E-mail FEBBRAIO 2009 ProvinciaInforma ANNO II n°5 Notiziario mensile on line del Consiglio Provinciale T.O.M - Provincia San Francesco REDAZIONE: T. Paonessa (Presidente P. T.O.M.) e-mail:[email protected] - F. Avolio (Del. Stampa P.) E-mail:[email protected] Redazione www.tomsambiase.it: F. Ruberto (Grafica), C. Maione (Capo Redattore) e-mail: [email protected], M. Famularo (Impaginazione Grafica “ProvinciaInforma E-mail”) e-mail:[email protected] - Delegati Stampa delle Fraternità: L. Croce, F. Landi, S. Fiore, P. Cariati, G. Occhiuto, M.C. Bevacqua, M.C. Giglio, S. Verduci, G. Leone, N. La Porta, R. Caputo, M.L. Porco, F.R. Donato, A.P. Venezia, B. Catapano, M. Trevisani. Www.tomsambiase.it/provinciainforma SPECIALE ATTI CONVEGNO - V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase L’ Editoriale di Franca Avolio Paola, 7 e 8 Febbraio 2009 E’ nella formazione l’animazione del T.O.M. Secondo appuntamento “per formatori ed animatori di Fraternità”. Affrontato il tema: “Le associazioni di fedeli: il Terz’Ordine dei Minimi” S abato 7 febbraio 2009 e Domenica 8, a Paola si è svolto il “Corso di Formazione per Formatori e Animatori di Fraternità”. In via del tutto eccezionale sono state ripetute le tematiche svolte a Grottaglie nei giorni due, tre e quattro Gennaio 2009. L'esigenza di ripetere l'incontro è scaturita dal fatto che parecchi corsisti erano stati impossibilitati a partecipare ma anche per far sì che altri si iscrivessero. Tra le novità che caratterizzano il corso voglio evidenziare l'unitarietà e la durata biennale. Si punta molto sulla formazione perché nelle Fraternità c'è bisogno di persone competenti che conoscano, tra l'altro, i propri diritti e i propri doveri di appartenenti ad un Ordine laicale pubblico, autonomo e riconosciuto dalla Santa Sede. E' stata trattata la seguente tematica: “Le Associazioni di fedeli: il Terz'Ordine dei Minimi ”( Fondamenti biblici,ecclesiologici e canonistici). Per quello che mi riguarda la partecipazione al corso mi ha dato tanto sia a livello culturale che come ricarica emotiva; è stato piacevole ritrovarmi con terziarie e terziari già conosciuti. Ho avuto poi l'opportunità di apprezzarne altri che ho incontrato per la prima volta. Le tematiche ascoltate, quelle relative al ruolo di appartenenza mi hanno messo positivamente in crisi. Ho compreso meglio le responsabilità che tutti noi terziari assumiamo nel momento della professione e di fronte ai quali non possiamo tirarci indietro. Dovremmo chiederci più spesso perché ci s i a m o a v v i c i n a t i a l Te r z ' O r d i n e: devozionismo? chiamata?. E' necessario, poi, far crescere in tutti noi il senso di appartenenza, quello del servizio e non del protagonismo. La copertina Paola 27-28-29 URNA Marzo CONGRESSO NAZIONALE “Il Cammino del T.O.M. negli ultimi venti anni. La nuova figura del laico minimo” In primo piano di Sonia Verduci (Fraternità di CATONA) 2 il ma a Efo-r m E BR 8 200 TO co OT cs it i, rane oo. Land n F @yah Sa a volooi it, oc,e F. Cr L. nato, cia franc libr.e tà: e rni Do vin E mai:l n@ R. te ro )maio Fra c , F. e - P pa.Pndida.dl el Poro a pa M . Sm ta L. M. l c to, T.O. ( el mai:i tam p Cau le vlo ioD e egt eleaS,R . c a - F. A ttor) t -D it Pora vini r.oti o Reda in.d . La (a inw , N Prosas @libe eCp a u@ eone ani. i e aion s L glo form aon C. M mofam G. eiv a ), m ci .T e ni s d o Mr inciain ica lm i eru, raf ai: V Co mai:l tersp an, rov (G e-m S. ap el to eo, igli B. Cat it/p e d T.O.M.)F. RubreE-mai.l”) C.G a, ase. In cia vin Pro i ln t: rma P. ne mbi ua,M Ve fo on idne te biase.i a q A.P. msa es sam inciaIn evc ile t .o ns ssa (Pr .tom “Prov .C.B Www me Paone wwwraficacih uto,M G . c ione iario NE:T daz ione G. O tiz AZIO Re g nazaria,ti No RED oI(m pai P.C e zi II O ANNn°1 M. lar Famu S. Fior, Catona, 29 Settembre 2008 Riconsegnata alla Fraternità una Tovaglia degli anni ‘50 Il restauro è stato svolto dalle Monache Minime I l 29 Settembre 2008, data d'inizio dell'anno sociale, la Fraternità di Catona l'ha voluto ricordare con un evento speciale. Durante la Celebrazione Eucaristica, concelebrata da P. Francesco Rubino e P. Casimiro Maio, è stata riconsegnata alla Fraternità Minima un a tovaglia, che era stata donata negli anni cinquanta dalle nostre anziane terziarie, frutto di un lavoro minuzioso delle signore: Cama Carmela, Ottanà Francesca, Romeo Maddalena, Romeo Angela (defunta), Lingria Marisa, Pensabene Giovanna. Il Passare del tempo e il continuo utilizzo avevano portato via il RITIRO SPIRITUALE DI QUARESIMA 15 MARZO 2009 suo antico splendore, recuperato oggi grazie all'ottimo lavoro delle Monache Minime. Il gesto, manifestato ad inizio anno sociale, è stato un omaggio al sacrificio dei nostri terziari a dimostrazione della loro devozione verso il grande Santo Francesco di Paola. Le nuove generazioni hanno donato un copri tovaglia, con una bordura a chiacchierino realizzata dalla devota Patrizia Fiumanò. Un grazie è rivolto a tutto il T.O.M. e all'intera comunità che ha sostenuto economicamente la realizzazione del restauro. Siti Minimi Usa il Web per evangelizzare! invia questo Notiziario a tutti coloro presenti nella tua rubrica. Www.ordinedeiminimi.it www.minimas.org www.comnazionalesanfrancescodipaola.it www.sanfrancescodipaola.it www.santandreadellefratte.it www.sanvitovicoequense.net www.santuariosanfrancescodipaolamilazzo.it www.sanfranciscodepaulaenmexico.com www.dc-vranov.katolik.cz Www.saofranciscodepaula.hpg.ig.com.br/index www.giovaniminimi.it www.giornalesanfrancescodipaola.net www.sanfrancescodipaolalamezia.it Charitasport.supereva.it Www.minimistella.it Www.fratiminimibari.altervista.org Www.sanfrancescodipaola_palermo.it Www.sanfrancescodipaola.biz Www.tompaola.it SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase 3 Lamezia Terme, 25 Giugno 2008 V centenario dalla Fondazione del Convento dei PP. Minimi “Presentata la Lampada Votiva in onore di San Francesco di Paola” In esclusiva: pubblicazione degli Atti del Convegno su “ProvinciaInforma E-mail” Il Saluto del Presidente di Fraternità di Antonio Mamertino Eccellenza Reverendissima Mons. Luigi Cantafora Reverendo Mons. Pasquale Luzzo Molto Reverendo Padre Provinciale P.Rocco Benvenuto Reverendo P. Antonio Bonacci e sua comunità Ill.mo Sig. Sindaco Autorità tutte Ai convenuti A voi tutti, nella mia qualità di Correttore della locale Fraternità T.O.M., rivolgo un saluto riverente, ma nel contempo affettuoso perché familiare, di questo Ter zo Ordine dei Minimi. Sono particolarmente contento per la presentazione della lampada votiva che la locale Fraternità T.O.M. offre al suo Santo Fondatore S.Francesco di Paola, che nella sua Cappella, dinanzi alla sacra reliquia del dito, arderà incessantemente per l'ardore di devozione che il popolo Sambiasino professa verso S.Francesco di Paola. Sambiase che ha quindi la sua storia legata a S.Francesco di Paola ed al suo Istituto, venera con fervore di fede secolare il Santo come suo Protettore, e gode dell'apostolato dei suoi figli spirituali. Sono anche onorato per il prosieguo di questo progetto, che era stato iniziato dal mio predecessore in occasione del V Centenario della morte di S.Francesco (2 aprile 1507), e ora concluso in fase di apertura del V Centenario della Fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase (25 giugno 1508). Per la buon riuscita, và un ringraziamento a tutti coloro che hanno intrecciato il loro cammino con il mio, e a coloro che il mio cammino l'hanno sempre accompagnato. Per questo atto di devozione verso S.Francesco di Paola, l'augurio che di cuore formulo, e per il quale invoco il divino aiuto su tutti i membri della Famiglia Terziaria di Sambiase, è che ciascuno, ancora più di prima, animato da rinnovato zelo di vita interiore e di apostolato, viva in pienezza le norme sante professate e si impegni nella totalità delle virtù del “Minimo”. Inoltre, che ciascuno, cogliendo i segni dei tempi viva nel mondo e vi diffonda, nella disponibilità consona al proprio stato e condizione, quel messaggio di umiltà, di carità e di penitenza affidato da S.Francesco di Paola ai suoi figli del triplice Ordine. A tutti, pace e amore in S.Francesco di Paola. Il Saluto del Presidente Provinciale di Teresa Paonessa Molto Rev. P. Provinciale, Rev.. P. Superiore, Rev. P. Ass. di questa Fraternità, Pres. e Consiglio di Fraternità di Sambiase, Carissime Suore del Padre Barrè, carissimo Nico, carissimo Lellè fratello nella vita e nel TOM , Confratelli delle varie fraternità, che ci avete onorato con la vostra presenza, carissimi terziari di Sambiase e concittadini tutti, saluto tutti voi a nome di tutti i terziari della Provincia,( che sarebbero voluti essere qui ma le distanze spesso ostacolano tanti buoni propositi, in più sabato prossimo dobbiamo raggiungere Paola per la Giornata della Fraternità, quindi tanti spostamenti non è possibile farli). 4 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Mi è sicuramente difficile in questa sede, come ho già detto altre volte, assumere il ruolo che in questo momento ricopro, ma siccome oltre al saluto che come presidente Provinciale, dovrò dare, mi è stato chiesto di spiegare, il perché si è deciso di abbellire la cappella di San Francesco di questa lampada, mi viene sicuramente semplice rivolgermi a voi come terziaria appartenente a questa meravigliosa Fraternità. Il 4 Giugno 2005 durante le votazioni per il rinnovo del consiglio, sono chiamata a servire questa fraternità, come Presidente, ed approssimandosi il V centenario della morte di San Francesco, si programmavano, le varie manifestazioni, i vari convegni ecc., e anche noi eravamo in questo clima di programmazione. Il 4 Luglio 2005 ci riuniamo come consiglio insieme a Padre Giovanni Sposato(allora P: Assistente) e tra i vari punti all'ordine del giorno lancio l'idea della lampada votiva, come segno del Centenario. In questi giorni, mi è stato chiesto come ti è venuta in mente l'idea? L'idea posso dire, sinceramente, è stata di carattere pratico. Iniziando dal Santuario di Paola, in molti conventi, è sospesa una lampada, alimentata con l'olio davanti l'immagine di San Francesco. Quella piccola fiammella mi ha sempre dato tanta emozione, tanto da far sì ogni anno il 2 maggio, cerco di partecipare all'accensione della stessa nel Santuario, inoltre l'offerta dell'olio da parte dei comuni mi comunica la grande generosità della gente di Calabria. Anche da noi arde questa fiammella, ma è posta in un bicchiere sorretto da un piedistallo, molto instabile, che al minimo urto riversa l'olio sul pavimento, facendo sì che a terra ci sia sempre dell'olio che oltre allo spreco, sporca inevitabilmente. Quindi, quando P. Giovanni ci chiese cosa avevamo in mente di fare per il Centenario, insieme a tante idee per organizzare tutto al meglio, dissi perché come TOM, non offriamo una lampada? Al che mi rispose, “ ne devo,prima, parlare con la comunità, poi vediamo”, a dire il vero mi sembrava poco convinto. Intanto l'idea era giunta all'architetto Curcio, che aveva in mente di fare un qualcosa per la nostra Chiesa, ed inizia ad elaborare un'idea di lampada che racchiudeva in se un significato molto intenso, e da subito me ne innamorai. Intanto io ero chiamata a servire la provincia come presidente, e quindi lascio la presidenza locale, ma a Tonino Mamertino, nuovo presidente, ho suggerito di portare avanti il progetto, e in una delle prime riunioni del nuovo consiglio, si riparla della lampada si era nel gennaio 2007. Una sera la consorella Tilde Gaetano, ( madre dell'Arch.), e precisamente nel marzo 2007, arriva con l'elaborazione del disegno, che cerca di spiegare a Padre Giovanni, il quale dà uno sguardo molto distratto , e dice poi vediamo. Io che ero presente, e conoscevo il significato della Lampada ho pensato “a P. Giovanni si deve spiegare per bene e con calma tutto, e consiglio a Tilde di ritornare”. Infatti, in seguito, il progetto è stato accolto e approvato, poiché anche se non è una lampada costruita in metallo prezioso, perché a noi figli di San Francesco, interessa il valore affettivo non il valore economico che racchiude in sé. Ma siccome il tempo scorre inesorabilmente, si è pensato di spostare tutto per il V Centenario di Fondazione del Convento a Sambiase. Non spetta a me spiegare la lampada, ma vorrei soffermarmi al perchè sono stati scelte determinate figure anziché, altre. Si dovevano scegliere delle figure: una per il Primo Ordine, due per il secondo ordine e tre per il Terz'Ordine. Per quanto riguarda il primo ordine la scelta sul beato Nicola Barrè, era devo dire inevitabile. Si doveva scegliere un minimo. P. Barrè che sceglie di entrare nell'ordine dei Minimi, attirato dalla figura di San Francesco, e dalla sua Spiritualità fondata sull'umiltà, carità e alla sua scuola P. Barrè si impegna assiduamente nello sforzo della conversione, fondamento del Vangelo. Come San Francesco, anch'egli contemplativo e penitente,riuscì a cogliere nella società del suo tempo e soprattutto nei poveri, l'appello per un impegno a favore dei più piccoli. Quindi, chi più di P. Barrè l'ultimo Minimo tra i beati, il cui ricordo della beatificazione è ancora viva tra di noi, in più quale maggior segno di gratitudine verso le Sue Figlie che dal 1975 fanno parte integrante della nostra parrocchia, aiutando i più bisognosi e svolgendo una missione ininterrotta nelle nostre frazioni. Per il Secondo Ordine le due serve di Dio Suor Consulto Utrilla e suor Filomena Ferrer che aspettano di essere beatificate, e di cui non tutti conoscono la vita e la forte spiritualità legata indissolubilmente al nostro Fondatore. Le Consorelle di Paola, sono state entusiaste del progetto sicure che è di buon auspicio per una prossima beatificazione. Arriviamo alla Terz'Ordine, si era unanimamente d'accordo sui due patroni San Francesco di Sales e Santa Giovanna di Valois, ma per la figura del Terziario, che doveva essere un laico, che doveva rappresentare simbolicamente tutta la Fraternità la scelta è stata difficile e contrastata. Ognuno di noi è legato SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase personalmente a dei confratelli che hanno segnato la storia di questa Fraternità, in più questa fraternità ha avuto delle figure veramente eminenti in Santità, tanto da essere state approfondite con convegni specifici, e tante altre ancora aspettano di essere riportate alla luce, mi vengono in mente soprattutto le Donne che sono tante, ed invito ufficialmente in questa sede il Consiglio, di organizzarsi e continuare il discorso intrapreso anni fa. Alla fine perché Gianni Renda. Gianni Renda perché il suo ricordo è ancora vivo in tutti noi, la sua scomparsa in così giovane età, 33 anni tanti quanti Nostro Signore Gesù Cristo, l'impronta di rinnovamento che ha dato al Terz'Ordine, l' attaccamento all'intera Famiglia Minima, e poi chi può dimenticare il giorno della sua scomparsa, il TOM della Provincia, era, per volere del destino, tutto riunito a Longobardi per un incontro Provinciale, quando si sospese tutto era morto Gianni Renda. Ma alla fine nessuno ha pensato che c'era un altro motivo, 1983-2008, sono 25 anni dalla sua morte. Qualche giorno fa, mentre pensavo a ciò che dovevo scrivere, mi chiedevo, ma in quale anno è morto Gianni e quando ho collegato che era morto lo stesso anno del mio matrimonio, credetemi un brivido mi ha attraversato la pelle, 25 anni quindi credo che lui ha voluto in questo modo festeggiare le sue nozze d'argento con l'Eternità. Vorrei ringraziare innanzi tutto il consiglio di questa Fraternità, per aver portato avanti il progetto, quale segno di continuità personalmente vi abbraccio uno ad uno e auguro che questa circostanza possa consolidarci sempre più come Famiglia. 5 Il Saluto del Superiore della Comunità Minima di P. Antonio Bonacci A ncora una volta ci troviamo uniti nel nome di San Francesco di Paola per l'inaugurazione di questa nuova lampada a Lui dedicata.Sebbene voluta ed offerta del Terz'ordine di Sambiase possiamo affermare che in essa è rappresentata tutta la Famiglia Minima: Il Primo, il secondo e il Terz'Ordine, mediante la raffigurazione di alcuni personaggi particolari, che hanno fatto parte nel corso dei secoli, di questa grande Famiglia da Lui Fondata. Sarà l'olio offerto al Nostro santo Padre San Fratesco che farà brillare la fiamma che si sprigiona da questa lampada. L'olio è un simbolo che lega il lavoro e la vita; è l'elemento più comune della vita d'ogni giorno, è il frutto di un lavoro silenzioso e dura, è la partecipazione alle gioie e alle difficoltà della famiglia, è un dono offerto con generosità e amore. Voi che coltivate l'olivo n'avete una particolare attenzione e il prezioso frutto che ne ricavate è per voi sostanza e alimento vitale. Se poi lo offrite a qualcuno , questo gesto costituisce il momento della più stretta familiarità e dell'amicizia più vera. Voi offrite l'olio a san Francesco, anzi, ogni anno, si portano i recipienti nei frantoi sparsi sul territorio di Sambiase, per la raccolta dell'olio a San Francesco e in cambio voi vi aspettate qualcosa da Lui. Offrite il frutto di questa terra baciata dal sole e benedetta da Dio, offrite il frutto delle vostre giornate di lavoro e di sudore, come motivo dominante della familiarità e dell'affetto che lega ogni sambiasino al suo santo Protettore. San Francesco è con voi, asciuga ogni lacrima, ci sprona al bene, c'incoraggia a vivere autenticamente la nostra fede. San Francesco ascolta attento tutti i suoi devoti e sa trovare la soluzione migliore ai problemi di ciascuno. Spetta a noi saperlo ascoltare ed imitare. SPECIALE ATTI CONVEGNO 6 V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase di Nico Curcio (Architetto) “Concezione, evoluzione e simbologia della Lampada Votiva” Q uando il Terz’Ordine dei Minimi mi chiese di predisporre una proposta progettuale per una lampada votiva da dedicare a San Francesco di Paola, ricordo che la sorpresa fu certamente minore della felicità. La cosa, oltre a sorprendermi come architetto, trattandosi di una commessa non proprio ordinaria, fu per me umanamente particolarmente favorevole, prospettandosi del tutto propizia, perché ciò mi avrebbe consentito di approfondire la conoscenza del Santo taumaturgo, presente nella mia storia personale fin dall ’infanzia, e di tornare concretamente, dopo tanto tempo, fisicamente, nei luoghi della mia adolescenza, in questa stessa sala in cui recitavo scoprendo da bambino il reatro, nei luoghi di questo complesso conventuale che ancora oggi e da anni è luogo di propulsione culturale e spirituale importantissimo per la città. Per un credente, poi, realizzare un’opera che concorra a raccontare la grandezza di Dio davanti agli uomini è privilegio raro, tanto più nella contemporaneità, in tempi vissuti prevalentemente nella mondanità e nella materia, oggi che l’arte è rivolta quasi esclusivamente al profano e mai al sacro. Partire da un approfondimento di studio è per me, come progettista, una pratica quotidiana e indispensabile per un disegno che non rimanga superficiale o mera replica di modelli preesistenti. Pertanto il percorso progettuale ha proceduto, tecnicamente, approfondendo il tipo specifico delle lampade votive, attraverso una disamina degli esempi esistenti, nella storia come nell’ attualità della produzione industriale corrente; e teoricamente, affrontando il tema della luce, centrale nella pratica dell’architettura e simbologicamente fondamentale nella storia umana tutta (dai fuochi sacri dei templi vestali alle pire di fuoco celtiche) come nella religione cristiana, per la quale riveste un ruolo di importanza preminente: pura luce è lo Spirito Santo, fuoco ardente il Dio che parla a Mosè, luce e fuoco, simboli di vita e purificazione. San Francesco e il fuoco, poi, hanno un rapporto privilegiato e sempre straordinario: il Santo lo offre più volte dalle proprie mani ed entra ed esce dalla fornace ardente del cantiere conventuale illeso e miracoloso. Maggiormente, poi, con maggiore attenzione o preminenza, ho affrontato i temi del Santo e della sua famiglia minima. Era fondamentale, infatti, che quest’aspetto divenisse centrale nella progettazione in atto, proprio per caricare in modo opportuno di significato una lampada che il Terz’Ordine mi chiedeva di disegnare appositamente per il Santo, avendo rinunciato a modelli di produzione industriale, esempi convenzionali consolidati e di certo più sicuri in termini di risultato, ma privi di quella peculiarità e personalità che solo una progettazione specifica può consentire. Devo dire per inciso che i Minimi sono committenti critici e rigorosi, condizione questa che ha prodotto quelle occasioni di approfondimento ulteriore e di confronto proficuo e senza sconti, che fanno migliore ogni procedimento progettuale, che ne rappresentano la linfa e l’occasione per risultati eccellenti. Due i libri che hanno scor tato questo approfondimento storiografico e religioso. “Francesco di Paola, il Santo terribile come un leone”, di Foto/ M. Famularo Presentazione Lamezia Terme Chiesa di San Francesco di Paola. La lampada votiva SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Giovanni Sole, antropologo che presenta la figura del Santo in termini laici, e a volte cinicamente, forse aridamente, storiografici, un autore che trasmette con preponderanza un aspetto del Santo fortemente legato alla terra e alle proprie origini contadine, con una personalità caratterizzata da un interesse al mondo terreno concretizzato attraverso atti e parole, in una forte, costante tensione verso il tentativo di reintrodurre in terra l’ordine medievale, spirituale, ormai perduto in un mondo ormai in transizione verso la modernità e la materialità. Un’attenzione al terreno che è attenzione ed amore per l’uomo, un amore per gli uomini in terra che ha alla propria base la carità e la commiserazione per le sorti umane. Carità che è amore disinteressato nei confronti degli altri, quell’amore per il prossimo nostro che è il comandamento nuovo del Cristo. L’altro dei due libri è quello di p. Giuseppe Fiorini Morosini: “S. Francesco di Paola: vita, personalità, opera”, attraverso il quale mi è stato possibile chiarire la cosmologia francescana, i valori alla base della visione del mondo del Santo e la multiforme e inesauribile personalità di un uomo impegnato nel suo tempo per riformare una chiesa, che vede come urgente la necessità di una nuova famiglia cristiana.E la strutturazione in tre ordini della realtà sociale, che scaturisce dalla sua personale concezione del mondo, pur in linea con altre esperienze più o meno coeve, risulta caratterizzata da due particolari aspetti: - il carisma penitenziale, che porta il sacrificio della crocefissione e della sofferenza in terra del Cristo a modello di vita, attraverso una ferrea penitenza quotidiana tesa a mortificare la carne per la giusta esaltazione degli aspetti spirituali della vita e per una più diretta comunicazione con l’Altissimo, vivendo il primato di Dio sulla materia in tutte le sue manifestazioni. La virtù della penitenza è un esercizio continuo di purificazione. - il carisma della carità, che nella compassione per le miserie degli uomini, trova il motore dell’amore che tutto rende possibile, e che porta con sé i doni superni della compassione, dell’accoglienza, dell’intercessione e della guarigione. Fin dai primi schizzi progettuali ho cercato la sintesi tra questi c o n t e n u t i, p r o p r i o p e r c h é l a l a m p a d a rappresentasse un momento divulgativo del carisma del Santo taumaturgo, una rappresentazione della cosmologia francescana che dal Santo emana, e ciò attraverso un apparato 7 simbologico che li riassumesse: il mondo, (corpo di fuoco della lampada) retto dai tre ordini (le tre mensole di sostegno), coronato dalla croce del Cristo e al cui centro risplende il carisma della carità. I successivi sviluppi progettuali, realizzati direttamente in 3D, strutturano questa primaria intuizione formalizzandone i contenuti, cercando la dura via della traduzione dell’idea in forma. A questo stadio del progetto, un primo incontro con il committente, nella persona di p. Giovanni Sposato, introduce l’idea di affiancare, in qualche modo, all’astrazione della simbologia, le effigi di figure eminenti dei tre Ordini Minimi, immagini capaci di comunicare direttamente, e orizzontalmente, l’esempio di vite eccellenti condotte nel contesto dei valori francescani. I nomi individuati furono quelli di San Francesco di Sales per il I° Ordine, delle beate sorelle suor Filomena e suor Consuelo per il II° Ordine e di Santa Giovanna di Valois e San Francesco di Sales per il III° Ordine, uniti alla figura di un Terziario locale, poi individuato nell’amato Gianni Renda. Convergenza sul valore simbolico del materiale da utilizzare, quel ferro battuto che nella sua povertà richiama l’umiltà della minimologia francescana. E’ così che la lampada va assumendo la sua configurazione definitiva. La concezione del mondo che emana dal Santo (nella formella in alto) è quella del mondo terreno (il globo centrale) retto dai tre ordini (le tre mensole d’anelli affiancati nel numero dell’Ordine corrispondente e ospitanti le formelle delle figure eminenti), coronato (il cerchio in alto) dal Cristo (la croce simbolo del sacrificio) e guardato dalla Madre (la stella, maris per eccellenza, a 8 punte, simbolo della quadratura del cerchio e della perfezione Mariana), al cui centro brilla (il fuoco) il carisma della carità. Ad un modello in legno preparatorio, per la verifica delle proporzioni della lampada all’interno della Clicca su IL SITO PROVINCIALE Www.tomsambiase.it/ provinciainforma 8 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Foto/ M. Famularo cappella che deve ospitarla, è seguita la fase di officina, condotta sulla base dei disegni esecutivi preparati modulando tutte le dimensioni delle diverse parti in base a multipli del numero 3, simbolo di perfezione e della divina trinità.La realizzazione fisica è stata da me seguita passo passo per un controllo integrale del processo, affiancando il lavoro dei maestri ferrai Mancuso in Sambiase, artigiani eccellenti assieme ai quali il processo ha trovato conclusione affrontando e risolvendo nel fare gli ultimi problemi costruttivi. Il risultato di questo lungo percorso restituisce un’opera corale nella quale è riposta la speranza di aver condensato quei contenuti capaci di tenere forte la memoria e viva la presenza dei valori minimi e cristiani. Lamezia Terme Chiesa di San Francesco di Paola. La Cappella Ogni Giovedi alle ore 11.00 in qualunque luogo ci troviamo fermiamoci un attimo e Preghiamo per le VOCAZIONI MINIME Figure del I Ordine di Sr Maria Fagiani delle Suore del Bambin Gesù “ Beato P. Nicola Barrè O.M.” N icola Barrè nasce ad Amiens in Francia il 21 ottobre 1621. A 19 anni dopo aver terminato brillantemente gli studi presso i gesuiti, decide di entrare nell'Ordine dei >Minimi di San Francesco di Paola. A 23 anni insegna filosofia e dopo la sua ordinazione sacerdotale, insegnerà teologia. Svolge la sua missione, al convento di Parigi. Ma l'eccesso di lavoro, la fatica e l'austerità di vita,minano la sua salute. E' pertanto mandato per riposarsi nel convento d'Amiens suo paese natale, dove svolgerà per due anni l'incarico di sacrestano. Nel 1659 è inviato a Rouen per predicare le missione popolari. Si dice di lui che ha un dono particolare per leggere nei cuori, per ottenere molte trasformazioni, profonde conversioni. Durante le missioni, è colpito dalla miseria e dall'abbandono morale nei quali si trovano i bambini e i giovani dei quartieri popolari. La maggior parete, soprattutto le ragazze, non sa né leggere né scrivere e non hanno nessuna formazione cristiana. Nel 1662 Nicola Barrè comunica la sua preoccupazione ad alcune giovani che invita a mettersi con coraggio e disinteresse al servizio della gioventù e dell'infanzia abbandonata. Di fronte all'umanità sfigurata dalla miseria e dall'ingiustizia, Nicola Barrè non smette di ricordare che gli esseri umani sono stati creati ad immagine di Dio. Nel 1669, egli propone alle giovani, che si sono impegnate da qualche anno, nell'educazione popolare, di vivere in comunità senza voti, in una vita rischiata per il Vangelo. Senza esitazioni le giovani accettano e nasce la prima comunità dell'Istituto delle suore del Bambino Gesù. A queste giovani sempre più numerose, che si offrono per il servizio educativo dei bambini poveri, Nicola Barrè insegna come attingere nella contemplazione del Dio fatto uomo e persino bambino. L'amore, il coraggio, il disinteresse e la libertà interiore necessari a tutti ma soprattutto agli SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Educatori. Nicola Barrè ha vissuto contemporaneamente una vita d'Apostolo, di mistico, di maestro spirituale, di fondatore, di pedagogo animato dallo Spirito di Dio. Afferrato e plasmato da questo spirito, è entrato nella grande corrente di spiritualità del “600.Tale spiritualità, molto radicata nel mistero dell'Incarnazione, è stata l'elemento unificante di tutto ciò che egli ha fatto e vissuto. Il padre Barrè fonda la sua spiritualità sulla centralità di Cristo. Dirà, infatti, che “si deve camminare sulle vie di Gesù”. Per questo è importante ascoltarlo nella lettura e nella meditazione della parola di dio e nella contemplazione evangelica. Egli afferma che “dovremmo morire di vergogna per il fatto che fingiamo d'amare Gesù, mentre non l'amiamo assolutamente, poiché non amiamo le sue membra e non vogliamo bene al prossimo, del quale anche il più piccolo è a sua immagine. E' necessario che Dio s'incarni in noi, sue creature”. L'apostolo è lo strumento, che riconosce in ciascuno l'immagine di dio, la quale si plasma o si distrugge. Egli percepisce che dio opera, governa, fa tutto, ci ha amai per primo. Così, pensando sovente a Dio, l'anima sente che dio pensa a lei e ciò dà dolcezza senza limiti. Da questa certezza di Essere amati, nascono la fiducia e l'abbandono totali nelle mani di Dio. Pertanto, affermerà che l'abbandono è un completo affidamento di noi stessi a Dio come un padre, una fiducia fondata sull'eccesso d'amore di Dio. Abbandonarsi nelle mani di dio è esservi “come un pennello nelle mani del pittore o come una penna in quella dello scrittore”. I suoi scritti di fondatore e direttore spirituale sono il frutto di un'esperienza vissuta. Dirà, infatti: “Tutta la vita sia un continuo ringraziamento alla misericordia di Dio, una ricerca attiva della sua volontà, una fedeltà assoluta al suo servizio”. “E' l'amore reciproco di dio per te e di te per Dio che dinamizza”. “Dio ti ama con la tenerezza di un padre che consce il figlio”. “Non si deve omettere l'orazione un solo giorno: senza di essa tutto va per traverso”. “<Il rispetto per il prossimo deve essere pieno d'amore; e tale amore è santamente crocifiggente, ma un po' d'amore rende tutto più facile”. “Istruire o cercare di formare credenti vale molto di più che costruire chiese. E' preparare templi viventi”. “Non si deve cercare la pace all'esterno; è necessario stabilirla dentro di noi e l'unico mezzo per ottenerla è considerare Dio il nostro tutto”: Il 31 maggio 1686, dopo alcuni giorni di malattia, entrava per sempre nella gioia e nella luce, lasciando ai suoi discepoli e alle suore questo messaggio traboccante di fiducia: “Qualunque cosa capiti, siate sempre in pace e affidatevi a Dio: Vi sarà fatto secondo la vostra fede, la vostra speranza, la vostra carità e ancora di più”. E' anche il nostro augurio a tutti voi. Nel prossimo numero E BR TO OT 0 8 20 oee t Avo tt -D Por F. eda .i a R po indt, N.L i. ma oiv lib e (Cau@inwo e an r Pr es sa@aionofam G.L enTrevisiainfo .M io c , M. inc gl paon C imm dui , si esaafci a),ail:m Vre apano prov on ai:l ter(Gr)e -m i , S. Cat i/ lC -m rto ai”l . Gigloa, B. iaes.t de M.)e RubeE-m .C ei b e T.O.it: F. r a u ,M enz sam fom cqa A..PV om lin te P. aes. aIn t eva bi ci w. on denm a v n C.B Ww le Presi ms roi M. s sa ( w.toica “P to, eni aones e wwGraf Occhiu m .P on e T azi on , G. o d azi ti :E air ON Re in Craai pag zi AZ I m ,P. (I RED aro iore ul S.F m Fa M. inc ov Pr toi N II O N AN n°1 E-m e al ncieor .t-i ail co es , nc h o.t-i Lanid ao . Fraloi @y e,F a avo ot.i , Croca o, Sn : L. Dont liberià t ia l franca . e en r F.R t nc ai: on@ vi E-m mai Far co, ro a P.) da. delle L. Por - P amp anid pa , M. M . St ail:c tam u o O. Del -m ti S Capt T. loi ( r ) elegaa, R. a orm Inf ia Speciale Congresso Nazionale T.O.M. Beato P. Nicola Barrè O.M. 9 Questo e tanto altro nel numero di Marzo... 10 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Figure del II Ordine a cura delle Monache Minime di Paola. (Relatore Elisabetta Mercuri) “ Venerabile Suor Filomena Ferrer di Santa Coloma, Monaca Minima” F ilomena Ferrer è nata in Mora d'Ebro, diocesi di Tortosa e provincia di Tarragona (Spagna), il 3 Aprile 1840, seconda di 10 figli, da padre scultore, Felice Ferrer, e madre casalinga, Giuseppa Galcerán. Durante l'infanzia e fanciullezza ebbe un comportamento esemplare, in famiglia ed a scuola. Molto obbediente ai genitori, manifestava una eccezionale sensibilità ai valori religiosi. A 16 anni espresse per la prima volta la vocazione alla vita claustrale contemplativa, trovando in famiglia la più netta opposizione, soprattutto da parte di sua madre, che le proibì di andare in chiesa nei giorni feriali e cercava di tenerla di continuo impegnata nelle faccende domestiche. Ella seppe però superare ogni contraddizione esteriore e ogni incertezza e dubbio, restando sempre fedele al suo proposito e mantenendo il suo abituale tenore di vita, umile e rispettoso verso i genitori e allo stesso tempo fermemente impegnato nella preghiera ed in altri atti di virtù. Così, dopo 5 anni di contrarietà e combattimenti riuscì ad ottenere l'autorizzazione dei genitori per l'ingresso nel monastero delle monache Minime di Valls il quale ebbe luogo il 29 gennaio 1860 quando non aveva compiuto ancora i 19 anni di età. Dal primo momento trovò nel monastero la pienezza della pace, dando prova delle sue solide virtù e dell'ardente carità che la spingeva a donarsi a Dio e ad intercedere in favore dei fratelli. Fu Venerabile Suor Filomena Ferrer Ammessa al noviziato il 29 marzo dello stesso anno con il nome di Suor Filomena di Santa Coloma, ed alla professione solenne il 4 aprile 1861. Nel carisma e nella spiritualità delle monache Minime, Suor Filomena trovòl'esplicitazione organica di quelle attrattive interne fortemente sperimentate nel suo spirito dalla più tenera fanciullezza. Quelli che erano stati per lei moti inconsci del suo spirito, incominciarono a manifestarsi come operazioni della grazia mediante le quali lo Spirito Santo la conduceva e plasmava secondo il carisma e la vocazione dell'Ordine dei Minimi, al quale Dio l'aveva chiamata. Infatti, in Suor Filomena è molto notevole la piena identificazione tra carisma e vocazione personale, e carisma e vocazione dell'Ordine, i quali sono riscontrabili in lei sin dall'infanzia, molto prima che avesse una conoscenza personale della famiglia religiosa dei Minimi e del suo Fondatore. Risulta ovvio come, trovandosi più tardi nell'ambiente propizio, essi si svilupperanno a loro agio in seno ad una comunità SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase spiritualità e osservanza sono tutti incentrati sugli stessi valori vocazionali. Così Suor Filomena troverà nella comunità delle Minime e nella Regola di San Francesco l'humus adeguato per vivere sino in fondo la sua chiamata all'unione contemplativa con Cristo ed alla penitenza come partecipazione alla sua missione di redenzione. Da un'altra parte, l'Ordine troverà in Filomena l'osservanza più fedele e l'incarnazione più vitale del proprio carisma e spiritualità, fino a poterli vedere rispecchiati perfettamente in lei. Per una provvidenza straordinaria di Dio, la nostra Venerabile fu eletta per ricevere particolari luci e comunicazioni divine, incentrate sui misteri fondamentali del cattolicesimo, cioè i misteri dell'Incarnazione e della Redenzione, intrecciandosi ambedue nella manifestazione e culto al Cuore di Gesù, che nel suo tempo contava già con una festa universalmente obbligatoria nella Chiesa. Dall'insieme degli scritti lasciati da Suor Filomena si evidenzia come lei intenda nel simbolo del Cuore la realtà della persona stessa del Redentore, con una speciale attenzione a quello che potremmo chiamare lo «spazio della sua intimità», appunto, cioè, quello che ha di più personale: l'essere «l'Amato amante», amato dal Padre amante degli uomini, che altro non desidera se non che tutte le sue creature si avvicinino a Lui per poter colmarli del dono incommensurabile del suo Amore. Scelta per diventare “apostola degli apostoli del Cuore di Gesù”, Suor Filomena realizzò questa missione mediante tre differenti vie: innanzitutto la sua personale donazione e consacrazione al Cuore di Gesù; dopo, il suo incessante sforzo per attirare altri, specialmente persone consacrate, al suo amore e culto, e per ultimo la fondazione di un monastero di monache Minime dedicato al Sacro Cuore di Gesù e finalizzato alla espiazione e riparazione al divino Redentore, mettendo come fondamento 11 l'adempimento fedele di quanto la Regola dell'Ordine prescriveva. Dopo essersi offerta come vittima in favore del Romano Pontefice e della Chiesa, Suor Filomena passò al Signore il 13 agosto 1868, senza la consolazione di vedere realizzata l'opera che aveva iniziato per volere divino, ma profetizzando che immancabilmente sarebbe arrivata a pieno compimento. Infatti il monastero di Móra d'Ebre fu abitato e inaugurato il 5 ottobre 1894, divenendo la prima comunità contemplativa fondata in Spagna allo scopo specifico della riparazione ed espiazione al Cuore Sacratissimo di Gesù. Le virtù eroiche della Venerabile Suor Filomena sono state riconosciute dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II mediante Decreto datato 7 settembre 1989 e al presente si è in attesa di poter avere, tra le numerose grazie che ottiene dal Signore, un miracolo sufficientemente documentato che permetta di procedere alla sua beatificazione. Figure del II Ordine a cura delle Monache Minime di Paola. (Relatore Lidia Macrì) “ Venerabile Suor Consuelo Utrilla del Cuore Immacolato di Maria, Monaca Minima” C onsuelo Utrilla Lozano nacque il 6 settembre 1925 a Daimiel cittadina della S p a g n a c e n t r a l e, n e l l a r e g i o n e geografica denominata “la Mancia”.I suoi genitori, Nemesio Utrilla e Sofia Lozano, ambedue ferventi cristiani, la offrirono dal primo istante al Signore perché, a Lui piacendo, si consacrasse al suo 12 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Servizio. La morte prematura della mamma, durante la nascita della seconda figlia segnò per sempre la vita di “Consuelito”, cosí come tutti solevano chiamarla. Infatti benché si mostrasse in tutto simile alle altre bambine della sua età, e si sviluppassero in lei qualità naturali di generosità e bontà, assieme ad un carattere piuttosto espansivo e allegro, nel suo cuore rimase sempre vivo il rimpianto dell'amore materno. Soltanto un altro cuore di Madre poteva riempire tale mancanza, e lei riuscì a scoprirlo sin da piccola nella Madonna, trovandovi affetto e sostegno ed instaurando con Lei un rapporto autenticamente filiale e tenero, che coltiverà durante tutta la vita e che segnerà la sua spiritualità con un timbro prettamente Mariano. Con il passare degli anni Consuelo seppe prendersi cura delle faccende domestiche ed assumersi la responsabilità del governo della famiglia, il che, trattandosi di una famiglia benestante, richiedeva anche la direzione degli impiegati e l'attenzione a molteplici impegni di vita sociale. In tutto ciò si mostrò non soltanto diligente, ma capace di svolgere ogni impegno con risolutezza ed efficacia. Inoltre si distinse per la grande affabilità ed umiltà con le quali trattava gli impiegati ed ai quali sottraeva non di rado i lavori più pesanti per adempierli poi leistessa. Una vita spirituale intensa, basata sulla preghiera e la frequenza sacramentale, l'aiutò non solo a vivere nel mondo senza essere del mondo, ma a riversare sulle persone che entravano in rapporto con lei, la freschezza del suo spirito sempre proteso verso le cose di Dio, irradiando attorno a sé la gioia, allo stesso tempo profonda ed innocente, di chi è certo di aver scoperto la chiave della propria esistenza. Consuelito infatti era profondamente convinta di quello che faceva, e sicura di essere sulla strada giusta, poiché lei contava sulla certezza dell'aiuto materno di Maria, alla quale si era affidata dalla più tenera infanzia e la cui presenza sperimentava sempre vicina e premurosa nei suoi confronti. L'8 dicembre 1947 fu la data del suo ingresso nel monastero delle monache Minime di Daimiel, appositamente scelta essendo la solennità mariana a lei più cara, tanto da decidere di unire al suo nome di battesimo, Consuelo, l'appellativo «del Cuore Immacolato di Maria»; era anche un modo semplice ma efficace di proclamare davanti a tutti la sua appartenenza alla Regina del Cielo alla quale si era consacrata come schiava. La scelta delle monache Minime tra le altre che risiedevano sia nella sua cittadina, che nei paesi circostanti, l'aveva fatta in contrasto con la sua famiglia, che avrebbe desiderato per Consuelito un Ordine di maggiore rilevanza, mentre lei desiderava abbracciare una vita il più possibile povera, umile e sacrificata. Suor Consuelo fu sempre gioiosa e convinta della sua decisione, non rifiutando mai nulla al Signore ed a chi lo rappresentava, anzi anticipandosi nel prendere per se i lavori più umili e faticosi, e non permettendo che si usasse verso di lei alcun riguardo. Venerabile Suor Consuelo Utrilla Lozano del Cuore Immacolato di Maria SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Dopo aver compiuto l'anno di noviziato con piena soddisfazione da parte dei superiori, il 12 giugno 1949 Suor Consuelo emise la professione dei voti temporanei ed il 12 giugno 1952 quella dei voti solenni. Durante la sua breve vita nel monastero il motto che animò tutte le sue azioni fu quello di “consumarsi per Cristo”, espressione che sintetizza felicemente da una parte la sua personale esperienza di donazione totale a Lui, e da un'altra l'unica finalità che imprimeva alle sue azioni; consumarsi per Cristo era per lei l'unica cosa veramente importante e tutto il resto aveva un valore secondario e condizionato. Fu così che Suor Consuelo riuscì a modellare le energie della sua ricca personalità attorno all'ideale dell'oblazione di se stessa in spirito di umile collaborazione alla missione redentrice di Cristo, e come dimostrazione del suo ardente amore. In questo proposito Suor Consuelo impegnò infatti tutte le potenzialità del suo temperamento appassionato e veemente, con l'esplicito proposito di accorciare i tempi per poter arrivare quanto prima in paradiso. Il lei questo desiderio non proveniva da un rifiuto del normale impegno che la vita richiede da ognuno di noi, ma, al contrario, era l'espressione della sua volontà di impegnarsi sino in fondo e con tutta la sua capacità. Così supplicava il Signore di lavorare nel suo spirito in modo intenso per poter compiere in due anni la purificazione e la crescita spirituale che normalmente ne avrebbero richiesti molti in più. Suor Consuelo desiderava ardentemente il cielo, non per fuggire dalla sofferenza che era disposta ad abbracciare anche in modo “intensivo”, ma per trovarsi nella situazione di poter amare Dio in modo perfetto e senza più possibilità di potersene allontanare. Così all'età di 29 anni chiese ed ottenne il permesso di offrirsi come vittima nelle mani di Maria Immacolata, poiché riteneva che soltanto così avrebbe potuto rispondere 13 adeguatamente all'amore di Gesù Cristo che tanto soffrì per la nostra salvezza. Dio accettò questa sua offerta impreziosendola mediante le diverse prove di purificazione dello spirito che accompagnarono le sofferenze fisiche durante i due anni della sua malattia, sì che ella venne a percorrere la strada della sua oblazione sui sentieri della pura fede e priva di ogni consolazione spirituale, cosa che però non le fece abbandonare il suo abituale sorriso ed atteggiamento gioviale. Aveva promesso di immolarsi come piccola ostia sorridente poiché le sembrava che chi soffre per amore non può essere triste né presentare con volto cupo la sua offerta al Signore. Dopo due anni di intense sofferenze, il 9 dicembre 1957, mentre recitava il Santo Rosario in attesa di ricevere la Santa Comunione, Suor Consuelo si aggravò improvvisamente ed in pochi minuti la sua anima volo in cielo lasciando sulle sue labbra un sorriso indescrivibile. L'itinerario spirituale di Suor Consuelo del Cuore Immacolato di Maria si slitò sulle vie della più assoluta ordinarietà, nella pratica quotidiana, ed in molte occasioni sofferta, delle virtù, con una docilità piena all'azione dello Spirito Santo che permise alla grazia di Dio di trasformarla prontamente in vera immagine della Vergine Santissima, le cui virtù ella aveva cercato sempre di imitare. L'unica vera straordinarietá che può essere riscontrata nella sua spiritualità è l'impegno di fedeltà ad ogni costo e la sua ardente carità, capace di trasformare ogni giorno della sua vita in un oblazione consapevolmente vissuta ed offerta a Dio in intima comunione con il sacrificio di Cristo. L'eroicità delle sue virtù fu riconosciuta dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, diffondendosi largamente la sua fama di santità incluso in continenti lontani, sono innumerevoli le grazie che ottiene dal Signore per chi si affida alla sua intercessione con fiducia e devozione. SPECIALE ATTI CONVEGNO 14 V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Figure del III Ordine di Rita Vincenti “ San Francesco di Sales, Patrono del T.O.M.” I l Consiglio mi ha affidato l'incarico di parlarvi di San Francesco di Sales in quanto patrono del Terz'Ordine insieme a Santa Giovanna di Valois. Pensavo di conoscere abbastanza la vita e le opere di questo santo in quanto, nella ricorrenza annuale della sua festa, il 24 gennaio, i padri assistenti ci hanno parlato di lui e, inoltre, in uno degli anni in cui abbiamo avuto come correttore Mimmo Famularo e come padre assistente p. Giovanni Cozzolino nella riunione settimanale abbiamo letto e commentato alcuni brani del suo libro “l'Introduzione alla Vita Devota” o “Filotea”. Facendo una ricerca su internet ho letto varie biografie del santo ed ho capito che potevamo tutti imparare qualcosa di nuovo. Iniziamo a parlare della sua vita da quando era nel grembo di sua madre. Era il 1567. Ad Annecy, residenza abituale del duca Giacomo di Savoia, stava per giungere Anna d'Este, sua promessa sposa. Per sua insistente richiesta, il duca aveva acconsentito, eccezionalmente, ad esporre alla pubblica adorazione dei fedeli il tesoro di famiglia più sacro: quella Sindone che oggi è custodita nel Duomo di Torino. Tra i pellegrini c'erano i signori di Boisy, della famiglia di Sales. Françoise de Boisy, giovanissima, era incinta del suo primo figlio e lì, prostrata davanti a quella sacra tela che così eloquentemente le parlava della passione del Figlio benedetto di Dio, si sentì commuovere al pensiero del bambino che portava in grembo. Fece dunque una promessa: quel bambino doveva appartenere a Gesù per sempre. Lei lo avrebbe ricevuto solo in custodia, ma lo avrebbe educato per Lui e poi glieLo avrebbe donato. Francesco nacque Il 13 agosto di quell'anno, primo di tredici figli, e crebbe in un ambiente che gli permise di sviluppare una particolare sensibilità per l'unione tra umano e divino. I biografi dicono che imparò già da fanciullo il valore di quella massima che avrebbe sempre applicato ed insegnato: “Siate quello che siete, ma desiderate di essere alla perfezione quello che siete.” Dopo essere stato educato nei più celebri collegi della zona, quando aveva poco più di undici anni fu inviato a Parigi, in compagnia di un precettore, per studiare dai padri gesuiti. Gli studi frequentati per circa un decennio, erano quelli previsti dal padre, per farlo sedere poi al Senato di Torino, come avvocato. Ma Francesco provava invece una invincibile passione per le scienze sacre. E, poiché il precettore studiava teologia, gli promise di passargli i suoi appunti, ma segretamente. Di fatto Francesco cominciò a seguire due diversi cicli di studio. Per continuare gli studi di diritto, dopo quelli di filosofia, Francesco scelse la città di Padova, dove rimase alcuni anni. Quando ritornò in Savoia era tutto pronto per accoglierlo: una proprietà, un posto al tribunale di Chambéry, un seggio al supremo Senato di Savoia e perfino una fidanzata quattordicenne nobile di sangue e di virtù. Speciale Stendardi In questo numero: la FRATERNITA’ di PATERNO SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Ma lui rifiutò tutto, mentre amici che sapevano del suo desiderio di consacrarsi a Dio senza che egli ne sapesse nulla ottenevano per lui, da Roma, la nomina a prevosto del capitolo di Ginevra, la carica più prestigiosa della diocesi dopo quella del vescovo. Il padre finì per cedere, pur dovendo rinunciare a tutti i sogni che aveva fatto per il figlio e Francesco, avendo già tutta la preparazione necessaria, dati gli studi di teologia che aveva compiuto in segreto, potè celebrare la sua prima messa il 21 dicembre del 1593, a ventisei anni. È utile a questo punto rendersi conto della situazione della diocesi di Ginevra, alla quale ormai Francesco appartiene. Vescovo e Capitolo sono in realtà in esilio ad Annecy, perché la città è saldamente in mano ai calvinisti che ne hanno fatto la loro roccaforte. Egli, appena ordinato prete, sembra aver già chiare le linee essenziali del suo programma di vita: per riconquistare Ginevra le uniche armi possibili sono la carità e il buon esempio.L'occasione per mettere in pratica i suoi propositi gli venne quando in quegli anni tornò a far parte della diocesi la regione dello Chablais, che era stata riconquistata con le armi dal duca di Savoia, dopo essere stata per quasi cinquant'anni in mano ai calvinisti. Su circa venticinquemila abitanti si calcolava la presenza di appena un centinaio di cattolici. L'evangelizzazione era a rischio della vita e quando il vescovo chiese dei volontari, Francesco si offrì e partì con un altro sacerdote e un servo che il Signore di Boisy, dopo aver invano tentato di dissuaderlo, gli mise al fianco. Il popolino della campagna, dopo decenni di predicazione Lamezia Terme - Il Convegno 15 San Francesco di Sales Patrono del T.O.M. Calvinista, accoglieva i "papisti" con i peggiori insulti, con imboscate, violenze fisiche, minacce di morte e tentativi di metterle in atto. L'esperienza quotidiana sono porte chiuse, neve, freddo, fame, notti all'addiaccio, agguati … Ma i rischi e le avventure sono solo la cornice di un lavoro paziente e geniale: poiché non è accolto, ed è difficile entrare in dialogo con gli abitanti della regione, Francesco scrive dei "Memoriali". Sono dei foglietti settimanali nei quali affronta, dal punto di vista cattolico, le singole verità di fede, spiegandole in maniera semplice ed efficace. Silenziosamente li fa poi scivolare sotto le porte o li affigge sui muri delle strade. Ma lo fa con estrema serietà: dopo aver a lungo studiato la dottrina di Calvino per comprenderla a fondo e per dare risposte vere. E' un'attività durata anni, che gli merita il titolo di patrono dei giornalisti. Le conversioni non sono molte, ma cessa l'ostilità, il pregiudizio, e nasce la curiosità, poi la simpatia. Alla fine poté perfino parlare alla folla nei giorni di mercato. Lo ascoltavano anche per due ore di seguito. Quanto a fondo e quanto lontano egli sia andato, nella sua opera di evangelizzazione, lo prova il fatto che riuscì perfino a recarsi a Ginevra a incontrare Teodoro Beza, successore di Calvino e lo condusse fino alla s o g l i a d e l l a c o n v e r s i o n e . 16 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Il 18 dicembre 1602 Francesco venne consacrato vescovo. Cominciò col riformare se stesso, scegliendo di essere un vescovo povero: casa in affitto, servitù ridotta all'indispensabile, mensa frugale. I problemi della diocesi non gli lasciavano respiro, ma aveva riservato per sé un apostolato specifico. Aveva chiesto ai suoi preti di indirizzare al suo confessionale soprattutto le persone colpite da malattie infettive o che suscitavano ribrezzo. L'altro privilegio che pretendeva, perché gli dava gioia, era quello di spiegare il catechismo ai bambini. Faceva percorrere da un giovane le strade della città, per chiamare a raccolta i ragazzi. Succedeva però che la cattedrale si riempisse anche di adulti. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604 conobbe poi a Dijon la nobildonna Giovanna Francesca Frèmiot, vedova del barone de Chantal, con cui iniziò una corrispondenza epistolare ed una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell'Ordine della Visitazione, nel 1610. Questa nuova forma di vita religiosa, è caratterizzata dalla semplicità: la clausura è moderata, le suore possono uscire per visitare gli ammalati, per sbrigare le loro faccende, per assistere a solenni celebrazioni liturgiche. Era una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire la vita religiosa. Nel 1617 entrò nel Terz'Ordine al Grenoble, ricevendone il cordone da p. Billy correttore del convento de la Plaine. Da allora non ebbe maggior piacere che chiamarsi Minimo, e figlio di san Francesco di Paola. Ed ogni volta che incontrava un nostro religioso, tirando fuori il cordone diceva: “Vedete che anch'io son Minimo, anch'io sono Minimo”. L'episcopato di Francesco di Sales durerà un ventennio. L'11 dicembre 1622 a Lione ebbe l'ultimo colloquio con la sua penitente e qui morì per un attacco di apoplessia il 28 dello stesso mese. Il 24 gennaio 1623 il corpo mortale del santo fu traslato ad Annecy, ma in seguito fu posto alla venerazione dei fedeli nella basilica della Visitation, accanto a Santa Giovanna Francesca di Chantal. Francesco di Sales fu beatificato l'8 gennaio 1662 e venne canonizzato il 19 aprile 1665. Il Martyrologium Romanum riporta la sua commemorazione nell'anniversario della morte, cioè al 28 dicembre, ma per l'inopportuna coincidenza con il tempo di Natale, il calendario liturgico della Chiesa universale ha fissato la sua memoria obbligatoria al 24 gennaio, anniversario della traslazione delle reliquie. Negli ultimi anni della Lamezia Terme - Il Convegno sua vita Francesco compose due libri che, nel 1877, lo avrebbero consacrato Dottore della Chiesa, dopo averlo reso la figura più rappresentativa della sua epoca. Sono “l'Introduzione alla Vita Devota" e il "Trattato dell'Amore Divino". Questi due "poveri libretti", come li definiva Francesco, furono insieme un prodigio di sintesi e di novità: di sintesi, perché ereditavano tutte le migliori dottrine spirituali del passato; di novità, perché le consegnavano all'avvenire con nuova formulazione e nuovo respiro. La Chiesa aveva sempre annunciato a tutti i fedeli la vocazione e il dovere della santità, ma di fatto questa santità sembrava possibile quasi soltanto a coloro che abbandonavano il mondo e si chiudevano in un chiostro, a una élite di anime raffinate e distaccate dalle contingenze della vita. Ma ciò che più aveva impressionato Francesco negli innumerevoli contatti con gli ambienti più diversi, era quell'anelito di santità che si poteva percepire dovunque. In quell'inizio del secolo 17° era come se tutta la cristianità tirasse un sospiro di sollievo, perché l'alto ideale della santità veniva liberato da ogni impaccio, da ogni sovrastruttura, da ogni moralismo, ed era collocato - con stile semplice, affascinante, popolare - alla portata di tutti. In conclusione, vorrei leggere un estratto dalla “Filotea” per farvi meglio comprendere quanto il s u o m o d o d i s c r i v e r e f o s s e s e m p l i c e. DALLA “INTRODUZIONE ALLA VITA DEVOTA”: Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall'artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l'artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso, e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa. L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio. Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione. La cura della famiglia è rèsa più leggera, l'amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. E' un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dall'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. E' vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica Lamezia Terme - Inaugurazione della Lampada 17 e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta. Lamezia Terme - Inaugurazione della Lampada Figure del III Ordine di Gisella Leone “ Santa Giovanna di Valois, Patrona del T.O.M.” L a Beata Giovanna di Valois, la cui immagine noi oggi annoveriamo come esponente del terz'ordine, nella struttura di questa lampada, secondo notizie presenti nella tradizione dell'Ordine dei Minimi, non essendo purtroppo in possesso di specifica documentazione, fu una vera figlia Spirituale del S santo calabrese, cui affidò la direzione della sua coscienza nei momenti più difficili della sua vita e ne professò la terza Regola. Sempre sulla base di queste tradizioni , il 2 febbraio 1968, Papa Paolo VI, la proclamò patrona del terz'Ordine dei Minimi. Figlia del re di Francia Luigi XI e di Carlotta di Savoia, nacque il 23 aprile 1464 a Negent-Le-ROY, con grande delusione del padre che desiderava un figlio maschio. Soffrì molto in ogni epoca della sua vita; infatti malvista dal padre perché nata con deformità fisiche, claudicante, nonché per la sua tendenza al ritiro, alla preghiera, condizioni che ne ostacolavano i disegni politici, fu da questi relegata dall'età di soli 18 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase cinque anni, nel castello medievale di Linière(Berry). Ciò marcò ancora di più la sua tendenza alla solitudine, che riuscì a colmare grazie alla grande fede e pietà, dedicandosi intensamente alla preghiera e maturando la sua cosiddetta “Missione Mariana”.Giovanissima all'età di dodici anni le fu imposto dal padre il matrimonio con il cugino, Duca Luigi D'Orleans, malgrado le resistenze della stessa madre di lui, Duchessa Maria Clèves, matrimonio che fu celebrato a Montrichard l' 8 settembre 1476. Giovanna accettò con fede la decisione paterna e nutrì vero amore per il suo sposo, soprattutto durante i due anni di prigionia dopo la sconfitta da lui subita con gli altri principi ribelli della Bretagna, nella battaglia di Saint-Aubin. Giovanna trascorreva infatti,diverse ore al giorno nella prigione con lui, non essendone però mai ricambiata. Era crudele tutto ciò, non tanto per l'assenza di amore coniugale(giustificata perché al duca il matrimonio era stato imposto), ma perché non c'era in lui nemmeno un senso di gratitudine per tanta dedizione e generosità. Anzi salito al trono di Francia, con il nome di Luigi XII, in successione a Carlo VIII, figlio di di re Luigi XI, chiese ed ottenne la dichiarazione di nullità del suo matrimonio, con la giustificazione che a questo era stato obbligato dal padre di lei e che lo stesso non era stato consumato. Lo scioglimento del matrimonio ottenuto in data 17 dicembre 1498, fu una ulteriore umiliazione per Giovanna, che perse il titolo di regina di Francia, ottenendo in appannaggio il ducato di Berry dove la stessa si ritirò, amministrando con saggezza e facendo ivi regnare la giustizia, iniziando una vita di mortificazioni corporali e di grande generosità, soprattutto durante la peste scoppiata nel 1499 1500. Inoltre volle e realizzò con tenacia la fondazione di un Ordine Mariano detto dell'Annunziata, con la collaborazione di padre Gilberto Nicolas, chiamato poi da Leone X B Gabriele Maria. L'ordine mariano dell'Annunziata, la cui Regola, detta delle “Dieci Virtù e Piaceri della Vergine Maria, fu approvata con grandi difficoltà, aveva la finalità di piacere a Cristo, imitando la Beata Vergine in tutte le sue virtù cioè:la castità, la prudenza, l'umiltà, la povertà, l'obbedienza, la pazienza, la fede, la devozione, la carità, la pietà. Giovanna di Valois morì il 4 febbraio del 1505, dopo avere edificato il convento per il suo ordine e avere assistito alla professione di cinque sue religiose, già nel 1504.Fu canonizzata poi da Pio XII il 28 maggio 1950. Fu ella una figura di straordinaria ricchezza interiore se si considerano la sua predilezione per la preghiera, il ritiro, la devozione, nonché il suo modo di vivere la sofferenza. La sua vita,infatti, colma di sofferenze sia fisiche che morali, sin dalla tenera età, è vissuta sempre nel completo abbandono alla volontà di Dio, nella docilità di Spirito; non indurisce il suo cuore per le ingiustizie subite, ma lo apre invece ad un amore smisurato per tutti, anche per coloro che erano stati verso di lei ingrati. Dopo la sua morte, la sua spiritualità fu diffusa con la fondazione di altri conventi ad opera del Padre Gabriele Maria. Prima della rivoluzione francese infatti, l'Annunziata contava quarantacinque case in Francia e nei Paesi Bassi delle quali rimangono ancora oggi: i monasteri di Villeneuve sur-Let e di Thiais. Santa Giovanna di Valois, Patrona del T.O.M. SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase 19 Figure del III Ordine di Raffaele Paonessa “Gianni Renda, testimone della spiritualità minima” N on ti ricordo solo come amico , ma... Ricordare Gianni Renda è la cosa più facile che mi sia potuta capitare , tale è stato il suo spessore umano e civile; invece mi si pone il problema d'essere sintetico ed efficace allo stesso tempo, visto che Gianni nella sua pur breve vita si è impelagato nel fare decine di cose. La prima volta che lo notai ero un bambino, di lui mi colpì la naturalezza e la semplicità con cui accompagnava la sorella Cinzia a messa e la rendeva partecipe di altre iniziative che la parrocchia organizzava. Con il passare del tempo, bazzicando io in parrocchia, notavo questo giovane che non stava mai ... né fermo …né zitto , era un vulcano. Lo vedevo giocare a pallone, creare i presepi , partecipare a raduni , partecipare alla realizzazione della festa di S. Francesco , fare teatro , catechismo e quante altre cose ancora... intanto era anche diventato avvocato. Passò del tempo, fin quando un giorno l'attuale vescovo Morosini (ma per me sempre il mio caro P. Giuseppe) decise in modo “democratico” che era giunto il tempo che io m'impegnassi nella catechesi e “sempre in modo democratico” decise che Gianni sarebbe stato un buon maestro per me, quindi per un anno io fui il suo assistente. Credetemi mi cadde il mondo addosso , non riuscivo a capire come pormi nei confronti di colui che in parrocchia era l'ESEMPIO , tutto timoroso mi presentai al primo appuntamento e la prima figura la feci quando rivolgendomi a lui parlavo con il voi; all'inizio non disse nulla poi mi fece notare che i suoi ragazzi di 3^ media lo chiamavano “O Già” e gli davano del tu… Quella scelta “democratica” di P. Giuseppe fu la mia fortuna non solo dal punto di vista religioso ma anche per la vita di tutti i giorni e per il mio futuro. Io ero 10 anni più piccolo di Gianni mai però notai quella differenza d'età , perché lui era un professionista con i professionisti, un politico con i politici , un ragazzo con i ragazzi , Gianni Renda Ricordiamo I NOSTRI MORTI Angelo Durante (59 anni) Terziario Minimo della Fraternità di Sambiase - 7 Marzo 2009 - 20 SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase Un uomo umile con le persone umili, chi non lo ricorda dialogare e camminare con il nostro caro “presidente” Vincenzo Pino ? In pratica era... GIANNI. Una serata che non dimenticherò mai fu quella relativa alla chiusura dei festeggiamenti in onore di S. Francesco del 1983, quando finito lo stress dell'organizzazione ci propose un bel giro del paese con obbligatorietà del rito classico “della suonata dei campanelli” ai portoni delle case di amici, fu l'ultima goliardata che si fece insieme perché da li a poco lui si ammalò. Ciò per dire come era fatto Gianni era un uomo in mezzo alla gente, in primis della sua parrocchia, ed anche quando gli impegni giornalmente per lui si moltiplicavano, perché il suo spessore aveva varcato i confini del mondo ecclesiale ed era entrato in politica, lui trovava sempre il tempo per continuare ad essere il catechista tutti i venerdì. Mi sembra di vedere ancora la sua sagoma spuntare ogni venerdì dall'angolo dove oggi inizia via della pace, sagoma fasciata in cappotto-giubbotto beige , protetta dalla sua immancabile sciarpa e per corollario finale il berretto che quando si arrabbiava da sopra la testa finiva rapidamente per terra ...Come non è facile dimenticare la sua voce quando s'incavolava, credetemi raggiungeva toni Pavarottiani, ma subito ritornava in se e spesso chiedeva scusa. Non so in quanti campi lui si fosse impegnato , pres. del Terzo Ordine, pres. dell'Ente Fiera, pres. dell'ISEF, consigliere della Prov. di Catanzaro , giocò a calcio nel Sambiase, creò con altri amici la Coop. Teatrale Prog. 80, delegato dell' Azione Cattolica , pres.del comitato organizzatore della festa di S. Francesco, oltre a tutto cui si è accennatao prima, era un vanto per la mia parrocchia. Ma come spesso accade nella vita non sempre tutto fu rose e fiori , perché la sua schiettezza e la sua caparbietà nel perseguire le cose si dovette scontrare con diverse scuole di pensiero anche nell'ambito ecclesiale dove alcuni non capirono la sua figura, nell'ambito diocesano si creò una piccola frattura che lo ferì e lo provò tanto, ma il vescovo del periodo coadiuvato da grandi sacerdoti riuscirono a trovare il giusto punto d'incontro. Il mio grande rammarico ( ma non solo mio ) è sempre quello d'averlo perso a 33 anni , ogni tanto mi chiedo quanto avrebbe potuto dare ancora al mondo politico visto e confrontato con quello attuale cui oggi ci siamo ridotti ? Quanto avrebbe potuto dare al mondo ecclesiale dove oggi la latitano le figure con un certo carisma? Gianni sarebbe stato in grado d'essere il giusto punto d'interconnessione tra politica e religione almeno a livello di Lamezia ? Tutte domande che un giorno chiederò a lui ma soprattutto a Colui che lo voluto al suo fianco, a tal proposito vorrei dire che spesso ho condiviso la frase fatta: “ non ti chiediamo perché c'è lo hai tolto ma ti ringraziamo perché c'è lo hai donato “ ma nel caso di Gianni mi viene difficile accettarla , ed il giorno in cui sarò al cospetto del Padre “chiederò conto” del perché a soli 33 anni ci ha privato di una delle figure più belle e rappresentative che Lamezia abbia partorito , anche se già immagino la sua risposta. Prima di concludere vorrei anche ricordare la sua dignità nella sofferenza che non fu molto lunga , ma sicuramente dolorosa, che ebbe inizio quanto una sera dopo aver finito di giocare a calcio ci trovammo come consuetudine sotto “la nostra doccia a cielo aperta” rappresentata dal classico bagno di acqua sulfurea nella mitica gurna di Caronte , si sentì male il ripersi dell'evento a suo dire era d'addebbitare al caldo dell'acqua... Da quel momento fu tutta una involuzione , da li a poco Gianni torno al Padre e dal padre perso un anno prima, ricordo quando le domeniche andavo a prendere Cinzia come non riuscivo ad entrare nella stanza dove lui dimorava, era più forte di me o forse incosciamente non acettavo quella situazione, non lo so , so solo che quando ritornando da una riunione di lavoro alla stazione ferroviaria di Lamezia vidi il manifesto relativo alla sua morte (ricordo ai giovani che non esistevano i cellulari) fermai la macchina e rimasi impietrito, non riuscivo a far nulla. Ripresomi scappai in parrocchia dove con alcuni giovani scrivemmo il manifesto per Gianni che doveva essere particolare come lui era particolare, vennero fuori dal cuore delle belle parole che rilette a distanza di 25 anni ancora di più ci fanno capire quanto gli si era legati. Un altro particolare che non dimenticherò fu l'ingresso del feretro nella chiesa Matrice, messa officiata dal suo grande amico don Armando Augello , quando P. Morosini si stacca da tutti ed abbracciando la bara di Gianni scoppiò in un pianto a dirotto……. che materializzò le lacrime e l'abbraccio di tutta la nostra comunità . SPECIALE ATTI CONVEGNO V Centenario dalla fondazione del Convento dei PP. Minimi a Sambiase 21 Ritiro Spirituale di Quaresima a cura del Consiglio Provinciale T.O.M. Policoro, 15 Marzo 2009 Programma del Ritiro Spirituale di Quaresima Genova, 23 giugno 2008 Gent.ma Sig.ra Teresa Paonessa Presidente Provinciale del T.O.M. Rev.do Padre Antonio Bonacci Correttore della Comunità dei Frati Minimi Nella Casa di Spiritualità “Padre Minozzi” si svolgerà il ritiro per tutte le Fraternità della Calabria, della Puglia e della Basilicata sul tema: “Dalla Legge alla Fede: Itinerario di conversione sulle orme di San Paolo” ORE 9.00 - ARRIVO ORE 9.30 - RECITA DELLE LODI Egr. Sig. Tonino Mamertino Presidente Locale del T.O.M. ORE 10,00 - MEDITAZIONE DEL DELEGATO PROVINCIALE PADRE FRANCO SANTORO V ORE 12.00 - SANTA MESSA E RECITA DELL'ORA MEDIA i ringrazio per l'invito alla presentazione e inaugurazione della Lampada Votiva a S. Francesco di Paola, realizzata per celebrare il cinqecentanario della presenza della Comunità dei Frati Minimi a Sambiase. Sono spiacente di non poter partecipare alla celebrazione dell' importante evento, ma desidero esprimervi i miei migliori auguri per questo anniversario, che segna cinque secoli di fedele servizio dei Frati Minimi in Sambiase. Unita nella gioia e nella preghiera, vi saluto fraternamente, in Cristo e in S:Francesco Adriana Fortini Presidente Nazionale del T.O.M. V Centenario della Fondazione del Convento dei Frati Minimi a Sambiase (25 giugno 1508 - 25 giugno 2008) ORE 13/ 14.30 - TEMPO LIBERO PER COLAZIONE A SACCO ORE 13/ 16.15 - ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO ORE 15/16.15 - RECITA DEL ROSARIO E VESPRI L'adorazione silenziosa e' stata inserita per chi vuole dedicare più tempo a Dio con la preghiera e il digiuno. Ognuno si ritenga libero di scegliere come utilizzare il proprio tempo. Si prega inoltre il presidente di fraternità' di fornire i libretti per seguire la Liturgia delle ore e la Santa Messa ai propri partecipanti. Si raccomanda di far pervenire le adesioni per il ritiro entro il 28 febbraio p.v. Paola 27-28 -29 Marzo 22 Aspettando il CONGRESSO NAZIONALE FOTOCRONACA DEL RITIRO SPIRITUALE D’AVVENTO DI GROTTAGLIE 14 Dicembre 2008 a cura del Consiglio Provinciale K C I CL Notizie dalla Redazione I nviaci le tue E-mail, gli articoli sulla tua Fraternità, le foto, e saremo felici di poterli pubblicare in tempo reale su “www.tomsambiase.it/ provinciainforma” e su “ProvinciaInforma E-Mail” per crescere insieme nello Spirito Minimo di San Francesco di Paola. NOTIZIARIO a cura del Consiglio Provinciale T.O.M. Provincia San Francesco - Notiziario chiuso il 13 Marzo 2009 XI Venerdì di San Francesco di Paola