Nidhard, Historiarum Libri IV, ed. E. Müller, Monumenta Germaniae Historica II, Scriptores rerum germanicarum, Hannover 1907, Ristampa anastatica 1925, p. 35 segg. TESTO ORIGINALE TRADUZIONE [LATINO:] Ergo XVI Kal. Marcii Lodhuvicus et Karolus in civitate, quae olim Argentaria vocabatur, nunc autem Strazburg vulgo dicitur, convenerunt et sacramenta que subter notata sunt, Lodhuvicus romana, Karolus vero teudisca lingua, juraverunt. Ac sic, ante sacramentum circumfusam plebem, alter Teudisca, alter Romana lingua, alloquuti sunt. Lodhuvicus autem, quia major natu, prior exorsus sic coepit: Dunque Ludovico e Carlo si incontrarono il sedicesimo giorno prima delle calende di Marzo (14 febbraio) nella città che era chiamata Argentaria, ma che adesso è nota comunemente come Strasburgo, ed essi pronunciarono i giuramenti che sono riportatati di seguito, Ludovico in lingua romanica e Carlo in lingua tedesca. Ma, prima di pronunciare il giuramento, essi tennero un discorso, l’uno in lingua tedesca, l’altro in lingua romanica alla folla adunata. Ludovico, essendo il più anziano, prese per primo la parola ed esordì così: “Quotiens Lodharius me et hunc fratrum meum, post obitum patris nostri, insectando usque ad internecionem delere conatus sit nostis. Cum autem nec fraternitas nec christianitas nec quodlibet ingenium, salva justicia, ut pax inter nos esset, adjuvare posset, tandem coacti rem ad juditium omnipotentis Dei detulimus, ut suo nutu quid cuique deberetur contenti essemus. “In quo nos, sicut nostis, per misericordiam Dei victores extitimus, is autem victus una cum suis quo valuit secessit. Hinc vero, fraterno amore correpti nec non et super populum christianum conpassi, persequi atque delere illos noluimus, sed hactenus, sicut et antea, ut saltem deinde cuique sua justicia cederetur mandavimus. “At ille post haec non contentus judicio divino, sed hostili manu iterum et me et hunc fratrem meum persequi non cessat, insuper et populum nostrum incendiis, rapinis cedibusque devastat. Quamobrem nunc, necessitate coacti, convenimus et, quoniam vos de nostra stabili fide ac firma fraternitate dubitare credimus, hoc sacramentum inter nos in conspectu vestro jurare decrevimus. “Sapete quante volte, perseguitandoci a morte dopo la dipartita di nostro padre, Lotario abbia cercato di annientare me e mio fratello qui presente. Ma, dal momento che né il vincolo di parentela, in quanto fratello, né la comune appartenenza alla fede cristiana, né altra ragione hanno potuto far sì che, nel rispetto della giustizia, vi fosse pace tra di noi, siamo stati costretti a sottoporre la questione al giudizio di Dio onnipotente, per accettare, ad un suo segno, di assegnare a ciascuno il dovuto. “Come sapete, in tale giudizio, noi siamo risultati, per misericordia di Dio, vincitori, ed egli, sconfitto, si è ritirato dove ha potuto con i suoi. Noi, di conseguenza, presi da sincero amore fraterno, nonché animati da spirito di compassione nei confronti del popolo cristiano, non abbiamo voluto inseguirli e distruggerli. A quel punto, invece, così come in precedenza, chiedemmo che fosse finalmente dato a ciascuno ciò che giustamente gli spettava. “Ma quegli (Lotario), dopo quanto accaduto, non contento del giudizio divino, non smise di perseguitare in armi me e mio fratello qui presente. Inoltre continua ad appiccare incendi e a perpetrare saccheggi e massacri tra le popolazioni a noi fedeli. Questa è la ragione per cui, costretti dalla necessità, abbiamo deciso di incontrarci e, siccome crediamo che voi possiate dubitare della stabilità della nostra fedeltà e della fermezza del vincolo di fratellanza, abbiamo deciso di formulare, alla vostra presenza, il giuramento che seguirà. “Non qualibet iniqua cupiditate illecti hoc agimus, sed ut certiores, si Deus nobis vestro “Non facciamo questo perché indotti da qualche meschino 1 adjutorio quietem dederit, de communi profectu simus. Si autem, quod absit, sacramentum quod fratri meo juravero violare praesumpsero, a subditione mea necnon et a juramento quod mihi jurastis unumquemque vestrum absolvo.” disegno, ma per essere più sicuri del bene comune, se Dio ci concederà di trovare, con il vostro aiuto, la pace. Se invece - e ciò possa non accadere mai - penserò di violare il giuramento fatto a mio fratello, sciolgo tutti voi dal rapporto di sudditanza nei miei confronti, nonché dal giuramento che mi avete prestato.” Cumque Karolus haec eadem verba Romana Dopo che Carlo ebbe pronunciato queste stesse parole in lingua perorasset, Lodhuuicus, quoniam major lingua romanica, Ludovico, in quanto maggiore d’età, per natu erat, prior haec deinde se servaturum primo allora dichiarò che avrebbe osservato quanto segue: testatus est: [ANTICO FRANCESE:] “Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d'ist di in avant, in quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in adiudha et in cadhuna cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dist, in o quid il mi altre si fazet, et ab Ludher nul plaid nunquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit.” “Per l’amore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e nostra insieme, da questo giorno in poi, per quel che Dio mi dà di sapere e potere, io interverrò a sostegno di mio fratello Carlo, qui presente, per qualunque cosa di cui egli necessiti, aiuto o altro, come si deve fare secondo giustizia nei confronti del proprio fratello, a patto che egli agisca così nei miei confronti; e con Lotario non stabilirò mai accordo alcuno che, per mia volontà, riesca dannoso al qui presente mio fratello Carlo.” [LATINO:] Quod cum Lodhuvicus explesset, Dopo che Ludovico ebbe terminato, Carlo pronunciò così, in Karolus Teudisca lingua sic hec eadem verba lingua tedesca, queste stesse parole: : testatus est: [ANTICO ALTO TEDESCO:] “In godes minna ind in thes Christānes folches ind unsēr bēdhero gehaltnissī, fon thesemo dage frammordes, sō fram sō mir got geuuizci indi mahd furgibit, sō haldih thesan mīnan bruodher, sōso man mit rehtu sīnan bruodher scal, in thiu thaz er mig sō sama duo, indi mit Ludheren in nohheiniu thing ne gegango, the mīnan uuillon imo ce scadhen werdhēn.” “Per amore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e di noi due, da questo giorno in poi, fino a quando Dio mi concederà intelletto e potere, io difenderò questo mio fratello, così come secondo giustizia si deve [difendere] il proprio fratello, a condizione che egli faccia lo stesso con me, e non avvierò con Lotario negoziati di alcun tipo, che, per mia volontà risultino a lui [Ludovico] di danno.” [LATINO:] Sacramentum autem quod Il giuramento che il seguito dell’uno e dell’altro pronunciò, utrorumque populus, quique propria lingua, ciascuno nella propria lingua, è questo, in lingua romanica: testatus est, Romana lingua sic se habet: [ANTICO FRANCESE:] “Si Lodhuuigs sagrament quæ son fradre Karlo iurat, conservat, et Karlus meos sendra, de suo part, non ǂlostanitǂ, si io returnar non l’int pois, ne io, ne neuls cui eo returnar int pois, in nulla “Se Ludovico fa che il giuramento, che egli ha giurato a suo fratello Carlo, sia rispettato, e Carlo, il mio signore, per parte sua non tiene fede (?) ad esso, qualora a me non riesca di distorglierlo, né a me né ad altri su cui io possa influire, non gli sarò in ciò di alcun aiuto contro Ludovico.” 2 aiudha contra Lodhuuuig nun li iu er.” [LATINO:] Teudisca autem lingua: In lingua tedesca: [ANTICO ALTO TEDESCO:] “Oba Karl then eid, then er sīnemo bruodher Ludhuuuīge gesuor, geleistit, indi Ludhuuuīg mīn hērro then er imo gesuor forbrihchit, ob ih inan es iruuenden ne mag: noh ih noh thero nohhein, then ih es iruuenden mag, uuidhar Karlo imo ce follusti ne uuirdhit.” “Se Carlo manterrà il giuramento che ha prestato a suo fratello Ludovico e Ludovico, il mio signore, infrangerà ciò che ha giurato a lui, qualora io non riesca a distoglierlo, né io, né alcun di coloro che io posso dissuadere, non gli sarò in ciò di alcun aiuto contro Carlo.” [LATINO:] Quibus peractis Lodhuuuicus Renotenus per Spiram et Karolus iuxta Vuasagum per Vuīzzūnburg Vuarmatiam iter direxit. Dopo di ciò si mossero alla volta di Worms: Ludovico lungo il Reno, passando per Spira, e Carlo lungo le pendici dei Vosgi, passando per Weißenburg. 3