n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.1
EDITORIALE
Il prodotto
è il messaggio
Il mondo del “digital consumer”
sta vivendo un periodo
anomalo, con gli utenti non più
così “caldi” come qualche tempo
fa. Si compra con la testa e non
con il cuore, e questo non solo
per la crisi. Non abbiamo dati
concreti a supporto di questa
tesi, è solo una sensazione, ma
non c’è dubbio che l’innovazione
negli ultimi due anni non
abbia prodotto veri e propri
nuovi paradigmi di prodotto.
Molte categorie hanno subìto
delle evoluzioni, ma si sono
viste ben poche rivoluzioni,
OLED a parte; il mondo dei
PC, tanto per fare un esempio,
sta boccheggiando proprio
per colpa (o merito) dello
spostamento delle funzioni
verso Internet: un PC di 6 anni
fa funziona ancora egregiamente
per le applicazioni office e per
web. Anche il mondo degli
smartphone, l’unico davvero
frizzante, inizia a dare qualche
segno di stanchezza: difficile
pensare a grandi rivoluzioni
per i futuri modelli. Le novità
arrivano dal mondo dei servizi,
dalla ultra-inflazionata “cloud”,
dagli ecosistemi (o sedicenti
tali) e dalle app che attivano
nuove funzioni o abilitano a
nuovi servizi. Non sappiamo se
l’utenza, almeno quella italiana,
sia pronta per questa tendenza
alla dematerializzazione del
prodotto: noi siamo avvezzi a
pagare più per il “pezzo di ferro”
che per il servizio collegato.
Non vorremmo che, per
scimmiottare Apple, che grazie
al suo modello di business è la
più ricca, tutte le altre aziende
si concentrino molto di più
sui servizi aggiuntivi e sugli
ecosistemi piuttosto che sulla
messa a punto e sull’innovazione
di prodotto. Apple ha imposto
il suo ecosistema con prodotti
innovativi e ben studiati; non
si può ripetere l’exploit con
prodotti appena sufficienti e
non innovativi. Parafrasando
il celebre adagio di McLuhan,
nel nostro settore (e in Italia
ancora di più) “Il prodotto è
il messaggio”. E non bastano
i sottocosto per far sembrare
innovativi i nuovi prodotti: la
ragione può essere ingannata,
il cuore no, lui “fiuta” la vera
novità e crea i mercati.
Gianfranco Giardina
TV & VIDEO / Inizia una nuova era nell’Home Entertainment
Finalmente il TV OLED LG
Montecarlo, 23 maggio 2012: LG presenta il televisore OLED 55 pollici
DDay.it c’era e vi svela le prime impressioni su questo TV tanto atteso
DDAY.it magazine 48
In questo fascicolo
tra le altre cose...
TV & VIDEO
02 LG TV OLED 55’’: in arrivo
entro fine anno
03 ST1080, il primo visore
Full HD
MOBILE
07 Prime impressioni sul
Nokia 808 PureView
09 Continua l’odissea dello
SmartWatch Android
PEOPLE & MARKET
di R. Pezzali
S
e ne parla da anni, nel mondo
dell’elettronica di consumo è
sicuramente l’OLED è una delle tecnologie più attese e desiderate.
E finalmente ecco il primo televisore presentato in Europa in versione
(quasi) definitiva: si tratta del TV LG
55 pollici, presentato a Montecarlo
lo scorso 23 maggio. La redazione di
DDay.it era presente all’evento e ha
potuto toccare con mano in anteprima questo tanto atteso televisore:
neri imbattibili, Cinema 3D, 4 Pixel
e Colour Refiner. Non ancora certa
la data di commercializzazione, probabilmente nella seconda metà del
2012. Il prezzo? Dovrebbero servire
ben 9000 euro per portarsi a casa
questo concentrato di tecnologia.
Per conoscere tutti i dettagli del
TV OLED LG, potete leggere a
pag. 2.
TV & VIDEO / In prova il top di gamma dei TV plasma Panasonic
Panasonic TX-P50VT50
TV al plasma insuperabile!
Atteso e con prestazioni al top, è il punto di arrivo della tecnologia plasma
PC & MULTIMEDIA
17 Netgear R6300, il primo
router wireless 802.11 ac
TEST
32 Sony Xperia Sole
TV & VIDEO / Prova completa
Sony KDL-HX855
il LED Full Optional
Uno dei migliori cinque
televisori della stagione?
di R. Pezzali
L
di P. Centofanti
F
inalmente è arrivato il TV plasma
Panasonic TX-P50VT50 e molto
probabilmente rappresenta il
punto di arrivo di questa tecnologia.
Nonostante, infatti, l’apprezzamento
degli appassionati per questa tecnologia, i TV plasma si vedono sempre
meno e il loro destino sembra ormai
scritto. Peccato, perché questa tecnologia ha ancora molto da offrire:
con la serie VT50 Panasonic ha, infatti,
spostato ancora più in alto “l’asticella”,
raggiungendo nuove vette per quan-
13 Champions 2013,
facciamo il punto sui
diritti TV
to riguarda la qualità di immagine. Se
siete impazienti di saperne di più su
questo televisore e che cosa offre, vi
consigliamo di andare immediatamente a pagina 26, dove troverete la nostra dettagliata prova.
a nuova gamma Sony era attesa da tempo, ma solo a maggio
sono arrivati nei negozi i primi
modelli. Abbiamo scelto come negli
altri casi il modello top di gamma
per una prova completa, un TV che
ci ha piacevolmente stupiti in quanto a completezza, qualità di visione
e design. Tuner DVB-T2, 3D, pannello
Opticontrast con Gorilla Glass e interfaccia Smart TV con Sony Entertainment Network per un TV che ha
davvero tutto. La prova completa a
pagina 30.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
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TV & VIDEO / Un 55” con tecnologia Cinema 3D, 4 Pixel, Colour Refiner e una resa dei neri davvero imbattile e scie assenti
Il TV OLED di LG arriverà entro fine anno a 9.000 euro
Il TV OLED di LG arriverà nella seconda metà dell’anno a un prezzo davvero “esclusivo”. Tutti i dettagli sul primo TV che segna l’inizio di una nuova era
di M. Dalli
A
Montecarlo si è svolta la presentazione del TV OLED di LG. La
redazione di Dday.it ha seguito
l’evento in diretta, ed ecco cosa c’è da
sapere sul TV più atteso dell’anno.
L’OLED di LG, che prenderà il nome
di 55EM960V, sarà disponibile inizialmente nel solo taglio da 55 pollici,
con uno spessore di appena 4 mm
e una cornice di 1 mm. Tutte le connessioni e l’elettronica sono racchiuse
nella base, che è poi collegata al pannello tramite una base in plexiglass
che fa “fluttuare” il TV sopra di essa. Il
collegamento tra la base e il pannello
è realizzato poi in fibra ottica, soluzione che consente di appendere il pannello al muro e avere solo un sottile
cavo che va alla base; non solo, grazie alla fibra ottica la base può essere
posta anche a notevole distanza dal
pannello. Nel complesso, il nuovo TV
OLED pesa appena 7 kg. Ovviamente
il 55EM960V sarà anche 3D, integrando la tecnologia Cinema 3D di LG che
utilizza occhialini polarizzati e un filtro
FPR davanti al pannello per mostrare
le immagini.
Nella parte destra della base sono
posti alcuni degli ingressi, tra cui tre
porte USB e uno slot CI+. A sinistra,
invece, ci sono i comandi per controllare il TV anche senza telecomando;
nella parte posteriore del lato sinistro,
inoltre, si trova il collegamento in fibra che connette la base al pannello.
La tecnologia OLED consente di raggiungere un contrasto praticamente
infinito, dal momento che i pixel neri
sono effettivamente spenti e non
emettono luce; inoltre, mancando la
retroilluminazione (come nei plasma),
i singoli pixel possono essere accesi o
spenti individualmente. Il livello del
nero che ne risulta è davvero notevole. Chi spera di trovarlo domani nei
negozi, però, resterà deluso: LG non
ha ancora annunciato una data ufficiale per la commercializzazione, che
avverrà nella seconda metà dell’anno,
a partire da luglio in poi. Nemmeno
il prezzo è stato stabilito con certezza, ma si sa già che sarà allineato alla
classe del dispositivo, “esclusivo”; al
momento si parla di cifre intorno ai
9.000 euro, di certo un TV per pochi,
pochissimi appassionati.
Nel TV OLED di LG sono confermate
sia la tecnologia 4 Pixel sia il Colour
Refiner: oltre alla terna RGB, infatti, la
TV OLED di LG avrà anche un subpixel
bianco per migliorare la luminosità
del pannello che altrimenti sarebbe
stato abbastanza spento.
Ma come si vede davvero questo TV?
E soprattutto rispetto a un plasma o
a un LED LCD di ultima generazione
ci sono passi avanti notevoli? Sicuramente a livello di nero il TV LG è imbattibile: pannello totalmente spento,
zero spurie e un nero che giustamente può essere definito “infinito”. La
velocità del pannello c’è: anche se la
maggior parte delle clip visualizzate
erano molto ferme qualche scena
veloce si lasciava apprezzare. In ogni
caso scie assenti.
Dobbiamo avanzare qualche lamentela sulle clip utilizzate: in qualche
caso non sembravano clip all’altezza
di un prodotto di questo calibro, e ci
sarebbe piaciuto vedere la resa con
un Blu-ray, cosa che non è stata ovviamente possibile. Rispetto ai TV di Las
Vegas sembra essere cambiato dav-
vero molto poco, e in qualche panorama notturno abbiamo notato qualche incertezza e un leggero rumore
video. Impossibile però capire se è il
TV o la sorgente, quindi qualche dubbio resta. La base è molto bella, tuttavia la scelta di posizionare gli ingressi
a lato è abbastanza infelice: non si
possono spendere 9.000 euro per un
TV e vedere i cavi, le chiavette USB e
la CAM che esce dal lato destro del
piedistallo. LG Italia ci fa però sapere
che probabilmente qualcosa cambierà, e che si sta lavorando per separare
la parte elettronica in un set top box
esterno di forma diversa. Ci saranno
diverse soluzioni, e l’impressione che
è che il TV presentato a Montecarlo
non sia proprio il modello definitivo
che vedremo sugli scaffali in Italia.
L’OLED TV è una tecnologia ancora
abbastanza nuova, mentre plasma e
LCD sono tecnologie ormai mature.
Crediamo serva ancora un po’ per
trovare sull’OLED il giusto equilibrio
come resa cromatica, naturalezza di
movimento e gestione di luci e ombre. Al momento infatti le potenzialità
ci sono tutte, ma vanno ancora un po’
“sgrezzate” e raffinate. Mancando ancora qualche mese al lancio, LG (così
come Samsung) ci lavorerà ancora un
po’, ma crediamo che realisticamente
i primi TV che potranno soddisfare
gli appassionati sia come resa video
in 2D e 3D sia come fascia di prezzo
si vedranno a inizio 2014. Godetevi
plasma e LED, perché qualche anno
di attesa ci sarà ancora.
video
TV LG OLED 55’’,
video delle prime impressioni
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO
Sony e Panasonic
insieme
per l’OLED?
Con LG e Samsung già ai
blocchi di partenza con schermi
OLED, i produttori giapponesi
sembrano stare a guardare. Il
quotidiano Nikkei, però, riporta
di un possibile accordo tra Sony
e Panasonic, che porterebbe alla
condivisione delle tecnologie
per la realizzazione di pannelli
OLED di grandi dimensioni. In
questo modo, secondo il Nikkei,
si accelererebbero i tempi di
introduzione sul mercato, con
previsioni di vendita entro il 2015.
Il ritardo di 2-3 anni rispetto ai
rivali coreani potrebbe essere
“colmato” con processi produttivi
più efficienti e, di conseguenza,
pannelli più economici. Se
l’accordo andasse in porto (senza
per forza diventare pubblico)
sarebbe la prima volta per i due
colossi; l’unione fa la forza se si
vuole sopravvivere.
TV & VIDEO / ST1080 è il nome del modello di Silicon Micro Display
Il primo visore Full HD è SMD
Due display LCoS da 0,74” 1.920x1.080 e supporto dei contenuti 2D e 3D
di M. Dalli
È
di Silicon Micro Display (SMD) il
primo visore personale a rompere la barriera del Full HD: ST1080
ha, infatti, due schermi LCoS da 0,74
pollici con risoluzione 1.920x1.080
pixel e pieno supporto a 60 Hz, oltre ai
24p. Il nuovo visore supporta sia flussi
2D che 3D grazie all’ingresso HDMI
1.4a. Come il prodotto Sony, anche
l’ST1080 necessita di un
box esterno per i segnali, che si collega al visore
mediante un apposito
cavo.
Ciononostante,
l’ST1080 può essere
usato anche in mobilità
grazie a una batteria opzionale. ST1080 dà l’impressione di guardare
uno schermo a 100 pollici da 3 metri di distan-
za, sicuramente un buon valore vista
anche l’elevata risoluzione. I pannelli,
inoltre, offrono il 10% di trasparenza,
per applicazioni di realtà aumentata
o più semplicemente per vedere cosa
succede nel mondo esterno; ovviamente è possibile abbassare una tendina per avere l’oscurità completa. Il
tutto in 180 grammi di peso. Il Silicon
Micro Display ST1080 è già disponibile al prezzo di 799 dollari, in due differenti colori: bianco perla e nero.
TV & VIDEO / Diverse e concrete le migliorie apportate rispetto al modello precedente Vivitek Q2
Qumi Q5, ora il proiettore naviga in Rete
Vivitek ha aggiornato il suo proiettore portatile migliorando luminosità e contrasto e introducendo e funzioni “wireless”
di M. Dalli
V
ivitek perfeziona il suo videoproiettore portatile Qumi, lanciando la nuova versione Q5.
La risoluzione è 720p del chip DLP di
Texas Instruments, sale la luminosità a 500 ANSI Lumen e il contrasto a
3.500:1. Valori ancora contenuti, ma più
che giustificati dalle ridotte dimensioni del Qumi. La durata della lampada
a LED è di 30.000 ore e la dimensione
dell’immagine proiettata va da 30 a
100 pollici, con distanza di proiezione
compresa tra 1 e 3 metri. Nel complesso ne guadagna la qualità di immagine, meno satura sul rosso, più luminosa
e più definita, grazie anche alla nuova
lente in vetro. Apprezzabile anche la
sostituzione del pulsante di alimentazione fisico con uno logico, dando così
la possibilità di accendere e spegnere
il proiettore dal telecomando. Anche
le funzioni multimediali subiscono un
ritocco verso l’alto: il Qumi Q5 integra
un processore più potente con siste-
ma operativo basato su Linux,
4 GB di memoria, ma perde lo
slot micro SD; c’è l’ingresso USB,
oltre ai classici HDMI e un connettore universale da 24 pin per
gli ingressi analogici. La potenza dell’altoparlante è di 2 Watt,
pur restando mono. Rimane la
compatibilità con i segnali 3D
da ingresso VGA, con tecnologia DLP Link (gli occhialini sono venduti separatamente). La novità più importante del Q5, però, è il dongle USB Wi-Fi
opzionale che consente di connettere
il Qumi a Internet. Così facendo è possibile navigare in rete direttamente dal
proiettore, grazie al browser integrato.
Le dimensioni sono molto contenute,
con 32 mm di spessore e 160x102 mm
di larghezza e altezza. Anche il peso
non risente degli aggiornamenti, 490
gr, confermandosi un’ottima soluzione
per chi viaggia spesso o vuole trasportare con facilità il piccolo VPR. Aumenta, purtroppo, la rumorosità della ventola in modalità boost, che passa da
32 a 36 dB. Dalle prime impressioni di
visione, effettuate però su un modello
non ancora definitivo, possiamo affermare che il miglioramento rispetto al
Q2 è apprezzabile, sia per la maggiore
luminosità, che consente una corretta
visione anche in ambienti con luce
ambientale, sia per le nuove funzioni
abilitate dal dongle Wi-Fi. Il Qumi Q5
arriverà sul mercato, importato in Italia da Audiogamma, tra fine giugno e
luglio a 699 euro; sarà disponibile in
5 colorazioni: giallo, bianco, nero, blu
e rosso. Per vedere un breve video in
cui vi mostriamo le nuove funzioni del
Qumi Q5, clicca qui.
p.3
tv & video
Ultra HD
lo standard
è servito
L’ITU ha definito lo standard
per la Ultra High Definition TV,
sia a 4K che a 8K. E compare
anche un nuovo frame rate: 120
fotogrammi al secondo
di M. Dalli
L’ITU, l’ente internazionale preposto
alle telecomunicazioni, ha definito
quali saranno le risoluzioni supportate dall’Ultra High-Definition. L’Ultra
HD sarà composto da video 4K o 8K,
più o meno come l’HD è sia 720p
che 1080p; ed è da questi due formati che l’Ultra HD prende spunto,
in quanto il 4K avrà il quadruplo della risoluzione del 1080p (3840x2160
pixel), mentre l’8K sarà il quadruplo
del 4K (7680x4320 pixel), 16 volte
la definizione del Full HD. È interessante notare, inoltre, che l’ITU ha aggiunto anche un nuovo frame rate,
120 fotogrammi al secondo. Questa
scelta è stata dettata dal fatto che,
a quanto pare, le immagini in movimento mostrate a una risoluzione
così elevata e su schermi di grande
formato risultano essere un po’ scattose a 60p. Per evitare il rischio di far
passare l’Ultra HD come “la definizione per sole immagini statiche”, l’ITU
ha raddoppiato anche la velocità
delle immagini. Inoltre, trasmettere
immagini in 8K a 120 fps richiede
circa 32 volte la banda richiesta dal
Full HD. Facendo un rapido calcolo, considerando un flusso Full HD
a 20 Mbit/s, per l’Ultra HD si potrà
arrivare a oltre 600 Mbit/s, una capacità trasmissiva che nessun mezzo al momento può offrire su vasta
scala, né su cavo (fibra o rame), né
sull’etere. Per fortuna, però, nessuno
si aspetta trasmissioni a questa definizione prima dell’inizio del prossimo decennio; c’è quindi tempo
per migliorare le infrastrutture e le
tecniche di trasmissione, e per ottimizzare i codec creandone di nuovi
e più efficienti. Attendiamo fiduciosi per capire come evolverà la situazione; già alle Olimpiadi di Londra ci
saranno i primi test in Ultra HD, sarà
interessante capire come reagirà la
gente a questa nuova “era” della TV.
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n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Facile da usare, resa 3D incredibile, buona qualità audio, ma scomodo da indossare per lunghi periodi
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Sony HMZ-T1 in prova: maxischermo OLED da paura
La redazione di DDay.it è finalmente riuscita a provare uno dei gadget più ambiti del momento, il Personal 3D Viewer di Sony HMZ-T1
I due pannelli OLED HD, inseriti in un piccolo visore, consentono di vedere giochi e film (in tre dimensioni) su uno schermo davvero enorme
di R. Pezzali
A
lla fine ce l’abbiamo fatta: il visore
Sony HMZ-T1 è stato uno degli
oggetti più desiderati degli ultimi
tempi, e Sony stessa ha fatto fatica a trovarcene uno da provare con un po’ di
calma dopo il test veloce fatto a Berlino.
L’HMZ-T1, con i suoi due pannelli OLED
HD da 1280x720, è la rivisitazione in
chiave HD e 3D di un vecchio visore
che Sony lanciò molti anni fa chiamato Glasstron e che propose ai tempi
in abbinamento a uno dei primi DVD
portatili.
A distanza di anni l’HMZ-T1 sembra
aver acquisito un senso di esistere che
forse prima mancava: i due pannelli
OLED garantiscono una qualità fino a
oggi impossibile con prodotti di questo
tipo e l’uso di un pannello per occhio
permette una riproduzione 3D vera e
reale, senza filtri polarizzatori e pannelli
ad alto refresh come avviene invece sui
televisori.
Ma si riesce davvero a vedere un film o
giocare in 3D indossando questo futuristico casco? Abbiamo provato con un
Blu-ray e con una PlayStation.
La regolazione del visore
L’HMZ-T1 è composto da due elementi:
un’unità centrale di controllo e alimentazione e il visore stesso. L’unità centrale
ha un ingresso HDMI per la sorgente e
un’uscita per il passthrough, utile se si
vuole collegare comunque un TV o un
monitor. Un sensore posto sul visore capisce se questo è indossato e decide se
dirottare il segnale al monitor o al visore
stesso.
Un cavo di circa 3 metri collega il visore
all’unità di alimentazione e di gestione
del segnale, ed è quindi possibile nascondere l’unità di alimentazione alla
vista. Il visore è l’elemento portante del
sistema: pesa circa 500 grammi, integra
l’audio e offre un sistema di regolazione
per adattarsi sia a grandi che a piccini,
grazie anche a supporti frontali di differente misura dati in dotazione.
Le regolazioni possibili sono tutte meccaniche: si può correggere l’asse tra i
due display, agendo su una leva sotto il
visore, si possono allungare e accorciare le cuffie e regolare le due fascette di
supporto posteriore.
Dopo aver fatto le opportune regolazioni, dobbiamo dire che il visore è
abbastanza comodo, anche se il solo
pensiero di tenerlo addosso per più di
mezz’ora fa venire il mal di testa. L’unico
problema è il bilanciamento, spostato
verso la zona anteriore: il visore pesa un
po’ troppo sul naso, ma non si poteva
fare altrimenti visto che i componenti
pesanti sono quelli posizionati davanti.
La visione è possibile anche per chi porta gli occhiali, ma obiettivamente non è
il massimo della comodità.
Per la regolazione dell’interasse delle
lenti, basta accendere il visore e seguire la procedura guidata fino a quando
l’immagine non appare nitida. In questo caso la corretta regolazione delle
cinghiette e la scelta del supporto da
fronte adatto alle dimensioni della testa
ricoprono un ruolo fondamentale: se si
sceglie, infatti, una misura sbagliata il
centro è nitido ma i bordi sono sfuocati
o tagliati. Dopo qualche prova raggiungiamo il setup quasi perfetto e possiamo iniziare le nostre valutazioni.
L’HMZ-T1 è semplicissimo da usare:
nella parte bassa ci sono due tasti per
la regolazione del volume, un menù a
schermo per il controllo dei parametri
di base, dalla luminosità al contrasto alla
saturazione. Ci sono anche una serie di
filtri, ma niente di troppo sofisticato. Per
semplificare la vita degli utenti, Sony ha
inserito tre modalità di base tra cui scegliere, inclusa una modalità “Cinema”.
Che schermo grande!
Vedere uno schermo così grosso fa
una certa impressione, anche se la
sensazione non è molto diversa da
quella che si ha quando andiamo al
cinema e ci sediamo nelle prime file.
L’immagine generata dai due pannelli
OLED da 1280x720 occupa praticamente tutta la nostra visione periferica,
proiettando davanti ai nostri occhi uno
schermo gigante. Un minimo di fastidio si percepisce all’inizio, ma dopo un
po’ ci si fa l’abitudine: quello a cui ci si
abitua meno forse è il peso del visore,
che dopo un po’ ci costringe a piegare
la testa in avanti. Se da un lato si vede
un’immagine enorme, dall’altro non si
vedono assolutamente i pixel: anche se
la risoluzione dei visori non è altissima,
la sensazione che si ha è quella di osservare uno smartphone di fascia media da circa 30 cm, una leggera trama
di pixel si avverte, ma bisogna proprio
prestarci attenzione.
Il pannello OLED ha un vantaggio: è
velocissimo. Durante le scene di azione
con il Blu-ray di Avatar o de Il signore degli anelli non si avverte la minima scia,
e abbiamo provato anche a giocare
con la PlayStation a God of War e a Star
Wars senza percepire il minimo trascinamento. Buona
la dinamica, buona la saturazione
cromatica e la luminosità globale:
solo agli angoli se
non si posiziona
bene il visore si
avverte un senso
si sfocatura, ma
è appena percettibile.
Può sembrare strano, ma la resa in 3D
soddisfa ancora di più di quella standard: avere un display HD dedicato
al singolo occhio con due immagini
diverse è la migliore soluzione possibile per gestire una visione 3D, perché
ricalca quello che avviene nella realtà.
Abbiamo provato sia un film sia alcuni
giochi per la PlayStation in 3D come
Super Stardust e dobbiamo dire che la
resa ci ha impressionati. Oltre alla definizione notevole si percepisce davvero
la profondità dell’immagine e la separazione sui livelli, e soprattutto non si percepisce il minimo fastidio dovuto alla
visione stereoscopica. Crosstalk e scie
sono solo un ricordo, e la visione 3D è
veramente stupefacente.
Delude un pochino l’audio: le cuffie
sono di buona qualità ma mancano un
po’ di bassi e le imbottiture dei padiglioni non sono morbidissime.
Nel complesso l’HMZ-T1, nella sua particolarità, è un prodotto che offre una
ottima resa video e una buona qualità
audio. È un display però “Personal”, e
come altri esperimenti simili alla lunga
può stancare.
Il peso del visore, infatti, lo rende un
po’ scomodo da indossare dopo un
po’ di tempo, e se lo guardiamo in un
ambiente molto luminoso, eventuali
infiltrazioni di luce e riflessi possono aggiungere qualche disturbo. Per giocare
e vedere i film è perfetto, ma non può
assolutamente sostituire il TV.
Se a questo aggiungiamo il prezzo di
listino di 799 euro, il nuovo Personal
3D Viewer di Sony diventa un costoso
gadget che però non mancherà mai di
stupire gli amici. Volendo essere pignoli
sarebbe stato bello poterlo portare in
giro come il modello precedente, che
aveva una batteria: un Personal Viewer
dovrebbe seguirci sempre.
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MOBILE
Galaxy S III
prenotazioni a
quota 9 milioni
Atteso sul mercato italiano proprio
in questi giorni, Samsung Galaxy S
III è già un successo. Secondo quanto affermato da una fonte anonima
interna a Samsung, sarebbero oltre
9 milioni i telefoni preordinati nei
giorni di pre-commercializzazione.
Il dato è su scala globale e include
anche gli smartphone che verranno distribuiti dai vari operatori: 290
in tutto per 145 nazioni. Pare inoltre che, a causa dell’enorme richiesta, le linee di montaggio in Corea
del Sud stiano viaggiando al ritmo
di 5 milioni di dispositivi prodotti al
mese, valore che corrisponde alla
massima capacità produttiva. Samsung, interpellata, non ha voluto
confermare né smentire la notizia.
L’obiettivo degli oltre 20 milioni di
Galaxy S II venduti non pare poi
così difficile da superare...
mobile / HTC lancia un nuovo terminale Android 4.0 di fascia bassa
HTC Desire C, l’Android low cost
Processore da 600 Mhz e 4 GB di memoria per mantenere bassi i costi
H
TC lancia un nuovo smartphone, anche se per la prolifica azienda di Taiwan non è
certo una notizia. Il nuovo Desire C si
rivolge alla fascia intermedia e a un
prezzo che dovrebbe essere di circa
200 euro, propone un design standard con cornice in metallo, audio
Beats e una dotazione tecnica non
proprio all’ultimo grido. Il display
da 3.5”, ha infatti una risoluzione di
320 x 480 pixel e il processore è un
single core da 600 Mhz. Il sistema
operativo è Android 4.0 Ice Cream
Sandwich, supportato da 512 Mb di
RAM e da soli 4 GB di memoria per
le applicazioni. HTC, grazie alla collaborazione con Dropbox, offre 25
Gb di spazio cloud per 2 anni. Non
manca la fotocamera, un elemento
“classico” da 5 Megapixel.
MOBILE
Cinque nuovi Nexus entro fine 2012
Sarebbero cinque i dispositivi attesi e affidati ad altrettanti produttori mondiali. Smartphone ma anche tablet
S
econdo quanto riportato
dall’autorevole Wall Street
Journal, Google starebbe
seriamente pensando di ampliare
vigorosamente la gamma Nexus
proponendo entro la fine dell’anno in corso ben cinque dispositivi
appartenenti a questa prestigiosa
serie. Se finora eravamo abituati a
vedere solo “Google-fonini”, in futuro potremmo trovarci difronte
anche a “tavolette-Google”, poichè
il colosso di Mountain View pare
deciso ad entrare prepotentemente
e direttamente anche nel mercato
dei tablet. L’altra notizia interessante è che non si tratterà di dispositivi
“mono-marca”: la strategia che Google attuerebbe per affrontare i mercati nei prossimi mesi si baserebbe
sull’idea di affidare la realizzazione
di un dispositivo ad ogni principale
azienda produttrice. Si parla già di
Samsung, HTC, Sony, LG e Motorola,
ma al momento in cui si scrive non
vi è ancora nulla di ufficiale. Questa
mossa deriverebbe dalla volontà
di Google di ridurre il fenomeno
della “frammentazione” di Android,
proponendo cinque modelli top di
gamma e tutti dotati di interfaccia
grafica Vanilla. Il supporto sarebbe poi diretto e tutti gli acquirenti
potrebbero così beneficiare allo
stesso modo di aggiornamenti di
Nuovo iPad
addio al 4G
anche in Italia
Apple ha iniziato a “ribattezzare”
in alcuni Paesi il nuovo iPad con
connessione alla rete cellulare
come “Wi-Fi + Cellular”; dopo
Gran Bretagna e Australia, anche
in Italia è arrivata la nuova
denominazione. Questa scelta
è stata “obbligata” dal momento
che il nome “Wi-Fi + 4G” originale
fa presupporre la capacità di
connettersi alle reti dati di quarta
generazione, cosa però possibile
solo negli Stati Uniti e in Canada.
Ben venga quindi l’adeguamento
del nuovo nome anche in Italia;
vero è, però, che il nome “Wi-Fi +
Cellular” rischia di risultare poco
chiaro a chi mastica male l’inglese.
Forse era meglio trovare un nome
più “aggraziato”.
di R. Pezzali
MOBILE / Le ultime indiscrezioni vedrebbero Google interessata ad ampliare la gamma Nexus
di V. Barassi
MOBILE
sistema costanti e puntuali; pare
che i cinque nuovi dispositivi Nexus
(sia smartphone che tablet) arriveranno il prossimo novembre, forse
accompagnati dalla nuova versione
del sistema operativo: Android 5.0.
Tutto farebbe pensare, stando così
le cose, che non si tratti di una pura
e semplice casualità.
Sony presenta
il caricabatterie...
a manovella!
Che in Giappone, dopo il
terremoto di marzo 2011, si sia
sentito il bisogno di abbandonare
l’energia nucleare in favore di
più “ecologiche” fonti rinnovabili
non è un mistero, ma qui
forse si sta esagerando un po’.
Sony ha presentato un nuovo
“caricabatterie” in grado di
convertire energia meccanica
in elettrica nel modo più
semplice del mondo: attraverso
una manovella. Il dispositivo,
denominato Sony CP-A2LAKS
USB charger, è stato pensato dai
tecnici Sony per “accoppiarsi” con
i telefoni di ultima generazione;
è dotato di una grossa batteria
da 4000 mAh nella quale andrà
ad accumularsi l’energia prodotta
dalla rotazione della manovella,
energia che poi sarà possibile
trasferire al nostro smartphone
attraverso il cavo di collegamento
USB. Serviranno circa 130 minuti
“di manovella” per caricare un Sony
Xperia S e, se non avete voglia di
perdere più di due ore a ricaricare
il telefono, con “soli” 5 minuti di
lavoro sarà possibile ottenere
un minuto di navigazione web
completamente... ”ecologica”.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Nokia decide di rimuovere Skype dal Marketplace dedicato all’ultimo Lumia
Niente Skype per il Nokia Lumia 610
Le motivazioni ufficiali parlano di “un’esperienza d’uso non soddisfacente”. Ma i dubbi in proposito sono diversi
di V. Barassi
P
iù volte acclamato come il dispositivo “low cost” in grado di
attaccare il mercato e portare
il sistema operativo Windows Phone
7 anche nella fascia entry-level degli
smartphone, Nokia Lumia 610 subisce
in queste ore un brusco ridimensionamento. È la stessa Nokia ad annunciare
che “dopo test approfonditi”, il terminale è stato dichiarato non in grado di “offrire un’esperienza d’uso soffisfacente”
con Skype e, per questo motivo, tale
applicazione è stata immediatamente rimossa dal Marketplace dedicato
al dispositivo.Nokia punta il dito sul
quantitativo di RAM di soli 256MB, affermando che servirebbero 512MB di
memoria per permettere a Skype di
funzionare al meglio. Tutto questo fa
sorridere poichè, solo poche settimane
or sono, la stessa Nokia affermò senza
troppi problemi che Skype funzionava
alla grande sul Lumia 610, scatenando
non poco interesse sul dispositivo in
questione. La filiale di Hong Kong di
Nokia ha così espresso il suo punto di
vista: Nokia dà grande importanza al
debutto di prodotti e servizi che migliorano l’esperienza degli utenti, quindi anche se la versione di Skype per
Windows Phone funziona sul Lumia
610, dopo test approfonditi, abbiamo
capito che l’esperienza non è al livello
sperato. Per questo motivo, non con-
sigliamo agli utenti di usare Skype sul
Nokia Lumia 610. Gli utenti con questo
dispositivo non saranno più in grado di
scaricare Skype in versione Windows
Phone dal Marketplace. La versione di
Skype per Windows Phone continuerà
ad essere disponibile per gli altri utenti. Molti dubbi accompagnano questa
dichiarazione; che Nokia si sia accorta
di aver sfornato un terminale “davvero competitivo” in grado di oscurare
anche i prodotti più costosi della sua
stessa gamma?
p.7
MOBILE
Razr con batteria
maxi disponibile
anche in Italia
Motorola ha recentemente annunciato il lancio italiano del
Razr MAXX, nuova versione dello
smartphone Android Razr, che
nello stesso form factor del predecessore racchiude una batteria da
ben 3300 mAh, un vero e proprio
record. Con appena meno di due
millimetri in più di spessore rispetto al Razr (e 20g in più di peso),
il Razr Maxx offre
un’autonomia di più
di 17 ore di chiamate
e di 600 ore di standby. Lo smartphone
Android 2.3.5, con
display OLED da 4.3
pollici,
processore dual core da 1.2
GHz e fotocamera
da 8 Megapixel, è in
vendita a un prezzo
di listino di 549 euro
IVA inclusa.
MOBILE / In attesa del test approfondito, Nokia 808 PureView pare decisamente migliore dei competitor sul fronte fotografico
Primi scatti e impressioni di Nokia 808 PureView
Lo smartphone Nokia arriverà a giugno nel nostro Paese: Dday.it ha avuto la possibilità di vedere i primi scatti di questo super camera-phone
di P. Centofanti
D
opo la presentazione che ha
fatto tanto discutere a Barcellona, abbiamo finalmente visto il
Nokia 808 PureView all’opera, in attesa
dell’arrivo nei negozi a giugno. Si tratta
di uno smartphone del tutto particolare perché privilegia su tutto la funzionalità di fotocamera con un incredibile
sensore da 41 Megapixel, che “distilla”
immagini da 5 Megapixel di altissima
qualità. Una tecnologia in gestazione
da tempo tanto che lo smartphone in
sé non è poi così alla moda, anche per
via della scelta di uscire con sistema
operativo Symbian. Nokia ci ha mostrato delle foto effettuate davanti a noi in
ambiente perfettamente controllato
a livello di luci, leggermente ritoccate
e poi stampate su carta fotografica di
qualità in vari (larghi) formati. Quello
che possiamo dire è che la “compressione” a 5 Megapixel (la risoluzione a
cui scatta normalmente il telefono)
funziona decisamente bene, con un
livello di dettaglio superiore a quello
di un normale telefono e soprattutto
una buona pulizia di immagine anche
fino a 800 ISO. Purtroppo non ci è stato
possibile accedere a quelle fotografie,
ma siamo comunque riusciti a “portare
a casa” qualche primo scatto, per così
dire meno curato: la foto in alto è stata
scattata senza flash con impostazioni
automatiche e a 125 ISO. La foto con
le due persone è stata invece scattata
nella sala buia con il solo flash: quello in
chiusura di pagina è invece uno scatto
“nudo” effettuato a 38 Megapixel, la
massima risoluzione consentita dal
PureView e quindi senza interpolazione dei pixel. La foto è stata scattata
senza flash e senza luce controllata,
per cui l’immagine è un filo mossa (primo limite di un cameraphone: niente
cavalletto). La cosa interessante è però
il contenimento del rumore considerando la scarsa luce a disposizione e
le dimensioni del sensore in rapporto
alla densità di pixel: Le prime impressioni sono dunque molto interessanti
anche se naturalmente non vediamo
l’ora di effettuare dei test molto più
approfonditi. Il telefono in sé ci è parso
ben costruito, con un’ottima qualità
dei materiali, un bello schermo OLED
e un’interfaccia piuttosto reattiva nonostante le spigolosità di Symbian.
Oltre alla ben nota qualità audio di Yamaha, questi nuovi modelli
presentano caratteristiche eccezionali, unite ad un controllo intelligente
e intuitivo tramite Applicazione per smartphone.
Per un livello di operatività senza precedenti.
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n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Continua l’odissea i’m Watch: nuovi ritardi sulle spedizioni, ora si parla di settembre. Ma non erano pronti?
p.9
I’m Watch recidiva: ancora promesse non mantenute
L’azienda invia un’email ai clienti in cui annuncia la distribuzione di un primo blocco di 300 dispositivi dal 15 luglio e la possibilità di rinunciare all’acquisto
di R. Pezzali
N
on vorremmo essere ripetitivi,
ma ormai ci siamo presi a cuore
l’affaire i’m Watch. Per chi si fosse perso le prime fasi di questo giallo
tutto italiano le riassumiamo molto
velocemente.
• I’m Watch, azienda italiana, annuncia
un rivoluzionario SmartWatch basato
su Android.
• I’m Watch sembra una azienda serissima: il 50% è di proprietà di Ennio
Doris, il patron di Mediobanca.
• A maggio dello scorso anno aprono
i preordini di i’m Watch: chi lo vuole in
pre-order può pagarlo 150 euro al posto dei 299 euro che verranno chiesti
dopo.
• A Las Vegas viene mostrato un prototipo di i’m Watch: è l’unico smartwatch che al momento si è visto.
• Nel frattempo molte riviste dipingono i due fondatori di i’m Watch, Zanella e Bertolini, come gli eredi addirittura
di Steve Jobs.
• I’m Watch, secondo gli stessi fondatori in una intervista ha raccolto
100.000 preorders e ha incassato oltre
10 milioni di euro sulla fiducia.
• I’m Watch però non arriva, nessuno
lo vede e la gente si infuria.
E chissà cosa staranno pensando ora
i 100.000 acquirenti che, dopo mesi
e mesi, ancora non si sono visti recapitare il loro telefono. I due fondatori,
raggiunti al telefono, ci avevano assicurato che ad aprile sarebbero partite
le spedizioni. “L’orologio è pronto per essere spedito”, ci aveva detto al telefono
Zanella, CEO dell’azienda, ma qualcosa
non è andato come doveva. I’m Watch
ha spedito diverse mail ai suoi acquirenti, e l’ultima di questi chiedeva la
conferma dell’indirizzo per la spedizione. A questo punto pensavamo di non
doverci più occupare di i’m Watch,
ma ci siamo sbagliati. L’ultimo colpo
di scena arriva infatti con una lettera
inviata a tutti coloro che hanno preordinato i’m Watch.
“Gentile Cliente, ti ringraziamo per la pazienza che hai avuto fino ad oggi in relazione alla consegna di i’m Watch. Siamo
consapevoli che hai incontrato dei disagi
e, soprattutto, non hai potuto utilizzare un prodotto che suscita un sempre
maggiore interesse in tutto il mondo.
Purtroppo abbiamo verificato una volta
di più la validità di quel detto: ”Il meglio è
nemico del bene!” Che cosa intendiamo?
Vogliamo dirti oggi con grande trasparenza e umiltà che non solo abbiamo incontrato tutte le difficoltà di un progetto
estremamente innovativo ed ambizioso
(e gli imprevisti che hanno superato ogni
ragionevole ipotesi), ma in particolare
che abbiamo ceduto alla tentazione di
fare delle modifiche per ampliare e migliorare l’adattabilità di i’m Watch allo
sviluppo futuro della tecnologia (ad
esempio rendendolo adeguato a gestire
un numero maggiore di apps rispetto a
quello inizialmente previsto). Tutti questi
fattori ci hanno fatto perdere del tempo
prezioso e, soprattutto, ci hanno impedito di fornirti delle date certe per la consegna. Siamo però adesso in grado di
definirle come segue, tenendo conto che
intendiamo condurre un ultimo serio
programma di testing con i nostri clienti:
1) Entro il prossimo 15 giugno forniremo
i’m Watch ad un gruppo di 300 clienti, i
quali collaboreranno con noi per una verifica finale e definitiva, che si completerà
entro il 15 luglio. Chiederemo loro di dare
periodicamente un feedback sulla loro
esperienza, che sarà riportato in un blog
pubblico sul sito www.imwatch.it, per
cui anche tu potrai seguirne l’evoluzione.
2) A partire dal 15 luglio inizieremo a
spedire il prodotto a tutti coloro che hanno un ordine inevaso e ci aspettiamo di
completare la consegna di tutti gli ordini
in corso entro e non oltre il 15 settembre.
Poiché siamo consapevoli che potresti
nel frattempo aver perso l’interesse all’acquisto, abbiamo deciso di offrirti le
seguenti possibilità:
• Rinunciare all’acquisto e richiedere
l’immediato rimborso della cifra spesa,
inviando entro il 15 luglio una e-mail
al seguente indirizzo, se sei residente in
Italia: [email protected]; o al
seguente: [email protected]
se sei residente all’estero.
• Se invece sei disposto ad attendere fino
alla data prevista per la consegna, riceverai all’atto della consegna uno sconto
del 15% sul prezzo pagato. Ti ringraziamo per la collaborazione, molto fiduciosi
che i’m Watch risponderà pienamente
alle tue aspettative. Un cordiale saluto.
Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini
- Presidente e A. Delegato i’m Spa”.
L’orologio non è affatto pronto, come è
stato più volte detto fino ad oggi, e di
conseguenza anche chi ha già inviato
il suo indirizzo per la spedizione non
lo riceverà. Solo 300 fortunati acqui-
renti riceveranno il prodotto dal 15 di
giugno e questi acquirenti aiuteranno
nella messa a punto. Finita la fase di
beta testing gli ordini saranno evasi,
con consegne estive che termineranno il 15 di settembre. Inutile dire che
ormai parole come “fiducia” e “serietà”
siano sempre più faticose da utilizzare
nel caso di i’m Watch, e nonostante
l’ultima lettera restano ancora molti
dubbi. Chi saranno i 300 a ricevere lo
Smartwatch? Come si può pensare
che un utente infuriato per un anno di
attese e promesse mancate possa pure
fare gratuitamente da beta-tester? Se
vogliono essere gli eredi di Steve Jobs,
Zanella e Bertolini hanno ancora tanta
strada da fare, soprattutto sul piano
della comunicazione con il cliente.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
DIGITAL IMAGING / Scopriamo i dettagli della reflex pensata anche per ambienti poco “ospitali”
Pentax K-30, la piccola tropicalizzata
Pentax ha presentato ufficialmente la K-30, fotocamera reflex di fascia media resistente a spruzzi, polvere e freddo
p.10
digital imaging
Canon EOS 650D
con AF continuo
per i video?
Alcune indiscrezioni provenienti
da Canon Rumors indicano alcune
interessanti novità per la reflex
Canon di fascia media. Questa
nuova macchina, che dovrebbe
chiamarsi EOS 650D, dovrebbe
avere un sensore da 18 Megapixel
(non è chiaro se si tratta del
vecchio sensore o di uno rivisto
e corretto), con 9 punti di messa
a fuoco, tutti a croce e schermo
touchscreen. La novità più
interessante per i videoamatori,
invece, è la possibilità di sfruttare
l’autofocus continuo durante la
ripresa dei video o con scatto in
Live View. Al momento nessuna di
queste indiscrezioni è confermata,
ma segnerebbe una svolta per
Canon, che già si è dimostrata
sempre attenta ai videoamatori.
L’annuncio è previsto per
giugno, quindi se così fosse non
mancherebbe molto alla verità.
entax ha finalmente tolto i veli
alla K-30, l’ultima reflex di fascia
media del produttore giapponese. Nonostante non si tratti di un
modello top di gamma, la K-30 include alcune interessanti opzioni derivate
dalle sorelle maggiori, come per esempio il corpo macchina tropicalizzato, in
grado cioè di resistere a spruzzi, polvere e freddo (fino a -10°C); questa caratteristica rende la K-30 una macchina
pensata per la fotografia in esterno, anche in ambienti poco “ospitali” e senza
il timore di compromettere la fotocamera quando si scatta all’aria aperta.
Ma non è la tropicalizzazione l’unica
caratteristica di questa nuova reflex:
al sensore APS-C da 16 Megapixel,
infatti, la K-30 abbina un processore
PRIME M in grado di registrare video
in Full HD fino a 30 fps, consentendo
anche scatti fino a
1/6000 s, raffiche
da 6 fotogrammi al
secondo e sensibilità comprese tra 100
e 12.800 ISO (con
possibilità di arrivare fino a 25.600
ISO). La messa a
fuoco è invece gestita da un sensore
SAFOX IXi+, con
11 punti di cui 9
a croce e una lente a diffrazione che
minimizza le aberrazioni cromatiche.
Sul dorso della K-30 si trova invece un
display LCD da 3 pollici e 921.000 pixel,
con funzione Live View, e un mirino ottico con pentaprisma in vetro e campo
visivo che arriva “circa” al 100% (non è
però specificato meglio). Interessante,
sempre in ottica di fotografare all’aria
aperta, la doppia alimentazione: con
DIGITAL IMAGING
DIGITAL IMAGING / Erede della “pensionata” NEX-C3, il nuovo modello sarà disponibile da giugno
di M. Dalli
P
Cosa ci fa Kodak
con un reattore
nucleare?
Kodak è una potenza nucleare,
nel vero senso della parola. La
filiale americana di Kodak, infatti,
nascondeva nello stabilimento
di Rochester un terribile segreto.
Dietro una parete spessa 60 cm di
cemento c’è un reattore nucleare
grosso come un frigorifero con 1.5
kg di uranio arricchito, una quantità
più che sufficiente per produrre
una bomba atomica. L’azienda ha
tenuto nascosto il segreto ed erano
pochissimi i dipendenti che ne
erano a conoscenza e che hanno
avuto a che fare con il reattore.
Una situazione assurda secondo
il centro di non proliferazione
nucleare, che ha dichiarato agli
organi di stampa che un’azienda
non dovrebbe avere materiale così
pericoloso. La domanda è: cosa
ci faceva Kodak con un reattore
nucleare? Secondo alcuni dirigenti
il sistema serviva per valutare la
purezza del materiali e per fare test
radiografici sui componenti, ma un
po’ di mistero resta.
la batteria integrata è infatti possibile
scattare fino a 480 foto, ma grazie a
uno speciale portabatterie opzionale
si può alimentare la K-30 anche con 4
pile stile AA. La Pentax K-30 arriverà a
fine luglio; il prezzo ufficiale è ancora
da comunicare, anche se non dovrebbe discostarsi molto dai 799 euro
del volantino della catena francese
Boulanger.
NEX-F3, la mirrorless Sony si fa grande
Sony ha tolto i veli alla fotocamera NEX-F3: sensore da 16,1 Megapixel e flash integrato sono alcune delle novità
di M. Dalli
S
ony ha annunciato la nuova mirrorless NEX-F3, erede del modello NEX-C3 ormai fuori produzione da qualche tempo. Questa
nuova fotocamera offre un rinnovato
sensore APS-C da 16,1 Megapixel, capace di una sensibilità ISO 200-16.000
(in modalità Auto la gamma è ristretta
a 200-3200 ISO) e scatti a raffica a 2,5
fps. Il processore Bionz, poi, consente
di registrare video in alta definizione,
fino a 1080i con frequenza di 60 Hz
o 1080p a 24 fotogrammi al secondo.
Il monitor LCD da 3 pollici, basculante, offre inoltre una risoluzione di
920.000 punti, con funzionalità Live
View; manca, invece, il mirino elettro-
nico, acquistabile separatamente.
Rispetto al precedente modello NEXC3, questa nuova NEX-F3 ha un corpo
macchina più voluminoso, in parte
per sostenere la nuova impugnatura
più pronunciata con tasto di scatto
nella parte frontale, in parte per alloggiare il flash a pop-up nella zona
superiore, leggermente decentrato.
Interessante la possibilità di ricaricare
la batteria tramite USB, funzione che
dovrebbe consentire di risparmiare
un caricabatterie specialmente quando si è in viaggio. La fotocamera mirrorless Sony NEX-F3 sarà disponibile
in tre colori, argento, bianco e nero,
nel mese di giugno a 599 dollari con
la lente 18-55mm; una seconda lente
18-200mm dovrebbe arrivare invece
in luglio.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
Digital Imaging / Ottima fotocamera, semplice e capace di regalare belle foto al primo scatto
Panasonic Lumix GF5, impressioni d’uso
Grazie alla disponibilità di Panasonic siamo riusciti a fare qualche scatto con la new system camera Lumix GF5
di R. Pezzali
È
passato poco tempo da quando
Panasonic ha lanciato la nuova
Lumix GF5: ignorando il numero
4, che in Giappone non è considerato
di buon augurio, il produttore giapponese ha raffinato la GF3 (senza però
stravolgerla) per aggredire il segmento entry level delle cosiddette New
System Camera, o più comunemente
mirrorless, termine che però nessuno
vuole più usare.
Con un corpo compatto, un peso piuma e un design tondeggiante, soprattutto nella parte alta, la GF5 è costruita
attorno a quattro elementi distintivi:
un CMOS da 12 Megapixel in formato
micro 4:3, un nuovo sistema di messa a
fuoco ultrarapido, un monitor LCD ad
elevata risoluzione e una nuova interfaccia grafica più veloce e interamente
ridisegnata. Grazie alla disponibilità di
Panasonic abbiamo avuto modo di
provare un sample della nuova GF5
scattando anche alcune foto.
Il corpo macchina è praticamente
identico a quello della GF3, fatta eccezione per il grip leggermente più pronunciato che facilita l’impugnatura.
Anche i tasti sono messi nelle stesse
posizioni, con il tasto di scatto, quello
di registrazione e il sempre presente Intelligent Auto nella parte alta a portata
di indice. L’unica differenza visibile è il
display: la dimensione è sempre pari a
3” ma questa volta ha una risoluzione
vicina al milione di pixel, e la differenza è netta anche a occhio nudo. La
macchina è priva di mirino oculare, e
il display è l’unico punto di riferimento
per l’utente: avere un display touch ad
elevata risoluzione è indispensabile.
Panasonic ha rivisto anche l’interfaccia utente, e seguendo la moda del
momento ha aggiunto anche 14 filtri
creativi e 23 modalità di scatto. L’interfaccia touch a schermo è un po’ la
croce e la delizia di questa
fotocamera: Panasonic è
bravissima come sempre
a fare l’hardware, ma non è
mai stata troppo brava a disegnare l’interfaccia utente.
In questo caso si apprezza
lo sforzo di avere menù più
chiari, icone meglio organizzate e una suddivisione
delle varie funzioni più razionale ma onestamente
non si può dire che la GF5
sia user friendly. Il produttore giapponese voleva
andare incontro all’utente
entry level e ha inserito
alcuni automatismi come
il suggerimento di un eventuale filtro
fotografico da usare in certe scene,
tuttavia resta un problema di base legato alle troppe funzioni configurabili.
Bastano solo le 23 modalità di scatto
per creare un po’ di confusione nella
testa del fotografo alle prime armi che
deve scegliere tre 5 tipi diversi di ritratto e 3 tipi di tramonto per una foto:
paradossalmente certe reflex professionali prive di tutte queste accortezze
sono più semplici da usare. Panasonic
dovrebbe capire che se vuole semplificare l’interfaccia non basta un design
rinnovato ma serve anche un taglio
netto a moltissime funzioni e impostazioni inutili, soprattutto se vuole rivolgersi a quell’utente che arriva da uno
smartphone ed è abituato a toccare la
zona di fuoco sullo schermo e a premere il tasto di scatto.
Dopo aver preso confidenza con la
GF5 le foto che si ottengono sono di
buonissima qualità: non siamo riusciti a scattare al buio, ma abbiamo
comunque saggiato le performance
con la sensibilità spinta al massimo e il
livello di rumore del sensore Live Mos
da 12 Megapixel è decisamente contenuto, soprattutto se il
risultato deve essere stampato
in un formato fotografico tradizionale. La scelta della risoluzione è perfetta: 12 milioni è
un numero di pixel adeguato
alle dimensioni del sensore.
Rispetto a quello montato sulla GF3 il CMOS è stato rivisto,
e anche se i megapixel son gli
stessi tutta la circuitazione è
p.11
digital imaging
Canon e Nikon
full frame “low
cost” in arrivo?
Secondo alcune indiscrezioni,
Canon e Nikon sarebbero al
lavoro su due reflex full frame
sotto i 1.500 dollari. Potrebbero
arrivare già nei prossimi mesi
di M. Dalli
stata ridisegnata per diminuire ulteriormente il rumore e assicurare una
risoluzione maggiore ad alti ISO.
Durante gli scatti che abbiamo fatto
siamo riusciti ad apprezzare anche la
nuova messa a fuoco, davvero rapida: Panasonic dichiara 0.09 secondi,
non siamo ovviamente in grado di
dire se questo corrisponde al vero
ma all’atto pratico la ricerca del fuoco
è quasi istantanea. La GF5 è sicuramente un’ottima fotocamera per chi
vuole avvicinarsi alla fotografia con la
F maiuscola. Forse è un po’ troppo sofisticata e macchinosa in alcune operazioni, ma basta dimenticarsi di alcune
funzioni per renderla immediata, semplice e capace di regalare ottime foto
al primo scatto, con basse possibilità
di errore. Ancora non esiste un prezzo
ufficiale, ma solo un’indicazione ufficiosa: Lumix GF5 verrà venduta in kit a
599 con l’ottica standard 14-42 e a 769
o con l’ottica motorizzata powerzoom
serie X 14 - 42 (quella con cui abbiamo scattato noi) o con la coppia 1442 standard / 14 mm fisso. Disponibile
entro la fine del mese di maggio.
Dopo aver entrambe lanciato
i modelli di fascia alta, Canon e
Nikon si starebbero muovendo
per portare sul mercato delle
reflex full frame “low cost”
con prezzi di listino tra i 1.500
e i 2.000 dollari. Canon, per
esempio, potrebbe utilizzare un
nuovo sensore da 21 Megapixel,
oppure riutilizzare l’attuale 22
Megapixel della 5D Mark III. Il
sistema di autofocus sarebbe
invece mutuato dall’attuale
7D, mentre la tropicalizzazione
sarebbe presente, anche se meno
“efficace” della 5D. Una macchina
simile potrebbe già vedere la
luce in occasione del Photokina,
previsto a Colonia per la seconda
metà di settembre.
Lato Nikon, invece, la nuova
reflex
potrebbe
chiamarsi
D600, avere un sensore da
21 Megapixel di Aptina (la
stessa azienda che produce il
sensore della Nikon 1 V1), ma
senza motore AF integrato;
funzionerebbe quindi solo con
le ottiche AF-S con motore
interno. Non mancherebbero
poi registrazione video Full HD e
doppio slot SD. La Nikon D600 (o
come verrà chiamata) potrebbe
vedere la luce anche prima del
Photokina, già in estate.
Ovviamente staremo alla finestra
a vedere come si muoveranno
i due colossi della fotografia;
sembra interessante però come
si stia cercando di “spostare”
le Full Frame dal segmento
professionale a quello intermedio.
Un segno che ormai le mirrorless
stanno aggredendo il mercato
delle reflex APS-C e quindi alla
reflex non resta che mantenere il
primato della qualità con sensori
a pieno formato? Lo sapremo
solo nei prossimi mesi.
Essere "Smart" significa
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n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / Quali partite saranno visibili e su quali canali? Vi proponiamo tutti i dettagli
Champions 2013: diritti TV tra Sky e Mediaset
A pochi giorni dalla finale della Champions League facciamo chiarezza sui diritti TV della prossima stagione
di M. Dalli
S
ono passati pochi giorni dalla
finale di Champions League
che ha visto sfidarsi a Monaco
di Baviera il Bayern e il Chelsea, ma
già i telespettatori sono proiettati
alla prossima stagione, con il ritorno
della Juve tra le grandi d’Europa e
l’Inter che, invece, sarà impegnata
in Europa League.
Ma dove sarà possibile seguire le
partite in TV? Facciamo un po’ di
chiarezza. Sky ha acquistato in esclusiva i diritti pay per la Champions
dalla stagione 2012/2013 fino al
2014/2015, per un totale di 128
partite su 145 a stagione; questo
significa che nessun’altra pay tv in
Italia potrà trasmettere le partite,
ma non si tratta di un’esclusiva in
senso assoluto. Mediaset, infatti,
trasmetterà in esclusiva in chiaro
la miglior partita del mercoledì tra
quelle che vedranno impegnate le
people & market
MotoMondiale
dal 2014 è di Sky
Dal 2014 MotoGP, Moto2 e Moto3
cambiano casa in TV: Sky ha infatti
acquistato in esclusiva i diritti TV
per tutte e tre le classi, su tutte le
piattaforme, web e mobile compresi. Le gare saranno trasmesse
in diretta in alta definizione, con
in più l’interattività che consentirà
di personalizzare la visione degli
eventi e la possibilità di vederle
su Sky Go. L’accordo con la Dorna,
però, prevede anche che Sky si
assuma la responsabilità di rendere
disponibile la visione in chiaro di 8
appuntamenti con la MotoGP. Non
è chiaro, a questo punto, se questi
8 eventi verranno trasmessi sul
canale free del digitale terrestre di
Sky, Cielo, oppure verranno cedute
a Mediaset o altra emittente. Come
che sia, si tratta di un altro tassello
della TV “free” che migra verso le
offerte a pagamento, un brutto
colpo per Mediaset che si potrà
rifare con le partite in chiaro del
mercoledì di Champions.
p.13
people & market
Super Hi-Vision
cavalca l’etere
NHK ha effettuato con
successo il primo tentativo di
trasmissione Super Hi-Vision su
digitale terrestre in banda UHF
di P. Centofanti
squadre italiane (Juventus, Milan e
forse Udinese).
Queste partite, contrariamente
alle stagioni passate, non saranno
trasmesse dalla pay tv (Sky). Mediaset trasmetterà inoltre, ma non
in esclusiva, le eventuali semifinali
delle squadre italiane, oltre alla finalissima e agli highlights con tutti i
gol e le sintesi delle partite, sia del
martedì che del mercoledì. Sul fronte Europa League, invece, l’esclusiva
pay spetta a Mediaset Premium, che
trasmetterà tutte le partite, mentre
una partita per turno sarà visibile
anche in chiaro sulle reti generaliste
Mediaset (tipicamente Rete 4, Italia
1 o Italia 2).
people & market
Cinema in crisi in Italia, ma non in Europa
In Italia i dati del 2011 parlano di una perdita al botteghino del 10 %
Il calo però riguarda, in Europa, solo Italia e Spagna. Che succede?
di M. Dalli
Il cinema è in crisi,
in Italia ma non
in altri Paesi dell’Unione Europa. I
dati dello European
Audiovisual Observatory parlano infatti di un calo del
10 per cento nel
fatturato al botteghino per il Bel Paese, fatturato che è “tirato giù” da un -8% di spettatori nel
2011 rispetto al 2010. La media europea, invece, è sostanzialmente stabile:
+0,7% come incassi, -0,1% come spettatori. A trainare il mercato, infatti, ci
pensano Germania (+4,1%), Francia (+4,7%) e Regno Unito (+5,2%), che
compensano i “tonfi” di Italia e Spagna (-4,9%).Verrebbe quindi da dire che
la crisi ha tagliato il “circenses”, non potendo tagliare il “panem”; in situazioni di scarsa disponibilità economica ci si affida all’illegalità della pirateria
più che mai. Avere però soluzioni economiche e legali per fruire dei film in
streaming non sarebbe male; i dati di cui sopra dimostrano inoltre (se ce
ne fosse ancora bisogno) che questi servizi non ammazzano il cinema, anzi.
Riusciranno mai i nostri dirigenti e politici a capirlo?
NHK ha effettuato con successo
in Giappone la prima trasmissione via etere in digitale terrestre
di un segnale Super Hi-Vision:
7,680 x 4,320 pixel. L’esperimento ha utilizzato due canali UHF
con modulazione OFDM e tecnica MIMO per coprire i 4,2 Km
tra emissione e ricevitore e si
tratta del primo test effettuato
utilizzando le usuali frequenze
televisive. Lo standard con le
attuali tecnologie di compressione è evidentemente estremamente esoso di banda, considerando che oggi, per avere
un’idea, con due frequenze UHF
in DVB-T vengono trasmessi solitamente qualcosa come una
ventina di canali in definizione
standard. E considerando che in
Italia si chiudono i canali in HD
per mancanza di banda, notizie
come questa sanno tanto di vera
e propria fantascienza.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.14
PEOPLE & MARKET / Diverse le possibili motivazioni, nessuna confermata da Telecom Italia Media
people & market
Si spegne temporaneamente una delle poche possibilità di vedere programmi televisivi in alta definizione nativa
Liberarsi dai cavi è un’utopia, ma i
ricercatori dell’Università di Tokyo
hanno fatto un passo avanti,
realizzando la prima trasmissione
sulla cosiddetta “banda
terahertz”. Il risultato raggiunto
dall’equipe di Safumi Suzuki ha
dell’incredibile se confrontato
con quanto offrono le attuali
tecnologie radio: 3 Gigabit/s sulla
banda dei 542 GHz (che ricade
nella banda terahertz tra i 300
GHz e i 3 THz). Queste velocità
così elevate sono però possibili
soltanto a breve distanza (10
metri), oltre la quale il segnale
soffre troppo dell’interferenza.
10 metri sarebbero però più
che sufficienti per trasmettere
senza fili un segnale video in
HD non compresso, ad esempio
da un lettore Blu-ray a un TV o
proiettore. L’idea è interessante,
anche perché quello spettro
è ancora “libero” e quindi terra
vergine per chiunque. Il dottor
Suzuki è però convinto che entro
un decennio tutti utilizzeranno
tecnologie legate alla banda
Terahertz; sogno o realtà?
La7 HD: sospesi i programmi fino al 1° giugno
di R. Faggiano
L
a chiusura è stata brusca: un
drastico stop al segnale di La7
HD non appena spente le luci
sull’ultima puntata del programma di
Fazio e Saviano, trasmesso in diretta
con HD nativo. Ma già nei giorni precedenti le trasmissioni sul canale 507
del digitale terrestre erano state sospese durante la giornata per riprendere solo alle 19. Ora un cartello fisso
segnala che le trasmissioni riprenderanno il 1° giugno. Sulle motivazioni
di questa decisione da parte di Telecom Italia Media ci sono varie interpretazioni, ma sarebbe interessante
scoprire quello che accadrà in giugno. Per i più ottimisti sarebbe solo la
necessità di riorganizzare i MUX Telecom in vista del definitivo passaggio
al digitale terrestre delle regioni meridionali. Per i più pessimisti è solo
l’inizio dell’abbandono del campo da
parte di un’emittente ormai in vendita al migliore offerente. I fatti oggettivi però sono pochi: prima di tutto le
dichiarazioni di Giovanni Stella, AD
di Telecom Italia Media, per la “liberazione” di spazio utile sui mux. Poi la
comparsa di un nuovo canale (Vero al
numero 137 di LCN) nello stesso mux
de La7 HD. Questo canale però partirà
solo l’11 giugno e nelle abitudini dell’uso di banda dei mux Telecom non
PEOPLE & MARKET
People & market / Arriverà nel 2013 il display di NLT Technologies
HP: in vista 30mila
licenziamenti
HP sembra intenzionata ad attuare
misure drastiche per recuperare
1,2 miliardi di dollari di perdite
totali. Hewlett Packard taglierà
tra 25 e 30mila posti di lavoro, un
valore che corrisponde a quasi
il 10% della forza lavoro attuale.
La notizia non è ancora ufficiale,
ma secondo fonti come l’agenzia
Bloomberg e il Wall Street Journal,
le misure di HP saranno rivelate nel
corso della prossima settimana,
probabilmente mercoledì, quando
sarà resa pubblica la trimestrale di
cassa. HP, dal canto suo, ha voluto
subito “ridimensionare” l’entità
dell’operazione, annunciando
che gran parte della manovra
sarà attuata grazie all’utilizzo di
incentivi e prepensionamenti.
I vertici dell’azienda hanno
annunciato di voler investire
ingenti risorse in ricerca e sviluppo,
con l’obiettivo primo di far risalire il
prezzo delle azioni a quello di due
anni fa, praticamente il doppio del
valore attuale di 22 dollari.
dovrebbe incidere sulle trasmissioni
in HD. Non ci resta quindi che attendere buone nuove in alta definizione:
in fondo l’estate ci porterà gli Europei
di Calcio e le Olimpiadi in HD da parte della RAI e poi toccherà a Mediaset
ritornare in campo. Per i poveri utenti
tecnologici non abbonati a Sky resta
la speranza di vedersi animare i canali nella zona 500, per sfruttare i loro
ipersofisticati TV in alta definizione.
3D senza occhiali come 2D
Il display visualizzerà immagini 2D/3D senza sacrificare la risoluzione
di V. Barassi
I
display 3D specificatamente disegnati per funzionare senza l’utilizzo
dei tanto “fastidiosi” occhialini stanno lentamente entrando a far parte
delle nostre vite; la tecnologia alle
spalle di questa evoluzione è, però,
ancora da perfezionare ma i progressi
sembrano ormai essere dietro l’angolo. La giapponese NLT Technologies
ha voluto presentare
un primissimo prototipo di display 3D
glasses-free capace di
mantenere prestazioni
elevate in ogni modalità. La risoluzione delle
immagini 3D è infatti
identica a quella visualizzata in 2D e, grazie
alla tecnologia “HxDP”
(horizontally x timesdensity pixels), è in
grado di garantire fino
a sei angoli di visione ottimali. Non
solo, il display è capace di mostrare
contemporaneamente immagini in
2D e in 3D in diversi angoli di visione.
il prototipo ha dimensioni di 3.1 pollici con risoluzione di 427 x 240 pixel; il
display, al momento, è stato pensato
per “applicazioni industriali” in medicina e nel mondo del gaming. I primi
modelli prodotti “in serie” arriveranno
nel corso del 2013.
Wireless sulla
“banda terahertz”
people & market
Toshiba, niente più
TV in Giappone
Toshiba decide di sospendere
la produzione di televisori in
patria. Lo ha annunciato il CEO
Norio Sasaki, comunciando che
la divisione TV verrà ristrutturata.
Chiude così lo stabilimento
di Fukaya, l’ultima fabbrica
giapponese di Toshiba che
produceva TV LCD. La produzione
continuerà in Cina, Polonia, Egitto
e Indonesia. Del resto il 2011 si è
chiuso con perdite per 50 miliardi
di Yen (circa 500 milioni di euro)
per la divisione TV. Toshiba è solo
l’ultimo dei marchi giapponesi
che vedono ridimensionata
la propria leadership. Sony
ha da tempo abbandonato
la produzione di TV in patria
e marchi come Panasonic e
Sharp, che hanno importanti
stabilimenti in Giappone, stanno
soffrendo non poco i mutamenti
di un mercato sempre più
difficile.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
HIFI & HOME THEATER / Ma come distiguere il True HD nativo?
Dolby tarocca l’audio True HD
Si possono creare audio Dolby True HD per Blu-ray con audio upscalato a 96
di M. Dalli
D
olby ha rilasciato una versione
del suo Media Producer Encoder, un programma professionale che consente di codificare le
tracce audio dei Blu-ray. La novità più
importante riguarda l’introduzione di
un’opzione, denominata “Advanced
96k Upsampling”, che consente
di trasformare le tracce registrate a 48 kHz in una traccia lossless Dolby True HD
a 96 kHz, raddoppiando
quindi la frequenza di
campionamento finale.
Non si tratta quindi di un
96 kHz reale, come quello
presente su alcuni dei dischi
attualmente in commercio (lo
standard Blu-ray consente infatti di
implementare tracce fino a 192 kHz /
24 bit), ma di un “upsampling” di tracce a 48 kHz. Come spiega Dolby nel
documento di presentazione, questa
funzione permetterebbe di migliorare
la qualità finale delle tracce audio, per-
ché l’upsampling è fatto partendo dai
master in LPCM e perché la conversione offerta con l’algoritmo di Meridian è
di tipo professionale, “meglio di quanto
può offrire un classico DSP integrato”.
Così come avviene per il materiale video SD convertito in alta definizione
all’origine, l’esperienza finale delle nuove tracce con upsampling a 96 kHz
dovrebbe essere migliore
del 48 kHz originale, ma
anche peggiore rispetto a un 96 kHz nativo.
Considerato che questi accorgimenti sono
apprezzati soprattutto dagli appassionati,
storicamente attenti
alla qualità, ci auguriamo
che Dolby differenzi i dischi
con tracce codificate con la nuova opzione mediante un bollino sulla
confezione (come quello mostrato in
apertura), ma questa possibilità non è
ancora chiara. Altrimenti sarebbe come
vendere un Blu-ray con video upscalato
dal DVD: un flop assicurato.
GAME & MOVIE / Dall’accordo tra Activision e Bungie
PlayStation 4 nel 2016
ePossibiliXbox
720
nel
2013?
finestre per il lancio delle console di prossima generazione
di P. Centofanti
A
ctivision e Bungie hanno stretto un accordo di publishing
per il futuro e nelle pieghe
delle carte legali ci sarebbero degli
indizi relativi al lancio delle console
di prossima generazione di Sony e
Microsoft.
Tra i titoli in cantiere che le due aziende starebbero pianificando di lanciare
insieme, ad esempio, figura un certo
Destiny Games
#1 che dovrebbe
uscire nell’autunno 2013 non solo
per Xbox 360 ma
anche per Xbox
720.
Un altro titolo denominato Comet
#2 sarebbe, invece, il gioco per
PS4 che dovreb-
HIFI & HOME THEATER / Tratti particolari? Dimezzano l’altezza e sono “sottili” anche nel prezzo
Marantz aggiorna i sintoamplificatori slim
Sono comparsi sul sito del produttore americano le versioni 2012 dei due sintoamplificatori slim, NR1403 e NR1603.
di M. Andreoli
H
anno fatto la loro comparsa, sul
sito americano di Marantz, due
nuovi sintoamplificatori slim,
aggiornamenti di altrettanti modelli
usciti l’anno scorso. Si tratta dei prodotti NR1403 (foto sopra) e NR1603
(foto sotto), caratterizzati dal fattore
di forma “slim”: hanno infatti un’altezza quasi dimezzata rispetto ai normali
sintoamplificatori, pari a 10 cm. Le differenze tra i due modelli stanno nel
numero di canali gestibili (5.1 e 7.1,
rispettivamente) e soprattutto nella
connessione Ethernet che nel primo
manca, mentre nel secondo permette
tutta una serie di funzionalità aggiuntive: DLNA, AirPlay, connessione a radio
Internet e possibilità di comandare
l’unità tramite App per iPhone o Android. Rispetto ai modelli dell’anno
scorso, comunque, i miglioramenti
sono abbastanza marginali: è stato
ridisegnato il frontale, su cui è stata aggiunta una presa HDMI (che arrivano
quindi ad un totale di 6), e sono stati
ridotti i consumi. Sul modello 1603 è
stato tolto invece il tuner AM della radio, presente ancora sul modello più
p.15
piccolo. Entrambi gli amplificatori fanno uso del sistema di calibrazione Audyssey MultEQ, hanno le uscite pre-out
2.1 e forniscono fino a 50 W su 8 Ohm
per canale. I prezzi, ancora da confermare, sono di 349 euro per il modello
NR1403 e 699 euro per NR1603.
be uscire nel 2016 come sequel di
un altro non meglio precisato Comet
#1, che uscirà invece per PlayStation
3 nel 2014. Se così davvero fosse, la
nuova console Sony uscirebbe intorno al 2015.
Naturalmente accordi commerciali di
questo tipo possono essere tutt’altro
che definitivi e non in linea con le usicite delle console, ma almeno il periodo di uscita dell’Xbox 720 può avere
un fondamento.
HIFI & HOME THEATER
SACD, Pioneer gli
da un’altra chance
Sarà disponibile da giugno un
nuovo lettore Blu-ray Disc di
Pioneer che ha la particolarità di
essere una sorgente “universale”.
Il nuovo BDP-150 non legge
solo DVD e Blu-ray Disc (anche
3D naturalmente), ma anche i
sempre meno diffusi supporti
audio Super Audio CD (SACD). Al
di là dei supporti fisici, il lettore
Pioneer è anche un versatile
riproduttore di file multimediali sia
da periferiche USB che attraverso
la rete domestica via DLNA. Il
Wi-Fi non è però integrato ma
disponibile tramite una chiavetta
opzionale e le uscite analogiche
sono solo stereo. Ampia la
rosa dei formati supportati che
comprende audio in FLAC, oltre
a MP3 e AAC, e file video MKV.
Disponibile anche un’applicazione
per la riproduzione di video da
YouTube. Il BDP-150 dovrebbe
avere un prezzo in Europa intorno
ai 180 euro.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.17
PC & MULTIMEDIA
Aggiornamento
a Windows 8?
Microsoft ci pensa
Con l’ormai imminente arrivo
di Windows 8, le vendite
dei PC potrebbero subire
un rallentamento. Microsoft
sta elaborando un piano
per evitare tutto questo
di V. Barassi
Il 2 giugno prossimo sarà svelato Windows 8 Release Preview,
probabilmente ultima versione
preliminare del sistema operativo
Microsoft prima del lancio defininitivo atteso per l’ultimo trimestre del 2012.
Come sempre accade nei momenti di passaggio tra un sistema
operativo e l’altro, le vendite dei
PC subiscono un calo fisiologico
dovuto all’indecisione degli utenti. Comprare un computer ora,
effettivamente, non sarebbe proprio una scelta saggia, ma Microsoft vorrebbe evitare ogni dilemma proponendo un interessante
programma di aggiornamento a
Windows 8.
Pare che nei piani alti della società di Redmond si stia seriamente
pensando di offrire l’update gratuito a Windows 8 a tutti coloro
che acquisteranno un PC con
Windows 7 nei prossimi sei mesi,
similmente a quanto è accaduto
con il passaggio da Vista a 7. L’offerta si riferirebbe alla versione
“base” del nuovo sistema operativo ma, a fronte di un piccolo
pagamento, sarà anche possibile
aggiornare alla variante “Pro” di
Windows 8. In quest’ultimo caso
si vocifera che l’update avrà un
costo di circa 15 dollari, ma nulla
è ancora stato confermato.
Si attende, dunque, che arrivino
notizie ufficiali da parte di Microsoft.
PC & MULTIMEDIA / A 200 dollari entro fine maggio negli Stati Uniti
Netgear R6300, il primo con Wi-Fi “ac”
Si chiamerà R6300 il primo router wireless 802.11ac di Netgear
Questo nuovo standard promette velocità “gigabit” sulle reti senza fili
di M. Dalli
D
opo l’annuncio in conferenza
stampa a Las Vegas lo scorso
gennaio, Netgear è ora finalmente pronta a lanciare sul mercato
il router wireless R6300, il primo con
supporto al Wi-Fi 802.11ac. Questo
nuovo standard, come abbiamo già
visto nel corso dei mesi scorsi, promette velocità gigabit anche su etere (Netgear parla di 1300 Mbps sulla
banda dei 5 GHz), anche se poi non
sempre le promesse sono mantenute, come abbiamo potuto appurare al
Mobile World Congress di Barcellona.
Il Netgear R6300 monterà l’ultimo
chip di Broadcom (a Barcellona avevamo visto l’implementazione di
Qualcomm), che garantisce il supporto all’802.11ac, sia sui 2.4 GHz sia sui 5
GHz, con retrocompatibilità con le esistenti reti a/b/g/n; le velocità di punta
massime teoriche dovrebbero essere
di 1300 Mbps per i 5 GHz (802.11ac) e
450 Mbps per i 2.4 GHz (802.11n), con
una copertura più ampia rispetto alle
tecnologie precedenti. Il router, per il
resto, offre 5 porte gigabit (una per il
collegamento a un modem esterno
oltre a 4 porte LAN) e 2 porte USB,
per il collegamento di dischi esterni
(da condividere in rete tramite DLNA)
e stampanti, con supporto anche alla
tecnologia AirPrint di Apple. Come
gli ultimi router Netgear, inoltre, anche questo R6300 è compatibile con
Genie, il sistema di controllo e configurazione del router, disponibile per
tutti i PC, Mac e smartphone, che
consente di tenere facilmente sotto
controllo lo stato del router e riparare
eventuali problemi.
Il Netgear R6300 sarà disponibile entro la fine di maggio a 200 dollari negli USA; siamo in attesa di conoscere
tempi e costi per l’Italia.
Windows 8 abbandona Aero
Ultime modifiche per il desktop di Windows 8 che perde l’interfaccia Aero
Addio, quindi, alle trasparenze per una maggiore coerenza con Metro
C
on il rilascio della versione di
anteprima attesa tra pochi
mesi, Microsoft sta ultimando
gli ultimi ritocchi su Windows 8. La
novità più recente riguarda l’interfaccia grafica, nello specifico quella
per la parte desktop, che abbandona
lo stile “Aero” - lanciato per la prima
volta con WIndows Vista e rifinito con
Windows 7 - in favore di un look più
“piatto”. Questa mossa, spiegata da
Microsoft sul suo blog ufficiale (in un
post dove si ripercorre la storia delle
varie interfacce di Windows), è volta
ad armonizzare la parte desktop di
Windows 8 con quella “touch” in stile
Metro. Addio quindi a sfumature, an-
Chrome 19
sincronizza i tab
con Android
Google rilascia l’ennesima
versione del suo browser;
oltre a decine di bugfix e
ottimizzazioni varie arriva
la possibilità di sincronizzare
le schede con Android
di M. Dalli
PC & MULTIMEDIA / Versione finale di Windows 8 prima di Natale
di M. Dalli
pc & multimedia
goli smussati, finestre semitrasparenti
e bottoni in rilievo; ora il desktop ha
un aspetto più moderno - a detta di
Microsoft - che si adatta al cambio
di stile operato con Metro. Non tutte
queste modifiche appariranno nella
Release Preview in uscita tra qualche
mese: alcune, infatti, non saranno
rese pubbliche se non nella versione
finale che dovrebbe arrivare poco prima delle festività natalizie.
A metà maggio Google ha annunciato l’immediata disponibilità di Chrome 19, l’ennesima versione del browser che propone
come sua caratteristica principale
quella di potersi sincronizzare in
maniera più completa con i dispositivi Android 4.0.
Oltre a condividere “Preferiti”, “Applicazioni”, “Estensioni”, “Cronologia”, “Temi” e impostazioni varie, il
nuovo Chrome 19 di Google potrà sincronizzare con smartphone
e tablet che integrano il sistema
operativo Ice Cream Sandwich
anche le schede aperte nel browser, caratteristica questa che risulterà molto utile a tutti coloro che
sono abituati a “navigare” sempre
sulle solite pagine da ogni dispositivo.
Google ha chiuso una ventina di
falle di sicurezza, cinque di livello Basso, sette di livello Medio e
otto di livello Alto; la società di
Mountain View ha, inoltre, dichiarato che “Chrome sarà aggiornato all’ultima versione stabile nei
prossimi giorni, ma la funzione
di sincronizzazione delle schede
verrà distribuita gradualmente
solo nel corso delle prossime settimane”.
Infine, piccola curiosità, Google
ha annunciato di aver distribuito
circa 14.500 dollari a tutti coloro
che hanno contribuito a scovare
bug del browser.
Clicca qui per vedere un video di
presentazione.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.18
PC & MULTIMEDIA / Indiscrezioni in attesa dei nuovi portatili Apple PC & MULTIMEDIA / Dedicati a chi è sempre in movimento
MacBook Pro con Retina e USB 3.0? Sony, Ivy Bridge per i Vaio S e Vaio Z
I nuovi MacBook Pro potrebbero avere display Retina e porte USB 3.0 Aggiornate le due linee di portatili Sony con i processori Ivy Bridge
di M. Dalli
I
fan di Apple sono in trepidante
attesa per i nuovi MacBook Pro,
che dovrebbero montare gli ultimi
processori Intel della famiglia Ivy Bridge. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da 9To5Mac, però, le migliorie
per la prossima generazione di portatili professionali di Apple potrebbero
non essere soltanto sotto il cofano,
ma estendersi ben oltre. Le fonti del
sito parlano, infatti, di un modello da
15 pollici con schermo “retina” e un
profilo ultra sottile, che abbandonerebbe così il lettore ottico (come già
avviene per i MacBook Air e i Mac
mini). Sempre secondo le fonti, il
nuovo MacBook Pro sarebbe una versione più sottile dell’attuale modello,
mantenendo però un profilo ad altezza costante (e non a goccia come il
MacBook Air), come si può notare nel
mock up realizzato da 9To5Mac (foto
in basso).
Altra importante novità riguarderebbe le connessioni: secondo chi ha
maneggiato i prototipi dei case, infatti, Apple avrebbe inserito tre porte
USB 3.0 e ben due porte Thunderbolt,
abbandonando così il FireWire 800.
L’arrivo dell’USB 3.0 è solo parzialmente una sorpresa, dal momento
che i nuovi processori Ivy Bridge ne
hanno finalmente aggiunto il supporto nativo e la scelta di Apple sembra
perfettamente razionale. Non mancherebbero poi lo slot per schede
SDXC, ingresso e uscita audio, oltre
al classico connettore MagSafe per
l’alimentazione e i LED di stato di carica della batteria. Niente Ethernet né
DVD, per i quali esistono adattatori
esterni (qualcuno potrebbe, giustamente, storcere il naso, specie per
l’assenza del primo).
Di recente, inoltre, su GeekBench
sono apparsi alcuni benchmark
di un nuovo MacBook Pro (oltre a
un nuovo iMac), identificato come
MacBookPro9,1, ovvero il modello
“piccolo” (il MacBookPro8,1 è l’attuale
modello da 13 pollici, mentre l’8,2 e
l’8,3 sono rispettivamente i modelli da
15 e 17 pollici). Il benchmark è riferito
a un portatile con processore Core
i7-3820QM, un Quad Core da 2,7 GHz
con TDP di 45 Watt. Se la scelta del
Quad Core è obbligata da Intel (non
sono ancora stati annunciati processori Ivy Bridge Dual Core per portatili),
la dissipazione di calore (45 Watt) ci
pare un po’ eccessiva per essere un
13 pollici; a riprova di ciò, gli attuali
MacBook Pro hanno processori con
TDP di 35 Watt per i 13 pollici, 45 Watt
solo per i modelli più grandi. Questo
piccolo dettaglio, a nostro avviso, sarebbe indice del fatto che Apple sarebbe intenzionata ad abbandonare
il “piccolo” taglio per la famiglia “Pro”,
lasciando il 13 pollici solo nella famiglia MacBook Air. Alternativamente, si
potrebbe anche pensare che Apple
aspetti i nuovi processori di Intel per
lanciare il modello da 13 pollici, che
quindi arriverebbe in un secondo
momento; rimane però il dubbio della numerazione, che in quel caso dovrebbe essere MacBookPro10,1, cosa
assai improbabile. Parlando poi di
tempistiche, ovviamente non ci sono
informazioni precise, se non un generico “in estate”. Visto però l’imminente
rilascio di Mac OS X 10.8 Mountain
Lion, Apple potrebbe approfittare
del nuovo sistema operativo per rinnovare anche la gamma di computer
(MacBook Pro e iMac su tutti), con
un lancio probabile a giugno/luglio
e presentazione in occasione del
WWDC. Sarà davvero così?
di M. Dalli
Tempo di Ivy Bridge anche per Sony:
dopo aver lanciato il suo primo
Ultrabook (con Sandy Bridge), il colosso giapponese ha ora rinnovato
le serie Vaio S e Vaio Z con i processori di ultima generazione di Intel,
entrambe destinate a chi cerca una
soluzione leggera, ma potente.
Vaio S sarà disponibile in due tagli,
13 e 15 pollici, con finiture in carbonio, alluminio e magnesio. Il più interessante è il modello da 15 pollici
Full HD, che affianca ai processori
Quad Core Intel Core di terza generazione una scheda grafica NVIDIA
GeForce 640M, della famiglia Kepler
di ultima generazione. Nonostante
il basso profilo, Sony è riuscita a inserire anche un’unità ottica “slot in”,
DVD o Blu-ray, oltre a una tastiera
retroilluminata e un ampio touchpad con supporto alle gesture, il
tutto in 2 kg di peso (per il modello
da 15 pollici). Opzionalmente è disponibile anche una docking esterna che integra una seconda batteria, in grado di portare l’autonomia
a 14 ore, oltre a
un secondo disco da 500 GB,
che si affianca
a quello integrato da 1 TB.
Più “estremo” è
invece il Vaio Z,
che si aggiorna
con i processori
Ivy Bridge Core
i7-3612QM, of-
fre due opzioni per lo schermo da
13 pollici (1600x900 pixel oppure
Full HD) e propone dischi allo stato
solido di terza generazione in RAID
per migliorare le prestazioni. Il tutto
è contenuto in uno chassis in fibra
di carbonio e alluminio, per un totale di 1,2 kg e 17 mm di spessore.
Anche in questo caso è disponibile
una batteria opzionale che estende
l’autonomia fino a 14 ore, ma ancora più interessante è la docking
esterna Power Media Dock che,
tramite connettore Thunderbolt,
aggiunge al Vaio Z un’unità ottica
(DVD o Blu-ray, anche masterizzatore) e una scheda grafica dedicata
AMD Radeon HD 7670M.
I nuovi Vaio S saranno disponibili
a breve, prezzi ancora da comunicare. I nuovi Vaio Z, invece, sono
già disponibili con prezzi a partire
da poco meno di 1700 euro per
la configurazione base (schermo
HD+, 4 GB RAM, 128 GB SSD, senza
docking), ma possono facilmente
sforare il tetto dei 3000 euro aggiungendo più memoria e la Power
Media Dock.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.19
PC & MULTIMEDIA / È possibile preordinarlo a soli 69 dollari, dovrebbe essere disponibile a inizio 2013
Rivoluzionario Leap 3D: altro che Kinect!
La Leap Motion ha presentato Leap 3D, un sistema di interazione che promette di sconvolgere il mercato
di V. Barassi
Windows Phone
7.5 necessario
per accedere
al Marketplace
Tutti i possessori di un
telefono Windows Phone non
aggiornato non sono più
in grado di accedere
al Marketplace
Q
uando il 1° giugno 2009
Microsoft svelò Project Natal,
ovvero quello che dopo più
di un anno sarebbe diventato l’ormai
famoso Kinect, tutto il mondo rimase letteralmente senza parole. Oggi
il controller per Xbox 360 sembra essere una cosa “quasi normale” che in
pochi continuano ad esaltare, ma dalla sua prima apparizione Kinect non
ha fatto altro che aprire le porte a un
mondo di interazione tutto nuovo.
Microsoft capì subito che non si poteva limitare le potenzialità di tale
prodotto e in poco tempo decise di
promuovere e incoraggiare lo sviluppo di applicazioni “non ludiche”; molti
concorrenti hanno provato a imitare
quanto proposto da Microsoft, ed
oggi eccoci di fronte a un nuovo e interessante prodotto destinato a non
rimanere nell’oblio.
Parliamo di Leap 3D, piccolo dispositivo sviluppato dalla startup americana Leap Motion, il quale promette di
portare ai massimi livelli l’interazione
“tra l’uomo e le macchine”. Se almeno
una volta avete sognato di sfruttare il vostro PC in pieno stile Minority
MOBILE
V. Barassi
Report, film di Steven Spielberg, Leap
3D potrebbe davvero entusiasmarvi e
il video che segue (clicca qui) non vi
lascerà di certo indifferenti.
Sfuttando una semplice “basetta”,
Leap 3D è in grado di riconoscere i
movimenti di una, due mani o di oggetti presenti negli 1,2 metri cubi di
spazio di interazione che è in grado di
coprire, con un’accuratezza 200 volte
superiore a quella ottenibile al giorno
d’oggi dai sistemi analoghi. Le possi-
bili applicazioni sono davvero infinite e siamo certi che, se il dispositivo
riuscirà a raggiungere la maturità che
tutti speriamo, saprà ritagliarsi il suo
spazio in una miriade di settori.
E non pensate che tutto ciò costi
un occhio della testa; Leap 3D è già
preordinabile al prezzo di 69 dollari.
Anche se il kit di sviluppo è già disponibile, non è ancora ben chiaro
quando Leap 3D arriverà sui mercati;
si parla di inizio 2013.
PC & MULTIMEDIA / Per chi è alle prime armi con il PC o per soluzioni dedicate come chioschi o simili
VIA APC, il computer Android da 50 dollari
Aggiornamento di servizio per tutti i possessori di uno smartphone
con sistema operativo Windows
Phone: come già in passato dichiarato da Microsoft, dal 23 maggio
non sarà più possibile accedere al
Marketplace se non si è effettuato
l’update alla versione 7.5. Tutti i telefoni dotati del sistema operativo
Windows Phone sono in grado di
eseguire l’aggiornamento rilasciato a fine settembre 2011; per maggiori informazioni sull’update e per
ogni dubbio che dovesse venirvi,
potete far riferimento al sito ufficiale Microsoft.Windows Phone 7.5
Mango, oltre ad aver migliorato ulteriormente tutto il pacchetto sicurezza, introduce diverse nuove caratteristiche come il multi-tasking,
l’integrazione di Twitter, controlli
vocali più potenti, una versione di
Internet Explorer aggiornata e una
casella di posta unificata.
Una novità tra i PC ultra economici: il piccolo APC, basato su processore VIA e sistema operativo Android 2.3
di M. Dalli
N
on è certo il PC che ogni gamer
incallito desiderebbe, ma il VIA
APC ha qualche interessante
asso nella manica. Questo minuscolo
computer, costituito da una scheda in
formato Nano-ITX (17x8,5 cm), è basato su un processore VIA WonderMedia
da 800 MHz, ha 512 MB di RAM, 2 GB di
flash e come sistema operativo utilizza
Android 2.3, in versione ottimizzata. Il
VIA APC ha poi un completo set di connessioni, con VGA, HDMI (fino a 720p),
4 USB ed Ethernet 10/100 Mbit/s.
Non manca poi uno slot micro SD per
espandere la memoria integrata.
Grazie ad Android, poi, è possibile installare tutte le applicazioni per il siste-
ma operativo di Google, compresi anche alcuni giochi (come, ad esempio,
Angry Birds). La navigazione è gestita
dal browser integrato, che supporta
anche lo streaming di contenuti video in alta definizione, accelerati in
hardware dal processore VIA.
Il punto di forza del VIA APC, però,
sono i costi: la scheda completa
costa 50 dollari, mentre i bassissimi
consumi (meno di 4 Watt in idel e
13,5 Watt a massimo carico) ne fanno un PC estremamente parsimonioso sulla bolletta elettrica. Sarà
disponibile a partire da luglio per tutti
gli appassionati che vorranno provarlo, all’interno ad esempio di un case
mini-ITX o micro-ITX.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Alessandra Lojacono, Fiammetta
Regis, Emanuele Villa, Simona Zucca
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
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Per la pubblicità
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n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
SMARTHOME / Dimensioni portatili, facilità di utilizzo, buone prestazioni e design curato, ma il prezzo non è proprio per tutti
p.21
In prova il piano a induzione portatile di Samsung
Away è il piano cottura a induzione portatile di Samsung. Lo abbiamo provato: un buon prodotto, ma ci rimangono un paio di perplessità
di S. Zucca
L
o scorso mese di dicembre Samsung ha lanciato sul mercato un
prodotto decisamente originale,
un piano a cottura a induzione portatile. Away (CTN431SCOS), questo il
nome del prodotto, è un piano dotato di un solo fuoco di 20 cm di diametro che l’azienda coreana ha pensato
appositamente per essere utilizzato in
luoghi che non siano necessariamente la cucina, come la sala da pranzo, la
terrazza di casa, il giardino o l’ufficio.
La cottura a induzione si sta diffondendo molto rapidamente per tutta
una serie di evidenti vantaggi. Incuriositi da questa inedita versione dell’induzione, abbiamo voluto provare
questo elettrodomestico.
Nel video qui sotto vi mostriamo le
principali caratteristiche del piano
Away.
Design piacevole ed effettiva
portabilità
Portatile vuol dire dimensioni contenute, leggerezza e praticità. In effetti il
piano di Samsung ha dimensioni assolutamente portatili: larghezza 27,4
cm, profondità 36,4 cm, altezza 5,6
cm. Non è leggerissimo, 3,2 kg, ma è
comunque facilmente trasportabile.
Di sicuro Away è un prodotto dal design curato e piacevole, caratterizzato
dalle linee arrotondate. Un oggetto
che volentieri si metterebbe in bella
mostra in casa propria. Disponibile in
quattro colori diversi (rosso, azzurro,
nero e crema), è maneggevole per il
trasporto e saldo sul piano di lavoro
durante l’utilizzo, grazie ai quattro
piedini di cui è dotato.
Away funziona con la corrente elettrica, basta inserire il cavo di alimentazione in dotazione in una presa e il
piano è già in funzione.
Comandi intuitivi, facilità
di utilizzo
Away dispone di comandi touch retroilluminati direttamente sul piano:
il comando di accensione/spegnimento, quello di sicurezza, il timer, la
funzione “bollitura acqua”, quella per
mantenere in caldo i cibi, i selettori del timer e della potenza (+ e -) e
la touch wheel per impostare tempi
e potenza. Le icone sono intuitive e
i comandi sensibili al tatto, ma non
troppo da attivarsi per colpa di un
tocco involontario. Anche la touch
wheel è ricettiva al tocco e precisa
nell’impostare i valori scelti.
Le azioni da compiere sono poche
e semplici. Disattivare il blocco sicurezza, premere il tasto on, regolare
la potenza e posizionare la pentola.
Semplicità e immediatezza anche nel
caso si scelgano funzioni particolari,
come “Power Boost”, “Bollitura acqua”
o “Mantieni caldo”. Per interrompere
la cottura basta sollevare la pentola
dal piano oppure agire sulla touch
wheel.
Bollire l’acqua in 3 minuti
Uno dei vantaggi che tanto si reclamizzano riguardo la cottura a induzione è il minor tempo impiegato,
ad esempio, per far bollire l’acqua.
Noi abbiamo provato a capire quanto tempo ci si impiega a far
bollire circa 1 litro di acqua
con Away.
Per la nostra prova abbiamo utilizzato un pentolino
specifico per l’induzione
con fondo in acciaio, rivestimento interno in ceramica, diametro di 16 cm
e capacità di circa 1,2 litri.
Per bollire poco meno di
1,2 litri di acqua abbiamo
utilizzato i due metodi che
il piano ci mette a disposizione, ossia la specifica funzione “Bollitura acqua” e la
In 3 minuti e mezzo Samsung Away è in gra- funzione “Power Boost”. Nel
do di bollire poco più di un litro di acqua.
primo caso abbiamo premuto il tasto
corrispondente alla funzione, scelto
la temperatura che il piano imposterà
dopo la bollitura e posizionato la pentola: il piano si è attivato immediatamente e dopo circa 3 minuti e 30 secondi l’acqua ha cominciato a bollire
e il piano ha abbassato la temperatura. Quindi, per bollire poco meno di
1,2 litri di acqua ci ha impiegato circa
3 minuti e mezzo. Abbiamo poi utilizzato la funzione Power Boost, e anche
in questo caso il risultato è stato il
medesimo: 3 minuti e 30 secondi per
portare a ebollizione l’acqua. In entrambi i casi la potenza massima impegnata è stata di poco meno di 1,2
kW. Abbiamo fatto la stessa prova su
un fornello a gas, sul fuoco più grande con la fiamma quasi al massimo,
compatibilmente con le dimensioni
del pentolino: tempo impiegato circa
6 minuti.
Regolazione della potenza
per sciogliere il cioccolato
Un altro dei vantaggi dei piani a induzione è quello della precisa regolazione della temperatura, cosa che
permette cotture particolari come ad
esempio le fritture e lo scioglimento
del burro. Noi abbiamo provato a
sciogliere 100 grammi di cioccolato
fondente regolando la temperatura
alla minima potenza, cioè 1 (Away
dispone di 15 livelli di potenza). In cucina quest’operazione solitamente si
esegue con la tecnica del bagnomaria, per evitare che il cioccolato rischi
di bruciarsi. In circa 7 minuti il piano
Away ha perfettamente sciolto il cioccolato, in modo graduale e uniforme.
Un buon prodotto
ma il prezzo…
Il piano Away di Samsung dunque
supera la nostra prova: linee ricercate,
dimensioni portatili, facilità di utilizzo
e anche di pulizia, comandi intuitivi e
risultati soddisfacenti.
Ci sono solo un paio di questioni, non
proprio secondarie, su cui siamo perplessi: il prezzo e il destinatario di un
prodotto come questo. Il prezzo consigliato al pubblico è di 349 euro, che
per un piano con un solo fuoco non
è certo poco, se si considera che nei
negozi specializzati si trovano piani
da incassi con 4 fuochi a circa 500-600
euro. Per chi è pensato, dunque, questo piano? Qual è il suo reale utilizzo?
Da affiancare ai fuochi tradizionali in
cucina? Per una seconda casa magari
in montagna dove non si vuole aprire
un contratto di fornitura del gas? Per
le vacanze in campeggio? Per uno
studente universitario che vive in una
camera in affitto? Gli utilizzi possono
facilmente trovarsi, è certo però che
il prezzo paragonato all’uso rimane
un fattore da valutare attentamente
prima dell’acquisto.
Nel video qui sotto una breve presentazione di Samsung Away.
video
Samsung Away, video di presentazione
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / Mondo dei gamer in fermento: il 15 maggio è uscito l’ultimo capitolo di una delle saghe più amate di sempre
p.22
Diablo III sotto esame: la lunga attesa è ripagata
Nonostante qualche critica e imperfezione, Diablo III è davvero un gran bel gioco. Incalzante, ricco e tecnicamente evoluto: una manna per gli appassionati
di R. Pezzali
D
iablo è tornato: dopo 12 anni di
sviluppo, con il terzo capitolo di
una delle saghe più amate dagli
hardcore gamer si torna a Sanctuarium
per estirpare ancora una volta il male.
Diablo III, prodotto dalla Blizzard, è il risultato di uno sforzo immane, che ha
richiesto più di un anno di beta testing
per assicurare un prodotto perfetto.
Tuttavia, quando c’è grande attesa, le
cose non vanno mai come dovrebbero, e nelle ore successive al lancio qualche problema di troppo ha portato la
Blizzard a scusarsi con i giocatori per le
problematiche di connessione e i primi bug, già corretti. Dopo aver giocato
svariate ore abbiamo deciso di scrivere
questa recensione indirizzata più che
altro a chi non ha ancora deciso se
comprare a meno il gioco, consapevoli che chi ha amato Diablo e Diablo
II (come noi) si è tuffato al “day one”
nei negozi per accaparrarsi la copia di
questo action RPG che ha atteso tanto
a lungo, magari in edizione speciale.
DRM, casa d’aste e PVP
Prima di iniziare con la recensione vera
e propria vorremmo approfondire
qualche aspetto di Diablo che non è
necessariamente legato al gameplay:
il sistema DRM, la casa d’aste a denaro
reale e il PVP. Diablo III per poter essere giocato richiede una connessione
web sempre attiva: un sistema questo
che permette a Blizzard di controllare
meglio non solo la pirateria ma anche
eventuali hacks. Per giocare Diablo
offline Blizzard avrebbe dovuto concedere ai player non solo il client di gioco
ma anche il sistema server (come avviene in altri giochi) facilitando gli hacker che cercano falle per cheats e cose
simili (in Diablo II si potevano duplicare
ad esempio gli items con un trucco).
Questo sistema DRM è fastidioso, provoca un po’ di lag se qualcuno usa la
connessione mentre stiamo giocando
e oltretutto svantaggia chi non ha una
ADSL veloce, tuttavia è indispensabile
se si pensa alle altre due novità: la casa
d’aste e il PVP. Queste due feature non
sono ancora disponibili ma lo saranno
a breve. Il PVP, ovvero il player versus
player, rappresenta il futuro di Diablo,
quello che terrà attaccati i giocatori
allo schermo anche dopo aver finito
l’avventura di base: i giocatori potranno combattere uno contro l’altro per
stabilire chi è il più forte e sotto quest’ottica è indispensabile che il sistema
di gioco sia assolutamente protetto
da cheaters e hacks. L’altra novità è la
casa d’aste a denaro reale: i giocatori
potranno mettere in vendita gli oggetti all’interno di una casa d’aste e i
proventi della vendita saranno convertiti in denaro reale sul conto Battle.
net o sul conto Paypal. Anche in quest’ottica si capisce perché Blizzard ha
dovuto usare un DRM così invasivo: la
sicurezza è una priorità. Al momento
la casa d’aste non è ancora attiva, ma
a breve torneremo a parlare di questa
funzionalità che mescola videogioco e
denaro reale creando così interessanti
scenari (giocare diventa un lavoro?).
sto: le due grosse “bocce” per vita e
mana, gli slot per l’accesso rapido alle
skill, la mappa e le icone del personaggio con la possibilità di gestire le skill e
le abilità al passaggio di livello. Diablo
III non è un gioco difficile, anzi, è un
action RPG (molto più action che RPG
a dire il vero) che necessita di un paio
di minuti di tutorial per immedesimarsi nel personaggio scelto. Rispetto ai
capitoli precedenti, nel terzo episodio
possiamo scegliere cinque diverse
classi per il nostro personaggio e non
c’è neppure la possibilità di personaliz-
Diablo non cambia
Diablo III
Tornando a Diablo III, Blizzard ha fatto
una scelta abbastanza conservatrice:
il nuovo Diablo è una versione rivista
e migliorata di Diablo II, senza però
eccessivi sconvolgimenti. La grafica è
migliorata ma non è esagerata: c’è il
supporto per la fisica e le texture sono
perfette ma gli sviluppatori hanno preferito fare qualcosa di giocabile anche
con hardware non troppo potente e
sono perfettamente riusciti nel loro intento. A Diablo III ci si può giocare con
un notebook di fascia media o con
una scheda video anche datata, e anche se la risoluzione sarà un po’ bassa
e dovremo sacrificare fisica e ombre, la
giocabilità non ne risente.
Interfaccia ordinata e classica
Chi ha giocato ai precedenti Diablo
troverà quasi tutte le cose al loro po-
Prezzo: 59.95 euro (PC)
Studio: Blizzard
Distributore: Activision
Giocatori: 1
Multiplayer: sì
PEGI dichiarato: 18
Disponibile per: PC
segue a pag. 23
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.23
GAME & MOVIE
nella comunicazione client
– server per trovarci addosso un mostro che fino a pochi istanti
prima era ben distante. Ma dopo un
inizio problematico, la situazione è migliorata quasi subito.
Diablo III
segue da pag. 22
zarle troppo: maschio, femmina, nome
ed eventuale stendardo, tutto è davvero semplice e immediato. L’utente
non può nemmeno scegliere il livello
di gioco, perché la prima volta che gioca sarà impostato su “normale” e solo
successivamente, dopo averlo finito
una prima volta, potrà rigiocarlo nelle
altre modalità.
I dungeon sono “random”
Troppo facile all’inizio
Diablo III è fatto per essere giocato più
volte, anche perché in modalità normale è decisamente semplice e non
porta al livello massimo, il 60esimo. C’è
anche una modalità denominata “hardcore” che introduce la morte vera: un
personaggio che ha attivato la modalità hardcore, una volta morto non sarà
più utilizzabile. Il nostro consiglio è
quello di arrivare con un personaggio
al livello 10, attivare la modalità hardcore su un altro personaggio e provare a giocare fino a dove si arriva. Teoricamente sarebbe possibile giocarlo
in “hardcore” anche dopo averlo finito
una prima volta, ma si perderebbe un
po’ di gusto perché si conoscerebbero
la storia, i mostri, i boss e quello che
più o meno dobbiamo fare.
Ottima realizzazione
con poche ombre
Ognuna delle 5 classi da scegliere ha
i suoi punti di forza e il suo stile, ma
non vogliamo perdere troppo tempo
per descrivere monaco o mago, anche
perché sul sito di Diablo ci sono tutte
le guide necessarie. Spendiamo giusto
qualche parola sul sistema di gestione
delle skill: in Diablo III si avanza di livello compiendo missioni e uccidendo
mostri e ogni volta che si guadagna
un livello si guadagnano anche una
serie di abilità. Mentre in altri giochi
e nel precedente Diablo c’era la possibilità di scegliere come far crescere
il proprio PG (e quindi c’era anche chi
studiava l’albero di crescita perfetto) in
Diablo III al livello massimo ogni giocatore avrà sbloccato tutte le abilità,
e starà al giocatore scegliere quali di
queste usare e quali potenziare con
le rune per proseguire nelle avventure
e sconfiggere gli avversari. Questo sistema non ci piace molto, perché sulla
carta ogni mago è uguale a un altro
senza equipaggiamento, ma probabilmente Blizzard ha voluto che fosse
proprio l’equipaggiamento (gli items)
l’ago della bilancia di ogni scontro.
L’equipaggiamento potrà essere comprato e venduto nella casa d’aste e
Blizzard riceverà una commissione su
ogni vendita: qualcuno qui potrebbe
pensare male. Il sistema è inoltre a prova di errore: nel vecchio Diablo c’era il
rischio di sprecare punti con una abilità poco importante e quando lo si scopriva si doveva rifare da capo il PG, ma
qui è impossibile, si possono cambiare
le rune e si può tornare indietro. Facile,
ma noi preferivamo il rischio. Abbiamo creato un mago e ci siamo subito
lanciati nel mondo di Sanctuarium, e
dopo svariate ore di gioco provando
anche diversi personaggi possiamo
dire che Diablo III è un gran bel gioco
realizzato e sviluppato molto bene. È
apprezzabile la cura riposta nella realizzazione dei personaggi e della grafica, e ci piace moltissimo quel “look &
feel” che ricorda moltissimo il vecchio
Diablo pur innovando la grafica. Come
abbiamo già detto, graficamente si poteva fare molto di più, ma la semplicità
delle icone, dell’interfaccia e il disegno
un po’ a cartone degli items ci ricorda
che alla fine l’importante è la giocabilità, e questa non deve mai venir meno.
Diablo è semplice, almeno nel livello
normale: anche con un mago come il
nostro, decisamente il più vulnerabile
agli attacchi, si procede veloci senza
troppi intoppi scagliando magie a 360°
e raccogliendo le abbondanti sfere
di energia che vengono rilasciate dai
mostri. Difficile apprezzare Diablo in
questa modalità: chi ci ha già giocato
e ha un po’ di destrezza nel muoversi
ha vita davvero facile, con il mana che
si ricarica velocemente e una buona riserva di pozioni di cura. L’unico rischio
è la lag: in questo periodo iniziale con i
server intasati basta un piccolo ritardo
Un’altra chicca di Diablo III è la sua
varietà: i dungeon vengono generati
casualmente ad ogni accesso, una piccola accortezza che prolunga la longevità del gioco. Alcuni elementi restano
fissi, ovvio, ma strade, mostri, cancelli e
stanze sono piazzate a caso così come
casuali sono i “loot” e le specifiche degli items. Così facendo è impossibile
costruire un personaggio uguale ad
un altro, anche se ovviamente tutto
ruota attorno all’equipaggiamento.
Oltre al single player e al PVP (ancora
non disponibile) Diablo III dispone della modalità cooperativa: si può giocare
con gli amici per perseguire lo scopo
finale, ed è questo forse il lato più bello del gioco, dove oltre all’equipaggiamento serve anche molta tattica se si
vuole battere un boss ad alti livelli. La
distribuzione dei punti esperienza, degli oggetti e la forza dei mostri è ovviamente bilanciata a seconda del numero dei giocatori che compone il team.
Nel complesso Diablo III è un bel gioco: non è certo una delusione come
lo dipingono molti ma non è neppure
un gioco così innovativo che dev’essere giocato per forza. Diablo III è Diablo,
e chi ama Diablo amerà anche questo
nuovo episodio. La vera forza di Diablo
non è però nel “facile” single player, ma
nella cooperazione tra giocatori e nel
PVP, unico elemento che allungherà di
molto la longevità di questo titolo. La
richiesta di una connessione attiva per
giocare dà un po’ fastidio, così come lo
danno tutti i DRM, ma nell’ottica del
“fair play” era una scelta difficile ma
necessaria.
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n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / Smart TV e console permettono di acquistare e noleggiare film online: ma qual è la qualità del servizio?
p.25
Videonoleggio online: così “vince” facile la pirateria
I servizi esistono, ma chi vuole noleggiare un film su una delle nuove piattaforme “digitali” non può che arrendersi dinanzi a un’offerta povera e costosa
di P. Centofanti
F
uori piove, non abbiamo voglia
di andare al cinema ma di vedere un bel film sì. Il Blockbuster
sotto casa ha chiuso, la videoteca più
vicina è a qualche chilometro e non
abbiamo voglia di prendere la macchina, di fare la tessera e poi magari scoprire che il film che vogliamo vedere
è esaurito. Ma in casa abbiamo magari
una console o una Smart TV! Quale migliore occasione per provare l’ebbrezza di noleggiare un film online senza
neppure uscire di casa? A patto di non
avere troppe pretese, si intende. Già
perché l’attuale offerta home video
“digitale” non è esattamente all’altezza
delle aspettative. Che sia iTunes o un
altro portale, le uscite “importanti” a
noleggio si contano sulle dita di una
mano, mentre i prezzi per l’acquisto
sono completamente fuori mercato,
al limite dell’insulto in qualche caso,
specie rispetto a quelli dei “normali”
Blu-ray Disc o DVD e per avere molto
meno: nessun extra, qualità audio/video inferiore e in più un file video il più
delle volte “segregato” nel dispositivo
che abbiamo utilizzato per l’acquisto.
In una fase in cui le classiche videoteche vivono momenti difficilissimi,
le alternative al download illegale per
chi del supporto non ne vuol sapere,
purtroppo sono ancora poche e di
scarso appeal. Eppure, mentre le major
insistono con i noiosi proclami anti-pirateria sui supporti legittimamente
acquistati (o noleggiati), sono proprio
loro in primis a non permettere la nascita di servizi digitali in grado di offrire
un’alternativa degna di questo nome.
Qualche esempio? Prendiamo uno
degli store digitali più importanti per
numero di utenti, iTunes Store. Apple
offre il noleggio su iTunes per PC e
Mac, iPad e Apple TV di film (le serie TV
non sono ancora pervenute) ma il catalogo è veramente scarso se andiamo
a confrontare sullo stesso mese i film
disponibili in noleggio e su DVD/Bluray Disc. A maggio le novità più importanti a noleggio su DVD e Blu-ray Disc
fino a oggi sono state:
•Mission: Impossible 4
•J. Edgar
•Finalmente la felicità
•The Artist
•The Help
•Shame
•Moneyball - L’arte di vincere
•Succhiami
•Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Di questi film, quelli oggi disponibili su iTunes Store sempre a noleggio sono: Mission: Impossible e The
Help. Punto. Qualche titolo in più è
disponibile ma solo in vendita: Moneyball (16.99 euro in HD), J. Edgar
(11.99 euro, solo SD), Sherlock Holmes (11.99 euro, solo SD). Il fenomeno della scorsa stagione, The Artist,
non è disponibile. Sul PlayStation
Store va anche peggio. Delle novità
di maggio, l’unica disponibile a noleggio è Mission: Impossibile. The Help
c’è solo in vendita per “soli” 19.99
euro per la versione HD e 15.99 per
quella in definizione standard. Cifre
semplicemente folli per le altre novità disponibili unicamente in vendita: 21.99 euro per J. Edgar e Sherlock
Holmes in HD, 19.99 per Moneyball.
Non è più fortunato chi ha in casa
una XBox 360: può noleggiare solo
Mission: Impossibile e tra le novità di
grido troverà solo J. Edgar, Moneyball
e Sherlock Holmes in vendita (in SD a
16 euro circa). Panorama ancora più
desolante per le Smart TV. Uno dei
serivizi più diffusi è AceTrax che propone solo Mission: Impossible tra le
novità del mese, sia a noleggio che
in vendita. Di chi è la colpa? Al consumatore come funzioni il mercato
dei diritti dell’home video non può
sicuramente interessare di meno;
quello che vuole è poter guardare i
film del momento, al giusto prezzo
e con comodità. Sa solo che in rete
può trovare illecitamente qualsiasi
film vuole vedere, anche in contemporanea con l’uscita nelle sale purtroppo, mentre le piattaforme legali
non sono in grado di offrire nemmeno le novità del mese, disponibili
nelle sempre più rare videoteche.
È così che l’industria dei contenuti
vuole combattere la pirateria? Giudicate voi.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / A pochi mesi dall’uscita dei TV OLED, Panasonic punta ancora sulla tecnologia al plasma e lo fa con un TV davvero sorprendente
p.26
Plasma al top con il televisore Panasonic TX-P50VT50
L’ultimo top di gamma di TV al plasma di Panasonic è il punto di arrivo di un’evoluzione tecnologica che difficilmente potrà andare oltre
di P. Centofanti
“I
l plasma è morto, lunga vita al
plasma”. Può sembrare strano
lanciare la recensione di quello che è il migliore TV al plasma che
uscirà mai sul mercato con una sorta
di epitaffio, ma la nuova gamma di
TV Panasonic esce in un periodo del
tutto particolare. I TV al plasma si vendono sempre di meno, anche in casa
Panasonic, e questo nonostante sia la
tecnologia ancora più apprezzata da
chi cerca la qualità vera in un TV. Ma
quest’anno arriveranno sul mercato i
primi veri TV OLED, tecnologia che ha
tutte le carte in regola per far dimenticare a questa fetta di appassionati i
“pregi” del plasma. È quindi in un certo
senso ironico che proprio a pochi mesi
dall’arrivo dell’OLED, Panasonic lanci
quello che è il punto di arrivo della sua
tecnologia al plasma, che con la serie
VT50 raggiunge nuove vette di qualità
di immagine che probabilmente non
verranno più superate, non con questa tecnologia. Dal punto di vista della tecnologia al plasma, la serie VT50
è dotata di ulteriori affinamenti che
puntano a migliorare rapporto di contrasto, luminosità, risoluzione “in movimento” e sfumature: il pannello è tutto
nuovo, con una nuova struttura delle
celle, nuovo filtro per incrementare
contrasto e resa del nero, ma anche un
nuovo drive del pannello con subfield
a 2500 Hz e capacità di esprimere fino
24.576 sfumature diverse della scala
di grigi. Per quanto riguarda le funzionalità Panasonic offre con questo TV
di tutto e di più. C’è la rinnovata piattaforma Viera Connect con browser
completo e telecomando dedicato in
dotazione, c’è il supporto al DLNA anche in “versione” server per permettere
la condivisione sulla rete domestica
delle proprie registrazioni, l’ormai obbligatorio lettore multimediale integrato, più il doppio tuner terrestre e
satellitare con supporto all’MHP. E poi
ci sono un mare di regolazioni video,
diverse impostazioni THX per chi vuole ottenere il massimo dal proprio TV
senza fatica e ultimo, ma non meno
importante, un nuovo design finalmente capace di gareggiare ad armi
pari con l’offerta LCD.
Sottile ed elegante
Ci è voluto qualche anno, ma alla fine
Panasonic è riuscita a portare nei negozi TV al plasma con un design all’altezza dei canoni dettati da chi produce
LCD. Con la gamma 2012 offre sia con
LCD sia plasma televisori sottili, curati
ed eleganti. Il modello in prova è un
TV sottile (poco più di 3 centimetri nel
punto più spesso) e con una cornice
intorno al pannello davvero ridotta. La
cornice è nera con un bordino metallico che corre intorno lungo tutto lo spigolo. Tutto il frontale è ricoperto da un
vetro, ma la cornice rimane ben distinguibile rispetto al pannello vero e proprio, qualche millimetro più “in fondo”
rispetto alla superficie. La base stacca
a livello cromatico prediligendo il grigio, con un piacevole effetto sfumato.
Niente di originale, ma fa il suo lavoro
e permette di ruotare lo schermo.
Il parco connessioni vede un chiaro
ridimensionamento degli ingressi analogici, con una sola presa SCART e una
component, entrambe nella forma di
connettori proprietari (con adattatori
inclusi naturalmente) per questioni
di spazio a disposizione. Disposti lateralmente abbiamo quattro ingressi
HDMI (di cui uno con canale audio di
ritorno per il collegamento di un amplificatore) e ben tre porte USB per il
collegamento di Hard Disk, chiavette,
ma anche accessori come tastiere e
game pad per le applicazioni di Viera
Connect. Spariscono VGA e ingressi SVideo. Per quanto riguarda la connettività di rete ci sono la porta Ethernet
per la LAN, il Wi-Fi integrato e anche
un modulo Bluetooth per gli accessori. Oltre al tuner digitale terrestre, il TV
monta anche il sintonizzatore DVB-S2,
e c’è l’ormai di serie slot per moduli
Common Interface + per i programmi
a pagamento.
In dotazione troviamo due telecomandi. Quello principale è la classica unità
Panasonic con l’usuale layout dei tasti,
qui in versione parzialmente retroilluminata. L’illuminazione non è automatica, ma il tasto per attivarla è il primo
in alto a destra, quindi facilissimo da
individuare. Il secondo è più un touchpad studiato appositamente per una
migliore interazione con le applicazioni di Viera Connect. Infine Panaso-
Panasonic TX-P50VT50 - 1.999 EURO
Quality
Longevity
Design
9
9
8
nic include con il VT50 due occhialini
attivi, dei nuovi modelli estremamente
leggeri e più confortevoli.
Menu poco intuitivo, ma tante
regolazioni video
Il menù a schermo non ha subito
grosse rivisitazioni rispetto a quello
implementato sulla gamma 2011 di
Panasonic. Graficamente è ben leggi-
Simplicity D-Factor
8
9
Value
8
bile e soprattutto le regolazioni video
sono organizzate secondo una buona
logica. Più confuse le impostazioni per
tutte le altre funzioni, a volte raccolte
in sottomenù identificati in modo un
po’ oscuro, così come oscuri sono alcuni parametri. Le impostazioni sono
davvero complete. Per quanto riguarda quelle generali, vale la pena segnalare un menù dedicato alle impo-
Il TV Panasonic TX-P50VT50
è sottile solo 3 cm e dotato
di una base che permette di
ruotare lo schermo.
segue a pag. 27
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.27
TEST
Panasonic TX-P50VT50
segue da pag. 26
stazioni di risparmio energetico, con
una funzione che con un solo tasto le
attiva tutte. Guida TV e il menù di registrazione non hanno sfortunatamente
subito alcun restyle grafico, a dispetto
della presenza di un ben più potente
processore “sotto il cofano”. Ritroviamo
pertanto un menù piuttosto scarno
e poco intuitivo per la gestione delle
registrazioni e del timer. Pesa una certa mancanza di uniformità di stili tra i
vari menù con un’esperienza di utilizzo
poco armonica. Clicca qui per vedere
il video del menù di impostazione.
Per quanto riguarda le regolazioni
video, gli appassionati più esigenti
troveranno di cui divertirsi, dai classici
controlli per bilanciamento del bianco
e spazio colore, fino all’impostazione
della temperatura colore e del gamma
su 10 punti della scala di grigi. I meno
esperti e i più pigri non devono temere di non riuscire a sfruttare al meglio
il proprio TV vista la presenza di ottimi
setup THX per sale oscurate e non, e
anche per la visione in 3D. Tra le varie
impostazioni video disponibili vale la
pena segnalare una modalità denominata “1080p Pure Direct”, consigliata a
chi utilizza un processore video esterno oppure un HTPC.
Le funzionalità multimediali sono accessibili tramite il tasto Viera Tools, che
si presenta con una grafica animata
slegata dagli altri menù a schermo.
Oltre al lettore multimediale (dalle
funzioni base ma con un’ampia rosa di
formati supportati), c’è naturalmente
Viera Connect, la piattaforma di smart
TV di Panasonic. Graficamente nulla
cambia, con il solito e poco pratico
Le connessioni sul retro del TV
Panasonic, facilmente accessibili
dall’utente.
menù con disposizione “a livelli” delle
applicazioni. Clicca qui per vedere il
video delle funzionalità del TV.
Viera Connect offre ora uno store per
lo scaricamento e l’acquisto di nuove
applicazioni e giochi. Tra le novità più
importanti si segnalano il browser
completo (con supporto per contenuti Flash) e l’app Social Network TV che
consente di seguire gli aggiornamenti
su Facebook e Twitter in contemporanea alla visione di programmi TV. In
più debutta grazie al processore più
potente anche una sorta di multitasking per passare rapidamente da
un’applicazione all’altra.
Il TV Panasonic supporta lo standard
DLNA nelle sue varie declinazioni.
Supporta la funzionalità di Media
Renderer per “accettare” contenuti da
altri dispositivi automaticamente, ma
è in grado anche di permettere ad altri
client DLNA di accedere alle registrazioni effettuate con la funzione PVR
attraverso la rete locale, anche se solo
uno alla volta. Per abilitare questa funzionalità occorre collegare alla porta
USB un Hard Disk esterno, mentre le
registrazioni su schede SD non saranno accessibili. La cosa interessante è
che a dispetto di quanto segnalato sul
manuale, la condivisione è disponibile anche con il TV in stand-by, a patto
di aver attivato l’alimentazione per le
periferiche USB anche a TV spento nel
menù delle impostazioni, anche se in
effetti a volte la condivisione non rimane attiva. Va detto che così facendo
il consumo in stand-by passa dai quasi
0 Watt a ben 25 Watt. Se si sta guardando un canale TV è disponibile via
DLNA anche la stessa trasmissione in
tempo reale. Questa possibilità è stata
aggiunta per poter sfruttare lo schermo di uno smartphone o un tablet per
vedere i canali TV utilizzando l’applicazione Viera Remote. La funzione non
è disponibile quando si utilizza Viera
Connect, quando è in corso una registrazione, con i canali criptati o quando l’emittente blocca la registrazione.
Da segnalare inoltre che la funzione
di registrazione non è disponibile per
i canali a pagamento. Purtroppo l’applicazione per smartphone e tablet
continua a rimanere tutt’altro che
pratica, specie per quanto riguarda il
problema dell’inserimento dei testi.
Problema che non risolve neppure il
telecomando touch-pad in dotazione,
comodo per muovere il cursore nel
browser e poco altro.
In dotazione con il TV Panasonic, occhiali per la visione 3D e due telecomandi, quello principale (a sinistra) e una sorta di touch pad (a destra).
Ottimo contrasto
e un nero incredibile
Per saggiare le qualità del nuovo plasma Panasonic abbiamo iniziato collegando un lettore Blu-ray per avere una
sorgente al di sopra di ogni sospetto.
Inizialmente abbiamo optato per il setup THX che offre impostazioni di base
ben calibrate e che tutti possono utilizzare. Dopo una rapida verifica di luminosità e contrasto (sul nostro modello
a partire dalle impostazioni THX abbiamo ridotto di un punto la luminosità e
di tre/quattro punti la nitidezza), iniziamo la visione con alcuni film. La prima
impressione è ancora una volta di un
ottimo rapporto di contrasto. Il nero
è tra i migliori che abbiamo mai visto
in un display al plasma. Un filo migliorato rispetto a quello del VT30, che da
questo punto di vista era già ottimo,
qui siamo su livelli che probabilmente
ormai solo con l’OLED è possibile battere. Ma il pannello, per essere un plasma, è anche decisamente luminoso.
Guardando il TV in una sala oscurata
possiamo azzardare la modalità ECO,
che abbatte non di poco la luminosità
massima, ottenendo comunque una
resa appagante. Sempre in una sala
completamente oscurata è meraviglioso vedere le bande nere dei film
in formato 2.35:1 praticamente svanire
nella cornice anche con scene molto
scure. Con una schermata completamente nera è possibile vedere una lieve luminosità residua, il TV non scompare del tutto, ma è comunque molto
bassa. In modalità THX i colori sono
molto equilibrati, con immagine calda,
colori saturi il giusto e nel complesso
un look piuttosto cinematografico. La
resa sulle ombre è molto precisa, nel
senso che non si ha mai la sensazione
che ci sia qualcosa che sia andato affogato nei neri, con contrasto convincente anche nelle scene molto scure e
sfumature precise sulle ombre (a patto
di essere alla giusta distanza di visione): visualizzando un segnale a rampa
è possibile apprezzare una sfumatura
continua senza i classici “gradini” che si
ottengono usualmente con i plasma.
Verificando con uno strumento il
preset THX, abbiamo rilevato come si
tratti di un’impostazione di fabbrica
molto interessante per i risultati che
offre: i colori sono molto vicini al riferimento e la temperatura colore sulla
scala di grigi lineare quanto basta. I più
esigenti troveranno un set di controlli
avanzati che permette di “tirare” alla
perfezione il pannello, ma per l’utente
comune l’impostazione THX è davvero
un ottimo punto di partenza. C’è ansegue a pag. 29
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Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene
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AISTMAR Onlus
Associazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.29
PEOPLE & MARKET / Di questa scoperta potrebbe beneficiare qualsiasi applicazione non critica
Un
chip “inesatto” rivoluzionerà il mondo
Un team di ricercatori ha realizzato un chip che “sbaglia” nei suoi calcoli ma 15 volte più efficiente di quello perfetto
di M. Dalli
I
computer non sbagliano mai; quante
volte ci siano sentiti dire questa frase,
ma il futuro potrebbe riservarci qualcosa di diverso. Un team di ricercatori
internazionali ha infatti creato un chip
che “sbaglia”, i cui calcoli cioè sono soggetti a errore. Il perché di tutto questo è
presto detto: i ricercatori si sono accorti
che eliminando alcune componenti di
un processore l’efficienza energetica
migliorava notevolmente, in misura
proporzionale alla probabilità di errore:
con un tasso di errore dello 0,25% si ottiene un’efficienza 3,5 volte maggiore,
mentre aumentando il tasso di errore
fino all’8% si arriva a un consumo 15
volte inferiore. Ovviamente non tutte
le applicazioni possono permettersi errori come questi, ad esempio sistemi di
controllo per aerei o altre componenti
“mission critical”. Il team, composto da
esperti della Rice University di Houston,
della Nanyang Technological University
(NTU) di Singapore, del Centro per l’Elettronica e la Microtecnologia (CSEM)
svizzero e dell’università della California di Berkeley pensa però che alcune
implementazioni, come per esempio il
trattamento di immagini (anche video),
possano essere possibili. Come si può
vedere dall’esempio sottostante, infatti,
l’occhio umano è in grado di “correggere” alcuni piccoli difetti dell’immagine,
per cui una piccola percentuale d’errore
è ancora accettabile (anche se un’attenta analisi rivela facilmente le differenze).
A sinistra il fotogramma compresso con
un sistema tradizionale. Al centro lo
stesso fotogramma compresso con un
tasso di errore dello 0,54%; a destra con
un sistema soggetto al 7,58% di errore.
Atri campi di implementazione potrebbero essere i tablet “low cost” per i bambini nei paesi in via di sviluppo, pensati
per essere utilizzati con piccoli pannelli
solari, simili a quelli che si trovano oggi
sulle calcolatrici tascabili, oppure apparecchi acustici. In generale, qualsiasi
applicazione non critica e che richieda
una maggiore efficienza energetica potrebbe beneficiare di questa scoperta. Il
progetto ha ricevuto già molte risposte
positive, non ultimo il premio come
miglior paper al ACM International
Conference on Computing Frontiers di
Cagliari. Già nel 2013 potremmo vedere
alcuni prodotti (come i suddetti tablet
e gli apparecchi acustici) con questi
nuovi chip, questo almeno secondo le
speranze del team. Sarà davero così?
Riuscirà davvero un chip “sbagliato” a
cambiare il mondo?
A sinistra il fotogramma compresso con un sistema tradizionale. Al centro lo
stesso fotogramma compresso con un tasso di errore dello 0,54%; a destra
con un sistema soggetto al 7,58% di errore.
PEOPLE & MARKET
Profondo rosso
per il mercato
dell’elettronica
Primo trimestre estremamente
negativo per l’elettronica
di consumo e in particolare
il mercato dei TV
P. Centofanti
Un mercato trascinato, si fa per
dire, solo dalla telefonia mobile,
che grazie allo spopolare degli
smartphone vede nel primo
trimestre rispetto a un anno
fa un +7.30%. Tutto il resto
dell’area bruna del mercato
dell’elettronica è in profondo
ribasso. La maglia nera spetta
all’elettronica di consumo pura
(TV, lettori Blu-ray, ecc.) con
un secco -25.1%. Non se la
passa meglio la fotografia con
un altrettanto preoccupante
-20.2%, mentre l’informatica
perde il 9.7%. Questa l’immagine
fotografata per il primo
trimestre del 2012 da GfK che
complessivamente vede un
mercato in discesa dell’11.7%,
toccando il punto più basso
degli ultimi quattro anni.
TEST
Panasonic TX-P50VT50
segue da pag. 27
che un’impostazione THX per ambienti illuminati che “spara” ulteriormente
la brillantezza del pannello. Curiosamente, con i banchi di regolazioni professionali non si riesce a spingere allo
stesso modo la luminosità massima,
ma è anche vero che queste regolazioni sono usualmente destinate proprio
a un setup Home Cinema.
Due aspetti su cui Panasonic sembra aver lavorato molto bene sono la
risposta dei fosfori e la resa delle sfumature. Per quanto riguarda i fosfori
non abbiamo notato particolari aloni
intorno ai contorni netti durante le
carellate veloci, dovuti alla diversa velocità dei subpixel. Come nella maggior parte dei plasma, anche in questo
caso durante le carrellate si nota una
certa perdita di dettaglio sulle parti in
movimento, ma i miglioramenti rispetto alle generazioni precedenti sono
consistenti: la risoluzione in movimento espressa da questo TV è senz’altro
molto buona. Stesso discorso per
quanto riguarda le sfumature, con
“discretizzazioni” davvero rare, anche
sugli incarnati, tipicamente il materiale
più difficile da rendere. E il dithering?
Qui i miglioramenti se ci sono non li
abbiamo visti. Alla normale distanza di
visione le immagini sono sicuramente
pulite e dettagliate, ma se ci si avvicina
allo schermo si nota che il rumore video tipico dei plasma è ancora presente. Si nota naturalmente soprattutto
sui gradini più bassi della scala di grigi
come un fitto brulicare di puntini più
chiari. Alla normale distanza di visione
tutto ciò chiaramente non si nota, ma
abbiamo rilevato una certa tendenza
a diventare più visibile quando la pellicola è piuttosto granulosa. Ciò risulta
in una visibilità più spiccata della grana
della pellicola con master non perfetti.
Ottima la resa in termini di fluidità con
materiale 24p anche senza attivare fil-
tri di interpolazione dei fotogrammi,
con movimenti sempre naturali e senza flickering esagerato. Per chi proprio
non può fare a meno di un po’ di “olio”
sulle carrellate, impostando sul minimo l’Intelligent Frame Creation (che
cambia nome a seconda del tipo di
segnale), l’elaborazione non crea particolari artefatti.
Venendo al 3D, Panasonic conferma di
avere tra le mani la migliore soluzione
sul mercato. La riproduzione di film in
3D offre un’immagine ottima per dettaglio, precisione, assenza di crosstalk
e flickering ridotto davvero ai minimi
termini. Panasonic ha migliorato ulteriormente sia la luminosità della riproduzione 3D sia il livello del nero che
rimane comunque molto basso anche
in questa modalità. Mai abbiamo visto
Avatar in 3D così bene su altri TV. I nuovi occhiali in dotazione sono leggeri e
confortevoli, senza alcun compromesso sulla qualità di visione, forse meno
robusti di quelli forniti una volta. In 3D
si nota un lieve calo di dettaglio e un
filo in più di rumore rispetto alla visione in 2D (che è in grado di lasciare a
bocca aperta con il giusto materiale),
ma comunque siamo di fronte a un riferimento anche con una dimensione
in più.
Infine, una nota sul campione in prova:
sul nostro esemplare abbiamo riscontrato una banda verticale più chiara e
quasi bluastra nella parte destra dello
schermo. Sembra quasi l’effetto di un
“burn-in” più che un problema di uniformità, ma essendo quello in prova
un campione di produzione “nuovo
di pacca”, ci sembra un’eventualità da
escludere. La banda si nota più che
altro sul grigio tra i 20 e i 50 IRE. Al momento non sappiamo dire se si tratta
di una caratteristica del nostro solo
esemplare oppure se è un problema
più diffuso, ma abbiamo già contattato Panasonic in proposito. Va detto
che si tratta dell’unica anomalia che
abbiamo riscontrato.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.30
TEST / Abbiamo testato il nuovo TV Sony che ci ha piacevolmente colpito per completezza, qualità di visione e design
TV Sony KDL-HX855 tanta qualità, 3D e tuner DVB-T2
Pannello Opticontrast con Gorilla Glass e interfaccia Smart TV. Sony sfodera il TV Full Optional e noi abbiamo pensato di metterlo sotto torchio
di R. Pezzali
F
inalmente sono arrivati anche i
TV Sony: dopo qualche settimana di prova approfondita, ecco i
risultati di quello che è uno dei modelli
più interessanti della gamma, l’HX855.
Il TV da 40” che abbiamo provato è il
nuovo flagship Bravia per quest’anno,
salvo sorprese all’IFA. Sony cambia, anche se non moltissimo: le linee squadrate dello scorso anno sono state
rimodellate e addolcite con un sottile
bordino in alluminio lungo tutto il
pannello che termina a filo coperto da
una lastra di Gorilla Glass. Sul modello
HX855, infatti, è usato il miglior pannello disponibile in casa Sony, un Full
HD protetto da vetro super resistente
Gorilla con Opticontrast per minimizzare le riflessioni e migliorare il contrasto. Ma questo TV non è solo pannello,
anzi, è un TV davvero completo sotto
tutti i punti di vista: Smart TV Sony
Entertainment Network, tuner DVBT2 e un sistema audio inserito nella
base che rappresenta un plus non
indifferente rispetto alla concorrenza
che, per mantenere lo spessore super
ridotto, ha inserito nei TV piccolissimi
altoparlanti dalla qualità modesta. C’è
da dire però che, nel caso del Sony, se
si appende il TV a parete, questo vantaggio viene meno e l’audio torna ad
essere “modesto”.
Design raffinato
Rispetto alla gamma 2012, Sony ha
leggermente ritoccato il design: niente di estremo, sia chiaro, ma solo qualche piccolo accorgimento per caratterizzare meglio la linea Monolithic.
Tutta la cornice del TV è bordata in
sottile alluminio satinato, un bordo
che unisce lo schermo frontale al pannello posteriore ben curato. Il frontale
non è vetro ma Gorilla Glass, al tocco
è più caldo e ricorda la plastica, ma è
decisamente resistente. La superficie
anteriore riflette ma non in modo
eccessivo: la situazione ci sembra migliorata rispetto allo scorso anno (anche se i riflessi permangono) e anche
l’angolo di visione è quasi perfetto, la
visibilità resta ottima anche ad angoli
estremi. La cornice non è sottilissima:
anche se non si vede, perché è nascosta dal vetro Edge to Edge, ci sono
almeno 3 mm di bordo su ogni lato
e circa 5 mm nella parte bassa dove
sono stati inseriti i sensori e il logo
Sony argentato. La base, svasata nella
parte bassa, integra un sistema audio
con amplificazione digitale e due
altoparlanti nella zona frontale. La
base dello scorso anno, più alta e con
subwoofer posteriore, offriva senza
alcun dubbio una resa migliore, ma
questa nuova base, più raffinata, offre
una resa superiore agli speaker integrati (basta staccare il connettore posteriore per rendersene conto), anche
se non siamo ai livelli di una soundbar. Manca, infatti, di bassi e la gamma è un po’ troppo compressa. Una
nota sul posizionamento: con la base
diffusore non è possibile orientare il
TV e neppure tenerlo dritto: lo schermo avrà sempre una leggera inclinazione di 6°. Il telecomando è una rivisitazione di quello dello scorso anno,
senza però il tasto on/off nella zona
posteriore. Pratico e comodo come
sempre, questo modello presenta anche il tasto SEN per l’accesso diretto al
Sony Entertainment Network. Manca
la retroilluminazione, e l’uso della plastica come materiale lo rende leggero, ma dà anche quella sensazione di
“economia” che non dovremmo mai
avere su un prodotto che è comunque di fascia altissima.
Connessioni complete
Il Sony KDL-HX855 ha un parco connessioni notevole, e cosa lodevole
non richiede adattatori di alcun tipo.
Component e Scart sono posizionate
sul pannello posteriore,
in una posizione che
rende
sconsigliabile
l’aggancio a muro. A filo
nella parte bassa sono
state, invece, inserite la
presa di rete LAN (il WiFi è integrato), le due
porte tuner DVB-T e SAT,
Sony KDL-HX855 - DA 1.500 EURO
Quality
Longevity
Design
9
8
9
due ingressi HDMI e l’uscita ottica. Sul
lato corto, invece, troviamo altri due
ingressi HDMI, l’uscita audio per le
cuffie, l’ingresso PC VGA con audio, lo
slot CAM CI+ e due USB.
Numerose regolazioni
sia video che audio
Il TV Sony KDL-HX855 è un Full
Optional: Wi-Fi integrato, tuner DVBT2, possibilità di collegare un mouse
o una tastiera, player USB e DLNA integrato e anche PVR su chiavetta USB.
L’interfaccia a schermo, che si richiama con il tasto “home”, è la versione
evoluta della cross media bar vista sui
modelli Sony degli ultimi anni: nella
parte bassa scorrono le macro aree di
utilizzo, nella colonna di destra invece
andiamo a selezionare le funzioni presenti. Sotto il profilo delle regolazioni
audio e video, Sony ha inserito tutto,
anzi, forse troppo. Per capire il livello
di regolazioni possibili con questo
TV, basta dire che per ogni singolo
Simplicity D-Factor
8
Value
8
7
ingresso HDMI e per ogni risoluzione
applicata a quell’ingresso è possibile
determinare la matrice colore scegliendo tra ITU601 e ITU709. Allo stesso modo è possibile selezionare per
ogni ingresso la gamma dell’HDMI
gestendo così sia le sorgenti a gamma estesa 0 - 255 come i PC, sia quelle
con Blacker than Black e Whiter than
White e gamma 16 - 235 come il Bluray. Il TV fa anche tutto in automatico,
e se non si è molto pratici è meglio
lasciar fare a lui.
Completissima anche la sezione di
regolazioni video, con impostazio-
video
Sony HX855
Panoramica globale dell’interfaccia
segue a pag. 31
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.31
TEST
Sony KDL-HX855
segue da pag. 30
ni personalizzate per il processore
Reality Creation e la gestione completa di altri filtri e funzioni come il
controllo dinamico dei LED, il limitatore di luminosità e il MotionFlow.
Cose da smanettoni, ma per fortuna
Sony ha pensato anche a chi guarda
i film e non i pixel, aggiungendo delle modalità Scene davvero ben fatte
che con pochi click di telecomando
offrono un’immagine davvero godibile senza troppi pensieri di filtri,
gamma e regolazioni varie. La funzione USB playback, così come quella
DLNA, sono rapide, veloci e funzionano bene: digeriscono quasi tutti i
formati che gli abbiamo dato in pasto
senza incertezze e messaggi di errore, l’unico problema l’abbiamo avuto
tramite DLNA con un film in formato
XVID / AC3. Interessante, poi, la funzione Gracenote TrackID: durante una
pubblicità o un film basta premere il
tasto sul telecomando per attivare il
riconoscimento della traccia audio o
della canzone.
Smart TV, un po’ di disordine
Sony ha lavorato moltissimo sulla sezione Smart TV del Sony KDL-HX855,
eppure questa è forse la parte che
meno ci ha convinti. Sia chiaro, il lavoro fatto è eccellente, tuttavia quello
che manca è una sorta di collante tra
le varie parti che appaiono tra loro disorganizzate e disunite.
Per accedere alle funzionalità Smart
TV, infatti, ci sono due opzioni: premendo il tasto SEN sul telecomando si
apre l’interfaccia Sony Entertainment
Network, una sorta di dashboard
iniziale che condensa applicazioni,
video, widget e musica con un tema
stile “metro”. Agli stessi contenuti (anzi
a molti di più) si può però accedere
anche premendo il tasto “Home”, rendendo di fatto questa homescreen
un doppione. Sony probabilmente
video
Sony HX855
Video sulle funzioni Smart TV
ci teneva ad avere una pagina iniziale come quelle di LG e di Samsung,
ma troviamo che la sua interfaccia
di base veloce, reattiva e facile era
già sufficiente per tenere testa alla
concorrenza. Sempre relativamente
alla sezione Smart TV, ci sono anche
altre incongruenze: la parte di contenuti video Internet, ovvero l’accesso
a YouTube, a Rai.TV, a Daily Motion e
a tutti i provider di contenuti video, è
separata dalle altre funzionalità e anche Sony Video Unlimited e Sony Music Unlimited sono due applicazioni
a parte. Sony ha inserito poi anche i
widget: ci sono Facebook, Twitter, il
reader RSS e altre micro app come il
calendario e la calcolatrice. A queste
però si affianca anche il TV Store di
Opera, con una serie di applicazioni
che non sono installate sul TV ma
vanno richiamate dalla schermata
dell’applicazione: di fatto è una Smart
TV dentro una Smart TV, con una logica un po’ contorta e confusa.
Un peccato, perché il TV HX855 è
completissimo, non gli manca niente, ma sarebbe stato bello avere una
schermata per i video, una schermata
per la musica e una per le applicazioni
e i widget, con un unico marketplace
per lo scaricamento. Non mancano
poi il browser Opera, Skype e la possibilità di gestire il TV con un’applicazione per smartphone Android e iOS.
Risoluzione e resa delle
sfumature sono i punti di forza
Ha ancora senso discutere della qualità di un TV LED di fascia alta? In redazione sono ormai sfilati la maggior
parte dei TV del 2012 e altri ancora ne
stanno arrivando. Ma più TV guardiamo, più ci rendiamo conto che ormai
quasi tutti i modelli hanno raggiunto
un grado di maturità tale che difficilmente si possono muovere critiche
decise. Il Sony HX855 non è certo
un’eccezione: Sony già lo scorso anno
aveva realizzato ottimi TV e, appoggiandosi alla stessa base, quest’anno
ha migliorato ancora la situazione
partendo comunque da una base già
buona. Paradossalmente si può dire
che è sempre più difficile provare i TV
dal punto di vista della qualità, anzi,
sta diventando impossibile: la maggior parte dei difetti che possiamo
imputare a un TV, infatti, sono legati
ai singoli esemplari. Spurie luminose, clouding, mancata uniformità,
banding sono i più grandi nemici del
consumatore e di chi giustamente
pretende un pannello perfetto, ma
spesso e volentieri i TV che arrivano
da provare, trattandosi di sample controllatissimi, sono perfetti da questo
punto di vista. Una situazione quella
dei TV analoga a quella delle ottiche
delle reflex: esiste l’esemplare eccellente, così come quello poco nitido ai
bordi, è una questione di fortuna.
Il Sony HX855 che abbiamo in laboratorio è praticamente perfetto da questo punto di vista: solo se alziamo a
dismisura la luminosità ci accorgiamo
che l’angolo in basso a destra è un po’
più chiaro, ma non è una condizione
di test, è un estremo. Per il resto, basta guardare qualche schermata nera
per rendersi conto che questo TV
può spingersi al limite della tecnologia LED, offrendo immagini dotate di
un contrasto davvero molto elevato,
brillanti e dinamiche ma soprattutto
nitidissime. La risoluzione e la resa
delle sfumature sono i due punti di
forza di questo TV: abbiamo provato
con diversi Blu-ray e con segnali test
e in tutti i casi abbiamo apprezzato
l’elevatissima nitidezza dei bordi, a
tratti taglienti come lame, e le sfumature cromatiche morbide e dolci,
senza scatti o incertezze. Se proprio
si vuole trovare un difetto al Sony
(senza ovviamente diventare maniaci
del pixel), si può parlare di un livello
del nero non ancora perfetto, anche
perché in caso contrario l’OLED non
avrebbe ragione di esistere, e una
resa migliorabile sulle basse luci dove
qualche piccolo dettaglio a tratti viene affogato. Poca cosa, in ogni caso.
L’altro fatto sorprendente è che questi risultati si ottengono partendo
dalla modalità scene “Cinema” e applicando qualche correzione, senza
troppo lavoro e senza improvvisarsi
calibratori. Spegnendo il MotionFlow, in alcune circostanze si avverte
qualche scia, ma il nostro consiglio è
di lasciare il sistema di gestione dei
frame su “Nitido”, un setup che garantisce un’immagine “Cinema-like”
mantenendo risoluzione, nitidezza e
zero scie.
Il Sony HX855 è davvero un buonissimo TV, un TV con muscoli e cervello:
da una parte, infatti, c’è un pannello
molto buono, almeno nell’esemplare
da noi provato, dall’altra c’è un processore X-Reality Pro che gestisce al
meglio il pannello senza rendere l’immagine artificiosa, anzi. Fluidità, resa
dell’incarnato, gestione delle sfumature e del dimming mettono in luce
un eccellente lavoro del processore
video usato su questo Bravia. Come
gli ultimi Sony, anche l’HX855 si dimostra un buonissimo TV per giocare:
l’input lag misurato in modalità game
si attesta attorno ai 25- 35 ms.
Buono il consumo: 93 Watt, più o
meno quanto dichiarato sull’etichetta energetica; resta comunque in
classe A. Se la resa in 2D e con i film in
alta definizione convince, non si può
dire la stessa cosa per il 3D. O meglio,
rispetto allo scorso anno non sembra
che siano stati fatti passi avanti. La
resa di un plasma a livello di crosstalk
è decisamente migliore e, anche se
Sony ha provato a migliorare l’algoritmo, ancora non è riuscita a generare
un’immagine compatta, senza piccole scie o qualche leggero sdoppiamento sui bordi. L’immagine gode di
una buona tridimensionalità e non è
nemmeno troppo buia: la resa globale è allineata a quella degli altri TV LED
con sistema 3D attivo, né migliore né
peggiore.
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Il nuovo smartphone di Sony non è un telefono di fascia alta, ma si difende davvero bene in tutte le situazioni
p.32
Xperia Sole in prova: schermo piccolo, Dual Core e NFC
Smartphone Android con schermo piccolo ma risoluto, processore dual core, NFC, fotocamera da 5 Megapixel e un prezzo davvero appetibile
di R. Pezzali
L
a rinascita di Sony nel mondo degli smartphone passa da quattro
nuovi modelli: Xperia P, Xperia S,
Xperia U e Xperia Sole. Abbiamo provato quest’ultimo, un modello di fascia
media con un design inedito e la curiosa funzione Floating Touch. La nostra non è una scelta casuale: spesso e
volentieri, infatti, si trovano modelli di
fascia bassa con schermo a bassa definizione e processori “lenti” affiancati
da modelli top con processori anche
Quad Core ma schermi enormi. Abbiamo scelto quindi il Sole, schermo da
3.7” e processore Dual Core da 1 GHz.
Dopo aver provato qualche mese fa il
top di gamma della nuova line up Sony
Mobile Xperia, abbiamo scelto ora di
mettere le mani sull’ultimo nato della
famiglia Xperia, quel “Sole” che nel nostro Paese ha dovuto cambiare nome
rinunciando al poco carino “Sola” (“fregatura”). Anche perché il nuovo Sony
non sembra proprio una fregatura,
anzi: processore Dual Core, schermo
HD da 256 dpi Bravia Engine, fotocamera con sensore Exmor e NFC sono
caratteristiche da terminale di fascia
medio alta, e se pensiamo che questo
smartphone verrà venduto a 299 euro,
allora la cosa si fa interessante.
La scelta di provare il Sole è dovuta
poi allo schermo da 3.7” in un corpo
piccolo e compatto: trovare oggi uno
smartphone Android con uno schermo sotto i 4” con un hardware adeguato è sempre più difficile, ma non tutti
amano tenere in tasca una piastrella
da 4” o più.
Sole è equipaggiato con sistema operativo Gingerbread 2.3.7: l’aggiornamento ad Ice Cream Sandwich arriverà più avanti, il tempo necessario per
fare il porting delle applicazioni personalizzate Sony sulla nuova versione
di Android. In ogni caso, non si sente
proprio la mancanza di Ice Cream
Sandwich.
Ultima caratteristica interessante del
Sole è il Floating Touch: una serie di
sensori aggiuntivi permettono di gestire il browser senza toccare lo schermo. Non è una cosa rivoluzionaria,
come vedremo, ma aiuta molto a navigare sul Web le pagine fitte di scritte
e di link.
Ampio display con definizione
eccellente
Con Xperia Sole Sony cambia la linea
che caratterizza Xperia S, P e U: un
telefono più squadrato, abbastanza sottile e con il display in rilievo di
qualche millimetro che genera un
gioco di forme abbastanza nuovo.
Nella parte bassa del display, nascosto sotto lo scalino, c’è il LED di stato,
una fessura luminosa che illumina il
logo Xperia.
Il materiale utilizzato per la costruzione della scocca è abbastanza particolare, una finitura plastica che al tatto
lascia una piacevolissima sensazione:
sembra pelle, morbida e leggermente vellutata. Potrebbe apparire delicata, ma abbiamo provato a inciderla
con un’unghia e pare decisamente
resistente.
Il Sony Xperia Sole ha un profilo abbastanza sottile, fotocamera con flash basata
su sensore da 5 Megapixel, batteria con
autonomia più che giornaliera.
Sony Xperia Sole - DA 299 EURO
Quality
Longevity
Design
8
7
8
Sul frontale troviamo l’ampio display
da 480x854 pixel su una diagonale
di 3.7”: con una risoluzione di 265
ppi questo schermo oltre a una eccellente definizione mette in mostra
anche un elevato angolo di visione e
una buona luminosità. Anche se non
è uno schermo OLED, si apprezzano
anche i neri e la saturazione cromatica, mai eccessiva e neppure troppo
carica su alcune tinte. Dal menù di
impostazioni si può disabilitare il sistema Mobile Bravia Engine che ottimizza la resa con video e foto, ma
obiettivamente non si capisce per
quale motivo si debba farlo.
Xperia Sole non ha una fotocamera
frontale: nella parte alta sono inseriti
oltre allo speaker i due sensori di luminosità e prossimità.
Sul lato troviamo l’unico connettore presente: una porta USB da usare
anche per la ricarica. Lo smartphone
purtroppo non dispone di uscita
HDMI, nemmeno tramite adattatore.
Ci sono poi i tasti per la regolazione
del volume, quello di sblocco e quello
Simplicity D-Factor
7
8
Value
9
per lo scatto fotografico, a due step di
pressione ma un po’ duro da premere.
La fotocamera, con flash, è basata su
un sensore Exmor R da 5 Megapixel,
capace anche grazie al software caricato, di scattare foto panoramiche e
3D. Un adesivo sul retro, infine, ci ricorda che Xperia Sole integra l’antenna
NFC, ed è notizia di qualche giorno fa
che questo Sony, insieme ad altri due
componenti della famiglia Xperia, è
stato certificato da Mastercard per i
pagamenti online, anche se prima di
poterlo usare in questo ambito nel
nostro Paese ne passerà di tempo.
Sole ha una cover posteriore removibile, ma qualcuno resterà deluso scoprendo che in realtà la batteria è fissa
e non può essere sostituita. Sotto la
cover troviamo solo lo slot Sim (tradizionale), lo slot MicroSD e si intravede
il sistema NFC. Sul retro, di fianco al
sensore fotografico, troviamo anche
il secondo microfono per la cancellazione acustica ambientale indispensabile per migliorare la qualità audio
delle telefonate.
segue a pag. 33
n. 48 / 28 maggio 2012
estratto da www.dday.it
p.33
TEST
Sony Xperia Sole
segue da pag. 32
Foto 3D e video a 720p
Così come aveva fatto con il Sony Xperia S e il suo sensore da 12 megapixel,
anche sul Sole Sony ha infuso la tecnologia fotografica Cybershot e NEX. Non
a caso l’icona che contraddistingue la
fotocamera è quella di una mirrorless
NEX, e oltre alla fotocamera classica
troviamo anche la fotocamera 3D. La
presenza di una doppia icona per la
fotocamera forse confonde un po’ le
Alcune schermate dell’interfaccia
utente del Sony Xperia Sole.
idee: l’applicativo per le foto e i video
in realtà è unico, ma richiamando la
versione 3D troviamo già impostata la
funzione per lo scatto a tre dimensioni. Per chi ha familiarità con il mondo
Sony lo scatto in 3D avviene spostando la fotocamera da destra verso sinistra, lo stesso movimento da fare per
gli scatti panoramici presenti anche
sulle altre fotocamere Sony.
L’applicativo foto è abbastanza completo: 4 modalità di scatto, 8 scene
preimpostate, gestione del flash, della
messa a fuoco, dell’esposizione e della
sensibilità. Una piccola compatta, anche se mancano due cose abbastanza
fondamentali: la possibilità di scegliere
la qualità di compressione (e le foto
vengono compresse un po’ troppo) e
lo scatto HDR, oltre a tutti gli effetti di
scatto presenti e apprezzati sulle fotocamere Sony. La ripresa video è “solo” a
720p, e anche qui si può intervenire su
diversi parametri per migliorare la resa.
C’è anche lo stabilizzatore, ma lavora
nel dominio digitale. Abbiamo scattato alcune foto in diverse condizioni
durante gli Internazionali di Tennis di
Roma, ecco alcuni scatti (clicca qui) e
un breve video (clicca qui).
Come si può vedere il problema maggiore è la compressione video, eccessiva. Peccato, perchè la definizione e la
resa del sensore sembravano buone.
Buona usabilità, peccato
per il browser
Xperia Sole risponde anche lei alla
filosofia One Sony, anche se rispetto all’Xperia S manca l’uscita HDMI
e una serie di funzionalità come la
dashboard TV. Sul Sole Sony ha inserito un sistema client / server DLNA, con
la possibilità di inviare foto e video ad
un dispositivo compatibile e di condividere i contenuti.
Altra novità presente nel Sole è Music
Unlimited, il portale musicale Sony
che a fronte di un canone mensile permette l’ascolto di musica senza limiti
in streaming con possibilità però di
salvare in locale la playlist.
Nel complesso, come si è visto dal video, il Sole è un buonissimo terminale.
Nonostante le dimensioni si alscia usare molto bene e il processore dual core
dona la velocità giusta per navigare tra
le app in modo fluido e per velocizzare ogni operazione. Il browser nativo,
l’unico che al momento funziona con
il Floating Touch è il vero punto debole
del dispositivo, scatta molto soprattutto sui siti più complessi. La situazione
si risolve scaricando un altro browser:
abbiamo provato, e ve lo abbiamo
mostrato nel video il nuovo Firefox
Beta ed è davvero più veloce di quello
nativo di Android.
Buona anche l’autonomia: con un uso
normale si passa il giorno di utilizzo,
anche se non si riesce ad arrivare a 2
giorni interi usando anche il 3G.
video
Sony Xperia Sole,
il video completo delle funzionalità
La notizia prosegue su DDAY.it...
digital imaging
HIFI& HOME THEATER
Panasonic prova a portare le Micro 4:3 nel mondo
dei professionisti con una nuova ottica “pro”. Il LUMIX
G X VARIO H-HS12035 è un obiettivo 12-35mm
(equivalente a un 24-70mm nel formato 35mm) con
apertura costante f/2.8, primo nella sua categoria
con questa caratteristica. Introdotta la tecnologia
proprietaria di rivestimento Nano Surface, per
immagini più nitide e meno soggette a effetto “ghost”
o riflessi. Tra le altre caratteristiche lo stabilizzatore
d’immagine motorizzato POWER O.I.S. e un sistema di
messa a fuoco interno con motore
passo-passo. Arriverà in Giappone
il 21 giugno a circa 1200 euro
(124.950 yen). Da definire prezzi
e disponibilità per il nostro Paese.
Il sistema stereo compatto di Bose è arrivato alla sua
terza versione, con miglioramenti acustici e nuovi
accessori. Wave III è disponibile con la sola radio (Wave
Radio) o con il lettore CD (Wave Music System).
Immutato nell’estetica e disponibile in diverse varianti
di colore, è dotato di radio DAB, ingresso minijack
per un’altra sorgente, uscita cuffia e connettore
proprietario per gli accessori. I prezzi rimangono
proibitivi: dai 500 euro per la Wave Radio ai 700 euro
del Music System. Disponibili anche i pacchetti con
la dock per iPod e iPhone o un modulo di ricezione
Bluetooth, a
100 euro in
più rispetto al
prezzo base.
Ottica Lumix “da grande”
PEOPLE & MARKET
e-commerce, nel 2012
a 9,5 miliardi di euro
Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–
School of Management del Politecnico di Milano,
nel 2012 in Italia assisteremo a una crescita del 18%
del commercio elettronico, per un fatturato stimato
intorno ai 9,5 miliardi di euro. Negli ultimi 12 mesi (da
aprile 2011) gli acquirenti online attivi sono aumentati
dell’11%. L’Italia, però, si dimostra indietro rispetto ad
altri Paesi europei: tra coloro che navigano solo il 15%
effettua acquisti online, contro una media europea del
43%. A preoccupare sono i giovani:
tra i 16 e i 24 anni solo l’81% naviga
(91% la media europea) e di questi
solo il 15% fa acquisti online (43% la
media europea).
Bose Wave: terza generazione
GAME & MOVIE
PEOPLE & MARKET
A pochi mesi dall’arrivo sui mercati, ha fatto
capolino su Twitter un’immagine rivelatoria di nuovi
aggiustamenti che Nintendo starebbe apportando
alla Wii U: è evidente una nuova disposizione di ogni
componente per rendere più ergonomico il controller.
I tasti start/select figurano sulla porzione destra
del dispositivo e non è difficile scorgere maggiore
spazio tra i pulsanti, il D-pad e gli analogici. La foto,
pubblicata da uno
sviluppatore (“Ecco a
cosa stiamo lavorando”),
è stata rimossa e
Nintendo non ha voluto
commentare.
Toyota porta la console Nintendo nelle automobili
grazie a Kuruma de DS (“Usa il DS in macchina”),
sistema che comunica con il sistema di navigazione
Smart Navi degli ultimi modelli della Casa. Con
Kuruma de DS, che integra connettività Bluetooth
nella “cartuccia di gioco”, si potrà inserire la
destinazione, salvare luoghi di interesse e conoscere la
velocità del veicolo. La voce del Mii (l’avatar parlante
della console) sarà diffusa attraverso gli altoparlanti
dell’auto. Disponibile in
Giappone dal 1° giugno a
7,329 Yen (72 euro), non
è rivolto al conducente ma
ai passeggeri.
Nintendo Wii U: cambia il
controller?
MOBILE
PC & MULTIMEDIA
Secondo quanto riportato dal sito BGR.com, che cita
fonti affidabili e vicine a tutto quello che succede
nei pressi di Redmond, Microsoft avrebbe già
programmato l’uscita di versioni dedicate di Office
per dispositivi iOS e Android: la suite d’ufficio sarebbe
disponibile sia per tablet che per smartphone. Pare
che Microsoft stia lavorando per lanciare il tutto entro
il mese di novembre, dando particolare risalto alla
versione iOS e, quindi, principalmente alla release
destinata ad approdare
su iPad. Microsoft non
ha voluto commentare
l’indiscrezione che sembra
essere piuttosto fondata.
Il 22 maggio è partito Feezy, servizio di streaming
musicale via Internet disponibile in Italia, che offre
anche un piano gratuito che permette l’ascolto fino a
15 ore al mese di musica (catalogo di circa 11 milioni
di brani). Ha il beneplacito delle quattro major Sony,
Warner, EMI e Universal e prevede anche due piani a
pagamento: Feezy Plus per l’ascolto senza limiti su PC
e Mac a 4.99 euro al mese e, prossimamente, Feezy
No Limits per l’accesso anche
tramite smartphone e
tablet. L’ascolto su PC e Mac
avviene scaricando l’app
gratuita basata su Silverlight
e DRM Microsoft PlayReady.
Microsoft Office su iOS
e Android
Parte Feezy, 15 ore di musica
gratis al mese
Toyota porta il navigatore
su Nintendo DS
mobile
NVIDIA Kai, tablet Quad Core
a 200 dollari
NVIDIA ha realizzato la piattaforma Kai, che porterà alla
realizzazione di tablet Quad Core con un costo molto più
basso. L’obiettivo è realizzare tablet Android 4 intorno ai
200 dollari. Lo ha rivelato NVIDIA: “Kai usa molti degli
ingredienti segreti di Tegra 3 che permetteranno di
produrre tablet a un costo inferiore, grazie a innovazioni
che abbiamo sviluppato per ridurre la potenza utilizzata
dal display e i costi dei componenti”. Google sarebbe al
lavoro con diversi partner
per lanciare una nuova
gamma di tablet a basso
costo. Non è difficile
pensare che anche
NVIDIA sia della partita.
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