La stella sole Modello strutturale modello strutturale INTERNO DEL SOLE 1. Nucleo 2. Zona radiativa 3. Zona convettiva 4. Fotosfera 5. Cromosfera 6. Corona 7. Macchia solare 8. Granulazione fotosferica 9. Protuberanza ad arco. il nucleo e la fusione termonucleare Fusione termonucleare • 1 - Nella prima reazione due protoni si uniscono per creare un nucleo di deuterio (D) ed un positrone (e+) • 2 - Nella seconda reazione un nucleo di deuterio ed un protone si uniscono per creare un nucleo dell'isotopo 3 dell'elio (3He) • 2bis - La reazione (2) deve avvenire due volte perché possa aver luogo la reazione (3) • 3 - Nella terza reazione due nuclei di 3He danno luogo ad un nucleo dell'isotopo 4 dell'elio (4He) più due protoni, che sono disponibili di nuovo per la reazione (1), donde il nome di ciclo al complesso delle reazioni p-p Fusione termonucleare • Affinché le reazioni termonucleari possano avvenire, è necessario che venga vinta la forza di repulsione elettrostatica tra cariche dello stesso segno, quali sono i protoni del nucleo atomico, e che, avvicinatisi i protoni a sufficienza, operi la cosiddetta interazione forte, che li porterà, con una certa probabilità, ad unirsi per formare, secondo la successione delle reazioni mostrate in figura, il prodotto finale. Alla temperatura di oltre 10.000.000 di gradi, la temperatura centrale del Sole, tutto questo può accadere per quanto riguarda la fusione dell'Idrogeno, l'elemento più abbondante e più leggero. • Zona radiativa • L'energia prodotta dal nucleo viene rilasciata nella ZONA RADIOATTIVA che si estende dal bordo esterno del nucleo fino allo strato di interfaccia, posizionato alla base della zona convettiva, in pratica dal 25% al 70% del raggio del Sole. Nella zona radiativa la modalità di trasporto dell'energia è per irraggiamento: i fotoni uscenti dal nucleo urtano continuamente le particelle di plasma, rimbalzando da un punto ad un altro. Nonostante i fotoni viaggino alla velocità della luce, a causa del numero elevatissimo di urti a cui sono sottoposti, essi possono impiegare milioni di anni prima di riuscire a raggiungere lo strato di interfaccia. All'interno della zona radiativa la densità scende da 20 g/cm3 a 0,2 g/cm3 muovendosi dalla sua base verso l'esterno. Contemporaneamente anche la temperatura scende da 7.000.000 °C fino a circa 2.000.000 °C. Zona convettiva • La ZONA CONVETTIVA è lo strato più esterno della struttura interna del Sole. Si estende da una profondità di circa 200.000 km fino alla superficie visibile. Alla base della zona convettiva la temperatura è di circa 2.000.000 °C, sufficientemente "fredda" per permettere ad alcuni elementi pesanti (come carbonio, azoto, ossigeno, calcio e ferro) di trattenere almeno parte dei loro elettroni. Questo rende il plasma più opaco, così che diventa più difficile il passaggio della radiazione proveniente dagli strati più interni. In queste condizioni, con il calore "intrappolato" alla base, il fluido diventa instabile e comincia a bollire, ovvero a trasportare calore per convezione: celle di plasma caldo iniziano a muoversi verso l'alto, verso la superficie visibile della fotosfera, espandendosi e raffreddandosi fino ad una temperatura di circa 6000 °C, mentre celle di plasma freddo scendono verso la base della zona stessa riscaldandosi. Alla superficie la densità del plasma è di appena 0,0000002 gm/cm3 I moti convettivi trasportano il calore alla superficie molto rapidamente. Questi stessi moti sono visibili alla superficie sotto forma di granuli e supergranuli FOTOSFERA • La fotosfera è la parte più interna dell'atmosfera solare e presenta una temperatura intorno a 5000 6000 K. La granulazione, che la caratterizza, è dovuta ai moti convettivi presenti negli strati sottostanti. I granuli hanno dimensioni dell'ordine di700 km e temperatura da100 a 200 gradi superiore a quella del gas circostante; hanno una vita media di 9 minuti circa e sono particolarmente evidenti nei periodi di minimo dell'attività solare. Si stima che ogni istante siano presenti almeno 4 milioni di granuli sulla superficie del Sole Fotosfera e macchie solari Le macchie solari Le macchie solari • Le strutture più appariscenti sono le macchie, aree che appaiono più scure rispetto alla fotosfera circostante. Le macchie solari furono osservate per la prima volta col cannocchiale da Galileo Galilei, nel 1610, ma erano già note nell'antica Cina. Sono composte da una regione centrale più scura detta ombra e da un'area circostante chiamata penombra, hanno dimensioni e forme variabili (il loro diametro può variare da 1500 a 50000 km). Sono sede di intensi (103 G) campi magnetici localizzati che inibiscono il trasporto del calore per convezione dagli strati più interni, cosicché la temperatura tipica delle macchie è di circa 4500 K. Le macchie solari appaiono soltanto in una fascia di latitudine compresa fra +/- 40o e in gruppi più o meno complessi chiamati Regioni Attive. Atmosfera solare la cromosfera la corona. • i gas solari si estendono nello spazio per distanze anche di migliaia di chilometri, formando l'atmosfera solare, che diviene sempre più rarefatta e quindi più trasparente mano a mano che si procede verso l'esterno. La cromosfera • La cromosfera, così chiamata per il suo colore rosso vivo dovuto alla composizione prevalentemente di Idrogeno, è lo strato gassoso che sovrasta immediatamente la fotosfera fino ad un'altezza di circa 15.000 km, visibile nel corso di un'eclisse di Sole o, in assenza di eclissi, con strumenti particolari detti coronografi. Osservata con forte ingrandimento al telescopio, la bassa cromosfera appare costituita da innumerevoli lingue di fuoco, dette spicole, ondeggianti, al punto da suggerire l'immagine di una prateria in fiamme, che si estendono verso l'alto per circa 7000 km. La temperatura della cromosfera è, nella sua parte bassa, inferiore a quella della fotosfera; a partire da circa 500 km di quota comincia a salire, fino a raggiungere qualche milione di gradi nella parte più alta. Le protuberanze •Immagine di una protuberanza solare fotografata dalla sonda SOHO. Vento solare e fasce di Van Allen