quartu sant’elena πιανο στρατεγιχο χομυναλε secondo rapporto intermedio vertice politico dott. Luigi Ruggeri sig. Antonio Lai comitato tecnico-scientifico dott. Igino Meloni dott. Carmen Atzori dott. Stefano Ceci prof. Giulio Ernesti prof. Pierluigi Sacco segreteria tecnica ing. Aldo Vanini dott. Antonello Caredda dott. Francesca Carrada ing. Emanuela Cecere ing. Stefano Erriu dott. Piergiorgio Molinari ing. Franco Piga 28 07 06 ιλ πιανο στρατεγιχο 3 ιλ πιανο στρατεγιχο INDICE 00_ IL SECONDO RAPPORTO INTERMEDIO ................................................................................. 6 01_IL PIANO STRATEGICO ............................................................................................................. 8 02_ LA STESURA DEL SECONDO REPORT: FASI DI LAVORO .................................................... 10 03_IL PIANO DI LAVORO ............................................................................................................. 11 04_ANALISI AMBIENTALE E VALUTAZIONE DEL TERRITORIO DI QUARTU SANT’ELENA .......... 13 05_QUADRO CONOSCITIVO_SETTORE DEI BENI CULTURALI ................................................... 75 06_IL LAVORO SVOLTO E PASSI SUCCESSIVI............................................................................. 81 07_SETTORE TRASPORTI .............................................................................................................. 143 08_IL SETTORE URBANISTICO ..................................................................................................... 157 09_PIANO DI COMUNICAZIONE............................................................................................... 167 4 ιλ πιανο στρατεγιχο 5 ιλ πιανο στρατεγιχο 00_ Il secondo rapporto intermedio La redazione del secondo rapporto intermedio coincide con una fase particolarmente importante del processo di elaborazione del piano strategico. Se il primo rapporto si collocava a monte della costituzione del team di lavoro, indicandone modalità e caratteristiche, e identificava le grandi aree di indagine e di criticità da cui far scaturire le linee di intervento del piano, questo secondo rapporto viene redatto all’indomani dell’insediamento del gruppo di lavoro e dell’avvio della sua attività. Il breve tempo intercorso dall’avvio del lavoro ad oggi, non ha impedito, tuttavia, di poter comunque predisporre un apparato conoscitivo idoneo alla determinazione di linee di indirizzo strategico già mirate ad intervenire sulle criticità specifiche del territorio e a valorizzare le opportunità offerte dallo stesso. Questo é stato possibile in virtù del fatto che a monte del processo di predisposizione del piano strategico sono state svolte attività finalizzate a programmi differenti ma già organizzate secondo criteri e metodologie pienamente compatibili con quelli della pianificazione strategica. In particolare, si fa riferimento al progetto Quartu Qualità, ai Progetti di qualità della misura 5.1, ai Progetti integrati di sviluppo e all’Agenda 21. Tutti questi programmi sono stati sviluppati avendo come principi di base i criteri della ottimizzazione delle ricadute in termini di sviluppo generale e l’attivazione di procedure di consultazione e di condivisione delle aspettative e della criticità. In conseguenza di ciò la segreteria tecnica ha potuto rielaborare la grande mole di dati di analisi e di sintesi, orientando preliminarmente le fasi di completamento dell’acquisizione dei dati, con sensibile risparmio sui tempi di lavoro e più precisa focalizzazione dei problemi. Si é proceduto alla raccolta sistematica di tutte le documentazioni conoscitive, dei progetti di analisi del territorio nei vari ambiti disciplinari, delle iniziative già avviate di coinvolgimento della comunità. Resta ugualmente il fatto che l’intervallo di tempo fin qui a disposizione e le penalizzazioni derivanti dalla fase stagionale, non abbiano ancora consentito l’effettuazione delle ulteriori fasi di consultazione e di ascolto della comunità, ma si é proceduto in ogni caso alla predisposizione di un progetto di forum, focus group e di interviste da espletarsi nel mese di settembre. Considerate le caratteristiche di integrazione della città di Quartu Sant’Elena e del suo territorio nell’area vasta cagliaritana, é di grandissima importanza il lavoro parallelamente svolto al tavolo della 6 ιλ πιανο στρατεγιχο pianificazione strategica intercomunale, al quale partecipa attivamente con alcuni membri della segreteria tecnica e del comitato organizzativo. Tale attività é stata ulteriormente rafforzata durante le fasi della presentazione delle progettazioni integrate sviluppate sinergicamente con altri Comuni dell’area, con il Consorzio del Parco Naturale Regionale “Molentargius-Saline” e con altri partners pubblici e privati. 7 ιλ πιανο στρατεγιχο 01_Il piano strategico Il piano strategico è uno degli strumenti che maggiormente caratterizzano la moderna concezione di pianificazione; il suo obiettivo è quello di individuare i problemi, le opportunità, gli obiettivi e gli scenari di sviluppo del territorio di Quartu Sant’Elena e proporre strategie di lungo periodo condivise da tutti gli attori che su di esso operano. Si tratta di un tipo di pianificazione che, a partire da scelte condivise, propone un indirizzo organicamente strutturato agli interventi che concernono l’area urbana e territoriale. L’obiettivo principale del piano è quindi quello di guidare l’evoluzione e la trasformazione del territorio su diverse scale temporali e geografiche. Di centrale importanza sarà definire e analizzare quali siano le opportunità di sviluppo strategico, attraverso una approfondita lettura della situazione attuale, la raccolta delle istanze inevase e la loro trasformazione in progetti e opportunità concretamente realizzabili, attraverso il sostegno ai settori economici radicati nel territorio e la promozione di dinamiche di sviluppo endogeno coerenti con la vocazione economica e sociale propria del territorio. Una delle tematiche fondamentali individuate è proprio il rapporto tra la città di Quartu e il suo territorio. Storicamente, Quartu ha mantenuto una mediazione tra città e ambiente che ha consentito un equilibrio organico col territorio e con le risorse materiali e paesaggistiche che esso offre. Tale rapporto si è andato pesantemente incrinando nel momento in cui la dimensione metropolitana è andata a soffocare l’equilibrio degli usi produttivi del suolo. Il recupero, in termini aggiornati e contemporanei, del ruolo di mediazione tra città e ambiente, all’interno del contesto metropolitano è uno degli obiettivi principali che questo piano si pone. Il suo perseguimento, presa consapevolezza della grande quantità di risorse edilizie a disposizione e del parallelo deficit di infrastrutture, deve passare necessariamente per il recupero della qualità urbanistica e cioè per il raggiungimento dell’equilibrio tra ambientale-paesistico. In sostanza è necessario che Quartu abbia un nell’area metropolitana un suo spazio e un ruolo propri, che rendano la città un luogo vivibile e di qualità, che si caratterizzi per le risorse ambientali, culturali, della tradizione proprie del suo territorio. Le direttrici secondo cui si dovrà sviluppare il processo della pianificazione strategica saranno pertanto, come individuato in fase di redazione del primo report: 8 ιλ πιανο στρατεγιχο _la rigenerazione urbana e territoriale, ottenuta grazie al rilancio del tessuto economico e sociale e con l’intervento sulla dotazione strutturale e sulla qualità del tessuto urbano _una pianificazione territoriale sostenibile, fondata sul rapporto col territorio e con l’ambiente e orientata da precise scelte d’indirizzo _la partecipazione attiva alle decisioni, in modo che la città colga dalle esigenze primarie dei propri cittadini le proprie direttive. La popolazione si rende così attrice primaria e allo stesso tempo si rende responsabile grazie all’impegno diretto. _la comunicazione e l’informazione ai cittadini dei processi pianificativi in atto _lo stabilimento di partnership per progetti di sviluppo economico con la camera di commercio, con le associazioni datoriali e sindacali, con l’università, con i centri di ricerca pubblici e privati, con la Provincia di Cagliari e con la Regione Autonoma della Sardegna. _lo sviluppo di una strategia di marketing territoriale che promuova e diffonda un marchio per il territorio e che sia una forma di costante monitoraggio della domanda interna _il coordinamento tra i vari livelli di piano, che sia capace di restituire coerenza agli interventi settoriali (piani sociali di zona, piani del traffico, impianti sportivi, politiche educative, culturali e giovanili etc. Il piano strategico dovrà in questo senso essere precursore di una politica di concertazione tra diversi comuni allo scopo di favorire la logica dell’integrazione locale delle politiche di settore. _la promozione di reti internazionali della conoscenza e l’inserimento della città di Quartu all’interno di quelle già consolidate. In particolare sarà opportuno fare riferimento ala conoscenza applicata ai temi delle bio-tecnologie, dell’uso dell’energia rinnovabile, della gestione delle acque e della digitalizzazione dell’economia. Parallelamente sono state individuate anche le principali tematiche di interesse sovracomunale che si raggruppano attorno a tre assi fondamentali: _l’ambiente e lo sviluppo sostenibile: la realizzazione e la valorizzazione del sistema ambientale comprendente Molentargius, Saline e Poetto, servirebbe da punto di partenza per favorire le più varie iniziative economiche e si integrerebbe nella più vasta area di parchi comprendente il Parco dei Sette Fratelli. Sarà fondamentale studiare, in collaborazione con i comuni limitrofi, un piano di valorizzazione delle risorse economiche e delle risorse produttive. _viabilità e sistema dei trasporti: il recupero della qualità della vita e la trasformazione di Quartu in un centro vivibile, vitale e apprezzato dai suoi cittadini dovranno passare ineludibilmente per la riforma delle infrastrutture e del sistema viario a livello intercomunale; progetti come la metropolitana leggera e la realizzazione dell’asse stradale di Serra 9 ιλ πιανο στρατεγιχο Perdosa vanno intesi in questo senso come elementi connettivi e si sviluppo. _cultura e turismo: la proposizione di operazioni culturali per il recupero dell’abbondante edilizia storica della città di Quartu e per il suo rilancio come polo di riferimento per l’area vasta metropolitana. La rivalorizzazione in chiave culturale di strutture come le Fornaci Picci, il Teatro Nuovo, i locali della ex caserma, l’ex mattatoio, l’ex convento dei cappuccini, le antiche chiese e Sa Domu 'e Farra, consente di raggiungere un doppio obiettivo di fondamentale importanza: se da un lato permette infatti di recuperare un patrimonio storico e identitario fondamentale per la città, dall’altro migliora il livello della vivibilità urbana e funge da attrattore turistico. La valenza culturale assume maggiore importanza se si valuta inserita nel complesso del sistema dei parchi che caratterizzano il territorio comunale. Il turismo, in considerazione delle potenzialità ambientali del territorio comunale, è una delle attività che potenzialmente possono garantire un maggiore salto di qualità; è fondamentale in questo senso una politica di interscambio intercomunale che consenta uno sviluppo integrato con effetti moltiplicatori e trasversali tra i diversi ambiti settoriali. 10 02_la stesura del secondo report: fasi di lavoro costituzione segreteria tecnica riunioni programma lavori documento comitato i tifi presentazione progettazione integrata quartu qualità prima individuazione obiettivi specialisti segreteria tecnica agenda 21 progetto forum focus group tavolo permanente p.s. intercomunale ambiente economia beni culturali trasporti rapporto su raccolta dati esistenti cult am b infrast r impr soc progetto raccolta dati integrativi esperto comunicazio ne linee generali p.s. urbanistica consultazioni vertice politico comitato scientifico segreteria tecnica 2˚ REPORT 31.07.06 11 ιλ πιανο στρατεγιχο 03_il piano di lavoro L’analisi della situazione, delle caratteristiche, delle esigenze e delle priorità del territorio comunale, che ha portato all’individuazione degli obiettivi strategici e alla stesura del secondo report è stata impostata, in questa fase preliminare e di focalizzazione delle tematiche, sulla base del lavoro recentemente svolto per lo sviluppo di tre progetti di pianificazione: il progetto Quartu Qualità, i Progetti integrati di sviluppo e l’Agenda 21. Il lavoro di indagine svolto in queste occasioni, sebbene orientato al raggiungimento di obiettivi specifici e in ciascun caso peculiari, è stato portato avanti con un rigore metodologico e con una qualità di raccolta dati tali da rendere il materiale che ne sta alla base particolarmente interessante nell’ottica della pianificazione strategica. _il progetto Quartu Qualità: E’ un’azione di animazione del sistema economico locale, finalizzata alla realizzazione di un progetto di Marketing territoriale. In quest’ottica gli obiettivi strategici individuati da parte dell’amministrazione comunale sono stati: _la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale _lo stimolo alla collaborazione fra gli imprenditori locali agricole _la modernizzazione delle strutture turistiche, artigiane e _l’apertura di nuove prospettive commerciali per i prodotti agroalimentari e artigianali Le tappe attraverso cui il progetto è stato sviluppato sono state: _l’analisi dello scenario e del contesto locale locale _l’analisi della domanda e dell’offerta del sistema turistico _l’avviamento di una rete di cooperazione tra le imprese _l’individuazione delle linee guida di un piano di marketing 11 ιλ πιανο στρατεγιχο _la creazione di un marchio Il procedimento di lavoro si è sviluppato su due fronti paralleli: da un lato sono stati raccolti e analizzati i dati statistici e numerici (ricerca documentale su dati CCIAA e ISTAT); dall’altro si è svolta una ricerca qualitativa basata sulla partecipazione degli operatori locali, sui focus group e su un’analisi sociologica. La valutazione dei dati così raccolti ha consentito di formulare le riflessioni strategiche che stanno alla base del progetto. _la progettazione integrata E’ un insieme di progetti sviluppati nell’ottica di valorizzazione del territorio comunale e di creare un tessuto di connessione tra i siti d’interesse turistico, culturale e paesaggistico. Parallelamente il programma è stato sviluppato con lo scopo di raggiungere, attraverso una rete di episodi strettamente correlati, un sostanziale miglioramento della qualità della vita urbana, con la riduzione del traffico, lo snellimento dei mezzi di comunicazione, la pedonalizzazione delle aree centrali e lo sviluppo di una rete di piste ciclabili. Infine di grande importanza sono stati, in particolare per l’elaborazione del report sulla situazione ambientale, i dati dell’Agenda 21. 12 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ 04_analisi ambientale e valutazione del territorio di Quartu Sant’Elena Il territorio è uno spazio organizzato, nel quale le attività antropiche interferiscono con i processi ambientali ed il paesaggio. Il territorio di Quartu Sant’Elena ricopre un ruolo strategico, non solo per la sua posizione a margine dell’estesa conurbazione cagliaritana, ma in particolar modo per come si manifesta proteso dalla montagna (Parco regionale dei Sette Fratelli) verso il mare. Ambiente, quest’ultimo, che racchiude molti aspetti e conflitti dell'attuale dibattito tra sviluppo e tutela: la depurazione delle acque; il turismo; la balneazione; l'esistenza di parchi; il litorale; il mare aperto come grande ricettore e fonte, non inesauribile, di risorse; le zone umide costiere, ambienti di grande valore naturalistico che testimoniano l'evoluzione culturale e geografica del litorale. La zona montana, a ridosso del Parco dei Sette Fratelli, è una “porta” di ingresso al territorio quartese di grande suggestione. Stimola una visione di Quartu Sant’Elena “dall’alto verso il basso”. La conservazione dei tratti originari e caratteristici della vegetazione mediterranea, della fauna e dell’ambiente umido e marino, introducono una visione “globale” del territorio nelle sue molteplici espressioni. Tra montagna e mare si impongono l’ambiente naturale e subnaturale degli affioramenti rocciosi, della macchia bassa degradata a cisto e lentisco; l’ambiente colturale dedicato a seminativi, frutteti, vigneti, oliveti, mandorleti; il lago Simbirizzi, lo stagno di San Forzorio ed i Rii; le aree interessate da attività estrattiva; l’ambiente urbanizzato e la città. L’ambiente costiero rappresenta la zona di transizione tra terra e mare: le sabbie, le ghiaie, i limi e le argille prodotti dalla degradazione meteorica del sistema continentale vengono portati al mare dai corpi idrici. In essi sono racchiuse informazioni preziosissime sul clima, le proprietà dalle rocce ed i connessi processi di alterazione ed erosione, la vegetazione ma soprattutto la “mano” dell’uomo (agricoltura, allevamento, scarichi, etc.). Tutti questi fattori concorrono ad identificare in maniera indelebile un corso d’acqua nello spazio e nel tempo. Alla fine di questo complesso sistema ciclico-dinamico, il mare, attraverso le onde, generate dal vento e in grado di trasmette all'acqua una parte della loro energia; le maree, determinate dall’attrazione gravitazionale della Luna e del Sole sulla Terra e le correnti, essenzialmente dovute a differenze di densità, per differenze di salinità e temperatura, influenzate inoltre dagli spostamenti delle masse d’aria dell’atmosfera e da spostamenti determinati dal moto di rotazione della Terra, immagazzina e ridistribuisce i sedimenti, modellando le foci dei fiumi, le spiagge e le zone umide. L’azione antropica sul mare può interferire profondamente con i processi evolutivi, provocando processi irreversibili. Come nel caso del Poetto, un intervento di ripascimento della spiaggia ed il precedente dragaggio 13 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ possono produrre processi erosivi incontrollabili, dovuti ad aumenti della pendenza del fondale, con depressioni che richiamano materiali e soprattutto alterano l’assetto e le configurazioni dei moti del mare. I cambiamenti sono causati essenzialmente dalla concentrazione di energia delle onde rifratte dall’area dragata verso la costa, dal rafforzamento dei flutti diretti, da quello dei flutti di ritorno e delle correnti verso il largo. Le tecniche di interpretazione ambientali si devono necessariamente basare sulla definizione delle caratteristiche climatiche, geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche del territorio. L’ambiente è lo spazio in cui coesistono componenti biotiche e abiotiche e si sviluppano processi naturali. I processi riconducibili al sistema ambiente sono di natura endodinamici, se riconducibili alle profondità della terra (terremoti e vulcanesimo), e processi esodinamici, relativi alla zona più superficiale della crosta terrestre. Tra questi ultimi si possono riconoscere: _la degradazione meteorica delle rocce, per azione di fattori fisici (variazioni termiche, azioni di organismi vegetali e animali) e chimici (alterazione per attacco di acque aggressive naturali e inquinate, superficiali e sotterranee, e sostanze inquinanti, liquide e gassose); _l’erosione per azione di smantellamento delle rocce, trasporto e sedimentazione dei detriti, dovuta ad acque superficiali, acque sotterranee, vento, mare e gravità (movimenti franosi e crolli per sprofondamenti). Il Codice Urbani, D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, considera lo sviluppo economico e sociale un presupposto fondamentale per lo sviluppo sostenibile di un territorio che, comunque, deve necessariamente essere tutelato e valorizzato. Un’analisi ambientale è indispensabile per individuare una corretta valutazione del territorio, intesa come premessa necessaria per una pianificazione strategica e per la formulazione delle proposte di recupero e di riqualificazione, ai fini produttivi, delle aree sottoposte a maggiore carico antropico. D’altronde, è importante che il processo di valutazione ambientale strategica sia applicata a tutti i piani ed i programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente, a partire da quelli dei settori economici e dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, estendendo il campo anche a piani e programmi che riguardano agricoltura, foreste, pesca, energia, industria, trasporti, attività estrattiva, rifiuti ed acque, telecomunicazioni e turismo. L’adozione di procedure di valutazione di impatto ambientale, a livello di piano e di programma, dovrebbe andare a vantaggio delle imprese, 14 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ fornendo un quadro più coerente in cui operare, inserendo informazioni pertinenti in materia ambientale nell’iter decisionale. Nella pianificazione strategica, ed in genere nei processi decisionali, le considerazioni inserite relative alle risorse disponibili ed all’ambiente sono da ritenersi come lo strumento e la guida fondamentale verso la sostenibilità dello sviluppo. "Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni", afferma il Rapporto Brundtland, elaborato nell'ambito delle Nazioni Unite e pubblicato nel 1987. La sostenibilità richiede una considerazione dei bisogni e del benessere umani, tale da comprendere variabili non economiche come l'istruzione e la salute, valide di per sé, l'acqua e l'aria pulite, il clima, la natura, la biodiversità, la qualità dell’ambiente e la vita negli ambienti urbani, l’uso sostenibile e la gestione delle risorse naturali e dei rifiuti. La consapevolezza dei limiti delle risorse naturali ed ambientali e quindi l’assunzione del concetto di vulnerabilità e del rischio che esse possano divenire critiche, fino alla soglia del degrado irreversibile, rende necessaria l’adozione di nuove strategie per la protezione dell’ambiente e per la promozione di una nuova sensibilità collettiva. L'educazione ambientale si propone di rafforzare la protezione dell'ambiente attraverso la diffusione di una cultura della sostenibilità presso tutte le fasce d'età della popolazione, privilegia le forme di conoscenza attiva ed i processi di cambiamento effettivi dei comportamenti, stimola la collaborazione, la partecipazione, cura le relazioni, la comunicazione, le metodologie, operando con strumenti coerenti con i principi e gli obiettivi dell'educazione ambientale stessa. L’educazione ambientale, dunque, è trasversale a tutti gli ambiti ed a tutte le tematiche, si rivolge a tutti i cittadini senza distinzioni, attraverso azioni d'informazione, sensibilizzazione e formazione, concerne tutte le età della vita e coinvolge tutti i soggetti, pubblici e privati, dalle pubbliche istituzioni ai movimenti spontanei, dall’associazionismo alle organizzazioni operanti nel mondo della scuola. Di fatto, però, quando enti, organismi ed attori di diverso tipo e livello si trovano a tentare concrete operazioni di sviluppo sostenibile, dovendo per esempio, svolgere i propri compiti di pianificazione territoriale o di programmazione socio-economica, si scontrano spesso con la mancanza di riferimenti e con la difficoltà di individuare strategie, procedure e soluzioni che ne tengano conto e che affrontino i problemi che essi implicano. Ciò determina la necessità di perfezionare le azioni dei singoli attori in un’ottica di sistema, attraverso la definizione degli obiettivi comuni condivisi, dell’integrazione degli strumenti e delle risorse a disposizione. Attraverso l’educazione ambientale si devono fornire gli strumenti di lettura e comprensione dell’ambiente e delle sue valenze, per un 15 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ recupero delle risorse naturali esistenti dallo stato di degrado e sfruttamento attuale e per una loro corretta fruizione da parte dell’uomo, in modo da conservarne l’esistenza e l’integrità. La realtà del territorio è spesso conosciuta in maniera poco approfondita e settoriale, trascurando l’aspetto più rilevante dei sistemi ecologici complessi, all'interno dei quali forme viventi diverse, tra cui l'uomo, interagiscono tra loro alla ricerca di un equilibrio dinamico che garantisca la conservazione della biodiversità. La Convenzione internazionale sulla biodiversità siglata a Rio de Janeiro nel 1992 nel corso del Vertice della terra, costituisce il quadro principale di riferimento per quanto concerne la salvaguardia e l'uso durevole della biodiversità. Per biodiversità si intende la variabilità fra gli organismi viventi di tutte le specie comprese in un ecosistema ed anche la variabilità degli ecosistemi presenti in un'area, sia quelli terrestri che quelli acquatici, ed ovviamente le complessità di cui fanno parte. All'interno della diversità biotica si distinguono tre livelli principali: _la diversità genetica, sussiste tra organismi appartenenti alla stessa specie; _la diversità specifica, riguarda organismi appartenenti a specie diverse; _la diversità ecosistemica, si manifesta come varietà tra ecosistemi costituiti da una componente biotica e una componente abiotica: questa può considerarsi il livello di diversità che comprende i due precedenti livelli, genetico e specifico. 04.01_quadro conoscitivo Il territorio del Comune di Quartu Sant’Elena presenta un'articolazione di contesti geografici alquanto diversificati. Il passaggio graduale dalla montagna al mare definisce, in un armonico degradare dai rilievi collinari alla pianura, una ricchezza ed una varietà di ambienti di eccezionale complessità. Il nodo orografico del Monte dei Sette Fratelli delimita ad E-NE lo scenario che si distende progressivamente verso il mare. La superficie comunale è di complessivi 96,28 km2, nei quali si distingue il sistema costiero, che si estende dalla spiaggia di Quartu per circa 22 chilometri, ad est, fino a Geremeas; la zona umida, al margine della città e compresa tra Cagliari ed il mare; un sistema di pianura e collina interessata da attività agro-pastorali ed estrattive, dal Lago Simbirizzi, 16 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ dallo Stagno di San Forzorio e da nove tra fiumi e torrenti, che si spinge fino a ridosso del Parco dei Sette Fratelli. La conoscenza del territorio di Quartu Sant’Elena, nel suo continuo e complesso processo di evoluzione dinamica, rappresenta la prima opportunità di sviluppo sostenibile ed il passo più importante verso la pianificazione strategica. Un prezioso ecosistema all’interno del quale tutti gli organismi devono interagire fra di loro e con l’ambiente fisico, in modo tale che il flusso di energia determini un sistema in evoluzione con una ben definita struttura trofica, una equilibrata diversità biotica e un ciclo interno della materia. Quartu Sant’Elena possiede un patrimonio di risorse naturali difficilmente riscontrabili altrove nell’ambito dei confini di stretta pertinenza di un’amministrazione comunale, in un ambiente nel quale, comunque, i processi antropici sono molto spinti. In questo contesto si inserisce il ruolo cruciale ricoperto dai corsi idrici, in grado di trasportare e ricaricare spiagge e mare di sedimenti. In passato, precedentemente ai lavori di regolarizzazione idraulica, il Rio Foxi, ed il Rio Su Pau hanno frequentemente inondato, in concomitanza con fenomeni di piena, le zone a valle, interessando abitazioni ed insediamenti produttivi. A seguito della canalizzazione dei due corsi idrici, si è riscontrato un esaurimento dei fenomeni esondativi, un abbassamento della velocità di scorrimento dell’acqua verso valle e una diminuzione della capacità di trasporto di sedimenti. E’ necessario mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Il continuo e spesso indiscriminato utilizzo del territorio da parte dell’uomo ha determinato un elevato carico di sostanze inquinanti immesse nelle acque superficiali e sotterranee. L’agricoltura, l’allevamento, l’attività estrattiva, l’abbandono di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, etc.), oli usati, batterie esauste, pneumatici, inerti di costruzione e demolizione, sono tra le cause più importanti di un degrado ambientale che dalla montagna arriva al mare. In mare le tracce sono evidenti e leggibili con la chiusura alla balneazione di circa 1,5 chilometri di costa in corrispondenza della foce del Rio Foxi, con un pesante attacco anche alla biodiversità marina. L’utilizzo indiscriminato del territorio e gli incendi hanno cancellato gran parte della vegetazione originaria, in modo particolare è spesso venuta meno l’importante presenza della vegetazione riparia delle fasce di pertinenza fluviale. 04.02_sistema costiero 17 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Nell’ambito del sistema costiero si possono distinguere due sottosistemi distinti, caratterizzati da elementi ambientali (spiagge, stagni, saline, coste rocciose, etc.) strettamente connessi tra loro, all’interno di una complessa struttura dinamica: _il sistema costiero e delle zone umide, comprendente la zona umida a ridosso della città e la costa dalla Spiaggia di Quartu al Margine Rosso; _il sistema costiero dal Margine Rosso a Geremeas. Il territorio comunale di Quartu Sant’Elena si estende lungo il litorale dal sistema Molentargius-Saline-Poetto, che rende peculiare l’accesso della città di Quartu Sant’Elena al mare, alla spiaggia di Geremeas ad est, passando attraverso un’alternanza di tratti di costa sabbiosa e rocciosa di particolare pregio naturalistico-paesaggistico-ambientale. Durante l’ultimo periodo glaciale, in particolare da 75 a 18 mila anni fa il livello del mare si è abbassato, rispetto al valore attuale di oltre 100 metri, permettendo a tutta l’area del Golfo di emergere. Nell’ambito di questo specifico passaggio dell’evoluzione geomorfologica del Poetto, si formarono un sistema di zone umide, dune e spiagge, in posizione, comunque, differenti da quelle attuali. Si arriva a circa 6.500 anni fa, in corrispondenza di un periodo definito optimum climatico, in inversione di tendenza rispetto alla glaciazione, nel quale il mare, risalito lentamente nel corso degli ultimi millenni, raggiunge un livello superiore di circa mezzo metro rispetto alla situazione attuale. Così, oltre la spiaggia di Is Arenas, formatasi in tempi precedenti, si vengono a determinare le condizioni per la formazione della spiaggia del Poetto. Nella zona di retrospiaggia di Is Arenas e del Poetto si sono poi formati gli stagni di Molentargius e quello di Quartu. Da quel momento sino ad oggi non si sono verificati fenomeni di particolare entità, con oscillazioni, al massimo di qualche decimetro, che hanno prodotto solo piccoli innalzamenti e abbassamenti del livello del mare. Le litologie delle facies dello stagno sono costituite da una alternanza di orizzonti argillosi, argillo-sabbiosi, arenacei, conglomeratici e calcarenitici, oltre ad alcuni livelli ricchi di gesso, dovuti ad intensi fenomeni di evaporazione. Questi sedimenti testimoniano l’instaurarsi di ambienti diversi di sedimentazione, per cui nel Molentargius si erano stabiliti ambienti complessi di palude, laguna e stagno. In questo contesto è iniziata l’attività estrattiva del sale, a partire dall’epoca punica, continuata in periodo romano e proseguita nel Medioevo, quando lo stagno era circondato da piccoli centri (San Vetrano, Sepollu). Tale attività ha visto uno sfruttamento razionale solo a partire dal 1830, quando si costituirono le saline per conto dello Stato Sabaudo. 18 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Ulteriori modifiche vennero apportate nei primi decenni del secolo scorso, definendo l’assetto dello stagno cosi come oggi lo vediamo. La vita dello stagno del Molentargius è legata alle Saline di Stato, nel cui contesto lo stagno funge da vasca evaporante. Negli anni cinquanta fu costruito un argine di protezione che divise le vasche evaporanti dalla zona del Bellarosa Minore. L’afflusso delle acque reflue, in costante aumento a causa del forte carico antropico sull’area, è la principale causa di degrado della zona umida e della sospensione della produzione di sale (1985) per motivi di carattere igienico sanitario. Per recuperare le caratteristiche storico-ambientali dell’area, si è pensato di riprendere l’attività di estrazione del sale e di integrarla con quella di stazioni termali. Lo stagno agisce anche come bacino a protezione per eventuali alluvioni o piene occasionali. Nel 1969 il CNR incluse il Molentargius tra i biotipi da salvare. Nel 1971 la convenzione di Ramsar, ratificata in Italia dal D.P.R. n. 448 del 13 marzo 1976, ha riconosciuto il Molentargius tra le zone umide di importanza internazionale, specialmente come habitat per gli uccelli acquatici. Successivamente, con Legge regionale n. 5 del 26 febbraio 1999, venne istituito il Parco naturale regionale “Molentargius-Saline”, dal quale rimane escluso il Poetto. In data 21 gennaio 2005 è stata siglata l’Intesa istituzionale per la costituzione del Consorzio di gestione del Parco Regionale Molentargius-Saline, composto dalla Provincia di Cagliari e dai Comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu e Selargius. Il complesso del Molentargius si può suddividere in quattro ecosistemi: _il Bellarosa Minore ad acque dolci; _il Bellarosa Maggiore ad acque salmastre; _lo stagno di Quartu ad acque salate (ex caselle salanti delle Saline); _la lingua di terra pianeggiante di Is Arenas. Il Bellarosa Minore si è costituito attraverso l’immissione nell’area degli scarichi fognari provenienti dai Comuni di Monserrato, Selargius, Quartucciu e Quartu Sant’Elena, alimentato successivamente dalle acque piovane. La presenza di acque dolci ricche di sostanze nutritive ha sviluppato un processo di eutrofizzazione con il conseguente insediamento di una tipica vegetazione, in particolar modo di specie vegetali dotate di rizomi (fusti sotterranei) che permettono una moltiplicazione vegetativa rapidissima. I processi di eutrofizzazione del Bellarosa Minore ed il divieto di caccia, in vigore dal 1965, sono i fattori determinanti dell’aumento dell’avifauna acquatica (Pollo Sultano, Airone Guardabuoi, etc.). 19 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Nel bacino del Bellarosa Maggiore vivono, fra gli altri, il Cavaliere d’Italia, con una delle popolazioni più importanti d’Italia e d’Europa. Il Bellarosa Maggiore ospita, dal 1993 ad oggi, la nidificazione del Fenicottero rosa (prima nidificazione accertata della specie in Italia), divenuto il simbolo del Molentargius. Per la sua posizione geografica e per gli ambienti ottimali per la sosta e lo svernamento, il Molentargius ospita numerosissime presenze di avifauna stanziale e di passo, con circa 180 differenti specie. In particolare tra le specie nidificanti, oltre al già citato Pollo sultano, si possono individuare il Germano reale, il Moriglione, la Folaga e la Cannaiola. Per quanto riguarda la flora presente nella zona umida, si riscontra la presenze di piante alofile, in grado di sopportare il contatto diretto delle radici con il cloruro di sodio, tra cui la Salicornia, l’Erba cristallina stretta e la Spergularia comune. Sono inoltre presenti le specie della Cynomorium coccineum (fungo di Malta), la Piantaggine, la Malva, il Millefoglio d’acqua e la Lenticchia d’acqua. L’importanza naturalistico-scientifica dello stagno di Molentargius è dovuta anche all’aspetto climatico in relazione all’azione termoregolatrice che favorisce un sostanziale equilibrio biologico. Lo stagno di Molentargius è attraversato da tralicci e cavi ad alta tensione (foto 1) che determinano la scomparsa di numerosi esemplari di uccelli. foto 1: tralicci e cavi ad alta tensione e area di discarica abusiva (Molentargius) Il cordone sabbioso di Is Arenas, adagiato su depositi prevalentemente arenacei e conglomeratici ad abbondante cemento calcareo, risulta essere particolarmente sensibile per la sua posizione all’interno del 20 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ sistema. L’area è stata coinvolta da un incontrollato fenomeno di abusivismo edilizio, di bracconaggio e di processi erosivi. Il Consorzio Ramsar Molentargius è risultato aggiudicatario dell’appalto concorso bandito dal Ministero dell’Ambiente per il “Programma di Salvaguardia del litorale e delle retrostanti zone umide di interesse internazionale dell'area metropolitana di Cagliari (ex art. 17, comma 20, legge 67/88)“. Nell’ambito delle attività previste, il Consorzio Ramsar Molentargius ha svolto, in qualità di concessionario, una serie di studi e indagini che hanno suffragato l’impostazione programmatica e individuato gli interventi prioritari, oggi realizzati, che hanno eliminato le maggiori problematiche che mettevano in grave pericolo l’ecosistema. In costante e stretta relazione con questa zona umida, si è verificata una trasformazione dell’ambiente costiero, con effetti visibili in modo particolare sulle dinamiche delle spiagge. L’evoluzione di una spiaggia può essere capita se si considera la spiaggia stessa come una struttura dinamica, modellata nel tempo per effetto delle azioni meteo-marine che distribuiscono la loro energia sui sedimenti fluviali e marini. La spiaggia interagisce dinamicamente, rispondendo alle sollecitazioni ondose ed eoliche, modificando così la conformazione della parte emersa e sommersa fino a raggiungere un grado di minima resistenza all’azione idro-aerodinamica. La spiaggia è per questo in grado di offrire opportuna protezione dal moto ondoso e nei confronti delle retrostanti zone umide. L’alterazione dei fondali marini antistanti la spiaggia, l’impoverimento dei volumi di sedimenti esistenti, la pressoché totale cancellazione del sistema dunale e la costruzione di strutture rigide sono le ragioni delle modificazioni permanenti della spiaggia rispetto ad un livello dinamico e naturale di stabilità strutturale, non influenzato da azioni antropiche. L’attività estrattiva di sabbia, documentata sin dal ‘700, ed il prelievo indiscriminato operati fino agli anni settanta, con almeno 2 milioni di metri cubi sottratti alla spiaggia del Poetto, rappresenta la causa alterante più grave. L’alterazione dei fondali marini antistanti la spiaggia, per effetto di dragaggi o attività di pesca a strascico, che determinano una diminuzione delle praterie di Posidonia oceanica, sono altre cause di pesante mutamento. In particolare, la Posidonia garantisce una duplice barriera per limitare, da una parte lo scarico di energia dovuta ad azioni meteo-marine del mare, dall’altra la dispersione di preziosi sedimenti verso il largo. La spiaggia di Quartu presenta la quasi totale assenza di apporto da parte di sedimenti esterni, determinando una elevata sensibilità sui fenomeni legati alla mobilità dei sedimenti esistenti. Esistono perciò variazioni sostanziali derivanti dalla modificazione del regime di trasporto eolico e idrodinamico, prodotti da ostacoli inseriti nel corpo della spiaggia emersa o su quella sommersa. 21 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ La spiaggia di Quartu è comunque parte integrante di quella del Poetto di Cagliari: l’azione antropica svolta sulla spiaggia di Cagliari ha avuto ed ha effetti considerevoli sulla spiaggia di Quartu. La costruzione degli stabilimenti balneari (dagli anni dieci), dei casotti e delle altre strutture civili e militari ha prodotto una significativa alterazione del regime di trasporto dei sedimenti da parte del vento e del moto ondoso. La costruzione della strada litoranea, portata negli anni cinquanta fino a “La Bussola”; la realizzazione del canale di presa delle saline con idrovora a mare, oggi sostituita con un impianto sottomarino; la costruzione negli anni sessanta del porto turistico di Marina Piccola e, recentemente, la modifica della strada litoranea e la costruzione di nuovi stabilimenti e chioschi hanno diversificato e complicato la situazione preesistente. L’evoluzione storica delle variazioni delle linee di costa fornisce importanti indicazioni su come la spiaggia di Quartu si stia modellando in funzione delle attività antropiche, del volume di sedimenti e del regime meteo-marino per raggiungere un nuovo stato di equilibrio. E’ possibile riconoscere, per questo tipo di valutazioni, una precisa unità fisiografica dalla Sella del diavolo al Margine Rosso. Lo studio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna “Indagine conoscitiva preliminare per un progetto di salvaguardia e ripristino del litorale del Poetto”, pubblicato il 19 aprile 2006, in particolare nell’allegato 1 “Evoluzione storica della linea di costa”, fornisce un importante quadro di trasformazione temporale riferibile alle modificazione verificatesi nella variazione della linea di costa dall’anno 1899 all’anno 2005, con un’analisi aggiuntiva, correlata della variazione in percentuale della superficie di spiaggia emersa. fig. 1: Carta IGM del 1899 (fonte Regione Autonoma della Sardegna) 22 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ fig. 2: Carta IGM del 1899 sovrapposta ad una foto aerea del 2005 (fonte Regione Autonoma della Sardegna) fig. 3: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa dal confine con Cagliari a “La Bussola” (fonte Regione Autonoma della Sardegna) 23 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ fig. 4: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa da “La “Bussola” al Margine Rosso(fonte Regione Autonoma della Sardegna) fig. 5: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa - Margine Rosso (fonte Regione Autonoma della Sardegna) La variazione della linea di costa mostra un sostanziale equilibrio fino alla Torre di Carcangiolas, con un’oscillazione ridotta attorno ai valori riferibili 24 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ al 1960 (periodo di massimo prelievo di sedimento) ed alla situazione della spiaggia pre-ripascimento, in arretramento rispetto al 1899. Negli ultimi 45 anni dalla Torre di Carcangiolas al Margine Rosso si è verificato un deciso avanzamento della linea di costa ed un consistente aumento, fino a raggiungere valori di aumento del 62%, della superficie della spiaggia emersa. Tra le motivazioni che hanno portato la Spiaggia di Quartu fino al Margine Rosso a risentire in misura minore dell’erosione rispetto al Poetto di Cagliari si possono comprendere le seguenti cause: _inferiore tasso di edificazione di strutture fisse e sfruttamento della retrospiaggia, della spiaggia emersa e della spiaggia sommersa; _maggiore presenza di praterie ancora integre di Posidonia oceanica; _minori interventi di pulizia della spiaggia con mezzi pesanti. La Posidonia che si deposita sulla spiaggia, la presenza di vegetazione ed il sedimento più grossolano sono barriere all’azione del moto ondoso e di trasporto eolico, oltre che fattore di compattazione del sedimento e maggiore impermeabilizzazione dello strato superficiale; _instaurazione di fenomeni di erosione e accumulo dipendenti dai venti dominanti e dall’instaurarsi di prevalenti correnti marine, nel complesso fenomeno dinamico della continua ricerca del raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio dell’unità fisiografica. Passando al secondo sottosistema individuato, si può evidenziare che la costa dal Margine Rosso sino a Capitana è caratterizzata da una serie di insenature ad ampio raggio di curvatura, in cui prevalgono i tratti ciottolosi rispetto a quelli sabbiosi. Le sabbie sono essenzialmente quarzose-feldspatiche e generalmente si trovano in corrispondenza delle foci dei corsi d’acqua. Le spiagge con sedimenti ciottolosi coincidono con i depositi terrazzati conglomeratici. Molti tratti di costa hanno subito una riduzione della loro larghezza, in particolar modo le zone che circondano i principali rilievi (Torre Foxi, S’Oru ‘e Mari, Torre Sant’Andrea) e la spiaggia di Flumini da Sant’Andrea alla foce di Rio Su Pau (foto 2). 25 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 2: foce del Rio Su Pau In corrispondenza delle foci del Rio Foxi e Su Pau si sono verificate modificazioni morfologiche, legate probabilmente alle opere di arginamento giunte fino a qualche metro dal mare. Il tratto di costa compreso tra il Margine Rosso e la foce del Rio Foxi presenta una tipologia di spiaggia prevalentemente sabbioso-ciottolosa, con larghezza limitata dalla presenza di insediamenti abitativi che raggiungono il limite della spiaggia ed in alcuni casi lo superano. In corrispondenza della foce del Rio Foxi (foto 3), con ordinanza del Comune di Quartu Sant’Elena n. 149 del 21 luglio 1994, si è imposto il divieto di balneazione per circa 1,5 chilometri di costa, come previsto dal D.P.R. n. 470 dell’8 giugno 1982 in attuazione della Direttiva CEE n. 76/160 (qualità delle acque di balneazione). Il Rio Foxi, in particolare, riceve gli scarichi dalla depurazione delle acque dei Comuni di Sinnai e Maracalagonis, da fonti di inquinamento derivanti dal comparto agro-pastorale e da scarichi non autorizzati. 26 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 3: foce del Rio Foxi In generale, tutta l’area in esame è altresì interessata da un sistema abitativo nel quale sono presenti impianti fognari e di depurazione non sempre perfettamente funzionanti ed in regola con le vigenti normative (D.Lgs. n. 152 dell’11 maggio 1999 – “Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole” e disposizioni di cui al D.Lgs. n. 258 del 18 agosto 2000). Il successivo segmento costiero, attinente alle località di S’Oru e Mari e Sant’Andrea, è costituito da spiagge prevalentemente caratterizzate da depositi ciottolosi provenienti da erosioni di materiale alluvionale. La spiaggia di Flumini, in corrispondenza della foce del Rio Su Pau, risulta essere prevalentemente sabbiosa, a differenza di quella ciottolosa di Capitana. In corrispondenza del Porto di Capitana (foto 4), in prossimità della foce del Rio Cuba, il tratto di costa è essenzialmente ciottoloso con modificazioni del sistema delle correnti marine e quindi dell’erosione, del trasporto e dell’accumulo di sedimenti determinati dalla costruzione dell’opera stessa. 27 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 4: Porto di Capitana E’ da notare come gli insediamenti abitativi dopo Capitana perdono la connotazione di continuità per assumere forme localizzate, riferibili alle singole spiagge e cale. Attraverso la stretta spiaggia di S’Arrizzolu Saliu si giunge al promontorio di Is Mortorius, dopo il quale ha inizio il tratto di spiaggia sabbiosa di Terra Mala, lungo circa 1 chilometro e largo mediamente 15 metri, nel quale si inserisce un tratto di costa ciottolosa in località S’Arpagiu. Il massiccio dei Sette Fratelli è un elemento caratterizzante in questo tratto di costa, con il retroterra collinare, con le sue propaggini meridionali, che si estende fino alla fascia costiera. Il tratto successivo si estende per circa 2 chilometri di costa alta e rocciosa fino alla Torre di Cala Regina. Dalla spiaggia ciottolosa di Cala Regina ha inizio un’alternanza di costa rocciosa a falesia e di spiagge ciottolose, come quelle di Baccu Mandara e Mari Pintau (foto 5), seguite dalle spiagge sabbiose di Kala’e Moru e Geremeas, caratterizzate dalla presenza di un cordone litorale abbastanza continuo, seguito dalle dune di retrospiaggia, con relativa zona umida, oggi edificata. 28 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 5: Mari Pintau 04.03_sistema della pianura costiera I fondovalle, compresi tra le dorsali collinari, presentano morfologie pianeggianti o sub-pianeggianti e si raccordano tra loro a formare un’unica superficie costiera, interrotta esclusivamente dalle incisioni dei corsi d’acqua. Questi ultimi costituiti da alluvioni conglomeratiche a matrice sabbioso-argillosa oppure da alluvioni sabbioso-ciottolose, generalmente incoerenti. Le caratteristiche morfologiche delle forme dei processi torrentizi e degli stagni evidenzia l’influenza strutturale che li ha determinati. I corsi d’acqua principali (Rio Foxi, Rio Corongiu, Rio Piscina Nuxedda, Rio Su Pau) hanno un andamento sub-parallelo con direttrice circa N-S. Presentano regime torrentizio, con deflussi estivi quasi nulli, piene improvvise di breve durata in relazione ad intensi fenomeni meteorologici e bassa definizione dell’alveo a causa delle variazioni stagionali. Questo carattere ha provocato in passato allagamenti di aree abbastanza vaste. Si è dovuto ricorrere in diversi casi (Rio Foxi e Rio Su Pau con affluenti Rio Corongiu e Rio Piscina Nuxedda) al rivestimento delle sponde, all’arginatura e alla creazione di briglie. La canalizzazione ha determinato la riduzione dei fenomeni legati alla piena ma nel contempo ha modificato l’ambiente fluviale circostante e ridotto drasticamente l’apporto di sedimenti al mare ed ai sistemi di spiaggia. Sono presenti altri corsi idrici creati dalle acque che vi scorrono solo occasionalmente: le incisioni ad andamento N-S ubicate tra la dorsale di Sa Serra Perdosa e di Rio Corongiu e le incisioni che confluiscono nel Rio Piscina Nuxedda. Il lago Simbirizzi (foto 6) e lo stagno di San Forzorio (foto 7) sono depressioni chiuse, dal fondo piatto, in cui gli scarsi apporti idrici sono 29 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ costituiti dalle acque di dilavamento dei terreni circostanti e dall’emergenza della falda. Il loro fondo e le zone depresse prossime ad essi sono ricoperti da depositi fluviali e palustri limoso-argillosi. L’origine degli stagni è da ricondurre ai movimenti tettonici quaternari che dovrebbero aver creato delle aree di subsidenza. Il lago Simbirizzi è stato oggetto di opere (diga, argini, scarichi di fondo e di superficie, centrale di sollevamento e condotta per il convogliamento delle acque reflue depurate) che hanno avuto come scopo quello di convogliare nell’invaso l’acqua proveniente dal sistema Flumendosa e dall’impianto di Is Arenas per l’utilizzo dell’acqua a fini irrigui. foto 6: Lago Simbirizzi e cava dismessa foto 7: Stagno di San Forzorio 30 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ In quest’area la vegetazione è quella tipica di un modello estremamente degradato da ripetuti incendi e dalle intense attività agro-pastorizie, con una macchia a cisto e lentisco rada e bassa, inframmezzata da aree nude o con vegetazione erbacea. I terreni sono interessati da coltivazioni erbacee (grano e altri cereali) ad ovest del Rio Corongiu, frutteti e colture orticole lungo il Rio Piscina Nuxedda, vigneti e mandorleti nella piana del Rio Foxi e sulle superfici a debole inclinazione che risalgono la sommità delle dorsali collinari. L’attività pastorale è indirizzata in modo particolare sull’allevamento degli ovini. Esistono delle aree che per destinazione di piano o per situazioni di compromissione sono divenute zone residenziali e turistiche, interessando una fascia di territorio con una distanza dal mare variabile che può raggiungere diversi chilometri. Sono state realizzate lottizzazioni ed edificazioni spontanee, gravando in maniera profonda sul lato prospiciente il mare e determinando una sostanziale riduzione di fruibilità della costa. Inoltre, la modalità non organizzata di insediamento lungo il litorale ha determinato il mancato adeguamento delle opere di urbanizzazione con conseguenti effetti di inquinamento dei suoli, dei corsi d’acqua, delle falde e del mare. Nell’area sono presenti cave, per lo più dismesse e abbandonate, con qualche caso di destinazione a discarica controllata. Le cave di sabbia negli anni sessanta hanno conosciuto un forte incremento produttivo, legato allo sviluppo edilizio, urbano ed industriale dell’area cagliaritana. La maggior parte delle cave sono ubicate nella dorsale arenaceo-conglomeratica di Cuccuru Gannì-Sedda Is Amostus e altre cave, più piccole, aperte a Funicristeddas e Costa Marina. Le cave di argilla, tutte abbandonate da tempo, sono localizzate sulla collina argilloso-marnosa che borda a SO il Lago Simbirizzi (foto 6). Inoltre, vanno considerati i prelievi con scavi dagli alvei fluviali e dai depositi alluvionali, in corrispondenza del Rio Corongiu e del Rio Piscina Nuxedda. Le problematiche legate alla presenza nel territorio di queste attività hanno molteplici implicazioni: consumo ed alterazione del suolo agrario, discariche incontrollate dei materiali di cava e deturpamento del paesaggio a causa delle coltivazioni a cielo aperto, alterazioni del sistema idrogeologico e modificazione del trasporto solido dei corsi d’acqua. Altro fenomeno di rilevante importanza, nel contesto del sistema della pianura costiera, è quello della contaminazione salina dovuta ad intensi fenomeni di intrusione salina (vicinanza al mare ed alle zone umide) ed al dilavamento dei terreni ricchi in sale. Per quanto concerne le acque sotterranee, in particolare, le falde acquifere subiscono fenomeni di inquinamento attraverso gli scarichi, la 31 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ percolazione di acque contaminate e lo sovrasfruttamento mediante il prelievo delle acque con pozzi e captazioni. Fenomeni che determinano l’abbassamento del livello dell’acqua con il possibile richiamo di acque salate dal mare, eventi esaltati da concomitanti particolari condizioni climatico siccitose. Le falde, inoltre, in seguito all’impermeabilizzazione di vaste superfici (regolarizzazioni fluviali, abitazioni, pavimentazioni stradali, etc.) risentono pesantemente del mancato o ridotto apporto determinato dalla ricarica naturale. 32 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ 04.04_sistema montano paesaggistico I terreni affioranti nell’area in esame sono costituiti da un basamento del Paleozoico, interessato successivamente da una copertura sedimentaria terziaria e da depositi quaternari. Le linee morfologiche fondamentali sono legate sia alle litologie affioranti che all’evoluzione strutturale e morfo-climatica subita. Nel settore orientale affiorano rocce granitoidi appartenenti al complesso ercinico (durante il Carbonifero i magmi provenienti dal mantello della crosta terrestre risalirono in superficie e iniziarono a consolidarsi sotto le rocce paleozoiche). I graniti sono intersecati da filoni melanocrati (minerali scuri) e leucocrati (minerali chiari), disposti secondo le due direttrici fondamentali della tettonica ercinica (NO-SE e NE-SO). Le differenti caratteristiche petrografiche tra i filoni e le rocce granitoidi inglobanti hanno determinato una difforme azione di erosione ed alterazione, portando alla formazione di creste a volte nette oppure arrotondate. A quote inferiori si individua la presenza di rilievi formatisi dallo smantellamento delle rocce paleozoiche della zona e costituiti da materiali prevalentemente arenacei ed argillosi. Le dorsali hanno andamento N-S e NO-SE e la loro genesi sarebbe riconducibile a movimenti di sollevamento quaternario, accompagnati da lievi basculamenti verso est. Le litologie indicano il passaggio tra fasi di ingressione e regressione marina con sedimenti costituiti da arenarie, conglomerati, marne arenacee e marne argillose. Questo sistema ricopre una importanza strategica di lettura del territorio comunale. Infatti per la sua posizione a ridosso del Monte dei Sette Fratelli (foto 8) e del Parco regionale omonimo, rappresenta una risorsa naturalistica di grande pregio al confine con gli insediamenti abitativi ed in stretta connessione con gli effetti sul litorale. Gli elementi delle vegetazione con sughereti, ginepri, lecci e corbezzolo testimoniano un patrimonio che ha resistito negli anni a disboscamenti ed incendi. Anche la fauna mantiene tratti caratteristici, conservando specie come cinghiali, cervi, aquile reale e mufloni. 33 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 8: Parco dei Sette Fratelli La scarsa presenza di insediamenti antropici ha favorito la conservazione e la tutela di questa area. Gli interventi dei Comuni che ricadono nel territorio del Parco dei Sette Fratelli ed in particolare dell’Ente Foreste della Regione Sardegna hanno preservato l’area del Parco, che comprende anche il Monte Genis ed il Serpeddì, da un indiscriminato sfruttamento del territorio. Al momento della istituzione del Parco il Comune di Quartu Sant’Elena deteneva il 5,5% del territorio, in seguito ad una riduzione dell’area sottoposta a vincolo, lo stesso Comune non rientra più tra gli Enti ricadenti all’interno del Parco. In località S’Incantu (foto 9 e 10), situato alle porte di San Gregorio, il Comune di Quartu Sant’Elena ha creato, in una struttura di sua proprietà, un centro di educazione ambientale, affidato in gestione all’Associazione ambientalista “Amici della Terra”. Il contesto naturalistico-ambientale determina una valenza fondamentale per un percorso di conoscenza del territorio e per le potenzialità di sviluppo di attività di educazione ambientale, strettamente connesse con l’offerta turistica, oltre che ricoprire un ruolo cardine per una visione strategica montagna-mare. 34 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 9: centro di educazione ambientale “S’Incantu” foto 10: centro di educazione ambientale “S’Incantu” 04.05_matrice ambientale suolo Il suolo, secondo la definizione proposta dalla Soil Conservation Society of America (1986), è "un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche, che si forma dall'alterazione fisica e chimico-fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Capace di sostenere la vita delle piante, è caratterizzato da una atmosfera interna, da una flora e da una fauna determinate e da una 35 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ particolare economia dell'acqua. Rappresenta il mezzo di interazione dinamica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si suddivide in orizzonti aventi caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche proprie". Il suolo svolge un ruolo fondamentale per l'equilibrio dell'ecosistema, in quanto consente, fra l'altro, l'alimentazione degli animali e degli uomini, la produzione di legname e di altri materiali utili, costituisce una barriera di protezione per le acque di falda, consente la stabilità dei versanti, costituisce l'habitat di moltissime specie, è inoltre la fonte di approvvigionamento di materiali da costruzione. Lo sviluppo umano però in alcuni casi contrasta le funzioni del suolo, esercitando pressioni a volte eccessive (smaltimento non corretto dei rifiuti, infrastrutture, agricoltura intensiva, etc.) che possono determinare, nei casi estremi, la perdita delle capacità funzionali del suolo stesso. Per questo l'attività di bonifica che, attraverso opportuni interventi, ha lo scopo di eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o di ridurre le concentrazioni di queste ultime, diventa un'azione necessaria ed inevitabile per salvaguardare la salute dell'uomo e del pianeta. L'intervento dell'uomo è mirato, non solo al recupero di un terreno inquinato, ma anche e soprattutto al ripristino di esso sotto l'aspetto agricolo, edile, ricreativo, sociale e, non ultimo, con eventuale realizzazione di parchi o oasi protette Diverse porzioni del territorio di Quartu Sant’Elena sono oggetto di siti inquinati determinati dalla presenza di numerose discariche abusive e sostanze inquinanti provenienti dall’attività agro-pastorale e dalla mancanza di un sistema fognario e depurativo idoneo. I danni prodotti da questa serie di fenomeni comporta un notevole “inquinamento paesaggistico” e un inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali e di quelle sotterranee. Le zone a ridosso delle sponde dei corsi d’acqua ed alcuni siti in prossimità di aree scarsamente abitate sono oggetto di abbandono di materiali di vario genere (elettrodomestici, batterie esauste, materiali di risulta di lavorazioni edili, pneumatici usati, etc.) (foto 11 e 12). 36 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ foto 11: discarica abusiva sulla sponda del Rio Foxi foto 12: discarica abusiva Unitamente all’inquinamento, le principali minacce a cui è esposto il suolo sono: l’erosione, l’impermeabilizzazione (causata dalla costruzione di abitazioni e infrastrutture), la diminuzione della diversità biologica e particolari fenomeni idrogeologici. 04.05.01_matrice ambientale suolo_i rifiuti Le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sono definiti rifiuti. Vengono classificati secondo l’origine, in rifiuti 37 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ urbani e rifiuti speciali e secondo le caratteristiche in rifiuti pericolosi e non pericolosi. Sapere quale è la composizione dei rifiuti urbani permette di programmare meglio la gestione, quindi lo smaltimento ed il riciclaggio. Una consistente presenza di frazioni combustibili con elevato potere calorifico, ad esempio, può orientare verso l’incenerimento con recupero di calore. La percentuale di inerti, invece, permette di orientare la quota di materiali da conferire comunque in discarica. Per rifiuti urbani si intendono: _i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; _i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; _i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; _i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua; _i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; _i rifiuti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). Per rifiuti speciali si intendono: _i rifiuti da attività agricole e agro-industriali; _i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo; _i rifiuti da lavorazioni industriali; _i rifiuti da lavorazioni artigianali; _i rifiuti da attività commerciali; _i rifiuti da attività di servizio; 38 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; _i rifiuti derivanti da attività sanitarie; _i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; _i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti. I rifiuti pericolosi sono quelli non domestici precisati nell’elenco di cui all’allegato del D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997 (Decreto Ronchi). In particolare sono costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei normali rifiuti urbani. Tra i rifiuti pericolosi, i principali sono i medicinali scaduti e le pile. La categoria dei rifiuti tossici e nocivi formalmente non esiste più, quanto meno nella nuova legislazione specifica per la gestione dei rifiuti. I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti. Per questo motivo occorre renderli innocui, cioè trattarli in modo da ridurne drasticamente la pericolosità. Nella normativa precedente rispetto a quella in vigore attualmente, tali rifiuti erano definiti come rifiuti tossico nocivi. A questa categoria appartengono: _raffinazione del petrolio; _processi chimici; _industria fotografica; _industria metallurgica; _oli esauriti; _solventi; _produzione conciaria e tessile; _impianti di trattamento dei rifiuti; _ricerca medica e veterinaria. La politica ambientale si pone come obiettivo prioritario la riduzione della quantità, della pericolosità dei rifiuti prodotti e del flusso dei rifiuti 39 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ avviati allo smaltimento. A tal fine prevede e disciplina specifiche azioni per intervenire alla fonte nel processo produttivo e per agevolare ed incentivare nell'ordine il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti prodotti. Infine, i rifiuti non recuperati né recepiti devono essere smaltiti in condizioni di sicurezza, con una progressiva riduzione del flusso dei rifiuti avviati in discarica. Nel rispetto del principio della prevenzione, riciclaggio, recupero e smaltimento. La prevenzione richiede il controllo ed il miglioramento continuo delle prestazioni e dell'efficienza ambientale, a tal fine le imprese produttrici dovranno provvedere alla: _introduzione di sistemi di gestione ambientale all'interno dei processi industriali e dei servizi (certificazioni ambientali); _modificazione delle tecnologie di processo per ridurre l'inquinamento (eco-efficienza dei cicli di produzione e di consumo); _miglioramento dei sistemi di abbattimento delle emissioni (aria, acqua, suolo); _perseguimento dell'efficienza energetica e della riduzione della produzione dei rifiuti; _innovazione ambientale di prodotto, oltre che di processo , attraverso il miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto e delle potenzialità di riutilizzo e recupero anche a fine vita. Il Decreto Legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997, dopo la prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, assegna un ruolo centrale alla gestione integrata dei rifiuti. Il rifiuto deve, quindi, essere gestito in modo da conseguire obiettivi di riciclaggio e di recupero e ridurre il flusso dei rifiuti avviati allo smaltimento. Per i rifiuti urbani la gestione integrata richiede la realizzazione di obiettivi minimi di raccolta differenziata e di riciclaggio e, in secondo luogo, la produzione e l'utilizzo di combustibile da rifiuto. Sotto il profilo organizzativo, inoltre, è necessario che i Comuni attivino adeguate forme di cooperazione e coordinamento per razionalizzare la gestione dei rifiuti. Per quanto riguarda i rifiuti speciali, le attività di riciclaggio e recupero sono favorite con apposite semplificazioni delle procedure amministrative di autorizzazione. Infine, sono stabiliti specifici obiettivi di recupero e riciclaggio dei rifiuti da imballaggio ed è dettata una specifica disciplina per la gestione di tali rifiuti. Le strategie del riuso e del recupero, in definitiva, si concentrano su due azioni: 40 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _ottimizzazione dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani che dovranno risultare efficaci sotto il profilo tecnico, economico e ambientale; _sviluppo del mercato del riuso e del recupero dei rifiuti. I Comuni devono disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con regolamenti che, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, stabiliscano in particolare: _le disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani; _le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani; _le modalità del conferimento, della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani al fine di garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi; _la modalità per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti cimiteriali; _la modalità di pesata dei rifiuti urbani; _la modalità di assimilazione agli urbani dei rifiuti speciali non pericolosi ai fini della accolta e dello smaltimento, secondo i criteri stabiliti dallo Stato. Nel Comune di Quartu Sant’Elena la gestione della raccolta dei rifiuti è affidata alla DE VIZIA transfer S.p.a. L’attività di raccolta è diversificata in base alle seguenti suddivisioni: _rifiuti indifferenziati: svuotamento giornaliero di circa 1.600 cassonetti sistemati lungo le strade; _carta, plastica, vetro (secco valorizzabile): svuotamento periodico di circa 242 campane disposte lungo le strade; _verde: ritiro a domicilio con prenotazione telefonica per chi abita nel centro urbano e con cassoni di tipo scarrabile lungo il litorale e nelle zone collinari; _rifiuti ingombranti: ritiro a domicilio con prenotazione telefonica; _imballaggi cellulosici da utenze commerciali: raccolta trisettimanale direttamente presso le principali utenze commerciali; 41 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _rifiuti domestici pericolosi: svuotamento periodico di piccoli contenitori disponibili presso attività commerciali, tabacchini e farmacie. La Giunta Comunale di Quartu Sant’Elena, con atto n. 80 del 22 ottobre 2005, ha deliberato la collaborazione per l’effettuazione della raccolta differenziata dei rifiuti vegetali con l’Associazione Onlus Labor Agri Ambiente e Territorio e con atto n. 137 del 23 dicembre 2005 ha prorogato i termini dell’incarico di collaborazione con la suddetta Associazione. Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena il 27 settembre 2005, con deliberazione n. 35, ha approvato il protocollo d’intesa tra i Comuni di Quartu Sant’Elena, Selargius, Monserrato, Sinnai e Quartucciu, per la partecipazione al Bando per la selezione delle proposte di finanziamento a sostegno delle iniziative dirette alla riduzione della produzione ed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nell’ambito dell’Asse I “Risorse naturali” Misura 1.4 - “Gestione integrata dei rifiuti, bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”, finalizzata alla realizzazione di un impianto di compostaggio. Con il termine di compostaggio si intende un processo di decomposizione microbica dei residui organici biodegradabili che, operato in condizioni controllate, trasforma la materia organica in compost, un materiale sufficientemente stabilizzato da consentire di essere manipolato, immagazzinato e applicato al terreno come fertilizzante per le colture agricole. In natura esistono processi spontanei di compostaggio, come ad esempio le trasformazioni della lettiera di bosco e la maturazione del letame. Tali processi implicano dei tempi di realizzazione molto lunghi e si attuano in maniera discontinua ed eterogenea. Ben diverso è il caso del processo industriale di compostaggio controllato che, se ben condotto, è in grado di rispondere a due requisiti fondamentali: tempi brevi di realizzazione con consumi energetici relativamente bassi e garanzia di ottenimento di un prodotto finale che non ha controindicazioni per l'impiego agricolo, con un sufficiente valore fertilizzante. I rifiuti lignocellulosici conferiti presso l'impianto vengono scaricati su un'apposita platea impermeabile, dove periodicamente vengono triturati al fine di migliorare le caratteristiche fisiche della biomassa e per accelerare il processo di decomposizione durante la fase di biossidazione. I materiali triturati vengono miscelati omogeneamente con i rifiuti organici al momento del loro conferimento e quindi immediatamente collocati in cumuli, dove subiscono il processo di biossidazione. Al fine di ottimizzare lo spazio disponibile si sceglie di formare un unico cumulo, dove ad un'estremità viene aggiunto materiale "fresco" e all'estremità opposta viene prelevato materiale "maturo". Al fine di ossigenare la massa in trasformazione, oltre che per consentirne una migliore omogeneizzazione, 2-3 volte alla settimana 42 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ viene effettuato il rivoltamento meccanico. Al processo di biossidazione, della durata di circa due mesi, segue la fase di maturazione del compost che dura circa un mese, al termine del processo il materiale grezzo è sottoposto a vagliatura fine. Il prodotto finito, che rappresenta in peso circa il 30% del rifiuto trattato, viene classificato come "ammendante compostato misto", ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici. Rifiuti che possono essere costituiti dalla frazione organica degli RSU proveniente da raccolta differenziata, da rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agro-industriale e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, da reflui e fanghi, nonché dalle matrici previste per l’”ammendante compostato verde” (ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici costituiti da scarti della manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di origine vegetale con esclusione di alghe e altre piante marine). L’ammendante prodotto è classificato secondo la vigente normativa che regolamenta la commercializzazione dei fertilizzanti.(L. 784 del 1984, successivamente modificata dal D.M. del 27 marzo 1998 e dal D.M. del 3 novembre 2004). Inoltre , l'uso dell'ammendante compostato misto è consentito in agricoltura biologica ai sensi della circolare del Ministero delle politiche agricole e forestali del 9 settembre 1999. La ricchezza in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, fa del compost un ottimo prodotto fertilizzante, adatto ai più svariati impieghi agronomici, come ammendante in orticoltura, frutticoltura, coltivazioni industriali, florovivaismo, realizzazioni di aree a verde pubblico e di interesse naturalistico. Esistono, comunque, colture più adatte a ricevere un ammendante come il compost e culture meno adatte; la dose di compost da apportare ai terreni ed il periodo di spandimento devono essere attentamente progettati; lo spandimento del compost deve essere effettuato con sistemi adeguati, in modo tale a rendere uniforme la sua distribuzione; il terreno deve essere arato al fine di assicurare l’interramento del compost e la sua miscelazione con il terreno. 04.05.02_rifiuti_normativa comunitaria Direttiva 99/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti. Direttiva 94/62/CE, relativa agli imballaggi. Dispone che nei piani di gestione dei rifiuti venga incluso un capitolo specifico per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio che contempli le misure per la prevenzione ed il riutilizzo. Direttiva 91/689/CEE. Prevede l’adozione di un piano di gestione dei rifiuti pericolosi. 43 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Direttiva 91/156/CEE, relativa ai rifiuti in generale. Prevede che le autorità competenti degli Stati membri elaborino uno o più piani di gestione dei rifiuti . 04.05.03_Rifiuti_Normativa Statale D. Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997 (Decreto Ronchi). La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed e' disciplinata dal presente decreto al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi. D. Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003. Stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile la ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica. 04.05.04_Rifiuti_Normativa Regionale DGR 34/14 del 19 luglio 2005. Atto di indirizzo per lo smaltimento in discarica di rifiuti urbani trattati e per l’ulteriore sviluppo delle raccolte differenziate secco-umido nel territorio regionale. DGR 15/32 del 30 marzo 2004. Atto di indirizzo per lo sviluppo delle raccolte differenziate secco-umido nel territorio regionale, con meccanismi di premio per i comuni efficienti e di penalizzazione per quelli inadempienti. DGR n. 29/13 del 29 agosto 2002. Sezione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. DGR n. 13/34 del 30 aprile 2002. Sezione rifiuti urbani del Piano regionale di gestione dei rifiuti. DGR n. 57/2 del 17 dicembre 1998. Piano regionale di gestione dei rifiuti. 04.06_matrice ambientale aria_inquinamento atmosferico La tutela dell'ambiente dall'inquinamento atmosferico deve essere svolta in maniera complessiva ed integrata, per realizzare il miglioramento della qualità della vita, per la salvaguardia dell'ambiente e delle forme di vita in esso contenute e per garantire gli usi legittimi del territorio. 44 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Le molteplici attività umane che si svolgono nelle aree urbane e rurali (il traffico dei veicoli a motore, gli impianti di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, le discariche ed i fertilizzanti usati in agricoltura) emettono nell'atmosfera sostanze inquinanti che provocano seri problemi di deterioramento della qualità dell'aria. Eliminare del tutto gli scarichi nell'aria è impossibile ma l’obiettivo è determinato soprattutto dal rispetto dei valori limite delle sostanze inquinanti che, in base a conoscenze scientifiche aggiornate evitano, prevengono o riducono gli effetti dannosi per la salute dell’uomo e per l'ambiente. I limiti, relativi a sette sostanze inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, piombo, polveri fini, ossido di carbonio, benzene e ozono) devono essere raggiunti, e in seguito non superati, entro limiti temporali fissati, in alcuni casi (biossido di zolfo, piombo e prima fase per le polveri fini) al 1° gennaio 2005 e, per i restanti inquinanti, al 1° gennaio 2010. La valutazione della pressione ambientale, collegata all'immissione in atmosfera di sostanze che alterano quali-quantitativamente la normale composizione dell'aria, è un'impresa particolarmente problematica in quanto, gli inquinanti emessi dalle diverse sorgenti di origine antropica o naturale si diffondono interessando aree più o meno estese, a seconda: _delle caratteristiche emissive (altezza, temperatura, concentrazione e quantità riferita all'unità di tempo di ciascun inquinante emesso); _delle condizioni climatologiche al momento atmosfera e durante il tempo di diffusione; dell'immissione in _delle caratteristiche geomorfologiche ed orografiche delle zone interessate alle ricadute dei tempi di decadenza e quindi della tendenza all'accumulo di ciascun inquinante; _delle reazioni di trasformazione e di interazione, anche con altri comparti ambientali, cui i diversi inquinanti sono soggetti e la cui velocità e modalità di accadimento dipendono a loro volta dalle condizioni al contorno (contemporanea presenza di più inquinanti, temperatura, radiazione solare, caratteristiche dei diversi comparti, etc.). L'impianto normativo concernente la tutela dall'inquinamento atmosferico, e quindi il controllo delle emissioni, risulta, il più ricco e complesso fra quelli riguardanti i diversi comparti ambientali. Le norme nazionali, emanate abitualmente in recepimento dei contenuti di direttive della Comunità Europea, nonché per corrispondere ad impegni di riduzione delle emissioni assunti a livello internazionale, si sono sviluppate seguendo i seguenti principali indirizzi: 45 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _possibilità di procedere alla costruzione ed esercizio degli impianti solo previo rilascio di specifica autorizzazione, contenete precise prescrizioni riguardanti limiti alle emissioni, controlli periodici, etc.; _limitazioni alla circolazione; _controllo dei gas di scarico dei veicoli; _caratteristiche dei combustibili; _criteri di omologazione dei veicoli di nuova costruzione; _contenuto di solventi nei prodotti. I risultati delle azioni di tutela della qualità dell'aria devono essere finalizzate ai seguenti obiettivi: _riduzione dell’inquinante che desta la principale preoccupazione è il cosiddetto PM10, cioè la frazione più respirabile del particolato e quindi la più dannosa sotto il profilo degli aspetti sanitari; _diminuzione dei valori per l’ozono, per gli ossidi di azoto e per altri inquinanti che attualmente sono distanti dai limiti disposti dalla normativa, anche se nel tempo si sono ridotti gli episodi acuti di inquinamento; _la definizione di piani e programmi di intervento nelle zone in cui i limiti risultano superati, per corrispondere a quanto previsto dalla normativa europea e nazionale; _riduzione dei problemi relativi all’inquinamento collegato al traffico di veicoli, che costituisce una delle principali problematiche da affrontare, non solo per la tutela della qualità dell'aria, ma anche perché determina nella città un generale basso livello di qualità della vita, in termini di allungamento dei tempi di spostamento, di diminuzione di spazi all'aperto per l'intrattenimento di relazioni social oltre che al peggioramento dell'immagine urbana; _miglioramento dell’efficienza energetica, principalmente nei processi di combustione, per le emissioni di gas, in particolare della CO2. La più recente (2002) analisi delle fonti di inquinamento atmosferico nel Comune di Quartu Sant’Elena mette in evidenza che la principale sorgente di inquinamento è il trasporto stradale, con immissione in atmosfera di benzene, ossidi di azoto, composti organici volatili (COV) e 46 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ particolato fine (PM10). Quest’ultimo, in particolare, è composto da un insieme di particelle solide e/o liquide che, sospese nell’aria, rappresentano una miscela complessa di sostanze organiche ed inorganiche, con effetti nocivi, per la salute dell’uomo alle vie respiratorie ed ai polmoni. Più modesta è l’incidenza, rispetto agli agenti inquinanti sopraindicati, riferibile alle emissione del settore produttivo e degli impianti di combustione non industriali. I risultati delle campagne di monitoraggio atmosferico, durante il periodo di campionamento, hanno evidenziato un rispetto sostanziale dei limiti imposti dalla legge. Il particolato fine rappresenta, al momento, l’unica evidente problematica legata alla qualità dell’aria nel Comune di Quartu Sant’Elena. 04.06.01_inquinamento atmosferico_mormativa comunitaria Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004 n. 2004/107/CE concernente l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nickel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente. Pubblicata nella G.U.U.E. del 26 gennaio 2005, n. L 23. Entrata in vigore il 15 febbraio 2005. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 n. 2004/26/CE che modifica la direttiva 97/68/CE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicata nella G.U.U.E. del 30 aprile 2004, n. L 146. Entrata in vigore il 30 aprile 2004. Il testo della presente direttiva è stato così sostituito in base alla rettifica pubblicata nella G.U.U.E. 25 giugno 2004, n. L 225. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 8 maggio 2003 n. 2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti. Pubblicata nella G.U.U.E. 17 maggio 2003, n. L 123. Entrata in vigore il 17 maggio 2003. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 2003 n. 2003/17/CE che modifica la direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel. Pubblicata nella G.U.U.E. del 22 marzo 2003, n. L 76. Entrata in vigore il 22 marzo 2003. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 dicembre 2002 n. 2002/88/CE che modifica la direttiva 97/68/CE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicata 47 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ nella G.U.U.E. del 11 febbraio 2003, n. L 35. Entrata in vigore l'11 febbraio 2003. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 n. 2002/51/CE sulla riduzione del livello delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore a due o a tre ruote e che modifica la direttiva 97/24/CE. Pubblicata nella G.U.C.E. del 20 settembre 2002, n. L 252. Entrata in vigore il 20 settembre 2002. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2002 n. 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria. Pubblicata nella G.U.C.E. del 9 marzo 2002, n. L 67. Entrata in vigore il 9 marzo 2002. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2001 n. 2001/80/CE concernente la limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione. Pubblicata nella G.U.C.E. del 27 novembre 2001, n. L 309. Entrata in vigore il 27 novembre 2001. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2001 n. 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici. Pubblicata nella G.U.C.E. del 27 novembre 2001, n. L 309. Entrata in vigore il 27 novembre 2001. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2000 n. 2000/69/CE concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente. Pubblicata nella G.U.C.E. del 13 dicembre 2000, n. L 313. Entrata in vigore il 13 dicembre 2000. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 dicembre 1999 n. 1999/96/CE sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti gassosi e di particolato prodotti dai motori ad accensione spontanea destinati alla propulsione di veicoli e l'emissione di inquinanti gassosi prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas naturale o con gas di petrolio liquefatto destinati alla propulsione di veicoli e che modifica la direttiva 88/77/CEE del Consiglio. Pubblicata nella G.U.C.E. del 16 febbraio 2000, n. L 44. Entrata in vigore il 16 febbraio 2000. Direttiva del Consiglio del 22 aprile 1999 n. 1999/30/CE concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. Pubblicata nella G.U.C.E. del 29 giugno 1999, n. L 163. Entrata in vigore il 19 luglio 1999. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 n. 98/69/CE relativa alle misure da adottare contro l'inquinamento atmosferico da emissioni dei veicoli a motore e recante modificazione della direttiva 70/220/CEE del Consiglio. Pubblicata nella G.U.C.E. del 28 dicembre 1998, n. L 350. Entrata in vigore il 28 dicembre 1998. Direttiva del Consiglio del 27 settembre 1996 n. 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente. Pubblicata nella 48 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ G.U.C.E. del 21 novembre 1996, n. L 296. Entrata in vigore il 21 novembre 1996. 04.06.02_inquinamento atmosferico - normativa statale D.Lgs. n. 171 del 21 maggio 2004. Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici. Pubblicato nella G.U. n. 165 del 16 luglio 2004. D.M. n. 44 del 16 gennaio 2004. Recepimento della direttiva 1999/13/CE relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili di talune attività industriali, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988. Pubblicato nella G.U. n. 47 del 26 febbraio 2004. D.P.C.M. del 8 marzo 2002. Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione. D.M. n. 26 dell’11 ottobre 2002. Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del D.Lgs n. 351 del 4 agosto 1999. Pubblicato nella G.U. n. 272 del 20 novembre 2002. D.M. del 20 settembre 2002. Modalità per la garanzia della qualità del sistema delle misure di inquinamento atmosferico, ai sensi del decreto legislativo n. 351 del 1999. Pubblicato nella G.U. n. 231 del 2 ottobre 2002. D.M. del 20 settembre 2002. Attuazione dell'art. 5 della Legge n. 549 del 28 dicembre 1993, recante misure a tutela dell'ozono stratosferico. Pubblicato nella G.U. n. 230 del 1° ottobre 2002. D.M. n. 60 del 2 aprile 2002. Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. Pubblicato nella G.U. n. 87 13 aprile 2002. D.m. n. 124 del 25 febbraio 2000. Regolamento recante i valori limite di emissione e le norme tecniche riguardanti le caratteristiche e le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti pericolosi, in attuazione della direttiva 94/67/CE del Consiglio del 16 dicembre 1994, e ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988 e dell'articolo 18, comma 2, lettera a), del D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997. D.M. n. 107 del 21 gennaio 2000. Regolamento recante norme tecniche per l'adeguamento degli impianti di deposito di benzina ai fini del controllo delle emissioni dei vapori. Pubblicato nella G.U. n. 100 del 2 maggio 2000. 49 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ D.m. del 25 agosto 2000. Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti, ai sensi del D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988. D.Lgs. n. 351 del 4 agosto 1999. Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente. Pubblicato nella G.U. n. 241 del 13 ottobre 1999. D.Lgs. n. 372 del 4 agosto 1999. Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Pubblicato nella G.U. n. 252 del 26 ottobre 1999. D.M. del 20 dicembre 1999. Attuazione della direttiva 97/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1997 concernente i provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicato nella G.U. n. 32 9 febbraio 2000. D.M. n. 163 del 21 aprile 1999. Regolamento recante norme per l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i Sindaci adottano le misure di limitazione della circolazione. Pubblicato nella G.U. n. 135 del 11 giugno 1999. D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998. Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della L. n. 59 del 15 marzo 1997. Pubblicato nella G.U. n. 92 del 21 aprile 1998. Nel presente decreto sono state riportate le correzioni indicate nell'avviso pubblicato nella G.U. n. 116 del 21 maggio 1998. D.M. del 27 marzo 1998. Mobilità sostenibile nelle aree urbane, L. n. 207 del 18 giugno 1998. Ratifica ed esecuzione del protocollo alla convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, del 1979, relativo ad un'ulteriore riduzione delle emissioni di zolfo, con annessi, fatto ad Oslo il 14 giugno 1994. Pubblicato nella G.U. n. 113 del 2 luglio 1998. L. n. 413 del 4 novembre 1997. Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene. D.M. n. 503 del 19 novembre 1997. Regolamento recante norme per l'attuazione delle direttive 89/369/CEE e 89/429/CEE concernenti la prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dagli inquinanti di incenerimento dei rifiuti urbani e la disciplina delle emissioni e delle condizioni di combustione degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani, di rifiuti speciali non pericolosi nonché di taluni rifiuti sanitari. D.M. del 16 maggio 1996. Attuazione di un sistema di sorveglianza dell'inquinamento da ozono. D.M. del 21 dicembre 1995. Disciplina dei metodi di controllo delle emissioni in atmosfera dagli impianti industriali. D.P.R.del 25 luglio 1991. Modifiche all'atto di indirizzo e coordinamento in materia di emissioni poco significative e di attività a ridotto 50 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ inquinamento atmosferico emanato con D.P.C.M. in data 21 luglio 1989. Pubblicato nella G.U. n. 175 del 25 luglio 1991. D.M. del 12 luglio 1990. Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione. D.M. del 8 maggio 1989. Limitazione alle emissioni in atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione. D.P.C.M. del 21 luglio 1989. Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni, ai sensi dell'art. 9 della L. n. 349 del 1986, per l'attuazione e l'interpretazione del D.P.R. n. 203 del 1988. Pubblicato nella G.U. 24 n. 171 del luglio 1989. D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988. Attuazione delle direttive n. 779 del 1980, 884 del 1982, 360 del 1984 e 203 del 1985 CEE concernenti norme in materia di qualità dell'aria relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15 della L. n.183 del 1987. Pubblicato nella G.U. n. 140 del 16 giugno 1988. D.P.C.M. del 28 marzo 1983. Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria nell'ambiente esterno. 04.07_matrice ambientale aria_inquinamento acustico L'altro grande problema ambientale legato all'aria è l'inquinamento acustico soprattutto, ma non solo, nelle aree urbane. A livello normativo e di politiche si riconoscono i livelli di rumorosità come causa di forte disagio per la vita delle persone. La Legge Quadro n. 447 del 26 ottobre 1995 sull'inquinamento acustico, definisce le competenze dei vari Ministeri interessati al problema, distribuendo le funzioni di indirizzo e coordinamento, regola inoltre i rapporti tra Autorità Centrali, Regioni ed Enti Locali. La legge quadro costituisce inoltre il fondamento giuridico per l'emanazione di successivi regolamenti governativi e decreti ministeriali che fissano, tra l'altro: _i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti, abitativi ed esterni; _le tecniche di rilevamento e di misura del rumore; _i requisiti acustici delle sorgenti sonore e i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti; _la disciplina dell'inquinamento acustico determinato da sorgenti mobili connesse con attività, opere e servizi pubblici essenziali; 51 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _i criteri di progettazione, di esecuzione e di ristrutturazione; _i requisiti acustici dei segnali di allarme; _i requisiti acustici delle emissioni sonore nei luoghi di intrattenimento e nei pubblici esercizi. La prima normativa nazionale, di livello amministrativo, risale al D.P.C.M. del 1° marzo 1991 "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, sulla scorta delle indicazioni contenute nel precitato D.P.C.M. ed in applicazione della Legge n. 142 dell’8 giugno del 1990, in ordine alla ripartizione delle competenze tra Enti territoriali. In data 26 ottobre 1995 lo Stato ha finalmente emanato la prima legge organica italiana in materia di inquinamento acustico: la Legge quadro n. 447, entrata in vigore in data 29 dicembre 1995. Il primo atto programmatico propedeutico al risanamento del territorio dall’inquinamento acustico è costituito dall’individuazione di piani di classificazione acustica del proprio territorio (zonizzazione acustica), con l’obiettivo di perseguire una maggiore tutela della salute della popolazione dall’inquinamento da rumore, sia negli ambienti esterni che in quelli abitativi. Il territorio comunale viene suddiviso in classi di destinazione d’uso da I a VI e per orario diurno e notturno (Piano di zonizzazione acustica). La Provincia di Cagliari, come previsto dalla Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006 “Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali”, coordina un’iniziativa di più Comuni, tra i quali quello di Quartu Sant’Elena, nelle iniziative assunte volte al contenimento delle emissioni sonore. Il D.P.C.M. 14 novembre 1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore" di attuazione della legge quadro, definisce sei classi di destinazione d’uso del territorio, ciascuna con i relativi valori limite, crescenti dalla prima alla sesta classe (aree particolarmente protette, aree destinate ad uso prevalentemente residenziale, aree di tipo misto, aree di intensa attività umana, aree prevalentemente industriali, aree esclusivamente industriali). Le Province hanno il compito di: _adeguare il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.), indicando e coordinando gli obiettivi da perseguire nell'ambito del territorio provinciale ai fini della tutela ambientale e della prevenzione dall'inquinamento acustico; _esercitare le funzioni di vigilanza e controllo da espletare avvalendosi dell'A.R.P.A.S., mediante la promozione di campagne di misurazione del rumore e monitoraggio complessivo dell'inquinamento acustico del territorio provinciale; 52 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _attuare la procedura per il riconoscimento della figura del tecnico competente in acustica ambientale; _esercitare i poteri sostitutivi qualora i comuni non provvedano all'approvazione del piano di classificazione acustica e nel caso dia mancata approvazione del piano di risanamento comunale. I Comuni hanno il compito di: _predisporre, adottare e approvare il piano di classificazione acustica del proprio territorio; _individuare e realizzare i piani di risanamento acustico; _comunicare alla Giunta Regionale e Provinciale la classificazione acustica già approvata ai sensi del D.P.C.M. del 1° marzo 1991; _adeguare gli strumenti classificazione acustica. urbanistici e i piani strutturali con la _relazionare lo stato di inquinamento acustico per i Comuni, come Quartu Sant’Elena, con più di 50.000 abitanti. L' A.R.P.A.S. ha il compito di: _trasmettere i dati delle attività di rilevamento e controllo alle Amministrazioni interessate e alle Aziende U.S.L. competenti per territorio; _inviare annualmente alla Giunta Regionale una relazione contenente il resoconto delle attività svolte e il quadro conoscitivo del clima acustico rilevato; _segnalare tempestivamente al Comune, alle Province e alla Giunta Regionale la presenza di condizioni che determinano l'obbligo di predisposizione del piano comunale di risanamento acustico; _trasmettere alle Autorità competenti l'adozione delle ordinanze contingibili ed urgenti. La Provincia di Cagliari ha effettuato una campagna di monitoraggio dell’inquinamento acustico nel Comune di Quartu Sant’Elena nel periodo che va da settembre a dicembre 2004. I rilievi sono stati eseguiti in 22 postazioni del territorio comunale, compresi Capitana, Flumini, Is Pardinas, la strada statale 554 e diverse strade cittadine. 53 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ L’obiettivo della campagna di monitoraggio è stato quello di fornire un quadro conoscitivo del livello acustico e quindi dello stato di salute dell’ambiente. La durata del campionamento è stata di una settimana per ciascuna postazione, intervallo di tempo ridotto per avere indicazioni in funzione delle variazioni stagionali ed annuali. La postazione che ha registrato il più alto valore di inquinamento è risultata essere quella di via Giotto seguita da quella di viale Colombo, via Inghilterra, via della Musica e via Eligio Porcu. La postazione di via della Musica ha evidenziato una maggiore differenza tra i livelli di rumore diurni, più elevati, e quelli notturni. Le cinque postazione monitorate mostrano un quadro acustico mediamente compromesso a causa del superamento dei limiti individuati dalle vigenti leggi nazionali e regionali. Il rumore di fondo, compreso tra 42 e 48 dB, raggiunge livelli sonori riconosciuti da diversi studi scientifici in grado di determinare effetti negativi, seppure lievi, sul sistema psicologico e fisico. 04.07.01_inquinamento acustico_normativa comunitaria Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2002/49/CE del 25 giugno 2002 relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 189 del 18 luglio 2002. Entrata in vigore il 18 luglio 2002. Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 242 del 10 settembre 2002. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2002/30/CE del 26 marzo 2002 che istituisce norme e procedure per l'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 85 del 28 marzo 2002. Entrata in vigore il 28 marzo 2002. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2000/14/CE del 8 maggio 2000 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 162 del 3 luglio 2000. Entrata in vigore il 3 luglio 2000. Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 97/24/CE del 17 giugno 1997 relativa a taluni elementi o caratteristiche dei veicoli a motore a due o a tre ruote. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 226 del 18 agosto 1997. Entrata in vigore il 18 agosto 1997. Direttiva del Consiglio n. 92/97/CEE del 10 novembre 1992 che modifica la direttiva 70/157/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al livello sonoro ammissibile e al dispositivo di 54 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ scappamento dei veicoli a motore. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 371 del 19 dicembre 1992. Entrata in vigore il 16 novembre 1992. 04.07.02_inquinamento acustico_normativa statale D.Lgs. n. 59 del 18 febbraio 2005. Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Pubblicato nella G.U. n. 93 del 22 aprile 2005. Atto di recepimento della direttiva 96/61/CE. D.Lgs. n. 13 del 17 gennaio 2005. Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari. Pubblicato nella G.U. n. 39 del 17 febbraio 2005. Atto di recepimento della direttiva 2002/30/CE. D.P.R. n. 142 del 30 marzo 2004. Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Pubblicato nella G.U. n. 127 del 1° giugno 2004. D.P.R. n. 304 del 3 marzo 2001. Regolamento recante disciplina delle emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, a norma dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Pubblicato nella G.U. n. 172 del 26 luglio 2001. D.M. del 29 novembre 2000. Criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore. Pubblicato nella G.U. n. 285 del 6 dicembre 2000. D.P.C.M. n. 215 del 16-4-1999. Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi. Pubblicato nella G.U. n. 153 del 2 luglio 1999. D.M. del 20 maggio 1999. Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico. Pubblicato nella G.U. n. 225 del 24 settembre 1999. D.P.R. n. 459 del 18 novembre 1998. Regolamento recante norme di esecuzione dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario. Pubblicato nella G.U. n. 2 del 4 gennaio 1999. D.P.C.M. del 31 marzo 1998. Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l'esercizio dell'attività del tecnico competente in acustica, ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera b), e dell'art. 2, commi 6, 7 e 8, della L. n. 447 del 26 ottobre 1995, "Legge quadro sull'inquinamento acustico". Pubblicato nella G.U. n. 120 del 26 maggio 1998. 55 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ D.M. del 16 marzo 1998. Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico. Pubblicato nella G.U. n. 76 del 1° aprile 1998. L. n. 426 del 9 dicembre 1998. Nuovi interventi in campo ambientale. Pubblicata nella G.U. n. 291 del 14 dicembre 1998. D.P.C.M. del 14 novembre 1997. Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore. Pubblicato nella G.U. n. 280 del 1° dicembre 1997. D.P.C.M. del 5 dicembre 1997. Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici. Pubblicato nella G.U. n. 297 del 22 dicembre 1997. D.P.C.M. del 18 settembre 1997. Determinazione dei requisiti delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante. Pubblicato nella G.U. n. 233 del 6 ottobre 1997. D.M. Ambiente del 31 ottobre 1997. Metodologia di misura del rumore aeroportuale. Pubblicato nella G.U. n. 267 del 15 novembre 1997. D.P.C.M. del 14 novembre 1997. Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore. Pubblicato nella G.U. n. 280 del 1° dicembre 1997. D.P.C.M. del 5 dicembre 1997. Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici. Pubblicato nella G.U. n. 297 del 22 dicembre 1997. D.P.R. n. 496 dell’11 dicembre 1997. Regolamento recante norme per la riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili. Pubblicato nella G.U. n. 20 del 26 gennaio 1998. D.M. Ambiente dell’11 dicembre 1996. Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo. Pubblicato nella G.U. n. 52 dell’11 dicembre 1996. L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Legge quadro sull'inquinamento acustico. Pubblicata nella G.U. n. 254 del 30 ottobre 1995. D.P.C.M. del 1° marzo 1991. Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. Pubblicato nella G.U. n. 57 dell’8 marzo 1991. 04.08_matrice ambientale aria_campi elettromagnetici I campi magnetici vengono generati solo in presenza di una corrente elettrica. Nel caso in cui la corrente elettrica varia nel tempo, questa genera un campo magnetico anch’esso variabile nel tempo. I campi magnetici variabili nel tempo hanno la proprietà di generare a loro volta campi elettrici variabili nel tempo. In base a questa caratteristica di autoinduzione dei campi elettrici e magnetici variabili nel tempo, è possibile generare onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio, allontanandosi dalla sorgente che li ha generati, come nel caso delle antenne. Le antenne normalmente utilizzate per le telecomunicazioni sono costituite da conduttori alimentati da correnti variabili che, in quanto tali, generano intorno a sé campi elettromagnetici che si propagano nello spazio allontanandosi 56 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ dall’antenna. In questo caso, nell'ambiente coesistono campi magnetici e campi elettrici. Più forte è la corrente, più intenso è il campo magnetico generato. La frequenza, o la corrispondente lunghezza d'onda, è una delle principali caratteristiche che definiscono un campo elettromagnetico. Campi a diversa frequenza interagiscono con il corpo umano con modalità differenti. La frequenza descrive semplicemente il numero di oscillazioni o cicli per secondo fatte dal campo elettrico o magnetico, mentre il termine lunghezza d'onda descrive la distanza fra un'onda e la successiva. Lunghezza d'onda e frequenza sono strettamente correlate: più alta è la frequenza, più corta è la lunghezza d'onda. Lunghezza d'onda e frequenza determinano un'altra importante caratteristica dei campi elettromagnetici. In accordo con la teoria quantistica, le onde elettromagnetiche sono costituite da particelle chiamate quanti di luce o fotoni. I fotoni di onde con frequenza più alta (lunghezza d’onda minore) trasportano più energia dei campi di frequenza più bassa (lunghezza d'onda maggiore). Per ionizzare un atomo, cioè strappare da un orbitale esterno un elettrone, è necessario che il fotone abbia un’energia pari almeno all’energia di legame dell’orbitale dell’elettrone. Si considerano “ionizzanti” quelle radiazioni elettromagnetiche che siano in grado di ionizzare gli atomi presenti in maggiore quantità nelle molecole biologiche, quali idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto. In tabella A si riportano le energie associate alle radiazioni elettromagnetiche di differenti frequenze e lunghezze d’onda. Da essa appare che il confine tra radiazioni ionizzanti e non ionizzanti cade tra il lontano ultravioletto e i raggi X. Pertanto le radiazioni che ricadono nello spettro dei raggi X e gamma, essendo tutte in grado di ionizzare gli atomi, sono denominate "radiazioni ionizzanti". Nella categoria delle radiazioni non ionizzanti ricadono invece i campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde, la luce visibile, i raggi infrarossi e parte dello spettro ultravioletto. Le sorgenti di campi elettromagnetici create dall'uomo che hanno un ruolo fondamentale nella società industrializzata (elettricità, microonde e campi a radiofrequenza) sono pertanto radiazioni non ionizzanti, in quanto non hanno energia sufficiente a creare una coppia elettroneione in aria. In tabella A si riporta una classificazione dello spettro elettromagnetico. Da questa appare che le onde elettromagnetiche a bassa frequenza, fino alle microonde, hanno lunghezze dell’ordine dei metri: esse possono quindi essere generate da circuiti elettrici di pari dimensioni, come ad esempio le antenne nel caso delle radiofrequenze. Gli impianti che forniscono energia elettrica e gli elettrodomestici sono le più comuni sorgenti di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza nel nostro ambiente di vita. Le sorgenti più comuni di campi elettromagnetici a 57 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ radiofrequenza sono gli impianti di telecomunicazione, le antenne per la diffusione radio-TV, i telefoni cellulari e i forni a microonde. All’aumentare della frequenza, e quindi al diminuire della lunghezza d’onda, i campi elettromagnetici sono generati da correnti elettriche associate al moto delle cariche elettriche di cui sono costituite molecole, atomi e nuclei atomici. Sono proprio queste radiazioni di lunghezza d’onda estremamente piccola, confrontabile cioè con le dimensioni atomiche o sub-atomiche, che riescono a ionizzare la materia. tabella A: spettro elettromagnetico L’uomo non ha recettori specifici per i campi elettromagnetici, essendo in grado di percepire unicamente la radiazione elettromagnetica nello spettro del visibile, che chiamiamo “luce”. Ciò probabilmente in quanto non esistono in natura campi elettromagnetici di intensità tale da poter essere potenzialmente dannosi per l’uomo, o da poter essere utilizzati per differenti fini dal sistema neurosensoriale. Alla superficie della terra esiste un campo magnetico statico terrestre. Questo è il nostro “fondo naturale magnetico statico”. Il campo magnetico terrestre varia da una regione all’altra del globo terrestre. La componente verticale è massima ai poli e nulla all’equatore, mentre la componente orizzontale è massima all’equatore e nulla ai poli. 58 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ La Terra, con il suo campo magnetico, è immersa nel vento solare, costituito dal plasma solare (prettamente protoni ed elettroni) che si propaga dal sole attraverso lo spazio interplanetario. La presenza del campo magnetico terrestre fa sì che il vento solare non penetri nel campo magnetico terrestre e che rimanga confinato all’interno di uno spazio intorno alla terra, detto magnetosfera. La magnetosfera costituisce pertanto uno scudo protettivo contro la radiazione cosmica e la pioggia di protoni ed elettroni del vento solare, che si intensifica nel corso delle tempeste solari. Durante le tempeste solari si verificano perturbazioni geomagnetiche, dovute ad un’intensificazione del flusso del plasma solare. In queste circostanze si ottengono sulla superficie terrestre brusche variazioni del fondo magnetico naturale, con componenti spettrali dominanti nella regione delle basse e bassissime frequenze (VLF, ULF) e variazioni di intensità dell’ordine delle decine di nanoTesla. Sono queste le principali fonti di incremento di esposizione a campo magnetico esistenti in natura. In natura sono presenti sorgenti di campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde, di intensità estremamente più debole delle sorgenti artificiali utilizzate nelle telecomunicazioni. Il fondo elettromagnetico naturale ha una componente statica, con campo elettrico dell’ordine di 100 V/m, prodotto essenzialmente dall’elettricità atmosferica. Inoltre le emissioni radioelettriche del sole e delle stelle concorrono al fondo naturale di campo elettromagnetico a radiofrequenze. Tale campo è soggetto a perturbazioni locali, nel corso dei temporali, che danno luogo al rumore atmosferico in un’ampia gamma di frequenze. Numerose attività lavorative possono comportare esposizioni a campi elettromagnetici non ionizzanti, specie nei settori dell’industria e della sanità, peraltro a livelli di campo sensibilmente più elevati di quelli in gioco nelle tipiche esposizioni della popolazione. Mentre nel contesto dei rischi da esposizione professionale ad altri agenti potenzialmente nocivi esistono specifiche norme di legge che consentono all’addetto ai lavori di gestire la valutazione del rischio secondo criteri di certezza, nel caso in questione la carenza di riferimenti normativi può portare ad una sottostima del rischio, se non all’assenza di valutazione. L’esposizione a campi elettromagnetici all’interno dei luoghi di lavoro dipende, oltre che dalle sorgenti, anche da una complessa serie di fattori, quali le caratteristiche dell’installazione degli apparati, il loro stato di manutenzione, le procedure di utilizzo, le caratteristiche degli ambienti, la disposizione delle postazioni di lavoro, le modalità operative adottate dagli addetti. E’ quindi in linea di principio possibile che si riscontrino esposizioni completamente differenti in luoghi di lavoro ove siano impiegate simili tipologie di sorgente. 59 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ In generale sono presenti campi elettrici e magnetici statici ovunque vi siano apparecchiature alimentate da tensione o linee percorse da elevate correnti continue. La frequenza di 50 Hz (60 Hz nel Nord America e in alcuni paesi asiatici) è universalmente impiegata per il trasporto e l’impiego dell’energia elettrica. Ogni linea elettrica aerea o interrata, cablaggio, barra di trasmissione, cavo, costituisce quindi una sorgente di dispersione nell’ambiente circostante. E’ noto, ad esempio, che al di sotto di una linea a 380 kV il campo elettrico può raggiungere i 5 kV/m e l’induzione magnetica qualche decina di µTesla. Il complesso delle sorgenti riferibili ai sistemi delle telecomunicazioni rappresenta il contributo più significativo per l’esposizione della popolazione alle radiofrequenze e microonde, e su tale aspetto è maggiormente concentrata l’attenzione. Numerose categorie professionali possono comunque risultare esposte a livelli notevolmente elevati. Gli operatori la cui mansione comporta l’ascesa su torri e tralicci, per l’installazione o la manutenzione di sistemi radio FM (87.5 MHz - 108 MHz), o televisivi UHF (470 MHz - 862 MHz), possono essere esposti a campi elettrici fino a 1000 V/m, e magnetici fino a 5 A/m. I videoterminali emettono campi elettrici e magnetici su di un ampio spettro che, per quanto riguarda le radiazioni non ionizzanti, va dalle frequenze estremamente basse (ELF), fino alle radiofrequenze. Le principali emissioni sono generate dai circuiti di scansione verticale ed orizzontale del fascio di elettroni del tubo catodico. Il circuito di scansione verticale emette campi elettromagnetici nella banda delle ELF, e generalmente la componente principale è a 60 Hz. Il circuito di scansione orizzontale emette invece campi nella banda delle basse frequenze (LF) e la componente fondamentale è generalmente compresa tra 15 kHz e 70 kHz, a seconda del modello del videoterminale. In molti luoghi di lavoro, l’impiego esteso dei videoterminali spesso si associa in timori per le radiazioni emesse. In ogni caso tutti le indagini sinora condotte hanno concluso che i videoterminali non presentano alcun rischio per la salute umana nel contesto delle esistenti linee guida per l’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti, e che sulla base delle attuali conoscenze biomediche non esiste alcun rischio sanitario associato con le radiazioni o i campi prodotti dai videoterminali. Non vi è altresì alcuna base scientifica per giustificare l’impiego di sistemi di schermatura o il regolare monitoraggio dei vari campi e radiazioni emesse. Particolare attenzione deve essere posta nei confronti dell’istanza di riduzione dell’esposizione ai campi magnetici alla frequenza di rete negli ambienti di lavoro. In tal senso ogni possibile azione di riduzione 60 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ dell’esposizione ai campi magnetici alla frequenza di rete, realizzata anche con misure organizzative o procedurali, dovrebbe essere incoraggiata e attuata ove praticabile. Data la molteplicità e complessità delle potenziali esposizioni a campi magnetici a 50 Hz negli ambienti di lavoro, potrebbe non risultare possibile specificare numericamente un obiettivo di qualità, ancorché di solo significato tecnologico, che possa essere uniformemente applicabile o raggiungibile in tutte le applicazioni lavorative interessate al problema. Nondimeno, la riduzione al minimo di ogni categoria di esposizione indebita dovrebbe essere perseguita ove praticabile. I sistemi elettronici antitaccheggio, insieme ai varchi magnetici per il controllo degli accessi e ai metal detector utilizzano campi magnetici variabili nel tempo per rivelare il passaggio attraverso determinate zone controllate di persone od oggetti, sono sorgenti di esposizione per la popolazione e per i lavoratori di largo e crescente impiego presso centri commerciali, supermercati, negozi, banche, aeroporti, etc. Essi presentano interesse protezionistico in quanto i livelli di potenza emessi da tali apparati di rivelazione sono generalmente elevati, raggiungendo spesso livelli superiori a quelli raccomandati dalle normative protezionistiche per la prevenzione degli effetti a breve termine. Le esposizioni delle persone del pubblico hanno generalmente durata molto breve in quanto il campo decresce rapidamente all’aumentare della distanza dalla sorgente (con l’inverso del cubo della distanza), per cui l’esposizione a livelli di campo significativi è limitata al passaggio attraverso la zona controllata che ha dimensioni di non più di qualche metro. Non è da trascurare inoltre il fatto che tali sistemi possono produrre esposizioni croniche per i lavoratori con postazioni di lavoro fisse in prossimità dei varchi, come è il caso degli addetti alle casse nei supermercati, che possono risultare esposti continuativamente per l’intero turno lavorativo a livelli di campo non trascurabili sotto il profilo protezionistico. Gli effetti dell’interazione dei campi elettrici e magnetici con i tessuti biologici si differenziano in relazione alle frequenze del campo elettrico e magnetico incidente. Ai fini protezionistici si prendono in considerazione due differenti tipologie di campi elettromagnetici: _campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde (10 kHz – 300 GHz); _campi elettromagnetici ELF (frequenze estremamente basse) e IF (Frequenze intermedie) (3 Hz – 10 Khz). Nel primo intervallo di frequenza l’effetto biologico preso in considerazione è quello dell’assorbimento di potenza del campo elettromagnetico all’interno del corpo umano, con conseguente 61 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ innalzamento della temperatura del tessuto. Per tale effetto sono note una serie di relazioni dose-risposta, su cui si basano gli attuali standard protezionistici. A seconda di quanta potenza viene assorbita, si ottengono effetti differenziati, che possono andare dall'innalzamento della temperatura corporea di pochi gradi con la conseguente attivazione del sistema di termoregolazione dell'individuo esposto, ad effetti da stress termico, fino a vere e proprie ustioni e necrosi da radiofrequenze. Nell’intervallo delle basse frequenza, gli attuali standard protezionistici prendono in considerazione la prevenzione di effetti acuti dovuti all’induzione di correnti elettriche interne nel soggetto esposto, ad esempio le correnti indotte possono produrre fibrillazione ventricolare o stimolazione dei tessuti nervosi. Nel contesto della protezione della salute umana dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici si distinguono due classi di effetti sanitari: _effetti a breve termine, acuti o sub-acuti, connessi ad esposizioni a campi di elevata intensità, accertati dalla ricerca scientifica e di cui sono noti i meccanismi di interazione che ne sono alla base e le rispettive soglie di insorgenza: stimolazione dei tessuti muscolari e nervosi alle frequenze più basse e riscaldamento dei tessuti per assorbimento dell’energia elettromagnetica alle frequenze più alte; _effetti a lungo termine, connessi ad esposizioni croniche a campi di intensità inferiore alle soglie di insorgenza degli effetti acuti cui al precedente punto, non accertati dalla ricerca scientifica, per i quali esistono solo alcune evidenze non conclusive, soprattutto di tipo epidemiologico e limitatamente alle frequenze estremamente basse. La legge quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici stabilisce i principi fondamentali diretti a: _assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione; _promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo 174, paragrafo 2, del Trattato istitutivo dell’Unione Europea; _assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare 62 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili. L’ambito di applicazione della legge copre tutte le applicazioni civili e militari, con l’unica eccezione della esposizione intenzionale per scopi diagnostici o terapeutici. Vengono stabilite le definizioni di limite di esposizione, valore di attenzione, ed obiettivo di qualità, quali strumenti per realizzare le finalità relative ai seguenti tre ambiti: _il limite di esposizione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini di tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori; _il valore di attenzione: è il valore di immissione che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate. Esso costituisce misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo temine e deve essere raggiunto nei tempi e nei modi previsti dalla legge; _gli obiettivi di qualità sono: criteri localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni e incentivazioni per l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, indicati dalle leggi regionali ed i valori dei campi definiti dallo Stato ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi. Per le imprese produttrici di apparecchiature di uso domestico, individuale, e lavorativo, in grado di produrre esposizione a campi elettromagnetici, vengono promosse intese ed accordi di programma al fine di sviluppare e favorire tecnologie che consentano di minimizzare le esposizioni. Per quel che riguarda le funzioni di controllo e vigilanza nei luoghi di lavoro restano ferme le competenze attribuite dalle disposizioni vigenti. Infine, la legge prevede sanzioni pecuniarie e amministrative nei confronti dei contravventori al rispetto dei limiti di esposizione e valori di attenzione previsti dai decreti attuativi. Nello spirito della legge quadro n. 36 del 22 febbraio 2001, i limiti di esposizione sono quei valori che garantiscono la protezione dagli effetti acuti, e nel caso delle esposizioni professionali la protezione dagli effetti acuti spesso rappresenta un’esigenza realistica, in considerazione delle potenziali condizioni di esposizione e tipologie di sorgente. L’articolo 8 prevede che i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. 63 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 8 dell’8 luglio 2003, “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”, impone i limiti di esposizione ed i valori di attenzione per la prevenzione degli effetti a breve termine e dei possibili effetti a lungo termine nella popolazione dovuti alla esposizione ai campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz. Il presente decreto fissa inoltre gli obiettivi di qualità, ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi medesimi e l'individuazione delle tecniche di misurazione dei livelli di esposizione. A tutela dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz, generati da sorgenti non riconducibili ai sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi, si applica l'insieme completo delle restrizioni stabilite nella raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 12 luglio 1999. Nel caso di esposizione a impianti che generano campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz, non devono essere superati i limiti di esposizione di cui alla tabella 1, intesi come valori efficaci. A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze all'interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari, si assumono i valori di attenzione indicati nella tabella 2. I valori sopraindicati devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti. Ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi elettromagnetici, i valori di immissione dei campi oggetto del presente decreto, calcolati o misurati all'aperto nelle aree intensamente frequentate, non devono superare i valori indicati nella tabella 3. Detti valori devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti. Per aree intensamente frequentate si intendono anche superfici edificate ovvero attrezzate permanentemente per il soddisfacimento di bisogni sociali, sanitari e ricreativi. Il Comitato interministeriale, di cui all'art. 6 della legge quadro n. 36/2001, procede, nei tre anni successivi all'entrata in vigore del presente decreto, all'aggiornamento dello stato delle conoscenze, conseguenti alle ricerche scientifiche prodotte a livello nazionale ed internazionale, in materia dei possibili rischi sulla salute originati dai campi elettromagnetici. 64 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Il Decreto Legislativo n. 259 del 1 agosto 2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche” individua come campo di applicazione le disposizioni in materia di: _reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, ivi comprese le reti utilizzate per la diffusione circolare di programmi sonori e televisivi e le reti della televisione via cavo; _attività di comunicazione elettronica ad uso privato; _tutela degli impianti sottomarini di comunicazione elettronica; _servizi radioelettrici. Il Codice garantisce i diritti inderogabili di libertà delle persone nell'uso dei mezzi di comunicazione elettronica, nonché il diritto di iniziativa economica ed il suo esercizio in regime di concorrenza, nel settore delle comunicazioni elettroniche. 65 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ La fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica, che e' di preminente interesse generale, e' libera e ad essa si applicano le disposizioni del Codice. Sono fatte salve le limitazioni derivanti da esigenze della difesa e della sicurezza dello Stato, della protezione civile, della salute pubblica e della tutela dell'ambiente e della riservatezza e protezione dei dati personali, poste da specifiche disposizioni di legge o da disposizioni regolamentari di attuazione. In riferimento alla situazione del Comune di Quartu Sant’Elena è da evidenziare la nota presenza di tralicci e relative linee ad alta tensione che attraversano il Parco del Molentargius. Si parla da tempo di un possibile interramento della linea elettrica, rendendo così ecocompatibile la rete elettrica. È recente (2006) la sottoscrizione di un accordo tra TERNA e Regione Sardegna, che prevede, tra gli interventi definiti come prioritari, l’interramento della linea elettrica all’interno dello Stagno di Molentargius. Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena ha approvato, con deliberazione n. 2 nella seduta del 18 gennaio 2006, il “Regolamento per l’insediamento, l’esecuzione e il monitoraggio degli impianti di telecomunicazione”. Questo regolamento disciplina il corretto insediamento urbanistico ambientale e territoriale degli impianti di teleradiocomunicazione, tra cui le stazioni Radio base per telefonia mobile, originanti campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. 04.09_energia rinnovabile Il ciclo dell’energia, dalla produzione al consumo, rappresenta oggi il più importante fattore di pressione ambientale. E’ ormai provato che l’inquinamento atmosferico, tralasciando i fattori naturali, è dovuto in larga parte all’attività umana connessa alla filiera energetica. Il dibattito sulle fonti rinnovabili di energia è quotidiano, l’energia “pulita” generata dal vento, dai rifiuti, dal calore della terra appare la risposta più adatta per arginare il consumo di risorse naturali e rispettare le indicazioni previste dal protocollo di Kyoto, firmato nel 1997. Per rispettare il protocollo ONU, infatti, l’Italia dovrà ridurre entro il 2010 del 6,5 % le immissioni di anidride carbonica in atmosfera dovute soprattutto a processi di combustione naturale come gli incendi di foreste, la respirazione di piante e animali ed i processi artificiali di combustione, tutti fattori responsabili delle emissioni di gas serra che aumentano la temperatura della terra determinando cambiamenti climatici. Non c’è dubbio che qualsiasi azione di bonifica ambientale e di risanamento dell’aria implica una decisiva azione sul sistema energetico presente nel territorio. 66 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Le fonti energetiche rinnovabili sono le fonti energetiche non fossili: eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas. Da molti anni la Comunità nazionale e internazionale si occupa del tema delle fonti rinnovabili di energia, sia dal punto di vista tecnologico che legislativo. Solo una conoscenza approfondita del territorio permette infatti di avere una visione completa. Integrando gli aspetti territoriali, economici, climatici e ambientali con le tecnologie delle fonti rinnovabili di energia, si possono sfruttare al meglio le loro potenzialità. La più recente Direttiva Europea 2001/77/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, nella premessa recita: “Il potenziale di sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili è attualmente sotto utilizzato nella Comunità. Quest’ultima riconosce la necessità di promuovere in via prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, poiché queste contribuiscono alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile. Esse possono inoltre creare occupazione locale, avere un impatto positivo sulla coesione sociale, contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti e permettere di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto. Bisogna pertanto garantire un migliore sfruttamento di questo potenziale nell'ambito del mercato interno dell'elettricità”. Le fonti rinnovabili di energia sono proprio quelle che si rigenerano in tempi utili per lo sfruttamento da parte dell’uomo. Quando sfruttiamo una risorsa a un ritmo maggiore rispetto alle sue capacità di rinnovarsi, è destinata a esaurirsi. Parallelamente devono essere sostenuti altri due temi fondamentali, peraltro già previsti a livello legislativo: _l’efficienza energetica; _il risparmio energetico. L’efficienza energetica può essere definita come quell’operazione tecnologica mediante la quale si intende conseguire l’obiettivo di realizzare gli stessi prodotti o servizi con un minor consumo di energia. Il risparmio energetico può essere definito come quell’operazione economico-sociale con la quale si intende incentivare gli utenti a modificare le proprie abitudini di consumo in modo da avere minori consumi di energia primaria. È ovvio che un certo grado di risparmio energetico deriva anche da una migliore efficienza energetica. Possiamo parlare in generale di uso razionale dell’energia. L’uso razionale dell’energia può e deve essere considerato a tutti gli effetti come una vera e propria fonte di energia rinnovabile. 67 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena ha approvato, con deliberazione n. 25 in data 15 marzo 2006, il Progetto “QuaR.T.U. – Qualità e Riqualificazione del Territorio Urbano”, inserito nel Bando progetti di qualità 2005-2006 - asse V "Città'" Misura 5.1 "Politiche per le aree urbane". All’interno del progetto è prevista la realizzazione, in collaborazione con Italia Lavoro (Agenzia del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale), della realizzazione di 2.500 m2 di tetto fotovoltaico, sistemati sul soffitto della struttura che dovrà ospitare il Parco dell’educazione scientifica. Con la duplice valenza di soddisfare il fabbisogno energetico complessivo del sistema e di rappresentare, come progetto pilota di forte impatto, la volontà di investire sulle energie alternative. 04.10_randagismo La domesticazione del cane è molto antica ed anche a Quartu Sant’Elena la presenza del cane ha accompagnato costantemente l’uomo nel corso della sua storia. Tuttavia, la popolazione canina, sia padronale che vagante, ha subito negli ultimi decenni una vera e propria esplosione demografica. Le mutate condizioni economiche hanno provocato un costante aumento della popolazione dei cani di proprietà, in particolare di affezione, caratterizzati da una vita media sempre più elevata per il costante miglioramento dell’alimentazione e delle cure sanitarie. Parallelamente negli ultimi decenni è stata sospesa la capillare azione di controllo della popolazione dei cani randagi, iniziata in relazione alla profilassi della rabbia. I cani randagi sono privi di proprietari ma vagano nei pressi degli insediamenti umani e, in qualche misura, sono dipendenti dall’uomo per l’alimentazione e la sussistenza. Le problematiche connesse al randagismo sono riconducibili in particolare a problemi etici legati all’abbandono dei cani padronali, alla possibilità di attacchi all’uomo e ad altre specie animali, come avvenuto nel Parco del Molentargius, agli elevati rischi sanitari ed ai danni economici derivanti. In Italia la gestione del randagismo canino è regolata dalla legge n. 281 del 14 agosto 1991 che prevede, come tecnica di controllo delle popolazioni, la limitazione delle nascite, e prescrive che i cani vaganti non possano essere abbattuti ma solo catturati e mantenuti in strutture pubbliche o private, dove possono essere soppressi solo in caso di grave malattia o comprovata pericolosità. L’Amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena provvede alla cattura ed al successivo mantenimento dei cani randagi attraverso il canile comunale “Rifugio Tana di Bau” e la struttura privata del canile “Shardana”. La cattura 68 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ degli animali è operata dal Nucleo di Vigilanza Ambientale della Polizia Municipale. L’Amministrazione comunale ha recentemente previsto la costruzione di un canile, gattile e cimitero di animali, per il potenziamento del servizio di mantenimento degli animali da affezione, nell’ambito degli interventi locali finalizzati allo sviluppo ed all’occupazione relativo all’annualità 2000 (L.R. n. 37 del 10 dicembre 1988). 04.11_aree verdi cittadine La fruibilità di idonee aree verdi cittadine è oramai da tutti accettata come uno degli elementi più importanti per una elevata qualità di vita dei residenti. La realizzazione di adeguate coperture vegetali nelle aree verdi permette inoltre di ottenere un alleviamento, soprattutto per le fasce deboli, del fenomeno del riscaldamento estivo delle città, nonché una diminuzione della rumorosità di alcune arterie stradali. I parchi ed i giardini cittadini più estesi sono: _il Parco Europa, situato nel nuovo quartiere di Pitz’e Serra (estensione di 26.190 m2); _I giardini di via Fiume, nel nuovo quartiere di Quartello (estensione di 15.000 m2); _Il giardino di Piazza del Popolo Curdo, ubicato al confine tra il quartiere di Sant’Antonio e quello di Pitz’e Serra (estensione di 11.600 m2); _il Parco Matteotti, ubicato nel centro cittadino (estensione di 7.675 m2). Sono inoltre presenti aree verdi attrezzate per un totale di 90.880 m2. Altre aree verdi sono quelle riferibili a strutture scolastiche, sportive e cimiteriali, con un’estensione totale superiore ai 100.000 m2. 04.12_deliberazione del Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena in materia ambientale _numero 25 del 15.03.2006. Bando progetti di qualità 2005-2006 - asse V "città" misura 5.1 "Politiche per le aree urbane". Approvazione progetto "Qua.R.T.U.-Qualita' e Riqualificazione del Territorio Urbano". Approvazione documento strategico. 69 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _numero 48 del 23.03.2006. L.L.P.P. - P.O.R. 2003/2006 Asse I - Misura 1.3 “Difesa del suolo”. Approvazione progetto preliminare “Sistemazione idraulica Rio Geremeas per la messa in sicurezza dell’abitato”; _numero 23 del 10.03.2006. Deliberazione G.C. n. 31 del 21.02.2006 come rettificata con deliberazione di G.C. n.38 del 08.03.2006, avente ad oggetto “Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”: Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n° 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004. Approvazione; _numero 38 del 08.03.2006. Rettifica deliberazione G.C. n. 31 del 21.02.2006 avente ad oggetto “Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”: Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n° 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004; _numero 31 del 21.02.2006. “Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”: Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004; _numero 2 del 18.01.2006. Approvazione del Regolamento per l’insediamento, l’esecuzione e il monitoraggio degli impianti di telecomunicazione; _numero 80 del 22.10.2005. Raccolta differenziata rifiuti vegetali. Atto di indirizzo per la collaborazione con l’Associazione Onlus Labor Agri Ambiente e Territorio; _numero 35 del 27.09.2005. Protocollo d’intesa tra i Comuni di Quartu Sant’Elena, Selargius, Monserrato, Sinnai, Quartucciu, per la partecipazione al Bando per la selezione delle proposte di finanziamento a sostegno delle iniziative dirette alla riduzione della produzione ed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nell’ambito dell’Asse I “Risorse naturali” Misura 1.4 - “Gestione integrata dei rifiuti, bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”, finalizzata alla realizzazione di un impianto di compostaggio. 04.13_deliberazione della Giunta Comunale di Quartu Sant’Elena in materia ambientale 70 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _numero 41 del 08.03.2006. Bando progetti di qualità 2005-2006 - asse V "città" misura 5.1 "Politiche per le aree urbane". Approvazione progetto "Qua.R.T.U.-Qualita' e Riqualificazione del Territorio Urbano". Approvazione documento strategico. Proposta al C.C. _numero 38 del 08.03.2006. Rettifica deliberazione G.C.n. 31 del 21.02.2006 avente ad oggetto: "Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”. Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004. _numero 31 del 21.02.2006. "Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”. Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004. _numero 137 del 23.12.2005. Raccolta domiciliare dei rifiuti organici. Atto di indirizzo per la collaborazione con l’Associazione Onlus Labor Agri Ambiente e Territorio. _numero 136 del 23.12.2005. Indirizzi per la collaborazione nel servizio di vigilanza e prevenzione delle infrazioni dei regolamenti generali e locali relativi alla protezione degli animali ed ala difesa del patrimonio zootecnico nel territorio di Quartu Sant’Elena; _numero 135 del 23.12.2005. Atto di indirizzo per lo svolgimento delle attività di educazione, informazione, valorizzazione e formazione ambientale; _numero 110 del 29.11.2005. P.O.R. Sardegna 2000-2006 Asse I – Misura 1.5 rete ecologica Regionale SICp Bruncu de Su Monte Moru (Mari Pintau). Approvazione inziativa ed assunzione impegni di cui al punto 7 del Bando; _numero 66 del 27.09.2005. Programmazione attuativa P.O.R. Sardegna 2000/2006 Asse I “Risorse naturali”, Misura 1.4 “Gestione integrata dei rifiuti, bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”. Approvazione progetto definitivo per la “realizzazione di un impianto di compostaggio di qualità di rifiuti selezionati”; 71 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ _numero 39 del 04.08.2005. Modifica del servizio per la raccolta differenziata. Attivazione della raccolta domiciliare della frazione umida e secca. Atto di indirizzo; _numero 14 del 27.06.2005. Partecipazione al bando della R.A.S. per la selezione delle proposte per il contributo massimo di € 150.000 per interventi di recupero ambientale delle aree degradate dall’abbandono dei rifiuti (art. 3 comma 27 della legge 28/12/95, n. 549). 04.14_Programma Opere Pubbliche 2006-2008 in materia ambientale Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena _rete fognaria fascia costiera: Schema PRRA n. 275 rete consortile – Comparti A e B – Finanziamento su fondi ATO di cui all’obiettivo 2 “Adeguamento del sistema fognario depurativo alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 del P.O.T. 2004/2006; _rete fognaria fascia costiera: Estensione via dell’Autonomia Regionale Sarda – Finanziamento su fondi ATO di cui all’obiettivo 2 “Adeguamento del sistema fognario depurativo alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 del P.O.T. 2004/2006; _parchi cittadini: Interventi di riqualificazione – Finanziamento L.R. 37/98, annualità 2003; _impianti di depurazione: Interventi di manutenzione straordinaria – Finanziamento con fondi comunali su proventi da OO.UU.; _canile, gattile e cimitero degli animali: Finanziamento L.R. 37/98, annualità 2004. Nuova costruzione – 72 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ PROGETTO Qualità delle acque OBIETTIVO _tutela e monitoraggio delle acque; _risanamento delle acque superficiali e potenziamento del loro grado di naturalità (studi e piani vegetazionali e faunistici finalizzati all’incremento della biodiversità); _risanamento e balneabilità del tratto di costa corrispondente alla foce del Rio Foxi; _adeguamento e messa a norma della rete fognaria e del sistema di depurazione. _creazione di un sistema integrato montagna-mare per una corretta lettura del territorio: dal Parco dei Sette Fratelli al Parco del Molentargius e la costa attraverso la collina e la pianura; _valorizzazione e sviluppo sostenibile delle aree naturalistiche notevoli e promozione di scambi Valorizzazione del culturali tra Scuole e Università italiane, europee ed sistema extraeuropee; montagna-mare _sviluppo e valorizzazione del sistema integrato in un ed educazione ampio contesto di rete e di cooperazione nel quale ambientale far confluire fattori di attrattività, di attività e di servizi; _creazione di itinerari turistici, percorsi tematici (naturalistici, enogastronomici), circuiti per l’escursionismo (trekking, mountain bike) dotati di opportuna segnaletica; _tutela e promozione del patrimonio ambientale attraverso la creazione di organismi volti ad incentivare la conoscenza, la sensibilità e l’educazione ambientale (ad esempio il centro in località S’Incantu). _creazione di una cintura verde attorno alla Città; Verde pubblico _valorizzazione dei parchi cittadini esistenti. Rifiuti _bonifica delle discariche abusive anche attraverso campagne di partecipazione popolare (cittadini, scout, associazioni, etc.); _sviluppo e potenziamento della raccolta differenziata; _incentivazione del rifiuto come risorsa (compostaggio domestico); _sensibilizzazione del consumatore in tema di riduzione dei rifiuti. 73 αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα ινγ. Στεφανο Ερριυ 74 θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα 05_quadro conoscitivo_settore dei beni culturali 05.01_rapporto sulla conoscenza La ricognizione dei dati di conoscenza relativi al patrimonio dei Beni Culturali del territorio di Quartu Sant’Elena è stata realizzata attraverso la ricerca delle informazioni e dei documenti presso i soggetti competenti a vario titolo e presso i relativi archivi. A questa ricognizione è stata associata una prima raccolta bibliografica specialistica ed una rassegna delle norme nazionali e regionali che regolamentano il settore dei Beni Culturali. La ricerca dei dati è iniziata con un colloquio con l’Assessore ai Beni Culturali ed all’Ambiente del Comune di Quartu Sant’Elena, dott.ssa Anna Paola Loi, che ha fornito informazioni generali e di dettaglio sul settore di pertinenza e indirizzi utili a rintracciare i dati richiesti. Ha inoltre dato un quadro della situazione attuale del settore dei Beni Culturali ed ha esplicitato le linee di indirizzo politico dell’Amministrazione al riguardo. Si è poi proceduto alla verifica della documentazione disponibile presso l’archivio dell’Assessorato comunale ai Lavori Pubblici al quale per vari anni in passato è stato afferente l’Ufficio Beni Culturali, poi soppresso. Presso l’archivio è in corso la catalogazione dei documenti e ciò ha permesso di individuare dati particolarmente utili consistenti sostanzialmente in un censimento realizzato negli anni 1992-1995 e il relativo aggiornamento per la parte dei Beni Archeologici (senza data, ma precedente al 1997). Da questi lavori sono stati tratti successivamente i dati sintetici sui Beni Culturali della città presenti sulle pubblicazioni divulgative e di informazione turistica nonché le schede contenute nel sito ufficiale del Comune. Sono stati nel contempo attivati dei contatti con gli uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali competenti per territorio (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano, Soprintendenza BAPPSAE per le province di Cagliari e Oristano). Non si è avuto ancora accesso alla documentazione per una verifica. Sono state verificate inoltre le informazioni ed i dati compresi nel Piano Urbanistico Comunale (1995-1997) e nel Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari (1996-2002). Si è predisposto un elenco delle norme che regolano il settore dei Beni Culturali ed è stata individuata una bibliografia di riferimento, attualmente in corso di completamento, comprendente anche la sezione relativa ai dati pubblicati nel web. 75 θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα tabella di sintesi sui dati raccolti Documento Anno Referente/Autore Collocazione Accessibilità A: accessibile I: indisponibile Progetto per il censimento informatico dei Beni Culturali del territorio comunale di Quartu Sant’Elena Aggiornamento del censimento dei Beni Culturali del territorio comunale di Quartu Sant’Elena Piano Urbanistico Provinciale della Provincia di Cagliari Piano Urbanistico Comunale di Quartu Sant’Elena Agenda 21 92/95 Arch. Alfredo Ingegno Archivio Ass. Com. LL.PP. A Supporto C: cartaceo D: digitale C e D1 s.d. Fonte info: Coop. Agorà Sardegna. Autore: Dott.ssa Patrizia Zuncheddu Ass. Com. LL.PP., stanza 77 A ? 98-02 Provincia di Cagliari – Ufficio Piano A CeD 95-97 Comune di Quartu Sant’Elena A CeD 05-06 Dott. Rita Secci A CeD Temp. I, ma contenute in larga parte nel censimento curato dall’Arch. Ingegno; dovrebbe essere poi stata realizzata una catalogazione delle cappelle funerarie monumentali del cimitero A; quelli CeD Schede di Catalogo Soprintendenza BAPPSAE per le Province di Cagliari e Oristano Ing. Tola Decreti di Ing. Tola 1 Ass. Com. BBCC e Ambiente/ANCITEL Ufficio del Catalogo Soprintendenza BAPPSAE per le Province di Cagliari e Oristano Soprintendenza su dischi magnetici tipo Syquest attualmente illeggibili 76 CeD θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα vincolo Beni Architettonici e Artistici BAPPSAE per le Province di Cagliari e Oristano precedenti al 2002 sono riportati nel PUP di Cagliari e sono 3 (palazzo Xaxa, Villa Fadda, ex fattoria Marongiu) A; quelli precedenti al 2002 sono riportati nel PUP di Cagliari e sono 2 (nuraghe Fois e villa romana) ? CeD A/I (l’archivio è in corso di censimento) CeD Decreti di vincolo Beni Archeologici Dott. Santoni Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Schede di Catalogo Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Progetti realizzati relativi a studio, conservazione e valorizzazione di Beni Culturali Dott. Santoni Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Fonte info: Coop. Agorà Sardegna Ass. Com. LL.PP., in particolare stanza 77 Al momento la documentazione raccolta maggiormente utile consiste nei due censimenti degli anni ’90 e nella cartografia tematica del PUC, mentre l’esito del censimento dei documenti dell’archivio dell’Assessorato LLPP ed il piano triennale dei Lavori Pubblici previsto dall’Amministrazione possono offrire il diagramma dell’attenzione riservata ai Beni Culturali in passato e al momento attuale. Nell’ottica di meglio comprendere le linee di indirizzo adottate dall’Amministrazione nello specifico ambito si è presa visione del Progetto Integrato di Itinerari turistico-culturali presentato di recente alla Regione Autonoma della Sardegna dal Comune di Quartu Sant’Elena. 77 C θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα 05.02_dato della consultazione (problemi, opportunità) Per quanto sia prematuro fare un bilancio o anche solo tentare una sintesi dei dati raccolti, visto che i tempi utili per la ricerca sono stati davvero brevi e la fase di acquisizione è ancora in corso, si individuano alcuni elementi di criticità evidenti. Il quadro generale che va configurandosi è quello di un patrimonio particolarmente ricco sia per quantità che per qualità delle emergenze e dei contesti, caratterizzato da una notevole eterogeneità dei Beni Culturali presenti nel territorio e sostanzialmente per buona parte schedati nell’ambito dei censimenti realizzati dieci anni fa. A fronte di un livello discreto di coscienza della presenza dei Beni (decisamente da migliorare), è evidente qualche elemento di forte criticità: lo stato di conservazione dei Beni spesso seriamente compromesso, lo scarso livello della conoscenza ad essi relativa e la scarsa fruibilità. Risulta evidente che la banca dati sui BBCC (che può utilizzare come base i censimenti esistenti perché realizzati secondo norme scientificamente rigorose) va strutturata sotto forma di GIS e utilizzata appieno (fino a pochi giorni fa i documenti finali dei censimenti realizzati erano indisponibili) per tutti i compiti spettanti all’Amministrazione a norma di legge (collaborazione alla tutela, conservazione, valorizzazione dei BBCC) e come strumento per la programmazione di qualsiasi modifica del territorio. Risulta inoltre urgente il perfezionamento del quadro della conoscenza dei Beni anche in previsione degli adempimenti richiesti agli Enti Locali dall’adozione del Piano Paesaggistico Regionale. Risulta inoltre necessaria la individuazione e sistematizzazione dei BBCC immateriali, da realizzarsi ex novo perché non compresa fra le attività di censimento già citate e con riferimento a standard di qualità di riferimento per il settore. Nell’ambito della programmazione triennale dell’Amministrazione e dal programma dei LLPP risulta evidente l’intenzione di operare nel settore per salvaguardare i Beni o metterli in valore in una visione di insieme nell’ambito specifico così come in rapporto di integrazione con il contesto ambientale e socio-economico. In quest’ultima direzione sembra inoltre andare la proposta di Progetto integrato relativo agli itinerari turistici integrati presentata di recente alla Regione Autonoma della Sardegna dalla stessa Amministrazione, che va letta in stretto rapporto con l’altra analoga proposta di valorizzazione e salvaguardia incentrata su Molentargius. In sintesi si possiede un discreto livello di conoscenza della esistenza e della localizzazione dei Beni (non tutti compresi nei censimenti citati), ma molto resta da fare nell’ambito della ricerca specifica e risultano evidenti situazioni di forte degrado e di rischio di perdita del Bene (come nel caso della villa romana di S. Andrea, in particolare per le strutture 78 θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα sommerse, o delle strutture funerarie a S. Luria). La valorizzazione ai fini della fruizione è tutta da progettare e dovrà tenere conto della prossimità di Cagliari e della offerta turistico culturale di quest’ultima. D’altra parte è decisamente un elemento favorevole l’esistenza ed il funzionamento dell’Ufficio Informazioni Turistiche del Margine Rosso per la promozione del territorio e delle relative risorse, fra le quali strettamente legate ai BBCC risultano l’artigianato artistico o di alta qualità e l’offerta turistico alberghiera. 05.03_elaborazione temi-obiettivo (solo titolo sintetico) E’ prematuro in questo momento indicare temi-obiettivo, ma possono delinearsi alcune idee e suggestioni da mettere poi in armonica relazione fra loro e da interrelate alle proposte degli esperti degli altri settori. _Sede di corsi di alta formazione/centri di ricerca (da collocare in area periurbana) in stretta collaborazione con istituti universitari e di ricerca; _Istituzione di un cantiere-scuola continuo per archeologi e restauratori; _Allestimento di una sede museale sul territorio (relativa a tutti gli aspetti ambientali e culturali); _Promozione BBCC, anche presso i residenti (ai fini di un aumento del senso di appartenenza ai luoghi anche dei “nuovi quartesi”), in strettissima correlazione con i BB Ambientali e con caratteri che distinguano Quartu nell’ambito dell’area vasta di Cagliari (interessante il tema degli itinerari e usi legati ai luoghi di culto, quali ad es. le processioni, oppure il “nuraghe sul mare” cioè il nuraghe Diana, oppure l’archeologia industriale che ancora non offre sufficientemente la restante area cagliaritana); _Perfezionamento data base sui BBCC (nel quale inserire i BB e le valenze Paesaggistici) e realizzazione di GIS relativo o inserimento in sistema generale sul territorio; 05.04_individuazione intercomunali soggetti da coinvolgere per tavoli tematici I soggetti istituzionali, quali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di 79 θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα Cagliari e Oristano, Soprintendenza BAPPSAE per le province di Cagliari e Oristano, Assessorato Regionale Pubblica Istruzione, Assessorato Regionale Turismo . Ma forse sarebbe utile un più stretto contatto con un rappresentante del settore dei servizi al turista, già alquanto attivo a Quartu Sant’Elena. 05.05_Domande per soggetti elettori e/o interviste specifiche Sembra prematuro formulare domande specifiche, laddove sicuramente alcune potrebbero riguardare il grado di consapevolezza relativa al patrimonio conservato nel territorio di QSE e il livello di conoscenza di questo o di singoli BBCC. Si potrebbe anche chiedere di individuare un Bene Culturale nel quale si identifichi QSE o che possa essere considerato il simbolo della città. 80 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06_il lavoro svolto e passi successivi Nel quadro di ogni processo di pianificazione strategica dello sviluppo di un territorio, la fase di analisi e ricostruzione della struttura socioeconomica che lo contraddistingue riveste, evidentemente, un ruolo di assoluta centralità e di indirizzo, rispetto all’interpretazione dei bisogni dei cittadini e delle imprese ed alla conseguente adozione delle decisioni politiche. Nel caso concreto del processo di pianificazione strategica del territorio di Quartu Sant’Elena, a nostro avviso, il fabbisogno informativo si rivela ancora più profondo e, soprattutto, di portata più ampia. Infatti, se da un lato lo scenario di riferimento evidenzia la presenza di elementi di criticità e potenzialità inespresse – su cui sarà utile condurre delle riflessioni più approfondite – dall’altro il contesto locale dovrà essere interpretato secondo una logica d’“area vasta”, che tenga conto del complesso sistema di relazioni che connettono – o dovrebbero connettere – Quartu Sant’Elena alle altre realtà urbane del cagliaritano. In quest’ottica, l’analisi socio-economica del contesto territoriale di Quartu Sant’Elena si pone appunto l’obiettivo di fornire una visione d’insieme ed un’interpretazione della sua struttura socio-economica, che tenga conto di quanto avviene nei principali centri dell’hinterland, capoluogo compreso. A tal fine, attraverso un’attività di ricerca ed analisi di tipo qualitativo e quantitativo, lo studio delle linee programmatiche dell’Amministrazione Comunale, passando per la ricognizione delle progettualità esitenti (periodo 2000/2006), si andrà ad indagare sulle seguenti aree tematiche: _demografia; _lavoro ed istruzione; _economia e sistema imprenditoriale; _politiche sociali. Lo studio delle dinamiche relative alle citate aree d’interesse è stato e sarà prevalentemente basato sui dati Istat relativi al “14° Censimento della Popolazione e delle Abitazioni”, al “5° Censimento dell’agricoltura” e al “8° Censimento dell’Industria e dei Servizi”. Per le informazioni sul comparto turistico – con riferimento alla struttura ed alle dinamiche della domanda e dell’offerta – si è attinto alle banche dati dell’EPT ed ai risultati dell’analisi della documentazione già in possesso dell’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena. Per la ricognizione delle progettualità esistenti, si è attinto alla “Relazione previsionale e programmatica per il periodo 2006-2008” ed al piano delle opere pubbliche programmate nel medesimo periodo. La prima fase del lavoro di analisi documentale, ha permesso di individuare un primo insieme di elementi di criticità e opportunità di 81 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα sviluppo e, conseguentemente, ha portato alla proposta di una serie di tematismi, su cui focalizzare la successiva fase di lavoro. Le prossime tappe nello sviluppo del progetto saranno rappresentate, infatti, da un approfondimento dell’analisi documentale, attraverso l’ampliamento dell’attuale area d’indagine e l’implementazione di adeguati indicatori di riferimento. Successivamente si darà avvio alla fase di “ascolto” del territorio e confronto con gli attori di riferimento, con i quali avviare una riflessione comune sulle tematiche emerse per la strategia di sviluppo. Questa fase, accompagnata in parallelo dal confronto con il vertice politico, consentirà di giungere all’individuazione concertata della strategia e delle priorità per uno sviluppo sostenibile del territorio. 82 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06.01_il contesto territoriale: problemi ed opportunità 06.01.01_premessa La prima fase dell’attività d’analisi ha interessato lo “scenario” generale ed il contesto locale del Comune di Quartu Sant’Elena. Un’attività di studio documentale che pone le premesse per una successiva fase di approfondimento e raccolta delle informazioni direttamente “dal basso”, attraverso il coinvolgimento della popolazione locale e dei suoi più autorevoli rappresentanti. L’obiettivo di fondo, pertanto, è quello di giungere a definire una strategia che, passando anche per la valorizzazione delle risorse umane, del patrimonio ambientale, storico e culturale del territorio, porti al consolidamento ed al rafforzamento del tessuto socio-economico locale, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, orientato al benessere della popolazione residente. La raccolta e l’analisi dei dati subiranno, inevitabilmente, implementazioni successive in corso d’opera. I risultati dell’analisi e le scelte strategiche che da questi scaturiscono saranno successivamente sottoposti a verifica sulla base di quanto emergerà dalle interviste agli attori locali e dai focus group. Attingendo alla bibliografia esistente, ai documenti messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale ed al know-how pregresso, con riferimento al sistema socio-economico ed imprenditoriale, si è provveduto a sviluppare l’analisi dei punti di forza e di debolezza, nonché delle opportunità e delle minacce che emergono dall’analisi di scenario. L’analisi è stata condotta approfondendo in modo specifico l’esame del comparto turistico, artigianale, agricolo ed agroalimentare, per individuare i casi di “eccellenza” legati alle antiche tradizioni contadine e le dinamiche innovative dei nuovi settori dell’imprenditoria turistica, nell’ottica di una integrazione rispettosa e coerente tra modernità e tradizione. L’analisi dello scenario generale e del contesto locale e le indicazioni che ne derivano possiedono un’indubbia utilità, rappresentando un’indispensabile strumento per orientare efficacemente l’attività di pianificazione strategica. Tale analisi, infatti, ha evidenziato l’architettura delle risorse e dei “valori” che connotano l’identità del Comune di Quartu Sant’Elena, in relazione appunto al patrimonio ambientale, storico, culturale, produttivo. 06.01.02_il sistema sociale 83 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα La popolazione legale di Quartu Sant’Elena al censimento del 2001 è risultata pari a 68.040 abitanti. Al 01.01.2005 la popolazione appare in costante crescita, tant’è vero che si è attestata a quota 69.818 abitanti, con un saldo naturale ed uno migratorio entrambi positivi, pari rispettivamente a + 194 e +465. Il tasso di natalità nel quinquennio 2000/2004 è calato leggermente, passando da un valore pari ad 1 nel 2000 ed attestandosi a 0,86 nel 2004. Un discorso analogo può esser fatto per il tasso di mortalità, che nel corso del medesimo periodo è sceso da 0,68 a 0,58. Il rapido processo di inurbamento che ha contraddistinto Quartu Sant’Elena nel recente passato ha modificato profondamente la composizione della popolazione, in modo tale da evidenziare una incidenza minima di popolazione anziana che non trova altro riscontro nelle medie regionali, nazionali ed europee, caratterizzando la città in maniera del tutto singolare. Allo stato attuale detto inurbamento risulta essere più contenuto pur continuando ad incidere sull’età media della popolazione residente, infatti il 59,83 % degli abitanti (41.972 unità) ha meno di 45 anni, mentre i cittadini oltre i 65 anni sono solo il 11,73% (8230 u.). L’attuale situazione demografica registra una seppur lenta crescita della popolazione di età superiore ai 65 anni rispetto agli anni precedenti. Di seguito vengono riportati i principali dati relativi alla popolazione2: Popolazione Residente al 31/12/2004 Maschi Femmine Famiglie 69818 u. 34273 u. 35545 u. 25425 u. Popolazione Residente al 31/12/2005 Maschi Femmine Famiglie 70218 u. 34527 u. 35751 u. 26016 u. Popolazione Residente per fasce d’età al 31/12/2005 0/3 Maschi 1298 Femmine 1197 Totale 4/6 1032 962 7/12 2036 1896 13/15 1216 1113 16/18 1287 1112 19/35 9008 8871 36/65 15371 16331 66/75 2257 2472 2 2495 1994 3932 2329 2399 17879 31702 4729 Fonte: Servizi Demografici 84 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 76/85 86/+ 866 156 1400 397 2266 553 Numero Medio Componenti per Famiglia: 2,6970 Numero Coppie senza Figli: 2768 _Famiglie con n. 1 Componenti _Famiglie con n. 2 Componenti _Famiglie con n. 3 Componenti _Famiglie con n. 4 Componenti _Famiglie con n. 5 Componenti _Famiglie con n. 6 Componenti _Famiglie con n. 7 Componenti _Famiglie con n. 8 Componenti _Famiglie con n. 9 Componenti _Famiglie con n. 10 Componenti _Famiglie con n. 11 Componenti _Famiglie con n. 12 Componenti 6.834 5.448 5.994 5.378 1.592 477 143 59 17 7 3 1 Totale Famiglie 25.953 Un altro aspetto che caratterizza la comunità locale è l’alta incidenza di immigrazione, fenomeno in costante espansione a livello regionale che conferma un dato nazionale secondo cui la nostra società è indirizzata sempre più verso la multietnicità e multiculturalità. Inizialmente gli immigrati provenivano per la quasi totalità dal Nord Africa ed erano prevalentemente di sesso maschile, mentre negli ultimi anni si evidenzia da un lato l’aumento di immigrati di sesso femminile provenienti dall’Est e dall’America Latina, dall’altro la presenza di Asiatici, prevalentemente Cinesi, come pure risulta in forte aumento anche una presenza generalizzata di minori. Per quanto attiene la sfera occupazionale, i lavoratori residenti nel Comune di Quartu Sant’Elena iscritti presso il Centro Servizi per l’Impiego al 30.6.2005 erano in totale 16.094, di cui 7.048 Maschi e 9.046 Femmine, suddivisi per categorie e fasce d’età come di seguito indicato: Ambito di attività Agricoltura Industria Altri Settori N.c. Totali Meno di 25 anni D Tot. 0 1 1 101 20 121 1096 1213 2309 548 523 1071 1745 1757 3502 U U 25 – 29 anni D Tot. 2 2 4 169 26 195 540 746 1286 540 746 1286 500 802 1302 30 anni e oltre D Tot. 22 5 27 1440 187 1627 1000 2292 3292 1630 3229 4859 4092 5713 9805 U I dati emersi dopo la prima annualità di attività del Centro per l’Impiego sono i seguenti: 85 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Totale Utenti Numero 337 86 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Maschi Sesso Femmine Totale 154 183 337 Iscritti All'Ufficio di Collocamento Iscritti Non Iscritti 283 54 Iscritti Alle Categorie Protette Iscritti Non Iscritti 48 289 Disoccupati Disoccupati - Inoccupati Inoccupati Occupati 233 93 11 Titolo di Studio Licenza Elementare 42 Licenza Media 214 Diploma Laurea 74 Categorie di Riferimento Diversamente Abile Detenuto Ex - Detenuto Donna Capo Famiglia Ex - Tossico Dipendente Alcolista Minore in età lavorativa Soggetto a Rischio di Emarginazione Immigrato 7 56 1 15 45 12 4 8 12 11 Numero degli utenti suddivisi per Circoscrizioni Comunali Circoscrizione 1 87 Circoscrizione 2 79 87 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα coscrizione 3 coscrizione 4 83 75 Sintesi Risultati Conseguiti Azione Soggetti Coinvolti Predisposizione Scheda Anagrafica 337 Predisposizione curricula 65 Mediazioni (tra domanda e offerta) 40 Periodi di Prova 10 Inserimento Lavorativo a tempo 1 indeterminato Inserimento lavorativo a tempo 2 determinato Contratti di apprendistato 1 Per quanto concerne la sfera dell’istruzione e della formazione, le strutture che hanno sede nel territorio sono le seguenti: _Scuole Materne, Elementari e Medie; _Licei – Classico, Scientifico, Artistico; _Istituti Tecnici – Commerciale e per Geometri; _Centri di formazione professionale (ENAP, IFOLD, IAL). Sono inoltre presenti delle strutture di accoglienza – per bambini fra i 2 ed i 12 anni e per ragazzi della scuola primaria – con attività di doposcuola, gestite da privati e da religiosi. Per quel che attiene la sanità, sul territorio operano i seguenti servizi sanitari di distretto ASL N°8: _Medicina di base; _Poliambulatorio con differenti Servizi specialistici; _Servizio Igiene Pubblica (Medicina scolastica – Vaccinazioni – Invalidi Civili, etc.); _Servizio Materno Infantile (Consultorio Familiare e Neuropsichiatria Infantile); _Servizio Dialisi Territoriale; _Servizio Tutela Salute Mentale (Comunità Protetta, Centro di Salute Mentale); _SERT (Servizio per le Tossicodipendenze); _Servizio di Guardia Medica; _Servizi Veterinari. Per quanto riguarda l’area d’interesse “minori e giovani”, alla data del 31.12.2005, i minori in affidamento risultano n. 110 di cui: _n. 50 affidati a parenti; _n. 15 affidati a famiglie non parentali; _n. 45 affidati a n. 15 strutture di accoglienza diverse, dislocate nel Territorio Regionale. 88 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Esiste inoltre un servizio di Appoggio in famiglia, offerto per alcune ore al giorno, che consiste nell’affiancare i minori in difficoltà, ad un singolo o ad una famiglia che volontariamente collabora col Servizio Sociale Comunale. Nel 2005, il servizio appoggio minori in famiglia ha interessato 43 soggetti. E’ previsto dalle normative vigenti che l’affidamento possa essere disposto anche nel caso di anziani, adulti (tra cui anche gli inabilitati, gli interdetti giudiziali, i tossicodipendenti) che non possano essere assistiti adeguatamente dalla famiglia di appartenenza. Alla data del 31.12.2005 gli adulti in affidamento risultano n. 68 di cui: _n° 9 affidamenti eterofamiliari; _n. 59 affidamenti in n. 28 strutture di accoglienza (case famiglia, strutture protette, centri diurni), dislocate nel territorio Regionale. Per quel che concerne l’area del “disagio”, sono stati acquisiti dei dati di estremo rilievo. Dall’inizio dell’anno 2005 fino al mese di dicembre, sono giunte n. 571 richieste di assistenza economica. Le più numerose sono state quelle di assistenza economica generica (per acquisto di generi di prima necessità, per aiuto spese scolastiche, pagamento bollette luce, bollette acqua, canoni arretrati IACP, piccoli ausili protesici, ecc.), seguono poi le richieste per i fitti passivi, quelle per aiuto deposito cauzionale, per spese funerarie e farmaci. Domande di Aiuto Economico pervenute nel 2005 Richieste totali n.571 Fitti Passivi 92 16% Spese Funerarie 36 6% Assistenza Economica 373 Dep. Cauz. 46 Farmaci 24 Farmaci 24 4% Dep. Cauz. 46 8% Assistenza Economica generica 373 66% Fitti Passivi 92 Spese Funerarie 36 89 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Domande di Assistenza Economica per circoscrizione Circ. 6 n.106 18% Circ. 1 - n.93 16% Circ. 2 - n.72 13% Circ. 5 - 97 17% Circ. 4 - n.94 16% Circ. 3 n.113 20% Dalla valutazione delle domande pervenute è risultato che la maggior parte è stata presentata da nuclei i cui membri possono contare su un lavoro saltuario, oppure su pensioni minime da lavoro o d’invalidità, oppure su lavori assicurati, ma sottopagati. Si è riscontrato che la maggior parte delle richieste di assistenza proviene da utenti che abitano nelle case di edilizia popolare dislocate in varie zone della città. E’ in questi agglomerati, infatti, che vi è una concentrazione più rilevante di disagio socio-familiare, con la presenza di numerosi minori a rischio, seguiti dal Servizio Sociale. Le famiglie di tali contesti abitativi presentano, rispetto alle altre zone della città, situazioni più difficili da trattare sia per la quantità che per il genere di problemi da affrontare. Infatti, la maggior parte di esse presenta fenomeni di povertà di vario genere (materiali, relazionali, affettivi) e problemi di devianza, tossicodipendenza, trascuratezza, maltrattamenti, abuso, evasione scolastica ecc., con conseguenti problemi di esclusione dal contesto sociale. 06.01.03_il sistema economico-imprenditoriale Fino agli anni sessanta, la vita economica della cittadina di Quartu Sant’Elena era incentrata prevalentemente sull'agricoltura, l'artigianato e l'estrazione del sale. In un’economia in cui era forte il legame con la cultura agro-pastorale, primeggiava soprattutto l’allevamento degli ovini e la coltivazione degli agrumi (limoni, aranci, mandaranci e mandarini). Era molto importante e lo è tuttora - la coltivazione della vite e la conseguente produzione di vini pregiati quali la malvasia, il moscato, il nasco ed il girò esportati in tutto il mondo. 90 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Al giorno d’oggi è l’edilizia il motore dell’economia quartese, seguita dal commercio e dalle attività artigianali. Come avremo modo di vedere nel dettaglio, si tratta in larga parte di microimprese, ovvero aziende che occupano uno o due addetti. In tal senso, è frequente che gli artigiani non dispongano di un vero e proprio laboratorio ed usino i ferri del mestiere a casa, per hobby o per arrotondare. Una delle tradizioni quartesi più radicate è la produzione del pane: in alcuni quartieri, il pane viene ancora prodotto artigianalmente nelle antiche forme del coccoi e del moddizzosu. Fra gli altri prodotti caratteristici ricordiamo i dolci dai nomi esotici quali ad esempio “amarettus”, “pastissus”, “candelaus”, “su gattou”, “gueffus”, “piricchitus” preparati con pasta di mandorle, zucchero, uova e limone, oppure quelli preparati con la sapa (su pani e sapa, is pabassinas). Tra le produzioni dell’artigianato artistico ricordiamo: _i bellissimi manufatti dei laboratori orafi, soprattutto per quel che riguarda la produzione di preziosissimi gioielli in filigrana tra cui spille, ciondoli, amuleti e rosari (il costume tradizionale quartese è uno dei più ricchi di gioielli di tutta la Sardegna); _i meravigliosi cesti di varie misure e fogge, interamente realizzati a mano; _le attività di lavorazione della ceramica che, a livello locale, hanno espresso degli interpreti di riconosciuto valore internazionale. Gli ultimi dati della Confederazione nazionale artigiani (Cna) evidenziano la crescita della forza delle imprese al femminile. Da non dimenticare in particolare il boom di presenze femminili nel bed & breakfast. A maggio 2005, secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio Agricoltura ed Artigianato, le aziende attive del Comune di Quartu sono 5.121. Il comparto prevalente è quello commerciale, che vede una forte componente del commercio ambulante. Le aziende dell’edilizia incidono per circa il 18,5% sul totale delle aziende quartesi. 91 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα ATTIVITA' AGRICOLTURA ALTRA INDUSTRIA ARTIGIANATO ARTISTICO ATTIVITA' ESERCITATA NON PRECISATA AUTOTRASPORTO COMMERCIO EDILIZIA PANE, PASTA E DOLCI E ALIMENTARI RISTORAZIONE E BAR SARTORIA/MAGLIERIA SERVIZI TURISTICI SERVIZI VARI Totale Elaborazione interna su dati CCIAA N° aziende 180 404 41 Incidenza percentuale 3,5% 7,9% 0,8% 15 175 2.075 945 0,3% 3,4% 40,5% 18,5% 76 269 13 106 822 5.121 1,5% 5,3% 0,3% 2,1% 16,1% 100% Il comparto artigiano vede la presenza di 1.452 aziende, che incidono per il 28,3% sul totale delle aziende iscritte alla Camera di Commercio. È opportuno precisare che il comparto artigiano non è da considerarsi composto esclusivamente da attività “tipiche” o comunque da aziende dedite a produzioni a “valenza” identitaria ed appetibilità turistica. Tra le attività artigianali, infatti, rientrano ad esempio i piccoli autotrasportatori (i c.d. “padroncini”), i parrucchieri ed il comparto edile. Proprio per tale motivo, si è provveduto ad approfondire l’analisi sull’anagrafica delle aziende quartesi iscritte alla Camera di Commercio, per giungere ad una prima selezione di massima delle imprese – artigiane e non – maggiormente coerenti rispetto ai contenuti del progetto di creazione del consorzio turistico del territorio e del relativo marchio. Si tratta di oltre 670 aziende operanti nei seguenti settori: _Agricoltura (allevamento, colture miste, vigneto…); _Alimentare (pane e pasta, dolci, alimenti vari..); _Artigianato artistico (oreficeria, ceramica, sartoria…); _Ristorazione (ristoranti/pizzerie, bar, pizzerie e gastronomie d’asporto); _Ricettività (hotel, campeggi e bed & breakfast). 92 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Come facilmente intuibile, si tratta prevalentemente di piccole aziende, organizzate nella forma della ditta individuale. Da un’analisi condotta dall’Osservatorio Industriale della Sardegna, con riferimento alle imprese guida dell’industria isolana, risulta che l’azienda quartese ad aver generato il fatturato maggiore nel 2001 è la Sept Italia SpA, seguita dalla Ve.Ma Srl. Le due imprese occupano rispettivamente la 46° e la 192° posizione nella specifica graduatoria regionale. Aziende industriali* - Classifica Regionale per Fatturato 2001 Posiz. Posiz. graduatori graduatori Nome azienda a a regionale comunale 1 46 2 192 3 231 4 5 342 347 6 7 371 397 Settore Sept Italia Spa Chimica Minerali non metallici Minerali non metallici Mezzi di trasporto Alimentari Mezzi di trasporto Ve.Ma. Srl ISOF Impresa Stradale Opere Fognatura Srl Pacamar Noleggio Natanti Srl Bottarg King Srl Nauticar Srl Franz Mobili Srl Fatturat o 2001** 13.357 3.439 2.783 1.738 1.704 1.594 1.444 e Fonte: Osservatorio Industriale della Sardegna *Il campo di osservazione è limitato ai settori manifatturiero ed estrattivo. Si indaga solo sulle società di capitali e cooperative aventi sede legale in Sardegna. ** Dati espressi in migliaia di euro. Le dinamiche evolutive del sistema imprenditoriale locale registrano, nell’ultimo quadriennio, la nascita di 1.147 nuove aziende, con tassi di crescita sostanzialmente uniformi nel tempo. Appaiono incoraggianti i dati relativi ai primi 5 mesi del 2005. I trend di nascita di nuove aziende 400 300 200 341 313 347 146 Nuove aziende 100 0 2002 2003 2004 2005 Elaborazione interna su dati CCIAA 93 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Le aziende nate tra il 2002 e il 2005 (maggio) La composizione per settore d'attività 3,9% 31,4% 35,4% Agricoltura Commercio Industria 29,3% Servizi Elaborazione interna su dati CCIAA Oltre allo studio dei dati aggiornati al maggio 2005 forniti dalla CCIAA di Cagliari, si è deciso di approfondire ulteriormente lo studio del contesto imprenditoriale attraverso l’analisi dei dati provenienti dai censimenti dell’ISTAT. Ciò ha consentito di condurre un’analisi comparata grazie alla quale si sono potuti confrontare nel tempo (decennio 1991/2001) e nello spazio (i principali comuni della Sardegna) i comparti “Industria”, “Commercio” e “Servizi” e, separatamente, “Agricoltura”. Nel primo caso la fonte dei dati è rappresentata dall’8° Censimento dell’ISTAT condotto nel 2001. Per il settore agricolo si è fatto ricorso ai dati derivanti dal 5° Censimento Generale ISTAT 2001. I valori assoluti e percentuali riportati potrebbero non rispecchiare pienamente quanto emerge dalla lettura dei dati della CCIAA, sia perché esiste una differenza temporale di oltre tre anni, sia perché le metodologie di classificazione ed inquadramento non sempre coincidono. Nonostante ciò, l’analisi comparata si è dimostrata particolarmente utile poiché ha consentito di avere a disposizione l’insieme dei dati necessari ad esaminare la struttura del sistema imprenditoriale locale sotto diversi punti d’osservazione (classe d’addetti, forma giuridica…), con la possibilità di operare dei confronti con le realtà presenti in altri territori. Nei tre settori, “Industria”, “Commercio” e “Servizi” il Comune di Quartu S.E. poteva vantare nel 2001 oltre 3.500 imprese, collocandosi al 4° posto della speciale graduatoria dei comuni isolani per numero d’imprese. 94 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Descr. Comune 1 2 3 Imprese al 2001 N° % 15.527 16,2% 8.635 9,0% 3.819 4,0% 4 5 6 7 Cagliari Sassari Olbia Quartu Sant'Elena Oristano Nuoro Alghero 3.544 2.633 2.566 2.348 3,7% 2,7% 2,7% 2,5% 8 9 10 Selargius Carbonia Iglesias 1.426 1.366 1.231 1,5% 1,4% 1,3% Per quanto riguarda il settore d’attività, la struttura del sistema imprenditoriale quartese evidenziava nel 2001 - nel numero d’aziende esistenti - la prevalenza del comparto “Altri servizi” (38,6%): il terziario, però si mostra molto meno incisivo rispetto alle altre principali città dell’isola. Nel settore commerciale, al contrario, si registra un’incidenza superiore rispetto alla media regionale. Altri servizi Città Industria Commercio Quartu Sant'Elena 23,8% 37,6% 38,6% Cagliari 15,1% 31,6% 53,3% Nuoro 20,6% 32,5% 46,8% Oristano 15,7% 37,4% 46,9% Olbia 27,5% 27,9% 44,6% Sassari 18,9% 32,5% 48,6% Alghero 25,0% 31,9% 43,1% Sardegna 24,7% 34,3% 41,0% Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 95 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα La ripartizione delle aziende per settore d'attività 50,0% 40,0% 30,0% Quartu Sant'Elena 20,0% Sardegna 10,0% 0,0% Industria Commercio Altri servizi Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 Se, invece, si fa riferimento al numero degli occupati nei tre diversi comparti, è l’“Industria” ad avere il primato. All’interno del settore “Industria” spicca l’edilizia: 545 imprese (su 843) per oltre 1.700 addetti ed un’incidenza superiore al 52% sull’occupazione complessiva del comparto. Addetti N° % Industria 3.239 36,4% Commercio 2.649 29,7% Altri Servizi 3.020 33,9% Totale 8.908 100% Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 SETTORE All’epoca del Censimento ISTAT 2001, il comparto artigiano pesava poco meno del 30% sul totale, sia come numero d’aziende, sia per volume d’addetti. ANNO 2001 Addetti % Tipologia imprese Imprese % Artigiane 1.039 29,3% 2.568 28,8% Non artigiane 2.505 70,7% 6.340 71,2% Totale 3.544 100% 8.908 100% Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 Tornando indietro nel tempo, si rileva che nel corso del decennio 1991/2001, si è registrata una leggera flessione del peso del comparto 96 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα artigiano come numero d’imprese esistenti. Tale flessione si è manifestata essenzialmente nei primi cinque anni, per poi arrestarsi nella seconda metà del decennio. Incidenza addetti per tipologia d'azienda Tipologia 1991 1996 2001 Artigiane 32,1% 27,6% 28,8% Non artigiane 67,9% 72,4% 71,2% Totale 100% 100% 100% Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 Nel 2001, la struttura del sistema imprenditoriale quartese - esaminata in relazione al numero degli addetti per singola azienda - appare sostanzialmente simile a quella registrata sull’intero territorio regionale. Prevalgono nettamente le microimprese, quelle che impiegano meno di 10 addetti, con un’incidenza del 96,8% sul totale. Ripartizione aziende pe r clas s e di adde tti 0,8% 2,3% 1--2 0,1% 18,5% 3--9 10--19 20--99 78,4% 100--249 Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 In confronto alle principali città dell’isola, a Quartu si registra la più elevata incidenza delle imprese appartenenti alla fascia di quelle che occupano tra uno e due addetti (l’incidenza è superiore anche rispetto alla media regionale). Considerando il numero d’imprese, nel corso del decennio 1991/2001, la struttura del sistema imprenditoriale quartese si è caratterizzata per la riduzione dell’incidenza del comparto commerciale, a vantaggio del settore “Altri servizi”, che segna un trend di crescita del 148,7%. Sostanzialmente stabile il peso percentuale dell’industria rispetto agli altri due settori. La tabella sottostante evidenzia il numero delle aziende suddivise in base al settore produttivo d’appartenenza. Settore 1991 996 2001 97 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Industria 493 771 843 Commercio 046 368 333 Altri servizi 550 988 368 Totale 089 127 544 Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 La struttura del sistem a im prenditoriale in base al num ero d'aziende 100% ALTRI SERVIZI 50% COMMERCIO INDUSTRIA 0% 1991 1996 2001 Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 Nel medesimo periodo, la crescita nel numero degli occupati (+54,7%) è imputabile prevalentemente al settore “Altri servizi”, al cui interno si segnala la dinamica delle imprese appartenenti alla fascia con 1-2 addetti: queste ultime nel ’91 erano 415 mentre nel ’01 sono diventate 1.121 (+170%). Il peso percentuale di quest’ultimo segmento di imprese è cresciuto sensibilmente anche negli altri due settori “Industria” e “Commercio”. Anche sotto il profilo del numero d’addetti, la struttura del sistema imprenditoriale quartese ha evidenziato la sensibile riduzione del peso del comparto commerciale, come accennato, soprattutto a vantaggio del settore “Altri servizi”, al cui interno gli occupati crescono del 106,7%. Cresce anche il comparto industriale, sia in termini di peso percentuale rispetto al commercio, sia nel numero degli occupati complessivi. L’andamento dell’incidenza del comparto artigiano, valutata in base al numero degli addetti che vi trovano occupazione, ricalca sostanzialmente quello registrato facendo riferimento al numero delle aziende. Si registra una flessione nel corso della prima metà del decennio, con una leggera ripresa nel quinquennio successivo. La struttura del sistema imprenditoriale del Comune di Quartu Sant'Elena, per quanto attiene alla forma giuridica, ricalca ampiamente quella che si registra a livello regionale. La forma prevalente è costituita dalla Ditta Individuale, mentre le società di capitali incidono per circa l’8% sul totale delle imprese esistenti. Leggermente inferiore rispetto alla media regionale il peso del sistema cooperativo, che comunque risulta in linea con il quadro nazionale. 98 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα FORMA GIURIDICA Impresa individuale Società in nome collettivo Società in accomandita semplice Altra forma di società di persone Società per azioni Società a responsabilità limitata Società in accomandita per azioni Società cooperativa (tranne cooperativa sociale) Altra forma d'impresa Totale QSE Sardegna Aziende Aziende % % 2.538 71,6% 68.611 71,6% 333 9,4% 10.567 11,0% 313 8,8% 5.221 5,4% 23 0,6% 870 0,9% 3 0,1% 410 0,4% 288 8,1% 8.282 8,6% 0,0% 1 0,0% 42 1,2% 1.547 1,6% 4 0,1% 313 0,3% 3.544 100% 95.822 100% Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001 Passando all’esame del comparto agricolo, si nota che il territorio di Quartu S.E. si colloca al 16° posto della graduatoria regionale per numero di aziende agricole. La superficie totale media delle stesse è di 4,7 ha, contro una media regionale pari a 15,1 ha. Se si considera la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), Quartu S.E. scende al 126° posto della graduatoria regionale, con una dimensione media per azienda di 3,2 ha, contro una media regionale di 9,1 ha per azienda. La maggior parte delle aziende agricole si dedica alle coltivazioni fruttifere (544 aziende), seguite da quelle dedite alla produzione degli agrumi (490 aziende) e delle olive (451 aziende). Tra le aziende zootecniche prevalgono quelle che si dedicano all’allevamento ovino (26 aziende) e caprino (8 aziende). 99 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα N. Az. Agricole 5.469 1.715 1.569 1.529 1.495 1.370 1.323 1.287 Sup. tot. Sup. tot. media in ha ha/azienda 6.521 6,7 0.546 6,1 1.461 7,3 3.001 15,0 3.405 2,3 3.565 9,9 0.097 7,6 0.598 8,2 Comune 1 Sassari 2 Alghero 3 Gonnosfanadiga 4 Dorgali 5 Sestu 6 Guspini 7 Villacidro 8 Oliena San Gavino 9 Monreale 1.028 6.148 10 San Sperate 990 1.720 11 Sorso 982 3.147 San Giovanni 12 Suergiu 980 4.312 13 Mogoro 958 3.952 14 Bolotana 930 9.033 15 Dolianova 922 7.263 16 Quartu Sant'Elena 848 3.991 Elaborazione interna su dati ISTAT, 5° Censimento 2001 6,0 1,7 3,2 4,4 4,1 9,7 7,9 4,7 100 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06.02_linee programmatiche L’Amministrazione di Quartu Sant’Elena intende attuare una programmazione di interventi che possano cambiare il volto della città e migliorare il tessuto economico-sociale, puntando a “riconquistare” credibilità e ad aprire un dialogo costruttivo con i cittadini. L’obiettivo e soprattutto quello di sviluppare il “capitale sociale”, vale a dire quel diritto di cittadinanza che fa sentire partecipi e propositivi alla vita della città. Si riconosce la necessità di favorire il coinvolgimento delle parti sociali attraverso un’efficace opera di comunicazione e di trasparenza delle istanze e delle attività. La nuova Amministrazione di Quartu ha inteso rivisitare il proprio modello organizzativo prevedendo la nascita di cinque Aree: _Area Amministrativa; _Area Economica e dello Sviluppo; _Area Attività Istituzionali; _Area Cittadinanza e Servizi; _Area Tecnica. Con riferimento all’area Amministrativa, a quella Economica e dello Sviluppo ed a quella della Cittadinanza e Servizi, si presentano sinteticamente i principali indirizzi programmatici dell’Amministrazione. 06.02.01_programma dell’Area Amministrativa: Programma “Organizzazione” _Realizzazione di un’interfaccia amministrativa orientata al cittadino (utente e protagonista) _Investimento sulla comunicazione finalizzata al coinvolgimento e alla partecipazione. _Potenziamento dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (U.R.P.). _Costituzione di società di scopo per la realizzazione e la gestione dei servizi, nelle quali coinvolgere eventualmente soggetti privati sulla base della valutazione dei criteri di economicità, convenienza e professionalità. 101 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Prevedere la costituzione di società di scopo per la manutenzione delle strade e del sottosuolo. 06.02.02_programma dell’Area Economica e dello Sviluppo: Programma “Politiche per lo Sviluppo e per il lavoro” _Attivazione della commissione progetti europei e l’istituzione di un’agenzia di sviluppo locale. _Promozione di iniziative locali di rilievo sociale ed economico nel campo dell’impresa sociale, del lavoro autonomo e della piccola e media impresa. _Azioni mirate alla diffusione di progetti di orientamento e di creazione d’impresa. _Sviluppo di strumenti specifici di informazione e di orientamento per le in materia di politiche attive del lavoro, con attività di studio, ricerca, progettazione, formazione e riqualificazione professionale per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con particolare riguardo all’inserimento lavorativo dei giovani svantaggiati. _Agevolare l’accessibilità e l’uso dei servizi informatici e telematici da parte dei cittadini. _Attivazione di piani formativi e di inserimento in convenzione con le imprese e le associazioni di categoria, finanziabili con misure regionali e/o con i fondi del piano di lavoro. _Difesa dei settori artigianale, agricolo e del commercio che hanno una tradizione di “saperi” e una rilevanza economica di grande peso per la città. _Potenziamento del PIP (Piano Insediamenti Produttivi), con riferimento al comparto artigianale, finanziando il secondo lotto di lavori e, in particolare, far procedere rapidamente i tempi di assegnazione dei lotti e di realizzazione delle strutture. _Sostegno alle produzioni di nicchia del comparto artigianale, valorizzando i prodotti tipici e sostenendo la loro commercializzazione. _Promozione di azioni di supporto all’attività agricola che, se pur ridimensionata, ha ancora una significativa valenza economica, oltre ad assolvere un ruolo di equilibratore del territorio. Tali azioni saranno 102 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα orientate alla tutela del territorio e a favorire iniziative consortili che attivino meccanismi di filiera dalla produzione alla vendita del prodotto. _Promozione del turismo nelle aziende agricole. _Rivisitazione del modello di espansione edilizia continua, non più sostenibile, da riorientare verso lavorazioni di qualità, incentivata da politiche urbane che rendano appetibile il recupero conservativo del patrimonio abitativo esistente, specie nel centro storico, dove verrà favorito l’insediamento di attività compatibili per pregio e dimensioni. _Previsione di meccanismi di difesa delle attività commerciali delle piccole e piccolissime imprese del territorio che rappresentano un elemento connettivo del tessuto sociale. _Riqualificazione del centro storico e delle zone commerciali con iniziative di sistema per creare veri e propri luoghi commerciali all’aperto, favorendo l’organizzazione degli interlocutori in associazioni e consorzi di strade e quartieri e agevolando il riequilibrio dei servizi distributivi su zone ad utenza debole, come anziani e disabili. 06.02.03_programma dell’Area Economica e dello Sviluppo: Programma “Politiche fiscali” _Aumento delle basi all’evasione fiscale. imponibili attuando una politica di lotta _Perequazione fiscale in modo tale che tutti i cittadini pagheranno in misura proporzionale le imposte realizzando una politica fiscale equa che preveda agevolazioni per i cittadini meno abbienti e, allo stesso tempo, faccia affidamento su tutti i contribuenti. _Razionalizzazione delle entrate, incrociando i dati sul patrimonio immobiliare e diffondendo le informazioni a tutti gli uffici comunali di competenza. _Rivisitazione in senso agevolativo delle tariffe sui rifiuti. _Patrimonializzazione dell’ente, realizzando locali anche in deroga, ottenendo volumi da privati, acquisendo le dismissioni regionali, nonché convertendo le aree edificabili di proprietà del Comune con la realizzazione di immobili. _Allentare le rigidità del bilancio, utilizzando gli strumenti della finanza innovativa, anche creando società di scopo. 103 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06.03.01_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi Le amministrazioni comunali sono diventate, a seguito di trasferimento di funzioni, i principali erogatori di benefici economici e di servizi di natura socio-assistenziale al cittadino. Infatti, con l’introduzione della normativa per il riordino del welfare L.328/2000 (Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e Servizi Sociali), sempre maggiori sono le competenze trasferite alle Amministrazioni Comunali. Si ricordi, ad esempio: _la L. 431/98, relativa all’erogazione di contributi a parziale ristoro delle spese sostenute per l’affitto dell’abitazione; _la L. 162/98 per la realizzazione di piani personalizzati a favore di portatori di handicap grave (le richieste per il 2006 ammontano a 223 unità); _le R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistite), di recente istituzione, per il ricovero di pazienti la cui patologia è stata riconosciuta tale da richiedere il ricovero in detta struttura; _la L.R. 9/2004 per l’erogazione di provvidenze a favore di cittadini affetti da neoplasia maligna e che si sottopongono a chemioterapia antitumorale. Di seguito si sintetizzano le principali linee programmatiche dell’Area Cittadinanza e Servizi. 06.03.02_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi Programma “Politiche Sociali” _Attivare politiche di inclusione e di cittadinanza in sintonia con le politiche della scuola e culturali, le politiche attive del lavoro e quelle urbanistiche. _Valorizzare il ruolo della famiglia, quale ambito primario di relazione per la crescita, lo sviluppo e la cura della persona e della comunità. _Rinforzare i servizi all’infanzia. 104 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Intensificare il sostegno dell’impresa sociale. al volontariato e favorire l’emergere _Promuovere servizi di informazione, formazione e assistenza domiciliare a coloro che ne hanno bisogno e diritto, con particolare attenzione verso le utenze deboli: bambini, anziani e disabili. _Tutela degli spazi per i bambini. _Iniziative d’aggregazione per gli anziani. _Rimozione delle barriere architettoniche per i disabili; attività formative/inclusive rivolte al lavoro; supporto familiare; servizi alla persona (sportello handicap, taxi, attività sportive…). _Costituire l’Osservatorio della povertà. _Centro giovanile per le idee (sala multimediale, sala prove, sala cine, spazio teatro…). _Comunicazione e controllo di qualità dei servizi. 06.03.03_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi Programma “Politiche Culturali” _Polo culturale che funzioni da riferimento per l’area metropolitana utilizzando le strutture disponibili sul territorio: le fornaci Picci, il Teatro Nuovo, via Caserma, l’ex mattatoio, il Convento di Sant’Agata. 06.03.03_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi Programma “Politiche Sportive” _Valorizzare il ruolo attivo del volontariato e dell’associazionismo sportivo come elemento di aggregazione e strumento per la crescita civile e sociale della comunità. _Favorire una politica per l’impiantistica sportiva che preveda la realizzazione di impianti (almeno tre tensostrutture da ubicare a Is Arenas - Flumini - Velodromo), le convenzioni con gli istituti scolastici. 105 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Organizzare campagne di sensibilizzazione allo sport, con coinvolgimento del CONI, degli Enti e delle Federazioni centrali. il 06.03.04_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi Programma “Litorale e zone rurali” Da inserire _Interventi per migliorare la vivibilità delle zone rurali, compromessa da fenomeni di abusivismo edilizio, dalla mancanza di servizi essenziali e da interventi dannosi per l’ambiente. _Creazione di infrastrutture di base: posizionamento di punti per la fruizione dell’acqua potabile e posa in opera di condotte fognarie principali. _Collegamento diretto tra il centro urbano il litorale (che ad oggi conta 15 mila abitanti) e le zone rurali limitrofe alla città. _Rafforzamento dei mezzi di trasporto e dislocazione di appositi servizi comunali nelle varie zone della città. 06.04_progetti esistenti Dall’esame del piano triennale delle opere pubbliche (2006/2008), si evincono i seguenti progetti, suddivisi per aree di interesse. artigianato Si prevedono interventi di sostegno alla produttività locale destinati all’area P.I.P. Pirastu/Sa Serrixedda ed al centro servizi alle imprese. Stima costi del programma per il triennio: 8.192.000 € turismo È in programma la realizzazione di un centro comunale integrato per i servizi turistici in loc. Flumini. Stima costi del programma per il triennio: 880.000 € commercio 106 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Si ipotizzano interventi destinati al mercato civico (volti alla rifinalizzazione di parte del primo piano) ed al nuovo mercato all’aperto di Is Arenas. Stima costi del programma per il triennio: 3.743.000 € cultura Si prevedono azioni di recupero e riqualificazione dell’ex Cinema Il Nuovo e delle Fornaci Picci, oltre ad interventi di manutenzione straordinaria su Sa Dom'e farra. Stima costi del programma per il triennio: 18.432.000 € 107 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα scuola Si ipotizzano numerosi interventi sul sistema delle infrastrutture scolastiche, destinati volta per volta alla ristrutturazione ed all’adeguamento alle norme, all’abbattimento delle barriere architettoniche, alla realizzazione aule speciali, palestre, auditorium, piscine coperte, impianti idrici e fognari, impianti antincendio, elettrici e termici… Stima costi del programma per il 2006: 8.121.000 € servizi alla persona Si prevedono molteplici interventi volti a favorire l’aggregazione delle persone e l’intrattenimento ed il benessere dei cittadini, tra questi si ricordano: _il Centro di aggregazione sociale e la struttura di socializzazione prima infanzia; _la realizzazione delle nuove farmacie comunali e l’adeguamento e la ristrutturazione di quelle esistenti; _il complesso la collina (ristrutturazione e adeguamento funzionale a sede di circoscrizione ed attività produttive) _la realizzazione di strutture polivalenti, ricreative, sportive, culturali e dello spettacolo, con spazi di ristoro e commerciali, su aree di proprietà comunale nelle lottizzazioni Is Loris, Serra Pauli, Costa Bentu, Sa Forada, S. Anastasia, Is Meris, Porticciolo verde e Foxi 2; _skate park; _ad Is Arenas, parcheggi di scambio, parco dell'educazione e della divulgazione scientifica, parco dell’educazione stradale e Centro servizi e centro sportivo. Stima costi del programma per il triennio: 31.304.000 € sport Si ipotizzano numerosi interventi orientati allo sport, tra cui: _vari campi sportivi in località “Sa Forada”, “Sa Cora”, “Is Arenas” e Flumini; _realizzazione di un bocciodromo; _intervento di riconversione del velodromo; 108 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _completamento, ristrutturazione e realizzazione della tensostruttura di Is Arenas Stima costi del programma per il triennio: 2.871.000 € Nella stesura del Piano Socio–Assistenziale, viene adottato un ordine per capitoli di Settore così distinto: _Settore Servizi Generali _Settore Minori e Giovani _Settore Sostegno Socio–Economico _Settore Disabilità _Settore Anziani _Settore Volontariato _Settore Progettualità _Immigrazione Di seguito, si presentano sinteticamente i principali progetti previsti dal piano. Settore minori e giovani Progetto prima infanzia. Asilo Nido, Gioca Nido, Orario Prolungato, Spazio Gioco, Sportello Pedagogico, servizi educativi e sociali di interesse pubblico; per i genitori costituiscono un sostegno educativo nella cura e nella crescita dei figli, per i bambini contesto attento alla cura e all’ascolto. Casa Famiglia – Comunità Giovanile. La Comunità ed il servizio di “Pronta Accoglienza”, saranno attivate, previo reperimento dei fondi necessari per la gestione, ed eventualmente concessi a terzi Soggetti gestori. Servizio appoggio minori in famiglia. Il Servizio di Appoggio in famiglia, offerto per alcune ore al giorno, consiste nell’affiancare, ad un singolo o ad una famiglia che volontariamente collabora col Servizio Sociale Comunale, minori in difficoltà. Il Servizio avviato stabilmente nel 1996, continua a confermare un indice di positività rispondendo alle aspettative dei minori e delle relative famiglie. (Progetto Obiettivo RAS) Reinserimento Socio Familiare per minori e giovani in difficoltà. Tale servizio, attraverso il sostegno didattico ed educativo garantito da personale con specifiche competenze, è finalizzato a favorire il reinserimento e l’integrazione di minori con difficoltà sociali e familiari che si trovano inseriti in strutture cittadine ed extra-cittadine o che vivono l’affidamento etero-familiare. (Progetto Obiettivo RAS) Servizio Educativo per Problematiche SocioFamiliari e Scolastiche. Il Progetto si pone l’obiettivo di intervenire principalmente sulla prevenzione del rischio di coinvolgimento in attività criminose, conseguente alla deteriorata condizione del contesto sociale 109 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα di appartenenza dei minori e alla carenza, da parte degli stessi e delle famiglie, di strumenti culturali adeguati. (Progetto Obiettivo RAS) La Prevenzione delle Devianze. Il Progetto risponde all’esigenza di individuare le aree di disagio e di rispondere efficacemente ai bisogni e alle difficoltà del minore e del giovane, dei suoi familiari e di tutti coloro che a vario titolo intervengono nella relazione educativa con lui. Progetto per una città a misura dei bambini. Il progetto intende promuovere due aspetti fondamentali nella vita dei bambini: la loro autonomia e la loro partecipazione. In tale ottica il Comune di Quartu S.E. intende avviare due iniziative volte a costruire una città più a misura di bambini: _“C.D.B.” Il consiglio dei bambini e delle bambine; _“Piedibus” Percorsi sicuri casa-scuola. (Progetto Comunale) Progetto per la Riqualificazione dei Servizi e degli Obiettivi del Centro di Aggregazione “Fludiquà”. Il Centro di aggregazione è una struttura che riveste un’ importante funzione nell’area della prevenzione del disagio e del disadattamento minorile, in quanto offre ai ragazzi la possibilità di utilizzo e di fruizione di spazi ed iniziative formative e socializzanti al fine di favorire uno sviluppo psicofisico equilibrato. Il progetto verrà realizzato in una struttura, situata nel litorale di Quartu ( Flumini), dove dal 1999 al 2004 è stato attivo un servizio di aggregazione del quale il presente progetto mantiene la denominazione. Il Centro Fludiquà risponde all’esigenza di creare servizi a favore dei residenti del territorio costiero, divenendo un luogo di incontro, di conoscenza e di scambio tra gli abitanti, sia tra coetanei che tra le diverse fasce d’età. Il Centro si farà promotore di iniziative tese a favorire la frequenza dei ragazzi e dei giovani residenti nel territorio di Quartu, dando continuità al servizio portato avanti anche dagli altri due Centri di aggregazione comunali che dal 2004 hanno cessato le attività (Centro animazione ragazzi e Centro giovani ). Il Centro, inoltre, nell’intento di porsi come Centro propulsore delle iniziative delle Associazioni operanti nel territorio costiero, potrà ospitare mostre, convegni e riunioni organizzati dalle Associazioni stesse. Sostegno socio – culturale in favore di bambini e ragazzi in condizioni di disagio. Il progetto, proposto dalla Parrocchia del S.Cuore (nella zona storica del quartiere del Sacro Cuore sussiste una situazione caratterizzata da difficoltà di integrazione sociale e culturale accompagnate da una condizione economica svantaggiata), scaturisce dall’esigenza di tentare di proporre risposte adeguate alle 110 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα molteplici problematiche e sollecitazioni emergenti. La disoccupazione e l’emarginazione sociale, generati per lo più da un livello di formazione inadeguato rispetto alle esigenze del mercato del lavoro hanno, infatti, condizionato lo sviluppo delle condizioni economiche, sociali e culturali del quartiere in argomento. settore sostegno socio-economico Servizi inerenti le abitazioni. Il sostegno relativo all’“area abitativa” erogato dal Comune prevede i seguenti servizi: _Alloggi per famiglie senza tetto. Gestione di n. 36 alloggi di proprietà comunale siti in Via della Musica. _Sistemazione provvisoria in locanda di famiglie senza tetto. _Contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione di immobili. Contributi economici alle famiglie. Le precarie condizioni economiche, che arrivano fino alla totale mancanza di reddito, sono fra le cause principali della difficoltà dei nuclei a far fronte alle esigenze primarie dei loro componenti. Risulta in tali occasioni necessario porre in essere interventi di natura economica per tutelare l’unità e l’integrità della famiglia. Il Comune non è in grado di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini e considerata l’esiguità delle risorse economiche rispetto alle necessità espresse, sono individuati i seguenti criteri di priorità: _nuclei monogenitoriali; _presenza di minori; _gravi problemi a livello psico-fisico temporanei o permanenti; _limitata capacità lavorativa; _licenziamento; _lunghe malattie; _gravi problemi a livello psico-fisico temporanei o permanenti; _difficoltà improvvise ed impreviste; _altri eventi dannosi. Nei suddetti casi viene erogato un contributo economico di tipo continuativo, che consiste in un sussidio per un periodo di massimo 6 mesi. A completamento degli interventi di natura economica, il Comune eroga anche contributi una tantum nei casi in cui sia utile un supporto immediato finalizzato a far fronte ad un’improvvisa situazione di disagio economico derivante da avvenimenti che mettono in crisi la capacità di reddito ed il ménage familiare Nell’area dei Servizi di sostegno, sono previste le seguenti tipologie di servizio: 111 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Affidamento dell’Adulto, disposto nel caso di anziani, adulti (tra cui anche gli inabilitati, gli interdetti giudiziali, i tossicodipendenti) che non possano essere assistiti adeguatamente dalla famiglia di appartenenza. Appoggio Adulti e Anziani in Famiglia, finalizzato a prevenire e contrastare il disagio della solitudine, dell’emarginazione e dell’abbandono di cittadini adulti e/o anziani e favorirne al contempo la permanenza presso il proprio domicilio, integrandolo, quando necessario, con il Servizio di Assistenza Domiciliare o con altri Servizio di sostegno garantiti dal territorio. Il Servizio avviato stabilmente nel 1998, continua a dare risposte positive. Appoggio Adulti e Anziani in Struttura (in regime residenziale o semiresidenziale). L.R. 27/83 – Concessione ed erogazione di provvidenze a favore di talassemici, emofilici e emolinfopatici maligni. L.R. 9/04 – Concessione ed erogazione di provvidenze a favore di cittadini affetti da neoplasia maligna e che si sottopongono a chemioterapia antitumorale. L.R. 11/85 – Concessione ed erogazioni di provvidenze a favore dei neuropatici. LL.RR. 15/92 e 20/97 – Concessione ed erogazioni di provvidenze a favore dei sofferenti mentali. Prestazioni sociali agevolate: assegno di maternità L. 448/98. Tessere CTM. L’Ente cura l’approvvigionamento e la distribuzione dell’abbonamento mensile C.T.M. a favore di cittadini ultracinquantacinquenni in condizioni economiche disagiate. LL.RR. 15/92 e 20/97 – Provvidenze in favore degli infermi di mente e minorati psichici (rette di ricovero). Interventi in favore degli emigrati – L.R. 7/91. Settore disabilità Servizi di sostegno (Progetto Obiettivo RAS) Servizio di Sostegno Domiciliare per Sofferenti Mentali - Borse di formazione /avviamento al lavoro per persone con disagio psichico. Idea progettuale centrata sulla sperimentazione dell’inserimento lavorativo attraverso l’utilizzo di borse lavoro, anche con la collaborazione del “CenSil Quartu”. (Progetto Comunale) Assistenza Domiciliare Anziani. Il servizio intende garantire la permanenza dei medesimi nel proprio ambiente familiare e sociale, evitandone l’istituzionalizzazione, tutelando in questo modo anche la sfera dei rapporti affettivi e relazionali; tutto ciò consentirà inoltre di migliorare la qualità della vita dell’anziano. Il servizio è affidato in gestione con contratto d’appalto ad una cooperativa. (Progetto Comunale) Assistenza Domiciliare Portatori di Handicap (Unica gestione con Assistenza Domiciliare Anziani). Il servizio, gestito in 112 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα appalto, è rivolto a minori e adulti diversamente abili non autosufficienti ed è finalizzato a supportare la famiglia nelle attività di cura e assistenza del destinatario. Servizi di aggregazione e di socializzazione (Progetto Obiettivo RAS) Centro Diurno Socio – Educativo per portatori di Handicap. Si intende avviare un servizio sperimentale di accoglienza diurna e di intrattenimento per questa specifica tipologia d’utenti. (Progetto Obiettivo RAS) Interventi Integrati a Favore di Disabili. Centro Diurno per Disabili Intellettivi e Relazionali. Il progetto viene realizzato in forma associata con i Comuni di Settimo S. Pietro, in qualità di Comune capofila dell’iniziativa, Maracalagonis, Monastir, Monserrato, Quartucciu, Serdiana, Serramanna, Soleminis, Selargius, Sinnai. Il servizio è rivolto a giovani e adulti con disabilità di tipo intellettivo e relazionale di grado medio – lieve e consiste nella frequenza di un centro diurno, gestito dall’A.N.F.F.A.S., situato nel Comune di Settimo San Pietro. La finalità che si intende perseguire con questa iniziativa è di favorire la crescita personale attraverso la frequenza di attività laboratoriali (falegnameria, cestineria, ceramica, giardinaggio, informatica) che hanno l’obiettivo di potenziare le autonomie di base e sociali, le abilità già possedute e svilupparne di nuove, aumentare competenze e capacità lavorative, favorire comportamenti adeguati e socialmente accettati. (Progetto Obiettivo RAS) Interventi Integrati a Favore di Disabili Intellettivi e Relazionali P.O. Techné. Il progetto viene realizzato in forma associata con i Comuni di Settimo S. Pietro, in qualità di capofila, dell’iniziativa, Maracalagonis, Monastir, Monserrato, Quartucciu, Serdiana, Serramanna, Soleminis, Selargius, Sinnai. Il Servizio è rivolto a giovani e adulti con disabilità di tipo intellettivo e relazionale di grado medio–lieve che abbiano raggiunto un adeguato livello di autonomia e abilità. La finalità è di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e conseguentemente l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso un percorso educativo mirato all’acquisizione di abilità sociali, capacità relazionali e competenze professionali. (Progetto Obiettivo RAS) Attività Equestre di Ippoterapia. (Progetto Obiettivo RAS) Progetto “Servizio in Spiaggia”, un servizio di supporto alla balneazione per disabili che si realizza nel periodo estivo. Il servizio potrà essere realizzato attraverso apposite convenzioni con gestori di strutture situate nel litorale di Quartu S.Elena. (Iniziativa Comunale) Centro di Aggregazione per Disabili Fisici. Il progetto è volto, pertanto, a creare opportunità di aggregazione, educative e ricreative, in uno spazio privo di barriere architettoniche, attraverso la realizzazione di attività laboratoriali e la promozione di iniziative ed eventi di animazione che coinvolgono tutti i cittadini, in collaborazione con le risorse del territorio. 113 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Iniziative per l’autonomia (Progetto Obiettivo RAS) Telesoccorso. Il servizio consiste nel fornire, alle persone in particolare situazioni socio-sanitarie, un apparecchio collegato ad una rete telefonica in grado di avvisare in tempo reale, al momento del bisogno, il personale preposto. Il servizio è rivolto a persone non autosufficienti in situazione di solitudine. Progetto Obiettivo Casa Autogestita per Uomini. Progetto Obiettivo Casa Autogestita per Donne. Piani personalizzati di sostegno a favore di persone con handicap grave. L. 162/98. Si prevedono le seguenti tipologie di intervento: _assistenza educativa; _assistenza domiciliare e aiuto alla persona; _accoglienza presso centri diurni; _soggiorno, per un periodo massimo di 30 giorni, presso residenze sanitarie assistenziali. Settore anziani Servizi per l’aggregazione sociale: centri anziani. I centri sociali rappresentano il contesto di riferimento atto a garantire l’aggregazione, la socializzazione, gli scambi culturali. Iniziative collaterali ai centri e attività di socializzazione. Laboratori Permanenti. I Laboratori permanenti comprendono molteplici attività in cui confluiscono le abilità e le competenze che fanno parte del patrimonio personale degli anziani, che conferisce loro il ruolo di “maestri di vita “rispetto alle giovani generazioni. Politiche in favore degli anziani – Carta della Solidarietà. Nell’intento di prevenire il fenomeno di nuovi “poveri” in città, appare opportuno a questa Amministrazione Comunale la progettazione di interventi in favore delle persone anziane e disagiate, attraverso la fruizione di servizi a prezzi speciali, e sconti in diversi esercizi commerciali cittadini. La Casa del Pensionato per anziani è una struttura rivolta all'ospitalità permanente di anziani in condizioni psicofisiche di autosufficienza, in grado di fornire prestazioni di tipo residenziale ed assistenziale, di animazione e di carattere infermieristico e di riabilitazione motoria e/o respiratoria e/o neurologica di lieve-media entità in relazione a deficit medio-lievi. Attualmente la struttura dispone di una potenzialità assistenziale di 70 posti letto, di cui n° 3 riservati per i casi di emergenza. La gestione del servizio di assistenza e vigilanza della Casa è affidata in appalto a privati. Settore volontariato Istituzione del Registro Comunale del Volontariato. Al fine di valorizzare le Associazioni e rafforzarne la loro funzione sociale, l’intendimento è di 114 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα arrivare a proporre la costituzione di un Registro Comunale del Volontariato, quale organismo di confronto/incontro per l’organizzazione delle attività da offrire alla cittadinanza, ma anche per poter proporre attività di crescita, aggiornamento e formazione ai volontari aderenti alle varie associazioni, e nel contempo disporre di un interlocutore agevole e capace di poter contattare la realtà associativa. (Progetto Comunale) Interventi urgenti per contrastare le povertà estreme art.28 L.328/2000. L’Amministrazione Comunale ha potenziato i rapporti di collaborazione con le Associazioni di Volontariato operanti nel territorio ed in particolar modo con il Consiglio Particolare della Società S.Vincenzo de’ Paoli di Quartu Sant'Elena, al quale fanno capo 7 Conferenze Vincenziane che operano in tutto il territorio comunale e di recente anche con l’Opera Speciale S.Lorenzo che offre il servizio della mensa ai senza fissi dimora inclusi gli extracomunitari e i nuclei familiari privi di alcuna fonte di reddito nei giorni di Sabato e Domenica e nei giorni festivi. Questi accordi hanno permesso di esplicitare una relazione d’aiuto, cioè un rapporto personale, diretto e permanente con la persona esclusa (il più delle volte non conosciuta dal Servizio Sociale Comunale), che si traduce in interventi di soccorso al bisogno immediato, e di orientamento all’uso dei servizi e di mediazione con le Istituzioni. Nel corso di quest’ultimo anno grazie a questa forma di collaborazione le Conferenze Vincenziane hanno effettuato interventi su circa 300 nuclei familiari per un totale di 1100 persone. E’ intenzione dell’Amministrazione Comunale: _potenziare ulteriormente le forme di collaborazione con le Associazioni di Volontariato, al fine di arrivare in maniera diretta alla persona in stato di povertà estrema; _attivare una rete sociale di monitoraggio del fenomeno delle povertà estreme composta dagli attori istituzionali e dagli attori del privato sociale, coinvolgendo altresì gli altri attori del mondo del volontariato locale. Obiettivi: _Incrementare il numero dei pasti offerti dalla Mensa del Viandante, offerti finora il Sabato e la Domenica e in occasione di tutte le festività infrasettimanali. _Incrementare il numero dei giorni di fruizione della Mensa del Viandante, garantendo nel caso un cestino viveri anche per la cena. _incrementare la platea degli interventi verso le persone singole e le famiglie indigenti (attualmente 300 tra famiglie e persone singole ) 115 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα garantendo loro: generi alimentari, vestiario e ulteriori interventi di varia natura ( ad esempio, prodotti per l’igiene personale, etc.). _Incrementare il numero dei pacchi alimentari, ovvero gli interventi per ogni singola famiglia e/o persona singola (attualmente è prevista la distribuzione di pacchi alimentari di prima necessità almeno una volta alla settimana ) Settore progettualità (Progetto Ministeriale) Progetto legge 285/97 “disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”. Enti partecipanti all’Accordo di Programma: Comuni di Quartu S. Elena (Capofila dell’ iniziativa), Dolianova, Donori, Serdiana, Soleminis, Villasimius, Centro per la Giustizia Minorile, Ufficio Scolastico Regionale, USL 8. Il progetto finanziato dalla RAS per il triennio 1997/99 è costituito dalle seguenti iniziative: _Tutela per le donne e i minori, misure per combattere la violenza contro i minori; le donne e le gestanti in stato di tossicodipendenza e/o alcoolismo; _attività per bambini e adolescenti sei/undici anni; _centro diurno educativo per preadolescenti; (Progetto Ministeriale) PROGETTO U.R.A.N.I.A (Una Rete di Accoglienza Nata per gli Immigrati donne e minori Abusati). Il progetto è costituito da un centro che svolge attività di ascolto, informazione e orientamento attraverso la mediazione linguistica interculturale. (Progetto Comunitario) P.O.R. CenSIL QUARTU “Centro Servizi Inserimento Lavorativo Quartu”. Si prevede la sperimentazione di un Centro di Servizi Itineranti, per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nelle strutture comunali. L’iniziativa è indirizzata a coloro che si trovano nelle fasce di povertà più intensa, donne capo-famiglia disoccupate, inoccupate, immigrati, disoccupati di lunga durata, ex tossicodipendenti, detenuti ed ex detenuti ed in modo privilegiato i disabili. Il Servizio si pone come intermediario tra le persone svantaggiate disoccupate, inoccupate e le aziende operanti nel territorio per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. (Proposta Progetto Obiettivo RAS) “Azioni di Alfabetizzazione Informatica per Soggetti Deboli”, tese a favorire l’ acquisizione di conoscenze informatiche di base, ad agevolare l’accesso al mercato del lavoro, e al contempo offrire maggiori opportunità di socializzazione e di 116 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα integrazione sociale. L’iniziativa si rivolge alle fasce deboli di cittadini con età avanzata per l’inserimento o reinserimento nel ciclo produttivo; svantaggi socio-culturali; immigrazioni recenti; disabilità. Progetto “SpazioAcca” Servizio Pedagogico sulle problematiche dell’handicap (Protocollo d’Intesa Provincia di Cagliari, Comune di Quartu Sant’Elena e Associazione “Società Sarda di Pedagogia”). Il suddetto Servizio comprende diverse iniziative che si sostanziano in uno Sportello che sarà rivolto, principalmente, alle famiglie in cui sono presenti figli diversamente abili, nonché agli operatori della scuola e ad altri operatori sociali. immigrazione Per superare i rischi che si verifichino situazioni di isolamento, sfruttamento e violenza nel corso degli ultimi anni sono sorte diverse associazioni, spesso di immigrati delle quali talune hanno sede nella nostra città, che hanno avviato iniziative ed attività volte a facilitare l’inserimento dei propri connazionali. Al contempo sono state emanate alcune norme, che hanno consentito l’attivazione di Progetti innovativi che, perseguendo l’ottica dell’accoglienza, attuano Servizi volti all’integrazione all’abbattimento delle disuguaglianze e delle discriminazioni. In particolare le attività di mediazione linguistico – culturale risultano essere quelle di maggiore rilevanza in questa specifica fase per l’orientamento, l’informazione ed il supporto agli immigrati L’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena, che aveva già partecipato alle Progettualità del “Consiglio Territoriale per l’Immigrazione Itinerante” attraverso l’iniziativa CIVIS, è presente anche all’iniziativa FORCE per attuare con le altre Istituzioni, scambi interculturali, multietnici, conoscenza delle culture d’origine anche sul tema del dialogo interreligioso per il rafforzamento dell’integrazione sociale delle persone immigrate. 117 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06.05_temi obiettivo ed attori di riferimento Le linee programmatiche declinate dall’Amministrazione Comunale evidenziano una visione strategica in cui il settore imprenditoriale (in particolare i comparti delle produzioni “tradizionali” e del turismo) riveste un ruolo di estrema importanza nel processo di sviluppo del territorio. Il settore turistico, in particolare, si configura come valida alternativa rispetto al potenziamento del settore industriale e lo fa secondo un modello che investe sulla tutela e sulla valorizzazione delle specificità naturalistiche, culturali e produttive del territorio. In realtà, l’analisi fin qui condotta ha evidenziato una serie di tematiche di respiro più ampio rispetto alle semplice dimensione economica e turistica. In tal senso, nel quadro del processo di ascolto del territorio e di coinvolgimento della popolazione residente e/o degli operatori economici, appare utile approfondire tali tematiche, in modo da sviluppare in maniera più articolata gli elementi di criticità, le cause che vi si pongono all’origine ed i percorsi di sviluppo per il futuro. A titolo esemplificativo si presentano di seguito alcune possibili tematiche da sviluppare nelle prossime fasi del progetto. _L’orientamento dell’Amministrazione al cittadino: comunicazione e livello di servizio (da contattare: ass.consumatori, privati cittadini, anci….). _I “privati” per la realizzazione e la gestione dei servizi: la creazione di società di scopo (da contattare: ass. categoria, università….). _Il ruolo dell’Amministrazione al servizio delle imprese (da contattare: imprese di riferimento, ass. categoria/sindacali, università….). _Quale strategia e quali interventi per contrastare il fenomeno della perdita dell’identità tradizionale della città. _Nuove strategie per le politiche attive del lavoro (da contattare: giovani cittadini, Centro per l’impiego, imprese di riferimento, sindacati, università, enti formazione…). _La difesa dei settori artigianale e agricolo, detentori degli “antichi saperi” e del commercio quale elemento connettivo del tessuto sociale (da contattare: imprese di riferimento, ass. categoria, enti formazione…). _Nuovi modelli di sviluppo per il comparto edile (da contattare: imprese di riferimento, ass. categoria, enti formazione…). 118 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Quale modello per lo sviluppo turistico del territorio e quali le scelte che ne deriveranno (da contattare: imprese ricettive e di servizi al turista, produttori, ass. categoria, enti formazione…). _Come affrontare il problema della marginalizzazione del contesto cittadino, causata dal prevalere dei flussi turistici lungo la costa. _Quale ruolo per l’economia e le imprese del sociale. Coerentemente con la citata normativa Nazionale (Legge 328/2000) e Regionale (L. R. 23/2005 “Sistema integrato dei servizi alla persona”), il Comune di Quartu Sant’Elena ha scelto di caratterizzare uno degli assi principali della sua azione – quello delle “Politiche Sociali“ – con una politica di protezione attiva e programmata rivolta, con il diretto coinvolgimento e le responsabilità condivise di soggetti pubblici e privati, alla generalità dei cittadini. L’obiettivo è quello di superare la logica per cui l’intervento pubblico si limita ad affrontare il disagio sociale in grado di manifestarsi (gli utenti che riescono a raggiungere i servizi sociali) per passare alla gestione dei fenomeni sociali affrontando, solo per fare un esempio, i problemi della marginalizzazione (qualunque ne sia la causa), dell’aumento della povertà, dell’abbandono, della trascuratezza e della solitudine in cui spesso la famiglia è costretta a fronteggiare i propri disagi: dalla gestione del malessere alla costruzione di strategie per migliorare la qualità della vita. A tal fine, oltre a strumenti gestionali moderni ed efficaci, servirà il massimo del coordinamento fra tutti i servizi pubblici oggi esistenti: quelli socio assistenziali, socio sanitari e quelli delle cosiddette politiche sociali “allargate “ (politiche per la casa, il welfare decentrato, l’inclusione sociale, ecc…) e soprattutto con tutto il terzo settore (associazioni di volontariato, organismi di cooperazione sociale, organismi non lucrativi di utilità sociale… In quest’ottica, appare necessario costituire l’Osservatorio Comunale Permanente sul Disagio Sociale e, contemporaneamente a tale costituzione, si procederà a predisporre quanto necessario per il funzionamento del Tavolo Permanente di Concertazione Sociale da attivare in sinergia con le OO.SS Conf.li Terr.li. A titolo esemplificativo si presentano di seguito alcune possibili tematiche da sviluppare nelle prossime fasi del progetto. _La ricostruzione del tessuto sociale e delle reti di relazione _Il ruolo dell’Amministrazione Comunale nelle politiche attive del lavoro. 119 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Le aree del disagio: soggetti, cause e priorità. _Quale partnership tra “pubblico” e “privato” nel progettare ed implementare le politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie. _Le “tre” città: portare a sistema il centro storico, il litorale ed i territori “rurali”. 120 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα 06.06_focus sul turismo: domanda e offerta 06.06.01_inquadramento generale È opinione diffusa e consolidata che il comparto turistico rappresenti uno dei settori economici a maggiore capacità di crescita e comunque – allo stato attuale – uno dei pochi che, a livello internazionale, registra tassi di crescita positivi in un quadro economico generalmente sfavorevole. Il turismo, dunque, come possibile volano per un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Del resto, sono numerosi gli esempi a livello internazionale in cui è stato possibile sfruttare il vantaggio competitivo nella produzione di servizi turistici per intraprendere sentieri di crescita e di sviluppo duraturi, in grado di rafforzare nel tempo la capacità di generazione di nuovo reddito e di qualificare il turismo come settore trainante per l’intero sistema economico. Alcune ricerche hanno dimostrato che piccoli Paesi, per lo più isole dotate di patrimoni ambientali di pregio, hanno registrato tassi di crescita del Pil (prodotto interno lordo) più elevati rispetto a quelli riscontrati nei Paesi industrializzati. Al giorno d’oggi, pertanto, pochi mettono in dubbio il fatto che il turismo rappresenti una seria opportunità di crescita dai cui effetti moltiplicativi possono trarre beneficio anche i settori “tradizionali” quali l’agroalimentare, l’artigianato ed il commercio. Una preziosa risorsa in grado di offrire considerevoli possibilità di creare occupazione, diversificare la struttura produttiva, salvaguardare le specificità culturali, tutelare e valorizzare l’ambiente. In questa prospettiva, però, non mancano le aree di rischio, specialmente per contesti come quello della regione Sardegna – ed in particolare per territori come il Comune di Quartu Sant’Elena – in cui l’offerta turistica poggia prevalentemente sulle risorse ambientali ed identitarie e nei quali le presenze risultano concentrate in periodi dell'anno specifici e ristretti. In mancanza di un’adeguata programmazione delle strategie e degli interventi – a livello settoriale ed intersettoriale – un reiterato uso distorto del territorio potrebbe compromettere seriamente l’equilibrio e l’integrità di tali risorse, incidendo negativamente sull’effettiva appetibilità turistica delle stesse, oltre che sul tessuto socio-culturale delle comunità locali. In quest’ottica, dovendo affrontare la sfida lanciata dalle prospettive di crescita, a livello locale è necessario valutare la dimensione dei problemi sociali ed ambientali che si manifesteranno nel territorio nei prossimi decenni, per procedere all’adozione di politiche gestionali in grado di ottimizzare il corso evolutivo in chiave turistica della destinazione. In altre parole, ci si deve porre il medesimo interrogativo 121 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα che anima il dibattito anche a livello regionale, ovvero ci si deve chiedere quale sia il modello di sviluppo turistico che sia preferibile perseguire. In tal senso – ed in estrema sintesi – emergono due principali direttrici strategiche: _da una parte quella che punta verso il turismo dei grandi numeri e prezzi bassi, concentrato in pochi mesi l’anno e caratterizzato da alti indici di consumo delle risorse ambientali; _dall’altra, un modello di turismo in cui il concetto di qualità viene interpretato in termini di rispetto dell’ambiente, che prevede infrastrutture attente alle esigenze del territorio e flussi turistici costanti, basati non solo sulle spiagge, ma sulla scoperta dell’insieme delle altre ricchezze che il territorio è in grado di offrire. Nel primo modello, la crescita è trainata dall’espansione dell’offerta – e conseguentemente della domanda – piuttosto che dal continuo apprezzamento nel tempo della stessa per effetto di elevati standard di qualità. L’incremento del numero dei turisti, però, incide negativamente sulla qualità dell’offerta e riduce la disponibilità a pagare da parte dei turisti stessi. In altri termini, nel modello di crescita basata sull’espansione continua della quantità, l’iniziale fase del successo economico è tipicamente seguita da una fase di declino, dovuta alla perdita di valore e di capacità d’attrazione della destinazione che accompagnano lo sfruttamento eccessivo della risorsa e conducono al calo delle presenze turistiche. Il secondo modello parte dall’assunto secondo cui la condizione necessaria affinché il turismo rappresenti un reale fattore di crescita economica è il mantenimento di un’elevata qualità ambientale. Lo sviluppo sostenibile del turismo si fonda su di una strategia che – tramite il cosiddetto “effetto prezzi relativi ” – mira a garantire la redditività di una località turistica in una prospettiva di lungo periodo, con obiettivi di compatibilità ecologica, socio-culturale ed economica. È evidente che il controllo ed il rispetto della capacità di carico ambientale non implica necessariamente la riduzione dei flussi turistici, ma può significare semplicemente una diversa razionalità nella gestione degli stessi. La natura multidimensionale del fenomeno, insieme alla dimensione locale di molti problemi socio-economico-ambientali, sottolineano, di fatto, la relatività del concetto di sostenibilità turistica sul piano operativo e la sua conseguente complessità applicativa. L’approccio finora adottato dall’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena orienta, in maniera netta, la strategia di sviluppo verso il secondo modello di economia turistica, quello che investe sulla tutela e la valorizzazione delle specificità naturalistiche, culturali e produttive, cioè di tutte quelle risorse non trasferibili e tipiche del sistema territoriale. 122 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα La fruibilità delle risorse ambientali e culturali presenti nel territorio viene considerata come un tema ad elevato potenziale turistico, complementare rispetto alla tradizionale offerta “sole e mare”. È la medesima scelta strategica assunta dall’Amministrazione Regionale, che si rende esplicita nel Piano Turistico Regionale contenuto nel POR 2000/2006, quando afferma che “nel patrimonio di risorse naturali e culturali nonché nelle competenze risiede il vantaggio competitivo della Regione Sardegna”. Il ragionamento di fondo è questo: il prodotto turistico regionale è basato principalmente sull’unicità delle risorse naturali di cui si dispone. Si tratta di risorse scarse e difficilmente rinnovabili, il cui valore d’uso – oltre un certo livello di consumo – tende a diminuire per effetto del deterioramento della qualità. In questa prospettiva, pertanto, il modello del turismo di massa, con i fenomeni di sovraffollamento e congestionamento che inevitabilmente porta con sé, risulta indesiderabile sia nel breve sia nel lungo periodo. Nel modello “sostenibile”, basato sulle risorse naturali e sull’integrazione con le attività produttive tradizionali, il turismo si configura come un “bene di lusso”, il cui prezzo cresce nel tempo man mano che la risorsa ambientale diventa sempre più scarsa e sempre meno sostituibile. In quest’ottica, l’incremento degli arrivi e delle presenze turistiche non sarebbe l’unica leva a disposizione degli operatori per sviluppare il proprio profitto nel tempo. Inoltre, il fatto di riuscire a mettere a sistema l’insieme dei servizi al turista con le risorse ambientali e culturali del territorio, consentirebbe di raggiungere una maggiore integrazione del settore turistico con il resto dell’economia, attivando e sostenendo l’auspicato effetto moltiplicativo della spesa turistica. Sarebbe in tal modo possibile incrementare il peso del turismo in termini di valore aggiunto, fino a raggiungere il livello espresso da altre regioni. Attualmente, in Sardegna, l’incidenza del valore aggiunto attivato dalla spesa turistica è stimata attorno al 7% del totale del valore aggiunto regionale (fonte CRENOS): una quota che può crescere se guardiamo ai risultati di altre regioni in cui si registrano quote superiori al 12%. 06.06.02_l’offerta turistica Per quanto concerne l’industria turistica del Comune di Quartu, gli ultimi due decenni hanno fatto segnare trend di crescita e performance qualitative di sicuro interesse. In tal senso, è certamente significativo il fatto il Presidente dell’Associazione provinciale albergatori, in una recente intervista, abbia sottolineato il fatto che “Quartu nel 1980 aveva un solo albergo, con appena 60 posti letto (n.d.r. attualmente i posti letto sono oltre 2.300), … negli ultimi dieci anni si è passati da 60 mila a 167 mila presenze”. 123 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα A supporto della dinamica di sviluppo turistico del territorio e delle aziende che in esso operano, l’Amministrazione Comunale sostiene da più di tre anni l’operato del Centro Informazioni Turistiche, un prezioso punto di riferimento per i turisti – italiani e stranieri – e per gli stessi cittadini quartesi che desiderino ricevere informazioni circa i servizi d’ospitalità, ristorazione, trasporto ed intrattenimento, nonché in merito ai principali momenti e poli d’attrazione culturale ed ambientale della Sardegna ed in particolare del Comune di Quartu S.E. Nell’ottica del sostegno ad un modello di turismo integrato che, oltre all’incremento del numero di arrivi e presenze turistiche, valorizzi anche la cultura, le tradizioni ed i prodotti tipici del territorio, il Centro Informazioni Turistiche ha dato ampio spazio alla promozione dell’artigianato artistico ed agroalimentare locale. Sulla base delle rilevazioni condotte dall’ISTAT ed aggiornate al 2003 la capacità ricettiva del Comune di Quartu S.E. era pari a circa l’1,5% rispetto alla capacità ricettiva regionale ed al 6,1% su base provinciale. Ad oggi il Comune di Quartu Sant’Elena conta su un patrimonio ricettivo costituito da circa 55 esercizi per oltre 2.460 posti letto. La composizione dell’offerta ricettiva vede la netta prevalenza delle strutture alberghiere rispetto agli esercizi complementari (campeggi, affittacamere, bed & breakfast..). Tipologia d'esercizio ricettivo Hotel Campeggi Case e appartamenti vacanze Affittacamere Bed & Breakfast Totale Fonte: Comune di Quartu S.E. Numero Posti letto 14 1 1.822 400 2 1 37 55 84 24 133 2.463 Le tipologie di esercizi ricettivi 1% 3% Hotel 5% Campeggi 16% Case e appartamenti vacanze Affittacamere 75% Bed & Breakfast 124 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E. Fino al 2005 è mancata del tutto l’offerta di agriturismo, mentre a livello regionale la ricettività agrituristica si conferma come realtà oramai pienamente radicata con oltre 350 aziende che offrono una ricettività di quasi 4.500 posti letto. Si registra comunque la recente crescita della formula del Bed & Breakfast, anche sulla scia della nascita di una specifica associazione di categoria. In Sardegna i Bed & Breakfast sono oltre 550 per un totale di circa 2.750 posti letto, con un incremento superiore al 35% della capacità rispetto alla stagione precedente (oltre 700 posti letto). Quasi il 90% dei posti letto è localizzato lungo la costa, mentre appare estremamente ridotta l’offerta ricettiva cittadina e nelle zone “interne”. RICETTIVITA' ALBERGHIERA/EXTRALBERGHIERA Ubicazione Posti letto Quota Litorale 2.171 88,1% Interno 20 0,8% Città 272 11,0% Totale 2.463 100,0% Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E. La localizzazione dell'offerta ricettiva 11,0% 0,8% Litorale Interno Città 88,1% All’interno delle strutture alberghiere, oltre l’85% dei posti letto è localizzato lungo la costa. L’offerta alberghiera all’interno della città si riduce quasi esclusivamente al BestWestern, mentre quella nelle zone “interne” fa capo all’hotel/ristorante S’Uliariu. Tra le strutture alberghiere, prevale l’offerta di categoria c.d. “superiore” (4 stelle) e “media” (3 stelle), che assicura il 95% della capacità ricettiva alberghiera del territorio: il dato appare in linea con il valore registrato su scala regionale. 125 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Ricettività alberghiera: la composizione dell'offerta 2,3% 2,6% 4 Stelle 3 Stelle 41,5% 2 Stelle 53,6% 1 Stella Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E. La dimensione media delle strutture alberghiere quartesi, in termini di numero di stanze, è nettamente superiore rispetto alla media nazionale: 57 contro 29 (dato al 1999). In particolare, il Sighientu (228 stanze) ed il Quattro Torri (129 stanze) presentano dimensioni significativamente superiori rispetto alla media nazionale per gli hotel a 4 stelle (71 stanze). Il Califfo con le sue 79 stanze è in linea rispetto al dato medio nazionale. Tra gli alberghi a tre stelle, il Setar (152 stanze), il BestWestern (83 stanze) e la Dipendenza del Califfo (51 stanze), si collocano sopra la media nazionale (36 stanze), mentre il Monastero (10 stanze), Su Meriagu (8 stanze) e S’Uliariu (10 stanze) fanno registrare dimensioni sensibilmente inferiori. Lo scenario del comparto ristorazione del territorio del Comune di Quartu S.E. mostra una certa varietà sotto il profilo della tipologia e della qualità dell’offerta. Non emergono, però, punte di particolare e riconosciuta eccellenza. Si registra la presenza di numerosi ristoranti e pizzerie, che nei loro menù presentano un’offerta più o meno ampia delle portate della tradizione regionale. Il 50% delle strutture è situato lungo la costa e solo il 2,6% nelle zone “interne”. Ristoranti e pizzerie: la localizzazione dell'offerta 47,4% 50,0% Litorale Interno Città Lo scenario del2,6% comparto turistico all’interno del territorio del Comune di Quartu S.E. è completato da una serie di realtà imprenditoriali tra le quali ricordiamo: 126 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _una decina di Agenzie Viaggi, alcune delle quali offrono anche servizi di incoming; _una trentina di Agenzie Immobiliari, che rivestono un ruolo centrale nell’economia del turismo delle “seconde case”; _il Porto Turistico di Marina di Capitana, capace di ospitare circa 450 imbarcazioni e di offrire tutta una serie di servizi in banchina, tra cui: carburante, acqua, luce, carenaggio, guardiania, gru 60 T, bar e ristorante. _l’Associazione sportiva Capitana Yacht Club operante nel Porto Turistico di Marina di Capitana; _un’area sosta per i camper, attrezzata presso Centro Caravan Sardegna, S.S. 554; _un centro velico che offre servizi di scuola vela ed alcune piccole realtà imprenditoriali/associative che offrono servizi di charter nautico, diving e guida ai percorsi in mountain bike e noleggio attrezzature da spiaggia e da mare; _numerosi locali per l’intrattenimento notturno, tra cui discoteche, discobar, gelaterie…; Infine, è in via di realizzazione un impianto golfistico a 9 buche, ampliabile a 18, con annesso club house, ristorante e sala meeting. 06.06.03La domanda turistica La Sardegna rappresenta, da sempre, la leader storica nell'immaginario collettivo degli italiani in materia di vacanze ed ha occupato per diversi anni il primo posto nelle classifiche di gradimento. Un successo che è frutto delle dinamiche evolutive sul lato della domanda, ma anche della capacità della nostra offerta di migliorare gli standard qualitativi dei propri servizi. Peraltro, il limitato potere di attrazione nei confronti del turismo internazionale e la forte concentrazione della domanda nella stagione estiva rappresentano ancora limiti seri per l’ulteriore sviluppo di questo settore. Secondo i dati dell’XI Rapporto Crenos, la spesa turistica regionale rappresenta il 2,9% di quella nazionale ed il settore turistico contribuisce al valore aggiunto isolano per una quota pari al 7%. 127 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Nell’ultimo decennio, salvo rare eccezioni, il settore turistico ha conosciuto stagioni di sensibile crescita, rappresentando – per certi aspetti –la marcia in più dell’economia sarda. Il trend di sviluppo, però, ha evidenziato un certo rallentamento nell’ultimo biennio rispetto a quanto fatto negli anni precedenti. Nel corso del 2003, infatti, il comparto ricettivo sardo – pur registrando l’incremento degli arrivi e delle presenze (1,91 milioni di turisti ed oltre 10,38 milioni di presenze, dati ISTAT) – ha fatto segnare tassi di variazione pari rispettivamente al 2,5% e 2,6% rispetto al 2002. A tale andamento si associa un dato sulla permanenza media sostanzialmente stabile intorno a 5,4 notti e decisamente superiore sia al dato nazionale del 2003 (4,2 notti) che a quello delle regioni del Mezzogiorno per il 2002 (4,4 notti). Per quanto concerne il territorio del Comune di Quartu Sant’Elena, nel corso del 2003, gli arrivi sono stati circa 49 mila (+9% sul 2002), mentre le presenze sono state oltre 167 mila (+5,8% sul 2002). La permanenza media nelle strutture ricettive quartesi è stata pari a 3,4 giorni, in leggero calo rispetto al 2002 (3,5 gg), ma in crescita rispetto a quanto registrato nel 2001 (3 gg). Arrivi 38.754 50.000 48.792 44.743 40.000 30.000 Arrivi 20.000 Elaborazione interna su dati EPT 10.000 - 2001 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 - Presenze 2002 157.968 2003 167.110 117.902 Presenze 2001 2002 2003 Elaborazione interna su dati EPT Sotto il profilo della “produttività” delle strutture ricettive, il territorio di Quartu Sant’Elena, nonostante la crescita delle presenze degli ultimi anni, appare lontano da livelli di soddisfacente efficienza. Il tasso d’occupazione media delle strutture alberghiere è stato pari al 25,07% nel 2003, in calo rispetto al dato dell’anno precedente. 128 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Il riempimento delle strutture alberghiere di Quartu S.E. 27,61% 28,00% 27,00% 25,07% 26,00% 25,00% 24,22% Occupazione percentuale media 24,00% 23,00% 22,00% 2001 2002 2003 Elaborazione interna su dati EPT I dati disponibili in via provvisoria per la stagione sarda 2004 indicano una leggera flessione sia in termini di arrivi che di presenze turistiche. I dati provvisori forniti dagli Enti Provinciali per il Turismo e dalle Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo parlano di circa 1,5 milioni di turisti e circa 8,5 milioni di presenze, nel periodo che va da gennaio ad agosto: ciò significherebbe un calo rispettivamente pari a -1,6% e -4,3%. La diminuzione delle presenze su scala regionale è imputabile sia al calo della componente nazionale (-4,5%) sia al ridimensionamento della domanda internazionale (-4,1%). Il calo delle presenze è pressoché generalizzato sull’intero territorio regionale: il record negativo spetta alla Provincia di Cagliari (-10,8%), anche in termini di arrivi (-3,0%). Si conferma il primato della Provincia di Sassari che, con una variazione negativa del 2%, opera da parziale elemento di freno delle perdite complessivamente registrate e rafforza la propria leadership di settore passando dal 52% al 54% dei pernottamenti registrati nel periodo di riferimento. Simili performance negative vengono confermate dall’analisi strutturale dei flussi: sia il comparto alberghiero che quello complementare subiscono importanti perdite quantificabili rispettivamente in –3,8% e 5,3% delle presenze, evidenti soprattutto nel caso della Provincia di Cagliari (rispettivamente pari a -6,8% e -21,4% dei pernottamenti). Si tratta di un trend che per le strutture extralberghiere presenta delle eccezioni apprezzabili esclusivamente nel caso della Provincia di Oristano (+6,2% delle presenze), che in parte vanno a compensare le perdite registrate nel comparto alberghiero (-9,2%). In Sardegna il mercato turistico italiano riveste un ruolo d’assoluta centralità, assicurando circa il 73% delle presenze complessive. A livello nazionale il peso della componente italiana della domanda è del 59,5%. L’analisi dei bacini geografici di provenienza mostra come – a livello regionale – sia in atto una tendenziale concentrazione dei flussi stranieri su un ristretto numero di mercati; il 91% degli arrivi ed il 94% delle 129 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα presenze provengono dal mercato europeo, fenomeno che non trova riscontro in ambito nazionale e del Mezzogiorno. Nel caso di Quartu Sant’Elena, la domanda turistica nel 2003 vede un’incidenza ancora più elevata, rispetto al dato regionale, della componente italiana (78,8%), anche grazie al forte calo delle presenze degli stranieri (-29,6%). In realtà, la componente straniera della domanda turistica, nel periodo di tempo compreso tra il 2002 ed il 2003, fa comunque segnare un tasso di crescita delle presenze pari al 79,8%. Nel caso di Quartu S.E., gli stranieri sono i turisti che soggiornano di meno: solo 3 giorni (gli italiani 3,5 giorni). 130 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Presenze Italiani Stranieri Totali 2001 98.198 19.704 117.902 2002 107.625 50.343 157.968 2003 131.686 35.424 167.110 Ripartizione percentuale delle presenze: italiani e stranieri 100,0% 16,7% Elaborazione interna su dati EPT ed ISTAT.80,0% 31,9% 21,2% 60,0% 40,0% 83,3% Stranieri 68,1% 78,8% Italiani 20,0% 0,0% 2001 2002 2003 La crescita indiscriminata dei flussi turistici nasconde alcuni pericoli e non può essere considerata come l’unico indicatore di successo, anche perché risente dell’incompletezza nella misurazione (il turismo sommerso nelle seconde case è stimato da un minimo del 60% ad un massimo del 70% delle presenze totali) e di fluttuazioni stagionali dovute a fattori esogeni che possono essere consistenti. La spesa media del turista che sceglie la Sardegna come meta di vacanza è inferiore alla media nazionale ed a quella registrata in alcune regioni turisticamente evolute. In termini di spesa procapite giornaliera, nel 2002 si registra un’apprezzabile performance rispetto alle stagioni precedenti, ma contemporaneamente un dato inferiore a quello medio nazionale (57 euro rispetto a 65 euro) e sensibilmente distante dal valore registratosi in Veneto (78 euro) nel 2001, da considerarsi come destinazione benchmark. Il mercato straniero mostra elevate potenzialità in riferimento alle strutture con 4 e 5 stelle del comparto alberghiero, con un differenziale di circa 30 euro rispetto ai turisti italiani. Un elemento che trova conferma solamente nel caso delle seconde case (seppure con uno scarto più contenuto) e che acquista maggiore rilevanza se si considera che, in tutti gli altri casi di ricettività classificata, il turista straniero spende costantemente meno di quello nazionale. Sul fronte delle voci di spesa si rileva, poi, come “vitto” e “alloggio” finiscano per assorbire una quota delle risorse complessivamente destinate alla vacanza che varia dall’83% delle strutture alberghiere di massima categoria, al 69% delle seconde case. La quota di spesa restante (compresa in un intervallo del 20-30%) viene perlopiù destinata ai servizi di trasporto pubblici e privati in percentuali che in media si aggirano intorno al 9% del budget complessivo, con una maggiore propensione verso una vacanza di tipo stanziale nel caso delle unità alberghiere a 4 e 5 stelle (7%) alla quale presumibilmente si associano contemporaneamente la prossimità alle risorse primarie (motivo principale di vacanza) e l’accesso ad una serie di attrattive già comprese nel pacchetto di soggiorno. A conferma di ciò, seguono 131 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα percentuali di spesa per attività di tipo ricreativo (escursioni, visite di musei e mostre, sport etc.) le quali risultano maggiori nell’ambito delle seconde case (8%) e delle unità alberghiere a 3 stelle e di tipo residenziale (7%). La quota di budget destinata allo shopping da parte dei turisti che soggiornano nelle strutture alberghiere di massima categoria è pari al 5% ed è inferiore solamente alla percentuale riferita ai turisti delle seconde case che spendono il 7% del proprio budget. Il 2003 conferma l’estrema concentrazione dei flussi turistici nei mesi di punta - anche se attenuata dal crescente peso assunto dai mesi di spalla - rispetto al movimento nazionale, in entrambi i casi a scapito dei periodi di bassa stagione, ancora modestamente significativi. La concentrazione temporale dei flussi determina una situazione di sottoutilizzo delle potenzialità produttive del sistema turistico. La prevalenza del “modello sole e mare”, in altre parole, ci fa stare molto al di sotto della frontiera delle possibilità produttive, data l’attuale dotazione di capitale, determinando una perdita d’efficienza. L’analisi dei dati ISTAT 2003 evidenzia che, a livello regionale, l’86,2% delle presenze degli italiani negli esercizi ricettivi si concentra tra giugno e settembre, mentre per quelle degli stranieri nel medesimo periodo la concentrazione è del 74,7%. Il dato complessivo parla di una concentrazione delle presenze tra giugno e settembre pari all’83,1%. Nel caso della provincia di Cagliari, sempre su dati ISTAT riferiti al periodo giugno/settembre 2003, le presenze degli italiani negli esercizi ricettivi incidono meno che su scala regionale (81,8%), così come inferiore alla media regionale è la concentrazione delle presenze straniere nel medesimo periodo (69,7%). Il dato complessivo parla di una concentrazione delle presenze tra giugno e settembre pari al 79,4%. Per quanto concerne la stagionalità della domanda turistica a Quartu, i dati forniti dall’EPT evidenziano dei risultati completamente differenti rispetto allo scenario regionale e provinciale: le presenze tra giugno e settembre inciderebbero complessivamente per il 63% (62,4% nel caso degli italiani e 65,3% nel caso degli stranieri). La ripartizione mensile delle presenze turistiche nel Comune di Quartu S.E.: confronto 2002/2003 Andamento mensile delle presenze 35.000 30.000 25.000 20.000 2002 15.000 2003 10.000 5.000 - Gennaio Marzo Maggio Luglio Settembre Novembre Elaborazione interna su dati EPT 132 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Il dato non appare completamente credibile e risente, con tutta probabilità, del fatto che alcuni esercizi alberghieri cedono le stanze lungo l’intero arco dell’anno a persone residenti. Conclusioni Nella prospettiva della crescita futura, con riferimento al territorio di Quartu S.E., a fronte di una domanda stagionalizzata, di un’offerta ricettiva concentrata lungo la fascia costiera e di una scarsa integrazione del settore turistico con il tessuto produttivo locale, riteniamo che le principali linee d’intervento sul comparto turistico debbano essere prioritariamente orientate verso: _la massimizzazione degli effetti d’impatto sull’intero sistema economico locale, attraverso la messa a valore di un prodotto turistico “identitario”; _l’allungamento della stagione turistica ed il riequilibrio dei flussi in termini geografici e temporali, mediante la diversificazione delle proposte di vacanza ed anche grazie all’integrazione funzionale tra aree costiere, centro storico e zone interne. Nell’immediato, l’approccio al turismo integrato e sostenibile che l’Amministrazione Comunale intende perseguire richiede: _un ruolo attivo da parte di tutti i soggetti, pubblici e privati, come promotori del modello di sviluppo turistico territoriale; _un elevato livello d’integrazione tra tutte le componenti dell’offerta, per la messa a sistema dell’insieme di risorse del territorio e dei servizi al turista, secondo una logica ispirata ai paradigmi dello sviluppo sostenibile, in modo da poter gestire in maniera ottimale i processi di coproduzione di una variegata pluralità di soggetti economici che caratterizzano il comparto turistico ed imprenditoriale locale; _un processo innovativo nell’offerta turistica locale, che consenta di ampliare la gamma dei prodotti a disposizione della clientela, per cogliere le nuove tendenze di mercato e soddisfarne al meglio le aspettative. Un’offerta incentrata sulla valorizzazione innovativa delle risorse ambientali e culturali, rivolta prevalentemente ad un incremento dei flussi nei periodi di bassa stagione; _il sostegno all’innovazione di processo ed organizzativa all’interno delle imprese turistiche, facilitando l'accesso agli strumenti di gestione e certificazione ambientale. 133 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα Nel medio-lungo periodo, gli obiettivi strategici verso cui l’Amministrazione Comunale potrebbe orientarsi vengono individuati nella riqualificazione ed integrazione del sistema ricettivo, attraverso l’adeguamento delle strutture esistenti e l’incremento della capacità soprattutto nelle zone interne e nell’area urbana, ad esempio attraverso il recupero a fini turistici dell’edilizia esistente. 06.07_analisi SWOT, sistema economico PUNTI DI FORZA _Produzione di vini pregiati Doc quali la malvasia, il moscato, il nasco ed il girò _Produzione del pane, prodotto artigianalmente nelle antiche forme del coccoi e del modizzosu. _Preparazione artigianale dei dolci a base di pasta di mandorle, zucchero, uova e limone (amarettus, pastissus, gueffus, candelaus, piricchitus, pistoccus, ossus de mortu, su gattou), oppure con la sapa (su pani e sapa, is pabassinas). _Artigianato artistico. Ad esempio il lavoro orafo, soprattutto per quel che riguarda la produzione di preziosissimi gioielli in filigrana tra cui spille, ciondoli, amuleti e rosari. Si segnalano anche le ceramiche artistiche ed i meravigliosi cesti di varie misure e fogge realizzati a mano. _Coerenza della vision dell’Amministrazione Comunale con quella regionale sull’importanza del concetto di turismo integrato. _Il sistema ricettivo locale si colloca nella fascia di qualità medio-alta, con una dimensione media delle strutture alberghiere (in termini di numero di stanze) nettamente superiore rispetto alla media nazionale (57 contro 29). _Le grandi strutture ricettive, pur essendo localizzate prevalentemente lungo la costa, possono avvantaggiarsi della prossimità delle bellezze ambientali delle zone interne (Parco dei Sette Fratelli) e della zona umida (Molentargius). _Il Centro Informazioni Turistiche è un prezioso punto di riferimento per i turisti ed uno spazio importante per la promozione dell’artigianato 134 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα artistico ed agroalimentare locale, oltre che delle strutture di servizi al turismo. _Il Porto Turistico di Marina di Capitana può ospitare circa 450 imbarcazioni ed offre tutta una serie di servizi in banchina, tra cui: carburante, acqua, luce, carenaggio, guardiania, gru, bar e ristorante. PUNTI DI DEBOLEZZA _Quartu soffre ancora della sindrome da città-dormitorio”. Gli “indigeni” sono circa ventimila, mentre gli altri cinquantamila abitanti arrivano da Cagliari, dove continuano a lavorare. Ciò implica: _significativi riflessi negativi sull’immagine della città; _il progressivo deficit identitario della popolazione residente; _considerevoli flussi migratori quotidiani e conseguenti elementi di criticità sulle strade di collegamento con il capoluogo. _Quartu è al 10° posto in Sardegna per l’incidenza del numero di laureati sul totale della popolazione (7,2%), preceduta tra le altre città da Cagliari (al primo posto con il 15,7%), Sassari (11,4%), Oristano (10,5%), Nuoro (10,2%) e Selargius (8,5%). _Si lamenta l’assenza di aziende big players. Da un’analisi condotta dall’Osservatorio Industriale della Sardegna sulle imprese industriali sarde con i maggiori livelli di fatturato nel 2001, risulta che le prime tre aziende quartesi occupano rispettivamente la 46° (Sept Italia SpA), la 192° (Ve.Ma Srl) e la 231° (I.S.O.F. Srl) posizione nella specifica graduatoria regionale. _Molti degli artigiani non hanno un laboratorio proprio: usano i ferri del mestiere a casa, per hobby o per arrotondare. In tale situazione emerge il fenomeno del “sommerso”. _Il territorio di Quartu S.E. si colloca al 16° posto della graduatoria regionale per numero di aziende agricole. La superficie totale media delle stesse è di 4,7 ha, contro una media regionale pari a 15,1 ha. Se si considera la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), Quartu S.E. scende al 126° posto della graduatoria regionale, con una dimensione media per azienda di 3,2 ha, contro una media regionale di 9,1 ha per azienda. 135 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Non è stato ancora portato a sistema il “prodotto turistico” Quartu Sant’Elena: si ragiona ancora in termini singole strutture e/o singoli poli d’attrazione piuttosto che di “rete”, “circuito” o sistema turistico. _Si registra lo sbilanciamento dell’offerta sulla componente “sole e mare”: ciò rappresenta un serio ostacolo alle possibilità d’integrazione tra l’offerta turistica e le attività tradizionali dell’artigianato artistico e dell’agroalimentare, limitando fortemente il potenziale effetto moltiplicativo del comparto turistico sul resto dell’economia locale. _Bassa notorietà del territorio sullo scenario nazionale ed internazionale. Nel cosiddetto modello del ciclo di vita del prodotto turistico, il territorio di Quartu S.E. attraversa ancora la fase di introduzione. _Nel comparto ristorazione del territorio del Comune di Quartu S.E. non emergono punte di particolare e riconosciuta eccellenza. _Esiste solo un’area sosta per i camper, attrezzata presso il Centro Caravan Sardegna, S.S. 554. _Scarsa visibilità di alcune piccole realtà imprenditoriali/associative che offrono servizi di charter velico, diving e guida ai percorsi in mountain bike. 136 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα MINACCE _Perdita dell’identità tradizionale della città a causa della crescita della popolazione per lo sviluppo dei flussi migratori, degli insediamenti urbani e del fenomeno di terziarizzazione del sistema imprenditoriale. _In confronto alle principali città dell’isola, a Quartu si registra la più elevata incidenza delle imprese appartenenti alla fascia di quelle che occupano tra uno e due addetti: 78,4% (superiore anche rispetto alla media regionale). Prevalgono nettamente le microimprese, quelle che impiegano meno di 10 addetti, con un’incidenza del 96,8% sul totale. Il rischio è di non riuscire a stare al passo con gli altri sistemi economici sul fronte degli investimenti in ricerca, servizio al cliente, promozione. _Flessione del comparto artigiano: l’incidenza delle imprese artigiane è passata dal 32% nel 1991 al 29% nel 2001. Attualmente le imprese artigiane rappresentano il 27% delle aziende iscritte alla Camera di Commercio. Il rischio di uno scarso coordinamento tra lo sviluppo più propriamente turistico e la presenza delle attività tradizionali può condurre in una “trappola” pericolosa. Il successo del settore turistico sottrae risorse (capitali, terra, lavoro) alle attività tradizionali: la riduzione delle attività tradizionali può modificare in peggio la qualità del prodotto turistico come percepita dai consumatori (si pensi al possibile peggioramento del paesaggio e dell’offerta complessiva dovuto all’abbandono delle campagne e/o delle attività artigianali). Se questo succede, il prezzo di vendita dei servizi turistici si abbassa e la performance economica diventa sub-ottimale. _La composizione dell’offerta ricettiva vede la netta prevalenza delle strutture alberghiere rispetto agli esercizi complementari. Tra le strutture alberghiere, prevale l’offerta di categoria c.d. “superiore” (4 stelle) e “media” (3 stelle), che assicura il 95% della capacità ricettiva alberghiera del territorio. Il rischio è di non riuscire a diversificare sufficientemente gli sbocchi di mercato in termini di target della clientela, risultando poco appetibili per i turisti non interessati ad una vacanza “a 5 stelle”. _L’offerta ricettiva in città e nelle zone “interne” è estremamente ridotta: l’88% dei posti letto è localizzato lungo la costa. Si rischia di limitare la fruizione turistica della città, marginalizzando le attività imprenditoriali “tradizionali”. _La stagionalità della domanda turistica (il 60% delle presenze si concentra tra giugno e settembre) porta con sé il rischio di esternalità 137 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα negative in termini di congestionamento delle strutture e dei luoghi di fruizione turistica, concentrazione dell’inquinamento… _Il fenomeno del turismo nelle seconde case oltre a causare problemi per la gestione dei flussi di vacanzieri sottrae risorse all’amministrazione comunale e, pertanto, incide negativamente sulla redditività del comparto. L’Assessore De Pau ha recentemente dichiarato che oltre ai dieci milioni di presenze ufficiali, la Sardegna ne registra altri trenta milioni sommersi, ospiti delle seconde case. _Si prospettano forti tagli ed una maggiore selettività da parte della Regione nell’erogazione dei finanziamenti per le manifestazioni tradizionali ed agli eventi. OPPORTUNITA’ _La lettura del contesto evidenzia la presenza di un forte spirito identitario tra gli indigeni e le tracce di un’antica cultura e tradizione agro-pastorale. _I trend di crescita degli ultimi anni evidenziano le grandi potenzialità di sviluppo urbanistico, sociale ed economico della città di Quartu, che da tranquillo borgo rurale si è trasformato in moderna città costiera in cui convivono - ad un tempo - realtà urbana e rustica. _In prospettiva futura, l’assegnazione dei lotti artigianali a Sa Serrixedda può favorire il consolidamento delle aziende artigiane locali e lo sviluppo qualitativo dell’offerta. _Percorrere la strada del turismo integrato potrebbe implicare la revisione del Puc, in modo da ottimizzare la gestione del territorio e dare nuova linfa al comparto edilizio. _Esiste un progetto per la valorizzazione delle produzioni dei pani tipici Coccoi e Moddizzosu, attraverso la creazione di un marchio di tutela. L’obiettivo finale è l’ottenimento del marchio IGP. È già stata costituita un’Associazione dei produttori ed è stato predisposto il disciplinare. _Il possesso del 45% delle quote all’interno del Consorzio di gestione del parco di Molentargius, assicura al Comune di Quartu la possibilità di incidere in maniera rilevante sulle strategie di sviluppo e gestione del Consorzio stesso. _Esistono risorse e criticità comuni a più territori: affrontarle attraverso un percorso di concertazione, ragionando in ottica di “area vasta”, 138 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα consentirebbe di giungere più agevolmente a decisioni strategiche più efficienti in quanto condivise ed integrate _Il saper fare degli artigiani locali appartenenti al comparto edile potrebbe essere utilmente sfruttato per avviare interventi di recupero e valorizzazione del centro storico. _Favorire l’integrazione dei movimenti turistici con le attività produttive tradizionali. _Il turismo è oggi uno dei pochi settori di attività economica che a livello internazionale registra tassi di crescita positivi in un quadro economico generalmente sfavorevole. Il turismo, dunque, come seria opportunità di crescita, attraverso politiche di sviluppo alternative al potenziamento del settore industriale. Negli ultimi decenni gli stati che hanno puntato sul turismo (si tratta spesso, non a caso, di isole) hanno ottenuto tassi di crescita del reddito pro-capite alti, più alti di quelli ottenuti per esempio dai paesi ricchi dell’OCSE. _Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo le destinazioni turistiche non tradizionali sono destinate a crescere del 20% nei prossimi 20 anni. Crescono i segmenti di vacanze non più legati ai fattori tradizionali come sole, mare, montagna, ma interessati alle caratteristiche culturali dei territori prese nel loro insieme: cultura, società, natura, enogastronomia. _L’effetto moltiplicativo determinato dalle iniezioni di spesa proveniente dai non residenti, può innescare circoli virtuosi di crescita anche in settori che non sono direttamente influenzati dal fenomeno turistico ma che operano a monte della domanda finale e forniscono beni e servizi alle imprese che sono a diretto contatto con il turista. In linea di massima, maggiore sarà l’integrazione fra settori produttivi, maggiori saranno i benefici per il territorio e per la sua popolazione. _Orientarsi verso un modello di turismo integrato che, oltre all’incremento del numero di arrivi e presenze turistiche, valorizzi anche la cultura, le tradizioni ed i prodotti tipici del territorio, impone di definire una strategia commerciale orientata verso un tipo di turista che desideri e possa permettersi di spendere parte del proprio budget per consumare i prodotti tradizionali del territorio. _Ottimizzare il trend di crescita della dimensione turistica del territorio, riequilibrando la struttura dell’offerta ricettiva e puntando sul consolidamento della relazione tra le strutture della costa, la città e le zone interne. 139 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _La recente crescita della formula del Bed & Breakfast, anche sulla scia della nascita di una specifica associazione di categoria, può rivelarsi molto utile in chiave di diversificazione dell’offerta ricettiva. _La realizzazione dell’impianto golfistico ed il conseguente inserimento all’interno dei circuiti esistenti può rappresentare un interessante esperimento d’innovazione ed ampliamento della gamma d’offerta. _Esistono numerosi locali per l’intrattenimento notturno (discoteche, discobar, gelaterie). _L’aeroporto di Cagliari fa registrare dei risultati positivi. La gestione è stata affidata alla Sogaer per 40 anni: ciò consente di pianificare nuovi investimenti per il miglioramento della struttura e dell’offerta. L’obiettivo è di arrivare a quattro milioni di passeggeri l'anno entro il 2015 (oggi i passeggeri sono 2,3 milioni). Attualmente sono in corso trattative ben avviate con importanti vettori aerei, per dar vita a 4-5 collegamenti giornalieri con 4-5 città europee. I collegamenti attuali sono con Londra, Madrid e Barcellona. In futuro si pensa a collegamenti con il centro Europa. _La compagnia aerea EasyJet assicura il collegamento quotidiano tra l’aeroporto di Cagliari-Elmas e Londra. _Aiuti economici per gli aeroporti “minori”: Cagliari è fra questi. 06.08_analisi SWOT, sistema sociale PUNTI DI FORZA Presenza di diversi servizi/strumenti di supporto ad anziani, minori e portatori di handicap, già attivi da diversi anni ed in grado di operare con efficacia contro le diverse aree di disagio. I seguenti “comparti” dell’Associazionismo: _Culturale _Sportivo _Volontariato religioso e laico PUNTI DI DEBOLEZZA 140 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Mercato del lavoro carente sul lato della domanda (imprese di piccole dimensioni e fenomeni di economia sommersa), con conseguente elevato tasso di disoccupazione. _Ampie arie di esclusione causate dalla decomposizione del tessuto sociale che portano a: _elevati tassi di disoccupazione giovanile e femminile; _elevata dispersione scolastica; _fenomeni rilevanti di tossicodipendenze. _Carenze nei servizi all’infanzia. MINACCE _Le figure professionali e le figure amministrative a disposizione del Settore Politiche Sociali appaiono al momento insufficienti a ricoprire tutte le funzioni e ad espletare tutte le pratiche amministrative e socioassistenziali attribuite all’Ente. _Possibili elementi di criticità legati all’elevata densità di immigrati residenti (forte incremento nella presenza di donne e bambini). _Disagio socio-economico in aumento. _Costante aumento delle donne capo-famiglia prive di qualificazione, con elementi di disagio che si collocano nell’ambito delle nuove povertà. L’imminente uscita della Sardegna dall’Obiettivo 1, che implicherà una forte riduzione dei trasferimenti derivanti dai fondi strutturali, “obbliga” ad accelerare in tempi molto brevi lo sviluppo dell’efficienza nelle politiche sociali. OPPORTUNITA’ _La presenza di un Centro Provinciale per progressivamente porterà la sua attività a regime. l’Impiego, che _Alcune “aree” dell’Associazionismo che possono contribuire a risolvere gli elementi di criticità precedentemente elencati, tra cui: _Associazioni di immigrati _Associazioni di categoria imprenditoriali _Patronati 141 θυαδρο σοχιο_εχονομιχο δοττ. αντονελο χαρεδδα _Gestione integrata di un più ampio numero di servizi con i centri urbani dell’“area vasta”. 142 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε 07_settore trasporti 07.01_programma elettorale per il settore trasporti Di seguito si riporta quanto contenuto nel programma elettorale riferito al settore viabilità e trasporti. L’Amministrazione si pone come obiettivo la ristrutturazione della viabilità, anche attraverso la realizzazione di un sistema di parcheggi, dei nuovi viali urbani previsti dal Puc, con riguardo alle nuove bretelle viarie (via Marconi – viale della Musica, via Giotto- via Lussemburgo, via Cecoslovacchia- v. Dalla Chiesa). L’utilizzo della bicicletta sarà oggetto di uno specifico piano della ciclabilità, che deve prevedere la realizzazione di accessibilità ciclabile a tutte le zone della città. Questo creerà un vantaggio competitivo per la mobilità ciclabile legato ad azioni di supporto all’utilizzo della bici (piano di comunicazione, incentivazione ai condomini, accordi col CTM). L’utilizzo della bicicletta deve costruirsi secondo un sistema di incentivo che si sviluppi a rete in tutta l’area orientale della conurbazione metropolitana, in sinergia con la Provincia e le altre città. Le priorità sui trasporti indicate dalla Regione non prevedono l’ipotesi della metropolitana leggera per Quartu. Si ritiene sia un errore tanto insistere su un progetto di metropolitana interrata (di dubbi benefici e indubbi costi), quanto rinunciare a priori ad un progetto di connessione ferrata che rilanci il trasporto pubblico nell’area metropolitana orientale. Il sistema di connessioni viarie e ferrate è nettamente carente su questa area, che è la più densamente popolata e che patisce oltre misura il fenomeno del pendolarismo con Cagliari. La realizzazione della metropolitana leggera è anche lo strumento indispensabile per dare solidità ai servizi di dimensione sovracomunale da ubicare in particolare sul fronte della S.S. 554: solo l’efficienza dei servizi di trasporto può permettere infatti il riequilibrio dei servizi di scala metropolitana sul territorio, eccessivamente sbilanciati sul capoluogo. La realizzazione dell’asse stradale di Serra Perdosa metterà in connessione le diverse lottizzazioni e costituirà una valida alternativa alla litoranea per Villasimius. Il litorale, che ad oggi conta 15 mila abitanti, e le zone rurali limitrofe alla città, anno necessità di ritrovare il collegamento diretto con il centro urbano. Questo sarà possibile, oltre che con gli interventi sopra descritti, con il rafforzamento dei mezzi di trasporto e con la dislocazione di appositi servizi comunali in loco. Per le zone al di fuori della cerchia della città compatta verranno studiati dei meccanismi particolari di attenzione e responsabilizzazione istituzionale. Bisognerà mettere in moto tutti gli strumenti che permettano di ricucire in senso comunitario la città compatta e il suo litorale. 143 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε 07.02_sintesi del Piano Urbano del Traffico Nel novembre 1994 è stato completato il PUT del comune di Quartu Sant’Elena, nel presente piano venivano indicate: _l’organizzazione della viabilità e della pedonalità breve e medio periodo lungo periodo _la rete delle piste ciclabili _il trasporto collettivo urbano Esaminando più in dettaglio gli interventi previsti 07.02.01_organizzazione della viabilità e della pedonalità (breve e medio periodo) La rete pedonale Interdizione al traffico veicolare privato di numerose vie del centro riservando la sede stradale a piste ciclabili, corsie preferenziali per mezzi pubblici e traffico pedonale. Gli interventi previsti si dividono in due gruppi: I gruppo: aree chiuse al traffico con accesso precluso ai residenti 24 ore su 24; II gruppo: aree chiuse al traffico con accesso regolamentato per i residenti; Viabilità Creazione di nuove aree pedonali e ciclabili trasformano la rete viaria con l’obiettivo di consentire spostamenti rapidi tra le zone attraverso percorsi a senso unico. Obiettivo primario garantire un rapido collegamento tra la zona nord e la zona sud utilizzando viale Colombo e via della Musica. Seconda fase riguarda gli interventi sulla viabilità del centro storico per garantire una rapida accessibilità verso il centro dalle periferie. Terza fase riguarda la realizzazione della prima tratta di circonvallazione tra via Giotto e Is Pontis Paris. Nuova strada di collegamento, parallela alla S.S. 554 con origine in viale Marconi (lato est) nel tratto tra via Giotto e la S.S. 554 e costeggiano il velodromo comunale arriva fino a via Monsignor Angioni. Nuovo tratto tra via Pitz’e Serra (incrocio via Portogallo) fino a ricongiungersi con via Fiume. 144 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε Questi due nuovi tratti integrati con via Lussemburgo e via Portogallo costituiscono una nuova strada urbana di collegamento nord-sud. 145 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε Parcheggi Novità introdotta dal PUT sono i parcheggi di scambio, localizzati in funzione della miglior interconnessione tra traffico privato, pubblico, piste ciclabili e percorsi pedonali. Le aree individuate sono 9 e la scelta della loro localizzazione è stata guidata dalla possibile linea di metropolitana leggera, seguendo criteri differenti in base al tipo di funzione prevista. 1 2 3 4 5 6 7 8 Ubicazione dell’area del parcheggio di Funzione scambio area ex fornaci Mascia – via Brigata Sassari Raccoglie il traffico veicolare privato in transito verso il centro storico e lo ripartisce su piste ciclabili, bus urbani e percorsi pedonali. area incrocio tra via Turati e via della Musica Per i residenti della zona tra via della Musica e viale Colombo area lato destro via Turati fronte via Per i residenti della Boccherini e via Scarlatti zona tra via della Musica e viale Colombo area lato destro viale Marconi fronte viale Raccoglie il traffico Cimitero veicolare privato in transito verso il centro storico e lo ripartisce su piste ciclabili e bus urbani. area lato sinistro viale Colombo, angolo via Raccoglie il traffico S’Arrulloni veicolare privato in transito verso il centro storico e lo ripartisce su piste ciclabili e bus urbani. area lato destro via San Benedetto, angolo Stagionale per il via Madrid litorale area lato destro via San Benedetto, angolo Stagionale per il via Fiume litorale area lato sud via Pitz’e Serra fronte via Domanda di via Irlanda Danimarca per 146 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε sostituire interventi di traffic calming 9 area lato via Fiume con S.S. 554 (rotonda Accoglie la domanda Margine Rosso) di sosta dalle attività lungo la S.S. 554 e dal litorale 07.02.02_organizzazione della viabilità e della pedonalità (lungo periodo) Strada Parco nel settore Nord-Ovest, tracciato a cavallo del canale che delimita la città a nord-ovest, questa strada parte da via della Musica e via Turati e arriva fino a Quartucciu; _Circonvallazione nord parte da viale Marconi segue parallelamente la via Giotto per immettersi nella nuova circonvallazione (su Idanu). _Chiusura totale del centro storico con risistemazione della viabilità limitrofa (sensi di marcia). _Allargamento della sezione di via Fiume, con inserimento di pista ciclabile. _Polo intermodale in corrispondenza dell’intersezione tra la S.S. 554 e via Pitz’e Serra. _Area di sosta compresa tra la nuova strada-parco e via Turati. 07.02.03_la rete delle piste ciclabili Il PUT prevede la realizzazione di una rete di piste ciclabili che copra il territorio con una maglia rada, che si infittisce nella zona del centro storico. 07.02.04_trasporto collettivo urbano La rete di trasporto collettivo dovrà essere concepita nella logica d’area metropolitana per gli evidenti effetti che esse deve produrre per un’utenza con O/D non circoscritte al territorio delle singole amministrazioni comunali. Tuttavia il servizio attuale può essere migliorato in attesa di un progetto organico d’area. Secondo quanto già riportato nel primo report sul piano strategico, tra le principali tematiche di interesse sovracomunale risulta prioritaria per la programmazione strategica la viabilità e il sistema dei trasporti, in particolare vengono evidenziati come prioritari: 147 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε _la realizzazione della metropolitana leggera che costituirà lo strumento indispensabile per dare solidità ai servizi di dimensione sovracomunale (da ubicare in particolare sul fronte della s.s. 554), _la realizzazione dell’asse stradale di Serra Perdosa che metterà in connessione le diverse lottizzazioni in alternativa alla litoranea per Villasimius e consentirà alle zone rurali limitrofe alla città di ritrovare il collegamento diretto con il centro urbano. 148 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε Inoltre tra i vari progetti presentati dal comune vi sono: 07.03_"Qua.R.T.U. - Qualità e Riqualificazione del Territorio Urbano”, Prevede la riqualificazione di un’estesa area urbana, denominata “Is Arenas”, entro la quale definire una serie di interventi infrastrutturali, per costruire la porta di accesso al Parco di Molentargius, offrendo servizi pregiati e complementari alla fruizione naturalistica senza gravare le zone tutelate di un nuovo carico antropico derivato dall’impatto di nuove strutture. Nella elaborazione di tale progetto , che nei suoi obiettivi generali e specifici è del tutto coerente con le direttrici e gli obiettivi prioritari posti alla base della costruzione del piano Strategico, si è proceduto alla verifica del Sistema di relazioni con Piani, Programmi e progetti di livello comunale, provinciale e regionale, realizzando una coerente collocazione strategica del progetto rispetto al quadro generale di riferimento. 07.04_progetti integrati Nell’ambito dei Progetti integrati viene proposto un Piano della mobilità ciclabile Quartu Sant’Elena è una città che per sua conformazione è altamente adatta alla mobilità ciclabile: dimensioni dell’agglomerato urbano, distanze, clima, scarsità di dislivelli altimetrici etc. La mobilità ciclabile a Quartu Sant’Elena in questi anni si è molto sviluppata raggiungendo la quota del 3% della mobilità globale, nonostante la carenza di infrastrutture. Questo sviluppo è avvenuto da una parte per la accresciuta attenzione verso l’ambiente e per uno stile di vita più salubre, ma anche e forse soprattutto per motivi di praticità ed economicità del mezzo bicicletta negli spostamenti brevi e di media distanza. Di fronte alla paralisi del traffico, all’impossibilità della sosta e alla scarsa efficienza dei trasporti pubblici si è reagito con misure di classico e italicissimo fai-da-te, scegliendo anche la bicicletta. Con il crescente uso della bici è cresciuta la necessità di tutte quelle infrastrutture (piste, parcheggi, segnaletica, etc.) necessarie alla sicurezza stradale di questa utenza. Le attuali infrastrutture della mobilità ciclabile vedono gravi carenze per _estensione e diffusione 149 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε _continuità e razionalità _sicurezza, legalità e protezione Un ampliamento della mobilità ciclabile urbana fino al 10% o 15% (anche se lontano da valori europei intorno al 20-30% e oltre) è realistico ma può essere raggiunto solo con interventi strutturali da una parte e di promozione e sensibilizzazione dall’altra. In sostanza al cittadino deve essere permesso (e trasmessa la percezione) che può uscire di casa in bici e arrivare dove vuole senza gravi rischi e senza complesse pianificazioni di itinerari o lunghi aggiramenti. Questo si raggiunge essenzialmente con le seguenti misure strutturali: _diffusione della rete ciclabile urbana e sue maglie sufficientemente strette _separazione dal traffico motorizzato, protezione e precedenza _continuità della rete (progettuale, costruttiva, segnaletica etc.) _possibilità di sosta adeguate Un ampliamento della mobilità ciclabile ha successo soprattutto se si incentivano in modo differenziato e realistico certi tipi di spostamenti e certi gruppi di cittadini. Al contrario di quanto si potrebbe pensare non si tratta di una differenziazione prevalentemente per livello sociale: l’utente attuale della bici e quello potenziale attraversa tutte le fasce di reddito ed essa non è comunque un mezzo per soli poveri, anche se molto economico. Alcuni tipi di spostamento sono più facilmente incrementabili di altri – per es.: _gli spostamenti scuola/università quotidiani e regolari casa-lavoro e casa- _il raggio delle medie distanze (entro 15-20 minuti in bici) _gli acquisti e le commissioni all’interno del quartiere _chi lavora e/o abita all’interno della cerchia dei viali e/o all’esterno in prossimità di essa _chi lavora in città, ma proviene dalla periferia urbana ed extra-urbana (entro 15 Km), ma sceglie la bici per la sua flessibilità 150 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε _chi lavora e abita nell’area urbana quartese, ma in quartieri lontani fra loro, ma sceglierebbe la bici per la sua flessibilità e rapidità di spostamento, in alternativa alla paralisi del traffico e alla lentezza dei mezzi pubblici. _studenti universitari (anche per motivi di disponibilità economiche) _pendolari su ferrovia e trasporti extraurbani stradali (treno+bici, bus+bici) _genitori con bimbi piccoli che fanno spostamenti nel quartiere _cittadini che dispongono di tempo libero (chi lavora in casa, pensionati e anziani ancora attivi, casalinghe, …) Data la difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie ci pare necessario definire alcune priorità nella realizzazione di infrastrutture per la mobilità ciclabile. Esse potrebbero essere: _realizzazione di un anello della ciclabilità _collegare l’anello dei Viali a raggiera con i quartieri circostanti _attraversamento della città sulla direttrice principale del Viale Colombo _prevalenza alla mobilità urbana rispetto al cicloturismo e al tempo libero _usare gli argini dei canali di guardia e delle vasche salanti (in Parte), per collegare trasversalmente, in sicurezza e velocemente aree distanti fra loro _collegamenti ciclabili con scuole primarie e materne _attraversamenti ciclabili protetti dei ponti 07.05_progettazione della rete ciclabile La mobilità ciclabile non può essere fatta solo di piste ciclabili, ancorché di diverse tipologie. Sia per motivi economici e di realizzabilità, sia per uscire da una mobilità tutta incentrata e progettata solo sul traffico automobilistico privato (un uomo – una macchina) le soluzioni da 151 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε approntare sono varie e diverse, anche se la rete di piste ciclabili è e rimane la spina dorsale di questo cambiamento. 1) Grandi direttrici 2) Reticoli locali e di quartiere 3) Zone ciclabili a moderazione del traffico 4) Raccordi e incanalamenti verso la rete ciclabile Tipologie: _pista in sede propria (sempre per direttrici ad alta intensità di traffico) _tratti promiscui ciclopedonali (es. per collegare tratti e segmenti di rete) _corsia su carreggiata (solo in casi rari in cui non c’è alternativa, ma sempre e ben riconoscibili: occhi gatto, piolini, cordolini ...) _zone a moderazione di traffico (es. 30 Km/h, dossi, chicane, aiuole, restringimenti e altri dissuasori/ rallentatori) _collegamenti stradali consigliati ai ciclisti (es. per connettere tratti e segmenti di rete) _"ciclo-adduttori" (piccoli rami che immettono sulla rete ciclabile, anche di pochi metri, con attraversamento ciclabile”) Lo strumento primario, ma non l’unico, per la sosta delle bici sono le rastrelliere, sia in luoghi pubblici che in spazi privati. A questo vanno però affiancate facilitazioni e possibilità di sosta specialmente breve in tutti gli spazi e contesti che il senso comune suggerisce. Vanno dunque rimosse (con opportune deroghe) tutte quelle regolamentazioni che assurdamente rendono il semplice lasciare una bici in strada più difficile e rischioso o impossibile rispetto ad altri veicoli. Per quanto riguarda la sosta bici “regolata”, su rastrelliere, emergono i seguenti punti: _quantità sufficienti di rastrelliere rispetto all’utenza reale _dislocazione sufficientemente diffusa e nei punti di afflusso _modelli di rastrelliere “antifurto” che consentano il blocco del telaio Ulteriori raccomandazioni: _Rastrelliere a protezione da soste selvagge di incroci/passaggi pedonali/ ciclabili (ai lati delle zebre) 152 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε _Orientamento rastrelliere con lato chiuso verso carreggiata o trasversali alla marcia (protezione da soste selvagge) _Rastrelliere dietro pensiline CTM _Rastrelliere dietro cassonetti ove discosti dal marciapiede Per quanto riguarda invece la sosta bici “non regolata” sono necessari alcuni interventi possibili tramite delibere comunali come per es.: _deroghe alla sosta sui marciapiedi (con delibera comunale, similmente alle zone pedonali a libero accesso bici) indicando certe limitazioni – es. spazio pedoni non minore di 1 metro e non intralcio a disabili) – tali possibili deroghe sono previste dal Codice della Strada 153 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε 07.06_area territoriale interessata L’intervento prevede la realizzazione di infrastrutture per la mobilità ciclabile nell’intero territorio del Comune di Quartu Sant’Elena. L’intento primario è quello di creare un anello di ciclabilità che costeggia il confine comunale e collegare l’anello con i quartieri circostanti attraverso dei viali a raggiera. Verrà realizzata inoltre una direttrice principale che attraverserà la città rendendo viale Colombo un senso unico di marcia verso il viale Marconi. Verrà inoltre realizzato all’interno del Parco di Molentargius un “green way” ovvero un percorso ciclabile in territorio agro-naturale integrato con la rete ciclabile urbana, formato in parte dagli argini dei canali di guardia e delle vasche salanti, per collegare trasversalmente, in sicurezza e velocemente aree distanti fra loro. Si prevede inoltre la realizzazione di un sistema di nodi strutturati per la distribuzione ed il ricovero delle bici in prossimità dei punti di interscambio, quale quello previsto nella scheda Centro Servizi Is Arenas”, ed i maggiori poli di interesse storico-architettonico-ambientalepaesaggistico, nei quali l’utente potrà trovare materiale divulgativoinformativo sull’area in oggetto con l’individuazione del percorso e dei possibili collegamenti con itinerari cittadini e intercomunali. 154 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε 07.07_bacino di utenza potenziale dell’opera pubblica La mobilità ciclabile a Quartu Sant’Elena in questi anni si è molto sviluppata raggiungendo la quota del 3% della mobilità globale, nonostante la carenza di infrastrutture. Con il progetto in questione si vuole raggiungere un ampliamento della mobilità ciclabile urbana fino al 10% o 15% (anche se lontano da valori europei intorno al 20-30% e oltre) attraverso interventi strutturali da una parte e di promozione e sensibilizzazione dall’altra. Il bacino di utenza potenziale è rappresentato dunque da tutte le fasce di reddito. 07.07.01_integrazione e coerenza dell’Intervento all’Interno del Progetto Proposto Gli investimenti in mobilità ciclabile hanno il rapporto costi/benefici di gran lunga più vantaggioso fra tutti quelli esistenti. Essi hanno inoltre il vantaggio di un ritorno in termini di utilità a tempi assai brevi, diversamente per es. dai grandi lavori (tramvie o altri) che danno risultati a distanze di oltre un decennio. In molti casi poi per le strutture della ciclabilità si tratta di costi modestissimi in assoluto. Proprio in un momento che vede _gravi problemi di inquinamento e di salute per i cittadini _croniche difficoltà nella mobilità quotidiana diventa essenziale dare impulso alla mobilità ciclabile, non solo per il suo carattere di sostenibilità e civiltà, ma anche per l’effetto di alleggerimento immediato delle criticità esistenti. Inoltre il Piano triennale delle Opere Pubbliche per il 2004-2006 prevede una serie di interventi di seguito vengono riportati quelli relativi alla viabilità e ai trasporti: _Via Fiume: Adeguamento e riqualificazione nell’ambito del recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto (Accordo di programma PIA) _Recupero e risanamento ambientale della pineta del Poetto recupero e riqualificazione del sistema viario del Poetto - rifacimento viale Colombo _Recupero e risanamento ambientale della pineta del Poetto Completamento rotatoria Margine Rosso 155 σεττορε τρασπορτι ινγ. εμανυελα χεχερε _Strade urbane ed extraurbane – Interventi di manutenzione straordinaria – Finanziamento con fondi comunali su proventi da OO.UU. _Recupero e riqualificazione del sistema stradale Finanziamento mediante ricorso al mercato finanziario _Sistema della ciclabilità urbano – _Parcheggi di scambio Is Arenas _Parco dell'educazione stradale Is Arenas _Viabilità Fornaci Picci - Via Bizet - Via della Musica 07.08_argomenti da sottoporre ai focus group Argomenti da sottoporre ai Focus Possibili gruppi da coinvolgere Group Ciclabilità Associazioni ciclisti, eventuali altri potenziali utenti, Chiusura al traffico del centro storico Commercianti, rappresentanti residenti Propensione all’utilizzo del mezzo Terza età, studenti, pendolari, pubblico: carenze o punti di forza utenti del litorale Poetto dell’attuale sistema Sosta Residenti, commercianti, utenti mezzo pubblico, utenti del litorale Poetto 156 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα 08_il settore urbanistico 08.01_lo strumento urbanistico vigente Il Piano Urbanistico Comunale di Quartu S. Elena è stato adottato in via definitiva con delibera del C.C. in data 01.02.2000 ed è entrato in vigore il 28.02.2000 con la sua pubblicazione sul BURAS. 08.02_i parametri dimensionali del piano Il PUC è finalizzato alla valorizzazione, razionalizzazione e recupero delle principali risorse territoriali comunali ed in particolare rappresentate da: _60 ha di fascia costiera per lo più urbanizzata ed occupata da “preesistenti agglomerati” ancora classificati “turistici” dal PUC, di cui, circa 450 ha sono classificati come nuove Zone agricole del Piano; _200 ha circa nell'area del Margine Rosso classificati come nuovi “Sobborghi-Giardino”, in quanto definitivamente destinati alla residenza primaria (l’85% delle abitazioni è stabilmente occupato come prima casa) e alla urbanizzazione delle Lottizzazioni e dei Piani di Risanamento Urbanistico; _100 ha tra Flumini-Serra Perdosa e Separassiu, caratterizzati da imponenti fenomeni di abusivismo, destinati a costituire un polo (“nucleo di Flumini”) attrezzato con servizi locali e generali, parco urbano, area attrezzata per piccola industria agrocompatibile, con circa 150 mila metri cubi residenziali che si sommano ai circa 100 mila esistenti “sanati”; _100 ha, nella fascia di Su Paris oltre la SS. 554, zona anch'essa compromessa dall'abusivismo selvaggio, ma di grande valenza strategica per il futuro della città. Un terzo di tale superficie è destinata al “Parco urbano delle cave”, un altro terzo a Sobborgo-Giardino per risanare i nuclei ex abusivi e riqualificare il pendio della collina, la restante superficie infine per le nuove attrezzature metropolitane della “Quartu del terzo millennio”, concentrate intorno al nuovo Polo Fieristico. Il piano prevede l'intervento piuttosto qualificante di riduzione nella fascia precedentemente occupata dalle Zone “F” delle precedenti 157 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα previsioni di edificazione di circa 1,05 milioni di metri cubi, portando le volumetrie assentibili dai 4,8 milioni di metri cubi “turistici” programmati dallo “Studio di Disciplina” del 1989 a 2,5 milioni di metri cubi cui vanno sommati i circa 1,25 milioni di metri cubi dei Sobborghi-Giardino del Margine Rosso e Lumini. Il piano è dimensionato per consentire un incremento della popolazione variabile tra 8 e 10 mila unità. Gli spazi per questa crescita stanno quasi tutti nelle aree già urbanizzate: oltre metà (750.000 oc) è quanto già si poteva realizzare nelle Zone B e C e nei PRU approvati, altri 235.000 oc stanno nei varchi tra le attuali lottizzazioni del Margine Rosso, 245.000 oc nei nuovi ambiti di Su Paris e Separassi, ed ulteriori 170.000 oc per edilizia sociale, ciò significa che rispetto ai preesistenti volumi residenziali stimati in 10,5 milioni di metri cubi il PUC ha confermato le residue capacità della pianificazione precedente per 750.000 mc, aggiunge quantità residenziali da un minimo di 500 ad un massimo di 800.000 mc con incrementi dal 5 all’8%, strettamente calibrati per dare risposte al “fabbisogno interno” della città. Il piano subordina tale crescita alla presenza di alcuni importanti fattori di qualità: _la realizzazione di quasi 100 ha di Parchi Urbani e Territoriali, quasi a totale carico degli attuatori degli interventi edificatori; _la rinuncia ai grandi condomini a vantaggio di un modello abitativo più legato al suolo ed al paesaggio, nel quale alle case singole sul lotto sarà prescritto un “indice di piantumazione” minima, cioè una quota obbligatoria di terreno permeabile trattato con essenze verdi; _assicurare servizi locali alla città compatta per circa 125 ha che prevedono una “cintura verde” attorno al nucleo storico costituito dalle zone urbanistiche A e B che potrebbero insediare effettivamente 42 mila abitanti nei 7,5 milioni di metri cubi che costituiscono la consistenza volumetrica complessiva delle due zone. A piano realizzato ogni cittadino del centro urbano potrà disporre effettivamente di oltre 25 mq di verde e servizi, contro gli 8 mq attuali. 08.03_finalità Il PUC di Quartu nasce in un particolare momento storico che vede il sistema urbano estendersi senza soluzione di continuità dalla conca agricola, sede dell’insediamento più antico, fino ai promontori di Is 158 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα Mortorius e di Cala Regina, aggiungendo al tradizionale centro urbano una nuova città lineare, cresciuta rapidamente, che rischia di compromettere una porzione di territorio, la fascia costiera, di grande valenza ambientale. Il particolare sviluppo lineare della città ha comportato una forzata ma continua mediazione fra il costruito e l’ambiente consentendo comunque di stabilire per lungo tempo un buon equilibrio fra comunità e territorio. A partire dagli anni '70, la pressione del fattore metropolitano ha scardinato questo equilibrio, a favore dell’elemento costruito. La storica prevalenza dell’intervento privato rispetto all’intervento pubblico, elemento quasi tradizionale della comunità quartese, è diventata un elemento dirompente. L’investimento privato in edilizia è diventato esorbitante, soprattutto in termini di consumo del territorio, mandando in crisi la capacità della mano pubblica di garantire uno sviluppo equilibrato del territorio stesso mediante la realizzazione di adeguate infrastrutture. Tale crisi, che permane tuttora, ha fatto precipitare a livelli molto bassi la qualità urbana. Quartu da molti anni è appellata negativamente come “città dormitorio”. Il PUC si prefiggeva quindi l’obiettivo di far recuperare a Quartu un nuovo ruolo nell'area metropolitana riqualificando l’esistente per recuperare il perduto equilibrio fra città e ambiente. Bisognava eliminare lo straordinario deficit di infrastrutture e di qualità urbana determinato in buona parte dall’altrettanto straordinario accumulo di risorse edilizie (primarie e non) "a bocca di città" . Il complesso delle "opzioni fondamentali" del PUC (estratti dalla relazione di piano) può essere così riassunto: a. rafforzamento delle valenze ambientali con funzione di risarcimento, salvaguardia e riqualificazione dei valori paesistici e storico-culturali e di contenimento delle quantità insediative b. sviluppo e razionalizzazione delle connessioni metropolitane in termini di viabilità e trasporto pubblico c. rafforzamento degli assetti produttivi, delle attrezzature e dei servizi di scala metropolitana e di scala locale d. freno all’insediamento “puramente residenziale” e chiusura della crescita radiocentrica del nucleo urbano centrale, con la definizione dei viali urbani e delle fasce verdi di cintura e. nuovo modello insediativo delle nuove parti di città f. riqualificazione e valorizzazione del compendio agricolo, anche come ricostituzione dei "cunei verdi" interposti a interrompere la tendenziale continuità dell'insediamento costiero. 08.04_il sistema infrastrutturale 159 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα Il piano, per raggiungere a pieno le sue finalità, ipotizza un articolato sistema infrastrutturale che interessa: la completa riorganizzazione delle connessioni con l'area metropolitana mediante la nuova bretella di scorrimento tra Quartu e Quartucciu, destinata a funzionare come vero "by pass" del Viale Marconi; la "nuova circonvallazione" dell'area urbana, che prevede di prelevare i flussi di traffico veicolare all'altezza di Terra Mala e di trasferirli sulla SS.554 allo svincolo della SS.125; la ridefinizione del ruolo del trasporto pubblico. Il piano prevede inoltre la realizzazione del polo culturale delle Fornaci storiche Picci e Mascia; il polo direzionale-produttivo e sportivo di Su Idanu; le attrezzature del Velodromo; il polo turistico-alberghiero del Margine Rosso. E’ prevista inoltre la salvaguardia e la valorizzazione dei grandi compendi delle zone umide, costituite dal sistema Molentargius-Is Arenas-Saline-Poetto e dal sistema del Simbirizzi-San Forzorio, che costituiscono l'interfaccia ambientale del nucleo urbano,. Il nuovo modello insediativo proposto per il centro urbano prevede il recupero del nucleo storico (il "polo dell'identità") mediante la riqualificazione delle strutture edilizie di maggior pregio (case a corte, palazzi "liberty", spazi dei contenitori storici, antichi e moderni) in funzione culturale e turistico-ricreativa; una "cintura" di spazi verdi, di viali urbani e attrezzature; la riqualificazione degli insediamenti della fascia costiera destinandovi servizi, completando e razionalizzando il suo sistema viario interno e la connessione con la città storica. Per le aree edificate a monte della strada litoranea provinciale, interessate da un imponente fenomeno urbanizzazione, il piano propone il consolidamento del modello “sobborgo-giardino”, in cui la "bassa densità" e la dominante unifamiliare dell'edilizia abitativa contribuiscono a definire un "sistema insediativo" in sintonia con le caratteristiche ambientali dell'area. Anche il compendio agricolo della conca viene riconosciuto, dal piano, come struttura non "residuale" ma di elevato valore economico e paesaggistico, da valorizzare nelle sue differenti componenti. Il piano prevede infine la realizzazione di importanti interventi di messa in rete dei valori dell'identità storico-culturale e degli itinerari dell'insediamento storico. In particolare il piano fa riferimento per la parte urbana a cinque percorsi storico-ambientali, tutti con originedestinazione nella Piazza del Municipio. Nella conca agricola si fa riferimento a percorsi di valorizzazione dei complessi chiesastici medioevali e moderni, al sistema delle aziende agrarie storiche di proprietà civile e religiosa. L’analisi, seppure non approfondita, della struttura del piano non può non evidenziare che le procedure di attuazione dello stesso prevedono 160 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα alcune interessanti e innovative modalità di gestione, soprattutto per quanto concerne: la possibilità di "trasferimento" di cubature dai comparti più “sensibili”, sotto il profilo ambientale, a quelli maggiormente antropizzati e quindi più compromessi dall’urbanizzazione per consentire alla amministrazione ragionevoli economie nella realizzazione della necessaria dotazione infrastrutturale; ma soprattutto propone un importante progetto di “Perequazione Urbanistica”, metodologia di grande interesse anche ai fini della pianificazione strategica. Concettualmente la perequazione urbanistica rappresenta uno dei pochi elementi di flessibilità in uno strumento di pianificazione, come quello urbanistico, rigido per definizione in quanto strumento di vincoli, di difficile revisione e che quindi tende ad “ingessare” letteralmente, per il suo periodo di validità,il territorio di cui deve disciplinare lo sviluppo. 08.05_stato di attuazione Valutati la filosofia di piano ed i suoi elementi fondanti, si pone la necessità, in particolare per le esigenze della pianificazione strategica, di valutare lo stato di attuazione della programmazione urbanistica. L’analisi dello stato di attuazione dello strumento urbanistico proposta nella presente relazione si fonda sulla semplice comparazione dei seguenti dati: _dati di previsione del PRG _volumetria residenziale realizzata: _volumetria residua edificabile. Dal confronto fra il quadro generale delle previsioni di piano con la realtà attuale, si trarranno le indicazioni sulle tendenze in atto sul territorio. Secondo i dati forniti dagli uffici comunali le aree che hanno mostrato maggior dinamismo nelle fasi di attuazione del PUC ricadono in zona A, zona B e nell’insieme delle zone C Le superfici territoriali indicate nelle previsioni di piano per le tre zone succitate hanno nel loro complesso una consistenza superficiale pari a 9.196.663 mq ed un volume totale di edificato, a completamento del piano, pari a 11.974.565 mc di cui 10.521.077 mc di volumi esistenti, 743.494 mc di volumi residui e 541.035 mc di volumi aggiuntivi. 161 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα Complessivamente i volumi utilizzabili per la completa attuazione del PUC ammontano a 1.284.529 mc. Gli interventi attuativi del PUC, di iniziativa pubblica, secondo i dati forniti dagli uffici comunali, sono costituiti da 3 Piani Particolareggiati ricadenti in zona A che prevedono opere di riqualificazione urbana delle aree “Cepola – S. Efisio”; fornaci Picci – Maxia; Piazza Azuni – S. Elena. Sono stati inoltre predisposti 29 PRU di cui solamente due sono andati in attuazione solamente per due stralci funzionali. E’ stato realizzato il primo lotto del PIP nella zona di “Sa Serrixedda” per un'estensione di circa 20ha e risulta finanziato il secondo lotto. Risulta predisposto inoltre un piano integrato con valenza di “Piano Particolareggiato” per la riqualificazione del verde e dei sottoservizi dell’area di S. Lucia. Il settore che ha manifestato la maggiore dinamicità è certamente quello interessato dall’intervento dei privati che, se si esclude un piccolo intervento ricadente in zona B che ha interessato volumi per circa 17.850 mc e quindi per l’insediamento di 178 abitanti teorici, si sono concentrati nella varia articolazione delle zone C ed in particolare in quelle ubicate lungo la costa, contribuendo ad alimentare la nascita di una città lineare e ad accrescere lo squilibrio esistente fra l’enorme carico edilizio esistente ed il deficit infrastrutturale del territorio, accentuando il fenomeno di decadimento della qualità urbana. Sempre con riferimento ai dati forniti dagli uffici comunali si evince che l’attività di attuazione dl PUC ha interessato nel suo complesso 263.937 mc , per l’insediamento di circa 2.600 abitanti teorici, pari al 20,5% del totale disponibile. Disaggregando questo dato generale si nota che gli interventi nel loro complesso hanno interessato volumi residui per 226.353 mc pari al 30,4% dei volumi residui complessivi che il piano fissava in 743.494 mc e volumi aggiuntivi per il 14,4% dei volumi aggiuntivi totali che il piano ha quantificato in 541.035 mc. Risulta inoltre in larga parte non attuata la programmazione dell’armatura infrastrutturale prevista dal piano, sia per quanto riguarda gli interventi strategici sulla viabilità sia per quanto riguarda gli interventi a rete finalizzati alla valorizzare delle emergenze ambientali e storico culturali del territorio. Nonostante quindi il piano abbia oramai superato la metà del suo naturale ciclo di vita si rileva che il suo stato di attuazione registra fortissimi ritardi che inevitabilmente fanno perdere validità alle ipotesi programmatorie sulle quali lo stesso piano si fonda. Paradossalmente, questa criticità, può rivelarsi un grosso vantaggio per le esigenze della pianificazione strategica nell’ambito della quale potranno essere previste azioni di sviluppo del territorio più aderenti alle 162 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα esigenze attuali dello stesso. Il processo di pianificazione strategica potrà perciò fornire utili indicazioni per la necessaria revisione dello strumento urbanistico, che, come già indicato, sta inevitabilmente perdendo validità in ragione dei gravi ritardi nella sua attuazione. Grazie agli indirizzi derivanti dalla pianificazione strategica lo strumento urbanistico potrà in gran parte affrancarsi dalla connotazione negativa di strumento rigido che per definizione impone decisioni calate dall’alto, che in questo caso potrebbe avvalersi del processo di pianificazione strategica che si fonda su una preventiva e capillare azione di concertazione con gli attori locali dello sviluppo da cui emergeranno le vere necessità del territorio sulle quali fondare i suoi programmi e piani di sviluppo. I gravi ritardi riscontrati sulla attuazione del P.U.C. potrebbero dipendere, oltre che da una eccessiva rigidità delle norme di attuazione, dalla mancanza di adeguati strumenti di controllo e monitoraggio del processo. Sarebbe necessario quindi, sia per le esigenze derivanti dalla pianificazione strategica che per le esigenze di monitoraggio della attuazione dello strumento urbanistico e della sua gestione in generale, per garantire un governo efficiente ed efficace di tali strumenti di pianificazione territoriale, dotare l’ente di strumenti tecnici innovativi. Strumenti che consentano di simulare in tempo reale gli effetti che le eventuali decisioni strategiche, prese ricorrendo, ad esempio, allo strumento della perequazione urbanistica, inducono sul territorio e quindi consentire processi decisionali con tempi rapidi certamente più rispondenti alle esigenze degli attori locali, in particolare degli eventuali investitori privati. Sarebbe auspicabile dotare, in particolare, l’ufficio del piano strategico di un sistema informativo multimediale della città. Il sistema informativo, già utilizzato in diversi contesti urbani, dovrebbe fornire una strategica visione di insieme del contesto urbano, integrando e raccordando diversi supporti informativi disponibili, come cartografie, rappresentazioni tridimensionali, filmati, testi, le principali opere realizzate ed in corso di realizzazione, le iniziative progettate o in corso di programmazione, per realizzare un plastico virtuale fotorealistico e georeferenziato dell’intera città in una visione attuale ed in una visione futura. Specifiche funzionalità del sistema devono infatti consentire di mostrare l’esistente e l’impatto sulla intera città delle progettazioni in corso. Sarà così possibile offrire una visione d’insieme dei progetti avviati dall’Amministrazione, consentendo, sulla base delle progettualità in corso di realizzazione, il controllo della città che sarà. L’utilizzo di tale strumento consente al processo di pianificazione strategica di rappresentare diversi possibili scenari in maniera realistica per la costruzione della visione condivisa che il piano andrà a definire, 163 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα cogliendo con facilità il disegno complessivo che si va a definire ed il senso vero degli specifici interventi costituenti la proposta talvolta di difficile comprensione se valutati singolarmente. 164 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα 08.06_proposta di intervento L’analisi dello strumento urbanistico ha evidenziato una nutrita serie di criticità che hanno determinato la mancata crescita della città in particolare per quanto riguarda la qualità urbana. La presenza di queste forti criticità e la rimarcata rigidità dei piani urbanistici generali che impongono troppi vincoli ai progetti, generando spesso una eccessiva predominanza degli aspetti nomativi a scapito spesso della qualità formale delle proposte progettuali, relegando a ruoli marginali la dimensione dell’architettura, suggerisce di proporre in sede di redazione del Piano Strategico una linea di intervento specifica finalizzata alla proposizione di soluzioni operative in grado di eliminare l’handicap della mancata crescita della città in termini di qualità. La “qualità urbana” è un concetto piuttosto complesso in cui devono trovare sintesi i diversi aspetti e forme che costituiscono gli ambienti urbani nei quali deve essere garantita la contestuale presenza di efficienti infrastrutture, servizi pubblici e privati, attività produttive, qualificanti componenti urbanistico - architettoniche (volumi, forme, colori, percorsi, arredo urbano, qualità e quantità del verde, ecc.), elementi socio-culturali (presenza attività politiche, culturali, associative, luoghi e attività di attrazione e di aggregazione) e ambiente salubre. Tuttavia le esperienze di riqualificazione urbana, degli ultimi anni, finalizzate al recupero dei parametri di qualità, hanno mostrato con evidenza come uno dei fattori determinanti per il successo delle operazioni di riqualificazione sia proprio quello della qualità architettonica ed urbanistica che si riesce a mettere in campo, rimarcando che la qualità della vita nelle città non può crescere se si svolge in un ambiente fisico poco accogliente o peggio ostile. 08.07_quartu contenitore di qualità Potrebbe essere il titolo della linea specifica di intervento da inserire nel piano strategico. 165 σεττορε υρβανιστιχο ινγ. φρανχο πιγα In termini di contenuti da sviluppare si tratta di individuare e proporre una serie di percorsi metodologici e modalità progettuali ed operative, sia per gli interventi puntuali che per quelli di scala urbana, che consentano nell’arco di vita del piano strategico di avviare il processo di riqualificazione della città, finalizzato alla realizzazione di un contesto fisico, in riferimento sia alla edificazione esistente che alla nuova edificazione, accogliente che costituisce la precondizione per il raggiungimento di elevati indici di “qualità urbana “ in senso più generale. 166 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι 09_piano di comunicazione 09.01_premessa Quello che segue è da considerarsi un primo abbozzo di Piano di Comunicazione relativo al Piano Strategico del Comune di Quartu Sant’Elena. Non potendo prescindere dall’acquisizione di più specifici indirizzi in materia da parte del Vertice Politico, e non conoscendo ancora le risorse (finanziarie e tecniche) che l’Amministrazione assegnerà effettivamente all’implementazione di ogni specifico passaggio del Piano di Comunicazione, quello presentato qui va necessariamente considerato come un documento di lavoro in forma metodologicamente semplificata, aperto e suscettibile di modifiche e integrazioni. Un altro limite dichiarato della presente bozza è che si occupa esclusivamente degli aspetti riguardanti la comunicazione esterna, senza per il momento tenere conto della comunicazione interna, tra gli organismi e gli uffici dell’Amministrazione Comunale, e tra quest’ultima e altri soggetti istituzionali. 09.02_obiettivi Gli obiettivi essenziali di questo Piano di Comunicazione sono: _Informare la cittadinanza, i soggetti e gli attori economici e sociali dell’avvio dei lavori per la definizione di un Piano Strategico per la città di Quartu Sant'Elena, sottolineando l’importanza dell’iniziativa e il suo carattere compartecipativo. _Favorire e stimolare la partecipazione e il pieno coinvolgimento di tali soggetti ed attori affinché diano il loro essenziale contributo alla costruzione del Piano Strategico stesso, coerentemente con i principi fondanti della pianificazione strategica intesa come “metodo di decisione collettiva su scelte future” e “progetto condiviso”. _Istituire un’informazione costante e periodica circa gli sviluppi (e, successivamente, i risultati) del Piano Strategico, e mantenere aperto un tavolo d’incontro/discussione sulle scelte pregnanti per il futuro della città. Ciò dovrà non solo garantirne la piena “visibilità” comunicativa in ogni fase del Piano Strategico, ma dovrà anche assicurare la 167 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι prosecuzione del vitale rapporto di condivisione con la Comunità quartese. _Informare l’opinione pubblica dei risultati ottenuti. Nella sua primissima fase la comunicazione sarà necessariamente unidirezionale, ovvero prevalentemente informativa-divulgativa: in parole povere, far sapere alla Comunità quartese dell’avvio del processo di elaborazione del Piano Strategico e farle comprendere appieno le finalità e l’importanza dell’iniziativa. Nella fase immediatamente successiva – anche se in realtà la scansione temporale è sostanzialmente un espediente logico-formale, giacché le due fasi si innesteranno immediatamente l’una nell’altra – mirerà a stimolare, promuovere e favorire il pieno coinvolgimento dei rappresentanti del tessuto economico, culturale e sociale quartese. Strumenti di elezione a tal fine, le interviste e soprattutto i focus group. 09.03_i destinatari Per sua natura, e richiamato il concetto base di “progetto condiviso”, destinataria delle azioni di comunicazione del Piano Strategico è la Comunità quartese nel suo complesso, articolata nelle sue espressioni culturali, sociali ed economiche. 09.04_strategie e strumenti 09.04.01_il web Primo, elementare passaggio, la creazione di un sito Internet dedicato, per la cui realizzazione sono già iniziate le procedure amministrative. L’home page dell’esistente sito Internet del Comune di Quartu S.E. ospiterà (in posizione preminente e ben visibile) un link di rimando. Il sito, ospiterà tra le altre cose: _Tutte le informazioni e la documentazione relativa al Piano Strategico _Area FAQ _Forum tematico aperto alla partecipazione della cittadinanza _Blog 168 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι _Link ad altri siti di interesse _Newsletter, inviata a tutti gli utenti che ne faranno richiesta _Sintesi dei temi emersi nel corso dei focus group _Contatti Previa verifica della fattibilità tecnica, il sito potrebbe anche consentire di seguire in tempo reale, via web radio e webcam, gli incontri dei focus group. Il sito, oltre a svolgere una funzione informativa continua circa i progressi del Piano Strategico, permetterà di avere un canale interattivo permanentemente aperto con la collettività, raccogliendone gli umori, le opinioni e le proposte. Attraverso questo strumento, e prevedendo eventualmente altri incontri periodici su temi specifici, si potrà dare vita a un tavolo permanente di consultazione che garantisca l’interscambio di dati e un feedback continuo tra lo sviluppo/attuazione del piano strategico e le istanze della Comunità quartese. 09.04.02_gli strumenti classici Nella fase iniziale – quella che abbiamo definito come prevalentemente informativa – gli strumenti saranno quelli classici della comunicazione: comunicati e conferenze stampa, affissioni, inserzioni su quotidiani e passaggi sui media in genere. Particolarmente utile si rivelerebbe la capillare distribuzione presso tutte le famiglie quartesi di appositi brochure/depliants (analogamente a quanto fatto già per altre iniziative di pubblica utilità) che spieghino le finalità, l’importanza e le modalità di sviluppo del Piano Strategico, così da formare una piena consapevolezza dell’importanza del coinvolgimento della Comunità. Queste azioni comunicative di “sensibilizzazione” serviranno anche a preparare il terreno per le interviste e i focus group (vedi più avanti), garantendo un più facile e consapevole accoglimento di tali iniziative di consultazione diretta. Resta sottinteso che al riguardo saranno indispensabili precisi indirizzi da parte dell’Amministrazione per quanto concerne la disponibilità e l’individuazione delle risorse disponili. 169 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι 09.04.03_il coinvolgimento diretto le interviste Parallelamente alla campagna d’informazione sul Piano Strategico, si procederà alla realizzazione delle interviste con i seguenti soggetti: _Rappresentanti delle istituzioni locali e sovralocali (tra i quali Assessori di competenza per le varie aree, tematiche e settori) _Rappresentanti delle istituzioni culturali locali _Rappresentanti degli istituti di credito _Rappresentanti dell’imprenditoria locale _Rappresentanti delle associazioni di categoria _Rappresentanti del mondo associativo e volontariato _Rappresentanti ambientalisti _Rappresentanti degli organismi del Parco del Molentargius e dei Sette Fratelli, nonché della Comunità Montana _Rappresentanti delle istituzioni religiose _Rappresentanti delle scuole e istituti di formazione _Rappresentanti delle circoscrizioni _Rappresentanti della stampa locale _Rappresentanti delle comunità di immigrati I focus group Le informazioni, le idee e le istanze raccolte nel corso delle interviste serviranno a definire meglio i temi e i questionari sui quali si svilupperanno i focus group. Gli ambiti tematici generali preventivamente individuati sono: Ambiente, Cultura e Turismo, Impresa, Sociale. I focus group saranno basati su questionari-traccia di una decina di domande. Sia la scelta dei partecipanti, sia l’elaborazione dei questionari, andranno messi a punto assieme agli esperti della segreteria tecnica per ciascuna tematica e discussi in sede di segreteria tecnica. I 170 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι questionari saranno poi preventivamente inviati in forma di documento istruttorio ai partecipanti dei vari focus group, in maniera che possano farsi un’idea chiara del tipo di discussione da impostare e iniziare così a elaborare le proprie risposte. Una possibile strutturazione dei focus group, provvisoriamente impostata su quattro-cinque incontri tematici, può essere così immaginata (le tematiche qui indicate sono solo a titolo di suggerimento): _Ambiente: “La città dei fenicotteri – Emergenze e rispetto per l’ambiente” In questa sede si discuterà delle emergenze ecologiche nel territorio quartese e delle misure da intraprendere per la salvaguardia e la valorizzazione del bene-ambiente. _Cultura e turismo: “La città del turismo - Tra identità, conservazione e valorizzazione” Focus group dedicato alla ricerca del delicato equilibrio tra le necessità di conservazione del patrimonio archeologico e identitario e la sua fruibilità da parte sia dei quartesi stessi, sia da parte dei turisti. Si affronterà inoltre il tema della promozione della città in termini di spettacoli e offerta culturale. _Impresa: “La città dello sviluppo – Potenzialità e ostacoli” Focus group per discutere di infrastrutture, di comunicazioni e viabilità (interna ed esterna), dei problemi del commercio e dell’artigianato quartesi. _Sociale: “La città degli svantaggiati – L’integrazione e le opportunità” Sede per discutere di disabilità, immigrazione e disagio sociale (giovani, anziani, emarginati). A questi sarebbe utile aggiungere uno specifico focus group sui temi dei trasporti, dei collegamenti e della viabilità (interna ed esterna) di Quartu S.E. il cui titolo-tema potrebbe essere: _ “La città che si muove – I collegamenti e la viabilità” Possibili soggetti invitati: _Focus group Ambiente - Amici della terra, Gruppo Intervento Giuridico, Ass. Argonauta, De Vizia Transfer, Coop. Cores, Fareverde, Promisa Srl, PAFF, Ass. “Quartu la Natura e i Suoi Amici”, Assoraider, Agesci - Italia Nostra, Legambiente, WWF - Agenda 21 _Focus group Cultura-Turismo 171 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι - - A livello istituzionale: Soprintendenza Beni Culturali, Pro Loco, Università Terza Età Per il Turismo, vedi progetto Quartu Qualità Consulta spettacolo – RAS Associazione Sardegna e Cultura, Co.Ass.Folk - Consorzio Associazioni Folkloristiche, Associazione Matrioska Onlus, Comitato Flumini, Ass. Su Scrignu de Campidanu, Ass. Sa Dom’e Farra, Ass. musicale Polifonica Quartese, Ass. “Naturalmente Onlus”, Unione Speleologica Cagliaritana Compagnie teatrali: Actores Alidos, Teatro Tages, Le Fornaci, La Carovana _Focus group Impresa Per la selezione dei soggetti, si potrà fare in buona misura fare affidamento sul lavoro già svolto per Quartu Qualità, selezionando gli interlocutori già contattati, e integrando con altri attori quali le associazioni di categoria, ecc. _Focus group Sociale - Associazioni di soccorso e assistenza (AVIS, ecc.) - Associazione Culturale Socio educativa Janas (dal Patto per il sociale), Assoraider, Agesci, Ass. Italiana per lo Sviluppo dell'integrazione Sociale dei Disabili, Ass. “Assogeni” Genitori per i Problemi Sociali, Ass. “Amici di Sara”, Ass. Arcoiris, Ass. “Marta Russo”, Arci Solidarietà, Ass. Orbai (org. Recupero Bambini Abbandonati e Indifesi), Ass. “Billyfritz” (animali da affezione), Società Sarda di Pedagogia - Enti religiosi di assistenza e volontariato - Ass. sportive locali _Focus group Trasporti/viabilità - Soggetti ancora da definire Ai partecipanti di ciascun focus group sarà successivamente inviato un documento di sintesi relativo agli spunti, ai temi e alle proposte emersi nel corso della discussione. Circa la scelta delle sedi ove tenere gli incontri dei focus group, l’argomento è meritevole di riflessione. L’individuazione di una sede istituzionale può offrire vantaggi e svantaggi in termini di serenità della discussione. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’individuare sedi quali la Sala Michelangelo Pira, che pur garantendo un assoluto crisma di ufficialità all’incontro, vengono percepite come neutrali e senz’altro meno formali rispetto ai “palazzi del potere”. Una sede del genere potrebbe inoltre consentire la trasmissione in tempo reale 172 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι dell’incontro su Internet, mediante web radio e webcam (ipotesi anche questa da verificare e condizionata all’esistenza delle necessarie dotazioni tecniche). 09.05_Il monitoraggio e l’analisi dei risultati Validi ed immediati indicatori dell’efficacia delle azioni di comunicazione saranno i tassi di partecipazione ai focus group e i contatti/adesioni al sito del Piano Strategico, sotto forma di iscrizioni alla newsletter e di contributi ai forum tematici. 173 πιανο δι χομυνιχαζιονε δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι CRONOPROGRAMMA 2006 AZIONE Creazione sito web settembre ottobre novembre dicembre Campagna di informazione Interviste Focus Group Monitoraggio risultati 174