la Gazzetta 26/11 new PDF Adobe ati su Registr t azeco.i www.g verla per rice il a -m e via Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XVI – / luglio –€ , – Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale % Art c. /B L. di WALDEMARO MORGESE “N egli anni settanta avevo acquistato una casa di campagna fornita di un bel camino e per i miei figli, allora tra i dieci e i dodici anni, l’esperienza del fuoco, del ciocco che arde, della fiamma, era un fenomeno assolutamente nuovo. E mi sono accorto che quando il camino era acceso essi non cercavano più il televisore. La fiamma era più bella e varia di qualsiasi programma, raccontava storie infinite, si rinnovava ogni istante, non seguiva schemi fissi come lo show televisivo”. Trascrivo questa riflessione da un recente bel libro di Umberto Eco: Costruire il nemico e altri scritti occasionali (Bompiani , pp. - ). Il nostro Autore qui sembra aggiungersi alla folta schiera di intellettuali, studiosi, filosofi, scienziati, tecnici che giustappongono – per così dire – naturale e artificiale al fine di far emergere la bellezza del naturale e, in sostanza, la sua primazìa. Il selvaggio fuoco scoppiettante che prevale – insomma – sulla tecnologica TV! Questo è un bel problema, ricco di implicazioni: come ha osservato Aldo Schiavone, la distinzione fra naturale (il “naturalmente divenuto”) e artificiale (il “tecnicamente prodotto”) è “costitutiva della storia umana”, ove “l’uomo, come unico produttore di artificialità, si trova, da solo, innanzi all’incontenibile spontaneità della natura” (cfr. Storia e destino, Einaudi , pp. - ). Quando la forza della natura si manifesta in tutta la sua sconvolgente perentorietà, riesce perfino a modificare consolidate certezze fondate sulle acquisizioni tecnico-scientifiche: ciò che di recente è accaduto in Giappone ne è segno convincente, con i suoi corollari anche sul piano delle decisioni civili (ad esempio qui da noi con il recente inequivocabile esito del referendum sulle centrali nucleari). Riflettendo sulla relazione fra naturale e artificiale una coppia di architetti inglesi, Peter e Alison Smithson, alla metà del Novecento affermò sul piano teorico e provò a testare in qualche realizzazione pratica l’idea che il planning architettonico dovesse essere sempre in armonia con la natura dei luoghi e che, anzi, solo a queste condizioni si fosse legittimati a parlare di compenetrazione con il cosiddetto genius loci. SEGUE A PAG. 17 – Filiale di Bari INVITO IGNORATO UN ANTICO TEMA Il naturale batte l’artificiale / Secondo uno studio della Boston Consulting Group le piccole e medie imprese online attive crescono nel fatturato e nelle assunzioni Il silenzio sulla “coesione” S allarmante il quadro tracciato dal Censis nella ricerca sui giovani italiani “Fenomenologia di una crisi antropologia”. Una generazione senza una visone del futuro. BUONO ALLE PAGG. 6 E 7 SEGUE A PAG. 17 Dossier – Il Fattore Internet sempre più determinante per la crescita Col web si vola TRAVERSA ALLE PAGG. 11-14 Sorrento – Il convegno OBI sui problemi dei Mezzogiorni Il Sud studia se stesso e cerca una stampella U n autentico successo di adesioni e copertura mediatica. Più di duecento partecipanti, tra cui rappresentanti di governi europei e nordafricani, delle istituzioni, del mondo bancario, imprenditoriale, sindacale ed accademico, hanno nobilitato la prima edizione del Meeting organizzato dall’OBI (Osservatorio Banche Imprese) nei giorni scorsi a Sorrento. Si è trattato di due giorni di incontri e confronti all’insegna dello scambio di esperienze e di analisi per il futuro dei sistemi economici locali, a breve e medio termine. SCHIRONE ALLE PAGG. 8 E 9 Comunicazione Il Cairo – Il punto su un accordo tra 8 Regioni Studio Censis Messaggio L’alleanza italo-egiziana Gioventù con la Pnl porta la frutta in tavola “bruciata” A umentare la competitività e l’accesso al mercato europeo dell’ortofrutta egiziano e italiano. È stato l’obiettivo del progetto S.P.I.I.E. presentato al Cairo, finanziato da regioni, con Puglia e IAM in prima linea. SERVIZI A PAG. 20 COLELLA ALLE PAGG. 2 E 3 di ORESTE BARLETTA e si esclude il Consiglio regionale della Sardegna, intervenuto con una richiesta specifica connessa alle condizioni geografiche e demografiche della regione, nessuno dal Mezzogiorno ha risposto all’invito da parte della Commissione europea a partecipare alla consultazione pubblica on line sulla politica di coesione. Né un’altra Regione, né una Provincia, né un Comune, né un’organizzazione imprenditoriale, né un sindacato, né un’università ha risposto da un’area comprendente quattro regioni (la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia) che rientrano nell’obiettivo Convergenza, e che dunque usufruiscono del sostegno finanziario della politica di coesione, mentre un’altra (la Basilicata) è in fase di uscita. Neppure il Centro-Nord, per altro, si è distinto per grado di partecipazione alla consultazione; un livello molto più basso di quello fatto registrare da Paesi come la Francia e la Germania, per esempio, presenti in forze nei differenti gruppi di soggetti nei quali la Commissione europea ha collocato le quasi risposte. Certo, è strano. Il Mezzogiorno, dove nei tempi più recenti si è ridotta la portata degli abbondanti flussi di risorse finanziarie comunitarie che avevano alimentato la sua economia negli anni Ottanta e Novanta, si direbbe sia indifferente di fronte alla prospettiva di un’ulteriore riduzione di quei finanziamenti. Il riferimento è al Mezzogiorno delle istituzioni innanzi tutto; ma anche a quello delle università, dei centri di ricerca economica, degli studiosi di meridionalismo. Per non parlare del Mezzogiorno della gente comune; che, come testimonia un recente sondaggio Eurobarometro, della politica di coesione per le aree più deboli dell’Europa sa poco o niente. Da questo Mezzogiorno con molte facce – che ha visto assottigliarsi il sostegno europeo per effetto dell’ingresso nell’UE di Paesi molto più poveri ma che, anche per incapacità proprie, non è riuscito a tenere il passo di crescita di alcuni dei nuovi Stati membri ma anche di regioni dell’Europa a oggi molto meno deboli di pochi anni fa – qualcuno avrebbe potuto attendersi uno scatto d’orgoglio. Immaginare che, di fronte alla possibilità di avanzare concrete proposte per contribuire a riaprire una stagione di sviluppo economico e sociale, da questo Mezzogiorno sarebbero state inviate alla casella di posta elettronica della Commis- È 2 09-15 luglio 2011 Agricoltura S.P.I.I.E. – Iniziativa congiunta per facilitare gli scambi commerciali Mercato ortofrutta: sfida italo-egiziana Al Cairo presentati i risultati del progetto triennale finanziato da otto regioni, con la Puglia e lo IAM-Bari in prima linea A umentare la competitività e l’accesso al mercato europeo dei prodotti ortofrutticoli egiziani e italiani. È stato questo l’obiettivo del progetto S.P.I.I.E. (Attivazione di Sistemi Produttivi Integrati Italia-Egitto), finanziato da otto regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Sicilia e Puglia), con la Puglia nel ruolo di capofila conclusosi con la conferenza del luglio al Cairo e durato anni. Il progetto mirava ad armonizzare le norme volontarie e cogenti ed a migliorare la qualità delle produzioni egiziane di frutta e verdura, tenendo conto dei criteri di stagionalità e complementarità (in modo da non creare sovrapposi- zioni con le produzioni italiane), favorendo l’armonizzazione delle procedure e dei protocolli tra i due Paesi per lo scambio di informazioni tra gli organi pubblici di controllo sulle merci importate ed esportate, con l’obiettivo finale di facilitare gli scambi commerciali tra Egitto e Italia. Il progetto è stato realizzato con il contributo del team di esperti egiziani dell’ARC-HRI (Centro di Ricerche Agricole–Istituto di Ricerche in Orticultura, entrambi istituzioni del Ministero dell’Agricoltura) e di quello di italiani, rappresentato dagli enti attuatori delle Regioni (Sviluppo Lazio, ARSSA Calabria, Coldiretti Campania e ISVE Campania, Metapontum Agrobios, ERSA Friuli Venezia Giulia, Sviluppo Sicilia), coor- dinati dal CIHEAM-IAMB (Centre Internationale des Hautes Etudes Agronomique Mediterraneen-Istituto Agronomico Mediterraneo Bari). Da settembre ad oggi i gruppi egiziano ed italiano hanno collaborato per elaborare un’analisi territoriale della filiera dell’ortofrutta; migliorare le direttive per l’applicazione del sistema di tracciabilità dal campo, per le buone pratiche agricole e la caratterizzazione dei prodotti e dei loro processi di produzione, mettere a punto protocolli per il controllo delle merci nei punti di arrivo e di partenza con la collaborazione delle autorità locali. SANTA COLELLA Il saldo del Paese è passato da negativo a positivo DallaGreciaalRegnoUnito L’Europa partner storico Export delle Piramidi noi terza destinazione L’ Egitto ha importato , milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli (per un valore di milioni di dollari) nel ed ha esportato , milioni di tonnellate, per un valore pari a , mld di dollari, registrando un saldo commerciale pari a , milioni di dollari e un saldo positivo (+ , ). Rispetto all’anno , il Paese è passato da un saldo negativo, indice di una posizione deficitaria negli scambi commerciali con il resto del Mondo (- , ) a un saldo positivo pari a + , . Le esportazioni ortofrutticole dell’Egitto nel sono pari a , milioni di tonnellate ( , mld di dollari) e rappresentano più del % delle esportazioni agroalimentari totali, in termini di valore (+ % rispetto al ). Analizzando la composizione delle esportazioni per Paese di destinazione, l’Arabia Saudita è il primo Paese di destinazione nel , con una quota del , % in volume ( , % in valore), seguita dalla Federazione Russa ( , % in volume e , % in valore). L’Italia è il terzo Paese di destinazione delle esportazioni ortofrutticole nel , con una quota del , % in volume e dell’ , % in valore. Rispetto alla media, le esportazioni verso l’Italia registrano un andamento positivo (+ , % in volume e + , % in valore). Si registra, quindi, un fenomeno di diversificazione dei mercati di esportazione, rispetto ai mercati di destinazione “tradizionali”, con un incremento del peso relativo di “nuovi mercati”, in particolare I della quota della Russia (+ , % in volume e + , % in valore), dell’Olanda, in particolare in volume, e del Belgio, in particolare in valore. Le esportazioni verso l’Olanda rappresentano il , % in volume e il , % in valore e fanno registrare un incremento pari a + , % in volume e + , % in valore. Le esportazioni verso il Belgio rappresentano l’ , % in volume (+ %) e il , % in valore (+ , %) e fanno registrare un incremento di molto superiore alla media (+ , % in volume e + , % in valore). Rilevante è il peso del Regno Unito ( , % in volume e , % in valore). L’incidenza del Regno Unito, in particolare, è diminuita in volume (- , punti percentuali), ma aumentata in termini di valore (+ , %). Le esportazioni verso il Regno Unito fanno registrare un andamento positivo e più che proporzionale rispetto alla media, rispettivamente + , % in volume e + , % in valore (Regno Unito). L’evoluzione positiva delle esportazioni verso Regno Unito, Olanda, Belgio suggerisce, in linea generale, una capacità, a livello macroeconomico, di rispondere alle esigenze di mercati (all’interno dell’UE) considerati particolarmente restrittivi sul piano delle esigenze in materia di qualità. Al di fuori dell’UE, i primi Paesi per numero di notificazioni di misure SPS, Stati Uniti, Canada, Brasile, quindi, considerati tra i più “esigenti” a livello internazionale, hanno un peso inferiore all’ % (in volume e in valore) sulle esportazioni ortofrutticole egiziane. Questo può suggerire difficoltà nel conformarsi alle esigenze di tali Paesi. L’Egitto importa soprattutto dall’India ( , % in volume e , % in valore), seguita dalla Cina, Stati Uniti e Canada. I principali Paesi di origine delle importazioni egiziane, in valore, sono la Francia, il Regno Unito, il Canada, la Cina e l’Olanda. Questi paesi hanno un forte peso in valore sulle importazioni egiziane, ma esiguo in volume e si configurano come i principali “competitor” dell’Italia nel mercato egiziano Il peso dell’Italia sulle importazioni ortofrutticole dell’Egitto è appena lo , % in volume e lo , % in valore. s.c. l forte peso relativo dell’Italia sulle importazioni dell’UE dall’Egitto, per quanto riguarda la categoria ortaggi ( , % in volume e , % in valore) e preparazioni di frutta e ortaggi ( , % in volume e , % in valore); oltre all’Italia, riveste importanza anche la Grecia, in particolare in volume ( , %), seguita da Regno Unito, Olanda e Germania. Dal confronto tra il peso relativo dei diversi mercati in volume e valore emerge come Regno Unito, Olanda e Germania rappresentino i mercati più “remunerativi” al contrario dei mercati “tradizionali” (Italia e Grecia, in particolare). Tra i primi mercati di destinazione dell’ortofrutta frutta egiziana (in particolare della frutta), all’interno del mercato europeo, troviamo Regno Unito, Olanda, Belgio e Germania, classificati in letteratura come mercati ad alto valore aggiunto e particolarmente esigenti sul piano della qualità e sicurezza sanitaria. Se il peso dell’Italia come mercato di destinazione si configura come relativamente alto (in particolare, nella categoria ortaggi), si osserva, d’altra parte, una diversificazione dei mercati di destinazione sia all’interno del bacino del Mediterraneo (es. Grecia) sia dell’Europa continentale (Regno Unito, Olanda) e dell’Est (Bulgaria, Romania). La riduzione delle esportazioni di mele dell’Italia verso l’Egitto può essere spiegata dalla riduzione del peso relativo dell’Italia, rispetto ad altri Paesi di origine, nelle importazioni totali di mele dell’Egitto. Se le importazioni totali di mele dell’Egitto registrano un incremento pari a + , % in valore dal al (passando da a milioni di dollari), le importazioni di mele dall’Italia subiscono una riduzione pari a - , %, determinando così una riduzione del peso relativo dell’Italia (- , %) rispetto ad altri Paesi di origine. In particolare, aumentano le importazioni di mele dalla Cina (+ , %), Cile (+ , %), Kuwait ( , %), Arabia Saudita (+ , %), Giordania (+ , %), Siria (+ , %), Turchia (+ , %). s.c. Periodi di raccolta di alcuni prodotti in Italia Agricoltura ed Egitto Esportazioni ortofrutticole dell’Egitto: primi . Arabia Saudita Federazione Russa Italia Ungheria Regno Unito Kuwait Libano Olanda Ucraina Emirati Arabi Uniti Libia Oman Grecia Siria Iran Primi Paesi Altri Mondo t( . . , , , , , , , , , , , , , , , , , , ) Incidenza (%) , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % Paesi di destinazione (volume e valore), Incidenza (%) , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % mln ( Arabia Saudita Regno Unito Italia Federazione Russa Olanda Belgio Ucraina Emirati Arabi Uniti Libia Kuwait Siria Germania Iran Grecia Libano Primi Paesi Altri Mondo . . , , , , , , , , , , , , , , , , , , 3 09-15 luglio 2011 ) , totale ortofrutta Incidenza (%) , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % Incidenza (%)) , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % , % Cooperazione – Realizzato un sistema informatico per monitorare le merci Battaglia da vincere con norme e qualità L a strategia dell’UE nei confronti dei Paesi Terzi Mediterranei tende a favorire processi di cooperazione ed integrazione sul piano politico, economico, sociale e culturale attraverso la realizzazione di una area di libero scambio euro-mediterranea secondo quanto stabilito dalla Dichiarazione di Barcellona. Il progetto mira a creare i presupposti per l’armonizzazione di norme volontarie e vincolanti ed a migliorare la qualità della produzione di frutta e verdura in Egitto nel rispetto dei criteri di stagionalità e complementarietà rispetto alle produzioni italiane. Ha anche l’obiettivo di favorire l’armonizzazione di procedure e protocolli tra i due Paesi per trasferire e condividere informazioni tra gli organismi di controllo sull’importazione e l’esportazione di merci per facilitare l’intensificarsi degli scambi tra Egitto e Italia. Il progetto S.P.I.I.E., con la Regione Puglia e l’Istituto agronomico Mediterraneo capofila, ha favorito la creazione e la qualificazione delle relazioni economiche nelle filiere ortofrutticole attraverso la realizzazione di azioni dirette a far sviluppare l’avvio di collaborazioni tra aziende italiane ed egiziane, e il rafforzamento dei centri servizi del Ministero. Il progetto ha favorito il rafforzamento istituzionale per l’armonizzazione delle normative volontarie e cogenti finalizzate alla libera circolazione delle merci. Questi i risultati finali del progetto: – individuazione di aree produttive nella zona del delta del Nilo, nelle quali sono state identificate aziende pilota in cui sono state applicate le GAP (Good Agricultural Practice) e le GMP (Good Manufacturing Practice). – Realizzazione di una analisi swot relativamente alle aree di intervento. – Realizzazione di missioni tra operatori italiani ed operatori egiziani: missioni di operatori italiani in Egitto in rappresentanza di aziende ortofrutticole per incontri di B B tra operatori commerciali dei due Paesi e per la partecipazione alla fiera Food Fresh Gate svoltasi a Sharm El Sheik; missione di operatori egiziani in Italia che hanno visitato aziende di produzione e condizionamento di Puglia, Basilicata e Lazio. – Realizzazione di Linee Guida per la tracciabilità in campo, per l’applicazione di Buone Pratiche Agricole e Buone Pratiche di Manipolazione presso le aziende agricole pilota, in conformità con la normativa vigente e con standard internazionali; – attivazione del tavolo di lavoro in Egitto tra il Direttore del Servizio di Quarantena del Ministero dell’Agricoltura egiziano, il Direttore del Servizio Fitosanitario Centrale italiano, il Ministero della Salute italiano – Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione, la Regione Puglia e lo IAM-B per la condivisione di protocolli comuni per i controlli di qualità e il sistema di garanzia relativo al commercio e all’importazione dei prodotti ortofrutticoli freschi. – Realizzazione di un Centro Servizi per la fornitura di servizi tecnici, il trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, informazioni tecnico-scientifiche utili a favorire le relazioni economiche delle imprese egiziane con le aziende italiane, – realizzazione di una proposta di associazionismo per le imprese egiziane e formulazione del modello di statuto; proposta normativa per favorire la costituzione di associazioni di produttori. – pubblicazioni sui temi della qualità e della sicurezza alimentare (Tendenze evolutive e performance della filiera ortofrutticola e Qualità e sicurezza dell’ortofrutta egiziana per il mercato europeo). – realizzazione di una Piattaforma informatica del Centro Servizi (www.eg-it-gateway.com) per favorire le relazioni tra le autorità pubbliche italiane ed egiziane e gli scambi commerciali. La piattaforma è costituita da due sezioni: sezione B to B (Business to Business) destinata a favorire gli scambi commerciali tra le imprese dei due Paesi e offre anche la tracciabilità di filiera attraverso il collegamento al Sistema di Tracciabilità Nazionale egiziano e la sezione G to G (Government to Government) finalizzata al miglioramento delle procedure di trasferimento dei certificati fitosanitari per le patate in transito dall’Egitto verso l’Italia. Il sistema informatico realizzato rende disponibili “on line” ed in tempo reale i dati relativi alle merci inviate verso il nostro Paese attraverso una procedura pilota di trasmissione elettronica delle certificazioni per l’esportazione. s.c. Riconoscimento IAM Importante Valenzano forma il ruolo pugliese gli egiziani A A bou Hadid, Ministro dell’agricoltura egiziano, in occasione della conferenza del luglio al Cairo ha sottolineato il ruolo della Regione Puglia e dello IAM nel progetto S.P.I.I.E. definendo quest’ultimo un punto di partenza e non di conclusione. “Il progetto è stato breve e finanziato poco, ma ci ha permesso di cominciare a cooperare con i paesi del mediterraneo – ha dichiarato il Ministro – In Egitto in questi anni è aumentata la produzione di agrumi e patate ( T) e questo è l’unico settore che non ha subito l’influenza della rivoluzione”. In seguito Abou Hadid ha individuato e descritto le tre principali pratiche per sviluppare la cooperazione: “la qualità del cibo, aumentare il reddito dell’agricoltore tramite precise politiche e aumentare l’organizzazione nel settore con lo sviluppo di tecniche come quella dell’irrigazione. I nostri prodotti devono avere credibilità – ha concluso – e l’obiettivo di arrivare in tutta Europa tramite il mare”. s.c. lla conferenza erano presenti anche, in rappresentanza dell’Italia, l’Ambasciatore Claudio Pacifico e il direttore dello I.A.M. Cosimo Lacirignola. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza di aver formato, nell’ambito del progetto S.P.I.I.E., all’Istituto agronomico di Valenzano circa quadri egiziani e la necessità dapprima di facilitare gli scambi tra imprenditori e che i governi “parlino la stessa lingua per accordarsi su certificazioni, calendari ecc”. L’ambasciatore Claudio Pacifico, invece, ha rimarcato che “la collaborazione porta benessere ad entrambi i paesi e che l’Italia è il più importante partner egiziano dopo gli Stati Uniti. Gli investimenti – ha concluso – non si limitano solo all’agricoltura ma si estendo anche all’energia, elettricità e banche e coinvolgono soprattutto le piccole e medie imprese”. s.c. Europa JOHANNES HAHN LÀZLO ANDÒR JANEZ POTOČNIK 09-15 luglio 2011 DANUTA HÜBNER 5 MERCEDES BRESSO Bruxelles – I risultati della consultazione voluta dalla direzione generale per la Politica regionale Scelte di coesione “flessibile” la Ue deve puntare sul territorio Prima degli interventi legislativi la Commissione ha voluto tastare il polso dei destinatari. Deciso il no alle priorità obbligatorie per tutti gli Stati membri e le rispettive Regioni U JOSÈ MANUEL BARROSO na politica di coesione più flessibile e più orientata ai risultati, meno centralizzata e quindi più attenta alle realtà territoriali. Una politica le cui priorità e i cui obiettivi non siano obbligatori e uniformi in tutti gli Stati e le Regioni dell’Unione europea, ma possano essere modulati a livello locale. Una politica legata, sì, alla strategia Europa per una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva”, ma che non sia inglobata da questa. In estrema sintesi, sono questi i risultati della consultazione pubblica lanciata dalla direzione generale per la Politica regionale della Commissione europea alla fine dell’anno scorso, all’indomani della pubblicazione della quinta Relazione sulla politica di coesione. Risultati che le istituzioni europee non potranno ignorare in vista degli aggiornamenti normativi e della quantificazione delle risorse per l’ormai imminente settennio di program- Forum coesione, la sala mazione finanziaria . Con la quinta Relazione sulla politica di coesione economica, sociale e territoriale dell’UE, pubblicata il novembre dell’anno scorso, la Commissione europea, partendo da un bilancio dei risultati raggiunti ma anche da una valutazione critica degli obiettivi mancati, ha posto le basi per un rilancio di questa politica. Ma, prima di avviare il complesso iter legislativo comunitario, ha scelto di “tastare il polso” dei destinatari della politica di coesione (enti territoriali regionali e locali, organizzazioni di rappresentanza politica, economica e sociale, università, centri di ricerca, imprese private, semplici cittadini) per renderla più aderente alle esigenze dei soggetti interessati. Prima con un sondaggio Eurobarometro rivolto a un campione significativo di cittadini europei (che ha rivelato un sensibile deficit di conoscenza proprio nelle aree oggetto di questa politica) e suc- cessivamente con il lancio di una consultazione pubblica aperta a tutti (ma senza ignorare i singoli individui). A tutti gli interessati la Commissione ha proposto una batteria di domande (il questionario era reperibile su internet) alle quali si poteva rispondere sempre via internet. Al gennaio, quando è stata chiusa la casella di posta elettronica dedicata, sono stati ricevuti messaggi. Da queste risposte la commissione per la Politica regionale ha potuto ricavare spunti di riflessione certamente utili in fase di definizione delle linee di intervento e della ripartizione delle risorse finanziarie per il settennio . In un panorama molto variegato, emergono con grande evidenza le richieste sintetizzate sopra. La prima e la più pressante è quella che fa riferimento all’esigenza che la politica di coesione possieda un grado di flessibilità sufficiente per mantenere nella dovu- ta considerazione il contesto regionale e quello locale. Così che, appunto, “gli operatori regionali e locali possano influire sulle priorità e sugli obiettivi di questa politica”. Dalle risposte emerge poi il rifiuto pressoché unanime dell’ipotesi che Bruxelles possa stabilire priorità obbligatorie per tutti gli Stati membri e le regioni dell’Unione europea. Al contrario, dalla consultazione viene fuori la richiesta di “una maggiore decentralizzazione della gestione finanziaria per gli amministratori regionali e locali, con più flessibilità nella progettazione e nell’attuazione dei programmi operativi realizzati su misura per un contesto regionale o anche nazionale”. E anche quella di “un impegno maggiore e di migliore qualità nei confronti dei portatori di interessi locali, compresi la società civile e il settore privato”. È generalizzata poi la richiesta che la politica di coesione abbia un approccio orientato ai risultati. Da qui discende il favore con il quale viene vista l’ipotesi di introdurre incentivi per “premiare” i soggetti, pubblici e privati, più meritevoli in termini di efficacia, di economicità e di rispetto dei tempi; e anche a quella del mantenimento dell’attuale regola del “disimpegno” (sia pure con l’esclusione del primo anno) per chi invece non abbia raggiunto i risultati previsti. A queste richieste si aggiungono, da parte di molti, anche quelle di una maggiore concentrazione degli interventi su un numero limitato di priorità, di una robusta semplificazione normativa, di un allentamento dei vincoli burocratici. E infine quella che la politica di coesione, pur contribuendo alla riuscita della strategia Europa , conservi però gli obiettivi specifici di riequilibrio economico e sociale che anni fa ne determinarono la nascita. La consultazione – L’Italia comunque valuta bene la nuova programmazione Ma da Sud nessuna partecipazione A nche se (con l’unica eccezione della Sardegna su una questione specifica) dal Mezzogiorno nessun soggetto ha risposto alle domande della consultazione, l’Italia valuta positivamente la politica di coesione per il prossimo settennio di programmazione come è stata disegnata dalla Commissione europea; pur se con alcune riserve non proprio secondarie. Questo si ricava dalla lettura delle undici cartelle che riassumono il contributo del nostro Paese alla consultazione, lanciata alla fine del e i cui risultati sono stati resi noti recentemente, sulla politica di coesione economica, sociale e territoriale per il settennio . Un contributo che ha raccolto e sintetizzato – chiarisce il documento – le valutazioni delle amministrazioni centrali e regionali nonché dei partner economici e sociali. Per l’Italia – si apre così il testo inviato alla Commissione europea – la quinta Relazione è “una base di partenza molto buona per definire un’efficace riforma della politica di coesione, una riforma necessaria per promuovere lo sviluppo delle regioni europee, in un quadro di rigore per le finanze pubbliche che impone la ricerca della massima efficacia”. Una necessità, questa di conciliare rigore e sviluppo, “particolarmente sentita dall’Italia”, un Paese che è, al tempo stesso, “forte contribuente al bilancio comunitario e importante beneficiario della politica di coesione”. Il nostro Paese – recita più avanti il documento – considera “particolarmente innovativi”, e quindi “da sostenere fortemente”, due aspetti della riforma proposta dalla Commissione nella Relazione: il rafforzamento dell’orientamento ai risultati e l’introduzione di specifiche condizionalità. E condivide l’esigenza di raccordare la politica di coesione agli obiettivi della Strategia Europa . L’Italia – si legge poi nel documento – apprezza “la concentrazione della politica di coesione su poche priorità in linea con gli obiettivi di Europa ”. E però ritiene necessario “garantire che i diversi territori possano individuare il policy mix più appropriato, lasciando un certo grado di flessibilità nelle scelte, tenendo conto anche della dimensione dei programmi, della situazione di partenza di ciascuna regione e dei risultati da conseguire”. Quanto alle proposte contenute nelle conclusioni della quinta Relazione, prosegue il documento, l’Italia “le condivide pienamente per migliorare la valutazione, la performance e i risultati”. Le proposte di modifica della gestione finanziaria formulate dalla Commissione europea, invece, “sollevano molti interrogativi”. Il timore è che il nuovo sistema proposto “rischia di appesantire ulteriormente l’onere amministrativo, senza dare garanzie di maggiore solidità”. E inoltre i meccanismo di chiusure annuali “non appare funzionale e sincronizzabile con le esigenze di una programmazione pluriennale”. Per quanto concerne l’ammissibilità delle differenti voci di spesa, nel documento si afferma che dovrebbe continuare a essere fissata a livello nazionale, anche se alcune fondamentali regole comuni (rimborso dell’IVA o alcuni costi standard e spese comuni a tutti i fondi) potrebbero essere definite a livello europeo. Infine la regola del disimpegno automatico “va mantenuta”. Ed è opportuno l’approccio integrato allo sviluppo economico-sociale, basato su una forte sinergia tra i Fondi, “evitando ogni ulteriore frammentazione e o.b. settorializzazione”. ORESTE BARLETTA Anche la Bresso Mille presenze al forum con Barroso A l termine della consultazione pubblica, si è tenuto a Bruxelles un Forum sulla politica di coesione con quasi mille partecipanti. Vi hanno preso parte – con esponenti della politica e dell’economia di tutta l’Europa – il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, i commissari per la Politica regionale Johannes Hahn, per l’Occupazione Làzlo Andòr, per l’Educazione Androulla Vassiliou, per l’Ambiente Janez Potocnik, le presidenti delle commissioni dell’Europarlamento per lo Sviluppo regionale Danuta Hübner e per l’Occupazione Pervenche Berès, la presidente del Comitato delle Regioni Mercedes Bresso. o.b. 6 09-15 luglio 2011 Rapporti Studio Censis – Allarmante quadro antropologico della società Il desiderio Si Giovani in crisi il male dell’Italia G li italiani, in particolare i giovani, sembrano sempre più imprigionati nel presente. Con uno scarso senso della Storia, senza visione del futuro e senza voglia di rischiare. Al desiderio si è sostituita la voglia, alle passioni le emozioni, al progetto l’annuncio. In un mondo dominato dalle emozioni, conta solo quello che si prova nel presente, non la tensione che porta a guardare lontano. A rilevarlo è lo studio Censis “Fenomenologia di una crisi antropologica. Il rattrappimento nel presente”, nell’ambito dell’annuale appuntamento di riflessione “Un mese di sociale”, giunto alla ventitreesima edizione. Tra i sintomi più evidenti del “presentismo” vi è la perdita di significato della scuola, che per il % dei ragazzi (contro, ad esempio, il % dei giovani in Germania) non rappresenta un investimento valido (è record in Europa). A condizionare il dato sono i limiti dell’offerta formativa, che non garantisce il raggiungimento del successo lavorativo attraverso un percorso di studi impegnativo. Oggi i giovani italiani sono anche quelli in Europa che meno hanno intenzione di avviare una propria attività autonoma: il , % contro una media europea del , % e a fronte di un ragguardevole , % in Bulgaria, del , % in Polonia, del , % in Romania, ma anche del , % in Spagna, , % in Francia e , % nel Regno Unito. Significativa è la motivazione addotta: al , % appare un’impresa troppo complicata, contro una media europea del , %, mentre per il , % “è troppo rischioso”. Nutrita anche la schiera di chi non sa o non risponde: il , % (record anche in questo caso…). Il rattrappimento nel presente, secondo il rapporto, ha radici profonde: la crisi della relazione con l’altro, il disfacimento della cultura del dono e del sacrificio in vista del Manca una visione del futuro. Una pessima considerazione della scuola e poca voglia di impresa bene comune, la crisi del sacro e la labilità dei suoi surrogati (l’esoterismo o la new age), la rimozione del senso del peccato (individuale o sociale), il primato dell’Io. Nella crisi antropologica che investe la società, non avere una visione del futuro significa concentrarsi sulla conservazione dell’esistente, cioè sul tenore di vita a cui siamo abituati. Così, nel tempo la quota di risorse destinata ai consumi aumenta più di quella destinata agli investimenti. Dal a oggi i consumi nazionali sono cresciuti del %, mentre gli investimenti solo del %. E negli ultimi dieci anni i consumi sono aumentati del %, con gli investimenti calati dell’ %. Si allentano poi, sottolinea Censis, le responsabilità familiari. L’età media al primo matrimonio, che nel era di , anni per le donne e di , per gli uomini, oggi è salita a anni per le donne e a , per gli uomini. Negli ultimi vent’anni l’età media al primo matrimonio è cresciuta di anni e mezzo, mentre nel ventennio precedente era aumentata di appena un anno e mezzo. Anche l’età media delle madri al primo parto ha seguito lo stesso andamento, aumentando dai , anni del ai , attuali, con un incremento di anni e mezzo (mentre nel ventennio precedente l’innalzamento era stato di meno di anni). Oggi anche vincere o perdere è un’emozione che non vive d’attesa ma che può consumarsi in pochi attimi. Solo milioni di italiani, ad esempio, comprano ancora il biglietto della lotteria nazionale, mentre sono più del doppio quelli che giocano alle lotterie istantanee e al “gratta e vinci”. Gli importi giocati alle “new slot” ammontavano nel a (quasi) miliardi di euro, cioè al , % del totale giocato. Sono passati nel a , miliardi (il % del totale), a , miliardi nel (il %), fino a raggiungere una soglia di miliardi nel (il %). Non solo le slot hanno visto crescere le giocate di circa il % in quattro anni, ma rappresentano ormai più della metà delle giocate complessive: nel mese di maggio la quota è salita ancora al %. In questo scenario, prevale una comunicazione istantanea, che fa leva sull’emotività, senza molti spazi di verifica. Il web zapping è emblematico di questo modo di consumare le notizie. Solo nel giro di un anno (febbraio -febbraio ) il tempo medio di permanenza di un utente su una pagina web è passato da a secondi e le pagine visitate nel giorno medio per persona sono aumentate da a (in rialzo anche il numero di utenti, passato da quasi a più di milioni). Emblematica della crescita delle aspettative di brevissimo periodo è anche la ricerca del benessere immediato: vogliamo stare meglio subito, senza che nulla si frapponga tra noi e il nostro star bene. Basti considerare le tantissime diete non riuscite e il ricorso facile ai farmaci e agli psicofarmaci. Analisi – La “crescente sregolazioni delle pulsioni” Regole e trasgressione cambia la percezione I n occasione del “mese di sociale”, e nell’ambito dello studio “Fenomenologia di una crisi antropologica”, al Censis si è discusso anche di “crescente sregolazione delle pulsioni”. Da un’indagine realizzata dall’istituto di ricerca emerge infatti il senso della relatività delle regole tra gli italiani e il tentativo di legittimare le pulsioni. È diffuso il sentimento ( , % degli intervistati) per cui ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti. Si ritiene che le regole possano essere aggirate in molte situazioni. Nel divertimento è ammessa la trasgressione soprattutto dai più giovani (il , %). Si crede che, quando necessario, ci si possa difendere da sé anche con le cattive maniere (il , %, il , % tra i residenti nelle grandi città). Per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compro- messi per il , %. D’altra parte sono in aumento le forme di violenza in cui è forte la componente pulsionale della perdita di controllo e dell’aggressività: tra il e il le minacce e le ingiurie sono aumentate del , %, le lesioni e le percosse del , %, i reati sessuali del , %. Per quanto riguarda le forme di dipendenza, a fronte di un calo del consumo di sostanze stupefacenti (tra il e il consumatori giù del , %, da , milioni a , milioni circa) si registra un aumento della pericolosità sociale del consumo di droghe: sale infatti il numero delle persone prese in carico nei Sert per dipendenza da cocaina (+ , %). E i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche passano (dal al ) dal , % al , % nella fascia - anni. C’è poi la pulsione a una re- lazionalità virtuale. Gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network. Dal settembre al marzo gli utenti di Facebook sono passati da , milioni a , milioni. Ogni utente trascorre su Facebook mediamente minuti al giorno, è membro di gruppi, e ogni mese posta commenti, invia richieste di amicizia, diventa fan di pagine e riceve inviti ad eventi. La dimensione più narcisistica delle pulsioni è legata al bisogno di apparire. Nel sono stati circa mila gli interventi di chirurgia estetica effettuati in Italia. Anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di - anni. Crescono infine le forme di depressione: il consumo di antidepressivi è più che raddoppiato dal al (+ , %). a.b. No Totale , , Bulgaria , , Polonia , , Romania , Portogallo , Spagna , , , Francia , , Irlanda , , Turchia , , Grecia , , Gran Bretagna , , Repubblica Ceca , , Olanda , , Austria , , Belgio , , Germania , , Ungheria , , Italia , , Fonte: elaborazione Censis su dati Commissione Europea “Eurbarometro ANDREA BUONO Secondo lei, l'educazione e la formazione professionale sono un'opzione attraente per i giovani nel vostro Paese ͨΨ ͩͨΨ ͪͨΨ ͫͨΨ ͬͨΨ ͭͨΨ ͮͨΨ ͯͨΨ Germania Austria Turchia Irlanda Spagna Danimarca Gran Bretagna Portogallo Francia Irlanda Romania Grecia Polonia Italia Si No NR ǣDzͮͬͭͭdz ͰͨΨ ͱͨΨ ͩͨͨΨ ” Rapporti No perché non c’è lo spirito imprenditoriale adeguato , , , , No perché non c’è accesso ai finanziamenti No perché è troppo complicato avviare un’attività Ho già avuto un’impresa , , , , , , , , Non sa/non risponde , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , Soggettivismo il nuovo mito L’ Fenomeni/2–Egoismoeindifferenza L’individuo solo al centro S 7 Fenomeni/1 – Addio vecchi modelli dei giovani di creare un’impresa in futuro - per Paese No perché è troppo rischioso 09-15 luglio 2011 econdo la percezione comune, individualismo, egoismo e indifferenza sono tratti ormai profondamente radicati nella nostra società. Come riporta l’indagine Censis “Fenomenologia di una crisi antropologica. Tra rinserramento individuale e indifferenza collettiva”, il , % degli italiani (il % tra i residenti nelle grandi città e nel Nord-Est) crede che il nostro Paese sarà ancora fortemente caratterizzato, tra dieci anni, dall’attenzione esclusiva all’interesse individuale. Per il , % sono destinati a indebolirsi anche i rapporti di vicinato e di amicizia fra le persone. Tra le più gravi forme di disagio che si immagina possa avere la società italiana fra dieci anni, al primo posto figura la disoccupazione di lunga durata (per il , % della popolazione), poi la povertà economica ( %), la non autosufficienza degli anziani ( , %), l’immigrazione clandestina ( %), la tossicodipendenza ( , %), fino all’isolamento sociale inteso come mancanza di relazioni e affetti ( , %). La diffusione a macchia d’olio delle grandi patologie individuali, sia quelle di evidente rinserramento interno (depressione, anoressia, dipendenza da droghe, fino al suicidio), sia quelle di crescente indifferenza alla vita collettiva (stanchezza di vivere, rimozione delle responsabilità, crisi dell’empatia nelle relazioni interpersonali), è il sintomo della crisi antropologica che sta attraversando la società italiana. I sintomi depressivi, indipendentemente dal fatto che si arrivi a formulare la diagnosi di depressione, colpiscono il , % della popolazione. Altri fenomeni sempre più diffusi sono l’insensibilità rispetto al dolore e alle sventure altrui e, nella società sempre più anomica e disgregata in cui viviamo, la paura del prossimo e il ripiegamento a.b. individuale. eccesso di individualismo e della “libertà di essere se stessi” ad ogni costo ha infranto le figure simbolo dell’autorità: il padre, l’insegnante e il sacerdote. È quanto emerge da un’altra ricerca del Censis, “Fenomenologia di una crisi antropologica. I miti che non funzionano più”, presentata sempre nell’ambito di “Un mese di sociale”. Al tempo stesso funzionano sempre meno i miti trainanti del soggettivismo: la spinta acquisitiva attraverso i consumi, il fare impresa individuale, la fiducia in un benessere sempre crescente. Oggi abbiamo pertanto un padre “ludico”, insegnanti delusi e sacerdoti marginalizzati dal successo del soggettivismo etico. Per più del % degli italiani, la figura del padre non rappresenta più le regole e il senso del limite all’interno delle famiglie e nel rapporto con i figli. Quasi l’ % degli uomini in coppia con donne occupate è oggi coinvolto nei lavori familiari in media per ore e minuti al giorno (era il % nel per ore al giorno). In particolare, alla cura dei bambini si dedica oltre il % dei padri (per un tempo quotidiano medio di ora e minuti, superiore a quello speso dalle madri, mentre vent’anni fa vi si dedicava il % dei padri per un tempo inferiore di oltre minuti). Passando agli insegnanti, il % ha scelto il proprio mestiere per aspirazione personale, ma oltre un terzo (il % nella scuola secondaria di secondo grado) non rifarebbe la stessa scelta. C’è una profonda insoddisfazione per lo scarso riconoscimento sociale (per il %) ed economico (per il %) della professione. Più dell’ % degli insegnanti ritiene che non vengano realizzati gli obiettivi della scuola, in primis l’educazione ai valori e alle regole della convivenza civile. Gli alunni sarebbero connotati dall’arte di arrangiarsi (per il % dei docenti), da uno scarso senso civico ( %) e da pressappochismo ( %). Tra gli insegnanti neoassunti della scuola secondaria di secondo grado prevalgono i problemi della motivazione allo studio degli alunni (per il %), del raggiungimento di risultati di apprendimento soddisfacenti ( %) e del mantenimento della disciplina in classe ( %). Infine, il diffondersi nella società dell’idea di una morale personale, a misura di ciascuno, avrebbe determinato un allontanamento dai precetti della Chiesa, con i sacerdoti visti più come risposta ai bisogni sociali che come veicolo di diffusione di valori etici. Più del % degli italiani è favorevole all’utilizzo di cellule staminali per fini terapeutici, il % alla procreazione assistita, il % alla fecondazione eterologa, il % alla interruzione volontaria di gravidanza e il % all’uso ospedaliero della pillola abortiva. Al tempo stesso, l’indagine mette in rilievo anche il declino della tendenza al consumismo sfrenato: più del % degli italiani avverte la sensazione che, al di là dei problemi di reddito e dell’inflazione, rispetto a qualche anno fa nella propria famiglia ci sia un desiderio meno intenso di acquistare beni e servizi. Nel le famiglie italiane hanno avuto consumi ridotti in termini reali di . euro rispetto al : come se le famiglie fossero rimaste senza consumare per circa giorni in un anno. I ricercatori del Censis rilevano poi una “stanchezza verso l’idea di un benessere materiale. Sono lontane le aspettative crescenti e nell’incertezza sul futuro tra gli italiani prevale la scelta di acquattarsi nella difesa di ciò che si ha”: si starebbe passando, cioè, ad un soggettivismo “difensivo”, privo della “spinta di rischio”. Circostanza che avrebbe influito, secondo lo studio, anche sul calo del numero di imprenditori (- % nel sul ) e lavoratori autonomi con meno di anni (mila nello stesso periodo), oltreché sulla fiducia nella mobilità sociale: il % degli italiani pensa che la generazione dei figli sia destinata ad avere uno status socio-economico peggiore del proprio, mentre solo il % di essi vive oggi in una condizione effettivamente peggiore; il , % ritiene che in futuro l’Italia sarà meno benestante di oggi (più fiduciosi, invece, gli stranieri, per il % dei quali nel staremo meglio). a.b. 8 09-15 luglio 2011 Mezzogiorno Meeting OBI – A Sorrento importante momento di analisi e dibattito sul Mezzogiorno L’Europa guarda a Sud e il Meridione si studia O ltre duecento partecipanti, tra cui rappresentanti di governi europei e nordafricani, delle istituzioni, del mondo bancario, imprenditoriale, sindacale ed accademico, hanno nobilitato la prima edizione del Meeting “Mezzogiorni d’Europa – Il caso Italia. Nodi gordiani e soluzioni alessandrine” organizzato nei giorni scorsi dall’OBI (Osservatorio Banche Imprese) a Sorrento. L’iniziativa ha potuto contare sulla partecipazione e la collaborazione di Istituti e centri di ricerca operanti in Italia, nel Mezzogiorno e in Europa e di alcune tra le più prestigiose Università del Sud ed europee. A sottolineare l’intento di contribuire, attraverso questa convention, ad arricchire le conoscenze sui fenomeni economici locali – utili anche per sostenere una sempre più adeguata strategia di crescita che le imprese e i policy maker devono attuare – sono intervenuti politici, economisti, rappresentanti delle istituzioni, delle imprese, dei sindacati, delle banche e del mondo dell’istruzione. Con il progetto “Mezzogiorni d’Europa – focus sulle economie dell’Italia del Sud”, inoltre, è stato possibile affrontare le questioni e le politiche economiche di maggior rilievo del Mezzogiorno sia come sintesi delle specifiche dinamiche vissute dai territori che lo compongono (dalle Regioni ai Comuni) sia come unità complessa da confrontare con il resto del Paese e con le analoghe aree europee. Si è trattato di due giorni di incontri e confronti all’insegna dello scambio di esperienze e di analisi per il futuro dei sistemi economici locali, a breve e medio termine. Un successo, sia per quanto riguarda la copertura mediatica sia per quanto concerne la partecipazione del pubblico. Tra i protagonisti che si sono avvicendati ALESSANDRO SCHIRONE La curiosità I bisogni – Cristina Coppola Annullo figurato di Poste “Qui mancano 3 mln di posti” La medaglia della presidenza Riconoscimento di Napolitano al tavolo dei relatori, alcuni nomi di spicco su scala internazionale come Pedrag Matvejevic’ e Tomasz Zarycki; il Direttore Generale delle Politiche regionali della Comissione europea, Wolfgang Streitemberger; il Segretario di Stato per la Cooperazione Territoriale del governo spagnolo, Don Gaspar Zarrìas; il Presidente del Cnel, Antonio Marzano; la Vice Presidente di Confindustria, Cristiana Coppola; oltre ovviamente al numero uno dell’OBI, Michele Matarrese, e al Direttore Antonio Corvino, che hanno fatto gli onori di casa. Al meeting, il cui manifesto è stato firmato dal maestro Mimmo Paladino, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito una propria medaglia di rappresentanza, per certificare l’alto valore scientifico della manifestazione. I MICHELE MATARRESE L a medaglia di rappresentanza conferita da Giorgio Napolitano al Meeting organizzato dall’OBI per il suo alto valore scientifico è stato un gesto particolarmente apprezzato dal Presidente dell’Osservatorio Banche Imprese. “È un motivo di grande soddisfazione che ci incoraggia a procedere su questa strada – ha spiegato Michele Matarrese –. Si tratta di un nuovo approccio incentrato sul confronto tra le diverse esperienze e sul presupposto della responsabilità”. Nel corso dell’evento sono stati individuati possibili percorsi adeguati a sostenere le sfide del mercato globale per uscire dalla crisi dell’economia. “Adesso concentreremo i nostri sforzi – ha ammesso il Direttore dell’OBI, Antonio Corvino – per trovare sbocchi operativi con i governi di Spagna, Germania, alcuni Paesi dei Balcani e del Nord Africa che hanno preso parte al nostro convegno”. a.s. n occasione dell’apertura del Meeting “Mezzogiorni d’Europa – Il caso Italia. Nodi gordiani e soluzioni alessandrine” organizzato nella a Sorrento dall’OBI, Poste Italiane ha disposto un servizio di annullo filatelico figurato. In concomitanza con l’apertura dei lavori, dunque, tutti gli intervenuti hanno potuto bollare le corrispondenze presentate presso l’hotel che ha ospitato la manifestazione con un annullo speciale, richiesto proprio dall’Osservatorio Banche Imprese di Economia e Finanza per rendere memorabile un appuntamento destinato a ripetersi con cadenza annuale. Sull’annullo è stato raffigurato il manifesto della convention, realizzato da Mimmo Paladino, incastonato all’interno della scrittura che porta il nome dell’evento. a.s. CRISTIANA COPPOLA U no degli interventi più significativi del Meeting è stato quello di Cristiana Coppola,vicepresidente di Confindustria con delega per il Mezzogiorno, che ha focalizzato l’attenzione sulle strategie per rilanciare il Sud. In primis, servirebbero milioni di nuovi occupati. Se si verificasse ciò, nell’arco di anni il Sud crescerebbe del % annuo e raddoppierebbe il suo Prodotto Interno Lordo. “Per conseguire questo obiettivo – ha spiegato la Coppola – occorre riqualificare la spesa al Sud e migliorare l’utilizzo dei fondi europei, selezionare progetti infrastrutturali e privilegiare sia quelli in fase avanzata sia quelli di interesse strategico, semplificare drasticamente gli strumenti di sostegno alle imprese, privilegiare misure automatiche capaci di far ripartire gli investimenti al Sud, in particolare il credito di imposta”. a.s. Mezzogiorno 09-15 luglio 2011 9 Lilliput e la P.A. Ȉͩͪ ǯ ǡͩ ͪͨ ǤǤ ͭͯǡͮΨîͪͨȀ ͪͮǡͭΨîͬͨȀǢ ǯͰͬǡͩΨ ǤǤơ ǤǤ ƥ ǯǤǤ ȋ Ȍ ƥ ǡƥ Il Manifesto OBI di Mimmo Paladino Soluzioni alessandrine – Lo schema di Kuklinski per studiare il tessuto proeduttivo Serve una grande rete in aiuto di… Lilliput I l Meeting di Sorrento segue idealmente quello tenutosi a Varsavia nel settembre del , contesto all’interno del quale fu avviato il progetto “the Triple Mezzogiorno” sulla base della teoria messa a punto dal Professor Kuklinski che, osservando le tre macro regioni in questione (Mezzogiorno d’Italia, Germania dell’Est e Polonia dell’Est), individuò uno schema interpretativo delle problematiche ad esse connesse e legate alla natura di lunga durata che ne contraddistingue il sottosviluppo, fino a determinare le cosiddette “soluzioni alessandrine”. Nello schema di Kuklinski, le tre macro regioni che totalizzano complessivamente milioni di abitanti pari al % della popolazione europea definiscono la dimensione duale degli stati a cui esse appartengono caratterizzandosi come le parti arretrate rispetto alle contrapposte aree sviluppate. Focus sul Mezzogiorno d’Italia In questo contesto si colloca la situazione italiana ed in modo particolare il suo sistema produttivo caratterizzato, secondo lo schema di Kuklinski, da uno stato di debolezza di lunga durata. È questa la fotografia scattata dal direttore dell’OBI, Antonio Corvino, che ha presentato una relazione dettagliata sui Mezzogiorni d’Europa nell’ambito del suo intervento al tavolo dei relatori. E non finisce qui. Basti pensare che l’assoluta prevalenza delle imprese lillipuziane (quelle con meno di addetti che rappresentano il , % del tessuto produttivo) caratterizza il sistema economico del Mezzogiorno d’Italia rispetto alle “imprese gladiatori” (quelle con più di addetti che rappresentano solo lo , %). Il confronto tra le due tipologie di impresa mette in evidenza la diffusa incapacità delle prime nel reggere l’impatto con il mercato in termini di investimenti, di occupazione, di export, di fatturato, di redditività. Mentre i gladiatori appaiono ben attrezzati e in grado di resistere anche ai colpi dell’ultima crisi, i lillipuziani sono attraversati da una feroce selezione. Ma esiste davvero un futuro per le imprese lillipuziane? Le reti d’impresa, filiera, prodotto, mercato e ricerca possono rappresentare una risposta vincente ai deficit di competitività aziendale. Ma la strada da percorrere è ancora lunga se si considera che, ad oggi, solo l’ , % delle imprese meridionali accede alle reti e tuttavia oltre il % delle stesse ha in programma di avviare progetti di aggregazione e di rete. Le soluzioni per rilanciare il Sud Nella visione delle soluzioni alessandrine per il Mezzogiorno, il riordino della Pubblica Amministrazione come risposta alle inefficienze di Governance attuale rappresenta una strada obbligata. Un altro aspetto fondamentale è sviluppare la capacità del sistema, nel suo complesso, di costruire un progetto a medio-lungo termine che trasformi il Mezzogiorno in una piattaforma logistica e infrastrutturale con sguardo sul Mediterraneo, a servizio dei traffici provenienti dall’Estremo Oriente a causa della sua favorevole collocazione geografica. In questa prospettiva, la costruzione di una direttrice jonicotirrenica che vada da Taranto a Salerno-Napoli passando per Metaponto-Ferrandina-Potenza e che veda il collegamento di Gioia Tauro con Taranto accanto alla direttrice adriatico tirrenica Brindisi-Bari-Foggia-Napoli rappresenta un obiettivo determinante per rimettere in moto un processo di sviluppo virtuoso che coinvolge regioni del Sud (Puglia, Calabria, Basilicata e Campania) e circa / milioni di abitanti, costruendo una straordinaria piattaforma logistica in grado di intercettare e lavorare gran parte dei milioni di container che, secondo gli esperti, attraverseranno il Mediterranea.s. o in cerca di approdo. ANTONIO CORVINO Un interessante studio dell’Associazione ARM Turismo e sviluppo territorio ciò che serve al Mezzogiorno I n occasione del Meeting di Sorrento, l’Associazione SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno) ha realizzato un cartaceo nel quale ha sintetizzato le caratteristiche, il funzionamento e le criticità dei driver (fattori di attrattiva) necessari per attivare quel circuito virtuoso tra sviluppo del turismo e sviluppo del territorio, partendo dalla consapevolezza del ruolo strategico del turismo per lo sviluppo che può apportare al Paese, grazie ai suoi effetti in termini di ricchezza e occupazione. Lo studio ha messo in evidenza la complessità del rapporto tra il turismo territorio constatando una mancata corrispondenza nel Mezzogiorno tra offerta di risorse, potenzialmente turistiche, ed effettiva turisticità. A fronte di una dotazione di risorse di rilievo, rispetto a numerosi competitor, il Mezzogiorno riscontra una bassa capacità di tradurre simili potenzialità in domanda effettiva. Nell’analisi geografica per macroaree, il Mezzogiorno risulta essere l’area geografica con il minore flusso turistico: . . arrivi turistici (pari al , % degli arrivi nazionali) e . . di presenze turistiche (pari al , % delle presenze nazionali), inoltre si caratterizza anche per il minor peso della domanda turistica straniera (arrivi turistici stranieri , %, presenze turistiche straniere , ). La scarsa turisticità è manifestata anche dal ridotto numero dei comuni che hanno conquistato lo status di “comuni a vocazione turistica” (solo su . comuni del Mezzogiorno). Emerge che nel Mezzogiorno ancora non si è diffusa appieno la concezione del turismo come un motore di crescita economica, di rigenerazione ambientale, urbana e sociale. Pertanto, ancora non è stata individuata la strada giusta per attivare quel circuito virtuoso tra sviluppo del turismo e sviluppo del territorio in quanto i driver di sviluppo presentano delle problematicità. Il ritardo congenito del settore turistico meridionale è dovuto principalmente alla mancanza di una struttura organizzativa adeguata; alla particolare caratterizzazione del contesto turistico meridionale per la presenza di problemi strutturali che non consentono e non facilitano il tessuto economico impedendo la creazione e lo sviluppo di imprese innovative; ad un’imprenditorialità assuefatta, ovvero un atteggiamento poco propenso alla ricerca della competitività, dell’innovazione, delle evoluzioni del mercato. Il turismo è un grande business integrato: un primo passo per provare a superare i nostri limiti sarebbe quantomeno percepirlo. a.s. Foto Lane Erickson_fotolia la Gazzetta i dossier Chi usa internet in modo attivo resiste e riesce anche a crescere Pmi in crisi la cura è il web Solo alcuni degli impatti di internet sono catturati dal PIL Economia di internet inclusa nel PIL Ȉǡǡ ȋȌ ͩǤ esclusi dal PIL Ȉ ȈǤ Ȉ Ȉǯ ͫǤ î ȈǦ Ȉ Fonte: Analisi BOG. L’ ta avrebbe contribuito all’ % dell’aumento complessivo del Pil nazionale registrato lo scorso anno. Ma, per avere un quadro esaustivo, occorre valutare anche gli effetti indiretti del web sull’economia. Il valore dell’e-procurement della pubblica amministrazione è stato di miliardi di euro nel ed è stimato in nel . Il valore delle merci ricercate online e quindi acquistate nel mondo reale ha raggiunto i miliardi di euro. Sommando i due dati il totale dell’impatto diretto e indiretto è di circa miliardi. Con una crescita annua attesa compresa tra e % tra il e il l’internet economy italiana rappresenterà nel tra il , % e il , % del Pil. Secondo uno scenario conservativo che considera una crescita della penetrazione di internet e della propensione all’ecommerce in linea con il passato l’internet economy varrà miliardi di euro nel , dato più che raddoppiato rispetto al . Tenendo, invece, conto delle peculiarità del nostro Paese e prevedendo un forte svilup- Ricerche di mercato si torna a chiederle D ͪǤơǣ Italia ha un serio problema di calo della produttività: lo ha sottolineato recentemente il governatore (uscente) della Banca d’Italia Mario Draghi nella sua ultima relazione. La maggiore responsabilità di questo andamento ancora più preoccupante per la competitività del Paese della mancata crescita del Prodotto Interno Lordo è la scarsa diffusione dell’ICT. Se ci fosse più internet, come ha misurato la ricerca “Fattore Internet” realizzata da The Boston Consulting Group, il vantaggio sarebbe forte soprattutto per le pmi: più crescita del fatturato, maggiori esportazioni, più competitività e produttività. Intanto bisogna partire dai seguenti dati. L’internet economy italiana valeva , miliardi di euro nel (ovvero il % del Pil), in crescita del % rispetto ai , miliardi del (, % del Pil). Per avere un termine di paragone agricoltura e utilities nello stesso periodo hanno raggiunto il , % del Pil mentre la ristorazione non ha superato il %. Se internet fosse un settore la sua cresci- Per pianificare le strategie po del mobile commerce l’internet economy potrà raggiungere i miliardi di euro nel . Per ogni euro di crescita del Pil italiano da qui al in media centesimi potranno essere riconducibili all’espansione dell’internet economy ( o % a seconda dello scenario). In particolare ci sono tre aspetti da considerare per valutare l’importanza di internet per il nostro Paese: le pmi che usano internet attivamente crescono più in fretta, raggiungono una clientela più internazionale, assumono più persone e sono più produttive rispetto alle aziende non attive sul web; internet pervade la catena del valore dei settori chiave per l’economia italiana quali l’industria alimentare, la moda e il turismo, contribuendo alla loro competitività a livello internazionale; l’Italia è caratterizzata da un’elevata propensione all’utilizzo di dispositivi per la connessione mobile come smartphone e tablet. FABIO TRAVERSA opo una fase di diffusa incertezza data dalla crisi economica internazionale nel il mercato delle ricerche di mercato torna a crescere con un incremento del , % di fatturato rispetto al raggiungendo i milioni di euro. È quanto emerge dall’analisi congiunturale interna all’Assirm, l’Associazione tra Istituti di Ricerche di Mercato Sondaggi di Opinione Ricerca Sociale, che da oltre anni effettua un monitoraggio continuativo sull’andamento del mercato italiano delle ricerche e dei sondaggi misurando l’evoluzione degli ordini e del fatturato a livello complessivo e per tipologie di ricerche e identificando le quote rappresentate dai diversi settori. Le rilevazioni vengono effettuate con cadenza semestrale grazie alla collaborazione degli istituti associati ad Assirm che rappresentano l’ % del mercato complessivo. Secondo i risultati dell’indagine il % del fatturato è dato da ricerche sui beni di consumo, distribuzione e vendita per corrispondenza, seguite da ricerche su beni durevoli e semidurevoli ( , %) e ricerche nel mondo entertainment ( , %). Per quanto riguarda i metodi di rilevazione qualitativa nel sono i focus group, con il , % del totale, a rappresentare la metodologia più utilizzata, seguite dalle ricerche motivazionali e individuali ( , %). Mentre tra i metodi di ricerca quantitativi le ricerche CATI (Telefoniche Computer Assisted), anche se in parte ridimensionate rispetto al passato, continuano ad essere la metodologia più utilizzata con il , % del totale, seguite dalle ricerche personali CAPI (Personal Computer Assisted) con il , % e dalle ricerche online che registrano il maggior incremento attestandosi sul , %. È inoltre cresciuto anche il numero delle ricerche effettuate: nel il numero delle ricerche gestite si attestava a . , hanno raggiunto . (+ , %). f.t. mentre nel 12 09-15 luglio 2011 Interventi Dossier Google-BCG – Il giro d’affari web nel è di , miliardi L’economia cresce se entra nella Rete L’ ͩͭ settore privato economia di inno aumentate di un altro ternet nel mezzo miliardo nel . era pari a , Questo valore include miliardi di euro, ovvero principalmente gli investil’ , % del Pil. Nel ha menti fatti dalle società di raggiunto in Italia un vatelecomunicazioni per la lore di circa , miliardi costruzione della Rete e di euro, pari al % del Pil. quelli sostenuti dalle altre Questi dati si ricavano imprese private per doL’Italia mostra una “e-Intensity” molto diversa tarsi di strumentazione da “Fattore internet”, il tra il Nord ed il Sud del paese per l’accesso ad internet. rapporto commissionato La spesa istituzionale, da Google a The Boston Punteggio e-Intensity Index regionale βͮͩ composta da spese ICT Consulting Group. Se inͮͩǦͮͭ ͯͬ Valle d’Aosta Friuli Venezia legate ad internet, vale ternet fosse un settore ͮͩ Giulia γͮͭ ͯͪ Sardegna circa miliardi di euro il suo contributo alla creMolise ͮͩ negli ultimi due anni. L’Iscita del Pil sarebbe stato Emilia Romagna ͯͩ Punteggio dell’Italia talia, poi, è un Paese imdell’ % nell’ultimo anno. Piemonte ͮͩ ͮͯ Lombardia nell’e-Intensity portatore di tecnologie La componente consuǣͮͫ Marche ͮͨ Veneto ͮͯ ed e-commerce (princimo ha contribuito a circa Sicilia ͮͨ Umbria ͮͯ palmente biglietti aerei il % del totale, ovvero Liguria ͭͱ Toscana e prenotazioni di hotel): , miliardi di euro nel ͮͮ Basilicata le importazioni nette, ine , nel . Circa ͭͯ Lazio ͮͭ fatti, ammontavano a , il % del consumo è dato Campania ͭͮ Trentino Alto ͮͪ miliardi di euro nel dall’acquisto di prodotti, Adige Puglia ͭͮ e circa , nel . Bisoservizi e contenuti onliCalabria Abruzzo ͮͪ ͭͬ gna, quindi, considerare i ne ( , miliardi di euro beni acquistati online dalnel e , nel ). Fonti: ISTAT; CNR; Questionario BCG; Analisi BCG. ǣǯ ° Ͳͯǡ la PA, che valevano circa Tra i prodotti e servizi il medio dell’Italia nell’e-Intensity Index. miliardi di euro nel turismo è quello più rilee nel . Il valore dei vante davanti a informatica, elettronica di consumo, assicurazioni e alla Rete (computer e smartphone per esem- prodotti comprati nel mondo reale ma per i abbigliamento. Tra i contenuti digitali spicca pio), e quella per l’accesso vero e proprio quali si sono cercate informazioni in Rete è, , pari ad il gaming, trainato dal poker, che nel ha (come abbonamenti Adsl o tariffe flat per la invece, di miliardi di euro nel euro per utente. registrato una raccolta pari a più di miliardi navigazione dal cellulare). Gli investimenti del una spesa di circa di euro. Il restante % del consumo si divide settore privato in tecnologie legate al web FABIO TRAVERSA tra la spesa per l’hardware per connettersi ammontavano a , miliardi nel e so- Se Internet fosse un settore il suo contributo alla crescita del Pil sarebbe stato dell’8 per cento nell’ultimo anno Con meno di dipendenti e pmi rappresentano più del % delle aziende italiane e producono circa il % del fatturato totale, dando lavoro all’ % degli occupati del nostro Paese. La penetrazione di internet, in particolare tra le piccole imprese, è però ancora bassa: secondo gli ultimi dati Eurisko, mentre l’ % delle aziende con più di dipendenti ha un sito, per quelle con meno di addetti la percentuale è inferiore al %, con una punta negativa del % delle aziende che ne hanno o . L’indagine TBCG su . imprese italiane ha individuato le online attive (possiedono un sito ed effettuano attività di marketing virtuali o di e-commerce), online (dotate di una pagina web ma non fanno nè marketing nè e-commerce), offline (prive persino di un sito ma possono avere una connessione internet). Le online attive hanno registrato nell’ultimo triennio un incremento annuo dei ricavi dell’ , % contro il trend negativo delle altre due categorie (- , % per quelle online e - , % per quelle offline). Il % delle aziende online attive ha affermato di aver migliorato la propria produttività grazie all’uso della Rete contro il % di quelle online e il % di quelle offline. L’incidenza delle vendite internazionali è mediamente il ,% per le realtà online attive. Per le online e le offline il valore si riduce rispettivamente al , % e al , %. Internet ha avuto un impatto positivo sull’occupazione. Negli ultimi anni il web ha significato per il % delle aziende online attive un aumento del personale, un dato molto superiore a quello delle offline ( %). Una crescita imputabile all’incremento di fatturato e che mette in luce un ulteriore aspetto legato all’economia di internet, ovvero la creazione di nuove figure professionali. Esperti di siti web, community manager per i social network, gestori dei portali di e-commerce sono i ruoli più richiesti oggi dal mercato del lavoro. Per il % delle pmi online attive impegnate nel marketing internet ha portato dei dipendenti in più. Percentuali consistenti anche quando si parla di società tecnologiche ( %) e del retail ( %). Un po’ più distaccate le realtà che si occupano di media ( %) e di real estate ( %). f.t. Internet economy ͪͨͨͱ ͪͨͩͨ Internet economy ͪͨͩͨ ǣǡ ǢƤǢǢǢ ǯǯ Miliardi di euro ͮͨ ͯ ͬͨ ͫͪ ͪͨ ͨ Impatto diretto Internet economy Q uesta decade sarà segnata dall’esplosione del consumo di dati attraverso gli smartphone. In questo senso il è stato un anno di conferme. A livello mondiale la velocità delle connessioni mobili in downstream è mediamente raddoppiata mentre il traffico dati è più che triplicato (+ %), anche a seguito dell’aumento della penetrazione dei tablet, che consumano quasi volte più banda degli smartphone. A trainare questa crescita l’interesse degli utenti per i video, per i quali hanno utilizzato il , % della banda a disposizione dei loro telefonini. Ma non solo: gli oltre miliardi di applicazioni scaricate e acquistate in tutto il mondo hanno costituito un ulteriore impulso al consumo di internet in mobilità. Trend destinati a proseguire grazie all’avvento del LTE, la connessione ultra broadband per mobile. Questo tipo di tecnologia, che porterebbe smartphone e tablet a navigare fino a una velocità massima teorica di Mbps, sarà a disposizione in tempi relativamente brevi. È infatti previsto che il Governo indica entro fine un’asta per l’assegnazione delle frequenze, con un ricavo previsto di almeno , miliardi di euro, per renderle così disponibili agli operatori entro fine . Riguardo al mobile internet gli elementi trainanti del successo ruotano attorno all’esplosione dello sviluppo di applicazioni per le maggiori piattaforme software, in particolare Apple iOS e Google Android, all’accessibilità ad internet per l’intero arco della giornata e in ogni luogo, alla possibilità per smartphone e tablet di essere intergrati con i sistemi informativi aziendali di back office, avvicinando così i consumatori finali ai servizi software forniti in modalità remota. Il fattore comune alla base di questi fenomeni va individuato nello sviluppo software di servizi che, combinati alla velocità crescente della connettività, aprono la strada a soluzioni erogate in remoto. Ad esempio oltre il % delle ricerche con dispositivi equipaggiati con Android è di tipo vocale, una soluzione preferita alla digitazione per la maggiore praticità ed efficacia. Cresce a livello mondiale il consumo di e-mail in mobilità (+ %) mentre cala l’utilizzo della posta elettronica (- %). f.t. e-Procurement ǣǡ ǢƤǢǢǢ Le PMI attive online crescono più in fretta e r Un fenomeno in evoluzione Piccole imprese La connessione 50% senza sito diventa mobile L ǯ ͪͰǡͰ Il fatturato delle PMI online-attive è cresciuto ͫ ͫȋΨȌ ͪ ͩǡͪ ͨ Ǧͪ Ǧͪǡͬ Ǧͬ Ǧͬǡͭ Ǧͮ Online-attive Online ƫ Livello di presenza online delle PMI Fonte: Questionario PMI BCG; Analisi BCG. Marketing, Tecnologia e Retail i settori co % PMI attive intervistate ͩͨͨ ͬ ͮ ͫ ͭͫ ͮͪ ͩͨ ͩͭ ͪͯ Ͱͨ ͭͩ ͮͨ ͬͨ ͪͨ ͨ ͭͮ ͭͭ ͯͫ ͬͭ Marketing Tecnologia e pubblicità ͬͩ retail ͫͭ ͫͫ Servizi Tempo professionali libero ͫͨ Finanza Internet ha portato ad una diminuzione dei posti di lavoro Fonte: Questionario PMI BCG; Analisi BCG. Dossier Le aziende online più forti della crisi ͩͩ ͯ ͩ ͭ ͩǡͱΨ ͫ ͪǡͨΨ ͫͪ Ǣ ǢǢǢ Ǥ °ͭͮͪͨͩͨ ͩͯ ͭͮ Impatto indiretto ROPO Totale indiretto diretto ed indiretto Ǣ ǢǢ ǢǢ Ǥ raggiungono una clientela più internazionale Le PMI online-attive raggiungono un mercato più internazionale ͩͭ ͩͬǡͯ ͩͨ ͯǡͯ ͨ Online ƫ Livello di presenza online delle PMI on il maggiore aumento di posti di lavoro ͭ ͱ ͱ ͮͯ ͮͫ ͮͫ ͪ ͯͩ ͭ ͩͯ ͯͨ ͮͩ Media ͪͱ ͪͰ ͪͰ ͪͯ ͪͮ ͪͪ Trasporti Turismo Servizi Real Produzione Media e Estate automotive Internet non ha avuto impatto dal punto di vista occupazionale Internet ha portato ad un aumento dei posti di lavoro arc Vos è partner & managing director nonché responsabile della practice TMT per l’Italia, la Grecia e la Turchia di The Boston Consulting Group. L’impatto di internet sul Prodotto Interno Lordo italiano nel è pari al %. Come si può considerare questo dato? “Non soddisfacente se confrontato con il contributo dell’economia di internet sul Pil di altri Paesi (per quelli nordici oscilla tra il e il %). Ma, guardando anche il bicchiere mezzo pieno, non si può non sottolineare la crescita del % tra il e il . Per il futuro, poi, prevediamo un aumento tra il e il % del ‘Pil Internet’ in Italia, principalmente stimolato dall’aumento dei consumi online e dall’aumento della penetrazione del Mobile Internet”. Molte pmi, soprattutto meridionali, non sono consapevoli dell’importanza dell’online. È d’accordo? E quali vantaggi si ottengono dalla Rete? “Dalla nostra ricerca su . aziende italiane abbiamo ricavato quali sono le online attive, quali le online e quali le offline. Per online attive intendiamo E-government S ͬǡͩ Online-attive M La PA fa passi avanti ȋΨȌ ͭ 13 Intervista – Marc Vos, The Boston Consulting Group ͪͨͨͱͫͩǡͮͪͨͩͨ ͪͱ 09-15 luglio 2011 econdo i dati del la pubblica amministrazione italiana sta facendo buoni passi avanti in termini di e-government. A dirlo è l’European Benchmarking della Commissione europea del che ha visto l’Italia ai primi posti di speciali classifiche in cui è stata valulata la disponibilità online di servizi di base statali, destinati ai cittadini e alle imprese. La valutazione si è basata su cinque distinti livelli di sofisticazione e in Italia tutti e venti i servizi hanno raggiunto almeno il quarto livello. Per questi passi in avanti ha inciso il piano per l’e-government varato nel gennaio del per modernizzare la PA da un punto di vista tecnologico. I settori coinvolti sono molti come la scuola con mila lavagne multimediali nelle aule, la sanità con l’abolizione della certificazione e della prescrizione cartacea prevista per il , e la giustizia, con la prevista dematerializzazione dei procedimenti. f.t. Le “attive” anche negli anni più difficili hanno avuto buoni risultati e assunto lavoratori MARC VOS quelle che usano internet come piattaforma di miglioramento dei processi di business (dalla vendita al marketing dei prodotti online, dalla ricerca di personale alla collaborazione con clienti e fornitori per lo sviluppo di nuove risorse). Per online consideriamo quelle che hanno un sito internet e/o una connessione broadband. Negli anni di crisi – dal al – soprattutto per le pmi quelle online attive sono comunque riuscite a crescere di fatturato, aumentare la produttività e assumere più per- sone mentre quelle offline o online ma senza utilizzo proattivo di internet hanno visto ricavi in perdita, basso aumento di produttività e licenziamenti di unità. Non ci sono però grosse differenze tra Nord e Sud: è più un aspetto culturale-manageriale che geografico a indirizzare l’esistenza o meno dell’impresa in Rete”. L’e-commerce e il mobile marketing che impatto stanno avendo sull’economia online del nostro Paese? “Il consumo (cioè le spese per collegarsi in Rete, i contenuti digitali che compriamo, l’ecommerce in senso lato, l’online gambling e l’online gaming) è il comparto che attualmente contribuisce di più al business online dell’Italia. Noi accediamo alla Rete quanto i Paesi nordici ma soprattutto per leggere e-mail o navigare sui social network mentre l’e-commerce, che consente di risparmiare mediamente il % rispetto a quanto si paga nei negozi, non è ancora particolarmente sviluppato (solo il % della popolazione compra online contro oltre il % del Nord Europa): una sua crescita potrà far impennare l’apporto dell’economia di internet sul Pil. Per far crescere il ‘Pil Internet’ dobbiamo quindi utilizzare meglio la Rete e farla conoscere agli over (la penetrazione oscilla tra il e il %) anche per ridurre il divario dagli Stati esteri. Quanto al mobile nel l’Italia era in testa nel business delle prepagate: oggi viste la propensione all’acquisto dei cellulari (che è una delle più alte nel mondo) e la qualità dell’infrastruttura mobile il Paese può tornare a essere protagonista. L’Italia ha più internet in tasca che sulla scrivaf.t. nia”. Digitalizzazione – Poco e-commerce e pubblicità L’Italia nel mondo tra ombre e luci Q uanto è disponibile e diffuso il broadband fisso e mobile (enablement)? Quanto spendono consumatori e imprese per acquisti e pubblicità online (expenditure)? Qual è il livello di attività di imprese, istituzioni e consumatori che usano internet (engagement)? Sommando le tre graduatorie in testa sono Danimarca, Corea del Sud e Giappone. L’Italia è al penultimo posto della classifica, prima della Grecia e con valori simili a quelli di alcuni Paesi dell’Est come Polonia, Slovacchia e Ungheria. Se si considera l’enablement l’Italia è al ° posto su ma con un punteggio molto vicino alla media OCSE e davanti a Paesi come Stati Uniti e Canada, tecnologicamente avanzati ma penalizzati da una penetrazione molto bassa di mobile broadband. Da noi c’è l’effetto positivo dell’alta penetrazione di smartphone e chiavette per connettersi a internet e quello negativo legato alla scarsa diffusione della banda larga e alla bassa velocità media delle connessioni. L’Italia è al penultimo posto dell’expenditure, ben lontana dai vertici occupati da Regno Unito e Danimarca. La limitata diffusione dell’e-com- merce e lo scarso utilizzo del web come vetrina pubblicitaria sono le cause di questo scarso risultato. Va però sottolineato il trend in atto, che vede l’Italia recuperare terreno rispetto agli altri Paesi. L’e-commerce sta crescendo in maniera più rapida ( %) in confronto a mercati più maturi e continuerà a farlo nei prossimi anni. Anche per l’advertising online nell’ultimo anno la crescita italiana ( %) è stata superiore a quella di Francia ( %), Regno Unito ( %) e Usa ( %) e alline- ata a quella della Spagna ( %). Penultimo posto per l’Italia anche quando si considera l’engagement, dominato da Olanda e Paesi scandinavi: colpa soprattutto del basso numero di internauti. Il Settentrione è l’area più sviluppata mentre le regioni del Sud e le isole registrano valori bassi di e-intensity index. Fanno eccezione la Liguria, dove l’evoluzione di internet non è al pari delle altre regioni del Nord, e la Sardegna, mosca bianca nel Centro-Sud. Per l’enablement picco di Veneto, Toscana e Lazio per la penetrazione della banda larga fissa e della Sardegna in termini di velocità della connessione. Per l’expenditure Valle d’Aosta e Sardegna guidano la graduatoria. Per l’engagement, se si guarda al possesso di un sito da parte delle aziende, si incontrano gli esempi positivi di Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia e quelli sotto la media di Calabria, Molise e Sardegna. Differenze geografiche anche sulla disponibilità di servizi online da parte della PA: si va da un Trentino molto “virtualizzato” alla Calabria o alla Puglia dal punteggio molto basso. f.t. 14 09-15 luglio 2011 Dossier La ripresa dell’inflazione dopo un anno di “prezzi deboli” rimane comunque al di sotto degli indici Istat confermando il ruolo di calmiere per la filiera Il contesto di riferimento ͩǡͫ ͩǡͨ ͪͨͩͨ ͪͨͩͩ ȋȌ ͩǡͨ Ȉ del PIL nel primo trimestre. ͪͨͩͨ Ȉ Ǧͩǡͫ Ǧͩǡͨ ͪͨͨͰ Ǧͭǡͩ ͪͨͨͱ Ǧͪǡͨ ͪͨͨͱ ͪͨͨͰ ͫǡͬ ͪǡͮ ͯǡͰ ͮǡͯ Ȉƪ ȋǯȌ Ͱǡͭ Ȉ ͩǡͭ ͨǡͯ ͪͨͨͰ ͪͨͨͱ ͪͨͩͨ Ǧͩͩ ͪͨͨͰ ƪ ͪͨͨͱ ͪͨͩͨ Fonte: ISTAT – aggiornato al 24 Marzo 2011 Per GfK Retail and Technology Italia nel 2010 il mercato della tecnologia ha subito un brusco rallentamento, risollevato solo a dicembre SymphonyIRI Group – Mercato anticiclico condizionato dagli aumenti di materie prime ed energia C Il largo consumo confezionato adesso inizia a sentire la crisi ome sono andati i consumi nel in Italia? Quali sono le previsioni per il ? A queste e ad altre domande si è dato risposta alla presentazione dell’Osservatorio sui Consumi organizzato dall’ASSIRM, l’Associazione tra Istituti di Ricerche di Mercato Sondaggi di Opinione Ricerca Sociale. IL LARGO CONSUMO Secondo le analisi di SymphonyIRI Group i mercati del largo consumo confezionato, notoriamente anticiclici, iniziano a risentire della fase economica recessiva. La domanda stenta a decollare e gli acquisti nei punti vendita mostrano dinamiche contenute a valore (+ % nel ). Si registra una situazione di moderata positività nei primi quattro mesi dell’anno (+ , %), che risente tuttavia di due fattori: della ripresa dell’inflazione dei beni di largo consumo dopo un anno di prezzi “deboli”, determinata dai forti aumenti di materie prime ed energia, e dagli elementi di stagionalità legati al calendario e alle condizioni atmosferiche mediamente migliori. L’aumento dei prezzi (+ % ad aprile con segnali di leggero rientro che emergono dai primi dati di maggio), determinato da aumenti di listino praticati nei primi mesi dell’anno a seguito dell’aumento del costo dei fattori produttivi, rimane comunque al di sotto dell’indice Istat confermando il ruolo di calmiere dei prezzi per la filiera del largo consumo. Fattore determinante di questa dinamica di ripresa dei prezzi? Le promozioni di prezzo che hanno superato negli ultimi mesi il , % delle vendite a valore dell’intero sistema mettendo a dura prova i conti economici delle aziende e la capacità di spingere su innovazione, qualità e presidio del punto vendita, al fine di preservare il ruolo che la marca deve avere nei confronti del consumatore. Il consumatore è oggi estremamente razionale: La percezione dei cittadini relativamente alla propria situazione ǦƤ Percezione della propria situazione economico-finanziaria Gen Gen Gen Gen Gen Gen del tutto soddisfacente Soddisfacente Totale Soddisfacente Insoddisfacente del tutto insoddisfacente Totale Insoddisfacente Ȉǡ͖͔͔͚͖͔͕͔ Ȉ͖͔͕͕ una crescente sensazione un parziale cambiamento di ƥ quota minoritaria di cittadini alla crisi economica. Ȉ ǡ Fonte: SWG - % relativa a quanti hanno un atteggiamento di generale propensione verso il trend in assenza di risposte I BENI DUREVOLI Secondo le rilevazioni di GfK Retail and Technology Italia, nel , dopo un inizio anno positivo fino a maggio (switch-over della Lombardia), il mercato della tecnologia ha subito un brusco rallentamento, risollevato soltanto con il mese di dicembre (switch-off Lombardia, Triveneto, Friuli). I molteplici fattori che avrebbero dovuto supportare il mercato (mondiali di calcio, switch-off tv digitale, eco-incentivi sugli elettrodomestici bianchi, lancio dei tablet pc), così come l’elevata pressione promozionale, non sono stati sufficienti ad imprimere un sufficiente volano al mercato. Il valore complessivo (fonte Retail Market GfK) è di , miliardi di euro contro i , dell’anno precedente. Il settore Consumer Electronics ( % del mercato) si conferma quello traente (+ , %) esclusivamente in funzione della eccezionale performance di tv lcd (fenomeno di sostituzione in funzione dello switch-off) e di set top boxes. La buona performance dei piccoli elettrodomestici, unico settore in decisa crescita, non riesce a invertire la tendenza decisamente negativa del mercato. Informatica e telefonia resistono grazie alla spinta rispettivamente dei web book (i cosiddetti tablet) e degli smartphone. Negativo il trend sia per i grandi elettrodomestici che per l’elettronica di consumo. FABIO TRAVERSA I risultati delle rilevazioni di SWG Per GfK-Eurisko i dati sono stabili Gli italiani sfiduciati “Vanno rimotivati” Le aziende in dubbio sulla crescita futura Situazione economica delle aziende italiane: Doppie dinamiche delle percezioni... ǣ ƨȂ S ha compreso appieno la logica delle promozioni e ha sviluppato un livello di sensibilità al prezzo molto più elevato (elasticità media , in crescita) ed è sempre più pronto a cambiare prodotto, punto vendita o a rimandare gli acquisti a fronte di situazioni di prezzo non coerenti con il suo budget. econdo le rilevazioni di SWG, nel quadro delle riflessioni sulle tendenze che manifestano gli italiani in relazione ai consumi e al cambiamento sociale, appare utile esaminare quale sia lo stato d’animo di fondo che sostiene il rapporto dei cittadini con la società. E questo, in particolare, in un momento difficile, segnato da una crisi economica di rilevante portata che non ha ancora esaurito i suoi effetti. Molti cittadini descrivono l’Italia come un Paese in difficoltà, poco concorrenziale in numerosi aspetti rispetto a molti Paesi dell’Unio- Propensione verso gli investimenti Emerge un atteggiamento di prudenza ǣ ƨȂ ne europea. Altri sottolineano, invece, le vitalità e le potenzialità che emergono dal Paese e la positività di alcune realtà. Il segnale è che dobbiamo fare i conti con un livello di sfiducia elevato – oltre il – e, quindi, sapere che tra le cose da fare per una solida ripresa c’è anche una forte necessità di rimotivazione dell’opinione pubblica in quanto, per ora, appare minoritaria la convinzione che il Paese sia in grado di reggere la sfide e di rinnovarsi. f.t. S econdo i dati presentati da GfK-Eurisko l’indice di fiducia delle aziende italiane (Index of Corporate Sentiment) segnala negli ultimi mesi una situazione di stabilità complessiva, dietro alla quale è però possibile osservare una doppia dinamica: da un lato migliorano le percezioni circa la situazione attuale ma, dall’altro, risultano frenate le aspettative di crescita per il futuro. Cresce inoltre nel primo trimestre la prudenza sull’opportunità di investimenti per il futuro, che si attesta, tuttavia, su livelli sopramedia. È interessante, infine, osservare come questi risultati (l’atteggiamento verso gli investimenti aziendali e l’indice sintetico di fiducia soprattutto) risultino dei buoni predittori degli investimenti in ricerche di mercato. Silvestre Bertolini, presidente Assirm, commenta il Rapporto: “Informazioni particolarmente utili e importanti in questa fase storica che segue un lungo periodo di crisi ma che comincia a vedere l’inizio della ripresa per alcuni mercati”. f.t. Interventi 09-15 luglio 2011 15 I corsi – Cosa si deve fare (e dove) per ottenere i requisiti utili per questa nuova figura Mediatori si diventa (con la formazione) C on riferimento ai requisiti che deve possedere il mediatore, il d.m. / non ha ripetuto il disposto dell’art. , co. , lett.a) del d.m. / . Secondo la previgente normativa il mediatore era colui che ricopriva il ruolo di professore universitario in discipline economiche o giuridiche, o un professionista iscritto all’albo nelle medesime discipline da almeno anni ovvero un magistrato in quiescenza. Oggi invece, al mediatore è richiesta una adeguata formazione alle tecniche di negoziazione e mediazione, oltre alla terzietà, all’indipendenza e all’imparzialità rispetto alle parti. Il “nuovo” mediatore deve innanzitutto possedere il requisito della onorabilità, non deve aver riportato condanne definitive per delitti non colposi o a pena detentiva non sospesa, non deve essere incorso nell’interdizione perpetua o temporanea dei pubblici uffici, non deve essere stato sottoposto a misure di prevenzione o sicurezza e non deve aver riportato sanzioni disciplinari diversi dall’avvertimento. Ai fini dell’abilitazione il mediatore deve essere in possesso di un titolo di laurea anche triennale, in qualsiasi disciplina, o dell’iscrizione ad un ordine o collegio professionale. Deve acquisire una specifica formazione presso enti di formazione secondo quanto disposto dall’art. del citato decreto ministeriale. Il percorso formativo ha una durata complessiva non inferiore a ore e comprende sessioni simulate e una prova finale della durata minima di ore che prevede distintamente una valutazione sia sulla teoria e sia sulla pratica. I corsi teorici e pratici, riservati ad un massimo di iscritti, hanno per oggetto la normativa nazionale, comunitaria ed internazionale in materia di mediazione e conciliazione, la metodologia delle procedure facilitative e aggiudicative di negoziazione e mediazione e relative tecniche di gestione del conflitto e di interazione comunicativa (anche con riferimento alla mediazione demandata dal giudice), l’efficacia e l’operatività delle clausole contrattuali di mediazione e conciliazione, forma, contenuto ed effetti della domanda di mediazione e dell’accordo di conciliazione e, infine, i compiti e le responsabilità del mediatore. In Puglia e Basilicata sono tanti gli enti che organizzano corsi per mediatori professionali. Tra tutti si cita l’ANPAR, l’Associazione Nazionale per l’Arbitrato e la Conciliazione (sito internet di riferimento www.anpar.it) che in questi giorni promuove nelle nostra regione corsi: a Lecce sino al luglio e a Bari a partire dalla stessa data. La determinazione dei criteri di valutazione finale è lasciata all’ente di formazione e i singoli organismi potranno svolgere un’ulteriore valutazione di idoneità prima di ammettere il mediatore nel proprio elenco, secondo quanto previsto dal regolamento. I mediatori potranno mantenere la loro qualifica previo percorso formativo di aggiornamento della durata non inferiore a ore biennali, consistenti in corsi teorici e pratici avanzati, comprensivi di sessioni di mediazione. Tanto per i corsi di formazione che per quelli di aggiornamento, gli organismi di formazione, costituiti sia da enti pubblici che privati, devono essere abilitati e iscritti nell’elenco tenuto dal Ministero delle Giustizia presso il dipartimento degli affari di giustizia. Nell’elenco dovranno essere inseriti i nominativi dei formatori e dei responsabili scientifici dei corsi. L’organismo di formazione deve individuare un responsabile scientifico di chiara fama ed esperienza in materia di mediazione, conciliazione o risoluzione alternativa delle controversie, che attesti l’adeguatezza e la competenza del percorso formativo e di aggiornamento e, quindi, della “validità” scientifica del corso. Il mediatore deve porsi rispetto alle parti in una posizione equidistante, apparendo neutrale, credibile e autorevole. Deve imparare a leggere il conflitto, “ascoltarlo”, farlo proprio e riconoscere i processi emotivi che stanno dando origine a quel conflitto. Nella sua qualità di facilitatore, ha il vantaggio di non dovere attribuire torti o ragioni, ma ha solo il compito di creare opzioni. Il bravo mediatore è colui che riesce a far intravedere e a suggerire velatamente più soluzioni possibili al caso, non dando sfogo alla sua fantasia, ma traendo suggerimenti dal contatto empatico che sarà riuscito ad instaurare con ciascuna delle parti. Deve saper leggere le emozioni, ascoltare il linguaggio anche non verbale, deve saper porre le domande giuste al momento giusto. Mediare è un’arte e il mediatore deve saper rompere il conflitto generato da un contrasto di contenuti o da un conflitto di relazioni e riattivare la comunicazione tra le parti, gestendone l’evoluzione. Deve filtrare le informazioni e decidere quali tenere in considerazione come dato obiettivo, stimolando le parti a “pensare” e a tirar fuori il maggior numero di idee, che rappresentano possibili soluzioni del problema, per poi valutare le migliori e le più attuabili. Quando le parti non riescono a raggiungere un accordo, il mediatore, adottando il metodo valutativo, può tentare di risolvere il conflitto formulando una proposta.: deve farlo nel caso invece siano le parti a chiedergliela. Azioni D al al settembre , le Pmi pugliesi e gli Enti di Ricerca potranno presentare per il finanziamento – in partenariato – nuovi progetti riguardanti programmi di innovazione. È infatti del Giugno scorso la pubblicazione sul Burp del Bando della Regione Puglia con il quale sono concessi contributi a fondo perduto fino al % per favorire la “specializzazione intelligente” del sistema socio-economico regionale, affinché Imprese, Organismi di ricerca e Università possano operare congiuntamente (in partenariato, appunto) per alimentare l’innovazione dei comparti economici al centro della Strategia Regionale per l’Innovazione . Il progetto deve dunque prevedere la contemporanea partecipazione di una o più imprese e, obbligatoriamente, di uno o più organismi di ricerca. Il capofila del Raggruppamento deve essere una PMI. Possono partecipare al Bando: • Piccole e Medie Imprese • Organismi di Ricerca I soggetti beneficiari devono essere organizzati in una delle seguenti forme: a. Associazioni temporanee di scopo; b. Contratti di Rete; c. Consorzio o società consortile Le PMI devono sostenere spese per un valore complessivo compreso tra un minimo del % fino ad un massimo del % dei costi totali ammissibili del progetto; Gli Organismi di Ricerca: devono sostenere spese per un valore complessivo compreso tra un minimo del % fino ad un massimo del % dei costi totali ammissibili del progetto; gli organismi di ricerca hanno il diritto di pubblicare i risultati dei progetti di ricerca nella misura in cui derivino da ricerche da esso svolte. Le tipologie di intervento finanziabili sono due: . Ricerca Industriale (RI) . Sviluppo sperimentale (SS) Lo sviluppo sperimentale deve corrispodndere ad almeno il % delle spese totali ammissibili. Per le aziende del tessile abbigliamento, del legno e della moda possono essere ricondotte alle due linee di intervento sia la RICERCA E IDEAZIONE ESTETICA (RI), sia la PROTOTIPAZIONE a cura di Iniziativa advisors La concessione dei contributi regionali a fondo perduto Programmi di innovazione dal 5 settembre i progetti (SS) che precedono la fase realizzativa del campionario o della collezione. I progetti devono riguardare interventi tecnologici nei seguenti settori: a. Aerospazio b. Agroindustria c. Beni culturali d. Biotecnologie e scienze della vita e. Energia e l’ambiente f. Logistica e tecnologie per i sistemi produttivi g. Meccanica e meccatronica h. Nuovi materiali e nanotecnologie; i. Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione avv. MARIA CATALDO Le spese ammissibili sono le seguenti: a. Spese di personale dipendente addetto al coordinamento e gestione amministrativa del progetto (project management) (max % del totale costi ammissibili); b. Spese di personale dipendente con profilo tecnico (ricercatori e tecnici); c. Spese di personale non dipendente (collaborazioni a progetto e collaborazioni coordinate e continuative) funzionale all’acquisizione di competenze tecniche; d. spese per strumentazione ed attrezzature, di nuovo acquisto, utilizzate per la realizzazione delle attività previste dal progetto; e. spese di “ricerca a contratto” acquisita contrattualmente da terzi; f. spese relative allo sviluppo e registrazione di brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale generati dal progetto; g. spese per servizi di consulenza specialistica o altri servizi equivalenti, incluso l’addestramento del personale; h. altri costi d’esercizio, inclusi l’acquisizione di licenze per brevetti e software, i costi dei materiali, delle forniture e di prodotti analoghi, direttamente imputabili al progetto, acquisiti da fonti esterne e a prezzi di mercato; i. spese generali (nella misura fofetaria del % delle spese di personale). I contributi concedibili sono pari a: Per le IMPRESE: • % per attività di Ricerca Industriale; • % per le piccole imprese, % per le medie imprese per Attività di Sviluppo Sperimentale. ORGANISMI DI RICERCA: l’intensità d’aiuto è pari a quella massima applicabile tra le imprese partecipanti al Raggruppamento Il contributo massimo per singolo progetto è pari a Milione di Euro. Le domande di ammissione all’agevolazione devono essere predisposte mediante il portale http://pianolavoro.regione.puglia.it e invate mediante Posta Elettronica Certificata a partire dalle ore . del settembre fino alle ore . del settembre . La graduatoria di merito è predisposta sulla base di una serie di indici tra i quali spiccano - per peso sul punteggio complessivo – i seguenti: • numero di PMI beneficiarie aderenti al raggruppamento • numero di giovani ricercatori (età alla data di candidatura inferiore ai anni), coinvolti nel progetto, da assumere a tempo determinato, indeterminato o impegnati con contratti a progetto, da uno dei soggetti beneficiari (sia Organismi di Ricerca che PMI) aderenti al Raggruppamento candidato, successivamente alla data di candidatura; • grado di Innovazione Ecosostenibile del progetto presentato. 16 09-15 luglio 2011 Opinioni di Vito RAIMONDO Mistero sulla sforbiciata di Tremonti che partirà solo dalla prossima legislatura Tagliati i costi dei politici diciamolatutta ma perché solo dal 2013? Il mistero del rinvio dei tagli ai costi della politica Norma pro Fininvest, ora il premier comincia a fare pena! GIULIO TREMONTI Norma pro-Fininvest. Dopo la “furbata” nr. della sua èra politica (l’altra fu la legge elettorale denominata “porcellum”) Silvio Berlusconi aveva dichiarato, con disarmante candore – la voce del ragazzino emozionato che fa la prima Comunione –: “Non si capisce per quale motivo una norma giustissima (quella che avrebbe sospeso i maxi risarcimenti, in particolare il suo al suo acerrimo nemico Carlo De Benedetti proprietario del Gruppo “Repubblica-L’Espresso” per la sporca vicenda Mondatori) diventa sbagliata se riguarda sempre il presidente del Consiglio. Stipendi e rimborsi più bassi per i parlamentari, ma soltanto per i prossimi eletti ( ). L’ha annunciato il Ministro Tremonti, rifacendosi ai costi della politica nostrani che saranno livellati alla media europea.Ok. Le domande, però, sono:” perché non da subito? Non è meglio risparmiare al più presto? Che senso ha la decorrenza se il target europeo è bello e pronto e vigente? Boh… Controlli ridotti sulle evasioni È l’unico caso al mondo SILVIO BERLUSCONI ATTILIO BEFERA “Fisco meno invadente, controlli ai piccoli imprenditori ridotti del %”. Questa l’improvvisa svolta dell’Agenzia delle Entrate, dopo le accuse di essere una sanguisuga, tramite Equitalia. Penso che questo sia l’unico caso al mondo di un ente che, avendo come finalità quella di incassare tributi e accertare evasioni, per vocazione istituzionale, si auto emendi e decida di ridurre il suo compito. Perdipiù, in un Paese in cui è arcinoto che l’evasione fiscale ha raggiunto livelli stratosferici, spesso a livello di Al Capone! Memorizzate, al proposito, la dichiarazione del direttore dell’Agenzia, Attilio Befera:” Vogliamo ripristinare la fiducia sulla correttezza degli accertamenti fiscali per aumentare la forza deterrente e l’efficacia”. Avete capito qualcosa che giustifichi la decisione di ridurre i controlli? Io no! Sospetto, però, che, sino alle prossime elezioni politiche ( ) l’evasione crescerà. Chi ha dubbi, ci contesti. Poverino, così indifeso, icastico, vergine, dopo ore, quando i fulmini della critica gli sono finiti addosso, quasi piangente, ha ritirato la proposta anti-risarcimento che, ahinoi!, vedrebbe coinvolti i ministri Tremendi e Alfano che avrebbero agito di soppiatto (di notte?) come fanno gli scassinatori d’alto bordo. Quest’uomo – il premier – comincia a farci pena. Sta toccando con mano la paurosa crisi del suo Gruppo ( si parla di mln. di minusvalenze in Borsa) e le pensa tutte. Proprio come fece negli anni ’ quando dette l’anima a Crex per farsi approvarer le leggi sulla Tv commerciale. non la mangi”. Poi, rivolto al Presidente della Repubblica, Napolitano:” Ha detto che bisogna fare di più per Napoli, ma fa concorrenza sleale perché è napoletano”. Concorrenza a chi, signor Ministro? Forse voleva dire che Napolitano è di parte e nessuno del suo folto entourage le ha dato un colpo al fianco! Che, si ritiene lei il concorrente? Dio mio, a quali spettacoli indecenti ci tocca assistere ancora… Berlusconi & T remonti, ormai come i comici De Rege Il premier Silvio Berlusconi e il Ministro Tremonti sembrano reincarnare, con il passare del tempo, la famosa coppia di fratelli De Rege, reinterpretati mirabilmente dai comici Carlo Campanini e Walter Chiari. Sulla manovra di Governo hanno (ri)detto:” Siamo ligi a non mettere le mani nelle tasche degli italiani, tranne qualche cosina come nei Suv”. Per questi due mattacchioni, il metano che cresce del , %, l’energia dell’ , %, l’aumento della tassa di bollo sul deposito titoli, l’aliquota al % per le rendite finanziarie (ora è al , %) le addizionali regionali, provinciali e comunali e la “cosina” sui Suv non è mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ricchi o poveri che siano. Non parliamo, poi, del blocco della rivalutazione delle pensioni: un atto di criminalità sociale, stante la continua erosione del potere d’acquisto e delle imposte locali. IGNAZIO LA RUSSA Solo il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha avuto il coraggio di ammettere:” Perché colpire chi ci vota?” Grande Ignazio! Sesso piccante in Calabria Come il famoso peperoncino GIORGIO NAPOLITANO Secondo un sondaggio (C-Date) Catanzaro e Cosenza sono le città in cui si fa più sesso. Le ultime: Verona e Venezia. Quindi, la Calabria è…piccante, sessualmente parlando, tanto quanto i suoi mitici peperoncini! Ma guarda che combinazione. Peperoncini=sesso? Potrebbe essere una buona formula pubblicitaria per la disastrata regionale meridionale. “Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto” Dal sabato in edicola a1€ DON VERZÈ Si chiama Rampacyn l’elisir di lunga vita creato dai ricercatori della Harvard Medical School. Allungherebbe la vita anche di oltre anni. Non si conoscono ancora le reazioni di Silvio Berlusconi e di Don Verzè che, tempo fa, annunciarono studi in materia di allungamento della vita nel San Raffaele, la fondazione meneghina inguaiata dai debiti: vogliono arrivare, entrambi, a anni. E si sono prenotati… Maroni definisce terroristi i “No Tav” e Travaglio gli ricorda la sua bravata a Milano ROBERTO MARONI Bossi sbaglia vocabolo con Napolitano “Concorrente” invece di …“di parte” Quel raffinato (?) statista (?) che è Umberto Bossi dichiara verso i napoletani:” La loro spazzatura resta lì. In campagna elettorale, il Sindaco De Magistris aveva promesso di risolvere il problema in giorni. Non è possibile, a meno che Elisir di lunga vita dagli Usa Ma Berlusconi e Verzè ci hanno già pensato Intervenendo sulla scivolosa materia dell’Alta Velocità in Val di Susa, il Ministro Maroni ha chiesto che gli assaltatori dei cantieri siano considerati dei veri e propri terroristi ai quali va ventilata l’accusa di tentato omicidio negli confronti delle Forze dell’Ordine. Marco Travaglio ha ricordato che l’ex avvocato dell’Avon (profumi) , perla della Lega Nord è “l’unico Ministro dell’Interno dell’umanità condannato ( mesi e giorni, con sentenza definitiva) per resistenza a pubblico ufficiale nella sede della Lega, a Milano. Maroni, secondo l’accusa, “afferrò per la gamba e trascinò a terra due poliziotti” insieme a Umberto Bossi che “strattonò un terzo strappandogli il giubbino e la giacca di ordinanza”. Condanniamo, senz’ombra di dubbio, le violenze realizzate in Val di Susa, ma il Ministro abbia la decenza di stare zitto e non dica fregnacce tipo :” poliziotti feriti dai terroristi”, altrimenti scatta il paragone con la sua vicenda che non gli fa onore! O no? Indro Montanelli “Conosco il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna” Oscar Wilde www.gazeco.it Rubriche segue dalla prima Questa problematica si è diffusa e ha prepotentemente pervaso tutte le arti: il lettore ricorderà l’insistenza con cui Giuseppe Tornatore nel film “Baarìa” ricapitola ed evidenzia plasticamente le trasformazioni violente del tessuto urbano della città siciliana di Bagheria nel corso dei decenni (violente perché basate sulla indiscriminata espansione edilizia che progressivamente e inesorabilmente cancellava il paesaggio “naturale”). Ma ha pervaso anche l’intervenire organizzato della società: rammento che in Italia nel viene fondata l’Associazione “Italia Nostra”. Nella città di Baarìa un corrotto assessore non vedente favoriva il sacco urbano: più in generale, si può sostenere che l’operare dell’uomo di potere è purtroppo – in modo sconsiderato e sommamente colpevole – quasi sempre alla base dello sviluppo distorto. Anzi, alcuni studiosi hanno indagato, riuscendo ad essere anche ironici e divertenti, le dinamiche del rapporto fra il potere e il building dei manufatti; invito il lettore, cito a mo’ di semplice esempio, a leggere il volume di Deyan Sudjic, guru internazionale del design, intitolato Architettura e potere. Come i ricchi e i potenti hanno dato forma al mondo (tradotto da Laterza nel ), ad esempio il capitolo X “Tutte le biblioteche dei presidenti” (pp. ): vi troveranno un ricco e variegato ‘bestiario’ di ‘bestialità’! Questa digressione non ha solo lo scopo di segnalare un problema immanente, di enorme rilevanza e sovente irrisolto (cioè naturale versus artificiale), ma anche quello di introdurre il lettore ad un movimento mondiale di pensiero e di azione che ha cercato, in questi ultimi decenni, di elaborare soluzioni nuove ed efficaci in ordine al problema segnalato: 09-15 luglio 2011 17 segue dalla prima Il naturale batte l’artificiale Il silenzio... ogni tentazione “ibernatrice” (cfr. Reti lunghe. Gli ecomusei e l’integrazione europea, a cura di Roberto Cagliero e Maurizio Maggi, IRES ). Sperimentazioni di successo della metodologia ecomuseale vedono protagonisti anche il nostro Mezzogiorno e la Puglia: Poggio delle Antiche Ville in Mola di Bari, Rete del Salento (le due prime esperienze), Valle del Carapelle, Valle d’Itria. Così come vedono impegnate le istituzioni pubbliche, specie le Regioni, per la definizione di testi normativi promozionali. È chiara l’implicazione che sottintende questo modello di nuova museologia: giovandoci dell’acuta riflessione – più generale – del sociologo Achille Ardigò, si tratta di riconoscere spazio (anzi, di registrare quanto prepotentemente conquistato dal basso…) a quelle espressioni comunitarie “capaci di eticità e di felicità” (A. Ardigò, Crisi di governabilità e mondi vitali, Cappelli , p. ), a quei “mondi vitali quotidiani” che danno senso al tribunale della vita attraverso “riduzione della passività degli utenti, allargamento – in luogo della burocrazia – degli spazi del volontariato, del semi-volontariato, dell’autogestione mutualistica, dell’autoterapia individuale e di gruppi” (ivi, p. ). Insomma, se si riesce a vincere la sfida, a non piombare nelle banalizzazioni o nelle inerzie, o peggio nei mercimoni tra élites, gli ecomusei potrebbero funzionare da autentici “canti gloriosi per una patria che trema” (tanto per parafrasare il titolo di un memorabile spettacolo creato da Giovanna Marini nel per il “Théâtre de la Ville” di Parigi..). sione, non diciamo tante, ma almeno alcune e-mail con idee, suggerimenti, sollecitazioni. E invece – a parte il già citato Consiglio regionale della Sardegna, che ha comunicato a Bruxelles di guardare con favore, contrariamente alla posizione assunta dall’Italia, all’istituzione di una categoria intermedia di regioni (con un Pil pro capite fra il % e il % di quello medio europeo) all’interno dell’obiettivo Convergenza – niente di niente. Hanno preferito, le Regioni rosse come quelle azzurre, far confluire le rispettive idee in un documento comune (sintetizzato all’interno, nella pagina che la “Gazzetta dell’Economia” dedica alla consultazione) che definisce la posizione nazionale rispetto alle prospettive della coesione economica, sociale e territoriale illustrate dalla Relazione licenziata dalla Commissione europea alla fine dell’anno scorso. Aver aggiunto una posizione comune fra maggioranza e opposizione nell’ormai troppo lunga stagione di rabbiosi conflitti fra (e all’interno delle) forze politiche – dirà qualcuno – è un risultato da apprezzare. In linea di principio, certo che sì. Ma, se si entra nel merito di quel documento, si finisce con l’avvertire un certo sentore di unanimismo (“L’Italia ritrova con favore nella quinta Relazione una visione della politica di coesione come politica di sviluppo che interviene in tutte le regioni, qualunque sia il loro livello di prosperità”, si legge nella prima pagina del testo inviato a Bruxelles). Quell’unanimismo che è “parente stretto” dello “status quo”; ossia della cristallizzazione nel tempo dello storico divario con il Centro-Nord, che il Mezzogiorno vive da troppi anni sulla propria pelle. E che, anche con il sostegno delle politiche europee e di quelle nazionali, deve imparare a considerare un ostacolo da superare. Un auspicio, questo, perché il Sud apra con il resto del Paese una “guerra di religione”? Decisamente no. Ma il fermo rifiuto (che si spesa condiviso) di ritenere immutabile nel tempo la misura di quel divario, questo sì! WALDEMARO MORGESE ORESTE BARLETTA mi riferisco al movimento “ecomuseale”. Si tratta di un percorso di nuova museologia nato all’interno dell’ICOM (“International Council of Museums”) per merito di alcune grandi intelligenze che hanno operato nella seconda metà del secolo scorso, fra cui in modo particolare Georges-Henri Rivière e Hugues De Varine. Quest’ultimo, nella sua opera della maturità ( ) intitolata Les racines du futur (Le ragioni del futuro, Clueb ), definisce l’ecomuseo “un’opportunità da cogliere, un invito a dar prova di immaginazione, iniziativa, audacia” (p. ), ovvero “una comunità e un obiettivo: lo sviluppo della comunità stessa” (ivi, p. ), “un modello di organizzazione cooperativa orientata allo sviluppo e un processo critico di valutazione e di correzione continue” (ivi, p. ). Insomma il prefisso “eco” (eco-museo) si riferisce “al concetto di ecologia umana e ai rapporti dinamici che l’essere umano e la società stabiliscono con la propria tradizione, il proprio ambiente e i processi di trasformazione di questi elementi quando hanno raggiunto un certo stadio di consapevolezza della propria responsabilità di creatori” (ivi, p. ). All’interno di una nuova concezione generale dei musei quali “macchine” attive di cultura (cfr. Macchine culturali. Reti e sistemi nell’organizzazione dei musei, a cura di Maurizio Maggi e Carlo Alberto Dondona, IRES ), il modello ecomuseale si qualifica – in Europa e nel Mondo – come un catalizzatore di griglie di coesione sociale, di identità locale, di promozione del patrimonio quale valore territoriale, di strutture organizzative sostanziali in cui le comunità si riappropriano dei loro beni e li tutelano in modo attivo, sviluppandone le potenzialità al di fuori di leNewsdaTerritorioeImprese inviate le vostre notizie a [email protected] Smaltimento rifiuti : 500mila euro a Foggia PUGLIA “I rischi del Terzo millennio” corso di alta formazione La Banca Popolare di Puglia e Basilicata (BPPB) lancia il suo nuovo sito internet, www.bppb.it, completamente rinnovato nella grafica, arricchito nei contenuti e semplificato nel layout, in linea con le attuali tendenze del Web . . Con l’obiettivo di migliorare la navigazione e la fruizione da parte dell’utente e rispondere maggiormente ai criteri di usabilità, il nuovo portale offre una serie di strumenti nuovi o rinnovati, come quotazioni di borsa, news in tempo reale, notizie via RSS, invio automatico del CV. Grazie poi alla geolocalizzazione delle filiali, sarà sempre possibile individuare lo sportello BPPB più vicino e conoscere il percorso per arrivarci, gli orari di apertura e i contatti. La Giunta Regionale, nella seduta del luglio scorso, ha deliberato di destinare risorse del Bilancio autonomo , con l’intento di sostenere la difficile situazione ambientale determinatasi nel Bacino FG , in particolare nel Comune di Foggia, per complessivi € . , , in favore del Comune. Le risorse saranno destinate a colmare il gap determinatosi nel Bacino FG/ a seguito del mancato avvio dell’esercizio della Discarica annessa all’impianto di trattamento delle frazioni di RSU derivanti dalla raccolta differenziata. L’intervento regionale sarà finalizzato, in maniera mirata, alla messa in efficienza della dotazione impiantistica ed al potenziamento dei mezzi ed attrezzature secondo un Piano che il Comune di Foggia presenterà alla Regione. BASILICATA Alla Confartigianato Puglia rinnovato il direttivo Donne Impresa Camera di Commercio di Potenza assegnati i marchi di qualità Nuovo direttivo per Donne Impresa Confartigianato Puglia. Marici Levi, già Presidente di Donne Impresa Confartigianato Bari, sarà a capo di Donne Impresa Confartigianato Puglia per il prossimo quadriennio . Le altre componenti del direttivo sono: Lucia Regina Gorgoni (Tintolavanderia – Lecce) alla Vicepresidenza, Beatrice Alighieri (Abbigliamento uomi-donna – Brindisi), Raffaellina Semeraro (Estetista – Taranto), e Roberta Paolini (Estetista – Foggia). La Camera di Commercio di Potenza, attraverso la sua azienda speciale Forim, in collaborazione con le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti, ha concluso il primo ciclo del progetto “Il cliente ha sempre ragione”, dedicato alle imprese commerciali della provincia di Potenza, premiando con una targa e una vetrofania sette negozi “virtuosi”, che potranno fregiarsi del bollino di qualità. Il riconoscimento è giunto al termine di un’istruttoria www.gazeco.it Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese Direttore editoriale: Vito Raimondo Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I. Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected] Responsabile trattamento dati personali: Dionisio Ciccarese che ha previsto l’emanazione di un Bando a cui hanno risposto aziende. Una fase formativa tesa a qualificare il “servizio” ha preceduto la stesura di un vero e proprio disciplinare; le verifiche effettuate da un valutatore indipendente ed esperto – che ha attribuito un punteggio sulla base di parametri ben definiti tra i quali l’affidabilità e la competenza degli addetti, l’efficacia della comunicazione, la funzionalità e l’estetica del punto vendita, eventuali servizi post vendita, la completezza e la varietà dell’assortimento – ha consentito di giungere ad una scrematura per l’assegnazione dei Premi. Premio impresa longeva 2011: Bando Cciaa Matera La Camera di commercio di Matera premierà le aziende attive, iscritte al Registro Imprese, da almeno anni , che si sono distinte per longevità e tradizione. È quanto prevede il bando per il “Premio Azienda Longeva’’, articolato nelle sezioni agricoltura, industria, artigianato, commercio e servizi. Possono parteciparvi quelle imprese che hanno svolto attività ininterrotta nel corso degli anni, anche se siano intervenute modifiche aziendali purchè riconducibili all’impresa madre. Occorrerà, pertanto, presentare la documentazione comprovante questo tipo di rapporto. Tra i requisiti richiesti figurano il non essere sottoposti a procedura concorsuale ed essere in regola con il pagamento del diritto annuale. Le domande di partecipazione e la scheda sono scaricabili dal sito www.mtcamcom.it alla sezione “Bandi”e vanno consegnate, a mano, alla Camera di commercio o spedite per raccomandata con ricevuta di ritorno entro il settembre . Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 7 luglio 2011 Società editrice: Via delle Orchidee, 1 70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427 P.Q.S. Periodici e Quotidiani del Sud © Copyright P.Q.S. Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996 Tutti i diritti sono riservati. 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L’imposizione crea non pochi problemi a un settore in crisi in una regione come la Puglia seconda solo alla Sicilia come flotta di pescherecci e addetti. Dalla nostra regione proviene il % del pescato nazionale procurato dai pescatori dei porti di Manfredonia, Molfetta, Bisceglie, Trani, Barletta, Mola, Monopoli, Porto Cesareo, Brindisi, Taranto, Gallipoli, Isole Tremiti, Torre Vado. E allora come limitare il danno fermo biologico indispensabile per dare respiro al mare? Con il pesca turismo, “una proposta innovativa (con D.M. n° del - ) per rispondere alle esigenze di diversificare l’attività di pesca e per riqualificare una quota di mercato turistico”. Pesca turismo per piccole crociere, con pranzi o cene a bordo, per fare pesca sportiva ed escursioni subacquee ma anche per partecipare a quel tipo di battute di pesca consentite dall’Unione Europea escludendo in toto lo strascico. Sono molte le località della Puglia che hanno avviato l’attività di pesca turismo, ma forse si potrebbe fare di più. “Una campagna di sensibilizzazione e di propaganda per diffondere il pesca turismo è stata già avviata – assicura Angelo Petruzzella, pre- Iniziative – Un’esperienza per tutti sui pescherecci Pesca turismo festa del mare ECCO DOVE E CON CHI È POSSIBILE IMBARCARSI I pescatori dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo che organizzano escursioni tutti i venerdì dalle alle . Giovanni Baldi. Giovanni Colelli Cesare De Pace Antonio Durante Francesco Fanizza Luigi Peluso Francesco Rizzello Luigi Scatigna In altri porti Cooperativa Fra Pescatori- Monopoli Leonardo Ferretti Francesco Comes Cooperativa Francesco De Leonardis- Fasano Oronzo Martellotta Cooperativa Il Faro- Gallipoli Emilio Corciulo Cooperativa La Folgore – San Foca di Melendugno Cosimo Montinaro Cooperativa Madonna d’Altomare – Mola di Bari Donato De Mattia Cooperativa San Cataldo- Barletta Domenico Ricco Cooperativa Stella Maris - Taranto Ilaria Laci Umberto Peluso Gabriele Albano [email protected] Cooperativa Universo Rosanna Armillotta Specialità – Imperdibile focaccia a libro Sammichele nacque nel sidente regionale di Lega Pesca. Ci sono porti come quelli di città marinare e frequentate da flussi turistici che vedono tanti addetti dedicarsi alla loro ospitalità a bordo, penso a Porto Cesareo, per esempio, dove sono almeno trenta i pescherecci che fanno pesca turismo”. Il pesca turismo è aperto a tutti, con la possibilità di imbarcare anche i minori di quattordici anni se accompagnati da una persona di maggiore età. L’imbarcazione è, infatti, dotata di tutte le attrezzature necessarie per la sicurezza dei passeggeri (cinture di salvataggio, salvagente anulare e zattere per le imbarcazioni più grandi), nonché del materiale sanitario a norma. Un’esperienza indimenticabile assicura chi l’ha fatta o di notte o di giorno a bordo di un peschereccio. Anche per i bambini è stupendo partire all’alba, ritornare al tramonto, oppure di notte assistendo alla calata delle reti o alla cattura di polpi, vedere di persona quanto fatica e sacrifici costa la pesca, consumare un pasto bordo, tutto questo è impagabile. In effetti, un costo c’è, è ovvio, per ogni escursione si pagano dai ai / Euro, secondo le ore a bordo e se sono previsti il pranzo o la cena. Che cosa si mangia? Zuppe di pesce, spaghetti alle cozze, fritture di paranzella. Tutto quello di buono che offrono (a dire il vero sempre di meno per l’insensato sfruttamento di decenni) quei gran pentoloni che sono l’Adriatico e lo Ionio che, con tanto di fermo biologico, ogni anno si ripopolano per il bene stesso dei pescatori e dei consumatori. con la donazione del portoghese Non solo zampina In principio fu il Casale di Vaaz A Sammichele di Bari si va non solo per la zampina. Anche per la focaccia a libro, fecazze a livre, di probabile origine serba. È un prodotto tradizionale della civiltà-gastronomia contadina pugliese e le fasi della sua preparazione sono le stesse tramandate da diverse generazioni. Scrive Marco Miosi, antropologo culturale a proposito di questo speciale prodotto da forno: ”Qualsiasi forma ha sempre un significato recondito ma nel caso della focaccia a libro di Sammichele di Bari questo principio trova un’applicazione ancora più chiara. Come non meravigliarsi, infatti, di fronte alla perfezione dell’andamento a spirale di questo prodotto culinario della nostra regione? Ogni focaccia presenta sempre forma circolare ma la peculiarità della variante di Sammichele è data dalla particolare lavorazione cui è sottoposta: anziché stendere la pasta a mo’ di pizza, questa è richiusa su se stessa a formare un rotolo e questo poi si avvolge a spirale in modo tale da assumere nuovamente la forma circolare. Una volta cotta, pur ormai solidificatasi in un’unica massa compatta, la focaccia a libro presenta le scanalature circolari date dai punti di contatto della pasta durante la lavorazione, tanto che è possibile seguirne l’andamento a spirale”. È una focaccia piuttosto complicata da preparare ed è forse meglio gustarla fatta da una brava massaia o acquistandola nei panifici di Sammichele. ECCO COME SI FA LA FECAZZ A LIVRE Ingredienti: kg di pasta da pane cucchiaio di sale fino capperi, olive nere origano olio extra vergine di oliva Preparazione: Dividete la pasta di pane in due parti e stendetela con il mattarello fino a ottenere due sfoglie sottili. Cospargetele di olio, origano, sale, capperi e le olive nere snocciolate. Arrotolatele su se stesse in modo da formare due grossi cordoni. Disponetele in una teglia già unta di olio avvolgendo a mo’ di spirale. Irrorate di olio e infornate nel forno già caldo a ° fino a che diventa dorata. L’ origine di Sammichele risale al grazie a Michele Vaaz, ebreo portoghese alle dipendenze del Vice regno spagnolo che ripopolò il paese da qualche tempo abbandonato dagli abitanti trasferitisi a Monte Sannace. Fu uomo generoso e gli deve l’aver salvato Napoli dalla carestia. Acquistò a sue spese dall’Oriente un carico di grano con il quale sfamò la città. Nominato conte, ebbe il privilegio di acquistare alcune contrade del Sud. Tra queste il Casale di Sammichele dotato di un castello del Cinquecento già della famiglia dei banchieri genovesi Centurione che incoraggiarono genti serbe a vivere nel contado. In seguito ha avuto ristrut- turazioni non sempre del tutto felici, senza con questo perdere in bellezza. Oggi ospita il museo della Civiltà Contadina voluto da Dino Bianco. Sammichele dista da Bari una quarantina di chilometri. È considerata a giusta ragione, un’isola rispetto ai centri viciniori, per le solide tradizioni culturali. E pare che non sia solo un vanto da campanile. Si consiglia di ritagliare una qualche ora per visitare il paese. Le ore migliori sono la sera quando ancor più quiete si fanno le stradine in selciato attorno al castello. Il percorso va iniziato passando da Porta dell’Orologio che si affaccia sull’ottocentesca Piazza Vittorio Veneto. Il Borgo Antico vi accoglierà con il vocio della gente e i profumi delle zampine e delle carni arrostite sulla brace. Operazione che è fatta non in ristoranti o trattorie ma nel retrobottega delle macellerie. Arredo alla buona, tavoli sedie per i buoni sapori di cui sono capaci i maestri macellai rosticcieri di Sammichele. Con la zampina propongono anche i “ghiemmeridde” d’interiora di agnello, latticini, vino primitivo, la “fecazze a livre”. fraBoschi,SentierieTorrenti A cavallo sul Gargano * A cavallo, a piedi, in bicicletta per un’esperienza eccezionale di trekking nel Bosco Quarto, il bosco di Manfredonia sino a Monte Spigno nel Parco Nazionale del Gargano. Partenza il luglio pomeriggio da Posta Ruggiano. Durante il percorso sarà possibile assaporare qua e là una fragolina selvatica, certamente si “ruberanno” alcune ciliege ai merli e qualche perazzo selvatico ci sta bene perché nel bosco è tutto più buono. Prima che la sera prenda il posto del giorno si arriverà su Monte Spigno, dove saranno preparate le masserizie, le tende, i sacchi a pelo o una semplice amaca per affrontare la notte di luna piena al meglio. Il modo più semplice per esaltare il gusto del caciocavallo o fare il pane “arraschet” alias bruschetta è passarli sulla brace e berci su vino e cantando ammirando panorami che chissà quanti occhi di briganti hanno sfiorato. Al mattino colazione con latte appena munto per affrontare il ritorno in luoghi selvaggi quali Piscina Pandolfe, Valle Ragusa, per arrivare a Casa Natura, un posto ideale per passare un momento di altro rilassamento perché la struttura è immersa nel bosco. Qui si ricreerà una piccola Napoli perché “Maistà”, amico Lucano di Michele Prencipe, ideatore dell’ escursione notturna, farà la pizza, tante pizze con la mozzarella di bufala garganica … condita anche con canti e balli. Info: Michele Prencipe / / . * Sino a settembre riprendono, a iniziativa di Ruotalibera, le pedalate notturne lungo le strade di Bari. Allegria, buona compagnia, relax assicurati. Info: Francesco Rondinone tel. Pagina a cura di Vittorio Stagnani Sanità ͩͨͩ SUD ͪͯ ͪͯΨ NORD ͬͱ ͬͰΨ CENTRO ͪͭ ͪͭΨ Fonte: S.I.C.OB. 09-15 luglio 2011 19 ͭͭͨͯơͪͨͨͱ SUD ͯͱͫ ͩͬΨ NORD ͫǤͪͰͱ ͮͨΨ CENTRO ͩǤͬͪͭ ͪͮΨ Fonte: S.I.C.OB. Una piaga diffusa – Il peso eccessivo riduce l’aspettativa di vita ed è tra le principali cause di morte Obesità: fino a 20 anni in meno e i costi raggiungono l’1% del Pil G rossezza non è più “mezza bellezza” (come la si definiva e si esibiva una volta) ma malattia. Il soggetto obeso mangia, divora molto e si mangia anche anni della propria vita. L’obesità è fra le principali cause prevedibili di morte, causando ogni anno nel mondo . . decessi. L’aspettativa di vita, può ridursi anche di anni. Nel complesso, si tratta di un disvalore per l’economia. Il costo sociale, in alcuni Paesi europei, raggiunge l’ % del PIL ed il % della spesa sanitaria diretta. Inoltre, i costi indiretti (morti premature, riduzione della produttività lavorativa e relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. La Svezia spende dollari l’anno pro capite per costi indiretti e dollari per spese sanitarie; dollari in Germania, nei Paesi Bassi. In Belgio, dollari e rappresenta così ( % delle spese sanitarie), nel Regno Unito - dollari. Da considerare anche altri costi intangibili, come (minor rendimento a scuola o lavoro, discriminazione lavorativa, problemi psicosociale, scarsa qualità della vita). In Usa, il costo annuale aggiuntivo per lavoratore obeso può raggiungere i dollari. I costi aggiuntivi variano dai dollari per gli uomini leggermente obesi ( per donna) ai . dollari per gli uomini con un BMI superiore a (. per la donna). Il costo dei giorni di lavoro perduti per ogni obeso è di - . dollari. I costi per gli impiegati a tempo pieno, ammonta a , miliardi di dollari. Un’azienda Usa con dipendenti perde . dollari l’anno. Venti milioni di italiani hanno problemi di sovrappeso, oltre milioni sono obesi. Inoltre, un milione mila ragazzi tra i e i anni ed il , % tra i e i anni sono sovrappeso o obesi. La Campania detiene il primato in negativo, seguita da Sicilia e Puglia. Siamo anche i più sedentari (il % degli uomini non fa attività fisica contro il % delle donne). Un milione e mezzo i pugliesi in sovrappeso; mila i grassi e, di questi, . lo sono in maniera grave (obesi patologici) con maggiore rischio di malattia (ipertensione, cardiovasculopatie, osteoartriti, disturbi di mobilità, reazione, fertilità, sesso, ecc). Oggi vivono, nel mondo, miliardo di persone con problemi di peso eccessivo. Di loro, più di mezzo miliardo è gravemente obeso. Il fenomeno riguarda anche milioni di bambini già sovrappeso sotto i cinque anni, il % dei quali, crescendo, è destinato a diventare obeso. Stati Uniti ( % degli abitanti), America del Sud e Australia sono ai primi posti nella graduatoria che vede, tra gli altri, l’Africa e l’Asia. In Cina circa milioni di nuovi obesi ogni anno. In Europa le stime circa il % della popolazione adulta e il % dei bambini è sovrappeso o obesa (oltre milioni di persone adulte e milioni di bambini extra large ). Obesità, un disvalore per l’economia. Il costo sociale è enorme: in alcuni Paesi europei raggiunge l’ % del PIL ed il % della spesa sanitaria diretta. Inoltre, i costi indiretti (morti premature, riduzione della produttività lavorativa e relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. Il costo varia da Paese a Paese. La Svezia spende dollari l’anno pro capite per costi indiretti e dollari per spese sanitarie; dollari in Germania, nei Paesi Bassi. In Belgio, dollari e rappresenta così ( % delle spese sanitarie), nel Regno Unito - dollari. Da considerare anche altri costi intangibili, come (minor rendimento a scuola o lavoro, discriminazione lavorativa, problemi psicosociale, scarsa qualità della vita). In Usa, il costo annuale aggiuntivo per lavoratore obeso può raggiungere i . dollari. I costi aggiuntivi variano dai dollari per gli uomini leggermente obesi ( per donna) ai . dollari per gli uomini con un BMI superiore a ( per la donna). Il costo dei - . dollari. giorni di lavoro perduti per ogni obeso è di I costi per gli impiegati a tempo pieno, ammonta a , miliardi di dollari. Un’azienda Usa con dipendenti perde . dollari l’anno. I nostri costi sanitari ammontano a miliardi di euro di cui a carico del SSN; i costi diretti, miliardi di euro. Al di là dei costi, i rischi per la salute sono molteplici. Il diabete è coattore importante del dramma obesità: otto su diabetici sono anche obesi scambiandosi e maggiorandosi reciprocamente i rischi. Necessario correre ai ripari soprattutto perché la tendenza sembra in aumento e si prevede che, tra anni, l’obesità/ sovrappeso interesserà poco meno di uno su due italiani (ancor più pugliesi e lucani). “La regione Puglia – dice il prof. Tommaso Fiore, assessore alla sanità – promuove progetti specifici ed iniziative nel campo di prevenzione, diffusione dello sport, educazione alimentare che deve coinvolgere tutte le età e tutti i cittadini. Da considerare, anche, la chirurgia dell’obesità (bariatrica) riservata soprattutto a soggetti a maggior rischio. “Si tratta – dice il prof. Francesco Puglisi, direttore Chirurgia generale, ospedale “Sarcone” di Terlizzi, che ha all’attivo, dal marzo scorso ad oggi, trattamenti – dell’unico mezzo in grado di ridurre il rischio di morte prematura”. Gli obesi italiani che ne avrebbero bisogno sono un milione e mezzo ( % donne), nel , gli interventi sono stati . ( % al nord; % al sud; Puglia , , Basilicata , ) con liste di attesa di mesi - anni. Molti i “viaggi della speranza” di obesi che si devono recare al nord per essere operati. Per questo, la Puglia che ha un saldo negativo del , % per questa patologia si attrezza e, nel contesto del piano di riordino sanitario, programma una distribuzione di centri che – dice il prof. Puglisi – devono poter contare sulla disponibilità di più specialisti per raggiungere – come accade nel nostro Centro – risultati soddisfacenti (esemplare quello di un paziente cardiobroncopneumopatico del peso di kg ( , di altezza) giunto ai attuali a mesi dall’intervento e in ottime condizioni psico-fisiche). All’esame necessario affiancare nuovi test “Roversi”, la versione aggiornata dell’opera del dopoguerra Psa e rischio tumore “legame” discutibile Diagnostica e terapia nel Bignami del medico U n rischio di tumore per oltre milioni di uomini di - anni. Nel mondo viene diagnosticato in soggetti al giorno e, in Italia, a uomini. La diagnosi deriva dal riscontro clinico (esplorazione da eseguire metodicamente da parte del medico, almeno una volta l’anno dopo i anni di età) e da esami tra i quali spicca il PSA (antigene prostatico specifico) ricercato nel sangue. Ma questo esame, ora in parte contestato, è solo un elemento che va valutato dal medico e non ha, di per sé, da solo, significato determinante. Valori elevati di Psa indicano che vi è un disturbo a carico della ghiandola prostatica ma può trattarsi di infezione, infiammazione oppure di un tumore o di altra alterazione o disfunzione. Per la diagnosi precoce del tumore, il PSA non è da ritenere elemento determinante e discriminante ma soltanto un tassello, non sempre di primo piano cui non è producente rivolgersi sistematicamen- te anche dal punto di vista economico. Lo stesso Richard Ablin che, nel , aveva scoperto l’antigene, ora nel pieno della controversia, dice “sono troppi e non giustificati i miliardi di dollari che, negli Usa, si spendono, ogni anno, per questo esame di dubbia efficacia… il test non può individuare il cancro e, soprattutto, non è in grado di distinguere fra tumore che può portare a morte ed uno che non può farlo… un americano ha probabilità su di ricevere diagnosi di cancro prostatico ma solo il % di probabilità di morirne”. E lo screening non farebbe guadagnare anni di vita. Per la diagnosi precoce, sono, oggi, disponibili ma in fase sperimentale (per questo, non sono rimborsati dl Servizio Sanitario Nazionale) nuovi test PCA e proPSA che, affiancati al PSA classico, potrebbero orientare meglio il medico. Va tenuto conto dell’estensione e dell’aggressività del tumore e va scelto l’esame più idoneo nel contesto della appropriatezza anche economica. “R oversi”, il tradizionale manuale medico di diagnostica e terapia, il Bignami per i medici, giunto, ora alla undicesima edizione, a distanza di anni, dopo la prima del . Il manuale è la versione aggiornata della prima opera realizzata negli anni del secondo conflitto mondiale, dal prof. Anton Spartaco Roversi, clinico milanese, un’opera unica nel panorama editoriale scientifico italiano, divenuto il vade mecum del medico di medicina generale ma anche dello specialista e del clinico. Uno strumento di consultazione per eccellenza nella pratica clinica quotidiana. Negli anni, il Roversi – così conosciuto ed indicato – ha aiutato il medico nella soluzione a specifici quesiti, lo ha guidato a valutare i vari quadri clinici, a richiedere gli esami più opportuni (bando alla inappropriatezza e facilitazione anche per l’adozione di corretta farmacoeconomia), impostare diagnosi differen- ziali, giungere a quella più idonea e confacente in quel momento per quel paziente. Le emergenze, le richieste di immediato intervento hanno trovato, spesso la risposta più idonea a portata di mano nel manuale, sempre presente nella borsa o sulla scrivania del medico. L’XI ristampa del manuale, adattata alle nuove vedute ed innovazioni mediche e tecnologiche (“un importante ponte tra tradizione e moder- nità nell’ambito della divulgazione scientifica”), si compone di . pagine, è stata realizzata da Marquirio e resa possibile grazie al supporto incondizionato di Sanofi Italia. Il costo di ogni copia è di euro. Era prassi consolidata, negli anni passati, la consegna gratuita, ad ogni neo-laureato, di una copia del “Roversi” da parte della società Lepetit. Sarà ripetuta l’iniziativa? “C’è un’apertura possibilistica ma, intanto – dice Arturo Zanni, direttore generale Sanofi Italia – già da oggi, tutti i medici potranno accedere, nell’area riservata del sito www.manualeroversi.it, alla versione on-line integrale con aggiornamenti continui. Da ottobre , anche applicazioni destinate all’utilizzo con iPhone e al tablet iPad. Prevista anche una pagina sull’enciclopedia on-line Wikipedia e un canale, già attivo, su YouTube (www.youtube.it/manualeroversi). Pagina a cura di Nicola Simonetti 20 09-15 luglio 2011 Libri&Riviste Un saggio sui sistemi più utili per trasmettere messaggi Le tecniche della Pnl per la comunicazione O ggi si lavora freneticamente con smartphone, e-mail, iPad e così via. Cresce la tecnologia ma si riduce la capacità di comunicare. E, così facendo, si logorano i rapporti tra le persone, che finiscono per odiare il proprio mestiere e i propri colleghi. Comunicare con la PNL-Per avere successo nel lavoro con la PNL e le tecniche di comunicazione non verbale, scritto da Antonio Meridda e Fabio Pandiscia per FrancoAngeli, insegna a comprendere gli altri per comunicare davvero e al meglio, per avere successo nel proprio lavoro (e non solo). Del resto, se migliora la comunicazione, migliorano le relazioni con gli altri. E, se i rapporti con gli altri si sciolgono, si ottengono sia benefici diretti (come riuscire a lavorare meglio e di più, o ottenere aumenti di stipendio), sia benefici indiretti (ad esempio, si potrà godere della compagnia dei colleghi e vivere con più serenità). Nel prezioso volume sono indicati i sistemi più pratici e utili per capire i colleghi, compresi quelli del sesso opposto, è possibile interpretare il linguaggio del corpo e presentarsi nel modo più corretto ed efficace, si impara a capire chi si ha davanti – italiano o straniero che sia – per evitare gaffe e poter sfruttare meglio la situazione. Perché una buona comunicazione è la base per relazionarsi con successo. Comunicare con la PNL Per avere successo nel lavoro con la PNL e le tecniche di comunicazione non verbale Autore: Antonio Meridda e Fabio Pandiscia Editore: FrancoAngeli Collana: Trend Pubblicazione: a edizione Numero di pagine: Prezzo: € FABIO TRAVERSA L’intervista – Antonio Meridda, personal coach Quanto conta una buona ed efficace presentazione “Ecco nuovi modelli L’essenzialità dei modi per evitare le gaffe” nel primo incontro A “L’ ntonio Meridda, formatore di PNL, esperto di linguaggio del corpo, comunicazione avanzata ed efficace, è autore di diversi libri sulla comunicazione. Personal coach, giornalista scientifico e collaboratore (con Fabio Pandiscia) nella scuola Formaementis, ha pubblicato (con Pandiscia) Prova a mentirmi. Imparare il linguaggio del corpo per capire gli altri ( ). Com’è nata l’idea del libro e a quale pubblico si rivolge? “Il libro illustra come si comunica al lavoro a tutti i livelli e si rivolge a chi non ha ricevuto un’adeguata istruzione sulla comunicazione con i superiori, i sottoposti o i colleghi. Obiettivo: istruirlo su come svolgere al meglio l’attività utilizzando nuove tecniche, puntualmente illustrate nel volume. Io e Pandiscia siamo esperti di comunicazione avanzata (dal linguaggio del corpo alla comunicazione non verbale) e in questa nuova ‘creazione’ abbiamo riportato esempi pratici, disegni e confronti con i popoli di altri Paesi con cui gli italiani sono particolarmente a contatto: dall’Europa alla Cina, dal Giappone agli Stati Uniti d’America fino al Brasile e all’Argentina”. Dal confronto cosa emerge? Siamo consapevoli del linguaggio del corpo? “Del nostro sì, di quello degli altri no. Spesso gli italiani sono ‘abili’ a fare gaffe terrificanti. Ciò è dovuto al fatto che nel nostro Paese il linguaggio del corpo è fondamentale per esprimersi (gli unici che non lo usano quando parlano sono i conduttori dei tg). Nel Desmond Morris, considerato il massimo esperto del linguaggio del corpo, diceva che, se a un italiano si legano le braccia dietro la schiena, è come legargli la bocca perché non può più ‘parlare’. Per altri popoli non c’è quest’importanza. Inglesi, americani, tedeschi fanno pochissimi gesti e con loro è opportuno limitare la gestualità: il muovere le mani è quasi considerato un’aggressione”. Quanto le tecnologie stanno influenzando la capacità di comunicare? “In senso positivo perché è possibile comunicare a tutti i livelli (si può parlare con il mondo a un costo identico a quello che spendiamo per interagire con il vicino di casa). In senso negativo perché non si esplicita il linguaggio del corpo, sostituito allora da emoticons ossia faccine che rendono l’idea del tono con cui si sottolinea qualcosa”. Da personal coach le è capitato qualche episodio curioso legato al linguaggio del corpo? “A livello personale non ho avuto problemi di comunicazione perché ho sempre avuto contatti con italiani. Di sicuro, però, li osservo molto attentamente e noto spesso alcune gaffe marcate. Mi sono anche imbattuto in un americano e in un giapponese che colloquiavano: quando il primo faceva un passo indietro per allontanarsi il secondo si spostava per avvicinarsi perché, come l’italiano, è abituato a parlare a breve distanza. L’effetto era quello di un ballo”. f.t. ANTONIO MERIDDA Il “bacio” tra Asia e Sud America Gestualità e riti degli altri popoli O ffendere gli altri popoli o essere fraintesi è così semplice che sembra impossibile trovare un’intesa. Nel libro vengono riassunti alcuni gesti dei popoli. E così è ricordato che in Paesi come India, Corea e Vietnam è considerato molto maleducato toccare la testa di qualcuno perché questa è la sede del settimo chakra, ovvero la base dell’energia. In Grecia, ex Jugoslavia, Turchia, Iran e Bulgaria “no” si fa con la testa da giù a su e “sì” oscillandole da una parte all’altra. In alcune zone della Grecia, per indicare “sì” e “no”, si danno dei colpetti con la testa: verso l’alto è “no”, verso il basso è “sì”. In India dondolare la testa è il segnale per indicare attenzione. In Polonia toccarsi con un dito indica che si invitano gli amici a bere insieme. In Boliva battere una mano sulla nuca vuol dire che si è contenti. In Australia l’occhiolino, se rivolto a una donna, è un gesto volgare e maledu- cato. In Perù alzare all’improvviso le sopracciglia significa che si vogliono dei soldi. Quanto ai baci in molte zone dell’Asia non si danno mai in pubblico, in alcuni Paesi del Sudamerica è permesso scambiarseli solo tra uomini sulle guance e indicano “pace”; come saluto in Europa c’è un bacio per parte, in genere sulla guancia, in America Latina un solo bacio, in Russia tre baci sulle guance altrui, in Medio Oriente baci veri e propri sulle guance. Schioccare le labbra come se si stesse dando un bacio in Europa è volgare se fatto da un uomo verso una donna, in Messico è usato per richiamare l’attenzione del cameriere, nelle Filippine è utilizzato dagli ambulanti per richiamare i clienti. E sputare? In Cina è considerato normale mentre è ritenuto orribile usare un fazzoletto. Davvero curioso come tutte le consuetudini precedenti. f.t. abito fa il monaco”, diceva Manuel Fantoni nel film Borotalco. E probabilmente aveva ragione. Capita molto spesso di giudicare qualcuno “a pelle” o di provare per istinto simpatia o ribrezzo per un soggetto. Di sicuro ciò che conta è la presentazione. È provato che i primi due minuti di un incontro (alcuni sostengono addirittura - secondi) condizionano le emozioni, i pensieri e il giudizio che ognuno di noi si fa dell’altro. E un importante assioma della comunicazione afferma che “non hai mai una seconda occasione per dare una buona prima impressione”. Nel libro si sottolinea che il gesto più osato in Occidente per presentarsi è darsi la mano. A seconda di come è data la mano esprime dominanza, sottomissione, uguaglianza, timidezza, sicurezza, virilità, prepotenza. Segue l’esibizione del biglietto da visita. Di certo le persone che vanno d’accordo tendono a comportarsi in modo simile: camminano alla stessa velocità, assumono lo stesso ritmo, lo stesso linguaggio del corpo, a volte anche gli stessi abiti. Questo comportamento è definito “eco gestuale”. La mente è predisposta, in poche parole, a fare quello che fanno gli altri che si ritengono simili. E così un ottimo e semplice modo di fare amicizia o legarsi a qualcuno è usare la tecnica del ricalco. Il segreto di un’ottima presentazione sta, allora, nell’attenzione che si rivolge all’altro. Spesso, invece, si fa l’esatto contrario e il risultato è drammatico: c’è chi dimentica anche il nome dell’interlocutore. Ognuno, poi, ha un proprio spazio personale privato. Gli scienziati definiscono la gestione di tale spazio con il nome di prossemica, scienza che si occupa di capire quanto misurano e come funzionano questi spazi. Mentre è bello abbracciare il proprio partner e stare a stretto contatto con lui/lei la cosa non è la stessa quando bisogna stare in ascensore assieme ad altre persone sconosciute. Questa è una classica violazione prossemica. Avvicinarsi o allontanarsi di colpo è un segnale molto potente. Il primo indica che piace ciò che l’altro dice o fa, il secondo che non si è d’accordo o non piace quella persona. Uomini e donne, inoltre, hanno una diversa bolla: le donne più larga ai lati, gli uomini più ampia sul fronte. Quindi, quando si parla con un uomo, è bene non stargli proprio davanti, specie se si è uomini, perché questo gesto è minaccioso e poco gradito. Meglio mettersi a gradi rispetto a lui. Con una donna è più indicato occupare la posizione diretta di fronte per non apparire sfuggente e poco sincero se ci si posiziona di lato. Le donne tendono ad avere una bolla meno sviluppata di quella maschile e a parlare a una distanza inferiore. Eppure sono molto sensibili a ogni invasione, specie se da parte di un uomo. Ma cosa serve per comunicare? La fonte (colui che parla), la codifica (il codice usato dalla fonte per trasmettere il suo messaggio), il canale (il mezzo usato per comunicare, per esempio le parole, un cartello, un’espressione del viso), la decodifica (l’interpretazione del messaggio da parte del ricevente) e il ricevente (colui che riceve il messaggio). f.t. Università uni latesisulgiornale In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia, marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected]. Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da . a . battute (spazi bianchi compresi), una fotografia in buona risoluzione ( dpi) e una breve scheda biografica ( battute). 09-15 luglio 2011 21 curriculum O ttavio Cristofaro, anni di Martina Franca, è laureato in Scienze della Comunicazione. Nel si è laureato con il massimo dei voti alla specialistica in Comunicazione e Multimedialità presso l’Università “Aldo Moro” di Bari. Nel corso degli studi accademici ha acquisito esperienze professionali in “media education” e diverse collaborazioni con testate giornalistiche. Dal è iscritto presso l’albo dei giornalisti pubblicisti. Attualmente è impiegato presso l’Ufficio Comunicazione dello Stabilimento Ilva di Taranto. Lo stabilimento siderurgico, la governance aziendale e la salute dei lavoratori Responsabilità sociale d’impresa tra profili teorici e modello Ilva L a responsabilità sociale d’impresa è un concetto che difficilmente si può inquadrare in una definizione precisa e unica, soprattutto di non facile spiegazione sotto il profilo delle procedure comportamentali. Non esistono norme, regole, che una volta assecondate garantiscono un successo assicurato nell’applicazione della RSI. Si tratta di una condivisione di valori che pertanto appartengono a modalità comportamentali aziendali e, quindi, impossibili da descrivere sotto il profilo puramente teorico. Si parla di consapevolezza e di cultura condivisa, capace di mettere in evidenza i presupposti e le condizioni che possono favorire l’adozione di comportamenti socialmente responsabili, gli ambiti entro cui praticarli, i possibili benefici e gli elementi di criticità. A livello europeo c’è una condivisione nell’associare la definizione di RSI all’integrazione volontaria delle preoccupazioni di carattere sociale e ambientale nelle attività produttive e commerciali delle imprese e nel loro relazionarsi con le diverse classi di portatori d’interesse (stakeholder). Ciò significa che, agendo in modo socialmente responsabile, l’impresa tiene conto del contributo dato dalla propria attività alla qualità dell’ambiente e al sociale, preoccupandosi dei rapporti con i propri collaboratori, clienti, fornitori, partner e con la comunità e le istituzioni. La responsabilità sociale d’impresa, dunque, va al di là del solo rispetto dei requisiti legali e si riferisce a pratiche e comportamenti che un’impresa adotta su base del tutto volontaria, anche nella convinzione di ottenere dei risultati che possano arrecarle benefici e vantaggi. Le imprese che, consapevolmente, si trovano ad affrontare il concetto di responsabilità sociale sono imprese che vogliono valorizzare le loro prassi e investire nel loro avvenire, nella convinzione che ciò potrà comportare delle effettive opportunità di mercato. Ecco perché la RSI non deve essere considerata come fattore superfluo alla produzione, ma come fattore di crescita o, quantomeno, di stabilità e supporto alla produzione stessa. Partendo dal presupposto che la produzione dell’acciaio, come nel caso preso in questione dello stabilimento Ilva di Taranto (il più grande sito siderurgico d’Europa) comporta di per sé delle innegabili criticità sotto alcuni punti di vista, e che lo stabilimento di Taranto precedentemente al era azienda statale, si vuole evidenziare come l’Ilva sia stata in grado di mettere in campo una seria politica di responsabilità sociale, che oggi consente all’azienda non solo un elevato livello di modernità sotto il profilo strutturale e degli impianti, ma anche sotto il profilo della cultura d’impresa e di una rinnovata governance aziendale, oggi modello per numerose altre realtà industriali. Il momento principale, almeno a livello pubblico, in cui Ilva ha dato il via alle sue politiche di RSI è stato nel novembre con la presentazione del primo Rapporto Ambiente e Sicurezza. È inutile sottolineare che anche prima di quella data, politiche di responsabilità sociali erano già presenti in azienda, ma evidentemente l’assenza di strutture organizzative stabili non consentivano la loro conoscenza da parte, ad esempio, della società civile. Si pensi che nello stesso periodo l’Ilva si è dotata di una nuova struttura organiz- Dati sui corsi di Laurea Laurea triennale in Scienze della Comunicazione Facoltà di Scienze della Formazione Università degli studi di Bari – “Aldo Moro Votazione e lode su Tesi in Teorie e tecniche della comunicazione di massa Titolo “Media e bambini: un rapporto difficile” Laurea specialistica in Comunicazione e Multimedialità Facoltà di Scienze della Formazione Università degli studi di Bari – “Aldo Moro” Votazione e lode su Tesi in Etica della comunicazione Titolo “La Responsabilità Sociale d’Impresa: il caso Ilva Taranto” www.uniba.it – tel. / (centralino) Relatore tesi Laurea specialistica: Prof. Francesco Bellino (Facoltà di Scienze della Formazione - Università di Bari) Telefono: / Fax: / Email: [email protected] zativa interna, l’Ufficio Comunicazione, con attività a sostegno della direzione aziendale utili alla messa in campo di politiche adeguate. Incidenza economica dello stabilimento Lo stabilimento siderurgico di Taranto presenta caratteristiche tali per cui sin dalla sua acquisizione da parte del Gruppo Riva si è puntato ad un suo consolidamento e rilancio attraverso un piano di investimenti. I punti di forza che hanno fatto dello Stabilimento di Taranto un polo siderurgico di specifica rilevanza nel panorama mondiale possono essere sintetizzati nella sua posizione costiera, che permette lo sviluppo di appropriate strutture industriali e logistiche per l’approvvigionamento delle materie prime. Il sito produttivo dispone, infatti, di pontili in concessione in autonomia funzionale ove attraccano circa navi l’anno che forniscono intorno ai milioni di tonnellate all’anno di materie prime e prelevano l’ % dei prodotti finiti generati dagli impianti di produzione. A questo si aggiunge la capacità di alimentare i mercati di consumo nazionale, europeo, mondiale con efficacia e flessibilità, assieme alla disponibilità di risorse umane A.A. / Insegnamenti: Professore Ordinario di Bioetica, Filosofia morale ed Etica della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione Università di Bari e Direttore Dipartimento di Bioetica “Renato dell’Andro” Università di Bari) qualificate derivante da una tradizione produttiva pluridecennale nel settore. Lo Stabilimento di Taranto rappresenta una risorsa strategica non solo per il Gruppo Riva, ma anche un’importante realtà per l’economia regionale e nazionale. L’Ilva di Taranto – secondo Banca d’Italia – rappresenta il % del prodotto interno lordo della provincia e il % della movimentazione del porto della città, secondo i dati a disposizione dell’Autorità portuale. Questi dati indicano in maniera evidente quale rilevanza abbia l’Ilva di Taranto per l’economia e l’occupazione del territorio provinciale, regionale e dell’intero Paese. RSI: Sicurezza dei lavoratori L’azienda si è dotata di precise linee guida generali per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro basate su tre pilastri principali: la gestione della sicurezza come parte integrante della gestione aziendale; l’impegno costante a fornire le risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie a garantire la sicurezza; assieme all’impegno a informare, formare e coinvolgere i lavoratori per svolgere i rispettivi compiti nella più completa sicurezza. RSI: l’Ambiente Dal ad oggi, ossia dall’anno della sua privatizzazione, lo stabilimento è stato interessato da un impegnativo piano di ammodernamento tecnologico degli impianti, anche per limitare al massimo l’impatto ambientale delle attività, rendendo al tempo stesso i processi produttivi più efficienti e sicuri. A Taranto l’azienda ha concentrato l’ % degli investimenti realizzati in tutti gli stabilimenti del Gruppo Riva, in Italia e all’estero. Dal alla fine del , sono stati investiti a Taranto poco più di miliardi di euro (circa . miliardi di lire), dei quali oltre un miliardo (pari a circa il % del totale) per l’ecologia e la tutela dell’ambiente. Certificazioni Il sistema “Gestione della Qualità” è certificato in conformità alla norma ISO e per le forniture al settore automobilistico anche alla norma ISO TS . Il sistema di “Gestione Ambientale” è certificato in conformità alla norma internazionale di settore: la norma ISO . Il Sistema di “Gestione della Salute e della Sicurezza sul Lavoro”, già in linea con quanto richiesto dal decreto legge dell’aprile , meglio noto come “Testo Unico di Sicurezza”, ha ottenuto la certificazione in conformità alla norma internazionale British Standard OHSAS e alle linee guida dell’UNI. Oggi lo stabilimento Ilva di Taranto è una realtà dinamica pronta a soddisfare le richieste qualitative di servizio dei clienti, ma anche attenta alle esigenze di compatibilità ambientale e sociale del sito produttivo. Uno sviluppo costruito senza mai perdere di vista il fatto che il mercato siderurgico è un mercato internazionale, nel quale per competere con i migliori concorrenti è necessario privilegiare sempre la continua ricerca di innovazione tecnologica. La politica seguita negli ultimi anni sul tema dell’impatto ambientale si è principalmente indirizzata verso la realizzazione di impianti in linea con le migliori tecnologie disponibili. Gli investimenti in politiche socialmente responsabili, da parte loro, non sono paragonabili ad alcuna altra tipologia di investimento. Rimanendo in ambito di grande industria potremmo sostenere ad esempio, senza grandi rischi di errore, che se l’implementazione, ad esempio, di un nuovo impianto garantisce alcune tipologie di vantaggi, gli investimenti in RSI comportano risultati di natura difficilmente quantificabile. Ad un nuovo impianto sono richiesti risultati immediati e misurabili in maniera oggettiva nel corso del tempo, fermo restando che queste tipologie di investimento nella maggior parte dei casi comportano anche un incremento dei profitti. Gli investimenti in RSI rappresentano il valore aggiunto dell’impresa, sono scelte fatte in ragione di una cultura aziendale precisa, che partono dalla presa di coscienza che il profitto non sia l’unica causa da perseguire. In applicazione al caso Ilva questo concetto è molto evidente. Se lo stabilimento di Taranto fosse rimasto quello di anni fa, oggi nessuna generazione di profitto sarebbe possibile, perché quello stabilimento di allora sarebbe stato chiuso. OTTAVIO CRISTOFARO 22 09-15 luglio 2011 Fiscalmente a cura di Giuseppe Ciminiello FiscoinAula L e dichiarazioni rese da terzi, se accompagnate da ulteriori elementi di prova in grado di confermarne l’attendibilità, assumono il carattere di “presunzioni”. Queste ultime, generalmente ammesse nel processo tributario, divengono pertanto elemento fondamentale per confermare l’evasione, malgrado l’espresso divieto di prova testimoniale tipico della procedura tributaria. Il delicato principio è stato fissato dalla Suprema Corte di Cassazione in una recentissima sentenza (Pres. Merone, Rel. Valitutti), con la quale i giudici hanno accolto la pretesa del Fisco mossa a carico di un medico veterinario, sulla base di una duplice presunzione. Ovvero da un lato l’incongruenza rispetto agli studi di settore, dall’altro la contestuale esistenza di dichiarazioni dell’ex coniuge. Grazie a queste ultime, infatti, era stato possibile accertare un nutrito elenco di clienti del medico, nonché agende ed appunti, dai quali si desumeva l’omessa fatturazione della maggior parte delle prestazioni, nonché ingenti versamenti sul c/c bancario dei coniugi attestanti un reddito decisamente superiore a quello dichiarato. aveva fornito all’amministrazione un nutrito elenco di clienti del marito, nonché una documentazione informale ed extracontabile dalla quale si desumeva la mancata fatturazione della maggior parte delle prestazioni eseguite dal contribuente, medico veterinario). Con specifico riferimento, poi, al valore probatorio delle dichiarazioni della sig.ra D. – moglie separata del T. – negato dalla sentenza di secondo grado, è stato osservato che, nel processo tributario, le dichiarazioni del terzo hanno, quanto meno, valore indiziario, concorrendo a formare il convincimento del giudice, unitamente a tutti gli altri elementi di prova acquisiti agli atti. Tuttavia, tali dichiarazioni – in presenza di peculiari circostanze ed, in particolare, nel concorso di elementi ulteriori di prova idonei a renderli particolarmente attendibili – possono rivestire i caratteri della presunzioni (generalmente ammesse nel processo tributario, nonostante il divieto di prova testimoniale) gravi, precise e concordanti, proprio come avvenuto nella fattispecie. Sulla base di tanto la Corte ha accolto la tesi del Fisco e rinviato la decisione ai giudici di merito. Le dichiarazioni dell’ex coniuge incastrano l’evasore Il fatto La Commissione Tributaria Regionale della Toscana rigettava l’appello proposto dall’Agenzia delle Entrate avverso la decisione di primo grado, con la quale era stato accolto il ricorso proposto da T. F. – medico veterinario – nei confronti degli avvisi di accertamento analitico – induttivi, con i quali era stato elevato il reddito dichiarato dal medesimo, ai fini IRPEF ed IVA, per gli anni , e . . La CTR riteneva, invero, che le dichiarazioni dei terzi – nella specie, la moglie del contribuente – fossero del tutto prive di rilevanza nel processo tributario e rilevava, inoltre, che il gravame dell’Ufficio era destituito di fondamento, per non avere l’amministrazione disposto ulteriori e più approfonditi accertamenti, volti a suffragare la rettifica delle dichiarazioni del contribuente. Avverso tale sentenza ricorreva l’Agenzia. La decisione della Corte La Cassazione, ha accolto la tesi del Fisco. In particolare, ha osservato che – vertendosi, nella specie, in materia di accertamento analitico – induttivo – potesse applicarsi la l. n. / , che prevede la possibilità per l’amministrazione di utilizzare, ai fini della rettifica delle dichiarazioni del contribuente, la procedura di accertamento tributario standardizzato, mediante applicazione dei parametri o degli studi di settore. In via di principio detta procedura costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è ex lege determinata dal mero scostamento del reddito dichiarato rispetto agli “standards” in sé considerati. Ed invero, questi ultimi legittimano, quando i valori ivi esposti superano il dichiarato dal contribuente, il ricorso all’accertamento analitico – presuntivo, ai sensi dell’art. del d.P.R. n. / , ponendosi in tal caso, detti “standards”, come uno strumento di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività, che si affianca agli altri strumenti previsti dalle norme suindicate. Ne discende che i suddetti parametri standardizzati devono, giocoforza, essere personalizzati con riferimento ai dati relativi all’attività in concreto svolta dal contribuente, sulla scorta degli elementi forniti da quest’ultimo in esito al contraddittorio, che va attivato obbligatoriamente con il medesimo, pena la nullità dell’accertamento analitico – presuntivo effettuato dall’amministrazione finanziaria. La motivazione dell’atto impositivo non può, pertanto, esaurirsi nel rilievo dello scostamento tra reddito dichiarato e parametri di riferimento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell’applicabilità in concreto dello “standard” prescelto, nonché con l’indicazione delle ragioni per le quali sono state disattese, dall’Ufficio, le contestazioni sollevate dal contribuente. Premesso quanto precede in via di principio, la Corte ha ritenuto che, nel caso concreto, la Commissione Regionale non avesse fatto corretta applicazione delle norme concernenti l’utilizzazione degli “standards” elaborati a supporto dell’accertamento analitico – presuntivo, ex art. c.c., in tema di onere della prova. Ed invero è stato rilevato che il giudice di appello aveva, del tutto ingiustificatamente, escluso il valore presuntivo dei parametri applicati dall’Ufficio, attribuendo all’ amministrazione di non avere disposto “accertamenti più approfonditi per acquisire gli elementi certi per suffragare le rettifiche delle dichiarazioni del contribuente”. Ebbene, è di tutta evidenza, ha continuato al Cassazione, l’erronea applicazione della normativa suindicata operata dalla CTR, posto che – una volta applicati i parametri presuntivi, personalizzati in relazione alla specifica situazione del contribuente, ed avere soppesato e disatteso le contestazioni proposte da quest’ultimo in sede amministrativa – il potere impositivo dell’Ufficio non può ritenersi condizionato da alcun altro onere. Peraltro, ha osservato la Corte in un fondamentale passaggio della sentenza, gli avvisi di accertamento erano supportati da “copiosa documentazione”, nonché dalle dichiarazioni della moglie separata del T., la quale LE SCADENZE FISCALI VENERDÌ LUGLIO Annotazione, sul registro IVA degli acquisti, del documento riepilogativo relativo alle fatture di ammontare unitario inferiore a € ricevute nel mese di giugno.Emissione e registrazione delle fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel corso del mese di giugno e risultanti da Ddt o altro documento equivalente. Le fatture differite devono recare la specificazione della data e del numero dei documenti cui si riferiscono e possono essere riepilogative di tutte le cessioni poste in essere fra due soggetti. SABATO LUGLIO (scadenza spostata a lunedì luglio) Versamento del saldo e del primo acconto dovuti dalle società di capitale e di persone non soggetti agli studi di settore, con la maggiorazione dello , % Versamento, per gli stessi contribuenti, del saldo IVA non versato entro il marzo, applicando la maggiorazione dell’ , % ( , % per mesi). Versamento delle ritenute operate nel mese di giugno sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, di lavoro autonomo, sulle provvigioni, anche dai curatori fallimentari e dai commissari liquidatori, e da parte degli amministratori di condominio. Termine per la regolarizzazione dei versamenti di imposte e ritenute non effettuati o effettuati in misura insufficiente entro il giugno. Termine per la comunicazione delle dichiarazioni d’intento ricevute in giugno. Pagamento dell’IVA, se il debito è superiore a € , , relativa al mese di giugno (cod. ) da parte dei contribuenti mensili. etta la Gazz /10 24w ne PDF e Adob ti su stra Regi o.it ww azec w.g erla ricev per e-mail via licata Ăƌŝ ia e Basi ƌƚϮĐ͘ϮϬͬ>͘ϲϲϮͬϵϲʹ&ŝůŝĂůĞĚŝ й i di Pugl i e social ͘ŝƚʹ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďď͘ƉŽƐƚĂůĞϰϱ onomic njĞĐŽ ec i ǁǁǁ͘ŐĂ ĐĂʹ em Žŵŝ Sist ŶĞĞĐŽŶ ĨŽƌŵĂnjŝŽ ĚŝŝŶ ŵĂŶĂůĞ ƫ ϭ͕ϬϬʹ^Ğ ϬϭϬʹΦ ŐŝƵŐŶŽϮ ʹϭϵͬϮϱ ŶŶŽys Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata ana che gr Grano, Sì G. 6 E E PAG ACI ALL LEVANT ǯ renza Traspa nche ba desidero sottoscrivere un abbonamento annuale a La Gazzetta dell’ Economia Tariffa per l’ Italia € , Tariffa per l’ Europa € ( numeri) , ( numeri) Nome_______________________Cognome __________________ Via ___________________________________ Cap _____________ isi alla cr Calcio G. 18 E 7 ete io in R Territor EBREO 19 ǯȂ ǯ Forme di pagamento: versamento su CCP n° intestato a P.Q.S. - Periodici e Quotidiani del Sud Via delle Orchidee, Z.I. Modugno-Bari assegno non trasferibile Codice Fiscale o Partita IVA Città __________________________________ Provincia ________ (se si richiede fattura) Recapito telefonico ______________________________________ Data________________Firma_____________________________ Invii il coupon al fax I suoi dati nel rispetto della Legge o tramite posta indirizzandolo a P.Q.S. - Periodici e Quotidiani del Sud – Via delle Orchidee, – / . 21 A PAG rtuosae lia è vi s La Pugorto di risor c a ma SA TRAVER PAG ALLE Z.I. Modugno-Bari non saranno comunicati o diffusi a terzi e potrà richiederne, in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione. Solo se Lei non desiderasse ricevere nostre comunicazioni lo segnali barrando l’apposita casella Chi va&Chi viene Partenze da BARI Destinazione Compagnia Part. Arr. Barcellona Spanair Airberlin Berlino TXL Airberlin Airberlin Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Bologna Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Brussels Ryanair Charleroi Ryanair Ryanair W!ZZ Bucarest Carpatair W!ZZ Budapest W!ZZ W!ZZ Ryanair Cagliari Ryanair Catania blu express germanwings germanwings Colonia germanwings germanwings Airberlin Dusseldorf Airberlin Airberlin Dusseldorf Weeze Ryanair Francoforte Hahn Ryanair Ryanair Genova Ryanair Ryanair Hannover germanwings Ryanair Karlsruhe Ryanair Ryanair Kos Ryanair Londra Gatwick British airways Ryanair Londra Stansted Ryanair Ryanair Luxair Luxair Lussemburgo Luxair Luxair Madrid Ryanair Ryanair Malta Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Milano Lin Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia AirOne Alitalia Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet Air One Easyjet Air One Easyjet Milano MXP Lufthansa Lufthansa Lufthansa Air One Air One Easyjet Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Milano Orio Ryanair al Serio Ryanair Ryanair Ryanair Lufthansa Monaco Airberlin Airberlin air italy Olbia air italy air italy Ryanair Parigi Beauvais Ryanair Ryanair Pisa Ryanair Ryanair Praga W!ZZ airBaltic Riga airBaltic Roma CIA Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Roma FCO Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Siviglia Ryanair Stoccarda germanwings Timisoara Carpatair Belleair Tirana Belleair Alitalia Alitalia Alitalia Torino Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Treviso Ryanair Ryanair Ryanair Valencia Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Venezia Ryanair Alitalia Ryanair Ryanair Air Italy Air Italy Air Italy Air Italy Verona Air Italy Air Italy Ryanair Ryanair helvetic Zurigo : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Frequenza M M L L L L G MM G MM G MM G MM G L MM G M V M L L L M M M M L G M M G G L V V M V M M M S S S M M L S V S V V S V S V S S S S S G G GV G M L L L L L L L S M M LM S V G M S S M V G G G M MM G MM G MM G MM G MM G L L L L L L L L L L L L L MM G MM G MM G MM G MM G MM G MM G MM G M MM G M MM G MM G M G L MM G L MM G L MM G L MM G L MM G L MM G L M M G S S S S S S S V V V V S V S V V V V V V V V V V V V V S S S S S S S S V S S V V S S S V V S V V S MM G V S L L MM G V S L MM G V S V L M M G V S G L M V L MM G V S M V L V M S L MM G V S L MM G V S L MM G V S L L L L L L MM G MM G MM G MM G MM G MM G L MM G L MM G M G L M L M L M V V V V V V S S S S S S V S V S S V V V S L MM G V L V M G S M L G M S V M L V L G L MM G V S M S L MM G V S V V L L MM G L MM G V L MM G V S L M L MM G V S ORARI IN VIGORE dal / / al / / note: ) Il volo I Bari-Verona non opera i giorni Note da D da da da D da da D da da D da D da D da da da da D da da da da da da D da D da D da da da da D da da da D da da da da da da da da da da da da da D da da da da da da da da D da D da da da da da da da da da D da D da D da da D da D da D da D da D da D da D da D da D da D da D da D da da D da da D da D da da da D da D da da D da D da da D da da da da D da D da da D da D da da da D da da D da da D da da da da D da D da da D da da da D da da D da D da D da D da D da da D da da da da D da da da D da da da da da D da da da da da D da da D da D da D da da da D da da / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a nota da / / a D da / / a da / / a da / / a D da / / a luglio. / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / 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Barcellona Spanair Airberlin Airberlin Berlino TXL Airberlin Airberlin Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Bologna Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Brussels Ryanair Charleroi Ryanair Ryanair W!ZZ Bucarest Carpatair W!ZZ Budapest W!ZZ W!ZZ Ryanair Cagliari Ryanair Catania blu express germanwings germanwings Colonia germanwings germanwings Airberlin Dusseldorf Airberlin Dusseldorf Weeze Ryanair Francoforte Hahn Ryanair Ryanair Genova Ryanair Ryanair Hannover germanwings Ryanair Karlsruhe Ryanair Ryanair Kos Ryanair Londra Gatwick British airways Ryanair Londra Stansted Ryanair Ryanair Luxair Luxair Lussemburgo Luxair Luxair Madrid Ryanair Ryanair Malta Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Milano Lin AirOne Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet Air One Easyjet Lufthansa Milano MXP Lufthansa Lufthansa Air One Air One Easyjet Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Milano 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: : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Frequenza M M L L L L G MM G MM G M G MM G M S V S V V S V S S L MM G V S M V M L L L M M M M L G M M G G V M V M M LM L S S G G G S S GV G L S S V L L V M M M M M S S S S M M M V G G G S S S S S S M S L MM G V L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V L MM G V S L MM G V L MM G V L MM G V S L MM G V L M V L MM G V S L M V S L MM G V S M G L MM G V S S L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V S L MM G V L M V M G S MM G V S L L MM G V S L MM G V S V L MM G V S G L M V L MM G V S M V L V M S L MM G V S L MM G V S L MM G V S L MM G V S L MM G V L MM G V S L MM G V S L MM G V L MM G V S M G S L M V L M V L M V Note da D da da da da D da da da D da D da D da D da da da da D da da da da da da D da D da D da da da da D da da da D da da da da da da da da da da da da D da da da da da da da da D da D da da da da da da da D da D da da D da D da D da D da D da da da D da D da D da D da D da da D da da D da D da da da D da D da da D da D da da D da da da da D da D da da D da D da D da da D da da D da da da da D da D da da D da D da D da D da D da D da da D da da da da D da da da D da da da da da D da da da da D da da da D da D da da da da D da da S L MM G V L V M G S M L G M S V M L V L MM G V S L G M S L MM G V S V S L L MM G V L MM G V L MM G V D D L M LM V SD MG ORARI IN VIGORE dal / / al / / Note: ) Il volo I Verona-Bari non opera i giorni / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / da da da da da da luglio. / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / 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/ / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Partenze da BRINDISI Destinazione Compagnia Part. Arr. Berna Bologna Brussels Brussels Charleroi Colonia Cuneo Eindhoven Francoforte Ginevra Girona Barcellona Londra Stansted Milano Lin Milano MXP Milano Orio al Serio Monaco Norimberga Parigi BVA Parigi ORY Pisa Roma CIA Roma FCO Stoccolma Torino Treviso Venezia Verona Zurigo Frequenza Note helvetic Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Jetair : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : V da M da V da L da M da V da D da M G da V da S da da M S da Jetair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Ryanair Ryanair Ryanair Tuifly Tuifly Tuifly Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Ryanair : : M S da Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Easyjet Easyjet Air One Air One Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Airberlin Ryanair Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia blu express blu express Alitalia Alitalia Alitalia blu express Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin helvetic helvetic : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : M M M G S GV S G S da da da da D da da D da da D da da D da da D da da D da da D da da da da da da D da da da da da da da da da da da D da da da da D da da da D da D da D da D da da da da da D da da D da da da D da D da D da D da da da D da D da da da da D da da da D da da da da da da D da L V da da V da D da D da S da L V da G da L da G da D da M da M da S da M L L MM G V S L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V S L MM G V L MM G V S L MG V M S V S G L M M V M S G G S G G S M G L V MM G M L S V MM G M G MM G S S S G S V M MM G V S MM G V S MM G V S MM G V L MM G V S L MM G V S L MM G V S M L L L L L M V M M G G L S S V M L V M G S G S M M M L G G / / / / / / / / / / / / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a nota / / a nota / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / / / / / / / / / / / / Brussels / / / / / / / / / / / / / / Brussels Charleroi / / a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / ORARI IN VIGORE dal / / AL / / note: ) Il volo effettua uno stop a Dubrovnik. Isole Tremiti Milano Mxp Palermo Torino Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : Frequenza MM G V SD MM G Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : L Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia : : L MM G V : : ORARI IN VIGORE dal : / / L V : : : : : : : : : : : al V SD MG V V LM S / / G / / / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / da / / a D da / / a LM LM da da da S M da da S D da da MM G : : Note L M M G V S D da / / a L Colonia Colonia Eindhoven Francoforte Ginevra Girona Barcellona Londra Stansted Milano Lin Milano MXP Milano Orio al Serio Monaco Norimberga Parigi BVA Parigi ORY Pisa Roma CIA Roma FCO Stoccolma Torino Treviso Venezia Verona Zurigo / / / / / / / / / / / da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / da / / a / / da / / a / / Frequenza : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Ryanair : : M S da Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Easyjet Air One Easyjet Air One Air One Air One Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Airberlin Ryanair Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia blu express Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin helvetic helvetic : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : M M M G S G S GV S da da da da D da da D da D da da D da da da D da D da da D da da D da da da da da D da da da da da da da da da da da D da da da da D da da da D da da da da D da da da da da D da da D da D da D da D da D da da da D da D da da da da D da da da D da da da da da da D da / / AL V Note helvetic Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Jetair Jetair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Ryanair Ryanair Ryanair Tuifly Tuifly Tuifly Tuifly Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet ORARI IN VIGORE dal Partenze da FOGGIA Destinazione Compagnia Part. Arr. Berna Bologna / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Arrivi a BRINDISI Destinazione Compagnia Part. Arr. / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / 23 09-15 luglio 2011 M L V M V M G V S M S L V M V S L V G L L G M M S L L MM G V S L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V S S L MM G V L MM G V S S L MG V M S V G L M M V M S G G S G G S M G L V MM G M L S V M S G MG MG G S M L L L L L L L L V M MM G MM G MM G MM G MM G MM G MM G M V S V V V V V M M G G L S S V M M G L S V M M G S M L V G / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Arrivi a FOGGIA Frequenza Alidaunia Alidaunia : : : : Alidaunia : : L Alidaunia : : L Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Milano Mxp Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Palermo Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Torino Darwin/ Alitalia ORARI IN VIGORE dal / : : : : : : : : : : : : L : : LM : : L MM G V : : MM G MM G V V MM G MM G L L V V MM G V : : MG V : M : : : : : : : : V LM S LM / / G Note da / / a / S D da / / a / da / / a / scalo Vieste : / : da / / a / SD scalo Vieste : / : da / / a / S D da / / a / da / / a / S D da / / a / da / / a / S D da / / a / S : al S V / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Destinazione Compagnia Part. Arr. / S S S da da da da da da D da da da da da da da da da D da D da da da da da da da D da da da da / / / / / / / / / / da / / a / / da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / da / / a / / da / / a / /