Movimentazione manuale dei carichi
Movimentazione manuale dei
carichi
1
Rischi e patologie muscolo-scheletriche

I problemi di salute sul lavoro più frequentemente
segnalati sono:
 mal di schiena (30%)
 stress (28%)
 dolori arto-muscolari agli arti (17%)

Il 33% della forza lavoro è impegnata in attività
con movimentazione manuale di carichi per
almeno il 25% del tempo di lavoro (l’11% in
modo permanente)
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carichi
2
Rischi e patologie muscolo-scheletriche

Il 57% della forza lavoro svolge compiti con
movimenti ripetitivi degli arti superiori per almeno
il 25% del tempo di lavoro (il 33% in modo
permanente)

Nei gruppi esposti a queste condizioni, il mal di
schiena è accusato dal 43% dei lavoratori e i
dolori agli arti superiori dal 23% dei lavoratori
Movimentazione manuale dei
carichi
3
Rischi e patologie muscolo-scheletriche

Il 23% dei lavoratori effettua assenze per ragioni
di salute legate al lavoro. La media di assenza è di
4 gg/anno per lavoratore. Negli esposti a posture
incongrue o a lavori pesanti la media sale a 8,2
gg/anno per lavoratore. Negli esposti a movimenti
ripetitivi la media sale a 5,8 gg/anno per
lavoratore. Nei non esposti a questi fattori la
media scende a 2,7 gg/anno per lavoratore
Movimentazione manuale dei
carichi
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Rischi e patologie muscolo-scheletriche

Movimentazioni manuali di carichi, esposizione a
vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, posture
(erette o assise) fisse e prolungate, movimenti
ripetitivi con e senza uso di forza e/o attrezzi, sono
i principali determinanti di rischio lavorativo per
l'apparato locomotore.
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5
Rischi e patologie muscolo-scheletriche

Nell' Unione Europea, il 53% delle patologie e dei
disturbi correlati al lavoro sono rappresentati da
patologie muscoloscheletriche. In Italia, secondo i
più aggiornati dati dell' INAIL, le patologie
muscoloscheletriche degli arti superiori sono ai
primi posti tra le malattie professionali
indennizzate (circa 20% del totale nel 2004) con
un trend in costante e decisa crescita.
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carichi
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CENNI DI ERGONOMIA
La parola “Ergonomia” deriva dal greco “Ergon” (lavoro) e
“Nomos” (legge), ed è ormai universalmente usata per definire
la disciplina che, ispirandosi a diverse conoscenze scientifiche,
ha come oggetto l’attività umana in relazione alle condizioni
ambientali, strumentali e organizzative in cui si svolge.
Lo scopo dell’adattamento è l’adattamento di tali condizioni alle
esigenze dell’uomo, in rapporto alle sue caratteristiche e alle sue
attività, aumentandone l’efficienza e tutelandone la salute al
contempo
Movimentazione manuale dei
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Caratteristiche dell’uomo che influiscono di cui tenere
conto e non modificabili sono:
· sesso,
· età,
· caratteristiche antropometriche,
· costituzione,
· aspetto fisico e funzione dell’organismo (fisiologia)
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carichi
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ANTROPOMETRIA
L’antropometria è la scienza che tratta in
modo specifico i caratteri misurabili del corpo
umano, ossia le misure e le caratteristiche
fisico-dimensionali, attraverso la raccolta e
l’elaborazione statistica dei dati rilevabili sugli
individui all’interno dei diversi gruppi di
popolazione.
I dati riguardano le misure relative ai
principali parametri fisici dell’uomo (altezze,
larghezze, circonferenze, distanze di presa e
di raggiungibilità ecc.)
Movimentazione manuale dei
carichi
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Le caratteristiche antropometriche variano
in funzione di:
dell’età,
dello stato di salute,
del tipo di attività svolta,
delle condizioni ambientali,
del tipo di alimentazione,
del sesso,
della provenienza geografica, ecc.
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carichi
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Movimentazione manuale dei
carichi
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Fisiologia
La
fisiologia
umana
comprende
la
muscolatura,
lo
scheletro,
l’apparato
locomotore, il consumo energetico, il
bioritmo.
Fattori come rendimento, affaticamento e
logorio dipendono essenzialmente dal modo
in cui i mezzi e i procedimenti di lavoro sono
adattati ai caratteri antropometrici e
fisiologici.
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carichi
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Si può distinguere l’attività muscolare in
due tipi:
 Attività dinamica (ritmica)
caratterizzata da un alternarsi di
contrazione e distensione, di tensione e
rilassamento della muscolatura attiva
Il muscolo agisce da pompa per il
sistema circolatorio. La compressione
spinge il sangue fuori dal muscolo e il
rilassamento che segue ne consente
una nuova entrata
Movimentazione manuale dei
carichi
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 Attività statica (posturale)
caratterizzata da uno stato prolungato di
contrazione dei muscoli, il che implica di
solito uno stato posturale.
I vasi sanguigni sono compressi dalla
pressione
interna
del
tessuto
muscolare, in modo tale che il sangue
non può più fluire nel muscolo
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Il muscolo che svolge un lavoro
dinamico è dunque irrorato dal sangue,
attraverso il quale riceve gli zuccheri
altamente energetici e l’ossigeno,
eliminando allo stesso tempo i prodotti
di rifiuto.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Il muscolo che svolge un pesante lavoro
statico invece non riceve dal sangue né
zucchero né ossigeno e deve contare
solo sulle proprie riserve. Inoltre - e
questo è senza dubbio il maggiore
svantaggio – non espelle i rifiuti,
avviene anzi l’opposto: i rifiuti si
accumulano producendo un forte
dolore, tipico della fatica muscolare
Movimentazione manuale dei
carichi
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Introduzione
Cos’è
Per movimentazione manuale dei carichi si intende:
le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico
ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni
del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o
spostare un carico che, per le loro caratteristiche o
in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportano tra l'altro rischi di lesioni
dorso-lombari (lesioni a carico delle strutture
osteomiotendinee e nerveovascolari a livello dorso
lombare).
Movimentazione manuale dei
carichi
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Effetti sull’organismo
Si possono evidenziare i seguenti effetti
principali:
 lesioni
a
carico
delle
strutture
osteomiotendinee;
 lesioni nerveovascolari a livello dorso
lombare.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Anatomia del rachide
Movimentazione manuale dei
carichi
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Fisiologia
Movimentazione manuale dei
carichi
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Valutazione
La valutazione di conformità si basa sulla verifica del
rispetto dei criteri ergonomici individuati secondo
l’allegato VI al D.Lgs. 626/94 o con specifici modelli
come, ad esempio, quello proposto dal NIOSH, che
prevede il calcolo del cosiddetto peso limite
raccomandato.
Sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria viene effettuata mediante
visita preventiva ed in seguito con visite periodiche.
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carichi
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DECRETO LEGISLATIVO 19 settembre 1994, n. 626
Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE,
93/88/CEE, 97/42/CE e 1999/38/CE riguardanti il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro (G.U. 12
novembre 1994, n. 265, suppl. ord.) (*).
Titolo V
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 47
(Campo di applicazione)
1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività che comportano la
movimentazione manuale dei carichi con i rischi, tra l'altro, di lesioni dorsolombari per i lavoratori durante il lavoro.
2. Si intendono per:
a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di
un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare,
deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro
caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli,
comportano tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari;
b) lesioni dorso-lombari: lesioni a carico delle strutture osteomiotendinee e
nerveovascolari a livello dorso lombare.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Art. 48
(Obblighi dei datori di lavoro)
1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie o ricorre ai mezzi
appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una
movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori.
2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera
dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre
ai mezzi appropriati o fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di
ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, in base
all'allegato VI.
3. Nel caso in cui la necessità di una movimentazione manuale di un carico ad opera
del lavoratore non può essere evitata, il datore di lavoro organizza i posti di
lavoro in modo che detta movimentazione sia quanto più possibile sicura e sana.
Movimentazione manuale dei
carichi
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4. Nei casi di cui al comma 3 il datore di lavoro:
a) valuta, se possibile, preliminarmente, le condizioni di sicurezza e di salute
connesse al lavoro in questione e tiene conto in particolare delle caratteristiche
del carico in base all'allegato VI;
b) adotta le misure atte ad evitare o ridurre tra l'altro i rischi di lesioni dorso-lombari,
tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche
dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base
all'allegato VI;
c) sottopone alla sorveglianza sanitaria di cui all'art. 16 gli addetti alle attività di cui
al presente decreto.
Art. 49
(Informazione e formazione)
1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni, in particolare per quanto
riguarda:
a) il peso di un carico;
b) il centro di gravità o il lato più pesante nel caso in cui il contenuto di un
imballaggio abbia una collocazione eccentrica;
c) la movimentazione corretta dei carichi e i rischi che i lavoratori corrono se queste
attività non vengono eseguite in maniera corretta, tenuto conto degli elementi di
cui all'allegato VI.
2. Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata, in particolare in
ordine a quanto indicato al comma 1.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Allegato VI
Elementi di riferimento
1. Caratteristiche del carico
La movimentazione manuale di un carico può costituire
un rischio tra l'altro dorso-lombare nei casi seguenti:
- il carico è troppo pesante (kg 30);
- è ingombrante o difficile da afferrare;
- è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di
spostarsi;
- è collocato in una posizione tale per cui deve essere
tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o
con una torsione o inclinazione del tronco;
- può, a motivo della struttura esterna e/o della
consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in
particolare in caso di urto.
Movimentazione manuale dei
carichi
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2. Sforzo fisico richiesto
Lo sforzo fisico può presentare un rischio tra l'altro dorsolombare nei seguenti casi:
- è eccessivo;
- può essere effettuato soltanto con un movimento di
torsione del tronco;
- può comportare un movimento brusco del carico;
-è
compiuto con il corpo in posizione instabile.
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carichi
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3. Caratteristiche dell'ambiente di lavoro
Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le
possibilità di rischio tra l'altro dorso-lombare nei seguenti casi:
- lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo
svolgimento dell'attività richiesta;
- il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di
scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore;
- il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la
movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in
buona posizione;
- il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano
la manipolazione del carico a livelli diversi;
- il pavimento o il punto di appoggio sono instabili;
- la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono
inadeguate.
Movimentazione manuale dei
carichi
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4. Esigenze connesse all'attività
L'attività può comportare un rischio tra l'altro dorso-lombare se
comporta una o più delle seguenti esigenze:
- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale,
troppo frequenti o troppo prolungati;
- periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente;
- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di
trasporto;
- un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato
dal lavoratore.
5. Fattori individuali di rischio
Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:
- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione;
- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal
lavoratore;
- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della
formazione.
Movimentazione manuale dei
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carichi
Misure di prevenzione
Al fine di minimizzare gli effetti dannosi dovuti alle condizioni non
corrette di lavoro si dovrà:
- rendere disponibili ausili meccanici per le movimentazioni;
- ridurre il peso degli oggetti da movimentare;
- migliorare la posizione e la facilità di presa;
- avvicendare il personale addetto.
Norme igieniche/comportamentali
Anche i comportamenti dei singoli individui possono ridurre gli
effetti negativi dovuti alla specifica mansione:
- effettuare le movimentazioni con movimenti corretti e con
adeguata presa del carico;
- effettuare le movimentazioni dei carichi più pesanti
unitamente ad altre persone.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Movimentazione manuale dei
carichi
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Fattori di rischio
Carico
Pesante
Ingombrante
Difficile da afferrare
Contenuto: Pericoloso o in equilibrio instabile
Obbliga movimentazione a distanza, torsione o
inclinazione dorso
Ambiente
Spazio ristretto
Pavimento: scivoloso, irregolare, instabile
Soffitto basso
Illuminazione
Movimentazione manuale dei
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Attività
Frequente e ripetuta
Distanze troppo grandi
Ritmo non modulabile
Lavoratore
Inidoneità fisica
Non informazione e formazione
Abbigliamento incongruo
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carichi
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Possibili soluzioni
Movimentazione manuale dei
carichi
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Valutazione preliminare - verifica requisiti generali
Primo step
1. Buona presa del carico
2. Carico mantenuto vicino al corpo e comunque non ingombrante
3. Tronco sostanzialmente eretto e non ruotato
4. Oggetto movimentato nello spazio compreo tra altezza ginocchi
e altezza spalle
Secondo step
Peso
Maschi
18
15
12
6
Frequenzione sollevamento
Femmine
12
10
8
4
1
1
2
5
volta
volta
volte
volta
Movimentazione manuale dei
carichi
ogni
ogni
ogni
ogni
5 minuti
minuto
5 minuti
minuto
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Valutazione di azioni di sollevamento
Oltre a quanto previsto dall’allegato VI del D.Lgs. 626/94, per
tale genere di azioni è utile ricorrere al più recente modello
proposto dal NIOSH (1993) che è in grado di determinare, per
ogni azione di sollevamento, il cosiddetto “limite di peso
raccomandato” attraverso un’equazione che, a partire da un
massimo peso ideale sollevabile in condizioni ideali, considera
l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli e tratta questi ultimi
con appositi fattori di demoltiplicazione.
Il NIOSH, nella sua proposta, parte da un peso ideale di 23 kg
valido per entrambi i sessi.
Ciascun fattore demoltiplicativo previsto può assumere valori
compresi tra 0 ed 1.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una
condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore di 1 e
pertanto non porta ad alcun decremento del peso ideale iniziale.
Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi dalla
condizione ottimale, il relativo fattore assume un valore inferiore
a 1; esso risulta tanto più piccolo quanto maggiore è
l’allontanamento dalla relativa condizione ottimale: in tal caso il
peso iniziale ideale diminuisce di conseguenza.
In taluni casi l’elemento di rischio è considerato estremo: il
relativo fattore viene posto uguale a 0 significando che si è in
una condizione di inadeguatezza assoluta per via di quello
specifico elemento di rischio.
Movimentazione manuale dei
carichi
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Per trasportare questo modello alla nostra contingenza, si può
adottare la procedura NIOSH tale e quale per quanto riguarda i
fattori di demoltiplicazione (che corrispondono ai principali,
anche se non a tutti, gli elementi di rischio lavorativo, citati
nell’allegato VI) partendo tuttavia da un peso “ideale” che è
diversificato nel seguente modo:
Età > 18 anni
maschi:30
femmine:20
Età 15-18
maschi:20
femmine:15
Movimentazione manuale dei
carichi
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Valutazione del rischio
E’ comune prassi l’adozione di tre
precisamente:
fasce di rischio e più
 valori dell’indice  0.75 (fascia verde): la situazione è
accettabile e non è richiesto alcun intervento;
 valori dell’indice > 0,75 e  1 (fascia giallo): una quota
della popolazione (stimabile tra l'1% e il 10% di ciascun
sottogruppo di sesso ed età) può essere non protetta e
pertanto occorrono cautele anche se non è necessario uno
specifico intervento.
Si può consigliare di attivare la formazione del personale
addetto. Lo stesso personale può essere, a richiesta,
sottoposto a sorveglianza sanitaria specifica. Laddove è
possibile, è consigliato di procedere a ridurre ulteriormente
il rischio con interventi strutturali ed organizzativi per
rientrare nell'area “indice di rischio  0,75;
Movimentazione manuale dei
carichi
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
valori dell’indice > 1 (fascia rosso):
la situazione può
comportare un rischio per quote crescenti di popolazione e
pertanto richiede un intervento di prevenzione primaria. Il
rischio è tanto più elevato quanto maggiore è l'indice;
l'intervento è comunque necessario anche con indici compresi
tra 1 e 3.
Programmare gli interventi identificando le priorità di rischio.
Riverificare l'indice di rischio dopo ogni intervento. Attivare la
sorveglianza sanitaria periodica del personale esposto.

valori dell’indice >3 (fascia viola): vi è necessità di un intervento
immediato di prevenzione.
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INDICE DI SOLLEVAMENTO COMPOSTO
L’indice di sollevamento composto viene calcolato
quando si riscontra una situazione di compiti multipli
tra loro frammisti, in tal modo si ottiene una
situazione rappresentativa della mansione che non
sarebbe altrimenti ottenibile essendoci più parametri
diversi per un'unica postazione:; per quanto
riguarda le mansioni analizzate il materiale è
impilato su pallet e quindi viene prelevato da altezze
diverse.
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carichi
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Modalita’ di calcolo dell’indice composto
ISC = IS1 +   ISIF
2n
Dove IS1 = IS più elevato e
  ISIF 2n = [ISIF2 X (1/FF1+2 – 1/FF1)]+[ ISIF3 X (1/FF1+2+3 –
1/FF1+2)]+ )]+ [ ISIFn X (1/FF 1+2+3+…n – 1/FF 1+2+3..+(n-1)]
IS= indice di sollevamento
ISIF= indice di sollevamento indipendente dalla frequenza
FF= fattore frequenza
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Azioni di spinta e tiro
Tra i tanti si cita il metodo proposto da Snook S.H. e Ciriello
V.M. ("The design of manual handling tasks: revised tables of
maximum acceptable weights and forces" - Ergonomics, 34, 9,
1197-1213,1991). Queste tabelle tengono conto dei seguenti
fattori:
- sesso
- forza iniziale
- forza di mantenimento
- distanza di spostamento
- frequenza di azione
- altezza delle mani da terra.
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