RL Role of colonoscopy and polyp characteristics in colorectal cancer after colonoscopic polyp detection. A Population-based Case-Control Study Brenner H Chang-Claude J Jansen L Seiler CM Hoffmeister M Ann Intern Med 2012;157:225-232 Lorenzo Fuccio Revisione della Letteratura > secondo EBM Rischio di cancro colorettale dopo la diagnosi di polipi del colon: ruolo della colonscopia e delle caratteristiche dei polipi U.O. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna Corrispondenza Hermann B. Division of Clinical Epidemiology and Aging Research German Cancer Research Center Im Neuenheimer Feld 280 D-69120 Heidelberg - Germany [email protected] Studio retrospettivo di popolazione tipo caso-controllo. End point primario Quantificare il ruolo della colonscopia e delle caratteristiche dei polipi nel determinare il rischio di insorgenza di cancro del colonretto (CCR) intervallare, intendendo per CCR intervallare una lesione neoplastica sviluppatasi durante il periodo di sorveglianza post-colonscopia. End point secondario Stratificare il peso dei fattori correlati alla colonscopia e alle caratteristiche dei polipi per sesso ed età dei pazienti e per stadio e localizzazione del cancro. Descrizione dei partecipanti allo studio I casi (pazienti con cancro colorettale) e i controlli (pazienti senza cancro colorettale) con età superiore ai 30 anni e con almeno una colonscopia con diagnosi di polipi del colon eseguita nei 10 anni precedenti sono stati selezionati all’interno di uno studio di popolazione ancora in corso in Germania (DACHS study). I casi e i controlli sono stati selezionati all’interno di una popolazione di 3.128 pazienti con CCR e 3.274 controlli, arruolati dal 2003 al 2010, e sono stati accoppiati per sesso, età e area di provenienza. Sono stati esclusi i pazienti con polipi iperplastici. Analisi statistica Tutti i pazienti sono stati intervistati e i referti endoscopici ed istologici valutati per l’estrazione dei dati. Giorn Ital End Dig 2013;36:41-44 Disegno dello studio 41 RL Revisione della Letteratura > secondo EBM Per quanto riguarda l’endoscopia sono stati valutati i seguenti 4 fattori: incompletezza della colonscopia (fondo ciecale non raggiunto), la preparazione intestinale, la completezza della rimozione dei polipi e la data di esecuzione della colonscopia, in particolare se eseguita o meno nei 5 anni precedenti alla diagnosi di CCR (casi) o all’arruolamento (controlli). In caso di più colonscopie eseguite dal paziente, l’estrazione dei dati si basava sull’ultima colonscopia eseguita. Per quanto riguarda i fattori correlati ai polipi sono stati considerati i seguenti 4 fattori: dimensioni (maggiore o minore di 1 cm), istologia (tubulare, tubulo-villoso, villoso e grado di displasia: basso o alto grado), numero (maggiore o minore di 3 polipi) e localizzazione (prossimalmente o distalmente alla flessura splenica). L’associazione tra i fattori endoscopici, le caratteristiche dei polipi ed il rischio di CCR è stata determinata mediante una analisi multivariata con regressione logistica, stratificata per sesso e per età. L’associazione è stata quantificata mediante l’odds ratio (ORs). Inoltre, il rischio di cancro attribuibile a ciascun singolo fattore è stato quantificato mediante la formula di Levin. Infine, oltre alle analisi eseguite sull’intera popolazione sono state eseguite analisi separate per gli uomini e per le donne, per i casi e i controlli con età inferiore ai 70 anni, stratificando in funzione dello stadio della malattia e della localizzazione del cancro (prossimale o distale). Risultati Lorenzo Fuccio > Rischio di CCR dopo la diagnosi di polipi del colon 42 Dopo l’applicazione dei criteri di selezione, sono stati inclusi nello studio 155 pazienti con CCR e 260 controlli con diagnosi di polipi del colon nei 10 anni precedenti. Circa il 70% dei pazienti era di sesso maschile e di età superiore ai 70 anni (età mediana 72 anni per i casi e 71 anni per i controlli). Il 40% dei pazienti aveva eseguito più di una colonscopia nel periodo considerato. I 4 fattori correlati alla colonscopia erano maggiormente rappresentati nel gruppo dei casi rispetto al gruppo dei controlli: incompletezza colonscopia 7.7% nei casi e 4.6% nei controlli, scadente toilette egualmente rappresentata nei due gruppi (7.7%), incompletezza della rimozione dei polipi diagnosticati nel 29% dei casi vs 9.6% dei controlli, sorveglianza endoscopica eseguita oltre i 5 anni nel 26.5% dei casi vs l’11.5% dei controlli. Le 4 caratteristiche relative ai polipi del colon erano, in modo analogo, maggiormente riscontrate nel gruppo dei casi rispetto al gruppo dei controlli: almeno un polipo di diametro >1 cm nel 34% dei casi rispetto al 23% dei controlli, almeno un polipo con componente villosa o con displasia di alto grado nel 24.5% dei casi vs 17% dei controlli, almeno 3 polipi nel 14% dei casi vs il 7% dei controlli e almeno un polipo prossimale nel 40% dei casi vs il 36% dei controlli. Analizzando più in dettaglio i motivi riportati per una incompleta rimozione dei polipi, nella metà dei casi non erano rimossi perché troppo piccoli ed era pertanto consigliato una colonscopia di sorveglianza; negli altri casi, i motivi riportati erano difficoltà tecniche o condizioni ad alto rischio, come la forma del polipo, la sede o la terapia anticoagulante in corso. In questi casi era consigliata la rimozione chirurgica. In una piccola quota di casi, infine, il polipo non veniva escisso per mancato consenso da parte del paziente. L’analisi multivariata di regressione logistica ha dimostrato una forte associazione indipendente tra l’incompleta rimozione di tutti i polipi (OR 3.73; 95%CI 2.116.60) e la mancata sorveglianza endoscopica entro 5 anni (OR 2.96; 95%CI 1.170-5.16) con il rischio di sviluppare un CCR intervallare (tabella 1). Tra le caratteristiche dei polipi, solo il riscontro di almeno 3 polipi è risultato moderatamente associato al rischio di cancro (OR 2.21;95%CI 1.07-4.54). Considerando il peso dei vari fattori nel rischio di sviluppare un CCR, complessivamente la presenza di almeno un fattore riferibile alla colonscopia contribuiva per il 41.1%; mentre la presenza di almeno un fattore correlato alle caratteristiche dei polipi era responsabile per il 21.7%. Le analisi per i diversi sottogruppi hanno confermato il dato riportato per l’intera popolazione. In particolare l’associazione tra i fattori della colonscopia sopra riportati ed il rischio di CCR intervallare è stata particolarmente forte nei pazienti con età inferiore a 70 anni, senza riscontrare comunque una differenza tra i sessi. L’associazione tra il numero dei polipi diagnosticati (≥ 3) è stata evidenziata solo nel gruppo di età inferiore a 70 anni e di sesso maschile, mentre nel gruppo di età maggiore di 70 anni è stata evidenziata una associazione con la presenza di una componen- tabella 1: associazione tra i fattori della colonscopia e delle caratteristiche dei polipi con il rischio di sviluppare un CCR intervallare Fattori OR 95% CI Incompletezza (fondo ciecale non raggiunto) 1.42 0.56-3.61 Scarsa preparazione intestinale 1.12 0.50-2.51 Incompleta rimozione polipi 3.73 2.11-6.60 Intervallo > 5 anni 2.96 1.70-5.16 ≥ 1 cm 1.39 0.85-2.27 Villoso o alto grado displasia 1.31 0.75-2.29 ≥3 2.21 1.07-4.54 ≥ 1 polipo prossimale 1.13 0.72-1.77 Colonscopia basale Caratteristiche polipi all’endoscopia basale RL te villosa o di displasia di alto grado (OR 2.69;95%CI 1.30-5.53). In modo analogo, stratificando le analisi in funzione dello stadio del CCR e della localizzazione è stata confermata la forte associazione tra i fattori della colonscopia, mancata rimozione completa di tutti i polipi (OR 4.51; 95%CI 2.16-9.41) e mancanza di sorveglianza endoscopica entro 5 anni (OR 4.30;95% 2.32-7.96) ed il rischio di diagnosticare un cancro in stadio avanzato (III e IV) e prossimalmente alla flessura splenica. Anche in questo caso, l’associazione con il numero di polipi diagnosticati seppur presente era sostanzialmente inferiore rispetto all’associazione con i fattori correlati alla colonscopia. Conclusioni Negli studi osservazionali, l’esecuzione di una colonscopia riduce il rischio di sviluppare un CCR di circa il 70-80% ed il rischio di morte per CCR di circa il 30% (1,2). Il beneficio della colonscopia sembra maggiormente evidente nel prevenire tumori ad insorgenza nel colon sinistro mentre tale beneficio sembra ridursi sostanzialmente per quanto riguarda i tumori che insorgono nel colon destro. Inoltre, una quota non trascurabile di pazienti che si sottopongono alla colonscopia sviluppa un CCR durante l’intervallo di sorveglianza (cancro intervallare). La maggior parte dei cancri intervallari (70-80%) è dovuta ad una lesione non diagnosticata alla colonscopia basale; un’altra quota (5-10%) è imputabile alla comparsa de novo di una neoformazione con crescita particolarmente rapida e questa evidenza è supportata soprattutto dagli studi di biologia molecolare che hanno evidenziato forme di CCR con comportamento più aggressivo; infine, la restante quota di cancri intervallari (10-25%) è imputabile ad una rimozione incompleta di lesioni polipoidi diagnosticate durante la colonscopia basale (3,4). Lo studio di Brenner e collaboratori affronta il problema dell’associazione dei fattori relativi alla colonscopia e alle caratteristiche dei polipi diagnosticati durante la colonscopia basale con il rischio di sviluppare un CCR intervallare. Questo studio, pur con tutti i limiti di una analisi retrospettiva, dimostra in modo chiaro l’importanza dei fattori correlati alla colonscopia nel determinare il rischio di CCR intervallare. In particolare, la rimozione incompleta dei polipi, così come la non corretta applicazione degli intervalli di sorveglianza consigliati, sono entrambi significativamente associati con il rischio di sviluppare un CCR. Di grande interesse è sicuramente il fatto che i fattori relativi alla procedura endoscopica, che non sono normalmente considerati nelle linee guida che sugge- riscono gli intervalli di sorveglianza post-polipectomia (5), hanno un peso significativamente maggiore nel determinare il rischio di CCR rispetto ai fattori correlati ai polipi (numero, dimensioni, tipo istologico), che invece hanno un ruolo determinante nelle raccomandazioni degli intervalli di sorveglianza. L’unico fattore relativo ai polipi che ha evidenziato una associazione con il rischio di CCR è stato il numero (≥ 3) di polipi diagnosticati. Questo dato è stato spiegato dagli autori con la possibilità di missing lesion alla colonscopia basale o come una maggior tendenza a formare polipi da parte del paziente. Questo studio ha evidenziato come la rimozione incompleta dei polipi così come la non corretta adesione agli intervalli di sorveglianza consigliati aumentano in modo significativo il rischio di sviluppare un CCR in stadio avanzato; questo è verosimilmente giustificabile con il senso di protezione che fornisce al paziente l’aver eseguito una colonscopia, che potrebbe far ritardare la condivisione dei propri disturbi (per esempio comparsa di stipsi, pseudo diarrea, astenia o sanguinamento) con il medico referente. Nello studio di Brenner e collaboratori il dato che lascia sicuramente più perplessi è che, in alcuni casi, i polipi di piccole dimensioni non erano rimossi ma semplicemente descritti e la rimozione rimandata ad una colonscopia di sorveglianza. Questo atteggiamento è sicuramente non condiviso pertanto la validità esterna di questo studio potrebbe in parte risentirne. D’altro lato, la rimozione incompleta dei polipi è un problema non infrequente; un recente studio prospettico multicentrico ha dimostrato che la percentuale di resezioni incomplete si attesta intorno al 10% e tale evenienza si verifica più frequentemente per lesioni di diametro >10 mm (6); inoltre, il tasso di rimozione incompleta rilevato in questo studio prospettico multicentrico variava significativamente tra i diversi endoscopisti, ponendo un serio problema di training e formazione continua (6). Lo studio di Brenner e collaboratori fornisce dei messaggi importanti. La colonscopia e la rimozione endoscopica delle lesioni riducono il rischio di cancro colorettale solo se eseguita adeguatamente; in particolare, le lesioni diagnosticate devono essere rimosse completamente; in caso questo non sia possibile per diversi motivi (difficoltà tecnica, comorbidità, rifiuto del paziente) occorre che il paziente sia informato dei reali rischi di progressione di tale lesioni motivandolo a sottoporsi alle procedure terapeutiche idonee. Inoltre, l’adeguato intervallo di sorveglianza post-colonscopia deve tenere in considerazione l’esito della colonscopia basale ed occorre motivare il paziente affinché rispetti il corretto intervallo di follow-up suggerito. Giorn Ital End Dig 2013;36:41-44 Revisione della Letteratura > secondo EBM 43 RL Revisione della Letteratura > secondo EBM Corrispondenza Lorenzo Fuccio UO Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Policlinico S. Orsola-Malpighi Via Massarenti, 9 - 40138 Bologna Tel./Fax + 39 051 6363338 e-mail: [email protected] Bibliografia essenziale 1.Brenner H, Chang-Claude J, Seiler CM. Protection from colorectal cancer after colonoscopy: a population, case-control study. Ann Int Med 2011;154: 22-30. 2.Baxter NN, Goldwasser MA, Paszat LF. Association of colonoscopy and death from colorectal cancer. Ann intern Med 2009;150:1-8. Lorenzo Fuccio > Rischio di CCR dopo la diagnosi di polipi del colon 44 3.Leung K, Pinsky P, Laiyemo AO. Ongoing colorectal cancer risk despite surveillance colonoscopy: the Polyp Prevention Trial Continued Follow-up Study. Gastrointest Endosc 2010;71:111-1117. 4.Pohl H, Robertson DJ. Colorectal cancers detected after colonoscopy frequently result from missed lesions. Clin Gastroenterol Hepatol 2010;8:858-64. 5.Lieberman DA, Rex DK, Winawer SJ, Giardiello FM, Johnson DA, Levin TR; United States Multi-Society Task Force on Colorectal Cancer. Guidelines for colonoscopy surveillance after screening and polypectomy: a consensus update by the US MultiSociety Task Force on Colorectal Cancer. Gastroenterology 2012 Sep;143(3):844-57. 6.Pohl H, Srivastava A, Bensen SP, Anderson P, Rothstein RI, Gordon SR, Levy LC, Toor A, Mackenzie TA, Rosch T, Robertson DJ. Incomplete polyp resection during colonoscopy-results of the Complete Adenoma Resection (CARE) Study. Gastroenterology 2013 Jan;144(1):74-80.e1.