GEOTECNICA LEZIONE 11 PROBLEMI DI STABILITA’ ANALISI LIMITE SPINTA DELLE TERRE Ing. Alessandra Nocilla 1 PROBLEMI DI STABILITA’ OPERE DI SOSTEGNO 2 OPERE DI SOSTEGNO RIGIDE La stabilità è legata al peso W dell’opera stessa o al peso WT del terreno che grava sulla suola di fondazione. FLESSIBILI La stabilità è assicurata dalla mobilitazione della resistenza passiva nella parte infissa e dalla eventuale presenza di altri vincoli come, ad esempio, un sistema di ancoraggio. In entrambi i casi l’entità e la distribuzione delle azioni che il terreno esercita sull’opera sono legate all’entità e al tipo di movimento che essa manifesta, e pertanto la determinazione di tali azioni richiede l’analisi dell’interazione terreno-struttura. La complessità del problema è però tale che solo per le opere flessibili (e in determinate circostanze) si risolvano schemi di interazione secondo procedure sofisticate. Nella maggior parte dei casi si ricorre a soluzioni approssimate (come quelle ricavabile dell’equilibrio limite globale), la cui validità applicativa ha avuto riscontro in osservazioni del comportamento di strutture in scala reale o modelli. 3 OPERE DI SOSTEGNO RIGIDE Muro a gravità Dimensionati in modo tale che la risultante R non produca in alcuna sezione tensioni di trazione. Muro a gravità semi- Per ridurre la massa di calcestruzzo consente di armare debolmente Muro a mensola Soluzione ricorrente ed economica fino a 6-7m. Muro a contrafforti Soluzione a mensola per H > 6-7m. Muro cellulare Elementi prefabbricati riempiti da materiale drenante. 4 PROBLEMI CONNESSI ALLA MECCANICA DELLE TERRE DEVONO TENERE CONTO EQUAZIONI DI CAMPO LEGAMI COSTITUTIVI -Equazioni di equilibrio -Descrivono il comportamento -Equazioni di conservazione della massa tenso-deformativo del terreno. L’uso di relazioni generali è già complesso nel caso di mezzi monofase, a maggior ragione nella Meccanica delle Terre dove abbiamo a che fare da materiali costituiti da almeno due fasi (mezzi saturi). La sua definizione con validità generale è praticamente impossibile in quanto i terreni: - Comportamento non lineare già a piccole deformazioni. - Attrito: comportamento influenzato non solo dallo sforzo deviatorico ma anche da quello normale. - In CD manifestano ∆V, in CND manifestano ∆u. - Anisotropia (per la struttura intrinseca e per lo stato di consolidazione) - Instabilità (presenza della dilatanza e caduta post picco). - Comportamento dipendente dalla variabile tempo (creep, etc) NECESSITA’ DI SEMPLIFICAZIONI (a) I problemi vengono suddivisi in: PROBLEMI DI STABILITA’ Condizione di equilibrio limite PROBLEMI DI DEFORMAZIONE (b) Leggi costitutive semplificate ANALISI DI STABILITA’ Mezzo rigido perfettamente plastico CALCOLO DELLE DEFORMAZIONI (c) Spesso sono soddisfatte solo in parte le equazioni di campo Condizione di esercizio Modello elastico-lineare-isotropo 5 PROBLEMI DI STABILITA’ METODI DISPONIBILI PER LA RISOLUZIONE METODI DELL’ANALISI LIMITE L’analisi limite ricerca mediante un metodo cinematico e un metodo statico rispettivamente il limite superiore e un limite inferiore del carico di collasso reale. È basato fondamentalmente su due teoremi: -Teorema del limite inferiore - Teorema del limite superiore È così articolato: METODO DELL‘ EQUILIBRIO LIMITE GLOBALE 1) Individua, tramite diversi tentativi, la superficie di scorrimento più critica. 2) Assume una distribuzione di tensioni lungo tale superficie 3) Risolve il problema mediante un’equazione di equilibrio globale del terreno considerato come corpo rigido all’interno della superficie di scorrimento. METODO DELLE CARATTERISTICHE Basato sul presupposto che in una massa di terreno in incipiente stato di collasso devono essere soddisfatti sia il criterio di rottura che le condizioni di equilibrio. Equazioni di Kotter (1903) 6 PROBLEMI DI STABILITA’ ANALISI LIMITE (testo di riferimento: CRAIG) 7 SPINTA DELLE TERRE INTRODUZIONE Come valutare l’intensità e la distribuzione della spinta laterale su una struttura? Anche se si assume la condizione di deformazione piana, la trattazione rigorosa di questo problema, considerando cioè sia lo stato tensionale che deformativo, necessiterebbe il coinvolgimento della conoscenza delle equazioni appropriate definenti i legami costitutivi del terreno e la soluzione delle equazioni di equilibrio e di congruenza per le date condizioni al contorno. È possibile determinare gli spostamenti con il metodo degli elementi finiti utilizzando un software idoneo se si è in grado di fornire valori realistici dei parametri di deformabilità del materiale. Ad ogni modo, è la condizione di rottura quella che interessa e, in questo contesto, considerando che lo stato deformativo non è richiesto, è possibile utilizzare il concetto di rottura plastica. In questo senso i problemi di stabilità saranno considerati come problemi nella plasticità. Si assuma che allora il legame costitutivo del terreno sia del tipo rigido-perfettamente plastico, come mostrato in figura. Questa assunzione implica il raggiungimento dello snervamento e della rottura allo stesso istante. Raggiunto tale livello tensionale, un flusso plastico indefinito prende il via. L’ammasso di terreno è detto in condizioni di equilibrio plastico se lo sforzo di taglio in ogni punto all’interno dell’ammasso raggiunge il valore rappresentato dal punto Y’. Il collasso plastico si verifica dopo che lo stato di equilibrio plastico è stato raggiunto in una parte dell’ammasso di terreno. Raggiungimento di meccanismo instabile: quella parte infatti scivola relativamente alla parte restante dell’ammasso di terreno. Il sistema di carico applicato, incluse le forze di massa, sono chiamate, in questa condizione, carico al collasso. La determinazione del carico al collasso (carico a rottura) usando al teoria di plasticità è un’operazione complessa e richiederebbe che l’equazioni di equilibrio, il criterio di snervamento, e la legge di flusso fossero soddisfatte nella zona plastica: le relazioni di congruenza non sarebbero coinvolte a meno che specifiche condizioni di deformazione non venissero imposte. Ad ogni modo, è possibile considerare un’analisi più semplice anche all’interno della 8 teoria della plasticità. SPINTA DELLE TERRE TEOREMI DELL’ANALISI LIMITE I teoremi limite della plasticità possono essere utilizzati per calcolare i limiti superiore e inferiore del reale carico al collasso. In alcuni casi, l’applicazione dei due teoremi distinti, determina un risultato identico, che rappresenta quindi il valore esatto del carico a rottura. I teroremi sono di seguito enunciati: TEOREMA DEL LIMITE INFERIORE (metodo statico) Se è possibile individuare uno stato tensionale interno che in nessun punto violi il criterio di rottura del terreno e che è in equilibrio con il sistema di forze esterne (includendo in queste anche il peso del terreno), allora il collasso non si verifica: le forze esterne costituiscono un limite inferiore del carico di collasso reale. TEOREMA DEL LIMITE SUPERIORE (metodo cinematico) Se è possibile individuare un meccanismo di collasso plastico tale che, ad un incremento dello spostamento, il lavoro svolto dalle forze esterne uguaglia l’energia dissipata dalle tensioni interne, allora si verifica la rottura: le forze esterne costituiscono un limite superiore del carico di collasso reale. Nell’approccio con il limite inferiore le condizioni di equilibrio e di snervamento sono soddisfatte, ma non vi è alcuna considerazione sulla modalità di deformazione. Inoltre l’approccio considera il criterio di rottura di MohrCoulomb. Nell’approccio con il limite superiore viene ipotizzato un meccanismo di rottura scegliendo una superficie di scivolamento e il lavoro svolto dalle forze esterne è posto uguale alla perdita di energia delle tensioni agenti lungo la superficie di scivolamento, senza considerare l’equilibrio. Il cinematismo scelto non deve coincidere necessariamente con il meccanismo reale ma deve essere cinematicamente ammissibile (ad esempio lo scivolamento di un ammasso di terreno deve essere compatibile con la sua continuità e con qualsiasi condizione 9 al contorno). SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI RANKINE La teoria di Rankine (1857) considera lo stato tensionale di una massa di terreno in condizioni di equilibrio limite ovvero al momento della rottura. La teoria soddisfa la soluzione del teorema di plasticità del limite inferiore. Inviluppo di rottura dove si ricorda che: 1 + sin ϕ ′ ϕ′ = tan 2 45 + 1 − sin ϕ ′ 2 cos ϕ ′ = 1 − sin 2 ϕ ′ La rottura avviene lungo un piano che forma un angolo di (45° +φ’/2) rispetto al piano principale maggiore. 10 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI RANKINE- SPINTA ATTIVA Si immagini una massa di terreno (omogeneo e isotropo) semi-infinita con superficie orizzontale e per superficie limite verticale un muro liscio che si estende fino ad una profondità semi-infinita. Un elemento di terreno alla profondità z è sottoposto ad una tensione verticale totale σv (= σz) e una tensione orizzontale σh (= σx). Non ci sono sforzi di taglio, x e z rappresentano piani principali per il problema in esame. Se immaginiamo un movimento del muro verso l’esterno (linea rossa), il valore di sh diminuirà fino al raggiungimento dello stato di equilibrio plastico, stato che è detto “attivo ”(σha). Dal momento che questo stato si è raggiunto con la diminuzione di σh allora questo deve essere lo sforzo principale minore σ3. t sha s3 s1 shp s (*) Lo stato tensionale totale verticale è calcolabile essendo litostatico: e ponendo: la (*) diventa: pa = σ ha = K a γ z − 2c K a (1) Quando la tensionale orizzontale raggiunge il valore della pressione attiva il terreno si trova nello stato tensionale attivo di Rankine, in cui esistono due famiglie di piani di rottura inclinati di (45° +φ’/2) rispetto all’orizzontale. 11 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI RANKINE- SPINTA PASSIVA Si immagini una massa di terreno (omogeneo e isotropo) semi-infinita con superficie orizzontale e per superficie limite verticale un muro liscio che si estende fino ad una profondità semi-infinita. Un elemento di terreno alla profondità z è sottoposto ad una tensione verticale totale σv (= σz) e una tensione orizzontale σh (= σx). Non ci sono sforzi di taglio, x e z rappresentano piani principali per il problema in esame. Se immaginiamo un movimento del muro verso l’interno (linea verde), il valore di σh aumenterà fino al raggiungimento dello stato di equilibrio plastico, stato che è detto “passivo”(σhp). Dal momento che questo stato si è raggiunto con l’aumento di σh allora questo deve essere lo sforzo principale maggiore σ1. τ (**) σha σ3 σ1 σhp σ Lo stato tensionale totale verticale è calcolabile essendo litostatico: e ponendo: la (**) diventa: p p = σ hp = K p γ z + 2c K p (2) Quando la tensionale orizzontale raggiunge il valore della pressione passiva il terreno si trova nello stato tensionale passivo di Rankine, in cui esistono due famiglie di piani di rottura inclinati di (45° +φ’/2) rispetto al 12 piano verticale. SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE La figura mostra l’orientazione delle superficie di rottura negli stati limite di Rankine (a) Stato attivo. (b) Stato passivo. 13 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE La figura mostra i percorsi della sollecitazioni per il raggiungimento della rottura negli stati limite di Rankine. 14 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE La figura (Craig) mostra la relazione tra la deformazione laterale e i coefficienti di spinta attiva e passiva. La figura (Colleselli) mostra la relazione tra la deformazione laterale e i coefficienti di spinta attiva e passiva. Prove di laboratorio e prove sperimentali hanno indicato che gli spostamenti necessari per raggiungere le due condizioni limite sono profondamente diversi fra loro. Per la mobilitazione della spinta attiva è necessario uno spostamento della sommità del muro dell’ordine 0,1-0,2% della sua altezza. Mentre, nel caso passivo, 2-8% per le sabbie dense, 5-20% sabbie sciolte. Scelta dell’angolo di attrito in funzione delle deformazioni. SABBIE: Per attiva, φp. Per passiva, intermedio tra picco e ultima. Il valore di K0 può essere determinato soltanto attraverso prove di laboratorio (prove triassiali) imponendo la condizione di deformazione laterale impedita. Esistono diverse relazioni empiriche che legano il valore di K0 ai parametri di resistenza. 15 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE pa = σ ha = K a γ z − 2c K a p p = σ hp = K p γ z + 2c K p z0 rappresenta la profondità alla quale si annulla il valore della spinta attiva pa. Spessore z0: eventuale presenza di TENSION CRACKS. Se si formano, si annulla il triangolo delle tensioni negative. La figura mostra le distribuzioni delle pressioni attive e passive. N.B. in presenza di più strati, ogni strato va considerato a se, con i valori di K, c e φ relativi. 16 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE. CASO DEL SOVRACCARICO DISTRIBUITO pa = σ ha = K a (γ z + q ) − 2c K a + p p = σ hp = K p (γ z + q ) + 2c K p + La figura mostra le distribuzioni delle pressioni attive e passive in presenza di sovraccarico distribuito. 17 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE. PRESENZA D’ACQUA. CONDIZIONE IDROSTATICA W.T. Ka = pw = γ w H w + p'a = σ 'ha = K a (γ ' z ) − 2c' K a + Hw 1 − sin ϕ ′ 1 + sin ϕ ′ Hw Kp = 1 + sin ϕ ′ 1 − sin ϕ ′ p' p = σ 'hp = K p (γ ' z ) + 2c' K p + pw = γ w H w + Hw La figura mostra le distribuzioni delle pressioni attive e passive in presenza di acqua in condizioni idrostatiche 18 in (assenza di moti di filtrazione). La pressione idrostatica va aggiunta alla pressione attiva o passiva calcolate relazione ai parametri efficaci. SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE. PRESENZA D’ACQUA. CONDIZIONE NON DRENATA. Nelle espressioni vanno introdotti i parametri non drenati. W.T. Ka = 1 − sin ϕu =1 1 + sin ϕu CND φu= 0 pa = K a [γ sat H w + γ ( H − H w )] − 2Cu K a Hw Kp = 1 + sin ϕu =1 1 − sin ϕu CND φu= 0 p p = K p [γ sat H w + γ ( H − H w )] + 2Cu K p 19 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE: ESEMPI 20 SPINTA DELLE TERRE SPINTE DI RANKINE: ESEMPI 21 PROBLEMI DI STABILITA’ EQUILIBRIO LIMITE GLOBALE (testo di riferimento principali CRAIG, Colleselli) 22 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI COULOMB INTRODUZIONE: Rispetto alla teoria di Rankine, nella realtà, il movimento di un muro di sostegno può produrre un cambiamento negli sforzi solo nelle vicinanze della causa disturbatrice, mentre per il resto il terreno rimane in equilibrio elastico. Pertanto stati locali di equilibrio plastico possono essere prodotti da differenti processi di deformazione; gli sforzi corrispondenti nella zona plastica e la forma della zona stessa dipenderanno principalmente dal tipo di deformazione e dalla ruvidezza della superficie di contatto tra terra e struttura. Sono state così proposte varie teoria e soluzioni riguardanti la spinta delle terre per le diverse ipotesi che si possono formulare e per le diverse situazioni che si possono presentare. COULOMB (1776): Tra le varie soluzioni, Coulomb ha suggerito, per i problemi di stabilità dei muri di sostegno, un metodo basato sullo studio dell’equilibrio limite globale del sistema, formato dal muro e dal prisma di terreno omogeneo retrostante il muro, e coinvolto nella rottura nell’ipotesi di parete ruvida. LA ROTTURA SI MANIFESTA, nell’ipotesi di COULOMB, CON IL DISTACCO DI UN CUNEO DI TERRENO CHE SCORRE VERSO L’ESTERNO e VERSO IL BASSO SU UNA SUPERFICIE DI ROTTURA PIANA E INCLINATA. La forza (Pa o Pp) che agisce sul muro di sostegno è determinata considerando l’equilibrio alla rottura, nella condizione di equilibrio limite. Nell’analisi viene considerata un valore dell’attrito muroterreno δ. Il valore di δ può essere correttamente valutato in laboratorio con prove di taglio diretto. La presenza di attrito (δ≠0) determina una superficie di rottura curvilinea (più accentuata nel caso di spinta passiva). Angolo (+) quando componente tangenziale della spinta è verso il basso. In ogni punto del muro agisce uno sforzo tangenziale che τn che dipende dalla sforzo normale applicato. Valori di coesione cw possono assumersi in presenza di contatto muro-argille. τ n = cw + pn tan δ Nella teoria di Coulomb le superfici di scivolamento vengono assunte piane in tutti i casi (sia attivo che passivo). Nel caso di spinta attiva, l’errore è piccolo, nel caso di spinta passiva (per δ >φ/3) l’errore può essere consistente a sfavore di sicurezza perché a favore della rottura. La teoria soddisfa la soluzione del teorema di plasticità del limite superiore. N.B. quando δ=0 la soluzione da identici valori ottenuti da Rankine. Il che vuole dire che limite inferiore e limite superiore coincidono e che la soluzione è esatta. 23 SPINTA DELLE TERRE METODO DI COULOMB 1) Individua, tramite diversi tentativi, la superficie di scorrimento più critica. 2) Assume una distribuzione di tensioni lungo tale superficie 3) Risolve il problema mediante un’equazione di equilibrio globale del terreno considerato come corpo rigido allinterno della superficie di scorrimento. 24 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI COULOMB. CASO SPINTA ATTIVA CASO c’=0, β =0, α=90°°, S=0 (terreno asciutto), δ=0 (assenza di attrito) H cotgθ H Pa Consideriamo un cuneo in condizioni di equilibrio limite attivo e il relativo poligono delle forze. W (γd) Pa T θ T = N ' tan ϕ ′ r r r R = N +T N’ R θ−φ’ max Bisogna trovare il θ per cui la spinta Pa abbia valore massimo. Pa = W tan (θ − ϕ ′) Pa 1 Pa = γ d H 2 cot gθ tan (θ − ϕ ′) 2 1 W = γ d H 2 cot gθ 2 Peso dell’unità di volume del cuneo ∂P =0 ∂θ θ R = 45° + ϕ' 1 ϕ′ Pa = γ d H 2 tan 2 45° − 2 2 2 K a = K a (ϕ ′) CASO c’=0, β =0, α=90°°, S=0 (terreno asciutto), δ≠0 (presenza di attrito) δ Pa T θ N’ R R θR θ 1 Pa = γ d H 2 K a 2 Soluzione di Rankine Ka 1 tan (θ − ϕ ′) Pa = γ d H 2 cot gθ 2 cos δ + senδ tan (θ − ϕ ′) δ Pa W (γd) W R 1 Pa = γdH2 Ka 2 W θ−φ’ K a = K a (ϕ ′, δ ) 25 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI COULOMB. EFFETTO DELL’ATTRITO CASO 1 c’=0, β =0, α=90°°, S=0 (terreno asciutto), δ=0 (assenza di attrito) 1 Pa = γ d H 2 K a 2 γd= 1,8 t/m3 φ’ = 35° H= 6m CASO 2 c’=0, β =0, α=90°°, S=0 (terreno asciutto), δ≠0 (presenza di attrito). δ= 2/3 φ’ 1 Pa = γ d H 2 K a 2 K a = K a (ϕ ′) K a = K a (ϕ ′, δ ) K a = 0,27 K a = 0,246 Pa = 7,9 t / m E ' = Pa cos δ = 7,3 t / m Pa = 8,7 t / m FORZE A SFAVORE DI SICUREZZA X = Pasenδ = 2, 9 t / m La presenza dell’attrito fra muro e terreno, a parità di parametri geometrici e meccanici, diminuisce il valore della spinta Pa cioè è a favore di sicurezza. 26 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI COULOMB. CASO SPINTA ATTIVA CASO c’=0 RIEMPIMENTO INCOERENTE, β≠0, α≠90°°, S=0 (terreno asciutto), δ≠0 (con attrito) Nella condizione di equilibrio limite il poligono delle forze si chiude. La forza R è risultante degli sforzi tangenziali e normali sulla superficie di rottura Di tutte le superfici di rottura possibili, iterativamente si cerca quella per la quale il valore della spinta P è massimo: ovvero: Pa = 1 Ka γ H 2 2 ∂P =0 ∂θ dove: N.B. quando δ=0 la soluzione da identici valori ottenuti con la soluzione di Rankine. CASO c’≠ ≠0, RIEMPIMENTO COESIVO, β≠0, α≠90°°, S=0 (terreno asciutto), δ≠0 (con attrito) Anche in questo caso, nella condizione di equilibrio limite il poligono delle forze si chiude. La forza R è risultante degli sforzi tangenziali e normali sulla superficie di rottura Si cerca analogamente il valore della spinta P massimo. 27 SPINTA DELLE TERRE TEORIA DI COULOMB. CASO SPINTA PASSIVA CASO c’=0, RIEMPIMENTO INCOERENTE, , β≠0, α≠90°°, S=0 (terreno asciutto), δ≠0 (con attrito) Pp 180°°- α + δ Pp δ R φ ovvero: Pp = W R θ+φ Nella condizione di equilibrio limite il poligono delle forze si chiude. La forza R è risultante degli sforzi tangenziali e normali sulla superficie di rottura Di tutte le superfici di rottura possibili, iterativamente si cerca quella per la quale il valore della spinta P è minimo: 1 KP γ H 2 2 ∂P =0 ∂θ dove: N.B. quando δ=0 la soluzione da identici valori ottenuti con la soluzione di Rankine. 28 OPERE DI SOSTEGNO SOVRACCARICO DISTRIBUITO IPOTESI: terrapieno in sabbia (c’=0), con superficie orizzontale (β=0), muro liscio (δ=0). Falda in condizioni idrostatiche Soluzione: Rankine e Coulomb coincidono 29 OPERE DI SOSTEGNO SUPERFICIE INCLINATA IPOTESI: terrapieno in sabbia (c’=0), con superficie inclinata (β≠0), muro liscio (δ=0). β β 30 OPERE DI SOSTEGNO CARICO LINEARE IPOTESI: terrapieno in sabbia (c’=0), con superficie orizzontale (β=0), muro liscio (δ=0). Soluzione: stato tensionale valutato con la teoria dell’elasticità (teoria di Boussinesque). 31 OPERE DI SOSTEGNO CARICO PUNTUALE IPOTESI: terrapieno in sabbia (c’=0), con superficie orizzontale (β=0), muro liscio (δ=0). Soluzione: stato tensionale valutato con la teoria dell’elasticità (teoria di Boussinesque). 32 OPERE DI SOSTEGNO RANKINE e COULOMB Superfici di scorrimento PIANE Ma quando δ≠0, ovvero nei casi reali in cui c’è interazione fra la parete dell’opera di sostegno ed il terreno, ci sono degli effetti sulla forma della superficie di scorrimento, di cui bisogna tenere conto. Se non lo si fa, si SOVRASTIMA LA PP, ed essendo quest’ultima UNA FORZA RESISTENTE, si esegue un’analisi A SFAVORE DI SICUREZZA. La SOLUZIONE fu ottenuta per via numerica da CAQUOT-KERISEL (1948) e NAVFAC (1982) accoppiando le teorie di Rankine e di Boussinesq. 33 OPERE DI SOSTEGNO SUPERFICI DI SCIVOLAMENTO CURVILINEE Da considerarsi per evitare errori grossolani a svantaggio di sicurezza per la spinta passiva! IPOTESI: con superficie inclinata (β≠0), parete ruvida (δ ≠ 0). Soluzione: Navfac (1982) , con superficie di scorrimento formata da una spirale logaritmica. IPOTESI: con superficie orizzontale (β=0), parete ruvida (δ ≠ 0), muro verticale (λ=0 o α=90°) Soluzione: tabelle di Caquot e Kerisel (1948) , con parametri diversi 34 OPERE DI SOSTEGNO SUPERFICI DI SCIVOLAMENTO CURVILINEE CONVENZIONI SUI SEGNI per L’UTILIZZO DELLE TABELLE SPINTA ATTIVA 0 < δ < + φ Il terreno si ABBASSA rispetto alla parete SPINTA PASSIVA –φ’ < δ < 0 Il terreno SALE rispetto alla parete VALORI DI δ PARETI INTONACATE δ = φ /4 PARETI IN MURATURA o CEMENTO ARMATO NON LISCIATE 2/3 φ’ < δ < φ /2 35 OPERE DI SOSTEGNO INFLUENZA di KA e kP dal VALORE DI δ β=0°, λ=0°, φ’= 30° KaeKpinfunzionediδ δ KaeKp 7 KP 6 5 4 3 2 KA 1 0 0 5 10 15 20 25 30 Angolodia ritoδtrapareteeterreno Si osserva che in condizioni di spinta attiva il coefficiente Ka varia poco, ovvero è poco influenzato dalla rugosità della parete. In condizioni di spinta passiva viceversa, la dipendenza è molto più pronunciata. 36 OPERE DI SOSTEGNO INFLUENZA di KA e kP dal VALORE DI β β λ=0°, φ’= 30°, δ=+φ’° (spinta attiva) e δ= -φ’° (spinta passiva) δ Kainfunzionediβ Kpinfunzionediβ 1 18 0,9 16 0,8 14 0,7 12 10 0,6 8 0,5 6 0,4 4 0,3 2 0,2 -30 -20 -10 0 0 10 20 Angolodiinclinazionedelpianocampagnaβ 30 -30 -20 -10 0 10 20 30 Angolodiinclinazionedelpianocampagnaβ Il valore dei coefficienti di spinta, sia attiva che passiva, cresce con β, poiché AUMENTA il volume di terreno coinvolto nella rottura. β δ 37 OPERE DI SOSTEGNO INFLUENZA di KA e kP dal VALORE DI λ β=0°, φ’= 30°, δ=+φ’° (spinta attiva) e δ= -φ’° (spinta passiva) −λ +λ Kpinfunzionediλ Kainfunzionediλ -90 -70 -50 -30 0,5 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 -10 60 50 40 30 20 10 0 10 30 Angolodiinclinazionedellapareteλ 50 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 Angolodiinclinazionedellapareteλ Il valore del coefficiente di spinta attiva CRESCE passando da valori di λ negativi verso valori di λ positivi VICEVERSA, Il valore del coefficiente di spinta passiva DECRESCE molto rapidamente passando da valori di λ negativi verso valori di λ positivi 38 OPERE DI SOSTEGNO INFLUENZA di KA e kP dall’angolo φ’ e dal rapporto |δ/φ δ/φ’| δ/φ β=0°, (terrapieno orizzontale) PA e λ= 0° (parete verticale) Kpinfunzionediφ'e|δ δ/φ'| Kainfunzionediφ'e|δ δ/φ'| 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 80 δ/φ = 0 60 δ/φ = 2/3 50 δ/φ =1 40 5 δ/φ = 1 70 δ/φ =1/3 0 PP δ/φ =2/3 30 10 15 20 25 30 35 40 45 Angolodia ritoφ' 50 20 δ/φ = 1/3 10 δ/φ =0 0 0 10 20 30 40 Angolodia ritoφ' 50 Il rapporto δ/φ’ è positivo in condizioni di spinta attiva e negativo in condizioni di spinta passiva. Si osserva che al CRESCERE dell’angolo di resistenza al taglio φ’ il coefficinete di spinta attiva KA decresce lentamente, mentre il coefficiente di spinta passiva KP cresce molto rapidamente. Come già visto, la dipendenza dal valore di δ, a parità del valore di φ’, è più sensibile per il coefficiente di spinta passiva. Tale sensibilità aumenta tanto più aumenta il valore dell’attrito parete-terreno. 39 OPERE DI SOSTEGNO SPINTA DOVUTA ALL’ACQUA In presenza d’acqua occorre considerare tutto in termini di tensioni efficaci e aggiungere la pressione dell’acqua. In condizioni idrostatiche o in presenza di moto di filtrazione. CONDIZIONE IDROSTATICA 40 OPERE DI SOSTEGNO SPINTA DOVUTA ALL’ACQUA CONDIZIONE IN PRESENZA DI MOTO DI FILTRAZIONE STAZIONARIO Influenza della presenza di un dreno che abbatte le pressioni interstiziali, alla base e le annulla in parete. 41 OPERE DI SOSTEGNO SPINTA DOVUTA ALL’ACQUA SISTEMI DI DRENAGGIO 42 PARATIE 43 OPERE DI SOSTEGNO FLESSIBILI La stabilità è legata alla mobilitazione della resistenza passiva nella zona della paratia infissa. CALCOLO DI PROGETTO: PARATIE - Profondità di infissione D H Profondità zR del puntodi rotazione attorno al quale la paratia ruota nel cinematismo possibile di rottura. zR EQUAZIONI A DISPOSIZIONE: R D - Equazioni di equilibrio della statica Occorre conoscere la distribuzione delle forze sulla paratia (sia a monte che a valle)e quindi le forze che agiscono. 44 OPERE DI SOSTEGNO CASO 1 FLESSIBILI DISTRIBUZIONE DELLE PRESSIONI SULLA PARATIA HP: terreno incoerente (c’=0, φ’≠0), asciutto (S=0, γ = γd), attrito muro terreno nullo (δ=0), si raggiunge la condizione limite in tutti i punti nello stesso momento, per la stessa rotazione. Rankine. arctg Ka γd PARATIE arctg Kp γd Spinta attiva Spinta passiva H zR R D Occorre conoscere la distribuzione delle forze sulla paratia (sia a monte che a valle)e quindi le forze che agiscono. 45 OPERE DI SOSTEGNO CASO 1 FLESSIBILI AZIONI SULLA PARATIA H + zR H + zR z2 Pa1 = ∫ K aγ d z dz = K aγ d 2 0 0 PARATIE H zR z2 1 2 Pp2 = ∫ K pγ d z dz = K pγ d = γ d K p z R 2 2 0 0 zR Pa1 zR D 1 = γ d K a ( H + zR )2 2 Pp2 pa = K a γ d z R OR p p = K p γ d (H + z R ) Pp1 Pa2 p p = K pγ d (H + D ) pa = K a γ d D [ Pp1 = γ d K p ( H + z R ) + γ d K p Pa2 = [γ d K a z R + γ d K a D ]⋅ (D − z R ) ( H + D )]⋅ 2 (D − z R ) 2 EQUAZIONI D’EQUILIBRIO 1. Traslazione orizzontale 2. Rotazione attorno ad O. INCOGNITE zR e D 46 OPERE DI SOSTEGNO CASO 1 FLESSIBILI BRACCIO DELLE AZIONI H + zR b1 = 3 PARATIE H b2 = Pa1 zR b2 Pp2 OR zR 3 b1 b=? Per trovare i bracci delle altre due azioni, occorre scomporre la singola azione (singolo trapezio) in due (1 triangolo+ 1 rettangolo). 47 OPERE DI SOSTEGNO CASO 1 FLESSIBILI BRACCIO DELLE AZIONI pa = Kaγ d zR b5 D- zR b6 Pp1R Pa2R b3 b3 = b4 Pp1T Pa2T pa = Kaγ d D Pp1R = γ d K p ( H + z R ) ⋅ (D − z R ) pp = K pγ d (H + zR ) Pa2T = (γ d K a D − γ d K a z R ) ⋅ 2 ] (D −2 z ) [ R 2 b4 = ⋅ (D − z R ) 3 b5 = b3 = (D − z R ) 2 Pp1T = γ d K p ( H + D ) − γ d K p ( H + z R ) ⋅ pp = K pγ d (H + D) Pa2 R = γ d K a z R ⋅ (D − z R ) (D − z R ) (D − z R ) 2 b6 = b4 = 2 ⋅ (D − z R ) 3 48 OPERE DI SOSTEGNO CASO 1 FLESSIBILI EQUAZIONI DI EQUILIBRIO 1. Traslazione orizzontale Pa1 + Pp1 = Pp2 + Pa2 2. Rotazione attorno ad O Pa1 ⋅ b1 + Pa2 R ⋅ b5 + Pa2T ⋅ b6 = Pp2 ⋅ b2 + Pp1R ⋅ b5 + Pp1T ⋅ b6 2 equazioni in 2 incognite 49 OPERE DI SOSTEGNO CASO 2 FLESSIBILI DISTRIBUZIONE DELLE PRESSIONI SULLA PARATIA HP: terreno incoerente (c’=0, φ’≠0), acqua (S=1, γ = γsat), condizione idrostatica. Attrito muro terreno nullo (δ=0), si raggiunge la condizione limite in tutti i punti nello stesso momento, per la stessa rotazione. Rankine. arctg Ka γ’ PARATIE arctg Kp γ ’ Spinta attiva Spinta passiva H Spinta dell’acqua zR R D Spinte autoequilibrate Procedura identica al CASO 1. Unica differenza: diagrammi inclinati di arctg Ka γ’ o arctg Kp γ’ 50 OPERE DI SOSTEGNO CASO 3 FLESSIBILI DISTRIBUZIONE DELLE PRESSIONI SULLA PARATIA e CALCOLO SEMPLIFICATO HP: terreno incoerente (c’=0, φ’≠0), acqua (S=1, γ = γsat), moto di filtrazione. Attrito muro terreno nullo (δ=0), si raggiunge la condizione limite in tutti i punti nello stesso momento, per la stessa rotazione. Rankine. PARATIE Problema più complesso. Si devono conoscere le pressioni interstiziali u sulla paratia attraverso il reticolo idrodinamico. In alternativa si può fare una semplificazione considerando la cadente media im della sola particella d’acqua filtrante a tergo della paratia. H Filtrazione stazionaria APPROCCIO SEMPLIFICATO im = zR R D (sx) VALLE (dx) MONTE σ ′v = γ ′ z− imγ wz σ ′v = γ ′ z+ imγ w z H H + 2D (*) In entrambi i casi (approccio semplificato o reticolo) non possiamo conoscere i valori di σ’v perché dipendono da una incognita (D).Non possiamo tracciare i diagrammi delle tensioni efficaci perché, per esempio, σ’ha =Ka σ’v. PROCEDURA PER TENTATIVI: 1) Si ipotizza inizialmente che ci sia una distribuzione idrostatica delle pressione interstiziale (dove im =0 e σ’h=γ’z). Ovviamente in questo caso la soluzione coincide con la soluzione del CASO 2, e quindi troveremo risolvendo il sistema D1 e zR1 di primo tentativo. 2) Grazie ai valori di D1 e zR1 trovati calcolo im1 e ottengo il valore di σ’v1 (come da espressioni (*)).→ σ’h1 → azioni efficaci sulla paratia. A cui vanno sommate le pressioni derivanti dall’acqua in moto di filtrazione. Poi con l’approccio semplificato, nel caso di cadente media: u = γ w z − im1γ w z (monte) u = γ w z + im1γ w z (valle). Con la nuova distribuzione si potrà risolvere il sistema e ricavare D2 e zR2 di 2° tentativo. 3) D2 → im2 → σ’v2 → σ’h2 → azioni efficaci sulla paratia. Nuovo equilibrio → D3 e zR3 di 3° tentativo. 4) La procedura va iterata fino a quando la differenza percentuale fra due valori di D trovati (uno con il suo precedente) risulta < 2%. 51 OPERE DI SOSTEGNO Ka = K p = 1 CASO 4: CND FLESSIBILI DISTRIBUZIONE DELLE PRESSIONI SULLA PARATIA IN CONDIZIONI NON DRENATE HP: terreno incoerente (c’=0, φ’≠0), acqua (S=1, γ = γsat), CONDIZIONE NON DRENATA. Attrito muro terreno nullo (δ=0), si raggiunge la condizione limite in tutti i punti nello stesso momento, per la stessa rotazione. Rankine. 2Cu 2Cu arctg γsat PARATIE arctg γsat H pa = γ sat z − 2Cu p p = γ sat z + 2Cu Punto F 2Cu 2Cu zR R D z0 = 2Cu PROFONDITA’ ALLA QUALE SI ANNULLA LA Pa. γ sat Affinché ci sia l’equilibrio a fondo scavo, cioè nel punto F , deve essere: p pF − paF > 0 ovvero: H< 2Cu − (γ sat H − 2Cu ) > 0 4Cu γ sat La profondità di scavo non deve superare questo valore per avere uno scavo in equilibrio senza protezione. La zona di tensioni negative (tension cracks) genera fessurazioni. Questa parte del diagramma può essere trascurato. Al suo posto può considerarsi la spinta idrostatica dell’acqua che va a riempire le fessure. 52 OPERE DI SOSTEGNO CASO 5 FLESSIBILI PARATIE ANCORATE HP: terreno incoerente (c’=0, φ’≠0), terreno asciutto (S=0, γ = γd). Attrito muro terreno nullo (δ=0), si raggiunge la condizione limite in tutti i punti nello stesso momento, per la stessa rotazione. Rankine. arctg Kpγd H arctg Kaγd T Le incognite in questo caso sono D e T. La profondità di rotazione è nota perché è il punto in cui è stata vincolata la paratia mediante il tirante. Nelle equazioni di equilibrio occorrerà considerare oltre alle risultanti dei tre diagrammi delle spinte attiva (1) e passive (2) anche la forza T del tirante incognita, necessaria a vincolare la paratia. R D Esistono due tipologie di ancoraggi: 1) ATTIVO il tirante viene preteso. Si esercita un’azione ancora prima che la parete possa muoversi. 2) PASSIVO va in funzione solo quando si verifica uno spostamento della parete. Verifiche opportune allo sfilamento. 53 VERIFICHE SLU 54 VERIFICHE DI STABILITA’ Pa Wt Wm Ppv Pav Pao Ppo Pp SLU: Rv R Ro 1) Scorrimento (o traslazione orizzontale) 2) Ribaltamento 3) Carico limite (o capacità portante) 4) Stabilità globale 55 VERIFICHE DI STABILITA’ VECCHIA NORMATIVA D.M. 11/03/1988 TRASLAZIONE ORIZZONTALE Pa Wt Wm Pav Pao ∑F ∑F h − stab Ppv h − scorr Ppo Pp Rv R La Ro è al contatto muro e terreno, dipende da questo attrito di cui non si sa molto (dipende da come è fatto il muro). Ad ogni modo considerando i valori efficaci: Ro ≅ Rv′ tan ϕ m Ro Ro ≥ 1,3 Pao 1 2 tan ϕ m = tan δ = ÷ tan ϕ 3 3 = Ppo + Ro Pao = Ro ≥ 1,3 Pao In genere si trascura il contributo orizzontale della spinta passiva, sia per la profondità della fondazione (ci sarebbe solo terreno vegetale) sia per il fatto che per mobilitarsi interamente occorrerebbero spostamenti elevati del muro. Rv′ = Rv − U b Risultante delle u alla base della fondazione Nota se sono noti Wm e Wt Per la verifica alla traslazione orizzontale con la vecchia normativa, una volta dimensionato il progetto dell’opera di sostegno, si determinano Ro e Pao e si verifica che il loro rapporto sia maggiore di 1,3. 56 VERIFICHE DI STABILITA’ VECCHIA NORMATIVA D.M. 11/03/1988 RIBALTAMENTO La rotazione è piccola, enfatizzata nel disegno. Pa Wt Wm Pav Pao stab ba Ppv Ppo Pp ∑M ∑M ≥ 1,5 rib c A Alla piccola rotazione, non c’è più contatto. R non c’è più. Non è né stabilizzante né instabilizzante. Wm ⋅ am + Wt ⋅ at + Ppo ⋅ c ≥ 1, 5 Pao ⋅ ba − Pav ⋅ B R am at B OSSERVAZIONI 1) La componente di spinta passiva Ppv ha braccio nullo. 2) La componente della spinta attiva Pav ha effetto stabilizzante. 3) Sono noti i bracci am, at, B (base della fondazione). 4) Non sono noti i bracci c e ba rispettivamente delle componenti orizzontali della spinta passiva e della spinta attiva. 5) Generalmente si trascura la spinta passiva, per le stesse ragioni della traslazione orizzontale. 6) Per il calcolo di ba (braccio della spinta attiva Pao), se siamo in condizioni drenate e idrostatiche o di terreno asciutto, 57 possiamo utilizzare Rankine→ b=1/3. VERIFICHE DI STABILITA’ CARICO LIMITE VECCHIA NORMATIVA D.M. 11/03/1988 Pa Wm ? Wt ? Qlim ≥2 Qes È un altro tipo di verifica, non si tratta di confrontare le forze che producono uno spostamento del muro con che quello che si oppongono a tale spostamento (verifiche precedenti) ma di verificare se una forza applicata complessivamente (Qes) possa comportare la rottura del terreno di fondazione. Il Qes è il carico d’esercizio ovvero il carico che agisce in direzione verticale sulla pianta delle fondazione. Può essere eccentrico. Avviene quindi una parzializzazione della fondazione (che può perdere localmente il contatto a causa di momenti di forze eccentriche B→B*). Solo una parte della fondazione reagisce ai carichi verticali. Il Qlim è il carico limite che i terreni di fondazione possono sopportare. Va valutato in funzione dei parametri di resistenza del terreno e dell’eventuale spinta dell’acqua. Il qlim (carico unitario) dipende chiaramente anche dall’eventuale parzializzazione della fondazione (qlim= Qlim/B*) 58 VERIFICHE DI STABILITA’ STABILITA’ GLOBALE VECCHIA NORMATIVA D.M. 11/03/1988 F ≥ 1,3 Il muro non viene specificatamente tirato in ballo: la verifica prescinde dalle dimensioni del muro e dalle sue caratteristiche. La sua presenza è avvertita solo come peso. Si forma una superficie di scivolamento globale lungo la quale il pendio scivola (verifica di stabilità dei pendii). La superficie che si forma è detta critica, perché ha valore del fattore di sicurezza minimo tra tutte le superfici che danno cinematismi ipotizzabili. Le dimensioni dell ’ opera influiscono solo quando queste impediscono la formazione di una superficie critica di scorrimento e consente cinematismi (e quindi relative superfici di scorrimento) per i quali la verifica risulta soddisfatta. 59 VERIFICHE DI STABILITA’ NTC 2008 COEFFICIENTI PARZIALI (A1, A2, M1, M2) 60 VERIFICHE DI STABILITA’ NTC 2008 Le norme enunciate nel cap. 6 (§ 6.5) si applicano a: OPERE DI SOSTEGNO Muri a gravità, a mensola, a contrafforti Opere in terra rinforzata Paratie Azioni: Si considerano azioni sull’opera di sostegno quelle dovute al peso proprio del terreno e del materiale di riempimento, ai sovraccarichi, all’acqua, ad eventuali ancoraggi pre-sollecitati, al moto ondoso, ad urti e collisioni, alle variazioni di temperatura e al ghiaccio. Muri di sostegno – Verifiche di sicurezza – SLU GEO EQU 61 OPERE DI SOSTEGNO SCORRIMENTO CARICO LIMITE GEO Almeno uno dei seguenti approcci: Approccio 1: -combinazione 1: (A1+M1+R1) STR -combinazione 2: (A2+M2+R2) GEO Approccio 2: (A1+M1+R3) RIBALTAMENTO STABILITA’ GLOBALE ? ? GEO NTC 2008 EQU EQU+M2 Non coinvolge la mobilitazione della resistenza del terreno di fondazione. Equilibrio di un corpo rigido GEO Approccio 1: -combinazione 2: (A2+M2+R2) Approccio analogo alla vecchia normativa DM88 62 PARATIE NTC 2008 GEO UPL HYD GEO STR GEO γR=1,0 SCOMPARE L’APPROCCIO 2 63