19 novembre 2012 (f.f.) la Buddleja davidii è specie orientale diffusa sulle Alpi Apuane dove, probabilmente, ha trovato un ambiente adatto. In molti paesi e regioni è considerata specie infestante, ma da noi la presenza è discreta. È facile vederla nelle cave abbandonate, con il fusto che sporge dalle fessure del marmo, a colorare la montagna. IL GENERE BUDDLEJA Famiglia Scrophulariaceae Buddleja L fu classificato da Linneo nel 1753. Il nome generico Buddleja fu attribuito da Linneo in onore di Adam Buddle 1. Sarebbe più corretto scrivere Buddleia, ma, naturalmente, è accettata la notazione usata dal botanico svedese. Il primo botanico ha osservare e descrivere una Buddleja fu William Houstoun2 verso il 1730. Buddleja è un genere di arbusti o alberi a foglia caduca o sempreverdi alti da 5 metri fino a 30 spontanei in Asia, Africa del sud e America e naturalizzati in tutto il mondo, infatti essi sono assenti naturalmente in Europa e Australia. Questi arbusti sono formati da ciuffi di lunghi rami arcuati con lunghe foglie lanceolate verdi scure con pagina inferiore biancastra. Producono infiorescenze di fiori tubolari molto profumati e con colore variabile dal bianco al rosa e al lilla. Il genere comprende un centinaio di specie, alcune coltivate a scopo ornamentale per la fioritura molto colorata e persistente. Tra le più diffuse in Italia, a scopo ornamentale, ricordiamo: Buddleja davidii a foglia caduca, con fiori profumati disposti in pannocchia, bianchi, rosa, viola, porpora, fiorisce da luglio a settembre. Buddleja alternifolia a foglia caduca, con fiori in rami semipenduli color malva e molto profumati, fiorisce in estate. Buddleja auriculata sempreverde con fiori in pannocchia intensamente profumati di color bianco crema, fiorisce in inverno BUDDLEJA DAVIDII Buddleja davidii Franch. Classificata da Adrien René Franchet3 nel 1887. Conosciuta anche come: Buddleja variabilis Hemsley. Conosciuta volgarmente come: albero delle farfalle, buddleia, buddleia di David, lillà d’estate. 1 Adam Buddle (1660-1715) fu prete anglicano e botanico per diletto. Scrisse una “New English Flora” che non fu mai pubblicata e raccolse un erbario ricco di crittogame oggi conservato al British Museum. 2 William Houstoun (circa 1695 – 1733) fu medico e botanico scozzese che descrisse e studiò molle piante americane. Infatti effettuò diverse spedizioni nel nuovo continente dove morì prematuramente. 3 Adrien René Franchet (1834-1900) fu botanico francese grande esperto della flora cinese e giapponese. Pagina 1 di 3 Il nome specifico davidii fu attribuito da Franchet in onore del missionario Armand David 4 che, primo occidentale, descrisse questa pianta nel 1869. La Buddleja davidii è un arbusto o un piccolo albero alto fino a cinque metri. È molto apprezzata come pianta ornamentale, in parchi e giardini, per l’abbondante fioritura, se ne conoscono molte varietà, cultivar e ibridi con colore dei fiori anche bianchi o rosa. La fioritura persiste per tutta l’estate per cui sulla pianta coesistono infiorescenze ormai sfatte insieme alle nuove. I fiori, molto profumati, attirano gli insetti e, in particolare, le farfalle per cui la pianta è conosciuta anche come albero delle farfalle. Figura 1: Buddleja davidii alle cave, tra le fessure del marmo. È pianta originaria della Cina nord-occidentale dove cresce spontaneamente nelle zone arbustive degli ambienti montani. Il nome cinese è da ze (= grandi foglie) zuiyuacao (= buddleia, cioè pianta che ubriaca i pesci a causa dei terpeni velenosi contenuti in esse). Venne introdotta in Europa alla fine del XIX secolo a fini ornamentali, ma, ben presto, si diffuse come infestante resistendo bene al freddo, anche a 15 gradi sotto lo zero, e adattandosi facilmente a tutti i terreni. Ha accrescimento rapido, produce numerosi stoloni sotterranei e moltissimi semi trasportati dal vento anche a grande distanza e tutti questi fattori ne favoriscono la rapida diffusione.. Nella medicina tradizionale cinese era utilizzata per curare ferite e come antibatterico, contro disturbi epatici e bronchiali, come sedativo e anestetico. Alcune di queste proprietà sono confermate per la pianta è antinfiammatoria, antiallaergica, antimicrobica, diuretica e lenitiva. È naturalizzata in Australia, Nuova Zelanda, Europa, Stati Uniti ed è spesso classificata come specie infestante e dannosa. Per questo viene compresa in liste Nere di piante da monitorare e, in certi casi, da eradicare drasticamente. Anche in Italia si è naturalizzata in molte regioni italiane con alterazioni dell’habitat locale, infatti impedisce la ricostituzione della flora locale in luoghi degradati. Nonostante il nome di albero delle farfalle essa nuoce al loro ciclo biologico in quanto le attira, ma le loro foglie non sono nutrimento per i bruchi Presenza in Toscana In Toscana questa pianta non viene considerata naturalizzata, ma solo occasionale. Questo significa che la sua diffusione è limitata a poche stazioni non essendo ben adattata all’ambiente della nostra regione. Le zone dove è riscontrata la sua presenza sono le Alpi Apuane, la Versilia, la Garfagnana 4 Armand David (1826-1900) conosciuto come padre David fu missionario cattolico e naturalista. Egli visse molti anni in Cina che esplorò descrivendo animali e piante sconosciuti agli occidentali come il Panda gigante. Inviò in Francia un gran numero di esemplari di animali e piante e li descrisse in numerose pubblicazioni. Pagina 2 di 3 e la provincia di Lucca in generale e l’Isola d’Elba. Al momento quindi non è considerata un pericolo per l’ambiente toscano5. In particolare nel nostro territorio questa specie è ben presente e ben adattata e sembra che abbia trovato l’habitat ideale nelle cave di marmo dismesse tra i detriti a volte spingendo le sue radici nelle pareti delle cave stesse. Il botanico apuano Pietro Pellegrini6 non cita questa pianta che forse non conosceva. LA PIANTA Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Scrophulariales; Famiglia: Scrophulariaceae; Genere: Buddleja; Specie: Buddleja davidii Forma biologica: fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso. Descrizione: arbusto o piccolo albero a foglie caduche alto fino a 5 metri. Il fusto è quadrangolare e legnoso alla base, i rami più vecchi si incurvano verso il basso, hanno corteccia glabra, bruno-chiara e fissurata. I rami giovani sono pubescenti e grigio-verdastri. Le foglie sono opposte, picciolate le inferiori e sessili le superiori, sono ovato-lanceolate con margine seghettato con pagina superiore verde e glabra e quella inferiore biancastra per la fitta pubescenza. I fiori sono raccolti in dense pannocchie conico-piramidali lunghe fino a 40 centimetri poste all’apice o all’ascella dei rami nuovi. I singoli fiori hanno calice campanulato rosso-aranciato alla gola e terminante con 4 lobi arrotondati e sono disposti radialmente attorno all’asse dell’infiorescenza. Il colore varia dal lilla pallido al violetto intenso. Il frutto è una capsula che si apre in due valve e che contiene numerosissimi semi alati. Antesi: giugno – settembre. Tipo corologico: pianta asiatica, naturalizzata in gran parte del mondo, Europa compresa. In Italia è presente al nord e al centro ed è in espansione verso il sud. Assente nelle regioni insulari. Habitat: luoghi incolti, dirupi, radure, rive dei fiumi dal piano fino a 1300 metri, in zone soleggiate e a mezz’ombra. Preferisce i terreni calcarei e non teme il freddo. Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette. Anzi in alcune regioni è inserita nella Lista Nera delle specie alloctone infestanti da monitorare ed eventualmente eradicare. 5 Per ulteriori informazioni è possibile consultare: AA VV, La flora vascolare esotica spontaneizzata in Toscana, 2011, Regione Toscana. Esso è liberamente disponibile sul web. 6 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Licenza Creative Commons Eccetto dove diversamente indicato, i contenuti di questo sito sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate Italia 3.0 Pagina 3 di 3