Tutela ambientale
Il modo più efficace per conservare la
biodiversità è proteggere gli habitat
che attualmente presentano comunità
biologiche in buone condizioni
Strumenti per la conservazione di comunità/ecosistemi/paesaggi:
 Creazione di aree protette
 Gestione efficiente delle aree protette esistenti
 Attuazione di misure di salvaguardia all’esterno alle aree protette
 Ripristino delle comunità biologiche negli habitat degradati
La conservazione a livello di comunità è l’unica strategia possibile
per preservare la biodiversità sul lungo periodo
Quali ambienti proteggere?
› Aree incontaminate
fondali oceanici,
aree remote di foreste tropicali o boreali
› Aree antropizzate con livello
medio di disturbo
foreste gestite con taglio selettivo,
praterie con pascolo moderato
› Ambienti seminaturali
fortemente modificati dall’uomo, ma
che presentano comunità di pregio
Per la salvaguardia delle aree incontaminate, un interessante approccio è dato dal Wildlands
Project americano (www.twp.org)
Le maggiori aree incontaminate si trovano in
•
Sud America
•
Africa
•
Nuova Guinea
Istituzione delle aree protette
Le aree protette possono essere istituite da
 atti di governo (centrale, regionale, locale)
 iniziative di privati (associazioni ambientaliste,
enti pubblici) su aree di loro proprietà
minoranze etniche, che intendono proteggere la
loro cultura
Nei Paesi in via di
sviluppo, spesso le aree
protette sono istituite
grazie ad azioni di
partnership fra governi
locali, organizzazioni
internazionali,
organizzazioni non
governative (ONG), ecc.
Classificazione IUCN
Intl. Union Cons. Nat. - www.iucn.org - www.iucn.it
Il sistema di classificazione delle aree protette IUCN prevede:
I.
Riserve naturali integrali e aree incontaminate
II.
Parchi nazionali
III. Monumenti naturali
IV. Riserve a gestione attiva di specie e habitat
V.
Paesaggi terrestri e marini protetti
VI. Aree per la gestione delle risorse *
* La classificazione VI non ha come finalità primaria la conservazione della
biodiversità quanto quella dell’uso sostenibile delle risorse naturali
Tipologie di aree protette in Italia
In base alla Legge Quadro 394/1991 e successivi aggiornamenti, e ai sensi
della delibera della Conferenza Stato-Regioni n.1500 del 25.07.2002:
I.
Parchi nazionali
II.
Aree naturali e riserve naturali marine
III. Riserve naturali statali
IV.
Altre aree naturali
V.
Parchi naturali regionali
VI.
Riserve naturali regionali
VII. Altre aree naturali regionali
Il Ministero dell’Ambiente assegna le aree protette alle diverse categorie e
periodicamente ne pubblica sulla Gazzetta Ufficiale l’elenco ufficiale
(www.parks.it/ministero.ambiente/elenco_ap_2003.pdf)
Esistono in Italia aree protette non introdotte dalla Legge 394/1991, bensì dal più
recente RETE NATURA 2000, previsto dalle direttive UE
Il sistema delle Aree Protette
Attualmente il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue:
Parchi Nazionali
sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o
anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche,
geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici,
estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro
conservazione per le generazioni presenti e future.
Parchi naturali regionali e interregionali
sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa,
di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un
sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e
dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
Riserve naturali
sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una
o più specie rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più
ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle
risorse genetiche. Queste riserve possono essere statali o regionali in base
alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati.
Zone umide di interesse internazionale
sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali
o artificali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina
la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le
loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza
internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar.
Il sistema delle Aree Protette
Altre aree naturali protette
sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle
precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o
provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvediementi formali pubblici o con
atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.
Zone di protezione speciale (ZPS)
designate ai sensi della direttiva 79/409/Cee, sono costituite da territori idonei per estensione e/o
localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all'allegato I della direttiva
citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Zone speciali di conservazione (ZSC)
designate ai sensi della direttiva 92/43/Cee, sono costituite da aree naturali, geograficamente definite e
con superficie delimitata, che:
a. contengono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche,
abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali (habitat naturali) e che contribuiscono in modo significativo a
conservare, o ripristinare, un tipo di habitat naturale o una specie della flora e della fauna selvatiche di
cui all'allegato I e II della direttiva 92/43/Cee, relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche in uno stato soddisfacente a tutelare la diversità
biologica nella regione paleartica mediante la protezione degli ambienti alpino, appenninico e
mediterraneo;
b. sono designate dallo Stato mediante un atto regolamentare, amministrativo o contrattuale e nelle
quali sinao applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato
di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui l'area
naturale è designata. Tali aree vengono indicate come Siti di importanza comunitaria (SIC).
Aree di reperimento terrestri e marine
indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, costituiscono zone la cui conservazione attraverso l'istituzione di
aree protette è considerata prioritaria.
Aree protette nel mondo
http://earthtrends.wri.org/maps_spatial/maps_detail_static.php?map_select=483&theme=2
PERCENT OF TOTAL LAND AREA PROTECTED (IUCN DESIGNATIONS I-V), 2003
Aree protette in Italia
In Italia le aree
protette
riguardavano
(dati 2002)
meno del 10%
del territorio
Tutela degli ambienti marini
Solo l’1% dei mari e degli oceani fa
parte di aree protette, mentre almeno il
20% dovrebbe essere tutelato al fine di
preservare le specie marine minacciate
Ostacoli alla tutela in ambiente marino:
 Delimitazione imprecisa delle biocenosi
 Le specie marine hanno una enorme capacità di spostamento
 Interessi economici legati alla pesca
 L’inquinamento si diffonde molto facilmente in acqua
 Molte acque sono in territorio internazionale
 Difficoltà di gestione per le grandi estensioni
 Effetto riserva (effetto rifugio, effetto tampone, effetto cascata)
Efficacia delle aree protette
Nonostante la piccola percentuale di territorio tutelato, le aree protette
riescono ad essere efficaci grazie al fatto che spesso gli habitat ad alta
biodiversità e di pregio sono territorialmente poco estesi
Priorità di conservazione
I biologi della conservazione hanno stabilito una scala di priorità per dirigere
gli sforzi in modo mirato ed utilizzare le risorse disponibili in modo efficiente
Cosa, come e dove deve essere protetto?
Priorità di tutela:
 Peculiarità (endemismi, specie rare, tassonomicamente uniche
popolazioni geneticamente uniche, ...)
 Rischio (specie ad elevato rischio di estinzione)
 Utilità (specie utili o potenzialmente tali per l’uomo)
Analisi degli spazi vuoti
Per valutare la validità dei programmi di
conservazione si possono confrontare le
aree a priorità di conservazione con quelle
sotto tutela e verificare quanti e quali sono
gli SPAZI VUOTI
Per fare ciò, si possono confrontare * le
carte della vegetazione con quelle delle
aree protette
In Europa si annoverano:
9 regioni biogeografiche
193 province biologiche
ad alto numero di endemismi
Tutte le regioni biogeografiche possiedono
una porzione di territorio sotto tutela; al 2003
10 province biologiche erano ancora prive di
programmi di conservazione e 38 province
coprivano l’1% di territorio protetto
Le praterie temperate e gli ecosistemi lacustri
sono i territori che richiedono maggiore tutela
____
* tramite GIS (geographic information
systems) rivelatisi molto utili a tale scopo
Centri di biodiversità
I criteri utilizzati dal WCMC (World
Conservation Monitoring Centre www.unep-wcmc.org) per identificarli
sono stati:
•
Numero di specie endemiche di
piante vascolari o tracheofite (>0,5%
di tutte le specie conosciute)
•
Grado di minaccia, valutato in base
alla perdita di habitat naturale
(>70% della vegetazione primaria)
Nel loro insieme i 15 hotspot (punti caldi)
tropicali individuati contengono, su
una superficie dell’1,4% di quella
terrestre:
24% specie di piante
28% specie di uccelli
30% specie di mammiferi
38% specie di rettili
54% specie di anfibi
Quasi il 20% della popolazione umana
vive all’interno di hotspot
www.unepwcmc.org/protected_areas/pdf/Global%20Fo
rest%20Protection.pdf
Da: Global analysis of the protection
status of the world’s forests
Christine B. Schmitt et al.
Biol. Cons., 2009
Centri di biodiversità
Un altro criterio di
classificazione si
basa sull’
identificazione dei
Paesi con il più alto
numero di specie
In 17 Paesi è
concentrato il 70%
della biodiversità
mondiale
‘Scelta’ delle aree protette
Le aree da destinare ai programmi di protezione - oltre che tramite criteri
ecologici - vengono ‘scelte’ sulla base di:
 Distribuzione della popolazione umana
 Potenziale valore del suolo
 Confini amministrativi
 Disponibilità di fondi
 Interessi economici
 Fattori storici
 Sostegno dell’opinione pubblica
Molte aree protette vengono istituite in zone remote, improduttive, prive di risorse,
disabitate, ...
Progettazione delle aree
protette
 Quanto deve estendersi una riserve?
 E’ meglio un’unica, grande riserva o
tante piccole riserve?
 Quanti individui devono essere protetti?
 Qual’è la migliore forma per una
riserva?
 Quanto vicine è bene che siano le
riserve?
 Riserve vicine devono essere isolate o
connesse?
Dimensione delle aree protette
Non esiste un criterio
generale...
la dimensione va stabilita in
funzione:
 delle specie
 delle biocenosi
 della disponibilità dei
terreni
 della situazione sociopolitica ed
amministrativa locale
 delle peculiarità ambientali
dell’area
Forma delle aree protette
La forma dell’area
dovrebbe essere tale
da:
 minimizzare
l’effetto
margine
 evitare la
frammentazione
interna
 includere interi
ecosistemi
Corridoi ecologici e stepping stones
Per evitare l’isolamento ed i
problemi che esso comporta
sulla conservazione delle
biodiversità, le aree protette
spazialmente vicine vanno
interconnesse in una rete di
corridoi e devono prevedere
aree intermedie di buona
qualità ambientale che
fungano da punti di
appoggio
Diversità del paesaggio e diversità biologica
Le fasce ecotonali presentano alta biodiversità, ma di basso valore
Zonazione (o zonizzazione)
Zona A - Riserva Integrale
E’ la parte più rilevante dal lato ecologico, naturalistico e
paesaggistico, e merita la conservazione assoluta. L'accesso
dei visitatori è consentito solo a piedi, possibilmente
accompagnati da una guida del Parco, lungo appositi
sentieri delimitati
Zona B - Riserva Generale
Si tratta di una zona poco antropizzata, che bisogna
conservare e in qualche caso riqualificare. Le attività
tradizionali dell'uomo, quelle agro-silvopastorali, sono
consentite sotto il controllo dell'Ente. La visita è permessa a
piedi e a cavallo lungo gli itinerari turistici; con mezzi
motorizzati esclusivamente lungo le strade carrozzabili
autorizzate al traffico. Questa zona rappresenta il punto di
incontro e di convivenza tra l'uomo e la natura
Zona C – Parziale (protezione)
E’ l'ambiente tipicamente rurale, dove predominano e
vengono incoraggiate le attività agricole e pastorali, nel
rispetto delle tradizioni locali. La visita è libera. Questa zona
è lo spazio dove si concentrano le attività umane compatibili
con la presenza del Parco
Zona D – Transizione e ‘sviluppo’
E’ costituita dai villaggi abitati, dove i centri storici vengono
restaurati. Vi si trovano inoltre attrezzature del Parco quali
aree pic-nic, Aree faunistiche, Centri di visita e Sentieri
Natura. Questa zona consente lo sviluppo di attività
culturali e ricreative per le comunità locali
Zonazione delle aree
terrestri protette (L. 394/1991)
Zonazione delle aree marine protette in Italia
 Zone A
Riserva integrale
 Zona B
Riserva generale
Consentite attività a basso
impatto ambientale
 Zona C
Riserva parziale
Consentite attività di uso
sostenibile delle risorse a
modesto impatto
 Zona D
Area di transizione
Fascia di “sviluppo” attorno
al nucleo dell’area protetta
E fuori dalle aree protette ?
Il rischio è di generare la mentalità dell’assedio
Se non riusciremo a salvare la
natura al di fuori delle aree
protette, ben poco si salverà al
loro interno
David Western (1989)
Gestione delle aree protette
Non esiste un metodo ‘giusto’ o ‘sbagliato’ a priori per gestire un’area
protetta
Le modalità di gestione si valutano in base alle finalità del programma di
protezione
Modalità di gestione
protezione integrale
Finalità

intervento antropico moderato 
Uso sostenibile delle risorse

conservare la naturalità, studio
conservare ecosistemi pregiati
mantenuti dall’uomo,
conservare stadi successionali
giovani
conservare la disponibilità di
risorse pur utilizzandole per fini
economici e sociali
Problemi gestionali
Una ricerca del WMC (Watershed Management Council *) e
dell’UNESCO condotta su 89 siti, ha rilevato i principali
problemi gestionali:
 Specie esotiche
 Bracconaggio
 Pascolo
 Coltivazioni
 Incendi
 Mezzi inadeguati (Paesi “in via di sviluppo”)
 Attività economiche e produttive (Paesi “sviluppati”)
___
* www.watershed.org
Aree protette e popolazione residente
L’utilizzo da parte dell’uomo di aree
terrestri e marine protette è una realtà
prioritaria nei programmi di gestione,
e rappresenta la criticità principale nei
piani di gestione
QuickTime™ e un
decompress ore
sono nec es sari per visualiz zare quest'immagine.
Con l’istituzione di un Parco non vanno introdotti solo vincoli alla
popolazione locale, ma anche e soprattutto opportunità:
 Programmi di educazione ambientale e di informazione
 Promozione e difesa della cultura locale e dei suoi beni
 Riqualificazione delle risorse umane e delle tradizioni artigianali
 Valorizzazione delle tradizioni gastroenologiche
 Partecipazione diretta
Per iniziativa dell’UNESCO venne lanciato nel 1970 il programma MaB
volto a promuovere integrazione fra attività umane, ricerca
scientifica, ecoturismo e protezione dell’ambiente naturale
A questo scopo, le Riserve della Biosfera prevedono la suddivisione della
loro area in ZONE a diverso livello di influenza antropica
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