1 La febbre è una risposta fisiologica dell’organismo, secondaria a stimoli anche diversi, sia esogeni che endogeni. La risposta organica finalistica è caratterizzata da un’elevazione della temperatura corporea dovuta alla stimolazione dei centri ipotalamici, set point ipotalamico, vero e proprio termostato fisiologico. La temperatura corporea è termostatizzata perché sia stabile dal momento che le reazioni chimiche organiche possono realizzarsi solo entro un determinato intervallo di temperatura. 2 La febbre abitualmente aumenta la sera perché la mattina abbiamo la produzione endogena del cortisolo surrenalico che è un potente antinfiammatorio che blocca la produzione delle prostaglandine ovvero di quei fattori umorali respnsabili dell’insorgenza della febbre. La febbre è quindi un’ipertermia innescata da meccanismi difensivi che vedono in gioco fattori umorali quali le interleuchine (IL 1-IL6), citochine, interferone e il TNF alfa, prodotte quasi come ormoni delle difese imm. dai macrofagi(GB-Monociti). 3 A seguito di questa stimolazione si ha si ha un rilascio progressivamente maggiore delle prostaglandine, PG2 e derivati dell’acido arachidonico che stimolano i neuroni del set point e portano alla disregolazionedello stesso con slittamento finalistico della temperatura . L’innalzamento termico determina l’innesco di risposte termoconservatrici(brividi) e termodispersive (vasodilatazione-sudorazione) para fisiologiche Il calore corporeo “brucia” i virus, quindi la febbre difende l’organismo. 4 La febbre si manifesta in tre fasi: 1. fase prodromica o dell’ascesa.(PG2 elev./freddo), 2. fase dell’acme febbrile. (PG2 elev, cost./freddo), 3. fase della defervescenza. (PG2 in calo/ caldo). Classificazione in funzione C° subfebbrile 37 - 37,3° febbricola 37,4 - 37,6° febbre moderata 37,7 - 38,9° febbre elevata 39 - 39,9° iperpiressia >40° 5 Nella maggior parte dei casi la febbre si associa a infezioni a risoluzione spontanea, come le comuni malattie virali. L'impiego di antipiretici serve in questi casi solo ad attenuare la sensazione soggettiva di disagio del paziente, ma non accelera o facilita la risoluzione dell'infezione. Questi farmaci agiscono sul centro termoregolatore riducendo l'elevata soglia ipotalamica, quindi sul sintomo, non sulla causa della febbre. (Wikipedia). La febbre va considerata parte dei meccanismi di difesa dell'organismo, in quanto ostacola la replicazione dei microorganismi infettanti, specialmente virali, pertanto è utile riservare gli antipiretici quando strettamente necessario.(W.). 6 Il trattamento della febbre è comunque raccomandato per ridurrei sintomi fastidiosi come la cefale e le mialgie. La febbre aumenta la richiesta di ossigeno e per ogni grado al di sopra dei 37 °, l'organismo necessita del 13% in più di ossigeno. L'osservazione cauta permette alla febbre di espletare il suo compito difensivo.Fondamentale è il riposo, la lucità, che beva, sudi, urini. E’ importante osservare con attenzione gli eventuali altri sintomi correlati, come vomito, tosse, diarrea, cefalea. Il pericolo durante la febbre è solamente la disidratazione, non le “fantomatiche”convulsioni. 7 Solamente nei casi di bambini predisposti alle convulsioni febbrili, bisogna sempre tenere in casa una Benzodiazepina e un cortisonico. Per i bambini “alternativi” si usa dare Aconitum N. oppure Belladonna Atropa, … sia per alleviare i sintomi febbrili fastidiosi, quale la cefalea e le mialgie, che per fare un’adeguata prevenzione delle convulsioni febbrili, rare ma reali. Bisogna sapere e ricordarsi bene che una febbre alta non va abbassata troppo bruscamente con antipiretici, cortisonici ecc. per non incorrere in complicazioni. 8 La fase di fastigio assume andamenti caratteristici a seconda delle cause che producono la febbre. Si distinguono vari tipi di febbre: Febbre continua: la temperatura corporea raggiunge i 40 °C e si mantiene pressoché costante durante il periodo del fastigio, in quanto le oscillazioni giornaliere della temperatura corporea sono sempre inferiori ad un grado centigrado senza che mai si raggiunga la defervescenza. Solitamente si ha defervescenza per crisi con sudorazione profusa. (Polmoniti). 9 Febbre remittente o discontinua: il rialzo termico subisce durante il periodo del fastigio oscillazioni giornaliere di due tre gradi, senza che mai si raggiunga la defervescenza. È frequente malattie virali e nella tubercolosi. Febbre intermittente: periodi di ipertermia si alternano a periodi di apiressia. Queste oscillazioni si osservano: A/ durante una stessa giornata, e questo è il caso di sepsi, neoplasie, malattie da farmaci; B/nell'arco di più giorni, come nel caso della malaria, nel linfoma di Hodgkin e in altri linfomi. Una febbre alta, intermittente e associata a brividi intensi, sqassanti è il sintomo di una febbre settica, di origine batterica. 10