LA RETE EURES IN ITALIA ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO-ISTITUZIONALE, VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ORGANIZZATIVI “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 5/2003 ISFOL – RP(MDL)-5/03 1 Elaborazione grafica di ANNA NARDONE di Massimiliano Bonanni e Roberto Landi ISFOL – Area Mercato del Lavoro Con le monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego, vengono presentati e divulgati in forma sintetica, i principali risultati di studi, indagini e rassegne tematiche realizzate dall’Area di ricerca “Mercato del lavoro” dell’Isfol. Direzione scientifica della collana: Diana Gilli e Antonello Scialdone Isfol – Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori Via G. B. Morgagni, 33 - 00161 Roma Tel. 06/44.59.01 – Fax 06/44.59.06.85 Indirizzo Internet http://www.isfol.it 2 ISFOL – Area Mercato del Lavoro LA RETE EURES IN ITALIA EURES NETWORK IN ITALY ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO-ISTITUZIONALE, ANALYSIS OF THE LEGISLATIVE-INSTITUTIONAL VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ORGANIZZATIVI FRAMEWORK ORGANISATIONAL ASPECTS SURVEY SINTESI ABSTRACT Nel corso degli ultimi anni all’interno delle strategie mirate all’aumento dell’occupazione ed alla coesione economica e sociale il tema della mobilità geografica dei lavoratori è venuto assumendo una posizione centrale. Nel quadro della Strategia europea di Lisbona il “Piano di azione della Commissione in materia di competenze e mobilità” individua nella necessità di una manodopera “qualificata e flessibile” – dunque nell’accrescimento della mobilità sul mercato del lavoro – uno dei filoni di azione attorno ai quali declinare le strategie di intervento. Tale versante di azione non va peraltro disgiunto dalla previsione di azioni volte a promuovere tanto le competenze e la formazione, quanto a rimuovere gli ostacoli alla mobilità professionale e geografica dei lavoratori. In particolare l’attenzione della Commissione europea si è rivolta alla rete Eures, che costituisce un servizio sviluppato in cooperazione tra Commissione e Stati membri, della quale è in corso un processo di integrazione all’interno dei Servizi all’impiego nazionali ed in particolare alla componente professionale di questa. La rete Eures è composta da personale delle strutture Spi dei paesi dello Spazio economico europeo (Comunità europea più Islanda e Norvegia) che, supportato da una banca dati condivisa nella quale confluiscono offerte di lavoro e candidature di lavoratori interessati ad una esperienza lavorativa all’estero, svolge compiti di consulenza, informazione ed orientamento dell’utenza (imprese e persone in cerca di lavoro). Lo spettro di informazioni veicolate è molto ampio e spazia da quelle relative alle condizioni di vita e di lavoro nei vari paesi dello Spazio economico europeo, alla legislazione vigente (tipologie contrattuali, ecc.), ai requisiti indispensabili per accedere a quel tipo di impiego (conoscenza delle lingue, ecc.), e spesso si sostanzia in un vero e proprio colloquio di orientamento. Proprio per la centralità del ruolo operativo di queste figure professionali, non disgiuntamente dal fatto che esse costituiscono una parte dei testimoni privilegiati della costruzione e dell’implementazione della rete Eures, la presente indagine si è avvalsa della testimonianza degli Euroconsiglieri per esplorare, oltre agli aspetti giuridici e normativi, In recent years the geographical mobility of workers has come to assume a central role within the framework of strategies designed to increase employment and economic and social cohesion. In the framework of the Lisbon European strategy the “Commission Action Plan for Skills and Mobility” sees the need for a “qualified and flexible” workforce – therefore increased labour market mobility – as one of the lines of action around which to build the strategies for intervention. This aspect of the actions should not however be viewed in isolation from those designed to promote skills and training and to remove obstacles to the employment and geographical mobility of workers. More specifically, the attention of the European Commission has turned to the Eures network, a service that has been developed through cooperation between the Commission and Member States and for which a process of integration within the national employment services, particularly the professional element of these, is under way. The Eures network is made up of staff from the Public Employment Service (PES) structures of the countries of the European Economic Area (European Union plus Iceland, Norway) which, with the help of a shared database that brings together job offers and applications from workers interested in working abroad, carries out advisory, information and guidance functions for users (firms and job-seekers). A wide variety of information is carried, ranging from information on living and working conditions in the various countries of the European Economic Area to the legislation in force in them (types of contracts etc), to the requirements for entering a given type of employment (knowledge of languages, etc). This information is often provided through guidance interviews. In view of the key operational role played by Eures staff, together with the fact that they are privileged participants in the construction and implementation of the Eures network, the present survey drew on the experience of the Euro Advisers to explore not just the legislative and regulatory aspects but also the organisational and structural aspects characterising the presence in Italy of Eures and the services it provides. In Italy the organisational and functional i l i f h k h b 3 ISFOL – Area Mercato del Lavoro gli elementi organizzativi e strutturali che caratterizzano la presenza sul territorio italiano di Eures e l’offerta di servizi. In Italia la rete Eures ha conosciuto un percorso di implementazione organizzativa e funzionale caratterizzato da un duplice processo di ricontestualizzazione ed integrazione nei Servizi per l’impiego decentrati a seguito della riforma introdotta con il dl 469/97. L’avanzamento organizzativo e funzionale del servizio ha pertanto risentito della maggiore o minore agilità con la quale veniva a dispiegarsi la complessiva organizzazione dei nuovi Spi, la cui messa a regime rappresenta infatti una condizione preliminare all’integrazione del servizio Eures. Il servizio ha conosciuto, negli anni a cavallo del 2000, una fase interlocutoria, essendo gli Euroconsiglieri spesso impegnati a fronteggiare le problematiche relative alla messa a regime dei nuovi Spi; si sono anche talvolta evidenziate delle criticità relative alla collocazione di Eures e dei suoi consulenti all’interno delle nuove strutture regionali anche per effetto di una non sempre incisiva azione di coordinamento ed indirizzo dispiegata dall’amministrazione centrale. Il panorama restituito rispecchia una eterogeneità di situazioni tanto sul piano organizzativo, che su quello funzionale; si oscilla tra realtà più avanzate, nelle quali già si progetta la “capillarizzazione” delle strutture Eures al livello di province e Cpi, e realtà nelle quali l’intero servizio è affidato alla sola capacità di azione e di relazione dell’Euroconsigliere. Si notano ulteriori differenze tra realtà nelle quali si realizzano servizi altamente personalizzati di consulenza, orientamento, rivolti sia all’utenza italiana che vuole lavorare all’estero, sia a lavoratori stranieri che si trovano in Italia e che necessitano di informazioni legate alle pratiche amministrative, all’alloggio, etc., e realtà nelle quali il servizio si sostanzia nella mera informazione delle opportunità di lavoro Eures. Attualmente la rete Eures è oggetto di una nuova fase evolutiva, legata tanto alla definizione (avvenuta nel gennaio 2003) della nuova base giuridica, quanto all’azione intrapresa dal Ministero del lavoro (Coordinamento nazionale Eures) finalizzata a implementare la nuova struttura Eures integrata al livello regionale e provinciale nei Spi: nelle prossime rilevazioni sulla rete Eures ci si propone di seguire il percorso di evoluzione della rete, che si sta avviano secondo un approccio più sistematico che in passato. implementation of the Eures network has been characterised by a double process of recontextualisation and integration of the decentralised employment services following the reform introduced through Law 469/1997. The organisational and functional development of the service has therefore been affected by the greater or lesser smoothness with which the overall organisation of the new PES has developed, the completion of which has been a pre-condition to the integration of the Eures system. Since the late 1990s the service has experienced an interlocutory phase that has often seen the Euroadvisers dealing with problems relating to the completion of the new PES; critical points have also emerged regarding the position of Eures and its advisers within the new regional structures, not least as a result of the not always effective action of coordination and guidance by the central administration. The panorama as it now stands reflects a range of diverse situations, at both the organisational and functional levels; it oscillates between more advanced situations, in which a “ramification” of the Eures structures at the level of the provincial administrations and Employment Centres (PECs) is planned, and situations in which the entire service is entrusted to the capacity for action and relationshipbuilding of the Euro-advisers alone. Further differences can be noted between situations in which highly personalised advisory and guidance services are provided, both for Italian users wishing to work abroad and foreign users in Italy who need information regarding administrative procedures, accommodation, etc, and situations where the service takes the form merely of information regarding Eures employment opportunities. At present the Eures network is undergoing a new stage in its development, linked to the definition (in January 2003) of the new legislative base, and to the action undertaken by the Ministry of Labour (National Eures Coordination Unit) to implement the new integrated Eures structure at the regional and provincial levels within the PES; in the forthcoming surveys of the Eures the plan is to examine the development of the network, which is following a more systematic approach than in the past. 4 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE Sintesi – Abstract Pag. 3 Introduzione “ 9 1. Evoluzione del servizio Eures “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 18 18 19 20 20 20 21 21 22 22 23 “ “ “ “ 23 24 25 26 “ 28 “ “ 28 31 “ 33 “ “ “ 35 37 39 “ 40 “ “ “ “ 40 41 43 44 1.1 Eures prima del 1998 1.1.1 Gli Euroconsiglieri già in carica 1.1.2 La missione rispetto al territorio 1.1.3 I servizi offerti 1.1.4 Le modalità di presentazione dell’offerta dei servizi 1.1.5 Le modalità organizzative del servizio 1.1.6 Le problematiche più frequenti 1.2 Eures dopo il 1998 1.2.1 La missione rispetto al territorio 1.2.2 L’evoluzione dei servizi 1.2.3 L’evoluzione delle modalità di presentazione dell’offerta dei servizi 1.2.4 I cambiamenti nelle modalità organizzative del servizio 1.2.5 Le problematiche emerse 1.2.6 La percezione della qualità del servizio offerto 2. Le dotazioni a disposizione del servizio 2.1 Logistica e strumentazioni 2.2 Le risorse economiche 3. Decentramento 3.1 Le problematiche scaturite 3.2 Le potenzialità inespresse 3.3 Le aree coperte in maniera efficace 4. Attività 4.1 Il Piano di attività e l’avanzamento 4.2 La promozione delle attività 4.2.1 Le iniziative promozionali preferite 4.2.2 La promozione del servizio Eures locale attraverso Internet 5 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 5. Utenza del servizio Eures: target, rapporto con il servizio, percezione del grado di soddisfazione pag. 5.1 La platea degli utenti “ 5.1.1 Persone in cerca di lavoro: una classificazione “ 5.1.2 I canali informativi di conoscenza del servizio “ 5.1.3 Volumi di attività: contatti, candidature, ricandidature “ 5.1.4 Le imprese “ 5.2 Percezione della soddisfazione degli utenti “ 5.3 Selezione e orientamento degli utenti “ 5.3.1 Le modalità “ 5.3.2 La gestione del colloquio “ 46 46 47 50 51 55 55 58 58 59 6. Eures: organizzazione e ruoli “ 60 6.1 Struttura operativa 6.2 Ruolo dell’Euroconsigliere 6.2.1 Il profilo professionale 6.3 Organizzazione territoriale: altre figure professionali 6.3.1 Gli Assistenti: ruolo e profilo professionale 6.3.2 Ruolo del Line Manager 6.4 Integrazione operativa delle figure professionali “ “ “ “ “ “ “ 60 60 63 67 68 70 71 7. L’Euroconsigliere: formazione, obiettivi ed aspettative “ 72 “ “ “ 72 74 76 “ 79 7.1 I percorsi professionali 7.2 Il confronto con gli altri colleghi ed il livello di soddisfazione 7.3 Obiettivi e aspettative dell’Euroconsigliere Riferimenti bibliografici 6 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE DELLE TABELLE Tab. Tab. Tab. Tab. 1 2 3 4 - Tab. Tab. Tab. 5 6 7 - Tab. 8 - Tab. 9 - Tab. 10 Tab. 11 Tab. 12 - Riepilogo delle attrezzature di ufficio per Euroconsigliere Utenti Eures per tipologia - valori % Utenti del servizio Eures per fasce di età - valori % e media Utenti del servizio Eures per fasce di età nei singoli casi di osservazione Utenti del servizio Eures per classi di età e sesso - valori % Utenti del servizio Eures: incidenza dell’utenza femminile - valori % Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per tipologia - valori % e media Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio valori % e media Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio nei singoli casi di osservazione Servizio Eures: volumi di attività relativi al periodo 1999-2001 Utenti del servizio Eures, volumi di attività Euroconsiglieri: percezione del grado di soddisfazione dell’utenza 7 Pag. “ “ 29 47 48 “ 49 “ “ 49 49 “ 50 “ 50 “ 52 “ “ “ 54 54 56 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE DELLE FIGURE Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. - 4 5 6 7 8 9 10 11 - Fig. 12 Fig. 13 Fig. 14 - Fig. Fig. Fig. Fig. - 15 16 17 18 Fig. 19 Fig. 20 - Distribuzione territoriale delle sedi Eures e struttura di appartenenza Pag. Percentuale degli Euroconsiglieri intervistati già in carica nel 1998 “ Euroconsiglieri: percezione del rapporto tra qualità del servizio Eures ed attese dell’utenza “ Numero di locali adibiti al servizio Eures - valori % “ Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fax “ Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fotocopiatrice “ Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di personal computer “ Attrezzature Euroconsiglieri: collegamento ad Internet “ Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità rete Intranet “ Attrezzature Euroconsiglieri: presenza di segreteria telefonica “ Euroconsiglieri: valutazione delle risorse economiche dedicate al servizio Eures “ Modalità di promozione delle attività Eures “ Presenza di un sito Internet locale su Eures “ Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per fasce di età: percentuale media, massima e minima “ Utenti del servizio Eures: volumi di attività - valori assoluti “ Utenti Eures: volumi di attività - valori % “ Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione dell’utenza “ Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle persone in cerca di lavoro “ Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle imprese “ Livello di soddisfazione degli Euroconsiglieri “ 8 17 19 27 28 30 30 30 30 31 31 31 41 44 48 53 53 56 57 57 75 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INTRODUZIONE Il tema della mobilità geografica dei lavoratori ha assunto – nel corso degli ultimi anni – una crescente posizione di centralità nell’analisi e nella elaborazione delle strategie mirate all’occupazione ed alla coesione economica e sociale. Il quadro di riferimento, all’interno del quale tale elaborazione ha avuto corso, ha come sfondo gli obiettivi posti dal vertice europeo di Lisbona, il cui documento conclusivo ha sancito, quali priorità delle strategie politiche degli Stati membri, il miglioramento quantitativo e qualitativo del lavoro, il rafforzamento della coesione sociale e la creazione di una economia della conoscenza dinamica. Conseguentemente, attraverso il recente “Piano di azione della Commissione in materia di competenze e mobilità”, contenuto nella Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo Com (2002) 72, è stato individuato nella necessità di una manodopera “qualificata e flessibile”1 – dunque nell’accrescimento della mobilità sul mercato del lavoro – uno dei filoni di azione attorno ai quali declinare le strategie di intervento del triennio successivo al vertice (2001-2003), non disgiuntamente dalla previsione di azioni volte a promuovere tanto le competenze e la formazione, quanto a rimuovere gli ostacoli alla mobilità professionale e geografica dei lavoratori. Pertanto, alla tutela della libera circolazione dei lavoratori, si deve accompagnare la previsione di misure di indirizzo, promozione e sostegno di essa da un lato attraverso un legame sempre più stretto tra maggiore vicinanza dei sistemi educativi e di formazione con il mondo dell’impresa e dall’altro attraverso la spinta e la promozione della mobilità professionale e geografica. Se complessivamente si allarga lo spettro all’interno del quale il tema della mobilità dei lavoratori è stato elaborato a partire dal Regolamento Cee 1612/68 del 15 ottobre 19682, altrettanto può dirsi per l’obiettivo della “compensazione di manodopera”, declinato in chiave di lettura più ampia nel momento in cui si osserva che “la stimolazione della crescita dell’economia europea passa attraverso un migliore adeguamento tra i fabbisogni di competenze nei settori e le regioni in crescita, e le competenze disponibili tra la manodopera”3. A tale proposito, appare evidente il richiamo implicito al ruolo dei partner coinvolti nella realizzazione delle misure alla base di questa strategia, in particolare dei servizi pubblici di orientamento e consulenza sulle condizioni 1 2 3 Commissione delle Comunità europee, Com (2002) 72, p. 4. Relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità e alla diffusione di informazioni relative alle offerte di lavoro “a vocazione comunitaria”. Commissione delle Comunità europee, Com (2002) 72, p. 4. 9 ISFOL – Area Mercato del Lavoro di vita e di lavoro all’estero, dalla cui efficienza dipende la capacità di veicolare informazioni e di garantirne la fruibilità a porzioni di utenza sempre più ampia. Accanto alla predisposizione, da parte dei Spi nazionali, di iniziative volte a rendere più accessibili e visibili le loro vacancies ai lavoratori stranieri, sia attraverso propri siti Internet e relativi servizi interattivi (con un crescente impiego dei call-center services), sia ricorrendo ad agenzie esterne per il reclutamento di attività all’estero, sia promovendo servizi di orientamento in accordo con il personale di altre regioni straniere interessate4, l’attenzione della Commissione europea si è rivolta in particolare alla rete Eures. Quest’ultima costituisce un servizio sviluppato in cooperazione tra Commissione e Stati membri, del quale è in corso un processo di integrazione all’interno dei Servizi all’impiego nazionali ed in particolare alla componente professionale di questa: tra il 2002 e il 2004, la Commissione si propone di implementarne e completarne il processo di modernizzazione e di integrazione nei sistemi nazionali dell’impiego iniziato nel 1998. Alla luce di quanto osservato, giunti alla terza annualità dell’azione di monitoraggio dei Servizi per l’impiego, la Struttura di monitoraggio Spi dell’Isfol ha ritenuto utile predisporre un’indagine mirata e rivolta in maniera esclusiva a quei servizi predisposti a sostegno della mobilità europea e sviluppati all’interno dei servizi regionali e provinciali per l’impiego: in particolare ha costituito oggetto della presente rilevazione l’articolazione italiana della rete Eures della quale vengono osservati, oltre agli aspetti giuridici e normativi, gli elementi organizzativi e strutturali che ne caratterizzano la presenza sul territorio e l’offerta di servizi. In questa fase dell’indagine, si è proceduto ad intervistare, in veste di testimoni privilegiati della costruzione ed evoluzione del servizio a partire dalla riforma dei Spi, gli Euroconsiglieri. Questi costituiscono una delle componenti dell’organizzazione nazionale della rete Eures (si veda il paragrafo successivo), di cui rappresentano la rete di risorse umane formate ad hoc dalla Commissione europea, sulla base di un programma di formazione continua, aventi funzione di consulenza, informazione e collocamento sul mercato del lavoro europeo. Con il ricorso a tale platea di intervistati, si è sostanzialmente cercato di prestare attenzione agli aspetti più marcatamente operativi del servizio così come si è venuto implementando in Italia, all’interno di una fase di profonda riorganizzazione dei Servizi nazionali per l’impiego che, non di rado, ne ha condizionato i percorsi ridefinendone il profilo all’interno dei Spi decentrati. La rete Eures: un breve profilo La rete Eures è stata istituita con la decisione della Commissione europea 93/569/Cee del 22 ottobre 19935 in applicazione del già citato regolamento Cee n. 1612/68 del 15 4 5 European Commission – Employment and social affairs DG “The role of PES in facilitating mobility in the European labour market” (2002) Brussels. Recentemente abrogata dalla decisione della Commissione europea 2003/8/Cee del 23 dicembre 2002 10 ISFOL – Area Mercato del Lavoro ottobre 1968 relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità, nonché alla diffusione delle informazioni riguardo le offerte di lavoro a “vocazione comunitaria”. Recentemente, con la decisione 2003/8/Cee, del dicembre 2002, la base legale del servizio Eures è stata oggetto di modifiche che portano a compimento un processo di revisione intrapreso circa tre anni or sono: delle fasi salienti di tale processo (come ad esempio il memorandum per l’integrazione del servizio Eures nei Spi, risalente al novembre 1998, la progressiva introduzione dell’Itc nella prassi lavorativa dei soggetti impegnati sul versante delle politiche del lavoro) e dei cambiamenti che si profilano all’orizzonte comunitario (ad esempio con il prossimo allargamento), la nuova base giuridica rappresenta un momento di sistematizzazione. I soggetti componenti la rete sono individuati in due categorie: i membri Eures, vale a dire i servizi specializzati designati dagli Stati membri, e la Commissione, tramite l’Ufficio europeo di coordinamento; i partner Eures, ovvero i servizi regionali dell’occupazione degli Stati membri, i servizi dell’occupazione responsabili per le regioni limitrofe ed i servizi dell’occupazione specializzati. La struttura della rete comprende – accanto all’Ufficio europeo di coordinamento che rappresenta la struttura di riferimento della Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali della Commissione – un gruppo strategico ad alto livello, formato dai direttori generali dei Spi nazionali (avente un ruolo consultivo) ed un gruppo di lavoro, composto dai vertici delle strutture nazionali Eures dei paesi membri (i manager Eures). La cura della diffusione e della piena accessibilità a tutti i paesi membri delle informazioni relative a posti vacanti e domande di lavoro pubblicate da membri e partner Eures, così come la definizione delle attività svolte da questi ultimi, la definizione degli obiettivi e degli standard di qualità del servizio, nonché le procedure per garantire l’uniformità e l’interoperabilità per lo scambio di informazioni, sono stabilite da uno statuto (“lo statuto dell’Eures”): quest’ultimo rappresenta – rispetto al precedente ordinamento del 1993 – un elemento di notevole significato, in quanto da un lato rimanda ad un atto, di emanazione successiva alla decisione, la definizione dei tratti salienti del servizio; dall’altro prospetta nella sua elaborazione una procedura di carattere partecipato, essendo l’adozione dello statuto stesso subordinata alla previa consultazione del gruppo strategico, istanza che riunisce i direttori generali dei Spi. La struttura nazionale Eures è stata, a seguito della definizione della nuova base giuridica, modificata rispetto alla previsione del 1993 e declinata all’interno del nuovo scenario dei Servizi per l’impiego: dalla originaria previsione di un coordinamento nazionale (attestato presso il Ministero del lavoro) al quale si affiancava una rete di 35 Euroconsiglieri aventi funzione di consulenza, informazione e collocamento sul mercato che, recependo i più recenti indirizzi della Commissione europea in materia di mobilità Com (2002) 72 def. del 13 febbraio 2002, citata nel paragrafo precedente, riforma dopo un lungo percorso avviato tra il 2000 ed il 2001 la base giuridica di Eures, alla luce dell’esperienza maturata dal 1993 e – soprattutto – alla luce del prossimo allargamento dell’Unione europea. 11 ISFOL – Area Mercato del Lavoro del lavoro europeo6, si è approdati ad una articolazione su base regionale e locale che individua differenti ordini di figure professionali, di coordinamento della rete al livello regionale, di supporto tecnico agli Euroconsiglieri nell’esercizio delle loro funzioni, nonché di animazione e promozione al livello locale della rete. Tale assetto giunge a completa definizione proprio nei primi mesi del 2003, successivamente ad una fase di prima elaborazione e di sperimentale implementazione nel corso degli anni 2000-2001, ed al termine di un processo – invero espressione di un impulso politico più deciso – che ha caratterizzato il periodo 2002-2003, con il documento del coordinamento nazionale del febbraio 2003 relativo alla Riforma legale giuridica di Eur.e.s.7 recepisce le direttive riportate nella nuova Decisione della Commissione europea ed invita “le amministrazioni regionali (…) a rivedere l’attuale ripartizione delle responsabilità e le procedure decisionali, relativamente al servizio Eures”. All’interno del documento, oltre alla indicazione di linee generali e funzioni di massima del servizio, sono tratteggiate le “capacita/requisiti di massima che devono possedere le figure professionali interessate”. In particolare, al di sopra della figura del Consigliere Eures (nel presente lavoro definita Euroconsigliere, adottando ancora la vecchia dizione del regolamento del 1993), sono individuate quella del Line manager, con funzioni di coordinamento dell’attività regionale e provinciale della rete Eures ed avente la funzione di interfaccia tra Euroconsiglieri e coordinamento nazionale; quella dell’Assistente, quale figura in grado di supportare l’Euroconsigliere nell’esercizio delle sue funzioni; infine quella del Referente, le cui funzioni attengono al supporto tecnico ed all’animazione della rete all’interno del mercato del lavoro locale. Accanto alla rete di risorse umane, il servizio Eures si compone anche di una rete informatica. La banca dati di Eures contiene circa 20.000 offerte di lavoro, il cui inserimento avviene in diversi modi: in alcuni paesi, tra cui l’Italia, l’inserimento è operato direttamente dagli Euroconsiglieri, altrove esso avviene attraverso l’ufficio centrale di collocamento che le trasmette direttamente alla banca dati Eures (a Bruxelles). Parte di tale mole di informazioni è consultabile attraverso il sito Internet di Eures, al cui interno l’utente può usufruire di servizi di inserimento on-line del proprio curriculum vitae, nonché raccogliere informazioni tanto sulla rete ed i suoi consulenti, quanto sulle condizioni di vita e di lavoro dei paesi aderenti alla rete. Riorganizzazione e decentramento della rete Eures in Italia : dallo spontaneismo organizzativo ad un intervento di sistema L’attività Isfol di monitoraggio dei Servizi per l’impiego ha permesso di osservare 6 7 La figura dell’Euroconsigliere era definita all’interno della decisione della Commissione europea 93/569/Cee, par. 4.1 Allegato I, in attuazione dell’articolo 13 del Regolamento Cee 1612/68. Cfr. Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG impiego – Coordinamento nazionale Eures – divisione I, “Riforma legale giuridica di Eur.e.s.”, Roma, 18 febbraio 2003. 12 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’andamento del processo di decentramento e di integrazione del servizio Eures nei nuovi Spi regionali e provinciali8, evidenziandone i momenti salienti della ricontestualizzazione all’interno delle realtà regionali e dello sforzo di riorganizzazione ad essa seguito, alla luce del duplice movimento prodotto da un lato dalla previsione di una riorganizzazione complessiva della base legale della rete (che, avviata nel 1998, approda ad una definizione nei primi mesi del 2003), e dall’altro del processo di riorganizzazione dei Servizi per l’impiego italiani, come disposto dal D.lgs. 469/97. A partire dal 1999, ma con un impulso crescente negli anni successivi, in Italia si è potuto assistere ad una riorganizzazione del servizio, della quale si possono evidenziare due elementi: un primo è quello della ricontestualizzazione di un servizio già operativo presso i servizi nazionali dell’occupazione all’interno di una “nuova situazione ambientale” quale era quella delle amministrazioni regionali e provinciali beneficiarie del decentramento. Tale processo ha inciso sensibilmente sull’implementazione di Eures, essendo questa condizionata dalla maggiore o minore agilità con la quale veniva a dispiegarsi la complessiva organizzazione dei nuovi Spi: la messa a regime dei Servizi per l’impiego decentrati rappresenta infatti una condizione preliminare all’integrazione del servizio Eures al loro interno. Come si avrà modo di osservare, soprattutto negli anni immediatamente successivi al trasferimento delle competenze e delle risorse economiche ed umane dal Ministero alle regioni e province, ed all’attuazione delle legislazioni regionali di recepimento del 469/97, il servizio ha conosciuto una fase interlocutoria, essendo spesso impegnati gli Euroconsiglieri a fronteggiare le problematiche relative alla messa a regime dei nuovi servizi, ovvero evidenziandosi delle criticità relative alla collocazione del servizio e dei suoi consulenti all’interno delle neonate strutture regionali. A quanto emergeva dal monitoraggio Spi dell’anno 2000, al mese di giugno di quell’anno l’utilizzo della rete Eures risultava circoscritto ad appena il 13% delle strutture regionali e provinciali intervistate, con una prevalenza delle realtà frontaliere, nelle quali la posizione geografica e le caratteristiche del mercato del lavoro costituivano un contesto ideale per il consolidamento della rete; un secondo elemento, che si è combinato al primo, riguarda la debole azione di coordinamento ed indirizzo dispiegata dall’amministrazione centrale negli anni cruciali tra il 2000 ed il 2001, esplicabile con l’affiorare dello stesso ordine di priorità funzionali ed organizzative di fronte al quale – al livello locale – sono venuti a trovarsi gli Euroconsiglieri, priorità che premevano per una maggiore attenzione al consolidamento delle nuove strutture regionali Spi, gravate – dal punto di osservazione 8 Si veda Gilli D., Perri G. e Tantillo F., Servizi per l’impiego: monitoraggio 2000, Isfol, “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2001; Gilli D., Monitoraggio Spi 2001 – analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture Isfol, “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2002 e Gilli D., Landi R. e Perri G., Servizi per l’impiego: monitoraggio 2001 Isfol, “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 3/2002. 13 ISFOL – Area Mercato del Lavoro qui tenuto, vale a dire quello delle strutture Eures – dal duplice processo di decentramento dei Servizi all’impiego e di integrazione del servizio Eures. È pertanto venuta a mancare una forte strategia di livello nazionale, che prevedesse un sistematico coinvolgimento delle parti istituzionali (coordinamento nazionale, regioni e province), finalizzata alla realizzazione di azioni di accompagnamento e supporto tecnico del processo di integrazione disposto dalle convenzioni stipulate dalle amministrazioni regionali con il Ministero del lavoro per la gestione del servizio Eures. Per una prima fase, che si snoda lungo il periodo che va dal 2000 alla primavera del 2002, la riorganizzazione del servizio Eures ha visto pertanto gli Euroconsiglieri transitati presso le amministrazioni regionali cercare di garantire una continuità di erogazione dei servizi Eures, al netto delle difficoltà locali, che – a diverso spettro – hanno caratterizzato il movimentato sviluppo dei nuovi Spi e compatibilmente con le funzioni svolte all’interno delle strutture regionali. Una seconda e successiva fase, della quale non si può ancora dare contezza se non nelle riflessioni effettuate in queste pagine, proprio per l’impossibilità di render conto di un processo che conosce i suoi tratti salienti nel momento in cui il presente lavoro viene confezionato, è quella che sembrano delineare i recenti atti posti in essere dal Ministero del lavoro, relativi alla implementazione della nuova struttura Eures integrata al livello regionale e provinciale nei Spi. Tali indirizzi poggiano, peraltro, sulla nuova base legale di Eures, anch’essa giunta a definitiva formulazione dopo un lungo processo avviato intorno al 20009. L’importanza di quest’ultimo passaggio non va sottovalutata, in quanto esso rappresenta il completamento di un percorso che inserisce Eures all’interno degli indirizzi più recenti della politica comunitaria in materia e ne individua uno strumento attraverso il quale i partner della rete possano dispiegare interventi finalizzati al conseguimento degli obiettivi da essa prefissati. È possibile, infatti, osservare come la ridefinizione della base giuridica di Eures (2000 – 2002), si realizzi in un momento nel quale il contesto di riferimento delle politiche del lavoro si è ulteriormente declinato e specificato nella dimensione comunitaria (che va peraltro aprendosi agli scenari dell’allargamento ai nuovi paesi) ed in quella della continua integrazione con le politiche della formazione e dell’istruzione. Inoltre, va osservato come essa sia chiamata a colmare il divario organizzativo maturato nell’ultimo decennio (la precedente base giuridica risaliva al 1993): conseguentemente riorganizza la rete Eures lasciando uno spazio molto più ampio alla previsione di un’organizzazione nazionale del servizio che tenga conto dei singoli indirizzi in materia di collocamento e politiche del lavoro attuati dagli Stati membri. 9 Il primo tentativo di inserire organicamente la rete Eures all’interno di una logica di sistema risale alla Comunicazione Com (2000)379 del 28 giugno 2000 “Agenda per la politica sociale”, con la specifica previsione – nel più ampio contesto degli obiettivi della politica economica e sociale fissati a Lisbona – di avviare una revisione della base giuridica di Eures, che ne costituisce il fondamento, al fine “di rafforzare il ruolo della politica sociale quale fattore produttivo”. 14 ISFOL – Area Mercato del Lavoro La metodologia utilizzata e la platea degli intervistati La presente indagine è stata realizzata mediante interviste di campo, somministrate a 20 Euroconsiglieri presenti sul territorio italiano, attestati presso le amministrazioni regionali e provinciali, ovvero presso il coordinamento nazionale della rete Eures. In particolare, per 16 delle 20 interviste realizzate è stato privilegiata un’impostazione che contemplasse tanto l’analisi del quadro normativo e giuridico relativo al servizio Eures, alla luce del processo di decentramento e riorganizzazione dei Servizi per l’impiego, quanto un’analisi di carattere organizzativo, volta ad esplorare la dimensione delle dotazioni strutturali appannaggio dei singoli Euroconsiglieri, gli elementi che caratterizzano il quotidiano svolgimento delle attività delle rete, nonché aspetti relativi al rapporto con l’utenza. Non è stato trascurato un approfondimento relativo all’analisi dei profili professionali degli Euroconsiglieri, tanto sul versante delle propria formazione, quanto dell’esperienza maturata all’interno dei Servizi pubblici per l’impiego. Al fine di realizzare una simile osservazione, la conduzione delle 15 interviste in oggetto è stata realizzata con l’ausilio di un questionario strutturato diviso in due macro-sezioni. Sezione A: quadro normativo e giuridico – implementazione rete Eures Sono qui contenute le domande relative alla storia del servizio nella regione di riferimento, alla storia lavorativa dell’Euroconsigliere prima e dopo la riforma dei Servizi per l’impiego del 1998, alla normativa in atto che regola l’attività della rete Eures. Vengono altresì approfonditi i punti chiave circa le dotazioni strutturali, l’organizzazione del servizio con particolare riferimento alle differenze subentrate dopo il decentramento del 1998. Ampio spazio viene dedicato alla organizzazione ed alla promozione delle attività della rete con l’intento di verificare se gli interventi proposti fanno riferimento principalmente ad iniziative comunitarie, istituzionali locali o personali dell’Euroconsigliere, ovvero fondate sulle abilità individuali di attivarsi propositivamente in una prospettiva “quasi imprenditoriale” nell’interpretazione del ruolo. Inoltre viene fornita attenzione al sito Internet sia per quanto concerne gli aspetti di gestione e manutenzione, che in relazione all’utilizzo in chiave promozionale per l’attività Eures. Completano l’indagine della sezione la raccolta di dati relativi alla descrizione delle tipologie degli utenti del servizio in relazione alla fascia d’età e categoria unitamente alla rilevazione dei dati quantitativi dell’attività del servizio dal 1999 al 2001. Sezione B: area organizzativa In questa sezione vengono esplorati elementi che riguardano il ruolo dell’Euroconsigliere relativamente ad aspetti descrittivi della struttura operativa entro la quale opera. Si approfondiscono gli elementi del profilo professionale ideale 15 ISFOL – Area Mercato del Lavoro dell’Euroconsigliere stesso, oltre che del Line manager e dell’Assistente, ovvero delle competenze non solo tecniche ma anche gestionali e relazionali che dovrebbero essere possedute per ricoprire al meglio il ruolo assegnato, cercando di approfondire anche il livello di interazione/integrazione tra le tre figure. Vengono raccolte informazioni sulla formazione degli intervistati nella prospettiva dinamica di osservare i percorsi intrapresi sia istituzionalmente che individualmente. Uno degli elementi di novità della ricerca consiste nell’approfondimento degli aspetti metodologici del processo di selezione degli utenti del servizio Eures, ovvero le modalità adottate da ogni singolo Euroconsigliere nell’accoglienza e/o orientamento dei possibili candidati. Il quadro conoscitivo si completa con l’esplorazione delle modalità che caratterizzano il rapporto tra gli Euroconsiglieri, i canali di comunicazione formali ed informali, lo scambio di informazioni e la eventuale condivisione di buone prassi operative utili ad ottimizzare la gestione del servizio. L’elaborazione dei dati è coerente con la ridotta numerosità del campione e quindi prevede l’analisi della distribuzione di frequenza percentuale delle risposte per le domande chiuse e per le tabelle. È stato costruito un data-base che raccoglie tutte le risposte fornite dagli intervistati, alle singole domande, che vengono analizzate qualitativamente nell’ottica di esprimere le tendenze che caratterizzano l’operato e la percezione degli Euroconsiglieri. Accanto a queste 16 interviste, sono state realizzate altre 5 interviste, rivolte ad altrettanti Euroconsiglieri, mirate ad approfondire in modo più specifico aspetti qualitativi relativi alla riorganizzazione ed implementazione del servizio. Sono state pertanto ampliate la sezione A del questionario sopra indicato e parte della sezione B. Nella fig. 1 è indicata sia la distribuzione territoriale delle sedi visitate nonché il tipo di struttura di appartenenza (vedi legenda). Entrando nel dettaglio, 8 Euroconsiglieri appartengono a strutture regionali (regione Puglia, Liguria, Sicilia, Umbria, Campania, Basilicata, Toscana e Abruzzo), 6 a strutture provinciali (provincia di Verona, Milano, Bologna, Gorizia, Trento e Torino) e 2 a strutture alle dirette dipendenze del Ministero del lavoro (Scica di Sassari e coordinamento nazionale rete Eures di Roma). Alle sedi sopra elencate vanno ad aggiungersi quelle delle 5 interviste di carattere qualitativo, realizzate presso le regioni Valle D’Aosta, Marche e Lazio e presso le province di Lecco e Campobasso. L’indagine di campo ha avuto luogo tra la primavera e l’estate del 2002, nel periodo compreso tra il mese di aprile e quello di settembre; essa ha permesso di evidenziare le linee di tendenza dello stato di implementazione del servizio Eures presso le amministrazioni visitate, utilizzando dati relativi al periodo che va dal 1999 ai primissimi mesi del 2002. Il profilo restituito da questo giro di interviste deve pertanto ritenersi relativo a quello del quadriennio appena indicato, rimandando a successive annualità l’osservazione sistematica dell’evoluzione organizzativa e dell’ulteriore implementazione (alla luce delle importanti novità introdotte dalla Decisione 2003/8/Cee recepite dal 16 ISFOL – Area Mercato del Lavoro coordinamento nazionale con il documento di febbraio 2003) del servizio. La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori composto da personale Isfol – “Struttura di monitoraggio Spi” (Area “Mercato del Lavoro”) e da intervistatori della Btc Srl, società specializzata nella ricerca e nella consulenza aziendale per il settore profit e no-profit. Nella redazione del testo si è fatto riferimento alle persone intervistate in modo da rispettare l’anonimato dei singoli Euroconsiglieri. Questa scelta è stata dettata dall’intento di consentire ai nostri interlocutori la massima libertà nell’espressione di valutazioni e giudizi. Fig. 1 - Distribuzione territoriale delle sedi Eures e struttura di appartenenza Strutture provinciali Verona, Milano, Bologna, Gorizia, Trento, Torino Strutture regionali Puglia, Liguria, Sicilia, Umbria, Campania, Basilicata, Toscana, Abruzzo Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 17 Ministero del lavoro Sassari e Roma ISFOL – Area Mercato del Lavoro 1. EVOLUZIONE DEL SERVIZIO EURES 1.1 Eures prima del 1998 Nel periodo tra il 1994 ed il 1998 il servizio Eures in Italia ha dovuto affermare la propria specificità agendo su due versanti: quello della definizione del proprio ruolo e delle proprie modalità lavorative originali all’interno del Collocamento, e quello della definizione della propria mission, la mobilità europea, nei confronti dell’utenza. I tratti distintivi della rete Eures (lavoro in rete, utilizzo sistematico di tecnologie informatiche, attenzione, oltre che nei confronti delle persone in cerca di lavoro, verso il mondo datoriale in prospettiva di compensazione tra domanda e offerta al livello transnazionale), ne hanno definito il carattere anticipatorio dei contenuti delle riforme che avrebbero investito, negli anni avvenire, l’assetto organizzativo e ridefinito la mission dei Spi. Proprio tali specificità non hanno facilitato la comprensione del servizio e del ruolo degli Euroconsiglieri da parte degli addetti ai lavori: si è scontata una sensibilità non ancora pienamente maturata verso il tema della mobilità, in un contesto – quale quello del passato collocamento – ancora di forte autoreferenzialità dell’istituzione (si era in regime di monopolio pubblico del collocamento) nei confronti dell’utenza; utenza che, del resto, coincideva quasi completamente con l’universo dei disoccupati, relegando in posizione marginale il mondo dei datori di lavoro. Tra il 1996 ed il 1998, con l’inserimento delle offerte di lavoro sul sito Web della Commissione europea, con l’emanazione da parte del Ministero del lavoro di una serie di circolari10 volte a disciplinare l’organizzazione nonché ad addivenire ad una sempre 10 Si tratta, nel dettaglio, della circolare del Ministero del lavoro n. 18/96 del 20 febbraio 1996 recante “Linee programmatiche attuative” relative al servizio Eures, che introduceva il concetto di “autonomia funzionale” del personale Eures “il quale potrà contare, a seconda dell’esigenza, di uno staff di supporto costituito da almeno uno o due collaboratori” nonché di una “stazione di lavoro” composta da apparecchiature messe a disposizione della Commissione europea. Veniva inoltre indicata la necessità di “predisporre (…) un programma di iniziative promozionali del sistema Eures” a cura dei direttori delle Urlmo “di concerto con i direttori delle Uplmo”. A questa ha fatto seguito la circolare n. 96/97 del 14 luglio 1997 recante disposizioni relative alla “Struttura organizzativa” della rete Eures finalizzate a “ridefinire le attribuzioni sia delle competenze che degli incarichi pervenendo a delineare un quadro di riferimento certo e coerente”. Oltre al coordinamento nazionale ed alla rete di Euroconsiglieri, veniva 18 ISFOL – Area Mercato del Lavoro maggiore definizione del ruolo dell’Euroconsigliere all’interno delle strutture ministeriali ed infine con il Memorandum del dicembre 1998 è stato prodotto un consistente sforzo nella direzione di una implementazione della rete. Il Ministero del lavoro si è di fatto speso in un’azione di sensibilizzazione nei confronti di dirigenti degli Uffici presso i quali erano in carica gli Euroconsiglieri, promovendo soprattutto l’idea che Eures dovesse essere assicurato come un normale servizio di base dell’Ufficio a prescindere dalla presenza, o meno, dell’Euroconsigliere. 1.1.1 Gli Euroconsiglieri già in carica Al momento del varo della riforma dei Spi del 1998, 16 dei 20 intervistati ricoprivano già la carica di Euroconsigliere (i 4 neo-nominati si riferiscono alle province di Trento e Torino, alla regione Abruzzo e all’Euroconsigliere di Sassari). Fig. 2 - Percentuale degli Euroconsiglieri intervistati già in carica nel 1998 Già Euroconsiglieri 80% Non Euroconsiglieri 20% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Dei 16 Euroconsiglieri già in carica nel 1998, 5 erano stati nominati nel periodo 19921993, all’inizio quindi dell’istituzione del servizio, mentre i restanti 11 si sono aggiunti ai primi dal 1994 al 1997. Nella maggior parte dei casi l’incarico di Euroconsigliere non è mai stato svolto (e ancora non viene svolto) a tempo pieno ma questo era sempre associato ad altri incarichi quali, ad esempio, seguire i progetti di mobilità e di formazione lavoro o le attività promozionali verso l’esterno. Tra l’altro tutto questo avveniva formalmente nel pieno rispetto delle regole poiché, come chiarisce l’Euroconsigliere 10, al momento dell’istituzione del servizio l’impegno che ciascuno degli Euroconsiglieri aveva assunto con il Ministero al momento della nomina era quello di dedicare il 50% della propria istituito “un sistema flessibile di gruppi di lavoro (…) sia a livello interno che in ambito comunitario, per l’approfondimento e la risoluzione di specifiche problematiche”. 19 ISFOL – Area Mercato del Lavoro attività a quest’incarico. 1.1.2 La missione rispetto al territorio Dalle informazioni raccolte dagli Euroconsiglieri presenti sul territorio, la missione di Eures, nel periodo anteriore al 1998, poteva essere riassunta in quattro punti: fornire un supporto consulenziale a tutti gli utenti del servizio sia che si trattasse di aspiranti lavoratori o di imprese. Per gli aspiranti lavoratori si trattava di orientarli rispetto alla possibilità di andare a lavorare all’estero, di fornire informazioni sulle offerte, sulle normative e sugli stili di vita che questi avrebbero trovato nel paese di destinazione. Per le imprese, invece, si trattava di supportarle nel processo di internazionalizzazione in atto (ad esempio nuove assunzioni o distacchi di personale presso uffici posti in uno degli Stati membri); diffondere la conoscenza del servizio attraverso la promozione dello stesso; pubblicizzare, nei territori di competenza, le offerte di lavoro provenienti della banca dati di Eures; integrare le attività di Eures nei Cpi per favorire un maggiore incontro tra domanda e offerta di lavoro. 1.1.3 I servizi offerti Il servizio Eures forniva, prima del varo della riforma dei Spi, tre servizi di base: consulenza ed orientamento dell’utenza nella ricerca di lavoro presso gli Stati Membri dell’Unione; informazione su leggi, regolamenti, stili di vita, equipollenza dei titoli di studio tra gli Stati membri; servizio di front-office per la consultazione della banca dati di Eures. Su quest’ultimo punto, sottolinea l’Euroconsigliere 1, un notevole passo in avanti si è registrato, a partire dal giugno 1996, con l’istituzione del sito Internet comunitario di Eures che ha reso da una parte più “autonomi” gli utenti – almeno nella fase di ricerca preliminare delle offerte di lavoro – e dall’altra ha ridotto, di pari passo, il carico di lavoro degli Euroconsiglieri consentendo a questi ultimi, almeno in teoria, di poter dedicare una aliquota maggiore del loro tempo alla promozione del servizio soprattutto nei riguardi delle imprese nonché, limitatamente ai casi ove se ne registri la presenza, ad un miglior coordinamento delle varie risorse professionali inserite nell’organigramma locale di Eures. 1.1.4 Le modalità di presentazione dell’offerta dei servizi La diffusione “di massa” del servizio Eures avveniva soprattutto attraverso la stampa (giornali locali, riviste stampate dalla regione, brochure, ecc.) sia attraverso gli sportelli “Informagiovani”. Esistevano poi attività promozionali “mirate” che venivano svolte su 20 ISFOL – Area Mercato del Lavoro iniziativa dei singoli Euroconsiglieri e che avevano come interlocutori le università, le organizzazioni sindacali e, ovviamente, le sezioni per l’impiego. Dalla lettura delle risposte emerge come la figura dell’Euroconsigliere, già allora, “infrangesse” gli schemi della classica organizzazione burocratica. Infatti, proprio per le caratteristiche del ruolo assegnatogli, gli Euroconsiglieri godevano, almeno sulla carta, di una certa autonomia nella modalità di promozione del servizio11. Il fatto di operare non tanto sulla base di procedure definite all’interno dell’organizzazione di appartenenza, quanto sulla base di “raccomandazioni della Commissione europea – come quella del “servizio minimo garantito all’utenza” – ha esaltato nel tempo le doti quasi “imprenditoriali” degli Euroconsiglieri e li ha proiettati in una dimensione nella quale ognuno si trovava ad essere artefice del successo di se stesso e del servizio Eures. Vedremo, nel seguito della ricerca, come questo abbia influito, al di là del processo di decentramento avviato con il D.lgs. 469/97, sull’effettiva rilevanza del servizio a livello locale: alcune situazioni di insuccesso o di disagio attuale di alcuni Euroconsiglieri potrebbero, forse, essere spiegate partendo da questa considerazione. 1.1.5 Le modalità organizzative del servizio Prima della riforma il servizio Eures era costituito, nella maggior parte dei casi esaminati, dal solo Euroconsigliere che assolveva a tutte le necessità dell’ufficio (anche le fotocopie, se necessario) e seguiva personalmente la selezione dei candidati dal primo incontro fino alla formalizzazione dell’offerta di lavoro. Anche nei casi dove, almeno sulla carta, esisteva un’organizzazione definita, il tempo dedicato al servizio era in stretta relazione ai picchi di lavoro e al numero di richieste da evadere. In realtà, quindi, già prima della riforma le modalità interpretative del servizio erano diverse e strettamente legate alle esigenze del territorio che, aggiungeremo, erano strettamente legate alla capacità personale dell’Euroconsigliere di darsi una visibilità esterna e di saper proporre progetti interessanti. A questo proposito citiamo il caso dell’Euroconsigliere 2 che fino a quando non è riuscito a proporre un progetto rilevante all’attenzione del suo pubblico (EuroDisney) non ha goduto di nessun supporto dalla struttura. 1.1.6 Le problematiche più frequenti Dalla lettura delle interviste emerge che per quasi tutti gli Euroconsiglieri le problematiche più frequenti da affrontare erano, da un lato, il trovare il modo per “superare l’imbarazzo organizzativo” dovuto all’introduzione della nuova figura di Euroconsigliere all’interno di una struttura pre-esistente e, dall’altro, fronteggiare il disagio dovuto alla carenza degli strumenti messi a disposizione del servizio (personale, 11 Cfr. circolare del Ministero del lavoro n. 18/96 del 20 febbraio 1996, cit. 21 ISFOL – Area Mercato del Lavoro orari, supporti). La carenza di strumenti si faceva particolarmente sentire in alcune regioni dove si registrava una forte pressione dell’utenza (ad esempio in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna) mentre un esempio riguardante la difficoltà di farsi accettare in seno alla struttura preesistente ci proviene dalla Puglia dove – nel periodo anteriore al 1998 – ad un certo punto Eures è scomparso da qualsiasi comunicazione di servizio. In merito a questo ordine di questioni, vale la pena segnalare come da parte di alcuni degli intervistati sia stato caldeggiato l’auspicio di un maggiore supporto da parte del coordinamento nazionale rispetto al passato: come già accennato nelle note di introduzione, viene sottolineata la necessità di una strategia di accompagnamento e di supporto alla implementazione del servizio nei Spi decentrati, attraverso un maggiore ed organico coinvolgimento delle parti in questione (amministrazioni locali e coordinamento nazionale). Nelle altre realtà – ferma restando la presenza delle criticità già citate – al disagio di natura organizzativa veniva a sommarsi quello relativo alla difficile accettazione della mission del servizio da parte dell’utenza, tanto che in alcuni casi gli Euroconsiglieri venivano ad essere considerati come “coloro che volevano portare via i figli a lavorare all’estero”. La particolare condizione di taluni mercati del lavoro locali, che storicamente sono stati caratterizzati da un più lento grado di sviluppo e da una diffusa criticità, tradottasi in una consistente pressione sociale (basti pensare ai fenomeni migratori) nei decenni passati, indubbiamente incide sull’immagine che parte dell’utenza Spi ha del servizio Eures: vale per questo caso l’osservazione di un intervistato appartenente ad una regione meridionale, nella quale si sottolineava che “i miei corregionali non si sentivano italiani ma soprattutto ancora degli emigranti”. 1.2 Eures dopo il 1998 1.2.1 La missione rispetto al territorio A quattro anni dall’avvio del processo di decentramento dei Spi non si notano sostanziali cambiamenti nei compiti assegnati ad Eures, che riguardano ancora l’orientamento e la consulenza agli utenti, la divulgazione delle offerte di lavoro della rete, la promozione del servizio e la creazione di una rete locale di referenti sul territorio. Occorre tuttavia osservare come, rispetto al passato, si vada registrando un cambiamento nelle priorità poiché, come sottolinea una buona parte degli Euroconsiglieri, il decentramento ha prodotto una maggiore attenzione degli enti locali verso il proprio territorio con la conseguenza che si sono moltiplicati gli sforzi per cercare di fornire agli utenti una informazione più capillare sfruttando le strutture dei Spi. 22 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Un’altra osservazione che vale la pena riportare è quella effettuata dall’Euroconsigliere della Sicilia, il quale sottolinea come, rispetto al recente passato, egli non debba limitarsi a favorire la mobilità dei siciliani verso gli altri paesi dell’Unione europea ma debba anche occuparsi di favorire il flusso contrario. Rispetto a questo quadro positivo e in evoluzione ci sono da segnalare, tuttavia, alcune situazioni invariate rispetto al passato (Euroconsigliere 3, 5, 8) o addirittura peggiorate (Euroconsiglieri 10, 15, 18) a seguito del fatto che l’amministrazione beneficiaria del decentramento non ha ancora definito una chiara politica di sviluppo per Eures, rimanendo del resto in attesa di più chiari indirizzi da parte del livello centrale. Alcuni degli intervistati hanno osservato come una simile situazione si riverberi sulla qualità del servizio, che alle volte risulta essere meno personalizzato e più superficiale. 1.2.2 L’evoluzione dei servizi La maggiore innovazione – come sintetizza efficacemente per tutti i colleghi L’Euroconsigliere 5 … “è stata, grazie a Dio, l’introduzione di Internet che ha facilitato la divulgazione delle informazioni verso gli utenti e ha alleggerito il carico di lavoro dell’Euroconsigliere almeno nella fase di consulenza iniziale e di informazione sul servizio”. Anche l’Euroconsigliere 19 sposa la tesi del suo collega, aggiungendo a tale proposito che questo strumento tecnologico riesce senz’altro a raggiungere una platea più vasta di persone, ma proprio per questo motivo tale vantaggio vede il suo rovescio della medaglia in una diffusione di informazioni molto più generica che necessita di approfondimenti tramite un colloquio diretto con lo stesso Euroconsigliere. A fronte di questa innovazione c’è comunque da osservare che gli Euroconsiglieri concordano sul fatto che Internet non potrà mai sostituire il rapporto diretto tra l’Euroconsigliere e l’aspirante lavoratore, sia perché non tutti gli utenti sono così alfabetizzati all’uso di Internet, sia perché Internet può solo fornire un’informazione generica e non potrà mai sostituirsi al colloquio di orientamento iniziale. La conferma di questa osservazione ci viene dal fatto che nei territori, dove è stata avviata un’opera di decentramento nella fornitura di informazioni all’utenza, Eures risulta “più visibile e più efficace” rispetto ad altri, dove queste azioni non sono state ancora avviate e dove l’informazione sul servizio è stata lasciata alla libera iniziativa degli utenti. C’è da osservare che il sito Internet istituzionale di Eures rappresenta tutt’oggi l’unico mezzo attraverso il quale l’attività di Eures (e dell’Euroconsigliere) “sopravvive” in alcune regioni anche in presenza di un servizio praticamente ridotto al minimo. 1.2.3 L’evoluzione delle modalità di presentazione dell’offerta dei servizi Nel periodo successivo alla riforma si è assistito ad una buona ripresa della divulgazione del servizio Eures sia attraverso i mass media tradizionali – giornali, riviste, 23 ISFOL – Area Mercato del Lavoro televisione – sia soprattutto attraverso la pubblicazione di pagine Web dedicate ad Eures sui siti Internet delle regioni e delle province a cui l’utenza può facilmente accedere per reperire informazione sul servizio. Sembrano invece in via di declino convegni, forum o seminari specializzati sull’argomento. Una recente novità – che secondo il parere dell’Euroconsigliere 1 sembra ben funzionare – è l’introduzione di una banca dati di Eures on-line (collegata al sito comunitario di Eures) dove il singolo utente, dotandosi di una password, può proporre la propria candidatura alla rete e monitorare lo stato di avanzamento della propria richiesta. Informazioni più approfondite sul tema “promozione del servizio Eures” possono ritrovarsi nell’omonima sezione riportata nelle pagine successive del rapporto. 1.2.4 I cambiamenti nelle modalità organizzative del servizio Sul piano delle modalità organizzative, il processo innescato con il decentramento ha comportato una ridefinizione ed una rideclinazione del servizio all’interno dei nuovi Spi decentrati, la cui realtà – restituitaci dagli Euroconsiglieri intervistati – appare abbastanza differenziata. Situazioni di disagio come quella dell’Euroconsigliere 2 si sono risolte con l’avvento del decentramento e ora il supporto della regione sembra – pur in assenza della convenzione per lo svolgimento del servizio12 – molto attivo grazie, forse, al progetto EuroDisney che, avviato nel 2000, ha avuto un notevole successo verso l’utenza. In altre realtà i cambiamenti sono in corso: a Bologna, Milano e Roma si è iniziato il processo di decentramento con la formazione dei Referenti territoriali mentre alla regione Umbria l’Euroconsigliere segue il Servizio ormai a tempo pieno. La regione Campania ha avviato il progetto di decentramento “Labor” che prevede il supporto dell’Euroconsigliere alle province in modo da facilitare l’informazione all’utenza mentre in altre aree (provincia di Milano) si sta puntando ad espandere il servizio Eures alle aziende. Le note negative vengono dall’Euroconsigliere 10 e da quanto riportatoci dagli Euroconsiglieri 5 e 15. L’Euroconsigliere 10 afferma che Eures non viene più supportato dalle strutture dirigenziali locali (“divieto di fare Eures negli orari di ufficio normali” e “nessun riconoscimento di rimborso spese per gli spostamenti”) e che il servizio sopravvive solo per la propria caparbietà e libera iniziativa. Quello dell’Euroconsigliere 15 è un caso singolare: prima del 1998 Eures era un servizio ben strutturato con un organico costituito da 1 Euroconsigliere, 3 Assistenti e 15 Referenti sul territorio ma, dopo la riforma del 1998, il servizio è stato praticamente azzerato sia a causa del persistere dell’emergenza 12 Il decentramento dei Spi ha comportato il trasferimento del servizio Eures presso gli enti beneficiari della riforma. La delega di competenze è stata sancita per tutte le regioni attraverso l’approntamento di una convenzione bilaterale tra Governo e singola regione. Sull’originale percorso che ha visto il servizio Eures attraversare una fase di riorganizzazione a seguito del decentramento in tempi spesso anteriori a quelli amministrativi necessari ad addivenire alla stipula della convenzione cfr. quanto riportato nella nota n. 1. 24 ISFOL – Area Mercato del Lavoro occupazionale nell’area – che ha accresciuto via-via il carico di lavoro dell’Euroconsigliere quale coordinatore dei Lavori socialmente utili – sia a causa della completa ristrutturazione della rete territoriale dei Spi. 1.2.5 Le problematiche emerse Rispetto al periodo anteriore alla riforma perdura ancora la difficoltà di riuscire ad integrare, sia formalmente che operativamente, l’Euroconsigliere nella struttura organizzativa in cui egli è inserito. Sul versante degli adempimenti formali relativi al trasferimento del servizio presso gli enti regionali si può osservare come, alla primavera del 2002 tanto la regione Puglia quanto la regione Abruzzo non abbiano ancora firmato la convenzione con il Ministero del lavoro, mentre di carattere interlocutorio è la situazione registrata nella regione di appartenenza dell’Euroconsigliere 15, nella quale il servizio non risulta di fatto attivato. Di carattere diverso è la situazione osservabile a Milano, dove il servizio Eures conosce una fase di ulteriore implementazione: è stato infatti riscontrato che laddove si sia superata la fase di ricontestualizzazione del servizio presso gli enti beneficiari della riforma, l’attenzione si concentri verso il problema della capillarizzazione della rete nel territorio. Come si è accennato poc’anzi (cfr. ante par. 1.2.1) un simile sforzo risulta del tutto in linea con le priorità che le regioni più avanzate nell’implementazione dei nuovi Spi hanno definito nella propria azione; infatti l’intervistata, nel caso in oggetto, sottolinea come l’esigenza della creazione di una struttura di Referenti nella provincia rappresenti un obiettivo rivolto all’ulteriore rafforzamento del servizio Eures in ambito locale. Per dare seguito a tale indirizzo “il servizio Eures della provincia (…) parteciperà ad un tavolo tecnico per lo sviluppo di Eures nella regione”, confermando peraltro quanto si osservava nelle note introduttive relativamente alle differenti fasi, una delle quali caratterizzata per i forti tratti di spontaneismo organizzativo, che hanno scandito lo sviluppo di Eures in Italia tra il 1998 ed il 2001. Peraltro, utilizzando le parole degli Euroconsiglieri, è possibile esemplificare come, presso gli intervistati, si sia consolidata l’idea della parallela evoluzione del ruolo dell’Euroconsigliere nel periodo considerato. Ad esempio, l’Euroconsigliere 5 sottolinea come “alle problematiche relative al periodo anteriore al decentramento se ne sono aggiunte di nuove, dovute al fatto che il ruolo dell’Euroconsigliere in regione non è riconosciuto alla stessa stregua di quanto avveniva in epoche antecedenti alla riforma”; tutto questo è imputabile al fatto che “la regione non è un ente che eroga servizi all’utenza ma piuttosto un ente di programmazione, di coordinamento e di monitoraggio. Da questo punto di vista la funzione che viene richiesta all’Euroconsigliere deve cambiare”. Sullo stesso tema l’Euroconsigliere 1 ribadisce come “il problema è nel fatto che la figura dell’Euroconsigliere è una figura molto libera, nel senso che, pur svolgendo il servizio in una struttura, in realtà egli gode di una piena autonomia dal punto di vista 25 ISFOL – Area Mercato del Lavoro lavorativo avendo a disposizione una struttura tecnica, una linea telefonica diretta esterna, una stazione di lavoro completa, anche dotata di fax. Questo purtroppo non è sempre recepito in modo corretto, in termini di utilizzo della risorsa umana all’interno della struttura dove l’Euroconsigliere opera. Si tratta di recepire, per la regione un approccio culturale diverso: bisogna “vedere” l’Euroconsigliere come “risorsa”. Questo può aiutare l’intera struttura a comprendere il lavoro svolto dall’Euroconsigliere in modo che questi possa ottenere una maggior libertà operativa da parte del dirigente diretto. Per sensibilizzare le regioni su questo argomento il coordinamento nazionale ha organizzato una serie di seminari rivolti allo staff manageriale, cioè i diretti responsabili degli Euroconsiglieri coinvolgendoli sulle tematiche europee, sugli obiettivi e sulle attese comunitarie rispetto al servizio, in modo da far lavorare l’Euroconsigliere in modo ottimale”. A testimoniare come il profilo del servizio Eures negli anni del decentramento abbia assunto un andamento movimentato, e influenzato dallo stato di avanzamento della riforma Spi nelle realtà ove esso è stato ricontestualizzato, vale la pena osservare la situazione della Valle D’Aosta. In quest’ultima, essendo una regione a statuto speciale, la delega delle competenze amministrative in materia di collocamento e politiche attive13 ha seguito (come previsto nel D.lgs. 469/97) un percorso differenziato rispetto alle regioni ordinarie che, tuttavia, non ha ancora portato alla definizione di una la legge regionale di recepimento. Conseguentemente l’assetto dei Spi è rimasto quello precedente all’introduzione del 469: il servizio Eures risulta ancora attestato presso gli uffici del Ministero del lavoro ed è coordinato soprattutto da un Comitato di pilotaggio specifico delle attività di scambio trasfrontaliere, essendo la Valle D’Aosta una delle regioni italiane nelle quali è attivo un Eures transfrontaliero. Quest’ultima è una struttura il cui indirizzo e la cui attività di programmazione è affidata ad una istanza nella quale si realizza una concertazione che coinvolge amministrazioni regionali confinanti appartenenti a Stati diversi, oltre alle parti sociali ed al coordinamento nazionale. 1.2.6 La percezione della qualità del servizio offerto La fig. 3 riporta la sintesi delle risposte degli Euroconsiglieri sulla questione dell’adeguatezza di Eures, in termini di qualità del servizio offerto, rispetto alle attese degli utenti. Come si noterà, oltre la metà degli Euroconsiglieri ha la percezione che la qualità del servizio sia in linea con quanto atteso dagli utenti. La restante metà si ripartisce quasi equamente tra coloro che ritengono il servizio ancora da migliorare e i critici. Per questi ultimi (3 casi) i motivi possono essere ricercati tra quelli di carattere organizzativo che hanno impedito al servizio di evolversi secondo quanto previsto o sperato. 13 La delega è contenuta nel decreto n. 183 del 10 aprile 2001. 26 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Fig. 3 - Euroconsiglieri: percezione del rapporto tra la qualità del servizio Eures ed attese dell’utenza Non in linea Abbastanza in linea 13% 50% 30% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 27 In linea ISFOL – Area Mercato del Lavoro 2. LE DOTAZIONI A DISPOSIZIONE DEL SERVIZIO 2.1 Logistica e strumentazioni I locali adibiti al servizio La maggior parte degli Euroconsiglieri (il 65%) dispone di una sola stanza per il servizio Eures, che ovviamente coincide con quella dove viene svolta la restante parte dell’attività istituzionale per conto dell’ente locale di appartenenza (si veda la fig. 4). Fig. 4 - Numero dei locali adibiti al servizio Eures - valori % 3 locali 10% 4 locali 5% 2 locali 20% 1 locale 65% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Rispetto a tale situazione gli Euroconsiglieri intervistati hanno messo in rilievo due ordini di problematiche relative alla qualità del servizio offerto: essendoci un solo locale a disposizione per il servizio, non esiste una sala d’attesa per offrire un’accoglienza “dignitosa” agli utenti né, tanto meno, una sala dedicata all’auto-consultazione delle offerte di lavoro proposte dalla rete; se la stanza è condivisa con altri colleghi viene meno la riservatezza del colloquio a meno che l’Euroconsigliere non chieda al “coinquilino” di spostarsi o, come avviene in qualche caso, provi a sfruttare il part-time del collega per individuare l’orario di 28 ISFOL – Area Mercato del Lavoro ricevimento dell’utenza. Il comfort dei locali è comunque giudicato soddisfacente da quasi tutti gli intervistati anche se in realtà si ammette che sarebbero possibili dei miglioramenti soprattutto per quanto riguarda le dotazioni strutturali per l’archiviazione dei documenti. Tutte le spese per i locali destinati al servizio – gli eventuali affitti e la manutenzione – ricadono sull’ente locale di appartenenza. Le attrezzature dell’ufficio Tutti gli Euroconsiglieri dislocati sul territorio dispongono delle normali attrezzature di ufficio (fax, fotocopiatrice, PC) come pure la maggioranza di essi ha attivo un collegamento Internet o Intranet. Situazione inversa per la segreteria telefonica: solo in 2 casi questa è attiva (vedi figg. 5, 6, 7, 8, 9, e 10 e tab. 1). Tab. 1 - Riepilogo delle attrezzature di ufficio per Euroconsigliere Intervistato Fax Fotocopiatrice Pc Internet Intranet Segr. telefonica Euroconsigliere 1 Euroconsigliere 2 Euroconsigliere 3 Euroconsigliere 4 Euroconsigliere 5 Euroconsigliere 6 Euroconsigliere 7 Euroconsigliere 8 Euroconsigliere 9 Euroconsigliere 10 Euroconsigliere 10 Euroconsigliere 12 Euroconsigliere 13 Euroconsigliere 14 Euroconsigliere 15 Euroconsigliere 16 Euroconsigliere 17 Euroconsigliere 18 Euroconsigliere 19 Euroconsigliere 20 Si Si Si Si Si Si Si Si No Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si No Si Si Si Si Si Si Si No No Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si No Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si Si No Si Si Si Si Si Si Si Si Si No Si Si Si No Si Si Si No Si No Si Si Si Si Si No Si Si No No Si No No No Si No No No No No No No No No No No No No Fonte: Isfol, monitoraggio Eures. Ad eccezione del Personal Computer che viene assegnato all’Euroconsigliere dalla Commissione europea e “consegnato” dall’Isfol (in quanto ente gestore della convenzione finanziaria), tutte le altre macchine per ufficio sono messe a disposizione dagli enti locali di appartenenza (compresi i PC per gli eventuali assistenti o collaboratori) così come sono a carico dello stesso ente tutte le spese inerenti la manutenzione delle macchine, le spese 29 ISFOL – Area Mercato del Lavoro per le utenze telefoniche e il collegamento alla banca dati o Internet. In tre casi soltanto si fa esplicito riferimento ad un contributo da parte del Ministero: a Verona, Bologna e Perugia gli Euroconsiglieri dichiarano che esiste un contributo del Ministero per le spese telefoniche e di collegamento alla Banca dati di Eures. Il PC assegnato all’Euroconsigliere è effettivamente dedicato esclusivamente a questo servizio mentre per tutte le altre attrezzature (fax, fotocopiatrice, telefono, ecc.) c’è una condivisione “ovvia” con l’altro servizio che l’Euroconsigliere svolge per conto dell’ente di appartenenza. I casi di esclusività sono solo quelli in cui Eures è svolto a tempo pieno (provincia di Milano, regioni Puglia, Sicilia, Umbria, Campania, Marche e Lazio). Come nota positiva legata alla comproprietà delle macchine di ufficio c’è da osservare che nei 3 casi in cui per motivi strutturali Eures non è pienamente attivo (Euroconsigliere 10, 12 e 15) la coabitazione con altri servizi garantisce perlomeno una soglia minima di sopravvivenza del servizio. Fig. 5 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fax Fig. 6 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fotocopiatrice No 5% No 15% Si 95% Si 85% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fig. 7 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di personal computer Fig. 8 - Attrezzature Euroconsiglieri: collegamento ad Internet No 5% No 5% Si 95% Si 95% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 30 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Fig. 9 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità rete Intranet Fig. 10 - Attrezzature Euroconsiglieri: presenza di segreteria telefonica No 10% No 30% Si 70% Si 90% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 2.2 Le risorse economiche Meno del 20% degli Euroconsiglieri ritiene adeguati i fondi messi a disposizione dagli enti di appartenenza per lo svolgimento del servizio Eures mentre, addirittura, oltre il 50% dei essi li ritengono del tutto inadeguati (fig. 11). Fig. 11 - Euroconsiglieri: valutazione delle risorse economiche dedicate al servizio Eures Non risponde 25% Inadeguati 55% Adeguati 15% Quasi adeguati 5% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. C’è da osservare che i 3 Euroconsiglieri che non rispondono non hanno, in realtà, nessuna percezione dell’entità del budget messo a disposizione di Eures dagli enti locali in quanto i fondi necessari al servizio vengono di volta in volta erogati a seconda delle necessità con il coinvolgimento del dirigente di riferimento. Risulta peraltro interessante notare come nessuno degli intervistati abbia mai fatto 31 ISFOL – Area Mercato del Lavoro esplicito riferimento ad un valore qualsiasi per il budget assegnato ad Eures né, tanto meno, ai parametri con cui questo potrebbe essere definito e/o assegnato dall’ente locale. È evidente come nessun Euroconsigliere, anche per esplicita ammissione, orienti la definizione del budget del servizio e come questi, nella maggioranza dei casi, non abbiano alcuna percezione né dell’entità delle spese sostenute né della loro ripartizione, ad eccezione di quelle telefoniche e di collegamento alla rete che vengono più frequentemente citate. La percezione dell’adeguatezza dei fondi da parte degli Euroconsiglieri è, in un certo senso, da mettere in stretta correlazione con l’attenzione dimostrata dal rispettivo dirigente del servizio in cui ciascuno di questi è inserito: infatti si passa dal caso limite dell’Euroconsigliere 10 che ci sottolinea come sia costretto a pagarsi in proprio le spese di eventuali spostamenti in auto – e al quale è stato “vietato” di svolgere il servizio durante le ore d’ufficio – a quello diametralmente opposto dell’Euroconsigliere 2 dove il supporto della regione alle iniziative di promozione di Eures è incondizionato e totale. L’inadeguatezza dei fondi, laddove è dichiarata, si ripercuote nella maggioranza dei casi sulle attività di promozione del servizio verso gli utenti (ad esempio “tagliando” o eliminando i dépliant illustrativi e le campagne di informazione mirate per specifiche iniziative). 32 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3. DECENTRAMENTO Come si è avuto modo di osservare precedentemente (cfr. ante, Introduzione) il processo di decentramento delle funzioni amministrative relative al collocamento ed alle politiche attive, messosi praticamente “in moto” tra il 1998 ed il 1999 nelle regioni italiane ha prodotto un duplice movimento di ricontestualizzazione e integrazione di un servizio precedentemente già attivo sotto l’amministrazione del Ministero del lavoro. Negli anni in questione, ed il quelli successivi, si è potuto assistere ad un consistente sforzo da parte degli operatori Eures nel far fronte alla riorganizzazione ed alla declinazione del servizio all’interno di un contesto più “pesante”, a sua volta gravato da un più generale processo di costruzione ed implementazione di nuovi servizi, ritenuto indubbiamente prioritario e propedeutico a quello dell’implementazione della rete Eures. Tale situazione ha senz’altro accentuato il tratto spontaneistico che ha caratterizzato negli anni la definizione del servizio Eures: il fatto che lo sviluppo di questo servizio sia stato incardinato attorno alla figura della risorsa umana ha marcato il profilo organizzativo e funzionale della rete con una serie di elementi riconducibili alla figura dell’Euroconsigliere stesso. Conseguentemente, nel periodo di più forte riorganizzazione ed adattamento del servizio (1999-2001), ha avuto un peso notevole il ruolo ricoperto dall’Euroconsigliere all’interno dei Spi (si veda a tal proposito il par. 3.2), ed in generale la sua capacità di costruzione di reti di relazioni finalizzate a dare continuità al servizio, successivamente al passaggio all’amministrazione regionale, dovendo non raramente prescindere da un effettivo supporto istituzionale. Da qui l’immagine, restituita dal monitoraggio Spi del 2000, di un servizio Eures sviluppato “a macchia di leopardo”, attivo laddove gli operatori erano transitati presso le amministrazioni regionali – e dunque in grado di garantire una continuità al servizio sebbene la firma delle necessarie convenzioni tra Stato e regione per la gestione delle banche dati fosse destinata a seguire un iter ben più tortuoso – o nelle aree frontaliere, nelle quali trovava un più favorevole contesto l’offerta dei servizi Eures. Se negli anni più recenti sul versante della copertura territoriale l’organizzazione del servizio Eures ha conosciuto una più omogenea definizione al livello regionale, che ha fatto in modo che nella quasi totalità delle regioni italiane fosse attivo un euroconsigliere, non si può osservare una simile omogeneità sul piano prettamente operativo. Permangono infatti situazioni abbastanza diversificate – pure in un contesto nel quale la rete Eures ha recuperato un proprio profilo ed una propria identità di servizio dopo lo “shock organizzativo” costituito dal decentramento – che risentono, sia in positivo che talvolta in 33 ISFOL – Area Mercato del Lavoro negativo, del differente percorso di implementazione dei Spi al livello locale. In particolare, se già all’epoca della definizione del Memorandum della Commissione europea del 1998 relativo all’integrazione di Eures nei Spi, si ravvisava la necessità di un maggiore sforzo in direzione della capillarizzazione del servizio all’interno dei Spi locali, con l’effettiva implementazione dei nuovi Spi (soprattutto dopo il 1999) tale ordine di problematiche ha assunto una dimensione ancora più consistente ed una maggiore complessità. Con il processo innescato dal D.lgs. 469/97 si è assistito ad una diversificazione di livelli amministrativi lungo i quali declinare i nuovi Spi e dunque Eures: questo ha richiamato la necessità di una nuova definizione delle componenti nazionali di Eures alla luce del nuovo assetto decentrato, e del nuovo ruolo assunto dalle amministrazioni regionali, nel senso di un maggiore coinvolgimento di queste ultime nelle scelte organizzative e strategiche sulle quali impostare l’implementazione del servizio. Evidentemente, la necessità di concentrare gran parte delle energie sul decollo dei nuovi Servizi per l’impiego, ancor prima che su un servizio molto avanzato e potenzialmente strutturato – che richiedeva standard di funzionamento ancora da implementare, come le reti ed infrastrutture informatiche, il Sil, ecc. – quale Eures, ha finito con il rendere più sfumato il ruolo di coordinamento centrale ed abbastanza occasionale quello al livello locale, accentuando ancor più il tratto spontaneistico nell’organizzazione della rete. Proprio tale tratto ha rappresentato, nel periodo in oggetto, una risorsa per la rete Eures in Italia, che grazie allo spirito di iniziativa degli Euroconsiglieri ha superato la fase di ricontestualizzazione e si prepara ad affrontare quella successiva della effettiva integrazione. Pur tuttavia, tale tratto potrebbe in futuro rappresentare anche un limite nell’implementazione di Eures: il raggio di azione e di penetrazione ed integrazione nel territorio del servizio è proporzionale alla relativa capacità dei singoli operatori di muoversi in questa direzione, quasi prescindendo dal supporto delle strutture amministrative: tutto questo si è spesso tradotto nella costruzione di rapporti, tanto relativi all’assetto organizzativo quanto alla costruzione di iniziative di promozione dei progetti della rete, di carattere informale e non recepiti all’interno di atti ufficiali delle amministrazioni di appartenenza (convenzioni, atti di indirizzo, ecc.), ed ha finito con l’alimentare la complessa questione della definizione del ruolo del servizio Eures e dei suoi operatori all’interno delle strutture Spi. Il limite che si è potuto ravvisare in questi ultimi anni consiste nella istituzionalizzazione di una situazione “emergenziale”, come quella affidata alla “buona volontà” del singolo, ovvero alla occasionale presenza di un contesto organizzativo e/o socio economico favorevole. Alla luce di tale sentore, da più parti è stata rimarcata l’esigenza di un nuovo ruolo da parte del coordinamento centrale, che si è tradotta in un aumento di aspettative nei confronti di quello insediatosi nella prima metà del 2002. 34 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3.1 Le problematiche scaturite Il passaggio di Eures dalla gestione del Ministero a quella affidata agli enti locali è stata vissuta in maniera diversa dai vari Euroconsiglieri. Di seguito riportiamo i casi più notevoli sia positivi che negativi. Nel caso dell’Euroconsigliere 2 il decentramento ha “dato nuova vita” al servizio che è stato riattivato dopo un periodo di latenza mentre, viceversa, per l’Euroconsigliere 10 e l’Euroconsigliere 15 il decentramento ha prodotto, almeno in questa fase, un ridimensionamento dell’organizzazione preesistente al 1998. Per tutti il punto più delicato è stato quello di dover diffondere sul territorio la conoscenza del servizio e di decentrare le competenze creando un rete di Referenti. Nella direzione di una maggiore capillarizzazione della struttura territoriale Eures sembrano muoversi due realtà, accomunate dalla caratteristica di aver attestato il servizio Eures all’interno dell’ente strumentale: provinciale nel primo caso, regionale nel secondo. Nel dettaglio, l’amministrazione presso la quale è attestato l’Euroconsigliere 20 ha cominciato ad affidare la promozione e la prima informazione al servizio all’Informalavoro. Quest’ultimo costituisce uno spazio operativo all’interno della struttura Informagiovani, gestita al livello comunale e regolata da una convenzione con la provincia per l’erogazione dei Servizi per l’impiego, che attengono, appunto, al coordinamento dell’Informagiovani, e che contemplano, nella rosa della propria offerta, anche il servizio Eures. Nella medesima direzione sembra procedere l’Euroconsigliere 19, la cui amministrazione ha delegato una serie di attività di Eures a strutture deputate a svolgere attività di orientamento (denominate Cilo), le quali svolgono nel territorio di riferimento attività di Centri per l’impiego. L’Euroconsigliere 1 ribadisce invece che la Commissione europea ha recentemente confermato – rifiutandosi così di sottoscrivere accordi con le singole regioni – come sia di competenza del Governo centrale la promozione, sulla base degli accordi bilaterali con la stessa Commissione, convenzioni con le regioni per la gestione del servizio Eures, soffermandosi sul fatto che proprio alle amministrazioni regionali è assegnato il compito di attivare gli accordi con le province. Tuttavia, al livello di formalizzazione dei rapporti per la gestione del servizio Eures all’interno dei Spi decentrati su scala sub regionale, la situazione osservata all’epoca della presente rilevazione è risultata essere ancora ad uno stato preliminare, con la debita eccezione della regione Umbria14. La difficoltà di 14 La regione Umbria ha stipulato in data 12 ottobre 2001 un “Protocollo d’intesa tra la regione dell’Umbria e le province di Perugia e Terni” che, sulla base tanto delle competenze acquisite a seguito del decentramento (lr 25 novembre 1998 n. 41), quanto della convenzione stipulata tra regione e Ministero del lavoro per la gestione del servizio Eures, ha predisposto un percorso di integrazione di Eures al livello provinciale. Il supporto di tale processo è a carico della regione (realizzata dall’Euroconsigliere) attraverso “l’addestramento, l’affiancamento e la formazione del personale individuato dalle province”. All’epoca della rilevazione tale processo era nella sua fase iniziale. Va segnalato come anche la regione Campania sembri intenzionata a procedere nella stessa direzione, sebbene, all’epoca della rilevazione, 35 ISFOL – Area Mercato del Lavoro “posizionamento” del servizio all’interno della dimensione provinciale risulta in qualche caso ancora più marcata dall’assenza di una precisa definizione dei rapporti nel senso ricordato poc’anzi. Tale difficoltà emerge in tutta la sua evidenza ad esempio nei casi in cui l’Euroconsigliere è attestato al livello provinciale, ferma restando la gestione al livello regionale del servizio. In generale in Italia osserviamo tre tipologie di situazioni: una prima, nella quale i rapporti tra amministrazione regionale e amministrazioni provinciali vengono definiti da una convenzione che recepisca un progetto di decentramento e capillarizzazione organizzativa delle strutture Eures formalmente attestate al livello regionale sulla base della convenzione quadro tra Ministero e regione, come nel caso della regione Umbria ed in prospettiva della regione Campania (almeno nelle previsioni attuali); una seconda, nella quale sono le stesse amministrazioni locali che, surrogando l’assenza di indirizzi al livello centrale, ma anche la non ancora avvenuta stipula della convenzione, si fanno promotrici di azioni concertate tra regione e province finalizzate ad addivenire ad una effettiva capillarizzazione del servizio: si pensi ad esempio al caso del tavolo tecnico promosso in Lombardia; un’ulteriore tipologia raggruppa quei casi nei quali non si è in presenza di alcun tipo di atto di indirizzo o regolamentazione al di sotto del livello regionale, con vistose conseguenze operative per il funzionamento del servizio Eures: è questo il caso della provincia di Campobasso e di una provincia del Veneto. Quest’ultima tipologia raccoglie senz’altro le esperienze più problematiche, come quella dell’Euroconsigliere n. 10, che, al momento del trasferimento delle risorse umane dal Ministero del lavoro alle amministrazioni locali è stato attestato presso la provincia. In particolare, la nuova situazione ha comportato un duplice aggravio: sul piano operativo, in quanto l’Euroconsigliere ha iniziato a rivestire il ruolo di responsabile di un Centro per l’impiego, risultando pertanto investito, in questi anni, del compito di gestire in maniera diretta le problematiche relative alla costruzione ed alla messa a regime dei nuovi servizi; sul piano funzionale, in quanto il servizio Eures, decentrato presso l’amministrazione provinciale, si è trovato a scontare tanto la limitata sensibilità verso gli obiettivi della mobilità europea da parte della dirigenza provinciale prima, quanto l’assenza di una specifica composizione e regolamentazione della gestione del servizio tra regione e provincia. Il tutto si traduce in una situazione di forte stallo funzionale ed istituzionale del l’Euroconsigliere intervistato abbia sottolineato come – successivamente alla realizzazione di un programma di formazione di base per gli operatori Cpi ed alla presentazione di un programma di decentramento del servizio all’assessore regionale ed a quelli provinciali – “i passi ulteriori saranno quelli di specificare nel dettaglio le modalità e le procedure del decentramento del servizio, dell’individuazione dei Cpi di riferimento e la stesura della manualistica per l’operatore chiamato a svolgere la funzione”. 36 ISFOL – Area Mercato del Lavoro servizio, con la dirigenza provinciale che rimarca il fatto che, essendo l’Euroconsigliere un funzionario inquadrato economicamente nell’amministrazione provinciale, egli non è tenuto a dedicare il proprio tempo di lavoro alla realizzazione di un servizio che alla provincia non è stato affidato15 o che, comunque, non è regolato da nessuna convenzione con la regione (attuale unica affidataria del servizio, avendo stipulato la convenzione con il Ministero). Questo caso limite, offre uno spaccato della complessità dei rapporti fra diversi livelli amministrativi che, a seguito dell’attribuzione di competenze amministrative a regioni e province, intervengono a condizionare la declinazione del decentramento delle strutture regionali Eures. In assenza di una strategia generale, si è rischiato in più di una occasione di esporre la riorganizzazione del servizio Eures a conflittualità interistituzionali, ovvero alla mancanza di indirizzi circa la sua gestione su scala provinciale con la conseguenza di vederne limitare la funzionalità effettiva a scapito dei livelli di attività precedentemente espressi. In altri casi, del resto, la percezione del cambiamento a seguito della riforma dei Spi sembra essere molto circoscritto, confermando l’immagine di un servizio che nell’integrarsi al livello regionale ha dovuto scontare una eterogeneità di situazioni locali che hanno finito con il ripercuotersi sui livelli di attività dispiegati, oltre che sulle aspettative degli stessi operatori (abbiamo cambiato solo l’etichetta davanti alla porta dell’ufficio). 3.2 Le potenzialità inespresse Quasi tutti gli Euroconsiglieri indicano quale possibile asse di sviluppo per Eures quella relativo alla diffusione del servizio verso le imprese, osservando come il raggiungimento di tale obiettivo richieda un più consistente sforzo sul versante della promozione di Eures. In particolare, le direzioni verso le quali muovere sono due: una prima, attiene al ruolo dell’operatore Eures nel proprio territorio di competenza, una seconda richiama invece il supporto delle amministrazioni nelle quali il servizio è operativo. Entrambe, come è dato osservare, attengono in maniera più o meno diretta ad una più compiuta definizione del servizio Eures e dei suoi operatori all’interno dei Servizi per l’impiego decentrati. Sul primo versante, si ritiene necessario che l’Euroconsigliere sia disponibile ad impegnarsi fornendo una maggiore presenza “fisica” nella fase di promozione delle attività e delle opportunità Eures presso il mondo datoriale (qualcuno di essi afferma che “purtroppo, le imprese bisogna andarle a trovare”). La sfida per l’Euroconsigliere 14 è 15 L’intervistato sottolinea che la continuità di erogazione delle attività Eures viene garantita svolgendo il proprio ruolo al di fuori dell’orario di lavoro, o prendendo permessi o ferie. 37 ISFOL – Area Mercato del Lavoro “differenziare l’immagine di Eures all’interno dei servizi per l’impiego, un mondo verso cui gli imprenditori mostrano diffidenza ripensando al vecchio collocamento. Rispetto al mondo delle imprese la rete Eures, invece, ha tutte le carte in regola per poter fornire servizi eccellenti e potrebbe essere un ottimo strumento per fornire un supporto normativo e di assistenza a quelle aziende italiane che poco alla volta si stanno internazionalizzando”. Il secondo versante richiama una carenza più complessiva, ereditata dal vecchio collocamento, e che il servizio Eures in Italia, nel difficile momento della propria costruzione, sembra aver fatto propria: quella relativa alla modesta attenzione verso i datori di lavoro. Se in epoche più recenti16, sul fronte della costruzione di un più strutturato rapporto con le imprese, sembra essersi sviluppato nei nuovi Spi una nuova sensibilità, ancora non è dato osservare, su questo piano, un raccordo strategico tra questi ed il servizio Eures. Si ritiene pertanto necessario operare in direzione di una effettiva integrazione del servizio, ed in generale della sua mission, all’interno dei Spi: un raccordo strategico al livello locale che faccia uscire il servizio dalla condizione di sovrapposizione funzionale e strutturale nella quale, salvo alcune eccezioni dovute a particolari contesti locali ed a situazioni di eccellenza ereditate17, si è spesso trovato ad operare la struttura locale Eures. Non mancano tuttavia, esempi che muovono sulla falsariga di quanto si viene affermando. Sul fronte dello sviluppo delle iniziative a favore degli aspiranti lavoratori appare di un certo interesse quanto afferma l’Euroconsigliere della regione Toscana secondo cui andrebbe maggiormente sviluppata la cooperazione con i paesi limitrofi che sono méta preferita per gli spostamenti di lavoro nel breve periodo. Con il progetto Corsica, infatti, si è avviata una cooperazione tra la regione Toscana e quella francese che ha portato alla pubblicazione delle offerte di lavoro della Corsica sul sito Web locale di Eures offrendo a molti giovani la possibilità di poter rispondere agli annunci attraverso la compilazione di un questionario ivi proposto. Alla stessa stregua, e seguendo una linea di sviluppo incentrata sulla mutua cooperazione con nazioni confinanti che appartengono all’Ue, vale la pena dare conto del progetto, presieduto dall’Euroconsigliere della Valle D’Aosta, finalizzato al reclutamento, per conto di una industria francese interessata al rafforzamento della propria presenza commerciale nel mercato italiano, di agenti di vendita in Italia. 16 17 Cfr. Gilli D., Landi R. e Perri G., Servizi per l’impiego: monitoraggio 2001, Isfol, “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 3/2002, in particolare il cap. 3 relativo ai servizi attivati. È possibile a tal proposito citare l’esempio della situazione riscontrata nell’intervista n. 14, relativa ad un euroconsigliere attestato al livello provinciale: il fatto che egli svolgesse – in epoca anteriore alla riforma – il ruolo di responsabile delle informazioni promozionali, ha consentito di ereditare un consolidato sistema di rapporti con il mondo datoriale locale. La situazione osservata, peraltro, rimarca la forte incidenza del ruolo svolto dall’operatore Eures all’interno dei Servizi per l’impiego: in questo caso, il fatto che svolgesse un’attività di interfaccia con le imprese del territorio ha fatto in modo che il servizio risultasse più connotato laddove è generalmente più carente. 38 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Esempi di relazioni molto strutturate con il mondo imprenditoriale locale vengono segnalati anche nelle realtà meridionali, ad esempio nel caso dell’Euroconsigliere n. 7, la cui struttura Eures – rafforzata dalla presenza di cinque Assistenti – effettua un’attività di preselezione direttamente per i datori di lavoro, “per i quali si crea, in tal modo, un servizio privilegiato”. 3.3 Le aree coperte in maniera efficace Tra i punti forti di Eures tutti gli intervistati citano i servizi di consulenza e di orientamento dell’utenza interessata ad intraprendere un’esperienza di lavoro all’estero, fornendo una gamma di informazioni che varia dalle normative sul lavoro per finire a quelle sulle condizioni di vita e di lavoro relative ai paesi di destinazione. Rilevante, secondo gli Euroconsiglieri, è la modalità utilizzata per riuscire a raccogliere d’un canto, ed a veicolare d’altro canto, le informazioni per l’utenza: la costituzione di una rete di contatti con interlocutori privilegiati ed istituzioni locali, nazionali e comunitarie rappresenta, infatti, la base sulla quale poggia il ruolo degli operatori Eures. Sostanzialmente, la loro capacità di “fare rete” rende possibile che le informazioni necessarie – non tutte disponibili presso l’Euroconsigliere con il quale l’interessato prende contatto – possano anche essere fornite da altri enti o organizzazioni che collaborano con lui. “L’Euroconsigliere” – è stato sottolineato nell’intervista n. 20 – “non deve e non può sapere tutto, ma ha l’obbligo di collegare l’utente con altri anelli della catena informativa più esperti di lui in un determinato campo, che possono risolvergli il problema; l’essenza del counseling e del networking è tutta qui!”. La capacità di fornire un valido servizio di orientamento è stato uno dei punti forti di Eures in Campania dove il servizio, a metà degli anni 90, ha sopperito alla difficile situazione nella quale versavano sia dal punto di vista funzionale che da quello strutturale i Centri per l’impiego (allora Scica) diventando così un punto di riferimento nella regione per molte persone in cerca di un lavoro. Un altro punto notevole è la capacità della rete Eures – legata al database comunitario – di aggiornare continuamente le offerte di lavoro e di proporre agli aspiranti lavoratori un ampio ventaglio di scelte. 39 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 4. ATTIVITÀ 4.1 Il Piano di attività e l’avanzamento Dei 20 Euroconsiglieri intervistati – ad esclusione di quello appartenente al coordinamento nazionale – ben 14 di essi dichiarano di non avere nessun Piano di attività per il 2002. Rispetto a questo si devono distinguere due casi: 1. l’assenza di un Piano di attività per l’Euroconsigliere è interpretabile come una diretta conseguenza della difficile situazione organizzativa in cui, almeno momentaneamente, questi è costretto ad operare. Più nel dettaglio, gli elementi di criticità osservati sono relativi alla mancata firma della convenzione tra regione e Ministero (Euroconsigliere 12), alla necessità di ricostruire una visibilità territoriale attraverso la creazione di una rete di Referenti (Euroconsigliere 15), al ritardo nel trasferimento delle competenze sul servizio Eures tra regione e provincia (Euroconsigliere 10) nonché alle difficoltà personali dovute ad un’assenza prolungata dall’ufficio (Euroconsigliere 11); 2. la dichiarata assenza di un Piano di attività da parte di 10 Euroconsiglieri (2, 3, 5, 6, 7, 9, 14, 17, 19, 20) non deve essere presa “alla lettera” ma piuttosto come “mancanza” di un piano formalizzato delle attività da svolgere sviluppato dal singolo Euroconsigliere in accordo con l’ente locale o il dirigente del servizio. Questa interpretazione deriva dal fatto che riguardando la parte relativa ai progetti in corso e alla propositività dimostrata dagli stessi Euroconsiglieri nella promozione di Eures verso il territorio non si può di certo affermare che in questi casi il servizio “sia fermo”. Quanto osservato in merito alla definizione di Piani di attività su base locale (oltre che nazionale) testimonia la complessa vicenda della definizione del ruolo operativo e funzionale del personale e del servizio Eures all’interno delle amministrazioni regionali e provinciali. Dalle parole degli Euroconsiglieri emerge un’esigenza di maggiore coinvolgimento nel processo di costruzione e redazione del Piano di attività, che passa necessariamente attraverso la risoluzione del nodo organizzativo citato: attualmente, infatti, a fronte di un Piano redatto al livello nazionale e poi concordato con le singole regioni, viene a mancare il “trasferimento” degli indirizzi sottoscritti agli Euroconsiglieri 40 ISFOL – Area Mercato del Lavoro attraverso un passaggio formalizzato. Da ciò consegue il carattere poco organico che sovente assumono le attività, portate avanti attraverso singoli progetti specifici, concordati di volta in volta con gli enti locali interessati. La sostanziale assenza di Piani di attività formalizzati è testimoniata dal carattere piuttosto frammentario delle risposte degli intervistati alla domanda relativa alle attività che, al livello locale, fossero ritenute prioritarie da portare avanti. Oltre all’integrazione di Eures nei Servizi per l’impiego sul territorio (la cui importanza è generalmente riconosciuta al livello locale e rappresenta, peraltro, una delle priorità dichiarate dal coordinamento nazionale), essi si concentrano sulla diffusione delle informazioni su Eures verso gli utenti (soprattutto sul versante delle imprese) e sul miglioramento della qualità del servizio offerto. In questa direzione muovono ad esempio alcuni programmi specifici sviluppati a livello regionale, come nel caso della regione Campania (Caravelle e-Labor) e della regione Toscana (Progetto Corsica). 4.2 La promozione delle attività Le modalità di promozione delle attività Eures sulle quali si è indagato sono state tre: le promozioni agganciate con quelle promosse dalla Comunità europea a favore di Eures: iniziative comunitarie; le iniziative collegate ad altre sponsorizzate dagli enti locali (regioni, province): iniziative istituzionali; le iniziative messe in atto su libera iniziativa dell’Euroconsigliere: iniziative personali. La fig. 12 sintetizza il modo in cui gli Euroconsiglieri utilizzano esclusivamente o in maniera combinata le tre tipologie individuate. Fig. 12 - Modalità di promozione delle attività Eures Solo istituzionali 19% Istituzionali + personali 28% Solo personali 10% Comunitarie + personali 10% Solo comunitarie 0% Comunitarie + istituzionali 0% Tutte le iniziative 14% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 41 Nessuna iniziativa 19% ISFOL – Area Mercato del Lavoro Le modalità di promozione del servizio comprendono soluzioni variabili sia per il maggiore o minore grado di formalità delle azioni intraprese dal personale Eures, sia – al contempo – per il diverso grado di strutturazione delle stesse all’interno delle attività regionali e/o provinciali. I due estremi sono rappresentati, d’un canto, dagli Euroconsiglieri che realizzano tutte le iniziative possibili (il 14% degli intervistati) e, d’altro canto, da Euroconsiglieri che non ne adottano nessuna (pari a circa un quinto degli intervistati). L’assenza di qualsiasi iniziativa di divulgazione è legata, nella stragrande maggioranza dei casi, ai medesimi motivi che condizionano il processo di implementazione della rete Eures, rendendolo difficoltoso, e che portano il personale Eures a considerare che “quando non si riesce, per svariati motivi, ad attivare un servizio è preferibile mantenere un profilo basso per non scontentare poi gli utenti e promettere quello che non si può mantenere” (Euroconsigliere 15). Circa un quinto degli Euroconsiglieri ricorre per la promozione del servizio ad iniziative esclusivamente istituzionali, comprese all’interno di azioni promosse dagli enti locali o istituzioni pubbliche, offrendo, peraltro, un esempio di buona integrazione del servizio Eures nei Spi decentrati, dal momento che nella rosa dei servizi offerti da questi ultimi all’utenza risultano compresi (ma non sovrapposti), quelli riconducibili all’ambito Eures. Per di più, a tale modalità è possibile ricondurre l’elaborazione di una strategia che sottende una visione organica dei servizi e delle iniziative legate alla mobilità europea all’interno degli indirizzi assunti dagli enti locali stessi. A queste iniziative si aggiungono quelle realizzate attraverso la partecipazione del personale Eures ad eventi, attorno all’argomento lavoro, promossi dai media sia su scala locale che nazionale. A tale proposito va segnalata l’attività dell’Euroconsigliere 14 che collabora con articoli e interviste con “Il sole 24 ore”, pubblicizza le offerte di lavoro tramite il Televideo di Rai Regione e scrive articoli per rubriche specializzate pubblicate sui giornali locali e on-line (Internet), nonché l’iniziativa intrapresa dall’Euroconsigliere 13 per promuovere Eures nell’ambito di un corso di formazione della regione per la ristorazione. Un altro esempio di collaborazione con le istituzioni pubbliche è quello proposto dall’Euroconsigliere 17 il quale fornisce le informazioni su Eures all’Informagiovani, che le smista a sua volta all’utenza che ne fa richiesta per una prima e generica informazione. L’Euroconsigliere 7 svolge invece opera di divulgazione nelle scuole in collaborazione con la regione e il Provveditorato agli studi. Segnaliamo, inoltre, la presenza dell’Euroconsigliere della Liguria al salone del Lavoro di Genova, il progetto Circumlavorando della regione Campania nell’ambito del quale Eures si è inserito in un iniziativa dell’Agenzia regionale del lavoro rivolta ai giovani disoccupati della provincia di Caserta e la pubblicazione di pagine Web sul sito Internet della regione o della provincia. Un’ulteriore modalità di promozione è quella che vede gli Euroconsiglieri affidarsi ad iniziative di carattere personale, alle volte affiancando queste ad attività già definite come “comunitarie” o “istituzionali”: se il 10% degli intervistati afferma di affidare la promozione del servizio Eures esclusivamente a proprie iniziative, occorre evidenziare 42 ISFOL – Area Mercato del Lavoro come tale quota arrivi a circa il 48% considerando la possibilità di sovrapporre ad iniziative personali, altre di carattere istituzionale e comunitario. Questo conferma come, seppure non in maniera esclusiva, il processo di integrazione del servizio Eures, sul versante dell’offerta dei Servizi per l’impiego, rimanga ancora affidato, sul piano operativo (promozione, realizzazione dei progetti) alla capacità di azione dell’Euroconsigliere, con il portato di elementi positivi e di debolezza che tale situazione comporta (si veda a tal proposito il precedente par. 3). Tra le iniziative più ricorrenti si segnalano la divulgazione di annunci o comunicati sulla stampa locale e i contatti con università od associazioni di imprenditori per l’organizzazione di forum o convegni. 4.2.1 Le iniziative promozionali preferite Rispetto alla scelta della tipologia di attività promozionale non emerge da parte degli Euroconsiglieri una particolare preferenza di una modalità rispetto all’altra: in questa fase dell’evoluzione del servizio, l’obiettivo della riorganizzazione si traduce, sul piano operativo, nell’esigenza di ottenere una maggiore diffusione dell’offerta Eures presso l’utenza, affidandosi in tal senso ad una estesa gamma di soluzioni. Ciò nonostante, l’esperienza maturata negli anni della prima costruzione ed implementazione del servizio (1994-1998) ha spinto la maggioranza degli Euroconsiglieri verso una promozione sempre meno affidata ad iniziative di carattere generale (come la partecipazione a fiere con degli stand, ovvero a convegni sulle tematiche del lavoro), per privilegiare attività di carattere “mirato”, finalizzate alla sensibilizzazione ed informazione di un pubblico interessato, per il quale la mobilità europea costituisse una prospettiva appetibile. Del resto, l’offerta del servizio Eures è rivolta a porzioni di utenza in grado di esprimere particolari requisiti, oltre ad una spiccata motivazione alla realizzazione di una esperienza lavorativa all’estero; la particolarità del target (conoscenza delle lingue, disponibilità ad un cambiamento delle condizioni di vita e di lavoro, ecc.) ha reso inefficaci – agli occhi degli operatori – i canali più tradizionali di diffusione delle offerte ed opportunità di lavoro: come si avrà modo di riscontrare nei paragrafi relativi all’utenza, proprio per le caratteristiche suddette il profilo del servizio Eures viene sempre più marcando il suo carattere consulenziale, con la conseguente predilezione per un contatto mediato e personalizzato con l’utenza (informazione, primo orientamento), anche nella fase promozionale. Affidarsi alla pubblicazione di annunci di lavoro sui giornali, ha avuto il merito, in passato, di generare un grande interesse (con un ritorno di attenzione non trascurabile da parte dell’utenza), con una contropartita complessivamente negativa: la maggioranza degli utenti che avevano risposto era costituita da persone che, sostanzialmente, non risultava realmente interessata ad un’offerta di lavoro all’estero, comportando solo un aggravio di lavoro per la struttura. Sul versante dei datori di lavoro, è stato inoltre fatto osservare come l’organizzazione di incontri con gli imprenditori finisse con il perdere di efficacia senza una preliminare 43 ISFOL – Area Mercato del Lavoro azione di promozione e di informazione, non disgiunta da una ricognizione dei fabbisogni professionali delle imprese, finalizzata alla sensibilizzazione della potenziale utenza. Nella diffusione delle offerte di lavoro, finora, il personale Eures ha finito con il privilegiare le attività autonome, mentre le attività combinate con altre istituzioni sono state adottate per forum, presentazioni e convegni. 4.2.2 La promozione del servizio Eures locale attraverso Internet Dei 20 Euroconsiglieri intervistati (ad esclusione di quello appartenente al coordinamento nazionale), 11 hanno una pagina Web di informazione su Internet che è collegata al sito principale dell’ente a cui appartengono. La fig. 13 riporta la ripartizione percentuale dei 15 Euroconsiglieri tra coloro che hanno un sito attivo (Si) e coloro che ancora non lo hanno attivato (No). Fig. 13 - Presenza di un sito Internet locale su Eures No 45% Si 55% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. In tutti i casi si tratta di pagine Web statiche che riportano informazioni sulle offerte della rete in corso, documenti e normative di interesse nonché gli orari di ricevimento e i recapiti dell’ufficio dell’Euroconsigliere (ovviamente non manca l’indirizzo e-mail). Nella maggior parte dei casi la pagina propone dei link che rimandano l’utente ad altre pagine dello stesso sito (per approfondimenti o per ricerche mirate) o ad altri siti di interesse generale o istituzionale come quello di Eures comunitario o del Ministero del welfare. È interessante notare che, in tutti i casi esaminati, la pagina di Internet è stata sempre progettata e realizzata all’interno dell’organizzazione con il supporto di colleghi o di esperti reperiti in seno all’ente locale. Nel riquadro sottostante sono riportati gli indirizzi per il collegamento al sito Internet relativamente a 8 su 11 Euroconsiglieri che lo hanno attivato. 44 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Ente locale Indirizzo Internet Regione Sicilia www.regione.sicilia.it/lavoro/uffici/eures/index1.htm Regione Campania – Arlav www.centri-impiego.it Regione Umbria www.regione.umbria.it/lavoro/mercato/mdl050.htm Provincia di Torino www.provincia.torino.it/sito_lavoro/ Eures Regione Toscana www.rete.toscana.it Provincia di Milano www.provincia.milano.it/lavoro/ultima Regione Liguria www.regione.liguria.it/online/eurint.htm Provincia di Bologna www.provincia.bologna.it/lavoro/cippersone/ineruropa.html 45 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 5. UTENZA DEL SERVIZIO EURES: TARGET, RAPPORTO CON IL SERVIZIO, PERCEZIONE DEL GRADO DI SODDISFAZIONE 5.1 La platea degli utenti Per quanto riguarda il rapporto con l’utenza i commenti faranno espressamente riferimento a dati numerici pervenuti dagli Euroconsiglieri ai quali in fase di intervista era stato consegnato un allegato da compilare (vedi la sezione “allegati” alla voce “Allegato all’intervista” del presente rapporto) che doveva essere restituito per l’elaborazione. Alla chiusura del presente lavoro sono stati acquisiti dati relativi a circa i due terzi dei 16 intervistati ai quali è stata somministrata la scheda relativa alla rilevazione numerica dei volumi di attività. In questa fase, pertanto, si cercherà di proporre una prima valutazione dei dati raccolti il cui intento non è quello di fornire un quadro definitivo della consistenza numerica dell’attività dispiegata dalle strutture Eures visitate, quanto quello di tracciare un primo profilo del rapporto quantitativo con l’utenza. Peraltro, vista la differente consistenza delle situazioni in cui operano gli Euroconsiglieri a livello locale – per propensione dell’utenza a richiedere il servizio, visibilità sul territorio ed effettiva attivazione del servizio a livello organizzativo da parte degli enti locali di riferimento – non è possibile estendere nessuna delle considerazioni all’intero territorio nazionale. Le tipologie di utenti Due sono le tipologie di utenti a cui Eures propone i propri servizi: le singole persone in cerca di lavoro e le imprese. La tab. 2 permette di osservare la consistenza percentuale delle due tipologie individuate, entrando nel dettaglio dei singoli casi osservati. Come è possibile osservare, a fruire dei servizi offerti dalla rete Eures è una platea di utenti prevalentemente composta da lavoratori (mediamente costituiscono circa l’87% dell’intero universo), confermando una circoscritta penetrazione nel mondo datoriale (ferma ad una media del 13%). Ciò sembra riproporre una caratteristica dei Spi italiani (ereditata dal vecchio collocamento), che pure negli ultimi anni va progressivamente attenuandosi. Questi dati, peraltro, confermano quanto già qualitativamente anticipato 46 ISFOL – Area Mercato del Lavoro dagli Euroconsiglieri nel corso delle singole interviste: sono infatti state evidenziate le notevoli difficoltà incontrate nel promuovere il servizio verso i datori di lavoro, soprattutto in relazione al fatto che questi ultimi devono essere contattati direttamente o invitati a forum e che queste azioni, anche se attuate, non sempre sono in grado di produrre gli effetti sperati. La convinzione degli Euroconsiglieri che la promozione del servizio verso le imprese possa rappresentare uno degli assi di sviluppo del servizio Eures nel futuro è stata già citata nel paragrafo dedicato alle potenzialità ancora inespresse dal servizio. Tab. 2 - Utenti Eures per tipologia - valori % Tipologia di utenti Persone in cerca di lavoro Bologna Milano Trento Firenze Torino Bari Sassari Napoli Verona Media 76,0 76,0 97,0 m.r. 99,5 95,0 97,0 70,0 86,0 87,1 Imprese/enti/ associazioni 24,0 24,0 3,0 m.r. 0,5 5,0 3,0 30,0 14,0 12,9 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 5.1.1 Persone in cerca di lavoro: una classificazione Una prima indicazione richiesta agli Euroconsiglieri era di stimare quanti di coloro che si rivolgevano alla rete Eures fossero già iscritti ad altri servizi offerti dai Spi. Rispetto a questo dato, le informazioni sono molto frammentarie avendo raccolto solo un numero piuttosto esiguo di indicazioni: c’è da dire che buona parte delle mancate risposte erano già state anticipate dall’Euroconsigliere durante l’intervista. Comunque, pur nella sua estrema parzialità, il dato indica che la media degli utenti “già iscritti” sarebbe del 55%, con una oscillazione dal 70 al 36%. Una interpretazione di questo risultato potrebbe derivare dal fatto che l’utenza che si rivolge ad Eures è un’utenza “sostanzialmente diversa” da quella di coloro che abitualmente si rivolgono ai Spi sia per la capacità (la lingua soprattutto) o la propensione personale ad accettare un lavoro all’estero (adattamento al diverso stile di vita, legami, attese, ecc.), sia per il fatto che, come vedremo, alcune tipologie consistenti di aspiranti lavoratori (gli studenti universitari ad esempio) attivano questa modalità di ricerca del lavoro – soprattutto temporaneo – quando sono ancora in una fase antecedente alla ricerca 47 ISFOL – Area Mercato del Lavoro stabile di un lavoro e quindi non hanno, nella maggioranza dei casi, necessità di rivolgersi stabilmente ai Spi. Se si fa riferimento alla ripartizione per fasce di età delle persone in cerca di un lavoro all’estero (vedi tab. 3 e fig. 14) si nota subito che l’età dell’80% della popolazione degli aspiranti lavoratori che si rivolge ad Eures è collocata tra i 18 e i 35 anni (fascia 18-25 + fascia 26-35). Tab. 3 - Utenti del servizio Eures per fasce di età - valori % e media Fascia di età Da 18 a 25 anni Da 26 a 35 anni Da 36 a 45 anni Oltre 45 anni % Media % Max % Min 41,4 39,8 12,4 80,0 55,0 30,0 24,4 15,0 5,0 6,4 28,0 0,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fig. 14 - Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per fasce di età: percentuale media, massima e minima % media % massima % minima 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 18-25 anni 26-35 anni 36-45 anni oltre 45 anni Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Inoltre la somma delle percentuali delle altre due categorie – fascia da 36 a 45 anni e fascia oltre i 45 anni – anche nel caso di incidenza massima, supera di poco la soglia del 40% come nel caso dell’Euroconsigliere 16 (vedi tab. 4). 48 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 4 - Utenti del servizio Eures per fasce di età nei singoli casi di osservazione Fascia di età Euroconsigliere 2 Euroconsigliere 3 Euroconsigliere 4 Euroconsigliere 6 Euroconsigliere 9 Euroconsigliere 10 Euroconsigliere 13 Euroconsigliere 14 Euroconsigliere 16 Da 18 a 25 Da 26 a 35 Da 36 a 45 43,0 43,0 34,0 50,0 24,0 40,0 80,0 30,0 28,0 48,0 22,0 53,0 37,0 53,0 45,0 15,0 55,0 30,0 8,0 30,0 10,0 10,0 15,0 10,0 5,0 10,0 14,0 Oltre 45 1,0 5,0 3,0 3,0 8,0 5,0 0,0 5,0 28,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. La ripartizione fatta in base al sesso (tab. 5) evidenzia, nelle prime due fasce di età, una sostanziale equivalenza, a livello medio, tra uomini e donne mentre si registra una prevalenza, nelle ultime due fasce di età, del sesso maschile (circa il 70%). Nella tab. 6 è invece riportata l’incidenza delle donne nelle diverse fasce di età nonché l’oscillazione percentuale relativa. C’è da osservare che i dati non sono ponderati per il numero di utenti che insistono su ciascun servizio Eures, bensì calcolati – in mancanza di un dato numerico di riferimento – assumendo che in tutte le situazioni ci sia la stessa affluenza. Per quanto riguarda invece la tipologia di persone in cerca di lavoro che si rivolgono al servizio, riportiamo di seguito una classificazione rispetto ad alcune categorie (tab. 7). Tab. 5 - Utenti del servizio Eures per classi di età e sesso - valori % Donne Uomini Val. % Val. % Da 18 a 25 anni Da 26 a 35 anni da 36 a 45 anni 47,0 43,0 28,0 53,0 57,0 72,0 Oltre 45 anni 32,0 68,0 Fascia di età Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Tab. 6 - Utenti del servizio Eures: incidenza dell’utenza femminile - valori % Utenza femminile Fascia di età % Max % Min Da 18 a 25 anni Da 26 a 35 anni da 36 a 45 anni 70,0 50,0 60,0 28,0 36,0 5,0 Oltre 45 anni 80,0 10,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 49 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 7 - Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per tipologia - valori % e media % Media Tipologia % Max % Min Non occupati Studenti (non universitari) Studenti universitari Mobilità/cassa integrazione 52,1 6,5 27,4 0,3 74,0 26,0 47,0 1,0 13,0 0,0 7,0 0,0 Occupati 13,8 23,0 2,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Questa tabella ci conferma l’ipotesi, fatta in precedenza, che circa il 50% degli aspiranti lavoratori che si presentano ad Eures usufruiscono già di altri servizi offerti dai Spi. Infatti se ci si riferisce alla tab. 8 e si ipotizza che i “non occupati” e i “cassa integrati” siano per definizione utenti dei Spi (la somma delle due categorie vale il 52,4%), si noterà che poco meno del 50% degli utenti di Eures si riferiscono a delle categorie (gli studenti, ad esempio) i cui appartenenti hanno, molto verosimilmente, una elevata probabilità di accedere al servizio in maniera autonoma o quantomeno estranea al mondo dei Spi (annunci o passaparola). 5.1.2 I canali informativi di conoscenza del servizio Il risultato dell’indagine circa le modalità attraverso le quali si è venuti a conoscenza di Eures viene proposto nella tab. 8 in cui sono riportate in ordine decrescente i diversi canali di informazione che hanno permesso un avvicinamento degli utenti al servizio. Tab. 8 - Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio - valori % e media % Media Modalità di conoscenza del servizio Informazioni dai Cpi Mass media Sito Internet comunitario Com. informale (cd. Passaparola) Sportelli di orientamento diversi dai Spi Eventi di comunicazione (fiere, convegni, giornate di studio) Brochure/depliant illustrativi Sito Interne locale Manifesti/locandine promozionali Altro % Max % Min 26,3 19,4 15,9 13,7 23,7 9,9 10,5 10 3,1 60,0 40,0 40,0 20,0 25,0 20,0 20,0 15,0 8,0 5,0 8,0 0,0 5,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 2,1 10,0 0,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Dall’osservazione dei dati riportati è possibile rilevare come i canali di informazione strutturati nei Cpi o all’interno di sportelli per l’orientamento (come Cilo, Col, Informagiovani) conoscano percentuali medie quasi doppie rispetto a canali come 50 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Internet o materiale illustrativo, confermando quanto veniva poc’anzi sottolineato in merito alla promozione del servizio: il canale privilegiato per il contatto con un’utenza così particolare rimane quello offerto dai servizi informativi strutturati, possibilmente ad personam, quando non consulenziale, la cui complessità è dovuta all’intervento di personale formato per fornire informazioni qualificate, alla presenza di spazi dedicati all’autoconsultazione o, meglio, al colloquio. Tra l’altro, le iniziative messe in atto dal coordinamento nazionale per formare i Referenti sul territorio vanno esattamente incontro a questa esigenza. Un certo impatto sembrano procurare le informazioni veicolate attraverso i mass media ed il sito istituzionale della Commissione (al quale, dalla seconda metà del 2002, si è aggiunto il sito nazionale: www.minwelfare.it/NR/eures) mentre di portata più circoscritta è la ricaduta sull’utenza del materiale a stampa, di vario tipo, la cui funzione (ai fini di un servizio così particolare) può limitarsi ad una prima generica informativa, per poi rimandare all’Euroconsigliere. Ciò conferma la sensazione degli Euroconsiglieri che queste modalità di promozione non siano del tutto efficaci ed è, a nostro avviso, anche la diretta conseguenza del fatto che gli investimenti promozionali sono stati indirizzati per comparire sui mass media (annunci, articoli) e nel cercare di promuovere il servizio direttamente sul territorio attraverso i Referenti. Tra l’altro ricordiamo che la spesa in brochure è una delle prime a cui l’Euroconsigliere dichiara di dover rinunciare in mancanza di fondi esattamente assegnati per la promozione del servizio. La situazione di dettaglio, valida per gli Euroconsiglieri che hanno risposto, è riporta nella tab. 9. 5.1.3 Volumi di attività: contatti, candidature, ricandidature La tabella seguente riporta in dettaglio la situazione, relativamente agli Euroconsiglieri che hanno fornito risposta sia per quanto riguarda l’attività quantitativa del servizio nel triennio 1999-2001 espressa in termini di: numero di contatti avuti, numero di contatti trasformatisi in candidature, numero di candidature a cui è stata fatta una proposta, sia in termini di “efficacia del servizio”, misurata come percentuale di proposte che sono state accettate dall’aspirante lavoratore. I risultati sono proposti nella tab. 10 e nella fig. 15. Analizzando la fig. 15 si noterà come il trend di sviluppo della penetrazione del servizio verso le persone in cerca di lavoro sia molto positivo ed abbia portato nel triennio – relativamente ai casi analizzati e con i vincoli espressi nella premessa – a quintuplicare i contatti e quasi a decuplicare il numero delle proposte. Sempre sullo stesso argomento la fig. 16 cerca di entrare nel dettaglio dell’efficacia del Servizio misurando il numero di proposte accettate ogni 100 contatti, passando attraverso le fasi della formalizzazione della candidatura e la presentazione dell’offerta al candidato. 51 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 9 - Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio nei singoli casi di osservazione Modalità di conoscenza del servizio Informazioni dai Cpi Mass media Sito Internet comunitario Com. informale (cd. Passaparola) Sportelli di orientamento diversi dai Spi Eventi di comunicazione (fiere, convegni, giornate di studio) Brochure/depliant illustrativi Sito Internet locale Manifesti/locandine promozionali Altro Euroc. 2 Euroc.3 Euroc. 4 Euroc. 6 Euroc. 9 Euroc. 10 Euroc. 13 Euroc. 14 Euroc.16 % % % % % % % % % 20,0 12,0 18,0 8,0 20,0 20,0 12,0 10,0 8,0 8,0 16,0 17,0 60,0 15,0 0,0 20,0 20,0 10,0 20,0 10,0 25,0 25,0 2,0 6,0 20,0 40,0 15,0 10,0 5,0 20,0 20,0 10,0 5,0 25,0 40,0 5,0 17,0 10,0 5,0 5,0 10,0 25,0 0,0 15,0 3,0 4,0 15,0 15,0 0,0 10,0 5,0 5,0 20,0 15,0 4,0 15,0 2,0 5,0 0,0 8,0 9,0 10,0 5,0 0,0 0,0 0,0 20,0 0,0 0,0 2,0 5,0 5,0 0,0 0,0 0,0 5,0 0,0 5,0 1,0 1,0 3,0 0,0 0,0 7,0 0,0 0,0 0,0 10,0 0,0 2,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 52 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Fig. 15 - Utenti del Servizio Eures: volumi di attività - valori assoluti N. contatti N. candidature N. proposte 50000 45000 40000 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 1999 2000 2001 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Come si noterà, nel corso del triennio è aumentata del 50% la percentuale di candidature accettate come pure quella delle candidature che hanno ricevuto una proposta. Invariata nel biennio 2000-2001 la percentuale di accettazione che si attesta intorno al 7% ed è in aumento rispetto al 4% del 1999. Se la fig. 16 viene letta in abbinamento alla tab. 11 si ottengono i seguenti risultati. In media 4 utenti su 10 che si presentano all’Euroconsigliere alla fine del colloquio di orientamento decidono di candidarsi nel database di Eures: di questi 2 ricevono una proposta e solo 1 alla fine la accetta. Fig. 16 - Utenti Eures: volumi di attività - valori % % Candidature % Proposte % Proposte accettate 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 1999 2000 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 53 2001 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Questa osservazione consente di riflettere sul fatto che una consistente quota delle attività dispiegate da Euroconsiglieri e collaboratori Eures viene rivolta ad azioni di preselezione dei candidati: tale quota potrebbe essere efficacemente ridotta con la realizzazione di un forte orientamento dell’utenza realizzato direttamente sul territorio attraverso le strutture Spi, nonché implementando le azioni di informazione. Il secondo punto da evidenziare riguarda le proposte fatte ai candidati. A questo proposito c’è da dire che una volta compiuta l’onerosa opera di pre-selezione, la rete Eures sembra avere una buona capacità di dare una risposta positiva a chi dimostra di avere i requisiti richiesti: infatti, a quanto pare, l’efficacia registrata nel 2001 su questo punto è stata del 30% circa se si pensa che a fronte di 20.744 candidature è stata data una risposta positiva in ben 6.556 casi (vedi tab. 10). Tab. 10 - Servizio Eures: volumi di attività relativi al periodo 1999-2001 Anno N. contatti N. candidature N. proposte % proposte accettate 1999 2000 2001 9.865 3.008 806 14.046 4.431 2.988 45.180 20.744 6.556 47,5 44,3 36,6 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Tab. 11 - Utenti del servizio Eures, volumi di attività Anno % Media proposte accettate % Max % Min 1999 2000 70,5 78,7 100,0 90,0 41,0 71,0 2001 75,3 80,0 70,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. A completamento del quadro relativo ai rapporti con l’utenza, in particolare sotto la chiave di osservazione offerta dai volumi di attività dispiegati, un dato interessante è quello relativo alle ricandidature da parte di quegli utenti che, dopo aver finito un’esperienza di lavoro all’estero fossero interessati ad una nuova opportunità: è stato pertanto chiesto a tutti gli Euroconsiglieri di stimare quanti lavoratori tornano a riproporre la propria candidatura dopo un’esperienza lavorativa all’estero. I dati raccolti sono molto diversi da territorio a territorio. Il valore più frequentemente riportato si aggira intorno al 40-50% anche se non mancano valutazioni che se ne differenziano notevolmente, come nel caso dell’Euroconsigliere n. 7, che stima un valore prossimo all’80%, a fronte di una valutazione di parere diametralmente opposto dell’Euroconsigliere n. 10 secondo cui solo 3 persone su 100 si ricandidano e dell’Euroconsigliere n. 9, secondo il quale la 54 ISFOL – Area Mercato del Lavoro percentuale è altrettanto bassa (10%) perché le persone in cerca di lavoro “non sono così disponibili ad andare al lavorare all’estero”. Un altro contributo che potrebbe in parte aiutare nella comprensione del fenomeno delle ricandidature è quello che ci viene proposto dagli Euroconsiglieri 4 e 8 che individuano tra coloro che non hanno trovato ancora un contratto a tempo indeterminato i più probabili ricandidati. 5.1.4 Le imprese Come già riportato in tab. 5 le imprese rappresentano in media solo il 12,9% del totale dell’attività di Eures. Su questo argomento si rimanda alle considerazioni già effettuate nei capitoli precedenti, mentre nel presente paragrafo si tenterà una osservazione dei volumi di attività del servizio Eures nei confronti di questa porzione di utenza. Se si considera la quota di proposte delle aziende accettate dai candidati, si evidenzia un grado di soddisfazione consistente, dal momento che la media delle proposte accettate si aggira su valori compresi tra il 70 ed il 75%. Interessante è il dato restituito dalla differenza tra percentuale minima e percentuale massima, che da 59 punti percentuali del 1999 si è progressivamente ridotta, profilando un quadro tutto sommato omogeneo al livello delle realtà osservate, sebbene occorra ricordare come l’incidenza di tale fronte di attività sia ancora abbastanza modesta, fatte salve aree con forti picchi stagionali di attività come il Trentino, il Veneto, la Valle D’Aosta, la Liguria, ecc., ovvero caratterizzate da una cronica mancanza di manodopera. 5.2 Percezione della soddisfazione degli utenti Di seguito riportiamo le aree di indagine rispetto alle quali abbiamo chiesto agli Euroconsiglieri di esprimere quanto, secondo la loro percezione, gli utenti del servizio fossero soddisfatti, ovvero: la soddisfazione globale di tutti gli utenti; la soddisfazione degli aspiranti lavoratori; la soddisfazione delle imprese. I dati riassuntivi della soddisfazione riportati nella tab. 12 e nella fig. 17 sono relativi alle due tipologie di utenza individuate, persone in cerca di lavoro e imprese. Come è possibile osservare, negli Euroconsiglieri è prevalente la sensazione che si potrebbe fare qualcosa in più in termini di offerta di servizi rispetto alle aspettative ed ai fabbisogni dell’utenza stessa, tanto che la loro percezione prevalente è del tipo “non del tutto soddisfatto” (che accomuna circa il 37% degli intervistati), a fronte di un’area della soddisfazione, coperta da poco più del 30% delle risposte fornite. 55 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 12 - Euroconsiglieri: percezione del grado di soddisfazione dell’utenza Val. ass. Percezione della soddisfazione dell'utenza Val. % Molto soddisfatto Soddisfatto Non del tutto soddisfatto Insoddisfatto Molto insoddisfatto 2 3 6 1 1 12,5 18,8 37,4 6,3 6,3 N. R. 3 18,8 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fig. 17 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione dell’utenza 37,4% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 18,8% 20,0% 12,5% 15,0% 10,0% 6,3% 6,3% Molto insoddisfatti Insoddisfatti 5,0% 0,0% Non del tutto soddisfatti Soddisfatti Molto soddisfatti Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Tuttavia, rispetto alle singole tipologie di utenza, si riscontrano situazioni dal profilo non del tutto coincidente con quello complessivo. In particolare nella fig. 18, dove sono invece riportati i valori relativi alla percezione del grado di soddisfazione delle persone in cerca di lavoro, la percezione prevalente degli Euroconsiglieri è, questa volta, del tipo “soddisfatto” (37,4%). Nonostante questo, il livello medio di soddisfazione si posiziona su un valore di non completa soddisfazione (vedi fig. 18) e questo a causa dell’elevata percentuale (18,8%) di aspiranti lavoratori ritenuti insoddisfatti. Sul versante delle imprese, per contro, è possibile osservare una situazione di segno opposto; infatti, i dati riassuntivi i riportati nella fig. 19 evidenziano come gli Euroconsiglieri ritengano che tale porzione di utenza esprima un buon grado di soddisfazione verso i servizi che la rete Eures riesce ad offrire loro: pertanto, la percezione media ricade ampiamente nella zona della soddisfazione. 56 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Fig. 18 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle persone in cerca di lavoro 37,4% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 18,8% 20,0% 18,8% 15,0% 10,0% 6,2% 5,0% 0,0% 0,0% Molto soddisfatto Soddisfatto Non del tutto soddisfatto Insoddisfatto Molto insoddisfatto Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Fig. 19 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle imprese 30,0% 25,0% 25,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 6,2% 5,0% 0,0% 0,0% Molto soddisfatto Soddisfatto Non del tutto soddisfatto 0,0% Insoddisfatto Molto insoddisfatto Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. Indicatori indiretti di percezione Nessuno degli Euroconsiglieri adotta un sistema “scientifico” (indagini a campione, questionari di soddisfazione post colloquio o post-offerta) per misurare la soddisfazione dei propri “clienti” anche se sono in molti quelli che ritengono che, forse, un sistema di rilevazione andrebbe adottato. A titolo puramente indicativo gli indicatori qualitativi adottati per la misura della soddisfazione degli utenti si riferiscono sempre all’aspetto relazionale che si instaura tra l’Euroconsigliere e l’aspirante lavoratore quali ad esempio telefonate, gli auguri per Natale e i segnali di soddisfazione post-colloquio. 57 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 5.3 Selezione e orientamento degli utenti 5.3.1 Le modalità In relazione all’intensa attività di accoglienza degli utenti da parte degli Euroconsiglieri e degli Assistenti, si possono identificare alcuni “modelli operativi” che esemplificano i comportamenti adottati dagli intervistati. Modello A Appuntamento telefonico, accoglienza e colloquio finalizzato “in primis” alla valutazione della motivazione alla mobilità dei candidati, poi si procede allo screening delle competenze. Viene operato il confronto domanda/offerta con successivo ritorno di informazioni. Modello B Primo contatto telefonico comprendente già la valutazione della conoscenza della lingua (inglese o francese). Se il livello di conoscenza della lingua è ritenuto adeguato si procede all’accoglienza ed al colloquio di selezione altrimenti, in caso di inadeguatezza, si continua con un colloquio telefonico di orientamento con invio ad altri settori dei Servizi per l’impiego. Modello C Primo contatto telefonico o via e-mail nel quale vengono fornite già prime informazioni; invito a spedire il curriculum vitae per operare un primo livello di valutazione delle esperienze; accoglienza personale con approfondimenti mirati sul profilo professionale di riferimento. I modelli sinteticamente proposti mettono in luce delle prassi consolidate di gestione del rapporto con gli utenti, pur nella specificità dei diversi approcci. In particolare si rileva: una puntuale attenzione volta ad esplorare, innanzitutto, la reale motivazione che spinge le richieste dei candidati, che spesso si avvicinano ad Eures con aspettative non propriamente in linea con le offerte contenute nella della banca dati della rete. Viene offerta una attività di consulenza di primo livello nell’ottica di favorire una maggiore “consapevolezza della domanda”; l’uso del primo contatto telefonico con l’utenza quale opportunità di consulenza e/o orientamento, che si realizza con la valutazione “in diretta” delle conoscenze linguistiche. Ciò comporta dei benefici anche in termini di impatto fisico dell’utenza presso le sedi Eures, spesso non attrezzate a gestire in maniera flessibile il rapporto con il pubblico. 58 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tutti gli Euroconsiglieri (tranne uno appartenente al coordinamento nazionale) utilizzano il colloquio come strumento di valutazione dei candidati, in tre casi in combinazione con test e strumenti autodescrittivi (Euroconsiglieri 8,11,14). 5.3.2 La gestione del colloquio Il colloquio rappresenta uno dei momenti caratterizzanti sia l’attività di orientamento che di selezione degli utenti, ma al tempo stesso si configura come vero e proprio metodo di lavoro, uniformemente adottato dagli Euroconsiglieri, dagli Assistenti e dai Referenti. Si tratta, in sostanza, di condurre un’intervista che si prefigge di ottenere risultati differenti, e la cui bontà è innanzitutto garantita dalla chiara definizione, da parte dell’intervistatore, degli obiettivi da raggiungere ovvero se riferiti ad una pura e semplice raccolta di dati, di valutazione di competenze o, ancora, di orientamento professionale. Aldilà delle possibili definizioni teoriche che possono essere citate per definire il colloquio, si è cercato di esplorare la possibile struttura o architettura che, più o meno consapevolmente, viene adottata dagli Euroconsiglieri. Le risposte fornite evidenziano che: 9 Euroconsiglieri utilizzano uno “schema libero” nella conduzione delle interviste, ovvero non esplicitamente descritto da un protocollo articolato e definito. Ciò non significa, necessariamente, che tale approccio rappresenti una modalità improvvisata “sul momento”, di difficile controllo e tutta centrata sulla soggettività del conduttore. In realtà si fonda sul principio di “seguire” il candidato nel suo argomentare avendo ben chiaro l’obiettivo del colloquio; 3 Euroconsiglieri organizzano il colloquio sulla base dell’analisi del curriculum dei candidati, agganciando l’indagine sulla significatività delle esperienze degli intervistati; 3 Euroconsiglieri prediligono strutturare il colloquio affidandosi ad una “scaletta mentale” che li aiuta a chiarirsi le idee, senza essere vincolati da schemi prescritti; 3 Euroconsiglieri si affidano ad una prassi consolidata dall’esperienza che, seppur non riproducibile come modello, li rende sufficientemente sicuri di ottenere buoni risultati; 1 Euroconsigliere (11) gestisce il colloquio attraverso una scaletta standard unitamente all’utilizzo di un questionario adattato al target di utenti. Tale approccio non è casuale, ma determinato dalla formazione come Counselor (laurea breve in Psicologia); 1 Euroconsigliere (16) conduce l’intervista sulla base di una prassi consolidata che prevede l’approfondimento della storia personale del candidato, un momento di consulenza finalizzato a renderlo consapevole circa le caratteristiche del suo profilo professionale, ed infine la condivisione dei suoi punti forti in funzione delle possibili offerte della banca dati Eures. 59 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 6. EURES: ORGANIZZAZIONE E RUOLI 6.1 Struttura operativa Dall’analisi comparativa degli organigrammi emerge che tutti gli intervistati risultano inseriti, nell’amministrazione di appartenenza, all’interno delle strutture preposte presso l’assessorato al lavoro e posizionati direttamente al di sotto della figura apicale della struttura stessa (dipartimento/area/settore ). L’omogeneità delle situazioni osservate lascia il posto ad un quadro molto più movimentato quando si sposta l’attenzione verso le ulteriori articolazioni dell’organigramma stesso, funzionalmente al di sotto della figura dell’Euroconsigliere. La previsione di figure di supporto, quali dovrebbero essere gli Assistenti, non è resa operativa in tutte le realtà visitate, sebbene il loro profilo funzionale sia tratteggiato negli allegati alle convenzioni firmate da ciascuna regione per l’attivazione del servizio Eures: all’epoca della rilevazione soltanto il 30% delle strutture visitate comprendeva nei propri organigrammi la figura dell’Assistente, mentre un altro 20% completava la propria organizzazione Eures con la previsione di Referenti territoriali. Va altresì sottolineato come tanto la maggior parte degli Euroconsiglieri che gli Assistenti svolgano un doppio incarico lavorativo, essendo nei fatti la loro collocazione quella riferita alla mansione svolta nell’ambito delle strutture Spi e non quella relativa al servizio Eures: degli intervistati, circa il 35% ricopriva l’incarico di Euroconsigliere a titolo esclusivo. 6.2 Ruolo dell’Euroconsigliere Le esperienze professionali prima dell’incarico Il quadro sinottico sottostante sintetizza la posizione professionale di 16 degli Euroconsiglieri intervistati prima dell’assunzione dell’incarico nell’ambito Eures. 60 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Intervistato Tipologia di incarico Euroconsigliere 1 Ministero del lavoro: incarichi sul territorio nazionale nell’ambito delle attività del collocamento Euroconsigliere 2 Servizi per l’impiego Coordinamento uffici per il collocamento Euroconsigliere 3 Ministero del lavoro: impiegata settore previdenza sociale, collocamento disabili, occupazione per l’agricoltura Euroconsigliere 4 Attività di ricerca nel settore sanitario Euroconsigliere 5 Direzione generale Ministero del lavoro: nel gruppo preposto alle procedure Cassa integrazione e “ammortizzatori sociali” Euroconsigliere 6 Praticantato presso studio legale Ministero del lavoro: attività di sportello per avviamenti in generale e contratti formazione lavoro in particolare Euroconsigliere 7 Incarichi universitari Euroconsigliere 8 Incarichi presso l’amministrazione provinciale Euroconsigliere 9 Esperto di orientamento presso Agenzia del lavoro Euroconsigliere 10 Ispettore società private Responsabile uffici sezioni circoscrizionali Euroconsigliere 11 Direzione generale del lavoro: responsabile del settore cooperazione Euroconsigliere 12 Insegnante di lingue (inglese e tedesco) presso centri alberghieri della regione Euroconsigliere 13 Impiegato Ministero del lavoro Ente regionale lavoro Euroconsigliere 14 Incarichi presso Direzione provinciale – ufficio del personale Euroconsigliere 15 Ministero del lavoro: mobilità, statistiche, lavori socialmente utili Euroconsigliere 16 Incarichi presso Ministero La provenienza professionale degli attuali Euroconsiglieri indica un percorso lavorativo maturato all’interno del Ministero del lavoro (in circa due terzi dei casi) nel quadro di attività più centralizzate rispetto alla missione del servizio Eures, pur svolgendo mansioni coerenti o vicine al tema dell’occupazione. Per circa un terzo degli intervistati, la provenienza professionale è risultata essere extra ministeriale, con incarichi svolti presso altre amministrazioni pubbliche, nel mondo della ricerca o dell’insegnamento. Numerose e diversificate risultano pertanto le esperienze professionali di ciascuno: ad esempio l’Euroconsigliere 1 ha avuto la possibilità di maturare significative esperienze con incarichi sistematici sul territorio nazionale, mentre per l’Euroconsigliere 4 l’ingresso nel settore del mercato del lavoro ha rappresentato una vera svolta nel percorso di carriera, alla luce del sostanziale cambiamento avvenuto provenendo dal settore della ricerca sanitaria. L’Euroconsigliere 12 ha avuto un cambio sostanziale nella tipologia di ruolo, in quanto proveniente dal mondo dell’insegnamento della lingua, peraltro utilissima per ricoprire l’attuale incarico. Nei casi in cui gli Euroconsiglieri svolgevano funzioni attinenti al collocamento 61 ISFOL – Area Mercato del Lavoro (dunque nella maggior parte dei casi) il percorso evolutivo dei Spi e quello di implementazione del servizio Eures ha finito con l’ampliare e rendere più complesso il tipo di attività professionale svolto in ambito Spi con “un allargamento dei compiti, peraltro diversi da quelli svolti dal vecchio collocamento”. Gli elementi chiave La figura dell’Euroconsigliere è definita ai sensi dell’art. 4.1 dell’Allegato 1 della decisione della CE 1612/68 del 22.10.1993 in riferimento alle seguenti funzioni: promuove e da sostegno alla integrazione della rete Eures con i Servizi territoriali per l’impiego e le locali politiche del lavoro e formative; svolge funzioni di direzione e coordinamento degli Assistenti e Referenti nell’ambito delle attività legate alle finalità istituzionali della rete, erogate in stretta collaborazione con strutture territoriali dei Servizi per l’impiego e di formazione; verifica la corrispondenza dei servizi di orientamento e di informazione Eures erogati sul territorio secondo quanto richiesto dagli standard di qualità definiti dalla Cee; svolge un’azione di monitoraggio delle attività erogate; svolge attività di marketing della rete nei confronti del sistema locale delle imprese e ne raccoglie i bisogni di personale e di professionalità che si sostanziano in opportunità di lavoro; fornisce utili informazioni ai cittadini comunitari alla ricerca di impiego in Italia; definisce e progetta un piano di formazione e di aggiornamento degli Assistenti e Referenti in una logica di credito formativo e di progressivo miglioramento professionale; cura la predisposizione dei documenti informativi rivolti all’utenza e la organizzazione di incontri pubblici di prestazione del servizio; propone Piani di attività annuale e campagne promozionali del medesimo; si avvale delle azioni di ricerca, sviluppo, formazione effettuate dagli Euroconsiglieri sindacali e datoriali degli Eures transfrontalieri; sviluppa progetti di cooperazione e/o di scambio di lavoratori con soggetti partners della rete; propone modifiche di procedure e dell’organizzazione del lavoro, nell’ambito della propria competenza, ovvero propone procedure alternative ed il ricorso a nuove diverse strumentazioni; svolge attività d’informazione sulle leggi che regolano il mercato del lavoro, nonché sui meccanismi di mobilità nazionale ed internazionale; collabora nella promozione e nella preparazione di programmi e progetti relativi al servizio. La copertura efficace di un ruolo all’interno di un’organizzazione prevede il possesso di requisiti tecnico – professionali, oltre che di efficacia personale che permettono di 62 ISFOL – Area Mercato del Lavoro esplorare il tema delle competenze al lavoro richieste all’Euroconsigliere. Lo sviluppo concettuale della riflessione rende necessario l’approfondimento delle nozioni di competenza e di profilo professionale. Per competenza intendiamo “una caratteristica intrinseca18 individuale che è causalmente collegata ad una performance efficace/o superiore in una mansione o in una situazione, e che è misurata sulla base di un criterio prestabilito”, (Spencer & Spencer, 1995, p. 30). La nozione di profilo professionale è da intendersi come l’insieme delle competenze che servono per svolgere al meglio le attività previste nell’ambito di una determinata posizione organizzativa:la prospettiva entro la quale si colloca tale definizione vuole valorizzare la dinamicità che deve essere fornita all’insieme di caratteristiche “intrinseche” ed “estrinseche” che un individuo manifesta nell’ambito di una “performance lavorativa”. I contenuti e i toni delle interviste, rendono evidente che l’Euroconsigliere: è inserito in un sistema fortemente strutturato, regolato da una normativa complessa ed articolata che spesso non facilita lo svolgimento delle funzioni previste; non si trova sempre in una condizione di allineamento ed integrazione organizzativa soprattutto dopo la riforma dei Spi del 1998; è sollecitato, operativamente, a rispondere a “spinte” e “pressioni” di un mercato del lavoro che spesso non conosce le reali finalità del servizio Eures; incontra utenti che hanno aspettative spesso distanti dalle reali offerte di Eures, indifferenziate o vicine alle tipiche esigenze di richiesta di occupazione stabile; ove riesce a svolgere una efficace azione di promozione del servizio, oltre Internet, valorizzando la presenza di Eures sul proprio territorio e/o presso le aziende, spesso non dispone delle risorse necessarie a poter soddisfare le successive richieste; vive l’insoddisfazione di non poter disporre o gestire risorse economiche in maniera autonoma. 6.2.1 Il profilo professionale Quanto sinora premesso consente di esplorare il tema della complessità del ruolo lavorativo dell’Euroconsigliere, andando a valutare il profilo che emerge al meglio di tre macro aree, ovvero: le conoscenze, da intendersi come il patrimonio del “sapere”; le capacità, che identificano l’area del “saper fare”; 18 Per intrinseca si intende qualcosa che è parte stabile e permanente della personalità d’un individuo del quale può predire il comportamento in un’ampia gamma di situazioni sociali e/o lavorative. Le caratteristiche “intrinseche” indicano “i modi di comportarsi o di pensare che si ripetono nelle loro grandi linee nelle diverse situazioni e perdurano per un periodo di tempo ragionevolmente lungo”, (Guion,1991, p.335). 63 ISFOL – Area Mercato del Lavoro gli atteggiamenti, più propriamente riferibili alle dimensioni del “saper essere”. La costruzione del profilo professionale ideale dell’Euroconsigliere evidenzia spiccati punti-chiave, ovvero, nell’ambito delle conoscenze emergono come dimensioni centrali il possesso di nozioni legate a: normativa comunitaria e del mercato del lavoro; mercato del lavoro (nazionale e locale); lingue straniere (soprattutto inglese e francese). L’area delle capacità evidenzia, quali abilità fondamentali: promozione del servizio; relazionali e comunicative; valutazione ai fini della selezione. L’area degli atteggiamenti è caratterizzata da: empatia, cordialità, disponibilità; flessibilità; spinta ed autorevolezza nel ricoprire il ruolo. La visione d’insieme che gli intervistati propongono, favorisce le seguenti riflessioni: l’area delle conoscenze sottolinea e conferma l’importanza che ricoprono i contenuti tecnico-professionali dell’attività Eures, soprattutto per l’articolata complessità del quadro normativo di riferimento. Emerge come fortemente interiorizzata la consapevolezza di operare in un contesto che presenta specificità sia allargate allo scenario europeo, che nazionale o addirittura locale ove il raffronto sistematico tra le differenti dimensioni rappresenta, oltremodo, un quotidiano stimolo operativo e di auto-aggiornamento; l’area delle capacità viene percepita come la più sollecitata dagli aspetti di marketing del servizio, fortemente in linea con alcune delle funzioni previste dalla figura dell’Euroconsigliere precedentemente illustrate. Viene sottolineata l’importanza di possedere competenze utili a svolgere la propria attività in maniera “proattiva” ove la centralità della relazione con gli utenti assume valore prioritario, esprimendo un indicatore di qualità operativa tipico del mercato aperto; l’area degli atteggiamenti evidenzia la significatività delle dimensioni di “sensibilità interpersonale” tipiche delle professionalità che si confrontano con interlocutori (utenti, datori di lavoro) le cui motivazioni vanno comunque, inizialmente comprese ed accettate, per poi svolgere una differenziata azione di collocamento e/o orientamento. In tal senso, la competenza nel proporsi in maniera flessibile e disponibile, può rappresentare, oltre i possibili elementi di tipo normativo, la vera spinta ad interpretare il ruolo in una prospettiva allargata e propensa ad interagire sia con i Servizi per l’impiego, i centri di orientamento sia con le realtà aziendali del territorio. In generale la lettura trasversale delle tre aree evidenzia elementi di competenza fortemente legati ad aspetti discrezionali/personali ritenuti salienti per il profilo ideale dell’Euroconsigliere, ovvero dimensioni riconducibili ad aspetti di efficacia personale che 64 ISFOL – Area Mercato del Lavoro possono essere meglio interpretati se si fa riferimento al concetto di “intelligenza emotiva “introdotta da Goleman (1995) sulla base dei contributi di Reuven Bar-On (1992) che la descrive come “una gamma di abilità personali, emotive e sociali che influenza la capacità di fronteggiare le esigenze e le pressioni dell’ambiente”. Tale allargamento di prospettiva culturale aiuta ad inquadrare meglio la visione espressa dagli intervistati che, evidentemente, non si sono distaccati dalle esperienze personali nel disegno del profilo professionale ideale dell’Euroconsigliere, esprimendo una visione che sottolinea il forte impegno di risorse individuali richiesto sia per gestire l’operatività che nel fronteggiare possibili vincoli organizzativi o burocratici. Ciò sembrerebbe configurarsi quasi come un paradosso: in un sistema fortemente regolato da leggi e normative, e quindi da procedure che dovrebbero “disegnare” e facilitare i flussi operativi, ciò che risulta sostanziale è lo spirito d’iniziativa, la motivazione personale profonda, la continua spinta verso il raggiungimento di obiettivi e risultati al pari di imprenditori o liberi professionisti. Appare come plausibile l’ipotesi per la quale l’Euroconsigliere si trova a dover mediare le tipiche esigenze di mercato (del lavoro), ovvero dinamicità, flessibilità, imprevedibilità con esigenze di inquadramento della domanda in un ambito giuridico-normativo, notoriamente caratterizzato da rigidità, staticità, ripetitività. La sollecitazione personale viene alleggerita se il sistema giuridico viene vissuto dall’Euroconsigliere come risorsa che tutela l’incontro tra domanda e offerta del mercato stesso, ponendolo al riparo da possibili azioni che ne snaturerebbero la vocazione comunitaria e la spinta a favorire la mobilità dei lavoratori. È altresì legittimo pensare che tali indicazioni risentano del momento storico che Eures sta vivendo, ovvero la differente situazione organizzativa che si è determinata dopo il decentramento che ha visto ricontestualizzato il servizio all’interno delle strutture regionali e provinciali. Le figure professionali di riferimento La metà degli intervistati riferisce di non avere specifiche figure professionali alle quali ispirarsi nello svolgimento della attività, se non a sé stessi ed al bagaglio di esperienze personali. Una preferenza viene accordata (Euroconsigliere n. 11) ai colleghi Eures della Francia, ritenuti all’avanguardia per l’attenzione posta all’utilizzo di modelli e strumenti operativi. Per il gruppo rimanente si registrano risposte poco significative, con l’eccezione dell’Euroconsigliere 19 la quale sostiene di ispirarsi alla figura del selezionatore e del formatore d’azienda, con uno spirito e un atteggiamento operativo diverso però, “in quanto il servizio, a differenza di quello privato, in questo caso è gratuito”. 65 ISFOL – Area Mercato del Lavoro L’autopercezione Vengono identificati in termini di autodescrizione come punti di forza, ovvero elementi stabilmente in possesso e caratterizzanti la professionalità degli Euroconsiglieri: la conoscenza del mercato del lavoro; la capacità di stabilire relazioni efficaci con gli altri, nella prospettiva di coltivare e mantenere una rete informale di rapporti che spesso supplisce alla mancanza di una rete formale; la disponibilità e la volontà di soddisfare le richieste degli utenti, ovvero la competenza nel percepire le motivazioni degli altri. Il confronto con le indicazioni emerse relativamente al profilo ideale dell’Euroconsigliere porta ad evidenziare un sostanziale allineamento delle autovalutazioni alle competenzechiave di conoscenza del mercato del lavoro, di abilità comunicative e relazionali e di empatia. In termini di autoconsapevolezza, non risultano percepiti come stabili e consolidate la conoscenza delle lingue nell’area del sapere, la capacità di promuovere efficacemente il servizio per l’area del saper fare e l’autorevolezza nel gestire il ruolo per quanto concerne il saper essere. Quest’ultimo aspetto, in particolare, sembra puntualmente riflettere un elemento di criticità che investe l’Euroconsigliere, seppur correttamente identificato, ovvero la ridotta valorizzazione della figura da parte dei Dirigenti delle strutture sia regionali che provinciali o degli enti, che tendono spesso a privilegiare le attività istituzionali delle strutture tradizionalmente presidiate. Le competenze da migliorare per essere in linea con le attese del profilo professionale vengono sostanzialmente riferite a: promozione del servizio presso le aziende e, in generale sul territorio; organizzazione del servizio, per snellire l’operatività, soprattutto attraverso il potenziamento delle risorse (umane, economiche, logistiche) quindi non esclusivamente riferibili ad aspetti di natura personale; Da sottolineare il fatto che quasi nessuno degli intervistati percepisce e fa esplicito riferimento alle competenze necessarie per una corretta organizzazione e gestione delle attività formative. Un’eccezione è costituita dall’Euroconsigliere 20 che sta elaborando un modello formativo aggiornato che vada incontro alle nuove esigenze operative del ruolo, legate più al coordinamento delle varie risorse, che all’erogazione diretta del servizio: “La nuova formazione non avrà più accenni alle lingue e all’informatica, non sarà neanche più insegnato come funziona il back-office, perché la logica è che uno diventa Euroconsigliere se è stato già Assistente, nella nuova ottica dell’avvicendamento, per cui queste cose le sa già o forse non sono necessarie come prima nel suo nuovo ruolo di coordinatore del servizio. A lui serviranno competenze che attengono al “saper essere” e riguardano il miglioramento del sistema di relazioni, il saper creare delle reti significative di rapporti, in primo luogo umani (il networking). Su questi aspetti incentreremo i prossimi moduli formativi”. 66 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 6.3 Organizzazione territoriale: altre figure professionali Lo schema sottostante illustra con maggiore dettaglio la disponibilità o meno di figure professionali di supporto all’Euroconsigliere nei singoli casi complessivamente osservati. La presenza di uno staff di operatori riconducibili al servizio Eures, è riscontrabile in dieci casi esaminati su venti: tuttavia al dato numerico si frappone quello funzionale, che attesta come il profilo professionale delle figure di supporto configuri situazioni operative alquanto differenziate tra loro. Figure professionali che collaborano con l’Euroconsigliere Intervistati Collaboratori Si-No Tipologia collaboratori Euroconsigliere 1 No Euroconsigliere 2 Si Assistente Euroconsigliere 3 Si Assistente Euroconsigliere 4 Si Referenti Euroconsigliere 5 No Euroconsigliere 6 No Euroconsigliere 7 Si Euroconsigliere 8 No Euroconsigliere 9 No Euroconsigliere 10 No Euroconsigliere 11 Si Referenti Euroconsigliere 12 Si Assistente Euroconsigliere 13 Si Referenti Euroconsigliere 14 Si Assistenti (3) Euroconsigliere 15 No Euroconsigliere 16 No Euroconsigliere 17 No Euroconsigliere 18 Si Euroconsigliere 19 No Euroconsigliere 20 Si Assistenti (5) Referenti (4) Assistenti (1) Coloro i quali (6 Euroconsiglieri) si avvalgono del supporto operativo degli Assistenti, seppur impegnati quest’ultimi anche in altri incarichi, possono contare su figure di supporto nella gestione dell’utenza, sia per l’accoglienza, sia nella funzione di “filtro” delle richieste stesse (attraverso un’azione preliminare di selezione che consente all’Euroconsigliere di concentrare la propria azione sulle attività di ordine consulenziale). Tale situazione operativa va considerata al netto delle effettive condizioni nelle quali mediamente vengono dispiegate le attività Eures: la gestione di altri incarichi, i vincoli 67 ISFOL – Area Mercato del Lavoro dettati da una ridotta autonomia economica, il processo di integrazione successivo al decentramento ancora da completare, costituiscono aspetti irrinunciabili nella presente osservazione, pur se incentrata sul versante organizzativo. Per le restanti strutture Eures (quattro) che vedono completati i propri organigrammi con le figure dei Referenti, ovvero con le persone che sono destinate alla promozione e diffusione del servizio Eures presso gli utenti dei Cpi, la situazione si presenta ancor più differenziata, potendo disporre di canali diffusivi territoriali, ma non di figure di supporto nell’attività di taglio propriamente consulenziale. Conseguentemente questi Euroconsiglieri si trovano a dover gestire in prima persona il flusso delle richieste degli utenti, potendo però mantenere ed alimentare rapporti con le strutture del territorio per il miglior orientamento delle richieste del mercato. Relativamente alle dieci realtà che non presentano integrazioni del proprio organigramma ed i cui Euroconsiglieri non si avvalgono dell’aiuto di collaboratori, occorre osservare come tale situazione abbia soltanto dei confini formali, poiché, dal punto di vista sostanziale in alcuni casi si è provveduto ad articolare ulteriormente lo staff Eures. Valga per tutti l’esempio dell’Euroconsigliere n. 19, che presta servizio presso l’ente strumentale della propria regione. Esso è supportato, per quanto riguarda le operazioni di filtro dell’utenza, dall’ufficio Urp (Ufficio relazioni con il pubblico): sebbene il personale che offre sostegno all’Euroconsigliere interagisca, com’è ovvio, anche con utenza non Eures e di conseguenza con altri settori dell’Agenzia, in virtù di quello “spontaneismo organizzativo” che caratterizza lo sviluppo della rete Eures, si è surrogata l’assenza di una struttura di supporto del servizio accentuando il carattere operativo di servizi di fatto già esistenti. 6.3.1 Gli Assistenti: ruolo e profilo professionale Al pari dell’Euroconsigliere sono definite le funzioni dell’Assistente. L’Assistente supporta l’Euroconsigliere nell’esercizio delle sue funzioni e svolge alcuni compiti rapportandosi allo stesso in condizioni di relativa autonomia. In particolare: 1. accoglie i lavoratori e le imprese ed eroga agli stessi informazioni di base e orientamento utilizzando il materiale e le strumentazioni tecnologiche in dotazioni; 2. cura il collegamento con le banche dati Eures sulle offerte di lavoro e le condizioni di vita e di lavoro (Bec, Eures, Info e Internet) rilevando, selezionando ed aggiornando le offerte di lavoro a vocazione comunitaria che interessano il locale mercato del lavoro e curandone la loro diffusione mediante mezzi tecnologici e canali informativi che favoriscano la massima conoscenza all’utenza interessata; 3. inserisce nella banca dati Bec offerte di lavoro provenienti da imprese appartenenti allo Spazio economico europeo che interessano aree geografiche nazionali e/o regionali secondo le modalità stabilite dal coordinamento nazionale; 68 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 4. raccoglie i curricula dei lavoratori alla ricerca di impiego, conduce colloqui ed interviste nei confronti dei candidati alla mobilità interessati a specifiche offerte di lavoro Eures e ne cura il loro inoltro al servizio estero competente, per favorire l’incontro tra domanda e offerte di lavoro o attiva, utilizzando anche le opportunità informative offerte da Internet, percorsi di inserimento mirato; 5. assicura i contatti con i Servizi per l’impiego territoriali ovvero con soggetti autorizzati ed operanti nel mercato del lavoro in modo da diffondere nel territorio la conoscenza dei servizi e delle opportunità informative fornite dalla rete Eures; 6. provvede alla raccolta e all’archivio di leggi, circolari e della documentazione comunitaria riguardante le tematiche del servizio Eures. La visione espressa dal gruppo degli intervistati sottolinea, quali punti cardine dell’attività dell’Assistente la valenza fortemente operativa del ruolo, le cui priorità debbono riferirsi al forte impegno nella gestione della banca dati e accoglienza degli utenti /gestione dei colloqui, sempre nella consapevolezza di essere i rappresentanti della rete, ovvero dedicando attenzione al rapporto con il pubblico sia per gli aspetti di cortesia che di sviluppo dei contatti. Si delinea, dunque, soprattutto per gli aspetti di responsabilità e condivisione valoriale della mission di Eures, un “alter ego” dell’Euroconsigliere, in grado di poterlo sostituire nell’esercizio delle sue funzioni. Anche per l’Assistente gli intervistati hanno delineato il profilo ideale delle competenze indispensabili a ricoprire al meglio il proprio ruolo. L’area delle conoscenze pone in primo piano: lingue straniere (soprattutto inglese e francese); informatiche; tecniche del colloquio. L’area delle competenze operative evidenzia come centrali e distintive le abilità: relazionali; utilizzo di Internet; di selezione ed orientamento degli utenti. L’area delle competenze trasversali, ovvero gli elementi di professionalità che prescindono da aspetti tecnico-specialistici, ma che risultano altresì fondamentali nella copertura del ruolo, sono: diligenza; dedizione; entusiasmo; autonomia operativa in sinergia con l’Euroconsigliere. L’analisi delle competenze del profilo tende a confermare i contenuti espressi nel disegno delle sue funzioni. L’area delle conoscenze si configura come base culturale indispensabile nella gestione dell’operatività e, in particolare si collega coerentemente con l’area delle competenze operative creando un nucleo forte di “competenze di profilo” legate al presidio dell’attività di accoglienza degli utenti sia negli aspetti di relazione che 69 ISFOL – Area Mercato del Lavoro nella gestione del confronto tra domanda e offerta (lingue straniere, capacità relazionali, tecniche di colloquio, selezione e orientamento degli utenti). Si riscontrano elementi di comunalità tra le conoscenze di informatica e l’abilità operativa di saper gestire Internet, in linea con l’attività di gestione della banca dati, altresì esplicitamente richiesta all’Assistente. Le indicazioni che emergono dall’area delle competenze trasversali, in realtà è da riferirsi agli elementi di “coinvolgimento operativo” personale, utili a garantire una forte spinta verso il raggiungimento di standard eccellenti nella performance. 6.3.2 Ruolo del Line Manager Coerentemente con gli obiettivi della ricerca, sono state formulate, al campione degli intervistati, anche le domande utili ad approfondire gli elementi caratterizzanti il ruolo ed il profilo professionale del Line Manager, ovvero un dirigente della regione referente degli Euroconsiglieri stessi, al quale compete anche il ruolo di interfaccia con il responsabile nazionale del progetto Eures. Le risposte fornite, tuttavia, fanno riferimento alla sola definizione delle responsabilità del ruolo (elementi chiave), mentre non è stato possibile raccogliere dati significativi rispetto alle dimensioni del profilo professionale. Nel corso delle interviste, pertanto, sono state poste in risalto le dimensioni di responsabilità che dovrebbero essere assunte dalla figura esaminata, nei confronti del servizio Eures. Il Line Manager ove presente e conosciuto, appare agli Euroconsiglieri fortemente coinvolto nella gestione di compiti e mansioni tipiche dell’amministrazione regionale e, quindi, non in grado di garantire le priorità del servizio, spesso subordinate all’attività istituzionale della regione. In alcuni casi Eures viene confinato in spazi residuali dell’attività dell’Euroconsigliere. In tal senso, le indicazione successive si configurano come “richiesta” più o meno esplicita di: credere e valorizzare il servizio attraverso una puntuale pianificazione delle attività, nel senso di garantire criteri di pianificazione che rendano compatibili sia le finalità di Eures, che della regione. Spesso avviene una svalutazione indiretta degli obiettivi dell’Euroconsigliere; management di alto livello per amministrare efficacemente la rete: viene qui espressa l’esigenza di interpretare il ruolo in una dimensione più rivolta all’esterno, al mercato, e non solo in funzione di obiettivi e parametri interni, cioè propri soprattutto della struttura amministrativa regionale; ottimizzare e facilitare i rapporti con i Spi nell’ottica di accompagnare Eures nel processo di decentramento nel quale, proprio la dimensione dell’integrazione con i centri operativi del territorio, rappresenta fattore critico di successo, senza snaturare le reciproche identità organizzative. 70 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 6.4 Integrazione operativa delle figure professionali L’analisi del livello di interazione e integrazione delle tre figure, risultata complessa per gli Euroconsiglieri intervistati, ha consentito di tracciare due differenti tendenze nelle risposte fornite. Come “dovrebbe essere”, ovvero la dimensione ideale dell’integrazione tra le tre figure. In tal senso l’interazione tra Line Manager e Euroconsigliere viene sollecitata per garantire una corretta e condivisa azione di pianificazione, e l’Assistente è chiamato a fornire supporto sulla base di un elevato livello di coinvolgimento sugli obiettivi del servizio. Al Line Manager è richiesto un maggior livello di coinvolgimento, sia “culturale che “operativo” rispetto alla rete. In generale, il rapporto tra le tre figure è inteso nella prospettiva di garantire lo sviluppo del servizio. Cosa “avviene nella realtà”, cioè la testimonianza di esperienze dirette (ove registrabili). Il dato più significativo, peraltro prevedibile, evidenzia il fatto che esiste un forte affiatamento tra Euroconsigliere e Assistente, a fronte di un sostanziale distacco con il Line Manager. In generale la triade di rapporti “non esiste” a causa della assenza organizzativa del Line Manager o comunque, ove registrabile la presenza delle tre figure, non ne sono apprezzabili i benefici operativi. Un Euroconsigliere (10), come già citato precedentemente, riferisce che il dirigente responsabile gli ha posto in primo piano le priorità della struttura di appartenenza, e quindi Eures viene svolto in spazi residuali e grazie all’attivazione personale. 71 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 7. L’EUROCONSIGLIERE: FORMAZIONE, OBIETTIVI ED ASPETTATIVE 7.1 I percorsi professionali Il titolo di studio e l’aggiornamento Vengono di seguito riportate le informazioni relative al titolo di studio e alle iniziative di formazione generale e riferite al ruolo. Intervistati Titolo di studio Euroconsigliere 1 Laurea lingue Formazione generale Master pubblica amministrazione Lingua francese Formazione di ruolo Base Euroconsigliere “Vivere e lavoro”: aggiornamento per gli utenti Informatica Euroconsigliere 2 Laurea giurisprudenza Specializzazione scienza delle autonomie Base Euroconsigliere Informatica Euroconsigliere 3 Laurea sociologia Base Euroconsigliere Lingua inglese Euroconsigliere 4 Laurea biologia Base Euroconsigliere Lingua inglese e francese Euroconsigliere 5 Laurea giurisprudenza Normativa lavoro Urp Base Euroconsigliere Lingua inglese Euroconsigliere 6 Laurea giurisprudenza Diritto del lavoro Base Euroconsigliere Comunicazione Tecniche di colloquio Informatica Euroconsigliere 7 Laurea scienze politiche Lingua Iinglese Base Euroconsigliere Euroconsigliere 8 Diploma Marketing Base Euroconsigliere Euroconsigliere 9 Laurea sociologia Lingua inglese Base Euroconsigliere Lingua inglese Euroconsigliere 10 Diploma Base Euroconsigliere 72 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Intervistati Titolo di studio Euroconsigliere 11 Diploma Counselor - Laurea breve in psicologia Euroconsigliere 12 Laurea lingue e letteratura straniera Laurea giurisprudenza Laurea sociologia Privacy Euroconsigliere 13 Euroconsigliere 14 Formazione generale Formazione di ruolo Base Euroconsigliere Bilancio delle competenze Base Euroconsigliere Statistiche mercato del lavoro Consulente per l’orientamento Amministrazione Team-Building Informatica Decentramento amministrativo Base Euroconsigliere Master specializzazione diritto del lavoro Base Euroconsigliere Lingua inglese Base Euroconsigliere Euroconsigliere 15 Diploma Euroconsigliere 16 Laurea giurisprudenza Euroconsigliere 17 Laurea Base Euroconsigliere Euroconsigliere 18 Laurea in scienze politiche internazionali Base Euroconsigliere Comunicazione interpersonale Bilancio di competenze Euroconsigliere 19 Laurea in lingue Euroconsigliere 20 Laurea Corso sulla previdenza sociale Corso sulla tassazione Base Euroconsigliere Bilancio di competenze Servizi pubblici francesi Base Euroconsigliere Bilancio di competenze Normative libera circolazione dei lavoratori Seminari interni sulle tecniche di colloquio e informatica. Base Euroconsigliere Rispetto al gruppo degli intervistati si evidenzia: 16 laureati, con la prevalenza della laurea in giurisprudenza (5); 4 diplomati. La formazione generale fa registrare esperienze diversificate. Risulta elemento condiviso per 4 Euroconsiglieri l’approfondimento delle tematiche del mercato e del diritto del lavoro. La formazione relativa al ruolo conferma la partecipazione di tutti gli Euroconsiglieri al corso base di avviamento lavorativo. Le conoscenze Lo schema seguente riassume i dati inerenti la conoscenza degli Euroconsiglieri relativamente a: lingua, tecniche di colloquio, competenze informatiche. 73 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Intervistati Lingue Tecnica colloquio Informatiche Euroconsigliere 1 Si, inglese e francese Si Si Euroconsigliere 2 Si, francese No Si Euroconsigliere 3 Si, inglese No Si Euroconsigliere 4 Si, inglese e francese Si Si Euroconsigliere 5 Si, inglese No Autodidatta Euroconsigliere 6 Si, inglese Si Si Euroconsigliere 7 Si, inglese Si Si Euroconsigliere 8 Si, inglese No Si Euroconsigliere 9 Si, inglese Si Si Euroconsigliere 10 Si, inglese No Autodidatta Euroconsigliere 11 Si, inglese Si Autodidatta Euroconsigliere 12 Si, inglese e tedesco No Autodidatta Euroconsigliere 13 Si, inglese No Autodidatta Euroconsigliere 14 Si, inglese No Si Euroconsigliere 15 Si, inglese Si Si Euroconsigliere 16 Si, inglese No Si Euroconsigliere 17 Si, inglese No Si Euroconsigliere 18 Si, francese e inglese No Autodidatta Euroconsigliere 19 Si, inglese No Si Euroconsigliere 20 Si, inglese Si Si Il bagaglio delle conoscenze che caratterizza il gruppo degli Euroconsiglieri identifica per tutti come acquisita la conoscenza della lingua inglese, in 3 casi combinata con la lingua francese, e una volta con il tedesco. Si evidenzia la necessità, per la maggior parte del gruppo, di acquisire una seconda lingua comunitaria per meglio gestire le complessità del ruolo. Inoltre 8 Euroconsiglieri dichiarano di aver appreso i contenuti teorici relativi alla tecnica di gestione dei colloqui (per approfondimenti vedi par. 5.3.1). Tutto il gruppo dichiara una conoscenza, seppur di tipo non sofisticato, dell’area informatica. 7.2 Il confronto con gli altri colleghi ed il livello di soddisfazione Un ulteriore aspetto della figura professionale degli Euroconsiglieri è quello relativo ai rapporti di rete, che costituiscono la base sulla quale ha poggiato nel corso degli anni la costruzione ed implementazione del servizio. La maggior parte di questi (18 su 20) dichiarano di avere scambi con i colleghi della rete seppur riferiti a microcircuiti definiti soprattutto dalla conoscenza personale o dalla vicinanza territoriale. Sul piano istituzionale risulta carente il confronto allargato, per il quale alcuni degli intervistati 74 ISFOL – Area Mercato del Lavoro lamentano l’assenza di supporto del coordinamento nazionale, che in certi casi si traduce in una mancanza di contatti che finisce con il far percepire quella esistente come una situazione di isolamento per l’appunto istituzionale, fatti salvi i rapporti di cui si viene accennando. All’interno di questi ultimi (cementati dal rapporto umano ed in certi casi dalla prossimità territoriale) vengono condivise soprattutto le informazioni relative alla gestione del servizio, alle specificità normative che coinvolgono particolari target di utenti o in vigore nei paesi della comunità. Anche l’ottimizzazione di buone prassi (8 Euroconsiglieri) risulta una modalità significativamente utilizzata (es. integrazione province/Centri per l’impiego – Euroconsigliere n. 11). Un altro versante osservato è quello relativo alla soddisfazione dell’Euroconsigliere, valutata rispetto agli obiettivi che questi si era prefissato (fig. 20). Si registrano tipicamente due aree all’interno delle quali si collocano le risposte. Area della soddisfazione (3 soddisfatto, 5 molto soddisfatto) fondata su argomentazioni fornite relative al buon successo che il servizio Eures ha avuto verso l’estero e l’avvio di un funzionamento da rete vera e propria su tutto il territorio di riferimento, sia sotto il profilo organizzativo che di capillarità (Euroconsigliere 4). Questa, in ultimo, dipende anche dal tipo di risposta fornita dagli utenti e dalle aziende con le quali entrano in contatto. Area della insoddisfazione (1 molto insoddisfatto, 3 insoddisfatto, 3 non del tutto soddisfatto) caratterizzata dalla difficoltà presente nel raggiungere le aziende con una efficace azione di promozione; dallo scarso riconoscimento che viene conferito sia al servizio che al ruolo dell’Euroconsigliere, unitamente alle difficoltà legate alla insifficienza di strutture e servizi. Fig. 20 - Livello di soddisfazione degli Euroconsiglieri 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% Molto soddisfatto Soddisfatto Insoddisfatto Molto insoddisfatto Non del tutto soddisfatto 35% 20% 20% 15% 5% Molto soddisfatto Soddisfatto Non del tutto soddisfatto Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures. 75 Insoddisfatto Molto insoddisfatto ISFOL – Area Mercato del Lavoro 7.3 Obiettivi e aspettative dell’Euroconsigliere Gli impegni futuri L’orientamento delle risposte tende ad indicare un sostanziale impegno nella promozione del servizio Eures verso le aziende ed in generale sul territorio, con marcati riferimenti al miglioramento del funzionamento della rete locale e l’aumento dell’integrazione efficace del servizio con tutti gli altri erogati dai Spi. In realtà si può lavorare in sinergia con altre funzioni senza, per forza di cose, mortificare il servizio o relegarlo in una posizione organizzativa di second’ordine. Assume carattere di specificità l’azione che verrà intrapresa dall’Euroconsigliere 7 al fine di creare rapporti stabili con il Portogallo per favorire mobilità nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura. Un Euroconsigliere (15) dichiara di voler abbandonare l’incarico qualora non si registri un sostanziale miglioramento dell’organizzazione del servizio Eures ritenuto pressoché inesistente nella sua regione. L’Euroconsigliere 19 si auspica, in primo luogo di migliorare la collaborazione con la propria regione di appartenenza e poi di continuare la formazione ai Referenti perché possano fornire un servizio di informazione sempre più qualificato nelle strutture territoriali, alleggerendo nel contempo il proprio ruolo da compiti di prima informazione sul servizio. Dall’Euroconsigliere 17 viene una riflessione in merito alla possibilità di attestare il servizio Eures presso l’ente strumentale regionale, riproponendo la questione (già accennata in precedenza in merito alla capillarizzazione del servizio) della migliore rispondenza di una struttura agenziale alle caratteristiche dell’attività Eures. Un servizio attestato presso l’ente strumentale consentirebbe “una maggiore autonomia progettuale, supportata da una gestione economica propria, che comporterebbe anche una velocizzazione dei processi operativi. L’agenzia ha poi maggiori possibilità di fare consulenza alle aziende con un conseguente incremento dei fondi da reinvestire. Gli iter burocratici dell’amministrazione regionale sono comparativamente molto più lunghi e farraginosi, ad esempio nella presentazione e approvazione di progetti”. Comunque il riferimento esplicito a una auspicata e migliore capillarizzazione del servizio attraverso una più massiccia collocazione di Referenti Eures nei Cpi territoriali, è più o meno sempre presente negli Euroconsiglieri intervistati. Le azioni di miglioramento personale La tipologia delle risposte fornite dagli intervistati tende ad indicare soprattutto interventi connessi al miglioramento della loro attività piuttosto che formulare vere azioni 76 ISFOL – Area Mercato del Lavoro di sviluppo personale propriamente inteso, ripercorrendo i punti espressi nel paragrafo precedente. Più che una “formalizzazione” dei piani di sviluppo professionale, il gruppo esprime il desiderio di “far meglio” ciò che sta già facendo o colmare le lacune della loro attività, non necessariamente ricorrendo a momenti di “training” o di confronto. In un caso vi è presente nell’Euroconsigliere qualche preoccupazione legata al fatto che possibili azioni di miglioramento personali possano risentire del processo di modifica e normative future: infatti la sua futura autonomia operativa potrebbe essere legata alla sensibilità e all’interesse che il nuovo dirigente avrà nei confronti del servizio, riproponendo peraltro uno dei nodi di maggiore rilievo già osservati a proposito del processo di integrazione e decentramento avvenuto nelle altre regioni. I miglioramenti organizzativi Le indicazioni fornite evidenziano come prioritari: una maggiore autonomia del ruolo dell’Euroconsigliere strettamente connessa ad un maggior riconoscimento, da parte dei Dirigenti, dell’importanza della figura stessa. Ciò indica che la percezione del possibile miglioramento dell’attività non viene centrato su aspetti organizzativi, connessi ad una ottimizzazione dei flussi e dei processi operativi, quanto piuttosto su aspetti legati alla persona ed agli elementi di “cultura organizzativa” che non sembra prevedere, all’interno dei suoi valori, il pieno esercizio dell’attività. In tal senso le esigenze degli enti (regionali, provinciali) che accolgono il servizio Eures, risulterebbero sempre prioritarie e tali da indurre le figure dirigenziali a non conferire l’importanza auspicata al servizio stesso; maggiore autonomia nella gestione delle risorse finanziarie, spesso insufficienti e la cui disponibilità risulta oltremodo ostacolata da procedure troppo vincolanti; aumentare l’impegno nel favorire il decentramento in modo da facilitare lo scorrimento dell’attività e sviluppare un servizio ancor più capillare sul territorio, con la presenza di un maggior numero di Referenti all’interno dei Cpi locali, nella prospettiva di migliorare l’integrazione con i Spi. A differenza di quanto analizzato relativamente all’autonomia del ruolo, qui si sottolinea l’importanza di intervenire su aspetti di ottimizzazione dell’operatività in relazione a due possibili considerazioni: 1. favorire una migliore attività di accoglienza dell’utenza e di precisa individuazione delle esigenze, per garantire sia il rapido soddisfacimento delle richieste, sia per svolgere una puntuale attività di orientamento. Ciò ridurrebbe il carico quantitativo dell’attività dell’Euroconsigliere, a vantaggio di una maggiore qualità nell’attività di consulenza per facilitare l’inserimento in un mercato del lavoro fortemente caratterizzato da eterogeneità di risorse e specificità degli aspetti normativi; 2. incrementare l’attività di informazione soprattutto verso le aziende, nella prospettiva di poter valorizzare la promozione del servizio stesso. I due punti sono fortemente legati tra loro in quanto, qualora l’attività di marketing risultasse efficace e in grado 77 ISFOL – Area Mercato del Lavoro di sensibilizzare i datori di lavoro, la conseguente richiesta di professionalità comporta, per la rete, una sollecitazione operativa straordinaria, caratterizzata da picchi lavorativi che richiedono risposte veloci, specificità nell’individuazione delle professionalità e snellezza nelle procedure, tipiche di una situazione di mercato. Un solo Euroconsigliere (10) non ha sentito l’esigenza di esprimere elementi specifici relativi a possibili miglioramenti organizzativi. Le possibili modifiche alla normativa Il maggior numero di risposte (8) si concentra sulla necessità di riconoscere, giuridicamente, una maggiore autonomia e potere decisionale alla figura dell’Euroconsigliere. L’Euroconsigliere 5 a tal riguardo si esprime ribadendo che non c’è bisogno di apportare modifiche alla normativa quanto, piuttosto, applicare quella già esistente. L’Euroconsigliere 12 non ritiene necessarie delle modifiche specifiche, quanto piuttosto poter aumentare il numero degli Euroconsiglieri nella regione. Gli Euroconsiglieri 19 e 20 concordano sul fatto che sarebbe necessario un maggiore riconoscimento normativo del ruolo dell’Euroconsigliere per quanto riguarda le competenze acquisite e la formazione avvenuta, nel senso di una più chiara e contestualizzata istituzionalizzazione di tale figura all’interno dell’organizzazione dei Spi. Tale ruolo, infatti, in questo contesto, è inquadrato sempre in livelli funzionali preesistenti e diversi da quello dell’Euroconsigliere, in quanto questi non prevedono, al momento, l’esistenza di tale qualifica negli organici provinciali o regionali. 78 ISFOL – Area Mercato del Lavoro RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Ambrosiani M., Utili invasori, l’inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro italiano, F.Angeli, Milano 1999. Beck U., Il lavoro nell’epoca della fine del lavoro, Einaudi, Torino 2000. Carinci F., I due volti della riforma: regionalizzazione e privatizzazione, in “Quaderni di diritto del lavoro e delle relazioni industriali”, n. 22, 1999. Commissione delle Comunità europee, (1998), Modernizzare i Servizi per l’Impiego per sostenere la strategia europea per l’occupazione, Com(1998), 641. Commissione delle Comunità europee, (2000), Agenda per la politica sociale, Com (2000), 379. 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Isfol, (2002), Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2001, Gilli D., Landi R. e Perri G., in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 3/2002, Roma. 79 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Isfol, (2002), Monitoraggio SPI 2001. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, Gilli D., (a cura di), in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2002, Roma. Onori P., Un’economia sbloccata. La svolta degli anni 90 e le politiche per il futuro, Il Mulino, Bologna, 2001. Pizzoli M., Interinale e collocamento privato: I limiti di operatività delle agenzie, “Guida al lavoro de Il Sole 24 ore”, n. 11, 21 marzo 2000. Reyneri E., Sociologia del mercato del lavoro, Il Mulino, Bologna, 1996. Spencer M., Spencer S., Competenza nel Lavoro, F.Angeli, Milano, 1995. Varesi P. A., I servizi per l’impiego. 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Paliotta Gli incentivi all’imprenditorialità nelle politiche attive del lavoro: gli interventi dello Stato e delle Regioni, di M. Mancini e V. Menegatti Strategia europea per l’occupazione: analisi comparata dei Piani nazionali di azione, di L. Incagli e S. Porcari Il lavoro interinale indagine esplorativa, di V. Menegatti e E. Mari La riforma dei Servizi Pubblici per l’impiego: l’originalità del modello italiano, di M. Marocco e L. Incagli Valutare le politiche per l’occupabilità le borse lavoro, di A. Mocavini e M. Lattanzi Modelli per l’occupazione a confronto: strategie OCSE e orientamenti europei, di V. Parisi I sistemi di protezione del reddito dei disoccupati in Italia tra politica sociale e strategia per l’occupazione. Analisi e confronti internazionali, di M. Mancini Interventi per lo sviluppo locale nel Mezzogiorno e ruolo della formazione Rapporto 2000, a cura di D. Gilli Job vacancies in Italia Il quadro teorico, le indagini, le evidenze empiriche, di A. Mocavini e A. Paliotta Valutare gli interventi per l’occupazione: I tirocini di orientamento, a cura di C. Serra Obiettivo occupazione: le strategie dei paesi europei, di M. Curtarelli e S. Porcari Servizi per l’impiego - Rapporto di monitoraggio 2000, di D. Gilli, G. Perri e F. Tantillo Strumenti per le analisi di flusso nel mercato del lavoro - Una procedura per la ricostruzione della struttura longitudinale della Rilevazione trimestrale Istat sulle forze di lavoro, di M. Centra, A. Discenza e E. Rustichelli La riforma del part-time – Il “compromesso tra tutela e flessibilità in Italia ed in Europa”, di M. Emanuele, M. Marocco e E. Rustichelli Ict e “New Ecomomy” – Orientamenti della letteratura e primi elementi per la costruzione di un percorso critico, di A. Paliotta e A. Pannone Il lavoro interinale - Prime Analisi su dati amministrativi, di F. Carmignani, E. Rustichelli e G. Marzano Valutare gli interventi per l’occupabilità - I piani di inserimento professionale ed elementi comparativi con altre misure, a cura di C. Serra Verso nuovi dispositivi di workfare - Lavori socialmente utili - Profili valutativi, di M. Marocco e A. Scialà Monitoraggio Spi 2001 - Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, a cura di D. Gilli 81 ISFOL – Area Mercato del Lavoro n. 2, 2002 n. 3, 2002 n. 4, 2002 n. 5, 2002 n. 6, 2002 n. 7, 2002 n. 1, 2003 n. 2, 2003 n. 3, 2003 n. 4, 2003 La programmazione regionale a sostegno dei Servizi per l’impiego - Azioni di sistema ed integrazione con lo sviluppo locale, a cura di G. Di Domenico Servizi per l’impiego - Rapporto di monitoraggio 2001, di D. Gilli, R. Landi e G. Perri I Servizi privati per l’impiego: il caso delle Agenzie di collocamento, a cura di G. Linfante I nuovi Servizi per l’impiego: esperienze di formazione del personale, di R. Landi Monitoraggio Spi 2002 - “Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture”, a cura di D. Gilli Le politiche per l’occupabilità: Valutazione della loro efficacia attraverso un’analisi sui giovani in cerca di lavoro che hanno partecipato a Piani di inserimento Professionale o a Tirocini, a cura di C. Serra Monitoraggio Spi 2002 - Analisi di profondità dei Centri per l’impiego nelle regioni del Mezzogiorno, a cura della Struttura Isfol di monitoraggio Spi Servizi per l’impiego e sistema imprenditoriale - Esigenze ed aspettative dei datori di lavoro, di G. Di Domenico Indagine sulle attività di monitoraggio svolte dai Servizi per l’impiego, di F. Tantillo e M. Ferrara Rilevazione semestrale sulla domanda di lavoro: il percorso metodologico, di L. Incagli, A. De Sanctis e D. Radicchia 82