ic tecnico o F. Bonollo – G. Timelli E. Fiorese – S. Capuzzi nic StaCast: un Progetto Europeo verso la Classificazione dei Difetti nei getti in lega di Alluminio Introduzione È iniziato recentemente un nuovo progetto Europeo chiamato StaCast e dedicato alla fonderia dell’Alluminio, il quale si pone l’ambizioso obiettivo di far luce su questioni normative e standard di qualità per i getti in lega d’Alluminio. Il progetto StaCast, la cui durata è di 18 mesi, è condotto dall’Università di Padova con il coordinamento del Professor Franco Bonollo, e da un gruppo di lavoro specializzato, composto dall’Università delle Scienze Applicate di Aalen (Germania), dall’Università della Scienza e della Tecnologia di Trondheim (Norvegia), dall’Associazione Italiana di Metallurgia (Italia), dall’Assomet Servizi (Italia), e dalla Federazione dei Consumatori d’Alluminio in Europa (Brussels-Belgio). Tutte le informazioni relative al progetto StaCast possono essere consultate nel sito web www.stacast-project.org. Il progetto StaCast mira a sviluppare una nuova classificazione dei difetti strutturali nei getti, introdurre un nuovo approccio nella definizione delle caratteristiche meccaniche dei getti, e definire i limiti di accettabilità per le applicazioni finali previste. Il raggiungimento di questi obiettivi aiuterà significativamente le fonderie a ridurre il costo della non-qualità, migliorando nel contempo il loro margine di competitività con l’ottenimento di im- Industria Fusoria 3/2013 portanti vantaggi, come nei costi dell’energia. Uno dei primi e fondamentali passi di StaCast consiste indubbiamente nella messa a punto di un nuovo Standard Europeo sulla Classificazione dei Difetti per i getti in lega d’Alluminio. L’approccio usato è descritto nel presente articolo. gata, e della configurazione di stampi ed attrezzature. Per esempio, è necessario tener ben presente che, nella fase di riempimento in pressocolata si vengono a determinare delle condizioni estreme: la complessità dei componenti comporta altrettanta complessità degli stampi, e gli elevati tassi di produzione richiesti (fino a 120 colate/ora) implicano velocità di riempimento spinte per il metallo liquido (fino a 40 m/s) con consistente formazione di turbolenze nel flusso. Poiché la solidificazione avviene in pochi secondi, lo stampo entra in contatto prima con la lega liquida a più di 700°C e, dopo 30-40 secondi, con il lubrificante spruzzato a temperatura ambiente. Per questi motivi, la pressocolata (così come altri processi di fonderia delle leghe d’Alluminio, tra cui la cola- Difetti nei getti in lega di Alluminio I difetti vengono intrinsecamente generati nei processi di fonderia per varie ragioni. Le proprietà finali e il comportamento in servizio dei getti dipendono dalle loro caratteristiche microstrutturali e difettologiche: sia la microstruttura che i difetti sono il risultato delle varie fasi del processo, delle proprietà della lega impieCategoria Classificazione di Cocks t ec n t ec o tecnico Classe 1-Giunto freddo 1-Difetti superficiali 2-Irregolarità di finitura 3-Superficie ruvida 1-Porosità da gas 2-Difetti interni 2-Porosità da ritiro Tab. 1 - Classificazione dei difetti di fonderia secondo Cocks. 66 Tipo 1-Generale 2-Spruzzo 3-Vortice 4-Sfogliatura 1-Bolle 2-Ricali 3-Cavità 1-Segni di estrazione 2-Metallizzazione 1-Idrogeno 2-Gas ossidanti 1-Macro-porosità 2-Intergranulare 3-Cricche a freddo/caldo Porosità da gas Porosità da ritiro Gas in soluzione (idrogeno) Gas intrappolato durante il riempimento (aria) Sviluppo di gas dalle anime Macro-porosità Micro-porosità (interdendritica) Cricche a caldo/freddo Tab. 2 - Classificazione dei difetti di fonderia secondo Campbell. ta in stampo permanente) può essere ritenuto un “processo generatore di difetti”. Non solo si produce tipicamente in media una percentuale di scarto del 510%, ma anche il tipo, la dimensione e la pericolosità dei difetti sono variabili. Alla luce di queste considerazioni, appare evidente che il potenziale della pressocolata e della colata in stampo permanente verrà completamente sfruttato solo nel momento in cui il livello di qualità sarà del tutto ottimizzato. A tal proposito, l’analisi dei difetti permette alla fonderia di monitorare la qualità dei propri prodotti in relazione ad uno standard ben definito. Inoltre, l’analisi dei difetti fornisce utili correlazioni tra il tipo/distribuzione dei difetti e la loro origine, in modo tale che sia possibile apportare delle modifiche al processo per migliorare la qualità. Uno degli attuali obiettivi del progetto StaCast è la compilazione e la disseminazione di strumenti comuni, che permettano alle fonderie di definire un proprio, ma comparabile standard di qualità. Il primo strumento che deve essere messo a disposizione è una base comune di linguaggio (cioè una terminologia, una classificazione dei difetti appunto), che supporti le fonderie nell’affrontare con maggiore dimestichezza e abilità il problema dei difetti, con il fine ultimo di garantire qualità e affidabilità dei loro prodotti. Precedenti classificazioni dei difetti Ci sono tre approcci principali alla classificazione dei difetti dei componenti colati, proposti in letteratura o attualmente adottati dalle fonderie: • approccio di Cocks basato sul- la geometria/posizione dei difetti; • approccio di Campbell basato sull’origine/causa dei difetti; • approccio basato sulla morfologia dei difetti. Il primo approccio è stato suggerito da Cocks e distingue tra difetti superficiali e interni (Tab. 1). I difetti superficiali sono visibili a occhio nudo e impattano sia sull’estetica del prodotto che sulla sua funzionalità. Invece, i difetti interni condizionano solo il comportamento in servizio del componente. Come mostrato in Tab. 2, il secondo approccio presentato da Campbell classifica i difetti sulla base della loro origine/causa metallurgica (geometria del getto, lega usata, caratteristiche dello stampo e sua lubrificazione, parametri di processo, ecc.). Il principale vantaggio offerto da questa classificazione è l’opportunità di concepire ed adottare strategie per accrescere la qualità dei prodotti. Il principale svantaggio di questo approccio deriva dal fatto che l’origine/causa del difetto viene chiarita simultaneamente all’identificazione dello stesso e che un singolo difetto può essere dovuto a vari fattori concomitanti. Inoltre, questo approccio non si presta bene alla diretta applicazione nelle fonderie se confrontato con gli approcci basati sulla geometria/posizione, nei quali invece specifiche ispezioni permettono la rilevazione di diversi gruppi di difetti. Il terzo approccio, proposto dall’AFS (Società delle Fonderie Americane) e dalla NADCA (Associazione Nord-Americana dei Pressocolatori), è basato sulla morfologia dei difetti. AFS e NADCA hanno suggerito sette categorie di difetti, le quali sono contraddistinte da una lettera 67 Categoria A-Sporgenza metallica B-Cavità C-Discontinuità D-Superficie imperfetta E-Getto incompleto F-Dimensione o forma improprie G-Inclusioni o anomalie strutturali Tab. 3. Classificazione dei difetti di fonderia secondo NADCA. Classificazione NADCA Classificazione di Campbell tecnico (Tab. 3). Ogni categoria è divisa in gruppi, che sono a loro volta suddivisi in sottogruppi. Proposta di una nuova classificazione dei difetti Recentemente, l’AIM (Associazione Italiana di Metallurgia), dopo due anni di indagini condotte coinvolgendo circa 50 fonderie di leghe d’Alluminio, ha presentato un nuovo metodo di classificazione impostato sull’identificazione di tre livelli di difetti: I) morfologia/posizione dei difetti (interni, esterni, geometrici); II) origine metallurgica dei difetti (per esempio porosità da gas, ritiro di solidificazione, ecc.); III) tipo specifico di difetti (lo stesso fenomeno metallurgico può generare svariati difetti). Il livello I è basato sulla morfologia/posizione dei difetti con riferimento alle tecniche di analisi idonee alla loro rilevazione (ispezioni visive e controlli che comprendono l’intero volume del materiale): in tal senso si distinguono i difetti interni da quelli esterni (o superficiali). I difetti sub-superficiali (ossia così prossimi alla superficie del getto da incidere sul suo aspetto esteriore e rilevabili con tecniche convenzionali di indagine della superficie), sono considerati difetti superficiali. Infine, i difetti geometrici si riferiscono alla forma del getto in termini di dimensioni e tolleranze. Il livello II è incentrato principalmente sull’origine metallurgica dei difetti, i quali sono raggruppati in varie classi: • difetti dovuti alla presenza di gas (difetti da gas); Industria Fusoria 3/2013 tecnico I Livello II Livello A1 Difetti da ritiro A2 Difetti da gas A Difetti interni A3 Difetti di riempimento A4 Fasi non desiderate A5 Difetti da contrazione termica A1.1 A1.2 A1.3 A2.1 A2.2 A2.3 A2.4 A3.1 A3.2 A3.3 A4.1 A4.2 A5.1 A5.2 III Livello Macro-porosità Porosità inter-dendritica Porosità planare Porosità da aria intrappolata Porosità da idrogeno Porosità da umidità residua Porosità da lubrificante Giunzione Sfogliatura Goccia fredda Inclusione Struttura non desiderata Cricca Cricca a caldo B1.1 B2.1 B3.1 B3.2 B3.3 B4.1 B4.2 B5.1 B5.2 B6.1 B6.2 B6.3 B6.4 B6.5 III Livello Ricalo Bolla Giunzione e vortice Sfogliatura Goccia fredda Depositi Contaminazione o inclusione Cricca Cricca a caldo Erosione Metallizzazione Crettature da fatica termica Segno di espulsione Corrosione dello stampo C1.1 C2.1 C3.1 III Livello Getto incompleto Sbavatura Getto deformato Tab. 4 - Classificazione dei difetti interni. I Livello II Livello B1 Difetti da ritiro B2 Difetti da gas B3 Difetti di riempimento B B4 Fasi non desiderate Difetti superficiali B5 Difetti da contrazione termica B6 Difetti da interazione metallo-stampo Tab. 5 - Classificazione dei difetti superficiali. I Livello C Difetti geometrici II Livello C1 Mancanza di materiale C2 Eccesso di materiale C3 Fuori tolleranza Tab. 6 - Classificazione dei difetti geometrici. • difetti causati dalla contrazione volumetrica del materiale durante la solidificazione (difetti da ritiro); • difetti dovuti alla contrazione termica vincolata dal metallo precedentemente solidificato o dallo stampo (difetti da contrazione termica); • difetti legati al riempimento mal condotto della cavità dello stampo (difetti di riempimento); • difetti da interazione metallo/stampo; • difetti legati alla presenza di fasi non favorevoli (fasi non deside- Industria Fusoria 3/2013 rate), che si formano in seguito all’interazione del metallo con l’ambiente circostante durante la fusione, la colata, il riempimento o l’espulsione dallo stampo. Come precedentemente detto, la conoscenza dell’origine metallurgica può fornire dei punti di partenza per l’applicazione di azioni correttive (anche sui parametri di processo). Il livello III identifica i tipi specifici di difetti. Di solito, il termine utilizzato per descrivere un particolare tipo di difetto consente una migliore esplicitazione del- 68 l’origine metallurgica del difetto stesso, che era stato preliminarmente individuato nel livello precedente. Questo approccio è stato approfonditamente esposto nel resoconto di recente pubblicato [E. Gariboldi, F. Bonollo, P. Parona, Manuale dei difetti nei getti pressocolati, AIM, Milano], e costituisce chiaramente la base per il raggiungimento del primo rilevante obiettivo di StaCast, cioè la definizione di un Nuovo Standard sulla classificazione dei difetti. Questa classificazione dei difetti è ibrida e multi-livello, come mostrato schematicamente nelle Tabb. 4, 5 e 6. La proposta fa riferimento solo ai difetti metallurgici nei getti pressocolati e colati in stampo permanente. I difetti strettamente connessi alle operazioni di movimentazione, finitura, lavorazione meccanica successive all’espulsione dallo stampo sono esclusi dalla presente classificazione, nonostante essi possano causare lo scarto del prodotto. In questo modo, la gamma di difetti non diventa eccessivamente ampia. Riferimenti 1) Gruppo di Lavoro Qualità dei Getti Pressocolati: “Qualità dei getti pressocolati: Indagine sulla situazione attuale, prospettive di una norma sulle condizioni di fornitura dei getti pressocolati”; Centro di Studio Pressocolata, Associazione Italiana di Metallurgia, Milano (2006). 2) D.L. Cocks: “A proposed simple qualitative classification for diecasting defects”; Proc. Die-casting Conference, Montreaux (1996), pp 19/1-19/15. 3) J. Campbell, R.A. Harding: “Casting technology”, in TALAT 2.0 cd-rom, EAA, Brussels, 2000. 4) J. Campbell: “Castings”, Elsevier Science Ltd., Oxford (2003). 5) W.G. Walkington: “Die Casting defects – Causes and solutions”; North American Die Casting Association, (1997). 6) E. Gariboldi, F. Bonollo, M. Rosso: “Proposal of a classification of defects of high-pressure diecast products”; La Metallurgia italiana, vol. 99, 6 (2007), p.39. tecnico 7) E. Gariboldi, F. Bonollo, M. Rosso: “Classification criteria for defects in diecast components”; Proceedings High Tech Die Casting 2008, Montichiari (2008). 8) ASM Metals Handbook, 10th ed., vol. 15, “Casting”; ASM Metals Park, Ohio (1990). 9) E. Di Russo, “Atlante Metallo- grafico delle leghe di alluminio da fonderia”; Edimet, Brescia (1991). 10) J.R. Brown, “Non-ferrous foundryman’s handbook”; Butterworth, Oxford (1999). 11) G. Timelli, F. Bonollo: “Microstructure, defects and properties in aluminium alloys castings: a review”; Proc. Int. Conf. Aluminium Two Thousand, Firenze. 12) www.stacast-project.org Franco Bonollo, Giulio Timelli, Elena Fiorese, Stefano Capuzzi, Università di Padova, Dipartimento di Tecnica Gestione dei Sistemi Industriali Vicenza. [email protected] Dizionario dei difetti nei processi di pressocolata e colata in stampo permanente CODICE ITALIANO INGLESE DIFETTO A1.1 Macro-porosità Macro-shrinkage A1.2 Porosità interdendritica A1.3 Porosità planare A2.1 Porosità da idrogeno A2.3 Porosità da umidità residua A2.4 Porosità da lubrificante A3.1 Giunzione A4.2 A5.1 A5.2 B1.1 B2.1 B3.1 B3.2 B3.3 B4.1 B4.2 B5.1 B5.2 B6.1 B6.2 B6.3 B6.4 TEDESCO SPAGNOLO Souffloures Makroporosität Macroporosidad Porosidad interdendritica Microretassures Interdendritische Porosität Microretassures centralés des pieces Porosità da aria Air entrapment Porositè d’air intrappolata porosity enprisoné A2.2 A3.2 A3.3 A4.1 Interdendritic shrinkage FRANCESE Layer porosity Hydrogen porosity Vapour entrapment porosity Lubricant entrapment porosity Joint Porositè de gaz Dissous dans le metal Porositè Porositè de gaz de poteyage Reprise Sfogliatura Lamination Goccia fredda Cold shot Inclusione Inclusion Struttura non Undesired desiderata structure Cricca Crack Cricca a caldo Hot tear Ricalo Sink Blister Blister Giunzione e vortice Joint and vortex Sfogliatura Lamination Goccia fredda Cold shot Depositi Surface deposits Contaminazione o inclusione Cricca Cricca a caldo Erosione Metallizzazione Crettature da fatica termica Segno di espulsione B6.5 Corrosione dello stampo C1.1 Getto incompleto C2.1 C3.1 Bava Getto deformato Mittellinienporosität Porosidad planearea Luftporosität Porosidad de aire atrapado Hydrogenporosität Porosidad de hidrógeno Dampfporosität/ /Dampf Feuchtigkeitseinschluss Porosität durch Verbrennungsprodukteinschluss Verbindung/ kaltflie stelle Schülpe kalter Tropfen Einschlu Porosidad de humedad restante Porosidad de lubricante Unión Friass Goutte froide Inclusion Structure ne pas Nicht gewunschte Struktur demandée Fissure Ri Fissure à chaud Warmri Retassure Schwindung Cloque Blase Reprise Kaltstell und Wirbel Eclatement Abblätterung/Schülpe Goutte froide kalter Tropfen Dépot Schlackenhalde Trace de lubrifiant, Verunreinigung/ Contaminant trace de poteyage Beschmutzung oder or inclusion ou inclusion Einschluss Crack Fissure Ri Hot tear Fissure à chaud Warmri Erosion Erosion Erosion Soldering Etamage Metallisierung Durch thermische Thermal fatigue Craquelure Ermüdung Ejection mark Arrachement Auswerfermarke Druckgussform Corrosion of the korrosion/ Corrosion de moule die Korrosion der Druckgussform Uncomplete Malvenue Unvollstandiges Gussteil casting Flash Bavure Gu grat Deformed part Deformation Deformiertes Gu teil 69 Foliación Gota fría Inclusión Estructura no deseada Grieta Grieta en caliente Hundimiento Burbuja Unión y remolino Foliación Gota fría Depósitos Contaminación o inclusión Grieta Grieta en caliente Erosión Metalización Grieta por fatiga térmica Marca de expulsión Corrosión del molde Pieza incompleta Rebaba Pieza deformada Industria Fusoria 3/2013