24 Management Il workshop di Incas su consumo, retail e logistica Logisticamente Retail 2.0 A cura della Redazione Le abitudini di consumo stanno cambiando velocemente e altrettanto è richiesto al mondo del Retail e della logistica. Il problema è capire “come” stanno cambiando questi mondi per poter adeguare, e se possibili anticipare, modalità di offerta e di distribuzione Si riducono i volumi sui canali tradizionali ma si impenna l’e-commerce. La ricerca di novità è continua. Le strategie multi – canale impazzano. E la logistica reagisce grazie alla tecnologia e alla capacità di analizzare e anticipare i cambiamenti. A lato Ermanno Rondi, amministratore delegato Incas: “la logistica è sempre più l’elemento strategico” Q uando si dice prendere le cose per tempo: “da anni studiavamo i cambiamenti nel mondo della distribuzione, le nuove tecnologie, i nuovi comportamenti di acquisto: per capire meglio cosa stava succedendo abbiamo chiesto la collaborazione del Politecnico di Milano”. Così ha aperto i lavori del workshop “logisticamente Retail 2.0” Ermanno Rondi, amministratore delegato Incas, che in incipit rivela studi umanistici ricordando una massima di Seneca: “il vento è sempre favorevole per chi sa dove andare”. Per istruire il colto e l’inclita sul dove stiamo andando a finire sono saliti sul palco due “pezzi da novanta” della competenza logistica nazionale: Gino Marchet e Marco Melacini del Politecnico di Milano, chiamati a rispondere a due domande del seguente calibro: come impattano su punto vendita, logistica e supply chain le nuove abitudini di consumo? E quali scenari ITC sono necessari per competere in un mercato sempre più fluido, guidato dalle esigenze del consumatore finale ? Per rispondere il Politecnico ha attivato 37 milioni Il numero degli smartphone attivi in Italia, piattaforma sempre più utilizzata per acquisire informazioni o procedere ad acquisti on line 024_Logisticamente Reial 2.0.indd 24 Il vento è sempre favorevole per chi sa dove andare una ricerca contraddistinta dal consueto rigore e che ha coinvolto dieci studi di caso, sia nazionali che internazionali, in diversi settori merceologici. Per Marchet sono tre i principali fattori di cambiamento: la riduzione dei volumi sui canali tradizionali del no food (-8,3% dal 2008 al 2012) sia pure con differenze notevoli da settore a settore. Un maggior utilizzo dei canali digitali (+65% le vendite nello stesso periodo) e una continua ricerca di novità: “andate in un qualunque centro commerciale - ha detto Marchet - e vedrete come le vetrine cambiano allestimento ogni quindici giorni”. Il canale digitale assume rilievo a tre livelli: “al momento di acquisire informazioni sul prodotto: ormai il 55% dei consumatori utilizza a questo scopo il web prima di recarsi sul punto vendita. Al momento dell’acquisto (il 31% sceglie questa modalità) e per tutte le necessità connesse al post acquisto” (il 55% dei consumatori sostiene di utilizzare a questo scopo i portali dedicati - Fonte Netcomm, eCircle & CFI Group). “L’irruzione sul mercato dei nativi digitali, le nuove generazioni cresciute a pane e web, non potrà che favorire questa tendenza.” Ma quali azioni sono state poste in essere dai Retailer per far fronte a questo cambiamento? Lo studio del Politecnico ha evidenziato cinque variabili di contesto, a cominciare dalle dimensioni del punto vendita (in costante riduzione, con un forte impatto sulla logistica a causa della “sparizione” dei metri quadri dedicati agli stock). Marchet si è quindi soffermato ad analizzare il livello di integrazione sempre più spinto tra canale fisico e canale on line che si declina in più modalità: info/commerce, dove il web viene utilizzato per acquisire informazioni nella fase iniziale del processo di acquisto. Info store, con la possibilità di acquisire informazioni sul prodotto in negozio, non dal commesso ma in modalità on line. Modalità “Prenota e ritira” in cui il cliente prenota sul web e ritira e paga presso il punto vendita ed infine “In store support”, per cui il cliente acquista e paga on line ma tutto il supporto post vendita viene realizzato in negozio. Determinante, per il campione analizzato, risulta anche il Visual merchandising (allestimento vetrina e iniziative promozionali) e soprattutto la tipologia di flusso non più stabile e prevedibile come un tempo ma fortemente influenzata dalla stagionalità, dalle promozioni, dalle festività e dagli acquisti on line. In sintesi “una tendenza sempre più marcata ad una vendita a picchi con forti oscillazioni ed elevata turnazione dei prodotti”. La riduzione delle aree espositive e degli stock presso il PdV impone quindi alla logistica “di essere sempre più reattiva ed efficiente” mentre la sempre più solida integrazione tra canale fisico e on line è stata utilizzata dal Retail per “gestire la gamma dei prodotti, l’over stock, le eventuali inefficienze, attrarre i clienti sul punto vendita, 22/05/14 11.11 Management 25 L’Osservatorio del Politecnico Luca Orlando (a sinistra) del Sole 24Ore: “i consumi sono in calo ma per interpretare i cambiamenti in corso è indispensabile analizzare l’esplosione dell’e-commerce e delle nuove modalità di acquisto” fornire informazioni e raggiungere i consumatori non serviti tramite i canali fisici”. Risponde la logistica Marco Melacini a sua volta ha analizzato le conseguenze sulla Supply Chain dello scenario tratteggiato da Marchet. Per Melacini “il tema è come sviluppare l’on line conservando l’efficienza sul canale tradizionale” dove continuano a concentrarsi i maggiori volumi di venduto. Per il ricercatore “l’evidenza più marcata è una progressiva centralizzazione delle attività di planning, centralizzazione conseguente soprattutto alla progressiva riduzione delle superfici di vendita e, al loro interno, dei metri quadri dedicati a stock”. In altri termini è scomparso il negozio che, in base al venduto e alle proprie previsioni, con cadenza grosso modo settimanale emetteva un ordine di rifornimento. La centralizzazione va però gestita in un’ottica collaborativa tra produzione, Retailer, CeDi e PdV, in una logica da “magazzino virtuale” dove i logistici mantengono una totale visibilità dei flussi e delle giacenze e pertanto sono in grado di conoscere e governare l’interscambio delle merci tra i punti di deposito disseminati lungo la supply chain, compreso lo scambio che proficuamente può avvenire tra punti vendita appartenenti al medesimo cluster geografico. Un’ulteriore tendenza in forte espansione è connessa alla reverse logistics: “lo sviluppo dell’E-Commerce - dice Melacini - comporta un importante incremento dei resi: i flussi, da mono - direzionali, diventano bi - direzionali e tendono a riguardare non solo i prodotti ma anche gli imballi, per non parlare del fine vita dei prodotti e degli invenduti.” L’Inventory policy della maggior parte degli operatori “sta inoltre portando la maggior parte dei retailer a modificare le proprie procedure transitando dai tradizionali modelli di gestione a scorta a modelli di gestione a fabbisogno”. Una complessità che spiega il ricorso sempre più massiccio al Postponement logistico con la necessità di una forte integrazione a livello tecnologico. La complessità impone agli operatori logistici una scelta di massima specializzazione e l’adozione di sofisticati sistemi ITC: “è necessario un salto tecnologico - dice Melacini - con sistemi informativi caratterizzati da transazionalità e aggiornamento dati in semi real time: talora, nella mia attività al fianco delle imprese, riscontro che non c’è reale coscienza del volume delle scorte. Inoltre è necessario Nel corso del convegno “logisticamente Retail 2.0” Valentina Pontiggia del Politecnico di Milano ha illustrato i risultati dell’Osservatorio eCommerce B2c realizzato dal Politecnico di Milano - School of Management in collaborazione con Netcomm (Consorzio del Commercio Elettronico Italiano). Secondo l’Osservatorio, l’eCommerce (escludendo home banking, gambling e download di contenuti) ha raggiunto in Italia, nel 2013, un valore di 11,2 miliardi di euro con una crescita del 18% rispetto al 2012 (+255% il mobile commerce). “Un risultato - ha commentato la ricercatrice - che non coinvolge solo i grandi player, come per esempio Amazon, ma anche piccoli retailer che hanno adottato una strategia multicanale”. E se la maggior parte delle transazioni (il Valentina Pontiggia 43%) concerne il turismo e le biglietterie ferroviarie ed aeree, “in settori quali l’abbigliamento, l’informatica, l’elettronica di consumo e le assicurazioni la crescita, dal 2006, è stata a doppia cifra”. Per Pontiggia “fare eCommerce è difficile e non può essere improvvisato, soprattutto per quanto concerne IT e logistica” ma sia i retailer che gli operatori logistici hanno affrontato con successo questa sfida, visto che nel periodo 2006 - 2013 gli operatori del settore no - food che hanno avviato iniziative di vendita on line sono passati dal 30 al 53 per cento del totale (nel Food solo l’8%). Da sinistra a destra: Alberto Santinello (Technical Advisor), Claudio Tataranni (Amplifon), Marco Melacini (Politecnico di Milano), Ermanno Rondi (Incas) e Gino Marchet (Politecnico di Milano che il logistico sia sempre più un “sistemico”, un professionista in grado di interpretare i volumi di dati e analizzare il trade off dei costi trovando il giusto compromesso”. Il futuro è tecnologico Alberto Santinello, Retail Technical Advisor - ha evidenziato a sua volta come il punto vendita continui ad essere strategico: “l’esperienza di acquisto presso il PdV - ha detto il relatore - è incancellabile per gran parte dei consumatori”. Secondo una ricerca citata da Santinello (fonte Fitch Ratings) “il 54% dei consumatori continua a preferire lo shopping in negozio rispetto a qualunque altro canale alternativo”. Il problema è che si tratta di un negozio tradizionale che deve mutare drasticamente la propria organizzazione interna e soprattutto la propria dotazione tecnologica: “con il ricorso a tecnologie ITC sempre più evolute per gestire funzionalità estese che vanno dai pagamenti con il mobile al CRM e per garantire la trasmissione in tempo reale dei dati di vendita e mobilitare “on demand” l’intera supply chain. Le parole d’ordine sono punto vendita costantemente online e nuova architettura del sistema ITC verso una maggiore efficienza per gestire informazioni fresche e interpretarle in modo corretto”. Solutions provider della Supply Chain Gino Marchet del Politecnico di Milano: “il canale digitale assume importanza a tre livelli: al momento di acquisire informazioni sul prodotto, al momento dell’acquisto e per tutte le necessità connesse al post acquisto” 024_Logisticamente Reial 2.0.indd 25 Marco Melacini del Politecnico di Milano: “il tema è come sviluppare l’e-commerce conservando efficienza sul canale tradizionale… l’evidenza sempre più marcata è una progressiva centralizzazione delle attività di planning” Albero Santinello, Retail Technical Advisor: “l’esperienza di acquisto presso il punto vendita tradizionale e incancellabile” ma si tratta di un punto vendita che deve mutare drasticamente organizzazione e dotazione tecnologica “Vogliamo essere dei Solutions Provider della Supply Chain”: così ha esordito nel suo intervento Ermanno Rondi. Per Rondi “la logistica sarà sempre di più l’elemento strategico per i network di domani. L’impegno dei fornitori di soluzioni e di tecnologie è anti- cipare il cambiamento per cogliere tutte le opportunità.” La difficoltà è che ci troviamo di fronte “a cambiamenti rapidi ma non repentini: in altri termini siamo di fronte ad un percorso le cui tendenze di fondo sembrano evidenti ma che, per essere pienamente compreso, chiede di mettere in gioco un’elevata capacità di analisi”. Secondo Rondi la logistica, da strumento operativo chiamato a rendere disponibili i prodotti sul PdV al minor costo, deve trasformarsi “in elemento strategico in grado di integrare formule di servizio sempre più sofisticate con risposte rapide trainate dal consumatore”. Una logistica che da push diventa pull e che transita da un punto vendita non più mero store di prodotti: “la Retail logistica del futuro richiede un’integrazione multicanale dove l’e-commerce diventa elemento strategico, i PdV sono pilotati da pricing comuni e trasparenti e si scambiano le merci in una logica di magazzino virtuale.” Il livello tecnologico del PdV migra dal registratore di cassa a nodo integrato dalla rete e la vetrina, da meramente fisica, si evolve in virtuale e multimediale. Le caratteristiche della logistica 2.0 richiedono pertanto consegne continuative in base al venduto, assortimenti mirati sulle campagne di marketing, una forte integrazione tra canale fisico ed e-commerce “un’unica medaglia con due facce”, la definisce Rondi, mentre agli operatori logistici saranno richiesti sempre più elevati livelli di servizio, (in termini di velocità e precisione) e una forte capacità di specializzazione - personalizzazione. Ma lo scenario comporterà cambiamenti radicali anche in fabbrica all’insegna di una logica “Quick & lean manufacturing”: mercato trascinato dal consumatore, vasta gamma di referenze, andamento vendite mutevole per periodi/aree, necessità di basse scorte e basso invenduto, quindi produzione 22/05/14 11.12 26 Management Fattori di cambiamento Maggior utilizzo dei canali digitali da parte dei consumatori Fonti - Osservatorio eCommerceB2c Politecnico di Milano Fonti - Netcomm, eCircle& CFI Group La dinamica delle vendite eCommerce B2c in Italia (2006-2013) Il Convegno Logisticamente Retail 2.0 si colloca all’interno di una serie di appuntamenti di confronto, formazione e diffusione della cultura logistica promossi da Incas Group gestire, governare i flussi in modo ottimale, una tecnologia adattabile nel tempo e reattiva ai cambiamenti e alla variabilità degli eventi.” A questo scopo Fergacich ha avuto buon gioco ad affiancare all’analisi della “nuova” supply chain richiesta dal mutamento delle abitudini di acquisto una puntuale descrizione delle soluzioni tecnologiche proposte da Incas sia sul fronte delle soluzioni informatiche (Logistic MES, WMS e TMS) che delle soluzioni per la movimentazione leggera e pesante, il material Fonte: Osservatorio eCommerce B2c Politecnico di Milano - Netcomm per commessa con classificazione ABC anche nella produzione dove i prodotti di classe A usciranno dalle linee a lotti continuativi mentre le classi B e C saranno tirate dagli ordini e rapidamente allestite. “Se sino agli anni 2000 la produzione cercava la massima efficienza - ha concluso Rondi - oggi si affianca la ricerca della massima velocità: il tempo di attraversamento deve essere il più rapido possibile” Alessandro Fergacich (Incas Group) si è quindi incaricato di tradurre i principi in tecnologie applicate, la gestione dei flussi fisici in TMS e WMS capaci di garantire una gestione ottimale: “l’obiettivo dei fornitori di tecnologia è garantire un controllo totale delle diverse funzioni della Supply Chain in piena integrazione con il sistema gestionale aziendale e la rete dei fornitori e della distribuzione con dati sempre aggiornati”, dotando i responsabili di “cruscotti interattivi per interpretare e monitorare il dato, handling, il prelievo e l’evasione degli ordini. Essendo impossibile sintetizzare il tutto (la società di Vigliano Biellese assicura un portafoglio di soluzioni praticamente onnicomprensivo) Fergacich è ricorso all’esposizione di alcuni casi aziendali, sottolineato talune best practices e proposto solo alcune soluzioni / prodotti tra le tante possibili. Il minimo comune denominatore “è garantire risposte tecnologicamente evolute e mirate ai crescenti bisogni della Retail Logistics”. www.svatgroup.com TRASPORTO A CARICO COMPLETO Logistics TOMBOLO (PD) 024_Logisticamente Reial 2.0.indd 26 NOGAROLE ROCCA (VR) LOGISTICA MASSALENGO (LO) DISTRIBUZIONE MONTEPRANDONE (AP) TRASPORTO VIA MARE E VIA AEREA PALIANO (FR) GENOVA SERVIZI AI VETTORI JESI (AN) GRÖBENZELL (D) SZÉKESFEHÉRVÁR (H) 22/05/14 11.12