quartu sant’elena
πιανο στρατεγιχο χομυναλε
secondo rapporto intermedio
vertice politico
dott. Luigi Ruggeri
sig. Antonio Lai
comitato tecnico-scientifico
dott. Igino Meloni
dott. Carmen Atzori
dott. Stefano Ceci
prof. Giulio Ernesti
prof. Pierluigi Sacco
segreteria tecnica
ing. Aldo Vanini
dott. Antonello Caredda
dott. Francesca Carrada
ing. Emanuela Cecere
ing. Stefano Erriu
dott. Piergiorgio Molinari
ing. Franco Piga
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INDICE
00_ IL SECONDO RAPPORTO INTERMEDIO ................................................................................. 6
01_IL PIANO STRATEGICO ............................................................................................................. 8
02_ LA STESURA DEL SECONDO REPORT: FASI DI LAVORO .................................................... 10
03_IL PIANO DI LAVORO ............................................................................................................. 11
04_ANALISI AMBIENTALE E VALUTAZIONE DEL TERRITORIO DI QUARTU SANT’ELENA .......... 13
05_QUADRO CONOSCITIVO_SETTORE DEI BENI CULTURALI ................................................... 75
06_IL LAVORO SVOLTO E PASSI SUCCESSIVI............................................................................. 81
07_SETTORE TRASPORTI .............................................................................................................. 143
08_IL SETTORE URBANISTICO ..................................................................................................... 157
09_PIANO DI COMUNICAZIONE............................................................................................... 167
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00_ Il secondo rapporto intermedio
La redazione del secondo rapporto intermedio coincide con una fase
particolarmente importante del processo di elaborazione del piano
strategico.
Se il primo rapporto si collocava a monte della costituzione del team di
lavoro, indicandone modalità e caratteristiche, e identificava le grandi
aree di indagine e di criticità da cui far scaturire le linee di intervento del
piano, questo secondo rapporto viene redatto all’indomani
dell’insediamento del gruppo di lavoro e dell’avvio della sua attività.
Il breve tempo intercorso dall’avvio del lavoro ad oggi, non ha impedito,
tuttavia, di poter comunque predisporre un apparato conoscitivo
idoneo alla determinazione di linee di indirizzo strategico già mirate ad
intervenire sulle criticità specifiche del territorio e a valorizzare le
opportunità offerte dallo stesso.
Questo é stato possibile in virtù del fatto che a monte del processo di
predisposizione del piano strategico sono state svolte attività finalizzate a
programmi differenti ma già organizzate secondo criteri e metodologie
pienamente compatibili con quelli della pianificazione strategica.
In particolare, si fa riferimento al progetto Quartu Qualità, ai Progetti di
qualità della misura 5.1, ai Progetti integrati di sviluppo e all’Agenda 21.
Tutti questi programmi sono stati sviluppati avendo come principi di base
i criteri della ottimizzazione delle ricadute in termini di sviluppo generale
e l’attivazione di procedure di consultazione e di condivisione delle
aspettative e della criticità.
In conseguenza di ciò la segreteria tecnica ha potuto rielaborare la
grande mole di dati di analisi e di sintesi, orientando preliminarmente le
fasi di completamento dell’acquisizione dei dati, con sensibile risparmio
sui tempi di lavoro e più precisa focalizzazione dei problemi.
Si é proceduto alla raccolta sistematica di tutte le documentazioni
conoscitive, dei progetti di analisi del territorio nei vari ambiti disciplinari,
delle iniziative già avviate di coinvolgimento della comunità.
Resta ugualmente il fatto che l’intervallo di tempo fin qui a disposizione e
le penalizzazioni derivanti dalla fase stagionale, non abbiano ancora
consentito l’effettuazione delle ulteriori fasi di consultazione e di ascolto
della comunità, ma si é proceduto in ogni caso alla predisposizione di un
progetto di forum, focus group e di interviste da espletarsi nel mese di
settembre.
Considerate le caratteristiche di integrazione della città di Quartu
Sant’Elena e del suo territorio nell’area vasta cagliaritana, é di
grandissima importanza il lavoro parallelamente svolto al tavolo della
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ιλ πιανο στρατεγιχο
pianificazione strategica intercomunale, al quale partecipa attivamente
con alcuni membri della segreteria tecnica e del comitato organizzativo.
Tale attività é stata ulteriormente rafforzata durante le fasi della
presentazione delle progettazioni integrate sviluppate sinergicamente
con altri Comuni dell’area, con il Consorzio del Parco Naturale
Regionale “Molentargius-Saline” e con altri partners pubblici e privati.
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01_Il piano strategico
Il piano strategico è uno degli strumenti che maggiormente
caratterizzano la moderna concezione di pianificazione; il suo obiettivo
è quello di individuare i problemi, le opportunità, gli obiettivi e gli scenari
di sviluppo del territorio di Quartu Sant’Elena e proporre strategie di
lungo periodo condivise da tutti gli attori che su di esso operano. Si tratta
di un tipo di pianificazione che, a partire da scelte condivise, propone
un indirizzo organicamente strutturato agli interventi che concernono
l’area urbana e territoriale.
L’obiettivo principale del piano è quindi quello di guidare l’evoluzione e
la trasformazione del territorio su diverse scale temporali e geografiche.
Di centrale importanza sarà definire e analizzare quali siano le
opportunità di sviluppo strategico, attraverso una approfondita lettura
della situazione attuale, la raccolta delle istanze inevase e la loro
trasformazione in progetti e opportunità concretamente realizzabili,
attraverso il sostegno ai settori economici radicati nel territorio e la
promozione di dinamiche di sviluppo endogeno coerenti con la
vocazione economica e sociale propria del territorio.
Una delle tematiche fondamentali individuate è proprio il rapporto tra la
città di Quartu e il suo territorio. Storicamente, Quartu ha mantenuto una
mediazione tra città e ambiente che ha consentito un equilibrio
organico col territorio e con le risorse materiali e paesaggistiche che
esso offre. Tale rapporto si è andato pesantemente incrinando nel
momento in cui la dimensione metropolitana è andata a soffocare
l’equilibrio degli usi produttivi del suolo.
Il recupero, in termini aggiornati e contemporanei, del ruolo di
mediazione tra città e ambiente, all’interno del contesto metropolitano
è uno degli obiettivi principali che questo piano si pone. Il suo
perseguimento, presa consapevolezza della grande quantità di risorse
edilizie a disposizione e del parallelo deficit di infrastrutture, deve passare
necessariamente per il recupero della qualità urbanistica e cioè per il
raggiungimento dell’equilibrio tra ambientale-paesistico.
In sostanza è necessario che Quartu abbia un nell’area metropolitana
un suo spazio e un ruolo propri, che rendano la città un luogo vivibile e di
qualità, che si caratterizzi per le risorse ambientali, culturali, della
tradizione proprie del suo territorio.
Le direttrici secondo cui si dovrà sviluppare il processo della
pianificazione strategica saranno pertanto, come individuato in fase di
redazione del primo report:
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_la rigenerazione urbana e territoriale, ottenuta grazie al rilancio del
tessuto economico e sociale e con l’intervento sulla dotazione strutturale
e sulla qualità del tessuto urbano
_una pianificazione territoriale sostenibile, fondata sul rapporto col
territorio e con l’ambiente e orientata da precise scelte d’indirizzo
_la partecipazione attiva alle decisioni, in modo che la città colga dalle
esigenze primarie dei propri cittadini le proprie direttive. La popolazione
si rende così attrice primaria e allo stesso tempo si rende responsabile
grazie all’impegno diretto.
_la comunicazione e l’informazione ai cittadini dei processi pianificativi in
atto
_lo stabilimento di partnership per progetti di sviluppo economico con la
camera di commercio, con le associazioni datoriali e sindacali, con
l’università, con i centri di ricerca pubblici e privati, con la Provincia di
Cagliari e con la Regione Autonoma della Sardegna.
_lo sviluppo di una strategia di marketing territoriale che promuova e
diffonda un marchio per il territorio e che sia una forma di costante
monitoraggio della domanda interna
_il coordinamento tra i vari livelli di piano, che sia capace di restituire
coerenza agli interventi settoriali (piani sociali di zona, piani del traffico,
impianti sportivi, politiche educative, culturali e giovanili etc. Il piano
strategico dovrà in questo senso essere precursore di una politica di
concertazione tra diversi comuni allo scopo di favorire la logica
dell’integrazione locale delle politiche di settore.
_la promozione di reti internazionali della conoscenza e l’inserimento
della città di Quartu all’interno di quelle già consolidate. In particolare
sarà opportuno fare riferimento ala conoscenza applicata ai temi delle
bio-tecnologie, dell’uso dell’energia rinnovabile, della gestione delle
acque e della digitalizzazione dell’economia.
Parallelamente sono state individuate anche le principali tematiche di
interesse sovracomunale che si raggruppano attorno a tre assi
fondamentali:
_l’ambiente e lo sviluppo sostenibile: la realizzazione e la valorizzazione
del sistema ambientale comprendente Molentargius, Saline e Poetto,
servirebbe da punto di partenza per favorire le più varie iniziative
economiche e si integrerebbe nella più vasta area di parchi
comprendente il Parco dei Sette Fratelli. Sarà fondamentale studiare, in
collaborazione con i comuni limitrofi, un piano di valorizzazione delle
risorse economiche e delle risorse produttive.
_viabilità e sistema dei trasporti: il recupero della qualità della vita e la
trasformazione di Quartu in un centro vivibile, vitale e apprezzato dai
suoi cittadini dovranno passare ineludibilmente per la riforma delle
infrastrutture e del sistema viario a livello intercomunale; progetti come
la metropolitana leggera e la realizzazione dell’asse stradale di Serra
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ιλ πιανο στρατεγιχο
Perdosa vanno intesi in questo senso come elementi connettivi e si
sviluppo.
_cultura e turismo: la proposizione di operazioni culturali per il recupero
dell’abbondante edilizia storica della città di Quartu e per il suo rilancio
come polo di riferimento per l’area vasta metropolitana. La
rivalorizzazione in chiave culturale di strutture come le Fornaci Picci, il
Teatro Nuovo, i locali della ex caserma, l’ex mattatoio, l’ex convento dei
cappuccini, le antiche chiese e Sa Domu 'e Farra, consente di
raggiungere un doppio obiettivo di fondamentale importanza: se da un
lato permette infatti di recuperare un patrimonio storico e identitario
fondamentale per la città, dall’altro migliora il livello della vivibilità
urbana e funge da attrattore turistico. La valenza culturale assume
maggiore importanza se si valuta inserita nel complesso del sistema dei
parchi che caratterizzano il territorio comunale. Il turismo, in
considerazione delle potenzialità ambientali del territorio comunale, è
una delle attività che potenzialmente possono garantire un maggiore
salto di qualità; è fondamentale in questo senso una politica di
interscambio intercomunale che consenta uno sviluppo integrato con
effetti moltiplicatori e trasversali tra i diversi ambiti settoriali.
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02_la stesura del secondo report: fasi di lavoro
costituzione segreteria tecnica
riunioni
programma lavori
documento comitato
i tifi
presentazione
progettazione
integrata
quartu qualità
prima
individuazione
obiettivi
specialisti
segreteria
tecnica
agenda 21
progetto
forum focus group
tavolo permanente
p.s. intercomunale
ambiente
economia
beni culturali
trasporti
rapporto
su
raccolta
dati
esistenti
cult
am
b
infrast
r
impr
soc
progetto
raccolta
dati
integrativi
esperto
comunicazio
ne
linee generali p.s.
urbanistica
consultazioni
vertice politico
comitato scientifico
segreteria tecnica
2˚ REPORT
31.07.06
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03_il piano di lavoro
L’analisi della situazione, delle caratteristiche, delle esigenze e delle
priorità del territorio comunale, che ha portato all’individuazione degli
obiettivi strategici e alla stesura del secondo report è stata impostata, in
questa fase preliminare e di focalizzazione delle tematiche, sulla base
del lavoro recentemente svolto per lo sviluppo di tre progetti di
pianificazione: il progetto Quartu Qualità, i Progetti integrati di sviluppo e
l’Agenda 21.
Il lavoro di indagine svolto in queste occasioni, sebbene orientato al
raggiungimento di obiettivi specifici e in ciascun caso peculiari, è stato
portato avanti con un rigore metodologico e con una qualità di
raccolta dati tali da rendere il materiale che ne sta alla base
particolarmente interessante nell’ottica della pianificazione strategica.
_il progetto Quartu Qualità:
E’ un’azione di animazione del sistema economico locale, finalizzata alla
realizzazione di un progetto di Marketing territoriale.
In quest’ottica gli obiettivi strategici individuati da parte
dell’amministrazione comunale sono stati:
_la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e
ambientale
_lo stimolo alla collaborazione fra gli imprenditori locali
agricole
_la modernizzazione delle strutture turistiche, artigiane e
_l’apertura di nuove prospettive commerciali per i prodotti
agroalimentari e artigianali
Le tappe attraverso cui il progetto è stato sviluppato sono state:
_l’analisi dello scenario e del contesto locale
locale
_l’analisi della domanda e dell’offerta del sistema turistico
_l’avviamento di una rete di cooperazione tra le imprese
_l’individuazione delle linee guida di un piano di marketing
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_la creazione di un marchio
Il procedimento di lavoro si è sviluppato su due fronti paralleli: da un lato
sono stati raccolti e analizzati i dati statistici e numerici (ricerca
documentale su dati CCIAA e ISTAT); dall’altro si è svolta una ricerca
qualitativa basata sulla partecipazione degli operatori locali, sui focus
group e su un’analisi sociologica.
La valutazione dei dati così raccolti ha consentito di formulare le
riflessioni strategiche che stanno alla base del progetto.
_la progettazione integrata
E’ un insieme di progetti sviluppati nell’ottica di valorizzazione del
territorio comunale e di creare un tessuto di connessione tra i siti
d’interesse turistico, culturale e paesaggistico. Parallelamente il
programma è stato sviluppato con lo scopo di raggiungere, attraverso
una rete di episodi strettamente correlati, un sostanziale miglioramento
della qualità della vita urbana, con la riduzione del traffico, lo
snellimento dei mezzi di comunicazione, la pedonalizzazione delle aree
centrali e lo sviluppo di una rete di piste ciclabili.
Infine di grande importanza sono stati, in particolare per l’elaborazione
del report sulla situazione ambientale, i dati dell’Agenda 21.
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
04_analisi ambientale e valutazione del territorio di Quartu Sant’Elena
Il territorio è uno spazio organizzato, nel quale le attività antropiche
interferiscono con i processi ambientali ed il paesaggio. Il territorio di
Quartu Sant’Elena ricopre un ruolo strategico, non solo per la sua
posizione a margine dell’estesa conurbazione cagliaritana, ma in
particolar modo per come si manifesta proteso dalla montagna (Parco
regionale dei Sette Fratelli) verso il mare. Ambiente, quest’ultimo, che
racchiude molti aspetti e conflitti dell'attuale dibattito tra sviluppo e
tutela: la depurazione delle acque; il turismo; la balneazione; l'esistenza
di parchi; il litorale; il mare aperto come grande ricettore e fonte, non
inesauribile, di risorse; le zone umide costiere, ambienti di grande valore
naturalistico che testimoniano l'evoluzione culturale e geografica del
litorale.
La zona montana, a ridosso del Parco dei Sette Fratelli, è una “porta” di
ingresso al territorio quartese di grande suggestione. Stimola una visione
di Quartu Sant’Elena “dall’alto verso il basso”. La conservazione dei tratti
originari e caratteristici della vegetazione mediterranea, della fauna e
dell’ambiente umido e marino, introducono una visione “globale” del
territorio nelle sue molteplici espressioni. Tra montagna e mare si
impongono l’ambiente naturale e subnaturale degli affioramenti
rocciosi, della macchia bassa degradata a cisto e lentisco; l’ambiente
colturale dedicato a seminativi, frutteti, vigneti, oliveti, mandorleti; il lago
Simbirizzi, lo stagno di San Forzorio ed i Rii; le aree interessate da attività
estrattiva; l’ambiente urbanizzato e la città.
L’ambiente costiero rappresenta la zona di transizione tra terra e mare:
le sabbie, le ghiaie, i limi e le argille prodotti dalla degradazione
meteorica del sistema continentale vengono portati al mare dai corpi
idrici. In essi sono racchiuse informazioni preziosissime sul clima, le
proprietà dalle rocce ed i connessi processi di alterazione ed erosione, la
vegetazione ma soprattutto la “mano” dell’uomo (agricoltura,
allevamento, scarichi, etc.). Tutti questi fattori concorrono ad identificare
in maniera indelebile un corso d’acqua nello spazio e nel tempo.
Alla fine di questo complesso sistema ciclico-dinamico, il mare,
attraverso le onde, generate dal vento e in grado di trasmette all'acqua
una parte della loro energia; le maree, determinate dall’attrazione
gravitazionale della Luna e del Sole sulla Terra e le correnti,
essenzialmente dovute a differenze di densità, per differenze di salinità e
temperatura, influenzate inoltre dagli spostamenti delle masse d’aria
dell’atmosfera e da spostamenti determinati dal moto di rotazione della
Terra, immagazzina e ridistribuisce i sedimenti, modellando le foci dei
fiumi, le spiagge e le zone umide.
L’azione antropica sul mare può interferire profondamente con i processi
evolutivi, provocando processi irreversibili. Come nel caso del Poetto, un
intervento di ripascimento della spiaggia ed il precedente dragaggio
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αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
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possono produrre processi erosivi incontrollabili, dovuti ad aumenti della
pendenza del fondale, con depressioni che richiamano materiali e
soprattutto alterano l’assetto e le configurazioni dei moti del mare. I
cambiamenti sono causati essenzialmente dalla concentrazione di
energia delle onde rifratte dall’area dragata verso la costa, dal
rafforzamento dei flutti diretti, da quello dei flutti di ritorno e delle correnti
verso il largo.
Le tecniche di interpretazione ambientali si devono necessariamente
basare sulla definizione delle caratteristiche climatiche, geologiche,
geomorfologiche e idrogeologiche del territorio.
L’ambiente è lo spazio in cui coesistono componenti biotiche e
abiotiche e si sviluppano processi naturali.
I processi riconducibili al sistema ambiente sono di natura endodinamici,
se riconducibili alle profondità della terra (terremoti e vulcanesimo), e
processi esodinamici, relativi alla zona più superficiale della crosta
terrestre. Tra questi ultimi si possono riconoscere:
_la degradazione meteorica delle rocce, per azione di fattori fisici
(variazioni termiche, azioni di organismi vegetali e animali) e chimici
(alterazione per attacco di acque aggressive naturali e inquinate,
superficiali e sotterranee, e sostanze inquinanti, liquide e gassose);
_l’erosione per azione di smantellamento delle rocce, trasporto e
sedimentazione dei detriti, dovuta ad acque superficiali, acque
sotterranee, vento, mare e gravità (movimenti franosi e crolli per
sprofondamenti).
Il Codice Urbani, D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, considera lo sviluppo
economico e sociale un presupposto fondamentale per lo sviluppo
sostenibile di un territorio che, comunque, deve necessariamente essere
tutelato e valorizzato.
Un’analisi ambientale è indispensabile per individuare una corretta
valutazione del territorio, intesa come premessa necessaria per una
pianificazione strategica e per la formulazione delle proposte di
recupero e di riqualificazione, ai fini produttivi, delle aree sottoposte a
maggiore carico antropico.
D’altronde, è importante che il processo di valutazione ambientale
strategica sia applicata a tutti i piani ed i programmi che possono avere
effetti significativi sull'ambiente, a partire da quelli dei settori economici e
dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, estendendo il
campo anche a piani e programmi che riguardano agricoltura, foreste,
pesca, energia, industria, trasporti, attività estrattiva, rifiuti ed acque,
telecomunicazioni e turismo.
L’adozione di procedure di valutazione di impatto ambientale, a livello
di piano e di programma, dovrebbe andare a vantaggio delle imprese,
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
fornendo un quadro più coerente in cui operare, inserendo informazioni
pertinenti in materia ambientale nell’iter decisionale.
Nella pianificazione strategica, ed in genere nei processi decisionali, le
considerazioni inserite relative alle risorse disponibili ed all’ambiente sono
da ritenersi come lo strumento e la guida fondamentale verso la
sostenibilità dello sviluppo.
"Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti
senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare
i propri bisogni", afferma il Rapporto Brundtland, elaborato nell'ambito
delle Nazioni Unite e pubblicato nel 1987. La sostenibilità richiede una
considerazione dei bisogni e del benessere umani, tale da comprendere
variabili non economiche come l'istruzione e la salute, valide di per sé,
l'acqua e l'aria pulite, il clima, la natura, la biodiversità, la qualità
dell’ambiente e la vita negli ambienti urbani, l’uso sostenibile e la
gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.
La consapevolezza dei limiti delle risorse naturali ed ambientali e quindi
l’assunzione del concetto di vulnerabilità e del rischio che esse possano
divenire critiche, fino alla soglia del degrado irreversibile, rende
necessaria l’adozione di nuove strategie per la protezione dell’ambiente
e per la promozione di una nuova sensibilità collettiva.
L'educazione ambientale si propone di rafforzare la protezione
dell'ambiente attraverso la diffusione di una cultura della sostenibilità
presso tutte le fasce d'età della popolazione, privilegia le forme di
conoscenza attiva ed i processi di cambiamento effettivi dei
comportamenti, stimola la collaborazione, la partecipazione, cura le
relazioni, la comunicazione, le metodologie, operando con strumenti
coerenti con i principi e gli obiettivi dell'educazione ambientale stessa.
L’educazione ambientale, dunque, è trasversale a tutti gli ambiti ed a
tutte le tematiche, si rivolge a tutti i cittadini senza distinzioni, attraverso
azioni d'informazione, sensibilizzazione e formazione, concerne tutte le
età della vita e coinvolge tutti i soggetti, pubblici e privati, dalle
pubbliche istituzioni ai movimenti spontanei, dall’associazionismo alle
organizzazioni operanti nel mondo della scuola.
Di fatto, però, quando enti, organismi ed attori di diverso tipo e livello si
trovano a tentare concrete operazioni di sviluppo sostenibile, dovendo
per esempio, svolgere i propri compiti di pianificazione territoriale o di
programmazione socio-economica, si scontrano spesso con la
mancanza di riferimenti e con la difficoltà di individuare strategie,
procedure e soluzioni che ne tengano conto e che affrontino i problemi
che essi implicano.
Ciò determina la necessità di perfezionare le azioni dei singoli attori in
un’ottica di sistema, attraverso la definizione degli obiettivi comuni
condivisi, dell’integrazione degli strumenti e delle risorse a disposizione.
Attraverso l’educazione ambientale si devono fornire gli strumenti di
lettura e comprensione dell’ambiente e delle sue valenze, per un
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recupero delle risorse naturali esistenti dallo stato di degrado e
sfruttamento attuale e per una loro corretta fruizione da parte
dell’uomo, in modo da conservarne l’esistenza e l’integrità.
La realtà del territorio è spesso conosciuta in maniera poco
approfondita e settoriale, trascurando l’aspetto più rilevante dei sistemi
ecologici complessi, all'interno dei quali forme viventi diverse, tra cui
l'uomo, interagiscono tra loro alla ricerca di un equilibrio dinamico che
garantisca la conservazione della biodiversità.
La Convenzione internazionale sulla biodiversità siglata a Rio de Janeiro
nel 1992 nel corso del Vertice della terra, costituisce il quadro principale
di riferimento per quanto concerne la salvaguardia e l'uso durevole
della biodiversità.
Per biodiversità si intende la variabilità fra gli organismi viventi di tutte le
specie comprese in un ecosistema ed anche la variabilità degli
ecosistemi presenti in un'area, sia quelli terrestri che quelli acquatici, ed
ovviamente le complessità di cui fanno parte.
All'interno della diversità biotica si distinguono tre livelli principali:
_la diversità genetica, sussiste tra organismi appartenenti alla stessa
specie;
_la diversità specifica, riguarda organismi appartenenti a specie diverse;
_la diversità ecosistemica, si manifesta come varietà tra ecosistemi
costituiti da una componente biotica e una componente abiotica:
questa può considerarsi il livello di diversità che comprende i due
precedenti livelli, genetico e specifico.
04.01_quadro conoscitivo
Il territorio del Comune di Quartu Sant’Elena presenta un'articolazione di
contesti geografici alquanto diversificati. Il passaggio graduale dalla
montagna al mare definisce, in un armonico degradare dai rilievi
collinari alla pianura, una ricchezza ed una varietà di ambienti di
eccezionale complessità. Il nodo orografico del Monte dei Sette Fratelli
delimita ad E-NE lo scenario che si distende progressivamente verso il
mare.
La superficie comunale è di complessivi 96,28 km2, nei quali si distingue il
sistema costiero, che si estende dalla spiaggia di Quartu per circa 22
chilometri, ad est, fino a Geremeas; la zona umida, al margine della
città e compresa tra Cagliari ed il mare; un sistema di pianura e collina
interessata da attività agro-pastorali ed estrattive, dal Lago Simbirizzi,
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αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
dallo Stagno di San Forzorio e da nove tra fiumi e torrenti, che si spinge
fino a ridosso del Parco dei Sette Fratelli.
La conoscenza del territorio di Quartu Sant’Elena, nel suo continuo e
complesso processo di evoluzione dinamica, rappresenta la prima
opportunità di sviluppo sostenibile ed il passo più importante verso la
pianificazione strategica. Un prezioso ecosistema all’interno del quale
tutti gli organismi devono interagire fra di loro e con l’ambiente fisico, in
modo tale che il flusso di energia determini un sistema in evoluzione con
una ben definita struttura trofica, una equilibrata diversità biotica e un
ciclo interno della materia.
Quartu Sant’Elena possiede un patrimonio di risorse naturali difficilmente
riscontrabili altrove nell’ambito dei confini di stretta pertinenza di
un’amministrazione comunale, in un ambiente nel quale, comunque, i
processi antropici sono molto spinti.
In questo contesto si inserisce il ruolo cruciale ricoperto dai corsi idrici, in
grado di trasportare e ricaricare spiagge e mare di sedimenti. In
passato, precedentemente ai lavori di regolarizzazione idraulica, il Rio
Foxi, ed il Rio Su Pau hanno frequentemente inondato, in concomitanza
con fenomeni di piena, le zone a valle, interessando abitazioni ed
insediamenti produttivi. A seguito della canalizzazione dei due corsi idrici,
si è riscontrato un esaurimento dei fenomeni esondativi, un
abbassamento della velocità di scorrimento dell’acqua verso valle e
una diminuzione della capacità di trasporto di sedimenti.
E’ necessario mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei
corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali
ampie e ben diversificate. Il continuo e spesso indiscriminato utilizzo del
territorio da parte dell’uomo ha determinato un elevato carico di
sostanze inquinanti immesse nelle acque superficiali e sotterranee.
L’agricoltura, l’allevamento, l’attività estrattiva, l’abbandono di beni
durevoli (mobili, elettrodomestici, etc.), oli usati, batterie esauste,
pneumatici, inerti di costruzione e demolizione, sono tra le cause più
importanti di un degrado ambientale che dalla montagna arriva al
mare. In mare le tracce sono evidenti e leggibili con la chiusura alla
balneazione di circa 1,5 chilometri di costa in corrispondenza della foce
del Rio Foxi, con un pesante attacco anche alla biodiversità marina.
L’utilizzo indiscriminato del territorio e gli incendi hanno cancellato gran
parte della vegetazione originaria, in modo particolare è spesso venuta
meno l’importante presenza della vegetazione riparia delle fasce di
pertinenza fluviale.
04.02_sistema costiero
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
Nell’ambito del sistema costiero si possono distinguere due sottosistemi
distinti, caratterizzati da elementi ambientali (spiagge, stagni, saline,
coste rocciose, etc.) strettamente connessi tra loro, all’interno di una
complessa struttura dinamica:
_il sistema costiero e delle zone umide, comprendente la zona umida a
ridosso della città e la costa dalla Spiaggia di Quartu al Margine Rosso;
_il sistema costiero dal Margine Rosso a Geremeas.
Il territorio comunale di Quartu Sant’Elena si estende lungo il litorale dal
sistema Molentargius-Saline-Poetto, che rende peculiare l’accesso della
città di Quartu Sant’Elena al mare, alla spiaggia di Geremeas ad est,
passando attraverso un’alternanza di tratti di costa sabbiosa e rocciosa
di particolare pregio naturalistico-paesaggistico-ambientale.
Durante l’ultimo periodo glaciale, in particolare da 75 a 18 mila anni fa il
livello del mare si è abbassato, rispetto al valore attuale di oltre 100
metri, permettendo a tutta l’area del Golfo di emergere. Nell’ambito di
questo specifico passaggio dell’evoluzione geomorfologica del Poetto,
si formarono un sistema di zone umide, dune e spiagge, in posizione,
comunque, differenti da quelle attuali. Si arriva a circa 6.500 anni fa, in
corrispondenza di un periodo definito optimum climatico, in inversione di
tendenza rispetto alla glaciazione, nel quale il mare, risalito lentamente
nel corso degli ultimi millenni, raggiunge un livello superiore di circa
mezzo metro rispetto alla situazione attuale. Così, oltre la spiaggia di Is
Arenas, formatasi in tempi precedenti, si vengono a determinare le
condizioni per la formazione della spiaggia del Poetto. Nella zona di
retrospiaggia di Is Arenas e del Poetto si sono poi formati gli stagni di
Molentargius e quello di Quartu. Da quel momento sino ad oggi non si
sono verificati fenomeni di particolare entità, con oscillazioni, al massimo
di qualche decimetro, che hanno prodotto solo piccoli innalzamenti e
abbassamenti del livello del mare.
Le litologie delle facies dello stagno sono costituite da una alternanza di
orizzonti
argillosi,
argillo-sabbiosi,
arenacei,
conglomeratici
e
calcarenitici, oltre ad alcuni livelli ricchi di gesso, dovuti ad intensi
fenomeni di evaporazione.
Questi sedimenti testimoniano l’instaurarsi di ambienti diversi di
sedimentazione, per cui nel Molentargius si erano stabiliti ambienti
complessi di palude, laguna e stagno.
In questo contesto è iniziata l’attività estrattiva del sale, a partire
dall’epoca punica, continuata in periodo romano e proseguita nel
Medioevo, quando lo stagno era circondato da piccoli centri (San
Vetrano, Sepollu). Tale attività ha visto uno sfruttamento razionale solo a
partire dal 1830, quando si costituirono le saline per conto dello Stato
Sabaudo.
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Ulteriori modifiche vennero apportate nei primi decenni del secolo
scorso, definendo l’assetto dello stagno cosi come oggi lo vediamo.
La vita dello stagno del Molentargius è legata alle Saline di Stato, nel cui
contesto lo stagno funge da vasca evaporante. Negli anni cinquanta fu
costruito un argine di protezione che divise le vasche evaporanti dalla
zona del Bellarosa Minore. L’afflusso delle acque reflue, in costante
aumento a causa del forte carico antropico sull’area, è la principale
causa di degrado della zona umida e della sospensione della
produzione di sale (1985) per motivi di carattere igienico sanitario.
Per recuperare le caratteristiche storico-ambientali dell’area, si è
pensato di riprendere l’attività di estrazione del sale e di integrarla con
quella di stazioni termali.
Lo stagno agisce anche come bacino a protezione per eventuali
alluvioni o piene occasionali.
Nel 1969 il CNR incluse il Molentargius tra i biotipi da salvare. Nel 1971 la
convenzione di Ramsar, ratificata in Italia dal D.P.R. n. 448 del 13 marzo
1976, ha riconosciuto il Molentargius tra le zone umide di importanza
internazionale, specialmente come habitat per gli uccelli acquatici.
Successivamente, con Legge regionale n. 5 del 26 febbraio 1999, venne
istituito il Parco naturale regionale “Molentargius-Saline”, dal quale
rimane escluso il Poetto. In data 21 gennaio 2005 è stata siglata l’Intesa
istituzionale per la costituzione del Consorzio di gestione del Parco
Regionale Molentargius-Saline, composto dalla Provincia di Cagliari e
dai Comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu e Selargius.
Il complesso del Molentargius si può suddividere in quattro ecosistemi:
_il Bellarosa Minore ad acque dolci;
_il Bellarosa Maggiore ad acque salmastre;
_lo stagno di Quartu ad acque salate (ex caselle salanti delle Saline);
_la lingua di terra pianeggiante di Is Arenas.
Il Bellarosa Minore si è costituito attraverso l’immissione nell’area degli
scarichi fognari provenienti dai Comuni di Monserrato, Selargius,
Quartucciu e Quartu Sant’Elena, alimentato successivamente dalle
acque piovane. La presenza di acque dolci ricche di sostanze nutritive
ha sviluppato un processo di eutrofizzazione con il conseguente
insediamento di una tipica vegetazione, in particolar modo di specie
vegetali dotate di rizomi (fusti sotterranei) che permettono una
moltiplicazione vegetativa rapidissima. I processi di eutrofizzazione del
Bellarosa Minore ed il divieto di caccia, in vigore dal 1965, sono i fattori
determinanti dell’aumento dell’avifauna acquatica (Pollo Sultano,
Airone Guardabuoi, etc.).
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Nel bacino del Bellarosa Maggiore vivono, fra gli altri, il Cavaliere d’Italia,
con una delle popolazioni più importanti d’Italia e d’Europa. Il Bellarosa
Maggiore ospita, dal 1993 ad oggi, la nidificazione del Fenicottero rosa
(prima nidificazione accertata della specie in Italia), divenuto il simbolo
del Molentargius.
Per la sua posizione geografica e per gli ambienti ottimali per la sosta e
lo svernamento, il Molentargius ospita numerosissime presenze di
avifauna stanziale e di passo, con circa 180 differenti specie. In
particolare tra le specie nidificanti, oltre al già citato Pollo sultano, si
possono individuare il Germano reale, il Moriglione, la Folaga e la
Cannaiola.
Per quanto riguarda la flora presente nella zona umida, si riscontra la
presenze di piante alofile, in grado di sopportare il contatto diretto delle
radici con il cloruro di sodio, tra cui la Salicornia, l’Erba cristallina stretta e
la Spergularia comune. Sono inoltre presenti le specie della Cynomorium
coccineum (fungo di Malta), la Piantaggine, la Malva, il Millefoglio
d’acqua e la Lenticchia d’acqua.
L’importanza naturalistico-scientifica dello stagno di Molentargius è
dovuta
anche
all’aspetto
climatico
in
relazione
all’azione
termoregolatrice che favorisce un sostanziale equilibrio biologico.
Lo stagno di Molentargius è attraversato da tralicci e cavi ad alta
tensione (foto 1) che determinano la scomparsa di numerosi esemplari di
uccelli.
foto 1: tralicci e cavi ad alta tensione e area di discarica abusiva
(Molentargius)
Il cordone sabbioso di Is Arenas, adagiato su depositi prevalentemente
arenacei e conglomeratici ad abbondante cemento calcareo, risulta
essere particolarmente sensibile per la sua posizione all’interno del
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sistema. L’area è stata coinvolta da un incontrollato fenomeno di
abusivismo edilizio, di bracconaggio e di processi erosivi.
Il Consorzio Ramsar Molentargius è risultato aggiudicatario dell’appalto
concorso bandito dal Ministero dell’Ambiente per il “Programma di
Salvaguardia del litorale e delle retrostanti zone umide di interesse
internazionale dell'area metropolitana di Cagliari (ex art. 17, comma 20,
legge 67/88)“. Nell’ambito delle attività previste, il Consorzio Ramsar
Molentargius ha svolto, in qualità di concessionario, una serie di studi e
indagini che hanno suffragato l’impostazione programmatica e
individuato gli interventi prioritari, oggi realizzati, che hanno eliminato le
maggiori problematiche che mettevano in grave pericolo l’ecosistema.
In costante e stretta relazione con questa zona umida, si è verificata una
trasformazione dell’ambiente costiero, con effetti visibili in modo
particolare sulle dinamiche delle spiagge.
L’evoluzione di una spiaggia può essere capita se si considera la
spiaggia stessa come una struttura dinamica, modellata nel tempo per
effetto delle azioni meteo-marine che distribuiscono la loro energia sui
sedimenti fluviali e marini. La spiaggia interagisce dinamicamente,
rispondendo alle sollecitazioni ondose ed eoliche, modificando così la
conformazione della parte emersa e sommersa fino a raggiungere un
grado di minima resistenza all’azione idro-aerodinamica. La spiaggia è
per questo in grado di offrire opportuna protezione dal moto ondoso e
nei confronti delle retrostanti zone umide.
L’alterazione dei fondali marini antistanti la spiaggia, l’impoverimento dei
volumi di sedimenti esistenti, la pressoché totale cancellazione del
sistema dunale e la costruzione di strutture rigide sono le ragioni delle
modificazioni permanenti della spiaggia rispetto ad un livello dinamico e
naturale di stabilità strutturale, non influenzato da azioni antropiche.
L’attività estrattiva di sabbia, documentata sin dal ‘700, ed il prelievo
indiscriminato operati fino agli anni settanta, con almeno 2 milioni di
metri cubi sottratti alla spiaggia del Poetto, rappresenta la causa
alterante più grave.
L’alterazione dei fondali marini antistanti la spiaggia, per effetto di
dragaggi o attività di pesca a strascico, che determinano una
diminuzione delle praterie di Posidonia oceanica, sono altre cause di
pesante mutamento. In particolare, la Posidonia garantisce una duplice
barriera per limitare, da una parte lo scarico di energia dovuta ad azioni
meteo-marine del mare, dall’altra la dispersione di preziosi sedimenti
verso il largo.
La spiaggia di Quartu presenta la quasi totale assenza di apporto da
parte di sedimenti esterni, determinando una elevata sensibilità sui
fenomeni legati alla mobilità dei sedimenti esistenti. Esistono perciò
variazioni sostanziali derivanti dalla modificazione del regime di trasporto
eolico e idrodinamico, prodotti da ostacoli inseriti nel corpo della
spiaggia emersa o su quella sommersa.
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La spiaggia di Quartu è comunque parte integrante di quella del Poetto
di Cagliari: l’azione antropica svolta sulla spiaggia di Cagliari ha avuto
ed ha effetti considerevoli sulla spiaggia di Quartu. La costruzione degli
stabilimenti balneari (dagli anni dieci), dei casotti e delle altre strutture
civili e militari ha prodotto una significativa alterazione del regime di
trasporto dei sedimenti da parte del vento e del moto ondoso. La
costruzione della strada litoranea, portata negli anni cinquanta fino a
“La Bussola”; la realizzazione del canale di presa delle saline con
idrovora a mare, oggi sostituita con un impianto sottomarino; la
costruzione negli anni sessanta del porto turistico di Marina Piccola e,
recentemente, la modifica della strada litoranea e la costruzione di
nuovi stabilimenti e chioschi hanno diversificato e complicato la
situazione preesistente.
L’evoluzione storica delle variazioni delle linee di costa fornisce
importanti indicazioni su come la spiaggia di Quartu si stia modellando in
funzione delle attività antropiche, del volume di sedimenti e del regime
meteo-marino per raggiungere un nuovo stato di equilibrio. E’ possibile
riconoscere, per questo tipo di valutazioni, una precisa unità fisiografica
dalla Sella del diavolo al Margine Rosso. Lo studio dell’Assessorato della
Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna
“Indagine conoscitiva preliminare per un progetto di salvaguardia e
ripristino del litorale del Poetto”, pubblicato il 19 aprile 2006, in
particolare nell’allegato 1 “Evoluzione storica della linea di costa”,
fornisce un importante quadro di trasformazione temporale riferibile alle
modificazione verificatesi nella variazione della linea di costa dall’anno
1899 all’anno 2005, con un’analisi aggiuntiva, correlata della variazione
in percentuale della superficie di spiaggia emersa.
fig. 1: Carta IGM del 1899 (fonte Regione Autonoma della Sardegna)
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fig. 2: Carta IGM del 1899 sovrapposta ad una foto aerea del 2005 (fonte
Regione Autonoma della Sardegna)
fig. 3: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa dal confine
con Cagliari a “La Bussola” (fonte Regione Autonoma della Sardegna)
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fig. 4: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa da “La
“Bussola” al Margine Rosso(fonte Regione Autonoma della Sardegna)
fig. 5: variazione linea di costa e superficie spiaggia emersa - Margine
Rosso (fonte Regione Autonoma della Sardegna)
La variazione della linea di costa mostra un sostanziale equilibrio fino alla
Torre di Carcangiolas, con un’oscillazione ridotta attorno ai valori riferibili
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al 1960 (periodo di massimo prelievo di sedimento) ed alla situazione
della spiaggia pre-ripascimento, in arretramento rispetto al 1899. Negli
ultimi 45 anni dalla Torre di Carcangiolas al Margine Rosso si è verificato
un deciso avanzamento della linea di costa ed un consistente aumento,
fino a raggiungere valori di aumento del 62%, della superficie della
spiaggia emersa.
Tra le motivazioni che hanno portato la Spiaggia di Quartu fino al
Margine Rosso a risentire in misura minore dell’erosione rispetto al Poetto
di Cagliari si possono comprendere le seguenti cause:
_inferiore tasso di edificazione di strutture fisse e sfruttamento della
retrospiaggia, della spiaggia emersa e della spiaggia sommersa;
_maggiore presenza di praterie ancora integre di Posidonia oceanica;
_minori interventi di pulizia della spiaggia con mezzi pesanti. La Posidonia
che si deposita sulla spiaggia, la presenza di vegetazione ed il
sedimento più grossolano sono barriere all’azione del moto ondoso e di
trasporto eolico, oltre che fattore di compattazione del sedimento e
maggiore impermeabilizzazione dello strato superficiale;
_instaurazione di fenomeni di erosione e accumulo dipendenti dai venti
dominanti e dall’instaurarsi di prevalenti correnti marine, nel complesso
fenomeno dinamico della continua ricerca del raggiungimento di un
nuovo stato di equilibrio dell’unità fisiografica.
Passando al secondo sottosistema individuato, si può evidenziare che la
costa dal Margine Rosso sino a Capitana è caratterizzata da una serie di
insenature ad ampio raggio di curvatura, in cui prevalgono i tratti
ciottolosi rispetto a quelli sabbiosi. Le sabbie sono essenzialmente
quarzose-feldspatiche e generalmente si trovano in corrispondenza delle
foci dei corsi d’acqua. Le spiagge con sedimenti ciottolosi coincidono
con i depositi terrazzati conglomeratici.
Molti tratti di costa hanno subito una riduzione della loro larghezza, in
particolar modo le zone che circondano i principali rilievi (Torre Foxi,
S’Oru ‘e Mari, Torre Sant’Andrea) e la spiaggia di Flumini da Sant’Andrea
alla foce di Rio Su Pau (foto 2).
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foto 2: foce del Rio Su Pau
In corrispondenza delle foci del Rio Foxi e Su Pau si sono verificate
modificazioni morfologiche, legate probabilmente alle opere di
arginamento giunte fino a qualche metro dal mare.
Il tratto di costa compreso tra il Margine Rosso e la foce del Rio Foxi
presenta una tipologia di spiaggia prevalentemente sabbioso-ciottolosa,
con larghezza limitata dalla presenza di insediamenti abitativi che
raggiungono il limite della spiaggia ed in alcuni casi lo superano. In
corrispondenza della foce del Rio Foxi (foto 3), con ordinanza del
Comune di Quartu Sant’Elena n. 149 del 21 luglio 1994, si è imposto il
divieto di balneazione per circa 1,5 chilometri di costa, come previsto
dal D.P.R. n. 470 dell’8 giugno 1982 in attuazione della Direttiva CEE n.
76/160 (qualità delle acque di balneazione).
Il Rio Foxi, in particolare, riceve gli scarichi dalla depurazione delle
acque dei Comuni di Sinnai e Maracalagonis, da fonti di inquinamento
derivanti dal comparto agro-pastorale e da scarichi non autorizzati.
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foto 3: foce del Rio Foxi
In generale, tutta l’area in esame è altresì interessata da un sistema
abitativo nel quale sono presenti impianti fognari e di depurazione non
sempre perfettamente funzionanti ed in regola con le vigenti normative
(D.Lgs. n. 152 dell’11 maggio 1999 – “Disposizioni sulla tutela delle acque
dall'inquinamento
e
recepimento
della
direttiva
91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva
91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento
provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole” e disposizioni di cui al
D.Lgs. n. 258 del 18 agosto 2000).
Il successivo segmento costiero, attinente alle località di S’Oru e Mari e
Sant’Andrea, è costituito da spiagge prevalentemente caratterizzate da
depositi ciottolosi provenienti da erosioni di materiale alluvionale.
La spiaggia di Flumini, in corrispondenza della foce del Rio Su Pau, risulta
essere prevalentemente sabbiosa, a differenza di quella ciottolosa di
Capitana. In corrispondenza del Porto di Capitana (foto 4), in prossimità
della foce del Rio Cuba, il tratto di costa è essenzialmente ciottoloso con
modificazioni del sistema delle correnti marine e quindi dell’erosione, del
trasporto e dell’accumulo di sedimenti determinati dalla costruzione
dell’opera stessa.
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foto 4: Porto di Capitana
E’ da notare come gli insediamenti abitativi dopo Capitana perdono la
connotazione di continuità per assumere forme localizzate, riferibili alle
singole spiagge e cale.
Attraverso la stretta spiaggia di S’Arrizzolu Saliu si giunge al promontorio
di Is Mortorius, dopo il quale ha inizio il tratto di spiaggia sabbiosa di Terra
Mala, lungo circa 1 chilometro e largo mediamente 15 metri, nel quale si
inserisce un tratto di costa ciottolosa in località S’Arpagiu.
Il massiccio dei Sette Fratelli è un elemento caratterizzante in questo
tratto di costa, con il retroterra collinare, con le sue propaggini
meridionali, che si estende fino alla fascia costiera.
Il tratto successivo si estende per circa 2 chilometri di costa alta e
rocciosa fino alla Torre di Cala Regina. Dalla spiaggia ciottolosa di Cala
Regina ha inizio un’alternanza di costa rocciosa a falesia e di spiagge
ciottolose, come quelle di Baccu Mandara e Mari Pintau (foto 5), seguite
dalle spiagge sabbiose di Kala’e Moru e Geremeas, caratterizzate dalla
presenza di un cordone litorale abbastanza continuo, seguito dalle dune
di retrospiaggia, con relativa zona umida, oggi edificata.
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foto 5: Mari Pintau
04.03_sistema della pianura costiera
I fondovalle, compresi tra le dorsali collinari, presentano morfologie
pianeggianti o sub-pianeggianti e si raccordano tra loro a formare
un’unica superficie costiera, interrotta esclusivamente dalle incisioni dei
corsi d’acqua. Questi ultimi costituiti da alluvioni conglomeratiche a
matrice sabbioso-argillosa oppure da alluvioni sabbioso-ciottolose,
generalmente incoerenti. Le caratteristiche morfologiche delle forme dei
processi torrentizi e degli stagni evidenzia l’influenza strutturale che li ha
determinati.
I corsi d’acqua principali (Rio Foxi, Rio Corongiu, Rio Piscina Nuxedda,
Rio Su Pau) hanno un andamento sub-parallelo con direttrice circa N-S.
Presentano regime torrentizio, con deflussi estivi quasi nulli, piene
improvvise di breve durata in relazione ad intensi fenomeni
meteorologici e bassa definizione dell’alveo a causa delle variazioni
stagionali. Questo carattere ha provocato in passato allagamenti di
aree abbastanza vaste. Si è dovuto ricorrere in diversi casi (Rio Foxi e Rio
Su Pau con affluenti Rio Corongiu e Rio Piscina Nuxedda) al rivestimento
delle sponde, all’arginatura e alla creazione di briglie. La canalizzazione
ha determinato la riduzione dei fenomeni legati alla piena ma nel
contempo ha modificato l’ambiente fluviale circostante e ridotto
drasticamente l’apporto di sedimenti al mare ed ai sistemi di spiaggia.
Sono presenti altri corsi idrici creati dalle acque che vi scorrono solo
occasionalmente: le incisioni ad andamento N-S ubicate tra la dorsale di
Sa Serra Perdosa e di Rio Corongiu e le incisioni che confluiscono nel Rio
Piscina Nuxedda.
Il lago Simbirizzi (foto 6) e lo stagno di San Forzorio (foto 7) sono
depressioni chiuse, dal fondo piatto, in cui gli scarsi apporti idrici sono
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costituiti dalle acque di dilavamento dei terreni circostanti e
dall’emergenza della falda. Il loro fondo e le zone depresse prossime ad
essi sono ricoperti da depositi fluviali e palustri limoso-argillosi. L’origine
degli stagni è da ricondurre ai movimenti tettonici quaternari che
dovrebbero aver creato delle aree di subsidenza. Il lago Simbirizzi è stato
oggetto di opere (diga, argini, scarichi di fondo e di superficie, centrale
di sollevamento e condotta per il convogliamento delle acque reflue
depurate) che hanno avuto come scopo quello di convogliare
nell’invaso l’acqua proveniente dal sistema Flumendosa e dall’impianto
di Is Arenas per l’utilizzo dell’acqua a fini irrigui.
foto 6: Lago Simbirizzi e cava dismessa
foto 7: Stagno di San Forzorio
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In quest’area la vegetazione è quella tipica di un modello
estremamente degradato da ripetuti incendi e dalle intense attività
agro-pastorizie, con una macchia a cisto e lentisco rada e bassa,
inframmezzata da aree nude o con vegetazione erbacea.
I terreni sono interessati da coltivazioni erbacee (grano e altri cereali) ad
ovest del Rio Corongiu, frutteti e colture orticole lungo il Rio Piscina
Nuxedda, vigneti e mandorleti nella piana del Rio Foxi e sulle superfici a
debole inclinazione che risalgono la sommità delle dorsali collinari.
L’attività pastorale è indirizzata in modo particolare sull’allevamento
degli ovini.
Esistono delle aree che per destinazione di piano o per situazioni di
compromissione sono divenute zone residenziali e turistiche, interessando
una fascia di territorio con una distanza dal mare variabile che può
raggiungere diversi chilometri. Sono state realizzate lottizzazioni ed
edificazioni spontanee, gravando in maniera profonda sul lato
prospiciente il mare e determinando una sostanziale riduzione di fruibilità
della costa. Inoltre, la modalità non organizzata di insediamento lungo il
litorale ha determinato il mancato adeguamento delle opere di
urbanizzazione con conseguenti effetti di inquinamento dei suoli, dei
corsi d’acqua, delle falde e del mare.
Nell’area sono presenti cave, per lo più dismesse e abbandonate, con
qualche caso di destinazione a discarica controllata.
Le cave di sabbia negli anni sessanta hanno conosciuto un forte
incremento produttivo, legato allo sviluppo edilizio, urbano ed industriale
dell’area cagliaritana. La maggior parte delle cave sono ubicate nella
dorsale arenaceo-conglomeratica di Cuccuru Gannì-Sedda Is Amostus
e altre cave, più piccole, aperte a Funicristeddas e Costa Marina.
Le cave di argilla, tutte abbandonate da tempo, sono localizzate sulla
collina argilloso-marnosa che borda a SO il Lago Simbirizzi (foto 6).
Inoltre, vanno considerati i prelievi con scavi dagli alvei fluviali e dai
depositi alluvionali, in corrispondenza del Rio Corongiu e del Rio Piscina
Nuxedda.
Le problematiche legate alla presenza nel territorio di queste attività
hanno molteplici implicazioni: consumo ed alterazione del suolo agrario,
discariche incontrollate dei materiali di cava e deturpamento del
paesaggio a causa delle coltivazioni a cielo aperto, alterazioni del
sistema idrogeologico e modificazione del trasporto solido dei corsi
d’acqua.
Altro fenomeno di rilevante importanza, nel contesto del sistema della
pianura costiera, è quello della contaminazione salina dovuta ad intensi
fenomeni di intrusione salina (vicinanza al mare ed alle zone umide) ed
al dilavamento dei terreni ricchi in sale.
Per quanto concerne le acque sotterranee, in particolare, le falde
acquifere subiscono fenomeni di inquinamento attraverso gli scarichi, la
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percolazione di acque contaminate e lo sovrasfruttamento mediante il
prelievo delle acque con pozzi e captazioni. Fenomeni che determinano
l’abbassamento del livello dell’acqua con il possibile richiamo di acque
salate dal mare, eventi esaltati da concomitanti particolari condizioni
climatico siccitose. Le falde, inoltre, in seguito all’impermeabilizzazione di
vaste superfici (regolarizzazioni fluviali, abitazioni, pavimentazioni stradali,
etc.) risentono pesantemente del mancato o ridotto apporto
determinato dalla ricarica naturale.
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04.04_sistema montano paesaggistico
I terreni affioranti nell’area in esame sono costituiti da un basamento del
Paleozoico, interessato successivamente da una copertura sedimentaria
terziaria e da depositi quaternari.
Le linee morfologiche fondamentali sono legate sia alle litologie
affioranti che all’evoluzione strutturale e morfo-climatica subita. Nel
settore orientale affiorano rocce granitoidi appartenenti al complesso
ercinico (durante il Carbonifero i magmi provenienti dal mantello della
crosta terrestre risalirono in superficie e iniziarono a consolidarsi sotto le
rocce paleozoiche). I graniti sono intersecati da filoni melanocrati
(minerali scuri) e leucocrati (minerali chiari), disposti secondo le due
direttrici fondamentali della tettonica ercinica (NO-SE e NE-SO). Le
differenti caratteristiche petrografiche tra i filoni e le rocce granitoidi
inglobanti hanno determinato una difforme azione di erosione ed
alterazione, portando alla formazione di creste a volte nette oppure
arrotondate.
A quote inferiori si individua la presenza di rilievi formatisi dallo
smantellamento delle rocce paleozoiche della zona e costituiti da
materiali prevalentemente arenacei ed argillosi.
Le dorsali hanno andamento N-S e NO-SE e la loro genesi sarebbe
riconducibile a movimenti di sollevamento quaternario, accompagnati
da lievi basculamenti verso est.
Le litologie indicano il passaggio tra fasi di ingressione e regressione
marina con sedimenti costituiti da arenarie, conglomerati, marne
arenacee e marne argillose.
Questo sistema ricopre una importanza strategica di lettura del territorio
comunale. Infatti per la sua posizione a ridosso del Monte dei Sette
Fratelli (foto 8) e del Parco regionale omonimo, rappresenta una risorsa
naturalistica di grande pregio al confine con gli insediamenti abitativi ed
in stretta connessione con gli effetti sul litorale. Gli elementi delle
vegetazione con sughereti, ginepri, lecci e corbezzolo testimoniano un
patrimonio che ha resistito negli anni a disboscamenti ed incendi. Anche
la fauna mantiene tratti caratteristici, conservando specie come
cinghiali, cervi, aquile reale e mufloni.
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foto 8: Parco dei Sette Fratelli
La scarsa presenza di insediamenti antropici ha favorito la conservazione
e la tutela di questa area. Gli interventi dei Comuni che ricadono nel
territorio del Parco dei Sette Fratelli ed in particolare dell’Ente Foreste
della Regione Sardegna hanno preservato l’area del Parco, che
comprende anche il Monte Genis ed il Serpeddì, da un indiscriminato
sfruttamento del territorio.
Al momento della istituzione del Parco il Comune di Quartu Sant’Elena
deteneva il 5,5% del territorio, in seguito ad una riduzione dell’area
sottoposta a vincolo, lo stesso Comune non rientra più tra gli Enti
ricadenti all’interno del Parco.
In località S’Incantu (foto 9 e 10), situato alle porte di San Gregorio, il
Comune di Quartu Sant’Elena ha creato, in una struttura di sua
proprietà, un centro di educazione ambientale, affidato in gestione
all’Associazione ambientalista “Amici della Terra”. Il contesto
naturalistico-ambientale determina una valenza fondamentale per un
percorso di conoscenza del territorio e per le potenzialità di sviluppo di
attività di educazione ambientale, strettamente connesse con l’offerta
turistica, oltre che ricoprire un ruolo cardine per una visione strategica
montagna-mare.
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foto 9: centro di educazione ambientale “S’Incantu”
foto 10: centro di educazione ambientale “S’Incantu”
04.05_matrice ambientale suolo
Il suolo, secondo la definizione proposta dalla Soil Conservation Society
of America (1986), è "un corpo naturale costituito da particelle minerali
ed organiche, che si forma dall'alterazione fisica e chimico-fisica della
roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici.
Capace di sostenere la vita delle piante, è caratterizzato da una
atmosfera interna, da una flora e da una fauna determinate e da una
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particolare economia dell'acqua. Rappresenta il mezzo di interazione
dinamica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si suddivide in
orizzonti aventi caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche proprie".
Il suolo svolge un ruolo fondamentale per l'equilibrio dell'ecosistema, in
quanto consente, fra l'altro, l'alimentazione degli animali e degli uomini,
la produzione di legname e di altri materiali utili, costituisce una barriera
di protezione per le acque di falda, consente la stabilità dei versanti,
costituisce l'habitat di moltissime specie, è inoltre la fonte di
approvvigionamento di materiali da costruzione.
Lo sviluppo umano però in alcuni casi contrasta le funzioni del suolo,
esercitando pressioni a volte eccessive (smaltimento non corretto dei
rifiuti, infrastrutture, agricoltura intensiva, etc.) che possono determinare,
nei casi estremi, la perdita delle capacità funzionali del suolo stesso.
Per questo l'attività di bonifica che, attraverso opportuni interventi, ha lo
scopo di eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o di
ridurre le concentrazioni di queste ultime, diventa un'azione necessaria
ed inevitabile per salvaguardare la salute dell'uomo e del pianeta.
L'intervento dell'uomo è mirato, non solo al recupero di un terreno
inquinato, ma anche e soprattutto al ripristino di esso sotto l'aspetto
agricolo, edile, ricreativo, sociale e, non ultimo, con eventuale
realizzazione di parchi o oasi protette
Diverse porzioni del territorio di Quartu Sant’Elena sono oggetto di siti
inquinati determinati dalla presenza di numerose discariche abusive e
sostanze inquinanti provenienti dall’attività agro-pastorale e dalla
mancanza di un sistema fognario e depurativo idoneo. I danni prodotti
da questa serie di fenomeni comporta un notevole “inquinamento
paesaggistico” e un inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque
superficiali e di quelle sotterranee. Le zone a ridosso delle sponde dei
corsi d’acqua ed alcuni siti in prossimità di aree scarsamente abitate
sono oggetto di abbandono di materiali di vario genere
(elettrodomestici, batterie esauste, materiali di risulta di lavorazioni edili,
pneumatici usati, etc.) (foto 11 e 12).
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foto 11: discarica abusiva sulla sponda del Rio Foxi
foto 12: discarica abusiva
Unitamente all’inquinamento, le principali minacce a cui è esposto il
suolo sono: l’erosione, l’impermeabilizzazione (causata dalla costruzione
di abitazioni e infrastrutture), la diminuzione della diversità biologica e
particolari fenomeni idrogeologici.
04.05.01_matrice ambientale suolo_i rifiuti
Le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli
naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di
disfarsi, sono definiti rifiuti. Vengono classificati secondo l’origine, in rifiuti
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urbani e rifiuti speciali e secondo le caratteristiche in rifiuti pericolosi e
non pericolosi.
Sapere quale è la composizione dei rifiuti urbani permette di
programmare meglio la gestione, quindi lo smaltimento ed il riciclaggio.
Una consistente presenza di frazioni combustibili con elevato potere
calorifico, ad esempio, può orientare verso l’incenerimento con
recupero di calore. La percentuale di inerti, invece, permette di
orientare la quota di materiali da conferire comunque in discarica.
Per rifiuti urbani si intendono:
_i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi
adibiti ad uso di civile abitazione;
_i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi
da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e
quantità;
_i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
_i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree
pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso
pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi
d’acqua;
_i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree
cimiteriali;
_i rifiuti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti
da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).
Per rifiuti speciali si intendono:
_i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
_i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti
pericolosi che derivano dalle attività di scavo;
_i rifiuti da lavorazioni industriali;
_i rifiuti da lavorazioni artigianali;
_i rifiuti da attività commerciali;
_i rifiuti da attività di servizio;
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_i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi
prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla
depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
_i rifiuti derivanti da attività sanitarie;
_i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;
_i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.
I rifiuti pericolosi sono quelli non domestici precisati nell’elenco di cui
all’allegato del D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997 (Decreto Ronchi). In
particolare sono costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo
un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze
pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei
normali rifiuti urbani. Tra i rifiuti pericolosi, i principali sono i medicinali
scaduti e le pile.
La categoria dei rifiuti tossici e nocivi formalmente non esiste più, quanto
meno nella nuova legislazione specifica per la gestione dei rifiuti.
I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle attività produttive
che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti.
Per questo motivo occorre renderli innocui, cioè trattarli in modo da
ridurne drasticamente la pericolosità. Nella normativa precedente
rispetto a quella in vigore attualmente, tali rifiuti erano definiti come rifiuti
tossico nocivi. A questa categoria appartengono:
_raffinazione del petrolio;
_processi chimici;
_industria fotografica;
_industria metallurgica;
_oli esauriti;
_solventi;
_produzione conciaria e tessile;
_impianti di trattamento dei rifiuti;
_ricerca medica e veterinaria.
La politica ambientale si pone come obiettivo prioritario la riduzione
della quantità, della pericolosità dei rifiuti prodotti e del flusso dei rifiuti
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avviati allo smaltimento. A tal fine prevede e disciplina specifiche azioni
per intervenire alla fonte nel processo produttivo e per agevolare ed
incentivare nell'ordine il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti prodotti.
Infine, i rifiuti non recuperati né recepiti devono essere smaltiti in
condizioni di sicurezza, con una progressiva riduzione del flusso dei rifiuti
avviati in discarica. Nel rispetto del principio della prevenzione,
riciclaggio, recupero e smaltimento.
La prevenzione richiede il controllo ed il miglioramento continuo delle
prestazioni e dell'efficienza ambientale, a tal fine le imprese produttrici
dovranno provvedere alla:
_introduzione di sistemi di gestione ambientale all'interno dei processi
industriali e dei servizi (certificazioni ambientali);
_modificazione delle tecnologie di processo per ridurre l'inquinamento
(eco-efficienza dei cicli di produzione e di consumo);
_miglioramento dei sistemi di abbattimento delle emissioni (aria, acqua,
suolo);
_perseguimento dell'efficienza energetica e della riduzione della
produzione dei rifiuti;
_innovazione ambientale di prodotto, oltre che di processo , attraverso il
miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto e delle
potenzialità di riutilizzo e recupero anche a fine vita.
Il Decreto Legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997, dopo la prevenzione e la
riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, assegna un ruolo
centrale alla gestione integrata dei rifiuti. Il rifiuto deve, quindi, essere
gestito in modo da conseguire obiettivi di riciclaggio e di recupero e
ridurre il flusso dei rifiuti avviati allo smaltimento. Per i rifiuti urbani la
gestione integrata richiede la realizzazione di obiettivi minimi di raccolta
differenziata e di riciclaggio e, in secondo luogo, la produzione e l'utilizzo
di combustibile da rifiuto. Sotto il profilo organizzativo, inoltre, è
necessario che i Comuni attivino adeguate forme di cooperazione e
coordinamento per razionalizzare la gestione dei rifiuti. Per quanto
riguarda i rifiuti speciali, le attività di riciclaggio e recupero sono favorite
con apposite semplificazioni delle procedure amministrative di
autorizzazione. Infine, sono stabiliti specifici obiettivi di recupero e
riciclaggio dei rifiuti da imballaggio ed è dettata una specifica disciplina
per la gestione di tali rifiuti.
Le strategie del riuso e del recupero, in definitiva, si concentrano su due
azioni:
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_ottimizzazione dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani che dovranno
risultare efficaci sotto il profilo tecnico, economico e ambientale;
_sviluppo del mercato del riuso e del recupero dei rifiuti.
I Comuni devono disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con
regolamenti che, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed
economicità, stabiliscano in particolare:
_le disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi
della gestione dei rifiuti urbani;
_le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;
_le modalità del conferimento, della raccolta differenziata e del
trasporto dei rifiuti urbani al fine di garantire una distinta gestione delle
diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi;
_la modalità per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti
cimiteriali;
_la modalità di pesata dei rifiuti urbani;
_la modalità di assimilazione agli urbani dei rifiuti speciali non pericolosi
ai fini della accolta e dello smaltimento, secondo i criteri stabiliti dallo
Stato.
Nel Comune di Quartu Sant’Elena la gestione della raccolta dei rifiuti è
affidata alla DE VIZIA transfer S.p.a. L’attività di raccolta è diversificata in
base alle seguenti suddivisioni:
_rifiuti indifferenziati: svuotamento giornaliero di circa 1.600 cassonetti
sistemati lungo le strade;
_carta, plastica, vetro (secco valorizzabile): svuotamento periodico di
circa 242 campane disposte lungo le strade;
_verde: ritiro a domicilio con prenotazione telefonica per chi abita nel
centro urbano e con cassoni di tipo scarrabile lungo il litorale e nelle
zone collinari;
_rifiuti ingombranti: ritiro a domicilio con prenotazione telefonica;
_imballaggi cellulosici da utenze commerciali: raccolta trisettimanale
direttamente presso le principali utenze commerciali;
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_rifiuti domestici pericolosi: svuotamento periodico di piccoli contenitori
disponibili presso attività commerciali, tabacchini e farmacie.
La Giunta Comunale di Quartu Sant’Elena, con atto n. 80 del 22 ottobre
2005, ha deliberato la collaborazione per l’effettuazione della raccolta
differenziata dei rifiuti vegetali con l’Associazione Onlus Labor Agri
Ambiente e Territorio e con atto n. 137 del 23 dicembre 2005 ha
prorogato i termini dell’incarico di collaborazione con la suddetta
Associazione.
Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena il 27 settembre 2005, con
deliberazione n. 35, ha approvato il protocollo d’intesa tra i Comuni di
Quartu Sant’Elena, Selargius, Monserrato, Sinnai e Quartucciu, per la
partecipazione al Bando per la selezione delle proposte di
finanziamento a sostegno delle iniziative dirette alla riduzione della
produzione ed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nell’ambito
dell’Asse I “Risorse naturali” Misura 1.4 - “Gestione integrata dei rifiuti,
bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”, finalizzata alla
realizzazione di un impianto di compostaggio.
Con il termine di compostaggio si intende un processo di
decomposizione microbica dei residui organici biodegradabili che,
operato in condizioni controllate, trasforma la materia organica in
compost, un materiale sufficientemente stabilizzato da consentire di
essere manipolato, immagazzinato e applicato al terreno come
fertilizzante per le colture agricole. In natura esistono processi spontanei
di compostaggio, come ad esempio le trasformazioni della lettiera di
bosco e la maturazione del letame. Tali processi implicano dei tempi di
realizzazione molto lunghi e si attuano in maniera discontinua ed
eterogenea. Ben diverso è il caso del processo industriale di
compostaggio controllato che, se ben condotto, è in grado di
rispondere a due requisiti fondamentali: tempi brevi di realizzazione con
consumi energetici relativamente bassi e garanzia di ottenimento di un
prodotto finale che non ha controindicazioni per l'impiego agricolo, con
un sufficiente valore fertilizzante.
I rifiuti lignocellulosici conferiti presso l'impianto vengono scaricati su
un'apposita platea impermeabile, dove periodicamente vengono
triturati al fine di migliorare le caratteristiche fisiche della biomassa e per
accelerare il processo di decomposizione durante la fase di
biossidazione. I materiali triturati vengono miscelati omogeneamente
con i rifiuti organici al momento del loro conferimento e quindi
immediatamente collocati in cumuli, dove subiscono il processo di
biossidazione. Al fine di ottimizzare lo spazio disponibile si sceglie di
formare un unico cumulo, dove ad un'estremità viene aggiunto
materiale "fresco" e all'estremità opposta viene prelevato materiale
"maturo". Al fine di ossigenare la massa in trasformazione, oltre che per
consentirne una migliore omogeneizzazione, 2-3 volte alla settimana
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viene effettuato il rivoltamento meccanico. Al processo di biossidazione,
della durata di circa due mesi, segue la fase di maturazione del
compost che dura circa un mese, al termine del processo il materiale
grezzo è sottoposto a vagliatura fine.
Il prodotto finito, che rappresenta in peso circa il 30% del rifiuto trattato,
viene classificato come "ammendante compostato misto", ottenuto
attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di
rifiuti organici. Rifiuti che possono essere costituiti dalla frazione organica
degli RSU proveniente da raccolta differenziata, da rifiuti di origine
animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agro-industriale
e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, da reflui e
fanghi, nonché dalle matrici previste per l’”ammendante compostato
verde” (ottenuto attraverso un processo di trasformazione e
stabilizzazione controllato di rifiuti organici costituiti da scarti della
manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di
origine vegetale con esclusione di alghe e altre piante marine).
L’ammendante prodotto è classificato secondo la vigente normativa
che regolamenta la commercializzazione dei fertilizzanti.(L. 784 del 1984,
successivamente modificata dal D.M. del 27 marzo 1998 e dal D.M. del 3
novembre 2004). Inoltre , l'uso dell'ammendante compostato misto è
consentito in agricoltura biologica ai sensi della circolare del Ministero
delle politiche agricole e forestali del 9 settembre 1999.
La ricchezza in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, fa del
compost un ottimo prodotto fertilizzante, adatto ai più svariati impieghi
agronomici, come ammendante in orticoltura, frutticoltura, coltivazioni
industriali, florovivaismo, realizzazioni di aree a verde pubblico e di
interesse naturalistico.
Esistono, comunque, colture più adatte a ricevere un ammendante
come il compost e culture meno adatte; la dose di compost da
apportare ai terreni ed il periodo di spandimento devono essere
attentamente progettati; lo spandimento del compost deve essere
effettuato con sistemi adeguati, in modo tale a rendere uniforme la sua
distribuzione; il terreno deve essere arato al fine di assicurare
l’interramento del compost e la sua miscelazione con il terreno.
04.05.02_rifiuti_normativa comunitaria
Direttiva 99/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva 94/62/CE, relativa agli imballaggi. Dispone che nei piani di
gestione dei rifiuti venga incluso un capitolo specifico per la gestione
degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio che contempli le misure per la
prevenzione ed il riutilizzo.
Direttiva 91/689/CEE. Prevede l’adozione di un piano di gestione dei
rifiuti pericolosi.
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Direttiva 91/156/CEE, relativa ai rifiuti in generale. Prevede che le autorità
competenti degli Stati membri elaborino uno o più piani di gestione dei
rifiuti .
04.05.03_Rifiuti_Normativa Statale
D. Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997 (Decreto Ronchi). La gestione dei rifiuti
costituisce attività di pubblico interesse ed e' disciplinata dal presente
decreto al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e
controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi.
D. Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003. Stabilisce requisiti operativi e tecnici
per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a
prevenire o a ridurre il più possibile la ripercussioni negative sull'ambiente,
in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque
sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale,
compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti
dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.
04.05.04_Rifiuti_Normativa Regionale
DGR 34/14 del 19 luglio 2005. Atto di indirizzo per lo smaltimento in
discarica di rifiuti urbani trattati e per l’ulteriore sviluppo delle raccolte
differenziate secco-umido nel territorio regionale.
DGR 15/32 del 30 marzo 2004. Atto di indirizzo per lo sviluppo delle
raccolte differenziate secco-umido nel territorio regionale, con
meccanismi di premio per i comuni efficienti e di penalizzazione per
quelli inadempienti.
DGR n. 29/13 del 29 agosto 2002. Sezione degli imballaggi e dei rifiuti di
imballaggio.
DGR n. 13/34 del 30 aprile 2002. Sezione rifiuti urbani del Piano regionale
di gestione dei rifiuti.
DGR n. 57/2 del 17 dicembre 1998. Piano regionale di gestione dei rifiuti.
04.06_matrice ambientale aria_inquinamento atmosferico
La tutela dell'ambiente dall'inquinamento atmosferico deve essere
svolta in maniera complessiva ed integrata, per realizzare il
miglioramento della qualità della vita, per la salvaguardia dell'ambiente
e delle forme di vita in esso contenute e per garantire gli usi legittimi del
territorio.
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Le molteplici attività umane che si svolgono nelle aree urbane e rurali (il
traffico dei veicoli a motore, gli impianti di riscaldamento e di
condizionamento dell’aria, le discariche ed i fertilizzanti usati in
agricoltura) emettono nell'atmosfera sostanze inquinanti che provocano
seri problemi di deterioramento della qualità dell'aria.
Eliminare del tutto gli scarichi nell'aria è impossibile ma l’obiettivo è
determinato soprattutto dal rispetto dei valori limite delle sostanze
inquinanti che, in base a conoscenze scientifiche aggiornate evitano,
prevengono o riducono gli effetti dannosi per la salute dell’uomo e per
l'ambiente.
I limiti, relativi a sette sostanze inquinanti (biossido di zolfo, biossido di
azoto, piombo, polveri fini, ossido di carbonio, benzene e ozono) devono
essere raggiunti, e in seguito non superati, entro limiti temporali fissati, in
alcuni casi (biossido di zolfo, piombo e prima fase per le polveri fini) al 1°
gennaio 2005 e, per i restanti inquinanti, al 1° gennaio 2010.
La valutazione della pressione ambientale, collegata all'immissione in
atmosfera di sostanze che alterano quali-quantitativamente la normale
composizione dell'aria, è un'impresa particolarmente problematica in
quanto, gli inquinanti emessi dalle diverse sorgenti di origine antropica o
naturale si diffondono interessando aree più o meno estese, a seconda:
_delle caratteristiche emissive (altezza, temperatura, concentrazione e
quantità riferita all'unità di tempo di ciascun inquinante emesso);
_delle condizioni climatologiche al momento
atmosfera e durante il tempo di diffusione;
dell'immissione
in
_delle caratteristiche geomorfologiche ed orografiche delle zone
interessate alle ricadute dei tempi di decadenza e quindi della
tendenza all'accumulo di ciascun inquinante;
_delle reazioni di trasformazione e di interazione, anche con altri
comparti ambientali, cui i diversi inquinanti sono soggetti e la cui
velocità e modalità di accadimento dipendono a loro volta dalle
condizioni al contorno (contemporanea presenza di più inquinanti,
temperatura, radiazione solare, caratteristiche dei diversi comparti, etc.).
L'impianto normativo concernente la tutela dall'inquinamento
atmosferico, e quindi il controllo delle emissioni, risulta, il più ricco e
complesso fra quelli riguardanti i diversi comparti ambientali. Le norme
nazionali, emanate abitualmente in recepimento dei contenuti di
direttive della Comunità Europea, nonché per corrispondere ad impegni
di riduzione delle emissioni assunti a livello internazionale, si sono
sviluppate seguendo i seguenti principali indirizzi:
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_possibilità di procedere alla costruzione ed esercizio degli impianti solo
previo rilascio di specifica autorizzazione, contenete precise prescrizioni
riguardanti limiti alle emissioni, controlli periodici, etc.;
_limitazioni alla circolazione;
_controllo dei gas di scarico dei veicoli;
_caratteristiche dei combustibili;
_criteri di omologazione dei veicoli di nuova costruzione;
_contenuto di solventi nei prodotti.
I risultati delle azioni di tutela della qualità dell'aria devono essere
finalizzate ai seguenti obiettivi:
_riduzione dell’inquinante che desta la principale preoccupazione è il
cosiddetto PM10, cioè la frazione più respirabile del particolato e quindi
la più dannosa sotto il profilo degli aspetti sanitari;
_diminuzione dei valori per l’ozono, per gli ossidi di azoto e per altri
inquinanti che attualmente sono distanti dai limiti disposti dalla
normativa, anche se nel tempo si sono ridotti gli episodi acuti di
inquinamento;
_la definizione di piani e programmi di intervento nelle zone in cui i limiti
risultano superati, per corrispondere a quanto previsto dalla normativa
europea e nazionale;
_riduzione dei problemi relativi all’inquinamento collegato al traffico di
veicoli, che costituisce una delle principali problematiche da affrontare,
non solo per la tutela della qualità dell'aria, ma anche perché
determina nella città un generale basso livello di qualità della vita, in
termini di allungamento dei tempi di spostamento, di diminuzione di
spazi all'aperto per l'intrattenimento di relazioni social oltre che al
peggioramento dell'immagine urbana;
_miglioramento dell’efficienza energetica, principalmente nei processi di
combustione, per le emissioni di gas, in particolare della CO2.
La più recente (2002) analisi delle fonti di inquinamento atmosferico nel
Comune di Quartu Sant’Elena mette in evidenza che la principale
sorgente di inquinamento è il trasporto stradale, con immissione in
atmosfera di benzene, ossidi di azoto, composti organici volatili (COV) e
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particolato fine (PM10). Quest’ultimo, in particolare, è composto da un
insieme di particelle solide e/o liquide che, sospese nell’aria,
rappresentano una miscela complessa di sostanze organiche ed
inorganiche, con effetti nocivi, per la salute dell’uomo alle vie
respiratorie ed ai polmoni.
Più modesta è l’incidenza, rispetto agli agenti inquinanti sopraindicati,
riferibile alle emissione del settore produttivo e degli impianti di
combustione non industriali.
I risultati delle campagne di monitoraggio atmosferico, durante il
periodo di campionamento, hanno evidenziato un rispetto sostanziale
dei limiti imposti dalla legge. Il particolato fine rappresenta, al momento,
l’unica evidente problematica legata alla qualità dell’aria nel Comune
di Quartu Sant’Elena.
04.06.01_inquinamento atmosferico_mormativa comunitaria
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004
n. 2004/107/CE concernente l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nickel e
gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente. Pubblicata nella
G.U.U.E. del 26 gennaio 2005, n. L 23. Entrata in vigore il 15 febbraio 2005.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 n.
2004/26/CE che modifica la direttiva 97/68/CE concernente il
ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai
provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e
particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna
destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicata
nella G.U.U.E. del 30 aprile 2004, n. L 146. Entrata in vigore il 30 aprile
2004. Il testo della presente direttiva è stato così sostituito in base alla
rettifica pubblicata nella G.U.U.E. 25 giugno 2004, n. L 225.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 8 maggio 2003 n.
2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri
carburanti rinnovabili nei trasporti. Pubblicata nella G.U.U.E. 17 maggio
2003, n. L 123. Entrata in vigore il 17 maggio 2003.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 2003 n.
2003/17/CE che modifica la direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della
benzina e del combustibile diesel. Pubblicata nella G.U.U.E. del 22 marzo
2003, n. L 76. Entrata in vigore il 22 marzo 2003.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 dicembre 2002 n.
2002/88/CE che modifica la direttiva 97/68/CE concernente il
ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai
provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e
particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna
destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicata
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
nella G.U.U.E. del 11 febbraio 2003, n. L 35. Entrata in vigore l'11 febbraio
2003.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 n.
2002/51/CE sulla riduzione del livello delle emissioni inquinanti dei veicoli
a motore a due o a tre ruote e che modifica la direttiva 97/24/CE.
Pubblicata nella G.U.C.E. del 20 settembre 2002, n. L 252. Entrata in
vigore il 20 settembre 2002.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2002 n.
2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria. Pubblicata nella G.U.C.E. del 9
marzo 2002, n. L 67. Entrata in vigore il 9 marzo 2002.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2001 n.
2001/80/CE concernente la limitazione delle emissioni nell'atmosfera di
taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione. Pubblicata
nella G.U.C.E. del 27 novembre 2001, n. L 309. Entrata in vigore il 27
novembre 2001.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2001 n.
2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti
atmosferici. Pubblicata nella G.U.C.E. del 27 novembre 2001, n. L 309.
Entrata in vigore il 27 novembre 2001.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2000
n. 2000/69/CE concernente i valori limite per il benzene ed il monossido
di carbonio nell'aria ambiente. Pubblicata nella G.U.C.E. del 13
dicembre 2000, n. L 313. Entrata in vigore il 13 dicembre 2000.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 dicembre 1999
n. 1999/96/CE sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri
relative ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti
gassosi e di particolato prodotti dai motori ad accensione spontanea
destinati alla propulsione di veicoli e l'emissione di inquinanti gassosi
prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas
naturale o con gas di petrolio liquefatto destinati alla propulsione di
veicoli e che modifica la direttiva 88/77/CEE del Consiglio. Pubblicata
nella G.U.C.E. del 16 febbraio 2000, n. L 44. Entrata in vigore il 16 febbraio
2000.
Direttiva del Consiglio del 22 aprile 1999 n. 1999/30/CE concernente i
valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido
di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. Pubblicata nella
G.U.C.E. del 29 giugno 1999, n. L 163. Entrata in vigore il 19 luglio 1999.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 n.
98/69/CE relativa alle misure da adottare contro l'inquinamento
atmosferico da emissioni dei veicoli a motore e recante modificazione
della direttiva 70/220/CEE del Consiglio. Pubblicata nella G.U.C.E. del 28
dicembre 1998, n. L 350. Entrata in vigore il 28 dicembre 1998.
Direttiva del Consiglio del 27 settembre 1996 n. 96/62/CE in materia di
valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente. Pubblicata nella
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
G.U.C.E. del 21 novembre 1996, n. L 296. Entrata in vigore il 21 novembre
1996.
04.06.02_inquinamento atmosferico - normativa statale
D.Lgs. n. 171 del 21 maggio 2004. Attuazione della direttiva 2001/81/CE
relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici.
Pubblicato nella G.U. n. 165 del 16 luglio 2004.
D.M. n. 44 del 16 gennaio 2004. Recepimento della direttiva 1999/13/CE
relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili di
talune attività industriali, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del D.P.R. n.
203 del 24 maggio 1988. Pubblicato nella G.U. n. 47 del 26 febbraio 2004.
D.P.C.M. del 8 marzo 2002. Disciplina delle caratteristiche merceologiche
dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico
nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione.
D.M. n. 26 dell’11 ottobre 2002. Regolamento recante le direttive
tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i
criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e
9 del D.Lgs n. 351 del 4 agosto 1999. Pubblicato nella G.U. n. 272 del 20
novembre 2002.
D.M. del 20 settembre 2002. Modalità per la garanzia della qualità del
sistema delle misure di inquinamento atmosferico, ai sensi del decreto
legislativo n. 351 del 1999. Pubblicato nella G.U. n. 231 del 2 ottobre 2002.
D.M. del 20 settembre 2002. Attuazione dell'art. 5 della Legge n. 549 del
28 dicembre 1993, recante misure a tutela dell'ozono stratosferico.
Pubblicato nella G.U. n. 230 del 1° ottobre 2002.
D.M. n. 60 del 2 aprile 2002. Recepimento della direttiva 1999/30/CE del
Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria
ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le
particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite
di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.
Pubblicato nella G.U. n. 87 13 aprile 2002.
D.m. n. 124 del 25 febbraio 2000. Regolamento recante i valori limite di
emissione e le norme tecniche riguardanti le caratteristiche e le
condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di
coincenerimento dei rifiuti pericolosi, in attuazione della direttiva
94/67/CE del Consiglio del 16 dicembre 1994, e ai sensi dell'articolo 3,
comma 2, del D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988 e dell'articolo 18, comma
2, lettera a), del D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997.
D.M. n. 107 del 21 gennaio 2000. Regolamento recante norme tecniche
per l'adeguamento degli impianti di deposito di benzina ai fini del
controllo delle emissioni dei vapori. Pubblicato nella G.U. n. 100 del 2
maggio 2000.
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
D.m. del 25 agosto 2000. Aggiornamento dei metodi di
campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti, ai sensi del D.P.R.
n. 203 del 24 maggio 1988.
D.Lgs. n. 351 del 4 agosto 1999. Attuazione della direttiva 96/62/CE in
materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente.
Pubblicato nella G.U. n. 241 del 13 ottobre 1999.
D.Lgs. n. 372 del 4 agosto 1999. Attuazione della direttiva 96/61/CE
relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento.
Pubblicato nella G.U. n. 252 del 26 ottobre 1999.
D.M. del 20 dicembre 1999. Attuazione della direttiva 97/68/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1997 concernente i
provvedimenti da adottare contro l'emissione di inquinanti gassosi e
particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna
destinati all'installazione su macchine mobili non stradali. Pubblicato
nella G.U. n. 32 9 febbraio 2000.
D.M. n. 163 del 21 aprile 1999. Regolamento recante norme per
l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i Sindaci
adottano le misure di limitazione della circolazione. Pubblicato nella G.U.
n. 135 del 11 giugno 1999.
D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998. Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del
capo I della L. n. 59 del 15 marzo 1997. Pubblicato nella G.U. n. 92 del 21
aprile 1998. Nel presente decreto sono state riportate le correzioni
indicate nell'avviso pubblicato nella G.U. n. 116 del 21 maggio 1998.
D.M. del 27 marzo 1998. Mobilità sostenibile nelle aree urbane, L. n. 207
del 18 giugno 1998. Ratifica ed esecuzione del protocollo alla
convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga
distanza, del 1979, relativo ad un'ulteriore riduzione delle emissioni di
zolfo, con annessi, fatto ad Oslo il 14 giugno 1994. Pubblicato nella G.U.
n. 113 del 2 luglio 1998.
L. n. 413 del 4 novembre 1997. Misure urgenti per la prevenzione
dell'inquinamento atmosferico da benzene.
D.M. n. 503 del 19 novembre 1997. Regolamento recante norme per
l'attuazione delle direttive 89/369/CEE e 89/429/CEE concernenti la
prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dagli inquinanti di
incenerimento dei rifiuti urbani e la disciplina delle emissioni e delle
condizioni di combustione degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani,
di rifiuti speciali non pericolosi nonché di taluni rifiuti sanitari.
D.M. del 16 maggio 1996. Attuazione di un sistema di sorveglianza
dell'inquinamento da ozono.
D.M. del 21 dicembre 1995. Disciplina dei metodi di controllo delle
emissioni in atmosfera dagli impianti industriali.
D.P.R.del 25 luglio 1991. Modifiche all'atto di indirizzo e coordinamento in
materia di emissioni poco significative e di attività a ridotto
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αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
inquinamento atmosferico emanato con D.P.C.M. in data 21 luglio 1989.
Pubblicato nella G.U. n. 175 del 25 luglio 1991.
D.M. del 12 luglio 1990. Linee guida per il contenimento delle emissioni
inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di
emissione.
D.M. del 8 maggio 1989. Limitazione alle emissioni in atmosfera di taluni
inquinanti originati dai grandi impianti di combustione.
D.P.C.M. del 21 luglio 1989. Atto di indirizzo e coordinamento alle
Regioni, ai sensi dell'art. 9 della L. n. 349 del 1986, per l'attuazione e
l'interpretazione del D.P.R. n. 203 del 1988. Pubblicato nella G.U. 24 n. 171
del luglio 1989.
D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988. Attuazione delle direttive n. 779 del
1980, 884 del 1982, 360 del 1984 e 203 del 1985 CEE concernenti norme in
materia di qualità dell'aria relativamente a specifici agenti inquinanti e
di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15
della L. n.183 del 1987. Pubblicato nella G.U. n. 140 del 16 giugno 1988.
D.P.C.M. del 28 marzo 1983. Limiti massimi di accettabilità delle
concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria
nell'ambiente esterno.
04.07_matrice ambientale aria_inquinamento acustico
L'altro grande problema ambientale legato all'aria è l'inquinamento
acustico soprattutto, ma non solo, nelle aree urbane. A livello normativo
e di politiche si riconoscono i livelli di rumorosità come causa di forte
disagio per la vita delle persone.
La Legge Quadro n. 447 del 26 ottobre 1995 sull'inquinamento acustico,
definisce le competenze dei vari Ministeri interessati al problema,
distribuendo le funzioni di indirizzo e coordinamento, regola inoltre i
rapporti tra Autorità Centrali, Regioni ed Enti Locali. La legge quadro
costituisce inoltre il fondamento giuridico per l'emanazione di successivi
regolamenti governativi e decreti ministeriali che fissano, tra l'altro:
_i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti, abitativi ed
esterni;
_le tecniche di rilevamento e di misura del rumore;
_i requisiti acustici delle sorgenti sonore e i requisiti acustici passivi degli
edifici e dei loro componenti;
_la disciplina dell'inquinamento acustico determinato da sorgenti mobili
connesse con attività, opere e servizi pubblici essenziali;
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
_i criteri di progettazione, di esecuzione e di ristrutturazione;
_i requisiti acustici dei segnali di allarme;
_i requisiti acustici delle emissioni sonore nei luoghi di intrattenimento e
nei pubblici esercizi.
La prima normativa nazionale, di livello amministrativo, risale al D.P.C.M.
del 1° marzo 1991 "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti
abitativi e nell’ambiente esterno”, sulla scorta delle indicazioni
contenute nel precitato D.P.C.M. ed in applicazione della Legge n. 142
dell’8 giugno del 1990, in ordine alla ripartizione delle competenze tra
Enti territoriali. In data 26 ottobre 1995 lo Stato ha finalmente emanato la
prima legge organica italiana in materia di inquinamento acustico: la
Legge quadro n. 447, entrata in vigore in data 29 dicembre 1995.
Il primo atto programmatico propedeutico al risanamento del territorio
dall’inquinamento acustico è costituito dall’individuazione di piani di
classificazione acustica del proprio territorio (zonizzazione acustica), con
l’obiettivo di perseguire una maggiore tutela della salute della
popolazione dall’inquinamento da rumore, sia negli ambienti esterni che
in quelli abitativi. Il territorio comunale viene suddiviso in classi di
destinazione d’uso da I a VI e per orario diurno e notturno (Piano di
zonizzazione acustica). La Provincia di Cagliari, come previsto dalla
Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006 “Conferimento di funzioni e
compiti agli enti locali”, coordina un’iniziativa di più Comuni, tra i quali
quello di Quartu Sant’Elena, nelle iniziative assunte volte al
contenimento delle emissioni sonore.
Il D.P.C.M. 14 novembre 1997 "Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore" di attuazione della legge quadro, definisce sei classi di
destinazione d’uso del territorio, ciascuna con i relativi valori limite,
crescenti dalla prima alla sesta classe (aree particolarmente protette,
aree destinate ad uso prevalentemente residenziale, aree di tipo misto,
aree di intensa attività umana, aree prevalentemente industriali, aree
esclusivamente industriali).
Le Province hanno il compito di:
_adeguare il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.), indicando e
coordinando gli obiettivi da perseguire nell'ambito del territorio
provinciale ai fini della tutela ambientale e della prevenzione
dall'inquinamento acustico;
_esercitare le funzioni di vigilanza e controllo da espletare avvalendosi
dell'A.R.P.A.S., mediante la promozione di campagne di misurazione del
rumore e monitoraggio complessivo dell'inquinamento acustico del
territorio provinciale;
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
_attuare la procedura per il riconoscimento della figura del tecnico
competente in acustica ambientale;
_esercitare i poteri sostitutivi qualora i comuni non provvedano
all'approvazione del piano di classificazione acustica e nel caso dia
mancata approvazione del piano di risanamento comunale.
I Comuni hanno il compito di:
_predisporre, adottare e approvare il piano di classificazione acustica
del proprio territorio;
_individuare e realizzare i piani di risanamento acustico;
_comunicare alla Giunta Regionale e Provinciale la classificazione
acustica già approvata ai sensi del D.P.C.M. del 1° marzo 1991;
_adeguare gli strumenti
classificazione acustica.
urbanistici
e
i
piani
strutturali
con
la
_relazionare lo stato di inquinamento acustico per i Comuni, come
Quartu Sant’Elena, con più di 50.000 abitanti.
L' A.R.P.A.S. ha il compito di:
_trasmettere i dati delle attività di rilevamento e controllo alle
Amministrazioni interessate e alle Aziende U.S.L. competenti per territorio;
_inviare annualmente alla Giunta Regionale una relazione contenente il
resoconto delle attività svolte e il quadro conoscitivo del clima acustico
rilevato;
_segnalare tempestivamente al Comune, alle Province e alla Giunta
Regionale la presenza di condizioni che determinano l'obbligo di
predisposizione del piano comunale di risanamento acustico;
_trasmettere alle Autorità competenti l'adozione delle ordinanze
contingibili ed urgenti.
La Provincia di Cagliari ha effettuato una campagna di monitoraggio
dell’inquinamento acustico nel Comune di Quartu Sant’Elena nel
periodo che va da settembre a dicembre 2004.
I rilievi sono stati eseguiti in 22 postazioni del territorio comunale,
compresi Capitana, Flumini, Is Pardinas, la strada statale 554 e diverse
strade cittadine.
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
L’obiettivo della campagna di monitoraggio è stato quello di fornire un
quadro conoscitivo del livello acustico e quindi dello stato di salute
dell’ambiente. La durata del campionamento è stata di una settimana
per ciascuna postazione, intervallo di tempo ridotto per avere
indicazioni in funzione delle variazioni stagionali ed annuali. La
postazione che ha registrato il più alto valore di inquinamento è risultata
essere quella di via Giotto seguita da quella di viale Colombo, via
Inghilterra, via della Musica e via Eligio Porcu.
La postazione di via della Musica ha evidenziato una maggiore
differenza tra i livelli di rumore diurni, più elevati, e quelli notturni.
Le cinque postazione monitorate mostrano un quadro acustico
mediamente compromesso a causa del superamento dei limiti
individuati dalle vigenti leggi nazionali e regionali.
Il rumore di fondo, compreso tra 42 e 48 dB, raggiunge livelli sonori
riconosciuti da diversi studi scientifici in grado di determinare effetti
negativi, seppure lievi, sul sistema psicologico e fisico.
04.07.01_inquinamento acustico_normativa comunitaria
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2002/49/CE del 25
giugno 2002 relativa alla determinazione e alla gestione del rumore
ambientale. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 189 del 18 luglio 2002. Entrata
in vigore il 18 luglio 2002.
Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1600/2002/CE del
22 luglio 2002 che istituisce il sesto programma comunitario di azione in
materia di ambiente. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 242 del 10 settembre
2002.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2002/30/CE del 26
marzo 2002 che istituisce norme e procedure per l'introduzione di
restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti
della Comunità. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 85 del 28 marzo 2002.
Entrata in vigore il 28 marzo 2002.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2000/14/CE del 8
maggio 2000 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri
concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine ed
attrezzature destinate a funzionare all'aperto. Pubblicata nella G.U.C.E.
n. L 162 del 3 luglio 2000. Entrata in vigore il 3 luglio 2000.
Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 97/24/CE del 17
giugno 1997 relativa a taluni elementi o caratteristiche dei veicoli a
motore a due o a tre ruote. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 226 del 18
agosto 1997. Entrata in vigore il 18 agosto 1997.
Direttiva del Consiglio n. 92/97/CEE del 10 novembre 1992 che modifica
la direttiva 70/157/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri relative al livello sonoro ammissibile e al dispositivo di
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ινγ. Στεφανο Ερριυ
scappamento dei veicoli a motore. Pubblicata nella G.U.C.E. n. L 371 del
19 dicembre 1992. Entrata in vigore il 16 novembre 1992.
04.07.02_inquinamento acustico_normativa statale
D.Lgs. n. 59 del 18 febbraio 2005. Attuazione integrale della direttiva
96/61/CE
relativa
alla
prevenzione
e
riduzione
integrate
dell'inquinamento. Pubblicato nella G.U. n. 93 del 22 aprile 2005. Atto di
recepimento della direttiva 96/61/CE.
D.Lgs. n. 13 del 17 gennaio 2005. Attuazione della direttiva 2002/30/CE
relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del
rumore negli aeroporti comunitari. Pubblicato nella G.U. n. 39 del 17
febbraio 2005. Atto di recepimento della direttiva 2002/30/CE.
D.P.R. n. 142 del 30 marzo 2004. Disposizioni per il contenimento e la
prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare,
a norma dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Pubblicato
nella G.U. n. 127 del 1° giugno 2004.
D.P.R. n. 304 del 3 marzo 2001. Regolamento recante disciplina delle
emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, a
norma dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Pubblicato nella
G.U. n. 172 del 26 luglio 2001.
D.M. del 29 novembre 2000. Criteri per la predisposizione, da parte delle
società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative
infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento
del rumore. Pubblicato nella G.U. n. 285 del 6 dicembre 2000.
D.P.C.M. n. 215 del 16-4-1999. Regolamento recante norme per la
determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di
intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici
esercizi. Pubblicato nella G.U. n. 153 del 2 luglio 1999.
D.M. del 20 maggio 1999. Criteri per la progettazione dei sistemi di
monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in
prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli
aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico. Pubblicato nella
G.U. n. 225 del 24 settembre 1999.
D.P.R. n. 459 del 18 novembre 1998. Regolamento recante norme di
esecuzione dell'articolo 11 della L. n. 447 del 26 ottobre 1995, in materia
di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario. Pubblicato
nella G.U. n. 2 del 4 gennaio 1999.
D.P.C.M. del 31 marzo 1998. Atto di indirizzo e coordinamento recante
criteri generali per l'esercizio dell'attività del tecnico competente in
acustica, ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera b), e dell'art. 2, commi 6, 7
e 8, della L. n. 447 del 26 ottobre 1995, "Legge quadro sull'inquinamento
acustico". Pubblicato nella G.U. n. 120 del 26 maggio 1998.
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αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
D.M. del 16 marzo 1998. Tecniche di rilevamento e di misurazione
dell'inquinamento acustico. Pubblicato nella G.U. n. 76 del 1° aprile 1998.
L. n. 426 del 9 dicembre 1998. Nuovi interventi in campo ambientale.
Pubblicata nella G.U. n. 291 del 14 dicembre 1998.
D.P.C.M. del 14 novembre 1997. Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore. Pubblicato nella G.U. n. 280 del 1° dicembre 1997.
D.P.C.M. del 5 dicembre 1997. Determinazione dei requisiti acustici
passivi degli edifici. Pubblicato nella G.U. n. 297 del 22 dicembre 1997.
D.P.C.M. del 18 settembre 1997. Determinazione dei requisiti delle
sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante. Pubblicato nella
G.U. n. 233 del 6 ottobre 1997.
D.M. Ambiente del 31 ottobre 1997. Metodologia di misura del rumore
aeroportuale. Pubblicato nella G.U. n. 267 del 15 novembre 1997.
D.P.C.M. del 14 novembre 1997. Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore. Pubblicato nella G.U. n. 280 del 1° dicembre 1997.
D.P.C.M. del 5 dicembre 1997. Determinazione dei requisiti acustici
passivi degli edifici. Pubblicato nella G.U. n. 297 del 22 dicembre 1997.
D.P.R. n. 496 dell’11 dicembre 1997. Regolamento recante norme per la
riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili.
Pubblicato nella G.U. n. 20 del 26 gennaio 1998.
D.M. Ambiente dell’11 dicembre 1996. Applicazione del criterio
differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo. Pubblicato nella
G.U. n. 52 dell’11 dicembre 1996.
L. n. 447 del 26 ottobre 1995. Legge quadro sull'inquinamento acustico.
Pubblicata nella G.U. n. 254 del 30 ottobre 1995.
D.P.C.M. del 1° marzo 1991. Limiti massimi di esposizione al rumore negli
ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. Pubblicato nella G.U. n. 57
dell’8 marzo 1991.
04.08_matrice ambientale aria_campi elettromagnetici
I campi magnetici vengono generati solo in presenza di una corrente
elettrica. Nel caso in cui la corrente elettrica varia nel tempo, questa
genera un campo magnetico anch’esso variabile nel tempo. I campi
magnetici variabili nel tempo hanno la proprietà di generare a loro volta
campi elettrici variabili nel tempo. In base a questa caratteristica di
autoinduzione dei campi elettrici e magnetici variabili nel tempo, è
possibile generare onde elettromagnetiche che si propagano nello
spazio, allontanandosi dalla sorgente che li ha generati, come nel caso
delle antenne. Le antenne normalmente utilizzate per le
telecomunicazioni sono costituite da conduttori alimentati da correnti
variabili che, in quanto tali, generano intorno a sé campi
elettromagnetici che si propagano nello spazio allontanandosi
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dall’antenna. In questo caso, nell'ambiente coesistono campi magnetici
e campi elettrici. Più forte è la corrente, più intenso è il campo
magnetico generato.
La frequenza, o la corrispondente lunghezza d'onda, è una delle
principali caratteristiche che definiscono un campo elettromagnetico.
Campi a diversa frequenza interagiscono con il corpo umano con
modalità differenti. La frequenza descrive semplicemente il numero di
oscillazioni o cicli per secondo fatte dal campo elettrico o magnetico,
mentre il termine lunghezza d'onda descrive la distanza fra un'onda e la
successiva. Lunghezza d'onda e frequenza sono strettamente correlate:
più alta è la frequenza, più corta è la lunghezza d'onda.
Lunghezza d'onda e frequenza determinano un'altra importante
caratteristica dei campi elettromagnetici. In accordo con la teoria
quantistica, le onde elettromagnetiche sono costituite da particelle
chiamate quanti di luce o fotoni. I fotoni di onde con frequenza più alta
(lunghezza d’onda minore) trasportano più energia dei campi di
frequenza più bassa (lunghezza d'onda maggiore).
Per ionizzare un atomo, cioè strappare da un orbitale esterno un
elettrone, è necessario che il fotone abbia un’energia pari almeno
all’energia di legame dell’orbitale dell’elettrone. Si considerano
“ionizzanti” quelle radiazioni elettromagnetiche che siano in grado di
ionizzare gli atomi presenti in maggiore quantità nelle molecole
biologiche, quali idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto. In tabella A si
riportano le energie associate alle radiazioni elettromagnetiche di
differenti frequenze e lunghezze d’onda. Da essa appare che il confine
tra radiazioni ionizzanti e non ionizzanti cade tra il lontano ultravioletto e i
raggi X. Pertanto le radiazioni che ricadono nello spettro dei raggi X e
gamma, essendo tutte in grado di ionizzare gli atomi, sono denominate
"radiazioni ionizzanti". Nella categoria delle radiazioni non ionizzanti
ricadono invece i campi elettromagnetici a radiofrequenza e
microonde, la luce visibile, i raggi infrarossi e parte dello spettro
ultravioletto.
Le sorgenti di campi elettromagnetici create dall'uomo che hanno un
ruolo fondamentale nella società industrializzata (elettricità, microonde e
campi a radiofrequenza) sono pertanto radiazioni non ionizzanti, in
quanto non hanno energia sufficiente a creare una coppia elettroneione in aria.
In tabella A si riporta una classificazione dello spettro elettromagnetico.
Da questa appare che le onde elettromagnetiche a bassa frequenza,
fino alle microonde, hanno lunghezze dell’ordine dei metri: esse possono
quindi essere generate da circuiti elettrici di pari dimensioni, come ad
esempio le antenne nel caso delle radiofrequenze. Gli impianti che
forniscono energia elettrica e gli elettrodomestici sono le più comuni
sorgenti di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza nel nostro
ambiente di vita. Le sorgenti più comuni di campi elettromagnetici a
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radiofrequenza sono gli impianti di telecomunicazione, le antenne per la
diffusione radio-TV, i telefoni cellulari e i forni a microonde.
All’aumentare della frequenza, e quindi al diminuire della lunghezza
d’onda, i campi elettromagnetici sono generati da correnti elettriche
associate al moto delle cariche elettriche di cui sono costituite
molecole, atomi e nuclei atomici. Sono proprio queste radiazioni di
lunghezza d’onda estremamente piccola, confrontabile cioè con le
dimensioni atomiche o sub-atomiche, che riescono a ionizzare la
materia.
tabella A: spettro elettromagnetico
L’uomo non ha recettori specifici per i campi elettromagnetici, essendo
in grado di percepire unicamente la radiazione elettromagnetica nello
spettro del visibile, che chiamiamo “luce”. Ciò probabilmente in quanto
non esistono in natura campi elettromagnetici di intensità tale da poter
essere potenzialmente dannosi per l’uomo, o da poter essere utilizzati
per differenti fini dal sistema neurosensoriale.
Alla superficie della terra esiste un campo magnetico statico terrestre.
Questo è il nostro “fondo naturale magnetico statico”. Il campo
magnetico terrestre varia da una regione all’altra del globo terrestre. La
componente verticale è massima ai poli e nulla all’equatore, mentre la
componente orizzontale è massima all’equatore e nulla ai poli.
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La Terra, con il suo campo magnetico, è immersa nel vento solare,
costituito dal plasma solare (prettamente protoni ed elettroni) che si
propaga dal sole attraverso lo spazio interplanetario. La presenza del
campo magnetico terrestre fa sì che il vento solare non penetri nel
campo magnetico terrestre e che rimanga confinato all’interno di uno
spazio intorno alla terra, detto magnetosfera.
La magnetosfera costituisce pertanto uno scudo protettivo contro la
radiazione cosmica e la pioggia di protoni ed elettroni del vento solare,
che si intensifica nel corso delle tempeste solari.
Durante le tempeste solari si verificano perturbazioni geomagnetiche,
dovute ad un’intensificazione del flusso del plasma solare. In queste
circostanze si ottengono sulla superficie terrestre brusche variazioni del
fondo magnetico naturale, con componenti spettrali dominanti nella
regione delle basse e bassissime frequenze (VLF, ULF) e variazioni di
intensità dell’ordine delle decine di nanoTesla. Sono queste le principali
fonti di incremento di esposizione a campo magnetico esistenti in
natura.
In natura sono presenti sorgenti di campi elettromagnetici a
radiofrequenza e microonde, di intensità estremamente più debole delle
sorgenti artificiali utilizzate nelle telecomunicazioni. Il fondo
elettromagnetico naturale ha una componente statica, con campo
elettrico dell’ordine di 100 V/m, prodotto essenzialmente dall’elettricità
atmosferica. Inoltre le emissioni radioelettriche del sole e delle stelle
concorrono al fondo naturale di campo elettromagnetico a
radiofrequenze. Tale campo è soggetto a perturbazioni locali, nel corso
dei temporali, che danno luogo al rumore atmosferico in un’ampia
gamma di frequenze.
Numerose attività lavorative possono comportare esposizioni a campi
elettromagnetici non ionizzanti, specie nei settori dell’industria e della
sanità, peraltro a livelli di campo sensibilmente più elevati di quelli in
gioco nelle tipiche esposizioni della popolazione.
Mentre nel contesto dei rischi da esposizione professionale ad altri agenti
potenzialmente nocivi esistono specifiche norme di legge che
consentono all’addetto ai lavori di gestire la valutazione del rischio
secondo criteri di certezza, nel caso in questione la carenza di riferimenti
normativi può portare ad una sottostima del rischio, se non all’assenza di
valutazione.
L’esposizione a campi elettromagnetici all’interno dei luoghi di lavoro
dipende, oltre che dalle sorgenti, anche da una complessa serie di
fattori, quali le caratteristiche dell’installazione degli apparati, il loro stato
di manutenzione, le procedure di utilizzo, le caratteristiche degli
ambienti, la disposizione delle postazioni di lavoro, le modalità operative
adottate dagli addetti. E’ quindi in linea di principio possibile che si
riscontrino esposizioni completamente differenti in luoghi di lavoro ove
siano impiegate simili tipologie di sorgente.
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In generale sono presenti campi elettrici e magnetici statici ovunque vi
siano apparecchiature alimentate da tensione o linee percorse da
elevate correnti continue.
La frequenza di 50 Hz (60 Hz nel Nord America e in alcuni paesi asiatici) è
universalmente impiegata per il trasporto e l’impiego dell’energia
elettrica. Ogni linea elettrica aerea o interrata, cablaggio, barra di
trasmissione, cavo, costituisce quindi una sorgente di dispersione
nell’ambiente circostante.
E’ noto, ad esempio, che al di sotto di una linea a 380 kV il campo
elettrico può raggiungere i 5 kV/m e l’induzione magnetica qualche
decina di µTesla.
Il complesso delle sorgenti riferibili ai sistemi delle telecomunicazioni
rappresenta il contributo più significativo per l’esposizione della
popolazione alle radiofrequenze e microonde, e su tale aspetto è
maggiormente
concentrata
l’attenzione.
Numerose
categorie
professionali possono comunque risultare esposte a livelli notevolmente
elevati.
Gli operatori la cui mansione comporta l’ascesa su torri e tralicci, per
l’installazione o la manutenzione di sistemi radio FM (87.5 MHz - 108 MHz),
o televisivi UHF (470 MHz - 862 MHz), possono essere esposti a campi
elettrici fino a 1000 V/m, e magnetici fino a 5 A/m.
I videoterminali emettono campi elettrici e magnetici su di un ampio
spettro che, per quanto riguarda le radiazioni non ionizzanti, va dalle
frequenze estremamente basse (ELF), fino alle radiofrequenze. Le
principali emissioni sono generate dai circuiti di scansione verticale ed
orizzontale del fascio di elettroni del tubo catodico. Il circuito di
scansione verticale emette campi elettromagnetici nella banda delle
ELF, e generalmente la componente principale è a 60 Hz. Il circuito di
scansione orizzontale emette invece campi nella banda delle basse
frequenze (LF) e la componente fondamentale è generalmente
compresa tra 15 kHz e 70 kHz, a seconda del modello del
videoterminale.
In molti luoghi di lavoro, l’impiego esteso dei videoterminali spesso si
associa in timori per le radiazioni emesse. In ogni caso tutti le indagini
sinora condotte hanno concluso che i videoterminali non presentano
alcun rischio per la salute umana nel contesto delle esistenti linee guida
per l’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti, e che sulla
base delle attuali conoscenze biomediche non esiste alcun rischio
sanitario associato con le radiazioni o i campi prodotti dai
videoterminali. Non vi è altresì alcuna base scientifica per giustificare
l’impiego di sistemi di schermatura o il regolare monitoraggio dei vari
campi e radiazioni emesse.
Particolare attenzione deve essere posta nei confronti dell’istanza di
riduzione dell’esposizione ai campi magnetici alla frequenza di rete negli
ambienti di lavoro. In tal senso ogni possibile azione di riduzione
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dell’esposizione ai campi magnetici alla frequenza di rete, realizzata
anche con misure organizzative o procedurali, dovrebbe essere
incoraggiata e attuata ove praticabile. Data la molteplicità e
complessità delle potenziali esposizioni a campi magnetici a 50 Hz negli
ambienti di lavoro, potrebbe non risultare possibile specificare
numericamente un obiettivo di qualità, ancorché di solo significato
tecnologico, che possa essere uniformemente applicabile o
raggiungibile in tutte le applicazioni lavorative interessate al problema.
Nondimeno, la riduzione al minimo di ogni categoria di esposizione
indebita dovrebbe essere perseguita ove praticabile.
I sistemi elettronici antitaccheggio, insieme ai varchi magnetici per il
controllo degli accessi e ai metal detector utilizzano campi magnetici
variabili nel tempo per rivelare il passaggio attraverso determinate zone
controllate di persone od oggetti, sono sorgenti di esposizione per la
popolazione e per i lavoratori di largo e crescente impiego presso centri
commerciali, supermercati, negozi, banche, aeroporti, etc. Essi
presentano interesse protezionistico in quanto i livelli di potenza emessi
da tali apparati di rivelazione sono generalmente elevati, raggiungendo
spesso livelli superiori a quelli raccomandati dalle normative
protezionistiche per la prevenzione degli effetti a breve termine. Le
esposizioni delle persone del pubblico hanno generalmente durata
molto breve in quanto il campo decresce rapidamente all’aumentare
della distanza dalla sorgente (con l’inverso del cubo della distanza), per
cui l’esposizione a livelli di campo significativi è limitata al passaggio
attraverso la zona controllata che ha dimensioni di non più di qualche
metro. Non è da trascurare inoltre il fatto che tali sistemi possono
produrre esposizioni croniche per i lavoratori con postazioni di lavoro fisse
in prossimità dei varchi, come è il caso degli addetti alle casse nei
supermercati, che possono risultare esposti continuativamente per
l’intero turno lavorativo a livelli di campo non trascurabili sotto il profilo
protezionistico.
Gli effetti dell’interazione dei campi elettrici e magnetici con i tessuti
biologici si differenziano in relazione alle frequenze del campo elettrico e
magnetico incidente. Ai fini protezionistici si prendono in considerazione
due differenti tipologie di campi elettromagnetici:
_campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde (10 kHz – 300
GHz);
_campi elettromagnetici ELF (frequenze estremamente basse) e IF
(Frequenze intermedie) (3 Hz – 10 Khz).
Nel primo intervallo di frequenza l’effetto biologico preso in
considerazione è quello dell’assorbimento di potenza del campo
elettromagnetico all’interno del corpo umano, con conseguente
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innalzamento della temperatura del tessuto. Per tale effetto sono note
una serie di relazioni dose-risposta, su cui si basano gli attuali standard
protezionistici. A seconda di quanta potenza viene assorbita, si
ottengono effetti differenziati, che possono andare dall'innalzamento
della temperatura corporea di pochi gradi con la conseguente
attivazione del sistema di termoregolazione dell'individuo esposto, ad
effetti da stress termico, fino a vere e proprie ustioni e necrosi da
radiofrequenze.
Nell’intervallo delle basse frequenza, gli attuali standard protezionistici
prendono in considerazione la prevenzione di effetti acuti dovuti
all’induzione di correnti elettriche interne nel soggetto esposto, ad
esempio le correnti indotte possono produrre fibrillazione ventricolare o
stimolazione dei tessuti nervosi.
Nel contesto della protezione della salute umana dalle esposizioni ai
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici si distinguono due classi di
effetti sanitari:
_effetti a breve termine, acuti o sub-acuti, connessi ad esposizioni a
campi di elevata intensità, accertati dalla ricerca scientifica e di cui
sono noti i meccanismi di interazione che ne sono alla base e le
rispettive soglie di insorgenza: stimolazione dei tessuti muscolari e nervosi
alle frequenze più basse e riscaldamento dei tessuti per assorbimento
dell’energia elettromagnetica alle frequenze più alte;
_effetti a lungo termine, connessi ad esposizioni croniche a campi di
intensità inferiore alle soglie di insorgenza degli effetti acuti cui al
precedente punto, non accertati dalla ricerca scientifica, per i quali
esistono solo alcune evidenze non conclusive, soprattutto di tipo
epidemiologico e limitatamente alle frequenze estremamente basse.
La legge quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 sulla protezione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici stabilisce i
principi fondamentali diretti a:
_assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della
popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici, ai sensi e nel rispetto
dell’articolo 32 della Costituzione;
_promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo
termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del
principio di precauzione di cui all’articolo 174, paragrafo 2, del Trattato
istitutivo dell’Unione Europea;
_assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere
l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare
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l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
secondo le migliori tecnologie disponibili.
L’ambito di applicazione della legge copre tutte le applicazioni civili e
militari, con l’unica eccezione della esposizione intenzionale per scopi
diagnostici o terapeutici.
Vengono stabilite le definizioni di limite di esposizione, valore di
attenzione, ed obiettivo di qualità, quali strumenti per realizzare le finalità
relative ai seguenti tre ambiti:
_il limite di esposizione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed
elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini
di tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in
alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori;
_il valore di attenzione: è il valore di immissione che non deve essere
superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a
permanenze prolungate. Esso costituisce misura di cautela ai fini della
protezione da possibili effetti a lungo temine e deve essere raggiunto nei
tempi e nei modi previsti dalla legge;
_gli obiettivi di qualità sono: criteri localizzativi, standard urbanistici,
prescrizioni e incentivazioni per l’utilizzo delle migliori tecnologie
disponibili, indicati dalle leggi regionali ed i valori dei campi definiti dallo
Stato ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi
medesimi.
Per le imprese produttrici di apparecchiature di uso domestico,
individuale, e lavorativo, in grado di produrre esposizione a campi
elettromagnetici, vengono promosse intese ed accordi di programma al
fine di sviluppare e favorire tecnologie che consentano di minimizzare le
esposizioni.
Per quel che riguarda le funzioni di controllo e vigilanza nei luoghi di
lavoro restano ferme le competenze attribuite dalle disposizioni vigenti.
Infine, la legge prevede sanzioni pecuniarie e amministrative nei
confronti dei contravventori al rispetto dei limiti di esposizione e valori di
attenzione previsti dai decreti attuativi.
Nello spirito della legge quadro n. 36 del 22 febbraio 2001, i limiti di
esposizione sono quei valori che garantiscono la protezione dagli effetti
acuti, e nel caso delle esposizioni professionali la protezione dagli effetti
acuti spesso rappresenta un’esigenza realistica, in considerazione delle
potenziali condizioni di esposizione e tipologie di sorgente.
L’articolo 8 prevede che i comuni possono adottare un regolamento per
assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti
e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
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Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 8 dell’8 luglio 2003,
“Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze
comprese tra 100 kHz e 300 GHz”, impone i limiti di esposizione ed i valori
di attenzione per la prevenzione degli effetti a breve termine e dei
possibili effetti a lungo termine nella popolazione dovuti alla esposizione
ai campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenza
compresa tra 100 kHz e 300 GHz. Il presente decreto fissa inoltre gli
obiettivi di qualità, ai fini della progressiva minimizzazione della
esposizione ai campi medesimi e l'individuazione delle tecniche di
misurazione dei livelli di esposizione.
A tutela dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz,
generati da sorgenti non riconducibili ai sistemi fissi delle
telecomunicazioni e radiotelevisivi, si applica l'insieme completo delle
restrizioni stabilite nella raccomandazione del Consiglio dell'Unione
europea del 12 luglio 1999.
Nel caso di esposizione a impianti che generano campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici con frequenza compresa tra 100 kHz e
300 GHz, non devono essere superati i limiti di esposizione di cui alla
tabella 1, intesi come valori efficaci.
A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo
termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati
alle suddette frequenze all'interno di edifici adibiti a permanenze non
inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano
fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i
lastrici solari, si assumono i valori di attenzione indicati nella tabella 2.
I valori sopraindicati devono essere mediati su un'area equivalente alla
sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti.
Ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi
elettromagnetici, i valori di immissione dei campi oggetto del presente
decreto, calcolati o misurati all'aperto nelle aree intensamente
frequentate, non devono superare i valori indicati nella tabella 3. Detti
valori devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione
verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti. Per aree
intensamente frequentate si intendono anche superfici edificate ovvero
attrezzate permanentemente per il soddisfacimento di bisogni sociali,
sanitari e ricreativi.
Il Comitato interministeriale, di cui all'art. 6 della legge quadro n. 36/2001,
procede, nei tre anni successivi all'entrata in vigore del presente
decreto, all'aggiornamento dello stato delle conoscenze, conseguenti
alle ricerche scientifiche prodotte a livello nazionale ed internazionale, in
materia dei possibili rischi sulla salute originati dai campi
elettromagnetici.
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Il Decreto Legislativo n. 259 del 1 agosto 2003 “Codice delle
comunicazioni elettroniche” individua come campo di applicazione le
disposizioni in materia di:
_reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, ivi comprese
le reti utilizzate per la diffusione circolare di programmi sonori e televisivi
e le reti della televisione via cavo;
_attività di comunicazione elettronica ad uso privato;
_tutela degli impianti sottomarini di comunicazione elettronica;
_servizi radioelettrici.
Il Codice garantisce i diritti inderogabili di libertà delle persone nell'uso
dei mezzi di comunicazione elettronica, nonché il diritto di iniziativa
economica ed il suo esercizio in regime di concorrenza, nel settore delle
comunicazioni elettroniche.
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La fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica, che e' di
preminente interesse generale, e' libera e ad essa si applicano le
disposizioni del Codice.
Sono fatte salve le limitazioni derivanti da esigenze della difesa e della
sicurezza dello Stato, della protezione civile, della salute pubblica e della
tutela dell'ambiente e della riservatezza e protezione dei dati personali,
poste da specifiche disposizioni di legge o da disposizioni regolamentari
di attuazione.
In riferimento alla situazione del Comune di Quartu Sant’Elena è da
evidenziare la nota presenza di tralicci e relative linee ad alta tensione
che attraversano il Parco del Molentargius. Si parla da tempo di un
possibile
interramento
della
linea
elettrica,
rendendo
così
ecocompatibile la rete elettrica. È recente (2006) la sottoscrizione di un
accordo tra TERNA e Regione Sardegna, che prevede, tra gli interventi
definiti come prioritari, l’interramento della linea elettrica all’interno dello
Stagno di Molentargius.
Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena ha approvato, con
deliberazione n. 2 nella seduta del 18 gennaio 2006, il “Regolamento per
l’insediamento, l’esecuzione e il monitoraggio degli impianti di
telecomunicazione”. Questo regolamento disciplina il corretto
insediamento urbanistico ambientale e territoriale degli impianti di
teleradiocomunicazione, tra cui le stazioni Radio base per telefonia
mobile, originanti campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
04.09_energia rinnovabile
Il ciclo dell’energia, dalla produzione al consumo, rappresenta oggi il più
importante fattore di pressione ambientale. E’ ormai provato che
l’inquinamento atmosferico, tralasciando i fattori naturali, è dovuto in
larga parte all’attività umana connessa alla filiera energetica. Il dibattito
sulle fonti rinnovabili di energia è quotidiano, l’energia “pulita” generata
dal vento, dai rifiuti, dal calore della terra appare la risposta più adatta
per arginare il consumo di risorse naturali e rispettare le indicazioni
previste dal protocollo di Kyoto, firmato nel 1997. Per rispettare il
protocollo ONU, infatti, l’Italia dovrà ridurre entro il 2010 del 6,5 % le
immissioni di anidride carbonica in atmosfera dovute soprattutto a
processi di combustione naturale come gli incendi di foreste, la
respirazione di piante e animali ed i processi artificiali di combustione,
tutti fattori responsabili delle emissioni di gas serra che aumentano la
temperatura della terra determinando cambiamenti climatici. Non c’è
dubbio che qualsiasi azione di bonifica ambientale e di risanamento
dell’aria implica una decisiva azione sul sistema energetico presente nel
territorio.
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Le fonti energetiche rinnovabili sono le fonti energetiche non fossili:
eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica,
biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e
biogas.
Da molti anni la Comunità nazionale e internazionale si occupa del
tema delle fonti rinnovabili di energia, sia dal punto di vista tecnologico
che legislativo. Solo una conoscenza approfondita del territorio
permette infatti di avere una visione completa. Integrando gli aspetti
territoriali, economici, climatici e ambientali con le tecnologie delle fonti
rinnovabili di energia, si possono sfruttare al meglio le loro potenzialità. La
più recente Direttiva Europea 2001/77/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica
prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno
dell'elettricità, nella premessa recita: “Il potenziale di sfruttamento delle
fonti energetiche rinnovabili è attualmente sotto utilizzato nella
Comunità. Quest’ultima riconosce la necessità di promuovere in via
prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, poiché queste contribuiscono
alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile. Esse possono
inoltre creare occupazione locale, avere un impatto positivo sulla
coesione sociale, contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti e
permettere di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto. Bisogna
pertanto garantire un migliore sfruttamento di questo potenziale
nell'ambito del mercato interno dell'elettricità”.
Le fonti rinnovabili di energia sono proprio quelle che si rigenerano in
tempi utili per lo sfruttamento da parte dell’uomo. Quando sfruttiamo
una risorsa a un ritmo maggiore rispetto alle sue capacità di rinnovarsi, è
destinata a esaurirsi. Parallelamente devono essere sostenuti altri due
temi fondamentali, peraltro già previsti a livello legislativo:
_l’efficienza energetica;
_il risparmio energetico.
L’efficienza energetica può essere definita come quell’operazione
tecnologica mediante la quale si intende conseguire l’obiettivo di
realizzare gli stessi prodotti o servizi con un minor consumo di energia. Il
risparmio energetico può essere definito come quell’operazione
economico-sociale con la quale si intende incentivare gli utenti a
modificare le proprie abitudini di consumo in modo da avere minori
consumi di energia primaria. È ovvio che un certo grado di risparmio
energetico deriva anche da una migliore efficienza energetica.
Possiamo parlare in generale di uso razionale dell’energia. L’uso
razionale dell’energia può e deve essere considerato a tutti gli effetti
come una vera e propria fonte di energia rinnovabile.
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Il Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena ha approvato, con
deliberazione n. 25 in data 15 marzo 2006, il Progetto “QuaR.T.U. –
Qualità e Riqualificazione del Territorio Urbano”, inserito nel Bando
progetti di qualità 2005-2006 - asse V "Città'" Misura 5.1 "Politiche per le
aree urbane". All’interno del progetto è prevista la realizzazione, in
collaborazione con Italia Lavoro (Agenzia del Ministero del Lavoro e
della Previdenza Sociale), della realizzazione di 2.500 m2 di tetto
fotovoltaico, sistemati sul soffitto della struttura che dovrà ospitare il
Parco dell’educazione scientifica. Con la duplice valenza di soddisfare il
fabbisogno energetico complessivo del sistema e di rappresentare,
come progetto pilota di forte impatto, la volontà di investire sulle energie
alternative.
04.10_randagismo
La domesticazione del cane è molto antica ed anche a Quartu
Sant’Elena la presenza del cane ha accompagnato costantemente
l’uomo nel corso della sua storia. Tuttavia, la popolazione canina, sia
padronale che vagante, ha subito negli ultimi decenni una vera e
propria esplosione demografica. Le mutate condizioni economiche
hanno provocato un costante aumento della popolazione dei cani di
proprietà, in particolare di affezione, caratterizzati da una vita media
sempre più elevata per il costante miglioramento dell’alimentazione e
delle cure sanitarie. Parallelamente negli ultimi decenni è stata sospesa
la capillare azione di controllo della popolazione dei cani randagi,
iniziata in relazione alla profilassi della rabbia.
I cani randagi sono privi di proprietari ma vagano nei pressi degli
insediamenti umani e, in qualche misura, sono dipendenti dall’uomo per
l’alimentazione e la sussistenza.
Le problematiche connesse al randagismo sono riconducibili in
particolare a problemi etici legati all’abbandono dei cani padronali, alla
possibilità di attacchi all’uomo e ad altre specie animali, come
avvenuto nel Parco del Molentargius, agli elevati rischi sanitari ed ai
danni economici derivanti.
In Italia la gestione del randagismo canino è regolata dalla legge n. 281
del 14 agosto 1991 che prevede, come tecnica di controllo delle
popolazioni, la limitazione delle nascite, e prescrive che i cani vaganti
non possano essere abbattuti ma solo catturati e mantenuti in strutture
pubbliche o private, dove possono essere soppressi solo in caso di grave
malattia o comprovata pericolosità. L’Amministrazione comunale di
Quartu Sant’Elena provvede alla cattura ed al successivo
mantenimento dei cani randagi attraverso il canile comunale “Rifugio
Tana di Bau” e la struttura privata del canile “Shardana”. La cattura
68
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
degli animali è operata dal Nucleo di Vigilanza Ambientale della Polizia
Municipale.
L’Amministrazione comunale ha recentemente previsto la costruzione di
un canile, gattile e cimitero di animali, per il potenziamento del servizio di
mantenimento degli animali da affezione, nell’ambito degli interventi
locali finalizzati allo sviluppo ed all’occupazione relativo all’annualità
2000 (L.R. n. 37 del 10 dicembre 1988).
04.11_aree verdi cittadine
La fruibilità di idonee aree verdi cittadine è oramai da tutti accettata
come uno degli elementi più importanti per una elevata qualità di vita
dei residenti. La realizzazione di adeguate coperture vegetali nelle aree
verdi permette inoltre di ottenere un alleviamento, soprattutto per le
fasce deboli, del fenomeno del riscaldamento estivo delle città, nonché
una diminuzione della rumorosità di alcune arterie stradali.
I parchi ed i giardini cittadini più estesi sono:
_il Parco Europa, situato nel nuovo quartiere di Pitz’e Serra (estensione di
26.190 m2);
_I giardini di via Fiume, nel nuovo quartiere di Quartello (estensione di
15.000 m2);
_Il giardino di Piazza del Popolo Curdo, ubicato al confine tra il quartiere
di Sant’Antonio e quello di Pitz’e Serra (estensione di 11.600 m2);
_il Parco Matteotti, ubicato nel centro cittadino (estensione di 7.675 m2).
Sono inoltre presenti aree verdi attrezzate per un totale di 90.880 m2.
Altre aree verdi sono quelle riferibili a strutture scolastiche, sportive e
cimiteriali, con un’estensione totale superiore ai 100.000 m2.
04.12_deliberazione del Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena in
materia ambientale
_numero 25 del 15.03.2006. Bando progetti di qualità 2005-2006 - asse V
"città" misura 5.1 "Politiche per le aree urbane". Approvazione progetto
"Qua.R.T.U.-Qualita'
e
Riqualificazione
del
Territorio
Urbano".
Approvazione documento strategico.
69
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
_numero 48 del 23.03.2006. L.L.P.P. - P.O.R. 2003/2006 Asse I - Misura 1.3
“Difesa del suolo”. Approvazione progetto preliminare “Sistemazione
idraulica Rio Geremeas per la messa in sicurezza dell’abitato”;
_numero 23 del 10.03.2006. Deliberazione G.C. n. 31 del 21.02.2006 come
rettificata con deliberazione di G.C. n.38 del 08.03.2006, avente ad
oggetto “Recupero e risanamento ambientale della Pineta del Poetto”:
Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est Serpeddì” D.P.G.R. n° 83
del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione interventi di recupero e
revoca deliberazione Commissario n. 23 del 01.12.2004. Approvazione;
_numero 38 del 08.03.2006. Rettifica deliberazione G.C. n. 31 del
21.02.2006 avente ad oggetto “Recupero e risanamento ambientale
della Pineta del Poetto”: Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est
Serpeddì” D.P.G.R. n° 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di
pianificazione interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario
n. 23 del 01.12.2004;
_numero 31 del 21.02.2006. “Recupero e risanamento ambientale della
Pineta del Poetto”: Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est
Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione
interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del
01.12.2004;
_numero 2 del 18.01.2006. Approvazione del Regolamento per
l’insediamento, l’esecuzione e il monitoraggio degli impianti di
telecomunicazione;
_numero 80 del 22.10.2005. Raccolta differenziata rifiuti vegetali. Atto di
indirizzo per la collaborazione con l’Associazione Onlus Labor Agri
Ambiente e Territorio;
_numero 35 del 27.09.2005. Protocollo d’intesa tra i Comuni di Quartu
Sant’Elena, Selargius, Monserrato, Sinnai, Quartucciu, per la
partecipazione al Bando per la selezione delle proposte di
finanziamento a sostegno delle iniziative dirette alla riduzione della
produzione ed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nell’ambito
dell’Asse I “Risorse naturali” Misura 1.4 - “Gestione integrata dei rifiuti,
bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”, finalizzata alla
realizzazione di un impianto di compostaggio.
04.13_deliberazione della Giunta Comunale di Quartu Sant’Elena in
materia ambientale
70
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
_numero 41 del 08.03.2006. Bando progetti di qualità 2005-2006 - asse V
"città" misura 5.1 "Politiche per le aree urbane". Approvazione progetto
"Qua.R.T.U.-Qualita'
e
Riqualificazione
del
Territorio
Urbano".
Approvazione documento strategico. Proposta al C.C.
_numero 38 del 08.03.2006. Rettifica deliberazione G.C.n. 31 del
21.02.2006 avente ad oggetto: "Recupero e risanamento ambientale
della Pineta del Poetto”. Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est
Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione
interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del
01.12.2004.
_numero 31 del 21.02.2006. "Recupero e risanamento ambientale della
Pineta del Poetto”. Accordo di programma P.I.A. – CA – 13 “5C Est
Serpeddì” D.P.G.R. n. 83 del 08.06.1999. Proposta al C.C. di pianificazione
interventi di recupero e revoca deliberazione Commissario n. 23 del
01.12.2004.
_numero 137 del 23.12.2005. Raccolta domiciliare dei rifiuti organici. Atto
di indirizzo per la collaborazione con l’Associazione Onlus Labor Agri
Ambiente e Territorio.
_numero 136 del 23.12.2005. Indirizzi per la collaborazione nel servizio di
vigilanza e prevenzione delle infrazioni dei regolamenti generali e locali
relativi alla protezione degli animali ed ala difesa del patrimonio
zootecnico nel territorio di Quartu Sant’Elena;
_numero 135 del 23.12.2005. Atto di indirizzo per lo svolgimento delle
attività di educazione, informazione, valorizzazione e formazione
ambientale;
_numero 110 del 29.11.2005. P.O.R. Sardegna 2000-2006 Asse I – Misura
1.5 rete ecologica Regionale SICp Bruncu de Su Monte Moru (Mari
Pintau). Approvazione inziativa ed assunzione impegni di cui al punto 7
del Bando;
_numero 66 del 27.09.2005. Programmazione attuativa P.O.R. Sardegna
2000/2006 Asse I “Risorse naturali”, Misura 1.4 “Gestione integrata dei
rifiuti, bonifica siti inquinati e tutela dell’inquinamento”. Approvazione
progetto definitivo per la “realizzazione di un impianto di compostaggio
di qualità di rifiuti selezionati”;
71
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
_numero 39 del 04.08.2005. Modifica del servizio per la raccolta
differenziata. Attivazione della raccolta domiciliare della frazione umida
e secca. Atto di indirizzo;
_numero 14 del 27.06.2005. Partecipazione al bando della R.A.S. per la
selezione delle proposte per il contributo massimo di € 150.000 per
interventi
di
recupero
ambientale
delle
aree
degradate
dall’abbandono dei rifiuti (art. 3 comma 27 della legge 28/12/95, n. 549).
04.14_Programma Opere Pubbliche 2006-2008 in materia ambientale
Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena
_rete fognaria fascia costiera: Schema PRRA n. 275 rete consortile –
Comparti A e B – Finanziamento su fondi ATO di cui all’obiettivo 2
“Adeguamento del sistema fognario depurativo alle prescrizioni del
D.lgs. 152/99 del P.O.T. 2004/2006;
_rete fognaria fascia costiera: Estensione via dell’Autonomia Regionale
Sarda – Finanziamento su fondi ATO di cui all’obiettivo 2 “Adeguamento
del sistema fognario depurativo alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 del
P.O.T. 2004/2006;
_parchi cittadini: Interventi di riqualificazione – Finanziamento L.R. 37/98,
annualità 2003;
_impianti di depurazione: Interventi di manutenzione straordinaria –
Finanziamento con fondi comunali su proventi da OO.UU.;
_canile, gattile e cimitero degli animali:
Finanziamento L.R. 37/98, annualità 2004.
Nuova
costruzione
–
72
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
PROGETTO
Qualità delle
acque
OBIETTIVO
_tutela e monitoraggio delle acque;
_risanamento delle acque superficiali e
potenziamento del loro grado di naturalità (studi e
piani vegetazionali e faunistici finalizzati
all’incremento della biodiversità);
_risanamento e balneabilità del tratto di costa
corrispondente alla foce del Rio Foxi;
_adeguamento e messa a norma della rete fognaria
e del sistema di depurazione.
_creazione di un sistema integrato montagna-mare
per una corretta lettura del territorio: dal Parco dei
Sette Fratelli al Parco del Molentargius e la costa
attraverso la collina e la pianura;
_valorizzazione e sviluppo sostenibile delle aree
naturalistiche notevoli e promozione di scambi
Valorizzazione del culturali tra Scuole e Università italiane, europee ed
sistema
extraeuropee;
montagna-mare _sviluppo e valorizzazione del sistema integrato in un
ed educazione
ampio contesto di rete e di cooperazione nel quale
ambientale
far confluire fattori di attrattività, di attività e di
servizi;
_creazione di itinerari turistici, percorsi tematici
(naturalistici, enogastronomici), circuiti per
l’escursionismo (trekking, mountain bike) dotati di
opportuna segnaletica;
_tutela e promozione del patrimonio ambientale
attraverso la creazione di organismi volti ad
incentivare la conoscenza, la sensibilità e
l’educazione ambientale (ad esempio il centro in
località S’Incantu).
_creazione di una cintura verde attorno alla Città;
Verde pubblico
_valorizzazione dei parchi cittadini esistenti.
Rifiuti
_bonifica delle discariche abusive anche attraverso
campagne di partecipazione popolare (cittadini,
scout, associazioni, etc.);
_sviluppo e potenziamento della raccolta
differenziata;
_incentivazione del rifiuto come risorsa
(compostaggio domestico);
_sensibilizzazione del consumatore in tema di
riduzione dei rifiuti.
73
αναλισι αμβιενταλε ε ϖαλυταζιονε δελ τερριτοριο δι Θυαρτυ Σαντ∋Ελενα
ινγ. Στεφανο Ερριυ
74
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
05_quadro conoscitivo_settore dei beni culturali
05.01_rapporto sulla conoscenza
La ricognizione dei dati di conoscenza relativi al patrimonio dei Beni
Culturali del territorio di Quartu Sant’Elena è stata realizzata attraverso la
ricerca delle informazioni e dei documenti presso i soggetti competenti
a vario titolo e presso i relativi archivi. A questa ricognizione è stata
associata una prima raccolta bibliografica specialistica ed una rassegna
delle norme nazionali e regionali che regolamentano il settore dei Beni
Culturali.
La ricerca dei dati è iniziata con un colloquio con l’Assessore ai Beni
Culturali ed all’Ambiente del Comune di Quartu Sant’Elena, dott.ssa
Anna Paola Loi, che ha fornito informazioni generali e di dettaglio sul
settore di pertinenza e indirizzi utili a rintracciare i dati richiesti. Ha inoltre
dato un quadro della situazione attuale del settore dei Beni Culturali ed
ha esplicitato le linee di indirizzo politico dell’Amministrazione al riguardo.
Si è poi proceduto alla verifica della documentazione disponibile presso
l’archivio dell’Assessorato comunale ai Lavori Pubblici al quale per vari
anni in passato è stato afferente l’Ufficio Beni Culturali, poi soppresso.
Presso l’archivio è in corso la catalogazione dei documenti e ciò ha
permesso di individuare dati particolarmente utili consistenti
sostanzialmente in un censimento realizzato negli anni 1992-1995 e il
relativo aggiornamento per la parte dei Beni Archeologici (senza data,
ma precedente al 1997). Da questi lavori sono stati tratti
successivamente i dati sintetici sui Beni Culturali della città presenti sulle
pubblicazioni divulgative e di informazione turistica nonché le schede
contenute nel sito ufficiale del Comune.
Sono stati nel contempo attivati dei contatti con gli uffici del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali competenti per territorio (Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni
Archeologici per le province di Cagliari e Oristano, Soprintendenza
BAPPSAE per le province di Cagliari e Oristano). Non si è avuto ancora
accesso alla documentazione per una verifica.
Sono state verificate inoltre le informazioni ed i dati compresi nel Piano
Urbanistico Comunale (1995-1997) e nel Piano Urbanistico Provinciale di
Cagliari (1996-2002).
Si è predisposto un elenco delle norme che regolano il settore dei Beni
Culturali ed è stata individuata una bibliografia di riferimento,
attualmente in corso di completamento, comprendente anche la
sezione relativa ai dati pubblicati nel web.
75
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
tabella di sintesi sui dati raccolti
Documento
Anno
Referente/Autore
Collocazione
Accessibilità
A: accessibile
I: indisponibile
Progetto per il
censimento
informatico dei
Beni Culturali del
territorio
comunale di
Quartu
Sant’Elena
Aggiornamento
del censimento
dei Beni Culturali
del territorio
comunale di
Quartu
Sant’Elena
Piano
Urbanistico
Provinciale della
Provincia di
Cagliari
Piano
Urbanistico
Comunale di
Quartu
Sant’Elena
Agenda 21
92/95
Arch. Alfredo
Ingegno
Archivio Ass. Com.
LL.PP.
A
Supporto
C:
cartaceo
D:
digitale
C e D1
s.d.
Fonte info: Coop.
Agorà Sardegna.
Autore: Dott.ssa
Patrizia Zuncheddu
Ass. Com. LL.PP.,
stanza 77
A
?
98-02
Provincia di
Cagliari – Ufficio
Piano
A
CeD
95-97
Comune di Quartu
Sant’Elena
A
CeD
05-06
Dott. Rita Secci
A
CeD
Temp. I, ma
contenute in
larga parte
nel
censimento
curato
dall’Arch.
Ingegno;
dovrebbe
essere poi
stata
realizzata una
catalogazione
delle cappelle
funerarie
monumentali
del cimitero
A; quelli
CeD
Schede di
Catalogo
Soprintendenza
BAPPSAE per le
Province di
Cagliari e
Oristano
Ing. Tola
Decreti di
Ing. Tola
1
Ass. Com. BBCC e
Ambiente/ANCITEL
Ufficio del Catalogo
Soprintendenza
BAPPSAE per le
Province di Cagliari e
Oristano
Soprintendenza
su dischi magnetici tipo Syquest attualmente illeggibili
76
CeD
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
vincolo Beni
Architettonici e
Artistici
BAPPSAE per le
Province di Cagliari e
Oristano
precedenti al
2002 sono
riportati nel
PUP di Cagliari
e sono 3
(palazzo
Xaxa, Villa
Fadda, ex
fattoria
Marongiu)
A; quelli
precedenti al
2002 sono
riportati nel
PUP di Cagliari
e sono 2
(nuraghe Fois
e villa
romana)
?
CeD
A/I (l’archivio
è in corso di
censimento)
CeD
Decreti di
vincolo Beni
Archeologici
Dott. Santoni
Soprintendenza per i
Beni Archeologici per
le Province di Cagliari
e Oristano
Schede di
Catalogo
Soprintendenza
per i Beni
Archeologici per
le Province di
Cagliari e
Oristano
Progetti
realizzati relativi
a studio,
conservazione e
valorizzazione di
Beni Culturali
Dott. Santoni
Soprintendenza per i
Beni Archeologici per
le Province di Cagliari
e Oristano
Fonte info: Coop.
Agorà Sardegna
Ass. Com. LL.PP., in
particolare stanza 77
Al momento la documentazione raccolta maggiormente utile consiste
nei due censimenti degli anni ’90 e nella cartografia tematica del PUC,
mentre
l’esito
del
censimento
dei
documenti
dell’archivio
dell’Assessorato LLPP ed il piano triennale dei Lavori Pubblici previsto
dall’Amministrazione possono offrire il diagramma dell’attenzione
riservata ai Beni Culturali in passato e al momento attuale. Nell’ottica di
meglio comprendere le linee di indirizzo adottate dall’Amministrazione
nello specifico ambito si è presa visione del Progetto Integrato di Itinerari
turistico-culturali presentato di recente alla Regione Autonoma della
Sardegna dal Comune di Quartu Sant’Elena.
77
C
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
05.02_dato della consultazione (problemi, opportunità)
Per quanto sia prematuro fare un bilancio o anche solo tentare una
sintesi dei dati raccolti, visto che i tempi utili per la ricerca sono stati
davvero brevi e la fase di acquisizione è ancora in corso, si individuano
alcuni elementi di criticità evidenti.
Il quadro generale che va configurandosi è quello di un patrimonio
particolarmente ricco sia per quantità che per qualità delle emergenze
e dei contesti, caratterizzato da una notevole eterogeneità dei Beni
Culturali presenti nel territorio e sostanzialmente per buona parte
schedati nell’ambito dei censimenti realizzati dieci anni fa. A fronte di un
livello discreto di coscienza della presenza dei Beni (decisamente da
migliorare), è evidente qualche elemento di forte criticità: lo stato di
conservazione dei Beni spesso seriamente compromesso, lo scarso livello
della conoscenza ad essi relativa e la scarsa fruibilità. Risulta evidente
che la banca dati sui BBCC (che può utilizzare come base i censimenti
esistenti perché realizzati secondo norme scientificamente rigorose) va
strutturata sotto forma di GIS e utilizzata appieno (fino a pochi giorni fa i
documenti finali dei censimenti realizzati erano indisponibili) per tutti i
compiti spettanti all’Amministrazione a norma di legge (collaborazione
alla tutela, conservazione, valorizzazione dei BBCC) e come strumento
per la programmazione di qualsiasi modifica del territorio. Risulta inoltre
urgente il perfezionamento del quadro della conoscenza dei Beni anche
in previsione degli adempimenti richiesti agli Enti Locali dall’adozione del
Piano Paesaggistico Regionale.
Risulta inoltre necessaria la individuazione e sistematizzazione dei BBCC
immateriali, da realizzarsi ex novo perché non compresa fra le attività di
censimento già citate e con riferimento a standard di qualità di
riferimento per il settore.
Nell’ambito della programmazione triennale dell’Amministrazione e dal
programma dei LLPP risulta evidente l’intenzione di operare nel settore
per salvaguardare i Beni o metterli in valore in una visione di insieme
nell’ambito specifico così come in rapporto di integrazione con il
contesto ambientale e socio-economico. In quest’ultima direzione
sembra inoltre andare la proposta di Progetto integrato relativo agli
itinerari turistici integrati presentata di recente alla Regione Autonoma
della Sardegna dalla stessa Amministrazione, che va letta in stretto
rapporto con l’altra analoga proposta di valorizzazione e salvaguardia
incentrata su Molentargius.
In sintesi si possiede un discreto livello di conoscenza della esistenza e
della localizzazione dei Beni (non tutti compresi nei censimenti citati), ma
molto resta da fare nell’ambito della ricerca specifica e risultano
evidenti situazioni di forte degrado e di rischio di perdita del Bene (come
nel caso della villa romana di S. Andrea, in particolare per le strutture
78
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
sommerse, o delle strutture funerarie a S. Luria). La valorizzazione ai fini
della fruizione è tutta da progettare e dovrà tenere conto della
prossimità di Cagliari e della offerta turistico culturale di quest’ultima.
D’altra parte è decisamente un elemento favorevole l’esistenza ed il
funzionamento dell’Ufficio Informazioni Turistiche del Margine Rosso per
la promozione del territorio e delle relative risorse, fra le quali
strettamente legate ai BBCC risultano l’artigianato artistico o di alta
qualità e l’offerta turistico alberghiera.
05.03_elaborazione temi-obiettivo (solo titolo sintetico)
E’ prematuro in questo momento indicare temi-obiettivo, ma possono
delinearsi alcune idee e suggestioni da mettere poi in armonica
relazione fra loro e da interrelate alle proposte degli esperti degli altri
settori.
_Sede di corsi di alta formazione/centri di ricerca (da collocare in area
periurbana) in stretta collaborazione con istituti universitari e di ricerca;
_Istituzione di un cantiere-scuola continuo per archeologi e restauratori;
_Allestimento di una sede museale sul territorio (relativa a tutti gli aspetti
ambientali e culturali);
_Promozione BBCC, anche presso i residenti (ai fini di un aumento del
senso di appartenenza ai luoghi anche dei “nuovi quartesi”), in
strettissima correlazione con i BB Ambientali e con caratteri che
distinguano Quartu nell’ambito dell’area vasta di Cagliari (interessante il
tema degli itinerari e usi legati ai luoghi di culto, quali ad es. le
processioni, oppure il “nuraghe sul mare” cioè il nuraghe Diana, oppure
l’archeologia industriale che ancora non offre sufficientemente la
restante area cagliaritana);
_Perfezionamento data base sui BBCC (nel quale inserire i BB e le valenze
Paesaggistici) e realizzazione di GIS relativo o inserimento in sistema
generale sul territorio;
05.04_individuazione
intercomunali
soggetti
da
coinvolgere
per
tavoli
tematici
I soggetti istituzionali, quali Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di
79
θυαδρο χονοσχιτιϖο_σεττορε δει βενι χυλτυραλι
δοττ. Φρανχεσχα Χαρραδα
Cagliari e Oristano, Soprintendenza BAPPSAE per le province di Cagliari e
Oristano, Assessorato Regionale Pubblica Istruzione, Assessorato
Regionale Turismo . Ma forse sarebbe utile un più stretto contatto con un
rappresentante del settore dei servizi al turista, già alquanto attivo a
Quartu Sant’Elena.
05.05_Domande per soggetti elettori e/o interviste specifiche
Sembra
prematuro
formulare
domande
specifiche,
laddove
sicuramente alcune potrebbero riguardare il grado di consapevolezza
relativa al patrimonio conservato nel territorio di QSE e il livello di
conoscenza di questo o di singoli BBCC. Si potrebbe anche chiedere di
individuare un Bene Culturale nel quale si identifichi QSE o che possa
essere considerato il simbolo della città.
80
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
06_il lavoro svolto e passi successivi
Nel quadro di ogni processo di pianificazione strategica dello sviluppo di
un territorio, la fase di analisi e ricostruzione della struttura socioeconomica che lo contraddistingue riveste, evidentemente, un ruolo di
assoluta centralità e di indirizzo, rispetto all’interpretazione dei bisogni
dei cittadini e delle imprese ed alla conseguente adozione delle
decisioni politiche.
Nel caso concreto del processo di pianificazione strategica del territorio
di Quartu Sant’Elena, a nostro avviso, il fabbisogno informativo si rivela
ancora più profondo e, soprattutto, di portata più ampia. Infatti, se da
un lato lo scenario di riferimento evidenzia la presenza di elementi di
criticità e potenzialità inespresse – su cui sarà utile condurre delle
riflessioni più approfondite – dall’altro il contesto locale dovrà essere
interpretato secondo una logica d’“area vasta”, che tenga conto del
complesso sistema di relazioni che connettono – o dovrebbero
connettere – Quartu Sant’Elena alle altre realtà urbane del cagliaritano.
In quest’ottica, l’analisi socio-economica del contesto territoriale di
Quartu Sant’Elena si pone appunto l’obiettivo di fornire una visione
d’insieme ed un’interpretazione della sua struttura socio-economica,
che tenga conto di quanto avviene nei principali centri dell’hinterland,
capoluogo compreso.
A tal fine, attraverso un’attività di ricerca ed analisi di tipo qualitativo e
quantitativo, lo studio delle linee programmatiche dell’Amministrazione
Comunale, passando per la ricognizione delle progettualità esitenti
(periodo 2000/2006), si andrà ad indagare sulle seguenti aree
tematiche:
_demografia;
_lavoro ed istruzione;
_economia e sistema imprenditoriale;
_politiche sociali.
Lo studio delle dinamiche relative alle citate aree d’interesse è stato e
sarà prevalentemente basato sui dati Istat relativi al “14° Censimento
della Popolazione e delle Abitazioni”, al “5° Censimento dell’agricoltura”
e al “8° Censimento dell’Industria e dei Servizi”. Per le informazioni sul
comparto turistico – con riferimento alla struttura ed alle dinamiche della
domanda e dell’offerta – si è attinto alle banche dati dell’EPT ed ai
risultati
dell’analisi
della
documentazione
già
in
possesso
dell’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena.
Per la ricognizione delle progettualità esistenti, si è attinto alla “Relazione
previsionale e programmatica per il periodo 2006-2008” ed al piano
delle opere pubbliche programmate nel medesimo periodo.
La prima fase del lavoro di analisi documentale, ha permesso di
individuare un primo insieme di elementi di criticità e opportunità di
81
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
sviluppo e, conseguentemente, ha portato alla proposta di una serie di
tematismi, su cui focalizzare la successiva fase di lavoro.
Le prossime tappe nello sviluppo del progetto saranno rappresentate,
infatti, da un approfondimento dell’analisi documentale, attraverso
l’ampliamento dell’attuale area d’indagine e l’implementazione di
adeguati indicatori di riferimento. Successivamente si darà avvio alla
fase di “ascolto” del territorio e confronto con gli attori di riferimento,
con i quali avviare una riflessione comune sulle tematiche emerse per la
strategia di sviluppo.
Questa fase, accompagnata in parallelo dal confronto con il vertice
politico, consentirà di giungere all’individuazione concertata della
strategia e delle priorità per uno sviluppo sostenibile del territorio.
82
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
06.01_il contesto territoriale: problemi ed opportunità
06.01.01_premessa
La prima fase dell’attività d’analisi ha interessato lo “scenario” generale
ed il contesto locale del Comune di Quartu Sant’Elena.
Un’attività di studio documentale che pone le premesse per una
successiva fase di approfondimento e raccolta delle informazioni
direttamente “dal basso”, attraverso il coinvolgimento della
popolazione locale e dei suoi più autorevoli rappresentanti.
L’obiettivo di fondo, pertanto, è quello di giungere a definire una
strategia che, passando anche per la valorizzazione delle risorse umane,
del patrimonio ambientale, storico e culturale del territorio, porti al
consolidamento ed al rafforzamento del tessuto socio-economico
locale, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, orientato al
benessere della popolazione residente.
La raccolta e l’analisi dei dati subiranno, inevitabilmente,
implementazioni successive in corso d’opera. I risultati dell’analisi e le
scelte strategiche che da questi scaturiscono saranno successivamente
sottoposti a verifica sulla base di quanto emergerà dalle interviste agli
attori locali e dai focus group.
Attingendo alla bibliografia esistente, ai documenti messi a disposizione
dall’Amministrazione Comunale ed al know-how pregresso, con
riferimento al sistema socio-economico ed imprenditoriale, si è
provveduto a sviluppare l’analisi dei punti di forza e di debolezza,
nonché delle opportunità e delle minacce che emergono dall’analisi di
scenario.
L’analisi è stata condotta approfondendo in modo specifico l’esame
del comparto turistico, artigianale, agricolo ed agroalimentare, per
individuare i casi di “eccellenza” legati alle antiche tradizioni contadine
e le dinamiche innovative dei nuovi settori dell’imprenditoria turistica,
nell’ottica di una integrazione rispettosa e coerente tra modernità e
tradizione.
L’analisi dello scenario generale e del contesto locale e le indicazioni
che ne derivano possiedono un’indubbia utilità, rappresentando
un’indispensabile strumento per orientare efficacemente l’attività di
pianificazione strategica. Tale analisi, infatti, ha evidenziato l’architettura
delle risorse e dei “valori” che connotano l’identità del Comune di
Quartu Sant’Elena, in relazione appunto al patrimonio ambientale,
storico, culturale, produttivo.
06.01.02_il sistema sociale
83
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
La popolazione legale di Quartu Sant’Elena al censimento del 2001 è
risultata pari a 68.040 abitanti.
Al 01.01.2005 la popolazione appare in costante crescita, tant’è vero
che si è attestata a quota 69.818 abitanti, con un saldo naturale ed uno
migratorio entrambi positivi, pari rispettivamente a + 194 e +465.
Il tasso di natalità nel quinquennio 2000/2004 è calato leggermente,
passando da un valore pari ad 1 nel 2000 ed attestandosi a 0,86 nel
2004.
Un discorso analogo può esser fatto per il tasso di mortalità, che nel
corso del medesimo periodo è sceso da 0,68 a 0,58.
Il rapido processo di inurbamento che ha contraddistinto Quartu
Sant’Elena nel recente passato ha modificato profondamente la
composizione della popolazione, in modo tale da evidenziare una
incidenza minima di popolazione anziana che non trova altro riscontro
nelle medie regionali, nazionali ed europee, caratterizzando la città in
maniera del tutto singolare.
Allo stato attuale detto inurbamento risulta essere più contenuto pur
continuando ad incidere sull’età media della popolazione residente,
infatti il 59,83 % degli abitanti (41.972 unità) ha meno di 45 anni, mentre i
cittadini oltre i 65 anni sono solo il 11,73% (8230 u.). L’attuale situazione
demografica registra una seppur lenta crescita della popolazione di età
superiore ai 65 anni rispetto agli anni precedenti.
Di seguito vengono riportati i principali dati relativi alla popolazione2:
Popolazione Residente al 31/12/2004
Maschi
Femmine
Famiglie
69818 u.
34273 u.
35545 u.
25425 u.
Popolazione Residente al 31/12/2005
Maschi
Femmine
Famiglie
70218 u.
34527 u.
35751 u.
26016 u.
Popolazione Residente per fasce d’età al 31/12/2005
0/3 Maschi
1298
Femmine 1197 Totale
4/6
1032
962
7/12
2036
1896
13/15
1216
1113
16/18
1287
1112
19/35
9008
8871
36/65
15371
16331
66/75
2257
2472
2
2495
1994
3932
2329
2399
17879
31702
4729
Fonte: Servizi Demografici
84
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
76/85
86/+
866
156
1400
397
2266
553
Numero Medio Componenti per Famiglia: 2,6970
Numero Coppie senza Figli: 2768
_Famiglie con n. 1 Componenti
_Famiglie con n. 2 Componenti
_Famiglie con n. 3 Componenti
_Famiglie con n. 4 Componenti
_Famiglie con n. 5 Componenti
_Famiglie con n. 6 Componenti
_Famiglie con n. 7 Componenti
_Famiglie con n. 8 Componenti
_Famiglie con n. 9 Componenti
_Famiglie con n. 10 Componenti
_Famiglie con n. 11 Componenti
_Famiglie con n. 12 Componenti
6.834
5.448
5.994
5.378
1.592
477
143
59
17
7
3
1
Totale Famiglie
25.953
Un altro aspetto che caratterizza la comunità locale è l’alta incidenza di
immigrazione, fenomeno in costante espansione a livello regionale che
conferma un dato nazionale secondo cui la nostra società è indirizzata
sempre più verso la multietnicità e multiculturalità.
Inizialmente gli immigrati provenivano per la quasi totalità dal Nord
Africa ed erano prevalentemente di sesso maschile, mentre negli ultimi
anni si evidenzia da un lato l’aumento di immigrati di sesso femminile
provenienti dall’Est e dall’America Latina, dall’altro la presenza di
Asiatici, prevalentemente Cinesi, come pure risulta in forte aumento
anche una presenza generalizzata di minori.
Per quanto attiene la sfera occupazionale, i lavoratori residenti nel
Comune di Quartu Sant’Elena iscritti presso il Centro Servizi per l’Impiego
al 30.6.2005 erano in totale 16.094, di cui 7.048 Maschi e 9.046 Femmine,
suddivisi per categorie e fasce d’età come di seguito indicato:
Ambito di
attività
Agricoltura
Industria
Altri Settori
N.c.
Totali
Meno di 25 anni
D
Tot.
0
1
1
101
20
121
1096 1213 2309
548
523 1071
1745 1757 3502
U
U
25 – 29 anni
D
Tot.
2
2
4
169
26
195
540
746
1286
540
746
1286
500
802
1302
30 anni e oltre
D
Tot.
22
5
27
1440
187 1627
1000 2292 3292
1630 3229 4859
4092 5713 9805
U
I dati emersi dopo la prima annualità di attività del Centro per l’Impiego
sono i seguenti:
85
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Totale Utenti
Numero 337
86
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Maschi
Sesso
Femmine
Totale
154
183
337
Iscritti All'Ufficio di Collocamento
Iscritti
Non Iscritti
283
54
Iscritti Alle Categorie Protette
Iscritti
Non Iscritti
48
289
Disoccupati
Disoccupati - Inoccupati
Inoccupati
Occupati
233
93
11
Titolo di Studio
Licenza
Elementare
42
Licenza
Media
214
Diploma
Laurea
74
Categorie di Riferimento
Diversamente Abile
Detenuto
Ex - Detenuto
Donna Capo Famiglia
Ex - Tossico Dipendente
Alcolista
Minore in età lavorativa
Soggetto a Rischio di
Emarginazione
Immigrato
7
56
1
15
45
12
4
8
12
11
Numero degli utenti suddivisi per Circoscrizioni Comunali
Circoscrizione 1
87
Circoscrizione 2
79
87
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
coscrizione 3
coscrizione 4
83
75
Sintesi Risultati Conseguiti
Azione
Soggetti Coinvolti
Predisposizione Scheda Anagrafica
337
Predisposizione curricula
65
Mediazioni (tra domanda e offerta)
40
Periodi di Prova
10
Inserimento Lavorativo a tempo
1
indeterminato
Inserimento lavorativo a tempo
2
determinato
Contratti di apprendistato
1
Per quanto concerne la sfera dell’istruzione e della formazione, le
strutture che hanno sede nel territorio sono le seguenti:
_Scuole Materne, Elementari e Medie;
_Licei – Classico, Scientifico, Artistico;
_Istituti Tecnici – Commerciale e per Geometri;
_Centri di formazione professionale (ENAP, IFOLD, IAL).
Sono inoltre presenti delle strutture di accoglienza – per bambini fra i 2
ed i 12 anni e per ragazzi della scuola primaria – con attività di
doposcuola, gestite da privati e da religiosi.
Per quel che attiene la sanità, sul territorio operano i seguenti servizi
sanitari di distretto ASL N°8:
_Medicina di base;
_Poliambulatorio con differenti Servizi specialistici;
_Servizio Igiene Pubblica (Medicina scolastica – Vaccinazioni – Invalidi
Civili, etc.);
_Servizio Materno Infantile (Consultorio Familiare e Neuropsichiatria
Infantile);
_Servizio Dialisi Territoriale;
_Servizio Tutela Salute Mentale (Comunità Protetta, Centro di Salute
Mentale);
_SERT (Servizio per le Tossicodipendenze);
_Servizio di Guardia Medica;
_Servizi Veterinari.
Per quanto riguarda l’area d’interesse “minori e giovani”, alla data del
31.12.2005, i minori in affidamento risultano n. 110 di cui:
_n. 50 affidati a parenti;
_n. 15 affidati a famiglie non parentali;
_n. 45 affidati a n. 15 strutture di accoglienza diverse, dislocate nel
Territorio Regionale.
88
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Esiste inoltre un servizio di Appoggio in famiglia, offerto per alcune ore al
giorno, che consiste nell’affiancare i minori in difficoltà, ad un singolo o
ad una famiglia che volontariamente collabora col Servizio Sociale
Comunale. Nel 2005, il servizio appoggio minori in famiglia ha interessato
43 soggetti.
E’ previsto dalle normative vigenti che l’affidamento possa essere
disposto anche nel caso di anziani, adulti (tra cui anche gli inabilitati, gli
interdetti giudiziali, i tossicodipendenti) che non possano essere assistiti
adeguatamente dalla famiglia di appartenenza. Alla data del
31.12.2005 gli adulti in affidamento risultano n. 68 di cui:
_n° 9 affidamenti eterofamiliari;
_n. 59 affidamenti in n. 28 strutture di accoglienza (case famiglia,
strutture protette, centri diurni), dislocate nel territorio Regionale.
Per quel che concerne l’area del “disagio”, sono stati acquisiti dei dati
di estremo rilievo. Dall’inizio dell’anno 2005 fino al mese di dicembre,
sono giunte n. 571 richieste di assistenza economica. Le più numerose
sono state quelle di assistenza economica generica (per acquisto di
generi di prima necessità, per aiuto spese scolastiche, pagamento
bollette luce, bollette acqua, canoni arretrati IACP, piccoli ausili
protesici, ecc.), seguono poi le richieste per i fitti passivi, quelle per aiuto
deposito cauzionale, per spese funerarie e farmaci.
Domande di Aiuto Economico pervenute nel 2005
Richieste totali n.571
Fitti Passivi 92
16%
Spese
Funerarie 36
6%
Assistenza
Economica 373
Dep. Cauz. 46
Farmaci 24
Farmaci 24
4%
Dep. Cauz. 46
8%
Assistenza
Economica
generica
373
66%
Fitti Passivi 92
Spese Funerarie
36
89
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Domande di Assistenza Economica per circoscrizione
Circ. 6 n.106
18%
Circ. 1 - n.93
16%
Circ. 2 - n.72
13%
Circ. 5 - 97
17%
Circ. 4 - n.94
16%
Circ. 3 n.113
20%
Dalla valutazione delle domande pervenute è risultato che la maggior
parte è stata presentata da nuclei i cui membri possono contare su un
lavoro saltuario, oppure su pensioni minime da lavoro o d’invalidità,
oppure su lavori assicurati, ma sottopagati.
Si è riscontrato che la maggior parte delle richieste di assistenza
proviene da utenti che abitano nelle case di edilizia popolare dislocate
in varie zone della città. E’ in questi agglomerati, infatti, che vi è una
concentrazione più rilevante di disagio socio-familiare, con la presenza
di numerosi minori a rischio, seguiti dal Servizio Sociale.
Le famiglie di tali contesti abitativi presentano, rispetto alle altre zone
della città, situazioni più difficili da trattare sia per la quantità che per il
genere di problemi da affrontare. Infatti, la maggior parte di esse
presenta fenomeni di povertà di vario genere (materiali, relazionali,
affettivi) e problemi di devianza, tossicodipendenza, trascuratezza,
maltrattamenti, abuso, evasione scolastica ecc., con conseguenti
problemi di esclusione dal contesto sociale.
06.01.03_il sistema economico-imprenditoriale
Fino agli anni sessanta, la vita economica della cittadina di Quartu
Sant’Elena era incentrata prevalentemente sull'agricoltura, l'artigianato
e l'estrazione del sale.
In un’economia in cui era forte il legame con la cultura agro-pastorale,
primeggiava soprattutto l’allevamento degli ovini e la coltivazione degli
agrumi (limoni, aranci, mandaranci e mandarini). Era molto importante e lo è tuttora - la coltivazione della vite e la conseguente produzione di
vini pregiati quali la malvasia, il moscato, il nasco ed il girò esportati in
tutto il mondo.
90
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Al giorno d’oggi è l’edilizia il motore dell’economia quartese, seguita dal
commercio e dalle attività artigianali. Come avremo modo di vedere
nel dettaglio, si tratta in larga parte di microimprese, ovvero aziende
che occupano uno o due addetti. In tal senso, è frequente che gli
artigiani non dispongano di un vero e proprio laboratorio ed usino i ferri
del mestiere a casa, per hobby o per arrotondare.
Una delle tradizioni quartesi più radicate è la produzione del pane: in
alcuni quartieri, il pane viene ancora prodotto artigianalmente nelle
antiche forme del coccoi e del moddizzosu.
Fra gli altri prodotti caratteristici ricordiamo i dolci dai nomi esotici quali
ad esempio “amarettus”, “pastissus”, “candelaus”, “su gattou”,
“gueffus”, “piricchitus” preparati con pasta di mandorle, zucchero, uova
e limone, oppure quelli preparati con la sapa (su pani e sapa, is
pabassinas).
Tra le produzioni dell’artigianato artistico ricordiamo:
_i bellissimi manufatti dei laboratori orafi, soprattutto per quel che
riguarda la produzione di preziosissimi gioielli in filigrana tra cui spille,
ciondoli, amuleti e rosari (il costume tradizionale quartese è uno dei più
ricchi di gioielli di tutta la Sardegna);
_i meravigliosi cesti di varie misure e fogge, interamente realizzati a
mano;
_le attività di lavorazione della ceramica che, a livello locale, hanno
espresso degli interpreti di riconosciuto valore internazionale.
Gli ultimi dati della Confederazione nazionale artigiani (Cna)
evidenziano la crescita della forza delle imprese al femminile. Da non
dimenticare in particolare il boom di presenze femminili nel bed &
breakfast.
A maggio 2005, secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio
Agricoltura ed Artigianato, le aziende attive del Comune di Quartu sono
5.121.
Il comparto prevalente è quello commerciale, che vede una forte
componente del commercio ambulante. Le aziende dell’edilizia
incidono per circa il 18,5% sul totale delle aziende quartesi.
91
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
ATTIVITA'
AGRICOLTURA
ALTRA INDUSTRIA
ARTIGIANATO ARTISTICO
ATTIVITA' ESERCITATA NON
PRECISATA
AUTOTRASPORTO
COMMERCIO
EDILIZIA
PANE, PASTA E DOLCI E
ALIMENTARI
RISTORAZIONE E BAR
SARTORIA/MAGLIERIA
SERVIZI TURISTICI
SERVIZI VARI
Totale
Elaborazione interna su dati CCIAA
N° aziende
180
404
41
Incidenza
percentuale
3,5%
7,9%
0,8%
15
175
2.075
945
0,3%
3,4%
40,5%
18,5%
76
269
13
106
822
5.121
1,5%
5,3%
0,3%
2,1%
16,1%
100%
Il comparto artigiano vede la presenza di 1.452 aziende, che incidono
per il 28,3% sul totale delle aziende iscritte alla Camera di Commercio.
È opportuno precisare che il comparto artigiano non è da considerarsi
composto esclusivamente da attività “tipiche” o comunque da aziende
dedite a produzioni a “valenza” identitaria ed appetibilità turistica. Tra le
attività artigianali, infatti, rientrano ad esempio i piccoli autotrasportatori
(i c.d. “padroncini”), i parrucchieri ed il comparto edile.
Proprio per tale motivo, si è provveduto ad approfondire l’analisi
sull’anagrafica delle aziende quartesi iscritte alla Camera di
Commercio, per giungere ad una prima selezione di massima delle
imprese – artigiane e non – maggiormente coerenti rispetto ai contenuti
del progetto di creazione del consorzio turistico del territorio e del
relativo marchio. Si tratta di oltre 670 aziende operanti nei seguenti
settori:
_Agricoltura (allevamento, colture miste, vigneto…);
_Alimentare (pane e pasta, dolci, alimenti vari..);
_Artigianato artistico (oreficeria, ceramica, sartoria…);
_Ristorazione (ristoranti/pizzerie, bar, pizzerie e gastronomie d’asporto);
_Ricettività (hotel, campeggi e bed & breakfast).
92
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Come facilmente intuibile, si tratta prevalentemente di piccole aziende,
organizzate nella forma della ditta individuale.
Da un’analisi condotta dall’Osservatorio Industriale della Sardegna, con
riferimento alle imprese guida dell’industria isolana, risulta che l’azienda
quartese ad aver generato il fatturato maggiore nel 2001 è la Sept Italia
SpA, seguita dalla Ve.Ma Srl. Le due imprese occupano rispettivamente
la 46° e la 192° posizione nella specifica graduatoria regionale.
Aziende industriali* - Classifica Regionale per Fatturato 2001
Posiz.
Posiz.
graduatori
graduatori Nome azienda
a
a regionale
comunale
1
46
2
192
3
231
4
5
342
347
6
7
371
397
Settore
Sept Italia Spa
Chimica
Minerali non
metallici
Minerali non
metallici
Mezzi di
trasporto
Alimentari
Mezzi di
trasporto
Ve.Ma. Srl
ISOF Impresa Stradale
Opere Fognatura Srl
Pacamar Noleggio Natanti
Srl
Bottarg King Srl
Nauticar Srl
Franz Mobili Srl
Fatturat
o 2001**
13.357
3.439
2.783
1.738
1.704
1.594
1.444
e
Fonte: Osservatorio Industriale della Sardegna
*Il campo di osservazione è limitato ai settori manifatturiero ed estrattivo. Si indaga solo
sulle società di capitali e cooperative aventi sede legale in Sardegna.
** Dati espressi in migliaia di euro.
Le dinamiche evolutive del sistema imprenditoriale locale registrano,
nell’ultimo quadriennio, la nascita di 1.147 nuove aziende, con tassi di
crescita sostanzialmente uniformi nel tempo. Appaiono incoraggianti i
dati relativi ai primi 5 mesi del 2005.
I trend di nascita di nuove aziende
400
300
200
341
313
347
146
Nuove aziende
100
0
2002 2003 2004 2005
Elaborazione interna su dati CCIAA
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Le aziende nate tra il 2002 e il 2005 (maggio)
La composizione per settore d'attività
3,9%
31,4%
35,4%
Agricoltura
Commercio
Industria
29,3%
Servizi
Elaborazione interna su dati CCIAA
Oltre allo studio dei dati aggiornati al maggio 2005 forniti dalla CCIAA di
Cagliari, si è deciso di approfondire ulteriormente lo studio del contesto
imprenditoriale attraverso l’analisi dei dati provenienti dai censimenti
dell’ISTAT. Ciò ha consentito di condurre un’analisi comparata grazie
alla quale si sono potuti confrontare nel tempo (decennio 1991/2001) e
nello spazio (i principali comuni della Sardegna) i comparti “Industria”,
“Commercio” e “Servizi” e, separatamente, “Agricoltura”. Nel primo
caso la fonte dei dati è rappresentata dall’8° Censimento dell’ISTAT
condotto nel 2001. Per il settore agricolo si è fatto ricorso ai dati derivanti
dal 5° Censimento Generale ISTAT 2001.
I valori assoluti e percentuali riportati potrebbero non rispecchiare
pienamente quanto emerge dalla lettura dei dati della CCIAA, sia
perché esiste una differenza temporale di oltre tre anni, sia perché le
metodologie di classificazione ed inquadramento non sempre
coincidono. Nonostante ciò, l’analisi comparata si è dimostrata
particolarmente utile poiché ha consentito di avere a disposizione
l’insieme dei dati necessari ad esaminare la struttura del sistema
imprenditoriale locale sotto diversi punti d’osservazione (classe
d’addetti, forma giuridica…), con la possibilità di operare dei confronti
con le realtà presenti in altri territori.
Nei tre settori, “Industria”, “Commercio” e “Servizi” il Comune di Quartu
S.E. poteva vantare nel 2001 oltre 3.500 imprese, collocandosi al 4° posto
della speciale graduatoria dei comuni isolani per numero d’imprese.
94
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Descr. Comune
1
2
3
Imprese al 2001
N°
%
15.527
16,2%
8.635
9,0%
3.819
4,0%
4
5
6
7
Cagliari
Sassari
Olbia
Quartu
Sant'Elena
Oristano
Nuoro
Alghero
3.544
2.633
2.566
2.348
3,7%
2,7%
2,7%
2,5%
8
9
10
Selargius
Carbonia
Iglesias
1.426
1.366
1.231
1,5%
1,4%
1,3%
Per quanto riguarda il settore d’attività, la struttura del sistema
imprenditoriale quartese evidenziava nel 2001 - nel numero d’aziende
esistenti - la prevalenza del comparto “Altri servizi” (38,6%): il terziario,
però si mostra molto meno incisivo rispetto alle altre principali città
dell’isola.
Nel settore commerciale, al contrario, si registra un’incidenza superiore
rispetto alla media regionale.
Altri
servizi
Città
Industria Commercio
Quartu
Sant'Elena
23,8%
37,6%
38,6%
Cagliari
15,1%
31,6%
53,3%
Nuoro
20,6%
32,5%
46,8%
Oristano
15,7%
37,4%
46,9%
Olbia
27,5%
27,9%
44,6%
Sassari
18,9%
32,5%
48,6%
Alghero
25,0%
31,9%
43,1%
Sardegna
24,7%
34,3%
41,0%
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
95
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
La ripartizione delle aziende per settore d'attività
50,0%
40,0%
30,0%
Quartu Sant'Elena
20,0%
Sardegna
10,0%
0,0%
Industria
Commercio
Altri servizi
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
Se, invece, si fa riferimento al numero degli occupati nei tre diversi
comparti, è l’“Industria” ad avere il primato. All’interno del settore
“Industria” spicca l’edilizia: 545 imprese (su 843) per oltre 1.700 addetti
ed un’incidenza superiore al 52% sull’occupazione complessiva del
comparto.
Addetti
N°
%
Industria
3.239
36,4%
Commercio
2.649
29,7%
Altri Servizi
3.020
33,9%
Totale
8.908
100%
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
SETTORE
All’epoca del Censimento ISTAT 2001, il comparto artigiano pesava
poco meno del 30% sul totale, sia come numero d’aziende, sia per
volume d’addetti.
ANNO 2001
Addetti %
Tipologia imprese Imprese %
Artigiane
1.039 29,3% 2.568 28,8%
Non artigiane
2.505 70,7% 6.340 71,2%
Totale
3.544 100% 8.908 100%
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
Tornando indietro nel tempo, si rileva che nel corso del decennio
1991/2001, si è registrata una leggera flessione del peso del comparto
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
artigiano come numero d’imprese esistenti. Tale flessione si è
manifestata essenzialmente nei primi cinque anni, per poi arrestarsi nella
seconda metà del decennio.
Incidenza addetti per tipologia
d'azienda
Tipologia
1991
1996
2001
Artigiane
32,1% 27,6% 28,8%
Non artigiane 67,9% 72,4% 71,2%
Totale
100%
100% 100%
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
Nel 2001, la struttura del sistema imprenditoriale quartese - esaminata in
relazione al numero degli addetti per singola azienda - appare
sostanzialmente simile a quella registrata sull’intero territorio regionale.
Prevalgono nettamente le microimprese, quelle che impiegano meno di
10 addetti, con un’incidenza del 96,8% sul totale.
Ripartizione aziende pe r clas s e di adde tti
0,8%
2,3%
1--2
0,1%
18,5%
3--9
10--19
20--99
78,4%
100--249
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
In confronto alle principali città dell’isola, a Quartu si registra la più
elevata incidenza delle imprese appartenenti alla fascia di quelle che
occupano tra uno e due addetti (l’incidenza è superiore anche rispetto
alla media regionale).
Considerando il numero d’imprese, nel corso del decennio 1991/2001, la
struttura del sistema imprenditoriale quartese si è caratterizzata per la
riduzione dell’incidenza del comparto commerciale, a vantaggio del
settore “Altri servizi”, che segna un trend di crescita del 148,7%.
Sostanzialmente stabile il peso percentuale dell’industria rispetto agli altri
due settori.
La tabella sottostante evidenzia il numero delle aziende suddivise in
base al settore produttivo d’appartenenza.
Settore
1991
996
2001
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Industria
493
771
843
Commercio
046
368
333
Altri servizi
550
988
368
Totale
089
127
544
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
La struttura del sistem a im prenditoriale in base
al num ero d'aziende
100%
ALTRI SERVIZI
50%
COMMERCIO
INDUSTRIA
0%
1991
1996
2001
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
Nel medesimo periodo, la crescita nel numero degli occupati (+54,7%) è
imputabile prevalentemente al settore “Altri servizi”, al cui interno si
segnala la dinamica delle imprese appartenenti alla fascia con 1-2
addetti: queste ultime nel ’91 erano 415 mentre nel ’01 sono diventate
1.121 (+170%). Il peso percentuale di quest’ultimo segmento di imprese è
cresciuto sensibilmente anche negli altri due settori “Industria” e
“Commercio”.
Anche sotto il profilo del numero d’addetti, la struttura del sistema
imprenditoriale quartese ha evidenziato la sensibile riduzione del peso
del comparto commerciale, come accennato, soprattutto a vantaggio
del settore “Altri servizi”, al cui interno gli occupati crescono del 106,7%.
Cresce anche il comparto industriale, sia in termini di peso percentuale
rispetto al commercio, sia nel numero degli occupati complessivi.
L’andamento dell’incidenza del comparto artigiano, valutata in base al
numero degli addetti che vi trovano occupazione, ricalca
sostanzialmente quello registrato facendo riferimento al numero delle
aziende. Si registra una flessione nel corso della prima metà del
decennio, con una leggera ripresa nel quinquennio successivo.
La struttura del sistema imprenditoriale del Comune di Quartu
Sant'Elena, per quanto attiene alla forma giuridica, ricalca ampiamente
quella che si registra a livello regionale.
La forma prevalente è costituita dalla Ditta Individuale, mentre le
società di capitali incidono per circa l’8% sul totale delle imprese
esistenti.
Leggermente inferiore rispetto alla media regionale il peso del sistema
cooperativo, che comunque risulta in linea con il quadro nazionale.
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
FORMA GIURIDICA
Impresa individuale
Società in nome collettivo
Società in accomandita semplice
Altra forma di società di persone
Società per azioni
Società a responsabilità limitata
Società in accomandita per azioni
Società cooperativa (tranne cooperativa sociale)
Altra forma d'impresa
Totale
QSE
Sardegna
Aziende
Aziende
%
%
2.538
71,6%
68.611
71,6%
333
9,4%
10.567
11,0%
313
8,8%
5.221
5,4%
23
0,6%
870
0,9%
3
0,1%
410
0,4%
288
8,1%
8.282
8,6%
0,0%
1
0,0%
42
1,2%
1.547
1,6%
4
0,1%
313
0,3%
3.544
100%
95.822
100%
Elaborazione interna su dati ISTAT, 8° Censimento 2001
Passando all’esame del comparto agricolo, si nota che il territorio di
Quartu S.E. si colloca al 16° posto della graduatoria regionale per
numero di aziende agricole. La superficie totale media delle stesse è di
4,7 ha, contro una media regionale pari a 15,1 ha. Se si considera la
Superficie Agricola Utilizzata (SAU), Quartu S.E. scende al 126° posto
della graduatoria regionale, con una dimensione media per azienda di
3,2 ha, contro una media regionale di 9,1 ha per azienda.
La maggior parte delle aziende agricole si dedica alle coltivazioni
fruttifere (544 aziende), seguite da quelle dedite alla produzione degli
agrumi (490 aziende) e delle olive (451 aziende).
Tra le aziende zootecniche prevalgono quelle che si dedicano
all’allevamento ovino (26 aziende) e caprino (8 aziende).
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
N. Az.
Agricole
5.469
1.715
1.569
1.529
1.495
1.370
1.323
1.287
Sup. tot. Sup. tot. media
in ha
ha/azienda
6.521
6,7
0.546
6,1
1.461
7,3
3.001
15,0
3.405
2,3
3.565
9,9
0.097
7,6
0.598
8,2
Comune
1 Sassari
2 Alghero
3 Gonnosfanadiga
4 Dorgali
5 Sestu
6 Guspini
7 Villacidro
8 Oliena
San Gavino
9 Monreale
1.028
6.148
10 San Sperate
990
1.720
11 Sorso
982
3.147
San Giovanni
12 Suergiu
980
4.312
13 Mogoro
958
3.952
14 Bolotana
930
9.033
15 Dolianova
922
7.263
16 Quartu Sant'Elena
848
3.991
Elaborazione interna su dati ISTAT, 5° Censimento 2001
6,0
1,7
3,2
4,4
4,1
9,7
7,9
4,7
100
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
06.02_linee programmatiche
L’Amministrazione di Quartu Sant’Elena intende attuare una
programmazione di interventi che possano cambiare il volto della città
e migliorare il tessuto economico-sociale, puntando a “riconquistare”
credibilità e ad aprire un dialogo costruttivo con i cittadini.
L’obiettivo e soprattutto quello di sviluppare il “capitale sociale”, vale a
dire quel diritto di cittadinanza che fa sentire partecipi e propositivi alla
vita della città. Si riconosce la necessità di favorire il coinvolgimento
delle parti sociali attraverso un’efficace opera di comunicazione e di
trasparenza delle istanze e delle attività.
La nuova Amministrazione di Quartu ha inteso rivisitare il proprio modello
organizzativo prevedendo la nascita di cinque Aree:
_Area Amministrativa;
_Area Economica e dello Sviluppo;
_Area Attività Istituzionali;
_Area Cittadinanza e Servizi;
_Area Tecnica.
Con riferimento all’area Amministrativa, a quella Economica e dello
Sviluppo ed a quella della Cittadinanza e Servizi, si presentano
sinteticamente i principali indirizzi programmatici dell’Amministrazione.
06.02.01_programma dell’Area Amministrativa:
Programma “Organizzazione”
_Realizzazione di un’interfaccia amministrativa orientata al cittadino
(utente e protagonista)
_Investimento sulla comunicazione finalizzata al coinvolgimento e alla
partecipazione.
_Potenziamento dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (U.R.P.).
_Costituzione di società di scopo per la realizzazione e la gestione dei
servizi, nelle quali coinvolgere eventualmente soggetti privati sulla base
della valutazione dei criteri di economicità, convenienza e
professionalità.
101
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_Prevedere la costituzione di società di scopo per la manutenzione delle
strade e del sottosuolo.
06.02.02_programma dell’Area Economica e dello Sviluppo:
Programma “Politiche per lo Sviluppo e per il lavoro”
_Attivazione della commissione progetti europei e l’istituzione di
un’agenzia di sviluppo locale.
_Promozione di iniziative locali di rilievo sociale ed economico nel
campo dell’impresa sociale, del lavoro autonomo e della piccola e
media impresa.
_Azioni mirate alla diffusione di progetti di orientamento e di creazione
d’impresa.
_Sviluppo di strumenti specifici di informazione e di orientamento per le
in materia di politiche attive del lavoro, con attività di studio, ricerca,
progettazione, formazione e riqualificazione professionale per favorire
l’inserimento nel mondo del lavoro, con particolare riguardo
all’inserimento lavorativo dei giovani svantaggiati.
_Agevolare l’accessibilità e l’uso dei servizi informatici e telematici da
parte dei cittadini.
_Attivazione di piani formativi e di inserimento in convenzione con le
imprese e le associazioni di categoria, finanziabili con misure regionali
e/o con i fondi del piano di lavoro.
_Difesa dei settori artigianale, agricolo e del commercio che hanno una
tradizione di “saperi” e una rilevanza economica di grande peso per la
città.
_Potenziamento del PIP (Piano Insediamenti Produttivi), con riferimento
al comparto artigianale, finanziando il secondo lotto di lavori e, in
particolare, far procedere rapidamente i tempi di assegnazione dei lotti
e di realizzazione delle strutture.
_Sostegno alle produzioni di nicchia del comparto artigianale,
valorizzando i prodotti tipici e sostenendo la loro commercializzazione.
_Promozione di azioni di supporto all’attività agricola che, se pur
ridimensionata, ha ancora una significativa valenza economica, oltre
ad assolvere un ruolo di equilibratore del territorio. Tali azioni saranno
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
orientate alla tutela del territorio e a favorire iniziative consortili che
attivino meccanismi di filiera dalla produzione alla vendita del prodotto.
_Promozione del turismo nelle aziende agricole.
_Rivisitazione del modello di espansione edilizia continua, non più
sostenibile, da riorientare verso lavorazioni di qualità, incentivata da
politiche urbane che rendano appetibile il recupero conservativo del
patrimonio abitativo esistente, specie nel centro storico, dove verrà
favorito l’insediamento di attività compatibili per pregio e dimensioni.
_Previsione di meccanismi di difesa delle attività commerciali delle
piccole e piccolissime imprese del territorio che rappresentano un
elemento connettivo del tessuto sociale.
_Riqualificazione del centro storico e delle zone commerciali con
iniziative di sistema per creare veri e propri luoghi commerciali
all’aperto, favorendo l’organizzazione degli interlocutori in associazioni e
consorzi di strade e quartieri e agevolando il riequilibrio dei servizi
distributivi su zone ad utenza debole, come anziani e disabili.
06.02.03_programma dell’Area Economica e dello Sviluppo:
Programma “Politiche fiscali”
_Aumento delle basi
all’evasione fiscale.
imponibili
attuando
una
politica
di
lotta
_Perequazione fiscale in modo tale che tutti i cittadini pagheranno in
misura proporzionale le imposte realizzando una politica fiscale equa
che preveda agevolazioni per i cittadini meno abbienti e, allo stesso
tempo, faccia affidamento su tutti i contribuenti.
_Razionalizzazione delle entrate, incrociando i dati sul patrimonio
immobiliare e diffondendo le informazioni a tutti gli uffici comunali di
competenza.
_Rivisitazione in senso agevolativo delle tariffe sui rifiuti.
_Patrimonializzazione dell’ente, realizzando locali anche in deroga,
ottenendo volumi da privati, acquisendo le dismissioni regionali, nonché
convertendo le aree edificabili di proprietà del Comune con la
realizzazione di immobili.
_Allentare le rigidità del bilancio, utilizzando gli strumenti della finanza
innovativa, anche creando società di scopo.
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
06.03.01_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi
Le amministrazioni comunali sono diventate, a seguito di trasferimento di
funzioni, i principali erogatori di benefici economici e di servizi di natura
socio-assistenziale al cittadino.
Infatti, con l’introduzione della normativa per il riordino del welfare
L.328/2000 (Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e Servizi Sociali), sempre maggiori sono le competenze
trasferite alle Amministrazioni Comunali. Si ricordi, ad esempio:
_la L. 431/98, relativa all’erogazione di contributi a parziale ristoro delle
spese sostenute per l’affitto dell’abitazione;
_la L. 162/98 per la realizzazione di piani personalizzati a favore di
portatori di handicap grave (le richieste per il 2006 ammontano a 223
unità);
_le R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistite), di recente istituzione, per il
ricovero di pazienti la cui patologia è stata riconosciuta tale da
richiedere il ricovero in detta struttura;
_la L.R. 9/2004 per l’erogazione di provvidenze a favore di cittadini affetti
da neoplasia maligna e che si sottopongono a chemioterapia
antitumorale.
Di seguito si sintetizzano le principali linee programmatiche dell’Area
Cittadinanza e Servizi.
06.03.02_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi
Programma “Politiche Sociali”
_Attivare politiche di inclusione e di cittadinanza in sintonia con le
politiche della scuola e culturali, le politiche attive del lavoro e quelle
urbanistiche.
_Valorizzare il ruolo della famiglia, quale ambito primario di relazione per
la crescita, lo sviluppo e la cura della persona e della comunità.
_Rinforzare i servizi all’infanzia.
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_Intensificare il sostegno
dell’impresa sociale.
al
volontariato
e
favorire
l’emergere
_Promuovere servizi di informazione, formazione e assistenza domiciliare
a coloro che ne hanno bisogno e diritto, con particolare attenzione
verso le utenze deboli: bambini, anziani e disabili.
_Tutela degli spazi per i bambini.
_Iniziative d’aggregazione per gli anziani.
_Rimozione delle barriere architettoniche per i disabili; attività
formative/inclusive rivolte al lavoro; supporto familiare; servizi alla
persona (sportello handicap, taxi, attività sportive…).
_Costituire l’Osservatorio della povertà.
_Centro giovanile per le idee (sala multimediale, sala prove, sala cine,
spazio teatro…).
_Comunicazione e controllo di qualità dei servizi.
06.03.03_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi
Programma “Politiche Culturali”
_Polo culturale che funzioni da riferimento per l’area metropolitana
utilizzando le strutture disponibili sul territorio: le fornaci Picci, il Teatro
Nuovo, via Caserma, l’ex mattatoio, il Convento di Sant’Agata.
06.03.03_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi
Programma “Politiche Sportive”
_Valorizzare il ruolo attivo del volontariato e dell’associazionismo sportivo
come elemento di aggregazione e strumento per la crescita civile e
sociale della comunità.
_Favorire una politica per l’impiantistica sportiva che preveda la
realizzazione di impianti (almeno tre tensostrutture da ubicare a Is
Arenas - Flumini - Velodromo), le convenzioni con gli istituti scolastici.
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
_Organizzare campagne di sensibilizzazione allo sport, con
coinvolgimento del CONI, degli Enti e delle Federazioni centrali.
il
06.03.04_programma dell’Area Cittadinanza e Servizi
Programma “Litorale e zone rurali”
Da inserire
_Interventi per migliorare la vivibilità delle zone rurali, compromessa da
fenomeni di abusivismo edilizio, dalla mancanza di servizi essenziali e da
interventi dannosi per l’ambiente.
_Creazione di infrastrutture di base: posizionamento di punti per la
fruizione dell’acqua potabile e posa in opera di condotte fognarie
principali.
_Collegamento diretto tra il centro urbano il litorale (che ad oggi conta
15 mila abitanti) e le zone rurali limitrofe alla città.
_Rafforzamento dei mezzi di trasporto e dislocazione di appositi servizi
comunali nelle varie zone della città.
06.04_progetti esistenti
Dall’esame del piano triennale delle opere pubbliche (2006/2008), si
evincono i seguenti progetti, suddivisi per aree di interesse.
artigianato
Si prevedono interventi di sostegno alla produttività locale destinati
all’area P.I.P. Pirastu/Sa Serrixedda ed al centro servizi alle imprese.
Stima costi del programma per il triennio: 8.192.000 €
turismo
È in programma la realizzazione di un centro comunale integrato per i
servizi turistici in loc. Flumini.
Stima costi del programma per il triennio: 880.000 €
commercio
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Si ipotizzano interventi destinati al mercato civico (volti alla
rifinalizzazione di parte del primo piano) ed al nuovo mercato all’aperto
di Is Arenas.
Stima costi del programma per il triennio: 3.743.000 €
cultura
Si prevedono azioni di recupero e riqualificazione dell’ex Cinema Il
Nuovo e delle Fornaci Picci, oltre ad interventi di manutenzione
straordinaria su Sa Dom'e farra.
Stima costi del programma per il triennio: 18.432.000 €
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
scuola
Si ipotizzano numerosi interventi sul sistema delle infrastrutture
scolastiche, destinati volta per volta alla ristrutturazione ed
all’adeguamento alle norme, all’abbattimento delle barriere
architettoniche, alla realizzazione aule speciali, palestre, auditorium,
piscine coperte, impianti idrici e fognari, impianti antincendio, elettrici e
termici…
Stima costi del programma per il 2006: 8.121.000 €
servizi alla persona
Si prevedono molteplici interventi volti a favorire l’aggregazione delle
persone e l’intrattenimento ed il benessere dei cittadini, tra questi si
ricordano:
_il Centro di aggregazione sociale e la struttura di socializzazione prima
infanzia;
_la realizzazione delle nuove farmacie comunali e l’adeguamento e la
ristrutturazione di quelle esistenti;
_il complesso la collina (ristrutturazione e adeguamento funzionale a
sede di circoscrizione ed attività produttive)
_la realizzazione di strutture polivalenti, ricreative, sportive, culturali e
dello spettacolo, con spazi di ristoro e commerciali, su aree di proprietà
comunale nelle lottizzazioni Is Loris, Serra Pauli, Costa Bentu, Sa Forada, S.
Anastasia, Is Meris, Porticciolo verde e Foxi 2;
_skate park;
_ad Is Arenas, parcheggi di scambio, parco dell'educazione e della
divulgazione scientifica, parco dell’educazione stradale e Centro servizi
e centro sportivo.
Stima costi del programma per il triennio: 31.304.000 €
sport
Si ipotizzano numerosi interventi orientati allo sport, tra cui:
_vari campi sportivi in località “Sa Forada”, “Sa Cora”, “Is Arenas” e
Flumini;
_realizzazione di un bocciodromo;
_intervento di riconversione del velodromo;
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_completamento, ristrutturazione e realizzazione della tensostruttura di Is
Arenas
Stima costi del programma per il triennio: 2.871.000 €
Nella stesura del Piano Socio–Assistenziale, viene adottato un ordine per
capitoli di Settore così distinto:
_Settore Servizi Generali
_Settore Minori e Giovani
_Settore Sostegno Socio–Economico
_Settore Disabilità
_Settore Anziani
_Settore Volontariato
_Settore Progettualità
_Immigrazione
Di seguito, si presentano sinteticamente i principali progetti previsti dal
piano.
Settore minori e giovani
Progetto prima infanzia. Asilo Nido, Gioca Nido, Orario Prolungato,
Spazio Gioco, Sportello Pedagogico, servizi educativi e sociali di
interesse pubblico; per i genitori costituiscono un sostegno educativo
nella cura e nella crescita dei figli, per i bambini contesto attento alla
cura e all’ascolto.
Casa Famiglia – Comunità Giovanile. La Comunità ed il servizio di
“Pronta Accoglienza”, saranno attivate, previo reperimento dei fondi
necessari per la gestione, ed eventualmente concessi a terzi Soggetti
gestori.
Servizio appoggio minori in famiglia. Il Servizio di Appoggio in famiglia,
offerto per alcune ore al giorno, consiste nell’affiancare, ad un singolo o
ad una famiglia che volontariamente collabora col Servizio Sociale
Comunale, minori in difficoltà. Il Servizio avviato stabilmente nel 1996,
continua a confermare un indice di positività rispondendo alle
aspettative dei minori e delle relative famiglie.
(Progetto Obiettivo RAS) Reinserimento Socio Familiare per minori e
giovani in difficoltà. Tale servizio, attraverso il sostegno didattico ed
educativo garantito da personale con specifiche competenze, è
finalizzato a favorire il reinserimento e l’integrazione di minori con
difficoltà sociali e familiari che si trovano inseriti in strutture cittadine ed
extra-cittadine o che vivono l’affidamento etero-familiare.
(Progetto Obiettivo RAS) Servizio Educativo per Problematiche SocioFamiliari e Scolastiche. Il Progetto si pone l’obiettivo di intervenire
principalmente sulla prevenzione del rischio di coinvolgimento in attività
criminose, conseguente alla deteriorata condizione del contesto sociale
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
di appartenenza dei minori e alla carenza, da parte degli stessi e delle
famiglie, di strumenti culturali adeguati.
(Progetto Obiettivo RAS) La Prevenzione delle Devianze. Il Progetto
risponde all’esigenza di individuare le aree di disagio e di rispondere
efficacemente ai bisogni e alle difficoltà del minore e del giovane, dei
suoi familiari e di tutti coloro che a vario titolo intervengono nella
relazione educativa con lui.
Progetto per una città a misura dei bambini. Il progetto intende
promuovere due aspetti fondamentali nella vita dei bambini: la loro
autonomia e la loro partecipazione. In tale ottica il Comune di Quartu
S.E. intende avviare due iniziative volte a costruire una città più a misura
di bambini:
_“C.D.B.” Il consiglio dei bambini e delle bambine;
_“Piedibus” Percorsi sicuri casa-scuola.
(Progetto Comunale) Progetto per la Riqualificazione dei Servizi e degli
Obiettivi
del Centro di Aggregazione “Fludiquà”. Il Centro di
aggregazione è una struttura che riveste un’ importante funzione
nell’area della prevenzione del disagio e del disadattamento minorile, in
quanto offre ai ragazzi la possibilità di utilizzo e di fruizione di spazi ed
iniziative formative e socializzanti al fine di favorire uno sviluppo psicofisico equilibrato. Il progetto verrà realizzato in una struttura, situata nel
litorale di Quartu ( Flumini), dove dal 1999 al 2004 è stato attivo un
servizio di aggregazione del quale il presente progetto mantiene la
denominazione. Il Centro Fludiquà risponde all’esigenza di creare servizi
a favore dei residenti del territorio costiero, divenendo un luogo di
incontro, di conoscenza e di scambio tra gli abitanti, sia tra coetanei
che tra le diverse fasce d’età. Il Centro si farà promotore di iniziative tese
a favorire la frequenza dei ragazzi e dei giovani residenti nel territorio di
Quartu, dando continuità al servizio portato avanti anche dagli altri due
Centri di aggregazione comunali che dal 2004 hanno cessato le attività
(Centro animazione ragazzi e Centro giovani ). Il Centro, inoltre,
nell’intento di porsi come Centro propulsore delle iniziative delle
Associazioni operanti nel territorio costiero, potrà ospitare mostre,
convegni e riunioni organizzati dalle Associazioni stesse.
Sostegno socio – culturale in favore di bambini e ragazzi in condizioni di
disagio. Il progetto, proposto dalla Parrocchia del S.Cuore (nella zona
storica del quartiere del Sacro Cuore sussiste una situazione
caratterizzata da difficoltà di integrazione sociale e culturale
accompagnate da una condizione economica svantaggiata),
scaturisce dall’esigenza di tentare di proporre risposte adeguate alle
110
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
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molteplici problematiche e sollecitazioni emergenti. La disoccupazione
e l’emarginazione sociale, generati per lo più da un livello di formazione
inadeguato rispetto alle esigenze del mercato del lavoro hanno, infatti,
condizionato lo sviluppo delle condizioni economiche, sociali e culturali
del quartiere in argomento.
settore sostegno socio-economico
Servizi inerenti le abitazioni. Il sostegno relativo all’“area abitativa”
erogato dal Comune prevede i seguenti servizi:
_Alloggi per famiglie senza tetto. Gestione di n. 36 alloggi di proprietà
comunale siti in Via della Musica.
_Sistemazione provvisoria in locanda di famiglie senza tetto.
_Contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione di
immobili.
Contributi economici alle famiglie. Le precarie condizioni economiche,
che arrivano fino alla totale mancanza di reddito, sono fra le cause
principali della difficoltà dei nuclei a far fronte alle esigenze primarie dei
loro componenti.
Risulta in tali occasioni necessario porre in essere interventi di natura
economica per tutelare l’unità e l’integrità della famiglia. Il Comune non
è in grado di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini e considerata
l’esiguità delle risorse economiche rispetto alle necessità espresse, sono
individuati i seguenti criteri di priorità:
_nuclei monogenitoriali;
_presenza di minori;
_gravi problemi a livello psico-fisico temporanei o permanenti;
_limitata capacità lavorativa;
_licenziamento;
_lunghe malattie;
_gravi problemi a livello psico-fisico temporanei o permanenti;
_difficoltà improvvise ed impreviste;
_altri eventi dannosi.
Nei suddetti casi viene erogato un contributo economico di tipo
continuativo, che consiste in un sussidio per un periodo di massimo 6
mesi. A completamento degli interventi di natura economica, il Comune
eroga anche contributi una tantum nei casi in cui sia utile un supporto
immediato finalizzato a far fronte ad un’improvvisa situazione di disagio
economico derivante da avvenimenti che mettono in crisi la capacità
di reddito ed il ménage familiare
Nell’area dei Servizi di sostegno, sono previste le seguenti tipologie di
servizio:
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δοττ. αντονελο χαρεδδα
Affidamento dell’Adulto, disposto nel caso di anziani, adulti (tra cui
anche gli inabilitati, gli interdetti giudiziali, i tossicodipendenti) che non
possano essere assistiti adeguatamente dalla famiglia di appartenenza.
Appoggio Adulti e Anziani in Famiglia, finalizzato a prevenire e
contrastare il disagio della solitudine, dell’emarginazione e
dell’abbandono di cittadini adulti e/o anziani e favorirne al contempo la
permanenza presso il proprio domicilio, integrandolo, quando
necessario, con il Servizio di Assistenza Domiciliare o con altri Servizio di
sostegno garantiti dal territorio. Il Servizio avviato stabilmente nel 1998,
continua a dare risposte positive.
Appoggio Adulti e Anziani in Struttura (in regime residenziale o semiresidenziale).
L.R. 27/83 – Concessione ed erogazione di provvidenze a favore di
talassemici, emofilici e emolinfopatici maligni.
L.R. 9/04 – Concessione ed erogazione di provvidenze a favore di
cittadini affetti da neoplasia maligna e che si sottopongono a
chemioterapia antitumorale.
L.R. 11/85 – Concessione ed erogazioni di provvidenze a favore dei
neuropatici.
LL.RR. 15/92 e 20/97 – Concessione ed erogazioni di provvidenze a
favore dei sofferenti mentali.
Prestazioni sociali agevolate: assegno di maternità L. 448/98.
Tessere CTM. L’Ente cura l’approvvigionamento e la distribuzione
dell’abbonamento
mensile
C.T.M.
a
favore
di
cittadini
ultracinquantacinquenni in condizioni economiche disagiate.
LL.RR. 15/92 e 20/97 – Provvidenze in favore degli infermi di mente e
minorati psichici (rette di ricovero).
Interventi in favore degli emigrati – L.R. 7/91.
Settore disabilità
Servizi di sostegno
(Progetto Obiettivo RAS) Servizio di Sostegno Domiciliare per Sofferenti
Mentali - Borse di formazione /avviamento al lavoro per persone con
disagio psichico. Idea progettuale centrata sulla sperimentazione
dell’inserimento lavorativo attraverso l’utilizzo di borse lavoro, anche
con la collaborazione del “CenSil Quartu”.
(Progetto Comunale) Assistenza Domiciliare Anziani. Il servizio intende
garantire la permanenza dei medesimi nel proprio ambiente familiare e
sociale, evitandone l’istituzionalizzazione, tutelando in questo modo
anche la sfera dei rapporti affettivi e relazionali; tutto ciò consentirà
inoltre di migliorare la qualità della vita dell’anziano. Il servizio è affidato
in gestione con contratto d’appalto ad una cooperativa.
(Progetto Comunale) Assistenza Domiciliare Portatori di Handicap (Unica
gestione con Assistenza Domiciliare Anziani). Il servizio, gestito in
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appalto, è rivolto a minori e adulti diversamente abili non autosufficienti
ed è finalizzato a supportare la famiglia nelle attività di cura e assistenza
del destinatario.
Servizi di aggregazione e di socializzazione
(Progetto Obiettivo RAS) Centro Diurno Socio – Educativo per portatori di
Handicap. Si intende avviare un servizio sperimentale di accoglienza
diurna e di intrattenimento per questa specifica tipologia d’utenti.
(Progetto Obiettivo RAS) Interventi Integrati a Favore di Disabili. Centro
Diurno per Disabili Intellettivi e Relazionali. Il progetto viene realizzato in
forma associata con i Comuni di Settimo S. Pietro, in qualità di Comune
capofila
dell’iniziativa,
Maracalagonis,
Monastir,
Monserrato,
Quartucciu, Serdiana, Serramanna, Soleminis, Selargius, Sinnai. Il servizio
è rivolto a giovani e adulti con disabilità di tipo intellettivo e relazionale
di grado medio – lieve e consiste nella frequenza di un centro diurno,
gestito dall’A.N.F.F.A.S., situato nel Comune di Settimo San Pietro. La
finalità che si intende perseguire con questa iniziativa è di favorire la
crescita personale attraverso la frequenza di attività laboratoriali
(falegnameria, cestineria, ceramica, giardinaggio, informatica) che
hanno l’obiettivo di potenziare le autonomie di base e sociali, le abilità
già possedute e svilupparne di nuove, aumentare competenze e
capacità lavorative, favorire comportamenti adeguati e socialmente
accettati.
(Progetto Obiettivo RAS) Interventi Integrati a Favore di Disabili Intellettivi
e Relazionali P.O. Techné. Il progetto viene realizzato in forma associata
con i Comuni di Settimo S. Pietro, in qualità di capofila, dell’iniziativa,
Maracalagonis,
Monastir,
Monserrato,
Quartucciu,
Serdiana,
Serramanna, Soleminis, Selargius, Sinnai. Il Servizio è rivolto a giovani e
adulti con disabilità di tipo intellettivo e relazionale di grado medio–lieve
che abbiano raggiunto un adeguato livello di autonomia e abilità. La
finalità è di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e
conseguentemente l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso un
percorso educativo mirato all’acquisizione di abilità sociali, capacità
relazionali e competenze professionali.
(Progetto Obiettivo RAS) Attività Equestre di Ippoterapia.
(Progetto Obiettivo RAS) Progetto “Servizio in Spiaggia”, un servizio di
supporto alla balneazione per disabili che si realizza nel periodo estivo. Il
servizio potrà essere realizzato attraverso apposite convenzioni con
gestori di strutture situate nel litorale di Quartu S.Elena.
(Iniziativa Comunale) Centro di Aggregazione per Disabili Fisici. Il
progetto è volto, pertanto, a creare opportunità di aggregazione,
educative e ricreative, in uno spazio privo di barriere architettoniche,
attraverso la realizzazione di attività laboratoriali e la promozione di
iniziative ed eventi di animazione che coinvolgono tutti i cittadini, in
collaborazione con le risorse del territorio.
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Iniziative per l’autonomia
(Progetto Obiettivo RAS) Telesoccorso. Il servizio consiste nel fornire, alle
persone in particolare situazioni socio-sanitarie, un apparecchio
collegato ad una rete telefonica in grado di avvisare in tempo reale, al
momento del bisogno, il personale preposto. Il servizio è rivolto a
persone non autosufficienti in situazione di solitudine.
Progetto Obiettivo Casa Autogestita per Uomini.
Progetto Obiettivo Casa Autogestita per Donne.
Piani personalizzati di sostegno a favore di persone con handicap grave.
L. 162/98. Si prevedono le seguenti tipologie di intervento:
_assistenza educativa;
_assistenza domiciliare e aiuto alla persona;
_accoglienza presso centri diurni;
_soggiorno, per un periodo massimo di 30 giorni, presso residenze
sanitarie assistenziali.
Settore anziani
Servizi per l’aggregazione sociale: centri anziani. I centri sociali
rappresentano il contesto di riferimento atto a garantire l’aggregazione,
la socializzazione, gli scambi culturali.
Iniziative collaterali ai centri e attività di socializzazione. Laboratori
Permanenti. I Laboratori permanenti comprendono molteplici attività in
cui confluiscono le abilità e le competenze che fanno parte del
patrimonio personale degli anziani, che conferisce loro il ruolo di
“maestri di vita “rispetto alle giovani generazioni.
Politiche in favore degli anziani – Carta della Solidarietà. Nell’intento di
prevenire il fenomeno di nuovi “poveri” in città, appare opportuno a
questa Amministrazione Comunale la progettazione di interventi in
favore delle persone anziane e disagiate, attraverso la fruizione di servizi
a prezzi speciali, e sconti in diversi esercizi commerciali cittadini.
La Casa del Pensionato per anziani è una struttura rivolta all'ospitalità
permanente di anziani in condizioni psicofisiche di autosufficienza, in
grado di fornire prestazioni di tipo residenziale ed assistenziale, di
animazione e di carattere infermieristico e di riabilitazione motoria e/o
respiratoria e/o neurologica di lieve-media entità in relazione a deficit
medio-lievi. Attualmente la struttura dispone di una potenzialità
assistenziale di 70 posti letto, di cui n° 3 riservati per i casi di emergenza.
La gestione del servizio di assistenza e vigilanza della Casa è affidata in
appalto a privati.
Settore volontariato
Istituzione del Registro Comunale del Volontariato. Al fine di valorizzare le
Associazioni e rafforzarne la loro funzione sociale, l’intendimento è di
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arrivare a proporre la costituzione di un Registro Comunale del
Volontariato,
quale
organismo
di
confronto/incontro
per
l’organizzazione delle attività da offrire alla cittadinanza, ma anche per
poter proporre attività di crescita, aggiornamento e formazione ai
volontari aderenti alle varie associazioni, e nel contempo disporre di un
interlocutore agevole e capace di poter contattare la realtà
associativa.
(Progetto Comunale) Interventi urgenti per contrastare le povertà
estreme art.28 L.328/2000. L’Amministrazione Comunale ha potenziato i
rapporti di collaborazione con le Associazioni di Volontariato operanti
nel territorio ed in particolar modo con il Consiglio Particolare della
Società S.Vincenzo de’ Paoli di Quartu Sant'Elena, al quale fanno capo
7 Conferenze Vincenziane che operano in tutto il territorio comunale e
di recente anche con l’Opera Speciale S.Lorenzo che offre il servizio
della mensa ai senza fissi dimora inclusi gli extracomunitari e i nuclei
familiari privi di alcuna fonte di reddito nei giorni di Sabato e Domenica
e nei giorni festivi. Questi accordi hanno permesso di esplicitare una
relazione d’aiuto, cioè un rapporto personale, diretto e permanente con
la persona esclusa (il più delle volte non conosciuta dal Servizio Sociale
Comunale), che si traduce in interventi di soccorso al bisogno
immediato, e di orientamento all’uso dei servizi e di mediazione con le
Istituzioni. Nel corso di quest’ultimo anno grazie a questa forma di
collaborazione le Conferenze Vincenziane hanno effettuato interventi
su circa 300 nuclei familiari per un totale di 1100 persone.
E’ intenzione dell’Amministrazione Comunale:
_potenziare ulteriormente le forme di collaborazione con le Associazioni
di Volontariato, al fine di arrivare in maniera diretta alla persona in stato
di povertà estrema;
_attivare una rete sociale di monitoraggio del fenomeno delle povertà
estreme composta dagli attori istituzionali e dagli attori del privato
sociale, coinvolgendo altresì gli altri attori del mondo del volontariato
locale.
Obiettivi:
_Incrementare il numero dei pasti offerti dalla Mensa del Viandante,
offerti finora il Sabato e la Domenica e in occasione di tutte le festività
infrasettimanali.
_Incrementare il numero dei giorni di fruizione della Mensa del
Viandante, garantendo nel caso un cestino viveri anche per la cena.
_incrementare la platea degli interventi verso le persone singole e le
famiglie indigenti (attualmente 300 tra famiglie e persone singole )
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garantendo loro: generi alimentari, vestiario e ulteriori interventi di varia
natura ( ad esempio, prodotti per l’igiene personale, etc.).
_Incrementare il numero dei pacchi alimentari, ovvero gli interventi per
ogni singola famiglia e/o persona singola (attualmente è prevista la
distribuzione di pacchi alimentari di prima necessità almeno una volta
alla settimana )
Settore progettualità
(Progetto Ministeriale) Progetto legge 285/97 “disposizioni per la
promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”. Enti
partecipanti all’Accordo di Programma: Comuni di Quartu S. Elena
(Capofila dell’ iniziativa), Dolianova, Donori, Serdiana, Soleminis,
Villasimius, Centro per la Giustizia Minorile, Ufficio Scolastico Regionale,
USL 8. Il progetto finanziato dalla RAS per il triennio 1997/99 è costituito
dalle seguenti iniziative:
_Tutela per le donne e i minori, misure per combattere la violenza
contro i minori; le donne e le gestanti in stato di tossicodipendenza e/o
alcoolismo;
_attività per bambini e adolescenti sei/undici anni;
_centro diurno educativo per preadolescenti;
(Progetto Ministeriale) PROGETTO U.R.A.N.I.A (Una Rete di Accoglienza
Nata per gli Immigrati donne e minori Abusati). Il progetto è costituito da
un centro che svolge attività di ascolto, informazione e orientamento
attraverso la mediazione linguistica interculturale.
(Progetto Comunitario) P.O.R. CenSIL QUARTU “Centro Servizi Inserimento
Lavorativo Quartu”. Si prevede la sperimentazione di un Centro di Servizi
Itineranti, per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nelle
strutture comunali. L’iniziativa è indirizzata a coloro che si trovano nelle
fasce di povertà più intensa, donne capo-famiglia disoccupate,
inoccupate,
immigrati,
disoccupati
di
lunga
durata,
ex
tossicodipendenti, detenuti ed ex detenuti ed in modo privilegiato i
disabili. Il Servizio si pone come intermediario tra le persone svantaggiate
disoccupate, inoccupate e le aziende operanti nel territorio per
facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
(Proposta Progetto Obiettivo RAS) “Azioni di Alfabetizzazione Informatica
per Soggetti Deboli”, tese a favorire l’ acquisizione di conoscenze
informatiche di base, ad agevolare l’accesso al mercato del lavoro, e al
contempo offrire maggiori opportunità di socializzazione e di
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integrazione sociale. L’iniziativa si rivolge alle fasce deboli di cittadini
con età avanzata per l’inserimento o reinserimento nel ciclo produttivo;
svantaggi socio-culturali; immigrazioni recenti; disabilità.
Progetto “SpazioAcca” Servizio Pedagogico sulle problematiche
dell’handicap (Protocollo d’Intesa Provincia di Cagliari, Comune di
Quartu Sant’Elena e Associazione “Società Sarda di Pedagogia”). Il
suddetto Servizio comprende diverse iniziative che si sostanziano in uno
Sportello che sarà rivolto, principalmente, alle famiglie in cui sono
presenti figli diversamente abili, nonché agli operatori della scuola e ad
altri operatori sociali.
immigrazione
Per superare i rischi che si verifichino situazioni di isolamento,
sfruttamento e violenza nel corso degli ultimi anni sono sorte diverse
associazioni, spesso di immigrati delle quali talune hanno sede nella
nostra città, che hanno avviato iniziative ed attività volte a facilitare
l’inserimento dei propri connazionali. Al contempo sono state emanate
alcune norme, che hanno consentito l’attivazione di Progetti innovativi
che, perseguendo l’ottica dell’accoglienza, attuano Servizi volti
all’integrazione all’abbattimento delle disuguaglianze e delle
discriminazioni.
In particolare le attività di mediazione linguistico – culturale risultano
essere quelle di maggiore rilevanza in questa specifica fase per
l’orientamento, l’informazione ed il supporto agli immigrati
L’Amministrazione Comunale di Quartu Sant’Elena, che aveva già
partecipato alle Progettualità del “Consiglio Territoriale per
l’Immigrazione Itinerante” attraverso l’iniziativa CIVIS, è presente anche
all’iniziativa FORCE per attuare con le altre Istituzioni, scambi
interculturali, multietnici, conoscenza delle culture d’origine anche sul
tema del dialogo interreligioso per il rafforzamento dell’integrazione
sociale delle persone immigrate.
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06.05_temi obiettivo ed attori di riferimento
Le linee programmatiche declinate dall’Amministrazione Comunale
evidenziano una visione strategica in cui il settore imprenditoriale (in
particolare i comparti delle produzioni “tradizionali” e del turismo) riveste
un ruolo di estrema importanza nel processo di sviluppo del territorio.
Il settore turistico, in particolare, si configura come valida alternativa
rispetto al potenziamento del settore industriale e lo fa secondo un
modello che investe sulla tutela e sulla valorizzazione delle specificità
naturalistiche, culturali e produttive del territorio.
In realtà, l’analisi fin qui condotta ha evidenziato una serie di tematiche
di respiro più ampio rispetto alle semplice dimensione economica e
turistica. In tal senso, nel quadro del processo di ascolto del territorio e di
coinvolgimento della popolazione residente e/o degli operatori
economici, appare utile approfondire tali tematiche, in modo da
sviluppare in maniera più articolata gli elementi di criticità, le cause che
vi si pongono all’origine ed i percorsi di sviluppo per il futuro.
A titolo esemplificativo si presentano di seguito alcune possibili
tematiche da sviluppare nelle prossime fasi del progetto.
_L’orientamento dell’Amministrazione al cittadino: comunicazione e
livello di servizio (da contattare: ass.consumatori, privati cittadini,
anci….).
_I “privati” per la realizzazione e la gestione dei servizi: la creazione di
società di scopo (da contattare: ass. categoria, università….).
_Il ruolo dell’Amministrazione al servizio delle imprese (da contattare:
imprese di riferimento, ass. categoria/sindacali, università….).
_Quale strategia e quali interventi per contrastare il fenomeno della
perdita dell’identità tradizionale della città.
_Nuove strategie per le politiche attive del lavoro (da contattare:
giovani cittadini, Centro per l’impiego, imprese di riferimento, sindacati,
università, enti formazione…).
_La difesa dei settori artigianale e agricolo, detentori degli “antichi
saperi” e del commercio quale elemento connettivo del tessuto sociale
(da contattare: imprese di riferimento, ass. categoria, enti
formazione…).
_Nuovi modelli di sviluppo per il comparto edile (da contattare: imprese
di riferimento, ass. categoria, enti formazione…).
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
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_Quale modello per lo sviluppo turistico del territorio e quali le scelte che
ne deriveranno (da contattare: imprese ricettive e di servizi al turista,
produttori, ass. categoria, enti formazione…).
_Come affrontare il problema della marginalizzazione del contesto
cittadino, causata dal prevalere dei flussi turistici lungo la costa.
_Quale ruolo per l’economia e le imprese del sociale.
Coerentemente con la citata normativa Nazionale (Legge 328/2000) e
Regionale (L. R. 23/2005 “Sistema integrato dei servizi alla persona”), il
Comune di Quartu Sant’Elena ha scelto di caratterizzare uno degli assi
principali della sua azione – quello delle “Politiche Sociali“ – con una
politica di protezione attiva e programmata rivolta, con il diretto
coinvolgimento e le responsabilità condivise di soggetti pubblici e
privati, alla generalità dei cittadini.
L’obiettivo è quello di superare la logica per cui l’intervento pubblico si
limita ad affrontare il disagio sociale in grado di manifestarsi (gli utenti
che riescono a raggiungere i servizi sociali) per passare alla gestione dei
fenomeni sociali affrontando, solo per fare un esempio, i problemi della
marginalizzazione (qualunque ne sia la causa), dell’aumento della
povertà, dell’abbandono, della trascuratezza e della solitudine in cui
spesso la famiglia è costretta a fronteggiare i propri disagi: dalla
gestione del malessere alla costruzione di strategie per migliorare la
qualità della vita.
A tal fine, oltre a strumenti gestionali moderni ed efficaci, servirà il
massimo del coordinamento fra tutti i servizi pubblici oggi esistenti: quelli
socio assistenziali, socio sanitari e quelli delle cosiddette politiche sociali
“allargate “ (politiche per la casa, il welfare decentrato, l’inclusione
sociale, ecc…) e soprattutto con tutto il terzo settore (associazioni di
volontariato, organismi di cooperazione sociale, organismi non lucrativi
di utilità sociale… In quest’ottica, appare necessario costituire
l’Osservatorio Comunale Permanente sul Disagio Sociale e,
contemporaneamente a tale costituzione, si procederà a predisporre
quanto necessario per il funzionamento del Tavolo Permanente di
Concertazione Sociale da attivare in sinergia con le OO.SS Conf.li Terr.li.
A titolo esemplificativo si presentano di seguito alcune possibili
tematiche da sviluppare nelle prossime fasi del progetto.
_La ricostruzione del tessuto sociale e delle reti di relazione
_Il ruolo dell’Amministrazione Comunale nelle politiche attive del lavoro.
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_Le aree del disagio: soggetti, cause e priorità.
_Quale partnership tra “pubblico” e “privato” nel progettare ed
implementare le politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie.
_Le “tre” città: portare a sistema il centro storico, il litorale ed i territori
“rurali”.
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06.06_focus sul turismo: domanda e offerta
06.06.01_inquadramento generale
È opinione diffusa e consolidata che il comparto turistico rappresenti
uno dei settori economici a maggiore capacità di crescita e comunque
– allo stato attuale – uno dei pochi che, a livello internazionale, registra
tassi di crescita positivi in un quadro economico generalmente
sfavorevole.
Il turismo, dunque, come possibile volano per un nuovo modello di
sviluppo economico e sociale. Del resto, sono numerosi gli esempi a
livello internazionale in cui è stato possibile sfruttare il vantaggio
competitivo nella produzione di servizi turistici per intraprendere sentieri
di crescita e di sviluppo duraturi, in grado di rafforzare nel tempo la
capacità di generazione di nuovo reddito e di qualificare il turismo
come settore trainante per l’intero sistema economico.
Alcune ricerche hanno dimostrato che piccoli Paesi, per lo più isole
dotate di patrimoni ambientali di pregio, hanno registrato tassi di
crescita del Pil (prodotto interno lordo) più elevati rispetto a quelli
riscontrati nei Paesi industrializzati.
Al giorno d’oggi, pertanto, pochi mettono in dubbio il fatto che il turismo
rappresenti una seria opportunità di crescita dai cui effetti moltiplicativi
possono trarre beneficio anche i settori “tradizionali” quali l’agroalimentare, l’artigianato ed il commercio. Una preziosa risorsa in grado
di offrire considerevoli possibilità di creare occupazione, diversificare la
struttura produttiva, salvaguardare le specificità culturali, tutelare e
valorizzare l’ambiente.
In questa prospettiva, però, non mancano le aree di rischio,
specialmente per contesti come quello della regione Sardegna – ed in
particolare per territori come il Comune di Quartu Sant’Elena – in cui
l’offerta turistica poggia prevalentemente sulle risorse ambientali ed
identitarie e nei quali le presenze risultano concentrate in periodi
dell'anno specifici e ristretti. In mancanza di un’adeguata
programmazione delle strategie e degli interventi – a livello settoriale ed
intersettoriale – un reiterato uso distorto del territorio potrebbe
compromettere seriamente l’equilibrio e l’integrità di tali risorse,
incidendo negativamente sull’effettiva appetibilità turistica delle stesse,
oltre che sul tessuto socio-culturale delle comunità locali.
In quest’ottica, dovendo affrontare la sfida lanciata dalle prospettive di
crescita, a livello locale è necessario valutare la dimensione dei
problemi sociali ed ambientali che si manifesteranno nel territorio nei
prossimi decenni, per procedere all’adozione di politiche gestionali in
grado di ottimizzare il corso evolutivo in chiave turistica della
destinazione. In altre parole, ci si deve porre il medesimo interrogativo
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che anima il dibattito anche a livello regionale, ovvero ci si deve
chiedere quale sia il modello di sviluppo turistico che sia preferibile
perseguire. In tal senso – ed in estrema sintesi – emergono due principali
direttrici strategiche:
_da una parte quella che punta verso il turismo dei grandi numeri e
prezzi bassi, concentrato in pochi mesi l’anno e caratterizzato da alti
indici di consumo delle risorse ambientali;
_dall’altra, un modello di turismo in cui il concetto di qualità viene
interpretato in termini di rispetto dell’ambiente, che prevede
infrastrutture attente alle esigenze del territorio e flussi turistici costanti,
basati non solo sulle spiagge, ma sulla scoperta dell’insieme delle altre
ricchezze che il territorio è in grado di offrire.
Nel primo modello, la crescita è trainata dall’espansione dell’offerta – e
conseguentemente della domanda – piuttosto che dal continuo
apprezzamento nel tempo della stessa per effetto di elevati standard di
qualità. L’incremento del numero dei turisti, però, incide negativamente
sulla qualità dell’offerta e riduce la disponibilità a pagare da parte dei
turisti stessi. In altri termini, nel modello di crescita basata sull’espansione
continua della quantità, l’iniziale fase del successo economico è
tipicamente seguita da una fase di declino, dovuta alla perdita di
valore e di capacità d’attrazione della destinazione che
accompagnano lo sfruttamento eccessivo della risorsa e conducono al
calo delle presenze turistiche.
Il secondo modello parte dall’assunto secondo cui la condizione
necessaria affinché il turismo rappresenti un reale fattore di crescita
economica è il mantenimento di un’elevata qualità ambientale. Lo
sviluppo sostenibile del turismo si fonda su di una strategia che – tramite
il cosiddetto “effetto prezzi relativi ” – mira a garantire la redditività di
una località turistica in una prospettiva di lungo periodo, con obiettivi di
compatibilità ecologica, socio-culturale ed economica. È evidente che
il controllo ed il rispetto della capacità di carico ambientale non implica
necessariamente la riduzione dei flussi turistici, ma può significare
semplicemente una diversa razionalità nella gestione degli stessi.
La natura multidimensionale del fenomeno, insieme alla dimensione
locale di molti problemi socio-economico-ambientali, sottolineano, di
fatto, la relatività del concetto di sostenibilità turistica sul piano
operativo e la sua conseguente complessità applicativa.
L’approccio finora adottato dall’Amministrazione Comunale di Quartu
Sant’Elena orienta, in maniera netta, la strategia di sviluppo verso il
secondo modello di economia turistica, quello che investe sulla tutela e
la valorizzazione delle specificità naturalistiche, culturali e produttive,
cioè di tutte quelle risorse non trasferibili e tipiche del sistema territoriale.
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La fruibilità delle risorse ambientali e culturali presenti nel territorio viene
considerata come un tema ad elevato potenziale turistico,
complementare rispetto alla tradizionale offerta “sole e mare”. È la
medesima scelta strategica assunta dall’Amministrazione Regionale,
che si rende esplicita nel Piano Turistico Regionale contenuto nel POR
2000/2006, quando afferma che “nel patrimonio di risorse naturali e
culturali nonché nelle competenze risiede il vantaggio competitivo della
Regione Sardegna”.
Il ragionamento di fondo è questo: il prodotto turistico regionale è
basato principalmente sull’unicità delle risorse naturali di cui si dispone. Si
tratta di risorse scarse e difficilmente rinnovabili, il cui valore d’uso – oltre
un certo livello di consumo – tende a diminuire per effetto del
deterioramento della qualità. In questa prospettiva, pertanto, il modello
del turismo di massa, con i fenomeni di sovraffollamento e
congestionamento che inevitabilmente porta con sé, risulta
indesiderabile sia nel breve sia nel lungo periodo.
Nel modello “sostenibile”, basato sulle risorse naturali e sull’integrazione
con le attività produttive tradizionali, il turismo si configura come un
“bene di lusso”, il cui prezzo cresce nel tempo man mano che la risorsa
ambientale diventa sempre più scarsa e sempre meno sostituibile.
In quest’ottica, l’incremento degli arrivi e delle presenze turistiche non
sarebbe l’unica leva a disposizione degli operatori per sviluppare il
proprio profitto nel tempo. Inoltre, il fatto di riuscire a mettere a sistema
l’insieme dei servizi al turista con le risorse ambientali e culturali del
territorio, consentirebbe di raggiungere una maggiore integrazione del
settore turistico con il resto dell’economia, attivando e sostenendo
l’auspicato effetto moltiplicativo della spesa turistica. Sarebbe in tal
modo possibile incrementare il peso del turismo in termini di valore
aggiunto, fino a raggiungere il livello espresso da altre regioni.
Attualmente, in Sardegna, l’incidenza del valore aggiunto attivato dalla
spesa turistica è stimata attorno al 7% del totale del valore aggiunto
regionale (fonte CRENOS): una quota che può crescere se guardiamo
ai risultati di altre regioni in cui si registrano quote superiori al 12%.
06.06.02_l’offerta turistica
Per quanto concerne l’industria turistica del Comune di Quartu, gli ultimi
due decenni hanno fatto segnare trend di crescita e performance
qualitative di sicuro interesse. In tal senso, è certamente significativo il
fatto il Presidente dell’Associazione provinciale albergatori, in una
recente intervista, abbia sottolineato il fatto che “Quartu nel 1980 aveva
un solo albergo, con appena 60 posti letto (n.d.r. attualmente i posti
letto sono oltre 2.300), … negli ultimi dieci anni si è passati da 60 mila a
167 mila presenze”.
123
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A supporto della dinamica di sviluppo turistico del territorio e delle
aziende che in esso operano, l’Amministrazione Comunale sostiene da
più di tre anni l’operato del Centro Informazioni Turistiche, un prezioso
punto di riferimento per i turisti – italiani e stranieri – e per gli stessi
cittadini quartesi che desiderino ricevere informazioni circa i servizi
d’ospitalità, ristorazione, trasporto ed intrattenimento, nonché in merito
ai principali momenti e poli d’attrazione culturale ed ambientale della
Sardegna ed in particolare del Comune di Quartu S.E.
Nell’ottica del sostegno ad un modello di turismo integrato che, oltre
all’incremento del numero di arrivi e presenze turistiche, valorizzi anche
la cultura, le tradizioni ed i prodotti tipici del territorio, il Centro
Informazioni Turistiche ha dato ampio spazio alla promozione
dell’artigianato artistico ed agroalimentare locale.
Sulla base delle rilevazioni condotte dall’ISTAT ed aggiornate al 2003 la
capacità ricettiva del Comune di Quartu S.E. era pari a circa l’1,5%
rispetto alla capacità ricettiva regionale ed al 6,1% su base provinciale.
Ad oggi il Comune di Quartu Sant’Elena conta su un patrimonio ricettivo
costituito da circa 55 esercizi per oltre 2.460 posti letto.
La composizione dell’offerta ricettiva vede la netta prevalenza delle
strutture alberghiere rispetto agli esercizi complementari (campeggi,
affittacamere, bed & breakfast..).
Tipologia d'esercizio
ricettivo
Hotel
Campeggi
Case e appartamenti
vacanze
Affittacamere
Bed & Breakfast
Totale
Fonte: Comune di Quartu S.E.
Numero
Posti letto
14
1
1.822
400
2
1
37
55
84
24
133
2.463
Le tipologie di esercizi ricettivi
1%
3%
Hotel
5%
Campeggi
16%
Case e appartamenti
vacanze
Affittacamere
75%
Bed & Breakfast
124
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E.
Fino al 2005 è mancata del tutto l’offerta di agriturismo, mentre a livello
regionale la ricettività agrituristica si conferma come realtà oramai
pienamente radicata con oltre 350 aziende che offrono una ricettività di
quasi 4.500 posti letto.
Si registra comunque la recente crescita della formula del Bed &
Breakfast, anche sulla scia della nascita di una specifica associazione di
categoria. In Sardegna i Bed & Breakfast sono oltre 550 per un totale di
circa 2.750 posti letto, con un incremento superiore al 35% della
capacità rispetto alla stagione precedente (oltre 700 posti letto).
Quasi il 90% dei posti letto è localizzato lungo la costa, mentre appare
estremamente ridotta l’offerta ricettiva cittadina e nelle zone “interne”.
RICETTIVITA' ALBERGHIERA/EXTRALBERGHIERA
Ubicazione
Posti letto
Quota
Litorale
2.171
88,1%
Interno
20
0,8%
Città
272
11,0%
Totale
2.463
100,0%
Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E.
La localizzazione dell'offerta ricettiva
11,0%
0,8%
Litorale
Interno
Città
88,1%
All’interno delle strutture alberghiere, oltre l’85% dei posti letto è
localizzato lungo la costa. L’offerta alberghiera all’interno della città si
riduce quasi esclusivamente al BestWestern, mentre quella nelle zone
“interne” fa capo all’hotel/ristorante S’Uliariu.
Tra le strutture alberghiere, prevale l’offerta di categoria c.d. “superiore”
(4 stelle) e “media” (3 stelle), che assicura il 95% della capacità ricettiva
alberghiera del territorio: il dato appare in linea con il valore registrato su
scala regionale.
125
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Ricettività alberghiera: la composizione dell'offerta
2,3%
2,6%
4 Stelle
3 Stelle
41,5%
2 Stelle
53,6%
1 Stella
Elaborazioni interne su dati forniti dal Comune di Quartu S.E.
La dimensione media delle strutture alberghiere quartesi, in termini di
numero di stanze, è nettamente superiore rispetto alla media nazionale:
57 contro 29 (dato al 1999).
In particolare, il Sighientu (228 stanze) ed il Quattro Torri (129 stanze)
presentano dimensioni significativamente superiori rispetto alla media
nazionale per gli hotel a 4 stelle (71 stanze). Il Califfo con le sue 79 stanze
è in linea rispetto al dato medio nazionale.
Tra gli alberghi a tre stelle, il Setar (152 stanze), il BestWestern (83 stanze)
e la Dipendenza del Califfo (51 stanze), si collocano sopra la media
nazionale (36 stanze), mentre il Monastero (10 stanze), Su Meriagu (8
stanze) e S’Uliariu (10 stanze) fanno registrare dimensioni sensibilmente
inferiori.
Lo scenario del comparto ristorazione del territorio del Comune di
Quartu S.E. mostra una certa varietà sotto il profilo della tipologia e della
qualità dell’offerta. Non emergono, però, punte di particolare e
riconosciuta eccellenza.
Si registra la presenza di numerosi ristoranti e pizzerie, che nei loro menù
presentano un’offerta più o meno ampia delle portate della tradizione
regionale.
Il 50% delle strutture è situato lungo la costa e solo il 2,6% nelle zone
“interne”.
Ristoranti e pizzerie: la localizzazione
dell'offerta
47,4%
50,0%
Litorale
Interno
Città
Lo scenario del2,6%
comparto turistico all’interno del territorio del Comune di
Quartu S.E. è completato da una serie di realtà imprenditoriali tra le
quali ricordiamo:
126
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_una decina di Agenzie Viaggi, alcune delle quali offrono anche servizi
di incoming;
_una trentina di Agenzie Immobiliari, che rivestono un ruolo centrale
nell’economia del turismo delle “seconde case”;
_il Porto Turistico di Marina di Capitana, capace di ospitare circa 450
imbarcazioni e di offrire tutta una serie di servizi in banchina, tra cui:
carburante, acqua, luce, carenaggio, guardiania, gru 60 T, bar e
ristorante.
_l’Associazione sportiva Capitana Yacht Club operante nel Porto
Turistico di Marina di Capitana;
_un’area sosta per i camper, attrezzata presso Centro Caravan
Sardegna, S.S. 554;
_un centro velico che offre servizi di scuola vela ed alcune piccole
realtà imprenditoriali/associative che offrono servizi di charter nautico,
diving e guida ai percorsi in mountain bike e noleggio attrezzature da
spiaggia e da mare;
_numerosi locali per l’intrattenimento notturno, tra cui discoteche,
discobar, gelaterie…;
Infine, è in via di realizzazione un impianto golfistico a 9 buche,
ampliabile a 18, con annesso club house, ristorante e sala meeting.
06.06.03La domanda turistica
La Sardegna rappresenta, da sempre, la leader storica nell'immaginario
collettivo degli italiani in materia di vacanze ed ha occupato per diversi
anni il primo posto nelle classifiche di gradimento. Un successo che è
frutto delle dinamiche evolutive sul lato della domanda, ma anche della
capacità della nostra offerta di migliorare gli standard qualitativi dei
propri servizi. Peraltro, il limitato potere di attrazione nei confronti del
turismo internazionale e la forte concentrazione della domanda nella
stagione estiva rappresentano ancora limiti seri per l’ulteriore sviluppo di
questo settore.
Secondo i dati dell’XI Rapporto Crenos, la spesa turistica regionale
rappresenta il 2,9% di quella nazionale ed il settore turistico contribuisce
al valore aggiunto isolano per una quota pari al 7%.
127
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Nell’ultimo decennio, salvo rare eccezioni, il settore turistico ha
conosciuto stagioni di sensibile crescita, rappresentando – per certi
aspetti –la marcia in più dell’economia sarda.
Il trend di sviluppo, però, ha evidenziato un certo rallentamento
nell’ultimo biennio rispetto a quanto fatto negli anni precedenti. Nel
corso del 2003, infatti, il comparto ricettivo sardo – pur registrando
l’incremento degli arrivi e delle presenze (1,91 milioni di turisti ed oltre
10,38 milioni di presenze, dati ISTAT) – ha fatto segnare tassi di variazione
pari rispettivamente al 2,5% e 2,6% rispetto al 2002. A tale andamento si
associa un dato sulla permanenza media sostanzialmente stabile intorno
a 5,4 notti e decisamente superiore sia al dato nazionale del 2003 (4,2
notti) che a quello delle regioni del Mezzogiorno per il 2002 (4,4 notti).
Per quanto concerne il territorio del Comune di Quartu Sant’Elena, nel
corso del 2003, gli arrivi sono stati circa 49 mila (+9% sul 2002), mentre le
presenze sono state oltre 167 mila (+5,8% sul 2002).
La permanenza media nelle strutture ricettive quartesi è stata pari a 3,4
giorni, in leggero calo rispetto al 2002 (3,5 gg), ma in crescita rispetto a
quanto registrato nel 2001 (3 gg).
Arrivi
38.754
50.000
48.792
44.743
40.000
30.000
Arrivi
20.000
Elaborazione
interna su dati EPT
10.000
-
2001
180.000
160.000
140.000
120.000
100.000
80.000
60.000
40.000
20.000
-
Presenze
2002
157.968
2003
167.110
117.902
Presenze
2001
2002
2003
Elaborazione interna su dati EPT
Sotto il profilo della “produttività” delle strutture ricettive, il territorio di
Quartu Sant’Elena, nonostante la crescita delle presenze degli ultimi
anni, appare lontano da livelli di soddisfacente efficienza. Il tasso
d’occupazione media delle strutture alberghiere è stato pari al 25,07%
nel 2003, in calo rispetto al dato dell’anno precedente.
128
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Il riempimento delle strutture alberghiere di Quartu S.E.
27,61%
28,00%
27,00%
25,07%
26,00%
25,00%
24,22%
Occupazione percentuale
media
24,00%
23,00%
22,00%
2001
2002
2003
Elaborazione interna su dati EPT
I dati disponibili in via provvisoria per la stagione sarda 2004 indicano
una leggera flessione sia in termini di arrivi che di presenze turistiche. I
dati provvisori forniti dagli Enti Provinciali per il Turismo e dalle Aziende
Autonome di Soggiorno e Turismo parlano di circa 1,5 milioni di turisti e
circa 8,5 milioni di presenze, nel periodo che va da gennaio ad agosto:
ciò significherebbe un calo rispettivamente pari a -1,6% e -4,3%.
La diminuzione delle presenze su scala regionale è imputabile sia al calo
della componente nazionale (-4,5%) sia al ridimensionamento della
domanda internazionale (-4,1%).
Il calo delle presenze è pressoché generalizzato sull’intero territorio
regionale: il record negativo spetta alla Provincia di Cagliari (-10,8%),
anche in termini di arrivi (-3,0%). Si conferma il primato della Provincia di
Sassari che, con una variazione negativa del 2%, opera da parziale
elemento di freno delle perdite complessivamente registrate e rafforza
la propria leadership di settore passando dal 52% al 54% dei
pernottamenti registrati nel periodo di riferimento.
Simili performance negative vengono confermate dall’analisi strutturale
dei flussi: sia il comparto alberghiero che quello complementare
subiscono importanti perdite quantificabili rispettivamente in –3,8% e 5,3% delle presenze, evidenti soprattutto nel caso della Provincia di
Cagliari (rispettivamente pari a -6,8% e -21,4% dei pernottamenti). Si
tratta di un trend che per le strutture extralberghiere presenta delle
eccezioni apprezzabili esclusivamente nel caso della Provincia di
Oristano (+6,2% delle presenze), che in parte vanno a compensare le
perdite registrate nel comparto alberghiero (-9,2%).
In Sardegna il mercato turistico italiano riveste un ruolo d’assoluta
centralità, assicurando circa il 73% delle presenze complessive. A livello
nazionale il peso della componente italiana della domanda è del 59,5%.
L’analisi dei bacini geografici di provenienza mostra come – a livello
regionale – sia in atto una tendenziale concentrazione dei flussi stranieri
su un ristretto numero di mercati; il 91% degli arrivi ed il 94% delle
129
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
presenze provengono dal mercato europeo, fenomeno che non trova
riscontro in ambito nazionale e del Mezzogiorno.
Nel caso di Quartu Sant’Elena, la domanda turistica nel 2003 vede
un’incidenza ancora più elevata, rispetto al dato regionale, della
componente italiana (78,8%), anche grazie al forte calo delle presenze
degli stranieri (-29,6%). In realtà, la componente straniera della
domanda turistica, nel periodo di tempo compreso tra il 2002 ed il 2003,
fa comunque segnare un tasso di crescita delle presenze pari al 79,8%.
Nel caso di Quartu S.E., gli stranieri sono i turisti che soggiornano di
meno: solo 3 giorni (gli italiani 3,5 giorni).
130
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Presenze
Italiani
Stranieri
Totali
2001
98.198
19.704
117.902
2002
107.625
50.343
157.968
2003
131.686
35.424
167.110
Ripartizione percentuale delle presenze:
italiani e stranieri
100,0%
16,7%
Elaborazione interna su dati EPT ed ISTAT.80,0%
31,9%
21,2%
60,0%
40,0%
83,3%
Stranieri
68,1%
78,8%
Italiani
20,0%
0,0%
2001
2002
2003
La crescita indiscriminata dei flussi turistici nasconde alcuni pericoli e non
può essere considerata come l’unico indicatore di successo, anche
perché risente dell’incompletezza nella misurazione (il turismo sommerso
nelle seconde case è stimato da un minimo del 60% ad un massimo del
70% delle presenze totali) e di fluttuazioni stagionali dovute a fattori
esogeni che possono essere consistenti.
La spesa media del turista che sceglie la Sardegna come meta di
vacanza è inferiore alla media nazionale ed a quella registrata in alcune
regioni turisticamente evolute. In termini di spesa procapite giornaliera,
nel 2002 si registra un’apprezzabile performance rispetto alle stagioni
precedenti, ma contemporaneamente un dato inferiore a quello medio
nazionale (57 euro rispetto a 65 euro) e sensibilmente distante dal valore
registratosi in Veneto (78 euro) nel 2001, da considerarsi come
destinazione benchmark.
Il mercato straniero mostra elevate potenzialità in riferimento alle
strutture con 4 e 5 stelle del comparto alberghiero, con un differenziale
di circa 30 euro rispetto ai turisti italiani. Un elemento che trova
conferma solamente nel caso delle seconde case (seppure con uno
scarto più contenuto) e che acquista maggiore rilevanza se si considera
che, in tutti gli altri casi di ricettività classificata, il turista straniero spende
costantemente meno di quello nazionale.
Sul fronte delle voci di spesa si rileva, poi, come “vitto” e “alloggio”
finiscano per assorbire una quota delle risorse complessivamente
destinate alla vacanza che varia dall’83% delle strutture alberghiere di
massima categoria, al 69% delle seconde case.
La quota di spesa restante (compresa in un intervallo del 20-30%) viene
perlopiù destinata ai servizi di trasporto pubblici e privati in percentuali
che in media si aggirano intorno al 9% del budget complessivo, con una
maggiore propensione verso una vacanza di tipo stanziale nel caso
delle unità alberghiere a 4 e 5 stelle (7%) alla quale presumibilmente si
associano contemporaneamente la prossimità alle risorse primarie
(motivo principale di vacanza) e l’accesso ad una serie di attrattive già
comprese nel pacchetto di soggiorno. A conferma di ciò, seguono
131
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
percentuali di spesa per attività di tipo ricreativo (escursioni, visite di
musei e mostre, sport etc.) le quali risultano maggiori nell’ambito delle
seconde case (8%) e delle unità alberghiere a 3 stelle e di tipo
residenziale (7%).
La quota di budget destinata allo shopping da parte dei turisti che
soggiornano nelle strutture alberghiere di massima categoria è pari al 5%
ed è inferiore solamente alla percentuale riferita ai turisti delle seconde
case che spendono il 7% del proprio budget.
Il 2003 conferma l’estrema concentrazione dei flussi turistici nei mesi di
punta - anche se attenuata dal crescente peso assunto dai mesi di
spalla - rispetto al movimento nazionale, in entrambi i casi a scapito dei
periodi di bassa stagione, ancora modestamente significativi.
La concentrazione temporale dei flussi determina una situazione di
sottoutilizzo delle potenzialità produttive del sistema turistico. La
prevalenza del “modello sole e mare”, in altre parole, ci fa stare molto al
di sotto della frontiera delle possibilità produttive, data l’attuale
dotazione di capitale, determinando una perdita d’efficienza.
L’analisi dei dati ISTAT 2003 evidenzia che, a livello regionale, l’86,2%
delle presenze degli italiani negli esercizi ricettivi si concentra tra giugno
e settembre, mentre per quelle degli stranieri nel medesimo periodo la
concentrazione è del 74,7%. Il dato complessivo parla di una
concentrazione delle presenze tra giugno e settembre pari all’83,1%.
Nel caso della provincia di Cagliari, sempre su dati ISTAT riferiti al periodo
giugno/settembre 2003, le presenze degli italiani negli esercizi ricettivi
incidono meno che su scala regionale (81,8%), così come inferiore alla
media regionale è la concentrazione delle presenze straniere nel
medesimo periodo (69,7%). Il dato complessivo parla di una
concentrazione delle presenze tra giugno e settembre pari al 79,4%.
Per quanto concerne la stagionalità della domanda turistica a Quartu, i
dati forniti dall’EPT evidenziano dei risultati completamente differenti
rispetto allo scenario regionale e provinciale: le presenze tra giugno e
settembre inciderebbero complessivamente per il 63% (62,4% nel caso
degli italiani e 65,3% nel caso degli stranieri).
La ripartizione mensile delle presenze turistiche nel Comune di Quartu
S.E.: confronto 2002/2003
Andamento mensile delle presenze
35.000
30.000
25.000
20.000
2002
15.000
2003
10.000
5.000
-
Gennaio
Marzo
Maggio
Luglio
Settembre
Novembre
Elaborazione interna su dati EPT
132
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Il dato non appare completamente credibile e risente, con tutta
probabilità, del fatto che alcuni esercizi alberghieri cedono le stanze
lungo l’intero arco dell’anno a persone residenti.
Conclusioni
Nella prospettiva della crescita futura, con riferimento al territorio di
Quartu S.E., a fronte di una domanda stagionalizzata, di un’offerta
ricettiva concentrata lungo la fascia costiera e di una scarsa
integrazione del settore turistico con il tessuto produttivo locale,
riteniamo che le principali linee d’intervento sul comparto turistico
debbano essere prioritariamente orientate verso:
_la massimizzazione degli effetti d’impatto sull’intero sistema economico
locale, attraverso la messa a valore di un prodotto turistico “identitario”;
_l’allungamento della stagione turistica ed il riequilibrio dei flussi in termini
geografici e temporali, mediante la diversificazione delle proposte di
vacanza ed anche grazie all’integrazione funzionale tra aree costiere,
centro storico e zone interne.
Nell’immediato, l’approccio al turismo integrato e sostenibile che
l’Amministrazione Comunale intende perseguire richiede:
_un ruolo attivo da parte di tutti i soggetti, pubblici e privati, come
promotori del modello di sviluppo turistico territoriale;
_un elevato livello d’integrazione tra tutte le componenti dell’offerta, per
la messa a sistema dell’insieme di risorse del territorio e dei servizi al
turista, secondo una logica ispirata ai paradigmi dello sviluppo
sostenibile, in modo da poter gestire in maniera ottimale i processi di coproduzione di una variegata pluralità di soggetti economici che
caratterizzano il comparto turistico ed imprenditoriale locale;
_un processo innovativo nell’offerta turistica locale, che consenta di
ampliare la gamma dei prodotti a disposizione della clientela, per
cogliere le nuove tendenze di mercato e soddisfarne al meglio le
aspettative. Un’offerta incentrata sulla valorizzazione innovativa delle
risorse ambientali e culturali, rivolta prevalentemente ad un incremento
dei flussi nei periodi di bassa stagione;
_il sostegno all’innovazione di processo ed organizzativa all’interno delle
imprese turistiche, facilitando l'accesso agli strumenti di gestione e
certificazione ambientale.
133
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
Nel medio-lungo periodo, gli obiettivi strategici verso cui
l’Amministrazione Comunale potrebbe orientarsi vengono individuati
nella riqualificazione ed integrazione del sistema ricettivo, attraverso
l’adeguamento delle strutture esistenti e l’incremento della capacità
soprattutto nelle zone interne e nell’area urbana, ad esempio attraverso
il recupero a fini turistici dell’edilizia esistente.
06.07_analisi SWOT, sistema economico
PUNTI DI FORZA
_Produzione di vini pregiati Doc quali la malvasia, il moscato, il nasco ed
il girò
_Produzione del pane, prodotto artigianalmente nelle antiche forme del
coccoi e del modizzosu.
_Preparazione artigianale dei dolci a base di pasta di mandorle,
zucchero, uova e limone (amarettus, pastissus, gueffus, candelaus,
piricchitus, pistoccus, ossus de mortu, su gattou), oppure con la sapa (su
pani e sapa, is pabassinas).
_Artigianato artistico. Ad esempio il lavoro orafo, soprattutto per quel
che riguarda la produzione di preziosissimi gioielli in filigrana tra cui spille,
ciondoli, amuleti e rosari. Si segnalano anche le ceramiche artistiche ed
i meravigliosi cesti di varie misure e fogge realizzati a mano.
_Coerenza della vision dell’Amministrazione Comunale con quella
regionale sull’importanza del concetto di turismo integrato.
_Il sistema ricettivo locale si colloca nella fascia di qualità medio-alta,
con una dimensione media delle strutture alberghiere (in termini di
numero di stanze) nettamente superiore rispetto alla media nazionale
(57 contro 29).
_Le grandi strutture ricettive, pur essendo localizzate prevalentemente
lungo la costa, possono avvantaggiarsi della prossimità delle bellezze
ambientali delle zone interne (Parco dei Sette Fratelli) e della zona
umida (Molentargius).
_Il Centro Informazioni Turistiche è un prezioso punto di riferimento per i
turisti ed uno spazio importante per la promozione dell’artigianato
134
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
artistico ed agroalimentare locale, oltre che delle strutture di servizi al
turismo.
_Il Porto Turistico di Marina di Capitana può ospitare circa 450
imbarcazioni ed offre tutta una serie di servizi in banchina, tra cui:
carburante, acqua, luce, carenaggio, guardiania, gru, bar e ristorante.
PUNTI DI DEBOLEZZA
_Quartu soffre ancora della sindrome da città-dormitorio”. Gli “indigeni”
sono circa ventimila, mentre gli altri cinquantamila abitanti arrivano da
Cagliari, dove continuano a lavorare. Ciò implica:
_significativi riflessi negativi sull’immagine della città;
_il progressivo deficit identitario della popolazione residente;
_considerevoli flussi migratori quotidiani e conseguenti elementi di
criticità sulle strade di collegamento con il capoluogo.
_Quartu è al 10° posto in Sardegna per l’incidenza del numero di
laureati sul totale della popolazione (7,2%), preceduta tra le altre città
da Cagliari (al primo posto con il 15,7%), Sassari (11,4%), Oristano (10,5%),
Nuoro (10,2%) e Selargius (8,5%).
_Si lamenta l’assenza di aziende big players. Da un’analisi condotta
dall’Osservatorio Industriale della Sardegna sulle imprese industriali sarde
con i maggiori livelli di fatturato nel 2001, risulta che le prime tre aziende
quartesi occupano rispettivamente la 46° (Sept Italia SpA), la 192°
(Ve.Ma Srl) e la 231° (I.S.O.F. Srl) posizione nella specifica graduatoria
regionale.
_Molti degli artigiani non hanno un laboratorio proprio: usano i ferri del
mestiere a casa, per hobby o per arrotondare. In tale situazione emerge
il fenomeno del “sommerso”.
_Il territorio di Quartu S.E. si colloca al 16° posto della graduatoria
regionale per numero di aziende agricole. La superficie totale media
delle stesse è di 4,7 ha, contro una media regionale pari a 15,1 ha. Se si
considera la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), Quartu S.E. scende al
126° posto della graduatoria regionale, con una dimensione media per
azienda di 3,2 ha, contro una media regionale di 9,1 ha per azienda.
135
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_Non è stato ancora portato a sistema il “prodotto turistico” Quartu
Sant’Elena: si ragiona ancora in termini singole strutture e/o singoli poli
d’attrazione piuttosto che di “rete”, “circuito” o sistema turistico.
_Si registra lo sbilanciamento dell’offerta sulla componente “sole e
mare”: ciò rappresenta un serio ostacolo alle possibilità d’integrazione
tra l’offerta turistica e le attività tradizionali dell’artigianato artistico e
dell’agroalimentare, limitando fortemente il potenziale effetto
moltiplicativo del comparto turistico sul resto dell’economia locale.
_Bassa notorietà del territorio sullo scenario nazionale ed internazionale.
Nel cosiddetto modello del ciclo di vita del prodotto turistico, il territorio
di Quartu S.E. attraversa ancora la fase di introduzione.
_Nel comparto ristorazione del territorio del Comune di Quartu S.E. non
emergono punte di particolare e riconosciuta eccellenza.
_Esiste solo un’area sosta per i camper, attrezzata presso il Centro
Caravan Sardegna, S.S. 554.
_Scarsa visibilità di alcune piccole realtà imprenditoriali/associative che
offrono servizi di charter velico, diving e guida ai percorsi in mountain
bike.
136
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
MINACCE
_Perdita dell’identità tradizionale della città a causa della crescita della
popolazione per lo sviluppo dei flussi migratori, degli insediamenti urbani
e del fenomeno di terziarizzazione del sistema imprenditoriale.
_In confronto alle principali città dell’isola, a Quartu si registra la più
elevata incidenza delle imprese appartenenti alla fascia di quelle che
occupano tra uno e due addetti: 78,4% (superiore anche rispetto alla
media regionale). Prevalgono nettamente le microimprese, quelle che
impiegano meno di 10 addetti, con un’incidenza del 96,8% sul totale. Il
rischio è di non riuscire a stare al passo con gli altri sistemi economici sul
fronte degli investimenti in ricerca, servizio al cliente, promozione.
_Flessione del comparto artigiano: l’incidenza delle imprese artigiane è
passata dal 32% nel 1991 al 29% nel 2001. Attualmente le imprese
artigiane rappresentano il 27% delle aziende iscritte alla Camera di
Commercio. Il rischio di uno scarso coordinamento tra lo sviluppo più
propriamente turistico e la presenza delle attività tradizionali può
condurre in una “trappola” pericolosa. Il successo del settore turistico
sottrae risorse (capitali, terra, lavoro) alle attività tradizionali: la riduzione
delle attività tradizionali può modificare in peggio la qualità del
prodotto turistico come percepita dai consumatori (si pensi al possibile
peggioramento del paesaggio e dell’offerta complessiva dovuto
all’abbandono delle campagne e/o delle attività artigianali). Se questo
succede, il prezzo di vendita dei servizi turistici si abbassa e la
performance economica diventa sub-ottimale.
_La composizione dell’offerta ricettiva vede la netta prevalenza delle
strutture alberghiere rispetto agli esercizi complementari. Tra le strutture
alberghiere, prevale l’offerta di categoria c.d. “superiore” (4 stelle) e
“media” (3 stelle), che assicura il 95% della capacità ricettiva
alberghiera del territorio. Il rischio è di non riuscire a diversificare
sufficientemente gli sbocchi di mercato in termini di target della
clientela, risultando poco appetibili per i turisti non interessati ad una
vacanza “a 5 stelle”.
_L’offerta ricettiva in città e nelle zone “interne” è estremamente ridotta:
l’88% dei posti letto è localizzato lungo la costa. Si rischia di limitare la
fruizione turistica della città, marginalizzando le attività imprenditoriali
“tradizionali”.
_La stagionalità della domanda turistica (il 60% delle presenze si
concentra tra giugno e settembre) porta con sé il rischio di esternalità
137
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
negative in termini di congestionamento delle strutture e dei luoghi di
fruizione turistica, concentrazione dell’inquinamento…
_Il fenomeno del turismo nelle seconde case oltre a causare problemi
per la gestione dei flussi di vacanzieri sottrae risorse all’amministrazione
comunale e, pertanto, incide negativamente sulla redditività del
comparto. L’Assessore De Pau ha recentemente dichiarato che oltre ai
dieci milioni di presenze ufficiali, la Sardegna ne registra altri trenta
milioni sommersi, ospiti delle seconde case.
_Si prospettano forti tagli ed una maggiore selettività da parte della
Regione nell’erogazione dei finanziamenti per le manifestazioni
tradizionali ed agli eventi.
OPPORTUNITA’
_La lettura del contesto evidenzia la presenza di un forte spirito
identitario tra gli indigeni e le tracce di un’antica cultura e tradizione
agro-pastorale.
_I trend di crescita degli ultimi anni evidenziano le grandi potenzialità di
sviluppo urbanistico, sociale ed economico della città di Quartu, che da
tranquillo borgo rurale si è trasformato in moderna città costiera in cui
convivono - ad un tempo - realtà urbana e rustica.
_In prospettiva futura, l’assegnazione dei lotti artigianali a Sa Serrixedda
può favorire il consolidamento delle aziende artigiane locali e lo
sviluppo qualitativo dell’offerta.
_Percorrere la strada del turismo integrato potrebbe implicare la
revisione del Puc, in modo da ottimizzare la gestione del territorio e dare
nuova linfa al comparto edilizio.
_Esiste un progetto per la valorizzazione delle produzioni dei pani tipici
Coccoi e Moddizzosu, attraverso la creazione di un marchio di tutela.
L’obiettivo finale è l’ottenimento del marchio IGP. È già stata costituita
un’Associazione dei produttori ed è stato predisposto il disciplinare.
_Il possesso del 45% delle quote all’interno del Consorzio di gestione del
parco di Molentargius, assicura al Comune di Quartu la possibilità di
incidere in maniera rilevante sulle strategie di sviluppo e gestione del
Consorzio stesso.
_Esistono risorse e criticità comuni a più territori: affrontarle attraverso un
percorso di concertazione, ragionando in ottica di “area vasta”,
138
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
consentirebbe di giungere più agevolmente a decisioni strategiche più
efficienti in quanto condivise ed integrate
_Il saper fare degli artigiani locali appartenenti al comparto edile
potrebbe essere utilmente sfruttato per avviare interventi di recupero e
valorizzazione del centro storico.
_Favorire l’integrazione dei movimenti turistici con le attività produttive
tradizionali.
_Il turismo è oggi uno dei pochi settori di attività economica che a livello
internazionale registra tassi di crescita positivi in un quadro economico
generalmente sfavorevole. Il turismo, dunque, come seria opportunità di
crescita, attraverso politiche di sviluppo alternative al potenziamento
del settore industriale. Negli ultimi decenni gli stati che hanno puntato sul
turismo (si tratta spesso, non a caso, di isole) hanno ottenuto tassi di
crescita del reddito pro-capite alti, più alti di quelli ottenuti per esempio
dai paesi ricchi dell’OCSE.
_Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo le destinazioni turistiche
non tradizionali sono destinate a crescere del 20% nei prossimi 20 anni.
Crescono i segmenti di vacanze non più legati ai fattori tradizionali
come sole, mare, montagna, ma interessati alle caratteristiche culturali
dei territori prese nel loro insieme: cultura, società, natura,
enogastronomia.
_L’effetto moltiplicativo determinato dalle iniezioni di spesa proveniente
dai non residenti, può innescare circoli virtuosi di crescita anche in settori
che non sono direttamente influenzati dal fenomeno turistico ma che
operano a monte della domanda finale e forniscono beni e servizi alle
imprese che sono a diretto contatto con il turista. In linea di massima,
maggiore sarà l’integrazione fra settori produttivi, maggiori saranno i
benefici per il territorio e per la sua popolazione.
_Orientarsi verso un modello di turismo integrato che, oltre
all’incremento del numero di arrivi e presenze turistiche, valorizzi anche
la cultura, le tradizioni ed i prodotti tipici del territorio, impone di definire
una strategia commerciale orientata verso un tipo di turista che desideri
e possa permettersi di spendere parte del proprio budget per
consumare i prodotti tradizionali del territorio.
_Ottimizzare il trend di crescita della dimensione turistica del territorio,
riequilibrando la struttura dell’offerta ricettiva e puntando sul
consolidamento della relazione tra le strutture della costa, la città e le
zone interne.
139
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_La recente crescita della formula del Bed & Breakfast, anche sulla scia
della nascita di una specifica associazione di categoria, può rivelarsi
molto utile in chiave di diversificazione dell’offerta ricettiva.
_La realizzazione dell’impianto golfistico ed il conseguente inserimento
all’interno dei circuiti esistenti può rappresentare un interessante
esperimento d’innovazione ed ampliamento della gamma d’offerta.
_Esistono numerosi locali per l’intrattenimento notturno (discoteche,
discobar, gelaterie).
_L’aeroporto di Cagliari fa registrare dei risultati positivi. La gestione è
stata affidata alla Sogaer per 40 anni: ciò consente di pianificare nuovi
investimenti per il miglioramento della struttura e dell’offerta. L’obiettivo
è di arrivare a quattro milioni di passeggeri l'anno entro il 2015 (oggi i
passeggeri sono 2,3 milioni). Attualmente sono in corso trattative ben
avviate con importanti vettori aerei, per dar vita a 4-5 collegamenti
giornalieri con 4-5 città europee. I collegamenti attuali sono con Londra,
Madrid e Barcellona. In futuro si pensa a collegamenti con il centro
Europa.
_La compagnia aerea EasyJet assicura il collegamento quotidiano tra
l’aeroporto di Cagliari-Elmas e Londra.
_Aiuti economici per gli aeroporti “minori”: Cagliari è fra questi.
06.08_analisi SWOT, sistema sociale
PUNTI DI FORZA
Presenza di diversi servizi/strumenti di supporto ad anziani, minori e
portatori di handicap, già attivi da diversi anni ed in grado di operare
con efficacia contro le diverse aree di disagio.
I seguenti “comparti” dell’Associazionismo:
_Culturale
_Sportivo
_Volontariato religioso e laico
PUNTI DI DEBOLEZZA
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θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_Mercato del lavoro carente sul lato della domanda (imprese di
piccole dimensioni e fenomeni di economia sommersa), con
conseguente elevato tasso di disoccupazione.
_Ampie arie di esclusione causate dalla decomposizione del tessuto
sociale che portano a:
_elevati tassi di disoccupazione giovanile e femminile;
_elevata dispersione scolastica;
_fenomeni rilevanti di tossicodipendenze.
_Carenze nei servizi all’infanzia.
MINACCE
_Le figure professionali e le figure amministrative a disposizione del
Settore Politiche Sociali appaiono al momento insufficienti a ricoprire
tutte le funzioni e ad espletare tutte le pratiche amministrative e socioassistenziali attribuite all’Ente.
_Possibili elementi di criticità legati all’elevata densità di immigrati
residenti (forte incremento nella presenza di donne e bambini).
_Disagio socio-economico in aumento.
_Costante aumento delle donne capo-famiglia prive di qualificazione,
con elementi di disagio che si collocano nell’ambito delle nuove
povertà.
L’imminente uscita della Sardegna dall’Obiettivo 1, che implicherà
una forte riduzione dei trasferimenti derivanti dai fondi strutturali,
“obbliga” ad accelerare in tempi molto brevi lo sviluppo dell’efficienza
nelle politiche sociali.
OPPORTUNITA’
_La presenza di un Centro Provinciale per
progressivamente porterà la sua attività a regime.
l’Impiego,
che
_Alcune “aree” dell’Associazionismo che possono contribuire a
risolvere gli elementi di criticità precedentemente elencati, tra cui:
_Associazioni di immigrati
_Associazioni di categoria imprenditoriali
_Patronati
141
θυαδρο σοχιο_εχονομιχο
δοττ. αντονελο χαρεδδα
_Gestione integrata di un più ampio numero di servizi con i centri
urbani dell’“area vasta”.
142
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
07_settore trasporti
07.01_programma elettorale per il settore trasporti
Di seguito si riporta quanto contenuto nel programma elettorale riferito
al settore viabilità e trasporti. L’Amministrazione si pone come obiettivo
la ristrutturazione della viabilità, anche attraverso la realizzazione di un
sistema di parcheggi, dei nuovi viali urbani previsti dal Puc, con riguardo
alle nuove bretelle viarie (via Marconi – viale della Musica, via Giotto- via
Lussemburgo, via Cecoslovacchia- v. Dalla Chiesa).
L’utilizzo della bicicletta sarà oggetto di uno specifico piano della
ciclabilità, che deve prevedere la realizzazione di accessibilità ciclabile
a tutte le zone della città. Questo creerà un vantaggio competitivo per
la mobilità ciclabile legato ad azioni di supporto all’utilizzo della bici
(piano di comunicazione, incentivazione ai condomini, accordi col
CTM). L’utilizzo della bicicletta deve costruirsi secondo un sistema di
incentivo che si sviluppi a rete in tutta l’area orientale della
conurbazione metropolitana, in sinergia con la Provincia e le altre città.
Le priorità sui trasporti indicate dalla Regione non prevedono l’ipotesi
della metropolitana leggera per Quartu. Si ritiene sia un errore tanto
insistere su un progetto di metropolitana interrata (di dubbi benefici e
indubbi costi), quanto rinunciare a priori ad un progetto di connessione
ferrata che rilanci il trasporto pubblico nell’area metropolitana orientale.
Il sistema di connessioni viarie e ferrate è nettamente carente su questa
area, che è la più densamente popolata e che patisce oltre misura il
fenomeno del pendolarismo con Cagliari. La realizzazione della
metropolitana leggera è anche lo strumento indispensabile per dare
solidità ai servizi di dimensione sovracomunale da ubicare in particolare
sul fronte della S.S. 554: solo l’efficienza dei servizi di trasporto può
permettere infatti il riequilibrio dei servizi di scala metropolitana sul
territorio, eccessivamente sbilanciati sul capoluogo.
La realizzazione dell’asse stradale di Serra Perdosa metterà in
connessione le diverse lottizzazioni e costituirà una valida alternativa alla
litoranea per Villasimius. Il litorale, che ad oggi conta 15 mila abitanti, e
le zone rurali limitrofe alla città, anno necessità di ritrovare il
collegamento diretto con il centro urbano.
Questo sarà possibile, oltre che con gli interventi sopra descritti, con il
rafforzamento dei mezzi di trasporto e con la dislocazione di appositi
servizi comunali in loco. Per le zone al di fuori della cerchia della città
compatta verranno studiati dei meccanismi particolari di attenzione e
responsabilizzazione istituzionale. Bisognerà mettere in moto tutti gli
strumenti che permettano di ricucire in senso comunitario la città
compatta e il suo litorale.
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σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
07.02_sintesi del Piano Urbano del Traffico
Nel novembre 1994 è stato completato il PUT del comune di Quartu
Sant’Elena, nel presente piano venivano indicate:
_l’organizzazione della viabilità e della pedonalità
breve e medio periodo
lungo periodo
_la rete delle piste ciclabili
_il trasporto collettivo urbano
Esaminando più in dettaglio gli interventi previsti
07.02.01_organizzazione della viabilità e della pedonalità (breve e
medio periodo)
La rete pedonale
Interdizione al traffico veicolare privato di numerose vie del centro
riservando la sede stradale a piste ciclabili, corsie preferenziali per mezzi
pubblici e traffico pedonale. Gli interventi previsti si dividono in due
gruppi:
I gruppo: aree chiuse al traffico con accesso precluso ai residenti 24 ore
su 24;
II gruppo: aree chiuse al traffico con accesso regolamentato per i
residenti;
Viabilità
Creazione di nuove aree pedonali e ciclabili trasformano la rete viaria
con l’obiettivo di consentire spostamenti rapidi tra le zone attraverso
percorsi a senso unico.
Obiettivo primario garantire un rapido collegamento tra la zona nord e
la zona sud utilizzando viale Colombo e via della Musica.
Seconda fase riguarda gli interventi sulla viabilità del centro storico per
garantire una rapida accessibilità verso il centro dalle periferie.
Terza fase riguarda la realizzazione della prima tratta di circonvallazione
tra via Giotto e Is Pontis Paris.
Nuova strada di collegamento, parallela alla S.S. 554 con origine in viale
Marconi (lato est) nel tratto tra via Giotto e la S.S. 554 e costeggiano il
velodromo comunale arriva fino a via Monsignor Angioni.
Nuovo tratto tra via Pitz’e Serra (incrocio via Portogallo) fino a
ricongiungersi con via Fiume.
144
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
Questi due nuovi tratti integrati con via Lussemburgo e via Portogallo
costituiscono una nuova strada urbana di collegamento nord-sud.
145
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
Parcheggi
Novità introdotta dal PUT sono i parcheggi di scambio, localizzati in
funzione della miglior interconnessione tra traffico privato, pubblico, piste
ciclabili e percorsi pedonali.
Le aree individuate sono 9 e la scelta della loro localizzazione è stata
guidata dalla possibile linea di metropolitana leggera, seguendo criteri
differenti in base al tipo di funzione prevista.
1
2
3
4
5
6
7
8
Ubicazione dell’area del parcheggio di Funzione
scambio
area ex fornaci Mascia – via Brigata Sassari
Raccoglie il traffico
veicolare privato in
transito verso il centro
storico e lo ripartisce
su piste ciclabili, bus
urbani
e
percorsi
pedonali.
area incrocio tra via Turati e via della Musica Per i residenti della
zona tra via della
Musica
e
viale
Colombo
area lato destro via Turati fronte via Per i residenti della
Boccherini e via Scarlatti
zona tra via della
Musica
e
viale
Colombo
area lato destro viale Marconi fronte viale Raccoglie il traffico
Cimitero
veicolare privato in
transito verso il centro
storico e lo ripartisce
su piste ciclabili e bus
urbani.
area lato sinistro viale Colombo, angolo via Raccoglie il traffico
S’Arrulloni
veicolare privato in
transito verso il centro
storico e lo ripartisce
su piste ciclabili e bus
urbani.
area lato destro via San Benedetto, angolo Stagionale
per
il
via Madrid
litorale
area lato destro via San Benedetto, angolo Stagionale
per
il
via Fiume
litorale
area lato sud via Pitz’e Serra fronte via Domanda
di
via
Irlanda
Danimarca
per
146
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
sostituire interventi di
traffic calming
9 area lato via Fiume con S.S. 554 (rotonda Accoglie la domanda
Margine Rosso)
di sosta dalle attività
lungo la S.S. 554 e dal
litorale
07.02.02_organizzazione della viabilità e della pedonalità (lungo
periodo)
Strada Parco nel settore Nord-Ovest, tracciato a cavallo del canale che
delimita la città a nord-ovest, questa strada parte da via della Musica e
via Turati e arriva fino a Quartucciu;
_Circonvallazione nord parte da viale Marconi segue parallelamente la
via Giotto per immettersi nella nuova circonvallazione (su Idanu).
_Chiusura totale del centro storico con risistemazione della viabilità
limitrofa (sensi di marcia).
_Allargamento della sezione di via Fiume, con inserimento di pista
ciclabile.
_Polo intermodale in corrispondenza dell’intersezione tra la S.S. 554 e via
Pitz’e Serra.
_Area di sosta compresa tra la nuova strada-parco e via Turati.
07.02.03_la rete delle piste ciclabili
Il PUT prevede la realizzazione di una rete di piste ciclabili che copra il
territorio con una maglia rada, che si infittisce nella zona del centro
storico.
07.02.04_trasporto collettivo urbano
La rete di trasporto collettivo dovrà essere concepita nella logica d’area
metropolitana per gli evidenti effetti che esse deve produrre per
un’utenza con O/D non circoscritte al territorio delle singole
amministrazioni comunali. Tuttavia il servizio attuale può essere migliorato
in attesa di un progetto organico d’area.
Secondo quanto già riportato nel primo report sul piano strategico, tra le
principali tematiche di interesse sovracomunale risulta prioritaria per la
programmazione strategica la viabilità e il sistema dei trasporti, in
particolare vengono evidenziati come prioritari:
147
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
_la realizzazione della metropolitana leggera che costituirà lo strumento
indispensabile per dare solidità ai servizi di dimensione sovracomunale
(da ubicare in particolare sul fronte della s.s. 554),
_la realizzazione dell’asse stradale di Serra Perdosa che metterà in
connessione le diverse lottizzazioni in alternativa alla litoranea per
Villasimius e consentirà alle zone rurali limitrofe alla città di ritrovare il
collegamento diretto con il centro urbano.
148
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
Inoltre tra i vari progetti presentati dal comune vi sono:
07.03_"Qua.R.T.U. - Qualità e Riqualificazione del Territorio Urbano”,
Prevede la riqualificazione di un’estesa area urbana, denominata “Is
Arenas”, entro la quale definire una serie di interventi infrastrutturali, per
costruire la porta di accesso al Parco di Molentargius, offrendo servizi
pregiati e complementari alla fruizione naturalistica senza gravare le
zone tutelate di un nuovo carico antropico derivato dall’impatto di
nuove strutture.
Nella elaborazione di tale progetto , che nei suoi obiettivi generali e
specifici è del tutto coerente con le direttrici e gli obiettivi prioritari posti
alla base della costruzione del piano Strategico, si è proceduto alla
verifica del Sistema di relazioni con Piani, Programmi e progetti di livello
comunale, provinciale e regionale, realizzando una coerente
collocazione strategica del progetto rispetto al quadro generale di
riferimento.
07.04_progetti integrati
Nell’ambito dei Progetti integrati viene proposto un Piano della mobilità
ciclabile
Quartu Sant’Elena è una città che per sua conformazione è altamente
adatta alla mobilità ciclabile: dimensioni dell’agglomerato urbano,
distanze, clima, scarsità di dislivelli altimetrici etc.
La mobilità ciclabile a Quartu Sant’Elena in questi anni si è molto
sviluppata raggiungendo la quota del 3% della mobilità globale,
nonostante la carenza di infrastrutture.
Questo sviluppo è avvenuto da una parte per la accresciuta attenzione
verso l’ambiente e per uno stile di vita più salubre, ma anche e forse
soprattutto per motivi di praticità ed economicità del mezzo bicicletta
negli spostamenti brevi e di media distanza. Di fronte alla paralisi del
traffico, all’impossibilità della sosta e alla scarsa efficienza dei trasporti
pubblici si è reagito con misure di classico e italicissimo fai-da-te,
scegliendo anche la bicicletta.
Con il crescente uso della bici è cresciuta la necessità di tutte quelle
infrastrutture (piste, parcheggi, segnaletica, etc.) necessarie alla
sicurezza stradale di questa utenza.
Le attuali infrastrutture della mobilità ciclabile vedono gravi carenze per
_estensione e diffusione
149
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
_continuità e razionalità
_sicurezza, legalità e protezione
Un ampliamento della mobilità ciclabile urbana fino al 10% o 15%
(anche se lontano da valori europei intorno al 20-30% e oltre) è realistico
ma può essere raggiunto solo con interventi strutturali da una parte e di
promozione e sensibilizzazione dall’altra.
In sostanza al cittadino deve essere permesso (e trasmessa la
percezione) che può uscire di casa in bici e arrivare dove vuole senza
gravi rischi e senza complesse pianificazioni di itinerari o lunghi
aggiramenti.
Questo si raggiunge essenzialmente con le seguenti misure strutturali:
_diffusione della rete ciclabile urbana e sue maglie sufficientemente
strette
_separazione dal traffico motorizzato, protezione e precedenza
_continuità della rete (progettuale, costruttiva, segnaletica etc.)
_possibilità di sosta adeguate
Un ampliamento della mobilità ciclabile ha successo soprattutto se si
incentivano in modo differenziato e realistico certi tipi di spostamenti e
certi gruppi di cittadini. Al contrario di quanto si potrebbe pensare non si
tratta di una differenziazione prevalentemente per livello sociale:
l’utente attuale della bici e quello potenziale attraversa tutte le fasce di
reddito ed essa non è comunque un mezzo per soli poveri, anche se
molto economico. Alcuni tipi di spostamento sono più facilmente
incrementabili di altri – per es.:
_gli spostamenti
scuola/università
quotidiani
e
regolari
casa-lavoro
e
casa-
_il raggio delle medie distanze (entro 15-20 minuti in bici)
_gli acquisti e le commissioni all’interno del quartiere
_chi lavora e/o abita all’interno della cerchia dei viali e/o all’esterno in
prossimità di essa
_chi lavora in città, ma proviene dalla periferia urbana ed extra-urbana
(entro 15 Km), ma sceglie la bici per la sua flessibilità
150
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
_chi lavora e abita nell’area urbana quartese, ma in quartieri lontani fra
loro, ma sceglierebbe la bici per la sua flessibilità e rapidità di
spostamento, in alternativa alla paralisi del traffico e alla lentezza dei
mezzi pubblici.
_studenti universitari (anche per motivi di disponibilità economiche)
_pendolari su ferrovia e trasporti extraurbani stradali (treno+bici,
bus+bici)
_genitori con bimbi piccoli che fanno spostamenti nel quartiere
_cittadini che dispongono di tempo libero (chi lavora in casa, pensionati
e anziani ancora attivi, casalinghe, …)
Data la difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie ci pare
necessario definire alcune priorità nella realizzazione di infrastrutture per
la mobilità ciclabile. Esse potrebbero essere:
_realizzazione di un anello della ciclabilità
_collegare l’anello dei Viali a raggiera con i quartieri circostanti
_attraversamento della città sulla direttrice principale del Viale Colombo
_prevalenza alla mobilità urbana rispetto al cicloturismo e al tempo
libero
_usare gli argini dei canali di guardia e delle vasche salanti (in Parte),
per collegare trasversalmente, in sicurezza e velocemente aree distanti
fra loro
_collegamenti ciclabili con scuole primarie e materne
_attraversamenti ciclabili protetti dei ponti
07.05_progettazione della rete ciclabile
La mobilità ciclabile non può essere fatta solo di piste ciclabili, ancorché
di diverse tipologie. Sia per motivi economici e di realizzabilità, sia per
uscire da una mobilità tutta incentrata e progettata solo sul traffico
automobilistico privato (un uomo – una macchina) le soluzioni da
151
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
approntare sono varie e diverse, anche se la rete di piste ciclabili è e
rimane la spina dorsale di questo cambiamento. 1) Grandi direttrici
2) Reticoli locali e di quartiere
3) Zone ciclabili a moderazione del traffico
4) Raccordi e incanalamenti verso la rete ciclabile
Tipologie:
_pista in sede propria (sempre per direttrici ad alta intensità di traffico)
_tratti promiscui ciclopedonali (es. per collegare tratti e segmenti di rete)
_corsia su carreggiata (solo in casi rari in cui non c’è alternativa, ma
sempre e ben riconoscibili: occhi gatto, piolini, cordolini ...)
_zone a moderazione di traffico (es. 30 Km/h, dossi, chicane, aiuole,
restringimenti e altri dissuasori/ rallentatori)
_collegamenti stradali consigliati ai ciclisti (es. per connettere tratti e
segmenti di rete)
_"ciclo-adduttori" (piccoli rami che immettono sulla rete ciclabile, anche
di pochi metri, con attraversamento ciclabile”)
Lo strumento primario, ma non l’unico, per la sosta delle bici sono le
rastrelliere, sia in luoghi pubblici che in spazi privati. A questo vanno però
affiancate facilitazioni e possibilità di sosta specialmente breve in tutti gli
spazi e contesti che il senso comune suggerisce. Vanno dunque rimosse
(con opportune deroghe) tutte quelle regolamentazioni che
assurdamente rendono il semplice lasciare una bici in strada più difficile
e rischioso o impossibile rispetto ad altri veicoli.
Per quanto riguarda la sosta bici “regolata”, su rastrelliere, emergono i
seguenti punti:
_quantità sufficienti di rastrelliere rispetto all’utenza reale
_dislocazione sufficientemente diffusa e nei punti di afflusso
_modelli di rastrelliere “antifurto” che consentano il blocco del telaio
Ulteriori raccomandazioni:
_Rastrelliere a protezione da soste selvagge di incroci/passaggi
pedonali/ ciclabili (ai lati delle zebre)
152
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
_Orientamento rastrelliere con lato chiuso verso carreggiata o trasversali
alla marcia (protezione da soste selvagge)
_Rastrelliere dietro pensiline CTM
_Rastrelliere dietro cassonetti ove discosti dal marciapiede
Per quanto riguarda invece la sosta bici “non regolata” sono necessari
alcuni interventi possibili tramite delibere comunali come per es.:
_deroghe alla sosta sui marciapiedi (con delibera comunale, similmente
alle zone pedonali a libero accesso bici) indicando certe limitazioni – es.
spazio pedoni non minore di 1 metro e non intralcio a disabili) – tali
possibili deroghe sono previste dal Codice della Strada
153
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
07.06_area territoriale interessata
L’intervento prevede la realizzazione di infrastrutture per la mobilità
ciclabile nell’intero territorio del Comune di Quartu Sant’Elena. L’intento
primario è quello di creare un anello di ciclabilità che costeggia il
confine comunale e collegare l’anello con i quartieri circostanti
attraverso dei viali a raggiera. Verrà realizzata inoltre una direttrice
principale che attraverserà la città rendendo viale Colombo un senso
unico di marcia verso il viale Marconi. Verrà inoltre realizzato all’interno
del Parco di Molentargius un “green way” ovvero un percorso ciclabile
in territorio agro-naturale integrato con la rete ciclabile urbana, formato
in parte dagli argini dei canali di guardia e delle vasche salanti, per
collegare trasversalmente, in sicurezza e velocemente aree distanti fra
loro. Si prevede inoltre la realizzazione di un sistema di nodi strutturati per
la distribuzione ed il ricovero delle bici in prossimità dei punti di
interscambio, quale quello previsto nella scheda Centro Servizi Is
Arenas”, ed i maggiori poli di interesse storico-architettonico-ambientalepaesaggistico, nei quali l’utente potrà trovare materiale divulgativoinformativo sull’area in oggetto con l’individuazione del percorso e dei
possibili collegamenti con itinerari cittadini e intercomunali.
154
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
07.07_bacino di utenza potenziale dell’opera pubblica
La mobilità ciclabile a Quartu Sant’Elena in questi anni si è molto
sviluppata raggiungendo la quota del 3% della mobilità globale,
nonostante la carenza di infrastrutture. Con il progetto in questione si
vuole raggiungere un ampliamento della mobilità ciclabile urbana fino
al 10% o 15% (anche se lontano da valori europei intorno al 20-30% e
oltre) attraverso interventi strutturali da una parte e di promozione e
sensibilizzazione dall’altra. Il bacino di utenza potenziale è rappresentato
dunque da tutte le fasce di reddito.
07.07.01_integrazione e coerenza dell’Intervento all’Interno del Progetto
Proposto
Gli investimenti in mobilità ciclabile hanno il rapporto costi/benefici di
gran lunga più vantaggioso fra tutti quelli esistenti. Essi hanno inoltre il
vantaggio di un ritorno in termini di utilità a tempi assai brevi,
diversamente per es. dai grandi lavori (tramvie o altri) che danno risultati
a distanze di oltre un decennio. In molti casi poi per le strutture della
ciclabilità si tratta di costi modestissimi in assoluto.
Proprio in un momento che vede
_gravi problemi di inquinamento e di salute per i cittadini
_croniche difficoltà nella mobilità quotidiana
diventa essenziale dare impulso alla mobilità ciclabile, non solo per il suo
carattere di sostenibilità e civiltà, ma anche per l’effetto di
alleggerimento immediato delle criticità esistenti.
Inoltre il Piano triennale delle Opere Pubbliche per il 2004-2006 prevede
una serie di interventi di seguito vengono riportati quelli relativi alla
viabilità e ai trasporti:
_Via Fiume: Adeguamento e riqualificazione nell’ambito del recupero e
risanamento ambientale della Pineta del Poetto (Accordo di
programma PIA)
_Recupero e risanamento ambientale della pineta del Poetto recupero
e riqualificazione del sistema viario del Poetto - rifacimento viale
Colombo
_Recupero e risanamento ambientale della pineta del Poetto Completamento rotatoria Margine Rosso
155
σεττορε τρασπορτι
ινγ. εμανυελα χεχερε
_Strade urbane ed extraurbane – Interventi di manutenzione
straordinaria – Finanziamento con fondi comunali su proventi da OO.UU.
_Recupero e riqualificazione del sistema stradale
Finanziamento mediante ricorso al mercato finanziario
_Sistema della ciclabilità
urbano
–
_Parcheggi di scambio Is Arenas
_Parco dell'educazione stradale Is Arenas
_Viabilità Fornaci Picci - Via Bizet - Via della Musica
07.08_argomenti da sottoporre ai focus group
Argomenti da sottoporre ai Focus Possibili gruppi da coinvolgere
Group
Ciclabilità
Associazioni ciclisti, eventuali
altri potenziali utenti,
Chiusura al traffico del centro storico Commercianti, rappresentanti
residenti
Propensione all’utilizzo del mezzo Terza età, studenti, pendolari,
pubblico: carenze o punti di forza utenti del litorale Poetto
dell’attuale sistema
Sosta
Residenti, commercianti, utenti
mezzo pubblico, utenti del
litorale Poetto
156
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
08_il settore urbanistico
08.01_lo strumento urbanistico vigente
Il Piano Urbanistico Comunale di Quartu S. Elena è stato adottato in via
definitiva con delibera del C.C. in data 01.02.2000 ed è entrato in
vigore il 28.02.2000 con la sua pubblicazione sul BURAS.
08.02_i parametri dimensionali del piano
Il PUC è finalizzato alla valorizzazione, razionalizzazione e recupero delle
principali risorse territoriali comunali ed in particolare rappresentate da:
_60 ha di fascia costiera per lo più urbanizzata ed occupata da
“preesistenti agglomerati” ancora classificati “turistici” dal PUC, di cui,
circa 450 ha sono classificati come nuove Zone agricole del Piano;
_200 ha circa nell'area del Margine Rosso classificati come nuovi
“Sobborghi-Giardino”, in quanto definitivamente destinati alla residenza
primaria (l’85% delle abitazioni è stabilmente occupato come prima
casa) e alla urbanizzazione delle Lottizzazioni e dei Piani di Risanamento
Urbanistico;
_100 ha tra Flumini-Serra Perdosa e Separassiu, caratterizzati da
imponenti fenomeni di abusivismo, destinati a costituire un polo
(“nucleo di Flumini”) attrezzato con servizi locali e generali, parco
urbano, area attrezzata per piccola industria agrocompatibile, con
circa 150 mila metri cubi residenziali che si sommano ai circa 100 mila
esistenti “sanati”;
_100 ha, nella fascia di Su Paris oltre la SS. 554, zona anch'essa
compromessa dall'abusivismo selvaggio, ma di grande valenza
strategica per il futuro della città. Un terzo di tale superficie è destinata
al “Parco urbano delle cave”, un altro terzo a Sobborgo-Giardino per
risanare i nuclei ex abusivi e riqualificare il pendio della collina, la
restante superficie infine per le nuove attrezzature metropolitane della
“Quartu del terzo millennio”, concentrate intorno al nuovo Polo
Fieristico.
Il piano prevede l'intervento piuttosto qualificante di riduzione nella
fascia precedentemente occupata dalle Zone “F” delle precedenti
157
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
previsioni di edificazione di circa 1,05 milioni di metri cubi, portando le
volumetrie assentibili dai 4,8 milioni di metri cubi “turistici” programmati
dallo “Studio di Disciplina” del 1989 a 2,5 milioni di metri cubi cui vanno
sommati i circa 1,25 milioni di metri cubi dei Sobborghi-Giardino del
Margine Rosso e Lumini.
Il piano è dimensionato per consentire un incremento della
popolazione variabile tra 8 e 10 mila unità. Gli spazi per questa crescita
stanno quasi tutti nelle aree già urbanizzate: oltre metà (750.000 oc) è
quanto già si poteva realizzare nelle Zone B e C e nei PRU approvati,
altri 235.000 oc stanno nei varchi tra le attuali lottizzazioni del Margine
Rosso, 245.000 oc nei nuovi ambiti di Su Paris e Separassi, ed ulteriori
170.000 oc per edilizia sociale, ciò significa che rispetto ai preesistenti
volumi residenziali stimati in 10,5 milioni di metri cubi il PUC ha
confermato le residue capacità della pianificazione precedente per
750.000 mc, aggiunge quantità residenziali da un minimo di 500 ad un
massimo di 800.000 mc con incrementi dal 5 all’8%, strettamente
calibrati per dare risposte al “fabbisogno interno” della città.
Il piano subordina tale crescita alla presenza di alcuni importanti fattori
di qualità:
_la realizzazione di quasi 100 ha di Parchi Urbani e Territoriali, quasi a
totale carico degli attuatori degli interventi edificatori;
_la rinuncia ai grandi condomini a vantaggio di un modello abitativo
più legato al suolo ed al paesaggio, nel quale alle case singole sul lotto
sarà prescritto un “indice di piantumazione” minima, cioè una quota
obbligatoria di terreno permeabile trattato con essenze verdi;
_assicurare servizi locali alla città compatta per circa 125 ha che
prevedono una “cintura verde” attorno al nucleo storico costituito dalle
zone urbanistiche A e B che potrebbero insediare effettivamente 42
mila abitanti nei 7,5 milioni di metri cubi che costituiscono la consistenza
volumetrica complessiva delle due zone. A piano realizzato ogni
cittadino del centro urbano potrà disporre effettivamente di oltre 25 mq
di verde e servizi, contro gli 8 mq attuali.
08.03_finalità
Il PUC di Quartu nasce in un particolare momento storico che vede il
sistema urbano estendersi senza soluzione di continuità dalla conca
agricola, sede dell’insediamento più antico, fino ai promontori di Is
158
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
Mortorius e di Cala Regina, aggiungendo al tradizionale centro urbano
una nuova città lineare, cresciuta rapidamente, che rischia di
compromettere una porzione di territorio, la fascia costiera, di grande
valenza ambientale. Il particolare sviluppo lineare della città ha
comportato una forzata ma continua mediazione fra il costruito e
l’ambiente consentendo comunque di stabilire per lungo tempo un
buon equilibrio fra comunità e territorio.
A partire dagli anni '70, la pressione del fattore metropolitano ha
scardinato questo equilibrio, a favore dell’elemento costruito. La storica
prevalenza dell’intervento privato rispetto all’intervento pubblico,
elemento quasi tradizionale della comunità quartese, è diventata un
elemento dirompente. L’investimento privato in edilizia è diventato
esorbitante, soprattutto in termini di consumo del territorio, mandando
in crisi la capacità della mano pubblica di garantire uno sviluppo
equilibrato del territorio stesso mediante la realizzazione di adeguate
infrastrutture. Tale crisi, che permane tuttora, ha fatto precipitare a livelli
molto bassi la qualità urbana. Quartu da molti anni è appellata
negativamente come “città dormitorio”.
Il PUC si prefiggeva quindi l’obiettivo di far recuperare a Quartu un
nuovo ruolo nell'area metropolitana riqualificando l’esistente per
recuperare il perduto equilibrio fra città e ambiente. Bisognava
eliminare lo straordinario deficit di infrastrutture e di qualità urbana
determinato in buona parte dall’altrettanto straordinario accumulo di
risorse edilizie (primarie e non) "a bocca di città" .
Il complesso delle "opzioni fondamentali" del PUC (estratti dalla
relazione di piano) può essere così riassunto:
a. rafforzamento delle valenze ambientali con funzione di risarcimento,
salvaguardia e riqualificazione dei valori paesistici e storico-culturali e di
contenimento delle quantità insediative
b. sviluppo e razionalizzazione delle connessioni metropolitane in termini
di viabilità e trasporto pubblico
c. rafforzamento degli assetti produttivi, delle attrezzature e dei servizi di
scala metropolitana e di scala locale
d. freno all’insediamento “puramente residenziale” e chiusura della
crescita radiocentrica del nucleo urbano centrale, con la definizione
dei viali urbani e delle fasce verdi di cintura
e. nuovo modello insediativo delle nuove parti di città
f. riqualificazione e valorizzazione del compendio agricolo, anche
come ricostituzione dei "cunei verdi" interposti a interrompere la
tendenziale continuità dell'insediamento costiero.
08.04_il sistema infrastrutturale
159
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
Il piano, per raggiungere a pieno le sue finalità, ipotizza un articolato
sistema infrastrutturale che interessa:
la completa riorganizzazione delle connessioni con l'area metropolitana
mediante la nuova bretella di scorrimento tra Quartu e Quartucciu,
destinata a funzionare come vero "by pass" del Viale Marconi; la "nuova
circonvallazione" dell'area urbana, che prevede di prelevare i flussi di
traffico veicolare all'altezza di Terra Mala e di trasferirli sulla SS.554 allo
svincolo della SS.125; la ridefinizione del ruolo del trasporto pubblico.
Il piano prevede inoltre la realizzazione del polo culturale delle Fornaci
storiche Picci e Mascia; il polo direzionale-produttivo e sportivo di Su
Idanu; le attrezzature del Velodromo; il polo turistico-alberghiero del
Margine Rosso.
E’ prevista inoltre la salvaguardia e la valorizzazione dei grandi
compendi delle zone umide, costituite dal sistema Molentargius-Is
Arenas-Saline-Poetto e dal sistema del Simbirizzi-San Forzorio, che
costituiscono l'interfaccia ambientale del nucleo urbano,.
Il nuovo modello insediativo proposto per il centro urbano prevede il
recupero del nucleo storico (il "polo dell'identità") mediante la
riqualificazione delle strutture edilizie di maggior pregio (case a corte,
palazzi "liberty", spazi dei contenitori storici, antichi e moderni) in
funzione culturale e turistico-ricreativa; una "cintura" di spazi verdi, di
viali urbani e attrezzature; la riqualificazione degli insediamenti della
fascia costiera destinandovi servizi, completando e razionalizzando il
suo sistema viario interno e la connessione con la città storica.
Per le aree edificate a monte della strada litoranea provinciale,
interessate da un imponente fenomeno urbanizzazione, il piano
propone il consolidamento del modello “sobborgo-giardino”, in cui la
"bassa densità" e la dominante unifamiliare dell'edilizia abitativa
contribuiscono a definire un "sistema insediativo" in sintonia con le
caratteristiche ambientali dell'area.
Anche il compendio agricolo della conca viene riconosciuto, dal
piano, come struttura non "residuale" ma di elevato valore economico
e paesaggistico, da valorizzare nelle sue differenti componenti.
Il piano prevede infine la realizzazione di importanti interventi di messa
in rete dei valori dell'identità storico-culturale e degli itinerari
dell'insediamento storico. In particolare il piano fa riferimento per la
parte urbana a cinque percorsi storico-ambientali, tutti con originedestinazione nella Piazza del Municipio. Nella conca agricola si fa
riferimento a percorsi di valorizzazione dei complessi chiesastici
medioevali e moderni, al sistema delle aziende agrarie storiche di
proprietà civile e religiosa.
L’analisi, seppure non approfondita, della struttura del piano non può
non evidenziare che le procedure di attuazione dello stesso prevedono
160
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
alcune interessanti e innovative modalità di gestione, soprattutto per
quanto concerne: la possibilità di "trasferimento" di cubature dai
comparti più “sensibili”, sotto il profilo ambientale, a quelli
maggiormente
antropizzati
e
quindi
più
compromessi
dall’urbanizzazione per consentire alla amministrazione ragionevoli
economie nella realizzazione della necessaria dotazione infrastrutturale;
ma soprattutto propone un importante progetto di “Perequazione
Urbanistica”, metodologia di grande interesse anche ai fini della
pianificazione strategica.
Concettualmente la perequazione urbanistica rappresenta uno dei
pochi elementi di flessibilità in uno strumento di pianificazione, come
quello urbanistico, rigido per definizione in quanto strumento di vincoli,
di difficile revisione e che quindi tende ad “ingessare” letteralmente,
per il suo periodo di validità,il territorio di cui deve disciplinare lo
sviluppo.
08.05_stato di attuazione
Valutati la filosofia di piano ed i suoi elementi fondanti, si pone la
necessità, in particolare per le esigenze della pianificazione strategica,
di valutare lo stato di attuazione della programmazione urbanistica.
L’analisi dello stato di attuazione dello strumento urbanistico proposta
nella presente relazione si fonda sulla semplice comparazione dei
seguenti dati:
_dati di previsione del PRG
_volumetria residenziale realizzata:
_volumetria residua edificabile.
Dal confronto fra il quadro generale delle previsioni di piano con la
realtà attuale, si trarranno le indicazioni sulle tendenze in atto sul
territorio.
Secondo i dati forniti dagli uffici comunali le aree che hanno mostrato
maggior dinamismo nelle fasi di attuazione del PUC ricadono in zona A,
zona B e nell’insieme delle zone C
Le superfici territoriali indicate nelle previsioni di piano per le tre zone
succitate hanno nel loro complesso una consistenza superficiale pari a
9.196.663 mq ed un volume totale di edificato, a completamento del
piano, pari a 11.974.565 mc di cui 10.521.077 mc di volumi esistenti,
743.494 mc di volumi residui e 541.035 mc di volumi aggiuntivi.
161
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
Complessivamente i volumi utilizzabili per la completa attuazione del
PUC ammontano a 1.284.529 mc.
Gli interventi attuativi del PUC, di iniziativa pubblica, secondo i dati
forniti dagli uffici comunali, sono costituiti da 3 Piani Particolareggiati
ricadenti in zona A che prevedono opere di riqualificazione urbana
delle aree “Cepola – S. Efisio”; fornaci Picci – Maxia; Piazza Azuni – S.
Elena.
Sono stati inoltre predisposti 29 PRU di cui solamente due sono andati in
attuazione solamente per due stralci funzionali.
E’ stato realizzato il primo lotto del PIP nella zona di “Sa Serrixedda” per
un'estensione di circa 20ha e risulta finanziato il secondo lotto.
Risulta predisposto inoltre un piano integrato con valenza di “Piano
Particolareggiato” per la riqualificazione del verde e dei sottoservizi
dell’area di S. Lucia.
Il settore che ha manifestato la maggiore dinamicità è certamente
quello interessato dall’intervento dei privati che, se si esclude un
piccolo intervento ricadente in zona B che ha interessato volumi per
circa 17.850 mc e quindi per l’insediamento di 178 abitanti teorici, si
sono concentrati nella varia articolazione delle zone C ed in particolare
in quelle ubicate lungo la costa, contribuendo ad alimentare la nascita
di una città lineare e ad accrescere lo squilibrio esistente fra l’enorme
carico edilizio esistente ed il deficit infrastrutturale del territorio,
accentuando il fenomeno di decadimento della qualità urbana.
Sempre con riferimento ai dati forniti dagli uffici comunali si evince che
l’attività di attuazione dl PUC ha interessato nel suo complesso 263.937
mc , per l’insediamento di circa 2.600 abitanti teorici, pari al 20,5% del
totale disponibile.
Disaggregando questo dato generale si nota che gli interventi nel loro
complesso hanno interessato volumi residui per 226.353 mc pari al 30,4%
dei volumi residui complessivi che il piano fissava in 743.494 mc e volumi
aggiuntivi per il 14,4% dei volumi aggiuntivi totali che il piano ha
quantificato in 541.035 mc.
Risulta inoltre in larga parte non attuata la programmazione
dell’armatura infrastrutturale prevista dal piano, sia per quanto riguarda
gli interventi strategici sulla viabilità sia per quanto riguarda gli interventi
a rete finalizzati alla valorizzare delle emergenze ambientali e storico
culturali del territorio.
Nonostante quindi il piano abbia oramai superato la metà del suo
naturale ciclo di vita si rileva che il suo stato di attuazione registra
fortissimi ritardi che inevitabilmente fanno perdere validità alle ipotesi
programmatorie sulle quali lo stesso piano si fonda.
Paradossalmente, questa criticità, può rivelarsi un grosso vantaggio per
le esigenze della pianificazione strategica nell’ambito della quale
potranno essere previste azioni di sviluppo del territorio più aderenti alle
162
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
esigenze attuali dello stesso. Il processo di pianificazione strategica
potrà perciò fornire utili indicazioni per la necessaria revisione dello
strumento urbanistico, che, come già indicato, sta inevitabilmente
perdendo validità in ragione dei gravi ritardi nella sua attuazione.
Grazie agli indirizzi derivanti dalla pianificazione strategica lo strumento
urbanistico potrà in gran parte affrancarsi dalla connotazione negativa
di strumento rigido che per definizione impone decisioni calate
dall’alto, che in questo caso potrebbe avvalersi del processo di
pianificazione strategica che si fonda su una preventiva e capillare
azione di concertazione con gli attori locali dello sviluppo da cui
emergeranno le vere necessità del territorio sulle quali fondare i suoi
programmi e piani di sviluppo.
I gravi ritardi riscontrati sulla attuazione del P.U.C. potrebbero
dipendere, oltre che da una eccessiva rigidità delle norme di
attuazione, dalla mancanza di adeguati strumenti di controllo e
monitoraggio del processo. Sarebbe necessario quindi, sia per le
esigenze derivanti dalla pianificazione strategica che per le esigenze di
monitoraggio della attuazione dello strumento urbanistico e della sua
gestione in generale, per garantire un governo efficiente ed efficace
di tali strumenti di pianificazione territoriale, dotare l’ente di strumenti
tecnici innovativi. Strumenti che consentano di simulare in tempo reale
gli effetti che le eventuali decisioni strategiche, prese ricorrendo, ad
esempio, allo strumento della perequazione urbanistica, inducono sul
territorio e quindi consentire processi decisionali con tempi rapidi
certamente più rispondenti alle esigenze degli attori locali, in
particolare degli eventuali investitori privati.
Sarebbe auspicabile dotare, in particolare, l’ufficio del piano strategico
di un sistema informativo multimediale della città.
Il sistema informativo, già utilizzato in diversi contesti urbani, dovrebbe
fornire una strategica visione di insieme del contesto urbano,
integrando e raccordando diversi supporti informativi disponibili, come
cartografie, rappresentazioni tridimensionali, filmati, testi, le principali
opere realizzate ed in corso di realizzazione, le iniziative progettate o in
corso di programmazione, per realizzare un plastico virtuale
fotorealistico e georeferenziato dell’intera città in una visione attuale
ed in una visione futura.
Specifiche funzionalità del sistema devono infatti consentire di mostrare
l’esistente e l’impatto sulla intera città delle progettazioni in corso. Sarà
così
possibile offrire una visione d’insieme dei progetti avviati
dall’Amministrazione, consentendo, sulla base delle progettualità in
corso di realizzazione, il controllo della città che sarà.
L’utilizzo di tale strumento consente al processo di pianificazione
strategica di rappresentare diversi possibili scenari in maniera realistica
per la costruzione della visione condivisa che il piano andrà a definire,
163
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
cogliendo con facilità il disegno complessivo che si va a definire ed il
senso vero degli specifici interventi costituenti la proposta talvolta di
difficile comprensione se valutati singolarmente.
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σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
08.06_proposta di intervento
L’analisi dello strumento urbanistico ha evidenziato una nutrita serie di
criticità che hanno determinato la mancata crescita della città in
particolare per quanto riguarda la qualità urbana.
La presenza di queste forti criticità e la rimarcata rigidità dei piani
urbanistici generali che impongono troppi vincoli ai progetti, generando
spesso una eccessiva predominanza degli aspetti nomativi a scapito
spesso della qualità formale delle proposte progettuali, relegando a
ruoli marginali la dimensione dell’architettura, suggerisce di proporre in
sede di redazione del Piano Strategico una linea di intervento specifica
finalizzata alla proposizione di soluzioni operative in grado di eliminare
l’handicap della mancata crescita della città in termini di qualità.
La “qualità urbana” è un concetto piuttosto complesso in cui devono
trovare sintesi i diversi aspetti e forme che costituiscono gli ambienti
urbani nei quali deve essere garantita la contestuale presenza di
efficienti infrastrutture, servizi pubblici e privati, attività produttive,
qualificanti componenti urbanistico - architettoniche (volumi, forme,
colori, percorsi, arredo urbano, qualità e quantità del verde, ecc.),
elementi socio-culturali (presenza attività politiche, culturali, associative,
luoghi e attività di attrazione e di aggregazione) e ambiente salubre.
Tuttavia le esperienze di riqualificazione urbana, degli ultimi anni,
finalizzate al recupero dei parametri di qualità, hanno mostrato con
evidenza come uno dei fattori determinanti per il successo delle
operazioni di riqualificazione sia proprio quello della qualità
architettonica ed urbanistica che si riesce a mettere in campo,
rimarcando che la qualità della vita nelle città non può crescere se si
svolge in un ambiente fisico poco accogliente o peggio ostile.
08.07_quartu contenitore di qualità
Potrebbe essere il titolo della linea specifica di intervento da inserire nel
piano strategico.
165
σεττορε υρβανιστιχο
ινγ. φρανχο πιγα
In termini di contenuti da sviluppare si tratta di individuare e proporre
una serie di percorsi metodologici e modalità progettuali ed operative,
sia per gli interventi puntuali che per quelli di scala urbana, che
consentano nell’arco di vita del piano strategico di avviare il processo di
riqualificazione della città, finalizzato alla realizzazione di un contesto
fisico, in riferimento sia alla edificazione esistente che alla nuova
edificazione, accogliente che costituisce la precondizione per il
raggiungimento di elevati indici di “qualità urbana “ in senso più
generale.
166
πιανο δι χομυνιχαζιονε
δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι
09_piano di comunicazione
09.01_premessa
Quello che segue è da considerarsi un primo abbozzo di Piano di
Comunicazione relativo al Piano Strategico del Comune di Quartu
Sant’Elena. Non potendo prescindere dall’acquisizione di più specifici
indirizzi in materia da parte del Vertice Politico, e non conoscendo
ancora le risorse (finanziarie e tecniche) che l’Amministrazione
assegnerà effettivamente all’implementazione di ogni specifico
passaggio del Piano di Comunicazione, quello presentato qui va
necessariamente considerato come un documento di lavoro in forma
metodologicamente semplificata, aperto e suscettibile di modifiche e
integrazioni.
Un altro limite dichiarato della presente bozza è che si occupa
esclusivamente degli aspetti riguardanti la comunicazione esterna,
senza per il momento tenere conto della comunicazione interna, tra gli
organismi e gli uffici dell’Amministrazione Comunale, e tra quest’ultima e
altri soggetti istituzionali.
09.02_obiettivi
Gli obiettivi essenziali di questo Piano di Comunicazione sono:
_Informare la cittadinanza, i soggetti e gli attori economici e sociali
dell’avvio dei lavori per la definizione di un Piano Strategico per la città
di Quartu Sant'Elena, sottolineando l’importanza dell’iniziativa e il suo
carattere compartecipativo.
_Favorire e stimolare la partecipazione e il pieno coinvolgimento di tali
soggetti ed attori affinché diano il loro essenziale contributo alla
costruzione del Piano Strategico stesso, coerentemente con i principi
fondanti della pianificazione strategica intesa come “metodo di
decisione collettiva su scelte future” e “progetto condiviso”.
_Istituire un’informazione costante e periodica circa gli sviluppi (e,
successivamente, i risultati) del Piano Strategico, e mantenere aperto un
tavolo d’incontro/discussione sulle scelte pregnanti per il futuro della
città. Ciò dovrà non solo garantirne la piena “visibilità” comunicativa in
ogni fase del Piano Strategico, ma dovrà anche assicurare la
167
πιανο δι χομυνιχαζιονε
δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι
prosecuzione del vitale rapporto di condivisione con la Comunità
quartese.
_Informare l’opinione pubblica dei risultati ottenuti.
Nella sua primissima fase la comunicazione sarà necessariamente
unidirezionale, ovvero prevalentemente informativa-divulgativa: in
parole povere, far sapere alla Comunità quartese dell’avvio del
processo di elaborazione del Piano Strategico e farle comprendere
appieno le finalità e l’importanza dell’iniziativa. Nella fase
immediatamente successiva – anche se in realtà la scansione temporale
è sostanzialmente un espediente logico-formale, giacché le due fasi si
innesteranno immediatamente l’una nell’altra – mirerà a stimolare,
promuovere e favorire il pieno coinvolgimento dei rappresentanti del
tessuto economico, culturale e sociale quartese. Strumenti di elezione a
tal fine, le interviste e soprattutto i focus group.
09.03_i destinatari
Per sua natura, e richiamato il concetto base di “progetto condiviso”,
destinataria delle azioni di comunicazione del Piano Strategico è la
Comunità quartese nel suo complesso, articolata nelle sue espressioni
culturali, sociali ed economiche.
09.04_strategie e strumenti
09.04.01_il web
Primo, elementare passaggio, la creazione di un sito Internet dedicato,
per la cui realizzazione sono già iniziate le procedure amministrative.
L’home page dell’esistente sito Internet del Comune di Quartu S.E.
ospiterà (in posizione preminente e ben visibile) un link di rimando. Il sito,
ospiterà tra le altre cose:
_Tutte le informazioni e la documentazione relativa al Piano Strategico
_Area FAQ
_Forum tematico aperto alla partecipazione della cittadinanza
_Blog
168
πιανο δι χομυνιχαζιονε
δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι
_Link ad altri siti di interesse
_Newsletter, inviata a tutti gli utenti che ne faranno richiesta
_Sintesi dei temi emersi nel corso dei focus group
_Contatti
Previa verifica della fattibilità tecnica, il sito potrebbe anche consentire
di seguire in tempo reale, via web radio e webcam, gli incontri dei focus
group.
Il sito, oltre a svolgere una funzione informativa continua circa i progressi
del Piano Strategico, permetterà di avere un canale interattivo
permanentemente aperto con la collettività, raccogliendone gli umori,
le opinioni e le proposte. Attraverso questo strumento, e prevedendo
eventualmente altri incontri periodici su temi specifici, si potrà dare vita a
un tavolo permanente di consultazione che garantisca l’interscambio di
dati e un feedback continuo tra lo sviluppo/attuazione del piano
strategico e le istanze della Comunità quartese.
09.04.02_gli strumenti classici
Nella fase iniziale – quella che abbiamo definito come prevalentemente
informativa – gli strumenti saranno quelli classici della comunicazione:
comunicati e conferenze stampa, affissioni, inserzioni su quotidiani e
passaggi sui media in genere.
Particolarmente utile si rivelerebbe la capillare distribuzione presso tutte
le famiglie quartesi di appositi brochure/depliants (analogamente a
quanto fatto già per altre iniziative di pubblica utilità) che spieghino le
finalità, l’importanza e le modalità di sviluppo del Piano Strategico, così
da formare una piena consapevolezza dell’importanza del
coinvolgimento della Comunità. Queste azioni comunicative di
“sensibilizzazione” serviranno anche a preparare il terreno per le
interviste e i focus group (vedi più avanti), garantendo un più facile e
consapevole accoglimento di tali iniziative di consultazione diretta.
Resta sottinteso che al riguardo saranno indispensabili precisi indirizzi da
parte dell’Amministrazione per quanto concerne la disponibilità e
l’individuazione delle risorse disponili.
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πιανο δι χομυνιχαζιονε
δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι
09.04.03_il coinvolgimento diretto
le interviste
Parallelamente alla campagna d’informazione sul Piano Strategico, si
procederà alla realizzazione delle interviste con i seguenti soggetti:
_Rappresentanti delle istituzioni locali e sovralocali (tra i quali Assessori di
competenza per le varie aree, tematiche e settori)
_Rappresentanti delle istituzioni culturali locali
_Rappresentanti degli istituti di credito
_Rappresentanti dell’imprenditoria locale
_Rappresentanti delle associazioni di categoria
_Rappresentanti del mondo associativo e volontariato
_Rappresentanti ambientalisti
_Rappresentanti degli organismi del Parco del Molentargius e dei Sette
Fratelli, nonché della Comunità Montana
_Rappresentanti delle istituzioni religiose
_Rappresentanti delle scuole e istituti di formazione
_Rappresentanti delle circoscrizioni
_Rappresentanti della stampa locale
_Rappresentanti delle comunità di immigrati
I focus group
Le informazioni, le idee e le istanze raccolte nel corso delle interviste
serviranno a definire meglio i temi e i questionari sui quali si svilupperanno
i focus group. Gli ambiti tematici generali preventivamente individuati
sono: Ambiente, Cultura e Turismo, Impresa, Sociale.
I focus group saranno basati su questionari-traccia di una decina di
domande. Sia la scelta dei partecipanti, sia l’elaborazione dei
questionari, andranno messi a punto assieme agli esperti della segreteria
tecnica per ciascuna tematica e discussi in sede di segreteria tecnica. I
170
πιανο δι χομυνιχαζιονε
δοττ. πιεργιοργιο μολιναρι
questionari saranno poi preventivamente inviati in forma di documento
istruttorio ai partecipanti dei vari focus group, in maniera che possano
farsi un’idea chiara del tipo di discussione da impostare e iniziare così a
elaborare le proprie risposte.
Una possibile strutturazione dei focus group, provvisoriamente impostata
su quattro-cinque incontri tematici, può essere così immaginata (le
tematiche qui indicate sono solo a titolo di suggerimento):
_Ambiente: “La città dei fenicotteri – Emergenze e rispetto per
l’ambiente”
In questa sede si discuterà delle emergenze ecologiche nel
territorio quartese e delle misure da intraprendere per la
salvaguardia e la valorizzazione del bene-ambiente.
_Cultura e turismo: “La città del turismo - Tra identità, conservazione e
valorizzazione”
Focus group dedicato alla ricerca del delicato equilibrio tra le
necessità di conservazione del patrimonio archeologico e
identitario e la sua fruibilità da parte sia dei quartesi stessi, sia da
parte dei turisti. Si affronterà inoltre il tema della promozione della
città in termini di spettacoli e offerta culturale.
_Impresa: “La città dello sviluppo – Potenzialità e ostacoli”
Focus group per discutere di infrastrutture, di comunicazioni e
viabilità (interna ed esterna), dei problemi del commercio e
dell’artigianato quartesi.
_Sociale: “La città degli svantaggiati – L’integrazione e le opportunità”
Sede per discutere di disabilità, immigrazione e disagio sociale
(giovani, anziani, emarginati).
A questi sarebbe utile aggiungere uno specifico focus group sui temi dei
trasporti, dei collegamenti e della viabilità (interna ed esterna) di Quartu
S.E. il cui titolo-tema potrebbe essere:
_ “La città che si muove – I collegamenti e la viabilità”
Possibili soggetti invitati:
_Focus group Ambiente
- Amici della terra, Gruppo Intervento Giuridico, Ass. Argonauta, De
Vizia Transfer, Coop. Cores, Fareverde, Promisa Srl, PAFF, Ass.
“Quartu la Natura e i Suoi Amici”, Assoraider, Agesci
- Italia Nostra, Legambiente, WWF
- Agenda 21
_Focus group Cultura-Turismo
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A livello istituzionale: Soprintendenza Beni Culturali, Pro Loco,
Università Terza Età
Per il Turismo, vedi progetto Quartu Qualità
Consulta spettacolo – RAS
Associazione Sardegna e Cultura, Co.Ass.Folk - Consorzio
Associazioni Folkloristiche, Associazione Matrioska Onlus, Comitato
Flumini, Ass. Su Scrignu de Campidanu, Ass. Sa Dom’e Farra, Ass.
musicale Polifonica Quartese, Ass. “Naturalmente Onlus”, Unione
Speleologica Cagliaritana
Compagnie teatrali: Actores Alidos, Teatro Tages, Le Fornaci, La
Carovana
_Focus group Impresa
Per la selezione dei soggetti, si potrà fare in buona misura fare
affidamento sul lavoro già svolto per Quartu Qualità, selezionando gli
interlocutori già contattati, e integrando con altri attori quali le
associazioni di categoria, ecc.
_Focus group Sociale
- Associazioni di soccorso e assistenza (AVIS, ecc.)
- Associazione Culturale Socio educativa Janas (dal Patto per il
sociale), Assoraider, Agesci, Ass. Italiana per lo Sviluppo
dell'integrazione Sociale dei Disabili, Ass. “Assogeni” Genitori per i
Problemi Sociali, Ass. “Amici di Sara”, Ass. Arcoiris, Ass. “Marta
Russo”, Arci Solidarietà, Ass. Orbai (org. Recupero Bambini
Abbandonati e Indifesi), Ass. “Billyfritz” (animali da affezione),
Società Sarda di Pedagogia
- Enti religiosi di assistenza e volontariato
- Ass. sportive locali
_Focus group Trasporti/viabilità
- Soggetti ancora da definire
Ai partecipanti di ciascun focus group sarà successivamente inviato un
documento di sintesi relativo agli spunti, ai temi e alle proposte emersi
nel corso della discussione.
Circa la scelta delle sedi ove tenere gli incontri dei focus group,
l’argomento è meritevole di riflessione. L’individuazione di una sede
istituzionale può offrire vantaggi e svantaggi in termini di serenità della
discussione. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’individuare
sedi quali la Sala Michelangelo Pira, che pur garantendo un assoluto
crisma di ufficialità all’incontro, vengono percepite come neutrali e
senz’altro meno formali rispetto ai “palazzi del potere”. Una sede del
genere potrebbe inoltre consentire la trasmissione in tempo reale
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dell’incontro su Internet, mediante web radio e webcam (ipotesi anche
questa da verificare e condizionata all’esistenza delle necessarie
dotazioni tecniche).
09.05_Il monitoraggio e l’analisi dei risultati
Validi ed immediati indicatori dell’efficacia delle azioni di
comunicazione saranno i tassi di partecipazione ai focus group e i
contatti/adesioni al sito del Piano Strategico, sotto forma di iscrizioni alla
newsletter e di contributi ai forum tematici.
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CRONOPROGRAMMA 2006
AZIONE
Creazione sito
web
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Campagna di
informazione
Interviste
Focus Group
Monitoraggio
risultati
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