ventitre anni di lotta e resistenza zapatista Storia del movimento zapatista 1983 Il 17 novembre cinque persone formano l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Seguono 10 anni di preparazione ed organizzazione politica e militare del movimento. 1994 1 gennaio insurrezione armata in sette diversi capoluoghi municipali. 1 gennaio entra in vigore il Trattato di Libero Commercio. Prima Dichiarazione della Selva Lacandona, in cui chiedono domande basiche per il popolo. Convenzione Nazionale Democratica. Iniziano i dialoghi con la mediazione di Samuel Ruiz. Incontro con il PRD Seconda Dichiarazione della Selva Lacandona, in cui chiamano la società ad un passaggio pacifico alla democrazia. 1995 Terza Dichiarazione della Selva Lacandona, con l’obiettivo di lottare per unire tutte le forze politiche di opposizione. Tradimento del governo durante le negoziazioni. Dialoghi di San Andrés Sacamch’en de los Pobres. . 1996 Nascono i cinque Aguascalientes come spazi di incontro politico e culturale. Quarta Dichiarazione della Selva Lacandona, in cui chiedono una soluzione pacifica. Nasce il Congresso Nazionale Indigeno. Si firmano i primi accordi ma immediatamente dopo c’è la rottura dei dialoghi. 12 ottobre manifestazione a Città del Messico. 1997 Aumenta la presenza militare in tutto il territorio del Chiapas e in particolare nella Zona Nord. Gli zapatisti usano il silenzio come arma di difesa. Marcia di 1.111 Basi di Appoggio al D.F. Aumenta la violenza nella zona de Los Altos. Il 22 dicembre un gruppo paramilitare chiamato “Mascara Roja” massacra 45 persone della comunità di Acteal, nel Municipio di Chenalò, appartenente alla società civile Las Abejas. 1998 Aumenta la violenza militare. Silenzio come risposta. Mobilitazioni nazionali ed internazionali. Quinta Dichiarazione della Selva Lacandona, in cui si convoca una Consulta per il Riconoscimento dei Diritti e della Cultura Indigena e per la fine della guerra di sterminio. 1999 Inizia la Consulta e a marzo dai cinque “aguascalientes” partono cinquemila zapatisti per tutto il paese. Aumenta la campagna di contrinsurrezione e persecuzione. 2000 Vicente Fox Quesada, ex gestore della Coca Cola, si candida come presidente nel PAN, partito di estrema destra. L’EZLN decide di non entrare nel gioco politico elettorale. Marcia del Colore della Terra, per esigere il compimento degli Accordi di San Andrés e il Riconoscimento dei Diritti e Cultura Indigena. La COCOPA e il governo elaborano una riforma di legge che l’EZLN non accetta perché rifiutano le richieste principali. Aumentano le azioni militari. Entra in vigore il PPP. 2001 2002 Tutti i poteri della nazione negano il riconoscimento dei Diritti e della Cultura Indigena. Nasce la rivista Rebeldìa 2003 La COCOPA elabora una nuova iniziativa di legge che non racchiudeva tutti gli Accordi di San Andrés e dei Diritti Indigeni, ma fu accettata dalle due parti. Nascono i Caracoles e le Giunte di Buon Governo. 2006 Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. “otra campaña”. Preparazione di un incontro intergalattico. Gradi di partecipazione nell’EZLN Basi di appoggio Sono le persone delle comunità organizzate per la guerra e per la vita civile e politica. Sono loro a risolvere i bisogni basici dell’esercito, quali logistica, informazione, rifornimenti, alimentazione e reclutamento. Forze messicane di milizia persone dei villaggi addestrate militarmente che si uniscono all’esercito zapatista quando c’è necessità. EZLN esercito vero e proprio formato da “insurgentes”, ha una struttura ed una gerarchia militare. Vivono in accampamenti nelle montagne. Comitato clandestino indigeno rivoluzionario sono le persone che hanno maggior la autorità morale delle comunità. Sono eletti dal popolo. Raccolgono il sesntire generale e lo riportano sotto forma di ordine all’EZLN. Organizzazione territoriale Caracoles: spazi di incontro politico e culturale, come lo erano prima gli aguascalientes. Sono le porte per entrare nelle comunità, e perché le comunità escano. Giunte di buon governo: hanno sede nei caracoles ed hanno diversi fini, tra cui contrastare il disequilibrio nello sviluppo dei municipi autonomi e delle comunità, vigilare per il compimento della legge, mediare i conflitti tra municipi e con i paramiliatari. Municipi autonomi: con questi l’autogoverno si distacca dall’ombra della struttura militare. L’EZLN e membri del Comitato Clandestino Indigeno non possono occupare carichi nell’organizzazione civile delle comunità in resistenza. Consigli autonomi: hanno sede nel capoluogo di ciascun municipio autonomo, sono un consiglio di persone di diverse comunità che a turno prestano servizio come autorità del municipio. La resistenza • è collettiva, ciò che aiuta è l’esperienza ancestrale delle comunità. • è esperienza, storia e coscienza della storia: prima lo sviluppo all’interno delle loro culture, poi la necessità di sopravvivere all’annichilimento e all’etnocidio lungo la storia (conquista, colonia, Messico indipendente e Messico moderno). • è costruzione dell’autonomia: la collettività, il loro lavoro politico, il controllo sul lavoro degli altri, lo sviluppo di forme di comunicazione interne alle comunità, fanno si che le comunità possano sostenere e proteggere tutti coloro che vogliono mantenersi in resistenza. Autonomia • • • • Autonomia economica Autonomia politica Autonomia del sistema sanitario Autonomia del sistema educativo Tre sono le parole d’ordine, i concetti, che hanno permesso al movimento di vivere in resistenza e la costruzione della loro autonomia. Fuoco: azioni militari e preparativi. Parola: incontri, dialoghi, comunicati e silenzio. Popoli: processo organizzativo, forma in cui si sviluppa la loro organizzazione. Una proposta di “altra politica” 1. Non più politica come qualcosa di statale, ma volontà di restituire alle persone ciò che gli appartiene e gli corrisponde per diritto. 1. Riorganizzazione dell’antagonismo sociale perché l’unica forma di espressione politica non è quella del partito. Dà carattere sovrano all’azione sociale e cerca di costruire nuove relazioni. 1. La cornice politico-teorica della “altra politica” è costruita in relazione alla sua pratica, ovvero il programma è elaborato da molti soggetti sociali, non in parlamento ma dove la gente lavora, vive e si organizza. 1. Necessità di ascoltare. Il fine dell’ Altra Campagna è quello di ascoltare tutte le persone, costruire nuovi spazi per la parola, che permetteranno di costruire un nuovo programma. 1. Cerca di costruire una proposta globale partendo dal basso, dagli sfruttati e dagli oppressi. 1. Affronta il problema del machismo e dell’importanza della donna.