Regione Siciliana
PRESIDENZA
COMITATO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
VALUTAZIONE DI LINEE GUIDA PER UNA
DELLA PROTEZIONE CIVILE
a cura di Francesco Mantegna Venerando
Coordinatore del Comitato Regionale della Protezione Civile
Pianificazione e governo del territorio
Nella concezione ormai diffusa dello Sviluppo Autosostenibile dei Territori,
la pianificazione è uno strumento che deve necessariamente riferirsi ad
alcuni obiettivi sostanziali:
Conoscenza degli scenari di rischio, mitigazione del danno, prevenzione, sicurezza
dei cittadini e del patrimonio
Valorizzazione della identità locale: con politiche coerenti di indirizzo ed intervento
nel recupero, nella conservazione, nella ricostruzione del patrimonio architettonico
e nella nuova edificazione
Nel governo locale del territorio, Urbanistica e Protezione Civile sono
strumenti integrati di conoscenza, regolamentazione e gestione
Lo sviluppo dei territori
La pianificazione urbanistica deve orientarsi
verso uno sviluppo autosostenibile dei
territori, attraverso il recupero e la
valorizzazione socioeconomica delle
identità locali, delle culture e delle
risorse di appartenenza.
Il P.R.G.C. in una rinnovata cultura del territorio

progettare l’assetto urbanistico del territorio comunale con
il fine di ritrovare e valorizzare la sua identità, migliorando
la qualità della vita e dell’abitare (integrazione tra
pianificazione urbanistica e di protezione civile)




ritrovare il rapporto con le peculiarità biogeografiche ed
ambientali della realtà locale
facilitare la crescita e/o l’innovazione delle iniziative
produttive in armonia alle qualità del territorio e alle sue
vocazioni
recuperare il patrimonio edificato obsoleto all’interno della
città, al fine di limitare il consumo di nuove aree e
contestualmente riqualificare parti del territorio già
compromesse
tutelare e valorizzare le attività agricole e la qualità del
paesaggio agrario
la qualità dell’abitare e del vivere…
Una recente bozza di Legge Urbanistica Regionale, in
coerenza anche con le proposte formulate dall’ I.N.U.
identifica due differenti livelli di programmazione comunale:
- un piano strutturale Piano Regolatore Strutturale Comunale
- un piano operativo Piano di Trasformazione del Suolo.
Il Piano Strutturale, in rapporto non più gerarchico ma di
integrazione e di sussidiarietà con gli altri livelli di
programmazione provinciale (il P.T.P.) e regionale (il P.T.R.)
costituisce il momento di individuazione strategica degli
obiettivi di conservazione e trasformazione del territorio
comunale.
Il P.R.G.C. disegna l’assetto generale e assicura la
compatibilità ambientale delle scelte urbanistiche, riporta e
coordina i vari vincoli, indica le principali infrastrutture ed
aree pubbliche ed individua le zone ad esse relative.
Il sistema delle conoscenze e delle
informazioni nella pianificazione di
protezione civile
Il sistema delle conoscenze, corredato dei dati
cartografici e delle informazioni
tecnico-amministrative, consente di porre in essere
sul piano tecnico le proposte rivolte
all'eliminazione o al contenimento dei fattori di
rischio; consente inoltre di organizzare
l'approntamento dei mezzi e delle strutture
operative necessarie agli interventi di Protezione
Civile, con particolare riguardo alle
misure di emergenza.
Tale raccolta deve
necessariamente essere
realizzata secondo schemi
standard al fine di
omogeneizzare i livelli di
conoscenza dei rischi alla
scala comunale, affinché i
dati risultanti dalle
elaborazioni siano utili e
possano essere gestiti
dalla struttura regionale di
Protezione Civile,
attraverso un SIT
(SISTEMA INFORMATIVO
TERRITORIALE) condiviso
tra Enti locali ed altri
soggetti
Il “Metodo Augustus"
elaborato dal Dipartimento di Protezione
Civile costituisce lo strumento-guida per la
pianificazione dell'emergenza
SITUAZIONE LEGISLATIVA
NAZIONALE
La legge 225/92 istituisce il Servizio Nazionale della
Protezione Civile, ossia un sistema organico di
funzioni e competenze rimesso a più Enti e
strutture e coordinato da un'autorità centrale.
L'attuale assetto delle competenze, disegnato dalla
legge 225/92, definisce tre livelli di emergenza a
cui corrispondono diversi livelli di attribuzione
della responsabilità di direzione e coordinamento
degli interventi in fase operativa.
Legge 225/92 - Art. 2
Tipologia degli eventi ed ambiti di competenze
1. Ai fini dell'attività di protezione civile gli eventi si
distinguono in:
a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che
possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili
dai singoli enti e amministrazioni competenti in via
ordinaria;
b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per
loro natura ed estensione comportano l'intervento
coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via
ordinaria;
c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per
intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con
mezzi e poteri straordinari.
La Regione Siciliana
L.R.14/98 - Note
La Regione, nel rispetto
delle competenze ad essa
affidate in materia di
organizzazione
dell'esercizio delle
funzioni amministrative
a livello locale, favorisce,
nei modi e con le forme
ritenuti opportuni,
l'organizzazione di
strutture comunali di
protezione civile.
Il disegno dell’assetto regionale della P.C.
DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA P.C.
DIREZIONE E COORDINAMENTO GENERALE
SALA OPERATIVA REGIONALE
Basi Aeromobili della P.C.: Boccadifalco - Catania - Comiso
AREE DI COORDINAMENTO TERRITORIALE
SICILIA OCCIDENTALE
SICILIA ORIENTALE
SEZIONI TERRITORIALI PROVINCIALI E SERVIZI
SALE OPERATIVE PERIFERICHE
INTERCONNESSIONI OPERATIVE
UFFICI DI PROTEZIONE CIVILE DELLE PROVINCE
UFFICI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE
Il Sindaco
Il Sindaco secondo l'art. 15 della Legge 225/92, detiene
l'importante funzione di
Autorità comunale di Protezione Civile
Lo stesso, al verificarsi delle emergenze, assume la direzione ed il
coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle
popolazioni colpite avvalendosi della struttura comunale di
Protezione Civile ed ha l'obbligo di comunicare
tempestivamente al Prefetto e al Presidente della Regione
lo stato di emergenza.
È evidente come il Comune sia il primo tassello nel mosaico
della gestione delle emergenze intorno al quale si organizzano
le altre strutture.
Il Piano Comunale

"Ogni Comune - secondo l'art. 108 del
Dlgs 112/98 - deve dotarsi di una struttura
comunale di Protezione Civile", e la sua
disciplina deve essere disposta con
appositi regolamenti previsti dall'art. 51
della legge 142/90 (legge di Riforma delle
Autonomie Locali).
La Regione, in rapporto stretto sia con il
Comune che con la Provincia, deve
intervenire nel raccordo tra pianificazione
comunale, provinciale e regionale.

La gestione di una emergenza, come
suggerisce la legge, è quindi frutto di un
continuo e articolato processo di scambi
di informazioni e di organizzazione
ordinata dei soccorsi, processi che non si
improvvisano nel momento
dell'emergenza.
Lo schema operativo
I "compiti" che l'Autorità Comunale di Protezione Civile (il
Sindaco) deve tenere presente nell'attività preparatoria dei
piani di emergenza e nella fase di emergenza vera e propria
possono essere raggruppati in otto punti :

A) Definire, attraverso adeguate strutture tecniche, uno
scenario di rischio (rappresentazione dei fenomeni che
possono interessare un determinato territorio
provocandovi danni a persone o cose) per il territorio
comunale, ed informare periodicamente i cittadini sui
provvedimenti e sui comportamenti da adottare in caso di
emergenza.

B) Rendere costantemente reperibile alla Prefettura se
stesso o un proprio sostituto responsabile.

C) Dotare il Comune di una struttura di Protezione Civile
(costituita da vigili urbani, tecnici e/o gruppi di volontari
locali organizzati).

D) Individuare aree (da vincolare in sede di pianificazione
urbanistica) dotandole di servizi per esigenze di Protezione
Civile e punti strategici sugli itinerari di afflusso/deflusso
per dirigere colonne di aiuto o evacuazione dei cittadini.

E) Individuare i provvedimenti fondamentali da attivare in
caso di emergenza per i vari tipi di rischi.

F) Organizzare un sistema di comando e di controllo in una
sala operativa ed un sistema alternativo costituito da
radioamatori per mantenersi in collegamento con i
responsabili delle attività essenziali (polizia, carabinieri,
ospedali, VVF etc.).

G) Mantenere aggiornato un semplice piano di Protezione
Civile (pianificazione comunale di emergenza) nel quale
sintetizzare gli elementi essenziali di cui sopra.

H) Effettuare periodicamente (almeno ogni 6 mesi)
esercitazioni di attivazione del piano di Protezione Civile,
possibilmente su allarme e non predisposto.
L'analisi dei punti prima elencati definisce le linee della
pianificazione comunale di emergenza che si può scindere
in due fasi che, se pur distinte, sono interconnesse:





Una fase conoscitiva: (con riferimento alle lettere precedenti)
A = definizione degli scenari di rischio
D = individuazione di aree non soggette a rischio di alcun
tipo da attrezzare per fronteggiare situazioni di emergenza
Una fase di organizzazione per fronteggiare l'emergenza
(punti C-E-F-G-H), quest'ultima che prevede:

la predisposizione degli elementi tecnici della
procedura d'allarme;

l'organizzazione dell'unità locale di crisi con
uomini e mezzi adeguati;

l'organizzazione dei programmi di
informazione per la cittadinanza e la messa a
punto di un sistema di verifica del piano di
Protezione Civile attraverso esercitazioni
mirate e non preordinate.
Mentre per la fase di organizzazione a fronteggiare
l'emergenza il Comune dovrà fare affidamento
sulla propria struttura e sul volontariato, per la
fase conoscitiva, dovrà rivolgersi a tecnici
specializzati, così come peraltro previsto dalla
legge 225/92.
ELEMENTI PER LA DETERMINAZIONE
DI UNO SCENARIO DI RISCHIO

Lo scenario di rischio è la
rappresentazione dei fenomeni che
interferiscono con un determinato
territorio provocando danni a
persone o a cose. La conoscenza di
questi fenomeni costituisce la base
per elaborare un piano di
emergenza.

Definire lo scenario di rischio è
indispensabile per poter
predisporre gli interventi preventivi
a tutela delle popolazioni e dei beni
in una determinata area.
Gli elementi indispensabili per la ricostruzione di
uno scenario di rischio di un territorio sono:

la pericolosità (probabilità di occorrenza di un
evento naturale di data intensità entro una data
area e durante un intervallo di tempo prestabilito)

la vulnerabilità (suscettibilità dell'ambiente di un
insediamento complesso alle forze distruttive
causate da un evento, includendo anche gli effetti
secondari - Es.: gli incendi susseguenti ad un evento
sismico).

L'impianto metodologico del piano comunale di previsione
e prevenzione è suddiviso in tre distinti raggruppamenti:

Il primo comprende la documentazione cartografica di base
relativa alla lettura del territorio, allo sviluppo e
localizzazione delle infrastrutture e distribuzione della
popolazione.

Il secondo comprende la cartografia tematica da elaborare
per ogni tipo di rischio.

Il terzo, comprende le mappe del rischio risultanti
dall'incrocio tra le carte di base e le carte tematiche.
CARTE DI BASE
CARTE TEMATICHE
MAPPE DI RISCHIO
CARTE DI BASE
1. LETTURA DEL TERRITORIO
* Carta di delimitazione del territorio
* Carta clivometrica
* Carta geologico-strutturale
* Carta geomorfologica
* Carta litologico-tecnica
* Carta dell'uso del suolo
* Carta dei bacini e del reticolo
idrografico con ubicazione di
eventuali bacini di invaso artificiale
CARTE DI BASE
2. INFRASTRUTTURE
* Carta delle principali vie di comunicazione
(rete viaria, ferroviaria, dei porti , aeroporti,
elioporti)
* Carta di ubicazione dei servizi tecnologici
(oleodotti, gasdotti, acquedotti, principali
linee elettriche ad alta tensione e linee
telefoniche)
* Carta delle attività produttive (industriali,
artigianali, agricole, turistiche)
* Carta di ubicazione degli Edifici Strategici
CARTE DI BASE
3. POPOLAZIONE
* Carta della densità
abitativa del territorio
comunale (ab/ha)
CARTE TEMATICHE
MAPPE DI RISCHIO

RISCHIO SISMICO
(Mappa di rischio sismico)
* Carta delle zone sismogenetiche a scala
regionale
* Carta delle intensità massime
* Carte derivate dallo studio del terremoto
di riferimento
* Carta della vulnerabilità degli edifici
* Zonazione del territorio in base alla
pericolosità sismica locale

RISCHIO IDROGEOLOGICO ED
IDRAULICO ALLUVIONI
(Mappa del Rischio alluvioni)
Studio delle aree inondabili:
* Carta delle aree inondabili
* Carta delle aree storicamente inondate
* Carte di ubicazione strumenti di misura
* Carta di zonazione geomorfologica
dell'inondabilità
* Carta di zonazione per frequenza di
allagamenti
* Carta degli elementi a rischio di
inondazioni
FRANE
(Mappa del Rischio
da dissesto)
* Studio particolareggiato delle frane
individuate sul territorio gravanti su
aree urbanizzate e/o vie di
comunicazione
* Carta della propensione al dissesto
* Carta degli elementi a rischio di
frane
RISCHIO INCENDI
BOSCHIVI
(Mappa di Rischio incendio
boschivo)
* Carta dell'accessibilità e
dell'uso dei suoli
* Carta dell'esposizione ai venti
e lineamenti morfologici
Obiettivi del Piano Comunale









Informare e salvaguardare la popolazione
Salvaguardare il sistema produttivo locale
Salvaguardare i beni culturali
Individuare i Responsabili per ogni azione prevista dal Piano
Prevedere chiare procedure operative da applicare nelle varie fasi
Assicurare il coordinamento operativo locale, la continuità amm.va e la
documentazione quotidiana dell’attività in emergenza
Ripristinare la viabilità e i trasporti
Assicurare la funzionalità delle telecomunicazioni e dei servizi
essenziali
Garantire un rapido e omogeneo censimento dei danni a persone e
cose
Pianificazione per Funzione
1. FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
Interessa tutti gli enti che svolgono attività di monitoraggio dei
precursori di scenario, degli indicatori di soglia e dello
stato del suolo.
Il Referente (un funzionario dell’Ufficio Tecnico Comunale),
assicurerà il raccordo con le varie componenti tecniche a
cui si richiede una analisi conoscitiva del fenomeno e una
interpretazione dei dati relativi alle reti di monitoraggio
Pianificazione per Funzione
2. FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E
VETERINARIA
Pianifica e gestisce tutte le situazioni locali relative agli aspetti
socio-sanitari dell’emergenza.
Il Referente (dell’AUSL) ha il compito di assicurare il
coordinamento fra le azioni svolte dal Sindaco, dall’AUSL,
dal Servizio 118 e dalle Organizzazioni di Volontariato
operanti nel settore sanitario
Pianificazione per Funzione
3. FUNZIONE VOLONTARIATO DI PROTEZ. CIVILE




Il Volontariato partecipa alle operazioni previste dal Piano
coadiuvando le componenti e le strutture operative, anche
con la richiesta della Colonna mobile provinciale e/o
regionale ove la situazione lo richieda
Il Responsabile viene individuato prioritariamente nel
Responsabile del Gruppo comunale di Volontariato; ovvero
tra i componenti delle Organizzazioni di Volontariato
presenti nel territorio
Il Volontariato deve essere impiegato alle dipendenze
funzionali delle strutture tecniche istituzionalmente
competenti (Uff.Tecn.Comunale, VV.F., Corpo forestale,
Servizi provinciali, ecc.)
Pianificazione per Funzione
4. FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
Ha lo scopo di fornire un quadro costantemente aggiornato
delle risorse disponibili nell’emergenza, attraverso il
censimento dei materiali e dei mezzi presenti nel territorio.
Il censimento riguarda le risorse essenziali e immediatamente
disponibili per l’attuazione del piano
Il Comune stabilisce convenzioni con i soggetti pubblici e
privati detentori di risorse
Pianificazione per Funzione
5. FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI
Il Responsabile di questa funzione coordina i rappresentanti
dei servizi erogati sul territorio comunale, a cui è richiesto
di provvedere ad interventi immediati sulle reti per
garantirne l’efficienza anche in situazioni di emergenza.
In tempo di pace il responsabile acquisirà i piani
particolareggiati di emergenza di ogni azienda interessata
allo scenario di rischio
Pianificazione per Funzione
6. FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE
E COSE
Il Responsabile della funzione coordina l’attività di analisi
della situazione a seguito dell’evento calamitoso, per
stabilire gli interventi di emergenza:
Danni a persone, edifici pubblici e privati, impianti industriali,
servizi essenziali, attività produttive, patrimonio culturale,
infrastrutture, agricoltura e zootecnia
Verifiche speditive con impiego di squadre miste di tecnici di
vari enti (schede di rilevamento predisposte dalla Regione e
dallo Stato)
Pianificazione per Funzione
7. FUNZIONE STRUTTURE
OPERATIVE LOCALI,
VIABILITA
Il Responsabile coordina tutte le
strutture operative locali e
stabilisce contatti con quelle
preposte alla viabilità secondo
quanto previsto dai loro piani
operativi
Pianificazione per Funzione
8. FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
Il Responsabile cura i rapporti con le Società di
telecomunicazione operanti sul territorio, al fine di
verificare il ripristino delle interruzioni di rete ed
eventualmente organizzare un sistema di comunicazioni
alternativo, con il concorso dei Radioamatori volontari
Pianificazione per Funzione
9. FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
ED ALL’ATTIVITA’ SCOLASTICA
Il Responsabile del Comune deve avere una conoscenza
particolare in merito al tessuto abitativo, alla ricettività delle
strutture alberghiere e/o turistiche, alla pronta utilizzazione
di aree pubbliche o private da impiegare per attesa e
ricovero della popolazione
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle strutture
scolastiche, a quelle per anziani, ai presidi ospedalieri, per i
quali dovranno essere predisposti appositi piani di
evacuazione, compresa l’individuazione dei mezzi di
trasporto
AREE E STRUTTURE DI EMERGENZA

AREE DI AMMASSAMENTO MEZZI E SOCCORRITORI (giallo)
Ove far affluire materiali, mezzi e uomini necessari alle operazioni
di soccorso. In tali aree affluiranno gli aiuti destinati a tutti i
Comuni afferenti al C.O.M.

AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE (verde)
Ove fare recare la popolazione in condizioni di sicurezza, a seguito
dell’ordine di evacuazione

AREE DI ACCOGLIENZA E STRUTTURE DI RICOVERO (rosso)
Strutture in grado di assicurare il ricovero della popolazione
evacuata
CARATTERISTICHE DELLE AREE
Requisiti
Preventivamente individuate in ambiti non a rischio
 Adeguatamente dimensionate
 Sottoposte a disciplina d’uso o istituite con atto formale
 Ben collegate alla viabilità principale o alternativa
 Possibilmente collegabili (se non dotate) con i servizi
essenziali
 Possibilmente dotate di superfici contigue idonee
all’atterraggio di elicotteri
NOTA: Esistono le schede di individuazione delle aree di P.C.
eleborate dalla Regione Siciliana e adottate dal Dipartim.
Regionale di P.C. (S.O.T.’99)
Come organizzare il Piano ?
Sequenza operativa
1.
2.
3.
4.
5.
Individuazione dei Responsabili di settore che
supportano il Sindaco nella sua qualità di Autorità
Comunale di P.C.
Indagine speditiva sulla vulnerabilità dei fabbricati
Ricognizioni tecniche e studi sul territorio comunale in
relazione ai vari scenari di rischio, alla situazione della
viabilità ed alla sua idoneità di fuga, alla vulnerabilità di
infrastrutture, opere d’arte stradali, attrezzature
Individuazione delle vie di esodo
Mappature tematiche del territorio (come definite)
6. Procedure sistema sanitario
7. Censimento (aggiornamento) del Volontariato
8. Censimento materiali e mezzi e verifica periodica della loro
effettiva disponibilità
9. Messa in sicurezza della documentazione relativa ai servizi
essenziali (informatizzazioni duplicate, referente di riserva)
10. Individuazione dei depositi di sostanze pericolose e
procedure di messa in sicurezza
11. Individuazione della rete di comunicazioni radio alternativa
12. Censimento dei nuclei familiari (per zone) e degli
automezzi
disponibili
13. Individuazione delle persone bisognose di assistenza
14. Definizione modulistica e procedure per l’accoglienza e
gestione della popolazione nei centri d’accoglienza (messa
in sicurezza dei servizi anagrafici)
15. Predisposizione elenchi e tesserini riconoscimento degli
Operatori in fase di emergenza
16. Modellistica d’intervento: procedure da adottare in base
agli indicatori di rischio e ai possibili teatri di emergenza
17. Attività di coordinamento e formazione:
 Informatizzazione (interfaccia con le Sale operative/SIT
regionale e provinciale)
 Campagna di informazione alla popolazione, sia a livello di
prevenzione che di emergenza
 Armonizzazione dei Piani di emergenza scolastica con il
Piano comunale di P.C.
L’esempio dell’area vesuviana
La necessità di svolgere una valutazione
speditiva della vulnerabilità sismica
nei Comuni dell'Area Vesuviana è
giustificata dalla probabilità di
accadimento di eventi sismici di
media e bassa sismicità, premonitori e
associati all'evento eruttivo di
riferimento.
In base allo studio eseguito è possibile
ora predisporre un primo scenario
degli effetti attesi, studiare alcune
misure preventive riguardo alle aree
più vulnerabili, in particolare per
tenere conto della viabilità nei Centri.
Per fornire una prima base di dati alle
Amministrazioni Comunali, sono state predisposte
due distinte carte tematiche dell'Area Vesuviana
in scala l:25.000 e 1:5000:
1. Carta con il valore medio di vulnerabilità sismica
di ognuna delle zone omogenee che costituiscono
l'abitato, identificabili ciascuna con una lettera,
con i seguenti colori, corrispondenti al valore
normalizzato della vulnerabilità sismica (= valore
crescente da 0 a 100) rilevata attraverso un
campione di edifici:
-
colore
colore
colore
colore
colore
verde - indice V > 0 e < = 20
azzurro - indice V > 20 e < = 40
giallo - indice V > 40 e < = 60
rosso - indice V > 60 e < = 80
viola
- indice V > 80 e < = 100
dove i valori della prima classe con V < = 20 comprendono
anche le zone a bassa densità dell'Area, dove si trova in
genere l'edificato in c.a., nonché le zone dove la
percentuale degli edifici in muratura, rispetto al totale,
è < di 20.
2. Carta con il valore medio della "vulnerabilità
dell'ambiente urbano" di ognuna delle zone omogenee
che costituiscono l'abitato, con i seguenti colori,
corrispondenti alle condizioni espresse dai parametri Vu
(organizzazione viaria: interna alla zona, di
collegamento con l'esterno ed efficacia dei nodi), Vo
(organizzazione orografica-morfologica del centro) ed
Es (valore economico esposto):
- colore verde: tutte le zone dove tutti e tre i valori Vu, Vo
ed Es siano inferiori ad 1,5 (bassa)
- colore rosso: tutte le zone dove almeno due dei tre valori
Vu, Vo ed Es, siano superiori a 2,5 (alta)
- colore giallo: tutte le altre zone dei Centri (media).
Su tali zone, identificabili ciascuna con la propria lettera, è indicato inoltre
un asterisco, quando ricorrano le condizioni peggiori del parametro
SFfinit. (qualità esterna media delle finiture dei fabbricati) ed un
cerchietto, quando ricorrano anche le condizioni peggiori del
parametro CO (pericolo di accumulo di materiale eruttivo sulle
coperture dei fabbricati).
Le linee guida di pianificazione
in Sicilia
Il Dipartimento Regionale di P.C. della Sicilia sta mettendo a
punto le linee guida della pianificazione provinciale e
comunale, con l’obiettivo di formare un SIT della P.C. con
un software di base univoco, così da garantire:
1.
2.
3.
4.
5.
l’agevole acquisizione e consultazione dei dati in rete
la verifica periodica e l’aggiornamento
la migliore condivisione della pianificazione alla scala
intercomunale, provinciale, interprovinciale, regionale
Il migliore coordinamento delle Sale operative centrale e
periferiche, in caso di eventi di ampia scala
Il migliore coordinamento dei Soggetti istituzionali
competenti in relazione al livello d’intervento
Il Sistema complesso-aperto della P.C. è in
continua evoluzione.
Alla pianificazione e al suo costante aggiornamento
devono concorrere adeguati apporti di specializzazione, di
professionalità e di continuità politico-amministrativa, oltre
alla coscienza civile e alla sensibilità culturale delle
comunità interessate.
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