1-42 --3";-4C■Vii"ki t.•;•2!:. ANNO VIII. N. 74 __ ABBUONAMMTI NEL IIEGNOTOr i ---•■•■PA — 2 50 tristo» ) Fuori Stato aumento epeat pagali li .03 103R -30 91 , DÒ!' oe r flizio • isovannMsd i Lf:b et. Ree & ••••••••••■ Ceattainai 10 il numero — Ass«tafit 20. Giovedì Icii • antro ricaTuta firmata dal Dire•sro preiari ilied Út+. 11 Avv. Gaetano Frediagal. -:_ét" <e) (r■ it ad. ......••■■•••••• - 111111.1511‘.31.,7,3111.5T3L.4.1 .-.3,C, •• Tg Y, c iftl ;ì a i Ì 4/ Une -Lege Pkvi 1.d 0f> « , ir tue :tiob t,) o i ile mo nto tto dio toga vline Va> gia; 31 it ano )ese rico C egl i e ii licoulto Plusnon - Litro per ione > ceiibile Igato > ;f alla entro a- da le di eglio .anno qua,o eq [11 )2 3 landa o del 80. 3i.acca scoli (293) il Sindaco di Pisa: Vista la dc1ib r..zione della Giunta municipale del 5 8.4,tembre 1872, , Rende noto: Nel 'giorno 25 corrente mese alle ore 11 antimeridiane, in una sala del'Palazzo comunale ed alla presenza 1:1e1 sottoscritto si procederà per mezzo d' incanto ad offerte segrete aAr accollo dei lavori qui appresso descritti, a forma della perizia dell' Ingegnere del dì 22 agosto 1872,e cioè: «Costruzione di massicciate, fogne, fognoli e inghiaiatura per la sistemazione della nuova piazza Vittorio Emanuele, per la sommi totale di L. 23,264, 40». L' incanto sarà aperto sulla, somma come sopra indicata, e l'aggiu licazione si farà sotto l' osservanza delle condizioni tutte contenute nel relativo quaderno d' oneri ostensibila in questa Segreteria. I concorrenti all' incanto, per esservi ammessi, dovranno nel giorno precedente presentare i consueti certificati di moralità e d' idoneità, e giustificare di avere depositato nella Cassa comunale, a garanzia dell'esatto adempimento delle Condizioni cui viene subordinato l' accollo, la somma equivalente decimo dell' importare dell' aceollo stesso. Nell' aggiudicazione si osservoranno tutte le formalità volnte dal vigente regolamento sulla Contabilità generale dello Stato. Le spese tutte d' incanto, scritta, bolli, registro, cc. sono L carico dell'aggiudicatario. Pisa, dal Palazzo municipale Li 10 settembre 1872. Il Sindaca — D. G. BIANCHT. . PAFITE Q1 UFF;CALE La Pensione Universitaria Cattolica di Pisa. Sul finire del suo opuscolo, dopo avere designato il modo di vincere gli ostacoli, e aver posti sotto gli occhi del devoto lettore i frutti che sperano ricavare da questa loro nuovissima Istituzione, il molto reverendo padre Curci dicesi soprappreso da un dubbio: « E nondimeno non voglio dissimulare un timore che mi sta fitto nell' animo, e dal quale non valgo in tutto a schermirmi; e ciò per una difficoltà ben più potente che non è il inanco di quattrini, o l' opposizione settaria e governativa: codeste sono quisqnilie. Non giova nelle Fata dar di cozzo, disse Dante; e per lui le, Fata non poteano valere altro, se non quello che debbono essere per ogni Cristiano: l' immutabile volontà di Dio. Ora io, per quel molto che ho visto in altri, e per quel poco che ho sperimentato in me stesso, sono convinto, che la presente Italia cristiana sta sotto il peso di un terribile castigo divino, ordinato, senza dubbio, a sua salute; e, quanto posso intendere, quella salute deve consistere nel distacco dagli amori terreni, al quale ci aiuta lo spogliaifiento, e nella umiltà del cuore, della, quale ci è tanto agevolata la via dalla umiliazione. Se quel castigo salutare deve fare il suo corso, e venire all' ultima sua risoluzione, le cose debbono andare come vanno; che cioè Canto Si tenta di veramente forte ed efficace per troncare quel corso, o neppure si avvia, od alviato che è, non si sa come e perchè, quasi per un' arcana forza fatale, si ferma al meglio, O vietilueno; e Così potrebbe pur darsi che avvenisse della Pensione Universitaria gìà, stabilita». È egli ragionevole, e fouclAto, questo dubbio del reverendo padre? Fortunatamente sì. Basta infatti il volgere un' occhiata alla storia, perchè tutti coloro che augurano il trionfo dei diritti della ra«ione debbano sgombrare l' animo dal tic more che una clerocrazia ambiziósa, ed avida di recuperare il potere ornai irrevocabilmente perduto, possa fare indietreggiare lo spirito umano, e risospingerlo nelle tenebre dell' ignoranza e della superstizione. t la verità ha trionfato nonostante i .roghi, i tormenti e le persecuzioni di cui furono colpiti A'rnaldo, Campanella, Giordano Bruno, Giovanni Huss, Savonarola, Galileo, se ha trionfato quando tutto quello ammasso di cognizioni e di errori che allora chiamavasi scienza, e il modo, e l' autorità di diffonderla, e la potestà sulle anime e sui corpi, sia direttamente, sia indi-, rettamente, concentravasi tutta nelle mani della Chiesa, la quale poteva a su6 beneplacito mandare sul rogo, o rinchiudere sotto la silenziosa pietra degli in pace ogni spirito turbolento o irrequieto, che non volesse assoggettarsi a riconoscerla unica maestra e dispensiera di veri tà; che dovremo temer noi, ora che le scienze, solidamente assise sulla base dello sPerimentare, fecero palese tanta parte di verità, • fissarono il metodo solo pessibile a seguirsi da chi voglia arrivare a conoscerne una parte maggiore; ora che l'ultimo resto di potere politico le è sfuggito di mano, ora che la luce viene da cgni parte ? Un coraggioso ed infaticabile scrittore, di cui lamentiamo tuttavia la perdita recente, scriveva, or sono pochi anni : <4 L' uomo non è più fanciullo, si è fatto adulto:.... egli osserva e paragona: ai fianchi gli sta consigliera la scienza, che nulla dimentica ed impara • qualche, cosa ogni giorno. Per ciò fatale ed indefinito, è il suo progredire A poco a poco le menti si imbevono di certi principii, mortali per ogni vecchia superstizione: opera di un irraggiamento insensibile della scienza, gli uomini senza saperlo formano un metodo di pensare più rigoroso Come l' aria cinge da tutti i versi la terra, così la scienza fascia le anime di una nuova atmosfera morale ed intellettuale, ove talune credenze non possono vivere. Noi respiriamo la scienza, che diventa parte della sostanza nostra: il mondo moderno non ne potrebbe esser privo ». Ed infatti molto è quello che si è ottenuto. Molta parte del campo scientifico hanno dovuto abbandonare: tutte le scienze ché si fondano sulla investigazione dei fenomeni naturali, le scienze matematiche, le naturali, quelle che cercano l' antichità dell' uomo, e del pianeta su cui esso abita, e quelle che studiano l' organismo dell'uomo stesso nelle differenti condizioni. di salute o di malattia, tutte queste sono irremissibilmente sfuggite a chi voleva insegnarle con sistemi preconcetti, e sotto l' influenza dei dettati di una pretesa Scienza prima, che allegando di corroborare la ragione umana, mirava a distruggerla. • .4-•• -••• • •••••• - ••■• - ••■ ••••■•••■ 111. •••• ■•• •■•• ■■•• •••" Inw •••• 1 - • I Bahnes, i Wiseman, il chiarissimo nostro Albèri, possono essersi affaticati o affaticarsi a loro posta per inalzare edifizio abbattuto; ma non riusciranno mai a convincere se non la gente affatto digiuna di scienza: e il 'aiuto culto, uonos:ante le loro opere sudate, rimarrà quello che esso è, e che il padre Curei lamenta che sia. Restano le scienze dette morali o razionali, a. cui il metodo sperimentale pareva, e parve a taluni anche d' alto ingegno , non applicabile; e alle quali si abbarbicano tenacemente tutti gli amici dell' oscurantismo, e i nemici della umana ragione. Chi ha letto l'opuscolo che forma soggetto del nostro esame, ha potuto vedere quale importanza attacchino gli istitutori di questo nuovo couvitto ad addottrinare i giovani, che verranno loro affidati, in questo ramo dello scibile. Ma anche le scienze filosofiche, in ogni luogo dove seriamente si studii, sono state ridotte ai loro giusti limiti; e auzichè pretendere di fornire i principii primi di tutte le altre scienze, dalle altre scienze, dalla fisiologia e dalla storia principalmente, ricevono lumi ed aiuti, per investigare gli ardui problemi sottoposti al loro studio. E questa Scienza Nuova circola per l'organismo sociale, si diffonde per mezzo dei libri e dei giornali, si incarna nelle leggi, nelle -istituzioni, negli usi e nei costumi. Di fronte a tutto questo, cosa varrà seminario, i due, i tre, i quattro, che si erigano; i cento, i duecento giovani, che il gesuitismo potrà regalare all' Italia, dopo averli imbevuti dei suoi principii? E riuscirà a foggiarli tutti a suo modo? E usciti all' urto del mondo esterno, couserveraamo le dottrine loro inspirate? Ben pochi. Quasi tutta la generazione presente, tutte intere le generazioni passate non ricevettero altra educazione che dalle mani del clero. Eppure non è bastato; cosa avverrà ora? Se intelletti svegliati, se menti acute saranno cacciate nella Pensione gesuitica, sapranno anche da loro valutare il fondamento dei sistemi che verranno loro proposti, confutare i sofismi che saranno loro insegnati: i mediocri anch' essi, ritornati nel mondo, non potranno tardare a rilevare la fallacia degl' insegnamenti ricevuti: e fedeli ai reverendi padri non resteranno che gl' inetti fanatici; i quali però (e questo è il danno) saranno meglio ar• mati e agguerriti per sfruttare quella libertà, ch'essi combattono, e che mirano a distruggere. Sa par dunque provato che l' affaccendarsi dei gesuiti, e dei loro sodi nell' impresa, non riuscirà in fondo al fine cui essi mirano, di restaurare il loro predominio nel mondo; pare per contrario assai probabile che da questa loro opera debbano suscitarsi lotte più ardenti, più ostinate, più vive, fra i sostenitori del nuovo e i partigiani del vecchio ordine d' idee; come è indubitato che di questo battagliare dovrà risentire i primi effetti la città scelta a sede di questa Istituzione, da loro immaginata. Ma di questo, se non abbiamo di già troppo stancata l' attenzione dei nostri lettori, ci riserbiamo di discorrere con più diffusione in un articolo successivo. •■•• • • lisgamposti aostiaipasi PebbIlasaisca. Giove D om eni 0111 p« la ilg giornal•.. NO« Si ~DM• rasportaabiliti cie W•mng 1151* .•••• Pisa 11 setkobre h. AMI rindklaris amministrativi e avvisi partiodad ~t. 25 p« linea e spazio di linea. lussi-risa( shapo la Arma del gerenti, tient. 60 pus linea • spaglis corrispondente. UFFICIALE PER GLI ATTI GIUDIZIARI ED AMMINISTRATIVI E .PER GLI Arn DEI OONSIGLI PROVINCIALE M COMUNALE •• ANNUNZI E INSERZIONI •••■•■••4 u.up )qqo . Is09,1 ■ni de'* «Rh 12 Settembre 1872 GIORNALE POLITICO I pagamenti non sono validi te non fatti (107* •••4 0111t11 DI PINI _ 3i~ 10 anno -- 5 semestre 4:9 - Sappiamo che 1' Autorità mtinicipale, gelosa custode della fama e del decoro della città, a,utiveggendo i danni che potrebbero venire alla città medesima dallo stabilirsi in Pisa della Pensione Universitana proposta col recente \ opuscolo del padre Curci, si affrettò, fino dal momento in cui le pervenne la prima notizia del fatto, a richiamare l'attenzione dell'Autorità politica sulle probabili conseguenze dannose del fatto stesso. Lunedì decorso nella sala della Società dei reduci dalle patrie battaglie e, dietro. iniziativa della Società stessa, convennero vani rappresentanti delle diverse Associazioni democratiche cittadine, pr costituire un Comitato promotore di una Lega contro I' istituzione della Pensione Universitaria Cattolica in Pisa. Dopo qualche discussione, fu votata a grandissima maggioranza una proposta, colla quale si, .deliberava dovessero esser chiamati a far parte del Comitato predetto i rappresentanti di tutte quante le Associazioni liberali del paese, ed in genere tutte le persone che per capacità ed alti uffici pubblici esercitati rappresentino una parte dell'opinione pubblica liberale pisana. — Il prof. Licurgo Cappelletti ci prega di pubblicare la . seguente lettera da lui 'diretta al molto rev. padre Curei. Molto reverendo Signore, Come italiano e come insegnante, io mi credo in obbligo d'indirizzarvi poche ma:franehe parole in risposta all' opuscolo dalla S. V. pubbliedo, nel quale è svolto il programma per il collegio cattolico che si stabilirà in Pisa al prineipiare del nuovo anno scolastico. Nemico dei cavilli e delle tergiversazioni, io non intendo (ed è bene che lo sappiate anticipatamente) iniziare una polemica di questioni puramente teoriche e di' giuochi di parole; preferisco invece di entrare nel campo della pratica, o vedrete che in tal modo c'intenderemo alla prima. Un collegio di giovani diretto da voi, o da altri che abbiano comuni con voi lo scopo e le idee, non può piantare salde radici nella nostra città. Se vi hànno fletto esisterò in Pisa un fortè partito composto di persone eminentemente cattoliche e per natura propense al guelfismo, io vi assicuro che vi hanno ingannato. Esiste qui un partito clericale, nessuno lo nega: ma questo si compone di uomini che non furono mai vivi, di femmine che hanno già valicato il mezzo secolo, e di pochissimi giovani traviati da una falsa edu• cazione e da un più falso insegnamento. Ma la maggioranza, molto rev. signore, la maggioranza è forte, compatta, amante delle libere istituzioni e nemica del gesuitismo sotto qualunque paludamento egli si nasconda. L' istituzione del vostro collegio troverà a Pisa una valida opposizione, e nasceranno collisioni tali che vi obbligheranno a chiuderlo quanto prima. L' opuscolo-programma da voi firmato contiene parole rugiadose e provocanti a un tempo, non che certe lodi per la Toscana, e in particolare per la nostra città, lo qhali, in bocca di un gesuita, non possono suonare altro che biasimo. Tutti coloro Che sono 8111ceramente liberali la pensano così, e posso assicurarvi che fra costoro non mancano parecchi cattolici, dotati d' istruzione," che veggono di mal occhio stabilirsi in Pisa un collegio da voi diretto. •.• CM. • 1M Ma. ■•••.••• M/ • .11W • eMt ••••••■• • M, • M.1 m• E • •• •, •• •• wiffi ai • ■■■ lor d■4 • um dij• %.■ au • %411 IVO ^,1 • %AI W*, ^A • %AI ‘1, 10 ii■a=td■ •• 35,000 Pel comune di Carrara. 8,000 di Bereito. Id. di Fornovo Id. 3,000 Faro. . Id. di Valmozzola, . 2,500 La provincia di lisa votò L. 40,000 annue da estinguersi in un periodo non superiore a 50 anni, il che significa essere intendimento di quel Consiglio provinciale, di procedere ad un' operazione finanziaria, al fine di procurarsi la somma capitale corrispondente a quel1' annuo interesse, comprendente l' ammortamento nel periodo di anni cinquanta. All' interesse composto del 5 010, il pagamento annuo di L. 40,000 corrisponderebbe I alla somma capitale di L. 630,000; laonde in questo stato di cose, il sussidio complessivo raccolto finora ,aunnonterebbe alla somma di L. 2,868,500. La prima riflessione che si presenta dopo ciò alla mente, è per fermo questa: che i sussidi votati in forma diversa e per tempi vari nelle loro ripartizioni vogliono eseer'condotti ad un sistema unico, al. fine di corrispondere le somme che il Governo attende in modo da rendere efficace e pronta l'opera del sussidio. Esaminando i modi ed il tempo stabiliti dai Corpi deliberanti nella votazioni fin qui avvenute pel sussidio, scorgesi che: 1. La provincia ed il comune di Parma votarono il proprio, divisibile in cinque rate annuali. 2. Che quello di Borgotaro votando il sussidio di L. 50mila propose insieme di assumere per venti anni il pagamento di L. 5000, volendo con ciò raggiung,ere la • somma di L. 100,000. 3. Pontremoli votò L. 40,000 divisi in una serie di anni; e Pisa votò una somma annua d' interessi onde procurarsi un Capitale corrispondente. Esaminati questi vari sistemi, scorgesi tosto come il più facile, il meno gravoso ai bilanci dell' ente sussidiante, e quelle che può procurare insieme una somma più rilevante in pro dell'opera sussidiata è il sistema adottato dalla provincia di Pisa; seguito il quale per tutto il sussidio che deve toccare, com'è noto, i quattro milioni, non è dubbio che l' istituto col quale si stabilisse la operazione finanziaria relativa., sarebbe tanto più disposto a facilitare la stessa, quanto l' insieme della somma fosse più rilevante. I comuni poi i quali sono restii a votare somme che a un tratto gravino í propri bilanci, già di soverchio aggravati, mentre scorgono selle; altro nel!' attivazione della progettata ferrovia un mezzo efficacissimo onde risvegliare la vita industriale nel proprio terDevotissimo ritorio, e alimentarla in proporzioni crescenti Prof. Incusoo CAPPELLETTL coli' aumento del moto commerciale che dovrà derivarne, devono insieme valutare il vantagFERROVIA PARMA-SARZANA. gio di adottare il sistema deliberato dalla — La Ga:z etta Livornese pub- provincia di Pisa, mediante il quale con una somma annua di poco nomento, arriveranno blica la seguente lettera del professor a fornire una parte del sussidio molto più Pietro Torrigiani al Sindaco di Pon- rilevante di quella che potesse in uno, o in tremai i. pochi esereizi del loro bilancio collocare. Vi è anche un pensiero di giustizia distriIll.mo signor Sindaco butiva, che conviene accogliere con favore; Parra 1. 0 settembre 1872. quello cioè che ai posteri i quali usnfruiranno Il C'omitato promotore della ferrovia fra più dei presenti dell' opera grau. sliosa a cui Parma, Sarzana, Spezia e Livorno, radunato- oggi intendiamo colle nostre forze, è giusto si in quese ultima città il 29 dello scorso che si riserbi mia parte dei pesi necessari a sopagosto, accolse con molta soddisfazione la no- portarsi, e che potranno esserlo tanto più fatizia dell' adunanza promossa da Vossignoria cilmente nei tempi futuri che nell' attuale. ill.ma in Pontremoli pel 12 di questo SettemIl concorso a questa ferrovia per la città bre, dei rappresentanti i Municipii più inte- e provincia di Livorno, resta affidato al senno ressati alla costruzione della ferrovia Mede- ed al patriottismo degli egregi uomini che sima. compongono le rappresentanze di quell' illuAlle lodi per questo divisamento, o nella stre città. piena fiducia del vantaggio che dovrà deriIl sussidio già deliberato dalla città di Spevarne al sussidio 'sul quale conta il Governo, zia, è sottoposto ad una condiziono che foronde procedere agli atti che determineranno merà soggetto di esame coscienzioso e dilila costruzione di quella strada, il Comitato gente del consesso, alfine di secondare gl'interessi speciali di quella città, accordandoli crede utile in quest' occasione di unire la precon quelli delle altre parti. ghiera che V•S. naia ed i colleghi adunati Pei comuni che già concorsero, e per quelli in Pontremoli, rivolgano la loro .attenzione disposti a concorrere il sussidio, il Consesso su quanto specialmente concerne quel sussidio. medesimo nella sua saviezza maturerà le proDosso fino al dì d' oggi componesì delle som- prio deliberazioni, alfine di condurle tutto ad me seguenti, o così: un unico sistema, nella certezza che i corpi Per la provincia di Parma . L. 1,000,000 morali i quali già deliberarono il sussidio, Per la provincia di Massa Carterranno in pregio le deliberazioni di questo rara 400,000 Consesso, per uniformarvisi; ed ova pure non Poi comnne di Spezia . 600,000' paresse a qualcuno di essi di secondare il voto Pel comune di Parma . 100,000 degli altri, ciò non toglierebbe il vantaggio Id. di Borgotaro 50,000 che i più si accordassero in un unico con Id. -» di Pontremoli 40,000 cetto. La parola liberale non sfuggirà certamente al vostro sguardo penetrativo, e ve ne servirete per farmi la seguente domanda: Non viviamo noi in un'epoca di libertà? Lo Statuto fondamentale del regno proibisce forse che una quantità di persone, che si pregiano di appartenere alla religione dominante dello Stato, si costituiscano in fraterno sodalizio per meglio praticare le loro massime religiose, e studiare al tempo stesso le varie scienze in una Università, i cui professori sono stipen(lieti dal regio Governo? » A spiesta, domanda, io farò una breve risposta. Il governo del re non si oppone a che voi apriate scuole o collegi, quando questi non siano in aperta contradizione colle leggi dello Stato; ma v' è la pubblica opinione che grida contro ogni vostra, impresa, che teme di ogni minima opera vostra. Mi spiegherò meglio.— In Inghilterra, in Francia e nel Belgio esiste un forte partito cattolico, il quale (e Io abbiamo visto in questi ultimi temei) ha avuta una somma influenza nelle alte questioni politiche della propria nazione, ed è salito perfino alle più insigni cariche dello Stato. Ma quel partito non è niente affatto nemico delle libere istituzioni e del governo del proprio paese, non cerca di distruggere una società già costituita, ma fa questione soltanto di principi parziali. Ma in Italia, non è così. Noi abbiamo un partito clericale che è nemico acerrimo del re, del governo, dello Statuto, di ogni liberale istituzione. Esso vuole distruggere l'unità del nostro paese, cementata del sangue di 'tanti martiri; brama di vedere l'Italia divenir nuovamente preda di soldatesche straniere; vorrebbe perfino inalberare l' odioso stendardo della guerra civile. Dunque i clericali d' Italia non sono, come negli altri paesi, avversari più o meno politici del governo, ma sono i nemici del la civiltà, dell'ordine, della libei tà, della pace della nazione; ed è cosa naturale che ispirino diffidenza e ribrezzo in qualunque luogo essi pongano la loro stanza. Siechè voi vedete bene, molto reverendo signore, come le vostre idee riguardo al più volte ricordato collegio siano possibili in teoria, ma nen reggano minimamente alla pratica. Desistendo dal vostro proponimento, eviterete di far nascere conseguenze dolorissiine, tanto per una parte quanto per l'altra. Fato di queste mie parole il conto che credete: a me basta di avervi francamente aperto l' animo mio, mostrandovi le cosa nel loro vero ed unico aspetto. Frattanto mi dichiaro Di V.S. Molto Rev. Di casa, 10 sett. 1872. - - i■ined■ Sae.":i41 • 41, erl• VS • • b•. dr. Il Comitato sarà gratissimo alla Signoria V. illana, ed ai colleghi da lei con tanto utile intendimento radunati, se vorranno renderlo consapevole dello loro deliberazioni. Adempiuto così all' incarico del qnale fui onorato, restami di confermarmi, come ho l' onore di fare, coi sensi della più alta stima e considerazione Di V.S. ill.ma, devot. Prof. P. TO1RIG1ANI, Presidente (lei Comitato. Le Riaine del Frolam. L' Opinione di lunedì scorso eentiene il seguente comunicato su questo disgustoso incidente. e Siamo informati che in seguito ad un ami« cheyole scambio di spiegazioni fra i Governi « francese ed italiano, l'Amministrazione della « guerra francese ha mandato l' ordino di « sospendere i lavori delle mine della galle« ria del ‘Fréjus ». A questo proposito il solito corrispondente da Roma, del giornale la Nazione, scrive in data di ieri: L'autorità militare francese ha ordinata la sospensione de' lavori per l' escavazione di camere da mina allo sbocco della galleria del Frèjus. Questo fatto è oggi annunziato dall'Opinione, la quale due giorni innanzi faceva .comprendere chiaramente che la Francia insisteva nel suo primo proposito, tanto che l'Italia si occupava per decidere se a lei conveniva prendere contemporaneamente uguale misura. Non vi sorprenda tanta variabilità negli annunzi officiosi; ma vogliate invece trovarvi validissima conferma a quanto vi scrissi intorno al corso dei negoziati iniziati fra l'Italia e la Francia, nei quali quest'ultima. potenza fece, come vi dissi, prova di molta amabilità di forane, ma - non di abilità profonda. nè di cousenta,neità immutabile. Ho letto in qualche autorevole giornale che i lavori ordinati dall'autorità militare francese per la Galleria erano ispirati, anzichè ad un pensiero di difesa, a un pensiero di offesa per tutta la grande linea delle Alpi. Credo che questi periodici siano stati inerminati da carteggi poco esatti: imperocchè due cose risultano al nostro Governo, material'una, moralmente l'altra. La prima si niente l'una, è che nessuna opera dalla parte di Modane nè in relazione col Traforo venne compiuta, e nemtneno incominciata: la seconda che il lavoro di difesa, raccomandato alla polvere pirica o alla dinamite, fu consigliato non dal timore di . un'aggressione italiana, ma dalla prospettiva 01 tutte le possibili e loueane coneegueuze di un' inedwise.ima, alleauza Aulege r maan ca. La Galleria adulique per ora non si mina, nè forse si minerà più: la qual risoluzione non è difficile sia, in parte dovuta all'azione diretta, o indiretta di -qualche potenza, cui spiacesse per motivi d'interessi generali che si compromettesse l'esistenza di un monumento di tauto velore, come arteria del commercio mondiale. Non sono, io credo, nel vero coloro che affermano che il conte Brassier De Saint Sommi venne in -mezzo a questa faccenda, e fece pesare la sua volontà o la sua influenza ,nella delicata controversia. Ma io vi ho già detto che i più illustri ufficiali dell' esercito prussiano ritenevano inutile e assurdo il pruteggere la frontiera francese con gli apparecchi necessarii a far saltare la galleria: e quindi può darsi che il principe di Bismark, che s' interessa sempre vivamente a ciò che avviene in Italia, abbia fatto esprimere questo convincimento al rappresentante della Francia a Berlino. In più chiari termini, nè Italia, nè gli 'Stati con noi legati d' intima amicizia potevano o presumevano impedire che il Governo della Repubblica rafforzasse gagliardamente la linea della sua frontiera; ma sì noi, sì qualche altra potenza eravamo, ed erano in fae colta di allarmarsi per la distruzione, minacciata così a sangue freddo, di un monumento, che quando venne inaugurato fu salutato dal sig. De Rémusat e dalli on. Visconti-Venosta come pegno di pace all'Europa civile. De ciò emerge che l' autorità militare franCese Don ha rinunziato all' idea di tutelarsi: piuttosto che allo scopo ha rinunziato al . mezzo: ed anzi, piuttosto che declinarlo assolutamente, ha accettato una specie di sospensiva per vedere se v' ha modo più facile e migliore per raggiungere lo stesso intento. Questo modo non pare agli uomini versati nelle discipline della guerra difficile a trovarsi. V' era anzi nelle sfere militari chi vagheggiava la possibilità di un accordo fra i due governi per stabilire di concei-to a Mochine e a Bardonnèche gli stessi apparecchi difensivi, per non urtare le facili suscettibilità dei due paesi, e far subito cessare quelle vivaci polemiche, che furono sì fatali ai rapporti della Germania coli' impero napoleonico. Ma sebbene tale questione non sia stata ancora discussa non che risoluta, mentre si attende, per prendere qualunque decisi one, che il Re venga a Roma e presieda il Consiglio dei Ministri ; mentre per conseguenza, tutto resta indefinito, nondimeno non si crede che ai due Governi gioverà intendersi per procedere con tale sistema. È bene che ogni Stato conservi la propria libertà di azione: non si vincoli per ciò che può riputare necessario o superfluo alla propria difesa. Ciascuna frontiera può avere le sue esigenze speciali; e l' autorità militare non può nè far sapere se vi sopperisce, o quando, o come. Lasciamo pur correre l' acqua alla, china. Faccia la Francia ciò che meglio crede in casa sua: nei faremo quello che più ci aggraderà in casa nostra, non cedendo mai a forza di rancori, o a spirito di rappresaglia. Però il Gabinetto di Versailles va incontro a nuove delusioni se spera colle sue dimostrazioni militari, o colle sue pahre guerresche di modificare la linea di condotta che vuol tenere nel suo regime economico. L'Opinione di ieri poi pubblica un articolo, d' origine evidentemente ufficiosa, e che qui riferiamo. Da esso appare manifesto il buon esito delle spiegazioni scambiate tra i due Governi, con le quali fu chiarita la cosa in modo conforme ai desiderii della stampa liberale di ambedue i paesi « La notizia da noi pubblicata nel nostro foglio di ieri, che il Ministro francese della guerra ha inviato 1' ordine di sospendere i lavori per le mine del Fréjtis, avrà recato, dice l'Opinione, non lieve meraviglia, a quella parte della stampa italiana che da quel!' incidente avea tratto argomento alle solite . accuse di soverchia condiscendenza e di debolezza, scagliate contro il Governo italiano. Noi abbiamo seguito attentamente quella questione, e come nella deliberazione che la Francia pareva aver preso, avevamo tosto riconosciuto un carattere puramente tecnico, così nella condotta tenuta dal Governo italiano in quest' occasione abbiamo creduto di ravvisare una prova, novella di saggezza politica. • La Francia, con la formazione di camere per le mine allo sbocco occidentale della, galleria del Fréjus, non poteva certo avere in animo di ferirei o d' offendere in qualsivoglia maniera, da presso o di lontano, la nostra suscettibilità nazionale. Il governo del signor Thiers, a cui sta a cuore di conservare con l' Italit le migliori relazioni,- non poteva ora, SellZ:L manireeta contraddizione, appigliarsi alla formazione della camere per mine con un intendimento °Alle verso di noi. L' opera divisata dal Ministro della guerra francese non poteva dunque avere nella mente di lui alcuna siguiticazione a « Non è però a negare che essa poteva venire interpretata diversamente dall' opinione pubblica italiana, poich 2e le continue dimostrazioni nemiche degli ultraanontani l' hanno avvezza a riguardare con sospetto 1' indirizzo della politica francese verso di noi. Est in vero non sì tosto se ne diede I' annunzio, la stampa italiana, in ispecie quella d' opposizione, prese a gridare e a dare l' allarme come se un gravissimo e quasi initninente pericolo ci minacciasse. « Il Governo italiano non poteva' nè doveva dunque rimanere indifferente dinanzi a un tal fatto, per quanto egli fesse antecedentemente persuaeo che la Francia si era appigliata 'al partito di formare le camere per le mine senza intenzioni ostili a noi e per nessuna considerazione d'ordine politico. Egli non poteva rimanervi indifferente perchè il fatto, per le circostanze di tempo o di luogo, assumeva da sè un certo carattere, indipendentemente dalla volontà de'suoi . .*: • e V• • • fai • ••• •-111«. 11111.1~11111111111.11111111111hi AleJ • \ ■5 ...ZII 1r•-• -•-r• •11r idlb■ -•-• aia ■1.,••• t a t"él) • ae. da Il Congresso di Statistica. Il Congresso di statistica fu chiuso, come già si è annunziato, il 30 agosto. In quella seduta ha preso la parola il signor Correnti ed ha pronunziato un discorso, che è così riassunto dal Journal de S. Petersbourg. • 11 signor Correnti ha udito con piacere i delegati dell' Ungheria, dell'America, della, Svizzera invitare il Congresso ad andare nei loro rispettivi paesi; ma egli si stimerebbe oltremodo fortunato di vedere il Congresso radunarsi ancora una volta in Italia, poichè la capitale è stata trasferita da Firenze a Roma ( Applausi). • Infine il signor Correnti rammenta alla Assemblea che la statistica delle opere d'arte ha pure anch' essa un grande interesse, e crede anche che il Congresso potrebbe occuparsi maggiormente in seguito di quanto ha fatto finora, di questo ramo importante e gentile dell'attività umana. • Questa proposta egli la fa tanto a suo nome quanto in nome del Congresso nazionale degli artisti, che siede a Milano in questo momento (Applausi). S. A. I. il granduca Costantino Nicolajevita., presidente d' onore, prende quindi la parola per pronunziare il discorso di chiusura, e dopo i nomi dei signori Levasseur, Eng,e1 e Ferr, Scia Altezza Imperiale ha ugualmente fatto menzione dei discorsi dei signori Meitzen e Correnti. • < Il nzinistro « QUINTINO SELLA. ». . "V a, r iet à. - PROCESSO DEL GESUITA DUFOUR E DELLA CONTESSA DI VALMONT ( Corrispondenza dell'Incié:pendance Belge ) Br est. 2 senembre; - Per spiegarmi l'emozione cagionata qui da tale processo, i cui dibattimenti avranno luogo domani, ho dovuto ricorrere alle agitazioni ed alle scene di disordine alle quali diede luogo a Brest, alcune settimane sono, lo scandalo che la giustizia è chiamata a giudicare. Eravamo sul finire del mese di luglio, allorquando si sparse la notizia tutto ad un tratto, che era accaduto un grande scandalo, il cui autore era urto dei Padri gesuiti, stabiliti a Brest da dodici o quattordici anni in poi. Il padre Dnfour, d'Astaford, che aveva dato luogo allo scandalo, era precisamente quello, in nome di cui l'Accademia di RenneS aveva poco tempo fa accordato l'autorizzazione di fondare una istituzione della quale doveva essere il rettore. La stampa non entrava per nulla nella propagazione di quella voce, che si verificò di poi essere pur troppo un fatto Vero. Lo scandalo, o, per servirmi della parola giuridica, « l'oltraggio alla morale pubblica» aveva avuto luogo viaggiando in ferrovia. Il padre Dufour era andato a predicare ciò che chiamano un'ottava a Quiroperlò. Egli ritornava a Brest passando per Chateaulin, ove la signora viscontessa di Valinont gli aveva dato appuntamento all' .Hatel della Grand - DOCUMENTI GOVERNATIVI. La Gazzetta Ufficiale del dì 9 pubblica la seguente circolare del ministro delle finanze ai signori intendenti provinciali di finanza. intorno all' emissione cli biglietti da lire una da parte della Banca Nazionale nel regno d'Italia: a Firenze, addì 6 settembre 1872. a Coll'articolo 1. ° della Convenzione 4 marzo 1872, stipulata fra il Governo e la Banca Nazionale nel regno d' Italia ed approvata colla legge 19 aprile 1872, n. 759, fu stabilito che con decreto le sarà fissata la somma dei biglietti da una lira che la Banca Nazionale dovrà comprendere nel pagamento del mutuo di trecento milioni. « In esecuzione di quell'articolo fu emanato il reale decreto 18 agosto p p. mese, n. 960 (serie seconda) che trovasi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 1.° settembre corrente, col quale venne fissata in dieci milioni la quantità dei biglietti da una lira che la Banca Nazionale dovrà comprendere nel pagamento della prima rata del mutuo succitato. « FU provveduto per la sollecita esecuzione dell' anzidetto decreto reale, e quanto prima saranno in pronto i dieci milioni di biglietti da, una lira della Banca Nazionale, i quali agiusta il decreto ministeriale del 6 corrente mese, hanno la forma e distintivi determinati col decreto del 9 febbraio 1869, n. 4852, pei biglietti da lire una della Banca Nazionale che sono già in circolazione. « Come i signori intendenti di finanza avranno rilevato dalle considerazioni che precedono l' indicato decreto reale del 18 agosto 1872, duplice è lo scopo a cui intende siffatta . Maison. . t.-011-•119. ab IL-•-• II _- • _ . .•_ Or" 017•7•-:-.. sr•—. (3):. • 4,4 • emissione di biglietti da una lira: quello cioè di provvedere al bisogno di biglietti di piccolo taglio per le minori cotrattazioni, e l' altro di surrogare gradatamente biglietti legittimi ai biglietti abusivi, non autorizzati cioè dalla legge, che trovansi oggi in circolazione, sodisfacendo così ai voti del Parlamento e del paese; la cui opinione si manifestò al Governo anche per molti .e vivi reclami. « A raggiungere tale scopo è necessario che la detta quantità di biglietti da una lira sia al più presto gettata nel pubblico mercato, ripartendola specialmente fra le provincie del regno nelle quali il difetto di biglietti di piccolo taglio degli stabilimenti autorizzati ha provocata una circolazione abusiva. Epperò, mentre gli stabilimenti' della Banca Nazionale e le Tesorerie nelle provincie ove occorre vanno ad essere provveduti di biglietti da lire una, il sottoscritto invita i signori intendenti di finanza delle provincie stesse a disporre perchè nel pagamento delle pensioni, degli stipendi degl' impiega ti e delle competenze militari sia compresa nella quantità non inferiore al 10 per cento di questi biglietti, e quando ne sia fatta richiesta siano pure tali biglietti impiegati nel pagamento delle altre spese dello Stato. « Lo scrivente autorizza poi i signori intendenti a secondare le domande che loro venissero dirette dalle autorità provinciali e comunali, dagli stabilimenti pubblici, corpi morali e società industriali e commerciali pel cambio in biglietti di lire una della Banca Nazionale di biglietti di grosso taglio aventi corso legale nelle rispettivo provincie. « Sarà gradito un cenno sul ricevimento della presente, e sulle disposizioni date per la sua esecuzione. autori, siccome d'altra parte l'opinione pubblica italiana dimostrò d'avere inteso. a Oramai il risultato delle amichevoli spiegazioni che a questo proposito furono scambia° te col Governo francese dal nostro Ministro degli affari esteri, è conosciuto. La sospensione dei lavori per le mine dimostra la prudenza e la saggezza politica dispiegata dal Governo italiano in questa occasione, e fa palese ad un tempo i Aentimenti del Governo francese verso di 110i. La sollecitudine poi, con che il Governo italiano si è adoperato a chiarire la questione, per quanto lieve essa fosse, dimostra alla sua volta quanto egli sia, in ogni occasione, geloso custode degli interessi nazionali e fedele interprete dei sentimenti del paese. In questo noi abbiamo avuto una novelta prova di ciò che, nelle relazioni internazionali, l'acrimonia del linguaggio non è mai necessaria per manifestare questi sentimenti e tutelare questi interessi, e serve soltanto a render gravi le difficoltà che colla moderazione facilmente si superano a. - Il gesuita aveva chiesto di essere servito nella sua stanza; gli si fece osservare che altri ecclesiastici pranzavano a table d'hdte, e che egli poteva, senza inconvenienti, prendervi posto. Egli aderì a queste osservazioni. La signora di Valmont pranzò sola nella sua stanza. Le persone di servizio si erano benissimo accorto che il padre Difour la viscontessa bramavano di pranzare insieme ed in segreto, e che se vi avevano rinunziato, lo avevano fatto per prudenza ed anche a motivo delle osservazioni della servitù, che cercava probabilmente di evitare una complicazione nel servizio. Però alcune persone avevano rimarcato lo strano contegno della signora e del gesuita. Ciò che dirò in seguito darà la prova che le induzioni fatte non erano del tutto prive di fondamento. Il giorno 11 luglio, alle ore nove di sera, il padre Dufour e la signora di Valmont partivano insieme da Chateaulin per venire a Brest ed avevano avuto la precauzione di prendere un compartimento di prima classe ove trovavanai soli. Il padre Dufour è uomo sui quaranta anni e di piacevole aspetto. La signora di Velment è una vedova di 24 anni, ed una vedova a cui il matrimonio diede un nome nuovo ed un titolo, senza nulla chiederle in contraccambio; essa aveva contratto matrimonio in extremis. — Il visconte di Valmont aveva appena avuto il tempo di darle il suo nome e poi morire. La signora di Valmont è nipote del signor C'ere, antico avvocato dì Brest; il di lei zio, causidico 'in questa città, deve accompagnarla all'udienza. Il di lei padre è un capitano di fregata, così fuor di senso, dicesi, per questo affare, che egli ha scritto a sua figlia che non, aveva se non due partiti a prendere: od avvelenarsi per scomparire dal mondo, o farsi monaca. La signora di Valmont non è bella, nello stretto senso della parola, ma dicono che sia una donna molto attraente e leggiadra. Il padre Dufour era suo direttore spirituale. Gl'impiegati della ferrovia, e specialmente il conduttore del convoglio, avevano notato certe assiduità, e certi scambi famigliari, che senza avere nulla di caratteristico avevano dato luogo a maliziose riflessioni del personale e attirata,no l' attenzione. Si potrebbe dire perfino che i nostri due viaggiatori, a motivo di questo scambio di riflessioni fatte sul loro conto, trovavansi per così dire in istato di permanente vigilanza senza che neppure no dubitassero. Sebbene dovessero giungere a Brest soltanto alle ore undici e mezza, i nostri viaggiatori appena partiti da Chateaulin, adagia,ronsi nel vagone. La signora di Valmont levavasi veste ed il cappello, e avvicinandosi al padre Dufour, seduto di fronte, gli prodigava mille carezze. Non tardò quindi molto a sedersi sui ginocchi stessi del gesuita, mentre questi la teneva nelle sue braccia.... Io analizzo qui la relazione redatta da uno degli impiegati giurati della compagnia ferroviaria d'Orléans. La signora di Valmont aveva la sua veste alzata. Ed è in questa posizione che i due viaggiatori furono sorpresi dal preposto alla condotta del treno. Questi aperse bruscamente la portiera del vagone e sorprese sul fatto gli amanti che si abbandonavano ai loro trasporti, con tanta maggior sicurezza che la più vicina stazione era distante ancora circa 30 minuti; e battendo leggermente colla sua mano quella parte del corpo messa a nudo dalle gonnelle alzate della signora di Valmont, _richiamò i nostri viaggiatori interdetti alle leggi della decenta. Figuratevi il quadro ! Non facciamo male a nessuno, balbettò la signora di Valmont. « E d' altronde, aggiunse il padre Dufour, la, signora è mia sorella»! Salva la menzogna, era questa, bisogna confessarlo, una curiosa risposta, e che non sarebbe mai yenuta in mente a nessun altro. Tali sono, senza toglierne nulla, lo constatazioni che furono fatte e che diedero luogo all' attuale processo. Saranno abbastanza complete per costituire il delitto che la legge qualifica di pubblico oltraggio al pudore ? È ciò che il tribunale avrà a giudicare. 'Una cosa non dubbia si è, che ridotta a queste uniche costatazioni che sembrano lasciare al padre gesuita una parte passiva, piuttostoch.è attiva, la scena non offre meno per questo un lato odioso quando si rifletta che colui che dimenticava la decenza a 'tal punto era investito di un carattere religioso, che predica la morale ed appai...tiene ad un ordine che pretende di esercitare il suo dominio dappertutto. Per meglio capire l' emozione che ha suscitato a Brest questo scandalo, basta sapere la rapida influenza esercitata, dai gesuiti in questa città. Qua,ttordici anni sono essi non vi possedevauo nulla ed attualmente sono ricchi, ricchissimi: hanno fatto qui e fanno tuttora degli acquisti immensi e a condizioni incredibili. Hanno fondato uno stabilimento il cui lusso interno non ha nulla di cenobitico; vi si danno, dicesi, delle agapi ove ardenti proseliti scambiano fra loro dei sogni che sono il. parto di faziosi impazienti. Nessuno ignora. infine che cercano d'estendere la loro influenza servendosi della popolazione femminile. Erano sparsi a profusione dei manifesti che annunziavano che i gesuiti aprivano un collegio in questa città e precisamente sotto« la direzione del padre Dufour che ne era.. nominato il rettore. Il nuovo stabilimento stato fondato di fronte al liceo, o non era, senza qualche ragione che si vedeva in quel. fatto un intendimento di provocazione. Per cui il pubblico informato di ciò che era precisamente il padre Dufour, è montato su tutte le furie contro il gran predicatore, il capo dell' istituzione, colpevole di quell' audace oltraggio ai buoni costumi. L' effervescenza fu viva. Erano a capo del movimento gli studenti della scuola dì medicina e di chirurgia: si cantarono prima delle poesie col ritornello « abbasso i gesuiti! » sull'aria. ben nota dei lampioni. Il giorno susseguente le stesse manifestazioni principiarono da capo; intima,vasi al procuratore della repubblica. l' ordine di mettere i gesuiti in prigione. Bisogna aggiungere, però, che il padre Dufour continuava a dir messa nella ricca cappella. dei gesuiti, e che le pinzochere facevano ressa. per andare ad ascoltarla. Il magistrato era molto imbarazzato per» procedere, privo come egli era di un qualche processo verbale; quello redatto dagli impiegati della ferrovia di Orléans era stato trasmesso alla direzione centrale, o questa difficilmente voleva consegnarlo. Il terzo giorno la popolazione non limitossi a domandare giustizia, ma si portò allo stabilimento dei gesuiti e vi ruppe tutti i, vetri. Le porte erano per cedere agli sforzi della folla indignata, allorquando due compagnie di fanteria, giunte a passo di carica, riuscirono a liberare lo stabilimento. I soldati erano riusciti a contenere la folla ed assicurare l' ordine materiale; ma per fare rinascere la calma negli spiriti, il sindaco fu costretto a pubblicare un manifesto in cui dichiarava che la giustizia era informata, che l' istruttoria seguirebbe il 8110 corso, o che tutte le misure erano prese onde la sua. azione non fosse impedita. Le manifestazioni cessarono soltanto dinanzi a questa assicurazione. Oggi, vigilia del dibattimento, 1' emozione ridestasi. Tetnesi che il tribunale voglia giudicare a porte chiuse. Questa decisione potrebbe cagionare una nuova agitazione. Sento dire che il tribunale potrebbe prendere ciò che sogliono chiamare una mezza misura, cioè lasciare che l' udienza rimanga -a pubblica, ma interdire il resoconto. Comunque sia, il signor Waldeck-Rousseau, avvocato del faro di Na,ntes, che aveva dapprima accettato la difesa del padre Dufour, vi ha rinunziato oggi: spiegando, in una lettera, scritta al presidente, dei motivi che hanno eccitato l' ilarità nell' uditorio, egli invocava lo stato della sua malferma salute ed i disagi di un viaggio .in ferrovia. • 11 signor Leguen, avvocato del faro di Brest, assume la difesa della viscontessa di Valmont, ed un avvocato del faro di Pari- . gi, di cui ignorasi il nome, difende il padre. gesuita. Il signor Thiriot ; procuratore della repubblica, fa da Ministero Pubblico. I testi citati sono in numero di dieci. Post•scriptum. Firmasi in questo momento negli uffizi del giornale L'Electeur di nistère una petizione per domandare l'espulsione dei gesuiti da Brest. La petizione è diretta al presidente della repubblica, e rammenta il discorso da lui pronunziato il 2 maggio 1845 per chiedere la loro espulsione. Il signor Thiers diceva allora : La Società di Gesù è l'asilo in cui M( te le anime inquiete, ardenti, vanno a « cercare la. forza d'associazione, l'influenza. « e forse anche la dominazione, e d'onde « cercano, di dominare il clero ». Ed egli aggiungeva : Vogliamo che lo « leggi del paese sieno eseguite, o che lo « spirito savio e moderato della rivoluzione • francese trionfi dei suoi nemici ». O* ci O: r■, . MI •I ›f• .0 11:' N %cc •1 .10 i.0 O: N . - o* •1 t. O: *N blo 01 .4 ..0 O: . *NI Ai) III • 3 1 • ••e •A i: 'N 411 91 • A V • è1 • •A V t II DO i* • ai • A 1:« V I • 0 V I : • o1 • 0 V ' ) 11 • Per telegrafb: Brest, mercoledì 4 settembre. ei : MI I dibattimenti sono terminati. Dopo una vigorosa replica del procuratore della repubblica, il tribunale rimanda, la continuazione del giudizio ai venturo martedì. e I , li til I e j i 13 Poé /.. 11.1, MN, - - •••• --- OIP Mr rurra • rar 1.• 41. (.«) Yr, Cl> N A CA •• ../.■ O. — Il settembre — Abbiamo ricevuto dal sig. Antonio Puppo una sua cantica intitolata il Venti Settembre. Noi dobbiamo lodare in questo lavoro i generosi concetti e la spontaneità, eleganza e robustezza di versi. •••■••••••■•••,...ne■• — Fino da qualche giorno ha aperto la sua sala di ginnastica e scherma in Pisa il maestro Cesare Milloschi. Speriamo che anche in quest' anno tanto la cittadinanza che la scolaresca correrà a frequentare questa sala, che con tanta abilità il maestro Milloschi dirige. — Il trattenimento di sabato scorso al giardino Monti riuscì affollatissimo e brillante come i precedenti. AVVISO. Il Cancelliere del Tritunale di Volterra, Rende noto che alla pubblica udienza tenuta da questo Tribunale li 29 agosto decorso rimasero , invenduti; per mancanza di oblatori, i . beni espropriati dal sig. cavaliere Achille Parravicini nella sua qualità di Intendente di finanza della provincia di Pisa, ivi domiciliato, ed elettivaffiente in Volterra presso il suo procuratore dottor Alessandro Norchi, a pregiudizio del sig. Attilio Pescucci domiciliato in Volterra. Rende noto, del pari che il predetto Tribunale ordinò il reincanto dei beni stessi con un nuovo ribasso del 10 per cento, e così pel prezzo; nuovamente ridotto, di lire mille trecento trentatre e centesimi ottanta (L. 1333, 80), alle condizioni tutte notate nel bando di vendita del dì 18 dicembre 1871, registrato a debito a Volterra nel giorno stesso, ve!. 9, n.0 623, e destinando per l' incanto la udienza del dì sette novembre 1872 a ore 11 antimerid. Dalla cancelleria del Tribunale di Volterra, li 7 settembre_ 1872. Il Cancelliere (294) FRONTicELLT 'Reo. AVVISO, Si ronde noto che alla pubblica -udienza tenuta dal Tribunale civile di Pisa li 10 settembre stante, estendo rimastiinvendutí, per mancanza di offerte, il lotto di n.0 3 de'beni. escussi a danno del sig. Primitivo Nist.i, ed i lotti di n.0 4, 6, 7, 9, 10 de'beni escussi a danno del sig. Raffaello Veroli di Riparbella e descritti nel bando relativo del 20 luglio anno corrente, inserito due volte per estratto ue'num. 60, 61 del giornale La Provincia di Pisa, pubblicato ne'giorni 25 e 28 luglio detto sulla istanza sig. Pietro Mussi ff. di Sindaco del comune di Riparbella, rappresentato dal dottor Ferdinando Manetti, il detto Tribunale civile di Pisa ha ordinato che si rinnuovi l'incanto dei suddetti lotti ribassando di un decimo il prezzo di stima, ed ha destinato per il nuovo incanto la udienza pubblica del 15 ottobre prossimo a ore 10 natimeridiane; alla quale udienza perciò saranno esposti in vendita ì lotti stessi per i prezzi come appresso ridotti, cioè: Il 3.0 lotto per il prezzo di L.2174,40. Il 4.01otto per il prezzo di 7304,40 Il 6.0 lotto per il prezzo di 10440 — Il 7.0 lotto peni prezzo di l, 13925,70 Il 9.0 lotto per il prezzo di 9873 il 100 lotto per il prora() di » 15120, — •■ • Oiè • Cle li, Mb • • •• dà La festa campestre data dalla Società dei Concordi domenica nel giardino Scotto non ebbe gran concorso di popolo, ma riuscì anch' essa brillante. ..."•:"C■111.111 49 fir cia, dalla Greci. e dall' Ung,heria:*soli paesi finora infetti. Pisa, addì 9 settembre 1872. Il Presidente GTRO_LA310 ()ABUSO. — Comizio Agrario di Pisa. Avviso agli STATO CIVILE Agricoltori. Per informazioni officiali, pervenute al Ministero dell'a.gricoltur,a, industria e commercio, si ha. motivo di temere che la Phylloxera vastatrix (la quale ha fin qui desolato alcuni dipartimenti vitiferi della Francia col distruggerne in pbchi anni gli estesi o floridi vigneti) sia penetrata nAla Grecia e nell' Ungheria,. L' Italia, che trovasi già circondata da questa fatale malattia, deve scorgere in essa la più grave minaccia ad uno dei principali prodotti del suo territorio. Perciò questo Comizio si credo in debito di avvertire i viticultori, che sta in loro di f tener lontano il pericolo, astenendosi 'scrupolosamente d' importare vitigni dalla 'Fran- ed alle condizioni tutte notate nel bando surriferito. Si rende noto inoltre che il detto Tribunale alla stessa udienza del 10 settembre stante ha sospeso•l'incanto del lotto di n.0 5 dei beni Veroli, attesa la contestazione fatta dal sig. Antonio Pa.gni del Fitto di Cecina, dell'esistenza dell'affitto de'beni costituenti il detto lotto a di lui favore in ordine a,11' asserto pubblico atto, rogato Giudici li 4 aprile 1859, per l'annuo canone di L. 364, 16 a tutto il mese di ottobre dell'anno 1886. E ciò per dar luogo alla relativa pronunzia del Tribunale. Fatto a Pisa li 11 settembre 1872. D. FERDINANDO MANETTJ. (296) Nota per aumento del Sesto. Si ,fa noto, che al pubblico incanto Nota per l'aumento del Sesto. Si fa noto che al pubblico incanto, tenuto dal Tribunale di Pisa alla udienza del 10 settembre corrente, dei beni escussi a pregiudizio di Virgilio Primitivo Nisti. il sig. Alberto di Luigi Bargigli del Fitto di Cecina, come maggiore offerente, ritna.se compratore provvisorio del prituo lotto per il prezzo di L. 10372, e del secondo lotto per L. .9697. Dal dì 1.0 al dì 4 settembre 1872 inclusive. uscite denunziate NOLI. ...11•1111~1~1~1111.1.11~1.1.1~I liedue celibi, di Pisa — Bolcioni Antonio di Serafino, macellaro, con Giuntoti Maria di Pietro, attendente alle cure domestiche, ambedue celibi di Pisa. Morti. Giuntini Romolo del fu Pasquale, vedovo, di anni 48, scalpellino, di Chianni — Sireni Ranierí trovatetici, di mesi 47 di Pisa — Bellatalla vedova Ferrini Marsilia del fu Carlo. di anni 42, bracciante, di Pisa — Fraschelli Egidio, trovatello, di anni 3, <li Pisa — Centi vedova Tonioni Rosa del fu Vincenzo, di anni 80, attendente alle cure domestiche, di Rosignano Marittimo — Reboli Fedele di Luigi, celibe, di anni 22, merciaio, di Borgotaro, (Parma; — Tognetti Giovanni di (iu eppe, di mesi 21, di Pisa — Guidi Giuseppe del fn Pietro, coniugato, di anni ,70, poIJiniio, di Altopascio ,Montecapto) — Benedetti Giuseppe del fa boinenico, coniugato. di anni 61, calzotaro, di Pisa — Ciancolini nei Parti Rosa di Santi, di anni 45, bracciante, di Oratojo — Benedetti Messexizio Oreste, di mesi 45, di san Giovanni al Gatarm — Pucci Delira di Luigi, di mesi 20, di Pisa — Tellini Artemisia di Orlando, di .nesi 17, di Ghezzano (PisaJ — Terzi Fanny di Amaddio, di anni 9, di san Michele degli Scalzi — Manetti Giuseppe del fu Gaetano, coniugato, di anni 45, sellaio, di san Marco alle Cappelle. E più 2 al di sotto di un anno. , Mascni 8 — Femmine 15. Matrimoni. Vierucci dott. Vieruccio del dott. Serafino, celibe, medico, di Lari, con Agostini Livia del dutt Francesco, nubile, benestante, di Pisa — Bianchini dott. Alessandro di Giuseppe, medico, con Fontana Rosa di Pietro, attendente alle cure domestiche, ambedue celibi, di Pisa—Cecconi Atto dei fu Ferdinando, cameriere, con Benedetti Costanza del fu Angiolo, attendente alle cure domestiche, ambedue celibi, di Pisa—Faggioni Giuseppe di GinSeppe, vedovo, capitano marittimo, di Spezia, con Cori Anna del fu Giuseppe, nubile, attendente alle cure domestiche, di Livorno — Marini Gribbrieno di Arcangiolo, fruttivendolo, con Castelli Maria di Ferdinando, attendente alle cure domestiche, arn- apithia men il ci: ANGIOLO PACIN1 Gerente Respons. Possessi pel ratizzato canone di lire 216, 72. Lotto 1. ° Lotto 2.0 Un podere, secondo del Paratino, Un podere, primo. del Paratino, composto di . terreni lavorativi, vitati, pioppati ed in piccola parte olivati e pornati, della superficiale misura di metri quadri 145316, confinato a 1.0 da mezzogiorno stradone di mezzo, 2.0 il podere descritto nel secondo lotto, 3.0 Neri Signorini, 4.0 beni dei RR. Possessi, corrispondente alt' estimo della comunità di Bibbona nella sezione B, particelle 415 e 432, art. di 'stima 345 e 365 con rendita imponibile di lire 59, 56. Sopra del qual podere esiste una casa colonica segnata di n.0 52 della frazione B, a tre piani, compreso il terreno, non ancora addaziata,, con cisterna, pile, pozzo, e aja murata a comune. l suddetti descritti beni sono livellari della già Soprintendenza dei RR. Residenza. Bocci Carlo lde fu. Carlo, impiegato alla Ferrovia, da Firenze a Pisa. Descrizione dei suddetti due lotti. avvenuto in questo Tribunale - alla udienza del dieci settembre corrente dei beni escussi a pregiudizio del sig. Raffaello Veroli, il sig. Federigo fu Pietro Paglianti di Riparbella si rese compratore del lotto 8.0 Per il prezzo di lire settemilaottantacinque (7085)i e consistente: in un podere detto «Le Viguacce» composto di beni lavorativi, otivati e vitati, ed in pane a bosco ceduo, rappresentato in comune di Riparbella dalle particelle 89, e 88, 90, 91, 81 in parte, e 637, 694 della sezione C, articoli di stima 76 3 , 80, 74, • 0•24 75', 76, 570, 628, della misura superficiale di metri 102267 e della m•ril rendita imponibile di lire ventinove 0 Fssi e cent. (29,26). Confina a 1.0 da tramontana Pietro Massi, a 2.0 da levante botro dei Martinelli, a 3.0 da mezzogiorno Giusteschi Giuseppe, a 4.0 da ponente altri beni Veroli. Su questo lotto esiste la casa colonica con resedio annesso, che viene distinto col n.0 (337, a due piani da terra a tetto. Si avverte che va a farsi luogo all'aumento del sesto a forma di legge, e che il termine relativo va a scadere col 25 settembre 1872. Dalla Presidenza del Tribunale di Pisa, li 11 settembre 1872. C. RAllETTT. (297) . . ■ffib. • • composto di terre come sopra indicate, della misura superficiale di metri quadri 142520, confinato a 1.0 stradone di Mezzo, 2.0 Neri Bargigli mediante stradone che conduce al bosco dei RR. Possessi, 3.0 bosco dei RR. Possessi, 4.0 podere primo superiormente descritto mediante viottola di sbiado a comune, salvo cc. Corrisponde all' estimo di detta comunità di Bibbona in sezione B, particelle 416, 441, 442, 443 e 433, articoli di stima 348, 375, 376, 377 e 366, con rendita imponibile di L. 61, 48. Sopra questo secondo podere esisto pure una casa colonica a due piani destinata per uso di pigionali, segnata di n.0 53 della frazione B, con pozzo, pile e aia a comune coi primo podere. Questo podere è livellare della già Soprin- tendenza (lei RR. Possessi per il ratizzat) canone di L. 216, 72. Si avverte che va a farsi luogo aumento del sesto a forma di legge, e che il termine relativo va a scadere col giorno 25 settembre 1872. Dalla Cancelleria del Tribunale di.Pisa, li 11 .settembre 1872. (298) C. RAllETTI. •■11•111.•••••■•- AVVISO. Al negozio di musica di Giuseppe Federigbi, sotto Borgo numero 90, si abbuona alla lettura della Masica a franchi 3 il mese, tanto pei sigg. maestri che, pei dilettanti. Trovasi pure al detto negozio carta da musica di varie rigature, ance da clarino, fagotto, generi di cancelleria, ro:nanzi, e distribuzione di giorec. -t* - • ••■• Si r,71 al Giornale HA • •—• Cf: per UN INN() N A R1 A T R I minanti nen te riceve- k;34 1=A P:2)111 '<erì a titolo di Premio uno dei due seguhriti ogeltVdina scettit: 1111111CHOSCORUO composti«, , genere recentis- o ?nodi , utilissitno per osservare Urli i sete., fiirrie qualunque altra si voglia Cosa non che fare simo. con 130 y curiosissimi esperimenti. /Ma r•-7M C.t.VSOCCHLIELIE a' tre tiri, -lungo .45 centimetri aperto, e 15 centimetri chiuso, che permette distingnere perfettaineute le cose 'situi alla distanza di io a 12 miglia circa. Tali PREMI sono oggetti che ordinariamente si vendono a C.) 10~, gurrrmt ■••••, ••••••, C> 18 eaduno; si spediscono in apposita custodia, ed il microscopio cogli occorrenti accessori; Essi sono forniti da quel tanto rimato ottico di Torino che è il sia. G. 131Aacce; sono montati interamente in OTTONE e perciò solidissimi. - ogni sabbato (dar It maggio scorso‘! in foglio di 16 pagine e 32 Colonne. Esso formerà due belli volumi nelle pubblicazioni di un armò. Fin d'ora è incominciata la pubblicazione delle opere seguenti : L'Anno maledetto, ovvero la storia (trami i-unica dei due assedi di Parigi , (la un testimonio oculare — Aillilfo Thiers, sua ,vita completa — Un • Itomanzo interessantissimo, inedito — Diversi Racconti del tempo attuale, Cronache. ecc. ecc. ------1...abbuonamento annuo costa sole L. i 2 ( I. Z linlbal11: NARÚRTORE esce 7.5 - , porlo ed assicur a zione del Premio. (\ltcaoscorro o Così per abbuonarsi e ricevere immediatag postale di L. -C al'Edi- Modàlci'AdOU mente il premio si spediscavalia -. del Microscopio Ore sig. GUENOT GIOANNI . via Roma, n' I Torino. CANNOCCHIALE) modeliP,ridgko del CannOrdi sate Si prRga;d'indicare con massima chiarezza il cognome e l'indirizzo, come Pure la Stazione ferroviaria più prossima, quando vi esiste, chè così la spectizione'ci sarà più facile che per la posta. L'Amministrazione del Giornale avendo commesso 10,000 degli articoli dati in premio, ha dal fabbricante un ribasso enorme. che va. tatto •a benellzio degli Abbuonati. Ecco la spiegazione degli stupendi vantaggi che essa può procurare. ALLA LIBRERIA .NISTRI in Pisa, si trova Biblioteca Romantica Economica. Ogni 15 giorni si pubblica — Tipografia Nistri. — un romanzo di 400 pagine al Fortuna di Ponson du Terrail prezzo di Una Lira. Si spedisce ogni volume Sono usciti: L' articolo 47 di Belot Senza- contro vaglia di L. 1. 15. •