SCHERMA E PSICOLOGIA
Metodologie e applicazioni per una visione aggiornata dell’insegnamento schermistico
e delle sue conseguenze tecniche e relazionali.
Dr. Giovanni Lodetti
Docente Scuola dello Sport Coni -Lombardia
(loghi) AIPPS- SIPCS – Centro Studi Lodetti
- Cenni sull’Autore
- Cenni sul Tutor
Cap 1
- La Scienza psicologica
- Le origini di un modello applicato allo sport
(Breve excursus su 24 anni di lavoro e relativa presentazione bibliografica)
Cap 2
- La scienza schermistica
- Scuola di scherma ed origini della spada in Italia
Cap 3
- Il modello applicato
- Scherma e psicologia
Cap 4
- Alcuni esempi di applicazione del modello/i, anche nella applicazione nella diversa abilità, referenze
scientifiche specifiche e sviluppi.
Cap 5
- Conclusioni
- Il CDS.M°Marcello Lodetti asd Milano, sintesi sportiva nello sviluppo schermistico globale.
L’Autore
Dr. Giovanni Lodetti
Milanese 47 anni, psicologo clinico dello sport.
Laureato a Milano Università degli Studi. Già allievo di Marcello Cesa-Bianchi e Carlo Ravasini presso
l’Istituto di Psicologia della Facoltà Medica, psicoanalista transazionale in campo educativo, già Nazionale di
Spada ed Atleta dell’Aeronautica Militare, Campione Italiano Universitario con il Cus Milano.Tiratore in
Coppa del Mondo Assoluta negli anni 80/90. Manager e Dirigente dello Sport abilitato dalla Regione
Lombardia (1992), nel movimento Coni dal 1987 e Paralimpico dal 1998 -2010 come Referente Tecnico
Regionale (Lombardia) Scherma, Formatore Nazionale Professionale Senior Psicologo e Formatore
Professionale Tecnico Senior Scherma nell’ambito CIP Nazionale dal 2007. Stessi incarichi per la nuova
Federazione del CIP, FISPES ( Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali).Nominato nel 2011
Referente Nazionale Formazione FISPES e Psicologo Federale Federgolf disabili (FIGD).Responsabile
Provinciale (MI) Scuole ed Attività giovanili, nonché Referente Formatore per il servizio civile Lombardia e
già Referente Regionale Dipartimento 4 (scherma, tiro a segno, tiro con l’arco) 2008-10 CIP. Fondatore del
Team Lombardia Cip scherma (2010), già referente Regionale area Medica - Psicologica S.O.I. FISD (2000),
ha collaborato come psicologo con UITS Unione Italiana Tiro a segno.(1994). Nominato 2011 Esperto
Docente Scuola Centrale dello Sport Coni - Lombardia. Collaboratore dal 2000 presso il Laboratorio Lac
(Laboratorio Architetture Computazionali) diretto dal Prof. Giovanni degli Antoni presso l’Istituto di Scienze
e Tecnologie Informatiche dell’Università degli Studi di Milano.Istruttore Nazionale di scherma alle tre Armi
Diplomato all’Accademia Magistrale Italiana dal 1987, già iscritto all’AIMS (Associazione Italiana Maestri di
Scherma).Fra i suoi allievi in 24 anni d’insegnamento, diversi Campioni Italiani di categoria, tiratori in Coppa
del Mondo assoluta e giovanile. Figlio del Maestro della Nazionale Italiana di scherma dal 1960-80 M°
Marcello Lodetti, in occasione di Olimpiadi,Campionati del Mondo Assoluti e Giovanili,Universiadi.(Palma
d’argento Coni - Meriti Tecnici, Socio Onorario dell’Associazione Italiana Maestri di Scherma) e nipote di
Gianluigi Lodetti (già Maestro della Nazionale Svizzera e Cavaliere della Repubblica Italiana), dal 2002
Presidente fondatore di Società schermistica ASD FIS www.schermalodetti.it (Centro Scuola Nazionale di
Formazione Magistrale) e dal 2005-10, Presidente fondatore Società schermistica ASD CIP. Dal 2004, e
rieletto sino al 2012, Consigliere Provinciale FIS. Dal 2000/10 Docente Fis - CRL - Aims.Tutor della neonata
Scuola Nazionale Magistrale di scherma insieme al padre Marcello (2010). Come Ricercatore è autore di circa
100 pubblicazioni (fra cui 10 libri) a carattere nazionale ed internazionale sulle tematiche di psicologia
applicata alle dinamiche del disagio, dello sport e della comunicazione, (recensiti in oltre 100 articoli). Dal
1994-2011 fondatore, Direttore Scientifico - Segretario Generale e Presidente dell’Associazione
Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello sport AIPPS Onlus (www.aipps.it) e dal 2008 Fondatore e
Presidente della Società Internazionale Psicologi Clinici dello Sport SIPCS. Socio WCP. EATA. AIAT.
AUPI. FISSP. FEPSAC, promotore di vari eventi congressuali internazionali e manifestazioni d’integrazione
fra diverse abilità, quali il milanesissimo Premio”Fair Play ed età evolutiva“© giunto alla 12° edizione.
Autore di romanzi, piece e drammi teatrali, film-maker ( presente a diverse rassegne Cinematografiche
Internazionali come il Festival mondiale della cinematografia sportiva ) è abilitato con concorso di Stato
(1999) all’insegnamento nelle Scuole Superiori di II° grado in Storia e Filosofia, Psicologia e Pedagogia, è
stato Docente a progetto presso l’Università Statale di Milano,(Medicina e Informatica) Università Bicocca di
Milano, l’Università degli Studi di Padova, l’Università Insubria di Varese,Università degli Studi di Pavia con
diversi Seminari e Corsi relativi all’applicazione delle sue ventennali ricerche, principalmente in psicologia
clinica dello sport. Ha inoltre diretto (2007/8) lo sportello di psicologia dello sport p/so Unità Spinale del
H.Ca Grande - Niguarda Mi.
In Who is Who International 2005,
International Bibliography Chambridge 2006,
Atlante del Top Management Italiano 2008.
Già nell’Ordine Autori e Scrittori Italiani (1994-2000)
Via Priv.Rezia 4 – 20135 Milano [email protected] cell 339.2258941
Curricula professionale
- Dirigenziale - Magistrale - Sportivo
1986/7 ad oggi Istruttore Nazionale di Scherma alle tre Armi
Diplomato presso l'Accademia Magistrale Ans - Aims di Napoli presso:
Circolo Scherma R.A.S. Milano (Mi)
Polisportiva Scuola e Sport -Desio- (Mi)
Società Cariplo Meneghina Scherma (Mi)
Società Scherma SICE Desio (Mi)
Società Ginnica Forza e Coraggio (Mi)
Società Scherma Piccolo Teatro (Mi)
Circolo Scherma Lugano M° Gianluigi Lodetti (Ti-Suisse)
Circolo della Spada M° Marcello Lodetti asd Milano ( Mi )
1987-1992 Direttore Centri Avviamento allo sport C.O.N.I. Scherma Milano
1988 -1991. Docente di sostegno ai Moduli presso il Secondo Circolo Didattico delle Scuole Elementari di
Desio (Mi)
1988 Co-fondatore Polisportiva Scuola e sport Desio (Mi)
1988 -1988 Insegnante presso i Centri Estivi della Federazione Italiana Scherma
1989-91 Direttore Centri Olimpia C.O.N.I. Milano
1990 -1990 Arbitro Internazionale di Scherma in occasione dei Campionati Mondiali Juniores di Pentatlon
Moderno Femminile
1991-1992 Dirige il primo centro schermistico convenzionato con il CUS (Centro Universitario Sportivo)
Milano presso la società schermistica Ras, convenzione ripresa come Presidente dal CDS M° Marcello Lodetti
nel 2002/3-2010
1991-1992 Docente nei Corsi di Formazione C.O.N.I. Provveditorato agli Studi di Milano Federazione
Italiana Scherma ed insegnante con la supervisione del padre Marcello del Corso di scherma da loro creato
presso l'Istituto Statale Setti - Carraro dalla Chiesa di Milano.
1993 -1994 Consulente psicologico Squadra Nazionale Italiana di Tiro a Segno.
1994 -1994 Responsabile Segreteria Scientifica per Università Studi di Milano -Cattedra di Psicologia Clinica
della Facoltà Medica del 1° Congresso Sport ed Educazione Giovanile.
1995-1995 Free-lance a carattere giornalistico per il network americano (W) NBC di New York in occasione
della Cinquantesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Free-lance per la Gazzetta dello Sport per
vari articoli a carattere scientifico
1996 -1998 Docente Corsi di formazione C.O.N.I Provveditorato agli Studi-Federazione Italiana Scherma
1996 -1998 Docente di Corsi di formazione A.I.P.P.S. (Associazione Italiana Psicologia e Psicoanalisi dello
Sport) Provveditorato agli Studi di Milano
1998 -1998 Docente CONI – FISD. Corso di Formazione per operatori FIDAL (Federazione Italiana Atletica
Leggera) Comitato Regionale Lombardo della Federazione Italiana Sport Disabili, Città di Monza
1998 è Collaboratore Tecnico della Federazione Italiana Sport Disabili (FISD), numero tessera 5001, ha ,in
questa veste formato in diversi stages presso le loro sedi , gli operatori psico - sportivi delle società "Libero
per tutti" e della "Polisportiva Milanese 1979 Sport Disabili"
1999-1999 Docente CONI- FIS corsi di Formazione insegnanti di Educazione Fisica, Comitato Regionale
Lombardo FIS
1999-1999 Docente CONI.- FISD corso di Formazione FISD nazionale per istruttori di equitazione,
Federazione Italiana Sport Equestri (FISE)
1999-2000 Docente CONI - FIS responsabile d'area (Barona, Trecastelli, etc.-zona sud-est Milano) progetto
"scuola-scherma"(FIS-CRL)
2000 /11 Docente Staff medico- psicologico della Federazione Italiana Scherma (Comitato Regionale
Lombardo) corsi di formazione insegnanti di ruolo FIS - AIMS - Provveditorato agli Studi di Milano-CONI
2000- marzo Arbitro Internazionale per la rappresentativa Italiana Trofeo Renè Monal Novartis Cat. Assoluta
GP.FIE, spada maschile - Parigi 16 marzo 2000
2000 luglio - aprile 2001 Responsabile area benessere e sport Terme Bormio (SO) e curatore con il padre
Marcello della Nuova Sala D'armi, allestita presso le stesse e tesserata propaganda FISD.
Responsabile del "Consultorio psico - pedagogico per il benessere psicofisico e sportivo".
2000 ottobre-01 Nominato responsabile Area Psicopedagogica Special Olimpic Team Lombardia SOI-FISD
2000 novembre -2010 Nominato Responsabile Tecnico della disciplina schermistica FISD Lombardia ora
(Comitato Paraolimpico Italiano C.I.P.)
2001 aprile -2010 Nominato responsabile Settore scuola ed attività giovanili FISD-CIP Provincia di Milano
2002 maggio - Direttore Scientifico Convegno Internazionale “Scherma ed handicap“ FIS -FISD
2002 settembre – Presidente Circolo della spada M° Marcello Lodetti Milano . www.schermalodetti.it
2002 settembre - Direttore Scientifico A.I.P.P.S. In questa vece è responsabile di svariati corsi di formazione
documentati in sede Aipps www.aipps.it
2003-4 marzo – maggio / marzo Formatore -Docente Corso di Formazione Comune di Cremona , Asl
Cremona , Provveditorato agli studi Cremona “ Diversamente abili …egualmente sportivi”
per operatori di attività motorie e sportive con disabili. Con gli interventi a titolo “Conoscenza ,
Informazione,Formazione del mondo dello sport con persone diversamente abili “ e “ la comunicazione con il
disabile e la dinamiche di gruppo”
2004 dicembre - Eletto Consigliere Provinciale F.I.S. Milano
2005 /11 - Presidente Circolo della Spada - Ability Plus M° Marcello Lodetti- ASD Milano tesserata CIP
2006 -7 -Direttore Sportello di psicologia dello sport presso AUS Niguarda H.Ca Granda Milano
2006 /7- Docente Master II° Livello in Sociologia e Management sportivo. Dipartimento di Sociologia
Università Studi Bicocca Milano.
2007 - Docente Cip area professionale/psicologica. Corso di formazione Nazionale tecnici Tennis Milano
novembre.
2007- Nominato Formatore Senior area Professionale / Psicologia CIP ed Formatore Seniores Area Tecnica Scherma CIP Nazionale
2008 - Riconfermato Consigliere Provinciale Fis Milano 2008-2012.
2008 - Nominato Referente Regionale CIP Dipartimento 4 ( scherma , tiro a segno, tiro con l’arco)
2008 - Direttore e Coordinatore Master Universitario di II° Livello in Psicologia Clinica dello Sport AIPPS,
Provincia di Milano, H. Sant’Anna Como.
2008 - Responsabile Direzione Scientifica Convegno FIS-CIP , AIPPS-SIPCS “Modelli per una Psicologia
applicata alla disciplina schermistica: esperienze e prospettive di intervento”
2009 - Coordinatore e Docente Corso di Formazione nell’area Tecnica ed area Psicologica Cip Istruttori
Nazionali Scherma abilitazione per diversamente abili Cip Nazionale
2009 - Nominato Formatore Nazionale Seniores Area Professionale Psicologia Comitato Italiano Paralimpico
2009 -Docente presso l’Università Insubria di Como – Varese sede di Saronno. Seminario su “ Scherma e
disabilità” all’interno del Corso di Laurea in scienze Motorie- Discipline adattate - presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia.
2009 -Direttore I° Corso di Introduzione alla Psicologia Clinica dello Sport Provincia di Milano- AIPPS
2009 -Docente Corsi di Formazione Nazionale Allenatori basket in carrozzina Area professionale psicologica
Comitato italiano Paralimpico.
2010-Direttore Scientifico Congresso AIPPS – SIPCS. FIS - Cip regionale Università di Granada Provincia di
Milano “Scherma ed aspetti psicologici per educatori e Maestri d’arme.”
29 gennaio 2010 Legnano- Trofeo Carroccio Coppa del Mondo
2010 -Docente e collaboratore al progetto “Avviamento al nuoto dei bambini disabili visivi” Presidenza
Nazionale U.I.C.I. – Ministeri del Lavoro,Salute e Politiche Sociali
2010 - Docente presso l’Università degli Studi di Pavia Seminario su” Scherma quali abilità
possibili?”all’interno del Corso di Laurea in Scienze delle Attività motorie e sportive - Attività fisiche adattate
- Facoltà di Medicina e Chirurgia e Facoltà di Ingegneria (Corso di Laurea Interfacoltà)
2010 - E’ Membro effettivo Federazione Europea Psicologi dello Sport
2010 -Docente area professionale /psicologica Corso di Formazione per Guide Alpine ed Accompagnatori di
Media Montagna ‘ Il disabile e la montagna’- Regione Lombardia- Collegio Regionale delle Guide AlpineC.I.P Lombardia
2010 - Direttore Scientifico Convegno” Sport e benessere in città”AIPPS-SIPCS Comune di Milano Assessorato allo sport – Comitato italiano paralimpico Lombardia Caserma Teuliè Milano
2011- Nominato Esperto, Docente Scuola Centrale dello Sport Coni - Lombardia.
2011- Nominato Referente Nazionale Formazione Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali
2011- Nominato Psicologo Federale Federgolf disabili (FIGD)
2011- Nominato CT scherma Cus Milano per i campionati Italiani CNU Torino 2011 e ne vince il medagliere
con 2 ori 1 argento 3 bronzi
Interventi extracurriculari
2008“ Invito alla legalità”Transparency International Italia (TI –it) 15 aprile 2008 ITIS E. Mattei – San
Donato Milanese, Relatore“Sport ed etica”
2010 “ I valori etici in una società responsabile”Transparency International Italia (TI- it) 21 aprile 2010
Sport e vita le regole sportive nella vita di tutti i giorni Ist.Prof. V Floriani Vimercarcate
Corsi di specializzazione e aggiornamento svolti in ambito Coni
(In campo dirigenziale e organizzativo sportivo)
- Corso di Formazione per dirigenti sportivi I° livello Prov. Milano 7-10-91;
- Corso di Specializzazione per dirigenti sportivi II° livello Prov. Milano 3-94;
- Corso di Aggiornamento per dirigenti sportivi III° livello Prov. Milano 4-94;
- Corso di Alta Specializzazione per dirigenti sportivi IV° livello Prov. di Milano 10-4-97;
- Master per Organizzatori e Dirigenti sportivi V° livello Prov. Milano 31-5-98;
- Corso di Alta Specializzazione -Quadri-. VI° livello Coni-Scuola dello Sport Roma 24/25-11-2006
( in campo Istituzionale Pubblica Istruzione )
- Corso ed Attestato di Qualifica Post Diploma Universitario - Dirigente Sportivo - Regione Lombardia
Assessorato all’Istruzione 1992
( in qualità di Istruttore Scuola Centrale dello Sport ed Istruttore Centri Avviamento CONI )
- Corso di aggiornamento istruttori CAS Prov. Milano e CONI 1990;
- Corso di aggiornamento per discipline tecniche di combattimento individuale Prov. Milano e Coni Scuola
Centrale dello Sport 1994
(in qualità di Istruttore Federale Federazione Italiana Scherma e Associazione Italiana Maestri di Scherma)
- Centro Internazionale di Scherma FIS-AIMS allievo Istruttore I° livello 1986.
- secondo corso Istruttore II° livello 1987
Carriera sportiva
Come atleta ha iniziato l'attivita' all'eta' di sei anni presso il Circolo della Spada Mangiarotti di Milano ed ha
avuto suo padre Marcello come Maestro militando in seguito nelle società:
- Circolo della Spada Mangiarotti Milano 1970/78
- Circolo Scherma Giardino Milano 1978/82
- Circolo Scherma Ras Milano 1982/92
- Sala d'Armi dell'Aeronautica Militare Roma 1986/87
- Associazione schermistica Cariplo -Meneghina Milano1993/99
- Società Ginnica Forza e Coraggio Sez. Scherma Milano 1994/2001
- Circolo della Spada M° Marcello Lodetti Milano 2002/05
All'eta' di undici anni e' stato semifinalista ai Campionati Italiani di Categoria nell'arma di fioretto ed ha
partecipato in seguito a diverse finali Regionali nelle diverse categorie giovanili sia di fioretto che di spada.
Ha partecipato come rappresentante della Nazionale giovanile a prove di Coppa del mondo Giovani (under
20) di fioretto maschile a Como e di spada maschile a Basilea.
Ha fatto parte nella stagione 86/87 del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare Italiana e nella stagione
87/88 ha partecipato a quattro prove consecutive di Coppa del Mondo Assoluta di Spada a :Parigi (3 edizioni),
Budapest, Berna e Legnano (3 edizioni) per la Nazionale Italiana.
Ha al suo attivo una partecipazione ai Campionati Italiani Assoluti di Spada individuale a Genova con il
Gruppo Sportivo dell'Aeronautica Militare e sei partecipazioni agli stessi di Spada a squadre (due con il
Circolo Scherma R.A.S. Milano uno con il G.S. Aeronautica e tre con la società Ginnica Forza e Coraggio
Sez. Scherma Milano)
Ha inoltre partecipato inoltre dall'84 al 2004 a diverse prove Internazionali.
- Settimo ai Campionati Europei Universitari di Spada a Berna (Cat. A)
- Nono al Trofeo Internazionale di Spada di Locarno ( Cat. A)
- Sedicesimo al Trofeo Internazionale di Spada di Montecarlo (Cat. B)
- Terzo Campionati Assoluti Ticinesi Open di Spada a Lugano
E' stato campione Italiano a Squadre con il C.U.S. Milano ai Campionati Italiani Universitari di Cagliari
(1988) e si è piazzato per due volte consecutive al dodicesimo posto nell'Individuale di spada dei suddetti
Campionati (87-88)
Ha vinto a Milano il I° Trofeo Nazionale Necchi di Spada Maschile (1987)
Ha al suo attivo dal 1980, varie finali, sia individuali che a squadre di Fioretto e di Spada ai Campionati
regionali assoluti della Lombardia.
Si è ritirato dall'attività' agonistica dilettantistica nel 1988 all'età' di 24 anni dopo aver battuto in Coppa del
Mondo il Campione Olimpico di spada A. Shmitt (Seul 1988) e si e' dedicato all'insegnamento delle giovani
leve.
Fra i suoi allievi i campioni Nazionali di categoria di scherma (spada) maschile Francesco Banzatti e (spada)
femminile Anna Ferni ed i tiratori in Coppa del Mondo Assoluta Roberta Ravasi e Katia Del Vento (spada) ed
ha messo P/o Istituto Setti-Carraro in guardia N. Moellhausen (spada) terza ai recenti campionati del Mondo
di Parigi -2010.
Ha inoltre curato come CSD M° Marcello Lodetti con il padre Marcello, la Formazione ed il Tirocinio per la
preparazione all'esame AIMS e CIP per Istruttori Regionali/e-o Nazionali
2004-2010 di:
- Dr.ssa Roberta Ravasi (FIS – CIP) – Nazionale alle tre armi – Nazionale paralimpico
- Dr. Arch. Fabrizio Orsini ( FIS – CIP) – Nazionale Fioretto e Nazionale Paralimpico
- Ins. Katia Del Vento (FIS – CIP) Regionale e Nazionale Paralimpico
- Dr. Daniele Bargnesi ( FIS- CIP) Nazionale alle tre armi , Nazionale Paralimpico
- M° Lorenzo Ravazzani (FIS) Nazionale alle tre armi
- Prof Roberto Pedrini (CIP) Nazionale FIS Sciabola e Nazionale Paralimpico
- Dr. Luca Nora (FIS) Regionale
- Dr. Mirko Novellini (CIP) Paralimpico e Nazionale,Spada
Hobbies
Sci Campione Europeo Slalom Gigante “Medici-Pediatri 2003” Madonna di Campiglio,
Alpinismo, Ascesa 2003 Cevedale da Sud Ovest via Palon -Vioz -Rosole Cevedale h 9.00 (Sertorelli Guida)
Il Tutor
Marcello Lodetti (Milano, 25 luglio 1931) è un Maestro di scherma italiano nella tradizione Magistrale del
20 secolo. Nel 1959 si è diplomato presso l’Accademia Nazionale ( ed è stato l’allievo del M° Giuseppe
Mangiarotti).
Ha iniziato scherma a Milano nel 1938 presso la Sala Mangiarotti in via Passione 9. Tra il 1960 ed il 1980 è
stato Maestro della Nazionale Italiana in occasione di tutte le competizioni schermistiche importanti come le
Olimpiadi, Campionati del Mondo, Universiadi, alternativamente in tutte e tre le armi: fioretto, spada e
sciabola. (annuari CONI-FIS).Nel 1960 è stato fondatore con i Maestri Lancia e Cucchiara dei primi Centri
Internazionali Estivi della F.I.S. di Pievepelago e Zocca Co-fondatore (1965).Vice-Presidente e Segretario
(Presidente M°Giuseppe Mangiarotti) del Sindacato Italiano Maestri di Scherma, nucleo primigenio del poi,
ed odierno organo rappresentativo magistrale AIMS (Associazione Italiana Maestri di Scherma)-fonte AIMS
Sotto i suoi insegnamenti, gli allievi diretti (Bellone Stefano - Clara Mochi - Gianfranco Mochi et altri) hanno
vinto:
• più di 20 Titoli Italiani Assoluti in tutte le tre armi (non contando i t itoli minori di categoria giovanile e i
titoli di 2°, 3° e 4°di categoria, ed i titoli a squadre, in tutto circa 90). • 2 Titoli Mondiali Assoluti a squadre 1
argento 2 bronzi a squadre. • 1 Titolo Mondiale Giovane individuale. • 1 Titolo Mondiale Universitario 1
argento e 2 bronzi a squadre. • Una Medaglia Olimpica ( Bronzo) a squadre. • 1 Coppa del Mondo. Varie
Finali Mondiali Assoluti e Giovanili di fioretto maschile e spada maschile e vincitori di svariate Gare di
Coppa del Mondo Assoluta ed under 20 sia di fioretto femminile che di Spada maschile. • Altri suoi allievi da
lui per molto tempo allenati hanno fatto la Storia della scherma italiana sino ai giorni recenti vincendo
innumerevoli Olimpiadi,Coppe del Mondo e Campionati del Mondo.(Annuari FIS)
• Il Maestro Marcello Lodetti è ad oggi presente in diversi trattati internazionali sulla scherma. (si veda sotto)
Ha pubblicato con il figlio Giovanni nel 1995 rieditato 2003 per Mursia Editore il manuale: La scherma,
tecnica didattica psicologia.
Dal 2002 è attiva in Milano la sala d'Arme regolarmente tesserata CONI- FIS-FISPES Circolo della Spada
M°Marcello Lodetti asd Milano per diffondere e promulgare i suoi insegnamenti - www.schermalodettti.it ( si
veda elenco nazionale Coni società sportive n° 20123)
Marcello Lodetti è stato Maestro presso le seguenti società: • CUS Pavia. • Club Scherma Novara. • Club
Scherma "Felsinia" Bologna. • Centri di Addestramento C.O.N.I.(via Cerva) Milano. • Circolo della Spada
Mangiarotti Milano. • Associazione Schermistica Busto Arsizio. • Associazione Scherma Pro Vercelli. •
Circolo Scherma Ras Milano oltre che il Cofondatore della Polisportiva " Scuola e Sport" Desio (Mi) e primo
Maestro della Sez. Scherma nel 1990. • Circolo della Spada M° Marcello Lodetti asd Milano.
Dal 2000 al 2008 Marcello Lodetti è stato Presidente dell'Associazione Internazionale di Psicologia e
Psicoanalisi dello Sport (onlus). www.aipps.it
Onoreficenze pubbliche ricevute:
• Palma D'argento per Meriti Tecnici Coni. (2007) • Targa 50 anni di Magistero AIMS ( Associazione Italiana
Maestri di scherma) (2008-9). Socio Onorario Associazione Italiana Maestri di Scherma (2011)
Pubblicazioni tecniche principali sul Maestro:
• Arturo Volpini- La spada - manuale pratico - De vecchi editore -1975
• Casa della Cultura – Cinquant’anni di cultura a Milano - a cura di Gianni Canova - Skira ed. - 1996.
• Garret-Kaidanov-Pezza - Foil, Saber and Epée fencing - Pennsylvania State University Press - 1994.
• Gaugler W. – The History of Fencing - Laureate Press-Maine – 1998
Il Maestro Marcello Lodetti
(Olimpiadi di Monaco 1972)
CAP 1
Origine del Modello
marzo 1988
- Giovanni Lodetti viene assunto in immediato affiancamento a Marco Mandelli come esperto della materia
dal Comune di Desio per l'insegnamento dell'attività sportiva di base ( come istruttore diplomato dei Centri
avviamento allo Sport alla Scuola Centrale dello Sport) e come istruttore diplomato all' insegnamento alla
disciplina schermistica all'Accademia Nazionale Magistrale di Napoli nel quadro del primo progetto di
integrazione di attività sportiva di base e modello di disciplina sportiva nelle scuole primarie in Italia per
volontà delle Direzioni Didattiche e della Pubblica Istruzione del Comune di Desio, sfruttando la
possibilità dell'impiego di legge Regionale di esperti esterni con i requisiti richiesti nel quadro della figura
professionale dell'esperto in attività motorie di affiancamento.
Tale mandato terminerà il 12 giugno 1991 per decadimento della disposizione Regionale ed introduzione dei
Moduli di insegnamento nelle Scuole di Ordine Primario in Italia
6 giugno 1988
- Giovanni Lodetti e Carlo Ravasini strutturano in seno alla Cattedra di Psicologia Clinica dell'Istituto di
Psicologia della Facoltà Medica di cui il Prof. Carlo Ravasini è il Titolare di Cattedra le nuove griglie di
osservazione clinica applicate allo sport ed iniziano il progetto di ricerca "Sugli aspetti psicoanalitici
dell'attività sportiva"
8 giugno 1988
-Giovanni Lodetti e Marco Mandelli istruttori Federali Federazione Italiana
Scherma, Istruttori Centri Avviamento C.O.N.I. ed incaricati ed assunti presso il Comune di Desio in qualità
di esperti didattici in materia di avviamento allo sport in ambito scolastico primario, promuovono in
collaborazione con:
- L'Assessorato alla P.I. Cultura e sport di Desio
- Direzioni Didattiche 1°-2°-3° Circolo Scuole elementari
in collaborazione con C.O.N.I.- F.I.S.- Università degli Studi di Milano
Istituto di Psicologia della Facoltà Medica
"Conferenza per la presentazione del - Programma schermistico come attività ricreativa, ludica e
terapeutica in ambito scolastico e comunale" Mercoledì 8 giugno 1988 Aula Consiliare del Comune di
Desio (Milano)
2 maggio 1989
- Giovanni Lodetti con padre Maestro Marcello Lodetti già Maestro della Nazionale Italiana, il Segretario del
Comune di Desio dott. Brambilla il Direttore Didattico del 2° Circolo dott. Perrella la Segretaria Generale
dell'Ufficio della Pubblica Istruzione del Comune di Desio Sig.ra Bellavia Orietta il Dott. P. Gavazzi direttore
del Centro Unione Medici Specialisti di Milano il Dott. A. Radice e suo nipote Marco Mandelli fondano
Presso gli Uffici della Segreteria Comunale di Desio la" Polisportiva Scuola e sport Desio":
nata per promuovere con fini preventivi ed educativi l'approccio corretto all'attività sportiva principalmente
della scherma, dell'avviamento al pentatlon,dell'atletica, e del rugby Presidente é eletto all'unanimità il
Maestro Marcello Lodetti.
18 settembre 1989
- Giovanni Lodetti, fonda con Gavazzi, Brambilla, Gagliazzo, Perrella, Bonvini la " sezione scherma" della
Polisportiva nata per la diffusione specifica e corretta sui precetti della Polisportività come requisito
fondamentale dell'avviamento e dell'approfondimento delle corrette tematiche dello sport della scherma.
In seconda istanza viene stilato lo Statuto dove compaiono anche alcuni genitori del gruppo costituendo degli
allievi. Maestro garante all'affiliazione F.I.S. é il Maestro Marcello Lodetti , istruttori effettivi M° Marco
Mandelli,Giovanni Lodetti, Germano Prada, Marco Santimaria
18 dicembre 1989
-Giovanni Lodetti , Carlo Ravasini con la prefazione del Direttore dell'Istituto di Psicologia Marcello CesaBianchi Presentano a Milano il loro saggio "Aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva" che rivela i risultati
degli Studi effettuati sul Campo nella strutture scolastiche ed extrascolastiche dei Comuni di Desio e di
Milano.
Aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva
Nuove metodologie di osservazione clinica applicate alla scherma nell'età evolutiva
Prefazione di Marcello Cesa-Bianchi
Premessa
Introduzione
Capitolo 1: I meccanismi di difesa dell'Io
- Origine della psicoanalisi
- L'Io
- I meccanismi di difesa
- Considerazioni sui meccanismi di difesa
Capitolo 2: Scherma
- Storia della scherma
- Scherma e psicoanalisi ; aggressività e gioco
- Pedagogia e scherma
- Appendice tecnica
Capitolo 3: Valutazione della personalità dello schermitore
- L'approccio classico
Capitolo 4: L'osservazione clinica diretta
- periodo di latenza
- nascita della psicoanalisi del gioco
- Osservazione diretta del bambino nella psicologia e nella psicoanaliosi
Capitolo 5: Applicazione dell'osservazione clinica diretta in campo sportivo
-Introduzione alla ricerca - Metodologia
- Osservazioni sul campo:soggetti, materiale, risultati delle osservazioni
- Conclusioni
Capitolo 6 Letteratura scientifica
- Analisi ragionata della letteratura
- Bibliografia
30 Marzo 1990 Terza Pagina Elzeviro –Corriere della Sera a Firma Silvia Vegetti –Finzi Storiografa della
Psicoanalisi
6 aprile 1990
-Giovanni Lodetti e Carlo Ravasini presentano presso l'aula Consigliare del Comune di Desio il loro volume
sugli" aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva" in seguito Giovanni Lodetti - Marco Mandelli e Massimo
Santamaria presentano i programmi e la finalità della costituita società "Polisportiva Scuola e sport Desio"
22 aprile 1990
-Giovanni Lodetti presenta all'VIII Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia dello Sport a
tema: lo psicologo dello sport tra pubblico e privato: ruolo compiti,prospettive, i lavori nati in seno al progetto
sugli "aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva"
3 giugno 1991
- Giovanni Lodetti con la collaborazione di Marco Mandelli pubblica con la prefazione del Prof Carlo
Ravasini per conto del Comune di Desio ed il C.O.N.I. il Saggio " Nascita del Progetto Campus nelle scuole
elementari in Italia" che racchiude la filosofia del progetto e le basi per lo sviluppo di un modello di
prevenzione al disagio giovanile attraverso l'utilizzo dello sport ed il collegamento dello stesso con l'attività
scolastica di base
La nascita del progetto "Campus" nelle scuole
elementari in Italia.
Piano operativo, finalità e prospettive per una società polisportiva. Aspetti pedagogici e
sociali
Prefazione prof Carlo Ravasini Premessa dott. Giovanni Lodetti Introduzione dott. Giovanni Colombo
Amministrazione Comunale Città di Desio
-L'esperienza educativo -pedagogica e l'attività ludico sportiva nelle scuole elementari. Analisi per una nuova
dimensione collaborativa nella clinica di formazione Giovanni Lodetti
-Intervista sul Progetto Scuola e Sport e gli aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva Giovanni Lodetti,
Monica Previato
-Piano operativo; finalità e prospettive del progetto "Campus" Giovanni Lodetti, Marco Mandelli
-Pedagoghi " Scuola e Sport" A.A.V.V. come il precedente.
23 novembre 1991
- Giovanni Lodetti in qualità di Direttore sia di Centro Olimpia di
Avviamento allo sport che Centro C.O.N.I. e di Vicedirettore di Sala
D'arme è invitato come relatore e formatore nel Corso della Federazione
Italiana Scherma (Comitato Regionale) e del Provveditorato agli Studi di
Milano affidato al Maestro Marcello Lodetti per insegnanti delle scuole
dell'obbligo sul "valore educativo della disciplina schermistica"
26 febbraio 1994
- Giovanni Lodetti e Carlo Ravasini curano per l'Università Statale di Milano
la Segreteria Scientifica del primo Convegno su "Sport ed Educazione
Giovanile"dove vengono divulgate e confrontate le loro ricerche ed il
modello applicativo " Campus" con i massimi esponenti scientifici dei campi
attinenti. I lavori vengono patrocinati dalla Comunità Europea e dalla
Regione Lombardia.
3 dicembre 1994
- Giovanni Lodetti e Carlo Ravasini presentano il Volume sugli Atti del
Convegno e costituiscono con il Maestro Marcello Lodetti, Guglielmo Piazzi e
Marco Brambilla, L’AIPPS
www.aipps.it
Sport & educazione giovanile
Riflessi di carattere psicologico e sociale
Indice
Presentazione
Aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva: i meccanismi di difesa Lodetti Giovanni- Ravasini Carlo
Aspetti psicoanalitici dell'attività sportiva: prospettive ed eventuali interventi nella struttura scolastica ed
extrascolastica Carlo Ravasini- Giovanni Lodetti
Caratteristiche epistemologiche delle ricerche sugli aspetti psicoanalitici delle attività sportive Alfredo Civita
Il trainer sportivo; la testimonianza di un maestro d'Armi Marcello Lodetti
Lo sport come rituale della società di massa Alessandro Dal Lago
Il panorama sportivo italiano. La scuola come fruitore privilegiato del messaggio terapeutico sportivo Franco
Maria Arosio
L'analisi transazionale nello sport Maria Luisa Pisani
Lo sport fa bene alla salute Giorgio Piccinino
Medtodo comparativo fra i meccanismi di difesa in campo sportivo e l'analisi della scrittura. Confronto con i
risultati dell' osservazione clinica diretta E.Crotti, L.Grechi, G Lodetti, A.Magni, F. Pesenti
Le regole del gioco: aspetti psicoanalitici e riflessi educativi Fabiana Polese, Riccardo Sciaky
Aspetti fisiologici dell'attività sportiva di base, le caratteristiche fondamentali del giovane schermitore
Camilla Cerizza, Giulio Sergio Roi
Sport nell'età adolescenziale: un approccio clinico Guglielmo Piazzi
Riflessioni medico-legali in tema di doping Osvaldo Morini, Arnaldo S. Migliorini
Analisi neurologica di un gruppo di schermitori in età evolutiva M. Garotta, R.G.Pizzo
Le potenziali applicazioni della psicologia clinica dello sport nell'attività del tiro a segno G.Beonio-Brocchieri
Attivazione e rilassamento psicofisico sulle, pratiche sportive , esperienze formative ed educative per i giovani
G. Calderaro
La disciplina e l'autocontrollo nell'attività di combattimento orientali: confronto con le discipline marziali
occidentali Roberto Vismara
Storia della psicologia clinica nell'età evolutiva e sue moderne applicazioni alla pratica sportiva Andrea
Poggio
Proposta di una propedeutica all'insegnamento delle discipline di combattimento Giulio Farina
Neuropsicofisiologia dello sport Carlo Lorenzo Cazzullo
Aspetti terapeutici complementari all'attività sportiva schermistica e prospettive terapeutica per altre discipline
Giovanni Lodetti
Conclusioni
Con la Nascita dell’Associazione Internazionale di Psicologia e psicoanalisi dello sport di cui ne sono il
Presidente dal 2008 si struttura una linea scientifica e clinica d’azione che porterà alla nascita della psicologia
clinica dello sport. Come si evince ds questo mio articolo scritto per la Gazzetta dello Sport
Gennaio 1995 Presentazione del Manuale di scherma ; La scherma di Marcello e Giovanni Lodetti
Nella Libreria Centrale Marco in Galleria Vittorio Emanuele In Milano
:
Nel 1999 grazie alle esperienze istituzionalizzate attraverso la Regione i Comuni le direzioni Didattiche e la
Fis, trattate nei vari distretti scolastici milanesi e dell’hinterland e alle ricerche ad esse connesse da AIPPS
con ad uso lo strumento schermistico viene pubblicato :
a cui seguiranno oltre alle riedizione nel 2003 del Trattato
E la pubblicazione degli Atti completi dei due congressi del 2008 di Monza durante i campionati Europei
Under 23 e del 2010 durante la 33 edizione gara di Coppa del Mondo di Spada del Carroccio di Legnano ,
commissionati dal Comitato Regionale Lombardo della FIS e con la mia Direzione Scientifica sempre
sull’estensione dei modelli di ricerca applicati ed ai sui sviluppi sul territorio coi vari interventi e supporti di
vari esperti in settore.
CONVEGNO
“Modelli per una Psicologia applicata alla disciplina Schermistica:Esperienze e
prospettive di intervento”
Monza - 10 maggio 2008
Campionati Europei Under 23
Direzione Scientifica
Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello Sport-onlus
in collaborazione con
Società Internazionale Psicologi Clinici dello Sport
Dr.Giovanni Lodetti
Bibliografia e Relazioni specifiche a Convegno
(24 anni di excursus scientifico)
Con questo excursus bibliografico si vuole dare il completo panorama delle pubblicazioni in atto sui temi
trattati per una completezza di ricostruzione scientifica delle attività in corso.
1) G. Lodetti - Programma schermistico come attività ricreativa, ludica e terapeutica in ambito scolastico e
comunale. In: Conferenza cittadina per la presentazione del progetto/programma sportivo. Ass. P.I. Cultura e
Sport Desio (Mi),Direzioni Didattiche 1°-2°-3° Circolo Scuole Elementari, in collaborazione con L’Università
degli Studi di Milano
Istituto di Psicologia della Facoltà Medica - Fis e Coni, 8 giugno 1988 - Aula Consigliare Comune di Desio
(Mi)2) G. Lodetti, C. Ravasini, ( pref. Marcello Cesa - Bianchi ) “Aspetti psicoanalitici dell' attività
sportiva”,Ghedini Editore, Milano, 1990.
3) G. Lodetti “Aspetti psicoanalitici dell’attività sportiva, nuove metodologie di osservazione clinica applicate
alla scherma nell’età evolutiva”,VIII° Congresso Nazionale di Psicologia dello Sport,Lo Psicologo dello sport
tra pubblico e privato: ruolo,compiti, prospettive, 20 -22 Aprile 1990 Senigallia.
4) G. Lodetti, C. Ravasini “Nuove metodologie di osservazione clinica applicate alla scherma nell'età
evolutiva”, Atti dell'VIII Congresso Nazionale di Psicologia dello Sport "Lo psicologo dello sport tra pubblico
e privato: ruolo,compiti, prospettiva" ( in "Movimento" n°1, anno VII, 1991, Roma).
5) G. Lodetti, Marco Mandelli, (pref. C. Ravasini) “ La nascita del "Progetto Campus" nelle scuole elementari
in Italia: piano operativo, finalità e prospettive per una nuova società polisportiva” Pubblica Istruzione,
Comune Desio-CONI editori, 1991.
6) G. Lodetti “Aspetti psicoanalitici dell’attività sportiva: prospettive ed eventuali interventi nella struttura
scolastica ed extrascolastica”, Atti del I° Convegno Sport ed Educazione giovanile -Riflessi di carattere
psicologico e sociale 26 Febbraio 1994 Milano.
7) G. Lodetti “Aspetti terapeutici comparativi all'attività sportiva schermistica e prospettive terapeutiche per
altre discipline” (in "Sport &Educazione giovanile" 1995).
8) E. Crotti, L. Grechi, G. Lodetti, A. Magni, F. Pesenti “ Metodo comparativo fra i meccanismi di difesa in
campo sportivo e l'analisi della scrittura: confronto con i risultati delle osservazioni cliniche dirette”(in"Sport
&Educazione giovanile" 1995).
9) C. Ravasini, G. Lodetti, “Prospettive ed eventuali interventi nella struttura scolastica ed extrascolastica” (in
"Sport & Educazione giovanile" 1995).
10) G. Lodetti, Carlo Ravasini, "Sport &Educazione giovanile", riflessi di carattere psicologico e sociale, Atti
del primo Convegno Sport & Educazione giovanile, Milano 26 Febbraio 1994 - Association International
Psychologie et Psychoanalisys du Sport, Ghedini Editore Milano 1995.
11) G. Lodetti, “Scherma:sviluppa la personalità degli adolescenti ed insegna a controllare l'aggressività”,"La
Gazzetta dello Sportivo" p.9 , 25 agosto venerdì 1995).
12) G. Lodetti, “Tanto sport e i bambini crescono”,"La Gazzetta dello Sportivo" - supplemento settimanale de
"La Gazzetta dello Sport", p.18, venerdì 15 settembre 1995).
13) G. Lodetti, C.Ravasini, “Psychoanalytical aspects of Sport Activity: the Defense Mechanisms” 1st
Congress of World Council for Psychotherapy, Vienna, 30th June - 4th July 1996.
14) G. Lodetti, “Ricerche, modello e sviluppi della psicologia clinica applicata allo sport: cenni di critica
epistemologica”, Tesi di Laurea Facoltà Lettere e Filosofia Università degli Studi di Milano A.A.1997-98.
15) G. Lodetti, “Handicap e sport: la disciplina schermistica "pane per tutti i denti", "Professione Fitness" n.1
Gennaio 1998, anno 5, pagg. 114-116.
16) G. Lodetti , “Aspetti preventivi ed integrativi dell'attivita' sportiva. La psicologia clinica e la scherma
liberano tutti- da vecchi pregiudizi”, atti del Convegno Internazionale “I disabili ed il loro pieno diritto alla
pratica sportiva: storia e percorso del movimento sportivo disabili in Europa”, Comune di Milano
Commissione Europea D6x Sport for people whit disabilities, 29 Maggio 1998 Milano.
17) G. Lodetti , Tavola Rotonda "Storia sociale e sport", 1 luglio 1998, Casa della Cultura di Milano.
18) G. Lodetti, “Il commercio del Ludus: considerazioni un po' troppo ciniche sul destino dell'attività
sportiva”, "Circolo Vizioso" n 02 maggio 1999 Webzine di Filosofia sotterranea.
19) G. Lodetti, “L'integrazione corre a fil di lama”."Gazzetta dello Sportivo", 21 maggio 1999, pagina 21.
20) G. Lodetti , "Sport: il gesto motorio e le opportune interpretazioni nella disabilità mentale", "Teatro delle
Erbe", 30 maggio 1999. Comune di Milano
21) G. Lodetti , "Le valenze terapeutiche e socializzanti dello sport: percorsi di integrazione nella realtà della
disabilità mentale", Atti del Convegno "Disabilità sport e salute" - Auditorium Comunale Nova Milanese
Comune di Nova Milanese e ASL 3 Milano 2 Dicembre 1999.
22) G. Lodetti, ”Mio figlio vedendo la scherma ha chiesto di poterla praticare; ha 15 anni ed affetto dalla
Sindrome di Down”, "Professione Fitness" n.6 Dicembre 1999, anno 6, pagg. 84-85.
23) G. Lodetti , “Riflessioni su sport ed educazione al sociale. Prevenzione al disagio giovanile ed
integrazione dei diversamente abili”, Giugno 2000, Tavola Rotonda Patrocinata dal Comune di Milano e
dall’Unicef:
24) G. Lodetti e K. Del Vento; pref. M. Marcello Lodetti "La scherma nella scuola del 2000"ed. Meridiana
AIPPS, giugno 2000.
25) G. Lodetti , “Abilità possibili?”, Tavola Rotonda, Novotel Milano Est, in occasione della V° Prova Coppa
del Mondo Assoluta di Sci Nautico e del Campionato Europeo per disabili organizzati dalla FISN 29 Agosto
2000.
26) G. Lodetti, Congresso "Sport e disabili: organizzazione e struttura", Pavia 22 settembre 2000, organizzato
dall'Assessorato Provinciale allo Sport Coni Provinciale di Pavia.
27) G. Lodetti", “Un gioco in maschera che aiuta a conoscersi.”Gazzetta dello Sport, Sabato 7 ottobre 2000
p.35
28) G. Lodetti, Presentazione Progetti AIPPS di ricerca e di intervento sul territorio,-Comune di Milano,Affari
Internazionali- “Forum International des Association"Ville de Lyon, Lione 1-4 dicembre 2000.
29) G. Lodetti, Atti del Convegno "Non solo per celebrare ma anche per innovare", Regione Trentino,
Cavalese (TN), Sabato 9 dicembre 2000.
30) G. Lodetti, Atti del Convegno-Tavola Rotonda su “Lo sport nel mondo del disagio fisico e mentale”
Comune di Milano Direzione Centrale Decentramento Territoriale Zona 2 e Polisportiva Milanese Sala
Visconti Starhotel, Milano 12 ottobre 2001.
31) G. Lodetti, atti del Convegno-Tavola Rotonda su “Disagio giovanile e sport” Piazza della Loggia Brescia
sotto il Patronato Presidenza del Capo dello Stato 11 settembre 2001.
32) G. Lodetti , “ XML e Psicologia. Un incontro tra un metalinguaggio ed il linguaggio Analitico
Transazionale”, Congresso “XML per tutti” Università degli Studi di Milano Dipartimento Tecnologie
dell’Informazione, Crema 30 Giugno 2001.
33) G. Lodetti, Atti del Convegno -Tavola Rotonda - “L’allenatore: amico, educatore o tiranno ?” Milano Sala
Appiani Arena Civica 4 aprile 2001. Comune di Milano Settore Socio Sanitario Area Giovani.
34) G Lodetti, “L’indipendenza arriva con la scherma” Gazzetta dello sport 9 novembre 2001 pag 31.
35) G Lodetti, “I progetti Aipps e la loro applicazione”, atti del VI Convegno Società Italiana di Pediatria
“Bambini ed adolescenti, i modi della comunicazione”Comunicazione in aula Magna G. R. Burgio, Pavia 2627 novembre 2002 Ospedale S. Matteo.
36) G. Lodetti , “Approccio psicologico alle diverse abilità”,atti del III° Convegno “Sport e Salute” - Comune
di Settimo Milanese, 18 ottobre 2002.
37) G. Lodetti , “ Scherma e disabilità…percorsi per una corretta applicazione delle discipline sportive nel
mondo delle diverse abilità”, atti del Convegno I° Internazionale Sala dei Congressi West Garda Hotel
Pedenghe sul Garda 24 Maggio 2002 . Direzione Scientifica Dr. Giovanni Lodetti
38) G. Lodetti, Atti del Convegno Nazionale A.I.A.T. Napoli 20 .22 Aprile 2002 Maschio Angioino - La
guarigione - Facilitatore Dr. Giovanni Lodetti.
39) G. Lodetti “Violenza e sport, una radice comune? ”-Link -Rivista scientifica di psicologia. Dicembre 2002
pag 36-38 Organo quadrimestrale Fissp Federazione Società Scientifiche di Psicologia Anno 1 numero1.
40) G. Lodetti , “Sporthandicap”, Atti del Convegno di studi Auditorium Banca Cis - Cagliari Giovedì 4
dicembre 2003 Panathlon Club Cagliari .
41) G. Lodetti, Ciclo IV Conferenze. Giocolandia -Ecce Homo Ludens - Milano 20-27 ottobre 10-17
novembre 2003, Comune di Milano Settore Biblioteche .Biblioteca Venezia. I° Dai Ludi Sacri al Play
anglossassone ,un percorso storico -filosofico, II° Roger Callois : Ma il gioco è solo gioco? Riflessioni
d’antropologia culturale III° Oltre il gioco: Anna Freud e Melanie Klein. IV° I mille giochi di ieri e di
domani. A che gioco giocheremo?
42) G. Lodetti , Seminari. Pallacanestro con handicap…voglia di vincere. Regione Lombardia.Famiglia e
Solidarietà Sociale-Iride Coop Sociale di solidarietà “ Il gioco e lo sport per tutti noi: la visione psicologica di
crescita condivisa , elementi per una didattica costruttiva”,Crema 16 maggio 2003, Cremona 30 maggio 2003,
Casalmaggiore 12 giugno 2003.
43) G. Lodetti, Congresso “Zorro, Cyrano e d’Artagnan …chi sono e cosa vogliono da noi ? Quattro
chiacchere sul giocare oggi allo schermitore.” Direzione Scientifica e relatore Dr. Giovanni Lodetti. A.I.P.P.S.
onlus, Villa Dei Colli Lonato Onlus - Lonato (Brescia) 22 giugno 2003 Regione Lombardia Settore Famiglia.
44) G. Lodetti I° Seminario - incontro organizzato da Villa dei colli Lonato Onlus “Lo sport come
prevenzione al disagio giovanile”, presso Sedena Comunità Exodus (Brescia) Sabato 12 aprile 2003.
45) G. Lodetti “L’aggressività ed il suo “cursus” nel gioco e nello sport. Approfondimenti nell’ottica
dell’interpretazione clinica ed etologica” Atti del 25° Convegno Europeo Giornate pediatriche d’inverno
Madonna di Campiglio 9-14 febbraio 2003 p 153-169 Mondadori Editore- Presidenza Consiglio dei Ministri.
Società Italiana di Pediatria.
46) M. Lodetti, G.Lodetti “La scherma, tecnica, didattica, psicologia.“Edizioni Mursia, Milano,1995.( I°
riedizione con aggiornamenti sett 2003).
47) G. Lodetti , “Aspetti di prevenzione al disagio giovanile all’interno delle realtà scolastiche del primo ciclo,
progetti e modalità di intervento”, atti del Convegno “ Scuola e sport, insieme per educare”-Workshop- Il
mondo dello sport al servizio dell’educazione, C.O.N.I. ,Regione Lombardia Sport, Direzione Regionale
Scolastica della Lombardia MIUR. Aula Magna Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 26-27
novembre 2004.
48) G. Lodetti “Handiamo”-Dal sociale verso le nuove professioni” - Convegno di studio Tensostruttura Parco
delle esposizioni di Novegro - Segrate Milano, 18 settembre 2004 in MilanoFitness 2004.
49) G. Lodetti , G.Oldani “Chi si dopa … bara ” in Professione Fitness N°6 Anno 11 nov - dic 2004, pag 9899
50) G. Lodetti “Per crescere sani” in Sport Donna Anno1 Num 2 Aprile 2004 pag 36 - 37.
51) G. Lodetti “I moschettieri di mamma”in Sport Donna Anno 1 Num 1 Marzo 2004 pag 42 - 44.
52) G. Lodetti, Convegno “Una Psicologia DOC in Lombardia”, ” Il futuro della psicologia: standard
scientifici di una nuova pratica, i percorsi formativi nella psicologia dello sport”, 21 dicembre 2005 Milano AUPI - PAL
53) G. Lodetti, ”Lo sport e la disciplina schermistica, ponte relazionale e motivazionale nella crescita
dell'individuo;dal primo approccio all'alto livello”, Convegno " La preparazione fisica degli schermitori di alto
livello", Milano 24 settembre 2005 Palazzo delle Federazioni Via Piranesi 44 Milano.- Comitato Regionale
Lombardo Federazione Italiana Scherma - Associazione Italiana Maestri di Scherma.
54) G. Lodetti, ”Il ruolo dell'attività sportiva nel contesto formativo dei diversamente abili e dei normodotati.
Programmi di intervento sul ruolo sociale del sistema scolastico e sportivo di base”.Convegno " Spazio
Handiamo...verso la città ideale" Parco espositivo di Novegro (Mi), 30 aprile 2005 -Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali- Regione Lombardia -Comitato Paralimpico Italiano.
55) G. Lodetti, " Scherma ed aspetti di psicologia clinica: ricerca e progetti”. Rimini Sala Congressi 105
Stadium 17 maggio 2005 - Atti del Convegno ”Il bambino e la scherma, uno sport per la vita”, 3 agosto
2005.Federazione Italiana Scherma
56) G. Lodetti, "Disturbo da deficit d’attenzione con iperattività. Sport ed Analisi Transazionale", Link, rivista
scientifica di psicologia, organo Fissp - Aupi. Anno 2 numero 6 gennaio 2005.
57) G. Lodetti “ Il Fenomeno You Tube - l’impatto psicologico sulla comunicazione”- Workshop
sull’interattività. Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze dell’informazione –Via Comelico
39 Milano -23 Giugno 2006
58) G. Lodetti, “Lygdamis, Azioni formative per lo studente attraverso lo sport”, “Psicologia ed attività
sportive”, “La famiglia e le attività sportive”, “Il rapporto genitori - figli nello sport”, “ Il rapporto fra fratelli
nello sport”, “Analisi comparata con gli altri settori della vita associativa”, “Sport individuali, affliazione da
isolamento o somma libertà di espressione?”, “Le discipline sportive a sostegno dei processi educativi”, “La
scherma, storia e tradizione della scherma in Europa e nel mondo”, “La pratica per i giovanissimi: la ludoteca
della scherma”, Atti del Convegno ‘Dykon, fanciullo d’Olimpia’, Siracusa 29-30 novembre , 1-2 dicembre
2006.
59) G. Lodetti, "Scherma ed aspetti psicologici; Origine antropologica e clinica di una disciplina complessa",
Passione Stoccata Anno I n° 8-novembre 2006 pag. 30.
60) G. Lodetti, ”La disciplina della scherma come materia applicata in campo psicologico. Alcuni esempi
nell’età evolutiva e nella diversa abilità”, Congresso FIE - IWAS, Mondiali di scherma di Torino 2006.
61) G. Lodetti, “Psicologia e scherma: strumenti di servizio“,"Passione Stoccata", Anno II n 9 Gennaio 2007 p
13.
62) G. Lodetti, ”La Psicologia dello Sport quale pratica per migliorare ed implementare gli stili di vita
salutari”, Atti del Convegno organizzato dall'OPL (Ordine degli Psicologi della Lombardia) ”La psicologia tra
promozione e benessere”, 4 giugno 2007.
63) G. Lodetti, V. Tummino ”Psyche and fencing. Sports and growth metaphors”, Xth European Congress of
Psychology, Praga, 3-6 luglio 2007.
64) G. Lodetti, V. Tummino (co-autori: Gaia Oldani, Angela Fiorletta, Luca Celotti) ” The Psychology desk
and the sports practise in a Clinical Spinal Cord Unit. Model and applied practise”, Xth European Congress of
Psychology, Praga, 3-6 luglio 2007
65) G. Lodetti, V.Tummino (Ospedale Sant’Anna, Como)”Clinical Sports Psychology: origins and
developments”, Xth European Congress of Psychology,Praga, 3-6 luglio 2007.
66) A. Mileo, “CyberSport, un sistema intelligente per il supporto agli educatori nella prevenzione del disagio
giovanile attraverso lo sport”, correlatore - Tutor dr. G.Lodetti, Master di II°livello in organizzazione e
sociologia dello sport, Anno Accademico 2006/7,Università degli Studi di Milano Bicocca
67) G. Lodetti, “Prevenzione attraverso lo strumento sportivo con metodologie di ricerca in psicologia clinica.
Applicazioni virtuose sul territorio“, Atti del Convegno Internazionale “Prevenzione un non luogo o
dimensione etica“. Provincia Ascoli Piceno, Istituto Europeo Consulenza Sistemica e Terapia Relazionale
Ascoli Piceno,Palazzo Sanfilippo 22-23-24 novembre 2007.
68) G. Lodetti, “La musica e lo sport. Esperienze parallele e loro applicazione in modelli pedagogici“, “Il
progetto “Cortegiano” dell’Association International de Psychologie et Psychoanalyse du Sport“, “Le musiche
dei grandi compositori per le danze sportive“, “Lo sport e i minori. Politiche d’intervento per minori a
rischio“, “L’adolescente a rischio“, “Riconoscimento e prevenzione delle devianze adolescenziali“, atti del
Convegno Internazionale “Ercole, il mito dell’eroe”.Provincia di Siracusa, Siracusa, 28/29/30 Novembre -1
Dicembre 2007
69) G. Lodetti, E .Pomesano, “Bioenergetica e psicologia clinica dello sport: una possibile integrazione?”,
Link, rivista scientifica di psicologia, organo Fissp-Aupi, in corso di pubblicazione.(2010)
70) G. Lodetti, E.Pomesano, G.Oldani.”Fencing and clinical psychology:social intervetion aspects.” Atti
1°Congres International de Ciencia i tecnologia de l’Esgrima. Barcellona , Istituto Nacional d’Educacio Fisico
de Catalunya INEFC,15-17 febbraio 2008 .pag 38-41
71) G. Lodetti.”Lo sportello per l’accompagnamento allo sport: ponte relazionale per la Sport Terapia
all’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda Ospedaliera Niguarda .”Co-autori: Gaia Oldani, Luca Celotti.
Collaboratori: Angela Fiorletta, Carolina Gambirasio, Elena Pomesano Atti del Convegno/Workshop AUS
Niguarda -H.Ca Granda ”All the same to sport” Milano 1 Marzo 2008
72) G. Lodetti ,E .Pomesano. Per un nuovo modello di formazione attraverso lo sport “AIPPS – Uno sport che
educa”pag 39-41. Verdenero Ottobre 2008 Rivista culturale Centro giovanile Card .Schuster Milano
73) G. Lodetti, M. Martinelli,E ..Pomesano, C.Gambirasio “Scherma e disabilità : nuove prospettive di
applicazione dello sport terapia” Riabilitazione Oggi anno XXV n°4 aprile 2008 pag 24-28
74) G. Lodetti , E. Pomesano “ Il primo colloquio con il ragazzo disabile che si avvicina allo sport” Convegno
-Tutti Insieme oltre il limite - Giornata Nazionale sulla disabilità. - Omero. Sabato 10 maggio 2008 .
Palamonti Bergamo.
75) G. Lodetti ,G. Oldani, E. Pomesano “ La psicologia clinica dello sport ” Atti VIII° Congresso Sipsa
..Società Italiana Psicologia della Salute. Rovigo 1-4 ottobre 2008.
76) G. Lodetti ,E.Pomesano “ Strumenti psicologici applicati alla pratica sportiva” Riabilitazione Oggi Anno
XXV° numero 8 Ottobre 2008.
77) G. Lodetti “La scherma come strumento di prevenzione alle forme di disagio giovanile. Approcci
metodologici per un modello clinico di prevenzione. Lo psicologo clinico dello sport. “Convegno -Modelli per
una Psicologia applicata alla disciplina schermistica: esperienze e prospettive di intervento - Monza 10
maggio 2008 Campionati Europei Under 23 -Federazione Italiana Scherma (FIS), Associazione Internazionale
di Psicologia e Psicoanalisi dello sport,(AIPPS)Società Internazionale Psicologi Clinici dello sport (SIPCS)
Regione Lombardia sport,Provincia di Milano,Direzione Scientifica Dr. Giovanni Lodetti - Atti Ottobre 2008.
78) G. Lodetti “L’approccio psicologico alla disciplina dello Judo” Convegno Judo Integrazione
( progetto disabili e scuola insieme nello sport) Comitato Italiano Paralimpico , Provincia di Milano, Assist
cop. Milano 28 marzo 2009 Nuovo Spazio Gucciardini , Via M.Melloni 3.
79) G. Lodetti “ Scherma e disabilità” Seminario Università degli Studi dell’Insubria Corso di Laurea in
Medicina e Chirurgia Facoltà di Scienze Motorie Corso di Discipline Adattate 2008-9 Prof. Massimiliano
Noseda Varese 24 aprile 2009
80) G Lodetti “ I vent’anni della psicologia clinica dello sport -Chi eravamo, chi siamo ,cosa saremo-“ Milano
Casa della Cultura 6 Maggio 2009 - Comunità Europea , Provincia di Milano. A.I.P.P.S ..- S.I.C.P.S.
81) G. Lodetti “ Corso di Introduzione alla psicologia clinica dello sport” (Direzione Scientifica) A.I.P.P.S.S.I.P.C.S. Provincia di Milano Assessorato allo sport ed alle politiche giovanili “ Milano Nuovo Spazio
Gucciardini Via Melloni 3- 23/34 maggio 2009.
82) G. Lodetti Relatore:La scherma un nobile sport visto a 360° gradi.-Un approccio clinico per il benessere
psicofisico -Panathlon Club Crema Area 2 Lombardia. 17 giugno 2009 Villa Toscanini (Cremona)
83) G. Lodetti “ Clinic Psychology in sports: development and patterns applied to competitive sports activity:
What will the future champion be like?/ La psicologia clinica dello sport: sviluppi e modelli applicati
all’attività sportiva agonistica. Come sarà il campione di domani? - The 11 th European Congress of
Psychology - Oslo Norway 7-10 luglio 2009
84) G. Lodetti “Attività motoria quale salute e terapia occupazionale. Manifestazioni promozionali:significato
ed impegno del Circolo della spada M° Marcello Lodetti asd Milano.
Comitato Italiano Paralimpico - Comitato Provinciale Milano ,5 ottobre 2009 Palazzo delle Federazioni Via
Piranesi 44/b Milano
85) G. Lodetti “Aspetto psicologico nella disciplina schermistica del disabile” Città di Seregno,Assessorato
alla promozione dello sport - Convegno “Il disabile nello sport”Mercoledi 7 ottobre 2009 Via XXIV maggio sala Mons.Gandini- Seregno
86) G. Lodetti “ La disciplina schermistica nel contesto riabilitativo ospedaliero:ponte clinico e relazionale” in
Convegno AUS Niguarda -Scherma in carrozzina :una realtà- 30 ottobre 2009 p/so Unità Spinale Unipolare
,Ospedale Niguarda Ca’Granda. P.zza Ospedale Maggiore 3 Milano
87) G. Lodetti “Clinica analitica in campo sportivo per educatori e maestri d’arme: linee guida.”Convegno Scherma ed aspetti psicologici per educatori e maestri d’arme. Legnano 29 gennaio 2010 AIPPS _SIPCS ,-Fis
-,AIMS Provincia di Milano. Circolo scherma Legnano, Università di Granada.
88) G. Lodetti G iornate AIAT Relazione sugli Atti del Convegno “i Gruppi” e Facilitatore a Congresso 31
marzo 1 aprile 2001 Archivio Storico di Stato Piazzetta Mollino/Torino
89) G. Lodetti - I meccanismi di difesa: la psicologia come strumento per ottimizzare la relazione maestroallievo . Convegno “Scherma: Psicologia, preparazione atletica e disabilità
H.San Carlo Milano 8 maggio 2010. Ministero dello sport .Coni Federazione Italiana Scherma, Cip
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90) G. Lodetti , G. Oldani.. DDAI: Una proposta di affiancamento alla “seduta terapeutica” e alternativa
all’intervento farmacologico:con la ludoteca dello sport. .Rivista AIDAI Associazione Italiana Disturbi
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Convegno XVIII nazionale AIPS (Associazione nazionale psicologia dello sport)
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93) G. Lodetti “ Aspetti psicologici della prestazione sportiva nelle competizioni delle squadre Nazionali”
Relazione al Convegno Nazionale “ In nazionale: i significati di una maglia nella storia ed oggi” –Milano 1
ottobre 2010. Sala Gucciardini –Provincia di Milano. Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di
Milano Coni Lombardia F.I.G.C., Comitato Paralimpico Italiano (Regione Lombardia) Società Italiana Storia
dello Sport.
94) G. Lodetti “Modelli psicologici /clinici di intervento e prevenzione per lo stato di benessere psicofisico del
cittadino nelle diverse fasce d’utenza. Presentazione di 25 progetti sul territorio”.
In “Sport e benessere in città” Milano 28 novembre 2010 Milano Caserma Teuliè - AIPPS-SIPCS
patrocinato Comune di Milano ,Assessorato allo Sport CIP
95) G. Lodetti Seminario AIPPS in Formasport Paladesio Desio 23 febbraio 2011 “Genitori e sport oggi”
96) G.Lodetti ,E. Pomesano “Prevenzione e benessere nei contesti lavorativi: Applicazioni dell’attività
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occasione del ventesimo anniversario dell’Ordine degli Psicologi. Roma 18 Febbraio 2009
97) G .Lodetti “La scherma ed alcune sue applicazioni virtuose, per la diversa abilità e per alcune
manifestazioni e forme di disagio giovanile “Panathlon Pavia del 27 gennaio 2011
98 ) G.Lodetti A.Cova .E.Pomesano “Esplorazione della sfera emotivo/relazionale nello sport da
combattimento: uno sguardo attraverso la grafoanalisi e la lettura delle emozioni. Verifica di una possibile
strategia per il processo di riequilibrio” AIPPS-SIPCS Centro Studi CDS M°Marcello Lodetti © 2011 The 12
European Congress of Psychology Istambul 2011 4-8 july
Altre pubblicazioni
99 ) G. Lodetti” Il mito di Marpessa” (romanzo) Ghedini editore 1992 Milano
100 ) G. Lodetti” Asor e Cassid” - Un sogno di Scherazade - (racconto) Magis Ed.Bonsai Book Milano 2004
101) G. Lodetti , P Tajani - Adattamento teatrale in dramma in 4 atti de “ Il mito di Marpessa” (1996) Scuola di Drammaturgia del Piccolo Teatro Milano - Archivi Teatro Contemporaneo - Riccione
Pubblicazioni scientifiche d’altri autori sugli studi AIPPS -Lodetti
1) Liliana Martinelli “Il valore riabilitativo del gioco sportivo nell’ambito della diversa abilità”Riabilitazione
oggi -Anno xxv n 8 ottobre 2008 p.25-29
2) Alfredo Civita “Caratteristiche epistemologiche delle ricerche sugli aspetti psicoanalitici delle attività
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3) Marcello Lodetti “ Il trainer sportivo , la testimonianza di un Maestro d’Armi.”In sport ed Educazione
giovanile. Ghedini editore Milano 1995
4) Fabiana Polese, Riccardo Sciaky. “Le regole del gioco: aspetti psicoanalitici e riflessi educativi”In sport ed
Educazione Ghedini editore Milano 1995
5) Guglielmo Piazzi “ Sport nell’età adolescenziale un approccio clinico” In Sport ed Educazione giovanile.
Ghedini editore Milano 1995
6) Giovanni Calderaro“Attivazione e rilassamento psicofisico nelle pratiche sportive,esperienze formative ed
educative per i giovani” In Sport ed Educazione Giovanile Ghedini editore 1995
7) G. Beonio Brocchieri “Le potenziali applicazioni della psicologia clinica dello sport nell’attività del tiro a
segno” in Sport ed Educazione giovanile. Ghedini editore 1995 Milano
8) Roberto Vismara “La disciplina e l’autocontrollo nell’attività di combattimento orientali; confronto con le
discipline orientali occidentali.” In sport ed Educazione Giovanile Ghedini Editore 1995 Milano
9) Andrea Poggio “ Storia della psicologia clinica nell’età evolutiva e sue moderne applicazioni nella pratica
sportiva”: in Sport ed Educazione Giovanile Ghedini Editore Milano 1995
10) Giulio Farina “Proposta di una propedeutica all’insegnamento delle discipline di combattimento” in Sport
ed Educazione Giovanile Ghedini editore Milano 1995
11) Carlo Lorenzo Cazzullo “ Neuropsicofisiologia dello sport “in Sport ed. Educazione Giovanile Ghedini
editore Milano 1995
12) Gaia Corinne Oldani “Psiche e scherma,integrazione nelle diverse abilità motorie (modello operativo in
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prospettive d’intervento. Monza 10 maggio 2008 Campionati Europei di scherma Under 23. CRL-CIP-AIPPSSIPCS Edited 2008
13) Liliana Martinelli ,Alessandra Cova.”La ludoteca dello sport: la scherma come gioco privilegiato”in
Modelli per una psicologia applicata alla disciplina schermistica. Esperienze e prospettive d’intervento.
Monza 10 maggio 2008 Campionati Europei di scherma Under 23. CRL-CIP-AIPPS-SIPCS Edited 2008.
14) Alessandra Cova, Angela Fioretta,Elena Pomesano “Musica ed applicazioni alla pratica sportiva. Uno
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15) Gaia Oldani, Alessandra Cova,Liliana Martinelli.”L’approccio AIPPS all’ADHD. Un modello di
intervento alternativo/complementare alla seduta in studio ed ai farmaci. Il gioco sportivo come setting
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Praga
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Milano 8 maggio 2010 H. San Carlo Borromeo , Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport ,
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Tesi Universitarie su studi ed applicazioni AIPPS
22) Roberta Ravasi “Lord Menhuim il violino ed oltre” Università Cattolica Sacro Cuore” Milano Facoltà
Lettere e Filosofia. Corso di Laurea in Lettere Ano Acc 2001-02
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del Sacro Cuore” Milano. Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione Anno Acc. 1999/2000
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Facoltà di Scienze Politiche,Corso di Laurea in Scienze Politiche Anno Accademico 1995/96
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Anno Accademico 1990/91
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Acc. 1995/96
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Facoltà di Filosofia Tesina in Epistemologia delle Scienze Umane. Anno Acc. 1999/2000
29) Claudia Marchese “ Associazionismo giovanile ed il mondo del lavoro” Università degli Studi di Catania
.Facoltà Scienze della Formazione. Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione. Tesina in Metodologia e
tecnica del lavoro di gruppo. Anno Acc.1999/2000.
Emeroteca & pubblicazioni divulgative o riferimenti bibliografici sul Dr. Giovanni Lodetti
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12) A. Barberis Millelibri N 91/IV/ 1991 pag 23
13) P. Bottelli -V.Rogari Il Sole 24 Ore 21/10/1991 pag 1
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101) Elena Lisa La Stampa- Un test anche per la mente- 3 dicembre 2009 anno 143 n 333 pag 13
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103) Giuseppe Basile Il Giornale di Siracusa 19 giugno 2010
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2) - P. Maraone Aipps: lo sport vince contro il disagio giovanile. www.com/lodetti/versionesperimentale.html
3) - Notiziario Schermanet La scherma nella scuola www.scherma.it/curiosita/schermascuola.asp
4) - Redazione Eticare Sport e disabilità 24 maggio 2002 www.eticare.it/editoriali/articolo.asp?i=2921
5) - Redazione Eticare. Garda World Cup di scherma 5 maggio2003
www.eticare.it/editoriali/articoli.asp?i=6670 6) - Redazione Superabile 16 gennaio 2003
www.superabile.it/superabile/sport/newsEventi/48701.htm 7) - Notiziario Cus Milano 4 dic 2003
www.cusmilano.it/articolo/premiazione03 8) - Notiziario Cus Milano luglio 2004
www.cusmilano.it/articolo/scherma9) - Notiziario Società del Giardino Milano giugno 2004
www.schermaeventi.php?n=04062310) - Notiziario Walfare Cremona 23 maggio 2003
www.walferecremona.it/umview.php?ARTID=1129 11) - Notiziario Federazione Italiana Società
Scientifiche Psicologia www.fissp.it/comunicato_stampa2.htm 12) - Notiziari Federazione Italiana scherma
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http://www.conilombardia.it/scherma/1997/scherma-limportante-contributo-della-lombardia-alla-crescitadella-scherma-per-disabili/#more-1997 14) - Redazionale Schermaonline febbraio
14.2011http://www.schermaonline.org/site/medicina/psicologia/un-contratto-importante.html 15) Redazionale Schermaonline febbraio 21.2011
http://www.schermaonline.org/site/scherma/allenamento/anatomia-di-un-rapporto.html 16) - Redazionale
CONI Lombardia marzo 2011 http://www.conilombardia.it/scherma/2385/scherma-in-televisone-a-parlare-discherma-e-grafologia/#more-2385 17) http://www.conilombardia.it/scherma/2992/scherma-un-altroimportante-successo-per-a-i-p-p-s-invitata-al-convegno-europeo-di-psicologia-istanbul-48-luglio-2011/#more2992 18) http://www.conilombardia.it/scherma/2986/scherma-investitura-del-m%c2%b0-marcello-lodetti-asocio-onorario-aims/#more-2986 19) http://www.conilombardia.it/scherma/3479/scherma-dimostrazione-discherma-al-centro-traumatologico-ortopedico-di-milano-1842011/%23more-3479&h=3f38b
Passaggi radiofonici
1) - L’Ospite sei tu - Intervista a Giovanni Lodetti di Monica Previato. Radio Simpatia Desio Aprile 1990
h.0,50
2) - Intervista a Giovanni Lodetti e Gianni degli Antoni di Gianni Rubagotti e Massimiliano Leone su :
Introduzione alle tematiche relative all’applicazione degli strumenti informatici, l’uso di XML , sue
applicabilità ai contesti di ricerca in campi umanistici, pedagogici, sportivi , psicologici , di teatro.” Esseotto
Suono Radio 3 novembre 1999 h. 0,50
3) - Intervista a Giovanni Lodetti La psicologia clinica dello sport -Radioblablanetwork -Milano a cura della
Redazione culturale 6 maggio 2008 h 0,50
4) - Intervento come esperto di problematiche sociali su RAI Radio 1 - programma Baobab - alle radici
dell’informazione 27 settembre 2010
Passaggi televisivi
1) P. Del Menico Telenova ( Area 1) Rubrica "Count-down" Novembre 1991
Durata servizio 0.03h
2) B Calamari Telelombardia ( Area 1) Telegiornali serali Febbraio 1994
Durata servizio 0;04 h
3) Redazione emittente Unica Lombardia (Area 1) Telegiornale - Monza News - (14.03.1997)
Durata del servizio h 0.03 h
4) G. Rossi Telelombardia ( Area 1) Telegionale pomeridiano del 21/5/1998 Durata servizio 0.03 h
5) Canale SEI Milano"Lo sport ed il disagio giovanile"intervista a Giovanni Lodetti e Katia Del Vento
h 0.20 Milano 8/06/2000
6) Telenova ed altre emittenti Area 1 IV premio Fair-Play per l'integrazione dei diversamente abili di S.Silva
h 0.04 Milano 8/06/2000
7) Tele + grigio in “Sporthandicap” 12 maggio 2001 intervista al Dr. Giovanni Lodetti h.0.25
8) TG2 Rai Sport h13 13 giugno 2001 Servizio sul Premio Fair Play ed i Memorial
9) TG3 Notiziario Regionale h14 14 giugno 2001 (replica del servizio)
10) Tele + Grigio in “Sporthandicap” 16 gennaio 2003 intervista al Dr. Giovanni Lodetti h.0.43
11) Sky TV Sport 2 Venerdi 21 novembre 2003 ore 19.00 -Vincenti- h 0.55 intervista al Dr. Giovanni Lodetti
12) Onda Tv. Diretta Convegno Segrate nov 2005. Relazioni dr. Giovanni Lodetti dr.ssa Gaia Oldani h:050
13) Telelombardia aprile 2008, intervista al Dr. Giovanni Lodetti, psicologo dello sport e consigliere
provinciale FIS Milano (Fis) Regione Lombardia.
14) Telecity Gold 7. 4 marzo 2011” Settesera “ Intervista al Dr. Giovanni Lodetti e alla Dr.ssa Cova
Alessandra su Scherma-Sport e Psicologia h.0.20
Altre recensioni
105) Arianna Augustoni- La Provincia di Como “Quell’ideale che svanisce scontrandosi con la realtà”14
giugno 1992 p7
106) Fiorella Fumagalli- Tuttomilano - la Repubblica ,2 aprile 1992
107) Il Giornale “Il mito di Marpessa” 2 aprile 1992 pag 26.
Filmografia Aipps
1) Giovanni Lodetti “Potrebbe essere la stoccata vincente” Regia Produzione AIPPS-Dante -X Gate Milano
2005 © International Sport Movies & TV Festival Milano 29.10-03.11 2005 - Selected - Federation
Internationale Cinema Television Sportifs
2) Giovanni Lodetti “ Milano, la città dello sport per tutti ” Regia Produzione AIPPS-X-Gate Milano 2006 ©
International Paralympic Sport Film Festival Budapest 30.03-01.04 2006. Bridge Festival Hungary
Produzioni Musicali Aipps
1) Giovanni Lodetti “Premio Fair-Play – Progetto Cortegiano” Direzione Artistica e Coordinamento
Produzione AIPPS – Dynamic Solution Milano 2006 ©
Five Steps Ensamble - Tempo Zero - S.I.A.E. b2 0043984157 b 97006060582 ed. Maggio 2006
Produzioni Musicali su opere di Giovanni Lodetti
1) M°Mariangela Ungaro “Il mito di Marpessa” Brano Pianistico -Musica per film © 2002 dall’ omonimo
romanzo e dramma di Giovanni Lodetti
CAP. 2
L’agonismo nella spada è nato in Francia, precisamente a Parigi ai primordi del XX secolo, nella sala del
Maestro Baudry. I francesi furono quindi pionieri di questa disciplina schermistica. Dalla scuola francese
di Baudry uscirono molti esperti e campioni del calibro di: Joseph Renaud, Bruneau de Labori,
Sulzbacher, che a loro volta hanno diffuso l’amore per quest’arma e disciplina.
Joseph Renaud
Di particolare importanza storica è stata l’esperienza di Giuseppe Mangiarotti che fu allievo di Lancia di
Brolo allievo di Baudry e di riflesso di Renauld,(che formo suo cugino Colombetti) i cui insegnamenti
vennero esportati per la prima volta in Italia e aprì la grande stagione spadistica in Italia.
Colombetti a Torino, Mangiarotti a Milano e Visconti a Vercelli che imparò anche da Colombetti hanno
contribuito enormemente a fare della scherma un’arte di cui l’Italia va fiera. Visconti è storicamente
importante anche perché ha inventato l’impugnatura anatomica della spada.
Giuseppe Mangiarotti con Marcello Lodetti
Colombetti e Mangiarotti invece, proseguono con la tradizione francese, in particolare, la scuola di
Mangiarotti ha lanciato numerosissimi allievi e futuri maestri. L’allievo prediletto di Giuseppe
Mangiarotti è stato Marcello Lodetti, con il quale ha fondato anche il Sindacato Italiano Maestri di
Scherma, nucleo primigenio del poi, ed odierno organo rappresentativo magistrale AIMS (Associazione
Italiana Maestri di Scherma.
Il Maestro Marcello Lodetti, ha formato numerosi campioni, tramandando la sua arte anche al figlio
Giovanni.
Giovanni Lodetti
CAP. 3
Per un modello applicato
Psicologia e scherma, la griglia d’osservazione dei meccanismi di difesa e la sua applicazione
Concetti introduttivi
La definizione di psicologia clinica che a mio parere é la più conforme alle problematiche che si andranno a
sviluppare nel corso del lavoro è data da Carlo Ravasini "quella disciplina che si propone di studiare ed
insegnare (verificandoli continuamente sul campo) gli aspetti psicologici delle dinamiche e delle transazioni
emotive che si attuano nel rapporto interpersonale, per cui la persona di cui l'operatore si occupa non va vista
solo come essere umano che soffre di una malattia, di una condizione scolastica o lavorativa sfavorevole, e
così via, ma come una personalità globale inserita in una trama di rapporti familiari, lavorativi, sociali, fra cui
non va dimenticato anche il rapporto con l'operatore stesso. Il rapporto fra l'operatore psicologo e il suo cliente
é anzi spesso l'argomento privilegiato della psicologia clinica " Questa disciplina scientifica nasce con lo
scopo di orientare in un senso più psicologico alcuni tipi di operatori( medici giuristi,sociologi, educatori) che
si trovano per ragioni professionali a confrontarsi con problemi che hanno un intenso aspetto umano e
perfezionare professionalmente un certo tipo di operatori che avranno per definizione esclusivamente compiti
psicologici clinici. Ravasini inoltre ribadisce che la psicologia clinica è sopratutto la : "ricerca e lo studio delle
sue fonti culturali (formazione socio-umanistica e medico-clinica) la verifica del suo- strumentariotecnico,della sua legittimazione scientifica, della sua verifica pratica nei vari settori di applicazione ed
intervento (diagnostico,dicounseling,terapeutico,ecc.,nell'ambitosociosanitario,scolastico,giuridico,lavorativo,
ecc.) Ravasini rammenta che la psicologia clinica non si identifica tout-court con la psicoterapia nè con la
psicoanalisi, anche se la conoscenza di quest'ultima è essenziale nella formazione dell'operatore clinico. La
psicologia dinamica dell'inconscio infatti gioca un ruolo primario nei rapporti interpersonali; conoscerla è
fondamentale per fare il meglio possibile il proprio lavoro. Ed é appunto con queste rigide premesse di
dimensione operativa e con strumenti di clinica psicodinamica-analitica ( i meccanismi di difesa) applicate al
ludo sportivo in età di latenza (7-11anni) che sarà svolto il lavoro di ricerca e di progettazione ulteriore.
Origine della psicoanalisi
Il nucleo centrale della dottrina psicoanalitica è stato concepito e formulato agli inizi del nostro secolo dal
medico viennese Sigmund Freud ( 1856-1936) che ha anche introdotto il termine" psicoanalisi". Il complesso
edificio della teoria psicoanalitica si basa su due ipotesi fondamentali: 1) l'ipotesi dell'esistenza di una parte
inconscia della personalità che si sottrae a controllo cosciente pur esercitando tutta una serie di effetti e
conseguenze; 2) l'ipotesi della causalità psichica, secondo la quale nessun evento avviene a caso,ma è la
conseguenza di un evento psichico che lo precede, conscio od inconscio che esso sia. Basandosi su queste due
ipotesi la psicoanalisi considera la vita mentale da tre punti di vista: a) dinamico b) economico c) topico e
strutturale a) Dal punto di vista dinamico,la psicoanalisi fa derivare tutti i processi mentali(ad eccezione della
percezione degli stimoli interni) dal gioco reciproco di forze che si sommano o si inibiscono l'una verso l'altro,
che si combinano fra loro dando luogo a vari compromessi. Tutte queste forze trovano la loro origine negli
istinti vitali, esse hanno cioé un origine organica. Freud aveva distinto due gruppi principali di istinti (che
forse sarebbe meglio definire pulsioni, come lo stesso Freud fa) : i cosi detti "istinti dell'Io"che sono diretti
all'autoconservazione e gli "istinti oggettuali",e cioé l'istinto d'amore (Eros o Libido) e l'istinto di morte
(Tanatos o Aggressività) b)Dal punto di vista economico la psicoanalisi suppone che le rappresentazioni
mentali degli istinti abbiano una carica psichica di quantità definite di energie e che il compito dell'apparato
psichico sia quello di impedire ogni aumento di queste energie e di mantenere nel livello più basso possibile la
quantità totale di eccitazioni alla quale è soggetto(principio dell'omeostasi). I processi mentali sono quindi
automaticamente regolati dal cosi detto principio del piacere, secondo il quale il dolore è in qualche modo in
rapporto con un aumento dell'eccitazione ed il piacere con una diminuzione. c)Dal punto di vista topico e
strutturale la psicoanalisi considera l'apparato psichico come una struttura complessa . Tradizionalmente si
distinguono tre istanze fondamentali: l'Es,l'Io, ed il Super-Io. L'Es sarebbe la riserva degli impulsi istintivi, l'Io
sarebbe la porzione più superficiale dell'Es, quello che viene modificato dall'influenza del mondo esterno, il
Super-Io,che si sviluppa dall'Es e domina l'Io rappresenterebbe le inibizioni caratteristiche degli istinti
dell'uomo. Anche le funzioni di coscienza avrebbero una loro suddivisione in tre livelli funzionali:l'inconscio,
il preconscio,e la coscienza che non sono però sovrapponibili tout -court alle tre istanze psichiche(Es -IoSuper-Io). I processi dell'Es sono interamente inconsci(e quindi inaccessibili alla coscienza) ma lo sono anche,
nell'uomo adulto la maggior parte dei processi del Super-Io; la coscienza è la funzione dello strato più esterno
dell'Io, che ha a che fare con la percezione del mondo esterno; tutti i processi mentali e le immagini che non
entrano attualmente nel campo della coscienza percezione, ma che possono ad essa essere richiamati con uno
sforzo di attenzione , sono da ascriversi al preconscio.
L'Io
L'Io è quella parte dell'Es che è stata modificata dalla vicinanza e dall'influenza del mondo esterno(...), il
rapporto con il mondo esterno è divenuto decisivo per l'Io il quale si è assunto il compito di rappresentarlo
presso l'Es, fortunatamente per l'Es, il quale, incurante di questa preponderante forza esterna , nel suo cieco
tendere al soddisfacimento pulsionale non sfuggirebbe all'annientamento. Nell'adempiere a tale funzione, l'Io
deve osservare il mondo esterno, depositare una fedele riproduzione delle traccie mnestiche delle sue
percezioni, tenere lontano,mediante l'esercizio dell'"esame della realtà" ciò che in questa immagine del mondo
esterno è un aggiunta proveniente da fonti interne di eccitamento. Per incarico dell'Es,l'Io domina gli eccessi
di motilità, ma ha inserito tra bisogno ed azione la dilatazione di attività di pensiero, durante la quale utilizza
residui mnestici dell'esperienza; in tal modo ha detronizzato il principio di piacere che domina illimitatamente
il decorso dei processi dell'Es,e lo ha sostituito con il principio di realtà, che promette più sicurezza e maggior
successo.L'Io è quella parte dell'apparato psichico che interagisce con la realtà; rappresenta il processo
secondario laddove l'Es è il principio primario. Il rapporto dell'Io con l'Es potrebbe essere paragonato quello
del cavalier con il suo cavallo. Il cavallo dà l'energia per la locomozione, il cavaliere ha il privilegio di
determinare la meta, di dirigere il movimento del poderoso animale. Ma tra l'Io e l'Es si verifica troppo spesso
il caso, per nulla ideale che il cavaliere si limiti a guidare il destriero laddove questo ha scelto di andare. Alla
nascita l'Io e l'Es sono indifferenziati; finchè l'Io sorge gradualmente con lo, sviluppo dell'individuo. Il primo
momento in cui si può dire che esista un Io è quando sono percepite le sensazioni del corpo; per questo Freud
afferma che all'inizio l'Io é principalmente un Io corporeo. Spitz nel suo lavoro " Teorie di un campo genetico
della formazione dell'Io" scritto nel 1959 e dedicato a S.Freud , sull' ipotesi iniziale secondo la quale non
esiste una divisione fra gli, aspetti somatici e psichici della personalità umana, colloca verso il terzo mese di
vita con la reazione al sorriso, lo stabilizzarsi della realtà dell'Ego, e riprendendo Freud in "Inibizione
,sintomo ed angoscia" del 1925 argomenta che : " Qualcosa che é presente nell'Ego, come immagine , può
anche essere riscoperto attraverso la percezione; si è costituito un Ego rudimentale; si tratta di un Ego
corporeo ,la cui primissima applicazione é la più elementare realizzazione del rapporto con la realtà" S.Freud
ha parlato più particolareggiatamente delle caratteristiche innate dell'Io ,affermando che la scelta individuale
fra i possibili meccanismi di difesa viene determinata da un fattore costituzionale Hartmann specifica che:
"non significa voler sopravalutare misticamente l'ereditarietà, il credere che perfino prima che l'Io esista siano
già determinate le sue successive direttive di sviluppo, le sue tendenze, le sue reazioni." Spitz si domanda
inoltre: "I turbamenti nelle relazioni oggettuali infantili determineranno deficienze nella formazione dell'Ego
in conformità con i periodi critici nei quali si verificheranno?" Per Spitz se tale turbamento si verifica, la
tendenza integrativa dell' Ego compenserà il conseguente ritardo di specifici nuclei dell'Ego attraverso un
integrazione deviante. Questo risultato sarà raggiunto grazie all'esuberanza di quei nuclei dell'Ego che restano
utilizzabili. Questi nuclei dell'Ego esuberanti, di conseguenza anormali, possono allora divenire gli elementi
costituenti "un Ego frammentato" oppure punti di attrazione verso i quali possono gravitare le introiezioni.
Essi verranno così a costituire una delle origini dei punti di fissazione . Con questo Spitz non vuole dire che,
quando più tardi si verifica una regressione si dovrà andare necessariamente all' origine di questi nuclei. Nel
corso di un ulteriore sviluppo questi nuclei esuberanti dell' Ego, vengono inevitabilmente in conflitto con le
normali richieste dell'ambiente in uno stadio molto più avanzato. E' al momento di questo conflitto che la
fissazione sarà attaccata e si verificherà la regressione. Attraverso la teoria degli organizzatori della psiche
(rapporto tra sviluppo corporeo ed embriologico) Spitz conclude che,il primo degli organizzatori della psiche
organizza la percezione e fissa i primordi dell'Ego;il secondo integra le reazioni oggettuali con le pulsioni e
fissa l'Ego come struttura psichica organizzata con una varietà di sistemi, apparati e funzioni. Il terzo
organizzatore apre la via allo sviluppo della relazioni oggettuali secondo il modello umano, cioé secondo il
modello delle comunicazioni semantiche. L'assenza di equilibrio durante ognuno di questi stadi ha comunque
un significato decisivo. Infatti una regressione a tale punto di fissazione distruggerà necessariamente il
successivo e più vulnerabile sviluppo dei modelli umani, di adattamento; e del dominio della difesa. L'Io è la
porzione dell'Es che é stata modificata dall'influenza diretta del mondo esterno che ha agito attraverso il
sistema percezione-coscienza. Hartmann si pone invece di fronte all'Io, cercando di chiarire le funzioni non
solo sotto l'aspetto difensivo ( meccanismi di difesa), ma anche in un ambito più largo, libero da conflitti. Per
l'autore l'Io é un istanza autonoma allo stesso dell'Es. Lo sviluppo dell'Io pertanto sarebbe il risultato di una
differenziazione dell'istinto, ma non di una differenziazione dell'Es, perchè , per Hartmann, si può parlare
dell'Es come istanza psichica che si contrapporrebbe ala prima, in una implicazione reciproca. Sullo sviluppo
di un Io così concepito esercitano la loro influenza, oltre all'istinto,la realtà esterna e gli apparati biologici
ereditari, i quali ultimi costituiscono il fondamento dell'autonomia primaria dell'Io. In altri termini,
l'intelligenza, i talenti in genere (intesi come fattori dell'Io) di cui un bambino è ereditariamente dotato,
possono influenzare i modi, il tempo di insolvenza, e l'intensità dei conflitti istintuali. Non solo ma attraverso
il "cambiamento di funzione" situazioni primitivamente conflittuali possono essere de- conflittualizzate e
l'energia ad esse collegate può essere messa a disposizione dell'Io( autonomia secondaria). Il termine o si
riferisce alle costellazioni di funzioni che includono l'istanza psicologica di controllo guida e coordinamento
dell'uomo. Si è notato che inizia a svilupparsi nelle prime settimane di vita e raggiunge il suo massimo di
organizzazione nella maturità adulta. Esso evolve con il principio epigenetico. Governato da questo principio,
lo, sviluppo nasce dal gioco reciproco di due fattori: a) la maturazione delle tendenze biologicamente innate b)
l'apprendimento mediante esperienza. Per White alcune funzioni dell'Io quali la percezione, la coscienza ,la
vocalizzazione , e la motilità, sono presenti in forma primitiva già dal momento della nascita. La loro
comparsa non dipende dall'esperienza o dall'apprendimento. Se manca il nutrimento emotivo queste funzioni
non possono svilupparsi in modo adeguato. Importanti funzioni dell'Io evolvono tra i sei ed i ventiquattro mesi
es,: linguaggio, capacità motorie, ecc. Gli studi di Piaget sullo sviluppo cognitivo cosi mirabilmente riassunti
da Elkind confermano le osservazioni psicoanalitiche, secondo cui, prima dei diciotto mesi, i bambini sono
privi della cosi detta permanenza oggettuale, cioè sia le persone che le cose continuano ad esistere anche
quando sono fuori dal campo visivo o auditivo. Sicché quando la madre é lontana , il bambino non ha nessuna
certezza che essa in effetti continui ad esistere . Soltanto lo sviluppo di un'immagine mentale interiorizzata
della madre lo conforta quando essa è assente e lo rassicura circa l'esistenza di lei. Se il bambino non riesce
gradatamente a sviluppare questa fidata madre interiore, praticamente tutte le funzioni dell' Io ne soffrono. Se
non può disporre di sufficienti esperienze per costruire questa fonte interna di sicurezza e fiducia, ne derivano
distorsioni e lesioni in funzioni basilari dell'Io, quali la capacità di camminare, di parlare, apprendere ,
pensare, ricordare, e nella fiducia in se stesso e nelle altre persone. Per White e collaboratori le funzioni
principali, di cui é formata l'istanza coordinatrice e di guida che disegnano l'Io, sono: 1) Percezione 2)
Coscienza 3) Memoria 4) Attenzione 5) Pensiero 6) Intelligenza 7) Espressività e Linguaggio 8) Motilità e
Abilità Motorie 9) Giudizio e Previsione 1O) Capacità di Posticipare Bisogni ed Impulsi 11) Meccanismi di
Difesa 12) Affetti di Segnale: Angoscia,Depressione e Colpa
Per White l'Io è: " l'istanza psicologica che percepisce ed attribuisce significato agli stimoli interni ed esterni
ed organizza, dirige e coordina il comportamento sollecitato da tali stimoli; cosi che esso divenga il più
vantaggioso possibile per la persona. L'Io denota quelle funzioni riguardanti la capacità del bambino di
valutare la realtà esterna ed interna ed affrontarla. Il che comporta la valutazione di situazioni, oltre che delle
proprie forze e debolezze individuali. L'Io consente all'individuo di apprendere delle proprie esperienze e di
raggiungere i propri scopi. Coordina le richieste delle sue pulsioni interiori con le pressioni e richieste del
mondo esterno. Decide se, in base alla realtà esterna, è ragionevole che l'individuo agisca in conformità alle
sue fantasie. " L'Io è in buona posizione per difendersi dai pericoli in agguato dal mondo esterno, se
necessario, può darsi alla fuga. Ma ciò non vale per i pericoli interni (moti pulsionali). Freud considerò questa
maggiore suscettibilità ai pericoli interni come una fonte di nevrosi. Il tratto fondamentale della situazione di
pericolo é di provocare uno stato di tensione estrema che non può essere scaricata,dunque di contrastare al
principio di piacere. "Ciò che è temuto, l'oggetto dell'angoscia e ogni volta la comparsa di un momento
traumatico che non può venire eliminato come richiederebbe il principio di piacere."Originariamente
l'angoscia nasce quando l'Io, ancora debole viene soprafatto per la prima volta da una pretesa libidica
eccessiva. Quale funzione ha l'angoscia per mettere in azione il principio piacere dispiacere?.Freud:"L'Io si
accorge che il soddisfacimento di una richiesta pulsionale che sta destandosi maschererebbe una delle
situazioni di pericolo che ben ricorda. Questo carico pulsionale deve quindi venire in qualche modo represso,
revocato, neutralizzato. Sappiamo che l'Io ci riesce se é forte ed ha incluso la spinta pulsionale nella sua
organizzazione. Nel caso contrario (che sfocerà nella rimozione) lo spunto pulsionale appartiene ancora all'Es
e l'Io si sente debole . L'Io ricorre allora ad una tecnica che in fondo è identica a quella del pensiero normale.
Pensare é un agire a mo' di esperimento con piccole quantità di energia.(...) L'Io anticipa dunque il
soddisfacimento della spinta pulsionale sospetta e le dà modo di riprodurre le sensazioni spiacevoli che
accompagnano l'inizio della temuta situazione di pericolo, e cioè di giungere esattamente fino al punto in cui
la situazione spiacevole può provocare angoscia. Con ciò scatta l'automatismo del principio piaceredispiacere, il quale ora effettua la rimozione della spinta pulsionale pericolosa"."Sono quindi situazioni di
conflitto fra le pulsioni dell'Es che tentano di appagarsi e le intenzioni del Super-Io che lo vietano; in questi
casi l'Io si trova fra "l'incudine ed il martello" e cerca di porre rimedio attraverso i meccanismi psicologici alle
sensazioni di ansia, di irrequietezza, di apatia, generate dal perdurare del conflitto. Freud puntualizza: "La
difesa contro un processo indesiderato dell'interno, può compiersi secondo il modello della difesa contro uno
stimolo esterno, cioé che l'Io adotti contro il pericolo interno, la stessa linea di difesa adottata contro quello
esterno. Nel corso di un pericolo esterno, l'organismo intraprende un tentativo di fuga : a tutto primo ritrae
l'investimento dalla percezione della cosa pericolosa ; poi riconosce un mezzo più efficace: quella di
intraprendere azioni muscolari tali che la percezione del pericolo(...) diventa impossibile, l'organismo si
sottrae così alla sfera d'azione del pericolo." L'Io controlla pur sempre la motilità e può sbarrare questa via
agli impulsi dell'Es, che vorrebbero trovare, attraverso il comportamento motorio, gli appagamenti nella
realtà. Da cui l'equivalente della difesa da stimoli esterni é la rimozione di rappresentazioni pulsionali interne,
che viene determinata da segnali d'angoscia. Fra le possibili reazioni , che sono parecchie , al segnale di
angoscia,una di essa è la "difesa". Per Drews la difesa aveva un'importanza centrale per la spiegazione dei
conflitti psichici, fin dai primi scritti psicoanalitici, e l'ha conservata tutt'oggi. La difesa è il nucleo dell'aspetto
dinamico della teoria psicoanalitica; Le resistenze che partono dall'Io sono di natura inconscia e la parziale
inconsapevolezza dell'Io rendeva quest'ultimo molto più interessante per la ricerca di quanto lo fosse stato
prima ; la teoria dell'Io e la teoria della difesa venivano a coincidere in larga misura. La difesa diventava una
delle principali funzioni dell'istanza Io. Così lo studio delle operazioni difensive diventava una nuova via per
la comprensione dell'Io e della sua posizione nel conflitto. L'Io diventava ora oggetto di osservazione
specialmente nel campo clinico. Grazie al lavoro di Nicasi é facile ricostruire la storia del concetto di difesa in
Sigmund Freud. Il concetto di difesa si fa strada assai presto nel pensiero freudiano; é stato col mettere in
primo piano la nozione di difesa nell'isteria...che Freud ha definito la propria concezione della vita psichica in
opposizione alle idee dei suoi contemporanei. In "Le Neuropsicosi di difesa" scritte nel 1894 interamente di
suo pugno ( senza l'ausilio di Breuer) Freud distingue tre forme di isteria: 1) da stato ipnoide 2) da ritenzione;
casi in cui si ha che il perdurare della reazione di fronte allo stimolo traumatico,reazione che però non può
essere liquidata e guarita per abreazione 3) da difesa. In questa occasione compare per la prima volta il
termine "difesa". I pazienti in cui, sostiene Freud : " ho riscontrato la terza forma in persone che avevano
goduto di : ... sanità psichica fino al momento in cui nella loro vita ideativa, si era presentato un caso di
incompatibilità, ossia fino a quando al loro Io non si era presentata un'esperienza, una rappresentazione , una
sensazione che aveva suscitato un effetto talmente penoso che il soggetto aveva deciso di dimenticarla
convinto di non avere la forza necessaria a risolvere, per lavoro mentale , il contrasto esistente tra questa
rappresentazione incompatibile ed il, proprio Io." Già nel saggio del 1894 la nozione di difesa gli consente di
raggruppare sotto l'unico termine di "neuro-psicosi da difesa" le ossessioni, le fobie, le isterie da difesa e le
psicosi allucinatorie. Nella minuta "Teorica H" anche la paranoia è considerata un modo patologico di difesa,
come l'isteria, la nevrosi ossessiva e la confusione allucinatoria.Tale punto di vista è mantenuto in " Nuove
Osservazioni sulle Neuro- psicosi da Difesa": "già da qualche tempo nutro la convinzione che anche la
paranoia (...) sia una psicosi da difesa ".Tutte queste forme si legge: "hanno un punto in comune: i loro
sintomi provengono dal meccanismo di difesa (inconscio) ovvero dal tentativo di rimuovere una
rappresentazione incompatibile entrata in penoso conflitto con l'Io del malato." Di questi ani è una spinosa
questione fra i rapporti tra difesa, rimozione e meccanismi di difesa. In un certo senso ad aprire la questione
dei rapporti tra difesa, rimozione e meccanismi di difesa è stato proprio Freud quando in "Inibizione ,sintomo
ed angoscia"scrisse: "Adesso sono del parere che ritornare al vecchio concetto di difesa presenti vantaggi, se
si stabilisce bene, a questo riguardo che esso deve essere la designazione generale per tutte le tecniche di cui
l'Io si serve nei suoi conflitti, che possono eventualmente condurre alla nevrosi,mentre conserviamo il termine
di rimozione per uno speciale di questi metodi di difesa, che l'orientamento delle nostre ricerche ci ha
permesso agli inizi di conoscere meglio degli altri."Presentando tutto in questa forma di proposito per
l'avvenire, Freud sembra non aver distinto nel passato tra: 1) Difesa e Meccanismi di Difesa 2) Difesa e
Rimozione. Varie le interpretazioni dei biografi di Freud sull'argomento.Si può vedere a riguardo
l'interessante trattazione del problema in Nicasi. Sempre Nicasi ci relaziona che tra il 1894 ed il 1896 Freud
individua una serie di "processi o meccanismi difensivi". L'autrice ci conforta nelle sue note che i termini
possono considerarsi equivalenti. I meccanismi sono: -Conversione -Trasposizione dell'affetto -ProiezioneReiezione -Isolamento- Formazione reattiva. Il ruolo di tali meccanismi è indubbiamente difensivo: la loro
attivazione comporta un calo di sofferenza, ed il loro vantaggio è valutato in base all'entità di questo calo ed
alla stabilità della parete protettiva che essi erigono prima ancora di essere valutato in base alle gratificazioni pulsionali e narcisistiche- da essi ricavabili. Così mentre nell'isteria la difesa é labile con guadagno
soddisfacente, nelle nevrosi ossessive e nella paranoia si ha difesa stabile senza guadagno e nella confusione
allucinatoria, difesa stabile e brillanta guadagno. Da cui Freud scopre così che esistono dei diversi
procedimenti che questo"Io" impiega per liberarsi da tale incompatibilità di una rappresentazione. Lo stesso
Freud ha descritto in seguito le seguenti forme di difesa:
1) Introiezione ed Identificazione - Nei Meccanismi nevrotici
2) Proiezione ( spec. nella paranoia)
3) Formazione reattiva
4) Formazione sostitutiva
5) Regressione Specialmente nella nevrosi ossessiva
6) Isolamento
7) Rendere non avvenuto
8) Spostamento
9) Razionalizzazione
10) Volgere contro la propria persona Che Freud chiama "Destini della pulsione"
11) Capovolgimento nel contrario
12) Rimozione
13) Conversione
14) Isolamento
I singoli meccanismi di difesa hanno relazioni specifiche con momenti conflittuali specifici e sono tipici di
disturbi psichici specifici. Le diverse nevrosi sono caratterizzate dalle diverse difese:per esempio l'isteria
usava principalmente la rimozione, mentre le nevrosi ossessive impiegavano la regressione e le formazioni
reattive. Ma su questo terreno si tornerà più avanti. Nel 1936 in " L'Io ed i meccanismi di difesa " Anna Freud
descrisse più dettagliatamente i vari meccanismi di difesa e chiarì il ruolo nel funzionamento della personalità.
E' utile ricordare che il libro è stato pubblicato quando S. Freud era ancora vivo, e probabilmente é anche
sorto sotto la sua egida. Lo stesso Freud in lavori successivi rimanda a questo libro di sua figlia a proposito
dell'argomento " difesa".E' interessante qui riprendere le parole di Kris a riguardo la recensione del libro da lui
fatta nel 1938: " In effetti la preistoria di questo libro sembra risalire al suo libro ( riferito ad A. Freud)
sull'analisi infantile, in esso si dimostra come nell'analisi dei bambini , dove siamo costretti in ampia misura a
rinunciare ai benefici del metodo della libera associazione , l'analisi del comportamento, del bambino è spinta
in primo piano, con lo scopo di aiutare il bambino nevrotico ad acquistare comprensione della sua malattia e
di osservare le condizioni fondamentali del trattamento analitico." Nel discutere la tecnica del gioco di M.
Klein nel 1927 A. Freud pose il problema di quanto possiamo estendere l'interpretazione del gioco dei
bambini; la domanda che essa pone ora in termini generali é come dovremmo preparare il terreno per
l'interpretazione del contenuto dell'Es che la nostra conoscenza del simbolo onirico può averci aiutato a
comprendere, e come dovremmo orientare il cammino che deve condurci attraverso le posizioni diverse del
paziente, alle porte inconsce del suo Io, alla vita pulsionale e alle fantasie primitive dell'infanzia. Per il lettore
della tesi può essere utile prima di continuare il discorso, su A. Freud aprire una parentesi su alcune posizioni
diverse di tecnica ed osservazione dei meccanismi di difesa di altri psicoanalisti eminenti quali M. Klein e
Ferbain. Avvalendomi delle note di H. Segal verranno esposte in grandi linee le idee a riguardo M. Klein.
Melania Klein divide le fasi dello sviluppo in due posizioni: a) la posizione schizo - paranoide b) la posizione
depressiva. Esse potrebbero viste come suddivisioni dello stadio orale; la prima occupando i primi tre o
quattro mesi di vita e l'altra seguendola nella seconda metà del primo anno. La posizione schizo - paranoide è
caratterizzata dal fatto che il bambino non è consapevole delle persone - i suoi rapporti si svolgono con oggetti
parziali- e dalla prevalenza di processi di scissione e di angoscia paranoide. L'inizio della posizione depressiva
é segnato dal riconoscimento della madre come oggetto intero ed é caratterizzato da un rapporto con oggetti
interi e da un prevalere dell'integrazione, della ambivalenza , della colpa e dell'angoscia depressiva. La
posizione depressiva non prende mai il posto completamente della posizione schizo - paranoide;
l'integrazione raggiunta non è mai completa e le difese contro il conflitto depressivo portano ad una
regressione ai fenomeni schizo -paranoidi,così che l'individuo può continuamente oscillare fra le due
posizioni. Qualunque problema incontrato negli studi successivi, come ad esempio il "complesso di
Edipo"può essere affrontato entro un modello schizo- paranoide o depressivo di rapporti, di angosce di difese,
e le difese nevrotiche possono essere sviluppate da una personalità schizo- paranoide o maniaco-depressiva.
Alcune delle angosce paranoidi e depressive rimangono sempre attive nella personalità, ma quando l'Io è
sufficientemente integrato ed ha stabilito un rapporto con la realtà relativamente sicuro durante lo smaltimento
della posizione depressiva, i meccanismi nevrotici gradualmente succedono a quelli psicotici. Così, secondo
M. Klein la nevrosi infantile é una difesa contro le angosce depressive e paranoidi sottostanti, non chè un
modo di fissarle e di smaltirle. Poiché i processi integrativi che hanno avuto inizio nella posizione depressiva
continuano,l'angoscia diminuisce e la riparazione, la sublimazione e la creatività sostituiscono estesamente i
meccanismi di difesa sia psicotici che nevrotici. Melania Klein notò che il gioco infantile poteva rappresentare
simbolicamente le angosce e le fantasie del bambino. I primi rapporti oggettuali del bambino erano
caratterizzati dalla preminenza delle fantasie. E' naturale che tanto più é piccolo il bambino, tanto più esso é
dominato da fantasie onnipotenti. Il conflitto fra aggressività e libido, ben noto dall'analisi degli adulti,
risulterà particolarmente intenso nei primi, stadi evolutivi, ed essa( ciò seguendo le ultime disposizioni di S.
Freud ) avvertì che l'angoscia era dovuta all'opera dell'aggressività che non a quella della libido e che era
sopratutto contro l'aggressività e l'angoscia che si costruivano le difese. Anche in base a questi concetti si
articolerà nel prossimo capitolo un 'approfondita analisi del problema. Ma ritornando alle difese , fra queste la
negazione, la scissione , la proiezione, l'introspezione sembrano instaurarsi prima che fosse organizzata la
rimozione. M. Klein notò come i bambini piccoli , sollecitati dall'angoscia cercassero costantemente di
scindere i loro oggetti ed i loro sentimenti, sforzandosi di trattenere i sentimenti piacevoli ed introiettare gli
oggetti buoni, e di espellere invece gli oggetti cattivi e proiettare i sentimenti spiacevoli. M. Klein richiamò
dapprima l'attenzione sull'importanza della scissione, e dell' interazione fra introiezione e proiezione ,
meccanismi questi, che notò attivissimi nei bambini molto piccoli. Davanti all'angoscia suscitata dalle
terrificanti figure interne, il bambini cerca di scindere la sua immagine dei genitori buoni ed i suoi sentimenti
buoni dall' immagine dei genitori cattivi e della sua tendenza distruttiva. Infine le funzioni della fantasia, che ,
fra i suoi aspetti molteplici e complicati, ha anche un aspetto difensivo,che deve essere tenuto nel debito
conto. Poiché la fantasia mira ad esaudire gli impulsi istintuali senza alcun rispetto della realtà esterna, la
gratificazione derivata dalla fantasia può essere considerata come una difesa contro una la realtà esterna della
deprivazione. Ma essa é comunque più di questo:é anche una difesa contro la realtà interna. L'individuo
producendo una fantasia di esaudimento del desiderio, non soltanto evita la frustrazione ed il riconoscimento
di una realtà spiacevole, ma ciò che é ancora più importante , difende se stesso contro la realtà della propria
forma e della propria rabbia, vale a dire contro la sua realtà interna . Le fantasie inoltre possono essere usate
come difesa contro altre fantasie. Questo a grande linee il pensiero della Klein sui meccanismi di difesa. Vi
sono altre scuole ed altre opinioni sul concetto di difesa. W. R. D. Ferbain, è stato uno dei primi esponenti
della teoria della relazione oggettuale, che riafferma la teoria psicoanalitica in termini di bisogno da parte dell'
individuo di mantenere il contatto con un oggetto, in contrapposizione alla teoria freudiana degli istinti che si
fonda sul semplice bisogno di soddisfare se stessi. Egli afferma che l'uomo , per natura, cerca un oggetto e non
il piacere, e che le nevrosi derivano dai tentativi di controllare e ridurre l'ambivalenza nei riguardi dell'oggetto,
che in origine (e sempre inconsciamente) è la madre, per mezzo di quattro manovre difensive
fondamentali,che definisce tecniche schizoide, isterica, fobica ed ossessiva. Nella formulazione di Ferbain
queste tecniche difensive si distinguono per il modo in cui l'oggetto viene interiorizzato. Ferbain classifica
appunto nel suo lavoro "A Revised Psychopatuology of the Psychoses and Psychoneuroses" classifica i
meccanismi di difesa in descrivendo quattro tecniche fondamentali correlandole a nevrosi specifiche. Per
l'autore trattato la difesa serve a mantenere l'illusione che esista ancora una madre ideale e a deviare
l'aggressività da questa immagine ideale. Per Rycroft sia Ferbain che A. Freud considerano l'angoscia
unicamente come fenomeno nevrotico, senza tener conto dei suoi importanti aspetti biologici. Al contrario
considerando cioè l'angoscia come una forma di vigilanza che scatta per cambiamenti che si verificano sia
nell'ambiente esterno che in quelle parti della personalità dell'Io che percepisce come esterne, diventa
possibile classificare le difese correlandole alle risposte biologiche di adattamento.Tornando ad A. Freud ed al
suo libro sui "Meccanismi di difesa", Kris afferma che il libro sembra riprendere il problema del modo in cui
funziona l'Io maturo nel punto in cui S. Freud in " Inibizione, sintomo ed angoscia" lo lasciò nel 1925. Per
R.Fine"L'io ed i meccanismi di difesa" era più legato allo studio dell'Io ma A. Freud attribuì all'analisi il
compito di acquistare la maggior conoscenza possibile dei tutte le tre componenti ( Es, Io e Super Io) della
personalità e di investigare sulle loro relazioni con il mondo esterno. Continuò ad elencare i nove meccanismi
di difesa che suo padre aveva già descritto in varie occasioni ed aggiunse la -sublimazione, o spostamento
della meta pulsionale-. Per quando riguarda la tecnica disse: " E' compito dell'analisi pratica osservare come
questa tecniche si affermino efficacemente nei processi di resistenza dell'Io e di formazione sintomatica in
ogni singolo caso". Inoltre l'autrice ritiene che sarà sicuramente possibile scoprire un certo numero di altri
mezzi tipici legati dall'Io oltre a quelli menzionati nel suo libro. Infatti Fine oltre ad altri lavori in letteratura ci
riporta la lista più ampia che fu quella di Bibring e dei suoi collaboratori dell'Istituto Psicologico di Boston,
relativa ad uno studio sulle donne in gravidanza. Essi divisero le difese in: - fondamentali o di primo grado, complesse o di secondo grado. Si ritrovano con niente meno che trentanove tipi di difesa, di cui ventiquattro
erano di primo grado e quindici di secondo. Il loro elenco pare includere ogni genere di difesa , comprese la
somatizzazione, la separazione, il pensiero magico, perfino fare il pagliaccio, l'ammalarsi e fischiare al buio.
Meccanismi di Difesa
Prima di parlare dei meccanismi di difesa é utile ricordare che nel suo lavoro A. Freud indirizza i suoi
interessi principali verso i bambini. Attraverso l'osservazione diretta, ci puntualizza che le sue più importanti
informazioni sul suo Es le otteniamo nelle libere associazioni nei i sogni e principal modo nelle attività di
fantasia nel gioco nei disegni o attraverso l'espressione grafica che rivelano in una forma più genuina ed
accessibile di quanto avviene negli adulti le tendenze dell'Es. Gli analisti di questa scuola come avremo modo
di puntualizzare nel quarto capitolo sostengono che il gioco del bambino é l'equivalente delle libere
associazioni negli adulti e se ne servono come di una vera fonte di interpretazione. Il libero flusso delle
associazioni corrisponde allo svolgersi indisturbato dei giochi; interruzioni ed inibizione dei giochi
equivalgono alle interruzioni nelle libere associazioni. Ne deriva che, se noi analizziamo una qualsiasi
interruzione del gioco, scopriamo che essa é la rappresentazione di una misura difensiva da parte dell'Io,
paragonabile alla resistenza nelle libere associazioni. Inoltre un bambino per esempio può mostrarsi
indifferente, mentre noi ci saremmo aspettati una dimostrazione di disappunto, o può manifestare una gaiezza
eccessiva invece che dispiacere, o ancora una tenerezza eccessiva invece della gelosia. In tutte queste
evidenze, è accaduto qualche cosa che ha deviato il corso normale del processo : l'Io è intervenuto provocando
una trasformazione del sentimento. E' chiaro quindi che in tutti i campioni l'Io deve potersi adattare e
difendere e disporre di meccanismi di difesa che si creano nel corso dell'infanzia. Ricordo che S. Freud aveva
postulato l'idea che le scelte individuali dei meccanismi di difesa é determinata in parte dalla costituzione.Se
non intervenisse l'Io o qualche forza che l'Io rappresenta, ogni istinto avrebbe un unico destino, quello della
gratificazione.Come avevamo già, detto Anna Freud individua dieci meccanismi ed il suo "allievo" C. Brenner
li riprende cosi esponendoli così come si andrà ad esporre in seguito singolarmente: -Rimozione Annullamento -Formazione reattiva -Negazione -Proiezione -Rivolgimento contro il Sé -Regressione Isolamento - Somatizzazione -Sublimazione.
Rimozione
Attività dell'Io che sbarra la via della conoscenza all’ impulso indesiderato proveniente dall'Es, o qualsiasi suo
derivato siano essi ricordi, emozioni, desideri o fantasie di realizzazione di desideri. La rimozione è il più
efficace dei meccanismi di difesa, nel la misura in cui la sua forza d'azione è radicale e definitiva .Essa può,
dice Anna Freud, dominare certe pulsioni dinnanzi alle quali altri processi restano inattivi. La rimozione oltre
ad essere il più efficace è anche il più pericoloso dei meccanismi. La dissociazione dell'Io, imposta dal ritiro
della coscienza, da interi settori del la vita istintuale ed affettiva, può distruggere l'integrità della personalità in
modo permanente. La rimozione diventa così la base di una formazione di compromesso e della nevrosi .
Quando il suo funzionamento è difettoso essa ha una parte importante nella formazione di sintomi di tutte le
specie. Si ricorda che la rimozione fu il primo meccanismo scoperto e descritto da Freud. La rimozione, se
riesce porta all'oblio, o all'amnesia, è un meccanismo di difesa che certamente protegge molto bene l'individuo
e che a piccole dosi funziona normalmente in ogni essere umano; se è troppo pronunciata ed invade tutta la
personalità, si ha a che fare con comportamenti patologici (es: nevrosi isterica).Per Nicasi la rimozione non
sarebbe patogena se fosse davvero efficace, se riuscisse realmente nei suoi scopi e non richiedesse ulteriori
interventi; lo diviene in quanto da sola non basta a garantire la tranquillità. Ha bisogno di rinforzi: o nel
momento stesso in cui ha luogo (in tal caso i meccanismi di difesa si configurano come suoi complementi) o a
distanza di tempo, quando le sue vittime tornano alla carica (ritorno del rimosso) e la difesa fallisce (in tal
caso i meccanismi di difesa hanno il compito di trattare con il nemico fino a quando non si giunge ad un
compromesso); in entrambi i casi il risultato è patologico. Quando la rimozione inizia ad essere inefficace,
vengono chiamati in gioco uno o più meccanismi di difesa; è spesso presente una stratificazione di
difesa.Inoltre quando alcuni dei meccanismi falliscono, essi tendono regolarmente ad essere sostituiti da altre
difese. Ad esempio quando vediamo in atto 1a difesa della proiezione si può senz'altro ritenere che vi è stato
un precedente ma inadeguato uso della negazione. Brenner ricorda che l'intero processo di rimozione si
compie inconsciamente. Non è inconscio solamente il materiale rimosso, ma sono del tutto inconsce anche le
attività del l'Io che costituiscono la rimozione. White ci delinea le sindromi cliniche che illustrano la
rimozione, esse sono: 1) Amnesia. 2) Dimenticanza sintomatica. 3) Lapsus linguae o Lapsus calami (in cui
alla parola corretta non viene consentito l'accesso alla consapevolezza o all'espressione). 4) Attacchi di
angoscia, in cui la persona prova apprensione ma è incapace di determinare quale ne sia la causa.
Annullamento
L'annullamento è un'azione che contraddice o annulla il danno che l'individuo in questione inconsciamente
immagina che possa venire causato dai propri desideri aggressivi, es.: prima colpisce l'oggetto della sua ira, e
poi lo bacia; la seconda azione annulla la prima. Si tratta di una coazione di andamento "magico"
particolarmente caratteristico nella nevrosi ossessiva.Spesso accade che sia abbinato alla formazione reattiva,
meccanismo sempre caratteristico delle nevrosi ossessivo -coatte.L'annullamento è un atto difensivo a due
fasi.Nella prima un impulso proibito viene espresso o nell'azione oppure nel pensiero (che può essere
inconscio o dissimulato sotto forma simbolica). Nella seconda fase viene eseguito un altro atto che cancella
simbolicamente l'impulso espresso nella prima fase. La seconda fase assume la forma di un atto rituale coatto
che è inteso ad esercitare un controllo magico sull'impulso temuto o sulle sue potenziali conseguenze. Un
fallimento del meccanismo di annullamento, dovuto ad una invasione della difesa di impulsi repressi, spiega
fenomeni frequenti della nevrosi coatta, come ad esempio: diviene necessario un numero sempre maggiore di
ripetizioni perché nessuna offre completa sicurezza di una totale esclusione dell'intenzione istintiva. Alcune
sindromi cliniche di facile osservazione che illustrano l'annullamento possono essere: - la coazione a lavarsi le
mani - toccare - contare - pulire e controllare, ecc...
Formazione reattiva
L'odio appare sostituito dall'amore, oppure l'aggressività dalla mitezza, dove l'atteggiamento mancante
persiste inconsciamente. Vi è qualche cosa che l'Io teme come pericoloso e da cui reagisce con il segnale
dell'angoscia. Si tratta di un meccanismo secondario, destinato essenzialmente ad impedire il ritorno del
rimorso alla coscienza. La rimozione gli è dunque pre-esistente, tanto che la formazione reattiva può essere
considerata una sorta di sostegno a cui si fa appello per rafforzare la rimozione allorché questa perde di
efficacia; essa risulta particolarmente evidente nel comportamento ossessivo e coatto e nei sintomi del
nevrotico ossessivo. Per assicurare che un impulso rimosso disturbante sia tenuto lontano dalla
consapevolezza conscia o dal comportamento palese, vengono sviluppati atteggiamenti e comportamenti che
sono l'esatto opposto di ciò da cui si debbono difendere. Certi aspetti della passività possono essere
formazioni reattive contro un'attività motoria che è stata inibita e poi rimossa dalle proibizioni in epoca
infantile. Sempre per Schneider questo meccanismo è molto importante perché permette di comprendere la
genesi di certi caratteri, in particolare dei caratteri nevrotici. Le sindromi cliniche che illustrano la formazione
reattiva sono: - Nevrosi ossessivo - coatte. - Gli stili caratteriali ossessivo -coatti.
Negazione
Diniego di una parte spiacevole o indesiderata della realtà esterna, sia mediante una fantasia con la quale si
esaudisce il desiderio, sia mediante il comportamento. Es: negazione della paura con comportamento
spavaldo. In alcuni studi freudiani il rifiuto è considerato l'agente della confusione allucinatoria, ed in seguito
il diniego è anche considerato il meccanismo centrale nel feticismo, dove svolge un ruolo di negazione nei
confronti della realtà della castrazione. Tutti tratti non di nevrosi ma più specificatamente di qualcosa di più
grave, ovvero psicosi. Il primitivo meccanismo di difesa chiamato diniego o negazione è molto frequente nei
bambini normali. Fenichel ribadisce che finché l'Io è debole, la forza della negazione rimane relativamente
superiore; la soluzione caratteristica dell'infanzia tarda è che la verità spiacevole viene effettivamente negata
nel gioco ed in fantasia, mentre contemporaneamente la parte ragionevole dell'Io riconosce la verità ed il
carattere di gioco o fantastico della negazione. Quando un adulto ricorre al diniego come modo elettivo e
persistente per affrontare una realtà dolorosa, si tratta di un sinistro segno che indica la presenza di un grave
disturbo della sua capacità di valutare correttamente la realtà o addirittura una psicosi.Fine ci relaziona nella
sua storia della psicoanalisi che negli studi di Searls su gli schizofrenici molta dell'apparente deprivazione
sensoriale è dovuta all'uso della negazione inconscia; Lewin per conto suo in ÒThe Psychoanalysis of Elation
offre per Fine una descrizione magistrale dell'uso della negazione negli stati maniacali.
Proiezione
L'individuo attribuisce un proprio desiderio o impulso a qualche altra persona o a qualche oggetto impersonale
del mondo esterno .E' una reazione di difesa contro il proprio intollerabile senso di inferiorità. La proiezione è
un meccanismo di difesa che di norma recita la sua parte più grande nei primi tempi di vita infantile. Come la
negazione, anche la proiezione è uno dei meccanismi di difesa più primitivi. Essa si manifesta nel suo aspetto
più evidente e drammatico nella forma estrema dei deliri psicotici e delle allucinazioni. Se viene utilizzata con
continuità in connessione a problemi significativi nella vita di una persona, la proiezione è un pericoloso
segno di disturbo psicotico e paranoide. La proiezione viene usata di continuo da persone normali per
abbassare le tensioni ordinarie di ostilità, ma più frequentemente la si trova in persone nelle quali
l'allestimento sessuale non è molto soddisfacente. Perciò esso appare spesso evidente nei conflitti coniugali, in
certi tipi di alcoolismo e tossicomania e naturalmente nei sistemi patologici dei paranoici e dei parafrenici.
Essa ha parte anche nella formazione delle fobie dove viene negato un pericolo interno e considerato come se
venisse dall'esterno. Per Pontalis Laplanche la proiezione è un'operazione con cui il soggetto espelle da sé e
localizza nell'altro, persona o cosa, delle qualità, dei sentimenti, dei desideri e perfino degli "oggetti" che egli
non riconosce o rifiuta in sé. Il primo lavoro freudiano sia sulla proiezione, sia sulla paranoia è la "Minuta
Teorica H" del 1895 in cui anche la paranoia è assimilata al gruppo delle neuro psicosi da difesa. Per il
concetto di proiezione in Klein si può leggere Fine, egli specifica che dall'inizio l'Io introietta cose buon e
cattive a partire dal seno materno: gli oggetti sono buoni quando il bambino riesce ad ottenerli, cattivi quando
non ci riesce. Secondo Melanie Klein : "il bambino avverte questi oggetti come cattivi perché vi proietta la
sua aggressività e non solo per il fatto che essi frustrano i suoi desideri. Fra le nevrosi cliniche che illustrano la
proiezione, i deliri e le allucinazioni paranoidi sono gli esempi più ovvi dell’uso della proiezione.
Rivolgimento contro il sé
Il soggetto (bambino) che prova rabbia verso un altro, non sa esprimerlo nei confronti del suo oggetto
originale, può invece picchiare, colpire, ferire se stesso.
Proteggendosi così dal rapporto aggressivo con l'altro, che rischia di essere troppo pericoloso per lui. Ha
origine dal comportamento che caratterizza i primissimi mesi di vita e che soltanto in seguito finisce per
essere utilizzato come meccanismo di difesa. Il bambino piccolo impotente e frustrato nei suoi bisogni quando
è assente la persona che dovrebbe soddisfarli, nel tentativo di alleviare la tensione può aggredire il proprio
corpo. Col passare degli anni il processo attraverso cui una persona devia l'aggressività può indurre la persona
in questione a ferirsi fisicamente, e nuocersi per altre vie; socialmente, finanziariamente, eccetera, sino ad
essere nella forma più estrema di rivolgimento contro il sé il fattore principale di un'azione suicida.
Regressione
Meccanismo di difesa che svolge un ruolo importante nelle situazioni di grave minaccia della propria
integrità. Per Pontalis Laplanche : ÒIn un processo psichico avente un senso di percorso o di sviluppo, si
designa con regressione un ritorno in senso inverso da un punto già raggiunto a un punto anteriore ad esso.
Nel senso formale la regressione designa il passaggio a modi di espressione e di comportamento a livello
inferiore dal punto di vista della complessità, della strutturazione e della differenziazione. La regressione
indica un ritorno automatico ed involontario a modi di funzionamento psico - logico che sono caratteristici di
stadi più antichi, in special modo degli anni infantili. Il ritorno simbolico agli anni dell'infanzia consente alla
persona di evitare l'avversità presente e di trattarla come se non fosse ancora accaduta. La regressione per
Glover opera già dopo che sono state depositate le tracce mnemoniche primordiali, e ogni qualvolta una
persona soffre di una disillusione, tende verso periodi precedenti della sua vita, che gli offrirono esperienze
più piacevoli, e verso tipi anteriori di soddisfazione che furono più completi. E' tipica dei nevrotici coatti e
delle nevrosi ossessive per Freud e Fine e negli isterici per Fenichel. Per Musatti vi è sempre alla base e come
fattore promovente della regressione una rimozione. La patologia non è determinata dalla profondità della
regressione ma piuttosto della sua natura irreversibile, dal conflitto che essa genera e dalla sua interferenza
con i processi di adattamento..., gli aspetti primitivi di una funzione che era no stati messi sotto controllo e
tenuti in disparte balzano in primo piano. La questione della regressione ha assunto un' importanza particolare
tra i meccanismi di difesa a causa del I'interesse sempre maggiore legato agli stadi borderline e psicotici. E'
utile ricordare che la regressione periodica oltre a comparire nel comportamento normale, ha un' importanza
essenziale per il mantenimento della salute psichica. Tutti noi regrediamo ogni notte nel sonno..., inoltre è
frequente nella malattia, e molte volte il paziente abbandona la maggior parte delle attività e delle
responsabilità.
Isolamento
Rimozione dell'emozione, ricordo del passato può avere libero accesso alla coscienza mentre invece non
diventa cosciente l'emozione. Es.:non ricordare il disagio avuto da un avvenimento. Gli impulsi vengono
pertanto sperimentati soltanto come idee estranee; non appartengono realmente alla persona, e quest'ultima
non li sente come reali.L'isolamento dell'affetto è il meccanismo di difesa implicito nella formazione dei
pensieri ossessivi. Esso costituisce una seconda linea di difesa chiamata in causa allorché la rimozione non
riesce più ad impedire che una pulsione inconscia disconosciuta penetri nella consapevolezza .Per Freud e
Fenichel è il meccanismo prevalente nelle nevrosi di coazione e ossessive. Pur discutendo di fatti molto
importanti il paziente rimane calmo, emozionandosi invece, in modo incomprensibile, per fatti banali senza
rendersi conto di aver spostato l'emozione. Per Fenichel, molti bambini cercano di risolvere i conflitti,
isolando alcune sfere della loro vita dalle altre, come la scuola dalla casa, o la vita sociale dai segreti della loro
solitudine... Interessanti note ci lascia Musatti nel Trattato, dove: “La stessa tendenza all'isolamento si
manifesta, nei comportamenti motori della nevrosi ossessiva, ossia nelle azioni ossessive. Spesse volte infatti
l'azione ossessiva (che il soggetto compie come espressione o come reazione ad un impulso) viene
immediatamente seguita da una breve pausa, in cui il soggetto si arresta dal fare e dall'osservare qualsiasi
cosa. Isolando in tal modo una sua impressione od un suo atto, il soggetto esprime simbolicamente la sua
tendenza a non lasciare che l'idea di una tale impressione ed atto venga in contatto associativo con altri
pensieri. E' come se questa sorta di vuoto, che diviene in tal modo l'azione specifica del l'attività normale del
soggetto, servisse a svalorizzare e ad annullare l'azione, e insieme gli insiemi e gli impulsi dell'essere che vi
sono connessi."
Somatizzazione
Consiste nel provocare primariamente un corto circuito che coinvoglia per via neuro-umorale emozioni,
pensieri o comportamenti su funzioni fisiologiche: l'emozione e la perturbazione affettiva che dovrebbero
comparire a causa di un conflitto non sono vissute nella sfera psichica ed elaborate da questa, ma
immediatamente deviate sul corpo, e compaiono quindi disfunzioni che possono portare a disturbi della psiche
fisica, disturbi considerati funzionali attraverso la funzione del sistema neuro vegetativo. La comparsa quindi
di un sistema fisico può essere considerato come un meccanismo di difesa che evita la sofferenza psicologica
ed il conflitto.Credo che la somatizzazione sia di più facile osservazione oltre che in campo di medicina
psicosomatica anche in campo sportivo, poiché l'attività appunto ludico-sportiva si basa essenzialmente sulla
macchina-corpo e quindi una disfunzione "reale" o "non reale" di tale macchina assume una grossa
importanza per l'atleta.
Sublimazione
Questo è l'ultimo dei meccanismi di difesa messo in luce da Anna Freud che appartiene per l'autrice “piuttosto
allo studio delle normalità che a quello delle nevrosi” come ribadirono Freud, Brenner ed altri. La
sublimazione o spostamento dello scopo istintuale è il modificare il gesto nella direzione dell'accettabilità è
dell'approvazione sociale. Individuato da Sigmund Freud nel 1905 la sublimazione era la controparte normale
dei meccanismi di difesa. Consisterebbe dunque nel fatto di indirizzare l'energia ora neutralizzata da una
pulsione, verso nuovi oggetti di un soddisfacimento non sessuale. Oggi diremo piuttosto che il termine
sublimazione esprime un certo aspetto del funzionamento normale dell'Io. Nei "Tre saggi..." scritti nel 1905
Freud la definisce nel seguente modo: " Il processo di sublimazione, nel quale agli eccitamenti eccessivi
provenienti da alcuni fonti della sessualità si apre il deflusso e l'utilizzazione in altri campi in modo che dalla
predisposizione, in sé pericolosa , risulta una non dispensabile intensificazione della capacità di prestazione
psichica" Oggi si direbbe piuttosto che il termine sublimazione esprime un certo aspetto del funzionamento
normale dell'Io.Per Schneider la sublimazione può essere tanto un meccanismo di difesa quanto una funzione
dell'Io.Gran parte del comportamento socialmente valido è basato sulla sublimazione, e in certa misura lo
sono anche comportamenti complessi e raffinati, quello dell'artista o dello scienziato, almeno per quanto
riguarda taluni aspetti della loro energia motivante.Ove venga visto come un meccanismo di difesa la
sublimazione è il più completo, maturo, efficace di tutti. Fenichel è dello stesso avviso tanto che dice che
difese riuscite possono riunirsi sotto il titolo di sublimazione. Nel senso progressivo e positivo, la
sublimazione contribuisce enormemente alla stabilità dell'individuo, tanto che la crisi o il crollo delle
sublimazioni è un segnale clinico di imminente pericolo, indicando che tutta quanta l'economia del le scariche
libidiche è stata radicalmente disturbata. Per Anna Freud “un bastone da passeggio, una divisa, un'armagiocattolo di vario tipo” sono per il bambino, il simbolo della virilità. Anche le bambole, pur venendo
impiegate in giochi di ogni tipo servono a creare la funzione della maternità, mentre i trenini, le macchine, le
costruzioni, oltre che a realizzare i vari desideri e ad offrire possibilità di sublimazione, servono a creare nella
mente del bambino la piacevole fantasia che essi possono dominare il mondo. I giochi quindi hanno grossa
importanza per allenare il concetto di sublimazione.
Qualche considerazione finale sui meccanismi di difesa
Dando per certo che i meccanismi di difesa operano in modo rigidamente inconscio il loro compito è quello di
mantenere l'equilibrio psichico degli individui sani. I meccanismi di difesa vengono di rado usati uno alla
volta, o in coppia; al contrario molti vengono usati contemporaneamente, anche se uno o due tendono a essere
primari su quelli che si manifestano. E' compito della psicologia clinica interessarsi di quei sistemi che hanno
un'utilità nel controllare gli impulsi o nel promuovere un comportamento adatto ,per la semplice ragione che
la mancanza o l'eccesso di funzione di questi meccanismi condurrà con molta probabilità a disturbi psichici.
Tali meccanismi si possono considerare come patologici quando persistono in un 'età in cui per lo più le
necessità difensive dell'Io si sono attenuate. L'uso dei meccanismi di difesa da parte delle persone normali è di
solito temporaneo, e si distingue dall'uso patologico per il suo maggior valore adattativo e nella maggior parte
dei casi, per la sua breve durata. Inoltre , l'uso nella normalità è autolimitato, viene riconosciuto
spontaneamente e corretto automaticamente, oppure ove non vengono seguiti questi criteri, esso implica
soltanto aree isolate e circoscritte, nel contempo non limita in misura significativa le funzioni più importanti.
Molte patologie del'Io si ritrovano sempre parlando nella fascia evolutiva che é quella che ci interessa più da
vicino nelle: psiconevrosi. Per psiconevrosi Fenichel afferma che si basano sul "conflitto nevrotico" che per
definizione é quello che interviene tra una tendenza che spinge per scaricarsi ed un'altra che preme per
impedirlo...pertanto la formulazione generale sarebbe: il conflitto nevrotico avviene fra pulsioni, cioé fra l'Es e
l'Io. Mentre nevrosi significa dolore e sofferenza, la psicosi non sempre comporta un'acuta sofferenza, poiché
l'Io é troppo inadeguato o compromesso per registrare la realtà, i sentimenti, ecc... Si ritrova in Anna Freud
registrata da Mishne la "formula" della formazione delle nevrosi: "il conflitto causa regressione, le tendenze
regressive suscitano angoscia, l'angoscia è tenuta a bada mediante le difese; si perviene infine a soluzioni del
conflitto mediante un compromesso e si formano i sintomi. Il conflitto che determina la regressione può essere
un conflitto traumatico che l'Io non riesce ad integrare. Questi bambini possono anche presentare un
funzionamento intellettuale adeguato all'età ,accanto ad un cattivo dell'Io:mancano di meccanismi di
autocontrollo, non reggono alla frustrazione, dimostrano una scarsa capacità di far fronte all'angoscia ed
hanno un minimo potenziale sublimatorio. In sostanza , non hanno raggiunto lo stadio di separazioneindividuazione e quindi non hanno acquisito la costanza dell'oggetto."Negli stati ansiosi Adams parla di una
paura allo stato puro che esplode in attacchi ricorrenti di panico, quando i meccanismi di difesa dell'Io non
bastano a tenerli a bada . Fra esultanti stati affettivi e problemi comportamentali che fanno capo alla nevrosi
ansiosa vi sono i sentimenti di inadeguatezza e di rovina imminente, indecisione, insonnia
irritabilità,irrequietezza e difficoltà scolastiche. Nelle nevrosi di carattere, Pearson così suddividendole in due
tipi riscontra: 1) quelle in cui l'Io impone numerose restrizioni,attraverso difese come la formazione reattiva ,
per placare il Super Io severo con risultante di un rigido autocontrollo 2) quelle in cui le restrizioni dell'Io
sono insufficienti a bloccare l'espressione pulsionale, con risultante ribellione ed opposizione. Oltre ad alcune
sindrome nevrotiche, carenze dell'Io ed alterazioni dei meccanismi di difesa si possono riscontrare nella
sindrome "borderline". Il termine borderline è entrato sempre più nell'uso durante gli ultimi vent'anni per
indicare una grave patologia infantile. Nella pratica clinica é ancora oggi spesso fraintesa ed usata
impropiamente. La sindrome borderline è vista spesso come uno stato transitorio fra la psicosi e la grave
nevrosi. Si riscontrano carenze in funzioni cruciali dell'I, come competenze percettive ed esecutive,e blocchi
di sviluppo rendono questi pazienti incapaci di affrontare efficacemente il interno ed esterno. L'arresto
evolutivo produce gravi difetti nel funzionamento dell'Io, la persistenza di difese arcaiche e della scissione
dell'oggetto. Fra le caratteristiche di questa struttura dell'Io troviamo: inefficacia della normale rimozione,
persistenza dei meccanismi di difesa primitivi, con l'uso di proiezione, introiezione, regressione e negazione,
scadimento della funzione sintetica dell'Io, mancanza di fiducia di base, incapacità di sublimare gli impulsi
istintivi grezzi, confini fluidi dell'Io, ecc... I bambini borderline di solito non riescono a controllare la loro
angoscia eccessiva; le lacune dell'Io e la loro scarsità di difese mature fanno si che si trovino sopraffatti dal
terrore.Si può solo tentare di accennare i problemi inerenti alle psicosi e al funzionamento scorretto dell'Io;
Paul Federn nel suo saggio "Psicosi e psicologia dell'Io" traccia un quadro completo passando in rassegna le
psicosi nella formazione dei meccanismi di difesa ; analizzando forme di schizofrenia, nella follia maniacodepressiva , nell'autismo, ecc... Credo che un analisi profonda del problema esuli troppo dalle caratteristiche
del lavoro che sto portando avanti, quindi consiglio a chi desideri approfondire il saggio di Federn. Essendo
l'analisi delle difese uno degli aspetti essenziali della tecnica psicoanalitica, molti furono gli autori che se ne
interessarono. William Reich che per primo elaborò il concetto di analisi delle difese nel 1927, dichiarò che :
"Esse vanno eliminate , ed insomma devono frantumarsi all'urto dell'interpretazione dell'analista." Altri
analisti un po meno estremi di Reich hanno considerato che le difese costituiscono una parte normale della
vita psichica, oltre ad essere implicate nei conflitti patologici. Così per ad esempio Fenichel ha insistito sulla
necessità di: "abolire l'attività difensiva patogena dell'Io tramite l'analisi" Anche Hoffer e De Saussure in
sostanza hanno ribadito lo stesso punto di vista . Generalmente si ritiene che le difese patologiche vadano
eliminate con un analisi riuscita, al contrario di quelle normali. E' utile ricordare che vi sono difese che si
sviluppano in un certo periodo della nostra vita, altre in un altro;questo per definire meglio i piani di
intervento. Le più primitive sono: la negazione, la proiezione, la scissione. Nell'età di latenza si possono
incontrare; lo spostamento,la formazione reattiva, l'annullamento , l'isolamento, la sublimazione. Per altri
autori: "L'analisi riuscita di una difesa conduce all'ambito di controllo esercitato dal resto dell'Io, in modo da
essere trasformata in un meccanismo di controllo." In altre parole, nel corso dell'analisi le difese entrano a far
parte dell'Io come meccanismi di regolazione. Per studiare le modificazioni nel corso dell'analisi il gruppo di
studio di Kris ha scelto un metodo clinico. Hanno deciso di esaminare le relazioni derivanti dalla pratica
clinica e di cercare di trarre da esse conclusioni relative ai cambiamenti osservati nel corso dell'analisi".(Si
vedrà nell'esplicazione della parte riguardante l'attività di ricerca in questa Tesi che e' con un metodo clinico
di osservazione che sono stati condotti i lavori per l'analisi delle difese in ambiente sportivo) Per Brenner: "
Ciò che gli psicoanalisti chiamano "difese" non è una cosa; é un aspetto del funzionamento psichico che può
essere definito solo in relazione al suo scopo. Il modo in cui un individuo ottiene, o tenta di ottenere questo
fine, ha una storia specifica, unica per ogni paziente, che si svolge diversamente in ciascun caso. In genere si
può comunque dire che questi strumenti da noi chiamati difese comprendono l'intera gamma di fenomeni che
vanno sotto il nome di funzionamento dell'Io." Difesa é un aspetto del funzionamento dell'Io. Naturalmente
non vi sono funzioni dell'Io che "spariscono"nel corso di un'analisi riuscita, tuttavia si registrano cambiamenti
reali del bisogno del paziente, vari derivati pulsionali e tendenze del Super Io. Prima dell'analisi essi vengono
respinti nei vari modi. Ne risulta un compromesso, il quale è il nocciolo delle nevrosi del paziente. L'analisi
quando é efficace produce gradualmente, un po' più rapidamente un calo d'angosce del senso di colpa associati
a ciò che viene respinto - cioè i derivati e le tendenze in questione - e quindi modifica il bisogno del paziente
di respingerlo. Certi derivati pulsionali che prima spaventavano, possono a questo punto essere gratificati
piacevolmente. Alcune difese, pur essendo ancora necessarie sono meno forti e portano a formazioni di
compromesso che il clinico giudica meno nevrotiche o addirittura normali. Un lavoro molto interessante sui
disturbi delle funzioni dell'Io nei bambini ce lo lascia Fritz Redl che ci ribadisce che occorre operare sulla
psicologia dei disturbi dell'Io molto più specifica di quella finora raggiunta.Per Redl bisogna creare "ambienti"
in cui si possono vedere all'opera le funzioni dell'Io e i loro disturbi, anche quando praticamente non se ne può
avere espressione conscia o inconscia con i mezzi di cura regolare. Da cui ci cita tre progetti di lavoro con
queste caratteristiche; 1) Detroit Group Project,un'istituzione, per la terapia di gruppo di bambini sulla base di
circoli ristretti 2) Detroit Group Project Summer Camp 3) Pioneer House, un istituzione terapeutica per
bambini con disturbi dell'Io ricordandoci che in ogni trattamento serio del problema di un bambino, qualunque
esso possa essere, dobbiamo prendere in considerazione lo stato del suo Io all'epoca del trattamento, la
tensione supplementare sull'Io durante,e nonostante il fine speciale del nostro trattamento ed il problema
particolare con cui il suo Io può trovarsi a confronto proprio a causa dell'urto dovuto al trattamento stesso. La
stessa Anna Freud ricorda che in psicoanalisi tutto il materiale utile alla conoscenza dell'Io sorge nel corso del
trattamento sotto forma di resistenza all'analisi dell'Es.Per Redl bisogna predisporre programmi speciali di
tecniche a sostegno dell'Io, attive , non verbali, resistenti alle difficoltà per utilizzare i dati sulle tecniche di
trattamento dell'Io, poiché il concetto di disturbi dell'Io ha bisogno di uno studio assai più particolarizzato.
Propone che alcune sue ramificazioni diventino osservabili specialmente in situazioni di gruppo , e che il
problema del "sostegno e del ripristino dell'Io " abbia bisogno di tecniche nuove, necessarie specialmente con
bambini che non parlano gravemente disturbati nel loro Io e iperaggressivi. Queste devono essere ad uso
pianificato di una terapia di gruppo e specialmente mediante uno studio programmato degli ambienti
residenziali(scuola, impianti sportivi ). In coda a queste considerazioni cliniche è utile ricordare che é
possibile misurare i meccanismi di difesa anche con metodi che si basano su tecniche effettuate con test o
questionari . Queste tecniche molto usate in psicologia clinica potranno essere utili un domani per
eventualmente confrontare i risultati della ricerca che si andrà a trattare. Ma su questo argomento molto
delicato é dedicato l'ultimo capitolo di questa esposizione di Tesi Ecco una rapida carellata di queste tecniche:
a) Test di Rorsharch ; test proiettivo , analizzato minuziosamente da Roy Shafer che ha dedicato due terzi di
un suo volume sulla interpretazione psicoanalitica del Rorsharch, ai meccanismi di difesa. b) defence
Mecanism , test di Kragh. Il D.M.T. ideato al'Università di Lund é stato costruito con lo scopo specifico di
analizzare il tipo, la forza, il grado di efficienza dei meccanismi di difesa, Una sua variante presenta
diapositive in cui invece di persone sono rappresentati dei maialini, come il test Patte Noire (Kline e Cooper)
c) Picture- Frustration test di Rosenzweig Nato nel 1945 il metodo di associazione a figura per studiare le
risposte alle frustrazioni é una tecnica proiettiva limitata all'analisi delle varie reazioni nei confronti di ostacoli
e seccature quotidiani, ma è ovvio che in queste reazioni traspaiano i vari meccanismi di difesa d) Defence
Mechanism Inventory di Ihilevich e Gleser .Il test sotto forma di domande risposte é costituito da dieci storie
che esaminano alcuni dei conflitti comuni. e) E' l'inventario più diffuso nel campo della psicologia clinica . E'
stato elaborato da R.Hathoway e J.Mc Kinley attraverso le scale (H.Y.) sull'isteria e l'elaborazione di S.
Welsch, scala (R.) è possibile rivelare dati sulla conversione e sulla rimozione. f) Il Life Style Index di
Plutnichik e coll. La maggior parte dei metodi di autovalutazione delle difese psicologiche si limita allo studio
di uno o più meccanismi, solo il D.M.I. analizza una gamma più estesa ,così Plutnich ;Kelleman;Conte
dell'Albert Heistain College of Medicine di New York costruirono un test di autovalutazione che misura
un'ampia varietà di difese con l'aiuto dell'elaborazione di item; ovvero la formulazione delle preposizioni
simili a quelle usate per manifestare consapevolmente o meno, una particolare difesa.
La scherma ,ponte storico fra pulsioni, gioco e sport
La scherma è una lotta, certo , ma egualmente un gioco, con tutto quel che vi é di serio.La parola scherma pare
derivi dal tedesco "schirmen" e significa proteggere- difendere , un problema , quello della protezione dai
pericoli "esterni"manifesti, che ha condizionato l'uomo sin dall'inizio della sua esistenza. Se si potesse far
risorgere l'uomo primitivo nei tempi cui é la genesi della scherma per porgli la domanda : "Cos'e' la scherma
?" Egli risponderebbe: "E' la vita, la forza" Infatti egli era nudo con armi naturali insufficienti(mani, unghie,
denti) ,in continua lotta con gli animali che doveva uccidere per difendersi o procurarsi del cibo, si elevo da
bruto ad uomo quando portò i primi movimenti schermistici , da poter eseguire con i sassi , con i rami o con le
ossa degli animali. Senti così di essere più forte , di poter aggredire o difendersi meglio, di poter vivere più a
lungo. Non credo che Stanley Kubrik famoso regista conoscesse le parole qui riportate di un anziano Maestro
italiano , sta da fatto che nel suo famoso film " 2001, Odissea nello Spazio" l'omega dell'intelligenza infusa
dalla pietra "filosofale"all'uomo passa per un 'episodio analogo alla descrizione sopra vista. Il suo sfogo
aggressivo è coinvogliato attraverso un mezzo e per un fine che allieva un disagio, se non fosse altro quello di
portare a casa la pelle. Con il passare del tempo le cose si sono indubbiamente addolcite, rimane comunque la
matrice "difensivistica – offensivistica" dell'azione schermistica ovvero un'azione liberatoria con un fine
preciso lo" scarico emotivo". Passerà molto tempo prima che incominci a delinearsi nella storia evolutiva
dell'uomo un' agonismo elevato che come abbiamo già visto è una mitigazione di quello primitivo sopravisto
esclusivamente violento. Nascono con il concetto di "agone" appunto quelle leghe politico-religiose chiamate
amifizonie sorte per propugnare lo spirito cavalleresco nel combattimento e la generosità verso il nemico. Si
può considerare questo un primo tentativo "istituzionalizzato" di mitigare le forze istintuali dell'aggressività.
Poi vi sarà nel Medioevo il già visto "Giudizio di Dio" che delimiterà gli ambiti sociali in cui si manifesta in
questo modo lo scarico aggressivo. Poi nel Rinascimento con il fiorire di scuole di scherma che insegnavano
(per scopi si educativi,ma anche mondani) con armi incruenti al fine di "toccar senza essere toccato" si diede
inizio alla convenzione schermistica atta a verificar "per gioco" per diletto chi avesse ragione dei due
contendenti Ora per un buffo caso la parola diletto si pensa sia alla base della parola "sport " che viene fatta
risalire al Boccaccio in riferimento allo svagarsi per diletto spostandosi da un attività al'altra senza uno scopo
presciso se non quello di far passare il tempo in modo piacevole. Infine la scherma diventa un'attività sportiva
presente sin dalle prime Olimpiadi Moderne di Atene nel 1896 e con un sistema elettrico ed imparziale di
rivelazione dell'attribuzione del colpo vincente , diventa accessibile anche al grande pubblico. Nel gioco
sportivo della scherma moderna ciascuno gioca all'occorrenza dell'altro , per esprimersi , per meglio conoscere
i suoi limiti , misurare le sue reazioni . Il contatto diretto è sanzionato , è uno sport che si applica a due ; non è
solipsistico , vi é una situazione di antagonismo duale mediata da un attrezzo , un metro di metallo che non
permette il contatto diretto allontanando i protagonisti e pertanto diminuisce i rischi di reazioni aggressive
eccessivi . Vi sono regole ferree che vanno apprese altrimenti "non c'e partita"ed è assolutamente bandita
l'intenzionalità di recare danno fisico all'antagonista La situazione di viso a viso dentro uno spazio
determinato favoriscono la capacità di osservare il campo di azione e di limitarlo. Si porta una maschera
occupando un mondo anche diverso, si impara a disporre di un tempo in cui agire o meno. La mutevolezza e
l'imprevedibilità degli eventi costringono ad una continua riorganizzazione del proprio schema corporeo. Ad
una mossa non sempre corrisponde una contromossa, cosi come ad un tempo esecutivo non sempre
corrisponde il suo corrispettivo. L'espressione meta comunicativa è intensa. Si può considerare l'attività
schermistica ed il suo processo di acquisizione come un continuo adattamento attraverso l regole alla necessità
di moderare la nostra esigenza pulsionale di sopraffazione che ci porterebbe a non trovare se fosse sempre
appagata più nessuno su cui applicarla . Come il bambino, abbiamo sopravisto, si adatta con i suoi
meccanismi di difesa al mondo che lo circonda , così attraverso un gioco così complesso da divenire sport ,si
adatta attraverso grazie sempre ai meccanismi di difesa ad un'attività che lo attacca sia fisicamente che
psichicamente "per gioco" s'intende. Per tutto questo ben si presta ad uno schema di raffronto così ricco di
sfumature come vi andremo a proporre.
Approfondimenti nell'ottica dell'interpretazione clinica ed etologica
Un tentativo di definire l'aggressione è stato più volte intrapreso, ma una definizione del concetto
soddisfacente da tutti i punti di vista manca sino ad oggi.Per rigor di logica il problema essendo assai vasto
andrebbe trattato sotto vari punti di vista per definirne le cause; endogeno, condizionale, socio teoretico,
motivazionale, psicoanalitico ( aggressione come conseguenza di una frustrazione)...Conscio di questi aspetti ,
continuerò a privilegiare la trattazione di ricerche con caratteristiche clinico analitico visto che i miei spunti di
ricerca si riferiscono a quell'ambito. " Sappiamo " dice Rohm "che specialmente in base ai risultati
dell'influenza psicoterapeutica che una cattiva elaborazione delle componenti aggressive dell'individuo può
condurre ad un inibizione dell'intelligenza ; psicosi, nevrosi malattie psicosomatiche, senso depressivo della
vita ed altro ancora, in quanto stati patologici dell'individuo, sono fortemente concatenati alla cattiva
elaborazione di impulsi aggressivi durante la strutturazione della personalità" L'aggressività è vista da Freud
come un problema di natura"organica" un "istinto", cui sottostà una energia biologica che deve essere
scaricata in un modo o nell'altro. "Esistono due specie fondamentali di istinti, gli istinti sessuali (Eros) , e gli
istinti aggressivi,(Thanathos) il cui scopo è la distruzione"(l'io e l'es 1923) Legato alla dicotomia Freudiana
(Eros -Thanatos) : "l'Io odia, aborrisce perseguita con finalità distruttive ogni oggetto che divenga per lui fonte
di sensazioni dolorose, indipendentemente dal fatto che esso significhi un rifiuto dell'appagamento sessuale,
oppure dei suoi bisogni di conservazione"(pulsioni ed il loro destino 1915) . L'aggressione costituisce così una
reazione primordiale che si manifesta quando la tendenza fondamentale dell'organismo ad evitare il dolore ed
ad ottenere il piacere viene disturbata. "L'esistenza di questa tendenza all'aggressione è il fattore che turba i
nostri rapporti con il prossimo... si deve far di tutto per porre limiti alle pulsioni aggressive dell'uomo,per
rintuzzarne la vivacità mediante formazioni reattive psichiche"( il disagio della civiltà 1930 ed it 1971 p247)
Nell'ambito di questa impostazione fondamentalmente istintivistica non viene disconosciuto l'influsso di
fattori ambientali nel corso dello sviluppo. L'ambiente circostante come ci ricorda Anna Freud ha un
importanza determinante nel controllo delle pulsioni istintuali del bambino inclusa quella distruttiva : "E' tanto
naturale che il bambino piccolo cerchi gratificazione di tutte queste pulsioni in modi imperioso, immediato, e
con totale auto indulgenza quanto é inevitabile che l'ambiente circostante imponga restrizioni alla loro
soddisfazione in base ai dettami della realtà, che comprendono l'evitare i pericoli per il bambino stesso, per le
altre persone, per la proprietà o, più avanti , le trasgressioni contro le convenienze sociali comuni " ( A.Freud
,1965,p149 Ed it normality and pathology) Il principio di piacere - che tende alla gratificazione immediata
delle pulsioni cede gradualmente il passo al principio di realtà secondo il quale la scarica della pulsione é
differita, modificata o limitata sulla base delle esigenze del mondo esterno. Il bambino acquisisce così
graduatamente la capacità di tollerare la frustrazione di pulsioni e bisogni istintuali, di differirne
l'appagamento, di scegliere mete e oggetti sostitutivi. Ecco qui venire in soccorso contro l'emergere delle
pulsioni aggressive i meccanismi di difesa dell'Io che se non sono eccessivamente forti o non equilibrate
finiscono con il provocare coartazioni della personalità, squilibri e disarmonie dello sviluppo con l'insorgenza
di sintomi psicopatologici. Blos e Lazar ( vedi Giberti - le nevrosi da Freud ad oggi) hanno il fondato sospetto
che il fallimento e le difficoltà ad elaborare l'aggressività specie nei suoi mo menti pre - genitali, auto ed etero
aggressivi, e negli aspetti connessi alle frustrazioni sociali, rappresentino il problema centrale della
psicopatologia odierna. Melania Klein che si é lasciata nel capitolo precedente elaborare la sue teoria sulla
difesa dell'angoscia del bambino; sull'ambivalenza amore-odio,presente come abbiamo analizzato dalle
primissime fasi della vita ,questa si estende secondo lei a tutte le manifestazioni dell'adulto. Non esiste attività
in cui la presenza dell'aggressività non sia rilevabile in maniera diretta o, molto più spesso ,latente . Spesso
l'ostilità si trova trasferita nella fantasia, nel gioco, nell'antagonismo lavorativo, ecc(pag 24 l'aggressività
umana -di Maria Di Nuovo 1984) Quella che é certo la concezione più diffusa dell'origine dell'aggressività ,
l'ipotesi frustrazione di Dollar e collaboratori è stata formulata nel 1939 dalla cosi detta Scuola di Yale. Punto
do partenza degli studiosi americani era l'ipotesi formulata da S. Freud prima della scoperta dell'istinto di
morte :l'aggressività come "reazione di base" a circostanti frustranti, cioè al blocco del raggiungimento del
piacere( Freud 1917 Voerlesungen zur Einfuhrung in die Psychoanalyse) Il postulato su cui si basa tale scuola
è così articolato: "l'aggressione é sempre una conseguenza della frustrazione, inversamente ogni frustrazione
sbocca sempre in una qualche forma di aggressione e quanto più grande è il grado di inibizione specifico ad
un atto diretto di aggressività, tanto più probabile sarà il verificarsi di atti aggressivi più diretti" Mc Dougall,
sostenitore dell'importanza delle forze istintuali nella spiegazione del comportamento umano ha caratterizzato
il fenomeno dell'aggressività nell'"istinto di combattimento" affermando esplicitamente che tale istinto é
suscitato da un ostacolo . Il comportamento bellicoso, quindi é l'espressione di un 'istinto che é peculiare in
quanto non ha un oggetto specifico, ciò che lo scatena non é una sensazione od un insieme di sensazioni, ma
piuttosto un ostacolo al procedere senza intoppi, verso la propria meta naturale di una qualunque altra
tendenza istintiva. Per K Lorenz, il più noto esponente dell'etologia , l'aggressività sarebbe una pulsione che si
carica per forza endogena, e che raggiunto un certo livello, spingerebbe l'organismo in situazioni nelle quali
venir soddisfatta( comportamenti di appetizione). Quando nessuna di tali situazioni si verifica, non si arriva ad
esempio ad alcun combattimento tra rivali, potrebbe prodursi un ingorgo di aggressione tale da costringere il
moto dell'istinto ad una scarica senza l'intervento di stimoli esterni (atto di esuberanza). Nella controversia sul
carattere reattivo o spontaneo dell'aggressione, Lorenz sostiene la spontaneità. Proprio questa spontaneità, che
fa parte della dotazione biologica dell'individuo, renderebbe così pericolosa la pulsione aggressiva. Non si può
sperare di eliminare l'aggressività; si può cercare di incanalarla , ridirigerla su oggetti sostitutivi . Infatti
l'introspezione nella fisiologia di una pulsione ingorgata e nel suo sfogo ridiretto, è naturalmente di grande
aiuto nel governare l'aggressività. Il r idirigere come metodo per controllare le funzioni dell'aggressività e di
altre pulsioni bloccate, è nota all'umanità da gran tempo. Gli antichi Greci avevano il concetto della "Catarsi";
lo sfogo purificatore, e la psicoanalisi secondo Lorenz ha convincentemente dimostrato che molti moduli di un
comportamento assolutamente lodevole derivano i loro impulsi dalla "sublimazione" di pulsioni aggressive.
Tutte le forme culturali evolutesi nel fair-play, dalla cavalleria primitiva , alla Convenzione di Ginevra, sono
funzionalmente analoghe al combattimento filo geneticamente ritualizzato negli animali. Comunque l'ipotesi
della Catarsi, secondo la quale un qualsiasi atto sostituito ridurrebbe lo stimolo ad ulteriori comportamenti
aggressivi è molto discussa. Per Lorenz: "E' possibile che lo sport tragga le sue origini dal combattimento
altamente ritualizzato ma sempre molto ostile. Lo si può definire come una forma specificatamente umana di
combattimento governato dalle regole più serie che si siano sviluppate culturalmente. Mentre alcune forme di
sport come i Tornei fra i cavalieri medioevali, possono aver avuto un'apprezzabile influenza sulla selezione
sessuale, la funzione principale dello sport risiede oggi nello sfogo catartico delle pulsioni aggressive. Lo
sport educa gli uomini ad un cosciente e responsabile controllo del proprio comportamento combattivo. Pochi
errori dell'autocontrollo vengono puniti con la stessa immediatezza e severità, come quelli che si commettono
durante un incontro di boxe o di scherma."Celli nella prefazione al lavoro di Lorenz ci puntualizza che il
rigido codice cavalleresco del Torneo, regolando le modalità aggressive, aveva come risultato ultimo una
diminuzione della pericolosità reale dello scontro. Eric Fromm , dal canto suo definiva pseudo- aggressione,
quegli atti aggressivi che possono provocare danni ,ma non vengono compiuti con questo intento cioè:
l'aggressione accidentale e l'aggressione sportiva. "L'aggressione sportiva ha come scopo l'esercizio di una
certa capacità . Non mira a provocare danno o distruzione,non è motivato dall'odio. Se la scherma , la spada,si
svilupparono dall'esigenza di uccidere un nemico in difesa o in attacco, la loro funzione originaria é andata
quasi completamente perduta, e sono divenuti un'arte" Un tempo arco e frecce erano armi di attacco e di difesa
con lo scopo di uccidere, ma oggi il tiro con l''arco è un puro esercizio di abilità.Troviamo lo stesso fenomeno
nella cultura occidentale :la scherma è divenuta una attività sportiva. Pur senza coinvolgere per un evidente
entroterra culturale deficitario gli aspetti culturali dell'arte Zen, rappresenta un tipo di lotta cui è estraneo lo
scopo di danneggiare. In un recente studio di Schilling gli sport sono stati cosi suddivisi -Aggressivi diretti
con contatto fisico: rugby, hochey su ghiaccio,sport vari di combattimento. - ritualizzati:pallavolo,basket,
scherma -indiretti senza contatto: ginnastica, pattinaggio artistico.Ogni gioco o sport ha le sue regole . Esso
determinano ciò che avverrà dentro quel mondo temporaneo delimitato dal gioco o dallo sport stesso. Le
regole del gioco sono assolutamente obbligatorie ed inconfutabili. Come un bambino che deve accettare
attraverso il "vivere" il non possibile appagamento di tutto ciò che vuole sottomettendosi con l''ausilio dei suoi
ben distribuiti meccanismi di difesa"ai voleri della "non onnipotenza"così l'uomo come ben sapeva quel
"pioniere di Arnold" si diede dei codici delle regole sportive pern abituarsi un po alla volta a perdere e qualche
volta se gli riusciva a vincere, senza necessariamente compromettere la vita per il risultato finale. Paul Valery
affermo come ci riporta Huizinga che riguardo alle regole del gioco non è possibile lo scetticismo. "L'incontro
di scherma è nella sua essenza una forma rituale di gioco; é il controllo dell'omicidio imprevisto , causato da
ira sfrenata. Il luogo dove si decide la lotta , è un luogo di gioco, le armi devono essere esattamente uguali; si
da un segnale per cominciare o per finire, il numero dei colpi é prescritto"Il gioco come lo sport ci dice
Callois é: "Un occupazione svolta in generale entro precisi limiti di tempo e di luogo C'e' uno spazio di gioco
a secondo dei casi; gli scomparti disegnati per terra nel gioco del mondo,la scacchiera negli scacchi e nella
dama , lo stadio ,il recinto, la pedana, il ring, il palcoscenico, l'arena. Uscire dall'area stabilita per errore , per
caso, o per necessità, mandare la palla al di là del campo a volte squalifica il giocatore, a volte comporta una
penalità. Uno svolgimento noto in anticipo senza possibilità d'errore , di sorpresa, che porta manifestamente
ad un risultato ineluttabile é non compatibile con la natura del gioco evoluto. Occorre un costante ed
imprevedibile rinnovamento della situazione, come avviene nella scherma o nel gioco del calcio ad ogni mossi
una risposta, nel tennis ad ogni rinvio di palla, negli scacchi ogni volta che uno degli avversari muove un
pezzo. Il gioco consiste nella necessità di trovare, di inventare immediatamente una risposta che é "libera nei
limiti delle regole" Inoltre gli uomini mimano attraverso il gioco, le occupazioni corporee ed anche morali,
qualche volta, in cui la vita moderna li obbliga a rinunciare. Con l'aiuto della "reviere" della fantasia tutto si
spiega facilmente:" lo schermitore si batte contro un Guisa, o contro Cyrano..." Di ciascuna delle nostre
antiche occupazioni di morte é rimasta una testimonianza ; il gioco. Esso è la storia mimata della prima età del
mondo , e lo sport che è la pantomima delle sue epoche di sofferenza e di lotta , è dunque specialmente
deputato a conservare il corpo, l'agilità e la forza primitiva Per Malinowsky la cultura lascia ai bisogni
istintuali ed aggressivi degli obiettivi intermedi: " ... giochi di lotta ritualizzata" Nella misura in cui non fosse
riuscito ad integrare la totalità delle manifestazioni istintuali nel proprio ambito il gruppo riunito di individui
con i medesimi problemi , tenta di deviarle verso l'esterno. La caccia e la guerra sono le forme più comuni di
soddisfacimento delle tendenze aggressive al di fuori del gruppo. Prendendo lo spunto dalla teoria kleiniana
Fornari ha messo in rilievo il rapporto esistente tra istinto di morte e la sua deflessione all'esterno(distruttività)
Più è consentita questa deflessione verso l'esterno , più il desiderio di morte , con tutte le conseguenze a
livello psicopatologico , diminuisce e viceversa . "La guerra quindi potrebbe essere vista come un tentativo
terapeutico attuato da un'istituzione sociale, che proprio istituzionalizzandola, porterebbe a proporzioni
gigantesche, ciò che all'inizio è,un elementare meccanismo di difesa dell'Io. Da ciò la difesa da angosce
psicotiche è all'origine o almeno gioca un ruolo molto importante , nei fondamenti del sociale e delle sue
istituzioni. Questa tesi spiegherebbe anche perché presso molti popoli primitivi, la guerra avesse spesso il
significato di un rito piuttosto che l'aspetto di distruzione industrializzata, come tende sempre più ad avere
nelle guerre moderne. E di conseguenza la guerra avrebbe perso le sue funzioni curative nei riguardi delle
angosce psicotiche di base:pare cioè che non possiamo più curare la nostra pazzia con la guerra" Con questo
monito di Fornari é chiaro che i giochi ritualizzati nel proprio ambito sociale assumono una grande
importanza . Thomas Szaz asserisce che: "si può affermare che la concezione comune che i giochi e sopratutto
quelli competitivi o sportivi, come aggressivi e socialmente disgregativi e è falsa : senza negare i tratti
aggressivi ( nel senso competitivi) di certe attività giocose, desidero sottolineare il significato ben più saliente
dei giochi come mezzi atti ad unire gli individui in imprese comuni . Partecipare seriamente ad un gioco,
implica che i propri compagni, avversari e componenti della squadra siano presi sul serio ; i giochi e lo sport
sono pertanto paradigmi della capacità dell'impegno umano."Dal punto del normale processo evolutivo per
Erikson la piena attività ludica porta alla macrosfera, che é l'ambito sociale condiviso con gli altri, dove si
deve imparare quali esperienze ludiche possono essere condotte insieme e quali no. In questo caso viene allora
ad imporsi subito la grande invenzione umana dei giochi competitivi, nei quali gli intenti aggressivi vanno a
fondersi con le regole della realtà. Il gioco diventa allora un valido esempio del modo attraverso il quale ogni
importante tendenza dello sviluppo epi- genico continua ad espandersi ed a svilupparsi lungo l'intero corso
della vita. Il potere ritualizzante del gioco é infatti la forma infantile della capacità umana di trattare con
l'esperienza attraverso la creazione di situazioni -modello e di padroneggiare la realtà a mezzo
dell'esperimento e della progettazione. Sempre per Erikson il gioco e considerato una funzione dell'Io e nota
come nel bambino, cominci nel suo stesso corpo e su di esso si incentri. "Il gioco ha per funzione di
permettere all'individuo di realizzare il suo Io, di spiegare la sua personalità, di seguire momentaneamente la
linea del suo maggiore interesse, nel caso in cui non possa farlo ricorrendo ad attività più
serie"Wolfheim:"Dobbiamo riconoscere sulla base della ricerca analitica che in esso nulla avviene per caso.
Nel gioco si manifestano strati profondi della vita psichica ; non è un giocattolo in se stesso a dare forma ad
un gioco, ma l'attività psichica del bambino." M. Klein come Blos e Lazar nei confronti dell'inibizione
dell'aggressività accerta che l'inibizione del gioco può divenire più tardi nel processo evolutivo un inibizione
nell'apprendimento e provocare una limitazioni di interessi. Per De Ajuriaguerra : "I giochi rappresentano
l'area intermedia in cui nel suo processo di crescita il bambino può sperimentare le sue fantasie aggressive
senza essere né distruttore per gli altri, ne distrutto da esse." Secondo Solomon pioniere della terapia del
gioco: "Attraverso il gioco il bambino riesce ad esprimere le proprie tendenze regressive, riducendo così il
bisogno di sfogare tali forme di comportamento nella situazione della sua vita reale. Gli si offre l'occasione di
progredire verso soluzioni più realistiche dei suoi problemi "Per il tramite del gioco come dello sport, i
bambini possono svincolarsi dal pensiero magico ; chiarire , tempo ,realtà ,causalità, potenziare lo sviluppo
dell'Io. Il gioco può essere utilizzato per la comprensione diagnostica del bambino; nel processo di trattamento
, il gioco fornisce al bambino ed al terapeuta materiale ed occasioni di approfondire la comprensione di
angosce paure e difese . I temi ludici e tutte le comunicazione non verbale, consentono al bambino di
comunicare , rivivere , re inscenare i suoi contenuti, di fare un esame di realtà e sublimare, migliorando
pertanto il funzionamento dell'Io
Introduzione generale alle ricerche
Dai predenti capitoletti si è potuto verificare come in campo psicoanalitico ed in psicologia clinica sia di
primaria importanza per l'individuazione e la valutazione delle problematiche psichiche l'osservazione clinica
diretta . Poter osservare come un individuo si comporta nelle diverse situazioni nel suo vivere quotidiano é
molto importante, tanto più se si ha a che fare con i bambini La psiche del bambino dai 7-11 anni (il periodo
di latenza) abbiamo visto si trova in un momento di relativa calma in cui vi è una sedimentazione di quanto
acquisito in precedenza . E' quindi possibile individuare nei suoi giochi, nei rapporti con i compagni, e come
ci si prefigge nello sport, caratteristiche comportamentali di grande importanza. In questo primo blocco di
ricerche verranno esposte le metodologie, la tecnica ed i risultati relativi a questa applicazione clinica in
campo sportivo. Hanno quindi sia un carattere pionieristico che esplorativo e possono considerarsi il primo
mattone di un edificio che speriamo poi, come la casa "dei tre porcellini" della fiaba dei fratelli Grimm , possa
dimostrarsi salda e che incominci a metterci al riparo dall'insidie dell' "lupo cattivo" E' infine utile ricordare al
lettore che nelle prime due ricerche trattate la fascia di bambini sottoposta alla osservazione diretta é stata
iniziata alla scherma secondo un preciso programma di apprendimento schermistico pedagogico durato(4-5
mesi) che oltre ad uniformarne la conoscenza teneva in dovuto conto le esigenze ludiche del bambino ed i
corretti tempi di applicazione alla stessa , in base ai precetti studiati da Revenu, Hann e Lodetti Marcello a cui
di quest'ultimo si rimanda alla trattatistica per l'esplicazione tecnica dell'arte schermistica
Aspetti psicoanalitici dell'attivita' sportiva Nuova metodologia di osservazione clinica applicata alla scherma
nell'eta' evolutiva
Questo lavoro riporta le metodologie, le tecniche ed i risultati relativi alla nuova applicazione clinica diretta in
campo sportivo. Con l'ausilio di un gruppo di 12 giovani atleti (eta' 7-11 anni) impegnati nella disciplina
schermistica nelle scuole, nonche' di una nuova griglia di osservazione clinica applicata al comportamento
agonistico e ai meccanismi di difesa trattati, si e' raccolta una documentazione in merito.
Introduzione
Ackerman propone alcune correlazioni generali circa le aree di competenza che appartengono rispettivamente
all'operatore sociale ed allo psichiatra. A suo avviso il livello dinamico su cui avviene l'incontro delle due
professioni e' il cosiddetto livello dell'Io. L'Io rappresenta le funzioni organizzanti, strutturate adattativamente,
della personalità totale, che sono orientate sia verso il mondo reale esterno, che verso i conflitti interni fra
impulso e coscienza morale. Dal momento che l'Io assicura il collegamento dinamico fra la realtà' sociale e
l'inconscio, così' come il legame fra motivazione individuale e di gruppo, l'Io costituisce anche il terreno
comune dove si incontrano gli interessi professionali specifici dell'operatore sociale e dello psichiatra. Ed e' su
questi campi che la ricerca si articola: -Campo sociale (attività di istruttore schermistico sportivo) -Campo
clinico (attività' di ricerca nell'ambito della Facoltà' di Medicina in Psicologia Clinica, attraverso i meccanismi
difensivi dell'Io). La costante pratica di questa attività' come atleta e come Istruttore , e l'odierno contatto con i
piccoli partecipanti a questa disciplina, mi hanno stimolato ad osservare molto accuratamente le dinamiche
comportamentali di questo sport, che pone i due componenti uno contro l'altro, e dove il contatto diretto e'
mediato attraverso un prolungamento del Se', che e' l'arma. Le interazioni che il soggetto deve avere con l'altro
soggetto sono estremamente dirette poiche' ogni movimento e' portato verso un altro individuo, ed anche il
non agire e' interpretabile come un gesto. In altre parole, non esiste un qualcosa che sia un noncomportamento o, per dirla anche più' semplicemente, non e' possibile non avere un comportamento. Da qui la
relazione tra gesti atletici della disciplina ed i meccanismi di difesa. Il nucleo della ricerca e' quello di rilevare
se esiste in base all'alto numero di osservazioni specifiche una correlazione effettiva tra i meccanismi di difesa
dell'Io e le sottodette azioni schermistiche, con una marcata propensione alla negazione. Da cio' e' possibile
dedurre che tale griglia di lavoro possa essere valida al fine di rilevare tali meccanismi in un ambiente diverso
da quello scolastico, familiare o sociale. Inoltre si potrebbe rilevare con tale mezzo sportivo (la scherma) e
questa griglia la possibilità di osservare mutamenti dei meccanismi di difesa all'interno dei gruppi e la
maggiore distribuzione di tali meccanismi da parte di colui che e' praticante la scherma.
Metodologia
Questi sottoesposti sono i gesti atletico - tecnici, i comportamenti durante i preparativi dell'assalto e l'assalto
stesso che sono stati messi in relazione ai meccanismi di difesa. Rimozione Di un gesto di offesa - come la
botta dritta o un gesto di difesa - come la parata. Annullamento Colpire con veemenza l'avversario e poi
correre a consolarlo e confortarlo. Formazione reattiva Svolgere un'azione schermistica e non colpire
l'avversario all'ultimo istante ma desiderare di colpirlo fortissimamente. Esempio: Parare... ma non rispondere.
Negazione Giochi e sogni di stoccate ad occhi aperti espresse a voce, negazione di paura con comportamenti
spavaldi, fantasticare stoccate di difficile realizzazione se non impossibili. Proiezione "Non sono io che ho un
desiderio cattivo, e' lui che lo ha". Attribuire il proprio atteggiamento all'avversario (aggressivo, ecc.) o
attribuirgli azioni schermistiche non regolari, "non sono io che gli ho chiuso la misura (gli sono andato
addosso) ma e' lui che e' venuto addosso a me". Rivolgimento contro il Se' Auto denigrazione per botta errata,
arrabbiatura con se' stesso, ecc. Regressione Totale disgregazione, ritorno a dei movimenti o delle sequenze di
movenze, tipiche di una tappa evolutiva e tecnica schermistica precedente; abbandono tecnico e tonico.
Isolamento Ricordare di avere perso ma negarlo come gesto che ha fatto soffrire, e non soffrire realmente.
Somatizzazione In momenti difficili dell'assalto dire (dirsi) di non poter colpire perche' improvvisamente fa
male il braccio, la gamba ecc. o attribuire la colpa di tutto cio' all'arma. Sublimazione "Non importa se non si
riesce a vincere, ma tiro elegantemente, con stile, cosi' la mamma, il maestro ed io siamo contenti" (vedi tav.
1). Per la raccolta dei dati dello studio si dispone di due griglie di lavoro (Tav. 1), una di raccolta e l'altra di
trasposizione e verifica. Sulla prima griglia "A" vengono segnalati i comportamenti schermistici che si sono
messi in luce durante l'assalto e sulla seconda griglia "B" l'operatore trascrive il comportamento che e'
corrispondente al meccanismo di difesa dell'Io. Si potrebbe direttamente collegare il comportamento
schermistico al meccanismo di difesa; ma per rendere piu' agevole l'operare degli assistenti, si e' optato per
questa linea di lavoro. Esempio: pratica schermistica; rimozione parata o botta dritta e' corrispondente alla
rimozione dei meccanismi dell'Io. Inoltre le griglie sono composte da una parte per il soggetto "A" e da una
parte per il soggetto "B". Poiche' il lavoro e' strutturato in modo che si possano osservare simultaneamente i
due atleti durante l'assalto, gli operatori (in numero di due) segnalano quali comportamenti si verificano,
segnando con una croce il comportamento schermistico e trasportandolo al corrispondente meccanismo di
difesa dell'Io sulla griglia di verifica. Terminato l'incontro la griglia e' consegnata da parte degli operatori con
i dati raccolti. Il lavoro dei due e' di collaborazione; pertanto l'osservazione di uno serve di verifica all'altro;
dopo la seduta segue un consulto da parte dei due operatori e si discute sull'osservazione; se uno dei due
operatori dopo il confronto rimane dell'opinione di aver visto un dato che e' sfuggito o non colto dall'altro, tale
dato viene tenuto valido al fine della ricerca e verra' valutato mezzo punto. Alla fine della sequenza-incontri
saranno raccolte le griglie per operatore con tutti i dati del gruppo. E' utile sottolineare che per tale raccolta
dati e' indispensabile una buona conoscenza sia dei meccanismi di difesa dell'Io, che dell'arte-scienza
schermistica; per questo motivo ci si è premurati tenendo vicino osservatori capaci e competenti nei campi,
previa istruzione adeguata : un diplomato I.S.E.F., una dottoressa in scienze filosofiche, ed operatrici
scolastiche diplomate al magistero.
La Psicologia dello Sport quale pratica per migliorare ed emplementare gli stili di vita salutari
Analisi dei risultati 1:la griglia di osservazione
AZIONI
NUMERO DI VOLTE
MECCANISMO
No parata o botta dritta
Rimozione
Colpire violentemente e poi
correre a consolare l’avversario
Annullamento
Parare…ma non rispondere
Formazione
reattiva
Comportamento spavaldo
dinanzi all’avversario
Negazione
Attribuire il proprio
comportamento all’avversario
Proiezione
Autodenigrazione, arrabbiatura
con se stesso
Rivolgimento
contro il Sé
Ritorno a movimenti evolutivi
tecnici precedenti
Regressione
Ricordare sconfitta: negarlo
come gesto che ha fatto soffrire
e non soffrire realmente
Isolamento
Dire di non poter “colpire” per
cause fisiche improvvise
Somatizzazione
Non importa se vinco: gioco per
piacere stilisticamente a chi mi
guarda
Sublimazione
Nella tabella delle sequenze dei dati, che si sono estrapolati si dimostra come abbia immensa importanza il
meccanismo di difesa della negazione durante la prima verifica dell'assalto per iniziandi, e come tale
meccanismo vada ridimensionandosi per lasciare spazio agli altri, mano a mano che cresce la pratica
schermistica e l'interazione fra gli individui. Miller e Swanson mostrarono che la negazione era piu' comune
nelle classi piu' povere a causa della natura piu' dura; la scuola della "cultura dei poveri" afferma che i
meccanismi di difesa sono condizionati tanto a livello sociale quanto individuale. Con l'interazione fra
individui e la distribuzione dei meccanismi di difesa grazie alla disciplina (scherma), il condizionamento a
livello sociale ed individuale dei meccanismi di difesa cambia: non vi sono quindi "barriere" in questo tipo di
"psicoterapia". Dall'osservazione raccolta dei secondi dati effettuata su 48 soggetti e' confermata la
preminenza della negazione come meccanismo primario in campo di interazione duale, in particolar modo
quando i soggetti in esame non si conoscono e si affrontano per la prima volta, tanto che il numero delle
osservazioni generali e' simile fra il primo ed il secondo anno di pratica grazie all'altissima percentuale di
incidenza di tale meccanismo, ma si osserva anche come tale meccanismo si riequilibri e lasci spazio ad altri
man mano che la gara e le interazioni procedono. In particolare cio' e' accaduto nella finale femminile, dove i
meccanismi di difesa sono molto piu' distribuiti che nei turni eliminatori. Altro dato emerso e' come i soggetti
maschili facciano maggior uso della somatizzazione rispetto alla popolazione femminile. Da dati qui raccolti
vi è la sensazione che la griglia di lavoro sia uno strumento utilizzabile e che effettivamente i meccanismi di
difesa dell'Io osservati corrispondano alle azioni schermistiche prefissate; quindi la facilità' di poter
individuare in seguito quei soggetti che nel tempo perdureranno in atteggiamenti di difesa particolari, che
potrebbero essere indizio e sintomo di problematiche interessanti da verificare. Ecco motivato lo scopo
dell'esposizione di tale raccolta di dati e dell'eventuale metodo di indagine, per l'analisi comportamentale e per
individuare il piu' precocemente possibile quei soggetti che successivamente potrebbero manifestare
comportamenti problematici nel rapporto con loro stessi e/o con gli altri. Erikson ci ricorda che: "i
meccanismi di difesa probabilmente non sono predisposti solo per contenere le spinte istintuali del singolo
ma, dove riescono a funzionare relativamente bene, vengono condivisi ed integrati come parte dell'interazione
ritualizzata di individui e di famiglie, come di piu' ampi gruppi sociali (gruppo scolastico schermistico). I
meccanismi di difesa, quindi, posono essere condivisi da altri ed assumere cosi' un valore ecologico nelle
esperienze di vita delle persone che hanno rapporti in comune nella vita comunitaria".E' in atto una ricerca da
parte dell'Istituto di Psicologia e delle nostre persone adeguata a riverificare tali conclusioni su una
campionatura piu' vasta, con l'ausilio di materiale audiovisivo,
Un "modello clinico dell'attività ludico sportiva come spazio di prevenzione al disagio giovanile" Il Progetto
"Campus" (1988-98)
Sulla, base dei modelli precedenti e tenendo in buona considerazione quanto precedentemente esposto nel
lavoro al nostro intervento psico – educativo -motorio abbiamo formulato un progetto di prevenzione al
disagio giovanile.
Per cinque anni è stata introdotta (1988-92) l'avviamento della disciplina schermistica nelle scuole elementari
del Comune di Desio. Ciò é avvenuto grazie all'interessamento sia del Comune, che dei Direttori Didattici,
che hanno accolto questa sperimentazione caldeggiandola. Gran parte del successo di tale iniziativa si deve
anche alla loro lungimiranza. Fra l'altro preciso che e' la prima volta in senso assoluto (per lo meno in Italia)
che un'attivita' sportiva in forma di avviamento entrava nel programma della scuola elementare, come ora
integrativa al Programma Ministeriale. Da qui ha preso forma una nuova categoria di personaggi che
collaboravano con ambienti scolastici, appunto gli esperti, nel nostro caso istruttori di scherma, nonchè'
istruttori dei corsi di avviamento all'attività' ludico-sportiva per il C.O.N.I. In cosa consisteva l'intervento?
Prima di tutto appunto l'eccezionalità' del servizio consisteva nel fatto che finalmente l'attività ludico-sportiva
entrava a far parte della realta' scolastica nella scuola elementare. Inoltre come tale attivita' non era imposta
bensi' proposta, ovvero, era il bambino a scegliere fra diverse possibilita' di intervento (quindi non era una
imposizione ma una libera scelta). Il bambino si avvicinava all'attivita' offertagli dagli spazi scolastici nelle
ore di programma, con curiosita' con partecipazione spontanea, non per impostazione genitoriale (visto che e'
in ambito scolastico e non extra) e neppure favorito dalle insegnanti. Solo per spirito d'avventura ed emulativo
e di curiosita' (da principio). Faccio presente che tale richiesta di collaborazione e' andata sempre a diventare
piu' massiccia, tanto che dalle 80 adesioni dei primi anni si giunse a circa 500-600 che hanno avuto
l'opportunita' di affrontare una realta' nuova, quella sportiva, nel loro cammino educativo. L' intervento - due
ore settimanali, si limitava a proporre come filo conduttore della esperienza con i bambini una disciplina quale
appunto la scherma, assai adatta per le sue componenti educative, elevate e molteplici come già illustratovi in
dettaglio nel secondo capitolo. Rispetto delle regole (non imposte ma essenziali per divertirsi) dei compagni e
fra l'altro comportante l'introduzione oltre che dell'oggetto simbolico transazionale (il fioretto) anche
dell'oggetto maschera (per riparare il viso) che comporta altre componenti di scoperta ed educative non
indifferenti. Ci riallacceremo qui per aprire una breve parentesi agli scritti di Roger Caillois Accademico di
Francia al riguardo: "Ed eccoci riportati al problema generale posto dal fatto di portare una maschera. Fatto
che generalmente si accompagna ad esperienze di possessione, di comunione, con gli antenati ... Il portatore di
una maschera provoca nel soggetto un'esaltazione passeggera e gli fa credere di subire una qualche
trasformazione decisiva. In ogni caso, favorisce il libero scatenarsi degli istinti (qui ricordiamo sempre
indirizzati dalle regole del gioco nel caso schermistico) l'inversione di forze temute ed invincibili. Certo,
all'inizio il soggetto sa bene di che cosa si tratta, ma cede ben presto all'ebbrezza che lo travolge. Egli incarna
allora, temporaneamente quelle presenze terrificanti le mima, si identifica con esse ... e' lui adesso che fa
paura, e' lui la potenza terribile e disumana. Inoltre attraverso l'istituzionalita' delle maschere (vedi ad esempio
cultura Dogon) le maschere sono il vero collante sociale. Ed e' proprio nelle societa in cui gli uomini praticano
l'iniziazione si servono di maschere particolari, che li rendono partecipi all'esistenza collettiva . Ecco cosi'
aver creato il "collante" per usare l'espressione cara a Callois per far si che il gruppo in questo caso
particolare, si sia unito. Ma per cio' che mi riguarda l'intervento e' andato oltre. Riprendendo alcune righe dai
lavori sopra esposti : -Ackerman propone alcune correlazioni generali circa le aree di competenza che
appartengono rispettivamente all'operatore sociale ed allo psichiatra. A suo avviso il livello dinamico su cui
avviene l'incontro delle due professioni e' il cosi detto livello dell'io. L'Io rappresenta le funzioni organizzanti,
strutturate adattativamente, dalla personalita' totale, che sono orientate sia verso il mondo reale esterno, che
verso i conflitti interni fra impulso e coscienza morale. Dal momento che l'Io assicura il collegamento
dinamico fra la realta' sociale e l'inconscio, cosi' come il legame fra motivazione individuale e di gruppo, l'Io
costituisce anche il terreno comune dove si incontrano gli interessi professionali specifici dell'operatore
sociale e dello psichiatra. Ed e' su questi campi che la ricerca si e' articolata: Campo sociale (attivita' ludico
sportiva estesa nelle scuole) Campo clinico (attivita' di ricerca attraverso i meccanismi di difesa). Si è
osservato molto accuratamente le dinamiche comportamentali di questo sport che pone i due contendenti uno
contro l'altro e dove il contatto diretto e' mediato attraverso un prolungamento del Se', che e' l'arma. Le
interazioni che il soggetto deve avere con l'altro soggetto sono estremamente dirette poiche' ogni movimento
e' portato verso un altro individuo, ed anche il non agire e' interpretabile come un gesto. In altre parole
secondo Watzlawich "Non esiste un qualcosa che non sia un non comportamento, o, per dirla anche piu'
semplicemente non e' possibile non avere un comportamento." Il nucleo fondamentale della ricerca e' quello
di rilevare se esiste una correlazione effettiva tra i meccanismi di difesa dell'Io e le azioni schermistiche con
una marcata propensione alla negazione. Da cio' e' possibile dedurre che tale griglia di lavoro possa essere
valida al fine di rilevare tali meccanismi in ambiente diverso da quello scolastico, familiare o sociale (cioe'
quello sportivo, ovvero, scolastico sportivo: un ambiente non contaminato dal transfert dei genitori, che
potrebbe essere presente nei luoghi sportivi extrascolastici, ne' dalla imposizione della disciplina quindi un
ambiente ad hoc ed inoltre nuovo per tali osservazioni.) Inoltre come si possano rilevare con tale mezzo
sportivo (la scherma) applicando la griglia di osservazione, i mutamenti dei meccanismi di difesa all'interno
dei gruppi e la maggior distribuzione di tali meccanismi da parte di colui che e' praticante la scherma.
Ricordiamo che con tale metodologia si ha la possibilita' di individuare quei soggetti che nel tempo
perdureranno in atteggiamenti di difesa particolari, che potrebbero essere indizio e sintomo di problematiche
interessanti da verificare. Erikson ci ricorda che: "I meccanismi di difesa probabilmente non sono predisposti
solo per contenere le spinte istintuali del singolo ma dove riescono a funzionare relativamente bene, vengono
condivisi ed integrati come parte dell'interazione di individui e di famiglia come di piu' ampi gruppi sociali
(gruppo scolastico schermistico). I meccanismi di difesa quindi posono essere condivisi da altri ed assumere
cosi' un valore ecologico nella esperienza di vita delle persone che hanno rapporti in comune nella vita
comunitaria ". Questi i presupposti e la prima parte dell'intervento, educativo – ludico-sportivo specialistico,
da noi apportato all'interno della realta' scolastica. Colpiti positivamente dai risultati indubbiamente
confortanti di tali esperienze, abbiamo attivato una proposta anch'essa rivoluzionaria: -la nascita del progetto
"Campus "nelle scuole elementari in Italia esposto nella pubblicazione riportata ad inizio trattazione ed
elaborato con altre ricerche esposte in bibliografia
Cap 4
Modelli psicologici /clinici di intervento e prevenzione per lo stato di benessere psicofisico del cittadino
nelle diverse fasce d’utenza. L’applicazione di 25 progetti sul territorio ed exursus scientifico di supporto.
Presentazione Convegno:Sport e Benessere in città –Milano 28 novembre 2010
Vengono qui esposti i progetti proposti e gestiti dall’Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi
dello sport (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) già membro effettivo W.C.P (World Council of
Psychology ) ora F.I.S.S.P (Federazione Italiana Società scientifiche Psicologia e - A.U.P.I. (Associazione
Unitaria psicologi Italiani)
Si rivolgono a target diversi della comunità di cittadini, ma hanno il comune obiettivo di coniugare lo sport e
la psicologia clinica per un sano sviluppo della personalità. I ventennali progetti © -Protocollo 1050 del
22/4/08-Segreteria Capo di Gabinetto Ministero Politiche Giovanili ed Attività Sportive- portati avanti
dall’Associazione hanno la peculiarità di sviluppare in bambini e giovani aspetti di gestione dell’aggressività,
dell’ipermotilità,con corrette relazioni fra i pari e integrazione di immigrati e diversamente abili, approccio
alla dinamiche sportive di regole a favore di categorie a rischio devianza come tossicodipendenti e carcerati .o
sviluppando progetti di benessere per le categorie deboli come anziani e/o adolescenti ipersensibili. Lo sport
strumento per la crescita del benessere sociale e ponte dell’armonia fra il corpo e l’anima in ogni aspetto del
vissuto umano. Questa visione della psicologia “clinica” dello sport è stata condivisa dal Deputy Head of the
Sport Unit at the Directorate-General for Education and Culture of the European Commission. come l’
attuale percorso scientifico all’approccio alla disciplina di supporto in tutte le sue chiavi applicative compreso
l’agonismo nella sua più alta espressione. Tale studi sono stati condivisi dalll’EFPA European Federation of
Psychologist Association che ne ha sancito la completa dignità ed autonomia scientifica in occasione del
Convegno Europeo di Praga del 2007.
La formazione di personale sanitario abilitato a questi obiettivi ( Società Internazionale Psicologi clinici dello
sport -SIPCS) è il punto di arrivo e di dovuto potenziamento per poter sviluppare sempre maggiori logiche
virtuose sul territorio cittadino italiano europeo e non solo . In quest’ottica sono stati già sviluppati e proposti
incontri formativi a livello Comunale e Provinciale ed attivato un Master di Formazione di secondo livello
Universitario con l’Ente ospedaliero Sant’Anna di Como sotto il patrocinio dell’Ordine Regionale degli
Psicologi e della Provincia di Milano e l’incoraggiamento del Presidente della Regione Lombardia
Importante recente punto di forza dell’ Associazione la funzione istituzionale in seno ad Europsy .
www.psy.it. ( sito organo ufficiale dell’Ordine Nazionale Psicologi)
In concerno con EFPA-AUPI- Ordine Nazionale -AIP . FISSP ( e le associate fra cui appunto l’AIPPS) si è
sviluppata in chiave comunitaria la figura professionale condivisa e riconosciuta dell’operatore psicologo. In
questo concerno all’Associazione scientifica da me presieduta si è dato il compito di rappresentarne in termini
scientifici didattici ed istituzionali il settore di competenza appunto per la figura dello psicologo dello sport in
seno alle competenze italiane.
Questo mio ultimo lavoro presentato recentemente a Milano nel Convegno di riferimento mi permette di poter
snocciolare i diversi interventi operatati in area psicologica sviluppando una maggiore attenzione per quelli
legati alla disciplina schermistica da me sviluppati sul territorio nazionale o internazionale con le
presentazione ai diversi Convegni a cui sono stato invitato come Relatore o Chairman .
In relazione a cio è utile prendere visione anche dello sviluppo parallelo degli studi applicati e della nascita
della scienza della psicologia clinica dello sport come adeguato contenitore scientifico dello sviluppo delle
ricerche e dell’applicazione sul territorio delle stesse ricerche
Storia dello sviluppo degli studi per la realizzazione di un modello applicativo della psicologia clinica dello
sport
1988. Primi studi p/so Università statale di Milano Cattedra di Psicologia Clinica della Facoltà Medica
diretta dal Prof. Carlo Ravasini dove il Dr. Giovanni Lodetti ha collaborato come assistente.
1989. Pubblicazione del saggio “Aspetti psicoanalitici dell’attività sportiva” Ghedini editore - Milano,
Prefazione Prof. Marcello Cesa - Bianchi. Autori: Giovanni Lodetti e Carlo Ravasini
1990. Terza pagina agli studi ed al saggio del Corriere della Sera a firma della Prof.ssa Silvia Vegetti Finzi,
Storica della Psicologia e della Psicoanalisi.
Presentazione degli Studi al VIII ° Congresso Nazionale di Psicologia dello Sport "Lo psicologo dello sport
tra pubblico e privato: ruolo,compiti, prospettive"a Senigallia (Atti in "Movimento" n°1, anno VII, 1991,
Roma).
1991. Pubblicazione degli studi dei modelli sul campo nei contesti scolastici adattati a Campus e formazione
personale docente scolastico atto allo sviluppo e alla raccolta dei dati per lo sviluppo del modello di benessere
sul territorio – CONI, Comune di Desio, Università Statale di Milano
1994. Pubblicazione del volume: Atti del Convegno “Sport ed educazione giovanile”, Ghedini Editore,
tenutosi a Milano presso la Sala del Grechetto – Palazzo Sormani. Confronto con i massimi esperti italiani
delle discipline psicologiche e psichiatriche sui dati delle ricerche e modelli di prevenzione applicati sul
territorio. Nascita a Milano dell’AIPPS Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello sport.
Presidenza Onoraria Prof. Carlo Ravasini, Presidenza M °Marcello Lodetti Direzione Scientifica Dr. Giovanni
Lodetti
1996. Pubblicazione delle ricerche di Lodetti - Ravasini in seno al I° World Council of Psychoterapy a
Vienna, dove vengono per la prima volta “esposte” in sede plenaria ed internazionale le tipologie della scienza
clinica psicologica applicate allo sport.
1998. L’Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello sport (www.aipps.it) diventa Onlus.
Ad oggi, ha partecipato con i suoi ricercatori ad una cinquantina di Congressi Nazionali ed
Internazionali pubblicando circa 150 articoli scientifici ed anche divulgativi presso testate nazionali ed
estere ricevendo un centinaio di recensioni in merito ed organizzando a sua volta Convegni e
Congressi, con la partecipazione di Enti quali: Comunità Europea, Regione Lombardia, Provincia di
Milano, Comune di Milano, Unicef, Coni, Federazioni sportive ed altro.
2001. Seminario di Psicologia clinica e dinamica,in relazione agli studi trattati del Dr. Giovanni Lodetti,
Corso Accademico della Cattedra di Psicologia Dinamica Università degli Studi di Padova
2002 Viene fondato il Circolo della Spada M°Marcello Lodetti asd Milano sui precetti degli studi AIPPS
( www.schermalodetti.it )
2003. L’AIPPS entra a far parte della Federazione Italiana Società Scientifiche di Psicologia FISSP, organo
AUPI, Associazione Unitaria Psicologi Italiani e della Segreteria Editoriale di LINK la rivista scientifica della
Federazione.
2005.Partecipazione dell’AIPPS con un medio- metraggio al Festival Internazionale di Cinematografia
Sportiva, sulle ricerche e l’applicazione delle stesse nel campo sportivo, ricevendo la menzione di Selected
alla cinquina finale di categoria.
2006. Nascita dello “Sportello di psicologia clinica dello sport” P/so l’Unita Spinale H. Niguarda Ca Granda
di M ilano. Nascita d ella Ludoteca d ello s port d i prevenzione al d isagio sindrome d i I perattività p /so l’Isu,
Istituto superiore Universitario con il Patrocinio della Provincia di Milano
2007. Partecipazione su invito del Dr. Giovanni Lodetti in qualità di relatore, al Convegno indetto
dall’Ordine degli Psicologi a Milano presso la Sala Congressi della Provincia in occasione delle giornate del
Benessere esponendo il percorso della psicologia clinica dello sport .Partecipazione su invito come Chairman
e Relatore del dr. Giovanni Lodetti al X° Congresso Europeo di Psicologia (EFPA) Praga dove viene per la
prima volta creata in campo internazionale la sezione di lavoro “psicologia clinica dello sport” affidata
all’AIPPS ed ai suoi studi. Partecipazione come Docente del Dr. Giovanni Lodetti al Master di II° Livello in
Sociologia e Managment dello Sport Dip di Sociologia Università Bicocca di Milano sul tema “Psicologia
clinica dello sport”Nascita del I° Master, II° Livello in Psicologia Clinica dello Sport AIPPS - H. Sant’Anna
di Como – Provincia di Milano, patrocinato dall’Ordine degli Psicologi sostenuto dalla Regione Lombardia e
della Comunità Europea , rivolto a Psicologi
2008. Nascita della Società Internazionale Psicologi clinici dello sport,SIPCS nata a Milano per la tutela
degli studi dell’Aipps e della corretta diffusione degli stessi con una figura professionale adeguata al servizio
proposto. Protocollazione dei Progetti AIPPS presso la Segreteria del Capo di Gabinetto Ministero Politiche
Giovanili ed Attività Sportive (POGAS)
n 1050 del 22/04/08.
2009. I vent’anni della psicologia clinica dello sport presso la Casa della Cultura fondata dal padre della
psicoanalisi italiana Cesare Musatti.- Corso di Introduzione alla Psicologia clinica dello sport ( rivolto a
tutti gli operatori del benessere psicofisico della Città di Milano e della sua Provincia).Provincia di MilanoPolitiche Giovanili. XI° Congresso Internazionale (EFPA) ad Oslo a tema sul Modello virtuoso prestazionale
dell’atleta d’elite di domani
2010 Applicazione dei modelli di riferimento esposti a diversi Congressi Internazionali della Federazione
Italiana scherma FIS (2008 Monza 2010 Legnano, Milano e Siracusa) ed in seno ai Corsi di Formazione
Tecnici del Comitato Italiano Paralimpico CIP.(equitazione,basket,scherma,tennis,atletica leggera)
Presentazione dei modelli AIPPS applicati al benessere del cittadino che svolge attività sportiva in città in
Congresso “Sport e benessere in città”commissionato all’AIPPS dal Comune di Milano, Assessorato allo
sport. Novembre 2010
Presentazione degli sviluppi degli studi AIPPS con la relazione “ Vent’anni di psicologia clinica dello sport
“al XVIII° Congresso Nazionale Associazione Italiana Psicologia dello Sport – Chieti ottobre 2010. G.
Lodetti diviene membro effettivo F.E.P.S.A.C. European Federation of Sport Psychology (London)
Dopo questa breve digressione cronologica sul come si è giunti a queste esposizioni scientifiche applicate è
altresì logico che qui ad esempio terrò in considerazione per la trattazione l’applicazione del modello, in
relazione anche alla mie funzioni in seno al Comitato Paralimpico come Formatore Nazionale Seniores area
Tecnica e Scientifica in qualità di psicologo che ha permesso lo sviluppo di uno sportello di psicologia clinica
dello sport all’interno dell’Unita Spinale dell’Ospedale Niguarda di Milano.Progetto Sportello allo sport
AUS Niguarda
Da quella esperienza seguiranno inoltre quella della Formazione di 17 tecnici Cip nazionali sotto la mia
direzione scientifica e la nascita con lo sviluppo sul territorio del Team Lombardia Scherma Cip.
La seconda esperienza qui esposta e quella della Ludoteca dello sport da me sviluppata con il supporto della
Provincia di Milano per l’abbattimento delle dinamiche di ipermotilità infantile.
Si premette sarà impossibile qui tracciare il completo excursus scientifico applicato alla scherma da me
sviluppato ed applicato che può essere colto dal lettore solo con un attenta disamina e lettura delle singole
referenze scientifiche specifiche pubblicate a riguardo e presenti nella lettura bibliografica prima esposta.
Lo s portello p er l’accompagnamento al lo s port: p onte r elazionale p er la S port T erapia al l’Unita
Spinale Unipolare dell’Azienda Ospedaliera Niguarda
Autore: Dott.Giovanni Lodetti
Co-autore: Dott.ssa Gaia Oldani,
I°Collaboratore: Dott. Luca Celotti
II°Collaboratori: Dott.ssa Angela Fiorletta, Dott.ssa Carolina Gambirasio, Dott.ssa Elena Pomesano
L’Unità S pinale U nipolare è u n’unità o perativa co mplessa s ituata p resso u n ospedale s ede d i D EA
(Dipartimento di E mergenza e Accoglienza) ed è destinata all’assistenza delle persone con lesione midollare
di o rigine t raumatica e non t raumatica s in d al momento d ell’evento l esivo; t ale struttura h a lo s copo d i
permettere alle persone co n lesione midollare d i r aggiungere il miglior stato di salute e il più a lto livello d i
capacità funzionale compatibile con la lesione. In Italia sono 10 le Unità Spinali attive. Tutte le strutture sono
situate a l C entro-Nord c on un numero di po sti d isponibili ( circa 250) s ensibilmente inferiore r ispetto a lle
medie europee.
Il co ncetto di U nità Spinale U nipolare s i basa sullo s viluppo dell’esperienza d i r iabilitazione g lobale at tuata
per la pr ima volta nel 1944 pr esso il Centro riabilitativo di Stoke-Mandeville, da l Prof. Ludwig G uttmann e
sviluppatasi, s uccessivamente, in t utta E uropa. S u que sto c oncetto s i basa a nche il lavoro a ll’Unità S pinale
dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. La peculiarità di quest’Unità è anche la presenza al suo interno
dell’AUS, che ha contribuito alla nascita dell’attuale struttura, inaugurata nel 2002. L’Aus Niguarda Onlus è
un’organizzazione d i p romozione s ociale ch e a ffianca l’attività d ell’Unità S pinale at traverso i niziative e
servizi che integrano il percorso riabilitativo delle persone con lesione midollare.
L’Associazione fornisce informazioni e supporto ai pazienti e ai loro familiari su tutto ciò che può facilitare il
recupero dell’autonomia della persona e il suo reinserimento sociale: attività per il tempo libero, accessibilità
e barriere ar chitettoniche, promozione delle at tività sportive, istruzione e formazione a l lavoro delle persone
paratetraplegiche, conoscenza delle leggi e dei diritti della persona con disabilità.
L’AUS Niguarda fa parte della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), ed aderisce al CIP
(Comitato Italiano Paraolimpico) e alla Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).
L’obiettivo di t utti g li interventi d i AUS N iguarda O nlus è d i o rientare l a p ersona co n lesione m idollare
rispetto a lla nuova c ondizione di vita e a i s uoi nuovi di ritti, fornendo u n supporto c omplessivo che p ossa
aiutarla a ridefinire il proprio progetto di vita.
Dopo il t rauma, g ià a ll’interno d ell’Unità S pinale U nipolare inizia il faticoso p rocesso d i co struzione d i u n
nuovo progetto di vita: un progetto che consenta di valorizzare al massimo tutte le possibilità della persona. Il
percorso d i r iabilitazione non co ntempla solo g li as petti fisici e s anitari: bisogna imparare a r iconoscere s e
stessi ed acquisire u n nuovo s enso d ella r ealtà. E ’ i n q uesto p ercorso ch e co mincia a maturare l a
consapevolezza d i u na p ropria au tonomia, g razie an che ad au sili ad eguati e ad u n ad destramento specifico,
così da poter gestire la quotidianità nel modo più indipendente possibile.
La lesione midollare
La lesione a l midollo s pinale s ia es sa d i natura t raumatica ( come t raumi della strada o s ul lavoro, cad ute
accidentali o lesioni d a s port) o s econdaria a p atologie d i p ertinenza medica ( come m alattie ad a ndamento
acuto, quali le mieliti, o cronico, quale la sclerosi multipla) comporta l’instaurarsi del seguente quadro clinico:
Paralisi di tutti (o quasi tutti) i movimenti volontari nelle parti del corpo innervate da fibre che fuoriescono dal
midollo al di sotto del livello di lesione.
• Compromissione della sensibilità (tattile, dolorifica, di posizione ecc.) al di sotto del livello di lesione
• Compromissione delle funzioni dei visceri quali vescica, intestino, apparato genitale
• Compromissione della funzione respiratoria in caso di lesioni a carico del midollo cervicale.
Si parla di TETRAPLEGIA se la paralisi interessa i quattro arti e PARAPLEGIA se interessa parte del tronco
eg
li a
rti
inferiori.
Come a fferma A. R ossier ( illustre p araplegista an ch’egli paraplegico): ”..le l esioni al m idollo n on s olo
interrompono l’integrità della colonna, ma compromettono l’intera armoniosa relazione che esiste fra i diversi
sistemi funzionali dell’uomo…”.
La lesione a l midollo d a t rauma è q ualcosa c he a ccade improvvisamente ed i naspettatamente: i nfatti
l’etimologia ci ricorda che accade qualcosa di lacerante, che ferisce, trapassa e che fa cambiare lo stato delle
cose.
Questo cau sa u na frattura a ll’interno d ella p ercezione d i s é e u na r ivoluzione nell’equilibrio d el p roprio
contesto familiare, amicale e sociale. Il proprio mondo di riferimento viene stravolto. Inoltre la percezione del
proprio co rpo cam bia, è u n co rpo ch e n on viene p iù s entito c ome integro m a “rotto” e co n p arti ch e non
rispondono p iù a i comandi e ag li automatismi d i p rima; spesso accad e d i a vere la sensazione d i sentire il
movimento o di co mpierlo “con la mente”; come se la mente non volesse accettare che u na parte del co rpo
non possa più rispondere ai suoi comandi.
La p ersona è co lpita nel s uo modo d i e ssere, d i ap parire, mette i n at to u na s erie d i d ifese, ha vissuti d i
frustrazione e spesso di perdita di identità e d i autostima: tutto questo comporta una grande ferita narcisistica
dovuta anche alla perdita di efficienza fisica.
È quindi importante considerare, accanto agli aspetti del trauma che co mpromettono le funzionalità motorie,
anche gli aspetti psicologici individuali e del contesto sociale in cui l’individuo è inserito.
In generale le fasi di elaborazione del trauma sono assimilabili a quelle di elaborazione del lutto, quindi di una
perdita.
È p ossibile u scire d a q uesta co ndizione t raumatica at traverso u n p ercorso d i r iabilitazione g lobale c he
favorisca anche il passaggio ad una nuova condizione di vita.
La R iabilitazione G lobale, infatti, p arte d all’assunto che u na p ersona co n lesione midollare, d opo la fase d i
acuzie, non è p iù u n ammalato bensì una p ersona c he d eve r iorganizzare la p ropria vita at traverso p ercorsi
riabilitativi finalizzati d a u na p arte a l r aggiungimento d ella massima autonomia p ossibile e d all’altra a lla
definizione di un nuovo progetto di vita. La r iabilitazione contempla sia aspetti fisici e s anitari sia gli aspetti
psicologici individuali, sia il c ontesto relazionale e s ociale; s i t ratta d i r ipristinare l’intera s truttura d ella
personalità d el s oggetto n ella s ua integrità fisica, intellettuale e p sichica. A ffinché c iò s i p ossa r ealizzare è
necessario che la persona co n lesione d iventi protagonista del suo progetto e q uindi o ccorre andare o ltre gli
obbiettivi di tipo sanitario.
All’Unità S pinale U nipolare d i Niguarda, d iretta dalla D ott.ssa T iziana R edaelli, il t eam p rofessionale è di
tipo m ultidisciplinare coinvolgendo l ’area m edico-chirurgica, ( Neurochirurghi, Ortopedici, F isiatri,
Neurorianimatori, Neurologi, Urologi ed Andrologi, Chirughi Plastici, Neuropsichiatri…), l’area assistenziale
(Infermieri P rofessionali altamente s pecializzati), q uella funzionale ( Terapisti d ella r iabilitazione, T erapisti
occupazionali, T erapista d ello S port, T ecnici o rtopedici) ed infine l’area p sicosociale ( psicologi, as sistente
sociale, as sistente s ociale p er s tranieri, co nsulente a lla p ari, co nsulente p er l’area legale e b arriere
architettoniche, ecc. ) D ell’area p sicosociale si o ccupa p revalentemente l ’AUS N iguarda co n p rogetti c he s i
integrano con l’Unità spinale.
La r iabilitazione del soggetto con lesione midollare inizia sul posto stesso in cui è a vvenuto l’incidente; essa
richiede misure che si devono integrare in modo coordinato, in una successione logica, rapida e cauta verso lo
scopo ch
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si p
refigge d
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aggiungere.
Ciò significa impegnare tutti gli Specialisti ed i mezzi disponibili per ridare alla persona, per quanto possibile,
la sua indipendenza personale, sociale e professionale.
Per ogni paziente che arriva all’USU si forma un’equipe composta da un infermiere, un fisiatra, un terapista
occupazionale, u n fisioterapista ( ed e ventuali a ltre figure mediche necessarie – anestesista, f isioterapista
respiratorio) che seguiranno il paziente per tutta la durata della degenza e saranno anche di riferimento dopo le
dimissioni. Il team – assieme ad altri operatori quali il terapista dello sport, il counselor, l’assistente sociale, lo
psicologo – provvede a realizzare il progetto di riabilitazione globale individualizzato.
L’intera e quipe in izia la presa in c arico f in dall’ingresso in USU e a v olte anche prima, n el c aso in cui il
paziente s ia r icoverato i n T erapia I ntensiva. L a presa in car ico n on r iguarda s olo il p aziente ma an che il
contesto familiare. Spesso nella prima fase sono proprio i familiari ad avere i contatti con l’equipe.
L’equipe s i incontra p eriodicamente p er co ndividere co n g li altri o peratori il p rogetto i ndividuale,
riorganizzare il percorso sulla base degli obiettivi raggiunti, definire tempi e modi del progetto.
La co municazione d ella d iagnosi a vviene d urante u n incontro s trutturato al la p resenza d el medico e d el
Primario, c on il p aziente e d i familiari; è u n momento d elicato e c ruciale p oiché c ostituisce la d efinizione
della situazione clinica di cui a volte il paziente non è ancora bene a conoscenza.
La crucialità è data anche dalle reazioni emotive che l’accompagnano. Frequenti sono il diniego e la difficoltà
ad accet tare e c omprendere q uanto riferito. L a co municazione s egna p erò u n momento i mportante n el
percorso r iabilitativo p oiché il p aziente co mincia a s perimentare l’esperienza d ella p erdita e ad u tilizzare le
sue risorse ai fini dell’adattamento alla nuova condizione.
Segue la fase d i normalizzazione in cu i la p ersona ha r aggiunto u n cer to g rado d i au tonomia, è in g rado d i
utilizzare la car rozzina, h a la p ossibilità d i spostarsi au tonomamente a ll’interno d ell’Unità S pinale ed è
impegnato p er l a maggior p arte d ella g iornata n el p rogramma r iabilitativo. R ispetto a lla fase iniziale d el
ricovero - connotata d a un forte accu dimento “ esterno” ( personale o spedaliero, f amiliari) e d a u na scarsa
mobilità – questa è u na fase p iù at tiva in cu i il p aziente v iene sollecitato a r ecuperare m argini s empre
maggiori d i autonomia nelle at tività del quotidiano. La persona co n lesione midollare è impegnata a t rovare
“nuovi modi” per muoversi (carrozzina), trasferirsi, percepire le sensibilità.
Il percorso di degenza dura da 4 a 8 mesi circa (a seconda della gravità e dell’altezza della lesione).
La Sport-Terapia in Unità Spinale
L’introduzione de lla S port-Terapia in Unità S pinale, p er i p azienti co n lesione midollare c ompleta e
incompleta, ha obiettivi riabilitativi e funzionali, perché favorisce un allenamento fisico in grado di migliorare
notevolmente le possibilità motorie e di autonomia.
La S port-Terapia d eve e ssere r iconosciuta co me d isciplina r iabilitativa c he mira a l r inforzo m uscolare,
all’allenamento a erobico, a l r ecupero d i a ttività motorie c ompromesse, al miglioramento d ella funzione
cardio-respiratoria e all’acquisizione di un’attività da praticare sia in termini amatoriali sia agonistici.
L’esperienza delle Unità Spinali Europee ha dimostrato quanto sia importante l’attività sportiva per il paziente
paraplegico e t etraplegico. E’ provato che il recupero motorio e q uello respiratorio possono essere migliorati
notevolmente con l’utilizzo della Sport-Terapia e della pratica sportiva; la motivazione alla “voglia di fare”,
gli a spetti p sicologici e le p ossibilità d i integrazione s ociale ne r isentono p ositivamente, incrementando l a
partecipazione a lle a ttività r iabilitative e r iducendo i t empi d i d egenza in U nità S pinale. I noltre il lavorare
insieme con altri pazienti para e t etraplegici favorisce la possibilità di scambi e d i conoscenze, finalizzati alla
migliore reintegrazione nella vita quotidiana.
E’ importante r icordare che la S port-Terapia e la p ratica s portiva in r iabilitazione sono d ue momenti molto
diversi e possono essere gestiti da operatori professionali con competenze differenti: infatti quando si parla di
Sport-Terapia s i intende t utta la metodica d ell’allenamento e l ’utilizzo d egli es ercizi p reparatori p er a lcune
discipline sportive, utili per molteplici finalità riabilitative.
La S port-Terapia d eve e ssere at tuata d a u n t eam multidisciplinare c he s i avvale d i d iversi o peratori medici
(fisiatra, car diologo, medico d ello sport) e d a a ltri o peratori d ella r iabilitazione, q uali i laureati in scienze
motorie e i f isioterapisti.
La p ratica sportiva è la p reparazione ag onistica vera e p ropria ed è d i co mpetenza d egli istruttori e d egli
educatori sportivi, in stretta collaborazione con tutto il team che segue il paziente in Unità Spinale.
Ogni U nità S pinale E uropea b asa il lavoro d i r iabilitazione a nche s ull’organizzazione d ell’attività s portiva,
con spazi per l’avviamento allo sport e con spazi agonistici.
Sport terapia nell’Unità Spinale di Niguarda
Nel 2003 presso l’Unità Spinale d i N iguarda è stato avviato,un progetto di Sport Terapia ad inizio precoce,
che si p ropone d i mettere a p unto u n p ercorso d i S port Terapia p er favorire e p otenziare l’autonomia e il
benessere p sico-fisico d ei s oggetti mielolesi, a p artire g ià d alla fase iniziale d el ricovero.
Il p rogetto è r ealizzato i n collaborazione co n l’Istituto d i E sercizio F isico, S alute e Attività S portive
dell’Università di Milano, il Centro d i M edicina d ello S port d ella F ondazione D on G nocchi O nlus e la
Polisportiva O spedaliera P ara-tetraplegici - POP’84 O nlus, e d è c ondotto da un ’equipe multidisciplinare, I l
progetto è a carico AUS Niguarda.
All’interno del concetto di r iabilitazione globale dell’Unità Spinale di Niguarda, il team degli operatori della
riabilitazione, in collaborazione con diverse associazioni sportive, hanno dato il via ad un modello di lavoro
riabilitativo specifico di Sport-Terapia e di avviamento allo sport che segue il modello terapeutico dell’Unità
Spinale d i N ottwill ( Svizzera) s econdo cu i d urante la p rima fase d ella r iabilitazione l’accento è p osto
primariamente s ull’ottimizzazione e s ulla conservazione d ella forma fisica ( Sport-Terapia), me ntre n ella
seconda fase ci si orienta maggiormente verso attività di tipo agonistico (attività sportiva).
La d isponibilità d i strutture s portive a ll’interno d ell’Unità S pinale p ermette i noltre d i o ffrire u n importante
elemento di coesione fra l’Unità Spinale e la comunità dato che, al di fuori delle ore di terapia, le infrastrutture
possono essere messe a d isposizione delle società sportive per disabili o comunque della popolazione locale,
favorendo così automaticamente il processo di reintegrazione delle persone con lesione midollare.
La S port -terapia d eve co llocarsi a ll’interno d i u n p rogramma d i r iabilitazione g lobale co ndiviso e b en
organizzato dall’equipe multidisciplinare.
L’equipe de ve individuare le attività d i S port-Terapia, il momento in c ui a vviare il p aziente p araplegico o
tetraplegico a lle d iverse at tività e q uali au sili sono i ndispensabili a llo s volgimento d elle at tività s tesse.
L’equipe multidisciplinare effettua una serie di valutazioni delle capacità motorie e respiratorie, attraverso le
quali viene stabilito il programma di lavoro mirato per ogni persona, definendo ed impostando gli esercizi sia
in modo individuale sia in gruppo.
Lo Sportello di Accompagnamento allo Sport
Lo Sportello per l’Accompagnamento a llo Sport coordinato e d iretto dal Dr.Giovanni Lodetti è un ulteriore
progetto che coinvolge lo Sport; nasce all’interno di questo contesto operativo e prende il suo avvio grazie alla
collaborazione t ra l ’Associazione AUS – Niguarda e l’A.I.P.P.S. ( Associazione I taliana P sicologia e
Psicoanalisi dello Sport).
Il progetto è stato concluso a luglio 2007 ed ha avuto la durata di un anno; è in fase di definizione per l’anno
2007-2008.
Il P rogetto, n ella s ua r ealizzazione p ratica, h a p revisto l a p resenza settimanale nella p alestra d el r eparto d i
psicologi A.I.P.P.S. con una formazione di tipo clinico e da psicologi afferenti dal Servizio di Consultazione
Psicologica e P sicoterapia d ell’Ospedale d i N iguarda, D irettore: D ott.ssa C lara Ajmone. R ispetto agli S port
che venivano g ià p raticati a ll’interno d ella S port T erapia è s tata i ntrodotta l a s cherma, s port g uida d ella
metodologia A.I.P.P.S. Tale Sport ha ricevuto un largo consenso da parte dei pazienti: questo presumibilmente
in virtù del fatto che la scherma è un’attività sportiva con delle importanti implicazioni psicologiche dal punto
di vista de lla g estione de l s é e de ll’altro, e ssendo un o s port vi s-à-vis co n co ntatto m ediato d all’arma e
fortemente caratterizzato dall’artefatto della maschera. Si è scelto inoltre di rendere la presenza degli psicologi
il meno invasiva ed il più graduale possibile: proprio per questo motivo le attività svolte durante la primissima
fase del Progetto sono state di osservazione delle interazioni sportive tra i pazienti presenti in palestra. Questo
aspetto, oltre ad aver avuto il pregio di non interferire con le attività che contemporaneamente si svolgevano
in palestra, ha permesso una maggior consapevolezza da parte dei pazienti del ruolo che lo psicologo avrebbe
rivestito in q uesto tipo d i co ntesto ed u na maggior acc ettazione d ello s tesso. G li S port inseriti nel p rogetto
sono stati: la scherma, il ping-pong (attività sportiva generalmente già praticata da molti dei pazienti) ed il tiro
con l’arco. N aturalmente c iascuna d i q ueste at tività è s tata s volta d ai p azienti co mpatibilmente c on l’entità
della lesione e con eventuali ausili (impugnatura della spada o della racchetta, posizione di gioco, ecc.).
A seguito delle riunioni con l’equipe dell’Unità coinvolta dal Progetto, si è deciso di inserire all’interno dello
stesso i p azienti co nsiderati in fase d i “attivazione”, co loro ci oè ch e avessero g ià u ltimato l a fase di
riabilitazione fisica e, ritornando quindi alla propria vita, potessero trarre dal Progetto in questa fase iniziale i
maggiori benefici.
Tutti i p azienti c he h anno p reso p arte al lo S portello er ano i n r egime d i D ay -Hospital e non e rano q uindi
degenti del reparto: si tratta di pazienti con diversi livelli di lesione (para-tetraplegia) che accedono al reparto
settimanalmente per partecipare all’attività di Sport Terapia.
Le a ttività svolte da gli psicologi hanno pr evisto: la pr oposta e l’inserimento di u n nuovo S port c ome la
scherma; il monitoraggio dei soggetti coinvolti nel Progetto attraverso questionari e colloqui individuali volti
ad indagare alcuni aspetti di personalità dei pazienti, la loro motivazione alla partecipazione, le aspettative, il
grado di co noscenza e d i interesse verso i d iversi Sport proposti, g li aspetti dell’attività sportiva r itenuti p iù
importanti p er c iascuno d i loro (competizione, d ivertimento, m ovimento f isico, s fida verso s e s tessi, … );
infine l’osservazione sistematica dell’attività sportiva attraverso griglie di osservazione strutturate, codificate
e s pecifiche p er o gnuno d ei t re S port p resi in esame c he co nsentono d i co gliere le d inamiche r elazionali e
personali messe in atto dai soggetti durante la pratica sportiva.
Obiettivi
Il P rogetto i ntende p erciò, nella sua finalità u ltima, p ermettere a c iascuna p ersona coinvolta d i t rovare
all’interno della pratica sportiva lo strumento principe per la riconquista di se stesso e della propria vita fisica,
emotiva, psicologica e r elazionale. Per raggiungere questa finalità è necessario un lavoro lungo, composto da
obiettivi a breve, medio e lungo t ermine, in c ontinuo monitoraggio e p erfezionamento i n b ase al le
osservazioni o ttenute durante il co ncreto svolgimento del Progetto ed a i feedback o fferti d a t utte le persone
coinvolte in esso.
Gli specifici o biettivi d el P rogetto, oltre a s timolare u n p ossibile interesse o cu riosità verso at tività nuove e
precedentemente inesplorate, si propongono di promuovere una migliore qualità di vita del paziente. Questo in
virtù d el fatto ch e l e ab ilità e le co mpetenze n ecessarie a lla r ealizzazione d i u n’attività d i t ipo s portivo –
abilità personali, capacità relazionali, creatività, spirito di iniziativa, capacità di problem-solving, capacità d i
adattamento ( anche nel t ipo d i movimenti necessari) – potrebbero es sere sviluppate e mantenute co n u n
duplice scopo: il p roseguimento dell’attività sportiva specifica anche al di fuori del contesto ospedaliero ed il
miglioramento di altre attività, anche quotidiane, che il paziente si troverà a dover affrontare.
Lo Sportello per l’Accompagnamento allo Sport è stato progettato e realizzato con lo scopo di perseguire una
serie di obiettivi volti alla massima valorizzazione delle risorse presenti nei pazienti:
1) O ffrire la p ossibilità d i scoprire e sperimentare a lcune at tività s portive c he p otrebbero venire coltivate e
sviluppate an che a ll’esterno d el co ntesto ospedaliero. Proprio pe r que sto m otivo l o S portello pe r
l’Accompagnamento al lo S port p otrebbe co stituire u no s pazio intermedio e d i t ransizione t ra la r ealtà
ospedaliera e la r ealtà e sterna. S i r itiene q uesto obiettivo d i p articolare importanza p roprio p er il fatto ch e
potrebbe costituire un forte stimolo a p roseguire un tipo di attività che si è sperimentata, magari per la prima
volta, i n u n co ntesto p rotetto, r assicurante e co stituito d a p ersona co nosciute a l p aziente ( altri p azienti ed
operatori)
2) Favorire un incremento della propria autoefficacia percepita. Il coinvolgimento diretto in un’attività di tipo
sportivo co stituisce u na fonte p reziosa d i informazioni p er la p ersona r ispetto a cap acità, co mpetenze ed
abilità che riteneva di non possedere o di aver perduto. Questo può portare ad un aumento della propria fiducia
rispetto al le p ossibilità d i iniziare e p ortare a t ermine co n s uccesso u n d eterminato obiettivo e q uindi
contribuire a m igliorare i l s enso di realizzazione personale. E’ plausibile i potizzare i noltre che u n
miglioramento de lla pr opria autoefficacia in a mbito s portivo po ssa influire s u a spetti d iversi de l pr oprio
ambito di vita, aumentando l’autostima.
Un’importante finalità dello Sportello è d i o ccuparsi dei r isvolti psicologici della r iabilitazione sportiva come
la s perimentazione d el successo, l a g estione d el senso d i frustrazione e d ello s tress, i l s uperamento e
l’accettazione del proprio limite e la conquista della fiducia nelle proprie capacità.
3) Offrire la possibilità di impegnarsi in un’attività che comprende anche aspetti ricreativi e di svago
4) Incrementare o migliorare le capacità relazionali e comunicative della persona. Il contatto con altre persone
impegnate nelle medesime attività richiede infatti capacità di cooperazione, di interazione positiva con gli altri
e di buona competenza sociale. Abilità che può essere molto efficace anche in altri tipi di contesto.
In s eguito a lle r iunioni co n l’equipe d ell’Unità, n elle q uali s ono s tati a nalizzati il p articolare e d elicato
contesto nel quale gli psicologi A.I.P.P.S. avrebbero attuato il Progetto, le sinergie da attivare all’interno della
Sport - Terapia e le modalità più idonee per mettere in pratica tale progettualità, sono stati delineati i seguenti
obiettivi a breve termine:
1) F avorire il coinvolgimento d iretto ed a ttivo d ella p ersona in u n’attività c he co mporta i n o gni ca so il
raggiungimento di un risultato osservabile.
Si sottolinea il ruolo attivo che ricopre la persona nella gestione delle proprie scelte e nella scoperta, talvolta
inaspettata, delle proprie potenzialità. A questo proposito pare importante evidenziare come alcuni pazienti si
siano r esi c onto d i p oter s volgere d eterminati t ipi d i S port n onostante le evidenti limitazioni c he la lesione
comporta, grazie alla scoperta di modalità alternative nell’esecuzione di movimenti (ad esempio eseguendo un
altro tipo di mossa che comporta comunque il raggiungimento del risultato, cambiando la posizione di gioco,
sfruttando al massimo le p arti d el co rpo con la m igliore funzionalità e co sì via). T utto que sto è in gr ado d i
facilitare l’utilizzo da parte del paziente delleproprie r isorse personali nella pratica sportiva e di stimolare le
capacità ad attative d ella p ersona co n u n’evidente influenza su d iversi as petti p sicologici, co me d escritto in
seguito.
2) M onitorare l’andamento d ei s oggetti co involti, at traverso q uestionari sulle as pettative, s ulla p ersonalità e
colloqui individuali.
3) I ntrodurre l’attività-guida de lla scherma, in qua nto s port c on forti implicazioni ps icologiche da l punto d i
vista della gestione del sé e dell’altro da sé.
4) Osservazione sistematica dell’attività sportiva, attraverso griglie ad hoc, per analizzare le dinamiche messe
in atto dai soggetti durante l’attività sportiva.
5) Permettere alla persona una miglior consapevolezza di schemi relazionali che si evidenziano nella pratica
sportiva. D urante l’attività s portiva s i mettono in a tto me ccanismi di d ifesa, c orrispondenti a i t radizionali
meccanismi d i d ifesa d escritti d alla p sicologia c linica e d alla p sicoanalisi, c he s ono s tati o perazionalizzati
attraverso ap posite g riglie d i codifica u tilizzate d agli psicologi d urante l’osservazione. Aumentare la
consapevolezza d el p aziente r ispetto a l modo in cu i s i r elaziona co n g li altri ha il p regio d i favorire u n
migliore au to-monitoraggio d el p roprio c omportamento e di a lcuni meccanismi automatici. I noltre t ale
conoscenza, c he p uò es sere inquadrata a ll’interno d ello stile r elazionale d el p aziente, p uò rivelarsi u tile e d
essere estesa anche ad altri tipi di interazione
Stato dell’arte
I soggetti coinvolti sono stati 5, di cui 2 hanno poi abbandonato il progetto per motivi personali non legati ad
esso; d i co loro ch e h anno p artecipato i nteramente d ue er ano tetraplegici ed u no p araplegico. Rispetto a gli
obiettivi a breve t ermine p refissati a bbiamo c oinvolto 5 s oggetti nel P rogetto, i ntrodotto l o s port de lla
scherma, effettuato i questionari preliminari e quelli in itinere unitamente ai colloqui, effettuato 2 osservazioni
dei soggetti durante la pratica sportiva di: scherma, ping-pong e tiro con l’arco, monitorandone i risultati
Era s tato i ncluso co me at tività s portiva a nche il tiro al bersaglio c he n on è p oi s tato p ossibile inserire nel
progetto per mancato arrivo del materiale necessario. Vediamo nel dettaglio gli sport praticati nell’ambito del
progetto Il ping pong era uno sport già presente all’interno della Sport-Terapia, perciò familiare ai pazienti e
dotato degli accorgimenti necessari per permettere a tutti di parteciparvi.
Le caratteristiche utili per l’inserimento nel Progetto sono la familiarità per i pazienti, il fatto che sia uno sport
vis-à-vis senza contatto e che fosse già utilizzato nelle metodologie AIPPS per l’osservazione dei meccanismi
di difesa Per quanto riguarda la scherma essa è stata introdotta come “nuovo” sport.
Con q uesti p rimi s oggetti s ono s tate i ndividuate le modifiche e g li ac corgimenti necessari p er p oter es ser
praticato da tutti. Tra le caratteristiche di tale sport rivelatesi utili per esempio il fatto che la scherma sia uno
sport vis-à-vis con c ontatto m ediato d all’arma e dall’artefatto d ella maschera ( “io sono n ascosto e p rotetto
dalla maschera”). Inoltre esso necessita di un alto livello di necessità di gestione di sé e d ell’altro da sé in un
contesto forte di regole. Infine la scherma rappresenta lo sport-guida, ampiamente utilizzato nella metodologia
AIPPS per l’osservazione.
L’introduzione d el t iro a l b ersaglio h a co mportato n umerose p roblematiche t ra cu i il mancato a rrivo d el
materiale necessario e la maggiore difficoltà nel mettere a punto il sistema di utilizzazione. Inoltre l’accorgersi
nella p ratica c he l’idea s ottostante p er cu i p otesse es sere u no s port “i ndividuale” ad atto an che a lle p ersone
tetraplegiche, contrariamente al tiro con l’arco già praticato, si è rivelata erronea.
Analisi dei risultati
Preliminarmente a ll’introduzione della scherma e d el t iro a s egno a i soggetti è s tato chiesto di co mpilare u n
questionario (il “Questisport”) in merito alle aspettative di partecipazione a questo Progetto.
L’osservazione d egli a spetti p sicologici della p ratica sportiva è stata s volta u tilizzando g riglie p redisposte
all’osservazione dei meccanismi di difesa manifestati dai soggetti nell’interazione con l’avversario durante la
pratica sportiva (segue esempio per la scherma
Griglia di osservazione scherma
AZIONI
No parata o botta dritta
Colpire violentemente e poi
correre a consolare
l’avversario
Parare…ma non rispondere
Comportamento spavaldo
dinanzi all’avversario
Attribuire il proprio
comportamento
all’avversario
Autodenigrazione,
arrabbiatura con se stesso
Ritorno a movimenti
evolutivi tecnici precedenti
Ricordare sconfitta: negarlo
come gesto che ha fatto
soffrire e non soffrire
realmente
Dire di non poter ‘colpire’
per cause fisiche improvvise
Non importa se vinco: gioco
per piacere stilisticamente a
chi mi guarda
NUMERO DI VOLTE
MECCANISMO
Rimozione
Annullamento
Formazione reattiva
Negazione
Proiezione
Rivolgimento contro il sé
Regressione
Isolamento
Somatizzazione
Sublimazione
Dall’analisi delle aspettative sul Progetto sono emersi il fatto di occupare tempo positivamente con lo sport, di
avviarsi a nuovi sport p er averne beneficio fisico e p sicologico, es ser s ereni mentalmente, av viarsi a nuovi
sport e trovarne uno “privilegiato”, magari p er farlo a d u n livello più a lto, misurandosi in q ualche g araPer
quanto riguarda i possibili aspetti di utilità nella vita quotidiana sono emersi il movimento, l’esercizio fisico, il
rafforzamento m uscolare e, co sa molto importante, l a p ossibilità d i sperimentare e g estire r elazioni
interpersonali, creare nuove amicizie interne per confrontarsi sugli stessi problemi, sentire ancora di “esserci”,
di poter fare qualcosa, di poter sentirsi “vivi” grazie allo sport.Tramite il questionario è stato possibile anche
segnalare d egli e ventuali d ubbi sul P rogetto.I p artecipanti hanno co municato l a perplessità r iguardo al le
proprie limitazioni motorie, alla fattibilità degli sport (segnalati come in numero ridotto rispetto ai desideri), al
non poter esser seguiti ciascuno a 360° (troppo poco personale per tutti i pazienti)
Infine è emerso il dubbio di riuscire a trarne divertimento ed al modo in cui potessero esser utili gli psicologi.
soggetti
20%
Analisi dei risultati 1: il campione
80%
interesse per aspetti sportivi
maschi
femmine
5
4
Analisi dei risultati 1: questionario preliminari
3
2
so
gg
e
tt i
1
0
2 0-4, dove 30= per niente,4 4= molto 5
Interesse
sport1 generale: scala
Interesse singoli sport: scala 0-5,grado
dove interesse
0= per niente, 5= moltissimo
competizione
stare con gli altri
mettersi alla prova
passare tempo
Analisi dei risultati 1: questionario preliminare
Interesse per aspetti insiti nella pratica sportiva: scala 0-5,
dove 0= per niente, 5= moltissimo
Analisi dei risultati prima osservazione
esercizio fisico
6
baseline interesse
5
4
3
2
0
1
2
sog
gett
i
1
3
4
5
tiro a segno
scherma
6
grado interesse
interesse sport generale
ping-pong
L’osservazione è stata condotta tramite le griglie suddette da due osservatori indipendentemente tra i quali è
stata poi valutata la concordanza.Sono stati individuati ed analizzati i meccanismi di difesa psicologici sottesi
alla gestualità ed all’interazione durante la competizione sportiva nei tre diversi sport, dando luogo ai seguenti
risultati.
Analisi dei risultati 1: osservazioni effettuate
percentuale osservazioni
tiro arco
8%
scherma
23%
ping-pong
69%
ping-pong
scherma
tiro arco
osservazioni
1
soggetti e osservazio
nu
m
2
so
gg
4
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1
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3
0
1
2
ping-pong scherma tiro arco
3
9
4
5
6
7
8
9
numero
Percentuale meccanismi difesa oss1
4%
2%
7%
10%
2%
3%
2%
23%
31%
16%
Rimozione
Annullamento
Formaz reattiva
Negazione
Proiezione
Rivolgimento ctr sé
Regressione
Isolamento
Somatizzazione
Sublimazione
meccanismi difesa negli sport
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Sublimazione
Somatizzazione
Isolamento
Regressione
Rivolgimento ctr sé
Proiezione
Negazione
Formaz reattiva
Annullamento
Rimozione
Ping-pong
scherma
tiro arco
Dall’analisi d ei r isultati è e merso c he i meccanismi d i d ifesa maggiormente usati sono stati il r ivolgimento
contro il sé, la negazione, la proiezione e la rimozione.
Nello specifico la scherma ha visto come meccanismi principali negazione e proiezione, il
ping-pong il r ivolgimento co ntro i l sé e la negazione e il t iro c on l’arco r ivolgimento c ontro i l s é e
sublimazione
All’interno della variabilità e differenze riscontrate nei vari sport, si può osservare che sono 3 i meccanismi di
difesa principalmente utilizzati seppur con percentuali diverse nei vari sport.
Per quanto riguarda il tiro con l’arco, c’è da notare che essendo stato possibile effettuare l’osservazione su un
unico soggetto, l’analisi dei meccanismi di difesa non può essere comparabile a quella ottenuta dal resto del
gruppo, in quanto rispecchia semplicemente il peculiare utilizzo da parte di quella singola persona.
Analisi dei risultati: seconda osservazione
Nel tempo intercorso tra la prima e la seconda osservazione si segnala l’uscita dal Progetto di due soggetti per
motivi indipendenti dal Progetto stesso
La seconda osservazione è stata condotta allo stesso modo della prima, sui restanti tre soggetti, corrispondenti
ai soggetti num.1-2-5
Il tiro con l’arco è stato osservato su un unico paziente, diverso da quello della prima osservazione.
Ai partecipanti è stato chiesto di co mpilare un questionario r iguardante l’interesse per gli sport del Progetto,
gli aspetti insiti nella pratica sportiva ed un giudizio sul Progetto stesso.
Analisi dei risultati 2: dati preliminari
osservazioni e soggetti oss2
numero osserv
tiro arco
scherma
ping-pong
numero sogg
0
1
2
3
4
5
6
meccanismi difesa in ogni sport
7
8
Ping-pong
scherma
tiro arco
25
23
20
15
12
10
11
10
9
6,5
6,5
5
1,5
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Analisi dei risultati 2 confronto tra prima della pratica e dopo
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interesse per aspetti sportivi oss2
grado interess
3
2
1
0
1
2
3
4
5
6
soggetti
competizione
stare con gli altri
mettersi alla prova
passare tempo
esercizio fisico
confronto interesse per sport
6
interesse 0-
5
4
3
2
1
0
sogg1 inizio
sogg1 oss2
sogg2 inizio
sogg2 oss2
sogg5 inizio
soggetti
ping-pong
scherma
tiro a segno
sogg5 oss2
confronto interesse per gli sport
100%
80%
60%
portata interesse
40%
20%
0%
sogg1
inizio
sogg1
oss2
sogg2
inizio
sogg2
oss2
sogg5
inizio
sogg5
oss2
soggetti
ping-pong
scherma
tiro a segno
L’aspetto s aliente ch e e merge d alla somministrazione d ei q uestionari è c he, mentre i l t iro c on l’arco ed i l
ping-pong non subiscono variazioni nell’interesse, la scherma subisce un aumento di interesse per tutti e t re i
soggetti.
L’interesse per il Progetto, su una scala da 0 a 4 è connotato da due soggetti come “3” e da uno come “4”
Nell’ambito d ella s econda o sservazione i meccanismi maggiormente u tilizzati sono s tati il r ivolgimento
contro il sé, la negazione, la proiezione e la sublimazione
Più precisamente la scherma ha visto come meccanismi principali negazione e proiezione, il
ping-pong il r ivolgimento c ontro i l sé e la negazione e il t iro co n l’arco s omatizzazione e il r ivolgimento
contro il sé.
Nell’analisi t otale a l q uarto p osto tra i meccanismi p iù u sati s i è inserita, nella s econda o sservazione, la
sublimazione a l p osto d ella r imozione, d elineando q uindi u na t endenza ad u n meccanismo d i difesa p iù
elevato.
I meccanismi utilizzati nei diversi sport seguono invece ugual andamento all’osservazione 1
Per il t iro c on l’arco non s ono stati p ossibili c onfronti p oiché è s tata c ondotta u n’osservazione s ola s u d ue
soggetti diversi.
Analisi dei dati 2: i meccanismi di difesa rilevati nell’osserv 2
utilizzo meccanismi difesa oss2
1%
1%
8%
8%
4%
1%
0%
24%
37%
16%
Rimozione
Formaz reattiva
Annullamento
Rivolgimento ctr sé
Sublimazione
Proiezione
Somatizzazione
Negazione
Isolamento
Regressione
meccanismi
to
m
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20
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10
5
0
ne
utilizzo
utilizzo meccanismi difesa oss2
Analisi dei risultati: confronto tra osservazioni
Analisi dei risultati 2: diversificazione meccanismi negli sport
confronto utilizzo meccanismi oss 1-2
60
50
30
20
10
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utilizzo
40
osservazione 1
osservazione 2
meccanismi
percentuale uso in sport oss2
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
Sublimazione
Somatizzazione
Isolamento
Regressione
Rivolgimento ctr sé
Proiezione
Negazione
Formaz reattiva
Annullamento
Analisi dei risultati confronto intrasport osserv 1 e osserv2: ping-pong
Analisi dei risultati confronto intrasport osserv 1 e osserv2: scherma
confronto ping-pong oss1-2
Ping-pong oss1
ping-pong oss2
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40
30
20
10
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meccanismi
confronto scherma oss1-oss2
scherma oss1
scherma oss2
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meccanismi
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Conclusioni
Dalle o sservazioni effettuate e d ai feedback o ttenuti d alla p ersone è e mersa d a p arte d ei p artecipanti u na
valutazione positiva di vari aspetti legati al progetto; tra cui l’aspetto sportivo e quello psicologico -relazionale
e di spazio individuale.
In p articolare l’introduzione d ella scherma ha riscosso e norme s uccesso ed e ntusiasmo, co sì come la
restituzione d elle o sservazioni e ffettuate e d el lavoro s volto h a p ermesso a lle p ersone d i a ver maggiore
consapevolezza dei propri comportamenti nell’interazione con l’avversario.
Di non minore importanza inoltre l’opportunità di stare insieme agli altri e di provare nuovi sport,
Alla luce di questo i partecipanti hanno espresso la volontà di partecipare ad un’eventuale nuova annualità del
progetto. scoprendo in alcuni casi una passione da coltivare anche all’esterno della realtà ospedaliera.
Tra g li aspetti d a migliorare es si hanno ev idenziato la p ossibilità d i p rovare u n maggior n umero d i at tività
sportive e di avere una pratica più continua con meno tempi vuoti.
Da p arte de gli o peratori è e merso un g iudizio po sitivo pe r qua nto r iguarda l‘opportunità d i far c onoscere e
praticare d iversi sport i n q uanto a ttività mirate ad u n r ecupero d el p roprio s é p sicofisico. I noltre è s tata
apprezzata la co stituzione del ponte tra l’interno o spedaliero e l e società sportive esterne co me o ccasione d i
avvicinamento all’attività agonistica.
In effetti è stata notata nei partecipanti la nascita della passione sportiva e del desiderio di continuare la pratica
anche all’esterno dell’Unità Spinale.
I p unti d a migliorare nell’ambito di q uesto p rogetto s ono s tati identificati da gli op eratori stessi in un a
maggiore disponibilità di materiale adeguato (da ottenersi entro i tempi utili al buon andamento del Progetto),
in un coinvolgimento di un numero più ampio di soggetti ed in una più estesa pubblicizzazione dell’attività.
Prospettive future
Gli o biettivi e la p ratica p er la seconda a nnualità d el P rogetto s i a rticoleranno in base a gli o biettivi a lungo
termine fissati ed alle valutazioni ottenute dalla prima annualità
Per i tre soggetti che hanno portato a termine questa annualità di Progetto, si prospetteranno una prosecuzione
dell’attività e nuovi obiettivi da raggiungere
Per i nuovi s oggetti che faranno pa rte de l P rogetto s i r idefiniranno g li o biettivi d ella p rima a nnualità e s i
riproporranno osservazioni, questionari e colloqui rivisti ed arricchiti dalle osservazioni emerse
Sviluppi metodologici
Il metodo d i o sservazione c linica d iretta n ella p ratica d ell’attività s portiva ha co nsentito d i identificare l a
relazione tra sport e disagio sulla base del comportamento dei soggetti durante la pratica dello sport.
Al fine di delineare tale relazione abbiamo visto come la griglia di osservazione utilizzata dalla metodologia
AIPPS s i d imostri u n valido strumento p er m ostrare le correlazioni t ra interruzioni d el g ioco ed i d ieci
meccanismi di difesa introdotti da A. Freud.
Tuttavia si evidenzia il problema della significatività del campione osservato per ovviare al quale è e mersa la
necessità di formare gli operatori dello sport con la conoscenza clinica necessaria all’analisi in modo da poter
raccogliere u na q uantità s ignificativa d i o sservazioni senza bisogno d i co stante as sistenza d a p arte d egli
psicologi dello sport, attività costosa sia in termini di denaro che di tempo.
Per q uesto motivo s i è p ensato ad u na f ormalizzazione d ella co noscenza c linica n ecessaria a ll’applicazione
della psicologia clinica dello sport in questo ambito, che possa far da supporto agli educatori in un contesto di
osservazione clinica diretta e che consenta di sfruttare appieno la competenza sportiva degli operatori e la loro
possibilità di interagire con i soggetti osservati.
L'idea è quella di fornire agli operatori dello sport strumenti che consentano di raccogliere dati ed osservazioni
in modo significativo all’analisi, pur non avendo la conoscenza clinica specifica.
Un r ecente s tudio ( A.Mileo, G .Lodetti, 2 007) ch e p arte d all’intelligenza ar tificiale e s i o rienta v erso
l’applicazione d i t ecniche d i r agionamento au tomatico i n a mbito m edico h a ideato u na t assonomizzazione
della conoscenza clinica relativa ai meccanismi di difesa in particolari discipline sportive tramite il linguaggio
Xml in u na s econda fase s i t rasformano i d ati c osì strutturati in u na r appresentazione logica che li r enda
manipolabili da un sistema di ragionamento automatico.
Tale sistema, sulla base di particolari contesti di osservazione (un atteggiamento durante un'azione, un modo
di r elazionarsi con l'avversario d urante u n es ercizio e s imili) s pecificati nelle g riglie d i o sservazione, f a d a
supporto p er l 'educatore/allenatore al la co mprensione ed a lla r egistrazione d i d eterminati at teggiamenti
oggetto di osservazione, costituendo la base per la scelta di eventuali interventi correttivi adeguati.
La r appresentazione d el d ato tramite il linguaggio X ML(extensable mark-up language), è a ffiancata a d un
sistema d i r egole d i p roduzione ch e s i d efinisce “i ntelligente” i n q uanto co nsente d i t rarre c onclusioni
applicando la co noscenza c linica t assonomizzata e fornendo le co rrelazioni t ra l’osservazione e la rilevanza
del dato sulla base delle griglie di associazione descritte dagli esperti.
Il formalismo logico u tilizzato è q uello d ell'Answer S et P rogramming, u n moderno p aradigma b asato s ulla
valutazione di regole logiche che consente di gestire conoscenza incompleta e non monotona e di formulare la
specifica di un problema in modo intuitivo, generando soluzioni "real-time" in tempi ridotti (da poche decine
di millesimi di secondo fino a qualche secondo per sistemi con un milione di regole e fatti).
In s eguito a lla formulazione metodologica d ella p roposta, s i è d escritto u n p ossibile p rototipo c hiamato
CyberSport, ch e co nsentirebbe, u na volta implementato, d i t occare co n mano i vantaggi d ello strumento
proposto in un contesto reale.
Si r itiene notevole il vantaggio s ociale che t ale s tudio co ndotto p otrebbe s ignificare n ell’ambito
dell’identificazione e d ella p revenzione d el disagio g iovanile a ttraverso l a p ratica s portiva t ramite
osservazione clinica diretta di campioni statisticamente significativi.
Da Atti del Convegno/Workshop AUS Niguarda -H.Ca Granda ”All the same to sport” Milano 1 Marzo 2008
ADHD: UNA PROPOSTA DI AFFIANCAMENTO ALLA “SEDUTA TERAPEUTICA” E
ALTERNATIVA ALL’INTERVENTO FARMACOLOGICO: LA NASCITA DELLA LUDOTECA
DELLO SPORT
Giovanni Lodetti,Gaia Oldani
Associazione Internazionale di psicologia e psicoanalisi dello sport (A.I.P.P.S)
Società Internazionale Psicologi clinici dello sport (S.I.P.C.S)
Sommario
Nell’ambito delle problematiche che comporta il ADHD, l’A.I.P.P.S. ha i dentificato l’attività sportiva come
un pos sibile am biente di m onitoraggio e m odifica di al cune di fficoltà c omportamentali e d at tentive de i
bambini af fetti da que sto di sturbo. L ’esperienza della l udoteca de llo s port, i deata al lo s copo d i p ermettere
questo t ipo di i ntervento, ha e videnziato c ome l ’attività s portiva pos sieda alcune caratteristiche utilizzabili
nell’ottica del controllo del comportamento, essendo essa un’attività motivante in quanto legata al gioco, al
contatto con il gruppo di pari e f ortemente regolata da nor me senza il rispetto delle quali il gioco non può
sussistere.
Nell’esigenza d i c onfrontarci c on il p roblema d ell’iperattività n ell’ambiente s portivo a bbiamo rilevato
un’esigua letteratura presente a tale riguardo in campo scientifico; inoltre l’applicazione clinica allo strumento
sportivo e le potenziali applicazioni utili al fenomeno risultavano assolutamente inesplorate.
Dai po chi s tudi sul c ampo d i J ohnson e R osen ( 2000) s i e vincono de gli sviluppi po sitivi t ramite l’ utilizzo
dell’attività s portiva c on gr uppi d i r agazzini interessati da l pr oblema in c ontrapposizione a d un gruppo d i
ragazzi non a ffetti d a ADHD, co sa fra l’altro g ià e mersa in P elham et al ( 1990) in r elazione a ll’attività d el
baseball.
Con il no stro lavoro ci poniamo l’obbiettivo di delineare la nascita di un ambiente adeguato al monitoraggio
del fenomeno ADHD e s port e i n t ale a mbiente applicare co rrettivi c linici ad atti a lla gestione del p roblema,
sia nella forma preventiva che al bisogno nei casi più conclamati.
Nel quadro delle problematiche della patologia del ADHD nella pratica sportiva si è individuato un possibile
contesto di lavoro nell’utilizzo dello sport come modifica di alcune difficoltà comportamentali e di attenzione
di questi ba mbini, venendo a c ostituirsi co me u n co ntesto “multimodale”, nel quale g li a spetti co gnitivi e di
problem s olving, motivazionali -attributivi e r elazionali p ossono es ser g estiti d a u no p sicologo clinico d ello
sport in modo da intervenire sulle difficoltà osservate nei bambini. L’idea della ludoteca dello sport nasce da
alcune e videnze c liniche nell’utilizzo d ello sport in q uesto s enso, co me d escritto p iù a vanti d all’analisi d el
“caso di Carlo”, che portano alla luce come lo sport abbia alcune caratteristiche di per sé utilizzabili nell’ottica
del controllo del comportamento:
• Ogni sport è u n forte co ntesto d i r egole: se vuoi p artecipare, le r egole d evono es sere r ispettate,
altrimenti il gioco sportivo stesso non può sussistere.
• Lo s port è a ltamente motivante p er o gni bambino: al l’interno d el p ercorso d i c rescita nel quale il
bambino ha bisogno d el g ioco p er es primere s e stesso e s perimentare i l p roprio co rpo e l e p roprie
relazioni, il gioco si evolve nello sport, che lo affianca e v iene a co stituire un tipo di gioco codificato,
regolato da interazioni e regole precise.
• Nello sport il bambino viene inserito in un gruppo di pari: esser parte del gruppo vuol dire condividere
la p ratica s portiva, i s uoi r ituali, le s ue t ecniche, le s ue strategie e r ispettarne le r egole: s e non l e
rispetti sei “out”.
Questi t re el ementi fondamentali p ossono es sere u tilizzati co n u n’ottica d i t ipo p sicologico p er g estire le
difficoltà comportamentali del bambino con ADHD ed aiutarlo a migliorarsi.
Da q ueste o sservazioni è nata l’idea d ella L udoteca de llo S port, s orta a M ilano n el ge nnaio 200 6, v oluta
dall'Associazione I nternazionale d i P sicologia e P sicoanalisi d ello S port, s tudiata e d iretta d al D r. G iovanni
Lodetti e d ai suoi co llaboratori, n ella q uale p ossono es sere o sservati i sintomi d i ADHD in et à p rescolare,
verso i q uali si p uò i ntervenire a ll’interno d i u n c ontesto c onsiderato “ naturale” d al bambino. L ’uso
dell'attività motoria e s portiva, g estita at traverso l’osservazione s istematica d el co mportamento e
l’introduzione a ll’interno d el contesto d i “gioco” d i p articolari ac corgimenti, p uò es sere u tilizzata i n et à
prescolare come intervento sulla sintomatologia precoce di ADHD.
È infatti grazie a i correttivi inseriti nella gestione della comunicazione e del comportamento, che si possono
individuare i co mportamenti p roblematici ed intervenire d irettamente s u d i e ssi. La car atteristica d ella
"Ludoteca dello Sport" (che ha come sport guida la disciplina pedagogica della scherma) è quella appunto di
essere rivolta ad un'utenza che va dai 4 ai 7 anni.
Si p arla d ella scherma in t ermini p edagogici d ata l'impronta ed ucativa d i q uesta p ratica s portiva; il r ispetto
delle regole può essere considerato il suo assunto di base, queste devono essere interiorizzate dal bambino già
dal primo giorno in cui entra nella Sala d'Armi per poi essere rispettate durante un vero e proprio assalto. Non
solo, c on le t ecniche p roprie di q uesta disciplina, il bambino a ssume un c omportamento " competitivo" c he
deve es sere eq uilibrato e co ntrollato; l a s cherma, q uindi, p revede u n'alta ge stione de ll'aggressività e de lle
emozioni, a favore d ell’autocontrollo, u na d elle p roblematiche p rincipali d ei bambini ADHD. I noltre,
attraverso la pratica il bambino impara a guidare il suo comportamento con l’uso di autoistruzioni, lavora sullo
stile di attribuzione (se perdi e tutti hanno rispettato le regole non può essere “colpa”degli altri), sul problemsolving ( se faccio sempre la s tessa mossa e s ubisco il co ntrattacco d evo p ensare ad u n’altra s trategia) e
sull’inibizione degli impulsi.( Lodetti 2005)
LA LUDOTECA DELLO SPORT: ANALISI DI DUE CASI
La ludoteca d ello s port p rima n el s uo g enere e n on s olo i n E uropa p uò p orre u n t assello importante p er
l'individuazione e la s eguente p revenzione d ei p rimi sintomi d ei bambini iperattivi. I bambini id entificati
come affetti da ADHD nei Paesi Anglosassoni sono solitamente fra i primi ad essere trattati con il RITALIN
(psicofarmaco e s timolante centrale); con l'uso dell'attività motoria e s portiva, monitorata e cl assificata, tutto
questo può essere arginato.
Studiando, infatti, il "comportamento " di bambini e ragazzi durante il gioco in età di latenza ma anche in fase
pre-adolescenziale è possibile individuarne problemi psicologici, difficoltà e disagi che possono notevolmente
diminuire se il gioco stesso viene utilizzato come auto-correttivo. G li studi e le relazioni dell’equipe del Dr.
Lodetti o rientati a lla p revenzione t ramite lo s port, c oncernenti la lettura cl inica d ei co mportamenti e d ei
sintomi, la loro a ttenuazione t ramite co rrettivi ad eguati, p ossono r ivelarsi u tili a lla g estione
dell’ADHD.(Oldani, C ova , Martinelli 2007) . I n que sta vi sione s i può pr oporre l a Ludoteca c ome luogo d i
monitoraggio attento a questi f enomeni di interazione f ra i l bambino e l a s ocietà nel campo dell'educazione
sportiva. È difatti grazie alla gestione delle metodologie di relazione e di comunicazione, alle regole del gioco
e d ello s port e ad u na lettura cl inica d el movimento ed ev entualmente d el s egno g rafico ( disegno), ch e s i
possono individuare e trattare forme di disagio che possono essere trattate e ben contenute per il benessere del
bambino.(Martinelli, Cova 2008)
1. Il caso di Carlo
Carlo ha otto anni e si presenta in Sala d'Armi accompagnato dalla madre. E' un bambino proveniente da una
famiglia d i buona e strazione sociale e cu lturale. Ha iniziato l'attività con il gruppo di lavoro a s ettembre co n
evidenti problemi di relazione, di gestione della sua concentrazione e del tempo di lavoro, grossi problemi di
coordinazione spazio/motoria e goffaggine.
Carlo presenta un ADHD di tipo combinato di grado Medio. Presenta problemi di iperattività e d i difficoltà a
sostenere l’attenzione.
I suoi riscontri scolastici, così ci relaziona da subito la mamma, mettono in evidenza la sua ottima intelligenza,
accompagnata tuttavia da una scarsa gestione emotiva dello stress e d ella relazione con l’altro, a p artire dalla
relazione del gioco o del momento di svago in classe.
Da q ui l’evidente necessità d i prevedere u n s etting adeguato d i g ioco r elazionale strutturato cap ace d i far
emergere lo stress da “misurazione agonistica” nell’ambito ordinato della gestione delle regole condivise.
L’obiettivo p rimario d ell’intervento è d are a C arlo l a p ossibilità di r elazionarsi c on gl i altri in modo p iù
costruttivo, realistico e co llaborativo, potendo cosi vivere più serenamente i vari conflitti che emergono man
mano che il suo evidente stato di stress aumenta, fornendo quei correttivi clinici e d i co municazione corretta
che possono comportare sollievo alla gestione del ADHD.
Setting e premesse di lavoro
Il g ruppo i n cu i si inserisce C arlo è co mposto d a c irca d odici -quattordici b ambini n ormodotati, d'età
compresa t ra i s ette e g li u ndici a nni e d a d ue r agazzi p ortatori d i handicap. Q uesti d ue r agazzi sono
accompagnati e seguiti durante l'attività da una istruttrice formata ad hoc. L'intervento si svolge durante due
sedute settimanali pomeridiane di circa 60 minuti, per tutto l'anno scolastico.
Osservazioni iniziali
Carlo s i mostra f in d all’inizio molto “ esuberante”, c on s carse cap acità d i autocontrollo e un t empo d i
attenzione e impegno nel g ioco d i massimo 10 minuti. I n questo ar co d i t empo, Carlo fatica ad a scoltare le
istruzioni, a r ispettare le r egole d el g ioco e ad interagire in modo p ositivo co n i co mpagni. S i o sserva u na
marcata iperattività, distrazione e comportamenti di disturbo verso i compagni.
Primi obiettivi e primo sviluppo dell’intervento (Settembre-Gennaio)
Inizialmente, date le d ifficoltà d i Carlo, l’obiettivo iniziale è consistito nell’aiutare Carlo a gestire la propria
iperattività n ei 1 0-15 minuti d i pr esenza a ll’interno de l g ioco d i gr uppo. V eniva c hiesto a l bambino d i
rispettare i tempi di ascolto della spiegazione ed i giochi sono stati rigidamente strutturati per permettergli un
migliore a utocontrollo. L a metodologia u tilizzata è co nsistita nell’uso d i r inforzi verbali sistematici p er i
comportamenti finalizzati all’obiettivo e n ell’ignorare i suoi comportamenti di disturbo e d istrazione da parte
del M aestro e de l gr uppo. I l messaggio pa ssato a C arlo in que l momento era: “il t uo co mportamento non è
adeguato al nostro gruppo, perciò nessuno si occupa di te e sei out”. Progressivamente, nei primi due mesi di
lavoro sono stati aumentati i minuti di interazione con il gruppo. Carlo ha imparato ad accettare e rispettare le
regole all’interno del gioco strutturato, anche se la sua labilità attentiva all’interno dello stesso risulta ancora
molto a
lta.
Nei primi quattro mesi sono stati raggiunti per Carlo i seguenti obiettivi:
• Ascolta le regole del gioco
• Rispetta le richieste
• Esegue la sua parte nel gioco
Il tutto, per un tempo massimo di circa 45 minuti, anche se non continuativi, ma gestiti con opportune pause.
In seguito a q uesti q uattro m esi d i p rogressi p er il bambino, d elle g ravi difficoltà familiari s opraggiunte
all’improvviso ne hanno impedito la prosecuzione a scherma.
E’ s tato r iferito d al p ersonale s colastico ch e, in q uesto p eriodo, s ono c omparsi in C arlo s intomi g ravi d i
bullismo, con atti di vandalismo a causa di un forte contrasto con l'insegnante. Al ritorno di Carlo n el setting
schermistico, l a s ituazione er a e stremamente p eggiorata. C arlo n on mostrava cap acità d i g estire più d i 1 0
minuti d i lavoro co n evidente imbarazzo dei co mpagni che ne er ano d isturbati. Carlo in questi 10 minuti s i
esprimeva con es pressioni d i aggressività verbale, co n u n'emissione d i forti r utti, co mpiendo g esti t alvolta
ripetuti in modo s tereotipato p rivi d i s ignificato apparente ( smorfie ec c.). A s cherma non ha mai messo le
mani addosso ai suoi compagni con la volontà di fare male, talvolta però si è gettato a peso morto su di loro,
insultandoli. Non ha mai compiuto atti di violenza contro gli oggetti, atto invece quotidiano a scuola.
Secondo sviluppo dell’intervento (Marzo-Giugno)
In questo momento di forte disagio da parte di Carlo, l’obiettivo è tornato ad essere l’aumento e l’impegno dei
tempi di attenzione, ma purtroppo la motivazione intrinseca di esser parte del gruppo e partecipare all’attività
di scherma non è s tata più sufficiente per a iutare il bambino a g estire la cr isi. I l suo comportamento mostra
numerosi ep isodi d i ag gressività v erbale e l’incapacità a r iprendere l’impegno at tentivo ed i l r ispetto d elle
regole a nche s olo p er i p rimi d ieci minuti. E ssendo co sì d ifficoltosa la situazione e mostrando C arlo
atteggiamenti d a “bullo” negli s pogliatoi c on i bambini p iù p iccoli, la metodologia d i intervento è s tata
modificata, a f avore d ell’utilizzo d el r ole-playing e inversione d i r uoli, co n t ecniche d i g estione d ella
comunicazione proprie dell’Analisi Transazionale.
Sono s tati scelti ruoli e ffettivamente p resenti in S ala d ’Armi: M aestro, al lievo, as sistente, co llaboratore,
allievo più piccolo, arbitro e s ono stati inizialmente discussi i comportamenti, le caratteristiche e, appunto il
“ruolo” di og nuno. Attraverso poi il r ole-playing, i d iversi c omponenti de l gr uppo, C arlo c ompreso, h anno
impersonato i ruoli, cercando di aderire ai comportamenti precostituiti e precedentemente attribuiti.
I r uoli s ono p oi s tati s cambiati e sono s tate d iscusse d i volta in volta le e mozioni, le g estualità, i
comportamenti.
Si s ono p oi inscenati co n q uesta t ecnica as salti schermistici, affrontando il vincente, il p erdente, l’arbitro,
l’atleta ch e n on r ispetta l e r egole, u tilizzando r inforzi verbali e p rivilegi s peciali p er C arlo p er l a co rretta
“messa in scena” del ruolo a lui attribuito.
Risultati
Durante l’applicazione d ell’intervento co n q uesta metodologia, C arlo si d imostra en tusiasta ed è subito
evidente un suo stato manifesto di sollievo. L’impegno durante queste fasi è au mentato, tanto che durante un
“piccolo p rocesso” d ove è s tato c oinvolto c ome imputato p er av er d isturbato l a lezione, h a ap preso c on
serenità il verdetto ch e g li intimava d i comportarsi co me u no d el g ruppo s eguendo l e r egole d ell’ambito
schermistico se voleva continuare a rimanere in quel contesto. Nel corso di questa drammatizzazione c’è stata
molta partecipazione da parte del gruppo che ha assunto il ruolo di giuria, accusa e d ifesa con molta onestà e
serenità. Sapendo che i ruoli potevano in altre occasioni essere invertiti. Gran sollievo si è manifestato durante
gli attacchi schermistici, gestiti nell’arbitraggio e nell’accettazione del r isultato con l’esecuzione del saluto e
del ringraziamento dell’avversario (accettazione dei ruoli). L’aspetto più positivo è la serenità di Carlo durante
il lavoro f ortemente s trutturato, c ome gl i assalti schermistici c he c omportano m olte c omplesse n ozioni
tecniche e di gestione delle regole del combattimento.
Il lavoro di discussione e r ielaborazione verbale su ciò che avveniva in Sala ha permesso ai compagni di non
stigmatizzare Carlo per le sue difficoltà, ma anche esprimergli con sincerità le loro difficoltà nei confronti dei
suoi comportamenti, s oprattutto ag gressivi. C arlo è d iventato m aggiormente co nsapevole d ei p ropri s tati
d’animo e di quelli altrui, ed ha mostrato un maggior autocontrollo.
A maggio rispetto a Carlo abbiamo osservato:
• Scomparsa degli episodi di aggressività di qualunque genere.
• Capacità di essere presente alla lezione per tutta l’ora, in entrambe le sedute settimanali.
• Un maggior autocontrollo, evidenziato dalla capacità di rispettare le regole schermistiche ed accettare
le decisioni arbitrali.
• Un’aumentata capacità di attenzione sul compito, riuscendo a gestire per intero il proprio assalto e
mantenendo la concentrazione, seppure con forte dispendio di energie.
• Relazioni positive soprattutto con i due compagni con sindrome down.
Infine, C arlo ha a ffrontato un s aggio finale d i gr uppo di nnanzi a p iù d i mille pe rsone superando de lle
remore d ovute al fatto ch e s i vergognava p er n on essere cap ace, m a poi m ostrando fierezza n ell’aver
superato p ositivamente la p rova. H a ag giunto c he l’anno s uccessivo vuole t ornare a fare scherma e
combattere con più attenzione, anche perché, a sua detta, è "un po’ scarso”.
2. Il caso di Luciano
Luciano è un bambino di quattro anni e mezzo che mostra sintomi di ADHD e di DOP. Al suo ingresso in
Ludoteca, dopo una breve fase iniziale di mutismo ed isolamento, corre per tutta la palestra gridando in modo
selvaggio, rifiuta le proposte di gioco e non ascolta le richieste delle operatrici. Si limita a correre per tutto lo
spazio, buttarsi sui materassini e gridare per buona parte del tempo. Di fronte alle proposte, Luciano dedica ai
giochi t ranquilli u n’attenzione d i circa u n minuto, p er p oi buttare tutto all’aria e r icominciare a co rrere. Il
bambino fatica ad ascoltare senza distrarsi e non riesce a rispettare nessun tipo di regola proposta. I suoi tempi
di attenzione risultano molto brevi (circa 5 minuti massimo) anche su attività di suo gradimento.
Il livello di motricità fine e globale è buono, Luciano ha un’ottima mira e le capacità cognitive appaiono molto
buone.
Osservazioni iniziali del bambino: punti di forza
Dal punto di vista motorio, quando accetta di eseguire dei compiti, li svolge con precisione, forza e v elocità.
Inoltre:
- sa calcolare la distanza per prendere la rincorsa ed effettuare il salto in lungo,
- sa far scorrere la palla sulla linea retta disegnata sul pavimento della palestra,
- sa eseguire slalom,
- riesce a eseguire movimenti alla spalliera,
- possiede buona mira,
- ha un buon tono muscolare, grazie a cui esegue buoni lanci del pallone,
- tira pugni contro il materasso grande appoggiato al muro della palestra,
- piega la lama seppure in plastica del fioretto in dotazione per gli esercizi di scherma,
- colpisce con forza l’avversario nelle prove di assalto.
Obiettivi:
Data l a g ravità d ella sintomatologia e la d ifficoltà p er l e o peratrici ad o ttenere an che solo l’attenzione e
l’ascolto d a p arte d el bambino, il p rimo o biettivo co nsiste n ell’accettazione d elle r egole principali
dell’ambiente.
Per r aggiungerlo, v iene p roposto a L uciano u n “contratto c omportamentale”, n el q uale eg li s i impegna a
partecipare a g iochi, fortemente s trutturati, r icevendo in ca mbio u n r inforzo m ateriale, c ostituito d alle
caramelle.
Inizialmente si predispongono per lui giochi molto brevi, con l’adulto o al massimo un compagno, in modo
che Luciano p ossa avere facile a ccesso a l r inforzo ed au mentare i t empi d i at tenzione e p artecipazione e le
interazioni positive.
Le at tività ludico-sportive c he g li vengono p roposte s ono car atterizzate d alla g estione p sico-fisica d ello
spazio-tempo della Ludoteca/palestra, scandite dall’adozione di ritmo e velocità e dalla percezione del proprio
sé c orporeo s tatico, in moto e in r elazione co n l’altro, e implicano cap acità d i coordinazione, co ntrollo e d
equilibrio. Correlate a esse, vi sono attività di tipo grafico/artistico, come disegno libero e attività manuali con
materiali di modellismo.
Dopo i primi successi, Luciano è contento di impegnarsi nel gioco, anche se deve rispettarne le regole, viene
introdotto l ’utilizzo d el fioretto e d a lcune forme di gi oco c ompetitivo, n el q uale p erò L uciano di mostra
aggressività fisica verso il compagno in caso di sconfitta.
Risultati
Si è r iscontrata u na d iminuzione d ell’iperattività motoria, a favore d i u n maggior impegno n el mantenere
l’attenzione sui compiti richiesti.
In particolare:
• accetta di eseguire gli esercizi alla spalliera, dove riesce facilmente e mantiene impegno ed attenzione,
• corre verso una meta richiesta,
• rispetta la condizione di partire al via e di essere cronometrato,
• accetta di disegnare, impegnandosi in un’attività tranquilla.
Circa il r ispetto d elle r egole, L uciano s i è impegnato a r ispettare il “contratto” ed ha imparato ad accet tare
determinate regole se poste con coerenza e fermezza, nelle quali il suo tempo limite d’impegno nel gioco è d i
circa 15 minuti. Luciano dimostra forti difficoltà di autocontrollo nelle situazioni destrutturate.
Riflessioni conclusive
Alla luce dei lavori sviluppati si evince che l’attività sportiva regolamentata e monitorata secondo i parametri
da noi proposti possa attraverso lo sport guida della scherma può portare benefici, in p articolari co ndizioni,
alle problematiche di ADHD, specialmente nella fascia d’età che va dai 4 ai 7 anni.
Si sottolinea come abbia enorme importanza per la gestione dell’aspetto terapeutico la strutturazione adeguata
del setting e la preparazione degli operatori coinvolti.
Siamo fermamente convinti che una maggiore diffusione dello strumento dello sport adeguatamente proposto
nel co ntesto d ella “Ludoteca d ello s port” p ossa r accogliere u lteriori co nferme r iguardo al l’efficacia d el
trattamento e ci auspichiamo di poterlo applicare anche nei contesti scolastici e prescolastici che ne facciano
richiesta.
Da Rivista AIDAI Associazione Italiana Disturbi d’attenzione/iperattività. Dicembre 2010 Vol 6 n1 pag 61-68
Edizioni Erickson Trento ISSN 1827- 4366
Queste conclusioni sono sviluppate insieme agli altri lavori anche grazie al percorso del Dr. Giovanni Lodetti
in seno al Comitato Paralimpico italiano,secondo la scheda cronologica qui sotto esposta.
La scherma per i diversamente abili in Lombardia negli ultimi 10-12 anni nel segno dello sviluppo
perpetuato dal dr. Giovanni Lodetti e dal movimento Cip Lombardia
1998 - 2010 Nomina del dr. Giovanni Lodetti ( I. N. alle tra armi dal 1987) a referente tecnico scherma
Lombardia FISH alla luce dei suoi lavori pregressi sul disagio giovanile 1989-90 (terza pagina del Corriere
della Sera) , 94/95 ampiamente documentati e la promozione ed attivazione dal 1997 del Premio “Fair Play
ed età evolutiva “gara a manifestazione inviti per ragazzi , ragazzi disabili mentali e campioni FIS giunta nel
2011 alla sua 12° edizione. ( ben documentata sui siti Federali FIS e crl e Finali nelle più prestigiose location
milanesi come da documenti.)
2000 Pubblicazione del libretto didattico “La scherma nella scuola del 2000 “ ed AIPPS con esperienze
d’insegnamento con gruppi di ragazzi normodotati e disabili all’interno delle scuole elementari milanesi a
progetto AIPPS - FIS. (referente progetto regionale FIS M° Parisi Soc. Essepi Arcore)
2001 – 11. Autorizzazione con parere favorevole allo svolgimento del Referente Tecnico Lombardo FISD poi
CIP dr. Giovanni Lodetti (Referente Territoriale) per il Torneo Internazionale del Garda World CUP. Gara a
carattere di organizzazione privata sotto l’egida internazionale IWAS, di grande fascino che è arrivata ad
essere ad oggi la “Gara di Coppa del mondo in Italia”
2001/2 attuazione 2 Congressi AIPPS –Villa dei Colli Lonato per l’applicazione di modelli virtuosi e di
servizio a riguardo le tematiche sulla diversa abilità sul territorio di riferimento e nazionale in concomitanza
della gara di Coppa del Mondo.
2003 Riedizione del Manuale di scherma a nome Marcello e Giovanni Lodetti ed Mursia (1995) con nuovo
capitolo dedicato alla diversa abilità ed ai suoi modelli applicativi.
2004 - 5. Promozione da parte del neo eletto Presidente Cip Lombardia Francesco Mondini del Dipartimento
4 CIP che comprende per la scherma l’ arrivo di materiale CIP (pedane e materiale ) ad uso didattico.
2005 Nasce CDS M° Marcello Lodetti “ability plus”.
2006 Primo campionato regionale spada in concomitanza Premio fair Play 1° Carlo Loa ( già Olimpionico a
Seul ed Atlanta) della Polisportiva Milanese (storica società da sempre presente sul territorio con le sue
molteplici attività e che condivideva la pedana negli anni 80 con la Mangiarotti Milano) su due atleti del CDS
M° Marcello Lodetti.
2007 - 8 Seguono altre due edizioni del Fai play con il Campionato regionale di spada (di cui uno open)
organizzati dal CDS Lodetti. Nel frattempo nascono grazie all’attivazione del progetto di inserimento della
scherma presso l’Unita spinale di Niguarda di AIPPS in collaborazione di Cip Lombardia in seno allo
Sportello per l’accompagnamento allo sport in locale ospedaliero AIPPS-AUS , le realtà schermistiche
diversamente abili di Bresso , storica societa Fis e in seguito di Monza. ( sodalizio che durerà un anno).
Questo anche grazie anche alla convenzione firmata dal Cip con le Unità Spinali di Niguarda ed in seguito nel
2008-9 di Mozzo (BG) per la promozione delle attività sporive nelle Unita Spinali.
2007 - 10. Partecipazione dr. Lodetti e dal 2010 Dr. Gambirasio come docenti esperti in materia disabiltà ai
Corsi di formazione FIS per gli allenatori di primo e secondo livello in ambito regionale.
2007- 8. Attivazione da parte del CUS Milano AIPPS e CDS Lodetti con il sostegno dell’Associazione
Genitori non vedenti , di un corso semestrale per Schermitori Ipovedenti di grande successo presso i locali
dell’ISU Milano, testimoniato in diverse pubblicazioni scientifiche.
2008. Convegno Monza e pubblicazione Atti con esperienze documentate dei lavori AIPPS Fis-CIP sulle
attività in atto in Lombardia sulla diversa abilità e scherma.
2008 – 2010. 2 Congressi AUS Niguarda – CIP in Unita Spinale del diffondere il lavoro ed i r isultati
dell’inserimento della scherma nel contesto ospedaliero riabilitativo dove fra l’altro lavora come fisioterapista
e coordina il progetto di Sport Terapia Carolina Gambirasio tecnico Cip e fisioterapista e Tecnico FIS-CIP di
Limbiate. (Scherma Goane)
2008 – 9. Edizione dei campionati regionali a Sesto San Giovanni organizzata con grandissimo successo dal
Circolo Bresso del Presidente Novellini in concomitanza della gara GPG qualifica nazionale con più di
trecento bambini impegnati ed 8 atleti disabili lombardi.
2009 Organizzazione sotto il neo Presidente Regionale Santelli del corso Nazionale Cip per tecnici gia
richiesto dal 2006 e finalmente realizzato, 17 nuovi tecnici FIS abilitati al brevetto CIP Coordinato dal dr.
Giovanni Lodetti e svolto nella sua parte pratica presso la prestigiosa Società del Giardino di Milano.
Nel frattempo dal 2007 al 09 il Dr. Lodetti è stato abilitato dal Cip Nazionale Formatore Nazionale area
Tecnica per la scherma CIP e Formatore Nazionale Seniores area Professionale Psicologica e divenuto
Referente dip 4 (delle armi) Lombardia.
2008 - 11 Nasce e si consolida nell’attività il circolo scherma Limbiate (Groane) sez CIP che organizza i
campionati regionali 2009 in concomitanza della locale gara FIS, e a Seregno si svolgono per la quinta volta i
campionati nel 2010 , organizzati sempre in concomitanza gara FIS dai tre sodalizi presenti sul territorio
Lombardo CDS Lodetti , Bresso e Limbiate (Scherma Groane) che sono poi le stesse società che hanno
sviluppato dal 2007 e continuano a sviluppare (quelle ancora attive) la sinergia con l’AUS Niguarda in seno al
protocollo di intesa per la diffusione capillare della scherma sul territorio…una volta fuori dalle Unita Spinali.
Inoltre Limbiate ha organizzato anche la prova di selezione zonale CIP (Nord Italia) nell’ottobre 2010 dopo
che tre suoi atleti (Gatti, Gaslini , Orsi) avevano partecipato alla Gara di Coppa del Mondo di Lonato sia di
spada che di fioretto. Gli stessi piu Asero, (CDS Lodetti) Magro e Brase e Panelli (Bresso) partecipano ad uno
/ due edizioni dei Campionati Italiani Assoluti (2009 e 2010) giungendo anche a Medaglia più volte (Gatti ed
Orsi ).
2009-2010 Interventi didattici in Corsi universitari ,Seminariali del dr.Giovanni Lodetti in qualità di referente
Tecnico Cip Lombardia e Psicologo formatore Cip all’Università degli Studi dell’Insubria , Corso di Laurea in
scienze motorie.Corso di attività Motorie adattate A.A. 2008/9 - Scherma e disabiltà: Proposta per una
prospettiva riabilitativa e terapeutica a cura del dr. Giovanni Lodetti 24 aprile 2009. ed Università degli Studi
di Pavia.Corso di Laurea in Scienze delle attività motorie e sportive, Attività fisiche adattate Facoltà di
medicina e chirurgia e facoltà di Ingegneria (Corso di laurea interfacoltà) – Scherma : quali abilità possibili ?
Percorsi di diversa abilità nella disciplina schermistica Hf-Hm- disibiltà visiva, disturbi del carattere. A cura
del dr. Giovanni Lodetti 24 marzo 2010
Sempre nel 2010 si forma su imput del Dip 4 Lombardia il “ Team Lombardia ” che comprende più di 12
atleti fra i milanesi ed i bergamaschi che si erano formati nell’esperienza dell’Unita di Mozzo e che si sono
riuniti in occasione di un raduno collegiale prima della gara di Coppa del Mondo di Lonato ospiti della
società di Bresso di Murizio Novellini. Società scherma Bresso ha più volte partecipato a diverse attività
promozionali sul territorio lombardo, prestando professionalità e competenza. Hanno partecipato alcuni dei
tecnici Cip abilitati, ne ricordo i nominativi di quelli presenti e disponibili in Lombardia - BEDANI NOVELLINI Mirko - VISCARDI – RAVASI –PIVOTTI – GAMBIRASIO - DEL VENTO - LODETTI
(Formatore e RTR) PEDRINI – COMENCINI – ORSINI – BARGNESI - LAZZARINI - PARDUCCI
Vengono a fine anno 2010 pubblicati gli Atti del Convegno 2010 di Legnano AIPPS - FIS - CIP e presi
contatti anche con l’Unita Spinale di Passirana dove si svolge in ottobre 2010 una giornata dimostrativa di
grande fascino emotivo.
Attualmente sono tre le società tesserate in Lombardia alla neonata realtà Federale FISPES e sono CDS
Marcello Lodetti con tre atleti , Limbiate (Accademia delle Groane) con cinque tiratori, la Polisportiva
Bergamasca (PHB) con due atleti , mentre prosegue l’attività in AUS Niguarda tesserata Propaganda.
http://www.conilombardia.it/scherma/1997/scherma-limportante-contributo-della-lombardia-alla-crescitadella-scherma-per-disabili/#more-1997
2011 Nomina dr. Giovanni Lodetti ad Esperto della Scuola Centrale dello Sport –Regione Lombardia
2011 Nomina a Referente Nazionale Formazione FISPES
http://www.fispes.it/showquestion.php?faq=2&fldAuto=71
2011 Nomina dr. Giovanni Lodetti Psicologo Federale Federgolf disabili (FIGD) www.federgolfdisabili.it
2011 Pubblicazione a cura della FISPES – Scuola Centrale dello Sport – CIP Lombardia – AIPPS – SIPCSCentro Studi Lodetti – FIS crl- Università Statale di Milano Lab. della pubblicazione Scherma e Disabilità:la
parola ai tecncici .Pref Dr.Giovanni Lodetti.
Referente Tecnico Regionale 2011 Dr.ssa Roberta Ravasi , Responsabile Coordinazione Formazione
Nazionale FISPES Dr. Giovanni Lodetti
Cos è la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali FISPES
La FISPES è la Federazione Sportiva Paralimpica cui il CIP, Comitato Italiano Paralimpico, ha demandato la
gestione, l'organizzazione e lo s viluppo de ll'attività s portiva pe r le d iscipline de ll'atletica leggera, della
scherma in carrozzina, del tiro a segno e delle bocce. La sua costituzione è avvenuta in due fasi: la prima ha
avuto luogo il 12 g iugno 2010 c on l'approvazione della Carta Statutaria mentre, in una seconda fase, in data
25 s ettembre 2010, s i è pr oceduto a ll'elezione de l P residente e de i C onsiglieri Federali.
A livello internazionale, l'Atletica Leggera è g overnata d all'International P aralympic C ommittee
(http://www.paralympic.org /) con il coordinamento della propria specifica Commissione Tecnica (http://ipcathletics.paralympic.org/ ), la s cherma in c arrozzina d all'International Wheelchair a nd Amputee F ederation,
IWAS (www.iwasf.com), il t iro a s egno dall'International Paralympic Shooting Committee, IPSC (www.ipcshooting.org ) s econdo l e r egole d ell'International S hooting S port F ederation ( www.issf-sports.org ). P er
quanto riguarda le b occe, t ale d isciplina non è an cora r iconosciuta q uale d isciplima p aralimpica. L e g are
individuali e di coppia in piedi osservano le stesse norme del regolamento F.I.B. (http://www.federbocce.it/).
A seguito dei radicali e profondi cambiamenti che hanno interessato il Comitato e che ne hanno modificato la
struttura politico organizzativa, consacrandolo nel ruolo esclusivo di confederazione delle federazioni
paralimpiche, svolgenti, ognuna, attività sportiva per disabili, TUTTA LA GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DI
FORMAZIONE TECNICA E’ STATA DELEGATA, per disciplina sportiva di competenza, ALLE
FEDERAZIONI SPORTIVE PARALIMPICHE NEOCOSTITUITE, come di seguito riportato:
FIPIC – Pallacanestro in Carrozzina.
FINP – Nuoto.
FISPES – Atletica leggera, Scherma in carrozzina, Tiro a Segno, Bocce.
FISPIC – Torball, Goalball, Judo, Showdown, Calcio.
FISIP – Sci nordico, Sci alpino.
Pertanto, per eventuali rapporti, informazioni e notizie sulle attività formative s’invitano tutti gli interessati a
prendere contatto con le suddette Federazioni Paralimpiche.
Il Comitato Italiano Paralimpico
Fonte http://www.comitatoparalimpico.it/showquestion.php?faq=30&fldAuto=198
Dal 31 marzo 2011 il Dr. Giovanni Lodetti è Coordinatore Nazionale Formazione Fispes con contratto
Federale ed ha disposto in perfetto accordo con il Presidente ed ila Segreteria FISPES per la prima
semestralità formativa le seguenti linee operative:
Progetto Formazione FISPES 2011/12 (aprile - maggio / settembre 2011)
1) Verificare a livello centrale Cip i brevetti ed i vari gradi di formazione fin qui effettuati distinguendo
regione da regione e verifica con reporting di riscontro del delegato Fispes regionale entro il 1 giugno
2011 ed attivazione parificazione e riconoscimento ed da parte delle federazioni FIS Fidal Uits ecc con
inserimento livello adeguato al brevetto SnaQ a della federazione corrispondente entro 20/25 giugno
2011.
2) Far raccogliere dai delegati Fispes regionali attraverso i referenti territoriali per disciplina le
esperienze dei corsi formativi eseguiti (materiale redatto per il corso eventuali aggiornamenti e
pubblicazioni tecnico medico/scientifico) entro 1 giugno 2011
3) Conta dei tecnici effettivi CIP FISPES presenti ad oggi (Giugno 2011) sul territorio per Federazione
sempre con verifica regionale dei delegati Fispes
4) Far raccogliere e documentare dai referenti tecnici nazionali dettagliatamente le esperienze
tecniche pratiche fin qui eseguite a loro memoria ed eventualmente raccogliere le pregresse sul
territorio nazionale per singole discipline di riferimento entro il 1 giugno
5) Raccolto il materiale a livello centrale FISPES incominciare a renderlo disponibile a livello di
federazione per l'integrazione da subito delle nozioni Fispes Cip per la formazione integrata dei tecnici
federali FIS Fidal UITS ecc dal 1 giugno 2011 anche con la diffusione di apposite pubblicazioni Fispes
o di materiale audiovisivo adeguato diffondibile in seconda istanza anche sul sito federale FISPES
6) Nomina da parte del Presidente e C.D. Fispes del Coordinatore formazione Fispes a Membro della
commissioni d'esame per i brevetti integrati FIS FIDAL UITS ecc dal 1 giugno 2011 con permanenza
per almeno 2 anni a partire da quella data anche in seno alle federazioni che andranno nel tempo ad
integrarsi nelle varie date a venire ed accettazione di ciò da parte delle suddette.
7) Sviluppo immediato dal 1 maggio 2011 per chi ne facesse richiesta (delegati regionali fispes) o
delle federazioni FIS-Fidal UITS ecc di corsi di aggiornamento (con avvallo del referente tecnico
regionale FISPES ) a valore regionale e/o macroregionale con diffusione del materiale formativo
Fispes con obbligatoria presenza di tutor tecnico di brevetto CIP -FISPES aperto ai vari livelli di
tecnici federali Fis Fidal Uits ecc (I-II-III livello SnaQ)
Prego quindi gentilmente la Segreteria FISPES (previo controllo) di:
Inviare quindi per conoscenza lettera mail ai delegati regionali fispes per i punti 1-2-3-7
Inviare lettera mail ai referenti tecnici nazionali fispes per il punto 4
Inviare lettera mail ai referenti tecnici regionali punto 7
Inviare lettera mail di resumè di intenzioni formative a vostra selezione/discrezione di quanto sopra
esposto a Segretari Gen. e Presidenti FIS -FIDAL-UITS ecc e responsabili formazione delle suddette e pc
Presidenti Comitati regionali delle stesse (con richiesta di mandare l'estensione per le singole regioni ai
loro tecnici federali presenti sul territorio)
Inoltre:
richiedo gentilmente
la lista completa via mail di telefono dei delegati regionali Fispes per contattarli direttamente dopo l'invio
della progettazione formativa in atto dei ct nazionali Fispes e dei referenti della formazione FIS-Fidal (già
inviata) UITS bocce....
Suggerisco inoltre che
Presidente FISPES
Segretario Generale
Ref. Formazione
Ref.Medico
Ref. Tecnico
siano presenti invitati istituzionalmente (e quindi inviare richiesta alle Federazioni in oggetto) ai
campionati italiani FIS -FIDAL UITS ecc… e ai campionati europei o mondiali effettuati eventualmente
da queste federazioni sul territorio italiano per uno scambio continuo delle esperienze in atto con i
referenti nazionali ed internazionali di queste discipline.
Propongo al dr. Richard Colamedici di essere il portavoce di un eventuale incontro quadrimestrale dei
referenti formatori delle federazioni paralimpiche per un incontro sinergico sullo stato dell'arte e lo
scambio di risoluzioni eventuali eseguite sulla casistica verifica e richiedo di fissarmi se possibile al più
presto un appuntamento telefonico con la referente nazionale formazione Cip il giorno della mia venuta a
Roma purtroppo assente...
P.s
E chiaramente importante partire da subito (primi di maggio) con la trasmissione di queste notizie per dare
il tempo adeguato a tutti di eseguire nei tempi quanto assegnato o richiesto ,
vi chiedo di poterVi adoperare per ciò anche per cominciare a dare un segno forte e tangibile FISPES
dell'operato in relazione alle tematiche formative.
NOTA a margine
8) anche se forse non in stretta corrispondenza con le mie funzioni formative FISPES credo comunque che
una sensibilizzazione dei GIUDICI di gara delle Federazioni di riferimento
FIS-FIDAL- UITS ecc...ai temi ed alla gestione normativa/regolativa -relazionale delle manifestazioni e
dello svolgimento delle gare nella loro completezza vada in qualche modo Supervisionato da Fispes ed
appurato se effettivamente si sono svolti corsi di abilitazione dei gruppi sportivi arbitrali CIP-FISPES con
un relativo superamento di Test formativi (ad esempio)
Chiedo quindi previo invio comunicazione da parte della Segreteria FISPES ai referenti tecnici nazionali
FISPES ( e per conoscenza tecnici regionali e presidenti regionali CIP e FIS-FIDAL-UITS e delegati
regionali Fispes) di relazionarmi entro il 20 maggio sui corsi già eseguiti in questo senso
dalle Federazioni Nazionali di riferimento o dal Cip a suo tempo per sapere quanti sono i giudici formati
(con brevetto comprovato) e per completezza di organizzarne come referenti tecnici con la loro carica
istituzionale uno Nazionale di abilitazione sotto egida FISPES per fine settembre 2011 a cui
chiedo di partecipare in funzione di Supervisione Federale FISPES.
P.s
Richard può gentilmente di tutte le comunicazioni che invierà alle diverse figure citate in nota per lo
svolgimento di tutti i primi step di formazione inviarmi copia, cosi io possa sapere chi e quando sono stati
raggiunti da comunicazione Federale.
RingraziandoVi da subito per la gentile collaborazione e scusandomi per le purtroppo diverse funzioni
richiestoVi
Cordialmente
Vostro
Dr.Giovanni Lodetti
Coordinatore Nazionale Formazione F.I.S.P.E.S.
Milano 30 aprile 2011
Si ricorda che la Federazione italiana scherma ha siglato nel gennaio 2011 un protocollo di Intesa con CIPFISPES che stabilisce che le Federazioni di comune intesa promuovono e si auspicano il passaggio delle
consegne gestionali del settore paralimpico sportivo – schermistico alla FIS per l’ottobre 2011 nel pieno
rispetto delle linee guida che si sono promessi di allineare e portare a compimento per quella data.
Cap 5
Il Circolo della Spada M° Marcello Lodetti, asd Milano
www.schermalodetti.it
Regolarmente affiliato alla FIS ed al CONI-FISPES e convenzionato e gemellato dal 2003-04 con il CUS
Milano, ha per finalità lo sviluppo e la diffusione dell'attività sportiva connessa alla pratica della scherma,
intesa come mezzo di formazione psico-fisica e morale dei soci, mediante la realizzazione e
l'organizzazione di ogni forma di attività agonistica e non, e di ogni altro tipo di attività motoria, utile a
promuovere la conoscenza e la pratica della scherma stessa, inclusa I' attività didattica per l'avvio,
l'aggiornamento e il perfezionamento nello svolgimento della pratica di tale disciplina. Dal 2011 Centro
Scuola Magistrale Nazionale accreditato.
Nato nel settembre 2002, il Circolo è dotato di una Sala d'Arme attrezzata con 6 pedane autonome alle tre
armi ed una pedana per i ragazzi diversamente abili in ambiente condizionato.
Posta negli anni passati in Via Valvassori Peroni, 21 c/o I.S.U. Milano, dal 2009 presso la Scuola Militare
Teuliè di Corso Italia 58.
Il Maestro Caposala e Caposcuola è il Maestro Marcello Lodetti coadiuvato dall'Istruttore Nazionale alle
tre armi F.I.S. e già Direttore Tecnico Regionale Scherma Comitato Paraolimpico Italiano Dr. Giovanni
Lodetti (esperto in psicologia dello sport) e dagli Istruttori Nazionali Dott.ssa Roberta Ravasi (nonché
Istruttore Nazionale Comitato Italiano Paralimpico di Scherma - Cip); Roberto Pedrini nonché Prof. ISEF,
Lorenzo Ravazzani, Mirko Novellini, presenti a rotazione. Ricordiamo che il nostro sodalizio organizza in
collaborazione con il Comune di Milano e l'Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello
Sport il prestigioso “ Premio Fair-Play ed età evolutiva© “ giunto alla dodicesima edizione (visibile sul
sito) e dall'anno 2005 la “Coppa Sportland ©”, manifestazione a staffetta mista (M/F) di integrazione per
spadisti categoria Assoluti (19 giugno) presso il Palazzo Sforzesco di Milano a cui si vanno ad aggiungere
sempre dal 2005 i circuiti giovanili di manifestazioni ludico-agonistiche sul territorio. (Coppa AIPPS Palacus Milano, Festa della Scherma Memorial Carmina Promozionale Pulcini e Coppa M° Marcello
Lodetti per i L° di Magistero). Attualmente sono tesserati circa 40 atleti e tre atleti Cip.
Centro Studi Circolo della spada M°Marcello Lodetti
Il Centro Studi Circolo della spada M° Marcello Lodetti, nasce con l’obiettivo cardine del miglioramento
prestazionale sotto ogni punto di vista, degli atleti e della loro presa di coscienza della complessa arte
schermistica nelle sue sfumature culturali estetiche e quant’altro, sotto la Direzione del Nostro Maestro
tutelare M° Marcello Lodetti.
Si ricorda inoltre che il materiale video del Centro Studi Circolo della spada M° Marcello Lodetti, verrà
utilizzato anche per la correzione e/o l'ottimizzazione in sede Fisiomuscolare -coordinativa del movimento
schermistico -sportivo supervisionata dal Prof. Pedrini dottore in scienze motorie e istruttore FIS
Nazionale, con la diretta collaborazione della dr.ssa Roberta Ravasi, coordinatrice di Sala e del Dr.
Giovanni Lodetti - Presidente e Coordinatore degli Istuttori per gli aspetti tecnici.
Il materiale è ad uso interno solo per fini didattici ed è esclusiva per gli aderenti della Community del
Sodalizio schermistico.
Con l'avvio del Centro Studi CDS Lodetti e CDS Lodetti ability plus si intende iniziare anche l’opera di
consolidamento della tradizione e della Scuola del Maestro Marcello Lodetti, presente in importanti
Manuali e testimoniata in altrettanti trattati Internazionali di grandissima rilevanza.
Il Centro Studi ha ricevuto l'approvazione del Comitato Regionale FIS e del Comitato Italiano Paralimpico
regionale.
Il centro Studi esplorerà la propria attività con le seguenti sezioni:
Gare
Lezioni
Simulazione d’assalto ed assalti liberi
Prove di biomeccanica
Aspetti di telemetria in assalto ed in lezione
Ludoteca dello sport
Nasce a Milano la prima 'ludoteca della scherma', uno spazio-gioco per bambini a carattere sportivo, con
particolare accento sull'attivita' schermistica. L'iniziativa, gia' attivata, si avvale di un team di lavoro
composto dal Maestro di scherma Dott. Giovanni Lodetti, fondatore dell'Associazione di Psicologia e
Psicanalisi dello Sport, e da esperti di scienze motorie e del linguaggio non verbale dell'eta' evolutiva. La
ludoteca e' rivolta ai bambini dai 4 ai 7 anni che potranno praticare un avviamento allo sport attraverso la
pratica della scherma, un gioco di regole che favorisce il corretto sviluppo psicofisico. A questa e'
abbinata un'attivita' di gioco libero e una di disegno, monitorata da esperti, finalizzata a seguire la
maturazione e l'inserimento del bambino nel gruppo. Il corso e' settimanale e si svolge presso una palestra
dell'Isu dell'Universita' Statale di Milano.
Progetto Gulliver Major
Ludoteca di avviamento allo Sport per ragazzi diversamente abili ( in ambito visivo)
Questa iniziativa è organizzata dal Cus Milano e dall' Associazione Internazionale di Psicologia e
Psicoanalisi dello Sport, con il patrocinio del CRL Comitato Paralimpico Italiano e l’adesione
dell’Associazione Genitori Ragazzi Non vedenti e Ipovedenti di Milano. La finalità psicologica e sociale
dell'iniziativa è quella di creare uno spazio di sperimentazione delle competenze residuali di chi è
portatore di deficit visivo, con attività ginnico- sportive di tipo ludico, ricreativo, non competitivo, e di
“monitoraggio” del comportamento psicologico/relazionale, a sostegno della personalità e a favore di una
maggiore autonomia attraverso l’attività motoria. La ludoteca si tiene, tutti i Venerdì dalle ore 15.30 alle
ore 17.00 presso la palestra I.S.U. dell'Università degli Studi di Milano in via Valvassori Peroni 21.
Questa iniziativa, è rivolta a tutti i ragazzi non vedenti o subvedenti dai 18 anni in su.
Ability Plus
Dal 19 Dicembre 2005 il Coni e il Comitato Paralimpico Italiano hanno approvato lo statuto di una nuova
società per le diverse abilità applicate alla scherma, ora tesserata FISPES
E quindi da quella data operativa a tutti gli effetti di legge il CDS M. Marcello Lodetti Ability Plus a.s.d.
Milano, che ha sede presso il Circolo della Spada in Corso Italia, 58 con una pedana. E' la prima società
lombarda a doppia velocità. e l’unica attiva nella città di Milano.
Presidenza e Consiglio Direttivo uguali al CDS M. M. Lodetti a.s.d. Milano.
Attività svolte
Convegno Scherma e disabilità
Organizzazione Campionato Regionale Milano Giugno 2008
Organizzazione Campionato Regionale Milano Giugno 2007
Organizzazione Campionato Regionale Milano Giugno 2006
Partecipazione allo sportello di avviamento allo sport Aus-Niguarda 2006, 2007 e 2008
Organizzazione 2010 I° Trofeo Città di Segrate Gara standing e Campionato Regionale Febbraio 2010
Premio Fair Play
Il “Premio Fair Play ed età evolutiva ©” e l'annessa “Coppa AIPPS ©”, nasce nel 1997 nella volontà del Dott.
Giovanni Lodetti con il proposito di offrire una manifestazione "ludico-sportiva" aperta nella sua forma
agonistica alla maggior parte delle realtà coinvolte nel mondo dello sport:
- età evolutiva ed adolescenziale
- campioni olimpici
- agonisti
- atleti universitari
- amatori - atleti diversamente abili, sia fisici che mentali
trovando la possibilità di divertirsi insieme in un contesto unico anche in campo internazionale. Quest’anno si
svolgerà la XII ° dodicesima edizione. La manifestazione si è svolta sempre nelle piu importanti e prestigiose
location storiche e culturali della Città di Milano come La Sala Appiani presso l’Arena Civica Milanese, La
Loggia del’Elefante presso il Castello Sforzesco , il Teatro Dal Verme , il Chiostro Centrale del Filarete
presso l’Università degli Studi in Via Festa del Perdono
Per lo Storico delle edizioni del premio Fair Play si consulti il Sito a riferimento
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Premio Fair Play 2008 (DOC) - I° articolo - II° articolo
Premio Fair Play 2007 (PDF) - I° articolo - II° articolo - Fotogallery
Premio Fair Play 2006 (PDF)
Premio Fair Play 2005 (PDF)
Premio Fair Play 2004 - Articolo correlato
Premio Fair Play 2002/03 (Doc) - Programma musicale - Comunicato stampa
Premio Fair Play 2001
Premio Fair Play 2000
Premio Fair Play 1999
Premio Fair Play 1998
Premio Fair Play 1997
Qui di seguito si riporta a nota storica un paio di locandine e di riferimenti all’importanza dell’evento.
La 6° edizione al Teatro dal Verme e la 9° edizione con la finale presso il Chiosco del Filarete
comprendente anche la I° Coppa AIPPS per cat GPG.
Association International
Psychologie et Psychanalyse du Sport
(ONLUS)
6° PREMIO AIR PLAY ED ETA’ EVOLUTIVA
5° MEMORIAL ALBERTO RADICE
4° MEMORIAL SERGIO CARMINA
Via S.G. sul Muro 2, Milano
In occasione del Concerto di Natale
Venerdì 13 Dicembre 2002
Ore 20.30
Teatro Dal Verme
Con il patrocinio di:
L'A.I.P.P.S. (Association International Psychologie et Psychanalyse du Sport), membro del World Council of
Psychotherapy, è s orta nel 1994 co me prima ed unica as sociazione o nlus c he s i o ccupa d i psicologia c linica
applicata all'attività ludico sportiva.
Obiettivo p rincipale è la p revenzione d el d isagio g iovanile a ttraverso lo s trumento s portivo no n in s enso
agonistico, ma co n u n ap proccio o rientato ag li aspetti legati a lla formazione d el car attere e ad u n buon
sviluppo della personalità.
I nostri studi si articolano sull'osservazione clinica dei meccanismi di difesa nell'attività sportiva, nel gioco e
nelle r elazioni interpersonali fra i r elativi p raticanti, c osì d a individuare i p roblemi, e o ffrire i correttivi
adeguati.
Obiettivo specifico è sviluppare la ricerca e offrire i servizi inerenti la sensibilizzazione e la formazione di
personale atto a q uesto approccio scientifico co n lo scopo di promuovere il benessere nell'attività sportiva e
migliorare le d inamiche r elazionali fra g li individui in p articolar modo n ella fascia d ell'età e volutiva ( 6-14
anni).
Target: I fruitori di q uesta n uova metodologia di lavoro v ariano d agli E nti P ubblici c he s i oc cupano d i
disagio g iovanile, cu ltura, prevenzione, volontariato specializzato ( handicap, sport), a gli E nti D idattici q uali
scuole di ordine primario e secondario nonché ambiti universitari; dagli operatori sociali e psicomotricisti, agli
operatori de l settore ludico, s portivo; qua li ludoterapeuti, insegnanti d i e ducazione fisica, allenatori, a tleti,
genitori degli atleti, nonché manager dello sport, dirigenti federali e di base, volontariato del settore, aziende
sanitarie locali e presidi terapeutici.
Metodo: la me todologia, che l' Associazione propone, è in principal m odo l' Analisi T ransazionale che
permette l'individuazione delle modalità relazioniali e comunicative esistenti al fine di sviluppare un corretto
approccio a lle d inamiche d i interazione s portiva c on l'eventualità d i correttivi c linici laddove ve n e fosse
l'esigenza.
Enti d i s upporto a lla ricerca s cientifica: L 'Associazione co llabora s tabilmente e co ntinuamente co n
l'Università S tatale d i Milano, co n la C attedra d i P sicologia Clinica d ella Facoltà M edica d i Milano p er la
ricerca scientifica nel c ampo della psicologia e psicoanalisi dello sport e la sua applicazione e diffusione. In
particolare il supporto informatico si rende possibile grazie al Laboratorio di Architetture Computazionali del
Dipartimento di Informatica dell'Università Statale di Milano.
Enti che hanno sponsorizzato l e ri cerche: Università Statale d i Milano, Regione Lombardia, Comune d i
Milano, Provveditorato agli Studi di Milano, Comune di Desio ( Mi).
Enti che hanno usufruito dei servizi A.I.P.P.S.: Circoli D idattici, P ubblica I struzione C omune d i D esio,
C.O.N.I., Società Sportive, Enti di Volontariato.
Principali e venti p romossi d all'A.I.P.P.S. Pubblicazione d i s aggi nel settore e a rticoli s cientifici;
partecipazione a vari co ngressi internazionali; organizzazione e p romozione d i C onvegni su Sport ed
Educazione Giovanile, Progetti formativi e di intervento sul territorio, Premio Fair Play.
Altre informazioni riguardano i nostri Presidenti:
Onorario Prof. Carlo Ravasini, Cattedra di Psicologia Clinica (Università degli Studi di Milano) Effettivo
Maestro Marcello Lodetti ex Maestro della Nazionale Italiana di Scherma.
Sede: Via Privata Rezia, 4 - 20135 Milano ; Sito Web (sino al 31/12/2002): http://159.149.152.121/aipps ;
Sito Web (dal 01/01/2003): http://www.aipps.it ; e-mail: [email protected]
PROGRAMMA - INVITO
20.30
Presentazione dell’Evento:
- Associazione
- Iniziative (Progetti 2003, presentazione C.D.S. M° Marcello Lodetti)
- Memorial
20.40
Manifestazione Sportiva:
manifestazione s portiva co nsta in u n e vento s chermistico ch e co involge 4 co ppie d i at leti co mposte d a 4 “ campioni” d i
oluto, 3 ragazzini/ragazzine (Under 14) e 1 ragazzo “diversamente abile” portatore della sindrome di Down.
zie alla sua formula a staffetta (15 stoccate per singolo incontro) si garantisce la piena integrazione fra le diverse realtà i n
anzia, il “campione” e i nuovi atleti “diversamente abili”. In questo contesto ludico/agonistico verrà consegnato il Premio Fa
coppia vincitrice.
21.30
Consegna Premi
- PREMIO FAIR PLAY
- MEMORIAL ALBERTO RADICE
- Verrà consegnata una targa commemorativa a Giuseppe Bergomi (Associazione Bindun) e
- a Alessandro Zanardi.
- MEMORIAL SERGIO CARMINA
- Verrà consegnata una targa commemorativa all’Associazione Villa dei Colli – Onlus e
a all’Assessorato Provinciale Sport di Brescia.
21.50
Concerto di Natale “Orchestra Civica dei Fiati”
22.30
Saluto Autorità, Sponsor, Ospiti ed Enti Organizzatori
Saranno presenti i seguenti atleti di livello assoluto:
Bossalini Alessandro Componente squadra Nazionale Italiana
Milanoli Paolo Componente squadra Nazionale Italiana - Campione Mondiale Individuale (Nìmes
2001)
Campione Olimpico a Squadre (Sidney 2000)
Rota Alfredo Componente squadra Nazionale Italiana - Campione Olimpico a Squadre (Sidney
2000)
Schaier Davide Componente squadra Nazionale Italiana
6° Premio Fair Play ed Età Evolutiva
Il “Premio Fair Play ed Età Evolutiva", giunto alla sesta edizione, è nato per sensibilizzare i giovani
all'attività sportiva e per avvicinarli al corretto approccio alle loro discipline.
La formula d i g ara è ar ricchita d a u na co mponente che integra s ia g li a spetti r icreativi c he q uelli
agonistici nel co ntesto d i d iverse r ealtà s portive unite fra loro d a u n medesimo scopo, q uello d i
misurarsi in uno spazio di regole prestabilite, senza barriere culturali o tecniche di nessun tipo.
Ecco c osì nascere la formula d ella staffetta s chermistica, at ta a mescolare l e f orze i n campo e a
unire la squadra.
La partecipazione a q uesta manifestazione da parte dei t iratori nazionali e d i Coppa del Mondo è
legata al loro fattivo impegno a favore del messaggio promosso dall'A.I.P.P.S. e ai valori che essa
intende trasmettere.
Albo d’oro:
1997 Matteo Benedet
1998 Benedetta Durando
1999 Letizia Trallo e Andrea Bermond
2000 Letizia Trallo e Paolo Milanoli
2001 Tommaso Zerbini e Alfredo Rota
5° Memorial Alberto Radice
Il “Memorial Alberto R adice” è s tato i stituito in on ore d i un lungimirante di rigente s portivo
milanese co fondatore della Polisportiva "Scuola e Sport Desio", luogo antesignano del messaggio
ludico-terapeutico d ello S port i n I talia. C on q uesto r iconoscimento s i intende p remiare q uel
atleta/dirigente s portivo c he a nostro s indacabile g iudizio è stato p iù vicino a lla Filosofia
dell'A.I.P.P.S.
Albo d’oro:
1998 Associazione Libero per Tutti
Polisportiva Milanese Sport e Handicap
1999 Filippo Galli (calcio)
Astutillo Malgioglio (calcio)
2000 Ivano Fanini (ciclismo)
Fabrizio Macchi (ciclismo)
2001 Giovanni Soldini (vela)
4° Memorial Sergio Carmina
Il “Memorial Sergio Carmina” vuole r icordare l'imprenditore/agenzia d i servizi c he ha co ntribuito
maggiormente a p romuovere il messaggio a favore d ell'attività s portiva r icreativo - terapeutica
senza scopi legati ad un riscontro economico.
Albo d’oro:
1999 Associazione di Cultura Sportiva “L’Arena di Milano”
2000 La Gazzetta dello Sport
2001 Associazione Freres des Hommes
Con la IX° edizione del 2006 si sviluppa una prima manifestazione in contemporanea fra disabili e
normodotati con la doppia finale Fair-Play Campionato regionale HF Spada che sarà felicemente
seguito come esempio e abitudine in tutte le altre manifestazioni ufficiali nazionali che seguiranno.
Con questo mio elaborato di Tesi Magistrale si è inteso nell’ottantesimo compleanno del M°
Marcello Lodetti , e nell’inizio del decimo anno di attività del Circolo della Spada M° Marcello
Lodetti asd Milano, mettere a conoscenza del mondo schermistico un metodo di lavoro che ha dato
testimonianza di un grande fermento e di una grande passione per la disciplina schermistica e che
intendo proseguire nella Tradizione della Scuola di mio padre e del mio Cognome
Dr. Giovanni Lodetti
Milano 2011.
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Scherma e Psicologia - Circolo della spada Marcello Lodetti