PER SAPERNE DI PIÙ Pillole di Psicologia a cura della Dr.ssa Caterina Taccone PSICOTERAPIA INDIVIDUALE L'obiettivo principale di un percorso di terapia è quello di raggiungere un cambiamento. Tale cambiamento consiste innanzitutto nel raggiungimento di uno stato maggiore di benessere personale e nell’attivazione di risorse e di strumenti necessari per affrontare problematiche che creano sofferenza. La psicoterapia è una forma di terapia basata sulla parola, pertanto attraverso i colloqui con il terapeuta la persona viene aiutata a individuare e verbalizzare sensazioni, sentimenti, stati d'animo, affetti legati ai comportamenti ritenuti per lei inadeguati alle situazioni di vita e ciò che si raggiunge al termine di un percorso terapeutico è la capacità di riflettere su se stessi, raggiungendo un diverso livello di consapevolezza di sé. La psicoterapia è adatta sia a persone che hanno un disagio psicologico, una sofferenza che perdura nel tempo e che diventa invalidante in diverse situazioni, difficoltà di relazione con i familiari, nel lavoro e nelle amicizie, insicurezza, incapacità di prendere decisioni o iniziative; sia a chi soffre di disturbi di ansia, di depressione, della sfera alimentare e sessuale, di attacchi di panico, anche in abbinamento ai farmaci, per aumentarne l’efficacia; oppure quando la sofferenza psichica viene espressa attraverso sintomi corporei (es. mal di pancia, mal di testa, tachicardia, alcuni tipi di dermatiti, ecc.) a cui però gli approfondimenti medici effettuati non hanno trovato cause organiche. Il momento giusto per rivolgersi a uno psicoterapeuta può essere quando ci si accorge che non si riesce ad avere un rapporto sereno con se stessi, di avere reazioni inadeguate che portano sofferenza o disagio a se e agli altri significativi. Ci saranno stati tentativi di uscirne attraverso cambiamenti di vita, uso di farmaci, separazioni, viaggi, nuove passioni, cambi di lavoro e così via. Ad un certo punto la persona sente di non farcela da sola: ha bisogno di aiuto e intuisce una propria importante responsabilità nel contribuire al permanere del malessere. Nello stesso tempo è capace di reagire al pessimismo, al disfattismo: è nata in lui una speranza. Sono tre passi fondamentali, un lunghissimo percorso per vincere la negazione del problema, l'onnipotenza di voler farcela da soli, il vittimismo di attribuire ad "altro da sé" la responsabilità del disagio, per uscire dal senso di impotenza. Chi sceglie di fare un percorso di psicoterapia in genere si confronta con una serie di timori e dubbi che sono anche il frutto di pregiudizi culturali: “il problema è solo nella mia testa”, “momenti così capitano a tutti non ho certo bisogno di aiuto”, “devo farcela da solo non voglio diventare dipendente da una psicoterapia” e così via, minimizzando la sofferenza che si prova e le difficoltà di affrontarla. La psicoterapia non è la “soluzione magica” ad ogni problema e lo psicoterapeuta non è l’eroe della finzione cinematografica, ma può essere senz’altro un’opportunità di crescita personale e l’occasione di raggiungere un obiettivo di benessere e di cambiamento da una condizione critica e ripetitiva. Ogni persona si comporta in maniera differente in base ai contesti con cui si relaziona, in base ai ruoli che ricopre ed in base alle emozioni coinvolte in ogni relazione. Questa indagare emozioni questo si Pagina 1 complessità rende indispensabile i rapporti tra comportamenti, azioni, e modi di relazionarsi e a come tutto è modificato nel tempo. PER SAPERNE DI PIÙ Pillole di Psicologia a cura della Dr.ssa Caterina Taccone La psicoterapia individuale a orientamento sistemico, in particolare, pone al centro del suo interesse l'individuo e le sue relazioni. L’obiettivo è aiutare la persona a comprendere i modelli relazionali che gli creano sofferenza e a cercare delle alternative più adeguate. Le relazioni instaurate nei diversi contesti hanno infatti ripercussioni diverse sulla persona che, per risalire a quei meccanismi relazionali che le procurano dispiacere, deve essere aiutata ad analizzare se stessa all’interno della relazione. L’intervento psicoterapeutico si basa sulla necessità di una ricostruzione storica (su tre generazioni) degli eventi familiari per comprendere i rapporti fra la tensione emotiva e la consapevolezza del problema. In quest'ottica, la famiglia diventa un'importante fonte di informazioni e l'individuo ha bisogno di riflettere su tali informazioni per trovare (e ritrovare) il senso di alcune importanti esperienze emozionali e di alcuni personali stili automatici di relazione. Cosa può spiegare allora che la paziente abbia ancora dentro di sé tanta rabbia contro di lui? Cosa impedisce un fisiologico movimento empatico verso un padre così diverso? Un simile confronto apre nuovi territori alla terapia individuale, nei quali ipotizzare che la necessità di difendersi nasconda l'anelito ad un incontro emotivo positivo. L’essere umano adulto oscilla tra due grandi bisogni, il bisogno di appartenenza a un sistema familiare che ci ha dato la vita e il bisogno di differenziazione cioè quella spinta spontanea che ci porta a esplorare il mondo e disegnare un progetto esistenziale autonomo. Portare dentro di noi l’odio per un genitore con cui non abbiamo potuto chiarire la nostra relazione, farà sì che respingeremo sempre una parte di noi stessi o, peggio ancora, vedremo come nemici i nostri partner, i figli o altre persone significative, in un illusorio tentativo di sollevarci da questa sofferenza. Ci lega più il rancore dell'amore. Alcuni incontri familiari, quando possibili, inseriti durante un percorso individuale possono diventare l’occasione per rivedere, ridefinire stili relazionali che dopo tanto tempo ancora provocano disagio, il tentativo di cambiare la relazione valorizzando un sentimento di appartenenza alla famiglia, attraverso il riavvicinamento emotivo e non attraverso il distanziamento fisico e psicologico. Lo sforzo del terapeuta sarà quello di aiutare a eliminare gli ostacoli che impediscono la relazione da persona a persona (e non da ruolo a ruolo). Una simile seduta apre alla terapia individuale un nuovo e fondamentale campo di lavoro cioè quella di confrontare la descrizione dei familiari data dal paziente con l'osservazione diretta. Ad esempio, quel padre che era stato descritto come una persona aggressiva e disinteressata, è oggi un anziano confuso, impotente e depresso. Pagina 2 Dr.ssa Caterina Taccone