Molecole organiche Per le molecole polinucleari ci si aspetta una spettroscopia elettronica molto complessa. In linea di principio ci dobbiamo attendere un contributo anche vibrazionale ed un contributo rotazionale. Fortunatamente allo stato solido, liquido ed in soluzione, molto spesso i contributi vibrazionali e rotazionali vanno persi e pertanto la spettroscopia ottica risulta semplificata. Quando ci si occupa delle molecole organiche si osserva inoltre che le manifestazioni spettroscopiche sono per lo più legate a transizioni elettroniche che coinvolgono dei particolari gruppi chimici. Questi gruppi chimici sono chiamati in genere “cromofori”. La spettroscopia ottica delle molecole organiche può essere così effettuata sulla base del riconoscimento di tali gruppi e sull’analisi dell’effetto del loro intorno. In genere si parla anche di gruppi “auxocromi” a cui sono associate transizioni del tipo σ* ← n. Si tratta di transizioni che cadono in genere ad energie maggiori rispetto a quelle che coinvolgono i gruppi cromofori, molto spesso uscendo dal campo del visibile. La loro presenza è comunque importante perché sono in grado di modificare sensibilmente anche le transizioni elettroniche dei gruppi cromofori, rendendole particolarmente intense. Il gruppo C-OH ed il gruppo CNH2 sono gruppi auxocromi. I cromofori più comuni sono i gruppi: C=C; NO; ed il gruppo CO Nel caso dei gruppi C=C la transizione avviene da un orbitale legante π ad un orbitale antilegante π*. L’energia di questa transizione è 7 eV per un legame doppio e corrisponde ad un assorbimento di 180 nm (ultravioletto). La transizione responsabile dell’assorbimento in composti carbonilici è dovuta alla coppia elettronica localizzata sull’atomo di ossigeno, cioè uno di questi elettroni può essere eccitato in un orbitale antilegante del gruppo carbonilico, dando una transizione π* ← n. Le energie tipiche sono dell’ordine di 4 eV (290 1 nm) e poichè sono proibite per simmetria, gli assorbimenti sono deboli (f ∼ 2 x10-4 ÷ 2 x 10-4). Nel caso di transizioni π * ← n l’intensità della transizione viene aumentata in virtù dell’accoppiamento con i modi vibrazionali. L’accoppiamento dell’hamiltoniano elettronico con quello vibrazionale, permette di violare la regola di selezione che proribisce la transizione nel gruppo carbonilico per ragioni di simmetria. Se in una molecola organica compaiono una serie di doppi legami coniugati, le energie degli orbitali molecolari si avvicinano e la transizione π*← π si avvicina al visibile. La molecola del benzene, con sei atomi di carbonio, può essere descritta considerando tre doppi legami coniugati risonanti in due arrangiamenti equivalenti. La struttura degli orbitali molecolari prevede una minore energia per l’eccitazione degli elettroni per la transizione π* ← π rispetto alla molecola dell’etilene (1 singolo doppio legame). Per il benzene la transizione elettronica a energia inferiore, cade ancora nella regione del primo ultravioletto, per cui questa molecola è incolore, ma in molecole più grandi (sia cicliche che lineari) l’assorbimento può estendersi nel visibile. 2 3 Molte molecole colorate, di natura organica, sfruttano la presenza di lunghe catene con serie di doppi legami coniugati. L’energia della transizione e quindi il colore della molecola può trovare semplice giustificazione con il modello della particella in una scatola (vedi appunti di Zecchina). In queste molecole infatti gli elettroni non sono strettamente legati ai loro atomi di appartenenza, ma possono spostarsi all’interno della molecola anche a lunghe distanze: occupano orbitali molecolari e l’energia richiesta per passare in uno stato eccitato è molto ridotta. In natura si incontrano molti esempi di questo tipo e tutti hanno una comune matrice strutturale dovuta alla presenza di unità isopreniche CH3 C CH2 C H isoprene CH2 Esempi sono dati dai carotenoidi, che hanno colorazioni che vanno dal rosso al giallo a seconda del numero di doppi legami coniugati e dai gruppi chimici legati alla catena idrocarburica. A questo tipo di molecole si deve il colore della carota, dello zafferano, del pomodoro, del granoturco. Le variazioni strutturali in queste molecole sono minime: tutte hanno una catena costituita da alcune unità isopreniche (nel carotene sono 8). In alcuni casi le molecole terminano con un anello a 6 atomi di carbonio, mentre in altri casi la molecola è aperta. La presenza poi di gruppi OH (gruppo auxocromo),o di gruppi carbonilici, comporta una modificazione delle transizioni elettroniche e pertanto una variazione della colorazione. 4 Carotene: caratteristica della molecola è la rigidità conferita dai doppi legami coniugati e la buona solubilità nei grassi. Il colore delle carote è in genere dato da una forma ossidata del carotene, meglio nota come xantofilla La presenza di catene più corte, la rottura degli anelli al termine della catena e la presenza di gruppi carbonilici, conferisce il colore dello zafferano. La colorazione rosa dei gamberetti e del salmone è invece dovuta alla presenza di 4 atomi di ossigeno sui due anelli terminali. O OH OH O Un ulteriore esempio di transizioni elettroniche che avvengono in molecole con catene di doppi legami coniugati, è dato dal meccanismo fotochimico della vista. La retina dell’occhio è costituita da due tipi di recettori, i bastoncelli e i coni. Il miliardo di bastoncelli funziona in presenza di luce fioca ma non distingue i colori. I tre milioni di coni funzionano in presenza di luce brillante e distinguono i colori. Ci sono tre tipi di coni, ognuno dei quali assorbe o luce rossa, o luce verde o luce blu e manda di conseguenza segnali al cervello. Ogni recettore contiene molecole sensibili alla luce e la loro risposta all’illuminazione innesca un messaggio al cervello. Sia nei bastoncelli che nei coni la luce è assorbita dalla molecola 11-cis-retinale. Nei bastoncelli questa molecola è legata all’opsina, una proteina con cui dà luogo alla rodopsina fotosensibile. Nei coni, le molecole di retinale sono legate a 5 tre opsine leggermente differenti che trasformano la luce assorbita in rosso blu e verde. Quando la luce viene assorbita da un bastoncello o da un cono, viene assorbita dal 11-cis-retinale (una molecola rigida, piegata a gomito, caratterizzata da 5 doppi legami coniugati, e che termina con un gruppo aldeidico). L’assorbimento causa l’allontanamento di un elettrone, al posto di un doppio legame si forma un legame singolo, la molecola può ruotare intorno a quel legame e si trasforma nel trans-retinale. Anche il trans-retinale è una molecola rigida, con una catena di 5 doppi legami comiugati, ma questa volta distesa. Quando la molecola torna nello stato fondamentale non riacquista la struttura cis, rimane trans. A questo punto la molecola non si adatta più alla proteina opsina e così parte un segnale che viene trasmesso al cervello, lungo il nervo ottico. Il primo stadio nel processo visivo è quindi l’assorbimento di un fotone, seguito da isomerizzazione: lo srotolamento della molecola invia l’impulso nervoso al cervello. CHO CHO cis-retinale trans-retinale Un ultimo esempio è rappresentato dalle clorofille, dove la molecola organica è caratterizzata da anelli azotati. La funzione di vera e propria antenna, capace di catturare una porzione molto estesa della radiazione elettromagnetica che cade nel visibile, è data dalla presenza di una lunga catena costituita da anelli aromatici azotati. 6 N N Mg N O O O N O O Molti dei colori brillanti della natura sono invece dovuti a una categoria diversa di composti, chiamati flavonoidi. Tutti hanno una struttura base tipo quella mostrata qui di seguito ed a seconda dei casi mostrano delle sostituzioni con gruppi ossidrilici più o meno numerose. Un esempio è dato dalla pelargonidina, che conferisce il color e rosso acceso del geranio. pelargonidina flavonoide OH O O+ OH OH OH 7 Ancora a molecole di questo tipo si deve il colore dei vini rossi, mentre il colore dei vini bianchi è in parte dovuto alla presenza della quercitina. La diversità di colore è determinata dalla presenza di un atomo di ossigeno in più rispetto alle strutture viste in precedenza. OH OH O OH OH OH O La natura invece di molti colori che tendono al marrone, è dovuta alla reazione di un carboidrato con un aminoacido per dare origine a molecole che assorbono un largo spettro della luce visibile, apparendo pertanto marroni. Un esempio di questa categoria di composti è dato dalla melanina (un polimero della tirosina), di cui qui di seguito si illustra una porzione. In questa molecola gli elettroni si muovono in totale libertà lungo un sistema di doppi legani interamente coniugato. Questa struttura giustifica la colorazione scura. O O O N N 8 Centri di colore Un elettrone in eccesso, non legato ad alcun atomo ma intrappolato in qualche difetto strutturale del reticolo (in corrispondenza di uno ione mancante o di un’impurezza) oppure una ‘buca’, cioè mancanza di un elettrone appartenente ad un doppietto, sono fenomeni definiti centri colore o centri F. Un esempio è costituito dal centro F porpora della fluorite, CaF2 , dove ogni ione calcio è circondato da otto ioni fluoro: si forma un centro F, quando manca uno ione fluoro nel reticolo. Questo fenomeno può verificarsi per esposizione a radiazioni di elevata energia (raggi X o gamma), per effetto di un campo elettrico o di trattamenti termici. La vacanza anionica viene occupata da un elettrone libero, che viene intrappolato al suo interno (centro F) e questo garantisce la neutralità elettrica del cristallo. L’elettrone in questa configurazione sente il campo cristallino generato dagli ioni circostanti e quindi può occupare sia il livello fondamentale che gli stati eccitati; le transizioni fra questi livelli originano il colore e la fluorescenza. Il colore dell’ametista (che è un tipo di quarzo) è attribuito a un centro di colore costituito da una ‘buca’. Il reticolo del quarzo è costituito da biossido di silicio SiO2 e un requisito essenziale per la formazione del centro di colore è la presenza di impurezze di Fe che sostituiscono atomi di Si. Dato che il ferro ha valenza 3+, mentre il silicio è 4+, per mantenere la neutralità elettrica occorre che sia presente nelle vicinanze uno ione di un metallo alcalino o un idrogeno. Il centro di colore si forma per effetto dell’esposizione ad una sorgente di raggi γ per tempi brevi o alla luce solare per tempi geologici: la radiazione espelle un elettrone da un doppietto di ossigeno vicino ad un’impurezza di Fe3+ , lasciando nell’orbitale un elettrone spaiato. L’elettrone mancante viene detto buca e quello che rimane ha la possibilità di spostarsi lungo una serie di livelli eccitati, simili a quelli dell’elettrone in eccesso dei centri F. 9 La maggior parte dei centri di colore è stabile solo a basse temperature. 10 Metalli. In un metallo gli elettroni di valenza sono equivalenti e possono liberamente muoversi entro il volume macroscopico del cristallo, ma, per il principio di esclusione di Pauli, ogni livello può essere occupato al massimo da due elettroni; quindi ci saranno molti livelli energetici estremamente ravvicinati, fino a formare un continuo a partire dal livello fondamentale. Allo zero assoluto questa banda continua di stati è riempita dal livello più basso fino al livello di energia detto livello di Fermi. Per assorbimento di radiazioni, gli elettroni possono effettuare transizioni a livelli a maggiore energia, che costituiscono un continuo di stati eccitati. Una superficie in grado di assorbire tutta la radiazione visibile dovrebbe apparire nera, in realtà questo non avviene per i metalli, a causa della mobilità degli elettroni. Infatti quando un elettrone assorbe un fotone e viene eccitato ad un livello a più alta energia, può immediatamente riemettere un fotone ad energia uguale e quindi tornare al livello fondamentale. In seguito a questo rapido reirraggiamento la superficie di un metallo appare più riflettente che assorbente e quindi assume il caratteristico aspetto lucido. La diversità dei colori (per es. oro e argento) è spiegabile con il diverso numero di stati disponibili al di sopra del livello di Fermi, per cui alcune lunghezze d’onda vengono assorbite e riemesse con maggiore efficienza di altre. 11 12 13 Semiconduttori I semiconduttori si differenziano dai metalli per la presenza di un ‘gap’ fra banda di valenza, che allo stato fondamentale è completamente piena, e banda di conduzione, che invece è vuota. Gli elettroni non possono assorbire quanti di energia arbitrariamente bassi, ma l’energia minima è quella che consente la transizione fra livelli superiori della banda di valenza a livelli inferiori della banda di conduzione. Quindi il colore di un semiconduttore puro dipende solo dall’ampiezza del ‘gap’. Se l’intervallo di energia (gap) è minore dell’energia più bassa della regione visibile, allora tutte le lunghezze d’onda nel visibile vengono assorbite (es. Si, che però ha luncentezza metallica, mentre altri semiconduttori sono neri). Se l’ampiezza del gap è maggiore della massima energia presente nella radiazione visibile, la radiazione non viene assorbita ed il semiconduttore è privo di colore (es. Diamante, il cui gap è ampio 5.4 eV, risulta trasparente alla luce visibile e anche parzialmente all’UV). 14 Quando l’energia del gap è compresa entro l’intervallo del visibile, il semiconduttore presenta un colore ben definito: es. CdS, pigmento giallo cadmio 15 (altamente tossico ed oggi praticamente in disuso), ha un gap di 2.6 eV ed assorbe tutti i fotoni con energia superiore (blu e viola), mentre trasmette solo le radiazioni con energia inferiore, che gli conferiscono il tipico colore giallo. La sequenza dei colori, in ordine di ampiezza crescente di gap, è: nero, rosso, arancio, giallo, incolore. I semiconduttori con gap molto ampio, e quindi incolori, possono assumere una colorazione per effetto di ‘drogaggio’ con impureze presenti anche solo in tracce. L’impurezza può essere un donatore oppure un accettore di elettroni, ma in entrambi i casi essa introduce nuovi livelli energetici nel gap e quindi la possibilità di transizioni a minori energie rispetto all’ampiezza del gap. Nel diamante l’introduzione di pochi atomi di azoto (specie che contiene un elettrone in più che il carbonio) in posizione sostituzionale origina livelli donatori collocati 1.4 eV al di sopra della banda di valenza; l’energia per la transizione alla banda di conduzione è 4 eV, che cade ancora nell’UV, ma la banda è sufficientemente ampia da assorbire un po' di luce viola. Per concentrazioni di un atomo di azoto per 100000 di carbonio il diamante è giallo, per concentrazioni superiori diventa verde. L’introduzione di atomi di boro origina invece livelli accettori o buche a circa 0.4 eV al di sopra della banda di valenza, che si estendono in modo da consentire l’assorbimento di parte delle radiazioni del visibile: il diamante drogato con boro ha colore blu. Tabella riassuntiva 16 17