OSTEOPOROSI È la più comune malattia metabolica dell’osso, colpisce circa 200milioni di persone nel mondo. Rappresenta la riduzione sia della matrice ossea sia della sua componente minerale, cosìcchè il loro rapporto rimane costante. Viene definita anche come una riduzione della massa ossea rispetto alla massa corporea ed al suo supporto meccanico. L’elemento clinico fondamentale nella sintomatologia da osteoporosi sono le fratture ossee durante attività di vita quotidiana, soprattutto: le deformità vertebrali, le fratture dell’anca, quelle di polso, mano, piede, caviglia ed omero. Queste sono in correlazione con l’età avanzata, una bassa densitometria (BMD) e l’assenza di traumi significativi precendenti la loro comparsa. Colpisce soprattutto dopo i 65 anni di età, maggiormente le donne in postmenopausa; in particolare viene riportato che nella popolazione caucasica dopo i 50 anni il 30-40% delle donne (F) ed il 13% degli uomini (M) avrà almeno una frattura da osteoporosi. Più approfonditamente si riporta che le più comuni fratture si manifestino a livello vertebrale come deformità; pertanto si è assunto che definite alterazioni del loro rapporto dimensione/forma siano indicativi di osteoporosi: deformità wedge (cuneizzazione: riduzione L’osteoporosi / 29.12.11 dell’altezza anteriore), biconcave (collasso: riduzione dell’altezza sia anteriore che posteriore), codfish (coda di pesce: dovuta indebolimento dei piatti subcondrali e all’espansione dei dischi intrevertebrali). In particolare i segmenti T4-L5 (soprattutto T7-L1), sono i più colpiti; spesso asintomatiche o raramente associate a dolore acuto per alcuni movimenti (es tossire, chinarsi in avanti, alzarsi, manovra di Valsalva etc). Può esservi una progressiva cifosi, perdita di altezza (ogni frattura vertebrale completa causa una riduzione di 1cm circa) con a volte una pneumopatia restrittiva conseguente tali deformità. La prevalenza di tali fratture vertebrali varia tra diversi studi in funzione dell’età media dei gruppi analizzati, a dimostrazione di una loro correlazione diretta. Alcuni dati evidenzierebbero un trend in aumento di tale patologia dal 1950. La seconda sede più frequente tra le fratture osteoporotiche è la porzione distale del radio, soprattutto donne (rapporto M/F : 1/4). Alcuni studi dimostrano che l’incidenza aumenta esponenzialmente nel range 35-65 anni, poi raggiunge un plateau diversamente dagli altri siti; inoltre non risulta alcuna correlazione con una severa disabilità od aumento di mortalità. La terza sede più frequente è l’anca, associata con immediato dolore e disabilità; colpisce maggiormente le donne (rapporto M/F:1/2) e l’età media definita per entrambi i sessi è risultata di 79 anni. La sua prevalenza è in aumento soprattutto in 1 Europa negli ultimi 20 anni e si prevede che nei prossimi 20 si duplicherà. Il lifetime risk di morte per donne sopra i 50 anni in presenza di frattura di femore è del 2.8%, simile al carcinoma mammario. La disabilità e la cattiva prognosi associate con tale evento sono dovute alla comorbidità dei pazienti. Si calcola che le fratture dell’ anca siano associate con il 12-24% di mortalità nelle F ed il 30% circa nei M entro il 1° anno dalla frattura, a causa soprattutto del tromboembolismo polmonare ed infezioni nosocomiali. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO : Razza bianca ed asiatica; Anamnesi familiare di fratture (soprattutto anca); BMI <19kg/m2; Dieta a bassa contenuta di calcio; Deficienza di vit D; Deficienza di estrogeni: menopausa precoce (<45anni), amenorrea secondaria, ipogonadismo primitivo; Anoressia nervosa; Ipertiroidismo; Iperparatiroidismo primitivo; S. di Cushing; Diabete mellito tipo I; Malassorbimento; Insufficienza renale cronica; S. da immobilizzazione; Fumo ed alcol; Terapia steroidea prolungata; Anticonvulsivanti e sedativi; Artrite Reumatoide. La massa ossea si riduce con l’età di circa 0.5-1% per anno, soprattutto all’anca e dopo l’ottava decade. Le donne bianche sono colpite 3-5 volte più dei maschi soprattutto a polsi, pelvi, omero e rachide. Il rischio di fratture aumenta in L’osteoporosi / 29.12.11 modo lineare nel tempo a livello delle anche, pelvi, rachide e coste, mentre a livello delle estremità distali (es polsi) vi è scarsa correlazione con l’età. È noto che il picco di massa ossea è determinato da fattori genetici: figlie di donne con fratture da osteoporosi hanno una massa ossea circa il 3-7% al di sotto della norma. I principali marcatori genici segnalati sono: il recettore per la vitD, il recettore degli estrogeni, il collagene 1α1, il recettore della calcitonina etc. Si calcola che dalla menopausa vi sia un’accelerazione della perdita di massa ossea fino al valore di 5-8% anno. Il fumo aumenta il metabolismo epatico degli estrogeni, riducendo la BMD. Inoltre i fumatori tendono a perdere peso, avere una menopausa precoce con un risultante aumentato rischio di fratture a polsi, rachide, ed anca nelle F, mentre solo al rachide nei M. Anche l’alcol riduce la massa ossea, come una prolungata immobilità. Si è dimostrato che mantenere un esercizio regolare riduca del 50-70% il rischio di fratture dell’anca. L’assorbimento di calcio e vitD è limitato età avanzata: studi dimostrano che l’ntegrazione di tali elementi riduce del 30% circa il rischio di fratture non spinali (es anca). Fratture precedenti extrascheletriche aumentano il rischio di recidive nella stessa sede fino al 50%; mentre fratture vertebrali lo aumentano di circa 10 volte in altre vertebre e di circa 5 volte nell’anca. L’uso di alcuni farmaci: la più comune causa di osteoporosi secondaria è dovuta agli steroidi. 2 Altre fattori variamente riportati sono: la mastocitosi; l’iperprolattinemia; uso di eparina; l’acidosi. Un importante fattore da considerare nelle fratture da osteoporosi è la tendenza degli anziani a cadere: circa 30% di essi cade almeno 1 volta l’anno, ma solo il 5% avrà fratture, e solo 1% all’anca. Esse sono correlate con l’età avanzata e con il basso BMD, difetti neurologici, difficoltà nella visione , disturbi dell’equilibrio , uso di farmaci con effetto sedativo. casi vi è ipercalciuria. Gli indici bioumorali di riassorbimento dell’osso sono di solito aumentati: livelli urinari di prodotti di degradazione del collageno tipo I (cross links piridinici); C- e N-telopeptidi del collageno tipo I. Non così quelli di neoformazione (osteocalcina sierica, ALP osso specifica, propeptide C- ed N- terminale del collagene di tipo I). DIAGNOSI: CLASSIFICAZIONE: -Osteoporosi adulto). idiopatica (giovane ed -Osteoporosi tipo I colpisce donne in postmenopausa (range 51-75 anni) con fatture ai corpi vertebrali e alla porzione distale del radio; inoltre si trova una diminuzione della funzionalità delle ghiandole paratiroidi a causa del maggior riassorbimento osseo. -Osteoporosi di tipo II colpisce F e M di età avanzata (70anni) associata a fratture del collo femorale, omero prossimale, tibia, pelvi, (oltre che del polso e rachide) cioè sedi costituite sia da osso trabecolare (spugnoso) che corticale (compatto); inoltre si ritrovano livelli PTH più elevati del normale. -Osteoporosi secondaria. LABORATORIO: il Calcio ed il Fosforo sierici sono normali; in rare occasioni in prossimità della menopausa è riscontrabile una iperfosfatemia. La ALP è normale tranne in occasione delle fratture. Fino ad un 20% dei L’osteoporosi / 29.12.11 documentando una tipica frattura fragilità ossea o misurando la BMD. da L’OMS definisce: osteopenia una BMD (T-score) tra 1-2.5 deviazioni standard al di sotto del picco di massa ossea; osteoporosi riduzione deviazioni standard; del BMD≥2.5 osteoporosi stabilizzata (severa) riduzione del BMD≥2.5 deviazioni standard ed almeno una frattura pregressa. La più utilizzata tecnica di misurazione della BMD è la DXA (assorbimetria-Rx a doppia energia) sul rachide lombare: poiché le sue scansioni antero-posteriori comprendono sia la porzione anteriore ricca di osso trabecolare che quella posteriore ricca di osso corticale, è di più basso costo, con minori radiazioni, più ripetibile e precisa. La DXA può valutare oltre il rachide anche il BMD del radio distale e del femore prossimale. Si consiglia di misurare il BMD almeno ogni 2 anni, al rachide spinale nella donne 3 fino ai 60 anni perché le deformità vertebrali sono minori e la rarefazione del rachide è più precoce; dopo i 60anni è preferibile all’anca. Riportiamo di seguito le principali indicazioni per la valutazione del BMD: Il T-score è l’indice del rischio di frattura e serve per comparare il BMD rispetto al picco di massa ossea (media della popolazione giovane). Lo Z-score serve per comparare il BMD con quello della popolazione di pari età e sesso, in particolare un suo valore ≤1.5 suggerisce di ricercare eventuali cause secondarie. -F≥65 anni; -F in postmenopausa < 65 anni con almeno un fattore di rischio; -Presenza all’Rx di osteopenia o anomalie vertebrali o fratture da fragilità al rachide/polso/anca; -F in menopausa precoce e/o in terapia ormonale sostitutiva per valutare la risposta terapeutica; -Terapia steroidea per periodi di tempo prolungati; -Iperparatiroidismi. DIAGNOSI DIFFERENZIALE: Studi dimostrano che una riduzione del BMD di una deviazione standard rispetto al valore di riferimento comporta un rischio di fratture (soprattutto all’anca) 1.6-2.6 volte maggiore. Un adeguato wok-up diagnostico per l’osteoporosi volto ad escludere cause secondarie comprende la valutazione di: calcemia, calciuria 24h, fosforemia, fosfaturia, creatininemia, TSH, 25-OHD, PTH, ALP, emocromo completo, VES, funzionalità epatica. Eventuale passo successivo è la valutazione di marcatori tumorali, biopsia ossea tests specifici per disordini endocrini, gastrointestinali, neoplastici, eventualmente marcatori del metabolismo osseo. La scintigrafia ossea può essere utile in alcuni casi come crolli vertebrali dovuti a microfratture non evidenziati all’Rx, in corso di metastasi tumorale oppure in forme regionali di osteoporosi (es algoneurodistrofia). L’osteoporosi / 29.12.11 -Osteomalacia. -Diversi tipi di tumori possono causare la perdita diffusa di massa ossea soprattutto trabecolare alla colonna: es mieloma multiplo, linfomi, leucemie, metastasi. -Iperparatiroidismo primitivo e secondario. -M. di Paget. TERAPIA: La terapia per la prevenzione dell’osteoporosi è raccomandata variamente dalle società internazionali secondo alcuni parametri, in generale si considera necessaria: se il T-score ≤ -2.5 all’anca o al rachide; se il T-score è <-1.5 in presenza di almeno un fattore di rischio; se il T-score è nel range compreso tra -2.5 e -1 ed il rischio di fratture a 10anni per l’anca >3% oppure il rischio di fratture maggiori a 10anni ≥20% (protocollo FRAX: www.shef.ac.uk/FRAX/ ). per soggetti con vertebrali o all’anca. precedenti fratture 4 Il primo livello di prevenzione è basato sull’attività fisica per migliorare tono muscolare ed equilibrio. fratture non si associa ad eventi avversi come fragilità ossea o alterazioni del suo metabolismo. La maggior parte delle donne assume meno di 1/3 della dose raccomandata di Calcio. Si consiglia nei soggetti di 25-65 anni un apporto dietetico di 1g di calcio/die, mentre > 65 anni e nelle donne in menopausa senza terapia estrogenica almeno 12001500mg/die. Alcuni autori considerano, almeno per l’alendronato, di continuare la terapia per 5 anni poi, se il paziente è a basso rischio, di sospendere o somministrare 70mg/2sett. In caso contrario si può continuare con un lento continuo incremento del BMD fino al 10°anno. Il problema è che solo il 44% dei pazienti rimane in terapia con i bifosfonati ad 1 anno, per scarsa compliance. Il calcio-carbonato (il più usato) contiene il 40% di calcio elementare, deve essere preso a stomaco pieno per un corretto assorbimento. Negli anziani e nelle donne in post menopausa è molto comune trovare un’ipovitaminosi D (es 25-OHD <20ng/ml), un’integrazione di vitD (si raccomandano almeno 800UI/die negli adulti) al calcio riduce l’incidenza delle fratture dell’anca e di altre fratture non vertebrali fino al 3050%. I Bisfosfonati sono analoghi del pirofosfato, inibiscono la formazione, ritardano l’aggregazione e riducono la dissoluzione dei cristalli di calcio, legandosi alla superficie. Sono oggi i farmaci più usati secondo protocolli internazionali, sia come formulazioni orali che ev. L’alendronato ed il risedronato sono tra i più studiati, assunti in dosi orali settimanali, sono capaci di ridurre del 50% l’incidenza di fratture vertebrali e del femore prossimali. Studi sul trattamento prolungato (5-10 anni) dimostrano che la riduzione delle L’osteoporosi / 29.12.11 Il Ranelato di Stronzio: agente in somministrazione quotidiana orale, dal non chiaro meccanismo di azione, risultato capace di ridurre il rischio di fratture vertebrali ed all’anca in post menopausa. Hormone replacement therapy: gli estrogeni ostacolano il riassorbimento dell’osso sia corticale che trabecolare; riducono fino al 30-50% il rischio di fratture (anca, bacino, rachide, polso) e soprattutto nei primi anni di post-menopausa (l’effetto sembra svanire dopo i 65 anni), aumentano il BMD di 1-3% per anno. Lo studio WHI (women health initiative) ha dimostrato che la terapia ormonale sostitutiva aumenta il rischio di patologia cardiovascolare. Possibili effetti collaterali sono risultati: neoplasie mammarie, ictus, embolia polmonare, demenza. Le pazienti con menopausa precoce e sintomi postmenopausali sono le migliori candidate a questa terapia; è discutibile l’approccio di utilizzare l’HRT in donne sane senza tali disturbi, eventualmente solo in caso di intolleranza ad altre terapie (alternative di prima scelta sono bifosfonati 5 e lo Stronzio ranelato). I SERMs (selective estrogen replacement modulators) sono una classe di farmaci non steroidei che si legano ai recettori per gli estrogeni. Il raloxifene (60mg/die) è un agonista sull’osso, mentre un antagonista su mammella e utero. Il loro effetto sul BMD e sul bone turnover è inferiore sia in quantità, che in durata (effetto sul BMD dopo cessazione) rispetto ai bifosfonati. Sono utilizzabili in donne giovani in postmenopausa precoce senza sintomi, con lieve osteoporosi vertebrale per almeno 510 anni. Calcitonina di salmone è approvata anche se ha effetti contraddittori sul BMD rispetto alle altre terapie, tuttavia presenta un buon effetto analgesico centrale nei pazienti che lamentano dolore cronico da frattura, soprattutto nelle osteoporosi ad alto turnover delle donne in menopausa avanzata. Negli uomini con ipogonadismo si può sommistrare testosterone cipionato o enantato. Il PTH 1-34 (Teriparatide) somministrato quotidianamente via sc, per una durata limitata (18-24mesi) aumenta la densità e la resistenza ossea, preservando una istologia normale; aumenta la densità solo dell’osso trabecolare in postmenopausa, ma previene la perdita di calcio di tutto lo scheletro in premenopausa (carenza estrogenica nelle giovani); non è associabile ai bifosfonati. E’ capace di ridurre il rischio di fratture vertebrali fino al 70%; tuttavia a causa dei suoi possibili effetti cancerogeni L’osteoporosi / 29.12.11 (osteosarcoma) viene prescritto in centri specializzati secondo protocolli definiti. Denosumab: anticorpo monoclonale umano IgG2 anti che lega il RANKL mimando l'azione dell'osteoprotegerina. Nei trial è risultato superiore ai bifosfonati (alendronato) e dosi di 60mg sc ogni 6 mesi hanno dimostrato dopo 3 anni una riduzione del 68% sulle fratture di rachide, e del 41% su quelle di anca. Il denosumab aumenta gli effetti del Teriparatide. OSTEOPOROSI DA STEROIDI: la perdita di massa ossea è di solito più marcata nei primi 6-12 mesi di terapia. Secondo alcuni autori sono sufficienti dosi di 5mg/die per ridurre la BMD soprattutto trabecolare (sedi preferite sono vertebre e costole). È infatti noto che nei primi due anni di terapia steroidea i pazienti hanno una velocità di perdita minerale ossea 2-3 volte più rapida dei controlli. Si realizza sia un aumentato riassorbimento (ipercalciuria) che una ridotta apposizione (funzione osteoblastica depressa), determinando la soppressione di IGF-1 e l’osteoblastoapoptosi accelerata. Gli steroidi potenziano il PTH e la 1,25(OH)2D e possono causare un iperparatiroidismo secondario. Inoltre deprimono la sintesi di collageno in diversi tessuti causando rallentata cicatrizzazione, assottigliamento del derma, strie cutanee, colorazione delle sclere blu. Riducono l’assorbimento di calcio intestinale, con un meccanismo vitD indipendente senza causare osteomalacia. Gli steroidi inibiscono la secrezione 6 gonadotropinica ipofisaria altro fattore favorente la perdita di massa ossea. Nella s. di Cushing si possono avere fratture spontanee asintomatiche di ossa come le coste e le branche ischiopubiche anche in assenza di marcata osteoporosi della colonna. Un recente trial clinico ha evidenziato che il 17% dei soggetti che praticavano steroidi per lunghi periodi di tempo andavano incontro a fratture vertebrali; la perdita ossea raggiunge la massima velocità per dosi ≥12.5mg/die. Una recente metanalisi ha dimostrato un effetto dose dipendente in una percentuale considerevole di pazienti trattati con glucocorticoidi inalatori ad alte dosi. Peranto è consigliabile controllare la BMD dei pazienti in terapia steroidea tramite DXA al rachide lombare. Secondo la comunità scientifica (l’ACR) terapie steroidee prolungate (≥3mesi continui) a dosaggi ≥5mg/die, necessitano di terapie preventive: L’osteoporosi / 29.12.11 -supplemento di calcio (1000-1500mg/die) e vitD (800UI/die); alcuni riportano anche l’utilizzo di alfacalcidiolo o calcitriolo. -uso di bisfosfonati (es alendronato o risedronato) soprattutto in presenza di una nota frattura osteoporotica, livelli di BMD diagnostici, riduzione del BMD>5% in 6 mesi, intolleranza all’HRT. -uso di diuretici tiazidici (es idraclorotiazide) se la calciuria è ≥4mg/kg/die. Link Nota 79: prescrizione farmaci a carico del SSN in corso di Osteoporosi: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/not a-79 Dr Domenico Malesci Specialista in Reumatologia, Dottore di Ricerca in Immunologia Clinica 7