11 febbraio: Giornata del Malato VoceVallesina della Martedì 11 febbraio alle 15,30 presso la Chiesa dell’Ospedale il vescovo Gerardo celebrerà la Santa Messa presso la Chiesa dell’Ospedale nella Giornata Mondiale del Malato Anno 61° - N. 4 settimanale della Diocesi di Jesi www.vocedellavallesina.it DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi LA VEGLIA DIOCESANA SUL MESSAGGIO DEL PAPA CON I GRUPPI DELLA DIOCESI IN CATTEDRALE “Fraternità, fondamento e via per la pace” La Fraternità come fondamento e via per la pace ovvero considerare tutte le persone che ci stanno intorno non come nemici o concorrenti ma fratelli da accogliere ed abbracciare. Venerdì scorso tutti i gruppi ed i movimenti della diocesi si erano ritrovati in duomo per pregare e riflettere insieme sul messaggio di Papa Francesco per la 47ma giornata mondiale per la pace. Lungo la serata proprio il concetto di fraternità era stato sviluppato in modi diversi ma sempre importanti: l’essere tutti fratelli in Cristo “figlio di Dio”; la ricerca di una conversione del cuore utile per spegnere la guerra, per contrastare la corruzione ed i crimini; una esortazione a custodire e coltivare la natura per sconfiggere la povertà; la fraternità va scoperta, amata, sperimentata ed annunciata. FOTO DI LORENZO PELLEGRINI Divisa in quattro momenti, la veglia ha alternato stralci del messaggio del Papa, zie all’impegno della Caritas e della diocesi, brani tratti dalla Sacra Scrittura, contributi che ha fornito la terra da coltivare. Nel nofilmati e la testimonianza, molto apprezza- stro lavoro si vede la bellezza della fraterta, di Giulia Colosio una giovane coordina- nità nella gente che mette a disposizione la trice della cooperativa “Undicesima ora” di sua esperienza per far apprendere un meSenigallia. «La nostra cooperativa è nata stiere ai più giovani. La Chiesa attraverso per dare dignità attraverso il lavoro alle “Undicesima ora” ha letto il segno dei tempersone che lo hanno perduto – ha spie- pi e messo a disposizione ciò che ha ed ha gato nel suo intervento, molto applaudito – rischiato». La nostra cooperativa è nata nel 2011 gra- A curare l’animazione liturgica della sera- ta è stata la corale diocesana “Armonia”. A tutti i presenti che hanno affollato il duomo nonostante la serata piovosa, sono stati consegnati dei semi di colori diversi come simbolo della biodiversità del nostro mondo che «dovremmo tutelare e preservare – avevano spiegato gli organizzatori – ma anche le diversità che esistono tra noi uomini e che lungi da essere motivo di divisione dovrebbero diventare risorsa e ricchezza. Questi semi rappresenteranno il nostro impegno quotidiano a concretizzare quanto ascoltato stasera». Nel suo intervento conclusivo il vescovo Rocconi si è soffermato proprio su un aspetto: la Chiesa è feconda e creativa quando è fedele. «La nostra piccolezza è la risorsa quando sa poggiare sul Signore – aveva detto don Gerardo. Abbiamo bisogno della Grazia e dell’aiuto del Signore, perché da soli non possiamo far nulla. La nostra fatica è importante ma abbiamo bisogno di rimettere tutto alla misericordia di Dio. Seminiamo semi di pace e fratellanza, sicuri che Dio li farà crescere». Soddisfatta della veglia anche Alessandra Marcuccini, presidente diocesano dell’Azione Cattolica, che ha svolto un ruolo di coordinamento nell’organizzazione dell’evento. «Il volto bello della Chiesa è fatto da noi che preghiamo e lavoriamo per rendere concreti i valori cristiani. Trovo molto bello vedere le associazioni e i movimenti che si radunano insieme per collaborare: è già lì la pace. La bellezza è anche allargare lo sguardo, per questo voglio ringraziare Giulia di Senigallia per la sua testimonianza: dirsi e raccontarsi le esperienze è importante». Giuseppe Papadia QUANTO ACCADUTO ALLA CAMERA LA SETTIMANA SCORSA PER OPERA DEI GRILLINI È SINTOMO DI GRAVE CRISI DEMOCRATICA Le supreme istituzioni non devono vacillare per mano di nessuno «Per fortuna che il Paese non è la fotocopia di quanto accaduto in Parlamento. Altrimenti mi sentirei davvero umiliato come italiano… Consola che c’è tanta gente molto più educata e anche molto più consapevole del proprio ruolo, dentro e fuori dalle istituzioni». È il nuovo segretario delle Cei, mons. Nunzio Galentino, ad esprimere un così severo giudizio verso alcuni deputati, anche se temperato dal prendere atto che ci sono tanti cittadini che danno l’esempio con il loro comportamento. È accaduto che i rappresentanti del M5S della Camera, volontariamente isolatisi di fronte ad una possibile collaborazione con altre forze politiche, hanno reagito con atti di vera violenza fisica nel momento in cui una riforma, dopo un decennio di chiacchiere, prende il via seppure in mezzo a difficoltà non indifferen- ti. I grillini hanno la sensazione che, se passerà la riforma elettorale, a prescindere dalla sua importanza intrinseca, la politica riprenderà il suo cammino e che le altre riforme auspicate da decenni potranno effettivamente essere portate avanti. Ma un cammino come questo costituirebbe lo svuotamento delle grida e del pervicace isolamento del movimento. I Cinquestelle puntano ormai alla strategia dello sfascio, della minaccia, del blocco delle iniziative parlamentari. Dice la Boldrini, presidente della Camera: “Abbiamo assistito ad atti non tollerabili nel Parlamento di un Paese democratico. Violenze. Insulti. Turpiloqui. Minacce. Aggressioni. I deputati del M5S si sono scagliati contro di me…”. E c’è da aggiungere che, superando minac- ciosamente la resistenza dei commessi – malmenati nel compiere il loro lavoro – i grillini hanno occupato con violenza gli scanni governativi e, successivamente, in incredibile corteo, hanno bloccato i lavori di commissioni. Due giorni neri firmati anche dalle inqualificabili volgarità di Grillo & C. contro la Boldrini e, alla fine, sfociati, sempre per iniziativa del M5S, nella presentazione dell’atto di accusa di alto tradimento contro il presidente della Repubblica. Ma mentre questo atto di accusa, per quanto assurdo, ridicolo e farsesco solo pensando all’equilibrato comportamento di Napolitano in otto anni di lavoro “salvifico” della incerta politica nazionale, è contemplato dall’art. 90 della nostra Carta, il dileggio, l’arroganza e la violenza alla Camera, è atto profondamente antidemocratico verso la maggiore istituzione italiana, quella che, nel bene e nel male, rappresenta comunque la volontà di un popolo democraticamente espressa. Disprezzo e squadrismo che richiama solo le insensate e spregevoli espressioni di Mussolini verso la Camera, ormai sottomessa nonostante il delitto Matteotti: “ …potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”. Qualcuno dei grillini ha, sì, riconosciuto che “abbiamo un po’ svirgolato… forse qualche parolaccia di troppo…”. E lo stesso Beppe Grillo, subito accorso a lodare e incoraggiare, ha compreso che, forse, si è andata un po’ al di là dell’accettabile per cui incoraggia i suoi “a fare qualche carezza ai partiti ormai morenti”. Dal che si evince che non c’è piena coscienza del gravissimo comportamento contro la Camera. Sembra quasi di poter dire che per i Cinquestelle sia stata una monellata o giù di lì. Passerà tutto con qualche scappellotto della presidente Boldrini. Questa incoscienza e superficialità devono allarmare ancor di più. Sono deputati che non riescono a comprendere come un atto che possiamo classificare pre-insurrezionale – “Il Fatto”, quotidiano vicino ai grillini, lo definisce “disgustoso e demenziale” - possa trasferirsi nelle piazze, soprattutto in un momento così delicato per l’Italia. Si rischia la crisi democratica se la Boldrini e il parlamento stesso non troveranno in se stessi la forza di reagire per riportare dignità, rispetto e vitalità alla massima istituzione costituzionale. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 v oce della v allesina CULTURA E SOCIETÀ 9 FEBBRAIO 2014 DEL PIÙ E DEL MENO Castelli di neve... praticabili di Giuseppe Luconi L’inverno 2013-14 sarà ricordato come uno dei più inclementi. Alcune regioni sono state devastate dal vento, dalle piogge, dalle inondazioni. Anche la neve ha fatto la sua parte. In condizioni accettabili, una volta la neve era (e forse lo è ancora) occasione di divertimento: i ragazzi si sfidavano a “pallate”, i grandi costruivano pupazzi di neve. con la neve, un castello completo di torMa il «monumento» più grande e più «sto- rioni e di merli, con nel mezzo una torre rico» di Jesi, in fatto di neve, fu quello re- alta “quindici piedi”. C’era persino il ponte alizzato la bellezza di 398 anni fa. Avete levatoio. Trenta jesini, vestiti da turchi, si letto bene: 398 anni fa. Venne costruito in- insediarono nel castello, a sua difesa. fatti nel 1616, in quella che allora era det- Intorno, ai quattro angoli della piazza, alta la piazza «delle beccherie» (oggi della trettanti “baluardi dei cristiani: uno dei teRepubblica). Ne ha scritto uno storico je- deschi con alabarde e spade a filo, uno di sino di tutto rispetto, Giovanni Annibaldi italiani con gli archibugi a fuoco, uno di senior, nel suo libro sulla partecipazione valloni colle picche e uno di spagnoli con l’insegna grande». La battaglia, a colpi di degli jesini alla battaglia di Lepanto. Quello scontro, che aveva opposto 239 “archibugiate”, parve risolversi a favore dei navi cristiane contro 282 navi turche e che turchi, ma alla distanza ebbero ragione gli si era concluso con la disfatta di queste ul- assediati. time, aveva lasciato un segno negli jesini. «La frazione - racconta il cronista - riuscì Che negli anni successivi - sperando o te- meravigliosa, favorita da un tempo bellismendo (fate voi) di essere chiamati a soste- simo. Tutta la città vi concorse a vedere: nere un nuovo confronto con i turchi - si i tetti, le finestre, la piazza, ogni cosa era tenevano in allenamento, sfruttando ogni piena di uomini e di gentildonne». occasione per inventare finti combatti- Ci meraviglia sapere che un castello, comenti. Una di queste occasioni gli fu offer- struito con la sola neve, avesse potuto regta, appunto dalla neve. gere uomini “veri” completi di armature in Nel febbraio del 1616, appunto, di neve ne ferro ed impegnati in combattimento. Ma età caduta moltissima. E gli jesini si era- forse la neve di 398 anni fa era più compatno dati da fare, allora, come meglio non ta e solida della neve di oggi. avrebbero potuto. Un cronista dell’epoca ne fa un dettagliato resoconto. Dice che in Nella foto: una storica inquadratura del piazza venne costruito con la neve, e solo “nevone” 1929 Tantissimi auguri per i 90 anni a Maria Cappannini Cara Maria / a Loreto ti ho incontrata / tre anni or sono nella Santa Casa. / Pregavi e cantavi con i pellegrini dell’Unitalsi / e a tutti donavi / l’amore del Signore / e la gioia del tuo cuore. / Parlavi spesso con gli amici di un Angelo, tuo parente, / che in un paese lontano… lontano / annunciava il Vangelo alla gente. / E tu lo aspettavi sempre / quel messaggero… e sempre lo aspetti… nel tuo paesello / Poggio San Marcello. / Con i pellegrini / nel 2013 a Loreto sei tornata e / per un pomeriggio di festa / sotto il portico della Santa Casa / ti sei fermata. / Mentre i ragazzi preparavano la caccia al Tesoro / tu attenta, vivace, impegnata / ti sei esibita, davanti a noi e a loro / cantando con passione “Madonnina dai riccioli d’oro” / una canzone per Maria, la Madre e la Vergine pia. / I tuoi 90 anni non ti fanno paura… / perché sei bella, serena e pura. / E fai coraggio a tutti noi / con la tua parola semplice e sicura: / “Confidate nel Signore: / Lui solo può dare / la pace del cuore”. Grazie, Maria, e tanti auguri! Maria Crisafulli Nella foto Maria Cappannini nel giorno della sua festa per il suo compleanno il 25 gennaio scorso. IL 15 E 16 FEBBRAIO LE GIORNATE DEI MUSEI ECCLESIASTICI Apertura del museo diocesano L’AMEI – Associazione Nazionale dei Musei Ecclesiastici, sulla scia della positiva esperienza dello scorso anno, ha deciso di riproporre anche nel 2014 le Giornate Nazionali dei Musei Ecclesiastici, pensate per far scoprire la ricchezza e l’interesse di questa realtà museale italiana ancora oggi poco conosciuta e soffocata da un’immagine di polverosità e noia ben lontana dalla realtà. Il Museo diocesano di Jesi aderisce a questa seconda edizione proponendo un’apertura straordinaria e un’iniziativa legata al San Valentino: in occasione della festa degli innamorati, nelle due giornate di sabato 15 e domenica 16 sarà possibile visitare un’esposizione sul tema del “più bel canto”, il Cantico dei Cantici, il libro della Bibbia considerato una vetta poetica della letteratura universale e uno straordinario inno all’amore. Le opere in mostra, interpretazioni visive e contemporanee della storia di un amore umano che diventa simbolo del più grande amore divino, sono una selezione di quelle donate al museo in occasione della IV edizione della Rassegna Biblia Pauperum. Ai visitatori verrà data la possibilità di “votare” i pezzi che preferiscono; le opere che otterranno maggiori apprezzamenti entreranno di diritto a far parte della nuova sezione di arte contemporanea del museo, in riallestimento. L’appuntamento è per sabato 15 e domenica 16 febbraio, dalle 17 alle 20. Nel pomeriggio di domenica sarà possibile partecipare a una visita guidata gratuita alla collezione antica, alle 17,30 e alle 18:30. Ingresso libero e gratuito. Per info e prenotazioni 0731.226749 o museo@ jesi.chiesacattolica.it. ALLO IOM I PROVENTI DEL LIBRO DI MARCO TORCOLETTI Al Rotary si parla di storia «Guardare a quello che è stato. Non se è stato bene o male. Poi, certo, va usato anche un metodo critico per la storia: vedere il bene e il male. Il Fascismo è stato un periodo particolare per tutta l’Italia, ma occorre guardarlo in maniera disincantata». A parlare è Marco Torcoletti, autore della sua seconda pubblicazione, “Il Primo Podestà” (Ed. Gruppo Manservigi) che ha presentato, reduce dagli apprezzamenti sia della Presidente della Camera Laura Boldrini che del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai soci del Rotary Club di Jesi martedì 28 gennaio. Presente all’evento la presidente dello Iom Anna Quaglieri che ha colto l’occasione per rinnovare il suo «grazie per aver devoluto tutto il ricavato delle vendite all’associazione in modo spontaneo e inaspettato per noi. Generosità che ritroviamo in molti, in forme diverse, come quella che caratterizzava l’amica Maria Teresa Picchio». Commenti di stima per «far rivivere la trasformazione di Jesi da paese agricolo a grande centro quale è oggi» con testimo- nianze dirette di personaggi speciali quali Livia Pistelli che ha permesso di ripercorrere la storia di Jesi valutando diversi punti di vista, non solo quelli ufficiali dei documenti originali di quando Arturo Montagna diventò rivestì la più alta carica amministrativa il 7 aprile 1927. Marco ha rivolto un grazie, oltre che alla sua famiglia, al prof. Peter Mack e alle prof.sse Paola de Santis e Maria Costanza Cestaro Santacroce per i preziosi suggerimenti. Il presidente del Rotary Club di Jesi ha iniziato la serata ricordando il caro amico geom. Giorgio Ginesi. Agnese Testadiferro notiziebrevi 26 aprile al Santuario delle Grazie La comunità dei padri carmelitani di Jesi propone una serata dedicata ai giovani. Il 26 aprile alle 21, vigilia della festa della Madonna delle Grazie, i giovani sono invitati a rendere omaggio alla Vergine esibendosi in canti e musiche, recitando poesie o presentando foto e lavori artistici. I lavori musicali andranno presentati alla Scuola Pergolesi; le poesie, i racconti e altri elaborati dovranno essere recapitati al Santuario entro il 13 aprile. Regolamento su www.santuariojesi.it Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche Nell’ambito della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, il 17 gennaio in Ancona si è svolto un confronto sul mutuo riconoscimento del Battesimo tra le Chiese cristiane. Andrebbe evitata la prassi di un nuovo battesimo nel caso di passaggio da una Chiesa all’altra. All’incontro era presente il presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche, il pastore Michele Abiusi, che ha manifestato l’intenzione di riprendere il dibattito. REGIONE scusateilbisticcio oce della v allesina 3 “LA PAGA DEL SABATO” DI FENOGLIO AGLI SPETTATORI DEL 28 MARZO Il Centro Calamandrei regala un Libro (ghiribizzi lessicali) PeterPun (con la u) www.peterpun.it DIMENTICANZA IMPERDONABILE Abbiamo enumerato, in un recente numero, i motivi per cui l’Italia dei nostri giorni potrebbe essere definita “l’Italia dei Mattei”. Qualcuno avrà avvertito una strana omissione. Anche il mondo dello spettacolo televisivo, infatti, concorre a giustificare questa definizione… Sì, avete indovinato: si tratta della gettonatissima fiction incentrata su don Matteo. IL GRAN RIFIUTO Falso iterativo… ministeriale Ha fatto scalpore, alcune settimane fa, il gesto della De Gerolamo che si è dimessa, per “altissimo” senso di dignità, dalla carica di ministro delle Politiche agricole. Come dire: NUNZIA… RINUNZIA ESSENZIALITÀ DELL’INGLESE Cambio di consonante… per telegrammi VERSIONE ITALIANA – “Molto reverendo signor Parroco, potrebbe avere la bontà di ripetere quanto ha appena detto, dal momento che non sono affatto sicuro di aver afferrato appieno il senso esatto della sua comunicazione verbale?” VERSIONE INGLESE – “Pardon, Parson? COGNOME APPROPRIATO? Si parla molto, da qualche tempo, di un personaggio attivo nel mondo del nostro calcio, di origine straniera (ne fa fede anche la pigmentazione dell’epidermide), il cui cognome – letto con occhiali “germanici” – significa VILLAGGIO LACUSTRE. Di chi si tratta? *** Soluzione del gioco precedente: LIST in inglese significa lista, in tedesco astuzia NB – Lista invece in tedesco, si dice Liste (con la e finale). lacitazione A cura di Riccardo Ceccarelli Magistero perenne di Benedetto XVI Il pontificato di Benedetto XVI è giunto al termine. Il suo magistero sulla libertà perdurerà fintanto che i cuori si accenderanno alla scintilla della libertà umana e desidereranno ardentemente il fuoco dell’amore divino. Paul Ryan, deputato repubblicano negli USA, prefazione al volume della raccolta di discorsi di Joseph Ratzinger “Il posto di Dio nel mondo. Potere, politica, legge”, Cantagalli, Siena 2013, da ”Il Foglio” del 1 febbraio 2014. lapulce Lo sfratto Ho fatto di recente una capatina al… Quirinale! Tranquilli: solo per visitare un’esposizione di reperti d’arte recuperati dai Carabinieri. Ebbene, mi ha colpito, nel grande cortile d’ingresso, che sulla torretta delle campane c’è una grande “Madonna con Bambino” messa lì dai papi dell’epoca. E questo nel cuore della laicissima Repubblica. Fosse stato a Jesi, avrebbero trovato il modo di sfrattare Madre e Figliolo. Come s’è fatto nella facciata del Comune ai primi del 900. Relegandola nella penombra di San Marco. Ma almeno non si potrebbe trovare per loro un più dignitoso “centro di prima accoglienza”? Delegazione ASSONAUTICA v 9 FEBBRAIO 2014 “Io non mi trovo in questa vita perché ho fatto la guerra. Ricordatene sempre che io ho fatto la guerra, e la guerra mi ha cambiato, mi ha rotto l’abitudine a questa vita qui. Io lo capivo fin d’allora che non mi sarei più ritrovato in questa vita qui.” Così Ettore, 22enne ex partigiano, nelle primissime pagine de “La paga del sabato”, il primo romanzo, il romanzo giovanile di Beppe Fenoglio (1949), pubblicato postumo vent’anni dopo, nel 1969, perché in prima battuta Vittorini, la gran vestale letteraria della Einaudi, lo aveva respinto trovandolo ‘troppo cinematografico’ (!). Lorenzo Mondo, su “La Stampa” del 6 luglio 1969, scriveva: “...l’energia, il piglio asciutto della frase appartengono già al miglior Fenoglio, soprattutto l’incalzante progressione dei fatti verso un destino imprevedibile, fulminato da un cielo vuoto. E almeno le figure della madre e di Bianco sono di rara potenza”. Geno Pampaloni sul “Corriere della Sera” del 7 settembre sempre del 1969: “E tuttavia il tema portante, quello su cui regge il significato poetico del libro, è: l’irrequietezza, l’irritazione, lo scontento di chi torna dalla guerra e stenta a integrarsi nella mediocrità dell’esistenza quotidiana, sino a che, con la complicità dell’amore, il dopoguerra gli si spegne nell’animo e quella stessa mediocrità gli appare come un virile compito della speranza. Tema tutt’altro che nuovo, ma che Fenoglio rivive con finezza di verità, specie nella parte negativa”. Paolo Milano su “L’Espresso” del 14 settembre, sottolinea il motivo dell’odio per il lavoro servile, la sete di vita libera e il tema “genuino, e intonato sempre giusto, della crudeltà o violenza..., attrattiva fascinosa e insieme dimensione famigliare, modo per esprimere il dominio sugli altri ma anche il controllo di sé: la tensione del protagonista è sempre quella di chi vuole stringere la vita in pugno”. Su “Il Ponte” n.9, 1969, Gina Lagorio: “Tutta la storia vive non costretta in schemi letterari, ha un respiro libero e vero: non ci sono personaggi di una tipologia abusata, il bene e il male vi si mescolano come nella realtà quotidiana: Vanda ama con innocente tenerezza, ma si abbandona alla sensualità dei suoi vent’anni; la madre continua a perseguire un suo faticoso disegno di tranquillità economica, ma non ha perduto la sua femminile capacità di perdono e di comprensione... La paga del sabato è una storia di impianto neoverista senza in realtà esserlo. Ci sono gli elementi consueti, è vero, l’ambiente paesano, una precisa realtà piemontese, c’è la Resistenza e la guerra, motivi presenti, ma sfumati nel ricordo che colora d’inaccettabilità il presente, ma c’è soprattutto la carica d’umanità di Fenoglio, che Autoscuole CORINALDESI s.r.l. scava nei suoi personaggi fino a trovare la loro più fonda verità, che è psicologicamente individuale, ma si carica di nessi e legami universali”. Da ultimo, Alessandro Baricco su “La Repubblica” del 4 novembre 2012, ha scritto: “Ogni tanto, quando giro per il mondo, accade che mi chiedano chi sono per me i grandi della letteratura italiana. Si aspettano di sentirsi dire Calvino, perché la cosa li rassicura. Io, per perfidia, Calvino non lo cito mai, e al posto dico: be’, naturalmente Fenoglio. Mai una volta che ne abbiano sentito parlare...La prendono per una mia stranezza. Lui, invece, grande lo Il centro Calamandrei darà in omaggio a chi partecipa allo spettacolo “La paga del sabato” del 28 marzo al Pergolesi il libro di Beppe Fenoglio edito da Einaudi e pubblicato nel 1969. L’autore, nato ad Alba nel 1922, si è unito alle prime formazioni partigiane nel gennaio del ’44 era davvero... I più sanno del ‘Partigiano Johnny’, ma probabilmente il meglio che lui ha scritto è in alcuni dei suoi racconti, e forse nel romanzo breve ‘Una questione privata’. Poi c’è una piccola setta che segretamente sa come stanno realmente le cose: il vero gioiello è ‘La paga del sabato’... Ricordo di averlo iniziato senza particolari attese, giusto contento che ci fosse qualche rimasuglio fenogliano da scoprire ancora: e invece era il libro perfetto. Troppo cinematografico, aveva sentenziato Vittorini (era il 1950). Vedi come è strana l’intelligenza... La verità è che Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA all’inizio degli anni cinquanta Fenoglio faceva, con naturalezza, il tipo di letteratura che, trent’anni dopo, sarebbe diventata la nuova letteratura italiana. Era maledettamente avanti. Ma, come i veri profeti, era anche sontuosamente antico, con quella sua lingua dura, arcaica, petrosa, velatamente dialettale... Era il futuro e il passato, simultaneamente, era città e campagna, alba e tramonto: una cosa che riesce a pochissimi. Nella ‘Paga del sabato’ raccontò la storia di uno di quelli che, giovanissimi, erano tornati dalla Resistenza, e nella vita normale non si erano trovati più. Disadattati... Se da tutto questo traiamo un privilegio, questo è probabilmente un certo sguardo d’acciaio e dolcissimo sul dolore, una specie di confidenza. Fenoglio è quello sguardo, lo è in ogni singola riga, e lo è con una precisione e una maestria che io non riconosco a nessun altro”. Mi piace tornare indietro e concludere questa carrellata di commenti con quanto Italo Calvino scrisse a Beppe Fenoglio il 2 novembre 1950, una lettera recensione su “La paga del sabato”: “Sai centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che davvero mi sembra rara. I rapporti di Ettore con la madre e col padre, quei litigi, quei desinari in famiglia, e anche i rapporti con Vanda, e tutto il personaggio di Ettore; e certe cose della rivalità Ettore-Palmo... Non ultimo merito è quello di documento della storia di una generazione; l’aver parlato per la prima volta con rigorosa chiarezza del problema morale di tanti giovani ex partigiani. Tu non dài giudizi espliciti, ma, come dev’essere, la morale è tutta implicita nel racconto, ed è quanto io credo debba fare lo scrittore”: Perché parliamo tanto di questo libro? Perché il Centro Calamandrei ne darà una copia in omaggio ad ogni spettatore dello spettacolo teatrale “La paga del sabato” di venerdì 28 marzo al Pergolesi di Jesi. La Casa Editrice Einaudi ha capito le nostre intenzioni, il progetto, lo sforzo: ci è venuta incontro, aiutandoci. È la prima volta che un libro, appena ristampato nel 2013, viene regalato a così tanta gente, a tutti i presenti allo spettacolo, a 680 persone. È la prima volta in Italia che ogni spettatore della pièce potrà confrontare come e quanto una storia, un clima, un autore siano stati capiti, proposti, ‘rispettati’, dalla drammaturgia teatrale e dai suoi interpreti. L’azzardo su Fenoglio (scrittore tosto) e su “La paga del sabato” (testo esso pure tosto) c’è tutto. Ma c’è tutta anche la voglia di fare teatro colto, teatro di parola, teatro per i palati fini; ma di questo se ne parlerà dopo... e non potremo essere noi a farlo. Gian Franco Berti Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia 4 v oce della v allesina ATTUALITÀ 9 FEBBRAIO 2014 DIBATTITO APERTO SULLA LIBERALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA La “canna” che uccide L’economia del vivere di Remo Uncini Diversi fatti sociali che sono stati condizionati dall’economia mi danno l’occasione di riflettere su quanto pesi nei confronti del vivere. A papa Francesco è arrivato un appello di circa 10 donne che lavoravano in fabbrica. Oggi disoccupate, con i mariti in cassa integrazione, hanno dichiarato al Papa di essere in stato di gravidanza e per la situazione che vivono stanno seriamente riflettendo di abortire, per mancanza di possibilità economiche. L’Electrolux, azienda svedese che ha 4 fabbriche nel nordest d’Italia non può più mantenere i livelli occupazionali per l’alto costo del lavoro e sta pensando di chiudere uno stabilimento. La stessa azienda ha presentato un piano di riduzione dei costi che incide per il 20% sul salario dei lavoratori che passerebbe da circa 1.400 euro a circa 1000 mensili, prevede la riduzione dell’orario lavorativo, il blocco dei pagamenti delle festività e altro. L’azienda svedese sta pensando di andare in Polonia dove il costo del lavoro non è più di 8 euro, mentre in Italia è di 24 euro. In Europa il costo del lavoro è diverso per ogni paese. Ci sono economie deboli che si stanno affacciando sul mercato e che competono con economie forti che credevano di essere tra le cinque nazioni più industrializzate al mondo. I lavoratori di diversi paesi sono messi in competizione sul loro costo. In Italia sono stati ottenuti tanti diritti per i lavoratori che hanno inciso e incidono finanziariamente nei confronti dello Stato e delle imprese. Come fare? L’Electrolux guarda i suoi interessi. Intende competere in un’economia che vuole sempre più abbassare i costi di produzione con uno Stato che non ha la possibilità di obbligare una multinazionale a rimanere in Italia, se non quella di creare delle condizioni a suo vantaggio. Chiede di dimezzare il costo del lavoro, il costo dell’energia, di favorire investimenti, di snellire la burocrazia, di ridurre le tasse. Siamo il paese dove la politica ha il costo maggiore per abitante degli altri paesi europei. Abbiamo un’evasione fiscale di circa il 10% rispetto al Pil (prodotto interno lordo). Siamo in un’economia ancora in crisi: il pil nel 2014 crescerà soltanto dell’1% e nel 2015 non è sicuro che arriverà al 2%. La deflazione non aumenta il consumo interno e l’esportazione non decolla, con le produzioni di bassa tecnologia contese dai paesi del terzo e quarto mondo, dove grossi gruppi industriali trasferiscono le produzioni. I giovani sono i più penalizzati, quasi il 40% sono senza lavoro, con una disoccupazione generale che sfiora il 12%. Il cambiamento economico avviene se un paese investe su nuove tecnologie, sulla capacità di intervenire sui processi che oltre a determinare fiducia, cercano il massimo coinvolgimento. È necessario affrontare i sacrifici, le riduzioni, i trasferimenti ma in un’ottica in cui viene salvaguardato lo sviluppo derivato non tanto dal pil, ma da un paese che cerca di utilizzare le sue risorse che devono creare opportunità per chi investe. Per questo l’appello di quelle donne al papa Francesco ci ricorda che l’economia non determina solo il benessere, ma condiziona la vita di chi vuole nascere. Decurtare il salario dei lavoratori Electrolux, ridotti a dover sottostare ai voleri dell’azienda; approfittare della situazione economica per ristrutturazioni che cancellano interi paesi industriali, con uno Stato che non risponde alle varie sollecitazioni e non ha finanze per poter intervenire, è un’ingiustizia per chi ormai cinquantenne con il mutuo della casa, un figlio all’università, non riuscirà con queste decurtazioni di salario a portare avanti la famiglia che aveva fondato sulla sicurezza di quel lavoro. Quelle madri, se fossero vissute in un tempo non di crisi, forse avrebbero pensato di far nascere un’altra vita. di Riccardo Ceccarelli Le foto degli acquirenti di cannabis o marijuana in fila di fronte alle rivendite in Colorado (USA) dove questa droga è stata liberalizzata, le abbiamo viste sui giornali. Tra qualche tempo probabilmente le stesse foto non verranno dal Colorado, dallo Stato di Washington o dall’Uruguay, stati che hanno legalizzato l’uso della cannabis, ma da casa nostra, dalla nostra Italia. Da tempo è cominciato il fuoco di sbarramento contro il divieto delle nostre leggi. È la battaglia decennale dei radicali che essi continuano. Il loro segretario nazionale Rita Bernardini si è autodenunciata presso la Procura della Repubblica di Foggia per aver coltivato illegalmente nella propria abitazione 11 piante di canapa, cedute successivamente ai ragazzi del “Cannabis social club”, ossia dell’Associazione “LapianTiamo”, affetti da sclerosi multipla. La quantità di cannabis terapeutica donata è di circa 120 grammi, ovvero un quantitativo nettamente superiore a quello di 5 grammi, che la Legge Fini-Giovanardi consente per uso personale, e oltre il quale può scattare l’arresto con l’accusa di spaccio. Non è successo nulla almeno fino ad ora. L’assessore alla Sicurezza del Comune di Bologna, Nadia Monti, ha detto che il proibizionismo è dannoso. Il consiglio comunale di Torino ha approvato due ordini del giorno a favore dell’uso della marijuana sia per fini terapeutici che ricreativi. Il dibattito è aperto. Nella Regione Lazio hanno proposto di liberalizzare la cannabis, i proventi della vendita dovrebbero risanare i conti della sanità. A livello medico si insiste che l’uso libero di questa droga porta assuefazione e porta all’uso di sostanze più pesanti e dannose. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) non ha emesso alcun parere per dire che la cannabis non è dannosa. Anzi, come afferma il direttore dell’Incb (International narcotics control board), l’organismo che sovrintende all’applicazione dei trattati sovranazionali sui narcotici, Raymond Yans, riportando una recente dichiarazione dell’American society of addiction medicine (Società Americana di Medicina delle dipendenze) «che la marijuana è una droga che intossica, inficia la memoria, crea danni motori e respiratori, soprattutto ai più giovani. Inoltre crea dipendenza. Usarla è una roulette russa: pochi ne escono illesi, tutti gli altri no» (Avvenire, 29 gennaio). Fuori del controllo medico, l’uso libero della cannabis apre la porta alla dipendenza da altre sostanze che “mangiano” il cervello. Le ragioni che si adducono per la liberalizzazione, che prendono avvio dall’uso terapeutico, di fronte ai danni che essa produce, si rivelano inconsistenti dinnanzi ai fatti. La marijuana sintetica addirittura, Black Mamba, K2 o Spice, commercializ- zata come incenso e quindi legale, ha già provocato in pochi mesi in un città come Denver, tre morti e molti ictus. Di fronte ai morti o ai danni irreversibili procurati ad esempio dalla Ketamina (droga per cavalli) verso la quale è facile arrivare, non ci si ferma. Libera o no, le narcomafie avranno sempre i loro profitti. Venti miliardi di euro è la rendita della vendita al dettaglio in Europa della cannabis, un quinto circa del volume globale d’affari. Forse non ci riuscirà nessuna legge a fermarne il consumo come si sfugge alle larghe maglie dell’attuale legislazione. Compito pressoché impossibile. Del resto non si riescono a fermare guerre e massacri. L’uomo sembra proprio fatto per autodistruggersi e per l’irrazionalità di tante sue scelte. Una disperante constatazione di fatto se non ci venisse incontro l’altra certezza che la ragione che abita l’uomo, nonostante tutto, è specchio imperfetto – ma sempre specchio – di un’altra Ragione, di un’altra Luce che si riflette in lui, che si riflette in noi. Una Luce che solo se accolta e lasciata illuminare la nostra ragione può salvarci. Volenti o nolenti, questa è la strada. Tutto il resto diventa esercitazione accademica di parole che non evita l’autodistruzione mascherata da esercitazioni ludiche in un orizzonte di illusioni e in definiva di paure. Molti si accontentano di questo. Noi cristiani abbiamo altri orizzonti. Non fasulli. ENEL GREEN POWER: PRESENTATI I DATI POSITIVI DEL BILANCIO Nuove tecnologie alla conquista del mondo Il Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power SpA (Enel Green Power), ha esaminato i risultati consolidati preliminari dell’esercizio 2013. I Ricavi totali del Gruppo Enel Green Power ammontano a 2,8 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto a 2,5 miliardi di euro del 2012. La crescita dei ricavi è pari a 0,3 miliardi di euro ed è principalmente riconducibile ai maggiori ricavi da vendita di energia elettrica, comprensivi degli incentivi, realizzati grazie all’aumen- to della produzione in Italia, nel Resto d’Europa e in Nord America. La consistenza del personale a fine 2013 è pari a 3.599 unità (3.512 unità alla fine del 2012, di cui 103 appartenenti ad Enel.si Srl). Commentando i dati, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Francesco Starace ha detto: «I risultati raggiunti nel corso del 2013 - in linea con quanto annunciato - costituiscono una conferma della ottima implementazione delle linee strate- giche adottate da Enel Green Power che combinano la crescente diversificazione geografica e tecnologica con la ricerca dell’eccellenza operativa. Anche quest’anno abbiamo incrementato la capacità installata di oltre 900MW consolidando la nostra presenza in molte parti del mondo e continuando lo sviluppo su mercati come gli Stati Uniti e l’area latino americana dove abbiamo un importante numero di progetti in corso di realizzazione». t e r r e l e m e n t a r i Piove sul bagnato... di Silvano Sbarbati Il detto popolare sottolinea, per trarne consiglio, una realtà: a pioggia segue pioggia, le cose amano susseguirsi, spesso quelle meno piacevoli. Oggi, domenica 2 febbraio, piove dal primo mattino, e sembra di essere immersi nel clima uggioso di un novembre inoltrato. Nonostante la pioggia, esco di casa per alcuni appuntamenti e incontri programmati (tranquillizzo i miei tre lettori: cose di ordinaria amministrazione pensionistica…) e tra un aprire e un chiudere l’ombrello mi ritrovo spettatore in situazioni dove le battute sulla crisi sono come una partita di ping pong. Una persona si lamenta delle tasse, un’altra le risponde con informazioni sugli stipendi dei “politici”, per continuare con lungo palleggio sulle proposte per risolvere la situazione. Alzi la mano chi non è capitato in queste situazioni, di recente. È come se, appunto, piovesse sul bagnato. Pioggia su pioggia, lamentazioni e critiche, allarmi e paure più o meno inespresse. Così mi sono messo a pensare come si formino le nuvole per far piovere, da dove cioè vengano tutte queste notizie, critiche, impressioni, giudizi che danno poi vita alla pioggia di malumore che bagna tutti noi. La risposta è facile: vengono da stampa e televisione, da radio e dai social network. Tutti insieme sono un bell’ammasso di cumulo-nembi pronti a scaricare il loro contenuto di umidità in forma di acqua. Ci pensavo mentre venivo “bagnato” da quel tipo di pioggia. Non avendo un ombrello e neanche abbigliamento idro-repellente, ho dovuto ingegnarmi per non essere inzuppato… Ho aperto bocca e, letteralmente, soffiato via le nuvole dense sovrastanti: facile, ho soltanto evitato di far piovere sul bagnato, cambiando discorso all’improvviso, spostandomi sul territorio del cibo, della famiglia, delle cose da toccare e da curare, della memoria affettuosa, dei problemi affrontati insieme con solidarietà. Ha funzionato e ho scoperto però, con sorpresa, che soffiare vie le nuvole è faticoso: più che aprire l’ombrello e continuare a ripetere “piove sul bagnato”. Per me, almeno per me… VALLESINA 9 FEBBRAIO 2014 v oce della v allesina 5 INTERNI DI CHIESE (4): IL COMPLESSO MONASTICO DI CHIARAVALLE Un lembo di Francia in Vallesina Parlando, in questa serie di “interni”, di San Vittore di Genga (diocesi di Fabriano), accennavo alla possibilità di ulteriore sconfinamento in diocesi di Senigallia. Vorrei infatti dire qualcosa dell’abbazia di Chiaravalle, dato che non solo è vicina, ma i nostri confini diocesani arrivano a lambire la stessa chiesa. Il nome di Chiaravalle per gli jesini evoca da una parte la “manifattura” (tabacchi) dove un tempo anche da qui molti andavano a lavorare. Eppoi “Chiaravalle” era sinonimo di cittadina “rossa”, che col suo benessere e laboriosità ha sempre dato l’idea di un proseguimento della “rossa” Romagna, dominata dal PCI! Dove quel gran chiesone al centro sembra quasi un monolite caduto dal cielo, estraneo ai moderni edifici circostanti. Anche perché praticamente del complesso monastico è rimasto poco più del chiostro. E questo largamente sfigurato: da luogo silente con giardino e pozzo centrale è ora divenuto una asfaltata piazzetta del transito cittadino. Ma noi qui dobbiamo occuparci solo dell’“interno”, e per giunta dal quantità, perché nel giro d’una punto di vista “spirituale” (per il cinquantina d’anni “sull’Europa “resto”, sfogliare il libro di Cheru- si stese un candido manto di abbini che vi dedica 12 fitte pagine, bazie in pietra” (lui solo ne fondò data l’eccezionalità del monumen- 68!). La nostra (in rossi mattoni, to). Ebbene, quando nel titolo s’è come quasi tutte quelle italiane), scritto che ci troviamo di fronte a fondata da monaci provenienti “un lembo di Francia”, mi sono as- dalla Chiaravalle milanese, è del sunto l’obbligo di una spiegazione. 1172. E poi riformò l’Ordine in Anzi, sarebbe meglio dire che ci qualità: ad esempio, per quantroviamo di fronte ad un “un fran- to riguarda le sue chiese (tutte di cese”: san Bernardo (1090-1153): e grandi dimensioni), proibì le ri- corazioni barocche: cosa che non per favore non pensate ai cani-soc- diculae monstruositates (ridicole c’è invece nella integra gemella di corritori con la fiaschetta al collo, mostruosità) care al bestiario me- questa chiesa, a Fiastra di Maceche qui non c’entrano niente! Era dievale, e ogni altro tipo di deco- rata). Specie quando al mattino è costui un ventiduenne di nobile razioni (di cui abbondava invece inondata dalla luce solare che pefamiglia: invaghito dell’ideale mo- la grande Cluny). In compenso le netra dalle due monofore e dal ronastico, entrò fra i cistercensi da sue abbazie “si impongono a noi sone absidali (simbolo trinitario). poco fondati per rinnovare l’ordine con una bellezza grave, un’ele- Anzi provate proprio a percepire benedettino. Ma Bernardo era di ganza spoglia che raggiungono il “sovrumani silenzi e profondis“razza padrona”: basti pensare che sublime”(D. Rops). Anche se qui sima quiete” così che possiate entrò in monastero trascinandosi lo slancio gotico è temperato da dolcemente “naufragare“ in quedietro una trentina di giovanotti un equilibrio tutto mediterraneo. sto mare d’Infinito! Misticume suoi pari, divenendo poi uno che È proprio questa emozione fasci- sentimentale? Tutt’altro. Chiese “portò il XII secolo sulle sue spalle”, nosa che vi invito a sperimentare, come queste ci aiutano a perceguida di papi e re (e pure promoto- “sedendo e mirando” (con Leopar- pire quell’immensità che ci sovrare della fallimentare II Crociata…). di) all’inizio della navata centrale sta (per Kant era il cielo stellato!), Ma soprattutto impresse alla rifor- (suggerisco “qui”, perché poi il quel senso religioso e sacrale cui ma monastica uno straordinario transetto è stato sfigurato da im- noi, con le nostre banalità quotiimpulso in quantità e qualità. In mense “macchine” di altari e de- diane, siamo divenuti indifferenti. PREMIO VALLESINA: l’orchestra d’archi con musicisti delle Marche, di Sarajevo e di Gerusalemme Un intreccio di note e di storie per raccontare la pace Rivivere le emozioni che la musica è capace di suscitare. Rinnovare il messaggio di amicizia, pace, dialogo fra popoli e culture proposto dall’orchestra giovanile delle Marche, di Sarajevo e del Magnificat durante i concerti estivi, nell’ambito della terza edizione di Un msg di Pace, l’iniziativa ideata da padre Armando Pierucci e promossa dall’Associazione Premio Vallesina onlus. Nel pomeriggio di sabato 28 dicembre al Cinema Ariston di Moie di Maiolati Spontini, si è svolto un incontro aperto alla cittadinanza, in cui è stato proiettato il video dei momenti più belli e dei concerti tenuti in Italia e in Bosnia nel periodo 26 agosto- 5 settembre dalla formazione di giovani, dai 13 ai 21 anni, delle scuole di musica “G. B. Pergolesi” di Jesi, “Bettino Padovano” di Senigallia, dell’Accademia Musicale di Ancona, della Civica Scuola di Musica “Beniamino Gigli” di Recanati, della Scuola di Musica e Danza “Novo Sarajevo” di Sarajevo e dell’Istituto Magnificat di Gerusalemme, diretta dal M° Stefano Campolucci. «Questa iniziativa – ha spiegato la giornalista Beatrice Testadiferro, vice segretario del Premio Vallesina e conduttrice delle serate marchigiane - ha permesso ai giovani talenti, provenienti da realtà così lontane e diverse fra loro, di vivere e offrire serate di musica e di condivisione, con grande professionalità e passione, nei luoghi simbolici della nostra regione e della ex Jugoslavia. L’orchestra si è esibita nel programma ideato dall’associazione in collaborazione con Padre Armando Pierucci, nativo di Moie, che ha creato a Gerusalemme la Scuola Musicale Magnificat, frequentata da centinaia di ragazzi e ragazze di etnie e religioni diverse (palestinesi, ebrei, arabi, musulmani, cristiani, ortodossi) e della Osnovna muzicka i baletska skola Novo Sarajevo per lanciare, accomunati dall’amore per la musica, un messaggio di Pace al mondo intero.» Curato da Renato Barchiesi- riprese - e dal re- gista Jonathan Soverchia- montaggio- il video, della durata di circa 50 minuti, ripercorre le tappe del tour estivo tra prove, concerti, visite culturali e momenti ricreativi. Nei giorni 26-27- 28 agosto, mentre l’orchestra provava nel teatro messo a disposizione dal Comune di Maiolati Spontini, P. Armando Pierucci, con la violinista Shireen Abu Hadeed, ha eseguito tre concerti rispettivamente a Maiolati Spontini, sull’organo Callido regalato da Gaspare Spontini alla sua città nativa; sull’organo di Moie (in collaborazione con il coro D. Brunori diretto dal M° Francesco Pesaresi); e sull’organo Montecucchi di Belvedere Ostrense. L’orchestra dei giovani si è esibita il 29 agosto a Pesaro, presso la chiesa monumentale di San Giovanni Battista; a Recanati, nell’aula magna del Palazzo Comunale il 30 agosto; a Fabriano, nella chiesa di San Nicolò il 31 agosto; nella Basilica della Santa Casa, il primo settembre, giorno della partenza per la Bosnia-Erzegovina. Qui la formazione è rimasta fino al 7 settembre, per la seconda parte del progetto, realizzata in collaborazione con l’Ambasciata Italiana a Sarajevo. «Mostar (oggi città simbolo di libertà e pace) e Sarajevo portano ancora i segni della guerra e viene spontaneo, giungendo in quei luoghi, elevare il pensiero alla Pace fra i popoli. – ha commentato Agnese Testadiferro, che ha accompagnato la formazione come interprete e presentatrice delle serate- L’orchestra si è esibita il 4 settembre nel centro musicale Pavarotti di Mostar e il giorno successivo a Sarajevo, al Teatro Nazionale della Bosnia Erzegovina alla presenza di autorità e istituzioni, tra cui l’Ambasciatore d’Italia in Bosnia Ruggero Corrias. Il pubblico è stato entusiasta: molti applausi ritmati hanno accompagnato le esibizioni, fino al lunghissimo applauso finale dopo l’esecuzione del Brindisi tratto dalla Traviata di Giuseppe Verdi.» Brani impegnativi, che hanno toccato la letteratura musicale del ‘900 con autori come Sibelius e Piazzolla. «Nel repertorio di quest’anno –ha spiegato il M° Campolucci - abbiamo inserito brani operistici che, da un punto di vista musicale, rappresentano una considerevole amplificazione delle problematiche d’assieme, ma siamo sicuri che ciò avrà una ricaduta altamente significativa sul piano formativo in giovani che, per la prima volta, potranno confrontarsi anche con il repertorio del melodramma. Nel programma anche brani che rappresentano l’espressione delle differenti matrici culturali presenti nel progetto: “Emina” della cultura bosniaca, “The path of peace” proveniente da Gerusalemme e un’aria di Spontini, simbolo della nostra terra». Il presidente dell’associazione Gianluca Fioretti ha ringraziato nel corso dell’incontro la Regione Marche, gli enti e le amministrazioni comunali che hanno sostenuto il progetto, le Fondazioni Carisj e Carifac, i volontari ed ha rivolto un ringraziamento particolare al segretario generale Nicola Di Francesco «che da anni offre la sua opera e tutte le sue energie all’organizzazione delle iniziative del Premio Vallesina.» Ha poi annunciato che la prossima edizione si terrà l’ultimo sabato di giugno 2014 a Morro d’Alba. Tiziana Tobaldi Nella foto di Giorgio Cognigni i musicisti al concerto di Fabriano il 31 agosto. Ma il monachesimo benedettino ha sempre unito contemplazione e azione: Ora et labora! Non solo: l’attivissimo Bernardo insegna a tenere insieme l’austerità e sublimità della ricerca di Dio con la tenerezza della devozione a Maria, che ci lega e porta a Cristo. Dante lo chiama “il suo fedele Bernardo”, e gli mette in bocca, nell’ultimo del Paradiso,il celebre “Vergine Madre”. Ed è ancora Bernardo che conduce il Poeta verso l’Ultima Salute. Pensavate di poter trovare nella “grassa Chiaravalle” di Ancona, in mezzo a industrie, raffineria, aeroporto e interporto, tanta elevatezza? [email protected] dendrolemura a cura di Elena Mancinelli ‘Na giornada cuscì… -Gioà, lasseme gì che oggi n’è giornada, è tutta ‘sta madina che giro pe’ l’uffici del Comune pe’ pagà le tasse su la casa. Uno te manda ‘nte ‘no sportello, uno ‘nte n’antro, mango loro el sa, te fai la fila e po’ t’el piji ‘ntel sacco, te dice che devi anda’ al catasto, e po’ chissà… Tutto pe’ ste quattro mura che me so ‘rvansado co la fadiga de ‘na vida de sacrifici che solo el Signore el sa! Lassame gì, pe’ caridà, scinnò oggi va a finì che fo’ ‘no sproposito. Rinnova il tuo abbonamento a Voce della Vallesina 6 v oce della v allesina Il peso del mondo, la leggerezza dell’arte Le confessioni di un poeta Se, come riteneva G.B. Vico, la poesia appartiene propriamente al tempo della giovinezza, è lecito affermare che Giancarlo Vecci, nonostante l’età anagrafica, è ancora giovane. Ha scritto e continua a scrivere poesie e molte ne ha raccolte ne ‘Il mondo addosso’, un libro pubblicato di recente dal Gruppo Editoriale GEI che è stato presentato il 31 gennaio presso l’Enoteca Regionale. Raccoglie liriche composte nell’arco di più di quarant’anni: come dire allora che la poesia ha sempre accompagnato la vita dell’autore. Poiché la sua non è una giovinezza ufficialmente documentata occorre specificare. Quella attribuibile a Giancarlo Vecci si può riconoscere in una mentalità aperta, disponibile ad un continuo arricchimento, cioè in una curiosità speculativa costante. Il mondo e tutto ciò che in esso nasce, muore, diviene lo interessa. Sta a significare che, nonostante tutto, egli non si stanca di vivere. ‘Il libro si caratterizza per l’estrema sincerità di mostrare se stesso’ ha rilevato durante l’incontro Dino Mogianesi, direttore editoriale della GEI. Ha osservato poi che appunto da questa sincerità deriva al lettore un’emozione coinvolgente. La provocano parole reinventate con leggerezza, rinnovate e rivitalizzate. È un’arte che Vecci è riuscito a forgiare grazie a molteplici esperienze culturali e all’incontro con grandi poeti; primo fra tutti Leopardi che ritiene suo mentore. Nel libro si distinguono tre diverse sezioni: liriche in italiano, di prosa e poesia in commistione e in dialetto, che per l’autore è il linguaggio delle origini e risulta per questo più schietto e vero di parole usurate dal tempo. ‘La poesia è fatta al novanta per cento di memoria e al dieci per cento di utopia’, scrive l’autore presentandosi a chi legge. La sua è perciò essenzialmente una poesia di ricordi che spesso parlano di un mondo scomparso. In essa è esposta una visione laica della vita osservata con una lieve ironia appena velata di drammaticità. Non è facile accettare ‘il peso del mondo addosso a noi’. Lo si può tuttavia sostenere con la leggerezza della fantasia che leviga le durezze della vita e che trae dalle esperienze un insegnamento per quelle future. ‘Per me scrivere non è stata una fatica, ma un’esperienza gioiosa’ ha confessato Giancarlo Vecci, aggiungendo di aver tenuto conto non solo dell’insegnamento dei nostri grandi poeti. Ha citato a proposito le parole di un grande letterato gesuita, S. Bettinelli: ‘L’arte è il sogno fatto dalla ragione’ e quelle di Gramsci che invitava ad ‘avere il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà’. Considerazioni simili lo hanno indotto a ritenere che la vita è compresa fra due poli, anzi, fra due ‘nulla’, quello della nascita e quello della morte. Affermazione da non intendere tuttavia come una negazione assoluta dell’essere; perché l’uomo è immerso in un mistero attraverso il quale la vita incessantemente fluisce. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Giancarlo Vecci coltiva da sempre interesse per la letteratura, l’arte, la musica. È autore di una ricerca su G. Pascoli, venuto a Jesi nel 1896, e di una raccolta di sonetti dialettali dal titolo ‘Storie e ritratti’. Già insegnante di discipline umanistiche, è attualmente presidente della Libera Università per Adulti di Jesi. PSICOLOGIA E SOCIETÀ 9 FEBBRAIO 2014 La mente e l’anima colloqui con lo psicologo ...e un tempo per i bambini di Federico Cardinali (2) “Tutti per me?”, “Sì, tutti per te!” gli dicono. E Giulio sgrana gli occhi tra un regalo e un altro. Indeciso su quale prendere per primo. Consapevole ormai – dall’alto dei suoi quattro anni! – che se ne prende uno, arriva l’adulto di turno, quello che di regalo gliene ha fatto un altro, che gli dice: “E questo non ti piace?”. E lui non sa più a chi rispondere. E, tra i mille oggetti sparsi sul pavimento, si lascia sopraffare dalla noia. Che è la madre della tristezza. Allora vedi i suoi occhi che non s’illuminano. E gli adulti, quelli che gli hanno portato tante cose ma non gli sanno dare un po’ del loro tempo, commentano, dall’alto della loro saggezza (!): “I bambini di oggi hanno troppe cose, non si accontentano mai”. Ma di cosa dovrebbero accontentarsi? Degli oggetti, inutili, con i quali riempiamo le loro stanze? Delle cose che compriamo loro per farli stare zitti quando ci chiedono di ‘giocare’ insieme? E dire che ce l’abbiamo messa tutta per convincerli che è bello avere tante cose. Che più cose hai, più sei felice. Ma loro no. Loro, testardi (!), non si lasciano fare. Il fatto è che dalla loro parte hanno la saggezza della Vita. E contro questa è difficile combattere. Anche noi un tempo lo sapevamo, lei stava dalla parte nostra. Poi però siamo diventati grandi, e per sentirci accettati da quelli più grandi noi ci siamo prostituiti. E l’abbiamo tradita. Quella saggezza che abitava il nostro cuore, abbiamo cominciato a non ascoltarla più. Il bisogno di sentirci accettati era troppo forte e an- che se il prezzo da pagare era tanto alto, alla fine abbiamo capitolato. Resa su tutti i fronti, senza condizioni. Nessuna cattiveria c’era negli adulti di allora, genitori, parenti, insegnanti, amici. Tanta stupidità sì, però. La stupidità di chi si ostina a cercare la felicità del cuore nel benessere fatto di cose da possedere, di oggetti da accumulare. Fino al punto da sacrificare a questi dèi perfino il nostro tempo. Perfino il piacere di stare con le persone che ci vogliono bene. Allora vedi uomini che pur di guadagnare di più sono disposti a stare tutto il giorno fuori casa. Rientrano la sera alle nove, stramazzati poi davanti alla tv o eccitati davanti al computer, senza una parola o un sorriso o una carezza da scambiare con chi è lì, dentro la stessa casa: la propria compagna di vita, il proprio bambino. Stanchi, sfiniti, annoiati. Persi, imprecando al destino crudele che ci fa essere insoddisfatti perché c’è sempre qualcuno che ha qualcosa più. La macchina più nuova, la casa più bella, le tende più eleganti, il telefonino più in. No, non è questione che manca il lavoro – questo è un problema aggiunto, purtroppo. È questione che abbiamo imparato a relazionarci con le cose. E disimparato a stare con le persone. Ma per fortuna ci sono ancora i bambini! Solo che dovremmo provare a guardarli rovesciando certe posizioni. Qualche volta, almeno. Noi diciamo che educare un bambino significa insegnargli tante cose. Bene. Proviamo qualche volta a mettere al posto di insegnare la parola imparare. Scambiando i soggetti. Educare un bambino signifi- ca imparare da lui. Riscoprire, attraverso lui, che non sono gli oggetti che possono riempire il nostro cuore. Sono le persone. È il tempo. Quello condiviso. Ecco perché Giulio, subito dopo aver aperto tutti i regali ricevuti, passa dall’uno all’atro, poi si ostina a venirti vicino e a chiederti di ‘giocare’ con lui. Ecco perché non si lascia convincere che tanti regali lo possono rendere felice. Ecco perché dei regali non sa proprio che farsene e continua a chiederci un po’ del nostro tempo. Perché lui ancora è saggio. Ancora sa che la felicità di un essere umano sta nell’incontro con l’altro, con chi ti vuole bene. Ancora sa, perché è capace di ascoltare il suo cuore, che le cose non saranno mai all’altezza di riempire il suo desiderio di condivisione e di amore. Saranno sempre e soltanto dei surrogati: belli quanto vuoi, ma sempre surrogati. Non dimentichiamolo: è del nostro tempo che essi hanno bisogno. Proprio come un giorno noi avremo bisogno del loro. Il tempo, quello che le mille cose da fare ci convincono che non basta mai. È questo il regalo più bello. Per i nostri vecchi (che abbiamo incontrato la settimana scorsa nella casa di riposo, ricordate?). Per i nostri bambini. E per noi. Che viviamo quell’età delle tante cose da fare. Quella che, per non essere perduta, ha bisogno di venire accompagnata, giorno dopo giorno, dall’ascolto della nostra anima. Dalla scoperta continua che il senso della vita è racchiuso in ogni oggi. (2. fine) Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI IL CENTRO SPORTIVO ITALIANO E LA FONDAZIONE CARISJ A SOSTEGNO DEGLI ANZIANI Un ponte nella società con piccoli servizi La cooperativa “Mission” affiliata al Centro Sportivo Italiano, grazie al finanziamento del bando della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha avviato già da qualche mese il progetto “Una vita ancora significativa”, che interviene a sostegno degli anziani che hanno difficoltà nello svolgimento di piccoli compiti familiari. Tante persone anziane vivono sole e hanno difficoltà a gestire la quotidianità nelle piccole mansioni domestiche (spesa, acquisto medicinali…) svi- luppando un disagio che li rende non più autonomi e autosufficienti. Una distribuzione domiciliare dei generi di prima necessità permette anche a chi vive da solo di non diventare un costo sociale ulteriore per il sistema assistenzialistico, continuando a mantenere la propria abitazione e la propria autonomia. Il servizio, oltre a sopperire a un bisogno, è anche il pretesto per creare un ponte tra la società e chi per motivi di salute o vecchiaia ne rimane fuori. L’occasione della consegna diventa un momento di scambio generazionale, di dialogo e di recupero di un vissuto storico che permetta alla persona anziana di mantenere viva la memoria ed i ricordi, continuando ad esercitare facoltà intellettive e sensoriali. Tale proponimento prevede anche l’accompagnamento per mantenere l’autonomia sia nelle spese domiciliari sia nella possibilità di effettuare terapie specifiche presso le strutture di sanità pubblica. 11 FEBBRAIO ORE 15,30 ALLA CHIESA DELL’OSPEDALE: MESSA PER LA GIORNATA DEL MALATO Speranza e luce anche nella notte del dolore Martedì 11 febbraio alle 15,30 presso la Chiesa dell’Ospedale il vescovo Gerardo celebrerà la Santa Messa presso la Chiesa dell’Ospedale nella Giornata Mondiale del Malato. Sono invitati i medici e il personale sanitario, i volontari delle associazioni Unitalsi, Avulss, San Vincenzo de’ Paoli. Il messaggio del Santo Padre Francesco per la 22ª Giornata Mondiale del Malato è sul tema della fede e della carità a partire da un versetto della prima Lettera di Giovanni: «Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli». «Mi rivolgo alle persone ammalate e a tutti coloro che prestano loro assistenza e cura – scrive il Papa. - La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. È così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso. Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità. Siamo posti in tal modo dinanzi al mistero dell’amore di Dio per noi, che ci infonde speranza e coraggio: speranza, perché nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui.» VITA ECCLESIALE LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 6 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 11.30: Incontro con la Comunità Francescana Ore 21: Incontro con Clan e Novizi Agesci Venerdì 7 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 15: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 21: Incontro i genitori dei ragazzi delle elementari Sabato 8 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 11: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 14,30: Incontro con le branche scout Ore 18: Parr. S. Giovanni B., Via Crucis e S. Messa in preparazione alla festa del Sangue Giusto Domenica 9 febbraio Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Lunedì 10 febbraio Ore 10-12: Vis. Past. a San Francesco D’A, Visita ai malati in casa Ore 18.30: Incontro con i Diaconi e aspiranti ai Ministeri Ore 21.15: Vis. Past. a San Francesco D’A, Gruppo Liturgico e Ministri str. della Comunione Martedì 11 febbraio Ore 15,30: Chiesa dell’Ospedale, S. Messa per Anziani e ammalati Ore 18.30: Vis. Past. a San Francesco D’A, Incontro con gruppi caritativi Ore 21: Vis. Past. a San Francesco D’A, Incontro con giovani di AC Mercoledì 12 febbraio Ore 10-12: Vis. Past. a San Francesco D’A, Visita ai malati in casa Ore 16: Incontro con Università degli Adulti Ore 20.30: Seminario, Consiglio Pastorale Diocesano Giovedì 13 febbraio Ore 9.30: Seminario, Incontro del Clero Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 15.30-19.00: Il vescovo è a disposizione per colloqui e confessioni Ore 21.15: Incontro con i genitori dei ragazzi delle medie Venerdì 14 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10-12: Visita ai malati in casa Ore 19: S. Messa per fidanzati e coniugi Ore 21.15: Incontro con le famiglie Sabato 15 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 11: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 14,30: Incontro con gruppi di ACR Ore 15.30: Incontro con Giovanissimi AC Ore 18: Incontro con ragazzi e giovani dell’Oratorio Domenica 16 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10: S. Messa Ore 11-12.30: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 14.30: Seminario, pomeriggio con le famiglie dell’Oasi della pace Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Voce dellaVallesina SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI FONDATO NEL 1953 v oce 9 FEBBRAIO 2014 a cura di don Corrado Magnani [email protected] della v allesina 7 LA PAROLA DELLA DOMENICA In quel tempo Gesù disse: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città 9 FEBBRAIO 2014 5A DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-16) collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Chiamati a essere... irregolari “VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO”: così ci dice oggi il Signore. Il tema della luce appare dominante nella liturgia di oggi. Nella prima lettura (Isaia 58,7-10) si parla di una luce fatta di opere di giustizia e di amore. Se la nostra casa diventa un punto di riferimento per chi si trova in difficoltà, per chi è senza lavoro, per chi è privo del necessario per la vita quotidiana , allora siamo produttori di luce per noi e per gli altri. Se tu sei fornitore di speranza per chi ne è sprovvisto, “allora la tua oscurità sarà come il meriggio” (versetto 8), cioè svanirà. Se ti preoccupi dei mali altrui, anche “la tua ferita si rimarginerà presto” (versetto 8). Queste indicate da Isaia sono l’equivalente delle “opere buone” che i discepoli di Gesù devono presentare oggi agli occhi degli uomini, perché questi “diano gloria al Padre che è nei cieli” (Matteo 5,16). Queste opere infatti costituiscono il segno necessario attraverso il quale gli uomini scoprono la presenza di Dio nella nostra storia. “VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”: il sale è simbolo di tutto ciò che dà sa- Parrocchia “San Francesco d’Assisi” Nel corso della sua Visita pastorale nella parrocchia di San Francesco d’Assisi, il Vescovo ha incontrato il gruppo “Rinnovamento nello Spirito”, i bambini di prima Comunione, i catechisti, gli educatori di Azione Cattolica, i capi Scout e gli Animatori. Seguiranno gli incontri con i ragazzi della Cresima, con l’Agesci, con bambini e genitori, con i Gruppi liturgici e i Ministri dell’Eucaristia, con i gruppi caritativi. Lunedì 10 febbraio inizierà la visita agli ammalati nelle case: il parroco e i diaconi provvederanno agli appuntamenti. Venerdì 14 febbraio, in occasione della festa di San Valentino, alle 19 il Vescovo Gerardo celebrerà la Santa Messa per i fidanzati e i coniugi; alle ore 21.15 incontrerà le famiglie: sono invitati genitori, figli, nonni e nipoti. Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Proprietà: Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Rotopress International s.r.l, Loreto Spedizione in abbonamento postale Associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) pore alla vita, preservandola dalla stupidità e dal vuoto. Gesù parla del sale nel suo discorso programmatico delle Beatitudini (Matteo 5, 3-10). Sono questi paradossi evangelici (“beati i poveri…”) il sale che dà sapore alle cose, impedisce il deperimento, la decomposizione e la corruzione della terra. I cristiani oggi sono sale della terra, come Gesù ci chiama, solo nel momento in cui comprendiamo, interpretiamo e viviamo la Parola delle Beatitudini. È importante sottolineare che il problema nostro non è salare o illuminare, ma essere sale e luce. Non spetta a noi cercare la rilevanza, l’apparire, ma l’identità. La candela non si preoccupa di illuminare, ma semplicemente brucia, e bruciando, illumina. L’identità non può restare nascosta, anche se non fa nulla per farsi vedere: il sale non può non salare e la luce non può non illuminare. Chi cerca la rilevanza, l’apparire invece dell’identità è come una rana che si gonfia per diventare o apparire un bue. Nessuno dà ciò che non è. Ciò che si è parla più forte di quello che si dice. CONDIZIONI PER ESSERE LUCE E SALE DELLA TERRA: - Abbandonare la pretesa di brillare di luce “fatta in casa”; cioè smettere l’illusione di fornire luce agli altri con la propria intelligenza; e provare a contrastare il buio e il caos (cose che oggi non ci facciamo mancare!) con un pizzico abbondante di follia, imboccando la strada delle provocazioni evangeliche (= le Beatitudini). - Lasciarsi “salare col fuoco” (Marco 9,49) cioè lasciarsi “salare” da Dio con il suo Spirito d’amore che abita in noi e che accende in noi una vita nuova che ha il sapore, ossia la sapienza di Cristo Gesù. Solo così si riuscirà a salare (= dare sapore, dare senso) il mondo e a bruciarne le scorie ingombranti e tossiche col nostro sale. - Prendere sul serio e rischiare la vita accettando le provocazioni dei paradossi evangelici (Le Beatitudini), e rompendo le righe della seriosità falsa, dell’uniformità, del consenso obbligato di massa, del buon senso comune, ammodo, e della verbosità rassicurante e decorativa. notiziebrevi 12 febbraio: incontro alla Planettiana Mercoledì 12 febbraio alle 18 presso la Biblioteca Planettiana al Palazzo della Signoria il prof. Piero Bevilacqua, ordinario di storia contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma, terrà una conversazione “La crisi, l’Europa e un nuovo mondo possibile”. L’incontro rientra nel progetto “Liberare il futuro” del comune di Jesi e della Biblioteca diocesana “Pier Matteo Petrucci”. 12 febbraio: consiglio Pastorale Diocesano Il prossimo incontro del Consiglio Pastorale Diocesano sarà il 12 febbraio alle 20,30 presso il centro diocesano di Via Lorenzo Lotto. Nel primo incontro dell’8 gennaio è stato consegnato a tutti il fascicolo con gli Atti dell’Assemblea Diocesana. 16 febbraio: corso di liturgia Domenica 16 febbraio presso la parrocchia di “San Massimiliano Kolbe”: 2° incontro di formazione liturgica rivolto ai ministri straordinari della Comunione, agli Adoratori e agli animatori liturgici parrocchiali: ore 16.30: preghiera del Vespro; ore 17.00: Catechesi tenuta dal Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano don Claudio Procicchiani sul tema “La Celebrazione eucaristica (la Liturgia della Parola) per passare dalla dispersione all’unità, dall’individualismo alla relazione”; ore 17.45: confronto comunitario. 18 febbraio: laboratorio di preghiera e vita La parrocchia del Duomo propone la partecipazione ai Laboratori di preghiera e vita. La prima esperienza sarà martedì 18 febbraio alle 16 e in alternativa alle 21 presso i locali parrocchiali. Per informazioni: tel. 347 8310065 – [email protected] Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 4 febbraio alle 17 e stampato alle 18 del 4 febbraio. Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Codice fiscale 00285690426 Questo giornale è stampato su carta riciclata. ABBONAMENTO ANNUO 35 EURO DI AMICIZIA 40 EURO SOSTENITORE 50 EURO 8 v oce della v allesina IN RICORDO 9 FEBBRAIO 2014 IL PAPA HA INVIATO IN MISSIONE 40 EQUIPE DEL “CAMMINO NEOCATECUMENALE” La “buona notizia” della salvezza Jesi: da lunedì 10 febbraio il nuovo ciclo di Catechesi del “Cammino” Nella Chiesa delle origini, quando che hanno maturato la vocazione al un pagano voleva diventare cri- Sacerdozio. Attualmente i seminastiano, iniziava il “catecumenato”, ri “Redemptoris Mater” sparsi nel un cammino di preparazione per mondo sono 100, di cui uno nelle ricevere il Battesimo. Da questo Marche, a Macerata. percorso deriva il nome del “Cammino neocatecumenale” che è nel “Siate testimoni mondo secolarizzato e scristianiz- della Misericordia!” zato di oggi “ una delle modalità Il 1° febbraio, Papa Francesco ha di attuazione diocesana dell’ini- ricevuto in udienza privata, nella ziazione cristiana e dell’educazione sala Paolo VI, più di 10.000 rapprepermanente della fede” (Art.2 dello sentanti del “Cammino NeocatecuStatuto). La finalità specifica, che menale”, con gli iniziatori, presenti rispecchia la realtà della Chiesa 11 cardinali e 50 vescovi. Un evento pellegrina sulla terra, è l’evange- di grande risonanza per la Chiesa e lizzazione: l’annuncio del Kerigma, per il mondo: il Santo Padre ha inla “buona notizia” della salvezza in viato 40 equipe del “Cammino” per Cristo Gesù e della chiamata uni- la missione in terre scristianizzate, versale alla conversione. Iniziato “Missio ad gentes”, che si aggiungonegli anni Sessanta, in un sobborgo no a quelle già operanti. Quindici povero di Madrid, da Kiko Arguel- vanno in Asia, di cui 8 in Cina, 3 in lo e da Carmen Hernandez, questo India, 3 in Vietnam, una in Mongoitinerario di formazione cristiana lia. Altre in Europa, Africa e Ameper il conseguimento di una fede rica. Ogni equipe è formata da un adulta con la riscoperta del Batte- sacerdote, da un seminarista e da simo, è oggi diffuso in 900 diocesi famiglie con numerosi figli. con oltre 20.000 comunità (8.300 La lettura del Vangelo, il messaggio in Europa), in 6.000 parrocchie. Dal del Papa, la preghiera e la benedi1987 è aperto a Roma il Seminario zione sono stati momenti forti delinternazionale “Redemptoris Mater” la “liturgia” del Mandato. La Parola che ospita giovani neocatecumenali di Gesù,“Andate e ammaestrate La solennità del Sangue Giusto Musica Præcentio è una realtà consolidata nel panorama culturale jesino e, più in generale, della Vallesina. La rassegna musicale, diretta dal M° dott.ssa Mariella Martelli, con sede presso la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, è giunta ormai alla XXII edizione. Al Coro “Cardinal Petrucci” si sono recentemente unite due voci femminili: ciò fa ben sperare per il futuro della compagine, che si distingue per la rigorosa ricerca e l’impeccabile interpretazione di testi di grande valore nel panorama musicale religioso di ogni epoca. 2-2-2014 Jesi in cammino... Presente ed operante nella Diocesi di Jesi da trent’anni, il “Cammino” è attualmente seguito da circa 70 fratelli, uomini e donne, giovani tutte le nazioni battezzandole e adulti, suddivisi in tre comunità nel nome del Padre, del Figlio in base alle tappe maturate lune dello Spirito Santo... Io sono go il percorso. Un fratello, Mario con voi tutti i giorni fino alla Fabbri, che fa parte della prima fine del mondo”(Mt 28, 19-20), comunità, opera in Francia, in una è risuonata nella voce ferma e ras- “Missio ad gentes”. Responsabile sicurante di Papa Francesco: «Ca- del Cammino è Alessandro Garissimi, ringraziamo il Signore per brielloni; don Vittorio Magnanelli la gioia della nostra fede e l’ardore presiede la celebrazione settimanadella vostra testimonianza cristia- le dell’Eucarestia e della Parola. na. Saluto tutti, in particolare l’e- Incoraggiati da Papa Francesco, quipe responsabile internazionale che esorta i credenti a uscire dalle del “Cammino”;un saluto pieno di sacrestie per andare incontro a chi affetto ai bambini presenti in gran è alla ricerca del senso della vita, i numero. Un pensiero alle famiglie fratelli, dopo l’esperienza della mische vanno in diverse parti del mon- sione del periodo pasquale 2013 do ad annunciare il Vangelo. La nelle piazze di Jesi, proseguono anSanta Madre Chiesa - gerarchica - che quest’anno nell’opera di evanvi è grata per tutto quello che fate gelizzazione. Nel mese di febbraio e vi raccomanda di costruire e con- prenderà il via un nuovo ciclo di servare l’unità e la comunione nel- Catechesi che prevede due inconle Chiese particolari: il “Cammino” tri settimanali, il lunedì e il gioha un carisma ecclesiale. Nei pae- vedì, alle 21.15, nella parrocchia si più lontani fate attenzione alla di San Francesco di Paola. Il prilingua e al contesto culturale. Ma mo incontro si terrà lunedì 10 dovunque andiate, dovete pensare febbraio, alle 21.15. Gli amici del che lo Spirito di Dio arriva sempre Cammino invitano tutti a fare queprima di noi, Dio sempre ci prece- sta esperienza di fede, di fraternità de. Per la riscoperta del Battesimo, e di gioia in Cristo Gesù. La parteil “Cammino” è una strada efficien- cipazione è aperta a tutti. te. Vi incoraggio a portare nelle Maria Crisafulli game di continuità tra il Sangue del Cristo, versato per l’umanità, e quello che l’umanità stessa versa ogni giorno, riveniente dall’inaudita cronaca di violenze consumate verso i minori, verso gli immigrati e verso le donne. C’è spazio per la speranza che l’umanità dolente sia «capace di sconfiggere l’orrore col Sangue del Cristo che risuscita». Avversi a ogni forma di associazionismo vessatorio della dignità della Persona, gli Autori hanno inteso esprimere così la loro opinione sulla libertà di espressione che l’essere umano ha il diritto di difendere contro ogni forma di prepotenza. Questi sentimenti trovano terreno fertile nelle numerose espressioni che il Vescovo Gerardo usa nella sua esortazione “Vide molta folla e si commosse per loro” (15 agosto 2012). Egli dice che «per infondere e donare speranza» la Parola 14-12-1934 periferie esistenziali il Vangelo di Cristo: dite che Dio ama l’uomo così com’è, con i suoi limiti e anche con i suoi peccati... Per questo ha mandato il suo Figlio. Siate testimoni dell’invisibile misericordia del Padre e non perdete la gioia! Vi affido a Maria: alla scuola di questa Madre sarete missionari fedeli». A SAN GIOVANNI BATTISTA: 9 FEBBRAIO ALLE 11,15 In Sanguine Tuo è l’appuntamento di domenica 9 febbraio, con inizio alle 11,15: si colloca a pieno titolo nell’alveo delle celebrazioni della solennità del Sangue Giusto, icona del Cristo dolente. Ora posto presso l’altare del SS.mo Sacramento, l’affresco è proveniente dalla Chiesa di San Niccolò, letteralmente ‘tagliato’ da una parete del Tempio jesino quando la Confraternita del Sangue Giusto, dopo averlo commissionato all’artista Pietro da Rimini nel 1333, abbandonò San Niccolò per rifugiarsi in San Giovanni Battista, sua parrocchia. L’esibizione del Coro “Cardinal Petrucci”, a corredo della liturgia eucaristica domenicale, è incentrata sulla Giaculatoria di Risurrezione che il M° Martelli ha musicato, per coro, glockenspiel e organo, su testo di chi scrive. Il sonetto si distingue per la forte carica emotiva che l’Autore ha voluto suscitare cogliendo un le- Ricordo di Dio è un seme da usare con fiducia (3), e aggiunge che «il valore di una persona si capisce conoscendola» (6.3), certamente riconoscendo che la Persona ha «una fede adulta e matura e dà senso alla propria vita quando trova unità: coerenza di vita, pienezza del cuore, luce per la mente e valori significativi» (7.2), alla faccia delle contraddizioni di chi predica bene e razzola male… In adesione a queste riflessioni del Vescovo Gerardo, il M° Martelli propone all’ascolto anche l’interessante Pacem in Terris di H. Lam (1964). Una composizione che s’ispira all’omonima Lettera Enciclica di Giovanni XXIII (11 aprile 1963) in cui il Papa Buono citava il predecessore Leone XIII: «questa libertà vera e degna dei figli di Dio, che mantiene la dignità dell’uomo, è più forte di qualunque violenza e ingiuria» (8). Oreste Mendolìa Gallino Umberto Colocci Chissà come, ma sta di fatto che - non sappiamo quanti anni fa – s’è venuto costituendo un gruppo di amici che, negli anni, ha vissuto sempre di più il dono dello stare insieme. S’è costituto una specie di “gruppo storico” del quale Umberto è stato uno dei pionieri e degli animatori. Ecco perché il suo distacco ci pesa. Con lui abbiamo vissuto iniziative di ogni specie, dai viaggi in Africa e in America, dalle attività sciistico-sportive sulle Dolomiti e altrove ai tanti incontri e dibattiti che ci hanno visto spesso attorno a un tavolo o attorno a un piatto. E insieme con lui non abbiamo dimenticato nemmeno il nostro Appennino e le tante camminate sui sentieri dei Sibillini. Umberto era sempre presente. Un passo costante e lento. Magari, a volte tra gli ultimi, ma sempre presente e sempre pronto anche alle sorprese, al piccolo sacrifico, a qualche delusione. Era un carattere ameno, aperto a tutti, pronto all’aiuto e al piacere da fare a chi gli stava accanto. Pronto a ridere delle battute di tanti, comprese quelle a suo carico. Con lui ci stavi bene. Con lui parlavi volentieri di tante cose. Grazie Umberto. Mentre desideriamo esprimere alle figlie Francesca e Cecilia e alle due nipoti la nostra partecipazione al loro dolore, ci pare bello sottolineare come proprio le figliole ci hanno voluto ricordare che non dobbiamo “restare a piangere sulla tomba. Non sono lì, non dormo”. Ed è bello pensare che Umberto, dopo tanti anni, è tornato a ricongiungersi con la sua amatissima Gina. Gli amici di sempre Ricordo 20-8-1927 11-2-2013 Gino Sassaroli Nel primo anniversario i fratelli Mario, Enzo e Lolita e il cognato Aurelio lo ricordano con tanto affetto. In sua memoria sarà celebrata una Santa Messa martedì 11 febbraio alle 18,30 nella chiesa di San Giuseppe a Jesi. JESI CONCERTI DEL COMPRENSIVO JESI-SANTA MARIA NUOVA Musica a scuola per la comunità Il 18 e il 20 dicembre si sono svolti i due tradizionali Concerti di Natale della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Jesi - Santa Maria Nuova eseguiti dai circa 50 alunni che partecipano al corso musicale. L’intera orchestra, con gli insegnanti di strumento Maurizio Mainardi (flauto), Maurizio Barbetti (violino) Sandro Giannoni (chitarra) e Paolo Zannini (pianoforte e direttore), ha rivolto gli auguri per le festività con due appuntamenti musicali: mercoledì 18 presso v oce 9 FEBBRAIO 2014 la chiesa S. Antonio da Padova di Santa Maria Nuova, e venerdì 20 dicembre nella chiesa di san Giuseppe di Jesi. L’orchestra, applaudita da un numeroso pubblico, ha egregiamente eseguito brani della tradizione natalizia con arrangiamenti originali dello stesso direttore Zannini. Al termine del primo dei due appuntamenti il direttore ha ricordato la figura del parroco di Santa Maria Nuova, don Francesco Sabbatini, scomparso tre settimane prima. I saluti conclusivi sono stati rivolti a tutti i presenti dalla dirigente scolastica Rosa Meloni. Nell’augurare un sereno Natale, ha sottolineato la crescita musicale e umana maturata in questi anni da tutti i ragazzi e le ragazze dell’orchestra e ha ringraziato l’associazione “Spazio giovani” di Santa Maria Nuova, nella persona del presidente Alfredo Cesarini, per il prezioso regalo di una batteria all’orchestra. JESI: nella casa e nel ricordo di Annamaria Luminari Quando diventarono Minonna Presa da problemi legati alla mancata ri- me della famiglia Luminari/Frezzotti; in presa economica, dalla difficoltà di tro- quell’alimentari/osteria, infatti, era posvare posti di lavoro, dalle, a volte vergo- sibile acquistare la roba genuina prodotta gnose dispute (eufemismo per indicare parapiglia) quasi quotidianamente proposteci dalle immagini televisive provenienti dai cosi detti palazzi del potere e da tanti altri problemi, la morte di Annamaria Luminari, ved. Frezzotti, non ha interessato nessuno, se non i suoi figli: Franca, Emilia, Giuseppe ed Alberto, nipoti, pronipoti, generi e nuore. Ma attorno a loro anche la silenziosa folla che il 30 gennaio scorso ha voluto partecipare all’estremo saluto terreno nella chiesa di Sant’Antonio Abate gremita come solo accade in cerimonie importanti. Ma perché, in quella fredda mattina di giovedì, in così tanti hanno partecipato al funerale della donna che si era spenta nel cuore della notte, all’età di 97 anni, in un letto d’ospedale? Semplice, perché tutti la conoscevano, la stimavano e sapevano che è proprio a questa donna che si deve il nelle campagne circostanti, in quelle case nome del borgo dove abitava: Minonna. rurali dove il facocchio era chiamato ad Quando cominciò ad imporsi questo to- operare e dove spesso veniva pagato con ponimo Jesi stava vivendo la prima parte prodotti della natura confezionati dagli del XX secolo; nella zona a sud della cit- stessi contadini (in particolare salumi, intà, quella che si trova oltre il Ponte San saccati e formaggi). Siamo negli anni imCarlo, c’erano pochissime case. In una mediatamente successivi alla 2/a guerra di queste prese l’avvio il lavoro di “fa- mondiale quando ancora i mezzi di cococchio” (riparatore di botti, ruote, car- municazione non erano certamente tanri, ecc.) da parte di Enrico Luminari so- ti quanti quelli odierni. Ecco, allora, che prannominato, badate bene, Minonnì la la lungimiranza della famiglia Frezzotti/ cui moglie, Emilia Mazzarini, avviò un Luminari ha portato ad installare proprio esercizio commerciale per la vendita di in quell’alimentari-osteria uno dei primi generi alimentari, vino, ed altri prodot- “PTP” (posto telefonico pubblico) utilizti. Ad un certo punto, dietro il banco di zato, ci dice Alberto Frezzotti, anche dal vendita subentrò la figlia di questa cop- comando carabinieri di Jesi per “richiapia, Annamaria, che tutti cominciarono mare” in caserma i militari impegnati in a chiamare minonna. Quelle che erano qualche posto di blocco all’ingresso deltre-quattro case di campagna al di là del la città. È forse questa singolarità che ha fiume, ben presto diventarono la meta spinto Alberto a compiere il servizio miper molti appassionati di gastronomia litare proprio nell’Arma. che “battezzarono” il posto col soprannoSedulio Brazzini della v allesina DUE JESINI A VERONA: ORIANA E GIORGIO MASSERA Piccoli presepi di casa I nostri concittadini Giorgio e Oriana Massera dopo aver presentato per la seconda volta nella nostra città i loro presepi artistici alla galleria del Palazzo dei Convegni hanno fatto un bel salto di qualità andando ad approdare in una platea internazionale e doppiamente prestigiosa. Hanno portato otto loro opere alla trentesima “Rassegna internazionale del presepio nell’arte e nella tradizione” che si è chiusa il 26 gennaio a Verona all’interno dell’anfiteatro romano meglio conservato in Italia, l’Arena. La rassegna ha aperto i battenti lo scorso 30 novembre sotto una pioggerellina ben augurante alla presenza delle autorità civili e del vescovo che ha tagliato il nastro, giunta alla trentesima edizione anche se non con pochi attriti con la Sopraintendenza alle Belle Arti, anche quest’anno ha raccolto opere da tutto il mondo. La manifestazione è stata dedicata a Papa Francesco che ha preso il nome proprio di colui che ha creato in Italia il primo presepe, San Francesco d’Assisi. I nostri amici sono sbarcati a Verona con otto opere che non hanno certo sfigurato nella complessa e ricca galleria espositiva, rappresentano la natività nella tradizione popolare di casa nostra con paesaggi rupestri e piccoli agglomerati di case. Utilizzano materiali poveri e di risulta, gran parte delle ambientazioni prendono vita su tronchi o legni raccolti lungo il litorale dopo qualche burrasca e lasciati ad asciugare al sole. I legni sono arricchiti con piccole case e costruzioni fatte con polvere di marmorite e il tutto adornato con muschio e piccoli rami secchi, anche i pupi sono della nostra tradizione popolare. Giorgio e Oriana conosciuti in città per la loro poliedricità, tanto per fare un cenno, fanno parte della compagnia “El Passì”, hanno ideato e messo in scena la “Sacra Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù”, quando hanno iniziato questo hobby della costruzione di presepi si sono divisi i compiti: Giorgio lavora il legno e costruisce le ambientazioni, a Oriana spetta invece il compito della pittura e di rifinire le opere. Aspettando le prossime uscite un grazie per aver portato Jesi in una rassegna internazionale come quella di Verona. Mario Bocchini SPETTACOLO ALLA “LEOPARDI” IN MEMORIA DI CARLO URBANI In sogno, nel campo di prigionia Lo scorso 19 dicembre, presso la scuola secondaria di primo grado “G. Leopardi” si è svolto il tradizionale spettacolo di Natale, come ogni anno dedicato all’AICU, associazione sorta in memoria di Carlo Urbani, medico scomparso a causa della Sars, malattia che egli stesso aveva individuato. Lo spettacolo messo in scena dagli alunni della scuola, “La favola di Natale”, è stato liberamente tratto dal racconto di Giovanni Guareschi, scritto nel 1944, durante il suo periodo di prigionia in un campo di concentramento tedesco. La storia narra del viaggio intrapreso da Albertino, in compagnia della nonna, verso il campo di prigionia del babbo, per potergli recitare la poesia di Natale che aveva scritto per lui; è un viaggio simbolico: il bambino e il papà riusciranno ad incontrarsi, in un sogno, e riceveranno il dono di po- ter celebrare il Natale insieme, attorno a un fuoco, alla luce di una stella cometa che si è finalmente illuminata. Gli alunni della Leopardi sono stati tutti coinvolti ed hanno dimostrato impegno e senso di corresponsabilità. La sapiente alternanza di toccanti parti narrate e recitate, gli splendidi canti, le bellissime coreografie hanno commosso ed emozionato il numeroso pubblico presente. Tutte le mattine alle 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi DAL 1923 Giornale radio alle 12,30 e alle19,03 Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 9 DAL 1923 Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it 10 v oce della v allesina 9 FEBBRAIO 2014 IN DIOCESI I BAMBINI DELLE PARITARIE DELLA DIOCESI E I CONSACRATI RIFLESSIONI DI UNA NEO BIS-MAMMA PER LA VITA In occasione della 36a Giornata per la Vita, domenica 1 febbraio al Duomo di Jesi il vescovo Gerardo ha celebrato la Santa Messa, promossa dal Centro Promozionale “La Famiglia”, la Commissione Diocesana per la Pastorale Familiare e dal Centro di Aiuto La Giornata Nazionale per la Vita che si celebra annualmente la prima domenica di Febbraio, mi trova, quest’anno, particolarmente sensibile al tema dato che, da appena due mesi, sono diventata nuovamente mamma. Giorni fa mi sono soffermata a leggere il messaggio che il Consiglio Permanente della CEI ha redatto per questa occasione, titolato “Generare futuro”. Alla luce delle nitore e quanto la pena che ti tormenta oggi riflessioni dei Vescovi, ho potuto elaborare viene alleggerita dalla condivisione di altri! anche alcune mie considerazioni maturate Del messaggio “generare futuro” mi ha colin me già durante i mesi della gravidanza e pito anche questo passaggio: «Si tratta di che hanno continuato a tenermi compagnia accogliere con stupore la vita, il mistero durante il puerperio. che la abita, la sua forza sorgiva, come reQuand’è che un uomo e una donna genera- altà che sorregge tutte le altre, che è data e no vita? Quando “procreano”? Non credo si impone da sé e pertanto non può essere possibile limitare un simile orizzonte solo soggetta all’arbitrio dell’uomo». E da qui l’atto fisico, anche perché ne rimarrebbero è nata un’altra, l’ultima, riflessione che mi esclusi tutti coloro che ne sono impediti. piace condividere. È un po’ più personale Mi piace invece pensare che essi si faccia- e riguarda la nascita di Andrea, il mio seno collaboratori del Creatore fin da quando condogenito. Avendo subito 5 anni e meznasce nel loro cuore il desiderio di dare ed zo fa un cesareo d’urgenza per la nascita accogliere nuova vita. La nascita di un fi- della mia prima figlia Domitilla, ero la canglio si può fare risalire, a mio giudizio, in didata ideale per un altro cesareo elettivo quel preciso istante. Non si uccide allora la (compiuto cioè prima dell’insorgere del vita solo con la terribile pratica dell’aborto, travaglio). Il rischio di rottura d’utero e la ma ancor prima quando, con la tendenza medicina che diventa sempre più difensiall’autosufficienza, si spegne il desiderio di va per i medici prevedono, il più delle volgenerarla. Nella mia esperienza ho avuto te, questo protocollo. Non sono certo una modo di comprendere che il desiderio di “fondamentalista” del percorso naturale ad vita scaturisce dal vivere in pienezza l’amo- ogni costo, né tantomeno credo che chi re sponsale, dal sentirsi così immersi nella non ha partorito non sia per questo pieGrazia da non poter fare a meno di donar- namente donna o pienamente mamma. So la ad altri. E qui c’è la grande differenza fra bene che natura e cultura sono intrinsel’autosufficienza e l’apertura al nuovo. En- camente connesse l’una all’altra e riconotrambi nascono dallo star bene. Nel primo sco che i progressi della medicina hanno caso si dice: “stiamo così bene, chi ce lo fa salvato e continuano a salvare vite umane fare?” Un figlio si sa è faticoso da crescere, di mamme e di bambini al momento del non si dorme la notte, non si è più liberi di parto (lo so anche perché devo alla scienfare tutto ciò che si vuole, non ci sono più za la nascita della mia primogenita, andata, gli stessi equilibri faticosamente creati negli come dicevo, a buon fine grazie al cesareo). anni.. chi ce lo fa fare, dunque? Nel secondo Ma proprio perché non sono una “fondacaso, invece, si percepisce che dall’amore mentalista” non vedevo e non vedo tuttora non può che nascere nuovo amore, si sen- la necessità di dare per scontato che, se il te che il nostro “star bene” di oggi è dono primo parto è andato così, anche il seconricevuto gratuitamente e che gratuitamente do lo sarà. Non è possibile sentirsi dire da vuole essere ricambiato. Credo che per “ge- un medico (come è successo a me) che il nerare futuro” ci sia bisogno di alimentare cesareo è più comodo perché così posso questo desiderio e questa consapevolezza. scegliere la data del compleanno di mio Ecco quindi l’importanza di tutte quelle figlio! Un intervento di questo tipo non azioni di sostegno alla famiglia, non solo a può essere “comodo”, semmai necessario. livello sociale e politico, ma anche, e forse Ritengo che quando la salute di mamma ancor più, a livello umano e spirituale (pen- e bimbo lo permettono la nascita debba so all’importanza dei percorsi di accompa- essere attesa, aspettata, accolta con stupognamento al matrimonio cristiano, all’opera re insieme a tutta la sua forza e a tutto il preziosa del Consultorio e del Centro Aiuto suo mistero. Ecco allora che accompagnaalla Vita). «La “cultura dell’incontro” - di cui ta da un bravissimo ginecologo, amante parla Papa Francesco - è indispensabile per della vita, da una meravigliosa ostetrica e coltivare il valore della vita in tutte le sue dal consenso e appoggio di mio marito mi fasi», si legge nel documento dei Vescovi. sono decisa a tentare la strada del parto Sono convinta che la cultura dell’incon- naturale dopo un cesareo. Un’esperienza tro sia davvero fondamentale. Certamente che si è rivelata fra le più belle e arricchendell’incontro quotidiano tra coniugi, che ti della mia vita, nella quale mi sono sennon diano mai per scontato il loro stare in- tita davvero strumento nella mani di Dio sieme, il loro amore, ma anche dell’incontro «che tutto opera efficacemente» predispotra coppie di amici, che si aprano sempre nendo sapientemente il meraviglioso mecpiù al dialogo non solo su problemi extra- canismo della nascita e del primo avvio familiari, ma anche su quelli intra-familiari, alla vita. E così il 28 novembre 2013 alle 23 che si confrontino e si supportino a vicen- è nato Andrea, accolto dall’applauso di tutda sulle proprie scelte e si sostengano nella to lo staff che mi ha seguita. Sono sicura cura educativa dei figli data la stretta con- che la gioia, sfociata in quell’applauso sia nessione tra «educare e generare». Quanto scaturita proprio dal miracolo di Vita che fa bene sapere che anche altri sono passati si era appena compiuto! nei tuoi stessi problemi di coniuge e di geMaria Jole Pellegrini Dio ama sempre la vita. E noi? cose belle che Dio ha fatto per noi, tra cui, il dono della Vita che si manifesta prima di tutto con la nascita di un figlio. Come Dio ama la vita, anche la comunità cristiana deve sempre essere a difesa di questa. Momento centrale della Messa è stato il alla Vita. La celebrazione è stata animata rinnovo delle promesse da parte delle famidai canti dei bambini delle scuole materne glie e dei Consacrati e delle Consacrate che paritarie della Diocesi di Jesi, accompagnati erano presenti alla celebrazione: i genitori dalle loro famiglie; erano presenti le Scuole dei bambini hanno promesso di continuare dell’Infanzia “Santa Caterina” di Cupramon- a educare i loro figli cristianamente mentre tana, “D. Pallavicino” di Moie, “Collina” di i Consacrati hanno rinnovato i loro voti daSanta Maria Nuova, “M. Santi” di San Mar- vanti al Signore. «Quest’occasione non serve solamente per cello e “Santa Caterina” di Jesi. La Giornata per la Vita è sicuramente un dare risalto alla Giornata per la Vita - ha momento molto significativo per la comu- detto suor Francesca della Scuola Materna nità cristiana e il vescovo durante la sua “Santa Caterina” di Jesi - ma è importante afomelia lo ha sottolineato, legando il Van- finché le famiglie comprendano che la vita è gelo della domenica al significato di questo un dono e bisogna farne tesoro». avvenimento: infatti, il racconto della pre- La celebrazione si è conclusa con lo scambio sentazione di Gesù al tempio di Gerusalem- di regali simbolici tra le famiglie e i Conme aveva la funzione di ricordare al popolo sacrati: una rosa con un messaggio di Papa ebraico che Dio aveva salvato i primogeniti Francesco da parte dei genitori dei bambini delle loro famiglie durante la schiavitù in che, a loro volta, hanno ricevuto un libro inEgitto. Perciò, come allora, dovremmo an- titolato “I diamanti dell’amore” di Anna Mache oggi, secondo il vescovo Gerardo, riusci- ria Vissani e Valeria Mantinovi. re a valorizzare ma soprattutto a ricordare le Ilaria Stronati LA FESTA DELLA VITA CONSACRATA CON LE FAMIGLIE Sì, lo vogliamo. Ogni giorno “Le persone consacrate – ha affermato papa Francesco il 2 febbraio – sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita. Sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna. Sono profezia di condivisione con i piccoli ed i poveri. Così intensa e vissuta la vita consacrata ci appare proprio come essa è realmente, è un dono di Dio, un dono di Dio alla chiesa, un dono di Dio al suo popolo. Ogni persona consacrata è un dono per noi popolo di Dio in cammino! C’è tanto bisogno di queste presenze che rafforzano e rinnovano l’impegno della discussione del vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa, l’impegno della formazione umana, della formazione spirituale dei giovani, delle famiglie. L’impegno per la giustizia e per la pace nella famiglia umana”. Anche a Jesi abbiamo vissuto un bellissimo momento di incontro e di preghiera tra consacrati e famiglie giovani, nella celebrazione Eucaristica del 2 febbraio, nella cattedrale, insieme al Vescovo Gerardo. Adulti e bambini insieme, famiglie e consacrati/e, sacerdoti e laici per un sì alla vita, a tutta la vita: e la vita di tutti e sempre. Poche presenze di vita religiosa nella nostra diocesi! Abbiamo pregato perché aumenti il numero di religiose/i e consacrati in questa Chiesa locale, per essere testimoni del primato di Dio e per camminare a fianco delle situazioni provate dalla vita e frantumate da una cultura spesso negativa, a fianco di famiglie e giovani per un’alleanza educativa. “Ma pensiamo un po’ - ha continuato papa Francesco - cosa succederebbe se non ci fossero le suore… le suore negli ospedali, le suore nelle missioni, le suore nelle scuole… Ma pensate ad una chiesa senza le suore… Sono un dono, sono questo lievito che portano il popolo di Dio avanti. E sono grandi queste donne che consacrano la loro vita che portano avanti i messaggi di Gesù. La chiesa ed il mondo hanno bisogno di questa testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. I religiosi, le religiose ed i consacrati sono questa testimonianza che Dio è buono, che Dio è misericordioso!” Grazie Papa Francesco! Grazie della fiducia, del richiamo, della luce e della voce che ci rende presenti in questo mondo. Grazie perché ci richiami all’essenziale. Anche il nostro vescovo ci ha ricordato che la nostra presenza nel mondo deve essere segno profetico e che nulla dobbiamo anteporre a Cristo! Ripetiamo, con gioia e fiducia, ogni giorno il nostro sì al Signore, insieme al sì delle giovani famiglie, per una Chiesa viva e una società più ricca di un futuro possibile e luminoso. Sr Anna Maria Vissani,asc La nascita del mio secondogenito ARTE 9 FEBBRAIO 2014 GRANDI FILOSOFI INTERPRETANO LA CONDIZIONE UMANA Tre cani in una gabbia di vetro Non si sa con certezza se la setta filosofica dei Cinici, a cui appartenne anche Diogene, abbia derivato il suo nome dal fatto che i seguaci avevano modi e costumi ‘canini’, cioè che disprezzavano tutte le convenzioni sociali e si comportavano animalescamente. A questa antica corrente di pensiero sembrerebbe comunque che si sia ispirato Juan Mayorga, autore della pièce ‘La pace perpetua’, in scena al Pergolesi il 25 gennaio. Ne sono protagonisti degli ‘uomini-cane’ che si muovono come animali, ma pensano come uomini, ognuno tuttavia secondo un proprio carattere. Il cane-combattente, il più robusto e aggressivo, è pronto a lanciarsi contro qualsiasi nemico e ad abbatterlo. Il cane-fedele, è invece votato ad una dedizione cieca e assoluta per il suo padrone. Non attende altro che i suoi ordini ed è sempre pronto ad eseguirli. C’è anche il cane-filosofo. Sembra incapace di agire: se ne sta da parte, non aggredisce, non è irragionevolmente devoto, ma guarda e commenta quanto avviene intorno a lui. Identificano in allegoria tre diverse tipologie umane. Quando i tre uomini-cane verranno sottoposti ad un esame da un alto ‘rettore’ che ha l’aspetto di un vecchio Socrate (proprio il filosofo più contestato dai Cinici) al fine di decidere quale dei tre cani sia il migliore, il carattere di ognuno si manifesta. Lo mettono in luce sia le prove alle quali i candidati sono sottoposti, sia il modo in cui essi le affrontano, sia quanto essi dicono prima e durante l’esame. Non è scontato che il prescelto debba essere il canecombattente, il più aggressivo e deciso; né il cane-fedele, incondizionatamente devoto al suo padrone. Il cane-filosofo sembrerebbe il meno dotato di qualità e virtù. Gli interessa essenzialmente convincere, indurre gli altri alla ragione. Richiama pensieri di grandi filosofi: di Pascal e Kant innanzi tutto dei quali considera alcuni fondamentali assunti. L’esistenza o l’inesistenza di Dio, secondo Pascal, non è dimostrabile, ma nel dubbio conviene credere nella sua esistenza, altrimenti si precluderebbe all’uomo ogni speranza di riscatto. Non meno ponderata è la considerazione secondo la quale la pace tra gli uomini sarà raggiunta ‘per necessità’, quando cioè si prenderà coscienza che la pace effettivamente ‘conviene a tutti’. Concetti non nuovi, che tuttavia è bene richiamare specie in tempi in cui tanto si discute, si litiga, si aggredisce, si demolisce. C’è voluto parecchio tuttavia per arrivare a simili conclusioni. Il testo, cervellotico e farraginoso, ha richiesto veramente un improbo impegno agli interpreti, doverosamente da menzionare: Pippo Cangiano, Enzo Curcurù, Giampiero Judica, Davide Lorino, Danilo Nigrelli. Astratta, surreale la scenografia: al centro del palcoscenico è una gabbia trasparente in cui sono racchiusi gli uomini-cane. Un buio ancestrale attraversato da bagliori, suoni misteriosi e remoti, penosi latrati aggiunge suggestione ad una situazione apparentemente atemporale. La regia è di Jacopo Gassmann; a fronte di un simile copione, una prova difficile anche per lui. Il pubblico, applaudendo, ha premiato la gravosa impresa degli interpreti. Ma non c’è da meravigliarsi se qualche spettatore è uscito di sala con il mal di testa. Augusta Franco Cardinali v oce della v allesina 11 SCRITTORI LEGGONO SCRITTORI: a Moie rassegna letteraria Romanzi e immagini «La poesia non serve assolutamente a niente, ma salva la vita». Poeti leggono poeti, infatti, potrebbe essere l’altro titolo della sesta edizione di Scrittori leggono scrittori, la rassegna letteraria organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Maiolati. «Siamo orgogliosi di proporre anche per l’edizione 2014 una rassegna ricca di qualità ed originalità, dovuta all’impegno di due curatori d’eccezione, che ci seguono ormai da anni. Un’iniziativa tra le più apprezzate dal pubblico» ha spiegato Sandro Grizi. Un successo assicurato allora anche per quest’anno, grazie ad una formula ormai collaudata: Massimo Raffaeli che introduce l’ospite e l’autore da un punto di vista letterario e Francesco Scarabicchi, che apre riflessioni su argomenti a tema. Letture di Giorgio Sebastianelli. Dal 6 febbraio, per cinque giovedì consecutivi, l’appuntamento è alle 18 alla Biblioteca La Fornace di Moie. Il primo a tornare sul palcoscenico è William Shakespeare, con la voce e l’interpretazione del poeta e traduttore Franco Buffoni. A seguire Emily Dickinson tradotta e presentata da un’altra poetessa italiana Silvia Bre. Si continua giovedì 20 febbraio con Vittorio Sereni e Renè Char, letti e interpretati da Silvia Donzelli, studiosa e ricercatrice di Letteratura Italiana. E poi, ancora con lo scrittore e poeta Elio Pecora che leggerà opere di Sandro Penna. A chiudere la rassegna il 6 marzo Paola Maria Micucci, traduttrice, che leggerà il poeta greco Costantinos Kavafis. Ad impreziosire l’iniziativa sarà visitabile per un mese nel tunnel della ex fornace la mostra “Astrazioni naturalistiche 1976-1979” di Giannetto Magrini. L’artista jesino, presente alla conferenza stampa, ha spiegato le origini della sua arte, che fa risalire a un viaggio a Londra nel 1976, quando con la moglie visitò il Museo delle Scienze Naturali e rimase impressionato dalle forme cellulari rappresentate. Da allora comincia a dipingere opere su sfondo nero raffiguranti complesse strutture cellulari. Dal 1983 inaugura la sua produzione scultorea, recuperando modelli in legno e assemblandoli in una serie di originali sculture. A caratterizzare ogni sua opera la tematica sociale di impegno civile. Iscra Bini Delirio a Wall Street nell’ultimo film di Martin Scorsese Strabordante, eccessivo, sfrenato. L’ultimo film dell’intramontabile Martin Scorsese - il quinto con protagonista Leonardo DiCaprio - è la storia di Jordan Belfort, apprendista broker a Wall Street che, in seguito al “lunedì nero” del 1987, si mette in affari con il vicino di casa Donnie Azoff (Jonah Hill) e fonda la Stratton Oakmont, società d’investimento basata su penny stocks e affari non proprio legali. Un crescendo di eccessi - donne, droga, denaro - che attira ben presto l’FBI, ma fermarsi si rivela impossibile. Basato su una storia vera - di più, il film è l’adattamento cinematografico dell’omonima biografia del vero Belfort - “The Wolf of Wall Street” è un film sul Potere e sul Denaro, vero dio della società capitalista e lasciapassare per l’onnipotenza: con i soldi è possibile acquistare tutto, non solo case, barche, droghe e sesso, ma anche l’ammirazione, l’amicizia o la libertà in carcere. Un ritratto impietoso di un uomo e di una società senza regole e senza morale, in cui il più forte può tutto, e chi si fa frenare dalla propria coscienza - l’agente dell’FBI Patrick Denham (Kyle Chandler) - si ritrova a dover tornare a casa in uno squallido vagone della metro, o a vivere in una sterminata periferia, geografica e sociale, in cui si sogna costantemente il successo ma non si hanno le carte per raggiungerlo (l’impietosa scena finale). È am- scene risultano davvero esilaranti. biguo lo sguardo del regista, così Si sprecano i paragoni: da “Quei com’è ambiguo il nostro giudizio bravi ragazzi” dello stesso Scorseverso personaggi in teoria da di- se (un parallelo tra il mondo delsprezzare, ma che di fatto risultano la mafia e il mondo della finanza attraenti, accattivanti, oggetto della che lascia molto da pensare) al nostra ammirazione. Nel film non “Wall Street” di Stone, che avec’è posto per nessun sentimento va affrontato gli stessi temi ma in vero, se non per un amore confuso maniera, se vogliamo, più “quieta”; col sesso e che affoga in un inganno dal “Blow” di Ted Demme, ovvero costante, e per un’amicizia di casta - come creare un impero dal nulla, quella tra Jordan, Donnie e i vertici al fiume di droga in “Paura e Dedella Stratton Oakmont - che non lirio a Las Vegas” di Terry Gilliam. si esita a tradire per salvarsi la pelle. Molti confronti e paralleli possibili La pellicola è satura di sesso e dro- che non scalfiscono però la solidità ga come non mai in Scorsese, e di un’opera che ci mostra, per l’enl’effetto è quello di un ottovolan- nesima volta, un regista in stato di te di follia dal quale è impossibile grazia e che, da “The Departed” in scendere: si resta a bocca aperta poi, non sbaglia un colpo: impecin più di un’occasione, e molte cabile e impareggiabile. Ottimo anche il cast: Hill e una splendida Margot Robbie, nei panni della seconda moglie del protagonista, supportano al meglio un DiCaprio sul quale, ormai, non è più necessario aggiungere nulla. Alessandro Gentili 12 v oce della v allesina VALLESINA 9 FEBBRAIO 2014 MAJOLATI SPONTINI: CONSEGNATO LO SPONTINI D’ORO CON IL CONCERTO DELLA FILARMONICA E DELL’ESINA CON MUSICHE DI VERDI E SPONTINI Il buono e il bello nella comunità che a volte non fa notizia Domenica 2 febbraio, presso il Teatro comunale di Majolati si è svolta la cerimonia di conferimento della Civica Benemerenza Spontini d’Oro, giunta alla quarta edizione, all’interno di una cornice musicale veramente originale, il Concerto delle sue bande musicali majolatesi. È stata una grande festa cittadina per le oltre cinquecento persone che come spettatori o come musicanti o come cittadini premiati hanno dato lustro all’evento presentato dalla direttrice del nostro giornale Beatrice Testadiferro. Una comunità unita nella musica e nel senso civico. Dopo l’ingresso per sezioni dei numerosi musicanti, è stato spiegato come in questa occasione sia la Società Filarmonica Gaspare Spontini, sia L’Esina, abbiano voluto unirsi per offrire ai concittadini un grande spettacolo, diretti dal Maestro Gabriele Bartoloni e dal Maestro Samuele Faini. Il concerto è iniziato con il ricordo dell’ex Presidente della Società Filarmonica Aurelio Beltrani, recentemente scomparso, e, in suo onore, è stato suonato l’inno nazionale, come dallo stesso desiderato. Il resto del programma musicale è stato dedicato a Spontini e a Verdi; infatti, è stato prima presentato il “Ballo marziale. Evoluzioni militari e Preludio ai combattimenti e alla vittoria sul campo di Marte” diretto da Samuele Faini. Questo brano appartiene al periodo tedesco di Gaspare Spontini e l’autografo, la partitura manoscritta, si trova nella Biblioteca del Conservatorio di Milano. È stato poi ripreso dal Maestro Gabriele Bartoloni, epigono del Maestro Basilio Piangerelli, la sinfonia della La Julie, ou le pot de fleurs, andata in scena il 12 Marzo 1805, al teatro Feydeau, una sinfonia brillante e graziosa che ha visto l’esibizione determinante del clarino di Mirko Ricci. Il 15 Dicembre 1807, all’Académie Impériale de Musique chiamata anche Opéra, nella Salle du Théâtre Montarsier in via Richelieu, a Parigi, fu presentata La Vestale, tragedia lirica in tre atti di Gaspare Spontini, su libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy. Un concerto con musiche di Spontini non poteva ignorare La Vestale e il primo brano tratto da questo capolavoro è stato l’Hymne du matin o Inno matutino sempre diretto dal Maestro Gabriele Bartoloni. Come ha ricordato la presentatrice, non sono mancate affinità tra le azioni di Spontini e quelle di Verdi. Principalmente si potrebbero mettere a confronto l’Ospizio Spontini e la Casa Verdi, così come la passione per i fondi agrari e la natura, a questo scopo sono state presentati brani tratti dalla Traviata, Rigoletto e Trovatore. Tra le due parti del Concerto è stato consegnato dal Sindaco Giancarlo Carbini il premio civico Spontini d’Oro, giunto alla quarta edizione. La commissione comunale ha esaminato i molti curricula dei candidati e, come ha detto il Sindaco, ogni anno si scopre il buono e il bello presente nella nostra comunità che a volte non fa notizia. Il nostro Comune, ha spiegato il Sindaco, ha notevoli attività di volontariato dimostrando generosità e un animo forte. Edda Guerro Un riconoscimento è andato alla signora Edda Guerro, madrina dell’Etiopia, per aver svolto una costante azione nel campo delle adozioni a distanza a vantaggio del lavoro dei Cappuccini delle Marche impegnati nelle Missioni in Etiopia. È stata premiata per il suo impegno nelle scuole, nelle parrocchie, nei mercatini dove porta costantemente la sua testimonianza finalizzata a lenire le pene dei bambini africani. La nonna dei bambini con la pelle nera, Edda, ha ringraziato tutti per i venticinque anni di adozioni a distanza, seicento bambini assistiti fino al 2009, sostenendo il lavoro dei Cappuccini rappresentati in sala da padre Francesco Pettinelli. Gruppo Giovanile di Servizio Un altro riconoscimento è andato al Gruppo Giovanile di Servizio impegnato nel sostenere ragazzi diversamente abili del nostro territorio, rappresentato dal fondatore Mauro Curzi. In questi anni il Gruppo ha aiutato le famiglie e i ragazzi, è riuscito a far sentire il contatto affettuoso a chi ha bisogno, riuscendo ad intrecciare vite di chi ha più o meno bisogno. Curzi ha ricordato che questo gruppo esiste da ventotto anni, nato per imparare a condividere: in questi anni si sono alternati una settantina di animatori che hanno svolto un’attività basata su incontri, campi estivi e giornate mensili. Tutto al fine per imparare a condividere e cercare di contrastare l’indifferenza a vantaggio delle persone. Dario Giampieretti Infine la terza benemerenza civica è andata a Dario Giampieretti fondatore e animatore della sezione Auser, un’associazione che svolge azione di solidarietà verso i più deboli, gli anziani e le persone non autosufficienti, un impegno verso l’invecchiamento attivo degli anziani, ideatore e instancabile animatore della locale Auser che ha nel trasporto sociale la parte più visibile dell’attività svolta. Dario Giampieretti ha condiviso il premio con i volontari presenti nel territorio. Dario ha spiegato che l’iniziativa è partita quindici anni fa con il lavoro verso il verde pubblico del Comune, ora il gruppo dei volontari è formato da 107 persone che coprono l’intera regione per il trasporto sociale, con cinquemila viaggi l’anno. Sommate tutte le attività svolgono circa quindicimila servizi l’anno, probabilmente è la prima associazione di volontariato e di servizio delle Marche. Giampieretti ha voluto dedicare il premio a tutti volontari dell’Auser della media Vallesina, ringraziando il Sindaco e l’Amministrazione comunale per le sedi offerte, per i locali e le utenze e per l’aiuto concreto che ha offerto nelle attività. Giampieretti ha dedicato il premio alla mamma Maria Luzi e alla nipote Lorella Novelli, cui è intestata la società di pallavolo. Dopo la foto di rito, il concerto è ripreso con il Maestro Faini che ha diretto la sinfonia della Forza del Destino, seguito dal Maestro Bartoloni con uno dei balli presenti nel primo atto de La Vestale, l’Allegro marziale. Il Maestro Faini ha riproposto un altro brano per banda militare dello stesso Spontini, Borussia, canto popolare prussiano dedicato da Gaspare Spontini al popolo prussiano al momento del suo ingresso in Prussia, datato intorno al 1818. Al termine del Concerto il sindaco Carbini ha ringraziato tutti i componenti delle bande per l’impegno, inoltre ha offerto ai Maestri direttori Bartoloni e Faini le medaglie realizzate in occasione del bicentenario della prima rappresentazione de La Vestale. Sono intervenuti anche i Presidenti delle due associazioni musicali Virgilio Contadini e Claudia Mancini che si sono dimostrati molto soddisfatti per il lavoro congiunto. Il Presidente provinciale dell’Anbima, Ermanno Costantini, ha voluto ricordare anche Aurelio Beltrani, definito persona di poche parole ma concreta, a questo scopo ha portato alla Società Filarmonica un ricordo del musicante scomparso. Fotoservizio Marco Palmolella Nella prima foto il busto di Gaspare Spontini con i labari delle due bande; nella seconda l’organico al completo; nella terza i premiati dello Spontini d’Oro, da sinistra Dario Giampieretti, Alessandra e Mauro del Gruppo Giovanile di Servizio, il sindaco Carbini ed Edda Guerro. MONSANO: UNA PARTECIPATA ESPERIENZA DI PREGHIERA PER TUTTA LA COMUNITÀ CON L’OASI DELLA PACE “La ripetizione è una legge dell’amore”, come nel rosario Presso il Santuario di Santa Maria di Monsano, l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, si è celebrata la Consacrazione di adulti e bambini. La celebrazione, nata dalla collaborazione tra l’Oratorio di Monsano e il gruppo di preghiera Oasi della Pace, ha visto la partecipazione della Comunità di Monsano e non solo. Alle 17 c’è stata l’accoglienza dei tanti partecipanti: ognuno ha ricevuto una corona. I bambini presenti, una cinquantina, hanno animato il rosario. Don Alberto Balducci ha spiegato il valore della Consacrazione: “ci si dona a Gesù, per mezzo di Maria” e quello del Rosario: “la ripetizione è una legge dell’amore”. Le decine sono state intervallate da due testimonianze molto toccanti. Due giovani mamme hanno raccontato come vivono la preghiera. Entrambe hanno incontrato il dolore. La perdita di un figlio e la malattia. Nel dolore, hanno incontrato la grazia. Hanno capito che non erano sole a portare il loro peso. Si sono aperte e vivono la preghiera del cuore. Il rosario è una catena d’amore, e Maria, mentre stiamo alla sua presenza, agisce. Nella semplicità, nell’umile ripetizione, possiamo crescere nell’amore. I bambini presenti, attraverso i disegni realizzati, le scenette e le preghiere scritte per la Vergine, sono stati partecipi ed emozionati. Loro hanno recitato la corona. Un’esperienza nuova, ma bella. I bambini hanno raccontato la storia di Maria a Beirut e hanno disegnato il sogno di Don Bosco. La quinta decina è stata animata da una scenetta sulle apparizioni del 1471, avvenute a Monsano. Veronica ha raccontato la storia di Fra Giordano e i bambini l’hanno rappresentata, ricordando che, alla fine, i Massari monsanesi si sono convinti che bisognava edificare la cappella che Maria chiedeva. Dissero di sì all’edificazione, in località dell’Olmo, di una chiesetta dedicata alla Vergine. Il posto, da teatro di battaglie, divenne luogo di pace. Maria promise che avrebbe dispensato grazie nel Santuario. “La consacrazione di tante persone è stata una grande grazia”. Questa la frase che serpeggiava tra i tanti fedeli presenti. La serata si è conclusa con un falò e una merenda, allietata dal vin brulé. VALLESINA v oce 9 FEBBRAIO 2014 della v allesina 13 MOIE: INAUGURAZIONE DELL’AMPLIAMENTO DEL DISTRETTO SANITARIO CON IL GOVERNATORE SPACCA E GLI AMMINISTRATORI La sanità parte dalla fiducia tra i cittadini e gli operatori Cerimonia di inaugurazione, sabato 1 febbraio alle 10.00, dei locali del Distretto sanitario di Moie, riaperto al pubblico dopo i lavori di ampliamento interno. Il completamento di questo primo stralcio è parte del progetto che con la rivisitazione degli assetti organizzativi del sistema sanitario territoriale della Vallesina, dovrà trasformare la struttura in Casa della Salute. Presenti al taglio del nastro il sindaco Giancarlo Carbini e gli assessori di Maiolati Spontini, il presidente della Regione Gian Mario Spacca, il neo direttore generale dell’Asur Marche Gianni Genga, il direttore dell’Area Vasta 2 Giovanni Stroppa, il vescovo mons. Gerardo Rocconi, il parroco don Fabio Belelli, il presidente dell’ASP Ambito IX Paolo Cingolani e la dottoressa Gabriella Beccaceci, responsabile del Distretto di Moie. Sono intervenuti i consiglieri regionali Fabio Badiali, Enzo Giancarli e Raffaele Bucciarelli, sindaci e assessori del territorio, tanti cittadini di Moie e della Vallesina. Dopo la benedizione dei locali da parte del vescovo Gerardo, il sindaco Carbini ha rilevato «l’importanza di questa inaugurazione, che dovrà continuare con la realizzazione, in tempi da verificare e concordare, della Casa della salute, a cui i cittadini potranno rivolgersi in ogni momento per trovare una risposta ai propri problemi di salute, sia in ricovero residenziale, sia attraverso i servizi distrettuali, sociali, di prevenzione e ambulatoriali specialistici.» Carbini ha rivolto un ringraziamento particolare a tutti gli operatori della struttura, per il lavoro svolto con generosità e diligenza. «La sanità parte dal territorio. – ha affermato Spacca nel suo intervento - Avere a disposizione i distretti e le Case della salute significa rinsaldare il rapporto di fiducia con il cittadino sul diritto alla salute. Sono punti importanti per l’organizzazione sanitaria, perché fungono da filtro agli ospedali. La struttura di Moie è in questo senso fondamentale affinché il nuovo ospedale di Jesi, per il quale tra poche settimane saranno termi- nate le operazioni di attivazione delle sale operatorie, possa concentrare la propria attività sulle prestazioni maggiormente critiche. È indispensabile attivare uno spirito di forte collaborazione tra istituzioni ai vari livelli, professionisti e cittadini, tra strutture territoriali, ospedali per acuti e ospedali di alta specializzazione. L’obiettivo della Regione è sviluppare un numero sempre maggiore di strutture territoriali come quella di Moie, affinché la sanità possa raggiungere performance ancora più elevate delle attuali. Nonostante avrà 1,3 miliardi in meno di trasferimenti statali nei prossimi tre anni, la Regione non intende in alcun modo tagliare sui diritti fondamentali dei cittadini come la sanità». Anche i direttori Genga e Stroppa, alla loro prima uscita ufficiale nei loro rispettivi ruoli, hanno sottolineato l’importanza dei presidi sanitari sul territorio, sia per rendere più capillari e vicini ai cittadini i servizi, sia come filtro per le strutture ospedaliere e specialistiche. La dottoressa Beccaceci ha manifestato la propria soddisfazione per il primo risultato ottenuto, «frutto di una positiva collaborazione con l’Amministrazione comunale di Maiolati Spontini, che ringrazio, così come tutti gli operatori del Distretto». Per l’intervento di adeguamento e miglioramento dei locali il comune di Maiolati Spontini ha investito circa 80 mila euro. La superficie riqualificata e aggiunta al distretto sanitario è di circa 170 mq. Al piano terra è stata ampliata la sala di attesa e creato un nuovo front office. Dagli spazi prima utilizzati da attività comunali è stata ricavata una nuova sede per la guardia medica con bagno, un locale per le vaccinazioni e tre salette per prelievi. Al primo piano, la superficie aggiuntiva è destinata ad una sala infermieri, ad un ambulatorio ginecologico con bagno e ad un consultorio e corsi pre-parto. La cerimonia è stata anche occasione di incontro per discutere e verificare le prospettive del progetto generale Casa della Salute e la dotazione di risorse della sede del Distretto, anche alla presenza del progettista Marco Battistelli, che ha illustrato le caratteristiche principali del progetto. Intanto nei nuovi locali, consegnati nei giorni scorsi, sono riprese le attività dell’Unità Cure primarie dell’ambito C di Moie. Tiziana Tobaldi www.citroen.it NUOVA CITROËN C3 5 PORTE CON CLIMA: - TUA DA 9.850 EURO - TUA A 99 EURO AL MESE CON MANUTENZIONE PROGRAMMATA INCLUSA - DOPO 2 ANNI SEI LIBERO DI SOSTITUIRLA CON UNA NUOVA, TENERLA O RESTITUIRLA TAN 3,99%, TAEG 8,19%. TI ASPETTIAMO XXXXXXXXXXXXXXXX. 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Le foto sono inserite a titolo informativo. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX [email protected] 1 30/10/13 15.01 14 v JESI IL PALAZZO E DINTORNI oce della v allesina 9 FEBBRAIO 2014 IL LIBRO DI BARBARA MONTESI SULLE SCRITTURE PRIVATE Cristina Honorati Colocci e la Guerra Un po’ peggio degli altri Per non essere troppo dispersivo, limitandomi solo ad alcuni dati recenti, richiamo l’attenzione sull’edilizia e sull’attività produttiva nella nostra Jesi. In merito al primo argomento il nostro assessore Mario Bucci ci fa sapere quello che, purtroppo è un male nostro, ma anche d’Italia: la impressionante diminuzione dell’attività edilizia che, nell’anno passato ha toccato un meno 40 per cento circa. E poiché è noto che l’edilizia è matrice di tanti settori produttivi, la crisi si ripercuote su tanti aspetti della nostra attività economica. Comprese le minori entrare per il comune in questo settore specifico: una diminuzione del 25% circa degli oneri di urbanizzazione che, comunque, l’amministrazione intende destinare non all’ordinaria amministrazione, ma ad opere pubbliche, per poco che sia. Bene! Le vie suggerite per facilitare un difficilissimo recupero rimangono la sburocratizzazione degli iter delle pratiche e la riduzione degli oneri di urbanizzazione. Ma non ci facciamo illusioni neanche se sarà ripresa in mano una proposta di Variante. Se Roma ha oltre due milioni di appartamenti liberi, Jesi ha la bella proporzione di oltre 2000 appartamenti. Voglio dire che l’edilizia – al di là della crisi quadriennale che prima o poi potrebbe anche passare – ha pesanti radici negative per una eventuale ripresa. Ci potrà salvare, almeno entro certi limiti, solo il recupero del vetusto e l’adeguamento del meno vecchio. Non certamente una ulteriore cementificazione del nostro straordinario territorio che già abbiamo abbondantemente calpestato: si pensi soltanto all’obbrobrio – sotto tutti gli aspetti – del previsto Gigante Super-mercato & Varie in zona ex Sadam. (Chissà se un miracolo potrà salvarci da un errore urbanistico-economico e sociale deleterio nei secoli!). Sul piano produttivo in generale la crisi a Jesi e Vallesina continua a permanere, mentre – sono notizie di questi giorni – in sede regionale qualche cosa si muove in positivo. Un incremento del 12 per cento delle esportazioni nell’ultimo anno ci mette in collegamento con diversi territori del nord e offre motivi di speranza. Ma Jesi ancora non reagisce, forse perché i settori che più mostrano ripresa – tessili, abbigliamento, farmaceutici, mezzi di trasporto, calzature – non sono allocati presso di noi. Si pensi soltanto che sono articoli che hanno avuto un incremento oscillante tra il 6, il 50 e il 120 per cento circa. Un recupero che fa onore alla nostra regione e fa ben sperare un po’ a tutti. Ma Jesi è ferma. Anzi: si affacciano ancora rischi di ulteriori perdite di posti di lavoro se teniamo presente tutta la Vallesina. Non azzardo a dare suggerimenti: è troppo difficile. Esprimo solo l’impressione che l’amministrazione comunale, di fronte a questa tragica situazione, si comporta come se si trattasse di un problema ordinario. v.m. notiziebrevi Insieme Civico alle elezioni Il Movimento Politico Insieme Civico, dopo essere presente nel Comune di Jesi con tre Consiglieri di maggioranza appoggiando al ballottaggio al sindaco Bacci e successivamente presentandosi a Falconara con una lista che ha appoggiato il sindaco attuale Brandoni avendo un Consigliere di maggioranza, allarga il suo progetto nei comuni della Vallesina e non solo. Negli ultimi mesi ha fatto degli incontri con alcuni cittadini di Maiolati Spontini, Castelbellino, Monte Roberto, Mergo, Monte San Vito, Monsano e altri comuni, per iniziare un cammino comune e condiviso verso le Elezioni del 2014. Il motto di Insieme Civico “l’Ascolto di tutti per decidere insieme”, è la base del progetto iniziato nel 2012 e continua tenendo sempre conto della voce del cittadino. In comune a Jesi Prevenire fenomeni di corruzione nella pubblica amministrazione e contrastare quel malcostume politico e amministrativo nell’ambito del quale i soggetti che agiscono per conto ATTUALITÀ dell’Ente pubblico abusano del potere loro conferito per perseguire interessi personali o privati. Queste le finalità del Piano triennale di prevenzione della corruzione approvato dalla Giunta comunale di Jesi che, nella sua ultima seduta, ha voluto inviare un messaggio forte e chiaro, recependo appieno le disposizioni di legge in materia. Un Piano che si integra con quello sulla trasparenza e con il Codice di comportamento del personale comunale che fanno parte di un pacchetto di provvedimenti licenziato dalla Giunta per rendere trasparente ed eticamente corretta l’attività amministrativa. A Monsano la bonifica Il comune di Monsano ha presentato lo stato di avanzamento del progetto di bonifica da Cromo esavalente dell’area “ex Sima Industrie” (da tempo sottoposto a procura fallimentare), con la situazione del relativo sistema delle falde acquifere. Un percorso che sta procedendo, dopo l’approvazione dell’iter progettuale approvato nel 2009. Il rapporto tra donne, guerra e cittadinanza nell’Italia liberale, il passaggio dell’idea di patria dai padri del Risorgimento ai loro figli, ma ancor più la lettura delle scritture private di Cristina Honorati Colocci - nobildonna e crocerossina volontaria nel primo conflitto mondiale, figlia di Antonio Colocci, patriota - nell’interpretazione dell’attrice jesina Cristina Cirilli, hanno conquistato e coinvolto intensamente il pubblico intervenuto alla presentazione del volume di Barbara Montesi presso la sala maggiore del Palazzo della Signoria, nella serata di giovedì 16 gennaio. Dedicato interamente alla figura della marchesa, il libro della bella e brava ricercatrice jesina in storia contemporanea all’Università di Urbino, intitolato “Ho vissuto come in sogno. Cristina Honorati Colocci e la Grande Guerra” e pubblicato per i tipi della casa editrice Affinità Elettive, ricostruisce l’esperienza riportata dalla nobildonna nella prima guerra mondiale attraverso i diari e le lettere da lei scritte tra il 1916 e il 1918, ossia durante il servizio svolto come crocerossina volontaria in alcuni ospedali da campo dell’Italia del nord. «Nella prima parte del volume - ha spiegato l’autrice ai numerosi appassionati di storia locale presenti all’evento - viene riportata un’analisi dell’esperienza di guerra della marchesa Honorati Colocci, partendo dal problema della definizione della cittadinanza femminile e del ruolo delle donne in un passaggio cruciale per la storia d’Italia e d’Europa e soffermandosi poi sul tema dei legami generazionali e della trasmissione dell’idea di patria tra genitori e figli. Nella seconda parte, invece, sono stati raccolti gli scritti della marchesa Cristina testimonianti la sua esperienza di donna in zona di guerra: i due diari scritti tra il 1916 e il 1918 e le lettere inviata al fratello Adriano Colocci e all’amico Augusto Tamburini nel 1917». La manifestazione è stata introdotta dall’assessore alla Cultura di Jesi Luca Butini e dall’editore del libro, Valentina Conti. Foto e testo di Paola Cocola A SERRA DE’ CONTI L’8 FEBBRAIO ALLE 9 SI PARLA DI PAC Quale agricoltura per il futuro ? L’accordo per la riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) 2014-2020 è stato siglato a Bruxelles il 26 giugno scorso. Seppur complessivamente le risorse si ridurranno, aumentano però proporzionalmente, rispetto al periodo precedente 2007-2013, le risorse destinate alla “ricerca, innovazione ed istruzione”, con l’evidente intento di sostenere lo sviluppo e l’occupazione. Nelle intenzioni, la nuova PAC sarà più attenta ai produttori (quelli veri) e all’ambiente, con un occhio alla produttività e alla sicurezza alimentare. Saranno promosse le attività ecocompatibili (es. pascoli permanenti, aree ecologiche) e la diversificazione delle colture. L’accordo prevede una “lista nera” di tutte quelle “entità” che ben poco hanno a che fare con l’agricoltura (aeroporti, società immobiliari, club sportivi…) e che quindi non potranno più beneficiare, come è accaduto in passato, degli aiuti comunitari. E’ prevista una “discriminazione positiva” per favorire l’accesso dei giovani che abbiano meno di 41 anni, alla professione di agricoltore, cui sarà destinato il 25% in più dei pagamenti diretti spettanti per ettaro. Per capire meglio che effetti si avranno da queste novità sul nostro territorio, sabato 8 febbraio alle 9, si svolgerà a Serra de’ Conti un convegno cui parteciperanno esperti del settore come Evasio Sebastianelli, Loredana Campitelli e Danilo Coppa che illustreranno la nuova PAC, produttori innovativi come Antonio Trionfi Honorati, che sta reintroducendo la canapa nelle Marche (dalla coltivazione alla lavorazione tessile, con molteplici derivati nel settore cosmetico, per la coibentazione in edilizia, come fertilizzante...) a coltivazione biologica. Concluderà l’incontro il consigliere regionale Enzo Giancarli, cui spetta di illustrare le scelte che la Regione Marche sta proponendo per il settore agricolo. Il Sindaco Arduino Tassi SPORT E TEMPO LIBERO 9 FEBBRAIO 2014 NUOVA INIZIATIVA DEL GRUPPO MICOLOGICO JESINO FEDERICO II v oce della v La Fileni Bpa vola a Trapani Anche quest’anno il Gruppo Micologico Jesino Federico II organizzerà il Corso sul riconoscimento e l’utilizzo delle erbe spontanee. Giunto alla settima edizione, avrà inizio il 20 febbraio e terminerà intorno alla metà di aprile, e sarà articolato in sedici lezioni teoriche e pratiche, prevedendo quattro escursioni alla scoperta delle varie specie. Alla fine del corso, a tutti i partecipanti, verrà rilasciato un Attestato di Raccoglitore di Erbe Spontanee. Obiettivo del corso non è solo imparare a riconoscere le essenze utili e il loro valore nutrizionale, ma anche il recupero delle vecchie tradizioni popolari, quan- Il mal di trasferta della Fileni Bpa sembra non voler passare. Anche domenica scorsa gli arancio-blu hanno incassato una sconfitta nello scontro salvezza in quel di Trieste, dove i padroni di casa si sono imposti per 72 a 66. Un ko che ha lasciato il segno. Durante un’azione di gioco Mason Rocca è caduto su un tabellone pubblicitario, riportando la frattura dell’astragalo. Per l’italo-americano si profila uno stop di oltre un mese. Il suo ritorno è previsto per metà marzo, come per Goldwire. Il play nativo della Florida sta recuperando dallo strappo subito contro il Torino. Giovedì 6 gli jesini avevano ricevuto al PalaTriccoli il Brescia per il turno infrasettimanale. Alla gara avevano assistito anche i circa cinquemila studenti delle scuole superiori della città, nell’ambito dell’iniziativa “Auroraischool” nata dalla collaborazione tra la società e il McDonald’s di Jesi. Il progetto ha come obiettivo avvicinare i giovani al basket e rafforzare il legame con il territorio. “Auroraischool” va ad affiancarsi al “Progetto Scuola”, che da dieci anni si occupa dei bambini delle scuole elementari. La classi- Alessandro Gentili SCHERMA:Coppa del Mondo di fioretto femminile in Polonia Di Francisca e Vezzali ko a Danzica Non è iniziata benissimo la Coppa del Mondo di fioretto femminile per i colori jesini. Le due campionesse del Club Scherma, Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca, nella prima tappa del torneo disputata lo scorso fine settimana a Danzica, in Polonia, non avevano nemmeno raggiunto il podio. A trionfare era stata la campionessa iridata ai recenti mondiali di Budapest, Arianna Errigo. La lombarda in finale si era imposta sulla statunitense Prescod per 15-8. Se per la Di Francisca il cammino era iniziato nel tabellone principale, la Vezzali era dovuta partire dai gironi di qualificazione, a causa della lunga assenza dalle pedane. Le due jesine si erano trovate di fronte negli ottavi per un derby molto sentito. A prevalere per 7-6 era stata proprio la Di Francisca, sconfitta poi, nei quarti dalla russa Korobeynikova 15-13. Soddisfatto del risultato il ct azzurro, Andrea Cipressa. «Era importante iniziare bene. Elisa Di Francisca deve ancora trovare la piena forma fisica ma il risultato è soddisfacente. Ho visto bene anche Valentina Vezzali, al rientro dopo un anno di assenza, esclusa la parentesi dei mondiali». Questo fine settimana la Coppa del Mondo farà tappa a Budapest. Per la Croce Rossa Domenica il derby con il Pesaro Rubrica in formato ridotto, oggi. Domenica scorsa, infatti, a differenza di quanto era stato scritto, la Jesina non ha giocato. Ha osservato un turno di riposo, così come quasi tutte le altre squadre del girone. Sono stati disputati due recuperi: il primo tra Agnolese e Amiternina (1-0) il secondo tra Sulmona e Matelica (1-2), I due recuperi hanno aggiornato i quar- tieri alti della classifica, dove troviamo ora al secondo posto, non più la Maceratese, ma il Matelica (43 punti). La differenza tra le prime due ora è di quattro punti. Domenica prossima, dunque, si gioca Jesina-Pesaro, in classifica rispettivamente al settimo posto (31 punti) e al quarto (37 punti). gilus Giuseppe Papadia La multimedialità in classe 16 FEBBRAIO A PONTEMAGNO CALCIO: Jesina ferma per il turno di riposo fica dopo il quarto turno di ritorno: Trento 28; Torino, Capo D’Orlando 26; Barcellona, Veroli, Trapani 22; Verona, Biella, Brescia 20; Casale Monferrato, Napoli, Ferentino 18; Fileni Bpa Jesi, Trieste 14; Forlì 12; Imola 2 punti. Domenica 9 febbraio gli arancio-blu volano a Trapani (ore 18) per confrontarsi con una delle compagini in lotta per il vertice del campionato. I siciliani sono allenati dall’esperto coach ex Milano, Lardo. L’ex di turno è Rizzitiello, cresciuto nelle giovanili dell’Aurora ma ora in forza ai trapanesi. All’andata finì 94 a 88 per gli jesini (foto Candolfi). DILETTA ONLUS: due Lavagne alla scuola secondaria di Castelplanio Giuseppe Papadia Il Comitato Locale di Jesi, della Croce Rossa aps, organizza il tradizionale matinèe danzante nei locali della Sala Milonga presso il Ristorante Pontemagno, domenica 16 febbraio, a partire dalle 16. Saranno offerti cotillons all’ingresso a ogni signora intervenuta ed è prevista una ricca lotteria con numerosi premi. È stato concordato il prezzo del biglietto d’ingresso a € 7.50, consumazione compresa. Le adesioni possono essere raccolte anche anticipatamente, telefonando al numero: 0731 704930 del Ristorante. 15 BASKET LEGA GOLD NUOVA INIZIATIVA “AURORAISCHOOL” Settima edizione del Corso di erbe do le erbe spontanee venivano utilizzate non solo a tavola ma anche come validi rimedi di medicina naturale. Sarà possibile iscriversi al corso sia telefonicamente sia in occasione della Festa del Tesseramento prevista per sabato 15 febbraio presso la sede del gruppo in Via Bencari. Una contenuta quota di partecipazione che consente anche l’adesione ad un gruppo che da anni si impegna a far conoscere, attraverso un approccio divulgativo, scientifico e sociale, il mondo dei funghi e della natura a un numero sempre crescente di appassionati. allesina Mercoledì 18 dicembre, alle 11, presso la scuola secondaria di “E. Fermi” di Castelplanio, si è svolta la cerimonia inaugurale delle due Lavagne Interattive Multimediali donate dall’associazione Diletta Onlus alla scuola, installate nelle classi 1E e 3E. «Strumenti molto utili nella didattica – ha affermato il dirigente scolastico Nicola Brunetti ringraziando l’associazione - La multimedialità è diventata parte integrante del lavoro scolastico e offre a studenti e docenti la possibilità di integrare e ampliare apprendimenti e contenuti disciplinari.» L’assessore alla pubblica istruzione Paolo Grizi ha invitato gli studenti ad un uso appropriato e corretto degli strumenti informatici, evidenziandone le potenzialità e i rischi. Paolo Pigliapochi, fiduciario di plesso, ha illustrato l’utilità delle Lim in molte discipline, soffermandosi in particolare sull’elaborazione degli spartiti che i docenti del corso ad indirizzo musicale utilizzano. Fernando Borgani e Orietta Duca hanno spiegato agli studenti le finalità dell’associazione che presiedono, nata in memoria di Diletta, scomparsa nel 2004: «Quattro sono i settori di intervento: due ospitalità annuali (estiva ed invernale) a favore dei bambini della Bielorussia; progetti da tempo avviati in Africa, in particolare per l’istruzione dei bambini, per l’approvvigionamento idrico e in attività di sostegno ad un centro sanitario; aiuti alimentari al Centro Caritas di Angeli di Rosora. Infine, nel settore della formazione, borse di studio agli studen- ti meritevoli e in condizioni economiche disagiate e acquisto di Lavagne Interattive Multimediali.» «Diletta ha studiato in questa scuola, dal 1995 al 1998» ha detto Orietta Duca, ricordando sua figlia. La sua immagine e il suo sorriso accompagneranno studenti e insegnanti ogni giorno. E tutti ricorderanno la commozione silenziosa e composta che ha attraversato ciascuno, quel giorno. Giunta dritta al cuore. Istituto Comprensivo “C. Urbani” Moie-Castelplanio-Poggio San Marcello Editrice SHALOM Finalmente disponibile il nuovo “Pregate, pregate, pregate” codice 8000 pagine 2080 12,00 € Completamente rinnovato nella grafica e ampliato nei contenuti. Più di 2000 pagine! “Un libro speciale, di grande qualità sempre al miglior prezzo!” Prefazione del Cardinale Angelo Comastri Sfoglialo e scoprirai la preghiera a misura del tuo cuore che ti suggerisce le parole giuste per parlare al Signore, a Maria, ai santi... Per ordinare o IL LIBRO PIÙ VENDUTO DOPO LA BIBBIA Le Preghiere: Preghiere per ogni giorno, alla Trinità, al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, alla Vergine Maria, a San Giuseppe, alla Santa Famiglia, agli Angeli, i santi ci insegnano a pregare, altre preghiere, i Santuari mariani. Dal 1 marzo si può acquistare anche presso la nuova LIBRERIA SAN GIUSEPPE in Corso Carlo Alberto, 77 - Ancona