Ambito territoriale 1 - Bergamo
Piano di Zona
2015-2017
Ambito territoriale 1 - Bergamo: Comuni di Bergamo, Gorle,
Orio Al Serio, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone
L’Ambito Territoriale 1 - Bergamo ha
una struttura socio-demografica a
vocazione urbana ad alta densità
abitativa soprattutto per la presenza
del Comune capoluogo
(abitanti 121.137).
Costituito dal minor numero di Comuni,
l’Ambito di Bergamo è quello più
popoloso
(al 01.01.2014 si contavano 154.185
residenti).
Contesto socio-demografico
Struttura socio-demografica sbilanciata sulle generazioni
anziane
L’Ambito 1 - Bergamo è l’Ambito territoriale con l’indice
d’invecchiamento (22,61%) tra i più alti della provincia
(17,75%), superiore anche alla media regionale (20,10%)
e nazionale (20,30%).
Cambiamento nei modelli e nelle forme di famiglia
Sono in tendenziale crescita le persone che vivono sole,
le famiglie di soli membri anziani, le famiglie
mono genitoriali e le condizioni di convivenza.
Contesto socio-demografico
È dunque evidente che la lettura dei dati socio-economici e
demografici mette in luce due priorità:
 da un lato una presenza sempre più importante di una
popolazione anziana con una priorità collegata prioritariamente
alle condizioni di salute, cronicità e di socialità
 dall’altro un’area più composita, prevalentemente famiglie e
giovani, meno definiti in termini classificatori che esprimono un
bisogno di ascolto, di sicurezza (casa e lavoro), di comunità
(relazioni).
Le risorse nazionali
FONDI SOCIALI ATTRIBUITI ALLE REGIONI (in milioni)
FONDO FAMIGLIA
FNA
FNPS
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
97,0
100,0
100,0
25,0
45,0
0,0
0,0
299,0
399,0
380,0
100,0
0,0
275,0
340,0
670,8
518,2
380,2
178,5
10,7
300,0
262,6
Le risorse nazionali
Riepilogo principali assegnazioni per le politiche sociali (nazionali e regionali) per gli
Ambito Territoriale Bergamo
Anni 2008-2014 e 2015
Strategie di intervento
L’esigenza di elaborare strategie che consentano di coinvolgere e
responsabilizzare le Famiglie e il Territorio alla costruzione del
nuovo welfare è l’elemento fondante per l’avvio di questo ciclo di
pianificazione.
A tal fine la valorizzazione delle risorse sociali presenti sul
territorio si coniuga con la necessità di assunzione di
responsabilità da parte dei soggetti privati che intervengono nel
processo di pianificazione.
Nell ’anno 2012 nell’Ambito 1 – Bergamo le risorse impegnate per
l’assistenza sociale a livello locale sono state circa 23 milioni e 778
mila euro, con una spesa pro-capite di Ambito pari a 160,00 euro,
valore tra quelli più rilevanti nell’intero panorama regionale.
€26,000,000.00
€25,000,000.00
€24,000,000.00
€23,000,000.00
€22,000,000.00
€21,000,000.00
€20,000,000.00
€19,000,000.00
€18,000,000.00
€25,892,720.0
€23,050,198.0 0
0
€23,889,068.0
0
€24,826,032.0
0
2008
2009
2010
€23,778,619.0
0
2011
2012
Comp. Socio Sanitaria
S. S. Professionale
Dipendenze
Salute Mentale
Povertà e Emarginazione
Immigrazione
Minori e Famiglia
Disabili
Anziani
2012
2011
€0
€4,000,000
€8,000,000
Una quota rilevante è quella del servizio sociale professionale e del segretariato
sociale: con tali voci si fa riferimento alle attività di front office e di back office
del servizio sociale e alle spese per strutture e servizi.
La famiglia
La famiglia oggi si configura sempre più come un nucleo
piccolo, a volte isolato nel contesto di residenza e poco
supportato da quelle reti naturali di aiuto.
Spesso, inoltre, i membri della famiglia sono impegnati in
attività lavorative e non sempre i servizi riescono a
rispondere alle esigenze di conciliazione.
Necessità di ricomporre le esperienze familiari per evitare
rischi di solitudine e isolamento, attraverso:
 accesso a servizi integrati con il territorio
 accesso a servizi flessibili sostenibili economicamente e
attenti ai tempi di vita delle famiglie
Il territorio
La comunità locale non come «luogo neutro» ma come «soggetto
attivo e partecipante».
Il modello del lavoro di rete caratterizza l’approccio sia nelle
situazioni di fragilità familiare, sia nei processi di comunità,
grazie allo sviluppo di reti di solidarietà locali.
Determinante è la capacità di chiamare in causa e coinvolgere
attivamente i diversi soggetti, orientandoli verso la medesima
finalità.
La costruzione di “reti virtuose” incrementa nei soggetti coinvolti
fiducia reciproca e processi cooperativi, aumentando la qualità e
il grado di efficacia del lavoro sociale.
La gestione associata dei servizi
L’obiettivo è quello di conseguire un uniforme livello qualitativo
dei servizi sociali e di integrazione socio-sanitaria e di realizzare
un migliore coordinamento degli interventi nel territorio tra le
pre-condizioni favorenti l’adozione di scelte uniformi su criteri di
accesso ai servizi e sui contenuti prestazionali.
Integrazione Socio-Sanitaria
I programmi nazionali e regionali:
 disegnano un impegno sempre maggiore di ASL e Comuni
nella funzione di governo integrato della rete di servizi
 prevedono un ruolo sempre maggiore dell'utente e della sua
famiglia nella gestione delle risorse dedicate all'assistenza e
nella selezione degli Enti addetti all'erogazione
 sollecitano un maggiore sviluppo dell'assistenza domiciliare
nell’ottica del mantenimento della qualità di vita dell'utente
Consolidamento del CeAD
All’interno del CeAD, ASL e Comuni collaborano per rispondere
in modo coordinato ai bisogni socio-assistenziali e socio-sanitari
tramite un sistema a rete di servizi domiciliari e residenziali.
Obiettivi di questa collaborazione sono: l’appropriatezza d'uso dei
servizi disponibili, l'utilizzo ottimale delle risorse, l'erogazione di
un'assistenza che sia percepita come unica, complessiva e
continuativa da parte dell’utente e della sua famiglia.
In quest’ottica il CeAD deve realizzare un modello in grado di
integrare processi distinti di enti e organizzazioni diverse per
garantire una gestione condivisa della situazione dell’assistito.
ISEE
La revisione dei regolamenti dovrebbe essere sfruttata al meglio e
vissuta come un’opportunità per rivedere regolamentazioni di
accesso ai servizi ed uniformare, a livello di Ambito, criteri e, se
possibile profili tariffari attualmente molto differenti, seppur tra
comuni limitrofi, a garanzia di una maggiore equità distributiva
delle prestazioni a livello territoriale
Livelli di partecipazione e rappresentanza
L’Ambito territoriale 1 promuove le modalità e le forme di partecipazione
dei soggetti sopraelencati individuando tre livelli di partecipazione:
 Consultazione istituzionale: confronto da parte dell’Assemblea dei
Sindaci e dei sottoscrittori dell’Accordo di Programma con i
Rappresentanti del Terzo Settore, sia nella fase di predisposizione
della programmazione annuale sia in momenti di verifica puntuali
dell’attuazione del Piano di zona. Inoltre si pianificano incontri
periodici con le Organizzazioni Sindacali Confederati e le
Categorie
dei
Pensionati
al
fine
di
condividere
la
programmazione, l’operatività e il monitoraggio del Piano di
zona.
 Ufficio di Piano allargato: ambito di lavoro, di partecipazione e coprogettazione del Terzo Settore e degli Enti sottoscrittori dell’Accordo
di programma alla costruzione del nuovo modello di Welfare
territoriale
 Tavoli di lavoro: luogo effettivo del contributo degli attori sociali del
territorio nella lettura dei bisogni, nell’elaborazione dei problemi,
nell’indicazione operativa, nell’intuizione progettuale, al fine di
orientare in modo significativo la progettazione delle azioni e degli
interventi di Ambito.
Pubblica Amministrazione e Terzo Settore
Attraverso accordi locali, convenzioni o protocolli operativi
potranno essere regolamentate le diverse forme di collaborazione
con i soggetti del Terzo settore
Ed in particolare utilizzare forme che riguardano:
 la co-progettazione;
 la sperimentazione di nuovi servizi, prevedendo anche la
partecipazione economica di tali soggetti;
 la sperimentazione di nuove modalità gestionali;
 la partecipazione alla offerta formativa
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Piano di Zona 2012 - 2014