Le peculiarità dell’uso scritto di una lingua, che possono anch’esse venire in parte trasformate in funzione di particolari usi dei testi (ad esempio nel caso del requisito di universalità, assente nella produzione di testi professionali e tecnici), si definiscono in modo speculare rispetto a quelle del parlato: • pianificazione del testo; • distanza fra autore e fruitore; • dilatazione temporale; • tendenziale universalità; • molteplicità di fruizione; • disancoramento dal contesto (personale, situazionale, ecc.) e autonomia; • permanenza; • fruizione sinottica e discreta; • assenza di prosodia (che viene, ma solo in parte, sostituita da segni di punteggiatura, organizzazione grafico-tipografica della pagina, paratesto ecc.); • struttura logica coerente e (tendenzialmente) ineccepibile, correttezza sintattica e stilistica; • esplicitazione delle informazioni necessarie alla piena comprensione e indipendenza; • possibilità di correzioni; • tempi liberi di fruizione; • controllo delle affermazioni contenute nel testo. Testi argomentativi I testi argomentativi hanno lo scopo di persuadere e convincere, talvolta anche quello di sedurre. La logica dell’argomentazione muove da premesse, in genere di natura informativa o descrittiva, dallo sviluppo delle quali segue (non sempre in base ad una logica formalmente valida ma piuttosto in base alla accettabilità, credibilità e validità pragmatica delle catene inferenziali proposte) una conclusione destinata completare la premessa con un nuovo, originale contributo conoscitivo. Un testo argomentativo va dunque pensato come una sorta di catena costituita da anelli legati in modo ben saldo. Le frasi debbono susseguirsi con una consequenzialità efficace; analogamente i paragrafi devono render conto di un ragionamento logico. Insomma, la resistenza della catena dipende dalla solidità dei suoi anelli, e il buon funzionamento dell’impianto argomentativo di solito è manifestato da un buon uso dei connettivi: se… allora, anche, ad esempio, addirittura, al contrario, anzi, benché, come, comunque, con questo, così, eppure, infatti, invece, ma, mentre, ora, ormai, perché, perciò, però, quasi, spesso, tanto da, tuttavia, viceversa, ciononostante, sono alcuni dei connettivi che, se ben utilizzati, rendono funzionale ed efficace la macchina argomentativa. Nei testi argomentativi spesso si contrappone alla tesi sostenuta da argomenti un’antitesi espressa e confutata, per giungere a conclusioni che saranno accolte con maggiore credibilità. Fra le tecniche argomentative bisogna ricordare: • l’uso di argomenti che si rifanno a fatti concreti • il ricorso all’autorità (di studiosi, esperti, teorie precedenti) • la natura logica (o meglio quasi-logica) dell’argomento • l’orientamento pragmatico del ragionamento Da un punto di vista linguistico sarà opportuno: • dare rilievo al destinatario (argomentando persuasivamente) • usare un lessico “valutativamente orientato” (teso cioè a evidenziare l’argomento proposto) • servirsi in modo attento ma ricco dei connettivi. In testi professionali specifici come la relazione (nelle sue varie declinazioni: rapporto, resoconto, dossier, inchiesta, progetto) “collaborano” e si fondono sincreticamente i tipi testuali informativo/argomentativo. Deduzione, induzione, abduzione Le inferenze o ragionamenti si riducono a tre schemi sulla base dei diversi rapporti fra gli elementi del CASO, della REGOLA e del RISULTATO. Deduzione Induzione Abduzione o ipotesi regola regola regola caso caso caso risultato risultato risultato Peirce e le tre forme del ragionamento: la deduzione Entro in una stanza, e trovo su un tavolo molti sacchi pieni di vari tipi di fagioli. Ma sul tavolo c’è anche una manciata di fagioli bianchi, e uno dei sacchi contiene solo fagioli bianchi. È possibile inferirlo ragionando in tre modi. Immaginiamo che un sacco rechi l’etichetta “fagioli bianchi”; in questo caso, potremo dedurre che REGOLA: CASO: RISULTATO: Tutti i fagioli in questo sacco sono bianchi Questi fagioli provengono da questo sacco Questi fagioli sono (sicuramente) bianchi In questo caso io procedo da una regola nota (grazie all’etichetta), la applico a un caso (il sacco che ho di fronte) e ne ricavo un risultato certo ma che non mi fa conoscere nulla di più di ciò che già sapevo. Assai di rado nel linguaggio giornalistico si fa uso di argomentazioni deduttive pure, che sono invece appannaggio di alcune scienze come la matematica o la fisica teoriche. Peirce e le tre forme del ragionamento: l’induzione Immaginiamo ora che nessun sacco abbia l’etichetta. Infiliamo però la mano in uno dei sacchi e ne tiriamo fuori una manciata di fagioli bianchi; poi ripetiamo l’operazione più volte, sempre con il medesimo risultato. In questo caso, potremo generalizzare i risultati dei nostri tentativi inducendo che RISULTATO: CASO: REGOLA: Questi fagioli sono bianchi Questi fagioli provengono da questo sacco Tutti i fagioli in questo sacco sono bianchi (forse) Poiché non conosciamo dall’inizio il colore dei fagioli nel sacco, muoviamo dal (dai) risultati delle nostre esperienze ripetute per costruire un caso che poi viene generalizzato in una regola sempre e solo probabile (finché non ho svuotato il sacco di TUTTI i fagioli non posso essere certo della sua validità). Nell’ambito della comunicazione giornalistica, spesso legata a indagini o dati di natura previsionale e basati sulla probabilità empirica, il ragionamento induttivo è assai spesso presente (nella forma di una tesi sostenuta fondandosi su argomenti che richiamano regolarità dimostratesi valide in passato). Peirce e le tre forme del ragionamento: l’abduzione o ipotesi Immaginiamo che nessun sacco abbia l’etichetta, e accanto ad uno dei sacchi ci sia una manciata di fagioli bianchi. A questo punto possiamo saltare direttamente all’ipotesi secondo cui è il caso che la manciata di fagioli provenga dal sacco, se questo contiene fagioli bianchi (cosa che ancora non sappiamo). Abduciamo dunque una regola, così: RISULTATO: REGOLA: CASO: Questi fagioli sono bianchi Tutti i fagioli in questo sacco sono bianchi Questi fagioli provengono da questo sacco (forse) Il rischio interpretativo è ancora maggiore, e solo una successiva verifica induttiva ci dirà se avevamo ragione. Su questo genere di “rischi” si basano molte argomentazioni in ambito economico (in particolare nel campo del marketing) ma anche gran parte del giornalismo d’inchiesta: l’identificazione di un particolare fenomeno conduce il giornalista a ipotizzare una possibile “regola”, rapporto di causalità o covariazione tra fenomeni “scommettendo” sul successo della sua ricostruzione nel soddisfare l’ipotesi prevista. L’abduzione è chiamata in causa in ogni forma di indagine (e, per Peirce, in qualsiasi processo di conoscenza). Data la struttura abduttiva q se p allora q p emerge il carattere di retroduzione e spiegazione causale del processo abduttivo.