[ ATTUALITÀ ] 18 Terra e Vita n. 6/2014 8 febbraio 2014 [ IL QUESITO ] A condizione che il passaggio padrefiglio non sia avvenuto tramite vendita Successione anticipata, titoli salvi Il “requisito del 2013” nasce per evitare comportamenti speculativi S ono un neoimprenditore agricolo della provincia di Foggia; leggendo noti zie sulla nuova Pac mi sono sorti dei dubbi. Sono un dipendente parttime della provincia, ma ho da sempre fatto anche l'agricoltore nell'azienda di famiglia; quest'anno mio padre mi ha dona to dei terreni (circa ha 20, con relativi titoli Pac) ho aperto parti ta Iva, e mi sono iscritto alla Ca mera di commercio (purtroppo questo lavoretto parttime mi im pedisce di iscrivermi come Iap o altro, a dir delle associazioni di categoria); questo sarà il primo anno che farò domanda di paga [ ESCLUSIONI Attivi e non, dibattito acceso mento Pac. Sentendo parlare di agricoltore attivo e del fatto che solamente l’agricoltore che ha ricevuto paga menti diretti per il 2013 potrà ac cedere ai nuovi titoli, ho dei timo ri. Pensate che la riforma Pac pos sa penalizzarmi? Sono sicuro che il volume d'affari da agricoltura sarà notevolmente superiore al restante, visto che coltivo anche uva e ortaggi. M.R. email (Risponde Angelo Frascarelli) nn Nel 2014, il lettore potrà presentare la domanda di aiu to, senza problemi, in quanto valgono le regole della vecchia Pac (reg. Ce 73/2009). Per il 2015, entra in vigore la nuova Pac (Reg. Ue 1.307/2013). A tal proposito, il quesito richiede due appro fondimenti: 1) il requisito del 2013; 2) l’agricoltore attivo. Illustriamo in dettaglio il “re quisito del 2013”. L’assegnazione dei “nuovi ti I toli” avverrà sulla base della domanda al 15 maggio 2015. Il numero dei titoli as segnati a ogni agri coltore nel 2015 è pari al numero di ettari ammissibili dichiara ti nella Domanda di aiuto per il 2015. I requisiti per l’asse gnazione dei nuovi titoli sono tre: essere agricolto re attivo; presentare una domanda di assegna zione di titoli entro il 15 maggio 2015; aver presentato una domanda di aiuto per il 2013. Il requisito di aver presentato una domanda di aiuto nel 2013 serve a impedire alcuni atteg giamenti speculativi da parte dei proprietari. Per evitare che i proprietari (non agricoltori) possano pre sentare la domanda di asse llustriamo in dettaglio la questione del l’agricoltore attivo. L’art. 9 del Reg. Ue 1307/2013 prevede i pagamenti diretti saranno erogati ai soli agricoltori attivi, escludendo gli agricoltori “non attivi”. La nuova Pac prevede la flessibilità e la sussidiarietà a livello di Stati membri nell’applicazione del concetto di “agricoltore attivo”. Gli Stati membri possono escludere dai pagamenti diretti, i soggetti: le cui attività agricole sono una parte insignificante delle attività economiche complessive; il cui scopo sociale non consiste nell’esercizio di attività agricola. Gli Stati membri, quindi, hanno una grande autonomia, potendo escludere dai pagamenti diretti le persone fisiche o giuridiche che svolgono l’attività agricola in maniera “secondaria”, dedicandosi gnazione titoli nel 2015, l’art. 24 del Reg. Ue 1.307/2013 pre vede che gli agricoltori otten gono l’assegnazione dei “nuo vi titoli”, solo se hanno presen tato una domanda di aiuto nel 2013. Il lettore non avrebbe quindi diritto all’assegnazione dei nuovi titoli nel 2015. principalmente a un’altra attività. L’Italia non ha ancora adottato la sua decisione sull’agricoltore attivo. Il dibattito è molto acceso e si confrontano due posizioni molto diverse. Una parte dei decisori, in particolare le Regioni, chiede una selezione debole, definendo agricoltori attivi tutti quelli che sono iscritti al Registro delle imprese della Camera di Commercio. In questo caso, il lettore potrebbe rientrare tranquillamente. Un’altra parte dei decisori, in particolare le Organizzazioni pro fessionali, chiede una selezione forte, definendo agricoltori attivi tutti quelli che sono Iap (Imprenditore agricolo professionale), o Cd (Coltivatori diretti); in entrambi i casi si richiede l’iscrizione all’Inps. In questo caso, il lettore potrebbe essere escluso. In sintesi, per rispondere al quesito sull’agricoltore attivo, occor re attendere le decisioni della Conferenza StatoRegioni, che do vrebbe giungere entro aprile 2014. nA.F. [ ATTUALITÀ ] n. 6/2014 8 febbraio 2014 [ RISERVA Superfici ammissibili [ AGROINDUSTRIA ] Il consuntivo del Consorzio D esidero porre un quesito per il quale, nonostante abbia dato una lettura al Reg. Ce 1.444/2002 (modificato dal Reg. Ce 1.200/2009), mi rimane ancora qualche dubbio. Un’azienda agricola che pratica colture orticole sotto serra, e la superficie interessata da tali colture è di circa 20 ettari, potrà accedere alla riserva nazionale 2014? Le colture protette rientrano tra le superfici ammissibili per l’accesso alla riserva nazionale? (Risponde Angelo Frascarelli) nn Il Decreto ministeriale D/118 del 24 marzo 2015 e successive modificazioni, concernente la gestione della riserva nazionale, definisce la superficie ammissibile alla riserva nazionale: seminativi; oliveti e agrumeti; pascoli permanenti. Il Reg. 1.120/2009 definisce i «seminativi»: terreni utilizzati per coltivazioni agricole o mantenuti in buone condizioni agronomiche e ambientali (…), a prescindere dal fatto che siano adibiti o meno a coltivazioni in serre o sotto ripari fissi o mobili. Analogamente, il Reg. Ce 1.200/2009 prevede che gli ortaggi con “coltivazioni praticate in serre” rientrano nei seminativi. Quindi una superficie destinata a colture orticole sotto serra è ammissibile alla riserva nazionale 2014. nO.P. – email Rispetto al requisito del 2013, l’art. 24 del Reg. Ue 1.307/2013 prevede quattro deroghe. Gli Stati membri possono con cedere titoli all’aiuto anche agli agricoltori che non hanno ricevuto pagamenti diretti per il 2013, se: 1 nel 2013 producevano orto frutticoli, patate da consumo, patate da seme, piante orna mentali su una superficie mi nima; 2 nel 2013 coltivavano vigneti; 3 nel 2014 ricevono titoli da riserva; 4 presentano elementi di pro va verificabili che nel 2013 hanno coltivato prodotti agri coli o allevato bestiame, pur ché non abbiano mai avuto ti Terra e Vita 19 toli in proprietà o in affitto. Il lettore non rientra in nessu na di queste deroghe. Tuttavia il lettore ha ricevuto i titoli dal padre, con un trasfe rimento di successione antici pata. Mi raccomando che i ti toli siano trasferiti con una successione anticipata e non con una vendita. Nel caso di successione antici pata, l’art. 35 del Reg. Ue 1.307/2013 prevede che la Commissione adotti norme sull’ammissibilità e sull’acces so ai “nuovi titoli”. Trattando si di un caso di successione, il figlio conserva i diritti del pa dre, quindi anche il “requisito del 2013” e pertanto potrà ac cedere ai “nuovi titoli” nel 2015. n Parmigiano, un 2013 con la barra dritta [ DI GIORGIO SETTI ] Export +5%, scorte 4,3%, produzione F lessione della produzio ne dello 0,85%, situazione positiva per evitare ecces sive contrazioni dei prezzi. Calo delle giacenze del 4,3%. Buona tenuta dei consumi interni. Export ancora in forte crescita (+5%). Quotazioni del formag gio in lieve discesa su base an nua ma in netta ripresa negli ul timi cinque mesi. È il consunti vo 2013 del Parmigiano Reggiano secondo i dati del consorzio di tutela. Sul versante dei prezzi, co munica il presidente del con sorzio, Giuseppe Alai, «abbia mo vissuto un 2013 a due velo cità. La media annua delle quotazioni all’origine, che si è attestata a 8,74 €/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da questo trend: nei primi sette mesi del l’anno i prezzi si sono mante nuti largamente al di sotto di quelli del 2012, con una media del periodo pari a 8,60 €/kg; da agosto però si è via via consoli data una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 €/kg). Questo risultato è stato confortato dalle quota zioni della Borsa comprenso riale, che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 €/kg, con minimi mai al di sotto dei 9 €/kg. Siamo dun que su valori che non si tocca vano dall’ottobre del 2012». La soddisfazione di Alai continua andando ad analizza re due parametri dell’offerta, le 0,85%, prezzi in salita. E i consumi interni tengono scorte e la produzione. Nel 2013 c’è stata una sensibile fles sione delle giacenze, 4,3%, con una ulteriore accelerzione a partire da agosto. E si è verifi cata anche una leggera contra zione produttiva, con l’otteni mento di 3.279.156 forme di formaggio contro le 3.307.221 del 2012. Non è tutto: la con correnza dei formaggi similari di importazione «è andata in contro a difficoltà legate all’au mento del prezzo del latte a li vello mondiale». I problemi causati dal terremoto del 2012 «sono stati superati». Si è veri ficata «una buona tenuta dei consumi interni e una forte cre scita delle esportazioni (+5%)». Su quest’ultimo fronte, sot tolinea il direttore del consor zio, Riccardo Deserti, sono le percentuali a fare notizia: «Sui mercati esteri nel 2013 sono state collocate 45.800 tonnella te di formaggio; la quota di prodotto destinato all’export è salita al 34%, raddoppiando in cinque anni. Puntiamo a porta re al 50% entro il 2020 la quota delle esportazioni». E sono in impennata le vendite in nuovi paesi come il Brasile (+130%), l’Indonesia (+140%), l’Arabia Saudita (+93%), il Kuwait (+30%), la Russia (16%). n