L’ORATORIO
E LE RETI EDUCATIVE
NEL TERRITORIO
Oratorio è …
Legge 203/2006
Riconoscimento della funzione
educativa e sociale dell’Oratorio
“…lo Stato riconosce e incentiva la
funzione educativa e sociale svolta
nella comunità locale, mediante le
attività di oratorio” (art.1)
Legge 203/2006
• Le attività di cui al comma 1 sono finalizzate a favorire
lo sviluppo, la realizzazione individuale e la
socializzazione dei minori, degli adolescenti e dei
giovani di qualsiasi nazionalità residenti nel territorio
nazionale.
….azioni e interventi, finalizzati alla diffusione dello
sport e della solidarietà, alla promozione sociale e di
iniziative culturali nel tempo libero e al contrasto
dell’emarginazione sociale e della discriminazione
razziale, del disagio e della devianza in ambito
minorile, favorendo prioritariamente le attività svolte
dai soggetti di cui al comma 1 presenti nelle realtà
più disagiate.
ORATORIO: ambiente di speranza
• Si tratta di un luogo di accoglienza, di cura, di
accompagnamento nella crescita che consentono
incontro e ascolto, il superamento di pregiudizi e di
distanze tra appartenenze sociali e culturali.
• Proprio per questo può essere anche visto come
ambiente di speranza per superare l’emergenza
educativa e rendere possibile una formazione
che sappia trasmettere, far riconoscere e far
condividere valori e principi che consentono di
individuare orizzonti di speranza e di dare
consistenza al cammino di crescita.
Oratorio - comunità cristiana - giovani generazioni
• L’oratorio è espressione delle cure materne della
comunità cristiana per le giovani generazioni
• nella realtà dell’oratorio si deve esprimere la carità
pastorale illuminata da intelligenza pedagogica
• Tutto questo come segno di passione educativa e di
amore effettivo per i ragazzi, perché sentendosi
amati si rendano disponibili per un cammino capace
di integrare la visione cristiana della vita in un
percorso di crescita culturale e sociale.
L’oratorio come intreccio di “pedagogia della
cittadinanza” e di “pedagogia del vangelo”
• che orientano e sostengono lo sviluppo integrale
della persona del ragazzo e del giovane;
• per l’edificazione di un uomo vero e ben riuscito: un
cristiano adulto il cui centro e motore di senso è
Cristo, il cui campo di azione è la città degli uomini,
il cui orizzonte è la testimonianza nel mondo.
• Finalità che San Giovanni Bosco indicò con la
celebre espressione “onesti cittadini e buoni
cristiani”, precisando così il compito finale
dell’azione educativa dell’oratorio stesso.
L’oratorio e la sfida educativa
La sfida educativa attuale richiede
 un nuovo modo di pensare l’educazione,
 un lavoro educativo di rete nel territorio;
 attenzione alle possibili relazioni in contesto
 dialogo e confronto fra tutti gli operatori del
territorio.
Accettando la sfida dell’emergenza educativa,
l’oratorio diventa un vero laboratorio di
pedagogia sperimentale che ha bisogno di
confronto e verifica per ritrovare una rinnovata
efficacia, che deve aiutare a ripensare le strategie
e diffondere nuove sensibilità educative.
“La sfida educativa si vive nel concreto e nel contesto
quotidiano
 fatto di interazioni positive e opportunità credibili
 dove la comunità adulta è chiamata ad immaginare e creare
(ma soprattutto ad essere) uno spazio educativo per i
propri giovani e i giovani essere copratagonisti della
propria crescita,
 dove abbiamo la possibilità di vivere esperienze nelle quali
tirare fuori la bellezza ed i talenti di cui sono dotati!”
La collocazione dell’oratorio nel territorio deve tener
conto della realtà contestuale
 per essere luogo di speranza in grado di elaborare una
nuova sensibilità educativa
 per rendere gli adulti del contesto capaci di sinergie,
di collaborazioni, di competenze relazionali, di
progettualità e di creatività, che traducono la loro
passione educativa e il loro amore alla vita.
L’Oratorio come laboratorio educativo per la
sperimentazione e la costruzione di una rete educativa
Nella società complessa, la pluralità di azioni e di
interventi, sia di singoli che di agenzie e istituzioni
educative, possono contribuire al bene di ragazzi e
giovani secondo la specificità di ciascuno.
Bisogna
 trovare il modo di far collaborare persone e
soggetti istituzionali nel territorio.
 pensare un oratorio a misura del territorio e “senza
mura di cinta”, che sia in grado di mettere in
sinergia le risorse disponibili per il percorso di vita
e il cammino di crescita di ragazzi e giovani.
Per questo è indispensabile la conoscenza del TERRITORIO
CONOSCERE IL TERRITORIO
PER UN’AZIONE EDUCATIVA EFFICACE
BISOGNA CONOSCERE IL TERRITORIO IN
CUI L’ORATORIO SI TROVA
VITA
IN
CONTESTO
Rappresentazione del rapporto di circolarità
tra momento conoscitivo e momento operativo
in una realtà territoriale
Dimensione
conoscitiva
Strategie di
intervento
secondo
modelli
condivisi
Analisi
accurata del
contesto
Coordinamento di
ruoli e funzioni
Dimensione
operativa
Individuazione
delle priorità
problematiche
Dimensione
operativa
Contestualizzazione e
interpretazione
dei problemi
Dimensione
conoscitiva
Il territorio, la comunità locale,
il modello educativo di rete
Il Territorio,
 ambiente di vita,
 luogo concreto con caratteristiche sociali,
economiche, politiche, culturali, ecc.
 Rende possibile l’interscambio tra persone,
istituzioni, popolazioni;
 Fa cogliere la situazione delle strutture
concrete della realtà ambientale
 Evidenzia la loro incidenza nella situazione
educativa locale
La comunità locale e il modello educativo
comunitario
• L’attenzione al sistema formativo del territorio e
le strategie/metodologie della sua attuazione e
valorizzazione suscitano rinnovato interesse
per la “comunità locale”.
• A quali condizioni un territorio potrà diventare
“comunità locale”?
 Se partecipazione e condivisione riusciranno a
coniugarsi con “solidarietà”.
 Se si attua la formazione alla “cittadinanza attiva”
come parte fondamentale del processo educativo e
formativo, adeguato alla complessità crescente della
nostra società.
La costruzione della comunità è un compito
da affrontare con cura e tutti insieme
 La cura della comunità e nella comunità potrà rafforzare
la coesione, il tessuto dei rapporti sociali, creare le
condizioni per pensare e attuare un lavoro socioeducativo efficace.
 La prospettiva della “community care” è insieme il
compito, l’orizzonte e la condizione concreta per un
lavoro socio-educativo che riesca ad attivare relazioni
sociali significative, capaci di promuovere identità,
reciprocità e fiducia.
“community care” e modello educativo comunitario
Due fondamenti principali del modello educativo comunitario:
 una concezione antropologica progettuale: la persona come
valore che deve trovare possibilità di realizzazione
valorizzando tutti gli intrecci (le relazioni) del suo percorso
esistenziale
 una visione dell’identità e funzionamento delle istituzioni
chiamate a ricomprendersi nella loro specifica di identità e
azione, evitando ogni rischio di autoreferenzialità.
Secondo il principio della sussidiarietà nell’educazione che




attiva una prospettiva promozionale,
stimola all’interazione
aiuta ciascuno a raggiungere un livello di autonomia,
rende capaci di svolgere bene il proprio compito di servizio ai singoli
e alla comunità,
 può dare voce a un progetto sociale che introduce elementi nuovi
nella quotidianità.
Community Care, società complessa
e modello educativo di rete
 I contesti sociali attuali sono caratterizzati dalla
complessità.
 La complessità territoriale può essere convertita in
risorsa e valore se la diversità delle soggettività sociali
riesce ad attivare interazioni e scambi, stimolando in
esse una intenzionalità pedagogica.
 La consapevolezza di vivere in un contesto dominato
dalla complessità, dalla pluralità e dall’interdipendenza,
può far nascere forme di partecipazione e di
corresponsabilità per la costruzione della comunità
sociale.
domanda educativa
relazione e interazione nel territorio
Per superare le ambivalenze della società complessa
valorizzarne gli aspetti positivi
capacità di stare nel nuovo con lucidità e lungimiranza.
Con attenzione
• all’aspetto relazionale e interpersonale dell’educazione nel
contesto in cui si attua,
• all’emergenza educativa legata alla crisi delle agenzie
educative tradizionali, e ai radicali cambiamenti in atto,
• alla capacità di progettazione dell’educazione per farsi carico
di bisogni e superare condizionamenti educativi,
• Una mens e una cultura educativa nuova: il modello di
rete, per superare modelli educativi rigidi e aprirsi
 alla diversità e al policentrismo,
 ai nuovi soggetti educativi.
il modello di rete
Una mens e una cultura educativa
nuova per superare modelli educativi
rigidi e aprirsi
alla diversità e al policentrismo,
ai nuovi soggetti educativi.
Il lavoro di rete è un lavorare in “contesto”
con una pluralità di presenze private e pubbliche
 L’efficacia di questa prospettiva operativa richiede lo
sviluppo di una ritrovata capacità di “soggettività
sociale” delle componenti individuali e organizzate della
società civile, che la facciano evolvere verso una
prospettiva di “comunità solidale”
 Per un efficace lavoro di rete educativa nel territorio
bisogna riuscire a realizzare i giusti collegamenti tra
pubblico e privato, tra formale e informale; essere in
grado di valorizzare tutte le risorse e presenze nel
territorio, ciascuna per la sua specifica identità e
competenza.
Oratorio e lavoro educativo di rete nel territorio
Valorizzando tutte le risorse presenti
Una comunità locale deve
 esser sempre attenta ai bisogni (vecchi e nuovi),
 elaborare nuove attenzioni e riflessioni (insieme operatori e specialisti)
 per cogliere tutte le forme di difficoltà (disagio, devianza, smarrimento,
demotivazioni, isolamento, angosce, fughe, appartenenze di
dipendenza, ecc.),
 per capire la propria realtà e riformulare (anche con linguaggio nuovo)
i problemi,
 Per trovare modelli nuovi di comprensione e di interpretazione.
Con la convinzione che i problemi sono di tutti… ci vuole l’apporto di tutti per
riconoscerli,
rinominarli
aiutare a risolverli
 Tutti i soggetti del territorio cooperano nell’elaborazione che nella
soluzione del problema
 Tutti i reperibili per migliorare la qualità della vita con la
consapevolezza e l’apporto di tutti.
L’Oratorio come laboratorio allargato al territorio
L’oratorio è anzitutto chiamato
• a diffondere passione educativa, sensibilità educativa,
stile educativo che nascono dalla sua attenzione a
ragazzi e giovani che sono al centro delle sue attenzioni
e azioni.
• a inserirsi in un tavolo di lavoro esistente o cominciare
a costruire raccordi, avviare collegamenti, provare a
darsi una mano: non sempre si può partire subito con le
sperimentazioni,
• a una previa costruzione di raccordi, di attenzioni, di
disponibilità, ecc. che mobilitino le energie del territorio.
• a prendersi tutto il tempo necessario per far maturare
disponibilità e collaborazioni, aprendo le proprie porte
per accogliere quanti sono disponibili a mettersi in
gioco.
Le “maglie” dei collegamenti della rete educativa
situazione
Informazioni
sui
destinatari e
sul contesto
Convergenza
preventiva
confronto
costruzione
dell’identità
di ogni
soggetto
educativo
Promozione di
Processi educativi
comunicativi
progettazio
ne culturale
e operativa
definizione
degli
interventi
Interazione
interventi
Il circuito virtuoso per la promozione dei processi educativi.
Modelli di intervento di rete
A. Intervento per la soluzione di bisogni
LAVORARE PER UN
BISOGNO È UN
FATTO
OCCASIONALE.
PUÒ ESSERE UN
AVVIO PER UNA
COLLABORAZIONE
E INTEGRAZIONE
OPERATIVA
CIASCUN
SOGGETTO
SOCIALE
REPERISCE
INFORMAZIONI.
NON SI OPERA
ESPLICITAMETNE
PER COSTRUIRE
UNA IDENTITÀ
AMBIENTALE.
La rete educativa incentrata sugli interventi educativi per la soluzione di bisogni
Modelli di intervento di rete
IN PROSPETTIVA PROGETTUALE
SI TENDE ALLA
CONVERGENZA
ISTITUZIONALE
CON DECISIONI
PROGETTUALI.
CIASCUNO ATTENTO
ALLA SUA IDENTITÀ
E ALLA
RAZIONALITÀ
OPERATIVA
QUALIFICA MEGLIO
GLI OPERTORI,
CREA DINAMISMO
OPERATIVO,
LASCIA
INDIPENDENTI
NEGLI INTERVENTI,
RISCHIO DI
RIGIDITÀ
ORGANIZZATIVA
La rete educativa incentrata su informazione e progettazione
Interesse a creare forti convergenze istituzionali attraverso lo scambio
di informazioni e a favorire intese a livello decisionale e progettuale.
Modelli di intervento di rete
La rete educativa incentrata sulla costruzione dell’identità
L’AZIONE È
AUTONOMA.
SI PUNTA A
CONDIVIDERE
L’ORIZZONTE
CULTURALE
PER DARE
CONTINUITÀ
AGLI
INTERVENTI.
CIASUCNO SA COME
IMPOSTARE GLI
INTERVENTI.
CI VUOLE TEMPO E
MOLTO ESERCIZIO
OPERATIVO
PROGETTUALE.
SI CAMMINA INSIEME
E SI DURA NEL
TEMPO
una rete educativa costruita mettendo al punto di intersezione fra le varie
agenzie sociali la costruzione dell’identità culturale, ritenendo che
questo sia il punto di avvio per una riflessione più a larghe maglie che
connetta aspetti informativi e decisionali, progettuali ed operativi.
La rete educativa va attivata
 non solo per rispondere ad emergenze o a patologie
particolari,
 ma per mettere in circolo nuove idee per migliorare la
qualità della vita di tutti,
 per la ricerca di un’identità condivisa
 per la costruzione progressiva del “noi comunitario”.
La rete educativa
si pone antidoto alla frammentazione della
complessità sociale,
cerca di far maturare un patrimonio di beni sociali ed
educativi,
cerca di promuovere educazione in prospettiva
preventiva e in questa prospettiva farsi carico di
situazioni di bisogno.
Il lavoro educativo di rete tende




al superamento dell’individualismo e settorialismo educativo;
a evidenziare il valore sociale dell’educazione;
a una nuova grammatica delle relazioni educative
a suscitare sinergie per la conoscenza del territorio, per poter
operare all’interno del sistema socio-culturale.
Esigenze prioritarie per l’efficacia della rete educativa
 il confronto e la riflessione per poter interpretare l’esperienza,
 la logica di scambio per costruire riferimenti culturali comuni,
 l’interiorizzazione dell’etica del dono per creare reciprocità,
 la complementarietà possibile tra identità differenti
 la progettualità di rete in cui tutti questi elementi trovano
sintesi operativa e diventano fonte di dinamismo.
Condizioni indispensabili per l’operatività della rete educativa sono




la comunicazione e nel coinvolgimento,
l’attività solidale,
il sostegno alle agenzie e alle dinamiche educative
per aprirsi alle situazioni reali e affrontarle in forma solidale.
L’ORATORIO TRA SOGNO E REALTÀ
L’oratorio deve inserirsi profondamente nel
territorio e acquistare una fisionomia che
rispecchia la realtà del contesto.
Per essere luogo di speranza in grado di
elaborare una nuova sensibilità educativa,
deve farsi promotore di alleanze e di reti
educative.
Per promuovere un welfare educativo deve
rendere gli adulti (e tutti i soggetti privati e
pubblici) capaci di sinergie, di collaborazioni,
di competenze relazionali, di progettualità e
di creatività, che traducono la loro passione
educativa e il loro amore alla vita.
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L`oratorio e le reti educative territoriali