Lettere&Commenti
l'Adige
I
Parcheggi a pagamento
Si colpisce nel mucchio
ull’Adige di sabato si afferma che
il passaggio ai parcheggi a pagamento in Bolghera era «atteso da
tempo». Per quel che mi risulta l’unico tentativo di sentire i residenti è stato fatto dai militanti dell’Unione per il
Trentino che la mattina di sabato 20
ottobre 2012, davanti al Poli di Largo
Medaglie d’Oro (fulcro del quartiere),
hanno distribuito un questionario sul
tema, ottenendo (per quel che ne so)
una maggioranza, seppur ristretta, di
contrari.
Degli incontri con i cittadini che erano stati annunciati in precedenza non
si ha notizia (nonostante la richiesta
in tal senso del Presidente della Circoscrizione Oltrefersina), cosicché si sono messi i residenti di fronte al fatto
compiuto.
Se le tariffe saranno uguali a quelle
stabilite per S. Pio X, si può avere
un‘idea di quelli che saranno i costi
per l’acquisto dei famigerati «bollini».
Nel sito del comune capoluogo si può
leggere (per quanto riguarda le «zone
di parcheggio a pagamento» in quel
quartiere): «primo permesso: costo
complessivo annuo di euro 195,89 (euro 130,00 per canone di parcheggio,
euro 50,75 per spesa di istruttoria, solo in sede di primo rilascio, euro 14,62
per imposta di bollo e euro 0,52 per diritti di segreteria). Per gli anni successivi al primo la spesa sarà invece di euro 140,15 all’anno (euro 130,00 canone per il parcheggio e euro 10,15 per
spese di istruttoria)». Non si capisce
perché, quando ormai si può autocertificare quasi tutto nei rapporti con la
pubblica amministrazione, ci si debba veder applicare più di 50 euro di
«spesa per l’istruttoria», mentre da tempo il sistema prevalente (applicato,
tanto per fare un esempio, anche per
stabilire il quantum delle tasse universitarie) vede il cittadino che dichiara
sotto la propria responsabilità situazioni che poi vengono verificate a campione.
Inoltre non si capisce perché, mentre
a Bolzano i bollini sono distribuiti gratuitamente ai residenti (se si vuole controllare di persona basta usare il seguente link: http://www.comune.bolzano.it/mobilita_context02.jsp?area=1
23&ID_LINK=1911&page=2 ), a Trento
i residenti che non hanno la possibilità di usufruire garage o posti auto propri, in affitto o condominiali sono visti come dei polli da spennare alla faccia della tutela dei soggetti più deboli
che dovrebbe essere il faro di una giunta di centro-sinistra.
Anche alla luce di quanto sopra esposto, penso che se il Comune intende
evitare la spiacevole sensazione di voler far cassa sulle spalle dei residenti
meno abbienti, dovrebbe fornire gratuitamente un permesso ai nuclei famigliari che non risultino proprietari
o affittuari o avere a disposizione posti auto o garage in zona.
Bisogna tener conto che anche chi (come me) utilizza il più possibile i mez-
lunedì 29 aprile 2013
La foto del giorno
S
Una farfalla «Delais Eucharis» nel giardino per la conservazione delle specie di Moratuwa, nello Sri Lanka (Epa/Pushpa Kumara)
zi pubblici e/o la bicicletta (cosa che
ho fatto anche durante le ultime nevicate rischiando in più occasioni cadere sulle strade scarsamente pulite), difficilmente può evitare di dover usare
in alcuni casi l’automobile (ad esempio se ci si deve spostare nelle ore notturne o nelle ore serali fuori città) e
quindi, possedendone una, dovrebbe
avere a disposizione uno spazio dove
poterla lasciare senza aggravi ulteriori.
Concludendo mi chiedo perché, mentre su un’imposta tutto sommato graduale come l’Imu Silvio Berlusconi è
andato vicino a vincere le elezioni (e,
vista l’evoluzione della situazione politica, praticamente le abbia vinte), ad
un’imposizione che colpisce tutti indiscriminatamente, nessuno si oppone. Quindi non capisco perché si dovrebbe pagare (200 euro in un anno
non sono proprio una bazzecola per
chi non ha entrate da favola!) per avere ciò che si ha già (e cioè la possibilità di parcheggiare nel quartiere).
Stefano Mattei
I
No all’aumento dell’Iva
Prima sfida del governo
inalmente, dopo due mesi, Enrico Letta è riuscito la dove Bersani ha fallito. Il governo sembra ormai fatto, salvo sorprese sulla fiducia,
ci siamo. Come categorie economiche
non possiamo che esprimere soddisfazione.
F
(segue dalla prima pagina)
... oltre, ovviamente, ai villaggi. Piloni
votivi, capitelli, edicole, immagini, croci
incominceranno a disegnare i paesaggi
della montagna abitata e vissuta. Le cime
non erano incluse, infatti, dentro il
perimetro dello spazio umano.
L’indifferenza e la diffidenza per le fasce
sommitali era pressoché totale nelle
popolazioni alpine. Pertanto, le croci
disseminate nella media montagna
coltivata fanno parte integrante del
paesaggio culturale fino ai nostri giorni.
Viceversa, le croci sulle vette sono il
portato della frequentazione cittadina
della montagna iniziata con l’affermarsi
del turismo. Al seguito di tale fenomeno
anche le comunità valligiane, su iniziativa
dei parroci e delle associazioni religiose
popolari (confraternite), avvieranno la
pratica di santificazione delle vette
mediante il segno materiale per
eccellenza della fede, la croce di vetta. In
concomitanza dell’Anno Santo del 1900,
la Chiesa incoraggerà la loro capillare
diffusione allo scopo di testimoniare la
La squadra ringiovanita sembra calcare le aspettative, ora ci attendiamo il
rilancio per uscire dal pantano. Fatti
perciò, a cominciare dall’aumento del’Iva che va assolutamente evitato, il
costo del lavoro e la detassazione per
le neo assunzioni.
Vedremo, buon lavoro al nuovo esecutivo.
Gianni Gravante
I
Tonini milanista «sospeso»
Ora io mi sospendo dal Pd
icordo di aver letto in una intervista il sen. Tonini dire, tra l’altro, di essere un tifoso milanista,
autosospesosi in attesa di nuovo presidente. Bravo, mi sono detto, anch’io,
tifoso milanista, vorrei fare altrettanto ma riesco solo a godere o soffrire,
a seconda dei casi, un po’ meno; non
riesco ad essere neutro. Ora mi prendo la rivincita, ed essendo anch’io tifoso del Pd lascio il senatore a bagno
maria ed io mi autosospendo in attesa di nuove elezioni.
Paolo Gatti - Isera
R
I
Festività religiose
da ripristinare
e ricorrenze nazionali 25 aprile,
1 maggio, 2 giugno sono rimaste
giorni festivi, ma purtroppo le feste religiose San Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini, SS. Pietro e Paolo
L
e il Lunedì di Pentecoste tutti sono stati soppresse! A ognuno il suo! Una vergogna in uno Stato dove vive il Papa!
L’abolizione non ha giovato all’economia italiana. È stato un errore togliere
queste festivitá significative di alta tradizione popolare. Tanti paesi in Europa (Austria, Germania, Svizzera ecc...
) hanno conservato queste festività.
Inoltre, con la carenza di lavoro che
c’è per via della crisi, avremmo una ragione in più per istituire di nuovo quelle feste. Spero molto che il nuovo Governo, insieme con la chiesa e il Vaticano ripristino finalmente queste festività tradizionali!
Paul Berger - Bolzano
I
Costituzione aggiustata
a seconda degli interessi
ome tanti pensionati, anch’io mi
devo ingegnare a fare passare le
giornate, con l’intento di tenere
in buono stato i neuroni e di essere,
per quanto possibile, ancora interessato alle vicende italiote.
E così ho deciso: voglio fare il costituzionalista! Dice che la cosa è difficile?
Io dico invece che è abbastanza facile, tanto è vero che si trovano su tutte le reti tv molti personaggi ai quali è
associata tale nomea.
In fondo si tratta solo di dare una propria interpretazione al legame fra un
evento social-politico e quanto sta, o
sembra stare scritto fra gli articoli della nostra prima Costituzione repubbli-
C
Montagna e fede
Croci in vetta? No all’ostentazione
ANNIBALE SALSA
dedicazione del nuovo secolo alla
devozione cristiana e per contrastare
visivamente il veloce processo di
secolarizzazione in atto nella società
europea. Anche nell’Anno Santo 1950 vi è
stata una forte proliferazione di croci di
vetta, che è continuata negli anni fino ad
oggi. Il tema è assai delicato in quanto
rischia di alimentare una
contrapposizione fra laicismo e
cristianesimo se viene affrontato in
maniera non culturalmente matura. Il
rischio è quello di generare nuove
crociate. Spesso si fa riferimento alla
tradizione per giustificare il
mantenimento e la proliferazione delle
croci, come se la tradizione fosse un dato
ontologicamente fondato nella realtà
oggettiva delle cose. La tradizione ha
sempre un inizio ed è comunque
un’invenzione, anche se contrassegnata
da durate temporali diverse. Si tratta,
infatti, di una «innovazione riuscita» che
si è imposta selettivamente su altre
innovazioni non riuscite. Non per questo
essa può essere destituita di legittimità. Il
problema posto recentemente
dall’Associazione Mountain Wilderness
solleva, invece, una questione già da
tempo proposta, in chiave paesaggisticoambientale, da molti frequentatori della
montagna. La provocazione non può, né
deve, essere letta in chiave manichea o di
contrapposizione fra buoni e cattivi, fra
53
cana.
La cosa difficile semmai, consiste nel
convincere la pubblica opinione dell’assoluta serietà delle interpretazioni alle quali si giunge. Nel marasma che
quotidianamente ci viene propinato
tutto fa brodo.
In effetti, spiegare come sia possibile
lanciare bombe italiane in Bosnia nonostante l’art. 11 della Carta dica che
il nostro Paese ripudia la guerra come
strumento ecc. sembra essere cosa impegnativa ma con qualche circonvoluzione semantica ci si riesce.
Oppure, come coniugare il dettato dell’art. 47 con il quale la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, con la
voracità del Fisco e la fame di denaro
della mala politica? Il punto massimo
è stato raggiunto nel 1992, quando l’on.
Amato, con un blitz notturno depredò
i conti correnti degli italiani, compresi i risparmi e le mance dei bambini?
Se il suddetto personaggio ci è riuscito significa che la corretta interpretazione della Carta lo ha legittimato.
L’art. 15 poi, disciplina la segretezza e
la libertà delle comunicazioni, ma di
questi tempi, è sempre opportuno stare molto vaghi quando si parla di argomenti impegnativi al telefono. Non
si sa mai se oltre all’interlocutore chiamato in causa non c’è anche qualche
altro orecchio curioso. Un motivo di
ordine superiore sarà comunque in
grado di giustificarlo.
Quando poi si parla, più prosaicamente, delle indennità spettanti ai nostri
rappresentanti al Parlamento, l’art.69
afferma perentorio che tale argomento è stabilito dalla legge. Va da sé che
essendo le leggi fatte ed approvate dai
parlamentari stessi, il sistema genera
dei mostri che danno origine alle ruberie e malversazioni che ormai hanno infestato tutti i partiti e le organizzazioni che da questi traggono linfa.
In sintesi, si trova sempre la giustificazione all’interno della Costituzione,
ignorando che certi articoli andavano
bene allora ma possono essere fuori
tempo oggi. E comunque mentre tutti
parlano di necessità di revisione, almeno parziale, della Carta, nessuno
poi ci mette mano, per sfruttarne appunto le debolezze.
Del resto, Benigni nei suoi monologhi
la definisce «…la più bella Costituzione del mondo». Già, ma lui è un comico ed esercita, profumatamente pagato, il suo mestiere.
Ho deciso, farò il costituzionalista e
come primo atto andrò ad affermare
che è utile e necessario giungere a una
profonda riscrittura della Carta Costituzionale, se non altro per cercare di
difendere l’altra metà del mio essere,
cioè l’appartenenza al cosiddetto ceto medio contribuente, sempre in posizione di difesa nei confronti della
classe politica. In fondo, l’art. 1 afferma che la sovranità appartiene al popolo, salvo verificare che, di fatto, il
popolo, è diventato lo schiavo dal quale il potere dominante dei partiti succhia sangue e sudore per magnificare
il proprio potere e gratificare il proprio
portafoglio.
Enzo Fumanelli - Rovereto
laicisti e spiritualisti. Essa richiama,
invece, principi di sobrietà nella
diffusione, realizzazione ed installazione
di segni devozionali spesso decisamente
fuori scala.
Questi ultimi, infatti, più che suscitare
sentimenti di intima religiosità, fanno
pensare a tentativi di ostentazione di una
religiosità urlata, imposta, gridata. Essa
non aiuta certamente a riflettere, a
meditare, a contemplare la natura del
creato con animo religioso. La stessa
Commissione Pastorale dell’Arcidiocesi
di Trento si è espressa in questi termini.
Si può fare, allora, la seguente riflessione
filosofica: se, in riferimento al tempo, il
senso dell’eternità può essere racchiuso
nell’istante, lo stesso vale per lo spazio.
L’immensità del cosmo acquista valore
nella semplicità e nella piccolezza delle
dimensioni. Non vi è proporzione diretta
fra segno e significato, in quanto il segno
è sempre limitato nei confronti
dell’infinito significato che lo trascende.
Annibale Salsa
Presidente Comitato Scientifico Accademia
della Montagna del Trentino
A3042578
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