RISPOSTE PER IL RIPASSO DELLA SCUOLA DI MINISTERO TEOCRATICO BASATO SULLE INFORMAZIONI TRATTATE DALLA SETTIMANA DEL 7 SETTEMBRE A QUELLA DEL 26 OTTOBRE 2015. FONTE DEL MATERIALE: Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture [bi12] e La Torre di Guardia [w]. 1 In che modo il brano di 2 Re 13:18, 19 illustra l’importanza di servire Dio con tutto il cuore e con zelo? [7 set., w10 15/4 p. 26 par. 11] (2 Re 13:18, 19) E proseguì, dicendo: “Prendi le frecce”. Allora [le] prese. Disse quindi al re d’Israele: “Colpisci a terra”. Colpì dunque tre volte e si fermò. 19 E l’uomo del [vero] Dio si indignò contro di lui; perciò disse: “Bisognava colpire cinque o sei volte! In tal caso avresti certamente abbattuto la Siria fino al punto di finirla, ma ora abbatterai la Siria tre volte”. Nel caso del re Ioas, colpire il suolo cinque o sei volte avrebbe significato abbattere la Siria fino al punto di finirla. Tuttavia, avendo dimostrato scarso zelo, Ioas ebbe solo un successo limitato. Geova ci benedirà riccamente solo se compiamo la sua opera di tutto cuore e con zelo. 2 Chi regnava in Israele quando Giona servì come profeta, e sulla base di quanto è scritto in 2 Re 14:23-25 cosa comprendiamo riguardo al ministero di Giona? [7 set., w09 1/1 p. 25 par. 4] (2 Re 14:23-25) Nel quindicesimo anno di Amazia figlio di Ioas re di Giuda, Geroboamo figlio di Ioas re d’Israele divenne re a Samaria per quarantuno anni. 24 E continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova. Non si allontanò da tutti i peccati di Geroboamo figlio di Nebat, con i quali egli aveva fatto peccare Israele. 25 Fu lui a ristabilire la linea di confine d’Israele dall’entrata di Amat fino al mare dell’Araba, secondo la parola di Geova l’Iddio d’Israele che parlò per mezzo del suo servitore Giona figlio di Amittai, il profeta che era di Gat-Hefer. Giona servì come profeta durante il regno del re Geroboamo II. Purtroppo questo re malvagio influenzò Israele affinché continuasse a fare “ciò che era male agli occhi di Geova”. Pertanto l’opera compiuta da Giona non fu semplice, ma lui la compì fedelmente. 3 In che modo Acaz dimostro di non avere fiducia nella parola di Dio dichiarata attraverso il profeta Isaia, e quale domanda potremmo farci prima di prendere importanti decisioni? (2 Re 16:7). [14 set., w13 15/11 p. 17 par. 5] (2 Re 16:7) Acaz mandò dunque messaggeri a Tiglat-Pileser re d’Assiria, dicendo: “Sono tuo servitore e tuo figlio. Sali e salvami dalla palma della mano del re di Siria e dalla palma della mano del re d’Israele, che si levano contro di me”. Anziché confidare in ciò che Dio aveva detto tramite Isaia, l’infedele Acaz strinse un disastroso accordo con gli assiri, che alla fine portò Giuda sotto il loro giogo. Acaz dimostrò di essere un vero fallimento come pastore di Giuda. Quando dobbiamo prendere delle decisioni importanti, di chi ci fidiamo: di Geova o degli uomini? (Prov. 3:5, 6). 4 Quale tattica impiegata da Rabsache viene utilizzata dai nemici dell’odierno popolo di Dio, e quale qualità può aiutarci a respingere il loro falso ragionamento? (2 Re 18:22, 25). [14 set., w10 15/7 p. 13 parr. 3-4] (2 Re 18:22) E nel caso che voi mi diciate: ‘Abbiamo confidato in Geova nostro Dio’, non è egli colui del quale Ezechia ha eliminato gli alti luoghi e gli altari, mentre dice a Giuda e a Gerusalemme: ‘Vi dovete inchinare davanti a questo altare in Gerusalemme’?”25 Ora è senza autorizzazione di Geova che sono salito contro questo luogo per ridurlo in rovina? Geova stesso mi ha detto: ‘Sali contro questo paese, e lo devi ridurre in rovina’”. Rabsache ricorse al ragionamento capzioso nel tentativo di seminare dubbi. Nei nostri giorni può succedere che persecutori astuti diano qualche informazione veritiera per conquistarsi la fiducia dei fratelli, ma poi aggiungano subdolamente delle menzogne nella speranza di seminare dubbi. Tuttavia il discernimento ci aiuterà a respingere i ragionamenti capziosi degli oppositori. 5 In che modo l’esempio di umiltà di Giosia può aiutarci a trarre maggior beneficio dalla lettura e dallo studio della Bibbia? (2 Re 22:19, 20). [21 set., w00 1/3 p. 30 par. 2] (2 Re 22:19, 20) per la ragione che il tuo cuore si è intenerito così che ti sei umiliato a causa di Geova nell’udire ciò che ho pronunciato contro questo luogo e contro i suoi abitanti [perché] divenga oggetto di stupore e una maledizione, e ti sei quindi strappato le vesti e piangevi dinanzi a me, io, sì, io ho udito”, è l’espressione di Geova. 20 “Perciò, ecco, ti raccolgo presso i tuoi antenati, e certamente sarai raccolto nel tuo proprio cimitero in pace, e i tuoi occhi non guarderanno tutta la calamità che farò venire su questo luogo”’”. E portavano la risposta al re. Quando Giosia udì leggere le parole della Legge, il suo cuore ne fu profondamente toccato. Il racconto dice che il suo cuore ‘si era intenerito’, così che egli si umiliò e ascoltò i consigli della Parola di Dio. L’umiltà è essenziale per avere un cuore preparato, perché ci rende ammaestrabili e ci aiuta ad accettare più prontamente i consigli amorevoli e la correzione che ci vengono dalla Parola di Dio. 6 In che modo l’archeologia ha confermato l’esistenza dei due re menzionati in 2 Re 25:27-30? [28 set., w12 1/6 p. 5 parr. 2-3] (2 Re 25:27-30) E avvenne nel trentasettesimo anno dell’esilio di Ioiachin re di Giuda, nel dodicesimo mese, il ventisettesimo giorno del mese, che Evil-Merodac re di Babilonia, nell’anno in cui divenne re, alzò la testa di Ioiachin re di Giuda dalla casa di detenzione; 28 e gli proferiva cose buone, e mise quindi il suo trono più in alto dei troni dei re che erano con lui a Babilonia. 29 E gli tolse le sue vesti da prigioniero; ed egli mangiò pane di continuo davanti a lui per tutti i giorni della sua vita. 30 In quanto alla sua razione, una razione gli era data di continuo da parte del re, quotidianamente come dovuta, per tutti i giorni della sua vita. Il re Ioiachin e il re Evil-Merodac sono menzionati in Secondo Re, capitolo 25. Tra le rovine dell’antica Babilonia gli archeologi hanno rinvenuto documenti che elencano “Yaukin [Ioiachin]”, che era “re del paese di Yahud [Giuda]”, e la sua casa. Inoltre il nome di Evil-Merodacè menzionato in un’iscrizione che compare su un vaso. 7 Quali tre richieste fece Iabez a Geova, e cosa ci insegna questo riguardo alla preghiera? (1 Cron. 4:9, 10). [5 ott., w10 1/10 p. 23] (1 Cronache 4:9, 10) E Iabez divenne più onorevole dei suoi fratelli; e fu sua madre a chiamarlo col nome di Iabez, dicendo: “L’ho partorito con dolore”. 10 E Iabez invocava l’Iddio d’Israele, dicendo: “Se immancabilmente mi benedici e in effetti allarghi il mio territorio e la tua mano è realmente con me, e davvero [mi] preservi dalla calamità, affinché essa non mi faccia del male, . . .” Pertanto Dio fece [avverare] ciò che egli aveva chiesto. Iabez pregòche il suo territorio venisse allargato in modo pacifico, che la mano di Dio fosse con lui e che venisse preservato dalla calamità. La preghiera di Iabez rivela che la vera adorazione gli stava veramente a cuore, e Geova lo ascoltò. Anche noi dobbiamo pronunciare preghiere sentite in armonia con la volontà di Geova, sapendo che egli è felice di udire ed esaudire le preghiere dei suoi veri adoratori. 8 In che modo l’esito della guerra descritto in 1 Cronache 5:18-22 ci rafforza permettendoci di portare avanti con coraggio la nostra guerra spirituale? [12 ott., w05 1/10 p. 9 par. 7] (1 Cronache 5:18-22) In quanto ai figli di Ruben e ai gaditi e alla mezza tribù di Manasse, di quelli che erano uomini valorosi, che portavano scudo e spada e tendevano l’arco ed erano addestrati alla guerra, ci furono quarantaquattromilasettecentosessanta che andavano alle armi. 19 E facevano guerra agli agareni, e a Ietur e a Nafis e a Nodab. 20 E furono aiutati contro di essi, così che gli agareni e tutti quelli che erano con loro furono dati in mano loro, poiché invocarono l’aiuto di Dio nella guerra, ed egli si lasciò supplicare a loro favore perché confidarono in lui. 21 E catturavano il loro bestiame: i loro cammelli, cinquantamila; e pecore, duecentocinquantamila; e asini, duemila; e anime umane, centomila. 22 Poiché molti erano caduti uccisi, perché il combattimento era da parte del [vero] Dio. E continuarono a dimorare nel loro luogo fino al tempo dell’esilio. Le tribù a est del Giordano sconfissero i loro nemici anche se questi erano più del doppio di loro. Li vinsero perché gli uomini valorosi di quelle tribù ebbero fiducia in Geova e chiesero aiuto a lui. Anche noi possiamo avere completa fiducia in Geova mentre combattiamo la nostra guerra spirituale contro nemici formidabili (Efes. 6:10-17). 9 Perché Davide fu in grado di comprendere e rispettare lo spirito della legge di Geova sulla santità del sangue, e cosa dovrebbe spingerci a fare l’esempio di Davide? (1 Cron. 11:17-19). [19 ott., w12 15/11 pp. 6-7 parr. 12-14] (1 Cronache 11:17-19) Dopo un po’ Davide mostrò la sua brama e disse: “Oh potessi avere un sorso d’acqua della cisterna di Betleem, che è alla porta!” 18 Allora i tre si aprirono a forza un varco nel campo dei filistei e attinsero acqua dalla cisterna di Betleem, che è alla porta, e la presero e la portarono a Davide. E Davide non acconsentì a berla, ma la versò a Geova. 19 E diceva: “È impensabile da parte mia, riguardo al mio Dio, far questo! Dovrei io bere il sangue di questi uomini a rischio delle loro anime? Poiché a rischio delle loro anime l’hanno portata”. E non acconsentì a berla. Queste sono le cose che fecero i tre uomini potenti. Quando si rifiutò di bere l’acqua procurata a rischio di vite umane, Davide dimostrò di aver capito il principio su cui si basava la legge di Dio sul sangue. Per poter capire lo spirito della Legge, Davide doveva averla studiata e doveva aver meditato profondamente su di essa. Quando studiamo la Bibbia, è saggio che meditiamo su quanto leggiamo e che custodiamo le informazioni nel cuore in modo da discernere in ogni circostanza cosa è gradito a Geova. 10 Cosa trascurò di fare Davide quando tentò di portare l’arca del patto a Gerusalemme, e quale importante insegnamento possiamo trarre da questo racconto? (1 Cron. 15:13). [26 ott., w03 1/5 pp. 10-11 parr. 11-13] (1 Cronache 15:13) Poiché la prima volta non la portaste, Geova nostro Dio irruppe contro di noi, in quanto non lo ricercammo secondo la consuetudine”. Nel trasferire l’Arca per la prima volta, Davide non si informò bene su qual era la volontà di Geova al riguardo. Benchè interrogasse spesso Geova, in questa occasione non lo fece, e le conseguenze furono disastrose. Quando siamo soggetti a pressioni, dovremmo sempre accertarci di cosa piace a Geova.