compiano
Rio della Dugara
(percorrenza)
42,060-42,100
42,100
42,100-42,130
42,130
42,230
42,230
42,230-42,550
42,550
42,550-42,900
Bardi
Rio della Dugara (perc.)
Compiano
T. Toncina
Bardi
T. Toncina (perc.za)
Compiano
T. Toncina (perc.za)
Str. Com. dei Scappini
(percorrenza)
43,045-43,335
43,500
43,500
Rio di Sbalanzone
Bardi
Str. Com. dei Scappini
(percorrenza)
Str. Com. dei Scappini
(percorrenza)
43,570-43,750
43,975-44,245
44,245
Rio della Valle
Str. Com. dei Scappini
(percorrenza)
44,245-44,290
44,455
45,370-45,665
Rio di Caprile
T. Toncina (perc.za)
Str. Com. Valtoncina Lezzara
45,730
45,990
46,205
46,865-47,505
47,900
48,210
48,280
48,685
49,060
49,500
49,645
Rio dello Sgaratosso
T. Toncina
T. Toncina
(percorrenza)
SP di Compiano
Rio dei Belli
Rio Grande
T. Ceno
Rio di Vischeto
T. Ceno
T. Ceno
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 137 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
Parma
Rio Bergamino
49,945-50,095
(percorrenza)
50,095
SP ex SS n. 359
Rio Bergamino
50,095-50,280
(percorrenza)
Str. Com. Dorbora50,315
Costa Geminiana
51,425
SP di Boccolo
55,060
Rio del Groppo di Rosa
56,090
Rio della Basona
56,510
Rio del Groppo
57,155
Piacenza
Morfasso
58,965
PR - PC
Bardi - Morfasso
Str. Com. TerruzziBardi (percorrenza)
59,105-59,390
59,435
Parma
Bardi
Str. Com. PratoBertone (percorrenza)
60,150-60,275
60,275
PR - PC
Bardi - Morfasso
61,310
61,355
PR - PC
Piacenza
Bardi - Morfasso
Morfasso
Str. Com. PratoBertone (percorrenza)
Str. Com. CasaliPelizzone
SP ex SS n. 359
61,355-61,545
61,660
61,830
62,160
67,760
68,720
PR - PC
Bardi - Morfasso
PR - PC
Bore - Vernasca
SP ex SS n. 359
Str. Com. della
Bocchetta
68,910
69,030
Piacenza
Vernasca
70,220
70,285
74,345
74,380
74,770
75,330
75,395
76,005
76,020
77,990
PR - PC
Piacenza
Bore - Vernasca
Vernasca
T. Arda
Morfasso
Rio Caselle
SP n. 21
Rio Rabbini
Rio Spizzaraia
Rio San Giorgio
Rio Riasso
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 138 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
78,955
Piacenza
Vernasca
79,190
Str. Com. della Lubbia
79,635
Str. Vic. Lagoni
79,680
T. Arda
80,005
SP n. 21
80,290
SP n. 21
80,560
T. Arda
80,860
Strada Comunale
81,710
T. Arda
81,800
SP n. 21
81,975
Strada Comunale
82,130
Rio della Costa
82,690
Rio dell’Acqua
82,875
SP n. 21
83,115
T. Arda
83,115
Lugagnano Val d’Arda
Str. Com. della
83,305
Pianella
83,525
SP di Antognano
85,225
Rio della Fornace
85,770
Rio Martellazzo
85,975
Rio del Busone
88,740
Rio Guzzo
Str. Com. Chiavenna
88,900
Rocchetta
89,210
Castell’Arquato
89,285
T. Chiavenna
Str. Com. di
89,955
Montagano
Str. Com. del
90,310
Pianazzo
90,695
Rio del Marone
Str. Com. di
90,785
Montagano
91,155
Rio Pusterla
Str. Com. di
91,170
Montagano
91,815
Rio dei Lupini
93,715
Rio Rimore
93,715
Carpaneto Piacentino
94,235
SP n. 6
Str. Com. Prato
95,420
Selvatico
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 139 di 489
Rev.
0
Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi
d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d’acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Piacenza
Carpaneto Piacentino
Str. Com. di San
96,370
Protaso
97,975
Fiorenzuola d’Arda
98,020
SP n. 6
Str. Com. di Fontana
98,370
Fredda
Str. Com. di Fontana
98,640
Fredda
99,425
T. Chiavenna
99,460
Cadeo
99,815
Canale S. Protaso
Str. Com. della
100,835
Pelosa
100,860
Fiorenzuola d’Arda
101,605
SS n. 9 Via Emilia
Str. Com. Casa
101,840
Russa
Linea Ferroviaria
101,980
Milano-Bologna
Str. Com. Vecchia Rio
102,580
Mezzano
Str. Com. di Rio
103,010
Mezzano
103,580
Str. Com. di Paullo
104,120
Autostrada A1
104,370
Str. Com. di Paullo
Linea Ferroviaria
104,430
T.A.V.
104,860
Cortemaggiore
105,145
Fiorenzuola d’Arda
105,950
Cortemaggiore
105,955
Rio Mezzano
106,310
Autostrada A1-A21
2.2
Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar” in dismissione
Per quanto attiene l'esistente metanodotto "Pontremoli - Cortemaggio DN 500 (20")" in
dismissione, i comuni interessati dalla dismissione della tubazione (47,940 km) sono i
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 140 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
seguenti (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 tav. 1A÷33A):
• Mulazzo e Pontremoli, in Provincia di Massa Carrara;
• Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano e Bardi, in Provincia di Parma;
• Morfasso, Lugagnano Val d’Arda, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d’Arda,
Cadeo e Cortemaggiore, in Provincia di Piacenza.
Le percorrenze della condotta DN 750 (30") in dismissione relative ai singoli territori
comunali sono riportate nelle seguenti tabelle (vedi tab. 2.2/A e 2.2/B).
Tab. 2.2/A:
Percorrenze comunali in sequenza progressiva lungo il
metanodotto in dismissione
percorrenza
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
1 Mulazzo
0,000
1,215
1,215
2 Pontremoli
1,215
18,775
17,560
3 Borgo Val di Taro
18,775
23,495
4,720
4 Albareto
23,495
29,155
5,660
5 Compiano
29,155
41,440
12,285
6 Bardi
41,440
54,200
12,760
Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km)
7 Morfasso
61,730
66,820
5,090
8 Lugagnano Val d’Arda
66,820
67,760
0,940
7 Morfasso
67,760
68,185
0,425
8 Lugagnano Val d’Arda
68,185
77,405
9,220
9 Carpaneto Piacentino
77,405
88,220
10,815
10 Fiorenzuola d’Arda
88,220
89,725
1,505
11 Cadeo
89,725
89,870
0,145
10 Fiorenzuola d’Arda
89,870
89,900
0,030
11 Cadeo
89,900
91,055
1,155
10 Fiorenzuola d’Arda
91,055
95,095
4,040
11 Cortemaggiore
95,095
95,400
0,305
10 Fiorenzuola d’Arda
95,400
96,170
0,770
11 Cortemaggiore
96,170
97,515
1,345
n.
Comune
da km
a km
Tab. 2.2/B: Lunghezza dei tratti in dismissione nei territori comunali
n.
1
2
3
4
5
6
Comune
da km
a km
km parz.
km tot.
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Mulazzo
0,000
1,215
1,215
Pontremoli
1,215
18,775
17,560
Borgo Val di Taro
18,775
23,495
4,720
Albareto
23,495
29,155
5,660
Compiano
29,155
41,440
12,285
Bardi
41,440
54,200
12,760
1,215
17,560
4,720
5,660
12,285
12,760
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 141 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.2/B: Lunghezza dei tratti in dismissione nei territori comunali (seguito)
n.
7
8
9
10
11
12
Comune
da km
a km
km parz.
km tot.
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
61,730
66,820
5,090
Morfasso
67,760
68,185
0,425
66,820
67,760
0,940
Lugagnano Val d’Arda
68,185
77,405
9,220
Carpaneto Piacentino
77,405
88,220
10,815
88,220
89,725
1,505
89,870
89,900
0,030
Fiorenzuola d’Arda
91,055
95,095
4,040
95,400
96,170
0,770
89,725
89,870
0,145
Cadeo
89,900
91,055
1,155
95,095
95,400
0,305
Cortemaggiore
96,170
97,515
1,345
5,515
10,160
10,815
6,345
1,300
1,650
Il tracciato dell'esistente "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")” è
rappresentato sulle immagini aeree (vedi Vol. 5, All. 7, Dis. LB-D-83202 "Interferenze
nel territorio" - tav. 1/A÷33/A).
La tubazione DN 750 (30") in dismissione si sviluppa parallelamente al nuovo gasdotto
DN 900 (36") in progetto ad eccezione dei tredici tratti di scostamento
precedentemente evidenziati (vedi par. 2.1).
Il primo tratto di scostamento tra il metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750
(30”)” in dismissione e la condotta in progetto inizia in corrispondenza dell’esistente
impianto Snam Rete Gas “Nodo di Mulazzo” in località “Migliarina”. Il tracciato in
dismissione, diversamente dalla condotta in progetto, attraversa l’autostrada A15
“Parma - La Spezia” poco dopo lo stesso nodo e, dopo aver piegato verso nord-ovest,
supera il T. Carrara, il T. Teglia e la SP n. 31 per poi transitare in località “C. Gazzola”
ove, dopo aver attraversato il Rio del Pino, si congiunge la condotta in progetto in
località “Noveleto”.
A nord di località “Orsola”, nel territorio comunale di Pontremoli, si individua il secondo
tratto di scostamento in corrispondenza del quale la linea in dismissione inizialmente si
sviluppa ad est del tracciato in progetto per attraversare la SP n. 36 e l’adiacente T.
Gordana. Raggiunta una strada comunale la condotta in dismissione, attraversandone
la sede, incrocia il tracciato in progetto e si porta ad ovest dello stesso per poi
proseguire verso nord-ovest e superare l’autostrada A15 ed il Fosso del Gatto, prima di
ricongiungersi alla linea in progetto in località “Bronzone”.
Il terzo tratto di scostamento ricade a nord del centro abitato di Pontremoli ove la linea
in dismissione si sviluppa ad est del tracciato in progetto con direzione prevalente
nord-est. Tale tratto inizia a nord dell’attraversamento del Fosso dell’Ardoglia in località
“C. Martinelli di Sotto”, la linea in dismissione supera, in rapida successione, due
strade comunali e la SP n. 63 per poi raggiungere l’alveo del T. Verde in località “La
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 142 di 489
Rev.
0
Polveriera”. Superato il corso d’acqua, il tracciato in dismissione attraversa il Fosso
della Pelliccia e ne segue l’andamento fino a raggiungere località “Vaderze” dove
interseca il Fosso Bruttomoro poco prima di ricongiungersi con la condotta in progetto
in località “Bocello”.
Il quarto tratto di scostamento si localizza ad ovest di località “Belcastrato”, ove la
condotta in dismissione si discosta dalla linea in progetto, per un breve tratto,
dirigendosi in direzione nord, per poi riprendere il parallelismo con la steesa ad ovest di
località “I Murelli di Sopra”.
Il quinto tratto di scostamento ricade poco a nord di località “I Brogni” ove la tubazione
esistente, sviluppandosi ad ovest della condotta in progetto, si dirige verso nord,
attraversando il Fosso della Selva a sud di località “Grondola”, e, approssimandosi
all’abitato, supera la SP n. 39 prima di attraversare il Fosso del Dardagneto, in località
“La Piana”, per ricongiungersi al tracciato in progetto.
Il sesto tratto di scostamento, più lungo dei precedenti, si sviluppa tra la cima del
Monte Cocchiello, in Comune di Pontremoli, e l’attraversamento della strada comunale
Rovinaglia, in Comune di Borgo Val di Taro. Il tracciato della tubazione in dismissione
diverge dalla condotta in progetto, dirigendosi verso nord-ovest e superando il Fosso
della Bodiga, in prossimità di località “Borra dei Preti”. Continuando verso nord-ovest,
la linea in dismissione discende il versante sud-orientale della valle del T. Tarodine,
attraversando la SP n. 20, per raggiungere il fondovalle in località “Valleto”. Dopo aver
attraversato l’alveo del torrente e, per la seconda volta, la SP n. 20, la condotta in
dismissione risale l’opposto versante della valle, proseguendo verso NO ed
incrociando la linea in progetto ad est di “C. Fontanini” poco prima di ricongiungersi ad
essa dopo aver attraversato la strada comunale Rovinaglia, a nord della sudddetta
località.
Il settimo tratto di scostamento inizia ad est della località “Case Signorini” ove la
condotta in dismissione si sviluppa a sud del tracciato in progetto proseguendo verso
ovest. Nel tratto, la condotta in dismissione scende verso il fondovalle percorso da F.
Taro intersecando per due volte la strada comunale “Gotra-Buzzo” e giungendo in
prossimità della frazione Casello attraversa la SP ex SS n. 523 per affiancarsi al
tracciato del “Rifacimento All. Autotrazione Parma Gas di Albereto DN 100 (4")” in
progetto, superato il corso del Rio Uccellecchia, si affianca alla condotta DN 900 (36”)
in progetto in località “Case Brugné”.
In località “Molino di Campi” si individua l’ottavo tratto di scostamento che vede la
condotta in dismissione divergere dal tracciato della nuova condotta in progetto
proseguendo ai piedi del versante occidentale della valle del F. Taro, affiancandosi alla
SP ex SS n. 523, attraversandone la sede per due volte consecutive ad est della
frazione Campi. Dopo aver superato l’alveo del fiume Taro, la condotta in dismissione
piega a nord, si affianca brevemente alla condotta in progetto sino a giungere in
località “Porpiano”, ove diverge nuovamente individuando il più breve nono tratto di
scostamento. Da quest’ultima località, la tubazione in dismissione, continuando a
dirigersi verso NO, attraversa l’alveo del T. Ingegna, per poi deviare in direzione nord e
riprendere il parallelismo con la condotta in progetto.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 143 di 489
Rev.
0
Il decimo tratto di scostamento si individua in prossimità di località “Ronco Desiderio”
ove la condotta in esercizio, diverge brevemente dal tracciato della condotta in
progetto, sviluppandosi al piede del versante occidentale della valle del T. Ingegna, per
affiancarsi alla stessa dopo aver piegato bruscamente verso est.
L’undicesimo tratto di scostamento ha origine a nord-est della frazione di Strela, ove la
tubazione in dismissione abbandona la percorrenza dell’alveo del T. Ingegna per
risalirne il versante occidentale sino a giungere in località “I Fornelli”, piega, quindi a
nord per risalire il crinale sino alla sommità del Monte Carmo, attraversando la SP
n.66. Dalla cima del rilievo, la tubazione in dismissione devia verso nord seguendo
l’andamento della citata strada provinciale sino a giungere in località “Costa della
Colla” ove inizia a discendere verso la valle percorsa dal T. Toncina, ad est della
frazione di Farfanaro percorrendo il costone tra le incisioni del Rio della Colla, ad est, e
del Rio del Roncazzo, ad ovest per ricongiungersi al tracciato della nuova condotta
DN 900 (36") in progetto in prossimità di "Cà Scappini" lungo il fondovalle del T.
Toncina.
Il dodicesimo tratto di scostamento è confinato in un breve tratto lungo la percorrenza
del fondovalle del T. Toncina, ad est degli abitati di "Credarola" e di "I Granelli", ove la
tubazione in dismissione, diversamente dalla condotta in progetto, si sviluppa al piede
del versante occidentale della valle in prossimità della sede della SP di Compiano, per
ricongiungersi alla stessa nuova condotta poco a sud del "Molino dei Belli", in
prossimità della confluenza del corso d'acqua nel T. Ceno.
Il tredicesimo ed ultimo tratto di scostamento vede la condotta in dismissione divergere
dalla linea in progetto per un tratto di lunghezza assai pronunciata, compreso tra le valli
del T. Toncina e del T. Chiavenna. Il gasdotto in dismissione diverge dalla condotta
DN 900 (36") in progetto a nord-est di località “Molino dei Belli”, da qui, dirigendosi
verso nord, attraversa l’alveo del T. Ceno per risalire il versante settentrionale della
valle ad est dell'abitato di “Vischeto di Qua” ed attraversare la SP ex SS n. 359, il Rio
Vischetto e la SP di Boccolo. Oltrepassato ad est l'abitato di Grezzo e transitando tra i
rilievi di Monte Coloreti e Monte Spiaggi, la condotta in dismissione raggiunge la
località "Bosco di Badino", continua ancora verso nord e transita ad ovest delle frazioni
Piana di Gazzo e Gazzo e Cogno Gazzo per raggiungere, in località "Costa di
Pelizzone", il punto finale del primo tratto di dismissione. L'esistente condotta DN 750
(30") sarà, come già anticipato (vedi cap. B), mantenuta in esercizio tra il km 54,200
nel territorio comunale di Bardi e il km 61,730 in Comune di Morfasso.
Il secondo tratto di dismissione ha origine in prossimità della frazione di Variano, ove la
tubazione DN 750 (30"), dirigendosi verso NNO, transita ad est delle località
“Chiavarini” e “Tiramani”, attraversando il Rio degli Orsoloni, per proseguire, poi, verso
il centro abitato di S. Michele, superando la SP di Val Chero e raggiungere la località
“Monte di Velleia”. Da questo punto, l'esistente tubazione in dismissione piega
brevemente verso est per iniziare la discesa verso il fondovalle del T. Chero,
oltrepassando la frazione di Carignone e la zona archeologica di Velleia.
Dopo aver raggiunto il fondovalle, la tubazione in dismissione, piegando verso est, si
sviluppa lungo la sponda orientale del torrente sino a raggiungere la località "Bianchi",
ove si affianca al tracciato del "Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello
DN 150 (6")" in progetto e prosegue verso NNE, oltrepassando la frazione "le
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 144 di 489
Rev.
0
Baracche", attraversando l'alveo del T. Chero e superando le frazioni di Badagnano e
di Rezzano. Dopo aver attraversato una seconda volta l'alveo del corso d'acqua in
prossimità dell'abitato di Travazzano, il tracciato della condotta in dismissione,
allontanandosi dal corso del torrente, prosegue verso NE e si sviluppa con un lungo
tratto rettilineo sino a ricongiungersi al tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto
in prossimità dell'abitato di Caminata.
Le principali infrastrutture viarie ed i maggiori corsi d’acqua intersecati dal metanodotto
in dismissione nei territori comunali attraversati sono sintetizzati nella seguente tabella
(vedi tab. 2.1/C).
Tab. 2.1/C:
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
0,000
Massa Carrara Mulazzo
0,145
Autostrada A15
0,285
T. Carrara
0,615
Fosso Senza Nome
1,215
T. Teglia
1,215
Pontremoli
1,345
SP n. 31
2,265
Rio del Pino
2,905
Rio del Pino
3,045
Rio della Gazzola
3,505
Strada comunale
3,750
Canale Della Negrola
4,255
Fosso d’Orsola
4,950
SP n. 36
4,985
T. Gordana
5,090
Strada comunale
5,240
Autostrada A15
5,475
Fosso del Gatto
5,845
Fosso Senza Nome
6,255
Fosso della Borghesa
6,365
Fosso della Michela
6,800
Fosso della Piana
6,830
SP n. 37
Linea Ferroviaria "Parma7,290
La Spezia"
7,320
Fosso dell’Ardoglia
7,615
Strada comunale
7,770
Strada comunale
7,955
SP n. 63
8,410
T. Verde
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 145 di 489
Rev.
0
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Massa Carrara Pontremoli
8,785
Fosso della Pelliccia
9,875
Fosso Bruttomoro
10,960
Autostrada A15
12,370
Fosso della Selva
12,695
SP n. 39 del Brattello
13,120
Fosso del Dardagneto
13,285
SP n. 39 del Brattello
14,205
SP n. 63
14,280
T. Verdesina
14,360
SP n. 63
14,620
Strada comunale
15,960
Strada comunale
Strada comunale
16,015-16,610
(percorrenza)
16,835
Strada comunale
17,010
Strada comunale
17,710
Strada comunale
17,855
Strada comunale
17,925
Fosso della Bodiga
17,980
Strada comunale
18,775
Parma
Borgo Val di Taro
20,240
SP n. 20 del Bratello
20,935
T. Tarodine
21,055
SP n. 20 del Bratello
22,415
Str. Com. Rovinaglia
22,695
Str. Com. delle Stabielle
22,705
Rio delle Piane
23,065
Canale Riccò
23,495
Rio di Farneto
23,495
Albareto
23,695
Rio del Lupo
24,945
Str. Com. Gotra-Buzzo
25,365
Str. Com. Gotra-Buzzo
25,780
SP ex SS n. 523
25,940
Rio Uccellecchia
26,725
T. Gotra
27,495
SP ex SS n. 523
27,710
SP ex SS n. 523
Str. Com. da Pieve di
28,040
Campi a Bertorella
F. Taro
28,200
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 146 di 489
Rev.
0
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Parma
Albareto
28,595
SP n. 3
Str. Com. della Costa dei
28,785
Rossi
29,155
T. Ingegna
29,155
Compiano
30,390
Rio Roffasa
31,445
Str. com. di Cacigolara
Str. com. Strela 33,200
Scanabecco
Str. Com. Fornelli 34,150
Caboara
35,820
SP Compiano
37,235
Str. Com. Monte Pelpi
37,450
SP Compiano
37,500
Strada comunale
38,050
Rio della Colla
40,530
Rio del Roncazzo
Str. com. dei Scappini
40,615-41,090
(percorrenza)
Str. com. dei Scappini
41,295-41,440
(percorrenza)
41,440
Bardi
Str. com. dei Scappini
41,440-41,450
(percorrenza)
41,450
Rio di Sbalanzone
Str. com. dei Scappini
41,450-42,180
(percorrenza)
42,180
Rio della Valle
Str. com. dei Scappini
42,180-42,220
(percorrenza)
Str. com. Toncina-Sidolo
42,235-42,380
(percorrenza)
42,380
Rio di Caprile
Str. com. Toncina-Sidolo
42,380-42,440
(percorrenza)
43,070
Fosso Senza Nome
43,115
Str. com. Toncina - Sidolo
43,185
SP di Compiano
43,315
Rio della Casazza
43,350
SP di Compiano
43,390
SP di Compiano
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 147 di 489
Rev.
0
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Parma
Bardi
Str. com. Valtoncina 43,695
Lezzara
43,910
Rio dello Sgaratosso
44,140
T. Toncina
44,690
T. Toncina
45,815
SP di Compiano
46,100
Rio Grande
46,160
T. Ceno
47,195
SP ex SS n. 359
48,205
Rio Vischetto
48,620
SP di Boccolo
50,015
Rio di Costabella
51,585
Rio dei Competti
51,890
Rio del Cagnetto
52,115
Rio della Rocchetta
Rio Corsenna di
52,730
Gazzo
52,945
Rio della Ca di Con
53,210
Rio della Lubbia
53,230
Strada Groppo di Gora
54,255
Piacenza
Morfasso
62,975
Rio degli Orsoloni
63,155
Str. com. dei Tiramani
Strada di Casa delle
64,955
Donne
65,820
SP Val Chero
Rio delle Castagne
66,595
Buse
66,815
Rio Cadilacqua
66,820
Lugagnano Val d’Arda
67,255
SP Val Chero
67,760
Morfasso
68,180
Rio Freddo
68,185
Lugagnano Val d’Arda
68,555
Strada comunale
68,595
SP di Val Chero
69,010
SP di Velleia
69,275
Strada comunale
69,385
SP di Velleia
69,675
SP di Velleia
69,735
SP di Velleia
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 148 di 489
Rev.
0
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Piacenza
Lugagnano Val d’Arda
70,035
SP di Velleia
70,085
SP di Velleia
70,130
SP di Velleia
70,590
Rio Rugarlo
70,980
SP Val Chero
71,870
Rio del Ribello
72,500
Rio del Bestucchi
72,910
Str. Com. Lombardelli
72,950
Rio delle Vigne
73,530
SP Val Chero
73,740
SP Val Chero
74,435
SP Val Chero
74,460-74,740
T. Chero (percorrenza)
74,770
SP Val Chero
Rio del Bosco
75,045
Comune
75,975
Rio dei Lubbioni
77,405
T. Chero
77,405
Carpaneto Piacentino
78,860
Rio della Chiesa
79,495
Strada comunale
79,675
Strada comunale
80,010
Strada comunale
81,525
Strada comunale
82,095
T. Chero
Strada comunale di
82,585
Travazzano
83,745
Str. Com. della Mosana
84,585
Strada comunale
85,475
SP n. 6
85,875
Str. Com. Caminata
86,620
Str. Com. di S. Protaso
88,220
Fiorenzuola d’Arda
88,275
SP n. 6
Str. Com. di Fontana
88,570
Fredda
Str. Com. di Fontana
88,640
Fredda
Str. Com. di Fontana
88,855
Fredda
89,650
T. Chiavenna
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 2.1/C:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 149 di 489
Rev.
0
Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture
e corsi d’acqua principali (seguito)
Progressiva
Provincia
Comune
Corsi d'acqua
Rete viaria
(km)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
89,725
Piacenza
Cadeo
89,870
Fiorenzuola d’Arda
89,890
Canale S. Protaso
89,900
Cadeo
91,030
Str. Com. della Pelosa
91,055
Fiorenzuola d’Arda
91,840
SS n. 9 Via Emilia
92,045
Str. Com. Casa Russa
Linea Ferroviaria Milano92,215
Bologna
Str. Com. Vecchia Rio
92,825
Mezzano
93,265
Str. Com. di Rio Mezzano
93,835
Str. Com. di Paullo
94,370
Autostrada A1
94,605
Str. Com. di Paullo
94,660
Linea Ferroviaria T.A.V.
95,095
Cortemaggiore
95,400
Fiorenzuola d’Arda
96,170
Cortemaggiore
96,170
Rio Mezzano
96,560
Autostrada A1-A21
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
3
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 150 di 489
Rev.
0
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
La progettazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto sono, oltre alle norme
citate nel precedente Capitolo 2, disciplinate essenzialmente dalla seguente normativa:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
DM 17 aprile 2008 del Ministero dello Sviluppo Economico - Regola tecnica per la
progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli
impianti di trasporto di gas naturale con densità non superiore a 0,8.
DPR 616/77 e DPR 383/94 – Trasferimento e deleghe delle funzioni
amministrative dello Stato.
RD 1775/33 – Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti
elettrici.
DM 23.02.71 del Ministero dei Trasporti e successive modificazioni – Norme
tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti
liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto.
Circolare 09.05.72, n. 216/173 dell’Azienda Autonoma FF.S. – Norme tecniche per
gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti gas e liquidi
con ferrovie.
DPR 753/80 – Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità
dell’esercizio delle ferrovie.
DM 03.08.91 del Ministero dei Trasporti – Distanza minima da osservarsi nelle
costruzioni di edifici o manufatti nei confronti delle officine e degli impianti delle
FF.S.
Circolare 04.07.90 n. 1282 dell’Ente FF.S. – Condizioni generali
tecnico/amministrative regolanti i rapporti tra l’ente Ferrovie dello Stato e la SNAM
in materia di attraversamenti e parallelismi di linee ferroviarie e relative pertinenze
mediante oleodotti, gasdotti, metanodotti ed altre condutture ad essi assimilabili.
RD 1740/33 – Tutela delle strade.
DLgs 285/92 e 360/93 – Nuovo Codice della strada.
DPR 495/92 – Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della
strada.
RD 368/04 – Testo unico delle leggi sulla bonifica
RD 523/04 – Polizia delle acque pubbliche.
L 64/74 – Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche.
Ordinanza PCM 3274/03 – Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica.
L 426/98 – Nuovi interventi in campo ambientale
DM 471/99 – Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in
sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati ai sensi dell’articolo
17 del DLgs 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni ed integrazioni.
L 198/58 e DPR 128/59 – Cave e miniere
L 898/76 – Zone militari.
DPR 720/79 – Regolamento per l’esecuzione della L 898/76.
DLgs n. 81 del 9/04/08 – Attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
•
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 151 di 489
Rev.
0
Decreto Legislativo 19 novembre 1999, n. 528 – Modifiche ed integrazioni al DLgs
14/08/1996 n. 494 recante attuazione della direttiva 92/57 CEE in materia di
prescrizioni minime di sicurezza e di salute da osservare nei cantieri temporanei o
mobili.
L 186/68 – Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,
macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici.
DM n. 37 del 22 gennaio 2008 - Regolamento concernente l'attauazione dell'art.
11-quaterdieces, comma 13, lettera a), della Legge n. 248 del 02/12/2005, recante
riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti
all'interno degli edifici.
L 1086/71 – Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio,
normale e precompresso, ed a struttura metallica.
DM 09.01.96 del Ministero dei Lavori Pubblici – Norme tecniche per l’esecuzione
delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture
metalliche.
DM 16.01.96 del Ministero dei Lavori Pubblici – Aggiornamento delle norme
tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei
carichi e sovraccarichi.
DM 11.03.88 del Ministero dei Lavori Pubblici – Norme tecniche riguardanti le
indagini sui terreni e sulle rocce, stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, criteri
generali e prescrizioni per progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle fondazioni.
L’opera è stata, perciò, progettata e sarà realizzata in conformità alle suddette Leggi ed
in conformità alla normalizzazione interna SNAM gasdotti, che recepisce i contenuti
delle seguenti specifiche tecniche nazionali ed internazionali:
Materiali
Strumentazione e sistemi di controllo
API RP-520 Part. 1/1993 Dimensionamento delle valvole di sicurezza
API RP-520 Part. 2/1988 Dimensionamento delle valvole di sicurezza
Sistemi elettrici
CEI 64-8/1992
CEI 64-2 (Fasc.1431)/1990
CEI 81-1 (Fasc.1439)/1990
Impiantistica e Tubazioni
ASME B31.8
ASME B1.1/1989
ASME B1.20.1/1992
ASME B16.5/1988+ADD.92
ASME B16.9/1993
ASME B16.10/1986
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1.000 V
Impianti elettrici utilizzatori nei luoghi con pericolo di
esplosione
Protezione di strutture contro i fulmini
Gas Transmission and Distribution Piping Systems (solo
per applicazioni specifiche es. fornitura trappole
bidirezionali)
Unified inch Screw Threads
Pipe threads, general purpose (inch)
Pipe flanges and flanged fittings
Factory-made Wrought Steel Buttwelding Fittings
Face-to-face and end-to-end dimensions valves
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
ASME B16.21/1992
ASME B16.25/1968
ASME B16.34/1988
ASME B16.47/1990+Add.91
ASME B18.21/1991+Add.91
ASME B18.22/1987
MSS SP44/1990
MSS SP75/1988
MSS SP6/1990
API Spc. 1104
API 5L/1992
EN 10208-2/1996
UNI EN 1594
API 6D/1994
ASTM A 193
ASTM A 194
ASTM A 105
ASTM A 216
ASTM A 234
ASTM A 370
ASTM A 694
ASTM E 3
ASTM E 23
ASTM E 92
ASTM E 94
ASTM E 112
ASTM E 138
ASTM E 384
ISO 898/1
ISO 2632/2
ISO 6892
ASME Sect. V
ASME Sect. VIII
ASME Sect. IX
CEI 15-10
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 152 di 489
Rev.
0
Non metallic flat gaskets for pipe flanges
Buttwelding ends
Valves-flanged, and welding end.
Large Diameters Steel Flanges
Square and Hex Bolts and screws inch Series
Square and Hex Nuts
Steel Pipeline Flanges
Specification for High Test Wrought Buttwelding Fittings
Standard finishes contact faces of pipe flanges
Welding of pipeline and related facilities
Specification for line pipe
Steel pipes for pipelines for combustible fluids
Gas supply systems – Pipelines for maximum operating
pressure over 16 bar – Functional requirements
Specification for pipeline valves, and closures,
connectors and swivels
Alloy steel and stainless steel-bolting materials
Carbon and alloy steel nuts for bolts for high pressure
Standard specification for “forging, carbon steel for
piping components”
Standard specification for “carbon steel casting suitable
for fusion welding for high temperature service”
Piping fitting of wrought carbon steel and alloy steel for
moderate and elevate temperatures
Standard methods and definitions for “mechanical
testing of steel products”
Standard specification for “forging, carbon and alloy
steel, for pipe flanges, fitting, valves, and parts for high
pressure transmission service”
Preparation of metallographic specimens
Standard methods for notched bar impact testing of
metallic materials
Standard test method for vickers hardness of metallic
materials
Standards practice for radiographic testing
Determining average grain size
Standards test method for Wet Magnetic Particle
Standards test method for microhardness of materials
Mechanical properties for fasteners – part 1 – bolts,
screws and studs
Roughness comparison specimens – part 2 : sparkeroded, shot blasted and grit blasted, polished
Metallic materials – tensile testing
Non-destructive examination
Boiler and pressure vessel code
Boiler
construction
code-welding
and
brazing
qualification
Norme per “Lastre di materiali isolanti stratificati a base
di resine termoindurenti”
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
ASTM D 624
ASTM E 165
ASTM E 446
ASTM E 709
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 153 di 489
Rev.
0
Standard method of tests for tear resistance of
vulcanised rubber
Standard practice for liquid penetrant inspection method
Standard reference radiographs for steel castings up to
2” in thickness
Standard recommended practice for magnetic particle
examination
Sistema di Protezione Anticorrosiva
ISO 8501-1/1988
Preparazione delle superfici di acciaio prima di applicare
vernici e prodotti affini. Valutazione visiva del grado di
pulizia della superficie – parte 1: gradi di arruginimento e
gradi di preparazione di superfici di acciaio non trattate e
superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un
rivestimento precedente
UNI 5744-66/1986
Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo
(rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti
diversi fabbricati in materiale ferroso)
UNI 9782/1990
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
criteri generali per la misurazione, la progettazione e
l’attuazione
UNI 9783/1990
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
interferenze elettriche tra strutture metalliche interrate
UNI 10166/1993
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
posti di misura
UNI 10167/1993
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
dispositivi e posti di misura
UNI CEI 5/1992
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
misure di corrente
UNI CEI 6/1992
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
misure di potenziale
UNI CEI 7/1992
Protezione catodica di strutture metalliche interrate –
misure di resistenza elettrica
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
4
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 154 di 489
Rev.
0
DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’OPERA
L'opera in oggetto, progettata per il trasporto di gas naturale con densità 0,72 kg/m3 in
condizioni standard ad una pressione massima di esercizio di 75 bar, sarà costituita da
un sistema integrato di condotte, formate da tubi di acciaio collegati mediante saldatura
(linea), che rappresenta l’elemento principale del sistema di trasporto in progetto, e da
una serie di impianti che, oltre a garantire l’operatività della struttura, realizzano
l’intercettazione della condotta in accordo alla normativa vigente.
Come già anticipato (vedi cap. B "L'opera e la struttura dello studio"), nell’ambito del
progetto si distinguono la messa in opera di:
− una linea (principale) DN 900 (36"), che garantirà il trasporto tra i previsti impianti di
Mulazzo e Cortemaggiore;
− 12 brevi linee (secondarie o derivate), funzionalmente connesse alla realizzazione
della nuova struttura di trasporto che assicureranno il collegamento tra la condotta
principale e le diverse utenze esistenti lungo il tracciato della stessa.
Inoltre, il progetto include la dismissione dell'esistente condotta DN 750 (30") e di
alcuni tratti di allacciamenti e derivazioni funzionalmente connesse alla stessa
dismissione, attraverso la messa fuori esercizio delle linee e la successiva rimozione
delle tubazioni esistenti.
In sintesi, l'intervento, prevede la messa in opera di:
•
•
•
Linea principale - condotta DN 900 (36") interrata, della lunghezza di 107,315 km;
Linee secondarie: 12 tratti di condotte interrate della lunghezza complessiva di
23,415 km, con i seguenti diametri:
− DN 250 (10")
0,070 km
− DN 150 (6")
18,820 km
− DN 100 (4")
4,525 km
Impianti di linea:
− n. 9 punti di intercettazione di derivazione importante (PIDI);
− n. 8 punto di intercettazione per il sezionamento della linea in tronchi (PIL), di
cui 1 lungo una linea secondaria;
− n. 1 punto di intercettazione di derivazione semplice (PIDS) lungo una linea
secondaria;
− n. 2 punti di lancio/ricevimento pig (Area trappole);
− n. 1 impianto di riduzione della pressione;
− n. 1 impianto di regolazione della pressione;
− n. 10 punti di intercettazione con discaggio di allacciamento (PIDA), tutti
ubicati lungo le linee secondarie;
e la dismissione di:
•
•
Linea principale – 2 tratti di condotta DN 750 (30") interrata della lunghezza
complessiva di 89,985 km;
Linee secondarie: 12 tratti di condotte interrate della lunghezza complessiva di
10,845 km , con i seguenti diametri:
− DN 250 (10")
0,070 km
− DN 125 (5")
1,940 km
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 155 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
Rev.
0
− DN 100 (4")
7,700 km
− DN 80 (3”)
1,135 km
Impianti di linea:
− n. 6 punti di intercettazione di derivazione importante (PIDI);
− n. 8 punti di intercettazione per il sezionamento della linea in tronchi (PIL), di
cui 2 ubicati lungo le linee secondarie;
− n. 9 punti di intercettazione di derivazione semplice (PIDS), di cui uno
posizionato lungo una linea secondaria;
− n. 8 punti di intercettazione con discaggio di allacciamento (PIDA), tutti
ubicati lungo le linee secondarie;
− n. 3 punti di lancio\ricevimento pig.
Gli standard costruttivi dell’opera in progetto sono allegati alla presente relazione (vedi
Vol. 7, All. 11, Disegni tipologici di progetto).
La pressione di progetto, adottata per il calcolo dello spessore delle tubazioni, è pari a
75 bar.
4.1
Linea
4.1.1
Tubazioni
Le tubazioni impiegate saranno in acciaio di qualità e rispondenti a quanto prescritto al
punto 3 del D.M. 17 aprile 2008 .
I tubi, collaudati singolarmente dalle industrie produttrici, avranno una lunghezza media
di m 14,50 , saranno smussati e calibrati alle estremità per permettere la saldatura
elettrica di testa ed avranno le seguenti caratteristiche (vedi tab. 4.1/A).
Tab. 4.1/A: Caratteristiche tecniche delle tubazioni
Diametro nominale
DN
900 (36")
250 (10”)
150 (6")
100 (4”)
Carico unitario al limite di
Spessore
allungamento totale (N/mm²) minimo (mm)
450
360
360
360
12,1
7,8
7,1
5,2
Materiale
(acciaio di qualità)
EN L450MB
EN L360NB/MB
Le curve saranno ricavate da tubi piegati a freddo con raggio di curvatura pari a 40
diametri nominali, oppure prefabbricate con raggio di curvatura pari a 7 diametri
nominali.
In corrispondenza degli attraversamenti delle linee ferroviarie, in accordo al DM 2445
del 23/02/71 e successive modifiche, la condotta sarà messa in opera in tubo di
protezione avente le seguenti caratteristiche (vedi tab. 4.1/B):
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 156 di 489
Rev.
0
Tab. 4.1/B: Caratteristiche tecniche dei tubi di protezione
Diametro nominale
condotta
Diametro nominale
tubo di protezione
Spessore
(mm)
Materiale
(acciaio di qualità)
DN 900 (36")
DN 250 (10”)
DN 150 (6”)
DN 100 (4”)
DN 1050 (42")
DN 400 (16")
DN 250 (10”)
DN 200 (8”)
14,3
8,7
7,8
6,4
EN L450MB
EN L360NB/MB
Negli attraversamenti delle strade più importanti e dove, per motivi tecnici, si è ritenuto
opportuno, la condotta sarà messa in opera in tubo di protezione avente le stesse
caratteristiche delle tubazioni utilizzate per gli attraversamenti delle linee ferroviarie.
4.1.2
Materiali
Per il calcolo dello spessore di linea della tubazione sono stati scelti i seguenti gradi di
utilizzazione rispetto al carico unitario di snervamento minimo garantito:
4.1.3
•
Condotte DN 900 (36"):
f ≤ 0,72
•
Condotte DN 250 (10") ÷ DN 100 (4"):
f ≤ 0,57
Protezione anticorrosiva
La condotta sarà protetta da:
• una protezione passiva esterna costituita da un rivestimento di nastri adesivi in
polietilene estruso ad alta densità, applicato in fabbrica, dello spessore minimo di
mm 3, ed un rivestimento interno in vernice epossidica. I giunti di saldatura
saranno rivestiti in linea con fasce termorestringenti;
• una protezione attiva (catodica) attraverso un sistema di correnti indotte con
apparecchiature poste lungo la linea che rende il metallo della condotta
elettricamente più negativo rispetto all’elettrolito circostante (terreno, acqua, ecc.).
La protezione attiva viene realizzata contemporaneamente alla posa del
metanodotto collegandolo ad uno o più impianti di protezione catodica costituiti da
apparecchiature che, attraverso circuiti automatici, provvedono a mantenere il
potenziale della condotta più negativo o uguale a -1 V rispetto all’elettrodo di
riferimento Cu-CuS04 saturo.
4.1.4
Telecontrollo
Lungo la condotta verrà posato un cavo per telecontrollo, inserito all’interno di una
polifora costituita da tre tubi in PEAD DN 50.
In corrispondenza degli attraversamenti la polifora in PEAD verrà posata in tubo di
protezione in acciaio avente le seguenti caratteristiche:
• Diametro nominale
100 (4”)/150 (6”);
• Spessore
3,6/5,1 mm .
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
4.1.5
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 157 di 489
Rev.
0
Fascia di asservimento
La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui sono legittimati da
una servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di
questi fondi, limita la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo
della condotta (servitù non aedificandi).
La società Snam Rete Gas S.p.A. acquisisce la servitù stipulando con i singoli
proprietari dei fondi un atto autenticato, registrato e trascritto in adempimento di quanto
in materia previsto dalle leggi vigenti.
L’ampiezza di tale fascia varia in rapporto al diametro ed alla pressione di esercizio del
metanodotto in accordo alle vigenti normative di legge: nel caso in oggetto, la
realizzazione della nuova condotta DN 900 (36") comporterà l'imposizione di una fascia
di servitù pari a 20 m per parte rispetto all'asse della condotta, ma la contestuale
dismissione della tubazione DN 750 (30") esistente porterà all'alienazione della
esistente fascia di 17,5 m per parte.
In corrispondenza dei tratti ove la nuova linea risulta in parallelo a condotte esistenti, la
servitù già in essere sarà quasi totalmente sfruttata. Nel caso in oggetto, l’ampliamento
della larghezza della fascia di asservimento in essere risulterà (vedi Vol. 7, All. 11 Dis. LC-D-83300, fg. 1 di 2):
• pari a complessivi 12,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta è
posta in stretto parallelismo (10 m) al metanodotto "Pontremoli - Parma DN 750
(30")" in esercizio;
• pari a complessivi 12,5 m , ovvero a 7,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la
condotta in progetto è posta in stretto parallelismo, rispettivamente ad una distanza
di 10 m ovvero di 5 m, con il metanodotto “Pontremoli – Cortemaggiore DN 750
(30”)”, in dismissione;
• ugualmente pari a complessivi 7,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la nuova
condotta è posta contestualmente in stretto parallelismo (5 m) sia alla condotta DN
750 (30”) in dismissione sia al metanodotto “Rifacimento Derivazione per Bedonia
DN 150 (6”)” in progetto;
• pari a 18,5 m nei tratti in cui la nuova condotta è posta in parallelismo (10 m), sia
con la condotta DN 750 (30”) in dismissione, sia al metanodotto "Rifacimento All. al
Comune di Gropparello DN 150 (6")".
Complessivamente la messa in opera della nuova condotta porterà ad un aumento
della superficie di servitù pari a circa 107 ha .
Per quanto attiene tutte le linee secondarie previste in progetto, la loro realizzazione
comporterà l’imposizione di una fascia di servitù pari a 13,5 m per parte rispetto
all'asse delle condotte.
In corrispondenza dell’unico tratto in cui la condotta “Rifacimento Derivazione per
Bedonia DN 150 (6”)” in progetto è posta in stretto parallelismo (5 m) alla condotta
principale in progetto DN 900 (36”), non si registrerà alcuna ulteriore imposizione di
servitù (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83300 - fg. 1 di 2), mentre, in corrispondenza
dei tratti in cui le nuove linee sono poste in stretto parallelismo a condotte esistenti
verrà, analogamente a quanto accade per la linea principale, sfruttata la servitù già in
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 158 di 489
Rev.
0
essere. Nel caso in oggetto, l’ampliamento della larghezza della fascia di asservimento
in essere risulterà (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83300, fg. 2 di 2):
•
pari a 1 m, ovvero a 6 m, in corrispondenza dei tratti in cui le nuove condotte DN
100 (4”), DN 150 (6”) e DN 250 (10”), sono poste in stretto parallelismo,
rispettivamente ad una distanza di 5 m ovvero di 10 m, al metanodotto “Pontremoli
- Cortemaggiore DN 750 (30")”, in dismissione;
•
pari a 5 m, in corrispondenza dei tratti in cui le nuove condotte sono poste in stretto
parallelismo (5 m) al metanodotto “Allacciamento al Comune di Bedonia DN 100
(4”)”, in dismissione.
•
pari a 10 m , in corrispondenza dei tratti in cui le condotte in progetto DN 100 (4”),
DN 150 (6”) e DN 250 (10”), sono poste in stretto parallelismo (10 m) con le
seguenti condotte in dismissione: “Met. All. Comune di Compiano DN 80 (3”)”,
“Met. All. Comune di Gropparello DN 100 (4”)”, “Met. All. Comune di Carpaneto
Piacentino DN 100 (4”)” e “Met. All. Comune di Fiorenzuola D’Arda DN 125 (5”)”.
In corrispondenza del breve tratto in cui si registra lo stretto parallelismo (5 m) tra il
metanodotto “Ricollegamento Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”)” in progetto,
ed il metanodotto “Rifacimento per Autotrazione Parma gas DN 100 (4”), anch’esso in
progetto, la larghezza complessiva della fascia di asservimento sarà pari a 32 m .
Considerando che la fascia di asservimento lungo le esistenti condotte secondarie in
dismissione è pari a 13,5 m per parte, l'incremento di superficie da assoggettare a
servitù, derivata dalla realizzazione/dismissione delle linee secondarie, è
complessivamente pari a circa 32,40 ha .
4.2
Impianti e punti di linea
Secondo lo schema di progetto previsto, gli impianti e i punti di linea comprendono i
Punti di intercettazione della condotta, i Punti di lancio/ricevimento pig e gli impianti di
riduzione e regolazione della pressione.
Punti di intercettazione
In accordo alla normativa vigente (DM 17 aprile 2008), la condotta sarà sezionabile in
tronchi mediante apparecchiature di intercettazione (valvole) denominate:
• Punto di intercettazione di linea (PIL), che ha la funzione di sezionare la condotta
interrompendo il flusso del gas;
• Punto di intercettazione di derivazione importante (PIDI), che, oltre a sezionare la
condotta, ha la funzione di consentire sia l’interconnessione con altre condotte, sia
l’alimentazione di condotte derivate dalla linea principale;
• Punto di intercettazione di derivazione semplice (PIDS) che, oltre a sezionare la
condotta, ha la funzione di consentire l’interconnessione con condotte di piccolo
diametro derivate dalla linea principale;
I punti di intercettazione sono costituiti da tubazioni interrate, ad esclusione della
tubazione di scarico del gas in atmosfera (attivata, eccezionalmente, per operazioni di
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 159 di 489
Rev.
0
manutenzione straordinaria e durante le operazioni di allacciamento delle condotte
derivate) e della relativa struttura di sostegno. Gli impianti comprendono inoltre valvole
di intercettazione interrate, apparecchiature per la protezione elettrica della condotta ed
un fabbricato in muratura per il ricovero delle apparecchiature e dell’eventuale
strumentazione di controllo.
In ottemperanza a quanto prescritto dal DM 17 aprile 2008, la distanza massima fra i
punti di intercettazione sarà di 15 km . In corrispondenza degli attraversamenti di linee
ferroviarie, le valvole di intercettazione, in conformità alle vigenti norme, devono
comunque essere poste a cavallo di ogni attraversamento ad una distanza fra loro non
superiore a 2.000 m (vedi tab. 4.2/A).
Le valvole di intercettazione di linea saranno motorizzate per mezzo di attuatori fuori
terra e manovrabili a distanza mediante cavo telecomando, interrato a fianco della
condotta, e/o tramite ponti radio con possibilità di comando a distanza (telecontrollo)
per un rapido intervento di chiusura. Le valvole di intercettazione saranno
telecontrollate dalla Centrale Operativa Snam Rete Gas di San Donato Milanese.
La collocazione di tutti gli impianti e punti di linea è prevista, per quanto possibile, in
vicinanza di strade esistenti dalle quali verrà derivato un breve accesso carrabile (vedi
Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83356). Ove non è possibile soddisfare questo criterio, si
cerca, per quanto possibile, di utilizzare l’esistente rete di viabilità minore, realizzando
opere di adeguamento di tali infrastrutture, consistenti principalmente nella ripulitura e
miglioramento del sedime carrabile, attraverso il ricarico con materiale inerte, e nella
sistemazione delle canalette di regimazione delle acque meteoriche.
Impianti di riduzione della pressione
Sono impianti adibiti alla riduzione della pressione del gas naturale la cui realizzazione
è prevista ove sono richiesti degli abbattimenti di pressione significativi tra la condotta
principale (con pressione di esercizio dell’ordine di 75 bar) e le condotte secondarie di
distribuzione per le quali, come nel caso in esame, sono impiegate pressioni di
esercizio di 24 bar.
Gli impianti sono costituiti dagli apparati per la riduzione di pressione, il
filtraggio, l’intercettazione e la misura, costituiti prevalentemente da tubazioni interrate,
mentre fuori terra rimangono solo gli organi di manovra.
A questi impianti è, inoltre, associato un apparato di intercettazione per l’isolamento
dell’impianto stesso, consistente essenzialmente in apparecchiature di telecontrollo
inserite in un armadietto di protezione, che devono essere posti ad una distanza
compresa tra 80 e 300 m dall’impianto stesso e che andranno ad occupare un’area di
modestissime dimensioni (circa 3 m2 - vedi Vol. 7 All. 11 Dis. LC-D-83390).
Questa tipologia di impianto è prevista in corrispondenza del punto di linea PIDI n. 10
in località “Passo del Pellizzone”, nel territorio comunale di Bardi
Impianti di regolazione della pressione
Sono impianti adibiti alla regolazione della pressione del gas naturale, quando dalle
condotte di trasporto con pressioni di esercizio di 75 bar si passa alle linee di
distribuzione con pressioni di esercizio massime da 70 a 36 bar.
Gli impianti sono costituiti dagli apparati per la regolazione di pressione, il filtraggio,
l’intercettazione, la misura costituiti prevalentemente da tubazioni interrate, mentre
vengono fuori terra rimangono solo gli organi di manovra.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 160 di 489
Rev.
0
Nel caso in oggetto, si prevede la realizzazione di tale impianto in corrispondenza del
punto di linea PIDI n.5, in Comune di Albareto.
Punti di lancio e ricevimento “pig”
In corrispondenza degli esistenti impianti Snam Rete Gas, denominati “Impianto di
Mulazzo” e "Nodo di Cortemaggiore", saranno realizzati i punti di lancio e ricevimento
degli scovoli, comunemente denominati “Pig”. Detti dispositivi, utilizzati per il controllo e
la pulizia interna della condotta, consentono l’esplorazione diretta e periodica,
dall’interno, delle caratteristiche geometriche e meccaniche della tubazione, così da
garantire l’esercizio in sicurezza del metanodotto (vedi Sez. II, par. 6.2.2).
Il punto di lancio e ricevimento è costituito essenzialmente da un corpo cilindrico
denominato “trappola”, di diametro superiore a quello della linea per agevolare il
recupero del pig.
La “trappola”, gli accessori per il carico e lo scarico del pig e la tubazione di scarico
della linea sono installati fuori terra, mentre le tubazioni di collegamento e di by-pass
all’impianto saranno interrate, come i relativi basamenti in c.a. di sostegno (vedi foto
4.2/A).
Foto 4.2/A: Punto di lancio e ricevimento pig
Per la viabilità interna sono previste strade delimitate da cordoli prefabbricati in
calcestruzzo. Le acque meteoriche saranno raccolte in appositi pozzetti drenanti.
Non sono previsti servizi igienici e relativi scarichi.
Le aree “piping” saranno pavimentate con autobloccanti prefabbricati posati su
materiale arido compattato e strato di sabbia dello spessore di 5 cm circa.
Per la realizzazione del punto di lancio e ricevimento “pig” nell’Impianto di Mulazzo si
renderà necessario un ampliamento della superficie recintata dell’esistente
installazione Snam Rete Gas. Detto ampliamento non sarà previsto, invece, nel Nodo
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
Fg. 161 di 489
0
di Cortemaggiore. Nell'ambito delle stesse aree, il progetto prevede inoltre
l'adeguamento della configurazione delle tubazioni esistenti con la realizzazione di
nuove valvole interrate per assicurare l'interconnessione ai gasdotti in esercizio.
Tutti gli impianti sopra descritti sono recintati con pannelli in grigliato di ferro zincato alti
2 m dal piano impianto e fissati, tramite piantana in acciaio, su cordolo di calcestruzzo
armato dell’altezza dal piano campagna di circa 30 cm .
Interventi su impianti esistenti
In corrispondenza del punto iniziale del nuovo metanodotto, il progetto prevede inoltre:
- la costruzione di un nuovo fabbricato B4 in muratura, ubicato all’interno della
superficie recintata realizzata in ampliamento dell’impianto esistente;
- la realizzazione di un punto di lancio/ricevimento pig provvisorio lungo il
metanodotto “La Spezia - Cortemaggiore DN 750 (30”)” in esercizio, ubicato
esternamente all’area impianto e delimitato da una recinzione temporanea.
L’ubicazione degli impianti (vedi tab. 4.2/A - 4.2/B e Vol. 6, All. 9, Dis. LB-D-83207
“Documentazione fotografica - foto A1 ÷ A17) è indicata sull’allegata planimetria in
scala 1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato in progetto”).
Tab. 4.2/A: Ubicazione degli impianti e punti di linea
Progr.
(km)
0,000
0,000
1,040
7,400
7,980
15,725
20,670
25,775
26,475
28,960
29,105
29,950
33,045
33,510
35,825
38,230
38,480
41,120
Comune
Località
Impianto/punto di
linea
Strada di
accesso
(m)
Sup.
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Mulazzo
Nodo di Mulazzo (°)
915
Pontremoli
Pontremoli
PIL n. 1
300
Martinelli di sopra
PIDI n. 2
350
C. del Mazzo
PIL n. 3
350
Borgo Val di Taro
Stabielle
PIDI n. 4 (*)
Albareto
Borgo Val di Taro
Albareto
PIDI n. 5/Imp.di
Case Brugné
regolazione della
2000
pressione
Compiano
Breia
PIDI n. 6
320
Borgo Val di Taro
120
150
-
90
-
Compiano
Il Molino
PIL n. 7
300
-
Bardi
(°) Intervento realizzato in ampliamento dell’esistente Nodo di Mulazzo
(*) impianto realizzato al'interno di un analogo
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fg. 162 di 489
Rev.
0
Tab. 4.2/A: Ubicazione degli impianti di linea (seguito)
Progr.
(km)
Località
Impianto/punto di
linea
Strada di
accesso
(m)
Sup.
(m2)
43,500
47,955
51,840
57,155
57,185
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
Molino dei Belli
PIDI n. 8
330
Cogno di Grezzo
PIDI n. 9
310
Morfasso
Bardi
58,965
59,435
Bardi - Morfasso
Bardi
60,135
Passo del Pelizzone
60,275
Bardi - Morfasso
69,825
70,285
70,735
74,380
78,955
83,115
84,910
89,210
93,715
96,335
97,975
99,460
100,860
101,755
102,985
104,660
104,860
105,145
105,950
Bore - Vernasca
Vernasca
107,315
4.3
Comune
Monte Mu
Morfasso
Vernasca
Lugagnano Val d’Arda
C. Nuova
Castell’Arquato
Carpaneto Piacentino
Mulino delle Assi
Fiorenzuola d’Arda
Cadeo
Fiorenzuola d’Arda
S.Giacomo Piccolo
Rio Mezzano
Malcantone
Cortemaggiore
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Cortemaggiore
-
PIDI n. 10/Imp.di
riduzione della
pressione
320
-
PIL n. 11
310
-
PIL n. 12
310
-
PIDI n. 13
310
-
PIDI n. 14
PIL n. 15
PIL n. 16
320
320
320
-
Nodo di
Cortemaggiore
-
-
Manufatti (opere complementari)
Lungo il tracciato del gasdotto saranno realizzati, in corrispondenza di punti particolari
quali attraversamenti di corsi d’acqua, strade, ecc., interventi che, assicurando la
stabilità dei terreni, garantiscano anche la sicurezza della tubazione.
In genere tali interventi consistono nella realizzazione di opere di sostegno, e di opere
idrauliche trasversali e longitudinali ai corsi d’acqua per la regolazione del loro regime
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 163 di 489
Rev.
0
idraulico. Le opere vengono generalmente progettate tenendo anche conto delle
esigenze degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio.
In particolare tra le opere fuori terra, oltre al ripristino delle opere esistenti interessate
dai lavori di posa della nuova condotta e di rimozione della tubazione esistente,
saranno realizzate opere di regimazione all’intersezione dei principali corsi d’acqua,
opere di sostegno in corrispondenza delle scarpate delle sedi delle infrastrutture viarie
attraversate e, più in generale, saranno realizzate opere per assicurare la stabilità dei
versanti in corrispondenza di salti morfologici, assai diffusi nella prima metà del
tracciato.
Detti interventi, ove la nuova condotta è affiancata alle tubazioni in esercizio,
consistono nel ripristino delle opere esistenti lungo le stesse e nell’eventuale loro
prolungamento all’area di passaggio della nuova tubazione.
Le tipologie degli interventi previsti ed il relativo presunto sviluppo longitudinale sono
riportati nella tabella 4.3/A, la loro ubicazione è indicata sull’allegata planimetria in
scala 1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 “Tracciato in progetto”),
differenziando l’intervento tra opere longitudinali e trasversali all’asse della condotta.
Tab. 4.3/A: Opere complementari
Progr.va
(km)
0,000
0,115
0,475
1,040
1,040
1,3701,380
2,590
3,060
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
- ricostruzione e prolungamento n. 2
difese spondali con scogliere in massi L
tot = 50 m (Dis. LC-D-83467; sch. dim.
1
T. Carrara
B)
- - ricostruzione n. 1 difesa trasversale in
massi L = 20 m (Dis. LC-D-83485; sch.
dim. A); [Scheda 1]
- - cunetta in massi L = 26 m (Dis. LC-D2
C. Coriana
83449, sch. dim. B);
- - n. 2 ricostituzione spondale con
3
T. Teglia
rivestimento in massi L tot = 50 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 2]
Pontremoli
- ricostruzione n. 1 muro in massi L = 25
m (Dis.LC-D-83431; sch dim. D)
- - ricostruzione n. 1 regimazione di
4
C. Potiano
piccoli corsi d’acqua con elementi
prefabbricati in c.a. L = 25 m (Dis. LCD-83454; sch dim. B)
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
5
Noveleto
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 Ricostituzione alveo con massi L
Rio della
6
= 35 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch
Gazzola
dim. B); [Scheda 4]
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 164 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
3,175
3,915
3,970
4,380
4,790
5,065
6,715
7,015
7,225
7,570
7,755
7,810
8,7308,995
9,165
9,305
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
- n. 1 ricostituzione alveo con massi L =
7
T. Gazzola
35 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch dim.
B); [Scheda 5]
Canale della
- cunetta in massi L = 35 m (Dis. LC-D8
Negrola
83449, sch. dim. A)
- n. 2 muro in massi L tot = 70 m (Dis.LC9
La Cascina
D-83431; sch dim. B)
- n. 2 muro in massi L tot = 70 m (Dis.LC10
Fosso d'Orsola
D-83431; sch dim. A)
- n. 3 muro in massi L tot = 75 m (Dis.LC11
Orsola
D-83431; sch dim. B)
- n. 2 ricostituzione spondale con
12
T. Gordana
rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 6]
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m
13
L'Orto di Andrea
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- ricostruzione n. 2 muro in gabbioni L tot
14
La Piana
= 70 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B)
- n. 1 muro in gabbioni L 35 m (Dis. LC15
Pontremoli
D-83434; sch dim. B)
C. Martinelli di - ricostruzione n. 3 muri in gabbioni L tot
16
sotto
105 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
C. Martinelli di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
17
sopra
(Dis. LC-D-83442; tipo A)
C. Martinelli di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m
18
sopra
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 2 muri in massi L tot = 70 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C)
- n. 3 difese spondali con scogliere in
massi L tot = 130 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. C) [Scheda 8]
19
T. Betigna
- n. 3 soglie in massi L tot = 40 m (Dis.
LC-D-83485; sch dim. B)
- ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L =
26 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
- ricostruzione n. 2 muro in pietrame L tot
= 50 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2)
- ricostruzione n. 1 muro di contenimento
20
Villa Caimi
in c.a. L = 20 m (Dis. LC-D-83440; sch
dim. B)
- n. 2 difese spondali con scogliere in
21
T. Verde
massi L tot = 70 m (Dis. LC-D-83467;
sch. dim. B); [Scheda 9]
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 165 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
9,320
9,430
9,790
10,350
11,050
11,535
12,065
13,055
13,165
13,790
14,985
15,255
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
- ricostruzione n. 4 muri in pietrame L tot
21
Piano di Valle
= 80 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2)
- n. 1 muro in massi interrato L = 10 (Dis.
21
Piano di Valle
LC-D-83432).
Lame
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
22
d'Ambrogio
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 2 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. A)
23
Bruttomoro
- n. 1 difesa trasversale in massi L = 6 m
(Dis. LC-D-83485; sch dim. A)
- n. 2 muri in massi L tot = 30 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
24
Boccedo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 100 m
25
Belcastrato
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L =
26
I Brogni
26 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
- ricostruzione n. 1 muro in pietrame L tot
27
Ca' Masina
= 26 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2)
- ricostruzione n. 3 muri in pietrame L tot
28
Ca' Masina
= 75 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2)
- Cunetta in massi L = 35 m (Dis. LC-D29
Dardagneto
83449, sch. dim. A)
- ricostruzione n. 1 muro di contenimento
in c.a. L = 20 m (Dis. LC-D-83440; sch
dim. B)
- n. 2 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L tot = 80 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. B)
30
T. Verdesina
- n. 1 difesa trasversale in massi L = 15
m (Dis. LC-D-83485; sch dim. B);
[Scheda 10]
- n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D83431; sch dim. B)
- - n. 1 muro in gabbioni L = 50 m (Dis.
LC-D-83434; sch dim. B)
- n. 1 trave di contenimento in c.a. L = 12
m (Dis. LC-D-83439; sch dim. B)
31
San Rocco
- ricostruzione n. 1 muro di contenimento
in c.a. L = 26 m (Dis. LC-D-83440; sch
dim. B)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 166 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
- n. 3 muri in massi L = 105 (Dis. LC-D15,550
32
Groppo Muzza
83431; sch dim. B)
- n. 1 muro in gabbioni L = 26 m (Dis. LC15,765
33
C. del Mazzo
D-83434; sch dim. A)
- n. 1 muro in gabbioni L = 26 m (Dis. LC15,890
34
C. del Mazzo
D-83434; sch dim. A)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
16,135
35
Vergozzo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
16,840
36
La Pianaccia
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
16,885
37
La Pianaccia
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Capanne
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
17,085
38
Guerino
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m
17,450
39
Cocchiello
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m
17,820
40
M. Cocchiello
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 170 m
18,930
41
Arzolina
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m
19,105
42
Arzolina
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Passo del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 75 m
19,285
43
Brattello
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 2 paratie di pali trivellati L = 90 m
19,490Passo del
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
44
19,595
Brattello
- n. 1 trave di contenimento in c.a. L = 8
m (Dis. LC-D-83439; sch dim. B)
20,670
Borgo Val di Taro
M. Croce di
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
20,995
45
Ferro
= 80 m (Dis. LC-D-83443)
M. Croce di
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
21,370
46
Ferro
- (Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 3 muri in massi L tot = 80 m (Dis. LC22,315
47
La Cartera
D-83431; sch dim. C)
- n. 12 muri in massi L tot = 330 m (Dis.
22,630
48
Groppalbero
LC-D-83431; sch dim. C)
- ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L =
23,390
49
Groppalbero
30 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 167 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
23,595
24,145
24,475
25,395
26,475
28,215
28,700
28,785
28,960
28,960
29,105
29,660
30,265
31,170
31,845
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Borgo Val di Taro
- n. 7 muri in massi L tot = 210 m (Dis.
LC-D-83431, sch dim. C)
- n. 2 difese spondali con scogliere in
50
T. Tarodine
massi L tot = 100 m (Dis LC-D-83467;
sch dim. C) [Scheda 11]
- n. 1 difesa trasversale in massi L = 40
m (Dis. LC-D-83485; sch dim. B);
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
51
Castellazzi
= 80 m (Dis. LC-D-83443)
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
52
Castellazzi
= 75 m (Dis. LC-D-83443)
- n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D53
C. Fontanini
83431; sch dim. C)
Albareto
- n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D54
Case Cereto
83431; sch dim. B)
- n. 4 muro in massi L tot = 120 m (Dis.
55
Case Cereto
LC-D-83431; sch dim. C)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m
56
F. Taro
- (Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 2 difese spondali con scogliere in
57
F. Taro
massi L tot = 120 m (Dis LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 13]
Borgo Val di Taro
Albareto
- in sx idrografica n. 1 difesa spondale
58
con scogliere in massi L = 35 m (Dis
LC-D-83467; sch dim. B);
- in dx idrografica n. 1 ricostituzione
F. Taro
spondale con rivestimento in massi L =
59
30 (Dis. LC-D-83466; sch dim. A);
- n.2 muri in massi L tot = 60 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C); [Scheda 14]
- n. 2 ricostituzioni spondali con
60
T. Gotra
rivestimento in massi L tot = 55 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 15]
- n. 2 ricostituzione spondale con
61
F. Taro
rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. A); [Scheda 16]
- n. 1 Ricostituzione alveo con massi L =
62
T. Rizzone
30 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch dim.
B); [Scheda 17]
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 168 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Albareto
- n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D32,205
63
Porpiano
83431; sch dim. A);
33,045
Compiano
- n. 2 difese spondali con scogliere in
massi L tot = 390 m (Dis. LC-D-83467;
33,82564
T. Ingegna
sch dim. A);
34,080
- n. 1 difesa trasversale in massi L = 20
(Dis LC-D-83485; sch dim. B);
- n. 1 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L = 40 m (Dis. LC35,250
65
Ronco Desiderio
D-83466; sch. dim. B)
- n. 1 difesa trasversale in c.a. L = 100
(Dis. LC-D-83487, sch dim. A)
35,260
Compiano
35,825
Borgo Val di Taro
35,855
Compiano
- ricostruzione n. 4 pennelli in gabbioni L
tot = 50 m (Dis. LC-D-83476; sch dim.
35,585B);
66
T. Ingegna
35,810
- n. 1 difesa spondale con scogliera in
massi L = 200 m (Dis. LC-D-83467; sch
dim. A) [Scheda 19]
37,215
Borgo Val di Taro
38,230
Compiano
36,79538,240
67
Il Molino
38,400
68
Il Molino
41,120
41,155
- ricostruzione n. 1 briglia in c.a L = 15 m
(Dis. LC-D-83487; sche dim. B)
- n. 2 briglie in c.a L tot = 35 m (Dis. LCD-83487; sch dim. B)
- n. 1 difesa spondale con scogliera in
massi L = 100 m (Dis. LC-D-83467; sch
dim. A) [Scheda 20]
- ricostruzione
n.
1
ricostituzione
spondale con rivestimento in massi L =
30 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B);
- n. 1 muro gradonato in gabbioni L = 30
m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
- n. 1 muro in massi interrato L = 10 m
(Dis. LC-D-83432)
Bardi
Compiano
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 169 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
41,260
42,050
42,060
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
- n. 1 ricostituzione spondale con
Rio della
69
rivestimento in massi L = 30 m (Dis. LCDugara
D-83466; sch dim. B)
Compiano
42,230
Bardi
42,230
70
T. Toncina
42,550
42,660
71
42,900
72
43,040
73
Ca' Scappini
43,200
74
Ca' Scappini
43,285
75
Ca' Scappini
43,500
76
Sbalanzone
- n. 1 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L = 30 m (Dis. LCD-83466; sch dim. B) [Scheda 22]
Compiano
43,500
T. Toncina
- n. 3 soglie in massi L tot = 40 m (Dis.
LC-D-83485; sch dim. A); [Scheda 22]
- n 1 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L = 40 m (Dis. LCD-83466; sch dim. B)
- n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 60
m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
- n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 40
m (Dis. LC-D-83440; sch dim. A)
- n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 50
m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
- Cunetta in massi L = 26 m (Dis. LC-D83449, sch. dim. B)
Bardi
43,705
77
Sbalanzone
44,30044,475
78
T. Toncina
47,475
79
Centrale
Idroelettrica
47,865
80
Molino dei Belli
- n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 25
m (Dis. LC-D-83440; sch dim. A)
- n. 1 difesa spondale con scogliera in
massi L = 30m (Dis. LC-D-83467; sch
dim. B)
- n. 2 pennelli in massi L tot = 20 (Dis.
LC-D-83479; sch dim. B)
- n. 1 ricostituzione alveo con massi L =
30 m (Dis. LC-D-83473, sch dim. B)
- n. 1 muro di contenimento in c.a L = 25
m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
- n. 1 difesa spondale con scogliera in
massi L = 50m (Dis. LC-D-83467; sch
dim. B)
- ricostruzione n. 1 regimazione di piccoli
corsi d’acqua con elementi prefabbricati
in c.a. L = 35 m (Dis. LC-D-83454; sch
dim. B)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 170 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
- n. 2 ricostituzione spondale con
48,685
81
T. Ceno
rivestimento in massi L tot = 100 m (Dis.
LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 25]
- n. 2 difese spondali con scogliere in
49,500
82
T. Ceno
massi L tot = 100 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 27]
- n. 2 difese spondali con scogliere in
49,645
83
T. Ceno
massi L tot = 100 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 28]
- n 3 briglie in c.a. L tot = 45 m (Dis. LC50,070D-83487; schema dim. B)
84
Bergamino
50,325
- n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D83431; sch dim. B)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m Dis.
51,165
85
Poggio Cadame
LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m
51,225
86
Poggio Cadame
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
51,295
87
Poggio Cadame
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 2 muri in massi L tot = 60 m (Dis. LC51,425
88
Poggio Cadame
D-83431, sch dim. B)
Cogno di
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
51,690
89
Grezzo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Cogno di
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
52,580
90
Grezzo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
53,390
91
Monte Spiaggi
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
53,465
92
Monte Spiaggi
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 30 m
53,585
93
Monte Spiaggi
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
53,650
94
Monte Spiaggi
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
54,235
95
Monte Crodolo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
54,355
96
Monte Crodolo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
54,500
97
Monte Crodolo
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
54,660
98
Prato Gemello
= 90 m (Dis. LC-D-83443)
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
55,135
99
Groppo di Rosa
= 80 m (Dis. LC-D-83443)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 171 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
55,175
55,215
56,090
56,515
57,155
57,185
57,210
58,150
58,380
58,580
58,600
58,690
58,925
58,965
59,160
59,275
59,435
59,580
59,725
59,890
60,225
60,275
60,375
60,550
60,925
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m
99
Groppo di Rosa
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
99
M. Prarbera
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Rio della
- Cunetta in massi L = 30 m (Dis. LC-D100
Bosona
83449, sch. dim. B)
- Cunetta in massi L = 30 m (Dis. LC-D101
Castellaro
83449, sch. dim. B)
Morfasso
Bardi
Morfasso
- n. 1 muro in massi interrato L = 10 m
102
Groppo di Gora
(Dis. LC-D-83432)
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 180 m
103
Groppo di Gora
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Bardi
Morfasso
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
104
Pelizzone
= 110 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
105
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Bardi - Morfasso
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
106
Pelizzone
= 50 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m
107
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Bardi
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
108
Pelizzone
= 50 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m
109
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
110
Pelizzone
= 60 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m
111
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Bardi - Morfasso
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
112
Pelizzone
= 70 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- oppia paratia di micropali tirantati L tot =
113
Pelizzone
70 m (Dis. LC-D-83443)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
114
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 172 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
61,050
61,265
61,335
61,355
61,900
62,105
62,160
62,425
62,880
62,935
63,330
63,355
63,520
64,535
64,535
num.
ord.
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Morfasso - Bore
122
67,005
67,025
Località
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi - Morfasso
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m
115
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Costa del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 30 m
116
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Costa del
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
117
Pelizzone
= 60 m (Dis. LC-D-83443)
Morfasso
Valico del
- n. 3 muri in massi L tot = 80 m (Dis. LC118
Pelizzone
D-83431; sch dim. B)
Valico del
- n. 1 paratia di pali trivellati L = 130 m
119
Pelizzone
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Bardi - Morfasso
Morfasso
Bardi
Morfasso
Monte
- doppia paratia di micropali tirantati L tot
120
Carameto
= 70 m (Dis. LC-D-83443)
Bardi - Morfasso
Morfasso - Bore
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
121
Ronco Frera
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Morfasso
65,925
66,865
Comune
Monte Cornale
- - doppia paratia di micropali tirantati L
tot = 80 m (Dis. LC-D-83443)
Monte Cornale
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
Morfasso
123
67,520
67,760
Bore
Bore - Vernasca
67,97
124
Monte Cornale
68,180
125
Monte Cornale
68,410
126
Monte Cornale
68,515
127
Monte Cornale
68,725
128
68,920
129
Bocchetta di
Sette Sorelle
Bocchetta di
Sette Sorelle
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 135 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 85 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 65 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 paratia di pali trivellati L = 175 m
(Dis. LC-D-83442; tipo A1)
- - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C)
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 173 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
69,030
69,210
num.
ord.
Comune
Località
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Vernasca
Bore
69,825
70,285
Bore - Vernasca
Vernasca
72,620
130
M. Palazza
73,760
131
T. Arda
74,215
132
T. Arda
74,345
133
T. Arda
74,380
76,005
134
Spizzaraia
- - n. 1 ricostituzione alveo con massi L =
30 m (Dis. LC-D-83473; sch dim. A);
[Scheda 30]
Vernasca
79,190
135
T. Arda
79,680
136
T. Arda
80,560
137
T. Arda
81,710
138
T. Arda
83,115
139
T. Arda
83,115
89,210
93,715
- n. 4 muri in massi L tot = 110 m (Dis.
LC-D-83431; sch dim. C)
- n. 3 muri in massi L tot = 85 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C)
- n. 1 muro in massi interrato L = 10 m
(LC-D-83432)
- n. 2 difese spondali con scogliere in
massi L tot = 160 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 29]
Morfasso
78,955
89,285
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
- n. 1 muro in massi interrato L = 10 m
(LC-D-83432)
- n. 2 difese spondali con scogliere in
massi L tot = 80 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 32]
- n. 4 ricostruzione pennelli in massi L tot
= 60 m (Dis. LC-D-83479; sch dim. B);
[Scheda 33]
- n. 1 difesa spondale con scogliera in
massi L = 35 m (Dis LC-D-83467; sch
dim. B) [Scheda 34]
- n. 2 ricostruzione pennelli in massi L tot
= 35 m (Dis. LC-D-83479; sch dim. B);
- n. 2 difese spondali con scogliere in
massi L tot = 70 m (Dis. LC-D-83467;
sch dim. B); [Scheda 35]
Lugagnano Val d’Arda
Castell’Arquato
140
T. Chiavenna
- n. 2 ricostituzioni spondali con
rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis.
LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 37]
Carpaneto Piacentino
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 174 di 489
Rev.
0
Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito)
Progr.va
(km)
num.
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Fiorenzuola d’Arda
- n. 2 ricostituzioni spondali con
99,425
141
T. Chiavenna
rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis.
LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 39]
99,460
Cadeo
100,860
Fiorenzuola d’Arda
97,975
105,950
Cortemaggiore
(*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10
Oltre alle opere sopra riportate, la costruzione del metanodotto comporterà anche la
realizzazione di opere di sostegno in legname (palizzate), la cui ubicazione puntuale
viene determinata solo in fase di progetto esecutivo, e di altri interventi di ripristino
consistenti in opere di regimazione delle acque superficiali (canalette presidiate da
fascinate, fascinate, ecc.), la cui ubicazione puntuale può essere definita solo al
termine dei lavori di rinterro della trincea ed in questa sede se ne segnala unicamente
la posizione indicativa lungo il tracciato (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D-83206 “Opere di
mitigazione e ripristino”).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
5
FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA
5.1
Fasi di costruzione
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 175 di 489
0
La realizzazione dell’opera prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che
permettono di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto,
avanzando progressivamente nel territorio.
Le operazioni di montaggio della condotta in progetto si articolano nella seguente serie
di fasi operative.
5.1.1
Realizzazione di infrastrutture provvisorie
Con il termine di “infrastrutture provvisorie” s’intendono le piazzole di stoccaggio per
l’accatastamento delle tubazioni (contraddistinte sulle tavole grafiche dalla lettera C),
della raccorderia, ecc. (vedi foto 5.1/A).
Le piazzole saranno, generalmente, realizzate a ridosso di strade percorribili dai mezzi
adibiti al trasporto dei materiali. La realizzazione delle stesse, previo scotico e
accantonamento dell’humus superficiale, consiste essenzialmente nel livellamento del
terreno.
Si eseguiranno, ove non già presenti, accessi provvisori dalla viabilità ordinaria per
permettere l’ingresso degli autocarri alle piazzole stesse.
Le aree di deponia temporanea sono generalmente realizzate in prossimità della fascia
di lavoro.
In fase di progetto, è stata individuata la necessità di predisporre 86 piazzole
provvisorie di stoccaggio, lungo il tracciato della condotta principale. Tutte le piazzole
sono collocate in corrispondenza di superfici prative o a destinazione agricola (vedi tab.
5.1/A); l’ubicazione indicativa delle piazzole è riportata nell’allegata planimetria in scala
1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto”).
Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie
Progr.
(km)
0,000
0,000
1,120
1,040
2,090
3,145
4,945
5,150
5,840
7,095
8,145
8,725
9,245
10,450
Comune
Località
Sup.
2
(m )
num.
ordine
Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Arpiola
C1
Migliarina
C2
Pontremoli
Piano di Gazzola
C3
Novoleto
C4
Loc. dei Fre
C5
Groppo Montone
C6
Bronzone
C7
Pontremoli
C8
C. dei Ratti
C9
C. Figaroli
C10
La Serra
C11
Vaderze
C12
6000
3000
3000
3000
4000
2500
2500
2500
3000
1500
3000
3000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 176 di 489
0
Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito)
Progr.
(km)
11,745
12,900
13,795
15,700
16,740
18,140
19,410
20,670
20,700
23,760
25,295
25,855
26,475
26,560
26,815
28,420
28,960
29,105
29,210
29,995
30,610
31,580
32,365
33,045
33,655
35,105
35,825
35,855
36,735
37,215
38,230
38,375
42,230
42,385
42,550
43,000
43,500
44,360
45,955
47,535
47,975
Comune
Località
Sup.
2
(m )
num.
ordine
Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
C. Belcastrato
C13
C.Maratta
C14
La Piana
C15
Groppo Muzza
C16
La Pianaccia
C17
Borra dei Preti
C18
Tomellino
C19
Borgo Val di Taro
Monte Croce di Ferro
C20
Case del Freddo
C21
Fontanini
C22
C.Stobielle
C23
Albareto
C.Novo
C24
C.Selcchietto
C25
C.Cereto
C26
Borgo Val di Taro
Albareto
C.Casorola
C27
C.Brugné
C28
Molino de Campi
C29
Bertorella
C30
Porpiano
C31
Compiano
Cascina Costa dei Rossi
C32
Ronco Desiderio
C33
Borgo Val di Taro
Compiano
Scanabecco
C34
Borgo Val di Taro
Compiano
Il Mulino
C35
Bardi
La Burrona
C36
Compiano
C. Stoppini
C37
Bardi
Casa Grassa
C38
Sgaralosso
C39
Centrale Idroelettrica
C40
I Belli
C41
3000
2500
2000
2500
2500
3000
2500
2500
3000
2500
5000
2500
2000
3000
3000
4000
3000
2000
3000
3000
6000
4000
2500
2500
2500
3000
3000
3000
3000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 177 di 489
0
Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito)
Progr.
(km)
48,425
49,840
51,395
51,825
52,465
53,270
56,765
57,155
57,185
57,210
58,205
58,580
58,600
58,965
59,435
60,195
60,275
61,355
61,575
61,805
62,160
62,290
62,425
62,880
65,925
67,005
67,290
67,330
67,520
67,760
68,075
69,030
69,125
69,210
69,260
69,825
70,285
70,680
73,645
74,380
75,180
75,810
Comune
Località
Sup.
2
(m )
num.
ordine
Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
I Belli
C42
Vischeto di Ià
C43
Poggio Cadame
C44
Cogno di Grezzo
C45
Cogno di Grezzo
C46
Monte Spiaggi
C47
Colle del Castellaccio
C48
Morfasso
Bardi
Morfasso
Groppo di Gora
C49
Bardi
Morfasso
Bardi - Morfasso
Bardi
Frana di Cogno
C50
Bardi - Morfasso
Morfasso
Valico di Monte Pelizzone
C51
Valico di Monte Pelizzone
C52
Bardi - Morfasso
Zucchello
C53
Morfasso
Bardi
3000
3000
2000
1500
2500
3000
5000
2500
2500
2500
2500
5000
Morfasso - Bore
Morfasso
Monte Cornale
Monte Cornale
C54
C55
2500
2500
Monte Cornale
C56
2500
Bocchetta di Sette Sorelle
C57
2000
Monte Mu
Cà Sarzin
C58
C59
2500
3000
Case Bazzini
Gazzola
C60
C61
3000
2500
Bore
Bore - Vernasca
Vernasca
Bore
Vernasca
Bore - Vernasca
Vernasca
Morfasso
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 178 di 489
0
Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito)
Progr.
(km)
78,955
79,360
79,870
80,870
81,865
82,875
83,115
84,870
87,315
88,875
88,925
89,210
89,835
90,660
91,750
93,285
93,715
93,975
96,400
97,970
97,975
98,055
99,460
100,820
100,860
100,915
101,670
102,975
104,320
104,700
104,860
105,145
105,950
106,935
107,315
Comune
Località
Sup.
2
(m )
num.
ordine
Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Vernasca
Loc. Lagoni
C62
Casa dell'Arda
C63
Bara di Teodoro
C64
Segata di Mezzo
C65
Rio della Fornace
C66
Lugagnano Val d’Arda
Cà Susanna
C67
Chiavenna Rocchetta
C68
Cereto
C69
Cereto
C70
Castell’Arquato
Casa Vecchia
C71
La Pustella
C72
Costa San Bartolomeo
C73
Belvedere di Sotto
C74
Carpaneto Piacentino
Massano di Sotto
C75
M. delle Assi
C76
Malcantone di Sopra
C77
Fiorenzuola d’Arda
Malcantone di Sopra
C78
Cadeo
La Magnona
C79
Fiorenzuola d’Arda
La Magnona
C80
San Giacomo Piccolo
C81
Rio Mezzano
C82
C. Ramella
C83
Malcentone
C84
Cortemaggiore
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Casanova
C85
Casanova
C86
3000
2500
2500
2500
2500
3000
3000
2000
2000
2000
2000
3000
2500
2000
4000
2000
2500
2500
2500
2000
3000
1000
3000
2000
2500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 179 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/A: Piazzola di accatastamento tubazioni
5.1.2
Apertura dell’area di passaggio
Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno
l’apertura di una pista di lavoro, denominata “area di passaggio” (vedi foto 5.1/B).
Questa pista dovrà essere la più continua possibile ed avere una larghezza tale da
consentire la buona esecuzione dei lavori ed il transito dei mezzi di servizio e di
soccorso.
Nelle aree occupate da boschi, vegetazione ripariale e colture arboree (vigneti, frutteti,
ecc.), l’apertura dell’area di passaggio comporterà il taglio delle piante, da eseguirsi al
piede dell’albero secondo la corretta applicazione delle tecniche selvicolturali, e la
rimozione delle ceppaie.
Nelle aree agricole sarà garantita la continuità funzionale di eventuali opere di
irrigazione e drenaggio ed in presenza di colture arboree si provvederà, ove
necessario, all’ancoraggio provvisorio delle stesse.
In questa fase si opererà anche lo spostamento di pali di linee elettriche e/o telefoniche
eventualmente ricadenti nella fascia di lavoro.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 180 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/B: Apertura dell’area di passaggio
Nel caso in esame, la fascia di lavoro normale per la messa in opera della condotta del
metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto avrà una larghezza
complessiva pari a 26 m, ovvero 30 m, a seconda che sia o meno in parallelismo con il
metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”)” di cui è prevista la dismissione
(vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301 fg. 1-2 di 4) e dovrà soddisfare i seguenti
requisiti:
• su un lato dell’asse picchettato, uno spazio continuo rispettivamente di circa 11
ovvero 15 m, per il deposito del materiale di scavo della trincea;
• sul lato opposto, una fascia disponibile della larghezza di circa 15 m dall’asse
picchettato, per consentire:
- il deposito del terreno vegetale e l’assiemaggio della condotta;
- il passaggio dei mezzi occorrenti per l’assiemaggio, il sollevamento e la posa
della condotta e per il transito dei mezzi adibiti al trasporto del personale, dei
rifornimenti, dei materiali e per il soccorso.
In tratti caratterizzati dalla presenza di manufatti (muri di sostegno, opere di difesa
idraulica, ecc.) o da particolari condizioni morfologiche (percorrenze in prossimità di
sponde fluviali) e vegetazionali (presenza di vegetazione arborea d’alto fusto), tale
larghezza potrà, per tratti limitati, essere ridotta ad un minimo di 22 m ovvero 26 m, a
seconda che la nuova condotta DN 900 (36”) sia in parallelismo o meno con la
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 181 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
tubazione DN 750 (30”) in dismissione, rinunciando, nel tratto, alla possibilità di transito
con sorpasso dei mezzi operativi e di soccorso.
La fascia di lavoro ristretta (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301 fg. 1-2 di 4), dovrà
soddisfare i seguenti requisiti:
• su un lato dell’asse picchettato, uno spazio continuo di circa 9 m (ovvero di 13 m
nei tratti in parallelismo alla tubazione in dismissione), per il deposito del materiale
di scavo della trincea;
• sul lato opposto, una fascia disponibile della larghezza di 13 m dall’asse picchettato
per consentire:
- il deposito del terreno vegetale e l’assiemaggio della condotta;
- il passaggio dei mezzi occorrenti per l’assiemaggio, il sollevamento e la posa
della condotta.
Il progetto, in corrispondenza del suo settore iniziale, prevede la posa della nuova
condotta DN 900 (36”) in stretto parallelismo al metanodotto “Pontremoli - Parma DN
750 (36”)” in esercizio; in tale tratto, l’area di passaggio avrà una larghezza pari a 26
m, di cui 10 m dedicati al deposito del materiale di risulta dello scavo e 16 m necessari
per l’assiemaggio della condotta ed il transito dei mezzi operativi (vedi Vol. 7, All. 11 Dis. LC-D-83301 fg 1 di 4).
In corrispondenza dei brevi tratti ove la condotta principale DN 900 (36”) in progetto è,
infine, posta in parallelismo oltre che al metanodotto “Pontremoli – Cortemaggiore DN
750 (30”)” in dismissione al "Rifacimento Derivazione per Gropparello DN 150 (6")", ed
al "Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”), l’ampiezza dell’area di passaggio
risulterà rispettivamente pari a 38 m (vedi Vol. 7 All. 11 – Dis. LC-D-83301 fg. 4 di 4) ed
a 30 m (vedi Vol. 7 All. 11 – Dis. LC-D-83301 fg. 3 di 4).
Per quanto riguarda le linee secondarie, la larghezza dell'area di passaggio varia in
funzione del diametro e dalla presenza o meno di condotte in esercizio in stretto
parallelismo (vedi tab. 5.1/C e Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83302).
Tab. 5.1/C: Area di passaggio per linee secondarie connesse alle realizzazione
del metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)”
Diametro
condotta
DN
100
150
250
Area di passaggio ristretta
(m)
Area di passaggio normale (m)
non in
parallelismo a
tubazioni esistenti
in parallelismo a
tubazioni esistenti
non in parallelismo a
tubazioni esistenti
5m
>5 e <10 m
14
20
24
12
16
-
-
14
In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture (strade, metanodotti in
esercizio, ecc.), di corsi d’acqua e di aree particolari (imbocchi tunnel, impianti di linea),
l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore ai valori sopra riportati per evidenti
esigenze di carattere esecutivo ed operativo.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 182 di 489
0
L’ubicazione dei tratti in cui si renderà necessario l’ampliamento delle fasce di lavoro
sopra indicate è riportata nell’allegato grafico (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201
“Tracciato di Progetto”), mentre la stima delle relative superfici interessate è riportata
nella Tabella 5.1/D .
A riguardo si evidenzia che in corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta DN 900
(36") è posta in stretto parallelismo alla tubazione DN 750 (30") in dismissione, le
superfici espresse nella stessa tabella saranno utilizzate, sia per la messa in opera
della prima, sia, in tempi successivi, per la rimozione della seconda;
conseguentemente dette superfici sono rappresentate unicamente sulle tavole
planimetriche dedicate alla messa in opera della nuova condotta (vedi Vol. 5, All. 6,
Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - tav. 1 ÷ 33).
In aggiunta, per i tratti in scostamento, le superfici di allargamento dell’area di
passaggio previste per la dismissione della condotta esistente sono rappresentate
invece nelle tavole relative alla dismissione (tav. 1A ÷ 33A).
Lo stesso criterio si applica per le linee secondarie (in progetto ed in dismissione).
Prima dell’apertura della fascia di lavoro sarà eseguito, ove necessario,
l’accantonamento dello strato humico superficiale a margine della fascia di lavoro per
riutilizzarlo in fase di ripristino.
In questa fase verranno realizzate talune opere provvisorie, come tombini, guadi o
quanto altro serve per garantire il deflusso naturale delle acque.
I mezzi utilizzati saranno in prevalenza cingolati consistenti in ruspe, escavatori e pale
caricatrici.
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
0,000
Massa Carrara Mulazzo
Pianfurcano\Realiz. Punto
0,000-0,080
lancio\ricevimento pig
0,130-0,215
Arpiola\Attrav. T. Carrara
0,935-1,040
Migliarina\Attrav. T. Teglia
1,040
Pontremoli
1,040-1,100
Migliarina\Attrav. T. Teglia
1,365-1,395
C. Potiano\Attrav. Rio del Pino
Piano di gazzo \Realizzazione
2,010-2,130
microtunnel
2,335-2,455
Noveleto\Realiz. microtunnel
Noveleto\Attrav. gasdotto DN 750
2,515-2,715
(30”) in dismissione
2,815-2,880
Novoleto\Percorrenza alveo
La Mattona di Sopra\ Attrav.
3,705-3,755
gasdotto DN 750 (30”) in
dismissione
10000
4400
2400
2400
1000
5000
3000
2000
1000
500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 183 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Massa Carrara Pontremoli
La Cascina\Attrav. Canale della
3,910-3,940
Negrola
Saliceto\ttrav. gasdotto DN 750
4,400-4,440
(30”) in dismissione e Fosso
d’Orsola
4,985-5,010
M. San Ginesio\Attrav. SP n.36
M. San Ginesio\Attrav. T.
5,010-5,060
Gordana
M. San Ginesio\Attrav. T.
5,090-5,210
Gordana e gasdotto DN 750 (30”)
in dismissione
Groppo Montone\Realizzazione
5,400-5,500
microtunnel
Cà dei Venti\Realizzazione
5,770-5,835
microtunnel
5,955-5,970
La Buffina\Attrav. corso d’acqua
6,085-6,110
La Buffina\Attrav. corso d’acqua
L’Orto di Andrea\Attrav. Fosso
6,310-6,370
della Borghesa
L’Orto di Andrea\Attrav. Fosso
6,440-6,460
della Michela
La Piana\Attrav. Fosso della
6,965-7,030
Piana
La Piana\Attrav. gasdotto DN 750
7,080-7,115
(30”) in dismissione
Pontremoli\ Attrav. gasdotto DN
750 (30”) in dismissione, linea
7,245-7,465
ferr. “Parma - La Spezia” e realiz.
PIL n. 1
Pontremoli\Attrav. linea ferr.
7,505-7,530
“Parma - La Spezia”
C. Martinelli di Sopra\Realiz. PIDI
7,950-8,015
n. 2
C. dei Ratti\Realizzazione
8,135-8,255
microtunnel
C. dei Ratti\Realizzazione
8,425-8,490
microtunnel
8,540-8,560
C. di Lucchino\Attrav. strada
C. Figaroli\Attrav. strada
8,675-8,715
comunale
8,750-8,895
C.Figaroli\Attrav. T. Betigna
1000
1000
500
3500
4000
5000
2500
1000
1000
1500
500
2000
2000
6800
1000
3000
5000
3000
1000
1000
4000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 184 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Massa Carrara Pontremoli
9,150-9,235
Villa Caimi\Attrav. SP n. 63
9,265-9,300
Villa Caimi\Attrav. T. Verde
9,315-9,355
Villa Caimi \Attrav. T. Verde
9,370-9,455
La Serra\Realizzaz. microtunnel
Piano di Valle\Realizzazione
9,695-9,755
microtunnel
10,335-10,400
Vaderze\Attrav. Fosso Bruttomoro
C.Belcastrato\Attrav. gasdotto DN
11,635-11,745
750 (30”) in dismissione e SP n.
39 “del Bratello”
Murelli di Sopra\Attrav. SP n. 39
11,970-12,015
“del Bratello”
12,055-12,090
I Broni\Attrav. strada
Cà Masina\Attrav. SP n. 39 “del
12,830-12,880
Bratello” e Fosso della Selva
Cà Masina\Attrav. SP n. 39 “del
12,890-12,910
Bratello”
13,005-13,030
Cà Masina\Attravers. strada
13,145-13,195
Biancolino\Realiz. microtunnel
13,705-13,750
La Piana\Realiz. microtunnel
La Piana\Attrav. Fosso del
13,775-13,840
Dardagneto
La Piana\Attrav. SP n. 39 “del
13,935-13,955
Bratello”
La Piana\Attrav. SP n. 39 “del
13,975-14,005
Bratello”
La Piana\Realizzazione Opere
14,140-14,165
Accessorie
La Piana\Realizzazione Opere
14,320-14,350
Accessorie
Campo Molina\Attrav. corso
14,885-15,005
d’acqua
15,075-15,090
Campo Molino\Attrav. strada
15,320-15,350
San Rocco\Attrav. strada
15,670-15,745
C. del Mazzo\Realiiz. PIL n. 3
Vergozzo\Attrav. gasdotto DN 750
16,080-16,100
(30”) in dismissione
1500
3500
2000
4000
4000
3000
500
500
500
1500
1000
500
5000
2500
2000
1000
500
500
500
2500
500
500
3000
500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 185 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Massa Carrara Pontremoli
La Pianaccia\Attravers. Attrav.
16,655-16,685
gasdotto DN 750 (30”) in
dismissione
Capanna Guerino\Attrav. gasdotto
16,970-17,000
DN 750 (30”) in dismissione
Capanna Guerino\Attrav. gasdotto
17,415-17,450
DN 750 (30”) in dismissione
M. Cocchiello\Attrav. gasdotto DN
17,985-18,025
750 (30”) in dismission
Passo del Brattello\Attravers. SP
19,540-19,620
n. 39 e T. Arzola
20,670
Parma
Borgo Val di Taro
Casa del Freddo\Attrav. SP n. 20 e
23,360-23,560
T. Tarodine
24,730-24,790
Il Palazzo\Realiz. microtunnel
25,255-25,280
C.Fontanini\Realiz. microtunnel
C.Fontanini\Attrav. strada
25,375-25,405
comunale
25,770-25,805
C Stabielle\Realizzazione PIDI n. 4
26,000-26,055
C. Stabielle\Attrav. Canale Riccò
26,475
Albareto
26,640-26,665
C. Novo\Attrav. Rio di Farneto
Monte Chiaro\ Attrav. gasdotto DN
26,785-26,835
750 (30”) in dismissione
27,585-27,610
C. Signorini\Attrav. incisione
C.Casorola\Attrav. SP ex SS n.
28,755-28,770
523
C.Casorola\ Attrav. SP ex SS n.
28,785-28,805
523
28,900-28,960
C.Casorola\Realiz. microtunnel
28,960
Borgo Val di Taro
28,960-29,040
C.Casorola\Realiz. Microtunnel
29,105
Albareto
29,340-29,760
Palazzo Brugné\Attrav. F. Taro
29,935-29,965
C. Brugné\Realizzazione PIDI n. 5
30,190-30,325
Molino di Campi\Attrav. T. Gotra
Molino di Campi\Attrav. gasdotto
30,540-30,565
DN 750 (30”) in dismissione
30,780-31,425
Campi\Attrav. F. Taro
31,440-31,500
Bertorella\Attrav. SP n. 3
31,810-31,865
Porpiano\Attrav. T. Rizzone
500
500
500
500
2500
5000
4000
2000
1000
3000
2000
500
1500
1000
500
500
7000
8000
25000
6000
10000
500
23000
1000
1500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 186 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Parma
Albareto
Porpiano\ Attrav. gasdotto DN
31,980-32,025
750 (30”) in dismissione
32,190-32,230
Porpiano\Attrav. SP n. 3
32,485-32,560
Cannificio\Realiz. microtunnel
32,835-32,880
Cannificio\Realiz. microtunnel
32,985-33,045
Breio\Attrav. T. Ingegna
33,045
Compiano
33,045-33,115
Breio\ Attrav. T. Ingegna
Cascina Costa dei Rossi\ Realiz.
33,410-33,450
PIDI n. 5
Cascina Costa dei Rossi\Realiz.
33,540-33,575
PIDI n. 5
C. Segaie\Percorrenza alveo T.
33,700-34,305
Ingegna e attrav. gasdotto DN
750 (30”) in dismissione
Ronco Desiderio\Attrav. gasdotto
35,090-35,145
DN 750 (30”) in dismissione
Strela\ Percorrenza alveo T.
35,235-35,825
Ingegna
35,825
Borgo Val di Taro
Strela\ Percorrenza alveo T.
35,825-35,855
Ingegna
35,855
Compiano
Strela\ Percorrenza alveo T.
35,855-36,670
Ingegna
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
36,725-37,215
Ingegna
37,215
Borgo Val di Taro
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
37,215-37,345
Ingegna
37,345
Compiano
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
37,345-37,745
Ingegna
37,745
Borgo Val di Taro
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
37,745-37,760
Ingegna
37,760
Compiano
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
37,760-38,200
Ingegna
38,200
Borgo Val di Taro
Il Molino\ Percorrenza alveo T.
38,200-38,215
Ingegna
500
1000
4000
2000
3000
5000
1500
3000
20000
1500
25000
1500
28500
25000
500
18500
1500
17000
2500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 187 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
38,230
Parma
Compiano
38,285-38,320
Il Molino\Attrav. Rio Scanabecco
Il Molino\Realiz. PIL n. 7 e
38,430-38,495
microtunnel
41,120
Bardi
41,155
Compiano
41,260
Bardi
42,025-42,060
La Burrona\Realiz. microtunnel
42,060
Compiano
42,060-42,100
La Burrona\ Realiz. microtunnel
42,100
Bardi
42,100-42,115
La Burrona\ Realiz. microtunnel
42,130
Compiano
42,225-42,230
La Burrona\Attrav. T. Toncina
42,230
Bardi
42,230-42,290
La Burrona\ Attrav. T. Toncina
42,550
Compiano
Casa Scappini\ Attrav. T.
42,600-42,690
Toncina
Casa Scappini\Attrav. gasdotto
42,900-42,925
DN 750 (30”) in dismissione
43,335-43,360
Sbalanzone\Realiz. microtunnel
43,500
Bardi
43,520-43,540
Sbalanzone\Realiz. microtunnel
43,770-43,795
La Casa\Realiz. microtunnel
43,960-44,015
La Casa\Realiz. microtunnel
Casa Grassa\ Attrav. gasdotto
44,525-44,560
DN 750 (30”) in dismissione
Casa Grassa\ Attrav. gasdotto
44,700-44,730
DN 750 (30”) in dismissione
Campo\ Attrav. gasdotto DN 750
44,935-44,965
(30”) in dismissione
Credarola\Percorrenza e
45,165-47,520
attravers. alveo T. Toncina
47,675-47,690
Molino dei Belli \ Attrav. strada
47,735-47,745
Molino dei Belli\Attrav. strada
47,835-47,860
Molino dei Belli\ Attrav. strada
Molino dei Belli\ Attrav. gasdotto
47,925-47,950
DN 750 (30”) in dismissione
47,985-48,025
Molino dei Belli\ Realiz. PIDI n.8
Superf.
(m2)
1500
4000
1500
1500
1000
100
900
1500
500
2000
3000
2000
3000
500
500
500
95000
500
500
1000
500
3000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 188 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Parma
Bardi
Dischetto di Là\Percorrenza e
48,435-49,805
attrav. alveo T. Ceno
Pietra Cervara\Attrav. SP ex SS
49,970-50,045
n. 359
Pietra Cervara\Attrav. strada
50,305-50,315
comunale
Pietra Cervara\Attravers. strada
50,325-50,340
comunale
51,810-51,865
Cogno di Grezzo\Realiz. PIDI n.9
53,785-53,815
M. Crodolo\Realiz. microtunnel
54,195-54,220
M. Crodolo\Realiz. microtunnel
Rio della Bosana\Attravers. Rio
56,085-56,120
della Basona
56,500-56,530
Castellaro\Attrav. Rio del Groppo
Colle il Castellaccio\Realiz.
56,930-56,985
microtunnel
57,155
Piacenza
Morfasso
57,185
Parma
Bardi
57,210
Piacenza
Morfasso
Groppo di Gora\ Realiz.
58,135-58,175
microtunnel
58,580
Parma
Bardi
58,600
Piacenza
Morfasso
58,965
PR - PC
Bardi - Morfasso
59,435
Parma
Bardi
Frana di Cogno\Realiz. PIDI
60,115-60,160
n. 10
60,275
PR - PC
Bardi - Morfasso
61,355
Piacenza
Morfasso
Valico M. Pelizzone\Attravers.
61,790-61,820
strada
Valico M. Pelizzone\Risalita
61,835-61,865
versante acclive
Valico M. Pelizzone\ Risalita
62,065-62,100
versante acclive.
62,160
PR - PC
Bardi - Morfasso
67,005
67,280-67,315
Piacenza
90000
1500
500
500
3000
3500
2000
1000
1000
4000
5000
5000
500
3000
2000
Morfasso
Monte Cornale\Realiz.
microtunnel
3000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 189 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
67,520
Parma
Bore
67,760
PR - PC
Bore - Vernasca
Monte Cornale\ Realiz.
67,870-67,930
microtunnel
Malinverno\Attrav. strada
68,685-68,690
comunale
Bocchetta di Sette Sorelle\Attrav.
68,790-68,830
strada comunale
Bocchetta di Sette Sorelle\Attrav.
68,895-68,930
strada comunale
69,030
Piacenza
Vernasca
69,210
Parma
Bore
69,260
Piacenza
Vernasca
69,285-69,340
Bore\Realiz. microtunnel
69,825
PR - PC
Bore - Vernasca
69,825
69,980-70,030
70,285
70,705-70,760
73,965-74,000
74,265-74,295
74,315-74,380
74,380
74,380-74,660
74,840-74,875
75,000-75,035
75,135-75,160
75,250-75,330
75,975-76,080
76,280-76,360
78,955
79,055-79,120
79,590-79,890
79,955-80,000
PR - PC
Piacenza
Bore - Vernasca
Bore\Realiz. microtunnel
Vernasca
Monte Mu\Realiz. PIL n. 11
Bordetto\Realiz. microtunnel
Bordetto\Realiz. microtunnel
Case Rattoni\Attrav. T. Arda
Morfasso
Case Rattoni\Attrav. T. Arda
Case Rattoni\Attrav. Rio Caselle
Case Rattoni\Attrav. corso
d'acqua
Case Rattoni\Attrav. corso
d'acqua
Gazzola\Realiz. microtunnel
Gazzola\Realiz. microtunnel e
attrav. Rio Spizzaraia
San Giorgio\Realiz. microtunnel
Vernasca
Mignano di Sotto\Realiz.
microtunnel
Mocamero\Attrav. T. Arda
Mocamero\Realiz. microtunnel
2000
500
500
1000
3000
2000
3000
3000
3000
2000
18000
500
500
500
3000
3000
4000
4000
10000
2000
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 190 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Piacenza
Vernasca
Molino Teodoro\Realiz.
80,345-80,925
microtunnel e attrav. e
percorrenza alveo T. Arda
82,160-82,200
Casa Vinciri\Realiz. microtunnel
82,425-82,475
Casa Vinciri\Realiz. microtunnel
Moline di Sotto\Attravers. SP
82,855-82,905
n. 21
82,980-83,115
Pianella Piccola\Attrav. T. Arda
83,115
Lugagnano Val d’Arda
Pianella Piccola\Attrav. T. Arda e
83,115-83,275
realiz. microtunnel
Lugagnano Val d’Arda\Realiz.
83,840-83,865
microtunnel
Collinetta\Percorrenza alveo T.
84,010-84,100
Chiavenna
84,890-84,930
Casa Orsi\Realiz. PIL n. 12
Montezago\Attrav. Rio del
85,975-85,995
Busone
Chiavenna Rocchetta\Attrav.
87,355-87,395
strada
88,045-88,075
Tiralini\Attrav. strada
88,890-88,910
Cereto\Attrav. strada
89,210
Castell’Arquato
89,215-89,355
C. Paoloni\Attrav. T. Chiavenna
89,855-89,885
Mugnelli di Sotto\Attrav. strada
Casa Vecchia\Attravers. strada
89,930-89,990
comunale
90,680-90,820
Marone\Attrav. Rio del Marone
91,110-91,155
La Pusteria\Attrav. Rio Pusterla
Compasso Moschini\Attrav.
91,185-91,220
strada comunale
Costa San Bartolomeo\Attrav.
91,780-91,870
Rio dei Lupini
Belvedere di Sotto\Attrav. Rio
93,700-93,715
Rimore
93,715
Carpaneto Piacentino
Belvedere di Sotto\Attrav. Rio
93,715-93,765
Rimore
94,215-94,230
Massana di Sotto\Attrav. SP n. 6
Massana di Sotto\ Attrav. SP n. 6
94,245-94,300
e corso d'acqua
65000
2000
3000
500
8000
12000
2000
1000
3000
500
1000
1000
500
3000
500
1000
2000
1000
1000
1000
1000
2000
500
1500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 191 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Piacenza
Carpaneto Piacentino
Colombarone delle Corti\Attrav.
95,885-95,945
gasdotto DN 750 (30”) in
dismissione
96,335-96,420
M. delle Assi\Realiz. PIDI n. 13
97,440-97,475
Palazzo Ansaldi\Attrav. strada
97,975
Fiorenzuola d’Arda
Malcantone di Sopra\Attrav SP
98,010-98,050
n. 6
C. Brigati\Attrav. strada
98,325-98,405
comunale
C. Brigati\Attrav. strada
98,615-98,675
comunale
Ruota Vecchia\Attravers.T.
99,310-99,460
Chiavenna
99,460
Cadeo
Ruota Vecchia\Attravers.T.
99,460-99,515
Chiavenna
Canale S. Protaso\Attrav. Canale
99,765-99,865
S. Protaso
Il Belvedere\Attrav. strada
100,775-100,860
comunale
100,860
Fiorenzuola d’Arda
Il Belvedere\Attrav. strada
100,860-100,900
comunale
S. Giacomo Piccolo\Attrav. SS
101,565-101,650
n. 9
S. Giacomo Piccolo\Realizz. PIDI
101,730-101,775
n. 14
Sobadino Trabucchi\Attrav. linea
101,935-101,975
ferr. "Milano - Bologna"
Sobadino Trabucchi\Attrav. linea
102,000-102,040
ferr. "Milano - Bologna"
102,985-103,030
Rio Mezzano\Realiz. PIL n. 15
104,035-104,100
C. Romella\Attrav. autostrada A1
104,160-104,210
C. Romella\Attrav. autostrada A1
Malcantone\Attrav. Linea ferrov.
104,345-104,415
TAV
1000
5000
500
1500
1500
1500
6000
2000
2000
1200
800
2000
3000
1000
1000
3000
1000
1000
1500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 192 di 489
0
Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
(km)
Provincia
Comune
Superf.
(m2)
Località/motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Piacenza
Fiorenzuola d’Arda
Malcantone\Attrav. Linea ferrov.
104,460-104,515
TAV
104,675-104,740
Malcantone\Realiz. PIL n. 16
104,860
Cortemaggiore
105,145
Fiorenzuola d’Arda
Borionello\ Attrav. gasdotto DN
105,790-105,825
750 (30”) in dismissione
105,915-105,950
Borionello\Attrav. Rio Mezzano
105,950
Cortemaggiore
105,950-105,995
Borionello\Attrav. Rio Mezzano
Trovacone\Attravers. autostrada
106,230-106,280
A1-A21
Trovacone\Attravers. autostrada
106,335-106,405
A1-A21
1500
3000
500
1000
1000
1000
1000
L’accessibilità all’area di passaggio è normalmente assicurata dalla viabilità ordinaria,
che, durante l’esecuzione dell’opera, subirà unicamente un aumento del traffico dovuto
ai soli mezzi dei servizi logistici.
I mezzi adibiti alla costruzione invece utilizzeranno l’area di passaggio messa a
disposizione per la realizzazione dell’opera.
Oltre alle arterie statali e provinciali, l’accessibilità al tracciato è assicurata dalla
esistente viabilità secondaria costituita da strade comunali, vicinali e forestali, spesso
in terra battuta, che trova origine dalla citata rete viaria (vedi tab. 5.1/F e Vol. 5, All. 6,
Dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto” - strade evidenziate in colore verde).
L’accesso dei mezzi al tracciato richiederà la realizzazione di opere di adeguamento di
tali infrastrutture; consistenti principalmente nella ripulitura ed adeguamento del sedime
carrabile e nella sistemazione delle canalette di regimazione delle acque meteoriche.
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente
Progr.
(km)
0,000
0,000
0,295
1,040
1,100
2,120
Comune
Località
Lung-za
(m)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Pianfurgano
530
Accesso piazzola C1
C Coriana
1800
Accesso area di passaggio
Pontremoli
Villa Ghelfi
770
Accesso piazzola C2
Potiano
145
Accesso piazzola C3
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 193 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito)
Progr.
(km)
2,480
3,205
4,120
4,940
5,235
5,705
7,020
7,410
8,120
9,110
10,340
10,825
12,065
12,625
13,605
14,940
15,330
16,085
16,730
17,430
18,070
18,140
18,410
20,485
20,670
20,915
21,190
21,235
21,940
23,855
24,425
24,815
24,915
26,270
26,455
Comune
Località
Lung-za
(m)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
Accesso imbocco microtunnel
Gazzola
120
Autostrada A15 (1° attrav.)
Noveleto
350
Accesso piazzola C4
Saliceto
1335
Accesso area di passaggio
Orsola
70
Accesso piazzola C5
Accesso imbocco di monte
Groppo Montone
315
microtunnel Autostrada A15 (2°
attrav.)
Accesso imbocco di valle
La Buffina
2055
microtunnel Autostrada A15 (2°
attrav.) e piazzola C7
La Piana
240
Accesso piazzola C8
C. Martinelli di Sotto
1115
Accesso area di passaggio
C. di Lucchino
395
Accesso piazzola C9
C. Bruciata
385
Accesso piazzola C11
Vaderze
350
Accesso piazzola C12
Boccello
465
Accesso area di passaggio
I Brogni
175
Accesso area di passaggio
Cà Masina
525
Accesso piazzola C14
La Piana
540
Accesso piazzola C15
Campo Molino
90
Accesso area di passaggio
Groppo Muzza
175
Accesso area di passaggio
Piano di Gaiano
4555
Accesso piazzole C16 e C17
La Pianaccia
85
Accesso area di passaggio
Cascina del Prete
1050
Accesso area di passaggio
M. Cocchiello
820
Accesso area di passaggio
Arzolina
435
Accesso piazzola C18
Accesso piazzola C19 e area di
Tomellino
2510
passaggio
I Praticelli
465
Accesso piazzola C20
Borgo Val di Taro
1390
Accesso area di passaggio
145
Accesso area di passaggio
Il Poggio
1395
Accesso area di passaggio
1910
Accesso area di passaggio
435
Accesso area di passaggio
Castellazzi
395
Accesso area di passaggio
360
Accesso microtunnel Il Palazzo
Il Palazzo
315
Accesso area di passaggio
C. Stabielle
400
Accesso piazzola C24
Case Secchietta
680
Accesso piazzola C25
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 194 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Località
Lung-za
(m)
Motivazione
36,635
37,215
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Albareto
Case Copelato
350
Accesso area di passaggio
La Pra
165
Accesso area di passaggio
Accesso piazzola C26 e area di
Case Cerreto
870
passaggio
Borgo Val di Taro
Albareto
Accesso imbocco di valle
C. Svegliata
335
microtunnel C. Riposo
C. Riposo
115
Accesso area di passaggio
Bertorella
180
Accesso piazzola C30
Potiano
25
Accesso piazzola C31
Accesso imbocco di valle
Ponte Ingegna
175
microtunnel Ponte Ingegna
Compiano
Breia
445
Accesso piazzola C32
Ronco Desiderio
545
Accesso piazzola C33
Borgo Val di Taro
Compiano
Accesso imbocco di monte
2930
galleria Monte Zucchero e
Strela
piazzola C35
350
Accesso piazzola C34
Borgo Val di Taro
42,130
Compiano
26,475
26,815
27,285
28,120
28,960
29,105
29,275
29,835
31,485
32,315
32,690
33,045
33,505
35,035
35,825
35,855
36,180
42,145
42,230
42,230
42,550
43,500
La Burrona
160
Accesso imbocco di valle
galleria Monte Zucchero
Cà Scappini
1755
Accesso piazzola C36
Bardi
Compiano
Bardi
43,995
Campo
1290
45,675
47,345
47,690
47,720
48,185
49,160
49,670
50,235
Ghiaia
310
305
55
50
750
830
495
1670
Molino dei Belli
I Belli
Pralunga
Vischeto di La
Pietra Carvara
Accesso piazzola C37,
microtunnel Rio di Sbalanzone,
microt. Loc. “La Casa” e
piazzola C38
Accesso piazzola C39
Accesso piazzola C40
Accesso area di passaggio
Accesso area di passaggio
Accesso piazzole C41 e C42
Accesso area di passaggio
Accesso piazzola C43
Accesso area di passaggio
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 195 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito)
Progr.
(km)
51,060
51,785
53,290
56,755
57,155
58,580
Comune
Località
Lung-za
(m)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bardi
Accesso area di passaggio e
Poggio Cadame
450
piazzola C44
Accesso piazzole C45 e C46 e
Cogno di Grezzo
3360
accesso area di passaggio
Accesso piazzola C47 e
Monte Spiaggi
465
imbocco di monte microtunnel
M. Crodolo
Colle il Castellaccio
1550
Accesso piazzola C48
Morfasso
Bardi
58,965
59,100
(*)
59,435
Bardi - Morfasso
61,355
61,575
(*)
61,580
(*)
62,160
Morfasso
63,355
63,450
63,520
65,535
65,700
65,780
Bardi - Morfasso
M. Carameto
Morfasso - Bore
Morfasso
Ronco Frena
Bore
67,005
Morfasso
Costa di Pelizzone
3850
1450
Valico di Monte Pelizzone
2200
2400
Accesso area di passaggio
650
Accesso area di passaggio
160
M. Cornale
45
Accesso area di passaggio e
piazzola C54
Accesso imbocco di monte
microtunnel M. Cornale e
piazzola C55
Bore
Bore - Vernasca
67,920
69,130
Accesso piazzola C51 e area di
passaggio
Accesso piazzola C53 e area di
passaggio
Bardi - Morfasso
67,315
69,030
Accesso di valle galleria
Groppo di Gora e piazzola C50
Bardi
67,200
67,520
67,760
Motivazione
M. Cornale
780
Accesso imbocco di valle
microtunnel M. Cornale e
piazzola C56
Bore
255
Accesso piazzola C57 e
imbocco di monte microtunnel
M. Costaccia
Vernasca
(*) valore chilometrico indicativo di un punto in cui il tratto interseca l’area di passaggio
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 196 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Località
Lung-za
(m)
Motivazione
69,210
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Bore
69,825
Bore - Vernasca
69,965
Bore
310
Accesso imbocco di valle
microtunnel M. Costaccia
Monte Mu
655
Accesso piazzola C58 e area di
passaggio
M. Lucchi
Poggio
1165
3795
Poggio
2405
74,415
T. Arda
95
74,550
Case Rattoni
1700
76,260
Gazzola
650
76,300
S. Giorgio
110
78,545
La Spiaggia
1770
78,765
Mocomero
405
79,040
Mocomero
80
79,950
Mocomero
110
80,720
Cà Croci
2140
70,000
Bore
70,020
70,285
71,565
72,865
Vernasca
73,790
74,380
78,955
83,115
Accesso area di passaggio
Accesso area di passaggio
Accesso piazzola C59 e
imbocco di monte microtunnel
Cà Sarzin
Morfasso
Imbocco di valle microtunnel Cà
Sarzin
Imbocco di monte microtunnel
Gazzola e piazzola C60
Accesso imbocco di valle
microtunnel Gazzola e piazzola
C61
Accesso imbocco di monte
galleria Lago di Mignano
Accesso piazzola C62 e C63
Accesso imbocco di valle
galleria Lago di Mignano
Vernasca
Accesso imbocco di valle
galleria Lago di Mignano
Accesso imbocco di monte
microtunnel Mocomero
Accesso piazzole C64, C65 e
area di passaggio
Lugagnano Val d’Arda
83,235
Pianella Piccola
350
83,725
Lunardi
270
89,210
93,230
93,715
93,965
97,975
99,460
Castell’Arquato
Belvedere di Mezzo
Carpaneto Piacentino
Massana di Sotto
Fiorenzuola d’Arda
Cadeo
Accesso imbocco di monte
microtunnel Cà Vincini
Accesso imbocco di valle
microtunnel Cà Vincini
330
Accesso piazzola C74
152
Accesso piazzola C75
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 197 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito)
Progr.
(km)
100,860
101,630
103,730
104,400
104,535
104,860
105,145
105,950
106,470
Comune
Località
Lung-za
(m)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Fiorenzuola d’Arda
S. Giacomo Piccolo
165
Accesso piazzola C81
Casello di Rio Mezzano
495
Accesso area di passaggio
Accesso piazzola C84 e area di
Casanuova
1865
passaggio
Malcentone
380
Accesso area di passaggio
Cortemaggiore
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Tre Case
615
Accesso piazzola C85
Per permettere l’accesso all’area di passaggio o la continuità lungo la stessa, in
corrispondenza di alcuni tratti particolari si prevede, inoltre, l’apertura di piste
temporanee di passaggio di ridotte dimensioni (vedi tab. 5.1/G e Vol. 5, All. 6, Dis. LBD-83201 - strade evidenziate in colore giallo). Le piste sono tracciate in modo da
sfruttare il più possibile l’esistente rete di viabilità campestre e le aree utilizzate
saranno, al termine dei lavori di costruzione dell’opera, ripristinate nelle condizioni
preesistenti.
Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio
Progr.
(km)
1,040
2,380
5,340
6,400
8,110
8,435
9,205
9,300
9,350
10,345
10,905
10,990
Comune
Località
Lung.za
(m)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
Accesso imbocco microtunnel
Noveleto
110
Autostrada A15 (1° attrav.)
Accesso imbocco di monte
Cà dei Venti
100
microtunnel Autostrada A15
(2° attrav.)
La Piana
120
Accesso pista di lavoro
Accesso imbocco di monte
C. dei Ratti
105
microtunnel C. di Lucchino
Accesso imbocco di valle
C. di Lucchino
80
microtunnel C. di Lucchino
C Bruciata
100
Accesso pista di lavoro
La Serra
90
Accesso pista di lavoro
Accesso microtunnel Piano di
La Serra
220
Valle
Vaderze
190
Accesso pista di lavoro
50
Accesso pista di lavoro
Boccello
40
Accesso pista di lavoro
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 198 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio (seguito)
Progr.
(km)
12,340
13,200
13,850
20,670
24,800
25,295
26,475
28,950
28,960
26,475
29,250
32,380
32,700
33,045
43,500
49,800
50,330
50,450
50,850
Comune
Località
Lung.za
(m)
Motivazione
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Pontremoli
I Brogni
40
Accesso pista di lavoro
Accesso imbocco di monte
Cà Masina
40
microtunnel Grondola
Accesso imbocco di valle
La Piana
86
microtunnel Grondola
Borgo Val di Taro
Accesso microtunnel Il
Il Palazzo
30
Palazzo
C. Fontanini
50
Accesso piazzola C22
Albareto
Accesso imbocco di monte
C. Casarola
80
microtunnel Il Palazzo
Borgo Val di Taro
Albareto
Accesso imbocco di valle
Case Brugné
200
microtunnel C. Riposo
Accesso imbocco di monte
Potiano
220
microtunnel Ponte Ingegna
Accesso imbocco di valle
Caseificio
30
microtunnel Ponte Ingegna
Compiano
Bardi
Poggio Cadame
140
220
260
210
53,805
M. Crodolo
550
55,150
M. Prarbera
140
56,765
Colle Il Castellaccio
260
Groppo di Gora
480
Accesso di valle galleria
Groppo di Gora
240
Accesso pista di lavoro
57,155
57,185
57,210
Pietra Cervara
Accesso pista di lavoro
Accesso pista di lavoro
Accesso pista di lavoro
Accesso pista di lavoro
Accessi imbocchi di monte e
di valle microtunnel M.
Crodolo
Accesso pista di lavoro
Accesso di monte galleria
Groppo di Gora
Morfasso
Bardi
Morfasso
58,155
58,580
58,600
Bardi
Morfasso
63,355
63,520
64,050
Bardi - Morfasso
Morfasso - Bore
Ronco dei Cornetti
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 199 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio (seguito)
Progr.
(km)
Località
Lung.za
(m)
Motivazione
65,535
65,780
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Morfasso
Bore
69,825
70,285
70,710
74,380
Bore - Vernasca
Vernasca
Monte Mu
Morfasso
74,415
Cà Sarzin
150
78,800
Mignano di Sotto
220
78,955
83,115
5.1.3
Comune
440
Accesso pista di lavoro
Imbocco di valle microtunnel
Cà Sarzin
Accesso imbocco di valle
galleria Lago di Mignano
Vernasca
Lugagnano Val d’Arda
83,900
Lunardi
89,210
93,715
Castell’Arquato
Carpaneto Piacentino
105,145
105,950
105,950
106,300
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Travacona
80
Accesso imbocco di valle
microtunnel Madonna del
Piano
310
120
Accesso pista di lavoro
Accesso pista di lavoro
Sfilamento dei tubi lungo l’area di passaggio
L’attività consiste nel trasporto dei tubi dalle piazzole di stoccaggio ed al loro
posizionamento lungo la fascia di lavoro, predisponendoli testa a testa per la
successiva fase di saldatura (vedi foto 5.1/C).
Per queste operazioni, saranno utilizzati trattori posatubi (sideboom) e mezzi cingolati
adatti al trasporto delle tubazioni.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 200 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/C: Sfilamento tubazioni
5.1.4
Saldatura di linea
I tubi saranno collegati mediante saldatura ad arco elettrico impiegando motosaldatrici
a filo continuo.
L’accoppiamento sarà eseguito mediante accostamento di testa di due tubi, in modo da
formare, ripetendo l’operazione più volte, un tratto di condotta (vedi foto 5.1/D).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 201 di 489
Rev.
0
I tratti di tubazioni saldati saranno temporaneamente disposti parallelamente alla
traccia dello scavo, appoggiandoli su appositi sostegni in legno per evitare il
danneggiamento del rivestimento esterno.
I mezzi utilizzati in questa fase saranno essenzialmente trattori posatubi, motosaldatrici
e compressori ad aria.
Foto 5.1/D: Saldatura
5.1.5
Controlli non distruttivi delle saldature
Le saldature saranno tutte sottoposte a controlli non distruttivi mediante l’utilizzo di
tecniche radiografiche o ad ultrasuoni.
5.1.6
Scavo della trincea
Lo scavo destinato ad accogliere la condotta sarà aperto con l’utilizzo di macchine
escavatrici adatte alle caratteristiche morfologiche e litologiche del terreno attraversato
(escavatori in terreni sciolti, martelloni in roccia).
Le dimensioni standard della trincea sono riportate nei Disegni tipologici di progetto
(vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 202 di 489
Rev.
0
Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo
la fascia di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della condotta (vedi foto
5.1/E). Tale operazione sarà eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale
di risulta con lo strato humico accantonato, nella fase di apertura dell’area di
passaggio.
Foto 5.1/E: Scavo della trincea
5.1.7
Rivestimento dei giunti
Al fine di realizzare la continuità del rivestimento in polietilene, costituente la protezione
passiva della condotta, si procederà a rivestire i giunti di saldatura con apposite fasce
termorestringenti.
Il rivestimento della condotta sarà quindi interamente controllato con l’utilizzo di
un’apposita apparecchiatura a scintillio (holiday detector) e, se necessario, saranno
eseguite le riparazioni con l’applicazione di mastice e pezze protettive.
È previsto l’utilizzo di trattori posatubi per il sollevamento della colonna.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
5.1.8
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 203 di 489
Rev.
0
Posa della condotta
Ultimata la verifica della perfetta integrità del rivestimento, la colonna saldata sarà
sollevata e posata nello scavo (vedi foto 5.1/F e 5.1/G) con l’impiego di trattori posatubi
(sideboom).
Nel caso in cui il fondo dello scavo presenti asperità tali da poter compromettere
l’integrità del rivestimento, sarà realizzato un letto di posa con materiale inerte (sabbia,
ecc.).
Foto 5.1/F: Posa della condotta
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 204 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/G: Tratto di condotta posata, si nota l’accantonamento dello strato
humico separato dal materiale di scavo della trincea
5.1.9
Rinterro della condotta e posa del cavo telecontrollo
La condotta posata sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta
accantonato lungo la fascia di lavoro all’atto dello scavo della trincea (vedi foto 5.1/H).
Le operazioni saranno condotte in due fasi per consentire, a rinterro parziale, la posa di
una polifora costituita da tre tubi in Pead DN 50 e del nastro di avvertimento, utile per
segnalare la presenza della condotta in gas. Uno dei tubi della polifora sarà occupato
dal cavo di telecontrollo mentre i restanti due resteranno vuoti per eventuali
manutenzioni.
Successivamente si provvederà all’inserimento del cavo telecontrollo per mezzo di
appositi dispositivi ad aria compressa.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 205 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/H: Rinterro della condotta
A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla
superficie il terreno vegetale accantonato (vedi foto 5.1/I).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 206 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/I: Ridistribuzione dello strato humico superficiale
5.1.10
Realizzazione degli attraversamenti
Gli attraversamenti di corsi d’acqua e delle infrastrutture vengono realizzati con piccoli
cantieri, che operano contestualmente all’avanzamento della linea.
Le metodologie realizzative previste sono diverse e, in sintesi, possono essere così
suddivise:
• attraversamenti privi di tubo di protezione;
• attraversamenti con messa in opera di tubo di protezione;
• attraversamenti per mezzo di tecnologie trenchless (cfr. par. 5.1.11).
Gli attraversamenti privi di tubo di protezione sono realizzati, di norma, per mezzo di
scavo a cielo aperto.
La seconda tipologia di attraversamento può essere realizzata per mezzo di scavo a
cielo aperto o con l’impiego di apposite attrezzature spingitubo (trivelle).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 207 di 489
Rev.
0
La scelta del sistema dipende da diversi fattori, quali: profondità di posa, presenza di
acqua o di roccia, intensità del traffico, eventuali prescrizioni dell’ente competente, ecc.
I mezzi utilizzati sono scelti in relazione all’importanza dell’attraversamento stesso. Le
macchine operatrici fondamentali (trattori posatubi ed escavatori) sono sempre presenti
ed a volte coadiuvate da mezzi particolari, quali spingitubo, trivelle, ecc.
Attraversamenti privi di tubo di protezione
Sono realizzati, per mezzo di scavo a cielo aperto, in corrispondenza di corsi d’acqua,
di strade comunali e campestri.
Per gli attraversamenti dei corsi d’acqua più importanti si procede normalmente alla
preparazione fuori opera del cosiddetto “cavallotto”, che consiste nel piegare e quindi
saldare le barre secondo la configurazione geometrica di progetto. Il “cavallotto” viene
poi posato nella trincea appositamente predisposta e quindi rinterrato.
Attraversamenti con tubo di protezione
Gli attraversamenti di ferrovie, strade statali, strade provinciali, di particolari servizi
interrati (collettori fognari, ecc.) e, in alcuni casi, di collettori in cls sono realizzati, in
accordo alla normativa vigente, con tubo di protezione.
Il tubo di protezione è verniciato internamente e rivestito, all’esterno, con polietilene
applicato a caldo in fabbrica dello spessore minimo di 3 mm .
Qualora si operi con scavo a cielo aperto, la messa in opera del tubo di protezione
avviene, analogamente ai normali tratti di linea, mediante le operazioni di scavo, posa
e rinterro della tubazione.
Qualora si operi con trivella spingitubo (vedi foto 5.1/L), la messa in opera del tubo di
protezione comporta le seguenti operazioni:
• scavo del pozzo di spinta;
• impostazione dei macchinari e verifiche topografiche;
• esecuzione della trivellazione mediante l’avanzamento del tubo di protezione,
spinto da martinetti idraulici, al cui interno agisce solidale la trivella dotata di coclee
per lo smarino del materiale di scavo.
In entrambi i casi, contemporaneamente alla messa in opera del tubo di protezione, si
procede, fuori opera, alla preparazione del cosiddetto “sigaro”. Questo è costituito dal
tubo di linea a spessore maggiorato, cui si applicano alcuni collari distanziatori che
facilitano le operazioni di inserimento e garantiscono nel tempo un adeguato
isolamento elettrico della condotta. Il “sigaro” viene poi inserito nel tubo di protezione e
collegato alla linea.
Una volta completate le operazioni di inserimento, alle estremità del tubo di protezione
saranno applicati i tappi di chiusura con fasce termorestringenti.
In corrispondenza di una o di entrambe le estremità del tubo di protezione, in relazione
alla lunghezza dell’attraversamento ed al tipo di servizio attraversato, è collegato uno
sfiato (vedi foto 5.1/M). Lo sfiato, munito di una presa per la verifica di eventuali fughe
di gas e di un apparecchio tagliafiamma, è realizzato utilizzando un tubo di acciaio DN
80 (3”) con spessore di 2,90 mm .
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 208 di 489
Rev.
0
La presa è applicata a 1,50 m circa dal suolo, l’apparecchio tagliafiamma è posto
all’estremità del tubo di sfiato, ad un’altezza non inferiore a 2,50 m .
In corrispondenza degli sfiati, sono posizionate piantane alle cui estremità sono
sistemate le cassette contenenti i punti di misura della protezione catodica.
Foto 5.1/L: Trivellazione con spingitubo
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 209 di 489
Rev.
0
Foto 5.1/M: Sfiato
Le metodologie realizzative previste per l’attraversamento dei principali corsi d’acqua e
infrastrutture viarie lungo il tracciato del metanodotto in oggetto sono riassunte nella
seguente tabella (vedi tab. 5.1/I).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 210 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
0,000
0,115
0,475
1,040
1,040
1,385
2,195
2,265
3,060
3,175
3,660
3,920
4,420
4,995
5,065
5,180
5,545
5,960
6,375
6,445
6,985
7,020
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Mulazzo
Senza tubo di protezione
T. Carrara
LC-D-83325
Fosso Senza
Senza tubo di protezione
Nome
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
T. Teglia
LC-D-83325
Pontremoli
Senza tubo di protezione
Rio del Pino
LC-D-83326
Autostrada
Con tubo di protezione
A15
LC-D-83350
SP n. 31
Senza tubo di protezione
Rio del Pino
LC-D-83326
Rio della
Senza tubo di protezione
Gazzola
LC-D-83326
Strada
Con tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Canale Della
Senza tubo di protezione
Negrola
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Fosso d’Orsola
LC-D-83326
Con tubo di protezione
SP n. 36
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
T. Gordana
LC-D-83325
Strada
Con tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Autostrada
Con tubo di protezione
A15
LC-D-83350
Fosso Senza
Senza tubo di protezione
Nome
LC-D-83326
Fosso della
Senza tubo di protezione
Borghesa
LC-D-83326
Fosso della
Senza tubo di protezione
Michela
LC-D-83326
Fosso della
Senza tubo di protezione
Piana
LC-D-83326
Con tubo di protezione
SP n. 37
LC-D-83322
Modalità
realizzativa
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
Tunnel (*)
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
Tunnel (*)
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 211 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
7,490
7,525
8,280
8,690
8,845
9,170
9,210
9,305
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Pontremoli
Linea
Ferroviaria
Con tubo di protezione
Parma-La
LC-D-83320
Spezia
Fosso
Senza tubo di protezione
dell’Ardoglia
LC-D-83326
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Scorano
LC-D-83350
Strada
Con tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
T. Betigna
LC-D-83325
Strada
Con tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Con tubo di protezione
SP n. 63
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
T. Verde
LC-D-83325
10,345
Fosso
Bruttomoro
11,710
11,990
12,860
Fosso della
Selva
12,880
13,790
Fosso del
Dardagneto
13,990
14,910
14,985
15,085
15,340
T. Verdesina
In
trivellazione
A cielo aperto
Tunnel (*)
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83325
Autostrada
A15
(in galleria)
SP n. 39 del
Brattello
SP n. 39 del
Brattello
11,315
Modalità
realizzativa
-
Con tubo di protezione
LC-D-83322
Con tubo di protezione
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
SP n. 39 del Con tubo di protezione
Brattello
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
SP n. 39 del Con tubo di protezione
Brattello
LC-D-83322
Con tubo di protezione
SP n. 63
LC-D-83322
Senza tubo di
protezione LC-D-83325
Con tubo di protezione
SP n. 63
LC-D-83322
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab. 5.1/I:
Progr.
(km)
16,690
17,07517,320
17,570
17,735
18,71019,545
19,590
19,600
20,670
23,430
23,595
24,935
25,390
25,695
25,695
26,035
26,475
26,475
26,670
28,775
28,960
28,960
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 212 di 489
Rev.
0
Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
(seguito)
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Pontremoli
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
(percorrenza)
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83325
(percorrenza)
Senza tubo di protezione
T. Arzola
LC-D-83325
Con tubo di protezione
SP n. 39
LC-D-83322
Borgo Val di Taro
Con tubo di protezione
SP n. 20
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
T. Tarodine
LC-D-83325
Rio della
Con tubo di protezione
Galoppina
LC-D-83350
Str. Com.
Con tubo di protezione
Rovinaglia
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Rio delle Piane
LC-D-83326
Str. Com.
Con tubo di protezione
delle Stabielle
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Canale Ricco
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
Rio di Farneto
LC-D-83326
Albareto
Senza tubo di protezione
Rio del Lupo
LC-D-83326
SP (ex SS)
Con tubo di protezione
n. 359
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
F. Taro
LC-D-83325
Borgo Val di Taro
Modalità
realizzativa
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
Tunnel (*)
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 213 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
41,120
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Albareto
Senza tubo di protezione
F. Taro
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
T. Gotra
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
F. Taro
LC-D-83325
Con tubo di protezione
SP n. 3
LC-D-83322
Rio della
Senza tubo di protezione
Borella
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
T. Rizzone
LC-D-83326
Con tubo di protezione
SP n. 3
LC-D-83322
Str. Com.
Senza tubo di protezione
della Costa
LC-D-83323
dei Rossi
Senza tubo di protezione
T. Ingegna
LC-D-83325
Compiano
Senza tubo di protezione
Rio Roffasa
LC-D-83326
Str. Com. di Senza tubo di protezione
Cacigolara
LC-D-83323
Borgo Val di Taro
Compiano
T. Ingegna
Senza tubo di protezione
(percorrenza)
LC-D-83325
Borgo Val di Taro
Compiano
Rio
Senza tubo di protezione
Scanabecco
LC-D-83326
Str. Com.
Con tubo di protezione
Strela LC-D-83323
Scanabecco
Rio dei Burroni
Senza tubo di protezione
Rio dei
LC-D-83352
Cappelli
Bardi
42,060
Compiano
29,105
29,660
30,265
31,170
31,435
31,470
31,845
32,210
32,340
33,045
33,045
34,070
35,130
35,825
35,855
36,79538,180
38,200
38,230
38,240
38,265
39,335
41,080
42,06042,100
Rio della
Dugara
(percorrenza)
Modalità
realizzativa
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
Galleria (*)
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83325
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Tab.
Progr.
(km)
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 214 di 489
Rev.
0
5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua
principali (seguito)
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
0,000
Mulazzo
42,100 Bardi
Rio della
42,100Senza tubo di protezione
Dugara
42,130
LC-D-83325
(percorrenza)
42,130 Compiano
Senza tubo di protezione
42,230
T. Toncina
LC-D-83325
42,230 Bardi
Senza tubo di protezione
42,550
T. Toncina
LC-D-83325
42,550 Compiano
Str. Com. dei
43,045Senza tubo di protezione
Scappini
43,335
LC-D-83323
(percorrenza)
Rio di
Senza tubo di protezione
43,500
Sbalanzone
LC-D-83325
43,500 Bardi
Str. Com. dei
43,570Senza tubo di protezione
Scappini
43,750
LC-D-83323
(percorrenza)
Str. Com. dei
43,975Senza tubo di protezione
Scappini
44,245
LC-D-83323
(percorrenza)
Senza tubo di protezione
44,245
Rio della Valle
LC-D-83325
Str. Com. dei
44,245Senza tubo di protezione
Scappini
44,290
LC-D-83323
(percorrenza)
Senza tubo di protezione
44,455
Rio di Caprile
LC-D-83326
45,370T. Toncina
Senza tubo di protezione
45,665
(percorrenza)
LC-D-83325
Str. Com.
Con tubo di protezione
45,730
Valtoncina LC-D-83323
Lezzara
Rio dello
Senza tubo di protezione
45,990
Sgaratosso
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
46,205
T. Toncina
LC-D-83325
46,865T. Toncina
Senza tubo di protezione
47,505
(percorrenza)
LC-D-83325
SP di
Con tubo di protezione
47,900
Compiano
LC-D-83322
Modalità
realizzativa
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 215 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Modalità
realizzativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Bardi
48,210
Rio dei Belli
48,280
Rio Grande
48,685
T. Ceno
49,060
Rio di Vischeto
49,500
T. Ceno
49,645
T. Ceno
49,94550,095
Rio Bergamino
(percorrenza)
SP (ex SS)
n. 359
50,095
50,09550,280
Rio Bergamino
(percorrenza)
50,315
Str. Com.
DorboraCosta
Geminiana
51,425
SP di Boccolo
Rio del Groppo
di Rosa
Rio della
Basona
55,060
56,090
56,510
Rio del Groppo
57,155
57,185
Morfasso
Bardi
58,600
58,965
Morfasso
Bardi - Morfasso
60,15060,275
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
Con tubo di protezione
LC-D-83323
In
trivellazione
Con tubo di protezione
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
Str. Com.
Senza tubo di protezione
Terruzzi-Bardi
A cielo aperto
LC-D-83323
(percorrenza)
59,10559,390
59,435
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
Con tubo di protezione
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
LC-D-83325
Bardi
Str. Com.
Senza tubo di protezione
Prato-Bertone
A cielo aperto
LC-D-83323
(percorrenza)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 216 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Modalità
realizzativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Bardi - Morfasso
Morfasso
Str. Com.
61,355Senza tubo di protezione
Prato-Bertone
A cielo aperto
61,545
LC-D-83323
(percorrenza)
Str. Com.
Senza tubo di protezione
61,660
CasaliA cielo aperto
LC-D-83323
Pelizzone
SP (ex SS)
Con tubo di protezione
In
61,830
n. 359
LC-D-83322
trivellazione
62,160 Bardi - Morfasso
62,425 Morfasso
60,275
61,355
67,520
67,760
Bore
Bore - Vernasca
SP (ex SS)
n. 359
Str. Com.
della
Bocchetta
68,720
68,910
69,030
69,210
Vernasca
Bore
69,825
70,285
Bore - Vernasca
Vernasca
74,345
74,380
In
trivellazione
Con tubo di protezione
LC-D-83323
In
trivellazione
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83325
T. Arda
Morfasso
74,770
Rio Caselle
75,330
75,395
Rio Rabbini
76,005
Rio Spizzaraia
78,955
Con tubo di protezione
LC-D-83322
SP n. 21
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83326
Con tubo di protezione
Tunnel (*)
LC-D-83350
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83326
Vernasca
79,190
79,635
79,680
80,005
80,290
T. Arda
Str. Com.
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
della Lubbia
LC-D-83352
Str. Vic.
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
Lagoni
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
A cielo aperto
LC-D-83325
SP n. 21
Con tubo di protezione
Tunnel (*)
LC-D-83350
SP n. 21
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 217 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
80,560
80,860
81,710
81,800
81,975
82,130
82,690
82,875
83,115
83,115
83,305
83,525
85,225
85,770
85,975
88,740
88,900
89,210
89,285
89,955
90,310
90,695
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Vernasca
Senza tubo di protezione
T. Arda
LC-D-83325
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
T. Arda
LC-D-83325
Con tubo di protezione
SP n. 21
LC-D-83322
Strada
Senza tubo di protezione
Comunale
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Rio della Costa
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Rio dell’Acqua
LC-D-83326
Con tubo di protezione
SP n. 21
LC-D-83322
Senza tubo di protezione
T. Arda
LC-D-83325
Lugagnano Val d’Arda
Str. Com.
della Pianella Con tubo di protezione
SP di
LC-D-83350
Antognano
Rio della
Senza tubo di protezione
Fornace
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Rio Martellazzo
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Rio del Busone
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Rio Guzzo
LC-D-83326
Str. Com.
Con tubo di protezione
Chiavenna
LC-D-83323
Rocchetta
Castell’Arquato
Senza tubo di protezione
T. Chiavenna
LC-D-83325
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Montagano
LC-D-83323
Str. Com. del Senza tubo di protezione
Pianazzo
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Rio del Marone
LC-D-83326
Modalità
realizzativa
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
Tunnel (*)
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
(*) vedi par. 5.1.11
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 218 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
90,785
91,155
91,170
91,815
93,715
93,715
94,235
95,420
96,370
97,975
98,020
98,370
98,640
99,425
99,460
99,815
100,835
100,860
101,605
101,840
101,980
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Castell’Arquato
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Montagano
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Rio Pusterla
LC-D-83326
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Montagano
LC-D-83323
Senza tubo di protezione
Rio dei Lupini
LC-D-83326
Senza tubo di protezione
Rio Rimore
LC-D-83326
Carpaneto Piacentino
Con tubo di protezione
SP n. 6
LC-D-83322
Str. Com.
Senza tubo di protezione
Prato
LC-D-83323
Selvatico
Str. Com. di
Con tubo di protezione
San Protaso
LC-D-83323
Fiorenzuola d’Arda
Con tubo di protezione
SP n. 6
LC-D-83322
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Fontana
LC-D-83323
Fredda
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Fontana
LC-D-83323
Fredda
Senza tubo di protezione
T. Chiavenna
LC-D-83325
Cadeo
Canale S.
Senza tubo di protezione
Protaso
LC-D-83326
Str. Com.
Con tubo di protezione
della Pelosa
LC-D-83323
Fiorenzuola d’Arda
SS n. 9 Via
Con tubo di protezione
Emilia
LC-D-83322
Str. Com.
Con tubo di protezione
Casa Russa
LC-D-83323
Linea
Ferroviaria
Con tubo di protezione
MilanoLC-D-83322
Bologna
Modalità
realizzativa
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
A cielo aperto
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 219 di 489
Rev.
0
Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali
Progr.
(km)
102,580
103,010
103,580
104,120
104,370
104,430
104,860
105,145
105,950
105,955
106,310
5.1.11
Comune Corsi d’acqua
Infrastrutture
di trasporto
Tip. Attraversamento
Disegno tipologico
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")
Fiorenzuola d’Arda
Str. Com.
Con tubo di protezione
Vecchia Rio
LC-D-83323
Mezzano
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Rio Mezzano
LC-D-83323
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Paullo
LC-D-83323
Autostrada
Con tubo di protezione
A1
LC-D-83321
Str. Com. di
Con tubo di protezione
Paullo
LC-D-83323
Linea
Con tubo di protezione
Ferroviaria
LC-D-83322
T.A.V.
Cortemaggiore
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Senza tubo di protezione
Rio Mezzano
LC-D-83326
Autostrada
Con tubo di protezione
A1-A21
LC-D-83321
Modalità
realizzativa
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
In
trivellazione
A cielo aperto
In
trivellazione
Opere in sotterraneo
Per superare particolari elementi morfologici (piccole dorsali, contrafforti e speroni
rocciosi, porzioni sommitali di rilievi isolati, ecc.) e/o in corrispondenza di particolari
situazioni di origine antropica (infrastrutture viarie e industriali prive di fondazioni
chiuse) è possibile l’adozione di soluzioni in sotterraneo (denominate
convenzionalmente nel testo tunnel).
Nel caso in esame, per la realizzazione del metanodotto si prevede di adottare le
seguenti tipologie di opere (vedi tab. 5.1/M):
• microtunnel a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 1,600 e
2,400 m, realizzati con l’ausilio di una fresa rotante a sezione piena il cui sistema
di guida è, in generale, posto all’esterno del tunnel; la stabilizzazione delle pareti
del foro è assicurata dalla messa in opera di conci in c.a. contestualmente
all’avanzamento dello scavo (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LC-D-83350);
• pozzi inclinati a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 1,600 e
1,800 m, realizzate con l’impiego di raise bohrer. La metodologia prevede la
perforazione di un foro pilota di piccolo diametro, il successivo alesaggio del foro e
l’eventuale messa in opera di una camicia di protezione in acciaio (vedi Vol. 7,
All.11 - Dis. LC-D-83351);
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 220 di 489
Rev.
0
gallerie a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 3,800 e 4,200
m realizzati con l’impiego di frese rotanti a sezione piena; in questo caso il sistema
di guida della fresa è sempre posto all’interno del tunnel a ridosso del fronte di
scavo. La stabilizzazione delle pareti è normalmente assicurata per mezzo di
chiodature della volta e/o centinature della sezione e/o rivestimenti cementizi (vedi
Vol. 7, All.11 - Dis. LC-D-83352 – Tipo B);
gallerie a sezione policentrica la cui sagoma di scavo è normalmente inferiore ai
14 m2, realizzati con le tradizionali metodologie ed attrezzature di scavo in roccia;
in genere, questo tipo di metodologia viene adottata per realizzare i tratti posti in
corrispondenza degli imbocchi, per risolvere problematiche legate alla geometria
della condotta (percorrenze sotterranee non rettilinee) o in presenza di ammassi
rocciosi con caratteristiche geomeccaniche scadenti (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LCD-83352 – Tipo A)
L’installazione della condotta all’interno dei cavi è strettamente connessa alla tipologia
ed alle caratteristiche delle singole tipologie utilizzate:
nel caso dei microtunnel, è previsto che la posa della condotta avvenga
direttamente sulla generatrice inferiore del tunnel mediante la messa in opera,
attorno alla tubazione, di appositi collari distanziatori realizzati in polietilene ad alta
densità (PEAD) o, per i tratti di maggiore lunghezza (≥ 200 m), di malte
poliuretaniche che hanno la duplice funzione di isolare elettricamente il tubo ed
impedire che, durante le operazioni di infilaggio, avvengano danneggiamenti al
rivestimento della condotta. A causa dei limitati spazi residui interni tra la condotta
e il tunnel, il montaggio della condotta verrà, infatti, predisposto completamente
all’esterno; in particolare, in corrispondenza di aree opportunamente attrezzate,
verranno saldate le barre di tubazione (in genere, due o tre per volta), quindi si
provvederà progressivamente ad inserirle nel tunnel mediante opportuni dispositivi
di traino e/o spinta e l’esecuzione delle saldature di collegamento tra i vari
tronconi. Al termine delle operazioni di infilaggio della condotta, si provvederà ad
intasare con idonee miscele cementizie l’intercapedine tra la tubazione ed il
rivestimento interno del minitunnel ed a ripristinare gli imbocchi e le aree di lavoro
nelle condizioni esistenti prima dei lavori. La quasi totalità del materiale di risulta
dello scavo sarà riutilizzato per eseguire l’intasamento dei microtunnel, l’eventuale
parte in eccedenza sarà riutilizzato come materiale da impiegare nella formazione
del letto di posa della condotta;
nel caso dei pozzi inclinati, si provvede alla saldatura delle singole barre di
tubazione all’estremità superiore del pozzo, procedendo a calare via via la colonna
munita dei collari distanziatori realizzati in PEAD dall’alto. Al termine delle
operazioni di infilaggio della condotta, si provvederà, come per i microtunnel, ad
intasare con idonee miscele cementizie l’intercapedine tra la tubazione ed il
rivestimento interno del pozzo ed a ripristinare l’imbocco nelle condizioni esistenti
prima dei lavori;
nelle gallerie, la condotta, viene posata direttamente sul pavimento ed il suo
montaggio potrà avvenire, in funzione delle scelte operative di costruzione, o
mediante la medesima tecnica utilizzata per i microtunnel, ossia prevedendo il preassemblaggio delle tubazioni all’esterno del tunnel e loro infilaggio mediante
opportuni sistemi di traino, oppure operando direttamente all’interno del tunnel
grazie alla disponibilità di spazi sufficienti a svolgere le operazioni di montaggio. In
quest’ultimo caso, le barre di tubo verranno portate, una per volta, all’interno della
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Fg. 221 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
galleria con l’utilizzo di appositi dispositivi di sollevamento-movimentazione.
Analogamente a quanto previsto per i microtunnel, si procederà, infine al completo
intasamento del cavo, riutilizzando il materiale di risulta dello scavo. Eventuali
eccedenze del materiale di risulta saranno conferite in esistenti discariche
autorizzate.
Tab. 5.1/M: Tunnel
Progr.
(km) (°)
Comune
Denominazione
Lung.
(m)
Rif. Disegni
tipologici
Accesso agli imbocchi
33,045
35,825
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Mulazzo
Pontremoli
Autostrada A15
pista provvisoria e
Parma-La Spezia 255
LC-D-83350
adeguamento strade
(1° attrav.)
esistenti
Autostrada A15
pista provvisoria e
Parma-La Spezia 300
LC-D-83350
adeguamento strade
(2° attrav.)
esistenti
pista provvisoria e
C. di Lucchino
205
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
pista provvisoria e
Piano di Valle
285
LC-D-83351
adeguamento strada
esistente
pista provvisoria e
Grondola
520
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
Borgo Val di Taro
pista provvisoria e
Il Palazzo
465
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
Albareto
Borgo Val di Taro
pista provvisoria e
C. Risposo
315
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
Albareto
pista provvisoria e
Ponte Ingegna
315
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
Compiano
Borgo Val di Taro
38,200
Borgo Val di Taro
0,000
1,040
2,100
5,470
8,210
9,450
13,200
20,670
24,790
26,475
28,960
29,030
29,105
32,535
(°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Fg. 222 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/M: Tunnel (seguito)
Progr.
(km) (°)
Comune
Denominazione
Lung.
(m)
Rif. Disegni
tipologici
Accesso agli imbocchi
41,120
41,155
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Compiano
pista provvisoria e
Monte Zucchero
3550
LC-D-83352
adeguamento strada
esistente
Bardi
Compiano
42,230
42,550
Bardi
Compiano
38,230
38,480
Rio di
Sbalanzone
145
LC-D-83350
43,785
Loc. La Casa
190
LC-D-83350
53,810
Monte Crodolo
380
LC-D-83350
56,955
Groppo di Gora
915
+
275
LC-D-83350
LC-D-83352
pista provvisoria e
adeguamento strada
esistente
615
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
635
LC-D-83350
adeguamento strada
esistente
230
LC-D-83351
pista provvisoria e
adeguamento strada
esistente
43,350
43,500
Bardi
57,155
57,185
Morfasso
Bardi
65,925
67,005
Morfasso - Bore
Morfasso
67,300
Monte Cornale
67,520
67,760
Bore
Bore - Vernasca
69,210
69,260
Bore
Vernasca
69,325
69,825
70,285
73,985
adeguamento strada
esistente
Monte Costaccia
adeguamento strada
esistente
pista provvisoria e
adeguamento strada
esistente
Bore - Vernasca
Vernasca
Cà Sarzin
(°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Fg. 223 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 5.1/M: Tunnel (seguito)
Progr.
(km) (°)
74,380
75,290
76,330
78,955
79,975
82,190
83,115
89,210
83,280
93,715
97,975
Comune
Denominazione
Lung.
(m)
Rif. Disegni
tipologici
Accesso agli imbocchi
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto
Morfasso
adeguamento strada
Gazzola
685
LC-D-83350
esistente
pista provvisoria,
Lago di Mignano
2735
LC-D-83352
adeguamento strada
esistente
Vernasca
adeguamento strada
Mocomero
355
LC-D-83350
esistente
Cà Vincini
235
LC-D-83350
Lugagnano Val d’Arda
Castell’Arquato
pista provvisoria e
Madonna del
520
LC-D-83350
adeguamento strada
Piano
esistente
Carpaneto Piacentino
Fiorenzuola d'Arda
195,145 Fiorenzuola d'Arda
105,950 Cortemaggiore
(°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas)
5.1.12
Realizzazione degli impianti
La realizzazione degli impianti di linea consiste nel montaggio delle valvole, dei relativi
bypass e dei diversi apparati che li compongono (attuatori, apparecchiature di
controllo, ecc.). Le valvole sono quindi messe in opera completamente interrate (vedi
foto 5.1/N), ad esclusione dello stelo di manovra (apertura e chiusura della valvola).
Al termine dei lavori si procede al collaudo ed al collegamento dei sistemi alla linea.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Foto 5.1/N:
5.1.13
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 224 di 489
Rev.
0
Impianto di intercettazione di linea (PIL)
Collaudo idraulico, collegamento e controllo della condotta
A condotta completamente posata e collegata si procede al collaudo idraulico che è
eseguito riempiendo la tubazione di acqua e pressurizzandola ad almeno 1,3 volte la
pressione massima di esercizio, per una durata di 48 ore.
Le fasi di riempimento e svuotamento dell’acqua del collaudo idraulico sono eseguite
utilizzando idonei dispositivi, comunemente denominati “pig”, che vengono impiegati
anche per operazioni di pulizia e messa in esercizio della condotta.
Queste attività sono svolte suddividendo la linea per tronchi di collaudo. Ad esito
positivo dei collaudi idraulici e dopo aver svuotato l’acqua di riempimento, i vari tratti
collaudati vengono collegati tra loro mediante saldatura controllata con sistemi non
distruttivi.
Al termine delle operazioni di collaudo idraulico e dopo aver proceduto al rinterro della
condotta, si esegue un ulteriore controllo dell’integrità del rivestimento della stessa.
Tale controllo è eseguito utilizzando opportuni sistemi di misura del flusso di corrente
dalla superficie topografica del suolo.
5.1.14
Esecuzione dei ripristini
La fase consiste in tutte le operazioni necessarie a riportare l’ambiente allo stato
preesistente i lavori.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 225 di 489
Rev.
0
Al termine delle fasi di montaggio, collaudo e collegamento si procede a realizzare gli
interventi di ripristino.
Le opere di ripristino previste (vedi Sez. II - Cap. 8) possono essere raggruppate nelle
seguenti due tipologie principali:
-
Ripristini geomorfologici
Si tratta di opere ed interventi mirati alla sistemazione dei tratti di maggiore
acclività, alla sistemazione e protezione delle sponde dei corsi d’acqua
attraversati, al ripristino di strade e servizi interferiti dal tracciato ecc..
-
Ripristini vegetazionali
Tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale
preesistente i lavori nelle zone con vegetazione naturale. Le aree agricole saranno
ripristinate al fine di restituire l’originaria fertilità.
Nei tratti in cui la tubazione DN 750 (30") in dismissione si trova in stretto parallelismo
alla nuova condotta DN 900 (36"), i lavori di ripristino, riguardando l'area di passaggio
utilizzata sia per la messa in opera di questa condotta che per la rimozione della prima,
si svolgeranno al termine di quest'ultima attività.
5.2
Dismissione della condotta esistente
La dismissione del metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")", inteso
come struttura di trasporto del gas naturale alle linee di allacciamento delle diverse
utenze del bacino tosco-emiliano dallo stesso derivate, si esplica, come già anticipato
(vedi cap. 2, Sez. I, "Quadro di riferimento programmatico") attraverso la messa fuori
esercizio e totale rimozione di due lunghi tratti della condotta esistente e delle linee
secondarie che si diramano dagli stessi.
In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture di trasporto non interrompibili
quali linee ferroviarie, autostrade, strade statali e provinciali a traffico intenso e di
adiacenti canali, in considerazione che la tubazione è generalmente messa in opera
con tubo di protezione, si provvederà a rimuovere la condotta in dismissione lasciando
solo il tubo di protezione opportunamente inertizzato.
L'elenco di tali attraversamenti di infrastrutture, congiuntamente a quelli di tutti i corsi
d'acqua, è fornito nella tabella 5.2/B (vedi par. 5.2.5).
La rimozione dell'esistente tubazione DN 750 (30"), analogamente alla messa in opera
di una nuova condotta, prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che
permettono di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto,
avanzando progressivamente nel territorio.
Dopo l’interruzione del flusso del gas ottenuto attraverso la chiusura delle successive
valvole d’intercettazione (PIL e PIDI) a monte ed a valle dei diversi tratti in dismissione
e la depressurizzazione degli stessi, le operazioni di rimozione della condotta si
articolano in una serie di attività analoghe a quelle necessarie alla messa in opera di
una nuova tubazione e prevedono:
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
•
•
•
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 226 di 489
Rev.
0
apertura dell'area di passaggio;
scavo della trincea;
sezionamento della condotta nella trincea;
rimozione della stessa condotta;
smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d'acqua;
messa in opera di fondelli e inertizzazione dei tratti di tubazione di protezione;
smantellamento degli impianti;
rinterro della trincea;
esecuzione ripristini.
Al fine di garantire l'approvvigionamento di gas alle utenze servite, i lavori di rimozione
delle tubazioni esistenti (metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" e
delle linee secondarie connesse alla dismissione dello stesso) saranno effettuati per
tratti funzionali successivamente alla messa in opera della nuova condotta DN 900
(36") e delle linee secondarie ad essa connesse.
In corrispondenza dei tratti dove la nuova condotta è posta in stretto parallelismo
(10 m) alla tubazione in dismissione, dette attività verranno, in gran parte, ad insistere
sulle aree di cantiere utilizzate per la messa in opera della stessa e, solo nei segmenti
in cui si registra una divergenza significativa tra le due tubazioni, comporteranno
l'occupazione temporanea di ulteriori aree.
5.2.1
Apertura dell’area di passaggio
Le operazioni di scavo della trincea e di rimozione della tubazione richiederanno, in
corrispondenza dei tratti di scostamento tra la stessa ed il tracciato della nuova
condotta, l’apertura di una pista di lavoro analoga all' “area di passaggio” prevista per
la messa in opera di quest'ultima.
Ove la tubazione esistente è posta in stretto parallelismo alla nuova condotta, le attività
di rimozione della tubazione DN 750 (30") saranno effettuate nell'ambito delle fasce di
lavoro previste per la messa in opera della stessa nuova condotta (vedi par. 5.1.2).
La larghezza della fascia di lavoro per la rimozione della sola tubazione DN 750 (30")
nei tratti ove la stessa viene a divergere significativamente dal tracciato della nuova
condotta, sarà pari a 16 m (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83303).
In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture (strade, metanodotti in
esercizio, ecc.), di corsi d’acqua e di aree particolari (imbocchi tunnel, impianti di linea),
l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore al valore di 16 m sopra riportato per
evidenti esigenze di carattere esecutivo ed operativo, legate al maggiore volume di
terreno da movimentare.
L’ubicazione dei tratti in cui si renderà necessario l’ampliamento della fascia di lavoro è
riportata nell’allegato grafico (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato di
Progetto”- tav. 1/A÷33/A), mentre la stima delle relative superfici interessate è riportata
nella tabella seguente (vedi tab. 5.2/A).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 227 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio
Progressiva
Superf.
Comune
Località/motivazione
(km)
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
0,000
Mulazzo
0,165-0,195
Ponte del Carrara\Attravers. autostrada
800
0,590-0,645
C.Coriana\Attravers. corso d’Acqua
1000
1,180-1,215
Villa Ghelfi\Attravers. T. Teglia
1000
1,215
Pontremoli
1,215-1,255
Villa Ghelfi\Attravers. T. Teglia
1000
1,310-1,375
Ponte Teglia\Attravers. SP n. 31
800
2,225-2,295
Noveleto\Attravers. Rio del Pino
2000
5,180-5,210
Groppo Montone\Attravers. Autostrada A15
500
5,260-5,290
Groppo Montone\Attravers. Autostrada A15
500
5,945-5,995
La Buffina\Attravers. corso d’Acqua
500
6,350-6,410
L’Orto di Andrea\Attravers. Fosso della Borghesa
1000
7,930-7,980
Ca di Barbetta\Attravers. SP n. 63
1000
8,390-8,445
La Polveriera\Attravers. T. Verde
2000
9,820-9,925
Vaderze\Attravers. Fosso Bruttomoro
2000
12,345-12,405
Grondola\Attravers. Fosso della Selva
1000
12,725-12,795
Biancolino\Attravers. SP n. 39
2000
17,695-17,720
Ricorvo\Attravers. strada comunale
500
17,845-17,870
Borra dei Preti\Attravers. strada comunale
500
17,955-17,995
Borra dei Preti\Attravers. strada comunale
500
Monte dei Forni\Attravers. strada com. e Fosso della
18,080-18,155
1000
Bodiga
18,775
Borgo Val di Taro
19,450-19,475
Monte dei Forni\Atravers. strada
300
19,790-19,820
La Barca\Attravers. Corso d’acqua
1000
20,205-20,280
La Barca\Attravers. SP “del Bratello”
1500
20,890-21,005
Volleto\Attravers. T. Tarodine
2000
21,040-21,090
Volleto\Attravers. SP n. 20
800
23,495
Albareto
24,935-24,960
Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale
800
25,200-25,230
Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale
800
25,345-25,380
Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale
800
25,775-25,805
Casello\Attravers. SP ex SS n. 523
1000
25,980-26,040
Palazzo Brugné\Attrav. Rio Uccellacchia
1500
26,310-26,355
Palazzo Brugné\Smantellamento impianti
2000
27,455-27,490
Coppassa\Attravers. SP ex SS n. 523
500
27,695-27,750
Coppassa\Attravers. SP ex SS n. 523
1000
28,035-28,065
Scuola\Attraversamento strada comunale
500
28,140-28,310
Casa Bertorella\Attravers. F. Taro
10000
29,100-29,155
Ponte Ingegna\Attravers. T. Ingegna
1000
29,155
Compiano
29,155-29,260
Ponte Ingegna\Attravers. T. Ingegna
3000
29,305-29,330
Ponte Ingegna\Smantellamento impianto
800
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 228 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
Superf.
Comune
Località/motivazione
(km)
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Compiano
31,790-31,870
Ronco Desiderio\Attravers. corso d’Acqua
1500
33,025-33,220
Strela \Attravers. strada comunale
4000
33,655-33,715
Fornelli\Attravers. strada
1500
34,130-34,185
Fornelli\Attravers. strada comunale
800
35,790-35,845
Cappella Carpano\Attravers. SP “Compiano”
800
37,225-37,265
Costa della Colla\Attravers. strada comunale
800
37,430-37,530
Costa della Colla\Attravers. SP “Compiano”
1500
41,440
Bardi
43,160-43,210
Ghiaia\Attravers. SP “Compiano”
800
43,370-43,415
Ghiaia\Attravers. SP “Compiano”
800
44,560-44,765
Credarola\Attravers. T. Toncina
3000
46,075-46,280
I Belli\Attravers. T. Ceno
5000
47,175-47,225
Vischeto di Qua\Attravers. SP ex SS n. 359
800
48,180-48,230
Monticelli\Attravers. Rio di Vischeto
1000
48,580-48,660
Peschiera\Attravers. SP “di Boccolo”
800
50,395-50,435
Bosco di Badino\Attravers. strada
800
51,410-51,480
Piana di Gazzo\Percorrenza strada
1000
51,560-52,170
Gazzo\Rimozione condotta in area in dissesto
15000
52,585-52,805
Ca di Con\Attravers. Rio Corsenna di Gazzo
4000
52,915-52,970
Corsenna\Attravers. Rio della Cà di Con
1000
53,220-53,255
Corsenna\Attravers. strada “Groppo di Gora”
800
Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km)
61,730
Morfasso
Chiavarini\Rimozione condotta in prossimità di un
62,045-62,195
1000
incisione
62,950-63,010
Malvisotti\Attravers. Rio degli Orsoloni
500
63,130-63,185
Malvisotti\Attrav. strada comunale
500
64,900-64,970
San Michele\Attravers. strada comunale
1000
65,795-65,860
Val Chero\Attravers. SP “di Val di Chero”
1000
66,055-66,105
C. Pianelli\Attravers. corso d’acqua
500
66,570-66,630
Molino Pedrini\Attravers. Rio delle Castagne Buse
800
66,790-66,820
Boschetto\Attravers. Rio Cadilacqua
400
66,820
Lugagnano Val d’Arda
66,820-66,850
Boschetto\Attravers. Rio Cadilacqua
400
67,220-67,280
Val Chero\Attravers. SP “di Val di Chero”
700
67,760
Morfasso
67,845-67,885
Minetta\Attravers. strada comunale
500
68,150-68,185
Minetta\Attravers. Rio Freddo
400
68,185
Lugagnano Val d’Arda
68,185-68,205
Minetta\Attravers. Rio Freddo
400
68,535-68,620
La Villa\Attraversamento SP “di Val di Chero”
800
68,995-69,035
Le Quercie\Attravers. SP “di Velleia”
500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 229 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito)
Progressiva
Superf.
Comune
Località/motivazione
(km)
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Lugagnano Val d’Arda
69,150-69,235
Osteria\Attravers. strada comunale
1000
69,360-69,405
Palazzo\Attravers. SP “di Velleia”
500
69,655-69,775
Velleia\Attravers. SP “di Velleia”rada
1500
70,015-70,145
Velleia\Attravers. SP “di Velleia”
2000
70,565-70,620
Mulino Angiolino\Attravers. Rio Rugarlo
800
70,875-71,020
Cà Nuova\Attravers. SP “di Val di Chero”
4000
71,370-71,415
Lacereto\Attravers. corso d’acqua
600
71,835-71,905
C. Tagliata\Attravers. Rio Riballo
700
72,210-72,270
La Stalla\Attravers. strada
700
72,330-72,385
C. Chero\Attravers. strada
500
72,890-72,970
Ponte i due sassi\Attravers. strada comunale
1000
73,515-73,755
Cantarini\Percorrenza alveo T. Chero
4000
73,990-74,025
I Ronchi\Attravers. corso d’acqua
500
74,420-74,780
C. dei Barilli\Percorrenza alveo T. Chero
6000
C. Castellaro\Attraversamento Rio del Bosco
75,025-75,070
700
Comune
75,465-75,530
Bianchi\Attravers. corso d’acqua
1000
75,955-76,000
C.Fornaci\Attraversamento Rio dei Lubbioni
500
76,060-76,140
C.Fornaci\Smantellamento impianto
5000
77,105-77,140
M.Guarnieri\Attravers. strada
800
77,320-77,405
Le Baracche\Attravers. T. Chero
3000
77,405
Carpaneto Piacentino
77,405-77,510
Le Baracche\Attravers. T. Chero
3000
80,005-80,030
Il Palazzo\Attravers. strada comunale
800
80,205-80,245
Il Palazzo\Attraversamento corso d’acqua
800
88,220
Fiorenzuola d’Arda
89,725
Cadeo
89,870
Fiorenzuola d’Arda
89,900
Cadeo
91,055
Fiorenzuola d’Arda
94,310-94,350
C.Ramella\Attravers. Autostrada A1
1000
94,400-94,425
C.Ramella\Attravers. Autostrada A1
800
94,570-94,635
Casanuova\Attravers. linea ferroviaria TAV
800
94,710-94,745
Casanuova\ Attravers. linea ferroviaria TAV
800
95,095
Cortemaggiore
95,400
Fiorenzuola d’Arda
96,170
Cortemaggiore
96,505-96,535
Trovacona\Attravers. autostrada A1-A22
500
96,585-96,615
Trovacona\Attravers. autostrada A1-A22
500
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
5.2.2
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 230 di 489
Rev.
0
Scavo della trincea
Lo scavo destinato a portare a giorno la tubazione da rimuovere sarà aperto con
l’utilizzo di escavatori.
Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo
la fascia di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della trincea. Tale
operazione sarà eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale di risulta
con lo strato humico accantonato, nella fase di apertura dell’area di passaggio.
Durante lo scavo si provvederà a rimuovere il nastro di avvertimento.
5.2.3
Sezionamento della condotta nella trincea
Al fine di rimuovere la tubazione dalla trincea si procederà a tagliare la stessa in
spezzoni di lunghezza adeguata con l'impiego di idonei dispositivi.
È previsto l’utilizzo di escavatori per il sollevamento della colonna.
5.2.4
Rimozione della condotta
Gli spezzoni di tubazione sezionati nella trincea saranno sollevati e momentaneamente
posati lungo l'area di passaggio al fianco della trincea per consentire il taglio in misura
idonea al trasporto.
5.2.5
Smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d'acqua
Lo smantellamento delle condotte esistenti in rimozione negli attraversamenti di corsi
d’acqua ed infrastrutture è anch’esso realizzato con piccoli cantieri, che operano
contestualmente allo smantellamento della linea.
Le metodologie operative si differenziano in base alla metodologia adottata in fase di
realizzazione dell'attraversamento; in sintesi, le operazioni di smantellamento si
differenziano per:
• attraversamenti privi di tubo di protezione;
• attraversamenti con tubo di protezione.
Attraversamenti privi di tubo di protezione
Lo smantellamento è realizzato, per mezzo di scavo a cielo aperto, in corrispondenza
di corsi d’acqua non arginati e, ove la condotta è stata posata per mezzo di scavo della
trincea a cielo aperto, generalmente di strade comunali e campestri.
Attraversamenti con tubo di protezione
Lo smantellamento degli attraversamenti di ferrovie, strade statali, strade provinciali, di
particolari servizi interrati (collettori fognari, ecc.) e, in alcuni casi, di collettori in cls
realizzati con tubo di protezione, prevedono lo sfilaggio della tubazione dal tubo di
protezione e la successiva inertizzazione dello stesso con le modalità sintetizzate al
paragrafo seguente (vedi par. 5.2.6).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 231 di 489
Rev.
0
Le modalità di rimozione dell'esistente condotta in corrispondenza dei maggiori corsi
d'acqua e delle principali infrastrutture viarie sono evidenziate nella seguente tabella
(vedi tab. 5.2/B).
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
0,000
Mulazzo
Sfilaggio condotta e
0,145
Autostrada A15
inertizzazione del tubo
di protezione
0,285
T. Carrara
Scavo a cielo aperto
Fosso Senza
0,615
Scavo a cielo aperto
Nome
1,215
T. Teglia
Scavo a cielo aperto
1,215
Pontremoli
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
1,345
SP n. 31
di protezione
Scavo a cielo aperto
2,265
Rio del Pino
Scavo a cielo aperto
2,905
Rio del Pino
Scavo a cielo aperto
3,045
Rio della Gazzola
Scavo a cielo aperto
3,505
Strada comunale
Canale Della
Scavo a cielo aperto
3,750
Negrola
Scavo a cielo aperto
4,255
Fosso d’Orsola
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
4,950
SP n. 36
di protezione
Scavo a cielo aperto
4,985
T. Gordana
Scavo a cielo aperto
5,090
Strada comunale
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
5,240
Autostrada A15
di protezione
Scavo a cielo aperto
5,475
Fosso del Gatto
5,845
Fosso Senza
Scavo a cielo aperto
Nome
Fosso della
Scavo a cielo aperto
6,255
Borghesa
6,365
Fosso della
Scavo a cielo aperto
Michela
Scavo a cielo aperto
6,800
Fosso della Piana
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
6,830
SP n. 37
di protezione
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 232 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Pontremoli
Sfilaggio condotta e
Linea Ferroviaria
inertizzazione del tubo
7,290
"Parma-La Spezia"
di protezione
Scavo
a cielo aperto
7,320
Fosso dell’Ardoglia
Scavo a cielo aperto
7,615
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
7,770
Strada comunale
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
7,955
SP n. 63
di protezione
Scavo a cielo aperto
8,410
T. Verde
Fosso della
Scavo a cielo aperto
8,785
Pelliccia
Scavo a cielo aperto
9,875
Fosso Bruttomoro
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
10,960
Autostrada A15
di protezione
Scavo a cielo aperto
12,370
Fosso della Selva
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
12,695
SP n. 39
di protezione
Fosso del
Scavo a cielo aperto
13,120
Dardagneto
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
13,285
SP n. 39
di protezione
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
14,205
SP n. 63
di protezione
Scavo a cielo aperto
14,280
T. Verdesina
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
14,360
SP n. 63
di protezione
14,620
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
15,960
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
16,015-16,610
(percorrenza)
16,835
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
17,010
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
17,710
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
17,855
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
17,925
Fosso della Bodiga
Scavo a cielo aperto
17,980
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 233 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
18,775
Borgo Val di Taro
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
20,240
SP n. 20
di protezione
20,935
T. Tarodine
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
SP n. 20
inertizzazione del tubo
21,055
"del Fratello"
di protezione
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
22,415
"Rovinaglia"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
22,695
"delle Stabielle"
Scavo a cielo aperto
22,705
Rio delle Piane
Scavo a cielo aperto
23,065
Canale Riccò
Scavo a cielo aperto
23,495
Rio di Farneto
23,495
Albareto
Scavo a cielo aperto
23,695
Rio del Lupo
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
24,945
"Gotra-Buzzo"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
25,365
"Gotra-Buzzo"
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
25,780
SP ex SS n. 523
di protezione
Scavo a cielo aperto
25,940
Rio Uccellecchia
Scavo a cielo aperto
26,725
T. Gotra
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
27,495
SP ex SS n. 523
di protezione
Sfilaggio condotta e
inertizzazione del tubo
27,710
SP ex SS n. 523
di protezione
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
28,040
"da Pieve di Campi
a Bertorella"
Scavo a cielo aperto
28,200
F. Taro
Sfilaggio condotta e
28,595
SP n. 3
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
28,785
"della Costa dei
Rossi"
Scavo a cielo aperto
29,155
T. Ingegna
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 234 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
29,155
Compiano
Scavo a cielo aperto
30,390
Rio Roffasa
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
31,445
"di Cacigolara"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
33,200
"Strela - Scanabecco"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
34,150
"Fornelli - Caboara"
Sfilaggio condotta e
35,820
SP Compiano
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
37,235
"Monte Pelpi"
Sfilaggio condotta e
37,450
SP "Compiano"
inertizzazione del tubo
di protezione
Scavo a cielo aperto
37,500
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
38,050
Rio della Colla
Scavo a cielo aperto
40,530
Rio del Roncazzo
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
40,615-41,090
"dei Scappini"
(percorrenza)
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
41,295-41,440
"dei Scappini
"(percorrenza)
41,440
Bardi
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
41,440-41,450
"dei Scappini"
(percorrenza)
Scavo a cielo aperto
41,450
Rio di Sbalanzone
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
41,450-42,180
"dei Scappini
"(percorrenza)
Scavo a cielo aperto
42,180
Rio della Valle
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
42,180-42,220
"dei Scappini"
(percorrenza)
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
42,235-42,380
"Toncina-Sidolo"
(percorrenza)
Scavo a cielo aperto
42,380
Rio di Caprile
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 235 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Bardi
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
42,380-42,440
"Toncina-Sidolo"
(percorrenza)
Fosso Senza
Scavo a cielo aperto
43,070
Nome
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
43,115
"Toncina - Sidolo"
Sfilaggio condotta e
43,185
SP "di Compiano"
inertizzazione del tubo
di protezione
43,315
Rio della Casazza
Sfilaggio condotta e
43,350
SP "di Compiano"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
43,390
SP "di Compiano"
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
43,695
Scavo a cielo aperto
"Valtoncina-Lezzara"
Rio dello
43,910
Scavo a cielo aperto
Sgaratosso
44,140
T. Toncina
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
45,815
SP "di Compiano"
inertizzazione del tubo
di protezione
46,100
Rio Grande
Scavo a cielo aperto
46,160
T. Ceno
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
47,195
SP ex. SS n. 359
inertizzazione del tubo
di protezione
48,205
Rio Vischetto
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
48,620
SP "di Boccolo"
inertizzazione del tubo
di protezione
50,015
Rio di Costabella
Scavo a cielo aperto
51,585
Rio dei Competti
Scavo a cielo aperto
51,890
Rio del Cagnetto
Scavo a cielo aperto
Rio della
52,115
Scavo a cielo aperto
Rocchetta
Rio Corsenna di
52,730
Scavo a cielo aperto
Gazzo
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 236 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Bardi
Rio della Ca di
52,945
Scavo a cielo aperto
Con
53,210
Rio della Lubbia
Scavo a cielo aperto
Strada "Groppo di
53,230
Scavo a cielo aperto
Gora"
Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km)
61,730
Morfasso
62,975
Rio degli Orsoloni
Scavo a cielo aperto
Strada comunale
63,155
Scavo a cielo aperto
"dei Tiramani"
Strada "di Casa delle
64,955
Scavo a cielo aperto
Donne"
Sfilaggio condotta e
65,820
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
Rio delle Castagne
66,595
Scavo a cielo aperto
Buse
66,815
Rio Cadilacqua
Scavo a cielo aperto
66,820
Lugagnano Val d’Arda
Sfilaggio condotta e
67,255
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
67,760
Morfasso
68,180
Rio Freddo
Scavo a cielo aperto
68,185
Lugagnano Val d’Arda
68,555
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
68,595
SP "di Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
69,010
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
69,275
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
69,385
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
69,675
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 237 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Lugagnano Val d’Arda
Sfilaggio condotta e
69,735
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
70,035
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
70,085
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
70,130
SP "di Velleia"
inertizzazione del tubo
di protezione
70,590
Rio Rugarlo
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
70,980
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
71,870
Rio del Ribello
Scavo a cielo aperto
72,500
Rio del Bestucchi
Scavo a cielo aperto
Strada comunale
72,910
Scavo a cielo aperto
"Lombardelli"
72,950
Rio delle Vigne
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
73,530
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
73,740
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
Sfilaggio condotta e
74,435
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
T. Chero
74,460-74,740
Scavo a cielo aperto
(percorrenza)
Sfilaggio condotta e
74,770
SP "Val Chero"
inertizzazione del tubo
di protezione
Rio del Bosco
75,045
Scavo a cielo aperto
Comune
75,975
Rio dei Lubbioni
Scavo a cielo aperto
77,405
T. Chero
Scavo a cielo aperto
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 238 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
77,405
Carpaneto Piacentino
78,860
Rio della Chiesa
Scavo a cielo aperto
79,495
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
79,675
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
80,010
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
81,525
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
82,095
T. Chero
Scavo a cielo aperto
Strada comunale
82,585
Scavo a cielo aperto
"di Travazzano"
Strada comunale
83,745
Scavo a cielo aperto
"della Modana"
84,585
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
85,475
SP n. 6
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
85,875
"Caminata"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
86,620
"di S. Protaso"
88,220
Fiorenzuola d’Arda
Sfilaggio condotta e
88,275
SP n. 6
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale.
Scavo a cielo aperto
88,570
"di Fontana Fredda"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
88,640
"di Fontana Fredda"
Strada comunale
Scavo a cielo aperto
88,855
"di Fontana Fredda"
89,650
T. Chiavenna
Scavo a cielo aperto
89,725
Cadeo
89,870
Fiorenzuola d’Arda
89,890
Canale S. Protaso
Scavo a cielo aperto
89,900
Cadeo
Strada comunale
91,030
Scavo a cielo aperto
"della Pelosa"
91,055
Fiorenzuola d’Arda
Sfilaggio condotta e
91,840
SS n. 9
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
92,045
Scavo a cielo aperto
"Casa Russa"
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 239 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza
delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito)
Progr.
(km)
Comune
Corsi d’acqua
Infrastrutture di
trasporto
Modalità operativa
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Fiorenzuola d’Arda
Sfilaggio condotta e
Linea Ferroviaria
92,215
inertizzazione del tubo
"Milano-Bologna"
di protezione
Strada comunale
92,825
" Vecchia Rio
Scavo a cielo aperto
Mezzano"
Strada comunale di
93,265
Scavo a cielo aperto
"Rio Mezzano"
Strada comunale
93,835
Scavo a cielo aperto
"di Paullo"
Sfilaggio condotta e
94,370
Autostrada A1
inertizzazione del tubo
di protezione
Strada comunale
94,605
Scavo a cielo aperto
"di Paullo"
Sfilaggio condotta e
Linea ferroviaria
94,660
inertizzazione del tubo
T.A.V.
di protezione
95,095
Cortemaggiore
95,400
Fiorenzuola d’Arda
96,170
Cortemaggiore
96,170
Rio Mezzano
Scavo a cielo aperto
Sfilaggio condotta e
96,560
Autostrada A1-A21 inertizzazione del tubo
di protezione
5.2.6
Messa in opera di fondelli ed inertizzazione dei tratti di tubo di protezione
L'inertizzazione dei segmenti di tubazione, rappresentati esclusivamente dal tubo di
protezione DN 900 (36") che sarà lasciato in sito, ove presente, presso infrastrutture
viarie e canalizzazioni importanti, è realizzato con piccoli cantieri, che operano
contestualmente allo smantellamento della linea.
Detti segmenti di tubazione saranno inertizzati, in funzione della lunghezza, con
l'impiego di opportuni conglomerati cementizi a bassa resistenza meccanica o con
miscele bentonitiche, eseguendo le seguenti operazioni:
• installazione di uno sfiato in corrispondenza della generatrice superiore della
tubazione ad una delle estremità del segmento della stessa da inertizzare, per
consentire la fuoriuscita dell'aria ed il completo riempimento del cavo;
• saldatura, in corrispondenza di detta estremità di un fondello costituito da un piatto
di acciaio di diametro pari al diametro esterno della stessa tubazione;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
•
•
5.2.7
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 240 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
0
saldatura dalla parte opposta di un fondello munito di apposite bocche di iniezione
della miscela cementizia;
confezionamento della miscela cementizia e pompaggio controllato in pressione
con l'ausilio di idonee attrezzature sino a completo intasamento del segmento di
tubazione in oggetto;
taglio dello sfiato e delle bocche di iniezione e sigillatura delle aperture per mezzo
di saldatura di appositi tappi di acciaio.
Smantellamento degli impianti
Lo smantellamento degli impianti di linea consiste nello smontaggio delle valvole, dei
relativi bypass e dei diversi apparati che li compongono (apparecchiature di controllo,
ecc.) nonché nello smantellamento dei basamenti delle valvole in c.a. (vedi tab. 5.2/C).
Tab. 5.2/C: Ubicazione degli impianti di linea da smantellare
Progr.
(km)
Comune
Località
Impianto
Sup.
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
0,000
Mulazzo
Punto di
0,000
Mulazzo
lancio/ricevimento pig
1,215
Pontremoli
5,895
Bronzone
PIDS n. 45840/7Q
20
6,925
La Piana
PIDI n. 45840/8
215
7,410
Martinelli di sotto
PIDI n. 45840/10
220
13,620
Campolungo
PIDI n. 45840/13
30
18,775
Borgo Val di Taro
Punto di
22,775
Stabielle
lancio/ricevimento pig
5708
n. 45840/17
23,495
Albareto
25,910
Casello
PIDS n. 4102172/1
12
26,310
Case Brugné
PIDS senza numero
20
26,335
Palazzo Case Brugné
PIDI n. 45840/18
170
29,155
Compiano
29,320
Ponte Ingegna
PIDS n. 4103032/1
14
33,960
Fornella
PIL n. 45840/21
80
41,440
Bardi
42,160
Rio della Valle
PIL n. 45840/24
280
47,200
Vischeto di Qua
PIDS n. 4102976/1
20
48,490
Rio di Verrazza
PIDS n. 4140547/1
200
51,775
Piana di Gazzo
PIL n 45480/27
200
Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 241 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 5.2/C: Ubicazione degli impianti di linea da smantellare (seguito)
Progr.
(km)
61,730
66,820
67,760
68,185
68,230
72,135
76,090
77,405
81,950
86,605
88,220
89,725
89,870
89,900
91,055
92,005
92,635
94,165
94,705
95,095
95,400
96,170
97,515
5.2.9
Comune
Località
Impianto
Sup.
(m2)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione
Morfasso
Lugagnano Val d’Arda
Morfasso
Lugagnano Val d’Arda
Carignone
PIL n. 45840/33
200
La Stalla
PIDS n. 4100598/1
15
C. Fornaci
PIDI n. 45840/35
1430
Carpaneto Piacentino
Luogo del Chero
PIL n. 45840/36
260
PIDS n. 4140515/1Mulino delle Assi
32
4103826/1
Fiorenzuola d’Arda
Cadeo
Fiorenzuola d’Arda
Cadeo
Fiorenzuola d’Arda
S. Giacomo Piccolo
PIDI n. 45840/37
270
Case Basse
PIL n. 45840/39
270
C. Romella
PIL n. 45840/40
270
Malcantone
PIL n. 45840/41
270
Cortemaggiore
Fiorenzuola d’Arda
Cortemaggiore
Punto di
Cortemaggiore
lancio/ricevimento pig
Rinterro della trincea
La trincea sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta accantonato lungo
l’area di passaggio all’atto dello scavo della trincea e con materiale inerte con
caratteristiche granulometriche affini a quelle dei terreni circostanti la
trincea, acquistato sul mercato da cave autorizzate in prossimità del tracciato.
A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla
superficie il terreno vegetale accantonato.
5.2.10
Esecuzione dei ripristini
La fase, analogamente a quanto già indicato per la messa in opera della nuova
condotta, consiste in tutte le operazioni necessarie a riportare l’ambiente allo stato
preesistente i lavori.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 242 di 489
Rev.
0
Nei tratti in cui la tubazione DN 750 (30") in dismissione si trova in stretto parallelismo
alla nuova condotta DN 900 (36"), i lavori di ripristino, riguardando la medesima area di
passaggio, si svolgeranno al termine della rimozione della condotta posta fuori
esercizio.
Al termine delle fasi di rimozione della condotta, si procede, pertanto, a realizzare gli
interventi di ripristino, che nel caso in oggetto consistono in:
Ripristini geomorfologici
Si tratta di opere del tutto analoghe alle opere complementari previste per la
messa in opera di una nuova condotta (vedi par. 4.3), volti alla sistemazione e
protezione delle sponde dei corsi d’acqua attraversati dalle condotte in dismissione
(vedi tab. 5.2/D).
Ripristini vegetazionali
Tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale
preesistente i lavori nelle zone con vegetazione naturale (vegetazione ripariale).
Le aree agricole saranno ripristinate al fine di restituire l’originaria fertilità.
Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico
Progr.
N.
(km)
ord.
0,000
1,215
1,215
1,760
4,700
4,985
5,455
8,410
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Mulazzo
- ricostruzione n. 1 difesa spondale in
1
Ponte Teglia
gabbioni L tot = 32 m (LC-D-83463; sch
dim. B) [Scheda 2/A]
Pontremoli
- ricostruzione n. 2 muri in pietrame L tot =
2
Ca' Nova
30 m (Dis. LC-D-83430)
- ricostruzione n. 2 muri in gabbioni L tot =
3
Orsola
35 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B)
- n. 2 ricostituzione rivestimento spondale in
4
T. Gordana
massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83466; sch
dim. B); [Scheda 4/A]
- ricostruzione regimazione piccoli corsi
5
Ca' dei Venti
d’acqua con elementi prefabbricati in c.a.
L = 16 m (Dis. LC-D-83454; sch dim. A)
- ricostruzione difesa spondale in gabbioni in
sponda dx L = 16 m (Dis LC-D-83463; sch
dim. A)
- ricostruzione regimazione piccoli corsi
6
T. Verde
d’acqua con elementi prefabbricati in c.a.
L = 16 m (Dis. LC-D-83454; sch dim. A)
- n. 1 ricostituzione spondale con
rivestimento in massi L = 20 m (Dis. LC-D83466; sch dim. A); [Scheda 5/A]
(*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 243 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico (seguito)
Progr.
N.
(km)
ord.
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Pontremoli
- ricostruzione muro di contenimento in c.a. L
= 16 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
8,530
7
La Polveriera
- ricostruzione muro gradonato in gabbioni
L = 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
- n. 1 rivestimento alveo con massi L = 16 m
9,875
8
Bruttomoro
(Dis LC-D-83473, sch dim. B)
- - Cunetta in massi L = 16 m (Dis. LC-D13,120
9
Dardagneto
83449, sch. dim. B)
Borgo Val di Taro
18,775
- ricostruzione n. 2 difese spondali con
20,935
10
T. Tarodine
scogliere in massi L tot = 35 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B); [Scheda 6/A]
- ricostruzione muro di contenimento in c.a.
21,200
11
Valleto
L = 16 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
Albareto
23,495
- n. 2 ricostituzione rivestimento spondale in
28,200
12
F. Taro
massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83466; sch
dim. B); [Scheda 7/A]
Compiano
29,155
- ricostruzione rivestimento alveo con massi
L = 16 m (LC-D-83473; sch dim. B);
29,155
13
Ponte Ingegna
- muro cellulare in legname L = 16 m (LC-D83458; sch dim. A) [Scheda 8/A]
- ricostruzione muro gradonato in gabbioni L
33,205
14
Strela
= 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
Bardi
41,440
- n. 1 ricostituzione rivestimento sponda
44,690
15
T. Toncina
sx con rivestimento in massi L = 16 m (Dis.
LC-D-83466, sch dim. B); [Scheda 11/A]
- ricostruzione difesa spondale con scogliera
in massi in sponda dx L = 20 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B);
46,160
16
T. Ceno
- -ricostruzione difesa spondale in gabbioni in
sponda sx L = 20 m (Dis. LC-D-83463; sch
dim B); [Scheda 12/A]
- ricostruzione muro gradonato in gabbioni L
= 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A)
47,210
17
Vischeto di Qua
- ricostruzione muro in pietrame L = 16 m
(Dis LC-D-83430)
Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km)
Morfasso
61,730
Lugagnano Val d’Arda
66,820
(*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 244 di 489
Rev.
0
Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico (seguito)
Progr.
N.
(km)
ord.
67,760
68,180
68,185
70,590
71,690
72,845
73,535
74,760
75,180
77,405
88,220
95,400
96,170
Comune
Località
Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno
tipologici di progetto (*) e schede
attraversamenti e percorrenze fluviali (°)
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione
Morfasso
- ricostruzione esistenti difese spondali in
18
Rio Freddo
c.a. L = 16 m; [Scheda 15/A]
Lugagnano Val d’Arda
- ricostruzione n. 2 difese spondali con
19
Rio Rugarlo
scogliere in massi L tot = 35 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B); [Scheda 16/A]
- ricostruzione muro gradonato in gabbioni
20
C. Tagliata
L = 170 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B)
- ricostruzione muro di contenimento in c.a.
21
Ponte i due Sassi
L = 35 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B)
- ricostruzione n. 5 pennelli in gabbioni
22
T. Chero
L tot 60 m (Dis. LC-D-83476; sch dim. B)
- ricostruzione n. 2 pennelli in gabbioni
23
C. dei Barilli
L tot 30 m (Dis. LC-D-83476; sch dim. B)
- ricostruzione muro gradonato in gabbioni
24
T. Chero
L = 50 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B)
Carpaneto Piacentino
Fiorenzuola d'Arda
Fiorenzuola d'Arda
Cortemaggiore
(*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10
5.3
Potenzialità e movimentazione di cantiere
Per la messa in opera delle nuove condotte e la rimozione delle tubazioni esistenti è
previsto l’utilizzo di tradizionali mezzi di lavoro, quali ad esempio:
• Automezzi per il trasporto dei materiali
e dei rifornimenti
da 90 - 190 kW e 7 - 15 t;
• Bulldozer
da 150 kW e 20 t;
• Pale meccaniche
da 110 kW e 18 t;
• Escavatori
da 110 kW e 24 t;
• Trattori posatubi
da 290 kW e 55 t;
• Curvatubi per la sagomatura delle curve in cantiere e trattori per il trasporto nella
fascia di lavoro dei tubi.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 245 di 489
Rev.
0
Le fasi di lavoro sequenziali, precedentemente descritte, saranno svolte in modo da
contenere il più possibile sia le presenze antropiche nell’ambiente, sia i disagi alle
attività agricole e produttive.
Per l’esecuzione delle opere in progetto non occorrono, infine, infrastrutture di cantiere
da impiantare lungo il tracciato.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
6
ESERCIZIO DELL’OPERA
6.1
Gestione del sistema di trasporto
6.1.1
Organizzazione centralizzata: Dispacciamento
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 246 di 489
Rev.
0
L’attività del Dispacciamento si svolge nella sede operativa di San Donato Milanese
(MI) ed è presidiata da personale specializzato, che si avvicenda in turni che coprono
le 24 ore, per tutti i giorni dell’anno.
In appoggio al personale di sala, agisce il personale di assistenza tecnica che assicura
lo sviluppo dei programmi di simulazione, di previsione della domanda e di
ottimizzazione del trasporto, la gestione del sistema informatico (per l’acquisizione dei
dati di telemisura e l’operatività dei telecomandi), la programmazione a breve termine
del trasporto e della manutenzione sugli impianti.
I principali strumenti di controllo del Dispacciamento sono la sala operativa, il sistema
di elaborazione ed il sistema di telecomunicazioni.
6.1.1.1
L’attività del Dispacciamento
Il Dispacciamento è l’unità operativa che gestisce le risorse di gas naturale
programmando, su base giornaliera, l’esercizio della rete di trasporto e determinando
le condizioni di funzionamento dei suoi impianti. Esso valuta tempestivamente la
disponibilità di gas dalle diverse fonti di approvvigionamento, le previsioni del
fabbisogno dell’utenza, la situazione della rete, le caratteristiche funzionali degli
impianti ed i criteri di utilizzazione.
La domanda di gas, infatti, subisce significative oscillazioni nell’arco del giorno e della
settimana, oltre ad avere una grande variabilità stagionale. Ma anche la disponibilità di
gas naturale importato può subire oscillazioni contingenti: tutto ciò richiede il continuo
adattamento del sistema.
Il Dispacciamento assicura, attraverso gli strumenti previsionali, il contatto costante con
le sedi periferiche ed il sistema di controllo in tempo reale della rete, grazie al quale è
in grado di intervenire a distanza sugli impianti, secondo le esigenze del momento,
garantendo il massimo livello di sicurezza.
Il sistema di telecontrollo, strumento operativo del Dispacciamento, svolge le funzioni di
telemisura e di telecomando. Con la telemisura vengono acquisiti i dati rilevanti per
l’esercizio: pressioni, portata, temperatura, qualità del gas, stati delle valvole e dei
compressori. Con il telecomando si modifica l’assetto degli impianti in relazione alle
esigenze operative. Di particolare importanza è il telecomando delle centrali di
compressione che vengono gestite direttamente dal Dispacciamento.
Attualmente gli impianti controllati dal Dispacciamento sono circa 1.410 e altri 200
saranno realizzati nel prossimo futuro.
La prioritaria funzione del Dispacciamento in termine di sicurezza è di assicurare
l’intervento tempestivo, in ogni punto della rete, sia con il telecomando degli impianti,
sia attraverso l’utilizzo del personale specializzato presente nei centri operativi
distribuiti su tutto il territorio nazionale prontamente attivati poiché reperibili 24 ore su
24.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
6.1.1.2
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 247 di 489
Rev.
0
Sistema di telecontrollo
L’evoluzione della tecnologia elettromeccanica nel campo della strumentazione e della
trasmissione dati ha consentito la realizzazione di sistemi di telecontrollo e di sistemi di
comando a distanza su impianti industriali.
Lo sviluppo parallelo di sistemi di controllo atti a segnalare a distanza qualsiasi
grandezza misurata e di sistemi di comando che consentono l’azionamento a distanza
di apparecchiature, permette oggi la realizzazione di sistemi di telecontrollo altamente
affidabili e, quindi, la gestione a distanza di impianti non presidiati.
In particolare:
• i sistemi di controllo a distanza sono stati adottati al fine di disporre dei valori
istantanei delle variabili relative ai gasdotti ed altri impianti da essi derivati e,
conseguentemente, di avere informazioni in tempo reale, sulle eventuali variazioni
dei parametri di esercizio dell’intero sistema di trasporto gas;
• i sistemi di comando sono stati adottati al fine di effettuare sia variazioni di
grandezze controllate sia l’isolamento di tronchi di gasdotti e/o l’intercettazione
parziale o totale di impianti.
Al fine di gestire, in modo ottimale, una realtà complessa ed in continua evoluzione
quale la rete gasdotti, la Snam Rete Gas ha realizzato un sistema di telecontrollo in
grado di assolvere la duplice funzione di garantire la sicurezza e di consentire
l’esercizio degli impianti.
In particolare la Snam Rete Gas ha sviluppato:
• telecontrolli di sicurezza, che consentono il sezionamento in tronchi dei gasdotti;
• telecontrolli di esercizio, che consentono di ottimizzare il trasporto e la
distribuzione del gas in funzione delle importazioni e della produzione nazionale.
Come già detto, il Dispacciamento provvede alla gestione della rete gasdotti
direttamente da S. Donato Milanese.
Sulla base dei valori delle variabili in arrivo dagli impianti, esso è in grado di controllare
e modificare le condizioni di trasporto e distribuzione del gas nella rete e/o di
intervenire, mettendo in sicurezza la rete, a fronte di valori anomali delle variabili in
arrivo.
Il controllo viene effettuato da sistemi informatici che provvedono:
• all’acquisizione dei valori delle variabili e della condizione di stato delle valvole di
intercettazione proveniente da ogni impianto telecontrollato;
• alla segnalazione e stampa di eventuali valori anomali rispetto a quelli di
riferimento.
Sul quadro sinottico sono visualizzati:
• i valori delle variabili (pressione e portata);
• le segnalazioni relative allo stato delle valvole (aperta - chiusa - in movimento);
• gli allarmi per le situazioni anomale.
Ogni operatore, tramite terminale, è in grado di effettuare:
• telecomandi per l’apertura e chiusura di valvole di linea e dei nodi di smistamento
gas;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 248 di 489
Rev.
0
telecomandi per la variazione della pressione e portata di impianti di riduzione
della pressione.
Il collegamento tra il Dispacciamento e gli impianti è realizzato mediante una rete di
trasmissione ponti radio e cavo posato con il gasdotto, consentendo in tal modo una
doppia via di trasmissione.
6.1.2
Organizzazioni periferiche: Centri
Dal punto di vista organizzativo le sedi periferiche tra gli altri compiti, svolgono le
seguenti attività:
• gli assetti della rete dal punto di vista dell’esercizio;
• il mantenimento in norma degli impianti;
• l’elaborazione e l’aggiornamento dei programmi di manutenzione per il controllo e
la sicurezza degli impianti.
I Centri di manutenzione svolgono attività prevalentemente operative nel territorio e
sono essenzialmente preposti alla sorveglianza ed alla manutenzione di gasdotti che
vengono costantemente integrati ed aggiornati con i nuovi impianti che entrano in
esercizio.
6.2
Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione
Terminata la fase di realizzazione e di collaudo dell’opera, il metanodotto è messo in
esercizio. La funzione di coordinare e controllare le attività riguardanti il trasporto del
gas naturale tramite condotte è affidata a unità organizzative sia centralizzate che
distribuite sul territorio.
Le unità centralizzate sono competenti per tutte le attività tecniche, di pianificazione e
controllo finalizzate alla gestione della linea e degli impianti; alle unità territoriali sono
demandate le attività di sorveglianza e manutenzione della rete.
Queste unità sono strutturate su tre livelli: Distretti, Esercizio e Centri.
Le attività di sorveglianza sono svolte dai “Centri” Snam Rete Gas, secondo programmi
eseguiti con frequenze diversificate, in relazione alla tipologia della rete e a seconda
che questa sia collocata in zone urbane, in zone extraurbane di probabile espansione e
in zone sicuramente extraurbane.
Il “controllo linea” viene effettuato con automezzo o a piedi (nei tratti di montagna di
difficile accesso). L’attività consiste nel percorrere il tracciato delle condotte o
traguardare da posizioni idonee per rilevare:
• la regolarità delle condizioni di interramento delle condotte;
• la funzionalità e la buona conservazione dei manufatti, della segnaletica, ecc.;
• eventuali azioni di terzi che possano interessare le condotte e le aree di rispetto.
Il controllo linea può essere eseguito anche con mezzo aereo (elicottero).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 249 di 489
Rev.
0
Di norma tale tipologia di controllo è prevista su gasdotti dorsali di primaria importanza,
in zone sicuramente extraurbane e, particolarmente, su metanodotti posti in zone dove
il controllo da terra risulti difficoltoso.
Per tutti i gasdotti, a fronte di esigenze particolari (es. tracciati in zone interessate da
movimenti di terra rilevanti o da lavori agricoli particolari), vengono attuate ispezioni da
terra aggiuntive a quelle pianificate.
I Centri assicurano inoltre le attività di manutenzione ordinaria pianificata e
straordinaria degli apparati meccanici e della strumentazione costituenti gli impianti,
delle opere accessorie e delle infrastrutture con particolare riguardo:
• alla manutenzione pianificata degli impianti posti lungo le linee;
• al controllo pianificato degli attraversamenti in subalveo di corsi d’acqua o al
controllo degli stessi al verificarsi di eventi straordinari;
• alla manutenzione delle strade di accesso agli impianti Snam Rete Gas.
Un ulteriore compito delle unità periferiche consiste negli interventi di assistenza
tecnica e di coordinamento finalizzati alla salvaguardia dell’integrità della condotta al
verificarsi di situazioni particolari quali ad esempio lavori ed azioni di terzi dentro e fuori
dalla fascia asservita che possono rappresentare pericolo per la condotta
(attraversamenti con altri servizi, sbancamenti, posa tralicci per linee elettriche, uso di
esplosivi, dragaggi a monte e valle degli attraversamenti in subalveo, depositi di
materiali, ecc.).
6.2.1
Controllo dello stato elettrico delle condotte
Per verificare, nel tempo, lo stato di protezione elettrica della condotta, viene rilevato e
registrato il suo potenziale elettrico rispetto all’elettrodo di riferimento.
I piani di controllo e di manutenzione Snam Rete Gas prevedono il rilievo e l’analisi dei
parametri tipici (potenziale e corrente) degli impianti di protezione catodica in
corrispondenza di posti di misura significativi ubicati sulla rete.
La frequenza ed i tipi di controllo previsti dal piano di manutenzione vengono stabiliti in
funzione della complessità della rete da proteggere e, soprattutto, dalla presenza o
meno di correnti disperse da impianti terzi.
Le principali operazioni sono:
• controllo di funzionamento di tutti gli impianti di protezione catodica;
• misure istantanee dei potenziali;
• misure registrate di potenziale e di corrente per la durata di almeno 24 ore;
L’analisi e la valutazione delle misure effettuate, nonché l’eventuale adeguamento degli
impianti, sono affidate a figure professionali specializzate che operano a livello di unità
periferiche.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
6.2.2
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 250 di 489
Rev.
0
Controllo delle condotte a mezzo “pig”
Un “pig” è un’apparecchiatura che dall’interno della condotta consente di eseguire
attività di manutenzione o di controllo dello stato della condotta.
A seconda della funzione per cui sono utilizzati, i pig possono essere suddivisi in due
categorie principali:
• pig convenzionali, che realizzano funzioni operative e/o di manutenzione della
condotta;
• pig intelligenti o strumentali, che forniscono informazioni sulle condizioni della
condotta.
Pig convenzionali
Sono generalmente composti da un affusto metallico e da coppelle in poliuretano che
sotto la spinta del prodotto trasportato (liquido e/o gassoso), permettono lo scorrimento
del pig stesso all’interno della condotta (vedi Fig. 6.2/A).
Questi pig vengono impiegati durante le fasi di riempimento e svuotamento dell’acqua
del collaudo idraulico, per operazioni di pulizia, messa in esercizio e per la calibrazione
della sezione della condotta stessa mediante l’installazione di dischi in alluminio.
Fig. 6.2/A:
Pig convenzionale impiegato nelle operazioni di collaudo idraulico e
di pulizia della condotta.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 251 di 489
Rev.
0
Pig intelligenti o strumentati
Molto simili nella costruzione ai pig convenzionali, vengono definiti intelligenti o
strumentati perché sono equipaggiati con particolari dispositivi atti a rilevare una serie
di informazioni, localizzabili, su caratteristiche o difetti della condotta. I pig intelligenti
attualmente più utilizzati sono quelli relativi al controllo della geometria della condotta
ed allo spessore della condotta stessa (vedi Fig. 6.2/B).
La conoscenza delle condizioni di integrità delle condotte è di notevole importanza
nella gestione di una rete di trasporto.
Fig. 6.2/B:
Pig strumentale per il controllo della geometria e dello spessore
della condotta.
La sorveglianza dei tracciati sia da terra che con mezzo aereo, l’effettuazione di una
metodica manutenzione, la conoscenza anche particolareggiata dello stato di
protezione catodica o del rivestimento della condotta ed eventuali punti strumentati
della linea costituiscono già di per se stesso idonee garanzie di sicurezza, tanto più se
combinate con le ispezioni effettuate con pig intelligenti che, come abbiamo già detto,
sono in grado di evidenziare e localizzare tutta una serie di informazioni sulle
caratteristiche o difetti della condotta.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 252 di 489
Rev.
0
Viene generalmente eseguita un’ispezione iniziale per l’acquisizione dei dati di base,
subito dopo la messa in esercizio della condotta (stato zero); i dati ottenuti potranno
così essere confrontati con le successive periodiche ispezioni.
Eventuali difetti vengono pertanto rilevati e controllati fino ad arrivare alla loro
eliminazione mediante interventi di riparazione o di sostituzione puntuale.
6.3
Durata dell’opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione
La durata di un gasdotto è in funzione del sussistere dei requisiti tecnici e strategici che
ne hanno motivato la realizzazione.
I parametri tecnici sono continuamente tenuti sotto controllo tramite l’effettuazione delle
operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria (vedi par. 6.2), le quali
garantiscono che il trasporto del gas avvenga in condizioni di sicurezza.
Qualora invece Snam Rete Gas valuti la tubazione ed i relativi impianti non più
utilizzabili per il trasporto del metano alle condizioni di esercizio prefissate, questi
possono essere declassati, diminuendo la pressione di esercizio, ovvero messi fuori
esercizio.
In questo caso, la messa fuori esercizio della condotta può consistere nel mettere in
atto le seguenti operazioni:
− bonificare la linea;
− fondellare il tratto di tubazione interessato per separarlo dalla condotta in esercizio;
− riempire tale tratto con gas inerte (azoto) alla pressione di 0,5 bar;
− mantenere allo stesso la protezione elettrica;
− mantenere in essere le concessioni stipulate all’atto della realizzazione della linea,
provvedendo a rescinderle su richiesta delle proprietà;
− continuare ed effettuare tutti i normali controlli della linea;
o prevedere, come nel caso in oggetto, la rimozione della condotta esistente,
effettuando le operazioni precedentemente illustrate (vedi par. 5.2 della presente
Sezione) ed inertizzando gli eventuali segmenti di tubazione lasciati nel sottosuolo.
Le due diverse soluzioni comportano, ovviamente, interventi di entità assai differente
che si traducono in un diverso impatto sull'ambiente naturale e socio-economico del
territorio attraversato. Se la prima soluzione comporta interventi molto limitati sul
terreno, rendendo minimi gli effetti sull’ambiente naturale, mantiene tuttavia inalterato il
vincolo sul territorio, derivato dalla presenza della tubazione. La rimozione della
condotta comporta, al contrario, la messa in atto di una serie di operazioni che incidono
sul territorio alla stregua di una nuova realizzazione, ma libera lo stesso dal vincolo
derivante dalla presenza della condotta.
La messa fuori esercizio di una linea può, in alcuni casi, comportare il fatto che gli
impianti fuori terra ad essa connessi (impianti accessori) restino inutilizzati per cui, se
questi non sono perfettamente inseriti nel contesto ambientale, Snam Rete Gas
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 253 di 489
Rev.
0
provvede a rimuoverli, a ripristinare l’area da essi occupata ed a restituirla al normale
utilizzo.
In questo caso gli interventi consistono nel riportare il terreno nelle condizioni
originarie, garantendo la protezione della coltre superficiale da possibili fenomeni
erosivi e favorendo una rapida ricostituzione della vegetazione superficiale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
7
SICUREZZA DELL’OPERA
7.1
Valutazione dei possibili scenari di eventi incidentali
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 254 di 489
Rev.
0
Le valutazioni utilizzate per stimare la frequenza di incidente relativa al metanodotto
Pontremoli - Cortemaggiore sono basate sulle informazioni contenute nella banca dati
del gruppo EGIG (European Gas pipeline Incident data Group) a cui partecipano, oltre
Snam Rete Gas (I), altre otto delle maggiori Società di trasporto di gas dell’Europa
occidentale:
•
Dansk Gasteknisk Center a/s, rappresentata da DONG Energi-Service(DK),
•
ENAGAS, S.A. (E),
•
Fluxys (B),
•
Gaz de France (F),
•
Gastransport Services (appartenente a N.V. Nederlandse Gasunie) (NL)
•
Ruhrgas AG (D)
•
SWISSGAS (CH),
•
Transco, rappresentata da Advantica (UK).
Per l’EGIG, il termine “incidente” indica qualsiasi fuoriuscita di gas accidentale, a
prescindere dalle dimensioni del danno verificatosi. Nel presente paragrafo
l’espressione “incidente” sarà utilizzata con lo stesso significato.
L’EGIG, fin dal 1970, raccoglie informazioni su incidenti avvenuti a metanodotti
onshore che rispondono ai seguenti criteri:
- metanodotti di trasporto (non sono inclusi dati riferiti a metanodotti di produzione),
- metanodotti in acciaio,
- metanodotti progettati per una pressione superiore ai 15 bar,
- incidenti avvenuti all’esterno delle recinzioni delle installazioni,
- incidenti che non riguardano le apparecchiature o componenti collegate al
metanodotto (ad esempio: compressore, valvole, ecc).
Nella più recente pubblicazione dell’EGIG (6th EGIG-report 1970 -2004 – Gas pipeline
incidents - December 2005), sono raccolte e analizzate le informazioni relative ad
incidenti avvenuti nel periodo 1970-2004. I dati si riferiscono ad una esperienza
operativa pari a 2,77 106 [km·anno]. La rete di metanodotti monitorati aveva, nel 2004,
una lunghezza complessiva di 122.168 km .
Per il periodo dal 1970 al 2004 si è avuta una frequenza di incidente complessiva pari
a 4,1 10-4 eventi/[km·anno]; tale valore è costantemente diminuito negli anni a
testimonianza di una sempre migliore progettazione, costruzione e gestione dei
metanodotti.
Essendo il caso in esame relativo ad una nuova costruzione, per il presente studio, è
più corretto assumere come frequenza di incidente quella calcolata considerando i dati
più recenti: per il quinquennio 2000-2004 la frequenza di incidente è pari a 1,7 10-4
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 255 di 489
Rev.
0
eventi/[km·anno] e risulta inferiore di oltre il 50% rispetto a quella complessiva del
periodo 1970-2004.
Le principali cause di guasto che hanno contribuito a determinare questa frequenza di
incidente sono state:
− l’interferenza esterna, dovuta a lavorazioni edili o agricole sui terreni attraversati dai
gasdotti;
− i difetti di costruzione o di materiale;
− la corrosione, sia esterna sia interna;
− i movimenti franosi del terreno;
− la realizzazione di diramazioni da una condotta principale effettuate in campo (hottap);
− altre cause quali errori di progettazione, di manutenzione, eventi naturali come
l’erosione o la caduta di fulmini. In questo dato sono compresi anche quegli
incidenti di cui non è nota la causa.
Nel seguito si riportano considerazioni e valutazioni, desumibili dal rapporto dell’EGIG,
relative alle principali differenti cause di incidenti, quantificandone, quando possibile, i
ratei più realistici per il metanodotto in esame e dando valutazioni qualitative in
mancanza di dati specifici.
Interferenza esterna
L’interferenza con mezzi meccanici operanti sul territorio attraversato da condotte ha
rappresentato e rappresenta ancora oggi, per l’industria del trasporto del gas, lo
scenario di incidente più frequente. Nel rapporto dell’EGIG sopraccitato risulta che le
interferenze esterne sono la causa di incidente nel 49,7% dei casi registrati sull’intero
periodo (1970-2004).
L’affinamento e l’ottimizzazione delle tecniche per la prevenzione di tale problematica
hanno, però, permesso nel tempo una continua e costante diminuzione di tale
frequenza. L’EGIG ha registrato, per il quinquennio 2000-2004, una frequenza di
incidente dovuta a interferenze esterne pari a 1,0 10-4 eventi/[km·anno] contro un
valore di 2,0 10-4 eventi/[km·anno] relativo all’intero periodo (1970-2004)
La prevenzione delle interferenze esterne è attuata principalmente attraverso:
− l’utilizzo di tubo con spessore adeguato;
− il mantenimento di una fascia di servitù non aedificandi di ampiezza massima pari a
40 m posta a cavallo dell’opera;
− l’adozione di una copertura minima di 1,5 m nei terreni sciolti a destinazione
agricola e di 0,9 m nei terreni rocciosi non destinati a colture agricole;
− la segnalazione della presenza del gasdotto.
Per quanto riguarda le misure elencate, si deve tenere in considerazione che il
tracciato si sviluppa in gran parte in territori caratterizzati da copertura boschiva e
vegetazione naturale e solo in corrispondenza del settore terminale in aree agricole,
ove l’esistenza della fascia di servitù non aedificandi consente ai proprietari il solo
l’esercizio delle attività agricole che non rappresentano, in genere, un pericolo per
l’opera.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 256 di 489
Rev.
0
Le aree agricole sono, in parte, destinate a seminativi semplici, ove il ciclo produttivo
comporta:
− la preparazione del fondo tramite aratura e discissura del terreno;
− la semina;
− la fase di raccolta.
Le uniche operazioni che prevedono l’utilizzo di lavorazioni in profondità sono l’aratura
e la discissura. L’attività di aratura comporta, in generale, l’impiego di aratri mono o
polivomeri che, a seconda delle colture e delle tecniche di coltivazione, operano in
media tra i 50 ed i 70 cm di profondità (solo in casi particolari, infatti, si può
raggiungere 1 m di profondità con macchine di grossa potenza, oltre 200 Cv). L’attività
di discissura prevede di solito l’utilizzo di un discissore a più denti di lama, muniti
all’estremità di apposite punte dotate di scalpelli, e viene eseguita di solito fino a 50 70 cm di profondità.
La copertura del metanodotto in terreni sciolti (1,5 m) risulta essere ben al di sopra sia
di queste profondità di lavorazione, sia della profondità raggiunta dalle pratiche agricole
in corrispondenza di impianti di legnose agrarie, garantendo un’efficace misura
preventiva di incidente contro le lavorazioni agricole tradizionali previste nell’area
attraversata.
La segnalazione della presenza del metanodotto, attraverso apposite paline poste in
corrispondenza del suo tracciato, è un costante monito ad operare comunque con
maggiore cautela in corrispondenza del metanodotto stesso. Eventuali interferenze tra
macchine operatrici e metanodotto saranno quindi ascrivibili al mancato rispetto di
clausole contrattuali.
L’utilizzo di tubazioni con spessore adeguato garantisce, in generale, l’assorbimento di
impatti anche violenti e rappresenta un’ulteriore misura preventiva o comunque
mitigativa per gli incidenti.
Tutte queste considerazioni portano a ritenere che la probabilità di un incidente dovuto
ad interferenza esterna sia minimizzata.
Difetti di materiale e di costruzione
In “6th EGIG - report 2000 -2004 – Gas pipeline incidents - December 2005”, risulta
che, per l’intero periodo monitorato (1970-2004), i difetti di materiale e di costruzione
sono al secondo posto tra le cause di incidente ma anche che i rilasci accidentali di gas
da condotte attribuibili a tale causa hanno una frequenza particolarmente alta per i
gasdotti costruiti prima del 1963. Ciò induce a pensare che i miglioramenti tecnologici
introdotti hanno permesso di ridurre l’incidenza di questa causa di incidente.
Per l’opera in progetto, la prevenzione di incidenti da difetti di materiale o di
costruzione sarà realizzata operando secondo le più moderne tecnologie:
– in regime di qualità nell’acquisizione dei materiali;
– con una continua supervisione dei lavori di costruzione;
– con verifiche su tutte le saldature tramite radiografie e nel 20% dei casi tramite
controlli ad ultrasuoni;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
–
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 257 di 489
Rev.
0
con un collaudo idraulico prima della messa in esercizio della condotta.
Corrosione
La corrosione di una condotta può essere classificata, in base alla sua localizzazione
rispetto alla parete della tubazione, in interna e esterna.
La corrosione, in genere, porta alla formazione di piccoli fori sulla parete della
tubazione; la formazione di buchi grandi o rotture è assai rara.
Per la corrosione esterna, in base al meccanismo che porta alla formazione di aperture
sulla parete della tubazione, si parla di corrosione galvanica, corrosione puntiforme o
per vailatura, cracking da stress per corrosione.
Il gas naturale di per sé non tende a dare fenomeni corrosivi pertanto, nei metanodotti,
la corrosione interna si manifesta solo nel caso di gas sintetici (che posso contenere
sostanze in grado di innescare il fenomeno).
Da “6th EGIG - report 1970 -2004 – Gas pipeline incidents - December 2005”, risulta
che, per l’intero periodo monitorato (1970-2004), il 79% degli incidenti dovuti a
corrosione sono causati da corrosione esterna e solo il 16% è attribuibile a corrosione
interna (per il restante 5% non è possibile stabilire la localizzazione del fenomeno
corrosivo).
Dallo studio dell’EGIG scaturisce che, la corrosione è il fenomeno che conduce alla
perdita di contenimento dei metanodotti nel 15,1% dei casi, collocandosi così al terzo
posto tra le cause di incidente.
Da tale rapporto si evince anche che i rilasci di gas dovuti a corrosione avvengono
principalmente in condotte con pareti sottili, infatti gli eventi incidentali attribuibili alla
corrosione sono avvenuti in condotte con spessore minore a 5 mm con una frequenza
pari a 1,2 10-4 eventi/[km·anno], in condotte con spessore tra i 5 e i 10 mm con una
frequenza 0,06 10-4 eventi/[km·anno], e in condotte con spessore tra i 10 e i 15 mm con
una frequenza prossima a zero.
Il gas trasportato non è corrosivo e quindi è da escludere il fenomeno della corrosione
interna.
Per il tratto in esame sono previste misure di protezione dalla corrosione esterna sia di
tipo passivo che attivo: i tubi disporranno di un rivestimento di polietilene estruso ad
alta densità con spessore minimo di 3 mm e saranno costantemente protetti
catodicamente con un sistema di correnti impresse che garantirà la protezione del
metallo anche in caso di accidentale danneggiamento del rivestimento.
L’integrità della condotta verrà verificata attraverso l’ispezione periodica con il pig
intelligente. Tale attività di controllo permetterà di intervenire tempestivamente, qualora
un attacco corrosivo sensibile dovesse manifestarsi.
Tutte le considerazioni sopra esposte portano a ritenere trascurabile la probabilità di
avere incidenti imputabili alla corrosione.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 258 di 489
Rev.
0
Conclusioni
Per tutte le considerazioni sopra esposte, il rateo di incidente di 1,7 10-4 eventi/[km
anno], corrispondente ad ogni fuoriuscita di gas incidentale (a prescindere dalle
dimensioni del danno) e calcolato dai dati EGIG per il quinquennio 2000-2004, se pur
basso, risulta conservativo.
L’analisi e le considerazioni fatte sulle soluzioni tecniche, in particolare l’adozione di
spessori e fattori di sicurezza elevati, la realizzazione di una più che adeguata
copertura del metanodotto, i controlli messi in atto nella fase di costruzione, l’ispezione
del metanodotto in esercizio prevista con controlli sia a terra sia tramite pig intelligente,
induce ad affermare che la frequenza di incidente per il metanodotto in oggetto è
realisticamente inferiore al dato sopra riportato.
7.2
Gestione dell’emergenza
7.2.1
Introduzione
L’elevato standard di sicurezza scelto da Snam Rete Gas durante le fasi di
progettazione e costruzione, nonché la predisposizione di un’efficace struttura
organizzativa per la gestione di condizioni di emergenza, consolidatisi nel corso degli
anni hanno contribuito a fare del sistema di trasporto italiano una rete molto sicura.
Snam Rete Gas dispone di normative interne che definiscono le procedure operative e
i criteri di definizione delle risorse, attrezzature e materiali per la gestione di qualunque
situazione di emergenza dovesse verificarsi sulla rete di trasporto: l’insieme di tali
normative costituisce un dispositivo di emergenza.
7.2.2
Attivazione del dispositivo di emergenza
L’attivazione del dispositivo di emergenza a fronte di inconvenienti sulla rete di
trasporto gas viene assicurata tramite:
• ricezione di segnalazioni di condizioni di emergenza riscontrate da terzi da parte
delle unità operative decentrate, durante il normale orario di lavoro, e, al di fuori
dello stesso, da parte del Dispacciamento di S. Donato Milanese , che è presidiato
24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno;
• il costante e puntuale monitoraggio a cura del Dispacciamento di S. Donato
Milanese di parametri di processo quali pressioni, temperature e portate, che
consentono l’individuazione di situazioni anomale o malfunzionamenti;
• segnalazione a cura del personale aziendale durante le attività di manutenzioni,
ispezione e controllo della linea e degli impianti.
7.2.3
I responsabili emergenza
Il Dispositivo di Emergenza Snam Rete Gas assegna ruoli e responsabilità per la
gestione di situazioni di emergenza. La turnazione copre tutto l’arco della giornata e
tutti i livelli operativi partecipano, con responsabilità ben definite, a garantire la gestione
di eventuali situazioni di emergenza.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 259 di 489
Rev.
0
In particolare nell’organizzazione corrente della Società:
• il responsabile dell’emergenza a livello locale (Centro o Centrale) assicura l’analisi
e l’attuazione degli interventi mitigativi, atti a ripristinare le preesistenti condizioni di
sicurezza degli impianti e dell’ambiente coinvolto dall’emergenza e a garantire le
normali condizioni di esercizio;
• a livello superiore, è definita una struttura articolata che fornisce il necessario
supporto tecnico e di coordinamento operativo al responsabile locale nella gestione
di condizioni di emergenza complesse, assicura gli opportuni provvedimenti a
fronte di fatti di rilevante importanza e gestisce i rapporti decisionali e di
coordinamento con le autorità istituzionalmente competenti. Tale struttura assicura
inoltre il necessario supporto tecnico specialistico al responsabile dell’emergenza
presso il Dispacciamento per problemi di rilevante importanza inerenti la gestione
del trasporto di gas con ripercussioni sui relativi contratti di importazioni ed
esportazioni gas;
• il responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento assicura i provvedimenti
di coordinamento e assistenza durante la fase di emergenza e gli interventi
operativi finalizzati alla mitigazione degli effetti sulle persone e ambiente, dovuti
all’emergenza mediante l’intercettazione della linea effettuata tramite valvole
telecomandate o con l’ausilio di personale reperibile locale. Garantisce
l’esecuzione degli interventi operativi sul sistema di trasporto nazionale, atti a
mitigare le alterazioni alle normali condizioni di esercizio durante il persistere di
condizioni anomale o di emergenza. Assicura inoltre, durante emergenze
complesse o con ripercussioni su contratti di importazioni ed esportazioni gas,
l’informazione alla Direzione Snam, attuando i provvedimenti dalla stessa ritenuti
opportuni.
7.2.4
Procedure di emergenza
Le procedure di emergenza definiscono gli obiettivi dell’intervento in ordine di priorità:
1. eliminare nel minor tempo possibile ogni causa che possa compromettere la
sicurezza di persone e ambiente;
2. intervenire nel minor tempo possibile su quanto possa ampliare l’entità
dell’incidente o delle conseguenze ad esso connesse;
3. contenere, nei casi in cui si rende indispensabile la sospensione dell’erogazione del
gas, la durata della sospensione stessa;
4. eseguire, tenuto conto della natura dell’emergenza, quanto necessario per il
mantenimento o il ripristino dell’esercizio.
Data la peculiarità di ogni intervento in emergenza, le procedure lasciano ai preposti la
responsabilità di definire nel dettaglio le azioni mitigative più opportune, fermo restando
i seguenti principi:
• l’intervento deve svilupparsi con la maggior rapidità possibile e devono essere
coinvolti ed informati tempestivamente i responsabili dell’emergenza competenti;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
7.2.5
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 260 di 489
Rev.
0
le risorse umane, le attrezzature e materiali devono essere predisposti “con
ampiezza di vedute”;
per tutto il perdurare di eventuale fuoriuscita incontrollata di gas dalle tubazioni si
farà presidiare il punto dell’emergenza e si raccoglieranno informazioni, quali gli
effetti possibili per le persone e per l’ambiente, le conseguenze per le utenze e
l’assetto della rete, necessarie ad intraprendere le opportune decisioni per
l’intervento, nel rispetto degli obiettivi e delle priorità precedentemente indicati.
Mezzi di trasporto e comunicazione, materiali e attrezzature di emergenza
Le unità periferiche dispongono di veicoli e di sistemi di comunicazione adatti alla
gestione delle emergenze. Sono, inoltre, attivi contratti di trasporto di materiali e
contratti per la reperibilità di personale specialistico, mezzi d’opera e attrezzature per
intervento di ausilio e di supporto operativo al responsabile dell’emergenza a livello
locale che possono essere attivati anche nei giorni festivi.
Le unità periferiche dispongono altresì di attrezzature utilizzabili in emergenza,
costantemente allineate ed adeguate alle variazioni impiantistiche della rete. I materiali
di scorta per emergenza, costantemente mantenuti in efficienza, sono opportunamente
dislocati sul territorio.
7.2.6
Principali azioni previste in caso di incidente
Il responsabile dell’emergenza a livello locale territorialmente competente è
responsabile del primo intervento di emergenza: messo al corrente della condizione
pervenuta, configura i limiti dell’intervento e provvede per attuarlo nel più breve tempo
possibile, in particolare:
• ordina, se necessario, la chiamata di emergenza dei reperibili;
• accerta e segnala gli elementi riconducibili alla condizione di emergenza e segnala
gli stessi al Dispacciamento e al responsabile a livello superiore, fornendo ad essi
inoltre ogni ulteriore informazione che consenta di seguire l’evolversi della
situazione;
• valuta eventuali interruzioni di fornitura di gas agli utenti, indispensabili al ripristino
delle condizioni di sicurezza preesistenti, gestendo con gli stessi gli interventi e le
fasi di sospensione della fornitura;
• richiede al responsabile dell’emergenza a livello superiore l’eventuale intervento di
personale reperibile, mezzi d’opera, e attrezzature delle imprese terze
convenzionate;
• assicura gli interventi operativi necessari al ripristino, nel minor tempo possibile,
delle condizioni di sicurezza degli impianti delle persone e dell’ambiente.
Il responsabile di livello superiore, svolge un complesso di azioni, quali:
• assicura e coordina il reperimento e l’invio di materiali e attrezzature previste nel
dispositivo di emergenza, richieste dal responsabile di emergenza a livello locale;
• assicura, in relazione alla natura dell’emergenza, il supporto al responsabile di
emergenza a livello locale di altre Unità operative Snam Rete Gas e, se
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 261 di 489
Rev.
0
necessario, di personale, mezzi d’opera ed attrezzature di imprese terze
convenzionate;
assicura il supporto tecnico specialistico e di coordinamento al responsabile
dell’emergenza a livello locale durante l’intervento, e nella fase dei rapporti con gli
utenti eventualmente coinvolti in seguito all’intervento di emergenza;
concorda, se del caso, con il responsabile dell’emergenza presso il
Dispacciamento le azioni da intraprendere.
Presso il Dispacciamento, il responsabile di turno:
• valuta attraverso l’analisi dei valori strumentali rilevati negli impianti telecontrollati
eventuali anomalie di notevole gravità e attua o assicura qualora necessario, le
opportune manovre o interventi, ivi compresa l’intercettazione della linea e la
fermata della Centrale;
• segue l’evolversi delle situazioni di emergenza e provvede all’attuazione delle
manovre atte a contenere le disfunzioni di trasporto connesse con la stessa,
mantenendosi in contatto con il responsabile dell’emergenza locale e di livello
superiore;
• effettua, se del caso, operazioni di coordinamento ed appoggio operativo al
responsabile dell’emergenza locale nelle varie fasi dell’emergenza.
Il responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento:
• decide gli opportuni provvedimenti relativi al trasporto del gas;
• è responsabile degli assetti distributivi della rete primaria conseguenti
all’emergenza;
• coordina l’informazione alle unità specialistiche di Sede e l’intervento delle stesse,
per problemi di rilevante importanza.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
8
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 262 di 489
Rev.
0
INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE E DI MITIGAZIONE AMBIENTALE
Il contenimento dell’impatto ambientale provocato dalla realizzazione del progetto,
viene affrontato con un approccio differenziato, in relazione alle caratteristiche del
territorio interessato.
Tale approccio prevede sia l’adozione di determinate scelte progettuali, in grado di
ridurre “a monte” l’impatto sull’ambiente, sia la realizzazione di opere di ripristino
adeguate, di varia tipologia.
Il tracciato della nuova condotta é stato definito sfruttando, per quanto possibile e in
prima istanza, il parallelismo con la tubazione in dismissione e, secondariamente, con
altre infrastrutture Snam Rete Gas esistenti, sia per limitare il consumo di aree naturali,
sia per poter usufruire, compatibilmente con gli sviluppi dei piani territoriali, delle servitù
esistenti, rispettando l’assetto del territorio.
8.1
Interventi di ottimizzazione
Per quanto concerne la messa in opera della nuova condotta, il tracciato di progetto
rappresenta il risultato di un processo complessivo di ottimizzazione, cui hanno
contribuito anche le indicazioni degli specialisti coinvolti nelle analisi delle varie
componenti ambientali interessate dal gasdotto.
Gli aspetti più significativi relativi alle scelte di tracciato, considerate al fine di contenere
il più possibile l’impatto negativo dell’opera nei confronti dell’ambiente circostante, sono
stati esplicitati nel cap. 1 della presente sezione.
Nella progettazione di una linea di trasporto del gas sono, di norma, adottate alcune
scelte di base che di fatto permettono una minimizzazione delle interferenze dell’opera
con l’ambiente naturale. Nel caso in esame, tali scelte possono così essere
schematizzate:
1.
ubicazione del tracciato lontano, per quanto possibile, dalle aree di pregio
naturalistico;
2.
interramento dell’intero tratto della condotta;
3.
accantonamento dello strato humico superficiale del terreno e sua ridistribuzione
lungo la fascia di lavoro;
4.
utilizzazione di aree prive di vegetazione arborea per lo stoccaggio dei tubi;
5.
utilizzazione, per quanto possibile, della viabilità esistente per l’accesso alla
fascia di lavoro;
6.
adozione delle tecniche dell’ingegneria naturalistica nella realizzazione delle
opere di ripristino;
7.
programmazione dei lavori, per quanto reso possibile dalle esigenze di cantiere,
nei periodi più idonei dal punto di vista della minimizzazione degli effetti indotti
dalla realizzazione dell’opera sull’ambiente naturale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 263 di 489
Rev.
0
Alcune soluzioni sopracitate riducono di fatto l’impatto dell’opera su tutte le componenti
ambientali, portando ad una minimizzazione del territorio coinvolto dal progetto, altre
interagiscono più specificatamente su singoli aspetti.
La seconda e la quarta, ad esempio, minimizzano l’impatto visivo e paesaggistico; la
terza comporta la possibilità di un completo recupero produttivo dal punto di vista
agricolo, in quanto, con il riporto sullo scavo del terreno superficiale, ricco di sostanza
organica, garantisce il mantenimento dei livelli di fertilità.
8.2
Interventi di mitigazione e di ripristino
Gli interventi di mitigazione sono finalizzati a limitare il peso della costruzione
dell’opera sul territorio, previa applicazione di talune modalità operative funzionali ai
risultati dei futuri ripristini ambientali, come ad esempio:
- in fase di apertura pista, il taglio ordinato e strettamente indispensabile della
vegetazione e l’accantonamento del terreno fertile;
- in fase di scavo della trincea, l’accantonamento del materiale di risulta
separatamente dal terreno fertile di cui sopra;
- in fase di ripristino dell’area di passaggio, il riporto e la riprofilatura del terreno,
rispettandone la morfologia originaria e la giusta sequenza stratigrafica: in
profondità, il terreno arido, in superficie, la componente fertile.
Gli interventi di ripristino ambientale vengono eseguiti dopo il rinterro della condotta
allo scopo di ristabilire nella zona d’intervento gli equilibri naturali preesistenti e di
impedire, nel contempo, l’instaurarsi di fenomeni erosivi, non compatibili con la
sicurezza della condotta stessa.
Nel caso in oggetto, detti interventi, nei tratti in cui la nuova condotta DN 900 (36") e il
metanodotto DN 750 (30") in dismissione risultano essere in stretto parallelismo e
conseguentemente l'area di passaggio sarà utilizzata sia per la messa in opera della
prima tubazione che per la rimozione della seconda, saranno, per ovvi motivi di ordine
operativo, eseguiti al termine di quest'ultima attività.
Nel caso in esame, in conseguenza del fatto che l’opera interessa aree in cui le varie
componenti ambientali presentano caratteri distintivi, vale a dire per orografia,
morfologia, litologia e condizioni idrauliche, vegetazione ed ecosistemi, le attività di
ripristino saranno diversificate per tipologia, funzionalità e dimensionamento; in ogni
caso le opere previste nel progetto del metanodotto per il ripristino dei luoghi possono
essere raggruppate nelle seguenti tre principali categorie:
• ripristini morfologici ed idraulici;
• ripristini idrogeologici;
• ricostituzione della copertura vegetale (ripristini vegetazionali).
Successivamente alle fasi di rinterro della trincea e prima della realizzazione delle
suddette opere accessorie di ripristino, si procede, in ogni caso, alle sistemazioni
generali di linea che consistono nella riprofilatura dell’area interessata dai lavori e nella
riconfigurazione delle pendenze preesistenti, ricostituendo la morfologia originaria del
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 264 di 489
Rev.
0
terreno e provvedendo alla riattivazione di fossi e canali irrigui, nonché delle linee di
deflusso eventualmente preesistenti.
Nella fase di rinterro della trincea viene utilizzato, dapprima, il terreno con elevata
percentuale di scheletro e, successivamente, il suolo agrario accantonato, ricco di
humus.
L’ubicazione delle diverse tipologie di intervento, previste lungo il tracciato di progetto,
è riportata nel relativo elaborato grafico in scala 1:10.000 (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D83206 “Opere di mitigazione e ripristino”).
In corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta DN 900 (36") è posta in stretto
parallelismo alla tubazione DN 750 (30") in dismissione, gli interventi di ripristino
previsti dal progetto sono stati, in ragione del fatto che l'area di passaggio è la
medesima per entrambi gli interventi, indicati, convenzionalmente, solo sulle tavole
relative alla messa in opera della nuova condotta (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D-83206
tav. 1 ÷ 33). In termini temporali, gli interventi di ripristino saranno effettuati al termine
delle attività di rimozione della tubazione esistente.
L’ubicazione delle principali opere di contenimento e di difesa idraulica fuori terra è,
inoltre, riportata sul “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201), mentre
la rappresentazione tipologica dei principali attraversamenti fluviali è illustrata
nell’allegato “Attraversamenti e percorrenze fluviali” (vedi Vol. 6, All. 10, Dis. LB-D83208).
I disegni tipologici di progetto, contenenti i particolari costruttivi degli stessi interventi,
cui si farà riferimento nei paragrafi seguenti, sono allegati al presente volume (vedi
Vol. 7, All. 11 “Disegni tipologici di progetto”).
8.2.1
Ripristini morfologici ed idraulici
Opere di regimazione delle acque superficiali
Le opere di regimazione delle acque superficiali hanno lo scopo di allontanare le acque
di ruscellamento ed evitare fenomeni di erosione superficiale ed instabilità del terreno;
tali opere hanno pertanto la funzione di regolare i deflussi superficiali, sia
costringendoli a scorrere in fossi e canalizzazioni durevoli, sia attraverso la riduzione
della velocità delle correnti idriche mediante la rottura della continuità dei pendii.
Nel tratto considerato si prevede pertanto l’eventuale realizzazione delle seguenti
tipologie d’opera:
• canalette in terra protette da graticci di fascine verdi;
• canalette in terra protette da materiale lapideo reperibile in loco.
Questa tipologia di ripristino ambientale è generalmente adottata lungo la gran parte
dei tratti in pendenza del tracciato, in particolare lungo versanti non coltivati o boscati.
Quantità ed ubicazione delle canalette sono definite in base alla pendenza, alla natura
del terreno, all’entità del carico idraulico e non ultimo, alla posizione del metanodotto
rispetto ad infrastrutture esistenti.
In riferimento alla linea in esame, le canalette in terra protette da materiale lapideo si
prevedono in corrispondenza delle percorrenze di pendii mediamente acclivi
caratterizzati da un substrato litoide sub-affiorante. In presenza di più significativi
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 265 di 489
Rev.
0
spessori di suolo, si prevede la realizzazione di canalette in terra protette da graticci di
fascine verdi; le due tipologie potranno anche essere associate in funzione degli assetti
morfolitologici e di copertura locali.
Canalette in terra protette da graticci di fascine verdi (fascinate)
La loro funzione è essenzialmente il consolidamento delle coltri superficiali attraverso
la regimazione delle acque, evitando il ruscellamento diffuso e favorendo la ricrescita
del manto erboso.
Sono costituite in genere da una doppia fila di fascine verdi tenute in posto da
picchettoni di legno forte, di diametro e lunghezza adeguati, posti in opera ad una
distanza media di 50 cm e infissi nel terreno a profondità di almeno 1 m (Dis. LC-D83418).
Le fascinate possono avere due differenti disposizioni planimetriche: la prima, “ad
elementi continui”, nella quale ogni elemento attraversa da lato a lato l’area di
passaggio; la seconda, “a lisca di pesce”, nella quale gli elementi vengono appunto
disposti a spina di pesce; in questo caso è necessario effettuare una baulatura in
corrispondenza dello scavo, per favorire l’allontanamento delle acque superficiali;
sull’asse del metanodotto, gli elementi a lisca di pesce devono essere posti in
sovrapposizione, al fine di evitare fenomeni di canalizzazione delle acque.
L’interasse tra le singole fascinate viene scelto in funzione della pendenza e della
natura del terreno.
Le canalette in terra, poste a tergo delle fascinate, sono realizzate completamente in
scavo, di forma trapezoidale e di sezione adeguata a garantire il deflusso delle acque e
dotate di un argine ben costipato utilizzando il terreno proveniente dallo scavo.
Canalette protette da materiale lapideo
Ove la natura rocciosa del substrato non permetta o renda estremamente difficoltosa
l’infissione dei picchettoni per la formazione delle fascinate, si prevede la realizzazione
di canalette in terra rompitratta presidiate con materiale lapideo reperibile in loco, con
la medesima funzione di regimazione delle acque di scorrimento superficiale, svolta dai
graticci di fascine verdi sopra descritti (Dis. LC-D-83448).
Opere di sostegno
Si classificano come opere di sostegno quelle opere che assolvono la funzione di
garantire il sostegno statico di pendii e scarpate naturali ed artificiali.
Possono assolvere funzioni statiche di sostegno, di semplice rivestimento e di tenuta;
possono essere rigide o flessibili, a sbalzo o ancorate; possono infine poggiare su
fondazioni dirette o su fondazioni profonde.
Ai fini dell’effetto indotto sull’assetto morfologico, possono essere distinte le opere fuori
terra (in legname, in massi o in c.a.), e le opere interrate che, non essendo visibili, non
comportano alterazioni del profilo originario del terreno.
Detti interventi, in riferimento all’opera in esame, vengono eseguiti per il contenimento
di scarpate morfologiche naturali e di origine antropica, specie se associate alla
presenza di infrastrutture viarie, variamente presenti lungo l’intero sviluppo del
tracciato.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fg. 266 di 489
Rev.
0
In situazioni di versante ad acclività media ed elevata, si dovrà ricorrere alla
realizzazione di opere di sostegno a scomparsa, limitatamente alla sezione di scavo,
che assolvano la funzione di contenimento dei terreni di rinterro.
In altre circostanze, soprattutto in corrispondenza di pendii particolarmente lunghi,
potranno essere realizzate strutture di contenimento rompitratta, specie in
corrispondenza delle strade che tagliano in alcuni casi i versanti a mezzacosta per il
ripristino o il sostegno delle scarpate stradali.
Opere di sostegno rigide
Si definiscono opere di sostegno rigide quelle caratterizzate dal fatto che l’unico
movimento che possono manifestare sotto l’azione dei carichi in gioco è un movimento
rigido.
Nell’ambito del progetto in esame, si prevede la realizzazione di:
• muri di contenimento in c.a. (Dis. LC-D-83440);
• travi di contenimento in c.a. (Dis. LC-D-83439);
• paratie di pali trivellati (Dis. LC-D-83442);
• solette di fondazione in c.a. (Dis. LC-D-83428).
Ad eccezione dei muri di contenimento in c.a. , questo tipo di opere risulta sempre
interrato e pertanto non comporta alcun impatto sulle componenti paesaggistiche.
Esse saranno eseguite e sagomate sulla base dei disegni di progetto che ne
determineranno le caratteristiche dimensionali. Per quanto riguarda le prescrizioni sulla
carpenteria (casseforme ed armature), le proprietà dei materiali e le modalità esecutive
e controlli, si farà riferimento alla relativa normativa nazionale sulle opere in c.a. .
In particolare, la realizzazione di travi di contenimento è prevista in località “San
Rocco” (15,300 km), ad est dell’abitato di Guinadi, e nell'intorno del Passo del Brattello
(19,500 km circa), in corrispondenza di due tratti caratterizzati da pendenze elevate ed
affioramenti di arenarie ben stratificate.
La realizzazione di paratie di pali in c.a. è prevista in maniera diffusa lungo le
percorrenze delle strette creste che caratterizzano il tracciato in corrispondenza dei
tratti francamente montuosi (ad esempio lungo il crinale tra Monte Cocchiello ed ll
Passo del Brattello, tra il km 18,000 e il km 19,500 , e da Poggio Cadame al 51,100 km
a Costa del Pelizzone al km 59,500 , sino a Bocchetta di Sette Sorelle, al km 69,000
circa).
I micropali sono progettati in doppie paratie, con il ricorso a tiranti di ancoraggio
(Dis. LC-D-83445) al fine di garantire la sicurezza dell'opera in condizioni geometriche
di particolare criticità, assicurando la stabilità dei pendii ai lati della condotta. Le doppie
paratie di micropali tirantati sono previste in prossimità di Monte Croce di Ferro, al
km 20,700 (lungo la discesa all'incisione del T. Tarodine), in località “Prato Gemello”
(54,450 km), lungo la Costa del Pelizzone (59,400 km) ed in corrispondenza di un
breve tratto a sud del tunnel di Monte Cornale (67,000 km circa).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 267 di 489
Rev.
0
Le solette di fondazione in c.a., realizzate a sostegno di muri in gabbioni ed in massi,
saranno messe in opera, ove si rendesse necessario, laddove è stata prevista la
realizzazione di tale tipo di manufatti a cui sono associate.
Per quanto riguarda i muri di contenimento in c.a, si è cercato di limitarne al minimo il
numero prevedendoli solo dove effettivamente necessario; al fine di conferire a tale
tipo di opera una certa “naturalità” e ridurne nel contempo l’impatto visivo, è stato
previsto il rivestimento del paramento esterno con pietra locale.
La realizzazione di muri in c.a è stata prevista a protezione delle infrastrutture viarie,
spesso per ripristinare manufatti già presenti, sia lungo la condotta in progetto, sia
lungo la condotta in dismissione. Ciò avviene, ad esempio, presso Villa Caimi (9,000
km circa) e in località “La Polveriera”, a nord di Pontremoli, in località “Campo Molino”
(14,700 km circa) e “San Rocco” (15,300 km) ad est del centro abitato di Guinadi, in
località “Valleto”, nel territorio comunale di Borgo Val di Taro e lungo la sede della
strada comunale dei Scappini.
Opere di sostegno flessibili
Si definiscono opere di sostegno flessibili quelle caratterizzate dal fatto che possono
invece presentare una certa deformabilità sotto l’azione dei carichi cui saranno
sottoposti.
Nel progetto in esame si prevede la realizzazione di:
• i muri di contenimento in massi ed in pietrame;
• le opere di sostegno in legname;
• le terre rinforzate.
Il muro di contenimento in massi ha il pregio di inserirsi in maniera ottimale nel contesto
ambientale circostante. E’ caratterizzato da notevole flessibilità, é di veloce
realizzazione e si adatta ottimamente alle variazioni topografiche del piano campagna.
Esso può essere a vista (Dis. LC-D-83431) oppure interrato (Dis. LC-D-83432); i massi
da utilizzarsi possono essere di varia natura purché corrispondano ai requisiti
essenziali di essere costituiti da pietra dura e compatta, di non presentare piani di
sfaldamento o incrinature, di non alterarsi per effetto del gelo. I blocchi
equidimensionali sono squadrati ed a spigolo vivo.
Il muro di contenimento in pietrame (Dis. LC-D-83430) ha il pregio di inserirsi in
maniera ottimale nel contesto ambientale circostante. E’ caratterizzato da notevole
flessibilità, é di veloce realizzazione e si adatta ottimamente alle variazioni topografiche
del piano campagna. Gli elementi lapidei da utilizzarsi devono essere costituiti da
pietra dura e compatta, di adeguata natura litologica (calcarea basaltica, granitica, ecc)
e di dimensioni non inferiori a 25 cm in senso orizzontale, 20 cm in senso verticale e 30
cm in profondità, adeguatamente rinzeppati con scaglie e legati con malta cementizia;
lungo la parete si lasciano delle feritoie, opportunamente posizionate per garantire il
drenaggio della porzione di terreno a tergo del muro.
La fondazione dei muri in pietrame sarà realizzata con soletta in c.a. direttamente sul
terreno di base opportunamente spianato e costipato per ottenere un piano d’appoggio
stabile e perfettamente uniforme.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 268 di 489
Rev.
0
In considerazione della particolare orografia che caratterizza buona parte dei tracciati
delle condotte corrispondente allo scavalcamento della catena appenninica, il progetto
prevede una diffusa realizzazione di queste tipologie di intervento, in particolare per il
sostegno di scarpate stradali o naturali che vengono interessate dalla linea o a
sostegno delle riprofilature del versante (vedi tab. 4.3/A Sez. II “Opere complementari”
e Vol. 5, All. 6 - dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto”).
Ulteriori tipologie di sostegno previste lungo la linea di progetto sono rappresentate da
opere in legname, in particolare palizzate e muri cellulari in legname.
Le palizzate di contenimento in legname (Dis. LC-D-83421) possono svolgere una
funzione di sostegno di piccole scarpate, interessate dalle fasi di movimentazione
durante la costruzione, e della coltre del terreno di copertura nei tratti di versante a
maggior acclività, laddove comunque si prospettano condizioni di spinta delle terre di
lieve entità.
Le palizzate vengono eseguite in guisa di cordonate continue mediante l’infissione di
pali verticali di essenze forti che fuoriescono dal terreno di circa 0,60÷0,80 m e da pali
disposti in senso orizzontale, per l’altezza fuori terra, formanti una parete compatta e
saldamente legati ai pali infissi con filo di ferro zincato.
Al fine di svolgere anche un’azione regolamentatrice delle acque, a tergo della
palizzata sarà realizzata una canaletta di drenaggio in terra battuta, con una sezione
2
minima di almeno 0,15 m .
Lungo i versanti acclivi, oltre alle opere sopra descritte, soprattutto in corrispondenza di
pendii particolarmente lunghi, all’interno della trincea dello scavo, potranno essere
realizzate strutture di contenimento rompitratta. Si tratta di diaframmi in sacchetti (Dis.
LC-D-83422) di tessuto non tessuto, di dimensioni di circa 50x70 cm. I sacchetti
saranno riempiti con materiale granulare (con granulometria compresa fra 0,06 e 25
mm). I diaframmi saranno realizzati all’intorno della tubazione, avranno sezione
planimetrica ad arco con convessità verso monte e si eleveranno fino a circa 0,50-1 m
al di sotto della superficie topografica. Ogni singolo diaframma sarà fondato su un
piano, in leggera contropendenza, ricavato sul fondo scavo ed i fianchi saranno
opportunamente immorsati alle pareti della trincea. Tali tipo di opere, che a fine dei
lavori risulteranno completamente interrate, saranno realizzate anche in
corrispondenza delle strade bianche carreggiabili che tagliano in alcuni casi i versanti
in mezzacosta.
Opere di drenaggio delle acque
Questa tipologia d’intervento é stata inserita nel capitolo delle opere di ripristino
morfologico in quanto tali opere in ragione del loro effetto drenante, esercitano un
importante ed efficace azione per il riassetto idrogeologico soprattutto per ciò che
concerne il consolidamento dei terreni ed in generale, la stabilità dei pendii.
I drenaggi profondi sono essenzialmente delle trincee riempite con materiali aridi,
opportunamente selezionati e sistemati, aventi lo scopo di captare e convogliare le
acque del sottosuolo, consolidando i terreni circostanti e stabilizzando quindi aree
predisposte alla franosità (Dis. LC-D-83407).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 269 di 489
Rev.
0
Possono essere realizzati in asse alla condotta (trincea drenante sottocondotta), in
parallelismo alla condotta ed anche in senso trasversale (trincea drenante
fuoricondotta) ad essa e hanno la funzione di captare le acque e convogliarle su
compluvi naturali, anche con l’ausilio di scarichi artificiali, drenando e bonificando il
terreno circostante e migliorando così le condizioni di stabilità.
Il corpo drenante è costituito da una massa filtrante consistente di norma da ghiaia
lavata a granulometria uniforme (diametro minimo 6 mm, diametro massimo
60 mm), praticamente esente da frazioni limose e/o argillose ed avvolta da tessuto non
tessuto.
Lo scorrimento dell’acqua avviene dentro tubi in PVC disposti sul fondo del drenaggio,
con fessure longitudinali limitate dalla semicirconferenza superiore del tubo stesso.
Nella parte terminale dei dreni viene realizzato un setto impermeabile, costituito da un
impasto di bentonite ed argilla. Lo scarico dei dreni, viene fatto coincidere per quanto
possibile con impluvi naturali o comunque preesistenti ed intestato in un piccolo
gabbione o altro manufatto di protezione.
Trincee drenanti fuoricondotta e sottocondotta sono state previste, in alcuni tratti del
tracciato, allo scopo di migliorare la stabilità di limitate porzioni di terreno attualmente
interessate da fenomeni gravitativi di lieve entità o per incrementare, in termini
cautelativi, le caratteristiche di resistenza geomeccanica dei terreni attraversati,
laddove sono state supposte potenziali condizioni di stabilità precaria.
Lungo la condotta in dismissione e nei tratti in parallelismo con la condotta in progetto,
si prevede, nella quasi totalità dei casi, di mantenere in esercizio o comunque
ripristinare i drenaggi ivi presenti.
Lungo la condotta in progetto, ulteriori trincee drenanti sono state previste in un tratto
della risalita dal T. Tarodine al microtunnel di Palazzo, presso Case Cereto e Ponte
Ingegna, in località Il Mulino, lungo la costa di Prato Gemello, lungo la Costa del
Pelizzone e lungo la costa tra Biselle e M. Cornale.
Nel caso in cui lo scavo della trincea venga ad interessare litologie dotate di buone
caratteristiche geomeccaniche, tali da non mostrare propensione a fenomeni di
dissesto, é prevista, soprattutto nei tratti acclivi più lunghi, la realizzazione, ad intervalli
più o meno regolari, di segmenti di letto di posa drenante (Dis. LC-D-83406),
consistenti in uno strato di ghiaia di spessore minimo di 0,3 m, posto sul fondo dello
scavo e rivestito con un foglio di tessuto non tessuto con funzione di filtro, che
assolvono al compito di raccogliere e smaltire le acque di infiltrazione che tendono a
convogliarsi lungo la trincea di scavo in cui é alloggiata la condotta. Lungo la linea di
progetto, si prevede la messa in opera del letto di posa drenante in corrispondenza dei
tratti, talvolta piuttosto lunghi, dove si configurano condizioni morfometriche di
pendenza accentuata o dove si prevede la possibilità di presenza di acqua nella trincea
di scavo sia legata a innalzamenti locali di falda freatica, sia legata ad eventi
metereologici intensi.
Opere di difesa idraulica
Questo tipo di opere hanno la funzione di regimare il corso d’acqua al fine di evitare
fenomeni di erosione spondale e di fondo in corrispondenza della sezione di
attraversamento della condotta.
Si classificano come “opere longitudinali” quelle che hanno un andamento parallelo alle
sponde dei corsi d’acqua ed hanno una funzione protettiva delle stesse; come “opere
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 270 di 489
Rev.
0
trasversali” quelle che sono trasversali al corso d’acqua ed hanno la funzione di
correggere o fissare le quote del fondo alveo, fino al raggiungimento del profilo di
compensazione, al fine di evitare fenomeni di erosione di fondo. Tali opere si
classificano come briglie, controbriglie, soglie, repellenti.
Lungo il tracciato in oggetto, sono previste opere di difesa idraulica longitudinali e
trasversali, generalmente da realizzare in massi ciclopici; più raramente saranno
realizzate opere in calcestruzzo armato, quasi esclusivamente per il ripristino di
sistemazioni idrauliche preesistenti.
Opere di difesa idraulica longitudinali
Le difese spondali con scogliere in massi (Dis. LC-D-83467), eseguite contro l’erosione
delle sponde e per il contenimento dei terreni a tergo, saranno sagomate sulla base dei
progetti che ne determineranno le dimensioni, nonché lo sviluppo della parte in
elevazione e del piano di fondazione.
Il loro comportamento statico è del tutto analogo a quello dei muri di sostegno in massi
ciclopici. Anche le prescrizioni sulle modalità esecutive e sulle proprietà dei materiali da
utilizzare sono analoghe a quelle per i muri in massi ciclopici.
L’immorsamento alle sponde dell’opera idraulica sarà realizzato con la massima cura,
particolarmente nella parte di monte. Al fine di evitare l’aggiramento dell’opera da parte
della corrente idrica, tale immorsamento sarà effettuato inserendo la testa dell’opera
all’interno della sponda, con un tratto curvilineo non inferiore a 2÷3 m . Per la parte
terminale di valle è sufficiente un raccordo ad angolo retto con la sponda.
Quando l’energia della corrente fluviale é poco rilevante, con condizioni di scarsa
portata idraulica e/o di sponda poco elevata, é sufficiente realizzare il solo rivestimento
spondale in massi (Dis. LC-D-83466), mediante la messa in opera di massi di
dimensioni inferiori a quelle della scogliera, che non assolve più alla funzione principale
di sostegno e presidio idraulico, ma piuttosto di solo annullamento dell’azione erosiva
al piede della scarpata spondale.
Durante la fase di realizzazione, nel corpo di suddette strutture, potranno essere
inserite delle talee di essenze autoctone con il compito di minimizzare l’impatto visivo e
quindi migliorare l’inserimento dell’opera nell’ambiente circostante. Le talee (Dis. LC-D83404) sono costituite da essenze autoctone forti, ad elevato indice di attecchimento,
da concordare con gli enti preposti.
In alcuni casi, nei corsi d’acqua a regime torrentizio dotati di notevole capacità erosiva
e di trasporto, associato alle difese spondali in massi o singolarmente, potrà essere
realizzato una ricostituzione dell’alveo con massi (Dis. LC-D-83473). I massi utilizzati,
di adeguata natura litologica (calcarea basaltica, granitica, ecc), devono essere
costituiti da pietra dura e compatta, non devono presentare piani di sfaldamento o
incrinature e non devono alterarsi per effetto del gelo. I blocchi sono squadrati, a
spigolo vivo, ed equidimensionali.
In alternativa alle suddette opere di presidio idraulico, che prevedono l’impiego di
massi naturali di pezzatura ciclopica, per alcuni piccoli corsi d’acqua interessati dai
lavori, caratterizzati da scarso trasporto solido al fondo, e come ripristino di opere
esistenti in alcuni tratti in dismissione, è stato previsto di realizzare la ricostituzione
spondale con gabbioni (Dis. LC-D-83463).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 271 di 489
Rev.
0
Per le caratteristiche dei materiali e le tecniche di realizzazione si rimanda a quanto
riportato per i muri di contenimento in gabbioni.
La ricostituzione spondale con muro cellulare in legname e pietrame (Dis. LC-D83458), costituisce un’ulteriore tipologia di opere in legname volte, anche in questo
caso, alla regimazione longitudinale di corsi d’acqua dotati di caratteristiche idrauliche
modeste e moderate capacità erosive. Questa tipologia di opera assolve anche ad una
funzione di sostegno per le sponde. Le metodologie costruttive sono analoghe a
quanto descritto in precedenza per i muri cellulari in legname; al piede dell’opera sarà
realizzata una protezione antierosiva con massi e pietrame.
Relativamente al metanodotto in progetto, le opere sopra descritte sono previste per la
difesa dei tratti di sponda di gran parte dei corsi d’acqua interessati dai lavori.
In particolare, le scogliere di massi sono previste in corrispondenza delle sezioni di
attraversamento dei principali corsi d’acqua e di quei corsi d’acqua minori caratterizzati
da sponde ad elevata acclività in cui l’opera, oltre alla funzione di protezione delle
sponde, deve assolvere alla funzione di contenimento dei terreni a tergo.
La realizzazione di scogliere in massi è prevista in corrispondenza degli
attraversamenti dei seguenti torrenti Carrara (0,115 km), Betigna (8,845 km), Verde
(9,035 km), Tarodine (23,595 km), Toncina (44,300 km), Ceno (49,500 km) ed Arda
(74,370 km, 79,670 km, 81,780 km e 83,115 km) e del F. Taro (26,940 km); inoltre si
prevede la realizzazione di scogliere in massi anche lungo un tratto di percorrenza del
T. Ingegna (33,825-34,080 km).
L’utilizzo di ricostituzioni spondali con rivestimenti in massi è stato previsto in
corrispondenza degli attraversamenti del T. Teglia (1,040 km), del T. Gordana (5,065
km), del T. Verdesina (14,910-15,040 km), del T. Uccellecchia (25,940 km), del T.
Gotra (30,260 km), del F. Taro (29,770 km), del T. Toncina (42,060 km), del T. Ceno
(48,685 km), del Rio Rugarlo (70,590 km), del T. Chero lungo la tubazione in
dismissione, del T. Chiavenna (89,285 km) e lungo la percorrenza del Rio della Lubbia
(53,210 km).
La ricostituzione spondale in gabbioni è stata prevista, esclusivamente come ripristino
di opere in esercizio, nei tratti in dismissione o in quelli in progetto paralleli ai tratti in
dismissione, come in corrispondenza dell’attraversamento del T. Teglia (1,215 km), del
T. Verde (8,410 km) e del F. Taro (28,185 km).
L’utilizzo di palizzate è stato limitato ai fossi caratterizzati da modeste profondità ed
attività erosiva pressoché nulla.
Opere di difesa idraulica trasversali
Quando si riscontra la presenza di corsi d’acqua in cui si riconosce una certa tendenza
evolutiva di fondo con fenomeni di approfondimento d’alveo, è opportuno fissare la
quota di fondo mediante la realizzazione, a valle della sezione d’attraversamento, di
opere di difesa idraulica trasversale.
Tale tipologia di opera è stata prevista, per la condotta in progetto, a valle degli
attraversamenti di corsi d’acqua caratterizzati da un’apprezzabile morfodinamica del
fondo alveo e consistenti nella realizzazione di difese trasversali in massi (Dis. LC-D-
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 272 di 489
Rev.
0
83485) e/o in c.a. (Dis. LC-D-83487), rappresentate da soglie e/o briglie, al fine di
garantire la copertura minima sulla condotta, contro eventuali fenomeni di erosione di
fondo. Spesso tale tipologia di opera viene realizzata a valle delle opere di regimazione
longitudinali, al fine di evitare fenomeni di scalzamento dovuti agli effetti vorticosi della
corrente fluviale che si generano soventemente a valle di strutture idrauliche più o
meno rigide.
Sovente è altresì prevista la realizzazione di una platea in massi allo scopo di evitare
fenomeni di erosione dell’alveo che potrebbero verificarsi a valle dell’opera trasversale
per il salto di quota che quest’ultima genera con la sua presenza.
Opere trasversali sono realizzate anche allo scopo di indirizzare la corrente idraulica in
piena verso la parte centrale dell’alveo, e quindi proteggere la sponda dall’azione
erosiva. Si tratta nella maggior parte dei casi di pennelli in massi (Dis. LC-D-83479)
costituiti da massi naturali duri e compatti, generalmente di natura calcarea, basaltica,
granitica o trachitica privi di inclusioni e/o piani di sfaldamento, con eventuale messa a
dimora di talee. L’opera viene realizzata per la protezione idraulica della sponda e
viene in generale disposta in modo da formare un angolo di circa 15-20° rispetto alla
perpendicolare alla direzione di flusso principale, al fine di ridurre il più possibile
l’azione erosiva della corrente.
L’opera viene realizzata con massi di pezzatura stabilita in relazione alle caratteristiche
di deflusso delle acque, prevedendo un immorsamento minimo nella sponda di almeno
3m.
In generale gli elementi lapidei sono disposti in maniera non ordinata (casuale), allo
scopo di evitare la creazione di una struttura regolare. In alcuni casi, dove si prevedono
sollecitazioni particolarmente gravose, i massi possono essere posizionati
singolarmente, in modo da favorire il loro concatenamento ottimale.
Le caratteristiche geometriche dei pennelli e l’interasse tra pennelli contigui, saranno
definite negli elaborati di progetto.
Ove già presenti sulla linea esistente, sono stati anche ripristinati i pennelli in gabbioni
(Dis. LC-D-83476).
Tra le opere di difesa idraulica rientrano anche la regimazione di piccoli corsi d’acqua
con cunetta in massi (Dis. LC-D-83449) o con elementi prefabbricati in c.a. (Dis. LC-D83454) e la ricostituzione dell’alveo in massi (Dis. LC-D-83473). La cunetta in massi è
usata per piccoli corsi d’acqua, con modeste capacità erosive e di trasporto. Gli
elementi prefabbricati in c.a. sono utilizzati esclusivamente come ripristino di opere
esistenti.
La ricostituzione dell’alveo in massi ha lo scopo di proteggere il terreno di fondo alveo
dall’azione di trasporto delle acque, vengono posizionati dei massi sul fondo e sulle
sponde fino al livello ordinario di piena. In generale, per favorire un migliore
inserimento dell’intervento nel contesto naturale del corso d’acqua, vengono utilizzati
elementi lapidei di pezzatura non omogenea; essi sono disposti in maniera non
ordinata, evitando quindi di formare una platea regolare. Sulle parte restante della
sponda, dal livello ordinario di piena fino alla sommità, viene eseguita la riprofilatura del
terreno. In funzione del corso d’acqua possono essere posizionate sulle sponde delle
fascine verdi e relativi picchetti di fissaggio, fino alla quota del livello di piena, e/o
possono essere messe a dimora delle talee di specie autoctone.
Al fine di proteggere il terreno superficiale delle sponde dal dilavamento, si possono
utilizzare dei geosintetici di rinforzo e, in ogni caso, si procede con l’inerbimento di tutta
l’area interessata dai lavori.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
8.2.2
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 273 di 489
Rev.
0
Ripristini idrogeologici
Anche se la profondità degli scavi é generalmente contenuta nell’ambito dei primi 3 m
dal piano campagna, i lavori di realizzazione dell’opera possono localmente interferire
con la falda freatica e con il sistema di circolazione idrica sotterranea, come nel caso di
tratti particolari quali gli attraversamenti in subalveo o quelli caratterizzati da condizioni
di prossimalità della falda al piano campagna.
Nel caso in cui tale eventualità si verifichi in prossimità di opere di captazione (pozzi di
emungimento, canali di drenaggio interrati) ovvero di emergenze naturali (sorgenti,
fontanili), ritenendo che i lavori possano alterare gli equilibri piezometrici naturali,
verranno adottate, prima, durante e a fine lavori, opportune misure tecnico-operative
volte alla conservazione del regime freatimetrico preesistente.
In relazione alla variabilità delle possibili cause ed effetti d’interferenza, le misure da
adottare saranno stabilite di volta in volta scegliendo tra le seguenti tipologie
d’intervento:
• rinterro della trincea di scavo con materiale granulare, al fine di preservare la
continuità della falda in senso orizzontale;
• esecuzione, per l’intera sezione di scavo, di setti impermeabili in argilla e
bentonite, al fine di confinare il tratto di falda intercettata ed impedire in tal modo la
formazione di vie preferenziali di drenaggio lungo la trincea medesima;
• rinterro della trincea, rispettando la successione originaria dei terreni (qualora si
alternino litotipi a diversa permeabilità) al fine di ricostituire l’assetto idrogeologico
originario;
• tempestivo confinamento delle fratture beanti e realizzazione di vincoli
impermeabili per il ripristino degli esistenti limiti di permeabilità, qualora si
verifichino emergenze idriche localizzate in litotipi permeabili per fratturazione
(ammassi lapidei conglomeratici).
Le misure costruttive sopracitate, correttamente applicate, garantiscono in generale il
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
• il ripristino dell’equilibrio idrogeologico nel tratto in cui il tracciato interessa la falda;
tale condizione si ottiene selezionando il materiale di rinterro degli scavi, in modo
da ridare continuità idraulica all’orizzonte acquifero intercettato;
• il recupero delle portate drenate in prossimità di punti d’acqua (sorgenti, pozzi o
piccole scaturigini) previa esecuzione di locali sistemi di drenaggio e captazione
(setti impermeabili di confinamento, corpi drenanti di assorbimento).
8.2.3
Ripristini vegetazionali
Gli interventi di ripristino dei soprassuoli forestali e agricoli comprendono tutte le opere
necessarie a ristabilire le originarie destinazioni d’uso.
Nelle aree agricole, essi avranno come finalità il riportare i terreni alla medesima
capacità d’uso e fertilità agronomica presenti prima dell’esecuzione dei lavori, mentre
nelle aree caratterizzate da vegetazione naturale e seminaturale, i ripristini avranno la
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 274 di 489
Rev.
0
funzione di innescare i processi dinamici che consentiranno di raggiungere, nel modo
più rapido e seguendo gli stadi evolutivi naturali, la struttura e la composizione delle
fitocenosi originarie.
Gli interventi di ripristino sono, quindi, finalizzati a ricreare le condizioni idonee al
ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta
affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente.
Gli interventi di ripristino vegetazionale sono sempre preceduti da una serie di
operazioni finalizzate al recupero delle condizioni originarie del terreno:
• il terreno agrario, precedentemente accantonato ai bordi della trincea, sarà
ridistribuito lungo la fascia di lavoro al termine del rinterro della condotta;
• il livello del suolo sarà lasciato qualche centimetro al di sopra del livello dei terreni
circostanti, in considerazione del naturale assestamento, principalmente dovuto
alle piogge, a cui il terreno va incontro una volta riportato in sito;
• le opere di miglioramento fondiario, come impianti fissi di irrigazione, fossi di
drenaggio ecc. , provvisoriamente danneggiate durante il passaggio del
metanodotto, verranno completamente ripristinate una volta terminato il lavoro di
posa della condotta.
Gli interventi per il ripristino della componente vegetale si possono raggruppare nelle
seguenti fasi:
• scotico ed accantonamento del terreno vegetale;
• inerbimento;
• messa a dimora di alberi ed arbusti;
• cure colturali.
Scotico ed accantonamento del terreno vegetale
La prima fase del ripristino della copertura vegetale naturale e seminaturale si colloca
nella fase di apertura della fascia di lavoro e consiste nello scotico ed accantonamento
dello strato superficiale di suolo, ricco di sostanza organica, più o meno mineralizzata,
e di elementi nutritivi. Detta operazione è necessaria soprattutto quando ci si trova in
presenza di spessori di suolo relativamente modesti.
L’asportazione dello strato superficiale di suolo, per una profondità
approssimativamente pari alla zona interessata dalle radici erbacee, è importante per
mantenere le potenzialità e le caratteristiche vegetazionali di un determinato ambito e,
normalmente, sarà eseguita con l’ausilio di una pala meccanica. Il materiale risultante
da questa operazione sarà accantonato a bordo pista e opportunamente protetto con
teli traforati per evitarne l’erosione ed il dilavamento. La protezione dovrà inoltre essere
tale da non causare disseccamenti o fenomeni di fermentazione che potrebbero
compromettere il riutilizzo del materiale.
In fase di rinterro della condotta, lo strato di suolo accantonato verrà rimesso in posto
cercando, se possibile, di mantenere lo stesso profilo e l’originaria stratificazione degli
orizzonti.
Prima dell’inerbimento e della messa a dimora di alberi ed arbusti, qualora se ne
ravvisi la necessità, si potrà provvedere anche ad una concimazione di fondo.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 275 di 489
Rev.
0
Inerbimento
In linea di principio, gli inerbimenti saranno eseguiti solo in brevi tratti di scarpata. Essi
saranno eseguiti allo scopo di:
ricostituire le condizioni pedo-climatiche e di fertilità preesistenti;
apportare sostanza organica;
ripristinare le valenze estetico paesaggistiche;
proteggere il terreno dall’azione erosiva e battente delle piogge;
consolidare il terreno mediante l’azione rassodante degli apparati radicali;
proteggere gli interventi di sistemazione idraulico-forestale (fascinate, palizzate
ecc.), dove presenti, ed integrazione della loro funzionalità.
La scelta dei miscugli da utilizzare è stata effettuata cercando di conciliare l’esigenza di
conservazione delle caratteristiche di naturalità delle cenosi erbacee attraversate con
la facilità di reperimento del materiale di propagazione sul mercato nazionale. In base a
precedenti esperienze e come verificato anche in aree con tipologie vegetazionali simili
in cui sono già stati eseguiti interventi di ripristino, si ritiene necessario sottolineare
come le specie autoctone si integrino da subito al miscuglio delle specie commerciali
per poi sostituirlo e diventare gradualmente dominanti nel corso degli anni.
In relazione alle caratteristiche pedologiche e climatiche del territorio attraversato dalle
condotte in progetto ed in dismissione è possibile ipotizzare l'impiego dei miscugli
riportati nella tabella seguente (vedi tab. 8.2/A).
Tab. 8.2/A: Miscuglio di semi per inerbimento
SPECIE
erba mazzolina (Dactylis glomerata)
bromo inerme (Bromus inermis)
fienarola dei prati (Poa pratensis)
coda di topo (Phleum pratense)
loglio inglese (Lolium perenne)
festuca arundinacea (Festuca arundinacea)
trifoglio violetto (Trifolium pratensis)
trifoglio bianco (Trifolium repens)
ginestrino (Lotus corniculatus)
Totale
miscuglio A
%
miscuglio B
%
30
30
10
5
30
5
10
5
5
100
15
10
20
10
10
5
100
I due tipi di miscuglio previsti “A” e “B” si riferiscono a diversi tipi di terreno; il miscuglio
“A” è adatto per terreni sciolti, anche con scheletro grossolano, mentre il miscuglio “B”
si deve impiegare con terreni di medio impasto e fertili.
Indicativamente, l'inerbimento richiede l'utilizzo di un quantitativo di miscuglio uguale o
maggiore a 20 g/m2 e, al fine di garantire la quantità necessaria di elementi nutritivi per
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 276 di 489
Rev.
0
il buon esito del ripristino, prevede la contemporanea somministrazione di fertilizzanti a
lenta cessione.
Tutti gli inerbimenti vengono eseguiti, ove possibile, con la tecnica dell’idrosemina, al
fine di ottenere:
uniformità della distribuzione dei diversi componenti;
rapidità di esecuzione dei lavori;
possibilità di un maggiore controllo delle varie quantità distribuite.
Gli inerbimenti a mano verranno eseguiti solamente laddove sia assolutamente
impossibile intervenire con i mezzi meccanici (impraticabilità dell’area, strapiombi,
distanza eccessiva da strade percorribili, ecc.). A seconda delle caratteristiche
pedoclimatiche dei terreni, l’inerbimento può essere fatto con le seguenti tipologie di
semina idraulica:
• semina tipo A: semina idraulica, comprendente la fornitura e la distribuzione di un
miscuglio di sementi erbacee e concimi; si esegue in zone pianeggianti o
subpianeggianti;
• semina tipo B: semina idraulica con le stesse caratteristiche del punto precedente
con aggiunta di sostanze collanti a base di resine sintetiche in quantità sufficiente
ad assicurare l’aderenza del seme e del concime al terreno; si effettua in zone
acclivi;
• semina tipo C: semina idraulica come ai punti precedenti, con aggiunta di
formulato di paglia e/o pasta di cellulosa e/o canapa, a protezione della semente;
si esegue nelle zone ove necessita una rapida germinazione del seme, facilitata
dall’effetto serra della paglia, per contribuire alla rapida stabilizzazione di terreni
particolarmente soggetti ad erosione superficiale (terreni molto acclivi);
• semina tipo D: semina idrobituminosa da impiegare in terreni a forte percentuale di
roccia e non, con qualsiasi pendenza, al fine di ottenere un rapido mascheramento
visivo ed uno sviluppo immediato del cotico erboso; questa tipologia comprende la
distribuzione di miscuglio di semi, di concime, di paglia di cereali autunno-vernini e
di emulsione bituminosa, secondo le seguenti fasi operative:
distribuzione di miscuglio di seme e concime come al punto “A”;
distribuzione di paglia ed emulsione bituminosa mediante una macchina
impaglia-bitumatrice.
La tecnica di copertura e protezione del terreno con resine o altre sostanze accelera il
processo di applicazione, in quanto in un’unica volta vengono distribuiti
contemporaneamente sementi, concimi e resina, quest’ultima con funzioni di collante.
Le caratteristiche che si richiedono a queste resine sono:
• non tossicità;
• capacità di ritenuta e consolidante graduabile a diversi dosaggi;
• capacità di permettere il normale scambio idrico e gassoso fra atmosfera ed il
terreno;
• capacità di resistenza all’azione erosiva delle acque da ruscellamento;
• biodegradabilità 100%.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 277 di 489
Rev.
0
In base alle caratteristiche morfologiche, pedologiche e vegetazionali interessate dal
tracciato e descritte nei capitoli precedenti le tipologie di semina da utilizzare per
inerbire la pista di lavoro sono la tipologia “C” e “D”.
Tutte le attività di semina sono, di norma, eseguite in condizioni climatiche opportune
(assenza di vento o pioggia). La stagione più indicata per effettuare la semina è
l’autunno perché consente uno sviluppo dell'apparato radicale in grado di poter
affrontare il periodo di stress idrico della successiva estate.
Messa a dimora di alberi ed arbusti
Nelle aree con cenosi di carattere naturale o seminaturale, eventualmente interessate
dai lavori, appena ultimata la semina si procederà alla ricostituzione della copertura
arbustiva ed arborea.
L’obbiettivo dell’intervento non è la semplice sostituzione delle piante abbattute con
l’apertura della pista, ma deve essere progettato, piuttosto, come un passo verso la
ricostituzione dell’ambito ecologico (e paesaggistico) preesistente la realizzazione
dell’opera.
La disposizione spaziale sarà a gruppi in modo da creare macchie di vegetazione che
con il tempo possano evolversi e assolvere alla funzione di nuclei di propagazione,
accelerando così i dinamismi naturali. Il progetto di ripristino provvederà, ogni qualvolta
possibile, a raccordare i nuovi impianti con la vegetazione esistente; questo consentirà
di ridurre fortemente l’impatto paesaggistico e visivo della fascia di lavoro all’interno
della formazione boschiva. Un altro vantaggio della disposizione a gruppi è la minor
mortalità che si registra nei semenzali messi a dimora, grazie alla protezione che ogni
piantina esercita sull’altra (effetto gruppo o effetto margine nel caso della vicinanza con
la vegetazione naturale). Il sesto d’impianto teorico sarà di 2 x 2 m , (2.500 semenzali
per ettaro), salvo diverse indicazioni delle autorità forestali competenti o particolari
situazioni ambientali (vegetazione arbustiva o ripariale) nelle quali il sesto d’impianto
verrà indicato volta per volta.
Questa filosofia di progetto porterà alla ricostituzione della copertura forestale su circa
il 90% dell’intera superficie boscata attraversata, lasciando il restante 10% del territorio
libero di essere colonizzato con meccanismi di dinamica naturale.
La disposizione a gruppi o macchie, oltre ai vantaggi appena illustrati, ha una sua
validità anche dal punto di vista paesaggistico perché ripropone la disposizione
naturale, armonizzandosi pienamente con la vegetazione esistente ai margini della
fascia di lavoro.
Per avere maggiori garanzie di attecchimento si usa, generalmente, materiale allevato
in fitocella e proveniente da vivai prossimi alla zona di lavoro.
Il ripristino della vegetazione ripariale presente sulle sponde dei principali corsi d’acqua
(F. Taro e T. Arda) e di quella presente lungo le sponde di torrenti, fossi e canali minori
sarà realizzato prevedendo la messa a dimora di talee ed astoni, di salici e pioppi,
possibilmente reperiti in loco in periodi di riposo vegetativo.
In base ai risultati dello studio sulla vegetazione reale e potenziale presente lungo il
tracciato (vedi Sez. II "Quadro di Riferimento Ambientale", par. 2.4.2), sono state
individuate quattro tipologie d’intervento in relazione al tipo di formazioni forestali
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 278 di 489
0
incontrate. A titolo d’esempio, si riporta la composizione specifica ed il grado di
mescolanza previsti per il ripristino di queste tipologie.
1° Tipologia
Vegetazione ripariale
Sulle sponde del F. Taro, nella parte iniziale del tracciato, del T. Arda in quella centrale
e dei numerosi corsi d’acqua minori attraversati, verranno messe a dimora talee di
salice (possibilmente prelevate in loco) e salici allevati in fitocella (50% di ogni tipo) a
formare delle macchie di arbusti con una superficie minima di circa 150m2 con un sesto
d’impianto (teorico, poiché l’effettiva disposizione sul terreno sarà casuale) di 1,5 x 1,5
metri, per un totale di circa 4.400 piantine per ettaro.
Le specie che verranno utilizzate sono quelle tipiche dell’area golenale e presenti in
gran parte delle cenosi attraversate.
Uno schema indicativo del ripristino potrebbe essere quello indicato di seguito (vedi
tab. 8.2/B).
Tab. 8.2/B: Composizione specifica per il ripristino della vegetazione ripariale
arbustiva
specie arbustive
%
Salix eleagnos
Salix purpurea
Salix viminalis
Salix cinerea
Salix fragilis
40
30
10
10
10
TOTALE
100
Nelle situazioni più articolate il ripristino provvederà alla realizzazione di due tipologie
vegetazionali: una cenosi arbustiva di salici, nell’area più prossima all’alveo del fiume,
ed una cenosi arboreo-arbustiva con salici, pioppi e ontano, più lontano dalle sponde.
La componente arbustiva verrà ripristinata in maniera del tutto analoga a quella
appena descritta mentre le cenosi arboree possono avere una composizione specifica
come quella indicata nella tabella 8.2/C che segue.
Tab. 8.2/C: Composizione specifica per il ripristino di vegetazione ripariale
strutturata
specie arboree
Salix alba
Populus alba
Populus nigra
Alnus glutinosa
TOTALE
%
specie arbustive
%
10
15
10
10
Salix eleagnos
Salix purpurea
Salix triandra
Hippophae rhamnoides
Cornus sanguinea
Crataegus monogyna
Rosa canina
10
10
5
5
10
10
5
55
45
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 279 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
2° Tipologia
Boschi a prevalenza di querce caducifoglie
Questa ipotesi di ripristino interesserà la parte iniziale del tracciato, tra le località
“C. Stabielle”, in Comune di Borgo Val di Taro e “Molino di Campi” in Comune di
Albareto e quella mediana, in modo discontinuo, da località “Dugara” a “Cogno di
Grezzo”, ambedue in Comune di Bardi e, infine, da Ronco Frera, al confine comunale
tra Morfasso e Bore sino a località “Mocomero”, in Comune di Vernasca.
Le specie con un carattere pioniero più spiccato (ciliegio selvatico, carpino nero e
orniello) sono presenti con una buona percentuale rispetto alle specie edificatrici in
quanto il ripristino mira alla creazione di nuclei di diffusione che dovrebbero
successivamente evolversi verso il bosco misto di latifoglie termo-mesofile con
maggiore partecipazione di querce (vedi tab. 8.2/D).
Tab. 8.2/D: Composizione specifica per il ripristino dei boschi di querce
caducifoglie
Specie arboree
Ostrya carpinifolia
Quercus petraea
Quercus cerris
Quercus pubescens
Fraxinus ornus
Prunus avium
TOTALE
%
20
5
5
5
5
10
50
Specie arbustive
%
Corylus avellana
Crataegus monogyna
Euonymus europaeus
Ligustrum vulgare
Prunus spinosa
Cornus sanguinea
TOTALE
10
10
10
10
5
5
50
3° Tipologia
boschi di castagno
L’ipotesi di ripristino per questa tipologia di bosco prevede la messa a dimora delle
specie arboree ed arbustive indicate in tabella 8.2/E. I cedui di castagno ed i castagneti
sono presenti su larghe zone del territorio attraversato dalla condotta in progetto (ad
esempio tra le località “Cà Paganini” e “C.Stabielle”, in Comune di Borgo Val di Taro e
da Monte Costaccia, in Comune di Vernasca, a località “Case Rattoni”, in Comune di
Morfasso) e dalla condotta in dismissione; anche in questo caso le percentuali di
specie pioniere (ciliegio selvatico e pioppo tremulo) sono maggiori rispetto alle specie
climax definitive (ad eccezione del castagno) perchè l’intervento mira alla creazione di
nuclei di diffusione che dovrebbero successivamente evolversi verso il querceto misto,
climax del Quercetum petraea.
Tab. 8.2/E: Composizione specifica per il ripristino dei boschi di castagno
Specie arboree
%
Specie arbustive
%
Castanea sativa
40
Corylus avellana
30
Quercus petraea
10
Crataegus monogyna
30
Fraxinus excelsior
5
Euonymus europaeus
20
Prunus avium
30
Laburnum anagyroides
20
Populus tremula
15
TOTALE
100
TOTALE
100
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 280 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
4° Tipologia
Boschi di faggio
Sono cenosi che caratterizzano la percorrenza nelle zone poste alle quote più elevate
sia del tracciato in progetto che della dismissione. All’interno di questa tipologia il grado
di mescolanza varia con l’altitudine; nelle zone di cresta ed alle quote maggiori la
faggeta è quasi pura mentre lungo i versanti la presenza di altre latifoglie aumenta al
diminuire della quota. Il ripristino della copertura arborea sarà quindi diversificato a
seconda della tipologia di faggeta attraversata.
Nel caso delle faggete pure le specie ed il grado di mescolanza che verranno proposti
è sintetizzato nella tabella 8.2/F.
Tab. 8.2/F: Composizione specifica per il ripristino dei boschi puri di faggio
specie arboree
Fagus sylvatica
Populus tremula
Prunus avium
TOTALE
%
40
10
20
70
specie arbustive
Sorbus aria
Sorbus aucuparia
Corylus avellana
TOTALE
%
10
10
10
30
Mentre, nel caso dei boschi misti a prevalenza di faggio, la composizione delle cenosi
previste nel progetto di ripristino è sintetizzata nella tabella 8.2/G.
Tab. 8.2/G: Composizione specifica per il ripristino dei boschi misti di faggio
specie arboree
Fagus sylvatica
Fraxinus excelsior
Tilia cordadata
Betula pendula
Acer pseudoplatanus
Populus tremula
TOTALE
%
40
5
5
5
5
5
65
specie arbustive
Corylus avellana
Ilex aquifolium
Sorbus aria
Ligustrum vulgare
Juniperus communis
TOTALE
%
10
5
10
5
5
35
In entrambi i casi, considerata anche la difficoltà del faggio a vegetare in condizioni di
specie pioniera, il materiale in fitocella messo a dimora verrà integrato dall’interramento
di semi pregerminati di provenienza selezionata. La messa a dimora delle piantine e
degli arbusti avverrà in buche di 40 x 40 x 40 cm ed il sesto d’impianto adottato sarà
anche in questo caso di 2 x 2,5 metri (2.000 piante per ettaro). La disposizione sul
terreno sarà irregolare per singola pianta o a gruppi, in modo da avvicinarsi ai modelli
naturali che caratterizzano i boschi della zona.
Attività ed opere accessorie al ripristino vegetazionale
Spietramento
Lo spietramento viene eseguito in zone particolari (dove si riscontrano terreni con
un’elevata percentuale di pietrosità), sull’intera larghezza della pista, allo scopo di
migliorare le caratteristiche fisiche del suolo e favorire l’attecchimento dei semi e delle
piantine che verranno utilizzati per il ripristino. Tale attività può essere eseguita a mano
(con l’ausilio di attrezzi idonei) nel caso di pezzatura minuta delle pietre, o con piccoli
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 281 di 489
Rev.
0
mezzi meccanici tipo “escavatori” utilizzando la benna, con un’apposita griglia sul
fondo, come rastrello. Il materiale lapideo recuperato sarà depositato in zona, a piccoli
gruppi, cercando di dare una disposizione che non alteri il paesaggio, oppure può
essere accantonato in corrispondenza di trovanti esistenti o, in casi particolari, portato
a discarica.
Pacciamatura con geotessile in nontessuto
E’ un sistema di pacciamatura localizzata, ottenuta mediante la messa a dimora di uno
speciale tessuto; si tratta di un prodotto in nontessuto in fibre vegetali, biodegradabile,
morbido naturale ad alta densità e forte persistenza, con durata di 3-4 anni. Si può
posizionare intorno alle piantine grazie ad una speciale apertura trasversale; la
stabilizzazione del disco al suolo avverrà di preferenza con materiale lapideo reperito
in loco. Il prodotto deve essere posizionato il più possibile a contatto con il terreno per
evitare l’infiltrazione della luce. L’operazione va effettuata durante la messa a dimora
delle piantine.
Recinzioni
Servono a proteggere l’intera zona rimboschita, o porzioni di essa, dai danni che
possono essere provocati dalla presenza di animali selvatici e/o domestici e dal
passaggio di persone non autorizzate, fino a quando il rimboschimento non sarà
affermato o fino al termine del periodo di manutenzione (vedi foto 8.2/A).
Foto 8.2/A: Recinzione
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 282 di 489
Rev.
0
La recinzione sarà realizzata con la posa in opera di paleria in legname di essenza
forte (castagno, rovere, robinia, ecc.) curando che l’altezza fuori terra risulti pari a 1,401,70 m . Ai pali viene fissata, per tutta la loro altezza, una rete a maglie, indicata in
aree con prevalenza di pascolo ovino, in modo tale da non permettere l’accesso agli
animali selvatici e domestici.
Tali recinzioni saranno collocate in modo da delimitare l’area soggetta a
rimboschimento, senza occupare i terreni limitrofi, e lasciando per ogni tratto di 50 m
un passo di circa 3 m .
Cartelli monitori
E’ un sistema di protezione, indiretto, della zona oggetto di ripristino vegetazionale che
si realizza attraverso la messa in opera di tabelle monitorie delle dimensioni adeguate,
in lamierino zincato verniciato di giallo, riportante una dicitura in nero del tipo: “Snam
Rete Gas attenzione zona soggetta a ripristino ambientale, non danneggiare”.
Cure colturali al rimboschimento
Le cure colturali saranno eseguite nelle aree rimboschite fino al completo
affrancamento, cioè, fino a quando le nuove piante saranno in grado di svilupparsi in
maniera autonoma.
Questo tipo di intervento verrà eseguito in due periodi dell’anno; indicativamente
primavera e tarda estate, salvo particolari andamenti stagionali.
Le cure colturali consistono nell’esecuzione delle operazioni di seguito elencate:
l’individuazione preliminare delle piantine messe a dimora, mediante infissione di
paletti segnalatori o canne di altezza e diametro adeguato;
lo sfalcio della vegetazione infestante; questo deve interessare a seconda delle
scelte progettuali o tutta la superficie di fascia di lavoro, o un’area intorno al fusto
della piantina;
la zappettatura; questa deve interessare l’area intorno al fusto della piantina;
il rinterro completo delle buche che per qualsiasi ragione si presentino incassate,
compresa la formazione della piazzoletta in contropendenza nei tratti acclivi;
l’apertura di uno scolo nelle buche con ristagno di acqua;
il diserbo manuale e chimico, solo se necessario;
la potatura dei rami secchi;
ogni altro intervento che si renda necessario per il buon esito del rimboschimento
compresa la lotta chimica e non, contro i parassiti animali e vegetali; ivi incluso il
ripristino delle opere accessorie (qualora queste siano previste) al rimboschimento
(ripristino verticalità tutori, tabelle monitorie, funzionalità recinzioni, verticalità
protezioni in rete di plastica e metallica, riposizionamento materiali pacciamanti
ecc.).
Prima di eseguire i lavori di cure colturali si dovrà provvedere alla rimozione
momentanea del disco pacciamante (se presente) che, una volta ultimate le
operazioni, deve essere riposizionato correttamente.
In fase di esecuzione delle cure colturali, occorre inoltre provvedere al rilevamento
delle eventuali fallanze. Il ripristino delle fallanze, da eseguire nel periodo più idoneo,
consisterà nel garantire il totale attecchimento del postime messo a dimora. Per far
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 283 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
questo si devono ripetere tutte le operazioni precedentemente descritte, compresa la
completa riapertura delle buche, mettendo a dimora nuove piantine sane e in buon
stato vegetativo.
8.2.4
Quadro riassuntivo delle opere di mitigazione e ripristino
Le quantità dei materiali da impiegare per gli interventi di mitigazione e ripristino
previsti lungo il tracciato di progetto, includendo anche le opere complementari previste
a seguito della rimozione della condotta esistente (vedi tab. 4.3/A e 5.2/F della
presente Sez. II "Quadro di riferimento progettuale"), suddivise per tipologia di opera,
comprese quelle inerenti la ricostituzione della copertura vegetale sono riportate nelle
tabelle seguenti (vedi tab. 8.2/C e 8.2/D).
Si evidenzia che i materiali da utilizzare saranno reperiti sul mercato dagli operatori
locali più vicini alle aree di realizzazione delle diverse opere; pertanto la realizzazione
dell’opera non comporterà l’apertura di alcuna cava di prestito.
Tab. 8.2/C: Quadro riassuntivo delle quantità previste
Tipologia
Materiali
Unità di
misura
Quantità
m
5.630
m
250
Opere di sostegno e difesa idraulica
Palizzate
Muri cellulari in legname
Massi
3
42.730
3
3.485
3
21.840
m
Pietrame
m
Opere in c.a.
Opere di drenaggio
Letto di posa drenante
Trincea drenante (sotto condotta/fuori
condotta)
Opere di regimazione delle acque superficiali
Fascinate
m
m
8.720
m
11.710
m
2.750
Canalette in terra e/o pietrame
Opere di ricostituzione della copertura vegetale
Inerbimenti
superficie
m
8.310
ha
135,60
superficie
ha
126,65
piantine
n.
218.400
Rimboschimenti
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 284 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 8.2/D: Quadro riassuntivo delle quantità previste, linea in dismissione
Tipologia
Materiali
Unità di
misura
Quantità
m
4.120
3
1.845
3
3.340
3
230
Opere di sostegno e difesa idraulica
Palizzate
Massi
m
Pietrame
m
Opere in c.a.
Opere di drenaggio
Trincea drenante (sotto condotta/fuori
condotta)
Opere di regimazione delle acque superficiali
Fascinate
m
Canalette in terra e/o pietrame
Opere di ricostituzione della copertura vegetale
Inerbimenti
superficie
Rimboschimenti
m
9.230
m
6.120
m
9.050
ha
43,95
superficie
ha
40,75
piantine
n.
70.300
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
9
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 285 di 489
Rev.
0
OPERA ULTIMATA
Al termine dei lavori, il metanodotto risulterà completamente interrato e la fascia di
lavoro sarà interamente ripristinata. Gli unici elementi fuori terra saranno:
•
i cartelli segnalatori del metanodotto (vedi Dis. LC-D-83359), gli armadi di controllo
(vedi Dis. LC-D-83357 e LC-D-83358) ed i tubi di sfiato (vedi Dis. LC-D-83335) in
corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di protezione;
•
le valvole di intercettazione (gli steli di manovra delle valvole, l’apparecchiatura di
sfiato con il relativo muro di sostegno, la recinzione ed il fabbricato).
Gli interventi di ripristino sono progettati, in relazione alle diverse caratteristiche
morfologiche, vegetazionali e di uso del suolo incontrate lungo il tracciato, al fine di
riportare, per quanto possibile e nel tempo necessario alla crescita delle specie, gli
ecosistemi esistenti nella situazione preesistente ai lavori e concorrono
sostanzialmente alla mitigazione degli impatti indotti dalla realizzazione dell’opera
sull’ambiente.
In particolare per le componenti vegetazione e paesaggio, sulle quali la realizzazione
dell’opera induce gli impatti di maggiore criticità, nei tratti caratterizzati da vegetazione
naturale, il ripristino tende a ricreare condizioni vegetazionali ed ecologiche
naturaliformi e a questo scopo si cerca di intervenire utilizzando specie pioniere
insieme ad altre ecologicamente più esigenti, con differenti sesti d’impianto (quasi
sempre caratterizzati dall’estrema irregolarità della disposizione planimetrica) lungo
l’intera fascia di lavoro, ma anche lungo l’asse della condotta. Ciò è reso possibile dalle
caratteristiche del materiale di rivestimento (polietilene) delle tubazioni, in uso da anni.
Quanto descritto, oltre ad assicurare una migliore capacità di attecchimento (e quindi
una maggiore difesa del suolo dall’erosione), una maggiore diversità specifica ed un
più agevole e rapido raggiungimento di stadi evolutivi intermedi, consente, nel giro di
pochi anni, di avere popolamenti strutturalmente articolati, anche partendo da materiale
vivaistico di piccola taglia (piantine di 20-40 cm di altezza). Mettendo a dimora, infatti,
specie diverse per caratteristiche dinamiche e per capacità e velocità di accrescimento,
il normale ritmo di sviluppo del materiale utilizzato fa in modo che nel breve termine le
specie pioniere possano sfruttare i rilevanti accrescimenti longitudinali per formare un
piano dominante sotto il quale si creano le condizioni per il pieno sviluppo delle specie
arboree più esigenti e degli arbusti e per l’insediamento della vegetazione naturale.
In situazioni particolari, da valutare caso per caso, il ripristino può essere fatto
realizzando delle macchie di vegetazione su una porzione della fascia anziché
intervenire su tutta l’estensione. In questo caso ogni macchia racchiude al suo interno
la seriazione evolutiva (semplificata) della fitocenosi di riferimento, con specie vegetali
fisionomicamente e strutturalmente diverse e con differenti dimensioni (anche
all’interno della stessa specie).
L’evoluzione di questo intervento determina la formazione di un popolamento con una
struttura articolata (ad onde), molto simile a quello che si osserva nei nuclei di
colonizzazione secondaria naturale. La disseminazione naturale proveniente dai bordi
della pista e dal centro delle macchie assicura in tempi brevi la colonizzazione naturale
dell’intera fascia, evitando di creare corridoi negativi caratterizzati da strutture
monoplane e formazioni monospecifiche.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 286 di 489
Rev.
0
Foto 9/A: Ripristino vegetazionale eseguito nel 1997: la messa a dimora delle
piante viene fatta su tutta la pista del metanodotto. Al termine del
lavoro di messa a dimora vengono eseguite le cure colturali alle
piantine ed il risarcimento delle fallanze.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 287 di 489
Rev.
0
Foto 9/B: Particolare dei dischi pacciamanti posati ad ogni piantina.
A titolo esemplificativo, si allegano alcune immagini fotografiche che riproducono la
situazione venutasi naturalmente a ricreare in corrispondenza di tratti boscati lungo il
tracciato di alcuni metanodotti realizzati tra il 1970 e il 1985 (vedi foto 9/C÷9/E).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 288 di 489
Rev.
0
Foto 9/C: Metanodotto realizzato nel 1980: rivegetazione naturale
del tracciato del metanodotto (non sono stati eseguiti
ripristini). Le paline sono totalmente nascoste dalla
vegetazione.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Foto 9/D:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 289 di 489
Rev.
0
Metanodotto realizzato nel 1985: la vegetazione naturale (non sono
stati eseguiti ripristini) sta ricoprendo la pista di lavoro del
metanodotto.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Foto 9/E:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 290 di 489
Rev.
0
Lavori di costruzione terminati 30 anni fa: il tracciato del
metanodotto è difficilmente individuabile. La vegetazione ha
ormai ricoperto tutto il versante.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 291 di 489
Rev.
0
SEZIONE III - QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
1
INDICAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE DALL’OPERA
L’indagine per la caratterizzazione del territorio interessato dalla costruzione dell’opera,
ha riguardato le componenti ambientali maggiormente interessate dalla realizzazione
del progetto.
A questo riguardo, considerando le caratteristiche peculiari dell’opera, illustrate nella
sezione II, si può osservare che le azioni progettuali più rilevanti per i loro effetti
ambientali corrispondono all’apertura della fascia di lavoro ed allo scavo della trincea di
posa della tubazione.
Tali azioni incidono, per un arco di tempo ristretto, direttamente sul suolo e sulla parte
più superficiale del sottosuolo, sulla copertura vegetale e uso del suolo, sulla fauna e
sul paesaggio, per una fascia di territorio di ampiezza corrispondente alla larghezza
della fascia di lavoro per tutto il tracciato del metanodotto; pertanto queste azioni
hanno risvolti sulle componenti relative all’ambiente idrico, al suolo e sottosuolo, alla
vegetazione e uso del suolo, alla fauna e al paesaggio.
Le altre componenti ambientali subiscono un impatto nullo o trascurabile; in particolare,
l’atmosfera viene interessata solamente in relazione ai gas di scarico dei mezzi di
lavoro e al sollevamento di polvere, in caso di lavori effettuati in periodo siccitoso; tale
disturbo è comunque limitato in fase di costruzione, mentre in fase di esercizio,
l’impatto è completamente nullo; stesso discorso vale per la componente rumore e
vibrazioni.
Per quanto riguarda il patrimonio storico-culturale e l’ambiente socio-economico,
l’impatto negativo è nullo, in quanto non vengono interessate in alcuna maniera opere
di valore storico-culturale, né si hanno ripercussioni negative dal punto di vista socioeconomico, in quanto l’opera non sottrae, in maniera permanente, beni produttivi, né
comporta modificazioni sociali.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2
DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE
2.1
Caratterizzazione climatica
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 292 di 489
Rev.
0
In relazione alle caratteristiche geografiche del territorio ed in accordo con la carta
climatica d’Italia redatta sulla base della classificazione di Köppen-Geiger (post Kottek
et al. 2006), è possibile individuare tre tipi di clima che insistono nell’area di studio:
• Clima temperato sublitoraneo;
• Clima temperato subcontinentale;
• Clima temperato fresco.
Solo marginale è invece l’influenza del Clima temperato caldo, proprio della zona
costiera ligure e toscana.
Clima temperato sublitoraneo (Regione sublitoranea interna) Interessa le
zone collinari del preappennino tosco - umbro - marchigiano ed i versanti
bassi dell'Appennino meridionale. Media annua da 10°C a 14.4°C Media del
mese più freddo da 4°C a 5.9°C 3 mesi con media > 20°C Escursione annua
da 16°C a 19°C
Clima temperato subcontinentale (Regione padano veneta, alto adriatica e
peninsulare interna) Interessa tutta la pianura padana e quella veneta, la
pianura friulana, la fascia costiera dell'alto adriatico e la peninsulare interna.
Media annua da 10°C a 14°C Media del mese più freddo da -1 a 3.9°C 2 mesi
con temperatura > 20°C Escursione annua da 16 a 19°C
Clima temperato fresco (Regione prealpina e medio appenninica)
Interessa le prealpi e la zona assiale dell'Appennino che talora presenta
caratteristiche subcontinentali. Media annua da 6 a 9.9°C Media del mese più
freddo da 0 a -3°C - Media del mese più caldo da 15 a 19.9°C - Escursione
annua da 18 a 20°C
Clima temperato caldo (Regioni litoranea ligure-tirrenica, medio adriatica e
ionica) Interessa le aree più calde di ristrette fasce costiere dell'Italia
meridionale ed insulare Media annua > 17°C Media del mese più freddo >
10°C 5 mesi con media > 20°C Escursione annua da 13°C a 17°C
Fig. 2.1/A:
Tipi di climi che caratterizzano la zona di studio in accordo con
classificazione di Köppen-Geiger (post Kottek et al. 2006)
Secondo la carta bioclimatica d’Europa (Rivas-Martinez et al. 2004), le fasce termo
climatiche che interessano l’area in analisi sono, da sud-ovest verso nord-est, la
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 293 di 489
Rev.
0
mesomediterranea, l’orotemperata e la supratemperata. Sempre nello stesso senso, i
bioclimi che interessano la zona sono:
1. Temperato oceanico submediterraneo nel versante occidentale;
2. Temperato oceanico nella variante della montagna mediterranea settentrionale:
questo bioclima interessa l’area interna degli appennini alle quote da medie a
elevate, inclusi bacini e valli intermontani;
3. Temperato oceanico submediterraneo nella variante basso oceanica
mesotemperata nelle valli di bassa montagna e nei rilievi collinari del versante
emiliano;
4. Temperato continentale submediterraneo nel tratto di pianura padana presente nel
territorio in analisi.
Osservazioni di maggior dettaglio, in particolare sui caratteri termici e sulle
precipitazioni, sono state fatte sulla base delle serie storiche disponibili in stazioni
ubicate in prossimità del tracciato (Pontremoli, Borgo Val di Taro, Fiorenzuola d’Arda) o
utilizzabili quale riferimento climaticamente e geograficamente accettabili per
collocazione di versante, quota e distanza dalla zona di studio.
Le quattro stazioni scelte sono le uniche appartenenti o vicine alla zona in oggetto. Per
tre stazioni (Pontremoli, Fiorenzuola e Passo della Cisa) sono disponibili le serie
storiche di dati sia termici che pluviometrici. Tali serie si basano su osservazioni
eseguite a partire dal 1961. La stazione di Borgo Val di Taro non ha invece una serie
attendibile di dati pluviometrici e quindi non è stata utilizzata per le considerazioni
relative all’andamento delle piogge mentre i dati sono stati utilizzati per la costruzione
dei diagrammi termici.
Le differenze climatiche più rilevanti riguardano i due versanti dell’Appennino in
relazione ai caratteri di oceanicità e continentalità ed in conseguenza delle peculiarità
fisiografiche locali presenti nelle diverse zone dell’area in oggetto. In questo tratto della
penisola, la presenza di rilievi notevoli (dall’Appennino Parmense e Reggiano fino alle
Apuane, collocate a poche decine di chilometri in linea d’aria dalla zona di studio) a
ridotta distanza dal mar Tirreno, determina una intercettazione estremamente efficace
e massiccia delle correnti umide di derivazione occidentale e, di conseguenza, una
elevata frequenza ed altezza di precipitazioni. Nel versante emiliano della Pianura
Padana, il clima presenta una maggior continentalità. E’ evidente la differenza fra il
versante occidentale toscano ed il versante emiliano, in particolare con le zone di
bassa collina e pianura. Pontremoli (215 m s.l.m.) ha una media annua di quantità
cumulate di precipitazioni di 1.425,3 mm mentre le precipitazioni a Fiorenzuola (80 m
s.l.m.) sono in media di 836,9 mm all’anno. La stazione della Cisa (1040 m s.l.m.) ha
registrato in media 1.533 mm: nonostante la quota, le precipitazioni non sono
sostanzialmente più elevate rispetto a Pontremoli. D’altra parte, estrapolando i dati
cumulati dalla Carta delle Precipitazioni annue pubblicata nel 2006 dall’ARPA
dell’Emilia-Romagna, si nota che sia Bardi che Borgo Val di Taro, entrambi ubicati nei
bacini intermontani dei contrafforti appenninici e quindi influenzati dal regime delle
masse umide di derivazione occidentale, mostrano valori piuttosto elevati di
precipitazioni: 1.286 mm per Bardi e 1.417 mm per Borgo. E’ necessario ricordare che
questi due ultimi dati sono riferiti alla media di anni dal 1961 al 1990. La carta delle
precipitazioni della Regione Emilia Romagna è costruita infatti per confrontare i dati del
trentennio 1961-1990 con quanto registrato dal 1990 al 2006, anno di pubblicazione
della Carta. Dal confronto fra le due serie si nota una diminuzione netta nell’altezza
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 294 di 489
Rev.
0
cumulata di precipitazioni: Bardi presenta una differenza di -160 mm mentre sono -125
per Borgo. Le precipitazioni calano una volta che si supera la zona intermontana: già
Morfasso, a pochi chilometri da Bardi ma nel versante occidentale, ha una quantità
cumulata di 1.103 mm (992 mm dal 1991 al 2006), Vernasca 1.037 mm (907 mm) fino
a Cortemaggiore che ha 884 mm di media annua di precipitazioni (825 mm dal 1991 al
2006). Le precipitazioni nevose sono abbondanti in tutta l’area appenninica: anche nel
versante toscano, visto il rapido salire di quota ed il differenziale termico notevole, non
è inusuale avere precipitazioni nevose anche a 300-400 m di quota. Già nei pressi di
Pontremoli e nella parte più alta della vallata, le temperature sono relativamente fredde
nella stagione invernale mentre sono più mitigate in estate anche grazie al prevalere di
venti occidentali. Piuttosto frequente in entrambi i versanti il fenomeno delle nebbie. A
partire dai 600 m s.l.m., gli inverni sono generalmente nevosi e rigidi e le estati
relativamente fresche. Le precipitazione nevose sono frequenti e spesso abbondanti
da novembre ad aprile; alle quote più elevate si può arrivare ad avere anche 3 metri di
accumulo mentre in alcuni punti ben protetti accumuli di neve, piccoli nevai, posso
resistere fino a tardo giugno-primi di luglio.
Dal punto di vista termico vi è una sostanziale differenza fra il versante toscano dove,
nella stazione di Pontremoli, si registrano temperature medie mensili tendenzialmente
più elevate sia per ciò che riguarda i valori minimi che per ciò che riguarda i valori
massimi. Sull’andamento delle temperature massime incide in modo sostanziale il
rilievo: la stazione del Passo della Cisa (distante pochi chilometri dall’area interessata
dal tracciato) presenta le temperature più basse sia in estate che in inverno. In ogni
caso, per ciò che riguarda i valori minimi di gennaio, non si riscontrano sostanziali
differenze fra la stazione di Fiorenzuola e la stazione della Cisa e di Borgo Val di Taro,
nonostante le differenze di quota: sia gennaio che febbraio presentano le medie dei
minimi inferiori a 0 °C. Si sono invece registrate differenze più significative nelle medie
mensili delle temperature massime: l’effetto quota influenza una distribuzione su valori
decisamente più bassi per la stazione della Cisa lungo tutto l’anno; a Pontremoli si
sono registrate temperature medie massime significativamente più elevate in autunno,
inverno e primavera mentre le medie mensili delle temperature massime estive sono
lievemente più basse sia rispetto a Fiorenzuola, come peraltro atteso, sia anche
rispetto a Borgo Val di Taro nonostante quest’ultima stazione presenti un’altitudine
maggiore: l’effetto di continentalità si riflette in una maggiore escursione termica annua
da attribuirsi ai valori elevati della media delle temperature massime.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
PROGETTO
000
Rev.
Fg. 295 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Temperature massime – media mensile
UNITÀ
669900
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
30
COMMESSA
0
Quantità di precipitazione cumulata
media mensile
300
25
250
20
200
mm
°c
15
10
150
100
5
50
0
0
-5
G
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
F
M
A
M G
L
A
S
O
N
D
D
temperature minime – media mensile
30
25
Stazione
20
Pontremoli
°c 15
Cisa
10
Quota
215 m s.l.m.
1040 m s.l.m.
Borgo Val di Taro 411 m s.l.m.
5
Fiorenzuola
0
80 m s.l.m.
-5
G
F
Fig. 2.1/B:
M
A
M
G
L
A
S
O
N
D
Caratteri locali dei tipi di clima nell’area di studio
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2.2
Ambiente Idrico
2.2.1
Idrologia superficiale
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 296 di 489
Rev.
0
Le aree interessate dai metanodotti DN 750 (30”) in dismissione e DN 900 (36”) in
progetto ricadono nel settore nord-occidentale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Procedendo in senso gas, i tracciati dei metanodotti attraversano in successione i
seguenti bacini idrografici (vedi Figura 2.2/A):
• Bacino del F. Magra;
• Bacino del F. Taro e del T. Ceno;
• Bacino del T. Arda;
• Bacino del T. Chiavenna.
Fig. 2.2/A:
Bacini idrografici attraversati dal tracciato del metanodotto in
esercizio DN 750 (30”) e da quello in progetto DN 900 (36”).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 297 di 489
Rev.
0
Come si può osservare in Figura 2.2/A, l’asta fluviale del F.Magra termina il suo
percorso a sud, con foce ad estuario, nel Mar Tirreno, in prossimità della città di La
Spezia, mentre i restanti corsi d’acqua confluiscono nel fiume Po, tra le province di
Parma e Piacenza.
Per quanto concerne i tracciati dei metanodotti, questi inizialmente procedono in
parallelo con il F. Magra, in direzione N-NO, attraversando lo spartiacque tra il bacino
del F. Magra e quello del F. Taro, al confine tra le regioni Toscana ed Emilia-Romagna
per entrare poi nel bacino del F. Taro, in prossimità del centro abitato di Borgo Val di
Taro, seguendo il corso del T. Ingegna.
Al termine del tratto in percorrenza con il T. Ingegna, la condotta in esercizio DN 750
(30”) ed il tracciato in progetto DN 900 (36”) proseguono, mantenendosi distanziati,
verso lo spartiacque tra il bacino del F. Taro e quello del T. Ceno. La condotta in
dismissione risale lungo la cresta sino al Passo della Colla per superarlo e discendere
verso il T. Toncina. Il tracciato in progetto attraversa invece lo spartiacque per mezzo
di un tratto in sotterraneo, al termine del quale riprende il parallelismo con la condotta
in esercizio e, procedendo affiancato ad essa, entra in percorrenza prima nel T.
Toncina, poi nel T. Ceno.
Terminata la percorrenza nel T. Ceno, i tracciati si separano nuovamente per affrontare
un lungo tratto montano, al termine del quale la condotta in esercizio si separa dal
tracciato in progetto e prosegue nel bacino del citato torrente sino ad attraversarne lo
spartiacque ed entrare così nel bacino del T. Arda. Da qui la condotta in esercizio
attraversa le incisioni dei torrenti Arda e Lubiana per risalire il pendio della Costa di
Croce Lasa, che segna il passaggio al bacino idrografico del T. Chiavenna. Il tracciato
della condotta in esercizio discende ora nel fondovalle del T. Chero, principale
affluente del T. Chiavenna, e prosegue sino a località “Caminata”, in prossimità della
quale ritorna in parallelo con il tracciato in progetto.
In riferimento al tracciato in progetto, questo, dal termine del tratto montano di cui
sopra, risale il bacino del T, Ceno sino a percorrere, per un lungo tratto, la linea di
cresta della Costa del Pellizzone. Successivamente discende nel fondovalle dell’Arda e
ne segue l’andamento, a monte e a valle del Lago di Mignano, fino a superare la cresta
spartiacque in prossimità di Lugagnano Val d’Arda e passare nel bacino idrografico del
T. Chiavenna. Il tracciato in progetto ora percorre il fondovalle del T. Chiavenna e in
prossimità di località “Caminata” riprende lo sviluppo in parallelo con la condotta in
esercizio.
Da qui i tracciati dei due metanodotti percorrono con andamento parallelo per un breve
tratto nel bacino del T. Chiavenna e, in prossimità di località “Ballabene”, entrano
nell’ambito del bacino dell’Arda, rimanendovi fino all’impianto terminale di
Cortemaggiore.
Di seguito sono descritte le caratteristiche fisiche ed idrografiche dei singoli bacini
attraversati.
Bacino del F. Magra
Il bacino imbrifero del sistema fluviale del F. Magra si colloca al confine tra le regioni
Emilia Romagna, Liguria e Toscana, occupando complessivamente un’area di circa
2
1.686 km .
Il confine del bacino imbrifero del F. Magra è individuato ad est, dalla linea del crinale
principale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che scende dal Monte Orsaro al Monte
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 298 di 489
Rev.
0
Tondo giungendo sino al versante settentrionale delle Apuane mentre, ad ovest lo
spartiacque ha un andamento più irregolare, delimitato dal crinale che da
Montemarcello si snoda fino ai colli di La Spezia e successivamente, lambendo le
Cinque Terre, risale in direzione NO, all’interno dell’Appennino Ligure fino al Monte
Zatta. Anche a nord la linea spartiacque presenta un andamento a tratti irregolare: dal
Monte Zatta si dirige al Monte Zuccone per discendere verso sud-est fino al Monte
Gottero e risalire dal Passo dei Due Santi al Monte Molinatico.
Il bacino è costituito dalla fusione di due vallate sub-parallele allungate da nord-ovest a
sud-est, costituenti due sottobacini distinti. La più occidentale è costituita dalla valle del
F. Vara, il maggiore affluente del F. Magra, mentre la più orientale è costituita dalla
media ed alta valle del Magra, territorio interessato dal metanodotto in progetto.
Il F. Magra nasce dal Monte Borgognone, poco ad est del Passo della Cisa defluendo,
nel tratto iniziale, in direzione sud-ovest e ricevendo le acque dei torrenti che
discendono dal crinale appenninico, il maggiore dei quali è rappresentato dal T.
Civasola. All’altezza di Pontremoli, il F. Magra scorre verso sud-est, incanalandosi
lungo l’asse della depressione morfo-tettonica che da qui si estende fino al centro
abitato di Aulla. In questo tratto si apre la prima pianura alluvionale corrispondente ad
un’antica conca lacustre.
L’intero reticolo idrografico è principalmente condizionato dalle strutture tettoniche ivi
presenti e, solo marginalmente, dalle caratteristiche geomeccaniche ed idrogeologiche
degli affioramenti rocciosi: l’idrografia superficiale che ne deriva risulta strettamente
correlabile con le principali lineazioni tettoniche della regione.
In particolare, la porzione del bacino localizzata alle quote più elevate, ovvero quella
interessata dalla linea in esercizio e dal tracciato in progetto, è caratterizzata da valli ad
elevata acclività con versanti a forte pendenza. La ridotta permeabilità dei terreni e la
scarsa capacità di infiltrazione delle acque meteoriche fanno si che i corsi d’acqua
abbiano tempi di corrivazione piuttosto ridotti, con conseguenti brevi intervalli di tempo
tra gli eventi di pioggia e il manifestarsi delle piene.
Il reticolo idrografico, nell’area interessata dai tracciati, è costituito dal F. Magra e da
una serie di affluenti, i principali dei quali sono: i torrenti Carrara, Teglia, Gordana,
Benigna, Verdesina e Verde, il Rio del Pino e il Rio Gazzola.
Bacino del F. Taro e del T. Ceno
Il bacino del F.Taro ha una superficie complessiva di circa 2.030 km2, il 77% dei quali
in ambito montano. Il F. Taro nasce dal Monte Penna (1.735 m s.l.m.) e rappresenta
l’affluente principale del F. Po, in provincia di Parma.
Il corso del F. Taro, fatte salve alcune deviazioni nella parte alta del bacino, imputabili
anche a fenomeni di cattura fluviale, si sviluppa in direzione SO-NE sino allo sbocco in
pianura. Gli affluenti più importanti sono i torrenti Gotra, Tarodine e Manubiola
localizzati alle quote più alte, il T. Mozzola, in media montagna, i torrenti Ceno (il cui
sottobacino si estende per 536 km2), Sporzana e Dordone, nella fascia collinare e
Recchio e Stirone, nel tratto di pianura. Il reticolo idrografico è sufficientemente
sviluppato, come evidenziato da un indice di gerarchizzazione abbastanza basso
mantenendo tuttavia valori del rapporto di biforcazione molto variabili, indice di una
situazione molto instabile. L’asta principale, nel tratto di pianura, ha un alveo di tipo
ramificato, contraddistinto da un’elevata larghezza (500-600 m) e modesta incisione
delle sponde (2,0-2,5 m), con consistenti formazioni in banchi di materiale litoide e rami
dell’alveo di magra a percorso tortuoso e instabile.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 299 di 489
Rev.
0
I bacini del massiccio centrale appenninico, di esposizione SO-NE, sono caratterizzati
da rilievi non molto elevati, in genere con quote tra i 1.000 e 2.000 m s.l.m. ; il regime
pluviale, di tipo sub-litoraneo appenninico, è contraddistinto da un’elevata
piovosità nelle zone prossime al crinale, dovuta alla particolare intensità dei fronti
che, per ragioni orografiche e per la vicinanza del Mar Ligure, tendono ad amplificare la
loro azione; nella parte collinare e di pianura la piovosità risulta invece modesta. Eventi
meteorici intensi sono possibili in tutte le stagioni anche se il periodo compreso tra
settembre e novembre è quello con la massima incidenza di eventi gravosi (le
precipitazioni medie variano da 800 mm/anno a circa 2.000 mm/anno). Le
caratteristiche morfologiche e litologiche del bacino, la forma e l’acclività media dei
versanti, implicano ridotti tempi di corrivazione, con rapida formazione delle piene ed
elevati valori delle portate al colmo.
Nell’area interessata dalla condotta da dismettere e da quella in progetto, il reticolo
idrografico è costituito dalla parte medio-alta del Bacino del F. Taro e del T. Ceno e da
una serie di affluenti minori, i principali dei quali sono i torrenti: Gotra, Tarodine,
Ingegna, Lubiana e Toncina.
Bacino del T. Arda
Il bacino del T. Arda, che si immette nel F. Po dopo un percorso di circa 56 km e lungo
il quale convergono 32 affluenti il principale dei quali è il T. Ongina, si sviluppa su una
superficie di circa 440 km2, per il 32% ricadenti in ambito montano.
Il bacino idrografico del T. Arda presenta caratteristiche tipiche sia di un bacino
collinare che di pianura, collocato tra quello del T. Nure, a ovest, e quello del F. Taro, a
est. Il suo reticolo idrografico secondario, sviluppato in prevalenza nel settore collinare,
è caratterizzato da una significativa attività erosiva.
L’idrografia superficiale risulta caratterizzata anche dalla presenza, presso Mignano, di
un invaso artificiale, a uso essenzialmente irriguo, con una capacità di 13 milioni di m3
e con un bacino idrografico sotteso di 87,2 km2. Le portate di valle del T. Arda
dipendono fortemente dall’invaso di Mignano, che occupa circa il 40% del bacino
complessivo del T. Arda.
Le linee si sviluppano prevalentemente nella porzione medio-alta del bacino idrografico
del T. Arda e in minor parte nella zona di bassa pianura. Nel tratto montano, fino al
Lago di Mignano, il torrente Arda scorre incassato nel fondovalle con andamento
tendenzialmente subrettilineo e monocursale. I caratteri del paesaggio naturale di
questa parte di bacino sono dominati da una morfologia calanchiva con locali profonde
incisioni in litologie argilloso-sabbiose di età pliocenica. Il tratto posto a valle dell’invaso
presenta recenti incisioni, con formazione di nuove sponde più ravvicinate e
abbassamento del fondo di circa 2-3 metri. Le erosioni di sponda caratterizzano il tratto
medio-superiore del T. Arda, determinando frequenti fenomeni di scalzamento al piede
dei versanti e innesco di frane.
Nella porzione del bacino idrografico posta alle quote più basse, il T. Arda presenta un
alveo in cui si alternano brevi segmenti rettilinei ad un più prevalente andamento
sinuoso, con struttura monocursale e larghezza sostanzialmente costante. Alcuni tratti
sono ben arginati e, in destra ed in sinistra idrografica, si rinvengono tracce di rami
abbandonati. Sono presenti locali ma consistenti fenomeni di erosione spondale.
Lo sviluppo del bacino del T. Arda è NO-SE e presenta un’orografia caratterizzata da
rilievi non molto elevati, in cui si registra un’elevata piovosità nelle zone prossime al
crinale, tendenti a diminuire nella parte collinare e di pianura. Tale situazione, unita alle
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 300 di 489
Rev.
0
caratteristiche morfologiche dell’area, dà luogo a dei deflussi unitari di piena
sensibilmente più modesti rispetto ai bacini circostanti.
Bacino del T. Chiavenna
Il bacino del T. Chiavenna, di modeste dimensioni, si colloca nella parte orientale del
territorio della Provincia di Piacenza, inserito tra i bacini del Nure, a ovest e dell’Arda e
del Taro, a est (che racchiudono la parte strettamente montana del territorio) e
raccoglie le acque dei torrenti Riglio e Chero. Si sviluppa su una superficie
complessiva di circa 340 km2 , 42% dei quali in ambito montano.
Il torrente Chiavenna si origina nella zona di media montagna dalla falda NE del monte
Taverne (806 m s.l.m.) e confluisce nel Po all'altezza di Caorso e riceve in sinistra
idrografica i due importanti affluenti Chero e Riglio. Il reticolo idrografico principale è
costituito dai tre corsi d’acqua che scorrono in bacini idrografici di forma stretta e
allungata.
I caratteri ambientali del bacino del torrente Chiavenna, così come quelli del bacino dei
torrenti Arda e Ongina, sono dominati da una morfologia calanchiva, talora
profondamente incisa sino a formare anfiteatri e voragini in terreni argilloso-sabbiosi di
età pliocenica.
Il bacino idrografico del T. Chiavenna si sviluppa nella parte di bassa collina e di
pianura ed è interessato da un regime di precipitazioni di entità più modesta rispetto a
quelli adiacenti, in cui vi sono superfici imbrifere situate in territori montani. Tale
situazione, unita alle caratteristiche morfologiche, dà luogo a deflussi unitari di
piena, sensibilmente più modesti rispetto ai bacini circostanti.
Il metanodotto in progetto interessa la parte media del bacino idrografico del
T. Chiavenna. In prossimità di Lugagnano Val d’Arda il tracciato attraversa lo
spartiacque tra il bacino dell’Arda e quello del T. Chiavenna, per proseguire poi in
direzione NO fino al ponte di S. Protaso e ritornare nuovamente nel bacino del T. Arda.
La struttura del T. Chiavenna, in questo tratto, è monocursale. Il corso d'acqua assume
inizialmente un andamento prevalentemente rettilineo che diventa più sinuoso, a tratti
meandriforme, tra Vigolo Marchese e S. Protaso. La larghezza dell'alveo è
sostanzialmente costante, con locali variazioni e tendenti ad aumentare verso valle. La
parte iniziale del tratto è fiancheggiata su entrambi i lati da superfici terrazzate
delimitate da scarpate: quelle in sinistra idrografica, alte fino 15 metri, quelle in destra,
qualche metro. L'erosione di sponda interessa alcuni tronchi nella parte iniziale del
tratto Vigolo Marchese - ponte di S. Protaso, caratterizzati da una lunghezza massima
di qualche decina di metri. I fenomeni di piena hanno generalmente carattere puntuale
e non rappresentano causa di criticità.
Il tracciato in progetto, inoltre, prevede la realizzazione di un allacciamento a
Gropparello che si sviluppa lungo il fondovalle del torrente Chero, in parallelo alla linea
in esercizio DN 750 (30”).
La condotta in esercizio percorre la parte medio - alta del bacino del T. Chiavenna e lo
attraversa con una lunga percorrenza nel fondovalle del T. Chero, principale affluente
del Chiavenna.
Il T. Chero presenta un tipico regime torrentizio, alimentato quasi esclusivamente dalle
precipitazioni meteoriche. Le portate mostrano pertanto una variabilità stagionale, con
notevole trasporto solido nei periodi di massima piovosità e minimo nel periodo estivo,
spesso caratterizzato da condizioni di siccità.
Nel tratto montano del T. Chero, a sud di località Bianchi, il pattern del reticolo è
sostanzialmente di tipo pinnato, caratterizzato dalla presenza di un collettore principale
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 301 di 489
Rev.
0
in cui confluiscono numerosi tributari a percorso breve e lineare. Nel settore a valle di
località Bianchi, il reticolo secondario è scarsamente sviluppato, con scorrimento in
ambito di pianura.
L’alveo posto a monte della confluenza con il Rio Rugarlo è di tipo monocursale –
sinuoso e diviene successivamente di tipo pluricursale, a due o tre canali con presenza
di frequenti barre longitudinali e rare isole.
2.2.2
Idrogeologia
L’assetto idrogeologico dell’area interessata dalla tubazione DN 750 (30”) in
dismissione e dalla condotta DN 900 (36”) in progetto è fortemente influenzato dal
complesso contesto tettonico e lito-stratigrafico dell’Appennino Settentrionale.
I percorsi dei metanodotti si sviluppano prevalentemente lungo l’Appennino ToscoEmiliano e in minima parte nella fascia pedemontana e di pianura padana compresa
tra le province di Parma e Piacenza. In riferimento all’andamento dei tracciati, possono
essere distinti due principali ambiti idrogeologici, caratterizzati ciascuno da specifiche
omogeneità relative al tipo di permeabilità ed allo schema di filtrazione e circolazione
idrica sotterranea:
• aree collinari/montuose (circa il 60% del percorso totale delle condotte);
• aree di fondovalle/pianura (circa il 40% del percorso totale delle condotte).
Il primo ambito è rappresentato dalle unità idrogeologiche a prevalente permeabilità
secondaria per fratturazione, caratteristico di litologie a comportamento rigido e
fragile rappresentati, nel tratto in esame, dalle formazioni flyscioidi delle Toscanidi,
Liguridi e Subliguridi. Queste unità caratterizzano per intero l’area montuosa e collinare
del percorso dei metanodotti (in progetto e in dismissione).
Il grado di permeabilità è generalmente medio-basso ed alcune formazioni sono
praticamente impermeabili. Esso comunque varia sensibilmente in funzione dello stato
di fratturazione e fessurazione che presentano i diversi corpi rocciosi.
Le sorgenti presenti in quest’ambito sono, sia a carattere perenne, che
temporaneo, generalmente alimentate da acquiferi modesti e localizzate soprattutto
lungo le discontinuità tettoniche, ovvero in prossimità delle variazioni litologiche e/o
delle zone con sensibile contrasto di permeabilità e, in minor misura, in corrispondenza
delle brusche variazioni morfologiche.
Il secondo ambito è caratterizzato prevalentemente da unità idrogeologiche con
permeabilità primaria per porosità, rappresentate essenzialmente da litotipi quaternari
quali: depositi attuali e recenti (incoerenti, più o meno grossolani), depositi alluvionali e
fluvio-lacustri, conoidi di deiezione, falde detritiche, depositi di frana e paleofrana
e depositi di natura colluvio - eluviale riscontrabili in limitati spessori in corrispondenza
delle depressioni morfologiche. Secondariamente l’ambito in esame è caratterizzato da
litotipi conglomeratici e sabbiosi neogenici del Complesso Neoautoctono (vedi
par. 2.3.1).
Il grado di permeabilità di queste litologie è quanto mai vario ed è funzione
dell’eterogeneità granulometrica, del grado di addensamento e consistenza e
soprattutto della quantità della componente argillosa e limosa presente.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 302 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
I depositi alluvionali ghiaioso-ciottolosi e sabbiosi che caratterizzano gli estesi
fondivalle presentano elevata permeabilità e costituiscono acquiferi che contengono
falde idriche anche molto cospicue come nella valle del Magra, del Taro, del Ceno. In
queste aree la circolazione idrica sotterranea e gli interscambi tra acque superficiali e
acque di subalveo sono molto intensi e le fluttuazioni della superficie piezometrica
sono strettamente collegate al regime dei corsi d’acqua. Analogamente, nei tratti
pedemontani attraversati dai metanodotti, costituiti prevalentemente da depositi dei
torrenti appenninici (quali Arda, Chiavenna e Chero), sono presenti falde acquifere di
una certa rilevanza che, a seconda dello spessore del materasso alluvionale e della
profondità del substrato impermeabile, presentano altezze molto variabili rispetto al
piano campagna. Inoltre, vie preferenziali nella circolazione idrica sotterranea sono
costituite dai paleoalvei, dove spesso sono ubicate opere di captazione importanti.
Le caratteristiche idrauliche degli acquiferi presenti nella porzione terminale dei
tracciati, che si sviluppa per un breve tratto in pianura padana, vanno considerati in un
quadro di riferimento a scala regionale. La struttura stratigrafica presente è
conseguente all'evoluzione tettonica e climatica che ha portato alla formazione
dell'intera pianura. Il dominio della sedimentazione padana è notoriamente posto in
relazione al sollevamento strutturale della catena appenninica, che ha indotto nel
tempo una migrazione verso nord del limite tra depositi appenninici e depositi
padani. Per quanto concerne la circolazione idrica generale, la caratteristica di
maggiore rilievo di questi acquiferi è la netta separazione tra i depositi di conoide e
quelli di pianura. Questo è il limite fondamentale da cui deriva il passaggio da
condizioni di tipo freatico/confinato a condizioni di tipo prevalentemente confinato (sia
lateralmente che verticalmente).
Quest’ultima porzione dei tracciati, in particolare lungo la fascia di separazione tra l’alta
e la bassa pianura piacentina, è anche caratterizzata anche dalla presenza di risorgive
e/o fontanili.
I tracciati in progetto non vengono ad interessare alcuna risorgiva.
In generale, i complessi idrogeologici sono definiti come corpi aventi litologie simili, una
comprovata unità spaziale ed un grado di permeabilità che si mantiene in un campo di
variazione piuttosto ristretto (Civita, 2004). In Tabella 2.2/A sono indicati il tipo e il
grado di permeabilità dei principali litotipi presenti lungo il tracciato della condotta in
esercizio ed in progetto, sedi di acquiferi idrogeologicamente significativi.
Tab. 2.2/A: Litotipi presenti nell’area in studio, caratterizzati in funzione del tipo e
grado di permeabilità.
Litotipi
Permeabilità per Porosità
Permeabilità per Fessurazione
Alluvioni Attuali
Alluvioni Recenti
MOLTO ELEVATA
MOLTO ELEVATA –
ELEVATA
ELEVATA
-
Alluvioni Terrazzate
Flysch, calcari,
marne e diaspri
Ofioliti s.l.
MEDIA – ALTA
MEDIA – ALTA
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 303 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 2.2/A: Litotipi presenti nell’area in studio, caratterizzati in funzione del tipo e
grado di permeabilità (seguito)
Litotipi
Permeabilità per Porosità
Permeabilità per Fessurazione
MEDIA – BASSA
-
MEDIA – BASSA
MEDIA – BASSA
MOLTO BASSA
Depositi fluviolacustri
Arenarie
Detriti
Argille, Scisti, Argilliti
Per quanto attiene le interferenze tra la realizzazione dell’opera e la circolazione idrica
sotterranea, si evidenzia che in relazione alle caratteristiche idrogeologiche del
territorio sopra illustrate, gli scavi per la posa delle nuove condotte e per la rimozione
delle tubazioni esistenti verranno ad interferire temporaneamente con le falde freatiche
di una certa significatività unicamente in corrispondenza dei tratti di percorrenza degli
ambiti golenali lungo i fondovalle del F. Magra, del F. Taro e dei torrenti Ingegna,
Toncina, Ceno, Arda, e Chero ove i sedimenti alluvionali costituiti prevalentemente da
alternanze di ghiaie, sabbie e limi, ospitano, in relazione alla elevata permeabilità e
trasmissività dei sedimentii più grossolani, falde acquifere di subalveo ad elevata
potenzialità.
Interferenze temporanee di minore entità si registrano, inoltre, in corrispondenza delle
sezioni di attraversamento degli stessi corsi d’acqua e dei torrenti Verdesina, Tarodine,
Gotra e Chiavenna.
In corrispondenza dei tratti di percorrenza negli ambiti collinari e montani, le
interferenze in ragione, sia della natura litologica del substrato litoide, in gran parte
costituito da formazioni caratterizzate da alternanze arenacee ed argillose, sia del fatto
che i tracciati si sviluppano prevalentemente lungo crinali, corrispondenti ad aree di
smaltimento idrico verso i fondovalle, risultano di gran lunga meno significative.
Dette interferenze saranno contenute anche in corrispondenza dei numerosi tratti di
percorrenza in sotterraneo (tunnel) previsti in questo settore dell'opera, sia sempre in
ragione della limitata permeabilità del substrato litoide, sia con l'adozione di
metodologie di scavo che, garantendo il bilanciamento della pressione idrostatica sul
fronte di scavo, impediscono afflussi di acqua verso il cavo.
2.3
Suolo e sottosuolo
2.3.1
Geologia e Geomorfologia
Il tracciato del metanodotto in oggetto interessa l’Appennino settentrionale e una
porzione del medio versante padano dell’Appennino emiliano occidentale.
Dal punto di vista geologico, l’area di interesse è rappresentata sui Fogli 84
“Pontremoli” e 72 “Fiorenzuola d’Arda” della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000
ed è descritta nelle relative note illustrative.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 304 di 489
Rev.
0
Per la descrizione geologica e per l’elaborazione della cartografia geologica annessa al
presente studio, ci si è avvalsi, in aggiunta alla documentazione sopra citata, della
“Cartografia Geologica in scala 1:10.000”, realizzata dal Servizio Geologico Sismico
dei Suoli della Regione Emilia Romagna, pubblicata nel 1986 e della “Cartografia
Geologica in scala 1:10.000 della Regione Toscana”, elaborata in convenzione con i 3
atenei toscani ed il CNR - IGG.
Lineamenti litologico-stratigrafici
La catena appenninica ed in particolare la zona dell’Appennino settentrionale, in cui
ricade gran parte del tracciato in progetto, è stata generata dai movimenti tettonici del
Cretaceo, che hanno portato alla sovrapposizione ed appilamento di unità geologiche
differenziate per struttura, litologia ed origine paleogeografica che possono essere
raggruppate in due gruppi principali: quelle appartenenti ad un dominio
paleogeografico più esterno, il Dominio Toscano, le quali, nel corso del processo
orogenetico, hanno subito limitate traslazioni e quelle appartenenti ad un dominio più
interno, il Dominio Ligure, che, invece hanno subito notevoli traslazioni.
Un terzo gruppo, minore per estensione in affioramento, è rappresentato dalle Unità
Subliguridi. Queste ultime, caratterizzate da una marcata alloctonia, sono di
problematica collocazione paleogeografica: secondo alcuni Autori, esse dovrebbero
provenire da un bacino di sedimentazione intermedio, collocato tra il Dominio Ligure e
quello Toscano.
Le Unità Toscanidi sono costituite da successioni sedimentarie mesozoico-terziarie
poggianti, anche se variamente scollate e deformate, su un basamento continentale.
Le Unità Liguridi sono costituite da unità che, come dimostrato dalla presenza di rocce
ofiolitiche, si sono deposte in ambiente oceanico estendendosi talora fin sulla parte più
assottigliata dei margini continentali adiacenti. Queste unità, abbandonando l’originario
substrato oceanico, scomparso per subduzione nel corso del processo orogenetico,
sono sovrascorse con vergenza appenninica (verso N e NE) sulle unità del Dominio
Toscano (le quali hanno avuto quindi un ruolo di avampaese).
Nel corso della traslazione, le Unità Liguridi subiscono un corrugamento e vengono
ricoperte, in discordanza, da sedimenti generalmente grossolani, di ambiente marino
meno profondo, per costituire le cosiddette Successioni Epiliguri.
Lineamenti litologico strutturali
L’evoluzione tettonica che ha portato alla costruzione di questo settore dell’Appennino
è piuttosto complessa. Essa può essere suddivisa in due grandi cicli compressivi,
verificatisi dal Cretaceo sino al Miocene, con l’impilamento di falde di ricoprimento,
seguiti, a partire dal Miocene superiore, da una fase distensiva.
Il primo ciclo compressivo comprende le cosiddette fasi liguri e coinvolge
principalmente le Unità liguridi; questo ciclo si è verificato prima che le Liguridi
traslassero sulle unità del Dominio Toscano. Il secondo ciclo comprende le fasi
toscane e corrisponde alla messa in posto delle Liguridi, in gran parte già strutturate
nel ciclo precedente, sulle unità del Dominio Toscano ed alla contemporanea
evoluzione di quest’ultimo.
Al termine del secondo ciclo la sovrapposizione ed impilamento delle varie unità è
ormai definito. A partire dal Miocene superiore, sul versante tirrenico si instaura una
fase distensiva, tuttora in atto. Questa determina la formazione di fosse tettoniche
(graben) e dorsali (horst) a direzione appenninica (NO-SE) che si sovrappongono,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 305 di 489
Rev.
0
dislocandolo, all’edificio a falde di ricoprimento costituitosi nelle precedenti fasi
compressive cretaceo-mioceniche.
La fase distensiva che ha riguardato dapprima le zone più interne della Toscana
meridionale, è migrata progressivamente verso NE e NO, seguendo i coevi fronti
d’accavallamento del versante padano ed interessando progressivamente i settori più
esterni.
Nelle depressioni tettoniche più interne si sono instaurati dei bacini continentali e
marini di età miocenico-pliocenica mentre in quelle più esterne si sono formati bacini
fluvio-lacustri di età plio-pleistocenica. Sul versante padano della catena, invece,
continua la fase compressiva con la migrazione verso N e NE del fronte di
accavallamento appenninico sulla monoclinale pedealpina. Essa determina forti
sovrascorrimenti di tutte le Unità liguridi verso il bacino padano subsidente a cui si
interpone, a partire dal Pliocene inferiore una vasta trasgressione marina sul
subappennino emiliano seguita da lenti movimenti oscillatori di sollevamento di tutto
l’Appennino; ciò determina al bordo, una generale fase di regressione marina, interrotta
da episodi trasgressivi, che porta all’emersione dell’area alla fine del Pleistocene
inferiore. A questi movimenti si associano, nel corso del Pleistocene, le variazioni
climatiche legate alle glaciazioni che hanno provocato importanti oscillazioni eustatiche
del livello marino con conseguenti episodi di emersione e sommersione di vasti settori
della Pianura Padana. Quest’ultima, nel corso del Pleistocene ed Olocene, è stata
colmata dai depositi di conoide dei diversi corsi d’acqua che si sono variamente
interdigitati fra loro.
Lineamenti geologici-geomorfologici
Nell’area considerata i caratteri geomorfologici principali sono fortemente condizionati
dall’assetto strutturale, dalla natura litologica dei terreni e dall’azione erosiva dei corsi
d’acqua.
Innanzitutto si può notare una certa corrispondenza tra il limite geologico, espresso
dalla sovrapposizione delle Unità liguridi e subliguridi su quelle toscanidi, ed il crinale
appenninico che separa il versante padano da quello tirrenico.
In generale le aree dove essenzialmente affiorano le Liguridi e le Subliguridi, con forte
prevalenza di litotipi argillosi, sono caratterizzate da valli molto aperte con profili dolci
che divengono a tratti più ripidi in corrispondenza degli affioramenti rocciosi più
resistenti all’erosione come si riscontra appunto sul versante padano, mentre le aree
dove affiorano le Unità toscanidi, con prevalenti litotipi arenacei e calcareo-marnosi più
resistenti all’erosione, sono caratterizzate da crinali elevati con fianchi ripidi che
delimitano valli tortuose e profondamente incise, come si verifica nella quasi totalità del
versante tirrenico.
Le massime elevazioni delle vette presenti nell’area di interesse si hanno nei tratti dove
il crinale si imposta sulle formazioni più competenti. In prossimità del confine regionale
tra la Toscana e l’Emilia Romagna, il Monte Molinatico (1549 m), con litologie
prevalentemente arenacee (Arenarie di M. Gottero), rappresenta la cima a quota
maggiore. Altre cime rilevanti sono il Monte Pelpi (1477 m), ad ovest del passo della
Colla e il Monte Carameto (1318 m), ad est del valico del Pelizzone, impostati su
litologie prevalentemente flyschoidi (flysch di M. Caio e di M. Cassio, rispettivamente) e
il Colle Il Castellaccio (1308), ad ovest del valico del Pelizzone, che costituisce un
mirabile rilievo di serpentino.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 306 di 489
Rev.
0
La forma dei versanti è strettamente legata alle vicende tettoniche, alla natura dei
terreni ed alla loro giacitura, ai fenomeni gravitativi ed all’azione erosiva e di deposito
dei principali corsi d’acqua.
In corrispondenza dei litotipi francamente arenacei più resistenti prevalgono lineamenti
aspri con brusche rotture di pendenza, mentre dove affiorano le litologie
prevalentemente argillose la morfologia diviene più dolce con versanti a media
acclività. Anche la giacitura degli strati condiziona la morfologia dei rilievi
determinando, in corrispondenza di strati a reggipoggio, versanti molto ripidi con aspre
e spettacolari pareti ed in corrispondenza di giaciture a franapoggio, versanti
dolcemente degradanti a valle con forme arrotondate.
I fenomeni gravitativi assumono, in tutta l’area di studio, una rilevanza particolare, per
estensione e frequenza. Essi consistono in frane, paleofrane e deformazioni gravitative
profonde di versante che si concentrano soprattutto in corrispondenza delle formazioni
più argillose e/o di lineamenti e discontinuità strutturali.
Le forme di erosione sono legate essenzialmente all’attività dei corsi d’acqua ed in
minor misura al ruscellamento delle acque meteoriche. Nelle valli fluviali maggiori, tali
forme consistono principalmente nelle scarpate che delimitano i diversi ordini di
terrazzo, mentre nei corsi d’acqua minori esse consistono essenzialmente in più o
meno sviluppate ripe di erosione.
Le zone soggette ad erosione per ruscellamento si individuano soprattutto nelle aree
montane più acclivi ove il fenomeno si concentra in corrispondenza degli impluvi. Nelle
coperture detritiche e nei terreni argillosi si riscontrano soprattutto fenomeni di
ruscellamento diffuso che, in casi limite, evolvono verso forme calanchive vere e
proprie.
I fenomeni di terrazzamento sono legati soprattutto alle alluvioni attive e recenti del
quaternario e ai depositi marino-continentali del bordo peripadano. Nelle zone di
Bedonia e Pontremoli si possono contare fino a 4 ordini di terrazzi. I terrazzi fluviali
assumono una certa importanza negli slarghi vallivi in corrispondenza delle confluenze
dei corsi d’acqua, e in prossimità dello sbocco di questi sulla pianura padana.
In quest’ultimo settore non si rilevano processi morfogenetici particolari: le uniche
forme ed azioni di modellamento sono dovute all’erosione operata dai corsi d’acqua e
canali che costituiscono la rete idrografica dell’area. In generale nella zona persistono
con monotonia lineamenti pianeggianti interrotti localmente da deboli ondulazioni del
terreno e da brevi scarpate in corrispondenza dei corsi d’acqua, che delimitano i
paleoalvei testimoni dell’antica idrografia würmiana.
Assetto litologico-morfologico lungo la direttrice di progetto
Con riferimento all’assetto litologico e morfologico regionale illustrato nei precedenti
paragrafi, viene ora brevemente descritta la configurazione geologica e geomorfologica
individuata lungo il tracciato di progetto e lungo la condotta in dismissione.
La descrizione dell’assetto litologico-morfologico è stata eseguita suddividendo le
percorrenze di entrambe le linee in tratti uniformi, definiti in funzione della loro
condizione di parallelismo.
1° tratto: Dall’impianto di Mulazzo al T. Verde (0,000 – 8,400 km)
Dal Nodo di Mulazzo, il tracciato in progetto, in parallelismo stretto con il metanodotto
in esercizio, procede in direzione nord percorrendo, inizialmente, un ampio terrazzo
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 307 di 489
Rev.
0
alluvionale in destra idrografica del F. Magra e successivamente, una zona a
morfologia collinare posta ad ovest dell’abitato di Pontremoli per poi scendere
nuovamente di quota verso il T. Verde.
Dal punto di vista morfologico prevalgono lineamenti pianeggianti e collinari
caratterizzati da pendenze modeste solo localmente interrotte da brevi scarpate.
Litologicamente, i terrazzi fluviali del F. Magra e del T. Verde sono costituiti da depositi
alluvionali di natura prevalentemente ghiaioso-ciottolosa; la zona collinare è
caratterizzata da un substrato di natura flyschoide (Flysch di Ottone) con prevalenti
litotipi calcarenitici, calcareo-marnosi e marnosi con intercalazioni argillitiche. Nel tratto,
lungo i versanti si segnale la presenza di fenomeni gravitativi quiescenti
prevalentemente piuttosto superficiali e relativamente poco estesi.
2° tratto: Dal T. Verde al Monte Cocchiello (8,400 – 18,000 km)
Attraversato il T. Verde, i tracciati, in stretto parallelismo, salgono rapidamente con
direzione N-NO verso quote più elevate, sviluppandosi in prossimità degli abitati di
Grondola e Guinadi fino a raggiungere il Monte Cocchiello.
Dal punto di vista morfologico il tratto è caratterizzato da versanti con pendenze
elevate (fino a circa il 60%) e da displuvi e creste a luoghi anche affilate.
Litologicamente, nella zona più meridionale, prevalgono i litotipi arenacei con frequenti
intercalazioni di sottili strati siltitico-argillitici e calcarei della Formazione del Macigno.
Nella zona centrale prevalgono invece le litologie argillitiche, intercalate da torbiditi
terrigene, riferibili alla formazione delle Argille e Calcari di Canetolo. Nel settore
terminale del tratto prevalgono le litologie arenacee ascrivibili alla formazione delle
Arenarie di Gottero. Nel settore centrale del tratto, ove il substrato lapideo è costituito
dai litotipi argillitico-siltosi della Formazione di Canetolo, si manifestano fenomeni
gravitativi, anche piuttosto estesi, prevalentemente quiescenti. Il tracciato della nuova
condotta, divergendo a tratti dalla tubazione in dismissione, non viene ad interessare
alcun fenomeno di dissesto in atto ma solo due aree con fenomeni quiescenti
individuati dal PAI del F. Magra (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”). I sondaggi
condotti in fase di verifica di fattibilità del progetto indicano l’assenza di movimenti
superficiali in atto.
Al fine di garantire la stabilità dell’intera area, sia quella interessata dalla linea in
progetto e quella dalla condotta in dismissione, si prevede di realizzazione opere di
drenaggio (trincee drenanti sotto condotta e fuori condotta) per allontanare l’acqua
presente negli strati più superficiali.
3° Tratto: Dal Monte Cocchiello al punto di linea PIDI n. 4 in Comune di Borgo Val di
Taro (18,000-25,800 km)
Il tracciato in progetto, in località Monte Cocchiello, abbandona il parallelismo con la
condotta in esercizio e, dirigendosi verso il T. Tarodine, percorre un territorio
caratterizzato da crinali piuttosto ampi e da versanti regolari con acclività da media a
elevata. Nel tratto successivo, tra il T. Tarodine e l’impianto PIDI n. 4, prevalgono
lineamenti morfologici più dolci con ampie aree caratterizzate da ondulazioni del
versante che spesso denotano la presenza di aree instabili.
Nella prima parte del tratto, le litologie prevalenti sono di tipo arenaceo (Arenarie di
M. Gottero), spesso ricoperte da esigue coltri eluvio-colluviali e depositi detritici di
versante; nella seconda parte si rinvengono litotipi argillitici (Argilliti di San Siro e Argille
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 308 di 489
Rev.
0
a palombini). Le argilliti risultano spesso molto deformate e con frequenti intercalazioni
di origine torbiditica.
Fenomeni gravitativi, in grande parte quiescenti, si individuano lungo i versanti in
corrispondenza delle litologie a prevalente componente argillitica. La nuova condotta,
in ragione anche del fatto che in alcuni tratti sarà messa in opera in sotterraneo con
l’adozione di metodologie trenchless, non viene ad interferire con alcuna area
caratterizzata da movimenti franosi in atto.
Le aree di versante, interessate da fenomeni quiescenti (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015
“Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”),
che interferiscono con la linea in progetto sono:
• l’area in prossimità della discesa nel torrente Tarodine;
• il versante in località “Case Nuove”;
La prima area è lambita al margine dalla linea per circa 50-60 metri. Si prevede di
realizzare alla base della discesa verso il torrente Tarodine una scogliera in massi e un
muro in massi lungo il versante.
Le indagini geognostiche effettuate in località Case Nuove escludono la presenza di
movimenti gravitativi in atto, indicando la presenza del substrato roccioso a profondità
inferiori/uguali ad un metro. La stabilità della condotta in quest’area sarà garantita da
trincee drenanti fuoricondotta trasversali alla linea.
Per quanto concerne la condotta in esercizio, il tracciato percorre i versanti di Monte
Cocchiello e di Monte dei Forni fino l’impianto di Borgo Val di Taro sviluppandosi su
una morfologia di tipo collinare e montano, con pendenze da modeste (intorno a 810%) a elevate (circa 60%).
In corrispondenza del tratto sommitale della discesa dal M. Cocchiello prevalgono le
Arenarie del Gottero, raramente affioranti, ma generalmente caratterizzate da una
sottile copertura detritica, mentre nel tratto mediano e basale del versante sono
presenti depositi di versante di spessore maggiore che ricoprono un substrato argillitico
(Argilliti di S. Siro) e che si estendono fino al fondovalle del T. Tarodine, caratterizzato
da una stretta fascia di depositi alluvionali.
Anche lungo la successiva risalita dal citato torrente, prevalgono le litologie argillitiche
caratteristiche della formazione delle Argille e Calcari di Canetolo e delle Argilliti di S.
Siro.
Lungo alcuni avvallamenti principali sono presenti accumuli di frane quiescenti. Nella
zona a valle di Prebenda, la morfologia del pendio è riferibile a movimenti superficiali
recenti innescati dallo scarso drenaggio dei terreni prevalentemente argillosi.
Le principali aree instabili che interferiscono con questo tratto di condotta in
dismissione sono:
• il versante ad ovest di Monte dei Forni;
• il versante a nord dell’abitato di La Banca;
• il pendio a valle di Prebenda;
• il versante in località Case Nuove;
• il pendio a nord di Gotra.
Queste aree mostrano caratteristiche di frane quiescenti, come indicato nel PAI (vedi
Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità
geomorfologia e dissesti”)..
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 309 di 489
Rev.
0
In seguito alla rimozione della condotta si prevede per il ripristino e la conservazione
della preesistente morfologia la realizzazione di una serie di palificate in legname e di
opere di drenaggio in asse scavo e fuori scavo (trincee drenanti). Il ruscellamento delle
acque superficiali sarà regimato con la realizzazione di canalette in terra e/o pietrame.
4° tratto: da PIDI n. 4 al T. Ingegna (25,800-38,200 km)
Le linee in esame percorrono i fondovalle del F. Taro e del T. Ingegna senza
significative variazioni altimetriche, ad eccezione del tratto iniziale compreso tra il
Monte Chiaro ed il F. Taro, morfologicamente caratterizzato da versanti ad acclività
medio-bassa e andamento regolare, solo localmente interrotti da brevi balze rocciose.
Il M. Chiaro, alto 725 m, è costituito da roccia ofiolitica al cui intorno affiora
diffusamente il Complesso di Casanova, caratterizzato da brecce poligeniche a matrice
prevalentemente arenitica con clasti notevolmente eterometrici. I fondovalle del Taro e
dell’Ingegna sono formati da alluvioni attuali e recenti, prevalentemente ghiaiososabbiose.
Nel tratto, lungo i versanti, si individuano movimenti gravitativi più o meno estesi, attivi
e quiescenti, o quiescenti.
Le uniche interferenze della condotta in progetto si registrano in corrispondenza di
fenomeni quiescenti, ubicati:
• il versante lungo la discesa verso il F. Taro in località “Case Cereto”.
• località Ponte Ingegna, in sinistra idrografica del Torrente Ingegna;
• località Ronco dei Desideri, in sinistra idrografica del Torrente Ingegna.
Dai sondaggi effettuati in fase di studio di fattibilità, il versante in località Case Cereto è
risultato essere caratterizzato da un soliflusso che interessa la coltre pluvio-colluviale
superficiale, di conseguenza l’area sarà stabilizzata mediante una serie di opere
drenanti sotto e fuori condotta
La seconda area, rappresentata da un dissesto con estensione piuttosto ridotta, sarà
attraversata dalla condotta in sotterraneo, a profondità di molto inferiori al potenziale
piano di scivolamento.
La terza area presenta movimenti superficiali quiescenti. La stabilità del versante sarà
assicurata dalla realizzazione di opere di drenaggio (letti di posa e trincee drenanti).
La condotta in dismissione, invece, attraversa in prossimità di località Coppasso
un’area caratterizzata da soliflussi superficiali. In seguito alla rimozione della condotta,
nell’area saranno realizzate delle trincee drenanti per garantire la stabilità del pendio.
5° tratto: Dal T. Ingegna al T. Toncina (38,200-42,100 km)
In questo tratto il tracciato in progetto si allontana dalla condotta in esercizio per
percorrere il rilievo della Costa della Colla, nel tratto da M. Pelpi (1.480 m) a
M. Zucchero (1.032 m).
Dal punto di vista litologico oltre alle coperture quaternarie ghiaioso-sabbiose nelle
zone più prossime all’alveo del T. Ingegna, sono estesamente presenti torbiditi
arenaceo-pelitiche (Arenarie di Scabiazza) mentre alla base dei versanti affiorano
litologie prevalentemente argillose (Argille a palombini). Lungo questi versanti si
individuano estesi movimenti gravitativi, in alcuni casi tuttora attivi.
Nel tratto, la nuova condotta sarà messa in opera in galleria evitando qualsivoglia
interferenza con i fenomeni di dissesto.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 310 di 489
Rev.
0
La condotta in esercizio, abbandonato il fondovalle del T. Ingegna, supera il Monte
Carmo ed il Passo della Colla fino a raggiungere il fondovalle del T. Toncina. La
morfologia della zona attraversata alterna pendenze dolci (15-20%), versanti molto
ondulati e dorsali relativamente ampie, a crinali più stretti e versanti ad acclività
maggiore (30-50%).
Litologicamente, il tratto è caratterizzato dai depositi alluvionali di fondovalle del
T. Ingegna e dai depositi torbiditici caratteristici delle Arenarie di Scabiazza e del
Flysch di Monte Caio (subito a nord di Monte Carmo), alternati a formazioni
prevalentemente argillitiche (Argille a palombini e Complesso di Casanova). Piuttosto
diffuse sono anche le coperture detritiche, estese aree interessate da depositi di
versante costituito da litotipi eterogenei ed eterometrici con matrice pelitica, talvolta
attraversati da canali erosivi più o meno profondi.
Sono presenti estesi movimenti gravitativi di tipo complesso.
In particolare, la condotta esistente interferisce con le seguenti aree instabili:
• due aree lungo il versante in sinistra del Rio di Dugara, rispettivamente a quota 725
e 800 m circa;
• un’area in località Zucchero, compresa tra quota 900 e 975 m circa.
• l’esteso versante meridionale della Costa del Pelizzone, fino alle pendici di M.
Carmo;
Queste aree sono tutte caratterizzate da fenomeni quiescenti ad eccezione della Costa
del Pelizzone ove si registra lanche a presenza di limitati movimenti superficiali
innescati dallo scarso drenaggio dei terreni prevalentemente argillosi. La soluzione
prevista per garantire la stabilità delle aree, in seguito alla rimozione della condotta
esistente, consiste nella realizzazione di una serie di trincee drenanti in asse scavo e
fuori scavo e nel ripristino della morfologia originaria con palificate in legname. Il
ruscellamento delle acque meteoriche sarà regimato mediante la realizzazione di
canalette in terra e/o pietrame.
6° tratto: Dal T. Toncina al T. Ceno (42,100-47,800 km)
Il tracciato in progetto, nuovamente in parallelismo con la condotta in esercizio,
percorre il fondovalle del T. Toncina, fino alla confluenza con il T. Ceno.
Si tratta di una valle inizialmente piuttosto stretta che tende ad allargarsi avvicinandosi
alla confluenza con il Ceno.
Dal punto di vista morfologico, la percorrenza del Toncina è caratterizzata da
lineamenti pianeggianti interrotti da scarpate di terrazzamento e di erosione fluviale.
Nei tratti più prossimi alla fascia pedecollinare prevalgono lineamenti debolmente
ondulati. L’alveo del Toncina è piuttosto inciso ed è caratterizzato da fenomeni erosivi
di fondo e laterali piuttosto importanti. Il substrato roccioso, affiorante lungo il corso
dell’alveo, è costituito da alternanze di arenarie, prevalenti, e calcari e marne.
Il versante in sinistra idrografica è interessato da diversi movimenti gravitativi, i più
estesi dei quali sono localizzati presso Case Scappini e presso il fosso Sbalanzone. Il
tracciato in progetto interferisce con due aree instabili:
• l’area in sinistra idrografica del T. Toncina, in prossimità di località Sbalanzone;
• i depositi di frana nell’alveo di piena del Toncina, alla confluenza con il Rio della
Valle, appartenenti al movimento gravitativo presente lungo il versante.
La prima area sarà attraversata in sotterraneo, impostato a profondità maggiore
rispetto alla profondità della potenziale superficie di scollamento.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 311 di 489
Rev.
0
Per quanto riguarda la seconda area individuata, il tracciato interferisce con la porzione
distale dei depositi di frana che occupano l’alveo del T. Toncina, attraversandoli circa
50-60 m . La zona non manifesta evidenza alcuna di instabilità. Inoltre, in tale tratto la
linea sarà ubicata in percorrenza nell’alveo del torrente, con un conseguente
approfondimento dello scavo e una serie di opere di regimazione idraulica (scogliera in
massi e pennelli in gabbioni).
Per quanto riguarda la condotta in dismissione, le aree instabili attraversate lungo il
fondovalle risultano:
• i depositi di frana in prossimità dell’abitato Ca’ Scappini;
• l’area in sinistra idrografica del T. Toncina, in prossimità di località Sbalanzone;
• i depositi di frana nell’alveo di piena del Toncina, alla confluenza con il Rio della
Valle;
• il versante in sinistra idrografica ad Est di località I Granelli.
Tutte queste aree sono riportate nel PAI come movimenti gravitativi quiescenti (vedi
Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità
geomorfologia e dissesti”),.
In seguito alla rimozione della condotta, nelle aree sarà ripristinata la morfologia
originaria, in particolare nell’area del versante ad est di località “I Granelli” si prevede di
ricostituire le sponde con un rivestimento in massi.
7° tratto: Dal T. Ceno a località “Costa del Pelizzone” (47,800 – 59,800 km)
Poco a valle della confluenza tra il T. Toncina e il F. Ceno, il tracciato in progetto
abbandona il parallelismo con la condotta in esercizio, proseguendo sugli ampi terrazzi
alluvionali del fiume e, mantenendosi in sinistra idrografica, risale verso la Costa del
Pelizzone.
La morfologia è pianeggiante lungo il fondovalle del Ceno e decisamente più
complessa nel lungo tratto fino alla Costa del Pelizzone. Sono presenti versanti a
pendenza variabile, fino ad un massimo di 55-60%, stretti crinali delimitati da scarpate
morfologiche alternati ad ampie zone di displuvio. Il reticolo idrografico è costituito da
corsi d’acqua ad elevata energia con impluvi piuttosto incisi.
Lungo il T. Ceno si rinvengono depositi alluvionali di natura ghiaioso-ciottolosa con
abbondante matrice sabbioso-argillosa. La litologia del tratto montano, invece, è
costituita da torbiditi carbonatiche (Flysch di Bettola) o arenaceo-pelitiche (Arenarie di
Scabiazza), da complessi estremamente variegati con prevalenti brecce (Complesso di
Casanova) o argilliti (Argille a Palombini) e dai litotipi della serie ofiolitica (diaspri e
serpentiniti). Le ofioliti presenti nel promontorio di Groppo di Gora costituiscono
elementi fortemente caratterizzanti il paesaggio, grazie al loro colore nero-verdastro e
al profilo acclive dei rilievi, dovuto alla maggiore resistenza all’erosione rispetto alle
rocce circostanti.
Movimenti gravitativi interessano in maniera diffusa i versanti dei pendii, soprattutto ad
est della direttrice di progetto. Il tracciato della nuova condotta, risalendo il crinale che
dal fondovalle del T. Ceno raggiunge i rilievi di Poggio Cadame, Monte Spiaggi e
prosuendo in cresta sino alla Costa del Pelizzone, non interessa, anche in ragione del
fatto che in due tratti sarà posta in sotterraneo, alcun fenomeno gravitativo.
La condotta in esercizio, dopo aver attraversato il T. Ceno, risale il versante
settentrionale, in sinistra idrografica e si dirige verso le località Gazzo e Costa del
Pelizzone.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 312 di 489
Rev.
0
La morfologia del paesaggio è completamente influenzata dai depositi detritici e franosi
che interessano estesissime porzioni dei versanti della zona: si identificano morfologie
ondulate, con pendenze e contropendenze, nicchie di distacco e grandi zone di
accumulo con incisioni sovrimposte del reticolo idrografico.
Il tratto è caratterizzato dai depositi prevalentemente ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi. nel
fondovalle del Ceno, da marne calcaree del Flysch di Bettola, lungo la prima parte
della risalita fino a Bosco di Badino, da argilliti (Argille a palombini) fino a località Piana
di Gazzo e, successivamente, da terreni flyschoidi del Complesso di Casanova, su cui,
intorno a quota 990 m s.l.m., sovrascorre la successione Argille a palombini – Arenarie
di Scabiazza.
Nel tratto, ampi settori di versante sono interessati da fenomeni franosi attivi e/o
quiescenti: frane quiescenti si riscontrano sul versante sinistro della valle del Ceno e
più a monte (loc. Vischeto di qua), nel tratto delimitato dalla dorsale M. Coloreti – M.
Crodolo (Bosco di Badino, Paina di Gazzo), sui versanti orientali della dorsale M.
Cornale - Groppo di Gora.
La condotta esistente interferisce con queste aree, attraversandone alcune.
In seguito alla rimozione della condotta, il progetto, al fine di garantire la stabilità dei
queste aree, prevede la realizzazione di opere di contenimento (palizzate in legname,
fascinate), in particolare lungo i pendii a maggior acclività. Inoltre, in tali aree la
realizzazione di opere di canalizzazione delle acque superficiali (canalette in terra e/o
pietrame) e di drenaggio della trincea (trincee drenanti) consentiranno, rispettivamente,
di evitare il ruscellamento concentrato delle acque meteoriche in superficie e
l’imbibizione del materiale di rinterro della trincea.
8° tratto: Da località “Costa del Pelizzone” al T. Arda (59,800-74,300 km)
Dopo aver incrociato la condotta in esercizio, il tracciato in progetto prosegue lungo
l’affilata costa del Pelizzone e i crinali al confine tra le province di Parma e Piacenza,
fino a raggiungere il T. Arda a monte del Lago di Mignano.
La morfologia è di tipo montuoso-collinare; i pendii sono influenzati dalla giacitura delle
formazioni presenti, con pendenze molto elevate lungo i versanti a reggipoggio e più
modeste lungo i versanti a franapoggio. I crinali sono piuttosto stretti dal valico del
Pelizzone fino a Monte Costaccia, ad ovest di Bore, quindi tendono ad un progressivo
ampliamento. Da Monte Cornale al valico di Bocchetta di Sette Sorelle, i crinali
divengono nuovamente stretti e sono delimitati da evidenti scarpate morfologiche.
La litologia del tratto è piuttosto omogenea, costituita da regolari sequenze
calcarenitico-marnose in strati da spessi a molto spessi, intervallate da livelli argillosi in
strati medi e sottili (Flysch di Monte Cassio). La sequenza stratigrafica risulta
rovesciata ed appare intensamente tettonizzata. Il Monte Cornale, ubicato a sud-ovest
del Comune di Bore, è costituito da un grosso olistolite formato da brecce poligeniche
a matrice arenaceo-siltosa a contatto con le Arenarie di Scabiazza e le Argille a
Palombini; il tratto dal Valico del Pelizzone al M. Cornale è interessato, a luoghi, da
coperture detritiche di origine eluvio-colluviale o da depositi di versante e/o di frana.
Nel tratto si evidenzia la presenza lungo i versanti di estesi fenomeni gravitativi; in
particolare quelli che delimitano la sommità del Cornale sono interessati da movimenti
in atto, con scorrimenti di tipo complesso. Il tracciato della nuova condotta si sviluppa
lungo il crinale superando il rilievo del Monte Cornale per mezzo di un tratto in
sotterraneo non venendo ad interessare alcun fenomeno di dissesto
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 313 di 489
Rev.
0
Il corrispondente tratto di percorrenza del metanodotto in esercizio inizia nei pressi
dell’abitato di Variano, prosegue lungo i versanti sud occidentale e settentrionale della
Costa di Croce Lasa, transita in prossimità degli abitati di S. Michele e di Velleia e
termina in prossimità del T. Chero.
La morfologia del paesaggio è influenzata dai depositi detritici e franosi che
interessano estesissime porzioni dei versanti della zona. Il maggiore rilievo della zona
è rappresentato da Croce Lasa che sfiora i 970 m s.l.m.
Dal punto di vista litologico, il substrato del versante meridionale della Croce Lasa è
costituito da torbiditi prevalentemente carbonatiche (Flysch di Bettola), mentre lungo il
versante opposto, alle quote più elevate, prevalgono arenarie grigio-nocciola e marne
siltose (Formazione di Val Luretta) e, a quote più basse, le torbiditi a base calcarenitica
intercalate a strati pelitici (Flysch di Monte Cassio) ed in limitate aree litotipi argillitici.
L’intero tratto è caratterizzato da estesi ed importanti movimenti gravitativi attivi e
quiescenti.
L’esistente condotta in dismissione interferisce con queste aree, attraversando alcune
di esse lungo tutta la loro estensione.
In seguito alla rimozione della condotta in dismissione, il progetto, analogamente a
quanto registrato nel precedente tratto, prevede di garantire la stabilità di queste aree
con una serie di opere di contenimento (palizzate in legname, fascinate), in particolare
lungo i pendii a maggior acclività. Inoltre, in queste aree saranno realizzate opere di
canalizzazione delle acque superficiali (canalette in terra e/o pietrame) e di drenaggio
della trincea (trincee drenanti) al fine di evitare, rispettivamente, il ruscellamento
concentrato delle acque meteoriche in superficie e l’imbibizione del terreno di
riempimento della trincea.
9° tratto: Dal torrente Arda a località “Caminata” (74,300-95,900 km)
Il tracciato in progetto aggira a nord l’invaso artificiale di Mignano e prosegue lungo il
fondovalle del T. Arda e, scavalcata la dorsale collinare che delimita a nord il bacino
del citato corso d’acqua, discende nella Val Chiavenna, fino a ritrovare il parallelismo
con la condotta in esercizio, in località “Caminata”.
Dal punto di vista morfologico, il tratto è caratterizzato da lineamenti sub-pianeggianti
e/o debolmente ondulati, con scarse variazioni altimetriche localmente interrotte da
brevi scarpate dei terrazzi fluviali.
A monte della diga di Mignano nei pressi dell’abitato di Gazzola, il tracciato in progetto
supera un’area interessata da movimenti gravitativi in microtunnel per oltrepassare il
lago di Mignano, in sinistra idrografica, per mezzo di una lunga galleria.
Il successivo tratto di percorrenza del T. Arda presenta marcati fenomeni erosivi del
fondo alveo e delle sponde. In corrispondenza delle tre sezioni di attraversamento del
corso d’acqua, il progetto prevede la realizzazione di adeguati interventi di regimazione
idraulica a presidio della tubazione volti ad evitare l’instaurarsi di fenomeni erosivi di
fondo e di sponda (vedi Sez. II, par. 4.3 e 8.2.1).
Per ciò che concerne l’assetto litologico, lungo l’area a monte della diga di Mignano, il
substrato è costituito dalle Argille varicolori di Cassio e dalla litofacies a matrice pelitica
del Complesso di Casanova.
Si tratta di litologie poco competenti, generalmente molto erodibili, che possono dar
luogo anche a morfologie di tipo calanchivo. Successivamente, proseguendo verso
valle, predominano le litologie torbiditiche con spessi strati calcarenitici (Flysch di
M. Cassio) o arenacei (Arenarie di Scabiazza), intervallati da livelli pelitici. Lungo il
T. Chiavenna, nel substrato sono presenti le formazioni neogenico-quaternarie di
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 314 di 489
Rev.
0
natura pelitica e argillitico-siltitica (Argille azzurre). In prossimità delle zone di
alveo, affiorano depositi alluvionali più o meno recenti, con prevalenza di materiale
ghiaioso e sabbioso.
Nel tratto in esame, il metanodotto esistente attraversa i depositi alluvionali recenti
prevalentemente ghiaioso-sabbiosi del T. Chero e la porzione distale di movimenti
gravitativi che interessano in più punti il versante in destra idrografica del Chero. Nel
fondovalle la morfologia è prevalentemente pianeggiante mentre il versante,
mediamente acclive, è caratterizzato da numerose incisioni fluviali che attraversano i
depositi quaternari presenti, per confluire nel T. Chero.
Nella prima parte del tracciato, la litologia è caratterizzata, da litotipi calcarei e
calcareo-marnosi (Formazione di Val Luretta) e successivamente da torbiditi
carbonatiche e silicoclastiche (Flysch di Bettola) e da brecce il (Complesso di Case
Boscaini).
Il tratto terminale, compreso tra le località “Badagnano” e “Caminata”, è caratterizzato
da depositi alluvionali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi.
10° tratto: Da località “Caminata” al Nodo di Cortemaggiore (95,900-107,300 km)
Nei pressi dell’abitato di Caminata, il tracciato in progetto ritrova il parallelismo con la
condotta in esercizio e lo mantiene fino a raggiungere il suo punto terminale ubicato in
corrispondenza dell’impianto di Cortemaggiore. Nel tratto prevalgono i lineamenti
piaggianti localmente interrotti da deboli ondulazioni e brevi scarpate di terrazzo e il
substrato è caratterizzato prevalentemente da depositi alluvionali di natura ghiaiososabbiosa nella porzione di alta pianura e sabbioso-limosi nel tratto terminale.
Rappresentazione cartografica delle componenti geologiche
Dal punto di vista stratigrafico-strutturale e litologico sono state cartografate le diverse
unità affioranti di seguito descritte.
Unità appartenenti al Dominio Epiligure
Formazione di Ranzano (RAN) Formazione costituita da più corpi sedimentari con
geometria da lenticolare a tabulare e con facies deposizionali molto variabili da
arenaceo-conglomeratiche a pelitico-arenacee. Dove la formazione non è suddivisibile
in sottounità è costituita da un’alternanza monotona di areniti fini grigie, micacee, e
peliti grigie e grigioverdi, in strati sottili e medi. Sono presenti sottili livelli arenitici
vulcanoclastici e strati medi di marne calcaree chiare a base arenitica. Origine
prevalentemente torbiditica; ambiente di scarpata e di bacino, con presenza di frane
sottomarine (Eocene sup. – Oligocene inf.).
Marne di Monte Piano (MMP) Argille, argille marnose e marnoso-siltose, marne rosse,
rosate, grigio chiaro e verdi, con rari e sottilissimi strati di siltiti. Sedimentazione di tipo
pelagico, ambiente confinato e profondo, con rari apporti torbiditici. Limite superiore
netto con le Arenarie di Ranzano (Eocene medio – Eocene sup.).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 315 di 489
Rev.
0
Unità appartenenti al Dominio Ligure
Flysch e formazioni post flysch
Formazione di Val Luretta (VLU) Formazione arenaceo-marnosa e calcareo-marnosa.
Torbiditi di bacino relativamente profondo. (Paleocene inf. – Eocene medio)
Flysch di Farini d’Olmo (FAR) Unità torbiditica arenaceo-pelitica e calcareo-marnosa,
suddivisa in sottounità. (Paleocene inf. Eocene medio)
Flysch di Bettola (BET) Torbiditi carbonatiche costituite da calcari marnosi e marne
grigio-nocciola a base calcarenitica, passanti ad argille nerastre, in strati spessi e
banchi oltre i 10m, e da areniti e peliti grigie in strati da sottili a spessi. Bacino profondo
a sedimentazione torbiditica, prevalente su quella emipelagica. (Cretacico sup. –
Paleocene inf.)
Arenarie di Monte Gottero (GOT) Areniti a composizione arkosica e subarkosica
alternate a siltiti ed argilliti nerastre in strati gradati medi e spessi. Si associano
arenarie fini nerastre laminate e peliti nere, in regolari alternanze di strati medi e sottili.
Presenti intercalazioni lenticolari di argilliti marnose e marne contenenti talvolta brecce
monogeniche a matrice argillitica, lembi di bancate calcarenitiche e calcareo-marnose.
Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino profondo con depositi da colata di detrito.
(Cretacico sup.? – Paleocene)
Flysch di Monte Caio (CAO) Torbiditi calcareo-marnose, grigio-scure, in strati da medi
a molto spessi con una base arenitica media o fine passante a marna; a tetto intervalli
sottili e medi di argilla nerastra fissile. Torbiditi di piana abissale e fanghi intrabacinali.
(Cretacico sup.)
Flysch di Monte Cassio (MCS) Torbiditi a base calcarenitica fine e media passante a
marne calcaree grigio-biancastre, marne e calcari marnosi in strati da spessi a molto
spessi. Intercalazioni regolari di sottili livelli pelitici grigio-verdastri e neri e di arenarie
medie e fini, quarzoso-feldspatiche, in strati medi e sottili. Torbiditi e fanghi
intrabacinali, in ambiente di piana, sotto la superficie di compensazione dei carbonati.
Contatto su AVV localmente tettonizzato. (Cretacico sup.)
Formazioni pre-flysch
Flysch di Ottone (OTO) Torbiditi calcareo-marnose grigio-scure in strati da medi a
molto spessi, costituite da calcari marnosi e marne calcaree a cui si intercalano marne
siltose, argilliti e argilliti calcaree, arenarie fini e siltiti. (Cretacico sup.)
Arenarie di Casanova (CSU) Areniti verdastre o grigio scure medio-grossolane a
composizione marcatamente ofiolitica e subordinatamente sedimentaria, ruditi e peliti
in strati gradati da medi a molto spessi. Frequenti intercalazioni di areniti medio-fini a
composizione subarkosica e peliti scure fortemente diagenizzate e laminate in strati
gradati medio-sottili. Presenti strati spessi e molto spessi di calcari marnosi e marne a
basi arenacee medie grigio chiare, micacee. (Cretacico sup.)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 316 di 489
Rev.
0
Complesso di Casanova (CCV) Unità litostratigrafica costituita da varie litofacies che si
alternano senza un apparente ordine stratigrafico: litofacies a brecce mono e
poligeniche a matrice politica; brecce poligeniche a matrice arenitica; litofacies
argillitico-siltosa; serpentiniti e peridotiti serpentinizzate; brecce monogeniche e
poligeniche serpentinitiche; arenarie ofiolitiche; oficalciti; basalti ; gabbri; brecce a
elementi calcarei prevalenti. (Cretacico sup.)
Argille varicolori di Cassio (AVV) Argille, argilliti ed argille siltose rosse, violacee, grigio
scure e verdastre, con intercalazioni di strati sottili o medi di arenarie litiche fini grigio
chiare o scure, di calcilutiti silicizzate, calcareniti, conglomerati poligenici, in strati medi
e spessi e arenarie litiche e feldspatiche grossolane. Contatti per lo più tettonizzati con
SCB. Sedimentazione pelagica intervallata da correnti di torbidità s.l. e flussi
concentrati di locale alimentazione insubrica (Cretacico sup.).
Conglomerati dei Salti del Diavolo (CSD) Conglomerati in bancate da medie a molto
spesse, costituiti da clasti poligenici di dimensioni centimetriche e decimetriche;
litareniti medio-grossolane chiare in strati sottili; peliti, spesso varicolori. Intercalati nella
parte alta di AVV (Cretacico sup.).
Complesso di Case Boscaini (CCB) Brecce matrice-sostenute a prevalenti clasti
calcilutitici chiari tipo palombino ben arrotondati, in matrice argillosa o siltosa grigia, più
rari clasti di biocalcareniti giallo ocra e areniti grigio scure. Sono spesso inclusi lembi
tettonizzati di argille varicolori. Bacino profondo caratterizzato da fenomeni di
risedimentazione in massa (Cretacico sup.).
Arenarie di Campi (ACM) Arenarie torbiditiche quarzoso-feldspatiche da fini a
grossolane grigio-verdine, in strati da medi a spessi, gradati; si intercalano marne a
base arenitica fine, in strati medi e spessi. Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino
profondo (Cretacico sup.).
Arenarie di Scabiazza (SCB) Torbiditi arenaceo-pelitiche con arenarie litiche grigionocciola o grigioverdastre, fini e medie in strati sottili e medi regolarmente alternate a
peliti grigie o verdastre o marne siltose debolmente marnose; si intercalano talora
marne grigio chiare a base arenacea fine, conglomerati e calcilutiti in strati
spessi. Presenti marne siltose grigie in strati molto spessi con base arenitica e
conglomeratica fine ad elementi sedimentari. Sedimentazione torbiditica di ambiente
marino profondo (Cretacico sup.).
Argilliti di Guselli (GUS) Argille ed argilliti rosse, grigio scure e verdi, con intercalate
areniti torbiditiche grigie in livelli molto sottili (Cretacico sup.?).
Argilliti di San Siro (SSI) Argilliti rosso-violacee, brune o variegate, con discontinui e
deformati straterelli calcilutitici o siltitici ed arenitici grigi e grigio-verdastri ad alterazione
color ocra o ruggine e con intercalazioni di areniti torbiditiche in livelli medio-sottili e
calcareniti sottili. Depositi di debris flow a matrice argillitica e clasti eterogenei
(Cretacico inf.? – Cretacico sup.?).
Argille a palombini (APA) Argilliti o argilliti siltose grigio scure, fissili, alternate a
calcilutiti silicizzate grigio chiare e grigio-verdi; intercalazioni di siltiti ed arenarie
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 317 di 489
Rev.
0
torbiditiche fini in letti molto sottili e sottili di colore grigio scuro o di calcareniti mediogrossolane in strati da medi a spessi; localmente si intercalano argilliti marnose grigie
in strati spessi, marne grigio-verdastre in stati medi e arenarie fini laminate in strati
sottili; gli strati calcilutitici sono spesso “boudinati”, a luoghi silicizzati, pervasivamente
fratturati e caratterizzati da una fitta rete di vene di calcite, frattura concoide.
Sedimentazione pelagica argillosa, intervallata da risedimentazione di fanghi
carbonatici (Cretacico inf. – Cretacico sup.).
Calcari a calpionelle (CCL) Calcari a grana finissima di colore grigio-nocciola, in strati
da medi a molto spessi (Cretacico inf.).
Ofioliti s.l. Litotipi ofiolitici distinguibili nelle seguenti unità cartografabili: Arenarie
ofiolitiche (ao); Basalti (β); Basalti brecciati (Bb); Brecce ofiolitiche (bo); Brecce
poligeniche (bp); Rocce granitoidi (Gr); Serpentine (σ).
Unità appartenenti al Dominio Subligure
Arenarie di Ponte Pratica (ARB) Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati da sottili a medi a
base arenitica grigio-giallastra e grigio-verdastra fine o media passante a siltiti o siltiti
marnose grigio scure. Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino profondo. Contatti
tettonici con le formazioni circostanti (Oligocene).
Arenarie di Petrignacola (APE) Arenarie torbiditiche grigio-verdastre da fini a molto
grossolane, talora conglomeratiche, in strati da medi a molto spessi. Sedimentazione
torbiditica ad apporti terrigeni (Oligocene inf.).
Argille e Calcari di Canetolo (ACC) Argilliti grigio-nere in strati medi e spessi alternate a
calcilutiti grigie o grigio-scure in strati medio-sottili e calcari marnosi in strati spessi e
molto spessi, calcareniti gradate, brecce ad elementi micritici, calcarenitici e arenacei.
Intercalazioni di areniti e siltiti in strati gradati e laminati medio-sottili. Intercalazioni
metriche di argilliti rosse alternate a strati spessi di calcisiltiti. Sedimentazione
emipelagica, intervallata a torbiditi intrabacinali e terrigene (Cretaceo sup.? - Eocene
medio).
Unità appartenenti al Dominio Toscano
Macigno (MAC) Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati gradati medi e spessi, a
composizione da subarkosica a sublitarenitica, alternate a torbiditi in strati da sottili a
medi (Oligocene sup – Miocene inf.).
Diaspri (DSD) Radiolariti rosse in strati sottili intercalate a peliti (Dogger - Malm).
Le litologie sopra citate risultano tuttavia spesso ricoperte da più o meno estesi depositi
franosi, detritici ed eluvio colluviali sui rilievi, da depositi lacustri, fluvio-lacustri ed
alluvionali nelle conche intramontane e nelle zone di pianura.
Tali depositi possono essere così sintetizzati:
Depositi di frana
Deposito di frana attiva (fa) Deposito gravitativo con evidenze di movimenti in atto o
recenti, costituito da litotipi prevalentemente eterogenei ed eterometrici, più o meno
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 318 di 489
Rev.
0
caotici. La maggior parte dei depositi di frana del territorio appenninico è comunque di
tipo complesso ed è il risultato di più tipi di movimento sovrapposti nello spazio e nel
tempo (tipicamente scorrimenti e scivolamenti).
Deposito di frana quiescente (fq) Deposito gravitativo senza evidenze di movimenti
gravitativi in atto o recenti, ma con possibilità di riattivazione, costituito da litotipi
prevalentemente eterogenei ed eterometrici, più o meno caotici. La maggior parte dei
depositi di frana del territorio appenninico è comunque di tipo complesso ed è il
risultato di più tipi di movimento sovrapposti nello spazio e nel tempo (tipicamente
scorrimenti e scivolamenti).
aa Deposito di versante costituito da litotipi eterogenei ed eterometrici con genesi
dubitativamente gravitativa, da ruscellamento superficiale e/o da soliflusso; deposito
eluvio-colluviale costituito da materiale detritico, generalmente fine, prodotto da
alterazione in situ; detrito di falda costituito da materiale eterogeneo ed eterometrico
con frammenti litoidi di dimensioni variabili, privo di matrice, frequentemente posto alla
base di scarpate morfologiche; indifferenziato; deposito morenico; deposito eolico
costituito da materiale fine.
b Deposito alluvionale e di conoide torrentizia in evoluzione. Ghiaie, sabbie e
subordinati limi argillosi di origine fluviale, attualmente soggetti ad evoluzione a causa
della dinamica fluviale, talora coperti da vegetazione.
bn Deposito alluvionale recente, antico e terrazzato costituito da materiale
prevalentemente ghiaioso e sabbioso, attualmente stabile e non interessato dalla
dinamica fluviale; deposito palustre costituito da limi e materiale organico in
depressioni di origine glaciale; conoide torrentizia inattiva; deposito di origine antropica;
depositi continentali pleistocenici (AUL: argille sabbie e conglomerati di Aulla; OLP:
conglomerati di Olivola).
Depositi Neogenico-quaternari di ambiente di transizione fluvio-marino (DNQa)
Sintema di Compiano (SCM) Conglomerati in strati lenticolari ad elementi eterometrici
di affinità liguride e subordinatamente di arenarie tipo Macigno. Depositi di ambiente
alluvionale e lacustre (Pleistocene inf. – Pleistocene medio).
Sintema di Costamezzana (CMZ) prisma sedimentario costiero costituito da
associazioni di facies: sabbie e ghiaie argillose in strati spessi, con intercalati livelli
argillosi sottili; sabbie medio-fini in strati sottili e medi; sabbie, sabbie ghiaiose e
subordinatamente ghiaie ciottolose in strati massivi. Depositi di delta-conoide fluviale e
marina (Pleistocene inf.).
Sintema del torrente Stirone (ATS) Unità costituita da depositi paralici e marini.
Spesso, in affioramento sul margine appenninico e in corrispondenza degli alti
strutturali sepolti, il limite basale è marcato dalla presenza di un livello calcarenitico di
spessore plurimetrico (Pliocene sup. – Pleistocene inf.).
Sintema di Badagnano (BDG) Unità costituita da argilliti e siltiti, livelli conglomeratici,
localmente gradati, e arenarie in strati tabulari e lenticolari. Depositi di fronte deltizio,
associati a depositi marino-marginali (Pliocene medio – Pliocene sup.).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 319 di 489
Rev.
0
Sintema del torrente Chero (KER) Unità costituita da depositi prevalentemente siltiticoarenitici di piattaforma (Pliocene medio – Pliocene sup.).
Depositi Neogenico-quaternari di ambiente marino (DNQb)
Argille azzurre (FAA) Peliti marnose, grigio-azzurre massive a frattura concoide, in
genere a stratificazione poco evidente, con rari livelli sabbioso-siltosi. Depositi distali di
piattaforma e di bacino. Contatto netto su SVN quando presente (Pliocene inf. –
Pliocene medio).
Formazione di Vernasca (SVN) Unità torbiditica prevalentemente arenitica, ad
evoluzione trasgressiva, da un ambiente di fronte deltizio a scarpata fino a bacino
profondo. Paraconglomerati poligenici grossolani a matrice sabbiosa. Organizzati in
strati spessi e molto spessi (Pliocene inf.).
Rappresentazione cartografica delle componenti geologiche
Il territorio interessato è caratterizzato dalla totale presenza di depositi sciolti, che
presentano tuttavia una variazione granulometrica da termini sabbiosi con percentuali
variabili di limi-argille, sino a terreni a più alto contenuto di ghiaia, maggiormente
presenti nel tratto settentrionale della condotta principale. Nella zona oggetto di studio,
non si rileva la presenza di elementi morfologici rilevanti.
La stesura dell'elaborato cartografico allegato (vedi Vol. 8, All. 12 - Dis. LB-D-83209)
ha richiesto, oltre alla consultazione dei dati esistenti, anche l’esecuzione di una serie
di sopralluoghi in campagna, volti al rilevamento geo-litologico di superficie ed alla
verifica dei dati desunti dalla letteratura esistente.
La suddetta analisi del territorio è stata condotta per una fascia di circa 1 km su
entrambi i lati della direttrice di progetto, per l’intero sviluppo planimetrico.
Considerando il fatto che la condotta in progetto è impostata interamente su sedimenti
del Quaternario pleistocenico (Fluviale Würm) è stata redatta una carta nella quale
sono state evidenziate le principali variazioni granulometriche riscontrate lungo il
tracciato in fase di studio.
In particolare sono state cartografate le seguenti unità litologiche:
-
Unità a ghiaie dominanti;
-
Unità a limi dominanti;
-
Unità a sabbie dominanti;
-
Unità a sabbie con depositi fini (limi e argille) e ghiaie.
Per quanto concerne l’assetto geomorfologico, nella rappresentazione cartografica
sono stati evidenziati i seguenti elementi che caratterizzano l’area investigata, con
particolare riferimento ai tratti più prossimi al tracciato:
• orli di scarpata di terrazzo fluviale;
• tracce di paleomeandri rilevati o interpretati;
• fontanili;
• zone umide, lanche.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 320 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
In riferimento all’assetto morfologico del territorio attraversato, il tracciato della
condotta principale in progetto interessa in massima parte aree a morfologia acclive e,
localizzate lungo la parte terminale del percorso, aree pianeggianti o debolmente
ondulate (vedi tab. 2.3/A).
Tab. 2.3/A:
Assetto morfologico lungo il tracciato del metanodotto Pontremoli Cortemaggiore in progetto
Assetto morfologico
Lunghezza (km)
%
Pianeggiante, di fondovalle
47,100
43,90
Di versante a debole pendenza, ondulato
13,815
12,85
Di versante acclive, montuoso
46,400
43,25
107,315
100,00
Totale
Per quanto concerne la condotta in dismissione, analogamente a quanto descritto per
la condotta in progetto, essa si sviluppa su terreni prevalentemente a morfologia
acclive, ad esclusione della parte terminale del percorso ricadente in ambiti
pianeggianti o debolmente ondulati (vedi tab. 2.3/B).
Tab. 2.3/B:
Assetto morfologico lungo il tracciato del metanodotto Pontremoli Cortemaggiore in dismissione
Assetto morfologico
Lunghezza (km)
%
Pianeggiante, di fondovalle
38,530
42,82
Di versante a debole pendenza, ondulato
13,435
14,93
Di versante acclive, montuoso
38,020
42,25
89,985 (°)
100,00
Totale
(°) lunghezza ricavata escludendo il tratto di 7,530 km che rimane in esercizio.
Suddivisione del tracciato per litologia e scavabilità
Sulla base delle caratteristiche litologiche ed in particolare, della resistenza alla
scavabilità, i terreni incontrati lungo il tracciato di progetto possono essere così distinti:
• Terre sciolte: terreni alluvionali ed eluvio colluviali; depositi di versante e detriti di
falda;
• Roccia tenera: brecce e conglomerati scarsamente cementati; torbiditi, siltiti,
marne e arenarie debolmente cementate;
• Roccia dura: conglomerati cementati; torbiditi prevalentemente arenacee, arenarie
cementate, diaspri, calcari e calcari marnosi.
Alla luce della suddetta distinzione, si é ottenuta, per l’intero sviluppo del tracciato di
progetto, la seguente classificazione indicativa in termini di scavabilità:
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 321 di 489
Rev.
0
scavi in terra sciolta per 57,730 km, pari al 51% dell’intero tracciato;
scavi in roccia tenera per 27,900 km, pari al 26% dello sviluppo complessivo;
scavi in roccia dura per 21,685 km, pari al 23% della lunghezza totale.
Come per la linea principale, anche tutte le nuove linee secondarie in progetto, nonché
l'insieme dei tratti delle condotte in dismissione vengono ad interessare litotipi del tutto
analoghi con caratteristiche geomeccaniche molto similari.
2.3.2
Interferenze del tracciato con aree a rischio idrogeologico
In riferimento a quanto illustrato nella Sezione I “Quadro di riferimento programmatico”
a riguardo delle interferenze tra il tracciato e le zonizzazioni del Piano Stralcio di
Bacino per l’Assetto Idrogeologico del F. Magra e del Piano Stralcio per l’Assetto
Idrogeologico del F. Po (PAI) interferite (vedi Sez. I "Quadro di riferimento
programmatico", par. 9.4.1 e 9.4.2), le interferenze tra l'opera e le Aree a pericolosità
geomorfologica del Bacino del F. Magra ed i dissesti nel Bacino del F. Po sono, in
ragione del loro elevato numero, illustrate in un apposito annesso del presente Studio,
a cui si rimanda per gli approfondimento del caso (vedi Annesso B "Interferenze
dell’opera con aree a pericolosità' geomorfologica e dissesti"). Detto annesso
raccoglie, in forma di scheda monografica, ogni singola interferenza illustrando le
caratteristiche fisiche e gli interventi previsti per garantire la compatibiltà tra l'opera
stessa e le singole aree o fenomeni.
Per quanto attiene le interferenze tra l'opera e le aree a rischio idraulico di entrambe i
bacini, risulta possibile, sulla base dell’analisi delle caratteristiche geomorfologiche e
dei processi idraulici esposte nei paragrafi precedenti e delle caratteristiche proprie del
progetto (condotta completamente interrata senza alterazione alcuna dell’assetto
morfologico-idraulico) e della natura delle opere che saranno realizzate, escludere che
la messa in opera della nuova condotta possa presentare effetti negativi sulle fasce di
pertinenza fluviale.
In particolare si evidenzia che:
• gli attraversamenti fluviali prevedono una profondità di posa della condotta di
sufficiente garanzia nei confronti d’eventuali fenomeni di erosione di fondo anche
localizzati e/o temporanei che si possono produrre in fase di piena, cosicché é da
escludere qualsiasi interferenza tra tubazione e flusso della corrente;
• gli attraversamenti dei corsi d’acqua più importanti, nonché dei corpi idrici
canalizzati caratterizzati da portate costanti di considerevole entità, saranno
eseguiti in subalveo con l'ausilio di tecniche "trenchless", cioè con trivellazione in
sotterraneo, onde evitare di interrompere, con scavi a cielo aperto, la loro
continuità tipologica, strutturale e quindi funzionale;
• gli impianti accessori ubicati lungo il tracciato, comportano la costruzione di opere
fuori terra di limitatissima entità e sono costituiti, quasi totalmente, da alcune parti
meccaniche che fuoriescono dal terreno e da una recinzione in grigliato ed anche
quando ricadono nelle fasce fluviali di esondazione si tratta comunque di strutture
che per dimensione e tipologia non costituiscono un ostacolo apprezzabile al
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 322 di 489
Rev.
0
deflusso delle piene, né determinano una significativa diminuzione della capacità
d’invaso dell’area inondabile.
In merito alla compatibilità del metanodotto in progetto con la dinamica fluviale, si
possono, quindi, esprimere le seguenti considerazioni:
1. Modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena
Non generando alterazioni dell’assetto morfologico (tubazione completamente
interrata con ripristino definitivo dei terreni allo stato preesistente), la costruzione
della condotta non determinerà nessun effetto di variazione dei livelli idrici e quindi
del profilo d’inviluppo di piena.
2. Riduzione della capacità d’invaso dell’alveo
La condotta in progetto, essendo completamente interrata, non crea alcun
ostacolo all’azione di laminazione delle piene, né contrazioni areali delle fasce
d’esondazione e pertanto non sottrae capacità d’invaso.
3. Interazioni con le opere di difesa idrauliche preesistenti
La realizzazione della condotta implica talvolta l’attraversamento di esistenti opere
di difesa spondale; a questo proposito é previsto che queste vengano attraversate
principalmente in trivellazione, onde evitare di interrompere la continuità tipologica
e funzionale della struttura; in ogni caso, qualora si determini un’interferenza con
talune opere idrauliche, si procederà in fase di ripristino alla loro ricostruzione
come preesistenti, in conformità tipologica e funzionale, onde evitare di alterare
l’assetto morfodinamico locale.
4. Opere idrauliche in progetto nell’ambito dell’intervento
I Le opere idrauliche maggiormente significative previste in progetto consistono
sostanzialmente nella realizzazione di scogliere in massi in corrispondenza delle
sezioni di attraversamento della nuova condotta dei torrenti Bettigna, Verde,
Tarodine, Ingegna, Toncina, Ceno, Arda e del F. Taro e nel rifacimento di
analoghe opere esistenti lungo i torrenti Carrara, Tarodine, Ceno e del Rio Rugarlo
in corrispondenza della tubazione in dismissione. Tali opere saranno realizzate
congruentemente all’assetto morfologico-idraulico dei tratti interessati..
5. Modifiche indotte sull’assetto morfologico planimetrico ed altimetrico dell’alveo
inciso
L’opera in progetto non induce alcuna modifica all’assetto morfologico dell’alveo
inciso, sia dal punto di vista planimetrico che altimetrico, essendo questa
localizzata in subalveo ad una profondità superiore ad ogni prevedibile fenomeno
d’approfondimento, e garantendo con la realizzazione d’opere di regimazione le
preesistenti caratteristiche idrauliche della sezione di deflusso.
6. Modifiche indotte sulle caratteristiche naturali e paesaggistiche della regione
fluviale
Essendo l’opera del tutto interrata, non saranno indotti effetti particolarmente
impattanti con il contesto naturale della regione fluviale che possano pregiudicare
in maniera “irreversibile” l’attuale assetto paesaggistico. Condizioni d’impatto sono
limitate alle sole fasi di costruzione e per questo destinate a scomparire nel tempo,
con la ricostituzione delle componenti naturalistiche ed ambientali.
Nelle aree con significativa sensibilità ambientale sono stati comunque previsti
interventi di ripristino, con il duplice obiettivo di mitigare le alterazioni temporanee
prodotte dai lavori e recuperare in tempi brevi le caratteristiche paesaggistiche e
vegetazionali originarie.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
7.
2.3.3
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 323 di 489
Rev.
0
Condizioni di sicurezza dell’intervento rispetto alla piena
Condizioni di maggiore criticità concernenti la sicurezza dell’opera, e
conseguentemente dell’intero sistema tubazione-regione fluviale, possono
ipotizzarsi solamente in corrispondenza degli attraversamenti di canali, fossi e
scoli superati con scavi a cielo aperto, in quanto direttamente interferenti con il
regime idraulico e di conseguenza con l’attività morfodinamica. Tuttavia, per il fatto
che la posa della condotta è stata progettata a profondità rilevanti, nei depositi
alluvionali, si esclude ogni tipo di sollecitazione sulla condotta sia da parte dei
livelli idrici di piena sia dall’azione erosiva della corrente.
Caratterizzazione della sismicità
Il tracciato in progetto si sviluppa, con direzione prevalente da sud verso nord, lungo il
settore occidentale dell’Appennino Settentrionale ed interessa un breve tratto di
Pianura Padana.
La morfologia delle aree attraversate risulta molto articolata nel tratto appenninico e più
uniforme e regolare nella porzione in pianura.
La linea parte dal territorio comunale di Pontremoli (MS) e attraversa quindici comuni
appartenenti alle province di Massa Carrara, Parma e Piacenza. I territori comunali
interessati dal primo tratto di linea (Lunigiana) sono caratterizzati da un grado di
sismicità medio, mentre i restanti territori presentano un livello basso.
Sismicità storica
La sismicità storica dell’area in esame è stata analizzata consultando i seguenti
cataloghi:
• Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di
lavoro CPTI 2004 dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV);
• Database Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV).
Il catalogo CPTI04 nasce dalla necessità di aggiornare il precedente Catalogo
Parametrico dei Terremoti Italiani 1999 (CPTI99, INGV), fermo al 1992. Il CPTI04 è
esteso a tutto il 2002 e offre per ogni terremoto una stima il più possibile omogenea
della magnitudo momento (Maw) e della magnitudo calcolata dalle onde superficiali
(Mas).
In particolare, il catalogo fornisce i seguenti parametri:
•
•
•
la localizzazione epicentrale (Lat; Lon);
il valore di intensità massima (Imx) ed epicentrale (Io);
la zona sorgente (ZS9) e una stima della magnitudo momento (Maw) e della
magnitudo calcolata dalle onde superficiali (Mas).
Il catalogo per le sezioni pre-1980 mantiene gli stessi terremoti della sezione analoga
di CPTI99 (Io ≥ 5/6MCS o Mas ≥ 4.0), mentre per le sezioni post-1980 adotta una
soglia leggermente più elevata (Mas ≥ 4.15).
Per la compilazione del CPTI04 sono stati ritenuti di interesse solo i terremoti avvenuti
in Italia e quelli che, pur essendo stati localizzati in aree limitrofe, potrebbero essere
stati risentiti con intensità significativa all’interno dei confini dello stato. In pratica sono
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 324 di 489
Rev.
0
stati presi in considerazione tutti i terremoti avvenuti all’interno di una finestra
geografica che comprende, oltre all’Italia, una fascia di confine formata da una parte
dei territori che si affacciano sull’Adriatico, sullo Jonio e sul Mar Ligure (vedi fig. 2.3/A).
Fig. 2.3/A: Finestra di definizione geografica dei terremoti di riferimento, base
della compilazione del catalogo CPTI99 e CPTI04 (da CPTI04, INGV).
Da questo catalogo sono stati selezionati i terremoti aventi epicentro nell’area di
interesse del tracciato. Questa è stata definita come l’area in cui sono stati localizzati
gli epicentri degli eventi sismici con risentimento nelle zone attraversate dal tracciato e
schematizzata considerando un’area rettangolare con lati situati a circa 80 km dalle
due estremità del tracciato2.
In Tabella 2.3/A sono elencati i parametri dei terremoti storici selezionati nell’area di
interesse dal catalogo CPTI04.
2 In
particolare, è stato preso in considerazione il territorio compreso in un’area rettangolare con diagonale di estremi
A (43.815°N, 10.777°E) B (45.309°N, 8.947°E)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 325 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio
Anno
1276
1303
1306
1345
1383
1409
1438
1465
1465
1481
1522
1545
1547
1572
1591
1608
1628
1693
1720
1732
1738
1740
1746
1751
1759
1767
1774
1778
1786
1790
1806
1810
1811
1818
1828
1829
1831
1832
1834
1834
1835
1837
Me
7
3
7
1
7
11
6
4
4
5
10
6
2
6
5
1
11
7
1
2
11
3
7
11
5
1
3
2
4
7
2
12
7
12
10
9
9
3
2
7
4
4
Gi Or Mi Se
AE
28 18 30
ITALIA SETT.
22 23
PIACENZA
31
24
15
11
6
15
7
5
9
10
4
24
6
4
6
10
27
5
6
23
21
26
21
4
18
7
26
12
25
15
9
9
6
11
13
14
4
20
11
20
11 15
20
21 30
14 40
8
15
13 20
22
15 15
9 15
15
5
17
9
1
7
30
15
15
41
30
45
16 45
22
18
2
19
18
3
13
45
44
52
20
30
15
30
15
35
3
16 50
LUCCA
CASTELNUOVO
PARMA
PARMA
PARMENSE
VERONA
REGGIO EMILIA
LUNIGIANA
CREMONA
BORGO VAL DI TARO
REGGIO EMILIA
PARMA
REGGIO EMILIA
REGGIO EMILIA
PARMA
GOITO
S.ROMANO
PARMA
PARMA
GARFAGNANA
GARFAGNANA
MAR LIGURE
PAVIA
Fivizzano
PARMA
FIVIZZANO
PIACENZA
AULLA
NOVELLARA
NOVELLARA
SASSUOLO
LANGHIRANO
Valle dello Staffora
CREMONA
REGGIANO
REGGIANO
ALTA LUNIGIANA
ALTA LUNIGIANA
PASSO CISA
ALPI APUANE
Imx
55
55
60
55
55
70
80
55
65
85
55
75
80
70
60
60
70
70
Io
60
55
60
55
55
60
80
55
65
85
55
75
70
70
60
60
70
70
60
60 60
70 70
75 70
60 60
60
60 60
75 65
60 60
60
70 65
65
70 70
70 70
70 70
75 75
80 75
65 65
75 75
75 75
85 85
65 65
65
100 95
Lat
45.08
45.052
43.843
44.81
45.058
44.8
44.85
45.12
44.7
44.276
45.136
44.498
44.7
44.851
44.697
44.697
44.801
45.28
44.25
44.801
44.906
44.124
44.088
44.25
44.804
44.18
44.801
44.167
45.298
44.167
44.862
44.898
44.572
44.668
44.82
45.136
44.75
44.77
44.449
44.439
44.417
44.174
Lon
9.55
9.693
10.505
10.564
9.915
10.33
10.23
10.661
10.63
10.13
10.024
9.844
10.63
10.422
10.631
10.631
10.329
10.644
10.333
10.329
10.028
10.59
10.444
9.25
9.029
10.11
10.329
10.167
9.595
10
10.671
10.712
10.728
10.286
9.05
10.024
10.55
10.47
9.859
10.021
9.833
10.181
Maw
5.11
4.63
4.83
4.63
4.63
4.83
5.62
4.63
5.03
5.84
4.63
5.33
5.21
5.13
4.83
4.83
5.17
5.27
4.83
4.83
5.4
5.18
4.83
4.83
4.83
5.06
4.83
4.83
5.31
5.03
5.26
5.28
5.24
5.57
5.67
5.03
5.48
5.59
5.64
5.14
5.03
5.65
Mas
4.71
4
4.3
4
4
4.3
5.47
4
4.6
5.8
4
5.04
4.86
4.74
4.3
4.3
4.8
4.95
4.3
4.3
5.15
4.82
4.3
4.3
4.3
4.64
4.3
4.3
5.01
4.6
4.93
4.97
4.91
5.4
5.55
4.6
5.27
5.43
5.5
4.76
4.6
5.51
ZS9
911
911
916
912
911
913
913
913
915
915
913
913
913
913
913
906
915
913
913
915
915
911
915
913
915
911
916
912
912
913
913
911
912
913
915
915
915
915
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 326 di 489
0
Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio (seguito)
Anno
1849
1857
1861
1869
1873
1873
1878
1882
1885
1886
1891
1892
1895
1896
1898
1902
1902
1902
1903
1904
1906
1909
1910
1913
1914
1915
1916
1919
1920
1920
1921
1921
1922
1924
1924
1925
1926
1926
1927
1927
1928
1928
1928
Me
11
2
3
12
5
9
9
2
2
10
4
5
8
12
3
3
8
12
7
2
11
3
1
11
10
10
7
9
9
12
5
11
8
6
9
3
6
11
10
11
2
7
8
Gi
28
1
16
13
16
17
10
15
26
15
24
17
7
8
4
5
4
4
27
25
10
18
23
25
27
10
27
25
7
27
7
29
2
12
21
15
28
18
28
20
21
20
3
Or Mi Se
AE
18 15
VAL DI TARO
PARMENSE
SESTA GODANO
SERRAMAZZONI
REGGIANO
LIGURIA ORIENTALE
LUNIGIANA
APPENNINO LIGURE
SCANDIANO
COLLECCHIO
VILLA BASILICA
30
2 53
19 35
13
4
20
2
6
3
19
17
7
22
16
3
18
17
2
1
20
9
23
18
3
5
16
6
12
21
21
20
17
21
22
21
10
4
19
23
31
50
48
20
45
8 15 CARPINETI
49 32 FANANO
6 45 FANANO
6
37
35
46
47
55
51
50
55
22
10
38
15
55
19
15
4
13
3
18
15
15
57
49
24
37
53
9
10
1
50
52
40
48
12
CALESTANO
GARFAGNANA
FIVIZZANO
FIVIZZANO
LUNIGIANA
REGGIANO
COMPIANO
CARPINETI
PONTE DELL'OLIO
VAL DI TARO
GARFAGNANA
REGGIO EMILIA
FOSCIANDORA
FOSCIANDORA
GARFAGNANA
PIAZZA SERCHIO
PONTREMOLI
BORGO VAL DI TARO
PIEVEPELAGO
FANANO
GENOVA
FRASSINORO
REGGIANO
BAGNONE
BEDONIA
CERVAREZZA
VARESE LIGURE
ALTA VAL DI TARO
FIVIZZANO
Imx Io
Lat
Lon
65 65 44.485 9.73
65 65 44.749 10.48
60 44.333
9.6
65 44.5
10.75
65 65 44.612 10.701
65 65 44.497 10.283
65 65 44.218 10.037
60 60 44.652 9.113
60 60 45.208 10.169
60 60 44.75 10.306
55 43.933 10.667
60 44.45 10.517
60 44.25 10.75
60 44.25 10.75
70 65 44.503 10.314
70 70 44.093 10.463
70 44.2
10.2
55 44.2
10.2
75 70 44.329 9.953
70 60 44.48 10.63
60 44.5
9.633
60 44.5
10.5
55 44.9
9.633
50 50 44.597 10.279
70 70 43.911 10.598
65 60 44.732 10.469
60 44.1
10.5
55 44.133 10.533
100 95 44.18 10.28
50 44.25 10.283
70 65 44.377 9.882
50 50 44.376 9.987
60 44.2
10.7
60 44.167 10.733
55 44.4
8.95
45 45 44.282 10.286
40 40 44.488 10.487
55 44.3
10
60 60 44.52
9.59
60 44.4
10.4
60 60 44.44 9.611
60 60 44.508 9.587
55 44.2
10.2
Maw
5.03
5.26
4.83
5.03
5.13
5.52
4.98
4.83
5.22
4.83
4.63
4.83
4.83
4.83
5.07
5.17
5.17
4.63
5.15
5.13
4.83
4.83
4.63
4.85
5.79
5.01
4.83
4.63
6.48
4.64
5.03
4.81
4.66
4.99
4.63
4.65
4.61
4.63
5.13
4.66
4.56
4.56
4.63
Mas
4.6
4.94
4.3
4.6
4.74
5.32
4.52
4.3
4.88
4.3
4
4.3
4.3
4.3
4.65
4.8
4.8
4
4.78
4.75
4.3
4.3
4
4.33
5.73
4.57
4.3
4
6.48
4.02
4.6
4.27
4.05
4.54
4
4.03
3.97
4
4.75
4.04
3.89
3.9
4
ZS9
915
913
916
913
913
916
915
911
913
916
913
913
913
913
915
915
915
915
913
915
913
911
913
915
913
915
915
915
915
915
915
915
915
915
913
915
915
913
915
915
915
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 327 di 489
0
Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio (seguito)
Anno
1930
1930
1931
1934
1937
1939
1940
1940
1945
1945
1946
1950
1951
1951
1955
1955
1957
1959
1961
1965
1967
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1972
1973
1974
1974
1975
1976
1980
1980
1983
1985
1987
1995
1996
2000
Me
5
9
1
6
9
10
1
5
6
12
2
5
5
8
4
12
10
1
8
11
4
5
6
1
5
7
6
10
6
4
6
11
8
6
12
11
1
5
10
10
6
Gi
24
24
25
13
17
15
24
1
29
15
18
6
15
12
11
13
25
26
3
9
3
15
7
6
3
15
25
25
5
15
30
16
22
7
23
9
23
2
10
15
18
Or
22
19
10
9
12
14
23
9
15
5
23
3
22
21
15
17
23
5
10
15
16
10
9
22
4
1
17
21
13
21
19
13
2
18
12
16
10
20
6
9
7
Mi
2
10
48
6
19
5
32
36
37
27
43
54
19
24
4
2
35
26
35
36
3
34
3
17
33
10
56
48
49
5
4
49
35
1
29
10
43
54
55
42
Se
55
26
5
16
5
13
5
40
29
18
34
28
41
23
49
12
12
22
13
1
6
52
17
53
22
60
8
AE
FIUMALBO
SCANDIANO
FIVIZZANO
BORGO VAL DI TARO
PARMA OVEST
GARFAGNANA
CORNIGLIO
NOCETO
Valle dello Staffora
VARZI
PIONE
REGGIANO
LODIGIANO
BARGA
SARZANA
EQUI TERME
MONCHIO
S.MARIA TARO
FIVIZZANO
ALTA V. SECCHIA
CORREGGIO
S.POLO
ALPI APUANE
S.MARCELLO
S.POLO
PARMENSE
CALESTANO
PASSO CISA
MAGGIORASCA
PIONE
ABETONE
BORGO VAL DI TARO
MAGGIORASCA
BAGNI
VERNASCA
PARMENSE
GARFAGNANA
REGGIANO
LUNIGIANA
CORREGGIO
REGGIANO
Imx Io
Lat
60 60 44.136
60 44.6
60 44.25
60 60 44.438
60 44.8
70 65 44.119
50 44.467
50 44.8
75 75 44.83
60 55 44.831
60 44.6
40 40 44.731
60 65 45.254
55 55 44.023
55 44.117
50 50 44.176
55 44.383
55 44.5
60 44.2
50 50 44.373
55 44.8
60 44.6
44.1
60 44.067
60 44.633
80 75 44.82
60 44.6
50 50 44.068
40 44.517
55 44.65
45 44.1
55 55 44.404
44.567
44.05
44.817
70 65 44.765
60 60 44.128
60 60 44.797
70 44.179
70 70 44.782
44.786
Lon
10.724
10.6
10.1
9.725
10.3
10.255
10.1
10.183
9.13
9.117
9.6
10.67
9.55
10.379
9.967
10.077
10.2
9.5
10.2
10.355
10.75
10.4
10.2
10.733
10.383
10.35
10.2
10.041
9.567
9.683
10.7
9.831
9.5
10.6
9.85
10.27
10.378
10.697
10.06
10.683
10.746
Maw
5.22
4.83
4.66
5.22
4.56
5.2
4.93
4.89
5.15
4.78
4.83
4.46
5.24
4.74
4.63
4.6
4.63
4.63
4.83
5.01
4.71
4.83
4.83
4.66
4.8
5.61
4.66
4.95
4.58
4.64
4.38
4.85
4.63
4.7
5.03
5.1
4.69
5.05
5.04
5.44
4.46
Mas
4.87
4.3
4.05
4.88
3.89
4.84
4.45
4.39
4.78
4.23
4.3
3.74
4.91
4.16
4
3.96
4
4
4.3
4.56
4.12
4.3
4.3
4.05
4.26
5.45
4.04
4.48
3.92
4.01
3.63
4.32
4
4.1
4.6
4.99
4.18
4.79
4.82
5.09
4.17
ZS9
915
913
915
915
913
915
915
913
911
911
915
912
911
915
916
915
915
915
915
913
912
913
915
915
913
913
913
916
915
915
915
915
911
915
913
913
915
912
915
912
912
dove:
Anno, Me, Gi, Or, Mi, Se
AE
=
=
tempo origine (anno, mese, giorno, ora, minuto, secondo)
denominazione dell’area dei massimi effetti
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Imx
I0
Lat, Lon
Me
=
=
=
=
Mm
=
Ms
=
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 328 di 489
Rev.
0
Intensità massima (valore x 10) (scala MCS)
intensità epicentrale (valore x 10) (scala MCS)
localizzazione epicentrale (in gradi sessagesimali-decimali)
magnitudo macrosismica equivalente [Gasperini e Ferrari,
1995, 1997] (valore x 100), con errore associato De (valore x
100)
magnitudo macrosismica secondo le relazioni tabellare (per
tutta l’Italia esclusa la regione etnea) e funzionale (per la sola
regione etnea) proposte da Rebez e Stucchi a partire dai dati di
base utilizzati per la compilazione di questo catalogo (valore x
100), con errore associato Dm (valore x 100)
magnitudo strumentale calcolata sulle onde di superficie (valore
x 100), con errore associato Ds (valore x 100)
Nella figura seguente è mostrata la localizzazione degli eventi del intero catalogo, in
particolare l’ingrandimento rappresenta quelli presenti nell’area di interesse scelta (vedi
fig. 2.3/B).
Fig. 2.3/B: Distribuzione areale degli epicentri dei terremoti storici italiani
catalogati nel CPTI04 (INGV). Nel riquadro sono evidenziati gli eventi
sismici selezionati nell’area di interesse, elencati in Tab. 2.3/A
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Fg. 329 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Nel catalogo CPTI04 sono riportati gli eventi sismici avvenuti fino al 2002. La sismicità
degli ultimi anni (2002-2006) è stata ottenuta dal database DBMI08, che riporta gli
eventi sismici avvenuti dal 1901 al 2006. Il database DBMI08 archivia gli eventi sismici
considerando gli stessi parametri utilizzati in CPTI04.
In Tabella 2.3/B sono indicati gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse dal 2002
al 2006.
Tab. 2.3/B: Sismicità storica nell’area di interesse selezionata da DBMI08
Anno Me Gi Or Mi Se
2005
4
13 18 46
8
2005
4
18 10 59 18
AE
Valle del
Trebbia
Valle del
Trebbia
Imx Io
Lat
Lon
Maw
ZS9
55
50 44.677
9.45
4.05
911
55
60 44.716
9.35
3.98
911
In Figura 2.3/C è mostrata la distribuzione degli eventi sismici presenti nell’intero
DBMI08, in evidenza (cerchio blu) è rappresentata l’area di interesse. I terremoti
evidenziati sono gli unici non presenti nel catalogo CPTI04.
Fig. 2.3/C : Distribuzione areale degli epicentri dei terremoti storici italiani
catalogati nel DBMI08 (INGV). Nel riquadro l’area d’interesse; il
cerchio blu evidenzia gli eventi sismici selezionati in Tab. 2.3/B.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 330 di 489
Rev.
0
Il database DBMI08 dei terremoti storici fornisce oltre i parametri sismici anche le
mappe macrosismiche. Nell’area di interesse sono stati selezionati dal DBMI08 i tre
eventi sismici maggiori per i quali si mostrano le mappe macrosismiche. Dette mappe
rappresentano l'andamento della propagazione degli effetti sismici in superficie e
riportano le diverse valutazioni di intensità di danno distinte per località (Fig. 2.3/D÷F).
Gli eventi selezionati sono i più forti avvenuti nell’area a partire dal 1901, essi sono:
a) 27/07/1903 Lunigiana (Mw= 5.25);
b) 07/09/1920 Garfagnana (Mw= 6.48);
c) 15/07/1971 parmense (Mw = 5.64);
Fig. 2.3/D : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica
definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: a) evento
del 07/09/1920 (Mw=6.48) localizzato in Garfagnana. La linea rossa
evidenzia il tracciato in studio.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 331 di 489
Rev.
0
Fig. 2.3/E : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica
definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: b) evento
del 07/09/1920 localizzato in Garfagnana (Mw=6.48). La linea rossa
evidenzia il tracciato in studio.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 332 di 489
Rev.
0
Fig. 2.3/F : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica
definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: c) evento
del 15/07/1971 localizzato nel parmense (da DBMI08, INGV). La linea
rossa evidenzia il tracciato in studio.
La distribuzione degli epicentri storici nell’area di interesse estratti dal catalogo CPTI04
(Fig. 2.3/B), e dal database DBMI08 (Fig. 2.3/C) dimostra che la zona in studio è
caratterizzata da un indice di sismicità medio-basso, sia dal punto di vista della
frequenza di eventi, che dei valori di magnitudo. Inoltre, le mappe macrosismiche,
disponibili per gli eventi sismici più forti avvenuti negli ultimi cento anni circa (DBMI08),
mostrano bassi indici di intensità di danno lungo il tracciato in studio (Fig. 2.3/D÷F).
Caratterizzazione sismogenetica
La caratterizzazione sismogenetica dell’area in studio è stata elaborata considerando
la recente Zonazione Sismogenetica, denominata ZS9, prodotta dall’ INGV (Meletti C.
e Valensise G., 2004).
Secondo questa zonazione il territorio nazionale è stato diviso in 42 zone-sorgente,
individuate mediante l’osservazione delle caratteristiche della sismicità storica/attuale
(massima magnitudo, frequenza degli eventi in catalogo, distribuzione nelle classi di
magnitudo) e dallo studio delle geometrie delle sorgenti sismotettoniche.
La zonazione sismogenetica del territorio nazionale prevede una distinzione delle aree
sorgenti mediante limiti di colore diverso. I limiti di colore nero separano aree con
differenti caratteristiche tettoniche o geologico strutturali, mentre i limiti di colore blu
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 333 di 489
Rev.
0
dividono zone con uno stesso stile deformativo ma con differenti caratteristiche di
sismicità, quali: distribuzione spaziale, frequenza degli eventi, massima magnitudo
rilasciata, ecc.
L’area in studio interessa le zone denominate 911, 913, 915 e lambisce la zona 916
(vedi fig. 2.3/G).
Fig. 2.3/G : Zonazione sismogenetica ZS9. Le diverse zone sono individuate da
un numero, il colore non è significativo (da Meletti C. e Valensise G.,
2004). La linea rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato
L’arco appenninico settentrionale è stato organizzato in fasce parallele longitudinali alla
catena, ed è limitato a Nord dalla zona 911, che comprende il cosiddetto “arco di
Pavia” e le strutture ad esso connesse.
Si ipotizza che le strutture tettoniche comprese all’interno di questa zona svolgano il
ruolo di “svincolo” cinematico tra il sistema alpino e quello appenninico settentrionale.
La fascia che parte dalla Lunigiana e arriva fino al confine Abruzzo-Molise (915-919923) è considerata il settore più interno della catena appenninica, generalmente
interessato da importanti faglie primarie e relative sorgenti sismogenetiche. Tali faglie
immergono verso NE nel settore settentrionale (Toscana) e presentano in genere
profondità ipocentrali basse che consentono la caratterizzazione e la quantificazione
degli aspetti cinematici mediante i tradizionali approcci geomorfologici e
paleosismologici. La zona 915 racchiude le aree sismogenetiche della Garfagnana,
della Lunigiana e del Mugello, caratterizzate da tassi di sismicità inferiori a alla zona
sottostante (919). Il limite tra queste ultime due zone è stato posto in corrispondenza
del cosiddetto “svincolo” del Forlivese. Si ipotizza che questa linea tettonica
corrisponda ad un elemento strutturale di importanza litosferica, che interessa la placca
adriatica (in arretramento flessurale al di sotto dell’Appennino settentrionale).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 334 di 489
Rev.
0
La zona 913 appartiene alla fascia più ampia (913-914-918) che da Parma si estende
fino all’Abruzzo. L’intera fascia è caratterizzata da terremoti storici che raramente
hanno raggiunto valori molto elevati di magnitudo. In particolare la zona 913 è
caratterizzata da terremoti prevalentemente compressivi, con profondità ipocentrali
mediamente maggiori rispetto alla zona più esterna (912).
L’area in studio potenzialmente potrebbe risentire di eventi sismici appartenenti alla
vicina zona 916. Questa zona, che comprende la porzione settentrionale del settore in
distensione tirrenica definito nei più recenti modelli sismotettonici, è caratterizzata da
una sismicità di bassa energia che sporadicamente raggiunge valori di magnitudo
relativamente elevati.
Per ogni zona sismogenetica è stato definito uno strato sismogenetico e ad esso
associata una “profondità efficace”, ossia la profondità alla quale avviene il maggior
numero di terremoti che determina la pericolosità della zona (Meletti C. e Valensise G.,
2004).
Lo strato sismogenetico è stato definito come l’intervallo di profondità nel quale viene
rilasciato il maggior numero di terremoti, ovvero l’intervallo in cui presumibilmente
avverranno i prossimi eventi sismici. Questi strati sono stati definiti da un’analisi del
catalogo della sismicità strumentale (1983-2002) dell’INGV, e indicano l’intervallo di
profondità che ha generato il 90% degli eventi storici che ricadono all’interno di ogni
zona.
Per considerare le incertezze e il fatto che un unico valore di profondità può non essere
rappresentativo dell’intero strato, è stata proposta una suddivisione dell’intero strato
sismogenetico in quattro classi di profondità comprese tra: 1-5km, 5-8km, 8-12km, e
12-20km. In Figura 2.3/H sono mostrate le classi di profondità efficace per ciascuna
zona dell’Appennino Settentrionale. Le zone 911 e 915 sono caratterizzate da
profondità efficaci comprese nell’intervallo 8-12 km, mentre la zona 913 presenta
profondità efficaci comprese tra i 12 e i 20 km. L’area in studio è prossima anche alla
zona 916 che mostra profondità efficaci superficiali, tra i 5 e gli 8 km.
Fig. 2.3/H:
Classi di profondità efficace assegante alle diverse zone
sismogenetiche di ZS9 (da Meletti C. e Valensise G., 2004). La linea
rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 335 di 489
Rev.
0
Nello studio di Meletti e Valensise (2004) è stato indicato anche un meccanismo di
fagliazione prevalente per ciascuna zona. Per meccanismo prevalente si intende quello
che ha la massima probabilità di caratterizzare i futuri terremoti significativi.
L’assegnazione è stata basata su una combinazione dei meccanismi focali osservati
con dati geologici a varie scale e dai meccanismi focali dei terremoti significativi
avvenuti in epoca strumentale tratti da un ampio e recente database nazionale.
In Figura 2.3/J è mostrato uno stralcio della mappa nazionale con in evidenza le zone
interessate dal tracciato in progetto.
La zona 911 è caratterizzata da un meccanismo di fagliazione prevalente di tipo “Faglia
Trascorrente”, rappresentativo, dal punto di vista geodinamico, di un’area che segna
una transizione tra regioni a differenti regimi tettonici (Fig. 2.2/L). La tettonica a regime
distensivo in atto nelle zone 915 e 916 si manifesta con eventi sismici aventi
prevalentemente meccanismi focali di “Faglia Normale”. La sismicità della zona 913
mostra caratteristiche miste di fagliazione, in quanto zona di transizione tra il regime
compressivo della catena appenninica esterna e quello distensivo del lato interno.
Fig. 2.3/J:
Meccanismo di fagliazione prevalente atteso per le diverse zone
sismogenetiche di ZS9 (da Meletti C. e Valensise G., 2004). La linea
rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato.
Valutazione probabilistica della pericolosità sismica
La normativa sismica italiana O.P.C.M. n. 3274 del 20/3/2003 (G.U. 8/5/2003, n. 105)
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, il DM 14/9/2005
(G.U. 23/9/2005, n. 222) “Norme tecniche per le costruzioni”, e la recente O.P.C.M. n.
3519 del 28/4/2006 (G.U. 11/5/2006 n. 108) “Criteri generali per l’individuazione delle
zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime
zone”, riportano la pericolosità sismica del territorio italiano in termini di accelerazione
al suolo (ag) con probabilità di eccedenza del 10% in 50.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 336 di 489
Rev.
0
Da un punto di vista normativo, pertanto, la pericolosità sismica di un sito è sintetizzata
in un unico parametro: l’accelerazione orizzontale di picco (ag) su suolo rigido
(bedrock), in condizioni topografiche orizzontali (PGA). Essa rappresenta la massima
accelerazione attesa su suolo rigido, con riferimento alla probabilità equivalente di
eccedenza in un periodo di riferimento di 50 anni, pari ad un periodo di ritorno (Tr) di
475 anni.
Una rappresentazione del significato fisico della ag è fornita nella sezione schematica
della seguente figura (vedi fig. 2.3/K).
Fig. 2.3/K: Rappresentazione schematica del significato delle accelerazioni (al
bedrock ed in superficie) e delle classi di sottosuolo (vedi § 2.4).
L’ O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003 e il D.M. del 14/9/2005 (G.U. 23/9/2005, n. 222)
“Norme Tecniche per le Costruzioni” (NTC), classificano i comuni del territorio
nazionale in quattro zone sismiche, ciascuna contrassegnata da un diverso valore del
parametro ag (espresso come frazione dell’accelerazione di gravità g) – (vedi tab.
2.3/C).
Tab. 2.3/C:
Valori di ag (PGA) secondo la classificazione sismica nazionale
(OPCM n. 3274 del 20/03/2003 e del DM 14/9/2005.
ZONA
ACCELERAZIONE ORIZZONTALE CON
PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO PARI AL
10% IN 50 ANNI
[ag/g]
ACCELERAZIONE ORIZZONTALE DI
ANCORAGGIO DELLO SPETTRO DI
RISPOSTA ELASTICO (NTC 2005)
[ag/g]
1
2
3
4
> 0,25
0,15-0,25
0,05-0,15
< 0,05
0,35
0,25
0,15
0,05
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 337 di 489
Rev.
0
In Tabella 2.3/D è rappresentata la classificazione sismica (O.P.C.M n. 3274 del
20/03/2003) dei territori comunali interessati dal tracciato. Dalla Tabella 2.3/B risulta
che dei 15 comuni attraversati, cinque appartengono alla zona 2, mentre i restanti dieci
alla zona 3 (vedi Fig. 2.3/L).
Tab. 2.3/D:
Classificazione sismica dei territori comunali interessati dal
tracciato in progetto (OPCM n. 3274 del 20/03/2003).
TERRITORIO COMUNALE
Mulazzo, Pontremoli, Borgo Val di Taro, Albereto e
Compiano
Bardi, Morfasso, Vernasca, Bore, Lugagnano Val d’Arda,
Castel’Arquato, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola
d’Arda, Cadeo e Cortemaggiore
Fig. 2.3/L:
ZONA
3
2
Classificazione sismica dei territori comunali interessati dal tracciato
(O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003). Il cerchio rosso indica l’area
interessata dal tracciato.
Sulla base della classificazione sismica indicata dall’ O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003 e
dal D.M. del 14/9/2005, per l’area interessata dal tracciato si stima un’accelerazione
orizzontale massima attesa al bedrock pari a 0,25g.
La tecnica di accorpare i comuni in zone appartenenti alla medesima categoria genera
azioni superiori e, in taluni casi, inferiori a quelle rappresentative della reale sismicità
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 338 di 489
Rev.
0
(Prestininzi et al, 2005). Tale effetto è causato anche dalla decisione di adottare la
medesima forma spettrale per definire l'azione sismica di tutte le zone.
L’Allegato 1 dell’O.P.C.M. n. 3316 del 2/10/2003 stabilisce che la competenza delle
Regioni in materia di individuazione delle zone sismiche si esercita a partire da un
elaborato di riferimento (mappa di ag), in modo omogeneo a scala nazionale secondo i
criteri previsti dallo stesso Allegato1.
L’ O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone
sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, ha
incaricato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), raccogliendo anche
l’auspicio della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento della Protezione Civile, di
redigere una Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, espressa in
termini di accelerazione orizzontale massima del suolo con probabilità di eccedenza
del 10% in 50 anni, riferita a suoli molto rigidi (Vs30 > 800 m/s, categoria A, O.P.C.M.
n. 3519, del 28/04/2006, All. 1b)
In Figura 2.3/M è mostrato uno stralcio della Mappa di Pericolosità Sismica del
Territorio Nazionale (INGV) riferito al territorio attraversato dal tracciato.
Fig. 2.3/M: Stralcio della Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale,
che mostra i valori di ag attesi al bedrock nell’area interessata dal
tracciato. I valori di ag indicati sono espressi in termini di
accelerazione orizzontale massima del suolo con probabilità di
eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli molto rigidi (Vs30 > 800
m/s, cat. A, All. 2, 3.1).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 339 di 489
Rev.
0
Da tale documento si evince che il territorio interessato dal progetto attraversa diverse
fasce di accelerazione orizzontale massima attesa al bedrock, con valori compresi tra
0,200-0,225g (zona Pontremoli-Borgo Val di Taro) e 0,100-0,125g ( zona di CadeoCortemaggiore).
Lo studio probabilistico di dettaglio, che alla base della redazione della Mappa di
Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, allegata alla O.P.C.M. n. 3519 del
28/04/2006 (G.U. n.108 del 11/05/2006), indica, per l’area interessata dal progetto, un
valore massimo di accelerazione orizzontale atteso al bedrock (PGA) pari a 0,225 g .
Un’analisi comparativa tra i valori massimi di ag definiti dalla Mappa di Pericolosità
Sismica del Territorio Nazionale e quelli indicati dalla precedente O.P.C.M. n. 3274 (del
20/03/2003) risulta che i valori massimi attesi secondo quest’ultima sono leggermente
sovrastimati rispetto ai più recenti e dettagliati studi (O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006).
Conseguentemente, ai fini progettuali, si assume per tutta la lunghezza del tracciato un
valore di 0,225g come valore di accelerazione orizzontale massima attesa al bedrock
(ag o PGA), con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.
Analisi della risposta sismica locale e valutazione dei parametri di moto sismico atteso
La normativa italiana, come del resto la normativa europea e i più recenti codici
internazionali, ha modificato completamente l’approccio alla valutazione della sismicità
di un’area. Per quanto detto in precedenza essa scaturisce da una osservazione del
fenomeno sismico “dal basso” e “a priori”:
- dal basso, poiché si osserva direttamente il moto sismico nel suo propagarsi dal
sottosuolo (bedrock) verso la superficie libera;
- a priori, poiché la zonizzazione sismica tiene conto esclusivamente del movimento
sismico atteso (in termini di accelerazioni), prima che esso produca i suoi effetti
sull’ambiente fisico e costruito.
In definitiva, identificati i valori delle accelerazioni massime su suolo rigido, è
necessario valutare la sua variazione (in generale amplificazione) al termine del moto
sismico dalla zona d’origine (sorgente sismica) alla superficie.
Una rappresentazione del significato fisico di tale amplificazione è mostrato nella
sezione schematica (vedi fig. 2.3/N).
Le norme di riferimento (O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003; D.M. del 14/9/2005)
definiscono la risposta sismica locale di un sito attraverso la stima di parametri che
valutano l’influenza delle condizioni litologiche e morfologiche locali sulle caratteristiche
del moto del suolo in superficie.
La stima dell’effetto di amplificazione indotto dagli strati superficiali è definita mediante
una classificazione dei terreni compresi tra il substrato rigido e la superficie libera. Il
sottosuolo è stato suddiviso in cinque classi di riferimento, in funzione della natura e di
specifici parametri di comportamento meccanico dei terreni. I diversi tipi di sottosuolo
inducono modifiche sul segnale sismico con variazioni dell’accelerazione di picco e del
contenuto in frequenza.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 340 di 489
Rev.
0
Fig. 2.3/N: Rappresentazione schematica del significato delle accelerazioni (al
bedrock ed in superficie) e delle classi di sottosuolo secondo le NTC
2008.
La classificazione individua sottosuoli a rigidezza decrescente, a partire dal sottosuolo
tipo A, costituito praticamente da roccia affiorante o ricoperta da uno strato meno
rigido, con spessore massimo di 5 m, fino a sottosuoli molto deformabili e suscettibili di
fenomeni di rottura per la sola azione sismica. Per maggior chiarezza si riportano di
seguito le classi di suolo secondo le NTC 2005 (D.M. del 14/9/2005):
“A - Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30
superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di
spessore massimo pari a 5 m.
B - Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori
di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà
meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s
(ovvero resistenza penetrometrica media NSPT > 50, o coesione non drenata media
cu>250 kPa).
C - Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media
consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri,
caratterizzati da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (15 < NSPT < 50, 70
<cu<250 kPa).
D - Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a
mediamente consistenti , caratterizzati da valori di Vs30 < 180 m/s (NSPT < 15, cu<70
kPa).
E - Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Rev.
Fg. 341 di 489
0
a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato
di materiale più rigido con Vs30 > 800 m/s.”
In aggiunta a queste categorie se ne definiscono altre due, per le quali sono richiesti
studi speciali per la definizione dell'azione sismica da considerare:
“S1 - Terreni che includono uno strato di almeno 10 m di argille/limi di bassa
consistenza, con elevato indice di plasticità (PI > 40) e contenuto di acqua, con 10 < cu
< 20 kPa e caratterizzati da valori di Vs30 < 100 m/s .
S2 - Terreni soggetti a liquefazione, argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di
terreno non classificabile nei tipi precedenti.”
Nelle definizioni precedenti VS30 rappresenta la velocità media di propagazione entro
30 m di profondità delle onde di taglio e viene calcolata con la seguente espressione:
VS 30 =
30
hi
∑
i =1,NVi
in cui hi e Vi indicano, rispettivamente, lo spessore (in metri) e la velocità delle onde di
taglio (per deformazioni di taglio γ < 10-6 m) dello strato i-esimo, per un totale di N strati
presenti nei 30 m superiori.
La definizione della classe di suolo consente di determinare: il coefficiente di
amplificazione stratigrafica (S), necessario per calcolare l’accelerazione di picco al
suolo (risposta sismica locale) e il periodo TC, necessario per il calcolo della velocità
orizzontale massima al suolo (PGV) - (vedi tab.2.3/E).
Tab. 2.3/E: Valori dei parametri per il calcolo dell’azione sismica in superficie
(Tabella 3.2.II del DM 14/9/2005).
S
TB
TC
TD
1,0
0,15
0,40
2,0
B, C, E
1,25
0,15
0,50
2,0
D
1,35
0,20
0,80
2,0
CATEGORIA SUOLO
A
Le categorie di sottosuolo affioranti lungo il tracciato in progetto sono state attribuite in
funzione della natura dei terreni e sulla base dei valori di VS30 o di NSPT disponibili. Da
questa caratterizzazione si evince che lungo il tracciato affiorano prevalentemente
terreni ricadenti in categoria A-B-C.
Cautelativamente, in questo studio è stato considerata una categoria di suolo C per il
calcolo dei parametri del moto in superficie.
Il tracciato in progetto si sviluppa per circa un 50% in aree montuose, con tratti in
percorrenza lungo dorsali e creste. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M.
14/09/2005) prevedono un incremento del coefficiente S per tener conto dell’effetto di
amplificazione indotto da morfologie così articolate. L’ O.P.C.M n. 3274 (20/03/2003)
per opere ubicate in condizioni topografiche particolari (pendii con inclinazioni >15°,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 342 di 489
Rev.
0
dislivelli superiori a circa 30 metri) incrementa l’azione sismica moltiplicandola per un
coefficiente di amplificazione topografica (ST). In questo studio è stato considerato un
valore medio di ST pari a 1,2, per tener conto dei tratti in percorrenza lungo creste e
dorsali, pendii con inclinazione maggiore di 15°.
Definita una categoria di suolo (S) ed un coefficiente di amplificazione topografica (ST)
caratterizzanti il tracciato in progetto, è possibile associare ad essi i rispettivi
coefficienti e definire la risposta sismica locale.
Il prodotto tra il fattore S, il coefficiente di amplificazione topografica (ST) e
l’accelerazione di picco ag attesa al suolo rigido fornisce una stima dell’accelerazione
orizzontale massima attesa in superficie (asg):
a gs = a g ∗ S ∗ ST = 0.225 g ∗ 1.25 ∗ 1.2 = 0.338g
Al fine di caratterizzare la pericolosità sismica dell’area è necessario stimare anche le
massime velocità del terreno attese in superficie (PGV o Vg). Le Norme Tecniche per le
Costruzioni (14/09/2005) riportano nel paragrafo 3.2.2.4 la relazione per il calcolo di tali
velocità:
PGV = Vg = 0.16 ∗ ag ∗ S ∗ ST ∗ Tc
in cui: ag è l’accelerazione di picco attesa al bedrock (espressa in g/10); S è il fattore
che tiene conto della categoria di suolo della fondazione; ST è il coefficiente di
amplificazione topografica; TC è il periodo corrispondente all’inizio del tratto a velocità
costante dello spettro, definito in funzione della categoria di sottosuolo (Tab. 3.2.II,
NTC del DM 14/09/2005). Le velocità orizzontali massime attese al suolo (PGV) per il
tracciato in studio risultano:
PGV = 0.16 ∗ ag ∗ S ∗ ST ∗ TC = 0.16 ∗ 2.250(g 10 ) ∗ 1.25 ∗ 1.2 ∗ 0.5 = 0.270 m/s
Casistica
In regioni ad elevata sismicità il ground motion (shaking: le vibrazioni del suolo prodotte
dalla propagazione delle onde sismiche) investe ampie aree geografiche e difficilmente
può essere eluso.
Tale fenomeno non costituisce un problema apprezzabile per le condotte interrate in
acciaio poiché l’azione vincolante e smorzante del terreno circostante il tubo,
impedisce il realizzarsi di elevate forze d’inerzia come accade per le strutture
superficiali e il modulo elastico è di gran lunga in grado di sopportare la massima
ampiezza di vibrazione prevedibile.
L’intero territorio nazionale è coperto da una fitta rete di condotte interrate (metanodotti
ed oleodotti), progettati secondo norme internazionalmente riconosciute, la cui
realizzazione risale ormai ad alcuni decenni fa.
Durante i sismi più devastanti verificatesi negli ultimi decenni (Friuli 1976 ed Irpinia
1980) non risulta che si siano verificate rotture di condotte di tale rete, presenti nelle
zone interessate dal sisma.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 343 di 489
Rev.
0
In particolare, la casistica italiana sul comportamento sismico delle condotte interrate è
principalmente legata all’evento sismico del Friuli, ove esisteva nell’area epicentrale
una condotta importante già operativa: il gasdotto “Sergnano - Tarvisio DN 900 (36”)”
per l’importazione di metano dall’ex URSS.
Nel periodo che va da maggio ad ottobre del 1976, il Friuli fu colpito da un’intensa
sequenza sismica culminante in due scosse di elevata intensità: la scossa principale di
magnitudo 6,4 ed una successiva di 6,1. Questo terremoto, per numero di vittime e
vastità dei danni, rappresenta uno degli eventi più distruttivi avvenuti in Europa negli
ultimi decenni.
Il gasdotto attraversava l’area epicentrale e deve aver quindi subito lo scuotimento
sismico massimo prodotto dal terremoto.
Le notizie riguardanti il comportamento sismico del gasdotto indicano che non è stata
rilevata alcuna rottura lungo il tracciato, come testimoniato dal fatto che il flusso del gas
non fu interrotto, né subì perdite.
L’effetto più vistoso sul gasdotto fu il suo ribaltamento dai piloni di supporto in
corrispondenza di un attraversamento fluviale aereo (F. Tagliamento), ma anche in
questo caso, a parte le deformazioni sul tubo, non si verificarono rotture.
Tale tipologia di attraversamento aereo non è stata, comunque, più realizzata lungo la
rete di metanodotti Snam Rete Gas.
Pure in letteratura tecnica internazionale non sono riportati casi di rottura di tubazioni
integre in acciaio, saldate e controllate con le attuali tecniche, per effetto dello
scuotimento sismico del terreno. I casi conosciuti riguardano reti di distribuzione in
ghisa o tubi affetti da gravi corrosioni.
A tale riguardo, si rileva che le condotte Snam Rete Gas sono periodicamente
controllate dall’interno con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi
variazione di spessore dell’acciaio ed i fenomeni corrosivi eventualmente in atto.
Considerazioni conclusive
In conclusione, i dati raccolti ed analizzati hanno permesso di delineare le
caratteristiche di base della sismicità e della pericolosità sismica del territorio in cui si
estende il tracciato in progetto.
La sismicità storica dell’area interessata dalla variante è stata studiata consultando i
più recenti e dettagliati cataloghi di riferimento (CPTI04 e DBMI08, INGV). L’analisi ha
evidenziato che l’area è caratterizzata da un indice di sismicità medio-basso, sia dal
punto di vista della frequenza di eventi, che dei valori di magnitudo. Inoltre, le mappe
macrosismiche disponibili (DBMI08) per gli eventi sismici più forti avvenuti negli ultimi
cento anni circa in prossimità dell’opera in progetto, mostrano bassi indici di intensità di
danno nel territorio della linea in studio.
Si evidenzia, che la scelta del tracciato in progetto ha avuto come criterio fondamentale
quello di porre la tubazione in sicurezza; sono stati, infatti, privilegiati i lineamenti
morfologici e geologici, in generale, più sicuri (fondivalle, terrazzi, dorsali, ecc.),
evitando accuratamente aree interessate da fenomeni di dissesto.
Per quanto riguarda gli effetti diretti di un sisma sulle tubazioni interrate si rimanda alla
verifica strutturale allo scuotimento sismico per il metanodotto in oggetto
(Appendice 1).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2.3.4
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 344 di 489
Rev.
0
Suolo
La caratterizzazione pedologica del territorio interessato dall’opera in progetto è stata
realizzata attraverso la raccolta e l’analisi di dati bibliografici, integrati da sopralluoghi
in campagna.
In particolare si è fatto riferimento ai seguenti documenti:
•
“Carta dei suoli dell’Emilia-Romagna” in scala 1:250.000 (ed. 1994), con
aggiornamenti successivi (2000);
•
“Carta dei suoli di pianura dell’Emilia-Romagna” in scala 1:50.000 (ed. 1998), con
aggiornamenti successivi (2000);
•
•
“Carta dei suoli della Toscana” in scala 1:250.000 (ed. 2005);
“Carta delle regioni pedologiche italiane (Soil Regions, versione 1999)” e relativa
banca dati del Centro Nazionale di Cartografia Pedologica”.
Dall’analisi complessiva dei dati raccolti i principali tipi di suolo presenti nell’area di
studio sono riconducibili alle seguenti due tipologie:
Entisuoli (Udorthents – Ustorthents), suoli nella loro fase iniziale di evoluzione,
durante la quale i processi pedogenetici non hanno ancora portato alla formazione di
orizzonti di alterazione a causa in genere del ridotto periodo in cui hanno agito; sono
infatti suoli caratterizzati dall’assenza di orizzonti diagnostici, sia di superficie sia di
profondità. Solitamente si rinvengono in aree di recente formazione o deposizione, sui
versanti acclivi dove l’intensità dell’erosione prevale sulla velocità di formazione degli
orizzonti superficiali, oppure in suoli intensamente antropizzati, nei quali la frequenza
delle arature provoca il rimescolamento degli orizzonti. Nell’area di studio gli Entisuoli
sono presenti sui versanti appenninici in cui i processi di erosione idrica, sia essa
conseguenza di processi naturali o delle lavorazioni agricole, ha determinato
l’asportazione del materiale pedogenizzato superficiale e materiali freschi, poco o nulla
pedogenizzati, si trovano in superficie dove mostrano scarse evidenze di sviluppo di
orizzonti.
Inceptisuoli (Eutrudepts – Dystrudepts – Eutrochrepts – Ustochrepts), suoli
moderatamente evoluti, in cui la pedogenesi ha avuto uno sviluppo limitato, ma
sufficiente da permettere la differenziazione di orizzonti diagnostici quali il calcico e il
cambico. Il primo è caratterizzato da un accumulo di carbonato di calcio di origine
secondaria (solubilizzazione e successiva deposizione), il secondo è un orizzonte in
alterazione in cui si notano gli effetti principali della pedogenesi (cambiamenti
cromatici, illuviazione di argilla, struttura poliedrica o più complessa, assenza di
struttura della roccia, ecc.). Sono suoli minerali che non hanno mai un contenuto di
sostanza organica compatibile con la classificazione dei suoli organici e nei quali
nessun orizzonte ha caratteri sufficientemente sviluppati per rientrare nelle
specificazioni richieste per stabilire l’appartenenza ad altra tipologia di suolo. Nell’area
di studio gli Inceptisuoli si trovano su tutte le pendenze, sulla maggior parte dei
substrati litologici, in variabilissime condizioni di fisiografia, spesso in associazione con
gli Entisuoli.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 345 di 489
Rev.
0
Per una disamina più approfondita relativa alla localizzazione dei diversi tipi di suolo
presenti nel territorio, sono state individuate diverse “unità fisiografiche”, ossia aree
caratterizzate da litologie e fattori morfodinamici simili.
In prima approssimazione si può dire che i tracciati interessano nove diverse “unità
fisiografiche”, le quali, unitamente alle tipologie di suolo che le caratterizzano, vengono
di seguito descritte.
•
Suoli nel basso Appennino a differenziazione del profilo forte o moderata per
fenomeni di ruscellamento, con riorganizzazione interna dei carbonati (Typic
Eutrudepts – Typic Udorthents).
Typic Eutrudepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrudepts fine-loamy, mixed, mesic;
Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols).
Suoli da subpianeggianti a moderatamente ripidi, talvolta pietrosi, profondi, su litologie
prevalentemente calcaree intercalate a sabbia ed argilla. Tipicamente sono suoli
moderatamente alcalini, con tessitura da franco limosa a franco limoso argillosa, da
moderatamente calcarei in superficie a molto calcarei in profondità.
Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents fine, mixed (calcareous),
mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols).
Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, profondi, su litologie prevalentemente calcaree
intercalate a sabbie argillose ed argille sabbiose. Sono suoli moderatamente alcalini,
con tessitura franco limoso argillosa, da moderatamente calcarei in superficie a non
calcarei in profondità.
Questa tipologia di suoli caratterizza la zona da cui hanno inizio le opere in progetto. I
tracciati si sviluppano su versanti a debole pendenza e superfici subpianeggianti del
basso Appennino nei Comuni di Mulazzo e Pontremoli, seguendo la direttrice nord
dell’Autostrada della Cisa A15 fino in prossimità dell’abitato di Pontremoli.
•
Suoli nell’alto Appennino a forte differenziazione del profilo, con moderata
acidificazione, localmente forte negli orizzonti superficiali (Typic Dystrudepts –
Humic Dystrudepts – Lithic Dystrudepts).
Typic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Typic Dystrudepts loamy-skeletal, mixed,
mesic; Classificazione WRB-FAO: Distri Endoskeletic Cambisols).
Suoli ripidi, pietrosi, moderatamente profondi, su litologie prevalentemente arenacee
con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono suoli non calcarei, da
fortemente a moderatamente acidi, da ghiaiosi e ciottolosi a estremamente ghiaiosi e
ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o franca.
Humic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Humic Dystrudepts coarse-loamy, mixed,
mesic; Classificazione WRB-FAO: Endoskeletic Humic Umbrisols).
Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, moderatamente profondi, su litologie
prevalentemente arenacee con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono
suoli non calcarei, da fortemente a moderatamente acidi, da scarsamente ghiaiosi a
ghiaiosi e ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o franca, ben dotati di sostanza
organica negli orizzonti superficiali.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 346 di 489
Rev.
0
Lithic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Lithic Dystrudepts coarse-loamy, mixed,
mesic; Classificazione WRB-FAO: Dystri Epileptic Cambisols).
Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, poco profondi, su litologie prevalentemente
arenacee con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono suoli non calcarei, da
fortemente a moderatamente acidi, ghiaiosi e ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o
franca.
Queste tipologie di suoli sono ben rappresentate nell’area interessata dal progetto, in
quanto caratterizzano i versanti irregolari, variamente ondulati, dell’alto Appennino che
sono attraversati in corrispondenza dei Comuni di Pontremoli in Provincia di MassaCarrara e Borgo Val di Taro in Provincia di Parma.
•
Suoli nel medio Appennino a forte differenziazione del profilo, decarbonatati
(Dystric Eutrochrepts – Typic Eutrochrepts).
Dystric Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Dystric Eutrochrepts loamy-skeletal,
mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Eutric Cambisols). Suoli ripidi, pietrosi,
profondi, non calcarei, su rocce prevalentemente arenacee. Hanno orizzonti
superficiali, spessi circa 20 cm, a tessitura franca o franco limosa, ghiaiosi; gli orizzonti
profondi, spessi circa 80 cm, sono a tessitura franca o franco argillosa o franco
argilloso limosa, molto ghiaiosi, da moderatamente a debolmente acidi nelle parti
superficiali e neutri nelle parti profonde.
Typic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed
(calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli ripidi o
molto ripidi, pietrosi, profondi, su depositi di versante derivati da rocce prevalentemente
arenacee. Hanno orizzonti superficiali, spessi 20-30 cm, a tessitura franco argilloso
limosa o franco argillosa, ciottolosi; gli orizzonti profondi, spessi 30-40 cm, sono a
tessitura franco argilloso limosa o franco argillosa, molto ciottolosi. Tipicamente questi
suoli sono calcarei e moderatamente alcalini in tutto il loro spessore.
I suoli sopra descritti caratterizzano i versanti semplici dei rilievi del medio Appennino
comprendenti i crinali talvolta lunghi e affilati, altre volte subarrotondati, interessati
dall’opera in progetto attraversando il territorio dei Comuni di Compiano e Bardi
compreso tra il Fiume Taro ed il Torrente Ceno.
•
Suoli nel medio Appennino a differenziazione del profilo moderata per
ruscellamento e colate di terra, con decarbonatazione intensa (Aquic Eutrochrepts
– Typic Udorthents).
Aquic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Aquic Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed,
mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli moderatamente ripidi,
pietrosi, molto profondi, su materiale di origine franosa a composizione calcareomarnosa. Hanno orizzonti superficiali, spessi 35-50 cm, a tessitura franco argilloso
limosa o argilloso limosa, ghiaiosi; gli orizzonti profondi, spessi da 45 a 100 cm, sono a
tessitura franco argilloso limosa o argilloso limosa, molto ciottolosi. Tipicamente questi
suoli sono calcarei e moderatamente alcalini in tutto il loro spessore.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 347 di 489
Rev.
0
Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents loamy-skeletal, mixed
(calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli ripidi,
pietrosi, moderatamente profondi, su rocce calcareo-marnose. Hanno orizzonti
superficiali, spessi circa 30 cm, a tessitura franco argilloso limosa o franco argilloso
ghiaiosa; gli orizzonti profondi sono a tessitura franco argilloso limosa o franco
argillosa, molto ghiaiosi. Tipicamente questi suoli sono calcarei e moderatamente
alcalini in tutto il loro spessore.
I suoli descritti sono ampiamente presenti nell’area di studio in quanto caratterizzano i
versanti irregolari del medio Appennino, con zone di accumulo per fenomeni franosi,
presenti sul territorio interessato dal progetto, nei Comuni di Albareto e Compiano; sui
versanti appenninici a ovest dell’abitato di Bardi; sui rilievi appenninici percorsi
attraverso il territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso tra la confluenza dei Torrenti
Ceno e Noveglia in prossimità dell’abitato di Bardi e località Velleia Romana.
•
Suoli nel medio Appennino a differenziazione del profilo moderata per
ruscellamento e soliflusso, con decarbonatazione da parziale a intensa (Typic
Eutrochrepts – Fluventic Eutrochrepts - Typic Udorthents).
Typic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrochrepts loamy-skeletal,
mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli ripidi,
moderatamente profondi, su rocce prevalentemente marnoso-calcaree. Hanno
orizzonti superficiali, spessi 10-20 cm, a tessitura franco argilloso limosa o franco
argillosa, ghiaiosi, molto calcarei, debolmente alcalini; gli orizzonti profondi, spessi
20-30 cm, sono a tessitura franco argilloso limosa, ciottolosi, fortemente calcarei,
moderatamente alcalini.
Fluventic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Fluventic Eutrochrepts fine,
mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli
moderatamente ripidi, molto profondi, su depositi di versante. Hanno orizzonti
superficiali, spessi circa 40 cm, a tessitura argilloso limosa, molto calcarei,
moderatamente alcalini; gli orizzonti profondi, spessi circa 50 cm, sono a tessitura
argilloso limosa scarsamente ghiaiosa, fortemente calcarei, moderatamente
alcalini.
Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents clayey-skeletal, mixed
(calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli ripidi,
pietrosi, superficiali, su rocce marnoso-calcaree. Tipicamente questi suoli sono a
tessitura franco limoso argillosa molto ghiaiosa, calcarei, moderatamente alcalini.
Queste tipologie di suoli sono ampiamente presenti nell’area interessata dal progetto,
in quanto caratterizzano i versanti ondulati ed irregolari del medio Appennino, talvolta
modellati da incisioni fluviali, che la linea in progetto attraversa dai pressi della
Frazione Cogno Gazzo (Comune di Bardi) fino alle sponde del T. Arda all’altezza
dell’abitato di Vernasca.
•
Suoli nel basso Appennino a differenziazione del profilo moderata per
ruscellamento e soliflusso, con riorganizzazione interna dei carbonati (Typic
Ustorthents – Aquic Ustochrepts).
Typic Ustorthents. (Classificazione USDA: Typic Ustorthents
fine, mixed
(calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 348 di 489
Rev.
0
moderatamente ripidi, pietrosi o molto pietrosi, moderatamente profondi, su
alternanze di rocce calcaree e marnose. Tipicamente questi suoli sono a tessitura
argilloso ghiaiosa, molto o fortemente calcarei, debolmente o moderatamente
alcalini, fino al substrato che è a circa 60 cm di profondità.
Aquic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Aquic Ustochrepts fine-silty, mixed,
mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli moderatamente
ripidi, profondi o molto profondi, su materiali franosi. Tipicamente questi suoli sono
a tessitura franco limosa o franco argilloso limosa, calcarei, debolmente o
moderatamente alcalini, fino oltre un metro di profondità.
I suoli descritti sono presenti in brevi tratti del territorio interessato dal progetto: sui
versanti irregolari del basso Appennino nei pressi dei Comuni di Vernasca e
Castell’Arquato; sui lunghi versanti alternati a piccoli crinali e zone di accumulo
presenti tra Velleia Romana e Mirandola nel Comune di Lugagnano Val d’Arda.
•
Suoli in aree morfologicamente rilevate della pianura alluvionale, a forte
differenziazione del profilo, con completa decarbonatazione degli orizzonti
superficiali e frequente accumulo dei carbonati in profondità (Typic Ustochrepts).
Typic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Typic Ustochrepts loamy-skeletal,
mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Chromic Cambisols). Suoli pianeggianti,
molto profondi, su alluvioni ghiaiose. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 50
cm, a tessitura franco argillosa o franco argilloso limosa, non calcarei, neutri; gli
orizzonti profondi, spessi circa 70 cm, sono a tessitura franca molto ghiaiosa o
franco argilloso limosa molto ghiaiosa, non calcarei o molto scarsamente calcarei,
debolmente alcalini.
Queste tipologie di suoli caratterizzano le superfici pedemontane in prossimità del
Torrente Chero situate tra Mirandola e Frazione Ciriano nel Comune di Carpaneto
Piacentino.
•
Suoli in aree morfologicamente rilevate della pianura alluvionale, a moderata
differenziazione del profilo, con parziale decarbonatazione degli orizzonti
superficiali ed accumulo dei carbonati in profondità (Fluventic Ustochrepts).
Fluventic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Fluventic Ustochrepts fine-silty,
mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols). Suoli pianeggianti,
molto profondi, moderatamente alcalini, su alluvioni a tessitura media. Hanno
orizzonti superficiali, spessi circa 50 cm, a tessitura franco limosa o franco
argilloso limosa, scarsamente o moderatamente calcarei; la parte superiore degli
orizzonti profondi, spessa circa 25 cm, è a tessitura franco limosa o franco
argilloso limosa, da scarsamente a molto calcarea; la parte inferiore, spessa circa
50 cm, è a tessitura franco limosa o franco limoso argillosa, molto o fortemente
calcarea.
I suoli descritti sono presenti sulle superfici pianeggianti poste in prossimità dei primi
rilievi appenninici, interessati nei pressi del Torrente Chiavenna tra Lugagnano Val
d’Arda e Carpaneto Piacentino. Queste tipologie di suoli definiscono inoltre la struttura
pedologica della parte terminale del territorio interessato dal progetto, con le due linee
che si sviluppano per circa 8-9 km in sovrapposizione su superfici della pianura
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 349 di 489
Rev.
0
alluvionale elevate di alcuni metri rispetto alle depressioni morfologiche circostanti tra
Frazione Ciriano nel Comune di Carpaneto Piacentino e l’Autostrada del Sole-A1.
•
Suoli in aree morfologicamente depresse della pianura alluvionale, a parziale
decarbonatazione degli orizzonti superficiali, con accumulo dei carbonati negli
orizzonti profondi (Vertic Ustochrepts).
Vertic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Vertic Ustochrepts fine, mixed, mesic;
Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols). Suoli pianeggianti, molto profondi, su
alluvioni a tessitura fine e media. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 50 cm, a
tessitura argilloso limosa o franco argilloso limosa, scarsamente o moderatamente
calcarei; gli orizzonti profondi, spessi circa 30 cm, sono a tessitura argilloso limosa
o franco argilloso limosa, moderatamente o molto calcarei. Tipicamente questi
suoli sono moderatamente alcalini in tutto il loro spessore. Frequentemente
presentano negli orizzonti superficiali fessurazioni ed altri caratteri legati alla
dinamica delle argille.
I suoli descritti caratterizzano l’estremità nord dell’area di studio in corrispondenza delle
lievi depressioni della pianura alluvionale comprese tra l’Autostrada del Sole A1 e il
Comune di Cortemaggiore.
2.4
Vegetazione ed uso del suolo
2.4.1
Inquadramento fisiografico, paesistico e bioclimatico
Il tracciato in esame attraversa una regione varia e complessa dal punto di vista
fisiografico, dal territorio caratterizzato da significativa eterogeneità morfologica che
determina una relativa complessità del sistema paesistico e vegetazionale.
Si possono distinguere diverse tipologie fisiografiche:
• una fase preappenninica occidentale, nel primo settore Tosco-tirrenico,
caratterizzata da valli relativamente ampie che vanno rapidamente a salire di
quota passando dai 300 m s.l.m. fino a quota 1000 m s.l.m;
• una seconda fase intra-appenninica dove il tracciato attraversa un paesaggio di
valli strette ed incise, fortemente acclivi e contornate da rilievi che possono
raggiungere quote prossime ai 2000 m s.l.m;
• una terza fase, endo-appenninica, è costituita da valli moderatamente strette e
caratterizzate da pendenze meno accentuate rispetto al versante tirrenico che
confluiscono nella quarta fase;
• complesso collinare, compreso fra i 100 e 400 m s.l.m. che degrada, in modo più o
meno acclive, verso la pianura padana.
La figura seguente rappresenta il modello digitale del terreno costruito su base di
triangolazioni rasterizzate a partire dalle CTR regionali e rielaborato per classi
altimetriche (vedi Fig. 2.4/A). Tale modello è stato utilizzato come set di dati per
elaborare la carta dei macrotipi di paesaggio secondo il modello europeo LANMAP
(Mücher et al., 2006; vedi Fig. 2.4/B). La classificazione LANMAP si basa su un
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 350 di 489
Rev.
0
sistema gerarchico di tipizzazione dei paesaggi, integrato con il sistema CORINE
LAND COVER, riferito a:
• regioni geografiche generali (la regione mediterranea, nel caso in esame);
• clima;
• rilievo;
• caratteri macro-geologici;
• categorie di uso del suolo secondo il CLC III livello.
La sistematica del paesaggio del territorio in esame fornisce infatti le indicazioni di
base per il successivo inquadramento dell’uso del suolo, della vegetazione potenziale
e della vegetazione reale.
Il sistema paesistico è riferibile alla regione Medio Europea ed è compreso nelle
Ecoregioni (sensu Bailey, 1996): Regime Oceanico e Regime Oceanico Montuoso.
I Sistemi Paesistici propriamente detti sono il Sistema Planiziale della Valle del Po e il
Sistema dell’Appennino Toscano. In particolari sono rappresentati i Settori: Padano
alluvionale di bassa pianura; Padano alluvionale o dell’alta pianura. Appenninico
Emiliano; Appenninico Toscano.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 351 di 489
Rev.
0
Fig. 2.4/A Modello digitale del terreno elaborato per classi altimetriche.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 352 di 489
Rev.
0
Mhs_fo 300- 500 m s.l.m.
Mms_fo 600-1000
Mmr_fo 1100-1800
Mms_ha 500-700
Mhs_ha 300- 500 m s.l.m.
Mhr_al 300-500
Mls_al 50- 100 m s.l.m.
URBANO
Fig. 2.4/B Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006)
Secondo la classificazione LANMAP “European Landscapes” sono presenti, in
interazione più o meno diretta con il tracciato del metanodotto, 8 tipologie di paesaggio:
Tab. 2.4/A: Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006)
Codice
Mhs_fo
Mms_fo
Mmr_fo
Mms_ha
Descrizione
Paesaggio delle Colline Sedimentario mediterraneo
a vocazione/prevalente uso forestale
Paesaggio
della
bassa-media
montagna
mediterranea su rocce sedimentarie e arenacee a
vocazione/prevalente uso forestale
Paesaggio di medio-alta montagna mediterranea su
substrati
generalmente
silicei
a
vocazione/prevalente uso forestale e pastorale
Paesaggio della bassa montagna mediterranea su
substrati sedimentari e argillosi a vocazione multipla
ed eterogenea, tenenzialmente agricola
Intervallo altitudinale
m s.l.m
300 - 500
600 - 1000
1100 - 1800
500 - 700
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 353 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
Tab. 2.4/A: Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006) - (seguito)
Codice
Mhr_al
Mhs_ha
Mls_al
URBANO
Intervallo altitudinale
m s.l.m
Descrizione
Paesaggio della Collina Mediterranea su substrati
calcarei
con
affioramenti
rocciosi
a
vocazione/prevalente uso agricolo
Paesaggio della Collina Mediterranea con su
substrati sedimentari e argillosi a elevata
eterogeneità e vocazione/prevalente uso agricolo
Paesaggio della Pianura mediterranea su sedimenti
alluvionali a prevalente uso agricolo
-
300 - 500
300 - 500
50 - 100
Con riferimento alla Carta fitoclimatica d’Italia (Blasi e al., 2001), che suddivide il
territorio nazionale in 28 tipologie climatiche risultate dall’elaborazione dei valori di
temperature e precipitazioni relativi a 400 stazioni termopluviometriche, si evidenza
una significativa variabilità bioclimatica dell’area interessata dal tracciato.
In particolare la tabella seguente riporta gli ambiti bioclimatici presenti nell’area in
esame ai ciascuno dei quali sono state associate le alleanze vegetazionali di
riferimento (vedi Tab. 2.4/B).
Tab. 2.4/B: Variabilità bioclimatica
Ambiti bioclimatici *
5 - Supratemperato perumido/ultraperumido
6 - Supratemperato ultraperumido/perumido
7 - Supratemperato perumido
8 - Mesotemperato/Mesomediterraneo
umido/perumido
9 - Supratemperato/Mesotemperato
umido/perumido
23 - Supratemperato/Mesotemperato
subumido/umido
24 - Supratemperato/umido
26 - Supratemperato/Mesotemperato
subumido/umido
Alleanza di riferimento
Quercetalia pubescenti-petraeae
Quercus-Fagetea, Tilio-Acerion
Quercetalia pubescenti-petraeae
Quercetea ilicis, Quercetalia pubescentipetraeae
Quercus-Fagetea
Quercetalia pubescenti-petraeae
Carpinion betuli
Quercetalia pubescenti-petraeae
L’ambito bioclimatico principale risulta essere il n. 8 “Supratemperato/Mesotemperato
umido/perumido” (Alleanza vegetazioneale: Quercetea ilicis, Quercetalia pubescentipetraeae) che interessa una buona parte della fascia alto collinare e media montana.
2.4.2
Vegetazione potenziale
Sulla base dell’inquadramento fisiografico, paesaggistico e bioclimatico si possono
individuare i lineamenti della vegetazione potenziale intesa, in questo ambito, come
una proiezione teorica dei processi successionali della vegetazione verso una relativa
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 354 di 489
Rev.
0
stabilità dinamica che si verificherebbe in un determinato ambiente, a partire dallo stato
attuale di flora e di fauna e in condizioni climatiche non diverse dalle presenti, se i
disturbi antropici venissero a cessare. Lo scostamento tra la vegetazione potenziale
così definita e la vegetazione reale osservata direttamente sul territorio, può fornire una
stima del valore di naturalità del paesaggio che è massimo nella vegetazione naturale
primaria per poi decrescere progressivamente passando dalla vegetazione naturale
modificata dall’uomo, alla vegetazione seminaturale, fino ad arrivare agli insediamenti
umani dove è massimo il grado di antropizzazione.
Dal punto di vista dello studio del territorio il parametro più significativo è dato dalla
vegetazione naturale potenziale che consiste in quella vegetazione che si formerebbe
in una determinata zona, sulla base delle caratteristiche del clima, della geopedologia e
tenendo comunque conto dell’intervento dell’uomo che può aver apportato modifiche,
più o meno profonde ed irreversibili sia sulla vegetazione che sulle caratteristiche del
suolo (Pignatti 1995).
In sostanza rappresenta il risultato dell’evoluzione della vegetazione attuale a medio
termine.
Sulla base della carta della vegetazione potenziale d’Italia, che raffigura le fasce di
vegetazione individuate sul territorio nazionale (Tomaselli, Balduzzi e Filipello, 1973;
Lorenzoni,1987; Accorsi e Mandrioli, 1990), e in relazione a quanto osservato finora in
termini bioclimatici e paesistici, si identificano, nell’area del progetto, almeno tre diversi
piani: submediterraneo, montano, sommitale. Date le particolarità fisiografiche (valli
strette e acclivi che portano rapidamente a quote piuttosto elevate) e climatiche
(precipitazioni elevate e temperature più basse della media per situazioni altitudinali
analoghe nel versante pre-costiero occidentale) si esclude l’appartenenza di parte del
territorio al piano mediterraneo. Sono state invece riportate alcune annotazioni
descrittive per tipologie di vegetazione potenziale comuni a più fasce, come vale per i
boschi ripariali e per due tipi antropici lontani dalla vegetazione potenziale ma
estremamente importanti in termini vegetazionali e paesaggistici: i castagneti, come
vegetazione diffusa da pratiche colturali storiche, a cavallo fra piano sub mediterraneo
e montano, e la zona della pianura padana, di nuovo come ambito storico-geografico
consolidato nel quadro vegetazionale regionale e nazionale.
Piano submediterraneo della Roverella (tipi bioclimatici: 5,7,8,23,26)
Questa fascia è la più estesa territorialmente in tutto l’Appennino ed è caratterizzata
dalla presenza di boschi misti con querce decidue che ne costituiscono la vegetazione
potenziale. Nell’Appennino settentrionale è sottostante alle faggete e corrisponde alle
aree collinari e submontane; comprende formazioni semimesofile e xerofile.
Le formazioni semimesofile sono costituite principalmente da Cerro, Carpino nero,
Acero opalo nell’Appennino settentrionale e con Acer obtusatum in quello centrale,
zona con al massimo una subaridità estiva. Le formazioni xerofile comprendono
principalmente la Roverella, zone con circa due mesi di aridità (luglio e agosto).
Nell’Appennino settentrionale la fascia submediterranea occupa quasi tutte le colline e i
rilievi al di sotto degli 800-900 metri di quota. Anche se la composizione floristica e la
fisionomia dei boschi di questa fascia sono assai varie, si può considerare la roverella
(Quercus pubescens) come specie arborea particolarmente rappresentativa.
Le fisionomie dei boschi della fascia submediterranea come si è accennato variano a
seconda del substrato, del clima locale e degli interventi di gestione.
Si possono distinguere infatti vari tipi di querceti tra cui i più frequenti sono i roverelleti
(con dominanza di roverella), le cerrete (con dominanza di cerro, Quercus cerris) e, sui
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 355 di 489
Rev.
0
terreni acidi, i rovereti (con dominanza della rovere, Quercus petraea); inoltre sono
ampiamente diffusi, soprattutto nei versanti più freschi, gli orno-ostrieti (con carpino
nero, Ostrya carpinifolia e orniello Fraxinus ornus) e i castagneti (questi ultimi di origine
colturale).
La flora di questa fascia è ricca di specie sudeuropee ed eurimediterranee, ma sono
ben presenti anche le specie eurasiatiche e le stenomediterranee.
Il clima è di tipo temperato, con temperature medie annue generalmente comprese tra
9 e 13 gradi. Gli inverni sono più freddi di quelli della fascia precedente, mentre la
durata della stagione calda (contemperature medie superiori ai 10 gradi) va da 5 a 8
mesi.
La piovosità varia da moderata ad abbondante ed è concentrata nelle mezze stagioni: il
picco principale di piovosità infatti si riscontra generalmente in autunno, mentre il
minimo è costantemente estivo e determina un breve periodo di aridità o subaridità.
Per quanto concerne i Castagneti si deve considerare che sugli Appennini le faggete
termofile e i querceti misti mesofili sono stati spesso sostituiti, per motivi colturali, da
queste formazioni, con la massima concentrazione sull’Appennino ligure, piemontese e
tosco-emiliano. I Castagneti, nell’area oggetto di studio, si inseriscono principalmente
nella fascia submediterranea. Nei Castagneti da legno le formazioni includono specie
tipiche di questa fascia di vegetazione potenziale denunciando così la loro vasta
diffusione ad opera dell’uomo.
Piano montano del Faggio (tipi bioclimatici: 6,9)
Il piano montano (chiamato anche fascia subatlantica), si estende al di sopra della
fascia submediterranea (generalmente dai 900-1000 m s.l.m.) fino al limite superiore
del bosco (a circa 1700 metri di quota nell’Appennino settentrionale) ed è caratterizzata
dai boschi di faggio (Fagus sylvatica).
Lo strato arboreo dei boschi montani spesso è alquanto uniforme, poiché il faggio
tende a essere dominante; in certe condizioni può dare origine a formazioni miste
insieme a poche altre essenze caducifoglie (aceri, frassini, carpini, sorbi, tigli) oppure
conifere (soprattutto abete bianco, Abies alba).
In generale nel sottobosco delle faggete appenniniche si trovano molte specie a
distribuzione centroeuropea o eurasiatica, che ne sottolineano l’affinità con le altre
faggete europee: (Prenanthes purpurea, Galium odoratum, Cardamine bulbifera,
Cardamine heptaphylla, Veronica urticifolia). Il clima è temperato-freddo e umido: la
temperatura media annua varia tra i 4,5 e i 9 gradi, con circa 2 mesi rigidi (temperatura
media sotto zero), e una stagione calda di 4-5 mesi (con temperatura superiore a 10
gradi).
Le precipitazioni sono abbondanti (1000-2000 mm l’anno) e distribuite in modo tale che
non si verifica nessun periodo di aridità o di subaridità.
Piano sommitale della vegetazione al di sopra del limite superiore del bosco (tipi
bioclimatici: 9 variante nei termoclimi Supratemperato supramediterraneo a
Orotemperato, Rivas-Martinez et al. 2004)
E’ noto che in alta montagna al di sopra di una certa altitudine il bosco scompare
cedendo il posto ad arbusti nani o a formazioni erbacee: infatti il clima rigido di alta
quota esercita una forte pressione selettiva sulle piante, rendendo difficile la
sopravvivenza delle specie arboree, che a causa della grossa taglia sono le più
esposte alle intemperie.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 356 di 489
Rev.
0
Il limite altitudinale del bosco dunque è un fenomeno naturale (disboscamenti a parte)
ed è determinato da un insieme di fattori ambientali, tra cui gioca un ruolo
fondamentale la temperatura: in particolare questo limite nell’Italia peninsulare si
riscontra a quote che vanno dai 1700 ai 2000 metri, e in generale sembra
corrispondere a località in cui la temperatura media del mese più caldo (luglio) si aggira
intorno ai 10 gradi centigradi. Nel caso dell’area in oggetto la vegetazione potenziale
soprasilvatica è limitata ad alcune zone di vetta sopra i 1700 m s.l.m. .
Infatti il limite superiore del bosco potenziale è facilmente osservabile sulle Alpi, dove
sono frequenti le vette che superano i 2000 metri, mentre è meno evidente nella catena
Appenninica che, non solo è formata da monti di altezza generalmente inferiore, ma
oltretutto è stata fortemente disboscata in passato per ottenere pascoli.
Le brughiere a mirtilli che si insediano al di sopra del limite naturale del bosco
(vegetazione extrasilvatica, soprasilvatica o anche vegetazione di altitudine) sui crinali
appenninici, rappresentano la vegetazione primaria a queste quote.
Poiché le brughiere e le praterie di vetta appenniniche presentano molte affinità con
analoghe formazioni presenti sulle Alpi, alcuni studiosi utilizzano i termini di fascia
subalpina e alpina anche per le fasce di vegetazione di altitudine appenniniche. I tratti
più estesi e significativi di vegetazione soprasilvatica dell’appennino settentrionale si
trovano nel tratto tosco-emiliano e rientrano anche nell’area di studio.
Boschi e arbusteti igrofili
Su suoli umidi alluvionali (fluvisols) lungo i corsi d’acqua ci sono formazioni boschive ed
arbustive caducifoglie formate da Pioppi, Salici e Ontani e nella fascia mediterranea da
Oleandro. Nella zona padana, nel basso corso dei fiumi della fascia submediterranea
dell’Italia centro-settentrionale si trovano formazioni a Pioppo bianco, Olmo campestre,
Frassino ossifillo e Farnia. Nelle zone golenali anche con Salice bianco, Acero
campestre e se inondati per lunghi periodi, con Ontano nero. Nei corsi medi ed alti dei
fiumi sia della pianure del nord che negli Appennini settentrionali e centrali, nelle zone
di deposito abbastanza stabili, grossolani, si insediano formazioni a Pioppo nero, Salice
bianco e nelle zone più prossime all’alveo da arbusti pionieri di Salix purpurea e Salix
elaeagnos.
La pianura padana
Si tratta di un territorio particolare, che dal punto di vista climatico è più spostata verso i
climogrammi submediterranei; in particolare a sud del Po dove mostra, in estate, una
certa aridità, mentre l’alta pianura ha solo una subaridità (tranne le zone di Mantova e
Rovigo che sono nettamente submediterranee). La zona padana si può quindi dividere
in due sottozone distinte per la presenza o quasi assenza di aridità estiva, resta il fatto
però che la pianura padana usufruisce di una falda freatica superficiale diffusa in tutte
le zone pianeggianti facendo in modo che ci sia la presenza naturale di Querco
Carpineti, almeno potenziali ai nostri giorni, composti principalmente da Farnia e
Carpino bianco esigenti in umidità edafica; un tempo formavano estese foreste che non
sono propriamente riconducibili al climax ma alla falda freatica così da definirle
formazioni “Disclimax”.
Infatti, appena ci si trova in zone più elevate rispetto alle zone circostanti, si incontrano
boschi alquanto più xerofili, come i Roverelleti delle morene glaciali a sud del Garda e
dei Colli Euganei.Questo fatto viene anche denunciato dalla presenza di specie più
termofile come il Cerro, la Roverella, l’Orniello, il Corniolo il Pungitopo ecc, che
differenziano questi querceti da quelli sudalpici. La fascia che comprende il delta del Po
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 357 di 489
Rev.
0
e la costiera padano-polesana-veneta, è la più calda e mediterranea con nuclei di
querceti sempreverdi di Leccio e di Leccio con Farnia ma di tipo molto termofilo con,
nel sottobosco, Rubia peregrina e Asparagus acutifolius.
2.4.3
Uso del suolo e vegetazione reale
Uso del Suolo
La base analitica volta alla costruzione e all’elaborazione dei dati relativi all’uso del
suolo è stata strutturata attraverso una serie di approfondimenti successivi a partire dai
dati bibliografici disponibili (studi specifici a livello regionale e locale, indagini
statistiche, inventariali e censuarie, agli studi preliminari ai documenti programmatici e
di pianificazione locali). In parallelo si è proceduto alla segmentazione dei database
CORINE LAND COVER – CARTA DELLA COPERTURA DEL SUOLO (IV livello) per il
territorio oggetto di analisi associando la tipologia alle categorie di uso del suolo. Tale
classificazione è stata poi raffinata con controlli su base cartografica e di immagini
telerilevate. A tal fine sono state utilizzate le ortofoto di Emilia Romagna e Toscana e
due serie storiche di immagini aeree (2000, volo AIMA e 2005, Regionali).
Le elaborazioni relative all’uso del suolo sono state effettuate per confini amministrativi
a diverso livello di scala (Regioni, Province e Comuni) e quindi calibrati per l’area
circostante il progetto di tracciato.
La caratterizzazione del territorio in classi di uso del suolo, che fornisce indicazioni di
massima sulle diverse forme di gestione attualmente presenti, deriva dall’analisi della
vegetazione reale dei diversi ambiti attraversati, in comparazione con la vegetazione
potenziale.
L’individuazione della tipologia della vegetazione reale è stata eseguita attraverso
rilievo speditivo di controllo delle fitocenosi secondo un criterio fisionomico-strutturale,
facendo riferimento alle tipologie descritte e note in letteratura.
Le tipologie vegetali sono state descritte a partire dalle formazioni boschive naturali e
artificiali, per poi passare in rassegna gli arbusteti, le formazioni umide, i pascoli e le
aree agricole, specificandone la localizzazione e indicando per ognuna le
caratteristiche principali, sia a livello floristico che di gestione selvicolturale (per le
formazioni forestali).
Si è quindi elaborata una carta dell’uso del suolo (vedi All. 14, Dis. LB-D-83210) in
scala 1:10.000, su cui sono state rappresentate le diverse tipologie lungo il tracciato e
dalla quale si evidenzia l’interazione tra l’opera proposta e le diverse forme di gestione
del territorio.
La legenda adottata per la realizzazione della carta dell’uso del suolo è la seguente:
• Bosco misto di conifere e latifoglie
• Bosco di latifoglie
• Bosco di conifere
• Incolti erbacei ed arbustivi
• Vegetazione ripariale
• Macchie ed arbusteti
• Seminativi arborati
• Colture legnose agrarie
• Seminativi semplici
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
•
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 358 di 489
Rev.
0
Prati e pascoli
Roccia affiorante, cave, greti fluviali, specchi d’acqua
Aree urbanizzate ed industriali
Le voci di tale legenda sono state associate ai tipi di uso del suolo individuati nella
CORINE LAND COVER di IV livello (vedi tab. 2.4/C). Vista la difficoltà di sistematizzare
alcune informazioni di uso del suolo (in particolare le categorie Roccia affiorante e
Vegetazione Ripariale) si è proceduto per successive comparazioni specifiche sulla
base delle immagini telerilevate per l’attribuzione definitiva delle tessere al tipo di uso
del suolo. In tal modo è stato possibile utilizzare per il confronto tipologico con la
vegetazione reale la carta dei Biotopi CORINE pubblicata a livello sperimentale per la
zona in oggetto nell’ambito del processo di costruzione della Carta d’Italia della Natura
(APAT, 2007)
Si è, così, giunti alla localizzazione ed alla descrizione delle diverse tipologie
fisionomiche di vegetazione e di uso del suolo presenti, indicando per ognuna le
caratteristiche principali, sia a livello floristico che di eventuale gestione.
Tab. 2.4/C: Associazione dei tipi di uso del suolo classici con la tipologia
CORINE LAND COVER IV livello
Tipologie di uso del suolo
CORINE LAND COVER IV
Zone residenziali a tessuto continuo
Aree urbanizzate ed industriali
Colture legnose agrarie
Macchie ed arbusteti
Vegetazione ripariale
Roccia affiorante, cave, greti
fluviali, specchi d'acqua
Incolti erbacei ed arbustivi
Seminativi arborati
Seminativi semplici
Bosco di latifoglie
Bosco di conifere
Bosco misto di conifere e
latifoglie
Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado
Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici
Aree ricreative e sportive
Aree prevalentemente occupate da colture agrarie
Aree in transizione da cespuglieti a bosco
Boschi a prevalenza di specie igrofile
Bacini d'acqua
Aree con vegetazione rada
Seminativi intensivi
Seminativi estensivi
Bosco a prevalenza di querce caducifoglie
Bosco a prevalenza di latifoglie mesofile
Bosco a prevalenza di castagno
Bosco a prevalenza di faggio
Bosco a prevalenza di latifoglie non native
Bosco a prevalenza di pini montani e
oromediterranei
Boschi misti a prevalenza di latifoglie mesofile
Boschi misti a prevalenza di faggio
Boschi misti a prevalenza di pini mediterranei
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 359 di 489
Rev.
0
Tab. 2.4/C: Associazione dei tipi di uso del suolo classici con la tipologia
CORINE LAND COVER IV livello (seguito)
Tipologie di uso del suolo
Bosco misto di conifere e
latifoglie
Prati e pascoli
CORINE LAND COVER IV
Boschi misti a prevalenza di pini montani e/o
oromediterranei
Praterie continue
L’analisi quantitativa dei dati riferiti all’uso del suolo mostra che le zone boscate sono la
tipologia più rappresentativa sia del territorio delimitato dai confini dei comuni
interessati dal tracciato sia della fascia, della larghezza di 1.000 m, definita
simmetricamente rispetto all’asse della condotta principale in progetto. La seconda
categoria rappresentata è quella dei seminativi e, in generale, lungo la fascia di 1000
m, in relazione ad un’apprezzabile percorrenza in aree di fondovalle, si riscontra una
presenza significativa di tipologie di uso del suolo legate alle ai fiumi ed ad aeree
urbanizzate.
La vegetazione reale
La vegetazione realmente presente nell’area di studio mostra caratteri di estrema
complessità e frammentarietà, sia per le componenti ambientali e paesaggistiche così
diversificate nel territorio in esame, sia per la sedimentazione storica di usi del territorio
che ha determinato una molteplicità di strutture vegetali, forestali e non anche a breve
distanza fra loro. Al fine di discriminare i tipi di vegetazione presenti è stato utile riferirsi
alle classificazioni prodotte in ambito nazionale, regionale e locale nonostante la
presenza di contraddizioni e incertezze su diverse coperture vegetali. In particolare
sono state prese in considerazione: la carta forestale della Toscana, la descrizione
degli Habitat di interesse comunitario per la Toscana e l’Emilia Romagna, l’impianto
cartografico della Carta della Vegetazione dell’Emilia Romagna (in corso di
preparazione e attualmente disponibile solo per i principali parhi regionali), la Carta
della Natura che ha sviluppato una applicazione alla scala 1:50.000 nell’area
dell’Appennino Ligure-Emiliano-Toscano e dell’Oltrepò pavese, area che include buona
parte dei territori in esame. I dati raccolti sono stati controllati per mezzo di sopralluoghi
in campo volti alla caratterizzazione di tutte le tipologie presenti.
La presentazione della vegetazione viene prodotta per gruppi fisionomico strutturali.
• Vegetazione costiera e vegetazione alofitica anche in zone interne;
• Vegetazione cespugliosa ed erbacea;
• Vegetazione forestale;
• Vegetazione rupestre e di detrito;
• Coltivi e aree costruite.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 360 di 489
Rev.
0
VEGETAZIONE COSTIERA E VEGETAZIONE ALOFITICA ANCHE IN ZONE
INTERNE
Foto 2.4/A: Esempi di vegetazione riparia
Greti di torrenti con vegetazione erbacea (Epilobietalia fleischeri, Stipion
calamagrostis)
Comprende fitocenosi che colonizzano i depositi ghiaioso-ciottolosi all’interno del letto
fluviale ordinario lungo i principali fiumi e torrenti del versante appenninico
settentrionale (dall’Oltrepò pavese all’Appennino parmense). Le diverse fitocenosi sono
accomunate dalla natura pioniera e dalla instabilità dei popolamenti e differenziate dalla
matrice litologica e dalla granulometria dei depositi, dal tenore in azoto del suolo,
determinato dal deposito di materiali organici trasportati dalle acque e, infine,
dall’altezza del deposito rispetto alla superficie del corso d’acqua. L’unità vegetazionale
di più frequente riscontro è un popolamento pioniero in cui predominano Epilobium
dodonaei e Scrophularia canina, inquadrabile nell’ordine Epilobietalia fleischeri. Questo
popolamento colonizza le ghiaie e i ciottoli misti a sabbia delle zone leggermente più
elevate dell’alveo a partire da circa 300-400 m di quota. Nelle stazioni con suolo più
evoluto questa unità è sostituita da una vegetazione erbacea a dominanza di
Achnatherum calamagrostis (alleanza Stipion calamagrostis), mentre a quote inferiori
alla vegetazione ad Epilobium dodonaei e Scrophularia canina subentra un’unità ad
impronta termo-nitrofila, in cui le specie dominanti sono Echium vulgare e Melilotus
alba. Le fitocenosi descritte risultano ben rappresentate lungo tutta l’asta fluviale del
Taro e del Ceno e dei loro affluenti principali; presenze significative si riscontrano
anche nella provincia di Piacenza lungo il corso del Nure.
Vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica
Comunità pioniera basso arbustiva che si insedia su depositi ghiaiosi ricchi in limo fine
dei corsi d’acqua montani e boreali a regime alpino, caratterizzato da un elevato flusso
estivo. Tra le specie caratteristiche vi sono Myricaria germanica e diverse specie
arbustive di Salix (prevalentemente S. purpurea) dell’associazione Salici-Myricarietum
germanicae. La fitocenosi, in sostanza disgiunta dal suo areale principale a baricentro
centro-europeo e a distribuzione alpina in Italia, è presente localmente a sud del Po nei
greti torrentizi dell'Emilia occidentale e manifesta frequentemente carattere effimero su
ghiaie instabili, ben areate e intercalate a sabbie grossolane, inondate in occasione di
normali eventi di piena.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 361 di 489
Rev.
0
Cespuglieti mediterranei a salice purpureo (Saponario-Salicetum purpureae)
Boscaglie ripariali formate da salici arbustivi ed arborescenti con predominanza di Salix
purpurea, S. elaeagnos e S. triandra. Si tratta di formazioni relativamente aperte o
formanti nuclei densi di estensione ridotta. Le fitocenosi rinvenuti lungo il corso del
Magra e nei torrenti del versante ligure vanno riferite all’associazione SaponarioSalicetum purpureae, mentre quelle del versante emiliano presentano una maggiore
affinità floristica con il Salicetum eleagni-purpureae.
Vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
Si tratta della vegetazione arbustiva pioniera, erratica, degli alvei fluviali costituita da
boscaglie a salici arbustivi ed olivello spinoso, talora frequenti lungo i corsi d'acqua
appenninici; la copertura di salici e pioppi arborei costituisce in genere meno del 20%
Sono comprese formazioni arboreo-arbustive formate da Salix sp. e Hippophae
rhamnoides su greti ciottolosi di fiumi con adeguata alimentazione idrica diretta o di
falda superficiale, frequentemente perturbati e ringiovaniti da piene ricorrenti che ne
impediscono lo sviluppo verso forme più evolute. Sono stati interpretati come habitat
sia i popolamenti arbustivi pionieri degli alvei fluviali a olivello spinoso sia le boscaglie
igrofile a salici arbustivi del tipo pre-alpino a Salix purpurea e S. eleagnos. Sono
ricondotte all’habitat le associazioni Spartio juncei-Hippophaetum fluviatilis e Salici
incanae-Hippophaeetum daphnoidis. La prima in particolare si afferma su terrazzi
alluvionali, costituendo una comunità in relazione dinamica con gli xerobrometi, dei
quali rappresenta di fatto uno stadio evoluto. La fisionomia dell’associazione è data
dalla dominanza di Hippophae rhamnoides e Salix eleagnos, cui si associano altre
specie arbustive quali Salix purpurea, Spartium junceum, Rosa canina e Crataegus
monogyna. Tra le specie erbacee compaiono Artemisia alba, Bothriochloa ischaemum
e Bromus erectus, a testimonianza del rapporto dinamico tra questa fitocenosi e le
praterie xeriche.
Situazioni più frammentate e variamente mosaicate in transizione con habitat erbacei, o
più semplicemente con varianti submediterranee dei saliceti arbustivi del Salicion albae
p.p., si rinvengono lungo tutta la fascia collinare-submontana dal Piacentino alla
Romagna. Si tratta in ogni caso di comunità strettamente collegate agli eventi
alluvionali e ai terrazzi più stabili, sia pur soggetti a periodiche inondazioni,
condizionate sia dagli eventi naturali che dalle alterazioni antropiche conseguenti alla
gestione dei corsi d’acqua.
I popolamenti localizzati lungo i corsi d'acqua principali, sia nell'alveo che nei greti
ciottolosi, presentano per lo più una netta dominanza di Salix eleagnos e S. purpurea;
mentre il pioppo bianco ed il pioppo nero, sporadicamente presenti nello strato arboreo,
prediligono rispettivamente depositi alluvionali fini, con ristagno idrico stagionale e
depositi alluvionali ciottolosi e rialzati rispetto al letto del fiume. Non mancano carpino
nero, orniello e diversi arbusti dell'ordine Prunetalia, sui substrati più asciutti e sui
terrazzamenti meno coinvolti dalle dinamiche fluviali. E’ caratteristico un continuo
ringiovanimento delle cenosi che ostacola l'evoluzione verso forme più stabili e mature:
tale condizione tende a sfumare nei settori posti a maggior distanza dall’alveo. Il SaliciHippophaetum in particolare, sviluppandosi su substrati asciutti e su terrazzamenti al
riparo delle piene ordinarie, ha pressochè di regola elementi della vegetazione zonale
come il carpino nero, l'orniello e arbusti dei Prunetalia, il cui sviluppo si interrompe
tuttavia in seguito alle grandi piene di ritorno decennale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 362 di 489
Rev.
0
In sostanza, tre sono le situazioni generalmente e fisionomicamente riscontrabili: un
saliceto arbustivo misto ripario, un saliceto asciutto con Hippophae rhamnoides e un
salici-miricarieto, forma giovanile ed instabile dei precedenti su alluvioni sabbiose
umide. Specie caratteristiche degli arbusteti ripariali, oltre a quelle già elencate, sono
Salix apennina, S. triandra, Cornus sanguinea, Phragmites australis, Equisetum
telmateja, Epilobium hirsutum, Eupatorium cannabinum, Inula viscosa.
Boscaglie a galleria di pioppo italico (Populetum albae)
Boscaglie e boschi ripariali con suoli ricchi e scarsamente drenati, fisionomicamente
dominate da pioppo bianco (Populus alba), accompagnato da Populus nigra, Salix
alba, Ulmus minor, Cornus sanguinea, Rubus caesius, Humulus lupulus, Clematis
vitalba, Amorpha fruticosa. Occupano estensioni limitate. Popolamenti più consistenti
sono presenti lungo il corso dei fiumi Magra e Taro e del torrente Ceno. Lungo il medio
corso del Magra i pioppeti si trovano in rapporti di stretta contiguità spaziale o formano
mosaici con formazioni ad Alnus glutinosa. Lungo il basso corso dei fiumi sopracitati i
pioppeti sono stati soggetti a forti rimaneggiamenti e perciò risultano compenetrati da
un contingente di specie nitrofile e da specie introdotte quali Robinia pseudacacia e
Juglans regia.
Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum
Vi rientrano comunità erbacee pioniere su alvei ghiaiosi o ciottolosi poco consolidati di
impronta submediterranea, caratterizzati da basso flusso estivo, con formazioni del
Glaucion flavi. Dal punto di vista strettamente fitosociologico, la presenza dell’habitat
sarebbe da escludere dall’Emilia-Romagna, in quanto non è riconosciuta la presenza
dell’alleanza Glaucion flavi in regione. Tuttavia, in accordo con Alessandrini e Tosetti
(2001), viene ricondotta a questa tipologia l’associazione Epilobio dodonaeiScrophularietum caninae (codice CORINE: 24.225), rinvenuta lungo l’alveo dei fiumi
Taro e Secchia. La sua attribuzione all’associazione in esame è giustificata sia sulla
base delle caratteristiche ecologiche (tipo di substrato, tipo di regime del corso
d’acqua), sia di alcuni aspetti floristici (presenza di specie mediterranee, tra cui
Glaucium flavum). Si tratta di una comunità vegetale glareicola (per questo inclusa
nella classe Thlaspietea rotundifolii) che si insedia su alvei torrentizi ciottolosi poco
consolidati, connotata da una forte impronta mediterranea, dovuta alla presenza di
diverse specie eurimediterranee (Scrophularia canina, Glaucium flavum, Galeopsis
angustifolia e Artemisia alba), stenomediterranee (Plantago cynops) e orofitiche sudeuropee (Epilobium dodonaei, Achnatherum calamagrostis). Questo tipo di
vegetazione, dove presente, compare in modo piuttosto sporadico; risulta inoltre
strettamente intercalato con altre formazioni di greto (meno mediterranee,
caratterizzate ad esempio da Calamagrostis varia), con le quali condivide il carattere
effimero.
Vegetazione a Chenopodium rubri e Bidention su argini melmosi
Banchi fangosi dei fiumi con vegetazione pioniera, annuale e nitrofila delle alleanze
Chenopodion rubri e Bidention. In primavera e all’inizio dell’estate questi ambienti
appaiono come affioramenti fangosi privi di vegetazione, in quanto questa si sviluppa,
se le condizioni sono favorevoli, nel periodo tardo estivo-autunnale. Sono state
ricondotte a questa tipologia le seguenti associazioni vegetali:Bidentetum tripartitae;
Polygono lapathifolii-Xanthietum italici; Echio-Melilotetum.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 363 di 489
Rev.
0
Il Bidentetum tripartitae è una fitta vegetazione dominata dalle specie nitrofile annuali
Bidens tripartita e Polygonum lapathifolium, cui si associa Echinochloa crus-galli, che si
sviluppa su depositi limosi umidi a contatto con il letto ordinario del fiume.
Il Polygono-Xanthietum italici, è caratterizzato Polygonum lapathifolium e Xanthium
italicum, accompagnate da Bidens tripartita, Chenopodium album, Diplotaxis tenuifolia
e Echinochloa crus-galli. Colonizza i depositi ghiaioso-argilloso-limosi recenti del letto
ordinario, immediatamente sopra il livello medio del corso d’acqua. L'Echio-Melilotetum
è una vegetazione erbacea caratterizzata da Melilotus alba, M. officinalis e Echium
vulgare, cui si associano altre specie nitrofile tra cui Artemisia vulgaris e Reseda lutea.
Nel profilo trasversale del fiume, questa associazione è situata ad un livello
leggermente superiore a quello in cui si insedia il Polygono lapathifolii-Xanthietum
italici. Le due fitocenosi sono in collegamento dinamico secondo una sequenza in cui
l'Echio-Melilotetum costituisce uno stadio dinamico leggermente più evoluto. Si tratta
comunque di una fitocenosi effimera, in quanto soggetta ad essere distrutta ad ogni
evento di piena di una certa rilevanza. La distruzione della fitocenosi in seguito al
passaggio di piene porta alla sua sostituzione con il Polygono-Xanthietum, secondo un
ciclo senza soluzione di continuità, che ci porta a considerare le due fitocenosi come
due aspetti leggermente differenti di uno stesso sistema ambientale. Si giustifica così,
nonostante l’inquadramento sintassonomico non corrisponda a quanto indicato nel
manuale d’interpretazione europeo, l’attribuzione anchedell’Echio-Melilotetum
all’habitat in questione, in accordo con la proposta di Alessandrini e Tosetti (2001).
L’habitat è diffuso nell’alveo del medio-basso corso dei maggiori corsi d’acqua nei tratti
in cui essi non risultano completamente arginati e canalizzati.
VEGETAZIONE CESPUGLIOSA ED ERBACEA
Foto 2.4/B: Pascoli e Fioriture
Seminativi con vegetazione infestante
Si tratta di seminativi più o meno temporaneamente abbandonati. Non vi sono rilevanti
aspetti vegetazionali se non in fase di avvio successionale qualora l’abbandono diventi
permanente. Vegetazione infestante primaverile delle colture a dominanza di Matricaria
chamomilla su terrazzi alluvionali recenti con falda freatica alta e substrato sabbioso e
a dominanza di Ranunculus arvensis, Consolida regalis, Gladiolus italicus sui terrazzi
alluvionali con falda freatica più profonda; vegetazione infestante estivo-autunnale con
Echinochloa crus-galli e Polygonum persicaria
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 364 di 489
Rev.
0
Negli ex coltivi, abbandonati di recente, si sviluppano formazioni dense, dominate da
Cynodon dactylon, Dactylis glomerata, Erigeron annuus, Plantago lanceolata.
Boscaglie di latifoglie naturalizzate a dominanza di Robinia pseudacacia
Boscaglie di origine prevalentemente artificiale derivanti da rimboschimenti a Robinia
pseudacacia e talvolta con Quercus pubescens, Q. petraea, ecc., su scarpate e argini
di canali. Queste formazioni, quasi sempre accompagnate da Sambucus nigra si
sviluppano su suoli molto nitrificati, anche al margine e nelle schiarite dei boschetti
ripariali a salici, e vanno a costituire estese fasce di limitata profondità e piccoli nuclei
arbustivi che nel sottobosco si arricchiscono di specie nitrofile quali Ballota nigra, Urtica
dioica, ecc. .
Arbusteti di postcoltura del Pruneto - Berberidion
Si tratta di formazioni arbustive preforestali o postforestali, composte principalmente da
Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rosa canina, Cornus sanguinea che si trovano
in contesto collinare e submontano dei querceti, eccezionalmente nel contesto
montano delle faggete. Alcune specie arbustive più esigenti in elementi nutritivi
formano un mantello denso a pruni. Sono fasi successionali di post coltura con un
buon contributo in termini di difesa idrogeologica ma una elevata suscettibilità al fuoco.
Sottotipi sono: il pruneto puro a Prunus spinosa, il pruneto a rovo e il pruneto rado a
rose selvatiche. Sono ampiamente diffuse in tutta l’area di studio dalla fascia
centroeuropea fino alla fascia subatlantica inferiore. Vengono altresì distinti
popolamenti termofili riconducibili al Ligustro-Prunetum con Prunus spinosa, Ligustrum
vulgare, Cytisus sessilifolius e Juniperus communis, situati in corrispondenza di
substrati calcareo-marnosi, al margine di boschi termofili, cespuglieti ad Hippophae
rhamnoides, talora accompagnati da salici, localizzati sui terrazzi dei fiumi principali
(Taro) e formazioni mesofile a sviluppo rigoglioso al margine di boschi mesofili, con
predominanza di diverse specie del genere Rubus (R. hirtus, R. idaeus) e cespuglieti a
Rubus ulmifolius e Clematis vitalba al margine di praterie post-colturali.
Brughiere e arbusteti di crinale
Gli arbusteti presenti lungo il crinale appenninico si dividono nei seguenti tipi:
Arbusteti nani montani e subalpini a ginestra stellata: vegetazione a ginestra stellata
(Genista radiata) e ginepro nano (Juniperus nana) con strato erbaceo dominato da
specie xerofile. Sono diffusi su versanti rocciosi esposti nei quadranti meridionali.
• Arbusteti nani subalpini: vegetazione ad arbusti nani con dominanza di mirtillo
blu (Vaccinium gaultherioides) e mirtillo (Vaccinium myrtillus). E’ frequente il
ginepro montano (Juniperus nana). Sono molto rari il mirtillo rosso (Vaccinium vitisidaea), la moretta (Empetrum hermaphroditum) e l’uva orsina (Arctostaphylos uva–
ursi). Le brughiere a mirtilli corrispondono a suoli relativamente profondi, e sono
spesso ricche di specie erbacee (soprattutto erbe graminoidi e Composite).
• Brughiere a mirtilli strettamente intercalate con pietraie stabilizzate, colonizzate
da vegetazione caratteristica delle falde detritiche arenacee subalpine (a
dominanza di Cryptogramma crispa ed elevata frequenza di altre pteridofite,
soprattutto Dryopteris filix-mas, D. oreades, D. expansa, Polystichum lonchitis).
• Brughiere a mirtilli strettamente intercalate con nardeti (dominanza di Nardus
stricta e con prevalenza di specie come Geum montanum, Festuca nigrescens,
Plantago alpina, Potentilla aurea).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 365 di 489
Rev.
0
Arbusteti nani con presenza di Rododendro (Rhododendron ferrugineum).
Macchia silicicola (Cisto-Lavanduletea)
Formazioni arbustive a distribuzione mediterranea con predominanza di Erica arborea.
Nella zona in esame sono marginali e mostrano un notevole impoverimento in arbusti
mediterranei. In questi popolamenti, corrispondenti ad affioramenti ofiolitici, Erica
arborea è spesso affiancata da E. carnea.
Praterie e cespuglieti xerofili da submediterranei a subalpini
Praterie secondarie dominate da Brachypodium rupestre e Bromus erectus, in genere
più o meno densamente colonizzate da arbusti. Radure boschive e terreni marginali
dalla fascia dei boschi misti a roverella (Quercus pubescens), cerro (Q. cerris) e
orniello (Fraxinus ornus) sino a quella dei faggeti.
Prati da sfalcio, prati-pascoli montani e pascoli pingui subalpini
Prati da foraggio concimati e sfalciati periodicamente ad Arrhenatherum elatius
(arrenatereti) con Trifolium pratense, Dactylis glomerata, Lathyrus pratensis, Galium
album, Lotus corniculatus. Negli impianti recenti sono prevalenti o abbondanti le
foraggere coltivate, in seguito progressivamente sostituite da specie pratensi
spontanee.
• Prati da foraggio ricchi di specie xerofile, come Salvia pratensis, Sanguisorba
minor, Plantago media, Bromus erectus. Spesso colonizzati da arbusti, soprattutto
ginepro comune (Juniperus communis) e sanguinella (Cornus sanguinea). Sono
frequenti individui arbustivi di maggiociondolo (Laburnum anagyroides). Si tratta di
prati da foraggio inariditi e/o cespugliati per abbandono dello sfalcio.
• Praterie a composizione specifica eterogenea con dominanza di Festuca rubra
e presenza di specie dei prati da foraggio (Trifolium pratense, Dactylis glomerata,
Lathyrus pratensis ed altre).
• Vegetazione erbacea con dominanza di Deschampsia caespitosa e presenza di
specie di prati torbosi e di rive dei torrenti. Si localizza in corrispondenza di impluvi
o di piccole depressioni su suoli idromorfi.
Praterie meso-xerofile montane e subalpine a nardo e/o brachipodio
• Pascoli con dominanza di Nardus stricta e con prevalenza di specie come
Geum montanum, Festuca nigrescens, Plantago alpina, Potentilla aurea.
Vegetazione secondaria derivante dal pascolamento in aree deforestate nella
fascia dei faggeti (nardeti montani) oppure in aree oltre il limite degli alberi
precedentemente occupate dalle brughiere a mirtilli (nardeti subalpini).
•
Praterie meso-xerofile con dominanza di Brachypodium genuense
(brachipodieti) e prevalenza di specie dei Nardo-Callunetea (Geum montanum,
Luzula multiflora, Festuca paniculata, Centaurea nervosa) ed elevata frequenza di
specie acidofile, come Anthoxanthum alpinum e Avenella flexuosa, e di specie dei
vaccinieti (Vaccinium myrtillus, Vaccinium gaultherioides, Hypericum richeri).
Vegetazione secondaria presente soprattutto oltre il limite degli alberi, su versanti
acclivi con esposizione meridionale. Brachipodieti simili sono presenti anche nella
fascia dei faggeti e sono differenziati da specie come Cerastium suffruticosum,
Euphorbia cyparissias, Asperula oreophila, Primula veris subsp. columnae).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 366 di 489
Rev.
0
Praterie meso-xerofile dei terrazzi alluvionali recenti
Vegetazione delle ghiaie fluviali, sporadicamente raggiunte dalle piene, dominata da
Agropyron repens, Melilotus alba, Festuca arundinacea, Anthemis tinctoria e Inula
viscosa. Nelle depressioni si rinviene una variante a Calamagrostis pseudophragmites
e Mentha aquatica.
Garighe e praterie xerofile dei terrazzi alluvionali
Pascolo camefitico dominato da Artemisia alba, Fumana procumbens, Thymus
longicaulis, Botriochloa ischaemon e Centaurea aplolepa ssp. lunensis su ghiaie più o
meno consolidate, con intercalazioni sabbiose; una variante con Cleistogenes serotina,
Tragopogon pratensis, Allium vineale e A. sphaerocephalon si rinviene su substrati
ciottolosi poveri in argilla.
Nelle radure delle praterie si sviluppano nuclei di vegetazione terofitica ad impronta
mediterranea con Bupleurum baldense, Brachypodium distachyum, Trifolium scabrum,
Medicago minima, Filago pyramidata, Galium parisiense, ecc.
In alcune aree a contatto con le praterie xerofile ed in corrispondenza di ex coltivi, si
osservano rari esempi di vegetazione prativa maggiormente evoluta fisionomicamente
dominati da Bromus erectus con Centaurea aplolepa ssp. lunensis, Ononis spinosa,
Euphorbia cyparissias, ecc. .
Formazioni xeriche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato
calcareo (Festuco brometalia)
Praterie aride o semiaride della classe Festuco-Brometea. Si riscontrano praterie
steppiche o subcontinentali (Festucetalia valesiacae) e, dall’altro, da praterie delle
regioni oceaniche e sub mediterranee (Brometalia erecti). Nel secondo caso, viene
fatta una distinzione tra praterie primarie dello Xerobromion e praterie secondarie
seminaturali del Mesobromion con Bromus erectus; queste ultime sono caratterizzate
da un corteggio floristico ricco in orchidee. Tra i numerosi aggruppamenti, sono
inquadrabili nel Mesobromion le associazioni Centaureo bracteatae-Brometum erecti,
Dorycnio-Brachypodietum rupestris, Astragalo gremli-Brometum erecti. Si tratta di
fitocenosi floristicamente molto ricche, fisionomicamente dominate da graminacee,
prime fra tutte Brachypodium rupestre e Bromus erectus. Tra le specie più frequenti
compaiono Knautia purpurea, Dorycnium pentaphyllum, D. hirsutum, Hypericum
perforatum, Arabis hirsuta, Carex flacca, Carlina vulgaris, Polygala nicaeensis,
Sanguisorba minor, Lotus corniculatus, Medicago lupulina e numerose orchidee quali
Ophrys apifera, O.bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. sphegodes, Orchis purpurea, O.
morio, O. mascula, Anacamptis pyramidalis, Gymnadenia conopsea, ecc.. Nell’ambito
di queste fitocenosi sono presenti anche specie arbustive quali Juniperus communis,
Rosa canina e Crataegus monogyna, che testimoniano la loro tendenza evolutiva
verso la formazione di cespuglieti preforestali, con cui sono in rapporto dinamico. Nel
caso dello Xerobromion si tratta di praterie primarie, più aperte e più aride delle
precedenti, diffuse su suoli sottili, con frequente affioramento della roccia madre,
prevalentemente su pendii soleggiati, spesso soggetti ad erosione e in particolare di
Astragalo onobrichydis- Artemisietum albae e Helianthemo cani-Brometum erecti. La
specie prevalente è generalmente Bromus erectus, che risulta accompagnata da
numerose camefite suffruticose, spesso a portamento prostrato, tra cui Fumana
procumbens, Heliantemum nummularium, H. apenninum, Asperula purpurea, Artemisia
alba, Onosma echioides e altre specie xerofile, tra cui Festuca inops, Botriochloa
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 367 di 489
Rev.
0
ischaemon, Globularia punctata, Thymus longicaulis e Hippocrepis comosa. Anche gli
xerobrometi ospitano numerose orchidee, molte specie delle quali sono le stesse
elencate per i mesobrometi.
Formazioni erbose calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi
Comunità aperte pioniere xerotermofile che si sviluppano su suoli superficiali calcarei o
ricchi di basi dominati da specie annuali e specie succulente dell’Alysso alyssoidisSedion albi. Si tratta di fitocenosi caratterizzate dalla prevalenza di specie succulente
appartenenti al genere Sedum accompagnate da diverse terofite. Queste fasi
succesionali, litofili e basifili, sono strettamente collegati agli xerobrometi, e più in
generale a facies di gariga con Helicrysum italicum, Onosma echioides, Fumana
procumbens, Ruta graveolens e specie dei generi Thymus, Globularia, Helianthemum,
Artemisia, oltre a piccole felci come Ceterach officinarum, Asplenium ruta-muraria,
Cheilanthes persica, muschi e licheni.
Praterie con molinia su substrati argilloso-limosi e /o torbosi
Praterie a Molinia distribuite dal piano fino alla fascia montana su suoli più o meno
umidi, poveri in nutrienti (azoto, fosforo). Il Molinietum arundinaceae è caratterizzato
dalla dominanza di Molinia arundinacea, cui si associano Lythrum salicaria,
Holoschoenus vulgaris, Agrostis stolonifera e Pulicaria dysenterica. La vegetazione si
afferma al margine di depressioni laterali del fiume Taro con acque stagnanti durante la
stagione invernale, su suoli argilloso-limosi.
VEGETAZIONE FORESTALE
Foto 2.4/C: Fustaia di Faggio e Ceduo di Castagno
Bosco a prevalenza di querce caducifoglie
La maggior parte di queste formazioni è stata tradizionalmente governata a ceduo, con
turno di 15-20 anni e con rilascio di 50-120 matricine/ha. Ad oggi, dopo un periodo di
abbandono, molte di queste formazione vengono avviate all’altofusto.
Querceti xerofili
Formazioni tipiche del piano collinare che, nelle situazioni più degradate, si
arricchiscono di cespuglieti di ginestra odorosa (Spartium junceum), ginepro
(Jumiperus ssp.)e Citisus sessilifolius. Lo strato erbaceo è ricco di Brachipodium
pinnatum. Nelle stazioni più aride sono presenti anche rosa canina (Rosa canina) e
biancospino (Crataegus monogyna). Dove le utilizzazioni sono intense, queste cenosi
possono facilmente degradare. Oltre al brachipodio troviamo Teucrum chamaedris,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 368 di 489
Rev.
0
Geraneum sanuineum, Inula irta e I. salicina, Melampyrum cristatum, Dianthus
ferugineum, Lathyrus latifolius.
Dove il suolo è più profondo e meno arido, compare anche il cerro (Quercus cerris) e il
sottobosco si arricchisce di Colutea arborescens.
Querceti misti (Querceti submesofili - mesofili)
Le specie quercine presenti sono cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus
pubescens), rovere (Quercus petraea), a cui si accompagnano acero opalo (Acer
opalus), acero campestre (Acer campestre), carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello
(Fraxinus ornus), sorbo domestico (Sorbus domestica), ciavardello (Sorbus torminalis),
maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e, su suoli più umidi, carpino bianco
(Carpinus betulus). Più raramente compaiono i tigli (Tilia cordata e T. platypyllos). Tra
le specie arbustive si rilevano: nocciolo, corniolo, sanguinella, biancospini (C. laevigata
e monogyna), beretta di prete (Euonymus europaeus), caprifoglio (Lonicera ssp.) e
Tamus communis. Nello strato erbaceo si trova: Primula vulgaris, Hepatica nobilis,
Cyclamen neapolitanum, viole (V. dehnhardtii, V. reichenbachiana), Polmonaria
vallarsae, Erythronium dens canis, euforbie (E. dulcis, E. amygdaloides),
Physospermum cornubiense, Sanicula europea, Potentilla micrantha. L’elleboro verde
(Helleborus viridis) compare nell’Appennino piacentino e parmense nei pressi della
zona di confine con la Liguria, mentre l’Helleborus bocconei è più diffuso
nell’Appennino Romagnolo.
Tra le specie caratteristiche dei querceti della fascia inferiore (fascia collinare) si
evidenzia il pungitopo (Ruscus aculeatus)e l’agazzino (Pyracantha coccinea), più tipico
di quelli montani (fascia submontana) è il sorbo montano .
Si possono distinguere differenti tipi di querceto in rapporto al suolo e alle disponibilità
idriche:
• Querco-ostrieto: caratteristico di suoli ben drenati e abbastanza ricchi di
carbonati. Specie arboree presenti: roverella (Quercus pubescens), rovere
(raramente) (Quercus petraea) e carpino nero (Ostrya carpinifolia), che tende a
divenire dominate dove le ceduazioni sono state più frequenti. Dove il suolo tende
a divenire più argilloso compare il cerro (Quercus cerris). A queste si
accompagnano: orniello (Fraxinus ornus), sorbi (Sorbus ssp.), nocciolo (Corylus
avellana), corniolo (Cornus mas) e sanguinella (Cornus sanguinea).
• Cerrete: queste formazioni sono presenti dove i suoli sono fortemente argillosi e
acidi di origine silicea; in Emilia Romagna sono tipiche quelle su argille scagliose.
Sono presenti felce aquilina (Pteridium aquilinum), calluna (Calluna vulgaris) e
erica arborea (Erica arborea). Dove queste specie cominciano ad essere prevalenti
si tratta di forme di transizione verso un arbusteto a ginestra dei carbonai (Citisus
scoparius) che rappresenta l’estrema fase di degradazione delle cerrete nei suoli
acidi più poveri.
• Rovero-cerreto: formazioni tipica dei suoli profondi e freschi, poveri o privi di
carbonati. È costante la presenza del carpino bianco (Carpinus betulus). È il tipo
più mesofilo di querceto presente nella regione Emilia Romagna.
Laburno-ostrieti
Si tratta di boschi misti a prevalenza di latifoglie mesofile e si presentano, dal punto di
vista ecologico e strutturale, come una variante appenninica degli orno-ostrieti). Si
tratta di formazioni dominate dal carpino nero (Ostrya carpinifolia), presente con grado
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 369 di 489
Rev.
0
di copertura superiore al 70%, o da specie rustiche (orniello, maggiociondolo) in
stazioni biologicamente povere, monotone, degradate (con flora erbacea di tipo
rustico). La struttura di questi boschi varia a seconda che si siano sviluppati su detriti o
versanti rocciosi umidi e su suoli compatti e asciutti. Nel primo caso si tratta di boschi
rigogliosi, nel secondo di basse boscaglie. Oltre al carpino nero (prevalente) e orniello,
le specie caratterizzanti sono il Laburnum anagyroides (da qui laburno-ostrieti), Acer
opulifolium e Lilium croceum. L’A. opulifolium è una specie che caratterizza i laburno
ostrieti limitatamente all’Appennino settentrionale. Se presente abbondante sesleria
(Sesleria ssp.), vengono denominati anche seslerio-ostrieti; nell’Appennino Emiliano la
sesleria più diffusa in queste formazioni è la S. autumnalis. Gli orno-ostrieti possono
essersi sviluppati anche a seguito di ripetute ceduazioni del querceto-ostrieto.
Boschi riferibili al Tilio-Acerion
Si tratta di foreste di versante (ad esempio sotto Monte Menegosa), valloni e ghiaioni a
prevalenza di acero di monte, olmo montano, acero riccio, frassino, tiglio e acero
opalo, presenti in forre, valloni e su versanti detritici, in stazioni da mesoneutrofile a
neutrocalcifile. Il sottobosco è caratterizzato dall'abbondante presenza di specie
mesofile e le stazioni sono marcatamente ombreggiate e spesso accidentate. Spesso
questi boschi appaiono senza gestione per condizionamenti stazionali. Il problematico
accesso, le dimensioni solitamente ridotte e in mosaico con situazioni differenti sono
alla base delle scarse forme di antropizzazione e di interventi selvicolturali limitati.
Persino le ceppaie appaiono talvolta originate dalla caduta di massi piuttosto che da
ceduazioni. Il controllo dell’evoluzione naturale appare l’orientamento colturale più
corretto anche in funzione di eventuali ripristini.
Boschi igrofili e ripariali
• Formazioni ripariali di montagna:
- Boschi igrofili di ontano bianco (Alnus incana) con faggio (Fagus sylvatica),
frassino (Fraxinus excelsior) e strato erbaceo con specie dei Fagetalia
sylvaticae.
- Boscaglie e arbusteti alveali con dominanza di salici (Salix eleagnos, S.
purpurea, S. alba, S. caprea).
• Formazioni ripariali della fascia collinare
Le specie arboree che caratterizzano queste formazioni sono: Salix purpurea, S.
eleagnus, Pupulus alba e P. nigra.
Dove il corso d’acqua ha carattere torrentizio e da luogo a periodiche inondazioni
prevale S. purpurea con S. eleagnus e pioppo nero a portamento cespuglioso;
dove, invece, il corso d’acqua ha scorrimento meno turbolento possono formarsi
anse dove è presente, oltre alle specie citate, salice bianco (S. alba) , pioppo
tremulo (Populus tremula) e ontano nero (Alnus cordata).
•
Formazioni ripariali di pianura:
Si tratta di alneti con ontano nero (Alnus cordata) e salici (S. aurita, S. caprea, S.
viminailis). Più rari formazioni a pioppo bianco (Pupulus alba) e salice bianco(S.
alba), tipiche dei suoli sabbiosi argillosi più profondi, oggi sostituiti dai pioppeti
artificiali. Nel caso di formazioni a filare si trovano, oltre ai pioppi bianco e nero, gli
ibridi con Populus deltoides; nei filari spiccano, tra le erbe, la Oenothera biennis e
la Solidago serotina di provenienza Nord americana.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 370 di 489
Rev.
0
Boschi di Castagno
La composizione specifica dei soprassuoli a castagno (Castanea sativa) dipende dal
tipo di formazioni naturalmente presenti nelle zone in cui è stata diffusa la coltivazione
del castagno e dalla durata del periodo di abbandono colturale. In Emilia Romagna i
castagneti sono stati estesi principalmente nell’area di competenza naturale dei
querco-ostrieti, dei rovero-cerreti e, a quote superiori, delle formazioni di faggio e dei
tiglio-acereti (tipo di bosco di cui ormai esistono solo rare tracce in questa regione).
Le formazioni boschive (cedui o alto fusto) sono dominati dalla presenza del castagno
con la presenza sporadica di varie specie di latifoglie in relazione alle caratteristiche
stazionali.
•
Cedui di Castagno
Nel caso dei cedui, lo strato erbaceo risulta generalmente assi poco ricco di specie
a causa della forte copertura esercitata dal castagno. Maggiore varietà si riscontra
nelle formazioni derivanti dal taglio delle vecchie selve da frutto, in cui la densità
delle ceppaie di castagni da luogo ad una formazione più rada.
•
Castagneti da frutto
I castagneti da frutto vengono definiti dall’Inventario Forestale della Toscana come
soprassuoli “caratterizzati dalla presenza esclusiva o decisamente preponderante
di piante di castagno ad alto fusto in genere di notevoli dimensioni e sviluppo,
destinate, attualmente o in passato, principalmente alla produzione di frutti”. Il
castagneto da frutto in coltivazione è generalmente caratterizzato da specie
erbacee tipiche del querceto mesofilo, con una certa predominanza delle specie
ossifile: felce aquilina (Pteridium aquilinum), Dryopteris filix mas, Athyrium filixfemina, erica arborea (Erica arborea), ginestra dei carbonai (Citisus scoparius),
calluna (Calluna vulgaris) e, nei tratti più freschi, mirtillo nero (Vaccinium myrtillus).
Faggete
Formazioni dominate dal faggio (Fagus sylvatica) presente con grado di copertura
superiore al 50%. Si tratta di formazioni tradizionalmente governate a ceduo; in molte
zone, a seguito dell’abbandono colturale, sono stati effettuati interventi di avviamento
all’altofusto.
Nella compagine arborea il faggio è dominante, possono essere presenti acero di
monte (Acer pseudoplatanus), sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), sorbo
montano (Sorbus aria), maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum), tiglio (Tilia
cordata) e abete bianco (Abies alba), tasso (Taxus baccata), agrifoglio (Ilex aquifolium)
in relazione al sotto tipo presente.
Le faggete dell’area di interesse del progetto possono essere ricondotte a due sottotipi:
• Faggete neutrofile nordappenniniche - Foreste di faggio (Fagus sylvatica)
mesotrofiche con suoli umificati, neutri o debolmente acidi. Il sottobosco è
caratterizzato da Trochiscanthes nodiflorus, Geranium nodosum e Adenostyles
australis, frequentemente accompagnate da Cardamine bulbifera, Prenanthes
purpurea, Senecio fuchsii, Cardamine heptaphylla. I faggeti diventano il bosco
predominante o esclusivo a partire da circa 1000-1100 m in tutta l’area di studio. In
corrispondenza di impluvi esposti a Nord, nuclei di faggeto si possono spingere
anche fino a 600 m di quota.
• Faggeti con Luzula nivea Si tratta di popolamenti forestali a predominanza di
faggio, cedui o talora a fustaia derivanti da conversione attiva o da invecchiamento
naturale, in stazioni acidofitiche su terreni poveri di basi, lisciviati, su substrati
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 371 di 489
Rev.
0
ofiolitici o arenacei del macigno, a quote variabili del piano montano, generalmente
al di sopra dei 1200 (1000) metri. Per lo più si tratta di formazioni caratteristiche di
suoli impoveriti e acidificati da usi passati (ceduazione intensa, pascolo, ecc) e,
come tali, possono anche costituire un nucleo “azonale” a quote più basse.
Altrimenti si tratta di boschi tipici di zone dove il suolo è limitato nell’evoluzione da
fattori topografici o atmosferici (es. creste, dossi). Il faggio può presentarsi in forma
cespugliosa, soprattutto al limite della vegetazione forestale. L’alleanza di
riferimento è il Luzulo-Fagion, in particolare nell’associazione Luzulo
pedemontane-Fagetum e, alle quote inferiori nel Physospermo-Fagetum. Oltre alla
Luzula, nello strato erbaceo, sono presenti: Hieracium murorum e H. racemosum,
Festuca heterophylla, e Vaccinium myrtillus; dove il mirtillo risulta quasi invadente,
generalmente il faggio presenta uno stato vegetativo stentato e un portamento
nodoso. In questi complessi mancano del tutto le specie di suoli ricchi, tipiche delle
formazioni con faggio, come la Cardamine (heptaphylla e bulbifera).
Boschi di latifoglie naturalizzate a prevalenza di Robinia pseudacacia
I popolamenti di robinia si trovano sia sul versante toscano che sul versante emiliano. Il
sottobosco ha un corredo di specie nitrofile, in particolare rovo e sambuco nero. In
Toscana Arrigoni (1996) ha descritto un Sambuco nigrae-Robinietum pseudoacaciae
dove l’aspetto prevalente è dato dalla componente nitrofila del sottobosco. I termini di
evoluzione di questi robinieti, qualora non vengano ceduati o percorsi da incendio
(disturbi che favoriscono il riaffermarsi della robinia) sono verso i querceti mesotermofili e l’orno ostrieti. Negli impluvi tende all’ordine Populetalia. Sono boschi che
non hanno esposizioni preferenziali e si trovano a quote che vanno dai 200 ai 700 m
s.l.m. sia su depositi sciolti e terrazzi alluvionali, su arenarie e su complessi pliocenici.
La gestione dei robinieti, qualora si effettui, è generalmente a ceduo.
Formazioni artificiali dominate da Pinus nigra, occasionalmente Pinus sylvestris
I rimboschimenti con pino nero e, in misura molto ridotta, con pino silvestre più
facilmente in mescolanza con il primo che messo a dimora in purezza, sono stati
ampiamente effettuati anche in questo tratto dell’Appennino con l’obbiettivo della difesa
idrogeologica del territorio. Le formazioni dominate da pini montani con grado di
copertura superiore al 50% ospitano una flora di tipo submontano.
La situazione attuale di questi rimboschimenti, descrivibili in questo settore come
Pinete eutrofiche (acidofile) di pino nero, è legata essenzialmente agli interventi
selvicolturali adottati e all’età dei popolamenti. La tendenza alla rinaturalizzazione ed
all’evoluzione verso boschi misti di latifoglie dipende infatti, in assenza di interventi
selvicolturali dallo stato di senescenza dei pini e dalla presenza di seme in boschi di
latifoglie nelle vicinanze. La tendenza evolutiva è generalmente verso i Quercocarpineti ma, vista l’ampiezza ecologica e l’uso estremamente diffuso che si è fatto del
pino nero per i rimboschimenti non sono rari casi di evoluzione verso altre tipologie
forestali.
Bosco a prevalenza di abete bianco e/o abete rosso e/o Pseudotsuga douglasia.
Formazioni dominate da abeti (Abies alba, Picea excelsa) con Pseudotsuga douglasii o
conifere microterme con grado di copertura superiore al 50%, con flora di tipo
montano.
• Abetina mesoneutrofila appenninica: Popolamenti puri o misti di con faggio
(Fagus sylvatica), su substrati calcarei o scistoso-calcarei, in stazioni da neutrofile
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 372 di 489
Rev.
0
a mesotrofiche, caratterizzate da sottobosco di Geranium nodosum, Petasites
albus, Trosycantes nodiflora, Sesleria ssp., Calamintha grandiflora, Athyrium filix
foemina, Dryopterix filix-mas, Prenanthes purpurea talora accompagnate da alcune
specie acidofile (Vacciunum myrtillus, Galium rotundifolium, Saxifraga cuneifolia).
Si tratta di popolamenti di origine naturale, piccoli nuclei di abete pressoché in
purezza, generalmente in stazioni di difficile accesso. Tra le specie arboree, oltre al
faggio (in presenza via via crescente nelle zone di transizione con le faggete),
possono essere presenti: sorbo montano (Sorbus aria), sorbo degli uccellatori
(Sorbus aucuparia) e molto raramente larice (Larix decidua). Non sono riporate
abetine di qualche consistenza nell’area di progetto.
Rimboschimenti: I popolamenti di origine artificiale di abete bianco (Abies alba),
talvolta in mescolanza con l’abete rosso (Picea excelsa)e localmente con la
douglasia (Pseudotsuga douglasia), sono più diffusi rispetto a quelli di origine
naturale. In generale si tratta dei più antichi tra i popolamenti di origine artificiale,
realizzati con l’obiettivo di diffondere specie naturalmente già presenti; in questi
soprassuoli possono essere ancora presenti individui relitti di origine naturale. Le
possibilità evolutive sono molto differenziate a seconda delle condizioni stazionali e
dell’attività antropica. Nella maggior parte dei casi questi boschi evolvono, seppur
lentamente, verso boschi di latifoglie, principalmente faggio o, a quote inferiori,
querce; spesso la successione passa attraverso fasi miste con latifoglie pioniere e
mesofile.
Per queste formazioni non sono segnalate specie indicatrici e differenziali, in
quanto si tratta do formazioni artificiali che sostituiscono cenosi originarie, pertanto
la flora erbacea è spesso dipendente da queste ultime.
Boschi misti di latifoglie e conifere
Nell’ambito della vegetazione forestale va infine ricordata una serie di forme di
passaggio fra i tipi precedentemente elencati: le cenosi forestali che ne risultano non
sono facilmente sintetizzabili né a livello fitosociologo, né per quel che riguarda gli
aspetti ecologico-funzionali:
ƒ Formazioni con elementi dei Querceti mesofili e Laburno ostrieti con aceri,
frassino, localmente faggio e castagno;
Si tratta di formazioni di transizione per influenze a volte sintetizzate in
associazioni specifiche, come ad esempio la cerreta con carpino nero e acero,
Aceri obtusati – Quercetum cervidi oppure l’ostrieto emiliano ad acero alpino
Ostryo aceretum opulifolii. Più spesso si tratta di brevi lembi boschivi in fasce di
transizione dove gli elementi dei tipi adiacenti si mescolano pur dando luogo a
strutture funzionalmente autonome.
ƒ Formazioni di fasce di transizione con faggio misto a abete bianco, aceri,
tiglio, carpino, localmente castagno e querce caducifoglie
Tilio-faggeto, con Tilia platypyllos (>800 m di quota)
Si tratta della formazione con faggio più termofila, in cui la presenza di questa specie è
stata favorita rispetto al bosco misto con acero (Acer pseudoplatanus), olmo (Ulmus
glabra), tiglio (Tilia cordata). Oltre al tiglio, sono presenti: acero riccio (Acer
platanoides), tasso (Taxus baccata), agrifoglio (Ilex aquifolium) e, su suoli
sufficientemente umidi, frassino maggiore (Fraximus excelsior) e olmo montano (Ulmus
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 373 di 489
Rev.
0
glabra); si ritrovano anche il nocciolo (Corylus avellana) e, più raramente, orniello
(Fraxinus ornus) e carpino nero (Ostrya carpinifolia).
Le specie erbacee e arbustive sono in parte quelle tipiche dei sottostanti querceti,
come la Primula vulgaris e l’Euonymus europaeus. Nello strato erbaceo sono inoltre
presenti Cephalanthera longifolia, Hedera helix, Lathyrus venetus.
Abieti-faggeto, con Abies alba (1200-1600 m di quota)
Si tratta di una formazione che trova la sua massima espressione nella Foresta di
Sassofratino, tuttavia studi recenti hanno indicato questo tipo di faggeta come
formazione di partenza di soprassuoli con faggio attualmente degradati a seguito
dell’azione antropica (ceduazione e pascolo) che ha determinato la progressiva
riduzione della diffusione dell’abete bianco. È un tipo di faggeta che occupa aree poco
estese ma presenti lungo tutto l’Appennino Emiliano e Romagnolo, in particolare nel
settore occidentale.
Particolarmente diffuse nello strato erbaceo di questo sottotipo di faggete sono:
Polystichum lobatum e P. aculetum, Festuca altissima, Veronica latifolia.Tre le specie
arboree, nelle zone più fredde, possono comparire rari gruppi di abete rosso (Picea
excelsa).
Aceri-faggeto, con Acer pseudoplatanus.
Questo tipo è diffuso principalmente nei suoli pietrosi o in corrispondenza di impluvi e
corsi d’acqua. Queste formazioni sono caratteristiche della parte superiore della fascia
montana, in condizioni di clima molto umido ed oceanico che escludono la presenza
dell’abete bianco. In stazioni di crinale mancano anche le altre latifoglie nobili. Questo
tipo si trova principalmente nell’Appennino romagnolo.
Le specie erbacee presenti sono quelle tipiche della flora igrofila: Adenostyles australis
e A. alpina, Polygonatum verticillatum, Senecio nemorensis, Dryopteris filix mas,
Athyrium filix-femina.
ƒ
Formazioni in fase di rinaturalizzazione con presenza a volte prevalente di
conifere (Pinus nigra, Pinus sylvestris)
Per i cenni descrittivi si rimanda al paragrafo sui rimboschimenti di conifere
montane.
VEGETAZIONE RUPESTRE E DI DETRITO
Rupi serpentinose
Nell’area di studio gli unici affioramenti rocciosi colonizzati da casmofite di estensione
cartografabile sono costituiti da Ofioliti (Serpentine e Basalti). Le falesie e pareti rocciose di
Serpentine sono diffuse dalla fascia centroeuropea fino a quella boreale e sono
caratterizzate da Asplenium cuneifolium e Sedum dasyphyllum. Le pareti basaltiche sono
colonizzate da entità quali Asplenium septentrionale ed Epilobium collinum,che prevalgono
alle quote inferiori, mentre Saxifraga paniculata diviene dominante oltre i 1500 m. Altre
specie accompagnatrici frequenti sono Sedum dasyphyllum e Asplenium trichomanes. Sui
detriti sono segnalati popolamenti ad Achnatherum calamagrostis (su versanti esposti a
Sud nella fascia centroeuropea e subatlantica inferiore) e popolamenti a Minuartia laricifolia
subsp. ophiolitica e Cardamine plumieri su detriti più grossolani.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 374 di 489
Rev.
0
Ghiaioni silicei del piano montano fino al nivale
Nonostante siano riportati in letteratura per la zona di studio, si dubita in una loro reale
consistenza. In questo tipo rientrano infatti le comunità dei ghiaioni silicei dalla fascia
montana superiore a quella delle nevi perenni, che si sviluppano su sistemi crioclastici più
o meno attivi con granulometria variabile e attribuibili all’alleanza Androsacion alpinae
(ordine Androsacetalia alpinae) e la vegetazione dei ghiaioni della fascia montana
dell’Europa occidentale e centrale caratterizzata da comunità alpine spesso ricche in
briofite, licheni e felci (Cryptogramma crispa) attribuibili all’ordine Galeopsietalia a cui sono
stati riferiti i pendii detritici intorno ai 2000 metri di quota delle vette più elevate del settore
centro-settentrionale dell’appennino tosco emiliano. Si tratta di pietraie silicee a lungo
innevamento caratterizzate da clasti di dimensioni decimetriche, negli interstizi dei quali è
presente un suolo ricco in humus che permette la crescita di diverse specie vegetali. Tali
formazioni si differenziano da quelle presenti a quote inferiori per la presenza di Luzula
alpino-pilosa, spesso dominante, grazie alla quale è possibile individuare in questi
ambienti l’associazione Luzuletum spadicee.
Ghiaioni del mediterraneo occidentale e termofili
Il tipi di vegetazione che si riferiscono a questo gruppo appartengono allo Stipetum
calamagrostis (= Achnatheretum calamagrostis); al Rumicetum scutati (aggruppamento
a Calamagrostis varia; Biscutello prinzerae-Alyssetum bertolonii) e altre fitocenosi
dell’Alyssion bertolonii, Cryptogrammo-Dryopteridetum oreadis.
Le prime 3 sono inquadrabili nello Stipetalia calamagrostis, mentre l’ultima
nell’Androsacetalia alpinae. Un discorso a parte meritano le fitocenosi ofiolitiche
dell’Alyssion bertolonii, segnalate nell’area di studio, presumibilmente inquadrabili dal
punto di vista vegetazionale nella classe Festuco-Brometea, che riunisce le
associazioni di prateria più o meno aride, ma che costituiscono a tutti gli effetti
fitocenosi detriticole peculiari se non addirittura endemiche. Lo Stipetum calamagrostis
si rinviene generalmente su detriti fini di matrice marnosa-arenacea presenti nelle fasce
collinare e montana, su pendii esposti nei versanti assolati. È caratterizzata dalla
dominanza della graminacea cespitosa Achnatherum calamagrostis, accompagnata da
Laserpitium gallicum, Scrophularia canina, Epilobium dodonaei.
L’aggruppamento a Calamagrostis varia colonizza pendii e canaloni detritici freschi
esposti a Nord presenti nelle fasce submontana e montana del Crinale tosco-emiliano.
E’ caratterizzato dalla dominanza di Calamogrostis varia, cui si associano specie
glareicole mesofile quali Rumex scutatus, Doronicum columnae, Adenosyles australis,
Leontodon hyoseroides e la felce rupicola Asplenium trichomanes.
La formazione vegetale detriticola certamente più diffusa nelle fasce montana e
subalpina dei Parchi di crinale dell’Appennino tosco-emiliano è senza dubbio il
Cryptogrammo-Dryopteridetum oreadis. L’associazione colonizza accumuli detritici
arenacei, spesso completamente stabilizzati, con clasti di dimensioni da decimetriche a
metriche, in aree soggette a prolungato innevamento. Negli interstizi freschi e ricchi di
humus compresi fra le rocce, si sviluppa una comunità vegetale caratterizzata da
numerose pteridofite, tra cui, oltre a Cryptogramma crispa e D. oreades si annoverano
Dryopteris filix-mas, D. affinis subsp. cambrensis, D. dilatata, D. expansa, Athyrium filixfoemina, A. distentifolium, Polystycum aculeatum, P. lonchitis e Phegopteris
connectilis. Tra le fanerogame più frequenti vi sono Saxifraga rotundifolia, Alchemilla
saxatilis, Hypericum richeri e il raro Geranium macrorrhizum.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 375 di 489
Rev.
0
Pareti rocciose interne silicee con vegetazione casmofitica
Anche in questo caso si includono diverse tipologie vegetazionali casmofitiche delle
pareti rocciose non carbonatiche,
in particolare rupi ofiolitiche colonizzate da Asplenium cuneifolium e rupi arenacee
colonizzate da Primula apennina.
Il Drabo aizoidis-Primuletum apenninae costituisce l’associazione rupicola più diffusa
sulle pareti arenacee della fascia subalpina dell’Appennino tosco-emilano. La forma
tipica si sviluppa sulle rupi esposte nei quadranti settentrionali ed è caratterizzata
dall’endemica Primula apennina e da Draba aizoides, cui si associano Saxifraga
paniculata, Asperula aristata subsp. oreophila, Arenaria bertolonii e Asplenium
septentrionale. Sulle rupi esposte nei quadranti meridionali si sviluppa invece una
variante termofila differenziata da Silene saxifraga, Seseli libanti e Globularia
incanescens. La fitocenosi è presente in tutto il crinale dell’Appennino tosco-emiliano.
La vegetazione più tipica delle rupi ofiolitiche è l’associazione Sedo-Asplenietum
cuneifolii. La si rinviene generalmente sulle pareti esposte nei quadranti settentrionali
ed è caratterizzata dalla felce Asplenium cuneifolium, esclusiva dei substrati ofiolitici,
cui si associano altre specie litofile quali Cardamine plumieri, Robertia taraxacoides,
Ceterach officinarum, Sedum dasyphyllum e Campanula rotundifolia. Le rupi ofiolitiche
esposte nei quadranti meridionali sono colonizzate da aggruppamenti vegetali sempre
inquadrabili nell’Asplenion cuneifolii, ma differenziati dalla presenza di specie più
termofile quali Notholaena marantae, Alyssum bertolonii, Sedum rupestre e Galium
cordifolium. Fitocenosi rupicole ofiolitiche riconducibili al Sedo-Asplenietum cuneifolii ed
aggruppamenti affini sono presenti con notevole diffusione nell’appennino parmense.
Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo AlbiVeronicion Dillenii
Comunità vegetali pioniere delle alleanze Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-Veronicion
dillenii che colonizzano suoli superficiali di superfici rocciose silicee. Si tratta di
vegetazione in grado di colonizzare sia pareti rocciose sia detriti d’alterazione di rocce
silicatiche con specie adatte a sopportare lunghi periodi di siccità o di scarsa
disponibilità d’acqua nel suolo, appartenenti alla famiglia delle Crassulacee, che
formano cenosi pioniere in grado di comportarsi come stabili in condizioni stazionali
estreme. La formazione più frequente nelle aree di indagine vede la prevalenza di
Sempervivum arachnoideum e S. montanum. E risulta generalmente confinata su
affioramenti rocciosi arenacei in prossimità di creste ventose (in particolare lungo lo
spartiacque appenninico principale) oltre il limite della vegetazione arborea.
COLTIVI E AREE URBANE
Seminativi estensivi
Comprendono colture di vario tipo (dai seminativi, prevalentemente cerealicoli, ai prati a
Medicago sativa). Diffusi principalmente nei fondovalle entrano in interferenza diretta con il
progetto di tracciato.
Seminativi intensivi
Comprendono colture specializzate, erbacee e non, ad elevata densità e intensità
colturale fino agli orti, impianti specializzati protetti (coperture, serre, ecc.). Buona parte
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 376 di 489
Rev.
0
dell’agricoltura intensiva e specializzata della Pianura padana rientra in questa
categoria. Vi appartengono anche le attività specializzate dedicate all’allevamento.
Oliveti
Le piantagioni di Olea sativa sono presenti in modo sporadico solamente lungo la Valle del
Magra in Toscana. Solo occasionalmente le piantagioni di olivo possono superare i 700 m
di quota.
Foto 2.4/D: Aree coltivate nei pressi di un nucleo abitato
Vigneti
La coltura della vite è presente nella valle del Nure (Appennino piacentino). I vigneti sono
quasi del tutto assenti dal resto del territorio. Anche i vigneti superano raramente i 700 m di
quota.
Impianti di arboricoltura da legno, Pioppeti
Riguardano sia le zone collinari (dove le specie maggiormente impiegate sono il noce,
il ciliegio, la farnia) che le zone di pianura in impianti specializzati dedicati alla
coltivazione del Pioppo.
Aree urbanizzate e industriali
L’area con maggiore urbanizzazione è legata ai centri che uniscono Fiorenzuola d’Arda a
Piacenza nell’ambito padano; relativamente urbanizzato appare anche il fondovalle del
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 377 di 489
Rev.
0
Magra con Pontremoli. Nel Parmense sono presenti centri urbani di un certo rilievo quali
Borgo Val di Taro, Bedonia e Bardi.
2.4.4
Descrizione dell’uso del suolo lungo i tracciati delle condotte
Metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore DN 900 (36”) in progetto
L’uso del suolo lungo il tracciato della nuova condotta riflette le diverse caratteristiche
fisiche e climatiche che si susseguono dalla valle del F. Magra al settore meridionale
della pianura padana.
Lungo la direttrice di progetto si vengono così individuare i seguenti tratti distintivi,
caratterizzati da usi del suolo sufficientemente omogenei e, tra loro, sensibilmente
diversificati:
Valle del F. Magra (dal km 0 al km 10 circa)
Questo primo tratto è caratterizzato da un’alternanza di superfici boscate, seminativi e
pochi appezzamenti di legnose agrarie (viti ed olivi). Lungo il fondovalle, percorso dal
F. Magra, sono presenti tratti di vegetazione ripariale a prevalenza di salice bianco e
pioppo.
Le formazioni boschive sono dominate da boschi di castagno spesso misti con
conifere, mentre nel fondovalle sono frequenti formazioni di invasione a prevalenza di
robinia; sui versanti più freschi ed a quote inferiori ai 400-500 m si rileva la presenza di
formazioni a prevalenza di carpino nero.
Versante meridionale dell’Appennino (tra il km 10 e il km 25 circa)
Le formazioni nettamente prevalenti sono i boschi di latifoglie a dominanza di
castagno; in particolare, nella zona del Passo del Brattello, sono interessati
rimboschimenti di conifere a prevalenza di douglasia, abete e pino nero. Sopra gli 800900 metri le formazioni prevalenti sono i boschi di faggio.
Fondivalle del F. Taro e del T. Ingegna (tra il km 25 e il km 37 circa)
Questo tratto è caratterizzato da un’alternanza di seminativi e superfici boscate; non
sono presenti colture legnose significative, mentre sono presenti sporadici
appezzamenti caratterizzati da vegetazione incolta. Le superfici a seminativo sono
costituite in prevalenza da colture cerealicole e foraggere; le formazioni boschive sono
in prevalenza costituite da formazioni di cerro e roverella. Lungo il fiume Taro sono
presenti formazioni ripariali a prevalenza di salici e pioppi.
Fondovalle del T. Toncina e crinale tra T. Ceno e T.Arda (tra il km 37 e il km 74 circa)
Questo lungo tratto è caratterizzato da un’assoluta prevalenza di boschi di latifoglie la
cui formazione varia a seconda delle caratteristiche stazionali in cui si trovano a
vegetare:
• a quote intorno a 600-700 m s.l.m. nei versanti più freschi si osservano formazioni
a prevalenza di carpino nero, mentre nelle esposizioni più calde tendono a
prevalere le formazioni a roverella e cerro;
• fra 700 e 900 m s.l.m.i prevalgono le formazioni di castagno;
• oltre 900 m s.l.m. prevalgono i boschi di faggio.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 378 di 489
Rev.
0
Nei pressi di Bore si rileva la presenza di una formazione boschiva mista di latifoglie e
conifere (pino nero e douglasia) oltre che piccoli appezzamenti di seminativo.
Fondovalle del T. Ceno e del T. Chiavenna (tra il km 74 e il km 96 circa)
Questo tratto è caratterizzato da una prevalenza di superfici a seminativo, alle quali si
alternano formazioni boschive di latifoglie (prevalentemente formazioni a carpino nero
e robinieti) e, soprattutto nella parte finale del tratto, vigneti.
Pianura padana (tra il km 96 ed il km 107 circa)
Quest’ultimo tratto è caratterizzato dalla presenza prevalente di seminativi ai quali si
alternano ambiti rurali e, lungo i corsi d’acqua, formazioni ripariali.
Metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (06”) in dismissione
Analogamente a quanto registrato per la condotta in progetto, lungo il tracciato della
tubazione in dismissione si individuano i seguenti tratti caratterizzati da usi del suolo
sufficientemente omogenei e, tra loro, sensibilmente diversificati:
Valle del F. Magra (dal km 0 al km 10 circa)
Questo primo tratto è caratterizzato da un’alternanza di superfici boscate, seminativi e
pochi appezzamenti di legnose agrarie (viti ed olivi). Lungo il fondovalle, percorso dal
torrente Magra, sono presenti tratti di vegetazione ripariale a prevalenza di salice
bianco e pioppo.
Le formazioni boschive sono dominate da boschi di castagno spesso misti a conifere,
mentre nel fondovalle sono frequenti formazioni di invasione a prevalenza di robinia;
sui versanti più freschi ed a quote inferiori ai 400-500 metri si trovano formazioni a
prevalenza di carpino nero.
Versante meridionale dell’Appennino (tra il km 10 e il km 22 circa)
Questo tratto è dominato da formazioni boschive a netta prevalenza di cedui di
castagno; sopra gli 800-900 m s.l.m. iniziano a prevalere le formazioni di faggio; nella
zona del Passo del Brattello sono presenti rimboschimenti di conifere a prevalenza di
douglasia, abete e pino nero.
Lungo questo tratto sono presenti appezzamenti di prato e pascoli e piccole superfici di
seminativo nei pressi dei piccoli centri abitati (ad esempio nei pressi di Grondola).
Fondivalle del F. Taro e del T. Ingegna (tra il km 22 e il km 33 circa)
Questo tratto è caratterizzato da un’alternanza di seminativi e superfici boscate, non
sono presenti colture legnose significative, mentre sono presenti sporadici
appezzamenti caratterizzati da vegetazione incolta. Le superfici a seminativo sono
costituite in prevalenza da colture cerealicole e foraggere; le formazioni boschive sono
in prevalenza costituite da formazioni di cerro e roverella. Lungo il fiume Taro sono
presenti formazioni ripariali a prevalenza di salici e pioppi.
Fondovalle del T. Toncina e alto crinale tra T. Arda e T. Chero (tra il km 33 e il km 54
circa)
Questo lungo tratto è dominato da boschi cedui di latifoglie, ad eccezione della zona
del comune di Bardi, ove sono presenti superfici a seminativo (cereali e foraggere).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 379 di 489
Rev.
0
Le formazioni forestali in questo tratto variano a seconda delle caratteristiche stazionali
in cui si trovano a vegetare:
• a quote intorno a 600-700 m s.l.m. nei versanti più freschi, si trovano formazioni a
prevalenza di carpino nero, mentre nelle esposizioni più calde tendono a prevalere
le formazioni a roverella e cerro
• fra 700 e 900 m s.l.m. si incontrano spesso formazioni a prevalenza di castagno
• oltre 900 m s.l.m. prevalgono i boschi di faggio.
A queste formazioni devono essere aggiunte quelle cenosi costituite da boschi di
invasione, molto frequenti nei bordi di prati e pascoli, composte in prevalenza da piante
di ciliegio, robinia, nocciolo e pioppo.
Basso crinale tra T. Arda e T. Chero e fondovalle del T. Chero (tra il km 61 e il km 84
circa)
Questo tratto, caratterizzato da una morfologia collinare, vede una prevalenza di
superfici a seminativo, al quale si alternano formazioni boschive di latifoglie
(prevalentemente formazioni a carpino nero e robinieti) e, soprattutto nella parte finale
del tratto, vigneti.
Pianura padana (tra il km 84 ed il km97 circa)
Questo ultimo tratto è caratterizzato dalla presenza prevalente di seminativi ai quali si
alternano fabbricati rurali e formazioni ripariali lungo i corsi d’acqua.
2.5
Caratterizzazione faunistica
La composizione e la struttura delle comunità faunistiche risponde a fattori che
agiscono a molteplici scale spaziali da quelle più macroscopiche, come ad esempio le
regioni climatiche, a quelle più locali, come la disponibilità di singole risorse chiave
quali potrebbero essere la presenza di un albero morto o di un affioramento roccioso.
Nel descrivere il quadro faunistico del territorio interessato dall’intervento in esame si
deve tener conto di questa multiscalarità, delle caratteristiche del progetto e della
disponibilità di informazioni.
In considerazione dei fattori citati la componente faunistica è stata analizzata sotto tre
aspetti:
1. La distribuzione sul territorio a vasta scala;
2. La relazione con le tipologie di paesaggi ecosistemici presenti;
3. Il rapporto ecosistemico con le formazioni vegetali individuate.
Lo studio a vasta scala è semplicemente l’individuazione delle specie il cui areale noto
interessa l'area di studio (vedi par. 2.5.1).
Per quanto concerne invece la relazione con la componente paesaggistica
ecosistemica tale valutazione acquista un valore particolare data la sempre maggior
consapevolezza che il paesaggio, inteso in questa sezione in senso ecologico come
insieme di ecosistemi in relazione spaziale e funzionale, è un elemento essenziale per
comprendere e descrivere le comunità animali.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 380 di 489
Rev.
0
Dal risultato dei sopralluoghi effettuati sono stati individuati quattro tipologie di
“paesaggi” principali rappresentativi dell’area in esame: il Fondovalle del Magra, il
Crinale appenninico, i Rilievi emiliani e la Pianura Padana.
Fondovalle del Magra. Si sviluppa dall'inizio del tracciato sino all'altezza di Pontremoli
ed è caratterizzato da una morfologia pianeggiante dominata dal greto del Magra e dai
coltivi che lo circondano. La vegetazione naturale è piuttosto scarsa e limitata
soprattutto alle aree di pertinenza fluviale e a lembi residui tra le colture, più comuni in
prossimità del reticolo idrografico minore. Gli insediamenti sono diffusi ed il sistema
infrastrutturale, dominato dall'autostrada A15 e dalla SS n. 62, piuttosto fitto. A questo
paesaggio ecosistemico sono stati associati, per praticità di analisi, anche i rilievi che
bordano la valle e che sono caratterizzati da una copertura forestale piuttosto continua
con estesi boschi di latifoglie mesofile e soprattutto da castagneti, in parte
abbandonati.
I tracciati in oggetto si sviluppano sulla sponda destra della valle e, tranne pochi tratti,
soprattutto al margine del fondovalle. I rilievi circostanti sono interessati in particolare in
prossimità di Pontremoli dove, per evitare il centro abitato, il percorso sale sulle creste
sovrastanti.
Crinale appenninico. A monte di Pontremoli le morfologie si fanno più aspre e le
quote, che sino ad ora si sono mantenute sotto i 400 m s.l.m., iniziano ad aumentare in
modo deciso ed in pochi chilometri raggiungono lo spartiacque che in questo tratto
dell'Appennino tosco emiliano non è molto alto collocandosi ai 953 m al Passo del
Brattello, dove passa il nuovo metanodotto mentre le vette circostanti si attestano
intorno ai ai 1500 m s.l.m. a Monte Vergastrelli (1453 m) e Monte Molinatico (1543 m)
le due cime maggiori dell'area.
Il paesaggio vegetale, su entrambi i versanti, è dominato dal bosco, in particolare dai
castagneti che solo alle quote più elevate sono sostituiti dalle faggete; sono presenti
anche lembi di cerreta ed estesi rimboschimenti di conifere mentre le praterie sono
confinate a piccole radure nelle parti sommitali dei rilievi. I coltivi sono scarsi e
strettamente legati ai piccoli nuclei abitati che si sono insediati nelle porzioni di
versante più favorevoli. Complessivamente la presenza umana è comunque scarsa
anche se gli estesi castagneti testimoniano di un antico ed intenso uso del territorio.
Rilievi emiliani. Giunti nel fondovalle del Taro il metanodotto in progetto, procedendo
verso nord, attraversa un territorio caratterizzato da rilievi la cui quota massima oscilla
tra 1000 e 1400 metri con pendici in genere non eccessivamente acclivi e solcato da
corsi d'acqua a carattere torrentizio con greti ampi e sassosi. Questo paesaggio
ecosistemico è il più esteso nell’area di studio. Complessivamente ci troviamo di fronte
ad un mosaico di boschi di latifoglie, soprattutto cerrete, ed aree aperte, pascoli, prati e
coltivi, in cui la proporzione delle diverse tessere varia creando contesti dominati dai
complessi forestali nelle aree sommitali e sui versanti più acclivi e dalle formazioni
erbacee sui pendii più dolci o avvicinandosi ai fondovalle.
A questa struttura generale si aggiungono localmente elementi in grado di aumentare
la diversità faunistica ed in particolare alcune aree rupestri ed i greti fluviali che come
detto sono spesso ampi e privi di vegetazione.
Nel complesso il territorio appare eterogeneo ed offre opportunità di insediamento ad
una fauna ricca e diversificata inoltre, pur mostrando evidente l'origine antropica,
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 381 di 489
Rev.
0
presenta lembi naturali di grande pregio. Esso termina con gli ultimi rilievi collinari che
si affacciano sulla Pianura Padana dove i seminativi sono in continuità con quelli
dell'area planiziale. Il tessuto insediativo è diffuso ma non fitto e la rete infrastrutturale
è caratterizzata da un reticolo di strade di piccole e medie dimensioni che pur
permeando l'intera area non crea barriere ecologiche in grado di interrompere la
continuità ecologica.
Pianura Padana. L'ultimo paesaggio ecologico presente nell'area di studio è quello
della Pianura Padana i cui elementi costitutivi sono le colture agrarie intensive,
interrotte da una fitta rete di canali e dalle piccole formazioni arboree associate al
reticolo idrografico. Qui le trasformazioni antropiche hanno radicalmente trasformato il
paesaggio riducendo al minimo gli elementi naturali ed il sistema insediativo ed
infrastrutturale crea un reticolo che permea in maniera capillare il territorio. I corsi
d'acqua rappresentano l'unico spazio significativo lasciato a tutte quelle specie che non
sono in grado di adattarsi ai contesti fortemente antropizzati, come i campi ed i nuclei
abitati, e le comunità faunistiche sono sicuramente impoverite rispetto a quelle sin qui
incontrate. Non di meno non va sottovalutato il valore per la biodiversità che possono
rivestire i contesti meglio conservati che proprio per il loro carattere residuale possono
riservare sorprese inaspettate.
Dal quadro paesaggistico descritto si evince che il territorio in esame, pur nella
diversità delle situazioni ecologiche, si caratterizza per una dominanza delle formazioni
forestali di latifoglie che, ove più continue, ove interrotte da formazioni aperte, sono
comunque sempre, con l'eccezione del tratto terminale in Emilia, l'elemento
caratterizzante il paesaggio vegetale. Sono rilevanti gli ambienti ripariali e di greto dei
corsi d’acqua presenti seppur caratterizzati da portate modeste ed, infine, è molto
scarsa la presenza di praterie montane e di aree rupestri.
2.5.1
Analisi faunistica
La redazione del quadro conoscitivo del sistema faunistico dell’area di studio è stata
condotta sulla base della documentazione bibliografica disponibile, in particolare si è
fatto riferimento alle informazioni fornite dalla Rete Natura 2000 e dal sistema delle
Aree Protette (“Legge quadro sulle aree protette” 394/91).
Per la definizione dell'ampiezza dell'area di studio, variabile in funzione delle
caratteristiche dell'opera e dei gruppi sistematici interessati, sono stati esaminati i siti
tutelati a livello comunitario, i cui confini, ricadono ad una distanza massima di 5 km
dall’asse dei tracciati.
Per ognuno di essi sono state prese in considerazione le specie segnalate nel
Formulario Standard Ministeriale (Rete Natura 2000) e si è evidenziato quanto segue.
Le specie di Invertebrati presenti sono solamente 7, di cui 5 inserite negli allegati alle
direttive comunitarie. In Toscana è tipico il Coleottero trogofilo (Duvalius guareschi
angelae) mentre complessivamente, nel territorio in esame, si individuano le specie
forestali legate ai boschi maturi come Rosalia alpina, caratteristica delle faggete e
Cerambix cerdo e Lucanus cervus più diffuse nei querceti. Il Gambero di fiume
(Austropotamobius pallipes) è segnalato nella sola ZPS IT4020020 “Crinale
dell'Appennino parmense” a causa dell'assenza di ambienti fluviali tutelati.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 382 di 489
Rev.
0
Per quanto concerne l'Ittiofauna sono state individuate solo 5 specie, tutte di interesse
comunitario. Le specie più diffuse sono il Vairone ed il Barbo canino tipiche dei tratti
medio - alti dei corsi d'acqua con fondali ghiaiosi o sabbiosi e corrente vivace.
Tra gli Anfibi sono segnalate 8 specie di cui 3 di interesse comunitario quali il
Geotritone di Strinati, il Tritone crestato italiano ed il Tritone alpestre. Per questa
classe, caratterizzata da una scarsa vagilità, sono particolarmente significativi i siti
direttamente attraversati dal progetto.
Le specie di Rettili sono solo 6, nessuna delle quali è inserita nell'allegato II della
direttiva Habitat. Si tratta di specie piuttosto diffuse con la sola eccezione della Natrice
viperina, estremamente localizzata nell'Appennino tosco-emiliano.
Gli Uccelli sono la classe più rappresentata, in particolare sono segnalate 51 specie di
cui 15 di interesse comunitario. Di queste ultime tuttavia 5 specie non sono presenti nel
periodo riproduttivo e sostanzialmente sono limitate al solo SIC “Boschi dei Ghirardi”
(IT4020026). Si tratta soprattutto di specie legate agli ambienti forestali o ai coltivi
mentre molto rare e localizzate sono quelle di prateria.
Per quanto concerne la classe dei Mammiferi sono state individuate 6 specie di
interesse comunitario di cui 5 sono Chirotteri, un gruppo per il quale gli studi sono
spesso lacunosi; mentre la sesta è rappresentata dal Lupo. Le altre 12 specie di
mammiferi segnalate sono spesso comuni e diffusi come ad esempio lo scoiattolo, la
lepre o il cinghiale e la loro indicazione è frutto delle scelte di chi ha compilato il
formulario piuttosto che della loro effettiva distribuzione.
In conclusione, dall’analisi dei Formulari Standard emerge che, complessivamente, nei
siti tutelati esaminati sono segnale 24 specie animali di interesse comunitario e 5
specie migratrici o svernanti.
2.5.2
Analisi faunistica per ecosistema
Come detto precedentemente la disamina è stata effettuata considerando le quattro
tipologie di paesaggi ecosistemici descritte precedentemente:
• Fondovalle del Magra;
• Crinale appenninico;
• Rilievi emiliani;
• Pianura Padana;
ed inoltre, sette categorie di habitat che fanno riferimento alle grandi formazioni
vegetali:
•
Boschi: Formazioni boschive, sia di latifoglie che di conifere e boschi ripariali
esclusi i filari alberati e le fasce boscate nei paesaggi agrari;
•
Arbusteti: Formazioni preforestali ed arbusteti;
•
Praterie: Praterie naturali, seminaturali e prati permanenti anche quando
parzialmente invasi da cespugli o con alberi sparsi;
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
•
•
•
•
Rev.
Fg. 383 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Coltivi: Aree coltivate, esclusi i prati permanenti, con gli elementi arborei e/o
arbustivi lineari o puntuali tipici del paesaggio agrario;
Aree rupestri: Pareti rocciose verticali o sub verticali ed ambienti ipogei;
Corsi d'acqua: Alvei e relative aree spondali purché non coperte da formazioni
boschive (queste ultime sono comprese tra i boschi); laghi naturali o artificiale,
pozze, sorgenti raccolte d'acqua artificiali, fossi, canali ecc. A questo habitat sono
state assegnate anche quelle specie legate esclusivamente ai boschi ripariali;
Aree urbane:Aree edificate compresi gli edifici rurali.
Nella tabella seguente sono elencati i vertebrati che allo stato attuale risultano presenti
nell'area interessata dal progetto (vedi Tab. 2.5/A). Nelle prime quattro colonne sono
indicati i paesaggi in cui le specie sono presenti. Il livello di dettaglio dei dati, piuttosto
eterogeneo, ha portato a distinguere le segnalazioni relative all'area di studio,
evidenziate in verde, da quelle tratte da ricerche d'area vasta che permettono solo di
valutare se l'area di studio rientri o meno nell'areale noto, evidenziate in grigio. Per gli
uccelli è stato ritenuto opportuno considerare la presenza della specie senza prove di
nidificazione, rappresentata in giallo.
Le successive sette colonne indicano gli ambienti utilizzati che per gli uccelli sono sia
quello di nidificazione che di alimentazione, se diversi. Per gli anfibi, i corsi d'acqua
sono segnalati solo quando utilizzati dagli adulti anche al di fuori del periodo
strettamente necessario alla riproduzione. Ovviamente l'indicazione fa riferimento agli
habitat principali non escludendo quindi che più o meno occasionalmente ne possano
essere utilizzati anche altri.
Anfibi
Salamandra pezzata*
Tritone alpestre*
Tritone crestato italiano
Tritone punteggiato*
Geotritone di Strinati*
Ululone appenninico*
Rospo comune
Raganella italiana
Rane verdi
Rana dalmatina
Rana appenninica*
Rana temporaria*
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti
Salamandra salamandra*
Triturus alpestris*
Triturus carnifex
Triturus vulgaris*
Speleomantes strinatii*
Bombina pachypus*
Bufo bufo
Hyla intermedia
Rana esculenta complex
Rana dalmatina
Rana italica*
Rana temporaria*
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 384 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Rettili
Testuggine palustre*
Orbettino
Ramarro occidentale
Lucertola muraiola
Lucertola campestre
Luscengola comune
Colubro liscio
Colubro di Riccioli*
Biacco
Natrice viperina
Natrice dal collare
Natrice tassellata
Saettone comune
Vipera comune
UCCELLI
Tuffetto
Tarabusino
Germano reale
Falco pecchiaiolo*
Biancone*
Albanella minore*
Astore*
Sparviere
Poiana
Aquila reale*
Gheppio
Lodolaio*
Pellegrino*
Pernice rossa
Starna*
Quaglia*
Fagiano
Gallinella d'acqua
Corriere piccolo
Pavoncella
Beccaccia*
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
Emys orbicularis*
Anguis fragilis
Lacerta bilineata
Podarcis muralis
Podarcis sicula
Chalcides chalcides
Coronella austriaca
Coronella girondica*
Hierophis viridiflavus
Natrix maura
Natrix natrix
Natrix tessellata
Zamenis longissimus
Vipera aspis
Tachybaptus ruficollis
Ixobrychus minutus
Anas platyrhynchos
Pernis apivorus*
Circaetus gallicus*
Circus pygargus*
Accipiter gentilis*
Accipiter nisus
Buteo buteo
Aquila chrysaetos*
Falco tinnunculus
Falco subbuteo*
Falco peregrinus*
Alectoris rufa
Perdix perdix*
Coturnix coturnix*
Phasianus colchicus
Gallinula chloropus
Charadrius dubius
Vanellus vanellus
Scolopax rusticola*
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 385 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
UCCELLI
Piro piro piccolo*
Colombaccio
Tortora orientale dal collare
Tortora
Cuculo
Barbagianni
Assiolo*
Gufo reale*
Gufo comune*
Civetta
Allocco
Succiacapre*
Rondone
Martin pescatore*
Gruccione
Upupa
Torcicollo
Picchio verde*
Picchio rosso maggiore
Picchio rosso minore*
Tottavilla
Allodola
Topino
Rondine montana
Rondine
Balestruccio
Calandro
Prispolone
Spioncello
Cutrettola
Ballerina gialla
Ballerina bianca
Merlo acquaiolo*
Scricciolo
Passera scopaiola
Sordone*
Pettirosso
Usignolo
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
Actitis hypoleucos*
Columba palumbus
Streptopelia decaocto
Streptopelia turtur
Cuculus canorus
Tyto alba
Otus scops*
Bubo bubo*
Asio otus*
Athene noctua
Strix aluco
Caprimulgus europaeus*
Apus apus
Alcedo atthis*
Merops apiaster
Upupa epops
Jynx torquilla
Picus viridis*
Dendrocopus major
Dendrocopus minor*
Lullula arborea
Alauda arvensis
Riparia riparia
Ptyonoprogne rupestris
Hirundo rustica
Delichon urbica
Anthus campestris
Anthus trivialis
Anthus spinoletta
Motacilla flava
Motacilla cinerea
Motacilla alba
Cinclus cinclus*
Troglodytes troglodytes
Prunella modularis
Prunella collaris*
Erithacus rubecula
Luscinia megarhynchos
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 386 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
UCCELLI
Codirosso spazzacamino
Codirosso
Stiaccino
Saltimpalo
Culbianco
Monachella*
Codirossone*
Merlo
Tordo bottaccio
Tordela
Usignolo di fiume
Beccamoschino
Cannaiola
Cannareccione
Canapino
Sterpazzolina
Occhiocotto
Bigia grossa*
Sterpazzola
Beccafico
Capinera
Luì bianco
Luì verde
Luì piccolo
Regolo
Fiorrancino
Pigliamosche
Balia dal collare*
Codibugnolo
Cincia bigia
Cincia dal ciuffo
Cincia mora
Cinciarella
Cinciallegra
Picchio muratore
Rampichino
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
Phoenicurus achruros
Phoenicurus phoenicurus
Saxicola rubetra
Saxicola torquata
Oenanthe oenanthe
Oenanthe hispanica*
Monticola saxatilis*
Turdus merula
Turdus philomelos
Turdus viscivorus
Cettia cetti
Cisticolla juncidis
Acrocephalus scirpaceus
Acrocephalus arundinaceus
Hippolais polyglotta
Sylvia cantillans
Sylvia melanocephala
Sylvia hortensis*
Sylvia communis
Sylvia borin
Sylvia atricapilla
Phylloscopus bonelli
Phylloscopus sibilatrix
Phylloscopus collybita
Regulus regulus
Regulus ignicapillus
Muscicapa striata
Ficedula albicollis*
Aegithalos caudatus
Parus palustris
Parus cristatus
Parus ater
Parus caeruleus
Parus major
Sitta europaea
Certhia brachydactyla
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 387 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
UCCELLI
Pendolino
Rigogolo
Averla piccola*
Averla capirossa
Ghiandaia
Gazza
Taccola
Cornacchia grigia
Corvo imperiale*
Storno
Passera d'Italia
Passera mattugia
Fringuello
Verzellino
Verdone
Cardellino
Fanello
Crociere
Ciuffolotto
Frosone*
Zigolo giallo
Zigolo nero
Zigolo muciatto
Ortolano*
Strillozzo
MAMMIFERI
Riccio europeo
Toporagno comune
Toporagno italico
Toporagno d'acqua
Toporagno acquatico di
Miller
Mustiolo etrusco
Crocidura a ventre bianco
Crocidura minore
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
Remiz pendulinus
Oriolus oriolus
Lanius collurio*
Lanius senator
Garrulus glandarius
Pica pica
Corvus monedula
Corvus corone cornix
Corvus corax*
Sturnus vulgaris
Passer italiae
Passer montanus
Fringilla coelebs
Serinus serinus
Carduelis chloris
Carduelis carduelis
Carduelis cannabina
Loxia curvirostra
Pyrrhula pyrrhula
Coccothraustes
coccothraustes*
Emberiza citrinella
Emberiza cirlus
Emberiza cia
Emberiza hortulana*
Miliaria calandra
Erinaceus europaeus
Sorex araneus
Sorex samniticus
Neomys fodiens
Neomys anomalus
Suncus etruscus
Crocidura leucodon
Crocidura suaveolensis
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 388 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
MAMMIFERI
Talpa europea
Talpa cieca
Rinolofo eurìale*
Talpa europaea
Talpa caeca
Rhinolophus euryale*
Rhinolophus
Rinolofo maggiore*
ferrumequinum*
Rinolofo minore*
Rhinolophus hippsideros*
Barbastello comune*
Barbastella barbastellus*
Seròtino comune*
Eptesicus serotinus*
Pipistrello di Savi*
Hypsugo savii*
Vespertilio di Bechstein* Myotis bechsteinii*
Vespertilio di Blyth*
Myotis blythii*
Vespertilio di Capaccini* Myotis capaccinii*
Vespertilio di Daubenton* Myotis daubentonii*
Vespertilio smarginato*
Myotis emarginatus*
Vespertilio maggiore
Myotis myotis
Vespertilio mustacchino*
Myotis mystacinus*
Vespertilio di Natterer*
Myotis nattereri*
Nottola gigante*
Nyctalus lasiopterus*
Nottola di Leisler*
Nyctalus leisleri*
Nottola comune*
Nyctalus noctula*
Pipistrello albolimbato*
Pipistrellus kuhlii*
Pipistrello di Nathusius*
Pipistrellus di nathusii*
Pipistrello nano*
Pipistrellus pipistrellus*
Orecchione bruno*
Plecotus auritus*
Orecchione grigio*
Plecotus austriacus*
Miniottero di Schreiber* Miniopterus schreibersii*
Molosso di Cestoni
Tadarida teniotis
Lepre comune
Lepus europaeus
Scoiattolo comune*
Sciurus vulgaris*
Quercino*
Eliomys quercinus*
Ghiro
Myoxus glis
Moscardino*
Muscardinus avellanarius*
Arvicola rossastra
Clethrionomys glareolus
Arvicola terrestre
Arvicola terrestris
Arvicola di Savi
Microtus savii
Arvicola delle nevi
Chionomys nivalis
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 389 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
MAMMIFERI
Topo selvatico a collo giallo
Topo selvatico
Topolino delle risaie*
Topo domestico
Ratto nero
Ratto delle chiaviche
Istrice
Nutria
Lupo*
Volpe
Tasso
Donnola
Puzzola*
Faina
Martora*
Cinghiale
Daino
Capriolo
Aree urbane
Corsi'acqua
Aree rupestri
Coltivi
Praterie
Arbusteti
Boschi
Pianura
Colline Emilia
Crinale appennino
Denominazione
Fondovalle Magra
Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito)
Apodemus flavicollis
Apodemus sylvaticus
Micromys minutus*
Mus domesticus
Rattus rattus
Rattus norvegicus
Hystrix cristata
Myocastor coypus
Canis lupus*
Vulpes vulpes
Meles meles
Mustela nivalis
Mustela putorius*
Martes foina
Martes martes*
Sus scrofa
Dama dama
Capreolus capreolus
Dalla tabella si evince che:
• le specie di Anfibi sono 12 di cui 3 di interesse comunitario e 7 inserite nella Lista
Rossa nazionale. I settori più importanti sono quelli montani, Crinale appenninico e
Rilievi emiliani, mentre tra gli ambienti, oltre ovviamente ai corsi d'acqua, va
sottolineato il ruolo che svolgono per questo gruppo sistematico i boschi;
• i Rettili sono probabilmente la classe meno ricca, almeno rispetto alle specie di
interesse conservazionistico. Complessivamente sono segnalate 14 specie
nessuna delle quali è inserita negli allegati alle direttive comunitarie mentre sono
solo 2 quelle presenti nella Lista rossa. Tra gli habitat quelli più importanti sono le
praterie, gli arbusteti ed i coltivi mentre i boschi rivestono un interesse del tutto
marginale;
• gli Uccelli sono la classe più rappresentata con 118 specie presenti solo in periodo
riproduttivo. Di queste 13 sono di interesse comunitario e 28 sono segnalate nella
Lista Rossa nazionale. Ovviamente il quadro per questa classe è molto più
articolato di quelli sino ad ora descritti anche se emerge la ricchezza complessiva
dei boschi che tuttavia si esplica attraverso formazioni vegetali differenti a cui
spesso sono legate in modo più o meno esclusivo le specie, come nel caso ad
esempio della cincia dal ciuffo che si incontra solo nei rimboschimenti di conifere.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
•
SPC. LA-E-83010
Fg. 390 di 489
Rev.
0
Anche la comunità delle aree coltivate è piuttosto ricca soprattutto in quei contesti
in cui si conserva una buona dotazione di elementi naturali e seminaturali come
siepi e filari alberati. Le praterie, poco diffuse nell'area di studio, pur non ospitando
un gran numero di specie assumono un discreto valore in funzione dell'importanza
conservazionistica di molte di esse. Gli altri ambienti svolgono un ruolo marginale o
per la loro scarsità come nel caso delle aree rupestri o per ospitare specie comuni
come nel caso delle aree urbane;
i Mammiferi infine contano 61 specie di cui oltre un terzo sono chirotteri. Questo
ordine è anche il più importante da un punto di vista conservazionistico con 23
specie nella Lista rossa e 10 nell'allegato II della direttiva 92/43/CEE. Da segnalare
anche la presenza del Lupo, unica altra specie di interesse comunitario. Anche per
questa classe i boschi sono l'ambiente più importante da un punto di vista
quantitativo ma, grazie ai pipistrelli, assumono grande rilievo le aree rupestri e
quelle urbane.
Di seguito viene brevemente commentato lo status nell'area di studio delle specie di
interesse conservazionistico. In grassetto sono evidenziate quelle inserite negli allegati
I della direttiva Uccelli e II della direttiva Habitat.
Invertebrati
Gambero di fiume
Specie di interesse comunitario dai dati disponibili risulta presente, in modo diffuso,
solo nei tratti montani e collinari dei corsi d'acqua del versante adriatico.
Anfibi
Geotritone di Strinati
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Segnalato solo
nella valle del Gordana, affluente di destra del Magra. Frequenta le cavità e il sistema
interstiziale soprattutto lungo i torrenti appenninici.
Rana appenninica
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Piuttosto diffusa lungo il crinale appenninico
e nelle aree limitrofe. Manca solo nel paesaggio padano. Vive nei corsi d'acqua
all'interno di aree boscate.
Rana temporaria
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' relativamente diffusa solo lungo il Crinale
appenninico sia sul versante toscano che emiliano dove può essere incontrata in
molteplici ambienti come boschi e praterie purché in prossimità di raccolte d'acqua in
cui si riproduce.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 391 di 489
Rev.
0
Salamandra pezzata
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' diffusa nell'area appenninica, anche a
quote relativamente basse e nell'area di studio è assente solo nel paesaggio Pianura
Padana. Vive principalmente nei boschi di latifoglie.
Tritone alpestre
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. É relativamente diffusa nell'area
appenninica. Piuttosto legata all'acqua dove spesso trascorre l'intera vita.
Tritone crestato italiano
Specie di interesse comunitario, è diffuso e relativamente abbondante in tutta l'area di
studio tranne il Fondovalle del Magra. Preferisce ambienti a quote non molto elevate
ed è piuttosto adattabile potendo vivere anche in stagni e paludi preferibilmente prive di
pesci.
Tritone punteggiato
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalato solo sul versante emiliano dove
appare ampiamente diffuso. Piuttosto eclettico si adatta a una grande varietà di
ambienti acquatici anche parzialmente manomessi.
Ululone appenninico
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata in
un solo sito sul versante toscano del Crinale appenninico all'interno del SIC IT5110002
“Monte Orsaro” relativamente lontano dai tracciati. Si riproduce in piccole raccolte
d'acqua, anche temporanee.
Rettili
Colubro di Riccioli
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili segnalazioni relative
all'area interessata dal progetto. E' comunque presente, quantunque localizzata, in
aree prossime e con caratteri simili a quelli del paesaggio dei Rilievi emiliani.
Natrice viperina
Molto localizzata nei Rilievi emiliani, frequenta esclusivamente i corsi d'acqua.
Testuggine palustre
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è presente solo in Pianura Padana e nei
corsi d'acqua dei Rilievi emiliani, per lo più a quote basse.
Uccelli
Albanella minore
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata, non
comune, solo per le aree collinari e planiziali emiliane. Frequenta le aree aperte sia
incolte che coltivate dove colloca il nido direttamente sul terreno.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 392 di 489
Rev.
0
Aquila reale
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Non risulta la
presenza di coppie nidificanti nell'area direttamente interessata dal progetto mentre ne
sono presenti alcune in porzioni dell'Appennino limitrofe. Si può quindi ipotizzare che
sia il Crinale appenninico che i Rilievi emiliano siano utilizzati da individui non territoriali
o al di fuori della stagione riproduttiva. L'aquila reale nidifica sulle pareti rocciose,
anche di piccole dimensioni, mentre l'attività di caccia si svolge soprattutto nelle aree
aperte.
Assiolo
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è presente solo nel versante adriatico dove
è piuttosto comune ed a volte anche abbondante nei settori Rilievi emiliani e Pianura
Padana. Frequenta sia le aree agricole in cui siano presenti filari alberati, piccoli boschi
ed elementi arborei isolati che parchi e giardini.
Astore
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è diffuso ma non comune nelle aree forestali
dei settori appenninici mentre sembra mancare sia in Pianura Padana che nel
Fondovalle del Magra. Questo accipitriforme è tipico dei boschi estesi e maturi sia di
conifere che di latifoglie.
Averla capirossa
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata come piuttosto localizzata e
poco comune nel solo settore dei Rilievi emiliani. Frequenta le aree coltivate xeriche
dove siano presenti siepi, boschetti, filari ed altri elementi arborei ed arbustivi.
Averla piccola
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale è diffusa ed
localmente comune in tutta l'area di studio. Frequenta le aree coltivate ed i pascoli
montanti purché siano presenti arbusti, alberi isolati, siepi e filari in cui costruire il nido.
Come i suoi congeneri l'alimentazione basata su insetti di medie e grandi dimensioni la
rende particolarmente vulnerabile all'uso di insetticidi nelle pratiche agricole.
Balia dal collare
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale rara e localizzata
nei soli settori Crinali appenninico e Rilievi emiliani. Il suo legame con le formazioni
forestali mature la rende molto sensibile alla gestione selvicolturale che quando troppo
intensa la priva degli alberi maturi nelle cavità dei quali nidifica. I castagneti da frutto
rappresentano spesso un habitat molto idoneo.
Beccaccia
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è un nidificante molto localizzato nei boschi
dei Rilievi emiliani. La beccaccia è molto elusiva e di difficile localizzazione per cui
l'effettiva consistenza della popolazione potrebbe essere sottostimata.
Biancone
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidifica con
pochissime coppie molto localizzate nel versante adriatico del Crinale appenninico e
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 393 di 489
Rev.
0
nei Rilievi emiliani. Questo rapace diurno, che si nutre soprattutto di serpenti, nidifica
nelle aree boscate ma si alimenta per lo più nei pascoli e nei coltivi.
Bigia grossa
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Molto localizzata e rara nei Rilievi emiliani e
potenzialmente anche sul Crinale appenninico essendo segnalata in Toscana in
un'area prossima ed ecologicamente omogenea. Frequenta aree con densa copertura
arbustiva, frutteti oliveti e boschi radi anche se non si può dire che le sue reali esigenze
siano del tutto chiare.
Calandro
Specie di interesse comunitario. Localizzato nei pascoli dei Rilievi emiliani e del Crinale
appenninico. Nidifica nelle aree aperte in particolare quando coperte da formazioni
erbacee xeriche e discontinue.
Codirossone
Specie inserita nella Lista rossa nazionale, è un nidificante localizzato lungo il Crinale
appenninico e nei Rilievi emiliani. La specie, che frequenta le praterie aperte in cui
sono presenti affioramenti rocciosi, è in generale calo nella catena appenninica.
Corvo imperiale
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Allo stato attuale non sembra nidificare
nell'area di studio ma il Crinale appenninico e i Rilievi emiliani possono essere usati da
individui provenienti da territori limitrofi. Il corvo imperiale nidifica sulle pareti rocciose e
sta mostrando un significativo incremento delle popolazioni nidificanti con conseguente
espansione dell'areale.
Falco pecchiaiolo
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante raro e
localizzato nel Crinale appenninico e nei Rilievi emiliani. Per le sue abitudini elusive e
per un'oggettiva difficoltà nell'identificazione può essere sottostimato. Come il biancone
nidifica nei boschi ma si alimenta nelle aree aperte.
Gufo comune
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è un nidificante abbastanza diffuso e
comune nel versante emiliano dove lo si può incontrare dalla pianura sino ai rilievi
appenninici. In Toscana non è segnalato anche se, viste le sue abitudini notturne non
se ne può escludere la presenza. Frequenta le aree boscate e i territori agricoli purché
siano presenti alberi su cui nidificare.
Gufo reale
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente
localizzato come nidificante nell'area dei Rilievi emiliani. Depone le uova sulle pareti
rocciose mentre per la caccia frequenta una grande varietà di ambienti.
Lodolaio
Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata come nidificante, non comune,
solo sul versante emiliano. Frequenta le aree eterogenee in cui boschi e coltivi si
alternano offrendo opportunità per nidificare i primi e territori di caccia i secondi.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 394 di 489
Rev.
0
Martin pescatore
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' presente come
nidificante non comune lungo i principali corsi d'acqua di entrambi i versanti. La sua
distribuzione è più continua nei tratti medio bassi.
Merlo acquaiolo
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Diffusa ma in genere non abbondante lungo
il tratto montano dei corsi d'acqua di entrambi i versanti; manca nella Pianura Padana.
Monachella
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Presente in modo assolutamente puntuale
in pochissimi siti dei Rilievi emiliani. Frequente aree aperte aride, assolate e calde
complessivamente rare nell'area di studio.
Ortolano
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente
raro e localizzato nei Rilievi emiliani. Frequenta aree aperte aride e calde.
Pellegrino
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente
localizzato come nidificante, anche per la scarsità di pareti rocciose adatte alla
deposizione delle uova, la riproduzione è confermata solo per il SIC IT4010008
“Castell'Arquato, Lugagnano Val d'Arda”. La nidificazione è certa anche nella ZPS
IT4020020 “Crinale dell'Appennino parmense” ma per la sua distanza dai tracciati non
riteniamo che questo solo dato permetta di considerare il pellegrino nidificante nel
settore Crinale appenninico che ricordiamo, comprende solo il tratto direttamente
interessato dal nostro progetto. La specie comunque frequenta tutta l'area di studio.
Picchio rosso minore
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' nidificante diffuso ma non comune in
tutto il versante emiliano ad esclusione della Pianura Padana. Non sono disponibili
invece segnalazioni per il versante toscano. Come tutti i picchi questa specie necessita
di alberi maturi in cui scavare il proprio nido ma sembra più forestali dei congeneri
rosso maggiore e verde.
Picchio verde
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante diffuso ed abbastanza comune
in tutti i settori dell'area di studio. Frequenta le aree boscate e i territori agricoli purché
ricchi di filari alberati, fasce arborea parchi, ecc.
Piro piro piccolo
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante localizzato e poco comune nei
greti fluviali dei corsi d'acqua dei settori Fondovalle del Magra e Rilievi emiliani.
Quaglia
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante diffusa ma non abbondante nelle
aree aperte, coltivi e pascoli, di tutta l'area di studio con una certa preferenza per
quelle a quote medio - basse.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 395 di 489
Rev.
0
Sordone
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante molto localizzato nel Crinale
appenninico. Questa specie, tipicamente montana, si riproduce solo nei pascoli
d'altitudine con affioramenti rocciosi che nell'area direttamente interessata dal progetto
sembrano essere molto scarse.
Starna
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. La distribuzione della starna è fortemente
condizionata dalle continue immissioni a scopi venatori che non permettono di
delineare un quadro significativo del suo status. In assenza di questi apporti esterni la
specie sarebbe probabilmente estremamente localizzata e confinata alle aree precluse
alla caccia. Il suo habitat sono le aree aperte sia naturali che agricole.
Succiacapre
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' un nidificante
scarso nelle aree aperte montane e nei boschi del Crinale appenninico e dei Rilievi
emiliani. Si riproduce anche nei greti sassosi dei corsi d'acqua.
Tottavilla
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante
relativamente diffuso e comune nelle aree collinari e basso montane dei due versanti
manca solo nel settore Pianura Padana. Il suo habitat d'elezione sono le praterie con
alberi e arbusti a quote medio basse.
Mammiferi
Lupo
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. La distribuzione
di questa specie, dotata di grande mobilità non è facile da definire in dettaglio. Allo
stato attuale comunque occupa più o meno regolarmente tutta la fascia appenninica
dal Fondovalle del Magra sino alle propaggini più esterne dei Rilievi emiliani. Il cuore
della popolazione è comunque concentrato nelle porzione più interna dell'area di
studio. Il lupo frequenta una grande varietà di ambienti anche se i siti più sensibili,
come ad esempio le tane, sono in genere all'interno dei complessi boschivi.
Martora
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. La specie risulta presente nell'area
appenninica ma non sono disponibili informazioni sul suo status. Frequenta le aree
forestali.
Moscardino
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo
status nell'area di studio.
Puzzola
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo
status nell'area di studio.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 396 di 489
Rev.
0
Quercino
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo
status nell'area di studio.
Scoiattolo comune
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili informazioni sul suo
status nell'area di studio.
Topolino delle risaie
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili informazioni sul suo
status nell'area di studio.
Chirotteri
Le informazioni sui chirotteri sono molto scarse a livello puntuale per cui è stato
possibile definire la composizione potenziale delle comunità sulla base degli areali noti,
mentre è impossibile qualunque commento alla scala locale. Per alcune specie sono
state recuperate informazioni di maggior dettaglio attraverso i formulari standard dei siti
Natura 2000.
Complessivamente questo gruppo sistematico riveste un grande valore per il numero
elevato di taxa di interesse conservazionistico.
Gli habitat frequentati per la riproduzione o lo svernanmento possono essere vari e,
come evidente nella tab 2.5/A, oltre alle aree rupestri, alle grotte e agli edifici, rivestono
un significato particolare le aree forestali mature in cui alcune specie trovano rifugi
idonei nelle cavità degli alberi.
Ittiofauna
L’Ittiofauna necessita una trattazione separata in quanto la sua presenza non è
relazionabile alle quattro tipologie di paesaggio individuate ma la distribuizione delle
specie è strettamente legata ai bacini presenti nel territorio in esame.
Il progetto attraversa due regione biogeografiche distinte: quella Italico – Peninsulare e
quella Padana (Zerunian 2002). La prima comprende il versante tirrenico della penisola
sino alla Liguria esclusa, quello ionico e quello adriatico sino alle Marche meridionali, la
seconda la restante parte del versante adriatico comprese le Marche centrosettentrionali.
Il tracciato dei metanodotti interessa due bacini principali, quello del Magra che sfocia
nel Tirreno ed appartiene alla prima, e quello del Po che si colloca nella seconda. Del
Magra sono coinvolti il tratto intermedio, a valle di Pontremoli e due affluenti, il
Gordana ed il Verde, entrambi nel loro tratto terminale.
Nella porzione Padana i corsi d'acqua coinvolti sono più numerosi e sostanzialmente
fanno riferimento a tre affluenti del Po: il Taro, l'Arda e il Chiavenna. Il primo viene
toccato solo per un breve tratto a monte di Borgo Val di Taro così come è sfiorato il suo
affluente Ceno; più significativa è l'interazione con il torrente Ingenga, e con il torrente
Toncina affluente del Ceno. Va comunque sottolineato che durante i sopralluoghi,
effettuati nel mese di ottobre, i tratti di questi due ultimi corsi d'acqua interessati dal
progetto erano completamente secchi.
Arda e Chiavenna entrano in contatto con i tracciati molto più intensamente ed oltre ad
essi è interessato dall'opera il T. Chero tributario del T. Chiavenna. In particolare un
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 397 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Rev.
0
tratto significativo dei due percorsi, quello esistente e quello di progetto corrono lungo il
Chiavenna ed il Chero.
Nell'analisi delle comunità faunistiche i pesci sono stati suddivisi secondo questi
quattro bacini: Magra, Taro, Arda e Chiavenna e le presenze sono state assegnate,
sulla base dei dati disponibili, in rapporto ai tratti interessati.
In particolare sono state segnalate 19 specie di pesci di cui 6 di interesse comunitario e
7 inserite nella Lista Rossa Nazionale. Dalla tabella si evince la ricchezza faunistica del
Torrente Chiavenna e, in secondo luogo, del Fiume Arda, mentre i fiumi Magra e Taro
ospitano un numero di specie inferiore.
Tab. 2.5/B:
Elenco delle specie ittiche presenti. In grassetto quelle di interesse
comunitario, con asterisco quelle considerate a rischio nella Lista
Rossa nazionale
Specie ittiche
Bacino
Bacino
Bacino
F. Magra
F.Taro
T. Arda
Bacino
T.Chiavenna
Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes)
Alborella (Alburnus alburnus alborella)
Anguilla (Anguilla anguilla)
Barbo canino* (Barbus meridionalis *)
Barbo* (Barbus plebejus *)
Carassio (Carassius carassius)
Carpa (Cyprinus carpio)
Cavedano (Leuciscus cephalus)
Cobite* (Cobitis taenia bilineata *)
Ghiozzo padano* (Padogobius martensii *)
Gobione* (Gobio gobio *)
Lasca (Chondrostoma genei)
Persico reale* (Perca fluviatilis *)
Pseudorasbora (Pseudorasbora parva)
Sanguinerola (Phoxinus phoxinus)
Scardola (Scardinius erythrophthalmus)
Triotto (Rutilus erythrophthalmus)
Trota fario (Salmo trutta)
Vairone* (Leuciscus souffia muticellus *)
Anche per quanto concerne l’Ittiofauna sono state descritte più dettagliatamente solo le
specie di interesse conservazionistico ovvero quelle tutelate a livello comunitario e
quelle inserite nella Lista Rossa Nazionale.
Barbo canino
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata,
rara, solo nell'Arda e nel suo affluente Lubiana in prossimità della loro confluenza.
Frequenta i tratti medio alti dei corsi d'acqua con corrente vivace e fondo ghiaioso o
ciottoloso.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 398 di 489
Rev.
0
Barbo
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' diffuso anche
se non sempre abbondante, in tutti i corsi d'acqua analizzati. Specie a discreta valenza
ecologica frequenta i tratti fluviali con corrente vivace e fondo ghiaioso o ciottoloso.
Cobite
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Diffuso ma non
abbondante nei corsi d'acqua del versante adriatico, frequenta aree con corrente
moderata e fondo sabbioso o fangoso.
Ghiozzo padano
Specie inserita nella Lista Rossa nazionale, è piuttosto diffusa nel tratto medio-alto dei
corsi d'acqua del versante adriatico. Vive nelle aree con corrente moderata e fondo
ciottoloso o ghiaioso.
Gobione
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata solo nel tratto terminale del
Chiavenna. Frequenta aree con corrente moderata e fondo sabbioso o ghiaioso.
Lasca
Specie di interesse comunitario. Presente anche se non troppo diffusa nei corsi
d'acqua del versante adriatico. Frequenta i tratti medio alti dei corsi d'acqua con
corrente vivace e fondo ghiaioso. La specie, che compie brevi migrazioni per la
riproduzione, è molto sensibile alle interruzioni della continuità fluviale.
Persico reale
Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata nel tratto terminale del
Chiavenna in località La Chiusa comune di Cortemaggiore. Frequenta laghi e corsi
d'acqua con corrente scarso o moderata.
Trota fario
La trota è diffusa in tutti i tratti alto-collinari e montani dei corsi d'acqua interessati. La
presenza di questa specie è comunque fortemente condizionata dalle immissioni a
scopo piscatorio.
Vairone
Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Diffuso in tutti i
tratti medio alti dei corsi d'acqua presi in considerazione. Frequenta aree con acque
correnti, fresche ed ossigenate e fondo ghiaioso.
2.6
Siti di importanza comunitaria
Come indicato al paragrafo 9.3 della Sez. I, Quadro di riferimento programmatico, il
progetto in esame attraversa unicamente il Sito di Importanza Comunitaria “Monte
Menegosa, Monte Lama e Groppo di Gora” (Cod. IT4010002) e transita ad una
distanza massima di 10 km dagli areali dei siti tutelati riportati nella tabella seguente
(vedi Tab. 2.6/A, Vol. 2, All.1 Dis. LB-A-83214 “Corografia di Progetto” e Vol. 3, All. 2
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Rev.
Fg. 399 di 489
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
0
Dis. LB-D-83203 "Strumenti di tutela e pianificazione - Normativa a carattere
nazionale").
Tab. 2.6/A: Siti tutelati ubicati ad una distanza minima inferiore di 10 km
dall’opera
Codice
Denominazione
Distanza minima dalla
condotta (km)
DN 900 (36”) DN 750 (30”)
in progetto in dismissione
Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati
IT5110001 SIC “Valle del Torrente Gordana”
0,885
0,905
IT5110002 SIC “Monte Orsaro”
4,050
4,365
IT5110101 SIC “Lago verde di passo del Brattello”
3,310
3,290
IT4020026 SIC “Bosco dei Ghirardi”
0,680
0,735
IT4010007 SIC “Roccia Cinque Dita”
4,380
5,960
IT4020012 SIC “Monte Barigazzo, Pizzo D’Oca”
2,125
2,170
IT4020003 SIC “Torrente Stirone”
4,600
9,920
IT4010008 SIC “Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda”
0,400
0,395
Siti Ubicati a distanze comprese tra 5 e 10 km dai tracciati
SIC “Monte Cornoviglio - Monte Fiorito - Monte
Dragnone”
7,900
8,100
IT4020020 ZPS “Parco dei cento laghi”
9,200
9,560
IT4020010 SIC “Monte Gottero”
5,860
5,735
IT4020013 SIC “Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola”
5,590
6,990
IT4020011 SIC “Groppo di Gorro”
8,030
9,905
IT4020008 SIC “Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino”
8,720
9,515
IT1343511
IT4010018
SIC/ZPS “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco
Ospizio”
9,215
8,240
IT4010017
SIC/ZPS “Conoide del Nure e Bosco di
Fornace Vecchia”
9,120
9,080
L’incidenza della realizzazione dell’opera su siti è illustrata in due relazioni,
rispettivamente dedicate alla percorrenza nel territorio delle regioni Toscana ed Emilia
Romagna, allegate al presente studio di impatto ambientale a cui si rimanda per gli
approfondimenti del caso (vedi Vol. 10, SPC LA-E-83012 e SPC LA-E-83014).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
2.7
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 400 di 489
Rev.
0
Paesaggio
L’area di studio segue il tracciato dell’opera in progetto e va a costituire una fascia
ampia circa 100 km che si estende da Pontremoli a Cortemaggiore e comprende
territori della Toscana (provincia di Massa Carrara) e dell’Emilia Romagna (province di
Parma e Piacenza) - (vedi 2.7/A).
Fig. 2.7/A:
2.7.1
Il percorso del metanodotto in progetto lungo l’Appennino ToscoEmiliano
Individuazione delle unità del paesaggio
La complessità del paesaggio si viene a delineare per interazione tra la componente
geomorfologica e naturale che si è evoluta nel tempo ed i fattori socioculturali che
indirizzano l’azione antropica. Dalla combinazione puntuale di questi tematismi si viene
a delineare una situazione articolata e dinamica, accentuata ancorpiù dall'estensione
dell'area di studio. Per descrivere lo stato attuale del paesaggio dell’area vengono
delineate aree che presentano caratteri di omogeneità per morfologia, copertura ed
utilizzo del suolo, definite “unità di paesaggio”. All'interno di ciascuna unità, data
l'estensione dell'area, si riscontra un'eterogeneità dei caratteri tale da rendere in alcuni
casi necessaria un'ulteriore suddivisione in ambiti paesaggistici.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 401 di 489
Rev.
0
La forte predominanza degli elementi naturali dell’area e la connotazione agraria delle
attività produttive storicamente rilevanti e ad oggi ancora caratterizzanti, fa sì che per
l’area di studio si possano individuare due paesaggi agrari differenti:
•
Paesaggio dell’Appennino Tosco – Emiliano:
− Sub unità dei paesaggi del fondovalle fluviale;
•
Paesaggio del piacentino:
− Sub unità del paesaggio collinare;
− Sub unità del paesaggio di pianura.
Paesaggio dell’Appennino Tosco- Emiliano
Il paesaggio dell’Appennino Tosco - Emiliano comprende e caratterizza il tracciato in
progetto da Pontremoli sino a Lugagnano Val D’Arda.
Questo ambito territoriale è contraddistinto dalle quattro valli principali dei fiumi Magra,
Taro, Ceno e Arda, i cui caratteri vengono descritti dal sistema dei rilievi appenninici
montani e pedemontani e dalle valli laterali dei corsi d’acqua a carattere torrentizio.
Il territorio presenta una stretta relazione tra morfologia, organizzazione del sistema
insediativo ed assetti agrari dei versanti sottostanti, organizzati in funzione della
massima produttività agricola. Accanto agli ambiti ad alta naturalità che costituiscono le
formazioni arboree ed arbustive descritte, si collocano gli ambiti agroforestali che, ad
eccezione di quelli dell’area padana, presentano livelli di meccanizzazione molto bassi
e mantengono pertanto un ruolo prioritario nel determinare la componente ecologica
del paesaggio.
Sulla base delle differenti tipologie di uso del suolo si possono individuare alcune zone
che presentano caratteristiche omogenee:
•
le aree collinari, nei dintorni dei principali abitati di versante, caratterizzate da
colture di tipo promiscuo finalizzate all'autoconsumo familiare. Le principali
tipologie colturali sono rappresentate dalle consociazioni tra vite e/o olivo con
erbaio e/o cerealicoltura e/o orticoltura. Buona parte di queste colture, situandosi
su terreni piuttosto acclivi, risultano sistemate a terrazze, sostenute in genere sia
da muretti a secco che da ciglioni (vedi fig. 2.7/A)
L'attività colturale è quindi non meccanizzata, svolta con macchine agricole di
modeste dimensioni, atte soprattutto al trasporto di legna, concimi, etc. Nel
complesso l'attività agricola di queste aree è ancora efficiente anche se
cominciano a notarsi, soprattutto nei dintorni di alcuni centri, progressivi abbandoni
dei terreni meno fertili o di quelli percorsi dal fuoco. In queste aree si instaurano
generalmente successioni ecologiche piuttosto dinamiche che portano, nel volgere
di pochi anni, alla formazione di vere e proprie boscaglie.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fig. 2.7/A:
•
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 402 di 489
Rev.
0
Coltivazioni sulle colline presso Vernasca
le aree montane nel tempo hanno risentito dell'influenza delle componenti
morfologiche, delle caratteristiche orografiche, della fertilità, delle varie forme di
agricoltura e del tipo di clima prevalenti nell'area. In queste zone si riconoscono
ancora i segni di un passato agricolo estremamente povero, legato alla
coltivazione dei terrazzamenti ricavati sulle pendici montane meno acclivi.
Attualmente queste aree sono state abbandonate, se si escludono piccoli lembi di
terreno situati spesso in pendenza ed a quote sfavorevoli, coltivati perché
localizzati nei pressi di nuclei abitativi e destinati ai bisogni di questi. Le principali
fisionomie riscontrate sono rappresentate dal pascolo arborato nel quale le specie
arboree più frequenti sono cerro, roverella, castagno e acero campestre. Non sono
rari i tratti con presenza anche abbondante di arbusti tra i quali ricordiamo rovo,
lampone, rosa canina, biancospino, prugnolo, ginestra dei carbonai, corniolo, erica
carnea, erica scoparia, erica arborea, brugo, mirtillo nero. Spesso gli arbusti hanno
funzione divisoria. Lo stato colturale dei pascoli appare ordinario, una buona parte
della superficie risulta infatti utilizzata razionalmente attraverso l'impiego di
recinzioni mobili atte alla rotazione del pascolamento.
Gli elementi caratterizzanti l’unità sono dati da una sostanziale integrità dei valori del
paesaggio montano e pedemontano cui si contrappongono fattori di compromissione e
di alterazione delle relazioni tra sistemi infrastrutturali insediativi e risorse naturali ed
ambientali, in corrispondenza del fondovalle del Magra, del Taro e del Ceno e
dell’Arda. Questa disomogeneità nelle caratteristiche antropiche e geomorfologiche dà
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 403 di 489
Rev.
0
luogo alla definizione di una sub-unità distinta che potremmo definire “subunità dei
fondovalle fluviali”.
Subunità dei fondovalle fluviali
I sistemi vallivi interessati da questa subunità del paesaggio sono la Val di Magra,
presso Pontremoli in provincia di Massa Carrara, la Val di Taro e la Val di Ceno in
provincia di Parma, la Val dell’Arda in Provincia di Piacenza. Gli elementi che
permettono di riunire questi territori in uno stesso ambito sono riconducibili alla
presenza di appezzamenti di medie dimensioni (con lunghezze orientate lungo la
massima pendenza di circa 100 m), meccanizzati e sistemati generalmente a rampe.
Le colture che vengono qui condotte sono spesso ad indirizzo foraggero ma sono
presenti anche piccoli appezzamenti a cerealicoltura e colture irrigue a mais. A
differenza delle aree agricole di collina, queste si possono definire in condizioni di
ordinarietà, in quanto le caratteristiche morfologiche e la fertilità del terreno permettono
un’agevole meccanizzazione e discreti risultati produttivi. Sui terrazzi alluvionali e nel
fondovalle principali il paesaggio agrario è ancora leggibile nel suo disegno geometrico
originato dalla diversificazione colturale su fondi parcellizzati, anche se risulta talvolta
minacciato dalla diffusione insediativa.
L’attività agricola prevalente è quella delle colture erbacee anche se appaiono
caratterizzanti insediamenti produttivi legati all’allevamento di bovini, ovini ed equini.
Il sistema insediativo del fondovalle è cresciuto lungo le principali vie di comunicazione
moderne ed anche attorno ai nuclei storici (Pontremoli, Borgotaro, Bardi e Lugagnano),
estendendosi per consistenza e dimensione nel territorio rurale circostante fino ad
impegnare aree libere di pertinenza fluviale.
Le aree a margine dei corsi d’acqua sono anche interessate da una forte
antropizzazione legata al proliferare di attività estrattive ed industriali delle cartiere, dei
cementifici, delle segherie.
Paesaggi del piacentino
Il paesaggio piacentino corrisponde al versante dell’Appennino che degrada verso la
Pianura Padana ed è caratterizzato dalla duplice componente collinare e pianeggiante.
Sub unità della fascia collinare
La fascia appenninica piacentina presenta paesaggi che appaiono fortemente
condizionati dall’origine geologica dell’area. I fenomeni di inarcamento,
sovrascorrimento ed addensamento di più unità tettoniche, responsabili dell’orogenesi
appenninica, hanno dato luogo a differenti strutture e componenti litologiche.
Questi differenti aspetti litologici, insieme agli eventi climatici e tettonici del passato,
conferiscono al territorio forme particolari e diversificate anche lungo le stesse vallate.
Nella zona del margine appenninico, in corrispondenza dello sbocco in pianura dei
corsi d’acqua Chiavenna ed Arda, si trovano, alternati alle conoidi ghiaiose su cui essi
scorrono una serie di costoni collinari, a sommità piatta, che verso valle gradatamente
si vanno a raccordare al territorio pianeggiante.
Questa morfologia, detta dei terrazzi quaternari, deve la sua formazione ad
un’alternanza di cicli erosivi e di sedimentazione che si succedettero nel Pleistocene
medio-superiore. In particolare, lungo le scarpate delimitanti i pianalti, si possono
ancora riscontrare lembi residui di bosco ed affioramenti più recenti di argille e sabbie.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 404 di 489
Rev.
0
Gli ambiti collinari sono caratterizzati principalmente dalle fasce dei querceti mesofili;
differenti tipologie vegetazionali si manifestano a seconda della condizioni climatiche
locali, della disponibilità idrica nel corso dell’anno, della diversa natura geologica del
substrato e quindi del chimismo e della struttura del suolo. Lungo i pendii caldi e
asciutti sono presenti querceti misti a roverella (Quercus pubescens) e, nelle stazioni
più umide e fresche dove i substrati sono prevalentemente argillosi, a cerro (Quercus
cerris). In questa associazione entrano di norma anche il carpino nero (Ostrya
carpinifolia), l’acero (Acer spp.), l’orniello (Fraxinus ornus) e il nocciolo (Corylus
avellana).
La vegetazione naturale ricopre complessivamente circa il 22% della bassa collina
mentre la restante area è occupata dagli insediamenti dalle infrastrutture antropiche e
dalle colture agrarie. Quest’ultime, sugli appezzamenti di piccole dimensioni, sono
rappresentate da colture a rotazione nella bassa e media collina (erba medica e cereali
come orzo e frumento) e vigneti nelle colline a bassa quota esposte a SSE (vedi fig.
2.7/B). Di particolare pregio paesistico sono le superfici vitate che circondano il borgo
medievale di Vigoleno e Castell’Arquato.
Fig. 2.7/B:
Vigneti presso Vigolo Marchese
Passando all’alta collina le coltivazioni regrediscono progressivamente lasciando più
spazio a boschi misti e cespugliati che occupano il 44% del territorio. In generale i
boschi collinari hanno subìto pesanti condizionamenti a scapito della loro struttura e
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 405 di 489
Rev.
0
composizione, dovuti principalmente alla loro utilizzazione prevalente a ceduo (85%
della superficie boscata), per la quale gli alberi non raggiungono mai le altezze che
avrebbero in condizioni naturali e si assiste ad un impoverimento generalizzato di
specie. L’introduzione in epoca romana del castagno (Castanea sativa) ha sostituito
l’originario bosco di querce nelle zone più umide e meno argillose ma attualmente nelle
aree collinari è stato pressoché abbandonato ed è in fase di naturale regresso a causa
del progressivo riaffermarsi delle specie originarie.
Sub-unità del paesaggio della pianura piacentina
La pianura piacentina di origine alluvionale, può essere suddivisa in “bassa pianura” ed
“alta pianura” separate dalla fascia delle risorgive che, all’interno dell’area di studio,
corrisponde alla Via Emilia tra Fiorenzuola e Cortemaggiore.
L’alta pianura è formata essenzialmente da vasti depositi alluvionali ad ossatura
ghiaiosa e ghiaioso-sabbiosa che assumono la tipica forma più o meno convessa, che
si apre a ventaglio, in corrispondenza dello sbocco in pianura dei fiumi appenninici a
quota 150-175 m s.l.m.
Nella pianura piacentina l’originario paesaggio costituito dalla foresta planiziale è stato
sostituito da insediamenti urbani e colture agrarie di tipo intensivo anche se ne
permangono tracce nelle siepi con alberi secolari e nelle piccole aree boscate ad alto
fusto. Lungo le siepi gli arbusti sono rappresentati principalmente da sanguinella
(Cornus sanguinea), rosa canina (Rosa canina), biancospino (Crataegus monogyna),
sambuco nero (Sambucus nigra), caprifoglio delle siepi (Lonicera xylosteum) e pallon di
neve (Viburnum opulus). Nella fascia alto arbustiva si rinvengono salici (Salix spp.),
nocciolo (Corylus avellana), carpino bianco (Carpinus betulus) e acero campestre (Acer
campestre). Dalla fascia ad alti arbusti spiccano gli alberi, solitamente pioppi neri
(Populus nigra), noci (Juglans regia), farnie (Quercus robur), roveri (quercus petraea),
ciliegi selvatici (Prunus avium).
Il metanodotto in progetto procede in prossimità degli ambiti ripariali dei Torrenti Arda e
Chiavenna, caratterizzati da associazioni vegetali igrofile costituite da specie a legno
tenero: salice bianco (Salix alba), pioppi (Populus nigra e Populus alba) e ontani (Alnus
glutinosa).
La pianura è caratterizzata da depositi argilloso-limosi e da una generale morfologia
piatta sulla quale si può riconoscere il paleoalveo del T. Arda, presso Cortemaggiore.
L’uso del suolo è prettamente agricolo anche se intervallato dalle reti infrastrutturali e
da nuclei urbani (vedi fig. 2.7/C).
Gli appezzamenti evidenziano un’intensa parcellizzazione con lotti regolari con sviluppo
sud-nord secondo la naturale pendenza. L’ordinamento produttivo prevalente è
rappresentato dalla monocoltura (mais, barbabietola, soia, orzo ma anche vite ed alberi
da frutta) condotta con elevato impiego di macchine e mezzi tecnici. Gli insediamenti
agricoli mantengono in alcuni casi la tipologia della cascina fortificata a corte chiusa e
sussistono sul territorio numerose aziende agricole di discrete dimensioni. Elemento
percettivo associato al paesaggio agrario di pianura è costituito dalla rete dei canali
artificiali intrecciati a maglia ortogonale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 406 di 489
Rev.
0
Fig. 2.7/C: Coltivazioni intensive presso il Nodo di Cortemaggiore
2.7.2
Analisi degli aspetti percettivi del paesaggio
L’analisi della percezione visiva del paesaggio è stata condotta esaminando tutti gli
elementi di origine naturale ed antropica, intesi come segni che l’osservatore
percepisce dal paesaggio.
In particolare si è realizzato un rilievo fotografico dello stato attuale dell’area
d’intervento e del contesto paesaggistico in coincidenza con luoghi di normale
accessibilità e da punti e percorsi panoramici, dai quali è stato possibile cogliere con
completezza la fisionomia fondamentale del territorio.
Il cantiere per la realizzazione del metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore si
svilupperà all’interno di una grande area in gran parte compresa nell’Appennino ToscoEmilano, in parte minore nella Pianura Padana. Il tracciato in progetto seguirà un
percorso di circa 100 Km, orientato lungo l’asse nord-sud attraverso le province di
Massa Carrara, Parma e Piacenza.
Lungo il percorso da Pontremoli a Cortemaggiore, sono stati rilevati e selezionati 34
punti sensibili, localizzati in prossimità di aree protette come parchi, riserve naturali, Siti
di Importanza Comunitaria. Altri punti sensibili sono stati rilevati in prossimità dei luoghi
abitati o di viabilità attigua al cantiere di progetto; infine si sono presi in esame anche
quei luoghi contraddistinti per la loro valenza o significato storico ed ambientale, fra cui
alcuni già disciplinati dal Dlgs 42/2004 come di interesse paesaggistico (bellezze
d’insieme, aree di interesse storico e archeologico, boschi ecc.).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 407 di 489
Rev.
0
Dall’analisi condotta è emerso un paesaggio caratterizzato principalmente dalle
montagne e dalle valli appenniniche. Nell’avvicinarsi a Cortemaggiore il paesaggio
collinare Piacentino e della Pianura Padana prende il posto di quello Appenninico, le
grosse aree coltivate meccanicamente, i centri urbani ed industrializzati si sostituiscono
alle aree boschive - forestali ed ai piccoli centri abitati rurali. Questo paesaggio
dicotomico, sembra avere una continuità o meglio un’analogia solo in alcuni ambiti
delle principali valli fluviali Appenniniche, dove prevalgono intense antropizzazioni.
Punto 1 (Autostrada A15 presso Loc. Migliarina) - Il punto di osservazione si colloca
nella valle del F. Magra, lungo l’autostrada A15 in direzione Parma, all’altezza della
località di Migliarina; il traffico che procede a velocità sostenuta, risulta continuo,
contraddistinto da mezzi commerciali. Il paesaggio, sullo sfondo ed ai lati, in
lontananza, vede emergere i rilievi montuosi appenninici. In primo piano, sul lato
destro, sarà realizzato il cantiere per il nuovo metanodotto che correrà parallelamente
all’autostrada. Sempre nella stessa area sono visibili le paline che indicano la presenza
di un metanodotto esistente. Il paesaggio agrario è caratterizzato da territori coltivati in
modo intensivo a granoturco e foraggio, sempre sulla destra, anche se non visibile,
scorre l’alveo del F. Magra; è infatti visibile la tipica vegetazione arbustiva ed arborea
ripariale che si sviluppa oltre i terreni coltivati.
A sinistra del rilevato autostradale si scorgono pioppeti messi a protezione per mitigare
la presenza dell’autostrada nei confronti di alcune aziende agricole. Oltre la prima
fascia limitrofa all’autostrada prevale una vegetazione arborea più naturale costituita
principalmente da cerri, roverelle e castagni che gradualmente, intensificandosi,
ricoprono i pendii della valle.
La percezione dell’impatto per la realizzazione del cantiere di progetto, risulta
pienamente compatibile con il contesto, in quanto già contraddistinto da una forte
antropizzazione (vedi fig. 2.7/D).
Punto 2 ( presso Loc. Ponticello) - Il punto sensibile è stato rilevato presso la
Località Cantiere Ponticello, frazione del Comune di Filattiera, nelle vicinanze
dell’autostrada A15. Il punto di osservazione ricade all’interno della Valle del Magra, in
un’estesa area tutelata come zona di interesse storico archeologico secondo il D.L.gs
42/2004. Difatti il territorio denominato come Lunigiana, presenta numerosi ritrovamenti
di epoca preistorica (statue stele), romana ed edifici medioevali (dinastia Malaspina).
La Lunigiana è una regione storica della Toscana e della Liguria che deve il suo nome
alla città di Luni, colonia romana fin dal II secolo a.C., famosa per il porto marittimo alla
foce del fiume Magra. I Romani dovettero affrontare i Liguri, un'antica e fiera
popolazione di origine celta, tuttora viva nel ricordo grazie alle statue stele, misteriose
figure antropomorfe risalenti a partire dal III millennio a.C. fino agli albori dell'età
storica, circa nel VI secolo a.C.
Il punto sensibile rilevato evidenzia un paesaggio agrario esteso tipico dei territori di
fondo valle; in primo piano, isolati alberi che costituivano filari definiscono i limiti di
proprietà dei terreni; sulla destra sono visibili le paline del metanodotto esistente.
Sempre sulla destra una ricca vegetazione arbustiva ed arborea costeggia l’alveo del
Fiume Magra; dietro al corso d’acqua, sullo sfondo, rilievi collinari e montani ricoperti
da boschi definiscono i limiti fisici dell’ampiezza della valle fluviale.
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 408 di 489
Rev.
0
Nell’area analizzata non emergono incompatibilità con la presenza del cantiere di
progetto, nell’intorno si riscontrano isolate abitazioni e annessi rurali funzionali
all’attività agricola (vedi fig. 2.7/D).
Fig. 2.7/D:
Punto 1 (autostradale A15 presso la località Migliarina) e Punto 2
(presso la località Cantiere Ponticello)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 409 di 489
Rev.
0
Punto 3 (presso Pontremoli) - Il punto sensibile si colloca nella periferia urbana del
Comune di Pontremoli in un’area boschiva; il punto rappresentato, analogamente a
quello precedente, ricade nell’ambito tutelato dal DL.gs. 42/2004 come area d’interesse
storico archeologico.
Il luogo è utilizzato dai residenti per accedere e fruire delle numerose aree verdi
boschive che si sviluppano nelle vicinanze. In primo piano ed in lontananza, si
scorgono le paline segnalitrici del metanodotto che sarà dismesso e sostituito.
La vegetazione è costituita da una folta presenza arborea, composta da castagni e
principalmente da Robinia pseudoacacia, questa specie alloctona, di tipo invasivo, si
sviluppa con facilità presso aree in parte marginali in cui riesce a sostituirsi alle specie
originarie del luogo, causando la perdita di biodiversità del sistema.
Le abitazioni residenziali risultano lontane, la realizzazione del cantiere per il nuovo
progetto appare in sintonia con il contesto analizzato (vedi fig. 2.7/E).
Punto 4 (presso SIC IT5110001 “Valle del Torrente Gordana”) - Il punto di rilievo
fotografico si colloca presso il SIC IT5110001 “Valle del Torrente Gordana”, per la
precisione si colloca nelle vicinanze della frazione di Castagnetolo, una piccola località
composta da quattro o cinque abitazioni.
Si precisa che dal SIC Valle del Torrente Gordana non si ha alcuna visibilità dell’area di
cantiere poiché si sviluppa su una valle adiacente e separata rispetto alla Valle del
Magra. L’unico luogo dal quale si potrebbe avere una percezione dell’area di progetto è
sul crinale collinare che separa le due valli e dal quale è stato effettuato il rilievo
fotografico ad una quota approssimativa di 500 metri s.l.m.
Il paesaggio analizzato è condizionato dalla frequente presenza di intensi fenomeni
nebbiosi e temporaleschi che si presentano in particolar modo nella stagione autunnale
ed invernale.
La vegetazione in primo piano non ha un aspetto naturale ma è fortemente
condizionata dall’attività dell’uomo, si mescolano specie introdotte, come la Robinia
pseudoacacia il pioppo cipressino, ad essenze impiantate per il ripopolamento arboreo,
quale il pino silvestre, oltre ad essenze maggiormente naturali quali castagni e cerri.
Sullo sfondo è visibile il ponte dell’autostrada A15 che attraversa la Valle del Magra;
immediatamente sotto, in fondovalle sulla destra della ripresa fotografica, si colloca il
cantiere per il nuovo metanodotto. L’area di progetto è completamente celata dalla folte
presenza arborea e dalla morfologia delle pendici del Monte Codolo dal quale è stato
effettuato il rilievo fotografico (vedi fig. 2.7/E).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fig. 2.7/E:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 410 di 489
Rev.
0
Punto 3 (presso Pontremoli) e Punto 4 (presso il SIC “Valle del
torrente Gordana”)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 411 di 489
Rev.
0
Punto 5 (Via Dobbiana Macerie, presso Loc. Macerie) - Il punto di osservazione è
stato rilevato sopra la Costa di Dobbiana, un promontorio collinare che si affaccia sulla
Valle del Magra e, conseguentemente, anche sull’area di progetto del nuovo
metanodotto.
L’osservazione è stata effettuata ad una quota di circa 500 m s.l.m. sulla strada che
conduce alla vicina frazione di Macerie.
Il paesaggio è di tipo collinare, caratterizzato da diverse aree strappate al bosco e
convertite in terreni agricoli; gli appezzamenti seguono la morfologia del terreno
caratterizzato da forti acclivi, prevalgono le coltivazioni a foraggio oltre a vigneti sparsi
di modeste dimensioni.
Sullo sfondo, appena sotto il punto di osservazione, sono visibili le frazioni di Scorcetoli
e Cantiere Ponticello; passando oltre con lo sguardo si intravede il Fiume Magra, oltre
a quest’ultimo, in una posizione leggermente sopraelevata rispetto alla valle, si
sviluppa il cantiere di progetto per il nuovo metanodotto che correrà nelle vicinanze
dell’autostrada A15.
A seguito delle deduzioni soprascritte si ritiene che la cantierizzazione dovuta al nuovo
progetto non apporti alcun elemento perturbativo alla qualità visiva del paesaggio (vedi
fig. 2.7/F).
Punto 6 (SP 39 presso Località di Grondola) - Il punto sensibile si colloca sulla
strada provinciale n. 39 del Brattello, in direzione della frazione di Grondola
amministrata dal Comune di Pontremoli.
La strada provinciale percorre il tratto appenninico in un contesto paesaggistico
suggestivo, dominato da folti boschi che in numerosi tratti si richiudono al di sopra di
essa.
La strada è caratterizzata da un traffico sporadico e locale, ai lati si sviluppano aree
boschive che vedono prevalentemente essenze quali i castagni a ceduo, cerri e
roverelle; nell’immediato margine stradale si rilevano anche essenze arbustive ed
alberi di robinia.
Il progetto del nuovo metanodotto sarà realizzato proprio lungo il tratto stradale; vista la
tipologia dell’opera si ritiene che il cantiere non apporterà alcun elemento di
compromissione del paesaggio analizzato (vedi fig. 2.7/F).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fig. 2.7/F:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 412 di 489
Rev.
0
Punto 5 (presso la località Macerie) e Punto 6 (lungo la SP39 nei
pressi della località Grondola)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 413 di 489
Rev.
0
Punto 7 (SP 39 presso Località Grondola) - Il punto è stato rilevato sulla strada
provinciale n. 39, circa 500 metri dopo la frazione di Grondola; in questo luogo il
tracciato in progetto si sovrappone al metanodotto in dismissione utilizzando lo stesso
corridoio tecnologico.
In primo piano possiamo osservare la presenza delle paline di segnalazione del
metanodotto in dismissione.
Ai lati della strada possiamo notare la folta presenza di aree boschive che la
lambiscono costituite principalmente da castagni tenuti a ceduo.
Si rileva una presenza di traffico sporadico, caratterizzato dalla sola presenza di
autoveicoli dei residenti per gli spostamenti locali.
Alla luce delle caratteristiche soprascritte, si ritiene che il nuovo progetto per il
metanodotto sia compatibile con il contesto analizzato (vedi fig. 2.7/G).
Punto 8 (Passo del Brattello) - Il punto sensibile è stato rilevato presso il Passo del
Brattello a circa 1000 m s.l.m. Il progetto del nuovo metanodotto dopo avere
attraversato la stretta valle del torrente Gordana, si inerpica sulla conformazione
montuosa del Monte Cucco, sino a sopraggiungere ed attraversare la SP 39 all’altezza
del Passo del Brattello, luogo di confine fra le Regioni Toscana ed Emilia Romagna e
fra la Provincia di Massa Carrara e di Parma.
Sul Passo, ed in generale per tutto lo sviluppo della strada provinciale, si presenta uno
scenario dal punto di vista paesaggistico molto suggestivo, apprezzato specialmente
nel periodo primaverile ed estivo da molti viaggiatori che (in auto ma molto spesso in
moto) scendono verso il mare (Toscana e Liguria) da Parma e Piacenza .
Il Passo, come si evince dalla foto, nel periodo autunnale ed invernale è spesso
condizionato da una cappa di nebbia o di nuvole. Il nuovo metanodotto attraverserà
trasversalmente la SP 39, lungo strade sterrate di servizio all’attività forestale ed
escursionistica che conducono sulle vette limitrofe.
Lungo i percorsi sterrati su cui sarà realizzato il nuovo progetto si sviluppano aree
boschive che vedono l’alternarsi di conifere, come abeti e pini silvestre, a paesaggi
costituiti principalmente da cerri e roverella.
Sulla base delle osservazioni dedotte e le caratteristiche della cantierizzazione per il
nuovo progetto, si ritiene che non vi siano elementi di incompatibilità con il paesaggio
(vedi fig. 2.7/G).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 414 di 489
Rev.
0
Fig. 2.7/G: Punto 7 (lungo la SP39 nei pressi della località Grondola) e Punto 8
(presso il Passo del Brattello)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 415 di 489
Rev.
0
Punto 9 (SP 20 in direzione della Frazione Banca amministrata dal Comune di
Borgo Val di Taro) - Il rilievo fotografico è stato fatto sulla strada provinciale n. 20, ad
un quota di circa 750 metri s.l.m, all’altezza del passaggio di una linea elettrica ad alta
tensione.
Il punto di osservazione permette un’ampia veduta sulla sottostante valle del torrente
Tarodine, affluente del F. Taro, sulla cui valle risaltano, come ben si evince in fondo
alla foto sulla destra, le edificazioni del Comune di Borgo Val di Taro.
Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza dei rilievi Appenninici Tosco Emiliani
completamente rivestiti da folte zone boschive. In questa parte di area di confine fra le
due regioni si notano principalmente cerreti e roverelleti, alternati dal carpino nero e
dall’orniello, scompaiono invece i castagneti, sia cedui che da frutto, nelle quote più
elevate si nota la presenza diffusa di faggi.
La sede del cantiere per il nuovo metanodotto è situata trasversalmente alla valle del
Tarodine, nella parte terminale di quest’ultima, all’altezza della sua affluenza con il
F.Taro.
Il sito di progetto appare distante e non influenza la qualità visiva del paesaggio(vedi
fig. 2.7/H).
Punto 10 (SP 20 verso Borgo Val di Taro) - Il punto di osservazione si colloca sula
strada provinciale n. 20, in fondo alla valle del torrente Tarodine. Il cantiere di progetto
attraverserà trasversalmente la strada al termine del lungo tragitto rettilineo. Sulla
destra domina il paesaggio montuoso della valle, sulle cui pendici prosperano aree a
bosco costituite principalmente da cerri e roverelle.
Sempre sullo stesso versante della valle non può non risaltare l’estesa area estrattiva
di inerti della cava di Groppalbero, come una grande ferita della montagna, nettamente
contrastante con i versanti boschivi.
In fondovalle, inoltre, in prossimità del Tarodine, si rilevano abitazioni sparse ed
annessi rurali funzionali alle coltivazioni; quest’ultime si presentano come piccoli
appezzamenti in pendenza destinati principalmente alla coltivazione di foraggio.
Il traffico è abbastanza sporadico e procede ad una velocità sostenuta, l’area di
cantiere, pur attraversando la strada provinciale, si ritiene che non influenzi in alcun
modo il paesaggio analizzato (vedi fig. 2.7/H).
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
Fig. 2.7/H:
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 416 di 489
Rev.
0
Punto 9 (lungo la SP20 verso la frazione Banca) e Punto 10 (lungo la
SP20 verso Borgo Val di Taro)
File dati: 000-la-e-83010_r0.doc
Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge.
PROGETTISTA
LOCALITÀ
Regione Toscana – Regione Emilia Romagna
PROGETTO
Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore
COMMESSA
UNITÀ
669900
000
SPC. LA-E-83010
Fg. 417 di 489
Rev.
0
Punto 11 (SP 523R in uscita da Borgo Val di Taro) - L’osservazione si colloca poco
fuori il centro abitato del Comune di Borgo Val di Taro, sulla SP 523R, un importante
infrastruttura che conduce fino a Parma.
Ai lati della strada corrono i pendii che definiscono la Valle del Taro; sulla destra della
strada, al di sotto, scorre l’omonimo fiume; sulla sinistra, in primo piano, si scorge una
delle tante santelle, numerose lungo le strade principali a riprova dell’origine storica
della strada. La Valle del Taro era un tempo un passaggio importante attraverso gli
Appennini, era infatti percorsa dalla via Francigena che conduceva a Roma pellegrini e
viaggiatori del Nord Europa.
La vegetazione sui versanti è caratterizzata da aree boschive con forte dominanza di
roverelleti; dalla strada, sul lato del fiume Taro, spuntano le chiome di una ricca
vegetazione ripariale formata da salici bianchi, pioppi ed essenze arbustive.
Il cantiere di progetto che oltrepassa la valle, attraverserà ortogonalmente la strada
proprio di fronte al punto di osservazione.
Il traffico risulta mediamente diffuso, l’impatto sul paesaggio dovuto alla presenza del
cantiere, sulla base delle sopraccitate osservazioni, si ritiene insignificante (vedi fig.
2.7/I).
Punto 12 (SIC IT4020026 “Boschi dei Ghirardi”) - Il rilevo fotografico posto ad una
quota di circa 570 metri s.l.m. si colloca all’interno dell’oasi WWF “Boschi dei Ghirardi”,
attualmente istituita a sito di importanza comunitaria IT4020026.
L'Oasi dei Ghirardi protegge quasi 600 ettari di Appennino parmense dove s'incastrano
a mosaico vari ambienti: prati, arbusteti, querceti, altri boschi misti, rocce, calanchi,
greti fluviali, stagni, pascoli, brughiere. Grande è la biodiversità; ci sono specie tipiche
di quote superiori, come il faggio e specie mediterranee; fra la flora si annoverano
specie di orchidee selvatiche, a cui si aggiungono altre piante preziose come il giglio di
San Giovanni; fra le essenze arboree di maggiore pregio s'incontra il melo fiorentino
che cresce nei radi boschi di cerro, oltre alle diffuse querce roverelle testimonianze del
paesaggio agro-forestale di un tempo.
Dal punto di osservazione si ha un’estesa veduta sulla valle del Rio delle Pianazze; in
basso si scorge l’alveo del torrente; la parte fondovalle con acclivi meno accentuati è
stata oggetto di disboscamenti a favore delle attività agricole e di allevamento. Le
colline, analogamente all’area protetta, presentano aree boschive principalmente
formate da cerri e roverelle in passato coltivate per il legno; in lontananza il panorama
è formato dalla 
Scarica

SPC. LA-E-83010 Metanodotto Pontremoli