Giornate formative sul
Bilancio Sociale
delle organizzazioni di
volontariato
21 e 22 maggio 2010
Sede Firenze Cesvot
Il bilancio sociale per le OdV
Edizione 2010
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Il quadro di riferimento
In Italia non ci sono disposizioni normative che rendono obbligatoria la
redazione del Bilancio Sociale, nel Terzo settore esistono delle eccezioni per:
•le Fondazioni bancarie, che devono redigere un documento più circoscritto
del Bilancio Sociale, ovvero il “bilancio di missione” ed inserirlo in una
specifica sezione della relazione al bilancio (D. lgs. 153/99);
•le imprese sociali e relative strutture di gruppo, a cui è stato imposto l’obbligo
di redazione del Bilancio Sociale, anche su base consolidata, in base alle
previsioni dell’art. 10, comma 2, del D. Lgs n. 155, 24 marzo 2006 e del
relativo Decreto ministeriale di attuazione, che prevede uno schema sintetico
del documento;
•le cooperative sociali, per le quali in alcune regioni (Lombardia e Friuli
Venezia Giulia) sono stati previsti principi, elementi informativi e i criteri minimi
di redazione del bilancio sociale, nonché la tempistica per l'adeguamento
all'obbligo di redazione annuale dello stesso e la redazione del bilancio sociale
quale condizione per l’accesso agli incentivi regionali, all'accreditamento per la
stipulazione di contratti con il sistema pubblico o il mantenimento
dell’iscrizione all’Albo.
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Il quadro di riferimento
•Nuova normativa per regolare il sistema di accreditamento regionale per i
servizi sociali (L.R. 82 del 28 dicembre 2009).
•L'ultima Finanziaria ha riproposto anche per il 2008 la possibilità per i
contribuenti di destinare una quota pari al 5 per mille dell'Irpef a finalità di
interesse sociale con una importante novità (comma 6, articolo 3, legge
244/2007): l'obbligo, per gli enti che riceveranno il contributo del 5 per mille sui
redditi 2007, di redigere un apposito e separato rendiconto, corredato da una
relazione illustrativa, nel quale indicare, in modo chiaro e trasparente, quale
sia stata la destinazione delle somme percepite.
Con l'articolo 8 del DPCM del 19 marzo 2008, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale n. 128 del 3 giugno 2008, sono state rese note le modalità di
effettuazione di tale rendiconto.
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I modelli di riferimento per la
redazione
di un bilancio sociale
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Agenzia per le Onlus - Linee guida per
la redazione del bilancio sociale delle
Organizzazioni Non Profit.
CESVOT – Guida pratica “Il bilancio
sociale per le Organizzazioni di
Volontariato” (Quaderno n. 34)
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Linee guida dell’Agenzia per
le Onlus per la redazione del
bilancio sociale delle
Organizzazioni Non Profit
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Il tavolo di lavoro
Oltre all’Agenzia per le Onlus…
… ALTIS, Alta Scuola dell'Università Cattolica …
Accademia di Economia Aziendale … CO.GE Regione
Lombardia … CSVnet … Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili … ASSIREVI …
Fondazione Cariplo … Confcooperative-Federsolidarietà
… ONG italiane … Forum del Terzo Settore … Iris
Network … ABI … Avanzi … Università Cattolica …
ASSIFERO
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Le fonti
•
•
•
•
•
•
Linee Guida della GRI (Global Reporting Initiative);
“Principi di redazione del Bilancio Sociale” del Gruppo di Studio per il
Bilancio Sociale (GBS);
“Bilancio Sociale nelle Aziende Non Profit: principi generali e Linee
Guida per la sua adozione” della Commissione Aziende Non Profit
del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti
Contabili, 2004;
Le linee guida per il Bilancio Sociale e di Missione delle OdV” di
CSVnet, 2008;
Decreti attuativi 24 gennaio 2008 per la Legge delega 118/05 e il
Decreto Legislativo 155/06 della legge sulle imprese sociali;
Linee guida per il Bilancio Sociale delle Cooperative Sociali della
Lombardia, Regione Lombardia - Circolare r. 29.5.2009, n. 23 (BURL
n. 23, 8 giugno 2009).
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Le linee guida tengono conto di:
•
la pluralità delle forme giuridiche (fondazioni
operative e di erogazione, organizzazioni di volontariato, associazioni di
promozione sociale, cooperative sociali, organizzazioni non governative,
ecc.);
•
i diversi ambiti di attività (formazione, servizi socioassistenziali, cultura, tempo libero, sanità, salvaguardia
dell’ambiente, ecc.);
•
la complessità organizzativa (spesso le
Organizzazioni Non Profit fanno parte di gruppi, anche informali, o di
reti/network).
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La struttura del documento:
•
Finalità e caratteristiche del Bilancio
Sociale, in cui sono definiti lo scopo e i principali elementi che
caratterizzano questo documento di rendicontazione;
•
Contenuti del Bilancio Sociale, in cui sono indicati
la struttura e le informazioni che il Bilancio Sociale deve contenere;
•
Realizzazione del Bilancio Sociale, in cui si
definisce la metodologia per la sua realizzazione e la sua
implementazione.
•
Gli Allegati costituiscono parte integrante del documento e
forniscono un supporto concreto alla stesura del Bilancio Sociale.
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CESVOT – Guida pratica “Il
bilancio sociale per le
Organizzazioni di Volontariato”
(Quaderno n. 34)
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Il Quaderno Cesvot n. 34
(Manuale pratico – è
stato pubblicato nel 2007 con lo scopo di favorire la
redazione del bilancio sociale nel mondo del volontariato.
Il lavoro è stato curato dal prof. Luca Bagnoli (DSA di
Firenze) con il contributo di Le Reti di Kilim), Csv.net,
Seneca e CESVOT.
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Le caratteristiche
… ha un approccio pratico
… utilizza un linguaggio sintetico e – per quanto possibile –
semplice
… cerca di offrire strumenti pratici (di lavoro) utili alla
realizzazione di un proprio bilancio sociale, anche sugli
indicatori
… si sofferma molto sul processo di realizzazione, aspetto
chiave (e trasversale) ad ogni organizzazione
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I contenuti




Introduzione
Identità
Gli aspetti economici
La relazione sociale (con esempi relativi ai settori:
sanitario, socio-sanitario, sociale, ambientale, tutela e
promozione dei diritti, volontariato internazionale,
protezione civile, culturale).
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Il processo di
rendicontazione sociale
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L’importanza del processo
È limitativo identificare il bilancio sociale solo con il documento
finale. Quest’ultimo è infatti solo il prodotto ultimo di un
articolato processo di costruzione del sistema di
rendicontazione sociale.
Non si deve pensare al bilancio sociale come il prodotto
dell’elaborazione di un incaricato esterno o interno
all’associazione, questo sarebbe infatti riduttivo e non
consentirebbe di sviluppare le potenzialità di coinvolgimento e
l’opportunità di compiere un’attenta riflessione sull’identità e
l’operato dell’associazione.
Il bilancio sociale deve coinvolgere una pluralità di soggetti e
deve essere riconosciuto come strumento per migliorare
l’azione associativa.
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Fase 1: preparazione e
programmazione
• Chiarirsi le idee su cosa è un bilancio sociale e sulle sue
potenzialità e sugli obiettivi che l’associazione vuole raggiungere
dotandosi di tale strumento
• Stabilire ambito di rendicontazione (se descrivere tutte le attività o,
inizialmente, limitarsi a una parte di esse) e periodo di
rendicontazione (coincidente con l’ultimo bilancio economico
approvato o periodi diversi)
• Individuare le risorse necessarie: costituire gruppo operativo,
risorse economiche da impiegare, tempo necessario da dedicare,
disponibilità delle fonti informative, clima organizzativo positivo
• Elaborare piano di lavoro in cui vengano chiariti gli aspetti di cui
sopra
• Condividere il progetto con gli organi di governo non inseriti nel
gruppo di lavoro e, se possibile, con i portatori di interesse
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Fase 2: definizione del
sistema di rendicontazione
Stabilire i contenuti informativi che dovranno essere contenuti nel
bilancio sociale. Inizialmente dovrà essere approfondita e condivisa la
missione associativa e costruita la mappa dei portatori di interesse, in
modo da chiarire le informazioni che dovranno essere contenute nella
relazione sociale.
Le attività verranno analizzate per aree di rendicontazione costruite
per aree di attività, aree di missione, stakeholder.
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Fase 3: raccolta delle
informazioni
Le informazioni del bilancio sociale devono essere raccolte e inserite
nelle aree di rendicontazione individuate in fase di programmazione.
È una fase determinante ai fini della realizzazione del bilancio sociale,
ma anche particolarmente dispendiosa in termini di energie e
tempo da impiegare. Il primo anno, in genere, le difficoltà sono
maggiori perché, oltre a stabilire quali indicatori adoperare per
descrivere le attività e i risultati conseguiti, è anche necessario
ricostruire i dati relativi agli anni precedenti per compararli con quelli
dell’anno oggetto della rendicontazione.
Oltre ad attingere a fonti interne all’associazione è anche possibile
reperire dati non direttamente conservati dall’associazione per
effettuare comparazioni, ad esempio, con il contesto sociale nel quale
l’associazione è inserita oppure con altre associazioni che operano
nello stesso settore di intervento.
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Fase 4: redazione e
approvazione
Dopo avere raccolto ed elaborato i dati, si passa alla loro disposizione
nel documento finale.
La finalità comunicativa del bilancio sociale implica una riflessione del
gruppo di lavoro sul “come” verranno descritte le attività. Se si
vogliono superare i limiti comunicativi del bilancio economico, è
opportuno mettersi nei panni del lettore non addetto ai lavori e
realizzare un documento fruibile anche a coloro che non conoscono
direttamente l’associazione o le attività svolte; si dovrà usare un
linguaggio semplice, inserire grafici e fotografie, limitare la
dimensione
del
documento,
eliminare
dichiarazioni
autoreferenziali.
Soprattutto è necessario sapere a quale/quali target sarà dedicato il
bilancio sociale e decidere, di conseguenza, il documento
maggiormente efficace e lo stile più comprensibile.
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Fase 5: comunicazione
Dopo avere dedicato tempo e risorse all’elaborazione del bilancio
sociale, sarebbe sbagliato non diffonderlo in modo adeguato.
Anche qui, come nella scelta della veste da dare al documento finale,
è necessario identificare i target di soggetti ai quali verrà
distribuito il bilancio sociale e organizzare, di conseguenza, uno o
più eventi finalizzati.
Oltre alla semplice comunicazione e diffusione del bilancio sociale, è
necessario predisporre gli strumenti per ottenere un feed-back da
parte dei lettori del bilancio sociale (questionari, interviste, ecc.).
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Fase 6: valutazione finale
Il processo serve a fare emergere idee e proposte per migliorare sia il
bilancio sociale sia l’operato dell’organizzazione.
Gli elementi di miglioramento possono essere:
 il coinvolgimento degli stakeholder
 la leggibilità del documento finale
 le modalità di diffusione e comunicazione
 la pianificazione del lavoro
 l’integrazione del bilancio sociale nei processi gestionali e
comunicativi dell’associazione
 l’ampliamento del gruppo di lavoro
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L’identità
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Le domande
 La storia – Da dove veniamo?
 La missione – Perché esistiamo?
 I valori – In che cosa crediamo?
 La visione – Cosa vorremmo ottenere?
 Il sistema di governo – Come è strutturata l’associazione?
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La storia
La storia ripercorre i momenti più importanti – dalla costituzione ad oggi
– dell’associazione. Ciò consente di fare memoria di sé favorendo
consapevolezza e appartenenza, e posizionando l’associazione stessa
nella comunità di riferimento.
 Quando e come è nata l’associazione?

Da chi è stata fondata e perché?
 Quali sono stati i momenti più importanti del passato?
 Quali attività e decisioni sono poi risultate particolarmente significative?
 Come è cambiata la struttura organizzativa e il numero di persone coinvolte?
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La missione
La missione rappresenta la ‘rotta’ che una associazione sceglie di
seguire per realizzare la propria visione.
L’importanza della missione è riconducibile a 2 motivi:
1) Interno: guidare i collaboratori che hanno un certo margine di
libertà operativa
2) Esterno: suscitare interesse presso i diversi stakeholder
sono le finalità dell’associazione?
Perché esiste?
Cosa la rende “esclusiva”?
Quali sono le attività svolte per perseguire tali fini?
Quali
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I valori
I valori rappresentano il criterio decisionale sulla base del quale
valutare la bontà e la correttezza del proprio agire e sono una base
condivisa a cui far riferimento anche nei momenti di crisi.
Le caratteristiche (modello GBS) che devono avere i valori sono:

Prescrittività: i valori affermati devono guidare i comportamenti e le attività
 Osservanza: i valori affermati devono essere effettivamente osservati
 Stabilità: i valori devono essere cogenti per un periodo di tempo significativo
 Generalità: i valori devono ricoprire l’insieme delle attività e delle relazioni
 Imparzialità: i valori affermati devono essere applicati in modo imparziale
 Universabilizzabilità: i valori devono essere considerati come validi in tutti i casi
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La visione
La visione indica la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia
gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi. E’ l’immagineguida del successo formata in termini di contributo alla società.
Essa dovrebbe costituire una sfida, un’utopia realizzabile, e ispirare
il gruppo ad ampliare le proprie capacità e a raggiungere il suo scopo.
Qual è l’idea di futuro che ha l’associazione?
 Come il mondo cambierebbe o migliorerebbe se riuscissimo a raggiungere lo scopo?
 Qual è l’immagine del successo che guida l’associazione?
 Come vediamo l’associazione nelle relazioni con il contesto che la circonda?
 Come vorremmo fosse (dovrebbe essere) l’associazione tra 5-10 anni?

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Il sistema di governo
Il sistema di governo rappresenta l’assetto istituzionale e
organizzativo dell’associazione e, in particolare, gli aspetti relativi alla
partecipazione e alla democrazia interna.
Consistenza base sociale, sua dinamica e composizione in base a età, sesso, …
 Organigramma relativo agli organi sociali, loro composizione, dati relativi all’attività
nell’anno, quali numero assemblee e consigli direttivi, % di partecipazione, principali
temi discussi
 Organigramma operativo con le indicazioni dei ruoli e delle responsabilità
 Risorse umane: volontari, dipendenti, collaboratori, giovani in servizio civile, …

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I Portatori di interesse
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I portatori di interesse
Nel sistema di relazioni di una organizzazione
rientrano sia i soggetti direttamente coinvolti
rispetto alle attività svolte, sia coloro sui quali
ricadono gli effetti – positivi o negativi – di tali
attività anche se in modo indiretto.
Questi soggetti sono definiti portatori di interessi o
stakeholder.
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I portatori di interesse:
definizione
Sono i soggetti detentori di un interesse nei confronti di
un’associazione, sia che contribuiscano direttamente alla
sua attività e al perseguimento dei suoi obiettivi (rilevanza
interna), sia che siano direttamente o indirettamente
influenzati dalla sua esistenza e dal suo operato (rilevanza
esterna).
I portatori di interesse sono quindi l’articolato insieme
degli interlocutori legittimi con cui l’associazione si
interfaccia, con diversi gradi di sistematicità e di
frequenza, nel tentativo di perseguire le proprie finalità.
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I portatori di interesse:
definizione
È possibile distinguere i portatori di interesse in funzione
dell’appartenenza o meno all’associazione. Si avranno
quindi:
 stakeholder
interni,
che
agiscono
all’interno
dell’associazione(volontari, dipendenti, consiglio direttivo,
ecc.);
 stakeholder esterni, che, dall’esterno, esercitano
un’influenza sulla vita dell’associazione (altre associazioni,
enti locali, donatori, ecc.).
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I portatori di interesse:
definizione
Si può anche distinguere i portatori di interesse in funzione
della
formalizzazione
della
loro
relazione
con
l’associazione:
 stakeholder primari, coloro verso cui è indirizzata
l’azione dell’associazione (fruitori dei servizi) e coloro che
hanno una relazione formalizzata o contrattuale con
l’associazione;
 stakeholder secondari, i soggetti la cui relazione con
l’associazione non è di natura contrattuale, ma che
possono incidere sulla vita dell’organizzazione e/o essere
influenzati dalla sua attività, (enti locali, altre associazioni,
ecc.)
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I portatori di interesse:
mappatura
La mappa dei portatori di interesse costituisce un
quadro sintetico degli interlocutori di riferimento di
un’associazione.
Può mutare nel tempo (perfezionamento sistemi di
individuazione e segmentazione degli SH, mutamento del
sistema di relazioni che l’associazione intrattiene con
l’ambiente di riferimento).
Rappresentazione grafica sulla base di diversi criteri:
grado di influenza esercitato o subito dall’associazione,
centralità
rispetto
ai
valori
e
alla
missione
dell’associazione, appartenenza o meno all’associazione
(interni/esterni).
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I portatori di interesse:
coinvolgimento
Il bilancio sociale è, per sua natura, uno strumento che
favorisce la comunicazione con i vari portatori di interesse
dell’associazione.
Per fuggire l’autoreferenzialità, è opportuno ricevere
dagli stakeholder un feed-back: sull’attività sociale, sul
modo e i canali attraverso i quali si è scelto di comunicare,
sul linguaggio utilizzato, sugli indicatori individuati, sulla
rispondenza tra la missione e i valori, da un lato, e i
risultati conseguiti dall’altro.
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La relazione sociale
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Le domande
 Come possiamo sapere se quanto dichiarato nella mission
è stato effettivamente perseguito?
 Gli impegni e gli obiettivi per stakeholder sono stati raggiunti?
 Le informazioni di cui gli stakeholder necessitano sono state
o meno prodotte?
Per rispondere a queste ed altre domande è indispensabile trovare degli INDICATORI che possano
misurare e verificare tutto questo.
Costituiscono il ‘cuore’ del Bilancio Sociale.
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Gli indicatori
Un indicatore è una misura di qualcosa che ci permette di capire, in
maniera più o meno precisa e in relazione ad un certo obiettivo, “a che
punto si è” o “quanto si è distanti”.
Gli indicatori non danno spiegazioni ma aiutano a capire, ossia a
formulare domande sensate e interpretazioni fondate.
Con il termine INDICATORE si intende tecnicamente un rapporto tra due variabili.
Gli indicatori possono essere, tuttavia, di molti tipi:
economici/sociali, efficacia/efficienza, statici/di trend, finanziari/patrimoniali, …
La classificazione fondamentale rimane quella tra indicatori qualitativi (domande su l’esistenza o meno di una
condizione, struttura, sistema, … es: esiste un piano educativo personalizzato?) e indicatori quantitativi (rapporto tra
2 variabili….es: Mq verde/n. persone, n. casi di furto/n. totale reati, …).
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Un’altra classificazione
A) INDICATORI DI INPUT
Indicatori di risorse umane, finanziarie, materiali e di conoscenza: es: 3 formatori
B) INDICATORI DI PROCESSO
Indicatori dell’attività svolta: es: 3 aule predisposte
C) INDICATORI DI OUTPUT
Indicatori di risultato misurabili quantitativamente: es: 18 persone che hanno seguito il 70%
del corso, 30% di persone soddisfatte
D) INDICATORI DI OUTCOME
Indicatori di effetto di medio – lungo periodo: es: eventuali ricadute di soggetti
dipendenti da sostanze
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Alcune precauzioni
 La quantità non è garanzia di qualità: avere numerosi indicatori
non significa necessariamente averne di buoni
 Indicatori efficaci richiedono chiare basi concettuali
 A volte il valore simbolico di un indicatore può superarne
il valore letterale
 Si deve evitare di confondere gli indicatori con la realtà:
“la mappa non è il territorio … (Korzbinski)”
 Misurazioni ben fatte non sempre garantiscono comportamenti
appropriati
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Struttura relazione sociale
La struttura della relazione sociale non è univocamente determinata e
qualsiasi scelta che viene effettuata comporta la perdita di qualche
aspetto.
I principali criteri di ‘strutturazione’ della relazione sociale sono i seguenti:
 per stakeholder fondamentali (preferita per l’approccio multistakeholder)
 per area organizzativa
 per aree di intervento
 per programmi/strategie
 per bisogni
 per ……
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Approccio multistakeholder
Secondo l’approccio multistakeolder, il Bilancio Sociale parte dalle
questioni nodali che si associano ad ogni stakeholder individuato.
Ciò significa che l’impegno sociale dell’associazione si sviluppa in
correlazione con i portatori di interesse che sono coinvolti nella propria
sfera di influenza.
Per questo motivo potremo costruire un sistema di rendicontazione che associ ad ogni dimensione individuata (area di
rendicontazione), ad ogni impegno preso e ad ogni obiettivo dichiarato alcuni indicatori significativi che misurino e
quindi verifichino i risultati ottenuti.Lo stesso processo di verifica con gli indicatori deve essere fatto anche per la
dichiarazione di missione, scomponendola ed analizzandola in ogni proposito espresso.
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Fasi del percorso di
rendicontazione sociale
 Identificazione di alcune questioni ‘nodali’ per gli stakeholder
 Individuazione di indicatori necessari alla verifica circa il
comportamento dell’associazione nei confronti degli stakeholder
(e rispetto alla mission)
 Raccolta di dati
 Applicazione degli indicatori
 Restituzione delle informazioni mediante la costruzione di un
documento finale
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La contabilità sociale
CHE COSA E’?
Sistema informativo che consente di raccogliere, ordinare, conservare e rendere disponibili – in modo progressivo – dati e informazioni
relative alle dimensioni sociali dell’associazione.
DA CHE COSA E’ DETERMINATA?
 Dalla natura multidimensionale (economica, sociale e ambientale) dell’associazione.
 Dalla opportunità di effettuare comparazioni sia temporali (rispetto ad esercizi precedenti) sia spaziali (rispetto ad altre organizzazioni
 operanti nello stesso settore).
 Dal riferimento a dati di contesto che consentano di meglio valutare l’efficacia esterna dell’associazione.
 Dalla attenzione non solo alle attività svolte ma anche ai risultati ottenuti, sia di breve che di lungo periodo.
QUALI SONO I PRESUPPOSTI?
 Chiarezza dei dati e delle informazioni da rilevare
 Metodi di rilevazione dei dati che rispettino la correttezza, la completezza, l’affidabilità della rilevazione ed elaborazione
 Aggiornamento continuo dei dati al fine di monitorare i risultati degli indicatori e l’attendibilità dei valori ad essi attribuiti
QUAL E’ LA FINALITA’?
Rendere disponibili dati, informazioni e risultati, sia su base annuale che pluriennale, collegando dati contabili ed extra contabili,
al fine di costruire indicatori descrittivi, quantitativi e monetari che costituiscono la componente più rilevante del Bilancio Sociale.
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La relazione economica
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L’esistenza dei dati economico-finanziari all’interno di un bilancio
sociale può rispondere a tre finalità:
1) esigenza di ‘semplificare’ la lettura del tradizionale bilancio
d’esercizio;
2) opportunità di approfondire l’illustrazione delle dinamiche
quantitativo-monetarie oltre quanto presentato nel bilancio
d’esercizio;
3) trasformare il bilancio sociale nel bilancio ‘complessivo’ dell’OdV,
integrando la parte economico-finanziaria.
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Le domande
I dati contabili e di bilancio sono disponibili anche per una
associazione perché rappresentano un obbligo di legge e perché
la dimensione economico-finanziaria é, per tradizione, la più presidiata
nella raccolta di dati: è il campo in cui la tecnicità è più consolidata,
più conosciuta e più confrontabile.
?
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Semplificazione
Il Bilancio Sociale contiene una lettura facilitata del bilancio
economico.
Vengono esposte le voci più significative del bilancio economico
(temporalmente corrispondente), ricorrendo anche ad opportune
tabelle e/o grafici.
Sintesi proventi
Esempio
Proventi per rimborsi su
convenzioni
Proventi per donazioni
3.500
10.000
4.000
Proventi per af f itti
Proventi per attività
marginali
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15.000
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Approfondimento
Nel Bilancio Sociale si fa una analisi socio-economica dei dati
contenuti nel bilancio economico. Gli importi (positivi e negativi) del
rendiconto gestionale vengono disaggregati ed esaminati in relazione
alle attività alle quali sono riconducibili.
Tale processo collega la relazione economica con la relazione sociale.
ESEMPI
 Attribuzione del costo del lavoro complessivo alle aree di attività corrispondenti
(es: area produttiva di servizi, area organizzativa, area fund raising, ...).
 Calcolo di alcuni indici: 1) rapporto tra oneri e proventi dell’attività di raccolta fondi;
2) rapporto tra oneri di funzionamento e proventi totali.
 Affiancamento a forme di misurazione fisica e qualitativa eseguita nella relazione sociale
(es: rapporto donazioni/donatori del sangue, % donatori costanti, …) di importi economico
finanziari (costo dell’attività di raccolta sangue e % sui costi totali).
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Identificazione
Si trasforma il Bilancio Sociale nel bilancio ‘complessivo’ della
associazione, integrando la parte economico-finanziaria.
Siamo di fronte alla massima valenza del Bilancio Sociale: cambia
anche la denominazione in quanto si assegna a tale nuovo documento
una portata informativa complessiva.
ESEMPI
1) Inserimento dell’intero bilancio economico – conto economico, conto patrimoniale ed
eventuali note di commento (nota integrativa) all’interno del Bilancio Sociale
complessivo.
2) Valorizzazione delle risorse gratuite (volontariato, contributi in natura,
agevolazioni fiscali).
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Il bilancio sociale “à la carte” - Associazione IN VIAGGIO CON NOI