n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.1 EDITORIALE Il prodotto è il messaggio Il mondo del “digital consumer” sta vivendo un periodo anomalo, con gli utenti non più così “caldi” come qualche tempo fa. Si compra con la testa e non con il cuore, e questo non solo per la crisi. Non abbiamo dati concreti a supporto di questa tesi, è solo una sensazione, ma non c’è dubbio che l’innovazione negli ultimi due anni non abbia prodotto veri e propri nuovi paradigmi di prodotto. Molte categorie hanno subìto delle evoluzioni, ma si sono viste ben poche rivoluzioni, OLED a parte; il mondo dei PC, tanto per fare un esempio, sta boccheggiando proprio per colpa (o merito) dello spostamento delle funzioni verso Internet: un PC di 6 anni fa funziona ancora egregiamente per le applicazioni office e per web. Anche il mondo degli smartphone, l’unico davvero frizzante, inizia a dare qualche segno di stanchezza: difficile pensare a grandi rivoluzioni per i futuri modelli. Le novità arrivano dal mondo dei servizi, dalla ultra-inflazionata “cloud”, dagli ecosistemi (o sedicenti tali) e dalle app che attivano nuove funzioni o abilitano a nuovi servizi. Non sappiamo se l’utenza, almeno quella italiana, sia pronta per questa tendenza alla dematerializzazione del prodotto: noi siamo avvezzi a pagare più per il “pezzo di ferro” che per il servizio collegato. Non vorremmo che, per scimmiottare Apple, che grazie al suo modello di business è la più ricca, tutte le altre aziende si concentrino molto di più sui servizi aggiuntivi e sugli ecosistemi piuttosto che sulla messa a punto e sull’innovazione di prodotto. Apple ha imposto il suo ecosistema con prodotti innovativi e ben studiati; non si può ripetere l’exploit con prodotti appena sufficienti e non innovativi. Parafrasando il celebre adagio di McLuhan, nel nostro settore (e in Italia ancora di più) “Il prodotto è il messaggio”. E non bastano i sottocosto per far sembrare innovativi i nuovi prodotti: la ragione può essere ingannata, il cuore no, lui “fiuta” la vera novità e crea i mercati. Gianfranco Giardina TV & VIDEO / Inizia una nuova era nell’Home Entertainment Finalmente il TV OLED LG Montecarlo, 23 maggio 2012: LG presenta il televisore OLED 55 pollici DDay.it c’era e vi svela le prime impressioni su questo TV tanto atteso DDAY.it magazine 48 In questo fascicolo tra le altre cose... TV & VIDEO 02 LG TV OLED 55’’: in arrivo entro fine anno 03 ST1080, il primo visore Full HD MOBILE 07 Prime impressioni sul Nokia 808 PureView 09 Continua l’odissea dello SmartWatch Android PEOPLE & MARKET di R. Pezzali S e ne parla da anni, nel mondo dell’elettronica di consumo è sicuramente l’OLED è una delle tecnologie più attese e desiderate. E finalmente ecco il primo televisore presentato in Europa in versione (quasi) definitiva: si tratta del TV LG 55 pollici, presentato a Montecarlo lo scorso 23 maggio. La redazione di DDay.it era presente all’evento e ha potuto toccare con mano in anteprima questo tanto atteso televisore: neri imbattibili, Cinema 3D, 4 Pixel e Colour Refiner. Non ancora certa la data di commercializzazione, probabilmente nella seconda metà del 2012. Il prezzo? Dovrebbero servire ben 9000 euro per portarsi a casa questo concentrato di tecnologia. Per conoscere tutti i dettagli del TV OLED LG, potete leggere a pag. 2. TV & VIDEO / In prova il top di gamma dei TV plasma Panasonic Panasonic TX-P50VT50 TV al plasma insuperabile! Atteso e con prestazioni al top, è il punto di arrivo della tecnologia plasma PC & MULTIMEDIA 17 Netgear R6300, il primo router wireless 802.11 ac TEST 32 Sony Xperia Sole TV & VIDEO / Prova completa Sony KDL-HX855 il LED Full Optional Uno dei migliori cinque televisori della stagione? di R. Pezzali L di P. Centofanti F inalmente è arrivato il TV plasma Panasonic TX-P50VT50 e molto probabilmente rappresenta il punto di arrivo di questa tecnologia. Nonostante, infatti, l’apprezzamento degli appassionati per questa tecnologia, i TV plasma si vedono sempre meno e il loro destino sembra ormai scritto. Peccato, perché questa tecnologia ha ancora molto da offrire: con la serie VT50 Panasonic ha, infatti, spostato ancora più in alto “l’asticella”, raggiungendo nuove vette per quan- 13 Champions 2013, facciamo il punto sui diritti TV to riguarda la qualità di immagine. Se siete impazienti di saperne di più su questo televisore e che cosa offre, vi consigliamo di andare immediatamente a pagina 26, dove troverete la nostra dettagliata prova. a nuova gamma Sony era attesa da tempo, ma solo a maggio sono arrivati nei negozi i primi modelli. Abbiamo scelto come negli altri casi il modello top di gamma per una prova completa, un TV che ci ha piacevolmente stupiti in quanto a completezza, qualità di visione e design. Tuner DVB-T2, 3D, pannello Opticontrast con Gorilla Glass e interfaccia Smart TV con Sony Entertainment Network per un TV che ha davvero tutto. La prova completa a pagina 30. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.2 TV & VIDEO / Un 55” con tecnologia Cinema 3D, 4 Pixel, Colour Refiner e una resa dei neri davvero imbattile e scie assenti Il TV OLED di LG arriverà entro fine anno a 9.000 euro Il TV OLED di LG arriverà nella seconda metà dell’anno a un prezzo davvero “esclusivo”. Tutti i dettagli sul primo TV che segna l’inizio di una nuova era di M. Dalli A Montecarlo si è svolta la presentazione del TV OLED di LG. La redazione di Dday.it ha seguito l’evento in diretta, ed ecco cosa c’è da sapere sul TV più atteso dell’anno. L’OLED di LG, che prenderà il nome di 55EM960V, sarà disponibile inizialmente nel solo taglio da 55 pollici, con uno spessore di appena 4 mm e una cornice di 1 mm. Tutte le connessioni e l’elettronica sono racchiuse nella base, che è poi collegata al pannello tramite una base in plexiglass che fa “fluttuare” il TV sopra di essa. Il collegamento tra la base e il pannello è realizzato poi in fibra ottica, soluzione che consente di appendere il pannello al muro e avere solo un sottile cavo che va alla base; non solo, grazie alla fibra ottica la base può essere posta anche a notevole distanza dal pannello. Nel complesso, il nuovo TV OLED pesa appena 7 kg. Ovviamente il 55EM960V sarà anche 3D, integrando la tecnologia Cinema 3D di LG che utilizza occhialini polarizzati e un filtro FPR davanti al pannello per mostrare le immagini. Nella parte destra della base sono posti alcuni degli ingressi, tra cui tre porte USB e uno slot CI+. A sinistra, invece, ci sono i comandi per controllare il TV anche senza telecomando; nella parte posteriore del lato sinistro, inoltre, si trova il collegamento in fibra che connette la base al pannello. La tecnologia OLED consente di raggiungere un contrasto praticamente infinito, dal momento che i pixel neri sono effettivamente spenti e non emettono luce; inoltre, mancando la retroilluminazione (come nei plasma), i singoli pixel possono essere accesi o spenti individualmente. Il livello del nero che ne risulta è davvero notevole. Chi spera di trovarlo domani nei negozi, però, resterà deluso: LG non ha ancora annunciato una data ufficiale per la commercializzazione, che avverrà nella seconda metà dell’anno, a partire da luglio in poi. Nemmeno il prezzo è stato stabilito con certezza, ma si sa già che sarà allineato alla classe del dispositivo, “esclusivo”; al momento si parla di cifre intorno ai 9.000 euro, di certo un TV per pochi, pochissimi appassionati. Nel TV OLED di LG sono confermate sia la tecnologia 4 Pixel sia il Colour Refiner: oltre alla terna RGB, infatti, la TV OLED di LG avrà anche un subpixel bianco per migliorare la luminosità del pannello che altrimenti sarebbe stato abbastanza spento. Ma come si vede davvero questo TV? E soprattutto rispetto a un plasma o a un LED LCD di ultima generazione ci sono passi avanti notevoli? Sicuramente a livello di nero il TV LG è imbattibile: pannello totalmente spento, zero spurie e un nero che giustamente può essere definito “infinito”. La velocità del pannello c’è: anche se la maggior parte delle clip visualizzate erano molto ferme qualche scena veloce si lasciava apprezzare. In ogni caso scie assenti. Dobbiamo avanzare qualche lamentela sulle clip utilizzate: in qualche caso non sembravano clip all’altezza di un prodotto di questo calibro, e ci sarebbe piaciuto vedere la resa con un Blu-ray, cosa che non è stata ovviamente possibile. Rispetto ai TV di Las Vegas sembra essere cambiato dav- vero molto poco, e in qualche panorama notturno abbiamo notato qualche incertezza e un leggero rumore video. Impossibile però capire se è il TV o la sorgente, quindi qualche dubbio resta. La base è molto bella, tuttavia la scelta di posizionare gli ingressi a lato è abbastanza infelice: non si possono spendere 9.000 euro per un TV e vedere i cavi, le chiavette USB e la CAM che esce dal lato destro del piedistallo. LG Italia ci fa però sapere che probabilmente qualcosa cambierà, e che si sta lavorando per separare la parte elettronica in un set top box esterno di forma diversa. Ci saranno diverse soluzioni, e l’impressione che è che il TV presentato a Montecarlo non sia proprio il modello definitivo che vedremo sugli scaffali in Italia. L’OLED TV è una tecnologia ancora abbastanza nuova, mentre plasma e LCD sono tecnologie ormai mature. Crediamo serva ancora un po’ per trovare sull’OLED il giusto equilibrio come resa cromatica, naturalezza di movimento e gestione di luci e ombre. Al momento infatti le potenzialità ci sono tutte, ma vanno ancora un po’ “sgrezzate” e raffinate. Mancando ancora qualche mese al lancio, LG (così come Samsung) ci lavorerà ancora un po’, ma crediamo che realisticamente i primi TV che potranno soddisfare gli appassionati sia come resa video in 2D e 3D sia come fascia di prezzo si vedranno a inizio 2014. Godetevi plasma e LED, perché qualche anno di attesa ci sarà ancora. video TV LG OLED 55’’, video delle prime impressioni n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO Sony e Panasonic insieme per l’OLED? Con LG e Samsung già ai blocchi di partenza con schermi OLED, i produttori giapponesi sembrano stare a guardare. Il quotidiano Nikkei, però, riporta di un possibile accordo tra Sony e Panasonic, che porterebbe alla condivisione delle tecnologie per la realizzazione di pannelli OLED di grandi dimensioni. In questo modo, secondo il Nikkei, si accelererebbero i tempi di introduzione sul mercato, con previsioni di vendita entro il 2015. Il ritardo di 2-3 anni rispetto ai rivali coreani potrebbe essere “colmato” con processi produttivi più efficienti e, di conseguenza, pannelli più economici. Se l’accordo andasse in porto (senza per forza diventare pubblico) sarebbe la prima volta per i due colossi; l’unione fa la forza se si vuole sopravvivere. TV & VIDEO / ST1080 è il nome del modello di Silicon Micro Display Il primo visore Full HD è SMD Due display LCoS da 0,74” 1.920x1.080 e supporto dei contenuti 2D e 3D di M. Dalli È di Silicon Micro Display (SMD) il primo visore personale a rompere la barriera del Full HD: ST1080 ha, infatti, due schermi LCoS da 0,74 pollici con risoluzione 1.920x1.080 pixel e pieno supporto a 60 Hz, oltre ai 24p. Il nuovo visore supporta sia flussi 2D che 3D grazie all’ingresso HDMI 1.4a. Come il prodotto Sony, anche l’ST1080 necessita di un box esterno per i segnali, che si collega al visore mediante un apposito cavo. Ciononostante, l’ST1080 può essere usato anche in mobilità grazie a una batteria opzionale. ST1080 dà l’impressione di guardare uno schermo a 100 pollici da 3 metri di distan- za, sicuramente un buon valore vista anche l’elevata risoluzione. I pannelli, inoltre, offrono il 10% di trasparenza, per applicazioni di realtà aumentata o più semplicemente per vedere cosa succede nel mondo esterno; ovviamente è possibile abbassare una tendina per avere l’oscurità completa. Il tutto in 180 grammi di peso. Il Silicon Micro Display ST1080 è già disponibile al prezzo di 799 dollari, in due differenti colori: bianco perla e nero. TV & VIDEO / Diverse e concrete le migliorie apportate rispetto al modello precedente Vivitek Q2 Qumi Q5, ora il proiettore naviga in Rete Vivitek ha aggiornato il suo proiettore portatile migliorando luminosità e contrasto e introducendo e funzioni “wireless” di M. Dalli V ivitek perfeziona il suo videoproiettore portatile Qumi, lanciando la nuova versione Q5. La risoluzione è 720p del chip DLP di Texas Instruments, sale la luminosità a 500 ANSI Lumen e il contrasto a 3.500:1. Valori ancora contenuti, ma più che giustificati dalle ridotte dimensioni del Qumi. La durata della lampada a LED è di 30.000 ore e la dimensione dell’immagine proiettata va da 30 a 100 pollici, con distanza di proiezione compresa tra 1 e 3 metri. Nel complesso ne guadagna la qualità di immagine, meno satura sul rosso, più luminosa e più definita, grazie anche alla nuova lente in vetro. Apprezzabile anche la sostituzione del pulsante di alimentazione fisico con uno logico, dando così la possibilità di accendere e spegnere il proiettore dal telecomando. Anche le funzioni multimediali subiscono un ritocco verso l’alto: il Qumi Q5 integra un processore più potente con siste- ma operativo basato su Linux, 4 GB di memoria, ma perde lo slot micro SD; c’è l’ingresso USB, oltre ai classici HDMI e un connettore universale da 24 pin per gli ingressi analogici. La potenza dell’altoparlante è di 2 Watt, pur restando mono. Rimane la compatibilità con i segnali 3D da ingresso VGA, con tecnologia DLP Link (gli occhialini sono venduti separatamente). La novità più importante del Q5, però, è il dongle USB Wi-Fi opzionale che consente di connettere il Qumi a Internet. Così facendo è possibile navigare in rete direttamente dal proiettore, grazie al browser integrato. Le dimensioni sono molto contenute, con 32 mm di spessore e 160x102 mm di larghezza e altezza. Anche il peso non risente degli aggiornamenti, 490 gr, confermandosi un’ottima soluzione per chi viaggia spesso o vuole trasportare con facilità il piccolo VPR. Aumenta, purtroppo, la rumorosità della ventola in modalità boost, che passa da 32 a 36 dB. Dalle prime impressioni di visione, effettuate però su un modello non ancora definitivo, possiamo affermare che il miglioramento rispetto al Q2 è apprezzabile, sia per la maggiore luminosità, che consente una corretta visione anche in ambienti con luce ambientale, sia per le nuove funzioni abilitate dal dongle Wi-Fi. Il Qumi Q5 arriverà sul mercato, importato in Italia da Audiogamma, tra fine giugno e luglio a 699 euro; sarà disponibile in 5 colorazioni: giallo, bianco, nero, blu e rosso. Per vedere un breve video in cui vi mostriamo le nuove funzioni del Qumi Q5, clicca qui. p.3 tv & video Ultra HD lo standard è servito L’ITU ha definito lo standard per la Ultra High Definition TV, sia a 4K che a 8K. E compare anche un nuovo frame rate: 120 fotogrammi al secondo di M. Dalli L’ITU, l’ente internazionale preposto alle telecomunicazioni, ha definito quali saranno le risoluzioni supportate dall’Ultra High-Definition. L’Ultra HD sarà composto da video 4K o 8K, più o meno come l’HD è sia 720p che 1080p; ed è da questi due formati che l’Ultra HD prende spunto, in quanto il 4K avrà il quadruplo della risoluzione del 1080p (3840x2160 pixel), mentre l’8K sarà il quadruplo del 4K (7680x4320 pixel), 16 volte la definizione del Full HD. È interessante notare, inoltre, che l’ITU ha aggiunto anche un nuovo frame rate, 120 fotogrammi al secondo. Questa scelta è stata dettata dal fatto che, a quanto pare, le immagini in movimento mostrate a una risoluzione così elevata e su schermi di grande formato risultano essere un po’ scattose a 60p. Per evitare il rischio di far passare l’Ultra HD come “la definizione per sole immagini statiche”, l’ITU ha raddoppiato anche la velocità delle immagini. Inoltre, trasmettere immagini in 8K a 120 fps richiede circa 32 volte la banda richiesta dal Full HD. Facendo un rapido calcolo, considerando un flusso Full HD a 20 Mbit/s, per l’Ultra HD si potrà arrivare a oltre 600 Mbit/s, una capacità trasmissiva che nessun mezzo al momento può offrire su vasta scala, né su cavo (fibra o rame), né sull’etere. Per fortuna, però, nessuno si aspetta trasmissioni a questa definizione prima dell’inizio del prossimo decennio; c’è quindi tempo per migliorare le infrastrutture e le tecniche di trasmissione, e per ottimizzare i codec creandone di nuovi e più efficienti. Attendiamo fiduciosi per capire come evolverà la situazione; già alle Olimpiadi di Londra ci saranno i primi test in Ultra HD, sarà interessante capire come reagirà la gente a questa nuova “era” della TV. UN PICCOLO GESTO E IL TUO MONDO DIVENTA GRANDE Nuovi TV Smart VIERA. 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Punta qui il tuo Smartphone e accedi a contenuti speciali. * Scarica gratuitamente l‘applicazione Viera Remote 2.0 da Android Market o App Store n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Facile da usare, resa 3D incredibile, buona qualità audio, ma scomodo da indossare per lunghi periodi p.5 Sony HMZ-T1 in prova: maxischermo OLED da paura La redazione di DDay.it è finalmente riuscita a provare uno dei gadget più ambiti del momento, il Personal 3D Viewer di Sony HMZ-T1 I due pannelli OLED HD, inseriti in un piccolo visore, consentono di vedere giochi e film (in tre dimensioni) su uno schermo davvero enorme di R. Pezzali A lla fine ce l’abbiamo fatta: il visore Sony HMZ-T1 è stato uno degli oggetti più desiderati degli ultimi tempi, e Sony stessa ha fatto fatica a trovarcene uno da provare con un po’ di calma dopo il test veloce fatto a Berlino. L’HMZ-T1, con i suoi due pannelli OLED HD da 1280x720, è la rivisitazione in chiave HD e 3D di un vecchio visore che Sony lanciò molti anni fa chiamato Glasstron e che propose ai tempi in abbinamento a uno dei primi DVD portatili. A distanza di anni l’HMZ-T1 sembra aver acquisito un senso di esistere che forse prima mancava: i due pannelli OLED garantiscono una qualità fino a oggi impossibile con prodotti di questo tipo e l’uso di un pannello per occhio permette una riproduzione 3D vera e reale, senza filtri polarizzatori e pannelli ad alto refresh come avviene invece sui televisori. Ma si riesce davvero a vedere un film o giocare in 3D indossando questo futuristico casco? Abbiamo provato con un Blu-ray e con una PlayStation. La regolazione del visore L’HMZ-T1 è composto da due elementi: un’unità centrale di controllo e alimentazione e il visore stesso. L’unità centrale ha un ingresso HDMI per la sorgente e un’uscita per il passthrough, utile se si vuole collegare comunque un TV o un monitor. Un sensore posto sul visore capisce se questo è indossato e decide se dirottare il segnale al monitor o al visore stesso. Un cavo di circa 3 metri collega il visore all’unità di alimentazione e di gestione del segnale, ed è quindi possibile nascondere l’unità di alimentazione alla vista. Il visore è l’elemento portante del sistema: pesa circa 500 grammi, integra l’audio e offre un sistema di regolazione per adattarsi sia a grandi che a piccini, grazie anche a supporti frontali di differente misura dati in dotazione. Le regolazioni possibili sono tutte meccaniche: si può correggere l’asse tra i due display, agendo su una leva sotto il visore, si possono allungare e accorciare le cuffie e regolare le due fascette di supporto posteriore. Dopo aver fatto le opportune regolazioni, dobbiamo dire che il visore è abbastanza comodo, anche se il solo pensiero di tenerlo addosso per più di mezz’ora fa venire il mal di testa. L’unico problema è il bilanciamento, spostato verso la zona anteriore: il visore pesa un po’ troppo sul naso, ma non si poteva fare altrimenti visto che i componenti pesanti sono quelli posizionati davanti. La visione è possibile anche per chi porta gli occhiali, ma obiettivamente non è il massimo della comodità. Per la regolazione dell’interasse delle lenti, basta accendere il visore e seguire la procedura guidata fino a quando l’immagine non appare nitida. In questo caso la corretta regolazione delle cinghiette e la scelta del supporto da fronte adatto alle dimensioni della testa ricoprono un ruolo fondamentale: se si sceglie, infatti, una misura sbagliata il centro è nitido ma i bordi sono sfuocati o tagliati. Dopo qualche prova raggiungiamo il setup quasi perfetto e possiamo iniziare le nostre valutazioni. L’HMZ-T1 è semplicissimo da usare: nella parte bassa ci sono due tasti per la regolazione del volume, un menù a schermo per il controllo dei parametri di base, dalla luminosità al contrasto alla saturazione. Ci sono anche una serie di filtri, ma niente di troppo sofisticato. Per semplificare la vita degli utenti, Sony ha inserito tre modalità di base tra cui scegliere, inclusa una modalità “Cinema”. Che schermo grande! Vedere uno schermo così grosso fa una certa impressione, anche se la sensazione non è molto diversa da quella che si ha quando andiamo al cinema e ci sediamo nelle prime file. L’immagine generata dai due pannelli OLED da 1280x720 occupa praticamente tutta la nostra visione periferica, proiettando davanti ai nostri occhi uno schermo gigante. Un minimo di fastidio si percepisce all’inizio, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine: quello a cui ci si abitua meno forse è il peso del visore, che dopo un po’ ci costringe a piegare la testa in avanti. Se da un lato si vede un’immagine enorme, dall’altro non si vedono assolutamente i pixel: anche se la risoluzione dei visori non è altissima, la sensazione che si ha è quella di osservare uno smartphone di fascia media da circa 30 cm, una leggera trama di pixel si avverte, ma bisogna proprio prestarci attenzione. Il pannello OLED ha un vantaggio: è velocissimo. Durante le scene di azione con il Blu-ray di Avatar o de Il signore degli anelli non si avverte la minima scia, e abbiamo provato anche a giocare con la PlayStation a God of War e a Star Wars senza percepire il minimo trascinamento. Buona la dinamica, buona la saturazione cromatica e la luminosità globale: solo agli angoli se non si posiziona bene il visore si avverte un senso si sfocatura, ma è appena percettibile. Può sembrare strano, ma la resa in 3D soddisfa ancora di più di quella standard: avere un display HD dedicato al singolo occhio con due immagini diverse è la migliore soluzione possibile per gestire una visione 3D, perché ricalca quello che avviene nella realtà. Abbiamo provato sia un film sia alcuni giochi per la PlayStation in 3D come Super Stardust e dobbiamo dire che la resa ci ha impressionati. Oltre alla definizione notevole si percepisce davvero la profondità dell’immagine e la separazione sui livelli, e soprattutto non si percepisce il minimo fastidio dovuto alla visione stereoscopica. Crosstalk e scie sono solo un ricordo, e la visione 3D è veramente stupefacente. Delude un pochino l’audio: le cuffie sono di buona qualità ma mancano un po’ di bassi e le imbottiture dei padiglioni non sono morbidissime. Nel complesso l’HMZ-T1, nella sua particolarità, è un prodotto che offre una ottima resa video e una buona qualità audio. È un display però “Personal”, e come altri esperimenti simili alla lunga può stancare. Il peso del visore, infatti, lo rende un po’ scomodo da indossare dopo un po’ di tempo, e se lo guardiamo in un ambiente molto luminoso, eventuali infiltrazioni di luce e riflessi possono aggiungere qualche disturbo. Per giocare e vedere i film è perfetto, ma non può assolutamente sostituire il TV. Se a questo aggiungiamo il prezzo di listino di 799 euro, il nuovo Personal 3D Viewer di Sony diventa un costoso gadget che però non mancherà mai di stupire gli amici. Volendo essere pignoli sarebbe stato bello poterlo portare in giro come il modello precedente, che aveva una batteria: un Personal Viewer dovrebbe seguirci sempre. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.6 MOBILE Galaxy S III prenotazioni a quota 9 milioni Atteso sul mercato italiano proprio in questi giorni, Samsung Galaxy S III è già un successo. Secondo quanto affermato da una fonte anonima interna a Samsung, sarebbero oltre 9 milioni i telefoni preordinati nei giorni di pre-commercializzazione. Il dato è su scala globale e include anche gli smartphone che verranno distribuiti dai vari operatori: 290 in tutto per 145 nazioni. Pare inoltre che, a causa dell’enorme richiesta, le linee di montaggio in Corea del Sud stiano viaggiando al ritmo di 5 milioni di dispositivi prodotti al mese, valore che corrisponde alla massima capacità produttiva. Samsung, interpellata, non ha voluto confermare né smentire la notizia. L’obiettivo degli oltre 20 milioni di Galaxy S II venduti non pare poi così difficile da superare... mobile / HTC lancia un nuovo terminale Android 4.0 di fascia bassa HTC Desire C, l’Android low cost Processore da 600 Mhz e 4 GB di memoria per mantenere bassi i costi H TC lancia un nuovo smartphone, anche se per la prolifica azienda di Taiwan non è certo una notizia. Il nuovo Desire C si rivolge alla fascia intermedia e a un prezzo che dovrebbe essere di circa 200 euro, propone un design standard con cornice in metallo, audio Beats e una dotazione tecnica non proprio all’ultimo grido. Il display da 3.5”, ha infatti una risoluzione di 320 x 480 pixel e il processore è un single core da 600 Mhz. Il sistema operativo è Android 4.0 Ice Cream Sandwich, supportato da 512 Mb di RAM e da soli 4 GB di memoria per le applicazioni. HTC, grazie alla collaborazione con Dropbox, offre 25 Gb di spazio cloud per 2 anni. Non manca la fotocamera, un elemento “classico” da 5 Megapixel. MOBILE Cinque nuovi Nexus entro fine 2012 Sarebbero cinque i dispositivi attesi e affidati ad altrettanti produttori mondiali. Smartphone ma anche tablet S econdo quanto riportato dall’autorevole Wall Street Journal, Google starebbe seriamente pensando di ampliare vigorosamente la gamma Nexus proponendo entro la fine dell’anno in corso ben cinque dispositivi appartenenti a questa prestigiosa serie. Se finora eravamo abituati a vedere solo “Google-fonini”, in futuro potremmo trovarci difronte anche a “tavolette-Google”, poichè il colosso di Mountain View pare deciso ad entrare prepotentemente e direttamente anche nel mercato dei tablet. L’altra notizia interessante è che non si tratterà di dispositivi “mono-marca”: la strategia che Google attuerebbe per affrontare i mercati nei prossimi mesi si baserebbe sull’idea di affidare la realizzazione di un dispositivo ad ogni principale azienda produttrice. Si parla già di Samsung, HTC, Sony, LG e Motorola, ma al momento in cui si scrive non vi è ancora nulla di ufficiale. Questa mossa deriverebbe dalla volontà di Google di ridurre il fenomeno della “frammentazione” di Android, proponendo cinque modelli top di gamma e tutti dotati di interfaccia grafica Vanilla. Il supporto sarebbe poi diretto e tutti gli acquirenti potrebbero così beneficiare allo stesso modo di aggiornamenti di Nuovo iPad addio al 4G anche in Italia Apple ha iniziato a “ribattezzare” in alcuni Paesi il nuovo iPad con connessione alla rete cellulare come “Wi-Fi + Cellular”; dopo Gran Bretagna e Australia, anche in Italia è arrivata la nuova denominazione. Questa scelta è stata “obbligata” dal momento che il nome “Wi-Fi + 4G” originale fa presupporre la capacità di connettersi alle reti dati di quarta generazione, cosa però possibile solo negli Stati Uniti e in Canada. Ben venga quindi l’adeguamento del nuovo nome anche in Italia; vero è, però, che il nome “Wi-Fi + Cellular” rischia di risultare poco chiaro a chi mastica male l’inglese. Forse era meglio trovare un nome più “aggraziato”. di R. Pezzali MOBILE / Le ultime indiscrezioni vedrebbero Google interessata ad ampliare la gamma Nexus di V. Barassi MOBILE sistema costanti e puntuali; pare che i cinque nuovi dispositivi Nexus (sia smartphone che tablet) arriveranno il prossimo novembre, forse accompagnati dalla nuova versione del sistema operativo: Android 5.0. Tutto farebbe pensare, stando così le cose, che non si tratti di una pura e semplice casualità. Sony presenta il caricabatterie... a manovella! Che in Giappone, dopo il terremoto di marzo 2011, si sia sentito il bisogno di abbandonare l’energia nucleare in favore di più “ecologiche” fonti rinnovabili non è un mistero, ma qui forse si sta esagerando un po’. Sony ha presentato un nuovo “caricabatterie” in grado di convertire energia meccanica in elettrica nel modo più semplice del mondo: attraverso una manovella. Il dispositivo, denominato Sony CP-A2LAKS USB charger, è stato pensato dai tecnici Sony per “accoppiarsi” con i telefoni di ultima generazione; è dotato di una grossa batteria da 4000 mAh nella quale andrà ad accumularsi l’energia prodotta dalla rotazione della manovella, energia che poi sarà possibile trasferire al nostro smartphone attraverso il cavo di collegamento USB. Serviranno circa 130 minuti “di manovella” per caricare un Sony Xperia S e, se non avete voglia di perdere più di due ore a ricaricare il telefono, con “soli” 5 minuti di lavoro sarà possibile ottenere un minuto di navigazione web completamente... ”ecologica”. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Nokia decide di rimuovere Skype dal Marketplace dedicato all’ultimo Lumia Niente Skype per il Nokia Lumia 610 Le motivazioni ufficiali parlano di “un’esperienza d’uso non soddisfacente”. Ma i dubbi in proposito sono diversi di V. Barassi P iù volte acclamato come il dispositivo “low cost” in grado di attaccare il mercato e portare il sistema operativo Windows Phone 7 anche nella fascia entry-level degli smartphone, Nokia Lumia 610 subisce in queste ore un brusco ridimensionamento. È la stessa Nokia ad annunciare che “dopo test approfonditi”, il terminale è stato dichiarato non in grado di “offrire un’esperienza d’uso soffisfacente” con Skype e, per questo motivo, tale applicazione è stata immediatamente rimossa dal Marketplace dedicato al dispositivo.Nokia punta il dito sul quantitativo di RAM di soli 256MB, affermando che servirebbero 512MB di memoria per permettere a Skype di funzionare al meglio. Tutto questo fa sorridere poichè, solo poche settimane or sono, la stessa Nokia affermò senza troppi problemi che Skype funzionava alla grande sul Lumia 610, scatenando non poco interesse sul dispositivo in questione. La filiale di Hong Kong di Nokia ha così espresso il suo punto di vista: Nokia dà grande importanza al debutto di prodotti e servizi che migliorano l’esperienza degli utenti, quindi anche se la versione di Skype per Windows Phone funziona sul Lumia 610, dopo test approfonditi, abbiamo capito che l’esperienza non è al livello sperato. Per questo motivo, non con- sigliamo agli utenti di usare Skype sul Nokia Lumia 610. Gli utenti con questo dispositivo non saranno più in grado di scaricare Skype in versione Windows Phone dal Marketplace. La versione di Skype per Windows Phone continuerà ad essere disponibile per gli altri utenti. Molti dubbi accompagnano questa dichiarazione; che Nokia si sia accorta di aver sfornato un terminale “davvero competitivo” in grado di oscurare anche i prodotti più costosi della sua stessa gamma? p.7 MOBILE Razr con batteria maxi disponibile anche in Italia Motorola ha recentemente annunciato il lancio italiano del Razr MAXX, nuova versione dello smartphone Android Razr, che nello stesso form factor del predecessore racchiude una batteria da ben 3300 mAh, un vero e proprio record. Con appena meno di due millimetri in più di spessore rispetto al Razr (e 20g in più di peso), il Razr Maxx offre un’autonomia di più di 17 ore di chiamate e di 600 ore di standby. Lo smartphone Android 2.3.5, con display OLED da 4.3 pollici, processore dual core da 1.2 GHz e fotocamera da 8 Megapixel, è in vendita a un prezzo di listino di 549 euro IVA inclusa. MOBILE / In attesa del test approfondito, Nokia 808 PureView pare decisamente migliore dei competitor sul fronte fotografico Primi scatti e impressioni di Nokia 808 PureView Lo smartphone Nokia arriverà a giugno nel nostro Paese: Dday.it ha avuto la possibilità di vedere i primi scatti di questo super camera-phone di P. Centofanti D opo la presentazione che ha fatto tanto discutere a Barcellona, abbiamo finalmente visto il Nokia 808 PureView all’opera, in attesa dell’arrivo nei negozi a giugno. Si tratta di uno smartphone del tutto particolare perché privilegia su tutto la funzionalità di fotocamera con un incredibile sensore da 41 Megapixel, che “distilla” immagini da 5 Megapixel di altissima qualità. Una tecnologia in gestazione da tempo tanto che lo smartphone in sé non è poi così alla moda, anche per via della scelta di uscire con sistema operativo Symbian. Nokia ci ha mostrato delle foto effettuate davanti a noi in ambiente perfettamente controllato a livello di luci, leggermente ritoccate e poi stampate su carta fotografica di qualità in vari (larghi) formati. Quello che possiamo dire è che la “compressione” a 5 Megapixel (la risoluzione a cui scatta normalmente il telefono) funziona decisamente bene, con un livello di dettaglio superiore a quello di un normale telefono e soprattutto una buona pulizia di immagine anche fino a 800 ISO. Purtroppo non ci è stato possibile accedere a quelle fotografie, ma siamo comunque riusciti a “portare a casa” qualche primo scatto, per così dire meno curato: la foto in alto è stata scattata senza flash con impostazioni automatiche e a 125 ISO. La foto con le due persone è stata invece scattata nella sala buia con il solo flash: quello in chiusura di pagina è invece uno scatto “nudo” effettuato a 38 Megapixel, la massima risoluzione consentita dal PureView e quindi senza interpolazione dei pixel. La foto è stata scattata senza flash e senza luce controllata, per cui l’immagine è un filo mossa (primo limite di un cameraphone: niente cavalletto). La cosa interessante è però il contenimento del rumore considerando la scarsa luce a disposizione e le dimensioni del sensore in rapporto alla densità di pixel: Le prime impressioni sono dunque molto interessanti anche se naturalmente non vediamo l’ora di effettuare dei test molto più approfonditi. Il telefono in sé ci è parso ben costruito, con un’ottima qualità dei materiali, un bello schermo OLED e un’interfaccia piuttosto reattiva nonostante le spigolosità di Symbian. Oltre alla ben nota qualità audio di Yamaha, questi nuovi modelli presentano caratteristiche eccezionali, unite ad un controllo intelligente e intuitivo tramite Applicazione per smartphone. Per un livello di operatività senza precedenti. SINTOAMPLIFICATORI AV RX-V773 / RX-V673 / RX-V573 / RX-V473 http://it.yamaha.com n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Continua l’odissea i’m Watch: nuovi ritardi sulle spedizioni, ora si parla di settembre. Ma non erano pronti? p.9 I’m Watch recidiva: ancora promesse non mantenute L’azienda invia un’email ai clienti in cui annuncia la distribuzione di un primo blocco di 300 dispositivi dal 15 luglio e la possibilità di rinunciare all’acquisto di R. Pezzali N on vorremmo essere ripetitivi, ma ormai ci siamo presi a cuore l’affaire i’m Watch. Per chi si fosse perso le prime fasi di questo giallo tutto italiano le riassumiamo molto velocemente. • I’m Watch, azienda italiana, annuncia un rivoluzionario SmartWatch basato su Android. • I’m Watch sembra una azienda serissima: il 50% è di proprietà di Ennio Doris, il patron di Mediobanca. • A maggio dello scorso anno aprono i preordini di i’m Watch: chi lo vuole in pre-order può pagarlo 150 euro al posto dei 299 euro che verranno chiesti dopo. • A Las Vegas viene mostrato un prototipo di i’m Watch: è l’unico smartwatch che al momento si è visto. • Nel frattempo molte riviste dipingono i due fondatori di i’m Watch, Zanella e Bertolini, come gli eredi addirittura di Steve Jobs. • I’m Watch, secondo gli stessi fondatori in una intervista ha raccolto 100.000 preorders e ha incassato oltre 10 milioni di euro sulla fiducia. • I’m Watch però non arriva, nessuno lo vede e la gente si infuria. E chissà cosa staranno pensando ora i 100.000 acquirenti che, dopo mesi e mesi, ancora non si sono visti recapitare il loro telefono. I due fondatori, raggiunti al telefono, ci avevano assicurato che ad aprile sarebbero partite le spedizioni. “L’orologio è pronto per essere spedito”, ci aveva detto al telefono Zanella, CEO dell’azienda, ma qualcosa non è andato come doveva. I’m Watch ha spedito diverse mail ai suoi acquirenti, e l’ultima di questi chiedeva la conferma dell’indirizzo per la spedizione. A questo punto pensavamo di non doverci più occupare di i’m Watch, ma ci siamo sbagliati. L’ultimo colpo di scena arriva infatti con una lettera inviata a tutti coloro che hanno preordinato i’m Watch. “Gentile Cliente, ti ringraziamo per la pazienza che hai avuto fino ad oggi in relazione alla consegna di i’m Watch. Siamo consapevoli che hai incontrato dei disagi e, soprattutto, non hai potuto utilizzare un prodotto che suscita un sempre maggiore interesse in tutto il mondo. Purtroppo abbiamo verificato una volta di più la validità di quel detto: ”Il meglio è nemico del bene!” Che cosa intendiamo? Vogliamo dirti oggi con grande trasparenza e umiltà che non solo abbiamo incontrato tutte le difficoltà di un progetto estremamente innovativo ed ambizioso (e gli imprevisti che hanno superato ogni ragionevole ipotesi), ma in particolare che abbiamo ceduto alla tentazione di fare delle modifiche per ampliare e migliorare l’adattabilità di i’m Watch allo sviluppo futuro della tecnologia (ad esempio rendendolo adeguato a gestire un numero maggiore di apps rispetto a quello inizialmente previsto). Tutti questi fattori ci hanno fatto perdere del tempo prezioso e, soprattutto, ci hanno impedito di fornirti delle date certe per la consegna. Siamo però adesso in grado di definirle come segue, tenendo conto che intendiamo condurre un ultimo serio programma di testing con i nostri clienti: 1) Entro il prossimo 15 giugno forniremo i’m Watch ad un gruppo di 300 clienti, i quali collaboreranno con noi per una verifica finale e definitiva, che si completerà entro il 15 luglio. Chiederemo loro di dare periodicamente un feedback sulla loro esperienza, che sarà riportato in un blog pubblico sul sito www.imwatch.it, per cui anche tu potrai seguirne l’evoluzione. 2) A partire dal 15 luglio inizieremo a spedire il prodotto a tutti coloro che hanno un ordine inevaso e ci aspettiamo di completare la consegna di tutti gli ordini in corso entro e non oltre il 15 settembre. Poiché siamo consapevoli che potresti nel frattempo aver perso l’interesse all’acquisto, abbiamo deciso di offrirti le seguenti possibilità: • Rinunciare all’acquisto e richiedere l’immediato rimborso della cifra spesa, inviando entro il 15 luglio una e-mail al seguente indirizzo, se sei residente in Italia: [email protected]; o al seguente: [email protected] se sei residente all’estero. • Se invece sei disposto ad attendere fino alla data prevista per la consegna, riceverai all’atto della consegna uno sconto del 15% sul prezzo pagato. Ti ringraziamo per la collaborazione, molto fiduciosi che i’m Watch risponderà pienamente alle tue aspettative. Un cordiale saluto. Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini - Presidente e A. Delegato i’m Spa”. L’orologio non è affatto pronto, come è stato più volte detto fino ad oggi, e di conseguenza anche chi ha già inviato il suo indirizzo per la spedizione non lo riceverà. Solo 300 fortunati acqui- renti riceveranno il prodotto dal 15 di giugno e questi acquirenti aiuteranno nella messa a punto. Finita la fase di beta testing gli ordini saranno evasi, con consegne estive che termineranno il 15 di settembre. Inutile dire che ormai parole come “fiducia” e “serietà” siano sempre più faticose da utilizzare nel caso di i’m Watch, e nonostante l’ultima lettera restano ancora molti dubbi. Chi saranno i 300 a ricevere lo Smartwatch? Come si può pensare che un utente infuriato per un anno di attese e promesse mancate possa pure fare gratuitamente da beta-tester? Se vogliono essere gli eredi di Steve Jobs, Zanella e Bertolini hanno ancora tanta strada da fare, soprattutto sul piano della comunicazione con il cliente. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it DIGITAL IMAGING / Scopriamo i dettagli della reflex pensata anche per ambienti poco “ospitali” Pentax K-30, la piccola tropicalizzata Pentax ha presentato ufficialmente la K-30, fotocamera reflex di fascia media resistente a spruzzi, polvere e freddo p.10 digital imaging Canon EOS 650D con AF continuo per i video? Alcune indiscrezioni provenienti da Canon Rumors indicano alcune interessanti novità per la reflex Canon di fascia media. Questa nuova macchina, che dovrebbe chiamarsi EOS 650D, dovrebbe avere un sensore da 18 Megapixel (non è chiaro se si tratta del vecchio sensore o di uno rivisto e corretto), con 9 punti di messa a fuoco, tutti a croce e schermo touchscreen. La novità più interessante per i videoamatori, invece, è la possibilità di sfruttare l’autofocus continuo durante la ripresa dei video o con scatto in Live View. Al momento nessuna di queste indiscrezioni è confermata, ma segnerebbe una svolta per Canon, che già si è dimostrata sempre attenta ai videoamatori. L’annuncio è previsto per giugno, quindi se così fosse non mancherebbe molto alla verità. entax ha finalmente tolto i veli alla K-30, l’ultima reflex di fascia media del produttore giapponese. Nonostante non si tratti di un modello top di gamma, la K-30 include alcune interessanti opzioni derivate dalle sorelle maggiori, come per esempio il corpo macchina tropicalizzato, in grado cioè di resistere a spruzzi, polvere e freddo (fino a -10°C); questa caratteristica rende la K-30 una macchina pensata per la fotografia in esterno, anche in ambienti poco “ospitali” e senza il timore di compromettere la fotocamera quando si scatta all’aria aperta. Ma non è la tropicalizzazione l’unica caratteristica di questa nuova reflex: al sensore APS-C da 16 Megapixel, infatti, la K-30 abbina un processore PRIME M in grado di registrare video in Full HD fino a 30 fps, consentendo anche scatti fino a 1/6000 s, raffiche da 6 fotogrammi al secondo e sensibilità comprese tra 100 e 12.800 ISO (con possibilità di arrivare fino a 25.600 ISO). La messa a fuoco è invece gestita da un sensore SAFOX IXi+, con 11 punti di cui 9 a croce e una lente a diffrazione che minimizza le aberrazioni cromatiche. Sul dorso della K-30 si trova invece un display LCD da 3 pollici e 921.000 pixel, con funzione Live View, e un mirino ottico con pentaprisma in vetro e campo visivo che arriva “circa” al 100% (non è però specificato meglio). Interessante, sempre in ottica di fotografare all’aria aperta, la doppia alimentazione: con DIGITAL IMAGING DIGITAL IMAGING / Erede della “pensionata” NEX-C3, il nuovo modello sarà disponibile da giugno di M. Dalli P Cosa ci fa Kodak con un reattore nucleare? Kodak è una potenza nucleare, nel vero senso della parola. La filiale americana di Kodak, infatti, nascondeva nello stabilimento di Rochester un terribile segreto. Dietro una parete spessa 60 cm di cemento c’è un reattore nucleare grosso come un frigorifero con 1.5 kg di uranio arricchito, una quantità più che sufficiente per produrre una bomba atomica. L’azienda ha tenuto nascosto il segreto ed erano pochissimi i dipendenti che ne erano a conoscenza e che hanno avuto a che fare con il reattore. Una situazione assurda secondo il centro di non proliferazione nucleare, che ha dichiarato agli organi di stampa che un’azienda non dovrebbe avere materiale così pericoloso. La domanda è: cosa ci faceva Kodak con un reattore nucleare? Secondo alcuni dirigenti il sistema serviva per valutare la purezza del materiali e per fare test radiografici sui componenti, ma un po’ di mistero resta. la batteria integrata è infatti possibile scattare fino a 480 foto, ma grazie a uno speciale portabatterie opzionale si può alimentare la K-30 anche con 4 pile stile AA. La Pentax K-30 arriverà a fine luglio; il prezzo ufficiale è ancora da comunicare, anche se non dovrebbe discostarsi molto dai 799 euro del volantino della catena francese Boulanger. NEX-F3, la mirrorless Sony si fa grande Sony ha tolto i veli alla fotocamera NEX-F3: sensore da 16,1 Megapixel e flash integrato sono alcune delle novità di M. Dalli S ony ha annunciato la nuova mirrorless NEX-F3, erede del modello NEX-C3 ormai fuori produzione da qualche tempo. Questa nuova fotocamera offre un rinnovato sensore APS-C da 16,1 Megapixel, capace di una sensibilità ISO 200-16.000 (in modalità Auto la gamma è ristretta a 200-3200 ISO) e scatti a raffica a 2,5 fps. Il processore Bionz, poi, consente di registrare video in alta definizione, fino a 1080i con frequenza di 60 Hz o 1080p a 24 fotogrammi al secondo. Il monitor LCD da 3 pollici, basculante, offre inoltre una risoluzione di 920.000 punti, con funzionalità Live View; manca, invece, il mirino elettro- nico, acquistabile separatamente. Rispetto al precedente modello NEXC3, questa nuova NEX-F3 ha un corpo macchina più voluminoso, in parte per sostenere la nuova impugnatura più pronunciata con tasto di scatto nella parte frontale, in parte per alloggiare il flash a pop-up nella zona superiore, leggermente decentrato. Interessante la possibilità di ricaricare la batteria tramite USB, funzione che dovrebbe consentire di risparmiare un caricabatterie specialmente quando si è in viaggio. La fotocamera mirrorless Sony NEX-F3 sarà disponibile in tre colori, argento, bianco e nero, nel mese di giugno a 599 dollari con la lente 18-55mm; una seconda lente 18-200mm dovrebbe arrivare invece in luglio. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it Digital Imaging / Ottima fotocamera, semplice e capace di regalare belle foto al primo scatto Panasonic Lumix GF5, impressioni d’uso Grazie alla disponibilità di Panasonic siamo riusciti a fare qualche scatto con la new system camera Lumix GF5 di R. Pezzali È passato poco tempo da quando Panasonic ha lanciato la nuova Lumix GF5: ignorando il numero 4, che in Giappone non è considerato di buon augurio, il produttore giapponese ha raffinato la GF3 (senza però stravolgerla) per aggredire il segmento entry level delle cosiddette New System Camera, o più comunemente mirrorless, termine che però nessuno vuole più usare. Con un corpo compatto, un peso piuma e un design tondeggiante, soprattutto nella parte alta, la GF5 è costruita attorno a quattro elementi distintivi: un CMOS da 12 Megapixel in formato micro 4:3, un nuovo sistema di messa a fuoco ultrarapido, un monitor LCD ad elevata risoluzione e una nuova interfaccia grafica più veloce e interamente ridisegnata. Grazie alla disponibilità di Panasonic abbiamo avuto modo di provare un sample della nuova GF5 scattando anche alcune foto. Il corpo macchina è praticamente identico a quello della GF3, fatta eccezione per il grip leggermente più pronunciato che facilita l’impugnatura. Anche i tasti sono messi nelle stesse posizioni, con il tasto di scatto, quello di registrazione e il sempre presente Intelligent Auto nella parte alta a portata di indice. L’unica differenza visibile è il display: la dimensione è sempre pari a 3” ma questa volta ha una risoluzione vicina al milione di pixel, e la differenza è netta anche a occhio nudo. La macchina è priva di mirino oculare, e il display è l’unico punto di riferimento per l’utente: avere un display touch ad elevata risoluzione è indispensabile. Panasonic ha rivisto anche l’interfaccia utente, e seguendo la moda del momento ha aggiunto anche 14 filtri creativi e 23 modalità di scatto. L’interfaccia touch a schermo è un po’ la croce e la delizia di questa fotocamera: Panasonic è bravissima come sempre a fare l’hardware, ma non è mai stata troppo brava a disegnare l’interfaccia utente. In questo caso si apprezza lo sforzo di avere menù più chiari, icone meglio organizzate e una suddivisione delle varie funzioni più razionale ma onestamente non si può dire che la GF5 sia user friendly. Il produttore giapponese voleva andare incontro all’utente entry level e ha inserito alcuni automatismi come il suggerimento di un eventuale filtro fotografico da usare in certe scene, tuttavia resta un problema di base legato alle troppe funzioni configurabili. Bastano solo le 23 modalità di scatto per creare un po’ di confusione nella testa del fotografo alle prime armi che deve scegliere tre 5 tipi diversi di ritratto e 3 tipi di tramonto per una foto: paradossalmente certe reflex professionali prive di tutte queste accortezze sono più semplici da usare. Panasonic dovrebbe capire che se vuole semplificare l’interfaccia non basta un design rinnovato ma serve anche un taglio netto a moltissime funzioni e impostazioni inutili, soprattutto se vuole rivolgersi a quell’utente che arriva da uno smartphone ed è abituato a toccare la zona di fuoco sullo schermo e a premere il tasto di scatto. Dopo aver preso confidenza con la GF5 le foto che si ottengono sono di buonissima qualità: non siamo riusciti a scattare al buio, ma abbiamo comunque saggiato le performance con la sensibilità spinta al massimo e il livello di rumore del sensore Live Mos da 12 Megapixel è decisamente contenuto, soprattutto se il risultato deve essere stampato in un formato fotografico tradizionale. La scelta della risoluzione è perfetta: 12 milioni è un numero di pixel adeguato alle dimensioni del sensore. Rispetto a quello montato sulla GF3 il CMOS è stato rivisto, e anche se i megapixel son gli stessi tutta la circuitazione è p.11 digital imaging Canon e Nikon full frame “low cost” in arrivo? Secondo alcune indiscrezioni, Canon e Nikon sarebbero al lavoro su due reflex full frame sotto i 1.500 dollari. Potrebbero arrivare già nei prossimi mesi di M. Dalli stata ridisegnata per diminuire ulteriormente il rumore e assicurare una risoluzione maggiore ad alti ISO. Durante gli scatti che abbiamo fatto siamo riusciti ad apprezzare anche la nuova messa a fuoco, davvero rapida: Panasonic dichiara 0.09 secondi, non siamo ovviamente in grado di dire se questo corrisponde al vero ma all’atto pratico la ricerca del fuoco è quasi istantanea. La GF5 è sicuramente un’ottima fotocamera per chi vuole avvicinarsi alla fotografia con la F maiuscola. Forse è un po’ troppo sofisticata e macchinosa in alcune operazioni, ma basta dimenticarsi di alcune funzioni per renderla immediata, semplice e capace di regalare ottime foto al primo scatto, con basse possibilità di errore. Ancora non esiste un prezzo ufficiale, ma solo un’indicazione ufficiosa: Lumix GF5 verrà venduta in kit a 599 con l’ottica standard 14-42 e a 769 o con l’ottica motorizzata powerzoom serie X 14 - 42 (quella con cui abbiamo scattato noi) o con la coppia 1442 standard / 14 mm fisso. Disponibile entro la fine del mese di maggio. Dopo aver entrambe lanciato i modelli di fascia alta, Canon e Nikon si starebbero muovendo per portare sul mercato delle reflex full frame “low cost” con prezzi di listino tra i 1.500 e i 2.000 dollari. Canon, per esempio, potrebbe utilizzare un nuovo sensore da 21 Megapixel, oppure riutilizzare l’attuale 22 Megapixel della 5D Mark III. Il sistema di autofocus sarebbe invece mutuato dall’attuale 7D, mentre la tropicalizzazione sarebbe presente, anche se meno “efficace” della 5D. Una macchina simile potrebbe già vedere la luce in occasione del Photokina, previsto a Colonia per la seconda metà di settembre. Lato Nikon, invece, la nuova reflex potrebbe chiamarsi D600, avere un sensore da 21 Megapixel di Aptina (la stessa azienda che produce il sensore della Nikon 1 V1), ma senza motore AF integrato; funzionerebbe quindi solo con le ottiche AF-S con motore interno. Non mancherebbero poi registrazione video Full HD e doppio slot SD. La Nikon D600 (o come verrà chiamata) potrebbe vedere la luce anche prima del Photokina, già in estate. Ovviamente staremo alla finestra a vedere come si muoveranno i due colossi della fotografia; sembra interessante però come si stia cercando di “spostare” le Full Frame dal segmento professionale a quello intermedio. Un segno che ormai le mirrorless stanno aggredendo il mercato delle reflex APS-C e quindi alla reflex non resta che mantenere il primato della qualità con sensori a pieno formato? Lo sapremo solo nei prossimi mesi. Essere "Smart" significa occhiali 3D senza batteria, conversione dei contenuti da 2D a 3D, telecomando Magic Motion per darti maggior controllo e navigare liberamente su internet. Essere "Smart" è... LG CINEMA 3D Smart TV. www.lg.com/it Il TV 3D con la cornice più sottile al mondo. Serie LM960V, TV Cinema Screen 55 pollici. Dato basato su indagine interna relativa a tv disponibili all’acquisto nel mese di Marzo 2012. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET / Quali partite saranno visibili e su quali canali? Vi proponiamo tutti i dettagli Champions 2013: diritti TV tra Sky e Mediaset A pochi giorni dalla finale della Champions League facciamo chiarezza sui diritti TV della prossima stagione di M. Dalli S ono passati pochi giorni dalla finale di Champions League che ha visto sfidarsi a Monaco di Baviera il Bayern e il Chelsea, ma già i telespettatori sono proiettati alla prossima stagione, con il ritorno della Juve tra le grandi d’Europa e l’Inter che, invece, sarà impegnata in Europa League. Ma dove sarà possibile seguire le partite in TV? Facciamo un po’ di chiarezza. Sky ha acquistato in esclusiva i diritti pay per la Champions dalla stagione 2012/2013 fino al 2014/2015, per un totale di 128 partite su 145 a stagione; questo significa che nessun’altra pay tv in Italia potrà trasmettere le partite, ma non si tratta di un’esclusiva in senso assoluto. Mediaset, infatti, trasmetterà in esclusiva in chiaro la miglior partita del mercoledì tra quelle che vedranno impegnate le people & market MotoMondiale dal 2014 è di Sky Dal 2014 MotoGP, Moto2 e Moto3 cambiano casa in TV: Sky ha infatti acquistato in esclusiva i diritti TV per tutte e tre le classi, su tutte le piattaforme, web e mobile compresi. Le gare saranno trasmesse in diretta in alta definizione, con in più l’interattività che consentirà di personalizzare la visione degli eventi e la possibilità di vederle su Sky Go. L’accordo con la Dorna, però, prevede anche che Sky si assuma la responsabilità di rendere disponibile la visione in chiaro di 8 appuntamenti con la MotoGP. Non è chiaro, a questo punto, se questi 8 eventi verranno trasmessi sul canale free del digitale terrestre di Sky, Cielo, oppure verranno cedute a Mediaset o altra emittente. Come che sia, si tratta di un altro tassello della TV “free” che migra verso le offerte a pagamento, un brutto colpo per Mediaset che si potrà rifare con le partite in chiaro del mercoledì di Champions. p.13 people & market Super Hi-Vision cavalca l’etere NHK ha effettuato con successo il primo tentativo di trasmissione Super Hi-Vision su digitale terrestre in banda UHF di P. Centofanti squadre italiane (Juventus, Milan e forse Udinese). Queste partite, contrariamente alle stagioni passate, non saranno trasmesse dalla pay tv (Sky). Mediaset trasmetterà inoltre, ma non in esclusiva, le eventuali semifinali delle squadre italiane, oltre alla finalissima e agli highlights con tutti i gol e le sintesi delle partite, sia del martedì che del mercoledì. Sul fronte Europa League, invece, l’esclusiva pay spetta a Mediaset Premium, che trasmetterà tutte le partite, mentre una partita per turno sarà visibile anche in chiaro sulle reti generaliste Mediaset (tipicamente Rete 4, Italia 1 o Italia 2). people & market Cinema in crisi in Italia, ma non in Europa In Italia i dati del 2011 parlano di una perdita al botteghino del 10 % Il calo però riguarda, in Europa, solo Italia e Spagna. Che succede? di M. Dalli Il cinema è in crisi, in Italia ma non in altri Paesi dell’Unione Europa. I dati dello European Audiovisual Observatory parlano infatti di un calo del 10 per cento nel fatturato al botteghino per il Bel Paese, fatturato che è “tirato giù” da un -8% di spettatori nel 2011 rispetto al 2010. La media europea, invece, è sostanzialmente stabile: +0,7% come incassi, -0,1% come spettatori. A trainare il mercato, infatti, ci pensano Germania (+4,1%), Francia (+4,7%) e Regno Unito (+5,2%), che compensano i “tonfi” di Italia e Spagna (-4,9%).Verrebbe quindi da dire che la crisi ha tagliato il “circenses”, non potendo tagliare il “panem”; in situazioni di scarsa disponibilità economica ci si affida all’illegalità della pirateria più che mai. Avere però soluzioni economiche e legali per fruire dei film in streaming non sarebbe male; i dati di cui sopra dimostrano inoltre (se ce ne fosse ancora bisogno) che questi servizi non ammazzano il cinema, anzi. Riusciranno mai i nostri dirigenti e politici a capirlo? NHK ha effettuato con successo in Giappone la prima trasmissione via etere in digitale terrestre di un segnale Super Hi-Vision: 7,680 x 4,320 pixel. L’esperimento ha utilizzato due canali UHF con modulazione OFDM e tecnica MIMO per coprire i 4,2 Km tra emissione e ricevitore e si tratta del primo test effettuato utilizzando le usuali frequenze televisive. Lo standard con le attuali tecnologie di compressione è evidentemente estremamente esoso di banda, considerando che oggi, per avere un’idea, con due frequenze UHF in DVB-T vengono trasmessi solitamente qualcosa come una ventina di canali in definizione standard. E considerando che in Italia si chiudono i canali in HD per mancanza di banda, notizie come questa sanno tanto di vera e propria fantascienza. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.14 PEOPLE & MARKET / Diverse le possibili motivazioni, nessuna confermata da Telecom Italia Media people & market Si spegne temporaneamente una delle poche possibilità di vedere programmi televisivi in alta definizione nativa Liberarsi dai cavi è un’utopia, ma i ricercatori dell’Università di Tokyo hanno fatto un passo avanti, realizzando la prima trasmissione sulla cosiddetta “banda terahertz”. Il risultato raggiunto dall’equipe di Safumi Suzuki ha dell’incredibile se confrontato con quanto offrono le attuali tecnologie radio: 3 Gigabit/s sulla banda dei 542 GHz (che ricade nella banda terahertz tra i 300 GHz e i 3 THz). Queste velocità così elevate sono però possibili soltanto a breve distanza (10 metri), oltre la quale il segnale soffre troppo dell’interferenza. 10 metri sarebbero però più che sufficienti per trasmettere senza fili un segnale video in HD non compresso, ad esempio da un lettore Blu-ray a un TV o proiettore. L’idea è interessante, anche perché quello spettro è ancora “libero” e quindi terra vergine per chiunque. Il dottor Suzuki è però convinto che entro un decennio tutti utilizzeranno tecnologie legate alla banda Terahertz; sogno o realtà? La7 HD: sospesi i programmi fino al 1° giugno di R. Faggiano L a chiusura è stata brusca: un drastico stop al segnale di La7 HD non appena spente le luci sull’ultima puntata del programma di Fazio e Saviano, trasmesso in diretta con HD nativo. Ma già nei giorni precedenti le trasmissioni sul canale 507 del digitale terrestre erano state sospese durante la giornata per riprendere solo alle 19. Ora un cartello fisso segnala che le trasmissioni riprenderanno il 1° giugno. Sulle motivazioni di questa decisione da parte di Telecom Italia Media ci sono varie interpretazioni, ma sarebbe interessante scoprire quello che accadrà in giugno. Per i più ottimisti sarebbe solo la necessità di riorganizzare i MUX Telecom in vista del definitivo passaggio al digitale terrestre delle regioni meridionali. Per i più pessimisti è solo l’inizio dell’abbandono del campo da parte di un’emittente ormai in vendita al migliore offerente. I fatti oggettivi però sono pochi: prima di tutto le dichiarazioni di Giovanni Stella, AD di Telecom Italia Media, per la “liberazione” di spazio utile sui mux. Poi la comparsa di un nuovo canale (Vero al numero 137 di LCN) nello stesso mux de La7 HD. Questo canale però partirà solo l’11 giugno e nelle abitudini dell’uso di banda dei mux Telecom non PEOPLE & MARKET People & market / Arriverà nel 2013 il display di NLT Technologies HP: in vista 30mila licenziamenti HP sembra intenzionata ad attuare misure drastiche per recuperare 1,2 miliardi di dollari di perdite totali. Hewlett Packard taglierà tra 25 e 30mila posti di lavoro, un valore che corrisponde a quasi il 10% della forza lavoro attuale. La notizia non è ancora ufficiale, ma secondo fonti come l’agenzia Bloomberg e il Wall Street Journal, le misure di HP saranno rivelate nel corso della prossima settimana, probabilmente mercoledì, quando sarà resa pubblica la trimestrale di cassa. HP, dal canto suo, ha voluto subito “ridimensionare” l’entità dell’operazione, annunciando che gran parte della manovra sarà attuata grazie all’utilizzo di incentivi e prepensionamenti. I vertici dell’azienda hanno annunciato di voler investire ingenti risorse in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo primo di far risalire il prezzo delle azioni a quello di due anni fa, praticamente il doppio del valore attuale di 22 dollari. dovrebbe incidere sulle trasmissioni in HD. Non ci resta quindi che attendere buone nuove in alta definizione: in fondo l’estate ci porterà gli Europei di Calcio e le Olimpiadi in HD da parte della RAI e poi toccherà a Mediaset ritornare in campo. Per i poveri utenti tecnologici non abbonati a Sky resta la speranza di vedersi animare i canali nella zona 500, per sfruttare i loro ipersofisticati TV in alta definizione. 3D senza occhiali come 2D Il display visualizzerà immagini 2D/3D senza sacrificare la risoluzione di V. Barassi I display 3D specificatamente disegnati per funzionare senza l’utilizzo dei tanto “fastidiosi” occhialini stanno lentamente entrando a far parte delle nostre vite; la tecnologia alle spalle di questa evoluzione è, però, ancora da perfezionare ma i progressi sembrano ormai essere dietro l’angolo. La giapponese NLT Technologies ha voluto presentare un primissimo prototipo di display 3D glasses-free capace di mantenere prestazioni elevate in ogni modalità. La risoluzione delle immagini 3D è infatti identica a quella visualizzata in 2D e, grazie alla tecnologia “HxDP” (horizontally x timesdensity pixels), è in grado di garantire fino a sei angoli di visione ottimali. Non solo, il display è capace di mostrare contemporaneamente immagini in 2D e in 3D in diversi angoli di visione. il prototipo ha dimensioni di 3.1 pollici con risoluzione di 427 x 240 pixel; il display, al momento, è stato pensato per “applicazioni industriali” in medicina e nel mondo del gaming. I primi modelli prodotti “in serie” arriveranno nel corso del 2013. Wireless sulla “banda terahertz” people & market Toshiba, niente più TV in Giappone Toshiba decide di sospendere la produzione di televisori in patria. Lo ha annunciato il CEO Norio Sasaki, comunciando che la divisione TV verrà ristrutturata. Chiude così lo stabilimento di Fukaya, l’ultima fabbrica giapponese di Toshiba che produceva TV LCD. La produzione continuerà in Cina, Polonia, Egitto e Indonesia. Del resto il 2011 si è chiuso con perdite per 50 miliardi di Yen (circa 500 milioni di euro) per la divisione TV. Toshiba è solo l’ultimo dei marchi giapponesi che vedono ridimensionata la propria leadership. Sony ha da tempo abbandonato la produzione di TV in patria e marchi come Panasonic e Sharp, che hanno importanti stabilimenti in Giappone, stanno soffrendo non poco i mutamenti di un mercato sempre più difficile. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it HIFI & HOME THEATER / Ma come distiguere il True HD nativo? Dolby tarocca l’audio True HD Si possono creare audio Dolby True HD per Blu-ray con audio upscalato a 96 di M. Dalli D olby ha rilasciato una versione del suo Media Producer Encoder, un programma professionale che consente di codificare le tracce audio dei Blu-ray. La novità più importante riguarda l’introduzione di un’opzione, denominata “Advanced 96k Upsampling”, che consente di trasformare le tracce registrate a 48 kHz in una traccia lossless Dolby True HD a 96 kHz, raddoppiando quindi la frequenza di campionamento finale. Non si tratta quindi di un 96 kHz reale, come quello presente su alcuni dei dischi attualmente in commercio (lo standard Blu-ray consente infatti di implementare tracce fino a 192 kHz / 24 bit), ma di un “upsampling” di tracce a 48 kHz. Come spiega Dolby nel documento di presentazione, questa funzione permetterebbe di migliorare la qualità finale delle tracce audio, per- ché l’upsampling è fatto partendo dai master in LPCM e perché la conversione offerta con l’algoritmo di Meridian è di tipo professionale, “meglio di quanto può offrire un classico DSP integrato”. Così come avviene per il materiale video SD convertito in alta definizione all’origine, l’esperienza finale delle nuove tracce con upsampling a 96 kHz dovrebbe essere migliore del 48 kHz originale, ma anche peggiore rispetto a un 96 kHz nativo. Considerato che questi accorgimenti sono apprezzati soprattutto dagli appassionati, storicamente attenti alla qualità, ci auguriamo che Dolby differenzi i dischi con tracce codificate con la nuova opzione mediante un bollino sulla confezione (come quello mostrato in apertura), ma questa possibilità non è ancora chiara. Altrimenti sarebbe come vendere un Blu-ray con video upscalato dal DVD: un flop assicurato. GAME & MOVIE / Dall’accordo tra Activision e Bungie PlayStation 4 nel 2016 ePossibiliXbox 720 nel 2013? finestre per il lancio delle console di prossima generazione di P. Centofanti A ctivision e Bungie hanno stretto un accordo di publishing per il futuro e nelle pieghe delle carte legali ci sarebbero degli indizi relativi al lancio delle console di prossima generazione di Sony e Microsoft. Tra i titoli in cantiere che le due aziende starebbero pianificando di lanciare insieme, ad esempio, figura un certo Destiny Games #1 che dovrebbe uscire nell’autunno 2013 non solo per Xbox 360 ma anche per Xbox 720. Un altro titolo denominato Comet #2 sarebbe, invece, il gioco per PS4 che dovreb- HIFI & HOME THEATER / Tratti particolari? Dimezzano l’altezza e sono “sottili” anche nel prezzo Marantz aggiorna i sintoamplificatori slim Sono comparsi sul sito del produttore americano le versioni 2012 dei due sintoamplificatori slim, NR1403 e NR1603. di M. Andreoli H anno fatto la loro comparsa, sul sito americano di Marantz, due nuovi sintoamplificatori slim, aggiornamenti di altrettanti modelli usciti l’anno scorso. Si tratta dei prodotti NR1403 (foto sopra) e NR1603 (foto sotto), caratterizzati dal fattore di forma “slim”: hanno infatti un’altezza quasi dimezzata rispetto ai normali sintoamplificatori, pari a 10 cm. Le differenze tra i due modelli stanno nel numero di canali gestibili (5.1 e 7.1, rispettivamente) e soprattutto nella connessione Ethernet che nel primo manca, mentre nel secondo permette tutta una serie di funzionalità aggiuntive: DLNA, AirPlay, connessione a radio Internet e possibilità di comandare l’unità tramite App per iPhone o Android. Rispetto ai modelli dell’anno scorso, comunque, i miglioramenti sono abbastanza marginali: è stato ridisegnato il frontale, su cui è stata aggiunta una presa HDMI (che arrivano quindi ad un totale di 6), e sono stati ridotti i consumi. Sul modello 1603 è stato tolto invece il tuner AM della radio, presente ancora sul modello più p.15 piccolo. Entrambi gli amplificatori fanno uso del sistema di calibrazione Audyssey MultEQ, hanno le uscite pre-out 2.1 e forniscono fino a 50 W su 8 Ohm per canale. I prezzi, ancora da confermare, sono di 349 euro per il modello NR1403 e 699 euro per NR1603. be uscire nel 2016 come sequel di un altro non meglio precisato Comet #1, che uscirà invece per PlayStation 3 nel 2014. Se così davvero fosse, la nuova console Sony uscirebbe intorno al 2015. Naturalmente accordi commerciali di questo tipo possono essere tutt’altro che definitivi e non in linea con le usicite delle console, ma almeno il periodo di uscita dell’Xbox 720 può avere un fondamento. HIFI & HOME THEATER SACD, Pioneer gli da un’altra chance Sarà disponibile da giugno un nuovo lettore Blu-ray Disc di Pioneer che ha la particolarità di essere una sorgente “universale”. Il nuovo BDP-150 non legge solo DVD e Blu-ray Disc (anche 3D naturalmente), ma anche i sempre meno diffusi supporti audio Super Audio CD (SACD). Al di là dei supporti fisici, il lettore Pioneer è anche un versatile riproduttore di file multimediali sia da periferiche USB che attraverso la rete domestica via DLNA. Il Wi-Fi non è però integrato ma disponibile tramite una chiavetta opzionale e le uscite analogiche sono solo stereo. Ampia la rosa dei formati supportati che comprende audio in FLAC, oltre a MP3 e AAC, e file video MKV. Disponibile anche un’applicazione per la riproduzione di video da YouTube. Il BDP-150 dovrebbe avere un prezzo in Europa intorno ai 180 euro. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.17 PC & MULTIMEDIA Aggiornamento a Windows 8? Microsoft ci pensa Con l’ormai imminente arrivo di Windows 8, le vendite dei PC potrebbero subire un rallentamento. Microsoft sta elaborando un piano per evitare tutto questo di V. Barassi Il 2 giugno prossimo sarà svelato Windows 8 Release Preview, probabilmente ultima versione preliminare del sistema operativo Microsoft prima del lancio defininitivo atteso per l’ultimo trimestre del 2012. Come sempre accade nei momenti di passaggio tra un sistema operativo e l’altro, le vendite dei PC subiscono un calo fisiologico dovuto all’indecisione degli utenti. Comprare un computer ora, effettivamente, non sarebbe proprio una scelta saggia, ma Microsoft vorrebbe evitare ogni dilemma proponendo un interessante programma di aggiornamento a Windows 8. Pare che nei piani alti della società di Redmond si stia seriamente pensando di offrire l’update gratuito a Windows 8 a tutti coloro che acquisteranno un PC con Windows 7 nei prossimi sei mesi, similmente a quanto è accaduto con il passaggio da Vista a 7. L’offerta si riferirebbe alla versione “base” del nuovo sistema operativo ma, a fronte di un piccolo pagamento, sarà anche possibile aggiornare alla variante “Pro” di Windows 8. In quest’ultimo caso si vocifera che l’update avrà un costo di circa 15 dollari, ma nulla è ancora stato confermato. Si attende, dunque, che arrivino notizie ufficiali da parte di Microsoft. PC & MULTIMEDIA / A 200 dollari entro fine maggio negli Stati Uniti Netgear R6300, il primo con Wi-Fi “ac” Si chiamerà R6300 il primo router wireless 802.11ac di Netgear Questo nuovo standard promette velocità “gigabit” sulle reti senza fili di M. Dalli D opo l’annuncio in conferenza stampa a Las Vegas lo scorso gennaio, Netgear è ora finalmente pronta a lanciare sul mercato il router wireless R6300, il primo con supporto al Wi-Fi 802.11ac. Questo nuovo standard, come abbiamo già visto nel corso dei mesi scorsi, promette velocità gigabit anche su etere (Netgear parla di 1300 Mbps sulla banda dei 5 GHz), anche se poi non sempre le promesse sono mantenute, come abbiamo potuto appurare al Mobile World Congress di Barcellona. Il Netgear R6300 monterà l’ultimo chip di Broadcom (a Barcellona avevamo visto l’implementazione di Qualcomm), che garantisce il supporto all’802.11ac, sia sui 2.4 GHz sia sui 5 GHz, con retrocompatibilità con le esistenti reti a/b/g/n; le velocità di punta massime teoriche dovrebbero essere di 1300 Mbps per i 5 GHz (802.11ac) e 450 Mbps per i 2.4 GHz (802.11n), con una copertura più ampia rispetto alle tecnologie precedenti. Il router, per il resto, offre 5 porte gigabit (una per il collegamento a un modem esterno oltre a 4 porte LAN) e 2 porte USB, per il collegamento di dischi esterni (da condividere in rete tramite DLNA) e stampanti, con supporto anche alla tecnologia AirPrint di Apple. Come gli ultimi router Netgear, inoltre, anche questo R6300 è compatibile con Genie, il sistema di controllo e configurazione del router, disponibile per tutti i PC, Mac e smartphone, che consente di tenere facilmente sotto controllo lo stato del router e riparare eventuali problemi. Il Netgear R6300 sarà disponibile entro la fine di maggio a 200 dollari negli USA; siamo in attesa di conoscere tempi e costi per l’Italia. Windows 8 abbandona Aero Ultime modifiche per il desktop di Windows 8 che perde l’interfaccia Aero Addio, quindi, alle trasparenze per una maggiore coerenza con Metro C on il rilascio della versione di anteprima attesa tra pochi mesi, Microsoft sta ultimando gli ultimi ritocchi su Windows 8. La novità più recente riguarda l’interfaccia grafica, nello specifico quella per la parte desktop, che abbandona lo stile “Aero” - lanciato per la prima volta con WIndows Vista e rifinito con Windows 7 - in favore di un look più “piatto”. Questa mossa, spiegata da Microsoft sul suo blog ufficiale (in un post dove si ripercorre la storia delle varie interfacce di Windows), è volta ad armonizzare la parte desktop di Windows 8 con quella “touch” in stile Metro. Addio quindi a sfumature, an- Chrome 19 sincronizza i tab con Android Google rilascia l’ennesima versione del suo browser; oltre a decine di bugfix e ottimizzazioni varie arriva la possibilità di sincronizzare le schede con Android di M. Dalli PC & MULTIMEDIA / Versione finale di Windows 8 prima di Natale di M. Dalli pc & multimedia goli smussati, finestre semitrasparenti e bottoni in rilievo; ora il desktop ha un aspetto più moderno - a detta di Microsoft - che si adatta al cambio di stile operato con Metro. Non tutte queste modifiche appariranno nella Release Preview in uscita tra qualche mese: alcune, infatti, non saranno rese pubbliche se non nella versione finale che dovrebbe arrivare poco prima delle festività natalizie. A metà maggio Google ha annunciato l’immediata disponibilità di Chrome 19, l’ennesima versione del browser che propone come sua caratteristica principale quella di potersi sincronizzare in maniera più completa con i dispositivi Android 4.0. Oltre a condividere “Preferiti”, “Applicazioni”, “Estensioni”, “Cronologia”, “Temi” e impostazioni varie, il nuovo Chrome 19 di Google potrà sincronizzare con smartphone e tablet che integrano il sistema operativo Ice Cream Sandwich anche le schede aperte nel browser, caratteristica questa che risulterà molto utile a tutti coloro che sono abituati a “navigare” sempre sulle solite pagine da ogni dispositivo. Google ha chiuso una ventina di falle di sicurezza, cinque di livello Basso, sette di livello Medio e otto di livello Alto; la società di Mountain View ha, inoltre, dichiarato che “Chrome sarà aggiornato all’ultima versione stabile nei prossimi giorni, ma la funzione di sincronizzazione delle schede verrà distribuita gradualmente solo nel corso delle prossime settimane”. Infine, piccola curiosità, Google ha annunciato di aver distribuito circa 14.500 dollari a tutti coloro che hanno contribuito a scovare bug del browser. Clicca qui per vedere un video di presentazione. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.18 PC & MULTIMEDIA / Indiscrezioni in attesa dei nuovi portatili Apple PC & MULTIMEDIA / Dedicati a chi è sempre in movimento MacBook Pro con Retina e USB 3.0? Sony, Ivy Bridge per i Vaio S e Vaio Z I nuovi MacBook Pro potrebbero avere display Retina e porte USB 3.0 Aggiornate le due linee di portatili Sony con i processori Ivy Bridge di M. Dalli I fan di Apple sono in trepidante attesa per i nuovi MacBook Pro, che dovrebbero montare gli ultimi processori Intel della famiglia Ivy Bridge. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da 9To5Mac, però, le migliorie per la prossima generazione di portatili professionali di Apple potrebbero non essere soltanto sotto il cofano, ma estendersi ben oltre. Le fonti del sito parlano, infatti, di un modello da 15 pollici con schermo “retina” e un profilo ultra sottile, che abbandonerebbe così il lettore ottico (come già avviene per i MacBook Air e i Mac mini). Sempre secondo le fonti, il nuovo MacBook Pro sarebbe una versione più sottile dell’attuale modello, mantenendo però un profilo ad altezza costante (e non a goccia come il MacBook Air), come si può notare nel mock up realizzato da 9To5Mac (foto in basso). Altra importante novità riguarderebbe le connessioni: secondo chi ha maneggiato i prototipi dei case, infatti, Apple avrebbe inserito tre porte USB 3.0 e ben due porte Thunderbolt, abbandonando così il FireWire 800. L’arrivo dell’USB 3.0 è solo parzialmente una sorpresa, dal momento che i nuovi processori Ivy Bridge ne hanno finalmente aggiunto il supporto nativo e la scelta di Apple sembra perfettamente razionale. Non mancherebbero poi lo slot per schede SDXC, ingresso e uscita audio, oltre al classico connettore MagSafe per l’alimentazione e i LED di stato di carica della batteria. Niente Ethernet né DVD, per i quali esistono adattatori esterni (qualcuno potrebbe, giustamente, storcere il naso, specie per l’assenza del primo). Di recente, inoltre, su GeekBench sono apparsi alcuni benchmark di un nuovo MacBook Pro (oltre a un nuovo iMac), identificato come MacBookPro9,1, ovvero il modello “piccolo” (il MacBookPro8,1 è l’attuale modello da 13 pollici, mentre l’8,2 e l’8,3 sono rispettivamente i modelli da 15 e 17 pollici). Il benchmark è riferito a un portatile con processore Core i7-3820QM, un Quad Core da 2,7 GHz con TDP di 45 Watt. Se la scelta del Quad Core è obbligata da Intel (non sono ancora stati annunciati processori Ivy Bridge Dual Core per portatili), la dissipazione di calore (45 Watt) ci pare un po’ eccessiva per essere un 13 pollici; a riprova di ciò, gli attuali MacBook Pro hanno processori con TDP di 35 Watt per i 13 pollici, 45 Watt solo per i modelli più grandi. Questo piccolo dettaglio, a nostro avviso, sarebbe indice del fatto che Apple sarebbe intenzionata ad abbandonare il “piccolo” taglio per la famiglia “Pro”, lasciando il 13 pollici solo nella famiglia MacBook Air. Alternativamente, si potrebbe anche pensare che Apple aspetti i nuovi processori di Intel per lanciare il modello da 13 pollici, che quindi arriverebbe in un secondo momento; rimane però il dubbio della numerazione, che in quel caso dovrebbe essere MacBookPro10,1, cosa assai improbabile. Parlando poi di tempistiche, ovviamente non ci sono informazioni precise, se non un generico “in estate”. Visto però l’imminente rilascio di Mac OS X 10.8 Mountain Lion, Apple potrebbe approfittare del nuovo sistema operativo per rinnovare anche la gamma di computer (MacBook Pro e iMac su tutti), con un lancio probabile a giugno/luglio e presentazione in occasione del WWDC. Sarà davvero così? di M. Dalli Tempo di Ivy Bridge anche per Sony: dopo aver lanciato il suo primo Ultrabook (con Sandy Bridge), il colosso giapponese ha ora rinnovato le serie Vaio S e Vaio Z con i processori di ultima generazione di Intel, entrambe destinate a chi cerca una soluzione leggera, ma potente. Vaio S sarà disponibile in due tagli, 13 e 15 pollici, con finiture in carbonio, alluminio e magnesio. Il più interessante è il modello da 15 pollici Full HD, che affianca ai processori Quad Core Intel Core di terza generazione una scheda grafica NVIDIA GeForce 640M, della famiglia Kepler di ultima generazione. Nonostante il basso profilo, Sony è riuscita a inserire anche un’unità ottica “slot in”, DVD o Blu-ray, oltre a una tastiera retroilluminata e un ampio touchpad con supporto alle gesture, il tutto in 2 kg di peso (per il modello da 15 pollici). Opzionalmente è disponibile anche una docking esterna che integra una seconda batteria, in grado di portare l’autonomia a 14 ore, oltre a un secondo disco da 500 GB, che si affianca a quello integrato da 1 TB. Più “estremo” è invece il Vaio Z, che si aggiorna con i processori Ivy Bridge Core i7-3612QM, of- fre due opzioni per lo schermo da 13 pollici (1600x900 pixel oppure Full HD) e propone dischi allo stato solido di terza generazione in RAID per migliorare le prestazioni. Il tutto è contenuto in uno chassis in fibra di carbonio e alluminio, per un totale di 1,2 kg e 17 mm di spessore. Anche in questo caso è disponibile una batteria opzionale che estende l’autonomia fino a 14 ore, ma ancora più interessante è la docking esterna Power Media Dock che, tramite connettore Thunderbolt, aggiunge al Vaio Z un’unità ottica (DVD o Blu-ray, anche masterizzatore) e una scheda grafica dedicata AMD Radeon HD 7670M. I nuovi Vaio S saranno disponibili a breve, prezzi ancora da comunicare. I nuovi Vaio Z, invece, sono già disponibili con prezzi a partire da poco meno di 1700 euro per la configurazione base (schermo HD+, 4 GB RAM, 128 GB SSD, senza docking), ma possono facilmente sforare il tetto dei 3000 euro aggiungendo più memoria e la Power Media Dock. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.19 PC & MULTIMEDIA / È possibile preordinarlo a soli 69 dollari, dovrebbe essere disponibile a inizio 2013 Rivoluzionario Leap 3D: altro che Kinect! La Leap Motion ha presentato Leap 3D, un sistema di interazione che promette di sconvolgere il mercato di V. Barassi Windows Phone 7.5 necessario per accedere al Marketplace Tutti i possessori di un telefono Windows Phone non aggiornato non sono più in grado di accedere al Marketplace Q uando il 1° giugno 2009 Microsoft svelò Project Natal, ovvero quello che dopo più di un anno sarebbe diventato l’ormai famoso Kinect, tutto il mondo rimase letteralmente senza parole. Oggi il controller per Xbox 360 sembra essere una cosa “quasi normale” che in pochi continuano ad esaltare, ma dalla sua prima apparizione Kinect non ha fatto altro che aprire le porte a un mondo di interazione tutto nuovo. Microsoft capì subito che non si poteva limitare le potenzialità di tale prodotto e in poco tempo decise di promuovere e incoraggiare lo sviluppo di applicazioni “non ludiche”; molti concorrenti hanno provato a imitare quanto proposto da Microsoft, ed oggi eccoci di fronte a un nuovo e interessante prodotto destinato a non rimanere nell’oblio. Parliamo di Leap 3D, piccolo dispositivo sviluppato dalla startup americana Leap Motion, il quale promette di portare ai massimi livelli l’interazione “tra l’uomo e le macchine”. Se almeno una volta avete sognato di sfruttare il vostro PC in pieno stile Minority MOBILE V. Barassi Report, film di Steven Spielberg, Leap 3D potrebbe davvero entusiasmarvi e il video che segue (clicca qui) non vi lascerà di certo indifferenti. Sfuttando una semplice “basetta”, Leap 3D è in grado di riconoscere i movimenti di una, due mani o di oggetti presenti negli 1,2 metri cubi di spazio di interazione che è in grado di coprire, con un’accuratezza 200 volte superiore a quella ottenibile al giorno d’oggi dai sistemi analoghi. Le possi- bili applicazioni sono davvero infinite e siamo certi che, se il dispositivo riuscirà a raggiungere la maturità che tutti speriamo, saprà ritagliarsi il suo spazio in una miriade di settori. E non pensate che tutto ciò costi un occhio della testa; Leap 3D è già preordinabile al prezzo di 69 dollari. Anche se il kit di sviluppo è già disponibile, non è ancora ben chiaro quando Leap 3D arriverà sui mercati; si parla di inizio 2013. PC & MULTIMEDIA / Per chi è alle prime armi con il PC o per soluzioni dedicate come chioschi o simili VIA APC, il computer Android da 50 dollari Aggiornamento di servizio per tutti i possessori di uno smartphone con sistema operativo Windows Phone: come già in passato dichiarato da Microsoft, dal 23 maggio non sarà più possibile accedere al Marketplace se non si è effettuato l’update alla versione 7.5. Tutti i telefoni dotati del sistema operativo Windows Phone sono in grado di eseguire l’aggiornamento rilasciato a fine settembre 2011; per maggiori informazioni sull’update e per ogni dubbio che dovesse venirvi, potete far riferimento al sito ufficiale Microsoft.Windows Phone 7.5 Mango, oltre ad aver migliorato ulteriormente tutto il pacchetto sicurezza, introduce diverse nuove caratteristiche come il multi-tasking, l’integrazione di Twitter, controlli vocali più potenti, una versione di Internet Explorer aggiornata e una casella di posta unificata. Una novità tra i PC ultra economici: il piccolo APC, basato su processore VIA e sistema operativo Android 2.3 di M. Dalli N on è certo il PC che ogni gamer incallito desiderebbe, ma il VIA APC ha qualche interessante asso nella manica. Questo minuscolo computer, costituito da una scheda in formato Nano-ITX (17x8,5 cm), è basato su un processore VIA WonderMedia da 800 MHz, ha 512 MB di RAM, 2 GB di flash e come sistema operativo utilizza Android 2.3, in versione ottimizzata. Il VIA APC ha poi un completo set di connessioni, con VGA, HDMI (fino a 720p), 4 USB ed Ethernet 10/100 Mbit/s. Non manca poi uno slot micro SD per espandere la memoria integrata. Grazie ad Android, poi, è possibile installare tutte le applicazioni per il siste- ma operativo di Google, compresi anche alcuni giochi (come, ad esempio, Angry Birds). La navigazione è gestita dal browser integrato, che supporta anche lo streaming di contenuti video in alta definizione, accelerati in hardware dal processore VIA. Il punto di forza del VIA APC, però, sono i costi: la scheda completa costa 50 dollari, mentre i bassissimi consumi (meno di 4 Watt in idel e 13,5 Watt a massimo carico) ne fanno un PC estremamente parsimonioso sulla bolletta elettrica. Sarà disponibile a partire da luglio per tutti gli appassionati che vorranno provarlo, all’interno ad esempio di un case mini-ITX o micro-ITX. Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Alessandra Lojacono, Fiammetta Regis, Emanuele Villa, Simona Zucca Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it SMARTHOME / Dimensioni portatili, facilità di utilizzo, buone prestazioni e design curato, ma il prezzo non è proprio per tutti p.21 In prova il piano a induzione portatile di Samsung Away è il piano cottura a induzione portatile di Samsung. Lo abbiamo provato: un buon prodotto, ma ci rimangono un paio di perplessità di S. Zucca L o scorso mese di dicembre Samsung ha lanciato sul mercato un prodotto decisamente originale, un piano a cottura a induzione portatile. Away (CTN431SCOS), questo il nome del prodotto, è un piano dotato di un solo fuoco di 20 cm di diametro che l’azienda coreana ha pensato appositamente per essere utilizzato in luoghi che non siano necessariamente la cucina, come la sala da pranzo, la terrazza di casa, il giardino o l’ufficio. La cottura a induzione si sta diffondendo molto rapidamente per tutta una serie di evidenti vantaggi. Incuriositi da questa inedita versione dell’induzione, abbiamo voluto provare questo elettrodomestico. Nel video qui sotto vi mostriamo le principali caratteristiche del piano Away. Design piacevole ed effettiva portabilità Portatile vuol dire dimensioni contenute, leggerezza e praticità. In effetti il piano di Samsung ha dimensioni assolutamente portatili: larghezza 27,4 cm, profondità 36,4 cm, altezza 5,6 cm. Non è leggerissimo, 3,2 kg, ma è comunque facilmente trasportabile. Di sicuro Away è un prodotto dal design curato e piacevole, caratterizzato dalle linee arrotondate. Un oggetto che volentieri si metterebbe in bella mostra in casa propria. Disponibile in quattro colori diversi (rosso, azzurro, nero e crema), è maneggevole per il trasporto e saldo sul piano di lavoro durante l’utilizzo, grazie ai quattro piedini di cui è dotato. Away funziona con la corrente elettrica, basta inserire il cavo di alimentazione in dotazione in una presa e il piano è già in funzione. Comandi intuitivi, facilità di utilizzo Away dispone di comandi touch retroilluminati direttamente sul piano: il comando di accensione/spegnimento, quello di sicurezza, il timer, la funzione “bollitura acqua”, quella per mantenere in caldo i cibi, i selettori del timer e della potenza (+ e -) e la touch wheel per impostare tempi e potenza. Le icone sono intuitive e i comandi sensibili al tatto, ma non troppo da attivarsi per colpa di un tocco involontario. Anche la touch wheel è ricettiva al tocco e precisa nell’impostare i valori scelti. Le azioni da compiere sono poche e semplici. Disattivare il blocco sicurezza, premere il tasto on, regolare la potenza e posizionare la pentola. Semplicità e immediatezza anche nel caso si scelgano funzioni particolari, come “Power Boost”, “Bollitura acqua” o “Mantieni caldo”. Per interrompere la cottura basta sollevare la pentola dal piano oppure agire sulla touch wheel. Bollire l’acqua in 3 minuti Uno dei vantaggi che tanto si reclamizzano riguardo la cottura a induzione è il minor tempo impiegato, ad esempio, per far bollire l’acqua. Noi abbiamo provato a capire quanto tempo ci si impiega a far bollire circa 1 litro di acqua con Away. Per la nostra prova abbiamo utilizzato un pentolino specifico per l’induzione con fondo in acciaio, rivestimento interno in ceramica, diametro di 16 cm e capacità di circa 1,2 litri. Per bollire poco meno di 1,2 litri di acqua abbiamo utilizzato i due metodi che il piano ci mette a disposizione, ossia la specifica funzione “Bollitura acqua” e la In 3 minuti e mezzo Samsung Away è in gra- funzione “Power Boost”. Nel do di bollire poco più di un litro di acqua. primo caso abbiamo premuto il tasto corrispondente alla funzione, scelto la temperatura che il piano imposterà dopo la bollitura e posizionato la pentola: il piano si è attivato immediatamente e dopo circa 3 minuti e 30 secondi l’acqua ha cominciato a bollire e il piano ha abbassato la temperatura. Quindi, per bollire poco meno di 1,2 litri di acqua ci ha impiegato circa 3 minuti e mezzo. Abbiamo poi utilizzato la funzione Power Boost, e anche in questo caso il risultato è stato il medesimo: 3 minuti e 30 secondi per portare a ebollizione l’acqua. In entrambi i casi la potenza massima impegnata è stata di poco meno di 1,2 kW. Abbiamo fatto la stessa prova su un fornello a gas, sul fuoco più grande con la fiamma quasi al massimo, compatibilmente con le dimensioni del pentolino: tempo impiegato circa 6 minuti. Regolazione della potenza per sciogliere il cioccolato Un altro dei vantaggi dei piani a induzione è quello della precisa regolazione della temperatura, cosa che permette cotture particolari come ad esempio le fritture e lo scioglimento del burro. Noi abbiamo provato a sciogliere 100 grammi di cioccolato fondente regolando la temperatura alla minima potenza, cioè 1 (Away dispone di 15 livelli di potenza). In cucina quest’operazione solitamente si esegue con la tecnica del bagnomaria, per evitare che il cioccolato rischi di bruciarsi. In circa 7 minuti il piano Away ha perfettamente sciolto il cioccolato, in modo graduale e uniforme. Un buon prodotto ma il prezzo… Il piano Away di Samsung dunque supera la nostra prova: linee ricercate, dimensioni portatili, facilità di utilizzo e anche di pulizia, comandi intuitivi e risultati soddisfacenti. Ci sono solo un paio di questioni, non proprio secondarie, su cui siamo perplessi: il prezzo e il destinatario di un prodotto come questo. Il prezzo consigliato al pubblico è di 349 euro, che per un piano con un solo fuoco non è certo poco, se si considera che nei negozi specializzati si trovano piani da incassi con 4 fuochi a circa 500-600 euro. Per chi è pensato, dunque, questo piano? Qual è il suo reale utilizzo? Da affiancare ai fuochi tradizionali in cucina? Per una seconda casa magari in montagna dove non si vuole aprire un contratto di fornitura del gas? Per le vacanze in campeggio? Per uno studente universitario che vive in una camera in affitto? Gli utilizzi possono facilmente trovarsi, è certo però che il prezzo paragonato all’uso rimane un fattore da valutare attentamente prima dell’acquisto. Nel video qui sotto una breve presentazione di Samsung Away. video Samsung Away, video di presentazione n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Mondo dei gamer in fermento: il 15 maggio è uscito l’ultimo capitolo di una delle saghe più amate di sempre p.22 Diablo III sotto esame: la lunga attesa è ripagata Nonostante qualche critica e imperfezione, Diablo III è davvero un gran bel gioco. Incalzante, ricco e tecnicamente evoluto: una manna per gli appassionati di R. Pezzali D iablo è tornato: dopo 12 anni di sviluppo, con il terzo capitolo di una delle saghe più amate dagli hardcore gamer si torna a Sanctuarium per estirpare ancora una volta il male. Diablo III, prodotto dalla Blizzard, è il risultato di uno sforzo immane, che ha richiesto più di un anno di beta testing per assicurare un prodotto perfetto. Tuttavia, quando c’è grande attesa, le cose non vanno mai come dovrebbero, e nelle ore successive al lancio qualche problema di troppo ha portato la Blizzard a scusarsi con i giocatori per le problematiche di connessione e i primi bug, già corretti. Dopo aver giocato svariate ore abbiamo deciso di scrivere questa recensione indirizzata più che altro a chi non ha ancora deciso se comprare a meno il gioco, consapevoli che chi ha amato Diablo e Diablo II (come noi) si è tuffato al “day one” nei negozi per accaparrarsi la copia di questo action RPG che ha atteso tanto a lungo, magari in edizione speciale. DRM, casa d’aste e PVP Prima di iniziare con la recensione vera e propria vorremmo approfondire qualche aspetto di Diablo che non è necessariamente legato al gameplay: il sistema DRM, la casa d’aste a denaro reale e il PVP. Diablo III per poter essere giocato richiede una connessione web sempre attiva: un sistema questo che permette a Blizzard di controllare meglio non solo la pirateria ma anche eventuali hacks. Per giocare Diablo offline Blizzard avrebbe dovuto concedere ai player non solo il client di gioco ma anche il sistema server (come avviene in altri giochi) facilitando gli hacker che cercano falle per cheats e cose simili (in Diablo II si potevano duplicare ad esempio gli items con un trucco). Questo sistema DRM è fastidioso, provoca un po’ di lag se qualcuno usa la connessione mentre stiamo giocando e oltretutto svantaggia chi non ha una ADSL veloce, tuttavia è indispensabile se si pensa alle altre due novità: la casa d’aste e il PVP. Queste due feature non sono ancora disponibili ma lo saranno a breve. Il PVP, ovvero il player versus player, rappresenta il futuro di Diablo, quello che terrà attaccati i giocatori allo schermo anche dopo aver finito l’avventura di base: i giocatori potranno combattere uno contro l’altro per stabilire chi è il più forte e sotto quest’ottica è indispensabile che il sistema di gioco sia assolutamente protetto da cheaters e hacks. L’altra novità è la casa d’aste a denaro reale: i giocatori potranno mettere in vendita gli oggetti all’interno di una casa d’aste e i proventi della vendita saranno convertiti in denaro reale sul conto Battle. net o sul conto Paypal. Anche in quest’ottica si capisce perché Blizzard ha dovuto usare un DRM così invasivo: la sicurezza è una priorità. Al momento la casa d’aste non è ancora attiva, ma a breve torneremo a parlare di questa funzionalità che mescola videogioco e denaro reale creando così interessanti scenari (giocare diventa un lavoro?). sto: le due grosse “bocce” per vita e mana, gli slot per l’accesso rapido alle skill, la mappa e le icone del personaggio con la possibilità di gestire le skill e le abilità al passaggio di livello. Diablo III non è un gioco difficile, anzi, è un action RPG (molto più action che RPG a dire il vero) che necessita di un paio di minuti di tutorial per immedesimarsi nel personaggio scelto. Rispetto ai capitoli precedenti, nel terzo episodio possiamo scegliere cinque diverse classi per il nostro personaggio e non c’è neppure la possibilità di personaliz- Diablo non cambia Diablo III Tornando a Diablo III, Blizzard ha fatto una scelta abbastanza conservatrice: il nuovo Diablo è una versione rivista e migliorata di Diablo II, senza però eccessivi sconvolgimenti. La grafica è migliorata ma non è esagerata: c’è il supporto per la fisica e le texture sono perfette ma gli sviluppatori hanno preferito fare qualcosa di giocabile anche con hardware non troppo potente e sono perfettamente riusciti nel loro intento. A Diablo III ci si può giocare con un notebook di fascia media o con una scheda video anche datata, e anche se la risoluzione sarà un po’ bassa e dovremo sacrificare fisica e ombre, la giocabilità non ne risente. Interfaccia ordinata e classica Chi ha giocato ai precedenti Diablo troverà quasi tutte le cose al loro po- Prezzo: 59.95 euro (PC) Studio: Blizzard Distributore: Activision Giocatori: 1 Multiplayer: sì PEGI dichiarato: 18 Disponibile per: PC segue a pag. 23 n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.23 GAME & MOVIE nella comunicazione client – server per trovarci addosso un mostro che fino a pochi istanti prima era ben distante. Ma dopo un inizio problematico, la situazione è migliorata quasi subito. Diablo III segue da pag. 22 zarle troppo: maschio, femmina, nome ed eventuale stendardo, tutto è davvero semplice e immediato. L’utente non può nemmeno scegliere il livello di gioco, perché la prima volta che gioca sarà impostato su “normale” e solo successivamente, dopo averlo finito una prima volta, potrà rigiocarlo nelle altre modalità. I dungeon sono “random” Troppo facile all’inizio Diablo III è fatto per essere giocato più volte, anche perché in modalità normale è decisamente semplice e non porta al livello massimo, il 60esimo. C’è anche una modalità denominata “hardcore” che introduce la morte vera: un personaggio che ha attivato la modalità hardcore, una volta morto non sarà più utilizzabile. Il nostro consiglio è quello di arrivare con un personaggio al livello 10, attivare la modalità hardcore su un altro personaggio e provare a giocare fino a dove si arriva. Teoricamente sarebbe possibile giocarlo in “hardcore” anche dopo averlo finito una prima volta, ma si perderebbe un po’ di gusto perché si conoscerebbero la storia, i mostri, i boss e quello che più o meno dobbiamo fare. Ottima realizzazione con poche ombre Ognuna delle 5 classi da scegliere ha i suoi punti di forza e il suo stile, ma non vogliamo perdere troppo tempo per descrivere monaco o mago, anche perché sul sito di Diablo ci sono tutte le guide necessarie. Spendiamo giusto qualche parola sul sistema di gestione delle skill: in Diablo III si avanza di livello compiendo missioni e uccidendo mostri e ogni volta che si guadagna un livello si guadagnano anche una serie di abilità. Mentre in altri giochi e nel precedente Diablo c’era la possibilità di scegliere come far crescere il proprio PG (e quindi c’era anche chi studiava l’albero di crescita perfetto) in Diablo III al livello massimo ogni giocatore avrà sbloccato tutte le abilità, e starà al giocatore scegliere quali di queste usare e quali potenziare con le rune per proseguire nelle avventure e sconfiggere gli avversari. Questo sistema non ci piace molto, perché sulla carta ogni mago è uguale a un altro senza equipaggiamento, ma probabilmente Blizzard ha voluto che fosse proprio l’equipaggiamento (gli items) l’ago della bilancia di ogni scontro. L’equipaggiamento potrà essere comprato e venduto nella casa d’aste e Blizzard riceverà una commissione su ogni vendita: qualcuno qui potrebbe pensare male. Il sistema è inoltre a prova di errore: nel vecchio Diablo c’era il rischio di sprecare punti con una abilità poco importante e quando lo si scopriva si doveva rifare da capo il PG, ma qui è impossibile, si possono cambiare le rune e si può tornare indietro. Facile, ma noi preferivamo il rischio. Abbiamo creato un mago e ci siamo subito lanciati nel mondo di Sanctuarium, e dopo svariate ore di gioco provando anche diversi personaggi possiamo dire che Diablo III è un gran bel gioco realizzato e sviluppato molto bene. È apprezzabile la cura riposta nella realizzazione dei personaggi e della grafica, e ci piace moltissimo quel “look & feel” che ricorda moltissimo il vecchio Diablo pur innovando la grafica. Come abbiamo già detto, graficamente si poteva fare molto di più, ma la semplicità delle icone, dell’interfaccia e il disegno un po’ a cartone degli items ci ricorda che alla fine l’importante è la giocabilità, e questa non deve mai venir meno. Diablo è semplice, almeno nel livello normale: anche con un mago come il nostro, decisamente il più vulnerabile agli attacchi, si procede veloci senza troppi intoppi scagliando magie a 360° e raccogliendo le abbondanti sfere di energia che vengono rilasciate dai mostri. Difficile apprezzare Diablo in questa modalità: chi ci ha già giocato e ha un po’ di destrezza nel muoversi ha vita davvero facile, con il mana che si ricarica velocemente e una buona riserva di pozioni di cura. L’unico rischio è la lag: in questo periodo iniziale con i server intasati basta un piccolo ritardo Un’altra chicca di Diablo III è la sua varietà: i dungeon vengono generati casualmente ad ogni accesso, una piccola accortezza che prolunga la longevità del gioco. Alcuni elementi restano fissi, ovvio, ma strade, mostri, cancelli e stanze sono piazzate a caso così come casuali sono i “loot” e le specifiche degli items. Così facendo è impossibile costruire un personaggio uguale ad un altro, anche se ovviamente tutto ruota attorno all’equipaggiamento. Oltre al single player e al PVP (ancora non disponibile) Diablo III dispone della modalità cooperativa: si può giocare con gli amici per perseguire lo scopo finale, ed è questo forse il lato più bello del gioco, dove oltre all’equipaggiamento serve anche molta tattica se si vuole battere un boss ad alti livelli. La distribuzione dei punti esperienza, degli oggetti e la forza dei mostri è ovviamente bilanciata a seconda del numero dei giocatori che compone il team. Nel complesso Diablo III è un bel gioco: non è certo una delusione come lo dipingono molti ma non è neppure un gioco così innovativo che dev’essere giocato per forza. Diablo III è Diablo, e chi ama Diablo amerà anche questo nuovo episodio. La vera forza di Diablo non è però nel “facile” single player, ma nella cooperazione tra giocatori e nel PVP, unico elemento che allungherà di molto la longevità di questo titolo. La richiesta di una connessione attiva per giocare dà un po’ fastidio, così come lo danno tutti i DRM, ma nell’ottica del “fair play” era una scelta difficile ma necessaria. Tutto quello che ti serve per il prossimo viaggio Accessori Travelline Pensati per soddisfare ogni necessità mentre sei on-the-go www.gebl.net n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Smart TV e console permettono di acquistare e noleggiare film online: ma qual è la qualità del servizio? p.25 Videonoleggio online: così “vince” facile la pirateria I servizi esistono, ma chi vuole noleggiare un film su una delle nuove piattaforme “digitali” non può che arrendersi dinanzi a un’offerta povera e costosa di P. Centofanti F uori piove, non abbiamo voglia di andare al cinema ma di vedere un bel film sì. Il Blockbuster sotto casa ha chiuso, la videoteca più vicina è a qualche chilometro e non abbiamo voglia di prendere la macchina, di fare la tessera e poi magari scoprire che il film che vogliamo vedere è esaurito. Ma in casa abbiamo magari una console o una Smart TV! Quale migliore occasione per provare l’ebbrezza di noleggiare un film online senza neppure uscire di casa? A patto di non avere troppe pretese, si intende. Già perché l’attuale offerta home video “digitale” non è esattamente all’altezza delle aspettative. Che sia iTunes o un altro portale, le uscite “importanti” a noleggio si contano sulle dita di una mano, mentre i prezzi per l’acquisto sono completamente fuori mercato, al limite dell’insulto in qualche caso, specie rispetto a quelli dei “normali” Blu-ray Disc o DVD e per avere molto meno: nessun extra, qualità audio/video inferiore e in più un file video il più delle volte “segregato” nel dispositivo che abbiamo utilizzato per l’acquisto. In una fase in cui le classiche videoteche vivono momenti difficilissimi, le alternative al download illegale per chi del supporto non ne vuol sapere, purtroppo sono ancora poche e di scarso appeal. Eppure, mentre le major insistono con i noiosi proclami anti-pirateria sui supporti legittimamente acquistati (o noleggiati), sono proprio loro in primis a non permettere la nascita di servizi digitali in grado di offrire un’alternativa degna di questo nome. Qualche esempio? Prendiamo uno degli store digitali più importanti per numero di utenti, iTunes Store. Apple offre il noleggio su iTunes per PC e Mac, iPad e Apple TV di film (le serie TV non sono ancora pervenute) ma il catalogo è veramente scarso se andiamo a confrontare sullo stesso mese i film disponibili in noleggio e su DVD/Bluray Disc. A maggio le novità più importanti a noleggio su DVD e Blu-ray Disc fino a oggi sono state: •Mission: Impossible 4 •J. Edgar •Finalmente la felicità •The Artist •The Help •Shame •Moneyball - L’arte di vincere •Succhiami •Sherlock Holmes - Gioco di ombre Di questi film, quelli oggi disponibili su iTunes Store sempre a noleggio sono: Mission: Impossible e The Help. Punto. Qualche titolo in più è disponibile ma solo in vendita: Moneyball (16.99 euro in HD), J. Edgar (11.99 euro, solo SD), Sherlock Holmes (11.99 euro, solo SD). Il fenomeno della scorsa stagione, The Artist, non è disponibile. Sul PlayStation Store va anche peggio. Delle novità di maggio, l’unica disponibile a noleggio è Mission: Impossibile. The Help c’è solo in vendita per “soli” 19.99 euro per la versione HD e 15.99 per quella in definizione standard. Cifre semplicemente folli per le altre novità disponibili unicamente in vendita: 21.99 euro per J. Edgar e Sherlock Holmes in HD, 19.99 per Moneyball. Non è più fortunato chi ha in casa una XBox 360: può noleggiare solo Mission: Impossibile e tra le novità di grido troverà solo J. Edgar, Moneyball e Sherlock Holmes in vendita (in SD a 16 euro circa). Panorama ancora più desolante per le Smart TV. Uno dei serivizi più diffusi è AceTrax che propone solo Mission: Impossible tra le novità del mese, sia a noleggio che in vendita. Di chi è la colpa? Al consumatore come funzioni il mercato dei diritti dell’home video non può sicuramente interessare di meno; quello che vuole è poter guardare i film del momento, al giusto prezzo e con comodità. Sa solo che in rete può trovare illecitamente qualsiasi film vuole vedere, anche in contemporanea con l’uscita nelle sale purtroppo, mentre le piattaforme legali non sono in grado di offrire nemmeno le novità del mese, disponibili nelle sempre più rare videoteche. È così che l’industria dei contenuti vuole combattere la pirateria? Giudicate voi. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it TEST / A pochi mesi dall’uscita dei TV OLED, Panasonic punta ancora sulla tecnologia al plasma e lo fa con un TV davvero sorprendente p.26 Plasma al top con il televisore Panasonic TX-P50VT50 L’ultimo top di gamma di TV al plasma di Panasonic è il punto di arrivo di un’evoluzione tecnologica che difficilmente potrà andare oltre di P. Centofanti “I l plasma è morto, lunga vita al plasma”. Può sembrare strano lanciare la recensione di quello che è il migliore TV al plasma che uscirà mai sul mercato con una sorta di epitaffio, ma la nuova gamma di TV Panasonic esce in un periodo del tutto particolare. I TV al plasma si vendono sempre di meno, anche in casa Panasonic, e questo nonostante sia la tecnologia ancora più apprezzata da chi cerca la qualità vera in un TV. Ma quest’anno arriveranno sul mercato i primi veri TV OLED, tecnologia che ha tutte le carte in regola per far dimenticare a questa fetta di appassionati i “pregi” del plasma. È quindi in un certo senso ironico che proprio a pochi mesi dall’arrivo dell’OLED, Panasonic lanci quello che è il punto di arrivo della sua tecnologia al plasma, che con la serie VT50 raggiunge nuove vette di qualità di immagine che probabilmente non verranno più superate, non con questa tecnologia. Dal punto di vista della tecnologia al plasma, la serie VT50 è dotata di ulteriori affinamenti che puntano a migliorare rapporto di contrasto, luminosità, risoluzione “in movimento” e sfumature: il pannello è tutto nuovo, con una nuova struttura delle celle, nuovo filtro per incrementare contrasto e resa del nero, ma anche un nuovo drive del pannello con subfield a 2500 Hz e capacità di esprimere fino 24.576 sfumature diverse della scala di grigi. Per quanto riguarda le funzionalità Panasonic offre con questo TV di tutto e di più. C’è la rinnovata piattaforma Viera Connect con browser completo e telecomando dedicato in dotazione, c’è il supporto al DLNA anche in “versione” server per permettere la condivisione sulla rete domestica delle proprie registrazioni, l’ormai obbligatorio lettore multimediale integrato, più il doppio tuner terrestre e satellitare con supporto all’MHP. E poi ci sono un mare di regolazioni video, diverse impostazioni THX per chi vuole ottenere il massimo dal proprio TV senza fatica e ultimo, ma non meno importante, un nuovo design finalmente capace di gareggiare ad armi pari con l’offerta LCD. Sottile ed elegante Ci è voluto qualche anno, ma alla fine Panasonic è riuscita a portare nei negozi TV al plasma con un design all’altezza dei canoni dettati da chi produce LCD. Con la gamma 2012 offre sia con LCD sia plasma televisori sottili, curati ed eleganti. Il modello in prova è un TV sottile (poco più di 3 centimetri nel punto più spesso) e con una cornice intorno al pannello davvero ridotta. La cornice è nera con un bordino metallico che corre intorno lungo tutto lo spigolo. Tutto il frontale è ricoperto da un vetro, ma la cornice rimane ben distinguibile rispetto al pannello vero e proprio, qualche millimetro più “in fondo” rispetto alla superficie. La base stacca a livello cromatico prediligendo il grigio, con un piacevole effetto sfumato. Niente di originale, ma fa il suo lavoro e permette di ruotare lo schermo. Il parco connessioni vede un chiaro ridimensionamento degli ingressi analogici, con una sola presa SCART e una component, entrambe nella forma di connettori proprietari (con adattatori inclusi naturalmente) per questioni di spazio a disposizione. Disposti lateralmente abbiamo quattro ingressi HDMI (di cui uno con canale audio di ritorno per il collegamento di un amplificatore) e ben tre porte USB per il collegamento di Hard Disk, chiavette, ma anche accessori come tastiere e game pad per le applicazioni di Viera Connect. Spariscono VGA e ingressi SVideo. Per quanto riguarda la connettività di rete ci sono la porta Ethernet per la LAN, il Wi-Fi integrato e anche un modulo Bluetooth per gli accessori. Oltre al tuner digitale terrestre, il TV monta anche il sintonizzatore DVB-S2, e c’è l’ormai di serie slot per moduli Common Interface + per i programmi a pagamento. In dotazione troviamo due telecomandi. Quello principale è la classica unità Panasonic con l’usuale layout dei tasti, qui in versione parzialmente retroilluminata. L’illuminazione non è automatica, ma il tasto per attivarla è il primo in alto a destra, quindi facilissimo da individuare. Il secondo è più un touchpad studiato appositamente per una migliore interazione con le applicazioni di Viera Connect. Infine Panaso- Panasonic TX-P50VT50 - 1.999 EURO Quality Longevity Design 9 9 8 nic include con il VT50 due occhialini attivi, dei nuovi modelli estremamente leggeri e più confortevoli. Menu poco intuitivo, ma tante regolazioni video Il menù a schermo non ha subito grosse rivisitazioni rispetto a quello implementato sulla gamma 2011 di Panasonic. Graficamente è ben leggi- Simplicity D-Factor 8 9 Value 8 bile e soprattutto le regolazioni video sono organizzate secondo una buona logica. Più confuse le impostazioni per tutte le altre funzioni, a volte raccolte in sottomenù identificati in modo un po’ oscuro, così come oscuri sono alcuni parametri. Le impostazioni sono davvero complete. Per quanto riguarda quelle generali, vale la pena segnalare un menù dedicato alle impo- Il TV Panasonic TX-P50VT50 è sottile solo 3 cm e dotato di una base che permette di ruotare lo schermo. segue a pag. 27 n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.27 TEST Panasonic TX-P50VT50 segue da pag. 26 stazioni di risparmio energetico, con una funzione che con un solo tasto le attiva tutte. Guida TV e il menù di registrazione non hanno sfortunatamente subito alcun restyle grafico, a dispetto della presenza di un ben più potente processore “sotto il cofano”. Ritroviamo pertanto un menù piuttosto scarno e poco intuitivo per la gestione delle registrazioni e del timer. Pesa una certa mancanza di uniformità di stili tra i vari menù con un’esperienza di utilizzo poco armonica. Clicca qui per vedere il video del menù di impostazione. Per quanto riguarda le regolazioni video, gli appassionati più esigenti troveranno di cui divertirsi, dai classici controlli per bilanciamento del bianco e spazio colore, fino all’impostazione della temperatura colore e del gamma su 10 punti della scala di grigi. I meno esperti e i più pigri non devono temere di non riuscire a sfruttare al meglio il proprio TV vista la presenza di ottimi setup THX per sale oscurate e non, e anche per la visione in 3D. Tra le varie impostazioni video disponibili vale la pena segnalare una modalità denominata “1080p Pure Direct”, consigliata a chi utilizza un processore video esterno oppure un HTPC. Le funzionalità multimediali sono accessibili tramite il tasto Viera Tools, che si presenta con una grafica animata slegata dagli altri menù a schermo. Oltre al lettore multimediale (dalle funzioni base ma con un’ampia rosa di formati supportati), c’è naturalmente Viera Connect, la piattaforma di smart TV di Panasonic. Graficamente nulla cambia, con il solito e poco pratico Le connessioni sul retro del TV Panasonic, facilmente accessibili dall’utente. menù con disposizione “a livelli” delle applicazioni. Clicca qui per vedere il video delle funzionalità del TV. Viera Connect offre ora uno store per lo scaricamento e l’acquisto di nuove applicazioni e giochi. Tra le novità più importanti si segnalano il browser completo (con supporto per contenuti Flash) e l’app Social Network TV che consente di seguire gli aggiornamenti su Facebook e Twitter in contemporanea alla visione di programmi TV. In più debutta grazie al processore più potente anche una sorta di multitasking per passare rapidamente da un’applicazione all’altra. Il TV Panasonic supporta lo standard DLNA nelle sue varie declinazioni. Supporta la funzionalità di Media Renderer per “accettare” contenuti da altri dispositivi automaticamente, ma è in grado anche di permettere ad altri client DLNA di accedere alle registrazioni effettuate con la funzione PVR attraverso la rete locale, anche se solo uno alla volta. Per abilitare questa funzionalità occorre collegare alla porta USB un Hard Disk esterno, mentre le registrazioni su schede SD non saranno accessibili. La cosa interessante è che a dispetto di quanto segnalato sul manuale, la condivisione è disponibile anche con il TV in stand-by, a patto di aver attivato l’alimentazione per le periferiche USB anche a TV spento nel menù delle impostazioni, anche se in effetti a volte la condivisione non rimane attiva. Va detto che così facendo il consumo in stand-by passa dai quasi 0 Watt a ben 25 Watt. Se si sta guardando un canale TV è disponibile via DLNA anche la stessa trasmissione in tempo reale. Questa possibilità è stata aggiunta per poter sfruttare lo schermo di uno smartphone o un tablet per vedere i canali TV utilizzando l’applicazione Viera Remote. La funzione non è disponibile quando si utilizza Viera Connect, quando è in corso una registrazione, con i canali criptati o quando l’emittente blocca la registrazione. Da segnalare inoltre che la funzione di registrazione non è disponibile per i canali a pagamento. Purtroppo l’applicazione per smartphone e tablet continua a rimanere tutt’altro che pratica, specie per quanto riguarda il problema dell’inserimento dei testi. Problema che non risolve neppure il telecomando touch-pad in dotazione, comodo per muovere il cursore nel browser e poco altro. In dotazione con il TV Panasonic, occhiali per la visione 3D e due telecomandi, quello principale (a sinistra) e una sorta di touch pad (a destra). Ottimo contrasto e un nero incredibile Per saggiare le qualità del nuovo plasma Panasonic abbiamo iniziato collegando un lettore Blu-ray per avere una sorgente al di sopra di ogni sospetto. Inizialmente abbiamo optato per il setup THX che offre impostazioni di base ben calibrate e che tutti possono utilizzare. Dopo una rapida verifica di luminosità e contrasto (sul nostro modello a partire dalle impostazioni THX abbiamo ridotto di un punto la luminosità e di tre/quattro punti la nitidezza), iniziamo la visione con alcuni film. La prima impressione è ancora una volta di un ottimo rapporto di contrasto. Il nero è tra i migliori che abbiamo mai visto in un display al plasma. Un filo migliorato rispetto a quello del VT30, che da questo punto di vista era già ottimo, qui siamo su livelli che probabilmente ormai solo con l’OLED è possibile battere. Ma il pannello, per essere un plasma, è anche decisamente luminoso. Guardando il TV in una sala oscurata possiamo azzardare la modalità ECO, che abbatte non di poco la luminosità massima, ottenendo comunque una resa appagante. Sempre in una sala completamente oscurata è meraviglioso vedere le bande nere dei film in formato 2.35:1 praticamente svanire nella cornice anche con scene molto scure. Con una schermata completamente nera è possibile vedere una lieve luminosità residua, il TV non scompare del tutto, ma è comunque molto bassa. In modalità THX i colori sono molto equilibrati, con immagine calda, colori saturi il giusto e nel complesso un look piuttosto cinematografico. La resa sulle ombre è molto precisa, nel senso che non si ha mai la sensazione che ci sia qualcosa che sia andato affogato nei neri, con contrasto convincente anche nelle scene molto scure e sfumature precise sulle ombre (a patto di essere alla giusta distanza di visione): visualizzando un segnale a rampa è possibile apprezzare una sfumatura continua senza i classici “gradini” che si ottengono usualmente con i plasma. Verificando con uno strumento il preset THX, abbiamo rilevato come si tratti di un’impostazione di fabbrica molto interessante per i risultati che offre: i colori sono molto vicini al riferimento e la temperatura colore sulla scala di grigi lineare quanto basta. I più esigenti troveranno un set di controlli avanzati che permette di “tirare” alla perfezione il pannello, ma per l’utente comune l’impostazione THX è davvero un ottimo punto di partenza. C’è ansegue a pag. 29 Dammi il cinque! Il tuo 5 per mille può cambiare la vita di molti bambini prematuri. E non ti costa nulla. SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille Sui moduli CUD, 730 o Unico scrivi Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale FIRMA Mario Rossi Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri, di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr. Questi bambini hanno bisogno di e assistenza per molti anni. cure, controlli genitori hanno bisogno del tuo aiuto. Le donazioni ad AISTMAR Onlus vengono interamente impiegate per: E anche i loro - l’assistenza delle gravidanze a rischio o patologiche - la cura e il supporto al neonato prematuro e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su: • C/C Postale: 29328200 • C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15 - Milano • C/C Bancario: IBAN: IT 87 N 0351201619 000000003641 presso Credito Artigiano, Agenzia n°14 - Milano ........................................................................ Codice fiscale del beneficiario (eventuale) 9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7 AISTMAR Onlus - via della Commenda, 12 - 20122 Milano - www.aistmar.it FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO Dipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale via Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene impiegato in cure e assistenza ai neonati prematuri e patologici e alle loro famiglie. AISTMAR Onlus Associazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.29 PEOPLE & MARKET / Di questa scoperta potrebbe beneficiare qualsiasi applicazione non critica Un chip “inesatto” rivoluzionerà il mondo Un team di ricercatori ha realizzato un chip che “sbaglia” nei suoi calcoli ma 15 volte più efficiente di quello perfetto di M. Dalli I computer non sbagliano mai; quante volte ci siano sentiti dire questa frase, ma il futuro potrebbe riservarci qualcosa di diverso. Un team di ricercatori internazionali ha infatti creato un chip che “sbaglia”, i cui calcoli cioè sono soggetti a errore. Il perché di tutto questo è presto detto: i ricercatori si sono accorti che eliminando alcune componenti di un processore l’efficienza energetica migliorava notevolmente, in misura proporzionale alla probabilità di errore: con un tasso di errore dello 0,25% si ottiene un’efficienza 3,5 volte maggiore, mentre aumentando il tasso di errore fino all’8% si arriva a un consumo 15 volte inferiore. Ovviamente non tutte le applicazioni possono permettersi errori come questi, ad esempio sistemi di controllo per aerei o altre componenti “mission critical”. Il team, composto da esperti della Rice University di Houston, della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore, del Centro per l’Elettronica e la Microtecnologia (CSEM) svizzero e dell’università della California di Berkeley pensa però che alcune implementazioni, come per esempio il trattamento di immagini (anche video), possano essere possibili. Come si può vedere dall’esempio sottostante, infatti, l’occhio umano è in grado di “correggere” alcuni piccoli difetti dell’immagine, per cui una piccola percentuale d’errore è ancora accettabile (anche se un’attenta analisi rivela facilmente le differenze). A sinistra il fotogramma compresso con un sistema tradizionale. Al centro lo stesso fotogramma compresso con un tasso di errore dello 0,54%; a destra con un sistema soggetto al 7,58% di errore. Atri campi di implementazione potrebbero essere i tablet “low cost” per i bambini nei paesi in via di sviluppo, pensati per essere utilizzati con piccoli pannelli solari, simili a quelli che si trovano oggi sulle calcolatrici tascabili, oppure apparecchi acustici. In generale, qualsiasi applicazione non critica e che richieda una maggiore efficienza energetica potrebbe beneficiare di questa scoperta. Il progetto ha ricevuto già molte risposte positive, non ultimo il premio come miglior paper al ACM International Conference on Computing Frontiers di Cagliari. Già nel 2013 potremmo vedere alcuni prodotti (come i suddetti tablet e gli apparecchi acustici) con questi nuovi chip, questo almeno secondo le speranze del team. Sarà davero così? Riuscirà davvero un chip “sbagliato” a cambiare il mondo? A sinistra il fotogramma compresso con un sistema tradizionale. Al centro lo stesso fotogramma compresso con un tasso di errore dello 0,54%; a destra con un sistema soggetto al 7,58% di errore. PEOPLE & MARKET Profondo rosso per il mercato dell’elettronica Primo trimestre estremamente negativo per l’elettronica di consumo e in particolare il mercato dei TV P. Centofanti Un mercato trascinato, si fa per dire, solo dalla telefonia mobile, che grazie allo spopolare degli smartphone vede nel primo trimestre rispetto a un anno fa un +7.30%. Tutto il resto dell’area bruna del mercato dell’elettronica è in profondo ribasso. La maglia nera spetta all’elettronica di consumo pura (TV, lettori Blu-ray, ecc.) con un secco -25.1%. Non se la passa meglio la fotografia con un altrettanto preoccupante -20.2%, mentre l’informatica perde il 9.7%. Questa l’immagine fotografata per il primo trimestre del 2012 da GfK che complessivamente vede un mercato in discesa dell’11.7%, toccando il punto più basso degli ultimi quattro anni. TEST Panasonic TX-P50VT50 segue da pag. 27 che un’impostazione THX per ambienti illuminati che “spara” ulteriormente la brillantezza del pannello. Curiosamente, con i banchi di regolazioni professionali non si riesce a spingere allo stesso modo la luminosità massima, ma è anche vero che queste regolazioni sono usualmente destinate proprio a un setup Home Cinema. Due aspetti su cui Panasonic sembra aver lavorato molto bene sono la risposta dei fosfori e la resa delle sfumature. Per quanto riguarda i fosfori non abbiamo notato particolari aloni intorno ai contorni netti durante le carellate veloci, dovuti alla diversa velocità dei subpixel. Come nella maggior parte dei plasma, anche in questo caso durante le carrellate si nota una certa perdita di dettaglio sulle parti in movimento, ma i miglioramenti rispetto alle generazioni precedenti sono consistenti: la risoluzione in movimento espressa da questo TV è senz’altro molto buona. Stesso discorso per quanto riguarda le sfumature, con “discretizzazioni” davvero rare, anche sugli incarnati, tipicamente il materiale più difficile da rendere. E il dithering? Qui i miglioramenti se ci sono non li abbiamo visti. Alla normale distanza di visione le immagini sono sicuramente pulite e dettagliate, ma se ci si avvicina allo schermo si nota che il rumore video tipico dei plasma è ancora presente. Si nota naturalmente soprattutto sui gradini più bassi della scala di grigi come un fitto brulicare di puntini più chiari. Alla normale distanza di visione tutto ciò chiaramente non si nota, ma abbiamo rilevato una certa tendenza a diventare più visibile quando la pellicola è piuttosto granulosa. Ciò risulta in una visibilità più spiccata della grana della pellicola con master non perfetti. Ottima la resa in termini di fluidità con materiale 24p anche senza attivare fil- tri di interpolazione dei fotogrammi, con movimenti sempre naturali e senza flickering esagerato. Per chi proprio non può fare a meno di un po’ di “olio” sulle carrellate, impostando sul minimo l’Intelligent Frame Creation (che cambia nome a seconda del tipo di segnale), l’elaborazione non crea particolari artefatti. Venendo al 3D, Panasonic conferma di avere tra le mani la migliore soluzione sul mercato. La riproduzione di film in 3D offre un’immagine ottima per dettaglio, precisione, assenza di crosstalk e flickering ridotto davvero ai minimi termini. Panasonic ha migliorato ulteriormente sia la luminosità della riproduzione 3D sia il livello del nero che rimane comunque molto basso anche in questa modalità. Mai abbiamo visto Avatar in 3D così bene su altri TV. I nuovi occhiali in dotazione sono leggeri e confortevoli, senza alcun compromesso sulla qualità di visione, forse meno robusti di quelli forniti una volta. In 3D si nota un lieve calo di dettaglio e un filo in più di rumore rispetto alla visione in 2D (che è in grado di lasciare a bocca aperta con il giusto materiale), ma comunque siamo di fronte a un riferimento anche con una dimensione in più. Infine, una nota sul campione in prova: sul nostro esemplare abbiamo riscontrato una banda verticale più chiara e quasi bluastra nella parte destra dello schermo. Sembra quasi l’effetto di un “burn-in” più che un problema di uniformità, ma essendo quello in prova un campione di produzione “nuovo di pacca”, ci sembra un’eventualità da escludere. La banda si nota più che altro sul grigio tra i 20 e i 50 IRE. Al momento non sappiamo dire se si tratta di una caratteristica del nostro solo esemplare oppure se è un problema più diffuso, ma abbiamo già contattato Panasonic in proposito. Va detto che si tratta dell’unica anomalia che abbiamo riscontrato. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.30 TEST / Abbiamo testato il nuovo TV Sony che ci ha piacevolmente colpito per completezza, qualità di visione e design TV Sony KDL-HX855 tanta qualità, 3D e tuner DVB-T2 Pannello Opticontrast con Gorilla Glass e interfaccia Smart TV. Sony sfodera il TV Full Optional e noi abbiamo pensato di metterlo sotto torchio di R. Pezzali F inalmente sono arrivati anche i TV Sony: dopo qualche settimana di prova approfondita, ecco i risultati di quello che è uno dei modelli più interessanti della gamma, l’HX855. Il TV da 40” che abbiamo provato è il nuovo flagship Bravia per quest’anno, salvo sorprese all’IFA. Sony cambia, anche se non moltissimo: le linee squadrate dello scorso anno sono state rimodellate e addolcite con un sottile bordino in alluminio lungo tutto il pannello che termina a filo coperto da una lastra di Gorilla Glass. Sul modello HX855, infatti, è usato il miglior pannello disponibile in casa Sony, un Full HD protetto da vetro super resistente Gorilla con Opticontrast per minimizzare le riflessioni e migliorare il contrasto. Ma questo TV non è solo pannello, anzi, è un TV davvero completo sotto tutti i punti di vista: Smart TV Sony Entertainment Network, tuner DVBT2 e un sistema audio inserito nella base che rappresenta un plus non indifferente rispetto alla concorrenza che, per mantenere lo spessore super ridotto, ha inserito nei TV piccolissimi altoparlanti dalla qualità modesta. C’è da dire però che, nel caso del Sony, se si appende il TV a parete, questo vantaggio viene meno e l’audio torna ad essere “modesto”. Design raffinato Rispetto alla gamma 2012, Sony ha leggermente ritoccato il design: niente di estremo, sia chiaro, ma solo qualche piccolo accorgimento per caratterizzare meglio la linea Monolithic. Tutta la cornice del TV è bordata in sottile alluminio satinato, un bordo che unisce lo schermo frontale al pannello posteriore ben curato. Il frontale non è vetro ma Gorilla Glass, al tocco è più caldo e ricorda la plastica, ma è decisamente resistente. La superficie anteriore riflette ma non in modo eccessivo: la situazione ci sembra migliorata rispetto allo scorso anno (anche se i riflessi permangono) e anche l’angolo di visione è quasi perfetto, la visibilità resta ottima anche ad angoli estremi. La cornice non è sottilissima: anche se non si vede, perché è nascosta dal vetro Edge to Edge, ci sono almeno 3 mm di bordo su ogni lato e circa 5 mm nella parte bassa dove sono stati inseriti i sensori e il logo Sony argentato. La base, svasata nella parte bassa, integra un sistema audio con amplificazione digitale e due altoparlanti nella zona frontale. La base dello scorso anno, più alta e con subwoofer posteriore, offriva senza alcun dubbio una resa migliore, ma questa nuova base, più raffinata, offre una resa superiore agli speaker integrati (basta staccare il connettore posteriore per rendersene conto), anche se non siamo ai livelli di una soundbar. Manca, infatti, di bassi e la gamma è un po’ troppo compressa. Una nota sul posizionamento: con la base diffusore non è possibile orientare il TV e neppure tenerlo dritto: lo schermo avrà sempre una leggera inclinazione di 6°. Il telecomando è una rivisitazione di quello dello scorso anno, senza però il tasto on/off nella zona posteriore. Pratico e comodo come sempre, questo modello presenta anche il tasto SEN per l’accesso diretto al Sony Entertainment Network. Manca la retroilluminazione, e l’uso della plastica come materiale lo rende leggero, ma dà anche quella sensazione di “economia” che non dovremmo mai avere su un prodotto che è comunque di fascia altissima. Connessioni complete Il Sony KDL-HX855 ha un parco connessioni notevole, e cosa lodevole non richiede adattatori di alcun tipo. Component e Scart sono posizionate sul pannello posteriore, in una posizione che rende sconsigliabile l’aggancio a muro. A filo nella parte bassa sono state, invece, inserite la presa di rete LAN (il WiFi è integrato), le due porte tuner DVB-T e SAT, Sony KDL-HX855 - DA 1.500 EURO Quality Longevity Design 9 8 9 due ingressi HDMI e l’uscita ottica. Sul lato corto, invece, troviamo altri due ingressi HDMI, l’uscita audio per le cuffie, l’ingresso PC VGA con audio, lo slot CAM CI+ e due USB. Numerose regolazioni sia video che audio Il TV Sony KDL-HX855 è un Full Optional: Wi-Fi integrato, tuner DVBT2, possibilità di collegare un mouse o una tastiera, player USB e DLNA integrato e anche PVR su chiavetta USB. L’interfaccia a schermo, che si richiama con il tasto “home”, è la versione evoluta della cross media bar vista sui modelli Sony degli ultimi anni: nella parte bassa scorrono le macro aree di utilizzo, nella colonna di destra invece andiamo a selezionare le funzioni presenti. Sotto il profilo delle regolazioni audio e video, Sony ha inserito tutto, anzi, forse troppo. Per capire il livello di regolazioni possibili con questo TV, basta dire che per ogni singolo Simplicity D-Factor 8 Value 8 7 ingresso HDMI e per ogni risoluzione applicata a quell’ingresso è possibile determinare la matrice colore scegliendo tra ITU601 e ITU709. Allo stesso modo è possibile selezionare per ogni ingresso la gamma dell’HDMI gestendo così sia le sorgenti a gamma estesa 0 - 255 come i PC, sia quelle con Blacker than Black e Whiter than White e gamma 16 - 235 come il Bluray. Il TV fa anche tutto in automatico, e se non si è molto pratici è meglio lasciar fare a lui. Completissima anche la sezione di regolazioni video, con impostazio- video Sony HX855 Panoramica globale dell’interfaccia segue a pag. 31 n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.31 TEST Sony KDL-HX855 segue da pag. 30 ni personalizzate per il processore Reality Creation e la gestione completa di altri filtri e funzioni come il controllo dinamico dei LED, il limitatore di luminosità e il MotionFlow. Cose da smanettoni, ma per fortuna Sony ha pensato anche a chi guarda i film e non i pixel, aggiungendo delle modalità Scene davvero ben fatte che con pochi click di telecomando offrono un’immagine davvero godibile senza troppi pensieri di filtri, gamma e regolazioni varie. La funzione USB playback, così come quella DLNA, sono rapide, veloci e funzionano bene: digeriscono quasi tutti i formati che gli abbiamo dato in pasto senza incertezze e messaggi di errore, l’unico problema l’abbiamo avuto tramite DLNA con un film in formato XVID / AC3. Interessante, poi, la funzione Gracenote TrackID: durante una pubblicità o un film basta premere il tasto sul telecomando per attivare il riconoscimento della traccia audio o della canzone. Smart TV, un po’ di disordine Sony ha lavorato moltissimo sulla sezione Smart TV del Sony KDL-HX855, eppure questa è forse la parte che meno ci ha convinti. Sia chiaro, il lavoro fatto è eccellente, tuttavia quello che manca è una sorta di collante tra le varie parti che appaiono tra loro disorganizzate e disunite. Per accedere alle funzionalità Smart TV, infatti, ci sono due opzioni: premendo il tasto SEN sul telecomando si apre l’interfaccia Sony Entertainment Network, una sorta di dashboard iniziale che condensa applicazioni, video, widget e musica con un tema stile “metro”. Agli stessi contenuti (anzi a molti di più) si può però accedere anche premendo il tasto “Home”, rendendo di fatto questa homescreen un doppione. Sony probabilmente video Sony HX855 Video sulle funzioni Smart TV ci teneva ad avere una pagina iniziale come quelle di LG e di Samsung, ma troviamo che la sua interfaccia di base veloce, reattiva e facile era già sufficiente per tenere testa alla concorrenza. Sempre relativamente alla sezione Smart TV, ci sono anche altre incongruenze: la parte di contenuti video Internet, ovvero l’accesso a YouTube, a Rai.TV, a Daily Motion e a tutti i provider di contenuti video, è separata dalle altre funzionalità e anche Sony Video Unlimited e Sony Music Unlimited sono due applicazioni a parte. Sony ha inserito poi anche i widget: ci sono Facebook, Twitter, il reader RSS e altre micro app come il calendario e la calcolatrice. A queste però si affianca anche il TV Store di Opera, con una serie di applicazioni che non sono installate sul TV ma vanno richiamate dalla schermata dell’applicazione: di fatto è una Smart TV dentro una Smart TV, con una logica un po’ contorta e confusa. Un peccato, perché il TV HX855 è completissimo, non gli manca niente, ma sarebbe stato bello avere una schermata per i video, una schermata per la musica e una per le applicazioni e i widget, con un unico marketplace per lo scaricamento. Non mancano poi il browser Opera, Skype e la possibilità di gestire il TV con un’applicazione per smartphone Android e iOS. Risoluzione e resa delle sfumature sono i punti di forza Ha ancora senso discutere della qualità di un TV LED di fascia alta? In redazione sono ormai sfilati la maggior parte dei TV del 2012 e altri ancora ne stanno arrivando. Ma più TV guardiamo, più ci rendiamo conto che ormai quasi tutti i modelli hanno raggiunto un grado di maturità tale che difficilmente si possono muovere critiche decise. Il Sony HX855 non è certo un’eccezione: Sony già lo scorso anno aveva realizzato ottimi TV e, appoggiandosi alla stessa base, quest’anno ha migliorato ancora la situazione partendo comunque da una base già buona. Paradossalmente si può dire che è sempre più difficile provare i TV dal punto di vista della qualità, anzi, sta diventando impossibile: la maggior parte dei difetti che possiamo imputare a un TV, infatti, sono legati ai singoli esemplari. Spurie luminose, clouding, mancata uniformità, banding sono i più grandi nemici del consumatore e di chi giustamente pretende un pannello perfetto, ma spesso e volentieri i TV che arrivano da provare, trattandosi di sample controllatissimi, sono perfetti da questo punto di vista. Una situazione quella dei TV analoga a quella delle ottiche delle reflex: esiste l’esemplare eccellente, così come quello poco nitido ai bordi, è una questione di fortuna. Il Sony HX855 che abbiamo in laboratorio è praticamente perfetto da questo punto di vista: solo se alziamo a dismisura la luminosità ci accorgiamo che l’angolo in basso a destra è un po’ più chiaro, ma non è una condizione di test, è un estremo. Per il resto, basta guardare qualche schermata nera per rendersi conto che questo TV può spingersi al limite della tecnologia LED, offrendo immagini dotate di un contrasto davvero molto elevato, brillanti e dinamiche ma soprattutto nitidissime. La risoluzione e la resa delle sfumature sono i due punti di forza di questo TV: abbiamo provato con diversi Blu-ray e con segnali test e in tutti i casi abbiamo apprezzato l’elevatissima nitidezza dei bordi, a tratti taglienti come lame, e le sfumature cromatiche morbide e dolci, senza scatti o incertezze. Se proprio si vuole trovare un difetto al Sony (senza ovviamente diventare maniaci del pixel), si può parlare di un livello del nero non ancora perfetto, anche perché in caso contrario l’OLED non avrebbe ragione di esistere, e una resa migliorabile sulle basse luci dove qualche piccolo dettaglio a tratti viene affogato. Poca cosa, in ogni caso. L’altro fatto sorprendente è che questi risultati si ottengono partendo dalla modalità scene “Cinema” e applicando qualche correzione, senza troppo lavoro e senza improvvisarsi calibratori. Spegnendo il MotionFlow, in alcune circostanze si avverte qualche scia, ma il nostro consiglio è di lasciare il sistema di gestione dei frame su “Nitido”, un setup che garantisce un’immagine “Cinema-like” mantenendo risoluzione, nitidezza e zero scie. Il Sony HX855 è davvero un buonissimo TV, un TV con muscoli e cervello: da una parte, infatti, c’è un pannello molto buono, almeno nell’esemplare da noi provato, dall’altra c’è un processore X-Reality Pro che gestisce al meglio il pannello senza rendere l’immagine artificiosa, anzi. Fluidità, resa dell’incarnato, gestione delle sfumature e del dimming mettono in luce un eccellente lavoro del processore video usato su questo Bravia. Come gli ultimi Sony, anche l’HX855 si dimostra un buonissimo TV per giocare: l’input lag misurato in modalità game si attesta attorno ai 25- 35 ms. Buono il consumo: 93 Watt, più o meno quanto dichiarato sull’etichetta energetica; resta comunque in classe A. Se la resa in 2D e con i film in alta definizione convince, non si può dire la stessa cosa per il 3D. O meglio, rispetto allo scorso anno non sembra che siano stati fatti passi avanti. La resa di un plasma a livello di crosstalk è decisamente migliore e, anche se Sony ha provato a migliorare l’algoritmo, ancora non è riuscita a generare un’immagine compatta, senza piccole scie o qualche leggero sdoppiamento sui bordi. L’immagine gode di una buona tridimensionalità e non è nemmeno troppo buia: la resa globale è allineata a quella degli altri TV LED con sistema 3D attivo, né migliore né peggiore. n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it TEST / Il nuovo smartphone di Sony non è un telefono di fascia alta, ma si difende davvero bene in tutte le situazioni p.32 Xperia Sole in prova: schermo piccolo, Dual Core e NFC Smartphone Android con schermo piccolo ma risoluto, processore dual core, NFC, fotocamera da 5 Megapixel e un prezzo davvero appetibile di R. Pezzali L a rinascita di Sony nel mondo degli smartphone passa da quattro nuovi modelli: Xperia P, Xperia S, Xperia U e Xperia Sole. Abbiamo provato quest’ultimo, un modello di fascia media con un design inedito e la curiosa funzione Floating Touch. La nostra non è una scelta casuale: spesso e volentieri, infatti, si trovano modelli di fascia bassa con schermo a bassa definizione e processori “lenti” affiancati da modelli top con processori anche Quad Core ma schermi enormi. Abbiamo scelto quindi il Sole, schermo da 3.7” e processore Dual Core da 1 GHz. Dopo aver provato qualche mese fa il top di gamma della nuova line up Sony Mobile Xperia, abbiamo scelto ora di mettere le mani sull’ultimo nato della famiglia Xperia, quel “Sole” che nel nostro Paese ha dovuto cambiare nome rinunciando al poco carino “Sola” (“fregatura”). Anche perché il nuovo Sony non sembra proprio una fregatura, anzi: processore Dual Core, schermo HD da 256 dpi Bravia Engine, fotocamera con sensore Exmor e NFC sono caratteristiche da terminale di fascia medio alta, e se pensiamo che questo smartphone verrà venduto a 299 euro, allora la cosa si fa interessante. La scelta di provare il Sole è dovuta poi allo schermo da 3.7” in un corpo piccolo e compatto: trovare oggi uno smartphone Android con uno schermo sotto i 4” con un hardware adeguato è sempre più difficile, ma non tutti amano tenere in tasca una piastrella da 4” o più. Sole è equipaggiato con sistema operativo Gingerbread 2.3.7: l’aggiornamento ad Ice Cream Sandwich arriverà più avanti, il tempo necessario per fare il porting delle applicazioni personalizzate Sony sulla nuova versione di Android. In ogni caso, non si sente proprio la mancanza di Ice Cream Sandwich. Ultima caratteristica interessante del Sole è il Floating Touch: una serie di sensori aggiuntivi permettono di gestire il browser senza toccare lo schermo. Non è una cosa rivoluzionaria, come vedremo, ma aiuta molto a navigare sul Web le pagine fitte di scritte e di link. Ampio display con definizione eccellente Con Xperia Sole Sony cambia la linea che caratterizza Xperia S, P e U: un telefono più squadrato, abbastanza sottile e con il display in rilievo di qualche millimetro che genera un gioco di forme abbastanza nuovo. Nella parte bassa del display, nascosto sotto lo scalino, c’è il LED di stato, una fessura luminosa che illumina il logo Xperia. Il materiale utilizzato per la costruzione della scocca è abbastanza particolare, una finitura plastica che al tatto lascia una piacevolissima sensazione: sembra pelle, morbida e leggermente vellutata. Potrebbe apparire delicata, ma abbiamo provato a inciderla con un’unghia e pare decisamente resistente. Il Sony Xperia Sole ha un profilo abbastanza sottile, fotocamera con flash basata su sensore da 5 Megapixel, batteria con autonomia più che giornaliera. Sony Xperia Sole - DA 299 EURO Quality Longevity Design 8 7 8 Sul frontale troviamo l’ampio display da 480x854 pixel su una diagonale di 3.7”: con una risoluzione di 265 ppi questo schermo oltre a una eccellente definizione mette in mostra anche un elevato angolo di visione e una buona luminosità. Anche se non è uno schermo OLED, si apprezzano anche i neri e la saturazione cromatica, mai eccessiva e neppure troppo carica su alcune tinte. Dal menù di impostazioni si può disabilitare il sistema Mobile Bravia Engine che ottimizza la resa con video e foto, ma obiettivamente non si capisce per quale motivo si debba farlo. Xperia Sole non ha una fotocamera frontale: nella parte alta sono inseriti oltre allo speaker i due sensori di luminosità e prossimità. Sul lato troviamo l’unico connettore presente: una porta USB da usare anche per la ricarica. Lo smartphone purtroppo non dispone di uscita HDMI, nemmeno tramite adattatore. Ci sono poi i tasti per la regolazione del volume, quello di sblocco e quello Simplicity D-Factor 7 8 Value 9 per lo scatto fotografico, a due step di pressione ma un po’ duro da premere. La fotocamera, con flash, è basata su un sensore Exmor R da 5 Megapixel, capace anche grazie al software caricato, di scattare foto panoramiche e 3D. Un adesivo sul retro, infine, ci ricorda che Xperia Sole integra l’antenna NFC, ed è notizia di qualche giorno fa che questo Sony, insieme ad altri due componenti della famiglia Xperia, è stato certificato da Mastercard per i pagamenti online, anche se prima di poterlo usare in questo ambito nel nostro Paese ne passerà di tempo. Sole ha una cover posteriore removibile, ma qualcuno resterà deluso scoprendo che in realtà la batteria è fissa e non può essere sostituita. Sotto la cover troviamo solo lo slot Sim (tradizionale), lo slot MicroSD e si intravede il sistema NFC. Sul retro, di fianco al sensore fotografico, troviamo anche il secondo microfono per la cancellazione acustica ambientale indispensabile per migliorare la qualità audio delle telefonate. segue a pag. 33 n. 48 / 28 maggio 2012 estratto da www.dday.it p.33 TEST Sony Xperia Sole segue da pag. 32 Foto 3D e video a 720p Così come aveva fatto con il Sony Xperia S e il suo sensore da 12 megapixel, anche sul Sole Sony ha infuso la tecnologia fotografica Cybershot e NEX. Non a caso l’icona che contraddistingue la fotocamera è quella di una mirrorless NEX, e oltre alla fotocamera classica troviamo anche la fotocamera 3D. La presenza di una doppia icona per la fotocamera forse confonde un po’ le Alcune schermate dell’interfaccia utente del Sony Xperia Sole. idee: l’applicativo per le foto e i video in realtà è unico, ma richiamando la versione 3D troviamo già impostata la funzione per lo scatto a tre dimensioni. Per chi ha familiarità con il mondo Sony lo scatto in 3D avviene spostando la fotocamera da destra verso sinistra, lo stesso movimento da fare per gli scatti panoramici presenti anche sulle altre fotocamere Sony. L’applicativo foto è abbastanza completo: 4 modalità di scatto, 8 scene preimpostate, gestione del flash, della messa a fuoco, dell’esposizione e della sensibilità. Una piccola compatta, anche se mancano due cose abbastanza fondamentali: la possibilità di scegliere la qualità di compressione (e le foto vengono compresse un po’ troppo) e lo scatto HDR, oltre a tutti gli effetti di scatto presenti e apprezzati sulle fotocamere Sony. La ripresa video è “solo” a 720p, e anche qui si può intervenire su diversi parametri per migliorare la resa. C’è anche lo stabilizzatore, ma lavora nel dominio digitale. Abbiamo scattato alcune foto in diverse condizioni durante gli Internazionali di Tennis di Roma, ecco alcuni scatti (clicca qui) e un breve video (clicca qui). Come si può vedere il problema maggiore è la compressione video, eccessiva. Peccato, perchè la definizione e la resa del sensore sembravano buone. Buona usabilità, peccato per il browser Xperia Sole risponde anche lei alla filosofia One Sony, anche se rispetto all’Xperia S manca l’uscita HDMI e una serie di funzionalità come la dashboard TV. Sul Sole Sony ha inserito un sistema client / server DLNA, con la possibilità di inviare foto e video ad un dispositivo compatibile e di condividere i contenuti. Altra novità presente nel Sole è Music Unlimited, il portale musicale Sony che a fronte di un canone mensile permette l’ascolto di musica senza limiti in streaming con possibilità però di salvare in locale la playlist. Nel complesso, come si è visto dal video, il Sole è un buonissimo terminale. Nonostante le dimensioni si alscia usare molto bene e il processore dual core dona la velocità giusta per navigare tra le app in modo fluido e per velocizzare ogni operazione. Il browser nativo, l’unico che al momento funziona con il Floating Touch è il vero punto debole del dispositivo, scatta molto soprattutto sui siti più complessi. La situazione si risolve scaricando un altro browser: abbiamo provato, e ve lo abbiamo mostrato nel video il nuovo Firefox Beta ed è davvero più veloce di quello nativo di Android. Buona anche l’autonomia: con un uso normale si passa il giorno di utilizzo, anche se non si riesce ad arrivare a 2 giorni interi usando anche il 3G. video Sony Xperia Sole, il video completo delle funzionalità La notizia prosegue su DDAY.it... digital imaging HIFI& HOME THEATER Panasonic prova a portare le Micro 4:3 nel mondo dei professionisti con una nuova ottica “pro”. Il LUMIX G X VARIO H-HS12035 è un obiettivo 12-35mm (equivalente a un 24-70mm nel formato 35mm) con apertura costante f/2.8, primo nella sua categoria con questa caratteristica. Introdotta la tecnologia proprietaria di rivestimento Nano Surface, per immagini più nitide e meno soggette a effetto “ghost” o riflessi. Tra le altre caratteristiche lo stabilizzatore d’immagine motorizzato POWER O.I.S. e un sistema di messa a fuoco interno con motore passo-passo. Arriverà in Giappone il 21 giugno a circa 1200 euro (124.950 yen). Da definire prezzi e disponibilità per il nostro Paese. Il sistema stereo compatto di Bose è arrivato alla sua terza versione, con miglioramenti acustici e nuovi accessori. Wave III è disponibile con la sola radio (Wave Radio) o con il lettore CD (Wave Music System). Immutato nell’estetica e disponibile in diverse varianti di colore, è dotato di radio DAB, ingresso minijack per un’altra sorgente, uscita cuffia e connettore proprietario per gli accessori. I prezzi rimangono proibitivi: dai 500 euro per la Wave Radio ai 700 euro del Music System. Disponibili anche i pacchetti con la dock per iPod e iPhone o un modulo di ricezione Bluetooth, a 100 euro in più rispetto al prezzo base. Ottica Lumix “da grande” PEOPLE & MARKET e-commerce, nel 2012 a 9,5 miliardi di euro Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm– School of Management del Politecnico di Milano, nel 2012 in Italia assisteremo a una crescita del 18% del commercio elettronico, per un fatturato stimato intorno ai 9,5 miliardi di euro. Negli ultimi 12 mesi (da aprile 2011) gli acquirenti online attivi sono aumentati dell’11%. L’Italia, però, si dimostra indietro rispetto ad altri Paesi europei: tra coloro che navigano solo il 15% effettua acquisti online, contro una media europea del 43%. A preoccupare sono i giovani: tra i 16 e i 24 anni solo l’81% naviga (91% la media europea) e di questi solo il 15% fa acquisti online (43% la media europea). Bose Wave: terza generazione GAME & MOVIE PEOPLE & MARKET A pochi mesi dall’arrivo sui mercati, ha fatto capolino su Twitter un’immagine rivelatoria di nuovi aggiustamenti che Nintendo starebbe apportando alla Wii U: è evidente una nuova disposizione di ogni componente per rendere più ergonomico il controller. I tasti start/select figurano sulla porzione destra del dispositivo e non è difficile scorgere maggiore spazio tra i pulsanti, il D-pad e gli analogici. La foto, pubblicata da uno sviluppatore (“Ecco a cosa stiamo lavorando”), è stata rimossa e Nintendo non ha voluto commentare. Toyota porta la console Nintendo nelle automobili grazie a Kuruma de DS (“Usa il DS in macchina”), sistema che comunica con il sistema di navigazione Smart Navi degli ultimi modelli della Casa. Con Kuruma de DS, che integra connettività Bluetooth nella “cartuccia di gioco”, si potrà inserire la destinazione, salvare luoghi di interesse e conoscere la velocità del veicolo. La voce del Mii (l’avatar parlante della console) sarà diffusa attraverso gli altoparlanti dell’auto. Disponibile in Giappone dal 1° giugno a 7,329 Yen (72 euro), non è rivolto al conducente ma ai passeggeri. Nintendo Wii U: cambia il controller? MOBILE PC & MULTIMEDIA Secondo quanto riportato dal sito BGR.com, che cita fonti affidabili e vicine a tutto quello che succede nei pressi di Redmond, Microsoft avrebbe già programmato l’uscita di versioni dedicate di Office per dispositivi iOS e Android: la suite d’ufficio sarebbe disponibile sia per tablet che per smartphone. Pare che Microsoft stia lavorando per lanciare il tutto entro il mese di novembre, dando particolare risalto alla versione iOS e, quindi, principalmente alla release destinata ad approdare su iPad. Microsoft non ha voluto commentare l’indiscrezione che sembra essere piuttosto fondata. Il 22 maggio è partito Feezy, servizio di streaming musicale via Internet disponibile in Italia, che offre anche un piano gratuito che permette l’ascolto fino a 15 ore al mese di musica (catalogo di circa 11 milioni di brani). Ha il beneplacito delle quattro major Sony, Warner, EMI e Universal e prevede anche due piani a pagamento: Feezy Plus per l’ascolto senza limiti su PC e Mac a 4.99 euro al mese e, prossimamente, Feezy No Limits per l’accesso anche tramite smartphone e tablet. L’ascolto su PC e Mac avviene scaricando l’app gratuita basata su Silverlight e DRM Microsoft PlayReady. Microsoft Office su iOS e Android Parte Feezy, 15 ore di musica gratis al mese Toyota porta il navigatore su Nintendo DS mobile NVIDIA Kai, tablet Quad Core a 200 dollari NVIDIA ha realizzato la piattaforma Kai, che porterà alla realizzazione di tablet Quad Core con un costo molto più basso. L’obiettivo è realizzare tablet Android 4 intorno ai 200 dollari. Lo ha rivelato NVIDIA: “Kai usa molti degli ingredienti segreti di Tegra 3 che permetteranno di produrre tablet a un costo inferiore, grazie a innovazioni che abbiamo sviluppato per ridurre la potenza utilizzata dal display e i costi dei componenti”. Google sarebbe al lavoro con diversi partner per lanciare una nuova gamma di tablet a basso costo. Non è difficile pensare che anche NVIDIA sia della partita.