UN PAESE DA RICOSTRUIRE
SCUOLA DI POLITICA DEL PARTITO DEMOCRATICO
DELLA LOMBARDIA
Consiglio Regionale, Milano, 5 maggio 2012
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE,
FINANZA PER LO SVILUPPO,
SICUREZZA E PACE
IL RUOLO DELL’ITALIA
José Luis Rhi Sausi e Marco Zupi, CeSPI, Roma
L’ATTUALITA’ DELLA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE
- Il contesto internazionale
- La politica europea
- La politica italiana
- Scenari futuri
Scenari della
cooperazione allo sviluppo







Gli MDG: un approccio nuovo?
La situazione attuale
La mitologia di dati e aiuti
Gli anelli mancanti
Il paradosso della lotta alla povertà
Il discorso sull’efficacia
La frammentazione: more of the same?
Gli MDG: un approccio nuovo
• Obiettivi precisi: sradicare la povertà (MDG 1),
l’iscrizione alla scuola di base universale (MDG
2), l’accesso di tutti all’acqua potabile e ai servizi
igienico-sanitari (MDTarget 7c).
• Un obiettivo preciso anche per gli aiuti: 0.7% del
RNL (MDG 8 e UE 24 Maggio 2005) e obiettivo
2010 (G8)
• Un consenso senza precedenti
…ma non così nuovo
• Purtroppo, sradicare MDG1 fissato nel 1973 per
il 1990
MDG 2 fissato nel 1990 per essere raggiunto nel
2000, MDTarget 7c fissato nel 1977 per il 2000…
• Obiettivo dello 0,7% fissato da ONU nel 1961 (e
Banca Mondiale propose nel 1990 che aiuti
raddoppiassero con la fine della guerra fredda)
• Cosa è successo?
la mitologia dei dati e degli aiuti

Alibi di crisi non previste (settembre 2008 Ban Ki-Moon
“we face nothing less than a development emergency”),
di grandi questioni irrisolte (Doha, riforma IFI) e
responsabilità collettiva

Ricalcolo povertà nel 2008: nel 2005 non 935 milioni
(17%) ma 1.375 (25%); soglia da 1,08$ a 1,25$ (entro
2015 bisognerebbe scendere a 20,9% rispetto a 41,7%
nel 1990, e non più a 14,4%)

Che ne è di quel 21% più povero non oggetto di MDGs?
La politica orientata ai risultati lo rende non urgente?

Che ne è di poveri appena sopra la soglia? La crisi
la mitologia dei dati e degli aiuti

Dati nazionali su PIL pro capite non fanno riferimento a
reddito disponibile (includono reinvestimenti aziendali di
profitti, accantonamento scorte, spesa per la difesa,…)

Così il dato aggregato del PIL pro capite non coincide
con reddito disponibile basato su inchieste campionarie

Si mescolano due misure diverse: il dato sulla povertà
assoluta (da inchieste) è corretto da dato aggregato

Si aumenta reddito disponibile di tutti di circa 30%,
anche se differenza non è distribuzionalmente neutra

In India reddito di poveri è con soglie $0.75, 0.80, 0.85:
con premio 0,35% sono tutti sopra soglia 1$
la mitologia dei dati e degli aiuti

Falso mito ben espresso da Gordon Brown: “The
success of aid will be measured not in pounds spent
by donors, but in the rates of growth and poverty
reduction achieved by recipients”

In realtà crescita non determina automaticamente
riduzione della povertà (disuguaglianza conta):
Mozambico (Mozal), Angola, Tanzania…

Se crescita è guidata da enclave e capital-intensive,
povertà non diminuisce

In Africa serve crescita duratura tra 8 e 25% per far
uscire da povertà il 20% più povero
Gli anelli mancanti
• Non chiara distinzione tra input e obiettivi finali
• Incentivi per strade facili: immunizzazione o iscrizione
scolastica sono quick impact, più “facili” e su larga scala
• Quale crescita economica e quali infrastrutture?
• Asimmetria di effetti della crescita
• Aspetti distributivi di povertà sono fondamentali
• Impatto diretto di aiuti è solo un elemento in gioco: il
contesto economico globale è fondamentale (non solo
commercio e debito)
• Coesione territoriale: povertà, disuguaglianza,
sostenibilità
Impatto della crisi globale

L’imprevisto fattore esterno: crisi non solo finanziaria

Prima paesi a medio reddito, poi anche i più poveri
colpiti da crisi: crescita SSA solo 1,7% (era 6,7% nel
2007)

50 milioni di poveri in più nel 2009 a causa di crisi e tutti
MDG colpiti: aumento prezzi alimentari tra 2006 e 2008
aveva prodotto 200 milioni di poveri in più

Flussi privati verso PVS nel 2009 saranno negativi (oltre
700 miliardi di dollari in meno rispetto al 2007!!) e gap
finanziario PVS di mille miliardi
Un mondo di differenze
 Nuovi
attori (non-OCSE, settore privato,
autorità locali)
 Nuova povertà (un miliardo di poveri
non si trova nei paesi più poveri)
 Nuove sfide (cambiamenti climatici,
disuguaglianza, sicurezza e pace)
 Crisi finanziaria ed economica, finanza
per lo sviluppo
La povertà: una realtà in trasformazione
Nel mondo molte persone sono uscite dalla povertà
Africa e Asia cresceranno economicamente più
dell’Europa (Shifting Wealth) nei prossimi anni
C’è, sul piano del reddito disponibile, una nuova
“classe media” mondiale che si sta espandendo
rapidamente e concentrando nei PVS
C’è necessità di interventi pubblici per (1) integrare
chi è lasciato ai margini (povertà estrema) e per (2)
rafforzare capabilities di una più ampia ma più
vulnerabile classe media
Tasso di crescita % del
PIL
Una spiegazione semplice: la crescita economica
Dal 2000 un
divario
strutturale
nel tasso di
crescita a
favore dei
PVS
Economie OCSE
Fonte: IMF, 2011
Economie PVS
3/4 dei più poveri in 5 paesi: il nuovo ‘bottom billion’
In 5 paesi a medio reddito 875 milioni di persone vivono con meno di 1.25$ e 1,7
miliardi con meno di 2$):
LMICs the PICNIC group
LICs
CHINA
PAKISTAN
BANGLADESH
INDIA
NIGERIA
INDONESIA
... e 3/5 dei più poveri in soli 2 paesi: il nuovo ‘bottom
billion’
In Cina e India 695 milioni di persone con meno di 1.25$ e 1,36 miliardi con meno di 2$)
LMICs
CHINA
INDIA
Quale il segreto del successo dei
paesi (asiatici) a medio reddito?
1. La fase più recente della globalizzazione ha permesso
uscita dalla povertà economica (e multidimensionale) di
molti milioni di persone
2. La crescita economica è stato il primo motore
3. Gli Investimenti esteri (IDE, che non significano
domanda interna stabile e “classe media”) e le rimesse
sul piano quantitativo sono stati molto più rilevanti degli
aiuti per i paesi in cui si è registrato in termini assoluti la
maggior riduzione del numero di poveri
4. Brasile, Cina, India, Indonesia e Vietnam (top
performers): 5 miliardi di $ di aiuti, 225 miliardi di IDE e
116 miliardi di rimesse nel 2009
Le previsioni sulla povertà nel mondo
Frammentazione: More of the Same?
Portafoglio dei donatori (2006)
Portfolio inequality index (concentration)
0
.3
.5
.1
.2
.4
Frammentazione: More of the Same?
Absolute size (US$ volume)
Donatori danno aiuti a troppi paesi (frammentazione,25%
molto più di qualsiasi altro flusso internazionale)
16%
Dispersione è aumentata: da media di 20 beneficiari
(1960) a 109 (2006): anche piccoli donatori
10%
5%
3%
<3%
Il più “frammentato”: CE dà aiuti a 149 paesi
Differente concentrazione: molti
POR aiuti a pochi
AUS paesi
1980
GRE
ITA
Italia: molto frammentata e concentrata (ma con
UK
NZL
IRL AUT
“anomala” volatilità dei principaliLUX
beneficiari)
SWE
DENFIN
US
JPN
B ESP CAN
NHL
NO GER FRA
SWI
piano del
Dinamica italiana: quasi unicamente sul
0
20 (aumentati
40
60paesi 80
100 senza
120
volume complessivo
beneficiari
Portfolio dispersion size (fragmentation)
alterare concentrazione)
(1980-2006)
140
Nuovi attori
• Nuovi attori globali…BRICS, ma anche PPP e
partenariati territoriali
• Cina è attiva su energia, commercio e IDE, debito e aiuti
non DAC
• Quale dialogo e cooperazione triangolare?
• Problema di approcci diversi su stati “fragili” e standard
diversi su governance (Sudan o Zimbabwe)
• Sfide comuni: pace e sicurezza, sostenibilità, agricoltura
e sicurezza alimentare, infrastruttura
• UE e partenariato strategico con Cina (2006) e
Sudafrica (2007)
Il contesto della politica europea:






2000 – La comunità internazionale sottoscrive gli MDG
(Europa Development Policy Statement: DSP)
2005 – Impegni internazionali per l’efficacia degli aiuti
(Parigi)
2005 – Politica europea più europea (Presidenza GB):
Consensus (che orienta strumenti finanziari 2016-13 e
focus su PR/MDG, valori democratici, ownership),
Gleneagles (focus Africa e stati “fragili”), 0,56% entro
2010 e 0.7% entro 2015
2007 – Codice di condotta per divisione del lavoro e
primo rapporto su Policy Coherence for Development
(PCD) in 12 aree, Humanitarian Consensus and action
plan on fragility
2008 – Attivismo su MDG (agenda Europea), a Doha (FfD)
e ad Accra
2009 – Crisi: meccanismo Vulnerability-Flex per Paesi
ACP
Il contesto della politica APS europea:
Parole chiave nel discorso europeo

Growth & governance (=concentrazione),
sustainability and welfare
 Budget Support (quasi 2 dei 10 miliardi di euro
gestiti da CE nel 2010 e legati a MDG Contracts),
agricoltura sostenibile, energie rinnovabili
 Downsize (contro frammentazione)
 Performance (Result-oriented) e Impatto
 Differenziazione dei partenariati (allargati) in base
alle capacità
 Development beyond aid (PCD)
 Coerenza, Coordinamento, Complementarità e
Concorrenzialità,
 Concentrazione, Coesione (joint work)
L’impegno europeo: APS netto
(erogazioni, milioni euro, prezzi 2008)
- APS complessivo UE nel 2010 = 53,8 miliardi di euro (18% è CE)
- Gap tra livelli attuali e obiettivo 2010 = 14,56 miliardi di euro (0,13%
GNI) (per 2015 gap è 50 miliardi di euro)
- UE rimane il primo donatore al mondo= 58% del totale DAC
- Lussemb, Svez, Danim, Paesi Bassi già 0,7%; Belgio 0,64 e UK 0,56
- Italia (0,15%): ultima UE15 e decresce, maggiore gap (5,4 miliardi
nel 2010, 10 miliardi nel 2015) e 70% di APS è via CE (4o finanziatore)
Impegni CE, 2010 (milioni euro)
L’impegno europeo per Africa: APS netto
(erogazioni, milioni euro, prezzi 2008 e % GNI)
L’impegno europeo






Dalla politica regionalista di partenariato (anni ’70 con
Lomé) al soft power di global player frammentato (anni
’90 con Est – Phare e Tacis – e Mediterraneo e
condizionalità)
Development Policy Statement (2000) con focus su PR:
molte risorse e problema archiettura istituzionale per la
gestione della politica
Obiettivo 2010: 0,56% GDP come media (non meno di
0,51%, 0,17%
nuovi paesi membri) e almeno 0,15-20% a PMA (prioritari)
Obiettivo 2010 - 2011(Conclusioni Consiglio Europeo: CE
e Paesi membri daranno 2,4 miliardi di euro l’anno nel
2010, 2011 e 2012 per Fast-start finance per cambiamenti
climatici, dietro Giappone
EU impegnata su FfD innovativa
Gli strumenti 2007-2013
Gli strumenti: MFF 2014-2020
(in miliardi di euro)



Dicembre 2011, CE ha presentato proposta di strumenti per l’azione
esterna nel quadro di MFF. Bilancio totale 2014-20: 50 + 30 = 80
Europa Globale (6 geografici, 3 tematici; 1extra-bilancio): DCI
(20,5); ENI (16); PAI (12,5); PI (1); EU-GP (0,19)
European Development Fund (extra-bilancio): 30,3 Paesi ACP
Development Cooperation Instrument: Asia, AL, MO, Beni pubblci globali
European Neighbourhood: Paesi di vicinato
Pre-accession Instrument: Balcani, Turchia e Islanda
Partnership Instrument: Partner strategici ed economie emergenti
EU-Greenland Partnership: Greenland
La Cooperazione italiana
Drastica riduzione dell’APS negli ultimi anni:
ultimo posto nella graduatoria europea
 Più penalizzato il canale bilaterale, ma anche
forte diminuzione del multilaterale volontario
 La maggior parte dell’APS è costituito dal
multilaterale obbligatorio gestito dal Ministero
dell’economia
 La DGCS gestisce soltanto il 10% dell’APS

Orientamenti della Cooperazione
italiana
Linee-guida e indirizzi di programmazione 2012 – 2014:
 Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG)
 Pace, stabilità e prosperità equa, condivisa e sostenibile
 Efficacia dell’aiuto e dello sviluppo
 Responsabilità condivise, trasparente collaborazione fra più
soggetti, impatto delle iniziativa alla luce del complesso delle fonti di
finanziamento dello sviluppo
 Visione “olistica” dello sviluppo
 Tavolo interinstituzionale per la cooperazione allo sviluppo
 Concentrazione su un numero ristretto di 24 paesi prioritari
 Attenzione alle situazioni di fragilità, di conflitto e di post-conflitto
(Decreto missioni internazionali)
 Razionalizzazione della rete di UTL
 Divisione del lavoro fra donatori europei
 Ricerca di accesso alla Cooperazione delegata
Risorse dell’APS italiano
 2012:
la DGCS dispone di 215 milioni di
euro, di cui:
 140 milioni per interventi (iniziative
decretate 135 milioni)
 47 milioni per contributi a organismi
internazionali
 28 per funzionamento
Crediti di aiuto e altri fondi





Di fronte ad una disponibilità iniziale di 2,6
miliardi di euro restano 156,7 milioni (netto di
operazioni approvate dal Comitato direzionale
sia autorizzate che non autorizzate ancora da
parte del MEF)
Conversioni del debito: 122 milioni di euro (2012
– 2014)
Fondo rotativo ex art. 7: 109 milioni (2012 –
2014)
Contributo italiano al bilancio dell’UE: 990 milioni
di euro
Contributo italiano al FES: 470 milioni
Settori prioritari


Agricoltura e sicurezza alimentare
Sviluppo umano, con particolare riferimento a
salute e istruzione
 Governance e società civile (capacity
development)
 Sostegno allo sviluppo endogeno, inclusivo e
sostenibile, del settore privato
 Tematiche trasversali: empowerment femminile,
tutela di gruppi vulnerabili, patrimonio culturale,
valorizzazione della dimensione culturale dello
sviluppo.
Paesi prioritari










Africa Occidentale: Senegal, Niger, Burkina Faso e
Guinea
Africa Equatoriale: Sudan, Sud Sudan, Kenya
Corno d’Africa: Etiopia, Somalia
Africa Australe: Mozambico
Nord Africa: Egitto, Tunisia, Libia
Medio Oriente: Territori Palestinesi, Libano, Iraq
Asia Meridionale: Afghanistan, Pakistan
Sud-est Asiatico: Myanmar, Vietnam
Paesi Andini: Bolivia, Ecuador
America Centrale e Caraibica: El Salvador, Cuba
Modalità di Cooperazione
 Aiuto
umanitario
 ONG
 Cooperazione
decentrata
 Comunicazione, trasparenza e valutazione
Riforma della legge di cooperazione allo
sviluppo e Ministro della Cooperazione
 Disegno
di legge Tonini et al
 Aspetti rilevanti delle proposte di legge di
riforma
 La novità del Governo Monti: Ministro della
Cooperazione e l’Integrazione
Nuovi attori
• Coinvolgimento di BRICS nel ripristino di stabilità
finanziaria avrà implicazioni anche su dialogo su APS
• non-interferenza non significa inattività rispetto a stati
fragili: coinvolgimento in impegni di peace-keeping UN
• Cina è al contempo donatore e beneficiario di aiuti:
(Brasile è il principale beneficiario di ONG Italiane)
• Programmi di Cina sono meno trasparenti di OCSE,
ma non necessariamente meno efficaci,
• Terreno neutro: partire da ownership Africana, principi
di Unione African e NEPAD più che standard OCSE
Nuovo focus
• Rapporto non approfondito tra
governance, politiche di sviluppo
energetica OCSE, BRICS e PVS
questioni di
e sicurezza
• Da visione ristretta: partenariato con stati produttori
a Visione allargata: legame con conflitti e povertà
connessi a risorse
• Oil curse
• Come riconciliare sicurezza energetica, sostenibilità
e sicurezza umana?
• Sfida: appoggiare cultura di consumo energetico nei
paesi produttori e diversificare fonti
Nuove sfide
• Economie più ricche più responsabili di beni pubblici
globali (impronta ecologica)
• PVS Meno responsabili, più vulnerabili e con meno
risorse gap finanziario su cambiamento climatico (entro
quadro di cambiamenti globali di eco-sistemi)
• IPCC 2007: effetti su calo di produttività agricola (siccità
e alluvioni) e più conflitti su risorse naturali e migrazioni
e modello economico e tecnologia impatta sostenibilità
• Occorre aumentare resilienza dei poveri e modelli di
sviluppo : adattamento + mitigazione
• MDGs, PRSP e agenda di Parigi non includono ciò
Nuove sfide
Cambiamento climatico nelle politiche europee di APS
Global Change &
Energy Package
(2008)
Adaptation Green
Paper (2007)
Action Plan on CC &
Development (2004)
Aiuto a capacità amministrative su PR,
Adattamento e mitigazione
DGDev Global Climate
Change Alliance (2007)
Aiuto su Emission Trading Schemes,
biocarburanti, deforestazione, degrado
Aiuto ai Piani nazionali di adattamento e GCCA
Global Energy Efficiency
& Renewable Energy Fund
(2006)
Aiuto per adattamento, riduzione emissioni da deforestazione,
Uso del Clean Development Mechanism, prevenzione disastri
Prestiti per piccoli progetti di
Tech energetico nei paesi ACP
Nuove sfide
Cambiamento climatico nelle politiche europee di APS
Azioni bilaterali (Germania e Regno Unito)
Global Change & Aiuto su Emission Trading Schemes,
E iniziative BEI:
Energy Package biocarburanti, deforestazione, degrado
(2008)
• Global Authorisation Mechanism
Adaptation Green
Action Plan on CC &
• Climate Chnage Technical Assistance Facility Paper (2007)
Development (2004)
• Multilateral
carbon credit
Aiuto ai Piani nazionali di adattamento e GCCA
Aiuto a capacità amministrative
su PR,fund
Adattamento e mitigazione
• Post-2012 carbon credit fund
DGDev Global Climate
Change
Alliance (2007)
Necessità
di garantire
le 3C
Global Energy Efficiency
& Renewable Energy Fund
(2006)
reale mainstreaming
Aiuto pereadattamento,
riduzione emissioni da deforestazione,
Uso del Clean Development Mechanism, prevenzione disastri
Prestiti per piccoli progetti di
Tech energetico nei paesi ACP
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