Il ciclo economico perchè preoccuparsene e come? Anna Maria Grimaldi Economista area euro, Banca Intesa Milano, Marzo 2006 Perchè un economista per i mercati deve preoccuparsi del ciclo? Il monitoraggio del ciclo nell’area euro e della dinamica dei prezzi al consumo ha una funzione strumentale al nostro principale compito all’interno della Banca che è quella di prevedere la politica monetaria della BCE . Uno sguardo alla strategia della BCE,per garantire la stabilità dei prezzi, fornisce una chiara indicazione sulle variabili macro da seguire : La strategia della BCE si basa su due pilastri : Una definizione quantitativa per la stabilità dei prezzi al consumo HICP = variazione anno su anno dell’aggregato headline <= al 2,0% Two – pillar approach per l’analisi dei rischi per la stabilità dei prezzi : l’analisi economica La dinamica dei prezzi al consumo nel breve termine è influenzata dalle interazioni di domanda e offerta nel mercato dei beni, dei servizi e dei fattori. La BCE guarda a quegli indicatori che consentono di anticipare: Variazioni del prodotto interno Condizioni del mercato del lavoro Indicatori di prezzo e di costo l’analisi degli aggregati monetari Ha un orizzonte temporale di più lungo periodo su cui valgono i legami tra moneta e prezzi. La BCE guarda a: Sviluppi degli aggregati monetari e finanziari: M1, M2, M3 . La definizione della BCE è basata su di una definizione armonizzata dell’ issuing sector. 1 Perchè ci preoccupiamo dei “boom & busts”? •Il benessere di una nazione dipende dalla crescita di lungo periodo. Ma capire in quale fase del ciclo ci troviamo è importante perchè: •Le fluttuazioni cicliche dell’attività economica implicano elevate perdite di benessere •La politica economica – non è in grado di agire sulla crescita potenziale ha come ambizione quella di smussare i cicli economici e stabilizzare la crescita intorno al potenziale •In particolare, la posizione di un economia rispetto al trend di lungo periodo e quindi la variazione dell’output gap ha implicazioni per la dinamica dei prezzi al consumo e quindi per le decisioni di una banca centrale 2 Perchè ci preoccupiamo dei “boom & busts”? • A secondo della fase ciclica gli agenti economici prendono decisioni diverse di consumo e investimento con implicazioni sulle scelte di portafoglio e quindi sull’andamento dei mercati finanziari • Il ciclo economico è caratterizzato da “stylized facts” che ci possono aiutare a prevedere alcune variabili economiche . I mercati finanziari reagiscono ai dati macroeconomici. 3 Cosa possiamo capire dallo studio del ciclo •Lo studio dei cicli economici ci aiuta a capire le interconnessioni tra variabili macroeconomiche, come si trasmette la politica economica e quindi come la stessa deve essere condotta. •Si pensi allo shock petrolifero degli anni ‘70 cui seguì un blando aumento dei tassi d’interesse e una politica fiscale accomodante che amplificarono gli effetti di seconda battuta su salari e prezzi al consumo. Le conseguenze sono ben note e chi ha studiato economia ricorderà quegli anni di più per “la stagflation” che per le scarpe con le zeppe! 4 Come spiegare la minor ampiezza dei cicli? I cicli economici sono cambiati negli ultimi 20 anni. Perchè? Vi sono studi che considerano la minore volatilità del ciclo economico è solo una questione di fortuna (shock meno frequenti e meno gravi) (vedi Stock and Watson (2002) and Ahmed, Levin and Wilson (2004)) E’ cambiata la struttura delle economie avanzate – riforme strutturali E’ cambiata la risposta di politica economica grazie proprio ad una migliore comprensione delle interazioni tra variabili macro e dei meccanismi di trasmissione dell’impulso di policy. (vedi, Clarida, Galí and Gertler 2000). Grazie al maggiore sviluppo dei mercati finanziari è aumentato lo” smoothing”della spesa di famiglie e imprese in presenza di fluttuazioni del reddito. (vedi Dynan, Elmendorf and Sichel 2005) Non è da escludere che il maggiore sviluppo dei mercati e degli strumenti finanziari possa amplificare l’impatto dei crescenti squilibri finanziari sulla generazioni di fluttuazioni cicliche in futuro. Si pensi agli squilibri che coinvolgono Stati Uniti e Cina. 5 Come datare il “business cycle” : l’approccio dell’NBER ? http://www.nber.org.cycles.html Il Business Cycle Dating Committee dell’NBER mantiene una cronologia del ciclo economico negli Stati Uniti. La cronologia identifica i picchi e gole ciclici che determinano una recessione o un espansione Una recessione è definita come “.. a significant decline in economic activity spread across the economy, lasting more than a few months, normally visible in real GDP, real income, employment, industrial production, and wholesale-retail sales. A recession begins just after the economy reaches a peak of activity and ends as the economy reaches its trough. Between trough and peak, the economy is in an expansion. Expansion is the normal state of the economy; most recessions are brief and they have been rare in recent decades” Dal momento che le recessioni sono un fenomeno che interessa l’attività economica nel complesso, il committee considera il Prodotto Interno lordo a prezzi costanti come la misura più esaustiva dell’attività economica. Mette quindi particolare enfasi sulla stima del Pil come pubblicata dal BEA Bureau of Economic Analysis Tradizionalmente la cronologia del committee è a frequenza mensile. Tuttavia, la stima del BEA è trimestrale e quindi il committee si basa su di una serie di indicatori a frequenza mensile per identificare i mesi di picchi e gole ciclici L’enfasi è posta in particolare su : 1) il reddito personale al netto dei trasferimenti in termini reali; 2) occupazione; 3) produzione industriale; 4) fatturato industriale e vendite all’ingrosso e al dettaglio Secondo la cronologia del NBER committee l’ultimo picco si è verificato nel marzo del 2001 chiudendo un periodo di espansione iniziato nel 1991, l’ultimo minimo si è toccato nel novembre 2001 dando inizio ad una nuova fase di espansione 6 I cicli negli Stati Uniti BUSINESS CYCLE DURATION IN MONTHS REF ERENCE DATES Peak Contraction Expansion Quarterly dates Trough Peak Previous trough Trough from Peak from are in parentheses to to Previous Previous Trough this peak Trough Peak December 1854 (IV) -- -- -- -- June 1857(II) October 1860(III) April 1865(I) June 1869(II) October 1873(III) December 1858 (IV) June 1861 (III) December 1867 (I) December 1870 (IV) March 1879 (I) 18 8 32 18 65 30 22 46 18 34 48 30 78 36 99 -40 54 50 52 March 1882(I) March 1887(II) July 1890(III) January 1893(I) December 1895(IV) May 1885 (II) April 1888 (I) May 1891 (II) June 1894 (II) June 1897 (II) 38 13 10 17 18 36 22 27 20 18 74 35 37 37 36 101 60 40 30 35 June 1899(III) September 1902(IV) May 1907(II) January 1910(I) January 1913(I) December 1900 (IV) August 1904 (III) June 1908 (II) January 1912 (IV) December 1914 (IV) 18 23 13 24 23 24 21 33 19 12 42 44 46 43 35 42 39 56 32 36 August 1918(III) January 1920(I) May 1923(II) October 1926(III) August 1929(III) March 1919 (I) July 1921 (III) July 1924 (III) November 1927 (IV) March 1933 (I) 7 18 14 13 43 44 10 22 27 21 51 28 36 40 64 67 17 40 41 34 May 1937(II) February 1945(I) November 1948(IV) July 1953(II) August 1957(III) June 1938 (II) October 1945 (IV) October 1949 (IV) May 1954 (II) April 1958 (II) 13 8 11 10 8 50 80 37 45 39 63 88 48 55 47 93 93 45 56 49 April 1960(II) December 1969(IV) November 1973(IV) January 1980(I) July 1981(III) February 1961 (I) November 1970 (IV) March 1975 (I) July 1980 (III) November 1982 (IV) 10 11 16 6 16 24 106 36 58 12 34 117 52 64 28 32 116 47 74 18 July 1990(III) March 2001(I) March 1991(I) November 2001 (IV) 8 8 92 120 100 128 108 128 7 Minore distanza tra picco e minimo Cy cle Come datare il “business cycle”: l’approccio dell’CEPR ? Prima limitazione al cronologia del business cycle in Europa è che l’Unione Monetaria è una realtà giovane. Di fatto le serie statistiche armonizzate per i 12 paesi sono disponibili al meglio dal 1991 + Numerosi “structural breaks” nelle serie Indicatore EUROCOIN La definizione del CEPR di recessioni, espansioni, picchi e minimi nell’ AE corrisponde al cosiddetto “growth cycle” Una recessione è definita come un periodo prolungato di rallentamento nella crescita della componente ciclica dell’ indicatore EUROCOIN. Analogamente un‘ espansione è definita come un periodo prolungato di crescita crescente Picchi e gole sono individuati come punti finali rispettivamente di una fase di espansione e di recessione Secondo questa definizione l’economia Area Euro può trovarsi in una fase di espansione anche in un periodo in cui il GDP si contrae posto che si contrae ad un tasso decrescente Le aree in verde rappresentano i periodi di espansione. L’indicatore EUROCOIN è espresso come una variazione trimestrale del Pil e non come livello Fonte: CEPR Per sapere di più su EUROCOIN si veda: http://www.cepr.org/data/Eurocoin/recession 8 Cosa esattamente vogliamo anticipare? Attenzione all'effetto base 4.0 1.5 Effetto base sfavorevole 3.0 2.5 1700 2.0 1.60 1.5 1.20 1.0 1.20 0.80 0.70 1.0 1650 1600 0.5 0.00 1550 0.0 -0.5 Underhang: livello T4 lascia l'output su di un livello più basso della media annua 1500 -0.80 -1.5 20 06 .1 20 06 .2 20 06 .3 20 06 .4 20 07 .1 20 07 .2 20 07 .3 20 07 .4 20 03 . 20 1 03 . 20 2 03 . 20 3 03 . 20 4 04 . 20 1 04 20 .2 04 . 20 3 04 . 20 4 05 . 20 1 05 . 20 2 05 . 20 3 05 .4 -0.5 Effetto base favorevole Overhang: livello T4 lascia l'output su di un livello più elevato della media annua .4 -1.0 €1631 0.70 0.5 0.0 €1712 1750 .4 a%a% 20 07 q/q% crescita 2007 = 1.8 €1743 .4 2.0 crescita 2006 = 4.9 1800 a%a% 20 06 3.5 stesso a/a% diversi q/q% q/q% 20 05 Var. aa% sim ili possono nascondere var. tt% diverse 2.5 Idealmente vogliamo guardare alle variazioni tre mesi su tre mesi. I tassi di variazioni tendenziali o annuali non danno spesso un quadro preciso degli sviluppi più recenti in altre parole contengono informazioni “vecchie”. Attenzione all’ ”effetto base”. Gli effetti base emergono a causa delle le variazioni sequenziali nel tasso di crescita tendenziale. Se per esempio dovessimo vedere un aumento marcato (mese su mese) nel CPI un anno fa quest’anno la variazione tendenziale si ridurrebbe anche sei prezzi al consumo restassero invariati sull’anno. Può essere necessario guardare alle variazioni tendenziali in assenza di un aggiustamento per la stagionalità: Non dimentichiamo l’effetto rampa quando guardiamo alle medie annuali. 9 Come trovare gli indicatori di attività economica Fiducia consumatori PMI Manif. indagini cong. nazionali (Ifo, INSEE, ISAE) Reddito Immatric. auto Produzione industriale PMI costruzioni Costruzioni Servizi Mercato del lavoro Salari & disoccup. O u t p u t S p e s a Vendite al dettaglio Consumi delle famiglie Spesa pubblica Investimenti Scorte Net trade PMI servizi Trade balance Occupazione nei servizi Attività mondiale 10 Budget Business surveys Banca Intesa – Classifica degli indicatori da non perdere Dato il ritardo con cui è pubblicato il Pil guardiamo ad altri indicatori per anticipare il ciclo questi includono: Dati reali o “ hard data” come i dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e il commercio estero e i dati sul mercato del lavoro Dati “soft” o dati qualitativi ovvero le indagini congiunturali presso le imprese industriali, di servizi, per il settore delle costruzioni e del commercio al dettaglio ed il morale dei consumatori Ciascuno di questi indicatori ci fornisce una parte dell’informazione che è incorporata nel PIL la strategia è quindi quella di esaminarli e monitorarli congiuntamente. Vi sono tuttavia degli indicatori che hanno un maggior contenuto informativo di altri e che anticipano meglio le fluttuazioni dell’attività economica nel complesso. Vediamo di individuare i più importanti per l’area euro. 1. L’indice di fiducia IFO informazioni sul manifatturiero, retail, costruzioni – ultima settimana del mese di riferimento 2. Indice di fiducia della Commissione UE ultima settimana di ogni mese 3. PMI manifatturiero il 1o giorno lavorativo di ogni mese /PMI servizi 3o giorno lavorativo di ogni mese 4. BNB business survey lead sull’IFO 5. Il rapporto sul mercato del lavoro tedesco 6. Ordini di beni manufatti tedeschi 7. Vendite al dettaglio francesi intorno a 22 di ogni mese 8. Venite al dettaglio area euro 9. Immatricolazioni auto AE 10.Ma è importante per prevedere il ciclo AE anche l’indice americano ISM per il manifatturiero 11 Uno sguardo grafico ad alcuni degli indicatori menzionati I “soft data” ed in particolare le indagini di fiducia nazionali poi rielaborate dalla Commissione UE sono una fonte preziosissima d’informazione: I questionari dei diversi paesi sono armonizzati. Una time series piuttosto lunga soprattutto per le indagini presso le imprese industriali e i consumatori Un campione molto vasto le indagini presso le imprese industriali sono basate complessivamente sulle risposte di 22.000 imprese Indagine PMI è direttamente comparabile con l’ISM americana L’esperienza insegna che gli “hard data” tendono ad essere rivisti nella direzione dei “soft data” F id ucia C o mmissio ne U E 65 120 3.0 115 2.0 60 110 55 50 105 1.0 100 0.0 95 -1.0 90 45 -2.0 85 40 80 -3.0 99 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 00 01 Indice Sintetico CE PMI sintetico sx Commissione UE, dx 12 02 03 Consumatori 04 05 Servizi 06 07 M anifatturiero € - index di Banca Intesa Utilizzando le informazioni provenienti dalle indagini congiunturali €-index di Banca Intesa stima la crescita %del Pil t/t Euro- index segnala crescita sopra trend fino a fine estate 140 5.5% 130 4.5% 120 3.5% 110 2.5% 100 1.5% 90 80 70 c Pil area euro t/t €-index Anticipatore (sx) Pil area euro a/a 60 VARIABILI ESOGENE ISM; PMI composito; IFO: indice di fiducia dell'economia tedesca DIFO: differenza tra l'indice Ifo delle aspettative e quello della situazione corrente; CE: indice dell'"economic sentiment" della Commissione Europea relativo all'area euro; BELGIO: indice di fiducia della Commissione Europea relativo al settore manifatturiero del Belgio; EUROIL: prezzo medio trimestrale del brent espresso in euro 0.5% -0.5% -1.5% -2.5% 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 VARIABILE ENDONGENA: PIL AE 13 La spinta dovrebbe venire ancora dalla domanda interna Crescita sopra trend sulla spinta della domanda domestica 1.4 Previsioni Intesa Sanpaolo 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 Trend: 2,1% coerente 0.0 con 0,38% t/t -0.2 -0.4 -0.6 -0.8 2003 2004 2005 2006 2007 Consumi privati e investimenti faranno da traino 1.4 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 -0.2 -0.4 -0.6 -0.8 Esportazioni nette Domanda domestica Pil, t/t 1.00 0.80 0.80 0.60 0.60 0.40 0.40 0.20 0.20 0.00 0.00 Previsioni Intesa Sanpaolo -0.20 2008 Scorte 1.00 -0.20 2003 2004 2005 2006 2007 2008 14 Consumi priv Consumi pub Invest Fissi Domanda domestica I diversi settori: il manifatturiero ancora in forte crescita Dopo il forte recupero nel 2006, la fiducia indica solo un modesto rallentamento dell’attività 2.5 Domanda sui massimi dal 2000 e scorte largamente insufficienti continuano a supportare l’attività 2.5 2.0 -2.0 2.0 1.5 -1.5 1.5 1.5 1.0 -1.0 1.0 1.0 0.5 -0.5 0.5 0.5 0.0 0.0 0.0 0.0 -0.5 0.5 -0.5 -0.5 -1.0 1.0 -1.0 -1.0 -1.5 -1.5 Indice sintetico (ordini, aspettative, scorte, prod corr) 2.0 AE Francia Germania Italia -1.5 -2.0 1995 Unità: deviazioni standard dalla media -2.0 1997 -2.0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 1.5 Unit: standard deviation 2.0 1997 1999 2001 Giudizio su ordini 2003 2005 2007 Giudizio sulle scorte, scala invertita (dx) 2007 15 Il PMI manifatturiero sconta crescita ancora forte nel 2007.S1 Il PMI è un buon previsore delle var a/a% del Pil 65.0 La Germania sta facendo meglio della media AE 5.0 63.0 65 65 60 60 55 55 50 50 45 45 4.5 PMI Composito T-1 61.0 Pil AE a/a 4.0 59.0 3.5 57.0 3.0 55.0 2.5 Crescita potenziale 2,25% 53.0 2.0 51.0 1.5 49.0 1.0 47.0 0.5 45.0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 0.0 Area euro 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 16 Ger Ita Fra Ancora buoni i segnali per la spesa in macchinari Fa ben sperare l’andamento della fiducia ed il recupero degli ordini di beni manufatti tedeschi 10 4 8 3 6 Le imprese intendono ampliare la capacità produttiva esistente 34 32 2 4 30 2 1 0 0 28 -2 -1 26 -4 -2 -6 24 -8 -3 -10 -4 Sostituzione di capacità esistente Ampliamento della capacità esistente Razionalizzazione 22 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 EU investimenti in macchinari, t/t % (sx) AE fiducia nel settore dei beni capitali Germania: ordini dall'estero di beni manufatti t-1 20 1991 17 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 Servizi: per ora in ritardo rispetto all’industria Indagine Comm. UE più positiva del PMI Italia e Francia in testa 70 70 1.5 66 66 1.0 62 62 58 58 -0.5 54 54 -1.0 50 50 46 46 42 42 64 2.0 62 60 58 0.5 56 0.0 54 52 50 48 -1.5 46 -2.0 44 -2.5 1999 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Area euro Pmi servizi Commissione UE, servizi dev. st. da media (dx) 2001 Area euro Pmi servizi 18 2003 2005 Ger 2007 Ita Fra Costruzioni: il morale è alto ma un payback è possibile Fiducia sui livelli più elevati dal 2000 Germania:Valore degli ordini ancora in ascesa 2.0 7.0 1.5 5.0 15% Ordini, a/a (-3T) 10% Output, a/a 1.0 3.0 0.5 5% 1.0 0.0 0% -1.0 -0.5 -1.0 -1.5 -2.0 -3.0 -5% -5.0 -10% -7.0 1997 1999 2001 2003 2005 -15% 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2007 Commissione UE, costruzioni dev. st. da media VA costruzioni, a/a % (dx) Output costruzioni, a/a % (dx) 19 Retail: in miglioramento! Consumi delle famiglie in rotta per un rimbalzo nel 2006.T1 Fiducia in aumento ma languono le vendite 1.0 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 -0.2 -0.4 4.5 4.0 0.5 3.5 0.0 3.0 -0.5 2.5 -1.0 2.0 1.5 -1.5 1.0 -2.0 0.5 -2.5 0.0 1999 2001 2003 2005 2007 Spesa per consumi Indicatore Stime per il 2007.T1 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 1997 % TT Commissione UE, commercio al dettaglio dev. st. da media Vendite al dettaglio, a/a % trim. (dx) Spesa per consumi =0.3+0.4*Vendite dettaglio tt%+ 0.051*car regist tt%+0.027*Delta fiducia+0.74*dummy 1991_T1 20 L’Italia: quali gli indicatori più importanti Indice di fiducia presso le imprese industriali ISAE Indice di fiducia presso i consumatori ISAE PMI manifatturiero PMI servizi Produzione industriale Salari Immatricolazioni auto Indagine sulle Forze Lavoro ha più che altro una valenza politica perchè è pubblicata dopo i dati di Pil Fabbisogno del settore statale Dinamica del cambio Prezzo del petrolio 21 Produzione industriale perchè è così importante? Le stime trimestrali del Pil si basano in larga misura sui dati di PI Le indagini congiunturali aiutano a prevedere La produzione industriale 2.0 2.5 2.5 Pil tt% 1.5 2.0 2.0 Produzione industriale tt %, dx 1.5 2.5 PMI dev. stad. dalla media ISAE dev. stad. dalla media Ip % t/t, dx 2.0 1.5 1.5 1.0 1.0 1.0 1.0 0.5 0.5 0.5 0.5 0.0 0.0 0.0 0.0 -0.5 -0.5 -0.5 -1.0 -1.0 -1.5 -1.5 -0.5 -1.0 -2.0 -1.0 -1.5 IP t/t % 2006.T1 -1.5 1999 -2.5 -2.0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Trascinamento 2007.T1 -2.0 -2.5 1999.1 2000.1 2001.1 2002.1 2003.1 2004.1 2005.1 2006.1 2007.1 2007 22 Produzione industriale: modelli previsivi Modello basato su PMI e ritardi PI .04 Variable .02 .00 .03 Coefficient Std. Error t-Statistic Prob. C 0.009 0.002 3.83 0.00020 DLOG(PIND(-1)) -0.501 0.073 -6.90 0.00000 D(PMI(-1))/100 0.169 0.036 4.65 0.00000 STOCK/100 -.02 .02 .01 .00 -.01 -.02 Residual Actual Fitted -5.17 0.00000 0.006 4.42 0.00000 mag-02 0.018 0.006 3.13 0.00230 -.04 0.873 0.019 45.37 0.00000 -.06 R-squared 0.499 Adjusted R-squared 0.467 S.D. dependent var 0.01112 S.E. of regression 0.008 Akaike info criterion -6.72393 Log likelihood 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 0.023 0.027 MA(13) Sum squared resid -.03 -0.117 lug-03 Durbin-Watson stat Inverted MA Roots 23 Mean dependent var -0.00007 0.006 Schwarz criterion -6.54269 346.559 F-statistic 15.62859 1.972 Prob(F-statistic) 0.00000 .96-.24i .35+.93i -.56+.81i .96+.24i .35-.93i -.56-.81i .74+.66i -.12+.98i -.88+.46i .74-.66i -.12-.98i -.88-.46i