LA RADIO PAROLE E MUSICA Novanta anni Il 6 ottobre 2014, la radio ha compiuto 90 anni e la Rai ne ha celebrato il compleanno con una serie d'iniziative, a cominciare da una targa commemorativa sulla facciata di Palazzo Corrodi, a Roma, da dove nel 1924 cominciarono le trasmissioni dell'Uri-Unione radiofonica italiana. Il dopoguerra Dalla fine della guerra all'avvento della TV, la radiofonia in Italia subisce un'enorme trasformazione. Nel 1949 la RAI Radio Audizioni Italia, società a capitale privato controllato dalla SIP (Società Idroelettrica Piemonte), provvede, in soli 4 anni, alla ricostruzione totale dei trasmettitori distrutti o danneggiati dalla guerra. Nel 1951 la dirigenza decide la ristrutturazione dei programmi preceduta nel 1950 dal varo della rete culturale: il Terzo Programma, a prevalente impronta culturale, diffuso attraverso la nuova rete a modulazione di frequenza. Anni Sessanta e Settanta Nonostante la novità e l'impatto spettacolare della neonata TV, la radio regge grazie ai trent'anni di attività consolidata e ad un pubblico affezionato e fedele che apprezza i programmi di svago generale ma anche grazie agli ascoltatori più esigenti che seguono i temi di politica e società. Il pubblico radiofonico aumenta ed ogni anno si aggiungono circa mezzo milione di nuovi abbonati. Tre programmi La RAI decide di caratterizzare i tre programmi per genere. Il primo si specializza sull'informazione il secondo punta su prosa, musica e varietà il terzo canale, ammorbidisce l'impostazione finora troppo accademica. Filodiffusione e Transistor Ma sono anche anni importanti per quel che riguarda lo sviluppo tecnologico. Due novità avviate nel decennio precedente trovano il loro compimento. La filodifussione, distribuzione su rete telefonica: musica leggera, sinfonica e stereofonia, fa della radio una vera e propria colonna sonora d'ambiente. Il Transistor, l'altra grande novità, fa della radio un oggetto piccolo e leggero che ci segue ovunque. Bandiera Gialla La prima puntata della trasmissione andò in onda il 16 ottobre 1965. Il programma era sponsorizzato, allora si diceva "offerto” da "TV Sorrisi e Canzoni", la piu' diffusa testata di spettacolo, che ancora concedeva molto spazio alla radio. La partenza fu fortissima. Il successo della trasmissione di Gianni Boncompagni e Renzo Arbore ebbe fin dall'inizio un tale seguito da influenzare l'ambiente musicale. Gianni Boncompagni e Renzo Arbore Prima di allora, cogliere un brano musicale giovane, appena uscito e magari sentirlo presentare in modo adeguato e competente, era praticamente impossibile. L'idea era nata da un viaggio negli USA di Giulio Razzi, direttore della radiofonia: si rese conto che la radio stava cambiando, che i disc-jockey (figura non ancora introdotta in Italia) potevano essere molto più efficaci degli speaker. Nasce così l'idea di affidare la nuova rubrica a due giovani con molta voglia di fare: Renzo Arbore, ventottenne foggiano gia' "maestro programmatore" (selezionava i brani musicali per programmi altrui) e il trentatreenne aretino Gianni Boncompagni, che aveva già fatto cento mestieri. La trasmissione, in onda il sabato su Radiodue dalle 17,40 alle 18,30, presentava dodici brani a puntata, divisi in quattro terne da ognuna delle quali usciva un finalista. Alla fine i quattro finalisti gareggiavano fra loro e si proclamava il vincitore, il "disco giallo". Sul sistema di elezione si discusse per anni. I ragazzi in sala avevano una bandierina gialla che veniva alzata per esprimere il gradimento; Gianni Boncompagni, il conduttore, contava le bandierine. Il successo della trasmissione di Gianni Boncompagni e Renzo Arbore ebbe fin dall'inizio un tale seguito da influenzare l'ambiente musicale. Ma furono i ragazzi in studio, con il loro reale entusiasmo, con la voglia di urlare le loro preferenze, con la loro passione ad assicurare il successo di "Bandiera Gialla". Molti di quei ragazzi sono rimasti nell'ambiente dello spettacolo, tra questi: Renato Zero, Mita Medici, Giancarlo Magalli, Stefania Rotolo, Loredana Berte', Romina Power, Roberto D'Agostino, Dario Salvadori. Per voi giovani Nel luglio 1966 parte il nuovo programma radiofonico di Renzo Arbore, Per voi giovani. L'intuizione dell'allora disc-jockey Renzo Arbore fu quella di inventarsi la "fascia", ovvero un programma quotidiano, in onda sul Secondo Programma alle 16,35 per novanta minuti al giorno. Uno spazio essenzialmente musicale, che la Rai annunciò come "il programma fatto apposta per evitare che i ragazzi spendano soldi per il juke-box". In quell'estate del 1966 Per voi giovani propose in anteprima Paperback writer, dei Beatles, Strangers in the night, la canzone che riportò Frank Sinatra al primo posto delle classifiche di vendita, e di seguito i nuovi dischi di Ray Charles, Bob Dylan, Mina, Rolling Stones. Arbore presentava i brani a gruppi di tre, ma a differenza di Bandiera Gialla non c'era gara ma soltanto panoramica delle nuove uscite discografiche. una La diretta telefonica Un programma manifesto di questo periodo è "Chiamate Roma 3131" 3 ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori. Il programma nasce il 7 gennaio 1969 ed il pubblico è subito entusiasta, nei primi mesi si arrivano a contare anche dieci milioni di ascoltatori. Ai microfoni Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei. Le radio libere Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica) e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa. Le difficoltà del servizio pubblico La RAI, attraversa una profonda crisi d'identità: l'azienda può vantare una grande professionalità, produce lavori altamente qualificati, ma sembra non cogliere il cambiamento dei tempi. I linguaggi adottati, i contenuti proposti risultano troppo rigidi e l'offerta radiofonica, come del resto quella televisiva, comincia ad essere percepita dal pubblico come ripetitiva. Contemporaneamente, numerosi gruppi economici privati e potentati locali dimostrano un crescente interesse per la radiofonia, un mezzo visto in Italia ancora come “innovativo” o comunque ancora inesplorato. La rivoluzione via etere Nasce così un nuovo modo di fare radio, votato all'improvvisazione e, almeno inizialmente, ad una certa ingenuità. Tra emittenti più marcatamente politicizzate ed altre, viceversa, più spensierate, spicca in ogni caso il ruolo di primo piano finalmente assegnato alla musica: la radio diventa per molti giovani una finestra sul mondo. Radio libere Le radio di controinformazione, sull'onda dell'esperienza francese di Radio Fréquence Libre, spuntano nelle principali città della penisola: Radio Flash a Torino, Radio Popolare a Milano, Radio Alice a Bologna, Controradio a Firenze, Radio Città Futura a Roma, offrono i diretti resoconti degli scontri di piazza nella rovente stagione del '77, ma il loro spiccato carattere di militanza finirà in molti casi con il condannarle alla chiusura. I Disc jockey Dalle emittenti private commerciali e "d'evasione" emergono invece figure di talento, e i tanti disc jockey per i quali l'ambiente sotterraneo delle radio libere diventa il trampolino di lancio verso la fama a livello nazionale. Queste esperienze così diverse trovano tuttavia un carattere comune e distintivo nella sperimentazione, nella proposta di nuove forme di comunicazione che portano una ventata di novità e trascinano nel cambiamento anche i vetusti palinsesti del servizio pubblico. Alto gradimento: il programma che ha rivoluzionato ritmi e forme del comico radiofonico • Gli anni sessanta, erano anni di boom economico e di ricercata spensieratezza, soprattutto da parte dei giovani, ma comunque la radio doveva rispettare ancora certe etichette che se non erano proprio censorie, comunque limitavano molto la possibilità espressiva dei conduttori e la diffusione della musica, che veniva passata al setaccio da una commissione che ne valutava la compatibilità della messa in onda con contenuti che non avrebbero dovuto creare problemi al senso comune del pudore. Tuttavia i dirigenti RAI cominciarono a capire che se avessero voluto continuare ad avere una larga fascia di radioascoltatori giovani avrebbero dovuto modificare qualcosa nel palinsesto dei loro programmi. Così, di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa. Infatti, nel luglio del 1970 irrompe sul secondo canale radio Alto Gradimento, a firma di Gianni Boncompagni e Renzo Arbore. Questo programma rispondeva a due esigenze delle giovani generazioni: la voglia di protesta; il desiderio di una identità generazionale che rompesse in maniera totale con il passato, anche e soprattutto nel linguaggio e nel costume. La protesta si manifestava attraverso la carica dissacrante del programma, pieno di battute argute e ironiche, e con una componente di satira sociale. La comicità era demenziale, il non-sense aveva la prerogativa sulle macchiette di costume degli anni precedenti. È con Alto Gradimento che cominciano i cosiddetti tormentoni. Fu proprio l’introduzione dei tormentoni e il fatto che la trasmissione andava in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 12.30 alle 13.30, che creò questa serializzazione che tratteneva il pubblico dei giovani appiccicati alla radio e dava loro strumenti linguistici che li differenziavano dalla comunità degli adulti. Così, tanti di loro cominciarono a ripetere, per gioco, durante l’arco della giornata queste tiritere, creando un linguaggio quasi esclusivo, certamente distintivo di un gruppo, di una tribù di ascoltatori che cementava l’identità e la consapevolezza di essere altro da ciò che li aveva preceduti. Questo amplificò maggiormente l’entusiasmo di quella generazione che si identificò quasi totalmente con il programma. Il Professor Aristogitone, il federale Romolo Catenacci, il Conte Frescobaldi, lo Chef Leon Alto Gradimento si presentava come una specie di banda sconclusionata. Un circo con Arbore e Boncompagni in testa e attori principali Franco e Giorgio Bracardi e Mario Marenco. Il professor Aristogitone era uno dei personaggi più famosi e frequenti. Era interpretato da Mario Marenco che faceva la parodia di un professore di scuola superiore, frustratissimo per la perdita di potere degli insegnanti nella scuola post-sessantottesca e per la crisi economica del periodo. Poi c’era il federale Romolo Catenacci, interpretato da Giorgio Bracardi che faceva il verso a un nostalgico gerarca fascista che citava il Duce ogni due parole e rammentava le imprese eroiche del Ventennio. Altro personaggio divertente era il Conte Frescobaldi, interpretato da Mario Marenco. Il conte, proprietario agricolo fiorentino, faceva imitazioni per diletto, ma l’unica imitazione che riusciva a fare benissimo era l’organo a canne. Trattandosi di un programma che andava in onda a pranzo, non mancava anche la parodia di uno chef francese di grido, tale chef Leon (interpretato sempre da Marenco) del ristorante extra-lusso “Le Luppolon” che cucinava improbabili piatti come lo zoccolo di mulo di Garibaldi. La musica Alto Gradimento non era soltanto tormentoni e satira sociale. Una parte importante del programma prevedeva la scaletta musicale. Sia Arbore che Boncompagni, erano appassionati e conoscitori della musica beat e rock inglese e americana. Proponendo soprattutto musica di importazione, la trasmissione contribuiva a creare un gusto musicale davvero nuovo e totalmente in sintonia con i giovani. La musica Tante canzoni, non solo pop, del periodo erano amplificate in Italia proprio da questo programma del secondo canale radiofonico. Ma un ragguardevole spazio era dato anche al beat italiano, a personaggi come Patty Pravo, I Corvi, l’Equipe 84 e altri. La musica Nasce una cultura giovanile affascinata soprattutto dai suoni. La radio diventa oggetto di amore e odio. Fu la rivoluzione della radio. Di lì a poco sarebbero arrivate le tante, piccole radio libere. Molte di queste ebbero in Arbore e Boncompagni un riferimento, con quell’esperimento riuscito di sintonia totale tra chi fa spettacolo e chi lo segue, come un moderno rito laico. Alto Gradimento realizzava indici di ascolto pazzeschi per l’epoca. Finì la sua programmazione il 2 ottobre del 1976.