Teoria economica e crisi
Mario Pianta, Università di Urbino
Seminario Università di Roma “La Sapienza”,
Facoltà di Economia, 12 novembre 2010
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Tre spiegazioni della crisi

A.

“Chiamatela la grande bolla immobiliare del
Nord Atlantico. Ci sono 4 spiegazioni
principali: la politica della Fed di bassi tassi
d’interesse dopo il 2001, l’eccesso globale di
risparmi, innovazioni finanziarie che hanno
nascosto i rischi e politiche pubbliche che
hanno prodotto comportamenti opportunistici”
(Krugman 2010)
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B.

“Un mercato deregolamentato inondato di
liquidità e con tassi d’interesse bassi, una bolla
immobiliare e…i mutui subprime costituivano
una combinazione tossica. Se aggiungiamo il
disavanzo fiscale e commerciale degli Stati
Uniti e un’economia globale in pieno squilibrio,
era chiaro che le cose stavano andando
malissimo” (Stiglitz, 2010)
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
C

“L’espansione finanziaria globale…non è un nuovo
stadio del capitalismo mondiale…è il segno del
fatto che ci troviamo nel mezzo di una crisi
egemonica. L’espansione…si concluderà più o
meno catastroficamente, a seconda di come la crisi
sarà affrontata dalla potenza egemonica in
declino…L’unica domanda…non è se, ma fra
quanto tempo e quanto catastroficamente l’attuale
dominio globale dei mercati finanziari non
regolamentati crollerà” (Arrighi e Silver 1999).

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Le interpretazioni correnti
I liberisti mainstream:
Bolle speculative normali, risultato di
comportamenti individuali. Non è colpa di
mercati e finanza, ci sono stati errori nelle
politiche. Continuiamo come prima (Fed, Bce)
 I “keynesiani” Krugman e Stiglitz:
I mercati da soli non funzionano, servono
regole; pesano gli squilibri internazionali
Ottica di breve periodo, non si mettono in luce i
meccanismi profondi che producono crisi

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Distribuzione e disuguaglianze



La domanda dipende dalla distribuzione:
profitti e rendite crescono, salari calano
“l'1% degli americani più ricchi negli anni
Settanta contava per il 9% del reddito; nel
2007 la loro quota era salita al 23%, il valore
del 1928. Il reddito mediano è diminuito in
termini reali negli ultimi 30 anni” (Reich)
La finanza ha compensato l’impoverimento,
attraverso il debito immobiliare
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Che cosa dicono i manuali?
Crisi congiunturali per:
 Fluttuazioni della domanda, eccesso di
investimenti (per bassi tassi interesse,
aspettative sbagliate, etc.) che creano
sovracapacità produttiva, shock esogeni.
 Politiche economiche restrittive quando
eccesso di domanda, rischio inflazione, etc.
 Ciclo politico-economico: eccesso di spesa
pubblica per vincere le elezioni e poi tagli
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Le interpretazioni critiche
Marx: le crisi sono connaturate al capitalismo
a. crisi di sovraccumulazione (si investe troppo
capitale e i profitti non lo remunerano)
b. crisi di sottoconsumo (manca la domanda e non
si realizza la produzione)
 Kalecki: il ciclo è politico. La crescita e la
piena occupazione rafforzano i lavoratori e
riducono profitti e potere del capitale. Le
recessioni servono per ricrearli.
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si parla della produzione, non finanza
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Che cosa manca in queste teorie?
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La tecnologia, il sistema produttivo
I rapporti tra economia reale e
finanza
I rapporti tra economia e potere
politico
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La tecnologia, il sistema produttivo
Smith, Marx, Kondratiev, Schumpeter, Freeman
 La tecnologia alimenta crescita, divisione del
lavoro, competizione tra imprese, potere
monopolistico, alti profitti, accumulazione
 Successione di cicli (30-50 anni) legati alle
potenzialità di crescita consentite da un insieme
di tecnologie chiave: paradigmi tecnologici
 Il loro affermarsi ed esaurirsi alimenta onde
lunghe di crescita
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Economia reale e finanza, Minsky
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
Dopo Keynes: Kindleberger, Minsky, etc.
Crisi del 1929: instabilità del capitalismo
Dinamica chiave della finanza, l’interazione
con l’economia reale aggrava la crisi. “Le crisi
finanziarie si associano ai picchi del ciclo
economico” (Kindleberger) Ma quali rapporti?
Logica speculativa della finanza: ricerca di alti
rendimenti, sottovalutazione dei rischi,
comportam. imitativi, poche regole portano alle
crisi (Minsky)
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Economia reale e finanza, Arrighi



Denaro-Merce-Denaro allargato (D-M-D’):
estensione del modello di Marx
dell’accumulazione di capitale al sistema
Sistema mondiale: centro e periferia
Cicli di accumulazione, successione di fasi di
espansione materiale, poi maggior concorrenza,
esaurimento degli alti profitti, ricerca di maggior
liquidità del capitale, investito in attività
finanziarie per cercare nuovi alti profitti: fasi di
espansione finanziaria
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Il sistema mondo
Esperienze storiche di espans. materiale e finanz.
 Braudel: “L’espansione finanziaria è il segnale
dell’autunno” del potere economico
 Arrighi: “Lungo XX secolo”, “Capitalismo e
(dis)ordine mondiale”: successione di cicli:
Genova (e Impero Spagnolo) (1600)
Olanda (1700)
Impero Britannico (1800)
Stati Uniti (1900)
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Economia e potere politico int.
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
I cicli di accumulazione sono accompagnati da
cicli di egemonia in cui:
uno stato ha un ruolo egemone nel sistema
mondiale, ne rappresenta il centro, organizza il
sistema, controlla i benefici dell’accumulazione
e del potere
Quando tramonta un’egemonia, fase di caos
sistemico (guerre, instabilità), poi emerge un
nuovo ordine
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Per capire la crisi
La crisi ha radici nella:
 natura capitalistica dell’ accumulazione,
 natura della finanza: ricerca di profitti
finanziari speculativi di breve periodo
 natura del sistema mondiale: squilibri centroperiferia
 politica che definisce le regole del sistema
internazionale: neoliberismo
 E’ necessario integrare tecnologia,
produzione,
finanza e potere politico
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Che si può fare?
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
Limitare e orientare la logica dell’
accumulazione di capitale (ambiente, clima)
Ridimensionare la finanza
Ridurre gli squilibri: flussi merci, capitali,
persone
Politiche e regole (breve periodo)
Quadro di istituzioni (lungo periodo) che
risolva i problemi del sistema mondiale
Un nuovo ordine mondiale meno egemonico,
basato
19/12/2015 su cooperazione e multilateralismo
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