PROGETTISTA UNITÀ COMMESSA 000 669900 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 1 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar Studio di Impatto Ambientale 0 Rev. Emissione Descrizione Brunetti Casati Sciosci Elaborato Verificato Approvato Apr. ‘09 Data File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fg. 2 di 489 Rev. 0 INDICE A INTRODUZIONE 13 B L'OPERA E LA STRUTTURA DELLO STUDIO 15 C ELENCO DEGLI INTERVENTI 22 SEZIONE I - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 24 1 SCOPO DELL’OPERA 24 2 INQUADRAMENTO DELL'OPERA 25 3 ATTI DI PROGRAMMAZIONE DI SETTORE 28 3.1 Agenda XXI e sostenibilità ambientale 28 3.2 Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e piani nazionali sul contenimento delle emissioni 29 3.3 Conferenza nazionale energia e ambiente 32 3.4 Piano Energetico Nazionale 32 3.5 Piani Energetici Regionali 34 3.6 Decreto per la liberalizzazione del mercato del gas naturale 35 3.7 Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali 37 3.8 Programmazione europea e nazionale delle infrastrutture 38 3.9 Coerenza dell’opera con gli strumenti di programmazione 38 4 EVOLUZIONE DELL’ENERGIA IN ITALIA 40 5 LA METANIZZAZIONE IN ITALIA 42 5.1 La produzione di gas naturale 42 5.2 Le importazioni 42 5.3 Rete dei metanodotti in Italia e nelle Regioni Toscana ed Emilia Romagna 42 6 ANALISI ECONOMICA DEI COSTI E DEI BENEFICI 44 7 BENEFICI AMBIENTALI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO 45 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA 47 8 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 669900 Fg. 3 di 489 Rev. 0 Strumenti di tutela nazionali 47 8.1.1 Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267 47 8.1.2 Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42 47 8.1.3 Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 51 8.2 Piani di Bacino 53 8.3 Strumenti di tutela e pianificazione regionali e provinciali 55 8.3.1 Regione Toscana 55 8.3.2 Regione Emilia Romagna 57 Strumenti di tutela e pianificazione locali 61 8.4 9 COMMESSA 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO 8.1 UNITÀ INTERAZIONE DELL’OPERA CON GLI STRUMENTI DI TUTELA E DI PIANIFICAZIONE 9.1 Strumenti di tutela a livello nazionale – Vincolo Idrogeologico (RD 3267/23) 9.1.1 9.1.2 9.2 9.2.2 9.3 9.4 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")”, P 36 bar, in dismissione 66 66 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), in progetto 67 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar, in dismissione 73 76 Piani di Bacino 77 9.4.2 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar, in progetto 78 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar in dismissione 84 Strumenti di tutela a livello regionale e provinciale 9.5.1 9.5.2 9.6 65 Strumenti di tutela a livello nazionale – DPR 8 Settembre 1997, n. 357 9.4.1 9.5 65 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")”, P 75 bar in progetto Strumenti di tutela a livello nazionale - DLgs 22 Gennaio 2004, n. 42 9.2.1 65 89 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”), P 75 bar in progetto 89 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”), P 36 bar, in dismissione 101 Strumenti di pianificazione comunale 105 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9.7 10 UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 4 di 489 Quadro riassuntivo degli strumenti di tutela e pianificazione Rev. 0 108 INTERAZIONE INTERFERENZE CON AREE A RISCHIO ARCHEOLOGICO 115 10.1 Indagini preventive 116 10.2 Indagini durante la fase di costruzione 116 10.3 Recupero e preservazione dei reperti rinvenuti 117 SEZIONE II - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 118 1 CRITERI DI SCELTA DELLA DIRETTRICE DI PERCORRENZA 118 1.1 Generalità 118 1.2 Scostamenti tra metanodotti esistenti e nuove condotte 119 1.3 Criteri progettuali di base 121 1.4 Definizione del tracciato 123 DESCRIZIONE DEL TRACCIATO 124 2 2.1 2.2 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar” in progetto 124 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar” in dismissione 139 3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 150 4 DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’OPERA 154 4.1 155 5 Linea 4.1.1 Tubazioni 155 4.1.2 Materiali 156 4.1.3 Protezione anticorrosiva 156 4.1.4 Telecontrollo 156 4.1.5 Fascia di asservimento 157 4.2 Impianti e punti di linea 158 4.3 Manufatti (opere complementari) 162 FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA 175 5.1 Fasi di costruzione 175 5.1.1 Realizzazione di infrastrutture provvisorie 175 5.1.2 Apertura dell’area di passaggio 179 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 6 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 5 di 489 Rev. 0 Sfilamento dei tubi lungo l’area di passaggio 199 5.1.4 Saldatura di linea 200 5.1.5 Controlli non distruttivi delle saldature 201 5.1.6 Scavo della trincea 201 5.1.7 Rivestimento dei giunti 202 5.1.8 Posa della condotta 203 5.1.9 Rinterro della condotta e posa del cavo telecontrollo 204 5.1.10 Realizzazione degli attraversamenti 206 5.1.11 Opere in sotterraneo 219 5.1.12 Realizzazione degli impianti 223 5.1.13 Collaudo idraulico, collegamento e controllo della condotta 224 Esecuzione dei ripristini 224 Dismissione della condotta esistente 225 5.2.1 Apertura dell’area di passaggio 226 5.2.2 Scavo della trincea 230 5.2.3 Sezionamento della condotta nella trincea 230 5.2.4 Rimozione della condotta 230 5.2.5 Smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d'acqua 230 Messa in opera di fondelli ed inertizzazione dei tratti di tubo di protezione 239 5.2.7 Smantellamento degli impianti 240 5.2.9 Rinterro della trincea 241 5.2.10 Esecuzione dei ripristini 241 Potenzialità e movimentazione di cantiere 244 5.2.6 5.3 COMMESSA 000 5.1.3 5.1.14 5.2 UNITÀ ESERCIZIO DELL’OPERA 246 6.1 Gestione del sistema di trasporto 246 6.1.1 Organizzazione centralizzata: Dispacciamento 246 6.1.2 Organizzazioni periferiche: Centri 248 Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione 248 6.2.1 Controllo dello stato elettrico delle condotte 249 6.2.2 Controllo delle condotte a mezzo “pig” 250 Durata dell’opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione 252 6.2 6.3 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9 669900 Fg. 6 di 489 2 0 254 7.1 Valutazione dei possibili scenari di eventi incidentali 254 7.2 Gestione dell’emergenza 258 7.2.1 Introduzione 258 7.2.2 Attivazione del dispositivo di emergenza 258 7.2.3 I responsabili emergenza 258 7.2.4 Procedure di emergenza 259 7.2.5 Mezzi di trasporto e comunicazione, materiali e attrezzature di emergenza 260 Principali azioni previste in caso di incidente 260 INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE E DI MITIGAZIONE AMBIENTALE 262 8.1 Interventi di ottimizzazione 262 8.2 Interventi di mitigazione e di ripristino 263 8.2.1 Ripristini morfologici ed idraulici 264 8.2.2 Ripristini idrogeologici 273 8.2.3 Ripristini vegetazionali 273 8.2.4 Quadro riassuntivo delle opere di mitigazione e ripristino 283 OPERA ULTIMATA SEZIONE III - QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 1 Rev. SICUREZZA DELL’OPERA 7.2.6 8 COMMESSA 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO 7 UNITÀ 285 291 INDICAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE DALL’OPERA 291 DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE 292 2.1 Caratterizzazione climatica 292 2.2 Ambiente Idrico 296 2.2.1 Idrologia superficiale 296 2.2.2 Idrogeologia 301 2.3 Suolo e sottosuolo 303 2.3.1 Geologia e Geomorfologia 303 2.3.2 Interferenze del tracciato con aree a rischio idrogeologico 321 2.3.3 Caratterizzazione della sismicità 323 2.3.4 Suolo 344 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2.4 2.5 3 COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 7 di 489 Rev. 0 Vegetazione ed uso del suolo 349 2.4.1 Inquadramento fisiografico, paesistico e bioclimatico 349 2.4.2 Vegetazione potenziale 353 2.4.3 Uso del suolo e vegetazione reale 357 2.4.4 Descrizione dell’uso del suolo lungo i tracciati delle condotte 377 Caratterizzazione faunistica 379 2.5.1 Analisi faunistica 381 2.5.2 Analisi faunistica per ecosistema 382 2.6 Siti di importanza comunitaria 398 2.7 Paesaggio 400 2.7.1 Individuazione delle unità del paesaggio 400 2.7.2 Analisi degli aspetti percettivi del paesaggio 406 INTERAZIONE OPERA - AMBIENTE 441 3.1 Individuazione delle azioni progettuali e dei relativi fattori di impatto 442 3.1.1 Azioni progettuali 442 3.1.2 Fattori di impatto 443 3.1.3 Interazione fra azioni di progetto, fattori di impatto, componenti ambientali 444 Fattori di impatto e realizzazione del progetto 447 3.1.4 4 UNITÀ 3.2 Sensibilità dell'ambiente 450 3.3 Incidenza del progetto 455 3.4 Stima degli impatti 457 IMPATTO INDOTTO DALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO 459 4.1 Impatti transitori durante la fase di costruzione 459 4.1.1 Suolo e sottosuolo 459 4.1.2 Ambiente idrico 461 4.1.3 Vegetazione ed Uso del Suolo 463 4.1.4 Paesaggio 464 4.1.5 Fauna ed ecosistemi 465 4.2 Impatto ad opera ultimata 467 4.2.1 Suolo e sottosuolo 467 4.2.2 Ambiente idrico 468 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 4.3 UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 8 di 489 Rev. 0 4.2.3 Vegetazione ed uso del suolo 469 4.2.4 Paesaggio 470 4.2.5 Fauna ed ecosistemi 471 Interazione dell’opera con le componenti ambientali interessate marginalmente 471 5 CONCLUSIONI 473 6 BIBLIOGRAFIA 476 APPENDICE 1 1 481 Verifica strutturale allo scuotimento sismico 482 1.1 Dati di Input 482 1.2 Criteri di Verifica 483 1.3 Elemento di Tubazione Rettilineo 484 1.4 Elemento di Tubazione Curvo 486 2 Criteri progettuali adottati 489 3 Conclusioni 489 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fg. 9 di 489 Rev. 0 Vol. 2 di 10 Relazioni LA-E-83013 rev.0 ANNESSO A - DERIVAZIONI ED ALLACCIAMENTI LA-E-83015 rev.0 ANNESSO B - INTERFERENZE DELL’OPERA CON AREE A PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E DISSESTI LA-E-83011 rev.0 SINTESI NON TECNICA Elaborati grafici 1 LB-A-83214 rev.0 COROGRAFIA DI PROGETTO (scala 1:200.000) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Vol. 3 di 10 2 3 LB-D-83203 rev.0 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE - Normativa a carattere nazionale (scala 1:10.000) LB-D-83204 rev.0 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE - Normativa a carattere regionale (scala 1:10.000) Vol. 4 di 10 4 5 LB-D-83205 rev.0 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA (scala 1:10.000) LB-D-83213 rev.0 PIANI STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Vol. 5 di 10 6 7 LB-D-83201 rev.0 TRACCIATO DI PROGETTO - Planimetria (scala 1:10.000) LB-D-83202 rev.0 INTERFERENZE NEL TERRITORIO (riprese aeree) Vol. 6 di 10 8 LB-D-83206 rev.0 OPERE DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO (scala 1:10.000) 9 LB-D-83207 rev.0 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 10 LB-D-83208 rev.0 ATTRAVERSAMENTI E PERCORRENZE FLUVIALI Vol. 7 di 10 11 Disegni Tipologici LC-D-83300 rev.0 LC-D-83301 rev.0 LC-D-83302 rev.0 Fasce di servitù Area di passaggio Area di passaggio - Metanodotti in progetto DN 100 (4") - DN 150 (6") – DN 250 (10”), P 75 bar File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore LC-D-83303 rev.0 LC-D-83320 rev.0 LC-D-83321 rev.0 LC-D-83322 rev.0 LC-D-83323 rev.0 LC-D-83325 rev.0 LC-D-83326 rev.0 LC-D-83327 rev.0 LC-D-83335 rev.0 LC-D-83350 rev.0 LC-D-83351 rev.0 LC-D-83352 rev.0 LC-D-83355 rev.0 LC-D-83356 rev.0 LC-D-83357 rev.0 LC-D-83358 rev.0 LC-D-83359 rev.0 LC-D-83360 rev.0 LC-D-83361 rev.0 LC-D-83362 rev.0 LC-D-83363 rev.0 LC-D-83364 rev.0 LC-D-83365 rev.0 LC-D-83366 rev.0 LC-D-83367 rev.0 LC-D-83368 rev.0 LC-D-83369 rev.0 LC-D-83370 rev.0 LC-D-83371 rev.0 LC-D-83372 rev.0 LC-D-83373 rev.0 LC-D-83374 rev.0 LC-D-83375 rev.0 LC-D-83376 rev.0 LC-D-83377 rev.0 LC-D-83378 rev.0 UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 10 di 489 Rev. 0 Area di passaggio rimozione, tratti non in parallelismo con Metanodotti in progetto Attraversamento tipo di ferrovie Attraversamento tipo di autostrade e strade ad esse assimilabili Attraversamento tipo di strade statali, regionali e provinciali Attraversamento tipo di strade comunali e vicinali Attraversamento tipo di corsi d’acqua principali Attraversamento tipo corsi d’acqua minori Attraversamento tipo corsi d’acqua minori (con tubo di protezione) Particolare di montaggio tubo di sfiato DN 80 Microtunnel in c.a. e in acciaio Raise Boring Gallerie Edificio Uso telecomando e telemisure tipo B4 (in muratura) Sezione tipo per strade di accesso Armadio di controllo in vetroresina Supporti armadio di controllo in vetroresina Cartello segnalatore Impianto di Mulazzo Punto di intercettazione di linea PIL n. 1 - Loc. Pontremoli Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 2 Loc. Martinelli di Sopra Punto di intercettazione di linea PIL n. 3 - Loc. C. del Mazzo Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 4 Loc. Borgo Val di Taro Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 5 Loc. Palazzo Brugnè Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 6 Loc. Breia Punto di intercettazione di linea PIL n. 7 - Loc. Il Mulino Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 8 Loc. Molino dei Belli Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 9 Loc. Cogno di Grezzo Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 10 Loc. Passo del Pellizzone Punto di intercettazione di linea PIL n. 11 - Loc. Monte Mu Punto di intercettazione di linea PIL n. 12 - Loc. C. Nuova Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 13 Loc. Mulino delle Assi Punto di intercettazione di derivazione importante PIDI n. 14 Loc. S. Giacomo piccolo Punto di intercettazione di linea PIL n. 15 - Loc. Rio Mezzano Punto di intercettazione di linea PIL n. 16 - Loc. Malcantone Nodo di Cortemaggiore Rifacimento All. com. di Pontremoli PIDA DN 100 (4”) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore LC-D-83379 rev.0 LC-D-83380 rev.0 LC-D-83381 rev.0 LC-D-83382 rev.0 LC-D-83383 rev.0 LC-D-83384 rev.0 LC-D-83385 rev.0 LC-D-83386 rev.0 LC-D-83387 rev.0 LC-D-83388 rev.0 LC-D-83390 rev.0 LC-D-83391 rev.0 LC-D-83401 rev.0 LC-D-83404 rev.0 LC-D-83406 rev.0 LC-D-83407 rev.0 LC-D-83418 rev.0 LC-D-83421 rev.0 LC-D-83422 rev.0 LC-D-83428 rev.0 LC-D-83430 rev.0 LC-D-83431 rev.0 LC-D-83432 rev.0 LC-D-83434 rev.0 LC-D-83439 rev.0 LC-D-83440 rev.0 LC-D-83442 rev.0 LC-D-83443 rev.0 LC-D-83445 rev.0 LC-D-83448 rev.0 LC-D-83449 rev.0 LC-D-83454 rev.0 LC-D-83458 rev.0 LC-D-83463 rev.0 LC-D-83466 rev.0 LC-D-83467 rev.0 LC-D-83473 rev.0 LC-D-83476 rev.0 LC-D-83479 rev.0 LC-D-83485 rev.0 LC-D-83487 rev.0 UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 11 di 489 Rev. 0 Rifacimento All. com. di Borgo val di Taro PIDS DN 100 (4”) Rifacimento All. com. di Borgo val di Taro PIDA DN 100 (4”) Rifacimento All. Parma Gas PIDA DN 100 (4”) Rifacimento All. Tornolo loc. Compiano PIDA DN 100 (4”) Rifacimento Derivazione per Bedonia PIDA DN 150 (6”) Rifacimento All. com. di Bardi PIDA DN 100 (4”) Rifacimento All. com. di Bardi loc. Grezzo PIDA DN 100 (4”) Stacco per com. di Gropparello PIL DN 150 (6”) Rifacimento All. com. di Gropparello PIDA DN 150 (6”) Rifacimento All. com. di Carpaneto Piacentino PIDA DN 150 (6”) Fabbricato locale caldaia Sistema di intercettazione per l’isolamento imp. di riduzione di - Loc. Cascina Casello Messa a dimora di specie arboree ed arbustive Messa a dimora di talee in opere di contenimento o idrauliche Letto di posa drenante Trincea drenante Canaletta in terra protette da graticci di fascine verdi Palizzate di contenimento in legname Diaframmi e appoggi in sacchetti Soletta di fondazione in c.a. Muro in pietrame Muro in massi Muro in massi interrato Muro gradonato in gabbioni Trave di contenimento in c.a.. Muro di contenimento in c.a. Paratia di pali trivellati Paratia di micropali Tiranti di ancoraggio Canalette in terra e/o in pietrame Regimazioni piccoli corsi d’acqua con cunetta in massi Regimazioni piccoli corsi d’acqua con elementi prefabbricati in c.a. Ricostituzione spondale con muro cellulare in legname e pietrame Ricostituzione spondale con gabbioni Rivestimento spondale in massi Difesa spondale con scogliera in massi Ricostituzione alveo con massi Pennello in gabbioni Pennello in massi Difesa trasversale in massi Difesa trasversale in c.a. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 12 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Vol. 8 di 10 12 LB-D-83209 rev.0 LITOLOGIA, GEOMORFOLOGIA, 1:10.000) 13 LB-D-83210 rev.0 USO DEL SUOLO (scala 1:10.000) IDROGEOLOGIA (scala Vol. 9 di 10 14 LB-D-83211 rev.0 IMPATTO AMBIENTALE TRANSITORIO (scala 1:10.000) 15 LB-D-83212 rev.0 IMPATTO AMBIENTALE AD OPERA ULTIMATA (scala 1:10.000 Vol. 10 di 10 Relazioni LA-E-83012 rev.0 INCIDENZA DELL’OPERA SUI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (pSIC) E SULLE ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS) NEL TERRITORIO DELLA REGIONE TOSCANA LA-E-83014 rev.0 INCIDENZA DELL’OPERA SUI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (pSIC) E SULLE ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS) NEL TERRITORIO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore A UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 13 di 489 Rev. 0 INTRODUZIONE Il presente Studio di Impatto Ambientale, relativo al metanodotto “Pontremoli Cortemaggiore DN 900 (36”), P 75 bar”, della lunghezza di 107,315 km, è stato redatto ai sensi della Parte Seconda, Titolo III, del DLgs 152/06 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”. Lo Studio ha richiesto l’esecuzione di una completa ed esauriente analisi delle componenti ambientali interessate dal progetto. L’analisi è stata condotta, con un approccio interdisciplinare, da un gruppo integrato costituito da tecnici esperti della Società Snamprogetti (Gruppo Eni) che, per tematiche specifiche (componente fauna) si è, anche, avvalso della collaborazione di specialisti esterni. Gruppo di lavoro Gabriele Lanza Carlo Casati Michele Brunetti Lorenzo Sciosci Vincenzo Nisii Salvatore Morgante Alberto Curina Filippo Onori Stefano Paolucci Ilaria Valentini Leonardo Raggi Alessandro Zanghellini (∗) ∗ ingegnere, coordinatore progettazione pipeline geologo, coordinatore dello studio di impatto ambientale ambientalista, analisi degli strumenti di tutela e pianificazione geometra, progettista pipeline geologo, stress analysis ingegnere, coordinatore e progettazione di opere idrauliche e di ripristino ingegnere, progettazione ripristini, geomorfologia, geologia e stima dell’impatto geologo, progettazione ripristini, geomorfologia, geologia e stima dell’impatto geometra, coordinatore per elaborazione allegati ambientalista, inquadramento climatico, suolo, uso del suolo, paesaggio e stima dell’impatto forestale, vegetazione naturale, progettazione ripristini uso del suolo e stima dell’impatto naturalista, fauna Società cooperativa Albatros s.c.a.r.l. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 14 di 489 Rev. 0 Lo studio si articola su tre sezioni: Sez. I QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Dove viene descritta la finalità dell’opera e vengono esaminati gli strumenti di tutela e pianificazione territoriale ed urbanistica sia nazionali che regionali/provinciali e locali e la loro interazione con l’opera in progetto. Sez. II QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Dove vengono descritti i motivi della localizzazione prescelta, la normativa di riferimento cui l’opera attiene, le caratteristiche tecniche e fisiche del progetto, le fasi di realizzazione e gli interventi di ottimizzazione e di mitigazione ambientale. Sez. III QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Dove viene inquadrata la situazione ambientale e vengono descritte le componenti ambientali interessate dall’opera. Sono inoltre indicate le azioni progettuali ed i fattori d’impatto ed evidenziata la stima degli stessi. Viene altresì definita la metodologia adottata per la stima degli impatti. Gli allegati sono costituiti da documenti cartografici in scala 1:10.000 e 1:100.000, dalla documentazione fotografica e da schede tecniche illustrative degli interventi previsti in corrispondenza dei principali attraversamenti fluviali. E’ stata redatta inoltre la “SINTESI NON TECNICA” delle informazioni sulle caratteristiche dell’opera, dell’analisi ambientale e degli interventi di ottimizzazione e mitigazione ambientale corredata dagli elaborati grafici essenziali. Lo studio è stato svolto attraverso un’articolata successione di attività che si possono così riassumere: • raccolta ed esame della documentazione bibliografica, scientifica e tecnica esistente, pubblicata e non (strumenti di pianificazione e di tutela, norme tecniche, carte tematiche, ecc.); • indagini di campagna; • analisi delle informazioni e dei dati raccolti; • elaborazione delle carte tematiche; • stima degli impatti. Le suddette attività hanno permesso di identificare e suddividere, secondo una dimensione temporale, gli impatti temporanei e irreversibili sull’ambiente naturale ed antropico e, di conseguenza, di definire le azioni di mitigazione sia progettuali che di ripristino che verranno adottate al fine di minimizzare gli effetti che, data la natura dell’opera, sono riconducibili quasi esclusivamente alla fase di costruzione della stessa. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore B UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 15 di 489 Rev. 0 L'OPERA E LA STRUTTURA DELLO STUDIO Il progetto del metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" si articola in una serie di interventi che, oltre a riguardare la posa di una nuova condotta, di maggior diametro rispetto a quella esistente di cui è prevista la successiva rimozione, comporta l'adeguamento delle linee di vario diametro che, prendendo origine da quest'ultima, garantiscono l'allacciamento a diverse utenze nel settore del bacino tosco-emiliano attraversato dalla stessa condotta (vedi Vol. 2 - All. 1 Dis. LB-A-83214 "Corografia del progetto"). Detto adeguamento si attua attraverso la contestuale realizzazione di alcune nuove linee di trasporto e la dismissione di condotte esistenti. In sintesi, il progetto prevede la messa in opera di: • una condotta principale DN 900 (36") lunga 107,315 km; • dodici linee secondarie di vario diametro per una lunghezza complessiva pari a 23,415 km; e la dismissione di: • una condotta DN 750 (30") per uno sviluppo lineare complessivo di 89,985 km; • dodici linee di vario diametro per uno sviluppo totale di 10,845 km . Il diverso sviluppo lineare tra le condotte esistenti e in progetto deriva dal fatto che queste ultime, pur percorrendo lo stesso corridoio delle tubazioni in esercizio, se ne discostano a tratti, per motivazioni di carattere tecnico-operativo, legate alle caratteristiche geomorfologiche del territorio attraversato. Il progetto, più in dettaglio, prevede la messa in opera di dodici nuove linee secondarie derivate dal metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar" e la contestuale rimozione di dodici tubazioni che si staccano dall'esistente metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar" - (vedi tab. 2/A al cap. 2 della Sez. I "Quadro di riferimento programmatico" e Vol. 2 All. 1 - Dis. LB-A-83214 "Corografia di progetto"). In ragione del fatto che il progetto comporta la messa in opera di una nuova condotta e di alcune linee secondarie e la contestuale dismissione di una tubazione esistente e di alcune linee secondarie derivate dalla stessa e che tali attività vengono, a tratti, ad insistere su differenti porzioni territoriali e, localmente, prevedono l'adozione di diverse metodologie di intervento, le analisi e le caratterizzazioni ambientali sono state effettuate in corrispondenza del tracciato sia delle nuove condotte, sia delle tubazioni esistenti in dismissione. In questa ottica, si sottolinea che, al fine di rendere più agevolmente intelligibile la diversa entità degli specifici interventi di messa in opera delle nuove condotte e di dismissione delle tubazioni esistenti e di facilitare la consultazione della documentazione cartografica tematica allegata al presente studio, si è proceduto ad elaborare una doppia rappresentazione delle porzioni di territorio interessate dalle due tipologie di intervento. Le tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte in progetto sono così state ordinate nel senso di trasporto del gas con una numerazione crescente facendo seguire a quelle relative alla condotta principale DN 900 (36"), le tavole riguardanti le File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 16 di 489 Rev. 0 linee secondarie. Le tavole relative alla dismissione delle tubazioni esistenti, analogamente ordinate, sono state contraddistinte affiancando alla stessa numerazione la lettera "A". In merito si evidenzia che: • le tavole dedicate alle linee secondarie (nuove e in dismissione) riportano la relativa lunghezza chilometrica; • ove le nuove condotte risultano poste in stretto parallelismo alle tubazioni esistenti (distanza trasversale tra gli assi delle tubazioni compreso tra 5 e 10 m) e, conseguentemente, le attività di messa in opera delle nuove condotte e di rimozione delle tubazioni esistenti andranno ad insistere sulle medesime porzioni territoriali, le relative indicazioni progettuali (infrastrutture provvisorie, allargamenti dell'area di passaggio, piste provvisorie ed adeguamenti viabilità esistente) utili ai fini della definizione degli effetti indotti dalla realizzazione del progetto sull'ambiente, sono rappresentate solo sulle tavole cartografiche relative alla messa in opera delle nuove tubazioni (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi); • analogamente a quanto indicato al precedente punto, gli interventi di mitigazione e ripristino, ove riguardano l'area di lavoro utilizzata sia per la messa in opera delle nuove condotte che per la successiva rimozione delle tubazioni esistenti, sono rappresentati, convenzionalmente, solo sulle tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi); • il livello di impatto stimato sulle diverse componenti ambientali, sempre nei tratti in cui le nuove condotte risultano in stretto parallelismo alle tubazioni esistenti, è stato valutato unitariamente per l'insieme delle attività che prevedono sia la messa in opera delle nuove tubazioni che la rimozione di quelle esistenti ed è conseguentemente, rappresentato solo sulle tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte (vedi tavole da 1 a 46 dei relativi tematismi). Ove le nuove condotte non sono posizionate in parallelismo alle tubazioni esistenti, le tavole degli elaborati cartografici relative alla dismissione delle stesse tubazioni (tav. da 1/A a 46/A dei relativi tematismi), di conseguenza, riporteranno unicamente: 1. gli elementi progettuali, in corrispondenza: a) dei tratti in cui le nuove condotte divergono significativamente dalle tubazioni esistenti e quindi le relative attività di cantiere vengono ad insistere su porzioni territoriali diverse; b) dei tratti in cui la posa delle nuove condotte è prevista adottando tecnologie "trenchless" e pertanto l'apertura dell'area di passaggio è relativa solo alla rimozione delle condotte in dismissione; 2. gli interventi di mitigazione e ripristino ed il livello di impatto in corrispondenza degli scostamenti e dei tratti di cui al precedente punto. In riferimento a quanto sopra esposto ed al fatto che in un tratto l'esistente metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" sarà mantenuto in esercizio al File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 17 di 489 Rev. 0 fine di garantire la fornitura di gas alle utenze, si evidenzia che non sono state prodotte le relative tavole cartografiche . Si sottolinea altresì che, al fine di agevolare la consultazione della documentazione cartografica allegata, si è scelto di mantenere la numerazione delle tavole rispettivamente dedicate alla posa delle nuove condotte in progetto ed alla dismissione delle condotte esistenti, ricadenti nello stesso ambito territoriale; assegnando conseguentemente alle tavole dedicate alla dismissione lo stesso valore numerico di quelle dedicate alla messa in opera delle condotte in progetto. Nella sequenza ordinale delle tavole dedicate alla rimozione si individuano così interruzioni derivate da diverse motivazioni; in sintesi non sono state prodotte le tavole riportate nella seguente tabella (vedi tab. B/1): Tab. B/1: n. tavola mancante 19/A÷20/A Elenco tavole relative alle condotte in dismissione non prodotte Denominazione metanodotto Motivazione Condotte principali Metanodotto Pontremoli Tratto del met. esistente mantenuto Cortemaggiore DN 750 (30") in esercizio Lo studio si articola negli usuali tre quadri di riferimento (programmatico, progettuale ed ambientale) ed è corredato da elaborati cartografici costituiti da rappresentazioni planimetriche tematiche in scala 1:10.000, dalla raffigurazione dei tracciati, come sopra indicato, dalle riprese fotografiche aeree restituite a scala 1:10.000, da una serie di immagini fotografiche dei tracciati principali, dalla raccolta delle schede relative agli attraversamenti dei corsi d'acqua che, nell’ambito del territorio interessato, rappresentano i tratti più delicati dal punto di vista degli impatti indotti dalla realizzazione dell’opera sull’ambiente, e dai disegni tipologici di progetto, illustrativi dei diversi interventi previsti lungo i tracciati dei metanodotti. Lo studio è completato da un allegato relativo all'incidenza del progetto sui siti di importanza comunitaria (SIC) e sulle zone di protezione speciale (ZPS) interessati dal tracciato. Al fine di sintetizzare univocamente gli elementi del progetto più significativi in termini di stima dell’impatto ambientale (intersezioni con infrastrutture e corsi d’acqua, impianti fuori terra, opere complementari, piazzole di accatastamento tubazioni, tratti di allargamento della fascia di lavoro), si è provveduto a evidenziarne posizione e parametri dimensionali utilizzando, nel testo, delle tabelle che ne riportano la posizione inquadrata nell’ambito delle intersezioni con i limiti amministrativi intersecati dalle condotte. Le rappresentazioni planimetriche (in formato A3) raffigurano i tracciati dal loro punto di origine al punto terminale (nel senso di spostamento del gas) e sono strutturate in due parti: • la porzione superiore, contenente lo stralcio topografico dell’area, il tracciato delle condotte (nuove e in dismissione e di eventuali altre condotte esistenti) e le varie File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 18 di 489 Rev. 0 tematiche areali (zonizzazioni derivate da normative di tutela e di pianificazione, caratteristiche geomorfologiche e uso del suolo); la porzione inferiore, dedicata alla rappresentazione dei riferimenti progettuali di base (comuni a tutti gli elaborati) e di altri elementi progettuali (infrastrutture provvisorie, allargamenti della fascia di lavoro, opere complementari, ecc.) o di sintesi (classe di impatto). I riferimenti progettuali di base (riportati nella porzione inferiore di tutte le rappresentazioni planimetriche) sono: limiti comunali e provinciali, progressiva chilometrica (lunghezza della tubazione misurata dal suo punto di origine), posizione e tipologia degli impianti. SEZ. I QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO In questa sezione si illustrano: − la finalità dell’opera; − l'inquadramento dell'opera, inteso come sintesi di tutti gli interventi previsti dal progetto; − gli atti di programmazione del settore dell’approvvigionamento energetico nazionale e la coerenza dell’opera proposta con detta programmazione; − l’evoluzione del consumo energetico sul mercato nazionale ed una breve sintesi dell’attuale situazione dell’approvvigionamento di gas naturale; − i benefici ambientali derivati dalla realizzazione dell’opera e l’opzione zero; − gli strumenti di tutela e pianificazione territoriale sia nazionali che regionali e gli strumenti di pianificazione urbanistica lungo il tracciato della condotta; − la coerenza tra l’opera e gli strumenti di pianificazione di cui sopra, analizzando tutte le interferenze tra l’opera ed i diversi vincoli territoriali ed urbanistici. In particolare, le interferenze tra il tracciato della condotta ed i vincoli derivati dalle norme a carattere nazionale sono evidenziati sull’elaborato cartografico Dis. LB-D-83203 “Strumenti di tutela e pianificazione – Normativa a carattere nazionale” (vedi Vol. 3, All. 2), quelli derivati da norme regionali e provinciali sull’elaborato Dis. LB-D-83204 “Strumenti di tutela e pianificazione – Normativa a carattere regionale” (vedi Vol. 3, All. 3) e quelli, infine, da pianificazione locale sull’elaborato Dis. LB-D-83205 “Strumenti di pianificazione urbanistica” (vedi Vol. 4, All. 4). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore SEZ. II UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 19 di 489 Rev. 0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE La sezione comprende: − i criteri seguiti nella definizione dei tracciati, l’esposizione dei principi di buona progettazione adottati e le attività svolte per giungere alla definizione degli stessi; − i tratti e le motivazioni in cui si registrano gli scostamenti tra le tubazioni esistenti e le nuove condotte; − la descrizione dei tracciati delle nuove condotte in cui, in relazione all’elaborato cartografico “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 Dis. LB-D-83201) ed alle riprese fotografiche aeree (vedi Vol. 5, All. 7 Dis. LB-D-83202 “Interferenze nel territorio”), si illustra l’andamento degli stessi nel territorio, rimandando anche alla raccolta di immagini fotografiche scattate lungo i medesimi (vedi Vol. 6, All. 9 - Dis. LB-D83207 “Documentazione fotografica”). Il testo è corredato da tabelle che sintetizzano: i tratti di percorrenza nei singoli territori provinciali e comunali e le intersezioni tra il tracciato, i principali corsi d’acqua, le linee ferroviarie e le infrastrutture viarie di maggiore importanza (vedi Sez. II "Quadro di riferimento progettuale Cap. 2 "Descrizione del tracciato" - Fg.124 di 489); − la normativa di riferimento che disciplina la realizzazione dell’opera; − le principali caratteristiche tecniche del progetto, distinguendo i tre principali elementi che compongono l’opera: le tubazioni di linea, gli impianti e le opere complementari, realizzate sia a presidio della condotta per garantirne la sicurezza, sia per minimizzarne l’impatto. Il capitolo, tra l’altro, contiene una tabella, relativa agli impianti, che riporta le superfici che saranno occupate permanentemente dal progetto ed una tabella, relativa alle opere complementari che, oltre alla tipologia dell’intervento e ad un’indicazione dimensionale, contiene il riferimento al disegno tipologico dello stesso, allegato allo studio di impatto ambientale e, nel caso di opere in corrispondenza di attraversamenti di corsi d’acqua, il riferimento alla scheda illustrativa dell’intervento (vedi Vol. 6, All. 10 - Dis. LB-D-83208 "Attraversamenti e percorrenze fluviali"). La posizione degli impianti e delle opere complementari è indicata in calce all’elaborato cartografico “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201), che costituisce la principale rappresentazione del quadro di riferimento progettuale; − la descrizione delle diverse fasi operative in cui la realizzazione dell’opera può essere scomposta, sia per la messa in opera delle nuove condotte che per la rimozione delle condotte esistenti. In particolare, il capitolo contiene la stima di tutte le superfici di occupazione temporanea richieste dalla realizzazione del progetto e rispondenti: alla superficie normalmente richiesta per l’installazione/rimozione delle tubazioni (fascia di lavoro), alle superfici delle infrastrutture provvisorie (piazzole di accatastamento delle tubazioni) ed agli allargamenti della fascia di lavoro in corrispondenza File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore − − − − SEZ. III UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 20 di 489 Rev. 0 di punti particolari (attraversamenti di infrastrutture e corsi d’acqua), ove la realizzazione dell’opera richiede maggiori spazi. La posizione delle piazzole e dei tratti di allargamento è anch’essa indicata in calce alla citata rappresentazione planimetrica del tracciato (vedi Vol. 5, All. 6 - LB-D-83201 “Tracciato di progetto”); la descrizione delle attività legate alla fase di esercizio dell’opera, specificando la struttura gestionale preposta e le attività di sorveglianza e manutenzione adottate per garantire la funzionalità dell’opera; l’illustrazione delle condizioni di sicurezza dell’opera, evidenziando i possibili eventi incidentali e le attività di gestione delle emergenze da adottare al verificarsi di tali eventi; la descrizione delle scelte progettuali operate per contenere gli effetti indotti dalla realizzazione del progetto sull'ambiente (interventi di ottimizzazione) e delle opere di mitigazione e di ripristino ambientale previste. In particolare, di queste ultime opere, suddivise per tipologia funzionale, viene fornita una breve descrizione ed il riferimento al disegno tipologico allegato. La posizione delle opere di mitigazione e ripristino è riportata in calce alla rappresentazione planimetrica del tracciato (vedi Vol. 6, All. 8 - Dis. LB-D-83206 “Opere di mitigazione e ripristino”); un capitolo finale dedicato all’illustrazione delle condizioni del territorio in corrispondenza delle condotte in esercizio nella stessa zona in cui è prevista la realizzazione dell’opera in oggetto. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La sezione comprende: − l’individuazione delle componenti ambientali sulle quali la realizzazione dell’opera induce impatti significativi; − la caratterizzazione dell’ambiente lungo il tracciato della condotta, descrivendone, dopo un breve inquadramento climatico, l’ambiente idrico superficiale e sotterraneo, le caratteristiche geomorfologiche, il suolo, la vegetazione e l’uso del suolo, la fauna presente nei diversi ambiti ecologici attraversati (corsi d’acqua e greti fluviali, boschi ripariali, coltivi, siepi ed alberature, stagni ed aree edificate) ed i lineamenti del paesaggio. Le caratteristiche geomorfologiche e l’uso del suolo, rilevati in una fascia di territorio lungo l’intero tracciato della condotta, sono opportunamente rappresentati sui relativi elaborati cartografici (vedi Vol. 8, All. 12 - Dis. LB-D-83209 “Litologia, geomorfologia, idrogeologia” e All. 13 - Dis. LB-D-83210 “Uso del Suolo”); − la stima dell’impatto, indotto dalla realizzazione dell’opera, per ogni componente ambientale, sia durante la costruzione, sia ad opera ultimata, ottenuta attraverso la definizione dell'incidenza del progetto e della sensibilità dell'ambiente per ciascuna componente, combinate ad File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore − UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 21 di 489 Rev. 0 individuare una scala costituita da quattro classi di impatto. I risultati delle stime così effettuate sono raffigurati in calce alle rappresentazioni planimetriche dei tracciati delle condotte in progetto ed in dismissione (vedi Vol. 9 All. 14 - Dis. LB-D-83211 “Impatto ambientale transitorio” e All. 15 - Dis. LB-D-83212 "Impatto ambientale ad opera ultimata"). un capitolo conclusivo che sintetizza i risultati dell’analisi effettuata. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 22 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore C UNITÀ 0 ELENCO DEGLI INTERVENTI Le tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte sono state ordinate nel senso di trasporto del gas con una numerazione crescente facendo seguire a quelle relative alla condotta principale DN 900 (36"), le tavole riguardanti le linee secondarie (vedi tab. C\1). Le tavole relative alla dismissione delle tubazioni esistenti, analogamente ordinate, sono state contraddistinte affiancando alla stessa numerazione la lettera "A" (vedi tab. C\2). Tab. C\1: Numerazione tavole cartografiche della condotta principale e delle linee secondarie, in progetto Numerazione tavola cartografica N. tavole 1÷33 33 Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4”) 34 1 Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto DN 100 (4”) 35 1 Collegamento a Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”) 35 - 36-37 2 Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4”) 37 - Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4”) 38 1 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4”) 39 1 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo DN 100 (4”) 16 - 40-43 4 Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4”) 44 1 Rifacimento Collegamento Santo Stefano – Corte a Cabina di Fiorenzuola DN 150 (6”) 45 1 Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4”) 46 1 Denominazione nuovi metanodotti Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”) Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6”) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 23 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. C\2: Numerazione tavole cartografiche della condotta principale e delle linee secondarie, in dismissione Numerazione tavola cartografica N. tavole 1A÷33A 33 Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3”) 34A 1 Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto DN 80 (3”) 35A 1 35 - 36A-37A 2 37A - 38 - Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3”) 39A 1 Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo DN 80 (3”) 40A 1 Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4”) 43A 1 44 - Collegamento S. Stefano – Corte a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5”) 45A 1 Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4”) 46A 1 Denominazione metanodotti esistenti in dismissione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”) Derivazione per Bedonia DN 100 (4”) Allacciamento Tornolo DN 80 (3”) Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4”) Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4”) Come si evince dalle tabelle, tutte le nuove condotte secondarie sono un rifacimento di tubazioni esistenti, che verranno dismesse. Le principali caratterische tecniche di ogni singola linea secondaria in progetto e della relativa tubazione esistente in dismissione, unitamente alle interferenze con gli strumenti di tutela e pianicazione e alla stima degli impatti, sono illustrate, come già anticipato, nell’ Annesso A “Derivazioni ed Allacciamenti (vedi vol. 2 di 10). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 24 di 489 Rev. 0 SEZIONE I - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 1 SCOPO DELL’OPERA Snam Rete Gas opera sulla propria rete il servizio di trasporto del gas naturale, per conto degli utilizzatori del sistema, in un contesto regolamentato dalle direttive europee (Direttive 98/30/CE e 2003/55/CE), dalla legislazione nazionale (Decreto Legislativo 164/00, legge n° 239/04 e relativo decreto applicativo del Ministero delle Attività Produttive del 28/4/2006) e dalle delibere dell’ Autorità per l’energia elettrica ed il gas. In questo contesto Snam Rete Gas provvede a programmare e realizzare le opere necessarie per il potenziamento della rete di trasporto in funzione dei flussi di gas previsti all’interno della rete stessa nei vari scenari di prelievo ed immissione di gas, oltre che per il mantenimento dei metanodotti e degli impianti esistenti. Il metanodotto Pontremoli-Cortemaggiore DN 900 sostituirà il metanodotto esistente Pontremoli-Cortemaggiore DN 750 appartenente alla Rete Nazionale, che attraversa ampie aree instabili dal punto di vista geologico. L’intervento di sostituzione della condotta consentirà di continuare a rispettare gli standard propri di Snam Rete Gas per quanto concerne i livelli di sicurezza e affidabilità di esercizio della rete di trasporto. Successivamente alla realizzazione della nuova condotta, avente pressione di esercizio differente rispetto al metanodotto esistente, sarà inoltre necessario ricollegare le utenze ed i metanodotti alimentati da quest’ultimo mediante nuovi metanodotti di rete regionale per un totale di circa 23 km. L’incremento del diametro della nuova condotta rispetto all’esistente consentirà inoltre di incrementare la capacità di trasporto del Punto di Entrata di Panigaglia. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2 UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Fg. 25 di 489 Rev. 0 INQUADRAMENTO DELL'OPERA La condotta in progetto "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" verrà a sostituire il "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”)” in esercizio, percorrendo il territorio, ove possibile, nello stesso corridoio individuato dalla condotta esistente, salvo alcuni tratti in cui il nuovo tracciato se ne discosta, seguendo percorsi alternativi. Il progetto, prevedendo la rimozione della condotta DN 750 (30") esistente, comporta conseguentemente il rifacimento delle derivazioni e degli allacciamenti che, prendendo origine dalla stessa tubazione, garantiscono l'approvvigionamento alle utenze civili ed industriali dei territori interessati dall'opera (vedi Vol. 2 - All. 1 Dis. LB-A-83214 "Corografia di progetto"). Nel complesso, il progetto prevede la messa in opera di: • una condotta principale DN 900 (36") lunga 107,315 km; • dodici linee secondarie di vari diametri per una lunghezza complessiva pari a 23,415 km; e la dismissione di: • due tratti della condotta DN 750 (30"), per uno sviluppo lineare complessivo di 89,985 km; • dodici linee di vario diametro per una lunghezza totale pari a 10,845 km . Il progetto, più in dettaglio, prevede la messa in opera di 12 nuove linee derivate dal “Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar" e la contestuale rimozione di 12 tubazioni che si staccano dall'esistente "Metanodotto Pontremoli Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar" - (vedi tab. 2/A e Vol. 2 Dis. LB-A-83214 "Corografiadi progetto"). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ UNITÀ COMMESSA 000 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 26 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2/A: Adeguamento della rete di trasporto derivata dalla realizzazione del Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar" n. (*) Denominazione metanodotti in progetto Diametro Pressione (bar) Lung.za (km) n. (*) Denominazione metanodotti in dismissione Diametro Pressione (bar) Lung.za (km) 1 Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4") 75 0,300 1a Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3”) 36 0,525 2 Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto DN 100 (4") 75 0,875 2a Allacciamento Autotrazione Parma Gas di Albareto DN 80 (3”) 36 0,265 3 Collegamento a Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") 75 0,070 3a Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”) 36 0,070 4 Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6") 75 5,350 4a Derivazione per Bedonia DN 100 (4”) 36 4,875 5 Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4") 75 0,015 5a Allacciamento Tornolo DN 80 (3”) 36 0,010 6 Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") 75 0,070 6a Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4”) 36 0,050 7 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4") 75 1,170 7a Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3”) 36 0,105 8 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo DN 100 (4") 75 0,035 8a Allacciamento al Comune di Bardi, Loc. Grezzo DN 80 (3”) 36 0,230 9 Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6") 75 11,375 9a Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4”) 36 0,785 10 Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4") 75 1,530 10a Allacciamento al Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4”) 36 1,545 11 Rifacimento Collegamento Santo Stefano – Corte a Cabina di Fiorenzuola DN 150 (6”) 75 2,095 11a Collegamento Santo Stefano – Corte a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5”) 36 1,940 12 Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4”) 75 0,530 12a Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4”) 36 0,445 (*) rif. numerazione condotta in Dis. LB-A-83214"Corografia di progetto" Vol. 2 - All. 1 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 27 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Gli interventi riguardanti le linee di trasporto in progetto, derivate dalla condotta principale, prevedono la posa di tubazioni per uno sviluppo complessivo di 23,415 km di condotte di diverso diametro (vedi tab. 2/B), comprese, in gran parte, nel territorio della Regione Emilia Romagna (23,115 km) e, più limitatamente, in Regione Toscana (0,300 km). Tab. 2/B: Diametro delle condotte di trasporto secondarie derivate dal metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Diametro Lunghezza (km) Regione Toscana DN 100 (4”) 0,300 Regione Emilia Romagna DN 100 (4”) DN 150 (6") DN 250 (10") Totale 4,225 18,820 0,070 23,415 La rimozione di linee esistenti riguarderà 10,845 km di condotte di diverso diametro (vedi tab. 2/C) comprese, in gran parte, nel territorio della Regione Emilia Romagna (10,320 km) e, più limitatamente, nella Regione Toscana (0,525 km). Tab. 2/C: Diametro delle condotte da rimuovere derivate dal metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Diametro Lunghezza (km) Regione Toscana DN 80 (3") 0,525 Regione Emilia Romagna DN 80 (3") DN 100 (4") DN 125 (5") DN 250 (10") Totale 0,610 7,700 1,940 0,070 10,845 Per quanto attiene la pressione di progetto, nel complesso il progetto prevede, unicamente, la realizzazione di condotte di prima specie con pressione pari a 75 bar. Per quanto attiene la pressione di esercizio, il progetto, nel complesso, prevede: • la realizzazione di 130,730 km di condotte di prima specie (107,315 km della linea principale e 23,415 km di linee secondarie), con pressione pari a 75 bar; • la rimozione di 100,830 km di condotte di prima specie (89,985 km della linea principale in dismissione e 10,845 km delle linee secondarie da esse derivate) con pressione pari a 36 bar. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 3 ATTI DI PROGRAMMAZIONE DI SETTORE 3.1 Agenda XXI e sostenibilità ambientale COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 28 di 489 Rev. 0 La conferenza dell’ONU su “Ambiente e Sviluppo” del 1992 ha cercato di integrare le questioni economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale, definendo strategie ed azioni per lo sviluppo sostenibile, inteso come ricerca di un miglioramento della qualità della vita; strategie e azioni sono contenute nel documento “Agenda 21”, le cui linee sono state ribadite e sviluppate nella conferenza ONU di Johannesburg del settembre 2002 sullo sviluppo sostenibile. I paesi dell’Unione europea si sono impegnati nel 1992 a Lisbona, a presentare alla Commissione per lo sviluppo sostenibile, istituita presso l’ONU, i propri Piani Nazionali di attuazione. Nella stessa linea si muove il V Piano di Azione della Comunità Europea (CE), predisposto nel marzo 1992 ed approvato all’inizio nel 1993. Tale piano innova profondamente l’approccio istituzionale alle questioni ambientali portando ad interventi volti ad integrare le politiche ambientali con le regole di mercato. L’approccio del V Piano di azione è stato confermato nel VI Piano di azione ambientale e nella correlata decisone 1600/2002/CE in cui viene ribadito come uno sviluppo sostenibile deve essere fondato anche su un uso razionale ed efficiente dell’energia attraverso le fonti energetiche rinnovabili e a più basso impatto ambientale. In Italia per il perseguimento e l’attuazione degli obiettivi di “Agenda 21” sono stati adottati, tra gli altri, i seguenti provvedimenti: • il programma triennale di tutela ambientale (PTTA) dell’1989-1991; • la legislazione sulle ecotariffe associate alla finanziaria del 1993; • il PTTA del 1994-1996; • il “Piano Nazionale per lo sviluppo sostenibile in attuazione dell’agenda 21” del 28 dicembre 1993; • la delibera 2 agosto 2002 n. 57/2002, recante “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”. In particolare, il Piano nazionale del 1993 definisce gli obbiettivi e le azioni per avviare l’Italia sul cammino dello sviluppo sostenibile in materia di energia, industria, agricoltura, trasporti, turismo e gestione dei rifiuti. Relativamente al settore energetico il piano per lo sviluppo sostenibile, sviluppando quanto previsto dal Piano energetico nazionale del 1988, prevede una strategia basata sulla riduzione del consumo di idrocarburi e sull’ulteriore miglioramento dell’efficienza nelle attività di produzione, distribuzione e consumo dell’energia, sulla sostituzione dei combustibili maggiormente inquinanti e su un crescente affidamento sulle fonti rinnovabili di energia. Con Deliberazione 2 agosto 2002, sono stati individuati gli strumenti, gli obiettivi, le aree tematiche principali e gli indicatori per monitorare lo stato di attuazione del Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile in attuazione dell’”Agenda 21”. I principali strumenti sono riconducibili ai seguenti: File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 29 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 - semplificazione della legislazione di protezione ambientale in vigore con l’adozione di testi unici per le principali materie; - sostenibilità di progetti e di piani/programmi mediante un’efficace ed efficiente applicazione rispettivamente della valutazione di impatto ambientale (VIA) e della valutazione ambientale strategica (VAS); - integrazione del fattore ambientale nei mercati; - promozione della consapevolezza e della capacità decisionale dei cittadini; - finanziamento dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi sono individuati secondo le aree tematiche a seguire: • clima ed atmosfera; • natura e biodiversità; • qualità dell’aria e qualità della vita negli ambienti urbani; • uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti. Per quanto attiene gli elementi connessi alla qualità ambientale saranno utilizzati in via prioritaria una serie di indicatori accorpati secondo le seguenti tematiche: − lotta ai cambiamenti climatici; − trasporti; − sanità pubblica. Entro il 30 aprile di ogni anno il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio trasmette al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica una relazione sullo stato di attuazione della strategia per lo sviluppo sostenibile. 3.2 Convenzione quadro sui cambiamenti contenimento delle emissioni climatici e piani nazionali sul La convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è stata emanata a New York il 9 maggio 1992 ed è stata ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge n. 15 del gennaio 1994. L’obiettivo della convenzione è di stabilizzare le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera ad un livello tale da escludere qualsiasi interferenza delle attività umane sul sistema climatico. A tal fine ogni Stato firmatario ha l’obbligo di: • elaborare un inventario nazionale delle emissioni, causate dall’uomo, di gas ad effetto serra applicando metodologie comuni fra i vari paesi; • promuovere processi che permettano di controllare, ridurre o prevenire le emissioni di gas ad effetto serra causate dall’uomo; • sviluppare ed elaborare opportuni piani integrati per la gestione delle zone costiere e agricole. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 30 di 489 Rev. 0 Il problema consiste nell’individuazione del peso del contributo del sistema antropico rispetto a quello naturale nelle variazioni del clima. I cambiamenti climatici su breve periodo (su una scala temporale di cento anni) attualmente osservati, non sono gli unici verificatisi nella storia della vita del pianeta, come dimostrato anche dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC). L’allarme nasce dal fatto che per la prima volta tale cambiamento appare dovuto in maniera significativa anche all’azione diretta dell’uomo che contribuisce all’innalzamento delle concentrazioni di alcuni gas nell'atmosfera che possono alterarne il bilancio energetico. Recependo le indicazioni della convenzione riguardante l’inquinamento atmosferico in Italia con D.M. 15 aprile 1994 sono stati introdotti limiti di legge relativamente agli inquinanti atmosferici, e i relativi livelli di allarme e di attenzione. I limiti di legge sono stati più volte ridefiniti con successivi provvedimenti normativi tra i quali il decreto ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio), il decreto legislativo 21 maggio 2004 n. 183 (Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria), e il decreto legislativo 3 agosto 2007 n. 152 (Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente). Nel dicembre 1997, il Protocollo di Kyoto, ha richiesto per i principali paesi industrializzati la riduzione media del 5,2% rispetto al 1990 delle emissioni di gas suscettibili di alterare il clima da realizzare tra il 2008-2012. In particolare l'Unione Europea si è impegnata ad una quota più alta pari all’8%, gli Stati Uniti al 7%, il Giappone ed il Canada al 6%. Il calcolo delle emissioni tiene conto di tutti i gas serra considerati dalla convenzione (CO2, metano, protossido d’azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro). Il Protocollo di Kyoto è stato ratificato in Italia con la legge 1° luglio 2002 n. 120 “Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997”. Con delibera CIPE 19 dicembre 2002 è stata disposta la “Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (legge n. 120 del 2002)”. Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 a seguito della ratifica da parte di un insieme di Stati che cumulativamente causa il 55% delle emissioni censite nel 1990. Tra le misure finalizzate all’adempimento degli obblighi che scaturiscono dal protocollo di Kyoto si ricorda la direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio di quote di emissioni dei gas effetto serra all’interno dell’Unione Europea al fine di promuovere la riduzione di dette emissioni secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica. Considerati i vincoli temporali imposti dalla direttiva e in attesa del recepimento della stessa, il 12 novembre 2004 è stato approvato il decreto legge 273/2004 (convertito in legge n. 316 del 30 dicembre 2004), finalizzato ad attivare le procedure necessarie per autorizzare gli impianti ad emettere gas serra e acquisire le informazioni necessarie per il rilascio delle quote di emissioni. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 31 di 489 Rev. 0 Il Ministero dell’Ambiente ha altresì adottato il Piano Nazionale di Assegnazione per il periodo 2005-2007, elaborato in attuazione della Direttiva 2003/87/CE. Con decreti 2179/2004, 2215/2004 e 13/2005 il Ministero dell’ambiente ha rilasciato le autorizzazioni ad emettere gas ad effetto serra. Da ultimo il Ministero dell’ambiente ha adottato tre decreti attuativi della normativa sull’emission trading: decreto 16 febbraio 2006 n. 65 recante la ricognizione delle autorizzazioni ad emettere gas a effetto serra rilasciate con decreti DEC/RAS/2179/2004, DEC/RAS/2215/2004 e DEC/RAS/013/2005 ai sensi del decreto-legge 12 novembre 2004, n. 273, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2004, n. 316; decreto 23 febbraio 2006 n. 74, recante l'assegnazione e il rilascio delle quote di CO2 per il periodo 20052007 ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 11, paragrafo 1 della direttiva 2003/87/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio; decreto 2 marzo 2006 n. 96 recante il rilascio del riconoscimento dell'attività di verifica delle comunicazioni delle emissioni. In attuazione della legge 18 aprile 2005 n. 62 (Legge Comunitaria 2004), il Consiglio dei Ministri, ha emanato il decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 216 recante "Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2006Supplemento Ordinario n. 150. Il 13 luglio 2006, in attuazione degli articoli 8 e 10 del citato decreto legislativo, il Ministro dell’ambiente e della tutela del mare e del territorio ha avviato un processo di consultazione sullo schema di Piano nazionale di assegnazione relativo al periodo 2008 – 2010, Piano approvato con decreto DEC/RAS/1448/2006 del 18 dicembre 2006 dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministro dello sviluppo economico. Nella distribuzione per attività delle quote che si intendono assegnare agli impianti esistenti sono contemplati gli impianti di “compressione metanodotti” (impianto GNL, centrali di compressione rete nazionale, impianti compressione e trattamento per stoccaggi, terminale entry point di Mazara) ai quali è stata assegnata una quota annua complessiva pari a 0,88 MtCO2/anno. Conformemente a quanto disposto dall'articolo 8, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, il Comitato di gestione e attuazione della direttiva 2003/87/CE, nel dicembre 2007, ha pubblicato per la consultazione lo Schema di decisione di assegnazione per il periodo 2008-2012, elaborato sulla base del Piano Nazionale di assegnazione per il periodo 2008-2012, tenuto conto del parere della Commissione europea di cui alla Decisione relativa al piano nazionale di assegnazione delle quote di emissione dei gas a effetto serra notificato dall'Italia del 15 maggio 2007. A conclusione della consultazione, il 28 febbraio 2008 il Ministro dell'Ambiente ed il Ministro dello Sviluppo Economico hanno approvato la Decisione di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012, attualmente al vaglio della Commissione Europea per il controllo di conformità, e contenente anche il Regolamento nuovi entranti e chiusure. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 3.3 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 32 di 489 Rev. 0 Conferenza nazionale energia e ambiente La Conferenza Nazionale Energia e Ambiente si è svolta nel Novembre del 1998 a Roma ed ha costituito il punto centrale di un processo di incontri, convegni specializzati su base tematica o su base geografica, tavoli di consultazione tra i protagonisti interessati, preparazione di studi e documenti, il cui obiettivo è creare su tutto il territorio nazionale momenti di riflessione e di dialogo sulle tematiche energetico-ambientali, da cui sono scaturiti contributi ed elementi utili ad alimentare i temi in discussione durante la Conferenza. Nell’ambito della conferenza sono stati trattati i temi relativi all’approvvigionamento energetico, allo sviluppo sostenibile, all’adozione di misure atte a ridurre i contributi inquinanti. Nello specifico i temi trattati dalla Conferenza, d’interesse per il progetto in esame sono stati: • Energia e ambiente post-Kyoto: bilanci e scenari • Sviluppo sostenibile e cambiamenti globali • Le fonti fossili primarie: il gas naturale Relativamente al mercato del gas, dalla Conferenza sono emerse: − l'incremento della dipendenza dalle importazioni di gas; − la necessità di sicurezza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento; − la necessità di supplire con nuove importazioni al decremento della produzione nazionale. Nel documento conclusivo, viene evidenziata l’intenzione del Governo di rinnovare lo sforzo per completare la metanizzazione del Paese non solo nelle grandi aree ancora escluse dal processo, come la Sardegna, ma anche nelle zone in cui la possibilità di utilizzo del metano potrà costituire un importante fattore di innesco dei processi di industrializzazione e di crescita occupazionale. 3.4 Piano Energetico Nazionale Il Piano Energetico Nazionale (PEN), approvato dal governo il 10 agosto 1988, individua gli obiettivi da perseguire al fine di soddisfare le esigenze energetiche del Paese. Gli scenari previsti da tale Piano evidenziano una marcata debolezza del sistema energetico italiano. Per far fronte a tale situazione nel lungo periodo il PEN ha previsto una serie di azioni che concorrono alla determinazione della politica energetica nazionale: - risparmio di energia da perseguire essenzialmente tramite la razionalizzazione del suo uso; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 33 di 489 Rev. 0 - protezione dell'ambiente tramite la creazione di condizioni che consentano di minimizzare l'impiego di energia, materie prime e risorse, riducendo il rilascio nell'ambiente di emissioni e rifiuti; - sviluppo e ricerca nel settore delle fonti rinnovabili, per la riduzione della vulnerabilità energetica del paese; - diversificazione delle fonti e delle provenienze geopolitiche, in modo da limitare la dipendenza da altri paesi; - incremento della competitività del sistema produttivo, considerata necessaria per poter contenere i consumi senza deprimere lo sviluppo. Al PEN sono seguite le leggi attuative 9 e 10 del 1991. Mancano ad oggi successivi programmi energetici nazionali mentre sta assumendo un maggior peso la programmazione regionale (Piani energetici regionali) prevista dall’articolo 10 della legge 10/91. Inoltre, con accordo siglato il 5 giugno 2001 a Torino, i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome si sono impegnati, tra l’altro, alla “elaborazione, entro l’anno 2002, di un Piano Energetico Ambientale, sulla base dei singoli bilanci energetici che privilegi: - le fonti rinnovabili e l’innovazione tecnologica; - la razionalizzazione della produzione elettrica; - la razionalizzazione dei consumi energetici, con particolare riguardo al settore civile anche attraverso l’introduzione della Certificazione Energetica”. Da ultimo si segnala che l’articolo 7 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che prevede che la «Strategia energetica nazionale», che indica le priorità per il breve ed il lungo periodo e reca la determinazione delle misure necessarie per conseguire, anche attraverso meccanismi di mercato, i seguenti obiettivi: a) diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di approvvigionamento; b) miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo; c) promozione delle fonti rinnovabili di energia e dell'efficienza energetica; d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare; d-bis) promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione; e) incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica; f) sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; g) garanzia di adeguati livelli di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori. Ai fini dell’elaborazione della proposta di Strategia energetica nazionale il Ministro dello sviluppo economico dovrà convocare, d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, una Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 3.5 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 34 di 489 Rev. 0 Piani Energetici Regionali I Piani energetici regionali elaborati dal 2001 ad oggi partono dal presupposto che nei prossimi anni si assisterà ad un incremento del consumo di energia che, in una certa misura, sarà supportato da un incremento dell’uso del gas naturale nelle centrali termoelettriche a ciclo combinato. Pertanto, il consumo termoelettrico e, in misura minore, quello industriale e civile, del gas naturale aumenteranno. In conseguenza di un tale aumento dovrà essere potenziata la rete di trasporto in termini sia di capacità complessiva che di nuovi allacciamenti. Molte Regioni hanno evidenziato il contributo che l’incremento del consumo del gas naturale, quale fonte alternativa al petrolio nella produzione di energia elettrica, può dare al rispetto del protocollo di Kyoto e, comunque, alla tutela dell’ambiente. In tale ottica, la politica energetica della Regione Toscana assume la scelta dell'ecoefficenza come strategia coerente con il sostegno e lo sviluppo della competitività dell'economia toscana fondata su un grande sforzo di investimento nell'innovazione tecnologica e nella ricerca. In un quadro europeo che chiede di centrare tre obbiettivi ambiziosi entro il 2020 (-20% sulle emissioni di anidride carbonica, -20% sui consumi energetici, +20% di energia da fonti rinnovabili), il Piano Energetico Regionale, approvato nel luglio 2008, punta su un mix produttivo composto da gas metano ed energie rinnovabili. Perno centrale della riduzione delle emissioni (capace da solo di abbattere 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, cioè il 30% dell’obiettivo fissato dal Piano) è la riconversione a metano delle due centrali Enel a olio combustibile di Livorno (300 megawatt) e Torre del Sale di Piombino (1200 Megawatt) e allineando questi impianti al nuovo Rosen 2 di Rosignano. L’occasione è rappresentata dall’arrivo del metanodotto algerino Galsi e dall’attivazione di un solo rigassificatore al largo delle coste livornesi che sarà realizzato con le massime garanzie di sicurezza. Il Piano Energetico Regionale toscano, quindi, riconosce al gas naturale un ruolo insostituibile nell’ambito delle politiche energetiche per la sostenibilità ambientale e per raggiungere l’obiettivo di una Toscana più sostenibile, meno dipendente dal petrolio e più capace di utilizzare le fonti alternative che serviranno a produrre l’energia elettrica necessaria allo sviluppo della Regione. Un mercato del gas che in Toscana sarà quindi in forte espansione sia sotto il profilo civile che sotto il profilo industriale, attraverso la metanizzazione di aree non ancora raggiunte come l’Isola d’Elba. Uso efficiente dell’energia, risparmio energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili, riqualificazione del sistema elettrico. E ancora, nuove tecnologie nell’industria, certificazione energetica degli edifici, sviluppo dei servizi di energy management. Sono i punti chiave del nuovo Piano Energetico Regionale della Regione Emilia Romagna approvato nel gennaio 2007. Derivato dalla Legge Regionale 26 del 2004 (prima in Italia ad affrontare, a livello regionale, la complessità della questione energetica), anche il PER dell’Emilia Romagna, come quello della Toscana, si muove sulla linea del “Protocollo di Kyoto” che impone la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 35 di 489 Rev. 0 Per concorrere a questo risultato, il Piano definisce gli obiettivi di risparmio energetico dei diversi settori (il settore residenziale contribuisce per un terzo, il settore dei trasporti per il 40%, l’industria per il 25%) e prevede un primo stanziamento regionale di 90 milioni di euro in tre anni. Sul fronte della produzione la strada indicata è quella di sviluppare le fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermia, biomasse) e gli impianti di “generazione distribuita” ad alta efficienza basati sulla tecnologia della cogenerazione di piccola taglia e del teleriscaldamento. Sul fronte dell’utilizzo del gas in considerazione delle previsioni di consumo finale di energia in aumento e della conseguente domanda di gas naturale che il Piano energetico si ipotizza una crescita complessiva dell’ 1,2 - 2,7 per cento annuo sino al 2010. Sotto quest’ultimo profilo e con riferimento alla rete di trasporto di gas naturale il PER sostiene che se il gas appare oggi in grado di contribuire maggiormente all’obiettivo della limitazione del peso dei prodotti petroliferi nel bilancio nazionale, la rapida crescita dei consumi di tale fonte potrebbe portare ad una nuova debolezza strutturale dell’Italia. All’aumento della domanda che deriverà soprattutto dal completamento della metanizzazione delle regioni meridionali e dalla produzione termoelettrica, occorrerà rispondere aumentando la flessibilità del sistema, anche attraverso lo sviluppo delle attività di prospezione e l’adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento, trasporto, stoccaggio del gas e del GNL. Il PER sottolinea come il sistema regionale dell’Emilia-Romagna, grazie alla sua posizione geografica, alle caratteristiche intrinseche del territorio, alle potenzialità delle infrastrutture e delle imprese che vi operano, può proporsi quale centro nevralgico del sistema nazionale del gas, potendo contribuire ad accrescere l’affidabilità e la integrazione dei mezzi di approvvigionamento dei sistemi di interscambio transnazionale, di stoccaggio e modulazione anche attraverso l’allestimento di servizi avanzati per il mercato europeo. Sul versante più direttamente locale, all’obiettivo tradizionalmente perseguito di garantire il metano ai territori non ancora raggiunti dalla rete vanno affiancati gli obiettivi di flessibilità del sistema, di qualità ed efficienza dei servizi (valorizzazione risorse endogene, razionalizzazione dell’uso e dello sviluppo delle infrastrutture, riduzione delle perdite di rete, sostituzione dei combustibili più inquinanti negli impianti civili ed industriali con sistemi ad alta efficienza a metano, anche attraverso la cogenerazione in autoproduzione e la diffusione del gas naturale per autotrazione). 3.6 Decreto per la liberalizzazione del mercato del gas naturale Con il decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, è stata recepita in Italia la Direttiva 98/30/CE finalizzata alla creazione del mercato europeo del gas naturale attraverso una significativa trasformazione del settore. In particolare, si prevede che, attraverso un sistema di regole stabilite da Codici di Rete e Stoccaggio e di tariffe decise e pubblicate dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, sia possibile un accesso trasparente e non discriminatorio alle infrastrutture del sistema gas per le imprese qualificate che intendano operare nella commercializzazione di gas. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 36 di 489 Rev. 0 Inoltre, il decreto impone, a partire dal 1° gennaio 2002, la separazione societaria tra le fasi regolate (trasporto, distribuzione e stoccaggio gas) e quelle non regolate (produzione, importazione, commercializzazione gas). ENI ha anticipato l'applicazione del decreto n. 164/2000 attuando il 1° luglio 2001 la separazione societaria delle attività di trasporto e dispacciamento di gas naturale (conferite da Snam a Snam Rete Gas) dalle altre attività del settore gas che, con la fusione di Snam in ENI, sono oggi esercitate dalla Divisione Gas & Power, della stessa Società ENI. Quest’ultima rappresenta attualmente uno degli operatori del mercato del gas. Dal 1° gennaio 2003 tutti i consumatori di gas naturale, indipendentemente dal livello di consumo, sono diventati clienti idonei per la stipula di contratti con imprese di commercializzazione. Riguardo alla regolamentazione del mercato del gas l’Unione Europea ha adottato la direttiva 2003/55/CE sul mercato interno del gas che innova e sostituisce la direttiva 98/30/CE. La direttiva pone particolare attenzione allo sviluppo della concorrenza e della sicurezza degli approvvigionamenti, indicando nella realizzazione di nuove infrastrutture energetiche o nel potenziamento delle esistenti un elemento chiave per l’ottenimento di tali obiettivi. Con direttiva 2004/67/CE l’Unione europea ha, inoltre, proposto una serie di misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale, contribuendo altresì al corretto funzionamento del mercato interno, attraverso l’individuazione di un quadro comune nel quale gli Stati membri definiscono misure di sicurezza dell’approvvigionamento generali, trasparenti e non discriminatorie, precisando i ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti. In particolare, tra gli strumenti funzionali a garantire adeguati livelli di sicurezza negli approvvigionamenti, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas, la flessibilità delle importazioni e investimenti in infrastrutture per l'importazione di gas mediante terminali di rigassificazione e gasdotti. Nel quadro della regolamentazione del settore energetico va segnalata la legge di riordino 23 agosto 2004, n. 239. La legge ribadisce la necessità che lo sviluppo del sistema energetico nazionale, nel quadro del processo di liberalizzazione a livello europeo, si coniughi con le politiche ambientali internazionali, comunitarie e nazionali. In particolare, tra gli obiettivi generali e le garanzie fissate dai commi 3 e 4 dell’art. 1, si segnalano: - la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti, in quantità commisurata alle esigenze, diversificando le fonti energetiche primarie, le zone geografiche di provenienza e le modalità di trasporto; - l’economicità dell’energia offerta ai clienti finali; - il miglioramento della sostenibilità ambientale dell’energia anche in termini di uso razionale delle risorse territoriali, di tutela della salute e di rispetto degli impegni internazionali; - l’efficienza negli usi finali dell’energia; - l’adeguatezza delle attività energetiche strategiche di produzione, trasporto e stoccaggio; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore - 3.7 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 37 di 489 Rev. 0 l’unitarietà della regolazione e della gestione dei sistemi di approvvigionamento e di trasporto nazionale; la semplificazione delle procedure autorizzative; la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e del paesaggio, in conformità alla normativa nazionale, comunitaria e internazionale. Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali In attuazione del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 34, recante “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, concernenti le funzioni e la struttura organizzativa del ministero delle Attività Produttive, a norma dell’articolo 1 della legge 6 luglio 2002, n. 137”, il Ministro per le attività produttive nel settembre 2005 ha adottato il Piano triennale degli obiettivi di politiche industriali che contiene un capitolo dedicato alle politiche per la sicurezza e l’economicità del sistema elettrico nazionale in cui il MAP individua gli obiettivi e le strategie da perseguire nel triennio 2006-2008 nel breve e nel lungo periodo. Tra gli obiettivi di breve periodo, il Piano prevede tra l’altro, la stabilizzazione delle tariffe e dei prezzi dell’energia elettrica, del gas naturale e dei carburanti per i consumatori e le imprese, prevedendo prezzi più favorevoli per le imprese ad alta intensità energetica; la convocazione di un forum permanente periodico con i responsabili per l’energia delle Regioni e delle Province autonome. Nel lungo periodo, secondo il Piano occorre promuovere gli investimenti per la realizzazione di infrastrutture energetiche e per il loro ammodernamento; accrescere la diversificazione delle fonti e delle aree di approvvigionamento; accelerare l’integrazione del mercato energetico nazionale nel mercato interno europeo; facilitare lo sviluppo delle imprese nazionali e la loro internazionalizzazione; incentivare lo sviluppo di nuove capacità di stoccaggio di gas naturale per l’uso ai fini del bilanciamento commerciale. Questi obiettivi saranno perseguiti liberalizzando il mercato, migliorando l’efficienza energetica e riducendo i costi delle conversioni e delle transazioni, tutelando l’ambiente e il territorio, intensificando l’impegno nella ricerca e nell’innovazione, anche attivando programmi di formazione e di informazione sui temi dell’energia. Per quanto concerne il settore del gas naturale, il Governo continuerà a promuovere il potenziamento delle infrastrutture di approvvigionamento e trasporto, in particolare mediante la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, il potenziamento dei gasdotti di importazione, la creazione di gasdotti di interconnessione, anche favorendo l’ingresso di nuovi operatori nel mercato. Gli obiettivi del Piano triennale sono stati di ribaditi dal Ministero dello Sviluppo economico nel quadro delle misure funzionali alla gestione e al superamento del emergenza gas, tra le quali si segnalano la promozione della realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, il potenziamento dei gasdotti di importazioni esistenti e la costruzione di nuovi interconnettori internazionali. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 3.8 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 38 di 489 Rev. 0 Programmazione europea e nazionale delle infrastrutture Nell'ambito della politica energetica comunitaria va segnalato che con decisione n. 1364/2006/CE del 6 settembre 2006 sulle reti transeuropee nel settore dell'energia (TEN–E), sono state ridefinite la natura e la portata dell'azione comunitaria di orientamento in materia di reti transeuropee dell'energia. La decisione stabilisce un insieme di orientamenti concernenti gli obiettivi, le priorità e le principali linee di azione della Comunità nel settore delle reti transeuropee dell'energia. Tali orientamenti individuano progetti di interesse comune nelle reti transeuropee di elettricità e gas naturale, compresi i progetti prioritari. La Comunità favorisce l'interconnessione, l'interoperabilità e lo sviluppo delle reti transeuropee dell'energia nonché l'accesso a queste reti, conformemente al diritto comunitario vigente, al fine di: a) favorire l'effettiva realizzazione del mercato interno in generale e in particolare del mercato interno dell'energia, incoraggiando nel contempo la produzione, il trasporto, la distribuzione e l'utilizzazione razionali delle risorse energetiche nonché lo sviluppo e la connessione delle risorse rinnovabili, al fine di ridurre il costo dell'energia per il consumatore e contribuire alla diversificazione delle fonti energetiche; b) facilitare lo sviluppo e ridurre l'isolamento delle regioni meno favorite e insulari della Comunità, contribuendo così al rafforzamento della coesione economica e sociale; c) rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento di energia, ad esempio mediante l'approfondimento delle relazioni con i paesi terzi in materia di energia, nel reciproco interesse, in particolare nel quadro della Carta dell'energia nonché degli accordi di cooperazione conclusi dalla Comunità; d) contribuire allo sviluppo sostenibile e alla protezione dell’ambiente, facendo tra l’altro ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e riducendo i rischi ambientali associati al trasporto e alla trasmissione di energia. Tra le priorità dell’azione comunitaria, si segnalano: - l’adattamento e sviluppo delle reti dell’energia a sostegno del funzionamento del mercato interno e soluzione dei problemi dovuti a strozzature congestioni e collegamenti mancanti; - lo sviluppo delle reti del gas per coprire il fabbisogno della Comunità europea e controllare i suoi sistemi di approvvigionamento; - la garanzia dell’interoperabilità delle reti e la diversificazione delle fonti e dei percorsi di approvvigionamento. 3.9 Coerenza dell’opera con gli strumenti di programmazione Il progetto in esame è pienamente rispondente con gli strumenti nazionali e comunitari di programmazione del settore energetico, finalizzati al contenimento delle emissioni atmosferiche e a razionalizzare l’approvvigionamento energetico. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 39 di 489 Rev. 0 Infatti, nell’Agenda 21, così come nel Piano Energetico Nazionale, tra le strategie per raggiungere lo sviluppo sostenibile, rientra anche la sostituzione dei combustibili molto inquinanti con altri a basso contenuto di carbonio e privi di zolfo (come il metano). Il concetto dell’aumento dell’uso del gas naturale viene ripreso anche nella Conferenza Nazionale Energia e Ambiente del 1998, nella quale, come evidenziato sopra, si rimarca la necessità di completare la rete di metanizzazione in Italia. Nel documento conclusivo della Conferenza si affronta l’argomento della sicurezza degli approvvigionamenti energetici, rilevandone l’importanza strategica per un paese come l’Italia che è, e rimarrà, ampiamente dipendente dall’estero per tale settore. L’evoluzione dell’orientamento generale è stata caratterizzata da una graduale enfatizzazione del ruolo strategico del gas naturale all’interno del sistema energetico italiano. L’adeguamento della normativa che favorisce la cogenerazione e l’autoproduzione industriale e l’evoluzione tecnologica (nuovi impianti turbogas e a ciclo combinato) hanno, infatti, notevolmente ampliato le potenzialità di utilizzo del gas, in particolare nel comparto della generazione di energia elettrica, mentre le accresciute esigenze ambientali delle aree urbane hanno portato a privilegiare tale fonte nel settore degli usi civili. L’opera oggetto del presente SIA è coerente con la programmazione energetica comunitaria, nazionale e regionale e contribuirà a garantire la sicurezza del sistema nazionale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 40 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 4 COMMESSA Rev. 0 EVOLUZIONE DELL’ENERGIA IN ITALIA In Italia, negli ultimi anni, si è già registrato un costante incremento della domanda di gas: da 47 miliardi di metri cubi del 1990 ai circa 84,9 miliardi di metri cubi del 2007, con un conseguente accrescimento della quota gas all’interno dei consumi nazionali di energia, dal 23,9% del 1990 a circa il 36% del 2007. Dall’analisi di questi dati si evince che il gas naturale ricopre un ruolo sempre più importante e crescente, facendo fronte a più di più di un terzo della domanda di energia primaria del paese (vedi Fig. 4/A). Tali livelli di consumo sono destinati ad accrescersi sensibilmente nei prossimi anni, in seguito al più ampio ruolo che il gas naturale tende ad assumere all’interno del sistema energetico italiano, in relazione, particolarmente, al suo minore impatto ambientale rispetto agli altri combustibili fossili. Il Ministero dello Sviluppo Economico quantifica i futuri consumi di gas in circa 100 miliardi di metri cubi nel 2010 per crescere fino a circa 120 miliardi di metri cubi nel 2020. Tale livello di domanda rappresenterebbe un incremento di circa il 15% (2010) e di circa il 35% (2020) rispetto il valore attuale, configurando un trend di crescita tra i più elevati all’interno dei paesi dell’Unione Europea. Evoluzione energia in italia Composizione percentuale della domanda 100% 8,7% 11,7% 67,2% 58,6% 9,8% 10,8% 56,6% 55,8% 18,7% 23,9% 26,1% 11,0% 9,7% 7,3% 12,3% 12,5% 15,3% 15,4% 15,4% 43,3% 38,4% 37,6% 36,5% 90% 80% 70% 60% 49,3% 50% 40% 30% 20% 15,5% 10% 8,5% 31,5% 7,0% 35,8% 38,6% 39,5% 40,9% 8,5% 7,7% 7,5% 7,2% 0% 1980 1985 1990 Solidi Fig. 4/A: 1995 Gas 2000 2005 Petrolio 2010 2015 2020 En. Elettrica primaria Evoluzione del bilancio dell’energia in Italia (%) Si prevede che il maggiore ricorso al gas naturale si realizzi nel settore termoelettrico in relazione sia alla trasformazione a metano di centrali termoelettriche attualmente alimentate con altri combustibili sia alla realizzazione di nuove centrali a gas a ciclo combinato. Negli ultimi anni molte delle centrali termoelettriche esistenti nelle regioni Emilia Romagna e Toscana sono stati oggetto di trasformazione a ciclo combinato a gas per File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 41 di 489 Rev. 0 una potenza pari a circa 3500 MW ed inoltre sono stati realizzati nuovi impianti termoelettrici per circa 2800 MW. Non si prevedono ad oggi ulteriori iniziative e pertanto i consumi di gas naturale per il settore termoelettrico si manterranno nel medio termine sui livelli di consumo attuali. A livello regionale inoltre non possono essere trascurati gli effetti di crescita della domanda gas per i settori civile ed industriale, influenzati dagli indirizzi di politica energetica regionale. In tale logica, in linea con quanto previsto dai piani energetici regionali, i tassi di crescita attesi per consumi di gas naturale per gli usi finali si attesteranno intorno all’1,5%. La crescita sarà principalmente concentrata sul mercato civile per un naturale processo di crescita fisiologica del settore e sul comparto dei trasporti per la maggiore diffusione di veicoli a metano. Il tasso di crescita atteso e l’elevata penetrazione del gas naturale sul territorio evidenziano che si tratta di un mercato ormai maturo la cui evoluzione è influenzata dagli indirizzi regionali di politica energetico ambientale, che sempre più tendono a privilegiare l’utilizzo del gas naturale rispetto ad altri combustibili più inquinanti. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 5 LA METANIZZAZIONE IN ITALIA 5.1 La produzione di gas naturale COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 42 di 489 Rev. 0 Nel 2007 la produzione di gas naturale in Italia è stata di 9,8 miliardi di m3. In linea generale, rispetto al 1994 quando si era raggiunto il massimo storico con 20,5 miliardi di m3 di gas, si registra una netta flessione a causa del progressivo declino dei giacimenti, non reintegrati da nuovi campi in sviluppo. La produzione nazionale di gas è prevista in diminuzione, secondo quanto indicato delle più recenti valutazioni: dagli attuali 9,8 miliardi di metri cubi annui (pari al 12% della domanda complessiva di gas) a circa 6 miliardi di metri cubi nel 2015 (circa il 6% del consumo totale di gas, secondo le previsioni di riferimento elaborate dal Ministero dello Sviluppo Economico. 5.2 Le importazioni Nel 2007 gli approvvigionamenti di gas naturale dall'estero hanno raggiunto il volume di 73,5 miliardi di m3. Le quantità importate dall'Algeria hanno rappresentato il 31 % del totale, quelle dalla Russia il 33% e le importazioni dal Nord Europa il 21%; dalla Libia il 12%, la restante parte delle importazioni (circa 3%) è costituita dal GNL trasportato via nave e rigassificato al terminale di Panigaglia prima di essere immesso in rete. Tenendo conto degli incrementi dei consumi di gas naturale e della diminuzione delle produzioni nazionali precedentemente indicati risulta necessario nei prossimi anni un un sensibile incremento delle importazioni di gas naturale, che potrà essere soddisfatto dal potenziamento delle linee di importazione esistenti, da nuovi terminali GNL e\o da nuove linee di importazione. 5.3 Rete dei metanodotti in Italia e nelle Regioni Toscana ed Emilia Romagna L’Italia è stata la prima nazione europea ad impiegare diffusamente il gas naturale come fonte energetica e ciò ha avuto un ruolo determinante nel favorire la crescita industriale nell’immediato periodo post-bellico. Lo sviluppo delle reti ha interessato, nei primi anni, il solo territorio della pianura padana con utilizzazione di tipo industriale. L’estensione delle condotte raggiungeva nel 1960 la lunghezza di circa 4.600 km; già nel 1970 era diventata una vera e propria rete nazionale che alla fine del 1984 si estendeva per oltre 17.300 km. Dal 31.12.2008, Snam Rete Gas dispone di una rete di gasdotti che si sviluppa per circa 31.474 km e che comprende sia le grandi linee di importazione, sia un articolato ed esteso sistema di trasporto, costituito da metanodotti a pressioni e diametri diversi. In attuazione dell'art. 9 del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164 sono state definite, rispettivamente con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 1/8/2008 e con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 aprile 2008, la Rete Nazionale dei Gasdotti e la Rete di Trasporto Regionale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 43 di 489 Rev. 0 Della Rete Nazionale di Gasdotti fanno inoltre parte anche le centrali di compressione e gli impianti necessari per il suo funzionamento. Alla data del 31/12/2008 la Rete dei metanodotti di Snam Rete Gas è così suddivisa: • Rete Nazionale di Gasdotti (per un totale di 8.779 km) • Rete di Trasporto Regionale (per i restanti 22.695 km) La rete dei gasdotti di Snam Rete Gas è inoltre una struttura “integrata” finalizzata a: • trasportare energia dalle aree di produzione (nazionali ed estere) a quelle di consumo; • garantire sicurezza, flessibilità ed affidabilità del trasporto e della fornitura alle utenze civili ed industriali, operando in un’ottica progettuale di lungo termine. Al 31.12.2008 la rete dei gasdotti di Snam Rete Gas nelle Regioni Emilia Romagna e Toscana è così suddivisa (vedi tab. 5.3/A). Tab. 5.3/A: Rete di trasporto del gas naturale nelle Regioni Toscana ed Emilia Romagna Regione Emilia Romagna Toscana Totale Rete SRG (km) 3.715 2.001 Rete Nazionale (km) 1.065 443 Rete Regionale (km) 2.650 1.558 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 6 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 44 di 489 Rev. 0 ANALISI ECONOMICA DEI COSTI E DEI BENEFICI Sulla base dei criteri definiti dall’Autorità per l’energia ed il gas nella delibera n° 166/05, i ricavi associati all’investimento in oggetto vengono determinati in maniera da garantire, oltre alla copertura degli ammortamenti, una remunerazione del capitale investito netto pari al 6,7% in termini reali , incrementata di un premio del 3% per un periodo di 10 anni. Sulla base dell’attuale regolazione ed a fronte di un investimento riconosciuto di 460 milioni di euro, il ricavo atteso è stimato in 56,120 milioni di euro/anno. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 7 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 45 di 489 Rev. 0 BENEFICI AMBIENTALI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Nella combustione di tutti i combustibili fossili si producono sottoprodotti inquinanti che, dispersi in atmosfera, vanno a modificare lo stato dell’ambiente sia in maniera diretta, con un aumento delle concentrazioni di inquinanti dell’aria, sia in maniera indiretta, attraverso i fenomeni delle piogge acide e dello smog fotochimico. I principali inquinanti atmosferici prodotti dalla combustione sono gli ossidi di zolfo (SOx), le particelle sospese totali (PST) e gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi volatili (VOC) e l’ossido di carbonio (CO). Nella combustione di tutti i combustibili fossili si produce anidride carbonica, che, pur non essendo un inquinante, è oggetto di crescente attenzione perché è considerata il principale responsabile dell’aumento dell’effetto serra. Il gas naturale, utilizzato in sostituzione degli altri combustibili, per le sue caratteristiche di purezza e facilità di combustione offre un contributo importante alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di inquinanti atmosferici e al miglioramento della qualità dell’aria. Il gas naturale è prevalentemente costituito da metano e da piccole quantità di idrocarburi superiori e azoto molecolare in percentuali diverse a seconda della provenienza; è praticamente privo di zolfo e di residui solidi per cui le emissioni di composti solforati, polveri, idrocarburi aromatici e composti metallici nocivi prodotte dalla sua combustione sono trascurabili. Anche le emissioni di ossidi di azoto sono generalmente inferiori a parità d’uso, rispetto a quelle prodotte dalla combustione del carbone e di combustibili liquidi, sia perché il gas naturale non contiene composti organici azotati che si possono combinare con l’ossigeno atmosferico, sia perché la sua natura gassosa permette di sviluppare processi di combustione a basse emissioni di NOx. L’anidride carbonica prodotta dalla combustione del gas naturale è, a parità di energia utilizzata, il 25-30% in meno rispetto ai prodotti petroliferi e il 40-50% in meno rispetto al carbone (vedi fig. 7/A). Le differenze nelle emissioni di anidride carbonica e inquinanti atmosferici diventano ancora più accentuate quando ci si riferisce all’energia utile prodotta, a favore del gas naturale che può essere utilizzato in applicazioni ad alto rendimento come i cicli combinati per la produzione di energia elettrica, con rendimenti del 56-58% rispetto al rendimento di circa il 40% dei tradizionali cicli a vapore. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 46 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 120 100 kg/GJ 80 60 40 20 0 Gas naturale Fig. 7/A: Benzina Gasolio Olio C. Carbone CO2 prodotta dalla combustione dei combustibili fossili File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 8 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 47 di 489 Rev. 0 STRUMENTI DI TUTELA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA Il quadro di riferimento programmatico prevede l’individuazione e la descrizione di tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione, che vengono ad interessare il territorio attraversato dal metanodotto in progetto. La normativa considerata agisce su tre diversi livelli gerarchici: nazionale, regionale/provinciale e locale. L’analisi ha lo scopo di verificare la coerenza tra la normativa vigente, gli strumenti di pianificazione-programmazione e l’opera proposta: gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica definiscono, infatti, delle aree nelle quali sono presenti vincoli di tipo urbanistico e/o ambientale che possono, in varia misura, influenzare il progetto. 8.1 Strumenti di tutela nazionali I principali vincoli a livello nazionale sono definiti da diverse leggi di tutela; si ricordano principalmente il Regio Decreto n. 3267 del 30 dicembre 1923; il Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004, il Decreto del Presidente della Repubblica 8 Settembre 1997, n. 357 ed il Decreto Ministeriale del 3 Aprile 2000 . 8.1.1 Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267 Il Regio Decreto-Legge n. 3267/1923 prevede il riordinamento e la riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani. In particolare tale decreto vincola per scopi idrogeologici, i terreni di qualsiasi natura e destinazione che possono subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque; un secondo vincolo è posto sui boschi che per loro speciale ubicazione, difendono terreni o fabbricati da caduta di valanghe, dal rotolamento dei sassi o dalla furia del vento. Per i territori vincolati, sono segnalate una serie di prescrizioni sull’utilizzo e la gestione; il vincolo idrogeologico deve essere tenuto in considerazione soprattutto nel caso di territori montani dove tagli indiscriminati e/o opere di edilizia possono creare gravi danni all’ambiente. 8.1.2 Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42 Il Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 Luglio 2002, n. 137”, abrogando il precedente DLgs 490/99, detta una nuova classificazione degli oggetti e dei beni da sottoporre a tutela e introduce diversi elementi innovativi per quanto concerne la gestione della tutela stessa. In particolare, il nuovo Decreto, così come modificato dai decreti legislativi n. 156 e n. 157, entrambe del 24.03.2006, identifica, all’art. 1, come oggetto di “tutela e valorizzazione” il “patrimonio culturale” costituito dai “beni culturali e paesaggistici” (art. 2). Il Codice è suddiviso in cinque parti delle quali: la Parte II è relativa ai “beni culturali” e la Parte III ai “beni paesaggistici”. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 48 di 489 Rev. 0 Nella Parte Seconda “Beni culturali”, Titolo I, Capo I, art. 10, il Codice, tra l’altro, tutela: • “le cose mobili ed immobili d’interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro “(art. 2 ex DLgs 490/99); • “le cose mobili ed immobili del precedente punto che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante”, appartenenti a soggetti diversi da quelli indicati al precedente punto (art. 2 ex DLgs 490/99); “le cose mobili ed immobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”; “le ville, i parchi ei giardini che abbiano interesse artistico o storico” (art. 2 ex DLgs 490/99); • • • “i siti minerari di interesse storico od etnoantropologico”. La tutela, Capo III art. 20, ne impedisce la distruzione, il danneggiamento o l’uso non compatibile con il loro carattere storico-artistico o tale da recare pregiudizio alla loro conservazione. Tra gli interventi soggetti ad autorizzazione (art. 21) del Ministero ricadono “la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva ricostruzione” mentre “l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente” ad eccezione delle opere e dei lavori incidenti su beni culturali ove per il relativo iter autorizzativo si ricorra a conferenza di servizi (art. 25) o soggetti a valutazione di impatto ambientale (art. 26). In questi ultimi due casi l’autorizzazione è espressa dai competenti organi del Ministero con parere motivato da inserire nel verbale della conferenza o direttamente dal Ministero in sede di concerto per la pronuncia sulla compatibilità ambientale. Nella Parte Terza “Beni paesaggistici”, Titolo I, Capo I, art. 134, il Codice individua come beni paesaggistici: a) gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (art. 136) - (art. 139 ex DLgs 490/99): - “le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica”; - “le ville, i giardini ed i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza”; - “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente un valore estetico e tradizionale ivi comprese le zone di interesse archeologico”; - “le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore b) c) COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 49 di 489 Rev. 0 le aree tutelate per legge (art. 142) - (art 146 ex DLgs 490/99): - “i territori costieri compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare”; - “i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi”; - “i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con RD 11 Dicembre 1933, n. 1775 e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”; - “le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole”; - “i ghiacciai e i circhi glaciali”; - “i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;” - “i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’art. 2, commi 2 e 6, del DLgs 18 Maggio 2001, n. 227”; - “le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici”; - “le zone umide incluse nell’elenco previsto dal DPR 13 Marzo 1976, n. 448”; - “i vulcani”; - “le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice”. “gli immobili e le aree comunque sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli articoli 143 e 156”. "Non sono comprese tra beni elencati al punto b) sopracitato le aree che alla data del 6 settembre 1985: a) erano delimitate negli strumenti urbanistici come zone A e B; b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 Aprile 1968, n. 1444, come zone diverse dalle zone A e B, ed erano ricomprese in piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state concretamente realizzate; c) nei comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865. 3. La disposizione del comma 1 non si applica ai beni ivi indicati alla lettera c) che la regione, in tutto o in parte, abbia ritenuto, entro la data di entrata in vigore della presente disposizione, irrilevanti ai fini paesaggistici includendoli in apposito elenco reso pubblico e comunicato al Ministero. Il Ministero, con provvedimento motivato, può confermare la rilevanza paesaggistica dei suddetti beni. Il provvedimento di conferma è sottoposto alle forme di pubblicità previste dall'articolo 140, comma 3. 4. Resta in ogni caso ferma la disciplina derivante dagli atti e dai provvedimenti indicati all'articolo 157" Per quanto concerne la gestione della tutela, il Codice, ribadendo la competenza delle regioni in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio (art. 135), indica i criteri di File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 50 di 489 Rev. 0 elaborazione ed i contenuti dei piani paesaggistici regionali (art. 143), e, a riguardo, prevede che l'elaborazione dei Piani del Paesaggio si articoli nelle seguenti fasi: "a) ricognizione dell'intero territorio, considerato mediante l'analisi delle caratteristiche storiche, naturali, estetiche e delle loro interrelazioni e la conseguente definizione dei valori paesaggistici da tutelare, recuperare, riqualificare e valorizzare; b) puntuale individuazione, nell'ambito del territorio regionale, delle aree di cui al comma 1, dell'articolo 142 e determinazione della specifica disciplina ordinata alla loro tutela e valorizzazione; c) analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio attraverso l'individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del paesaggio, nonché la comparazione con gli altri atti di programmazione, di pianificazione e di difesa del suolo; d) individuazione degli ambiti paesaggistici di cui all'articolo 135; e) definizione di prescrizioni generali ed operative per la tutela e l'uso del territorio compreso negli ambiti individuati; f) determinazione di misure per la conservazione dei caratteri connotativi delle aree tutelate per legge e, ove necessario, dei criteri di gestione e degli interventi di valorizzazione paesaggistica degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico; g) individuazione degli interventi di recupero e riqualificazione delle aree significativamente compromesse o degradate e degli altri interventi di valorizzazione; h) individuazione delle misure necessarie al corretto inserimento degli interventi di trasformazione del territorio nel contesto paesaggistico, alle quali debbono riferirsi le azioni e gli investimenti finalizzati allo sviluppo sostenibile delle aree interessate; i) tipizzazione ed individuazione, ai sensi dell'articolo 134, comma 1, lettera c), di immobili o di aree, diversi da quelli indicati agli articoli 136 e 142, da sottoporre a specifica disciplina di salvaguardia e di utilizzazione" I Piani se elaborati, a seguito di accordo specifico, congiuntamente con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e successivamente approvati possono, tra l’altro, altresì individuare: a) le aree, tutelate ai sensi dell’art. 142 (art. 146 ex DLgs 490/99), nelle quali la realizzazione delle opere e degli interventi consentiti, in considerazione del livello di eccellenza dei valori paesaggistici o della opportunità di valutare gli impatti su scala progettuale, richiede comunque il previo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica; b) le aree, non oggetto di atti e provvedimenti volti alla dichiarazione di notevole interesse pubblico, nelle quali, “la realizzazione delle opere e degli interventi può avvenire in base alla verifica della conformità alle previsioni del piano e dello strumento urbanistico effettuata nell’ambito del procedimento inerente al titolo edilizio con le modalità previste dalla relativa disciplina….. e non richiede il rilascio dell’autorizzazione” paesaggistica. In sintesi, il Codice prevede, difformemente a quanto disposto dal DLgs 490/99, che le Regioni possano escludere la necessità dell’autorizzazione paesaggistica per la File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 51 di 489 Rev. 0 realizzazione di opere e di interventi nelle zone “Galasso” in attuazione di quanto indicato alla lettera b). Le Regioni hanno 4 anni di tempo, a decorrere dal 1 maggio 2004, per verificare la congruenza tra i piani paesistici attualmente vigenti ed i nuovi contenuti richiesti dal Codice e per provvedere, se necessario, agli opportuni adeguamenti. Al massimo entro 2 anni dalla approvazione o entro la data prevista nel piano, “i comuni, le città metropolitane, le province e gli enti gestori delle aree naturali protette conformano e adeguano gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica alle previsioni dei piani paesaggistici”, introducendo, ove necessario, le ulteriori previsioni conformative che, alla luce delle caratteristiche specifiche del territorio, risultino utili ad assicurare l’ottimale salvaguardia dei valori paesaggistici individuati dai piani. Il Codice (art. 146) assicura la protezione dei beni soggetti a tutela vietando ai proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di distruggerli o introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione. Gli stessi soggetti hanno l’obbligo di sottoporre alla Regione o all’Ente locale al quale la regione ha affidato la relativa competenza i progetti delle opere che intendano eseguire, al fine di ottenerne la preventiva autorizzazione. Fino al 30 giugno 2009, ovvero fino all’approvazione dei piani paesaggistici, (suscettibile di cadenze temporali diverse da regione a regione) se anteriore al 1°maggio 2008, è prevista una fase transitoria che mantiene in essere il sistema preesistente (art. 159, DLgs 42/04 e s.m.i.) e quindi, ad avvenuto rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, l’ente che ha provveduto al suo rilascio provvede a darne comunicazione alla Soprintendenza, inviando alla stessa la documentazione prevista in merito. La soprintendenza se ritiene l’autorizzazione non conforme alle prescrizioni di tutela del paesaggio può annullarla, con provvedimento motivato, entro i 60 giorni successivi alla ricezione della relativa documentazione completa. 8.1.3 Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 Il DPR 08.09.97, n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43 CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” così come modificato dal DPR 12.03.2003, n. 120, disciplina le procedure per l’adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/CEE “Habitat” relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia delle biodiversità mediante la conservazione degli habitat elencati nell’allegato A e delle specie della flora e della fauna indicate agli allegati B, D ed E al presente regolamento. Tra le definizioni elencate all’art. 2 del DPR in argomento si segnalano le seguenti: "… l) sito: un’area geograficamente definita, la cui superficie sia chiaramente delimitata; m) sito di importanza comunitaria: un sito che è stato inserito nella lista dei siti selezionati dalla Commissione Europea e che nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene, contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale di cui allegato A o di una specie di cui allegato B in uno stato di conservazione soddisfacente e che può, inoltre, contribuire in modo significativo alla File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 52 di 489 Rev. 0 coerenza della rete ecologica “ Natura 2000” di cui all’articolo 3, al fine di mantenere la diversità biologica nella regione biogeografia o nelle regioni biogeografiche in questione…. m bis) proposto sito di importanza comunitario (pSic): un sito individuato dalle regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano, trasmesso dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio alla Commissione europea, ma non ancora inserito negli elenchi definitivi dei siti selezionati dalla Commissione europea; n) zona speciale di conservazione: un sito di importanza comunitario designato in base all’art 3, comma 2, in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali o delle popolazioni delle specie per cui il sito è designato; …" All’art. 3 “Zone speciali di conservazione”, il decreto stabilisce che "1.le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano individuano i siti in cui si trovano i tipi di habitat elencati nell’allegato A ed habitat di specie di cui all’allegato B e ne danno comunicazione al ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ai fini della formulazione alla Commissione europea, da parte dello stesso Ministero, dell’elenco dei proposti siti di importanza comunitaria (pSic) per la costruzione della (modifica introdotta con D.P.R. 120/2003) rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata “Natura 2000”. 2. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, ……., designa con proprio decreto i siti di cui al comma 1 quali “Zone speciali di conservazione”, entro il termine massimo di sei anni, dalla definizione, da parte della Commissione europea dell’elenco dei siti. Qualora le zone speciali di conservazione ricadano all’intero delle aree naturali protette, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla normativa vigente. Per la porzione ricadente all’esterno del perimetro dell’area naturale protetta la regione o la provincia autonoma adotta, sentiti anche gli enti locali interessati e il soggetto gestore dell’area protetta, le opportune misure di conservazione e le norme di gestione (sostituzione dell’art. 4 comma 3, introdotta con D.P.R. 120/2003 art. 4 comma 1 lettera d) ). Il decreto, all'art. 5, stabilisce che: "… 3. I proponenti di interventi …che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell’allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. 4. Per i progetti assoggettati a procedura di valutazione di impatto ambientale, ai sensi dell’art. 6 della L.349/1986, e del D.P.R. 12.04.1996 e s.m.i., che interessano proposti siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria e zone speciali di conservazione, come definiti dal presente regolamento, la valutazione di incidenza è ricompresa nell’ambito della predetta procedura che, in tal caso, considera anche gli effetti diretti e indiretti dei progetti sugli habitat e sulle specie per i quali detti siti e zone sono stati individuati. A tal fine lo studio di impatto ambientale predisposto dal proponente deve contenere gli elementi relativi alla compatibilità del progetto con le finalità conservative previste dal presente regolamento, facendo riferimento agli File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 53 di 489 Rev. 0 indirizzi di cui all’allegato G. ….. 7. La valutazione di incidenza di piani o di interventi che interessano pSIC, SIC e ZSC ricadenti, interamente o parzialmente, in un’area naturale protetta nazionale, come definita dalla L. 6/12/1991 n. 394, è effettuata sentito l’ente di gestione dell’area stessa. L’autorità competente al rilascio dell’approvazione definitiva del piano o dell’intervento acquisisce preventivamente la valutazione di incidenza,…". ….. 9. Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano o l’intervento debba essere realizzato per motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete “Natura 2000” e ne danno comunicazione al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio" Il DM 3 aprile 2000 del Ministero dell’Ambiente ha reso pubblico l’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria proposti, unitamente all’elenco delle Zone di Protezione Speciale designate ai sensi della direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Con Decisione del 22 dicembre 2003, la Commissione delle Comunità Europee, in applicazione della Direttiva 92/43/CEE, ha approvato il primo elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) della regione biogeografica alpina. L’elenco riporta 959 Siti localizzati nel territorio comunitario delle Alpi (Austria, Italia, Germania e Francia), dei Pirenei (Francia e Spagna), degli Appennini (Italia) e delle montagne della Fennoscandinavia (Svezia e Finlandia). Per quanto attiene il territorio nazionale, il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio, con proprio decreto del 25 marzo 2004, ha pubblicato la lista dei 452 Siti ricadenti In Italia e che, ai sensi dell’art. 3 del DPR 357/97, saranno designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) con decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio entro il termine di sei anni e, con Decreto 25 marzo 2005, ha emanato l'Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), classificate ai sensi della direttiva 79/409/CE. 8.2 Piani di Bacino Ulteriori strumenti di pianificazione di livello nazionale, sopraregionale e regionale sono i Piani di Bacino, elaborati dalle diverse Autorità di Bacino in attuazione degli obiettivi della L. 183/89 allo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere strutturali e la definizione di vincoli e direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di natura idraulica e idrogeologica e la tutela degli aspetti ambientali a esso connessi. In particolare, il tracciato in progetto, procedendo nel senso di trasporto del gas da sud-ovest verso nord-est, interferisce con i seguenti Piani: • Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del F. Magra, adottato con delibera CI n. 180 del 27.04.2006 elaborato dall’Autorità di Bacino Interregionale File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 54 di 489 Rev. 0 del F. Magra, approvato con DCR della Toscana n. 69 del 05.07.2006 e con DCR della Liguria n. 24 del 18.07.2006 ; Piano di Bacino del F. Po, elaborato dall’Autorità di Bacino Nazionale del Po ed adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 18 del 26.04.2001 . I diversi Piani, nell’ambito dei rispettivi territori di competenza, perseguendo la migliore compatibilità tra le aspettative di utilizzo e di sviluppo del territorio e la naturale dinamica idrogeomorfologica del bacino, nel rispetto della tutela ambientale e della sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture, individuano delle zone particolari, definendone le limitazioni alle attività di trasformazione del territorio. In particolare, la realizzazione di infrastrutture ritenute indispensabili per l’interesse pubblico è consentita, per ciascuna tipologia di area, previo parere vincolante dell’Autorità di Bacino territorialmente competente per la verifica della compatibilità con le finalità del Piano. PAI del F. Magra Il PAI del Fiume Magra individua le seguenti aree in dissesto e inondabili in base alla pericolosità: • Aree di versante: o aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (PG4) o aree a pericolosità geomorfologica elevata (PG3) o aree a pericolosità geomorfologica media (PG2) • Aree di fondovalle: o aree a pericolosità idraulica molto elevata – elevata (PI4) o aree a pericolosità idraulica media (PI3) o aree a pericolosità idraulica bassa (PI2) o aree a criticità idraulica non studiata o aree difese da interventi di sistemazione idraulica Piano di Bacino del Fiume Po Il Piano di Bacino del F. Po rappresenta lo strumento che consolida e unifica la pianificazione di bacino per l'assetto idrogeologico, coordinando le determinazioni precedentemente assunte con: • il Piano Stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al ripristino dell’assetto idraulico, alla eliminazione delle situazioni di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici, nonché per il ripristino delle aree di esondazione - PS 45; • il Piano stralcio delle Fasce Fluviali - PSFF; • il Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato - PS 267; in taluni casi precisandoli e adeguandoli al carattere integrato e interrelato richiesto al piano di bacino. Nel PAI sono state individuate le seguenti zone, soggette a limitazioni alle attività di trasformazione del territorio: • Titolo I – Norme per l’assetto della rete idrografica e dei versanti o Frane File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 55 di 489 Rev. 0 − Aree interessate da frane attive (pericolosità molto elevata) - (Fa); − Aree interessate da frane quiescenti (pericolosità elevata) - (Fq); − Aree interessate da frane stabilizzate (pericolosità media o moderata) (Fs); o Esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d'acqua − Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità molto elevata (Ee); − Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità elevata (Eb); − Aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità media o moderata (Em); o Trasporto di massa sui conoidi − Aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi non protette da opere di difesa e di sistemazione a monte (pericolosità molto elevata) - (Ca); − Aree di conoidi attivi o potenzialmente attivi parzialmente protette da opere di difesa e di sistemazione a monte (pericolosità elevata) - (Cp); − Aree di conoidi non recentemente riattivatisi o completamente protette da opere di difesa (pericolosità media o moderata) - (Cn); o Valanghe − Aree di pericolosità elevata o molto elevata (Ve); − Aree di pericolosità media o moderata (Vm). Titolo II - Norme per le fasce fluviali: o fascia di deflusso della piena (fascia A); o fascia di esondazione (fascia B); o area di inondazione per piena catastrofica (fascia C). Titolo III - Attuazione dell’art. 8, comma 3, della L. 2 maggio 1990 n. 102 (Bacino del F. Adda) Titolo IV – Norme per le aree a rischio idrogeologico molto elevato o aree a rischio molto elevato in ambiente collinare e montano; o aree a rischio molto elevato nel reticolo idrografico principale e secondario di pianura. 8.3 Strumenti di tutela e pianificazione regionali e provinciali 8.3.1 Regione Toscana La legge regionale n.1 del 3/01/2005, analogamente alla precedente LR n. 5 del 16 Gennaio 1995 “Norme per il governo del territorio” che sostituisce, detta "le norme per il governo del territorio promovendo, nell’ambito della Regione, lo sviluppo sostenibile delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio medesimo" e, a tal fine, tra l'altro individua, all'art. 9, gli strumenti di pianificazione territoriale in − il piano regionale di indirizzo territoriale, disciplinato dall'art. 48; − il piano territoriale di coordinamento provinciale, disciplinato dall'art. 51; − il piano strutturale comunale, disciplinato dall'art. 53. Detti strumenti contengono lo "statuto del territorio" che viene ad assumere e ricomprendere, "all’interno dello specifico strumento della pianificazione territoriale, le invarianti strutturali ….., quali elementi cardine dell’identità dei luoghi, consentendo in File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 56 di 489 Rev. 0 tal modo l’individuazione, ad ogni livello di pianificazione, dei percorsi di democrazia partecipata delle regole di insediamento e di trasformazione nel territorio interessato la cui tutela garantisce, nei processi evolutivi sanciti e promossi dallo strumento medesimo, lo sviluppo sostenibile" ai sensi degli obbiettivi e delle finalità della stessa legge regionale. Lo statuto viene così ad assumere il valore di piano paesaggistico ai sensi, di quanto previsto dall’articolo 33 della stessa LR 1/05 ed anche ai sensi di quanto previsto dall’articolo 143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e pertanto individua i beni paesaggistici e la relativa disciplina. In riferimento all’ambito regionale, il Piano di indirizzo territoriale (PIT), approvato con DCR n. 12 del 25/01/00, individua e definisce,: − "i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura del territorio; − le invarianti strutturali ….; − i principi per l’utilizzazione delle risorse essenziali nonché le prescrizioni inerenti ai relativi livelli minimi prestazionali e di qualità; − le aree dichiarate di notevole interesse pubblico …….", In particolare, il PIT contiene prescrizioni: − di carattere generale sull’uso e la tutela delle risorse essenziali del territorio, sugli ambiti territoriali in funzione della localizzazione di infrastrutture, parchi regionali ed impianti tecnologici; − localizzative indicate da piani regionali di settore; − in ordine alla pianificazione urbanistico - territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici ai sensi della ex legge 8 agosto 1985, n. 431. Lo statuto contenuto nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTC) per il territorio di competenza: − "Individua e definisce - i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura del territorio – le invarianti strutturali – i criteri per l’utilizzazione delle risorse essenziali – i livelli minimi prestazionali e di qualità – i criteri per la riqualificazione, la valorizzazione dei paesaggi e gli ambiti paesaggistici d’interesse provinciale e i relativi obiettivi di qualità paesaggistica – gli ambiti paesaggistici di rilievo sovracomunale; − Delinea la strategia dello sviluppo territoriale individuando – gli obiettivi e gli indirizzi dello sviluppo territoriale – i criteri della valutazione integrata – gli immobili di grande interesse pubblico – l’ articolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali promuovendo la formazione degli strumenti della pianificazione territoriale – i criteri e parametri di applicazione delle norme relative al territorio rurale – le trasformazione dei boschi; − Stabilisce – le prescrizioni, le finalità e il coordinamento delle politiche di settore e degli strumenti della programmazione della provincia – le prescrizioni e la localizzazione degli interventi della provincia – eventuali misure di salvaguardia". File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 57 di 489 Rev. 0 Lo statuto contenuto nel Piano Strutturale Comunale (PSC) per il territorio di competenza: − "individua e definisce: le risorse che costituiscono la struttura identitaria del territorio comunale ….; le invarianti strutturali …;i principi del governo del territorio; i criteri per l’utilizzazione delle risorse essenziali nonché i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità…; la disciplina della valorizzazione del paesaggio, nonché le disposizioni di dettaglio per la tutela dell’ambiente, dei beni paesaggistici e dei beni culturali in attuazione del piano di indirizzo territoriale e del piano territoriale di coordinamento …; le aree e gli immobili dichiarati di notevole interesse pubblico …". − delinea la strategia dello sviluppo territoriale comunale …" In particolare, la provincia di Massa Carrara, che si era dotata di un primo PTC con DCP n. 75 del 29/09/99, in anticipo rispetto alla definitiva approvazione del PIT regionale, in attuazione delle indicazioni della LR 1/05, ha approvato, con Delibera del CP n. 9 del 13/04/05, la variante di adeguamento del PTC al PIT regionale. Il PTC, che ha le finalità di tutelare l’identità culturale e l’integrità fisica del territorio e di promuovere la valorizzazione ed il ripristino delle qualità dell’ambiente naturale, paesaggistico ed urbano, è così costituito dagli elaborati relativi al Quadro conoscitivo ed al Progetto. Il PTC recepisce i Sistemi Territoriali Locali individuati dal PIT regionale, per la programmazione socio-economica ed individua, inoltre, i Sistemi Territoriali di Programma, articolandoli, per quanto riguarda i valori paesistici, in Sottosistemi. 8.3.2 Regione Emilia Romagna La Legge Regionale n. 20 del 24 marzo 2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” definisce, all’art. 23, il Piano Territoriale Regionale (PTR) come lo strumento di programmazione attraverso il quale la Regione identifica gli obbiettivi di sviluppo, di qualificazione e di valorizzazione delle risorse sociali ed ambientali. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato con DCR n. 1338 del 28.01.1993, in attuazione dell’ex DLgs 490/99, individua i valori storici, culturali, paesaggistici ed ambientali del territorio regionale e definisce la disciplina per la loro tutela e valorizzazione. In particolare il PTPR suddivide gli oggetti del piano in: • Sistemi: ambiti che strutturano e definiscono la forma e l’assetto del territorio regionale; • Zone: ambiti che connotano e caratterizzano le diverse realtà regionali; • Elementi: oggetti intesi come ambiti o elementi aventi una propria definita ed inconfondibile identità. Il Piano disciplina gli oggetti di cui sopra dettandone le prescrizioni, le direttive e gli indirizzi; pertanto, nell’ambito del sistema della pianificazione regionale, gioca un ruolo primario nella formazione degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale e prevede infatti esplicitamente che questi strumenti provvedano, ciascuno per il proprio File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 58 di 489 livello territoriale, a specificare, approfondire e attuarne i contenuti disposizioni, nonché alla loro applicazione alle specifiche situazioni locali. 0 e le Dall’entrata in vigore della LR 20/2000, i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP), recependo la struttura zonale e la normativa di base dettata dal PTPR costituiscono, in materia paesaggistica, il riferimento per gli strumenti comunali di pianificazione e per l’attività amministrativa attuativa. - Il tracciato del metanodotto in progetto interferisce, in particolare, con i territori provinciali di: − Parma − Piacenza Provincia di Parma Il vigente Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Parma (PTCP) è stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 134 del 21.13.2007 ed è stato redatto in ottemperanza ad una specifica richiesta avanzata dalla Regione in sede di “Intesa” sulla proposta di controdeduzioni alle osservazioni ed alle “riserve” formulate dalla stessa Amministrazione regionale sullo strumento adottato precedentemente, condizionando l'approvazione del PTCP alla esecuzione di alcuni adempimenti in materia di viabilità, individuazione di nuove aree produttive di interesse sovracomunali e di adeguamento del Piano stesso al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Nel corso della definizione del programma per l’elaborazione degli adempimenti richiesti dalla Regione, la Giunta provinciale ha, quindi, ritenuto opportuno aggiungere ulteriori approfondimenti che costituiscono, in alcuni casi, variante al Piano in materia di : − aree a rischio di incidente rilevante; − recepimento dei risultati della ricerca condotta dall’Università di Parma sugli edifici di valore storico-testimoniale in ambito rurale; − aggiornamento ed integrazione delle norme di attuazione, conseguenti alla prima fase di gestione del Piano, unitamente all’aggiornamento di alcuni elaborati cartografici fra cui la Carta Forestale. L’originario Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Parma (PTCP), redatto ai sensi dell’articolo 20, comma 2, del DLgs 267/2000 ed ai contenuti della legislazione regionale in materia di programmazione e pianificazione territoriale, di cui all’art. 26 della LR n 20 del 24 Marzo 2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” e successive modifiche, era stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n 71 del 25/07/2003. Il PTCP definisce l'assetto del territorio di competenza e, in riferimento agli interessi sovracomunali, in particolare: • "orienta l’attività di governo del territorio provinciale e di quello dei Comuni"; • "costituisce, nel proprio ambito territoriale, specificazione, approfondimento ed attuazione delle linee di azione della programmazione regionale"; • "costituisce momento di raccordo delle politiche settoriali della Provincia"; • "costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale". File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 59 di 489 Rev. 0 Il PTCP, perseguendo, tra l'altro, il miglioramento della qualità ambientale del territorio attraverso la tutela delle peculiarità fisiche e culturali dello stesso, "assume i seguenti contenuti: − recepisce gli interventi definiti a livello nazionale e regionale, relativamente al sistema infrastrutturale primario e alle opere rilevanti per estensione e natura; − individua, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, ipotesi di sviluppo dell’area provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e di utilizzazione del territorio; − definisce i criteri per la localizzazione e il dimensionamento di strutture e servizi di interesse provinciale e sovracomunale; − definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico-ambientali; − definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo le condizioni e i limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun ente; − specifica ed articola le dotazioni territoriali, indicando a tal fine i diversi ruoli dei centri abitati nel sistema insediativo provinciale." Il PTCP si compone del Quadro conoscitivo, della Relazione illustrativa, di una serie di dodici tavole cartografiche (in scale comprese tra 1:25.000 e 1:50.000), delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) e della Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT). Per quanto attiene la tutela dell’integrità culturale, paesistica ed ambientale del territorio di competenza della Provincia, il PTCP individua: a) sistemi, zone ed elementi strutturanti la forma del territorio, suddivisi in: − sistema dei crinali e sistema collinare-montano, − sistema forestale e boschivo, − sistema delle aree agricole e degli ambiti rurali, − zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua, − invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua, − zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale, − particolari disposizioni di tutela di specifici elementi; b) zone ed elementi di specifico interesse storico-naturalistico, quali: − zone ed elementi di interesse storico-archeologico, − insediamenti urbani storici e strutture insediative storiche non urbane, − zone di interesse storico-testimoniale, − elementi di interesse storico-testimoniale, − zone di tutela naturalistica; c) limitazioni delle attività di trasformazione e di uso derivanti dall’instabilità o dalla permeabilità del terreno, con riferimento a: − zone ed elementi caratterizzati da fenomeni di dissesto e instabilità, − zone ed elementi caratterizzati da potenziale instabilità, − zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei, − abitati da consolidare o da trasferire. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 60 di 489 Rev. 0 Le Norme di Attuazione del PTCP, articolate in quattro Parti riguardanti, rispettivamente, le disposizioni generali, la tutela dell’integrità fisica, culturale, paesistica ed ambientale del territorio, gli indirizzi di assetto territoriale e contenuti della pianificazione urbanistica comunale e le disposizioni transitorie individuano, in attuazione delle disposizioni del PTPR, "le unità di paesaggio di livello provinciale, intese come ambiti territoriali omogenei e unitari per la gestione delle politiche di tutela e come quadro di riferimento essenziale per la metodologia di formazione di strumenti urbanistici attraverso gli indirizzi e le direttive". Per l’attuazione delle proprie finalità, il Piano detta: − indirizzi, intesi come disposizioni volte a fissare obiettivi per la predisposizione dei piani comunali e dei piani settoriali provinciali; − direttive, intese come disposizioni che devono essere osservate nella elaborazione dei contenuti dei piani comunali e dei piani settoriali provinciali; − prescrizioni, intese come disposizioni che incidono direttamente sul regime giuridico dei beni disciplinati, regolando gli usi ammissibili e le trasformazioni consentite. Provincia di Piacenza Il Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Piacenza (PTCP) è stato adottato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 51 del 26/01/1999 ed approvato con atto della Giunta Regionale n. 1303 del 25/07/2000. Il PTCP, in riferimento al disposto dell'art. 2 e del comma 6 dell'art. 28 della LR 6/95 persegue, tra l'altro, la valorizzazione delle peculiarità del territorio locale e la conservazione ed il miglioramento della qualità dell'ambiente e del paesaggio. In particolare, quest'ultima finalità è rispettata: a. conservando i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; b. garantendo la qualità dell’ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; c. assicurando la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; d. individuando le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l’integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti". Il PTCP è costituito dalla Relazione generale, corredata da monografie ed elaborati di supporto, dalla cartografia di progetto relative ai sistemi ambientale, territoriale ed infrastrutturale e dalle Norme Tecniche di Attuazione (NTA). Per quanto attiene la tutela paesistica il Piano disciplina: a. sistemi strutturanti la forma del territorio, ovvero: sistema dei crinali; sistema collinare; sistema vegetazionale; sistema delle aree agricole; sistema delle acque superficiali; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 61 di 489 Rev. 0 b. zone ed elementi di specifico interesse storico o naturalistico, cioè zone di tutela dei caratteri ambientali ricadenti nei sistemi di cui alla precedente lettera a.; - zone ed elementi di interesse storico-archeologico; - insediamenti urbani storici e strutture insediative storiche non urbane; - zone ed elementi di interesse storico-testimoniale; - zone di tutela naturalistica ed ecosistemi rilevanti; - altre zone di particolare interesse paesaggistico -ambientale; c. aree ed elementi, anche coincidenti in tutto od in parte con sistemi, zone ed elementi di cui alle precedenti lettere, le cui specifiche caratteristiche richiedono, oltre ad ulteriori determinazioni degli strumenti settoriali di pianificazione e di programmazione provinciali, la definizione di limitazioni alle attività di trasformazione e d’uso, e cioè anche in relazione a fenomeni di dissesto o di instabilità, in atto o potenziali, ovvero alla elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di falde idriche". Le Norme di Attuazione del PTCP, articolate in quattro Parti riguardanti, rispettivamente, le disposizioni generali, la tutela territoriale, paesistica e geoambientale, il sistema antropico consolidato e le disposizioni transitorie individuano tutti gli elementi, i siti, le zone disciplinati dalle diverse norme di tutela (L1089/39, L1497/39, LR 2/77, ecc), le unità di paesaggio infraregionali, gli insediamenti storici principali, i tratti di viabilità panoramica e gli abitati da consolidare che vengono a caratterizzare il territorio provinciale. Per l’attuazione delle proprie finalità, il Piano detta: − indirizzi, intesi come norme di orientamento per l'attività di pianificazione comunale e provinciale di settore; − direttive, intese come norme che devono essere osservate nell'attività di pianificazione comunale e provinciale di settore, e negli atti amministrativi regolamentari degli enti pubblici; − prescrizioni, intese come norme vincolanti relative a sistemi, zone ed elementi individuati e delimitate sulle tavole dello stesso PTCP o individuabili con esattezza in base a caratteristiche fisiche distintive che prevalgono nei confronti di qualsiasi strumento di pianificazione e di attuazione della pianificazione settoriale comunale e provinciale. 8.4 Strumenti di tutela e pianificazione locali Il Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) è lo strumento di sintesi di tutte le disposizioni in materia di assetto territoriale del territorio comunale. In particolare il PRGC è finalizzato a garantire: • • • la tutela e l'uso razionale delle risorse naturali nonché la salvaguardia dei beni di interesse culturale, paesistico ed ambientale; un equilibrato sviluppo degli insediamenti, con particolare riguardo alle attività economiche presenti o da sviluppare nell'ambito del territorio comunale; il soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi ed alle attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 62 di 489 Rev. 0 mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del patrimonio edilizio esistente; l'equilibrio tra la morfologia del territorio e dell'edificato, la capacità insediativa teorica del piano e la struttura dei servizi. Il PRGC contiene, a livello dell’intero territorio comunale: a) gli obiettivi e le strategie che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonché di revisione od aggiornamento del piano; b) il recepimento delle direttive e delle prescrizioni dei piani e delle normative sovraordinate; c) la definizione degli interventi per la tutela e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, agricole, paesistiche e storiche, con l'indicazione dei vincoli di conservazione imposti da normative sovraordinate; d) la ricognizione delle zone di recupero e gli elementi che giustifichino, in subordine, l'eventuale previsione di zone di espansione in relazione alle esigenze insediative previste dal PRGC; e) lo studio della situazione geologica, idraulica e valanghiva del territorio,al fine di poter valutare la compatibilità ambientale delle previsioni di piano; f) le aree del territorio comunale adibite a zone con caratteristiche omogenee in riferimento all'uso, alla preesistente edificazione, alla densità insediativa, alle infrastrutture ed alle opere di urbanizzazione con l'indicazione degli ambiti territoriali all'interno dei quali la modifica di destinazione d'uso degli immobili attuata senza opere è soggetta ad autorizzazione edilizia; tali elementi sono definiti con riferimento alle destinazioni d'uso prevalenti ed a quelle compatibili indicate dal PRGC per ciascuna zona; g) le infrastrutture stradali, ferroviarie, di navigazione, le reti di approvvigionamento idrico ed energetico, i presidi igienici ed i relativi impianti, le reti tecnologiche di comunicazione. Il PRGC prevede una suddivisione del territorio in zone omogenee, che possono essere schematizzate come di seguito indicato: Zona A parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi. Zona B parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A. Zona C parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi residenziali o a prevalente destinazione residenziale, che risultino inedificate o nelle quali l’edificazione preesistente non raggiunga i limiti di cui alla zona B. Zona D parti del territorio destinate ad insediamenti industriali ed artigianali. Zona E parti del territorio destinate ad usi agricoli e forestali. Zona F parti del territorio destinate a zone di tutela ambientale. Fanno parte della pianificazione locale anche tutti i piani di attuazione del PRGC stesso, nonché i regolamenti edilizi. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 63 di 489 Rev. 0 In Regione Toscana, ai sensi dell’art. 23 della LR 5/95, il Piano Regolatore Generale (PRG) risulta essere sostituito dal Piano Strutturale (PS), dal Regolamento Urbanistico (RU) e dal Programma Integrato di Intervento. Il Piano Strutturale (art. 24): Fissa le scelte strategiche per lo sviluppo del territorio comunale; Individua le aree che presentano caratteristiche territoriali organiche; Definisce le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle funzioni, nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari per ciascuna area organica individuata. Fissa per ciascuna area organica le funzioni generali ed i tetti massimi dell’eventuale sviluppo volumetrico, con la relativa normativa di regolamentazione. Come prescritto al comma 3, lettera a) del presente articolo e ai sensi dell’art. 1/bis della L 431/85, il PS ha valore di Piano Urbanistico-Territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici ed ambientali. Il Regolamento Urbanistico (art. 28): Disciplina gli insediamenti esistenti sull’intero territorio comunale; Individua all’interno del perimetro dei centri abitati le aree ove è possibile l’edificazione di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti; Determina gli interventi all’esterno dei centri abitati, individuando nel dettaglio sul territorio le aree e le zone ove dare attuazione puntuale alle previsioni del PS. Il Programma Integrato di Intervento (art. 29) è lo strumento facoltativo con il quale l’amministrazione comunale, in attuazione del PS, individua le trasformazioni del territorio da attuare per il periodo corrispondente al proprio mandato amministrativo e che, per la loro rilevanza e complessità, necessitano di un’esecuzione programmata. La LR 5/95 all’art. 39, successivamente modificato dall’art. 1 della LR 7/2001, indica i termini entro cui i Comuni, i cui strumenti urbanistici generali siano stati approvati prima dell’entrata in vigore della legge o ai sensi dell’art. 40 della stessa, sono tenuti ad adottare il PS. Fino all’adozione del Piano Strutturale valgono le norme del Piano Regolatore vigente; al momento dell’adozione del Piano Strutturale entrano in vigore le norme di salvaguardia per gli interventi esplicitamente indicati come soggetti a salvaguardia, mentre per tutti gli altri continuano ad applicarsi le norme del Piano Regolatore vigente; infine, sino alla definitiva approvazione del Regolamento Urbanistico, per le zone non espressamente vincolate dal PS, continuano a valere le norme del PRG vigente. In Regione Emilia Romagna la LR 20/2000 identifica nei Piani Strutturali Comunali (PSC), nei Regolamenti Urbanistici Edilizi (RUE) e nei Piani Operativi Comunali (POC), i nuovi strumenti della pianificazione urbanistica. Il PSC (art. 28) ha un contenuto strategico - strutturale, riguarda l’intero territorio comunale e ne tutela l’integrità fisica, ambientale e culturale. Il RUE (art. 29) detta le norme e i regolamenti per una corretta pianificazione territoriale comunale disciplinando, in particolare, le tipologie e le modalità attuative File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 64 di 489 Rev. 0 delle trasformazioni e delle destinazioni d’uso; le attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, comprese le norme igieniche di interesse edilizio, gli elementi architettonici e urbanistici, gli spazi verdi e gli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano. Il POC (art. 30) attua le previsioni del PSC individuando e disciplinando gli interventi di tutela, valorizzazione, organizzazione e trasformazione del territorio da attuare unicamente nell’arco temporale di cinque anni ed è inerente alle sole parti di territorio da sottoporre a trasformazione nell’arco temporale di cinque anni. La LR 20/2000, all’art. 43, indica i termini entro cui i Comuni devono adeguare gli strumenti urbanistici in vigore ai contenuti della legge o devono stabilire quali previsioni dei PRG vigenti costituiscono i PSC, POC e quali assumere nella disciplina del RUE. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9 INTERAZIONE DELL’OPERA PIANIFICAZIONE CON GLI STRUMENTI COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 65 di 489 DI TUTELA 0 E DI L’esame delle interazioni tra opera e strumenti di pianificazione, nel territorio interessato dal metanodotto in oggetto é stato effettuato prendendo in considerazione quanto disposto dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica e di tutela, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. 9.1 Strumenti di tutela a livello nazionale – Vincolo Idrogeologico (RD 3267/23) Per quanto concerne le aree sottoposte a vincolo idrogeologico, i tracciati della nuova condotta in progetto DN 900 (36”) e della tubazione DN 750 (30”) in dismissione vengono ad interferire con le aree tutelate ai sensi del RD 3267/23 (vedi Vol. 3, All. 2 Dis. LB-D-83203). L’accurata definizione del tracciato della nuova condotta, la progettazione degli interventi e delle opere volte a garantire la stabilità dei terreni interessati, sia dalla posa della nuova condotta, che dalla rimozione della tubazione esistente, nonché la progettazione degli interventi di ripristino e mitigazione ambientale, che verranno definiti lungo i tracciati, rendono la realizzazione dell’opera stessa compatibile con quanto disposto dal vincolo. 9.1.1 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")”, P 75 bar in progetto La nuova condotta principale DN 900 (36") interferisce con le aree soggette a vincolo idrogeologico per una lunghezza complessiva di 70,360 km, pari al 65,56% dell’intero sviluppo lineare della condotta in progetto, tali valori considerando i tatti di condotta posti in opera in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) si riducono rispettivamente a 57,085 km ed a 53,19% (vedi tab. 9.1/A). Tab. 9.1/A: Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto Comune Percorrenza in area vincolata (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Pontremoli 13,405 Borgo Val di Taro 5,000 Albareto 2,310 Compiano 6,155 Bardi 14,835 Morfasso 7,450 Bore 2,080 Vernasca 5,345 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 9.1/A: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 66 di 489 Rev. 0 Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto (seguito) Comune Percorrenza in area vincolata (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Lugagnano Val d'Arda 0,005 Castell'Arquato 0,500 Carpaneto Piacentino Fiorenzuola Cadeo Cortemaggiore Totale 57,085 9.1.2 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")”, P 36 bar, in dismissione La tubazione DN 750 (30") in dismissione interferisce con le aree soggette a vincolo idrogeologico per circa 52,125 km, pari al 57,93% della lunghezza complessiva dei tratti in dismissione della condotta (vedi tab. 9.1/B). Tab. 9.1/B: Tratti soggetti a vincolo idrogeologico lungo il tracciato della condotta DN 750 (30") in dismissione Comune Percorrenza in area vincolata (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Pontremoli 13,250 Borgo Val di Taro 3,565 Albareto 1,715 Compiano 12,090 Bardi 12,760 Morfasso 3,275 Lugagnano Val d’Arda 5,470 Totale 52,125 9.2 Strumenti di tutela a livello nazionale - DLgs 22 Gennaio 2004, n. 42 I tracciati dei metanodotti in progetto ed in dismissione vengono ad interferire con alcune aree tutelate ai sensi del DLgs 42/2004 (vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203). La compatibilità del progetto con quanto disposto dal vincolo risiede nella particolare tipologia dello stesso; le nuove condotte sono, infatti, opere che, per la quasi totalità del loro sviluppo lineare, risultano, ad eccezione degli impianti di linea, totalmente interrate, non prevedendo né cambiamenti di destinazioni d’uso del suolo, né azioni di esproprio ma unicamente una servitù volta ad impedire l’edificazione su di una fascia File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 67 di 489 Rev. 0 di larghezza variabile tra 27 e 40 m a cavallo dell’asse della tubazione per l’intera lunghezza delle condotte. Il progetto prevede il completo interramento delle trincee scavate per la posa della nuova condotta e per la rimozione della tubazione esistente in dismissione, evitando così effetti negativi sul paesaggio e sulla continuità del territorio. L’interramento, inoltre, viene effettuato ad una profondità tale da non interferire con il regolare sviluppo radicale delle piante che verranno messe a dimora, in sostituzione di quelle abbattute. A tale proposito, si sottolinea che le caratteristiche costruttive delle tubazioni impiegate permettono il rimboschimento completo dell’area di passaggio, in quanto non sussiste il pericolo che le radici possano danneggiare il rivestimento della condotta. In relazione alle diverse caratteristiche del territorio attraversato, la progettazione dell’opera comprende anche tutti gli interventi di mitigazione ambientale e paesaggistica atti a minimizzare gli impatti sulle componenti ambientali interessate. In particolare, in aree acclivi, i ripristini consistono nella realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, in grado di regimare il deflusso superficiale delle acque meteoriche e di controllare quindi il fenomeno dell’erosione dei suoli; inoltre, in corrispondenza di aree boscate sia acclivi, che pianeggianti, è prevista l’esecuzione di inerbimenti con sementi appartenenti a specie autoctone, distribuite unitamente a concimi e collanti naturali, che ne facilitano l’attecchimento. L’uso di specie autoctone, inoltre, evita che si possano verificare fenomeni di inquinamento floristico, attraverso l’introduzione di specie estranee all’ambiente di intervento. In queste aree si procede, oltre all’inerbimento, ad eseguire il rimboschimento, attraverso la messa a dimora di specie arboree e arbustive appartenenti alla vegetazione della zona e, comunque, in grado di avviare il processo di rinaturalizzazione dell’area oggetto dei lavori. In corrispondenza di attraversamenti e percorrenze fluviali, la realizzazione dell’opera non prevede in alcun caso una riduzione della sezione idraulica esistente e gli interventi di ripristino consistono nel consolidamento delle sponde, mediante l’esecuzione di opere di ingegneria naturalistica in grado di ripristinare le caratteristiche idrauliche del corso d’acqua, e nella loro rinaturalizzazione, attraverso inerbimenti e messa a dimora di specie arbustive ed arboree igrofile. 9.2.1 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), in progetto Per quanto concerne i “beni paesaggistici” individuati dal DLgs 42/2004, il tracciato in esame interferisce con: • Aree di notevole interesse pubblico (art. 136), il tracciato interessa questa tipologia di aree in tre tratti per una percorrenza complessiva di 8,310 km circa, pari al 7,74% della lunghezza complessiva del gasdotto in progetto. In particolare, il tracciato interessa in un tratto (28,778-35,135 km) l'area denominata "CASA GHIRARDI E BERTORELLA" istituita con DM del 01/08/1985, e in due successivi tratti (compresi rispettivamente tra il km 86,195 e il km 86,825 e tra il km 87,885 e il km 89,205) con l'area denominata "BOSCO DI QUERCE DEL SIG. BOERI DI INTERESSE NATURALISTICO PANORAMICO PER LE PIANTE DI ALTO FUSTO E LA POSIZIONE SOVRASTANTE LA ZONA ARCHEOLOGICA DI VELLEIA ROMANA (LUGAGNANO)", istituita con DM del 01/03/1955. Non considerando i tratti in cui la nuova condotta sarà messa in opera in sotterraneo, l’interfenza si File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 68 di 489 Rev. 0 riduce a 7,630 km pari al 7,11% della lunghezza totale della condotta (vedi tab. 9.2/A); Tab. 9.2/A: Aree di notevole interesse pubblico lungo il tracciato della DN 900 (36") in progetto da km a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 28,775 28,960 0,185 Albareto 28,960 29,030 0,070 Borgo Val di Taro 29,345 32,515 3,170 Albareto 32,880 33,045 2,255 Compiano 33,045 35,135 86,195 86,825 1,950 Lugagnano Val d’Arda 87,885 89,205 Il completo interramento della condotta in progetto ed il ritombamento della trincea scavata per la rimozione della tubazione esistente unitamente agli interventi di ripristino morfologico e vegetazionale previsti dal progetto (vedi cap. 8, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) concorrono a minimizzare l’impatto indotto dalla realizzazione dell’opera nel contesto paesaggistico di queste aree, in cui vengono tutelati gli elementi caratterizzanti il paesaggio rurale montano e collinare (fabbricati rurali, cortine alberate, siepi ecc) e le superfici boscate tutelate. • Fiumi torrenti e corsi d’acqua iscritti al TU 11.12.33 n. 1775 (Art. 142, lettera “c”): la linea principale in progetto interessa la fascia di 150 m per sponda dei corsi d’acqua tutelati (vedi tab. 9.2/B), per una lunghezza di 37,975 km, pari al 35,39% dello sviluppo complessivo dell'opera, valori che considerando i tratti realizzati in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) si riducono a 35,990 km e 33,54%; Tab. 9.2/B: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto Percor. tot. Comune (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 0,000 0,395 F. Magra Mulazzo 0,610 1,035 F. Magra - Rio del Pino 1,035 3,650 Fosso dell'Ardoglia 7,120 7,900 Vedi pag Pontremoli T. Betigna 8,575 9,010 seguente T. Verde 9,150 9,455 T. Verdesina 14,705 15,180 T. Tarodine 23,330 23,785 Borgo Val di Taro Canale Ricco 25,875 26,195 Denominazione da km a km File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 69 di 489 Rev. 0 Tab. 9.2/B: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto (seguito) Percor. tot. Comune (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 28,630 28,960 Albareto F. Taro 28,960 29,105 Borgo Val di Taro 29,345 29,950 F. Taro - T. Gotra 30,010 30,430 F. Taro - T. Rizzone 30,480 32,020 Albareto 32,415 32,515 32,810 32,825 32,865 33,045 33,045 34,365 Compiano 35,025 35,825 35,825 35,855 Borgo Val di Taro T. Ingegna 35,855 37,215 Compiano 37,215 37,345 Borgo Val di Taro 37,345 37,745 Compiano 37,745 37,760 Borgo Val di Taro 37,760 38,200 Compiano 38,200 38,230 Borgo Val di Taro 37,205 38,230 38,385 Compiano 41,810 42,060 Bardi 42,060 42,100 Compiano 42,100 42,130 Bardi 42,130 42,230 Compiano T. Toncina 42,230 42,550 Bardi 42,550 43,350 Compiano 43,495 43,500 43,500 43,785 T. Toncina - T. Ceno 43,975 49,875 Bardi Rio Magnano 54,250 54,510 74,210 74,380 Vernasca T. Arda 74,380 75,290 Morfasso Rio Spizzaraia - Rio 76,000 76,265 San Giorgio 79,220 79,975 T. Arda Vernasca 80,330 83,115 Denominazione da km a km File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 70 di 489 Rev. 0 Tab. 9.2/B: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto (seguito) Percor. tot. Comune (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto T. Arda 83,115 83,280 Lugagnano Val d’Arda 83,835 87,665 87,865 89,210 T. Chiavenna 89,210 90,065 Castell’Arquato 90,360 91,305 Vedi pag. 93,560 93,715 precedente Rio Rimore Carpaneto Piacentino 93,715 94,410 Fiorenzuola d’Arda 99,205 99,460 T. Chiavenna Cadeo 99,460 99,705 Fiorenzuola d’Arda 105,785 105,950 Cavo Travacone Cortemaggiore 105,950 106,450 Denominazione da km a km Il progetto prevede il completo ripristino delle aree utilizzate per la posa delle nuove condotte e la rimozione delle tubazioni esistenti, in particolare in questi ambiti, caratterizzati da vegetazione naturale e seminaturale, si provvederà ad un accurato ripristino vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”). I ripristini geomorfologici delle sezioni di alveo prevedono, in corrispondenza delle scarpate spondali la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica per lo più interrate, privilegiando l’utilizzo di materiali naturali (massi e legname) - (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”). Le previste modalità di attraversamento dei principali corsi d’acqua oggetto di tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi Vol. 6, All. 10 “Attraversamenti e percorrenze fluviali”). • Montagne eccedenti 1600 m per la catena Alpina e 1200 m per quella Appenninica e le isole (lett. d): l'interferenza con tale ambito si registra per una lunghezza di 5,680 km, pari al 5,29% dello sviluppo complessivo della nuova codotta, valori che non considerando i tratti realizzati in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) si riducono a 4,315 km e 4,02% (vedi tab. 9.2/C); Tab. 9.2/C: da km Montagne eccedenti 1200 m lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 2,765 Bardi 54,190 56,955 0,905 Morfasso 62,870 62,880 0,055 Bardi 62,880 62,935 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 9.2/C: da km COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 71 di 489 Rev. 0 Montagne eccedenti 1200 m lungo il tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto (seguito) a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 62,935 63,355 0,420 Morfasso 63,355 63,380 0,025 Bardi 63,380 63,480 0,100 Morfasso 63,480 63,520 0,040 Bardi 63,520 63,760 0,240 Morfasso 63,760 63,840 0,080 Bore 63,840 63,870 0,030 Morfasso 63,870 63,960 0,090 Bore 63,960 64,095 0,135 Morfasso 64,095 64,120 0,025 Bore 64,120 64,210 0,090 Morfasso 64,210 64,280 0,070 Bore 64,280 64,335 0,055 Morfasso 64,335 64,380 0,045 Bore 64,380 64,415 0,035 Morfasso 64,415 64,420 0,005 Bore Il completo interramento della condotta e la realizzazione degli interventi di ripristino morfologico (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) a presidio dell’opera, scongiurando l’instaurarsi di fenomeni di erosione e garantendo la ricomposizione dell’originario andamento della superficie topografica, concorrono, con l’affermarsi dei previsti ripristini vegetazionali (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), alla ricostituzione del preesistente profilo morfologico di creste e crinali; • Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”): il tracciato della condotta principale interessa tali aree in corrispondenza di un gran numero di tratti successivi per una percorrenza complessiva di 48,180 km pari al 44.90% dello sviluppo lineare della stessa condotta. Tale interferenza, non computando i tratti in cui la condotta sarà messa in opera in sotterraneo non venendo quindi ad interessare la copertura vegetale (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), si riduce a 39,320 km, pari allo 36,64% della lunghezza totale dell’opera (vedi tab. 9.2/D); Tab. 9.2/D: Foreste e boschi attraversati della condotta DN 900 (36") in progetto Comune Percorrenza in area vincolata (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo 0,215 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 9.2/D: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 72 di 489 Rev. 0 Foreste e boschi attraversati della condotta DN 900 (36") in progetto (seguito) Percorrenza in area vincolata (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli 11,085 Borgo Val di Taro 4,085 Albareto 0,590 Compiano 2,450 Bardi 10,750 Morfasso 1,055 Bardi – Morfasso (*) 3,435 Bore 0,240 Bore – Morfasso (*) 3,540 Vernasca 1,480 Lugagnano Val d'Arda 0,345 Castell'Arquato 0,050 Carpaneto Piacentino Fiorenzuola Cadeo Cortemaggiore Totale 39,320 (*) tratti in cui l’asse della condotta segue l’andamento del limite tra i due comuni e l’area di passaggio viene ad interessare contemporaneamente i territori di entrambi In questi ambiti, il progetto, al fine di minimizzare l’eventuale taglio di individui arborei e conseguentemente l’impatto sull’assetto paesaggistico, prevede l’adozione di un’area di passaggio di larghezza ridotta (vedi par. 5.1.2, Sez. II “Quadro di Riferimento Progettuale”) e il ripristino della esistente copertura arborea ed arbustiva (vedi SPC LA-E-83010, par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”). • Zone di interesse archeologico (lett. m): il tracciato in progetto interessa tali zone per una lunghezza di 6,320 km, pari al 5,81% dello sviluppo complessivo dell'opera (vedi tab. 9.2/E), interferenza che, non computando i tratti in cui la condotta sarà messa in opera in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 - Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), detta interferenza si riduce a 6,020 km, pari allo 5.62% della lunghezza totale dell’opera (vedi tab. 9.2/D); Tab. 9.2/E: da km Zone di interesse archeologico attraversate della condotta DN 900 (36") in progetto a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 1,075 7,395 6,320 Pontremoli File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 73 di 489 Rev. 0 La realizzazione dell’opera, in ragione del fatto che si tratta di una condotta completamente interrata (nel caso specifico, il progetto non comporta la realizzazione di alcun impianto di linea nelle aree in oggetto) e prevedendo un attento ripristino o geomorfologico e vegetazione (vedi par. 8.2.1 e 8.2.4, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), non produce modificazioni e disturbi dell’esistente assetto paesaggistico delle stesse aree. 9.2.2 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar, in dismissione Per quanto concerne i “beni paesaggistici” individuati dal DLgs 42/2004 il tracciato in esame interferisce con (vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203)1: • Aree di notevole interesse pubblico (art. 136), il tracciato interessa questa tipologia di aree in tre tratti per una percorrenza complessiva di 14,340 km circa, pari al 15,94% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione. In particolare, il tracciato interessa in due tratti (compresi tra il km 25,785 e il km 27,495 e tra il km 28,040 e il km 31,450 km) l'area denominata "CASA GHIRARDI E BERTORELLA" istituita con DM del 01/08/1985, ed in un tratto (68,185-77,405 km) con l'area denominata "BOSCO DI QUERCE DEL SIG. BOERI DI INTERESSE NATURALISTICO PANORAMICO PER LE PIANTE DI ALTO FUSTO E LA POSIZIONE SOVRASTANTE LA ZONA ARCHEOLOGICA DI VELLEIA ROMANA (LUGAGNANO)", istituita con DM del 01/03/1955. (vedi tab. 9.2/F); Tab. 9.2/F: da km Aree di notevole interesse pubblico lungo il tracciato della DN 750 (30") in dismissione a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 25,785 27,495 2,825 Albareto 28,040 29,155 29,155 31,450 2,295 Compiano 68,185 77,405 9,220 Lugagnano Val d`Arda • Fiumi torrenti e corsi d’acqua iscritti al TU 11.12.33 n. 1775 (Art. 142, lettera “c”): la condotta in dismissione interessa la fascia di 150 m per sponda dei corsi d’acqua tutelati per circa 29,130 km, pari al 32,37% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione (vedi tab. 9.2/G); 1 Con riferimento all’analogia tra le attività necessarie alla posa di una condotta e quelle relative alla rimozione di una tubazione esistente (vedi par. 5.2, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”, si rimanda alle considerazioni formulate al precedente paragrafo 9.2.1 in merito agli effetti indotti dalla realizzazione dell’opera sull’assetto paesaggistico delle aree tutelate. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 74 di 489 Rev. 0 Tab. 9.2/G: Corsi d’acqua lungo il tracciato della condotta DN 750 (30") in dismissione Percor. tot. Comune (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione F. Magra 0,000 0,150 Mulazzo Rio del Pino 2,110 3,510 Fosso 6,950 7,475 dell'Ardoglia Pontremoli T. Verde 8,225 8,675 T. Verdesina 13,985 14,450 T. Tarodine 20,770 21,145 Borgo Val di Taro Canale Riccò 22,905 23,225 F. Taro - T. Gotra 25,895 27,235 Albareto F. Taro 27,980 28,410 28,920 29,155 T. Ingegna 29,155 30,690 31,350 33,190 37,870 38,190 Compiano Rio della Cotta 38,845 39,085 Rio del Roncazzo 39,115 41,440 - T. Toncina T. Toncina - T. 29,130 41,440 46,360 Ceno Bardi 47,625 48,650 Rio di Vischeto 48,965 49,525 Morfasso 68,015 68,185 Rio Freddo 68,185 68,705 70,010 75,680 Lugagnano Val d’Arda 75,785 76,365 77,145 77,405 77,405 77,660 T. Chero 78,380 79,290 Carpaneto 80,850 81,355 Piacentino 81,840 82,455 82,470 82,565 Fiorenzuola d'Arda 89,445 89,725 T. Chiavenna Cadeo 89,725 89,855 Fiorenzuola d'Arda 96,020 96,170 Cavo Travacone Cortemaggiore 96,170 96,705 Denominazione • da km a km Parchi regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi (art. 142, lettera “f”), il tracciato in dismissione attraversa l’area della Riserva Provinciale del Piacenziano in due successivi tratti di percorrenza per un totale di 3,970 km pari al 4,41% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione (vedi tab. 9.2/H); File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 9.2/H: da km COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 75 di 489 Rev. 0 Parchi nazionali e regionali lungo il tracciato della condotta DN 750 (30") in dismissione a km Percor. parz. (km) Comune Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Morfasso 63,155 65,825 2,670 Lugagnano Val d’Arda 67,250 67,760 0,510 Morfasso 67,760 68,185 0,425 Lugagnano Val d’Arda 68,185 68,550 0,365 • Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”): il tracciato della condotta in dismissione interessa tali aree in molteplici tratti successivi per una percorrenza per una lunghezza complessiva di 23,870 km, pari al 26,53% della lunghezza del tratto di gasdotto in dismissione (vedi tab. 9.2/I); Tab. 9.2/I: Foreste e boschi attraversati della condotta DN 750 (30") in dismissione Comune Percorrenza in area vincolata (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Mulazzo 0,280 Pontremoli 9,110 Borgo Val di Taro 1,160 Albareto 0,215 Compiano 5,885 Bardi 4,640 Morfasso 0,370 Lugagnano Val d'Arda 2,115 Carpaneto Piacentino 0,095 Fiorenzuola Cadeo Cortemaggiore Totale 23,870 • Zone di interesse archeologico (art. 142, lettera “m”): il tracciato della condotta in dismissione interessa tali aree per una lunghezza complessiva di 6,420 km , pari al 7,13% della lunghezza totale (vedi tab. 9.2/J); File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ PROGETTO 000 Rev. Fg. 76 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore da km UNITÀ 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna Tab. 9.2/J: COMMESSA 0 Zone di interesse archeologico attraversate della condotta DN 750 (30") in progetto a km Percor. parz. (km) Comuni Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 1,250 7,205 5,955 Pontremoli 68,800 69,265 0,465 Lugagnano Val d'Arda 9.3 Strumenti di tutela a livello nazionale – DPR 8 Settembre 1997, n. 357 Per quanto riguarda l’interferenza con i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e con le Zone di Protezione Speciale (ZPS) tutelati ai sensi del DPR 357/97 e DGR n. 36/21 del 01.07.98, i tracciati, in progetto ed in dismissione, interessano esclusivamente l'areale del SIC denominato “Monte Menegosa, Monte Lama e Groppo di Gora” (cod. IT4010002 - vedi Vol. 3, All. 2 - Dis. LB-D-83203) ed in particolare: • la nuova condotta DN 900 (36”) in progetto interessa un tratto lungo 8,645 km, compreso tra il km 51,450 ed il km 60,095 nei territori comunali di Bardi e di Morfasso. Tale interferenza, non computando i tratti in cui la condotta sarà messa in opera in sotterraneo, si riduce a 7,075 km, corrispondenti al 6,59 % del suo sviluppo complessivo; • la tubazione esistente DN 750 (30”) in dismissione attraversa l’areale del SIC in corrispondenza di quattro successivi tratti di percorrenza (rispettivamente compresi tra il km 48,635 e il km 53,220; tra il km 53,240 e il km 53,585; tra il km 53,665 e il km 53,670 e tra il km 54,075 e il km 54,090) per una lunghezza complessiva pari a circa 4,950 km in Comune di Bardi, corrispondenti al 5,50 % della lunghezza complessiva del tratto in dismissione. I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) ubicati ad una distanza inferiore ai 10 km dai tracciati delle condotte in progetto ed in dismissione in oggetto (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214 “Corografia di Progetto”) sono riportati nella seguente tabella (vedi tab. 9.3/A): Tab. 9.3/A: Elenco SIC e ZPS ubicati ad una distanza <10 km dal metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto e dal Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (306”)” in dismissione. Codice Denominazione Distanza minima dalla condotta (km) DN 900 (36”) DN 750 (30”) in progetto in dismissione Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati IT5110001 SIC “Valle del Torrente Gordana” 0,885 0,905 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 77 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 9.3/A: Elenco SIC e ZPS ubicati ad una distanza <10 km dal metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto e dal Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (306”)” in dismissione (seguito) Codice Denominazione Distanza minima dalla condotta (km) DN 900 (36”) DN 750 (30”) in progetto in dismissione Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati IT5110002 SIC “Monte Orsaro” 4,050 4,365 IT5110101 SIC “Lago verde di passo del Brattello” 3,310 3,290 IT4020026 SIC “Bosco dei Ghirardi” 0,680 0,735 IT4010007 SIC “Roccia Cinque Dita” 4,380 5,960 IT4020012 SIC “Monte Barigazzo, Pizzo D’Oca” 2,125 2,170 IT4020003 SIC “Torrente Stirone” 4,600 9,920 IT4010008 SIC “Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda” 0,400 0,395 Siti Ubicati a distanze comprese tra 5 e 10 km dai tracciati 9.4 SIC “Monte Cornoviglio - Monte Fiorito - Monte Dragnone” 7,900 8,100 IT4020020 ZPS “Parco dei cento laghi” 9,200 9,560 IT4020010 SIC “Monte Gottero” 5,860 5,735 IT4020013 SIC “Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola” 5,590 6,990 IT4020011 SIC “Groppo di Gorro” 8,030 9,905 IT4020008 SIC “Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino” 8,720 9,515 IT1343511 IT4010018 SIC/ZPS “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio” 9,215 8,240 IT4010017 SIC/ZPS “Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia” 9,120 9,080 Piani di Bacino Per quanto attiene i Piani di Bacino, le interferenze tra il progetto e le aree definite a diverso rischio e/o pericolosità idrogeologica ed idraulica si registrano negli ambiti dei territori di competenza delle Autorità di Bacino del Fiume Magra e del Fiume Po, di seguito elencati (vedi Vol. 4, All. 5 - Dis. LB-D-83213): • Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Magra, adottato con delibera CI n. 180 del 27.04.2006 elaborato dall’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Magra, approvato con DCR della Toscana n. 69 del 05.07.2006 e con DCR della Liguria n. 24 del 18.07.2006 ; • Piano di Bacino del Fiume Po, elaborato dall’Autorità di Bacino Nazionale del Po ed adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 18 del 26.04.2001 . File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9.4.1 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 78 di 489 Rev. 0 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar, in progetto Per quanto attiene il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del bacino del Fiume Magra, il tracciato della condotta principale, ricade nel territorio di competenza dell'Autorità di bacino interregionale fra il suo punto iniziale ed il km 20,670 , corrispondente al tratto in Regione Toscana. Le aree interessate dal tracciato della condotta sono classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/A e 9.4/B e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213). Tab. 9.4/A: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità idraulica Dal km 0,000 0,080 0,105 0,960 0,975 1,025 1,040 1,040 1,065 1,110 1,160 1,365 1,370 5,015 5,050 5,085 5,105 8,730 8,735 8,860 8,865 9,250 9,255 9,290 9,360 9,365 Al Perc. Comune Aree a pericolosità idraulica km km Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Aree a pericolosità idraulica media 0,105 0,025 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 0,130 0,025 Aree a pericolosità idraulica bassa 0,975 0,015 Aree a pericolosità idraulica media 1,025 0,050 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 1,040 0,015 Pontremoli Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 1,065 0,025 Aree a pericolosità idraulica media 1,110 0,045 Aree a pericolosità idraulica bassa 1,160 0,050 1,235 0,075 Aree a pericolosità idraulica bassa 1,370 0,005 Aree a pericolosità idraulica media 2,115 0,745 Aree a pericolosità idraulica bassa 5,050 0,035 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 5,085 0,035 Aree a pericolosità idraulica media 5,105 0,020 Aree a pericolosità idraulica bassa 5,135 0,030 Aree a pericolosità idraulica media 8,735 0,005 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 8,860 0,125 Aree a pericolosità idraulica media 8,865 0,005 Aree a pericolosità idraulica bassa 8,875 0,010 Aree a pericolosità idraulica bassa 9,255 0,005 Aree a pericolosità idraulica media 9,290 0,035 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 9,360 0,070 Aree a pericolosità idraulica media 9,365 0,005 Aree a pericolosità idraulica bassa 9,390 0,025 In tutte le aree classificate a diverso grado di pericolosità idraulica, comprese nelle fasce di riassetto fluviale, la NdA del Piano, all'art. 17, consentono, previo parere vincolante dell'Autorità di bacino, l'adeguamento e la ristrutturazione delle reti di File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 79 di 489 Rev. 0 trasporto esistenti di interesse pubblico non delocalizzabili "purché realizzati senza aggravare le condizioni di pericolosità idraulica in cui ricadono e purché non pregiudichino la possibilità di realizzare gli interventi di sistemazione idraulica". A riguardo delle interferenze registrate si rimanda a quanto illustrato nel Quadro di riferimento ambientale (vedi par. 2.3.2 Sez. III “Quadro di riferimento ambientale”). Tab. 9.4/B: Dal km 0,000 1,035 3,485 3,815 4,145 4,305 4,420 6,275 8,570 9,160 9,455 12,015 12,860 13,795 18,915 Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica Al Perc. Comune Aree a rischio idraulico km km Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Pontremoli 3,685 0,200 3,920 0,105 4,170 0,025 Pericolosità geomorfologica media 4,335 0,030 4,625 0,205 6,380 0,105 8,750 0,180 Pericolosità geomorfologica elevata 9,305 0,145 Pericolosità geomorfologica media 9,525 0,070 Pericolosità geomorfologica elevata 12,060 0,045 13,165 0,305 Pericolosità geomorfologica media 14,560 0,765 Pericolosità geomorfologica elevata 19,250 0,335 tratto superato in sotterraneo (microtunnel) Nelle zone a pericolosità geomorfologica elevata e media, le NdA del Piano consentono, previo parere vincolante del Comitato Tecnico dell'Autorità di Bacino, la realizzazione di nuove infrastrutture e reti di interesse pubblico essenziali e non delocalizzabili a condizione che i relativi progetti: – "siano corredati da adeguate indagini geologico - tecniche a livello di area complessiva, redatte secondo i criteri di cui all’Allegato n. 7; – prevedano opere di bonifica, in relazione alla natura dell’intervento ed a quella del dissesto, che siano coerenti con gli interventi di sistemazione definitiva del movimento franoso e che, per quanto possibile, ne costituiscano uno o più lotti funzionali; – prevedano in ogni caso di realizzare le suddette opere di bonifica preventivamente o nell’ambito dell’intervento di nuova realizzazione; – prevedano tipologie costruttive compatibili con la loro collocazione". A riguardo delle interferenze si rimanda ad un approfondimento riguardante ogni singola area (vedi Vol. 2 - Annesso B “Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologica e dissesti”). Per quanto concerne il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, il tracciato della condotta principale DN 900 (36") in progetto interessa il territorio di competenza File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 80 di 489 Rev. 0 dell'Autorità di Bacino del F. Po tra il km 20,670 ed il punto terminale della stessa per uno sviluppo lineare di 86,645 km . Le aree interessatedal tracciato della condotta sono classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/C e 9.4/D e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D83213). Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto elevato Da (km) 20,670 23,500 26,475 28,790 28,960 29,105 29,460 30,200 31,090 33,015 33,045 33,045 35,570 35,660 35,825 35,825 35,855 35,855 36,685 37,215 37,215 37,345 37,345 37,745 37,745 37,760 37,760 37,980 38,200 38,200 38,230 38,230 41,120 41,155 42,130 A Perc. Comune Fascia fluviale (km) (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Borgo Val di Taro 23,595 0,095 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Albareto 28,950 0,160 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Borgo Val di Taro Albareto 29,765 0,305 30,285 0,085 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 31,365 0,275 33,045 0,030 Compiano 33,100 0,055 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 35,570 0,000 35,825 0,165 Borgo Val di Taro 35,855 0,030 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Compiano 36,625 0,770 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 37,215 0,530 Borgo Val di Taro 37,345 0,130 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Compiano 37,745 0,400 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Borgo Val Di Taro 37,760 0,015 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Compiano 37,905 0,145 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 38,200 0,220 Borgo Val Di Taro 38,230 0,030 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Compiano 38,280 0,050 Aree esondabili a pericolo molto elevato Bardi Compiano Compiano File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 81 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto elevato Da (km) 42,230 42,250 42,345 42,550 42,550 42,780 43,500 45,385 46,215 46,610 47,000 47,060 48,655 49,470 49,620 57,155 57,185 70,175 70,285 74,300 74,380 74,380 74,750 78,955 79,680 80,350 81,620 83,055 83,115 83,115 83,825 86,835 87,855 89,210 89,235 89,270 89,860 90,210 93,715 94,365 95,890 A Perc. Comune Fascia fluviale (km) (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi 42,290 0,040 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 42,550 0,205 Compiano 42,660 0,110 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 42,870 0,090 Bardi 45,575 0,190 46,475 0,260 46,885 0,275 47,055 0,055 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 47,465 0,405 48,715 0,060 49,510 0,040 49,675 0,055 Morfasso Bardi Bore Vernasca 74,380 0,080 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Morfasso 74,465 74,815 0,085 0,065 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Vernasca 79,810 80,785 81,770 83,115 0,130 0,435 0,150 0,060 83,210 84,035 87,545 89,095 0,095 0,210 0,710 1,240 89,270 89,860 89,865 90,385 0,035 0,590 0,005 0,175 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Lugagnano Val d'Arda Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Fascia A Castell'Arquato Fascia C Fascia A Fascia C Fascia C Carpaneto Piacentino 95,385 95,945 1,020 0,055 Fascia A Fascia C File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 82 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/C: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto elevato (seguito) Da (km) A Perc. Comune Fascia fluviale (km) (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Carpaneto Piacentino 95,945 96,305 0,360 Fascia B 96,305 96,480 0,175 Fascia C 97,975 Fiorenzuola d'Arda 99,390 99,460 0,070 Fascia A 99,460 Cadeo 99,460 99,480 0,020 Fascia A 100,860 Fiorenzuola d'Arda 105,950 Cortemaggiore All'interno delle Fasce A e B, le NdA del Piano, all'art 38, prevedono la possibilità di realizzare "opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali e le caratteristiche di particolare rilevanza naturale dell’ecosistema fluviale che possono aver luogo nelle fasce, che non costituiscano significativo ostacolo al deflusso e non limitino in modo significativo la capacità di invaso, e che non concorrano ad incrementare il carico insediativo. A tal fine i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità, che documenti l’assenza dei suddetti fenomeni e delle eventuali modifiche alle suddette caratteristiche, da sottoporre all’Autorità competente, ……, per l’espressione di parere rispetto la pianificazione di bacino". Nelle Aree a rischio molto elevato in ambiente collinare e montano, le stesse NdA, all'art. 50, permettono "la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere". Analogamente nell'ambito delle Aree a rischio molto elevato nel reticolo idrografico principale e secondario nelle aree di pianura, le Norme, all'art. 51, consentono "la manutenzione, l’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture parimenti essenziali, purché non concorrano ad incrementare il carico insediativo e non precludano la possibilità di attenuare o eliminare le cause che determinano le condizioni di rischio, e risultino essere comunque coerenti con la pianificazione degli interventi d’emergenza di protezione civile. I progetti relativi agli interventi ed alle realizzazioni in queste aree dovranno essere corredati da un adeguato studio di compatibilità idraulica che dovrà ottenere l’approvazione dell’Autorità idraulica competente". A riguardo delle interferenze registrate si rimanda, analogamente a quanto illustrato per il F. Magra, a quanto illustrato nel Quadro di riferimento ambientale (vedi par. 2.3.2 Sez. III “Quadro di riferimento ambientale”). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 83 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/D: Bacino del F. Po - Dissesti Da (km) 20,670 23,410 26,475 26,675 26,725 27,680 28,960 29,105 31,265 32,755 32,860 33,045 34,525 35,825 35,855 37,215 38,200 38,230 38,245 38,860 40,230 40,955 41,120 41,120 41,155 41,155 41,260 41,260 42,060 42,100 42,550 43,370 43,500 43,500 44,225 48,160 49,400 57,155 57,185 57,210 57,485 58,580 A Perc. Comune Frane (km) (km) Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Borgo Val di Taro 23,485 0,075 Frane quiescenti Albareto 26,685 0,010 Frane quiescenti 26,775 0,050 28,900 1,220 Borgo Val di Taro Albareto 31,425 0,160 Frane quiescenti 32,815 0,060 32,925 0,065 Compiano 34,600 0,075 Frane quiescenti Borgo Val di Taro Compiano Borgo Val di Taro Borgo Val di Taro Compiano 38,285 38,920 40,450 41,120 0,040 0,060 0,220 0,165 41,155 0,035 Frane quiescenti Frane attive Frane quiescenti Bardi Frane quiescenti Compiano 41,260 0,105 Frane quiescenti Bardi 41,620 0,360 Frane quiescenti Compiano Bardi Compiano 43,500 0,130 Frane quiescenti Bardi 43,525 44,415 48,350 49,440 0,025 0,190 0,190 0,040 Frane quiescenti Morfasso Bardi Morfasso 57,580 0,095 Frane quiescenti Bardi tratto superato in sotterraneo (microtunnel) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 84 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 9.4/D: Bacino del F. Po – Dissesti (seguito) Da (km) 58,600 60,810 60,815 60,885 61,030 61,045 67,005 67,520 67,540 67,760 67,990 70,285 74,380 75,390 75,630 76,655 76,905 77,670 77,995 78,955 82,230 83,115 89,210 105,950 A Perc. Comune frane (km) (km) Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Morfasso Bardi Morfasso 60,895 0,010 Frane quiescenti Bardi Morfasso Morfasso Bore 67,575 0,035 Frane attive Vernasca Bore Vernasca Morfasso 75,630 76,020 76,705 76,950 77,740 78,000 0,240 0,390 0,050 0,045 0,070 0,005 82,265 0,035 Frane attive Frane quiescenti Frane attive Vernasca Frane attive Lugagnano Val d`Arda Castell`Arquato Cortemaggiore tratto superato in sotterraneo (microtunnel) Nelle aree interessate da fenomeni di dissesto per la parte collinare e montana del bacino, così come individuate e classificate dal Piano, le NdA dello stesso, all'art. 9, prevedono la possibilità di ristrutturare e realizzare "infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere". A riguardo delle interferenze si rimanda ad un approfondimento riguardante ogni singola area (vedi Vol. 2 - Annesso B “Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologica e dissesti”). 9.4.2 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar in dismissione Per quanto attiene il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del bacino del Fiume Magra, il tracciato della condotta principale in dismissione, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 85 di 489 Rev. 0 interferisce con il territorio di competenza dell'Autorità di bacino interregionale fra il suo punto iniziale ed il km 18,775, corrispondente al tratto in Regione Toscana. Il tratto in dismissione della condotta esistente interessa le aree classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/E e 9.4/F e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213). Tab. 9.4/E: Piano di Bacino Fiume Magra: Aree a pericolosità idraulica lungo il tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in dismissione Dal km 0,000 0,160 0,170 0,280 0,290 0,325 1,195 1,200 1,215 1,215 1,240 4,955 4,970 5,000 5,015 8,365 8,370 8,375 8,535 Al Perc. Comune Aree a pericolosità idraulico km km Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Mulazzo Aree a pericolosità idraulica bassa 0,170 0,010 Aree a pericolosità idraulica media 0,280 0,110 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 0,290 0,010 Aree a pericolosità idraulica media 0,325 0,035 Aree a pericolosità idraulica bassa 0,330 0,005 Aree a pericolosità idraulica media 1,200 0,005 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 1,215 0,015 Pontremoli Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 1,240 0,025 Aree a pericolosità idraulica media 1,340 0,100 Aree a pericolosità idraulica bassa 4,970 0,015 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 5,000 0,030 Aree a pericolosità idraulica media 5,015 0,015 Aree a pericolosità idraulica bassa 5,050 0,035 Aree a pericolosità idraulica bassa 8,370 0,005 Aree a pericolosità idraulica media 8,375 0,005 Aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata 8,535 0,160 Aree a pericolosità idraulica media 8,545 0,010 Tab. 9.4/F: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica lungo il tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in dismissione Dal km 0,000 1,215 1,425 1,535 Al Perc. Comune Aree a rischio idraulico km km Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismuissione Mulazzo Pontremoli 1,435 0,010 Pericolosità geomorfologica media 1,590 0,055 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 86 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/F: Bacino del F. Magra - Aree a pericolosità geomorfologica lungo il tracciato della condotta “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30)” in dismissione (seguito) Dal km 1,600 3,320 3,395 3,670 3,970 4,150 4,255 4,690 5,430 6,155 7,665 8,795 11,435 12,470 13,130 Al Perc. Comune Aree a rischio idraulico km km Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Pontremoli 1,710 0,110 3,375 0,055 3,535 0,140 3,750 0,080 4,020 0,050 4,175 0,025 Pericolosità geomorfologica media 4,480 0,225 4,845 0,155 5,520 0,090 6,260 0,105 7,805 0,140 8,845 0,050 Pericolosità geomorfologica elevata 11,660 0,225 12,530 0,060 Pericolosità geomorfologica media 13,825 0,695 Per quanto concerne il Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, il tracciato della condotta principale DN 750 (30") in dismissione interessa il territorio di competenza dell'Autorità di Bacino del F. Po in due tratti, rispettivamente compresi tra tra il km 18,815 ed il km 54,200 e tra il km 61,730 e il km 97,515 , punto terminale della stessa, per uno sviluppo lineare di 71,210 km . I tratti di condotta in dismissione interessano le aree classificate sia sull'elaborato "Carta della pericolosità idraulica", sia sulla "Carta della pericolosità geomorfologica" (vedi tab. 9.4/G e 9.4/H e Vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213). Tab. 9.4/G: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto elevato Da (km) 18,775 20,920 23,495 26,665 28,155 29,130 29,155 29,155 32,025 A Perc. Comune Fascia fluviale (km) (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Borgo Val di Taro 20,950 0,030 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) Albareto 26,750 0,085 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 28,230 0,075 29,155 0,025 Compiano 29,205 0,050 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 32,830 0,805 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 87 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/G: Bacino del F. Po - Fasce fluviali ed Aree esondabili a pericolo molto elevato (seguito) Da (km) 40,500 41,100 41,440 44,150 44,630 46,135 54,200 61,730 66,820 67,760 68,185 71,490 71,845 72,300 72,640 73,585 73,710 74,445 74,595 74,635 77,320 77,405 77,405 82,000 86,145 86,185 86,575 88,220 89,600 89,725 89,870 95,400 96,170 A Perc. Comune Fascia fluviale (km) (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Compiano 40,525 0,025 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 41,275 0,175 Bardi 44,400 0,250 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 44,725 0,095 46,245 0,110 61,730 Tratto in esercizio nei comuni di Bardi e di Morfasso Morfasso Lugagnano Val d’Arda Morfasso Lugagnano Val d’Arda 71,505 0,015 71,860 0,015 72,550 0,250 73,010 0,370 73,660 0,075 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 73,720 0,010 74,480 0,035 74,615 0,020 74,760 0,125 77,405 0,085 Carpaneto Piacentino 77,475 0,070 Esondazioni - pericolo molto elevato (Ee) 82,125 0,125 86,185 0,040 Fascia C 86,575 0,390 Fascia B 86,735 0,160 Fascia C Fiorenzuola d’Arda 89,675 0,075 Fascia A Cadeo Fiorenzuola d’Arda Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 88 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/H: Bacino del F. Po – Dissesti Da (km) 18,775 19,520 20,660 23,495 23,705 24,625 24,945 29,155 31,775 35,670 36,215 36,325 36,700 37,610 38,025 38,820 40,590 41,310 41,440 41,440 42,150 43,410 43,825 44,740 46,245 47,130 47,465 48,040 49,295 51,420 51,580 51,660 51,820 52,110 53,030 54,200 61,730 61,730 62,280 62,620 62,895 63,895 A Perc. Comune frane (km) (km) Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Borgo Val di Taro 20,660 1,140 Frane quiescenti 20,940 0,280 Frane attive Albareto 23,795 0,090 Frane quiescenti 24,805 0,180 25,755 0,810 Compiano 31,870 0,095 Frane quiescenti 35,740 0,070 Frane attive 36,325 0,110 36,565 0,240 Frane quiescenti 36,785 0,085 Frane attive 38,025 0,415 38,210 0,185 38,875 0,055 Frane quiescenti 40,770 0,180 41,440 0,130 Bardi 41,490 0,050 42,405 0,255 43,505 0,095 Frane quiescenti 43,830 0,005 44,835 0,095 47,130 0,885 47,255 0,125 Frane attive 47,665 0,200 48,480 0,440 Frane quiescenti 50,210 0,915 51,580 0,160 51,660 0,080 Frane attive 51,820 0,160 Frane quiescenti 52,110 0,290 Frane attive 53,030 0,920 Frane quiescenti 53,230 0,200 Frane attive 61,730 Tratto in esercizio nei comuni di Bardi e di Morfasso Morfasso 62,220 0,490 62,465 0,185 Frane quiescenti 62,735 0,115 63,260 0,365 64,110 0,215 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 89 di 489 Rev. 0 Tab. 9.4/H: Bacino del F. Po – Dissesti (seguito) Da (km) 64,780 66,805 66,820 66,820 67,760 68,180 68,185 68,195 69,350 69,405 70,245 70,300 71,000 71,465 71,505 72,025 77,405 88,220 95,400 96,170 9.5 A Perc. Comune frane (km) (km) Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Morfasso 65,060 0,280 Frane attive 66,820 0,015 Frane quiescenti Lugagnano Val d’Arda 66,920 0,100 Frane quiescenti Morfasso 68,185 0,005 R4 Lugagnano Val d’Arda 68,895 0,700 Frane quiescenti - R4 69,405 0,055 R4 70,245 0,840 Frane quiescenti - R4 70,275 0,030 R4 70,520 0,220 Frane quiescenti 71,010 0,010 Frane attive 71,470 0,005 Frane quiescenti 71,850 0,345 72,050 0,025 Carpaneto Piacentino Fiorenzuola d’Arda Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Strumenti di tutela a livello regionale e provinciale Per quanto concerne gli strumenti di pianificazione regionale e provinciale, le interferenze registrate lungo le linee principali in progetto ed in dismissione sono rappresentate sull’allegato cartografico in scala 1:10.000 “Strumenti di tutela e pianificazione normativa a carattere regionale” (vedi Vol. 3, All. 3 - Dis. LB-D-83204). 9.5.1 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”), P 75 bar in progetto Regione Toscana - Provincia di Massa Carrara Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Massa Carrara, il tracciato della condotta principale viene ad interferire con ambiti del "Sistema Funzionale per l'Ambiente" corrispondenti alle "zone classificate b) e c) ai sensi della DCR 256/68, integrate con DCR n. 489/97 e con un'area di interesse archeologico (vedi tab. 9.5/A). Per le prime aree, i comuni, nei propri strumenti urbanistici generali e di settore e la Provincia nella pianificazione settoriale, "promuovono nei progetti specifici, programmi File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Fg. 90 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 sperimentali e modalità attuative tesi al perseguimento e consolidamento degli obiettivi indicati al comma 2. A tal fine potranno inoltre valutare, anche ai sensi dell’articolo 32 della L.R. 5/95, l’opportunità di individuare ambiti territoriali contigui" alle stesse "da assoggettare a specifiche discipline di tutela e valorizzazione". In dette aree, sino all’approvazione dei Piani Strutturali Comunali, sono da osservare, ai fini della tutela dei beni paesistici e ambientali, le misure di salvaguardia previste all’articolo 81 del PIT. Tab. 9.5/A: Interferenze con il PTC della Provincia di Massa Carrara da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12) 16,555 19,315 2,760 Pontremoli Siti di interesse archeologico Pontremoli 1,075 7,395 6,320 Il completo interramento delle condotte in progetto ed il ritombamento della trincea scavata per la rimozione delle tubazioni esistenti unitamente agli interventi di ripristino morfologico e vegetazionale previsti dal progetto (vedi cap. 8, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) concorrono a minimizzare l’impatto indotto dalla realizzazione dell’opera nel contesto paesaggistico del territorio attraversato, caratterizzato dalla presenza di elementi tipici del paesaggio rurale (terrazzamenti, rete irrigua e viaria, filari, fabbricati rurali, ecc . Un’analoga considerazione può essere formulata, anche per i siti di interesse archeologico, ove il progetto prevede unicamente la posa della nuova condotta e la rimozione della tubazione esistente e non comporta la realizzazione di alcun apparato fuori terra (impianto di linea). Regione Emilia-Romagna - Provincie di Parma e di Piacenza Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma, il tracciato della condotta principale DN 900 (36”) in progetto, viene ad interferire con ambiti ed aree diversamente classificati in corrispondenza di numerosi tratti successivi (vedi tab. 9.5/B). A riguardo, si evidenzia che le aree individuate nella Tavola C3 "Carta Forestale", regolate da quanto disposto all'art. 10 delle NdA del Piano, sono state considerate come “Territori coperti da foreste e boschi (art. 142, lettera “g”)” del DLgs 42/2004 (vedi prec. par. 9.2) e pertanto sono state rappresentate sull’elaborato cartografico relativo agli strumenti di tutela derivati da normativa a carattere nazionale (vedi Vol. 3, All. 2 Dis. LB-D-83203) e che le interferenze con le diverse zone definite nell’ambito del Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, recepite dal PTCP, sono state già descritte (vedi par. 9.4) e rappresentate sul relativo elaborato cartografico (vedi vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 91 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13 bis) 23,605 23,615 28,930 28,995 29,445 29,770 30,255 30,285 31,115 31,395 33,020 33,110 35,300 35,400 35,595 35,745 35,960 36,470 36,765 37,145 37,185 37,480 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano 4,680 37,520 37,870 37,960 38,135 38,175 38,210 38,220 38,230 42,065 42,115 42,130 42,260 42,615 42,885 45,195 45,545 46,170 46,355 46,365 46,385 46,505 46,605 46,830 47,600 Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12) 42,260 42,265 42,350 42,615 42,885 43,135 43,185 43,225 43,270 43,360 Bardi, Compiano 2,760 43,570 43,750 43,955 45,195 45,545 46,170 46,605 46,615 47,600 47,655 Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23) 28,785 28,930 Vedi pag. Albareto, Borgo Val di Taro, Bardi seguente 28,995 29,050 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 92 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23) 29,375 29,445 29,770 30,255 30,285 31,115 Albareto, Borgo Val di Taro, Bardi 4,350 31,395 32,155 47,655 48,760 48,965 49,865 Ambiti Rurali Aree di valore naturale ambientale (art. 39) 23,480 23,685 28,805 29,040 29,375 32,110 33,020 33,120 35,315 35,370 35,535 35,775 36,025 36,485 36,770 37,890 37,955 38,105 42,190 42,285 42,340 43,075 43,155 43,205 14,945 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano 43,330 43,345 43,605 43,765 43,985 43,995 44,115 44,505 44,575 45,140 45,175 46,650 46,735 48,195 48,210 48,780 48,940 49,860 53,980 57,155 57,185 57,210 Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40) 29,040 29,375 32,110 32,195 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano 3,110 32,340 33,020 33,120 35,130 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 93 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16) 26,900 27,100 0,200 Albareto Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14) 20,665 23,195 32,155 32,965 34,315 34,585 34,825 34,950 39,540 41,335 51,435 57,160 58,520 58,615 58,785 58,815 58,835 58,895 58,980 59,015 59,150 59,230 59,280 59,315 59,475 59,600 59,655 59,680 59,700 59,795 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, 59,880 60,340 14,190 Bardi, Morfasso, Bore 60,430 60,440 60,750 60,760 60,800 60,820 61,160 61,190 61,305 61,350 61,455 61,470 62,150 62,175 62,355 62,485 63,375 63,380 63,690 63,825 63,895 63,955 64,070 64,330 64,370 64,385 64,470 64,550 64,610 64,855 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 94 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/B: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14) 64,865 64,900 64,935 65,020 65,035 65,145 Vedi pag. Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Bardi, Morfasso, Bore precedente 65,160 65,370 65,475 65,550 65,555 65,850 Zona di tutela naturalistica (art. 20) 29,050 29,375 Borgo Val di Taro, Albareto 0,325 Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti (art. 27) 29,155 29,840 30,035 32,375 Albareto, Compiano, Bardi 7,780 32,965 35,235 47,605 50,290 La compatibilità dell'opera con quanto disposto dalle NdA del PTCP è verificata in quanto: - in corrispondenza di Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13 bis), la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell'energia è ammessa qualora siano previsti in strumenti di pianificazione nazionali, regionali o provinciali, previo parere favorevole dell'ente preposto alla tutela idraulica. I tracciati della nuova condotta principale in progetto e quella della tubazione esistente in dismissione, sviluppandosi da sud verso nord attraverso la catena appenninica, vengono ad interferire con l’articolato reticolo idrografico attraversando, o percorrendo, i fondivalle dei torrenti Tarodine, Ingegna, Toncina, Ceno e del F. Taro che, nascendo dallo spartiacque appenninico, ne incidono il versante settentrionale. Dette interferenze, anche in ragione delle scadenti caratteristiche geomeccaniche del substrato lapideo affiorante lungo i versanti, risultano di fatto non evitabili. A tal proposito, si evidenzia che la profondità di posa della nuova condotta in corrispondenza delle sezioni di attraversamento e delle percorrenze in alveo, è determinata attraverso idonei studi idrologici ed idraulici. La realizzazione dei ripristini morfologici, idraulici ed idrogeologici (vedi par. 8.2.1, 8.2.2 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) previsti dal progetto a presidio della nuova condotta e per garantire la stabilità del materiale di rinterro, nonchè i successivi interventi di ricostituzione della esistente copertura vegetale (vedi par. 8.2.3 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), non comportando alcuna riduzione delle sezioni idriche e delle capacità di invaso. Le considerazioni sopra esposte rendono l’intervento congruente con quanto disposto dalla NdA del PTCP, assicurando la salvaguardia delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio, sia in corrispondenza dell'asse della condotta, sia, a maggior ragione, nell'intorno della stessa; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 95 di 489 Rev. 0 - nelle Zone di tutela dei caratteri ambientali dei laghi, bacini e corsi d’acqua” (art. 12), le NdA consentono la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia qualora siano previsti in strumenti di pianificazione di carattere provinciale, regionale e nazionale ovvero in assenza di tali strumenti, previa verifica della compatibilità rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio interessato. I tracciati della nuova condotta DN 900 (36”) in progetto e dell’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione attraversano la zona tutelata in corrispondenza del corso del torrente Toncina. I ripristini morfologici, idraulici ed idrogeologici (vedi par. 8.2.1, 8.2.2 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) previsti dal progetto in corrispondenza delle aree di cantiere per la posa della condotta e la rimozione della tubazione esistente ed i successivi interventi di ricostituzione della esistente copertura vegetale (vedi par. 8.2.3 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), non comportando riduzioni delle sezioni idrauliche e della capacità di invaso, concorrono a rendere compatibile la realizzazione dell'opera in questi ambiti. Il ripristino geomorfologico delle sezioni di attraversamento sarà effettuato con la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, privilegiando l’utilizzo di materiali naturali (massi e legname) - (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”). Le previste modalità di attraversamento dei principali corsi d’acqua oggetto di tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi Vol. 6, All. 10 “Attraversamenti e percorrenze fluviali”). - nelle "Zone di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua" (art. 23), la realizzazione dell’opera risulta congruente con quanto previsto dalla normativa in quanto il progetto non prevede alcuno scarico in alveo od in falda né la perforazione di alcun pozzo. Il progetto interessa queste aree lungo i fondivalle del T. Ceno e del F. Taro; - in corrispondenza delle Aree di valore naturale ambientale (art. 39), la realizzazione dell’opera è assogettata allo stesso regime previsto per l’art. 12; il progetto prevede il completo ripristino delle aree di cantiere adottando una serie di misure volte a ricreare le condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente. In particolare il progetto prevede l’accurato ripristino vegetazionale di tutte le aree caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva, dei filari e delle siepi (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”); - per gli Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40), le NdA, enunciando quali finalità di questi ambiti la “conservazione, valorizzazione e promozione dei caratteri di naturalità e degli elementi caratterizzanti la qualità paesaggistico-percettiva”, non dettano alcuna particolare prescrizione per i sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia. In corrispondenza delle aree agricole, il progetto prevede, comunque, la completa ricostituzione di tutti gli elementi distintivi e caratterizzanti il paesaggio rurale (terrazzamenti, cortine vegetali, filari alberati, siepi e manufatti viari) eventualmente interessati dalla realizzazione dell’opera; − per l’ "Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16), le NdA, enunciando quali finalità di queste zone “la tutela dei beni di interesse archeologico accertati e vincolati ai sensi di leggi nazionali o regionali” prevedono che per queste aree si definiscano “piani o progetti pubblici di contenuto esecutivo, formati dagli Enti competenti, previa consultazione con la competente Soprintendenza archeologica, ed avvalendosi della collaborazione dell’Istituto per i beni artistici, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 96 di 489 Rev. 0 culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna”. Sino all’entrata in vigore di questi piani, sono unicamente permessi l’ordinaria utilizzazione agricola e gli interventi sugli edifici esistenti, mentre gli scavi a profondità superiore a 50 cm devono essere autorizzati dalla Soprintendenza archeologica competente. Si evidenzia che, nell’area in oggetto, per la posa della nuova condotta e la rimozione della tubazione esistente, poste in stretto parallelismo, si provvederà ad adottare le modalità tecnico operative illustrate al successivo capitolo della presente Sezione I (vedi cap. 10); - nelle Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14), la realizzazione dell’opera è assogettata allo stesso regime previsto per l’art. 12. L’interramento delle nuove condotte e la rimozione ed il successivo ritombamento della trincea in corrispondenza dei tratti di quelle esistenti in dismissione, l’adozione della area di passaggio ridotta (vedi par. 5.1.2, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) in corrispondenza delle aree boscate, la realizzazione degli interventi di ripristino geomorfologico (vedi par. vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) e vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano gli effetti indotti sull’esistente assetto paesaggistico ed ambientale del territorio rendendo la realizzazione dell’opera compatibile con quanto disposto dal Piano. - per le "Zone di tutela naturalistica" (art. 20), le NdA del piano prevedono che debbano essere disciplinate dagli strumenti di pianificazione comunale (PSC, POC e RUC) e sino all'entrata in vigore degli stessi, ne dettano le attività consentite. La nuova condotta attraversa la zona in prossimità del corso del F. Taro ove sarà in gran parte messa in opera per mezzo di un microtunnel, evitando qualsiasi interferenza in superficie; - per le aeree individuate come “Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti” (art. 27), le NdA del Piano dettano specifici indirizzi per l’adeguamento degli strumenti di pianificazione urbanistica. L’opera viene ad interessare due diverse aree denominate “Alta Val Taro, Monte Pelpi e Oasi dei Ghirardi” e “Il parco geologico del Ceno”; la prima area è volta alla tutela delle “aree perifluviali dalla crescita dei fenomeni di dispersione insediativa che ad integrare le politiche di conservazione e valorizzazione ambientale esistenti sul territorio attraverso la realizzazione di migliori itinerari per la pubblica fruizione, a scopi sia ricreativi che didattici, oltre che il potenziamento della recettività”. L’istituzione del “Parco geologico” ha, quale principale obiettivo, l’illustrazione della storia geologica della catena appenninica attraverso la valorizzazione di una serie di emergenze geologiche, caratteristiche del territorio, per mezzo di un articolato sistema di fruizione, incentrato sui principi della conservazione e valorizzazione paesaggistica. La compatibilità del progetto con le finalità espresse per queste aree è, analogamente a quanto indicato per i precedenti ambiti, assicurata dalla natura stessa dell’intervento. L’interramento della condotta ed il completo ripristino delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai principi dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) e l’accurato ripristino vegetazionale di tutte le aree caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva, dei filari e delle siepi negli ambiti agricoli (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano, infatti, gli effetti indotti sull’assetto paesaggistico del territorio attraversato. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 97 di 489 Rev. 0 Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza, il tracciato della condotta principale DN 900 (36”) in progetto interessa, in corrispondenza di numerosi tratti successivi di percorrenza, ambiti ed aree diversamente classificate e rappresentate su differenti elaborati (vedi tab. 9.5/C). A riguardo, analogamente a quanto indicato per la Provincia di Parma, le interferenze con le diverse zone definite nell’ambito del Piano di assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, recepite dal PTCP, sono state già descritte (vedi par. 9.4) e rappresentate sul relativo elaborato cartografico (vedi vol. 4, All. 5 Dis. LB-D-83213) Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza da km a km Percor. tot. (km) Comune Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14) 74,275 74,855 79,330 79,460 79,520 80,005 80,305 80,795 81,470 81,795 82,885 83,220 Vernasca, Morfasso, Lugagnano Val 83,850 84,070 d’Arda, Castell’Arquato, Carpaneto 4,325 84,645 84,680 Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo 84,840 84,915 85,030 85,075 89,260 89,305 94,325 95,415 95,930 96,295 99,380 99,485 Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18) 58,400 58,520 58,615 58,785 58,815 58,835 58,895 58,980 59,015 59,150 Vedi pag. Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca, 59,230 59,275 Lugagnano Val d’Arda seguente 59,315 59,475 59,600 59,655 59,680 59,700 59,795 59,880 60,340 60,430 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 98 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comune Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18) 60,440 60,660 60,660 60,750 60,765 60,800 60,820 61,160 61,190 61,305 61,355 61,455 61,470 62,150 62,175 62,355 62,485 63,375 63,380 63,480 63,485 63,690 63,825 63,895 63,960 64,070 64,335 64,370 64,385 64,470 64,550 64,610 64,855 64,865 64,900 64,935 Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca, 17,565 65,020 65,035 Lugagnano Val d’Arda 65,145 65,160 65,370 65,475 65,925 65,955 66,020 66,045 66,290 66,325 66,595 66,615 66,810 66,855 66,935 67,500 67,750 67,915 68,140 68,160 68,300 68,375 68,600 68,690 68,875 68,900 68,935 69,025 69,030 69,210 69,260 69,825 69,915 70,000 70,050 70,090 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 99 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/C: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comune Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36")" in progetto Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18) 70,125 70,175 70,285 74,275 Morfasso, Bardi, Bore, Vernasca, Vedi pag. 74,995 75,005 Lugagnano Val d’Arda precedente 75,385 78,000 84,440 88,805 Zone di tutela naturalistica (art. 20) 57,160 57,185 1,215 Morfasso 57,210 58,400 Zone calanchive (art. 21) 74,885 74,995 Morfasso 0,445 75,005 75,340 Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio Progetti di tutela, recupero e valorizzazione (art. 39) 106,325 107,315 0,990 Cortemaggiore La compatibilità dell'opera con quanto disposto dalle NdA del PTCP è verificata in quanto: - negli "Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14)”, la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia è ammessa previa autorizzazione dell'autorità idraulica competente. I tracciati della nuova condotta principale in progetto e quella della tubazione esistente in dismissione, sviluppandosi da sud verso nord attraverso la catena appenninica, vengono ad attraversare ed a percorrere i fondivalle dei torrenti Arda e Chiavenna. Dette interferenze, anche in ragione delle scadenti caratteristiche geomeccaniche del substrato lapideo affiorante lungo i versanti, risultano di fatto non delocalizzazibili. La profondità di posa della nuova condotta in questi ambiti, determinata attraverso opportuni studi idrologici ed idraulici (vedi precedente par. 9.4) e la realizzazione degli interventi di ripristino geomorfologici, idraulici (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), non comportando alcuna riduzione delle sezioni idriche e delle capacità di invaso, rendono l’intervento congruente con quanto disposto dalla NdA del PTCP, assicurando la salvaguardia delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio, sia in corrispondenza dell'asse della condotta, sia, a maggior ragione, nell'intorno della stessa; - in corrispondenza della "Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18)", le NdA consentono la realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia qualora siano previsti in strumenti di pianificazione di carattere provinciale, regionale e nazionale ovvero in assenza di tali strumenti, previa verifica della compatibilità rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio interessato. L’interramento delle nuove condotte e la rimozione ed il File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 100 di 489 Rev. 0 successivo ritombamento della trincea in corrispondenza dei tratti di quelle esistenti in dismissione, l’adozione della area di passaggio ridotta (vedi par. 5.1.2, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) in corrispondenza delle aree boscate, la realizzazione degli interventi di ripristino geomorfologico ispirati ai principi dell’ingegneria naturalistica (vedi par. vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) e vegetazionale (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano gli effetti indotti sull’esistente assetto paesaggistico ed ambientale del territorio rendendo la realizzazione dell’opera compatibile con quanto disposto dal Piano. Le previste modalità di attraversamento dei principali corsi d’acqua oggetto di tutela sono illustrate in un allegato grafico dedicato (vedi Vol. 6, All. 10 “Attraversamenti e percorrenze fluviali”); - per le “Zone di tutela naturalistica (art. 20)”, le NdA prevedono che debbano essere disciplinate dagli strumenti di pianificazione comunale e sino all'entrata in vigore degli stessi, ne dettano le attività consentite. La nuova condotta attraversa la zona in corrispondenza del crinale tra le valli dei torrenti Arda e Ceno ad ovest del Colle di Castellaccio superato in gran parte per mezzo di un tratto di percorrenza in sotterraneo (vedi Par. 5.1.11, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”), limitando l’interferenza a 0,245 km . Il progetto prevede il completo ripristino delle aree di cantiere adottando una serie di misure volte a ricreare le condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente. In particolare il progetto prevede l’accurato ripristino vegetazionale di tutte le aree caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”); - per gli “Zone calanchive (art. 21)”, le NdA prevedono che i comuni, in sede di revisione degli strumenti di pianificazione urbanistica, verifichino “al fine di articolare, in funzione della loro diversa rilevanza paesaggistico-ambientale, naturalistica e geomorfologica” la rappresentazione fornita sulle tavole cartografiche del Piano, classificandole eventualmente in “calanchi peculiari, segnalati per la straordinaria valenza paesistica intrinseca o in calanchi tipici, rappresentanti la generalità delle formazioni calanchive con un grado diffuso di valenza paesistica”. Per le aree così definite, le NdA, escludendo qualsivoglia intervento nell’ambito dei calanchi peculiari, prevedono la possibilità di effettuare interventi nell’ambito dei calanchi tipici. La nuova condotta lambisce la zona in due brevi tratti di percorrenza ai piedi del versante occidentale dell’incisione dell’Arda affiancandosi alla sede dell’esistente SP che ne risale il fondovalle. Il completo interamento della condotta in prossimità della sede stradale ed i previsti ripristini geomorfologici posti a presidio dell’opera (vedi par. 8.2.1 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) rendono la realizzazione della stessa congruente con quanto disposto dal Piano; - per le aeree individuate come “Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti” (art. 39), le NdA del Piano prevedono che per queste aree “ La Provincia ed i Comuni provvedono a definire, nell’ambito delle rispettive competenze, mediante i propri strumenti di attuazione della pianificazione, progetti di tutela, recupero e valorizzazione”; le Amministrazioni comunali devono attivare analisi tematiche volte ad individuare “l’effettiva potenzialità progettuale in termini di ricostruzione di ambienti naturali rappresentativi di una significativa diversità biologica” individuando così “in accordo con l’Amministrazione Provinciale, norme File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 101 di 489 Rev. 0 e modalità di gestione delle aree stesse”. Le condotte in oggetto, nel settore terminale, vengono ad interessare un’area individuata lungo il corso del T. Arda per la quale non è ancora stata definita alcuna pianificazione. La compatibilità del progetto con le finalità espresse dal Piano per queste aree è, comunque, derivata dalla natura stessa dell’intervento. L’interramento della condotta ed il completo ripristino delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai principi dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) e l’accurata ricostituzione della copertura vegetale di tutte le aree caratterizzate da copertura boschiva ed arbustiva, dei filari e delle siepi negli ambiti agricoli (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) minimizzano, infatti, gli effetti indotti sull’assetto paesaggistico del territorio attraversato. 9.5.2 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”), P 36 bar, in dismissione In considerazione del fatto che la linea in dismissione attraversa le stesse tipologie di aree interessate dal metanodotto principale DN 900 (36”) in progetto, si riportano unicamente i tratti di interferenza (vedi tab. 9.5/D÷F), rimandando le considerazioni circa la compatibilità dell’opera con quanto predisposto dai Piani e la valutazione della normativa a carattere regionale e provinciale a quanto riportato nel paragrafo 9.5.1 . Tab. 9.5/D: Interferenze con il PTC della Provincia di Massa Carrara da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12) Pontremoli 15,835 18,775 2,940 Siti di interesse archeologico 1,250 1,320 Mulazzo, Pontremoli 5,955 1,320 7,205 Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12) 40,555 40,735 Compiano, Bardi 3,985 40,805 41,195 41,290 41,410 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 102 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 12) 41,465 43,120 43,315 44,105 Vedi pag Compiano, Bardi 44,540 44,620 precedente 44,730 45,225 45,315 45,590 Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 13) 20,940 20,955 26,720 26,750 28,165 28,235 29,160 29,200 32,005 32,060 32,320 32,785 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, 1,490 Bardi 40,540 40,555 40,735 40,805 41,195 41,290 44,105 44,540 44,620 44,730 45,225 45,315 Zona di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua (art. 23) 25,800 25,845 26,245 26,720 26,750 27,260 2,035 Albareto, Bardi 28,120 28,165 28,235 28,540 45,590 46,095 46,095 46,175 Ambiti Rurali Aree di valore naturale ambientale (art. 39) 20,885 21,000 25,780 25,840 26,230 27,275 28,105 28,490 Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, 7,115 29,160 29,230 Bardi 31,990 32,085 32,390 32,800 40,315 40,600 40,690 41,050 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 103 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/E: Interferenze con il PTC della Provincia di Parma (seguito) da km a km Percor. tot. (km) Comuni Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Ambiti Rurali Aree di valore naturale ambientale (art. 39) 41,060 41,320 41,520 42,270 Vedi pag Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Bardi precedente 42,460 43,010 43,540 46,270 Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (art. 40) 25,840 26,230 27,275 27,510 28,005 28,105 3,285 Albareto. Compiano 28,490 28,575 28,900 29,155 29,155 29,160 Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 16) Albareto 23,910 24,110 0,200 Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 14) 18,775 20,025 28,540 29,105 30,635 30,920 Borgo Val di Taro, Pontremoli, Albareto, 10,575 Compiano, Bardi 31,135 31,265 35,165 39,165 48,605 54,200 Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale Progetto di tutela, recupero e valorizzazione proposti (art. 27) 26,020 26,310 26,480 27,545 Albareto, Compiano, Bardi 6,090 28,135 28,720 29,155 31,560 45,540 47,285 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 104 di 489 Rev. 0 Tab. 9.5/F: Interferenze con il PTC della Provincia di Piacenza da km a km Percor. tot. (km) Comune Metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" in dismissione Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d'acqua (art. 14) 73,540 74,440 77,240 77,405 78,730 81,980 86,170 89,595 73,730 74,765 77,405 77,515 Lugagnano Val d’Arda, Carpaneto 1,900 Piacentino, Fiorenzuola d’Arda 79,200 82,135 86,575 89,675 Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale (art. 18) 68,180 76,005 77,515 70,535 77,240 77,990 63,155 67,505 64,460 Morfasso, Lugagnano Val d’Arda 1,980 68,180 Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio 4,065 Morfasso, Lugagnano Val d’Arda, Carpaneto Piacentino Zona di valenza ambientale locale (art. 19) Progetti di tutela, recupero e valorizzazione (art. 39) 96,570 Cortemaggiore 97,510 0,940 Aree protette ed interventi di tutela e valorizzazione ambientale Parchi, riserve naturali e aree naturali protette proposta per l’istituzione (art. 37) 63,155 65,825 Morfasso, Lugagnano Val d’Arda 3,970 67,250 68,550 Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale (art. 23) Complessi archeologici 68,800 69,265 0,465 Lugagnano Val d’Arda A riguardo delle interferenze con zone interessate unicamente dai lavori di rimozione dell’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione, si evidenzia che: − per i “Parchi, riserve naturali e aree naturali protette proposta per l’istituzione (art. 37)”, le NdA demandano alle disposizioni degli stessi Parchi ed alle norme di istituzione delle Riserve. Alla fase di rimozione della condotta esistente segue il completo ripristino delle aree di cantiere per mezzo di interventi ed opere ispirate ai principi dell’ingegneria naturalistica (vedi par. 8.2.1, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”) e l’accurata ricostituzione della copertura vegetale, volta a ricreare le condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente (vedi par. 8.2.3, Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”); File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore − 9.6 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 105 di 489 Rev. 0 per le "Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale (art. 23)”, le NdA, prevedono che qualsivoglia intervento sia sottoposto alla preventiva autorizzazione della competente Soprintendenza Archeologica. Si evidenzia che la rimozione della tubazione esistente, comportando lo scavo della trincea in corrispondenza dell'esistente condotta, esclude la possibilità di significative interferenze. Nel caso la competente Soprindenza Archeologica lo ritenga necessario, si provvederà, comunque, ad adottare le modalità tecnico operative illustrate al successivo capitolo della presente Sezione I per la messa in opera delle nuove condotte (vedi cap. 10). Strumenti di pianificazione comunale Per quanto riguarda gli strumenti comunali, sono stati considerati i Piani Regolatori Generali Comunali (PRGC), i Programmi di Fabbricazione Comunali (PFC) o i Piani Strutturali Comunali (PSC) dei seguenti comuni: Mulazzo, Pontremoli, Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Bardi, Morfasso, Bore, Vernasca, Lugagnano Val d'Arda, Castell'Arquato, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d'Arda, Cadeo e Cortemaggiore. Per quanto concerne gli allacciamenti, in progetto ed in dismissione, derivati dalle linee principali si rimanda all’Annesso A (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83013). I tracciati della condotta principale e delle linee dalla stessa derivate, sviluppandosi per la maggior parte in corrispondenza della catena appenninica in un ambito francamente montuoso, vengono ad interferire con ambiti agricoli/rurali classificati, prevalentemente, come zone boschive o, meno frequentemente, come zone di interesse paesaggistico-ambientale (vedi Vol. 4, All. 4 - Dis. LB-D-83205). Le uniche interferenze con zone diverse da queste e da ambiti agricoli normali, si registrano nei territori comunali di: Comune di Pontremoli La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa: • una zona D1 artigianale, tra il km 3,315 e il km 3,470 , in stretto parallelismo alla tubazione in dismissione; • l'area F6 dell'ex mattatoio classificata come zona per servizi pubblici, tra il km 4,880 ed il km 4,980 ; • una zona D4 destinata ad attività turistico-ricreative, tra il km 5,620 ed il km 5,845 lungo la condotta in progetto (parzialmente attraversata in sotterraneo per mezzo di un microtunnel); • un’area E2 classificata come “nuclei edilizi sparsi e loro ambiti di pertinenza diretta, tra il km 11,995 e il km 12,050 ; • un'area C di consolidamento compresa tra due nuclei abitati in località Brancolino, tra il km 12,890 ed il km 13,020 ; L’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione interessa • una zona D1 artigianale, tra il km 3,155 e il km 3,295; • l'area F6 dell'ex mattatoio classificata come zona per servizi pubblici, tra il km 4,790 ed il km 4,930; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 106 di 489 Rev. 0 una zona D4 destinata ad attività turistico-ricreative, tra il km 5,470 ed il km 5,730 ; una zona F4 destinata ad insediamenti sportivi all’aperto tra il km 7,665 ed il km 7,745, corrispondente ad un insediamento sportivo; una zona Cs di consolidamento urbano, tra il km 7,830 ed il km 7,950; una zona B3 urbana parzialmente edificata, tra il km 7,950 ed il km 8,370 e in località Brancolino tra il km 12,650 ed il km 12,705 e tra il km 12,780 e il km 12,810; una zona F4 destinata ad impianti sportivi tra il km 12,880 ed il km 13,110 . a nord della frazione di Grondola. Le NdA del PRG non prevedono alcuna specifica disposizione in materia di realizzazione di gasdotti. Comune di Borgo Val di Taro L’esistente condotta interessa due aree di rispetto di punti di presa a fini idropotabili, in due successivi tatti di percorrenza, rispettivamente compresi tra il km 19,425 ed il km 19,710 e tra il km 19,810 ed il km 20,230 ad est della frazione La Banca. Le NdA del PRG, all art. 10, prevedono limitatamente agli edifici ed impianti pubblici, che il Sindaco possa rilasciare concessioni edilizie in deroga a quanto previsto dalle stesse norme, nel rispetto della legislazione regionale vigente in materia. Comune di Albareto L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione interessa: • una zona D1 “Zona artigianale ed industriale di completamento” tra il km 25,760 ed il km 25,870; • una zona destinata a servizi pubblici tra il km 26,000 ed il km 26,110 ; • zone urbanizzate in tre tratti di percorrenza, compresi tra il km 25,670 ed il km 25,680 , tra il km 27,620 ed il km 27,705 e tra il km 28,585 e il km 28,630 ; A riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia, le NdA del PRG fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Parma. Comune di Morfasso La condotta principale DN 900 (36”) in progetto attraversa le zone di rispetto di captazioni idropotabili, in corrispondenza di tre tratti, posti rispettivamente tra il km 61,970 ed il km 62.095 e tra il km 63,915 e il km 64,575 ad ovest del Valico del Pellizzone e tra il km 66,430 ed il km 67,330 a sud-ovest di Monte Cornale. L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa, anch’essa, tre zone di rispetto di captazioni idropotabili in corrispondenza di due successivi tratti di percorrenza compresi tra il km 65,650 ed il km 66,585 a nord della frazione di S. Michele, e tra il km 67,775 e il km 68,580 in prossimità della frazione di Carignone. Nell’ambito dell’area di rispetto a nord di S. Michele, la tubazione in dismissione viene inoltre ad attraversare una zona a funzione turistico-ricreativa in cui si prevede File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 107 di 489 Rev. 0 l’ampiamento di un’area campeggio tra il km 65,650 ed il km 68,820 ed un’area urbanizzata tra il km 65,875 ed il km 65,920 . Analogamente a quanto illustrato per il precedente territorio comunale, le NdA del PRG, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia, fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza. Comune di Vernasca La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa: • due zone destinate ad attività estrattiva poste rispettivamente tra il km 74,175 ed il km 74,225 e tra il km 80,830 ed il km 81,155 lungo il corso del T. Arda; • un'area a prevalente funzione produttiva (cementeria) tra il km 80,285 ed il km 80,300 superato per mezzo di un tratto di percorrenza in sotterraneo (vedi par. 5.1.11 Sez. II “Quadro di riferimento progettuale”); • un’area per attrezzature tecnologiche tra il km 82,910 ed il km 82,945; e lambisce una zona di espansione per artigianato e piccola industria tra il km 81,795 ed il km 81,960 . Comune di Lugagnano Val d’Arda L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa: • la zona agricola di rispetto dell’abitato in due successivi tratti di percorrenza, rispettivamente compresi tra il km 68,610 ed il km 68,955 in corrispondenza della frazione Belvedere e tra il km 77,085 ed il km 77,160 in località Baracche; • un’area D3 definita “Zone per attività terziarie e di servizio”, tra il km 70,880 ed il km 70,980 . Le NdA del PRG, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia, fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza. Comune di Castell’Arquato La linea principale DN 900 (36”) in progetto attraversa un’area di rispetto cimiteriale tra il km 91,255ed il km 91,360 a sud dell’abitato di Vigolo Marchese L’art. 63 del RUE prevede che la realizzazione di opere pubbliche sia regolato dalle leggi di settore e dall’art. 7 della LR 31/02. Comune di Carpaneto Piacentino L’esistente condotta DN 750 (30”) in dismissione attraversa un’area di rispetto cimiteriale tra il km 79,950 ed il km 80,250 e lambisce un’area a prevalente funzione produttiva tra il km 84,670 ed il km 84,790 . Le Norme del PSC, a riguardo della realizzazione di sistemi tecnologici per il trasporto dell’energia, fanno riferimento a quanto previsto dal PTCP di Piacenza. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9.7 COMMESSA Fg. 108 di 489 Rev. 0 Quadro riassuntivo degli strumenti di tutela e pianificazione Il quadro sintetico delle interferenze tra gli strumenti di tutela ambientale e di pianificazione territoriale ed i tracciati delle nuove condotte e delle tubazioni esistenti in dismissione evidenzia come il progetto nel suo complesso di interventi viene ad interagire con i vincoli che, a diverso livello normativo, governano il territorio (vedi tab. 9.7/A ÷ 9.7/F). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 109 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 9.7/A: Strumenti di tutela e pianificazione a livello nazionale e regionale/provinciale lungo le condotte in progetto Strumenti di tutela a livello nazionale Vincolo idrogeologico RD3267/23 Metanodotto Strumenti di pianificazione a livello regionale/provinciale Beni Colturali e Ambientali Siti di importanza Comunitaria DLgs 42/04 (*) DPR 357/97 Piani Territoriali di Coordinamento Massa Carrara Parma Piacenza Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Rifacimento Allacciamento al Comunre di Pontremoli DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4") Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6") Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6") Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 150 (6") Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") (*) Beni Culturali Titolo I Art. 10 (°) Piano Territoriale di Coordinamento di Massa Carrara Cose immobili, ville e giardini , complessi urbani e bellezze naturali Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12) Siti di interesse archeologico (°) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma, Beni paesaggistici Titolo I – Art. 134 Immobili ed aree di notevole interesse pubblico - Art. 136 (ex L 1497/39) beni ambientali, in ragione del loro notevole interesse pubblico Aree tutelate per legge– Art. 142 (ex L 431/85) Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Ambiti Rurali Aree protette ed interv. di tutela e valoriz. ambientale Zone ed elementi di specifico inter. storico, archeol. e testimoniale Territori contermini ai laghi (fascia di 300 m) Parchi e riserve (°) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza Fiumi e torrenti RD 1775/33 (fascia di 150 m) Foreste e boschi Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio Le montagne per la parte eccedente i 1600 m slm Zone di interesse archeologico Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale I ghiacciai e i circhi glaciali Zone umide File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 110 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 9.7/B: Strumenti di tutela e pianificazione a livello nazionale e regionale/provinciale lungo i metanodotti esistenti in dismissione Strumenti di tutela a livello nazionale Vincolo idrogeologico RD3267/23 Metanodotto Beni Colturali e Ambientali DLgs 42/04 (*) Strumenti di pianificazione a livello regionale/provinciale Siti di importanza Comunitaria DPR 357/97 Piani Territoriali di Coordinamento Massa Carrara (°) Parma Piacenza ($) (§) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36") Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3") Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3") Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp Derivazione per Bedonia DN 100 (4") Allacciamento Tornolo DN 80 (3") Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5") Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") (*) Beni Culturali Titolo I Art. 10 (°) Piano Territoriale di Coordinamento di Massa Carrara Cose immobili, ville e giardini , complessi urbani e bellezze naturali Zone classificate b) e c) (DCR 256/68 e DCR 489/97) (art. 12) Siti di interesse archeologico ($) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma, Beni paesaggistici Titolo I – Art. 134 Immobili ed aree di notevole interesse pubblico - Art. 136 (ex L 1497/39) beni ambientali, in ragione del loro notevole interesse pubblico Aree tutelate per legge– Art. 142 (ex L 431/85) Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Ambiti Rurali Aree protette ed interv. di tutela e valoriz. ambientale Zone ed elementi di specifico inter. storico, archeol. e testimoniale Territori contermini ai laghi (fascia di 300 m) Parchi e riserve (§) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Piacenza Fiumi e torrenti RD 1775/33 (fascia di 150 m) Foreste e boschi Zone di tutela di laghi bacini, corsi d'acqua Aree protette ed interventi di di tutela e valorizzazione ambientale Le montagne per la parte eccedente i 1600 m slm Zone di interesse archeologico Zone ed elementi di interesse paesaggistico-ambientale Zone ed elementi di specifico interesse storico, archeologico e testimoniale I ghiacciai e i circhi glaciali Zone umide Ambiti di valorizzazione e gestione del territorio File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 111 di 489 Rev. 0 Tab. 9.7/C: Piano di Assetto Idrogeologico e strumenti di tutela lungo le condotte in progetto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") molto elevata elevata media bassa molto elevata elevata media Fasce fluviali A B C Area esondabile a pericolo molto elevato Frane (*) Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4") Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6") Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6") Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5") Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") (*) fenomeni di dissesto superati con tratti di percorrenza in sotterraneo (tunnel) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. Stabilizzate Metanodotto Pericolosità geomorfologica Quiescenti Pericolosità idraulica Piano di bacino del Fiume Po Attive Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrog.co del Fiume Magra PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 112 di 489 0 Tab. 9.7/D: Piano di Assetto Idrogeologico lungo le condotte in dismissione molto elevata elevata media bassa molto elevata elevata media Fasce fluviali A B C Area esondabile a pericolo molto elevato Frane Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36") Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3") Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3") Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp Derivazione per Bedonia DN 100 (4") Allacciamento Tornolo DN 80 (3") Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5") Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. Stabilizzate Metanodotto Pericolosità geomorfologica Quiescenti Pericolosità idraulica Piano di bacino del Fiume Po Attive Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrog.co del Fiume Magra PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 113 di 489 0 Tab. 9.7/E: Pianificazione urbanistica lungo le condotte in progetto Metanodotto Strumenti di Pianificazione Urbanistica Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") 2 Rifacimento Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4") 2 2, 9 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9 2 2, 7, 8, 10, 11, 12, 13, 2 14 Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4") 4 2 4 4 4 Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") Rifacimento Derivazione per Bedonia DN150 (6") 5 4 Rifacimento Allacciamento Tornolo DN 100 (4") Rifacimento Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") 5 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4") 6 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 100 (4") 6 Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6") 10, 12, 16 Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Rif. Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5") 12 13 Rifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") (°) Zona urbana (Zone A, B e loro compendi) Zona di uso pubblico e di interesse generale Zona di espansione (zone C) Zone vincolate e di rispetto(cimiteriale, paesistico, archeologico, captazione idropotabile) Zona a prevalente funzione produttiva (zone D) Zone turistico-ricreative Zone agricole a valenza paesaggistica-ambientale e zone boschive Altre zone Comune n. d’ordine Mulazzo 1 Pontremoli 2 Borgo Val di Taro 3 Albareto 4 Compiano 5 Bardi 6 Morfasso 7 Bore 8 Vernasca 9 Lugagnano Val d’Arda 10 Castell'Arquato 11 Carpaneto Piacentino 12 Fiorenzuola d’Arda 13 Cadeo 14 Cortemaggiore 15 Gropparello 16 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. 9 PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 114 di 489 0 Tab. 9.7/F: Pianificazione urbanistica lungo i metanodotti esistenti in dismissione Metanodotto Strumenti di pianificazione urbanistica (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (36") 2, 4, 7 Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 80 (3") 2 2, 4, 9, 10, 12 2 Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 80 (3") 4 2, 3, 4, 5, 6, 2, 4, 9 2,3, 7, 12 2, 7 2 4 4 Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10") pp Derivazione per Bedonia DN 100 (4") 5 4 Allacciamento Tornolo DN 80 (3") Allacciamento al Comune di Compiano DN 100 (4") 5 Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi Loc. Grezzo DN 80 (3") Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 100 (4") 10, 12, 16 Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4") Coll. S. Stefano Cortemaggiore a Cabina di Fiorenzuola DN 125 (5") 12 13 Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro DN 100 (4") (°) Zona urbana (Zone A, B e loro compendi) Zona di uso pubblico e di interesse generale Zona di espansione (zone C) Zone vincolate e di rispetto(cimiteriale, paesistico, archeologico, captazione idropotabile) Zona a prevalente funzione produttiva (zone D) Zone turistico-ricreative Zone agricole a valenza paesaggistica-ambientale e zone boschive Altre zone Comune n. d’ordine Mulazzo 1 Pontremoli 2 Borgo Val di Taro 3 Albareto 4 Compiano 5 Bardi 6 Morfasso 7 Bore 8 Vernasca 9 Lugagnano Val d’Arda 10 Castell'Arquato 11 Carpaneto Piacentino 12 Fiorenzuola d’Arda 13 Cadeo 14 Cortemaggiore 15 Gropparello 16 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. 9 PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 10 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 115 di 489 Rev. 0 INTERAZIONE INTERFERENZE CON AREE A RISCHIO ARCHEOLOGICO In Italia il problema della tutela dei beni archeologici è molto sentito in relazione all’esigenza di conservazione della memoria storica del patrimonio culturale. Il problema della tutela dei beni archeologici emerge in modo significativo nel caso di lavori che si articolano linearmente sul territorio, soprattutto per tratti di lunghezza considerevole, come nel caso delle infrastrutture lineari di trasporto. In quest’ambito, si possono presentare due ordini di problemi di tipo “archeologico” in relazione alla natura dell’area considerata. In interferenza con i lavori possono, infatti, essere presenti: • aree archeologiche note e quindi contemplate negli strumenti di tutela e di pianificazione; • aree archeologiche non cartografate che, in quanto sconosciute, rappresentano una vera e propria “emergenza archeologica”, sia per quanto riguarda la programmazione dei lavori sia per la loro realizzazione. Nel primo caso, il problema della tutela è facilmente affrontabile, in quanto l’analisi dei vincoli sulle aree d’interesse archeologico conduce a scelte progettuali che impedendo l’impatto dei lavori sul bene archeologico, risultano compatibili con gli stessi strumenti. Nel secondo caso, relativamente ad aree archeologiche non ancora individuate e, quindi, non contemplate negli strumenti di tutela e pianificazione, non si possono che fornire criteri di base utili per prevenire situazioni di “emergenza archeologica” durante l’esecuzione dei lavori. L’incognita sull’eventuale presenza di aree d’interesse archeologico non ancora individuate, pone una serie di problemi, a volte anche complessi, la cui soluzione da una parte deve consentire la realizzazione delle opere programmate nel rispetto della tutela dei beni archeologici e dall’altra, individuare strumenti adeguati per effettuare un’indagine preventiva, evitando di trattare il problema in emergenza nel corso d’esecuzione dei lavori. Nel recente passato, la realizzazione, nel territorio nazionale, dei metanodotti Snam Rete Gas è stata occasione di un interessante sviluppo nel settore dell’indagine archeologica “preventiva”, che ha consentito di conciliare la tutela dei beni archeologici con le esigenze di trasformazione del territorio. Sulla base di una stretta collaborazione tra le Soprintendenze Archeologiche e Snam Rete Gas, le indagini hanno avuto la finalità di tutelare il patrimonio archeologico, una volta accertata la presenza di “emergenze” archeologiche. Nell’iter di approvazione ed in quello di costruzione del metanodotto d’interesse, Snam Rete Gas intende perseguire lo stesso approccio già adottato nel passato e di seguito esposto, in considerazione dei proficui risultati ottenuti; considerando, in aggiunta che data la natura del “problema archeologico” appena esposto, tali criteri sono probabilmente quelli che consentono di ottenere i risultati migliori. In linea generale, le attività d’indagine in aree “a rischio archeologico” possono essere articolate nel loro sviluppo temporale in: indagini preventive ed indagini in corso di costruzione dell’opera. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 10.1 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 116 di 489 Rev. 0 Indagini preventive In relazione alla peculiarità della zona considerata, l’intervento preventivo può articolarsi in due fasi: 10.2 • ricerche bibliografiche, toponomastiche e cartografiche, analisi di foto aeree, indagini di superficie e prospezioni di vario genere, sull’area interessata dall’opera progettata. Ciò consente di individuare, con discreta approssimazione, le zone “a rischio” d’interesse archeologico eventualmente insistenti nell’area in esame e non ancora note o protette. Dopo aver raccolto le informazioni, vengono presentati i risultati alla Soprintendenza, che può proporre di effettuare indagini dirette per la verifica sul campo di quanto emerso; • in base alla fase precedente, su indicazione della Soprintendenza, vengono eseguiti saggi a campione effettuati per mezzo di scavi archeologici al fine di individuare più dettagliatamente la natura dal punto di vista archeologico delle zone a rischio precedentemente individuate. Indagini durante la fase di costruzione In base a quanto emerso dalle indagini precedentemente svolte, possono essere necessarie ulteriori indagini da eseguire durante l’esecuzione dei lavori. La prima operazione consiste nell’indagine visiva diretta sul terreno con lo scopo d’individuare eventuali strati d’interesse archeologico. Tale attività viene eseguita durante le fasi iniziali di lavoro (che sono quelle di apertura pista, scotico e scavo per la posa della condotta) da parte di un archeologo che presiede in modo continuo tutti i lavori di movimento terra. In corrispondenza di livelli ritenuti d’interesse, vengono sospese le lavorazioni di movimento terra per consentire l’analisi stratigrafica delle pareti di scavo e l’approfondimento conoscitivo dell’area dal punto di vista archeologico. Tali operazioni possono essere effettuate per mezzo di scavi stratigrafici e/o con saggi di scavo a campione. La natura e le caratteristiche dell’area così individuata può portare ad un secondo livello d’intervento che può tradursi in uno dei tre casi di seguito esposti: • Variante locale al tracciato di progetto La variante al tracciato di progetto viene effettuata ogni qualvolta che la Soprintendenza ritiene necessario preservare il sito individuato senza procedere con lo scavo archeologico dell’area. Tale soluzione viene adottata anche quando i tempi necessari per l’esecuzione di uno scavo archeologico di approfondimento non risultano compatibili con i tempi di programmazione dei lavori di costruzione della condotta. • Scavo archeologico e posa della condotta Lo scavo archeologico e la successiva posa della condotta viene effettuato in corrispondenza di aree in cui la Soprintendenza ritiene che lo scavo archeologico preliminare ed i successivi lavori di posa della condotta, siano compatibili. In questo caso, l’area viene considerata come “tratto particolare” nel senso che gli File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 117 di 489 Rev. 0 scavi vengono limitati al minimo necessario per la semplice posa della condotta con lo scopo di lasciare inalterata per quanto possibile la successione stratigrafica dell’area. In taluni casi, in presenza di manufatti murari, è possibile procedere con lo smontaggio del manufatto, la numerazione dei singoli elementi ed il suo rimontaggio una volta posata la condotta. • 10.3 Utilizzo delle tecniche di trivellazione dei terreni Una soluzione alternativa a quelle già esposte è rappresentata dall’utilizzo di tecniche di trivellazione in sotterraneo per l’alloggiamento della condotta. Sono disponibili vari sistemi operativi (spingitubo, microtunnel, ecc.) che sono in grado di realizzare un tunnel interrato senza apportare alterazioni in superficie o in corrispondenza di specifici strati di terreno. Con tali sistemi è possibile posare la condotta (ad esempio al di sotto di eventuali resti murari o di edifici) senza alterare o modificare il manufatto archeologico stesso. Recupero e preservazione dei reperti rinvenuti Quando vengono messi a giorno reperti di particolare rilevanza archeologica, su richiesta della Soprintendenza, la Snam Rete Gas contribuisce al recupero degli stessi, alla loro pulizia e alla loro catalogazione. Tutte le attività descritte vengono effettuate da personale tecnico specializzato, in genere archeologi, che agiscono sotto diretta responsabilità scientifica della Soprintendenza Archeologica. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 118 di 489 Rev. 0 SEZIONE II - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 1 CRITERI DI SCELTA DELLA DIRETTRICE DI PERCORRENZA 1.1 Generalità Il metanodotto in progetto prende origine dall’Impianto SRG denominato Nodo di Mulazzo, nel territorio dell'omonimo Comune e, sviluppandosi in direzione SSE-NNO, attraversa l’Appennino Tosco - Emiliano sino a raggiungere il margine meridionale della pianura padana a sud-est di Piacenza per terminare in corrispondenza dell’esistente impianto Snam Rete Gas “Nodo di Cortemaggiore”, nell’omonimo territorio comunale (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214 “Corografia di progetto”). L’assetto geologico e morfologico del territorio attraversato dal tracciato risulta, conseguentemente, assai articolato e, nelle sue linee generali, si caratterizza dall’essere francamente montuoso per i primi due terzi del percorso ed uniformemente pianeggiante in corrispondenza del tratto terminale della condotta. La particolare natura dell'intervento in oggetto, incentrato sostanzialmente nella sostituzione sia dell'esistente metanodotto "Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)" con una condotta di maggior diametro, sia della rete di linee di distribuzione che, prendendo origine dalla stessa tubazione esistente, garantisce l'approvvigionamento alle utenze civili ed industriali delle aree interessate dall'opera, impone che il tracciato delle nuove condotte venga ad insistere, per quanto possibile, sugli stessi corridoi territoriali individuati dai metanodotti esistenti. I tracciati delle nuove condotte sono, così, stati definiti cercando di conciliare le problematiche legate sia alla natura e stabilità dei terreni attraversati e quindi alla sicurezza dell’opera, sia alle difficoltà tecnico-operative connesse alla realizzazione della stessa in un territorio a morfologia decisamente accidentata; in alcuni tratti, definiti nel testo “scostamenti”, si è reso necessario percorrere corridoi alternativi per le nuove condotte, divergenti dai tracciati delle tubazioni in dismissione. Conseguentemente, anche le attività rispettivamente dedicate alla messa in opera delle nuove condotte ed alla rimozione delle tubazioni esistenti, insisteranno, in alcuni tratti, su porzioni territoriali diverse. Più limitate diversioni plano-altimetriche tra le tubazioni esistenti in dismissione e le nuove condotte si registrano, infine, in corrispondenza degli attraversamenti di corsi d'acqua e di alcune infrastrutture viarie, ove, al fine di garantire la sicurezza del trasporto del gas durante i lavori di posa delle nuove condotte, sia in riferimento alla maggiore profondità di posa, ovvero per l'adozione di una diversa metodologia di messa in opera, le stesse condotte divergono brevemente dalle esistenti. In questi tratti, le attività di posa delle nuove condotte e di rimozione delle tubazioni esistenti, insisteranno sulle stesse aree di cantiere, opportunamente dimensionate. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 119 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 1.2 COMMESSA Rev. 0 Scostamenti tra metanodotti esistenti e nuove condotte Lungo la condotta principale in progetto, gli scostamenti tra il nuovo tracciato e l’esistente tubazione in dismissione si registrano in tredici casi (vedi tab. 1.2/A). Tab. 1.2/A: n. da km 1 0,000 2 4,600 3 7,455 4 11,660 5 12,510 6 18,110 7 27,015 8 30,700 9 32,290 10 35,110 11 36,665 12 46,630 Scostamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e la tubazione esistente DN 750 (30”) in dismissione a km perc. (km) Comuni Motivazione Rif. Tav. (*) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Ottimizzazione del tracciato imposto Mulazzo, 2,510 2,510 dall’adeguamento dell’impianto SRG 1 Pontremoli “Nodo di Mulazzo” 5,810 1,210 Presenza di un’area instabile 2 Aggiramento dell’espansione 10,860 3,405 3 urbanistica dell’abitato di Pontremoli Pontremoli 12,060 0,400 Presenza di un’area instabile 4 Aggiramento area urbanizzata ad est 13,880 1,370 4 del centro abitato di Grondola Presenza un’estesa area soggetta a Pontremoli, 25,460 7,350 fenomeni di dissesto ad est 6÷8 Borgo Val di Taro dell’abitato di Valdena Presenza di numerosi fenomeni di Albareto, Borgo dissesto in atto lungo il versante 30,475 3,460 9 Val di Taro meridionale della valle del Taro tra le frazioni di Gotra e Ca.se Belvedere Presenza di una zona di urbanizzazione lungo la sponda 31,985 1,285 10 Albareto, meridionale del Taro a nord-est della Compiano frazione di Campi Presenza di un’area caratterizzata 33,140 0,850 10 da fenomeni di instabilità Presenza di un’area caratterizzata da fenomeni di instabilità lungo il 35,665 0,555 Compiano versante occidentale del T. Ingegna 11 a nord-est della frazione di Ronco Desiderio Presenza di un’ampia area in cui sono in atto numerosi e diffusi Compiano, Borgo 42,880 6,215 fenomeni di dissesto in 11÷13 Val di Taro, Bardi corrispondenza dello spartiacque tra le valli dei torrenti Ingegna e Toncina Presenza di un’area instabile lungo 47,600 0,970 Bardi la sponda occidentale del T. Toncina 15 a sud della località “Molino dei Belli” (*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 7 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO n. da km UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 120 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 1.2/A: COMMESSA 0 Scostamenti tra la condotta in progetto DN 900 (36”) e la tubazione esistente DN 750 (30”) in dismissione (seguito) a km perc. (km) Comuni Rif. Tav. (*) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 13 48,150 95,875 47,725 Bardi, Morfasso, Bore, Vernasca, Lugagnano Val d’Arda, Castell’Arquato, Carpaneto Piacentino Presenza di una vasta area caratterizzata da diffusi ed estesi fenomeni di dissesto posta in 15÷29 corrispondenza dello spartiacque tra le valli del F. Taro e del T. Chero. (*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 7 Per quanto attiene gli ulteriori limitati allargamenti tra la nuova condotta e la tubazione in dismissione, imposti principalmente da motivazioni di carattere tecnico-operativo, si registrano in 13 casi, in corrispondenza degli attraversamenti di alcuni corsi d'acqua ed infrastrutture viarie (vedi tab. 1.2/B). Tab. 1.2/B: n. da km Allargamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e l’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione a km perc. (km) Comuni Rif. Tav. (*) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progettp Ottimizzazione di tracciato per 1 3,740 4,110 0,370 aggirare un’abitazione Ottimizzazione di tracciato per 2 5,995 6,100 0,105 aggirare breve tratto in dissesto Ottimizzazione attraversamento Fosso Pontremoli 3 6,360 6,695 0,335 Michelina Borghesa Ottimizzazione attraversamento 4 6,890 7,355 0,465 Strada Comunale Ottimizzazione per attraversamento 5 14,885 15,115 0,230 T. Verdesina 6 43,115 43,345 0,230 Compiano Ottimizzazione per attr.to T. Toncina Ottimizzazione progettuale 7 44,295 44,500 0,205 percorrenza in alveo T. Toncina Ottimizzazione progettuale Bardi 8 45,170 46,380 1,210 percorrenza in alveo T. Toncina Ottimizzazione di tracciato per attr.to 9 47,720 48,050 0,330 SP di Compiano Fiorenzuola Ottimizzazione per presenza di un 10 98,180 98,720 0,540 d’Arda traliccio di un elettrodotto 2 5 13 14 15 30 (*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All.6 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO n. da km UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 121 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 1.2/B: COMMESSA Rev. 0 Allargamenti tra la condotta DN 900 (36”) in progetto e l’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione (seguito) a km perc. (km) Comuni Rif. Tav. (*) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progettp Fiorenzuola Ottimizzazione per attr.to T.Chiavenna 11 99,180 99,870 0,690 30-31 d’Arda, Cadeo e Canale S.Protaso Fiorenzuola Ottimizzazione attr.to Autostrada-A1 e 12 103,945 104,625 0,680 32 d’Arda tracciato TAV Ottimizzazione per attr.to Autostrada13 106,230 106,430 0,200 Cortemaggiore 33 A22 (*) vedi Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - Vol. 5, All. 6 In sintesi, la nuova condotta DN 900 (36”) sarà posta in stretto parallelismo alla tubazione in dismissione DN 750 (30”) per circa 25,700 km, pari al 23,95% del suo sviluppo lineare complessivo (vedi tab. 1.2/C). Per quanto riguarda le linee secondarie, il parallelismo con le condotte esistenti in dismissione sarà pari a circa 15,395 km, pari a circa il 65,75% del loro sviluppo lineare complessivo (vedi tab. 1.2/C e Vol. 2 SPC. LA-E-83013 “Annesso A - Derivazioni e Allacciamenti”). Tab. 1.2/C: Parallelismo tra nuove condotte e tubazioni esistenti in dismissione Condotta Condotta principale Scostamenti Allargamenti Tratti in stretto parallelismo Linee secondarie Scostamenti Allargamenti Tratti in stretto parallelismo (°) (°) Percorrenza (km) 107,315 76,025 5,590 25,700 23,415 5,770 2,250 15,395 Percentuale % 70,84% 5,21% 23,95% 24,64% 9,61% 65,75% valore ottenuto considerando sia i tratti in stretto parallelismo alle derivazioni ed allacciamenti in dismisiione, sia i tratti in stretto parallelismo all’esistente tubazione DN 750 (30”) in dismissione 1.3 Criteri progettuali di base Nell’ambito della direttrice di base individuata, l’intero tracciato di progetto è stato definito nel rispetto di quanto disposto dal DM 17 aprile 2008 del Ministero dello Sviluppo Economico “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densità superiore a 0,8”, dalla legislazione vigente (norme di attuazione dei PRG e File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 122 di 489 Rev. 0 vincoli paesaggistici, ambientali, archeologici, ecc. - vedi Sezione I, cap. 9) e dalla normativa tecnica relativa alla progettazione di queste opere (vedi Sezione II, cap. 3), applicando, in linea generale, i seguenti criteri di buona progettazione: 1) individuare il tracciato in base alla possibilità di ripristinare le aree attraversate, nell’ottica di recuperarne, a fine lavori, gli originari assetti morfologici e vegetazionali; 2) transitare il più possibile in zone a destinazione agricola, evitando l’attraversamento di aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale; 3) individuare le aree geologicamente stabili, evitando, per quanto possibile, zone propense al dissesto idrogeologico; 4) percorrere i versanti, ove possibile, lungo le linee di massima pendenza e non a mezza costa, al fine di garantire la stabilità e quindi la sicurezza della condotta; 5) evitare, ove possibile, le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso idropotabile; 6) evitare i siti inquinati o limitare il più possibile le percorrenze al loro interno; 7) interessare il meno possibile aree di interesse naturalistico-ambientale, zone boscate ed aree destinate a colture pregiate; 8) evitare, ove possibile, zone paludose e terreni torbosi; 9) minimizzare, per quanto possibile, il numero di attraversamenti fluviali, scegliendo le sezioni che offrono maggiore sicurezza dal punto di vista idraulico; 10) ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private determinati dalla servitù di metanodotto, ottimizzando l’utilizzo dei corridoi di servitù già costituiti da altre infrastrutture esistenti (metanodotti, canali, strade ecc.); 11) ubicare gli impianti nell’ottica di garantire facilità di accesso ed adeguate condizioni di sicurezza al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione; 12) garantire al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione la possibilità di accedere ed operare sugli impianti in sicurezza. Il tracciato è stato, quindi, definito dopo un attento esame degli aspetti sopra citati e sulla base delle risultanze dei sopralluoghi e delle indagini effettuate nel territorio di interesse. In tal senso, sono state, così, analizzate e studiate tutte le situazioni particolari, siano esse di origine naturale oppure di natura antropica, che potrebbero rappresentare delle criticità sia per la realizzazione e la successiva gestione dell’opera, sia per l’ambiente in cui la stessa s’inserisce, esaminando, valutando e confrontando le diverse possibili soluzioni progettuali sotto l’aspetto della salute pubblica, della salvaguardia ambientale, delle tecniche di montaggio, dei tempi di realizzazione e dei ripristini ambientali. Oltre alle considerazioni sin qui svolte, è opportuno sottolineare come, in considerazione della particolare valenza ambientale di alcune aree attraversate e nell’ambito della percorrenza in stretto parallelismo alle strutture di trasporto del gas esistenti, particolare attenzione sia stata posta nel ricercare soluzioni progettuali in grado di contenere all’origine, per quanto possibile, l’impatto dovuto alla realizzazione dell’opera. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 1.4 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 123 di 489 Rev. 0 Definizione del tracciato In dettaglio, alla definizione del nuovo tracciato si è giunti dopo aver proceduto ad eseguire le seguenti operazioni: • analisi del corridoio esistente, definizione dei tratti non più percorribili con la nuova condotta ed individuazione delle relative soluzioni di massima; • acquisizione delle carte geologiche per classificare, lungo il tracciato prescelto, i litotipi presenti ed individuare le eventuali zone sensibili; • acquisizione della cartografia tematica e dei dati sulle caratteristiche ambientali (es. vegetazione, fauna, uso del suolo, ecc.); • reperimento della documentazione inerente ai vincoli (ambientali, archeologici, ecc.) per individuare le zone tutelate; • acquisizione dei PRG dei comuni attraversati per delimitare le zone di espansione; • reperimento di informazioni concernenti eventuali opere pubbliche future (strade, ferrovie, bacini idrici, ecc.); • informazioni e verifiche preliminari presso Enti Locali (es. : Comuni, Consorzi); • individuazione, alla luce delle informazioni e delle documentazioni raccolte, del tracciato di dettaglio su una planimetria 1:10.000 (CTR) che tiene conto dei vincoli presenti nel territorio; • acquisizione delle immagini aree del territorio interessato dalla progettazione della condotta; • effettuazione di sopralluoghi lungo la linea e verifica del tracciato anche dal punto di vista dell’uso del suolo e delle problematiche locali (attraversamenti particolari, tratti difficoltosi, ecc.). In particolare, la ricognizione geologica lungo il tracciato ha dato modo di acquisire le necessarie conoscenze su: • situazione geologica e geomorfologica del tracciato; • stabilità delle aree attraversate; • scavabilità dei terreni; • presenza di falda e relativo livello freatico nelle aree pianeggianti; • presenza di aree da investigare con indagini geognostiche; • modalità tecnico-operative di esecuzione dell’opera. In corrispondenza di zone particolari (versanti, corsi d’acqua, aree boscate o caratterizzate da copertura vegetale naturale, strade e linee ferroviarie, impianti agricoli) sono stati effettuati specifici sopralluoghi volti alla definizione dei principali parametri progettuali: • la larghezza della pista di lavoro; • la sezione dello scavo; • la necessità di appesantimento della condotta; • le modalità di montaggio; • la tipologia dei ripristini. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 124 di 489 Rev. 0 DESCRIZIONE DEL TRACCIATO I tracciati delle condotte in progetto e in dismissione sono schematizzati nella “Corografia di progetto” (vedi Vol. 2, All. 1 - Dis. LB-A-83214) e rappresentati, in scala 1:10.000, sugli allegati “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201) e “Interferenze nel territorio” (vedi Vol. 5, All. 7 - Dis. LB-D-83202); le tavole relative alla messa in opera delle nuove condotte sono ordinate da 1 a 33 quelle dedicate alla dismissione delle tubazioni esistenti da 1/A a 33/A. I due elaborati in scala 1:10.000 definiscono, nel loro insieme, tutti gli elementi dell’opera descritti nel presente quadro di riferimento progettuale. In particolare: • l’elaborato “Tracciato di progetto” riporta, oltre all’andamento della nuova condotta e delle tubazioni esistenti, gli interventi necessari alla realizzazione dell’opera (opere complementari, piazzole di accatastamento tubazioni, allargamenti della fascia di lavoro, piste provvisorie di passaggio, ecc) che risultano utili alla definizione dell’impatto ambientale indotto; • l’elaborato “Interferenze nel territorio” rappresenta il tracciato dell’opera sulle immagini aeree, individua le intersezioni con i principali corsi d’acqua e con le maggiori infrastrutture viarie e riporta la posizione dei punti in cui sono state scattate le fotografie illustrative la descrizione del tracciato. 2.1 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36"), P 75 bar” in progetto Il tracciato della condotta principale DN 900 (36"), estendendosi tra gli esistenti impianti Snam Rete Gas denominati "Nodo di Mulazzo", in provincia di Massa Carrara e "Nodo di Cortemaggiore", in provincia di Piacenza, si sviluppa, dapprima verso NNO attraversando la porzione settentrionale dell’Appennino tosco-emiliano e, successivamente, in direzione NO, interessando il settore centrale della Pianura Padana caratterizzato da una morfologia essenzialmente pianeggiante (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 tav. 1÷33). La nuova condotta si sviluppa per una lunghezza complessiva di 107,315 km nei territori comunali di: • Mulazzo, Pontremoli, in Provincia di Massa Carrara; • Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Bardi e Bore, in Provincia di Parma; • Morfasso, Vernasca, Lugagnano Val d’Arda, Castell’Arquato, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo e Cortemaggiore, in Provincia di Piacenza. Le percorrenze delle nuove condotte relative ai singoli territori comunali sono riportate nelle seguenti tabelle (vedi tab. 2.1/A ÷ 2.1/B). In merito ai valori di percorrenza cumulati per ogni singolo territorio comunale riportato in tab. 2.1/B, si evidenzia che i tratti in cui il tracciato si sviluppa in corrispondenza dei limiti delle provincie di Parma e Piacenza sono computati per i due comuni prospicienti in ragione del fatto che i lavori di posa della nuova condotta andranno ad interessare contemporaneamente il territorio degli stessi. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Rev. Fg. 125 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.1/A: Percorrenza in sequenza progressiva lungo la direttrice di progetto n. 1 2 3 4 3 4 5 4 5 4 5 4 5 4 5 6 5 6 5 6 5 6 5 6 7 6 7 6 7 6-7 6 6-7 7 6-7 7 6 7 Comune da km a km percorrenza (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo 0,000 1,040 1,040 Pontremoli 1,040 20,670 19,630 Borgo Val di Taro 20,670 26,475 5,805 Albareto 26,475 28,960 2,485 Borgo Val di Taro 28,960 29,105 0,145 Albareto 29,105 33,045 3,940 Compiano 33,045 35,825 2,780 Borgo Val di Taro 35,825 35,855 0,030 Compiano 35,855 37,215 1,360 Borgo Val di Taro 37,215 37,345 0,130 Compiano 37,345 37,745 0,400 Borgo Val di Taro 37,745 37,760 0,015 Compiano 37,760 38,200 0,440 Borgo Val di Taro 38,200 38,230 0,030 Compiano 38,230 41,120 2,890 Bardi 41,120 41,155 0,035 Compiano 41,155 41,260 0,105 Bardi 41,260 42,060 0,800 Compiano 42,060 42,100 0,040 Bardi 42,100 42,130 0,030 Compiano 42,130 42,230 0,100 Bardi 42,230 42,550 0,320 Compiano 42,550 43,500 0,950 Bardi 43,500 57,155 13,655 Morfasso 57,155 57,185 0,030 Bardi 57,185 57,210 0,025 Morfasso 57,210 58,580 1,370 Bardi 58,580 58,600 0,020 Morfasso 58,600 58,965 0,365 Bardi – Morfasso (*) 58,965 59,435 0,470 Bardi 59,435 60,275 0,840 Bardi – Morfasso (*) 60,275 61,355 1,080 Morfasso 61,355 62,160 0,805 Bardi – Morfasso (*) 62,160 62,425 0,265 Morfasso 62,425 62,880 0,455 Bardi 62,880 62,935 0,055 Morfasso 62,935 63,355 0,420 (*) tratto in cui il tracciato si sviluppa al confine tra le Provincie di Parma e Piacenza ed i lavori di installazione della condotta andranno ad interessare contemporaneamente i territori dei relativi Comuni File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 126 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.1/A: Percorrenza in sequenza progressiva lungo la direttrice di progetto (seguito) n. 6-7 7-8 7 8 7-8 7 8 8-9 9 8 9 8-9 9 7 9 10 11 12 13 14 13 15 13 15 Comune da km a km percorrenza Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi – Morfasso (*) 63,355 63,520 Morfasso – Bore (*) 63,520 65,535 Morfasso 65,535 65,780 Bore 65,780 65,925 Morfasso – Bore (*) 65,925 67,005 Morfasso 67,005 67,520 Bore 67,520 67,760 Bore – Vernasca (*) 67,760 69,030 Vernasca 69,030 69,210 Bore 69,210 69,260 Vernasca 69,260 69,825 Bore – Vernasca (*) 69,825 70,285 Vernasca 70,285 74,380 Morfasso 74,380 78,955 Vernasca 78,955 83,115 Lugagnano Val d’Arda 83,115 89,210 Castell'Arquato 89,210 93,715 Carpaneto Piacentino 93,715 97,975 Fiorenzuola d’Arda 97,975 99,460 Cadeo 99,460 100,860 Fiorenzuola d’Arda 100,860 104,860 Cortemaggiore 104,860 105,145 Fiorenzuola d'Arda 105,145 105,950 Cortemaggiore 105,950 107,315 (km) 0,165 2,015 0,245 0,145 1,080 0,515 0,240 1,270 0,180 0,050 0,565 0,460 4,095 4,575 4,160 6,095 4,505 4,260 1,485 1,400 4,000 0,285 0,805 1,365 (*) tratto in cui il tracciato si sviluppa al confine tra le Provincie di Parma e Piacenza ed i lavori di installazione della condotta andranno ad interessare contemporaneamente i territori dei relativi Comuni (*) Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali n. 1 2 3 Comune da km a km km parz. Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo 0,000 1,040 1,040 Pontremoli 1,040 20,670 19,630 Borgo Val di Taro 20,670 26,475 5,805 28,960 29,105 0,145 35,825 35,855 0,030 37,215 37,345 0,130 37,745 37,760 0,015 38,200 38,230 0,030 km tot. 1,040 19,630 6,155 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 127 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali (seguito) n. 4 5 6 7 Comune da km a km km parz. Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Albareto 26,475 28,960 2,485 29,105 33,045 3,940 Compiano 33,045 35,825 2,780 35,855 37,215 1,360 37,345 37,745 0,400 37,760 38,200 0,440 38,230 41,120 2,890 41,155 41,260 0,105 42,060 42,100 0,040 42,130 42,230 0,100 42,550 43,500 0,950 Bardi 41,120 41,155 0,035 41,260 42,060 0,800 42,100 42,130 0,030 42,230 42,550 0,320 43,500 57,155 13,655 57,185 57,210 0,025 58,580 58,600 0,020 58,965 59,435 0,470 (*) 59,435 60,275 0,840 60,275 61,355 1,080 (*) 62,160 62,425 0,265 (*) 62,880 62,935 0,055 63,355 63,520 0,165 (*) Morfasso 57,155 57,185 0,030 57,210 58,580 1,370 58,600 58,965 0,365 58,965 59,435 0,470 (*) 60,275 61,355 1,080 (*) 61,355 62,160 0,805 62,160 62,425 0,265 (*) 62,425 62,880 0,455 62,935 63,355 0,420 63,355 63,520 0,165 (*) 63,520 65,535 2,015 (§) 65,535 65,780 0,245 65,925 67,005 1,080 (§) 67,005 67,520 0,515 74,380 78,955 4,575 km tot. 6,425 9,065 17,760 13,855 (*) Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Bardi e Morfasso (§)Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Morfasso e Bore File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 128 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.1/B: Lunghezza di percorrenza nei territori comunali (seguito) n. 8 9 10 11 12 13 14 15 Comune da km a km km parz. Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bore 63,520 65,535 2,015 (§) 65,780 65,925 0,145 65,925 67,005 1,080 (§) 67,520 67,760 0,240 67,760 69,030 1,270 (°) 69,210 69,260 0,050 69,825 70,285 0,460 (°) Vernasca 67,760 69,030 1,270 (°) 69,030 69,210 0,180 69,260 69,825 0,565 69,825 70,285 0,460 (°) 70,285 74,380 4,095 78,955 83,115 4,160 Lugagnano Val d’Arda 83,115 89,210 6,095 Castell’Arquato 89,210 93,715 4,505 Carpaneto Piacentino 93,715 97,975 4,260 Fiorenzuola d’Arda 97,975 99,460 1,485 100,860 104,860 4,000 105,145 105,950 0,805 Cadeo 99,460 100,860 1,400 104,860 105,145 0,285 Cortemaggiore 105,950 107,315 1,365 km tot. 5,260 10,730 6,095 4,505 4,260 6,290 1,400 1,650 (§)Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Morfasso e Bore (°) Tratto lungo il confine provinciale tra i comuni di Bore e Vernasca L’intero tracciato in progetto è rappresentato sulle immagini aeree (vedi Vol. 5, All. 7, Dis. LB-D-83202 "Interferenze nel territorio") che rimandano alle fotografie da terra (Vol. 6, All. 9, LB-D-83207 “Documentazione fotografica”) secondo la numerazione progressiva dei punti di ripresa simboleggiati da coni. Il metanodotto in progetto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” prende origine dall’esistente impianto Snam Rete Gas denominato “Nodo di Mulazzo” (vedi Vol. 6, All. 9, LB-D-83207 “Documentazione fotografica” - foto n. 1), a sud della località “Migliarina”, ove si individua il primo tratto di scostamento dall’esistente metanodotto “Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)”, in dismissione. La condotta DN 900 (36”) in progetto, dirigendosi verso nord, percorre l’ampio terrazzo alluvionale in sponda idrografica sinistra del F. Magra seguendo l’andamento dell’Autostrada A15 “Parma – La Spezia” e, dopo aver attraversato le incisioni del T. Carrara (vedi foto n. 2) e del T. Teglia (vedi foto n. 3), giunge in località “Piano di Gozzola” (vedi foto n. 4), ove piega decisamente verso ovest per superare, con un unico tratto in sotterraneo (tunnel), il Rio del Pino, la sede autostradale (vedi foto n. 5) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 129 di 489 Rev. 0 e la SP n. 31 “Val di Magra” ed affiancarsi all’esistente metanodotto DN 750 (30”) in località “Noveleto” (vedi foto n. 6). Successivamente, il tracciato, mantenendosi sempre in stretto parallelismo con la condotta in dismissione e proseguendo in direzione N-NO, attraversa per la seconda volta il Rio del Pino (vedi foto n. 7) e poco dopo il Rio della Gazzola per poi transitare in prossimità di località “La Mattana di Sopra”. Dopo aver superato la strada comunale per Oppilo (vedi foto n. 8 e 9), la nuova linea effettua una leggera deviazione verso nord – ovest, intersecando la condotta in dismissione ed allontanandosene leggermente prima di attraversare il Canale della Negrola, per poi affiancarsi nuovamente ad essa, intersecandola una seconda volta, prima di superare il Fosso d’Orsola (vedi foto n. 10). Poco a nord di località “Orsola”, il tracciato si dirige verso ovest divergendo dalla condotta in dismissione ed individuando così il secondo tratto di scostamento nella percorrenza del quale la nuova condotta supera la SP n. 36, l’adiacente T. Gordana ed una strada comunale (vedi foto n. 11), per poi piegare verso NNO e raggiungere la sede dell’Autostrada A15, superata in sotterraneo (tunnel). La condotta in progetto, alternando brevi tratti in stretto parallelismo ad altrettanto brevi tratti di scostamento con la condotta in dismissione, aggira a sud-ovest l’abitato di Pontremoli, superando in successione: il Fosso della Borghesa (vedi foto n. 12), il Fosso della Michela, il Fosso della Piana, la SP n. 37, la linea ferroviaria “Parma - La Spezia” ed il Fosso dell’Ardoglia ad essa adiacente (vedi foto n. 13, 14 e 15), prima di deviare il proprio percorso verso NO, in località “Cà Martinelli di Sotto”. Qui si individua il terzo tratto di scostamento dalla tubazione esistente reso necessario dalla recente intensa urbanizzazione dell’area. Il nuovo tracciato, ripresa la direzione ONO, transita in località “Martinelli di Sopra”, ove sarà ubicato l’impianto di linea PIDI n. 2 per lo stacco del rifacimento del gasdotto “Allacciamento al Comune di Pontremoli DN 100 (4”)”. Raggiunta località “C. dei Ratti”, il gasdotto in progetto attraversa la strada comunale “di Scorano” in sotterraneo (tunnel) per poi interessare la porzione di territorio ad est del centro abitato di Vignola, ove supera in sequenza: una strada comunale (vedi foto n. 16), il T. Betigna (vedi foto n. 17), una seconda strada comunale, la SP n. 63 “Guinadi” ed il T. Verde (vedi foto n. 18), per poi raggiungere un’area caratterizzata da fenomeni di dissesto, in località “Piano di Valle”, per l’attraversamento della quale è stata prevista la realizzazione di un tunnel. Terminata la percorrenza in sotterraneo, la condotta in progetto supera il Fosso Bruttomoro e si affianca di nuovo all'esistente condotta in dismissione per proseguire verso NNO (vedi foto n. 19) sino a rggiungere località “I Laghi”, ove si individua il breve quarto tratto di scostamento in corrispondenza del quale il tracciato supera per due volte consecutive la SP n. 39 “Del Brattello” (vedi foto n. 20). Ripreso il parallelismo stretto con il metanodotto esistente, il tracciato raggiunge la sommità del rilievo “Ara di Marco” (vedi foto n. 21) ove, deviando decisamente verso ENE, si allontana nuovamente dal tracciato esistente per evitare l’area urbanizzata di Grondola, individuando così il quinto tratto di scostamento. Nella percorrenza di tale tratto la nuova linea, tornando a dirigersi verso nord-ovest, supera il Fosso della Selva, l’adiacente SP n. 39 (vedi foto n. 22) e, quindi, il rilievo posto in località “La Campizzona” per mezzo di un ulteriore tunnel (vedi foto n. 23). All'uscita del tratto in sotterraneo, il tracciato attraversa il Fosso del Dardagneto per ricongiungersi alla condotta in dismissione. Procedendo in stretto parallelismo con il gasdotto in dismissione, il nuovo tracciato attraversa la SP n. 39 e, dirigendosi verso il centro abitato di Guinadi, supera in rapida File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 130 di 489 Rev. 0 successione la SP n. 63, il T. Verdesina (vedi foto n. 24) e nuovamente la strada provinciale per poi proseguire in direzione NO (vedi foto n. 25), percorrendo una strada comunale (vedi foto n. 26), e raggiungere località “La Pianaccia”. Le due linee proseguono poi sviluppandosi nell’ampio displuvio lungo il versante sudorientale del Monte Cocchiello, mantenendo l’interferenza a tratti alterni con la citata strada comunale (vedi foto n. 27 e 28), sino a raggiungere la cima del rilievo, ove il tracciato in progetto diverge da quello esistente, individuando il sesto tratto di scostamento. La nuova condotta si dirige verso nord percorrendo il crinale che scende da Monte Cocchiello sino a località “Tomellino” ove, continuando la percorrenza della strada comunale (vedi foto n. 29 e 30), supera il T. Arzola e la SP n. 39 “del Passo del Brattello” per poi risalire il versante meridionale del Monte Croce di Ferro (vedi foto n. 31). Raggiunta la sommità del rilievo, la nuova condotta scende nel fondovalle inciso dal T. Tarodine per attraversare l’alveo del corso d'acqua e l'addiacente sede stradale della SP n. 20, in prossimità di località “Gropparello”. Da qui il tracciato in progetto devia decisamente verso SO sino a raggiungere località “Il Palazzo” (vedi foto n. 32), ove supera un’area in dissesto (vedi foto n. 33), per mezzo di un tratto in sotterraneo (tunnel), si ricongiunge, poi, con la condotta esistente ed attraversa in sequenza: la strada comunale Rovinaglia, il Rio delle Piane e la strada comunale delle Stabielle prima di portarsi in località “C. Stabielle” ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 4, punto di stacco del "Riifacimento Allacciamento al Comune di Borgo Val di Taro, DN 100 (4”)”. Il tracciato in progetto, in stretto parallelismo con la condotta in dismissione, prosegue in direzione nord-ovest, attraversando il Canale Riccò (vedi foto n. 34), il Rio di Farneto ed il Rio del Lupo per poi deviare in direzione ovest (vedi foto n. 35 e 36) e raggiungere la sommità di Monte Chiaro (vedi foto n. 37), ove diverge dalla condotta in dismissione, individuando così il settimo tratto di scostamento che permette di aggirare, a nord, il centro abitato di Borgo Val di Taro. Nella percorrenza di tale tratto (vedi foto n. 38 e 39), il metanodotto in progetto attraversa in sequenza la SP ex SS n. 523 “di Colle Centocroci” (vedi foto n. 40) ed il F. Taro (vedi foto n. 41) per superare per mezzo di un tunnel un’area in dissesto, prima di attraversare nuovamente l’alveo del fiume ed affiancarsi nuovamente alla condotta in dismissione, in località “Palazzo Brugné” (vedi foto n. 42) ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 5, punto di stacco delle condotte “Rifacimento Allacciamento Autotrazione Parma gas DN 100 (4”)” e “Collegamento alla Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”)”. Il tracciato prosegue in direzione ONO, superando l’alveo del T. Gotra (vedi foto n. 43) sino a portarsi in prossimità di località “Molino di Campi” ove diverge dalla tubazione in dismissione, individuando l’ottavo tratto di scostamento. La condotta in progetto procede in direzione nord-ovest e attraversa nuovamente il F. Taro (vedi foto n. 44) per poi deviare ad ovest, sul terrazzo alluvionale posto a sud di località “Bertorella”, ed attraversare: la SP n. 3 (vedi foto n. 45), il Rio della Borella ed il T. Rizzone (vedi foto n. 46). Ripreso brevemente il parallelismo con la condotta in dismissione, il tracciato supera nuovamente la SP n. 3 (vedi foto n. 47) per divergere nuovamente dalla condotta in dismissione, a nord di località “Porpiano”, individuando il nono tratto di scostamento in corrispondenza del quale la nuova linea supera la strada comunale della Costa dei Rossi, attraversa con un tratto in sotterraneo (tunnel) uno sperone roccioso ad est di File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 131 di 489 Rev. 0 “Ponte Ingegna” e piegando a nord-ovest si affianca alla condotta in dismissione, dopo aver attraversato il corso del T. Ingegna (vedi foto n. 48). Da questo punto, il tracciato, in stretto parallelismo alla condotta in dismissione, risale l’incisione del T. Ingegna (vedi foto n. 49), in direzione NNE, in destra idrografica sfruttando così l’ampio terrazzo presente e superando località “Breia”, ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 6 per lo stacco del “Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”)”, attraversa il Rio Roffasa per raggiungere località “Ronco Desiderio” (vedi foto n. 50), ove si interrompe il parallelismo tra le condotte, individuando così il decimo tratto di scostamento. Il tracciato in progetto devia verso nord-est (vedi foto n. 51), per un piccolo tratto in cui attraversa la strada comunale di Cacigolara, prima di porsi nuovamente in parallelismo stretto con la condotta esistente e riprendere la percorrenza del T. Ingegna (vedi foto n. 52). A nord-est della località “Strela” (vedi foto n. 53 e 54), la condotta in progetto diverge da quella in dismissione per evitare una vasta area franosa descrivendo l’undicesimo tratto di scostamento. Lungo tale tratto, la nuova linea prosegue a risalire il fondovalle del T. Ingegna sino a giungere in località “Il Molino” ove, piegando brevemente a nordovest, supera in rapida successione il Rio Scanabecco e la strada comunale Strela Scanabecco (vedi foto n. 55). Da qui il metanodotto in progetto inizia un lungo tratto di percorrenza in sotterraneo (tunnel) per superare il Monte Zucchero e raggiungere il Rio della Dugara per discendere il fondovalle del T. Toncina, attraversandone l'alveo due volte e ricongiungersi alla condotta in dismissione in prossimità di “Cà Scappini” (vedi foto n. 56). Nel tratto, la nuova condotta affianca la strada comunale “Dei Scappini” e ne attraversa ripetutamente la sede anche per mezzo di due tratti di percorrenza in sotterraneo (tunnel). La nuova condotta, in stretto parallelismo al gasdotto in dismissione, prosegue la discesa del fondovalle del T. Toncina attraversando in sequenza; il Rio della Valle, una strada comunale (vedi foto n. 57), il Rio di Caprile, la strada comunale “Valtoncina – Lezzara”, il Rio dello Sgaratosso e l'alveo del T. Toncina (vedi foto n. 58). Raggiunta località “Credarola”, si individua il dodicesimo tratto di scostamento, ove il tracciato in progetto si sviluppa lungo l'alveo del T. Toncina (vedi foto n. 59) per poi riprendere il parallelismo stretto con la condotta in dismissione e raggiungere la confluenza con il T. Ceno ove le due linee deviano verso nord-ovest per attraversare la SP “di Compiano” in località “Molino dei Belli”. In questo punto, il progetto prevede la realizzazione del PIDI n. 8, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi DN 100 (4”)” (vedi foto n. 60). Abbandonato il parallelismo con la condotta in dismissione, la nuova linea percorre la valle del T. Ceno (vedi foto n. 61) andando ad individuare il tredicesimo ed ultimo tratto di scostamento. Da qui il tracciato in progetto devia dalla condotta in dismissione e attraversa il Rio dei Belli, il Rio Grande, una prima volta, l’alveo del T. Ceno (vedi foto n. 62), ponendosi in sinistra idrografica, ed il Rio di Vischeto, per riattraversare altre due volte consecutive l’alveo del torrente principale (vedi foto n. 63 e 65) e, quindi, il Rio Bergamino (vedi foto n. 64), la SP ex SS n. 359, e la strada comunale “Dorbora-Costa Gemignana” (vedi foto n. 66), in località “Pietra Cervara”. Superata la strada, il tracciato in progetto risale il versante meridionale del rilievo di Poggio Cadame e da qui, deviando gradatamente verso nord-est, supera la SP “di Boccolo”, transita in località “Cogno di Grezzo” ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 9, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Bardi, loc. Grezzo DN 100 (4”)”. Raggiunta la sommità di Monte Spiaggi, il tracciato piega verso nord e File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 132 di 489 Rev. 0 discende il fianco settentrionale del rilievo (vedi foto n. 67 e 68) per poi superare con un tratto in sotterraneo (tunnel) la sommità del Monte Crodolo. Procedendo in direzione nord-ovest, il tracciato si sviluppa lungo l'articolato crinale tra il M. Crodolo ed il Monte Prarbera (vedi foto n. 69, 70 e 71), attraversando le incisioni del Rio del Groppo di Rosa, del Rio della Basona (vedi foto n. 72) e del Rio del Groppo per poi raggiungere località “Il Castellaro” (vedi foto n. 73). Da qui la nuova linea devia decisamente verso est per superare in sotterraneo (tunnel) la dorsale montuosa del Colle il Castellaccio - Groppo di Gora (vedi foto n. 74 e 75) e proseguire verso est (vedi foto n. 76 e 77) lungo il crinale di Costa di Pelizzone (vedi foto n. 78) sino a raggiungere il Valico di Monte Pelizzone (vedi foto n. 79). Dopo aver attraversato la strada comunale Casali - Pelizzone e la SP ex SS n. 359, il tracciato prosegue lungo il crinale (vedi foto n. 79) tra i territori provinciali di Parma e Piacenza superando i rilievi di Ronco dei Cornetti e Ronco Frera, la località “Bivio Bisselle, il rilievo del Monte Cornale (vedi foto n. 80 ÷ 82), per mezzo di un tratto in sotterraneo (tunnel). Il tracciato prosegue, dopo aver superato la SP ex SS n. 359 e la strada comunale “Della Bocchetta”, sino a giungere in prossimità dell’abitato di Bore, ove attraversa la sommità del Monte Costaccia (vedi foto n. 83), per mezzo di un ulteriore tratto in sotterraneo (tunnel). Da questo punto, il tracciato, dirigendosi verso NNE, raggiunge Monte Mu e, deviando presso nord-ovest, si dirige verso Monte Lucchi (vedi foto n. 84), abbandonando lo spartiacque tra i territori provinciali per iniziare a scendere verso il fondovalle del T. Arda (vedi foto n. 85 ÷ 98) Raggiungendo il fondovalle per mezzo di un tratto in sotterraneo (vedi foto n. 89 e 90), il tracciato devia verso nord per attraversare l'alveo del torrente, (vedi foto n. 91) e svilupparsi lungo l'opposto versante, superando il Rio delle Caselle, in prossimità di località “Case Rattoni”, il piede del pendio ad est della frazione Gazzola per mezzo di un tratto in sotterraneo (vedi foto n. 92).e l'ncisione del Rio Spizzaraia (vedi foto n. 93). Proseguendo verso NE, la nuova linea oltrepassa, ad ovest, per mezzo di un lungo tratto in sotterraneo (vedi foto n. 94 e 95) l’invaso artificiale del Lago di Mignano per sbucare, ancora nel fondovalle del T. Arda, attraversarne l’alveo (vedi foto n. 96) e transitare ad ovest della frazione “Mocomero”. Qui il tracciato della nuova condotta supera la SP n. 21 per due volte consecutivamente per mezzo di un unico tratto in sotterraneo (tunnel) e, proseguendo a percorrere il fondo valle, attraversa nuovamente l’alveo del T. Arda (vedi foto n. 97 e 98) a nord di località “Prassa Bassa” e, raggiungendo l'opposta sponda, supera la SP n. 2, l'incisione del Rio della Costa e, dopo aver piegato verso NO, attraversa nuovamente la sede della strada provinciale (vedi foto n. 99) ed il corso del T. Arda (vedi foto n. 100). Da qui, il tracciato, dirigendosi verso nord (vedi foto n. 101 e 102), attraversa in sotterraneo (tunnel) il rilievo che separa le valli del T. Arda e del T. Chiavenna a sudovest dell’abitato di Lugagnano Val d’Arda superando la strada comunale della Pianella e la SP n. 47 per discendere il fondovalle del T. Chiavenna (vedi foto n. 103 e 104). Dopo aver oltrepassato le frazioni di Cà Susanna, Cavalieri, Chivenna Rocchetta (vedi foto n. 105, 106 e 107), la condotta in progetto giunge in località “Cereto”, ove attraversa il Rio Guzzo e il T. Chiavenna (vedi foto n. 108) e, posizionandosi lungo la sponda occidentale del torrente, si affianca alla strada comunale “di Montagnano” per attraversarne la sede. Il tracciato supera poi, in sequenza, la strada comunale “del Pianazzo”, il Rio del Marone, la strada comunale “di Montagnano” per la seconda volta, il Rio Posterla e, nuovamente la strada comunale "di Montagnano" per due volte, e File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 133 di 489 Rev. 0 deviare verso nord-ovest (vedi foto n. 109 e 110), transitando in prossimità della frazione “Costa S. Bartolomeo”. Superato l'abitato, il tracciato attraversa il Rio dei Lupini (vedi foto n. 111) per poi deviare a nord-est e attraversare il Rio Rimore (vedi foto n. 112) e la SP n. 6, giunge in prossimità della località "Belvedere di Sotto" e, dopo aver piegato brevemente verso ovest, riprende a dirigersi verso nord e ricongiungersi alla condotta in dismissione in località "Colombarone delle Corti". Da questo punto, la nuova condotta, mantenendosi in stretto parallelismo con la tubazione in dismissione, prosegue verso nord-est, transita in prossimità di “Molino delle Assi” ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 13, punto di stacco del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6”)” e del “Rifacimento Allacciamento al Comune di Carpaneto Picentino DN 100 (4”),. Proseguendo con un lungo tratto rettilineo, la nuova condotta supera in successione la strada comunale “di S. Protaso” (vedi foto n. 113), la SP n. 6 in località “Malcantone di Sopra”, il T. Chiavenna (vedi foto n. 114), il Canale S. Protaso, la strada comunale “della Pelosa” e la SS n. 9 “Via Emilia” in località “S. Giacomo Piccolo” ove è prevista la realizzazione del PIDI n. 14, stacco del “Rifacimento Collegamento S. Stefano - Corte a Cabina di Fiorenzuola d’Arda DN 150 (6”)”. Continuando a dirigersi verso NE, il tracciato della nuova condotta, sempre in stretto parallelismo all'esistente tubazione in dismissione, attraversa in sequenza la strada comunale “Casa Russa”, la linea ferroviaria Milano-Bologna, la strada comunale “Vecchia di Rio Mezzano” e la strada comunale di Rio Mezzano (vedi foto n. 115) per poi separarsi brevemente dalla tubazione in dismissione in corrispondenza dell’attraversamento dell’autostrada A1 (vedi foto n. 116 e 117), in località “Cà Romella”. Superata la strada comunale di Paullo e la linea ferroviaria TAV (vedi foto n. 118 e 119), la nuova condotta, affiancandosi nuovamente alla tubazione in dismissione, supera il Rio Mezzano e l’addiacente sede dell'Autostrada A1-A21 (vedi foto n. 120 e 121), raggiunge il punto terminale in corrispondenza dell'esistente impianto Snam Rete Gas denominato "Nodo di Cortemaggiore” in località “Casanova” (vedi foto n. 122, 123 e 124). Le principali infrastrutture viarie ed i maggiori corsi d’acqua intersecati dall’opera nei territori comunali attraversati dalla nuova condotta sono sintetizzati nella seguente tabella (vedi tab. 2.1/C). Tab. 2.1/C: Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 0,000 Massa Carrara Mulazzo 0,115 T. Carrara 0,475 Fosso Senza Nome 1,040 T. Teglia 1,040 Pontremoli 1,385 Rio del Pino File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 134 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Massa Carrara Pontremoli 2,195 Autostrada A15 2,265 SP n. 31 3,060 Rio della Gazzola 3,175 Rio della Gazzola 3,660 Strada Comunale 3,920 Canale della Negrola 4,420 Fosso d’Orsola 4,995 SP n. 36 5,065 T. Gordana 5,180 Strada Comunale 5,545 Autostrada A15 5,960 Fosso Senza Nome 6,375 Fosso della Borghesa 6,445 Fosso della Michela 6,985 Fosso della Piana 7,020 SP n. 37 Linea Ferroviaria 7,490 Parma-La Spezia 7,525 Fosso dell’Ardoglia 8,280 Str. Com. di Scorano 8,690 Strada Comunale 8,845 T. Betigna 9,170 Strada Comunale 9,210 SP n. 63 9,305 T. Verde 10,345 Fosso Bruttomoro 11,315 Autostrada A15 11,710 SP n. 39 del Brattello 11,990 SP n. 39 del Brattello 12,860 Fosso della Selva 12,880 SP n. 39 del Brattello 13,790 Fosso del Dardagneto 13,990 SP n. 39 del Brattello 14,910 SP n. 63 14,985 T. Verdesina 15,085 SP n. 63 15,340 Strada Comunale 16,690 Strada Comunale Strada Comunale 17,075-17,320 (percorrenza) 17,570 Strada Comunale 17,735 Strada Comunale File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 135 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Massa Carrara Pontremoli Strada Comunale 18,710-19,545 (percorrenza) 19,590 T. Arzola 19,600 SP n. 39 20,670 Parma Borgo Val di Taro 23,430 SP n. 20 23,595 T. Tarodine 24,935 Rio della Galoppina 25,390 Str. Com. Rovinaglia 25,695 Rio delle Piane Str. Com. delle 25,695 Stabielle 26,035 Canale Riccò 26,475 Rio di Farneto 26,475 Albareto 26,670 Rio del Lupo 28,775 SP ex SS n. 359 28,960 F. Taro 28,960 Borgo Val di Taro 29,105 Albareto 29,660 F. Taro 30,265 T. Gotra 31,170 F. Taro 31,435 SP n. 3 31,470 Rio della Borella 31,845 T. Rizzone 32,210 SP n. 3 Str. Com. della Costa 32,340 dei Rossi 33,045 T. Ingegna 33,045 Compiano 34,070 Rio Roffasa Str. Com. di 35,130 Cacigolara 35,585-35,810 T. Ingegna (percorrenza) 35,825 Borgo Val di Taro 35,855 Compiano 36,795-38,240 T. Ingegna (percorrenza) 38,200 Borgo Val di Taro 38,230 Compiano 38,240 Rio Scanabecco Str. Com. Strela 38,265 Scanabecco File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA Fg. 136 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Compiano Parma 39,335 Rio dei Burroni 41,080 Rio dei Cappelli 41,120 Bardi 42,060 Compiano Rio della Dugara (percorrenza) 42,060-42,100 42,100 42,100-42,130 42,130 42,230 42,230 42,230-42,550 42,550 42,550-42,900 Bardi Rio della Dugara (perc.) Compiano T. Toncina Bardi T. Toncina (perc.za) Compiano T. Toncina (perc.za) Str. Com. dei Scappini (percorrenza) 43,045-43,335 43,500 43,500 Rio di Sbalanzone Bardi Str. Com. dei Scappini (percorrenza) Str. Com. dei Scappini (percorrenza) 43,570-43,750 43,975-44,245 44,245 Rio della Valle Str. Com. dei Scappini (percorrenza) 44,245-44,290 44,455 45,370-45,665 Rio di Caprile T. Toncina (perc.za) Str. Com. Valtoncina Lezzara 45,730 45,990 46,205 46,865-47,505 47,900 48,210 48,280 48,685 49,060 49,500 49,645 Rio dello Sgaratosso T. Toncina T. Toncina (percorrenza) SP di Compiano Rio dei Belli Rio Grande T. Ceno Rio di Vischeto T. Ceno T. Ceno File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 137 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi Parma Rio Bergamino 49,945-50,095 (percorrenza) 50,095 SP ex SS n. 359 Rio Bergamino 50,095-50,280 (percorrenza) Str. Com. Dorbora50,315 Costa Geminiana 51,425 SP di Boccolo 55,060 Rio del Groppo di Rosa 56,090 Rio della Basona 56,510 Rio del Groppo 57,155 Piacenza Morfasso 58,965 PR - PC Bardi - Morfasso Str. Com. TerruzziBardi (percorrenza) 59,105-59,390 59,435 Parma Bardi Str. Com. PratoBertone (percorrenza) 60,150-60,275 60,275 PR - PC Bardi - Morfasso 61,310 61,355 PR - PC Piacenza Bardi - Morfasso Morfasso Str. Com. PratoBertone (percorrenza) Str. Com. CasaliPelizzone SP ex SS n. 359 61,355-61,545 61,660 61,830 62,160 67,760 68,720 PR - PC Bardi - Morfasso PR - PC Bore - Vernasca SP ex SS n. 359 Str. Com. della Bocchetta 68,910 69,030 Piacenza Vernasca 70,220 70,285 74,345 74,380 74,770 75,330 75,395 76,005 76,020 77,990 PR - PC Piacenza Bore - Vernasca Vernasca T. Arda Morfasso Rio Caselle SP n. 21 Rio Rabbini Rio Spizzaraia Rio San Giorgio Rio Riasso File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 138 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 78,955 Piacenza Vernasca 79,190 Str. Com. della Lubbia 79,635 Str. Vic. Lagoni 79,680 T. Arda 80,005 SP n. 21 80,290 SP n. 21 80,560 T. Arda 80,860 Strada Comunale 81,710 T. Arda 81,800 SP n. 21 81,975 Strada Comunale 82,130 Rio della Costa 82,690 Rio dell’Acqua 82,875 SP n. 21 83,115 T. Arda 83,115 Lugagnano Val d’Arda Str. Com. della 83,305 Pianella 83,525 SP di Antognano 85,225 Rio della Fornace 85,770 Rio Martellazzo 85,975 Rio del Busone 88,740 Rio Guzzo Str. Com. Chiavenna 88,900 Rocchetta 89,210 Castell’Arquato 89,285 T. Chiavenna Str. Com. di 89,955 Montagano Str. Com. del 90,310 Pianazzo 90,695 Rio del Marone Str. Com. di 90,785 Montagano 91,155 Rio Pusterla Str. Com. di 91,170 Montagano 91,815 Rio dei Lupini 93,715 Rio Rimore 93,715 Carpaneto Piacentino 94,235 SP n. 6 Str. Com. Prato 95,420 Selvatico File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 139 di 489 Rev. 0 Tracciato di progetto - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Piacenza Carpaneto Piacentino Str. Com. di San 96,370 Protaso 97,975 Fiorenzuola d’Arda 98,020 SP n. 6 Str. Com. di Fontana 98,370 Fredda Str. Com. di Fontana 98,640 Fredda 99,425 T. Chiavenna 99,460 Cadeo 99,815 Canale S. Protaso Str. Com. della 100,835 Pelosa 100,860 Fiorenzuola d’Arda 101,605 SS n. 9 Via Emilia Str. Com. Casa 101,840 Russa Linea Ferroviaria 101,980 Milano-Bologna Str. Com. Vecchia Rio 102,580 Mezzano Str. Com. di Rio 103,010 Mezzano 103,580 Str. Com. di Paullo 104,120 Autostrada A1 104,370 Str. Com. di Paullo Linea Ferroviaria 104,430 T.A.V. 104,860 Cortemaggiore 105,145 Fiorenzuola d’Arda 105,950 Cortemaggiore 105,955 Rio Mezzano 106,310 Autostrada A1-A21 2.2 Metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), P 36 bar” in dismissione Per quanto attiene l'esistente metanodotto "Pontremoli - Cortemaggio DN 500 (20")" in dismissione, i comuni interessati dalla dismissione della tubazione (47,940 km) sono i File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 140 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 seguenti (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 tav. 1A÷33A): • Mulazzo e Pontremoli, in Provincia di Massa Carrara; • Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano e Bardi, in Provincia di Parma; • Morfasso, Lugagnano Val d’Arda, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo e Cortemaggiore, in Provincia di Piacenza. Le percorrenze della condotta DN 750 (30") in dismissione relative ai singoli territori comunali sono riportate nelle seguenti tabelle (vedi tab. 2.2/A e 2.2/B). Tab. 2.2/A: Percorrenze comunali in sequenza progressiva lungo il metanodotto in dismissione percorrenza (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 1 Mulazzo 0,000 1,215 1,215 2 Pontremoli 1,215 18,775 17,560 3 Borgo Val di Taro 18,775 23,495 4,720 4 Albareto 23,495 29,155 5,660 5 Compiano 29,155 41,440 12,285 6 Bardi 41,440 54,200 12,760 Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km) 7 Morfasso 61,730 66,820 5,090 8 Lugagnano Val d’Arda 66,820 67,760 0,940 7 Morfasso 67,760 68,185 0,425 8 Lugagnano Val d’Arda 68,185 77,405 9,220 9 Carpaneto Piacentino 77,405 88,220 10,815 10 Fiorenzuola d’Arda 88,220 89,725 1,505 11 Cadeo 89,725 89,870 0,145 10 Fiorenzuola d’Arda 89,870 89,900 0,030 11 Cadeo 89,900 91,055 1,155 10 Fiorenzuola d’Arda 91,055 95,095 4,040 11 Cortemaggiore 95,095 95,400 0,305 10 Fiorenzuola d’Arda 95,400 96,170 0,770 11 Cortemaggiore 96,170 97,515 1,345 n. Comune da km a km Tab. 2.2/B: Lunghezza dei tratti in dismissione nei territori comunali n. 1 2 3 4 5 6 Comune da km a km km parz. km tot. Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Mulazzo 0,000 1,215 1,215 Pontremoli 1,215 18,775 17,560 Borgo Val di Taro 18,775 23,495 4,720 Albareto 23,495 29,155 5,660 Compiano 29,155 41,440 12,285 Bardi 41,440 54,200 12,760 1,215 17,560 4,720 5,660 12,285 12,760 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 141 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.2/B: Lunghezza dei tratti in dismissione nei territori comunali (seguito) n. 7 8 9 10 11 12 Comune da km a km km parz. km tot. Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 61,730 66,820 5,090 Morfasso 67,760 68,185 0,425 66,820 67,760 0,940 Lugagnano Val d’Arda 68,185 77,405 9,220 Carpaneto Piacentino 77,405 88,220 10,815 88,220 89,725 1,505 89,870 89,900 0,030 Fiorenzuola d’Arda 91,055 95,095 4,040 95,400 96,170 0,770 89,725 89,870 0,145 Cadeo 89,900 91,055 1,155 95,095 95,400 0,305 Cortemaggiore 96,170 97,515 1,345 5,515 10,160 10,815 6,345 1,300 1,650 Il tracciato dell'esistente "Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")” è rappresentato sulle immagini aeree (vedi Vol. 5, All. 7, Dis. LB-D-83202 "Interferenze nel territorio" - tav. 1/A÷33/A). La tubazione DN 750 (30") in dismissione si sviluppa parallelamente al nuovo gasdotto DN 900 (36") in progetto ad eccezione dei tredici tratti di scostamento precedentemente evidenziati (vedi par. 2.1). Il primo tratto di scostamento tra il metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”)” in dismissione e la condotta in progetto inizia in corrispondenza dell’esistente impianto Snam Rete Gas “Nodo di Mulazzo” in località “Migliarina”. Il tracciato in dismissione, diversamente dalla condotta in progetto, attraversa l’autostrada A15 “Parma - La Spezia” poco dopo lo stesso nodo e, dopo aver piegato verso nord-ovest, supera il T. Carrara, il T. Teglia e la SP n. 31 per poi transitare in località “C. Gazzola” ove, dopo aver attraversato il Rio del Pino, si congiunge la condotta in progetto in località “Noveleto”. A nord di località “Orsola”, nel territorio comunale di Pontremoli, si individua il secondo tratto di scostamento in corrispondenza del quale la linea in dismissione inizialmente si sviluppa ad est del tracciato in progetto per attraversare la SP n. 36 e l’adiacente T. Gordana. Raggiunta una strada comunale la condotta in dismissione, attraversandone la sede, incrocia il tracciato in progetto e si porta ad ovest dello stesso per poi proseguire verso nord-ovest e superare l’autostrada A15 ed il Fosso del Gatto, prima di ricongiungersi alla linea in progetto in località “Bronzone”. Il terzo tratto di scostamento ricade a nord del centro abitato di Pontremoli ove la linea in dismissione si sviluppa ad est del tracciato in progetto con direzione prevalente nord-est. Tale tratto inizia a nord dell’attraversamento del Fosso dell’Ardoglia in località “C. Martinelli di Sotto”, la linea in dismissione supera, in rapida successione, due strade comunali e la SP n. 63 per poi raggiungere l’alveo del T. Verde in località “La File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 142 di 489 Rev. 0 Polveriera”. Superato il corso d’acqua, il tracciato in dismissione attraversa il Fosso della Pelliccia e ne segue l’andamento fino a raggiungere località “Vaderze” dove interseca il Fosso Bruttomoro poco prima di ricongiungersi con la condotta in progetto in località “Bocello”. Il quarto tratto di scostamento si localizza ad ovest di località “Belcastrato”, ove la condotta in dismissione si discosta dalla linea in progetto, per un breve tratto, dirigendosi in direzione nord, per poi riprendere il parallelismo con la steesa ad ovest di località “I Murelli di Sopra”. Il quinto tratto di scostamento ricade poco a nord di località “I Brogni” ove la tubazione esistente, sviluppandosi ad ovest della condotta in progetto, si dirige verso nord, attraversando il Fosso della Selva a sud di località “Grondola”, e, approssimandosi all’abitato, supera la SP n. 39 prima di attraversare il Fosso del Dardagneto, in località “La Piana”, per ricongiungersi al tracciato in progetto. Il sesto tratto di scostamento, più lungo dei precedenti, si sviluppa tra la cima del Monte Cocchiello, in Comune di Pontremoli, e l’attraversamento della strada comunale Rovinaglia, in Comune di Borgo Val di Taro. Il tracciato della tubazione in dismissione diverge dalla condotta in progetto, dirigendosi verso nord-ovest e superando il Fosso della Bodiga, in prossimità di località “Borra dei Preti”. Continuando verso nord-ovest, la linea in dismissione discende il versante sud-orientale della valle del T. Tarodine, attraversando la SP n. 20, per raggiungere il fondovalle in località “Valleto”. Dopo aver attraversato l’alveo del torrente e, per la seconda volta, la SP n. 20, la condotta in dismissione risale l’opposto versante della valle, proseguendo verso NO ed incrociando la linea in progetto ad est di “C. Fontanini” poco prima di ricongiungersi ad essa dopo aver attraversato la strada comunale Rovinaglia, a nord della sudddetta località. Il settimo tratto di scostamento inizia ad est della località “Case Signorini” ove la condotta in dismissione si sviluppa a sud del tracciato in progetto proseguendo verso ovest. Nel tratto, la condotta in dismissione scende verso il fondovalle percorso da F. Taro intersecando per due volte la strada comunale “Gotra-Buzzo” e giungendo in prossimità della frazione Casello attraversa la SP ex SS n. 523 per affiancarsi al tracciato del “Rifacimento All. Autotrazione Parma Gas di Albereto DN 100 (4")” in progetto, superato il corso del Rio Uccellecchia, si affianca alla condotta DN 900 (36”) in progetto in località “Case Brugné”. In località “Molino di Campi” si individua l’ottavo tratto di scostamento che vede la condotta in dismissione divergere dal tracciato della nuova condotta in progetto proseguendo ai piedi del versante occidentale della valle del F. Taro, affiancandosi alla SP ex SS n. 523, attraversandone la sede per due volte consecutive ad est della frazione Campi. Dopo aver superato l’alveo del fiume Taro, la condotta in dismissione piega a nord, si affianca brevemente alla condotta in progetto sino a giungere in località “Porpiano”, ove diverge nuovamente individuando il più breve nono tratto di scostamento. Da quest’ultima località, la tubazione in dismissione, continuando a dirigersi verso NO, attraversa l’alveo del T. Ingegna, per poi deviare in direzione nord e riprendere il parallelismo con la condotta in progetto. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 143 di 489 Rev. 0 Il decimo tratto di scostamento si individua in prossimità di località “Ronco Desiderio” ove la condotta in esercizio, diverge brevemente dal tracciato della condotta in progetto, sviluppandosi al piede del versante occidentale della valle del T. Ingegna, per affiancarsi alla stessa dopo aver piegato bruscamente verso est. L’undicesimo tratto di scostamento ha origine a nord-est della frazione di Strela, ove la tubazione in dismissione abbandona la percorrenza dell’alveo del T. Ingegna per risalirne il versante occidentale sino a giungere in località “I Fornelli”, piega, quindi a nord per risalire il crinale sino alla sommità del Monte Carmo, attraversando la SP n.66. Dalla cima del rilievo, la tubazione in dismissione devia verso nord seguendo l’andamento della citata strada provinciale sino a giungere in località “Costa della Colla” ove inizia a discendere verso la valle percorsa dal T. Toncina, ad est della frazione di Farfanaro percorrendo il costone tra le incisioni del Rio della Colla, ad est, e del Rio del Roncazzo, ad ovest per ricongiungersi al tracciato della nuova condotta DN 900 (36") in progetto in prossimità di "Cà Scappini" lungo il fondovalle del T. Toncina. Il dodicesimo tratto di scostamento è confinato in un breve tratto lungo la percorrenza del fondovalle del T. Toncina, ad est degli abitati di "Credarola" e di "I Granelli", ove la tubazione in dismissione, diversamente dalla condotta in progetto, si sviluppa al piede del versante occidentale della valle in prossimità della sede della SP di Compiano, per ricongiungersi alla stessa nuova condotta poco a sud del "Molino dei Belli", in prossimità della confluenza del corso d'acqua nel T. Ceno. Il tredicesimo ed ultimo tratto di scostamento vede la condotta in dismissione divergere dalla linea in progetto per un tratto di lunghezza assai pronunciata, compreso tra le valli del T. Toncina e del T. Chiavenna. Il gasdotto in dismissione diverge dalla condotta DN 900 (36") in progetto a nord-est di località “Molino dei Belli”, da qui, dirigendosi verso nord, attraversa l’alveo del T. Ceno per risalire il versante settentrionale della valle ad est dell'abitato di “Vischeto di Qua” ed attraversare la SP ex SS n. 359, il Rio Vischetto e la SP di Boccolo. Oltrepassato ad est l'abitato di Grezzo e transitando tra i rilievi di Monte Coloreti e Monte Spiaggi, la condotta in dismissione raggiunge la località "Bosco di Badino", continua ancora verso nord e transita ad ovest delle frazioni Piana di Gazzo e Gazzo e Cogno Gazzo per raggiungere, in località "Costa di Pelizzone", il punto finale del primo tratto di dismissione. L'esistente condotta DN 750 (30") sarà, come già anticipato (vedi cap. B), mantenuta in esercizio tra il km 54,200 nel territorio comunale di Bardi e il km 61,730 in Comune di Morfasso. Il secondo tratto di dismissione ha origine in prossimità della frazione di Variano, ove la tubazione DN 750 (30"), dirigendosi verso NNO, transita ad est delle località “Chiavarini” e “Tiramani”, attraversando il Rio degli Orsoloni, per proseguire, poi, verso il centro abitato di S. Michele, superando la SP di Val Chero e raggiungere la località “Monte di Velleia”. Da questo punto, l'esistente tubazione in dismissione piega brevemente verso est per iniziare la discesa verso il fondovalle del T. Chero, oltrepassando la frazione di Carignone e la zona archeologica di Velleia. Dopo aver raggiunto il fondovalle, la tubazione in dismissione, piegando verso est, si sviluppa lungo la sponda orientale del torrente sino a raggiungere la località "Bianchi", ove si affianca al tracciato del "Rifacimento Allacciamento al Comune di Gropparello DN 150 (6")" in progetto e prosegue verso NNE, oltrepassando la frazione "le File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 144 di 489 Rev. 0 Baracche", attraversando l'alveo del T. Chero e superando le frazioni di Badagnano e di Rezzano. Dopo aver attraversato una seconda volta l'alveo del corso d'acqua in prossimità dell'abitato di Travazzano, il tracciato della condotta in dismissione, allontanandosi dal corso del torrente, prosegue verso NE e si sviluppa con un lungo tratto rettilineo sino a ricongiungersi al tracciato della condotta DN 900 (36") in progetto in prossimità dell'abitato di Caminata. Le principali infrastrutture viarie ed i maggiori corsi d’acqua intersecati dal metanodotto in dismissione nei territori comunali attraversati sono sintetizzati nella seguente tabella (vedi tab. 2.1/C). Tab. 2.1/C: Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 0,000 Massa Carrara Mulazzo 0,145 Autostrada A15 0,285 T. Carrara 0,615 Fosso Senza Nome 1,215 T. Teglia 1,215 Pontremoli 1,345 SP n. 31 2,265 Rio del Pino 2,905 Rio del Pino 3,045 Rio della Gazzola 3,505 Strada comunale 3,750 Canale Della Negrola 4,255 Fosso d’Orsola 4,950 SP n. 36 4,985 T. Gordana 5,090 Strada comunale 5,240 Autostrada A15 5,475 Fosso del Gatto 5,845 Fosso Senza Nome 6,255 Fosso della Borghesa 6,365 Fosso della Michela 6,800 Fosso della Piana 6,830 SP n. 37 Linea Ferroviaria "Parma7,290 La Spezia" 7,320 Fosso dell’Ardoglia 7,615 Strada comunale 7,770 Strada comunale 7,955 SP n. 63 8,410 T. Verde File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 145 di 489 Rev. 0 Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Massa Carrara Pontremoli 8,785 Fosso della Pelliccia 9,875 Fosso Bruttomoro 10,960 Autostrada A15 12,370 Fosso della Selva 12,695 SP n. 39 del Brattello 13,120 Fosso del Dardagneto 13,285 SP n. 39 del Brattello 14,205 SP n. 63 14,280 T. Verdesina 14,360 SP n. 63 14,620 Strada comunale 15,960 Strada comunale Strada comunale 16,015-16,610 (percorrenza) 16,835 Strada comunale 17,010 Strada comunale 17,710 Strada comunale 17,855 Strada comunale 17,925 Fosso della Bodiga 17,980 Strada comunale 18,775 Parma Borgo Val di Taro 20,240 SP n. 20 del Bratello 20,935 T. Tarodine 21,055 SP n. 20 del Bratello 22,415 Str. Com. Rovinaglia 22,695 Str. Com. delle Stabielle 22,705 Rio delle Piane 23,065 Canale Riccò 23,495 Rio di Farneto 23,495 Albareto 23,695 Rio del Lupo 24,945 Str. Com. Gotra-Buzzo 25,365 Str. Com. Gotra-Buzzo 25,780 SP ex SS n. 523 25,940 Rio Uccellecchia 26,725 T. Gotra 27,495 SP ex SS n. 523 27,710 SP ex SS n. 523 Str. Com. da Pieve di 28,040 Campi a Bertorella F. Taro 28,200 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 146 di 489 Rev. 0 Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Parma Albareto 28,595 SP n. 3 Str. Com. della Costa dei 28,785 Rossi 29,155 T. Ingegna 29,155 Compiano 30,390 Rio Roffasa 31,445 Str. com. di Cacigolara Str. com. Strela 33,200 Scanabecco Str. Com. Fornelli 34,150 Caboara 35,820 SP Compiano 37,235 Str. Com. Monte Pelpi 37,450 SP Compiano 37,500 Strada comunale 38,050 Rio della Colla 40,530 Rio del Roncazzo Str. com. dei Scappini 40,615-41,090 (percorrenza) Str. com. dei Scappini 41,295-41,440 (percorrenza) 41,440 Bardi Str. com. dei Scappini 41,440-41,450 (percorrenza) 41,450 Rio di Sbalanzone Str. com. dei Scappini 41,450-42,180 (percorrenza) 42,180 Rio della Valle Str. com. dei Scappini 42,180-42,220 (percorrenza) Str. com. Toncina-Sidolo 42,235-42,380 (percorrenza) 42,380 Rio di Caprile Str. com. Toncina-Sidolo 42,380-42,440 (percorrenza) 43,070 Fosso Senza Nome 43,115 Str. com. Toncina - Sidolo 43,185 SP di Compiano 43,315 Rio della Casazza 43,350 SP di Compiano 43,390 SP di Compiano File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 147 di 489 Rev. 0 Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Parma Bardi Str. com. Valtoncina 43,695 Lezzara 43,910 Rio dello Sgaratosso 44,140 T. Toncina 44,690 T. Toncina 45,815 SP di Compiano 46,100 Rio Grande 46,160 T. Ceno 47,195 SP ex SS n. 359 48,205 Rio Vischetto 48,620 SP di Boccolo 50,015 Rio di Costabella 51,585 Rio dei Competti 51,890 Rio del Cagnetto 52,115 Rio della Rocchetta Rio Corsenna di 52,730 Gazzo 52,945 Rio della Ca di Con 53,210 Rio della Lubbia 53,230 Strada Groppo di Gora 54,255 Piacenza Morfasso 62,975 Rio degli Orsoloni 63,155 Str. com. dei Tiramani Strada di Casa delle 64,955 Donne 65,820 SP Val Chero Rio delle Castagne 66,595 Buse 66,815 Rio Cadilacqua 66,820 Lugagnano Val d’Arda 67,255 SP Val Chero 67,760 Morfasso 68,180 Rio Freddo 68,185 Lugagnano Val d’Arda 68,555 Strada comunale 68,595 SP di Val Chero 69,010 SP di Velleia 69,275 Strada comunale 69,385 SP di Velleia 69,675 SP di Velleia 69,735 SP di Velleia File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 148 di 489 Rev. 0 Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Piacenza Lugagnano Val d’Arda 70,035 SP di Velleia 70,085 SP di Velleia 70,130 SP di Velleia 70,590 Rio Rugarlo 70,980 SP Val Chero 71,870 Rio del Ribello 72,500 Rio del Bestucchi 72,910 Str. Com. Lombardelli 72,950 Rio delle Vigne 73,530 SP Val Chero 73,740 SP Val Chero 74,435 SP Val Chero 74,460-74,740 T. Chero (percorrenza) 74,770 SP Val Chero Rio del Bosco 75,045 Comune 75,975 Rio dei Lubbioni 77,405 T. Chero 77,405 Carpaneto Piacentino 78,860 Rio della Chiesa 79,495 Strada comunale 79,675 Strada comunale 80,010 Strada comunale 81,525 Strada comunale 82,095 T. Chero Strada comunale di 82,585 Travazzano 83,745 Str. Com. della Mosana 84,585 Strada comunale 85,475 SP n. 6 85,875 Str. Com. Caminata 86,620 Str. Com. di S. Protaso 88,220 Fiorenzuola d’Arda 88,275 SP n. 6 Str. Com. di Fontana 88,570 Fredda Str. Com. di Fontana 88,640 Fredda Str. Com. di Fontana 88,855 Fredda 89,650 T. Chiavenna File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 2.1/C: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 149 di 489 Rev. 0 Linea principale in dismissione - Limiti amministrativi, infrastrutture e corsi d’acqua principali (seguito) Progressiva Provincia Comune Corsi d'acqua Rete viaria (km) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 89,725 Piacenza Cadeo 89,870 Fiorenzuola d’Arda 89,890 Canale S. Protaso 89,900 Cadeo 91,030 Str. Com. della Pelosa 91,055 Fiorenzuola d’Arda 91,840 SS n. 9 Via Emilia 92,045 Str. Com. Casa Russa Linea Ferroviaria Milano92,215 Bologna Str. Com. Vecchia Rio 92,825 Mezzano 93,265 Str. Com. di Rio Mezzano 93,835 Str. Com. di Paullo 94,370 Autostrada A1 94,605 Str. Com. di Paullo 94,660 Linea Ferroviaria T.A.V. 95,095 Cortemaggiore 95,400 Fiorenzuola d’Arda 96,170 Cortemaggiore 96,170 Rio Mezzano 96,560 Autostrada A1-A21 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 3 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 150 di 489 Rev. 0 NORMATIVA DI RIFERIMENTO La progettazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto sono, oltre alle norme citate nel precedente Capitolo 2, disciplinate essenzialmente dalla seguente normativa: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • DM 17 aprile 2008 del Ministero dello Sviluppo Economico - Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densità non superiore a 0,8. DPR 616/77 e DPR 383/94 – Trasferimento e deleghe delle funzioni amministrative dello Stato. RD 1775/33 – Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici. DM 23.02.71 del Ministero dei Trasporti e successive modificazioni – Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto. Circolare 09.05.72, n. 216/173 dell’Azienda Autonoma FF.S. – Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti gas e liquidi con ferrovie. DPR 753/80 – Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell’esercizio delle ferrovie. DM 03.08.91 del Ministero dei Trasporti – Distanza minima da osservarsi nelle costruzioni di edifici o manufatti nei confronti delle officine e degli impianti delle FF.S. Circolare 04.07.90 n. 1282 dell’Ente FF.S. – Condizioni generali tecnico/amministrative regolanti i rapporti tra l’ente Ferrovie dello Stato e la SNAM in materia di attraversamenti e parallelismi di linee ferroviarie e relative pertinenze mediante oleodotti, gasdotti, metanodotti ed altre condutture ad essi assimilabili. RD 1740/33 – Tutela delle strade. DLgs 285/92 e 360/93 – Nuovo Codice della strada. DPR 495/92 – Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della strada. RD 368/04 – Testo unico delle leggi sulla bonifica RD 523/04 – Polizia delle acque pubbliche. L 64/74 – Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche. Ordinanza PCM 3274/03 – Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. L 426/98 – Nuovi interventi in campo ambientale DM 471/99 – Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati ai sensi dell’articolo 17 del DLgs 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni ed integrazioni. L 198/58 e DPR 128/59 – Cave e miniere L 898/76 – Zone militari. DPR 720/79 – Regolamento per l’esecuzione della L 898/76. DLgs n. 81 del 9/04/08 – Attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • • • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 151 di 489 Rev. 0 Decreto Legislativo 19 novembre 1999, n. 528 – Modifiche ed integrazioni al DLgs 14/08/1996 n. 494 recante attuazione della direttiva 92/57 CEE in materia di prescrizioni minime di sicurezza e di salute da osservare nei cantieri temporanei o mobili. L 186/68 – Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici. DM n. 37 del 22 gennaio 2008 - Regolamento concernente l'attauazione dell'art. 11-quaterdieces, comma 13, lettera a), della Legge n. 248 del 02/12/2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici. L 1086/71 – Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio, normale e precompresso, ed a struttura metallica. DM 09.01.96 del Ministero dei Lavori Pubblici – Norme tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche. DM 16.01.96 del Ministero dei Lavori Pubblici – Aggiornamento delle norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi. DM 11.03.88 del Ministero dei Lavori Pubblici – Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, criteri generali e prescrizioni per progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle fondazioni. L’opera è stata, perciò, progettata e sarà realizzata in conformità alle suddette Leggi ed in conformità alla normalizzazione interna SNAM gasdotti, che recepisce i contenuti delle seguenti specifiche tecniche nazionali ed internazionali: Materiali Strumentazione e sistemi di controllo API RP-520 Part. 1/1993 Dimensionamento delle valvole di sicurezza API RP-520 Part. 2/1988 Dimensionamento delle valvole di sicurezza Sistemi elettrici CEI 64-8/1992 CEI 64-2 (Fasc.1431)/1990 CEI 81-1 (Fasc.1439)/1990 Impiantistica e Tubazioni ASME B31.8 ASME B1.1/1989 ASME B1.20.1/1992 ASME B16.5/1988+ADD.92 ASME B16.9/1993 ASME B16.10/1986 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V Impianti elettrici utilizzatori nei luoghi con pericolo di esplosione Protezione di strutture contro i fulmini Gas Transmission and Distribution Piping Systems (solo per applicazioni specifiche es. fornitura trappole bidirezionali) Unified inch Screw Threads Pipe threads, general purpose (inch) Pipe flanges and flanged fittings Factory-made Wrought Steel Buttwelding Fittings Face-to-face and end-to-end dimensions valves File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore ASME B16.21/1992 ASME B16.25/1968 ASME B16.34/1988 ASME B16.47/1990+Add.91 ASME B18.21/1991+Add.91 ASME B18.22/1987 MSS SP44/1990 MSS SP75/1988 MSS SP6/1990 API Spc. 1104 API 5L/1992 EN 10208-2/1996 UNI EN 1594 API 6D/1994 ASTM A 193 ASTM A 194 ASTM A 105 ASTM A 216 ASTM A 234 ASTM A 370 ASTM A 694 ASTM E 3 ASTM E 23 ASTM E 92 ASTM E 94 ASTM E 112 ASTM E 138 ASTM E 384 ISO 898/1 ISO 2632/2 ISO 6892 ASME Sect. V ASME Sect. VIII ASME Sect. IX CEI 15-10 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 152 di 489 Rev. 0 Non metallic flat gaskets for pipe flanges Buttwelding ends Valves-flanged, and welding end. Large Diameters Steel Flanges Square and Hex Bolts and screws inch Series Square and Hex Nuts Steel Pipeline Flanges Specification for High Test Wrought Buttwelding Fittings Standard finishes contact faces of pipe flanges Welding of pipeline and related facilities Specification for line pipe Steel pipes for pipelines for combustible fluids Gas supply systems – Pipelines for maximum operating pressure over 16 bar – Functional requirements Specification for pipeline valves, and closures, connectors and swivels Alloy steel and stainless steel-bolting materials Carbon and alloy steel nuts for bolts for high pressure Standard specification for “forging, carbon steel for piping components” Standard specification for “carbon steel casting suitable for fusion welding for high temperature service” Piping fitting of wrought carbon steel and alloy steel for moderate and elevate temperatures Standard methods and definitions for “mechanical testing of steel products” Standard specification for “forging, carbon and alloy steel, for pipe flanges, fitting, valves, and parts for high pressure transmission service” Preparation of metallographic specimens Standard methods for notched bar impact testing of metallic materials Standard test method for vickers hardness of metallic materials Standards practice for radiographic testing Determining average grain size Standards test method for Wet Magnetic Particle Standards test method for microhardness of materials Mechanical properties for fasteners – part 1 – bolts, screws and studs Roughness comparison specimens – part 2 : sparkeroded, shot blasted and grit blasted, polished Metallic materials – tensile testing Non-destructive examination Boiler and pressure vessel code Boiler construction code-welding and brazing qualification Norme per “Lastre di materiali isolanti stratificati a base di resine termoindurenti” File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore ASTM D 624 ASTM E 165 ASTM E 446 ASTM E 709 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 153 di 489 Rev. 0 Standard method of tests for tear resistance of vulcanised rubber Standard practice for liquid penetrant inspection method Standard reference radiographs for steel castings up to 2” in thickness Standard recommended practice for magnetic particle examination Sistema di Protezione Anticorrosiva ISO 8501-1/1988 Preparazione delle superfici di acciaio prima di applicare vernici e prodotti affini. Valutazione visiva del grado di pulizia della superficie – parte 1: gradi di arruginimento e gradi di preparazione di superfici di acciaio non trattate e superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un rivestimento precedente UNI 5744-66/1986 Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo (rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso) UNI 9782/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – criteri generali per la misurazione, la progettazione e l’attuazione UNI 9783/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – interferenze elettriche tra strutture metalliche interrate UNI 10166/1993 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – posti di misura UNI 10167/1993 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – dispositivi e posti di misura UNI CEI 5/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – misure di corrente UNI CEI 6/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – misure di potenziale UNI CEI 7/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate – misure di resistenza elettrica File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 4 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 154 di 489 Rev. 0 DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’OPERA L'opera in oggetto, progettata per il trasporto di gas naturale con densità 0,72 kg/m3 in condizioni standard ad una pressione massima di esercizio di 75 bar, sarà costituita da un sistema integrato di condotte, formate da tubi di acciaio collegati mediante saldatura (linea), che rappresenta l’elemento principale del sistema di trasporto in progetto, e da una serie di impianti che, oltre a garantire l’operatività della struttura, realizzano l’intercettazione della condotta in accordo alla normativa vigente. Come già anticipato (vedi cap. B "L'opera e la struttura dello studio"), nell’ambito del progetto si distinguono la messa in opera di: − una linea (principale) DN 900 (36"), che garantirà il trasporto tra i previsti impianti di Mulazzo e Cortemaggiore; − 12 brevi linee (secondarie o derivate), funzionalmente connesse alla realizzazione della nuova struttura di trasporto che assicureranno il collegamento tra la condotta principale e le diverse utenze esistenti lungo il tracciato della stessa. Inoltre, il progetto include la dismissione dell'esistente condotta DN 750 (30") e di alcuni tratti di allacciamenti e derivazioni funzionalmente connesse alla stessa dismissione, attraverso la messa fuori esercizio delle linee e la successiva rimozione delle tubazioni esistenti. In sintesi, l'intervento, prevede la messa in opera di: • • • Linea principale - condotta DN 900 (36") interrata, della lunghezza di 107,315 km; Linee secondarie: 12 tratti di condotte interrate della lunghezza complessiva di 23,415 km, con i seguenti diametri: − DN 250 (10") 0,070 km − DN 150 (6") 18,820 km − DN 100 (4") 4,525 km Impianti di linea: − n. 9 punti di intercettazione di derivazione importante (PIDI); − n. 8 punto di intercettazione per il sezionamento della linea in tronchi (PIL), di cui 1 lungo una linea secondaria; − n. 1 punto di intercettazione di derivazione semplice (PIDS) lungo una linea secondaria; − n. 2 punti di lancio/ricevimento pig (Area trappole); − n. 1 impianto di riduzione della pressione; − n. 1 impianto di regolazione della pressione; − n. 10 punti di intercettazione con discaggio di allacciamento (PIDA), tutti ubicati lungo le linee secondarie; e la dismissione di: • • Linea principale – 2 tratti di condotta DN 750 (30") interrata della lunghezza complessiva di 89,985 km; Linee secondarie: 12 tratti di condotte interrate della lunghezza complessiva di 10,845 km , con i seguenti diametri: − DN 250 (10") 0,070 km − DN 125 (5") 1,940 km File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 155 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA Rev. 0 − DN 100 (4") 7,700 km − DN 80 (3”) 1,135 km Impianti di linea: − n. 6 punti di intercettazione di derivazione importante (PIDI); − n. 8 punti di intercettazione per il sezionamento della linea in tronchi (PIL), di cui 2 ubicati lungo le linee secondarie; − n. 9 punti di intercettazione di derivazione semplice (PIDS), di cui uno posizionato lungo una linea secondaria; − n. 8 punti di intercettazione con discaggio di allacciamento (PIDA), tutti ubicati lungo le linee secondarie; − n. 3 punti di lancio\ricevimento pig. Gli standard costruttivi dell’opera in progetto sono allegati alla presente relazione (vedi Vol. 7, All. 11, Disegni tipologici di progetto). La pressione di progetto, adottata per il calcolo dello spessore delle tubazioni, è pari a 75 bar. 4.1 Linea 4.1.1 Tubazioni Le tubazioni impiegate saranno in acciaio di qualità e rispondenti a quanto prescritto al punto 3 del D.M. 17 aprile 2008 . I tubi, collaudati singolarmente dalle industrie produttrici, avranno una lunghezza media di m 14,50 , saranno smussati e calibrati alle estremità per permettere la saldatura elettrica di testa ed avranno le seguenti caratteristiche (vedi tab. 4.1/A). Tab. 4.1/A: Caratteristiche tecniche delle tubazioni Diametro nominale DN 900 (36") 250 (10”) 150 (6") 100 (4”) Carico unitario al limite di Spessore allungamento totale (N/mm²) minimo (mm) 450 360 360 360 12,1 7,8 7,1 5,2 Materiale (acciaio di qualità) EN L450MB EN L360NB/MB Le curve saranno ricavate da tubi piegati a freddo con raggio di curvatura pari a 40 diametri nominali, oppure prefabbricate con raggio di curvatura pari a 7 diametri nominali. In corrispondenza degli attraversamenti delle linee ferroviarie, in accordo al DM 2445 del 23/02/71 e successive modifiche, la condotta sarà messa in opera in tubo di protezione avente le seguenti caratteristiche (vedi tab. 4.1/B): File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 156 di 489 Rev. 0 Tab. 4.1/B: Caratteristiche tecniche dei tubi di protezione Diametro nominale condotta Diametro nominale tubo di protezione Spessore (mm) Materiale (acciaio di qualità) DN 900 (36") DN 250 (10”) DN 150 (6”) DN 100 (4”) DN 1050 (42") DN 400 (16") DN 250 (10”) DN 200 (8”) 14,3 8,7 7,8 6,4 EN L450MB EN L360NB/MB Negli attraversamenti delle strade più importanti e dove, per motivi tecnici, si è ritenuto opportuno, la condotta sarà messa in opera in tubo di protezione avente le stesse caratteristiche delle tubazioni utilizzate per gli attraversamenti delle linee ferroviarie. 4.1.2 Materiali Per il calcolo dello spessore di linea della tubazione sono stati scelti i seguenti gradi di utilizzazione rispetto al carico unitario di snervamento minimo garantito: 4.1.3 • Condotte DN 900 (36"): f ≤ 0,72 • Condotte DN 250 (10") ÷ DN 100 (4"): f ≤ 0,57 Protezione anticorrosiva La condotta sarà protetta da: • una protezione passiva esterna costituita da un rivestimento di nastri adesivi in polietilene estruso ad alta densità, applicato in fabbrica, dello spessore minimo di mm 3, ed un rivestimento interno in vernice epossidica. I giunti di saldatura saranno rivestiti in linea con fasce termorestringenti; • una protezione attiva (catodica) attraverso un sistema di correnti indotte con apparecchiature poste lungo la linea che rende il metallo della condotta elettricamente più negativo rispetto all’elettrolito circostante (terreno, acqua, ecc.). La protezione attiva viene realizzata contemporaneamente alla posa del metanodotto collegandolo ad uno o più impianti di protezione catodica costituiti da apparecchiature che, attraverso circuiti automatici, provvedono a mantenere il potenziale della condotta più negativo o uguale a -1 V rispetto all’elettrodo di riferimento Cu-CuS04 saturo. 4.1.4 Telecontrollo Lungo la condotta verrà posato un cavo per telecontrollo, inserito all’interno di una polifora costituita da tre tubi in PEAD DN 50. In corrispondenza degli attraversamenti la polifora in PEAD verrà posata in tubo di protezione in acciaio avente le seguenti caratteristiche: • Diametro nominale 100 (4”)/150 (6”); • Spessore 3,6/5,1 mm . File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 4.1.5 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 157 di 489 Rev. 0 Fascia di asservimento La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui sono legittimati da una servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi, limita la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta (servitù non aedificandi). La società Snam Rete Gas S.p.A. acquisisce la servitù stipulando con i singoli proprietari dei fondi un atto autenticato, registrato e trascritto in adempimento di quanto in materia previsto dalle leggi vigenti. L’ampiezza di tale fascia varia in rapporto al diametro ed alla pressione di esercizio del metanodotto in accordo alle vigenti normative di legge: nel caso in oggetto, la realizzazione della nuova condotta DN 900 (36") comporterà l'imposizione di una fascia di servitù pari a 20 m per parte rispetto all'asse della condotta, ma la contestuale dismissione della tubazione DN 750 (30") esistente porterà all'alienazione della esistente fascia di 17,5 m per parte. In corrispondenza dei tratti ove la nuova linea risulta in parallelo a condotte esistenti, la servitù già in essere sarà quasi totalmente sfruttata. Nel caso in oggetto, l’ampliamento della larghezza della fascia di asservimento in essere risulterà (vedi Vol. 7, All. 11 Dis. LC-D-83300, fg. 1 di 2): • pari a complessivi 12,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta è posta in stretto parallelismo (10 m) al metanodotto "Pontremoli - Parma DN 750 (30")" in esercizio; • pari a complessivi 12,5 m , ovvero a 7,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la condotta in progetto è posta in stretto parallelismo, rispettivamente ad una distanza di 10 m ovvero di 5 m, con il metanodotto “Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)”, in dismissione; • ugualmente pari a complessivi 7,5 m, in corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta è posta contestualmente in stretto parallelismo (5 m) sia alla condotta DN 750 (30”) in dismissione sia al metanodotto “Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”)” in progetto; • pari a 18,5 m nei tratti in cui la nuova condotta è posta in parallelismo (10 m), sia con la condotta DN 750 (30”) in dismissione, sia al metanodotto "Rifacimento All. al Comune di Gropparello DN 150 (6")". Complessivamente la messa in opera della nuova condotta porterà ad un aumento della superficie di servitù pari a circa 107 ha . Per quanto attiene tutte le linee secondarie previste in progetto, la loro realizzazione comporterà l’imposizione di una fascia di servitù pari a 13,5 m per parte rispetto all'asse delle condotte. In corrispondenza dell’unico tratto in cui la condotta “Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”)” in progetto è posta in stretto parallelismo (5 m) alla condotta principale in progetto DN 900 (36”), non si registrerà alcuna ulteriore imposizione di servitù (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83300 - fg. 1 di 2), mentre, in corrispondenza dei tratti in cui le nuove linee sono poste in stretto parallelismo a condotte esistenti verrà, analogamente a quanto accade per la linea principale, sfruttata la servitù già in File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 158 di 489 Rev. 0 essere. Nel caso in oggetto, l’ampliamento della larghezza della fascia di asservimento in essere risulterà (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83300, fg. 2 di 2): • pari a 1 m, ovvero a 6 m, in corrispondenza dei tratti in cui le nuove condotte DN 100 (4”), DN 150 (6”) e DN 250 (10”), sono poste in stretto parallelismo, rispettivamente ad una distanza di 5 m ovvero di 10 m, al metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")”, in dismissione; • pari a 5 m, in corrispondenza dei tratti in cui le nuove condotte sono poste in stretto parallelismo (5 m) al metanodotto “Allacciamento al Comune di Bedonia DN 100 (4”)”, in dismissione. • pari a 10 m , in corrispondenza dei tratti in cui le condotte in progetto DN 100 (4”), DN 150 (6”) e DN 250 (10”), sono poste in stretto parallelismo (10 m) con le seguenti condotte in dismissione: “Met. All. Comune di Compiano DN 80 (3”)”, “Met. All. Comune di Gropparello DN 100 (4”)”, “Met. All. Comune di Carpaneto Piacentino DN 100 (4”)” e “Met. All. Comune di Fiorenzuola D’Arda DN 125 (5”)”. In corrispondenza del breve tratto in cui si registra lo stretto parallelismo (5 m) tra il metanodotto “Ricollegamento Derivazione per Sestri Levante DN 250 (10”)” in progetto, ed il metanodotto “Rifacimento per Autotrazione Parma gas DN 100 (4”), anch’esso in progetto, la larghezza complessiva della fascia di asservimento sarà pari a 32 m . Considerando che la fascia di asservimento lungo le esistenti condotte secondarie in dismissione è pari a 13,5 m per parte, l'incremento di superficie da assoggettare a servitù, derivata dalla realizzazione/dismissione delle linee secondarie, è complessivamente pari a circa 32,40 ha . 4.2 Impianti e punti di linea Secondo lo schema di progetto previsto, gli impianti e i punti di linea comprendono i Punti di intercettazione della condotta, i Punti di lancio/ricevimento pig e gli impianti di riduzione e regolazione della pressione. Punti di intercettazione In accordo alla normativa vigente (DM 17 aprile 2008), la condotta sarà sezionabile in tronchi mediante apparecchiature di intercettazione (valvole) denominate: • Punto di intercettazione di linea (PIL), che ha la funzione di sezionare la condotta interrompendo il flusso del gas; • Punto di intercettazione di derivazione importante (PIDI), che, oltre a sezionare la condotta, ha la funzione di consentire sia l’interconnessione con altre condotte, sia l’alimentazione di condotte derivate dalla linea principale; • Punto di intercettazione di derivazione semplice (PIDS) che, oltre a sezionare la condotta, ha la funzione di consentire l’interconnessione con condotte di piccolo diametro derivate dalla linea principale; I punti di intercettazione sono costituiti da tubazioni interrate, ad esclusione della tubazione di scarico del gas in atmosfera (attivata, eccezionalmente, per operazioni di File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 159 di 489 Rev. 0 manutenzione straordinaria e durante le operazioni di allacciamento delle condotte derivate) e della relativa struttura di sostegno. Gli impianti comprendono inoltre valvole di intercettazione interrate, apparecchiature per la protezione elettrica della condotta ed un fabbricato in muratura per il ricovero delle apparecchiature e dell’eventuale strumentazione di controllo. In ottemperanza a quanto prescritto dal DM 17 aprile 2008, la distanza massima fra i punti di intercettazione sarà di 15 km . In corrispondenza degli attraversamenti di linee ferroviarie, le valvole di intercettazione, in conformità alle vigenti norme, devono comunque essere poste a cavallo di ogni attraversamento ad una distanza fra loro non superiore a 2.000 m (vedi tab. 4.2/A). Le valvole di intercettazione di linea saranno motorizzate per mezzo di attuatori fuori terra e manovrabili a distanza mediante cavo telecomando, interrato a fianco della condotta, e/o tramite ponti radio con possibilità di comando a distanza (telecontrollo) per un rapido intervento di chiusura. Le valvole di intercettazione saranno telecontrollate dalla Centrale Operativa Snam Rete Gas di San Donato Milanese. La collocazione di tutti gli impianti e punti di linea è prevista, per quanto possibile, in vicinanza di strade esistenti dalle quali verrà derivato un breve accesso carrabile (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83356). Ove non è possibile soddisfare questo criterio, si cerca, per quanto possibile, di utilizzare l’esistente rete di viabilità minore, realizzando opere di adeguamento di tali infrastrutture, consistenti principalmente nella ripulitura e miglioramento del sedime carrabile, attraverso il ricarico con materiale inerte, e nella sistemazione delle canalette di regimazione delle acque meteoriche. Impianti di riduzione della pressione Sono impianti adibiti alla riduzione della pressione del gas naturale la cui realizzazione è prevista ove sono richiesti degli abbattimenti di pressione significativi tra la condotta principale (con pressione di esercizio dell’ordine di 75 bar) e le condotte secondarie di distribuzione per le quali, come nel caso in esame, sono impiegate pressioni di esercizio di 24 bar. Gli impianti sono costituiti dagli apparati per la riduzione di pressione, il filtraggio, l’intercettazione e la misura, costituiti prevalentemente da tubazioni interrate, mentre fuori terra rimangono solo gli organi di manovra. A questi impianti è, inoltre, associato un apparato di intercettazione per l’isolamento dell’impianto stesso, consistente essenzialmente in apparecchiature di telecontrollo inserite in un armadietto di protezione, che devono essere posti ad una distanza compresa tra 80 e 300 m dall’impianto stesso e che andranno ad occupare un’area di modestissime dimensioni (circa 3 m2 - vedi Vol. 7 All. 11 Dis. LC-D-83390). Questa tipologia di impianto è prevista in corrispondenza del punto di linea PIDI n. 10 in località “Passo del Pellizzone”, nel territorio comunale di Bardi Impianti di regolazione della pressione Sono impianti adibiti alla regolazione della pressione del gas naturale, quando dalle condotte di trasporto con pressioni di esercizio di 75 bar si passa alle linee di distribuzione con pressioni di esercizio massime da 70 a 36 bar. Gli impianti sono costituiti dagli apparati per la regolazione di pressione, il filtraggio, l’intercettazione, la misura costituiti prevalentemente da tubazioni interrate, mentre vengono fuori terra rimangono solo gli organi di manovra. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 160 di 489 Rev. 0 Nel caso in oggetto, si prevede la realizzazione di tale impianto in corrispondenza del punto di linea PIDI n.5, in Comune di Albareto. Punti di lancio e ricevimento “pig” In corrispondenza degli esistenti impianti Snam Rete Gas, denominati “Impianto di Mulazzo” e "Nodo di Cortemaggiore", saranno realizzati i punti di lancio e ricevimento degli scovoli, comunemente denominati “Pig”. Detti dispositivi, utilizzati per il controllo e la pulizia interna della condotta, consentono l’esplorazione diretta e periodica, dall’interno, delle caratteristiche geometriche e meccaniche della tubazione, così da garantire l’esercizio in sicurezza del metanodotto (vedi Sez. II, par. 6.2.2). Il punto di lancio e ricevimento è costituito essenzialmente da un corpo cilindrico denominato “trappola”, di diametro superiore a quello della linea per agevolare il recupero del pig. La “trappola”, gli accessori per il carico e lo scarico del pig e la tubazione di scarico della linea sono installati fuori terra, mentre le tubazioni di collegamento e di by-pass all’impianto saranno interrate, come i relativi basamenti in c.a. di sostegno (vedi foto 4.2/A). Foto 4.2/A: Punto di lancio e ricevimento pig Per la viabilità interna sono previste strade delimitate da cordoli prefabbricati in calcestruzzo. Le acque meteoriche saranno raccolte in appositi pozzetti drenanti. Non sono previsti servizi igienici e relativi scarichi. Le aree “piping” saranno pavimentate con autobloccanti prefabbricati posati su materiale arido compattato e strato di sabbia dello spessore di 5 cm circa. Per la realizzazione del punto di lancio e ricevimento “pig” nell’Impianto di Mulazzo si renderà necessario un ampliamento della superficie recintata dell’esistente installazione Snam Rete Gas. Detto ampliamento non sarà previsto, invece, nel Nodo File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. Fg. 161 di 489 0 di Cortemaggiore. Nell'ambito delle stesse aree, il progetto prevede inoltre l'adeguamento della configurazione delle tubazioni esistenti con la realizzazione di nuove valvole interrate per assicurare l'interconnessione ai gasdotti in esercizio. Tutti gli impianti sopra descritti sono recintati con pannelli in grigliato di ferro zincato alti 2 m dal piano impianto e fissati, tramite piantana in acciaio, su cordolo di calcestruzzo armato dell’altezza dal piano campagna di circa 30 cm . Interventi su impianti esistenti In corrispondenza del punto iniziale del nuovo metanodotto, il progetto prevede inoltre: - la costruzione di un nuovo fabbricato B4 in muratura, ubicato all’interno della superficie recintata realizzata in ampliamento dell’impianto esistente; - la realizzazione di un punto di lancio/ricevimento pig provvisorio lungo il metanodotto “La Spezia - Cortemaggiore DN 750 (30”)” in esercizio, ubicato esternamente all’area impianto e delimitato da una recinzione temporanea. L’ubicazione degli impianti (vedi tab. 4.2/A - 4.2/B e Vol. 6, All. 9, Dis. LB-D-83207 “Documentazione fotografica - foto A1 ÷ A17) è indicata sull’allegata planimetria in scala 1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato in progetto”). Tab. 4.2/A: Ubicazione degli impianti e punti di linea Progr. (km) 0,000 0,000 1,040 7,400 7,980 15,725 20,670 25,775 26,475 28,960 29,105 29,950 33,045 33,510 35,825 38,230 38,480 41,120 Comune Località Impianto/punto di linea Strada di accesso (m) Sup. (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Mulazzo Nodo di Mulazzo (°) 915 Pontremoli Pontremoli PIL n. 1 300 Martinelli di sopra PIDI n. 2 350 C. del Mazzo PIL n. 3 350 Borgo Val di Taro Stabielle PIDI n. 4 (*) Albareto Borgo Val di Taro Albareto PIDI n. 5/Imp.di Case Brugné regolazione della 2000 pressione Compiano Breia PIDI n. 6 320 Borgo Val di Taro 120 150 - 90 - Compiano Il Molino PIL n. 7 300 - Bardi (°) Intervento realizzato in ampliamento dell’esistente Nodo di Mulazzo (*) impianto realizzato al'interno di un analogo File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fg. 162 di 489 Rev. 0 Tab. 4.2/A: Ubicazione degli impianti di linea (seguito) Progr. (km) Località Impianto/punto di linea Strada di accesso (m) Sup. (m2) 43,500 47,955 51,840 57,155 57,185 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi Molino dei Belli PIDI n. 8 330 Cogno di Grezzo PIDI n. 9 310 Morfasso Bardi 58,965 59,435 Bardi - Morfasso Bardi 60,135 Passo del Pelizzone 60,275 Bardi - Morfasso 69,825 70,285 70,735 74,380 78,955 83,115 84,910 89,210 93,715 96,335 97,975 99,460 100,860 101,755 102,985 104,660 104,860 105,145 105,950 Bore - Vernasca Vernasca 107,315 4.3 Comune Monte Mu Morfasso Vernasca Lugagnano Val d’Arda C. Nuova Castell’Arquato Carpaneto Piacentino Mulino delle Assi Fiorenzuola d’Arda Cadeo Fiorenzuola d’Arda S.Giacomo Piccolo Rio Mezzano Malcantone Cortemaggiore Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Cortemaggiore - PIDI n. 10/Imp.di riduzione della pressione 320 - PIL n. 11 310 - PIL n. 12 310 - PIDI n. 13 310 - PIDI n. 14 PIL n. 15 PIL n. 16 320 320 320 - Nodo di Cortemaggiore - - Manufatti (opere complementari) Lungo il tracciato del gasdotto saranno realizzati, in corrispondenza di punti particolari quali attraversamenti di corsi d’acqua, strade, ecc., interventi che, assicurando la stabilità dei terreni, garantiscano anche la sicurezza della tubazione. In genere tali interventi consistono nella realizzazione di opere di sostegno, e di opere idrauliche trasversali e longitudinali ai corsi d’acqua per la regolazione del loro regime File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 163 di 489 Rev. 0 idraulico. Le opere vengono generalmente progettate tenendo anche conto delle esigenze degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio. In particolare tra le opere fuori terra, oltre al ripristino delle opere esistenti interessate dai lavori di posa della nuova condotta e di rimozione della tubazione esistente, saranno realizzate opere di regimazione all’intersezione dei principali corsi d’acqua, opere di sostegno in corrispondenza delle scarpate delle sedi delle infrastrutture viarie attraversate e, più in generale, saranno realizzate opere per assicurare la stabilità dei versanti in corrispondenza di salti morfologici, assai diffusi nella prima metà del tracciato. Detti interventi, ove la nuova condotta è affiancata alle tubazioni in esercizio, consistono nel ripristino delle opere esistenti lungo le stesse e nell’eventuale loro prolungamento all’area di passaggio della nuova tubazione. Le tipologie degli interventi previsti ed il relativo presunto sviluppo longitudinale sono riportati nella tabella 4.3/A, la loro ubicazione è indicata sull’allegata planimetria in scala 1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 “Tracciato in progetto”), differenziando l’intervento tra opere longitudinali e trasversali all’asse della condotta. Tab. 4.3/A: Opere complementari Progr.va (km) 0,000 0,115 0,475 1,040 1,040 1,3701,380 2,590 3,060 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo - ricostruzione e prolungamento n. 2 difese spondali con scogliere in massi L tot = 50 m (Dis. LC-D-83467; sch. dim. 1 T. Carrara B) - - ricostruzione n. 1 difesa trasversale in massi L = 20 m (Dis. LC-D-83485; sch. dim. A); [Scheda 1] - - cunetta in massi L = 26 m (Dis. LC-D2 C. Coriana 83449, sch. dim. B); - - n. 2 ricostituzione spondale con 3 T. Teglia rivestimento in massi L tot = 50 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 2] Pontremoli - ricostruzione n. 1 muro in massi L = 25 m (Dis.LC-D-83431; sch dim. D) - - ricostruzione n. 1 regimazione di 4 C. Potiano piccoli corsi d’acqua con elementi prefabbricati in c.a. L = 25 m (Dis. LCD-83454; sch dim. B) - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 5 Noveleto (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 Ricostituzione alveo con massi L Rio della 6 = 35 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch Gazzola dim. B); [Scheda 4] (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 164 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 3,175 3,915 3,970 4,380 4,790 5,065 6,715 7,015 7,225 7,570 7,755 7,810 8,7308,995 9,165 9,305 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli - n. 1 ricostituzione alveo con massi L = 7 T. Gazzola 35 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch dim. B); [Scheda 5] Canale della - cunetta in massi L = 35 m (Dis. LC-D8 Negrola 83449, sch. dim. A) - n. 2 muro in massi L tot = 70 m (Dis.LC9 La Cascina D-83431; sch dim. B) - n. 2 muro in massi L tot = 70 m (Dis.LC10 Fosso d'Orsola D-83431; sch dim. A) - n. 3 muro in massi L tot = 75 m (Dis.LC11 Orsola D-83431; sch dim. B) - n. 2 ricostituzione spondale con 12 T. Gordana rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 6] - n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m 13 L'Orto di Andrea (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - ricostruzione n. 2 muro in gabbioni L tot 14 La Piana = 70 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) - n. 1 muro in gabbioni L 35 m (Dis. LC15 Pontremoli D-83434; sch dim. B) C. Martinelli di - ricostruzione n. 3 muri in gabbioni L tot 16 sotto 105 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) C. Martinelli di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 17 sopra (Dis. LC-D-83442; tipo A) C. Martinelli di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m 18 sopra (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 2 muri in massi L tot = 70 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C) - n. 3 difese spondali con scogliere in massi L tot = 130 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. C) [Scheda 8] 19 T. Betigna - n. 3 soglie in massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83485; sch dim. B) - ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L = 26 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) - ricostruzione n. 2 muro in pietrame L tot = 50 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2) - ricostruzione n. 1 muro di contenimento 20 Villa Caimi in c.a. L = 20 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - n. 2 difese spondali con scogliere in 21 T. Verde massi L tot = 70 m (Dis. LC-D-83467; sch. dim. B); [Scheda 9] (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 165 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 9,320 9,430 9,790 10,350 11,050 11,535 12,065 13,055 13,165 13,790 14,985 15,255 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli - ricostruzione n. 4 muri in pietrame L tot 21 Piano di Valle = 80 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2) - n. 1 muro in massi interrato L = 10 (Dis. 21 Piano di Valle LC-D-83432). Lame - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 22 d'Ambrogio (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 2 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. A) 23 Bruttomoro - n. 1 difesa trasversale in massi L = 6 m (Dis. LC-D-83485; sch dim. A) - n. 2 muri in massi L tot = 30 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 24 Boccedo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 100 m 25 Belcastrato (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L = 26 I Brogni 26 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) - ricostruzione n. 1 muro in pietrame L tot 27 Ca' Masina = 26 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2) - ricostruzione n. 3 muri in pietrame L tot 28 Ca' Masina = 75 m (Dis. LC-D-83430; tipo 2) - Cunetta in massi L = 35 m (Dis. LC-D29 Dardagneto 83449, sch. dim. A) - ricostruzione n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 20 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - n. 2 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L tot = 80 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. B) 30 T. Verdesina - n. 1 difesa trasversale in massi L = 15 m (Dis. LC-D-83485; sch dim. B); [Scheda 10] - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D83431; sch dim. B) - - n. 1 muro in gabbioni L = 50 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) - n. 1 trave di contenimento in c.a. L = 12 m (Dis. LC-D-83439; sch dim. B) 31 San Rocco - ricostruzione n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 26 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 166 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli - n. 3 muri in massi L = 105 (Dis. LC-D15,550 32 Groppo Muzza 83431; sch dim. B) - n. 1 muro in gabbioni L = 26 m (Dis. LC15,765 33 C. del Mazzo D-83434; sch dim. A) - n. 1 muro in gabbioni L = 26 m (Dis. LC15,890 34 C. del Mazzo D-83434; sch dim. A) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 16,135 35 Vergozzo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 16,840 36 La Pianaccia (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 16,885 37 La Pianaccia (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Capanne - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 17,085 38 Guerino (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m 17,450 39 Cocchiello (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m 17,820 40 M. Cocchiello (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 170 m 18,930 41 Arzolina (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m 19,105 42 Arzolina (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Passo del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 75 m 19,285 43 Brattello (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 2 paratie di pali trivellati L = 90 m 19,490Passo del (Dis. LC-D-83442; tipo A1) 44 19,595 Brattello - n. 1 trave di contenimento in c.a. L = 8 m (Dis. LC-D-83439; sch dim. B) 20,670 Borgo Val di Taro M. Croce di - doppia paratia di micropali tirantati L tot 20,995 45 Ferro = 80 m (Dis. LC-D-83443) M. Croce di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 21,370 46 Ferro - (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 3 muri in massi L tot = 80 m (Dis. LC22,315 47 La Cartera D-83431; sch dim. C) - n. 12 muri in massi L tot = 330 m (Dis. 22,630 48 Groppalbero LC-D-83431; sch dim. C) - ricostruzione n. 1 muro in gabbioni L = 23,390 49 Groppalbero 30 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 167 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 23,595 24,145 24,475 25,395 26,475 28,215 28,700 28,785 28,960 28,960 29,105 29,660 30,265 31,170 31,845 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Borgo Val di Taro - n. 7 muri in massi L tot = 210 m (Dis. LC-D-83431, sch dim. C) - n. 2 difese spondali con scogliere in 50 T. Tarodine massi L tot = 100 m (Dis LC-D-83467; sch dim. C) [Scheda 11] - n. 1 difesa trasversale in massi L = 40 m (Dis. LC-D-83485; sch dim. B); - doppia paratia di micropali tirantati L tot 51 Castellazzi = 80 m (Dis. LC-D-83443) - doppia paratia di micropali tirantati L tot 52 Castellazzi = 75 m (Dis. LC-D-83443) - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D53 C. Fontanini 83431; sch dim. C) Albareto - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D54 Case Cereto 83431; sch dim. B) - n. 4 muro in massi L tot = 120 m (Dis. 55 Case Cereto LC-D-83431; sch dim. C) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m 56 F. Taro - (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 2 difese spondali con scogliere in 57 F. Taro massi L tot = 120 m (Dis LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 13] Borgo Val di Taro Albareto - in sx idrografica n. 1 difesa spondale 58 con scogliere in massi L = 35 m (Dis LC-D-83467; sch dim. B); - in dx idrografica n. 1 ricostituzione F. Taro spondale con rivestimento in massi L = 59 30 (Dis. LC-D-83466; sch dim. A); - n.2 muri in massi L tot = 60 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C); [Scheda 14] - n. 2 ricostituzioni spondali con 60 T. Gotra rivestimento in massi L tot = 55 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 15] - n. 2 ricostituzione spondale con 61 F. Taro rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. A); [Scheda 16] - n. 1 Ricostituzione alveo con massi L = 62 T. Rizzone 30 m (Dis. LC-D-83473;tipo 1; sch dim. B); [Scheda 17] (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 168 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Albareto - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D32,205 63 Porpiano 83431; sch dim. A); 33,045 Compiano - n. 2 difese spondali con scogliere in massi L tot = 390 m (Dis. LC-D-83467; 33,82564 T. Ingegna sch dim. A); 34,080 - n. 1 difesa trasversale in massi L = 20 (Dis LC-D-83485; sch dim. B); - n. 1 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L = 40 m (Dis. LC35,250 65 Ronco Desiderio D-83466; sch. dim. B) - n. 1 difesa trasversale in c.a. L = 100 (Dis. LC-D-83487, sch dim. A) 35,260 Compiano 35,825 Borgo Val di Taro 35,855 Compiano - ricostruzione n. 4 pennelli in gabbioni L tot = 50 m (Dis. LC-D-83476; sch dim. 35,585B); 66 T. Ingegna 35,810 - n. 1 difesa spondale con scogliera in massi L = 200 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. A) [Scheda 19] 37,215 Borgo Val di Taro 38,230 Compiano 36,79538,240 67 Il Molino 38,400 68 Il Molino 41,120 41,155 - ricostruzione n. 1 briglia in c.a L = 15 m (Dis. LC-D-83487; sche dim. B) - n. 2 briglie in c.a L tot = 35 m (Dis. LCD-83487; sch dim. B) - n. 1 difesa spondale con scogliera in massi L = 100 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. A) [Scheda 20] - ricostruzione n. 1 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L = 30 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B); - n. 1 muro gradonato in gabbioni L = 30 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) - n. 1 muro in massi interrato L = 10 m (Dis. LC-D-83432) Bardi Compiano (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 169 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 41,260 42,050 42,060 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi - n. 1 ricostituzione spondale con Rio della 69 rivestimento in massi L = 30 m (Dis. LCDugara D-83466; sch dim. B) Compiano 42,230 Bardi 42,230 70 T. Toncina 42,550 42,660 71 42,900 72 43,040 73 Ca' Scappini 43,200 74 Ca' Scappini 43,285 75 Ca' Scappini 43,500 76 Sbalanzone - n. 1 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L = 30 m (Dis. LCD-83466; sch dim. B) [Scheda 22] Compiano 43,500 T. Toncina - n. 3 soglie in massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83485; sch dim. A); [Scheda 22] - n 1 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L = 40 m (Dis. LCD-83466; sch dim. B) - n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 60 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 40 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. A) - n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 50 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - Cunetta in massi L = 26 m (Dis. LC-D83449, sch. dim. B) Bardi 43,705 77 Sbalanzone 44,30044,475 78 T. Toncina 47,475 79 Centrale Idroelettrica 47,865 80 Molino dei Belli - n. 1 muro di contenimento in c.a. L = 25 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. A) - n. 1 difesa spondale con scogliera in massi L = 30m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B) - n. 2 pennelli in massi L tot = 20 (Dis. LC-D-83479; sch dim. B) - n. 1 ricostituzione alveo con massi L = 30 m (Dis. LC-D-83473, sch dim. B) - n. 1 muro di contenimento in c.a L = 25 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - n. 1 difesa spondale con scogliera in massi L = 50m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B) - ricostruzione n. 1 regimazione di piccoli corsi d’acqua con elementi prefabbricati in c.a. L = 35 m (Dis. LC-D-83454; sch dim. B) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 170 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi - n. 2 ricostituzione spondale con 48,685 81 T. Ceno rivestimento in massi L tot = 100 m (Dis. LC-D-83466; sch. dim. B); [Scheda 25] - n. 2 difese spondali con scogliere in 49,500 82 T. Ceno massi L tot = 100 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 27] - n. 2 difese spondali con scogliere in 49,645 83 T. Ceno massi L tot = 100 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 28] - n 3 briglie in c.a. L tot = 45 m (Dis. LC50,070D-83487; schema dim. B) 84 Bergamino 50,325 - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LC-D83431; sch dim. B) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m Dis. 51,165 85 Poggio Cadame LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m 51,225 86 Poggio Cadame (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 51,295 87 Poggio Cadame (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 2 muri in massi L tot = 60 m (Dis. LC51,425 88 Poggio Cadame D-83431, sch dim. B) Cogno di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 51,690 89 Grezzo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Cogno di - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 52,580 90 Grezzo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 53,390 91 Monte Spiaggi (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 53,465 92 Monte Spiaggi (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 30 m 53,585 93 Monte Spiaggi (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 53,650 94 Monte Spiaggi (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 54,235 95 Monte Crodolo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 54,355 96 Monte Crodolo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 54,500 97 Monte Crodolo (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - doppia paratia di micropali tirantati L tot 54,660 98 Prato Gemello = 90 m (Dis. LC-D-83443) - doppia paratia di micropali tirantati L tot 55,135 99 Groppo di Rosa = 80 m (Dis. LC-D-83443) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 171 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 55,175 55,215 56,090 56,515 57,155 57,185 57,210 58,150 58,380 58,580 58,600 58,690 58,925 58,965 59,160 59,275 59,435 59,580 59,725 59,890 60,225 60,275 60,375 60,550 60,925 num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi - n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m 99 Groppo di Rosa (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 99 M. Prarbera (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Rio della - Cunetta in massi L = 30 m (Dis. LC-D100 Bosona 83449, sch. dim. B) - Cunetta in massi L = 30 m (Dis. LC-D101 Castellaro 83449, sch. dim. B) Morfasso Bardi Morfasso - n. 1 muro in massi interrato L = 10 m 102 Groppo di Gora (Dis. LC-D-83432) - n. 1 paratia di pali trivellati L = 180 m 103 Groppo di Gora (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Bardi Morfasso Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 104 Pelizzone = 110 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 105 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Bardi - Morfasso Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 106 Pelizzone = 50 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 25 m 107 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Bardi Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 108 Pelizzone = 50 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 60 m 109 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 110 Pelizzone = 60 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 40 m 111 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Bardi - Morfasso Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 112 Pelizzone = 70 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - oppia paratia di micropali tirantati L tot = 113 Pelizzone 70 m (Dis. LC-D-83443) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m 114 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 172 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 61,050 61,265 61,335 61,355 61,900 62,105 62,160 62,425 62,880 62,935 63,330 63,355 63,520 64,535 64,535 num. ord. Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Morfasso - Bore 122 67,005 67,025 Località Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi - Morfasso Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 45 m 115 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Costa del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 30 m 116 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Costa del - doppia paratia di micropali tirantati L tot 117 Pelizzone = 60 m (Dis. LC-D-83443) Morfasso Valico del - n. 3 muri in massi L tot = 80 m (Dis. LC118 Pelizzone D-83431; sch dim. B) Valico del - n. 1 paratia di pali trivellati L = 130 m 119 Pelizzone (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Bardi - Morfasso Morfasso Bardi Morfasso Monte - doppia paratia di micropali tirantati L tot 120 Carameto = 70 m (Dis. LC-D-83443) Bardi - Morfasso Morfasso - Bore - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m 121 Ronco Frera (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Morfasso 65,925 66,865 Comune Monte Cornale - - doppia paratia di micropali tirantati L tot = 80 m (Dis. LC-D-83443) Monte Cornale - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 35 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) Morfasso 123 67,520 67,760 Bore Bore - Vernasca 67,97 124 Monte Cornale 68,180 125 Monte Cornale 68,410 126 Monte Cornale 68,515 127 Monte Cornale 68,725 128 68,920 129 Bocchetta di Sette Sorelle Bocchetta di Sette Sorelle - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 135 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 50 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 85 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 65 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 paratia di pali trivellati L = 175 m (Dis. LC-D-83442; tipo A1) - - n. 1 muro in massi L = 30 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C) (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 173 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) 69,030 69,210 num. ord. Comune Località Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Vernasca Bore 69,825 70,285 Bore - Vernasca Vernasca 72,620 130 M. Palazza 73,760 131 T. Arda 74,215 132 T. Arda 74,345 133 T. Arda 74,380 76,005 134 Spizzaraia - - n. 1 ricostituzione alveo con massi L = 30 m (Dis. LC-D-83473; sch dim. A); [Scheda 30] Vernasca 79,190 135 T. Arda 79,680 136 T. Arda 80,560 137 T. Arda 81,710 138 T. Arda 83,115 139 T. Arda 83,115 89,210 93,715 - n. 4 muri in massi L tot = 110 m (Dis. LC-D-83431; sch dim. C) - n. 3 muri in massi L tot = 85 m (Dis. LCD-83431; sch dim. C) - n. 1 muro in massi interrato L = 10 m (LC-D-83432) - n. 2 difese spondali con scogliere in massi L tot = 160 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 29] Morfasso 78,955 89,285 Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) - n. 1 muro in massi interrato L = 10 m (LC-D-83432) - n. 2 difese spondali con scogliere in massi L tot = 80 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 32] - n. 4 ricostruzione pennelli in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83479; sch dim. B); [Scheda 33] - n. 1 difesa spondale con scogliera in massi L = 35 m (Dis LC-D-83467; sch dim. B) [Scheda 34] - n. 2 ricostruzione pennelli in massi L tot = 35 m (Dis. LC-D-83479; sch dim. B); - n. 2 difese spondali con scogliere in massi L tot = 70 m (Dis. LC-D-83467; sch dim. B); [Scheda 35] Lugagnano Val d’Arda Castell’Arquato 140 T. Chiavenna - n. 2 ricostituzioni spondali con rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 37] Carpaneto Piacentino (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 174 di 489 Rev. 0 Tab. 4.3/A: Opere complementari (seguito) Progr.va (km) num. ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Fiorenzuola d’Arda - n. 2 ricostituzioni spondali con 99,425 141 T. Chiavenna rivestimento in massi L tot = 60 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 39] 99,460 Cadeo 100,860 Fiorenzuola d’Arda 97,975 105,950 Cortemaggiore (*) vedi Vol.7, All. 11 - (°) vedi Vol 8, All. 10 Oltre alle opere sopra riportate, la costruzione del metanodotto comporterà anche la realizzazione di opere di sostegno in legname (palizzate), la cui ubicazione puntuale viene determinata solo in fase di progetto esecutivo, e di altri interventi di ripristino consistenti in opere di regimazione delle acque superficiali (canalette presidiate da fascinate, fascinate, ecc.), la cui ubicazione puntuale può essere definita solo al termine dei lavori di rinterro della trincea ed in questa sede se ne segnala unicamente la posizione indicativa lungo il tracciato (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D-83206 “Opere di mitigazione e ripristino”). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 5 FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA 5.1 Fasi di costruzione COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 175 di 489 0 La realizzazione dell’opera prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che permettono di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto, avanzando progressivamente nel territorio. Le operazioni di montaggio della condotta in progetto si articolano nella seguente serie di fasi operative. 5.1.1 Realizzazione di infrastrutture provvisorie Con il termine di “infrastrutture provvisorie” s’intendono le piazzole di stoccaggio per l’accatastamento delle tubazioni (contraddistinte sulle tavole grafiche dalla lettera C), della raccorderia, ecc. (vedi foto 5.1/A). Le piazzole saranno, generalmente, realizzate a ridosso di strade percorribili dai mezzi adibiti al trasporto dei materiali. La realizzazione delle stesse, previo scotico e accantonamento dell’humus superficiale, consiste essenzialmente nel livellamento del terreno. Si eseguiranno, ove non già presenti, accessi provvisori dalla viabilità ordinaria per permettere l’ingresso degli autocarri alle piazzole stesse. Le aree di deponia temporanea sono generalmente realizzate in prossimità della fascia di lavoro. In fase di progetto, è stata individuata la necessità di predisporre 86 piazzole provvisorie di stoccaggio, lungo il tracciato della condotta principale. Tutte le piazzole sono collocate in corrispondenza di superfici prative o a destinazione agricola (vedi tab. 5.1/A); l’ubicazione indicativa delle piazzole è riportata nell’allegata planimetria in scala 1:10.000 (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto”). Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie Progr. (km) 0,000 0,000 1,120 1,040 2,090 3,145 4,945 5,150 5,840 7,095 8,145 8,725 9,245 10,450 Comune Località Sup. 2 (m ) num. ordine Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Arpiola C1 Migliarina C2 Pontremoli Piano di Gazzola C3 Novoleto C4 Loc. dei Fre C5 Groppo Montone C6 Bronzone C7 Pontremoli C8 C. dei Ratti C9 C. Figaroli C10 La Serra C11 Vaderze C12 6000 3000 3000 3000 4000 2500 2500 2500 3000 1500 3000 3000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 176 di 489 0 Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito) Progr. (km) 11,745 12,900 13,795 15,700 16,740 18,140 19,410 20,670 20,700 23,760 25,295 25,855 26,475 26,560 26,815 28,420 28,960 29,105 29,210 29,995 30,610 31,580 32,365 33,045 33,655 35,105 35,825 35,855 36,735 37,215 38,230 38,375 42,230 42,385 42,550 43,000 43,500 44,360 45,955 47,535 47,975 Comune Località Sup. 2 (m ) num. ordine Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli C. Belcastrato C13 C.Maratta C14 La Piana C15 Groppo Muzza C16 La Pianaccia C17 Borra dei Preti C18 Tomellino C19 Borgo Val di Taro Monte Croce di Ferro C20 Case del Freddo C21 Fontanini C22 C.Stobielle C23 Albareto C.Novo C24 C.Selcchietto C25 C.Cereto C26 Borgo Val di Taro Albareto C.Casorola C27 C.Brugné C28 Molino de Campi C29 Bertorella C30 Porpiano C31 Compiano Cascina Costa dei Rossi C32 Ronco Desiderio C33 Borgo Val di Taro Compiano Scanabecco C34 Borgo Val di Taro Compiano Il Mulino C35 Bardi La Burrona C36 Compiano C. Stoppini C37 Bardi Casa Grassa C38 Sgaralosso C39 Centrale Idroelettrica C40 I Belli C41 3000 2500 2000 2500 2500 3000 2500 2500 3000 2500 5000 2500 2000 3000 3000 4000 3000 2000 3000 3000 6000 4000 2500 2500 2500 3000 3000 3000 3000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 177 di 489 0 Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito) Progr. (km) 48,425 49,840 51,395 51,825 52,465 53,270 56,765 57,155 57,185 57,210 58,205 58,580 58,600 58,965 59,435 60,195 60,275 61,355 61,575 61,805 62,160 62,290 62,425 62,880 65,925 67,005 67,290 67,330 67,520 67,760 68,075 69,030 69,125 69,210 69,260 69,825 70,285 70,680 73,645 74,380 75,180 75,810 Comune Località Sup. 2 (m ) num. ordine Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi I Belli C42 Vischeto di Ià C43 Poggio Cadame C44 Cogno di Grezzo C45 Cogno di Grezzo C46 Monte Spiaggi C47 Colle del Castellaccio C48 Morfasso Bardi Morfasso Groppo di Gora C49 Bardi Morfasso Bardi - Morfasso Bardi Frana di Cogno C50 Bardi - Morfasso Morfasso Valico di Monte Pelizzone C51 Valico di Monte Pelizzone C52 Bardi - Morfasso Zucchello C53 Morfasso Bardi 3000 3000 2000 1500 2500 3000 5000 2500 2500 2500 2500 5000 Morfasso - Bore Morfasso Monte Cornale Monte Cornale C54 C55 2500 2500 Monte Cornale C56 2500 Bocchetta di Sette Sorelle C57 2000 Monte Mu Cà Sarzin C58 C59 2500 3000 Case Bazzini Gazzola C60 C61 3000 2500 Bore Bore - Vernasca Vernasca Bore Vernasca Bore - Vernasca Vernasca Morfasso File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 178 di 489 0 Tab. 5.1/A: Ubicazione delle infrastrutture provvisorie (seguito) Progr. (km) 78,955 79,360 79,870 80,870 81,865 82,875 83,115 84,870 87,315 88,875 88,925 89,210 89,835 90,660 91,750 93,285 93,715 93,975 96,400 97,970 97,975 98,055 99,460 100,820 100,860 100,915 101,670 102,975 104,320 104,700 104,860 105,145 105,950 106,935 107,315 Comune Località Sup. 2 (m ) num. ordine Metanodotto Ponttremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Vernasca Loc. Lagoni C62 Casa dell'Arda C63 Bara di Teodoro C64 Segata di Mezzo C65 Rio della Fornace C66 Lugagnano Val d’Arda Cà Susanna C67 Chiavenna Rocchetta C68 Cereto C69 Cereto C70 Castell’Arquato Casa Vecchia C71 La Pustella C72 Costa San Bartolomeo C73 Belvedere di Sotto C74 Carpaneto Piacentino Massano di Sotto C75 M. delle Assi C76 Malcantone di Sopra C77 Fiorenzuola d’Arda Malcantone di Sopra C78 Cadeo La Magnona C79 Fiorenzuola d’Arda La Magnona C80 San Giacomo Piccolo C81 Rio Mezzano C82 C. Ramella C83 Malcentone C84 Cortemaggiore Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Casanova C85 Casanova C86 3000 2500 2500 2500 2500 3000 3000 2000 2000 2000 2000 3000 2500 2000 4000 2000 2500 2500 2500 2000 3000 1000 3000 2000 2500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 179 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/A: Piazzola di accatastamento tubazioni 5.1.2 Apertura dell’area di passaggio Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno l’apertura di una pista di lavoro, denominata “area di passaggio” (vedi foto 5.1/B). Questa pista dovrà essere la più continua possibile ed avere una larghezza tale da consentire la buona esecuzione dei lavori ed il transito dei mezzi di servizio e di soccorso. Nelle aree occupate da boschi, vegetazione ripariale e colture arboree (vigneti, frutteti, ecc.), l’apertura dell’area di passaggio comporterà il taglio delle piante, da eseguirsi al piede dell’albero secondo la corretta applicazione delle tecniche selvicolturali, e la rimozione delle ceppaie. Nelle aree agricole sarà garantita la continuità funzionale di eventuali opere di irrigazione e drenaggio ed in presenza di colture arboree si provvederà, ove necessario, all’ancoraggio provvisorio delle stesse. In questa fase si opererà anche lo spostamento di pali di linee elettriche e/o telefoniche eventualmente ricadenti nella fascia di lavoro. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 180 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/B: Apertura dell’area di passaggio Nel caso in esame, la fascia di lavoro normale per la messa in opera della condotta del metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” in progetto avrà una larghezza complessiva pari a 26 m, ovvero 30 m, a seconda che sia o meno in parallelismo con il metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30”)” di cui è prevista la dismissione (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301 fg. 1-2 di 4) e dovrà soddisfare i seguenti requisiti: • su un lato dell’asse picchettato, uno spazio continuo rispettivamente di circa 11 ovvero 15 m, per il deposito del materiale di scavo della trincea; • sul lato opposto, una fascia disponibile della larghezza di circa 15 m dall’asse picchettato, per consentire: - il deposito del terreno vegetale e l’assiemaggio della condotta; - il passaggio dei mezzi occorrenti per l’assiemaggio, il sollevamento e la posa della condotta e per il transito dei mezzi adibiti al trasporto del personale, dei rifornimenti, dei materiali e per il soccorso. In tratti caratterizzati dalla presenza di manufatti (muri di sostegno, opere di difesa idraulica, ecc.) o da particolari condizioni morfologiche (percorrenze in prossimità di sponde fluviali) e vegetazionali (presenza di vegetazione arborea d’alto fusto), tale larghezza potrà, per tratti limitati, essere ridotta ad un minimo di 22 m ovvero 26 m, a seconda che la nuova condotta DN 900 (36”) sia in parallelismo o meno con la File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 181 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 tubazione DN 750 (30”) in dismissione, rinunciando, nel tratto, alla possibilità di transito con sorpasso dei mezzi operativi e di soccorso. La fascia di lavoro ristretta (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301 fg. 1-2 di 4), dovrà soddisfare i seguenti requisiti: • su un lato dell’asse picchettato, uno spazio continuo di circa 9 m (ovvero di 13 m nei tratti in parallelismo alla tubazione in dismissione), per il deposito del materiale di scavo della trincea; • sul lato opposto, una fascia disponibile della larghezza di 13 m dall’asse picchettato per consentire: - il deposito del terreno vegetale e l’assiemaggio della condotta; - il passaggio dei mezzi occorrenti per l’assiemaggio, il sollevamento e la posa della condotta. Il progetto, in corrispondenza del suo settore iniziale, prevede la posa della nuova condotta DN 900 (36”) in stretto parallelismo al metanodotto “Pontremoli - Parma DN 750 (36”)” in esercizio; in tale tratto, l’area di passaggio avrà una larghezza pari a 26 m, di cui 10 m dedicati al deposito del materiale di risulta dello scavo e 16 m necessari per l’assiemaggio della condotta ed il transito dei mezzi operativi (vedi Vol. 7, All. 11 Dis. LC-D-83301 fg 1 di 4). In corrispondenza dei brevi tratti ove la condotta principale DN 900 (36”) in progetto è, infine, posta in parallelismo oltre che al metanodotto “Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (30”)” in dismissione al "Rifacimento Derivazione per Gropparello DN 150 (6")", ed al "Rifacimento Derivazione per Bedonia DN 150 (6”), l’ampiezza dell’area di passaggio risulterà rispettivamente pari a 38 m (vedi Vol. 7 All. 11 – Dis. LC-D-83301 fg. 4 di 4) ed a 30 m (vedi Vol. 7 All. 11 – Dis. LC-D-83301 fg. 3 di 4). Per quanto riguarda le linee secondarie, la larghezza dell'area di passaggio varia in funzione del diametro e dalla presenza o meno di condotte in esercizio in stretto parallelismo (vedi tab. 5.1/C e Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83302). Tab. 5.1/C: Area di passaggio per linee secondarie connesse alle realizzazione del metanodotto “Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36”)” Diametro condotta DN 100 150 250 Area di passaggio ristretta (m) Area di passaggio normale (m) non in parallelismo a tubazioni esistenti in parallelismo a tubazioni esistenti non in parallelismo a tubazioni esistenti 5m >5 e <10 m 14 20 24 12 16 - - 14 In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture (strade, metanodotti in esercizio, ecc.), di corsi d’acqua e di aree particolari (imbocchi tunnel, impianti di linea), l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore ai valori sopra riportati per evidenti esigenze di carattere esecutivo ed operativo. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 182 di 489 0 L’ubicazione dei tratti in cui si renderà necessario l’ampliamento delle fasce di lavoro sopra indicate è riportata nell’allegato grafico (vedi Vol. 5, All. 6 - Dis. LB-D-83201 “Tracciato di Progetto”), mentre la stima delle relative superfici interessate è riportata nella Tabella 5.1/D . A riguardo si evidenzia che in corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta DN 900 (36") è posta in stretto parallelismo alla tubazione DN 750 (30") in dismissione, le superfici espresse nella stessa tabella saranno utilizzate, sia per la messa in opera della prima, sia, in tempi successivi, per la rimozione della seconda; conseguentemente dette superfici sono rappresentate unicamente sulle tavole planimetriche dedicate alla messa in opera della nuova condotta (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 "Tracciato di progetto" - tav. 1 ÷ 33). In aggiunta, per i tratti in scostamento, le superfici di allargamento dell’area di passaggio previste per la dismissione della condotta esistente sono rappresentate invece nelle tavole relative alla dismissione (tav. 1A ÷ 33A). Lo stesso criterio si applica per le linee secondarie (in progetto ed in dismissione). Prima dell’apertura della fascia di lavoro sarà eseguito, ove necessario, l’accantonamento dello strato humico superficiale a margine della fascia di lavoro per riutilizzarlo in fase di ripristino. In questa fase verranno realizzate talune opere provvisorie, come tombini, guadi o quanto altro serve per garantire il deflusso naturale delle acque. I mezzi utilizzati saranno in prevalenza cingolati consistenti in ruspe, escavatori e pale caricatrici. Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 0,000 Massa Carrara Mulazzo Pianfurcano\Realiz. Punto 0,000-0,080 lancio\ricevimento pig 0,130-0,215 Arpiola\Attrav. T. Carrara 0,935-1,040 Migliarina\Attrav. T. Teglia 1,040 Pontremoli 1,040-1,100 Migliarina\Attrav. T. Teglia 1,365-1,395 C. Potiano\Attrav. Rio del Pino Piano di gazzo \Realizzazione 2,010-2,130 microtunnel 2,335-2,455 Noveleto\Realiz. microtunnel Noveleto\Attrav. gasdotto DN 750 2,515-2,715 (30”) in dismissione 2,815-2,880 Novoleto\Percorrenza alveo La Mattona di Sopra\ Attrav. 3,705-3,755 gasdotto DN 750 (30”) in dismissione 10000 4400 2400 2400 1000 5000 3000 2000 1000 500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 183 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Massa Carrara Pontremoli La Cascina\Attrav. Canale della 3,910-3,940 Negrola Saliceto\ttrav. gasdotto DN 750 4,400-4,440 (30”) in dismissione e Fosso d’Orsola 4,985-5,010 M. San Ginesio\Attrav. SP n.36 M. San Ginesio\Attrav. T. 5,010-5,060 Gordana M. San Ginesio\Attrav. T. 5,090-5,210 Gordana e gasdotto DN 750 (30”) in dismissione Groppo Montone\Realizzazione 5,400-5,500 microtunnel Cà dei Venti\Realizzazione 5,770-5,835 microtunnel 5,955-5,970 La Buffina\Attrav. corso d’acqua 6,085-6,110 La Buffina\Attrav. corso d’acqua L’Orto di Andrea\Attrav. Fosso 6,310-6,370 della Borghesa L’Orto di Andrea\Attrav. Fosso 6,440-6,460 della Michela La Piana\Attrav. Fosso della 6,965-7,030 Piana La Piana\Attrav. gasdotto DN 750 7,080-7,115 (30”) in dismissione Pontremoli\ Attrav. gasdotto DN 750 (30”) in dismissione, linea 7,245-7,465 ferr. “Parma - La Spezia” e realiz. PIL n. 1 Pontremoli\Attrav. linea ferr. 7,505-7,530 “Parma - La Spezia” C. Martinelli di Sopra\Realiz. PIDI 7,950-8,015 n. 2 C. dei Ratti\Realizzazione 8,135-8,255 microtunnel C. dei Ratti\Realizzazione 8,425-8,490 microtunnel 8,540-8,560 C. di Lucchino\Attrav. strada C. Figaroli\Attrav. strada 8,675-8,715 comunale 8,750-8,895 C.Figaroli\Attrav. T. Betigna 1000 1000 500 3500 4000 5000 2500 1000 1000 1500 500 2000 2000 6800 1000 3000 5000 3000 1000 1000 4000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 184 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Massa Carrara Pontremoli 9,150-9,235 Villa Caimi\Attrav. SP n. 63 9,265-9,300 Villa Caimi\Attrav. T. Verde 9,315-9,355 Villa Caimi \Attrav. T. Verde 9,370-9,455 La Serra\Realizzaz. microtunnel Piano di Valle\Realizzazione 9,695-9,755 microtunnel 10,335-10,400 Vaderze\Attrav. Fosso Bruttomoro C.Belcastrato\Attrav. gasdotto DN 11,635-11,745 750 (30”) in dismissione e SP n. 39 “del Bratello” Murelli di Sopra\Attrav. SP n. 39 11,970-12,015 “del Bratello” 12,055-12,090 I Broni\Attrav. strada Cà Masina\Attrav. SP n. 39 “del 12,830-12,880 Bratello” e Fosso della Selva Cà Masina\Attrav. SP n. 39 “del 12,890-12,910 Bratello” 13,005-13,030 Cà Masina\Attravers. strada 13,145-13,195 Biancolino\Realiz. microtunnel 13,705-13,750 La Piana\Realiz. microtunnel La Piana\Attrav. Fosso del 13,775-13,840 Dardagneto La Piana\Attrav. SP n. 39 “del 13,935-13,955 Bratello” La Piana\Attrav. SP n. 39 “del 13,975-14,005 Bratello” La Piana\Realizzazione Opere 14,140-14,165 Accessorie La Piana\Realizzazione Opere 14,320-14,350 Accessorie Campo Molina\Attrav. corso 14,885-15,005 d’acqua 15,075-15,090 Campo Molino\Attrav. strada 15,320-15,350 San Rocco\Attrav. strada 15,670-15,745 C. del Mazzo\Realiiz. PIL n. 3 Vergozzo\Attrav. gasdotto DN 750 16,080-16,100 (30”) in dismissione 1500 3500 2000 4000 4000 3000 500 500 500 1500 1000 500 5000 2500 2000 1000 500 500 500 2500 500 500 3000 500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 185 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Massa Carrara Pontremoli La Pianaccia\Attravers. Attrav. 16,655-16,685 gasdotto DN 750 (30”) in dismissione Capanna Guerino\Attrav. gasdotto 16,970-17,000 DN 750 (30”) in dismissione Capanna Guerino\Attrav. gasdotto 17,415-17,450 DN 750 (30”) in dismissione M. Cocchiello\Attrav. gasdotto DN 17,985-18,025 750 (30”) in dismission Passo del Brattello\Attravers. SP 19,540-19,620 n. 39 e T. Arzola 20,670 Parma Borgo Val di Taro Casa del Freddo\Attrav. SP n. 20 e 23,360-23,560 T. Tarodine 24,730-24,790 Il Palazzo\Realiz. microtunnel 25,255-25,280 C.Fontanini\Realiz. microtunnel C.Fontanini\Attrav. strada 25,375-25,405 comunale 25,770-25,805 C Stabielle\Realizzazione PIDI n. 4 26,000-26,055 C. Stabielle\Attrav. Canale Riccò 26,475 Albareto 26,640-26,665 C. Novo\Attrav. Rio di Farneto Monte Chiaro\ Attrav. gasdotto DN 26,785-26,835 750 (30”) in dismissione 27,585-27,610 C. Signorini\Attrav. incisione C.Casorola\Attrav. SP ex SS n. 28,755-28,770 523 C.Casorola\ Attrav. SP ex SS n. 28,785-28,805 523 28,900-28,960 C.Casorola\Realiz. microtunnel 28,960 Borgo Val di Taro 28,960-29,040 C.Casorola\Realiz. Microtunnel 29,105 Albareto 29,340-29,760 Palazzo Brugné\Attrav. F. Taro 29,935-29,965 C. Brugné\Realizzazione PIDI n. 5 30,190-30,325 Molino di Campi\Attrav. T. Gotra Molino di Campi\Attrav. gasdotto 30,540-30,565 DN 750 (30”) in dismissione 30,780-31,425 Campi\Attrav. F. Taro 31,440-31,500 Bertorella\Attrav. SP n. 3 31,810-31,865 Porpiano\Attrav. T. Rizzone 500 500 500 500 2500 5000 4000 2000 1000 3000 2000 500 1500 1000 500 500 7000 8000 25000 6000 10000 500 23000 1000 1500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 186 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Parma Albareto Porpiano\ Attrav. gasdotto DN 31,980-32,025 750 (30”) in dismissione 32,190-32,230 Porpiano\Attrav. SP n. 3 32,485-32,560 Cannificio\Realiz. microtunnel 32,835-32,880 Cannificio\Realiz. microtunnel 32,985-33,045 Breio\Attrav. T. Ingegna 33,045 Compiano 33,045-33,115 Breio\ Attrav. T. Ingegna Cascina Costa dei Rossi\ Realiz. 33,410-33,450 PIDI n. 5 Cascina Costa dei Rossi\Realiz. 33,540-33,575 PIDI n. 5 C. Segaie\Percorrenza alveo T. 33,700-34,305 Ingegna e attrav. gasdotto DN 750 (30”) in dismissione Ronco Desiderio\Attrav. gasdotto 35,090-35,145 DN 750 (30”) in dismissione Strela\ Percorrenza alveo T. 35,235-35,825 Ingegna 35,825 Borgo Val di Taro Strela\ Percorrenza alveo T. 35,825-35,855 Ingegna 35,855 Compiano Strela\ Percorrenza alveo T. 35,855-36,670 Ingegna Il Molino\ Percorrenza alveo T. 36,725-37,215 Ingegna 37,215 Borgo Val di Taro Il Molino\ Percorrenza alveo T. 37,215-37,345 Ingegna 37,345 Compiano Il Molino\ Percorrenza alveo T. 37,345-37,745 Ingegna 37,745 Borgo Val di Taro Il Molino\ Percorrenza alveo T. 37,745-37,760 Ingegna 37,760 Compiano Il Molino\ Percorrenza alveo T. 37,760-38,200 Ingegna 38,200 Borgo Val di Taro Il Molino\ Percorrenza alveo T. 38,200-38,215 Ingegna 500 1000 4000 2000 3000 5000 1500 3000 20000 1500 25000 1500 28500 25000 500 18500 1500 17000 2500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 187 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 38,230 Parma Compiano 38,285-38,320 Il Molino\Attrav. Rio Scanabecco Il Molino\Realiz. PIL n. 7 e 38,430-38,495 microtunnel 41,120 Bardi 41,155 Compiano 41,260 Bardi 42,025-42,060 La Burrona\Realiz. microtunnel 42,060 Compiano 42,060-42,100 La Burrona\ Realiz. microtunnel 42,100 Bardi 42,100-42,115 La Burrona\ Realiz. microtunnel 42,130 Compiano 42,225-42,230 La Burrona\Attrav. T. Toncina 42,230 Bardi 42,230-42,290 La Burrona\ Attrav. T. Toncina 42,550 Compiano Casa Scappini\ Attrav. T. 42,600-42,690 Toncina Casa Scappini\Attrav. gasdotto 42,900-42,925 DN 750 (30”) in dismissione 43,335-43,360 Sbalanzone\Realiz. microtunnel 43,500 Bardi 43,520-43,540 Sbalanzone\Realiz. microtunnel 43,770-43,795 La Casa\Realiz. microtunnel 43,960-44,015 La Casa\Realiz. microtunnel Casa Grassa\ Attrav. gasdotto 44,525-44,560 DN 750 (30”) in dismissione Casa Grassa\ Attrav. gasdotto 44,700-44,730 DN 750 (30”) in dismissione Campo\ Attrav. gasdotto DN 750 44,935-44,965 (30”) in dismissione Credarola\Percorrenza e 45,165-47,520 attravers. alveo T. Toncina 47,675-47,690 Molino dei Belli \ Attrav. strada 47,735-47,745 Molino dei Belli\Attrav. strada 47,835-47,860 Molino dei Belli\ Attrav. strada Molino dei Belli\ Attrav. gasdotto 47,925-47,950 DN 750 (30”) in dismissione 47,985-48,025 Molino dei Belli\ Realiz. PIDI n.8 Superf. (m2) 1500 4000 1500 1500 1000 100 900 1500 500 2000 3000 2000 3000 500 500 500 95000 500 500 1000 500 3000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 188 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Parma Bardi Dischetto di Là\Percorrenza e 48,435-49,805 attrav. alveo T. Ceno Pietra Cervara\Attrav. SP ex SS 49,970-50,045 n. 359 Pietra Cervara\Attrav. strada 50,305-50,315 comunale Pietra Cervara\Attravers. strada 50,325-50,340 comunale 51,810-51,865 Cogno di Grezzo\Realiz. PIDI n.9 53,785-53,815 M. Crodolo\Realiz. microtunnel 54,195-54,220 M. Crodolo\Realiz. microtunnel Rio della Bosana\Attravers. Rio 56,085-56,120 della Basona 56,500-56,530 Castellaro\Attrav. Rio del Groppo Colle il Castellaccio\Realiz. 56,930-56,985 microtunnel 57,155 Piacenza Morfasso 57,185 Parma Bardi 57,210 Piacenza Morfasso Groppo di Gora\ Realiz. 58,135-58,175 microtunnel 58,580 Parma Bardi 58,600 Piacenza Morfasso 58,965 PR - PC Bardi - Morfasso 59,435 Parma Bardi Frana di Cogno\Realiz. PIDI 60,115-60,160 n. 10 60,275 PR - PC Bardi - Morfasso 61,355 Piacenza Morfasso Valico M. Pelizzone\Attravers. 61,790-61,820 strada Valico M. Pelizzone\Risalita 61,835-61,865 versante acclive Valico M. Pelizzone\ Risalita 62,065-62,100 versante acclive. 62,160 PR - PC Bardi - Morfasso 67,005 67,280-67,315 Piacenza 90000 1500 500 500 3000 3500 2000 1000 1000 4000 5000 5000 500 3000 2000 Morfasso Monte Cornale\Realiz. microtunnel 3000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 189 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto 67,520 Parma Bore 67,760 PR - PC Bore - Vernasca Monte Cornale\ Realiz. 67,870-67,930 microtunnel Malinverno\Attrav. strada 68,685-68,690 comunale Bocchetta di Sette Sorelle\Attrav. 68,790-68,830 strada comunale Bocchetta di Sette Sorelle\Attrav. 68,895-68,930 strada comunale 69,030 Piacenza Vernasca 69,210 Parma Bore 69,260 Piacenza Vernasca 69,285-69,340 Bore\Realiz. microtunnel 69,825 PR - PC Bore - Vernasca 69,825 69,980-70,030 70,285 70,705-70,760 73,965-74,000 74,265-74,295 74,315-74,380 74,380 74,380-74,660 74,840-74,875 75,000-75,035 75,135-75,160 75,250-75,330 75,975-76,080 76,280-76,360 78,955 79,055-79,120 79,590-79,890 79,955-80,000 PR - PC Piacenza Bore - Vernasca Bore\Realiz. microtunnel Vernasca Monte Mu\Realiz. PIL n. 11 Bordetto\Realiz. microtunnel Bordetto\Realiz. microtunnel Case Rattoni\Attrav. T. Arda Morfasso Case Rattoni\Attrav. T. Arda Case Rattoni\Attrav. Rio Caselle Case Rattoni\Attrav. corso d'acqua Case Rattoni\Attrav. corso d'acqua Gazzola\Realiz. microtunnel Gazzola\Realiz. microtunnel e attrav. Rio Spizzaraia San Giorgio\Realiz. microtunnel Vernasca Mignano di Sotto\Realiz. microtunnel Mocamero\Attrav. T. Arda Mocamero\Realiz. microtunnel 2000 500 500 1000 3000 2000 3000 3000 3000 2000 18000 500 500 500 3000 3000 4000 4000 10000 2000 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 190 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Piacenza Vernasca Molino Teodoro\Realiz. 80,345-80,925 microtunnel e attrav. e percorrenza alveo T. Arda 82,160-82,200 Casa Vinciri\Realiz. microtunnel 82,425-82,475 Casa Vinciri\Realiz. microtunnel Moline di Sotto\Attravers. SP 82,855-82,905 n. 21 82,980-83,115 Pianella Piccola\Attrav. T. Arda 83,115 Lugagnano Val d’Arda Pianella Piccola\Attrav. T. Arda e 83,115-83,275 realiz. microtunnel Lugagnano Val d’Arda\Realiz. 83,840-83,865 microtunnel Collinetta\Percorrenza alveo T. 84,010-84,100 Chiavenna 84,890-84,930 Casa Orsi\Realiz. PIL n. 12 Montezago\Attrav. Rio del 85,975-85,995 Busone Chiavenna Rocchetta\Attrav. 87,355-87,395 strada 88,045-88,075 Tiralini\Attrav. strada 88,890-88,910 Cereto\Attrav. strada 89,210 Castell’Arquato 89,215-89,355 C. Paoloni\Attrav. T. Chiavenna 89,855-89,885 Mugnelli di Sotto\Attrav. strada Casa Vecchia\Attravers. strada 89,930-89,990 comunale 90,680-90,820 Marone\Attrav. Rio del Marone 91,110-91,155 La Pusteria\Attrav. Rio Pusterla Compasso Moschini\Attrav. 91,185-91,220 strada comunale Costa San Bartolomeo\Attrav. 91,780-91,870 Rio dei Lupini Belvedere di Sotto\Attrav. Rio 93,700-93,715 Rimore 93,715 Carpaneto Piacentino Belvedere di Sotto\Attrav. Rio 93,715-93,765 Rimore 94,215-94,230 Massana di Sotto\Attrav. SP n. 6 Massana di Sotto\ Attrav. SP n. 6 94,245-94,300 e corso d'acqua 65000 2000 3000 500 8000 12000 2000 1000 3000 500 1000 1000 500 3000 500 1000 2000 1000 1000 1000 1000 2000 500 1500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 191 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Piacenza Carpaneto Piacentino Colombarone delle Corti\Attrav. 95,885-95,945 gasdotto DN 750 (30”) in dismissione 96,335-96,420 M. delle Assi\Realiz. PIDI n. 13 97,440-97,475 Palazzo Ansaldi\Attrav. strada 97,975 Fiorenzuola d’Arda Malcantone di Sopra\Attrav SP 98,010-98,050 n. 6 C. Brigati\Attrav. strada 98,325-98,405 comunale C. Brigati\Attrav. strada 98,615-98,675 comunale Ruota Vecchia\Attravers.T. 99,310-99,460 Chiavenna 99,460 Cadeo Ruota Vecchia\Attravers.T. 99,460-99,515 Chiavenna Canale S. Protaso\Attrav. Canale 99,765-99,865 S. Protaso Il Belvedere\Attrav. strada 100,775-100,860 comunale 100,860 Fiorenzuola d’Arda Il Belvedere\Attrav. strada 100,860-100,900 comunale S. Giacomo Piccolo\Attrav. SS 101,565-101,650 n. 9 S. Giacomo Piccolo\Realizz. PIDI 101,730-101,775 n. 14 Sobadino Trabucchi\Attrav. linea 101,935-101,975 ferr. "Milano - Bologna" Sobadino Trabucchi\Attrav. linea 102,000-102,040 ferr. "Milano - Bologna" 102,985-103,030 Rio Mezzano\Realiz. PIL n. 15 104,035-104,100 C. Romella\Attrav. autostrada A1 104,160-104,210 C. Romella\Attrav. autostrada A1 Malcantone\Attrav. Linea ferrov. 104,345-104,415 TAV 1000 5000 500 1500 1500 1500 6000 2000 2000 1200 800 2000 3000 1000 1000 3000 1000 1000 1500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 192 di 489 0 Tab. 5.1/D: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva (km) Provincia Comune Superf. (m2) Località/motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Piacenza Fiorenzuola d’Arda Malcantone\Attrav. Linea ferrov. 104,460-104,515 TAV 104,675-104,740 Malcantone\Realiz. PIL n. 16 104,860 Cortemaggiore 105,145 Fiorenzuola d’Arda Borionello\ Attrav. gasdotto DN 105,790-105,825 750 (30”) in dismissione 105,915-105,950 Borionello\Attrav. Rio Mezzano 105,950 Cortemaggiore 105,950-105,995 Borionello\Attrav. Rio Mezzano Trovacone\Attravers. autostrada 106,230-106,280 A1-A21 Trovacone\Attravers. autostrada 106,335-106,405 A1-A21 1500 3000 500 1000 1000 1000 1000 L’accessibilità all’area di passaggio è normalmente assicurata dalla viabilità ordinaria, che, durante l’esecuzione dell’opera, subirà unicamente un aumento del traffico dovuto ai soli mezzi dei servizi logistici. I mezzi adibiti alla costruzione invece utilizzeranno l’area di passaggio messa a disposizione per la realizzazione dell’opera. Oltre alle arterie statali e provinciali, l’accessibilità al tracciato è assicurata dalla esistente viabilità secondaria costituita da strade comunali, vicinali e forestali, spesso in terra battuta, che trova origine dalla citata rete viaria (vedi tab. 5.1/F e Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto” - strade evidenziate in colore verde). L’accesso dei mezzi al tracciato richiederà la realizzazione di opere di adeguamento di tali infrastrutture; consistenti principalmente nella ripulitura ed adeguamento del sedime carrabile e nella sistemazione delle canalette di regimazione delle acque meteoriche. Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente Progr. (km) 0,000 0,000 0,295 1,040 1,100 2,120 Comune Località Lung-za (m) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Pianfurgano 530 Accesso piazzola C1 C Coriana 1800 Accesso area di passaggio Pontremoli Villa Ghelfi 770 Accesso piazzola C2 Potiano 145 Accesso piazzola C3 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 193 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito) Progr. (km) 2,480 3,205 4,120 4,940 5,235 5,705 7,020 7,410 8,120 9,110 10,340 10,825 12,065 12,625 13,605 14,940 15,330 16,085 16,730 17,430 18,070 18,140 18,410 20,485 20,670 20,915 21,190 21,235 21,940 23,855 24,425 24,815 24,915 26,270 26,455 Comune Località Lung-za (m) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli Accesso imbocco microtunnel Gazzola 120 Autostrada A15 (1° attrav.) Noveleto 350 Accesso piazzola C4 Saliceto 1335 Accesso area di passaggio Orsola 70 Accesso piazzola C5 Accesso imbocco di monte Groppo Montone 315 microtunnel Autostrada A15 (2° attrav.) Accesso imbocco di valle La Buffina 2055 microtunnel Autostrada A15 (2° attrav.) e piazzola C7 La Piana 240 Accesso piazzola C8 C. Martinelli di Sotto 1115 Accesso area di passaggio C. di Lucchino 395 Accesso piazzola C9 C. Bruciata 385 Accesso piazzola C11 Vaderze 350 Accesso piazzola C12 Boccello 465 Accesso area di passaggio I Brogni 175 Accesso area di passaggio Cà Masina 525 Accesso piazzola C14 La Piana 540 Accesso piazzola C15 Campo Molino 90 Accesso area di passaggio Groppo Muzza 175 Accesso area di passaggio Piano di Gaiano 4555 Accesso piazzole C16 e C17 La Pianaccia 85 Accesso area di passaggio Cascina del Prete 1050 Accesso area di passaggio M. Cocchiello 820 Accesso area di passaggio Arzolina 435 Accesso piazzola C18 Accesso piazzola C19 e area di Tomellino 2510 passaggio I Praticelli 465 Accesso piazzola C20 Borgo Val di Taro 1390 Accesso area di passaggio 145 Accesso area di passaggio Il Poggio 1395 Accesso area di passaggio 1910 Accesso area di passaggio 435 Accesso area di passaggio Castellazzi 395 Accesso area di passaggio 360 Accesso microtunnel Il Palazzo Il Palazzo 315 Accesso area di passaggio C. Stabielle 400 Accesso piazzola C24 Case Secchietta 680 Accesso piazzola C25 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 194 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito) Progr. (km) Comune Località Lung-za (m) Motivazione 36,635 37,215 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Albareto Case Copelato 350 Accesso area di passaggio La Pra 165 Accesso area di passaggio Accesso piazzola C26 e area di Case Cerreto 870 passaggio Borgo Val di Taro Albareto Accesso imbocco di valle C. Svegliata 335 microtunnel C. Riposo C. Riposo 115 Accesso area di passaggio Bertorella 180 Accesso piazzola C30 Potiano 25 Accesso piazzola C31 Accesso imbocco di valle Ponte Ingegna 175 microtunnel Ponte Ingegna Compiano Breia 445 Accesso piazzola C32 Ronco Desiderio 545 Accesso piazzola C33 Borgo Val di Taro Compiano Accesso imbocco di monte 2930 galleria Monte Zucchero e Strela piazzola C35 350 Accesso piazzola C34 Borgo Val di Taro 42,130 Compiano 26,475 26,815 27,285 28,120 28,960 29,105 29,275 29,835 31,485 32,315 32,690 33,045 33,505 35,035 35,825 35,855 36,180 42,145 42,230 42,230 42,550 43,500 La Burrona 160 Accesso imbocco di valle galleria Monte Zucchero Cà Scappini 1755 Accesso piazzola C36 Bardi Compiano Bardi 43,995 Campo 1290 45,675 47,345 47,690 47,720 48,185 49,160 49,670 50,235 Ghiaia 310 305 55 50 750 830 495 1670 Molino dei Belli I Belli Pralunga Vischeto di La Pietra Carvara Accesso piazzola C37, microtunnel Rio di Sbalanzone, microt. Loc. “La Casa” e piazzola C38 Accesso piazzola C39 Accesso piazzola C40 Accesso area di passaggio Accesso area di passaggio Accesso piazzole C41 e C42 Accesso area di passaggio Accesso piazzola C43 Accesso area di passaggio File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 195 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito) Progr. (km) 51,060 51,785 53,290 56,755 57,155 58,580 Comune Località Lung-za (m) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bardi Accesso area di passaggio e Poggio Cadame 450 piazzola C44 Accesso piazzole C45 e C46 e Cogno di Grezzo 3360 accesso area di passaggio Accesso piazzola C47 e Monte Spiaggi 465 imbocco di monte microtunnel M. Crodolo Colle il Castellaccio 1550 Accesso piazzola C48 Morfasso Bardi 58,965 59,100 (*) 59,435 Bardi - Morfasso 61,355 61,575 (*) 61,580 (*) 62,160 Morfasso 63,355 63,450 63,520 65,535 65,700 65,780 Bardi - Morfasso M. Carameto Morfasso - Bore Morfasso Ronco Frena Bore 67,005 Morfasso Costa di Pelizzone 3850 1450 Valico di Monte Pelizzone 2200 2400 Accesso area di passaggio 650 Accesso area di passaggio 160 M. Cornale 45 Accesso area di passaggio e piazzola C54 Accesso imbocco di monte microtunnel M. Cornale e piazzola C55 Bore Bore - Vernasca 67,920 69,130 Accesso piazzola C51 e area di passaggio Accesso piazzola C53 e area di passaggio Bardi - Morfasso 67,315 69,030 Accesso di valle galleria Groppo di Gora e piazzola C50 Bardi 67,200 67,520 67,760 Motivazione M. Cornale 780 Accesso imbocco di valle microtunnel M. Cornale e piazzola C56 Bore 255 Accesso piazzola C57 e imbocco di monte microtunnel M. Costaccia Vernasca (*) valore chilometrico indicativo di un punto in cui il tratto interseca l’area di passaggio File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 196 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito) Progr. (km) Comune Località Lung-za (m) Motivazione 69,210 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Bore 69,825 Bore - Vernasca 69,965 Bore 310 Accesso imbocco di valle microtunnel M. Costaccia Monte Mu 655 Accesso piazzola C58 e area di passaggio M. Lucchi Poggio 1165 3795 Poggio 2405 74,415 T. Arda 95 74,550 Case Rattoni 1700 76,260 Gazzola 650 76,300 S. Giorgio 110 78,545 La Spiaggia 1770 78,765 Mocomero 405 79,040 Mocomero 80 79,950 Mocomero 110 80,720 Cà Croci 2140 70,000 Bore 70,020 70,285 71,565 72,865 Vernasca 73,790 74,380 78,955 83,115 Accesso area di passaggio Accesso area di passaggio Accesso piazzola C59 e imbocco di monte microtunnel Cà Sarzin Morfasso Imbocco di valle microtunnel Cà Sarzin Imbocco di monte microtunnel Gazzola e piazzola C60 Accesso imbocco di valle microtunnel Gazzola e piazzola C61 Accesso imbocco di monte galleria Lago di Mignano Accesso piazzola C62 e C63 Accesso imbocco di valle galleria Lago di Mignano Vernasca Accesso imbocco di valle galleria Lago di Mignano Accesso imbocco di monte microtunnel Mocomero Accesso piazzole C64, C65 e area di passaggio Lugagnano Val d’Arda 83,235 Pianella Piccola 350 83,725 Lunardi 270 89,210 93,230 93,715 93,965 97,975 99,460 Castell’Arquato Belvedere di Mezzo Carpaneto Piacentino Massana di Sotto Fiorenzuola d’Arda Cadeo Accesso imbocco di monte microtunnel Cà Vincini Accesso imbocco di valle microtunnel Cà Vincini 330 Accesso piazzola C74 152 Accesso piazzola C75 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 197 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/F: Ubicazione dei tratti di adeguamento della viabilità esistente (seguito) Progr. (km) 100,860 101,630 103,730 104,400 104,535 104,860 105,145 105,950 106,470 Comune Località Lung-za (m) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Fiorenzuola d’Arda S. Giacomo Piccolo 165 Accesso piazzola C81 Casello di Rio Mezzano 495 Accesso area di passaggio Accesso piazzola C84 e area di Casanuova 1865 passaggio Malcentone 380 Accesso area di passaggio Cortemaggiore Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Tre Case 615 Accesso piazzola C85 Per permettere l’accesso all’area di passaggio o la continuità lungo la stessa, in corrispondenza di alcuni tratti particolari si prevede, inoltre, l’apertura di piste temporanee di passaggio di ridotte dimensioni (vedi tab. 5.1/G e Vol. 5, All. 6, Dis. LBD-83201 - strade evidenziate in colore giallo). Le piste sono tracciate in modo da sfruttare il più possibile l’esistente rete di viabilità campestre e le aree utilizzate saranno, al termine dei lavori di costruzione dell’opera, ripristinate nelle condizioni preesistenti. Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio Progr. (km) 1,040 2,380 5,340 6,400 8,110 8,435 9,205 9,300 9,350 10,345 10,905 10,990 Comune Località Lung.za (m) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli Accesso imbocco microtunnel Noveleto 110 Autostrada A15 (1° attrav.) Accesso imbocco di monte Cà dei Venti 100 microtunnel Autostrada A15 (2° attrav.) La Piana 120 Accesso pista di lavoro Accesso imbocco di monte C. dei Ratti 105 microtunnel C. di Lucchino Accesso imbocco di valle C. di Lucchino 80 microtunnel C. di Lucchino C Bruciata 100 Accesso pista di lavoro La Serra 90 Accesso pista di lavoro Accesso microtunnel Piano di La Serra 220 Valle Vaderze 190 Accesso pista di lavoro 50 Accesso pista di lavoro Boccello 40 Accesso pista di lavoro File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 198 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio (seguito) Progr. (km) 12,340 13,200 13,850 20,670 24,800 25,295 26,475 28,950 28,960 26,475 29,250 32,380 32,700 33,045 43,500 49,800 50,330 50,450 50,850 Comune Località Lung.za (m) Motivazione Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Pontremoli I Brogni 40 Accesso pista di lavoro Accesso imbocco di monte Cà Masina 40 microtunnel Grondola Accesso imbocco di valle La Piana 86 microtunnel Grondola Borgo Val di Taro Accesso microtunnel Il Il Palazzo 30 Palazzo C. Fontanini 50 Accesso piazzola C22 Albareto Accesso imbocco di monte C. Casarola 80 microtunnel Il Palazzo Borgo Val di Taro Albareto Accesso imbocco di valle Case Brugné 200 microtunnel C. Riposo Accesso imbocco di monte Potiano 220 microtunnel Ponte Ingegna Accesso imbocco di valle Caseificio 30 microtunnel Ponte Ingegna Compiano Bardi Poggio Cadame 140 220 260 210 53,805 M. Crodolo 550 55,150 M. Prarbera 140 56,765 Colle Il Castellaccio 260 Groppo di Gora 480 Accesso di valle galleria Groppo di Gora 240 Accesso pista di lavoro 57,155 57,185 57,210 Pietra Cervara Accesso pista di lavoro Accesso pista di lavoro Accesso pista di lavoro Accesso pista di lavoro Accessi imbocchi di monte e di valle microtunnel M. Crodolo Accesso pista di lavoro Accesso di monte galleria Groppo di Gora Morfasso Bardi Morfasso 58,155 58,580 58,600 Bardi Morfasso 63,355 63,520 64,050 Bardi - Morfasso Morfasso - Bore Ronco dei Cornetti File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 199 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/G: Ubicazione delle piste provvisorie di passaggio (seguito) Progr. (km) Località Lung.za (m) Motivazione 65,535 65,780 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Morfasso Bore 69,825 70,285 70,710 74,380 Bore - Vernasca Vernasca Monte Mu Morfasso 74,415 Cà Sarzin 150 78,800 Mignano di Sotto 220 78,955 83,115 5.1.3 Comune 440 Accesso pista di lavoro Imbocco di valle microtunnel Cà Sarzin Accesso imbocco di valle galleria Lago di Mignano Vernasca Lugagnano Val d’Arda 83,900 Lunardi 89,210 93,715 Castell’Arquato Carpaneto Piacentino 105,145 105,950 105,950 106,300 Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Travacona 80 Accesso imbocco di valle microtunnel Madonna del Piano 310 120 Accesso pista di lavoro Accesso pista di lavoro Sfilamento dei tubi lungo l’area di passaggio L’attività consiste nel trasporto dei tubi dalle piazzole di stoccaggio ed al loro posizionamento lungo la fascia di lavoro, predisponendoli testa a testa per la successiva fase di saldatura (vedi foto 5.1/C). Per queste operazioni, saranno utilizzati trattori posatubi (sideboom) e mezzi cingolati adatti al trasporto delle tubazioni. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 200 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/C: Sfilamento tubazioni 5.1.4 Saldatura di linea I tubi saranno collegati mediante saldatura ad arco elettrico impiegando motosaldatrici a filo continuo. L’accoppiamento sarà eseguito mediante accostamento di testa di due tubi, in modo da formare, ripetendo l’operazione più volte, un tratto di condotta (vedi foto 5.1/D). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 201 di 489 Rev. 0 I tratti di tubazioni saldati saranno temporaneamente disposti parallelamente alla traccia dello scavo, appoggiandoli su appositi sostegni in legno per evitare il danneggiamento del rivestimento esterno. I mezzi utilizzati in questa fase saranno essenzialmente trattori posatubi, motosaldatrici e compressori ad aria. Foto 5.1/D: Saldatura 5.1.5 Controlli non distruttivi delle saldature Le saldature saranno tutte sottoposte a controlli non distruttivi mediante l’utilizzo di tecniche radiografiche o ad ultrasuoni. 5.1.6 Scavo della trincea Lo scavo destinato ad accogliere la condotta sarà aperto con l’utilizzo di macchine escavatrici adatte alle caratteristiche morfologiche e litologiche del terreno attraversato (escavatori in terreni sciolti, martelloni in roccia). Le dimensioni standard della trincea sono riportate nei Disegni tipologici di progetto (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83301). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 202 di 489 Rev. 0 Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo la fascia di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della condotta (vedi foto 5.1/E). Tale operazione sarà eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale di risulta con lo strato humico accantonato, nella fase di apertura dell’area di passaggio. Foto 5.1/E: Scavo della trincea 5.1.7 Rivestimento dei giunti Al fine di realizzare la continuità del rivestimento in polietilene, costituente la protezione passiva della condotta, si procederà a rivestire i giunti di saldatura con apposite fasce termorestringenti. Il rivestimento della condotta sarà quindi interamente controllato con l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura a scintillio (holiday detector) e, se necessario, saranno eseguite le riparazioni con l’applicazione di mastice e pezze protettive. È previsto l’utilizzo di trattori posatubi per il sollevamento della colonna. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 5.1.8 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 203 di 489 Rev. 0 Posa della condotta Ultimata la verifica della perfetta integrità del rivestimento, la colonna saldata sarà sollevata e posata nello scavo (vedi foto 5.1/F e 5.1/G) con l’impiego di trattori posatubi (sideboom). Nel caso in cui il fondo dello scavo presenti asperità tali da poter compromettere l’integrità del rivestimento, sarà realizzato un letto di posa con materiale inerte (sabbia, ecc.). Foto 5.1/F: Posa della condotta File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 204 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/G: Tratto di condotta posata, si nota l’accantonamento dello strato humico separato dal materiale di scavo della trincea 5.1.9 Rinterro della condotta e posa del cavo telecontrollo La condotta posata sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta accantonato lungo la fascia di lavoro all’atto dello scavo della trincea (vedi foto 5.1/H). Le operazioni saranno condotte in due fasi per consentire, a rinterro parziale, la posa di una polifora costituita da tre tubi in Pead DN 50 e del nastro di avvertimento, utile per segnalare la presenza della condotta in gas. Uno dei tubi della polifora sarà occupato dal cavo di telecontrollo mentre i restanti due resteranno vuoti per eventuali manutenzioni. Successivamente si provvederà all’inserimento del cavo telecontrollo per mezzo di appositi dispositivi ad aria compressa. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 205 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/H: Rinterro della condotta A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla superficie il terreno vegetale accantonato (vedi foto 5.1/I). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 206 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/I: Ridistribuzione dello strato humico superficiale 5.1.10 Realizzazione degli attraversamenti Gli attraversamenti di corsi d’acqua e delle infrastrutture vengono realizzati con piccoli cantieri, che operano contestualmente all’avanzamento della linea. Le metodologie realizzative previste sono diverse e, in sintesi, possono essere così suddivise: • attraversamenti privi di tubo di protezione; • attraversamenti con messa in opera di tubo di protezione; • attraversamenti per mezzo di tecnologie trenchless (cfr. par. 5.1.11). Gli attraversamenti privi di tubo di protezione sono realizzati, di norma, per mezzo di scavo a cielo aperto. La seconda tipologia di attraversamento può essere realizzata per mezzo di scavo a cielo aperto o con l’impiego di apposite attrezzature spingitubo (trivelle). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 207 di 489 Rev. 0 La scelta del sistema dipende da diversi fattori, quali: profondità di posa, presenza di acqua o di roccia, intensità del traffico, eventuali prescrizioni dell’ente competente, ecc. I mezzi utilizzati sono scelti in relazione all’importanza dell’attraversamento stesso. Le macchine operatrici fondamentali (trattori posatubi ed escavatori) sono sempre presenti ed a volte coadiuvate da mezzi particolari, quali spingitubo, trivelle, ecc. Attraversamenti privi di tubo di protezione Sono realizzati, per mezzo di scavo a cielo aperto, in corrispondenza di corsi d’acqua, di strade comunali e campestri. Per gli attraversamenti dei corsi d’acqua più importanti si procede normalmente alla preparazione fuori opera del cosiddetto “cavallotto”, che consiste nel piegare e quindi saldare le barre secondo la configurazione geometrica di progetto. Il “cavallotto” viene poi posato nella trincea appositamente predisposta e quindi rinterrato. Attraversamenti con tubo di protezione Gli attraversamenti di ferrovie, strade statali, strade provinciali, di particolari servizi interrati (collettori fognari, ecc.) e, in alcuni casi, di collettori in cls sono realizzati, in accordo alla normativa vigente, con tubo di protezione. Il tubo di protezione è verniciato internamente e rivestito, all’esterno, con polietilene applicato a caldo in fabbrica dello spessore minimo di 3 mm . Qualora si operi con scavo a cielo aperto, la messa in opera del tubo di protezione avviene, analogamente ai normali tratti di linea, mediante le operazioni di scavo, posa e rinterro della tubazione. Qualora si operi con trivella spingitubo (vedi foto 5.1/L), la messa in opera del tubo di protezione comporta le seguenti operazioni: • scavo del pozzo di spinta; • impostazione dei macchinari e verifiche topografiche; • esecuzione della trivellazione mediante l’avanzamento del tubo di protezione, spinto da martinetti idraulici, al cui interno agisce solidale la trivella dotata di coclee per lo smarino del materiale di scavo. In entrambi i casi, contemporaneamente alla messa in opera del tubo di protezione, si procede, fuori opera, alla preparazione del cosiddetto “sigaro”. Questo è costituito dal tubo di linea a spessore maggiorato, cui si applicano alcuni collari distanziatori che facilitano le operazioni di inserimento e garantiscono nel tempo un adeguato isolamento elettrico della condotta. Il “sigaro” viene poi inserito nel tubo di protezione e collegato alla linea. Una volta completate le operazioni di inserimento, alle estremità del tubo di protezione saranno applicati i tappi di chiusura con fasce termorestringenti. In corrispondenza di una o di entrambe le estremità del tubo di protezione, in relazione alla lunghezza dell’attraversamento ed al tipo di servizio attraversato, è collegato uno sfiato (vedi foto 5.1/M). Lo sfiato, munito di una presa per la verifica di eventuali fughe di gas e di un apparecchio tagliafiamma, è realizzato utilizzando un tubo di acciaio DN 80 (3”) con spessore di 2,90 mm . File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 208 di 489 Rev. 0 La presa è applicata a 1,50 m circa dal suolo, l’apparecchio tagliafiamma è posto all’estremità del tubo di sfiato, ad un’altezza non inferiore a 2,50 m . In corrispondenza degli sfiati, sono posizionate piantane alle cui estremità sono sistemate le cassette contenenti i punti di misura della protezione catodica. Foto 5.1/L: Trivellazione con spingitubo File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 209 di 489 Rev. 0 Foto 5.1/M: Sfiato Le metodologie realizzative previste per l’attraversamento dei principali corsi d’acqua e infrastrutture viarie lungo il tracciato del metanodotto in oggetto sono riassunte nella seguente tabella (vedi tab. 5.1/I). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 210 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) 0,000 0,115 0,475 1,040 1,040 1,385 2,195 2,265 3,060 3,175 3,660 3,920 4,420 4,995 5,065 5,180 5,545 5,960 6,375 6,445 6,985 7,020 Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Mulazzo Senza tubo di protezione T. Carrara LC-D-83325 Fosso Senza Senza tubo di protezione Nome LC-D-83326 Senza tubo di protezione T. Teglia LC-D-83325 Pontremoli Senza tubo di protezione Rio del Pino LC-D-83326 Autostrada Con tubo di protezione A15 LC-D-83350 SP n. 31 Senza tubo di protezione Rio del Pino LC-D-83326 Rio della Senza tubo di protezione Gazzola LC-D-83326 Strada Con tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Canale Della Senza tubo di protezione Negrola LC-D-83326 Senza tubo di protezione Fosso d’Orsola LC-D-83326 Con tubo di protezione SP n. 36 LC-D-83322 Senza tubo di protezione T. Gordana LC-D-83325 Strada Con tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Autostrada Con tubo di protezione A15 LC-D-83350 Fosso Senza Senza tubo di protezione Nome LC-D-83326 Fosso della Senza tubo di protezione Borghesa LC-D-83326 Fosso della Senza tubo di protezione Michela LC-D-83326 Fosso della Senza tubo di protezione Piana LC-D-83326 Con tubo di protezione SP n. 37 LC-D-83322 Modalità realizzativa A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto Tunnel (*) A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto In trivellazione Tunnel (*) A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 211 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) 7,490 7,525 8,280 8,690 8,845 9,170 9,210 9,305 Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Pontremoli Linea Ferroviaria Con tubo di protezione Parma-La LC-D-83320 Spezia Fosso Senza tubo di protezione dell’Ardoglia LC-D-83326 Str. Com. di Con tubo di protezione Scorano LC-D-83350 Strada Con tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Senza tubo di protezione T. Betigna LC-D-83325 Strada Con tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Con tubo di protezione SP n. 63 LC-D-83322 Senza tubo di protezione T. Verde LC-D-83325 10,345 Fosso Bruttomoro 11,710 11,990 12,860 Fosso della Selva 12,880 13,790 Fosso del Dardagneto 13,990 14,910 14,985 15,085 15,340 T. Verdesina In trivellazione A cielo aperto Tunnel (*) In trivellazione A cielo aperto In trivellazione In trivellazione A cielo aperto Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83325 Autostrada A15 (in galleria) SP n. 39 del Brattello SP n. 39 del Brattello 11,315 Modalità realizzativa - Con tubo di protezione LC-D-83322 Con tubo di protezione LC-D-83322 Senza tubo di protezione LC-D-83325 SP n. 39 del Con tubo di protezione Brattello LC-D-83322 Senza tubo di protezione LC-D-83325 SP n. 39 del Con tubo di protezione Brattello LC-D-83322 Con tubo di protezione SP n. 63 LC-D-83322 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Con tubo di protezione SP n. 63 LC-D-83322 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 A cielo aperto In trivellazione In trivellazione A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto In trivellazione In trivellazione A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. 5.1/I: Progr. (km) 16,690 17,07517,320 17,570 17,735 18,71019,545 19,590 19,600 20,670 23,430 23,595 24,935 25,390 25,695 25,695 26,035 26,475 26,475 26,670 28,775 28,960 28,960 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 212 di 489 Rev. 0 Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali (seguito) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Pontremoli Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 (percorrenza) Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83325 (percorrenza) Senza tubo di protezione T. Arzola LC-D-83325 Con tubo di protezione SP n. 39 LC-D-83322 Borgo Val di Taro Con tubo di protezione SP n. 20 LC-D-83322 Senza tubo di protezione T. Tarodine LC-D-83325 Rio della Con tubo di protezione Galoppina LC-D-83350 Str. Com. Con tubo di protezione Rovinaglia LC-D-83323 Senza tubo di protezione Rio delle Piane LC-D-83326 Str. Com. Con tubo di protezione delle Stabielle LC-D-83323 Senza tubo di protezione Canale Ricco LC-D-83325 Senza tubo di protezione Rio di Farneto LC-D-83326 Albareto Senza tubo di protezione Rio del Lupo LC-D-83326 SP (ex SS) Con tubo di protezione n. 359 LC-D-83322 Senza tubo di protezione F. Taro LC-D-83325 Borgo Val di Taro Modalità realizzativa A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione In trivellazione A cielo aperto Tunnel (*) In trivellazione A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 213 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico 41,120 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Albareto Senza tubo di protezione F. Taro LC-D-83325 Senza tubo di protezione T. Gotra LC-D-83325 Senza tubo di protezione F. Taro LC-D-83325 Con tubo di protezione SP n. 3 LC-D-83322 Rio della Senza tubo di protezione Borella LC-D-83326 Senza tubo di protezione T. Rizzone LC-D-83326 Con tubo di protezione SP n. 3 LC-D-83322 Str. Com. Senza tubo di protezione della Costa LC-D-83323 dei Rossi Senza tubo di protezione T. Ingegna LC-D-83325 Compiano Senza tubo di protezione Rio Roffasa LC-D-83326 Str. Com. di Senza tubo di protezione Cacigolara LC-D-83323 Borgo Val di Taro Compiano T. Ingegna Senza tubo di protezione (percorrenza) LC-D-83325 Borgo Val di Taro Compiano Rio Senza tubo di protezione Scanabecco LC-D-83326 Str. Com. Con tubo di protezione Strela LC-D-83323 Scanabecco Rio dei Burroni Senza tubo di protezione Rio dei LC-D-83352 Cappelli Bardi 42,060 Compiano 29,105 29,660 30,265 31,170 31,435 31,470 31,845 32,210 32,340 33,045 33,045 34,070 35,130 35,825 35,855 36,79538,180 38,200 38,230 38,240 38,265 39,335 41,080 42,06042,100 Rio della Dugara (percorrenza) Modalità realizzativa A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione Galleria (*) Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83325 (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Tab. Progr. (km) COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 214 di 489 Rev. 0 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali (seguito) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") 0,000 Mulazzo 42,100 Bardi Rio della 42,100Senza tubo di protezione Dugara 42,130 LC-D-83325 (percorrenza) 42,130 Compiano Senza tubo di protezione 42,230 T. Toncina LC-D-83325 42,230 Bardi Senza tubo di protezione 42,550 T. Toncina LC-D-83325 42,550 Compiano Str. Com. dei 43,045Senza tubo di protezione Scappini 43,335 LC-D-83323 (percorrenza) Rio di Senza tubo di protezione 43,500 Sbalanzone LC-D-83325 43,500 Bardi Str. Com. dei 43,570Senza tubo di protezione Scappini 43,750 LC-D-83323 (percorrenza) Str. Com. dei 43,975Senza tubo di protezione Scappini 44,245 LC-D-83323 (percorrenza) Senza tubo di protezione 44,245 Rio della Valle LC-D-83325 Str. Com. dei 44,245Senza tubo di protezione Scappini 44,290 LC-D-83323 (percorrenza) Senza tubo di protezione 44,455 Rio di Caprile LC-D-83326 45,370T. Toncina Senza tubo di protezione 45,665 (percorrenza) LC-D-83325 Str. Com. Con tubo di protezione 45,730 Valtoncina LC-D-83323 Lezzara Rio dello Senza tubo di protezione 45,990 Sgaratosso LC-D-83326 Senza tubo di protezione 46,205 T. Toncina LC-D-83325 46,865T. Toncina Senza tubo di protezione 47,505 (percorrenza) LC-D-83325 SP di Con tubo di protezione 47,900 Compiano LC-D-83322 Modalità realizzativa A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 215 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Modalità realizzativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Bardi 48,210 Rio dei Belli 48,280 Rio Grande 48,685 T. Ceno 49,060 Rio di Vischeto 49,500 T. Ceno 49,645 T. Ceno 49,94550,095 Rio Bergamino (percorrenza) SP (ex SS) n. 359 50,095 50,09550,280 Rio Bergamino (percorrenza) 50,315 Str. Com. DorboraCosta Geminiana 51,425 SP di Boccolo Rio del Groppo di Rosa Rio della Basona 55,060 56,090 56,510 Rio del Groppo 57,155 57,185 Morfasso Bardi 58,600 58,965 Morfasso Bardi - Morfasso 60,15060,275 A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto Con tubo di protezione LC-D-83323 In trivellazione Con tubo di protezione LC-D-83322 Senza tubo di protezione LC-D-83326 Senza tubo di protezione LC-D-83326 Senza tubo di protezione LC-D-83326 In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto Str. Com. Senza tubo di protezione Terruzzi-Bardi A cielo aperto LC-D-83323 (percorrenza) 59,10559,390 59,435 Senza tubo di protezione LC-D-83326 Senza tubo di protezione LC-D-83326 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Senza tubo di protezione LC-D-83326 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Con tubo di protezione LC-D-83322 Senza tubo di protezione LC-D-83325 Bardi Str. Com. Senza tubo di protezione Prato-Bertone A cielo aperto LC-D-83323 (percorrenza) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 216 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Modalità realizzativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Bardi - Morfasso Morfasso Str. Com. 61,355Senza tubo di protezione Prato-Bertone A cielo aperto 61,545 LC-D-83323 (percorrenza) Str. Com. Senza tubo di protezione 61,660 CasaliA cielo aperto LC-D-83323 Pelizzone SP (ex SS) Con tubo di protezione In 61,830 n. 359 LC-D-83322 trivellazione 62,160 Bardi - Morfasso 62,425 Morfasso 60,275 61,355 67,520 67,760 Bore Bore - Vernasca SP (ex SS) n. 359 Str. Com. della Bocchetta 68,720 68,910 69,030 69,210 Vernasca Bore 69,825 70,285 Bore - Vernasca Vernasca 74,345 74,380 In trivellazione Con tubo di protezione LC-D-83323 In trivellazione Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83325 T. Arda Morfasso 74,770 Rio Caselle 75,330 75,395 Rio Rabbini 76,005 Rio Spizzaraia 78,955 Con tubo di protezione LC-D-83322 SP n. 21 Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83326 Con tubo di protezione Tunnel (*) LC-D-83350 Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83326 Vernasca 79,190 79,635 79,680 80,005 80,290 T. Arda Str. Com. Senza tubo di protezione A cielo aperto della Lubbia LC-D-83352 Str. Vic. Senza tubo di protezione A cielo aperto Lagoni LC-D-83323 Senza tubo di protezione A cielo aperto LC-D-83325 SP n. 21 Con tubo di protezione Tunnel (*) LC-D-83350 SP n. 21 (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 217 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) 80,560 80,860 81,710 81,800 81,975 82,130 82,690 82,875 83,115 83,115 83,305 83,525 85,225 85,770 85,975 88,740 88,900 89,210 89,285 89,955 90,310 90,695 Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Vernasca Senza tubo di protezione T. Arda LC-D-83325 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Senza tubo di protezione T. Arda LC-D-83325 Con tubo di protezione SP n. 21 LC-D-83322 Strada Senza tubo di protezione Comunale LC-D-83323 Senza tubo di protezione Rio della Costa LC-D-83326 Senza tubo di protezione Rio dell’Acqua LC-D-83326 Con tubo di protezione SP n. 21 LC-D-83322 Senza tubo di protezione T. Arda LC-D-83325 Lugagnano Val d’Arda Str. Com. della Pianella Con tubo di protezione SP di LC-D-83350 Antognano Rio della Senza tubo di protezione Fornace LC-D-83326 Senza tubo di protezione Rio Martellazzo LC-D-83326 Senza tubo di protezione Rio del Busone LC-D-83326 Senza tubo di protezione Rio Guzzo LC-D-83326 Str. Com. Con tubo di protezione Chiavenna LC-D-83323 Rocchetta Castell’Arquato Senza tubo di protezione T. Chiavenna LC-D-83325 Str. Com. di Con tubo di protezione Montagano LC-D-83323 Str. Com. del Senza tubo di protezione Pianazzo LC-D-83323 Senza tubo di protezione Rio del Marone LC-D-83326 Modalità realizzativa A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto Tunnel (*) A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto (*) vedi par. 5.1.11 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 218 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) 90,785 91,155 91,170 91,815 93,715 93,715 94,235 95,420 96,370 97,975 98,020 98,370 98,640 99,425 99,460 99,815 100,835 100,860 101,605 101,840 101,980 Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Castell’Arquato Str. Com. di Con tubo di protezione Montagano LC-D-83323 Senza tubo di protezione Rio Pusterla LC-D-83326 Str. Com. di Con tubo di protezione Montagano LC-D-83323 Senza tubo di protezione Rio dei Lupini LC-D-83326 Senza tubo di protezione Rio Rimore LC-D-83326 Carpaneto Piacentino Con tubo di protezione SP n. 6 LC-D-83322 Str. Com. Senza tubo di protezione Prato LC-D-83323 Selvatico Str. Com. di Con tubo di protezione San Protaso LC-D-83323 Fiorenzuola d’Arda Con tubo di protezione SP n. 6 LC-D-83322 Str. Com. di Con tubo di protezione Fontana LC-D-83323 Fredda Str. Com. di Con tubo di protezione Fontana LC-D-83323 Fredda Senza tubo di protezione T. Chiavenna LC-D-83325 Cadeo Canale S. Senza tubo di protezione Protaso LC-D-83326 Str. Com. Con tubo di protezione della Pelosa LC-D-83323 Fiorenzuola d’Arda SS n. 9 Via Con tubo di protezione Emilia LC-D-83322 Str. Com. Con tubo di protezione Casa Russa LC-D-83323 Linea Ferroviaria Con tubo di protezione MilanoLC-D-83322 Bologna Modalità realizzativa In trivellazione A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione A cielo aperto In trivellazione In trivellazione In trivellazione In trivellazione A cielo aperto A cielo aperto In trivellazione In trivellazione In trivellazione In trivellazione File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 219 di 489 Rev. 0 Tab. 5.1/I: Attraversamenti delle infrastrutture e dei corsi d’acqua principali Progr. (km) 102,580 103,010 103,580 104,120 104,370 104,430 104,860 105,145 105,950 105,955 106,310 5.1.11 Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Tip. Attraversamento Disegno tipologico Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") Fiorenzuola d’Arda Str. Com. Con tubo di protezione Vecchia Rio LC-D-83323 Mezzano Str. Com. di Con tubo di protezione Rio Mezzano LC-D-83323 Str. Com. di Con tubo di protezione Paullo LC-D-83323 Autostrada Con tubo di protezione A1 LC-D-83321 Str. Com. di Con tubo di protezione Paullo LC-D-83323 Linea Con tubo di protezione Ferroviaria LC-D-83322 T.A.V. Cortemaggiore Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Senza tubo di protezione Rio Mezzano LC-D-83326 Autostrada Con tubo di protezione A1-A21 LC-D-83321 Modalità realizzativa In trivellazione In trivellazione In trivellazione In trivellazione In trivellazione In trivellazione A cielo aperto In trivellazione Opere in sotterraneo Per superare particolari elementi morfologici (piccole dorsali, contrafforti e speroni rocciosi, porzioni sommitali di rilievi isolati, ecc.) e/o in corrispondenza di particolari situazioni di origine antropica (infrastrutture viarie e industriali prive di fondazioni chiuse) è possibile l’adozione di soluzioni in sotterraneo (denominate convenzionalmente nel testo tunnel). Nel caso in esame, per la realizzazione del metanodotto si prevede di adottare le seguenti tipologie di opere (vedi tab. 5.1/M): • microtunnel a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 1,600 e 2,400 m, realizzati con l’ausilio di una fresa rotante a sezione piena il cui sistema di guida è, in generale, posto all’esterno del tunnel; la stabilizzazione delle pareti del foro è assicurata dalla messa in opera di conci in c.a. contestualmente all’avanzamento dello scavo (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LC-D-83350); • pozzi inclinati a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 1,600 e 1,800 m, realizzate con l’impiego di raise bohrer. La metodologia prevede la perforazione di un foro pilota di piccolo diametro, il successivo alesaggio del foro e l’eventuale messa in opera di una camicia di protezione in acciaio (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LC-D-83351); File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 220 di 489 Rev. 0 gallerie a sezione monocentrica con diametro interno compreso tra 3,800 e 4,200 m realizzati con l’impiego di frese rotanti a sezione piena; in questo caso il sistema di guida della fresa è sempre posto all’interno del tunnel a ridosso del fronte di scavo. La stabilizzazione delle pareti è normalmente assicurata per mezzo di chiodature della volta e/o centinature della sezione e/o rivestimenti cementizi (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LC-D-83352 – Tipo B); gallerie a sezione policentrica la cui sagoma di scavo è normalmente inferiore ai 14 m2, realizzati con le tradizionali metodologie ed attrezzature di scavo in roccia; in genere, questo tipo di metodologia viene adottata per realizzare i tratti posti in corrispondenza degli imbocchi, per risolvere problematiche legate alla geometria della condotta (percorrenze sotterranee non rettilinee) o in presenza di ammassi rocciosi con caratteristiche geomeccaniche scadenti (vedi Vol. 7, All.11 - Dis. LCD-83352 – Tipo A) L’installazione della condotta all’interno dei cavi è strettamente connessa alla tipologia ed alle caratteristiche delle singole tipologie utilizzate: nel caso dei microtunnel, è previsto che la posa della condotta avvenga direttamente sulla generatrice inferiore del tunnel mediante la messa in opera, attorno alla tubazione, di appositi collari distanziatori realizzati in polietilene ad alta densità (PEAD) o, per i tratti di maggiore lunghezza (≥ 200 m), di malte poliuretaniche che hanno la duplice funzione di isolare elettricamente il tubo ed impedire che, durante le operazioni di infilaggio, avvengano danneggiamenti al rivestimento della condotta. A causa dei limitati spazi residui interni tra la condotta e il tunnel, il montaggio della condotta verrà, infatti, predisposto completamente all’esterno; in particolare, in corrispondenza di aree opportunamente attrezzate, verranno saldate le barre di tubazione (in genere, due o tre per volta), quindi si provvederà progressivamente ad inserirle nel tunnel mediante opportuni dispositivi di traino e/o spinta e l’esecuzione delle saldature di collegamento tra i vari tronconi. Al termine delle operazioni di infilaggio della condotta, si provvederà ad intasare con idonee miscele cementizie l’intercapedine tra la tubazione ed il rivestimento interno del minitunnel ed a ripristinare gli imbocchi e le aree di lavoro nelle condizioni esistenti prima dei lavori. La quasi totalità del materiale di risulta dello scavo sarà riutilizzato per eseguire l’intasamento dei microtunnel, l’eventuale parte in eccedenza sarà riutilizzato come materiale da impiegare nella formazione del letto di posa della condotta; nel caso dei pozzi inclinati, si provvede alla saldatura delle singole barre di tubazione all’estremità superiore del pozzo, procedendo a calare via via la colonna munita dei collari distanziatori realizzati in PEAD dall’alto. Al termine delle operazioni di infilaggio della condotta, si provvederà, come per i microtunnel, ad intasare con idonee miscele cementizie l’intercapedine tra la tubazione ed il rivestimento interno del pozzo ed a ripristinare l’imbocco nelle condizioni esistenti prima dei lavori; nelle gallerie, la condotta, viene posata direttamente sul pavimento ed il suo montaggio potrà avvenire, in funzione delle scelte operative di costruzione, o mediante la medesima tecnica utilizzata per i microtunnel, ossia prevedendo il preassemblaggio delle tubazioni all’esterno del tunnel e loro infilaggio mediante opportuni sistemi di traino, oppure operando direttamente all’interno del tunnel grazie alla disponibilità di spazi sufficienti a svolgere le operazioni di montaggio. In quest’ultimo caso, le barre di tubo verranno portate, una per volta, all’interno della File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Fg. 221 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 galleria con l’utilizzo di appositi dispositivi di sollevamento-movimentazione. Analogamente a quanto previsto per i microtunnel, si procederà, infine al completo intasamento del cavo, riutilizzando il materiale di risulta dello scavo. Eventuali eccedenze del materiale di risulta saranno conferite in esistenti discariche autorizzate. Tab. 5.1/M: Tunnel Progr. (km) (°) Comune Denominazione Lung. (m) Rif. Disegni tipologici Accesso agli imbocchi 33,045 35,825 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Mulazzo Pontremoli Autostrada A15 pista provvisoria e Parma-La Spezia 255 LC-D-83350 adeguamento strade (1° attrav.) esistenti Autostrada A15 pista provvisoria e Parma-La Spezia 300 LC-D-83350 adeguamento strade (2° attrav.) esistenti pista provvisoria e C. di Lucchino 205 LC-D-83350 adeguamento strada esistente pista provvisoria e Piano di Valle 285 LC-D-83351 adeguamento strada esistente pista provvisoria e Grondola 520 LC-D-83350 adeguamento strada esistente Borgo Val di Taro pista provvisoria e Il Palazzo 465 LC-D-83350 adeguamento strada esistente Albareto Borgo Val di Taro pista provvisoria e C. Risposo 315 LC-D-83350 adeguamento strada esistente Albareto pista provvisoria e Ponte Ingegna 315 LC-D-83350 adeguamento strada esistente Compiano Borgo Val di Taro 38,200 Borgo Val di Taro 0,000 1,040 2,100 5,470 8,210 9,450 13,200 20,670 24,790 26,475 28,960 29,030 29,105 32,535 (°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Fg. 222 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/M: Tunnel (seguito) Progr. (km) (°) Comune Denominazione Lung. (m) Rif. Disegni tipologici Accesso agli imbocchi 41,120 41,155 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Compiano pista provvisoria e Monte Zucchero 3550 LC-D-83352 adeguamento strada esistente Bardi Compiano 42,230 42,550 Bardi Compiano 38,230 38,480 Rio di Sbalanzone 145 LC-D-83350 43,785 Loc. La Casa 190 LC-D-83350 53,810 Monte Crodolo 380 LC-D-83350 56,955 Groppo di Gora 915 + 275 LC-D-83350 LC-D-83352 pista provvisoria e adeguamento strada esistente 615 LC-D-83350 adeguamento strada esistente 635 LC-D-83350 adeguamento strada esistente 230 LC-D-83351 pista provvisoria e adeguamento strada esistente 43,350 43,500 Bardi 57,155 57,185 Morfasso Bardi 65,925 67,005 Morfasso - Bore Morfasso 67,300 Monte Cornale 67,520 67,760 Bore Bore - Vernasca 69,210 69,260 Bore Vernasca 69,325 69,825 70,285 73,985 adeguamento strada esistente Monte Costaccia adeguamento strada esistente pista provvisoria e adeguamento strada esistente Bore - Vernasca Vernasca Cà Sarzin (°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Fg. 223 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 5.1/M: Tunnel (seguito) Progr. (km) (°) 74,380 75,290 76,330 78,955 79,975 82,190 83,115 89,210 83,280 93,715 97,975 Comune Denominazione Lung. (m) Rif. Disegni tipologici Accesso agli imbocchi Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 900 (36") in progetto Morfasso adeguamento strada Gazzola 685 LC-D-83350 esistente pista provvisoria, Lago di Mignano 2735 LC-D-83352 adeguamento strada esistente Vernasca adeguamento strada Mocomero 355 LC-D-83350 esistente Cà Vincini 235 LC-D-83350 Lugagnano Val d’Arda Castell’Arquato pista provvisoria e Madonna del 520 LC-D-83350 adeguamento strada Piano esistente Carpaneto Piacentino Fiorenzuola d'Arda 195,145 Fiorenzuola d'Arda 105,950 Cortemaggiore (°) Progressiva chilometrica imbocco di monte (procedendo nel senso del flusso del gas) 5.1.12 Realizzazione degli impianti La realizzazione degli impianti di linea consiste nel montaggio delle valvole, dei relativi bypass e dei diversi apparati che li compongono (attuatori, apparecchiature di controllo, ecc.). Le valvole sono quindi messe in opera completamente interrate (vedi foto 5.1/N), ad esclusione dello stelo di manovra (apertura e chiusura della valvola). Al termine dei lavori si procede al collaudo ed al collegamento dei sistemi alla linea. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Foto 5.1/N: 5.1.13 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 224 di 489 Rev. 0 Impianto di intercettazione di linea (PIL) Collaudo idraulico, collegamento e controllo della condotta A condotta completamente posata e collegata si procede al collaudo idraulico che è eseguito riempiendo la tubazione di acqua e pressurizzandola ad almeno 1,3 volte la pressione massima di esercizio, per una durata di 48 ore. Le fasi di riempimento e svuotamento dell’acqua del collaudo idraulico sono eseguite utilizzando idonei dispositivi, comunemente denominati “pig”, che vengono impiegati anche per operazioni di pulizia e messa in esercizio della condotta. Queste attività sono svolte suddividendo la linea per tronchi di collaudo. Ad esito positivo dei collaudi idraulici e dopo aver svuotato l’acqua di riempimento, i vari tratti collaudati vengono collegati tra loro mediante saldatura controllata con sistemi non distruttivi. Al termine delle operazioni di collaudo idraulico e dopo aver proceduto al rinterro della condotta, si esegue un ulteriore controllo dell’integrità del rivestimento della stessa. Tale controllo è eseguito utilizzando opportuni sistemi di misura del flusso di corrente dalla superficie topografica del suolo. 5.1.14 Esecuzione dei ripristini La fase consiste in tutte le operazioni necessarie a riportare l’ambiente allo stato preesistente i lavori. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 225 di 489 Rev. 0 Al termine delle fasi di montaggio, collaudo e collegamento si procede a realizzare gli interventi di ripristino. Le opere di ripristino previste (vedi Sez. II - Cap. 8) possono essere raggruppate nelle seguenti due tipologie principali: - Ripristini geomorfologici Si tratta di opere ed interventi mirati alla sistemazione dei tratti di maggiore acclività, alla sistemazione e protezione delle sponde dei corsi d’acqua attraversati, al ripristino di strade e servizi interferiti dal tracciato ecc.. - Ripristini vegetazionali Tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale preesistente i lavori nelle zone con vegetazione naturale. Le aree agricole saranno ripristinate al fine di restituire l’originaria fertilità. Nei tratti in cui la tubazione DN 750 (30") in dismissione si trova in stretto parallelismo alla nuova condotta DN 900 (36"), i lavori di ripristino, riguardando l'area di passaggio utilizzata sia per la messa in opera di questa condotta che per la rimozione della prima, si svolgeranno al termine di quest'ultima attività. 5.2 Dismissione della condotta esistente La dismissione del metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")", inteso come struttura di trasporto del gas naturale alle linee di allacciamento delle diverse utenze del bacino tosco-emiliano dallo stesso derivate, si esplica, come già anticipato (vedi cap. 2, Sez. I, "Quadro di riferimento programmatico") attraverso la messa fuori esercizio e totale rimozione di due lunghi tratti della condotta esistente e delle linee secondarie che si diramano dagli stessi. In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture di trasporto non interrompibili quali linee ferroviarie, autostrade, strade statali e provinciali a traffico intenso e di adiacenti canali, in considerazione che la tubazione è generalmente messa in opera con tubo di protezione, si provvederà a rimuovere la condotta in dismissione lasciando solo il tubo di protezione opportunamente inertizzato. L'elenco di tali attraversamenti di infrastrutture, congiuntamente a quelli di tutti i corsi d'acqua, è fornito nella tabella 5.2/B (vedi par. 5.2.5). La rimozione dell'esistente tubazione DN 750 (30"), analogamente alla messa in opera di una nuova condotta, prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che permettono di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto, avanzando progressivamente nel territorio. Dopo l’interruzione del flusso del gas ottenuto attraverso la chiusura delle successive valvole d’intercettazione (PIL e PIDI) a monte ed a valle dei diversi tratti in dismissione e la depressurizzazione degli stessi, le operazioni di rimozione della condotta si articolano in una serie di attività analoghe a quelle necessarie alla messa in opera di una nuova tubazione e prevedono: File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • • • • • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 226 di 489 Rev. 0 apertura dell'area di passaggio; scavo della trincea; sezionamento della condotta nella trincea; rimozione della stessa condotta; smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d'acqua; messa in opera di fondelli e inertizzazione dei tratti di tubazione di protezione; smantellamento degli impianti; rinterro della trincea; esecuzione ripristini. Al fine di garantire l'approvvigionamento di gas alle utenze servite, i lavori di rimozione delle tubazioni esistenti (metanodotto "Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30")" e delle linee secondarie connesse alla dismissione dello stesso) saranno effettuati per tratti funzionali successivamente alla messa in opera della nuova condotta DN 900 (36") e delle linee secondarie ad essa connesse. In corrispondenza dei tratti dove la nuova condotta è posta in stretto parallelismo (10 m) alla tubazione in dismissione, dette attività verranno, in gran parte, ad insistere sulle aree di cantiere utilizzate per la messa in opera della stessa e, solo nei segmenti in cui si registra una divergenza significativa tra le due tubazioni, comporteranno l'occupazione temporanea di ulteriori aree. 5.2.1 Apertura dell’area di passaggio Le operazioni di scavo della trincea e di rimozione della tubazione richiederanno, in corrispondenza dei tratti di scostamento tra la stessa ed il tracciato della nuova condotta, l’apertura di una pista di lavoro analoga all' “area di passaggio” prevista per la messa in opera di quest'ultima. Ove la tubazione esistente è posta in stretto parallelismo alla nuova condotta, le attività di rimozione della tubazione DN 750 (30") saranno effettuate nell'ambito delle fasce di lavoro previste per la messa in opera della stessa nuova condotta (vedi par. 5.1.2). La larghezza della fascia di lavoro per la rimozione della sola tubazione DN 750 (30") nei tratti ove la stessa viene a divergere significativamente dal tracciato della nuova condotta, sarà pari a 16 m (vedi Vol. 7, All. 11 - Dis. LC-D-83303). In corrispondenza degli attraversamenti di infrastrutture (strade, metanodotti in esercizio, ecc.), di corsi d’acqua e di aree particolari (imbocchi tunnel, impianti di linea), l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore al valore di 16 m sopra riportato per evidenti esigenze di carattere esecutivo ed operativo, legate al maggiore volume di terreno da movimentare. L’ubicazione dei tratti in cui si renderà necessario l’ampliamento della fascia di lavoro è riportata nell’allegato grafico (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201 “Tracciato di Progetto”- tav. 1/A÷33/A), mentre la stima delle relative superfici interessate è riportata nella tabella seguente (vedi tab. 5.2/A). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 227 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio Progressiva Superf. Comune Località/motivazione (km) (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione 0,000 Mulazzo 0,165-0,195 Ponte del Carrara\Attravers. autostrada 800 0,590-0,645 C.Coriana\Attravers. corso d’Acqua 1000 1,180-1,215 Villa Ghelfi\Attravers. T. Teglia 1000 1,215 Pontremoli 1,215-1,255 Villa Ghelfi\Attravers. T. Teglia 1000 1,310-1,375 Ponte Teglia\Attravers. SP n. 31 800 2,225-2,295 Noveleto\Attravers. Rio del Pino 2000 5,180-5,210 Groppo Montone\Attravers. Autostrada A15 500 5,260-5,290 Groppo Montone\Attravers. Autostrada A15 500 5,945-5,995 La Buffina\Attravers. corso d’Acqua 500 6,350-6,410 L’Orto di Andrea\Attravers. Fosso della Borghesa 1000 7,930-7,980 Ca di Barbetta\Attravers. SP n. 63 1000 8,390-8,445 La Polveriera\Attravers. T. Verde 2000 9,820-9,925 Vaderze\Attravers. Fosso Bruttomoro 2000 12,345-12,405 Grondola\Attravers. Fosso della Selva 1000 12,725-12,795 Biancolino\Attravers. SP n. 39 2000 17,695-17,720 Ricorvo\Attravers. strada comunale 500 17,845-17,870 Borra dei Preti\Attravers. strada comunale 500 17,955-17,995 Borra dei Preti\Attravers. strada comunale 500 Monte dei Forni\Attravers. strada com. e Fosso della 18,080-18,155 1000 Bodiga 18,775 Borgo Val di Taro 19,450-19,475 Monte dei Forni\Atravers. strada 300 19,790-19,820 La Barca\Attravers. Corso d’acqua 1000 20,205-20,280 La Barca\Attravers. SP “del Bratello” 1500 20,890-21,005 Volleto\Attravers. T. Tarodine 2000 21,040-21,090 Volleto\Attravers. SP n. 20 800 23,495 Albareto 24,935-24,960 Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale 800 25,200-25,230 Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale 800 25,345-25,380 Ca’ La Monta\Attravers. strada comunale 800 25,775-25,805 Casello\Attravers. SP ex SS n. 523 1000 25,980-26,040 Palazzo Brugné\Attrav. Rio Uccellacchia 1500 26,310-26,355 Palazzo Brugné\Smantellamento impianti 2000 27,455-27,490 Coppassa\Attravers. SP ex SS n. 523 500 27,695-27,750 Coppassa\Attravers. SP ex SS n. 523 1000 28,035-28,065 Scuola\Attraversamento strada comunale 500 28,140-28,310 Casa Bertorella\Attravers. F. Taro 10000 29,100-29,155 Ponte Ingegna\Attravers. T. Ingegna 1000 29,155 Compiano 29,155-29,260 Ponte Ingegna\Attravers. T. Ingegna 3000 29,305-29,330 Ponte Ingegna\Smantellamento impianto 800 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 228 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva Superf. Comune Località/motivazione (km) (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Compiano 31,790-31,870 Ronco Desiderio\Attravers. corso d’Acqua 1500 33,025-33,220 Strela \Attravers. strada comunale 4000 33,655-33,715 Fornelli\Attravers. strada 1500 34,130-34,185 Fornelli\Attravers. strada comunale 800 35,790-35,845 Cappella Carpano\Attravers. SP “Compiano” 800 37,225-37,265 Costa della Colla\Attravers. strada comunale 800 37,430-37,530 Costa della Colla\Attravers. SP “Compiano” 1500 41,440 Bardi 43,160-43,210 Ghiaia\Attravers. SP “Compiano” 800 43,370-43,415 Ghiaia\Attravers. SP “Compiano” 800 44,560-44,765 Credarola\Attravers. T. Toncina 3000 46,075-46,280 I Belli\Attravers. T. Ceno 5000 47,175-47,225 Vischeto di Qua\Attravers. SP ex SS n. 359 800 48,180-48,230 Monticelli\Attravers. Rio di Vischeto 1000 48,580-48,660 Peschiera\Attravers. SP “di Boccolo” 800 50,395-50,435 Bosco di Badino\Attravers. strada 800 51,410-51,480 Piana di Gazzo\Percorrenza strada 1000 51,560-52,170 Gazzo\Rimozione condotta in area in dissesto 15000 52,585-52,805 Ca di Con\Attravers. Rio Corsenna di Gazzo 4000 52,915-52,970 Corsenna\Attravers. Rio della Cà di Con 1000 53,220-53,255 Corsenna\Attravers. strada “Groppo di Gora” 800 Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km) 61,730 Morfasso Chiavarini\Rimozione condotta in prossimità di un 62,045-62,195 1000 incisione 62,950-63,010 Malvisotti\Attravers. Rio degli Orsoloni 500 63,130-63,185 Malvisotti\Attrav. strada comunale 500 64,900-64,970 San Michele\Attravers. strada comunale 1000 65,795-65,860 Val Chero\Attravers. SP “di Val di Chero” 1000 66,055-66,105 C. Pianelli\Attravers. corso d’acqua 500 66,570-66,630 Molino Pedrini\Attravers. Rio delle Castagne Buse 800 66,790-66,820 Boschetto\Attravers. Rio Cadilacqua 400 66,820 Lugagnano Val d’Arda 66,820-66,850 Boschetto\Attravers. Rio Cadilacqua 400 67,220-67,280 Val Chero\Attravers. SP “di Val di Chero” 700 67,760 Morfasso 67,845-67,885 Minetta\Attravers. strada comunale 500 68,150-68,185 Minetta\Attravers. Rio Freddo 400 68,185 Lugagnano Val d’Arda 68,185-68,205 Minetta\Attravers. Rio Freddo 400 68,535-68,620 La Villa\Attraversamento SP “di Val di Chero” 800 68,995-69,035 Le Quercie\Attravers. SP “di Velleia” 500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 229 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/A: Ubicazione dei tratti di allargamento dell’area di passaggio (seguito) Progressiva Superf. Comune Località/motivazione (km) (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Lugagnano Val d’Arda 69,150-69,235 Osteria\Attravers. strada comunale 1000 69,360-69,405 Palazzo\Attravers. SP “di Velleia” 500 69,655-69,775 Velleia\Attravers. SP “di Velleia”rada 1500 70,015-70,145 Velleia\Attravers. SP “di Velleia” 2000 70,565-70,620 Mulino Angiolino\Attravers. Rio Rugarlo 800 70,875-71,020 Cà Nuova\Attravers. SP “di Val di Chero” 4000 71,370-71,415 Lacereto\Attravers. corso d’acqua 600 71,835-71,905 C. Tagliata\Attravers. Rio Riballo 700 72,210-72,270 La Stalla\Attravers. strada 700 72,330-72,385 C. Chero\Attravers. strada 500 72,890-72,970 Ponte i due sassi\Attravers. strada comunale 1000 73,515-73,755 Cantarini\Percorrenza alveo T. Chero 4000 73,990-74,025 I Ronchi\Attravers. corso d’acqua 500 74,420-74,780 C. dei Barilli\Percorrenza alveo T. Chero 6000 C. Castellaro\Attraversamento Rio del Bosco 75,025-75,070 700 Comune 75,465-75,530 Bianchi\Attravers. corso d’acqua 1000 75,955-76,000 C.Fornaci\Attraversamento Rio dei Lubbioni 500 76,060-76,140 C.Fornaci\Smantellamento impianto 5000 77,105-77,140 M.Guarnieri\Attravers. strada 800 77,320-77,405 Le Baracche\Attravers. T. Chero 3000 77,405 Carpaneto Piacentino 77,405-77,510 Le Baracche\Attravers. T. Chero 3000 80,005-80,030 Il Palazzo\Attravers. strada comunale 800 80,205-80,245 Il Palazzo\Attraversamento corso d’acqua 800 88,220 Fiorenzuola d’Arda 89,725 Cadeo 89,870 Fiorenzuola d’Arda 89,900 Cadeo 91,055 Fiorenzuola d’Arda 94,310-94,350 C.Ramella\Attravers. Autostrada A1 1000 94,400-94,425 C.Ramella\Attravers. Autostrada A1 800 94,570-94,635 Casanuova\Attravers. linea ferroviaria TAV 800 94,710-94,745 Casanuova\ Attravers. linea ferroviaria TAV 800 95,095 Cortemaggiore 95,400 Fiorenzuola d’Arda 96,170 Cortemaggiore 96,505-96,535 Trovacona\Attravers. autostrada A1-A22 500 96,585-96,615 Trovacona\Attravers. autostrada A1-A22 500 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 5.2.2 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 230 di 489 Rev. 0 Scavo della trincea Lo scavo destinato a portare a giorno la tubazione da rimuovere sarà aperto con l’utilizzo di escavatori. Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo la fascia di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della trincea. Tale operazione sarà eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale di risulta con lo strato humico accantonato, nella fase di apertura dell’area di passaggio. Durante lo scavo si provvederà a rimuovere il nastro di avvertimento. 5.2.3 Sezionamento della condotta nella trincea Al fine di rimuovere la tubazione dalla trincea si procederà a tagliare la stessa in spezzoni di lunghezza adeguata con l'impiego di idonei dispositivi. È previsto l’utilizzo di escavatori per il sollevamento della colonna. 5.2.4 Rimozione della condotta Gli spezzoni di tubazione sezionati nella trincea saranno sollevati e momentaneamente posati lungo l'area di passaggio al fianco della trincea per consentire il taglio in misura idonea al trasporto. 5.2.5 Smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d'acqua Lo smantellamento delle condotte esistenti in rimozione negli attraversamenti di corsi d’acqua ed infrastrutture è anch’esso realizzato con piccoli cantieri, che operano contestualmente allo smantellamento della linea. Le metodologie operative si differenziano in base alla metodologia adottata in fase di realizzazione dell'attraversamento; in sintesi, le operazioni di smantellamento si differenziano per: • attraversamenti privi di tubo di protezione; • attraversamenti con tubo di protezione. Attraversamenti privi di tubo di protezione Lo smantellamento è realizzato, per mezzo di scavo a cielo aperto, in corrispondenza di corsi d’acqua non arginati e, ove la condotta è stata posata per mezzo di scavo della trincea a cielo aperto, generalmente di strade comunali e campestri. Attraversamenti con tubo di protezione Lo smantellamento degli attraversamenti di ferrovie, strade statali, strade provinciali, di particolari servizi interrati (collettori fognari, ecc.) e, in alcuni casi, di collettori in cls realizzati con tubo di protezione, prevedono lo sfilaggio della tubazione dal tubo di protezione e la successiva inertizzazione dello stesso con le modalità sintetizzate al paragrafo seguente (vedi par. 5.2.6). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 231 di 489 Rev. 0 Le modalità di rimozione dell'esistente condotta in corrispondenza dei maggiori corsi d'acqua e delle principali infrastrutture viarie sono evidenziate nella seguente tabella (vedi tab. 5.2/B). Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione 0,000 Mulazzo Sfilaggio condotta e 0,145 Autostrada A15 inertizzazione del tubo di protezione 0,285 T. Carrara Scavo a cielo aperto Fosso Senza 0,615 Scavo a cielo aperto Nome 1,215 T. Teglia Scavo a cielo aperto 1,215 Pontremoli Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 1,345 SP n. 31 di protezione Scavo a cielo aperto 2,265 Rio del Pino Scavo a cielo aperto 2,905 Rio del Pino Scavo a cielo aperto 3,045 Rio della Gazzola Scavo a cielo aperto 3,505 Strada comunale Canale Della Scavo a cielo aperto 3,750 Negrola Scavo a cielo aperto 4,255 Fosso d’Orsola Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 4,950 SP n. 36 di protezione Scavo a cielo aperto 4,985 T. Gordana Scavo a cielo aperto 5,090 Strada comunale Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 5,240 Autostrada A15 di protezione Scavo a cielo aperto 5,475 Fosso del Gatto 5,845 Fosso Senza Scavo a cielo aperto Nome Fosso della Scavo a cielo aperto 6,255 Borghesa 6,365 Fosso della Scavo a cielo aperto Michela Scavo a cielo aperto 6,800 Fosso della Piana Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 6,830 SP n. 37 di protezione File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 232 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Pontremoli Sfilaggio condotta e Linea Ferroviaria inertizzazione del tubo 7,290 "Parma-La Spezia" di protezione Scavo a cielo aperto 7,320 Fosso dell’Ardoglia Scavo a cielo aperto 7,615 Strada comunale Scavo a cielo aperto 7,770 Strada comunale Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 7,955 SP n. 63 di protezione Scavo a cielo aperto 8,410 T. Verde Fosso della Scavo a cielo aperto 8,785 Pelliccia Scavo a cielo aperto 9,875 Fosso Bruttomoro Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 10,960 Autostrada A15 di protezione Scavo a cielo aperto 12,370 Fosso della Selva Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 12,695 SP n. 39 di protezione Fosso del Scavo a cielo aperto 13,120 Dardagneto Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 13,285 SP n. 39 di protezione Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 14,205 SP n. 63 di protezione Scavo a cielo aperto 14,280 T. Verdesina Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 14,360 SP n. 63 di protezione 14,620 Strada comunale Scavo a cielo aperto 15,960 Strada comunale Scavo a cielo aperto Strada comunale Scavo a cielo aperto 16,015-16,610 (percorrenza) 16,835 Strada comunale Scavo a cielo aperto 17,010 Strada comunale Scavo a cielo aperto 17,710 Strada comunale Scavo a cielo aperto 17,855 Strada comunale Scavo a cielo aperto 17,925 Fosso della Bodiga Scavo a cielo aperto 17,980 Strada comunale Scavo a cielo aperto File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 233 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione 18,775 Borgo Val di Taro Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 20,240 SP n. 20 di protezione 20,935 T. Tarodine Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e SP n. 20 inertizzazione del tubo 21,055 "del Fratello" di protezione Strada comunale Scavo a cielo aperto 22,415 "Rovinaglia" Strada comunale Scavo a cielo aperto 22,695 "delle Stabielle" Scavo a cielo aperto 22,705 Rio delle Piane Scavo a cielo aperto 23,065 Canale Riccò Scavo a cielo aperto 23,495 Rio di Farneto 23,495 Albareto Scavo a cielo aperto 23,695 Rio del Lupo Strada comunale Scavo a cielo aperto 24,945 "Gotra-Buzzo" Strada comunale Scavo a cielo aperto 25,365 "Gotra-Buzzo" Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 25,780 SP ex SS n. 523 di protezione Scavo a cielo aperto 25,940 Rio Uccellecchia Scavo a cielo aperto 26,725 T. Gotra Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 27,495 SP ex SS n. 523 di protezione Sfilaggio condotta e inertizzazione del tubo 27,710 SP ex SS n. 523 di protezione Strada comunale Scavo a cielo aperto 28,040 "da Pieve di Campi a Bertorella" Scavo a cielo aperto 28,200 F. Taro Sfilaggio condotta e 28,595 SP n. 3 inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale Scavo a cielo aperto 28,785 "della Costa dei Rossi" Scavo a cielo aperto 29,155 T. Ingegna File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 234 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione 29,155 Compiano Scavo a cielo aperto 30,390 Rio Roffasa Strada comunale Scavo a cielo aperto 31,445 "di Cacigolara" Strada comunale Scavo a cielo aperto 33,200 "Strela - Scanabecco" Strada comunale Scavo a cielo aperto 34,150 "Fornelli - Caboara" Sfilaggio condotta e 35,820 SP Compiano inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale Scavo a cielo aperto 37,235 "Monte Pelpi" Sfilaggio condotta e 37,450 SP "Compiano" inertizzazione del tubo di protezione Scavo a cielo aperto 37,500 Strada comunale Scavo a cielo aperto 38,050 Rio della Colla Scavo a cielo aperto 40,530 Rio del Roncazzo Strada comunale Scavo a cielo aperto 40,615-41,090 "dei Scappini" (percorrenza) Strada comunale Scavo a cielo aperto 41,295-41,440 "dei Scappini "(percorrenza) 41,440 Bardi Strada comunale Scavo a cielo aperto 41,440-41,450 "dei Scappini" (percorrenza) Scavo a cielo aperto 41,450 Rio di Sbalanzone Strada comunale Scavo a cielo aperto 41,450-42,180 "dei Scappini "(percorrenza) Scavo a cielo aperto 42,180 Rio della Valle Strada comunale Scavo a cielo aperto 42,180-42,220 "dei Scappini" (percorrenza) Strada comunale Scavo a cielo aperto 42,235-42,380 "Toncina-Sidolo" (percorrenza) Scavo a cielo aperto 42,380 Rio di Caprile File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 235 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Bardi Strada comunale Scavo a cielo aperto 42,380-42,440 "Toncina-Sidolo" (percorrenza) Fosso Senza Scavo a cielo aperto 43,070 Nome Strada comunale Scavo a cielo aperto 43,115 "Toncina - Sidolo" Sfilaggio condotta e 43,185 SP "di Compiano" inertizzazione del tubo di protezione 43,315 Rio della Casazza Sfilaggio condotta e 43,350 SP "di Compiano" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 43,390 SP "di Compiano" inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale 43,695 Scavo a cielo aperto "Valtoncina-Lezzara" Rio dello 43,910 Scavo a cielo aperto Sgaratosso 44,140 T. Toncina Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 45,815 SP "di Compiano" inertizzazione del tubo di protezione 46,100 Rio Grande Scavo a cielo aperto 46,160 T. Ceno Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 47,195 SP ex. SS n. 359 inertizzazione del tubo di protezione 48,205 Rio Vischetto Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 48,620 SP "di Boccolo" inertizzazione del tubo di protezione 50,015 Rio di Costabella Scavo a cielo aperto 51,585 Rio dei Competti Scavo a cielo aperto 51,890 Rio del Cagnetto Scavo a cielo aperto Rio della 52,115 Scavo a cielo aperto Rocchetta Rio Corsenna di 52,730 Scavo a cielo aperto Gazzo File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 236 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Bardi Rio della Ca di 52,945 Scavo a cielo aperto Con 53,210 Rio della Lubbia Scavo a cielo aperto Strada "Groppo di 53,230 Scavo a cielo aperto Gora" Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km) 61,730 Morfasso 62,975 Rio degli Orsoloni Scavo a cielo aperto Strada comunale 63,155 Scavo a cielo aperto "dei Tiramani" Strada "di Casa delle 64,955 Scavo a cielo aperto Donne" Sfilaggio condotta e 65,820 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione Rio delle Castagne 66,595 Scavo a cielo aperto Buse 66,815 Rio Cadilacqua Scavo a cielo aperto 66,820 Lugagnano Val d’Arda Sfilaggio condotta e 67,255 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione 67,760 Morfasso 68,180 Rio Freddo Scavo a cielo aperto 68,185 Lugagnano Val d’Arda 68,555 Strada comunale Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 68,595 SP "di Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 69,010 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione 69,275 Strada comunale Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 69,385 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 69,675 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 237 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Lugagnano Val d’Arda Sfilaggio condotta e 69,735 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 70,035 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 70,085 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 70,130 SP "di Velleia" inertizzazione del tubo di protezione 70,590 Rio Rugarlo Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 70,980 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione 71,870 Rio del Ribello Scavo a cielo aperto 72,500 Rio del Bestucchi Scavo a cielo aperto Strada comunale 72,910 Scavo a cielo aperto "Lombardelli" 72,950 Rio delle Vigne Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 73,530 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 73,740 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione Sfilaggio condotta e 74,435 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione T. Chero 74,460-74,740 Scavo a cielo aperto (percorrenza) Sfilaggio condotta e 74,770 SP "Val Chero" inertizzazione del tubo di protezione Rio del Bosco 75,045 Scavo a cielo aperto Comune 75,975 Rio dei Lubbioni Scavo a cielo aperto 77,405 T. Chero Scavo a cielo aperto File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 238 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione 77,405 Carpaneto Piacentino 78,860 Rio della Chiesa Scavo a cielo aperto 79,495 Strada comunale Scavo a cielo aperto 79,675 Strada comunale Scavo a cielo aperto 80,010 Strada comunale Scavo a cielo aperto 81,525 Strada comunale Scavo a cielo aperto 82,095 T. Chero Scavo a cielo aperto Strada comunale 82,585 Scavo a cielo aperto "di Travazzano" Strada comunale 83,745 Scavo a cielo aperto "della Modana" 84,585 Strada comunale Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 85,475 SP n. 6 inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale Scavo a cielo aperto 85,875 "Caminata" Strada comunale Scavo a cielo aperto 86,620 "di S. Protaso" 88,220 Fiorenzuola d’Arda Sfilaggio condotta e 88,275 SP n. 6 inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale. Scavo a cielo aperto 88,570 "di Fontana Fredda" Strada comunale Scavo a cielo aperto 88,640 "di Fontana Fredda" Strada comunale Scavo a cielo aperto 88,855 "di Fontana Fredda" 89,650 T. Chiavenna Scavo a cielo aperto 89,725 Cadeo 89,870 Fiorenzuola d’Arda 89,890 Canale S. Protaso Scavo a cielo aperto 89,900 Cadeo Strada comunale 91,030 Scavo a cielo aperto "della Pelosa" 91,055 Fiorenzuola d’Arda Sfilaggio condotta e 91,840 SS n. 9 inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale 92,045 Scavo a cielo aperto "Casa Russa" File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 239 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/B: Modalità di rimozione della condotta DN 750 (30”) in corrispondenza delle principali infrastrutture e corsi d'acqua (seguito) Progr. (km) Comune Corsi d’acqua Infrastrutture di trasporto Modalità operativa Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Fiorenzuola d’Arda Sfilaggio condotta e Linea Ferroviaria 92,215 inertizzazione del tubo "Milano-Bologna" di protezione Strada comunale 92,825 " Vecchia Rio Scavo a cielo aperto Mezzano" Strada comunale di 93,265 Scavo a cielo aperto "Rio Mezzano" Strada comunale 93,835 Scavo a cielo aperto "di Paullo" Sfilaggio condotta e 94,370 Autostrada A1 inertizzazione del tubo di protezione Strada comunale 94,605 Scavo a cielo aperto "di Paullo" Sfilaggio condotta e Linea ferroviaria 94,660 inertizzazione del tubo T.A.V. di protezione 95,095 Cortemaggiore 95,400 Fiorenzuola d’Arda 96,170 Cortemaggiore 96,170 Rio Mezzano Scavo a cielo aperto Sfilaggio condotta e 96,560 Autostrada A1-A21 inertizzazione del tubo di protezione 5.2.6 Messa in opera di fondelli ed inertizzazione dei tratti di tubo di protezione L'inertizzazione dei segmenti di tubazione, rappresentati esclusivamente dal tubo di protezione DN 900 (36") che sarà lasciato in sito, ove presente, presso infrastrutture viarie e canalizzazioni importanti, è realizzato con piccoli cantieri, che operano contestualmente allo smantellamento della linea. Detti segmenti di tubazione saranno inertizzati, in funzione della lunghezza, con l'impiego di opportuni conglomerati cementizi a bassa resistenza meccanica o con miscele bentonitiche, eseguendo le seguenti operazioni: • installazione di uno sfiato in corrispondenza della generatrice superiore della tubazione ad una delle estremità del segmento della stessa da inertizzare, per consentire la fuoriuscita dell'aria ed il completo riempimento del cavo; • saldatura, in corrispondenza di detta estremità di un fondello costituito da un piatto di acciaio di diametro pari al diametro esterno della stessa tubazione; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO • • 5.2.7 UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 240 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA 0 saldatura dalla parte opposta di un fondello munito di apposite bocche di iniezione della miscela cementizia; confezionamento della miscela cementizia e pompaggio controllato in pressione con l'ausilio di idonee attrezzature sino a completo intasamento del segmento di tubazione in oggetto; taglio dello sfiato e delle bocche di iniezione e sigillatura delle aperture per mezzo di saldatura di appositi tappi di acciaio. Smantellamento degli impianti Lo smantellamento degli impianti di linea consiste nello smontaggio delle valvole, dei relativi bypass e dei diversi apparati che li compongono (apparecchiature di controllo, ecc.) nonché nello smantellamento dei basamenti delle valvole in c.a. (vedi tab. 5.2/C). Tab. 5.2/C: Ubicazione degli impianti di linea da smantellare Progr. (km) Comune Località Impianto Sup. (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione 0,000 Mulazzo Punto di 0,000 Mulazzo lancio/ricevimento pig 1,215 Pontremoli 5,895 Bronzone PIDS n. 45840/7Q 20 6,925 La Piana PIDI n. 45840/8 215 7,410 Martinelli di sotto PIDI n. 45840/10 220 13,620 Campolungo PIDI n. 45840/13 30 18,775 Borgo Val di Taro Punto di 22,775 Stabielle lancio/ricevimento pig 5708 n. 45840/17 23,495 Albareto 25,910 Casello PIDS n. 4102172/1 12 26,310 Case Brugné PIDS senza numero 20 26,335 Palazzo Case Brugné PIDI n. 45840/18 170 29,155 Compiano 29,320 Ponte Ingegna PIDS n. 4103032/1 14 33,960 Fornella PIL n. 45840/21 80 41,440 Bardi 42,160 Rio della Valle PIL n. 45840/24 280 47,200 Vischeto di Qua PIDS n. 4102976/1 20 48,490 Rio di Verrazza PIDS n. 4140547/1 200 51,775 Piana di Gazzo PIL n 45480/27 200 Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 241 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 5.2/C: Ubicazione degli impianti di linea da smantellare (seguito) Progr. (km) 61,730 66,820 67,760 68,185 68,230 72,135 76,090 77,405 81,950 86,605 88,220 89,725 89,870 89,900 91,055 92,005 92,635 94,165 94,705 95,095 95,400 96,170 97,515 5.2.9 Comune Località Impianto Sup. (m2) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30"), in dismissione Morfasso Lugagnano Val d’Arda Morfasso Lugagnano Val d’Arda Carignone PIL n. 45840/33 200 La Stalla PIDS n. 4100598/1 15 C. Fornaci PIDI n. 45840/35 1430 Carpaneto Piacentino Luogo del Chero PIL n. 45840/36 260 PIDS n. 4140515/1Mulino delle Assi 32 4103826/1 Fiorenzuola d’Arda Cadeo Fiorenzuola d’Arda Cadeo Fiorenzuola d’Arda S. Giacomo Piccolo PIDI n. 45840/37 270 Case Basse PIL n. 45840/39 270 C. Romella PIL n. 45840/40 270 Malcantone PIL n. 45840/41 270 Cortemaggiore Fiorenzuola d’Arda Cortemaggiore Punto di Cortemaggiore lancio/ricevimento pig Rinterro della trincea La trincea sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta accantonato lungo l’area di passaggio all’atto dello scavo della trincea e con materiale inerte con caratteristiche granulometriche affini a quelle dei terreni circostanti la trincea, acquistato sul mercato da cave autorizzate in prossimità del tracciato. A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla superficie il terreno vegetale accantonato. 5.2.10 Esecuzione dei ripristini La fase, analogamente a quanto già indicato per la messa in opera della nuova condotta, consiste in tutte le operazioni necessarie a riportare l’ambiente allo stato preesistente i lavori. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 242 di 489 Rev. 0 Nei tratti in cui la tubazione DN 750 (30") in dismissione si trova in stretto parallelismo alla nuova condotta DN 900 (36"), i lavori di ripristino, riguardando la medesima area di passaggio, si svolgeranno al termine della rimozione della condotta posta fuori esercizio. Al termine delle fasi di rimozione della condotta, si procede, pertanto, a realizzare gli interventi di ripristino, che nel caso in oggetto consistono in: Ripristini geomorfologici Si tratta di opere del tutto analoghe alle opere complementari previste per la messa in opera di una nuova condotta (vedi par. 4.3), volti alla sistemazione e protezione delle sponde dei corsi d’acqua attraversati dalle condotte in dismissione (vedi tab. 5.2/D). Ripristini vegetazionali Tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale preesistente i lavori nelle zone con vegetazione naturale (vegetazione ripariale). Le aree agricole saranno ripristinate al fine di restituire l’originaria fertilità. Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico Progr. N. (km) ord. 0,000 1,215 1,215 1,760 4,700 4,985 5,455 8,410 Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Mulazzo - ricostruzione n. 1 difesa spondale in 1 Ponte Teglia gabbioni L tot = 32 m (LC-D-83463; sch dim. B) [Scheda 2/A] Pontremoli - ricostruzione n. 2 muri in pietrame L tot = 2 Ca' Nova 30 m (Dis. LC-D-83430) - ricostruzione n. 2 muri in gabbioni L tot = 3 Orsola 35 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) - n. 2 ricostituzione rivestimento spondale in 4 T. Gordana massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 4/A] - ricostruzione regimazione piccoli corsi 5 Ca' dei Venti d’acqua con elementi prefabbricati in c.a. L = 16 m (Dis. LC-D-83454; sch dim. A) - ricostruzione difesa spondale in gabbioni in sponda dx L = 16 m (Dis LC-D-83463; sch dim. A) - ricostruzione regimazione piccoli corsi 6 T. Verde d’acqua con elementi prefabbricati in c.a. L = 16 m (Dis. LC-D-83454; sch dim. A) - n. 1 ricostituzione spondale con rivestimento in massi L = 20 m (Dis. LC-D83466; sch dim. A); [Scheda 5/A] (*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 243 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico (seguito) Progr. N. (km) ord. Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Pontremoli - ricostruzione muro di contenimento in c.a. L = 16 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) 8,530 7 La Polveriera - ricostruzione muro gradonato in gabbioni L = 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) - n. 1 rivestimento alveo con massi L = 16 m 9,875 8 Bruttomoro (Dis LC-D-83473, sch dim. B) - - Cunetta in massi L = 16 m (Dis. LC-D13,120 9 Dardagneto 83449, sch. dim. B) Borgo Val di Taro 18,775 - ricostruzione n. 2 difese spondali con 20,935 10 T. Tarodine scogliere in massi L tot = 35 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B); [Scheda 6/A] - ricostruzione muro di contenimento in c.a. 21,200 11 Valleto L = 16 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) Albareto 23,495 - n. 2 ricostituzione rivestimento spondale in 28,200 12 F. Taro massi L tot = 40 m (Dis. LC-D-83466; sch dim. B); [Scheda 7/A] Compiano 29,155 - ricostruzione rivestimento alveo con massi L = 16 m (LC-D-83473; sch dim. B); 29,155 13 Ponte Ingegna - muro cellulare in legname L = 16 m (LC-D83458; sch dim. A) [Scheda 8/A] - ricostruzione muro gradonato in gabbioni L 33,205 14 Strela = 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) Bardi 41,440 - n. 1 ricostituzione rivestimento sponda 44,690 15 T. Toncina sx con rivestimento in massi L = 16 m (Dis. LC-D-83466, sch dim. B); [Scheda 11/A] - ricostruzione difesa spondale con scogliera in massi in sponda dx L = 20 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B); 46,160 16 T. Ceno - -ricostruzione difesa spondale in gabbioni in sponda sx L = 20 m (Dis. LC-D-83463; sch dim B); [Scheda 12/A] - ricostruzione muro gradonato in gabbioni L = 16 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. A) 47,210 17 Vischeto di Qua - ricostruzione muro in pietrame L = 16 m (Dis LC-D-83430) Tratto in esercizio nel territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso (54,200 – 61,730 km) Morfasso 61,730 Lugagnano Val d’Arda 66,820 (*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 244 di 489 Rev. 0 Tab. 5.2/D: Opere di ripristino geomorfologico (seguito) Progr. N. (km) ord. 67,760 68,180 68,185 70,590 71,690 72,845 73,535 74,760 75,180 77,405 88,220 95,400 96,170 Comune Località Descrizione dell’intervento/Rif. Disegno tipologici di progetto (*) e schede attraversamenti e percorrenze fluviali (°) Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore DN 750 (30") in dismissione Morfasso - ricostruzione esistenti difese spondali in 18 Rio Freddo c.a. L = 16 m; [Scheda 15/A] Lugagnano Val d’Arda - ricostruzione n. 2 difese spondali con 19 Rio Rugarlo scogliere in massi L tot = 35 m (Dis. LC-D83467; sch dim. B); [Scheda 16/A] - ricostruzione muro gradonato in gabbioni 20 C. Tagliata L = 170 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) - ricostruzione muro di contenimento in c.a. 21 Ponte i due Sassi L = 35 m (Dis. LC-D-83440; sch dim. B) - ricostruzione n. 5 pennelli in gabbioni 22 T. Chero L tot 60 m (Dis. LC-D-83476; sch dim. B) - ricostruzione n. 2 pennelli in gabbioni 23 C. dei Barilli L tot 30 m (Dis. LC-D-83476; sch dim. B) - ricostruzione muro gradonato in gabbioni 24 T. Chero L = 50 m (Dis. LC-D-83434; sch dim. B) Carpaneto Piacentino Fiorenzuola d'Arda Fiorenzuola d'Arda Cortemaggiore (*) vedi Vol. 7, All. 11 (°) vedi Vol. 6, All. 10 5.3 Potenzialità e movimentazione di cantiere Per la messa in opera delle nuove condotte e la rimozione delle tubazioni esistenti è previsto l’utilizzo di tradizionali mezzi di lavoro, quali ad esempio: • Automezzi per il trasporto dei materiali e dei rifornimenti da 90 - 190 kW e 7 - 15 t; • Bulldozer da 150 kW e 20 t; • Pale meccaniche da 110 kW e 18 t; • Escavatori da 110 kW e 24 t; • Trattori posatubi da 290 kW e 55 t; • Curvatubi per la sagomatura delle curve in cantiere e trattori per il trasporto nella fascia di lavoro dei tubi. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 245 di 489 Rev. 0 Le fasi di lavoro sequenziali, precedentemente descritte, saranno svolte in modo da contenere il più possibile sia le presenze antropiche nell’ambiente, sia i disagi alle attività agricole e produttive. Per l’esecuzione delle opere in progetto non occorrono, infine, infrastrutture di cantiere da impiantare lungo il tracciato. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 6 ESERCIZIO DELL’OPERA 6.1 Gestione del sistema di trasporto 6.1.1 Organizzazione centralizzata: Dispacciamento COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 246 di 489 Rev. 0 L’attività del Dispacciamento si svolge nella sede operativa di San Donato Milanese (MI) ed è presidiata da personale specializzato, che si avvicenda in turni che coprono le 24 ore, per tutti i giorni dell’anno. In appoggio al personale di sala, agisce il personale di assistenza tecnica che assicura lo sviluppo dei programmi di simulazione, di previsione della domanda e di ottimizzazione del trasporto, la gestione del sistema informatico (per l’acquisizione dei dati di telemisura e l’operatività dei telecomandi), la programmazione a breve termine del trasporto e della manutenzione sugli impianti. I principali strumenti di controllo del Dispacciamento sono la sala operativa, il sistema di elaborazione ed il sistema di telecomunicazioni. 6.1.1.1 L’attività del Dispacciamento Il Dispacciamento è l’unità operativa che gestisce le risorse di gas naturale programmando, su base giornaliera, l’esercizio della rete di trasporto e determinando le condizioni di funzionamento dei suoi impianti. Esso valuta tempestivamente la disponibilità di gas dalle diverse fonti di approvvigionamento, le previsioni del fabbisogno dell’utenza, la situazione della rete, le caratteristiche funzionali degli impianti ed i criteri di utilizzazione. La domanda di gas, infatti, subisce significative oscillazioni nell’arco del giorno e della settimana, oltre ad avere una grande variabilità stagionale. Ma anche la disponibilità di gas naturale importato può subire oscillazioni contingenti: tutto ciò richiede il continuo adattamento del sistema. Il Dispacciamento assicura, attraverso gli strumenti previsionali, il contatto costante con le sedi periferiche ed il sistema di controllo in tempo reale della rete, grazie al quale è in grado di intervenire a distanza sugli impianti, secondo le esigenze del momento, garantendo il massimo livello di sicurezza. Il sistema di telecontrollo, strumento operativo del Dispacciamento, svolge le funzioni di telemisura e di telecomando. Con la telemisura vengono acquisiti i dati rilevanti per l’esercizio: pressioni, portata, temperatura, qualità del gas, stati delle valvole e dei compressori. Con il telecomando si modifica l’assetto degli impianti in relazione alle esigenze operative. Di particolare importanza è il telecomando delle centrali di compressione che vengono gestite direttamente dal Dispacciamento. Attualmente gli impianti controllati dal Dispacciamento sono circa 1.410 e altri 200 saranno realizzati nel prossimo futuro. La prioritaria funzione del Dispacciamento in termine di sicurezza è di assicurare l’intervento tempestivo, in ogni punto della rete, sia con il telecomando degli impianti, sia attraverso l’utilizzo del personale specializzato presente nei centri operativi distribuiti su tutto il territorio nazionale prontamente attivati poiché reperibili 24 ore su 24. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 6.1.1.2 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 247 di 489 Rev. 0 Sistema di telecontrollo L’evoluzione della tecnologia elettromeccanica nel campo della strumentazione e della trasmissione dati ha consentito la realizzazione di sistemi di telecontrollo e di sistemi di comando a distanza su impianti industriali. Lo sviluppo parallelo di sistemi di controllo atti a segnalare a distanza qualsiasi grandezza misurata e di sistemi di comando che consentono l’azionamento a distanza di apparecchiature, permette oggi la realizzazione di sistemi di telecontrollo altamente affidabili e, quindi, la gestione a distanza di impianti non presidiati. In particolare: • i sistemi di controllo a distanza sono stati adottati al fine di disporre dei valori istantanei delle variabili relative ai gasdotti ed altri impianti da essi derivati e, conseguentemente, di avere informazioni in tempo reale, sulle eventuali variazioni dei parametri di esercizio dell’intero sistema di trasporto gas; • i sistemi di comando sono stati adottati al fine di effettuare sia variazioni di grandezze controllate sia l’isolamento di tronchi di gasdotti e/o l’intercettazione parziale o totale di impianti. Al fine di gestire, in modo ottimale, una realtà complessa ed in continua evoluzione quale la rete gasdotti, la Snam Rete Gas ha realizzato un sistema di telecontrollo in grado di assolvere la duplice funzione di garantire la sicurezza e di consentire l’esercizio degli impianti. In particolare la Snam Rete Gas ha sviluppato: • telecontrolli di sicurezza, che consentono il sezionamento in tronchi dei gasdotti; • telecontrolli di esercizio, che consentono di ottimizzare il trasporto e la distribuzione del gas in funzione delle importazioni e della produzione nazionale. Come già detto, il Dispacciamento provvede alla gestione della rete gasdotti direttamente da S. Donato Milanese. Sulla base dei valori delle variabili in arrivo dagli impianti, esso è in grado di controllare e modificare le condizioni di trasporto e distribuzione del gas nella rete e/o di intervenire, mettendo in sicurezza la rete, a fronte di valori anomali delle variabili in arrivo. Il controllo viene effettuato da sistemi informatici che provvedono: • all’acquisizione dei valori delle variabili e della condizione di stato delle valvole di intercettazione proveniente da ogni impianto telecontrollato; • alla segnalazione e stampa di eventuali valori anomali rispetto a quelli di riferimento. Sul quadro sinottico sono visualizzati: • i valori delle variabili (pressione e portata); • le segnalazioni relative allo stato delle valvole (aperta - chiusa - in movimento); • gli allarmi per le situazioni anomale. Ogni operatore, tramite terminale, è in grado di effettuare: • telecomandi per l’apertura e chiusura di valvole di linea e dei nodi di smistamento gas; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 248 di 489 Rev. 0 telecomandi per la variazione della pressione e portata di impianti di riduzione della pressione. Il collegamento tra il Dispacciamento e gli impianti è realizzato mediante una rete di trasmissione ponti radio e cavo posato con il gasdotto, consentendo in tal modo una doppia via di trasmissione. 6.1.2 Organizzazioni periferiche: Centri Dal punto di vista organizzativo le sedi periferiche tra gli altri compiti, svolgono le seguenti attività: • gli assetti della rete dal punto di vista dell’esercizio; • il mantenimento in norma degli impianti; • l’elaborazione e l’aggiornamento dei programmi di manutenzione per il controllo e la sicurezza degli impianti. I Centri di manutenzione svolgono attività prevalentemente operative nel territorio e sono essenzialmente preposti alla sorveglianza ed alla manutenzione di gasdotti che vengono costantemente integrati ed aggiornati con i nuovi impianti che entrano in esercizio. 6.2 Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione Terminata la fase di realizzazione e di collaudo dell’opera, il metanodotto è messo in esercizio. La funzione di coordinare e controllare le attività riguardanti il trasporto del gas naturale tramite condotte è affidata a unità organizzative sia centralizzate che distribuite sul territorio. Le unità centralizzate sono competenti per tutte le attività tecniche, di pianificazione e controllo finalizzate alla gestione della linea e degli impianti; alle unità territoriali sono demandate le attività di sorveglianza e manutenzione della rete. Queste unità sono strutturate su tre livelli: Distretti, Esercizio e Centri. Le attività di sorveglianza sono svolte dai “Centri” Snam Rete Gas, secondo programmi eseguiti con frequenze diversificate, in relazione alla tipologia della rete e a seconda che questa sia collocata in zone urbane, in zone extraurbane di probabile espansione e in zone sicuramente extraurbane. Il “controllo linea” viene effettuato con automezzo o a piedi (nei tratti di montagna di difficile accesso). L’attività consiste nel percorrere il tracciato delle condotte o traguardare da posizioni idonee per rilevare: • la regolarità delle condizioni di interramento delle condotte; • la funzionalità e la buona conservazione dei manufatti, della segnaletica, ecc.; • eventuali azioni di terzi che possano interessare le condotte e le aree di rispetto. Il controllo linea può essere eseguito anche con mezzo aereo (elicottero). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 249 di 489 Rev. 0 Di norma tale tipologia di controllo è prevista su gasdotti dorsali di primaria importanza, in zone sicuramente extraurbane e, particolarmente, su metanodotti posti in zone dove il controllo da terra risulti difficoltoso. Per tutti i gasdotti, a fronte di esigenze particolari (es. tracciati in zone interessate da movimenti di terra rilevanti o da lavori agricoli particolari), vengono attuate ispezioni da terra aggiuntive a quelle pianificate. I Centri assicurano inoltre le attività di manutenzione ordinaria pianificata e straordinaria degli apparati meccanici e della strumentazione costituenti gli impianti, delle opere accessorie e delle infrastrutture con particolare riguardo: • alla manutenzione pianificata degli impianti posti lungo le linee; • al controllo pianificato degli attraversamenti in subalveo di corsi d’acqua o al controllo degli stessi al verificarsi di eventi straordinari; • alla manutenzione delle strade di accesso agli impianti Snam Rete Gas. Un ulteriore compito delle unità periferiche consiste negli interventi di assistenza tecnica e di coordinamento finalizzati alla salvaguardia dell’integrità della condotta al verificarsi di situazioni particolari quali ad esempio lavori ed azioni di terzi dentro e fuori dalla fascia asservita che possono rappresentare pericolo per la condotta (attraversamenti con altri servizi, sbancamenti, posa tralicci per linee elettriche, uso di esplosivi, dragaggi a monte e valle degli attraversamenti in subalveo, depositi di materiali, ecc.). 6.2.1 Controllo dello stato elettrico delle condotte Per verificare, nel tempo, lo stato di protezione elettrica della condotta, viene rilevato e registrato il suo potenziale elettrico rispetto all’elettrodo di riferimento. I piani di controllo e di manutenzione Snam Rete Gas prevedono il rilievo e l’analisi dei parametri tipici (potenziale e corrente) degli impianti di protezione catodica in corrispondenza di posti di misura significativi ubicati sulla rete. La frequenza ed i tipi di controllo previsti dal piano di manutenzione vengono stabiliti in funzione della complessità della rete da proteggere e, soprattutto, dalla presenza o meno di correnti disperse da impianti terzi. Le principali operazioni sono: • controllo di funzionamento di tutti gli impianti di protezione catodica; • misure istantanee dei potenziali; • misure registrate di potenziale e di corrente per la durata di almeno 24 ore; L’analisi e la valutazione delle misure effettuate, nonché l’eventuale adeguamento degli impianti, sono affidate a figure professionali specializzate che operano a livello di unità periferiche. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 6.2.2 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 250 di 489 Rev. 0 Controllo delle condotte a mezzo “pig” Un “pig” è un’apparecchiatura che dall’interno della condotta consente di eseguire attività di manutenzione o di controllo dello stato della condotta. A seconda della funzione per cui sono utilizzati, i pig possono essere suddivisi in due categorie principali: • pig convenzionali, che realizzano funzioni operative e/o di manutenzione della condotta; • pig intelligenti o strumentali, che forniscono informazioni sulle condizioni della condotta. Pig convenzionali Sono generalmente composti da un affusto metallico e da coppelle in poliuretano che sotto la spinta del prodotto trasportato (liquido e/o gassoso), permettono lo scorrimento del pig stesso all’interno della condotta (vedi Fig. 6.2/A). Questi pig vengono impiegati durante le fasi di riempimento e svuotamento dell’acqua del collaudo idraulico, per operazioni di pulizia, messa in esercizio e per la calibrazione della sezione della condotta stessa mediante l’installazione di dischi in alluminio. Fig. 6.2/A: Pig convenzionale impiegato nelle operazioni di collaudo idraulico e di pulizia della condotta. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 251 di 489 Rev. 0 Pig intelligenti o strumentati Molto simili nella costruzione ai pig convenzionali, vengono definiti intelligenti o strumentati perché sono equipaggiati con particolari dispositivi atti a rilevare una serie di informazioni, localizzabili, su caratteristiche o difetti della condotta. I pig intelligenti attualmente più utilizzati sono quelli relativi al controllo della geometria della condotta ed allo spessore della condotta stessa (vedi Fig. 6.2/B). La conoscenza delle condizioni di integrità delle condotte è di notevole importanza nella gestione di una rete di trasporto. Fig. 6.2/B: Pig strumentale per il controllo della geometria e dello spessore della condotta. La sorveglianza dei tracciati sia da terra che con mezzo aereo, l’effettuazione di una metodica manutenzione, la conoscenza anche particolareggiata dello stato di protezione catodica o del rivestimento della condotta ed eventuali punti strumentati della linea costituiscono già di per se stesso idonee garanzie di sicurezza, tanto più se combinate con le ispezioni effettuate con pig intelligenti che, come abbiamo già detto, sono in grado di evidenziare e localizzare tutta una serie di informazioni sulle caratteristiche o difetti della condotta. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 252 di 489 Rev. 0 Viene generalmente eseguita un’ispezione iniziale per l’acquisizione dei dati di base, subito dopo la messa in esercizio della condotta (stato zero); i dati ottenuti potranno così essere confrontati con le successive periodiche ispezioni. Eventuali difetti vengono pertanto rilevati e controllati fino ad arrivare alla loro eliminazione mediante interventi di riparazione o di sostituzione puntuale. 6.3 Durata dell’opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione La durata di un gasdotto è in funzione del sussistere dei requisiti tecnici e strategici che ne hanno motivato la realizzazione. I parametri tecnici sono continuamente tenuti sotto controllo tramite l’effettuazione delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria (vedi par. 6.2), le quali garantiscono che il trasporto del gas avvenga in condizioni di sicurezza. Qualora invece Snam Rete Gas valuti la tubazione ed i relativi impianti non più utilizzabili per il trasporto del metano alle condizioni di esercizio prefissate, questi possono essere declassati, diminuendo la pressione di esercizio, ovvero messi fuori esercizio. In questo caso, la messa fuori esercizio della condotta può consistere nel mettere in atto le seguenti operazioni: − bonificare la linea; − fondellare il tratto di tubazione interessato per separarlo dalla condotta in esercizio; − riempire tale tratto con gas inerte (azoto) alla pressione di 0,5 bar; − mantenere allo stesso la protezione elettrica; − mantenere in essere le concessioni stipulate all’atto della realizzazione della linea, provvedendo a rescinderle su richiesta delle proprietà; − continuare ed effettuare tutti i normali controlli della linea; o prevedere, come nel caso in oggetto, la rimozione della condotta esistente, effettuando le operazioni precedentemente illustrate (vedi par. 5.2 della presente Sezione) ed inertizzando gli eventuali segmenti di tubazione lasciati nel sottosuolo. Le due diverse soluzioni comportano, ovviamente, interventi di entità assai differente che si traducono in un diverso impatto sull'ambiente naturale e socio-economico del territorio attraversato. Se la prima soluzione comporta interventi molto limitati sul terreno, rendendo minimi gli effetti sull’ambiente naturale, mantiene tuttavia inalterato il vincolo sul territorio, derivato dalla presenza della tubazione. La rimozione della condotta comporta, al contrario, la messa in atto di una serie di operazioni che incidono sul territorio alla stregua di una nuova realizzazione, ma libera lo stesso dal vincolo derivante dalla presenza della condotta. La messa fuori esercizio di una linea può, in alcuni casi, comportare il fatto che gli impianti fuori terra ad essa connessi (impianti accessori) restino inutilizzati per cui, se questi non sono perfettamente inseriti nel contesto ambientale, Snam Rete Gas File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 253 di 489 Rev. 0 provvede a rimuoverli, a ripristinare l’area da essi occupata ed a restituirla al normale utilizzo. In questo caso gli interventi consistono nel riportare il terreno nelle condizioni originarie, garantendo la protezione della coltre superficiale da possibili fenomeni erosivi e favorendo una rapida ricostituzione della vegetazione superficiale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 7 SICUREZZA DELL’OPERA 7.1 Valutazione dei possibili scenari di eventi incidentali COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 254 di 489 Rev. 0 Le valutazioni utilizzate per stimare la frequenza di incidente relativa al metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore sono basate sulle informazioni contenute nella banca dati del gruppo EGIG (European Gas pipeline Incident data Group) a cui partecipano, oltre Snam Rete Gas (I), altre otto delle maggiori Società di trasporto di gas dell’Europa occidentale: • Dansk Gasteknisk Center a/s, rappresentata da DONG Energi-Service(DK), • ENAGAS, S.A. (E), • Fluxys (B), • Gaz de France (F), • Gastransport Services (appartenente a N.V. Nederlandse Gasunie) (NL) • Ruhrgas AG (D) • SWISSGAS (CH), • Transco, rappresentata da Advantica (UK). Per l’EGIG, il termine “incidente” indica qualsiasi fuoriuscita di gas accidentale, a prescindere dalle dimensioni del danno verificatosi. Nel presente paragrafo l’espressione “incidente” sarà utilizzata con lo stesso significato. L’EGIG, fin dal 1970, raccoglie informazioni su incidenti avvenuti a metanodotti onshore che rispondono ai seguenti criteri: - metanodotti di trasporto (non sono inclusi dati riferiti a metanodotti di produzione), - metanodotti in acciaio, - metanodotti progettati per una pressione superiore ai 15 bar, - incidenti avvenuti all’esterno delle recinzioni delle installazioni, - incidenti che non riguardano le apparecchiature o componenti collegate al metanodotto (ad esempio: compressore, valvole, ecc). Nella più recente pubblicazione dell’EGIG (6th EGIG-report 1970 -2004 – Gas pipeline incidents - December 2005), sono raccolte e analizzate le informazioni relative ad incidenti avvenuti nel periodo 1970-2004. I dati si riferiscono ad una esperienza operativa pari a 2,77 106 [km·anno]. La rete di metanodotti monitorati aveva, nel 2004, una lunghezza complessiva di 122.168 km . Per il periodo dal 1970 al 2004 si è avuta una frequenza di incidente complessiva pari a 4,1 10-4 eventi/[km·anno]; tale valore è costantemente diminuito negli anni a testimonianza di una sempre migliore progettazione, costruzione e gestione dei metanodotti. Essendo il caso in esame relativo ad una nuova costruzione, per il presente studio, è più corretto assumere come frequenza di incidente quella calcolata considerando i dati più recenti: per il quinquennio 2000-2004 la frequenza di incidente è pari a 1,7 10-4 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 255 di 489 Rev. 0 eventi/[km·anno] e risulta inferiore di oltre il 50% rispetto a quella complessiva del periodo 1970-2004. Le principali cause di guasto che hanno contribuito a determinare questa frequenza di incidente sono state: − l’interferenza esterna, dovuta a lavorazioni edili o agricole sui terreni attraversati dai gasdotti; − i difetti di costruzione o di materiale; − la corrosione, sia esterna sia interna; − i movimenti franosi del terreno; − la realizzazione di diramazioni da una condotta principale effettuate in campo (hottap); − altre cause quali errori di progettazione, di manutenzione, eventi naturali come l’erosione o la caduta di fulmini. In questo dato sono compresi anche quegli incidenti di cui non è nota la causa. Nel seguito si riportano considerazioni e valutazioni, desumibili dal rapporto dell’EGIG, relative alle principali differenti cause di incidenti, quantificandone, quando possibile, i ratei più realistici per il metanodotto in esame e dando valutazioni qualitative in mancanza di dati specifici. Interferenza esterna L’interferenza con mezzi meccanici operanti sul territorio attraversato da condotte ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, per l’industria del trasporto del gas, lo scenario di incidente più frequente. Nel rapporto dell’EGIG sopraccitato risulta che le interferenze esterne sono la causa di incidente nel 49,7% dei casi registrati sull’intero periodo (1970-2004). L’affinamento e l’ottimizzazione delle tecniche per la prevenzione di tale problematica hanno, però, permesso nel tempo una continua e costante diminuzione di tale frequenza. L’EGIG ha registrato, per il quinquennio 2000-2004, una frequenza di incidente dovuta a interferenze esterne pari a 1,0 10-4 eventi/[km·anno] contro un valore di 2,0 10-4 eventi/[km·anno] relativo all’intero periodo (1970-2004) La prevenzione delle interferenze esterne è attuata principalmente attraverso: − l’utilizzo di tubo con spessore adeguato; − il mantenimento di una fascia di servitù non aedificandi di ampiezza massima pari a 40 m posta a cavallo dell’opera; − l’adozione di una copertura minima di 1,5 m nei terreni sciolti a destinazione agricola e di 0,9 m nei terreni rocciosi non destinati a colture agricole; − la segnalazione della presenza del gasdotto. Per quanto riguarda le misure elencate, si deve tenere in considerazione che il tracciato si sviluppa in gran parte in territori caratterizzati da copertura boschiva e vegetazione naturale e solo in corrispondenza del settore terminale in aree agricole, ove l’esistenza della fascia di servitù non aedificandi consente ai proprietari il solo l’esercizio delle attività agricole che non rappresentano, in genere, un pericolo per l’opera. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 256 di 489 Rev. 0 Le aree agricole sono, in parte, destinate a seminativi semplici, ove il ciclo produttivo comporta: − la preparazione del fondo tramite aratura e discissura del terreno; − la semina; − la fase di raccolta. Le uniche operazioni che prevedono l’utilizzo di lavorazioni in profondità sono l’aratura e la discissura. L’attività di aratura comporta, in generale, l’impiego di aratri mono o polivomeri che, a seconda delle colture e delle tecniche di coltivazione, operano in media tra i 50 ed i 70 cm di profondità (solo in casi particolari, infatti, si può raggiungere 1 m di profondità con macchine di grossa potenza, oltre 200 Cv). L’attività di discissura prevede di solito l’utilizzo di un discissore a più denti di lama, muniti all’estremità di apposite punte dotate di scalpelli, e viene eseguita di solito fino a 50 70 cm di profondità. La copertura del metanodotto in terreni sciolti (1,5 m) risulta essere ben al di sopra sia di queste profondità di lavorazione, sia della profondità raggiunta dalle pratiche agricole in corrispondenza di impianti di legnose agrarie, garantendo un’efficace misura preventiva di incidente contro le lavorazioni agricole tradizionali previste nell’area attraversata. La segnalazione della presenza del metanodotto, attraverso apposite paline poste in corrispondenza del suo tracciato, è un costante monito ad operare comunque con maggiore cautela in corrispondenza del metanodotto stesso. Eventuali interferenze tra macchine operatrici e metanodotto saranno quindi ascrivibili al mancato rispetto di clausole contrattuali. L’utilizzo di tubazioni con spessore adeguato garantisce, in generale, l’assorbimento di impatti anche violenti e rappresenta un’ulteriore misura preventiva o comunque mitigativa per gli incidenti. Tutte queste considerazioni portano a ritenere che la probabilità di un incidente dovuto ad interferenza esterna sia minimizzata. Difetti di materiale e di costruzione In “6th EGIG - report 2000 -2004 – Gas pipeline incidents - December 2005”, risulta che, per l’intero periodo monitorato (1970-2004), i difetti di materiale e di costruzione sono al secondo posto tra le cause di incidente ma anche che i rilasci accidentali di gas da condotte attribuibili a tale causa hanno una frequenza particolarmente alta per i gasdotti costruiti prima del 1963. Ciò induce a pensare che i miglioramenti tecnologici introdotti hanno permesso di ridurre l’incidenza di questa causa di incidente. Per l’opera in progetto, la prevenzione di incidenti da difetti di materiale o di costruzione sarà realizzata operando secondo le più moderne tecnologie: – in regime di qualità nell’acquisizione dei materiali; – con una continua supervisione dei lavori di costruzione; – con verifiche su tutte le saldature tramite radiografie e nel 20% dei casi tramite controlli ad ultrasuoni; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore – COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 257 di 489 Rev. 0 con un collaudo idraulico prima della messa in esercizio della condotta. Corrosione La corrosione di una condotta può essere classificata, in base alla sua localizzazione rispetto alla parete della tubazione, in interna e esterna. La corrosione, in genere, porta alla formazione di piccoli fori sulla parete della tubazione; la formazione di buchi grandi o rotture è assai rara. Per la corrosione esterna, in base al meccanismo che porta alla formazione di aperture sulla parete della tubazione, si parla di corrosione galvanica, corrosione puntiforme o per vailatura, cracking da stress per corrosione. Il gas naturale di per sé non tende a dare fenomeni corrosivi pertanto, nei metanodotti, la corrosione interna si manifesta solo nel caso di gas sintetici (che posso contenere sostanze in grado di innescare il fenomeno). Da “6th EGIG - report 1970 -2004 – Gas pipeline incidents - December 2005”, risulta che, per l’intero periodo monitorato (1970-2004), il 79% degli incidenti dovuti a corrosione sono causati da corrosione esterna e solo il 16% è attribuibile a corrosione interna (per il restante 5% non è possibile stabilire la localizzazione del fenomeno corrosivo). Dallo studio dell’EGIG scaturisce che, la corrosione è il fenomeno che conduce alla perdita di contenimento dei metanodotti nel 15,1% dei casi, collocandosi così al terzo posto tra le cause di incidente. Da tale rapporto si evince anche che i rilasci di gas dovuti a corrosione avvengono principalmente in condotte con pareti sottili, infatti gli eventi incidentali attribuibili alla corrosione sono avvenuti in condotte con spessore minore a 5 mm con una frequenza pari a 1,2 10-4 eventi/[km·anno], in condotte con spessore tra i 5 e i 10 mm con una frequenza 0,06 10-4 eventi/[km·anno], e in condotte con spessore tra i 10 e i 15 mm con una frequenza prossima a zero. Il gas trasportato non è corrosivo e quindi è da escludere il fenomeno della corrosione interna. Per il tratto in esame sono previste misure di protezione dalla corrosione esterna sia di tipo passivo che attivo: i tubi disporranno di un rivestimento di polietilene estruso ad alta densità con spessore minimo di 3 mm e saranno costantemente protetti catodicamente con un sistema di correnti impresse che garantirà la protezione del metallo anche in caso di accidentale danneggiamento del rivestimento. L’integrità della condotta verrà verificata attraverso l’ispezione periodica con il pig intelligente. Tale attività di controllo permetterà di intervenire tempestivamente, qualora un attacco corrosivo sensibile dovesse manifestarsi. Tutte le considerazioni sopra esposte portano a ritenere trascurabile la probabilità di avere incidenti imputabili alla corrosione. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 258 di 489 Rev. 0 Conclusioni Per tutte le considerazioni sopra esposte, il rateo di incidente di 1,7 10-4 eventi/[km anno], corrispondente ad ogni fuoriuscita di gas incidentale (a prescindere dalle dimensioni del danno) e calcolato dai dati EGIG per il quinquennio 2000-2004, se pur basso, risulta conservativo. L’analisi e le considerazioni fatte sulle soluzioni tecniche, in particolare l’adozione di spessori e fattori di sicurezza elevati, la realizzazione di una più che adeguata copertura del metanodotto, i controlli messi in atto nella fase di costruzione, l’ispezione del metanodotto in esercizio prevista con controlli sia a terra sia tramite pig intelligente, induce ad affermare che la frequenza di incidente per il metanodotto in oggetto è realisticamente inferiore al dato sopra riportato. 7.2 Gestione dell’emergenza 7.2.1 Introduzione L’elevato standard di sicurezza scelto da Snam Rete Gas durante le fasi di progettazione e costruzione, nonché la predisposizione di un’efficace struttura organizzativa per la gestione di condizioni di emergenza, consolidatisi nel corso degli anni hanno contribuito a fare del sistema di trasporto italiano una rete molto sicura. Snam Rete Gas dispone di normative interne che definiscono le procedure operative e i criteri di definizione delle risorse, attrezzature e materiali per la gestione di qualunque situazione di emergenza dovesse verificarsi sulla rete di trasporto: l’insieme di tali normative costituisce un dispositivo di emergenza. 7.2.2 Attivazione del dispositivo di emergenza L’attivazione del dispositivo di emergenza a fronte di inconvenienti sulla rete di trasporto gas viene assicurata tramite: • ricezione di segnalazioni di condizioni di emergenza riscontrate da terzi da parte delle unità operative decentrate, durante il normale orario di lavoro, e, al di fuori dello stesso, da parte del Dispacciamento di S. Donato Milanese , che è presidiato 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno; • il costante e puntuale monitoraggio a cura del Dispacciamento di S. Donato Milanese di parametri di processo quali pressioni, temperature e portate, che consentono l’individuazione di situazioni anomale o malfunzionamenti; • segnalazione a cura del personale aziendale durante le attività di manutenzioni, ispezione e controllo della linea e degli impianti. 7.2.3 I responsabili emergenza Il Dispositivo di Emergenza Snam Rete Gas assegna ruoli e responsabilità per la gestione di situazioni di emergenza. La turnazione copre tutto l’arco della giornata e tutti i livelli operativi partecipano, con responsabilità ben definite, a garantire la gestione di eventuali situazioni di emergenza. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 259 di 489 Rev. 0 In particolare nell’organizzazione corrente della Società: • il responsabile dell’emergenza a livello locale (Centro o Centrale) assicura l’analisi e l’attuazione degli interventi mitigativi, atti a ripristinare le preesistenti condizioni di sicurezza degli impianti e dell’ambiente coinvolto dall’emergenza e a garantire le normali condizioni di esercizio; • a livello superiore, è definita una struttura articolata che fornisce il necessario supporto tecnico e di coordinamento operativo al responsabile locale nella gestione di condizioni di emergenza complesse, assicura gli opportuni provvedimenti a fronte di fatti di rilevante importanza e gestisce i rapporti decisionali e di coordinamento con le autorità istituzionalmente competenti. Tale struttura assicura inoltre il necessario supporto tecnico specialistico al responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento per problemi di rilevante importanza inerenti la gestione del trasporto di gas con ripercussioni sui relativi contratti di importazioni ed esportazioni gas; • il responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento assicura i provvedimenti di coordinamento e assistenza durante la fase di emergenza e gli interventi operativi finalizzati alla mitigazione degli effetti sulle persone e ambiente, dovuti all’emergenza mediante l’intercettazione della linea effettuata tramite valvole telecomandate o con l’ausilio di personale reperibile locale. Garantisce l’esecuzione degli interventi operativi sul sistema di trasporto nazionale, atti a mitigare le alterazioni alle normali condizioni di esercizio durante il persistere di condizioni anomale o di emergenza. Assicura inoltre, durante emergenze complesse o con ripercussioni su contratti di importazioni ed esportazioni gas, l’informazione alla Direzione Snam, attuando i provvedimenti dalla stessa ritenuti opportuni. 7.2.4 Procedure di emergenza Le procedure di emergenza definiscono gli obiettivi dell’intervento in ordine di priorità: 1. eliminare nel minor tempo possibile ogni causa che possa compromettere la sicurezza di persone e ambiente; 2. intervenire nel minor tempo possibile su quanto possa ampliare l’entità dell’incidente o delle conseguenze ad esso connesse; 3. contenere, nei casi in cui si rende indispensabile la sospensione dell’erogazione del gas, la durata della sospensione stessa; 4. eseguire, tenuto conto della natura dell’emergenza, quanto necessario per il mantenimento o il ripristino dell’esercizio. Data la peculiarità di ogni intervento in emergenza, le procedure lasciano ai preposti la responsabilità di definire nel dettaglio le azioni mitigative più opportune, fermo restando i seguenti principi: • l’intervento deve svilupparsi con la maggior rapidità possibile e devono essere coinvolti ed informati tempestivamente i responsabili dell’emergenza competenti; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • 7.2.5 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 260 di 489 Rev. 0 le risorse umane, le attrezzature e materiali devono essere predisposti “con ampiezza di vedute”; per tutto il perdurare di eventuale fuoriuscita incontrollata di gas dalle tubazioni si farà presidiare il punto dell’emergenza e si raccoglieranno informazioni, quali gli effetti possibili per le persone e per l’ambiente, le conseguenze per le utenze e l’assetto della rete, necessarie ad intraprendere le opportune decisioni per l’intervento, nel rispetto degli obiettivi e delle priorità precedentemente indicati. Mezzi di trasporto e comunicazione, materiali e attrezzature di emergenza Le unità periferiche dispongono di veicoli e di sistemi di comunicazione adatti alla gestione delle emergenze. Sono, inoltre, attivi contratti di trasporto di materiali e contratti per la reperibilità di personale specialistico, mezzi d’opera e attrezzature per intervento di ausilio e di supporto operativo al responsabile dell’emergenza a livello locale che possono essere attivati anche nei giorni festivi. Le unità periferiche dispongono altresì di attrezzature utilizzabili in emergenza, costantemente allineate ed adeguate alle variazioni impiantistiche della rete. I materiali di scorta per emergenza, costantemente mantenuti in efficienza, sono opportunamente dislocati sul territorio. 7.2.6 Principali azioni previste in caso di incidente Il responsabile dell’emergenza a livello locale territorialmente competente è responsabile del primo intervento di emergenza: messo al corrente della condizione pervenuta, configura i limiti dell’intervento e provvede per attuarlo nel più breve tempo possibile, in particolare: • ordina, se necessario, la chiamata di emergenza dei reperibili; • accerta e segnala gli elementi riconducibili alla condizione di emergenza e segnala gli stessi al Dispacciamento e al responsabile a livello superiore, fornendo ad essi inoltre ogni ulteriore informazione che consenta di seguire l’evolversi della situazione; • valuta eventuali interruzioni di fornitura di gas agli utenti, indispensabili al ripristino delle condizioni di sicurezza preesistenti, gestendo con gli stessi gli interventi e le fasi di sospensione della fornitura; • richiede al responsabile dell’emergenza a livello superiore l’eventuale intervento di personale reperibile, mezzi d’opera, e attrezzature delle imprese terze convenzionate; • assicura gli interventi operativi necessari al ripristino, nel minor tempo possibile, delle condizioni di sicurezza degli impianti delle persone e dell’ambiente. Il responsabile di livello superiore, svolge un complesso di azioni, quali: • assicura e coordina il reperimento e l’invio di materiali e attrezzature previste nel dispositivo di emergenza, richieste dal responsabile di emergenza a livello locale; • assicura, in relazione alla natura dell’emergenza, il supporto al responsabile di emergenza a livello locale di altre Unità operative Snam Rete Gas e, se File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 261 di 489 Rev. 0 necessario, di personale, mezzi d’opera ed attrezzature di imprese terze convenzionate; assicura il supporto tecnico specialistico e di coordinamento al responsabile dell’emergenza a livello locale durante l’intervento, e nella fase dei rapporti con gli utenti eventualmente coinvolti in seguito all’intervento di emergenza; concorda, se del caso, con il responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento le azioni da intraprendere. Presso il Dispacciamento, il responsabile di turno: • valuta attraverso l’analisi dei valori strumentali rilevati negli impianti telecontrollati eventuali anomalie di notevole gravità e attua o assicura qualora necessario, le opportune manovre o interventi, ivi compresa l’intercettazione della linea e la fermata della Centrale; • segue l’evolversi delle situazioni di emergenza e provvede all’attuazione delle manovre atte a contenere le disfunzioni di trasporto connesse con la stessa, mantenendosi in contatto con il responsabile dell’emergenza locale e di livello superiore; • effettua, se del caso, operazioni di coordinamento ed appoggio operativo al responsabile dell’emergenza locale nelle varie fasi dell’emergenza. Il responsabile dell’emergenza presso il Dispacciamento: • decide gli opportuni provvedimenti relativi al trasporto del gas; • è responsabile degli assetti distributivi della rete primaria conseguenti all’emergenza; • coordina l’informazione alle unità specialistiche di Sede e l’intervento delle stesse, per problemi di rilevante importanza. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 8 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 262 di 489 Rev. 0 INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE E DI MITIGAZIONE AMBIENTALE Il contenimento dell’impatto ambientale provocato dalla realizzazione del progetto, viene affrontato con un approccio differenziato, in relazione alle caratteristiche del territorio interessato. Tale approccio prevede sia l’adozione di determinate scelte progettuali, in grado di ridurre “a monte” l’impatto sull’ambiente, sia la realizzazione di opere di ripristino adeguate, di varia tipologia. Il tracciato della nuova condotta é stato definito sfruttando, per quanto possibile e in prima istanza, il parallelismo con la tubazione in dismissione e, secondariamente, con altre infrastrutture Snam Rete Gas esistenti, sia per limitare il consumo di aree naturali, sia per poter usufruire, compatibilmente con gli sviluppi dei piani territoriali, delle servitù esistenti, rispettando l’assetto del territorio. 8.1 Interventi di ottimizzazione Per quanto concerne la messa in opera della nuova condotta, il tracciato di progetto rappresenta il risultato di un processo complessivo di ottimizzazione, cui hanno contribuito anche le indicazioni degli specialisti coinvolti nelle analisi delle varie componenti ambientali interessate dal gasdotto. Gli aspetti più significativi relativi alle scelte di tracciato, considerate al fine di contenere il più possibile l’impatto negativo dell’opera nei confronti dell’ambiente circostante, sono stati esplicitati nel cap. 1 della presente sezione. Nella progettazione di una linea di trasporto del gas sono, di norma, adottate alcune scelte di base che di fatto permettono una minimizzazione delle interferenze dell’opera con l’ambiente naturale. Nel caso in esame, tali scelte possono così essere schematizzate: 1. ubicazione del tracciato lontano, per quanto possibile, dalle aree di pregio naturalistico; 2. interramento dell’intero tratto della condotta; 3. accantonamento dello strato humico superficiale del terreno e sua ridistribuzione lungo la fascia di lavoro; 4. utilizzazione di aree prive di vegetazione arborea per lo stoccaggio dei tubi; 5. utilizzazione, per quanto possibile, della viabilità esistente per l’accesso alla fascia di lavoro; 6. adozione delle tecniche dell’ingegneria naturalistica nella realizzazione delle opere di ripristino; 7. programmazione dei lavori, per quanto reso possibile dalle esigenze di cantiere, nei periodi più idonei dal punto di vista della minimizzazione degli effetti indotti dalla realizzazione dell’opera sull’ambiente naturale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 263 di 489 Rev. 0 Alcune soluzioni sopracitate riducono di fatto l’impatto dell’opera su tutte le componenti ambientali, portando ad una minimizzazione del territorio coinvolto dal progetto, altre interagiscono più specificatamente su singoli aspetti. La seconda e la quarta, ad esempio, minimizzano l’impatto visivo e paesaggistico; la terza comporta la possibilità di un completo recupero produttivo dal punto di vista agricolo, in quanto, con il riporto sullo scavo del terreno superficiale, ricco di sostanza organica, garantisce il mantenimento dei livelli di fertilità. 8.2 Interventi di mitigazione e di ripristino Gli interventi di mitigazione sono finalizzati a limitare il peso della costruzione dell’opera sul territorio, previa applicazione di talune modalità operative funzionali ai risultati dei futuri ripristini ambientali, come ad esempio: - in fase di apertura pista, il taglio ordinato e strettamente indispensabile della vegetazione e l’accantonamento del terreno fertile; - in fase di scavo della trincea, l’accantonamento del materiale di risulta separatamente dal terreno fertile di cui sopra; - in fase di ripristino dell’area di passaggio, il riporto e la riprofilatura del terreno, rispettandone la morfologia originaria e la giusta sequenza stratigrafica: in profondità, il terreno arido, in superficie, la componente fertile. Gli interventi di ripristino ambientale vengono eseguiti dopo il rinterro della condotta allo scopo di ristabilire nella zona d’intervento gli equilibri naturali preesistenti e di impedire, nel contempo, l’instaurarsi di fenomeni erosivi, non compatibili con la sicurezza della condotta stessa. Nel caso in oggetto, detti interventi, nei tratti in cui la nuova condotta DN 900 (36") e il metanodotto DN 750 (30") in dismissione risultano essere in stretto parallelismo e conseguentemente l'area di passaggio sarà utilizzata sia per la messa in opera della prima tubazione che per la rimozione della seconda, saranno, per ovvi motivi di ordine operativo, eseguiti al termine di quest'ultima attività. Nel caso in esame, in conseguenza del fatto che l’opera interessa aree in cui le varie componenti ambientali presentano caratteri distintivi, vale a dire per orografia, morfologia, litologia e condizioni idrauliche, vegetazione ed ecosistemi, le attività di ripristino saranno diversificate per tipologia, funzionalità e dimensionamento; in ogni caso le opere previste nel progetto del metanodotto per il ripristino dei luoghi possono essere raggruppate nelle seguenti tre principali categorie: • ripristini morfologici ed idraulici; • ripristini idrogeologici; • ricostituzione della copertura vegetale (ripristini vegetazionali). Successivamente alle fasi di rinterro della trincea e prima della realizzazione delle suddette opere accessorie di ripristino, si procede, in ogni caso, alle sistemazioni generali di linea che consistono nella riprofilatura dell’area interessata dai lavori e nella riconfigurazione delle pendenze preesistenti, ricostituendo la morfologia originaria del File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 264 di 489 Rev. 0 terreno e provvedendo alla riattivazione di fossi e canali irrigui, nonché delle linee di deflusso eventualmente preesistenti. Nella fase di rinterro della trincea viene utilizzato, dapprima, il terreno con elevata percentuale di scheletro e, successivamente, il suolo agrario accantonato, ricco di humus. L’ubicazione delle diverse tipologie di intervento, previste lungo il tracciato di progetto, è riportata nel relativo elaborato grafico in scala 1:10.000 (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D83206 “Opere di mitigazione e ripristino”). In corrispondenza dei tratti in cui la nuova condotta DN 900 (36") è posta in stretto parallelismo alla tubazione DN 750 (30") in dismissione, gli interventi di ripristino previsti dal progetto sono stati, in ragione del fatto che l'area di passaggio è la medesima per entrambi gli interventi, indicati, convenzionalmente, solo sulle tavole relative alla messa in opera della nuova condotta (vedi Vol. 6, All. 8, Dis. LB-D-83206 tav. 1 ÷ 33). In termini temporali, gli interventi di ripristino saranno effettuati al termine delle attività di rimozione della tubazione esistente. L’ubicazione delle principali opere di contenimento e di difesa idraulica fuori terra è, inoltre, riportata sul “Tracciato di progetto” (vedi Vol. 5, All. 6, Dis. LB-D-83201), mentre la rappresentazione tipologica dei principali attraversamenti fluviali è illustrata nell’allegato “Attraversamenti e percorrenze fluviali” (vedi Vol. 6, All. 10, Dis. LB-D83208). I disegni tipologici di progetto, contenenti i particolari costruttivi degli stessi interventi, cui si farà riferimento nei paragrafi seguenti, sono allegati al presente volume (vedi Vol. 7, All. 11 “Disegni tipologici di progetto”). 8.2.1 Ripristini morfologici ed idraulici Opere di regimazione delle acque superficiali Le opere di regimazione delle acque superficiali hanno lo scopo di allontanare le acque di ruscellamento ed evitare fenomeni di erosione superficiale ed instabilità del terreno; tali opere hanno pertanto la funzione di regolare i deflussi superficiali, sia costringendoli a scorrere in fossi e canalizzazioni durevoli, sia attraverso la riduzione della velocità delle correnti idriche mediante la rottura della continuità dei pendii. Nel tratto considerato si prevede pertanto l’eventuale realizzazione delle seguenti tipologie d’opera: • canalette in terra protette da graticci di fascine verdi; • canalette in terra protette da materiale lapideo reperibile in loco. Questa tipologia di ripristino ambientale è generalmente adottata lungo la gran parte dei tratti in pendenza del tracciato, in particolare lungo versanti non coltivati o boscati. Quantità ed ubicazione delle canalette sono definite in base alla pendenza, alla natura del terreno, all’entità del carico idraulico e non ultimo, alla posizione del metanodotto rispetto ad infrastrutture esistenti. In riferimento alla linea in esame, le canalette in terra protette da materiale lapideo si prevedono in corrispondenza delle percorrenze di pendii mediamente acclivi caratterizzati da un substrato litoide sub-affiorante. In presenza di più significativi File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 265 di 489 Rev. 0 spessori di suolo, si prevede la realizzazione di canalette in terra protette da graticci di fascine verdi; le due tipologie potranno anche essere associate in funzione degli assetti morfolitologici e di copertura locali. Canalette in terra protette da graticci di fascine verdi (fascinate) La loro funzione è essenzialmente il consolidamento delle coltri superficiali attraverso la regimazione delle acque, evitando il ruscellamento diffuso e favorendo la ricrescita del manto erboso. Sono costituite in genere da una doppia fila di fascine verdi tenute in posto da picchettoni di legno forte, di diametro e lunghezza adeguati, posti in opera ad una distanza media di 50 cm e infissi nel terreno a profondità di almeno 1 m (Dis. LC-D83418). Le fascinate possono avere due differenti disposizioni planimetriche: la prima, “ad elementi continui”, nella quale ogni elemento attraversa da lato a lato l’area di passaggio; la seconda, “a lisca di pesce”, nella quale gli elementi vengono appunto disposti a spina di pesce; in questo caso è necessario effettuare una baulatura in corrispondenza dello scavo, per favorire l’allontanamento delle acque superficiali; sull’asse del metanodotto, gli elementi a lisca di pesce devono essere posti in sovrapposizione, al fine di evitare fenomeni di canalizzazione delle acque. L’interasse tra le singole fascinate viene scelto in funzione della pendenza e della natura del terreno. Le canalette in terra, poste a tergo delle fascinate, sono realizzate completamente in scavo, di forma trapezoidale e di sezione adeguata a garantire il deflusso delle acque e dotate di un argine ben costipato utilizzando il terreno proveniente dallo scavo. Canalette protette da materiale lapideo Ove la natura rocciosa del substrato non permetta o renda estremamente difficoltosa l’infissione dei picchettoni per la formazione delle fascinate, si prevede la realizzazione di canalette in terra rompitratta presidiate con materiale lapideo reperibile in loco, con la medesima funzione di regimazione delle acque di scorrimento superficiale, svolta dai graticci di fascine verdi sopra descritti (Dis. LC-D-83448). Opere di sostegno Si classificano come opere di sostegno quelle opere che assolvono la funzione di garantire il sostegno statico di pendii e scarpate naturali ed artificiali. Possono assolvere funzioni statiche di sostegno, di semplice rivestimento e di tenuta; possono essere rigide o flessibili, a sbalzo o ancorate; possono infine poggiare su fondazioni dirette o su fondazioni profonde. Ai fini dell’effetto indotto sull’assetto morfologico, possono essere distinte le opere fuori terra (in legname, in massi o in c.a.), e le opere interrate che, non essendo visibili, non comportano alterazioni del profilo originario del terreno. Detti interventi, in riferimento all’opera in esame, vengono eseguiti per il contenimento di scarpate morfologiche naturali e di origine antropica, specie se associate alla presenza di infrastrutture viarie, variamente presenti lungo l’intero sviluppo del tracciato. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fg. 266 di 489 Rev. 0 In situazioni di versante ad acclività media ed elevata, si dovrà ricorrere alla realizzazione di opere di sostegno a scomparsa, limitatamente alla sezione di scavo, che assolvano la funzione di contenimento dei terreni di rinterro. In altre circostanze, soprattutto in corrispondenza di pendii particolarmente lunghi, potranno essere realizzate strutture di contenimento rompitratta, specie in corrispondenza delle strade che tagliano in alcuni casi i versanti a mezzacosta per il ripristino o il sostegno delle scarpate stradali. Opere di sostegno rigide Si definiscono opere di sostegno rigide quelle caratterizzate dal fatto che l’unico movimento che possono manifestare sotto l’azione dei carichi in gioco è un movimento rigido. Nell’ambito del progetto in esame, si prevede la realizzazione di: • muri di contenimento in c.a. (Dis. LC-D-83440); • travi di contenimento in c.a. (Dis. LC-D-83439); • paratie di pali trivellati (Dis. LC-D-83442); • solette di fondazione in c.a. (Dis. LC-D-83428). Ad eccezione dei muri di contenimento in c.a. , questo tipo di opere risulta sempre interrato e pertanto non comporta alcun impatto sulle componenti paesaggistiche. Esse saranno eseguite e sagomate sulla base dei disegni di progetto che ne determineranno le caratteristiche dimensionali. Per quanto riguarda le prescrizioni sulla carpenteria (casseforme ed armature), le proprietà dei materiali e le modalità esecutive e controlli, si farà riferimento alla relativa normativa nazionale sulle opere in c.a. . In particolare, la realizzazione di travi di contenimento è prevista in località “San Rocco” (15,300 km), ad est dell’abitato di Guinadi, e nell'intorno del Passo del Brattello (19,500 km circa), in corrispondenza di due tratti caratterizzati da pendenze elevate ed affioramenti di arenarie ben stratificate. La realizzazione di paratie di pali in c.a. è prevista in maniera diffusa lungo le percorrenze delle strette creste che caratterizzano il tracciato in corrispondenza dei tratti francamente montuosi (ad esempio lungo il crinale tra Monte Cocchiello ed ll Passo del Brattello, tra il km 18,000 e il km 19,500 , e da Poggio Cadame al 51,100 km a Costa del Pelizzone al km 59,500 , sino a Bocchetta di Sette Sorelle, al km 69,000 circa). I micropali sono progettati in doppie paratie, con il ricorso a tiranti di ancoraggio (Dis. LC-D-83445) al fine di garantire la sicurezza dell'opera in condizioni geometriche di particolare criticità, assicurando la stabilità dei pendii ai lati della condotta. Le doppie paratie di micropali tirantati sono previste in prossimità di Monte Croce di Ferro, al km 20,700 (lungo la discesa all'incisione del T. Tarodine), in località “Prato Gemello” (54,450 km), lungo la Costa del Pelizzone (59,400 km) ed in corrispondenza di un breve tratto a sud del tunnel di Monte Cornale (67,000 km circa). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 267 di 489 Rev. 0 Le solette di fondazione in c.a., realizzate a sostegno di muri in gabbioni ed in massi, saranno messe in opera, ove si rendesse necessario, laddove è stata prevista la realizzazione di tale tipo di manufatti a cui sono associate. Per quanto riguarda i muri di contenimento in c.a, si è cercato di limitarne al minimo il numero prevedendoli solo dove effettivamente necessario; al fine di conferire a tale tipo di opera una certa “naturalità” e ridurne nel contempo l’impatto visivo, è stato previsto il rivestimento del paramento esterno con pietra locale. La realizzazione di muri in c.a è stata prevista a protezione delle infrastrutture viarie, spesso per ripristinare manufatti già presenti, sia lungo la condotta in progetto, sia lungo la condotta in dismissione. Ciò avviene, ad esempio, presso Villa Caimi (9,000 km circa) e in località “La Polveriera”, a nord di Pontremoli, in località “Campo Molino” (14,700 km circa) e “San Rocco” (15,300 km) ad est del centro abitato di Guinadi, in località “Valleto”, nel territorio comunale di Borgo Val di Taro e lungo la sede della strada comunale dei Scappini. Opere di sostegno flessibili Si definiscono opere di sostegno flessibili quelle caratterizzate dal fatto che possono invece presentare una certa deformabilità sotto l’azione dei carichi cui saranno sottoposti. Nel progetto in esame si prevede la realizzazione di: • i muri di contenimento in massi ed in pietrame; • le opere di sostegno in legname; • le terre rinforzate. Il muro di contenimento in massi ha il pregio di inserirsi in maniera ottimale nel contesto ambientale circostante. E’ caratterizzato da notevole flessibilità, é di veloce realizzazione e si adatta ottimamente alle variazioni topografiche del piano campagna. Esso può essere a vista (Dis. LC-D-83431) oppure interrato (Dis. LC-D-83432); i massi da utilizzarsi possono essere di varia natura purché corrispondano ai requisiti essenziali di essere costituiti da pietra dura e compatta, di non presentare piani di sfaldamento o incrinature, di non alterarsi per effetto del gelo. I blocchi equidimensionali sono squadrati ed a spigolo vivo. Il muro di contenimento in pietrame (Dis. LC-D-83430) ha il pregio di inserirsi in maniera ottimale nel contesto ambientale circostante. E’ caratterizzato da notevole flessibilità, é di veloce realizzazione e si adatta ottimamente alle variazioni topografiche del piano campagna. Gli elementi lapidei da utilizzarsi devono essere costituiti da pietra dura e compatta, di adeguata natura litologica (calcarea basaltica, granitica, ecc) e di dimensioni non inferiori a 25 cm in senso orizzontale, 20 cm in senso verticale e 30 cm in profondità, adeguatamente rinzeppati con scaglie e legati con malta cementizia; lungo la parete si lasciano delle feritoie, opportunamente posizionate per garantire il drenaggio della porzione di terreno a tergo del muro. La fondazione dei muri in pietrame sarà realizzata con soletta in c.a. direttamente sul terreno di base opportunamente spianato e costipato per ottenere un piano d’appoggio stabile e perfettamente uniforme. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 268 di 489 Rev. 0 In considerazione della particolare orografia che caratterizza buona parte dei tracciati delle condotte corrispondente allo scavalcamento della catena appenninica, il progetto prevede una diffusa realizzazione di queste tipologie di intervento, in particolare per il sostegno di scarpate stradali o naturali che vengono interessate dalla linea o a sostegno delle riprofilature del versante (vedi tab. 4.3/A Sez. II “Opere complementari” e Vol. 5, All. 6 - dis. LB-D-83201 “Tracciato di progetto”). Ulteriori tipologie di sostegno previste lungo la linea di progetto sono rappresentate da opere in legname, in particolare palizzate e muri cellulari in legname. Le palizzate di contenimento in legname (Dis. LC-D-83421) possono svolgere una funzione di sostegno di piccole scarpate, interessate dalle fasi di movimentazione durante la costruzione, e della coltre del terreno di copertura nei tratti di versante a maggior acclività, laddove comunque si prospettano condizioni di spinta delle terre di lieve entità. Le palizzate vengono eseguite in guisa di cordonate continue mediante l’infissione di pali verticali di essenze forti che fuoriescono dal terreno di circa 0,60÷0,80 m e da pali disposti in senso orizzontale, per l’altezza fuori terra, formanti una parete compatta e saldamente legati ai pali infissi con filo di ferro zincato. Al fine di svolgere anche un’azione regolamentatrice delle acque, a tergo della palizzata sarà realizzata una canaletta di drenaggio in terra battuta, con una sezione 2 minima di almeno 0,15 m . Lungo i versanti acclivi, oltre alle opere sopra descritte, soprattutto in corrispondenza di pendii particolarmente lunghi, all’interno della trincea dello scavo, potranno essere realizzate strutture di contenimento rompitratta. Si tratta di diaframmi in sacchetti (Dis. LC-D-83422) di tessuto non tessuto, di dimensioni di circa 50x70 cm. I sacchetti saranno riempiti con materiale granulare (con granulometria compresa fra 0,06 e 25 mm). I diaframmi saranno realizzati all’intorno della tubazione, avranno sezione planimetrica ad arco con convessità verso monte e si eleveranno fino a circa 0,50-1 m al di sotto della superficie topografica. Ogni singolo diaframma sarà fondato su un piano, in leggera contropendenza, ricavato sul fondo scavo ed i fianchi saranno opportunamente immorsati alle pareti della trincea. Tali tipo di opere, che a fine dei lavori risulteranno completamente interrate, saranno realizzate anche in corrispondenza delle strade bianche carreggiabili che tagliano in alcuni casi i versanti in mezzacosta. Opere di drenaggio delle acque Questa tipologia d’intervento é stata inserita nel capitolo delle opere di ripristino morfologico in quanto tali opere in ragione del loro effetto drenante, esercitano un importante ed efficace azione per il riassetto idrogeologico soprattutto per ciò che concerne il consolidamento dei terreni ed in generale, la stabilità dei pendii. I drenaggi profondi sono essenzialmente delle trincee riempite con materiali aridi, opportunamente selezionati e sistemati, aventi lo scopo di captare e convogliare le acque del sottosuolo, consolidando i terreni circostanti e stabilizzando quindi aree predisposte alla franosità (Dis. LC-D-83407). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 269 di 489 Rev. 0 Possono essere realizzati in asse alla condotta (trincea drenante sottocondotta), in parallelismo alla condotta ed anche in senso trasversale (trincea drenante fuoricondotta) ad essa e hanno la funzione di captare le acque e convogliarle su compluvi naturali, anche con l’ausilio di scarichi artificiali, drenando e bonificando il terreno circostante e migliorando così le condizioni di stabilità. Il corpo drenante è costituito da una massa filtrante consistente di norma da ghiaia lavata a granulometria uniforme (diametro minimo 6 mm, diametro massimo 60 mm), praticamente esente da frazioni limose e/o argillose ed avvolta da tessuto non tessuto. Lo scorrimento dell’acqua avviene dentro tubi in PVC disposti sul fondo del drenaggio, con fessure longitudinali limitate dalla semicirconferenza superiore del tubo stesso. Nella parte terminale dei dreni viene realizzato un setto impermeabile, costituito da un impasto di bentonite ed argilla. Lo scarico dei dreni, viene fatto coincidere per quanto possibile con impluvi naturali o comunque preesistenti ed intestato in un piccolo gabbione o altro manufatto di protezione. Trincee drenanti fuoricondotta e sottocondotta sono state previste, in alcuni tratti del tracciato, allo scopo di migliorare la stabilità di limitate porzioni di terreno attualmente interessate da fenomeni gravitativi di lieve entità o per incrementare, in termini cautelativi, le caratteristiche di resistenza geomeccanica dei terreni attraversati, laddove sono state supposte potenziali condizioni di stabilità precaria. Lungo la condotta in dismissione e nei tratti in parallelismo con la condotta in progetto, si prevede, nella quasi totalità dei casi, di mantenere in esercizio o comunque ripristinare i drenaggi ivi presenti. Lungo la condotta in progetto, ulteriori trincee drenanti sono state previste in un tratto della risalita dal T. Tarodine al microtunnel di Palazzo, presso Case Cereto e Ponte Ingegna, in località Il Mulino, lungo la costa di Prato Gemello, lungo la Costa del Pelizzone e lungo la costa tra Biselle e M. Cornale. Nel caso in cui lo scavo della trincea venga ad interessare litologie dotate di buone caratteristiche geomeccaniche, tali da non mostrare propensione a fenomeni di dissesto, é prevista, soprattutto nei tratti acclivi più lunghi, la realizzazione, ad intervalli più o meno regolari, di segmenti di letto di posa drenante (Dis. LC-D-83406), consistenti in uno strato di ghiaia di spessore minimo di 0,3 m, posto sul fondo dello scavo e rivestito con un foglio di tessuto non tessuto con funzione di filtro, che assolvono al compito di raccogliere e smaltire le acque di infiltrazione che tendono a convogliarsi lungo la trincea di scavo in cui é alloggiata la condotta. Lungo la linea di progetto, si prevede la messa in opera del letto di posa drenante in corrispondenza dei tratti, talvolta piuttosto lunghi, dove si configurano condizioni morfometriche di pendenza accentuata o dove si prevede la possibilità di presenza di acqua nella trincea di scavo sia legata a innalzamenti locali di falda freatica, sia legata ad eventi metereologici intensi. Opere di difesa idraulica Questo tipo di opere hanno la funzione di regimare il corso d’acqua al fine di evitare fenomeni di erosione spondale e di fondo in corrispondenza della sezione di attraversamento della condotta. Si classificano come “opere longitudinali” quelle che hanno un andamento parallelo alle sponde dei corsi d’acqua ed hanno una funzione protettiva delle stesse; come “opere File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 270 di 489 Rev. 0 trasversali” quelle che sono trasversali al corso d’acqua ed hanno la funzione di correggere o fissare le quote del fondo alveo, fino al raggiungimento del profilo di compensazione, al fine di evitare fenomeni di erosione di fondo. Tali opere si classificano come briglie, controbriglie, soglie, repellenti. Lungo il tracciato in oggetto, sono previste opere di difesa idraulica longitudinali e trasversali, generalmente da realizzare in massi ciclopici; più raramente saranno realizzate opere in calcestruzzo armato, quasi esclusivamente per il ripristino di sistemazioni idrauliche preesistenti. Opere di difesa idraulica longitudinali Le difese spondali con scogliere in massi (Dis. LC-D-83467), eseguite contro l’erosione delle sponde e per il contenimento dei terreni a tergo, saranno sagomate sulla base dei progetti che ne determineranno le dimensioni, nonché lo sviluppo della parte in elevazione e del piano di fondazione. Il loro comportamento statico è del tutto analogo a quello dei muri di sostegno in massi ciclopici. Anche le prescrizioni sulle modalità esecutive e sulle proprietà dei materiali da utilizzare sono analoghe a quelle per i muri in massi ciclopici. L’immorsamento alle sponde dell’opera idraulica sarà realizzato con la massima cura, particolarmente nella parte di monte. Al fine di evitare l’aggiramento dell’opera da parte della corrente idrica, tale immorsamento sarà effettuato inserendo la testa dell’opera all’interno della sponda, con un tratto curvilineo non inferiore a 2÷3 m . Per la parte terminale di valle è sufficiente un raccordo ad angolo retto con la sponda. Quando l’energia della corrente fluviale é poco rilevante, con condizioni di scarsa portata idraulica e/o di sponda poco elevata, é sufficiente realizzare il solo rivestimento spondale in massi (Dis. LC-D-83466), mediante la messa in opera di massi di dimensioni inferiori a quelle della scogliera, che non assolve più alla funzione principale di sostegno e presidio idraulico, ma piuttosto di solo annullamento dell’azione erosiva al piede della scarpata spondale. Durante la fase di realizzazione, nel corpo di suddette strutture, potranno essere inserite delle talee di essenze autoctone con il compito di minimizzare l’impatto visivo e quindi migliorare l’inserimento dell’opera nell’ambiente circostante. Le talee (Dis. LC-D83404) sono costituite da essenze autoctone forti, ad elevato indice di attecchimento, da concordare con gli enti preposti. In alcuni casi, nei corsi d’acqua a regime torrentizio dotati di notevole capacità erosiva e di trasporto, associato alle difese spondali in massi o singolarmente, potrà essere realizzato una ricostituzione dell’alveo con massi (Dis. LC-D-83473). I massi utilizzati, di adeguata natura litologica (calcarea basaltica, granitica, ecc), devono essere costituiti da pietra dura e compatta, non devono presentare piani di sfaldamento o incrinature e non devono alterarsi per effetto del gelo. I blocchi sono squadrati, a spigolo vivo, ed equidimensionali. In alternativa alle suddette opere di presidio idraulico, che prevedono l’impiego di massi naturali di pezzatura ciclopica, per alcuni piccoli corsi d’acqua interessati dai lavori, caratterizzati da scarso trasporto solido al fondo, e come ripristino di opere esistenti in alcuni tratti in dismissione, è stato previsto di realizzare la ricostituzione spondale con gabbioni (Dis. LC-D-83463). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 271 di 489 Rev. 0 Per le caratteristiche dei materiali e le tecniche di realizzazione si rimanda a quanto riportato per i muri di contenimento in gabbioni. La ricostituzione spondale con muro cellulare in legname e pietrame (Dis. LC-D83458), costituisce un’ulteriore tipologia di opere in legname volte, anche in questo caso, alla regimazione longitudinale di corsi d’acqua dotati di caratteristiche idrauliche modeste e moderate capacità erosive. Questa tipologia di opera assolve anche ad una funzione di sostegno per le sponde. Le metodologie costruttive sono analoghe a quanto descritto in precedenza per i muri cellulari in legname; al piede dell’opera sarà realizzata una protezione antierosiva con massi e pietrame. Relativamente al metanodotto in progetto, le opere sopra descritte sono previste per la difesa dei tratti di sponda di gran parte dei corsi d’acqua interessati dai lavori. In particolare, le scogliere di massi sono previste in corrispondenza delle sezioni di attraversamento dei principali corsi d’acqua e di quei corsi d’acqua minori caratterizzati da sponde ad elevata acclività in cui l’opera, oltre alla funzione di protezione delle sponde, deve assolvere alla funzione di contenimento dei terreni a tergo. La realizzazione di scogliere in massi è prevista in corrispondenza degli attraversamenti dei seguenti torrenti Carrara (0,115 km), Betigna (8,845 km), Verde (9,035 km), Tarodine (23,595 km), Toncina (44,300 km), Ceno (49,500 km) ed Arda (74,370 km, 79,670 km, 81,780 km e 83,115 km) e del F. Taro (26,940 km); inoltre si prevede la realizzazione di scogliere in massi anche lungo un tratto di percorrenza del T. Ingegna (33,825-34,080 km). L’utilizzo di ricostituzioni spondali con rivestimenti in massi è stato previsto in corrispondenza degli attraversamenti del T. Teglia (1,040 km), del T. Gordana (5,065 km), del T. Verdesina (14,910-15,040 km), del T. Uccellecchia (25,940 km), del T. Gotra (30,260 km), del F. Taro (29,770 km), del T. Toncina (42,060 km), del T. Ceno (48,685 km), del Rio Rugarlo (70,590 km), del T. Chero lungo la tubazione in dismissione, del T. Chiavenna (89,285 km) e lungo la percorrenza del Rio della Lubbia (53,210 km). La ricostituzione spondale in gabbioni è stata prevista, esclusivamente come ripristino di opere in esercizio, nei tratti in dismissione o in quelli in progetto paralleli ai tratti in dismissione, come in corrispondenza dell’attraversamento del T. Teglia (1,215 km), del T. Verde (8,410 km) e del F. Taro (28,185 km). L’utilizzo di palizzate è stato limitato ai fossi caratterizzati da modeste profondità ed attività erosiva pressoché nulla. Opere di difesa idraulica trasversali Quando si riscontra la presenza di corsi d’acqua in cui si riconosce una certa tendenza evolutiva di fondo con fenomeni di approfondimento d’alveo, è opportuno fissare la quota di fondo mediante la realizzazione, a valle della sezione d’attraversamento, di opere di difesa idraulica trasversale. Tale tipologia di opera è stata prevista, per la condotta in progetto, a valle degli attraversamenti di corsi d’acqua caratterizzati da un’apprezzabile morfodinamica del fondo alveo e consistenti nella realizzazione di difese trasversali in massi (Dis. LC-D- File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 272 di 489 Rev. 0 83485) e/o in c.a. (Dis. LC-D-83487), rappresentate da soglie e/o briglie, al fine di garantire la copertura minima sulla condotta, contro eventuali fenomeni di erosione di fondo. Spesso tale tipologia di opera viene realizzata a valle delle opere di regimazione longitudinali, al fine di evitare fenomeni di scalzamento dovuti agli effetti vorticosi della corrente fluviale che si generano soventemente a valle di strutture idrauliche più o meno rigide. Sovente è altresì prevista la realizzazione di una platea in massi allo scopo di evitare fenomeni di erosione dell’alveo che potrebbero verificarsi a valle dell’opera trasversale per il salto di quota che quest’ultima genera con la sua presenza. Opere trasversali sono realizzate anche allo scopo di indirizzare la corrente idraulica in piena verso la parte centrale dell’alveo, e quindi proteggere la sponda dall’azione erosiva. Si tratta nella maggior parte dei casi di pennelli in massi (Dis. LC-D-83479) costituiti da massi naturali duri e compatti, generalmente di natura calcarea, basaltica, granitica o trachitica privi di inclusioni e/o piani di sfaldamento, con eventuale messa a dimora di talee. L’opera viene realizzata per la protezione idraulica della sponda e viene in generale disposta in modo da formare un angolo di circa 15-20° rispetto alla perpendicolare alla direzione di flusso principale, al fine di ridurre il più possibile l’azione erosiva della corrente. L’opera viene realizzata con massi di pezzatura stabilita in relazione alle caratteristiche di deflusso delle acque, prevedendo un immorsamento minimo nella sponda di almeno 3m. In generale gli elementi lapidei sono disposti in maniera non ordinata (casuale), allo scopo di evitare la creazione di una struttura regolare. In alcuni casi, dove si prevedono sollecitazioni particolarmente gravose, i massi possono essere posizionati singolarmente, in modo da favorire il loro concatenamento ottimale. Le caratteristiche geometriche dei pennelli e l’interasse tra pennelli contigui, saranno definite negli elaborati di progetto. Ove già presenti sulla linea esistente, sono stati anche ripristinati i pennelli in gabbioni (Dis. LC-D-83476). Tra le opere di difesa idraulica rientrano anche la regimazione di piccoli corsi d’acqua con cunetta in massi (Dis. LC-D-83449) o con elementi prefabbricati in c.a. (Dis. LC-D83454) e la ricostituzione dell’alveo in massi (Dis. LC-D-83473). La cunetta in massi è usata per piccoli corsi d’acqua, con modeste capacità erosive e di trasporto. Gli elementi prefabbricati in c.a. sono utilizzati esclusivamente come ripristino di opere esistenti. La ricostituzione dell’alveo in massi ha lo scopo di proteggere il terreno di fondo alveo dall’azione di trasporto delle acque, vengono posizionati dei massi sul fondo e sulle sponde fino al livello ordinario di piena. In generale, per favorire un migliore inserimento dell’intervento nel contesto naturale del corso d’acqua, vengono utilizzati elementi lapidei di pezzatura non omogenea; essi sono disposti in maniera non ordinata, evitando quindi di formare una platea regolare. Sulle parte restante della sponda, dal livello ordinario di piena fino alla sommità, viene eseguita la riprofilatura del terreno. In funzione del corso d’acqua possono essere posizionate sulle sponde delle fascine verdi e relativi picchetti di fissaggio, fino alla quota del livello di piena, e/o possono essere messe a dimora delle talee di specie autoctone. Al fine di proteggere il terreno superficiale delle sponde dal dilavamento, si possono utilizzare dei geosintetici di rinforzo e, in ogni caso, si procede con l’inerbimento di tutta l’area interessata dai lavori. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 8.2.2 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 273 di 489 Rev. 0 Ripristini idrogeologici Anche se la profondità degli scavi é generalmente contenuta nell’ambito dei primi 3 m dal piano campagna, i lavori di realizzazione dell’opera possono localmente interferire con la falda freatica e con il sistema di circolazione idrica sotterranea, come nel caso di tratti particolari quali gli attraversamenti in subalveo o quelli caratterizzati da condizioni di prossimalità della falda al piano campagna. Nel caso in cui tale eventualità si verifichi in prossimità di opere di captazione (pozzi di emungimento, canali di drenaggio interrati) ovvero di emergenze naturali (sorgenti, fontanili), ritenendo che i lavori possano alterare gli equilibri piezometrici naturali, verranno adottate, prima, durante e a fine lavori, opportune misure tecnico-operative volte alla conservazione del regime freatimetrico preesistente. In relazione alla variabilità delle possibili cause ed effetti d’interferenza, le misure da adottare saranno stabilite di volta in volta scegliendo tra le seguenti tipologie d’intervento: • rinterro della trincea di scavo con materiale granulare, al fine di preservare la continuità della falda in senso orizzontale; • esecuzione, per l’intera sezione di scavo, di setti impermeabili in argilla e bentonite, al fine di confinare il tratto di falda intercettata ed impedire in tal modo la formazione di vie preferenziali di drenaggio lungo la trincea medesima; • rinterro della trincea, rispettando la successione originaria dei terreni (qualora si alternino litotipi a diversa permeabilità) al fine di ricostituire l’assetto idrogeologico originario; • tempestivo confinamento delle fratture beanti e realizzazione di vincoli impermeabili per il ripristino degli esistenti limiti di permeabilità, qualora si verifichino emergenze idriche localizzate in litotipi permeabili per fratturazione (ammassi lapidei conglomeratici). Le misure costruttive sopracitate, correttamente applicate, garantiscono in generale il raggiungimento dei seguenti obiettivi: • il ripristino dell’equilibrio idrogeologico nel tratto in cui il tracciato interessa la falda; tale condizione si ottiene selezionando il materiale di rinterro degli scavi, in modo da ridare continuità idraulica all’orizzonte acquifero intercettato; • il recupero delle portate drenate in prossimità di punti d’acqua (sorgenti, pozzi o piccole scaturigini) previa esecuzione di locali sistemi di drenaggio e captazione (setti impermeabili di confinamento, corpi drenanti di assorbimento). 8.2.3 Ripristini vegetazionali Gli interventi di ripristino dei soprassuoli forestali e agricoli comprendono tutte le opere necessarie a ristabilire le originarie destinazioni d’uso. Nelle aree agricole, essi avranno come finalità il riportare i terreni alla medesima capacità d’uso e fertilità agronomica presenti prima dell’esecuzione dei lavori, mentre nelle aree caratterizzate da vegetazione naturale e seminaturale, i ripristini avranno la File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 274 di 489 Rev. 0 funzione di innescare i processi dinamici che consentiranno di raggiungere, nel modo più rapido e seguendo gli stadi evolutivi naturali, la struttura e la composizione delle fitocenosi originarie. Gli interventi di ripristino sono, quindi, finalizzati a ricreare le condizioni idonee al ritorno di un ecosistema il più possibile simile a quello naturale ed in grado, una volta affermatosi sul territorio, di evolversi autonomamente. Gli interventi di ripristino vegetazionale sono sempre preceduti da una serie di operazioni finalizzate al recupero delle condizioni originarie del terreno: • il terreno agrario, precedentemente accantonato ai bordi della trincea, sarà ridistribuito lungo la fascia di lavoro al termine del rinterro della condotta; • il livello del suolo sarà lasciato qualche centimetro al di sopra del livello dei terreni circostanti, in considerazione del naturale assestamento, principalmente dovuto alle piogge, a cui il terreno va incontro una volta riportato in sito; • le opere di miglioramento fondiario, come impianti fissi di irrigazione, fossi di drenaggio ecc. , provvisoriamente danneggiate durante il passaggio del metanodotto, verranno completamente ripristinate una volta terminato il lavoro di posa della condotta. Gli interventi per il ripristino della componente vegetale si possono raggruppare nelle seguenti fasi: • scotico ed accantonamento del terreno vegetale; • inerbimento; • messa a dimora di alberi ed arbusti; • cure colturali. Scotico ed accantonamento del terreno vegetale La prima fase del ripristino della copertura vegetale naturale e seminaturale si colloca nella fase di apertura della fascia di lavoro e consiste nello scotico ed accantonamento dello strato superficiale di suolo, ricco di sostanza organica, più o meno mineralizzata, e di elementi nutritivi. Detta operazione è necessaria soprattutto quando ci si trova in presenza di spessori di suolo relativamente modesti. L’asportazione dello strato superficiale di suolo, per una profondità approssimativamente pari alla zona interessata dalle radici erbacee, è importante per mantenere le potenzialità e le caratteristiche vegetazionali di un determinato ambito e, normalmente, sarà eseguita con l’ausilio di una pala meccanica. Il materiale risultante da questa operazione sarà accantonato a bordo pista e opportunamente protetto con teli traforati per evitarne l’erosione ed il dilavamento. La protezione dovrà inoltre essere tale da non causare disseccamenti o fenomeni di fermentazione che potrebbero compromettere il riutilizzo del materiale. In fase di rinterro della condotta, lo strato di suolo accantonato verrà rimesso in posto cercando, se possibile, di mantenere lo stesso profilo e l’originaria stratificazione degli orizzonti. Prima dell’inerbimento e della messa a dimora di alberi ed arbusti, qualora se ne ravvisi la necessità, si potrà provvedere anche ad una concimazione di fondo. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 275 di 489 Rev. 0 Inerbimento In linea di principio, gli inerbimenti saranno eseguiti solo in brevi tratti di scarpata. Essi saranno eseguiti allo scopo di: ricostituire le condizioni pedo-climatiche e di fertilità preesistenti; apportare sostanza organica; ripristinare le valenze estetico paesaggistiche; proteggere il terreno dall’azione erosiva e battente delle piogge; consolidare il terreno mediante l’azione rassodante degli apparati radicali; proteggere gli interventi di sistemazione idraulico-forestale (fascinate, palizzate ecc.), dove presenti, ed integrazione della loro funzionalità. La scelta dei miscugli da utilizzare è stata effettuata cercando di conciliare l’esigenza di conservazione delle caratteristiche di naturalità delle cenosi erbacee attraversate con la facilità di reperimento del materiale di propagazione sul mercato nazionale. In base a precedenti esperienze e come verificato anche in aree con tipologie vegetazionali simili in cui sono già stati eseguiti interventi di ripristino, si ritiene necessario sottolineare come le specie autoctone si integrino da subito al miscuglio delle specie commerciali per poi sostituirlo e diventare gradualmente dominanti nel corso degli anni. In relazione alle caratteristiche pedologiche e climatiche del territorio attraversato dalle condotte in progetto ed in dismissione è possibile ipotizzare l'impiego dei miscugli riportati nella tabella seguente (vedi tab. 8.2/A). Tab. 8.2/A: Miscuglio di semi per inerbimento SPECIE erba mazzolina (Dactylis glomerata) bromo inerme (Bromus inermis) fienarola dei prati (Poa pratensis) coda di topo (Phleum pratense) loglio inglese (Lolium perenne) festuca arundinacea (Festuca arundinacea) trifoglio violetto (Trifolium pratensis) trifoglio bianco (Trifolium repens) ginestrino (Lotus corniculatus) Totale miscuglio A % miscuglio B % 30 30 10 5 30 5 10 5 5 100 15 10 20 10 10 5 100 I due tipi di miscuglio previsti “A” e “B” si riferiscono a diversi tipi di terreno; il miscuglio “A” è adatto per terreni sciolti, anche con scheletro grossolano, mentre il miscuglio “B” si deve impiegare con terreni di medio impasto e fertili. Indicativamente, l'inerbimento richiede l'utilizzo di un quantitativo di miscuglio uguale o maggiore a 20 g/m2 e, al fine di garantire la quantità necessaria di elementi nutritivi per File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 276 di 489 Rev. 0 il buon esito del ripristino, prevede la contemporanea somministrazione di fertilizzanti a lenta cessione. Tutti gli inerbimenti vengono eseguiti, ove possibile, con la tecnica dell’idrosemina, al fine di ottenere: uniformità della distribuzione dei diversi componenti; rapidità di esecuzione dei lavori; possibilità di un maggiore controllo delle varie quantità distribuite. Gli inerbimenti a mano verranno eseguiti solamente laddove sia assolutamente impossibile intervenire con i mezzi meccanici (impraticabilità dell’area, strapiombi, distanza eccessiva da strade percorribili, ecc.). A seconda delle caratteristiche pedoclimatiche dei terreni, l’inerbimento può essere fatto con le seguenti tipologie di semina idraulica: • semina tipo A: semina idraulica, comprendente la fornitura e la distribuzione di un miscuglio di sementi erbacee e concimi; si esegue in zone pianeggianti o subpianeggianti; • semina tipo B: semina idraulica con le stesse caratteristiche del punto precedente con aggiunta di sostanze collanti a base di resine sintetiche in quantità sufficiente ad assicurare l’aderenza del seme e del concime al terreno; si effettua in zone acclivi; • semina tipo C: semina idraulica come ai punti precedenti, con aggiunta di formulato di paglia e/o pasta di cellulosa e/o canapa, a protezione della semente; si esegue nelle zone ove necessita una rapida germinazione del seme, facilitata dall’effetto serra della paglia, per contribuire alla rapida stabilizzazione di terreni particolarmente soggetti ad erosione superficiale (terreni molto acclivi); • semina tipo D: semina idrobituminosa da impiegare in terreni a forte percentuale di roccia e non, con qualsiasi pendenza, al fine di ottenere un rapido mascheramento visivo ed uno sviluppo immediato del cotico erboso; questa tipologia comprende la distribuzione di miscuglio di semi, di concime, di paglia di cereali autunno-vernini e di emulsione bituminosa, secondo le seguenti fasi operative: distribuzione di miscuglio di seme e concime come al punto “A”; distribuzione di paglia ed emulsione bituminosa mediante una macchina impaglia-bitumatrice. La tecnica di copertura e protezione del terreno con resine o altre sostanze accelera il processo di applicazione, in quanto in un’unica volta vengono distribuiti contemporaneamente sementi, concimi e resina, quest’ultima con funzioni di collante. Le caratteristiche che si richiedono a queste resine sono: • non tossicità; • capacità di ritenuta e consolidante graduabile a diversi dosaggi; • capacità di permettere il normale scambio idrico e gassoso fra atmosfera ed il terreno; • capacità di resistenza all’azione erosiva delle acque da ruscellamento; • biodegradabilità 100%. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 277 di 489 Rev. 0 In base alle caratteristiche morfologiche, pedologiche e vegetazionali interessate dal tracciato e descritte nei capitoli precedenti le tipologie di semina da utilizzare per inerbire la pista di lavoro sono la tipologia “C” e “D”. Tutte le attività di semina sono, di norma, eseguite in condizioni climatiche opportune (assenza di vento o pioggia). La stagione più indicata per effettuare la semina è l’autunno perché consente uno sviluppo dell'apparato radicale in grado di poter affrontare il periodo di stress idrico della successiva estate. Messa a dimora di alberi ed arbusti Nelle aree con cenosi di carattere naturale o seminaturale, eventualmente interessate dai lavori, appena ultimata la semina si procederà alla ricostituzione della copertura arbustiva ed arborea. L’obbiettivo dell’intervento non è la semplice sostituzione delle piante abbattute con l’apertura della pista, ma deve essere progettato, piuttosto, come un passo verso la ricostituzione dell’ambito ecologico (e paesaggistico) preesistente la realizzazione dell’opera. La disposizione spaziale sarà a gruppi in modo da creare macchie di vegetazione che con il tempo possano evolversi e assolvere alla funzione di nuclei di propagazione, accelerando così i dinamismi naturali. Il progetto di ripristino provvederà, ogni qualvolta possibile, a raccordare i nuovi impianti con la vegetazione esistente; questo consentirà di ridurre fortemente l’impatto paesaggistico e visivo della fascia di lavoro all’interno della formazione boschiva. Un altro vantaggio della disposizione a gruppi è la minor mortalità che si registra nei semenzali messi a dimora, grazie alla protezione che ogni piantina esercita sull’altra (effetto gruppo o effetto margine nel caso della vicinanza con la vegetazione naturale). Il sesto d’impianto teorico sarà di 2 x 2 m , (2.500 semenzali per ettaro), salvo diverse indicazioni delle autorità forestali competenti o particolari situazioni ambientali (vegetazione arbustiva o ripariale) nelle quali il sesto d’impianto verrà indicato volta per volta. Questa filosofia di progetto porterà alla ricostituzione della copertura forestale su circa il 90% dell’intera superficie boscata attraversata, lasciando il restante 10% del territorio libero di essere colonizzato con meccanismi di dinamica naturale. La disposizione a gruppi o macchie, oltre ai vantaggi appena illustrati, ha una sua validità anche dal punto di vista paesaggistico perché ripropone la disposizione naturale, armonizzandosi pienamente con la vegetazione esistente ai margini della fascia di lavoro. Per avere maggiori garanzie di attecchimento si usa, generalmente, materiale allevato in fitocella e proveniente da vivai prossimi alla zona di lavoro. Il ripristino della vegetazione ripariale presente sulle sponde dei principali corsi d’acqua (F. Taro e T. Arda) e di quella presente lungo le sponde di torrenti, fossi e canali minori sarà realizzato prevedendo la messa a dimora di talee ed astoni, di salici e pioppi, possibilmente reperiti in loco in periodi di riposo vegetativo. In base ai risultati dello studio sulla vegetazione reale e potenziale presente lungo il tracciato (vedi Sez. II "Quadro di Riferimento Ambientale", par. 2.4.2), sono state individuate quattro tipologie d’intervento in relazione al tipo di formazioni forestali File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 278 di 489 0 incontrate. A titolo d’esempio, si riporta la composizione specifica ed il grado di mescolanza previsti per il ripristino di queste tipologie. 1° Tipologia Vegetazione ripariale Sulle sponde del F. Taro, nella parte iniziale del tracciato, del T. Arda in quella centrale e dei numerosi corsi d’acqua minori attraversati, verranno messe a dimora talee di salice (possibilmente prelevate in loco) e salici allevati in fitocella (50% di ogni tipo) a formare delle macchie di arbusti con una superficie minima di circa 150m2 con un sesto d’impianto (teorico, poiché l’effettiva disposizione sul terreno sarà casuale) di 1,5 x 1,5 metri, per un totale di circa 4.400 piantine per ettaro. Le specie che verranno utilizzate sono quelle tipiche dell’area golenale e presenti in gran parte delle cenosi attraversate. Uno schema indicativo del ripristino potrebbe essere quello indicato di seguito (vedi tab. 8.2/B). Tab. 8.2/B: Composizione specifica per il ripristino della vegetazione ripariale arbustiva specie arbustive % Salix eleagnos Salix purpurea Salix viminalis Salix cinerea Salix fragilis 40 30 10 10 10 TOTALE 100 Nelle situazioni più articolate il ripristino provvederà alla realizzazione di due tipologie vegetazionali: una cenosi arbustiva di salici, nell’area più prossima all’alveo del fiume, ed una cenosi arboreo-arbustiva con salici, pioppi e ontano, più lontano dalle sponde. La componente arbustiva verrà ripristinata in maniera del tutto analoga a quella appena descritta mentre le cenosi arboree possono avere una composizione specifica come quella indicata nella tabella 8.2/C che segue. Tab. 8.2/C: Composizione specifica per il ripristino di vegetazione ripariale strutturata specie arboree Salix alba Populus alba Populus nigra Alnus glutinosa TOTALE % specie arbustive % 10 15 10 10 Salix eleagnos Salix purpurea Salix triandra Hippophae rhamnoides Cornus sanguinea Crataegus monogyna Rosa canina 10 10 5 5 10 10 5 55 45 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 279 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 2° Tipologia Boschi a prevalenza di querce caducifoglie Questa ipotesi di ripristino interesserà la parte iniziale del tracciato, tra le località “C. Stabielle”, in Comune di Borgo Val di Taro e “Molino di Campi” in Comune di Albareto e quella mediana, in modo discontinuo, da località “Dugara” a “Cogno di Grezzo”, ambedue in Comune di Bardi e, infine, da Ronco Frera, al confine comunale tra Morfasso e Bore sino a località “Mocomero”, in Comune di Vernasca. Le specie con un carattere pioniero più spiccato (ciliegio selvatico, carpino nero e orniello) sono presenti con una buona percentuale rispetto alle specie edificatrici in quanto il ripristino mira alla creazione di nuclei di diffusione che dovrebbero successivamente evolversi verso il bosco misto di latifoglie termo-mesofile con maggiore partecipazione di querce (vedi tab. 8.2/D). Tab. 8.2/D: Composizione specifica per il ripristino dei boschi di querce caducifoglie Specie arboree Ostrya carpinifolia Quercus petraea Quercus cerris Quercus pubescens Fraxinus ornus Prunus avium TOTALE % 20 5 5 5 5 10 50 Specie arbustive % Corylus avellana Crataegus monogyna Euonymus europaeus Ligustrum vulgare Prunus spinosa Cornus sanguinea TOTALE 10 10 10 10 5 5 50 3° Tipologia boschi di castagno L’ipotesi di ripristino per questa tipologia di bosco prevede la messa a dimora delle specie arboree ed arbustive indicate in tabella 8.2/E. I cedui di castagno ed i castagneti sono presenti su larghe zone del territorio attraversato dalla condotta in progetto (ad esempio tra le località “Cà Paganini” e “C.Stabielle”, in Comune di Borgo Val di Taro e da Monte Costaccia, in Comune di Vernasca, a località “Case Rattoni”, in Comune di Morfasso) e dalla condotta in dismissione; anche in questo caso le percentuali di specie pioniere (ciliegio selvatico e pioppo tremulo) sono maggiori rispetto alle specie climax definitive (ad eccezione del castagno) perchè l’intervento mira alla creazione di nuclei di diffusione che dovrebbero successivamente evolversi verso il querceto misto, climax del Quercetum petraea. Tab. 8.2/E: Composizione specifica per il ripristino dei boschi di castagno Specie arboree % Specie arbustive % Castanea sativa 40 Corylus avellana 30 Quercus petraea 10 Crataegus monogyna 30 Fraxinus excelsior 5 Euonymus europaeus 20 Prunus avium 30 Laburnum anagyroides 20 Populus tremula 15 TOTALE 100 TOTALE 100 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 280 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 4° Tipologia Boschi di faggio Sono cenosi che caratterizzano la percorrenza nelle zone poste alle quote più elevate sia del tracciato in progetto che della dismissione. All’interno di questa tipologia il grado di mescolanza varia con l’altitudine; nelle zone di cresta ed alle quote maggiori la faggeta è quasi pura mentre lungo i versanti la presenza di altre latifoglie aumenta al diminuire della quota. Il ripristino della copertura arborea sarà quindi diversificato a seconda della tipologia di faggeta attraversata. Nel caso delle faggete pure le specie ed il grado di mescolanza che verranno proposti è sintetizzato nella tabella 8.2/F. Tab. 8.2/F: Composizione specifica per il ripristino dei boschi puri di faggio specie arboree Fagus sylvatica Populus tremula Prunus avium TOTALE % 40 10 20 70 specie arbustive Sorbus aria Sorbus aucuparia Corylus avellana TOTALE % 10 10 10 30 Mentre, nel caso dei boschi misti a prevalenza di faggio, la composizione delle cenosi previste nel progetto di ripristino è sintetizzata nella tabella 8.2/G. Tab. 8.2/G: Composizione specifica per il ripristino dei boschi misti di faggio specie arboree Fagus sylvatica Fraxinus excelsior Tilia cordadata Betula pendula Acer pseudoplatanus Populus tremula TOTALE % 40 5 5 5 5 5 65 specie arbustive Corylus avellana Ilex aquifolium Sorbus aria Ligustrum vulgare Juniperus communis TOTALE % 10 5 10 5 5 35 In entrambi i casi, considerata anche la difficoltà del faggio a vegetare in condizioni di specie pioniera, il materiale in fitocella messo a dimora verrà integrato dall’interramento di semi pregerminati di provenienza selezionata. La messa a dimora delle piantine e degli arbusti avverrà in buche di 40 x 40 x 40 cm ed il sesto d’impianto adottato sarà anche in questo caso di 2 x 2,5 metri (2.000 piante per ettaro). La disposizione sul terreno sarà irregolare per singola pianta o a gruppi, in modo da avvicinarsi ai modelli naturali che caratterizzano i boschi della zona. Attività ed opere accessorie al ripristino vegetazionale Spietramento Lo spietramento viene eseguito in zone particolari (dove si riscontrano terreni con un’elevata percentuale di pietrosità), sull’intera larghezza della pista, allo scopo di migliorare le caratteristiche fisiche del suolo e favorire l’attecchimento dei semi e delle piantine che verranno utilizzati per il ripristino. Tale attività può essere eseguita a mano (con l’ausilio di attrezzi idonei) nel caso di pezzatura minuta delle pietre, o con piccoli File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 281 di 489 Rev. 0 mezzi meccanici tipo “escavatori” utilizzando la benna, con un’apposita griglia sul fondo, come rastrello. Il materiale lapideo recuperato sarà depositato in zona, a piccoli gruppi, cercando di dare una disposizione che non alteri il paesaggio, oppure può essere accantonato in corrispondenza di trovanti esistenti o, in casi particolari, portato a discarica. Pacciamatura con geotessile in nontessuto E’ un sistema di pacciamatura localizzata, ottenuta mediante la messa a dimora di uno speciale tessuto; si tratta di un prodotto in nontessuto in fibre vegetali, biodegradabile, morbido naturale ad alta densità e forte persistenza, con durata di 3-4 anni. Si può posizionare intorno alle piantine grazie ad una speciale apertura trasversale; la stabilizzazione del disco al suolo avverrà di preferenza con materiale lapideo reperito in loco. Il prodotto deve essere posizionato il più possibile a contatto con il terreno per evitare l’infiltrazione della luce. L’operazione va effettuata durante la messa a dimora delle piantine. Recinzioni Servono a proteggere l’intera zona rimboschita, o porzioni di essa, dai danni che possono essere provocati dalla presenza di animali selvatici e/o domestici e dal passaggio di persone non autorizzate, fino a quando il rimboschimento non sarà affermato o fino al termine del periodo di manutenzione (vedi foto 8.2/A). Foto 8.2/A: Recinzione File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 282 di 489 Rev. 0 La recinzione sarà realizzata con la posa in opera di paleria in legname di essenza forte (castagno, rovere, robinia, ecc.) curando che l’altezza fuori terra risulti pari a 1,401,70 m . Ai pali viene fissata, per tutta la loro altezza, una rete a maglie, indicata in aree con prevalenza di pascolo ovino, in modo tale da non permettere l’accesso agli animali selvatici e domestici. Tali recinzioni saranno collocate in modo da delimitare l’area soggetta a rimboschimento, senza occupare i terreni limitrofi, e lasciando per ogni tratto di 50 m un passo di circa 3 m . Cartelli monitori E’ un sistema di protezione, indiretto, della zona oggetto di ripristino vegetazionale che si realizza attraverso la messa in opera di tabelle monitorie delle dimensioni adeguate, in lamierino zincato verniciato di giallo, riportante una dicitura in nero del tipo: “Snam Rete Gas attenzione zona soggetta a ripristino ambientale, non danneggiare”. Cure colturali al rimboschimento Le cure colturali saranno eseguite nelle aree rimboschite fino al completo affrancamento, cioè, fino a quando le nuove piante saranno in grado di svilupparsi in maniera autonoma. Questo tipo di intervento verrà eseguito in due periodi dell’anno; indicativamente primavera e tarda estate, salvo particolari andamenti stagionali. Le cure colturali consistono nell’esecuzione delle operazioni di seguito elencate: l’individuazione preliminare delle piantine messe a dimora, mediante infissione di paletti segnalatori o canne di altezza e diametro adeguato; lo sfalcio della vegetazione infestante; questo deve interessare a seconda delle scelte progettuali o tutta la superficie di fascia di lavoro, o un’area intorno al fusto della piantina; la zappettatura; questa deve interessare l’area intorno al fusto della piantina; il rinterro completo delle buche che per qualsiasi ragione si presentino incassate, compresa la formazione della piazzoletta in contropendenza nei tratti acclivi; l’apertura di uno scolo nelle buche con ristagno di acqua; il diserbo manuale e chimico, solo se necessario; la potatura dei rami secchi; ogni altro intervento che si renda necessario per il buon esito del rimboschimento compresa la lotta chimica e non, contro i parassiti animali e vegetali; ivi incluso il ripristino delle opere accessorie (qualora queste siano previste) al rimboschimento (ripristino verticalità tutori, tabelle monitorie, funzionalità recinzioni, verticalità protezioni in rete di plastica e metallica, riposizionamento materiali pacciamanti ecc.). Prima di eseguire i lavori di cure colturali si dovrà provvedere alla rimozione momentanea del disco pacciamante (se presente) che, una volta ultimate le operazioni, deve essere riposizionato correttamente. In fase di esecuzione delle cure colturali, occorre inoltre provvedere al rilevamento delle eventuali fallanze. Il ripristino delle fallanze, da eseguire nel periodo più idoneo, consisterà nel garantire il totale attecchimento del postime messo a dimora. Per far File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 283 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 questo si devono ripetere tutte le operazioni precedentemente descritte, compresa la completa riapertura delle buche, mettendo a dimora nuove piantine sane e in buon stato vegetativo. 8.2.4 Quadro riassuntivo delle opere di mitigazione e ripristino Le quantità dei materiali da impiegare per gli interventi di mitigazione e ripristino previsti lungo il tracciato di progetto, includendo anche le opere complementari previste a seguito della rimozione della condotta esistente (vedi tab. 4.3/A e 5.2/F della presente Sez. II "Quadro di riferimento progettuale"), suddivise per tipologia di opera, comprese quelle inerenti la ricostituzione della copertura vegetale sono riportate nelle tabelle seguenti (vedi tab. 8.2/C e 8.2/D). Si evidenzia che i materiali da utilizzare saranno reperiti sul mercato dagli operatori locali più vicini alle aree di realizzazione delle diverse opere; pertanto la realizzazione dell’opera non comporterà l’apertura di alcuna cava di prestito. Tab. 8.2/C: Quadro riassuntivo delle quantità previste Tipologia Materiali Unità di misura Quantità m 5.630 m 250 Opere di sostegno e difesa idraulica Palizzate Muri cellulari in legname Massi 3 42.730 3 3.485 3 21.840 m Pietrame m Opere in c.a. Opere di drenaggio Letto di posa drenante Trincea drenante (sotto condotta/fuori condotta) Opere di regimazione delle acque superficiali Fascinate m m 8.720 m 11.710 m 2.750 Canalette in terra e/o pietrame Opere di ricostituzione della copertura vegetale Inerbimenti superficie m 8.310 ha 135,60 superficie ha 126,65 piantine n. 218.400 Rimboschimenti File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 284 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 8.2/D: Quadro riassuntivo delle quantità previste, linea in dismissione Tipologia Materiali Unità di misura Quantità m 4.120 3 1.845 3 3.340 3 230 Opere di sostegno e difesa idraulica Palizzate Massi m Pietrame m Opere in c.a. Opere di drenaggio Trincea drenante (sotto condotta/fuori condotta) Opere di regimazione delle acque superficiali Fascinate m Canalette in terra e/o pietrame Opere di ricostituzione della copertura vegetale Inerbimenti superficie Rimboschimenti m 9.230 m 6.120 m 9.050 ha 43,95 superficie ha 40,75 piantine n. 70.300 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 9 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 285 di 489 Rev. 0 OPERA ULTIMATA Al termine dei lavori, il metanodotto risulterà completamente interrato e la fascia di lavoro sarà interamente ripristinata. Gli unici elementi fuori terra saranno: • i cartelli segnalatori del metanodotto (vedi Dis. LC-D-83359), gli armadi di controllo (vedi Dis. LC-D-83357 e LC-D-83358) ed i tubi di sfiato (vedi Dis. LC-D-83335) in corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di protezione; • le valvole di intercettazione (gli steli di manovra delle valvole, l’apparecchiatura di sfiato con il relativo muro di sostegno, la recinzione ed il fabbricato). Gli interventi di ripristino sono progettati, in relazione alle diverse caratteristiche morfologiche, vegetazionali e di uso del suolo incontrate lungo il tracciato, al fine di riportare, per quanto possibile e nel tempo necessario alla crescita delle specie, gli ecosistemi esistenti nella situazione preesistente ai lavori e concorrono sostanzialmente alla mitigazione degli impatti indotti dalla realizzazione dell’opera sull’ambiente. In particolare per le componenti vegetazione e paesaggio, sulle quali la realizzazione dell’opera induce gli impatti di maggiore criticità, nei tratti caratterizzati da vegetazione naturale, il ripristino tende a ricreare condizioni vegetazionali ed ecologiche naturaliformi e a questo scopo si cerca di intervenire utilizzando specie pioniere insieme ad altre ecologicamente più esigenti, con differenti sesti d’impianto (quasi sempre caratterizzati dall’estrema irregolarità della disposizione planimetrica) lungo l’intera fascia di lavoro, ma anche lungo l’asse della condotta. Ciò è reso possibile dalle caratteristiche del materiale di rivestimento (polietilene) delle tubazioni, in uso da anni. Quanto descritto, oltre ad assicurare una migliore capacità di attecchimento (e quindi una maggiore difesa del suolo dall’erosione), una maggiore diversità specifica ed un più agevole e rapido raggiungimento di stadi evolutivi intermedi, consente, nel giro di pochi anni, di avere popolamenti strutturalmente articolati, anche partendo da materiale vivaistico di piccola taglia (piantine di 20-40 cm di altezza). Mettendo a dimora, infatti, specie diverse per caratteristiche dinamiche e per capacità e velocità di accrescimento, il normale ritmo di sviluppo del materiale utilizzato fa in modo che nel breve termine le specie pioniere possano sfruttare i rilevanti accrescimenti longitudinali per formare un piano dominante sotto il quale si creano le condizioni per il pieno sviluppo delle specie arboree più esigenti e degli arbusti e per l’insediamento della vegetazione naturale. In situazioni particolari, da valutare caso per caso, il ripristino può essere fatto realizzando delle macchie di vegetazione su una porzione della fascia anziché intervenire su tutta l’estensione. In questo caso ogni macchia racchiude al suo interno la seriazione evolutiva (semplificata) della fitocenosi di riferimento, con specie vegetali fisionomicamente e strutturalmente diverse e con differenti dimensioni (anche all’interno della stessa specie). L’evoluzione di questo intervento determina la formazione di un popolamento con una struttura articolata (ad onde), molto simile a quello che si osserva nei nuclei di colonizzazione secondaria naturale. La disseminazione naturale proveniente dai bordi della pista e dal centro delle macchie assicura in tempi brevi la colonizzazione naturale dell’intera fascia, evitando di creare corridoi negativi caratterizzati da strutture monoplane e formazioni monospecifiche. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 286 di 489 Rev. 0 Foto 9/A: Ripristino vegetazionale eseguito nel 1997: la messa a dimora delle piante viene fatta su tutta la pista del metanodotto. Al termine del lavoro di messa a dimora vengono eseguite le cure colturali alle piantine ed il risarcimento delle fallanze. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 287 di 489 Rev. 0 Foto 9/B: Particolare dei dischi pacciamanti posati ad ogni piantina. A titolo esemplificativo, si allegano alcune immagini fotografiche che riproducono la situazione venutasi naturalmente a ricreare in corrispondenza di tratti boscati lungo il tracciato di alcuni metanodotti realizzati tra il 1970 e il 1985 (vedi foto 9/C÷9/E). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 288 di 489 Rev. 0 Foto 9/C: Metanodotto realizzato nel 1980: rivegetazione naturale del tracciato del metanodotto (non sono stati eseguiti ripristini). Le paline sono totalmente nascoste dalla vegetazione. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Foto 9/D: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 289 di 489 Rev. 0 Metanodotto realizzato nel 1985: la vegetazione naturale (non sono stati eseguiti ripristini) sta ricoprendo la pista di lavoro del metanodotto. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Foto 9/E: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 290 di 489 Rev. 0 Lavori di costruzione terminati 30 anni fa: il tracciato del metanodotto è difficilmente individuabile. La vegetazione ha ormai ricoperto tutto il versante. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 291 di 489 Rev. 0 SEZIONE III - QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 1 INDICAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI INTERESSATE DALL’OPERA L’indagine per la caratterizzazione del territorio interessato dalla costruzione dell’opera, ha riguardato le componenti ambientali maggiormente interessate dalla realizzazione del progetto. A questo riguardo, considerando le caratteristiche peculiari dell’opera, illustrate nella sezione II, si può osservare che le azioni progettuali più rilevanti per i loro effetti ambientali corrispondono all’apertura della fascia di lavoro ed allo scavo della trincea di posa della tubazione. Tali azioni incidono, per un arco di tempo ristretto, direttamente sul suolo e sulla parte più superficiale del sottosuolo, sulla copertura vegetale e uso del suolo, sulla fauna e sul paesaggio, per una fascia di territorio di ampiezza corrispondente alla larghezza della fascia di lavoro per tutto il tracciato del metanodotto; pertanto queste azioni hanno risvolti sulle componenti relative all’ambiente idrico, al suolo e sottosuolo, alla vegetazione e uso del suolo, alla fauna e al paesaggio. Le altre componenti ambientali subiscono un impatto nullo o trascurabile; in particolare, l’atmosfera viene interessata solamente in relazione ai gas di scarico dei mezzi di lavoro e al sollevamento di polvere, in caso di lavori effettuati in periodo siccitoso; tale disturbo è comunque limitato in fase di costruzione, mentre in fase di esercizio, l’impatto è completamente nullo; stesso discorso vale per la componente rumore e vibrazioni. Per quanto riguarda il patrimonio storico-culturale e l’ambiente socio-economico, l’impatto negativo è nullo, in quanto non vengono interessate in alcuna maniera opere di valore storico-culturale, né si hanno ripercussioni negative dal punto di vista socioeconomico, in quanto l’opera non sottrae, in maniera permanente, beni produttivi, né comporta modificazioni sociali. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2 DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE 2.1 Caratterizzazione climatica COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 292 di 489 Rev. 0 In relazione alle caratteristiche geografiche del territorio ed in accordo con la carta climatica d’Italia redatta sulla base della classificazione di Köppen-Geiger (post Kottek et al. 2006), è possibile individuare tre tipi di clima che insistono nell’area di studio: • Clima temperato sublitoraneo; • Clima temperato subcontinentale; • Clima temperato fresco. Solo marginale è invece l’influenza del Clima temperato caldo, proprio della zona costiera ligure e toscana. Clima temperato sublitoraneo (Regione sublitoranea interna) Interessa le zone collinari del preappennino tosco - umbro - marchigiano ed i versanti bassi dell'Appennino meridionale. Media annua da 10°C a 14.4°C Media del mese più freddo da 4°C a 5.9°C 3 mesi con media > 20°C Escursione annua da 16°C a 19°C Clima temperato subcontinentale (Regione padano veneta, alto adriatica e peninsulare interna) Interessa tutta la pianura padana e quella veneta, la pianura friulana, la fascia costiera dell'alto adriatico e la peninsulare interna. Media annua da 10°C a 14°C Media del mese più freddo da -1 a 3.9°C 2 mesi con temperatura > 20°C Escursione annua da 16 a 19°C Clima temperato fresco (Regione prealpina e medio appenninica) Interessa le prealpi e la zona assiale dell'Appennino che talora presenta caratteristiche subcontinentali. Media annua da 6 a 9.9°C Media del mese più freddo da 0 a -3°C - Media del mese più caldo da 15 a 19.9°C - Escursione annua da 18 a 20°C Clima temperato caldo (Regioni litoranea ligure-tirrenica, medio adriatica e ionica) Interessa le aree più calde di ristrette fasce costiere dell'Italia meridionale ed insulare Media annua > 17°C Media del mese più freddo > 10°C 5 mesi con media > 20°C Escursione annua da 13°C a 17°C Fig. 2.1/A: Tipi di climi che caratterizzano la zona di studio in accordo con classificazione di Köppen-Geiger (post Kottek et al. 2006) Secondo la carta bioclimatica d’Europa (Rivas-Martinez et al. 2004), le fasce termo climatiche che interessano l’area in analisi sono, da sud-ovest verso nord-est, la File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 293 di 489 Rev. 0 mesomediterranea, l’orotemperata e la supratemperata. Sempre nello stesso senso, i bioclimi che interessano la zona sono: 1. Temperato oceanico submediterraneo nel versante occidentale; 2. Temperato oceanico nella variante della montagna mediterranea settentrionale: questo bioclima interessa l’area interna degli appennini alle quote da medie a elevate, inclusi bacini e valli intermontani; 3. Temperato oceanico submediterraneo nella variante basso oceanica mesotemperata nelle valli di bassa montagna e nei rilievi collinari del versante emiliano; 4. Temperato continentale submediterraneo nel tratto di pianura padana presente nel territorio in analisi. Osservazioni di maggior dettaglio, in particolare sui caratteri termici e sulle precipitazioni, sono state fatte sulla base delle serie storiche disponibili in stazioni ubicate in prossimità del tracciato (Pontremoli, Borgo Val di Taro, Fiorenzuola d’Arda) o utilizzabili quale riferimento climaticamente e geograficamente accettabili per collocazione di versante, quota e distanza dalla zona di studio. Le quattro stazioni scelte sono le uniche appartenenti o vicine alla zona in oggetto. Per tre stazioni (Pontremoli, Fiorenzuola e Passo della Cisa) sono disponibili le serie storiche di dati sia termici che pluviometrici. Tali serie si basano su osservazioni eseguite a partire dal 1961. La stazione di Borgo Val di Taro non ha invece una serie attendibile di dati pluviometrici e quindi non è stata utilizzata per le considerazioni relative all’andamento delle piogge mentre i dati sono stati utilizzati per la costruzione dei diagrammi termici. Le differenze climatiche più rilevanti riguardano i due versanti dell’Appennino in relazione ai caratteri di oceanicità e continentalità ed in conseguenza delle peculiarità fisiografiche locali presenti nelle diverse zone dell’area in oggetto. In questo tratto della penisola, la presenza di rilievi notevoli (dall’Appennino Parmense e Reggiano fino alle Apuane, collocate a poche decine di chilometri in linea d’aria dalla zona di studio) a ridotta distanza dal mar Tirreno, determina una intercettazione estremamente efficace e massiccia delle correnti umide di derivazione occidentale e, di conseguenza, una elevata frequenza ed altezza di precipitazioni. Nel versante emiliano della Pianura Padana, il clima presenta una maggior continentalità. E’ evidente la differenza fra il versante occidentale toscano ed il versante emiliano, in particolare con le zone di bassa collina e pianura. Pontremoli (215 m s.l.m.) ha una media annua di quantità cumulate di precipitazioni di 1.425,3 mm mentre le precipitazioni a Fiorenzuola (80 m s.l.m.) sono in media di 836,9 mm all’anno. La stazione della Cisa (1040 m s.l.m.) ha registrato in media 1.533 mm: nonostante la quota, le precipitazioni non sono sostanzialmente più elevate rispetto a Pontremoli. D’altra parte, estrapolando i dati cumulati dalla Carta delle Precipitazioni annue pubblicata nel 2006 dall’ARPA dell’Emilia-Romagna, si nota che sia Bardi che Borgo Val di Taro, entrambi ubicati nei bacini intermontani dei contrafforti appenninici e quindi influenzati dal regime delle masse umide di derivazione occidentale, mostrano valori piuttosto elevati di precipitazioni: 1.286 mm per Bardi e 1.417 mm per Borgo. E’ necessario ricordare che questi due ultimi dati sono riferiti alla media di anni dal 1961 al 1990. La carta delle precipitazioni della Regione Emilia Romagna è costruita infatti per confrontare i dati del trentennio 1961-1990 con quanto registrato dal 1990 al 2006, anno di pubblicazione della Carta. Dal confronto fra le due serie si nota una diminuzione netta nell’altezza File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 294 di 489 Rev. 0 cumulata di precipitazioni: Bardi presenta una differenza di -160 mm mentre sono -125 per Borgo. Le precipitazioni calano una volta che si supera la zona intermontana: già Morfasso, a pochi chilometri da Bardi ma nel versante occidentale, ha una quantità cumulata di 1.103 mm (992 mm dal 1991 al 2006), Vernasca 1.037 mm (907 mm) fino a Cortemaggiore che ha 884 mm di media annua di precipitazioni (825 mm dal 1991 al 2006). Le precipitazioni nevose sono abbondanti in tutta l’area appenninica: anche nel versante toscano, visto il rapido salire di quota ed il differenziale termico notevole, non è inusuale avere precipitazioni nevose anche a 300-400 m di quota. Già nei pressi di Pontremoli e nella parte più alta della vallata, le temperature sono relativamente fredde nella stagione invernale mentre sono più mitigate in estate anche grazie al prevalere di venti occidentali. Piuttosto frequente in entrambi i versanti il fenomeno delle nebbie. A partire dai 600 m s.l.m., gli inverni sono generalmente nevosi e rigidi e le estati relativamente fresche. Le precipitazione nevose sono frequenti e spesso abbondanti da novembre ad aprile; alle quote più elevate si può arrivare ad avere anche 3 metri di accumulo mentre in alcuni punti ben protetti accumuli di neve, piccoli nevai, posso resistere fino a tardo giugno-primi di luglio. Dal punto di vista termico vi è una sostanziale differenza fra il versante toscano dove, nella stazione di Pontremoli, si registrano temperature medie mensili tendenzialmente più elevate sia per ciò che riguarda i valori minimi che per ciò che riguarda i valori massimi. Sull’andamento delle temperature massime incide in modo sostanziale il rilievo: la stazione del Passo della Cisa (distante pochi chilometri dall’area interessata dal tracciato) presenta le temperature più basse sia in estate che in inverno. In ogni caso, per ciò che riguarda i valori minimi di gennaio, non si riscontrano sostanziali differenze fra la stazione di Fiorenzuola e la stazione della Cisa e di Borgo Val di Taro, nonostante le differenze di quota: sia gennaio che febbraio presentano le medie dei minimi inferiori a 0 °C. Si sono invece registrate differenze più significative nelle medie mensili delle temperature massime: l’effetto quota influenza una distribuzione su valori decisamente più bassi per la stazione della Cisa lungo tutto l’anno; a Pontremoli si sono registrate temperature medie massime significativamente più elevate in autunno, inverno e primavera mentre le medie mensili delle temperature massime estive sono lievemente più basse sia rispetto a Fiorenzuola, come peraltro atteso, sia anche rispetto a Borgo Val di Taro nonostante quest’ultima stazione presenti un’altitudine maggiore: l’effetto di continentalità si riflette in una maggiore escursione termica annua da attribuirsi ai valori elevati della media delle temperature massime. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ PROGETTO 000 Rev. Fg. 295 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Temperature massime – media mensile UNITÀ 669900 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna 30 COMMESSA 0 Quantità di precipitazione cumulata media mensile 300 25 250 20 200 mm °c 15 10 150 100 5 50 0 0 -5 G G F M A M G L A S O N F M A M G L A S O N D D temperature minime – media mensile 30 25 Stazione 20 Pontremoli °c 15 Cisa 10 Quota 215 m s.l.m. 1040 m s.l.m. Borgo Val di Taro 411 m s.l.m. 5 Fiorenzuola 0 80 m s.l.m. -5 G F Fig. 2.1/B: M A M G L A S O N D Caratteri locali dei tipi di clima nell’area di studio File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2.2 Ambiente Idrico 2.2.1 Idrologia superficiale COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 296 di 489 Rev. 0 Le aree interessate dai metanodotti DN 750 (30”) in dismissione e DN 900 (36”) in progetto ricadono nel settore nord-occidentale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Procedendo in senso gas, i tracciati dei metanodotti attraversano in successione i seguenti bacini idrografici (vedi Figura 2.2/A): • Bacino del F. Magra; • Bacino del F. Taro e del T. Ceno; • Bacino del T. Arda; • Bacino del T. Chiavenna. Fig. 2.2/A: Bacini idrografici attraversati dal tracciato del metanodotto in esercizio DN 750 (30”) e da quello in progetto DN 900 (36”). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 297 di 489 Rev. 0 Come si può osservare in Figura 2.2/A, l’asta fluviale del F.Magra termina il suo percorso a sud, con foce ad estuario, nel Mar Tirreno, in prossimità della città di La Spezia, mentre i restanti corsi d’acqua confluiscono nel fiume Po, tra le province di Parma e Piacenza. Per quanto concerne i tracciati dei metanodotti, questi inizialmente procedono in parallelo con il F. Magra, in direzione N-NO, attraversando lo spartiacque tra il bacino del F. Magra e quello del F. Taro, al confine tra le regioni Toscana ed Emilia-Romagna per entrare poi nel bacino del F. Taro, in prossimità del centro abitato di Borgo Val di Taro, seguendo il corso del T. Ingegna. Al termine del tratto in percorrenza con il T. Ingegna, la condotta in esercizio DN 750 (30”) ed il tracciato in progetto DN 900 (36”) proseguono, mantenendosi distanziati, verso lo spartiacque tra il bacino del F. Taro e quello del T. Ceno. La condotta in dismissione risale lungo la cresta sino al Passo della Colla per superarlo e discendere verso il T. Toncina. Il tracciato in progetto attraversa invece lo spartiacque per mezzo di un tratto in sotterraneo, al termine del quale riprende il parallelismo con la condotta in esercizio e, procedendo affiancato ad essa, entra in percorrenza prima nel T. Toncina, poi nel T. Ceno. Terminata la percorrenza nel T. Ceno, i tracciati si separano nuovamente per affrontare un lungo tratto montano, al termine del quale la condotta in esercizio si separa dal tracciato in progetto e prosegue nel bacino del citato torrente sino ad attraversarne lo spartiacque ed entrare così nel bacino del T. Arda. Da qui la condotta in esercizio attraversa le incisioni dei torrenti Arda e Lubiana per risalire il pendio della Costa di Croce Lasa, che segna il passaggio al bacino idrografico del T. Chiavenna. Il tracciato della condotta in esercizio discende ora nel fondovalle del T. Chero, principale affluente del T. Chiavenna, e prosegue sino a località “Caminata”, in prossimità della quale ritorna in parallelo con il tracciato in progetto. In riferimento al tracciato in progetto, questo, dal termine del tratto montano di cui sopra, risale il bacino del T, Ceno sino a percorrere, per un lungo tratto, la linea di cresta della Costa del Pellizzone. Successivamente discende nel fondovalle dell’Arda e ne segue l’andamento, a monte e a valle del Lago di Mignano, fino a superare la cresta spartiacque in prossimità di Lugagnano Val d’Arda e passare nel bacino idrografico del T. Chiavenna. Il tracciato in progetto ora percorre il fondovalle del T. Chiavenna e in prossimità di località “Caminata” riprende lo sviluppo in parallelo con la condotta in esercizio. Da qui i tracciati dei due metanodotti percorrono con andamento parallelo per un breve tratto nel bacino del T. Chiavenna e, in prossimità di località “Ballabene”, entrano nell’ambito del bacino dell’Arda, rimanendovi fino all’impianto terminale di Cortemaggiore. Di seguito sono descritte le caratteristiche fisiche ed idrografiche dei singoli bacini attraversati. Bacino del F. Magra Il bacino imbrifero del sistema fluviale del F. Magra si colloca al confine tra le regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana, occupando complessivamente un’area di circa 2 1.686 km . Il confine del bacino imbrifero del F. Magra è individuato ad est, dalla linea del crinale principale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che scende dal Monte Orsaro al Monte File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 298 di 489 Rev. 0 Tondo giungendo sino al versante settentrionale delle Apuane mentre, ad ovest lo spartiacque ha un andamento più irregolare, delimitato dal crinale che da Montemarcello si snoda fino ai colli di La Spezia e successivamente, lambendo le Cinque Terre, risale in direzione NO, all’interno dell’Appennino Ligure fino al Monte Zatta. Anche a nord la linea spartiacque presenta un andamento a tratti irregolare: dal Monte Zatta si dirige al Monte Zuccone per discendere verso sud-est fino al Monte Gottero e risalire dal Passo dei Due Santi al Monte Molinatico. Il bacino è costituito dalla fusione di due vallate sub-parallele allungate da nord-ovest a sud-est, costituenti due sottobacini distinti. La più occidentale è costituita dalla valle del F. Vara, il maggiore affluente del F. Magra, mentre la più orientale è costituita dalla media ed alta valle del Magra, territorio interessato dal metanodotto in progetto. Il F. Magra nasce dal Monte Borgognone, poco ad est del Passo della Cisa defluendo, nel tratto iniziale, in direzione sud-ovest e ricevendo le acque dei torrenti che discendono dal crinale appenninico, il maggiore dei quali è rappresentato dal T. Civasola. All’altezza di Pontremoli, il F. Magra scorre verso sud-est, incanalandosi lungo l’asse della depressione morfo-tettonica che da qui si estende fino al centro abitato di Aulla. In questo tratto si apre la prima pianura alluvionale corrispondente ad un’antica conca lacustre. L’intero reticolo idrografico è principalmente condizionato dalle strutture tettoniche ivi presenti e, solo marginalmente, dalle caratteristiche geomeccaniche ed idrogeologiche degli affioramenti rocciosi: l’idrografia superficiale che ne deriva risulta strettamente correlabile con le principali lineazioni tettoniche della regione. In particolare, la porzione del bacino localizzata alle quote più elevate, ovvero quella interessata dalla linea in esercizio e dal tracciato in progetto, è caratterizzata da valli ad elevata acclività con versanti a forte pendenza. La ridotta permeabilità dei terreni e la scarsa capacità di infiltrazione delle acque meteoriche fanno si che i corsi d’acqua abbiano tempi di corrivazione piuttosto ridotti, con conseguenti brevi intervalli di tempo tra gli eventi di pioggia e il manifestarsi delle piene. Il reticolo idrografico, nell’area interessata dai tracciati, è costituito dal F. Magra e da una serie di affluenti, i principali dei quali sono: i torrenti Carrara, Teglia, Gordana, Benigna, Verdesina e Verde, il Rio del Pino e il Rio Gazzola. Bacino del F. Taro e del T. Ceno Il bacino del F.Taro ha una superficie complessiva di circa 2.030 km2, il 77% dei quali in ambito montano. Il F. Taro nasce dal Monte Penna (1.735 m s.l.m.) e rappresenta l’affluente principale del F. Po, in provincia di Parma. Il corso del F. Taro, fatte salve alcune deviazioni nella parte alta del bacino, imputabili anche a fenomeni di cattura fluviale, si sviluppa in direzione SO-NE sino allo sbocco in pianura. Gli affluenti più importanti sono i torrenti Gotra, Tarodine e Manubiola localizzati alle quote più alte, il T. Mozzola, in media montagna, i torrenti Ceno (il cui sottobacino si estende per 536 km2), Sporzana e Dordone, nella fascia collinare e Recchio e Stirone, nel tratto di pianura. Il reticolo idrografico è sufficientemente sviluppato, come evidenziato da un indice di gerarchizzazione abbastanza basso mantenendo tuttavia valori del rapporto di biforcazione molto variabili, indice di una situazione molto instabile. L’asta principale, nel tratto di pianura, ha un alveo di tipo ramificato, contraddistinto da un’elevata larghezza (500-600 m) e modesta incisione delle sponde (2,0-2,5 m), con consistenti formazioni in banchi di materiale litoide e rami dell’alveo di magra a percorso tortuoso e instabile. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 299 di 489 Rev. 0 I bacini del massiccio centrale appenninico, di esposizione SO-NE, sono caratterizzati da rilievi non molto elevati, in genere con quote tra i 1.000 e 2.000 m s.l.m. ; il regime pluviale, di tipo sub-litoraneo appenninico, è contraddistinto da un’elevata piovosità nelle zone prossime al crinale, dovuta alla particolare intensità dei fronti che, per ragioni orografiche e per la vicinanza del Mar Ligure, tendono ad amplificare la loro azione; nella parte collinare e di pianura la piovosità risulta invece modesta. Eventi meteorici intensi sono possibili in tutte le stagioni anche se il periodo compreso tra settembre e novembre è quello con la massima incidenza di eventi gravosi (le precipitazioni medie variano da 800 mm/anno a circa 2.000 mm/anno). Le caratteristiche morfologiche e litologiche del bacino, la forma e l’acclività media dei versanti, implicano ridotti tempi di corrivazione, con rapida formazione delle piene ed elevati valori delle portate al colmo. Nell’area interessata dalla condotta da dismettere e da quella in progetto, il reticolo idrografico è costituito dalla parte medio-alta del Bacino del F. Taro e del T. Ceno e da una serie di affluenti minori, i principali dei quali sono i torrenti: Gotra, Tarodine, Ingegna, Lubiana e Toncina. Bacino del T. Arda Il bacino del T. Arda, che si immette nel F. Po dopo un percorso di circa 56 km e lungo il quale convergono 32 affluenti il principale dei quali è il T. Ongina, si sviluppa su una superficie di circa 440 km2, per il 32% ricadenti in ambito montano. Il bacino idrografico del T. Arda presenta caratteristiche tipiche sia di un bacino collinare che di pianura, collocato tra quello del T. Nure, a ovest, e quello del F. Taro, a est. Il suo reticolo idrografico secondario, sviluppato in prevalenza nel settore collinare, è caratterizzato da una significativa attività erosiva. L’idrografia superficiale risulta caratterizzata anche dalla presenza, presso Mignano, di un invaso artificiale, a uso essenzialmente irriguo, con una capacità di 13 milioni di m3 e con un bacino idrografico sotteso di 87,2 km2. Le portate di valle del T. Arda dipendono fortemente dall’invaso di Mignano, che occupa circa il 40% del bacino complessivo del T. Arda. Le linee si sviluppano prevalentemente nella porzione medio-alta del bacino idrografico del T. Arda e in minor parte nella zona di bassa pianura. Nel tratto montano, fino al Lago di Mignano, il torrente Arda scorre incassato nel fondovalle con andamento tendenzialmente subrettilineo e monocursale. I caratteri del paesaggio naturale di questa parte di bacino sono dominati da una morfologia calanchiva con locali profonde incisioni in litologie argilloso-sabbiose di età pliocenica. Il tratto posto a valle dell’invaso presenta recenti incisioni, con formazione di nuove sponde più ravvicinate e abbassamento del fondo di circa 2-3 metri. Le erosioni di sponda caratterizzano il tratto medio-superiore del T. Arda, determinando frequenti fenomeni di scalzamento al piede dei versanti e innesco di frane. Nella porzione del bacino idrografico posta alle quote più basse, il T. Arda presenta un alveo in cui si alternano brevi segmenti rettilinei ad un più prevalente andamento sinuoso, con struttura monocursale e larghezza sostanzialmente costante. Alcuni tratti sono ben arginati e, in destra ed in sinistra idrografica, si rinvengono tracce di rami abbandonati. Sono presenti locali ma consistenti fenomeni di erosione spondale. Lo sviluppo del bacino del T. Arda è NO-SE e presenta un’orografia caratterizzata da rilievi non molto elevati, in cui si registra un’elevata piovosità nelle zone prossime al crinale, tendenti a diminuire nella parte collinare e di pianura. Tale situazione, unita alle File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 300 di 489 Rev. 0 caratteristiche morfologiche dell’area, dà luogo a dei deflussi unitari di piena sensibilmente più modesti rispetto ai bacini circostanti. Bacino del T. Chiavenna Il bacino del T. Chiavenna, di modeste dimensioni, si colloca nella parte orientale del territorio della Provincia di Piacenza, inserito tra i bacini del Nure, a ovest e dell’Arda e del Taro, a est (che racchiudono la parte strettamente montana del territorio) e raccoglie le acque dei torrenti Riglio e Chero. Si sviluppa su una superficie complessiva di circa 340 km2 , 42% dei quali in ambito montano. Il torrente Chiavenna si origina nella zona di media montagna dalla falda NE del monte Taverne (806 m s.l.m.) e confluisce nel Po all'altezza di Caorso e riceve in sinistra idrografica i due importanti affluenti Chero e Riglio. Il reticolo idrografico principale è costituito dai tre corsi d’acqua che scorrono in bacini idrografici di forma stretta e allungata. I caratteri ambientali del bacino del torrente Chiavenna, così come quelli del bacino dei torrenti Arda e Ongina, sono dominati da una morfologia calanchiva, talora profondamente incisa sino a formare anfiteatri e voragini in terreni argilloso-sabbiosi di età pliocenica. Il bacino idrografico del T. Chiavenna si sviluppa nella parte di bassa collina e di pianura ed è interessato da un regime di precipitazioni di entità più modesta rispetto a quelli adiacenti, in cui vi sono superfici imbrifere situate in territori montani. Tale situazione, unita alle caratteristiche morfologiche, dà luogo a deflussi unitari di piena, sensibilmente più modesti rispetto ai bacini circostanti. Il metanodotto in progetto interessa la parte media del bacino idrografico del T. Chiavenna. In prossimità di Lugagnano Val d’Arda il tracciato attraversa lo spartiacque tra il bacino dell’Arda e quello del T. Chiavenna, per proseguire poi in direzione NO fino al ponte di S. Protaso e ritornare nuovamente nel bacino del T. Arda. La struttura del T. Chiavenna, in questo tratto, è monocursale. Il corso d'acqua assume inizialmente un andamento prevalentemente rettilineo che diventa più sinuoso, a tratti meandriforme, tra Vigolo Marchese e S. Protaso. La larghezza dell'alveo è sostanzialmente costante, con locali variazioni e tendenti ad aumentare verso valle. La parte iniziale del tratto è fiancheggiata su entrambi i lati da superfici terrazzate delimitate da scarpate: quelle in sinistra idrografica, alte fino 15 metri, quelle in destra, qualche metro. L'erosione di sponda interessa alcuni tronchi nella parte iniziale del tratto Vigolo Marchese - ponte di S. Protaso, caratterizzati da una lunghezza massima di qualche decina di metri. I fenomeni di piena hanno generalmente carattere puntuale e non rappresentano causa di criticità. Il tracciato in progetto, inoltre, prevede la realizzazione di un allacciamento a Gropparello che si sviluppa lungo il fondovalle del torrente Chero, in parallelo alla linea in esercizio DN 750 (30”). La condotta in esercizio percorre la parte medio - alta del bacino del T. Chiavenna e lo attraversa con una lunga percorrenza nel fondovalle del T. Chero, principale affluente del Chiavenna. Il T. Chero presenta un tipico regime torrentizio, alimentato quasi esclusivamente dalle precipitazioni meteoriche. Le portate mostrano pertanto una variabilità stagionale, con notevole trasporto solido nei periodi di massima piovosità e minimo nel periodo estivo, spesso caratterizzato da condizioni di siccità. Nel tratto montano del T. Chero, a sud di località Bianchi, il pattern del reticolo è sostanzialmente di tipo pinnato, caratterizzato dalla presenza di un collettore principale File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 301 di 489 Rev. 0 in cui confluiscono numerosi tributari a percorso breve e lineare. Nel settore a valle di località Bianchi, il reticolo secondario è scarsamente sviluppato, con scorrimento in ambito di pianura. L’alveo posto a monte della confluenza con il Rio Rugarlo è di tipo monocursale – sinuoso e diviene successivamente di tipo pluricursale, a due o tre canali con presenza di frequenti barre longitudinali e rare isole. 2.2.2 Idrogeologia L’assetto idrogeologico dell’area interessata dalla tubazione DN 750 (30”) in dismissione e dalla condotta DN 900 (36”) in progetto è fortemente influenzato dal complesso contesto tettonico e lito-stratigrafico dell’Appennino Settentrionale. I percorsi dei metanodotti si sviluppano prevalentemente lungo l’Appennino ToscoEmiliano e in minima parte nella fascia pedemontana e di pianura padana compresa tra le province di Parma e Piacenza. In riferimento all’andamento dei tracciati, possono essere distinti due principali ambiti idrogeologici, caratterizzati ciascuno da specifiche omogeneità relative al tipo di permeabilità ed allo schema di filtrazione e circolazione idrica sotterranea: • aree collinari/montuose (circa il 60% del percorso totale delle condotte); • aree di fondovalle/pianura (circa il 40% del percorso totale delle condotte). Il primo ambito è rappresentato dalle unità idrogeologiche a prevalente permeabilità secondaria per fratturazione, caratteristico di litologie a comportamento rigido e fragile rappresentati, nel tratto in esame, dalle formazioni flyscioidi delle Toscanidi, Liguridi e Subliguridi. Queste unità caratterizzano per intero l’area montuosa e collinare del percorso dei metanodotti (in progetto e in dismissione). Il grado di permeabilità è generalmente medio-basso ed alcune formazioni sono praticamente impermeabili. Esso comunque varia sensibilmente in funzione dello stato di fratturazione e fessurazione che presentano i diversi corpi rocciosi. Le sorgenti presenti in quest’ambito sono, sia a carattere perenne, che temporaneo, generalmente alimentate da acquiferi modesti e localizzate soprattutto lungo le discontinuità tettoniche, ovvero in prossimità delle variazioni litologiche e/o delle zone con sensibile contrasto di permeabilità e, in minor misura, in corrispondenza delle brusche variazioni morfologiche. Il secondo ambito è caratterizzato prevalentemente da unità idrogeologiche con permeabilità primaria per porosità, rappresentate essenzialmente da litotipi quaternari quali: depositi attuali e recenti (incoerenti, più o meno grossolani), depositi alluvionali e fluvio-lacustri, conoidi di deiezione, falde detritiche, depositi di frana e paleofrana e depositi di natura colluvio - eluviale riscontrabili in limitati spessori in corrispondenza delle depressioni morfologiche. Secondariamente l’ambito in esame è caratterizzato da litotipi conglomeratici e sabbiosi neogenici del Complesso Neoautoctono (vedi par. 2.3.1). Il grado di permeabilità di queste litologie è quanto mai vario ed è funzione dell’eterogeneità granulometrica, del grado di addensamento e consistenza e soprattutto della quantità della componente argillosa e limosa presente. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 302 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 I depositi alluvionali ghiaioso-ciottolosi e sabbiosi che caratterizzano gli estesi fondivalle presentano elevata permeabilità e costituiscono acquiferi che contengono falde idriche anche molto cospicue come nella valle del Magra, del Taro, del Ceno. In queste aree la circolazione idrica sotterranea e gli interscambi tra acque superficiali e acque di subalveo sono molto intensi e le fluttuazioni della superficie piezometrica sono strettamente collegate al regime dei corsi d’acqua. Analogamente, nei tratti pedemontani attraversati dai metanodotti, costituiti prevalentemente da depositi dei torrenti appenninici (quali Arda, Chiavenna e Chero), sono presenti falde acquifere di una certa rilevanza che, a seconda dello spessore del materasso alluvionale e della profondità del substrato impermeabile, presentano altezze molto variabili rispetto al piano campagna. Inoltre, vie preferenziali nella circolazione idrica sotterranea sono costituite dai paleoalvei, dove spesso sono ubicate opere di captazione importanti. Le caratteristiche idrauliche degli acquiferi presenti nella porzione terminale dei tracciati, che si sviluppa per un breve tratto in pianura padana, vanno considerati in un quadro di riferimento a scala regionale. La struttura stratigrafica presente è conseguente all'evoluzione tettonica e climatica che ha portato alla formazione dell'intera pianura. Il dominio della sedimentazione padana è notoriamente posto in relazione al sollevamento strutturale della catena appenninica, che ha indotto nel tempo una migrazione verso nord del limite tra depositi appenninici e depositi padani. Per quanto concerne la circolazione idrica generale, la caratteristica di maggiore rilievo di questi acquiferi è la netta separazione tra i depositi di conoide e quelli di pianura. Questo è il limite fondamentale da cui deriva il passaggio da condizioni di tipo freatico/confinato a condizioni di tipo prevalentemente confinato (sia lateralmente che verticalmente). Quest’ultima porzione dei tracciati, in particolare lungo la fascia di separazione tra l’alta e la bassa pianura piacentina, è anche caratterizzata anche dalla presenza di risorgive e/o fontanili. I tracciati in progetto non vengono ad interessare alcuna risorgiva. In generale, i complessi idrogeologici sono definiti come corpi aventi litologie simili, una comprovata unità spaziale ed un grado di permeabilità che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto (Civita, 2004). In Tabella 2.2/A sono indicati il tipo e il grado di permeabilità dei principali litotipi presenti lungo il tracciato della condotta in esercizio ed in progetto, sedi di acquiferi idrogeologicamente significativi. Tab. 2.2/A: Litotipi presenti nell’area in studio, caratterizzati in funzione del tipo e grado di permeabilità. Litotipi Permeabilità per Porosità Permeabilità per Fessurazione Alluvioni Attuali Alluvioni Recenti MOLTO ELEVATA MOLTO ELEVATA – ELEVATA ELEVATA - Alluvioni Terrazzate Flysch, calcari, marne e diaspri Ofioliti s.l. MEDIA – ALTA MEDIA – ALTA File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 303 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 2.2/A: Litotipi presenti nell’area in studio, caratterizzati in funzione del tipo e grado di permeabilità (seguito) Litotipi Permeabilità per Porosità Permeabilità per Fessurazione MEDIA – BASSA - MEDIA – BASSA MEDIA – BASSA MOLTO BASSA Depositi fluviolacustri Arenarie Detriti Argille, Scisti, Argilliti Per quanto attiene le interferenze tra la realizzazione dell’opera e la circolazione idrica sotterranea, si evidenzia che in relazione alle caratteristiche idrogeologiche del territorio sopra illustrate, gli scavi per la posa delle nuove condotte e per la rimozione delle tubazioni esistenti verranno ad interferire temporaneamente con le falde freatiche di una certa significatività unicamente in corrispondenza dei tratti di percorrenza degli ambiti golenali lungo i fondovalle del F. Magra, del F. Taro e dei torrenti Ingegna, Toncina, Ceno, Arda, e Chero ove i sedimenti alluvionali costituiti prevalentemente da alternanze di ghiaie, sabbie e limi, ospitano, in relazione alla elevata permeabilità e trasmissività dei sedimentii più grossolani, falde acquifere di subalveo ad elevata potenzialità. Interferenze temporanee di minore entità si registrano, inoltre, in corrispondenza delle sezioni di attraversamento degli stessi corsi d’acqua e dei torrenti Verdesina, Tarodine, Gotra e Chiavenna. In corrispondenza dei tratti di percorrenza negli ambiti collinari e montani, le interferenze in ragione, sia della natura litologica del substrato litoide, in gran parte costituito da formazioni caratterizzate da alternanze arenacee ed argillose, sia del fatto che i tracciati si sviluppano prevalentemente lungo crinali, corrispondenti ad aree di smaltimento idrico verso i fondovalle, risultano di gran lunga meno significative. Dette interferenze saranno contenute anche in corrispondenza dei numerosi tratti di percorrenza in sotterraneo (tunnel) previsti in questo settore dell'opera, sia sempre in ragione della limitata permeabilità del substrato litoide, sia con l'adozione di metodologie di scavo che, garantendo il bilanciamento della pressione idrostatica sul fronte di scavo, impediscono afflussi di acqua verso il cavo. 2.3 Suolo e sottosuolo 2.3.1 Geologia e Geomorfologia Il tracciato del metanodotto in oggetto interessa l’Appennino settentrionale e una porzione del medio versante padano dell’Appennino emiliano occidentale. Dal punto di vista geologico, l’area di interesse è rappresentata sui Fogli 84 “Pontremoli” e 72 “Fiorenzuola d’Arda” della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 ed è descritta nelle relative note illustrative. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 304 di 489 Rev. 0 Per la descrizione geologica e per l’elaborazione della cartografia geologica annessa al presente studio, ci si è avvalsi, in aggiunta alla documentazione sopra citata, della “Cartografia Geologica in scala 1:10.000”, realizzata dal Servizio Geologico Sismico dei Suoli della Regione Emilia Romagna, pubblicata nel 1986 e della “Cartografia Geologica in scala 1:10.000 della Regione Toscana”, elaborata in convenzione con i 3 atenei toscani ed il CNR - IGG. Lineamenti litologico-stratigrafici La catena appenninica ed in particolare la zona dell’Appennino settentrionale, in cui ricade gran parte del tracciato in progetto, è stata generata dai movimenti tettonici del Cretaceo, che hanno portato alla sovrapposizione ed appilamento di unità geologiche differenziate per struttura, litologia ed origine paleogeografica che possono essere raggruppate in due gruppi principali: quelle appartenenti ad un dominio paleogeografico più esterno, il Dominio Toscano, le quali, nel corso del processo orogenetico, hanno subito limitate traslazioni e quelle appartenenti ad un dominio più interno, il Dominio Ligure, che, invece hanno subito notevoli traslazioni. Un terzo gruppo, minore per estensione in affioramento, è rappresentato dalle Unità Subliguridi. Queste ultime, caratterizzate da una marcata alloctonia, sono di problematica collocazione paleogeografica: secondo alcuni Autori, esse dovrebbero provenire da un bacino di sedimentazione intermedio, collocato tra il Dominio Ligure e quello Toscano. Le Unità Toscanidi sono costituite da successioni sedimentarie mesozoico-terziarie poggianti, anche se variamente scollate e deformate, su un basamento continentale. Le Unità Liguridi sono costituite da unità che, come dimostrato dalla presenza di rocce ofiolitiche, si sono deposte in ambiente oceanico estendendosi talora fin sulla parte più assottigliata dei margini continentali adiacenti. Queste unità, abbandonando l’originario substrato oceanico, scomparso per subduzione nel corso del processo orogenetico, sono sovrascorse con vergenza appenninica (verso N e NE) sulle unità del Dominio Toscano (le quali hanno avuto quindi un ruolo di avampaese). Nel corso della traslazione, le Unità Liguridi subiscono un corrugamento e vengono ricoperte, in discordanza, da sedimenti generalmente grossolani, di ambiente marino meno profondo, per costituire le cosiddette Successioni Epiliguri. Lineamenti litologico strutturali L’evoluzione tettonica che ha portato alla costruzione di questo settore dell’Appennino è piuttosto complessa. Essa può essere suddivisa in due grandi cicli compressivi, verificatisi dal Cretaceo sino al Miocene, con l’impilamento di falde di ricoprimento, seguiti, a partire dal Miocene superiore, da una fase distensiva. Il primo ciclo compressivo comprende le cosiddette fasi liguri e coinvolge principalmente le Unità liguridi; questo ciclo si è verificato prima che le Liguridi traslassero sulle unità del Dominio Toscano. Il secondo ciclo comprende le fasi toscane e corrisponde alla messa in posto delle Liguridi, in gran parte già strutturate nel ciclo precedente, sulle unità del Dominio Toscano ed alla contemporanea evoluzione di quest’ultimo. Al termine del secondo ciclo la sovrapposizione ed impilamento delle varie unità è ormai definito. A partire dal Miocene superiore, sul versante tirrenico si instaura una fase distensiva, tuttora in atto. Questa determina la formazione di fosse tettoniche (graben) e dorsali (horst) a direzione appenninica (NO-SE) che si sovrappongono, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 305 di 489 Rev. 0 dislocandolo, all’edificio a falde di ricoprimento costituitosi nelle precedenti fasi compressive cretaceo-mioceniche. La fase distensiva che ha riguardato dapprima le zone più interne della Toscana meridionale, è migrata progressivamente verso NE e NO, seguendo i coevi fronti d’accavallamento del versante padano ed interessando progressivamente i settori più esterni. Nelle depressioni tettoniche più interne si sono instaurati dei bacini continentali e marini di età miocenico-pliocenica mentre in quelle più esterne si sono formati bacini fluvio-lacustri di età plio-pleistocenica. Sul versante padano della catena, invece, continua la fase compressiva con la migrazione verso N e NE del fronte di accavallamento appenninico sulla monoclinale pedealpina. Essa determina forti sovrascorrimenti di tutte le Unità liguridi verso il bacino padano subsidente a cui si interpone, a partire dal Pliocene inferiore una vasta trasgressione marina sul subappennino emiliano seguita da lenti movimenti oscillatori di sollevamento di tutto l’Appennino; ciò determina al bordo, una generale fase di regressione marina, interrotta da episodi trasgressivi, che porta all’emersione dell’area alla fine del Pleistocene inferiore. A questi movimenti si associano, nel corso del Pleistocene, le variazioni climatiche legate alle glaciazioni che hanno provocato importanti oscillazioni eustatiche del livello marino con conseguenti episodi di emersione e sommersione di vasti settori della Pianura Padana. Quest’ultima, nel corso del Pleistocene ed Olocene, è stata colmata dai depositi di conoide dei diversi corsi d’acqua che si sono variamente interdigitati fra loro. Lineamenti geologici-geomorfologici Nell’area considerata i caratteri geomorfologici principali sono fortemente condizionati dall’assetto strutturale, dalla natura litologica dei terreni e dall’azione erosiva dei corsi d’acqua. Innanzitutto si può notare una certa corrispondenza tra il limite geologico, espresso dalla sovrapposizione delle Unità liguridi e subliguridi su quelle toscanidi, ed il crinale appenninico che separa il versante padano da quello tirrenico. In generale le aree dove essenzialmente affiorano le Liguridi e le Subliguridi, con forte prevalenza di litotipi argillosi, sono caratterizzate da valli molto aperte con profili dolci che divengono a tratti più ripidi in corrispondenza degli affioramenti rocciosi più resistenti all’erosione come si riscontra appunto sul versante padano, mentre le aree dove affiorano le Unità toscanidi, con prevalenti litotipi arenacei e calcareo-marnosi più resistenti all’erosione, sono caratterizzate da crinali elevati con fianchi ripidi che delimitano valli tortuose e profondamente incise, come si verifica nella quasi totalità del versante tirrenico. Le massime elevazioni delle vette presenti nell’area di interesse si hanno nei tratti dove il crinale si imposta sulle formazioni più competenti. In prossimità del confine regionale tra la Toscana e l’Emilia Romagna, il Monte Molinatico (1549 m), con litologie prevalentemente arenacee (Arenarie di M. Gottero), rappresenta la cima a quota maggiore. Altre cime rilevanti sono il Monte Pelpi (1477 m), ad ovest del passo della Colla e il Monte Carameto (1318 m), ad est del valico del Pelizzone, impostati su litologie prevalentemente flyschoidi (flysch di M. Caio e di M. Cassio, rispettivamente) e il Colle Il Castellaccio (1308), ad ovest del valico del Pelizzone, che costituisce un mirabile rilievo di serpentino. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 306 di 489 Rev. 0 La forma dei versanti è strettamente legata alle vicende tettoniche, alla natura dei terreni ed alla loro giacitura, ai fenomeni gravitativi ed all’azione erosiva e di deposito dei principali corsi d’acqua. In corrispondenza dei litotipi francamente arenacei più resistenti prevalgono lineamenti aspri con brusche rotture di pendenza, mentre dove affiorano le litologie prevalentemente argillose la morfologia diviene più dolce con versanti a media acclività. Anche la giacitura degli strati condiziona la morfologia dei rilievi determinando, in corrispondenza di strati a reggipoggio, versanti molto ripidi con aspre e spettacolari pareti ed in corrispondenza di giaciture a franapoggio, versanti dolcemente degradanti a valle con forme arrotondate. I fenomeni gravitativi assumono, in tutta l’area di studio, una rilevanza particolare, per estensione e frequenza. Essi consistono in frane, paleofrane e deformazioni gravitative profonde di versante che si concentrano soprattutto in corrispondenza delle formazioni più argillose e/o di lineamenti e discontinuità strutturali. Le forme di erosione sono legate essenzialmente all’attività dei corsi d’acqua ed in minor misura al ruscellamento delle acque meteoriche. Nelle valli fluviali maggiori, tali forme consistono principalmente nelle scarpate che delimitano i diversi ordini di terrazzo, mentre nei corsi d’acqua minori esse consistono essenzialmente in più o meno sviluppate ripe di erosione. Le zone soggette ad erosione per ruscellamento si individuano soprattutto nelle aree montane più acclivi ove il fenomeno si concentra in corrispondenza degli impluvi. Nelle coperture detritiche e nei terreni argillosi si riscontrano soprattutto fenomeni di ruscellamento diffuso che, in casi limite, evolvono verso forme calanchive vere e proprie. I fenomeni di terrazzamento sono legati soprattutto alle alluvioni attive e recenti del quaternario e ai depositi marino-continentali del bordo peripadano. Nelle zone di Bedonia e Pontremoli si possono contare fino a 4 ordini di terrazzi. I terrazzi fluviali assumono una certa importanza negli slarghi vallivi in corrispondenza delle confluenze dei corsi d’acqua, e in prossimità dello sbocco di questi sulla pianura padana. In quest’ultimo settore non si rilevano processi morfogenetici particolari: le uniche forme ed azioni di modellamento sono dovute all’erosione operata dai corsi d’acqua e canali che costituiscono la rete idrografica dell’area. In generale nella zona persistono con monotonia lineamenti pianeggianti interrotti localmente da deboli ondulazioni del terreno e da brevi scarpate in corrispondenza dei corsi d’acqua, che delimitano i paleoalvei testimoni dell’antica idrografia würmiana. Assetto litologico-morfologico lungo la direttrice di progetto Con riferimento all’assetto litologico e morfologico regionale illustrato nei precedenti paragrafi, viene ora brevemente descritta la configurazione geologica e geomorfologica individuata lungo il tracciato di progetto e lungo la condotta in dismissione. La descrizione dell’assetto litologico-morfologico è stata eseguita suddividendo le percorrenze di entrambe le linee in tratti uniformi, definiti in funzione della loro condizione di parallelismo. 1° tratto: Dall’impianto di Mulazzo al T. Verde (0,000 – 8,400 km) Dal Nodo di Mulazzo, il tracciato in progetto, in parallelismo stretto con il metanodotto in esercizio, procede in direzione nord percorrendo, inizialmente, un ampio terrazzo File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 307 di 489 Rev. 0 alluvionale in destra idrografica del F. Magra e successivamente, una zona a morfologia collinare posta ad ovest dell’abitato di Pontremoli per poi scendere nuovamente di quota verso il T. Verde. Dal punto di vista morfologico prevalgono lineamenti pianeggianti e collinari caratterizzati da pendenze modeste solo localmente interrotte da brevi scarpate. Litologicamente, i terrazzi fluviali del F. Magra e del T. Verde sono costituiti da depositi alluvionali di natura prevalentemente ghiaioso-ciottolosa; la zona collinare è caratterizzata da un substrato di natura flyschoide (Flysch di Ottone) con prevalenti litotipi calcarenitici, calcareo-marnosi e marnosi con intercalazioni argillitiche. Nel tratto, lungo i versanti si segnale la presenza di fenomeni gravitativi quiescenti prevalentemente piuttosto superficiali e relativamente poco estesi. 2° tratto: Dal T. Verde al Monte Cocchiello (8,400 – 18,000 km) Attraversato il T. Verde, i tracciati, in stretto parallelismo, salgono rapidamente con direzione N-NO verso quote più elevate, sviluppandosi in prossimità degli abitati di Grondola e Guinadi fino a raggiungere il Monte Cocchiello. Dal punto di vista morfologico il tratto è caratterizzato da versanti con pendenze elevate (fino a circa il 60%) e da displuvi e creste a luoghi anche affilate. Litologicamente, nella zona più meridionale, prevalgono i litotipi arenacei con frequenti intercalazioni di sottili strati siltitico-argillitici e calcarei della Formazione del Macigno. Nella zona centrale prevalgono invece le litologie argillitiche, intercalate da torbiditi terrigene, riferibili alla formazione delle Argille e Calcari di Canetolo. Nel settore terminale del tratto prevalgono le litologie arenacee ascrivibili alla formazione delle Arenarie di Gottero. Nel settore centrale del tratto, ove il substrato lapideo è costituito dai litotipi argillitico-siltosi della Formazione di Canetolo, si manifestano fenomeni gravitativi, anche piuttosto estesi, prevalentemente quiescenti. Il tracciato della nuova condotta, divergendo a tratti dalla tubazione in dismissione, non viene ad interessare alcun fenomeno di dissesto in atto ma solo due aree con fenomeni quiescenti individuati dal PAI del F. Magra (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”). I sondaggi condotti in fase di verifica di fattibilità del progetto indicano l’assenza di movimenti superficiali in atto. Al fine di garantire la stabilità dell’intera area, sia quella interessata dalla linea in progetto e quella dalla condotta in dismissione, si prevede di realizzazione opere di drenaggio (trincee drenanti sotto condotta e fuori condotta) per allontanare l’acqua presente negli strati più superficiali. 3° Tratto: Dal Monte Cocchiello al punto di linea PIDI n. 4 in Comune di Borgo Val di Taro (18,000-25,800 km) Il tracciato in progetto, in località Monte Cocchiello, abbandona il parallelismo con la condotta in esercizio e, dirigendosi verso il T. Tarodine, percorre un territorio caratterizzato da crinali piuttosto ampi e da versanti regolari con acclività da media a elevata. Nel tratto successivo, tra il T. Tarodine e l’impianto PIDI n. 4, prevalgono lineamenti morfologici più dolci con ampie aree caratterizzate da ondulazioni del versante che spesso denotano la presenza di aree instabili. Nella prima parte del tratto, le litologie prevalenti sono di tipo arenaceo (Arenarie di M. Gottero), spesso ricoperte da esigue coltri eluvio-colluviali e depositi detritici di versante; nella seconda parte si rinvengono litotipi argillitici (Argilliti di San Siro e Argille File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 308 di 489 Rev. 0 a palombini). Le argilliti risultano spesso molto deformate e con frequenti intercalazioni di origine torbiditica. Fenomeni gravitativi, in grande parte quiescenti, si individuano lungo i versanti in corrispondenza delle litologie a prevalente componente argillitica. La nuova condotta, in ragione anche del fatto che in alcuni tratti sarà messa in opera in sotterraneo con l’adozione di metodologie trenchless, non viene ad interferire con alcuna area caratterizzata da movimenti franosi in atto. Le aree di versante, interessate da fenomeni quiescenti (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”), che interferiscono con la linea in progetto sono: • l’area in prossimità della discesa nel torrente Tarodine; • il versante in località “Case Nuove”; La prima area è lambita al margine dalla linea per circa 50-60 metri. Si prevede di realizzare alla base della discesa verso il torrente Tarodine una scogliera in massi e un muro in massi lungo il versante. Le indagini geognostiche effettuate in località Case Nuove escludono la presenza di movimenti gravitativi in atto, indicando la presenza del substrato roccioso a profondità inferiori/uguali ad un metro. La stabilità della condotta in quest’area sarà garantita da trincee drenanti fuoricondotta trasversali alla linea. Per quanto concerne la condotta in esercizio, il tracciato percorre i versanti di Monte Cocchiello e di Monte dei Forni fino l’impianto di Borgo Val di Taro sviluppandosi su una morfologia di tipo collinare e montano, con pendenze da modeste (intorno a 810%) a elevate (circa 60%). In corrispondenza del tratto sommitale della discesa dal M. Cocchiello prevalgono le Arenarie del Gottero, raramente affioranti, ma generalmente caratterizzate da una sottile copertura detritica, mentre nel tratto mediano e basale del versante sono presenti depositi di versante di spessore maggiore che ricoprono un substrato argillitico (Argilliti di S. Siro) e che si estendono fino al fondovalle del T. Tarodine, caratterizzato da una stretta fascia di depositi alluvionali. Anche lungo la successiva risalita dal citato torrente, prevalgono le litologie argillitiche caratteristiche della formazione delle Argille e Calcari di Canetolo e delle Argilliti di S. Siro. Lungo alcuni avvallamenti principali sono presenti accumuli di frane quiescenti. Nella zona a valle di Prebenda, la morfologia del pendio è riferibile a movimenti superficiali recenti innescati dallo scarso drenaggio dei terreni prevalentemente argillosi. Le principali aree instabili che interferiscono con questo tratto di condotta in dismissione sono: • il versante ad ovest di Monte dei Forni; • il versante a nord dell’abitato di La Banca; • il pendio a valle di Prebenda; • il versante in località Case Nuove; • il pendio a nord di Gotra. Queste aree mostrano caratteristiche di frane quiescenti, come indicato nel PAI (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”).. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 309 di 489 Rev. 0 In seguito alla rimozione della condotta si prevede per il ripristino e la conservazione della preesistente morfologia la realizzazione di una serie di palificate in legname e di opere di drenaggio in asse scavo e fuori scavo (trincee drenanti). Il ruscellamento delle acque superficiali sarà regimato con la realizzazione di canalette in terra e/o pietrame. 4° tratto: da PIDI n. 4 al T. Ingegna (25,800-38,200 km) Le linee in esame percorrono i fondovalle del F. Taro e del T. Ingegna senza significative variazioni altimetriche, ad eccezione del tratto iniziale compreso tra il Monte Chiaro ed il F. Taro, morfologicamente caratterizzato da versanti ad acclività medio-bassa e andamento regolare, solo localmente interrotti da brevi balze rocciose. Il M. Chiaro, alto 725 m, è costituito da roccia ofiolitica al cui intorno affiora diffusamente il Complesso di Casanova, caratterizzato da brecce poligeniche a matrice prevalentemente arenitica con clasti notevolmente eterometrici. I fondovalle del Taro e dell’Ingegna sono formati da alluvioni attuali e recenti, prevalentemente ghiaiososabbiose. Nel tratto, lungo i versanti, si individuano movimenti gravitativi più o meno estesi, attivi e quiescenti, o quiescenti. Le uniche interferenze della condotta in progetto si registrano in corrispondenza di fenomeni quiescenti, ubicati: • il versante lungo la discesa verso il F. Taro in località “Case Cereto”. • località Ponte Ingegna, in sinistra idrografica del Torrente Ingegna; • località Ronco dei Desideri, in sinistra idrografica del Torrente Ingegna. Dai sondaggi effettuati in fase di studio di fattibilità, il versante in località Case Cereto è risultato essere caratterizzato da un soliflusso che interessa la coltre pluvio-colluviale superficiale, di conseguenza l’area sarà stabilizzata mediante una serie di opere drenanti sotto e fuori condotta La seconda area, rappresentata da un dissesto con estensione piuttosto ridotta, sarà attraversata dalla condotta in sotterraneo, a profondità di molto inferiori al potenziale piano di scivolamento. La terza area presenta movimenti superficiali quiescenti. La stabilità del versante sarà assicurata dalla realizzazione di opere di drenaggio (letti di posa e trincee drenanti). La condotta in dismissione, invece, attraversa in prossimità di località Coppasso un’area caratterizzata da soliflussi superficiali. In seguito alla rimozione della condotta, nell’area saranno realizzate delle trincee drenanti per garantire la stabilità del pendio. 5° tratto: Dal T. Ingegna al T. Toncina (38,200-42,100 km) In questo tratto il tracciato in progetto si allontana dalla condotta in esercizio per percorrere il rilievo della Costa della Colla, nel tratto da M. Pelpi (1.480 m) a M. Zucchero (1.032 m). Dal punto di vista litologico oltre alle coperture quaternarie ghiaioso-sabbiose nelle zone più prossime all’alveo del T. Ingegna, sono estesamente presenti torbiditi arenaceo-pelitiche (Arenarie di Scabiazza) mentre alla base dei versanti affiorano litologie prevalentemente argillose (Argille a palombini). Lungo questi versanti si individuano estesi movimenti gravitativi, in alcuni casi tuttora attivi. Nel tratto, la nuova condotta sarà messa in opera in galleria evitando qualsivoglia interferenza con i fenomeni di dissesto. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 310 di 489 Rev. 0 La condotta in esercizio, abbandonato il fondovalle del T. Ingegna, supera il Monte Carmo ed il Passo della Colla fino a raggiungere il fondovalle del T. Toncina. La morfologia della zona attraversata alterna pendenze dolci (15-20%), versanti molto ondulati e dorsali relativamente ampie, a crinali più stretti e versanti ad acclività maggiore (30-50%). Litologicamente, il tratto è caratterizzato dai depositi alluvionali di fondovalle del T. Ingegna e dai depositi torbiditici caratteristici delle Arenarie di Scabiazza e del Flysch di Monte Caio (subito a nord di Monte Carmo), alternati a formazioni prevalentemente argillitiche (Argille a palombini e Complesso di Casanova). Piuttosto diffuse sono anche le coperture detritiche, estese aree interessate da depositi di versante costituito da litotipi eterogenei ed eterometrici con matrice pelitica, talvolta attraversati da canali erosivi più o meno profondi. Sono presenti estesi movimenti gravitativi di tipo complesso. In particolare, la condotta esistente interferisce con le seguenti aree instabili: • due aree lungo il versante in sinistra del Rio di Dugara, rispettivamente a quota 725 e 800 m circa; • un’area in località Zucchero, compresa tra quota 900 e 975 m circa. • l’esteso versante meridionale della Costa del Pelizzone, fino alle pendici di M. Carmo; Queste aree sono tutte caratterizzate da fenomeni quiescenti ad eccezione della Costa del Pelizzone ove si registra lanche a presenza di limitati movimenti superficiali innescati dallo scarso drenaggio dei terreni prevalentemente argillosi. La soluzione prevista per garantire la stabilità delle aree, in seguito alla rimozione della condotta esistente, consiste nella realizzazione di una serie di trincee drenanti in asse scavo e fuori scavo e nel ripristino della morfologia originaria con palificate in legname. Il ruscellamento delle acque meteoriche sarà regimato mediante la realizzazione di canalette in terra e/o pietrame. 6° tratto: Dal T. Toncina al T. Ceno (42,100-47,800 km) Il tracciato in progetto, nuovamente in parallelismo con la condotta in esercizio, percorre il fondovalle del T. Toncina, fino alla confluenza con il T. Ceno. Si tratta di una valle inizialmente piuttosto stretta che tende ad allargarsi avvicinandosi alla confluenza con il Ceno. Dal punto di vista morfologico, la percorrenza del Toncina è caratterizzata da lineamenti pianeggianti interrotti da scarpate di terrazzamento e di erosione fluviale. Nei tratti più prossimi alla fascia pedecollinare prevalgono lineamenti debolmente ondulati. L’alveo del Toncina è piuttosto inciso ed è caratterizzato da fenomeni erosivi di fondo e laterali piuttosto importanti. Il substrato roccioso, affiorante lungo il corso dell’alveo, è costituito da alternanze di arenarie, prevalenti, e calcari e marne. Il versante in sinistra idrografica è interessato da diversi movimenti gravitativi, i più estesi dei quali sono localizzati presso Case Scappini e presso il fosso Sbalanzone. Il tracciato in progetto interferisce con due aree instabili: • l’area in sinistra idrografica del T. Toncina, in prossimità di località Sbalanzone; • i depositi di frana nell’alveo di piena del Toncina, alla confluenza con il Rio della Valle, appartenenti al movimento gravitativo presente lungo il versante. La prima area sarà attraversata in sotterraneo, impostato a profondità maggiore rispetto alla profondità della potenziale superficie di scollamento. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 311 di 489 Rev. 0 Per quanto riguarda la seconda area individuata, il tracciato interferisce con la porzione distale dei depositi di frana che occupano l’alveo del T. Toncina, attraversandoli circa 50-60 m . La zona non manifesta evidenza alcuna di instabilità. Inoltre, in tale tratto la linea sarà ubicata in percorrenza nell’alveo del torrente, con un conseguente approfondimento dello scavo e una serie di opere di regimazione idraulica (scogliera in massi e pennelli in gabbioni). Per quanto riguarda la condotta in dismissione, le aree instabili attraversate lungo il fondovalle risultano: • i depositi di frana in prossimità dell’abitato Ca’ Scappini; • l’area in sinistra idrografica del T. Toncina, in prossimità di località Sbalanzone; • i depositi di frana nell’alveo di piena del Toncina, alla confluenza con il Rio della Valle; • il versante in sinistra idrografica ad Est di località I Granelli. Tutte queste aree sono riportate nel PAI come movimenti gravitativi quiescenti (vedi Vol. 2, SPC. LA-E-83015 “Annesso B - Interferenze dell’opera con aree a pericolosità geomorfologia e dissesti”),. In seguito alla rimozione della condotta, nelle aree sarà ripristinata la morfologia originaria, in particolare nell’area del versante ad est di località “I Granelli” si prevede di ricostituire le sponde con un rivestimento in massi. 7° tratto: Dal T. Ceno a località “Costa del Pelizzone” (47,800 – 59,800 km) Poco a valle della confluenza tra il T. Toncina e il F. Ceno, il tracciato in progetto abbandona il parallelismo con la condotta in esercizio, proseguendo sugli ampi terrazzi alluvionali del fiume e, mantenendosi in sinistra idrografica, risale verso la Costa del Pelizzone. La morfologia è pianeggiante lungo il fondovalle del Ceno e decisamente più complessa nel lungo tratto fino alla Costa del Pelizzone. Sono presenti versanti a pendenza variabile, fino ad un massimo di 55-60%, stretti crinali delimitati da scarpate morfologiche alternati ad ampie zone di displuvio. Il reticolo idrografico è costituito da corsi d’acqua ad elevata energia con impluvi piuttosto incisi. Lungo il T. Ceno si rinvengono depositi alluvionali di natura ghiaioso-ciottolosa con abbondante matrice sabbioso-argillosa. La litologia del tratto montano, invece, è costituita da torbiditi carbonatiche (Flysch di Bettola) o arenaceo-pelitiche (Arenarie di Scabiazza), da complessi estremamente variegati con prevalenti brecce (Complesso di Casanova) o argilliti (Argille a Palombini) e dai litotipi della serie ofiolitica (diaspri e serpentiniti). Le ofioliti presenti nel promontorio di Groppo di Gora costituiscono elementi fortemente caratterizzanti il paesaggio, grazie al loro colore nero-verdastro e al profilo acclive dei rilievi, dovuto alla maggiore resistenza all’erosione rispetto alle rocce circostanti. Movimenti gravitativi interessano in maniera diffusa i versanti dei pendii, soprattutto ad est della direttrice di progetto. Il tracciato della nuova condotta, risalendo il crinale che dal fondovalle del T. Ceno raggiunge i rilievi di Poggio Cadame, Monte Spiaggi e prosuendo in cresta sino alla Costa del Pelizzone, non interessa, anche in ragione del fatto che in due tratti sarà posta in sotterraneo, alcun fenomeno gravitativo. La condotta in esercizio, dopo aver attraversato il T. Ceno, risale il versante settentrionale, in sinistra idrografica e si dirige verso le località Gazzo e Costa del Pelizzone. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 312 di 489 Rev. 0 La morfologia del paesaggio è completamente influenzata dai depositi detritici e franosi che interessano estesissime porzioni dei versanti della zona: si identificano morfologie ondulate, con pendenze e contropendenze, nicchie di distacco e grandi zone di accumulo con incisioni sovrimposte del reticolo idrografico. Il tratto è caratterizzato dai depositi prevalentemente ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi. nel fondovalle del Ceno, da marne calcaree del Flysch di Bettola, lungo la prima parte della risalita fino a Bosco di Badino, da argilliti (Argille a palombini) fino a località Piana di Gazzo e, successivamente, da terreni flyschoidi del Complesso di Casanova, su cui, intorno a quota 990 m s.l.m., sovrascorre la successione Argille a palombini – Arenarie di Scabiazza. Nel tratto, ampi settori di versante sono interessati da fenomeni franosi attivi e/o quiescenti: frane quiescenti si riscontrano sul versante sinistro della valle del Ceno e più a monte (loc. Vischeto di qua), nel tratto delimitato dalla dorsale M. Coloreti – M. Crodolo (Bosco di Badino, Paina di Gazzo), sui versanti orientali della dorsale M. Cornale - Groppo di Gora. La condotta esistente interferisce con queste aree, attraversandone alcune. In seguito alla rimozione della condotta, il progetto, al fine di garantire la stabilità dei queste aree, prevede la realizzazione di opere di contenimento (palizzate in legname, fascinate), in particolare lungo i pendii a maggior acclività. Inoltre, in tali aree la realizzazione di opere di canalizzazione delle acque superficiali (canalette in terra e/o pietrame) e di drenaggio della trincea (trincee drenanti) consentiranno, rispettivamente, di evitare il ruscellamento concentrato delle acque meteoriche in superficie e l’imbibizione del materiale di rinterro della trincea. 8° tratto: Da località “Costa del Pelizzone” al T. Arda (59,800-74,300 km) Dopo aver incrociato la condotta in esercizio, il tracciato in progetto prosegue lungo l’affilata costa del Pelizzone e i crinali al confine tra le province di Parma e Piacenza, fino a raggiungere il T. Arda a monte del Lago di Mignano. La morfologia è di tipo montuoso-collinare; i pendii sono influenzati dalla giacitura delle formazioni presenti, con pendenze molto elevate lungo i versanti a reggipoggio e più modeste lungo i versanti a franapoggio. I crinali sono piuttosto stretti dal valico del Pelizzone fino a Monte Costaccia, ad ovest di Bore, quindi tendono ad un progressivo ampliamento. Da Monte Cornale al valico di Bocchetta di Sette Sorelle, i crinali divengono nuovamente stretti e sono delimitati da evidenti scarpate morfologiche. La litologia del tratto è piuttosto omogenea, costituita da regolari sequenze calcarenitico-marnose in strati da spessi a molto spessi, intervallate da livelli argillosi in strati medi e sottili (Flysch di Monte Cassio). La sequenza stratigrafica risulta rovesciata ed appare intensamente tettonizzata. Il Monte Cornale, ubicato a sud-ovest del Comune di Bore, è costituito da un grosso olistolite formato da brecce poligeniche a matrice arenaceo-siltosa a contatto con le Arenarie di Scabiazza e le Argille a Palombini; il tratto dal Valico del Pelizzone al M. Cornale è interessato, a luoghi, da coperture detritiche di origine eluvio-colluviale o da depositi di versante e/o di frana. Nel tratto si evidenzia la presenza lungo i versanti di estesi fenomeni gravitativi; in particolare quelli che delimitano la sommità del Cornale sono interessati da movimenti in atto, con scorrimenti di tipo complesso. Il tracciato della nuova condotta si sviluppa lungo il crinale superando il rilievo del Monte Cornale per mezzo di un tratto in sotterraneo non venendo ad interessare alcun fenomeno di dissesto File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 313 di 489 Rev. 0 Il corrispondente tratto di percorrenza del metanodotto in esercizio inizia nei pressi dell’abitato di Variano, prosegue lungo i versanti sud occidentale e settentrionale della Costa di Croce Lasa, transita in prossimità degli abitati di S. Michele e di Velleia e termina in prossimità del T. Chero. La morfologia del paesaggio è influenzata dai depositi detritici e franosi che interessano estesissime porzioni dei versanti della zona. Il maggiore rilievo della zona è rappresentato da Croce Lasa che sfiora i 970 m s.l.m. Dal punto di vista litologico, il substrato del versante meridionale della Croce Lasa è costituito da torbiditi prevalentemente carbonatiche (Flysch di Bettola), mentre lungo il versante opposto, alle quote più elevate, prevalgono arenarie grigio-nocciola e marne siltose (Formazione di Val Luretta) e, a quote più basse, le torbiditi a base calcarenitica intercalate a strati pelitici (Flysch di Monte Cassio) ed in limitate aree litotipi argillitici. L’intero tratto è caratterizzato da estesi ed importanti movimenti gravitativi attivi e quiescenti. L’esistente condotta in dismissione interferisce con queste aree, attraversando alcune di esse lungo tutta la loro estensione. In seguito alla rimozione della condotta in dismissione, il progetto, analogamente a quanto registrato nel precedente tratto, prevede di garantire la stabilità di queste aree con una serie di opere di contenimento (palizzate in legname, fascinate), in particolare lungo i pendii a maggior acclività. Inoltre, in queste aree saranno realizzate opere di canalizzazione delle acque superficiali (canalette in terra e/o pietrame) e di drenaggio della trincea (trincee drenanti) al fine di evitare, rispettivamente, il ruscellamento concentrato delle acque meteoriche in superficie e l’imbibizione del terreno di riempimento della trincea. 9° tratto: Dal torrente Arda a località “Caminata” (74,300-95,900 km) Il tracciato in progetto aggira a nord l’invaso artificiale di Mignano e prosegue lungo il fondovalle del T. Arda e, scavalcata la dorsale collinare che delimita a nord il bacino del citato corso d’acqua, discende nella Val Chiavenna, fino a ritrovare il parallelismo con la condotta in esercizio, in località “Caminata”. Dal punto di vista morfologico, il tratto è caratterizzato da lineamenti sub-pianeggianti e/o debolmente ondulati, con scarse variazioni altimetriche localmente interrotte da brevi scarpate dei terrazzi fluviali. A monte della diga di Mignano nei pressi dell’abitato di Gazzola, il tracciato in progetto supera un’area interessata da movimenti gravitativi in microtunnel per oltrepassare il lago di Mignano, in sinistra idrografica, per mezzo di una lunga galleria. Il successivo tratto di percorrenza del T. Arda presenta marcati fenomeni erosivi del fondo alveo e delle sponde. In corrispondenza delle tre sezioni di attraversamento del corso d’acqua, il progetto prevede la realizzazione di adeguati interventi di regimazione idraulica a presidio della tubazione volti ad evitare l’instaurarsi di fenomeni erosivi di fondo e di sponda (vedi Sez. II, par. 4.3 e 8.2.1). Per ciò che concerne l’assetto litologico, lungo l’area a monte della diga di Mignano, il substrato è costituito dalle Argille varicolori di Cassio e dalla litofacies a matrice pelitica del Complesso di Casanova. Si tratta di litologie poco competenti, generalmente molto erodibili, che possono dar luogo anche a morfologie di tipo calanchivo. Successivamente, proseguendo verso valle, predominano le litologie torbiditiche con spessi strati calcarenitici (Flysch di M. Cassio) o arenacei (Arenarie di Scabiazza), intervallati da livelli pelitici. Lungo il T. Chiavenna, nel substrato sono presenti le formazioni neogenico-quaternarie di File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 314 di 489 Rev. 0 natura pelitica e argillitico-siltitica (Argille azzurre). In prossimità delle zone di alveo, affiorano depositi alluvionali più o meno recenti, con prevalenza di materiale ghiaioso e sabbioso. Nel tratto in esame, il metanodotto esistente attraversa i depositi alluvionali recenti prevalentemente ghiaioso-sabbiosi del T. Chero e la porzione distale di movimenti gravitativi che interessano in più punti il versante in destra idrografica del Chero. Nel fondovalle la morfologia è prevalentemente pianeggiante mentre il versante, mediamente acclive, è caratterizzato da numerose incisioni fluviali che attraversano i depositi quaternari presenti, per confluire nel T. Chero. Nella prima parte del tracciato, la litologia è caratterizzata, da litotipi calcarei e calcareo-marnosi (Formazione di Val Luretta) e successivamente da torbiditi carbonatiche e silicoclastiche (Flysch di Bettola) e da brecce il (Complesso di Case Boscaini). Il tratto terminale, compreso tra le località “Badagnano” e “Caminata”, è caratterizzato da depositi alluvionali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi. 10° tratto: Da località “Caminata” al Nodo di Cortemaggiore (95,900-107,300 km) Nei pressi dell’abitato di Caminata, il tracciato in progetto ritrova il parallelismo con la condotta in esercizio e lo mantiene fino a raggiungere il suo punto terminale ubicato in corrispondenza dell’impianto di Cortemaggiore. Nel tratto prevalgono i lineamenti piaggianti localmente interrotti da deboli ondulazioni e brevi scarpate di terrazzo e il substrato è caratterizzato prevalentemente da depositi alluvionali di natura ghiaiososabbiosa nella porzione di alta pianura e sabbioso-limosi nel tratto terminale. Rappresentazione cartografica delle componenti geologiche Dal punto di vista stratigrafico-strutturale e litologico sono state cartografate le diverse unità affioranti di seguito descritte. Unità appartenenti al Dominio Epiligure Formazione di Ranzano (RAN) Formazione costituita da più corpi sedimentari con geometria da lenticolare a tabulare e con facies deposizionali molto variabili da arenaceo-conglomeratiche a pelitico-arenacee. Dove la formazione non è suddivisibile in sottounità è costituita da un’alternanza monotona di areniti fini grigie, micacee, e peliti grigie e grigioverdi, in strati sottili e medi. Sono presenti sottili livelli arenitici vulcanoclastici e strati medi di marne calcaree chiare a base arenitica. Origine prevalentemente torbiditica; ambiente di scarpata e di bacino, con presenza di frane sottomarine (Eocene sup. – Oligocene inf.). Marne di Monte Piano (MMP) Argille, argille marnose e marnoso-siltose, marne rosse, rosate, grigio chiaro e verdi, con rari e sottilissimi strati di siltiti. Sedimentazione di tipo pelagico, ambiente confinato e profondo, con rari apporti torbiditici. Limite superiore netto con le Arenarie di Ranzano (Eocene medio – Eocene sup.). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 315 di 489 Rev. 0 Unità appartenenti al Dominio Ligure Flysch e formazioni post flysch Formazione di Val Luretta (VLU) Formazione arenaceo-marnosa e calcareo-marnosa. Torbiditi di bacino relativamente profondo. (Paleocene inf. – Eocene medio) Flysch di Farini d’Olmo (FAR) Unità torbiditica arenaceo-pelitica e calcareo-marnosa, suddivisa in sottounità. (Paleocene inf. Eocene medio) Flysch di Bettola (BET) Torbiditi carbonatiche costituite da calcari marnosi e marne grigio-nocciola a base calcarenitica, passanti ad argille nerastre, in strati spessi e banchi oltre i 10m, e da areniti e peliti grigie in strati da sottili a spessi. Bacino profondo a sedimentazione torbiditica, prevalente su quella emipelagica. (Cretacico sup. – Paleocene inf.) Arenarie di Monte Gottero (GOT) Areniti a composizione arkosica e subarkosica alternate a siltiti ed argilliti nerastre in strati gradati medi e spessi. Si associano arenarie fini nerastre laminate e peliti nere, in regolari alternanze di strati medi e sottili. Presenti intercalazioni lenticolari di argilliti marnose e marne contenenti talvolta brecce monogeniche a matrice argillitica, lembi di bancate calcarenitiche e calcareo-marnose. Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino profondo con depositi da colata di detrito. (Cretacico sup.? – Paleocene) Flysch di Monte Caio (CAO) Torbiditi calcareo-marnose, grigio-scure, in strati da medi a molto spessi con una base arenitica media o fine passante a marna; a tetto intervalli sottili e medi di argilla nerastra fissile. Torbiditi di piana abissale e fanghi intrabacinali. (Cretacico sup.) Flysch di Monte Cassio (MCS) Torbiditi a base calcarenitica fine e media passante a marne calcaree grigio-biancastre, marne e calcari marnosi in strati da spessi a molto spessi. Intercalazioni regolari di sottili livelli pelitici grigio-verdastri e neri e di arenarie medie e fini, quarzoso-feldspatiche, in strati medi e sottili. Torbiditi e fanghi intrabacinali, in ambiente di piana, sotto la superficie di compensazione dei carbonati. Contatto su AVV localmente tettonizzato. (Cretacico sup.) Formazioni pre-flysch Flysch di Ottone (OTO) Torbiditi calcareo-marnose grigio-scure in strati da medi a molto spessi, costituite da calcari marnosi e marne calcaree a cui si intercalano marne siltose, argilliti e argilliti calcaree, arenarie fini e siltiti. (Cretacico sup.) Arenarie di Casanova (CSU) Areniti verdastre o grigio scure medio-grossolane a composizione marcatamente ofiolitica e subordinatamente sedimentaria, ruditi e peliti in strati gradati da medi a molto spessi. Frequenti intercalazioni di areniti medio-fini a composizione subarkosica e peliti scure fortemente diagenizzate e laminate in strati gradati medio-sottili. Presenti strati spessi e molto spessi di calcari marnosi e marne a basi arenacee medie grigio chiare, micacee. (Cretacico sup.) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 316 di 489 Rev. 0 Complesso di Casanova (CCV) Unità litostratigrafica costituita da varie litofacies che si alternano senza un apparente ordine stratigrafico: litofacies a brecce mono e poligeniche a matrice politica; brecce poligeniche a matrice arenitica; litofacies argillitico-siltosa; serpentiniti e peridotiti serpentinizzate; brecce monogeniche e poligeniche serpentinitiche; arenarie ofiolitiche; oficalciti; basalti ; gabbri; brecce a elementi calcarei prevalenti. (Cretacico sup.) Argille varicolori di Cassio (AVV) Argille, argilliti ed argille siltose rosse, violacee, grigio scure e verdastre, con intercalazioni di strati sottili o medi di arenarie litiche fini grigio chiare o scure, di calcilutiti silicizzate, calcareniti, conglomerati poligenici, in strati medi e spessi e arenarie litiche e feldspatiche grossolane. Contatti per lo più tettonizzati con SCB. Sedimentazione pelagica intervallata da correnti di torbidità s.l. e flussi concentrati di locale alimentazione insubrica (Cretacico sup.). Conglomerati dei Salti del Diavolo (CSD) Conglomerati in bancate da medie a molto spesse, costituiti da clasti poligenici di dimensioni centimetriche e decimetriche; litareniti medio-grossolane chiare in strati sottili; peliti, spesso varicolori. Intercalati nella parte alta di AVV (Cretacico sup.). Complesso di Case Boscaini (CCB) Brecce matrice-sostenute a prevalenti clasti calcilutitici chiari tipo palombino ben arrotondati, in matrice argillosa o siltosa grigia, più rari clasti di biocalcareniti giallo ocra e areniti grigio scure. Sono spesso inclusi lembi tettonizzati di argille varicolori. Bacino profondo caratterizzato da fenomeni di risedimentazione in massa (Cretacico sup.). Arenarie di Campi (ACM) Arenarie torbiditiche quarzoso-feldspatiche da fini a grossolane grigio-verdine, in strati da medi a spessi, gradati; si intercalano marne a base arenitica fine, in strati medi e spessi. Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino profondo (Cretacico sup.). Arenarie di Scabiazza (SCB) Torbiditi arenaceo-pelitiche con arenarie litiche grigionocciola o grigioverdastre, fini e medie in strati sottili e medi regolarmente alternate a peliti grigie o verdastre o marne siltose debolmente marnose; si intercalano talora marne grigio chiare a base arenacea fine, conglomerati e calcilutiti in strati spessi. Presenti marne siltose grigie in strati molto spessi con base arenitica e conglomeratica fine ad elementi sedimentari. Sedimentazione torbiditica di ambiente marino profondo (Cretacico sup.). Argilliti di Guselli (GUS) Argille ed argilliti rosse, grigio scure e verdi, con intercalate areniti torbiditiche grigie in livelli molto sottili (Cretacico sup.?). Argilliti di San Siro (SSI) Argilliti rosso-violacee, brune o variegate, con discontinui e deformati straterelli calcilutitici o siltitici ed arenitici grigi e grigio-verdastri ad alterazione color ocra o ruggine e con intercalazioni di areniti torbiditiche in livelli medio-sottili e calcareniti sottili. Depositi di debris flow a matrice argillitica e clasti eterogenei (Cretacico inf.? – Cretacico sup.?). Argille a palombini (APA) Argilliti o argilliti siltose grigio scure, fissili, alternate a calcilutiti silicizzate grigio chiare e grigio-verdi; intercalazioni di siltiti ed arenarie File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 317 di 489 Rev. 0 torbiditiche fini in letti molto sottili e sottili di colore grigio scuro o di calcareniti mediogrossolane in strati da medi a spessi; localmente si intercalano argilliti marnose grigie in strati spessi, marne grigio-verdastre in stati medi e arenarie fini laminate in strati sottili; gli strati calcilutitici sono spesso “boudinati”, a luoghi silicizzati, pervasivamente fratturati e caratterizzati da una fitta rete di vene di calcite, frattura concoide. Sedimentazione pelagica argillosa, intervallata da risedimentazione di fanghi carbonatici (Cretacico inf. – Cretacico sup.). Calcari a calpionelle (CCL) Calcari a grana finissima di colore grigio-nocciola, in strati da medi a molto spessi (Cretacico inf.). Ofioliti s.l. Litotipi ofiolitici distinguibili nelle seguenti unità cartografabili: Arenarie ofiolitiche (ao); Basalti (β); Basalti brecciati (Bb); Brecce ofiolitiche (bo); Brecce poligeniche (bp); Rocce granitoidi (Gr); Serpentine (σ). Unità appartenenti al Dominio Subligure Arenarie di Ponte Pratica (ARB) Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati da sottili a medi a base arenitica grigio-giallastra e grigio-verdastra fine o media passante a siltiti o siltiti marnose grigio scure. Torbiditi ed emipelagiti di ambiente marino profondo. Contatti tettonici con le formazioni circostanti (Oligocene). Arenarie di Petrignacola (APE) Arenarie torbiditiche grigio-verdastre da fini a molto grossolane, talora conglomeratiche, in strati da medi a molto spessi. Sedimentazione torbiditica ad apporti terrigeni (Oligocene inf.). Argille e Calcari di Canetolo (ACC) Argilliti grigio-nere in strati medi e spessi alternate a calcilutiti grigie o grigio-scure in strati medio-sottili e calcari marnosi in strati spessi e molto spessi, calcareniti gradate, brecce ad elementi micritici, calcarenitici e arenacei. Intercalazioni di areniti e siltiti in strati gradati e laminati medio-sottili. Intercalazioni metriche di argilliti rosse alternate a strati spessi di calcisiltiti. Sedimentazione emipelagica, intervallata a torbiditi intrabacinali e terrigene (Cretaceo sup.? - Eocene medio). Unità appartenenti al Dominio Toscano Macigno (MAC) Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati gradati medi e spessi, a composizione da subarkosica a sublitarenitica, alternate a torbiditi in strati da sottili a medi (Oligocene sup – Miocene inf.). Diaspri (DSD) Radiolariti rosse in strati sottili intercalate a peliti (Dogger - Malm). Le litologie sopra citate risultano tuttavia spesso ricoperte da più o meno estesi depositi franosi, detritici ed eluvio colluviali sui rilievi, da depositi lacustri, fluvio-lacustri ed alluvionali nelle conche intramontane e nelle zone di pianura. Tali depositi possono essere così sintetizzati: Depositi di frana Deposito di frana attiva (fa) Deposito gravitativo con evidenze di movimenti in atto o recenti, costituito da litotipi prevalentemente eterogenei ed eterometrici, più o meno File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 318 di 489 Rev. 0 caotici. La maggior parte dei depositi di frana del territorio appenninico è comunque di tipo complesso ed è il risultato di più tipi di movimento sovrapposti nello spazio e nel tempo (tipicamente scorrimenti e scivolamenti). Deposito di frana quiescente (fq) Deposito gravitativo senza evidenze di movimenti gravitativi in atto o recenti, ma con possibilità di riattivazione, costituito da litotipi prevalentemente eterogenei ed eterometrici, più o meno caotici. La maggior parte dei depositi di frana del territorio appenninico è comunque di tipo complesso ed è il risultato di più tipi di movimento sovrapposti nello spazio e nel tempo (tipicamente scorrimenti e scivolamenti). aa Deposito di versante costituito da litotipi eterogenei ed eterometrici con genesi dubitativamente gravitativa, da ruscellamento superficiale e/o da soliflusso; deposito eluvio-colluviale costituito da materiale detritico, generalmente fine, prodotto da alterazione in situ; detrito di falda costituito da materiale eterogeneo ed eterometrico con frammenti litoidi di dimensioni variabili, privo di matrice, frequentemente posto alla base di scarpate morfologiche; indifferenziato; deposito morenico; deposito eolico costituito da materiale fine. b Deposito alluvionale e di conoide torrentizia in evoluzione. Ghiaie, sabbie e subordinati limi argillosi di origine fluviale, attualmente soggetti ad evoluzione a causa della dinamica fluviale, talora coperti da vegetazione. bn Deposito alluvionale recente, antico e terrazzato costituito da materiale prevalentemente ghiaioso e sabbioso, attualmente stabile e non interessato dalla dinamica fluviale; deposito palustre costituito da limi e materiale organico in depressioni di origine glaciale; conoide torrentizia inattiva; deposito di origine antropica; depositi continentali pleistocenici (AUL: argille sabbie e conglomerati di Aulla; OLP: conglomerati di Olivola). Depositi Neogenico-quaternari di ambiente di transizione fluvio-marino (DNQa) Sintema di Compiano (SCM) Conglomerati in strati lenticolari ad elementi eterometrici di affinità liguride e subordinatamente di arenarie tipo Macigno. Depositi di ambiente alluvionale e lacustre (Pleistocene inf. – Pleistocene medio). Sintema di Costamezzana (CMZ) prisma sedimentario costiero costituito da associazioni di facies: sabbie e ghiaie argillose in strati spessi, con intercalati livelli argillosi sottili; sabbie medio-fini in strati sottili e medi; sabbie, sabbie ghiaiose e subordinatamente ghiaie ciottolose in strati massivi. Depositi di delta-conoide fluviale e marina (Pleistocene inf.). Sintema del torrente Stirone (ATS) Unità costituita da depositi paralici e marini. Spesso, in affioramento sul margine appenninico e in corrispondenza degli alti strutturali sepolti, il limite basale è marcato dalla presenza di un livello calcarenitico di spessore plurimetrico (Pliocene sup. – Pleistocene inf.). Sintema di Badagnano (BDG) Unità costituita da argilliti e siltiti, livelli conglomeratici, localmente gradati, e arenarie in strati tabulari e lenticolari. Depositi di fronte deltizio, associati a depositi marino-marginali (Pliocene medio – Pliocene sup.). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 319 di 489 Rev. 0 Sintema del torrente Chero (KER) Unità costituita da depositi prevalentemente siltiticoarenitici di piattaforma (Pliocene medio – Pliocene sup.). Depositi Neogenico-quaternari di ambiente marino (DNQb) Argille azzurre (FAA) Peliti marnose, grigio-azzurre massive a frattura concoide, in genere a stratificazione poco evidente, con rari livelli sabbioso-siltosi. Depositi distali di piattaforma e di bacino. Contatto netto su SVN quando presente (Pliocene inf. – Pliocene medio). Formazione di Vernasca (SVN) Unità torbiditica prevalentemente arenitica, ad evoluzione trasgressiva, da un ambiente di fronte deltizio a scarpata fino a bacino profondo. Paraconglomerati poligenici grossolani a matrice sabbiosa. Organizzati in strati spessi e molto spessi (Pliocene inf.). Rappresentazione cartografica delle componenti geologiche Il territorio interessato è caratterizzato dalla totale presenza di depositi sciolti, che presentano tuttavia una variazione granulometrica da termini sabbiosi con percentuali variabili di limi-argille, sino a terreni a più alto contenuto di ghiaia, maggiormente presenti nel tratto settentrionale della condotta principale. Nella zona oggetto di studio, non si rileva la presenza di elementi morfologici rilevanti. La stesura dell'elaborato cartografico allegato (vedi Vol. 8, All. 12 - Dis. LB-D-83209) ha richiesto, oltre alla consultazione dei dati esistenti, anche l’esecuzione di una serie di sopralluoghi in campagna, volti al rilevamento geo-litologico di superficie ed alla verifica dei dati desunti dalla letteratura esistente. La suddetta analisi del territorio è stata condotta per una fascia di circa 1 km su entrambi i lati della direttrice di progetto, per l’intero sviluppo planimetrico. Considerando il fatto che la condotta in progetto è impostata interamente su sedimenti del Quaternario pleistocenico (Fluviale Würm) è stata redatta una carta nella quale sono state evidenziate le principali variazioni granulometriche riscontrate lungo il tracciato in fase di studio. In particolare sono state cartografate le seguenti unità litologiche: - Unità a ghiaie dominanti; - Unità a limi dominanti; - Unità a sabbie dominanti; - Unità a sabbie con depositi fini (limi e argille) e ghiaie. Per quanto concerne l’assetto geomorfologico, nella rappresentazione cartografica sono stati evidenziati i seguenti elementi che caratterizzano l’area investigata, con particolare riferimento ai tratti più prossimi al tracciato: • orli di scarpata di terrazzo fluviale; • tracce di paleomeandri rilevati o interpretati; • fontanili; • zone umide, lanche. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 320 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 In riferimento all’assetto morfologico del territorio attraversato, il tracciato della condotta principale in progetto interessa in massima parte aree a morfologia acclive e, localizzate lungo la parte terminale del percorso, aree pianeggianti o debolmente ondulate (vedi tab. 2.3/A). Tab. 2.3/A: Assetto morfologico lungo il tracciato del metanodotto Pontremoli Cortemaggiore in progetto Assetto morfologico Lunghezza (km) % Pianeggiante, di fondovalle 47,100 43,90 Di versante a debole pendenza, ondulato 13,815 12,85 Di versante acclive, montuoso 46,400 43,25 107,315 100,00 Totale Per quanto concerne la condotta in dismissione, analogamente a quanto descritto per la condotta in progetto, essa si sviluppa su terreni prevalentemente a morfologia acclive, ad esclusione della parte terminale del percorso ricadente in ambiti pianeggianti o debolmente ondulati (vedi tab. 2.3/B). Tab. 2.3/B: Assetto morfologico lungo il tracciato del metanodotto Pontremoli Cortemaggiore in dismissione Assetto morfologico Lunghezza (km) % Pianeggiante, di fondovalle 38,530 42,82 Di versante a debole pendenza, ondulato 13,435 14,93 Di versante acclive, montuoso 38,020 42,25 89,985 (°) 100,00 Totale (°) lunghezza ricavata escludendo il tratto di 7,530 km che rimane in esercizio. Suddivisione del tracciato per litologia e scavabilità Sulla base delle caratteristiche litologiche ed in particolare, della resistenza alla scavabilità, i terreni incontrati lungo il tracciato di progetto possono essere così distinti: • Terre sciolte: terreni alluvionali ed eluvio colluviali; depositi di versante e detriti di falda; • Roccia tenera: brecce e conglomerati scarsamente cementati; torbiditi, siltiti, marne e arenarie debolmente cementate; • Roccia dura: conglomerati cementati; torbiditi prevalentemente arenacee, arenarie cementate, diaspri, calcari e calcari marnosi. Alla luce della suddetta distinzione, si é ottenuta, per l’intero sviluppo del tracciato di progetto, la seguente classificazione indicativa in termini di scavabilità: File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 321 di 489 Rev. 0 scavi in terra sciolta per 57,730 km, pari al 51% dell’intero tracciato; scavi in roccia tenera per 27,900 km, pari al 26% dello sviluppo complessivo; scavi in roccia dura per 21,685 km, pari al 23% della lunghezza totale. Come per la linea principale, anche tutte le nuove linee secondarie in progetto, nonché l'insieme dei tratti delle condotte in dismissione vengono ad interessare litotipi del tutto analoghi con caratteristiche geomeccaniche molto similari. 2.3.2 Interferenze del tracciato con aree a rischio idrogeologico In riferimento a quanto illustrato nella Sezione I “Quadro di riferimento programmatico” a riguardo delle interferenze tra il tracciato e le zonizzazioni del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del F. Magra e del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del F. Po (PAI) interferite (vedi Sez. I "Quadro di riferimento programmatico", par. 9.4.1 e 9.4.2), le interferenze tra l'opera e le Aree a pericolosità geomorfologica del Bacino del F. Magra ed i dissesti nel Bacino del F. Po sono, in ragione del loro elevato numero, illustrate in un apposito annesso del presente Studio, a cui si rimanda per gli approfondimento del caso (vedi Annesso B "Interferenze dell’opera con aree a pericolosità' geomorfologica e dissesti"). Detto annesso raccoglie, in forma di scheda monografica, ogni singola interferenza illustrando le caratteristiche fisiche e gli interventi previsti per garantire la compatibiltà tra l'opera stessa e le singole aree o fenomeni. Per quanto attiene le interferenze tra l'opera e le aree a rischio idraulico di entrambe i bacini, risulta possibile, sulla base dell’analisi delle caratteristiche geomorfologiche e dei processi idraulici esposte nei paragrafi precedenti e delle caratteristiche proprie del progetto (condotta completamente interrata senza alterazione alcuna dell’assetto morfologico-idraulico) e della natura delle opere che saranno realizzate, escludere che la messa in opera della nuova condotta possa presentare effetti negativi sulle fasce di pertinenza fluviale. In particolare si evidenzia che: • gli attraversamenti fluviali prevedono una profondità di posa della condotta di sufficiente garanzia nei confronti d’eventuali fenomeni di erosione di fondo anche localizzati e/o temporanei che si possono produrre in fase di piena, cosicché é da escludere qualsiasi interferenza tra tubazione e flusso della corrente; • gli attraversamenti dei corsi d’acqua più importanti, nonché dei corpi idrici canalizzati caratterizzati da portate costanti di considerevole entità, saranno eseguiti in subalveo con l'ausilio di tecniche "trenchless", cioè con trivellazione in sotterraneo, onde evitare di interrompere, con scavi a cielo aperto, la loro continuità tipologica, strutturale e quindi funzionale; • gli impianti accessori ubicati lungo il tracciato, comportano la costruzione di opere fuori terra di limitatissima entità e sono costituiti, quasi totalmente, da alcune parti meccaniche che fuoriescono dal terreno e da una recinzione in grigliato ed anche quando ricadono nelle fasce fluviali di esondazione si tratta comunque di strutture che per dimensione e tipologia non costituiscono un ostacolo apprezzabile al File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 322 di 489 Rev. 0 deflusso delle piene, né determinano una significativa diminuzione della capacità d’invaso dell’area inondabile. In merito alla compatibilità del metanodotto in progetto con la dinamica fluviale, si possono, quindi, esprimere le seguenti considerazioni: 1. Modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena Non generando alterazioni dell’assetto morfologico (tubazione completamente interrata con ripristino definitivo dei terreni allo stato preesistente), la costruzione della condotta non determinerà nessun effetto di variazione dei livelli idrici e quindi del profilo d’inviluppo di piena. 2. Riduzione della capacità d’invaso dell’alveo La condotta in progetto, essendo completamente interrata, non crea alcun ostacolo all’azione di laminazione delle piene, né contrazioni areali delle fasce d’esondazione e pertanto non sottrae capacità d’invaso. 3. Interazioni con le opere di difesa idrauliche preesistenti La realizzazione della condotta implica talvolta l’attraversamento di esistenti opere di difesa spondale; a questo proposito é previsto che queste vengano attraversate principalmente in trivellazione, onde evitare di interrompere la continuità tipologica e funzionale della struttura; in ogni caso, qualora si determini un’interferenza con talune opere idrauliche, si procederà in fase di ripristino alla loro ricostruzione come preesistenti, in conformità tipologica e funzionale, onde evitare di alterare l’assetto morfodinamico locale. 4. Opere idrauliche in progetto nell’ambito dell’intervento I Le opere idrauliche maggiormente significative previste in progetto consistono sostanzialmente nella realizzazione di scogliere in massi in corrispondenza delle sezioni di attraversamento della nuova condotta dei torrenti Bettigna, Verde, Tarodine, Ingegna, Toncina, Ceno, Arda e del F. Taro e nel rifacimento di analoghe opere esistenti lungo i torrenti Carrara, Tarodine, Ceno e del Rio Rugarlo in corrispondenza della tubazione in dismissione. Tali opere saranno realizzate congruentemente all’assetto morfologico-idraulico dei tratti interessati.. 5. Modifiche indotte sull’assetto morfologico planimetrico ed altimetrico dell’alveo inciso L’opera in progetto non induce alcuna modifica all’assetto morfologico dell’alveo inciso, sia dal punto di vista planimetrico che altimetrico, essendo questa localizzata in subalveo ad una profondità superiore ad ogni prevedibile fenomeno d’approfondimento, e garantendo con la realizzazione d’opere di regimazione le preesistenti caratteristiche idrauliche della sezione di deflusso. 6. Modifiche indotte sulle caratteristiche naturali e paesaggistiche della regione fluviale Essendo l’opera del tutto interrata, non saranno indotti effetti particolarmente impattanti con il contesto naturale della regione fluviale che possano pregiudicare in maniera “irreversibile” l’attuale assetto paesaggistico. Condizioni d’impatto sono limitate alle sole fasi di costruzione e per questo destinate a scomparire nel tempo, con la ricostituzione delle componenti naturalistiche ed ambientali. Nelle aree con significativa sensibilità ambientale sono stati comunque previsti interventi di ripristino, con il duplice obiettivo di mitigare le alterazioni temporanee prodotte dai lavori e recuperare in tempi brevi le caratteristiche paesaggistiche e vegetazionali originarie. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 7. 2.3.3 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 323 di 489 Rev. 0 Condizioni di sicurezza dell’intervento rispetto alla piena Condizioni di maggiore criticità concernenti la sicurezza dell’opera, e conseguentemente dell’intero sistema tubazione-regione fluviale, possono ipotizzarsi solamente in corrispondenza degli attraversamenti di canali, fossi e scoli superati con scavi a cielo aperto, in quanto direttamente interferenti con il regime idraulico e di conseguenza con l’attività morfodinamica. Tuttavia, per il fatto che la posa della condotta è stata progettata a profondità rilevanti, nei depositi alluvionali, si esclude ogni tipo di sollecitazione sulla condotta sia da parte dei livelli idrici di piena sia dall’azione erosiva della corrente. Caratterizzazione della sismicità Il tracciato in progetto si sviluppa, con direzione prevalente da sud verso nord, lungo il settore occidentale dell’Appennino Settentrionale ed interessa un breve tratto di Pianura Padana. La morfologia delle aree attraversate risulta molto articolata nel tratto appenninico e più uniforme e regolare nella porzione in pianura. La linea parte dal territorio comunale di Pontremoli (MS) e attraversa quindici comuni appartenenti alle province di Massa Carrara, Parma e Piacenza. I territori comunali interessati dal primo tratto di linea (Lunigiana) sono caratterizzati da un grado di sismicità medio, mentre i restanti territori presentano un livello basso. Sismicità storica La sismicità storica dell’area in esame è stata analizzata consultando i seguenti cataloghi: • Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di lavoro CPTI 2004 dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); • Database Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV). Il catalogo CPTI04 nasce dalla necessità di aggiornare il precedente Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 1999 (CPTI99, INGV), fermo al 1992. Il CPTI04 è esteso a tutto il 2002 e offre per ogni terremoto una stima il più possibile omogenea della magnitudo momento (Maw) e della magnitudo calcolata dalle onde superficiali (Mas). In particolare, il catalogo fornisce i seguenti parametri: • • • la localizzazione epicentrale (Lat; Lon); il valore di intensità massima (Imx) ed epicentrale (Io); la zona sorgente (ZS9) e una stima della magnitudo momento (Maw) e della magnitudo calcolata dalle onde superficiali (Mas). Il catalogo per le sezioni pre-1980 mantiene gli stessi terremoti della sezione analoga di CPTI99 (Io ≥ 5/6MCS o Mas ≥ 4.0), mentre per le sezioni post-1980 adotta una soglia leggermente più elevata (Mas ≥ 4.15). Per la compilazione del CPTI04 sono stati ritenuti di interesse solo i terremoti avvenuti in Italia e quelli che, pur essendo stati localizzati in aree limitrofe, potrebbero essere stati risentiti con intensità significativa all’interno dei confini dello stato. In pratica sono File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 324 di 489 Rev. 0 stati presi in considerazione tutti i terremoti avvenuti all’interno di una finestra geografica che comprende, oltre all’Italia, una fascia di confine formata da una parte dei territori che si affacciano sull’Adriatico, sullo Jonio e sul Mar Ligure (vedi fig. 2.3/A). Fig. 2.3/A: Finestra di definizione geografica dei terremoti di riferimento, base della compilazione del catalogo CPTI99 e CPTI04 (da CPTI04, INGV). Da questo catalogo sono stati selezionati i terremoti aventi epicentro nell’area di interesse del tracciato. Questa è stata definita come l’area in cui sono stati localizzati gli epicentri degli eventi sismici con risentimento nelle zone attraversate dal tracciato e schematizzata considerando un’area rettangolare con lati situati a circa 80 km dalle due estremità del tracciato2. In Tabella 2.3/A sono elencati i parametri dei terremoti storici selezionati nell’area di interesse dal catalogo CPTI04. 2 In particolare, è stato preso in considerazione il territorio compreso in un’area rettangolare con diagonale di estremi A (43.815°N, 10.777°E) B (45.309°N, 8.947°E) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 325 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio Anno 1276 1303 1306 1345 1383 1409 1438 1465 1465 1481 1522 1545 1547 1572 1591 1608 1628 1693 1720 1732 1738 1740 1746 1751 1759 1767 1774 1778 1786 1790 1806 1810 1811 1818 1828 1829 1831 1832 1834 1834 1835 1837 Me 7 3 7 1 7 11 6 4 4 5 10 6 2 6 5 1 11 7 1 2 11 3 7 11 5 1 3 2 4 7 2 12 7 12 10 9 9 3 2 7 4 4 Gi Or Mi Se AE 28 18 30 ITALIA SETT. 22 23 PIACENZA 31 24 15 11 6 15 7 5 9 10 4 24 6 4 6 10 27 5 6 23 21 26 21 4 18 7 26 12 25 15 9 9 6 11 13 14 4 20 11 20 11 15 20 21 30 14 40 8 15 13 20 22 15 15 9 15 15 5 17 9 1 7 30 15 15 41 30 45 16 45 22 18 2 19 18 3 13 45 44 52 20 30 15 30 15 35 3 16 50 LUCCA CASTELNUOVO PARMA PARMA PARMENSE VERONA REGGIO EMILIA LUNIGIANA CREMONA BORGO VAL DI TARO REGGIO EMILIA PARMA REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA PARMA GOITO S.ROMANO PARMA PARMA GARFAGNANA GARFAGNANA MAR LIGURE PAVIA Fivizzano PARMA FIVIZZANO PIACENZA AULLA NOVELLARA NOVELLARA SASSUOLO LANGHIRANO Valle dello Staffora CREMONA REGGIANO REGGIANO ALTA LUNIGIANA ALTA LUNIGIANA PASSO CISA ALPI APUANE Imx 55 55 60 55 55 70 80 55 65 85 55 75 80 70 60 60 70 70 Io 60 55 60 55 55 60 80 55 65 85 55 75 70 70 60 60 70 70 60 60 60 70 70 75 70 60 60 60 60 60 75 65 60 60 60 70 65 65 70 70 70 70 70 70 75 75 80 75 65 65 75 75 75 75 85 85 65 65 65 100 95 Lat 45.08 45.052 43.843 44.81 45.058 44.8 44.85 45.12 44.7 44.276 45.136 44.498 44.7 44.851 44.697 44.697 44.801 45.28 44.25 44.801 44.906 44.124 44.088 44.25 44.804 44.18 44.801 44.167 45.298 44.167 44.862 44.898 44.572 44.668 44.82 45.136 44.75 44.77 44.449 44.439 44.417 44.174 Lon 9.55 9.693 10.505 10.564 9.915 10.33 10.23 10.661 10.63 10.13 10.024 9.844 10.63 10.422 10.631 10.631 10.329 10.644 10.333 10.329 10.028 10.59 10.444 9.25 9.029 10.11 10.329 10.167 9.595 10 10.671 10.712 10.728 10.286 9.05 10.024 10.55 10.47 9.859 10.021 9.833 10.181 Maw 5.11 4.63 4.83 4.63 4.63 4.83 5.62 4.63 5.03 5.84 4.63 5.33 5.21 5.13 4.83 4.83 5.17 5.27 4.83 4.83 5.4 5.18 4.83 4.83 4.83 5.06 4.83 4.83 5.31 5.03 5.26 5.28 5.24 5.57 5.67 5.03 5.48 5.59 5.64 5.14 5.03 5.65 Mas 4.71 4 4.3 4 4 4.3 5.47 4 4.6 5.8 4 5.04 4.86 4.74 4.3 4.3 4.8 4.95 4.3 4.3 5.15 4.82 4.3 4.3 4.3 4.64 4.3 4.3 5.01 4.6 4.93 4.97 4.91 5.4 5.55 4.6 5.27 5.43 5.5 4.76 4.6 5.51 ZS9 911 911 916 912 911 913 913 913 915 915 913 913 913 913 913 906 915 913 913 915 915 911 915 913 915 911 916 912 912 913 913 911 912 913 915 915 915 915 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 326 di 489 0 Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio (seguito) Anno 1849 1857 1861 1869 1873 1873 1878 1882 1885 1886 1891 1892 1895 1896 1898 1902 1902 1902 1903 1904 1906 1909 1910 1913 1914 1915 1916 1919 1920 1920 1921 1921 1922 1924 1924 1925 1926 1926 1927 1927 1928 1928 1928 Me 11 2 3 12 5 9 9 2 2 10 4 5 8 12 3 3 8 12 7 2 11 3 1 11 10 10 7 9 9 12 5 11 8 6 9 3 6 11 10 11 2 7 8 Gi 28 1 16 13 16 17 10 15 26 15 24 17 7 8 4 5 4 4 27 25 10 18 23 25 27 10 27 25 7 27 7 29 2 12 21 15 28 18 28 20 21 20 3 Or Mi Se AE 18 15 VAL DI TARO PARMENSE SESTA GODANO SERRAMAZZONI REGGIANO LIGURIA ORIENTALE LUNIGIANA APPENNINO LIGURE SCANDIANO COLLECCHIO VILLA BASILICA 30 2 53 19 35 13 4 20 2 6 3 19 17 7 22 16 3 18 17 2 1 20 9 23 18 3 5 16 6 12 21 21 20 17 21 22 21 10 4 19 23 31 50 48 20 45 8 15 CARPINETI 49 32 FANANO 6 45 FANANO 6 37 35 46 47 55 51 50 55 22 10 38 15 55 19 15 4 13 3 18 15 15 57 49 24 37 53 9 10 1 50 52 40 48 12 CALESTANO GARFAGNANA FIVIZZANO FIVIZZANO LUNIGIANA REGGIANO COMPIANO CARPINETI PONTE DELL'OLIO VAL DI TARO GARFAGNANA REGGIO EMILIA FOSCIANDORA FOSCIANDORA GARFAGNANA PIAZZA SERCHIO PONTREMOLI BORGO VAL DI TARO PIEVEPELAGO FANANO GENOVA FRASSINORO REGGIANO BAGNONE BEDONIA CERVAREZZA VARESE LIGURE ALTA VAL DI TARO FIVIZZANO Imx Io Lat Lon 65 65 44.485 9.73 65 65 44.749 10.48 60 44.333 9.6 65 44.5 10.75 65 65 44.612 10.701 65 65 44.497 10.283 65 65 44.218 10.037 60 60 44.652 9.113 60 60 45.208 10.169 60 60 44.75 10.306 55 43.933 10.667 60 44.45 10.517 60 44.25 10.75 60 44.25 10.75 70 65 44.503 10.314 70 70 44.093 10.463 70 44.2 10.2 55 44.2 10.2 75 70 44.329 9.953 70 60 44.48 10.63 60 44.5 9.633 60 44.5 10.5 55 44.9 9.633 50 50 44.597 10.279 70 70 43.911 10.598 65 60 44.732 10.469 60 44.1 10.5 55 44.133 10.533 100 95 44.18 10.28 50 44.25 10.283 70 65 44.377 9.882 50 50 44.376 9.987 60 44.2 10.7 60 44.167 10.733 55 44.4 8.95 45 45 44.282 10.286 40 40 44.488 10.487 55 44.3 10 60 60 44.52 9.59 60 44.4 10.4 60 60 44.44 9.611 60 60 44.508 9.587 55 44.2 10.2 Maw 5.03 5.26 4.83 5.03 5.13 5.52 4.98 4.83 5.22 4.83 4.63 4.83 4.83 4.83 5.07 5.17 5.17 4.63 5.15 5.13 4.83 4.83 4.63 4.85 5.79 5.01 4.83 4.63 6.48 4.64 5.03 4.81 4.66 4.99 4.63 4.65 4.61 4.63 5.13 4.66 4.56 4.56 4.63 Mas 4.6 4.94 4.3 4.6 4.74 5.32 4.52 4.3 4.88 4.3 4 4.3 4.3 4.3 4.65 4.8 4.8 4 4.78 4.75 4.3 4.3 4 4.33 5.73 4.57 4.3 4 6.48 4.02 4.6 4.27 4.05 4.54 4 4.03 3.97 4 4.75 4.04 3.89 3.9 4 ZS9 915 913 916 913 913 916 915 911 913 916 913 913 913 913 915 915 915 915 913 915 913 911 913 915 913 915 915 915 915 915 915 915 915 915 913 915 915 913 915 915 915 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 327 di 489 0 Tab. 2.3/A: Sismicità storica nelle zone prossime al territorio in studio (seguito) Anno 1930 1930 1931 1934 1937 1939 1940 1940 1945 1945 1946 1950 1951 1951 1955 1955 1957 1959 1961 1965 1967 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1972 1973 1974 1974 1975 1976 1980 1980 1983 1985 1987 1995 1996 2000 Me 5 9 1 6 9 10 1 5 6 12 2 5 5 8 4 12 10 1 8 11 4 5 6 1 5 7 6 10 6 4 6 11 8 6 12 11 1 5 10 10 6 Gi 24 24 25 13 17 15 24 1 29 15 18 6 15 12 11 13 25 26 3 9 3 15 7 6 3 15 25 25 5 15 30 16 22 7 23 9 23 2 10 15 18 Or 22 19 10 9 12 14 23 9 15 5 23 3 22 21 15 17 23 5 10 15 16 10 9 22 4 1 17 21 13 21 19 13 2 18 12 16 10 20 6 9 7 Mi 2 10 48 6 19 5 32 36 37 27 43 54 19 24 4 2 35 26 35 36 3 34 3 17 33 10 56 48 49 5 4 49 35 1 29 10 43 54 55 42 Se 55 26 5 16 5 13 5 40 29 18 34 28 41 23 49 12 12 22 13 1 6 52 17 53 22 60 8 AE FIUMALBO SCANDIANO FIVIZZANO BORGO VAL DI TARO PARMA OVEST GARFAGNANA CORNIGLIO NOCETO Valle dello Staffora VARZI PIONE REGGIANO LODIGIANO BARGA SARZANA EQUI TERME MONCHIO S.MARIA TARO FIVIZZANO ALTA V. SECCHIA CORREGGIO S.POLO ALPI APUANE S.MARCELLO S.POLO PARMENSE CALESTANO PASSO CISA MAGGIORASCA PIONE ABETONE BORGO VAL DI TARO MAGGIORASCA BAGNI VERNASCA PARMENSE GARFAGNANA REGGIANO LUNIGIANA CORREGGIO REGGIANO Imx Io Lat 60 60 44.136 60 44.6 60 44.25 60 60 44.438 60 44.8 70 65 44.119 50 44.467 50 44.8 75 75 44.83 60 55 44.831 60 44.6 40 40 44.731 60 65 45.254 55 55 44.023 55 44.117 50 50 44.176 55 44.383 55 44.5 60 44.2 50 50 44.373 55 44.8 60 44.6 44.1 60 44.067 60 44.633 80 75 44.82 60 44.6 50 50 44.068 40 44.517 55 44.65 45 44.1 55 55 44.404 44.567 44.05 44.817 70 65 44.765 60 60 44.128 60 60 44.797 70 44.179 70 70 44.782 44.786 Lon 10.724 10.6 10.1 9.725 10.3 10.255 10.1 10.183 9.13 9.117 9.6 10.67 9.55 10.379 9.967 10.077 10.2 9.5 10.2 10.355 10.75 10.4 10.2 10.733 10.383 10.35 10.2 10.041 9.567 9.683 10.7 9.831 9.5 10.6 9.85 10.27 10.378 10.697 10.06 10.683 10.746 Maw 5.22 4.83 4.66 5.22 4.56 5.2 4.93 4.89 5.15 4.78 4.83 4.46 5.24 4.74 4.63 4.6 4.63 4.63 4.83 5.01 4.71 4.83 4.83 4.66 4.8 5.61 4.66 4.95 4.58 4.64 4.38 4.85 4.63 4.7 5.03 5.1 4.69 5.05 5.04 5.44 4.46 Mas 4.87 4.3 4.05 4.88 3.89 4.84 4.45 4.39 4.78 4.23 4.3 3.74 4.91 4.16 4 3.96 4 4 4.3 4.56 4.12 4.3 4.3 4.05 4.26 5.45 4.04 4.48 3.92 4.01 3.63 4.32 4 4.1 4.6 4.99 4.18 4.79 4.82 5.09 4.17 ZS9 915 913 915 915 913 915 915 913 911 911 915 912 911 915 916 915 915 915 915 913 912 913 915 915 913 913 913 916 915 915 915 915 911 915 913 913 915 912 915 912 912 dove: Anno, Me, Gi, Or, Mi, Se AE = = tempo origine (anno, mese, giorno, ora, minuto, secondo) denominazione dell’area dei massimi effetti File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Imx I0 Lat, Lon Me = = = = Mm = Ms = COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 328 di 489 Rev. 0 Intensità massima (valore x 10) (scala MCS) intensità epicentrale (valore x 10) (scala MCS) localizzazione epicentrale (in gradi sessagesimali-decimali) magnitudo macrosismica equivalente [Gasperini e Ferrari, 1995, 1997] (valore x 100), con errore associato De (valore x 100) magnitudo macrosismica secondo le relazioni tabellare (per tutta l’Italia esclusa la regione etnea) e funzionale (per la sola regione etnea) proposte da Rebez e Stucchi a partire dai dati di base utilizzati per la compilazione di questo catalogo (valore x 100), con errore associato Dm (valore x 100) magnitudo strumentale calcolata sulle onde di superficie (valore x 100), con errore associato Ds (valore x 100) Nella figura seguente è mostrata la localizzazione degli eventi del intero catalogo, in particolare l’ingrandimento rappresenta quelli presenti nell’area di interesse scelta (vedi fig. 2.3/B). Fig. 2.3/B: Distribuzione areale degli epicentri dei terremoti storici italiani catalogati nel CPTI04 (INGV). Nel riquadro sono evidenziati gli eventi sismici selezionati nell’area di interesse, elencati in Tab. 2.3/A File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Fg. 329 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Nel catalogo CPTI04 sono riportati gli eventi sismici avvenuti fino al 2002. La sismicità degli ultimi anni (2002-2006) è stata ottenuta dal database DBMI08, che riporta gli eventi sismici avvenuti dal 1901 al 2006. Il database DBMI08 archivia gli eventi sismici considerando gli stessi parametri utilizzati in CPTI04. In Tabella 2.3/B sono indicati gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse dal 2002 al 2006. Tab. 2.3/B: Sismicità storica nell’area di interesse selezionata da DBMI08 Anno Me Gi Or Mi Se 2005 4 13 18 46 8 2005 4 18 10 59 18 AE Valle del Trebbia Valle del Trebbia Imx Io Lat Lon Maw ZS9 55 50 44.677 9.45 4.05 911 55 60 44.716 9.35 3.98 911 In Figura 2.3/C è mostrata la distribuzione degli eventi sismici presenti nell’intero DBMI08, in evidenza (cerchio blu) è rappresentata l’area di interesse. I terremoti evidenziati sono gli unici non presenti nel catalogo CPTI04. Fig. 2.3/C : Distribuzione areale degli epicentri dei terremoti storici italiani catalogati nel DBMI08 (INGV). Nel riquadro l’area d’interesse; il cerchio blu evidenzia gli eventi sismici selezionati in Tab. 2.3/B. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 330 di 489 Rev. 0 Il database DBMI08 dei terremoti storici fornisce oltre i parametri sismici anche le mappe macrosismiche. Nell’area di interesse sono stati selezionati dal DBMI08 i tre eventi sismici maggiori per i quali si mostrano le mappe macrosismiche. Dette mappe rappresentano l'andamento della propagazione degli effetti sismici in superficie e riportano le diverse valutazioni di intensità di danno distinte per località (Fig. 2.3/D÷F). Gli eventi selezionati sono i più forti avvenuti nell’area a partire dal 1901, essi sono: a) 27/07/1903 Lunigiana (Mw= 5.25); b) 07/09/1920 Garfagnana (Mw= 6.48); c) 15/07/1971 parmense (Mw = 5.64); Fig. 2.3/D : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: a) evento del 07/09/1920 (Mw=6.48) localizzato in Garfagnana. La linea rossa evidenzia il tracciato in studio. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 331 di 489 Rev. 0 Fig. 2.3/E : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: b) evento del 07/09/1920 localizzato in Garfagnana (Mw=6.48). La linea rossa evidenzia il tracciato in studio. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 332 di 489 Rev. 0 Fig. 2.3/F : Immagini satellitari con indicati i valori di intensità macrosismica definiti per gli eventi sismici avvenuti nell’area di interesse: c) evento del 15/07/1971 localizzato nel parmense (da DBMI08, INGV). La linea rossa evidenzia il tracciato in studio. La distribuzione degli epicentri storici nell’area di interesse estratti dal catalogo CPTI04 (Fig. 2.3/B), e dal database DBMI08 (Fig. 2.3/C) dimostra che la zona in studio è caratterizzata da un indice di sismicità medio-basso, sia dal punto di vista della frequenza di eventi, che dei valori di magnitudo. Inoltre, le mappe macrosismiche, disponibili per gli eventi sismici più forti avvenuti negli ultimi cento anni circa (DBMI08), mostrano bassi indici di intensità di danno lungo il tracciato in studio (Fig. 2.3/D÷F). Caratterizzazione sismogenetica La caratterizzazione sismogenetica dell’area in studio è stata elaborata considerando la recente Zonazione Sismogenetica, denominata ZS9, prodotta dall’ INGV (Meletti C. e Valensise G., 2004). Secondo questa zonazione il territorio nazionale è stato diviso in 42 zone-sorgente, individuate mediante l’osservazione delle caratteristiche della sismicità storica/attuale (massima magnitudo, frequenza degli eventi in catalogo, distribuzione nelle classi di magnitudo) e dallo studio delle geometrie delle sorgenti sismotettoniche. La zonazione sismogenetica del territorio nazionale prevede una distinzione delle aree sorgenti mediante limiti di colore diverso. I limiti di colore nero separano aree con differenti caratteristiche tettoniche o geologico strutturali, mentre i limiti di colore blu File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 333 di 489 Rev. 0 dividono zone con uno stesso stile deformativo ma con differenti caratteristiche di sismicità, quali: distribuzione spaziale, frequenza degli eventi, massima magnitudo rilasciata, ecc. L’area in studio interessa le zone denominate 911, 913, 915 e lambisce la zona 916 (vedi fig. 2.3/G). Fig. 2.3/G : Zonazione sismogenetica ZS9. Le diverse zone sono individuate da un numero, il colore non è significativo (da Meletti C. e Valensise G., 2004). La linea rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato L’arco appenninico settentrionale è stato organizzato in fasce parallele longitudinali alla catena, ed è limitato a Nord dalla zona 911, che comprende il cosiddetto “arco di Pavia” e le strutture ad esso connesse. Si ipotizza che le strutture tettoniche comprese all’interno di questa zona svolgano il ruolo di “svincolo” cinematico tra il sistema alpino e quello appenninico settentrionale. La fascia che parte dalla Lunigiana e arriva fino al confine Abruzzo-Molise (915-919923) è considerata il settore più interno della catena appenninica, generalmente interessato da importanti faglie primarie e relative sorgenti sismogenetiche. Tali faglie immergono verso NE nel settore settentrionale (Toscana) e presentano in genere profondità ipocentrali basse che consentono la caratterizzazione e la quantificazione degli aspetti cinematici mediante i tradizionali approcci geomorfologici e paleosismologici. La zona 915 racchiude le aree sismogenetiche della Garfagnana, della Lunigiana e del Mugello, caratterizzate da tassi di sismicità inferiori a alla zona sottostante (919). Il limite tra queste ultime due zone è stato posto in corrispondenza del cosiddetto “svincolo” del Forlivese. Si ipotizza che questa linea tettonica corrisponda ad un elemento strutturale di importanza litosferica, che interessa la placca adriatica (in arretramento flessurale al di sotto dell’Appennino settentrionale). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 334 di 489 Rev. 0 La zona 913 appartiene alla fascia più ampia (913-914-918) che da Parma si estende fino all’Abruzzo. L’intera fascia è caratterizzata da terremoti storici che raramente hanno raggiunto valori molto elevati di magnitudo. In particolare la zona 913 è caratterizzata da terremoti prevalentemente compressivi, con profondità ipocentrali mediamente maggiori rispetto alla zona più esterna (912). L’area in studio potenzialmente potrebbe risentire di eventi sismici appartenenti alla vicina zona 916. Questa zona, che comprende la porzione settentrionale del settore in distensione tirrenica definito nei più recenti modelli sismotettonici, è caratterizzata da una sismicità di bassa energia che sporadicamente raggiunge valori di magnitudo relativamente elevati. Per ogni zona sismogenetica è stato definito uno strato sismogenetico e ad esso associata una “profondità efficace”, ossia la profondità alla quale avviene il maggior numero di terremoti che determina la pericolosità della zona (Meletti C. e Valensise G., 2004). Lo strato sismogenetico è stato definito come l’intervallo di profondità nel quale viene rilasciato il maggior numero di terremoti, ovvero l’intervallo in cui presumibilmente avverranno i prossimi eventi sismici. Questi strati sono stati definiti da un’analisi del catalogo della sismicità strumentale (1983-2002) dell’INGV, e indicano l’intervallo di profondità che ha generato il 90% degli eventi storici che ricadono all’interno di ogni zona. Per considerare le incertezze e il fatto che un unico valore di profondità può non essere rappresentativo dell’intero strato, è stata proposta una suddivisione dell’intero strato sismogenetico in quattro classi di profondità comprese tra: 1-5km, 5-8km, 8-12km, e 12-20km. In Figura 2.3/H sono mostrate le classi di profondità efficace per ciascuna zona dell’Appennino Settentrionale. Le zone 911 e 915 sono caratterizzate da profondità efficaci comprese nell’intervallo 8-12 km, mentre la zona 913 presenta profondità efficaci comprese tra i 12 e i 20 km. L’area in studio è prossima anche alla zona 916 che mostra profondità efficaci superficiali, tra i 5 e gli 8 km. Fig. 2.3/H: Classi di profondità efficace assegante alle diverse zone sismogenetiche di ZS9 (da Meletti C. e Valensise G., 2004). La linea rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 335 di 489 Rev. 0 Nello studio di Meletti e Valensise (2004) è stato indicato anche un meccanismo di fagliazione prevalente per ciascuna zona. Per meccanismo prevalente si intende quello che ha la massima probabilità di caratterizzare i futuri terremoti significativi. L’assegnazione è stata basata su una combinazione dei meccanismi focali osservati con dati geologici a varie scale e dai meccanismi focali dei terremoti significativi avvenuti in epoca strumentale tratti da un ampio e recente database nazionale. In Figura 2.3/J è mostrato uno stralcio della mappa nazionale con in evidenza le zone interessate dal tracciato in progetto. La zona 911 è caratterizzata da un meccanismo di fagliazione prevalente di tipo “Faglia Trascorrente”, rappresentativo, dal punto di vista geodinamico, di un’area che segna una transizione tra regioni a differenti regimi tettonici (Fig. 2.2/L). La tettonica a regime distensivo in atto nelle zone 915 e 916 si manifesta con eventi sismici aventi prevalentemente meccanismi focali di “Faglia Normale”. La sismicità della zona 913 mostra caratteristiche miste di fagliazione, in quanto zona di transizione tra il regime compressivo della catena appenninica esterna e quello distensivo del lato interno. Fig. 2.3/J: Meccanismo di fagliazione prevalente atteso per le diverse zone sismogenetiche di ZS9 (da Meletti C. e Valensise G., 2004). La linea rossa evidenzia l’area interessata dal tracciato. Valutazione probabilistica della pericolosità sismica La normativa sismica italiana O.P.C.M. n. 3274 del 20/3/2003 (G.U. 8/5/2003, n. 105) “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, il DM 14/9/2005 (G.U. 23/9/2005, n. 222) “Norme tecniche per le costruzioni”, e la recente O.P.C.M. n. 3519 del 28/4/2006 (G.U. 11/5/2006 n. 108) “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, riportano la pericolosità sismica del territorio italiano in termini di accelerazione al suolo (ag) con probabilità di eccedenza del 10% in 50. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 336 di 489 Rev. 0 Da un punto di vista normativo, pertanto, la pericolosità sismica di un sito è sintetizzata in un unico parametro: l’accelerazione orizzontale di picco (ag) su suolo rigido (bedrock), in condizioni topografiche orizzontali (PGA). Essa rappresenta la massima accelerazione attesa su suolo rigido, con riferimento alla probabilità equivalente di eccedenza in un periodo di riferimento di 50 anni, pari ad un periodo di ritorno (Tr) di 475 anni. Una rappresentazione del significato fisico della ag è fornita nella sezione schematica della seguente figura (vedi fig. 2.3/K). Fig. 2.3/K: Rappresentazione schematica del significato delle accelerazioni (al bedrock ed in superficie) e delle classi di sottosuolo (vedi § 2.4). L’ O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003 e il D.M. del 14/9/2005 (G.U. 23/9/2005, n. 222) “Norme Tecniche per le Costruzioni” (NTC), classificano i comuni del territorio nazionale in quattro zone sismiche, ciascuna contrassegnata da un diverso valore del parametro ag (espresso come frazione dell’accelerazione di gravità g) – (vedi tab. 2.3/C). Tab. 2.3/C: Valori di ag (PGA) secondo la classificazione sismica nazionale (OPCM n. 3274 del 20/03/2003 e del DM 14/9/2005. ZONA ACCELERAZIONE ORIZZONTALE CON PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO PARI AL 10% IN 50 ANNI [ag/g] ACCELERAZIONE ORIZZONTALE DI ANCORAGGIO DELLO SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO (NTC 2005) [ag/g] 1 2 3 4 > 0,25 0,15-0,25 0,05-0,15 < 0,05 0,35 0,25 0,15 0,05 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 337 di 489 Rev. 0 In Tabella 2.3/D è rappresentata la classificazione sismica (O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003) dei territori comunali interessati dal tracciato. Dalla Tabella 2.3/B risulta che dei 15 comuni attraversati, cinque appartengono alla zona 2, mentre i restanti dieci alla zona 3 (vedi Fig. 2.3/L). Tab. 2.3/D: Classificazione sismica dei territori comunali interessati dal tracciato in progetto (OPCM n. 3274 del 20/03/2003). TERRITORIO COMUNALE Mulazzo, Pontremoli, Borgo Val di Taro, Albereto e Compiano Bardi, Morfasso, Vernasca, Bore, Lugagnano Val d’Arda, Castel’Arquato, Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo e Cortemaggiore Fig. 2.3/L: ZONA 3 2 Classificazione sismica dei territori comunali interessati dal tracciato (O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003). Il cerchio rosso indica l’area interessata dal tracciato. Sulla base della classificazione sismica indicata dall’ O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003 e dal D.M. del 14/9/2005, per l’area interessata dal tracciato si stima un’accelerazione orizzontale massima attesa al bedrock pari a 0,25g. La tecnica di accorpare i comuni in zone appartenenti alla medesima categoria genera azioni superiori e, in taluni casi, inferiori a quelle rappresentative della reale sismicità File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 338 di 489 Rev. 0 (Prestininzi et al, 2005). Tale effetto è causato anche dalla decisione di adottare la medesima forma spettrale per definire l'azione sismica di tutte le zone. L’Allegato 1 dell’O.P.C.M. n. 3316 del 2/10/2003 stabilisce che la competenza delle Regioni in materia di individuazione delle zone sismiche si esercita a partire da un elaborato di riferimento (mappa di ag), in modo omogeneo a scala nazionale secondo i criteri previsti dallo stesso Allegato1. L’ O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, ha incaricato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), raccogliendo anche l’auspicio della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento della Protezione Civile, di redigere una Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, espressa in termini di accelerazione orizzontale massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli molto rigidi (Vs30 > 800 m/s, categoria A, O.P.C.M. n. 3519, del 28/04/2006, All. 1b) In Figura 2.3/M è mostrato uno stralcio della Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale (INGV) riferito al territorio attraversato dal tracciato. Fig. 2.3/M: Stralcio della Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, che mostra i valori di ag attesi al bedrock nell’area interessata dal tracciato. I valori di ag indicati sono espressi in termini di accelerazione orizzontale massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli molto rigidi (Vs30 > 800 m/s, cat. A, All. 2, 3.1). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 339 di 489 Rev. 0 Da tale documento si evince che il territorio interessato dal progetto attraversa diverse fasce di accelerazione orizzontale massima attesa al bedrock, con valori compresi tra 0,200-0,225g (zona Pontremoli-Borgo Val di Taro) e 0,100-0,125g ( zona di CadeoCortemaggiore). Lo studio probabilistico di dettaglio, che alla base della redazione della Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, allegata alla O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006 (G.U. n.108 del 11/05/2006), indica, per l’area interessata dal progetto, un valore massimo di accelerazione orizzontale atteso al bedrock (PGA) pari a 0,225 g . Un’analisi comparativa tra i valori massimi di ag definiti dalla Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale e quelli indicati dalla precedente O.P.C.M. n. 3274 (del 20/03/2003) risulta che i valori massimi attesi secondo quest’ultima sono leggermente sovrastimati rispetto ai più recenti e dettagliati studi (O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006). Conseguentemente, ai fini progettuali, si assume per tutta la lunghezza del tracciato un valore di 0,225g come valore di accelerazione orizzontale massima attesa al bedrock (ag o PGA), con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni. Analisi della risposta sismica locale e valutazione dei parametri di moto sismico atteso La normativa italiana, come del resto la normativa europea e i più recenti codici internazionali, ha modificato completamente l’approccio alla valutazione della sismicità di un’area. Per quanto detto in precedenza essa scaturisce da una osservazione del fenomeno sismico “dal basso” e “a priori”: - dal basso, poiché si osserva direttamente il moto sismico nel suo propagarsi dal sottosuolo (bedrock) verso la superficie libera; - a priori, poiché la zonizzazione sismica tiene conto esclusivamente del movimento sismico atteso (in termini di accelerazioni), prima che esso produca i suoi effetti sull’ambiente fisico e costruito. In definitiva, identificati i valori delle accelerazioni massime su suolo rigido, è necessario valutare la sua variazione (in generale amplificazione) al termine del moto sismico dalla zona d’origine (sorgente sismica) alla superficie. Una rappresentazione del significato fisico di tale amplificazione è mostrato nella sezione schematica (vedi fig. 2.3/N). Le norme di riferimento (O.P.C.M n. 3274 del 20/03/2003; D.M. del 14/9/2005) definiscono la risposta sismica locale di un sito attraverso la stima di parametri che valutano l’influenza delle condizioni litologiche e morfologiche locali sulle caratteristiche del moto del suolo in superficie. La stima dell’effetto di amplificazione indotto dagli strati superficiali è definita mediante una classificazione dei terreni compresi tra il substrato rigido e la superficie libera. Il sottosuolo è stato suddiviso in cinque classi di riferimento, in funzione della natura e di specifici parametri di comportamento meccanico dei terreni. I diversi tipi di sottosuolo inducono modifiche sul segnale sismico con variazioni dell’accelerazione di picco e del contenuto in frequenza. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 340 di 489 Rev. 0 Fig. 2.3/N: Rappresentazione schematica del significato delle accelerazioni (al bedrock ed in superficie) e delle classi di sottosuolo secondo le NTC 2008. La classificazione individua sottosuoli a rigidezza decrescente, a partire dal sottosuolo tipo A, costituito praticamente da roccia affiorante o ricoperta da uno strato meno rigido, con spessore massimo di 5 m, fino a sottosuoli molto deformabili e suscettibili di fenomeni di rottura per la sola azione sismica. Per maggior chiarezza si riportano di seguito le classi di suolo secondo le NTC 2005 (D.M. del 14/9/2005): “A - Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 5 m. B - Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica media NSPT > 50, o coesione non drenata media cu>250 kPa). C - Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (15 < NSPT < 50, 70 <cu<250 kPa). D - Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti , caratterizzati da valori di Vs30 < 180 m/s (NSPT < 15, cu<70 kPa). E - Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Rev. Fg. 341 di 489 0 a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con Vs30 > 800 m/s.” In aggiunta a queste categorie se ne definiscono altre due, per le quali sono richiesti studi speciali per la definizione dell'azione sismica da considerare: “S1 - Terreni che includono uno strato di almeno 10 m di argille/limi di bassa consistenza, con elevato indice di plasticità (PI > 40) e contenuto di acqua, con 10 < cu < 20 kPa e caratterizzati da valori di Vs30 < 100 m/s . S2 - Terreni soggetti a liquefazione, argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti.” Nelle definizioni precedenti VS30 rappresenta la velocità media di propagazione entro 30 m di profondità delle onde di taglio e viene calcolata con la seguente espressione: VS 30 = 30 hi ∑ i =1,NVi in cui hi e Vi indicano, rispettivamente, lo spessore (in metri) e la velocità delle onde di taglio (per deformazioni di taglio γ < 10-6 m) dello strato i-esimo, per un totale di N strati presenti nei 30 m superiori. La definizione della classe di suolo consente di determinare: il coefficiente di amplificazione stratigrafica (S), necessario per calcolare l’accelerazione di picco al suolo (risposta sismica locale) e il periodo TC, necessario per il calcolo della velocità orizzontale massima al suolo (PGV) - (vedi tab.2.3/E). Tab. 2.3/E: Valori dei parametri per il calcolo dell’azione sismica in superficie (Tabella 3.2.II del DM 14/9/2005). S TB TC TD 1,0 0,15 0,40 2,0 B, C, E 1,25 0,15 0,50 2,0 D 1,35 0,20 0,80 2,0 CATEGORIA SUOLO A Le categorie di sottosuolo affioranti lungo il tracciato in progetto sono state attribuite in funzione della natura dei terreni e sulla base dei valori di VS30 o di NSPT disponibili. Da questa caratterizzazione si evince che lungo il tracciato affiorano prevalentemente terreni ricadenti in categoria A-B-C. Cautelativamente, in questo studio è stato considerata una categoria di suolo C per il calcolo dei parametri del moto in superficie. Il tracciato in progetto si sviluppa per circa un 50% in aree montuose, con tratti in percorrenza lungo dorsali e creste. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/09/2005) prevedono un incremento del coefficiente S per tener conto dell’effetto di amplificazione indotto da morfologie così articolate. L’ O.P.C.M n. 3274 (20/03/2003) per opere ubicate in condizioni topografiche particolari (pendii con inclinazioni >15°, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 342 di 489 Rev. 0 dislivelli superiori a circa 30 metri) incrementa l’azione sismica moltiplicandola per un coefficiente di amplificazione topografica (ST). In questo studio è stato considerato un valore medio di ST pari a 1,2, per tener conto dei tratti in percorrenza lungo creste e dorsali, pendii con inclinazione maggiore di 15°. Definita una categoria di suolo (S) ed un coefficiente di amplificazione topografica (ST) caratterizzanti il tracciato in progetto, è possibile associare ad essi i rispettivi coefficienti e definire la risposta sismica locale. Il prodotto tra il fattore S, il coefficiente di amplificazione topografica (ST) e l’accelerazione di picco ag attesa al suolo rigido fornisce una stima dell’accelerazione orizzontale massima attesa in superficie (asg): a gs = a g ∗ S ∗ ST = 0.225 g ∗ 1.25 ∗ 1.2 = 0.338g Al fine di caratterizzare la pericolosità sismica dell’area è necessario stimare anche le massime velocità del terreno attese in superficie (PGV o Vg). Le Norme Tecniche per le Costruzioni (14/09/2005) riportano nel paragrafo 3.2.2.4 la relazione per il calcolo di tali velocità: PGV = Vg = 0.16 ∗ ag ∗ S ∗ ST ∗ Tc in cui: ag è l’accelerazione di picco attesa al bedrock (espressa in g/10); S è il fattore che tiene conto della categoria di suolo della fondazione; ST è il coefficiente di amplificazione topografica; TC è il periodo corrispondente all’inizio del tratto a velocità costante dello spettro, definito in funzione della categoria di sottosuolo (Tab. 3.2.II, NTC del DM 14/09/2005). Le velocità orizzontali massime attese al suolo (PGV) per il tracciato in studio risultano: PGV = 0.16 ∗ ag ∗ S ∗ ST ∗ TC = 0.16 ∗ 2.250(g 10 ) ∗ 1.25 ∗ 1.2 ∗ 0.5 = 0.270 m/s Casistica In regioni ad elevata sismicità il ground motion (shaking: le vibrazioni del suolo prodotte dalla propagazione delle onde sismiche) investe ampie aree geografiche e difficilmente può essere eluso. Tale fenomeno non costituisce un problema apprezzabile per le condotte interrate in acciaio poiché l’azione vincolante e smorzante del terreno circostante il tubo, impedisce il realizzarsi di elevate forze d’inerzia come accade per le strutture superficiali e il modulo elastico è di gran lunga in grado di sopportare la massima ampiezza di vibrazione prevedibile. L’intero territorio nazionale è coperto da una fitta rete di condotte interrate (metanodotti ed oleodotti), progettati secondo norme internazionalmente riconosciute, la cui realizzazione risale ormai ad alcuni decenni fa. Durante i sismi più devastanti verificatesi negli ultimi decenni (Friuli 1976 ed Irpinia 1980) non risulta che si siano verificate rotture di condotte di tale rete, presenti nelle zone interessate dal sisma. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 343 di 489 Rev. 0 In particolare, la casistica italiana sul comportamento sismico delle condotte interrate è principalmente legata all’evento sismico del Friuli, ove esisteva nell’area epicentrale una condotta importante già operativa: il gasdotto “Sergnano - Tarvisio DN 900 (36”)” per l’importazione di metano dall’ex URSS. Nel periodo che va da maggio ad ottobre del 1976, il Friuli fu colpito da un’intensa sequenza sismica culminante in due scosse di elevata intensità: la scossa principale di magnitudo 6,4 ed una successiva di 6,1. Questo terremoto, per numero di vittime e vastità dei danni, rappresenta uno degli eventi più distruttivi avvenuti in Europa negli ultimi decenni. Il gasdotto attraversava l’area epicentrale e deve aver quindi subito lo scuotimento sismico massimo prodotto dal terremoto. Le notizie riguardanti il comportamento sismico del gasdotto indicano che non è stata rilevata alcuna rottura lungo il tracciato, come testimoniato dal fatto che il flusso del gas non fu interrotto, né subì perdite. L’effetto più vistoso sul gasdotto fu il suo ribaltamento dai piloni di supporto in corrispondenza di un attraversamento fluviale aereo (F. Tagliamento), ma anche in questo caso, a parte le deformazioni sul tubo, non si verificarono rotture. Tale tipologia di attraversamento aereo non è stata, comunque, più realizzata lungo la rete di metanodotti Snam Rete Gas. Pure in letteratura tecnica internazionale non sono riportati casi di rottura di tubazioni integre in acciaio, saldate e controllate con le attuali tecniche, per effetto dello scuotimento sismico del terreno. I casi conosciuti riguardano reti di distribuzione in ghisa o tubi affetti da gravi corrosioni. A tale riguardo, si rileva che le condotte Snam Rete Gas sono periodicamente controllate dall’interno con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi variazione di spessore dell’acciaio ed i fenomeni corrosivi eventualmente in atto. Considerazioni conclusive In conclusione, i dati raccolti ed analizzati hanno permesso di delineare le caratteristiche di base della sismicità e della pericolosità sismica del territorio in cui si estende il tracciato in progetto. La sismicità storica dell’area interessata dalla variante è stata studiata consultando i più recenti e dettagliati cataloghi di riferimento (CPTI04 e DBMI08, INGV). L’analisi ha evidenziato che l’area è caratterizzata da un indice di sismicità medio-basso, sia dal punto di vista della frequenza di eventi, che dei valori di magnitudo. Inoltre, le mappe macrosismiche disponibili (DBMI08) per gli eventi sismici più forti avvenuti negli ultimi cento anni circa in prossimità dell’opera in progetto, mostrano bassi indici di intensità di danno nel territorio della linea in studio. Si evidenzia, che la scelta del tracciato in progetto ha avuto come criterio fondamentale quello di porre la tubazione in sicurezza; sono stati, infatti, privilegiati i lineamenti morfologici e geologici, in generale, più sicuri (fondivalle, terrazzi, dorsali, ecc.), evitando accuratamente aree interessate da fenomeni di dissesto. Per quanto riguarda gli effetti diretti di un sisma sulle tubazioni interrate si rimanda alla verifica strutturale allo scuotimento sismico per il metanodotto in oggetto (Appendice 1). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2.3.4 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 344 di 489 Rev. 0 Suolo La caratterizzazione pedologica del territorio interessato dall’opera in progetto è stata realizzata attraverso la raccolta e l’analisi di dati bibliografici, integrati da sopralluoghi in campagna. In particolare si è fatto riferimento ai seguenti documenti: • “Carta dei suoli dell’Emilia-Romagna” in scala 1:250.000 (ed. 1994), con aggiornamenti successivi (2000); • “Carta dei suoli di pianura dell’Emilia-Romagna” in scala 1:50.000 (ed. 1998), con aggiornamenti successivi (2000); • • “Carta dei suoli della Toscana” in scala 1:250.000 (ed. 2005); “Carta delle regioni pedologiche italiane (Soil Regions, versione 1999)” e relativa banca dati del Centro Nazionale di Cartografia Pedologica”. Dall’analisi complessiva dei dati raccolti i principali tipi di suolo presenti nell’area di studio sono riconducibili alle seguenti due tipologie: Entisuoli (Udorthents – Ustorthents), suoli nella loro fase iniziale di evoluzione, durante la quale i processi pedogenetici non hanno ancora portato alla formazione di orizzonti di alterazione a causa in genere del ridotto periodo in cui hanno agito; sono infatti suoli caratterizzati dall’assenza di orizzonti diagnostici, sia di superficie sia di profondità. Solitamente si rinvengono in aree di recente formazione o deposizione, sui versanti acclivi dove l’intensità dell’erosione prevale sulla velocità di formazione degli orizzonti superficiali, oppure in suoli intensamente antropizzati, nei quali la frequenza delle arature provoca il rimescolamento degli orizzonti. Nell’area di studio gli Entisuoli sono presenti sui versanti appenninici in cui i processi di erosione idrica, sia essa conseguenza di processi naturali o delle lavorazioni agricole, ha determinato l’asportazione del materiale pedogenizzato superficiale e materiali freschi, poco o nulla pedogenizzati, si trovano in superficie dove mostrano scarse evidenze di sviluppo di orizzonti. Inceptisuoli (Eutrudepts – Dystrudepts – Eutrochrepts – Ustochrepts), suoli moderatamente evoluti, in cui la pedogenesi ha avuto uno sviluppo limitato, ma sufficiente da permettere la differenziazione di orizzonti diagnostici quali il calcico e il cambico. Il primo è caratterizzato da un accumulo di carbonato di calcio di origine secondaria (solubilizzazione e successiva deposizione), il secondo è un orizzonte in alterazione in cui si notano gli effetti principali della pedogenesi (cambiamenti cromatici, illuviazione di argilla, struttura poliedrica o più complessa, assenza di struttura della roccia, ecc.). Sono suoli minerali che non hanno mai un contenuto di sostanza organica compatibile con la classificazione dei suoli organici e nei quali nessun orizzonte ha caratteri sufficientemente sviluppati per rientrare nelle specificazioni richieste per stabilire l’appartenenza ad altra tipologia di suolo. Nell’area di studio gli Inceptisuoli si trovano su tutte le pendenze, sulla maggior parte dei substrati litologici, in variabilissime condizioni di fisiografia, spesso in associazione con gli Entisuoli. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 345 di 489 Rev. 0 Per una disamina più approfondita relativa alla localizzazione dei diversi tipi di suolo presenti nel territorio, sono state individuate diverse “unità fisiografiche”, ossia aree caratterizzate da litologie e fattori morfodinamici simili. In prima approssimazione si può dire che i tracciati interessano nove diverse “unità fisiografiche”, le quali, unitamente alle tipologie di suolo che le caratterizzano, vengono di seguito descritte. • Suoli nel basso Appennino a differenziazione del profilo forte o moderata per fenomeni di ruscellamento, con riorganizzazione interna dei carbonati (Typic Eutrudepts – Typic Udorthents). Typic Eutrudepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrudepts fine-loamy, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols). Suoli da subpianeggianti a moderatamente ripidi, talvolta pietrosi, profondi, su litologie prevalentemente calcaree intercalate a sabbia ed argilla. Tipicamente sono suoli moderatamente alcalini, con tessitura da franco limosa a franco limoso argillosa, da moderatamente calcarei in superficie a molto calcarei in profondità. Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents fine, mixed (calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, profondi, su litologie prevalentemente calcaree intercalate a sabbie argillose ed argille sabbiose. Sono suoli moderatamente alcalini, con tessitura franco limoso argillosa, da moderatamente calcarei in superficie a non calcarei in profondità. Questa tipologia di suoli caratterizza la zona da cui hanno inizio le opere in progetto. I tracciati si sviluppano su versanti a debole pendenza e superfici subpianeggianti del basso Appennino nei Comuni di Mulazzo e Pontremoli, seguendo la direttrice nord dell’Autostrada della Cisa A15 fino in prossimità dell’abitato di Pontremoli. • Suoli nell’alto Appennino a forte differenziazione del profilo, con moderata acidificazione, localmente forte negli orizzonti superficiali (Typic Dystrudepts – Humic Dystrudepts – Lithic Dystrudepts). Typic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Typic Dystrudepts loamy-skeletal, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Distri Endoskeletic Cambisols). Suoli ripidi, pietrosi, moderatamente profondi, su litologie prevalentemente arenacee con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono suoli non calcarei, da fortemente a moderatamente acidi, da ghiaiosi e ciottolosi a estremamente ghiaiosi e ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o franca. Humic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Humic Dystrudepts coarse-loamy, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Endoskeletic Humic Umbrisols). Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, moderatamente profondi, su litologie prevalentemente arenacee con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono suoli non calcarei, da fortemente a moderatamente acidi, da scarsamente ghiaiosi a ghiaiosi e ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o franca, ben dotati di sostanza organica negli orizzonti superficiali. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 346 di 489 Rev. 0 Lithic Dystrudepts. (Classificazione USDA: Lithic Dystrudepts coarse-loamy, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Dystri Epileptic Cambisols). Suoli da ripidi a molto ripidi, pietrosi, poco profondi, su litologie prevalentemente arenacee con intercalazioni di marne e argilliti. Tipicamente sono suoli non calcarei, da fortemente a moderatamente acidi, ghiaiosi e ciottolosi, con tessitura franco sabbiosa o franca. Queste tipologie di suoli sono ben rappresentate nell’area interessata dal progetto, in quanto caratterizzano i versanti irregolari, variamente ondulati, dell’alto Appennino che sono attraversati in corrispondenza dei Comuni di Pontremoli in Provincia di MassaCarrara e Borgo Val di Taro in Provincia di Parma. • Suoli nel medio Appennino a forte differenziazione del profilo, decarbonatati (Dystric Eutrochrepts – Typic Eutrochrepts). Dystric Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Dystric Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Eutric Cambisols). Suoli ripidi, pietrosi, profondi, non calcarei, su rocce prevalentemente arenacee. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 20 cm, a tessitura franca o franco limosa, ghiaiosi; gli orizzonti profondi, spessi circa 80 cm, sono a tessitura franca o franco argillosa o franco argilloso limosa, molto ghiaiosi, da moderatamente a debolmente acidi nelle parti superficiali e neutri nelle parti profonde. Typic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed (calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli ripidi o molto ripidi, pietrosi, profondi, su depositi di versante derivati da rocce prevalentemente arenacee. Hanno orizzonti superficiali, spessi 20-30 cm, a tessitura franco argilloso limosa o franco argillosa, ciottolosi; gli orizzonti profondi, spessi 30-40 cm, sono a tessitura franco argilloso limosa o franco argillosa, molto ciottolosi. Tipicamente questi suoli sono calcarei e moderatamente alcalini in tutto il loro spessore. I suoli sopra descritti caratterizzano i versanti semplici dei rilievi del medio Appennino comprendenti i crinali talvolta lunghi e affilati, altre volte subarrotondati, interessati dall’opera in progetto attraversando il territorio dei Comuni di Compiano e Bardi compreso tra il Fiume Taro ed il Torrente Ceno. • Suoli nel medio Appennino a differenziazione del profilo moderata per ruscellamento e colate di terra, con decarbonatazione intensa (Aquic Eutrochrepts – Typic Udorthents). Aquic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Aquic Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli moderatamente ripidi, pietrosi, molto profondi, su materiale di origine franosa a composizione calcareomarnosa. Hanno orizzonti superficiali, spessi 35-50 cm, a tessitura franco argilloso limosa o argilloso limosa, ghiaiosi; gli orizzonti profondi, spessi da 45 a 100 cm, sono a tessitura franco argilloso limosa o argilloso limosa, molto ciottolosi. Tipicamente questi suoli sono calcarei e moderatamente alcalini in tutto il loro spessore. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 347 di 489 Rev. 0 Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents loamy-skeletal, mixed (calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli ripidi, pietrosi, moderatamente profondi, su rocce calcareo-marnose. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 30 cm, a tessitura franco argilloso limosa o franco argilloso ghiaiosa; gli orizzonti profondi sono a tessitura franco argilloso limosa o franco argillosa, molto ghiaiosi. Tipicamente questi suoli sono calcarei e moderatamente alcalini in tutto il loro spessore. I suoli descritti sono ampiamente presenti nell’area di studio in quanto caratterizzano i versanti irregolari del medio Appennino, con zone di accumulo per fenomeni franosi, presenti sul territorio interessato dal progetto, nei Comuni di Albareto e Compiano; sui versanti appenninici a ovest dell’abitato di Bardi; sui rilievi appenninici percorsi attraverso il territorio dei Comuni di Bardi e Morfasso tra la confluenza dei Torrenti Ceno e Noveglia in prossimità dell’abitato di Bardi e località Velleia Romana. • Suoli nel medio Appennino a differenziazione del profilo moderata per ruscellamento e soliflusso, con decarbonatazione da parziale a intensa (Typic Eutrochrepts – Fluventic Eutrochrepts - Typic Udorthents). Typic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Typic Eutrochrepts loamy-skeletal, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli ripidi, moderatamente profondi, su rocce prevalentemente marnoso-calcaree. Hanno orizzonti superficiali, spessi 10-20 cm, a tessitura franco argilloso limosa o franco argillosa, ghiaiosi, molto calcarei, debolmente alcalini; gli orizzonti profondi, spessi 20-30 cm, sono a tessitura franco argilloso limosa, ciottolosi, fortemente calcarei, moderatamente alcalini. Fluventic Eutrochrepts. (Classificazione USDA: Fluventic Eutrochrepts fine, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli moderatamente ripidi, molto profondi, su depositi di versante. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 40 cm, a tessitura argilloso limosa, molto calcarei, moderatamente alcalini; gli orizzonti profondi, spessi circa 50 cm, sono a tessitura argilloso limosa scarsamente ghiaiosa, fortemente calcarei, moderatamente alcalini. Typic Udorthents. (Classificazione USDA: Typic Udorthents clayey-skeletal, mixed (calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli ripidi, pietrosi, superficiali, su rocce marnoso-calcaree. Tipicamente questi suoli sono a tessitura franco limoso argillosa molto ghiaiosa, calcarei, moderatamente alcalini. Queste tipologie di suoli sono ampiamente presenti nell’area interessata dal progetto, in quanto caratterizzano i versanti ondulati ed irregolari del medio Appennino, talvolta modellati da incisioni fluviali, che la linea in progetto attraversa dai pressi della Frazione Cogno Gazzo (Comune di Bardi) fino alle sponde del T. Arda all’altezza dell’abitato di Vernasca. • Suoli nel basso Appennino a differenziazione del profilo moderata per ruscellamento e soliflusso, con riorganizzazione interna dei carbonati (Typic Ustorthents – Aquic Ustochrepts). Typic Ustorthents. (Classificazione USDA: Typic Ustorthents fine, mixed (calcareous), mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Regosols). Suoli File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 348 di 489 Rev. 0 moderatamente ripidi, pietrosi o molto pietrosi, moderatamente profondi, su alternanze di rocce calcaree e marnose. Tipicamente questi suoli sono a tessitura argilloso ghiaiosa, molto o fortemente calcarei, debolmente o moderatamente alcalini, fino al substrato che è a circa 60 cm di profondità. Aquic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Aquic Ustochrepts fine-silty, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Calcaric Cambisols). Suoli moderatamente ripidi, profondi o molto profondi, su materiali franosi. Tipicamente questi suoli sono a tessitura franco limosa o franco argilloso limosa, calcarei, debolmente o moderatamente alcalini, fino oltre un metro di profondità. I suoli descritti sono presenti in brevi tratti del territorio interessato dal progetto: sui versanti irregolari del basso Appennino nei pressi dei Comuni di Vernasca e Castell’Arquato; sui lunghi versanti alternati a piccoli crinali e zone di accumulo presenti tra Velleia Romana e Mirandola nel Comune di Lugagnano Val d’Arda. • Suoli in aree morfologicamente rilevate della pianura alluvionale, a forte differenziazione del profilo, con completa decarbonatazione degli orizzonti superficiali e frequente accumulo dei carbonati in profondità (Typic Ustochrepts). Typic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Typic Ustochrepts loamy-skeletal, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Chromic Cambisols). Suoli pianeggianti, molto profondi, su alluvioni ghiaiose. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 50 cm, a tessitura franco argillosa o franco argilloso limosa, non calcarei, neutri; gli orizzonti profondi, spessi circa 70 cm, sono a tessitura franca molto ghiaiosa o franco argilloso limosa molto ghiaiosa, non calcarei o molto scarsamente calcarei, debolmente alcalini. Queste tipologie di suoli caratterizzano le superfici pedemontane in prossimità del Torrente Chero situate tra Mirandola e Frazione Ciriano nel Comune di Carpaneto Piacentino. • Suoli in aree morfologicamente rilevate della pianura alluvionale, a moderata differenziazione del profilo, con parziale decarbonatazione degli orizzonti superficiali ed accumulo dei carbonati in profondità (Fluventic Ustochrepts). Fluventic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Fluventic Ustochrepts fine-silty, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols). Suoli pianeggianti, molto profondi, moderatamente alcalini, su alluvioni a tessitura media. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 50 cm, a tessitura franco limosa o franco argilloso limosa, scarsamente o moderatamente calcarei; la parte superiore degli orizzonti profondi, spessa circa 25 cm, è a tessitura franco limosa o franco argilloso limosa, da scarsamente a molto calcarea; la parte inferiore, spessa circa 50 cm, è a tessitura franco limosa o franco limoso argillosa, molto o fortemente calcarea. I suoli descritti sono presenti sulle superfici pianeggianti poste in prossimità dei primi rilievi appenninici, interessati nei pressi del Torrente Chiavenna tra Lugagnano Val d’Arda e Carpaneto Piacentino. Queste tipologie di suoli definiscono inoltre la struttura pedologica della parte terminale del territorio interessato dal progetto, con le due linee che si sviluppano per circa 8-9 km in sovrapposizione su superfici della pianura File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 349 di 489 Rev. 0 alluvionale elevate di alcuni metri rispetto alle depressioni morfologiche circostanti tra Frazione Ciriano nel Comune di Carpaneto Piacentino e l’Autostrada del Sole-A1. • Suoli in aree morfologicamente depresse della pianura alluvionale, a parziale decarbonatazione degli orizzonti superficiali, con accumulo dei carbonati negli orizzonti profondi (Vertic Ustochrepts). Vertic Ustochrepts. (Classificazione USDA: Vertic Ustochrepts fine, mixed, mesic; Classificazione WRB-FAO: Haplic Calcisols). Suoli pianeggianti, molto profondi, su alluvioni a tessitura fine e media. Hanno orizzonti superficiali, spessi circa 50 cm, a tessitura argilloso limosa o franco argilloso limosa, scarsamente o moderatamente calcarei; gli orizzonti profondi, spessi circa 30 cm, sono a tessitura argilloso limosa o franco argilloso limosa, moderatamente o molto calcarei. Tipicamente questi suoli sono moderatamente alcalini in tutto il loro spessore. Frequentemente presentano negli orizzonti superficiali fessurazioni ed altri caratteri legati alla dinamica delle argille. I suoli descritti caratterizzano l’estremità nord dell’area di studio in corrispondenza delle lievi depressioni della pianura alluvionale comprese tra l’Autostrada del Sole A1 e il Comune di Cortemaggiore. 2.4 Vegetazione ed uso del suolo 2.4.1 Inquadramento fisiografico, paesistico e bioclimatico Il tracciato in esame attraversa una regione varia e complessa dal punto di vista fisiografico, dal territorio caratterizzato da significativa eterogeneità morfologica che determina una relativa complessità del sistema paesistico e vegetazionale. Si possono distinguere diverse tipologie fisiografiche: • una fase preappenninica occidentale, nel primo settore Tosco-tirrenico, caratterizzata da valli relativamente ampie che vanno rapidamente a salire di quota passando dai 300 m s.l.m. fino a quota 1000 m s.l.m; • una seconda fase intra-appenninica dove il tracciato attraversa un paesaggio di valli strette ed incise, fortemente acclivi e contornate da rilievi che possono raggiungere quote prossime ai 2000 m s.l.m; • una terza fase, endo-appenninica, è costituita da valli moderatamente strette e caratterizzate da pendenze meno accentuate rispetto al versante tirrenico che confluiscono nella quarta fase; • complesso collinare, compreso fra i 100 e 400 m s.l.m. che degrada, in modo più o meno acclive, verso la pianura padana. La figura seguente rappresenta il modello digitale del terreno costruito su base di triangolazioni rasterizzate a partire dalle CTR regionali e rielaborato per classi altimetriche (vedi Fig. 2.4/A). Tale modello è stato utilizzato come set di dati per elaborare la carta dei macrotipi di paesaggio secondo il modello europeo LANMAP (Mücher et al., 2006; vedi Fig. 2.4/B). La classificazione LANMAP si basa su un File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 350 di 489 Rev. 0 sistema gerarchico di tipizzazione dei paesaggi, integrato con il sistema CORINE LAND COVER, riferito a: • regioni geografiche generali (la regione mediterranea, nel caso in esame); • clima; • rilievo; • caratteri macro-geologici; • categorie di uso del suolo secondo il CLC III livello. La sistematica del paesaggio del territorio in esame fornisce infatti le indicazioni di base per il successivo inquadramento dell’uso del suolo, della vegetazione potenziale e della vegetazione reale. Il sistema paesistico è riferibile alla regione Medio Europea ed è compreso nelle Ecoregioni (sensu Bailey, 1996): Regime Oceanico e Regime Oceanico Montuoso. I Sistemi Paesistici propriamente detti sono il Sistema Planiziale della Valle del Po e il Sistema dell’Appennino Toscano. In particolari sono rappresentati i Settori: Padano alluvionale di bassa pianura; Padano alluvionale o dell’alta pianura. Appenninico Emiliano; Appenninico Toscano. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 351 di 489 Rev. 0 Fig. 2.4/A Modello digitale del terreno elaborato per classi altimetriche. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 352 di 489 Rev. 0 Mhs_fo 300- 500 m s.l.m. Mms_fo 600-1000 Mmr_fo 1100-1800 Mms_ha 500-700 Mhs_ha 300- 500 m s.l.m. Mhr_al 300-500 Mls_al 50- 100 m s.l.m. URBANO Fig. 2.4/B Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006) Secondo la classificazione LANMAP “European Landscapes” sono presenti, in interazione più o meno diretta con il tracciato del metanodotto, 8 tipologie di paesaggio: Tab. 2.4/A: Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006) Codice Mhs_fo Mms_fo Mmr_fo Mms_ha Descrizione Paesaggio delle Colline Sedimentario mediterraneo a vocazione/prevalente uso forestale Paesaggio della bassa-media montagna mediterranea su rocce sedimentarie e arenacee a vocazione/prevalente uso forestale Paesaggio di medio-alta montagna mediterranea su substrati generalmente silicei a vocazione/prevalente uso forestale e pastorale Paesaggio della bassa montagna mediterranea su substrati sedimentari e argillosi a vocazione multipla ed eterogenea, tenenzialmente agricola Intervallo altitudinale m s.l.m 300 - 500 600 - 1000 1100 - 1800 500 - 700 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 353 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 Tab. 2.4/A: Tipi di paesaggio secondo LANMAP2 (Murcher et al. 2006) - (seguito) Codice Mhr_al Mhs_ha Mls_al URBANO Intervallo altitudinale m s.l.m Descrizione Paesaggio della Collina Mediterranea su substrati calcarei con affioramenti rocciosi a vocazione/prevalente uso agricolo Paesaggio della Collina Mediterranea con su substrati sedimentari e argillosi a elevata eterogeneità e vocazione/prevalente uso agricolo Paesaggio della Pianura mediterranea su sedimenti alluvionali a prevalente uso agricolo - 300 - 500 300 - 500 50 - 100 Con riferimento alla Carta fitoclimatica d’Italia (Blasi e al., 2001), che suddivide il territorio nazionale in 28 tipologie climatiche risultate dall’elaborazione dei valori di temperature e precipitazioni relativi a 400 stazioni termopluviometriche, si evidenza una significativa variabilità bioclimatica dell’area interessata dal tracciato. In particolare la tabella seguente riporta gli ambiti bioclimatici presenti nell’area in esame ai ciascuno dei quali sono state associate le alleanze vegetazionali di riferimento (vedi Tab. 2.4/B). Tab. 2.4/B: Variabilità bioclimatica Ambiti bioclimatici * 5 - Supratemperato perumido/ultraperumido 6 - Supratemperato ultraperumido/perumido 7 - Supratemperato perumido 8 - Mesotemperato/Mesomediterraneo umido/perumido 9 - Supratemperato/Mesotemperato umido/perumido 23 - Supratemperato/Mesotemperato subumido/umido 24 - Supratemperato/umido 26 - Supratemperato/Mesotemperato subumido/umido Alleanza di riferimento Quercetalia pubescenti-petraeae Quercus-Fagetea, Tilio-Acerion Quercetalia pubescenti-petraeae Quercetea ilicis, Quercetalia pubescentipetraeae Quercus-Fagetea Quercetalia pubescenti-petraeae Carpinion betuli Quercetalia pubescenti-petraeae L’ambito bioclimatico principale risulta essere il n. 8 “Supratemperato/Mesotemperato umido/perumido” (Alleanza vegetazioneale: Quercetea ilicis, Quercetalia pubescentipetraeae) che interessa una buona parte della fascia alto collinare e media montana. 2.4.2 Vegetazione potenziale Sulla base dell’inquadramento fisiografico, paesaggistico e bioclimatico si possono individuare i lineamenti della vegetazione potenziale intesa, in questo ambito, come una proiezione teorica dei processi successionali della vegetazione verso una relativa File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 354 di 489 Rev. 0 stabilità dinamica che si verificherebbe in un determinato ambiente, a partire dallo stato attuale di flora e di fauna e in condizioni climatiche non diverse dalle presenti, se i disturbi antropici venissero a cessare. Lo scostamento tra la vegetazione potenziale così definita e la vegetazione reale osservata direttamente sul territorio, può fornire una stima del valore di naturalità del paesaggio che è massimo nella vegetazione naturale primaria per poi decrescere progressivamente passando dalla vegetazione naturale modificata dall’uomo, alla vegetazione seminaturale, fino ad arrivare agli insediamenti umani dove è massimo il grado di antropizzazione. Dal punto di vista dello studio del territorio il parametro più significativo è dato dalla vegetazione naturale potenziale che consiste in quella vegetazione che si formerebbe in una determinata zona, sulla base delle caratteristiche del clima, della geopedologia e tenendo comunque conto dell’intervento dell’uomo che può aver apportato modifiche, più o meno profonde ed irreversibili sia sulla vegetazione che sulle caratteristiche del suolo (Pignatti 1995). In sostanza rappresenta il risultato dell’evoluzione della vegetazione attuale a medio termine. Sulla base della carta della vegetazione potenziale d’Italia, che raffigura le fasce di vegetazione individuate sul territorio nazionale (Tomaselli, Balduzzi e Filipello, 1973; Lorenzoni,1987; Accorsi e Mandrioli, 1990), e in relazione a quanto osservato finora in termini bioclimatici e paesistici, si identificano, nell’area del progetto, almeno tre diversi piani: submediterraneo, montano, sommitale. Date le particolarità fisiografiche (valli strette e acclivi che portano rapidamente a quote piuttosto elevate) e climatiche (precipitazioni elevate e temperature più basse della media per situazioni altitudinali analoghe nel versante pre-costiero occidentale) si esclude l’appartenenza di parte del territorio al piano mediterraneo. Sono state invece riportate alcune annotazioni descrittive per tipologie di vegetazione potenziale comuni a più fasce, come vale per i boschi ripariali e per due tipi antropici lontani dalla vegetazione potenziale ma estremamente importanti in termini vegetazionali e paesaggistici: i castagneti, come vegetazione diffusa da pratiche colturali storiche, a cavallo fra piano sub mediterraneo e montano, e la zona della pianura padana, di nuovo come ambito storico-geografico consolidato nel quadro vegetazionale regionale e nazionale. Piano submediterraneo della Roverella (tipi bioclimatici: 5,7,8,23,26) Questa fascia è la più estesa territorialmente in tutto l’Appennino ed è caratterizzata dalla presenza di boschi misti con querce decidue che ne costituiscono la vegetazione potenziale. Nell’Appennino settentrionale è sottostante alle faggete e corrisponde alle aree collinari e submontane; comprende formazioni semimesofile e xerofile. Le formazioni semimesofile sono costituite principalmente da Cerro, Carpino nero, Acero opalo nell’Appennino settentrionale e con Acer obtusatum in quello centrale, zona con al massimo una subaridità estiva. Le formazioni xerofile comprendono principalmente la Roverella, zone con circa due mesi di aridità (luglio e agosto). Nell’Appennino settentrionale la fascia submediterranea occupa quasi tutte le colline e i rilievi al di sotto degli 800-900 metri di quota. Anche se la composizione floristica e la fisionomia dei boschi di questa fascia sono assai varie, si può considerare la roverella (Quercus pubescens) come specie arborea particolarmente rappresentativa. Le fisionomie dei boschi della fascia submediterranea come si è accennato variano a seconda del substrato, del clima locale e degli interventi di gestione. Si possono distinguere infatti vari tipi di querceti tra cui i più frequenti sono i roverelleti (con dominanza di roverella), le cerrete (con dominanza di cerro, Quercus cerris) e, sui File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 355 di 489 Rev. 0 terreni acidi, i rovereti (con dominanza della rovere, Quercus petraea); inoltre sono ampiamente diffusi, soprattutto nei versanti più freschi, gli orno-ostrieti (con carpino nero, Ostrya carpinifolia e orniello Fraxinus ornus) e i castagneti (questi ultimi di origine colturale). La flora di questa fascia è ricca di specie sudeuropee ed eurimediterranee, ma sono ben presenti anche le specie eurasiatiche e le stenomediterranee. Il clima è di tipo temperato, con temperature medie annue generalmente comprese tra 9 e 13 gradi. Gli inverni sono più freddi di quelli della fascia precedente, mentre la durata della stagione calda (contemperature medie superiori ai 10 gradi) va da 5 a 8 mesi. La piovosità varia da moderata ad abbondante ed è concentrata nelle mezze stagioni: il picco principale di piovosità infatti si riscontra generalmente in autunno, mentre il minimo è costantemente estivo e determina un breve periodo di aridità o subaridità. Per quanto concerne i Castagneti si deve considerare che sugli Appennini le faggete termofile e i querceti misti mesofili sono stati spesso sostituiti, per motivi colturali, da queste formazioni, con la massima concentrazione sull’Appennino ligure, piemontese e tosco-emiliano. I Castagneti, nell’area oggetto di studio, si inseriscono principalmente nella fascia submediterranea. Nei Castagneti da legno le formazioni includono specie tipiche di questa fascia di vegetazione potenziale denunciando così la loro vasta diffusione ad opera dell’uomo. Piano montano del Faggio (tipi bioclimatici: 6,9) Il piano montano (chiamato anche fascia subatlantica), si estende al di sopra della fascia submediterranea (generalmente dai 900-1000 m s.l.m.) fino al limite superiore del bosco (a circa 1700 metri di quota nell’Appennino settentrionale) ed è caratterizzata dai boschi di faggio (Fagus sylvatica). Lo strato arboreo dei boschi montani spesso è alquanto uniforme, poiché il faggio tende a essere dominante; in certe condizioni può dare origine a formazioni miste insieme a poche altre essenze caducifoglie (aceri, frassini, carpini, sorbi, tigli) oppure conifere (soprattutto abete bianco, Abies alba). In generale nel sottobosco delle faggete appenniniche si trovano molte specie a distribuzione centroeuropea o eurasiatica, che ne sottolineano l’affinità con le altre faggete europee: (Prenanthes purpurea, Galium odoratum, Cardamine bulbifera, Cardamine heptaphylla, Veronica urticifolia). Il clima è temperato-freddo e umido: la temperatura media annua varia tra i 4,5 e i 9 gradi, con circa 2 mesi rigidi (temperatura media sotto zero), e una stagione calda di 4-5 mesi (con temperatura superiore a 10 gradi). Le precipitazioni sono abbondanti (1000-2000 mm l’anno) e distribuite in modo tale che non si verifica nessun periodo di aridità o di subaridità. Piano sommitale della vegetazione al di sopra del limite superiore del bosco (tipi bioclimatici: 9 variante nei termoclimi Supratemperato supramediterraneo a Orotemperato, Rivas-Martinez et al. 2004) E’ noto che in alta montagna al di sopra di una certa altitudine il bosco scompare cedendo il posto ad arbusti nani o a formazioni erbacee: infatti il clima rigido di alta quota esercita una forte pressione selettiva sulle piante, rendendo difficile la sopravvivenza delle specie arboree, che a causa della grossa taglia sono le più esposte alle intemperie. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 356 di 489 Rev. 0 Il limite altitudinale del bosco dunque è un fenomeno naturale (disboscamenti a parte) ed è determinato da un insieme di fattori ambientali, tra cui gioca un ruolo fondamentale la temperatura: in particolare questo limite nell’Italia peninsulare si riscontra a quote che vanno dai 1700 ai 2000 metri, e in generale sembra corrispondere a località in cui la temperatura media del mese più caldo (luglio) si aggira intorno ai 10 gradi centigradi. Nel caso dell’area in oggetto la vegetazione potenziale soprasilvatica è limitata ad alcune zone di vetta sopra i 1700 m s.l.m. . Infatti il limite superiore del bosco potenziale è facilmente osservabile sulle Alpi, dove sono frequenti le vette che superano i 2000 metri, mentre è meno evidente nella catena Appenninica che, non solo è formata da monti di altezza generalmente inferiore, ma oltretutto è stata fortemente disboscata in passato per ottenere pascoli. Le brughiere a mirtilli che si insediano al di sopra del limite naturale del bosco (vegetazione extrasilvatica, soprasilvatica o anche vegetazione di altitudine) sui crinali appenninici, rappresentano la vegetazione primaria a queste quote. Poiché le brughiere e le praterie di vetta appenniniche presentano molte affinità con analoghe formazioni presenti sulle Alpi, alcuni studiosi utilizzano i termini di fascia subalpina e alpina anche per le fasce di vegetazione di altitudine appenniniche. I tratti più estesi e significativi di vegetazione soprasilvatica dell’appennino settentrionale si trovano nel tratto tosco-emiliano e rientrano anche nell’area di studio. Boschi e arbusteti igrofili Su suoli umidi alluvionali (fluvisols) lungo i corsi d’acqua ci sono formazioni boschive ed arbustive caducifoglie formate da Pioppi, Salici e Ontani e nella fascia mediterranea da Oleandro. Nella zona padana, nel basso corso dei fiumi della fascia submediterranea dell’Italia centro-settentrionale si trovano formazioni a Pioppo bianco, Olmo campestre, Frassino ossifillo e Farnia. Nelle zone golenali anche con Salice bianco, Acero campestre e se inondati per lunghi periodi, con Ontano nero. Nei corsi medi ed alti dei fiumi sia della pianure del nord che negli Appennini settentrionali e centrali, nelle zone di deposito abbastanza stabili, grossolani, si insediano formazioni a Pioppo nero, Salice bianco e nelle zone più prossime all’alveo da arbusti pionieri di Salix purpurea e Salix elaeagnos. La pianura padana Si tratta di un territorio particolare, che dal punto di vista climatico è più spostata verso i climogrammi submediterranei; in particolare a sud del Po dove mostra, in estate, una certa aridità, mentre l’alta pianura ha solo una subaridità (tranne le zone di Mantova e Rovigo che sono nettamente submediterranee). La zona padana si può quindi dividere in due sottozone distinte per la presenza o quasi assenza di aridità estiva, resta il fatto però che la pianura padana usufruisce di una falda freatica superficiale diffusa in tutte le zone pianeggianti facendo in modo che ci sia la presenza naturale di Querco Carpineti, almeno potenziali ai nostri giorni, composti principalmente da Farnia e Carpino bianco esigenti in umidità edafica; un tempo formavano estese foreste che non sono propriamente riconducibili al climax ma alla falda freatica così da definirle formazioni “Disclimax”. Infatti, appena ci si trova in zone più elevate rispetto alle zone circostanti, si incontrano boschi alquanto più xerofili, come i Roverelleti delle morene glaciali a sud del Garda e dei Colli Euganei.Questo fatto viene anche denunciato dalla presenza di specie più termofile come il Cerro, la Roverella, l’Orniello, il Corniolo il Pungitopo ecc, che differenziano questi querceti da quelli sudalpici. La fascia che comprende il delta del Po File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 357 di 489 Rev. 0 e la costiera padano-polesana-veneta, è la più calda e mediterranea con nuclei di querceti sempreverdi di Leccio e di Leccio con Farnia ma di tipo molto termofilo con, nel sottobosco, Rubia peregrina e Asparagus acutifolius. 2.4.3 Uso del suolo e vegetazione reale Uso del Suolo La base analitica volta alla costruzione e all’elaborazione dei dati relativi all’uso del suolo è stata strutturata attraverso una serie di approfondimenti successivi a partire dai dati bibliografici disponibili (studi specifici a livello regionale e locale, indagini statistiche, inventariali e censuarie, agli studi preliminari ai documenti programmatici e di pianificazione locali). In parallelo si è proceduto alla segmentazione dei database CORINE LAND COVER – CARTA DELLA COPERTURA DEL SUOLO (IV livello) per il territorio oggetto di analisi associando la tipologia alle categorie di uso del suolo. Tale classificazione è stata poi raffinata con controlli su base cartografica e di immagini telerilevate. A tal fine sono state utilizzate le ortofoto di Emilia Romagna e Toscana e due serie storiche di immagini aeree (2000, volo AIMA e 2005, Regionali). Le elaborazioni relative all’uso del suolo sono state effettuate per confini amministrativi a diverso livello di scala (Regioni, Province e Comuni) e quindi calibrati per l’area circostante il progetto di tracciato. La caratterizzazione del territorio in classi di uso del suolo, che fornisce indicazioni di massima sulle diverse forme di gestione attualmente presenti, deriva dall’analisi della vegetazione reale dei diversi ambiti attraversati, in comparazione con la vegetazione potenziale. L’individuazione della tipologia della vegetazione reale è stata eseguita attraverso rilievo speditivo di controllo delle fitocenosi secondo un criterio fisionomico-strutturale, facendo riferimento alle tipologie descritte e note in letteratura. Le tipologie vegetali sono state descritte a partire dalle formazioni boschive naturali e artificiali, per poi passare in rassegna gli arbusteti, le formazioni umide, i pascoli e le aree agricole, specificandone la localizzazione e indicando per ognuna le caratteristiche principali, sia a livello floristico che di gestione selvicolturale (per le formazioni forestali). Si è quindi elaborata una carta dell’uso del suolo (vedi All. 14, Dis. LB-D-83210) in scala 1:10.000, su cui sono state rappresentate le diverse tipologie lungo il tracciato e dalla quale si evidenzia l’interazione tra l’opera proposta e le diverse forme di gestione del territorio. La legenda adottata per la realizzazione della carta dell’uso del suolo è la seguente: • Bosco misto di conifere e latifoglie • Bosco di latifoglie • Bosco di conifere • Incolti erbacei ed arbustivi • Vegetazione ripariale • Macchie ed arbusteti • Seminativi arborati • Colture legnose agrarie • Seminativi semplici File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • • • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 358 di 489 Rev. 0 Prati e pascoli Roccia affiorante, cave, greti fluviali, specchi d’acqua Aree urbanizzate ed industriali Le voci di tale legenda sono state associate ai tipi di uso del suolo individuati nella CORINE LAND COVER di IV livello (vedi tab. 2.4/C). Vista la difficoltà di sistematizzare alcune informazioni di uso del suolo (in particolare le categorie Roccia affiorante e Vegetazione Ripariale) si è proceduto per successive comparazioni specifiche sulla base delle immagini telerilevate per l’attribuzione definitiva delle tessere al tipo di uso del suolo. In tal modo è stato possibile utilizzare per il confronto tipologico con la vegetazione reale la carta dei Biotopi CORINE pubblicata a livello sperimentale per la zona in oggetto nell’ambito del processo di costruzione della Carta d’Italia della Natura (APAT, 2007) Si è, così, giunti alla localizzazione ed alla descrizione delle diverse tipologie fisionomiche di vegetazione e di uso del suolo presenti, indicando per ognuna le caratteristiche principali, sia a livello floristico che di eventuale gestione. Tab. 2.4/C: Associazione dei tipi di uso del suolo classici con la tipologia CORINE LAND COVER IV livello Tipologie di uso del suolo CORINE LAND COVER IV Zone residenziali a tessuto continuo Aree urbanizzate ed industriali Colture legnose agrarie Macchie ed arbusteti Vegetazione ripariale Roccia affiorante, cave, greti fluviali, specchi d'acqua Incolti erbacei ed arbustivi Seminativi arborati Seminativi semplici Bosco di latifoglie Bosco di conifere Bosco misto di conifere e latifoglie Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici Aree ricreative e sportive Aree prevalentemente occupate da colture agrarie Aree in transizione da cespuglieti a bosco Boschi a prevalenza di specie igrofile Bacini d'acqua Aree con vegetazione rada Seminativi intensivi Seminativi estensivi Bosco a prevalenza di querce caducifoglie Bosco a prevalenza di latifoglie mesofile Bosco a prevalenza di castagno Bosco a prevalenza di faggio Bosco a prevalenza di latifoglie non native Bosco a prevalenza di pini montani e oromediterranei Boschi misti a prevalenza di latifoglie mesofile Boschi misti a prevalenza di faggio Boschi misti a prevalenza di pini mediterranei File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 359 di 489 Rev. 0 Tab. 2.4/C: Associazione dei tipi di uso del suolo classici con la tipologia CORINE LAND COVER IV livello (seguito) Tipologie di uso del suolo Bosco misto di conifere e latifoglie Prati e pascoli CORINE LAND COVER IV Boschi misti a prevalenza di pini montani e/o oromediterranei Praterie continue L’analisi quantitativa dei dati riferiti all’uso del suolo mostra che le zone boscate sono la tipologia più rappresentativa sia del territorio delimitato dai confini dei comuni interessati dal tracciato sia della fascia, della larghezza di 1.000 m, definita simmetricamente rispetto all’asse della condotta principale in progetto. La seconda categoria rappresentata è quella dei seminativi e, in generale, lungo la fascia di 1000 m, in relazione ad un’apprezzabile percorrenza in aree di fondovalle, si riscontra una presenza significativa di tipologie di uso del suolo legate alle ai fiumi ed ad aeree urbanizzate. La vegetazione reale La vegetazione realmente presente nell’area di studio mostra caratteri di estrema complessità e frammentarietà, sia per le componenti ambientali e paesaggistiche così diversificate nel territorio in esame, sia per la sedimentazione storica di usi del territorio che ha determinato una molteplicità di strutture vegetali, forestali e non anche a breve distanza fra loro. Al fine di discriminare i tipi di vegetazione presenti è stato utile riferirsi alle classificazioni prodotte in ambito nazionale, regionale e locale nonostante la presenza di contraddizioni e incertezze su diverse coperture vegetali. In particolare sono state prese in considerazione: la carta forestale della Toscana, la descrizione degli Habitat di interesse comunitario per la Toscana e l’Emilia Romagna, l’impianto cartografico della Carta della Vegetazione dell’Emilia Romagna (in corso di preparazione e attualmente disponibile solo per i principali parhi regionali), la Carta della Natura che ha sviluppato una applicazione alla scala 1:50.000 nell’area dell’Appennino Ligure-Emiliano-Toscano e dell’Oltrepò pavese, area che include buona parte dei territori in esame. I dati raccolti sono stati controllati per mezzo di sopralluoghi in campo volti alla caratterizzazione di tutte le tipologie presenti. La presentazione della vegetazione viene prodotta per gruppi fisionomico strutturali. • Vegetazione costiera e vegetazione alofitica anche in zone interne; • Vegetazione cespugliosa ed erbacea; • Vegetazione forestale; • Vegetazione rupestre e di detrito; • Coltivi e aree costruite. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 360 di 489 Rev. 0 VEGETAZIONE COSTIERA E VEGETAZIONE ALOFITICA ANCHE IN ZONE INTERNE Foto 2.4/A: Esempi di vegetazione riparia Greti di torrenti con vegetazione erbacea (Epilobietalia fleischeri, Stipion calamagrostis) Comprende fitocenosi che colonizzano i depositi ghiaioso-ciottolosi all’interno del letto fluviale ordinario lungo i principali fiumi e torrenti del versante appenninico settentrionale (dall’Oltrepò pavese all’Appennino parmense). Le diverse fitocenosi sono accomunate dalla natura pioniera e dalla instabilità dei popolamenti e differenziate dalla matrice litologica e dalla granulometria dei depositi, dal tenore in azoto del suolo, determinato dal deposito di materiali organici trasportati dalle acque e, infine, dall’altezza del deposito rispetto alla superficie del corso d’acqua. L’unità vegetazionale di più frequente riscontro è un popolamento pioniero in cui predominano Epilobium dodonaei e Scrophularia canina, inquadrabile nell’ordine Epilobietalia fleischeri. Questo popolamento colonizza le ghiaie e i ciottoli misti a sabbia delle zone leggermente più elevate dell’alveo a partire da circa 300-400 m di quota. Nelle stazioni con suolo più evoluto questa unità è sostituita da una vegetazione erbacea a dominanza di Achnatherum calamagrostis (alleanza Stipion calamagrostis), mentre a quote inferiori alla vegetazione ad Epilobium dodonaei e Scrophularia canina subentra un’unità ad impronta termo-nitrofila, in cui le specie dominanti sono Echium vulgare e Melilotus alba. Le fitocenosi descritte risultano ben rappresentate lungo tutta l’asta fluviale del Taro e del Ceno e dei loro affluenti principali; presenze significative si riscontrano anche nella provincia di Piacenza lungo il corso del Nure. Vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica Comunità pioniera basso arbustiva che si insedia su depositi ghiaiosi ricchi in limo fine dei corsi d’acqua montani e boreali a regime alpino, caratterizzato da un elevato flusso estivo. Tra le specie caratteristiche vi sono Myricaria germanica e diverse specie arbustive di Salix (prevalentemente S. purpurea) dell’associazione Salici-Myricarietum germanicae. La fitocenosi, in sostanza disgiunta dal suo areale principale a baricentro centro-europeo e a distribuzione alpina in Italia, è presente localmente a sud del Po nei greti torrentizi dell'Emilia occidentale e manifesta frequentemente carattere effimero su ghiaie instabili, ben areate e intercalate a sabbie grossolane, inondate in occasione di normali eventi di piena. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 361 di 489 Rev. 0 Cespuglieti mediterranei a salice purpureo (Saponario-Salicetum purpureae) Boscaglie ripariali formate da salici arbustivi ed arborescenti con predominanza di Salix purpurea, S. elaeagnos e S. triandra. Si tratta di formazioni relativamente aperte o formanti nuclei densi di estensione ridotta. Le fitocenosi rinvenuti lungo il corso del Magra e nei torrenti del versante ligure vanno riferite all’associazione SaponarioSalicetum purpureae, mentre quelle del versante emiliano presentano una maggiore affinità floristica con il Salicetum eleagni-purpureae. Vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos Si tratta della vegetazione arbustiva pioniera, erratica, degli alvei fluviali costituita da boscaglie a salici arbustivi ed olivello spinoso, talora frequenti lungo i corsi d'acqua appenninici; la copertura di salici e pioppi arborei costituisce in genere meno del 20% Sono comprese formazioni arboreo-arbustive formate da Salix sp. e Hippophae rhamnoides su greti ciottolosi di fiumi con adeguata alimentazione idrica diretta o di falda superficiale, frequentemente perturbati e ringiovaniti da piene ricorrenti che ne impediscono lo sviluppo verso forme più evolute. Sono stati interpretati come habitat sia i popolamenti arbustivi pionieri degli alvei fluviali a olivello spinoso sia le boscaglie igrofile a salici arbustivi del tipo pre-alpino a Salix purpurea e S. eleagnos. Sono ricondotte all’habitat le associazioni Spartio juncei-Hippophaetum fluviatilis e Salici incanae-Hippophaeetum daphnoidis. La prima in particolare si afferma su terrazzi alluvionali, costituendo una comunità in relazione dinamica con gli xerobrometi, dei quali rappresenta di fatto uno stadio evoluto. La fisionomia dell’associazione è data dalla dominanza di Hippophae rhamnoides e Salix eleagnos, cui si associano altre specie arbustive quali Salix purpurea, Spartium junceum, Rosa canina e Crataegus monogyna. Tra le specie erbacee compaiono Artemisia alba, Bothriochloa ischaemum e Bromus erectus, a testimonianza del rapporto dinamico tra questa fitocenosi e le praterie xeriche. Situazioni più frammentate e variamente mosaicate in transizione con habitat erbacei, o più semplicemente con varianti submediterranee dei saliceti arbustivi del Salicion albae p.p., si rinvengono lungo tutta la fascia collinare-submontana dal Piacentino alla Romagna. Si tratta in ogni caso di comunità strettamente collegate agli eventi alluvionali e ai terrazzi più stabili, sia pur soggetti a periodiche inondazioni, condizionate sia dagli eventi naturali che dalle alterazioni antropiche conseguenti alla gestione dei corsi d’acqua. I popolamenti localizzati lungo i corsi d'acqua principali, sia nell'alveo che nei greti ciottolosi, presentano per lo più una netta dominanza di Salix eleagnos e S. purpurea; mentre il pioppo bianco ed il pioppo nero, sporadicamente presenti nello strato arboreo, prediligono rispettivamente depositi alluvionali fini, con ristagno idrico stagionale e depositi alluvionali ciottolosi e rialzati rispetto al letto del fiume. Non mancano carpino nero, orniello e diversi arbusti dell'ordine Prunetalia, sui substrati più asciutti e sui terrazzamenti meno coinvolti dalle dinamiche fluviali. E’ caratteristico un continuo ringiovanimento delle cenosi che ostacola l'evoluzione verso forme più stabili e mature: tale condizione tende a sfumare nei settori posti a maggior distanza dall’alveo. Il SaliciHippophaetum in particolare, sviluppandosi su substrati asciutti e su terrazzamenti al riparo delle piene ordinarie, ha pressochè di regola elementi della vegetazione zonale come il carpino nero, l'orniello e arbusti dei Prunetalia, il cui sviluppo si interrompe tuttavia in seguito alle grandi piene di ritorno decennale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 362 di 489 Rev. 0 In sostanza, tre sono le situazioni generalmente e fisionomicamente riscontrabili: un saliceto arbustivo misto ripario, un saliceto asciutto con Hippophae rhamnoides e un salici-miricarieto, forma giovanile ed instabile dei precedenti su alluvioni sabbiose umide. Specie caratteristiche degli arbusteti ripariali, oltre a quelle già elencate, sono Salix apennina, S. triandra, Cornus sanguinea, Phragmites australis, Equisetum telmateja, Epilobium hirsutum, Eupatorium cannabinum, Inula viscosa. Boscaglie a galleria di pioppo italico (Populetum albae) Boscaglie e boschi ripariali con suoli ricchi e scarsamente drenati, fisionomicamente dominate da pioppo bianco (Populus alba), accompagnato da Populus nigra, Salix alba, Ulmus minor, Cornus sanguinea, Rubus caesius, Humulus lupulus, Clematis vitalba, Amorpha fruticosa. Occupano estensioni limitate. Popolamenti più consistenti sono presenti lungo il corso dei fiumi Magra e Taro e del torrente Ceno. Lungo il medio corso del Magra i pioppeti si trovano in rapporti di stretta contiguità spaziale o formano mosaici con formazioni ad Alnus glutinosa. Lungo il basso corso dei fiumi sopracitati i pioppeti sono stati soggetti a forti rimaneggiamenti e perciò risultano compenetrati da un contingente di specie nitrofile e da specie introdotte quali Robinia pseudacacia e Juglans regia. Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum Vi rientrano comunità erbacee pioniere su alvei ghiaiosi o ciottolosi poco consolidati di impronta submediterranea, caratterizzati da basso flusso estivo, con formazioni del Glaucion flavi. Dal punto di vista strettamente fitosociologico, la presenza dell’habitat sarebbe da escludere dall’Emilia-Romagna, in quanto non è riconosciuta la presenza dell’alleanza Glaucion flavi in regione. Tuttavia, in accordo con Alessandrini e Tosetti (2001), viene ricondotta a questa tipologia l’associazione Epilobio dodonaeiScrophularietum caninae (codice CORINE: 24.225), rinvenuta lungo l’alveo dei fiumi Taro e Secchia. La sua attribuzione all’associazione in esame è giustificata sia sulla base delle caratteristiche ecologiche (tipo di substrato, tipo di regime del corso d’acqua), sia di alcuni aspetti floristici (presenza di specie mediterranee, tra cui Glaucium flavum). Si tratta di una comunità vegetale glareicola (per questo inclusa nella classe Thlaspietea rotundifolii) che si insedia su alvei torrentizi ciottolosi poco consolidati, connotata da una forte impronta mediterranea, dovuta alla presenza di diverse specie eurimediterranee (Scrophularia canina, Glaucium flavum, Galeopsis angustifolia e Artemisia alba), stenomediterranee (Plantago cynops) e orofitiche sudeuropee (Epilobium dodonaei, Achnatherum calamagrostis). Questo tipo di vegetazione, dove presente, compare in modo piuttosto sporadico; risulta inoltre strettamente intercalato con altre formazioni di greto (meno mediterranee, caratterizzate ad esempio da Calamagrostis varia), con le quali condivide il carattere effimero. Vegetazione a Chenopodium rubri e Bidention su argini melmosi Banchi fangosi dei fiumi con vegetazione pioniera, annuale e nitrofila delle alleanze Chenopodion rubri e Bidention. In primavera e all’inizio dell’estate questi ambienti appaiono come affioramenti fangosi privi di vegetazione, in quanto questa si sviluppa, se le condizioni sono favorevoli, nel periodo tardo estivo-autunnale. Sono state ricondotte a questa tipologia le seguenti associazioni vegetali:Bidentetum tripartitae; Polygono lapathifolii-Xanthietum italici; Echio-Melilotetum. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 363 di 489 Rev. 0 Il Bidentetum tripartitae è una fitta vegetazione dominata dalle specie nitrofile annuali Bidens tripartita e Polygonum lapathifolium, cui si associa Echinochloa crus-galli, che si sviluppa su depositi limosi umidi a contatto con il letto ordinario del fiume. Il Polygono-Xanthietum italici, è caratterizzato Polygonum lapathifolium e Xanthium italicum, accompagnate da Bidens tripartita, Chenopodium album, Diplotaxis tenuifolia e Echinochloa crus-galli. Colonizza i depositi ghiaioso-argilloso-limosi recenti del letto ordinario, immediatamente sopra il livello medio del corso d’acqua. L'Echio-Melilotetum è una vegetazione erbacea caratterizzata da Melilotus alba, M. officinalis e Echium vulgare, cui si associano altre specie nitrofile tra cui Artemisia vulgaris e Reseda lutea. Nel profilo trasversale del fiume, questa associazione è situata ad un livello leggermente superiore a quello in cui si insedia il Polygono lapathifolii-Xanthietum italici. Le due fitocenosi sono in collegamento dinamico secondo una sequenza in cui l'Echio-Melilotetum costituisce uno stadio dinamico leggermente più evoluto. Si tratta comunque di una fitocenosi effimera, in quanto soggetta ad essere distrutta ad ogni evento di piena di una certa rilevanza. La distruzione della fitocenosi in seguito al passaggio di piene porta alla sua sostituzione con il Polygono-Xanthietum, secondo un ciclo senza soluzione di continuità, che ci porta a considerare le due fitocenosi come due aspetti leggermente differenti di uno stesso sistema ambientale. Si giustifica così, nonostante l’inquadramento sintassonomico non corrisponda a quanto indicato nel manuale d’interpretazione europeo, l’attribuzione anchedell’Echio-Melilotetum all’habitat in questione, in accordo con la proposta di Alessandrini e Tosetti (2001). L’habitat è diffuso nell’alveo del medio-basso corso dei maggiori corsi d’acqua nei tratti in cui essi non risultano completamente arginati e canalizzati. VEGETAZIONE CESPUGLIOSA ED ERBACEA Foto 2.4/B: Pascoli e Fioriture Seminativi con vegetazione infestante Si tratta di seminativi più o meno temporaneamente abbandonati. Non vi sono rilevanti aspetti vegetazionali se non in fase di avvio successionale qualora l’abbandono diventi permanente. Vegetazione infestante primaverile delle colture a dominanza di Matricaria chamomilla su terrazzi alluvionali recenti con falda freatica alta e substrato sabbioso e a dominanza di Ranunculus arvensis, Consolida regalis, Gladiolus italicus sui terrazzi alluvionali con falda freatica più profonda; vegetazione infestante estivo-autunnale con Echinochloa crus-galli e Polygonum persicaria File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 364 di 489 Rev. 0 Negli ex coltivi, abbandonati di recente, si sviluppano formazioni dense, dominate da Cynodon dactylon, Dactylis glomerata, Erigeron annuus, Plantago lanceolata. Boscaglie di latifoglie naturalizzate a dominanza di Robinia pseudacacia Boscaglie di origine prevalentemente artificiale derivanti da rimboschimenti a Robinia pseudacacia e talvolta con Quercus pubescens, Q. petraea, ecc., su scarpate e argini di canali. Queste formazioni, quasi sempre accompagnate da Sambucus nigra si sviluppano su suoli molto nitrificati, anche al margine e nelle schiarite dei boschetti ripariali a salici, e vanno a costituire estese fasce di limitata profondità e piccoli nuclei arbustivi che nel sottobosco si arricchiscono di specie nitrofile quali Ballota nigra, Urtica dioica, ecc. . Arbusteti di postcoltura del Pruneto - Berberidion Si tratta di formazioni arbustive preforestali o postforestali, composte principalmente da Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rosa canina, Cornus sanguinea che si trovano in contesto collinare e submontano dei querceti, eccezionalmente nel contesto montano delle faggete. Alcune specie arbustive più esigenti in elementi nutritivi formano un mantello denso a pruni. Sono fasi successionali di post coltura con un buon contributo in termini di difesa idrogeologica ma una elevata suscettibilità al fuoco. Sottotipi sono: il pruneto puro a Prunus spinosa, il pruneto a rovo e il pruneto rado a rose selvatiche. Sono ampiamente diffuse in tutta l’area di studio dalla fascia centroeuropea fino alla fascia subatlantica inferiore. Vengono altresì distinti popolamenti termofili riconducibili al Ligustro-Prunetum con Prunus spinosa, Ligustrum vulgare, Cytisus sessilifolius e Juniperus communis, situati in corrispondenza di substrati calcareo-marnosi, al margine di boschi termofili, cespuglieti ad Hippophae rhamnoides, talora accompagnati da salici, localizzati sui terrazzi dei fiumi principali (Taro) e formazioni mesofile a sviluppo rigoglioso al margine di boschi mesofili, con predominanza di diverse specie del genere Rubus (R. hirtus, R. idaeus) e cespuglieti a Rubus ulmifolius e Clematis vitalba al margine di praterie post-colturali. Brughiere e arbusteti di crinale Gli arbusteti presenti lungo il crinale appenninico si dividono nei seguenti tipi: Arbusteti nani montani e subalpini a ginestra stellata: vegetazione a ginestra stellata (Genista radiata) e ginepro nano (Juniperus nana) con strato erbaceo dominato da specie xerofile. Sono diffusi su versanti rocciosi esposti nei quadranti meridionali. • Arbusteti nani subalpini: vegetazione ad arbusti nani con dominanza di mirtillo blu (Vaccinium gaultherioides) e mirtillo (Vaccinium myrtillus). E’ frequente il ginepro montano (Juniperus nana). Sono molto rari il mirtillo rosso (Vaccinium vitisidaea), la moretta (Empetrum hermaphroditum) e l’uva orsina (Arctostaphylos uva– ursi). Le brughiere a mirtilli corrispondono a suoli relativamente profondi, e sono spesso ricche di specie erbacee (soprattutto erbe graminoidi e Composite). • Brughiere a mirtilli strettamente intercalate con pietraie stabilizzate, colonizzate da vegetazione caratteristica delle falde detritiche arenacee subalpine (a dominanza di Cryptogramma crispa ed elevata frequenza di altre pteridofite, soprattutto Dryopteris filix-mas, D. oreades, D. expansa, Polystichum lonchitis). • Brughiere a mirtilli strettamente intercalate con nardeti (dominanza di Nardus stricta e con prevalenza di specie come Geum montanum, Festuca nigrescens, Plantago alpina, Potentilla aurea). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 365 di 489 Rev. 0 Arbusteti nani con presenza di Rododendro (Rhododendron ferrugineum). Macchia silicicola (Cisto-Lavanduletea) Formazioni arbustive a distribuzione mediterranea con predominanza di Erica arborea. Nella zona in esame sono marginali e mostrano un notevole impoverimento in arbusti mediterranei. In questi popolamenti, corrispondenti ad affioramenti ofiolitici, Erica arborea è spesso affiancata da E. carnea. Praterie e cespuglieti xerofili da submediterranei a subalpini Praterie secondarie dominate da Brachypodium rupestre e Bromus erectus, in genere più o meno densamente colonizzate da arbusti. Radure boschive e terreni marginali dalla fascia dei boschi misti a roverella (Quercus pubescens), cerro (Q. cerris) e orniello (Fraxinus ornus) sino a quella dei faggeti. Prati da sfalcio, prati-pascoli montani e pascoli pingui subalpini Prati da foraggio concimati e sfalciati periodicamente ad Arrhenatherum elatius (arrenatereti) con Trifolium pratense, Dactylis glomerata, Lathyrus pratensis, Galium album, Lotus corniculatus. Negli impianti recenti sono prevalenti o abbondanti le foraggere coltivate, in seguito progressivamente sostituite da specie pratensi spontanee. • Prati da foraggio ricchi di specie xerofile, come Salvia pratensis, Sanguisorba minor, Plantago media, Bromus erectus. Spesso colonizzati da arbusti, soprattutto ginepro comune (Juniperus communis) e sanguinella (Cornus sanguinea). Sono frequenti individui arbustivi di maggiociondolo (Laburnum anagyroides). Si tratta di prati da foraggio inariditi e/o cespugliati per abbandono dello sfalcio. • Praterie a composizione specifica eterogenea con dominanza di Festuca rubra e presenza di specie dei prati da foraggio (Trifolium pratense, Dactylis glomerata, Lathyrus pratensis ed altre). • Vegetazione erbacea con dominanza di Deschampsia caespitosa e presenza di specie di prati torbosi e di rive dei torrenti. Si localizza in corrispondenza di impluvi o di piccole depressioni su suoli idromorfi. Praterie meso-xerofile montane e subalpine a nardo e/o brachipodio • Pascoli con dominanza di Nardus stricta e con prevalenza di specie come Geum montanum, Festuca nigrescens, Plantago alpina, Potentilla aurea. Vegetazione secondaria derivante dal pascolamento in aree deforestate nella fascia dei faggeti (nardeti montani) oppure in aree oltre il limite degli alberi precedentemente occupate dalle brughiere a mirtilli (nardeti subalpini). • Praterie meso-xerofile con dominanza di Brachypodium genuense (brachipodieti) e prevalenza di specie dei Nardo-Callunetea (Geum montanum, Luzula multiflora, Festuca paniculata, Centaurea nervosa) ed elevata frequenza di specie acidofile, come Anthoxanthum alpinum e Avenella flexuosa, e di specie dei vaccinieti (Vaccinium myrtillus, Vaccinium gaultherioides, Hypericum richeri). Vegetazione secondaria presente soprattutto oltre il limite degli alberi, su versanti acclivi con esposizione meridionale. Brachipodieti simili sono presenti anche nella fascia dei faggeti e sono differenziati da specie come Cerastium suffruticosum, Euphorbia cyparissias, Asperula oreophila, Primula veris subsp. columnae). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 366 di 489 Rev. 0 Praterie meso-xerofile dei terrazzi alluvionali recenti Vegetazione delle ghiaie fluviali, sporadicamente raggiunte dalle piene, dominata da Agropyron repens, Melilotus alba, Festuca arundinacea, Anthemis tinctoria e Inula viscosa. Nelle depressioni si rinviene una variante a Calamagrostis pseudophragmites e Mentha aquatica. Garighe e praterie xerofile dei terrazzi alluvionali Pascolo camefitico dominato da Artemisia alba, Fumana procumbens, Thymus longicaulis, Botriochloa ischaemon e Centaurea aplolepa ssp. lunensis su ghiaie più o meno consolidate, con intercalazioni sabbiose; una variante con Cleistogenes serotina, Tragopogon pratensis, Allium vineale e A. sphaerocephalon si rinviene su substrati ciottolosi poveri in argilla. Nelle radure delle praterie si sviluppano nuclei di vegetazione terofitica ad impronta mediterranea con Bupleurum baldense, Brachypodium distachyum, Trifolium scabrum, Medicago minima, Filago pyramidata, Galium parisiense, ecc. In alcune aree a contatto con le praterie xerofile ed in corrispondenza di ex coltivi, si osservano rari esempi di vegetazione prativa maggiormente evoluta fisionomicamente dominati da Bromus erectus con Centaurea aplolepa ssp. lunensis, Ononis spinosa, Euphorbia cyparissias, ecc. . Formazioni xeriche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco brometalia) Praterie aride o semiaride della classe Festuco-Brometea. Si riscontrano praterie steppiche o subcontinentali (Festucetalia valesiacae) e, dall’altro, da praterie delle regioni oceaniche e sub mediterranee (Brometalia erecti). Nel secondo caso, viene fatta una distinzione tra praterie primarie dello Xerobromion e praterie secondarie seminaturali del Mesobromion con Bromus erectus; queste ultime sono caratterizzate da un corteggio floristico ricco in orchidee. Tra i numerosi aggruppamenti, sono inquadrabili nel Mesobromion le associazioni Centaureo bracteatae-Brometum erecti, Dorycnio-Brachypodietum rupestris, Astragalo gremli-Brometum erecti. Si tratta di fitocenosi floristicamente molto ricche, fisionomicamente dominate da graminacee, prime fra tutte Brachypodium rupestre e Bromus erectus. Tra le specie più frequenti compaiono Knautia purpurea, Dorycnium pentaphyllum, D. hirsutum, Hypericum perforatum, Arabis hirsuta, Carex flacca, Carlina vulgaris, Polygala nicaeensis, Sanguisorba minor, Lotus corniculatus, Medicago lupulina e numerose orchidee quali Ophrys apifera, O.bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. sphegodes, Orchis purpurea, O. morio, O. mascula, Anacamptis pyramidalis, Gymnadenia conopsea, ecc.. Nell’ambito di queste fitocenosi sono presenti anche specie arbustive quali Juniperus communis, Rosa canina e Crataegus monogyna, che testimoniano la loro tendenza evolutiva verso la formazione di cespuglieti preforestali, con cui sono in rapporto dinamico. Nel caso dello Xerobromion si tratta di praterie primarie, più aperte e più aride delle precedenti, diffuse su suoli sottili, con frequente affioramento della roccia madre, prevalentemente su pendii soleggiati, spesso soggetti ad erosione e in particolare di Astragalo onobrichydis- Artemisietum albae e Helianthemo cani-Brometum erecti. La specie prevalente è generalmente Bromus erectus, che risulta accompagnata da numerose camefite suffruticose, spesso a portamento prostrato, tra cui Fumana procumbens, Heliantemum nummularium, H. apenninum, Asperula purpurea, Artemisia alba, Onosma echioides e altre specie xerofile, tra cui Festuca inops, Botriochloa File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 367 di 489 Rev. 0 ischaemon, Globularia punctata, Thymus longicaulis e Hippocrepis comosa. Anche gli xerobrometi ospitano numerose orchidee, molte specie delle quali sono le stesse elencate per i mesobrometi. Formazioni erbose calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi Comunità aperte pioniere xerotermofile che si sviluppano su suoli superficiali calcarei o ricchi di basi dominati da specie annuali e specie succulente dell’Alysso alyssoidisSedion albi. Si tratta di fitocenosi caratterizzate dalla prevalenza di specie succulente appartenenti al genere Sedum accompagnate da diverse terofite. Queste fasi succesionali, litofili e basifili, sono strettamente collegati agli xerobrometi, e più in generale a facies di gariga con Helicrysum italicum, Onosma echioides, Fumana procumbens, Ruta graveolens e specie dei generi Thymus, Globularia, Helianthemum, Artemisia, oltre a piccole felci come Ceterach officinarum, Asplenium ruta-muraria, Cheilanthes persica, muschi e licheni. Praterie con molinia su substrati argilloso-limosi e /o torbosi Praterie a Molinia distribuite dal piano fino alla fascia montana su suoli più o meno umidi, poveri in nutrienti (azoto, fosforo). Il Molinietum arundinaceae è caratterizzato dalla dominanza di Molinia arundinacea, cui si associano Lythrum salicaria, Holoschoenus vulgaris, Agrostis stolonifera e Pulicaria dysenterica. La vegetazione si afferma al margine di depressioni laterali del fiume Taro con acque stagnanti durante la stagione invernale, su suoli argilloso-limosi. VEGETAZIONE FORESTALE Foto 2.4/C: Fustaia di Faggio e Ceduo di Castagno Bosco a prevalenza di querce caducifoglie La maggior parte di queste formazioni è stata tradizionalmente governata a ceduo, con turno di 15-20 anni e con rilascio di 50-120 matricine/ha. Ad oggi, dopo un periodo di abbandono, molte di queste formazione vengono avviate all’altofusto. Querceti xerofili Formazioni tipiche del piano collinare che, nelle situazioni più degradate, si arricchiscono di cespuglieti di ginestra odorosa (Spartium junceum), ginepro (Jumiperus ssp.)e Citisus sessilifolius. Lo strato erbaceo è ricco di Brachipodium pinnatum. Nelle stazioni più aride sono presenti anche rosa canina (Rosa canina) e biancospino (Crataegus monogyna). Dove le utilizzazioni sono intense, queste cenosi possono facilmente degradare. Oltre al brachipodio troviamo Teucrum chamaedris, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 368 di 489 Rev. 0 Geraneum sanuineum, Inula irta e I. salicina, Melampyrum cristatum, Dianthus ferugineum, Lathyrus latifolius. Dove il suolo è più profondo e meno arido, compare anche il cerro (Quercus cerris) e il sottobosco si arricchisce di Colutea arborescens. Querceti misti (Querceti submesofili - mesofili) Le specie quercine presenti sono cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus pubescens), rovere (Quercus petraea), a cui si accompagnano acero opalo (Acer opalus), acero campestre (Acer campestre), carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), sorbo domestico (Sorbus domestica), ciavardello (Sorbus torminalis), maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e, su suoli più umidi, carpino bianco (Carpinus betulus). Più raramente compaiono i tigli (Tilia cordata e T. platypyllos). Tra le specie arbustive si rilevano: nocciolo, corniolo, sanguinella, biancospini (C. laevigata e monogyna), beretta di prete (Euonymus europaeus), caprifoglio (Lonicera ssp.) e Tamus communis. Nello strato erbaceo si trova: Primula vulgaris, Hepatica nobilis, Cyclamen neapolitanum, viole (V. dehnhardtii, V. reichenbachiana), Polmonaria vallarsae, Erythronium dens canis, euforbie (E. dulcis, E. amygdaloides), Physospermum cornubiense, Sanicula europea, Potentilla micrantha. L’elleboro verde (Helleborus viridis) compare nell’Appennino piacentino e parmense nei pressi della zona di confine con la Liguria, mentre l’Helleborus bocconei è più diffuso nell’Appennino Romagnolo. Tra le specie caratteristiche dei querceti della fascia inferiore (fascia collinare) si evidenzia il pungitopo (Ruscus aculeatus)e l’agazzino (Pyracantha coccinea), più tipico di quelli montani (fascia submontana) è il sorbo montano . Si possono distinguere differenti tipi di querceto in rapporto al suolo e alle disponibilità idriche: • Querco-ostrieto: caratteristico di suoli ben drenati e abbastanza ricchi di carbonati. Specie arboree presenti: roverella (Quercus pubescens), rovere (raramente) (Quercus petraea) e carpino nero (Ostrya carpinifolia), che tende a divenire dominate dove le ceduazioni sono state più frequenti. Dove il suolo tende a divenire più argilloso compare il cerro (Quercus cerris). A queste si accompagnano: orniello (Fraxinus ornus), sorbi (Sorbus ssp.), nocciolo (Corylus avellana), corniolo (Cornus mas) e sanguinella (Cornus sanguinea). • Cerrete: queste formazioni sono presenti dove i suoli sono fortemente argillosi e acidi di origine silicea; in Emilia Romagna sono tipiche quelle su argille scagliose. Sono presenti felce aquilina (Pteridium aquilinum), calluna (Calluna vulgaris) e erica arborea (Erica arborea). Dove queste specie cominciano ad essere prevalenti si tratta di forme di transizione verso un arbusteto a ginestra dei carbonai (Citisus scoparius) che rappresenta l’estrema fase di degradazione delle cerrete nei suoli acidi più poveri. • Rovero-cerreto: formazioni tipica dei suoli profondi e freschi, poveri o privi di carbonati. È costante la presenza del carpino bianco (Carpinus betulus). È il tipo più mesofilo di querceto presente nella regione Emilia Romagna. Laburno-ostrieti Si tratta di boschi misti a prevalenza di latifoglie mesofile e si presentano, dal punto di vista ecologico e strutturale, come una variante appenninica degli orno-ostrieti). Si tratta di formazioni dominate dal carpino nero (Ostrya carpinifolia), presente con grado File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 369 di 489 Rev. 0 di copertura superiore al 70%, o da specie rustiche (orniello, maggiociondolo) in stazioni biologicamente povere, monotone, degradate (con flora erbacea di tipo rustico). La struttura di questi boschi varia a seconda che si siano sviluppati su detriti o versanti rocciosi umidi e su suoli compatti e asciutti. Nel primo caso si tratta di boschi rigogliosi, nel secondo di basse boscaglie. Oltre al carpino nero (prevalente) e orniello, le specie caratterizzanti sono il Laburnum anagyroides (da qui laburno-ostrieti), Acer opulifolium e Lilium croceum. L’A. opulifolium è una specie che caratterizza i laburno ostrieti limitatamente all’Appennino settentrionale. Se presente abbondante sesleria (Sesleria ssp.), vengono denominati anche seslerio-ostrieti; nell’Appennino Emiliano la sesleria più diffusa in queste formazioni è la S. autumnalis. Gli orno-ostrieti possono essersi sviluppati anche a seguito di ripetute ceduazioni del querceto-ostrieto. Boschi riferibili al Tilio-Acerion Si tratta di foreste di versante (ad esempio sotto Monte Menegosa), valloni e ghiaioni a prevalenza di acero di monte, olmo montano, acero riccio, frassino, tiglio e acero opalo, presenti in forre, valloni e su versanti detritici, in stazioni da mesoneutrofile a neutrocalcifile. Il sottobosco è caratterizzato dall'abbondante presenza di specie mesofile e le stazioni sono marcatamente ombreggiate e spesso accidentate. Spesso questi boschi appaiono senza gestione per condizionamenti stazionali. Il problematico accesso, le dimensioni solitamente ridotte e in mosaico con situazioni differenti sono alla base delle scarse forme di antropizzazione e di interventi selvicolturali limitati. Persino le ceppaie appaiono talvolta originate dalla caduta di massi piuttosto che da ceduazioni. Il controllo dell’evoluzione naturale appare l’orientamento colturale più corretto anche in funzione di eventuali ripristini. Boschi igrofili e ripariali • Formazioni ripariali di montagna: - Boschi igrofili di ontano bianco (Alnus incana) con faggio (Fagus sylvatica), frassino (Fraxinus excelsior) e strato erbaceo con specie dei Fagetalia sylvaticae. - Boscaglie e arbusteti alveali con dominanza di salici (Salix eleagnos, S. purpurea, S. alba, S. caprea). • Formazioni ripariali della fascia collinare Le specie arboree che caratterizzano queste formazioni sono: Salix purpurea, S. eleagnus, Pupulus alba e P. nigra. Dove il corso d’acqua ha carattere torrentizio e da luogo a periodiche inondazioni prevale S. purpurea con S. eleagnus e pioppo nero a portamento cespuglioso; dove, invece, il corso d’acqua ha scorrimento meno turbolento possono formarsi anse dove è presente, oltre alle specie citate, salice bianco (S. alba) , pioppo tremulo (Populus tremula) e ontano nero (Alnus cordata). • Formazioni ripariali di pianura: Si tratta di alneti con ontano nero (Alnus cordata) e salici (S. aurita, S. caprea, S. viminailis). Più rari formazioni a pioppo bianco (Pupulus alba) e salice bianco(S. alba), tipiche dei suoli sabbiosi argillosi più profondi, oggi sostituiti dai pioppeti artificiali. Nel caso di formazioni a filare si trovano, oltre ai pioppi bianco e nero, gli ibridi con Populus deltoides; nei filari spiccano, tra le erbe, la Oenothera biennis e la Solidago serotina di provenienza Nord americana. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 370 di 489 Rev. 0 Boschi di Castagno La composizione specifica dei soprassuoli a castagno (Castanea sativa) dipende dal tipo di formazioni naturalmente presenti nelle zone in cui è stata diffusa la coltivazione del castagno e dalla durata del periodo di abbandono colturale. In Emilia Romagna i castagneti sono stati estesi principalmente nell’area di competenza naturale dei querco-ostrieti, dei rovero-cerreti e, a quote superiori, delle formazioni di faggio e dei tiglio-acereti (tipo di bosco di cui ormai esistono solo rare tracce in questa regione). Le formazioni boschive (cedui o alto fusto) sono dominati dalla presenza del castagno con la presenza sporadica di varie specie di latifoglie in relazione alle caratteristiche stazionali. • Cedui di Castagno Nel caso dei cedui, lo strato erbaceo risulta generalmente assi poco ricco di specie a causa della forte copertura esercitata dal castagno. Maggiore varietà si riscontra nelle formazioni derivanti dal taglio delle vecchie selve da frutto, in cui la densità delle ceppaie di castagni da luogo ad una formazione più rada. • Castagneti da frutto I castagneti da frutto vengono definiti dall’Inventario Forestale della Toscana come soprassuoli “caratterizzati dalla presenza esclusiva o decisamente preponderante di piante di castagno ad alto fusto in genere di notevoli dimensioni e sviluppo, destinate, attualmente o in passato, principalmente alla produzione di frutti”. Il castagneto da frutto in coltivazione è generalmente caratterizzato da specie erbacee tipiche del querceto mesofilo, con una certa predominanza delle specie ossifile: felce aquilina (Pteridium aquilinum), Dryopteris filix mas, Athyrium filixfemina, erica arborea (Erica arborea), ginestra dei carbonai (Citisus scoparius), calluna (Calluna vulgaris) e, nei tratti più freschi, mirtillo nero (Vaccinium myrtillus). Faggete Formazioni dominate dal faggio (Fagus sylvatica) presente con grado di copertura superiore al 50%. Si tratta di formazioni tradizionalmente governate a ceduo; in molte zone, a seguito dell’abbandono colturale, sono stati effettuati interventi di avviamento all’altofusto. Nella compagine arborea il faggio è dominante, possono essere presenti acero di monte (Acer pseudoplatanus), sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), sorbo montano (Sorbus aria), maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum), tiglio (Tilia cordata) e abete bianco (Abies alba), tasso (Taxus baccata), agrifoglio (Ilex aquifolium) in relazione al sotto tipo presente. Le faggete dell’area di interesse del progetto possono essere ricondotte a due sottotipi: • Faggete neutrofile nordappenniniche - Foreste di faggio (Fagus sylvatica) mesotrofiche con suoli umificati, neutri o debolmente acidi. Il sottobosco è caratterizzato da Trochiscanthes nodiflorus, Geranium nodosum e Adenostyles australis, frequentemente accompagnate da Cardamine bulbifera, Prenanthes purpurea, Senecio fuchsii, Cardamine heptaphylla. I faggeti diventano il bosco predominante o esclusivo a partire da circa 1000-1100 m in tutta l’area di studio. In corrispondenza di impluvi esposti a Nord, nuclei di faggeto si possono spingere anche fino a 600 m di quota. • Faggeti con Luzula nivea Si tratta di popolamenti forestali a predominanza di faggio, cedui o talora a fustaia derivanti da conversione attiva o da invecchiamento naturale, in stazioni acidofitiche su terreni poveri di basi, lisciviati, su substrati File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 371 di 489 Rev. 0 ofiolitici o arenacei del macigno, a quote variabili del piano montano, generalmente al di sopra dei 1200 (1000) metri. Per lo più si tratta di formazioni caratteristiche di suoli impoveriti e acidificati da usi passati (ceduazione intensa, pascolo, ecc) e, come tali, possono anche costituire un nucleo “azonale” a quote più basse. Altrimenti si tratta di boschi tipici di zone dove il suolo è limitato nell’evoluzione da fattori topografici o atmosferici (es. creste, dossi). Il faggio può presentarsi in forma cespugliosa, soprattutto al limite della vegetazione forestale. L’alleanza di riferimento è il Luzulo-Fagion, in particolare nell’associazione Luzulo pedemontane-Fagetum e, alle quote inferiori nel Physospermo-Fagetum. Oltre alla Luzula, nello strato erbaceo, sono presenti: Hieracium murorum e H. racemosum, Festuca heterophylla, e Vaccinium myrtillus; dove il mirtillo risulta quasi invadente, generalmente il faggio presenta uno stato vegetativo stentato e un portamento nodoso. In questi complessi mancano del tutto le specie di suoli ricchi, tipiche delle formazioni con faggio, come la Cardamine (heptaphylla e bulbifera). Boschi di latifoglie naturalizzate a prevalenza di Robinia pseudacacia I popolamenti di robinia si trovano sia sul versante toscano che sul versante emiliano. Il sottobosco ha un corredo di specie nitrofile, in particolare rovo e sambuco nero. In Toscana Arrigoni (1996) ha descritto un Sambuco nigrae-Robinietum pseudoacaciae dove l’aspetto prevalente è dato dalla componente nitrofila del sottobosco. I termini di evoluzione di questi robinieti, qualora non vengano ceduati o percorsi da incendio (disturbi che favoriscono il riaffermarsi della robinia) sono verso i querceti mesotermofili e l’orno ostrieti. Negli impluvi tende all’ordine Populetalia. Sono boschi che non hanno esposizioni preferenziali e si trovano a quote che vanno dai 200 ai 700 m s.l.m. sia su depositi sciolti e terrazzi alluvionali, su arenarie e su complessi pliocenici. La gestione dei robinieti, qualora si effettui, è generalmente a ceduo. Formazioni artificiali dominate da Pinus nigra, occasionalmente Pinus sylvestris I rimboschimenti con pino nero e, in misura molto ridotta, con pino silvestre più facilmente in mescolanza con il primo che messo a dimora in purezza, sono stati ampiamente effettuati anche in questo tratto dell’Appennino con l’obbiettivo della difesa idrogeologica del territorio. Le formazioni dominate da pini montani con grado di copertura superiore al 50% ospitano una flora di tipo submontano. La situazione attuale di questi rimboschimenti, descrivibili in questo settore come Pinete eutrofiche (acidofile) di pino nero, è legata essenzialmente agli interventi selvicolturali adottati e all’età dei popolamenti. La tendenza alla rinaturalizzazione ed all’evoluzione verso boschi misti di latifoglie dipende infatti, in assenza di interventi selvicolturali dallo stato di senescenza dei pini e dalla presenza di seme in boschi di latifoglie nelle vicinanze. La tendenza evolutiva è generalmente verso i Quercocarpineti ma, vista l’ampiezza ecologica e l’uso estremamente diffuso che si è fatto del pino nero per i rimboschimenti non sono rari casi di evoluzione verso altre tipologie forestali. Bosco a prevalenza di abete bianco e/o abete rosso e/o Pseudotsuga douglasia. Formazioni dominate da abeti (Abies alba, Picea excelsa) con Pseudotsuga douglasii o conifere microterme con grado di copertura superiore al 50%, con flora di tipo montano. • Abetina mesoneutrofila appenninica: Popolamenti puri o misti di con faggio (Fagus sylvatica), su substrati calcarei o scistoso-calcarei, in stazioni da neutrofile File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 372 di 489 Rev. 0 a mesotrofiche, caratterizzate da sottobosco di Geranium nodosum, Petasites albus, Trosycantes nodiflora, Sesleria ssp., Calamintha grandiflora, Athyrium filix foemina, Dryopterix filix-mas, Prenanthes purpurea talora accompagnate da alcune specie acidofile (Vacciunum myrtillus, Galium rotundifolium, Saxifraga cuneifolia). Si tratta di popolamenti di origine naturale, piccoli nuclei di abete pressoché in purezza, generalmente in stazioni di difficile accesso. Tra le specie arboree, oltre al faggio (in presenza via via crescente nelle zone di transizione con le faggete), possono essere presenti: sorbo montano (Sorbus aria), sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e molto raramente larice (Larix decidua). Non sono riporate abetine di qualche consistenza nell’area di progetto. Rimboschimenti: I popolamenti di origine artificiale di abete bianco (Abies alba), talvolta in mescolanza con l’abete rosso (Picea excelsa)e localmente con la douglasia (Pseudotsuga douglasia), sono più diffusi rispetto a quelli di origine naturale. In generale si tratta dei più antichi tra i popolamenti di origine artificiale, realizzati con l’obiettivo di diffondere specie naturalmente già presenti; in questi soprassuoli possono essere ancora presenti individui relitti di origine naturale. Le possibilità evolutive sono molto differenziate a seconda delle condizioni stazionali e dell’attività antropica. Nella maggior parte dei casi questi boschi evolvono, seppur lentamente, verso boschi di latifoglie, principalmente faggio o, a quote inferiori, querce; spesso la successione passa attraverso fasi miste con latifoglie pioniere e mesofile. Per queste formazioni non sono segnalate specie indicatrici e differenziali, in quanto si tratta do formazioni artificiali che sostituiscono cenosi originarie, pertanto la flora erbacea è spesso dipendente da queste ultime. Boschi misti di latifoglie e conifere Nell’ambito della vegetazione forestale va infine ricordata una serie di forme di passaggio fra i tipi precedentemente elencati: le cenosi forestali che ne risultano non sono facilmente sintetizzabili né a livello fitosociologo, né per quel che riguarda gli aspetti ecologico-funzionali: Formazioni con elementi dei Querceti mesofili e Laburno ostrieti con aceri, frassino, localmente faggio e castagno; Si tratta di formazioni di transizione per influenze a volte sintetizzate in associazioni specifiche, come ad esempio la cerreta con carpino nero e acero, Aceri obtusati – Quercetum cervidi oppure l’ostrieto emiliano ad acero alpino Ostryo aceretum opulifolii. Più spesso si tratta di brevi lembi boschivi in fasce di transizione dove gli elementi dei tipi adiacenti si mescolano pur dando luogo a strutture funzionalmente autonome. Formazioni di fasce di transizione con faggio misto a abete bianco, aceri, tiglio, carpino, localmente castagno e querce caducifoglie Tilio-faggeto, con Tilia platypyllos (>800 m di quota) Si tratta della formazione con faggio più termofila, in cui la presenza di questa specie è stata favorita rispetto al bosco misto con acero (Acer pseudoplatanus), olmo (Ulmus glabra), tiglio (Tilia cordata). Oltre al tiglio, sono presenti: acero riccio (Acer platanoides), tasso (Taxus baccata), agrifoglio (Ilex aquifolium) e, su suoli sufficientemente umidi, frassino maggiore (Fraximus excelsior) e olmo montano (Ulmus File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 373 di 489 Rev. 0 glabra); si ritrovano anche il nocciolo (Corylus avellana) e, più raramente, orniello (Fraxinus ornus) e carpino nero (Ostrya carpinifolia). Le specie erbacee e arbustive sono in parte quelle tipiche dei sottostanti querceti, come la Primula vulgaris e l’Euonymus europaeus. Nello strato erbaceo sono inoltre presenti Cephalanthera longifolia, Hedera helix, Lathyrus venetus. Abieti-faggeto, con Abies alba (1200-1600 m di quota) Si tratta di una formazione che trova la sua massima espressione nella Foresta di Sassofratino, tuttavia studi recenti hanno indicato questo tipo di faggeta come formazione di partenza di soprassuoli con faggio attualmente degradati a seguito dell’azione antropica (ceduazione e pascolo) che ha determinato la progressiva riduzione della diffusione dell’abete bianco. È un tipo di faggeta che occupa aree poco estese ma presenti lungo tutto l’Appennino Emiliano e Romagnolo, in particolare nel settore occidentale. Particolarmente diffuse nello strato erbaceo di questo sottotipo di faggete sono: Polystichum lobatum e P. aculetum, Festuca altissima, Veronica latifolia.Tre le specie arboree, nelle zone più fredde, possono comparire rari gruppi di abete rosso (Picea excelsa). Aceri-faggeto, con Acer pseudoplatanus. Questo tipo è diffuso principalmente nei suoli pietrosi o in corrispondenza di impluvi e corsi d’acqua. Queste formazioni sono caratteristiche della parte superiore della fascia montana, in condizioni di clima molto umido ed oceanico che escludono la presenza dell’abete bianco. In stazioni di crinale mancano anche le altre latifoglie nobili. Questo tipo si trova principalmente nell’Appennino romagnolo. Le specie erbacee presenti sono quelle tipiche della flora igrofila: Adenostyles australis e A. alpina, Polygonatum verticillatum, Senecio nemorensis, Dryopteris filix mas, Athyrium filix-femina. Formazioni in fase di rinaturalizzazione con presenza a volte prevalente di conifere (Pinus nigra, Pinus sylvestris) Per i cenni descrittivi si rimanda al paragrafo sui rimboschimenti di conifere montane. VEGETAZIONE RUPESTRE E DI DETRITO Rupi serpentinose Nell’area di studio gli unici affioramenti rocciosi colonizzati da casmofite di estensione cartografabile sono costituiti da Ofioliti (Serpentine e Basalti). Le falesie e pareti rocciose di Serpentine sono diffuse dalla fascia centroeuropea fino a quella boreale e sono caratterizzate da Asplenium cuneifolium e Sedum dasyphyllum. Le pareti basaltiche sono colonizzate da entità quali Asplenium septentrionale ed Epilobium collinum,che prevalgono alle quote inferiori, mentre Saxifraga paniculata diviene dominante oltre i 1500 m. Altre specie accompagnatrici frequenti sono Sedum dasyphyllum e Asplenium trichomanes. Sui detriti sono segnalati popolamenti ad Achnatherum calamagrostis (su versanti esposti a Sud nella fascia centroeuropea e subatlantica inferiore) e popolamenti a Minuartia laricifolia subsp. ophiolitica e Cardamine plumieri su detriti più grossolani. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 374 di 489 Rev. 0 Ghiaioni silicei del piano montano fino al nivale Nonostante siano riportati in letteratura per la zona di studio, si dubita in una loro reale consistenza. In questo tipo rientrano infatti le comunità dei ghiaioni silicei dalla fascia montana superiore a quella delle nevi perenni, che si sviluppano su sistemi crioclastici più o meno attivi con granulometria variabile e attribuibili all’alleanza Androsacion alpinae (ordine Androsacetalia alpinae) e la vegetazione dei ghiaioni della fascia montana dell’Europa occidentale e centrale caratterizzata da comunità alpine spesso ricche in briofite, licheni e felci (Cryptogramma crispa) attribuibili all’ordine Galeopsietalia a cui sono stati riferiti i pendii detritici intorno ai 2000 metri di quota delle vette più elevate del settore centro-settentrionale dell’appennino tosco emiliano. Si tratta di pietraie silicee a lungo innevamento caratterizzate da clasti di dimensioni decimetriche, negli interstizi dei quali è presente un suolo ricco in humus che permette la crescita di diverse specie vegetali. Tali formazioni si differenziano da quelle presenti a quote inferiori per la presenza di Luzula alpino-pilosa, spesso dominante, grazie alla quale è possibile individuare in questi ambienti l’associazione Luzuletum spadicee. Ghiaioni del mediterraneo occidentale e termofili Il tipi di vegetazione che si riferiscono a questo gruppo appartengono allo Stipetum calamagrostis (= Achnatheretum calamagrostis); al Rumicetum scutati (aggruppamento a Calamagrostis varia; Biscutello prinzerae-Alyssetum bertolonii) e altre fitocenosi dell’Alyssion bertolonii, Cryptogrammo-Dryopteridetum oreadis. Le prime 3 sono inquadrabili nello Stipetalia calamagrostis, mentre l’ultima nell’Androsacetalia alpinae. Un discorso a parte meritano le fitocenosi ofiolitiche dell’Alyssion bertolonii, segnalate nell’area di studio, presumibilmente inquadrabili dal punto di vista vegetazionale nella classe Festuco-Brometea, che riunisce le associazioni di prateria più o meno aride, ma che costituiscono a tutti gli effetti fitocenosi detriticole peculiari se non addirittura endemiche. Lo Stipetum calamagrostis si rinviene generalmente su detriti fini di matrice marnosa-arenacea presenti nelle fasce collinare e montana, su pendii esposti nei versanti assolati. È caratterizzata dalla dominanza della graminacea cespitosa Achnatherum calamagrostis, accompagnata da Laserpitium gallicum, Scrophularia canina, Epilobium dodonaei. L’aggruppamento a Calamagrostis varia colonizza pendii e canaloni detritici freschi esposti a Nord presenti nelle fasce submontana e montana del Crinale tosco-emiliano. E’ caratterizzato dalla dominanza di Calamogrostis varia, cui si associano specie glareicole mesofile quali Rumex scutatus, Doronicum columnae, Adenosyles australis, Leontodon hyoseroides e la felce rupicola Asplenium trichomanes. La formazione vegetale detriticola certamente più diffusa nelle fasce montana e subalpina dei Parchi di crinale dell’Appennino tosco-emiliano è senza dubbio il Cryptogrammo-Dryopteridetum oreadis. L’associazione colonizza accumuli detritici arenacei, spesso completamente stabilizzati, con clasti di dimensioni da decimetriche a metriche, in aree soggette a prolungato innevamento. Negli interstizi freschi e ricchi di humus compresi fra le rocce, si sviluppa una comunità vegetale caratterizzata da numerose pteridofite, tra cui, oltre a Cryptogramma crispa e D. oreades si annoverano Dryopteris filix-mas, D. affinis subsp. cambrensis, D. dilatata, D. expansa, Athyrium filixfoemina, A. distentifolium, Polystycum aculeatum, P. lonchitis e Phegopteris connectilis. Tra le fanerogame più frequenti vi sono Saxifraga rotundifolia, Alchemilla saxatilis, Hypericum richeri e il raro Geranium macrorrhizum. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 375 di 489 Rev. 0 Pareti rocciose interne silicee con vegetazione casmofitica Anche in questo caso si includono diverse tipologie vegetazionali casmofitiche delle pareti rocciose non carbonatiche, in particolare rupi ofiolitiche colonizzate da Asplenium cuneifolium e rupi arenacee colonizzate da Primula apennina. Il Drabo aizoidis-Primuletum apenninae costituisce l’associazione rupicola più diffusa sulle pareti arenacee della fascia subalpina dell’Appennino tosco-emilano. La forma tipica si sviluppa sulle rupi esposte nei quadranti settentrionali ed è caratterizzata dall’endemica Primula apennina e da Draba aizoides, cui si associano Saxifraga paniculata, Asperula aristata subsp. oreophila, Arenaria bertolonii e Asplenium septentrionale. Sulle rupi esposte nei quadranti meridionali si sviluppa invece una variante termofila differenziata da Silene saxifraga, Seseli libanti e Globularia incanescens. La fitocenosi è presente in tutto il crinale dell’Appennino tosco-emiliano. La vegetazione più tipica delle rupi ofiolitiche è l’associazione Sedo-Asplenietum cuneifolii. La si rinviene generalmente sulle pareti esposte nei quadranti settentrionali ed è caratterizzata dalla felce Asplenium cuneifolium, esclusiva dei substrati ofiolitici, cui si associano altre specie litofile quali Cardamine plumieri, Robertia taraxacoides, Ceterach officinarum, Sedum dasyphyllum e Campanula rotundifolia. Le rupi ofiolitiche esposte nei quadranti meridionali sono colonizzate da aggruppamenti vegetali sempre inquadrabili nell’Asplenion cuneifolii, ma differenziati dalla presenza di specie più termofile quali Notholaena marantae, Alyssum bertolonii, Sedum rupestre e Galium cordifolium. Fitocenosi rupicole ofiolitiche riconducibili al Sedo-Asplenietum cuneifolii ed aggruppamenti affini sono presenti con notevole diffusione nell’appennino parmense. Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo AlbiVeronicion Dillenii Comunità vegetali pioniere delle alleanze Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-Veronicion dillenii che colonizzano suoli superficiali di superfici rocciose silicee. Si tratta di vegetazione in grado di colonizzare sia pareti rocciose sia detriti d’alterazione di rocce silicatiche con specie adatte a sopportare lunghi periodi di siccità o di scarsa disponibilità d’acqua nel suolo, appartenenti alla famiglia delle Crassulacee, che formano cenosi pioniere in grado di comportarsi come stabili in condizioni stazionali estreme. La formazione più frequente nelle aree di indagine vede la prevalenza di Sempervivum arachnoideum e S. montanum. E risulta generalmente confinata su affioramenti rocciosi arenacei in prossimità di creste ventose (in particolare lungo lo spartiacque appenninico principale) oltre il limite della vegetazione arborea. COLTIVI E AREE URBANE Seminativi estensivi Comprendono colture di vario tipo (dai seminativi, prevalentemente cerealicoli, ai prati a Medicago sativa). Diffusi principalmente nei fondovalle entrano in interferenza diretta con il progetto di tracciato. Seminativi intensivi Comprendono colture specializzate, erbacee e non, ad elevata densità e intensità colturale fino agli orti, impianti specializzati protetti (coperture, serre, ecc.). Buona parte File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 376 di 489 Rev. 0 dell’agricoltura intensiva e specializzata della Pianura padana rientra in questa categoria. Vi appartengono anche le attività specializzate dedicate all’allevamento. Oliveti Le piantagioni di Olea sativa sono presenti in modo sporadico solamente lungo la Valle del Magra in Toscana. Solo occasionalmente le piantagioni di olivo possono superare i 700 m di quota. Foto 2.4/D: Aree coltivate nei pressi di un nucleo abitato Vigneti La coltura della vite è presente nella valle del Nure (Appennino piacentino). I vigneti sono quasi del tutto assenti dal resto del territorio. Anche i vigneti superano raramente i 700 m di quota. Impianti di arboricoltura da legno, Pioppeti Riguardano sia le zone collinari (dove le specie maggiormente impiegate sono il noce, il ciliegio, la farnia) che le zone di pianura in impianti specializzati dedicati alla coltivazione del Pioppo. Aree urbanizzate e industriali L’area con maggiore urbanizzazione è legata ai centri che uniscono Fiorenzuola d’Arda a Piacenza nell’ambito padano; relativamente urbanizzato appare anche il fondovalle del File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 377 di 489 Rev. 0 Magra con Pontremoli. Nel Parmense sono presenti centri urbani di un certo rilievo quali Borgo Val di Taro, Bedonia e Bardi. 2.4.4 Descrizione dell’uso del suolo lungo i tracciati delle condotte Metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore DN 900 (36”) in progetto L’uso del suolo lungo il tracciato della nuova condotta riflette le diverse caratteristiche fisiche e climatiche che si susseguono dalla valle del F. Magra al settore meridionale della pianura padana. Lungo la direttrice di progetto si vengono così individuare i seguenti tratti distintivi, caratterizzati da usi del suolo sufficientemente omogenei e, tra loro, sensibilmente diversificati: Valle del F. Magra (dal km 0 al km 10 circa) Questo primo tratto è caratterizzato da un’alternanza di superfici boscate, seminativi e pochi appezzamenti di legnose agrarie (viti ed olivi). Lungo il fondovalle, percorso dal F. Magra, sono presenti tratti di vegetazione ripariale a prevalenza di salice bianco e pioppo. Le formazioni boschive sono dominate da boschi di castagno spesso misti con conifere, mentre nel fondovalle sono frequenti formazioni di invasione a prevalenza di robinia; sui versanti più freschi ed a quote inferiori ai 400-500 m si rileva la presenza di formazioni a prevalenza di carpino nero. Versante meridionale dell’Appennino (tra il km 10 e il km 25 circa) Le formazioni nettamente prevalenti sono i boschi di latifoglie a dominanza di castagno; in particolare, nella zona del Passo del Brattello, sono interessati rimboschimenti di conifere a prevalenza di douglasia, abete e pino nero. Sopra gli 800900 metri le formazioni prevalenti sono i boschi di faggio. Fondivalle del F. Taro e del T. Ingegna (tra il km 25 e il km 37 circa) Questo tratto è caratterizzato da un’alternanza di seminativi e superfici boscate; non sono presenti colture legnose significative, mentre sono presenti sporadici appezzamenti caratterizzati da vegetazione incolta. Le superfici a seminativo sono costituite in prevalenza da colture cerealicole e foraggere; le formazioni boschive sono in prevalenza costituite da formazioni di cerro e roverella. Lungo il fiume Taro sono presenti formazioni ripariali a prevalenza di salici e pioppi. Fondovalle del T. Toncina e crinale tra T. Ceno e T.Arda (tra il km 37 e il km 74 circa) Questo lungo tratto è caratterizzato da un’assoluta prevalenza di boschi di latifoglie la cui formazione varia a seconda delle caratteristiche stazionali in cui si trovano a vegetare: • a quote intorno a 600-700 m s.l.m. nei versanti più freschi si osservano formazioni a prevalenza di carpino nero, mentre nelle esposizioni più calde tendono a prevalere le formazioni a roverella e cerro; • fra 700 e 900 m s.l.m.i prevalgono le formazioni di castagno; • oltre 900 m s.l.m. prevalgono i boschi di faggio. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 378 di 489 Rev. 0 Nei pressi di Bore si rileva la presenza di una formazione boschiva mista di latifoglie e conifere (pino nero e douglasia) oltre che piccoli appezzamenti di seminativo. Fondovalle del T. Ceno e del T. Chiavenna (tra il km 74 e il km 96 circa) Questo tratto è caratterizzato da una prevalenza di superfici a seminativo, alle quali si alternano formazioni boschive di latifoglie (prevalentemente formazioni a carpino nero e robinieti) e, soprattutto nella parte finale del tratto, vigneti. Pianura padana (tra il km 96 ed il km 107 circa) Quest’ultimo tratto è caratterizzato dalla presenza prevalente di seminativi ai quali si alternano ambiti rurali e, lungo i corsi d’acqua, formazioni ripariali. Metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore DN 750 (06”) in dismissione Analogamente a quanto registrato per la condotta in progetto, lungo il tracciato della tubazione in dismissione si individuano i seguenti tratti caratterizzati da usi del suolo sufficientemente omogenei e, tra loro, sensibilmente diversificati: Valle del F. Magra (dal km 0 al km 10 circa) Questo primo tratto è caratterizzato da un’alternanza di superfici boscate, seminativi e pochi appezzamenti di legnose agrarie (viti ed olivi). Lungo il fondovalle, percorso dal torrente Magra, sono presenti tratti di vegetazione ripariale a prevalenza di salice bianco e pioppo. Le formazioni boschive sono dominate da boschi di castagno spesso misti a conifere, mentre nel fondovalle sono frequenti formazioni di invasione a prevalenza di robinia; sui versanti più freschi ed a quote inferiori ai 400-500 metri si trovano formazioni a prevalenza di carpino nero. Versante meridionale dell’Appennino (tra il km 10 e il km 22 circa) Questo tratto è dominato da formazioni boschive a netta prevalenza di cedui di castagno; sopra gli 800-900 m s.l.m. iniziano a prevalere le formazioni di faggio; nella zona del Passo del Brattello sono presenti rimboschimenti di conifere a prevalenza di douglasia, abete e pino nero. Lungo questo tratto sono presenti appezzamenti di prato e pascoli e piccole superfici di seminativo nei pressi dei piccoli centri abitati (ad esempio nei pressi di Grondola). Fondivalle del F. Taro e del T. Ingegna (tra il km 22 e il km 33 circa) Questo tratto è caratterizzato da un’alternanza di seminativi e superfici boscate, non sono presenti colture legnose significative, mentre sono presenti sporadici appezzamenti caratterizzati da vegetazione incolta. Le superfici a seminativo sono costituite in prevalenza da colture cerealicole e foraggere; le formazioni boschive sono in prevalenza costituite da formazioni di cerro e roverella. Lungo il fiume Taro sono presenti formazioni ripariali a prevalenza di salici e pioppi. Fondovalle del T. Toncina e alto crinale tra T. Arda e T. Chero (tra il km 33 e il km 54 circa) Questo lungo tratto è dominato da boschi cedui di latifoglie, ad eccezione della zona del comune di Bardi, ove sono presenti superfici a seminativo (cereali e foraggere). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 379 di 489 Rev. 0 Le formazioni forestali in questo tratto variano a seconda delle caratteristiche stazionali in cui si trovano a vegetare: • a quote intorno a 600-700 m s.l.m. nei versanti più freschi, si trovano formazioni a prevalenza di carpino nero, mentre nelle esposizioni più calde tendono a prevalere le formazioni a roverella e cerro • fra 700 e 900 m s.l.m. si incontrano spesso formazioni a prevalenza di castagno • oltre 900 m s.l.m. prevalgono i boschi di faggio. A queste formazioni devono essere aggiunte quelle cenosi costituite da boschi di invasione, molto frequenti nei bordi di prati e pascoli, composte in prevalenza da piante di ciliegio, robinia, nocciolo e pioppo. Basso crinale tra T. Arda e T. Chero e fondovalle del T. Chero (tra il km 61 e il km 84 circa) Questo tratto, caratterizzato da una morfologia collinare, vede una prevalenza di superfici a seminativo, al quale si alternano formazioni boschive di latifoglie (prevalentemente formazioni a carpino nero e robinieti) e, soprattutto nella parte finale del tratto, vigneti. Pianura padana (tra il km 84 ed il km97 circa) Questo ultimo tratto è caratterizzato dalla presenza prevalente di seminativi ai quali si alternano fabbricati rurali e formazioni ripariali lungo i corsi d’acqua. 2.5 Caratterizzazione faunistica La composizione e la struttura delle comunità faunistiche risponde a fattori che agiscono a molteplici scale spaziali da quelle più macroscopiche, come ad esempio le regioni climatiche, a quelle più locali, come la disponibilità di singole risorse chiave quali potrebbero essere la presenza di un albero morto o di un affioramento roccioso. Nel descrivere il quadro faunistico del territorio interessato dall’intervento in esame si deve tener conto di questa multiscalarità, delle caratteristiche del progetto e della disponibilità di informazioni. In considerazione dei fattori citati la componente faunistica è stata analizzata sotto tre aspetti: 1. La distribuzione sul territorio a vasta scala; 2. La relazione con le tipologie di paesaggi ecosistemici presenti; 3. Il rapporto ecosistemico con le formazioni vegetali individuate. Lo studio a vasta scala è semplicemente l’individuazione delle specie il cui areale noto interessa l'area di studio (vedi par. 2.5.1). Per quanto concerne invece la relazione con la componente paesaggistica ecosistemica tale valutazione acquista un valore particolare data la sempre maggior consapevolezza che il paesaggio, inteso in questa sezione in senso ecologico come insieme di ecosistemi in relazione spaziale e funzionale, è un elemento essenziale per comprendere e descrivere le comunità animali. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 380 di 489 Rev. 0 Dal risultato dei sopralluoghi effettuati sono stati individuati quattro tipologie di “paesaggi” principali rappresentativi dell’area in esame: il Fondovalle del Magra, il Crinale appenninico, i Rilievi emiliani e la Pianura Padana. Fondovalle del Magra. Si sviluppa dall'inizio del tracciato sino all'altezza di Pontremoli ed è caratterizzato da una morfologia pianeggiante dominata dal greto del Magra e dai coltivi che lo circondano. La vegetazione naturale è piuttosto scarsa e limitata soprattutto alle aree di pertinenza fluviale e a lembi residui tra le colture, più comuni in prossimità del reticolo idrografico minore. Gli insediamenti sono diffusi ed il sistema infrastrutturale, dominato dall'autostrada A15 e dalla SS n. 62, piuttosto fitto. A questo paesaggio ecosistemico sono stati associati, per praticità di analisi, anche i rilievi che bordano la valle e che sono caratterizzati da una copertura forestale piuttosto continua con estesi boschi di latifoglie mesofile e soprattutto da castagneti, in parte abbandonati. I tracciati in oggetto si sviluppano sulla sponda destra della valle e, tranne pochi tratti, soprattutto al margine del fondovalle. I rilievi circostanti sono interessati in particolare in prossimità di Pontremoli dove, per evitare il centro abitato, il percorso sale sulle creste sovrastanti. Crinale appenninico. A monte di Pontremoli le morfologie si fanno più aspre e le quote, che sino ad ora si sono mantenute sotto i 400 m s.l.m., iniziano ad aumentare in modo deciso ed in pochi chilometri raggiungono lo spartiacque che in questo tratto dell'Appennino tosco emiliano non è molto alto collocandosi ai 953 m al Passo del Brattello, dove passa il nuovo metanodotto mentre le vette circostanti si attestano intorno ai ai 1500 m s.l.m. a Monte Vergastrelli (1453 m) e Monte Molinatico (1543 m) le due cime maggiori dell'area. Il paesaggio vegetale, su entrambi i versanti, è dominato dal bosco, in particolare dai castagneti che solo alle quote più elevate sono sostituiti dalle faggete; sono presenti anche lembi di cerreta ed estesi rimboschimenti di conifere mentre le praterie sono confinate a piccole radure nelle parti sommitali dei rilievi. I coltivi sono scarsi e strettamente legati ai piccoli nuclei abitati che si sono insediati nelle porzioni di versante più favorevoli. Complessivamente la presenza umana è comunque scarsa anche se gli estesi castagneti testimoniano di un antico ed intenso uso del territorio. Rilievi emiliani. Giunti nel fondovalle del Taro il metanodotto in progetto, procedendo verso nord, attraversa un territorio caratterizzato da rilievi la cui quota massima oscilla tra 1000 e 1400 metri con pendici in genere non eccessivamente acclivi e solcato da corsi d'acqua a carattere torrentizio con greti ampi e sassosi. Questo paesaggio ecosistemico è il più esteso nell’area di studio. Complessivamente ci troviamo di fronte ad un mosaico di boschi di latifoglie, soprattutto cerrete, ed aree aperte, pascoli, prati e coltivi, in cui la proporzione delle diverse tessere varia creando contesti dominati dai complessi forestali nelle aree sommitali e sui versanti più acclivi e dalle formazioni erbacee sui pendii più dolci o avvicinandosi ai fondovalle. A questa struttura generale si aggiungono localmente elementi in grado di aumentare la diversità faunistica ed in particolare alcune aree rupestri ed i greti fluviali che come detto sono spesso ampi e privi di vegetazione. Nel complesso il territorio appare eterogeneo ed offre opportunità di insediamento ad una fauna ricca e diversificata inoltre, pur mostrando evidente l'origine antropica, File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 381 di 489 Rev. 0 presenta lembi naturali di grande pregio. Esso termina con gli ultimi rilievi collinari che si affacciano sulla Pianura Padana dove i seminativi sono in continuità con quelli dell'area planiziale. Il tessuto insediativo è diffuso ma non fitto e la rete infrastrutturale è caratterizzata da un reticolo di strade di piccole e medie dimensioni che pur permeando l'intera area non crea barriere ecologiche in grado di interrompere la continuità ecologica. Pianura Padana. L'ultimo paesaggio ecologico presente nell'area di studio è quello della Pianura Padana i cui elementi costitutivi sono le colture agrarie intensive, interrotte da una fitta rete di canali e dalle piccole formazioni arboree associate al reticolo idrografico. Qui le trasformazioni antropiche hanno radicalmente trasformato il paesaggio riducendo al minimo gli elementi naturali ed il sistema insediativo ed infrastrutturale crea un reticolo che permea in maniera capillare il territorio. I corsi d'acqua rappresentano l'unico spazio significativo lasciato a tutte quelle specie che non sono in grado di adattarsi ai contesti fortemente antropizzati, come i campi ed i nuclei abitati, e le comunità faunistiche sono sicuramente impoverite rispetto a quelle sin qui incontrate. Non di meno non va sottovalutato il valore per la biodiversità che possono rivestire i contesti meglio conservati che proprio per il loro carattere residuale possono riservare sorprese inaspettate. Dal quadro paesaggistico descritto si evince che il territorio in esame, pur nella diversità delle situazioni ecologiche, si caratterizza per una dominanza delle formazioni forestali di latifoglie che, ove più continue, ove interrotte da formazioni aperte, sono comunque sempre, con l'eccezione del tratto terminale in Emilia, l'elemento caratterizzante il paesaggio vegetale. Sono rilevanti gli ambienti ripariali e di greto dei corsi d’acqua presenti seppur caratterizzati da portate modeste ed, infine, è molto scarsa la presenza di praterie montane e di aree rupestri. 2.5.1 Analisi faunistica La redazione del quadro conoscitivo del sistema faunistico dell’area di studio è stata condotta sulla base della documentazione bibliografica disponibile, in particolare si è fatto riferimento alle informazioni fornite dalla Rete Natura 2000 e dal sistema delle Aree Protette (“Legge quadro sulle aree protette” 394/91). Per la definizione dell'ampiezza dell'area di studio, variabile in funzione delle caratteristiche dell'opera e dei gruppi sistematici interessati, sono stati esaminati i siti tutelati a livello comunitario, i cui confini, ricadono ad una distanza massima di 5 km dall’asse dei tracciati. Per ognuno di essi sono state prese in considerazione le specie segnalate nel Formulario Standard Ministeriale (Rete Natura 2000) e si è evidenziato quanto segue. Le specie di Invertebrati presenti sono solamente 7, di cui 5 inserite negli allegati alle direttive comunitarie. In Toscana è tipico il Coleottero trogofilo (Duvalius guareschi angelae) mentre complessivamente, nel territorio in esame, si individuano le specie forestali legate ai boschi maturi come Rosalia alpina, caratteristica delle faggete e Cerambix cerdo e Lucanus cervus più diffuse nei querceti. Il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) è segnalato nella sola ZPS IT4020020 “Crinale dell'Appennino parmense” a causa dell'assenza di ambienti fluviali tutelati. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 382 di 489 Rev. 0 Per quanto concerne l'Ittiofauna sono state individuate solo 5 specie, tutte di interesse comunitario. Le specie più diffuse sono il Vairone ed il Barbo canino tipiche dei tratti medio - alti dei corsi d'acqua con fondali ghiaiosi o sabbiosi e corrente vivace. Tra gli Anfibi sono segnalate 8 specie di cui 3 di interesse comunitario quali il Geotritone di Strinati, il Tritone crestato italiano ed il Tritone alpestre. Per questa classe, caratterizzata da una scarsa vagilità, sono particolarmente significativi i siti direttamente attraversati dal progetto. Le specie di Rettili sono solo 6, nessuna delle quali è inserita nell'allegato II della direttiva Habitat. Si tratta di specie piuttosto diffuse con la sola eccezione della Natrice viperina, estremamente localizzata nell'Appennino tosco-emiliano. Gli Uccelli sono la classe più rappresentata, in particolare sono segnalate 51 specie di cui 15 di interesse comunitario. Di queste ultime tuttavia 5 specie non sono presenti nel periodo riproduttivo e sostanzialmente sono limitate al solo SIC “Boschi dei Ghirardi” (IT4020026). Si tratta soprattutto di specie legate agli ambienti forestali o ai coltivi mentre molto rare e localizzate sono quelle di prateria. Per quanto concerne la classe dei Mammiferi sono state individuate 6 specie di interesse comunitario di cui 5 sono Chirotteri, un gruppo per il quale gli studi sono spesso lacunosi; mentre la sesta è rappresentata dal Lupo. Le altre 12 specie di mammiferi segnalate sono spesso comuni e diffusi come ad esempio lo scoiattolo, la lepre o il cinghiale e la loro indicazione è frutto delle scelte di chi ha compilato il formulario piuttosto che della loro effettiva distribuzione. In conclusione, dall’analisi dei Formulari Standard emerge che, complessivamente, nei siti tutelati esaminati sono segnale 24 specie animali di interesse comunitario e 5 specie migratrici o svernanti. 2.5.2 Analisi faunistica per ecosistema Come detto precedentemente la disamina è stata effettuata considerando le quattro tipologie di paesaggi ecosistemici descritte precedentemente: • Fondovalle del Magra; • Crinale appenninico; • Rilievi emiliani; • Pianura Padana; ed inoltre, sette categorie di habitat che fanno riferimento alle grandi formazioni vegetali: • Boschi: Formazioni boschive, sia di latifoglie che di conifere e boschi ripariali esclusi i filari alberati e le fasce boscate nei paesaggi agrari; • Arbusteti: Formazioni preforestali ed arbusteti; • Praterie: Praterie naturali, seminaturali e prati permanenti anche quando parzialmente invasi da cespugli o con alberi sparsi; File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO • • • • Rev. Fg. 383 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Coltivi: Aree coltivate, esclusi i prati permanenti, con gli elementi arborei e/o arbustivi lineari o puntuali tipici del paesaggio agrario; Aree rupestri: Pareti rocciose verticali o sub verticali ed ambienti ipogei; Corsi d'acqua: Alvei e relative aree spondali purché non coperte da formazioni boschive (queste ultime sono comprese tra i boschi); laghi naturali o artificiale, pozze, sorgenti raccolte d'acqua artificiali, fossi, canali ecc. A questo habitat sono state assegnate anche quelle specie legate esclusivamente ai boschi ripariali; Aree urbane:Aree edificate compresi gli edifici rurali. Nella tabella seguente sono elencati i vertebrati che allo stato attuale risultano presenti nell'area interessata dal progetto (vedi Tab. 2.5/A). Nelle prime quattro colonne sono indicati i paesaggi in cui le specie sono presenti. Il livello di dettaglio dei dati, piuttosto eterogeneo, ha portato a distinguere le segnalazioni relative all'area di studio, evidenziate in verde, da quelle tratte da ricerche d'area vasta che permettono solo di valutare se l'area di studio rientri o meno nell'areale noto, evidenziate in grigio. Per gli uccelli è stato ritenuto opportuno considerare la presenza della specie senza prove di nidificazione, rappresentata in giallo. Le successive sette colonne indicano gli ambienti utilizzati che per gli uccelli sono sia quello di nidificazione che di alimentazione, se diversi. Per gli anfibi, i corsi d'acqua sono segnalati solo quando utilizzati dagli adulti anche al di fuori del periodo strettamente necessario alla riproduzione. Ovviamente l'indicazione fa riferimento agli habitat principali non escludendo quindi che più o meno occasionalmente ne possano essere utilizzati anche altri. Anfibi Salamandra pezzata* Tritone alpestre* Tritone crestato italiano Tritone punteggiato* Geotritone di Strinati* Ululone appenninico* Rospo comune Raganella italiana Rane verdi Rana dalmatina Rana appenninica* Rana temporaria* Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti Salamandra salamandra* Triturus alpestris* Triturus carnifex Triturus vulgaris* Speleomantes strinatii* Bombina pachypus* Bufo bufo Hyla intermedia Rana esculenta complex Rana dalmatina Rana italica* Rana temporaria* File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 384 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Rettili Testuggine palustre* Orbettino Ramarro occidentale Lucertola muraiola Lucertola campestre Luscengola comune Colubro liscio Colubro di Riccioli* Biacco Natrice viperina Natrice dal collare Natrice tassellata Saettone comune Vipera comune UCCELLI Tuffetto Tarabusino Germano reale Falco pecchiaiolo* Biancone* Albanella minore* Astore* Sparviere Poiana Aquila reale* Gheppio Lodolaio* Pellegrino* Pernice rossa Starna* Quaglia* Fagiano Gallinella d'acqua Corriere piccolo Pavoncella Beccaccia* Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) Emys orbicularis* Anguis fragilis Lacerta bilineata Podarcis muralis Podarcis sicula Chalcides chalcides Coronella austriaca Coronella girondica* Hierophis viridiflavus Natrix maura Natrix natrix Natrix tessellata Zamenis longissimus Vipera aspis Tachybaptus ruficollis Ixobrychus minutus Anas platyrhynchos Pernis apivorus* Circaetus gallicus* Circus pygargus* Accipiter gentilis* Accipiter nisus Buteo buteo Aquila chrysaetos* Falco tinnunculus Falco subbuteo* Falco peregrinus* Alectoris rufa Perdix perdix* Coturnix coturnix* Phasianus colchicus Gallinula chloropus Charadrius dubius Vanellus vanellus Scolopax rusticola* File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 385 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 UCCELLI Piro piro piccolo* Colombaccio Tortora orientale dal collare Tortora Cuculo Barbagianni Assiolo* Gufo reale* Gufo comune* Civetta Allocco Succiacapre* Rondone Martin pescatore* Gruccione Upupa Torcicollo Picchio verde* Picchio rosso maggiore Picchio rosso minore* Tottavilla Allodola Topino Rondine montana Rondine Balestruccio Calandro Prispolone Spioncello Cutrettola Ballerina gialla Ballerina bianca Merlo acquaiolo* Scricciolo Passera scopaiola Sordone* Pettirosso Usignolo Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) Actitis hypoleucos* Columba palumbus Streptopelia decaocto Streptopelia turtur Cuculus canorus Tyto alba Otus scops* Bubo bubo* Asio otus* Athene noctua Strix aluco Caprimulgus europaeus* Apus apus Alcedo atthis* Merops apiaster Upupa epops Jynx torquilla Picus viridis* Dendrocopus major Dendrocopus minor* Lullula arborea Alauda arvensis Riparia riparia Ptyonoprogne rupestris Hirundo rustica Delichon urbica Anthus campestris Anthus trivialis Anthus spinoletta Motacilla flava Motacilla cinerea Motacilla alba Cinclus cinclus* Troglodytes troglodytes Prunella modularis Prunella collaris* Erithacus rubecula Luscinia megarhynchos File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 386 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 UCCELLI Codirosso spazzacamino Codirosso Stiaccino Saltimpalo Culbianco Monachella* Codirossone* Merlo Tordo bottaccio Tordela Usignolo di fiume Beccamoschino Cannaiola Cannareccione Canapino Sterpazzolina Occhiocotto Bigia grossa* Sterpazzola Beccafico Capinera Luì bianco Luì verde Luì piccolo Regolo Fiorrancino Pigliamosche Balia dal collare* Codibugnolo Cincia bigia Cincia dal ciuffo Cincia mora Cinciarella Cinciallegra Picchio muratore Rampichino Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) Phoenicurus achruros Phoenicurus phoenicurus Saxicola rubetra Saxicola torquata Oenanthe oenanthe Oenanthe hispanica* Monticola saxatilis* Turdus merula Turdus philomelos Turdus viscivorus Cettia cetti Cisticolla juncidis Acrocephalus scirpaceus Acrocephalus arundinaceus Hippolais polyglotta Sylvia cantillans Sylvia melanocephala Sylvia hortensis* Sylvia communis Sylvia borin Sylvia atricapilla Phylloscopus bonelli Phylloscopus sibilatrix Phylloscopus collybita Regulus regulus Regulus ignicapillus Muscicapa striata Ficedula albicollis* Aegithalos caudatus Parus palustris Parus cristatus Parus ater Parus caeruleus Parus major Sitta europaea Certhia brachydactyla File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 387 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 UCCELLI Pendolino Rigogolo Averla piccola* Averla capirossa Ghiandaia Gazza Taccola Cornacchia grigia Corvo imperiale* Storno Passera d'Italia Passera mattugia Fringuello Verzellino Verdone Cardellino Fanello Crociere Ciuffolotto Frosone* Zigolo giallo Zigolo nero Zigolo muciatto Ortolano* Strillozzo MAMMIFERI Riccio europeo Toporagno comune Toporagno italico Toporagno d'acqua Toporagno acquatico di Miller Mustiolo etrusco Crocidura a ventre bianco Crocidura minore Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) Remiz pendulinus Oriolus oriolus Lanius collurio* Lanius senator Garrulus glandarius Pica pica Corvus monedula Corvus corone cornix Corvus corax* Sturnus vulgaris Passer italiae Passer montanus Fringilla coelebs Serinus serinus Carduelis chloris Carduelis carduelis Carduelis cannabina Loxia curvirostra Pyrrhula pyrrhula Coccothraustes coccothraustes* Emberiza citrinella Emberiza cirlus Emberiza cia Emberiza hortulana* Miliaria calandra Erinaceus europaeus Sorex araneus Sorex samniticus Neomys fodiens Neomys anomalus Suncus etruscus Crocidura leucodon Crocidura suaveolensis File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 388 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) MAMMIFERI Talpa europea Talpa cieca Rinolofo eurìale* Talpa europaea Talpa caeca Rhinolophus euryale* Rhinolophus Rinolofo maggiore* ferrumequinum* Rinolofo minore* Rhinolophus hippsideros* Barbastello comune* Barbastella barbastellus* Seròtino comune* Eptesicus serotinus* Pipistrello di Savi* Hypsugo savii* Vespertilio di Bechstein* Myotis bechsteinii* Vespertilio di Blyth* Myotis blythii* Vespertilio di Capaccini* Myotis capaccinii* Vespertilio di Daubenton* Myotis daubentonii* Vespertilio smarginato* Myotis emarginatus* Vespertilio maggiore Myotis myotis Vespertilio mustacchino* Myotis mystacinus* Vespertilio di Natterer* Myotis nattereri* Nottola gigante* Nyctalus lasiopterus* Nottola di Leisler* Nyctalus leisleri* Nottola comune* Nyctalus noctula* Pipistrello albolimbato* Pipistrellus kuhlii* Pipistrello di Nathusius* Pipistrellus di nathusii* Pipistrello nano* Pipistrellus pipistrellus* Orecchione bruno* Plecotus auritus* Orecchione grigio* Plecotus austriacus* Miniottero di Schreiber* Miniopterus schreibersii* Molosso di Cestoni Tadarida teniotis Lepre comune Lepus europaeus Scoiattolo comune* Sciurus vulgaris* Quercino* Eliomys quercinus* Ghiro Myoxus glis Moscardino* Muscardinus avellanarius* Arvicola rossastra Clethrionomys glareolus Arvicola terrestre Arvicola terrestris Arvicola di Savi Microtus savii Arvicola delle nevi Chionomys nivalis File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 389 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 MAMMIFERI Topo selvatico a collo giallo Topo selvatico Topolino delle risaie* Topo domestico Ratto nero Ratto delle chiaviche Istrice Nutria Lupo* Volpe Tasso Donnola Puzzola* Faina Martora* Cinghiale Daino Capriolo Aree urbane Corsi'acqua Aree rupestri Coltivi Praterie Arbusteti Boschi Pianura Colline Emilia Crinale appennino Denominazione Fondovalle Magra Tab. 2.5/A: Elenco delle altre specie di vertebrati presenti (seguito) Apodemus flavicollis Apodemus sylvaticus Micromys minutus* Mus domesticus Rattus rattus Rattus norvegicus Hystrix cristata Myocastor coypus Canis lupus* Vulpes vulpes Meles meles Mustela nivalis Mustela putorius* Martes foina Martes martes* Sus scrofa Dama dama Capreolus capreolus Dalla tabella si evince che: • le specie di Anfibi sono 12 di cui 3 di interesse comunitario e 7 inserite nella Lista Rossa nazionale. I settori più importanti sono quelli montani, Crinale appenninico e Rilievi emiliani, mentre tra gli ambienti, oltre ovviamente ai corsi d'acqua, va sottolineato il ruolo che svolgono per questo gruppo sistematico i boschi; • i Rettili sono probabilmente la classe meno ricca, almeno rispetto alle specie di interesse conservazionistico. Complessivamente sono segnalate 14 specie nessuna delle quali è inserita negli allegati alle direttive comunitarie mentre sono solo 2 quelle presenti nella Lista rossa. Tra gli habitat quelli più importanti sono le praterie, gli arbusteti ed i coltivi mentre i boschi rivestono un interesse del tutto marginale; • gli Uccelli sono la classe più rappresentata con 118 specie presenti solo in periodo riproduttivo. Di queste 13 sono di interesse comunitario e 28 sono segnalate nella Lista Rossa nazionale. Ovviamente il quadro per questa classe è molto più articolato di quelli sino ad ora descritti anche se emerge la ricchezza complessiva dei boschi che tuttavia si esplica attraverso formazioni vegetali differenti a cui spesso sono legate in modo più o meno esclusivo le specie, come nel caso ad esempio della cincia dal ciuffo che si incontra solo nei rimboschimenti di conifere. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA COMMESSA UNITÀ 669900 000 LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore • SPC. LA-E-83010 Fg. 390 di 489 Rev. 0 Anche la comunità delle aree coltivate è piuttosto ricca soprattutto in quei contesti in cui si conserva una buona dotazione di elementi naturali e seminaturali come siepi e filari alberati. Le praterie, poco diffuse nell'area di studio, pur non ospitando un gran numero di specie assumono un discreto valore in funzione dell'importanza conservazionistica di molte di esse. Gli altri ambienti svolgono un ruolo marginale o per la loro scarsità come nel caso delle aree rupestri o per ospitare specie comuni come nel caso delle aree urbane; i Mammiferi infine contano 61 specie di cui oltre un terzo sono chirotteri. Questo ordine è anche il più importante da un punto di vista conservazionistico con 23 specie nella Lista rossa e 10 nell'allegato II della direttiva 92/43/CEE. Da segnalare anche la presenza del Lupo, unica altra specie di interesse comunitario. Anche per questa classe i boschi sono l'ambiente più importante da un punto di vista quantitativo ma, grazie ai pipistrelli, assumono grande rilievo le aree rupestri e quelle urbane. Di seguito viene brevemente commentato lo status nell'area di studio delle specie di interesse conservazionistico. In grassetto sono evidenziate quelle inserite negli allegati I della direttiva Uccelli e II della direttiva Habitat. Invertebrati Gambero di fiume Specie di interesse comunitario dai dati disponibili risulta presente, in modo diffuso, solo nei tratti montani e collinari dei corsi d'acqua del versante adriatico. Anfibi Geotritone di Strinati Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Segnalato solo nella valle del Gordana, affluente di destra del Magra. Frequenta le cavità e il sistema interstiziale soprattutto lungo i torrenti appenninici. Rana appenninica Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Piuttosto diffusa lungo il crinale appenninico e nelle aree limitrofe. Manca solo nel paesaggio padano. Vive nei corsi d'acqua all'interno di aree boscate. Rana temporaria Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' relativamente diffusa solo lungo il Crinale appenninico sia sul versante toscano che emiliano dove può essere incontrata in molteplici ambienti come boschi e praterie purché in prossimità di raccolte d'acqua in cui si riproduce. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 391 di 489 Rev. 0 Salamandra pezzata Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' diffusa nell'area appenninica, anche a quote relativamente basse e nell'area di studio è assente solo nel paesaggio Pianura Padana. Vive principalmente nei boschi di latifoglie. Tritone alpestre Specie inserita nella Lista rossa nazionale. É relativamente diffusa nell'area appenninica. Piuttosto legata all'acqua dove spesso trascorre l'intera vita. Tritone crestato italiano Specie di interesse comunitario, è diffuso e relativamente abbondante in tutta l'area di studio tranne il Fondovalle del Magra. Preferisce ambienti a quote non molto elevate ed è piuttosto adattabile potendo vivere anche in stagni e paludi preferibilmente prive di pesci. Tritone punteggiato Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalato solo sul versante emiliano dove appare ampiamente diffuso. Piuttosto eclettico si adatta a una grande varietà di ambienti acquatici anche parzialmente manomessi. Ululone appenninico Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata in un solo sito sul versante toscano del Crinale appenninico all'interno del SIC IT5110002 “Monte Orsaro” relativamente lontano dai tracciati. Si riproduce in piccole raccolte d'acqua, anche temporanee. Rettili Colubro di Riccioli Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili segnalazioni relative all'area interessata dal progetto. E' comunque presente, quantunque localizzata, in aree prossime e con caratteri simili a quelli del paesaggio dei Rilievi emiliani. Natrice viperina Molto localizzata nei Rilievi emiliani, frequenta esclusivamente i corsi d'acqua. Testuggine palustre Specie inserita nella Lista rossa nazionale è presente solo in Pianura Padana e nei corsi d'acqua dei Rilievi emiliani, per lo più a quote basse. Uccelli Albanella minore Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata, non comune, solo per le aree collinari e planiziali emiliane. Frequenta le aree aperte sia incolte che coltivate dove colloca il nido direttamente sul terreno. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 392 di 489 Rev. 0 Aquila reale Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Non risulta la presenza di coppie nidificanti nell'area direttamente interessata dal progetto mentre ne sono presenti alcune in porzioni dell'Appennino limitrofe. Si può quindi ipotizzare che sia il Crinale appenninico che i Rilievi emiliano siano utilizzati da individui non territoriali o al di fuori della stagione riproduttiva. L'aquila reale nidifica sulle pareti rocciose, anche di piccole dimensioni, mentre l'attività di caccia si svolge soprattutto nelle aree aperte. Assiolo Specie inserita nella Lista rossa nazionale è presente solo nel versante adriatico dove è piuttosto comune ed a volte anche abbondante nei settori Rilievi emiliani e Pianura Padana. Frequenta sia le aree agricole in cui siano presenti filari alberati, piccoli boschi ed elementi arborei isolati che parchi e giardini. Astore Specie inserita nella Lista rossa nazionale è diffuso ma non comune nelle aree forestali dei settori appenninici mentre sembra mancare sia in Pianura Padana che nel Fondovalle del Magra. Questo accipitriforme è tipico dei boschi estesi e maturi sia di conifere che di latifoglie. Averla capirossa Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata come piuttosto localizzata e poco comune nel solo settore dei Rilievi emiliani. Frequenta le aree coltivate xeriche dove siano presenti siepi, boschetti, filari ed altri elementi arborei ed arbustivi. Averla piccola Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale è diffusa ed localmente comune in tutta l'area di studio. Frequenta le aree coltivate ed i pascoli montanti purché siano presenti arbusti, alberi isolati, siepi e filari in cui costruire il nido. Come i suoi congeneri l'alimentazione basata su insetti di medie e grandi dimensioni la rende particolarmente vulnerabile all'uso di insetticidi nelle pratiche agricole. Balia dal collare Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale rara e localizzata nei soli settori Crinali appenninico e Rilievi emiliani. Il suo legame con le formazioni forestali mature la rende molto sensibile alla gestione selvicolturale che quando troppo intensa la priva degli alberi maturi nelle cavità dei quali nidifica. I castagneti da frutto rappresentano spesso un habitat molto idoneo. Beccaccia Specie inserita nella Lista rossa nazionale è un nidificante molto localizzato nei boschi dei Rilievi emiliani. La beccaccia è molto elusiva e di difficile localizzazione per cui l'effettiva consistenza della popolazione potrebbe essere sottostimata. Biancone Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidifica con pochissime coppie molto localizzate nel versante adriatico del Crinale appenninico e File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 393 di 489 Rev. 0 nei Rilievi emiliani. Questo rapace diurno, che si nutre soprattutto di serpenti, nidifica nelle aree boscate ma si alimenta per lo più nei pascoli e nei coltivi. Bigia grossa Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Molto localizzata e rara nei Rilievi emiliani e potenzialmente anche sul Crinale appenninico essendo segnalata in Toscana in un'area prossima ed ecologicamente omogenea. Frequenta aree con densa copertura arbustiva, frutteti oliveti e boschi radi anche se non si può dire che le sue reali esigenze siano del tutto chiare. Calandro Specie di interesse comunitario. Localizzato nei pascoli dei Rilievi emiliani e del Crinale appenninico. Nidifica nelle aree aperte in particolare quando coperte da formazioni erbacee xeriche e discontinue. Codirossone Specie inserita nella Lista rossa nazionale, è un nidificante localizzato lungo il Crinale appenninico e nei Rilievi emiliani. La specie, che frequenta le praterie aperte in cui sono presenti affioramenti rocciosi, è in generale calo nella catena appenninica. Corvo imperiale Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Allo stato attuale non sembra nidificare nell'area di studio ma il Crinale appenninico e i Rilievi emiliani possono essere usati da individui provenienti da territori limitrofi. Il corvo imperiale nidifica sulle pareti rocciose e sta mostrando un significativo incremento delle popolazioni nidificanti con conseguente espansione dell'areale. Falco pecchiaiolo Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante raro e localizzato nel Crinale appenninico e nei Rilievi emiliani. Per le sue abitudini elusive e per un'oggettiva difficoltà nell'identificazione può essere sottostimato. Come il biancone nidifica nei boschi ma si alimenta nelle aree aperte. Gufo comune Specie inserita nella Lista rossa nazionale è un nidificante abbastanza diffuso e comune nel versante emiliano dove lo si può incontrare dalla pianura sino ai rilievi appenninici. In Toscana non è segnalato anche se, viste le sue abitudini notturne non se ne può escludere la presenza. Frequenta le aree boscate e i territori agricoli purché siano presenti alberi su cui nidificare. Gufo reale Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente localizzato come nidificante nell'area dei Rilievi emiliani. Depone le uova sulle pareti rocciose mentre per la caccia frequenta una grande varietà di ambienti. Lodolaio Specie inserita nella Lista rossa nazionale è segnalata come nidificante, non comune, solo sul versante emiliano. Frequenta le aree eterogenee in cui boschi e coltivi si alternano offrendo opportunità per nidificare i primi e territori di caccia i secondi. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 394 di 489 Rev. 0 Martin pescatore Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' presente come nidificante non comune lungo i principali corsi d'acqua di entrambi i versanti. La sua distribuzione è più continua nei tratti medio bassi. Merlo acquaiolo Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Diffusa ma in genere non abbondante lungo il tratto montano dei corsi d'acqua di entrambi i versanti; manca nella Pianura Padana. Monachella Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Presente in modo assolutamente puntuale in pochissimi siti dei Rilievi emiliani. Frequente aree aperte aride, assolate e calde complessivamente rare nell'area di studio. Ortolano Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente raro e localizzato nei Rilievi emiliani. Frequenta aree aperte aride e calde. Pellegrino Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Estremamente localizzato come nidificante, anche per la scarsità di pareti rocciose adatte alla deposizione delle uova, la riproduzione è confermata solo per il SIC IT4010008 “Castell'Arquato, Lugagnano Val d'Arda”. La nidificazione è certa anche nella ZPS IT4020020 “Crinale dell'Appennino parmense” ma per la sua distanza dai tracciati non riteniamo che questo solo dato permetta di considerare il pellegrino nidificante nel settore Crinale appenninico che ricordiamo, comprende solo il tratto direttamente interessato dal nostro progetto. La specie comunque frequenta tutta l'area di studio. Picchio rosso minore Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' nidificante diffuso ma non comune in tutto il versante emiliano ad esclusione della Pianura Padana. Non sono disponibili invece segnalazioni per il versante toscano. Come tutti i picchi questa specie necessita di alberi maturi in cui scavare il proprio nido ma sembra più forestali dei congeneri rosso maggiore e verde. Picchio verde Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante diffuso ed abbastanza comune in tutti i settori dell'area di studio. Frequenta le aree boscate e i territori agricoli purché ricchi di filari alberati, fasce arborea parchi, ecc. Piro piro piccolo Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante localizzato e poco comune nei greti fluviali dei corsi d'acqua dei settori Fondovalle del Magra e Rilievi emiliani. Quaglia Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante diffusa ma non abbondante nelle aree aperte, coltivi e pascoli, di tutta l'area di studio con una certa preferenza per quelle a quote medio - basse. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 395 di 489 Rev. 0 Sordone Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante molto localizzato nel Crinale appenninico. Questa specie, tipicamente montana, si riproduce solo nei pascoli d'altitudine con affioramenti rocciosi che nell'area direttamente interessata dal progetto sembrano essere molto scarse. Starna Specie inserita nella Lista rossa nazionale. La distribuzione della starna è fortemente condizionata dalle continue immissioni a scopi venatori che non permettono di delineare un quadro significativo del suo status. In assenza di questi apporti esterni la specie sarebbe probabilmente estremamente localizzata e confinata alle aree precluse alla caccia. Il suo habitat sono le aree aperte sia naturali che agricole. Succiacapre Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' un nidificante scarso nelle aree aperte montane e nei boschi del Crinale appenninico e dei Rilievi emiliani. Si riproduce anche nei greti sassosi dei corsi d'acqua. Tottavilla Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Nidificante relativamente diffuso e comune nelle aree collinari e basso montane dei due versanti manca solo nel settore Pianura Padana. Il suo habitat d'elezione sono le praterie con alberi e arbusti a quote medio basse. Mammiferi Lupo Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. La distribuzione di questa specie, dotata di grande mobilità non è facile da definire in dettaglio. Allo stato attuale comunque occupa più o meno regolarmente tutta la fascia appenninica dal Fondovalle del Magra sino alle propaggini più esterne dei Rilievi emiliani. Il cuore della popolazione è comunque concentrato nelle porzione più interna dell'area di studio. Il lupo frequenta una grande varietà di ambienti anche se i siti più sensibili, come ad esempio le tane, sono in genere all'interno dei complessi boschivi. Martora Specie inserita nella Lista rossa nazionale. La specie risulta presente nell'area appenninica ma non sono disponibili informazioni sul suo status. Frequenta le aree forestali. Moscardino Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo status nell'area di studio. Puzzola Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo status nell'area di studio. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 396 di 489 Rev. 0 Quercino Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Nono sono disponibili informazioni sul suo status nell'area di studio. Scoiattolo comune Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili informazioni sul suo status nell'area di studio. Topolino delle risaie Specie inserita nella Lista rossa nazionale. Non sono disponibili informazioni sul suo status nell'area di studio. Chirotteri Le informazioni sui chirotteri sono molto scarse a livello puntuale per cui è stato possibile definire la composizione potenziale delle comunità sulla base degli areali noti, mentre è impossibile qualunque commento alla scala locale. Per alcune specie sono state recuperate informazioni di maggior dettaglio attraverso i formulari standard dei siti Natura 2000. Complessivamente questo gruppo sistematico riveste un grande valore per il numero elevato di taxa di interesse conservazionistico. Gli habitat frequentati per la riproduzione o lo svernanmento possono essere vari e, come evidente nella tab 2.5/A, oltre alle aree rupestri, alle grotte e agli edifici, rivestono un significato particolare le aree forestali mature in cui alcune specie trovano rifugi idonei nelle cavità degli alberi. Ittiofauna L’Ittiofauna necessita una trattazione separata in quanto la sua presenza non è relazionabile alle quattro tipologie di paesaggio individuate ma la distribuizione delle specie è strettamente legata ai bacini presenti nel territorio in esame. Il progetto attraversa due regione biogeografiche distinte: quella Italico – Peninsulare e quella Padana (Zerunian 2002). La prima comprende il versante tirrenico della penisola sino alla Liguria esclusa, quello ionico e quello adriatico sino alle Marche meridionali, la seconda la restante parte del versante adriatico comprese le Marche centrosettentrionali. Il tracciato dei metanodotti interessa due bacini principali, quello del Magra che sfocia nel Tirreno ed appartiene alla prima, e quello del Po che si colloca nella seconda. Del Magra sono coinvolti il tratto intermedio, a valle di Pontremoli e due affluenti, il Gordana ed il Verde, entrambi nel loro tratto terminale. Nella porzione Padana i corsi d'acqua coinvolti sono più numerosi e sostanzialmente fanno riferimento a tre affluenti del Po: il Taro, l'Arda e il Chiavenna. Il primo viene toccato solo per un breve tratto a monte di Borgo Val di Taro così come è sfiorato il suo affluente Ceno; più significativa è l'interazione con il torrente Ingenga, e con il torrente Toncina affluente del Ceno. Va comunque sottolineato che durante i sopralluoghi, effettuati nel mese di ottobre, i tratti di questi due ultimi corsi d'acqua interessati dal progetto erano completamente secchi. Arda e Chiavenna entrano in contatto con i tracciati molto più intensamente ed oltre ad essi è interessato dall'opera il T. Chero tributario del T. Chiavenna. In particolare un File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 397 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Rev. 0 tratto significativo dei due percorsi, quello esistente e quello di progetto corrono lungo il Chiavenna ed il Chero. Nell'analisi delle comunità faunistiche i pesci sono stati suddivisi secondo questi quattro bacini: Magra, Taro, Arda e Chiavenna e le presenze sono state assegnate, sulla base dei dati disponibili, in rapporto ai tratti interessati. In particolare sono state segnalate 19 specie di pesci di cui 6 di interesse comunitario e 7 inserite nella Lista Rossa Nazionale. Dalla tabella si evince la ricchezza faunistica del Torrente Chiavenna e, in secondo luogo, del Fiume Arda, mentre i fiumi Magra e Taro ospitano un numero di specie inferiore. Tab. 2.5/B: Elenco delle specie ittiche presenti. In grassetto quelle di interesse comunitario, con asterisco quelle considerate a rischio nella Lista Rossa nazionale Specie ittiche Bacino Bacino Bacino F. Magra F.Taro T. Arda Bacino T.Chiavenna Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) Alborella (Alburnus alburnus alborella) Anguilla (Anguilla anguilla) Barbo canino* (Barbus meridionalis *) Barbo* (Barbus plebejus *) Carassio (Carassius carassius) Carpa (Cyprinus carpio) Cavedano (Leuciscus cephalus) Cobite* (Cobitis taenia bilineata *) Ghiozzo padano* (Padogobius martensii *) Gobione* (Gobio gobio *) Lasca (Chondrostoma genei) Persico reale* (Perca fluviatilis *) Pseudorasbora (Pseudorasbora parva) Sanguinerola (Phoxinus phoxinus) Scardola (Scardinius erythrophthalmus) Triotto (Rutilus erythrophthalmus) Trota fario (Salmo trutta) Vairone* (Leuciscus souffia muticellus *) Anche per quanto concerne l’Ittiofauna sono state descritte più dettagliatamente solo le specie di interesse conservazionistico ovvero quelle tutelate a livello comunitario e quelle inserite nella Lista Rossa Nazionale. Barbo canino Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata, rara, solo nell'Arda e nel suo affluente Lubiana in prossimità della loro confluenza. Frequenta i tratti medio alti dei corsi d'acqua con corrente vivace e fondo ghiaioso o ciottoloso. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 398 di 489 Rev. 0 Barbo Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. E' diffuso anche se non sempre abbondante, in tutti i corsi d'acqua analizzati. Specie a discreta valenza ecologica frequenta i tratti fluviali con corrente vivace e fondo ghiaioso o ciottoloso. Cobite Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Diffuso ma non abbondante nei corsi d'acqua del versante adriatico, frequenta aree con corrente moderata e fondo sabbioso o fangoso. Ghiozzo padano Specie inserita nella Lista Rossa nazionale, è piuttosto diffusa nel tratto medio-alto dei corsi d'acqua del versante adriatico. Vive nelle aree con corrente moderata e fondo ciottoloso o ghiaioso. Gobione Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata solo nel tratto terminale del Chiavenna. Frequenta aree con corrente moderata e fondo sabbioso o ghiaioso. Lasca Specie di interesse comunitario. Presente anche se non troppo diffusa nei corsi d'acqua del versante adriatico. Frequenta i tratti medio alti dei corsi d'acqua con corrente vivace e fondo ghiaioso. La specie, che compie brevi migrazioni per la riproduzione, è molto sensibile alle interruzioni della continuità fluviale. Persico reale Specie inserita nella Lista rossa nazionale. E' segnalata nel tratto terminale del Chiavenna in località La Chiusa comune di Cortemaggiore. Frequenta laghi e corsi d'acqua con corrente scarso o moderata. Trota fario La trota è diffusa in tutti i tratti alto-collinari e montani dei corsi d'acqua interessati. La presenza di questa specie è comunque fortemente condizionata dalle immissioni a scopo piscatorio. Vairone Specie di interesse comunitario e inserita nella Lista rossa nazionale. Diffuso in tutti i tratti medio alti dei corsi d'acqua presi in considerazione. Frequenta aree con acque correnti, fresche ed ossigenate e fondo ghiaioso. 2.6 Siti di importanza comunitaria Come indicato al paragrafo 9.3 della Sez. I, Quadro di riferimento programmatico, il progetto in esame attraversa unicamente il Sito di Importanza Comunitaria “Monte Menegosa, Monte Lama e Groppo di Gora” (Cod. IT4010002) e transita ad una distanza massima di 10 km dagli areali dei siti tutelati riportati nella tabella seguente (vedi Tab. 2.6/A, Vol. 2, All.1 Dis. LB-A-83214 “Corografia di Progetto” e Vol. 3, All. 2 File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Rev. Fg. 399 di 489 Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 0 Dis. LB-D-83203 "Strumenti di tutela e pianificazione - Normativa a carattere nazionale"). Tab. 2.6/A: Siti tutelati ubicati ad una distanza minima inferiore di 10 km dall’opera Codice Denominazione Distanza minima dalla condotta (km) DN 900 (36”) DN 750 (30”) in progetto in dismissione Siti ubicati a distanze ≤ 5 km dai tracciati IT5110001 SIC “Valle del Torrente Gordana” 0,885 0,905 IT5110002 SIC “Monte Orsaro” 4,050 4,365 IT5110101 SIC “Lago verde di passo del Brattello” 3,310 3,290 IT4020026 SIC “Bosco dei Ghirardi” 0,680 0,735 IT4010007 SIC “Roccia Cinque Dita” 4,380 5,960 IT4020012 SIC “Monte Barigazzo, Pizzo D’Oca” 2,125 2,170 IT4020003 SIC “Torrente Stirone” 4,600 9,920 IT4010008 SIC “Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda” 0,400 0,395 Siti Ubicati a distanze comprese tra 5 e 10 km dai tracciati SIC “Monte Cornoviglio - Monte Fiorito - Monte Dragnone” 7,900 8,100 IT4020020 ZPS “Parco dei cento laghi” 9,200 9,560 IT4020010 SIC “Monte Gottero” 5,860 5,735 IT4020013 SIC “Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola” 5,590 6,990 IT4020011 SIC “Groppo di Gorro” 8,030 9,905 IT4020008 SIC “Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino” 8,720 9,515 IT1343511 IT4010018 SIC/ZPS “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio” 9,215 8,240 IT4010017 SIC/ZPS “Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia” 9,120 9,080 L’incidenza della realizzazione dell’opera su siti è illustrata in due relazioni, rispettivamente dedicate alla percorrenza nel territorio delle regioni Toscana ed Emilia Romagna, allegate al presente studio di impatto ambientale a cui si rimanda per gli approfondimenti del caso (vedi Vol. 10, SPC LA-E-83012 e SPC LA-E-83014). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore 2.7 COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 400 di 489 Rev. 0 Paesaggio L’area di studio segue il tracciato dell’opera in progetto e va a costituire una fascia ampia circa 100 km che si estende da Pontremoli a Cortemaggiore e comprende territori della Toscana (provincia di Massa Carrara) e dell’Emilia Romagna (province di Parma e Piacenza) - (vedi 2.7/A). Fig. 2.7/A: 2.7.1 Il percorso del metanodotto in progetto lungo l’Appennino ToscoEmiliano Individuazione delle unità del paesaggio La complessità del paesaggio si viene a delineare per interazione tra la componente geomorfologica e naturale che si è evoluta nel tempo ed i fattori socioculturali che indirizzano l’azione antropica. Dalla combinazione puntuale di questi tematismi si viene a delineare una situazione articolata e dinamica, accentuata ancorpiù dall'estensione dell'area di studio. Per descrivere lo stato attuale del paesaggio dell’area vengono delineate aree che presentano caratteri di omogeneità per morfologia, copertura ed utilizzo del suolo, definite “unità di paesaggio”. All'interno di ciascuna unità, data l'estensione dell'area, si riscontra un'eterogeneità dei caratteri tale da rendere in alcuni casi necessaria un'ulteriore suddivisione in ambiti paesaggistici. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 401 di 489 Rev. 0 La forte predominanza degli elementi naturali dell’area e la connotazione agraria delle attività produttive storicamente rilevanti e ad oggi ancora caratterizzanti, fa sì che per l’area di studio si possano individuare due paesaggi agrari differenti: • Paesaggio dell’Appennino Tosco – Emiliano: − Sub unità dei paesaggi del fondovalle fluviale; • Paesaggio del piacentino: − Sub unità del paesaggio collinare; − Sub unità del paesaggio di pianura. Paesaggio dell’Appennino Tosco- Emiliano Il paesaggio dell’Appennino Tosco - Emiliano comprende e caratterizza il tracciato in progetto da Pontremoli sino a Lugagnano Val D’Arda. Questo ambito territoriale è contraddistinto dalle quattro valli principali dei fiumi Magra, Taro, Ceno e Arda, i cui caratteri vengono descritti dal sistema dei rilievi appenninici montani e pedemontani e dalle valli laterali dei corsi d’acqua a carattere torrentizio. Il territorio presenta una stretta relazione tra morfologia, organizzazione del sistema insediativo ed assetti agrari dei versanti sottostanti, organizzati in funzione della massima produttività agricola. Accanto agli ambiti ad alta naturalità che costituiscono le formazioni arboree ed arbustive descritte, si collocano gli ambiti agroforestali che, ad eccezione di quelli dell’area padana, presentano livelli di meccanizzazione molto bassi e mantengono pertanto un ruolo prioritario nel determinare la componente ecologica del paesaggio. Sulla base delle differenti tipologie di uso del suolo si possono individuare alcune zone che presentano caratteristiche omogenee: • le aree collinari, nei dintorni dei principali abitati di versante, caratterizzate da colture di tipo promiscuo finalizzate all'autoconsumo familiare. Le principali tipologie colturali sono rappresentate dalle consociazioni tra vite e/o olivo con erbaio e/o cerealicoltura e/o orticoltura. Buona parte di queste colture, situandosi su terreni piuttosto acclivi, risultano sistemate a terrazze, sostenute in genere sia da muretti a secco che da ciglioni (vedi fig. 2.7/A) L'attività colturale è quindi non meccanizzata, svolta con macchine agricole di modeste dimensioni, atte soprattutto al trasporto di legna, concimi, etc. Nel complesso l'attività agricola di queste aree è ancora efficiente anche se cominciano a notarsi, soprattutto nei dintorni di alcuni centri, progressivi abbandoni dei terreni meno fertili o di quelli percorsi dal fuoco. In queste aree si instaurano generalmente successioni ecologiche piuttosto dinamiche che portano, nel volgere di pochi anni, alla formazione di vere e proprie boscaglie. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fig. 2.7/A: • COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 402 di 489 Rev. 0 Coltivazioni sulle colline presso Vernasca le aree montane nel tempo hanno risentito dell'influenza delle componenti morfologiche, delle caratteristiche orografiche, della fertilità, delle varie forme di agricoltura e del tipo di clima prevalenti nell'area. In queste zone si riconoscono ancora i segni di un passato agricolo estremamente povero, legato alla coltivazione dei terrazzamenti ricavati sulle pendici montane meno acclivi. Attualmente queste aree sono state abbandonate, se si escludono piccoli lembi di terreno situati spesso in pendenza ed a quote sfavorevoli, coltivati perché localizzati nei pressi di nuclei abitativi e destinati ai bisogni di questi. Le principali fisionomie riscontrate sono rappresentate dal pascolo arborato nel quale le specie arboree più frequenti sono cerro, roverella, castagno e acero campestre. Non sono rari i tratti con presenza anche abbondante di arbusti tra i quali ricordiamo rovo, lampone, rosa canina, biancospino, prugnolo, ginestra dei carbonai, corniolo, erica carnea, erica scoparia, erica arborea, brugo, mirtillo nero. Spesso gli arbusti hanno funzione divisoria. Lo stato colturale dei pascoli appare ordinario, una buona parte della superficie risulta infatti utilizzata razionalmente attraverso l'impiego di recinzioni mobili atte alla rotazione del pascolamento. Gli elementi caratterizzanti l’unità sono dati da una sostanziale integrità dei valori del paesaggio montano e pedemontano cui si contrappongono fattori di compromissione e di alterazione delle relazioni tra sistemi infrastrutturali insediativi e risorse naturali ed ambientali, in corrispondenza del fondovalle del Magra, del Taro e del Ceno e dell’Arda. Questa disomogeneità nelle caratteristiche antropiche e geomorfologiche dà File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 403 di 489 Rev. 0 luogo alla definizione di una sub-unità distinta che potremmo definire “subunità dei fondovalle fluviali”. Subunità dei fondovalle fluviali I sistemi vallivi interessati da questa subunità del paesaggio sono la Val di Magra, presso Pontremoli in provincia di Massa Carrara, la Val di Taro e la Val di Ceno in provincia di Parma, la Val dell’Arda in Provincia di Piacenza. Gli elementi che permettono di riunire questi territori in uno stesso ambito sono riconducibili alla presenza di appezzamenti di medie dimensioni (con lunghezze orientate lungo la massima pendenza di circa 100 m), meccanizzati e sistemati generalmente a rampe. Le colture che vengono qui condotte sono spesso ad indirizzo foraggero ma sono presenti anche piccoli appezzamenti a cerealicoltura e colture irrigue a mais. A differenza delle aree agricole di collina, queste si possono definire in condizioni di ordinarietà, in quanto le caratteristiche morfologiche e la fertilità del terreno permettono un’agevole meccanizzazione e discreti risultati produttivi. Sui terrazzi alluvionali e nel fondovalle principali il paesaggio agrario è ancora leggibile nel suo disegno geometrico originato dalla diversificazione colturale su fondi parcellizzati, anche se risulta talvolta minacciato dalla diffusione insediativa. L’attività agricola prevalente è quella delle colture erbacee anche se appaiono caratterizzanti insediamenti produttivi legati all’allevamento di bovini, ovini ed equini. Il sistema insediativo del fondovalle è cresciuto lungo le principali vie di comunicazione moderne ed anche attorno ai nuclei storici (Pontremoli, Borgotaro, Bardi e Lugagnano), estendendosi per consistenza e dimensione nel territorio rurale circostante fino ad impegnare aree libere di pertinenza fluviale. Le aree a margine dei corsi d’acqua sono anche interessate da una forte antropizzazione legata al proliferare di attività estrattive ed industriali delle cartiere, dei cementifici, delle segherie. Paesaggi del piacentino Il paesaggio piacentino corrisponde al versante dell’Appennino che degrada verso la Pianura Padana ed è caratterizzato dalla duplice componente collinare e pianeggiante. Sub unità della fascia collinare La fascia appenninica piacentina presenta paesaggi che appaiono fortemente condizionati dall’origine geologica dell’area. I fenomeni di inarcamento, sovrascorrimento ed addensamento di più unità tettoniche, responsabili dell’orogenesi appenninica, hanno dato luogo a differenti strutture e componenti litologiche. Questi differenti aspetti litologici, insieme agli eventi climatici e tettonici del passato, conferiscono al territorio forme particolari e diversificate anche lungo le stesse vallate. Nella zona del margine appenninico, in corrispondenza dello sbocco in pianura dei corsi d’acqua Chiavenna ed Arda, si trovano, alternati alle conoidi ghiaiose su cui essi scorrono una serie di costoni collinari, a sommità piatta, che verso valle gradatamente si vanno a raccordare al territorio pianeggiante. Questa morfologia, detta dei terrazzi quaternari, deve la sua formazione ad un’alternanza di cicli erosivi e di sedimentazione che si succedettero nel Pleistocene medio-superiore. In particolare, lungo le scarpate delimitanti i pianalti, si possono ancora riscontrare lembi residui di bosco ed affioramenti più recenti di argille e sabbie. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 404 di 489 Rev. 0 Gli ambiti collinari sono caratterizzati principalmente dalle fasce dei querceti mesofili; differenti tipologie vegetazionali si manifestano a seconda della condizioni climatiche locali, della disponibilità idrica nel corso dell’anno, della diversa natura geologica del substrato e quindi del chimismo e della struttura del suolo. Lungo i pendii caldi e asciutti sono presenti querceti misti a roverella (Quercus pubescens) e, nelle stazioni più umide e fresche dove i substrati sono prevalentemente argillosi, a cerro (Quercus cerris). In questa associazione entrano di norma anche il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’acero (Acer spp.), l’orniello (Fraxinus ornus) e il nocciolo (Corylus avellana). La vegetazione naturale ricopre complessivamente circa il 22% della bassa collina mentre la restante area è occupata dagli insediamenti dalle infrastrutture antropiche e dalle colture agrarie. Quest’ultime, sugli appezzamenti di piccole dimensioni, sono rappresentate da colture a rotazione nella bassa e media collina (erba medica e cereali come orzo e frumento) e vigneti nelle colline a bassa quota esposte a SSE (vedi fig. 2.7/B). Di particolare pregio paesistico sono le superfici vitate che circondano il borgo medievale di Vigoleno e Castell’Arquato. Fig. 2.7/B: Vigneti presso Vigolo Marchese Passando all’alta collina le coltivazioni regrediscono progressivamente lasciando più spazio a boschi misti e cespugliati che occupano il 44% del territorio. In generale i boschi collinari hanno subìto pesanti condizionamenti a scapito della loro struttura e File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 405 di 489 Rev. 0 composizione, dovuti principalmente alla loro utilizzazione prevalente a ceduo (85% della superficie boscata), per la quale gli alberi non raggiungono mai le altezze che avrebbero in condizioni naturali e si assiste ad un impoverimento generalizzato di specie. L’introduzione in epoca romana del castagno (Castanea sativa) ha sostituito l’originario bosco di querce nelle zone più umide e meno argillose ma attualmente nelle aree collinari è stato pressoché abbandonato ed è in fase di naturale regresso a causa del progressivo riaffermarsi delle specie originarie. Sub-unità del paesaggio della pianura piacentina La pianura piacentina di origine alluvionale, può essere suddivisa in “bassa pianura” ed “alta pianura” separate dalla fascia delle risorgive che, all’interno dell’area di studio, corrisponde alla Via Emilia tra Fiorenzuola e Cortemaggiore. L’alta pianura è formata essenzialmente da vasti depositi alluvionali ad ossatura ghiaiosa e ghiaioso-sabbiosa che assumono la tipica forma più o meno convessa, che si apre a ventaglio, in corrispondenza dello sbocco in pianura dei fiumi appenninici a quota 150-175 m s.l.m. Nella pianura piacentina l’originario paesaggio costituito dalla foresta planiziale è stato sostituito da insediamenti urbani e colture agrarie di tipo intensivo anche se ne permangono tracce nelle siepi con alberi secolari e nelle piccole aree boscate ad alto fusto. Lungo le siepi gli arbusti sono rappresentati principalmente da sanguinella (Cornus sanguinea), rosa canina (Rosa canina), biancospino (Crataegus monogyna), sambuco nero (Sambucus nigra), caprifoglio delle siepi (Lonicera xylosteum) e pallon di neve (Viburnum opulus). Nella fascia alto arbustiva si rinvengono salici (Salix spp.), nocciolo (Corylus avellana), carpino bianco (Carpinus betulus) e acero campestre (Acer campestre). Dalla fascia ad alti arbusti spiccano gli alberi, solitamente pioppi neri (Populus nigra), noci (Juglans regia), farnie (Quercus robur), roveri (quercus petraea), ciliegi selvatici (Prunus avium). Il metanodotto in progetto procede in prossimità degli ambiti ripariali dei Torrenti Arda e Chiavenna, caratterizzati da associazioni vegetali igrofile costituite da specie a legno tenero: salice bianco (Salix alba), pioppi (Populus nigra e Populus alba) e ontani (Alnus glutinosa). La pianura è caratterizzata da depositi argilloso-limosi e da una generale morfologia piatta sulla quale si può riconoscere il paleoalveo del T. Arda, presso Cortemaggiore. L’uso del suolo è prettamente agricolo anche se intervallato dalle reti infrastrutturali e da nuclei urbani (vedi fig. 2.7/C). Gli appezzamenti evidenziano un’intensa parcellizzazione con lotti regolari con sviluppo sud-nord secondo la naturale pendenza. L’ordinamento produttivo prevalente è rappresentato dalla monocoltura (mais, barbabietola, soia, orzo ma anche vite ed alberi da frutta) condotta con elevato impiego di macchine e mezzi tecnici. Gli insediamenti agricoli mantengono in alcuni casi la tipologia della cascina fortificata a corte chiusa e sussistono sul territorio numerose aziende agricole di discrete dimensioni. Elemento percettivo associato al paesaggio agrario di pianura è costituito dalla rete dei canali artificiali intrecciati a maglia ortogonale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 406 di 489 Rev. 0 Fig. 2.7/C: Coltivazioni intensive presso il Nodo di Cortemaggiore 2.7.2 Analisi degli aspetti percettivi del paesaggio L’analisi della percezione visiva del paesaggio è stata condotta esaminando tutti gli elementi di origine naturale ed antropica, intesi come segni che l’osservatore percepisce dal paesaggio. In particolare si è realizzato un rilievo fotografico dello stato attuale dell’area d’intervento e del contesto paesaggistico in coincidenza con luoghi di normale accessibilità e da punti e percorsi panoramici, dai quali è stato possibile cogliere con completezza la fisionomia fondamentale del territorio. Il cantiere per la realizzazione del metanodotto Pontremoli – Cortemaggiore si svilupperà all’interno di una grande area in gran parte compresa nell’Appennino ToscoEmilano, in parte minore nella Pianura Padana. Il tracciato in progetto seguirà un percorso di circa 100 Km, orientato lungo l’asse nord-sud attraverso le province di Massa Carrara, Parma e Piacenza. Lungo il percorso da Pontremoli a Cortemaggiore, sono stati rilevati e selezionati 34 punti sensibili, localizzati in prossimità di aree protette come parchi, riserve naturali, Siti di Importanza Comunitaria. Altri punti sensibili sono stati rilevati in prossimità dei luoghi abitati o di viabilità attigua al cantiere di progetto; infine si sono presi in esame anche quei luoghi contraddistinti per la loro valenza o significato storico ed ambientale, fra cui alcuni già disciplinati dal Dlgs 42/2004 come di interesse paesaggistico (bellezze d’insieme, aree di interesse storico e archeologico, boschi ecc.). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 407 di 489 Rev. 0 Dall’analisi condotta è emerso un paesaggio caratterizzato principalmente dalle montagne e dalle valli appenniniche. Nell’avvicinarsi a Cortemaggiore il paesaggio collinare Piacentino e della Pianura Padana prende il posto di quello Appenninico, le grosse aree coltivate meccanicamente, i centri urbani ed industrializzati si sostituiscono alle aree boschive - forestali ed ai piccoli centri abitati rurali. Questo paesaggio dicotomico, sembra avere una continuità o meglio un’analogia solo in alcuni ambiti delle principali valli fluviali Appenniniche, dove prevalgono intense antropizzazioni. Punto 1 (Autostrada A15 presso Loc. Migliarina) - Il punto di osservazione si colloca nella valle del F. Magra, lungo l’autostrada A15 in direzione Parma, all’altezza della località di Migliarina; il traffico che procede a velocità sostenuta, risulta continuo, contraddistinto da mezzi commerciali. Il paesaggio, sullo sfondo ed ai lati, in lontananza, vede emergere i rilievi montuosi appenninici. In primo piano, sul lato destro, sarà realizzato il cantiere per il nuovo metanodotto che correrà parallelamente all’autostrada. Sempre nella stessa area sono visibili le paline che indicano la presenza di un metanodotto esistente. Il paesaggio agrario è caratterizzato da territori coltivati in modo intensivo a granoturco e foraggio, sempre sulla destra, anche se non visibile, scorre l’alveo del F. Magra; è infatti visibile la tipica vegetazione arbustiva ed arborea ripariale che si sviluppa oltre i terreni coltivati. A sinistra del rilevato autostradale si scorgono pioppeti messi a protezione per mitigare la presenza dell’autostrada nei confronti di alcune aziende agricole. Oltre la prima fascia limitrofa all’autostrada prevale una vegetazione arborea più naturale costituita principalmente da cerri, roverelle e castagni che gradualmente, intensificandosi, ricoprono i pendii della valle. La percezione dell’impatto per la realizzazione del cantiere di progetto, risulta pienamente compatibile con il contesto, in quanto già contraddistinto da una forte antropizzazione (vedi fig. 2.7/D). Punto 2 ( presso Loc. Ponticello) - Il punto sensibile è stato rilevato presso la Località Cantiere Ponticello, frazione del Comune di Filattiera, nelle vicinanze dell’autostrada A15. Il punto di osservazione ricade all’interno della Valle del Magra, in un’estesa area tutelata come zona di interesse storico archeologico secondo il D.L.gs 42/2004. Difatti il territorio denominato come Lunigiana, presenta numerosi ritrovamenti di epoca preistorica (statue stele), romana ed edifici medioevali (dinastia Malaspina). La Lunigiana è una regione storica della Toscana e della Liguria che deve il suo nome alla città di Luni, colonia romana fin dal II secolo a.C., famosa per il porto marittimo alla foce del fiume Magra. I Romani dovettero affrontare i Liguri, un'antica e fiera popolazione di origine celta, tuttora viva nel ricordo grazie alle statue stele, misteriose figure antropomorfe risalenti a partire dal III millennio a.C. fino agli albori dell'età storica, circa nel VI secolo a.C. Il punto sensibile rilevato evidenzia un paesaggio agrario esteso tipico dei territori di fondo valle; in primo piano, isolati alberi che costituivano filari definiscono i limiti di proprietà dei terreni; sulla destra sono visibili le paline del metanodotto esistente. Sempre sulla destra una ricca vegetazione arbustiva ed arborea costeggia l’alveo del Fiume Magra; dietro al corso d’acqua, sullo sfondo, rilievi collinari e montani ricoperti da boschi definiscono i limiti fisici dell’ampiezza della valle fluviale. File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 408 di 489 Rev. 0 Nell’area analizzata non emergono incompatibilità con la presenza del cantiere di progetto, nell’intorno si riscontrano isolate abitazioni e annessi rurali funzionali all’attività agricola (vedi fig. 2.7/D). Fig. 2.7/D: Punto 1 (autostradale A15 presso la località Migliarina) e Punto 2 (presso la località Cantiere Ponticello) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 409 di 489 Rev. 0 Punto 3 (presso Pontremoli) - Il punto sensibile si colloca nella periferia urbana del Comune di Pontremoli in un’area boschiva; il punto rappresentato, analogamente a quello precedente, ricade nell’ambito tutelato dal DL.gs. 42/2004 come area d’interesse storico archeologico. Il luogo è utilizzato dai residenti per accedere e fruire delle numerose aree verdi boschive che si sviluppano nelle vicinanze. In primo piano ed in lontananza, si scorgono le paline segnalitrici del metanodotto che sarà dismesso e sostituito. La vegetazione è costituita da una folta presenza arborea, composta da castagni e principalmente da Robinia pseudoacacia, questa specie alloctona, di tipo invasivo, si sviluppa con facilità presso aree in parte marginali in cui riesce a sostituirsi alle specie originarie del luogo, causando la perdita di biodiversità del sistema. Le abitazioni residenziali risultano lontane, la realizzazione del cantiere per il nuovo progetto appare in sintonia con il contesto analizzato (vedi fig. 2.7/E). Punto 4 (presso SIC IT5110001 “Valle del Torrente Gordana”) - Il punto di rilievo fotografico si colloca presso il SIC IT5110001 “Valle del Torrente Gordana”, per la precisione si colloca nelle vicinanze della frazione di Castagnetolo, una piccola località composta da quattro o cinque abitazioni. Si precisa che dal SIC Valle del Torrente Gordana non si ha alcuna visibilità dell’area di cantiere poiché si sviluppa su una valle adiacente e separata rispetto alla Valle del Magra. L’unico luogo dal quale si potrebbe avere una percezione dell’area di progetto è sul crinale collinare che separa le due valli e dal quale è stato effettuato il rilievo fotografico ad una quota approssimativa di 500 metri s.l.m. Il paesaggio analizzato è condizionato dalla frequente presenza di intensi fenomeni nebbiosi e temporaleschi che si presentano in particolar modo nella stagione autunnale ed invernale. La vegetazione in primo piano non ha un aspetto naturale ma è fortemente condizionata dall’attività dell’uomo, si mescolano specie introdotte, come la Robinia pseudoacacia il pioppo cipressino, ad essenze impiantate per il ripopolamento arboreo, quale il pino silvestre, oltre ad essenze maggiormente naturali quali castagni e cerri. Sullo sfondo è visibile il ponte dell’autostrada A15 che attraversa la Valle del Magra; immediatamente sotto, in fondovalle sulla destra della ripresa fotografica, si colloca il cantiere per il nuovo metanodotto. L’area di progetto è completamente celata dalla folte presenza arborea e dalla morfologia delle pendici del Monte Codolo dal quale è stato effettuato il rilievo fotografico (vedi fig. 2.7/E). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fig. 2.7/E: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 410 di 489 Rev. 0 Punto 3 (presso Pontremoli) e Punto 4 (presso il SIC “Valle del torrente Gordana”) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 411 di 489 Rev. 0 Punto 5 (Via Dobbiana Macerie, presso Loc. Macerie) - Il punto di osservazione è stato rilevato sopra la Costa di Dobbiana, un promontorio collinare che si affaccia sulla Valle del Magra e, conseguentemente, anche sull’area di progetto del nuovo metanodotto. L’osservazione è stata effettuata ad una quota di circa 500 m s.l.m. sulla strada che conduce alla vicina frazione di Macerie. Il paesaggio è di tipo collinare, caratterizzato da diverse aree strappate al bosco e convertite in terreni agricoli; gli appezzamenti seguono la morfologia del terreno caratterizzato da forti acclivi, prevalgono le coltivazioni a foraggio oltre a vigneti sparsi di modeste dimensioni. Sullo sfondo, appena sotto il punto di osservazione, sono visibili le frazioni di Scorcetoli e Cantiere Ponticello; passando oltre con lo sguardo si intravede il Fiume Magra, oltre a quest’ultimo, in una posizione leggermente sopraelevata rispetto alla valle, si sviluppa il cantiere di progetto per il nuovo metanodotto che correrà nelle vicinanze dell’autostrada A15. A seguito delle deduzioni soprascritte si ritiene che la cantierizzazione dovuta al nuovo progetto non apporti alcun elemento perturbativo alla qualità visiva del paesaggio (vedi fig. 2.7/F). Punto 6 (SP 39 presso Località di Grondola) - Il punto sensibile si colloca sulla strada provinciale n. 39 del Brattello, in direzione della frazione di Grondola amministrata dal Comune di Pontremoli. La strada provinciale percorre il tratto appenninico in un contesto paesaggistico suggestivo, dominato da folti boschi che in numerosi tratti si richiudono al di sopra di essa. La strada è caratterizzata da un traffico sporadico e locale, ai lati si sviluppano aree boschive che vedono prevalentemente essenze quali i castagni a ceduo, cerri e roverelle; nell’immediato margine stradale si rilevano anche essenze arbustive ed alberi di robinia. Il progetto del nuovo metanodotto sarà realizzato proprio lungo il tratto stradale; vista la tipologia dell’opera si ritiene che il cantiere non apporterà alcun elemento di compromissione del paesaggio analizzato (vedi fig. 2.7/F). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fig. 2.7/F: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 412 di 489 Rev. 0 Punto 5 (presso la località Macerie) e Punto 6 (lungo la SP39 nei pressi della località Grondola) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 413 di 489 Rev. 0 Punto 7 (SP 39 presso Località Grondola) - Il punto è stato rilevato sulla strada provinciale n. 39, circa 500 metri dopo la frazione di Grondola; in questo luogo il tracciato in progetto si sovrappone al metanodotto in dismissione utilizzando lo stesso corridoio tecnologico. In primo piano possiamo osservare la presenza delle paline di segnalazione del metanodotto in dismissione. Ai lati della strada possiamo notare la folta presenza di aree boschive che la lambiscono costituite principalmente da castagni tenuti a ceduo. Si rileva una presenza di traffico sporadico, caratterizzato dalla sola presenza di autoveicoli dei residenti per gli spostamenti locali. Alla luce delle caratteristiche soprascritte, si ritiene che il nuovo progetto per il metanodotto sia compatibile con il contesto analizzato (vedi fig. 2.7/G). Punto 8 (Passo del Brattello) - Il punto sensibile è stato rilevato presso il Passo del Brattello a circa 1000 m s.l.m. Il progetto del nuovo metanodotto dopo avere attraversato la stretta valle del torrente Gordana, si inerpica sulla conformazione montuosa del Monte Cucco, sino a sopraggiungere ed attraversare la SP 39 all’altezza del Passo del Brattello, luogo di confine fra le Regioni Toscana ed Emilia Romagna e fra la Provincia di Massa Carrara e di Parma. Sul Passo, ed in generale per tutto lo sviluppo della strada provinciale, si presenta uno scenario dal punto di vista paesaggistico molto suggestivo, apprezzato specialmente nel periodo primaverile ed estivo da molti viaggiatori che (in auto ma molto spesso in moto) scendono verso il mare (Toscana e Liguria) da Parma e Piacenza . Il Passo, come si evince dalla foto, nel periodo autunnale ed invernale è spesso condizionato da una cappa di nebbia o di nuvole. Il nuovo metanodotto attraverserà trasversalmente la SP 39, lungo strade sterrate di servizio all’attività forestale ed escursionistica che conducono sulle vette limitrofe. Lungo i percorsi sterrati su cui sarà realizzato il nuovo progetto si sviluppano aree boschive che vedono l’alternarsi di conifere, come abeti e pini silvestre, a paesaggi costituiti principalmente da cerri e roverella. Sulla base delle osservazioni dedotte e le caratteristiche della cantierizzazione per il nuovo progetto, si ritiene che non vi siano elementi di incompatibilità con il paesaggio (vedi fig. 2.7/G). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 414 di 489 Rev. 0 Fig. 2.7/G: Punto 7 (lungo la SP39 nei pressi della località Grondola) e Punto 8 (presso il Passo del Brattello) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 415 di 489 Rev. 0 Punto 9 (SP 20 in direzione della Frazione Banca amministrata dal Comune di Borgo Val di Taro) - Il rilievo fotografico è stato fatto sulla strada provinciale n. 20, ad un quota di circa 750 metri s.l.m, all’altezza del passaggio di una linea elettrica ad alta tensione. Il punto di osservazione permette un’ampia veduta sulla sottostante valle del torrente Tarodine, affluente del F. Taro, sulla cui valle risaltano, come ben si evince in fondo alla foto sulla destra, le edificazioni del Comune di Borgo Val di Taro. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza dei rilievi Appenninici Tosco Emiliani completamente rivestiti da folte zone boschive. In questa parte di area di confine fra le due regioni si notano principalmente cerreti e roverelleti, alternati dal carpino nero e dall’orniello, scompaiono invece i castagneti, sia cedui che da frutto, nelle quote più elevate si nota la presenza diffusa di faggi. La sede del cantiere per il nuovo metanodotto è situata trasversalmente alla valle del Tarodine, nella parte terminale di quest’ultima, all’altezza della sua affluenza con il F.Taro. Il sito di progetto appare distante e non influenza la qualità visiva del paesaggio(vedi fig. 2.7/H). Punto 10 (SP 20 verso Borgo Val di Taro) - Il punto di osservazione si colloca sula strada provinciale n. 20, in fondo alla valle del torrente Tarodine. Il cantiere di progetto attraverserà trasversalmente la strada al termine del lungo tragitto rettilineo. Sulla destra domina il paesaggio montuoso della valle, sulle cui pendici prosperano aree a bosco costituite principalmente da cerri e roverelle. Sempre sullo stesso versante della valle non può non risaltare l’estesa area estrattiva di inerti della cava di Groppalbero, come una grande ferita della montagna, nettamente contrastante con i versanti boschivi. In fondovalle, inoltre, in prossimità del Tarodine, si rilevano abitazioni sparse ed annessi rurali funzionali alle coltivazioni; quest’ultime si presentano come piccoli appezzamenti in pendenza destinati principalmente alla coltivazione di foraggio. Il traffico è abbastanza sporadico e procede ad una velocità sostenuta, l’area di cantiere, pur attraversando la strada provinciale, si ritiene che non influenzi in alcun modo il paesaggio analizzato (vedi fig. 2.7/H). File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore Fig. 2.7/H: COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 416 di 489 Rev. 0 Punto 9 (lungo la SP20 verso la frazione Banca) e Punto 10 (lungo la SP20 verso Borgo Val di Taro) File dati: 000-la-e-83010_r0.doc Documento di proprietà Snam Rete Gas. La Società tutelerà i propri diritti in sede civile e penale a termini di legge. PROGETTISTA LOCALITÀ Regione Toscana – Regione Emilia Romagna PROGETTO Metanodotto Pontremoli - Cortemaggiore COMMESSA UNITÀ 669900 000 SPC. LA-E-83010 Fg. 417 di 489 Rev. 0 Punto 11 (SP 523R in uscita da Borgo Val di Taro) - L’osservazione si colloca poco fuori il centro abitato del Comune di Borgo Val di Taro, sulla SP 523R, un importante infrastruttura che conduce fino a Parma. Ai lati della strada corrono i pendii che definiscono la Valle del Taro; sulla destra della strada, al di sotto, scorre l’omonimo fiume; sulla sinistra, in primo piano, si scorge una delle tante santelle, numerose lungo le strade principali a riprova dell’origine storica della strada. La Valle del Taro era un tempo un passaggio importante attraverso gli Appennini, era infatti percorsa dalla via Francigena che conduceva a Roma pellegrini e viaggiatori del Nord Europa. La vegetazione sui versanti è caratterizzata da aree boschive con forte dominanza di roverelleti; dalla strada, sul lato del fiume Taro, spuntano le chiome di una ricca vegetazione ripariale formata da salici bianchi, pioppi ed essenze arbustive. Il cantiere di progetto che oltrepassa la valle, attraverserà ortogonalmente la strada proprio di fronte al punto di osservazione. Il traffico risulta mediamente diffuso, l’impatto sul paesaggio dovuto alla presenza del cantiere, sulla base delle sopraccitate osservazioni, si ritiene insignificante (vedi fig. 2.7/I). Punto 12 (SIC IT4020026 “Boschi dei Ghirardi”) - Il rilevo fotografico posto ad una quota di circa 570 metri s.l.m. si colloca all’interno dell’oasi WWF “Boschi dei Ghirardi”, attualmente istituita a sito di importanza comunitaria IT4020026. L'Oasi dei Ghirardi protegge quasi 600 ettari di Appennino parmense dove s'incastrano a mosaico vari ambienti: prati, arbusteti, querceti, altri boschi misti, rocce, calanchi, greti fluviali, stagni, pascoli, brughiere. Grande è la biodiversità; ci sono specie tipiche di quote superiori, come il faggio e specie mediterranee; fra la flora si annoverano specie di orchidee selvatiche, a cui si aggiungono altre piante preziose come il giglio di San Giovanni; fra le essenze arboree di maggiore pregio s'incontra il melo fiorentino che cresce nei radi boschi di cerro, oltre alle diffuse querce roverelle testimonianze del paesaggio agro-forestale di un tempo. Dal punto di osservazione si ha un’estesa veduta sulla valle del Rio delle Pianazze; in basso si scorge l’alveo del torrente; la parte fondovalle con acclivi meno accentuati è stata oggetto di disboscamenti a favore delle attività agricole e di allevamento. Le colline, analogamente all’area protetta, presentano aree boschive principalmente formate da cerri e roverelle in passato coltivate per il legno; in lontananza il panorama è formato dalla