Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” DIPARTIMENTO DI DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA MECCANICA LE NOSTRE RICERCHE Anno 1, 2010 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Ingegneria Meccanica Via del Politecnico 1 00133 ROMA Tel. +39 06 72597159 – Fax +39 06 2021351 http://www.mec.uniroma2.it A cura dell’Ing. Sandra Corasaniti Per contributi, commenti, suggerimenti,…rivolgersi a: ing. Sandra Corasaniti e-mail: [email protected] Tel. +39 06 72597130 Le nostre ricerche 2010 INTRODUZIONE Nel presentare le attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'Università di Roma “Tor Vergata”, mi pare importante sottolineare, anzitutto, quella che noi riteniamo una caratteristica di modernità di questa struttura. Le sfide tecnologiche che dovremo affrontare nel medio lungo termine e le richieste del sistema produttivo del paese, mettono ogni giorno di più in evidenza la necessità di un approccio multidisciplinare, che rimescoli le categorie della ricerca all'interno delle quali molto di noi si sono formati ed hanno operato finora. La presenza di Ingegneri e Fisici Applicati nel Dipartimento permette una continua e proficua interazione tra attività che sono alla frontiera dello sviluppo scientifico-tecnologico e la loro integrazione nelle applicazioni. E' uno scambio bidirezionale quello in cui siamo coinvolti: l'esplorazione di nuove ed innovative aree di ricerca si confronta, infatti, con la finalizzazione applicativa delle attività, con gli ovvi benefici che entrambe ne possono ricavare. Proprio per valorizzare questa nostra peculiarità è nato nel Dipartimento un Laboratorio Integrato della Meccanica (LIM) che mette insieme ricercatori di varia estrazione, competenze ed attrezzature, allo scopo di fornire una risposta strutturata alla richiesta di interdisciplinarità che ci viene dall'esterno, ma anche dal naturale sviluppo delle nostre ricerche. I risultati di questo nostro approccio sono immediatamente riscontrabili nella mole significativa di attività con aziende di vari settori che investono nelle nostre ricerche, ma anche dai nostri successi nella partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed internazionali. Abbiamo tentato di dare in questo breve documento una sintetica descrizione delle ricerche del nostro Dipartimento, facendo una selezione di quelle che riteniamo più significative. Quello che vedrete rappresentato nelle pagine a seguire, non è, quindi, un repertorio esaustivo delle nostre attività, ma speriamo possa comunque aiutare nel formarsi di una idea su ciò che sappiamo, possiamo e vogliamo fare. Abbiamo cercato di realizzare questo documento come uno strumento divulgativo e di primo contatto con il nostro Dipartimento, sperando che possa indurre nei lettori la volontà di una conoscenza più approfondita. Da ultimo vorrei ringraziare l'Ing. S. Corasaniti per l'impegno profuso nella stesura di questo documento, che senza la sua pazienza non avrebbe probabilmente visto la luce. Massimo Marinelli Sommario Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale Simulazione dei Sistemi Biomeccanici e Progettazione ed Ottimizzazione Ausili Biomedicali 4 Implementazione di Architetture di Realtà Aumentata a Supporto dell’Ingegneria Industriale 5 Archeologia Virtuale 6 Tecniche di Progettazione Integrata di Organi per 7 Trasmissioni di Potenza Metodologie di Sintesi, Analisi e Simulazione di Meccanismi con Errori e Tolleranze 8 Fisica Applicata Disturbi sulla Propagazione delle Onde Radio VLF/LF 9 Possibili Effetti Biologici Prodotti da Radiazioni Non Ionizzanti (Frequenze di qualche Gigahertz) 10 Variazioni nel Livello delle Acque Sotterranee e nel Contenuto di Gas e Ioni Disciolti in esse: Correlazioni con l’Attivita’ Sismica 11 Fisica della Materia e Scienza dei Materiali Sintesi e Caratterizzazione di 12 Cuprati Superconduttori Sintesi di Conduttori Ionici ed Implementazione in Dispositivi -SOFCs (Solid Oxide Fuell Cells) 13 Film Sottili di Manganiti: Strain Epitassiale, Occupazione Orbitalica e Struttura Magnetica 14 Fisica Sperimentale Fisica Tecnica Industriale Analisi di Dati Provenienti dalla Macchina a Fusione JET 15 Simulazione Teorica e Numerica di Fenomeni Termofluidodinamici 24 Misure Sperimentali e Previsione Teorica della 25 Conduttività Termica Previsione dei Consumi e dei Prezzi delle Risorse Energetiche Monitoraggio Ambientale con 16 Tecniche Laser Mobilizzazione di Polveri per lo Studio di Perdite di Vuoto in Reattori Nucleari 17 Generazione di Radiazione XSoft da Plasma indotto da Laser 18 Tecniche Diagnostiche per la Caratterizzazione di Plasmi indotti da Laser nell’ambito della Ignizione Veloce 19 Crescita e Caratterizzazione di Film di Diamante CVD e loro Applicazioni 20 Studio delle Transizioni di Fase e dell’Anisotropia dei Fenomeni di Trasporto Termico 21 Analisi Non Invasive Tramite Termografia IR. Diagnostica dei 22 Beni Culturali Studio di Processi e Materiali Organici Innovativi per Applicazioni alle Telecomunicazioni Ottiche e alle I.T. 23 26 Termofluidodinamica di Getti e Fiamme 27 Proprietà Termofisiche di Materiali a Temperatura Ambiente e ad Alta Temperatura 28 Misura di Temperatura e Turbolenza di Fiamme 29 Progettazione e Valutazione Economica di Centrali di Generazione Elettrica e Cogenerazione a Biomasse Legnose 30 Fluidodinamica Simulazione Numerica di Flussi Turbolenti 31 Impianti Industriali Meccanici Energy Management 32 Monitoraggio ed Ottimizzazione delle Prestazioni degli Impianti Manifatturieri 33 Manutenzione degli Impianti 1212 11 Industriali 34 35 Gestione della Qualità 11 1 Macchine a Fluido Design e Testing di Sistemi di Post-trattamento dei Gas di Scarico di Motori a Combustione Interna 36 Design e Testing di Dispositivi e Sistemi per la produzione e l’utilizzo di Idrogeno 37 Design di Motori a Combustione Interna alimentati a Gas Naturale ad Elevato Rendimento 38 Meccanica Applicata alle Macchine Cinematica e Dinamica dei Sistemi Multibody 39 Enumerazione ed Analisi di Viti Differenziali 40 Metallurgia Schiume Metalliche 41 Struttura di Metalli Liquidi durante Fusione e Solidificazione 42 Evoluzione Microstrutturale e Meccanica di Compositi di Titanio rinforzati con Fibre Lunghe di SiC dopo Trattamenti Termici di Lungo Periodo a Medie Temperature 43 Sviluppo della Tecnica di Indentazione Strumentata FIMEC per Alte Temperature 44 Leghe a Memoria di Forma (SMA) da impiegare come Sensori di Temperatura e/o Attuatori 45 Processi di Saldatura per le Leghe Metalliche 46 Progettazione Meccanica e Costruzione di Macchine Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Ottimizzazione delle Prestazioni del Cartone Ondulato Schiumatura allo Stato Solido di Resine Termoindurenti 60 Schiume Polimeriche a Memoria di Forma ottenute mediante Schiumatura allo Stato Solido 61 Piegatura Laser di Tubi in Acciaio e di Schiume in Lega d’Alluminio 62 Stampaggio Diretto di Pellet Polimerici 63 Microstampaggio Laser Assistito di Pellet Termoplastici 64 47 Modellazione di Problemi di Interazione Fluido Struttura 48 Uso di Tecniche NDT per la Valutazione dello Stato di Danneggiamento dei Componenti Meccanici 49 Gli Strumenti del Race Engineering 50 Caratterizzazione Strutturale e Metodi di Progettazione di Strutture Saldate a Punti 51 Caratterizzazione Strutturale di Strutture Rivettate 52 Analisi Teorica e Soluzione in Forma Chiusa di Dischi Rotanti e Piastre a Profilo Variabile 53 Progettazione di Riduttori Meccanici Innovativi 54 Modello di Calcolo per la Dinamica Longitudinale dei Convogli Ferroviari 55 Propagazione di Fratture Longitudinali in Gasdotti Interrati 56 Dispiegamento Ottimale di 57 Costellazioni Satellitari Messa a Punto di Sistemi di Navigazione Inerziale a Basso Costo 58 Comportamento Dinamico di Strutture e Sistemi Meccanici Innovativi 59 Diritto Commerciale Diritto Commerciale 65 Le nostre ricerche DISEGNO E METODI DELL’INGEGNERIA INDUSTRIALE Simulazione dei Sistemi Biomeccanici e Progettazione ed Ottimizzazione Ausili Biomedicali GRUPPO DI LAVORO: Prof Eugenio Pezzuti [email protected] Ing. Pier Paolo Valentini [email protected] Ing. Davide Gattamelata [email protected] Pubblicazioni P.P. Valentini, “Virtual dummy with spine model for automotive vibrational comfort analysis”, International Journal of Vehicle Design – (in stampa), ISSN 0143-3369. D. Gattamelata, E. Pezzuti, P.P. Valentini, “Accurate geometrical constraints for the computer aided modelling of the human upper limb”, Computer-Aided Design, vol. 39, pp. 540-547, 2007, ISSN: 0010-4485. P.P. Valentini, E. Pennestrì, R. Stefanelli and L. Vita, “Virtual musculo-skeletal model for the biomechanical analysis of the upper limb”, Journal of Biomechanics, vol. 40, pp. 1350-1361, 2007, ISSN: 0021-9290. . DESCRIZIONE L’attività prevede lo sviluppo e l’implementazione di modelli virtuali per la simulazione del comportamento dei sistemi biomeccanici. Particolare attenzione è stata posta al problema del comfort vibrazionale per il quale sono stati definiti e validati numerosi manichini virtuali con complessità via via crescente e con numerosi approcci numerico simulativi. Sono state investigate anche metodiche innovative per la simulazione dei sistemi muscolo scheletrici, con particolare riferimento ai sistemi mano-braccio e colonna vertebrale al fine di simulare gli schemi di attivazione muscolare e di riprodurre con accuratezza la cinematica dei movimenti. Attualmente sono oggetto di studio i sistemi di analisi del movimento basati su tecniche ottiche con particolare riferimento all’investigazione dei gesti sportivi in collaborazione con il gruppo di Meccanica Applicata alle Macchine. Altre attività hanno riguardato la simulazione di procedure di passivazione ed implantoprotesi dentaria e l’ottimizzazione di protesi ed ortesi. RISULTATI Nel corso delle attività di ricerca è stato messo a punto un manichino virtuale per lo studio delle vibrazioni trasmesse al corpo umano che, allo stato attuale, permette la descrizione delle principali articolazioni umane e della mobilità della colonna vertebrale. Tale manichino, il più accurato a livello internazionale, è stato validato mediante opportune campagne sperimentali condotte con partner industriali ed è in grado di stimare la dose di vibrazione assorbita da un occupante di vettura in accordo con gli attuali standard normativi. A partire dall’accurata modellazione e simulazione del comportamento biomeccanico del corpo umano sono stati messi a punto degli innovativi dispositivi di ausilio sia per quanto riguarda particolari patologie cliniche sia a supporto dei diversamente abili. Tra i vari dispositivi progettati meritano di essere ricordati l’SDTA - lo schienale dinamico a torsione adattabile e la pedana di bloccaggio per carrozzine entrambi oggetto di brevetti industriale. Ulteriori risultati delle attività di ricerca riguardano l’ottimizzazione di metodiche di implantologia dentale mediante tecniche di simulazione avanzate. 4 Le nostre ricerche DISEGNO E METODI DELL’INGEGNERIA INDUSTRIALE DESCRIZIONE L’attività riguarda l’implementazione di architetture hardware e software per lo sviluppo di applicativi di realtà aumentata a supporto delle attività di progettazione, revisione e simulazione nel settore dell’ingegneria industriale. La realtà aumentata è un settore emergente che coniuga aspetti di analisi dell’immagine, grafica computerizzata e metodologie di gestione dati. Essa permette la sovrapposizione in tempo reale di oggetti e informazioni bi e tridimensionali direttamente in una scena reale. Al contrario della realtà virtuale, dove l’utente è completamente immerso in un mondo virtuale, la realtà aumentata offre la possibilità di visualizzare e interagire contemporaneamente sia con oggetti reali, sia con quelli virtuali, prestandosi in maniera ottimale per lo sviluppo di applicazioni e metodologie a supporto dell’ingegneria. Attualmente le attività di ricerca si concentrano su due aspetti specifici: l’implementazione di metodiche di modellazione solida in ambiente aumentato mediante lo sviluppo di opportune interfacce utente e l’integrazione dei solutori multiphysics real-time a supporto delle simulazioni cinematiche e dinamiche in ambiente aumentato. RISULTATI Nel corso delle attività di ricerca è stato allestito un laboratorio di realtà aumentata comprendente un sistema di visione stereoscopica, periferiche di acquisizione digitale delle immagini, sistemi di tracciamento ottici e elettromagnetici, interfacce aptiche e sistemi hardware ad elevate prestazioni grafiche in grado di adattarsi in maniera flessibile all’implementazione di metodiche e procedure informatizzate. In particolar modo sono state implementate procedure originali per i seguenti settori dell’ingegneria: manutenzione aumentata, modellazione tridimensionale interattiva, ingegneria inversa, assemblaggio assistito, simulazione cinematica e dinamica interattiva. 5 Implementazione di Architetture di Realtà Aumentata a Supporto dell’Ingegneria Industriale GRUPPO DI LAVORO: Prof. Eugenio Pezzuti [email protected] Ing. Pier Paolo Valentini [email protected] Ing. Davide Gattamelata [email protected] Pubblicazioni P.P. Valentini, “Interactive virtual assembling in augmented reality”, International Journal on Interactive Design and Manufacturing vol. 3, 2009, pp. 109-119, ISSN 19552513. P.P. Valentini, E. Pezzuti, D. Gattamelata, Interactive multibody simulation in Augmented Reality, Proc. of ECCOMAS Multibody Dynamics Congress, Warsaw, Poland, Giugno 2009. P.P. Valentini, E. Pezzuti, D. Gattamelata, Virtual engineering in augmented reality, capitolo all’interno di: Computer Animation, Nova Publishing (in stampa) Le nostre ricerche DISEGNO E METODI DELL’INGEGNERIA INDUSTRIALE Archeologia Virtuale GRUPPO DI LAVORO: Prof Eugenio Pezzuti [email protected] Ing. Pier Paolo Valentini [email protected] Ing. Giampietro Piscopo [email protected] Pubblicazioni E. Pezzuti, P.P. Valentini, et al., “Una Metodologia per l’Analisi e l’Archiviazione di Reperti Archeologici Basata sul Rilievo Mediante Scanner Laser Tridimensionali a NonContatto” Archiviazione e Restauro di Reperti Archeologici Mediante tecniche CAD-RP, Napoli 2004, pp. 45-86, ISBN 88-900081-7-2. E. Pezzuti, P.P. Valentini, et. al. “Computer Aided Reconstruction of Italian Ancient Clocks”, Computer Animation and Virtual World, vol.17, pp.565-572, 2006, ISSN: 1546-4261. E. Pezzuti, G. Piscopo, P.P. Valentini, et al. “Una metodologia per il rilievo, la catalogazione e la ricostruzione di reperti archeologici” – Atti del congresso ADM-AIAS 2004, Bari. DESCRIZIONE L’attività prevede l’impiego delle moderne tecniche di acquisizione delle geometrie basate su scanner laser, di modellazione tridimensionale e simulazione del movimento a supporto dell’allestimento di ricostruzioni virtuali di reperti, manufatti e sistemi di elevato valore storico-culturale. Particolare interesse hanno rivolto le ricostruzioni virtuali dei principali orologi da torre del territorio nazionale. Inoltre, sono state oggetto di investigazione le metodiche a supporto alla ricostruzione e catalogazione automatica dei frammenti di vasellame. In collaborazione con la Cattedra di Meccanica Applicata alle Macchine sono state condotte delle investigazioni sulla ricostruzione virtuale delle geometrie e la simulazione del funzionamento di alcuni orologi da torre italiani. RISULTATI Le attività hanno riguardato l’allestimento di un laboratorio di ingegneria inversa specializzato in ricostruzioni archeologiche allestito con uno scanner laser tridimensionale e una telecamera analogica ad alto ingrandimento. Gli studi specifici riguardanti applicazioni delle metodologie hanno interessato i frammenti di vasellame rinvenuti in siti archeologici alla foce del fiume Sele (Campania) nel corso di un progetto PRIN. Sono stati messi a punto e testati da archeologi dei sistemi informatizzati di supporto alle decisioni di catalogazione e ricostruzione assistita dei reperti. 6 Le nostre ricerche DISEGNO E METODI DELL’INGEGNERIA INDUSTRIALE DESCRIZIONE L’attività prevede la modellazione e simulazione virtuale di numerosi sistemi e sottosistemi meccanici basata sulle moderne tecniche multibody e flexible multibody a supporto di tutte le fasi di progettazione concettuale, di dettaglio ed ottimizzazione. Particolare attenzione è stata rivolta ai sistemi di trasmissione di potenza per uso automobilistico. Al fine di validare i modelli numerici è stato allestito un banco prova strumentato in collaborazione con il Gruppo di Meccanica Applicata alle Macchine. Le attività sono state parzialmente sviluppate nell’ambito del progetto cofinanziato PRIN 2002-2004: “Cinematica e dinamica dei giunti di trasmissione e dei meccanismi di selezione dei cambi robotizzati”. RISULTATI Sono stati oggetto delle ricerche differenti tipologie di camme automobilistiche (bidimensionali e tridimensionali), di giunti di trasmissione, dei rotismi, dei meccanismi a vite. Per ciascuna di queste categorie sono stati proposti dei modelli simulativi molto dettaglianti comprendenti fenomeni di contatto, attrito, lubrificazione, vincoli ridondanti, elasticità, introdotti con approcci innovativi ed originali. Particolare attenzione è stata data alla definizione di procedure di calcolo per la stima delle prestazioni cinematiche, dinamiche ed energetiche. . Tecniche di Progettazione Integrata di Organi per Trasmissioni di Potenza GRUPPO DI LAVORO: Prof Eugenio Pezzuti [email protected] Ing. Pier Paolo Valentini [email protected] in collaborazione con il gruppo di meccanica Applicata (Prof. Ettore Pennestrì) Pubblicazioni Valentini, P.P., Pennestrì, E., “Kinematic Design and Multibody Analysis of the Rzeppa Pilot-Lever Joint”, IMECHE, Part K, Journal of Multi-body Dynamics, vol. 222, ISSN: 1464-4193, 2008. P.P. Valentini, E. Pennestrì “Design and simulation of a variable timing and lift cam mechanism”, IMECHE, Part D, Journal of Automobile Engineering vol. 223. ISSN 0954-4070. Pennestrì E., Valentini P.P., et al. “Efficiency and wear in cam actuated robotized Gearbox”, Int. J. of Vehicle Design Vol. 26 n. 3, 2008, ISSN 0143-3369 . 7 Le nostre ricerche DISEGNO E METODI DELL’INGEGNERIA INDUSTRIALE Metodologie di Sintesi, Analisi e Simulazione di Meccanismi con Errori e Tolleranze GRUPPO DI LAVORO: Prof Eugenio Pezzuti [email protected] Ing. Pier Paolo Valentini [email protected] Ing. Giampietro Piscopo [email protected] Pubblicazioni P.P. Valentini, “Tolerance allocation in spatial cam assembly for vehicle applications”, Int. Journal for Vehicle Systems Modeling and Testing, vol. 3, 2008, ISBN 1745-6436. Pezzuti, E., Valentini, P.P. et al., “Computer Aided Simulation and Testing of Spatial Linkages with Joint Mechanical Errors” Int. J. For Numerical Methods in Engineering , vol. 65, 2006, ISSN 0029-5981. E. Pezzuti, D. Gattamelata, G. Piscopo, “Dimensional and geometrical tolerance synthesis based on constrained optimization: an industrial case”, Int. J. of Computer Application in Technology, Vol.33 n., pp, ISSN 0952-8091. DESCRIZIONE L’attività prevede lo sviluppo, l’implementazione e l’applicazione di metodiche CAD a supporto della sintesi e dell’analisi degli effetti delle tolleranze geometriche e dimensionali sulle prestazioni dei sistemi meccanici, con particolare riferimento ai sistemi con gradi di libertà. Sebbene le metodologie implementate siano assolutamente flessibili e possano essere applicate a una larga parte dei meccanismi, sono state approfondite le implicazioni riguardanti gli effetti delle tolleranze di lavorazione e montaggio su differenti tipologie di giunti di trasmissione utilizzati nella pratica industriale. Le attività di ricerca hanno riguardato, inoltre, l’esplorazione di metodiche numeriche innovative quali l’algebra duale e le formulazioni ibride rigido-flessibili e la valutazione delle caratteristiche superficiali. RISULTATI I risultati delle attività di ricerca hanno riguardato la messa a punto di numerose metodologie mediante l’implementazione di algoritmi sistemici. Sono state sviluppate delle procedure sia per lo studio dei meccanismi a corpi rigidi, sia a corpi flessibili. Si sono proposti degli approcci innovativi per integrare tali metodiche all’interno di applicativi CAE commerciali. Per le principali tipologie di giunti di trasmissione industriale (cardanico, Rzeppa omocinetico, Rzeppa non omocinetico, Tracta, tripode) sono state prodotte delle carte e tabelle di progetto utili ai fini della scelta ottimale delle tolleranze di fabbricazione e montaggio. Tali carte sono state dedotte a partire da implementazioni numeriche delle metodologie messe a punto e validate da opportune campagne sperimentali svolte in collaborazione con il Gruppo di Meccanica Applicata alle Macchine. 8 Le nostre ricerche FISICA APPLICATA DESCRIZIONE Già da qualche decennio sono state intraprese ricerche sulla connessione esistente tra segnali elettromagnetici nell’atmosfera e fase preparatoria di un terremoto. In questo ambito si collocano gli studi sui disturbi nelle trasmissioni radio, provocati dall’attività sismica. I primi risultati furono ottenuti in Russia e in Giappone nell’ultimo decennio, studiando la propagazione dei segnali VLF (20-60 kHz), usati per la radionavigazione, per i segnali orari e per scopi militari, la cui propagazione avviene nell’interfaccia Terra-bassa ionosfera. La novità dello studio condotto in Italia è stata quella di utilizzare una strumentazione ricevente LF sintonizzata su emittenti radio che trasmettono segnali con frequenze comprese tra 150 e 300 kHz , la cui propagazione avviene prevalentemente in troposfera e nella bassa ionosfera. L’analisi dei dati si basa sulle variazioni di ampiezza dei radiosegnali provenienti da diverse trasmittenti. Le anomalie riscontrate sia nei segnali VLF che LF, diversi giorni prima di alcuni terremoti, vengono correlate con una anormale ionizzazione nella bassa ionosfera, o con la presenza di strati riflettenti e zone di scattering in troposfera, le cui cause più probabili sembrano essere emissioni di radon, ioni o onde elettromagnetiche, provenienti dalla zona focale del futuro terremoto. Recentemente, si è progettata e realizzata in Italia una ricevente VLFLF: nel gennaio 2009 è stata organizzata e messa a punto la rete di monitoraggio VLF-LF, costituita da riceventi italiane e russo-giapponesi come illustrato in figura. RISULTATI I dati VLF-LF raccolti negli ultimi anni hanno evidenziato diversi effetti presismici in occasione di vari forti terremoti. La prima strumentazione LF era installata in due diverse zone dell’Appennino Centrale ed ha fornito risultati interessanti in occasione di alcuni eventi sismici verificatisi entro un raggio di 30–40 km dalle stazioni. Inoltre, il contemporaneo esame dei dati meteorologici su larga scala, ha consentito di porre in luce una ulteriore concomitanza tra i disturbi nella propagazione delle radioonde e alcuni particolari fenomeni termici nella troposfera. La nuova rete VLF-LF attivata ha già evidenziato chiarissimi precursori alcuni giorni prima del terremoto dell’Abruzzo del 6 aprile 2009, quando sia la stazione LF di Assergi (Gran Sasso) che quella VLF di Mosca hanno evidenziato chiare anomalie nella propagazione dei segnali, verificatesi alcuni giorni prima del terremoto. .. 9 Disturbi sulla Propagazione delle Onde Radio VLF/LF GRUPPO DI LAVORO: Prof. Anita Ermini [email protected] Pubblicazioni A.Ermini et al.: “ Electric field strength analysis of 216 and 270 kHz broadcast signals recorded during 9 years”, Radio Science, 41, 2006. A.Ermini et al: “Decrease in the electric intensity of VLF/LF radio signals and possible connections”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 7, 423-430, 2007. A.Ermini et al.: “Disturbances in a VLF radio signal prior the M=4.7 offshore Anzio (central Italy) earthquake on 22 August 2005”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 8, 1041-1048, 2008. A.Ermini et al., “A preseismic radio anomaly revealed in the area where the Abruzzo earthquake (M=6.3) occurred on 6 April 2009”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 9, 15511556, 2009. A. Ermini et al. : “Anomalies in VLF radio signals prior the Abruzzo earthquake (M=6.3) on 6 April 2009”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 9, 1727-1732, 2009. Le nostre ricerche FISICA APPLICATA Possibili Effetti Biologici Prodotti da Radiazioni Non Ionizzanti (1-3) GHz DESCRIZIONE GRUPPO DI LAVORO: Prof. Anita Ermini [email protected] RISULTATI La ricerca è ancora nelle sue prime fasi. Il prototipo costruito è quello di una camera riverberante per la generazione di un campo e.m. statisticamente uniforme, con frequenza variabile tra 1 e 2 GHz. Il problema principale che si è presentato è stato quello di definire con precisione il campo e.m. a vuoto e, successivamente, con le cavie all’interno. E’ stata completata una prima taratura del sistema, utilizzando dei “phantoms” realizzati con contenitori in vetro, riempiti di soluzione fisiologica, per simulare le cavie di laboratorio. Attualmente si sta sviluppando un secondo tipo di fantoccio plastico, per affinare le operazioni di taratura. Pubblicazioni A.Ermini et al. “A reverberation chamber to investigate the possible effects of “in vivo” exposure of rats to 1.8 GHz electromagnetic fields: a preliminary study” Progress In Electromagnetics Research, PIER 94, 133-152, 2009. Da alcuni anni vengono effettuate esperienze di laboratorio finalizzate ad evidenziare possibili effetti sanitari legati all’interazione della radiazione RF sui sistemi biologici. A tale scopo è stato realizzato, in collaborazione con le Università di Bari e di Foggia, un prototipo di camera riverberante per l’irradiazione di cavie. La novità del sistema è di essere “in vivo”, il che consente di irradiare cavie non immobilizzate, ma nel loro ambiente abitativo normale. 10 Le nostre ricerche FISICA APPLICATA DESCRIZIONE Ormai da alcuni decenni vengono condotti in tutto il mondo studi su parametri geochimici e idrogeochimici, la cui principali finalità è quella di verificare la correlazione tra le variazioni di tali parametri e la fase di preparazione di un terremoto. A tal scopo esiste una attiva collaborazione con il Servizio di Sismologia e Vulcanologia della Kamchatka che, fin dal 1976, campiona e analizza acque sotterranee di pozzi profondi e sorgenti. Il data base pluridecennale costituito è oggetto di analisi che hanno permesso e permetteranno il raggiungimento di conclusioni significative sul ruolo delle variazioni di parametri geochimici nello studio dei fenomeni precursori dei terremoti. Inoltre, in Italia, viene monitorata la portata di una sorgente nei pressi della grotta di Assergi (Gran Sasso), che ha rivelato variazioni connesse alla sismicità. RISULTATI Le lunghe serie di dati idrogeochimici raccolti in Kamchatka (Russia) hanno reso possibile l’evidenziazione di correlazioni tra forti terremoti (magnitudo maggiori o uguali a 7.0) e variazioni anomale del contenuto di gas e ioni disciolti in acque sotterranee. In particolare è stato possibile osservare la presenza di precursori sia a breve che a medio termine (ordine di qualche mese) relativi a terremoti distanti 100-150 km dai punti di misura, ma lo studio ha permesso anche di definire alcuni caratteri di disomogeneità della situazione strutturale sotterranea, che individuano delle direzioni preferenziali nella propagazione dello stress e quindi permettono di definire zone più o meno “sensibili” per la rilevazione dei precursori. A ciò si aggiunge anche la correlazione che sembra emergere tra tipi di precursori (gas o ioni) e profondità del successivo terremoto. Per quanto riguarda la sorgente di Assergi, un notevole incremento della portata si è verificato prima del terremoto dell’Abruzzo del 6 Aprile 2009, configurandosi come un precursore a medio termine. Circles represent earthquakes, S means natural spring, W means drilled well 11 Variazioni nel Livello delle Acque Sotterranee e nel Contenuto di Gas e Ioni Disciolti in esse: Correlazioni con l’Attività Sismica GRUPPO DI LAVORO: Prof. Anita Ermini [email protected] Pubblicazioni A.Ermini et al.: “Disturbances in groundwater chemical parameters related to seismic and volcanic activity in Kamchatka (Russia)”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 4, 535-539, 2004. A.Ermini et al.: ”Groundwater chemical anomalies connected with the Kamchatka earthquake (M=7.1) on March 1992”, Natural Hazards and Earth System Sciences, 6, 853-859, 2006. Le nostre ricerche FISICA DELLA MATERIA E SCIENZA DEI MATERIALI L. Braicovich, L. J. Ament, V. Bisogni, F. Forte, C. Aruta, G. Balestrino, N. B. Brookes, G. M. De Luca, P. G. Medaglia, F. Miletto Granozio, M. Radovic, M. Salluzzo, J. van den Brink, G. Ghiringhelli, Phys. Rev. Lett. 102, 167401 (2009) M.N. Serbyn, M.N. Skvortsov, A.A. Varlamov, V. Galitski, Physical Review Letters, 102, 067001, 2009. P. Orgiani, P, C. Aruta, G. Balestrino, D. Born, L. Maritato, P.G. Medaglia, D. Stornaiuolo, F. Tafuri, A. Tebano, Physical Review Letters, 98, 3, (2007) B.K. Freelon, A. Augustsson, J-H. Guo, P.G. Medaglia, A. Tebano, G. Balestrino, G. Physical Review Letters, 96, (2006). 4x10 2 3x10 2 2x10 2 1x10 2 1.4 CaCuO2 1.2 Ba 1.0 [m cm] Pubblicazioni [m cm] GRUPPO DI LAVORO: Prof. Giuseppe Balestrino [email protected] Dott. Antonello Tebano [email protected] Dott. Pier Gianni Medaglia [email protected] Dott. Daniele Di Castro [email protected] t Dott. Andrei Varlamov [email protected] DESCRIZIONE Il recente sviluppo di nuove tecniche per la sintesi di film sottili di ossidi di alta qualità ha ridato forte impulso allo studio dei superconduttori ad alta temperatura di transizione (SATT). Nuovi orizzonti si sono aperti per la sintesi di superreticoli SATT, che consistono di strati sottili di composti superconduttori standard impilati in sequenza su blocchi non superconduttori aventi struttura cristallografica compatibile. Gli scopi di questa ricerca sono stati molteplici: in particolare lo studio di aspetti fondamentali nella fisica dei SATT, quali la “dimensionalità” dei superconduttori, la dinamica dei vortici, gli effetti di prossimità, gli effetti di deformazione epitassiale, la connessione tra superconduttività e magnetismo. Particolarmente interessanti in quest’ottica appaiono i supereticoli superconduttori artificiali BaCuO2+x/CaCuO2 sintetizzati impilando alternativamente due unità singolarmente isolanti, il primo dei quali svolge la funzione di blocco drogante dei piani CuO2 del secondo blocco. RISULTATI Il gruppo di lavoro ha sviluppato l’expertise per l’ottimizzazione della sintesi di supereticoli BaCuO2+x/CaCuO2 con temperature critiche fino a 82K. La peculiarità di queste strutture artificiali stratificate ha permesso di variare gli spessori dei singoli blocchi costituenti, studiando così aspetti non pienamente compresi dalla comunità scientifica quali il trasferimento di carica, il cosiddetto accoppiamento interlayer (tra blocchi superconduttori adiacenti), gli effetti di anisotropia, la dinamica dei vortici, principalmente in sistemi ultrasottili (spessori minori di 5nm) la penetrazione del campo magnetico, la simmetria del parametro d’ordine. Per la caratterizzazione di questi sistemi complessi il gruppo si avvale di prestigiose collaborazioni internazionali presso strutture quali i sincrotroni ESRF di Grenoble e ALS (di Berkeley) -per le indagini spettroscopiche quali assorbimento, ed emissione, RIXS, EXAFS, dicroismo magnetico- ed il Paul Scherrer Institut (Svizzera) per la muon spin rotation. CuO2 planes CuOx 0.8 BaO 0.6 BaCuO2+x 0.4 y CuO x 0.2 0 50 100 150 200 250 300 0.0 Ba 0 50 100 150 200 250 300 T [K] T [K] Superreticoli [BaCuO2+x] 2/ CaCuO2] M 0,12 Trasferimento di carica 0,10 [m cm] Sintesi e Caratterizzazione di Cuprati Superconduttori 0,08 0,06 0,04 0,02 0,00 0 50 100 150 200 T [K] 12 250 300 Le nostre ricerche FISICA DELLA MATERIA E SCIENZA DEI MATERIALI DESCRIZIONE La produzione sostenibile di Energia in modo compatibile con l’ambiente che ci circonda è uno dei più grandi problemi da affrontare nell’immediato futuro. La ricerca di alternative ai combustibili fossili come le celle a combustibile sta diventando sempre più necessaria. Le celle a combustibile, a seconda del tipo di materiali utilizzati, possono essere impiegate sia per la produzione di energia stazionaria che per applicazioni mobili come veicoli ed apparati elettronici. E’ di particolare interesse, dato l’alto costo e le basse performance delle batterie per l’elettronica oggigiorno basate su elettroliti a ioni litio od a nickel idruro, l’ottimizzazione a dimensioni millimetriche di celle a combustibile ad ossido solido (micro-SOFCs) che consentirebbero alti livelli di erogazione di energia in maniera continua senza bisogno di cicli di carica e ricarica. Dato che la conversione diretta di energia chimica in elettrica non soffre delle restrizioni imposte dalle leggi della termodinamica , è possibile ridurre il dispositivo a dimensioni millimetriche senza perdere in efficienza totale. L’obiettivo finale è quello di ottenere un dispositivo affidabile e duraturo grazie allo sviluppo di nuovi materiali, processi e architetture in grado di operare nell’intervallo di temperatura compatibile con il corretto funzionamento dei dispositivi elettronici da alimentare (300 °C – 500 °C). RISULTATI All’interno di questa attività sono stati sintetizzati nuovi materiali elettrolitici che manifestano una diffusione ionica molto più elevata di materiali convenzionali, a parità di temperatura della cella a combustibile. Per l’ingegnerizzazione dei materiali si è usata la tecnica di Deposizione a Laser impulsato(PLD) che ha consentito di creare interfacce tra materiali diversi, sia singole che ripetute più volte (eterostrutture e supereticoli). Ciò ha permesso di ottenere decisivi miglioramenti delle performance, sia per elettroliti conduttori di ioni ossigeno (O2-) (realizzando superreticoli di materiali convenzionali come Zirconia stabilizzata con Ittrio, YSZ e Ceria dopata con Gadolinio GDC), che per conduttori di protoni (H+). Nella figura sulla destra sono mostrate le performance in potenza di un conduttore protonico a doppio strato, composto da Bario-Cerio-Yttrio (BCY) e Bario-Zirconio-Yttrio (BZY), tale eterostruttura è in grado di accoppiare le alte performance del BCY con l’alta stabilità chimica del BZY.. 13 Sintesi di Conduttori Ionici ed Implementazione in Dispositivi -SOFCs (Solid Oxide Fuell Cells) GRUPPO DI LAVORO: Prof. Giuseppe Balestrino [email protected] Dott. Antonello Tebano [email protected] Dott. Pier Gianni Medaglia [email protected] Ing. Andrea Orsini [email protected] Dott. Simone Sanna [email protected] Pubblicazioni S. Sanna, V. Esposito, D. Pergolesi, A. Orsini, A. Tebano, S. Licoccia, G. Balestrino, E. Traversa, Advanced Functional Materials, 19, 1713, 2009 A. Orsini, P.G. .Medaglia, S. Sanna, E. Traversa, S. Licoccia, A. Tebano, G. Balestrino, Superlattices and Microstructures, 46, 223 (2009). E. Fabbri, D. Pergolesi, A. D'Epifanio, E. Di Bartolomeo, G. Balestrino, S. Licoccia, E. Traversa, Energy & Environmental Science, 1, 355, (2008). Le nostre ricerche FISICA DELLA MATERIA E SCIENZA DEI MATERIALI Film Sottili di Manganiti: Strain Epitassiale, Occupazione Orbitalica e Struttura Magnetica GRUPPO DI LAVORO: Prof. Giuseppe Balestrino [email protected] Dott. Antonello Tebano [email protected] Dott. Pier Gianni Medaglia [email protected] Ing. Andrea Orsini [email protected] Pubblicazioni A. Tebano, A. Orsini, P.G. Medaglia, G.; Balestrino, Applied Physics Letters, 94, (2009). C. Aruta, G. Ghiringhelli, V. Bisogni, L. Braicovich, N.B. Brookes, A. Tebano, G. Balestrino, Physical Review B , 80, 014431, (2009). A. Tebano, C. Aruta, S. Sanna, P.G. Medaglia, G. Balestrino, A.A. Sidorenko, R. De Renzi, G. Ghiringhelli, L. Braicovich, V. Bisogni, N.B. , Physical Review Letters, 100, 137401, (2008). DESCRIZIONE Le perovskiti con manganese del tipo La1-xAxMnO3, con A=Sr, Ca, and Ba con x compreso tra 0 and 0.5, come film sottili depositati su differenti substrati, sono stati ampiamente studiati negli ultimi anni per le potenziali applicazioni nel campo della spintronica al fine di sfruttare le loro eccezionali proprietà di magnetotrasporto e la cosiddetta magnetoresistenza colossale (CMR). Una proprieta’ importante della struttura elettronica delle manganiti ferromagnetiche CMR, dimostrata dagli esperimenti e dalla teoria, e’ che i portatori di carica hanno spin quasi completamente polarizzati a livello dell’energia di Fermi. La differenza di parametro reticolare del substrato e lo spessore del film possono indurre diversi tipi strain anisotropo in film epitassiali, che possono influenzare direttamente le proprieta’ di magnetotrasporto mediante l’accoppiamento elettrone-fonone mediato da distorsioni Jahn-Teller degli ottaedri MnO3. Inoltre lo strain anisotropo puo’ anche cambiare l’ordinamento degli orbitali (o disordinamento) RISULTATI Sono stati sinterizzati film sottili di manganite (principalmente La0.7Sr0.3MnO3) di altissima qualità cristallografica, con modalità di crescita 2D, “strato atomico per strato atomico” con monitoraggio RHEED (Reflection High Energy Electron Diffraction). Tali materiali possiedono ottime proprietà di magneto-trasporto. Grazie ad un approccio basato sull’ingegneria di eterostrutture, è stato possibile discernere l’effetto dello strain epitassiale sulle proprietà di magnetotrasporto, distinguendolo dagli altri effetti chimico-fisici all’interfaccia substrato-film. L’ordinamento magnetico, l’occupazione orbitalica ed i momenti atomici di questi sistemi sono stati inoltre studiati mediante dicroismo magnetico lineare e circolare. Nell’ambito di una collaborazione con iI Lawrence Berkeley National Laboratory, infine, è stato implementato un sistema di deposizione laser direttamente sulla linea 7.01 (Electronic Structure Factory) del sincrotrone ALS di Berkeley, finalizzata allo studio in situ di film ossidi.. 14 Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE Analisi di Dati DESCRIZIONE provenienti dalla E’ in corso, da alcuni mesi, una collaborazione con ENEA Frascati – Macchina a Fusione Dipartimento Fusione – per l’analisi dei dati relativi ai profili di densità e JET temperatura acquisiti con le diagnostiche montate sulla macchina a fusione JET (Joint European Torus). In particolare la linea di ricerca è centrata sull’analisi dei dati del sistema inteferometrico polarimetrico, il cui funzionamento è di primaria importanza per il reattore. I due sistemi GRUPPO DI LAVORO: sono in grado di misurare le principali caratteristiche dei plasmi Prof. Carlo Bellecci magnetici, densità e corrente. [email protected] L’attività è rivolta allo studio del sistema sia per quanto riguarda Dott. Pasqualino Gaudio l’hardware che la gestione software al fine di risolvere i problemi [email protected] esistenti e di ottenere, così, un segnale affidabile per ogni condizione di Ing. M. Gelfusa esercizio della macchina. Questa attività è in stretta collaborazione con Dr. F.P. Orsitto responsabile del gruppo di Fusione ENEA Frascati RISULTATI Un primo confronto dei dati sperimentali con il modello sviluppato ha permesso di confermare che la strumentazione sembra lavorare correttamente. Saranno eseguite ulteriori analisi al fine di validare i primi risultati ottenuti. 15 Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE Monitoraggio Ambientale con Tecniche Laser GRUPPO DI LAVORO: Prof. Carlo Bellecci [email protected] Dott. Pasqualino Gaudio [email protected] Dott. P. Ventura Ing. C. Serafini Ing. M. Gelfusa Ing. A. Malizia Pubblicazioni C.Bellecci, P.Gaudio, S. Martellucci, E. Penco, M.Richetta, Active clipping system for CO2 laser source, in Review of Scientific Instruments, 76, pp. 26115-1 – 26115-2, 2005. C. Bellecci, F. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, M. Richetta, T. Lo Feudo, Application of CO2 dial system for infrared detection of forest fire and reduce of false alarm, Applied Physics B, 87, 373378, 2007. P. Gaudio, C. Bellecci, L. De Leo, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta, Reduction of false alarms in forest fire surveillance using water vapour concentration measurements, Optics & Laser Technology, 41, 374-379, 2009 DESCRIZIONE L’attività si basa sullo sviluppo e l’applicazione di sistemi laser per il monitoraggio ambientale mediante l’uso di tecniche di telerilevamento attivo Lidar/Dial. L’applicazione di tali tecniche permettono di eseguire misure di monitoraggio della qualità dell’aria e della presenza di componenti minori. Le tecniche si basano sull’invio della radiazione laser in atmosfera e della successiva ricezione del segnale retro diffuso dai suoi costituenti. Tecnica analoga a quella RADAR, permette di eseguire analisi dei profili di concentrazione di particolato atmosferico e del suo andamento giornaliero nonché l’analisi della presenza di componenti minori. La stessa tecnica può essere utilizzata anche per scopi diversi come: la misura della presenza di incendi boschivi; la presenza di sostanze nocive in atmosfera dovute al rilascio accidentale o doloso; monitoraggio di ambienti confinati per l’analisi della qualità di alimenti immagazzinati; monitoraggio di ambienti confinati per l’analisi della qualità dell’aria Informazione fondamentale per eseguire l’analisi è conoscere come la radiazione laser interagisce con i diversi composti. A questo scopo, per individuare l’interazione di composti ”aggressivi”, sono incorso misure in cella di assorbimento presso il Centro Interforze NBCR “Santa Lucia” di Civitavecchia. Scopo delle misure è la costruzione di un database che permetta, successivamente, di poter riconoscere la presenza di queste sostanze “aggressive” in atmosfera. RISULTATI Sono stati sviluppati due sistemi di telerilevamento mobili, il primo basato su un laser a CO2 e l’altro basato su un laser Nd-YAG (SAI), con i quali sono state eseguite sia misure di concentrazione di vapor d’acqueo che analisi dell’andamento giornaliero del Planetary Boundary Layer (PBL). Il sistema basato sul laser Nd_YAG è stato utilizzato per il monitoraggio di presenza di incendi boschivi. Attualmente sono in corso misure del PBL che utilizzano come tracciante il particolato presente nella bassa troposfera. Il SAI in misura 16 Andamento del PBL Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE L’attività di ricerca è inserita all’interno di una collaborazione con il centro di ricerche ENEA Frascati referente Dr.ssa Maria Teresa Porfiri Dipartimento Fusione, con cui si eseguono studi di mobilizzazione delle polveri in reattori a fusione a causa di perdite accidentali di vuoto o di immissione accidentale di acqua. Scopo del lavoro è mettere a punto un codice di calcolo, in grado di simulare la mobilizzazione di polveri rilevante per la futura macchina ITER, e validarlo mediante l’uso di dati acquisiti su un simulatore sperimentale “STARDUST”, di proprietà del Centro Ricerche ENEA di Frascati. Con il simulatore è possibile indurre perdite di vuoto all’altezza della porta centrale del Toro e del divertore. E’ in fase avanzata di messa a punto il set up sperimentale per misurare la velocità d’ingresso dell’aria e l’acquisizione d’immagini ad alta frequenza di ripetizione con le quali si vuole seguire il flusso reale delle particelle nell’apparato sperimentale per la misura del reale campo di moto delle particelle. I risultati sperimentali raccolti saranno utili per il confronto e la messa a punto del codice di calcolo. RISULTATI E’ stato sviluppato il primo modello bidimensionale di evoluzione del flusso di aria all’interno di STARDUST. Dai risultati numerici si osserva la velocità massima del flusso di aria entrante e il campo di moto. I risultati saranno confrontati con le misure di velocità all’interno di STARDUST. Parallelamente sono state fatte le prime prove di mobilizzazione delle polveri simulando due perdite di vuoto, una all’altezza del divertore e l’altra nella zona centrale della camera. Dalle misure di mobilizzazione delle polveri si osserva che la mobilizzazione è quasi assente per perdite nella zona centrale della camera ma diventa interessante per perdite all’altezza del divertore. Prossimo passo sarà quello di sviluppare un modello 3D e eseguire le misure sperimentali di velocità del flusso di aria in caso di perdite in STARDUST. STARDUST Prime misure di velocità 17 Mobilizzazione di Polveri per lo Studio di Perdite di Vuoto in Reattori Nucleari GRUPPO DI LAVORO: Prof. Carlo Bellecci [email protected] Dott. Pasqualino Gaudio [email protected] Ing. A. Malizia Ing. I. Lupelli Pubblicazioni P. Gaudio, C. Bellecci, I. Lupelli, A. Malizia, M.T. Porfiri, M. Richetta. Misure di mobilizzazione e trasporto nella facility STARDUST, XCIV Congresso Nazionale SIF, pp 3131, 2008 P. Gaudio, C. Bellecci, , I. Lupelli, A. Malizia, M.T. Porfiri, M. Richetta, (2008). Dust mobilization and transport measures in the STARDUST facility, EPS2008 Proceedings, Vol.32, P-1.175. Le nostre ricerche Generazione di Radiazione X-Soft da Plasma indotto da Laser. Analisi Spettroscopiche. Applicazioni alla Microradiografia ed alla Microscopia GRUPPO DI LAVORO: Prof Sergio Martellucci [email protected] Prof Carlo Bellecci [email protected] Dot.ssa Maria Richetta [email protected] Dott. Pasquallino Gaudio [email protected] Pubblicazioni L.Reale, F.Bonfigli, A.Lai, F.Flora, A.Poma, P.Albertano, S.Bellezza, R.M.Montereali, A.Faenov, T.Pikuz, S.Almaviva, M.Auroravincenti, M.Francucci, P.Gaudio, S.Martellucci, M.Richetta, X ray microscopy of plant cells by using LiF crystal as detector, Microscopy Research and Technique 71, 12, 839 - 848 (2008). C.Oliva, A.Ustione, S. Almaviva, G. Baldacchini, F. Bonfigli, F. Flora,A.Lai, R.M.Montereali,A.Ya.Faenov, T. A.Pikuz,M.Francucci, P. Gaudio, S.Martellucci,M.Richetta, Reale, A.Criceti, SNOM images of X-ray radiographs at nano-scale stored in a thin layer of lithium fluoride, J. of Micros. 229, 490-495, 2008. F.Bonfigli,A.Faenov,F.Flora, M.Francucci,P.Gaudio,A.Lai, S.Martellucci,R.M.Montereali, T.Pikuz,L.Reale,M.Richetta, M.A.Vincenti,GBaldacchini, Highresolution water window X-Ray imaging of in vivo cells and their products using LiF crystal detectors,Microsc.Res.Tech.71, 35-41 (2008). FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE Presso il laboratorio di Elettronica Quantistica e Plasmi è disponibile una facility laser con sorgente Nd:YAG/GLASS. Essa è costituita da un oscillatore Nd:YAG e quattro amplificatori: due Nd:YAG e due Nd:GLASS. L’impulso prodotto ha una durata di circa 15ns ed una energia intorno a 10J. Il plasma generato dall’interazione della radiazione su target solidi o gassosi, si comporta come una sorgente puntiforme e non monocromatica di radiazione visibile, ultravioletta ed X. Le piccole lunghezze d’onda disponibili consentono di ottenere immagini ad alta risoluzione con applicazioni in svariati campi. La componente X soft (0.6 – 2 keV) è utilizzata presso il laboratorio per effettuare studi: di spettroscopia X, relativi agli spettri di emissione degli ioni ad alto stato di carica; di efficienza di conversione infrarosso – raggi X; di microradiografia; di microscopia. RISULTATI Sono state effettuate numerose micro-radiografie di campioni biologici disidratati, trattati con metalli pesanti, al fine di evidenziare i siti di bioaccumulo e/o la quantità del drogante. Le immagini sono state acquisite mediante pellicole fotografiche di tipo RAR (che presentano una notevole sensibilità nell’intervallo 26 eV – 2keV) e mediante camera CCD. I vantaggi dati da una CCD si possono così riassumere: alta efficienza quantica, risposta rapida, basso rumore elettronico, facilità di interfacciamento al PC, rapidità di post-processamento. Sono state inoltre effettuate registrazioni mediante SXCM (Soft X-ray Contact Microscopi) utilizzando rivelatori a fluoruro di litio – LiF sia come cristalli, sia come film sottili, che presentano elevata risoluzione spaziale, ampio range dinamico, semplicità di utilizzo. Microradiografie di foglie di Viola Tricolor variamente contaminate con CuSO4, ottenute con radiazione X da 5 keV. Rivelatore: camera CCD. Microradiografie registrate su film di LiF con radiazione X da .5keV a 8eV. 18 Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE Le diagnostiche per la determinazione dei parametri di plasma si basano su una moltitudine di processi fisici. L'applicazione di svariate tecniche e di potenti codici di calcolo ha consentito di determinare densità elettroniche fino a 1020/cm3 e temperature fino a 3 MeV. Sulla base di questi risultati è stato possibile giungere alla stesura del progetto HiPER(High Power laser Energy Research facility). Il progetto si propone di dimostrare la fattibilità della fusione laser indotta quale futura fonte di energia e parallelamente effettuare studi in condizioni estreme che non possono essere altrimenti ottenute sul nostro pianeta. In tale ambito, il nostro laboratorio è impegnato nella caratterizzazione di plasmi caldi e densi, e nella determinazione ed applicazione di tecniche diagnostiche per esperimenti di fast ignition. In particolare sono state effettuate analisi spettroscopiche, per la rivelazione delle righe satellite della L – alpha, e sono in fase di applicazione sistemi interferometrici (Michelson, Nomarsky) per ricavare mappe bidimensionali della densità elettronica. Sulla base di tali competenze il laboratorio partecipa al Working Package 10 dello “HiPER Experimental Programme”. All’interno di detto programma, il lab partecipa a campagne di ricerca presso facility internazionali quali il Rutherford Appleton Laboratory (RAL) in Inghilterra, il PALS a Praga, ed altre. RISULTATI I risultati di una recente campagna sperimentale svolta al RAL presso la laser facility VULCAN, hanno permesso di esaminare il trasporto di elettroni relativistici all’interno di bersagli cilindrici compressi. Sono stati utilizzati quattro fasci ad impulsi lunghi (0.53 m) per comprimere un cilindro in plastica cavo, contenente schiuma a tre diverse densità tra 2 e 5 g/cm3. E’ stato quindi utilizzato un impulso corto (10 ps, 160 J) per generare gli elettroni veloci che dovevano attraversare la materia compressa. Al fine di valutare le condizioni del plasma compresso e ricavare la temperatura elettronica, sono state adottate ed adattate svariate diagnostiche. I risultati ottenuti hanno permesso di chiarire il comportamento di particelle cariche relativistiche in materia fortemente compressa, nonché di approfondire le conoscenze per quanto concerne i problemi dell’ignizione veloce, alla base di uno dei meccanismi papabili per ottenere fusione inerziale. Nella figura è mostrata un’immagine relativa ad una radiografia X del cilindro compresso 500ps prima della massima compressione (a) ed alla massima compressione (b). a) b) 19 Tecniche Diagnostiche per la Caratterizzazione di Plasmi indotti da Laser nell'ambito della Ignizione Veloce. HIPER Fusion Experimental Program GRUPPO DI LAVORO: Prof Sergio Martellucci [email protected] ProfCarlo Bellecci [email protected] Dott.ssa Maria Richetta [email protected] Dott. Pasquallino Gaudio [email protected] Pubblicazioni F. Perez, M. Koenig, D. Batani, S. D. Baton, F. N. Beg, C. Benedetti, E. Brambrink, S. Chawla, F. Dorchies, C. Fourment, M. Galimberti, L. A. Gizzi, R. Heathcote, D. P. Higginson, S. Hulin, R. Jafer, P. Koester, L. Labate, K. Lancaster, A. J. MacKinnon, A. G. McPhee, W. Nazarov, P. Nicolai, J. Pasley, A. Ravasio, M. Richetta, J. J. Santos, A. Sgattoni, C. Spindloe, B. Vauzour, and L. Volpe, Fast electron transport in cylindrically laser-compressed matter, Plasma Physics and Controlled Fusion PPCF/323852/SPE/234013 B.Vauzour, M.Koenig, D.Batani, S.Baton, F.N.Beg, C.Benedetti, E.Brambrink, S.Chawla, F.Dorchies, C.Fourment, M.Galimberti, L.Gizzi, R.Heathcote, D.P.Higginson, S.Hulin, R.Jafer, P.Köster, L.L.Labate, K.Lancaster, A.J.MacKinnon, A.G.MacPhee, Ph.Nicolaï, J.Pasley, F.Perez, X.Ribeyre, M.Richetta, J.J.Santos, G.Schurtz, A.Sgattoni, C.Spindloe, L.Volpe IFSA Conference 2009. Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE Crescita e Nei nostri laboratori vengono cresciuti film spessi di diamante CVD, sia mono che Caratterizzazione di Film policristallini, di alta qualità. I film vengono caratterizzati con particolare riguardo alle di Diamante CVD e loro proprietà di trasporto del diamante CVD, per la loro utilizzazione in vari tipi di dispositivi (sensori, rivelatori etc.). Applicazioni GRUPPO DI LAVORO: Prof. Aldo Tucciarone [email protected] Prof. Marco Marinelli [email protected] Prof. Enrico Milani [email protected] Dott. Gianluca Verona Rinati [email protected] Pubblicazioni M. Pillon, M. Angelone, G. Aielli, S. Almaviva, M. Marinelli, E. Milani, G. Prestopino, A. Tucciarone, C. Verona, G. Verona Rinati, "Radiation tolerance of a high quality synthetic single crystal CVD diamond detector irradiated by 14.8 MeV neutrons", Journ. Appl. Phys 104 (2008) 054513 M. Angelone, D. Lattanzi, M. Pillon, M. Marinelli, E. Milani, A. Tucciarone, G. Verona-Rinati, S. Popovichev, R.M. Montereali, M.A. Vincenti, A. Murari and JET-EFDA Contributors "Development of single crystal diamond neutron detectors and test at JET tokamak", Nucl. Instr. Meth. in Phys. Res. A, 595 (2008) 616 S. Almaviva, M. Marinelli, E. Milani, A. Tucciarone, G. Verona Rinati, R. Consorti, A. Petrucci, F. De Notaristefani, I. Ciancaglioni, "Synthetic single crystal diamond diodes for radiotherapy dosimetry", Nucl. Instr. Meth. in Phys. Res. A, 594 (2008) 273 Sui film vengono poi deposti contatti metallici di opportuna geometria, composizione e spessore, per ottimizzare le prestazioni del particolare dispositivo realizzato. Buona parte dell’attività verte sui rivelatori di radiazione, sia particellare che elettromagnetica, basati su diamante CVD monocristallino, di cui vengono studiati le prestazioni, il danneggiamento da radiazione e le possibili applicazioni (tra le altre, JET). Un altro settore promettente è la dosimetria gamma e neutronica utilizzando diamanti CVD. RISULTATI Un passo fondamentale per le possibilità reali di utilizzo del diamante CVD per realizzare dispositivi in generale e rivelatori di radiazione in particolare è legato alla possibilità di crescere film di diamante omoepitassiali e quindi monocristallini. Le principali limitazioni dei rivelatori policristallini (scarsa omogeneità di risposta, bassa risoluzione energetica, elevati tempi di risposta) possono essere così eliminate. Poiché il substrato serve solo a fornire la matrice cristallina per la crescita, si possono utilizzare come substrati cristalli di bassa qualità (non detector grade), sia naturali che HPHT, con enorme riduzione dei costi. Inoltre, rispetto ai diamanti naturali detector grade, che sono rarissimi e vanno selezionati tra migliaia di candidati, si dovrebbe avere una riproducibilità di risultati molto maggiore. La ricerca in questo campo sta avendo grande impulso a livello internazionale negli ultimi anni, ma pochissimi laboratori sono stati in grado finora di crescere monocristalli con caratteristiche adeguate all’uso come rivelatori. Il nostro gruppo produce film monocristallini di diamante CVD con caratteristiche di assoluta eccellenza mondiale. Utilizzando tali film sono stati realizzati rivelatori di radiazione (alfa, neutroni, fotoni UV, X e gamma) con eccellenti caratteristiche in termini di efficienza, risoluzione energetica e resistenza alla radiazione. Caratterizzati come rivelatori nucleari questi film hanno mostrato risoluzioni energetiche di poco superiori allo 0.5%. Anche le caratteristiche come rivelatori UV sono eccellenti, con tempi di risposta al momento ineguagliati, alta reiezione al visibile ed elevato rapporto segnale/rumore. Alcuni dei rivelatori nucleari realizzati è attualmente utilizzato con risultati estremamente incoraggianti presso il laboratorio di fusione europeo JET (Joint European Torus) in Inghilterra allo scopo di monitorare l’intenso flusso di neutroni generati dal reattore. In effetti, il reattore di fusione che sostituirà tra pochi anni il JET (ITER) produrrà flussi così elevati che i rivelatori standard al silicio (che già al JET devono essere continuamente monitorati e periodicamente sostituiti) saranno inutilizzabili. Il diamante è uno dei pochissimi candidati a sostituirli. Altri rivelatori a diamante monocristallino sono in fase di test, sempre al JET, anche per studiare l’emissione UV e soft-X del reattore. Inoltre, sono stati prodotti prototipi di dosimetri per raggi gamma con caratteristiche tali da competere con quelli commerciali, e con il vantaggio di poter funzionare senza alimentazione esterna. 20 Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE L’attività si avvale dell’impiego di una particolare tecnica calorimetria ac, la tecnica fotopiroelettrica, che, rispetto alle normali tecniche calorimetriche quali il DSC, presenta caratteristiche particolarmente vantaggiose nello studio delle transizioni di fase. L’elevata sensibilità dei trasduttori piroelettrici consente misure ad alta risoluzione dei parametri termici in quanto un buon rapporto segnale rumore può essere ottenuto con oscillazioni in temperature indotte nel campione dell’ordine del mK. Inoltre è possibile misurare simultaneamente sia il calore specifico che le proprietà di trasporto termico quali la conducibilità termica. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dalla possibilità di misurare anisotropie nel trasporto termico, anche indotte da campi esterni (ad. es. campi elettrici). Infine i set up calorimetrici permettono l’accesso ottico al campione durante la misura. Questo rende possibile la caratterizzazione strutturale mediante microscopia polarizzata durante le scansioni in temperatura, ma anche misure di scattering statico e di depolarizzazione della luce. RISULTATI Nell’ambito dello studio delle transizioni di fase è stato sviluppato un set up sperimentale che simultaneamente alla misura dei parametri termici permette anche l’ispezione dei parametri ottici del campione. Tale linea è stata in particolare utilizzata per caratterizzare una particolare transizione, quella nematico-isotropo di alcuni nano colloidi liquido cristallini. Questi campioni sono ottenuti mediante dispersione di nano particelle di quarzo (aerosil) in cristalli liquidi. A partire dall’andamento non-monotono della trasmissione ottica del campione, è stato possibile studiare come al variare della temperatura, il passaggio tra la due fasi avvenga attraverso due diversi meccanismi governati dalla crescente interazione tra la molecole di cristallo liquido e le superfici delle particelle di aerosil. Sempre nel corso della recente attività di ricerca, è stato sviluppato un modello per l’analisi del segnale prodotto dal calorimetro tale da permettere una stima qualitativa del calore latente presente in transizioni di fase del 1°ordine. Come è noto, le tecniche calorimetriche di tipo a.c., non permettono la misura del calore latente. Questa limitazione è stata superata nella calorimetria fotopiroelettrica attraverso una innovativa modellazione del segnale generato dal trasduttore. Calorimetro foto piroelettrico liquido Struttura “focal conic” di un cristallo 21 Studio delle Transizioni di Fase e dell’Anisotropia dei Fenomeni di Trasporto Termico GRUPPO DI LAVORO: Prof. Folco Scudieri [email protected] Prof. Massimo Marinelli [email protected] Prof. Fulvio Mercuri [email protected] Prof. Roberto Pizzoferrato [email protected] Prof. Ugo Zammit [email protected] Ing. Stefano Paoloni [email protected] Pubblicazioni F.Mercuri, M.Marinelli, S.Paoloni, U.Zammit and F.Scudieri, Latent heat investigation by photopyeroelectric calorimetry, Appl. Phys. Lett, 92, 251911 (2008) S.Paoloni, F.Mercuri, M.Marinelli, U.Zammit, C.Neamtu and D.Dadarlat, Simultaneous characterization of optical and thermal parameters of liquid crystal nanocolloids with high temperature resolution, Phys. Rev. E, 78, 042701 (2008) Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE Analisi non Invasive Tramite Termografia IR Diagnostica dei Beni Culturali GRUPPO DI LAVORO: Prof. Folco Scudieri [email protected] Prof. Massimo Marinelli [email protected] Prof. Fulvio Mercuri [email protected] Prof. Roberto Pizzoferrato [email protected] Prof. Ugo Zammit [email protected] Ing. Stefano Paoloni [email protected] Pubblicazioni F.Mercuri, F.Scudieri, S.Paoloni, U.Zammit and M.Marinelli,, Analysis of parchment bookbinding by infrared thermography Safeguarded Cultural Heritage, 2, 775 (2007) S.Paoloni, E.Tata, F.Scudieri, F.Mercuri, M.Marinelli and U.Zammit, IR thermography characterization of residual stress in plastically deformed metallic components, in corso di pubblicazionee su Applied Physics A (2009) DESCRIZIONE La termografia infrarossa (IR) è una tecnica remota e non distruttiva per la caratterizzazione delle proprietà termofisiche dei materiali e per l’identificazione di eventuali disomogeneità presenti nel campione. Il principio di funzionamento della termografia attiva è basato sull’analisi spaziale e temporale del transiente di temperatura che viene prodotto sulla superficie del campione tipicamente attraverso l’assorbimento di radiazione luminosa. L’andamento della distribuzione della temperatura ottenuta per una determinata geometria del riscaldamento dipende infatti dai parametri termici del campione e in particolare dalla diffusività termica. Eventuali anomalie rispetto alla distribuzione di temperatura attesa possono essere ricondotti a variazioni interne di proprietà di trasporto termico dovute ad esempio alla presenza di difetti all’interno del materiale. A tale scopo vengono impiegate delle telecamere IR che permettono di rivelare la distribuzione di temperatura superficiale attraverso la misura dell’intensità di radiazione infrarossa emessa dal corpo in esame. In particolare presso i nostri laboratori sono disponibili i setup per indagini con modalità diverse di riscaldamento sia impulsato che periodico. Su diverse tipologie di beni culturali sono state seguite caratterizzazioni termiche e strutturali. In particolare sono stai condotti studi opto-termici e microstrutturali per caratterizzare alcuni materiali componenti dei beni librari e documentari. Altre indagini condotte nel campo dei beni culturali riguardano lo studio dei bronzi, di effetti di corrosione in manufatti metallici, di coperte membranacee in libri antichi e dall’adesione di concrezioni su reperti sottomarini. RISULTATI Nell’ambito di un contratto di collaborazione è stato condotto uno studio preliminare per comprendere gli eventuali vantaggi derivanti dall’impiego della termografia durante lo svolgimento di prove di avanzamento della frattura. A tale proposito sono state effettuate delle indagini termografiche simultaneamente l’esecuzione di prove di apertura dell’apice de difetto (CTOD) e di resistenza JR-a. L’obiettivo di tali indagini era in particolare di stabilire se era possibile determinare durante la prova il passaggio tra la fase di arrotondamento dell’apice della cricca dalla fase di avanzamento effettivo della cricca. E’ stata avviata una linea sperimentale in cui l’eccitazione termica di campione viene prodotta attraverso la propagazione di ultrasuoni. Questo tipo di eccitazione è particolarmente adatto per la rilevazione di cricche in quanto il riscaldamento del campione avviene praticamente solo in corrispondenza di tali difetti e di conseguenza le immagini termografiche offrono il migliore contrasto possibile. Per quanto riguarda la linea di ricerca relativa alla diagnostica dei beni culturali nel caso della pergamena sono state indagate le dinamiche di shrinkage e di denaturazione idrotermica della pergamena e, in particolare, del suo costituente fondamentale, il collagene, con l’obiettivo di valutarne lo stato di degrado. Sono stati inoltre misurati i suoi parametri di trasporto termico per determinare i loro rapporti di anisotropia e studiarne l’evoluzione in funzione del deterioramento indotto mediante invecchiamento artificiale controllato. Termogramma di un libro 22 Ripresa termografica di una fresa Le nostre ricerche FISICA SPERIMENTALE DESCRIZIONE L’attività di ricerca riguarda le proprietà ottiche ed elettroottiche di nuovi materiali per la generazione e controllo della radiazione in applicazioni alle ICT (sviluppo di materiali e processi ottici innovativi). Più specificamente lo studio ha riguardato: - engineering chimico (in collaborazione con gruppi di ricerca in chimica organica) e caratterizzazione di molecole e polimeri coniugati contenenti erbio con emissione ottica a lunghezza d’onda di 1.5 m per telecomunicazioni in fibra ottica.; - caratterizzazione ottica ed elettroottica di molecole e polimeri coniugati con emissione ottica nel visibile e con caratteristiche tensione-corrente adatte alla realizzazione di dispositivi emettitori di luce di tipo LED a base organica (OrganicLED) per applicazioni ai display a stato solido e illuminazione generale. RISULTATI L’attività di ricerca ha portato ai seguenti risultati: - per quanto riguarda i materiali con emissione ottica a 1.5 m, sono stati studiati e ottimizzati i meccanismi di trasferimento energetico dalla molecola “antenna” (con assorbimento nel visibile) allo ione erbio; - sono stati sintetizzati dei poliarili aromatici con gruppi naftilici. Le proprietà ottiche di queste molecole, che esibiscono un’interessante eassai promettente emissione di fluorescenza nel blu, sono state spiegate in termini di riarrangiamenti strutturali per rotazioni dei gruppi naftilici. Fotoluminescenza da soluzioni di polimeri in solventi organici Elettroluminescenza da film sottile deposto per spin coating 23 Studio di Processi e Materiali Organici Innovativi per Applicazioni alle Telecomunicazioni Ottiche e alle I.T. GRUPPO DI LAVORO: Prof Roberto Pizzoferrato [email protected] Pubblicazioni G. Bocchinfuso, C. Mazzuca, A. Palleschi, R. Pizzoferrato and P. Tagliatesta. Photophysical properties of 1,3,5-tris(2-naphthyl)benzene and related less arylated compounds: experimental and theoretical Investigations J. Phys. Chem. in press S. Pietrantoni, R. Francini, R. Pizzoferrato, S. Penna, R. Paolesse, and F. Mandoj Energy transfer and excitation processes in thin films of rareearth organic complexes for NIR emission, Phys. Stat. Sol. 4, 1049 (2007) Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE GRUPPO DI LAVORO: Prof Fabio Gori [email protected] Ing. Sandra Corasaniti sandra.corasaniti@uniroma2. it Ing. Ivano Petracci [email protected] Ing. Andrea Boghi Pubblicazioni F.Gori and S.Corasaniti, Detection of a Dry-frozen Boundary Inside a Martian Soil Analogue, Planetary and Space Sciences, (2008) 56: 1093-1102. F. Gori, M. De Stefanis, W.M. Worek, W.J. Minkowycz, Transient thermal analysis of Vega launcher structures, Applied Thermal Engineering, (2008), 28: 2159-2166. M. Papa, R.J. Goldstein and F.Gori, Numerical Heat Transfer Predictions and Mass/Heat Transfer Measurements in a Linear Turbine Cascade; Applied Thermal Engineering, (2007) 27 (4): 771-778. F. Gori and A. Boghi. ThreeDimensional Numerical Simulation of the Fluid Dynamics in a Coronary Stent. ASME IMECE, Florida, USA, 2009. F. Gori and A. Boghi. Imagebased Computational Fluid Dynamics in a Carotid Artery. ASME IMECE, Florida, USA, 2009. F. Gori and S. Corasaniti, Thermal Properties and Temperature Variations in Martian Soil Analogues, Chapter 6 of Space Science: New Research Nova Science Publish., N.Y., 2006. ISBN 1-60021-005-8 DESCRIZIONE Nell’ambito di un progetto finanziato da ESA è stato studiato teoricamente un terreno che simula le condizioni marziane. Partendo da studi precedenti, avallati dalle osservazioni delle missioni spaziali che negli ultimi anni sono state effettuate su Marte, come Pathfinder, Mars Viking, e Mars Express, si è studiato l’andamento sinusoidale della temperatura del sottosuolo di Marte fino alla profondità di 5 m, nell’arco di tutto il giorno marziano, in funzione del tempo e dello spazio, Figura 1. Nella termofluidodinamica dei getti, sono stati testati diversi modelli di turbolenza di tipo RANS, confrontando le simulazioni ottenute da codici commerciali con i dati sperimentali ottenuti nel laboratorio di Fisica Tecnica ed Energetica. Nell’ambito della fluidodinamica biomedica sono stati studiati due stent coronarici per determinare quello che può presentare la minor probabilità di restenosi. Le geometrie degli stent, differenti per la posizione degli struts, sono state riprodotte fedelmente a partire da dispositivi espiantati. Sono state anche ricostruite, a partire da immagini biomediche, carotidi per la determinazione degli sforzi agenti sulle placche. RISULTATI Per quanto riguarda la simulazione del sottosuolo marziano sono state usate le distribuzioni di temperature (in funzione della profondità e del tempo, cfr. Figura 1) per valutare il gradiente di temperatura (DDT) a profondità diverse. Una diminuzione del DDT con la profondità evidenzia un terreno differente, in termini di porosità o di contenuto di ghiaccio. La diffusività termica può essere valutata dalle misure di temperatura, in due punti posti ad una distanza conosciuta, attraverso un metodo inverso o studiando l’attenuazione della temperatura con la profondità. E’ stata implementata un’analisi numerica per confrontare i risultati con l’analisi teorica. Le soluzioni numeriche si accordano bene ai risultati teorici. Le simulazioni termofluidodinamiche dei getti hanno mostrato un buon accordo per quanto riguarda gli aspetti termici, mentre i metodi basati sul moto medio non riescono a cogliere alcune grandezze fluidodinamiche, quali la lunghezza indisturbata, l’apertura del getto ed in parte l’estensione della potential core. Nella fluidodinamica biomedica le simulazioni non stazionarie sugli stent hanno rivelato un miglior comportamento fluidodinamico da parte della configurazione a celle chiuse. I risultati sono stati espressi in termini di sforzo di taglio alla parete (Figura 2) e di percentuale di area critica. Per ciò che riguarda le carotidi, un primo studio ha determinato che per alti gradi di stenosi è ragionevole trattare il sangue come un fluido Newtoniano. 303 z=0m z = 0.2 m z = 0.4 m z = 0.6 m 283 263 z = 0.1 m z = 0.3 m z = 0.5 m 243 T (K) Simulazione TeoricoNumerica di Fenomeni Termofluidodinamici 223 203 0 5 10 15 20 183 163 143 t (h) Figura 1 24 Figura 2 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE DESCRIZIONE L’attivtità di ricerca riguarda la determinazione teorica e sperimentale della conduttività e della diffusività termica di materiali diversa natura, quali solidi, materiali porosi o compositi. La determinazione della conduttività termica di terreni (terrestri o extraterrestri), è di fondamentale importanza per lo studio di molti fenomeni di scambi di calore e di massa relativi al sottosuolo: produzione di energia geotermica a grandi profondità, gestione delle acque reflue, problemi relativi all’essiccazione di terreni soggetti a flussi di massa e calore multifase, sistemi di immagazzinamento di calore. In un terreno parzialmente saturo di acqua gli scambi di massa e di calore sono fenomeni accoppiati a diversi meccanismi di flussi indotti da un potenziale di temperatura e da un potenziale di pressione. In figura è riportato il confronto tra la variazione di temperatura nel tempo ottenuta sperimentalmente utilizzando una dualprobe (per la misura della conduttività e della diffusività termica) e i risultati numerici per un terreno parzialmente saturo. Sono stati creati dei modelli teorici ottenuti dalla risoluzione dell’equazione di Fourier per la determinazione teorica della conduttività termica di mezzi porosi a due, tre o quattro fasi con diverse configurazioni delle stesse. Nell’ambito della stessa attività di ricerca è stato simulato il comportamento delle fasi di congelamento e scongelamento dei cibi, nella fattispecie carne, utilizzati nei principali processi industriali (in Figura è riportato il confronto tra la conduttività termica determinata sperimentalmente e teoricamente per una carne bovina durante le fasi di freezing e defrosting). RISULTATI I risultati teorici vengono confrontati con alcuni dati sperimentali. Per ciò che riguarda un terreno parzialmente saturo, la conduttività termica del gas presente nei vuoti è dovuta a vapor d’acqua misto ad aria considerando che l’umidità relativa dell’aria è minore del 100%. Si innesca così un “enhanced vapor-phase diffusion”; questo fenomeno incrementa lo scambio termico e quindi la conduttività termica del terreno. Il risultato è che alle temperature più elevate la conduttività termica è più alta in corrispondenza di contenuti di umidità non troppo elevati, dovuto al fenomeno dell”enhanced vapor-phase diffusion” che risulta più esaltato; aumentando il contenuto di umidità la conduttività termica del terreno decresce. Dalle simulazioni effettuate su diversi tipi di carni che contengono differenti quantità di acqua e diversa composizione chimica in termini di percentuale di grassi, proteine, carboidrati…si evince che la conduttività termica del mezzo aumenta al diminuire della temperatura dovuto alla formazione del ghiaccio. Lo studio continua considerando un diverso comportamento del mezzo in fase di freezing e di defrosting (figura). 0,010 r = 6 mm 0,008 dT/dt 0,006 0,004 Exp. Data 0,002 r = 7 mm 0,000 0 Keff (pih) defrosting pr. Keff (pih) freezing pr. Keff (phflh) freezing pr. k eff [W/(mK)] 2,00 40 80 Lamb Thymus Min Keff (phflh) defrosting pr. 1,50 1,00 0,50 0,00 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 T (°C) 25 t (s) 120 160 200 Misure Sperimentali e Previsione Teorica della Conduttività Termica GRUPPO DI LAVORO: Prof. Fabio Gori [email protected] Ing. Sandra Corasaniti [email protected] Pubblicazioni V.R. Tarnawsky, D.J. Cleland, S.Corasaniti, F.Gori and R.H. Mascheroni, Extension of Soil Thermal Conductivity Models to Frozen Meats with Low and High Fat Content, International Journal of Refrigeration, vol.28, pp. 840-850, 2005. F.Gori and S.Corasaniti, Experimental Measurements and Theoretical Prediction of the Thermal Conductivity of Twoand Three-Phase Water/Olivine Systems, International Journal of Thermophysics, vol.24 (5), pp.1339-1353, 2003. F.Gori and S.Corasaniti, Theoretical Prediction of the Soil Thermal Conductivity at Moderately High Temperatures, Journal of Heat Transfer, 2002, ME, vol.124 (6), pp.1001-1008. F. Gori and S.Corasaniti, Theoretical Prediction of Frozen Foods Thermophysical Properties, ITSS II, ASME – ZSIS, 2004, Bled, Slovenia. F.Gori, S.Corasaniti and M.G. Serranò, Numerical Simulation and Design of the Two Thermal Probes Instrument to Measure “In Situ” the Thermal Properties of Extraterrestrial Soils, 14th Intern. Symp. on Transport Phenomena, 2003, Bali, Indonesia F.Gori, S.Corasaniti and W.M.Worek, Theoretical And Numerical Prediction of the Thermal Conductivity of Heat Shields for Re-Entry Vehicles, ASME-ATI-UIT 2010 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE GRUPPO DI LAVORO: Prof. Fabio Gori [email protected] Ing. Daniele Ludovisi Pubblicazioni F.Gori. Mass and Energy- Capital Conservation Equations to Study the Price Evolution of Non-Renewable Energy Resources. Part III – Energy supply curve. Applied Thermal Engineering, (2009) 29: 21722186. F.Gori, D.Ludovisi and P.F.Cerritelli. Forecast of oil price and consumption in the short term under three scenarios: Parabolic, linear and chaotic behavior. Energy, (2007) 32 (7): 1291-1296. F.Gori. Mass and EnergyCapital Conservation Equations to Study the Price Evolution of Non-Renewable Energy Resources. Part II – Extension to Resources Sold to the Market. Applied Thermal Engineering, (2006) 26: 17511770. F.Gori. Mass and EnergyCapital Conservation Equations to Study the Price Evolution of Non-Renewable Energy Resources. Part I – Generalization of the Hotelling Rule. Applied Thermal Engineering, (2006) 26: 17461750. F.Gori. Mass and EnergyCapital Conservation Equations for the Time Evolution of NonRenewable Energy Resources. Chapter 5 of Thermal Engineering Research Development, Nova Science Pubs. Inc, New York, 2009, In Press. DESCRIZIONE L’equazione di conservazione della massa viene impiegata per studiare l’evoluzione temporale dell’ammontare delle riserve di risorse energetiche non rinnovabili a seconda della politica di estrazione. L’equazione di conservazione dell’energia è trasformata in un’equazione di conservazione del capitale per studiare l’evoluzione temporale del prezzo delle risorse energetiche non rinnovabili. La legge di Hotelling per le risorse non estratte, cioè un aumento esponenziale del prezzo delle risorse col prodotto dell’interesse corrente e del tempo è un caso speciale della conservazione dell’energia-capitale quando il flusso di estrazione delle risorse è unitario. Le equazioni di conservazione sono accoppiate e risolte congiuntamente per studiare l’evoluzione temporale delle riserve e dei prezzi delle risorse estratte. Il mercato del greggio e’ di primaria importanza nell’ambito energetico poiche’ influenza l’economia mondiale e lo sviluppo delle fonti di energie alternative. La Rescaled Range Analysis, RRA, permette di studiarne il comportamento senza fare alcuna ipotesi a priori sul tipo di distribuzione probabilistica. RISULTATI Le previsioni ottenute sono state confrontate con l’evoluzione reale del prezzo mondiale del petrolio e del gas Europeo in funzione del consumo mondiale durante gli ultimi tre decenni, dal 1980 al 2005 per il petrolio e dal 1984 al 2005 per il gas, prendendo in considerazione l’inflazione e i tassi di sconto denominati Discount e Prime del mercato. L’accordo è risultato accettabile ma, ancora più importante è la tendenza che è risultata in buon accordo, Figura 1. La differenza tra il prezzo della risorsa venduta ed estratta è stata poi studiata in funzione del tasso di estrazione. Sono stati introdotti quattro nuovi parametri che definiscono i fenomeni. La principale caratteristica del mercato del petrolio emersa da RRA è l’esistenza di una memoria forte di 12 mesi e di una debole di 70 mesi. Tali conclusioni sono state utilizzate, attraverso le teorie del Caos e dei Frattali e con l’utilizzo della Fuzzy Logic è stato previsto l’andamento del prezzo del petrolio da Febbraio 1999 a Dicembre 2003, ottenendo come risultato un aumento continuo simile all’andamento reale. Tale andamento e’ stato paragonato ai risultati ottenuti con un’analisi di tipo lineare e parabolico, Figura 2. 12 10 p(US$/GJ) Previsione delle Riserve e dei Prezzi delle Risorse Energetiche. 8 6 4 2 0 2.8 3.0 3.2 3.4 3.6 G (GT/y) Figura 1 Figura 2 26 3.8 4.0 4.2 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE Termofluidodinamica DESCRIZIONE I getti sommersi sono ampiamente utilizzati per controllare fenomeni di trasporto di Getti e Fiamme di massa e di calore, tipici di molte attività caratterizzate da trasferimenti di energia. Garantiscono la salvaguardia delle funzionalità di alcuni elementi minacciati dalle elevate temperature di esercizio e rappresentano parte attiva del processo produttivo nell’industria del vetro, nella manifattura dei metalli, nelle industrie GRUPPO DI LAVORO: tessili e cartarie. Nei laboratori di Fisica Tecnica ed Energetica vengono condotti Prof. Fabio Gori esperimenti per l’analisi termofluidodinamica dell’evoluzione dei getti rettangolari e [email protected] circolari, sia liberi che impattanti superfici. Il gruppo di ricerca si avvale di Ing. Ivano Petracci attrezzature che comprendono tre gallerie del vento (di cui una in Figura 1) e un [email protected] impianto per l’alimentazione e distribuzione dell’aria compressa. Riguardo la Ing. Jean-François Ciparisse strumentazione e le tecniche di misura, il laboratorio ha la disponibilità dell’anemometria a filo e film caldo, della shadowgrafia e della Particle Image Velocimetry (PIV). Completano l’attrezzatura, trasduttori di pressione, flussimetri, Pubblicazioni manometri, tubo di Pitot, sistemi di acquisizione dati, termocoppie, termometri a F.Gori, E.Nino and resistenza, termostati e le apparecchiature necessarie alla taratura delle sonde I.Petracci. Shadowgraph fluidodinamiche e termiche utilizzate. visualizations of a submerged free slot jet of air. RISULTATI International Journal of Heat In relazione all’evoluzione fluidodinamica, uno degli aspetti più importanti è la and Technology, (2007) 25 (1): capacità di penetrazione del getto nell’ambiente circostante. Un ruolo 157-164. fondamentale è giocato dalla presenza delle strutture vorticose di larga scala negli F.Gori, I.Petracci and strati a mescolamento libero. Rispetto alla letteratura scientifica corrente, i V.Tedesco. Cooling of two risultati dell’indagine sugli slot rettangolari hanno evidenziato la presenza di una smooth cylinders in a row by regione indisturbata in cui i profili di velocità e turbolenza rimangono quasi uguali a a slot jet of air with low quelli della sezione di uscita. turbulence. Applied Thermal Riguardo alle tecniche di miglioramento dello scambio termico, si è sperimentata Engineering. (2007) 27: 2415– l’alettatura come sistema passivo per l’incremento del coefficiente di scambio 2425. termico convettivo su un cilindro investito da un getto di aria. L’obiettivo è stato quello di valutare se le alette siano ancora convenienti quando il getto sostituisce F.Gori, M.Borgia, A.Doro la configurazione del flusso uniforme. Sono stati testati diversi regimi di moto, in Altan, M.Mascia, I.Petracci. Cooling of a finned cylinder differenti posizioni del cilindro e per tre differenti sezioni rettangolari. Nello studio della combustione di getti di metano, l’attività sperimentale è by a jet flow of air. Journal of consistita nello studio di fiamme diffusive di metano in aria stagnante, al fine di Heat Transfer. (2005) 127(12): valutare grandezze come la lunghezza della regione indisturbata, la lunghezza della 1416-1421. fiamma e lo spazio di distacco, al variare del numero di Reynolds, del contenuto Brevetto Nazionale: RM 2008A000059. Miscelatore a iniziale di turbolenza e dello spessore della lamiera dello slot del metano. flussi incrociati, in particolare per bruciatori. Inventori: Gori Fabio , Ciparisse Jean Francois, 04-02-2008. F.Gori and I.Petracci. Thermal and Fluid dynamics in Jet Flow Chapter 4 of Thermal Engineering Research Development, Nova Science Pubs. Inc, New York, 2009, In Press. Figura 1. Galleria del vento Figura 2. Visualizzazione shadowgrafica del getto libero 27 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE Proprietà Termofisiche di Materiali a Temperatura Ambiente e ad Alta Temperatura. GRUPPO DI LAVORO: Prof Paolo Coppa [email protected] Ing. Gianluigi Bovesecchi Pubblicazioni P. Coppa, G. Pasquali, “Thermal Conductivity of Lipidic Emulsions and its Use for Production and Quality Control.”2st International Symposium on Instrumentation Science and Technology, Aug. 18~22, 2002, Jinan. China, vol.1 pp. 486. V.R. Tarnawski, T. Momose, W. H. Leong, G. Bovesecchi, P. Coppa, “Thermal Conductivity of Standard Sands. Part I. Dry-State Conditions”, Int. J. Thermophys., v. 30, pp.649-668 (2009), DOI 10.1007/s10765009-0596-0, G. Bovesecchi , P. Coppa, “High temperature (till 1500°C) contemporary thermal conductivity and thermal diffusivity measurements with the step flat heat source”, Proc. of the 5th International Symposium on Instrumentation Science and Technology, Sept. 15~18, 2008, Shenyan. China, (vol.2 pp. 848-857) DESCRIZIONE Nel laboratorio di proprietà termofisiche del Dipartimento di Ingegneria Meccanica sono stati messe a punto le seguenti procedure: - Misure di conduttività termica con il metodi della sonda (probe method) su mezzi porosi, quali suoli e alimenti. Nel laboratorio sono state realizzate sonde di dimensioni variabili tra 0,3 mm e 1 mm, e rapporto tra diametro e lunghezza tra 50 e 150. Le sonde sono alimentate con una corrente variabile tra 50 e 200 mA, e producono un riscaldamento del mezzo in cui sono inserite tra 2 e 5 °C, in funzione della conduttività del mezzo stesso. - Proprietà termofisiche e biologiche (perfusione sanguigna e metabolismo) di tessuti viventi: sempre con la sonda , inserita in campioni di tessuti viventi, è possibile misurare il metabolismo locale del tessuto stesso e la perfusione sanguigna, parametri che possono risultare utili allo studio e alla diagnostica di determinate patologie (invecchiamento dei tessuti, ischemia, alterazioni del metabolismo). - Diffusività termica con il flash method sino a 1500°C: si illumina un campione di forma a lastra sottile con un flash (laser o fotografico), si misura la temperatura dal lato opposto con la pirometria (con fotodiodi al Si ad alta temperatura e con sensori HgCdTe a temperatura ambiente), ed infine si elaborano i dati con regressione con i minimi quadrati utilizzando la soluzione analitica dell’equazione di Fourier. - Misure di conduttività termica con il metodo della sorgente piana: il metodo della sorgente piana (flat heat source) può essere utilizzato per misure sino a 1500°C di conduttività termica, diffusività termica e resistenza termica di contatto. La sorgente è costituita da un deposito di platino su una sottile (0,1 mm di spessore) lastra di allumina (cfr. figura). RISULTATI Il metodo della sonda, mediante l’analisi dell’incertezza e le misure di confronto con materiali a conduttività termica nota (glicerina), ha mostrato un’accuratezza relativa nella misura di conduttività pari al 2÷3%. Nei mezzi porosi l’incertezza può aumentare a causa del wall effect. Le misure di diffusività termica con il flash method, effettuate su campioni in acciaio, alluminio, gomma, plastica a temperatura ambiente, e sui materiali costituenti le celle a combustibile a ossidi solidi (SOFC) ad altra temperatura, hanno mostrato un’accuratezza relativa dell’ordine dell’1÷2% per le misure a temperatura ambiente, a del 4÷5% ad alta temperatura. 28 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE DESCRIZIONE La misura della temperatura delle fiamme può essere effettuata con metodi a contatto (termocoppie, termoresistenza), ma in tale caso la necessità di riscaldare il sensore può portare a elevate incertezze nella misura,, e a costanti di tempo tali da impedire la valutazione della turbolenza termica della fiamma, responsabile di oscillazioni a frequenze elevate, e conseguentemente a possibilità di formazione di inquinanti quali incombusti a bassa temperatura e NOx ad alta. La pirometria permetterebbe di effettuare misure non invasive sulle fiamme, e con velocità di risposta sino al MHz, però il segnale rilevato dal pirometro è fortemente influenzato dall’emissività delle fiamme stesse, e risulta estremamente variabile e dipendente da lunghezza d’onda e temperatura. Presso il laboratorio di proprietà termofisiche sono state condotte misure su fiamme inseminate con particelle di materiale inerte (allumina) su cui viene focalizzato il pirometro. Mediante il metodo della multi lunghezza d’onda (sucui si basa il pirometro standard del Laboratorio di Proprietà Termofisiche del Dipartimento di Ingegneria Meccanica) è possibile tenere conto del fatto che solo una porzione ridotta dell’area esaminata dal pirometro è occupata dalle particelle inseminanti. Per l’effettuazione delle misure è stata costruita ed è attiva presso il laboratorio una camera di prova sperimentale appositamente attrezzata per la sperimentazione della combustione. RISULTATI Le misure effettuate hanno da un lato dimostrato la validità del metodo, mostrando un’ottima corrispondenza(entro l’1%) tra le misure a contatto con una termocoppia tipo K inguainata in allumina, e le misure pirometriche, dall’altro hanno permesso di evidenziare le frequenze proprie delle oscillazioni termiche delle fiamme, e la correlazione tra esse e le frequezze fluidinamiche (della velocità) misurate con altra strumentazione (PIV e LDV, cfr. figura) 29 Misura di Temperatura e Turbolenza di Fiamme GRUPPO DI LAVORO: Prof Paolo Coppa [email protected] Ing. Gianluigi Bovesecchi Ing. Jean-Fronçois Ciparisse Ing. Luca Scalorbi Pubblicazioni P. Coppa, A. Consorti, “Normal Emissivity of Samples Surrounded by Surfaces at Diverse Temperatures”, Measurement, 38, (2005), pp. 125-131; da una memoria in Atti del IX Convegno dell’A.I.P.T, Orbassano (TO), 26 settembre 2003, pp. 51-71, ISSN: 0263-2241 D. Giordano, P. Coppa, S. Giammartini, G. Pezzotti, F. Manfredi, “Confronto tra frequenze termiche, cinematiche, e acustiche in fiamme in presenza di turbolenza”, Proc. of IX A.I.P.T Meeting, Torino, pp. 67-84 D. Giordano, P. Coppa, S. Giammartini, “Comparison Among Thermal, Kinematic and Acoustic Spectra in a Gas Turbine Burner Model”, Combustion and Urban Areas, Proc. of the 28th meeting of the Italian Section of the Combustion Institute, Napoli July 4-6th 2005, p. VI-1 M.M. Dugand, P. Coppa, G. Bovesecchi, “Misura della temperatura delle fiamme con telecamera ad infrarossi tra 200 and 1200 °C nel campo di lunghezze d’onda 3÷5μm”, Proc. of XII Convegno Nazionale A.I.P.T., Vicenza, 29 settembre 2006, pp. 137-146 Le nostre ricerche FISICA TECNICA INDUSTRIALE Progettazione e Valutazione Economica di Centrali di Generazione Elettrica e Cogenerazione a Biomasse Legnose GRUPPO DI LAVORO: Prof Paolo Coppa [email protected] Ing. Stefano Del Ferraro Pubblicazioni P. Coppa, S. Cordiner, “Impianto di generazione di energia a biomassa legnosa per l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata”, Studio di fattibilità, gennaio 2007 P. Coppa, S. Del Ferraro, S. Villa, “Relazione Ret003: impatto sull’atmosfera”, Relazione finale contratto di ricerca tra Dipartimento di Ingegneria Meccanica e InterEnergy S.r.L., 24 aprile 2009 Coppa P., Francardi S., “Teleriscaldamento nel centro-sud: fattibilità tecnica e convenienza economica”, La Termotecnica, ottobre 2000, pp. 73-77. P Coppa, S. Del Ferraro, “Studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema cogenerativo a biomassa legnosa”, Relazione finale progetto Docup Abruzzo, 4 dicembre 2007 DESCRIZIONE Il gruppo di lavoro ha portato avanti le seguenti attività relative alla realizzazione di impianti di generazione di energia elettrica e/o di cogenerazione basati sulla combustione di cippato di legno: - fattibilità tecnica dell’impianto - bilanci di massa ed energia, che in funzione della disponibilità di combustibile e dei fabbisogni termici ed elettrici stabiliscano la taglia dell’impianto - dimensionamento dell’impianto, comprendente anche la descrizione dei componenti ed un layout di massima - bilancio economico, che tenga conto dei differenti flussi di cassa (costi di gestione, ammortamento, certificati verdi, crediti di carbonio, etc.) allo scopo di valutare la convenienza economica - valutazione dell’impatto ambientale, in particolare con lo studio modellistico dell’impatto prevedibile sull’aria, con programmi open source quali CALPUF, integrato da MM5 e CALMET. RISULTATI Sono stati affrontati studi relativi a cinque diversi impianti (Roma Tor Vergata, cogenerativo da 5 MW elettrici e 7 MW termici), VastoLegno (Vasto, Abruzzo) da 0,9 MW elettrici e 1,1 MW termici, Demonte (CN) da 5MWelettrici e 2,5 MW termici, Buti (PI) da 12 MW elettrici. I risultati hanno mostrato una notevole convenienza economica, dovuta principalmente al contributo dei certificati verdi, che consentono un ritorno dell’investimento tra i 4 e i 7 anni. Valutazione della ricaduta di inquinanti su una centrale a biomasse per il territorio di Tor Vergata 30 Le nostre ricerche FLUIDODINAMICA DESCRIZIONE Le attività di ricerca del gruppo di fluidodinamica riguardano problemi di turbolenza convettiva (sia relativamente alla sola fase fluida che considerando anche le proprietà termiche dei solidi a contatto), di dinamica della vorticità per flussi geofisici (con effetti di rotazione e stratificazione), di biofluidodinamica (flussi nelle valvole cardiache meccaniche con interazione fluido/struttura) e di pneumatica dei sistemi di frenatura dei treni merci. Tutte le attività sono svolte utilizzando delle simulazioni numeriche delle equazioni di Navier-Stokes effettuate con dei codici di calcolo sviluppati ad-hoc per le ricerche. E' in corso una collaborazione con l'Ing. V. Mulone per la simulazione fluidodinamica dei fenomeni in un combustore a letto fluido. RISULTATI Simulazione Numerica di Flussi Turbolenti GRUPPO DI LAVORO: Prof. Roberto Verzicco [email protected] Pubblicazioni Tra i risultati ottenuti si riportano come più rappresentativi: Verzicco, R. and l'effetto delle proprietà termiche dei materiali sullo scambio termico convettivo Sreenivasan, K.R. "A in un fluido, comparison of turbulent lo studio della dinamica dei vortici in ambienti stratificati ed in presenza di thermal convection between rotazione, conditions of constant la dinamica del flusso nelle valvole aortiche meccaniche con l'analisi del temperature and constant meccanismo di trombogenesi heat flux" J. of Fluid Mech., la pneumatica dei sistemi di frenatura dei treni merci (studiata in collaborazione con 595, 203219, (2008). il gruppo di Costruzione di Macchine coordinato dal Prof. V. Vullo) ha portato alla Kunnen, R.P.J., Clercx, realizzazione di un software di dinamica longitudinale dei treni che è stato acquisito H.J.H., Geurts, B.J., van dalla UIC (Unione Ferroviaria Internazionale) ed è diventato lo standard per Bokhoven, L.J.A., l'interoperabilità dei treni tra differenti nazioni. Akkermans, R.A. and Verzicco, R. "A numerical and experimental investigation of structure function scaling in turbulent Rayleigh Benard convection" Physical Review E, 77, 016302, (2008). Sbrizzai, F., Verzicco, R. and Soldati, A. "Particle dispersion and preferential Figura 2. Scarico a mare, in distribution in a sudden condizioni barocline, del fiume cylindrical pipe expansion" Figura 1. Campo istantaneo di Pescara ed influenza sulla Flows Turb. & Comb., 82,123, pressione per il flusso intermedio dispersione di inquinanti della diga (2009). attraverso una valvola cardiaca foranea. Benzi, R., and Verzicco, R. "Numerical simulation of flow reversal in RayleighBenard convection" Europhysics Letters, 81(6),64008, (2008). Figura 3. Configurazione istantanea sulla piastra calda per un flusso di RayleighBénard a Pr=0.7 e Ra=2e10 in una cella cilindrica con rapporto d'aspetto 0.5. a) gradiente di temperatura a parete, b) superficie isotemperatura, c) velocità verticale (rosso negativa e verde positiva). 31 Le nostre ricerche Energy Management GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vittorio Cesarotti [email protected] Ing. Vito Introna [email protected] Ing. Bruna Di Silvio [email protected] Ing. Caterina Spada [email protected] Pubblicazioni “Energy budgeting and control: a new approach for an industrial plant”, International Journal of Energy Sector Management, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., vol.3 N°2, pp. 131-156 giugno 2009 “Evaluation of electricity rates through characterization and forecasting of energy consumption: A case study of an Italian industrial eligible customer “, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., International Journal of Energy Ssector Management, Emerald Group Publishing Limited ISSN:1750-6220, vol.1 N°4, pp. 390-412, dicembre 2007 “Plant energy consumption reduction through monitoring and control system based on quality management concepts and tools”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 8th International Conference on The Modern Information Technology in the Innovation process of the Industrial Enterprises (MITIP 2006) Proceedings, pp.445-450, Budapest, 11 e 12 settembre 2006 IMPIANTI INDUSTRIALI MECCANICI DESCRIZIONE Energy Management inteso come gestione efficiente dell’energia da parte delle aziende industriali e di servizio. I principali filoni di ricerca in quest’ambito sono nel seguito riportati: sistemi di controllo dei consumi energetici di stabilimento: si sta approfondendo la possibilità di utilizzare le tecniche di controllo statistico dei processi produttivi (analisi di regressione, carte di controllo, analisi della varianza, design of experiment, ecc.) per lo studio sia dei consumi dell’intero sito (plant o building) sia dei consumi dei principali impianti utilizzatori di energia (impianti Heat Ventilation and Air Conditioning, impianti aria compressa, impianti di illuminazione, reparti di produzione, ecc.) al fine di sviluppare strumenti avanzati per il monitoraggio e la previsione per supportare un processo per la riduzione continua e sistematica dei consumi energetici globali; modellazione e simulazione dei sistemi di utilizzazione dell’energia: si sta studiando la possibilità di integrare le informazioni deducibili dalle analisi effettuate con i metodi discussi al punto precedente con informazioni ottenibili attraverso la modellazione e la simulazione dei principali utilizzatori effettuabile a partire dai dati di targa degli stessi e da informazioni relative alle modalità operative con le quali vengono utilizzati; sistemi di Gestione per l’Energia: in relazione all’opportunità dell’introduzione di un Sistema di Gestione per l’Energia all’interno delle aziende manifatturiere, si sta studiando la definizione di un modello adeguato e le modalità per l’integrazione con i sistemi di gestione preesistenti (qualità, ambiente, ecc.); sistemi di tariffazione dell’energia elettrica: si sta studiando un modello di analisi della tariffazione energetica in relazione alla possibilità di ridurre i costi energetici aziendali a fronte delle nuove formule tariffarie offerte dall’apertura del mercato dell’energia elettrica attraverso un’adeguata pianificazione e controllo dei consumi energetici di stabilimento. RISULTATI I principali risultati ottenuti sono: sviluppo di un software per il monitoraggio e controllo dei consumi energetici di stabilimento in collaborazione con la cattedra di Macchine a fluido sviluppo di una metodologia per la previsione ed il controllo dei consumi energetici di stabilimento sviluppo di modelli e indicatori per il controllo del budget energetico di stabilimento 32 Le nostre ricerche IMPIANTI INDUSTRIALI MECCANICI DESCRIZIONE Monitoraggio ed ottimizzazione delle prestazioni degli Impianti manifatturieri con particolare riguardo all’applicazione di tecniche avanzate per il miglioramento delle performance d’impianto. I principali filoni di ricerca in quest’ambito sono nel seguito riportati: monitoraggio e miglioramento delle prestazioni degli impianti industriali: si sono sviluppate metodologie per la misura sistematica dello status quo di un impianto, che permetta di individuare criticità, priorizzare gli interventi di efficientamento e stimarne l’impatto. Si sono sviluppate linee guida per il monitoraggio e il controllo degli indicatori di stabilimento per il comparto delle lavanderie industriali; si proseguirà la ricerca con l’individuazione dei benchmark di settore legati ai parametri individuati. studio della formulazione e delle dinamiche di variazione dell’OEE nei sistemi produttivi: mediante l’utilizzo di modelli di simulazione si stanno studiando le dinamiche di funzionamento in condizioni reali di un singolo macchinario di produzione per l’analisi dell’efficienza dello stesso; inoltre si sta approfondendo lo studio dell’efficienza di un sistema produttivo in relazione alla propagazione delle perdite di efficienza delle singole unità che lo compongono. miglioramento della “robustezza” di processi industriali: si sta studiando la possibilità di applicazione di tecniche di disegno sperimentale per il miglioramento della “robustezza” di processi industriali in cui si individuano caratteristiche della qualità per attributi. RISULTATI I principali risultati ottenuti sono: linee guida per la misura ed il controllo dei parametri prestazione di stabilimento per il settore delle lavanderie industriali sviluppo di un modello di simulazione per l’analisi delle prestazioni di una singola unità di produzione 33 Monitoraggio ed ottimizzazione delle prestazioni degli Impianti manifatturieri GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vittorio Cesarotti [email protected] Ing. Vito Introna [email protected] Ing. Bruna Di Silvio [email protected] Ing. Caterina Spada [email protected] Pubblicazioni “Teaching OEE using simulation”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 2009, 11th International Conference on The Modern Information Technology in the Innovation process of the Industrial Enterprises (MITIP 2009) Proceedings, Bergamo, ottobre 2009 “Misura e controllo dei parametri prestazionali di stabilimento. Linea guida per il settore delle lavanderie industriali”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., Scorziello D., 2009, (in press) “Design of experiment with attribute response: case study of injection molding process”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 10th International Conference on The Modern Information Technology in the Innovation process of the Industrial Enterprises (MITIP 2008) Proceedings, pp.32-37 Budapest, settembre 2008 “Evaluation and optimisation of manufacturing system using simulation modelling and design of experiment”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 20th European Modeling and Simulation Symposium. EMSS 2008 Proceedings, 20th European Modeling and Simulation Symposium, EMSS08, pp.224-230, Campora San Giovanni, Amantea (CS) Italy 1719 settembre 2008 Le nostre ricerche IMPIANTI INDUSTRIALI MECCANICI Manutenzione degli Impianti Industriali GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vittorio Cesarotti [email protected] Ing. Vito Introna [email protected] Ing. Bruna Di Silvio [email protected] Ing. Caterina Spada [email protected] Pubblicazioni “Improvement of maintenance practices through the introduction of energy consumption control system”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V. 11th Int. Conf. on The Modern Information Technology in the Innovation Process of the Industrial Enterprises (MITIP 2009) Proc., Bergamo, 2009 “A Systematic Approach to Achieve Operational Excellence in Hotel Services”, Cesarotti V., Spada C., Int. Journal of Quality and Service Sciences, 2009, Vol.1 N°1 , pp:51-61 “Energy monitoring and control for condition-based maintenance: case study of industrial cooling system“, Barile F., Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 9th Int. Conf. on The Modern Information Technology in the Innovation process of the Industrial Enterprises (MITIP 2007) Proc., pp. 327-332, Florence,2007 “Technology management model for technology-intensive manufacturing plants”, Cesarotti V., Di Silvio B., Introna V., 8th Int. Conf. on The Modern Information Technology in the Innovation Process of the Industrial Enterprises (MITIP 2006) Proc., pp.125-130, Budapest 2006 DESCRIZIONE Manutenzione degli Impianti Industriali con riguardo agli studi sull'affidabilità e disponibilità degli impianti, nonché sulle politiche ottimizzanti il processo di manutenzione, non solo a livello di singola impresa, ma secondo le visioni più ampie di global service e facility management, suggerite dalle esperienze di successo industriali. I principali filoni di ricerca in quest’ambito sono nel seguito riportati: sviluppo di metodi e modelli per l’ottimizzazione e l’implementazione di politiche di manutenzione preventive ed ispettive: si sta approfondendo la possibilità di integrare le metodologie per la progettazione orientata a garantire alta affidabilità e manutenibilità (FMECA, FMEA, maintenability) con studi sull’applicazione di sistemi di gestione avanzati basati sull’affidabilità dei sistemi (ad es. Reliability Centered Maintenance) e di politiche di manutenzione predittiva o su condizione. sviluppo della metodologia Total Productive Maintenance per il miglioramento dell’efficienza degli impianti industriali mediante l’integrazione di concetti di Lean Thinking e Total Quality Management con il coinvolgimento di tutti i livelli aziendali. Applicazione di tale metodologia a diverse realtà aziendali, adattandola alle diverse esigenze e contesti, e integrandola con altre metodologie di efficientamento degli impianti industriali. energy maintenance system: si stanno sviluppando sistemi integrati di manutenzione e monitoraggio e previsione dei consumi energetici di stabilimento (impianti di servizio e di produzione) al fine di individuare le opportunità di manutenzione su condizione in cui i “segnali deboli” siano legati ad aumenti dei consumi energetici, individuare le attività di manutenzione con impatto sui consumi energetici, integrare all’interno delle voci di costo di manutenzione i costi energetici. facility management: sono state sviluppate, presso diverse realtà industriali e di servizio, metodologie di supporto alla gestione di facility complesse che permettono di coniugare economia, efficienza e flessibilità massimizzando il valore del servizio sia per l’erogatore (interno/esterno) che per il cliente/utente. Si sono sviluppate soluzioni per il controllo dei servizi integrati di supporto all’edificio/impianto esternalizzati dalle aziende e definiti driver ed indicatori per la pianificazione, gestione e controllo del servizio. RISULTATI I principali risultati ottenuti sono: Una metodologia per la definizione di interventi di manutenzione su condizione per impianti di servizio/produzione con parametri legati ai consumi energetici Linee guida per la pianificazione, l’esecuzione ed il controllo di servizi di facility management nel settore ospedaliero Dal 2007 è stato istituito e coordinato un Gruppo di lavoro sulla manutenzione e l’efficientamento degli Impianti Industriali al quale aderiscono professionisti aziendali del settore 34 Le nostre ricerche IMPIANTI INDUSTRIALI MECCANICI Gestione della Qualità DESCRIZIONE Gestione della Qualità: con particolare riguardo al controllo statistico di processo, controllo in accettazione, problem solving, sviluppo di sistemi di gestione per la qualità, certificazione di qualità ISO 9001, modelli di eccellenza EFQM, self-assessment aziendale, accreditamento degli organismi di ispezione, tecniche di monitoraggio delle soddisfazione del cliente, tecniche di lavoro di gruppo, stakeholder engagement. I principali filoni di ricerca in quest’ambito sono nel seguito riportati: analisi e modellizzazione di best practice aziendali in ambito europeo sviluppati in partnership con EFQM, finalizzate a favorire bechmarking di esempi di eccellenza organizzativa tra le organizzazioni nell’ottica del miglioramento continuo. Revisione e sviluppo dei concetti della qualità totale, nonché del modello di eccellenza EFQM, al fine di adattarlo alle realtà aziendali, nonché alle nuove esigenze e sfide poste dal mercato. sviluppo di metodi e modelli volti alla valutazione e all’incremento all’interno di un organizzazione dell’employee engagement, quale pilastro per perseguire l’eccellenza organizzativa, nonché naturale sviluppo dei concetti della qualità totale. sviluppo e implementazione di metodi e modelli, supportati da tool informatici e di business intelligence, per lo sviluppo di sistemi di gestione per la qualità all’interno di organizzazioni conformi alla ISO 9001 orientati al miglioramento continuo. analisi di strumenti e politiche organizzative volte ad incrementare la fiducia e i rapporti di lungo periodo nei rapporti cliente- fornitore. In particolar modo ci si è focalizzati sulla centralità degli organismi di ispezione di parte terza quale strumento di controllo e garanzia imparziale ed indipendente, attore fondamentale per incrementare la qualità del prodotto/servizio erogato, nonché per dare garanzie nei rapporti contrattuali. RISULTATI I principali risultati ottenuti sono: Sviluppo di casi aziendali nei quali sono stati presentati esempi di eccellenza in ottica di miglioramento continuo e applicazione dei principi della qualità totale di alcune tra le maggiori aziende europee Sviluppo di partnership con EFQM, la fondazione europea per l’eccellenza 35 GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vittorio Cesarotti [email protected] Ing. Vito Introna [email protected] Ing. Bruna Di Silvio [email protected] Ing. Caterina Spada [email protected] Pubblicazioni “The Impact of Cultural Issues and Interpersonal Behavior on Sustainable Excellence and Competitiveness: An Analysis of the Italian Context.”, Cesarotti V., Spada C. (2008), ZINK K.J., Corporate Sustainability as a Challenge for Comprehensive Management. (pp. 95-113). ISBN: 9783790820454. : Springer (UNITED STATES). • “Rolls-Royce Motor Cars: Taking the very best to the next level. Cesarotti V., Spada C, Mulè G, Brussels: EFQM (Belgium), EFQM cases (in stampa). •“White paper on Employee Engagement.” Cesarotti V., Spada C., Brussels: EFQM (Belgium), EFQM cases (in stampa). • “TNT Express ICS: On going the extra mile”. Cesarotti V., Spada C, Mulè G.; ISBN: 905236-648-9.; Brussels: EFQM (Belgium). EFQM Cases , 2007. •“T_Systems MMS: Balancing opposites”, V.Cesarotti, Mulè G., Lebeer F; ISBN: 90-5236649-7.; Brussels: EFQM (Belgium). EFQM Cases , 2007. • Le nostre ricerche MACCHINE A FLUIDO Design e Testing di Sistemi di Posttrattamento dei Gas di Scarico di Motori a Combustione Interna GRUPPO DI LAVORO: Prof Vittorio Rocco [email protected], Prof. Massimo Feola [email protected] Prof. Stefano Cordiner [email protected] Ing. Vincenzo Mulone [email protected] DESCRIZIONE Con l’avvento di misure anti-inquinamento (EURO V, EURO VI) sempre più stringenti in termini di emissioni allo scarico dei veicoli circolanti, i sistemi di post-trattamento dei gas di scarico sono diventati negli ultimi anni sempre più sofisticati ed efficienti. La richiesta evoluzione dei suddetti sistemi di posttrattamento ha riguardato diversi dispositivi (Diesel Oxidation Catalyst DOC, Three-Way Catalyst TWC, Diesel Particulate Filter, DPF, Selective Catalytic Reduction SCR) a tutti i livelli: dal disegno dei canali, al progetto fluidodinamico dell’intero terminale, all’integrazione del sistema con il motore dal punto di vista termico e del controllo. Inoltre, particolare attenzione è attualmente rivolta verso lo studio della distribuzione dimensionale del particolato allo scarico di motori Diesel, mediante opportuni strumenti di misura (EEPS, Engine Exhaust Particle Sizer) e modelli termo-fluidodinamici 3D in grado di misurare e predire l’efficienza di filtrazione di un dato DPF, oltrechè in massa, anche in funzione del diametro delle particelle emesse. La capacità di un filtro DPF di eliminare nanoparticelle, che sono particolarmente dannose per l’organismo data l’elevata mobilità e rapporto superficie/volume, sarà infatti fondamentale per ottemperare alle norme EURO V stage b per veicoli per il trasporto passeggeri. RISULTATI Pubblicazioni Arrighetti, S. Cordiner, V. Mulone (2007), ASME Journal of Heat Transfer, -- April 2007 - Volume 129, Issue 4, pp. 536547 S- Cordiner, V. Mulone (2007), SAE 2007-01-1132, World Congress. S. Cordiner, G. De Simone, V. Mulone, SAE 2007-01-4007, Powertrain Congress, Chicago. -S. Cordiner, A. Mariani, V. Mulone, SAE World Congress 2009. -S. Cordiner, G. De Simone, V. Mulone, SAE World Congress 2010. Le ricerche, condotte sia in laboratorio che al calcolatore, hanno riguardato negli ultimi anni i diversi aspetti sopra citati. Tali attività sono supportate dalla collaborazione con aziende di riferimento del settore (FIAT-CRF, EMITEC, LOMBARDINI), e sono oggetto, per quanto riguarda lo specifico studio dell’emissione di nanoparticelle, di un finanziamento COFIN-PRIN 2007 nel quale l’UdR di Roma ha assunto il ruolo di coordinatore scientifico, ed il progetto vede come partner le Università di Torino, Perugia, Pisa e Modena. Queste ultime attività sono inoltre oggetto di collaborazioni internazionali con la West Virginia University (WV, USA), prof. M. Gautam, e con la Technical University of Tampere, prof. J. Keskinen (Finlandia). A titolo di esempio, in Figura, è riportata la distribuzione dimensionale di particelle rilevata a monte ed a valle di un moderno filtro per particolato di tipo CLOSE COUPLED. Risulta evidente come, a seconda delle condizioni operative del motore, il filtro sia in grado di trattenere le particelle in misura diversa a seconda del peso dei diversi meccanismi di filtrazione nella matrice porosa del filtro per particolato. L’accurata analisi dei dati proposit, al variare delle condizioni operative del motore, indirizzerà i progettisti di filtri verso il disegno di nuove soluzioni per lo sviluppo di sistemi di post-trattamento più puliti in termini di emissione di nanoparticelle. Motore Fiat MJ EURO V e strumentazione per l’analisi dellla distribuzione dei diametri delle nanoparticelle emesse. Distribuzione dimensionale dei diametri delle nanoparticelle emesse da motori Diesel in due condizioni operative differenti 36 Le nostre ricerche MACCHINE A FLUIDO DESCRIZIONE L’utilizzo dell’idrogeno come combustibile può costituire, a medio/lungo termine, una delle soluzioni più promettenti per la produzione di energia a ridottissime emissioni inquinanti. Tale soluzione può essere applicata sia nel campo dei trasporti (celle a bassa temperatura operativa, PEMFC), sia per la generazione stazionaria (celle ad alta temperatura, SOFC). Entrambe le soluzioni sono d’altronde ancora lontane dalla produzione di massa. Difatti, numerosi problemi devono ancora essere risolti sia dal punto di vista progettuale (ad esempio riguardo il disegno innovativo dei canali che consentono il flusso dei reagenti), sia in termini di materiali impiegati (ad esempio riguardo lo studio di membrane tolleranti al CO, o di materiali innovativi a basso costo). Diversi problemi sono inoltre correlati alla produzione ed allo stoccaggio dell’idrogeno. Sono necessari in tale senso ulteriori sviluppi e ricerche riguardo la fattibilità tecnico-economica di sistemi a taglia ridotta (on-board-reformer) o di produzione da fonti rinnovabili. RISULTATI Le ricerche, condotte sia in laboratorio che al calcolatore, hanno riguardato negli ultimi anni molti dei diversi aspetti sopra citati. Tali attività sono supportate dalla collaborazione con aziende di riferimento del settore (EXERGY-FUEL-CELLS, ALPPS, FAAM, ELECTROLUX, SOFC-POWER), e sono state oggetto, per quanto riguarda lo studio delle SOFC, di un finanziamento COFIN-PRIN 2004. Il gruppo inoltre collabora con ENEA e con la Queen’s University, Kingston (CAN) per quanto riguarda lo sviluppo di soluzioni innovative per celle a combustibile PEM. Sino ad oggi, le attività hanno riguardato soprattutto lo sviluppo ed il test di strumenti avanzati (3D), caratterizzati da elevato grado di dettaglio, a supporto delle attività di progetto della fluidodinamica dei canali e dell’interazione tra scambio termico e performance elettrochimica di stack microtubolari. Tali attività sono state supportate da parallele attività sperimentali, con l’obiettivo di validare direttamente i modelli sviluppati. Particolare attenzione è stata dedicata ala modellazione del fenomeno dell’allagamento della membrana (celle a combustibile a bassa temperatura PEM), del disegno dello stack e del manifolding di celle SOFC micro-tubolari, e della ricerca di soluzioni di sistema innovative quali l’utilizzo di gassificatori alimentati a biomassa, ed integrati termicamente, per la generazione di energia mediante celle SOFC. Celle a combustibile PEM: distribuzione dei reagenti nei canali e sulla membrana e curva di polarizzazione Celle a combustibile SOFC micro-tubolari: distribuzione del campo di corrente su uno stack di 45 micro-tubi 37 Design e Testing di Dispositivi e Sistemi per la produzione e l’utilizzo di Idrogeno. GRUPPO DI LAVORO: Prof Vittorio Rocco [email protected] Prof. Massimo Feola [email protected] Prof. Stefano Cordiner [email protected] Ing. Vincenzo Mulone [email protected] Pubblicazioni -S. Cordiner, M. Feola, V. Mulone, F. Romanelli, Applied Thermal Engineering, Volume 27, Issue 4, March 2007, Pages 738747. -S. Cordiner, V. Mulone, F. Romanelli, ASME Journal of Fuel Cell Science and Technology, -August 2007 -- Volume 4, Issue 3, pp. 317-327. -S. Cordiner, S.P. Lanzani, V. Mulone, M. Chiapparini, A. D’Anzi, D. Orsi,, ASME Journal of Fuel Cell Science and Technology, Vol. 6, Issue 2, 2009. -S. Cordiner, G. De Simone, A. Mariani, V. Mulone, New Energy Frontiers 2, Giugno 2009, Gaeta. -S. Cordiner, A. Mariani, V. Mulone, ASME J. of Heat Transfer, 2009. -S. Cordiner, S.P. Lanzani, V. Mulone, ASME EFC-09, 2009. Le nostre ricerche MACCHINE A FLUIDO Design di Motori a Combustione Interna alimentati a Gas Naturale ad Elevato Rendimento. GRUPPO DI LAVORO: Prof Vittorio Rocco [email protected], Prof. Massimo Feola [email protected] Prof. Stefano Cordiner [email protected] Ing. Vincenzo Mulone [email protected] Pubblicazioni S. Cordiner, V. Mulone, R. Scarcelli, SAE 2007-01-1901, 2007 Kyoto. E.C. Chan, S. Cordiner, M. Davy, R.L. Evans, SAE 2007-011913, 2007 Kyoto. S. Cordiner, M. Gambino, S. Iannaccone, V. Rocco, R. Scarcelli, Energy Fuels, 22, 2008. F. Ortenzi, M. Chiesa, R. Scarcelli, G. Pede, Int. J. Hydrogen Energy, 2008. S. Cordiner, M. Gambino, S. Iannaccone, V. Mulone, R. Scarcelli, V. Rocco, SAE ICE 2009. E. C. Chan, M. Davy, G. De Simone, V. Mulone, ASME J. Eng. Gas Turbines Power, 2009. S. Cordiner, G. De Simone, V. Mulone, SAE San Antonio (TX). SAE TRANSACTION 2009. DESCRIZIONE L’utilizzo di combustibili alternativi (gas naturale puro o in miscele), e soprattutto la ricerca di soluzioni innovative per l’ottenimento di elevati rendimenti, costituiscono una delle soluzioni a breve termine per ridurre le emissioni di CO2 dei motori a combustione interna. Nel panorama descritto, sono possibili diverse soluzioni in relazione alle differenti applicazioni. -Il motore alimentato a gas naturale a carica ultra-magra, consente di ottenere ridottissimi consumi ed emissioni senza l’utilizzo di costosi ed invasivi sistemi di post-trattamento dei gas di scarico. A tale fine è necessario lo sviluppo di soluzioni progettuali ad hoc per ampliare il limite di accendibilità della miscela aria-gas naturale. -Il motore Dual-Fuel (Gasolio-Metano), consente di ottemperare a normative sempre più restrittive per il parco circolante, senza l’utilizzo di pesanti modifiche al motore. -Il motore alimentato a miscele di H2 e Gas Naturale consente di migliorare l’efficienza del processo di combustione, di estendere il limite di accendibilità, e di introdurre a breve termine le infrastrutture per la distribuzione dell’idrogeno. RISULTATI Le ricerche, sui motori a combustione interna hanno soprattutto riguardato l’implementazione e lo sviluppo di modelli numerici caratterizzati da elevato grado di dettaglio (3D), con particolare attenzione riguardo alla rappresentazione del modello di combustione turbolenta. Le attività sono state condotte con partner (University of British Columbia CAN prof. Evans, CNR-Istituto Motori ing. Gambino ed ENEA, ing. Pede) soprattutto in ottica di validazione dei modelli rispetto a dati sperimentali direttamente acquisite al banco prova motori. E’ stato dunque possibile, come riportato nelle diverse pubblicazioni citate, sviluppare un modello predittivo a supporto del progetto di motori alimentati a carica ultra-magra (PSC concept, prof. Evans), di motori Dual-Fuel a carica magra e stechiometrica (ing. Gambino, CNR) e di motori alimentati a miscele di metano ed idrogeno (ing. Pede, ENEA). Gli strumenti sviluppati consentono di predire con elevato livello di accuratezza l’evoluzione del processo di combustione all’interno del cilindro, tenendo conto degli effetti di variazione delle condizioni operative, della geometria dei condotti, delle valvole, del pistone, etc. Inoltre, particolare cura è stata dedicata all’implementazione ed alla validazione di un modello di accensione che consente di rappresentare l’incipit del processo di combustione seguendo l’evoluzione del kernel durante il rilascio di energia da parte della candela. Distribuzione del numero d’aria nei pressi della candela e confronto dati numericisperimentali (Motore a Gas Naturale ultra-magro, PSC CONCEPT) Distribuzione del campo di temperatura al variare delle condizioni operative in un motore HD Dual Fuel 38 Le nostre ricerche MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE DESCRIZIONE [1] Impostazione di un metodo generalizzato per l’analisi di sistemi meccanici soggetti ad urti tramite tecniche multibody [2] Estensione al campo dei duale di algoritmi di algebra lineare [3] Simulazione di sistemi articolati piani soggetti ad attrito. RISULTATI [1] Nel primo lavoro è stato generalizzato il principio di Gauss così da permetterne l’estensione al caso di urto tra sistemi meccanici. In particolare è stata proposta un’espressione che consente il calcolo delle variazioni di velocità generalizzate. Altro elemento di novità riguarda l’impiego delle funzioni logiche per simulare sistemi che abbiano topologie variabili nel corso della simulazione. [2] L’algebra di Clifford costituisce com’è noto uno strumento che consente un’elevata concisione nell’espressione di quantità quali il torsore cinematico caratterizzante l’atto di moto rigido. Il lavoro offre originali estensioni nel campo dei numeri duali di algoritmi classici di algebra lineare. Esempi di applicazioni delle estensioni proposte all’analisi dei meccanismi vengono altresì illustrate. [3] Il modello di attrito colombiano conduce ad equazioni differenziali con discontinuità in funzione della velocità. Tali discontinuità, com’è noto, provocano seri problemi nel corso di simulazioni. Per ovviare tale inconveniente viene proposta l’adozione nelle simulazioni multibody di un recente modello dovuto a Dahl. Il lavoro discute l’implementazione di tale modello in un software di analisi dinamica multibody. . Cinematica e Dinamica dei Sistemi Multibody GRUPPO DI LAVORO: Prof. Ettore Pennestrì [email protected] Pubblicazioni [1] Pennestrì E., Valentini P.P, and Vita L. Dynamic analysis of intermittent-motion mechanisms through the combined use of Gauss principle and logical functions. In IUTAM Symposium on Multiscale Problems in Multibody System Contacts, volume 1, pages 195– 204. Springer Verlag, 20-23 February 2006. [2] Pennestrì E. and Valentini P.P. Multibody Dynamics Computational Methods and Applications, volume 12, chapter, Linear Dual Algebra Algorithms and their Application to Kinematics. Springer Verlag, DEU,2008. [3] Pennestrì E., Valentini P.P, and Vita L. Multibody dynamics simulation of planar linkages with Dahl friction. MULTIBODY SYSTEM DYNAMICS, 17:321347, 2007. Una copia delle recenti pubblicazioni del Prof. Ettore pennestrì è disponibile alla seguente pagina web: http://www.ingegneriameccanica.org /papers.htm 39 Le nostre ricerche MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE Enumerazione ed Analisi di Viti Differenziali DESCRIZIONE Nuovi modelli per la sintesi della struttura, analisi cinematica e del rendimento meccanico di viti differenziali RISULTATI GRUPPO DI LAVORO: Prof. E. Pennestrì [email protected] Ing. P.P. Valentini [email protected] Pubblicazioni Pennestrì E., Valentini P.P., Ciccioli G., Enumeration, Kinematics, Static and Mechanical Efficiency of Differential Screw Mechanisms, ASME Journal of Mechanisms and Robotics, August 2009, Volume 1, Issue 3, 031008 (8 pages) doi:10.1115/1.3147188 Sebbene i meccanismi a viti differenziali siano largamente impiegati in meccanismi di precisione per controllare i movimenti relativi, la loro enumerazione e le metodologie sistematiche di analisi sono aspetti poco investigati. L’attività di ricerca ha riguardato metodi per la progettazione concettuale di questi dispositivi. In particolare sono stati sviluppati algoritmi per l’enumerazione di meccanismi a vite mediante l’impiego delle relazioni strutturali cinematiche dedotte da Kraus (1951, Getriebelehre, Verlag Technik, Berlin; 1952, Gründlagen des Systematischen Getriebeaufbaus, Verlag Technik, Berlin). Le analisi cinematiche e statiche sono presenti principalmente in scritti della letteratura tedesca e sono principalmente basati su costruzioni grafiche. Le attività di ricerca hanno permesso l’implementazioni analitiche basate sulla teoria die grafi che hanno supportato sia studi di statica sia analisi del rendimento meccanico. A supporto di tali metodologie sono stati implementati numerosi esempi applicativi. 40 Le nostre ricerche METALLURGIA Schiume Metalliche DESCRIZIONE La ricerca riguarda la produzione e la caratterizzazione (meccanica, microstrutturale e morfologica) di schiume metalliche (Al, Fe, acciaio). Le possibili applicazioni di una schiuma metallica dipendono dal metallo di cui essa è composta, dalla tipologia di porosità nonché dalla possibilità di impartire alla schiuma la forma voluta. Per ottenere differenti proprietà (densità, rigidezza, morfologia della porosità, capacità di assorbire energia, urti e vibrazioni) sono stati impiegati vari metodi di produzione. L’attività da noi svolta riguarda fondamentalmente le schiume di alluminio. L’effetto della composizione della miscela di polveri, fissati gli altri parametri, sulla morfologia e sulle proprietà meccaniche, in particolare la capacità di assorbire energia, è stata quantificata con prove di compressione statiche ed impulsive. RISULTATI Per ciascuna famiglia di schiume metalliche sono stati ottimizzati i parametri di processo. Inoltre è stato analizzato il comportamento meccanico con prove di compressione statica e impulsiva su schiume di Al e Fe: le principali differenze riscontrate sono dovute, principalmente, alla tipologia di porosità presente all’interno della schiuma. Sono attualmente in fase di sviluppo tecniche nonconvenzionali di processi di schiumatura dei metalli per produrre materiali a porosità controllata (chiusa o aperta) a basso costo e/o con materiali di riciclo. Un altro importante aspetto trattato, con numerose implicazioni economiche, ambientali e sociali, riguarda la possibilità di ottenere schiume di alluminio a partire da materiale da riciclare (scarti di produzione, trucioli ecc.). 41 GRUPPO DI LAVORO: Prof. Roberto Montanari [email protected] Ing. Maria Elisa Tata [email protected] Ing. Girolamo Costanza [email protected] Ing. Nadia Ucciardello [email protected] ma2.it Piero Plini Benedetto Iacovone Massimiliano Della Millia Pubblicazioni G. Costanza, G. Gusmano, R.Montanari, M.E. Tata, N. Ucciardello “Effect of powder mix composition on Al foam morphology”, Journal of Materials: Design and Applications, 222 (2008) 131140. G. Costanza, G. Gusmano, R. Montanari, M.E. Tata “Metodi di produzione e applicazioni delle schiume metalliche” La Metallurgia Italiana, 2 (2003), p. 31-35 G. Costanza, R. Montanari, M.E. Tata “Ottimizzazione del contenuto di TiH2 e di SiC nelle schiume di Al” La Metallurgia Italiana 6 (2005) p.41-47. Le nostre ricerche METALLURGIA Struttura di Metalli Liquidi durante Fusione e Solidificazione GRUPPO DI LAVORO: Prof. Roberto Montanari [email protected] Dott. Roberto Volterri Piero Plini Benedetto Iacovone Massimiliano Della Millia Pubblicazioni R. Montanari, F. Gauzzi, “XRD investigation of binary alloys solidification”, ”, Ed. S.S. Sadhal, Annals of the New York Academy of Sciences, 1161 (2009) 407-415 R. Montanari, “Real-time XRD investigations on metallic melts”, International Journal of Materials and Product Technology, 20 (2004) 452. R. Montanari, G. Costanza, E. Evangelista, “XRD investigation on liquid metals during phase transformations”, Microgravity and Space Station Utilization, 2 (2001) 49. DESCRIZIONE La conoscenza delle strutture dei metalli liquidi è di notevole importanza per la comprensione della grande varietà di comportamenti osservati nei diversi metalli e per validare i modelli teorici. Fra i tre principali stati di aggregazione della materia (solido, liquido, gassoso) quello liquido è sicuramente quello meno conosciuto e compreso. A differenza dei solidi cristallini i liquidi non possiedono un ordine a lungo raggio, rappresentato dalla ripetizione nelle tre dimensioni di una struttura base come la cella unitaria, ma hanno solo un ordine a breve raggio. Nel passato si è tentato di descrivere i metalli liquidi come cristalli disordinati oppure come gas molto densi, tuttavia questi modelli hanno dimostrato di essere di fatto inadeguati. RISULTATI Questo studio iniziò circa 10 anni fa nell’ambito di un progetto quadriennale ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ed è tuttora attivo. I risultati ottenuti mettono in evidenza molte correlazioni tra le strutture delle fasi solida e liquida durante fusione e solidificazione. Misure di diffrazione dei raggi X eseguite ad alta temperatura sono state utilizzate per studiare l’evoluzione strutturale in metalli policristallini durante fusione e successiva solidificazione. Alla temperatura di fusione ( TM ) si è osservata una riorientazione dei grani cristallini nel solido. Come conseguenza della variazione di tessitura, i piani reticolari che si affacciano sul primo liquido che si forma sono quelli sui quali la distanza degli atomi primi vicini è prossima alla distanza tra i primi vicini nel liquido determinata dalla funzione di distribuzione radiale (RDF). 42 Le nostre ricerche METALLURGIA DESCRIZIONE Il composito Ti6Al4V rinforzato con fibre lunghe di SiC è un materiale promettente per applicazioni in componenti di motori aeronautici che operano in esercizio a medie temperature (500-600 °C). Nell’ambito di una ricerca con il Centro Sviluppo Materiali (CSM) si è sottoposto questo materiale a prolungati trattamenti termici (fino a 1000 ore) alle temperature previste di esercizio. E’ stata studiata la stabilità meccanica con prove di trazione, durezza e fatica prima e dopo i trattamenti. Evoluzione Microstrutturale e Meccanica di Compositi di Titanio Rinforzati con Fibre Lunghe di SiC dopo Trattamenti Termici di Lungo Periodo a Medie Temperature RISULTATI GRUPPO DI LAVORO: Dai riusultati si è visto che non si verifica un degrado delle proprietà meccaniche. Questo è dovuto alla stabilità dell'interfaccia fibra-matrice. Prof. Roberto Montanari Osservazioni di microscopia elettronica in scansione e trasmissione, misure XPS [email protected] e AES mostrano la formazione di un sottile strato di carburo di titanio durante Ing. Maria Elisa Tata [email protected] la fase di produzione del composito. Questo strato di TiC rallenta enormemente la diffusione del carbonio dalla fibra verso la matrice e stabilizza Ing. Girolamo Costanza l’interfaccia stessa. I profili di concentrazione degli elementi chimici presenti [email protected] attraverso l’interfaccia sono stati misurati e confrontati con profili calcolati Ing. Nadia Ucciardello utilizzando le equazioni di Fick. [email protected] 2.it Piero Plini Benedetto Iacovone Massimiliano Della Millia Ing. Riccardo Donnini Ing. Paolo Deodati Pubblicazioni R. Donnini, S. Kaciulis, A. Mezzi, R. Montanari, C. Testani, “Production and heat treatments of Ti6Al4V-SiCf composite. Part IMicrostructural characterization”, Materials Science Forum 604-605 (2009) 331-340 G. Costanza, R. Montanari, M.E. Tata, C. Testani “ Caratterizzazione meccanica del composito Ti6Al4V/SiCf dopo prolungata esposizione ad alta temperatura” Compositi e Nanotecnologie 3 n.1 (2007) p.29-34.. R. Donnini, S. Kaciulis, A. Mezzi, R. Montanari, C. Testani, “Production and heat treatments of Ti6Al4V-SiCf composite. Part IMicrostructural characterization”, Materials Science Forum 604-605 (2009) 331-340. 43 Le nostre ricerche METALLURGIA Sviluppo della Tecnica di Indentazione Strumentata FIMEC per Alte Temperature GRUPPO DI LAVORO: Prof. Roberto Montanari [email protected] Dott. Roberto Volterri Piero Plini Benedetto Iacovone Massimiliano Della Millia Pubblicazioni B. Riccardi, R. Montanari, “Indentation of metals by flatended cylindrical punch”, Materials Science & Engineering A, 381/1-2 (2004) 281-291. R. Montanari, G. Filacchioni, B. Iacovone, P. Plini, B. Riccardi, “High temperature indentation tests on fusion reactor candidate materials”, J. of Nuclear Materials 367-370 (2007) 648. B. Iacovone, S. Libardi, A. Molinari, R. Montanari, P. Plini, “FIMEC tests on SPS sintered FeMo nanostructured alloys”, J. of Testing and Evaluation, 36 (2008). DESCRIZIONE La tecnica di indentazione strumentata FIMEC, che utilizza una punta cilindrica, è stata sviluppata e perfezionata dal nostro gruppo nel corso degli ultimi 15 anni. La prova, che può essere eseguita in un ampio intervallo di temperature, da -196°C fino a +600 °C, fornisce l’andamento del carico applicato in funzione della profondità di penetrazione. Dalle curve FIMEC si possono determinare le seguenti proprietà di un materiale: 1- carico di snervamento, 2- modulo elastico E, 3- temperatura di transizione duttile-fragile, 4- creep di superficie, 5rilassamento dello stress. RISULTATI Le principali caratteristiche della prova FIMEC sono: 1- la semplicità della strumentazione e dell’elaborazione dei dati; 2- il carattere non distruttivo della prova; 3- la misura locale delle principali proprietà meccaniche del materiale; 4risultati statisticamente attendibili in quanto, a differenza delle misure di nano- o micro-indentazione, l’impronta comprende numerosi grani cristallini; 5- le condizioni superficiali del materiale (rugosità, segregazione ecc.) non sono critiche come nelle misure di nano- o micro-indentazione. Attualmente la ricerca su questa metodologia riguarda due aspetti: - progettazione e realizzazione di una attrezzatura portatile commerciale, - progettazione e realizzazione di un’attrezzatura di laboratorio in grado di operare a temperature molto alte, fino a 1300 °C. BREVETTI Titolo: Apparato portatile di indentatore cilindrico a testa piatta FIMEC Autori: Bruno Riccardi e Roberto Montanari 44 Le nostre ricerche METALLURGIA DESCRIZIONE Le leghe metalliche a memoria di forma, comunemente chiamate SMA (Shape Memory Alloys), possiedono la capacità di poter recuperare grandi deformazioni e ritornare ad una prefissata forma quando vengono riscaldate, sviluppando al contempo una notevole forza. Nell’ambito dei contratti di ricerca finanziati da Sielte la ricerca ha riguardato la caratterizzazione microstrutturale e meccanica di fili e molle di diverso diametro in lega Nitinol sottoposti a ciclaggio via via crescente. L’obiettivo principale è lo studio dell’effetto di elevati cicli termomeccanici (> 500.000) su varie leghe NiTi a memoria di forma sulla capacità di recuperare la propria configurazione austenitica. RISULTATI Per studiare l’effetto di elevati cicli termomeccanici sono state costruite delle molle in lega Nitinol e sono state sottoposte a ciclaggio termomeccanico fino oltre 600.000 cicli di attivazione monitorando la perdita della memoria che ne deriva. E’ stato possibile determinare l’andamento della capacità di recupero della forma in funzione del numero di cicli di riscaldamento-raffreddamento cui essa è stata sottoposta. Sono stati così valutati gli effetti delle deformazioni plastiche sul materiale a seguito del ciclaggio termico e sul comportamento a memoria di forma dell’elemento stesso. Sono state infine determinate le condizioni per la progettazione di attuatori che possono essere sottoposti a centinaia di migliaia di cicli di attivazione. Infine è stato costruito un attuatore di tipo molla-sma contromolla in acciaio armonico. 45 Leghe a Memoria di Forma (SMA) da Impiegare come Sensori di Temperatura e/o Attuatori GRUPPO DI LAVORO: Ing. Maria Elisa Tata [email protected] Ing. Girolamo Costanza [email protected] Dott. Roberto Volterri Piero Plini Benedetto Iacovone Massimiliano Della Millia Pubblicazioni G. Costanza, M.E. Tata “Influenza del ciclaggio termomeccanico su comportamento a memoria di forma di una lega NiTi” Atti convegno 32° convegno AIM Ferrara settembre 2008, memoria n 41, ISBN 88-85298-67-2. C. Calisti, G. Costanza, M.E. Tata “Attuatore mollacontromolla attivato da elemento a memoria di forma” Il progettista industriale, novembre 2008 pp76-79. G. Costanza, M.E. Tata, C. Calisti, “Nitinol one way shape memory springs: thermomechanical characterization and actuator design”, in stampa su Sensor & Actuators: A. Le nostre ricerche METALLURGIA Processi di Saldatura per le Leghe Metalliche GRUPPO DI LAVORO: Prof. Severino Missori [email protected] Ing. Maria Elisa Tata [email protected] Ing. Girolamo Costanza [email protected] Pubblicazioni L. Bonaccorsi, G. Costanza, F. Giacobbe, S. Missori, M.E. Tata “Caratterizzazione di giunti saldati di leghe di alluminio per impieghi aeronautici” Atti 32° convegno AIM Ferrara settembre 2008, memoria n 52, ISBN 8885298-67-2. S. Missori, E. Tata, G.Costanza,A.Sili“Microstructural Transformations on Quenched and Tempered ASA CA 80 Steel Welds” Proceedings of International Conference New Developments on metallurgy and Applications of High Strength Steels; Buenos Aires, 26-28 Maggio 2008. S.Missori, E.Tata, A.Sili “Application of Hybrid laser Beam +Electric Arc Processes to Steel Welding”, Innovation in Structural Engineering and Costruction, ISBN 0415457556 ed. Y.M.Xie & I. Patnaikumi, 1 (2007) pp.179-183 DESCRIZIONE L'utilizzazione di processi ad alta densità di energia consente di ridurre distorsioni e tensioni termiche nei giunti saldati. L'impiego del fascio laser in gas CO2 è stato sperimentato nella saldatura di giunti dissimili e lamiere placcate di spessore fino a 10 mm. Nella saldatura di lamiere placcate è possibile eseguire in una o poche passate la saldatura simultanea del materiale strutturale e del materiale di placcatura. RISULTATI Le ricerche sulla saldatura fascio laser su materiali dissimili hanno consentito di definire le caratteristiche del metallo di apporto (composizione,ecc) tali da ottimizzare la qualità delle saldature e di ridurre al minimo la criccabilità a caldo della zona fusa. Nei lavori relativi alla saldatura delle lamiere placcate sono state definiti alcuni procedimenti innovativi nel campo della saldatura delle lamiere placcate, che, tradizionalmente, viene eseguita in più passate con impiego di diversi materiali di apporto. Con il procedimento ibrido (laser + arco elettrico) si riescono ad abbinare alcuni vantaggi dei due processi. Le esperienze di saldatura sulle leghe leggere in Al con impiego di arco elettrico hanno l’obbiettivo di ridurre il deterioramento delle proprietà meccaniche nella zona termicamente alterata dalla saldatura. Le proprietà di giunti saldati in varie leghe di Al, tipicamente, utilizzate in impieghi aeronautici, sono state studiate, valutando in particolare le modificazioni strutturali e le proprietà meccaniche dopo saldatura. 46 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Il cartone ondulato è il materiale da imballaggi più diffuso e utilizzato per il trasporto delle merci, grazie alle sue caratteristiche di resistenza, leggerezza e non da ultimo grazie alla possibilità di stampare sulla superficie esterna. Il requisito fondamentale richiesto ad un imballaggio è la resistenza alla compressione: infatti sia durante il trasporto che durante lo stoccaggio, le merci vengono impilate per motivi logistici. La pratica progettuale comunemente utilizzata si fonda sull’utilizzo di una formula semplificata (McKee) che lega la resistenza alla compressione verticale di una scatola in cartone ondulato, alle caratteristiche delle carte costituenti e alle dimensioni della scatola stessa. Il gruppo di lavoro è attivo da dieci anni in questo settore con l’obiettivo di raffinare le metodologie di calcolo degli imballaggi. Le ricerche svolte fino ad oggi hanno consentito di migliorare le metodologie delle aziende partner (Agnati, Smurfit, Mauro Benedetti). Il gruppo è attivo nella comunità scientifica del settore contribuendo con pubblicazioni e con revisioni alle riviste scientifiche dedicate a questo argomento. Il gruppo è stato presente al “6th International Symposium - Moisture and Creep Effects on Paper, Board and Containers” tenutosi a Madison nel Luglio 2009 contribuendo ai contenuti scientifici presentati e partecipando al comitato scientifico internazionale. RISULTATI Nel corso degli anni abbiamo proposto diversi approcci per la modellazione del comportamento strutturale del cartone ondulato. La struttura del cartone può essere omogeneizzata mediante procedure numeriche estraendo i parametri di rigidezza direttamente da modelli FEM della geometria locale, oppure utilizzando la teoria della laminazione, utilizzando in questo caso delle formule per la rappresentazione delle caratteristiche degli strati ondulati. I parametri di rigidezza ottenuti possono essere quindi utilizzati per la progettazione di massima, utilizzando formule semplificate, o per la progettazione di dettaglio, avvalendosi di modelli FEM rappresentativi dell’intera struttura in cartone ondulato. Le informazioni estratte dall’analisi della geometria effettiva possono essere utilizzate anche come strumento di indagine per misurare le prestazioni di un particolare cartone. L’efficacia dei vari metodi è stata verificata nel tempo confrontandosi con le evidenze sperimentali. Le prove sperimentali sono state condotte a vari livelli, partendo dai materiali costituenti, fino ad arrivare all’imballaggio completo. Il livello di conoscenza raggiunto nel settore ha consentito di trasferire le nuove metodologie di progetto in degli strumenti di calcolo in uso presso le aziende partner. 47 Ottimizzazione delle Prestazioni del Cartone Ondulato GRUPPO DI LAVORO: Prof Carlo Brutti [email protected] Ing. M.E. Biancolini [email protected] Ing. S. Porziani [email protected] Pubblicazioni Analysis of corrugated board panels under compression load, Biancolini, M.E.; Brutti, C.; Porziani, S., Steel and Composite Structures, v 9, n 1, p 1-17, February 2009 Online quality control of corrugated board panel by image processing, Biancolini, M.E., International Journal of Computer Applications in Technology, v 23, n 2-4, p 15765, 2005 Evaluation of equivalent stiffness properties of corrugated board, Biancolini, M.E., Composite Structures, v 69, n 3, p 322-8, July 2005 Numerical and experimental investigation of the strength of corrugated board packages, Biancolini, M.E.; Brutti, C., Packaging Technology and Science, v 16, n 2, p 47-60, March/April 2003 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Modellazione di Problemi di Interazione Fluido Struttura GRUPPO DI LAVORO: Ing. Marco E. Biancolini [email protected] Ing. A. Angeletti [email protected] Pubblicazioni R. Baudille,M. E. Biancolini, “A general approach for studying the motion of a cantilever beam interacting with a 2D fluid flow”, Interaction and Multiscale Mechanics, Vol. 1, No. 4 (2008). R. Baudille,M. E. Biancolini, “Modelling FSI Problems in FLUENT: a General Purpose Approach by Means of UDF Programming”, Congresso FISITA 2006 F2006M235. R. Baudille, M. E. Biancolini, E. Mottola “Non-linear models of reed valve dynamics” , Int. J. Vehicle Systems Modelling and Testing (in corso di pubblicazione). DESCRIZIONE La simulazione di problemi di interazione fluido struttura e tutt’oggi una disciplina in corso di sviluppo e l’applicabilità degli strumenti di simulazione risulta molto dipendente dal tipo di problema in esame. Il Progetto è già attivo da diversi anni e ci si avvale di un solutore commerciale per la parte CFD (il Fluent) corredato da delle routine di calcolo per aggiungere anche la possibilità di simulare il comportamento della struttura. Sono stati affrontati con successo numerosi problemi di interesse applicativo: movimento di strutture sottili convogliate da getti d’aria, moto di valvole a lamella, effetti di flessibilità delle pareti di condotti per i problemi di emodinamica. Il progetto ad oggi prosegue grazie ad uno sponsor industriale (TetraPak) e le ricerche in corso riguardano la modellazione del processo di formazione dei contenitori asettici in cartone. E’ tutt’ora in corso lo sviluppo di questo strumento di calcolo che anno dopo anno si è arricchito di nuove funzionalità. Ad oggi esiste la possibilità di lavorare sia in 2D che in 3D e sono stati sviluppati degli schemi di soluzione strutturale sia lineari che non lineari, ricorrendo in questo ultimo caso anche alla formulazione FEM esplicita. RISULTATI La metodologia proposta si è dimostrata efficace per diversi problemi applicativi. In particolare per tutti quei casi in cui il corpo formabile è immerso nel dominio fluido; si è ottenuta una ottima correlazione con i dati sperimentali per diversi problemi: l’interazione fra i vortici generati nella scia di un ostacolo e le vibrazioni di una trave, la dinamica di apertura e chiusura dei petali di una valvola a lamella, il moto di una bandiera, lo studio di una diga deformabile investita da un’onda (caso bifase). E’ ad oggi in corso lo studio delle vibrazioni delle aste porta sonda che vengono utilizzate per effettuare misure all’interno delle condotte. I risultati di questa attività sono stati pubblicati inizialmente in occasione di eventi nazionali ed internazionali specifici per gli utenti del solutore CFD. Sono stati inoltre pubblicati diversi aspetti del metodo per la messa a punto del solutore FEM in occasione di Congressi Scientifici e su rivista. L’attività è stata inoltre finanziata dalla regione Lazio nell’ambito della misura Business Lab con l’obiettivo di dare luogo ad uno Spin Off Universitario. 48 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Il nostro Gruppo collabora con il laboratorio NDT dell’ISPESL (Monteporzio Catone) da diversi anni. Sono stati finanziati fino ad oggi tre progetti in collaborazione: un primo progetto relativo allo studio numerico e sperimentale della propagazione delle cricche di fatica considerando l’evoluzione della forma del difetto; un secondo progetto relativo all’uso della visione artificiale per il riconoscimento automatico dei difetti; un terzo progetto relativo all’analisi dei segnali AE per la valutazione del danneggiamento di serbatoi GPL interrati. La collaborazione si è estesa anche oltre i progetti finanziati comprendendo una collaborazione con un terzo soggetto (l’Istituto di Acustica “O. M. Corbino” del CNR di Frascati) sul tema dell’uso delle tecniche frattali per l’analisi dei segnali AE messi durante la propagazione di una cricca di fatica. E’ stato svolto inoltre uno studio di tipo esplorativo per valutare la fattibilità dell’uso dell’analisi di immagine per l’esame delle repliche metallografiche usate per la valutazione dello stato di danneggiamento da creep. RISULTATI Uso di Tecniche NDT per la Valutazione dello Stato di Danneggiamento dei Componenti Meccanici. GRUPPO DI LAVORO: Prof Carlo Brutti [email protected] Ing. Marco E. Biancolini [email protected] Ing. S. Porziani [email protected] Per quanto riguarda lo studio dell’evoluzione della forma dei difetti si è riscontrato un ottimo accordo fra le previsioni numeriche e le evidenze sperimentali; questo primo lavoro in collaborazione con ISPESL è stato pubblicato in ambito nazionale Pubblicazioni ed internazionale ed è stato oggetto di pubblicazione in un libro monografico M. E. Biancolini, C. Brutti, ISPESL. G. Paparo, A. Zanini, “Fatigue I lavoro sulle emissioni acustiche ha portato a risultati di notevole interesse; è stata crack nucleation on steel, infatti osservata un’analogia fra l’evoluzione della dimensione frattale e il Acoustic emission and fractal danneggiamento a fatica. Tale parametro consente di valutare lo stato di analysis”, International Journal danneggiamento durante la fase di nucleazione dei difetti in cui la scala of fatigue, 2006, Vol 28/12 pp dimensionale è tale da non consentire l’identificazione mediante altre tecniche 1820-1825 NDT. G. Augugliaro, M.E. Per quanto riguarda l’analisi di immagine si tratta dell’attività più recente ed ha Biancolini, D. Di Fonzo, D. consentito di ottenere già dei risultati molto promettenti. Il metodo implementato Lazzaro, S. Porziani consente infatti di estrarre ed identificare i difetti in modo completamente “Individuazione automatica di automatico. difetti presenti in lastre radiografiche digitalizzate”, AIPnD 2009, Roma 15-17 Ottobre 2009. Biancolini, M. E. , Brutti, C., (2002) “A numerical technique to study arbitrary shaped cracks growing in notched elements”, Int. J. of Computer Applications in Technology, Vol 15, Nos 4/5, pp. 176-185 123 133 3 3 3 3 3 3 123 3 133 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 333 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 333 33 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 33 3 3 3 3 3 3 33 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 33 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 33 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 33 3 3 Z X Y Z X Y 49 3 3 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Gli Strumenti del Race Engineering GRUPPO DI LAVORO: Ing. Marco E. Biancolini [email protected] Ing. M. Urbinati [email protected] Pubblicazioni Baudille, R.; Biancolini, M. & Reccia, L., “Load transfers evaluation in competition gokart”, International Journal of Vehicle Systems Modelling and Testing , Vol. 2 , pp. 208 - 26, 2007 Biancolini, M.; Renzi, F. & Rizzoni, G. , “Design of a lightweight chassis for the land speed record vehicle buckeye bullet 2”, International Journal of Vehicle Design, Vol. 44, pp. 379 - 402, 2007 Biancolini, M.E.; Cerullo, A. & Reccia, L., “Design of a tuned sandwich chassis for competition go-kart”, International Journal of Vehicle Design, Vol. 44, pp. 360 - 378, 2007 DESCRIZIONE Il Gruppo di Ricerca Tor Vergata Karting è nato nel 2002 con lo scopo di promuovere la Meccanica a Tor Vergata con iniziative legate al mondo del Race Engineering. Le attività del Gruppo sono state fino ad oggi la Ricerca, la Didattica e la promozione di Eventi nel settore del motorsport. Le attività di Ricerca sono state rivolte al trasferimento delle tecniche avanzate di progettazione in uso nelle categorie superiori (come la Formula 1) al go-kart. Il trasferimento ha richiesto una forte innovazione nei metodi viste le caratteristiche particolari di questo veicolo (assenza di sospensioni e differenziale). I temi affrontati sono stati molteplici: aerodinamica, simulazione motore due tempi, dinamica del veicolo, ottimizzazione della missione gara. Sono ad oggi attivi due progetti studenteschi sostenuti da TVK: il primo relativo alla realizzazione del go kart più veloce del mondo, il secondo è il progetto FormulaSAE di TorVergata (SpqRacing nel 2008 ribattezzato Scuderia Tor Vergata per il 2009). RISULTATI Il sito www.torvergata-karting.it è il principale strumento di comunicazione del gruppo per la promozione delle attività svolte. Il principale evento organizzato da TVK è la Giornata di Studio "Gli Strumenti del Race Engineering", giunto nel 2008 alla quarta edizione. Le attività di Ricerca, grazie alla forte integrazione trasversale di competenze del Dipartimento, hanno consentito di ottenere risultati di rilievo testimoniati dai numerosi articoli pubblicati in ambito nazionale ed internazionale sia su riviste scientifiche che tecniche. L'interesse industriale dei risultati ottenuti ha poi spinto il gruppo ad attivare progetti di trasferimento tecnologico che sono stati supportati ampiamente dalla FILAS. Ad oggi è attivo un progetto di spin-off per lo sviluppo di tools di supporto alla CFD ed il gruppo continua a seguire lo start-up di TVK-Project per lo sviluppo di tools per la gestione e progettazione dei gokart. 50 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Questo filone di ricerca si riferisce al problema della caratterizzazione strutturale ed alla previsione di vita a fatica di strutture meccaniche con giunzioni realizzate mediante punti di saldatura. Tale metodo di progettazione è basato sulla caratterizzazione strutturale del comportamento di ogni singolo punto saldato presente in una struttura, mediante un approccio sia sperimentale, sia modellistico (individuando modelli teorici e numerici necessari ad una corretta interpretazione del fenomeno). I suddetti approcci hanno consentito di definire un parametro tensionale convenzionale, denominato ERS, basato sulla caratterizzazione dello stato tensionale agente sul punto saldato, e di simulare il danneggiamento cui il punto è sottoposto durante i cicli di carico ripetuti. L’introduzione di detto parametro permette di definire diagrammi di fatica ERS-N validi per qualsivoglia tipologia di giunzione ed utili nella definizione di un criterio di progettazione a fatica di strutture saldate per punti. L’agevole definizione del parametro ERS è possibile mediante l’ausilio di una nuova ed originale tecnica di modellazione numerica che comporta, oltre ad una consistente snellezza computazionale ed operativa, una notevole accuratezza dei calcoli. La procedura proposta semplifica enormemente lo studio di complesse strutture multipunto, oggi analizzabili solo sulla base di notevoli ipotesi semplificative, e consente, per di più, di valutare la progressiva evoluzione del danneggiamento, responsabile della continua ridistribuzione dei carichi sui punti saldati. La tecnica di modellazione proposta è fondata sulla definizione di un elemento punto di saldatura, ottenuto sulla base di una rigorosa trattazione teorica bidimensionale della zona contenente il punto saldato ed applicabile ad un modello FE di una qualsiasi struttura giuntata a punti. La semplificazione del calcolo numerico, che deriva dal basso numero di gradi di libertà associato al suddetto elemento punto di saldatura, consente la corretta simulazione del danneggiamento progressivo del punto, in una qualsiasi struttura giuntata a punti di qualsivoglia complessità, con tempi di calcolo accettabili; la qual cosa oggi risulta impossibile, a parità di accuratezza dei risultati, con una procedura basata su una modellazione FE ed eseguita con elementi tridimensionali. RISULTATI L’attività ha portato alla definizione di un elemento finito punto di saldatura, utilizzabile all’interno di un qualsivoglia codice di calcolo implicito agli elementi finiti, anche commerciale. La procedura di definizione dell’elemento punto di saldatura all’interno di un modello FE di una struttura saldata nonché quella di elaborazione dei risultati, con conseguente definizione del sopra accennato parametro tensionale ERS, sono state implementate con un apposito codice, scritto in fortran, che costituisce un add-on ad un generico codice di calcolo FE commerciale. Attualmente l’attività è rivolta all’analisi delle modalità di rottura one shot del punto saldato ed all’estensione nel campo delle deformazioni plastiche. È stato di recente proposto un originale modello teorico per la valutazione della rigidezza di una giunzione saldata con punto di saldatura in presenza di deformazioni oltre lo snervamento e grandi spostamenti. La soluzione del modello teorico di riferimento è ottenuta in forma chiusa ed è utile per la definizione della rigidezza dell’elemento punto di saldatura nelle condizioni non lineari sopra descritte. Modello FE con elementi punti di saldatura di uno scatolato saldato a punti 51 Caratterizzazione Strutturale e Metodi di Progettazione di Strutture Saldate a Punti GRUPPO DI LAVORO: Ing. Francesco Vivio [email protected] Prof. Pietro Salvini [email protected] Prof. Vincenzo Vullo [email protected] Ing. Pierluigi Fanelli Ing. Emanuele Marotta Pubblicazioni Vivio F., “A new theoretical approach for structural modelling of riveted and spot welded multi-spot structures.” International Journal of Solids and Structures, Vol 46, No. 22/23, pp 4006-4024, 2009. Vivio F., Fanelli P., “A new analytical model for the elasticplastic behaviour of spot welded joints”. International Journal of Solids and Structures, Vol. 46, No. 3-4, 572-586, 2009. Salvini P., Vivio F., Vullo V., “Fatigue life assessment for multi-spot welded structures”. International Journal of Fatigue, Vol 31, No. 1, pp.122-129, 2009. Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Caratterizzazione Strutturale di Strutture Rivettate. GRUPPO DI LAVORO: Ing. Francesco Vivio [email protected] Ing. Michele Ferracci Ing. Emanuele Marotta Pubblicazioni Vivio F., “Modelling rivets in the finite element analysis”, Welding & Joining & Fastening & Friction Stir Welding, 2007, ISBN 076801929X, SAE, USA. Vivio F., Ferracci M., “Modelling of riveted joints with a new rivet element”. SAE Technical Paper 2009-01-25, 2009. Vivio F., “A new theoretical approach for structural modelling of riveted and spot welded multi-spot structures.” International Journal of Solids and Structures, Vol 46, No. 22/23, pp 4006-4024, 2009. DESCRIZIONE Questo filone di ricerca si riferisce al problema della caratterizzazione strutturale ed alla previsione di vita a fatica di strutture meccaniche con giunzioni realizzate mediante rivetti di varie tipologie. Tale metodo di progettazione è basato sulla caratterizzazione strutturale del comportamento di ogni singolo rivetto presente in una struttura, mediante un approccio sia sperimentale, sia modellistico (individuando modelli teorici e numerici necessari ad una corretta interpretazione del fenomeno). I suddetti approcci hanno consentito di definire un elemento finito rivetto. La definizione del modello teorico del rivetto è possibile mediante l’ausilio di una nuova ed originale tecnica di modellazione numerica che comporta, oltre ad una consistente snellezza computazionale ed operativa, una notevole accuratezza dei calcoli. La procedura proposta semplifica enormemente lo studio di complesse strutture multirivetto, oggi analizzabili solo sulla base di notevoli ipotesi semplificative. La tecnica di modellazione proposta è fondata su una rigorosa trattazione teorica bidimensionale della zona contenente il rivetto ed applicabile ad un modello FE di una qualsiasi struttura giuntata. Il modello teorico di riferimento è generico ed applicabile ad ognuna delle differenti tipologie di connessione rivettata; infatti dalla adeguata imposizione di due parametri elastici che caratterizzano la soluzione in forma chiusa del mdoello teorico è possibile caratterizzare la singola tipologia di giunzione rivettata. La scelta dei parametri elastici è eseguita grazie ad una operazione di calibrazione che è possibile effettuarsi dal confronto di risultati sperimentali di riferimento od utilizzando i risultati di complessi ed articolati modello numerici FE tridimensionali. La semplificazione del calcolo numerico, che deriva dal basso numero di gradi di libertà associato al suddetto elemento punto di saldatura, consente la corretta simulazione di in una qualsiasi struttura multi rivetto di qualsivoglia complessità, con tempi di calcolo accettabili; la qual cosa oggi risulta impossibile, a parità di accuratezza dei risultati, con una procedura basata su una modellazione FE ed eseguita con elementi tridimensionali. RISULTATI L’attività ha portato alla definizione di un elemento finito rivetto, utilizzabile all’interno di un qualsivoglia codice di calcolo implicito agli elementi finiti, anche commerciale. La procedura di definizione dell’elemento rivetto all’interno di un modello FE di una struttura è stata implementata con un apposito codice, scritto in fortran, che costituisce un add-on ad un generico codice di calcolo FE commerciale. Attualmente l’attività è rivolta all’analisi del comportamento a fatica delle giunzioni rivettate e la simulazione del danneggiamento progressivo dei rivetti, con conseguente perdita locale di rigidezza. Modellazione FE 3D classica di un collegamento rivettato e relativo modello equivalente 52 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Tale attività riguarda la definizione di un riduttore innovativo a vite e ruota con ricircolazione di sfere, a velocità, rapporto di trasmissione e rendimento meccanico elevati. Allo stato attuale non sono stati finora concepiti adeguati sistemi di produzione di vite e ruota entrambe globoidali, tali da garantire l’accoppiamento cinematicamente compatibile tra vite e ruota e la libera circolazione delle sfere nelle apposite piste di guida, garantendo altresì il corretto e continuo contatto tra le sfere medesime e tra queste ed i fianchi delle piste. Il vantaggio della soluzione proposta è quello di definire le piste delle sfere sui corpi globoidali della vite e della ruota onde consentire una guidabilità ideale della sfera nelle pista della ruota ed un confinamento meno vincolato della sfera stessa sulla pista realizzata nella vite. La definizione di un profilo generatore delle piste sulla vite, individuato come inviluppo delle successive posizioni assunte dalle sfere perfettamente confinate entro le piste della ruota coniugata, permette di generare le piste del riduttore in maniera cinematicamente corretta. Per mezzo della suddetta definizione del profilo generatore, è possibile configurare una modalità di taglio a passate successive per mezzo di un semplice utensile a testa circolare che intaglia per inviluppo la vite con una serie di passate la cui definizione analitica è oggetto del brevetto europeo i cui riferimenti sono riportati di seguito. In questo modo si viene a realizzare l’inviluppo desiderato mediante approssimazioni successive, ciascuna relativa ad una specifica operazione elementare di taglio. Sempre per mezzo della suddetta definizione del profilo generatore, è possibile configurare una ruota utensile, sviluppata ad hoc, consistente in una ruota sulla quale è opportunamente montata una pluralità di taglienti a testa circolare; tale ruota utensile permette il taglio della vite con moto di generazione continua, senza necessità di riposizionamento dell’utensile. La simulazione, durante l’ingranamento, del moto del centro della sfera in movimento sulle superfici di vincolo, rappresentate dalla caratterizzazione geometrica tridimensionale delle guide sulla vite e sulla ruota, ha confermato la compatibilità cinematica delle piste nonché la continua presenza di due punti di contatto della sfera con le due guide di riferimento. RISULTATI L’attività ha portato alla innovativa soluzione teorica, in forma chiusa, di dischi a profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri, soggetti a campo centrifugo, campo termico e da variazione della densità con il raggio ed a piastre inflesse, piene o forate, sempre con profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri. Schema di un riduttore a vite e ruota con ricircolazione di sfere 53 Progettazione di Riduttori Meccanici Innovativi GRUPPO DI LAVORO: Prof. Pietro Salvini [email protected] Ing. Francesco Vivio [email protected] Prof. Vincenzo Vullo [email protected] Pubblicazioni Minotti M., Salvini P., Vivio F., Vullo V., “Metodo di taglio di vite e ruota in un riduttore a vite e ruota con ricircolazione di sfere”, Atti XXXIV Convegno AIAS, Napoli, 2007. Brevetto italiano a nome Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dal titolo “Metodo di taglio di vite e ruota in un riduttore a vite e ruota con ricircolazione di sfere e relativi utensili di taglio”, depositato in Italia il 18/03/2004 con num. deposito RM2004A000138. Inventori: Salvini P, Serpella D., Vivio F., Vullo V.. Brevetto Europeo a nome Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, EP1732727 EP20050709007 WO2005IB50898, dal titolo “Method for cutting worm and worm gear in a worm and gear reduction unit with circulation of bearing balls and related cutting tools”, data di pubblicazione 20/12/2006. Inventori: Salvini P, Serpella D., Vivio F., Vullo V. Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Analisi Teorica e Soluzione in Forma Chiusa di Dischi Rotanti e Piastre a Profilo Variabile GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Vullo [email protected] Ing. Francesco Vivio [email protected] Pubblicazioni Vivio F., Vullo V., “Elastic stress analysis of rotating converging conical disks subjected to thermal load and having variable density along the radius” International Journal of Solids and Structures, Vol 44/24, pp 7767-7784, 2007. Vullo V., Vivio F., “Elastic stress analysis of non-linear variable thickness rotating disks subjected to thermal load and having variable density along the radius”. International Journal of Solids and Structures, Vol 45/20, pp 5337-5355, 2008. Vivio F., Vullo V., “Closed form solutions of bending circular plate having non-linear variable thickness.” Under review on Journal of the Mechanics and Physics of Solids, 2009. DESCRIZIONE Questo filone di ricerca si riferisce alla caratterizzazione strutturale, con approccio puramente analitico, di dischi rotanti e piastre con spessore variabile. I dischi a profilo variabile e, più specificamente, quelli con profilo rastremato dal raggio interno a quello esterno, trovano largo impiego nelle applicazioni tecniche correnti (dischi di turbina, volani, corpi di ruote dentate, ecc.) per gli indubbi vantaggi, rispetto agli equivalenti dischi di spessore costante, in termini di riduzione di peso e di più bassa inerzia rotazionale nonché di una più favorevole distribuzione delle tensioni lungo il raggio. Spesso il disco viene considerato di densità variabile onde tener conto dell’effetto o di palette radiali, le cui radici sono alloggiate in sedi ricavate sulle sue due superfici laterali (dette palettature aumentano considerevolmente la massa del disco senza contribuire apprezzabilmente alla sua capacità di carico), oppure della non assialsimmetrica distribuzione di massa nella corona causata dalle palette equidistanziate lungo la circonferenza periferica. In questo contesto si è affrontata, per la prima volta, l’analisi degli stati di tensione e di deformazione da variazione della densità lungo il raggio e da campo termico in dischi rotanti aventi profilo variabile con la suddetta relazione. L’equazione differenziale che governa il problema è una equazione differenziale a coefficienti che sono funzioni analitiche della variabile indipendente; l’omogenea associata è l’equazione differenziale di Gauss che è risolvibile per mezzo di funzioni ipergeometriche. È stata sviluppata la trattazione analitica ed una procedura generale di calcolo delle tensioni e delle deformazioni che si verificano in dischi a profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri, sia pieni che forati. La soluzione generale, in campo lineare elastico, è relativa alle condizioni di carico dovute al campo centrifugo ed al campo termico, per dischi pieni o forati configurati in modo da presentare anche una variazione di massa volumica con il raggio. Queste ultime condizioni si sono poi studiate nel calcolo delle tensioni e delle deformazioni, oltre il limite elastico, che si verificano in dischi a profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri, sia pieni che forati. In un altro approccio, si è poi introdotto e sviluppato un metodo teorico generale di calcolo delle tensioni e delle deformazioni che si verificano in piastre inflesse di spessore variabile sempre secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri, sia piene che forate, soggette, in campo elastico, a carichi trasversali concentrati e/o distribuiti nonché a momenti flettenti di estremità. È possibile ricavare le soluzioni in forma chiusa della piastra di spessore variabile linearmente, sia convergente sia divergente. Al riguardo, è da notare che, con il profilo variabile trattato, è possibile analizzare un’ampia famiglia di piastre piene o forate, convergenti o divergenti secondo una funzione non lineare o lineare, convesse o concave. La procedura di calcolo introdotta e sviluppata, originale e puramente teorica, porta a risultati che sono in pieno accordo sia con quelli, pure teorici, ottenibili nei casi particolari noti dalla letteratura tecnica (piastre conformi alle geometrie introdotte da Pichler e Conway), sia con quelli numerici ottenibili utilizzando metodi di discretizzazione agli elementi finiti. RISULTATI L’attività ha portato alla innovativa soluzione teorica, in forma chiusa, di dischi a profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri, soggetti a campo centrifugo, campo termico e da variazione della densità con il raggio ed a piastre inflesse, piene o forate, sempre con profilo variabile secondo una potenza di una funzione lineare a 2 parametri. p=P/2ri h = h(r) q=q(r) ri z r re Esempio di piastra circolare con spessore variabile 54 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE La dinamica longitudinale dei treni merci è il principale problema che ostacola la realizzazione di treni merci a maggiore produttività (lunghi, pesanti e veloci) in Europa. Ciò è causato dal fatto che il tipico impianto di frenatura montato su tali treni prevede l’utilizzo di una valvola frenante posta sul locomotore di testa per lo scarico della condotta generale (CG) e l’attuazione dell’azione frenante. Per poter ottimizzare la dinamica longitudinale del treno e quindi per poter prevedere configurazioni di treno più produttive è necessario studiare i fenomeni di svuotamento (ed anche di riempimento) dell’aria nella CG e le azioni conseguentemente scambiate tra i diversi carri ferroviari. A tale scopo è stato messo a punto un modello di calcolo della pressione, velocità, temperatura e densità dell’aria all’interno della CG che risolve le equazioni di Navier Stokes sotto l’ipotesi di condotto quasi mono-dimensionale. Inoltre, mediante l’ausilio di dati sperimentali forniti dalla Faiveley Transport Italia (azienda leader nella costruzione di impianti frenanti ferroviari) è stato possibile mettere a punto modelli di calcolo equivalenti per i principali altri componenti dell’impianto frenante (valvole di comando del freno, distributori, cilindri freno, serbatoi ausiliari, …), in modo da creare un database di mappatura per i principali dispositivi attualmente utilizzati. Note le pressioni ai cilindri freno, è stato poi possibile ricavare le forze frenanti agenti sui diversi veicoli e da queste le forze longitudinali scambiate, per mezzo di una modellazione dinamica non lineare degli organi di accoppiamento e risoluzione delle conseguenti equazioni dinamiche del moto. RISULTATI L’attività di ricerca ha portato alla realizzazione di un software, denominato TrainDy, che ha ricevuto nel gennaio 2009 la certificazione internazionale dell’intero pacchetto software (pneumatica, dinamica, e interfaccia grafica) da parte della UIC (Union Internationale des Chemins de Fer, che è l’Ente internazionale preposto alle normative nel settore del trasporto ferroviario). L’attività di certificazione del modulo dinamico e pneumatico, condotta mediante confronto dei risultati numerici con quelli di quasi trenta campagne sperimentali messe a disposizione dai principali Operatori Ferroviari Internazionali (DB AG, SNCF e TRENITALIA), è durata circa 12 mesi. Il software sarà utilizzato come base di calcolo per la stesura, mediante aggiornamento della vigente normativa UIC 421, di nuovi limiti circa la composizione e le condizioni operative dei treni merci lunghi interoperabili in Europa. Confronto dati sperimentali e numerici per manovra transitoria con indicazione dell’errore assoluto e relativo rispetto al dato sperimentale 55 Modello di Calcolo per la Dinamica Longitudinale dei Convogli Ferroviari GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Vullo [email protected] Ing. Luciano Cantone [email protected] Ing. Daniele Negretti Pubblicazioni L. Cantone, L. Müller, D. Negretti, V. Vullo, “TrainDy, new UIC simulator for longitudinal dynamics of trains”, CompRail 2008 15-17 Settembre Toledo, 2008. L. Cantone, E. Crescentini, R. Verzicco, V. Vullo, “A numerical model for the analysis of unsteady train braking and releasing manoeuvres”, Proc. IMechE, Part F: J. Rail and Rapid Transit, 2009, 223 (F3), 305-317. DOI 10.1243/09544097JRRT240. L. Cantone, R. Karbstein, D. Negretti, L. Müller, “Validierung von TrainDy mit Versuchsergebnissen der Deutsche Bahn AG”, ETR, Eisenbahntechnische Rundschau, 5, 2009, pp. 234239. Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Propagazione di Fratture Longitudinali in Gasdotti Interrati GRUPPO DI LAVORO: Prof. Pietro Salvini [email protected] Ing. Emanuele Marotta emanuele.marotta@ ing.uniroma2.it Ing. Matteo Minotti matteo.minotti@ ing.uniroma2.it Pubblicazioni Fonzo A., Salvini P., Di Biagio M., “Fracture Propagation in Dwt Back Slotted Specimens”, International Journal of Fracture, Vol. 128, 2004, pp. 159-169. Salvini P., Fonzo A., Mannucci G., "Identification of CTOA and fracture process parameters by drop weigth test and finite element simulation“, Engineering Fracture Mechanics, vol. 60, n.3-4, pp. 553-566, 2003. Fonzo A., Salvini P., Mannucci G., Demofonti G., Di Biagio M., Edwards A., “A Finite Element Model to Simulate Crack Arrestor Constraint Effect on GasPipeline”, Proc. 11th International Conference on Fracture 11, Torino, 2005. Fontana A., Minotti M., Salvini P., “Cohesive Release Loads in a General Finite Element Model of a Propagating Crack”, 8th International Conference on Fracture and Damage Mechanics, 8-10 Sept., Malta, 2009 DESCRIZIONE Da circa 10 anni si è affrontato il problema dell’arresto di fratture longitudinali che siano innescate in gasdotti interrati. Il lavoro nasce da una collaborazione ormai più che decennale con il Centro Sviluppo Materiali S.p.A. di Castel Romano (RM). Lo studio comporta lo sviluppo di software totalmente dedicati al comportamento strutturale di gasdotti interessati da propagazione di frattura con conseguente fuoriuscita rapida del gas in pressione. L’interesse è quindi incentrato sul fenomeno della propagazione piuttosto che sulle cause di innesco della frattura stessa. Tutte le modellazioni si avvalgono di strumenti di prova di laboratorio avanzati oltre che del poligono di prova in Sardegna ove vengono realizzate prove in piena scala con linee di oltre 300 m di lunghezza. RISULTATI I risultati più significativi sono legati ai diversi aspetti cui si è fatto riferimento: 1) metodica per il trattamento dei dati sperimentali di laboratorio e definizione dei parametri di frattura di riferimento, il CTOA in particolare; II) Implementazione di un codice agli elementi finiti con solutore esplicito nel quale sono integrati i fenomeni di rilascio coesivo dei nodi durante la propagazione, effetto di contenimento del terreno, decompressione del gas in fuoriuscita; III) studio dinamico del comportamento dei crack stopper e implementazione nel codice sviluppato 56 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Si tratta di una linea di ricerca dedicata allo studio delle possibilità economiche e funzionali relative al posizionamento in orbita di piccoli satelliti. Si indaga la eventualità di poter sfruttare i lanciatori già dedicati a missioni primarie. Lo studio è stato inizialmente concentrato sui costi ed le modalità di riposizionamento di singoli satelliti, per poi allargarsi alla disposizione ed al posizionamento di costellazioni di satelliti cooperanti. RISULTATI I risultati riguardano la risoluzione numerica del problema non lineare relativo alla metodica più efficiente per il riposizionamento di orbite satellitari, mediante la tecnica del multiple firing. Si è poi estesa la soluzione al caso di motori a spinta stazionaria (motori ionici). Infine si sono indagate le possibilità di lancio di costellazioni di satelliti, che possano condividere un’orbita comune di rilascio, identificando le soluzioni tra loro compatibili. Dispiegamento Ottimale di Costellazioni Satellitari GRUPPO DI LAVORO: Prof. Pietro Salvini [email protected] Ing. Valerio Nicolai [email protected] Pubblicazioni Mortari D., Nicolai V., Ruggieri M., Salvini P., “Reconfiguring Flower Constellations using continuous firing”, IEEE Aerospace Conference, Big Sky – Montana (U.S.A.), March 2007. Nicolai V., Lucente M., Piantieri G., Rossi T., De Sanctis M., Ruggieri M., Salvini P.,“Multi-Purpose Satellites Constellations Propagator Toolkit”, IEEE Aerospace Conference, Big Sky – Montana (U.S.A.), March 2007. Nicolai V., Ruggieri M., Salvini P., “Positioning of Satellites through continuous firing”, IEEE Aerospace Conference, Big Sky – Montana (U.S.A.), March 2006. De Sanctis M., Ruggieri M., Salvini P., “Low Cost Orbital Positioning for Small Satellites”, IEEE Aerospace Conference, Big Sky – Montana (U.S.A.), March 2004. 57 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE Messa a Punto di Sistemi di Navigazione Inerziale a Basso Costo GRUPPO DI LAVORO: Prof. Pietro Salvini [email protected] Ing. Emanuele Marotta [email protected]. it Pubblicazioni Salvini P., “Direct tuning of inertia sensors of a navigation systems using Neural Network approach”, accettato per la pubblicazione su Inverse Problems in Science and Engineering, 2009. Angeloni F., Locci. A., Marotta E, Salvini P.,”Rete neurale per la correzione di traiettorie da sistemi inerziali”, Atti Convegno XXXVII AIAS, 10 - 13 Settembre, Roma, 2008. Salvini P., “Correcting inertia sensors of a navigation systems in spite to perform a successfull neural network approach”, The Fourth International Conference "Inverse Problems: Modeling and Simulation", May 26-30, Fethiye-TURKEY, 2008. Angeloni F., Locci A., Marotta E., Salvini P., “Un sistema di navigazione inerziale per il trasporto terrestre”, Atti Convegno AIMETA, 11-14 settembre,Brescia,2007. DESCRIZIONE Nella navigazione terrestre il ricorso al sistema GPS offre sicuramente un validissimo aiuto. Tuttavia, il sistema non garantisce una continuità di funzionamento in ogni condizione essendo richiesta la visibilità di un certo numero di satelliti ad ogni nuovo posizionamento. La navigazione inerziale offre una soluzione che può coadiuvare quella satellitare a patto di mettere a punto dei sistemi intelligenti per la sua calibrazione. In questo settore di ricerca sono state studiate diverse piattaforme inerziali ottenendo incrementi significativi con l’adozione di sistemi low cost. RISULTATI Realizzazione di una piattaforma completa di navigazione inerziale contenente: accelerometri triassiali, misuratori di velocità angolare ad effetto Coriolis, magnetometri, inclinometri, misuratori di pressione e temperatura. Il sistema viene corretto mediante una rete neurale che consente il confronto intelligente tra i dati GPS (quando disponibili) e le rilevazioni della piattaforma inerziale. banco filtri alimentazione accelerometri magnetometri giroscopi 58 Le nostre ricerche PROGETTAZIONE MECCANICA E COSTRUZIONE DI MACCHINE DESCRIZIONE Sono qui riuniti una serie di lavori accomunati dall’uso di sperimentazioni e metodiche di modellazione adatte ai sistemi non stazionari e dinamici. Si tratta per lo più di tecniche che introducono elementi di innovazione significativi alle modellazioni e che hanno anche portato all’ottenimento di un brevetto internazionale ed uno nazionale. RISULTATI Sono stati applicati i principi dello studio dinamico delle strutture in condizioni operative, in alcuni casi utilizzando ipotesi di piccole deformazioni, ossia i metodi dell’analisi modale, cui fa riferimento la prima figura. In altri casi si è fatto riferimento a grandi spostamenti e deformazioni plastiche per individuare le caratteristiche fisiche e morfologiche di lamiere durante la fase di piegatura, come nel caso della II figura indicata. Comportamento Dinamico di Strutture e Sistemi Meccanici Innovativi GRUPPO DI LAVORO: Prof. Pietro Salvini [email protected] Prof. Vincenzo Vullo [email protected] Ing. Francesco Vivio [email protected] Pubblicazioni 1.4 Relative frequency error 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 -0.2 -0.4 -0.6 0 5 10 15 20 25 30 Frequency No. 35 40 59 45 50 Salvini P., Vivio F., “Dynamic Reduction Strategies to extend Modal Analysis Approach at higher Frequencies”, Finite Elements in Analyses and Design, Vol. 43, pp. 931-940, 2007. Minotti M., Salvini P., Vivio F.,Vullo V., “Metodo di Taglio di Vite e Ruota in un Riduttore a Vite e Ruota con Ricircolazione di Sfere”, Atti Convegno XXXVI AIAS, 3 - 8 Settembre, Ischia, 2007. Antonelli L., Salvini P., Vivio V., Vullo V., “Identification Elasto-Plastic Characteristics by means of Air-Bending Test”, Journal of Material Processing Technology, Vol. 183, pp. 127139. 2007. Cantone C., Cantone L., Salvini P., Vullo V., “Effects of gear meshing distributed formulation on bearing forces”, Proc. International Conference on Gears 2005, Munich, GE,, 2005. Le nostre ricerche TECNOLOGIE E SISTEMI DI LAVORAZIONE GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Tagliaferri [email protected] Prof. Loredana Santo [email protected] Ing. Fabrizio Quadrini [email protected] Ing. Alessandro Guglielmotti [email protected] Ing. Carmine Lucignano [email protected] Ing. Erica Anna Squeo [email protected] Pubblicazioni Quadrini F., Squeo E.A., Solid-state foaming of epoxy resin, Journal of Cellular Plastics, vol. 44, No.2, pp. 161-173, 2008. Guglielmotti A., Quadrini F., Squeo E.A., Tagliaferri V., Solid-state foaming of thermosets, Proceedings of “Polymer Foam 2007”, Newark, NJ, USA, 2-3 October 2007. Quadrini F., Guglielmotti A., Lamastra F., Lucignano C., Nanni F., Santo L., Squeo E.A., Epoxy nanocomposite foams by solid-state foaming, Proceedings of “ICCE-17”, Honolulu, Hawaii, USA, 26 July - 1 August 2009. DESCRIZIONE Nell’ambito delle attività di ricerca sulle innovazioni di prodotto/processo nel settore dei materiali polimerici, è stato sviluppato un nuovo metodo di schiumatura di termoindurenti, che consente di ottenere delle schiume omogenee a celle chiuse dalle ottime proprietà meccaniche. Tale metodo consiste nel pressare a freddo delle polveri di resina termoindurente senza alcuna aggiunta di agente schiumante, al fine di ottenere dei precursori compatti e coerenti. Il precursore viene inserito in uno stampo e posto in forno. L’elevata temperatura del forno provoca l’ebollizione della resina, ma al contempo interviene la cura della resina che congela la struttura porosa generatasi in seguito all’ebollizione. Tale metodo è stato definito "allo stato solido" per analogia con un processo impiegato nella realizzazione di schiume di titanio, nel quale le polveri del metallo vengono pressate isostaticamente a caldo in presenza di gas inerte. Il compattato che ne risulta presenta una piccola frazione di gas intrappolato, ma, durante la ricottura ad elevata temperatura, i pori in pressione si espandono generando creep nel materiale circostante e realizzando la schiumatura. La schiumatura allo stato solido è un metodo molto più semplice di quelli convenzionali, con il quale è possibile ottenere componenti nelle forme desiderate, sia effettuando la schiumatura in apposti stampi sagomati, sia per asportazione di truciolo da schiume realizzate in geometrie più semplici. RISULTATI La fattibilità del processo di schiumatura allo stato solido di resine termoindurenti è stata finora dimostrata per polveri di resina epossidica ed epossi-poliestere. Per queste due classi di materiali si riescono ad ottenere rapporti di schiumatura superiori a 3. Le proprietà meccaniche della schiuma ottenuta dipendono dal tipo di materiale impiegato e dalla presenza di eventuali cariche. In generale, le schiume ottenute presentano ottime proprietà meccaniche. A titolo di esempio, una schiuma in resina epossidica presenta un rapporto di schiumatura di 3.7, una densità di circa 0.34 g/cm3 ed una tensione di plateau a compressione superiore a 3 MPa. Finora sono state realizzate schiume cilindriche con diametro massimo 50 mm e altezza massima 30 mm (con precursore alto 5 mm), tuttavia è stata dimostrata la possibilità di realizzare geometrie più estese sfruttando la “modularità” del processo, accostando più precursori durante la fase di schiumatura. 16 14 Stress (MPa) Schiumatura allo Stato Solido di Resine Termoindurenti 12 10 8 6 4 2 0 0 a) 20 40 60 Strain % 80 100 b) a) Prova di compressione di una schiuma in resina epossidica; b) Realizzazione di pannelli in maniera “modulare” mediante l’impiego di più precursori accostati durante la fase di schiumatura. 60 Le nostre ricerche TECNOLOGIE E SISTEMI DI LAVORAZIONE DESCRIZIONE I polimeri a memoria di forma hanno guadagnato l'attenzione della ricerca negli ultimi anni grazie alle loro peculiari caratteristiche, che ne consentono l'impiego in molti campi di applicazione. Per le schiume polimeriche, il concetto di memoria di forma risulta particolarmente interessante: una struttura cellulare polimerica di qualsivoglia forma che si trovi ad una temperatura superiore a quella di transizione viene compattata fino ad assumere ingombri molto piccoli e successivamente viene raffreddata al di sotto di tale temperatura. In questo modo la struttura è congelata in una configurazione compatta che è conservata anche dopo la rimozione delle forze di compattazione, per un tempo teoricamente illimitato. Riscaldando nuovamente il componente compattato al di sopra della temperatura di transizione, verrà recuperata la forma originaria. La struttura può essere nuovamente irrigidita raffreddandola al di sotto della temperatura di transizione, quindi può essere nuovamente riscaldata e compattata. Tali materiali possono essere usati in strutture auto-dispieganti, possono funzionare da attuatori o addirittura come dispositivi biomedicali e presentano numerosi vantaggi rispetto alle analoghe leghe metalliche a memoria di forma. Si è potuto osservare che le schiume prodotte mediante la schiumatura allo stato solido presentano delle spiccate proprietà di memoria di forma. Schiume Polimeriche a Memoria di Forma ottenute mediante Schiumatura allo Stato Solido GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Tagliaferri [email protected] Prof. Loredana Santo [email protected] Ing. Fabrizio Quadrini [email protected] Ing. Alessandro Guglielmotti [email protected] Ing. Carmine Lucignano [email protected] Ing. Erica Anna Squeo [email protected] Pubblicazioni Ciclo termomeccanico per schiume polimeriche a memoria di forma RISULTATI Le schiume ottenute mediante schiumatura allo stato solido si presentano estremamente rigide a temperatura ambiente, ma assumono la consistenza di una spugna a temperatura superiore alla loro transizione vetrosa; in tale stato esse possono essere compattate fino al completo collasso delle bolle, senza generare alcun danneggiamento della schiuma. Raffreddando al di sotto della temperatura di transizione, questa struttura compattata rimane stabile nel tempo senza alcuna forza di contenimento. Riscaldando nuovamente al di sopra della temperatura di transizione, la schiuma recupera la sua forma originaria. Si è verificato che è possibile effettuare numerosi cicli di "memorizzazione di forma" senza apprezzare significativi danneggiamenti della schiuma. a) b) c) a) b) c) Fasi del ciclo termo meccanico: a) Forma originaria; b)Compattazione e memorizzazione della forma; c)Recupero della forma originaria 61 Squeo E.A., Guglielmotti A., Lucignano C., Quadrini F., Tagliaferri V., Shape memory nanocomposite foams by solidstate foaming, Proceedings of “ICCE-17”, Honolulu, Hawaii, USA, 26 July - 1 August 2009. Le nostre ricerche TECNOLOGIE E SISTEMI DI LAVORAZIONE Piegatura Laser di Tubi in Acciaio e di Schiume in Lega d’Alluminio GRUPPO DI LAVORO: prof. Vincenzo Tagliaferri [email protected] ing. Fabrizio Quadrini [email protected] ing. Alessandro Guglielmotti [email protected] ing. Erica Anna Squeo [email protected] Pubblicazioni Guglielmotti A., Quadrini F., Squeo E.A., Tagliaferri V., Laser bending of aluminum foam sandwich panels, Advanced Engineering Materials, vol.11, pp.902-906, 2009. Gorga F., Quadrini F., Squeo E.A., Tagliaferri V., Numerical simulation of tube ovalization in diode laser forming, Journal of Manufacturing Technology Research, vol. 1, No.1/2, pp. 7184, 2009. Guglielmotti A., Quadrini F., Squeo E.A., Tagliaferri V., Diode laser bending of tongues from slotted steel tubes, International Journal of Material Forming, vol. 2, No.2, pp. 107111, 2009. Guglielmotti A., Quadrini F., Squeo E.A., Tagliaferri V., Diode laser forming of stainless steel tubes, Atti del convegno “Esaform2008”, Lyon, France, 23-25 April 2008. DESCRIZIONE La piegatura laser è un processo senza contatto che presenta numerosi vantaggi rispetto ai processi di piegatura convenzionali, in quanto non richiede l’impiego di forze esterne e di matrici, consente la realizzazione di forme complesse, il ritorno elastico è trascurabile e permette di piegare anche materiali fragili che non resisterebbero a processi di piegatura meccanici. Numerosi studi sono stati svolti nel campo della formatura laser di lamiere, mentre sono pochi gli studi riguardanti la piegatura laser di tubi; tale tecnica risulta competitiva per la realizzazione di prototipi, in quanto non è necessario disporre di stampi, e per la fabbricazione di componenti per piccoli volumi di produzione. Risultano addirittura assenti, in letteratura scientifica, lavori riguardanti la formatura laser di schiume d’alluminio, nonostante tale tecnica sia praticamente l’unica che consenta di evitare rotture di materiali così sensibili ai processi di piegatura meccanici e tra l’altro così difficili da realizzare direttamente in forma finita durante il processo di fabbricazione. RISULTATI Attraverso l’uso di un laser a diodi e di un sistema di movimentazione molto semplice, sono stati messi a punto processi di piegatura di tubi in acciaio AISI 304 e di schiume in lega d’alluminio a celle chiuse in forma di pannelli sandwich e a celle aperte. Per quanto riguarda la formatura di tubi, la tecnica prevede una scansione laser nella zona da piegare su un arco di 180°. Negli studi svolti è stata valutata l’efficienza di piegatura (in termini di incremento angolare) in funzione della potenza del fascio laser e della velocità di rotazione. Inoltre si è osservato che grazie alla piegatura laser l’effetto dell’ovalizzazione della sezione piegata risulta inferiore. Nell’ambito delle schiume d’alluminio sono stati condotti degli studi per valutare l’effetto dei principali parametri di processo sulla piegatura. Le schiume processate hanno mostrato un’ottima formabilità mediante il processo di piegatura laser. Piegatura laser di tubi in acciaio Schiume in lega d’alluminio piegate mediante tecnologia laser 62 Le nostre ricerche TECNOLOGIE E SISTEMI DI LAVORAZIONE DESCRIZIONE Nel settore delle materie plastiche nuovi processi sono stati sviluppati al fine di superare alcune limitazioni derivanti dall’uso delle tecnologie ormai consolidate. In tale panorama si colloca il processo innovativo di stampaggio diretto che viene realizzato mediante l’azione combinata di pressione e riscaldamento di pellet termoplastici. Nel sistema sviluppato vengono impiegati una lampada ad infrarossi come sorgente termica ed uno stampo trasparente alla radiazione. Utilizzando tale processo è possibile ridurre i fenomeni svantaggiosi legati allo stampaggio a iniezione, quali l’orientazione delle catene molecolari nella direzione del flusso, le elevate tensioni residue e il post ritiro. Il nuovo sistema di fabbricazione elimina completamente la parte di plastificazione in vite sostituendola con una pressatura diretta dei pellet a bassa pressione. I principali vantaggi del nuovo processo sono: - le ridotte dimensioni dei sistemi di produzione, - il minimo degrado dei materiali stampati, avendo eliminato sia la plastificazione che l’iniezione, - il ridotto consumo energetico. RISULTATI E’ stata realizzata una macchina per lo stampaggio diretto assistito IR costituita da un telaio su cui vengono fissati la lampada, lo stampo ed uno o più cilindri pneumatici, a seconda delle dimensioni del componente da stampare. I cilindri pneumatici consentono la movimentazione dello stampo e l’applicazione della pressione voluta sul controstampo in vetro. Diverse tipologie di stampi sono stati progettati e fabbricati, questi hanno consentito la produzione di componenti di geometria differente in ABS, HDPE e PP (anche caricato con fibre di vetro). I componenti stampati mostrano la capacità del processo di riprodurre sia la geometria che la finitura dello stampo. Sono stati sviluppati modelli teorico-sperimentali per la previsione del comportamento del materiale in termini di spessori ottenuti in funzione del tempo di processo e della potenza. Macchina per stampaggio diretto assistito IR e componenti stampati 63 Stampaggio Diretto di Pellet Polimerici GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Tagliaferri [email protected] Prof. Loredana Santo [email protected] Ing. Fabrizio Quadrini [email protected] Ing. Federica Trovalusci [email protected] Ing. Carmine Lucignano [email protected] Pubblicazioni Quadrini F., Santo L., Tagliaferri V., Trovalusci F., Plastic shaping by means of IR heating and direct pellet moulding. Polymer Engineering and Science, vol. 46, pp. 896903, 2006. Lucignano C., Quadrini F., Santo L., Trovalusci F., Infrared assisted polymer forming. Proceedings of ESAFORM 2008. Le nostre ricerche TECNOLOGIE E SISTEMI DI LAVORAZIONE Microstampaggio Laser Assistito di Pellet Termoplastici GRUPPO DI LAVORO: Prof. Vincenzo Tagliaferri [email protected] Prof. Loredana Santo [email protected] Ing. Fabrizio Quadrini [email protected] Ing. Federica Trovalusci [email protected] Ing. Carmine Lucignano [email protected] Pubblicazioni Quadrini F., Santo L., Trovalusci F., Direct molding of thermoplastic microparts. Journal of Micromechanics and Microengineering, vol. 18, No.10, pp. 105006, 2008. Lucignano C., Quadrini F., Santo L., Trovalusci F., Laser assisted polymer moulding of small parts, Proceedings of ESAFORM 2009. Trovalusci F. Shaping of small plastic parts by laser heating. Proceedings of AITEM 2009. DESCRIZIONE Componenti con dimensioni sub millimetriche, realizzati in polimeri di differente natura, trovano oggigiorno applicazione in molteplici settori, dalla microelettronica all’automotive, nelle telecomunicazioni e in medicina. Attualmente la maggior parte di tali microcomponenti vengono prodotti con tecnologie originariamente dedicate alla fabbricazione di oggetti di medie e grandi dimensioni. Nel caso del microstampaggio di polimeri prima fra tutte è lo stampaggio ad iniezione, processo a cui si associano fenomeni svantaggiosi quali la forte orientazione delle catene molecolari nella direzione del flusso, gli stress termici e dovuti al flusso. Per superare tali limiti è stato sviluppato un processo innovativo: il microstampaggio diretto laser assistito a partire da un pellet termoplastico o una porzione dello stesso. Lo stampaggio avviene per effetto della pressione ed il contemporaneo riscaldamento del materiale polimerico. lI sistema sviluppato prevede l’impiego di un laser a diodi per il riscaldamento e di un microstampo trasparente alla radiazione. RISULTATI Al fine di realizzare il processo di microstampaggio è stata sviluppata una micromacchina, dotata di un sistema stampo–spingistampo, movimentato da un cilindro pneumatico di compressione a corsa breve, che consente l’applicazione della pressione. Tali componenti sono montati su un telaio costituito da piastre metalliche e guide filettate. Sulla piastra superiore è praticato un foro che consente il passaggio della radiazione laser, che attraversato il vetro riscalda il pellet posto nella cavità dello stampo. Differenti stampi sono stati progettati e fabbricati, questi sono stati impiegati per la produzione di componenti a geometria complessa, da dischi, a ruote dentate e viti filettate. L’introduzione nello stampo di una camera di fusione ha consentito la produzione di boccole. Micromacchina per stampaggio laser assistito e componenti stampati 64 Le nostre ricerche DIRITTO COMMERCIALE Diritto Commerciale DESCRIZIONE Studi in materia di diritto delle società e di diritto della concorrenza RISULTATI Le indagini sull’applicazione del diritto societario, condotte su campioni di società italiane, con l’intento di mettere in luce l’interazione tra le scelte adottate, nell’esercizio dell’autonomia negoziale, e la realtà socioeconomica sottostante, hanno messo in luce le significative correlazioni tra dimensione economica dell’impresa sociale, struttura della “proprietà” e altre variabili economiche e il modo in cui si atteggiano regole e modelli organizzativi. I risultati ottenuti vanno apprezzati anche in relazione all’obiettivo di sperimentare un nuovo approccio nello studio del diritto delle società, avviando una necessaria riflessione sulla relativa impostazione metodologica. 65 GRUPPO DI LAVORO: Prof.Giovanni Figà Talamanca [email protected] Pubblicazioni Figà Talamanca G., Studi empirici sulle società di capitali, Ed. Nuova Cultura, Roma, 2008 Figà Talamanca G., Introduzione al diritto commerciale internazionale, Ed. Giappichelli, Torino, 2009 Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Via del Politecnico 1 - 00133 ROMA Tel. +39 06 72597159 – Fax +39 06 2021351 http://www.mec.uniroma2.it