Gli anni di Crimea Corso di Laurea Magistrale Storia contemporanea, a.a. 2014-2015 Carta mondo arabo Carta MO Gli anni cinquanta. La storia raccontata dai consoli Le fonti per ricostruire la storia degli anni cinquanta: i resoconti consolari. Il caso del console James Finn Nasce nel 1806 – Londra. Educazione basata su studio del latino, greco ed ebraico. Imparò anche il tedesco, il francese e lo spagnolo. Scrive opere fondamentali su vita degli ebrei in Cina 1846 arriva a Gerusalemme e ci resta per 17 anni fino al 1863 Compra terra nei villaggi di Taghoor, Talibiyeh, Artas, etc. Nel luglio del 1863 si ritrova indebitato, perde le proprietà. Si ammala e torna in Inghilterra. Muore nel 1872 (66 anni) e viene sepolto nel chiostro di Wimbledon Opere: Stirring Times, The Jews in China, Byeways in Palestine, Sephardim James Finn L’ambiente gerosolimitano secondo Finn La società europea nella città santa consisteva delle famiglie consolari, dei missionari religiosi (cattolici romani e protestanti), dei medici di varie nazionalità, di alcuni commercianti. e di alcuni inglesi che vivevano per conto loro. Non c’erano attività commerciali sul posto eccetto qualche offerta degli abitanti e “anche se a Gerusalemme arrivano annualmente dall’estero somme immense, la città non esportava nulla. Si ricevevano merci europee, ma nessuna esportazione era fatta in cambio, eccetto il sapone dai porti del levante”. “Questa assenza di movimento commerciale e manifatturiero era dovuto al solenne carattere storico e religioso della città che aveva e che ancora ha”. La Litterary Society Nel 1846 Finn fonda una Associazione letteraria, che così desrive: “fra il circolo di persone a noi più vicino, vedendo che, oltre alle considerazione di carattere puramente religioso, vivevamo in una città e in un paese che abbondava di memorie storiche, e di aspetti diversificati della natura umana, tutti elementi di grande importanza. Inoltre questo avrebbe offerto la possibilità di ascoltare o parlare lingue orientali ogni giorno per quanto tempo avessimo voluto. E sembrava che mentre poco era stato scoperto per comprovare le teorie suggerite sui punti più importanti di interesse topografico sarebbe stato bello annotare fatti che avrebbero potuto essere illuminanti per l’archeologia, la botanica, la storia naturale, la meteorologia, il clima”. Sembrava inoltre che sarebbe stato molto vantaggioso costituire una biblioteca permanente per l’uso degli studenti, o per costituire un luogo di riunione per gli stranieri che visitano Gerusalemme” I filantropi europei e gli ebrei di Gerusalemme Gli ebrei di Gerusalemme non lavoravano, ma vivevano della elemosina della comunità internazionale I ricchi ebrei d’Europa, come le famiglie Rothschild e Montefiore, raccoglievano fondi per sostenerli, tentando di modificarne la mentalità, introducendo l’abitudine al lavoro Prende forma così l’idea che gli ebrei di Gerusalemme debbano lavorare e guadagnarsi il pane, così altri avrebbero potuto andare in Palestina. Si apre in questo modo la strada al sionismo Centrale e esemplare la figura di Moshe Montefiore (1784 -1885). Il Progetto di Moshe Montefiore “ Se il mio piano riuscirà, sono certo che esso varrà ad apportare felicità e abbondanza nella terra santa. In primo luogo chiederò (…) una concessione di terreno per cinquant’anni; cento o duecento villaggi che gli rendano il 10-20% più d’ora. Ma il terreno e i villaggi dovranno essere liberi, per la durata della concessione, da ogni tassa e balzello al pascià o al governatore dei vari distretti e devono avere la libertà di disporre dei prodotti in ogni angolo del mondo. Ottenuta questa concessione formerò, piaccia al Cielo, una compagnia per la coltivazione del suolo e per incoraggiare i nostri fratelli d’Europa a tornare in Palestina. (tratto dal Diario di Sir Moshe Montefiore) Missionari dagli Stati Uniti. Clorinda Minor e John Meshullam Tra i sempre più numerosi missionari americani emergono Clorinda Minor e John Mesullam Clorinda Minor, moglie di un ricco uomo d’affari di Filadelfia Cercando di capire perché il messia non appariva, arrivò alla conclusione che la Terra promessa non era pronta a riceverlo; impose ai suoi seguaci l’osservanza del Sabato ebraico e diventò uno dei fondatori degli Avventisti del Settimo giorno. Si entusiasmò all’idea di un insediamento in Palestina, e all’inizio del 1849 si recò in Palestina. Si fermò all’hotel di John Meshullam che la invitò nella sua colonia agricola di Artas. John Meshullam Ebreo convertito al cristianesimo e battezzato nel 1840. Apre un hotel a Damascus gate e poi un altro nella Street of the Armenians, nella Città vecchia. 1850: tenta di organizzare, insieme col console e i protestanti, una fattoria in Artas. Dall’inizio attrae i milleriti americani, tra cui Clorinda Minor Da Artas a Mount of Hope Clorinda Minor, entusiasta dell’idea di fondare una colonia agricola, decide di creare a sua volta una scuola agricola. Torna negli USA per raccogliere fondi Organizza una missione in Palestina Pubblica un libro intitolato Meshullam, or Tidings from Jerusalem in cui descrive il suo viaggio. Nel 1851 ritorna il Palestina con l’ambizione di attrarre gli ebrei poveri di gerusalemme in Artas e convertirli al protestantesimo. Nascono dissapori con Meshullam: gli americani lasciano Artas nel 1853 Vanno a Jaffa, dove fondano un nuovo insediamento chiamato “Mount Hope” Clorinda muore il 6 nov 1855 Il suo successore al Mount Hope è un americano tedesco, il diacono Dikson, protagonista di un tragico episodio (v. file delle citazioni) Il diacono Dickson secondo Melville Il diacono Dickson of Groton è, secondo Erman Melville, “un perfetto yankee, di circa 60 anni, con una lunga barba orientale, con un cappotto blu da yenkee e shaker panciotto” (Melville, Journal). Contagiato dalle lettere pubblicate di Clorinda Minor, vendette la sua fattoria a casa e se ne andò in Palestina con la moglie, il figlio e tre figlie, intorno al 1853 “Hanno 2 figlie sposate qui con due tedeschi, vivono vicino, destinate a generare una progenie di ibridi vagabondi. Il vecchio Dickson sembra un uomo dall’energia puritana, inoculato con questa assurda ebreo-mania, si decise a farsi carico del suo donchisciottismo fino alla fine” (Melville, Journal). Nel 1858 viene attaccato dai beduini (il genero viene ucciso, moglie e figlia violentate), e rientra negli Stati Uniti Erman Melville La guerra di Crimea Fu un saggio sulla capacità delle potenze europee di gestire lo scacchiere mondiale Le potenze europee miravano a: rafforzare i privilegi delle comunità occidentali-non musulmane nell’impero ottomano forzare il sultano a riforme e aperture economiche In quale situazione si inseriva la guerra di Crimea? Vigevano le Capitolazioni del 1535 che attribuivano la custodia dei Luoghi santi alla Francia cattolica Questi privilegi derivano da un periodo in cui la Russia non era ancora forte I greco-ortodossi recuperano terreno nel periodo della laicità francese Luigi Napoleone, presidente della II Repubblica, vuole recuperare terreno La Porta, imbarazzata per le opposte pretese franco-russe, cerca di stare in equilibrio Il pretesto per la guerra 9 febbraio 1852. Il sultano dà ai Latini (Francia) il permesso di erigere una stella d’argento nello scrigno della Natività Un firmano, emanato sotto pressioni russe, stabilisce che nessun cambiamento debba essere fatto. La Russia chiede che il firmano venga reso pubblico. La Francia è contraria. 22 dicembre, la stella d’argento viene posta dal Patriarca Latino nella chiesa della Natività 1853. Il governo russo chiede un atto di riparazione e avanza verso la frontiera del Danubio. Propone un trattato per avere esclusivo protettorato di tutta la popolazione ortodossa, il clero e le chiese. I turchi rifiutano: inizia la guerra La guerra 23 ottobre 1853. Inizia formalmente la guerra Francia e Inghilterra si schierano contro la Russia 2 agosto. La Russia si ritira. Avrebbe potuto esserci la pace 19 settembre 1854 Inghilterra e Francia partono verso Sebastopoli, la cui presa è considerata la condizione per porre fine al conflitto 9 settembre 1855. Sebastopoli cade. 25 febbraio 1856. Si tiene il Congresso di Parigi I risultati Dal punto di vista geopolitico, tutto resta come prima (salvo i 28.000 morti). La Turchia viene ammessa al partecipare alla legiferazione pubblica europea I segnatari si impegnano a rispettare la sovranità territoriale dell’Impero Ottomano Abdul Mejid emette il firmano del 18 febbraio 1856: l’Hatti i-Humayun, l’Editto sulla tolleranza Le ripercussioni di Crimea. La visita all’Haram L’Haram, la zona sacra delle moschee, era, dal tempo delle crociate, vietata agli occidentali Tra il 1855 e il 1856, la situazione comincia a cambiare e alcune personalità vengono ammesse alla visita Le prime visite avvennero già durante la guerra di Crimea: 16 aprile 1855. Il duca e la duchessa di Brabante aprirono la strada 1 luglio 1855: visita dell’Arciduca Massimiliano d’Austria L’Haram nel 1864 L’Haram nel 1900 La cupola della roccia La moschea Al-Aqsa Le ripercussioni della vittoria di Crimea sulla vita a Gerusalemme I festeggiamenti degli occidentali Vengono issate le bandiere delle potenze occidentali Kiamil Pascià assiste alle funzioni religiose cristiane Per contropartita i consoli dovevano “ingoiare i loro pregiudizi e far visita ai notabili musulmani in occasione delle più importanti feste religiose dell’islam” (James Finn). Le rivolte: Il caso di Nablus e del vescovo anglicano Gobat che installò le campane (fino a quel mom ento vietate) in una cappella Sommosse anche a Gaza e a Nazareth L’Editto sulla Tolleranza L’Editto si colloca sulla prosecuzione dei Tanzimat, iniziati con l’Hatt-i serif di Gulhane del 1839. Il processo riformatore si concluderà negli anni 70 del XIX secolo. L’Editto sulla tolleranza fu la seconda tappa di rilievo Fu letto a Gerusalemme il 7 aprile 1856 al Serraglio, alla presenza delle autorità mussulmane e occidentali, nonché dei notabili e delle personalità religiose I contenuti dell’Editto L’Editto garantisce i privilegi alle comunità non musulmane punisce ogni offesa a ogni religione o razza proibisce le conversioni forzate rende l’istruzione civile e militare accessibile a tutti i sudditi abolisce la tortura stabilisce che la giustizia venga amministrata in pubblico stabilisce che la polizia venga riorganizzata riforma il sistema di tassazione fissa pari diritti e pari tassazioni tra musulmani e non incoraggia la modernizzazione economica La riforma della terra: il Codice agrario del 1858 Le riforme continuano. La più importante è il Codice agrario del 1858 Vieta la proprietà comunitaria della terra Garantisce il diritto di usufrutto per chi può dimostrare di averla posseduta e coltivata per almeno dieci anni La registrazione era garantita dietro il pagamento di un riscatto Il registro fondiario serve anche per il servizio militare 1865. Anche a gli stranieri è concesso di acquistare la terra