Tunisia
Febbraio 2008
Informazioni Generali
Superficie: 162.155 Km2
Capitale: Tunisi (728.000 abitanti).
Altre città principali
Arianna (153.000 ab.); Sfax (271.000 ab.); Gabes (116.000 ab.); Sousse (173.000 ab.);
Kairouan (118.000 ab.); Bizerte (114.000).
Popolazione
9.930.000 abitanti, luglio 2004 - Istituto Nazionale di Statistica (densità 60,4 ab. per km2).
10.100.000 abitanti , luglio 2005 - stima del FMI
Lingua: la lingua ufficiale è l’arabo. Particolarmente diffuso il francese. Mentre, di minor rilievo
risulta l’uso dell’inglese.
Religione: Musulmani (99%)
Moneta
L’unità monetaria della Tunisia è il Dinaro Tunisino (TND), diviso in 1.000 millimes.
Il tasso di cambio ufficiale del Dinaro Tunisino a novembre 2007 è di 1.79419 TND per 1 euro.
Il tasso di cambio annuale per il 2006 è di 1.66907 TND per 1 euro.
Sistema politico
La Tunisia è una Repubblica Presidenziale basata sulla Costituzione del 1959.
Gli organi principali sono l’Assemblea Nazionale, composta da 189 membri eletti a suffragio
universale per un periodo di 5 anni e il Consiglio dei Ministri che detiene il potere esecutivo ed
è presieduto dal Capo dello Stato.
Il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale per un termine massimo di 5 anni
rinnovabile per altre due volte, detiene tutti i maggiori poteri, compreso il controllo delle forze
armate.
La Costituzione garantisce l’indipendenza del potere giudiziario, la libertà di coscienza ed il
libero esercizio dei culti e consacra il pluralismo politico. Il Consiglio Costituzionale garantisce il
rispetto della costituzionalità delle leggi.
Un’ampia riforma costituzionale, adottata nel giugno 2002, ha rinforzato maggiormente i diritti
e la libertà in Tunisia, ha permesso la creazione di una seconda camera di consiglieri, ha
allargato i poteri del Consiglio Costituzionale e ha rinforzato il controllo dell’azione governativa
attraverso la Camera dei Deputati.
Nel 2002 è stata pertanto istituita una camera alta, la Camera dei Consiglieri. Tale camera è
formata da rappresentanti delle regioni e delle organizzazioni nazionali, per un totale di
membri non superiore a due terzi di quelli dell’Assemblea Nazionale. Sempre nel 2002, un
ulteriore emendamento costituzionale ha disposto che un presidente possa essere riconfermato
anche per più di cinque mandati consecutivi. Inoltre l’età massima dei candidati alla presidenza
del Paese è stata alzata da 70 a 75 anni.
Attualmente, la situazione politica è stabile, grazie alla netta supremazia politica del partito del
presidente, il Rassemblement Constitutionnel Démocratique (RCD), e il largo accentramento di
poteri nelle mani di quest’ultimo.
Il presidente Ben Ali conserva un forte controllo dell’attività parlamentare e di tutte le leve del
potere; l’opposizione ha scarso appiglio e sostegno politico e i partiti di ispirazione religiosa
non sono ammessi.
Le prossime elezioni legislative e presidenziali sono previste per il 2009; in seguito ad un
emendamento della costituzione il presidente potrà ricandidarsi per il quinto mandato
consecutivo.
Presidente: Zine el Abidine Ben Ali, 68 anni è al potere dal 1987, ha vinto per la quarta volta
le elezioni presidenziali, tenutesi il 24 Ottobre 2004, ottenendo, secondo i risultati ufficiali
diffusi dal governo, il 94,5 % dei voti. Durante la stessa giornata si è votato anche per il
rinnovo del Parlamento in cui il partito del Presidente, l’RCD (Rassemblement Constitutionel
Démocratique), ha ottenuto (sempre secondo i dati ufficiali) l’87,7 % dei voti, con il
conferimento di 152 seggi su 189.
Il suo partito (RCD) è stato riconfermato anche alle elezioni municipali dell’8 maggio 2005.
Primo Ministro: Mohamed Ghannouchi
Partiti politici
Il partito politico attualmente al Governo è il Rassemblement Constitutionnel Démocratique
(RCD).
Altri partiti sono:
- Mouvement des démocrates socialistes (MDS);
- Parti de l’unité populaire (PUP);
- Rassemblement socialiste progressiste (RSP);
- Harakat Ettajdid (HE, Renewal Movement, precedentemente Parti communiste tunisien);
- Parti social liberale (PSL);
- Union démocratique unioniste (UDU);
- Hizb al-Nahda (Party of Re-wakening, non ufficialmente riconosciuto, sebbene i suoi candidati
si presentarono nelle elezioni del 1989 come indipendenti).
La vita associativa si è nettamente sviluppata, circa 7.000 associazioni ed ONG sono attive in
Tunisia in diversi campi: scientifico, culturale, sportivo, artistico, sociale e di sviluppo.
Governatore della Banca Centrale: Taoufik Baccar.
Principali indicatori economici
2006
Indicatore
2003
2004
2005
39.6
PIL a prezzi correnti (in miliardi di DT)
32.2
35.1
37.2
29.7
PIL a prezzi correnti (in miliardi di US$)
25.0
28.2
28.7
5.1
Tasso di crescita reale (%)
5.6
5.8
4.0
4.5
Inflazione %
2.7
3.6
2.1
Bilancia commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni fob
8,027.0 9,679.0 10,488.0 11,507.7
Importazioni fob
10,297.0 12,110.0 12,456.0 14,033.7
Saldo
Riserve straniera, escluso oro (in milioni di
6,773.2
2,945.4 3,935.7 4,436.7
US$)
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report novembre 2007
Rischio paese
La SACE colloca la Tunisia nella categoria OCSE 3 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e
7 il rischio massimo).
Condizioni di Assicurabilità: Nessuna Restrizione (apertura per tutti i tipi di operazione).
Congiuntura
La Tunisia ha realizzato significativi progressi verso l’obiettivo di raggiungere il livello
economico dei Paesi della fascia inferiore dell’OCSE.
Dal 2000 in poi, il reddito reale pro capite è aumentato di circa il 20%, il tasso di
disoccupazione continua ad abbassarsi e gli equilibri macro economici rimangono sotto
controllo, grazie alla capacità di rapido adattamento delle politiche di bilancio, monetarie e dei
tassi di cambio nei differenti momenti e shock economici.
Nel corso degli ultimi anni, la situazione macro-economica tunisina ha registrato un
miglioramento significativo, soprattutto grazie all’attuazione positiva da parte del Governo di
programmi di riforma progressiva, che hanno interessato tutti i settori dell’economia.
Il debito estero della Tunisia è relativamente alto, avendo raggiunto i 19,2 miliardi di dollari nel
2005 e nel 2006, circa il 69,5% del PIL. Questa tendenza risulta migliorata alla fine del 2007,
tenuto conto della forte crescita economica e dei programmi di privatizzazione previsti dal
governo.
Le autorità hanno adottato politiche fiscali e monetarie prudenti per mantenere la stabilità
macroeconomica.
La crescita del PIL reale dovrebbe attestarsi quest’anno al 5,6%, grazie al recupero della
produzione agricola e all’andamento positivo del settore turistico.
L’attuazione di graduali riforme sociali ha recentemente fatto diminuire il tasso di
disoccupazione, che tuttavia rimane molto elevato soprattutto se si considera la rapida crescita
della popolazione.
Malgrado le buone performance sul piano economico e sociale, alcuni programmi di governo
dovranno essere rivisti.
I settori produttivi soffrono ancora di inadeguatezze fra il quadro legislativo e le esigenze della
liberalizzazione, del bisogno di modernità di alcune infrastrutture e del livello elevato dei loro
costi, nonché al livello della mano d'opera ancora inadeguato.
Il settore agricolo si deve ancora confrontare con l'inadeguatezza delle risorse idriche, alle
difficoltà di accesso al credito ed alla debole organizzazione dei produttori agricoli.
I dati preliminari e le stime ufficiali del Governo Tunisino e del Fondo Monetario Internazionale
indicano che la crescita reale del PIL nel 2006 si è attestata al 4%, al di sotto di quanto
previsto.
La crescita modesta della produzione agricola (in particolare dei cereali), nel 2006, è dovuta
principalmente alla siccità.
Considerando l'andamento medio della produzione agricola, si può stimare una ripresa della
crescita reale del PIL per il biennio 2008-2009, registrando rispettivamente il 5.3% e il 5.4%.
La crescita sarà, in parte, dovuta all'aumento del volume delle esportazioni grazie anche alla
ripresa dei mercati della zona euro.
L'economia tunisina dovrà affrontare tre grandi sfide:
- la crescita economica,
- la crescita dell'impiego,
- la competitività, in vista dell'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio con la UE il 1°
gennaio 2008.
Resta comunque il fatto che la Tunisia costituisce un esempio di successo economico e sociale
nel Nordafrica, reso ancora più importante dalla considerazione che all’inizio del suo sviluppo il
Paese non possedeva grandi ricchezze naturali al di fuori del talento dei suoi abitanti.
Il Paese, negli anni 2000, ha raggiunto uno sviluppo economico e sociale equilibrato, con la
conseguenza che il livello di vita dei tunisini è oggi il più elevato del Maghreb.
La Tunisia ha realizzato una buona performance nell’ambito del processo di Barcellona e
dell’Accordo d’Associazione, aprendo la sua economia al libero scambio, ed ha utilizzato in
modo ottimale sia i fondi messi a disposizione dall’Unione tramite il programma MEDA che i
fondi della BEI.
La Tunisia, che conta soltanto il 6% della popolazione sotto la soglia della povertà,
un’alfabetizzazione dell’85%, una speranza di vita di 71 anni per gli uomini e 75 per le donne
(insieme alla Libia la più alta del nord-Africa), un reddito pro-capite di 2.240 dollari
statunitensi, anch’esso il più alto del nord-Africa, una crescita media annua negli ultimi dieci
anni sempre al di sopra del 5% e un’inflazione oscillante intorno al 2%, può considerarsi un
Paese con un relativo benessere economico e sociale.
Sebbene le autorità mirino a conseguire una determinata stabilità fiscale, il governo rimane
restio a limitare la crescita dei lavori nel settore pubblico per paura di un generale
malcontento. La Banca Centrale della Tunisia (BCT), cercherà di mantenere una politica
monetaria sufficientemente contenuta per assicurare che l’espansione monetaria sia sempre
attiva. Dopo il taglio di 0,875 punti percentuali ai tassi minimi, all’interno del mercato
monetario non si sono verificati altre variazioni e si è registrata una determinata stabilità. Sono
previsti per i prossimi mesi leggeri aumenti ma che non porteranno i tassi del mercato
monetario oltre il 6% entro la fine del 2007.
Il problema della disoccupazione non è ancora risolto; attualmente si attesta su valori del
13,5%. Della lotta contro tale piaga, il Presidente Ben ali ne ha fatto una priorità nel suo
programma di governo per i prossimi cinque anni.
Prospettive future
La Tunisia continuerà ad essere caratterizzata dalla stabilità politica, sotto la guida del
presidente Ben Ali.
L'XI° programma nazionale di sviluppo (2007-2011) punta al rafforzamento delle precedenti
azioni governative ed al raggiungimento del programma elettorale del 2004.
Le priorità del piano sono l'accelerazione della crescita economica, intorno al 6,5% all'anno e la
creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani diplomati, riducendo il tasso di
disoccupazione dal 14,39% nel 2005 al 10-11% nel 2011.
Le prospettive economiche di medio termine sono ottimistiche. Tuttavia la Tunisia ha di fronte
due grandi sfide. Con l'apertura dei mercati europei dal 1° gennaio 2008, la prima sfida è la
competitività della propria economia rispetto ai paesi europei. Malgrado le recenti riforme, il
settore produttivo resta in mano allo Stato e la concorrenza, europea o dell'est europeo, o
ancora asiatica, si intensificherà, soprattutto nel settore tessile.
La seconda sfida è l'occupazione, con un tasso di disoccupazione molto elevato e l'arrivo sul
mercato del lavoro di un numero considerevole di donne e di diplomati.
Anche in presenza di uno sviluppo economico e sociale e del livello di crescita relativamente
elevato, l'economia tunisina è ancora vulnerabile, sia a causa della scarsa elasticità del
mercato del lavoro, sia per l'insufficienza degli investimenti privati, sia per l'eccessiva
dipendenza dalle condizioni climatiche.
In questo contesto, delle riforme e nuove misure si impongono per il nuovo piano governativo
del 2007-2011, di cui alcune sono in corso di realizzazione: il miglioramento dell'ambiente
degli affari (rispetto ad altri paesi con il medesimo sviluppo economico, il tasso degli
investimenti privati, nonché gli investimenti esteri diretti, restano deboli); il rafforzamento del
sistema bancario e finanziario; la crescita della liberalizzazione dell'economia (promozione
degli investimenti e delle iniziative private); la razionalizzazione del consumo di energia.
Altri obiettivi riguardano il miglioramento della produttività ed un adeguamento delle
infrastrutture. Il Governo ha comunque intenzione di procedere con cautela riguardo alla
riforma fiscale al fine di evitare agitazioni sociali.
Dal punto di vista dei settori economici produttivi, nel 2008-2009 l’industria dovrebbe
realizzare una crescita più robusta, grazie in particolare agli insediamenti industriali più recenti
nei settori della meccanica e nel settore elettrico, che bilanceranno la debolezza dell’industria
tessile. Il nuovo rafforzamento delle vicine economie europee dovrebbe inoltre avere effetti
benefici sulla crescita tunisina.
Il turismo, terzo settore economico di assorbimento della forza lavoro del Paese, dovrebbe
continuare a crescere.
Già in passato la bilancia commerciale del Paese ha assistito a notevoli miglioramenti e nel
corso del biennio 2008-2009 sono previsti ulteriori progressi. Sono previsti aumenti nel settore
delle esportazioni, così come in quello delle importazioni.
E’ previsto, inoltre, che la crescita della domanda europea nei confronti dei manufatti tunisini
aumenti considerevolmente nel prossimo biennio.
Il Fondo Monetario Internazionale, che si dichiara generalmente soddisfatto delle performance
macroeconomiche del governo tunisino, esorta il governo a una prudenza fiscale e monetaria
ed allo stesso tempo a sveltire i tempi di attuazione delle riforme strutturali. Il Fondo
Monetario resta inoltre in attesa di registrare un’ulteriore liberalizzazione dei prezzi interni
tunisini e del commercio multilaterale, ma soprattutto sottolinea al governo tunisino
l’importanza di avviare una riduzione del costo del pubblico impiego. In particolare, il Fondo
Monetario ritiene che il processo di aggiustamento fiscale potrebbe essere meglio realizzato
attraverso l’accelerazione delle privatizzazioni e il riconoscimento al settore privato di un ruolo
più vasto nella fornitura di pubblici servizi.
PIL (var.%)
Inflazione (%)
Bilancia Commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni fob
Importazioni fob
2008
5.3
3.1
2009
5.4
2.7
17.1
19.9
17.2
20.0
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007
Settori produttivi
L’economia tunisina si presenta relativamente diversificata con una spiccata rilevanza dei
settori agricolo, manifatturiero, energetico e dei servizi.
Gran parte della produzione agricola è destinata alle esportazioni, e il Paese rimane
sostanzialmente dipendente dalle importazioni alimentari.
Tra i principali produttori di fosfati, la Tunisia produce inoltre piccoli quantitativi di petrolio e di
gas.
Oltre il 54% del PIL è rappresentato dai servizi, mentre il contributo dell’industria
manifatturiera, che comprende l’industria tessile e del cuoio, si aggira intorno al 20%.
Di particolare importanza è il contributo del turismo per l’economia del Paese, non solo in
termini di incidenza sulla formazione del PIL, ma anche come settore di occupazione.
Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL (composizione %)
2005
Settori
(%)
13.3
Agricoltura e pesca
54.6
Servizi
19.7
Manifatturiero
6.1
Costruzioni
5.6
Elettricità, gas e acqua
0.6
Altro
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report novembre 2007
Materie prime
Per quanto concerne le risorse minerarie, la Tunisia è uno dei maggiori produttori mondiali di
fosfati provenienti da 8 miniere situate nel sud-ovest del Paese, nella regione di Gafsa, ed a
nord-ovest, a Kef Eschafair, Kef Eddour e Jellabia, in parte trasformati localmente in
fertilizzanti e acido fosforico.
Rilevanti, sebbene meno intensivi, i giacimenti di ferro, piombo, zinco, barite e fluorite
concentrati nelle regioni costiere del nord e del nord-ovest.
Di minor rilievo è invece la produzione petrolifera, iniziata nel 1966 ad El-Borma, il maggiore
giacimento della Tunisia che fino a poco tempo fa forniva un terzo dell’intera produzione di
petrolio del Paese, ma la cui produzione appare oggi in declino.
Il secondo giacimento petrolifero per importanza è Ashtart, nel Golfo di Gabes, che fornisce il
20% dell’intera produzione. Il settore è stato caratterizzato da una progressiva contrazione
della produzione nei grandi giacimenti, solo in parte compensata dai nuovi giacimenti di
Ezzaouia e Belli, per cui già a partire dal 1993 la Tunisia è divenuta importatrice di petrolio e
derivati. Tuttavia un nuovo piccolo giacimento petrolifero è stato recentemente impiantato in
mare aperto nel Golfo di Gabes, l’impianto di Didon, di proprietà di una partnership tra la
francese Medex Petroleum France e la statunitense Soco International. Vi sono molti nuovi
piccoli giacimenti, in particolare a Tazarka, Sidi Kilani e Ezzaouia. Le riserve recuperabili sono
stimate intorno a circa 400 milioni di barili (55 milioni di tonnellate).
La crescita nella produzione riflette la vivace attività di esplorazione, incoraggiata da un regime
fiscale che rende possibile le esplorazioni di piccoli giacimenti. Circa 20 giacimenti sono in
produzione, più di 40 permessi di esplorazione sono in azione, mentre nel 1999 sono stati
trivellati 13 pozzi di esplorazione.
La produzione di gas naturale, per la quale il maggiore giacimento è Miskar nel Golfo di Gabes,
offre un potenziale di sviluppo (riserve stimate intorno ai 100 miliardi di m3) maggiore
dell’industria petrolifera, e rappresenta per la Tunisia la possibilità di riequilibrare la bilancia
commerciale energetica e sostituire il petrolio con il gas naturale nel consumo industriale e
interno. In tale ambito si colloca il gasdotto transtunisino realizzato dalla SNAM Progetti, che
convoglia in Italia il gas algerino attraverso la Tunisia. Il transito del gas è gravato da una
royalty forfetaria, e sostitutiva di ogni imposta, del 5,25% sul valore trasportato.
La Tunisia ha recentemente firmato un Accordo con l’Algeria per cooperare nelle esplorazioni di
petrolio e gas, ma anche nella produzione e distribuzione. L’Algeria sembrerebbe interessata
ad acquisire una partecipazione nella società tunisina di trasporto petrolifero TRAPSA, che
opera sulla sezione tunisina di 513 km dell’oleodotto che trasporta il petrolio grezzo algerino
verso il porto di Sakhira.
Il governo tunisino pianifica ulteriori investimenti nel settore, che saranno finalizzati in parte a
nuove trivellazioni ed in parte alla costruzione di un gasdotto per il trasporto di gas dalla Libia.
Agricoltura
Il settore agricolo è fortemente dipendente dal fattore climatico. Nel periodo 2001-2005 il
settore ha rappresentato circa il 12,1% del PIL con un tasso di crescita medio annuale del
2,1%. Questa evoluzione media riflette la deformazione strutturale dell'economia tunisina in
favore dei settori secondario e terziario.
In ogni caso, la crescita del settore agricolo è un evoluzione altalenante, con un tasso di
crescita negativo negli anni di siccità ed un tasso positivo negli anni con forti precipitazioni,
malgrado l'esistenza di infrastrutture idrauliche e lo sviluppo costante dei piani di irrigazione, i
quali hanno contribuito a ridurre notevolmente l'impatto dei cambiamenti climatici.
Al di fuori delle problematiche climatiche, le principali difficoltà del settore sono rappresentate
dai problemi di accesso al credito, dalla debole autonomia delle organizzazioni degli agricoltori,
dalla parcellizzazione delle terre, dalla bassa valorizzazione dei prodotti agricoli e dalla
commercializzazione dei prodotti.
La popolazione rurale rappresenta un terzo della popolazione totale ed un quarto della
popolazione attiva lavora nel settore primario.
Il settore agricolo tunisino si caratterizza per l’elevato grado di diversificazione delle
produzioni; circa un terzo dell’intera superficie coltivabile è destinato alla cultura dei cereali, in
particolare del frumento, e un terzo agli ulivi. La Tunisia è uno dei maggiori produttori e il
secondo esportatore al mondo di olio di oliva, dopo l’Unione Europea. Parte della produzione
olearia è ancora soggetta al controllo dell’Ufficio Nazionale dell’Olio d’Oliva (ONH-Tunisian Olive
Oil Office).
Un Accordo sull’agricoltura raggiunto con l’Unione Europea ed entrato in vigore il 1° gennaio
2001, ha aumentato la quota annuale di esportazioni di olio d’oliva in regime di esenzione
verso l’Unione Europea da 46.000 a 56.000 tonnellate nel 2005, e ha fissato anche altre quote
per i pomodori, le patate, i fichi e la carne di struzzo. In cambio, la Tunisia si è accordata per
la rimozione dei dazi sulle importazioni dall’Europa di grano e di olio vegetale. Al di là delle
quote di esportazione verso l’Unione Europea, la produzione di olio d’oliva in Tunisia si aggira
intorno ad un valore annuo stimato in circa 152.000 tonnellate che, oltre a coprire il
fabbisogno interno, è esportato anche verso altri mercati quali l’America e l’Australia. Al
riguardo può considerarsi che la Tunisia, nonostante alcuni blocchi della quota di olio d’oliva in
traffico di perfezionamento attivo imposti dall’Italia, potrebbe rappresentare un ottimo partner
nel campo delle tecniche di raccolta, di condizionamento e di produzione di olio per la
successiva riesportazione verso il mercato americano e dell’estremo oriente.
Considerevole è anche la produzione di agrumi, barbabietole da zucchero, frutta ed ortaggi,
che a causa delle differenti condizioni del clima e del suolo, sono diversamente distribuite sul
territorio: produzioni di cereali nel nord, agrumi e frutta (datteri, pesche, albicocche) lungo le
coste settentrionali e olive nelle pianure orientali.
L’impiego di 26 dighe di eccezionale grandezza, si è rivelato prezioso per la raccolta di circa 2
miliardi di metri cubi di acqua, soprattutto se comparato col miliardo e mezzo di metri cubi del
2004.
La raccolta estiva di patate, pomodori, peperoni, cipolle, angurie e meloni si sta rivelando
ottima.
Il settore lattiero-caseario costituisce uno dei maggiori punti di forza dell’agricoltura e
dell’industria della trasformazione alimentare tunisina. L’allevamento di bestiame da latte,
portato avanti sia dai piccoli allevatori che da aziende agricole più grandi, le cosiddette SMVDA
(Sociétés de mise en Valeur des Domaines Agricoles), si concentra soprattutto in due zone: il
nord, dove si colloca circa il 73% dell’allevamento totale ed il centro, dove, invece, si
raggiunge una cifra del 24%.
Industria della lavorazione del latte
Questa grande produzione di latte ha portato allo sviluppo di industrie di lavorazione e
trasformazione dello stesso: la Tunisia conta, infatti, ben 11 centrali del latte che raggiungono
una capacità produttiva (latte sterilizzato) di oltre due milioni di litri al giorno. Tra le principali
centrali: STIAL (possiede una quota di mercato del 40% circa), Centrale del Latte di Mahdia e
la Centrale Beldi, assorbita recentemente da Agromed e SFBT. Per quanto riguarda la
produzione dei formaggi, sono ben 20 gli stabilimenti esistenti in territorio tunisino, con una
produzione di circa 14.200 tonnellate all’anno (dato 2003). Notevole è anche l’industria di
produzione dello yogurt che ha raggiunto i 97 milioni di litri di latte lavorato. La produzione di
yogurt impiega diverse società, tra queste la maggiore in assoluto è rappresentata dalla
DELICE-DANONE. Di notevole interesse sono, anche, la produzione di burro con un risultato di
5.700 tonnellate, e la produzione di semifreddi e dessert da tavola portata avanti da grandi
gruppi quali: SELJA, NESTLE e MIKO.
Opportunità di investimento del settore lattiero-caseario
Vista l’importanza che ricopre all’interno dell’economia tunisina e visti i risultati positivi di
crescita raggiunti negli ultimi anni, il settore lattiero-caseario offre notevoli opportunità di
investimento attuabili a diversi livelli:
- fornitura di attrezzature per la mungitura e per il raffreddamento del latte;
- fornitura di alimenti per animali (mangimi, foraggi);
- fornitura di materiale genetico al fine di migliorare il potenziale produttivo;
- fornitura di attrezzature per impianti della lavorazione del latte;
- fornitura di materie prime per la lavorazione agro-alimentare (e.g. polvere di latte).
L’allevamento costituisce una delle voci più importanti del settore agricolo tunisino con una
produzione di ben 29 chilogrammi di carne pro-capite. I principali tipi di allevamento sono
bovino, caprino e ovino. L’allevamento dei bovini è particolarmente sviluppato al nord ed al
centro; così come per la produzione lattiera anche in questo settore ai piccoli allevatori si
affiancano le SMVDA.
Tra gli ovini particolarmente intenso è l’allevamento delle pecore. Voci minori sono costituite
dall’allevamento di pollame, tacchini e camelidi.
Opportunità di intervento nel settore dell’allevamento
Proprio perché una delle voci più importanti dell’economia tunisina, notevole è la necessità di
interventi nel settore dell’allevamento, tra questi si evidenziano, soprattutto, la necessità di
importazione di animali e di strutture per lo sviluppo dell’allevamento.
A fronte di una progressiva diminuzione del numero di bestiame è stato attivato per il biennio
2004-2005 un piano di importazione di ben 12.000 vacche; inoltre, in accordo con quanto
previsto dal “X Piano quinquennale di sviluppo economico e sociale” (2002/2006), la Tunisia
intende aumentare sia la produzione di latte pro-capite che quella di carne. Proprio per
rispondere a tale esigenza risulta necessaria l’importazione di materiale genetico per il
miglioramento della razza. Ugualmente necessaria è l’importazione di attrezzature da
impiegare nel settore.
Buone opportunità di intervento sono quelle fornite dal settore degli alimenti per animali,
necessari per incrementare la quantità e la qualità della produzione.
Un altro processo che si dimostrerà molto importante nel breve futuro è quello che comprende
tutte le attività relative al controllo di qualità delle carni, la tracciabilità delle stesse e tutte le
misure volte a garantire standard qualitativi e di sicurezza adeguati. Con specifico riferimento
alla tracciabilità della carne il Governo tunisino ha attuato un programma che prevede, entro il
2008, l’identificazione di tutto il bestiame bovino presente nel Paese. Tale processo è solo il
punto di partenza di un’opera maggiore che andrà ad interessare tutti i tipi di produzione.
Possibilità di esportazione - Viste le dimensioni del settore dell’allevamento e della lavorazione
delle carni e dei prodotti lattiero- caseari, la Tunisia sarebbe quasi in grado di raggiungere
l’autosufficienza in questi due comparti dell’economia. Tuttavia due particolari fenomeni
contribuiscono a creare un clima favorevole all’esportazione in questi settori. L’elevata
presenza di turisti ed il particolare regime alimentare che la popolazione tunisina segue
durante il periodo di Ramadan rendono, infatti, necessaria un’integrazione con prodotti
provenienti dall’estero, soprattutto latte, carne bovina e ovina.
Le aziende agricole hanno generalmente dimensioni ridotte e, nonostante la superficie arabile
sia di circa 9 milioni di ettari, la terra irrigata risulta non superiore ai 250.000 ettari.
Considerate le condizioni climatiche e morfologiche, il problema delle risorse idriche costituisce
uno dei fattori chiave per lo sviluppo del settore. A settembre del 1999, come parte del
programma decennale (1990-2000) di miglioramento delle risorse idriche del Paese, finora
realizzato all’incirca al 70%, è stato inaugurato il condotto idrico di 6,8 km che trasporta acqua
dalla diga berbera nel nord della Tunisia. Il nuovo tratto dovrebbe non solo aver migliorato
notevolmente la qualità delle acque da bere, ma in prospettiva dovrebbe anche provvedere
all’irrigazione di circa 3.000 ettari di terra. Il governo, già da qualche tempo, aveva peraltro
individuato gli obiettivi per incrementare le risorse idriche disponibili durante il periodo di
previsione del Piano di Sviluppo Quinquennale 2002-2006. Gli obiettivi includono:
- la costruzione di 11 dighe con una capacità totale di 350 milioni di metri cubi, la cui
localizzazione non è stata ancora fissata;
- il collegamento delle principali dighe del Paese attraverso una rete di condutture per
permettere all’acqua di essere trasferita dalle dighe piene a quelle più vuote;
- la costruzione di 50 nuove dighe di collina.
All’incirca un quarto del territorio tunisino (cioè 4,3 milioni di ettari) è coltivato, un altro quarto
è riservato alla pastorizia o occupato da boscaglia, il restante territorio è desertico o
semidesertico.
Nel 1998 la Tunisia ha lanciato un programma di anti-desertificazione del costo di 3 miliardi di
TND per 20 anni. Il programma comprende azioni di riforestazione, fissaggio di dune,
preservazione del terreno e delle acque e gestione delle oasi. In particolare, un certo numero
di nuove oasi è stato realizzato attraverso la perforazione fino a raggiungere alcuni zampilli e
attraverso la piantagione di alberi da palma. Tuttavia, le poche centinaia di ettari che in questo
modo sono state strappate al deserto, non riescono a compensare le perdite che altrove si
verificano a seguito dell’avanzare della desertificazione.
La pesca continua ad essere considerata una priorità dal Governo tunisino che ha in
programma di sviluppare circa 20 nuovi porti. L’industria della pesca, localizzata
principalmente a Sfax, dà lavoro a circa 25.000 persone. Per lo sviluppo del settore, il Governo
ha ottenuto notevoli finanziamenti stranieri ed ha stanziato nell’ambito del programma 92-96
un investimento annuo di circa 50 milioni di TND. Il settore, tuttavia, contribuisce
minimamente alla formazione del PIL e alle esportazioni, soprattutto perché le tecniche di
pesca sono piuttosto arcaiche e non esistono impianti di congelamento e conservazione del
pescato. Una nuova strategia di rilancio del settore della pesca è stata individuata dal governo
anche nel 1999 da portare avanti negli anni successivi.
Le
-
misure principali sono:
completamento della valutazione scientifica delle risorse ittiche,
modernizzazione dei porti e delle flotte,
riforma del sistema assicurativo per i pescherecci,
incoraggiamento allo sviluppo della pesca in alto mare,
introduzione del sistema satellitare per il controllo della pesca nelle acque territoriali
tunisine.
Industria
Nel 1963 la Tunisia era un paese essenzialmente agricolo. Il settore industriale rappresentava
solo il 6% del PIL. Oggi, il settore rappresenta circa il 30% del PIL. Questo cambiamento è
dovuto, oltre che alla vicinanza sia geografica che culturale con la UE, alla politica fiscale
favorevole instaurata con il Codice degli Investimenti del 1993 ed alla formazione di mano
d'opera qualificata a basso costo.
Il simbolo di questo sviluppo industriale è stato lo sviluppo del tessile. Ma, con la fine degli
accordi multifibre e la concorrenza dell'Asia, in questi ultimi anni c'è stato un riequilibrio tra i
vari settori industriali, a favore del settore dell'industria meccanica.
Per il periodo 2001-2005 il settore industriale è stato in media il 28% del PIL, con un tasso di
crescita annuale medio del 3%. Ciò nonostante e malgrado tutte le misure governative, gli
investimenti privati nel settore non crescono ad un ritmo soddisfacente.
Il settore industriale, caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese (oltre il 60%
impiega meno di 20 lavoratori), ha comunque mostrato un elevato grado di dinamismo negli
ultimi anni. Attualmente, il settore impiega circa 450.000 persone pari al 18% della
popolazione attiva, contribuendo per oltre il 30% alla formazione del PIL e per oltre 2/3 agli
introiti da esportazioni.
Vi sono oltre 60 siti industriali nel Paese, mentre è in programma lo sviluppo di ulteriori 19 siti
per complessivi 400 ettari.
Tessile, abbigliamento, calzature sono i comparti nei quali è stato finora registrato il maggiore
sviluppo.
Con una forza lavoro di quasi 220.000 persone, il tessile impiega circa la metà degli addetti del
settore manifatturiero.
Da annoverare anche l’industria agroalimentare che dal 1990 ha registrato un aumento, in
particolare, nella produzione di farina, mangime per animali, formaggio, olio, birra e vino ed
una contrazione invece nella produzione di frutta, verdura e pesce in scatola.
L’industria chimica e della gomma, prevalentemente centrata sulla trasformazione dei fosfati,
ha registrato una crescita della produzione insieme al mercato interno di farmaci, anch’esso in
crescita.
L’industria elettronica è particolarmente attiva. I prodotti che presentano un forte potenziale di
sviluppo sono: filtri, componenti magnetici, interruttori, circuiti stampati, parti audio e video.
L’industria elettrica si è particolarmente sviluppata nel corso degli ultimi anni grazie anche
all’investimento in Tunisia di molte industrie internazionalmente note, quali Electrolux,
Ericsson, General Electric, Gec Alshtom, Schnider Electric, Philips, Whirlpool.
Nell’industria automobilistica più di 30 aziende producono pezzi originali ed hanno ottenuto la
certificazione ISO 9002 o altra certificazione da industrie automobilistiche. Il mercato interno è
in espansione (320.000 auto private) e molte sono le imprese straniere che operano in Tunisia,
tra le quali Fiat Iveco, General Motors, Isuzu, NHK Springs, Pirelli, Purflux, Renault, Valeo. Tra
i più recenti investimenti nel settore, nel corso del 2004 la Automotive Components Tunisia
(ACT), una sussidiaria della Casgo, la statunitense produttrice di componenti per auto, ha
aperto un’industria nel parco tecnologico di Bizerte. LA ACT fornisce componenti per produttori
di automobili come la Mercedes, la BMW, la Jaguar, la Ferrari, la Nissan e la Peugeot.
Nel settore dell’acciaio, la acciaieria italiana Riva ha stabilito nel 2004 un impianto nel parco
tecnologico di Bizerte, nel nord-est, per la produzione di fogli metallici galvanizzati e laminati.
L’impianto è predisposto per dare occupazione a circa 320 persone, inclusi 100 laureati. La
Riva si afferma come la più importante acciaieria in Italia e come la quinta per estensione in
Europa.
Costruzioni
Piuttosto vivace è il settore delle costruzioni. Si segnala in merito, che la società privata del
cemento Societe des ciments d’enfida, che era stata venduta da parte dello Stato alla spagnola
Uniland nel 1998 (la Societé des ciments d’enfida è uno dei quattro cementifici la cui vendita è
stata avviata nello stesso anno), aveva minacciato di abbandonare i propri piani di espansione
per 180 milioni di TND, se il governo avesse fatto retromarcia rispetto all’accordo di
liberalizzare il prezzo del cemento a maggio del 2002. La cessazione del prezzo fissato d’ufficio
era una condizione chiave stabilita in occasione della vendita dell’impianto. La mancanza di
cemento è stata legata in particolare alla corsa per il completamento dei progetti pubblici
prima della fine del piano quinquennale 1997-2001, quali la vasta rinnovazione del centro di
Tunisi e la costruzione delle infrastrutture necessarie ai Giochi del Mediterraneo ospitati dalla
capitale Tunisi nel settembre del 2001. Questi ultimi hanno riguardato in particolare la “Cité
sportive de Rades”, per un’estensione di 166 ettari nella periferia di Tunisi, dove per il solo
campo di calcio sono stati consumati 70.000 metri cubi di calcestruzzo, e il rinnovo della “Cité
sportive d’El Menzah”. C’è stata, inoltre, un’ondata di costruzioni di case private, ed in genere
un cambiamento di destinazione negli investimenti privati, spostatisi dai beni mobili ai beni
immobili. Molti vasti progetti turistici sono anche in costruzione.
Servizi
Il settore dei servizi è il più rilevante nell’economia tunisina con un contributo al PIL attorno al
54%-55% e un assorbimento della forza lavoro intorno al 55%. In tale ambito gran parte della
percentuale è coperta dai servizi turistici.
I servizi finanziari devono ancora raggiungere ad adeguato grado di sviluppo; i servizi alle
imprese stanno crescendo rapidamente; molto vivaci sono anche i servizi commerciali.
Continuano i colloqui con l’Unione Europea per la liberalizzazione delle attività commerciali
all’interno dei servizi.
Infrastrutture
Rete stradale
La rete stradale ha uno sviluppo complessivo di circa 30.000 Km ed è particolarmente
sviluppata ed efficiente nelle regioni settentrionali del Paese. Tuttavia, ancora scarsa è
l’infrastruttura autostradale, con una autostrada a quattro corsie, di 140 km, che collega Tunisi
a Msaken vicino Sousse, aperta alla fine del 1996 e una autostrada di 63 km tra Tunisi e
Hammamet. Nel 2000 è stata però avviata la costruzione di un’altra autostrada, di 51 km con
pedaggio a pagamento, da Tunisi a Bizerte, mentre già nel 1998 era stata annunciata anche la
costruzione della sezione da Bizerte a Menzel Bourguiba (15 km). Attualmente sono infatti in
corso vari progetti di estensione e miglioramento delle strade, alcuni avviati altri solo
pianificati, come l’autostrada Trans-Maghreb, dalla Mauritania alla Libia, che interesserebbe
anche la Tunisia per 670 km.
Il settore privato è stato più volte invitato dal governo a prendere parte ai progetti di
costruzione delle strade sulla base di accordi di concessione, ma ha finora mostrato scarso
interesse. Il numero dei veicoli circolanti in Tunisia è cresciuto ad una media annuale del 67%, fino a raggiungere 880.222 veicoli alla fine del 2000, di cui circa il 50% concentrati nella
grande Tunisi.
A luglio 2006 è stato pubblicato il rapporto finale sul progetto finanziato dalla BAD (Gruppo
Banca Africana di Sviluppo) approvato nel 1999 e terminato nel 2004. Il progetto di sviluppo
della rete stradale prevedeva la costruzione ed il miglioramento di 981 km di strade, in cui
hanno beneficiato 21 distretti tunisini. Tutti gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti ed ha
contribuito alla creazione di posti di lavoro ed allo sviluppo del settore privato facilitando la
commercializzazione dei prodotti agricoli nelle regioni interessate alla nuova rete stradale.
A seguito del successo del suddetto progetto, è in fase di attuazione (Phase III del BAD) un
nuovo prestito di circa 150 milioni di dollari per 1025 km di strade; una IV Phase è stata
lanciata per ulteriori 1256 km con un prestito di 200 milioni di dollari.
Rete ferroviaria
La rete ferroviaria, che si estende per circa 2.190 Km, ed è gestita dalla SNCFT (Société
nationale des chemins de fer tunisiens), rappresenta il principale mezzo di comunicazione via
terra e svolge una funzione prevalentemente commerciale collegando la costa con l’interno del
Paese ed, in particolare, con le regioni interne agricole e minerarie. In particolare, nel Paese
sono attive la linea costiera nord-sud, e quattro diramazioni verso Jendouba, Le Kef, Kasserine
and Tozeur. Il trasporto passeggeri è cresciuto in particolare sulle rotte di breve distanza
all’interno dell’area della grande Tunisi. La linea da Tunisi a Cedria, nei sobborghi meridionali,
per la quale si registra un vasto utilizzo, ha cominciato ad essere elettrificata, mentre è stata
avviata anche l’estensione della metropolitana leggera di Tunisi.
Il sistema portuale tunisino è costituito da 8 porti commerciali (Tunisi-La Goulette, Radès,
Bizerte, Menzel Bourguiba, SFax, Zarzis, Gabes e Sousse) attraverso i quali passa
praticamente tutto il traffico internazionale, e da 22 porti minori, a cui si aggiunge un porto
petrolifero a La Shkira. Tutti i porti tunisini sono ostacolati nella loro efficienza da ritardi nel
transito delle merci, scarsi collegamenti navali, stradali e ferroviari, e da lente procedure
doganali.
Porti
Sei porti commerciali: La Goulette – Rades, Bizerta – Menzel Burghiba, Sussà, Sfax – Sidi
Youssef, Gabès, Zarzis e un terminale petroliero a Skhira.
Linee regolari di trasporto di merci (porto di Radès) assicurano ogni settimana:
8 collegamenti verso Marsiglia
4 collegamenti verso Genova e Valenza
3 collegamenti verso la Valletta, Barcellona e Gioia Tauro
2 collegamenti verso Livorno
1 collegamento verso Istanbul, Izmir, Pozzallo, Napoli, Cagliari, Taranto, Algeri, Limassol e
Linea nord.
I porti di La Goulette e Rades sono al centro di programmi di miglioramento, con la costruzione
di nuove banchine e l’introduzione di sistemi di gestione computerizzata, grazie a fondi
provenienti in parte dalla Banca Europea per gli Investimenti. Il governo tunisino pianifica
anche di realizzare miglioramenti nella capacità dei container, pianificando anche la cessazione
del monopolio sulla gestione portuale, sebbene nessuna data sia stata indicata in proposito.
Aeroporti
Esistono sette aeroporti internazionali. Ogni regione della Tunisia è così servita : Tunisi (nord –
est); Tabarka ( nord – ovest ); Monastir e Sfax (littorale e centro ); Jerba (sud – est ); Tozeur
e Gafsa ( sud – ovest ). La capacità aeroportuaria è attualmente di 10,550 milioni di
passaggeri. 76 compagnie aeree estere rappresentano 28 paesi e assicurano 1417 voli
settimanali verso l'Europa.
E’ in progetto l’espansione della capacità di passeggeri di questi aeroporti e l’installazione di un
nuovo sistema radar nazionale. La costruzione di nuovi aeroporti è stata pianificata a Gabes,
nel centro-est del Paese ed a Enfidha, che una volta ultimato potrebbe essere il più grande
aeroporto della Tunisia.
La linea aerea tunisina ha trasportato circa 3,5 milioni di passeggeri nel 2000, anno in cui ha
anche provveduto alla introduzione di tre boeing 737-600, due airbus 300-600 e un airbus
320, in sostituzione di quattro vecchi boeing ritirati nel 1999. La flotta della compagnia di
bandiera è così aumentata da 28 a 30 aerei. Una nuova compagnia aerea privata, Tuninter,
fondata nel 1991, effettua rotte nazionali e mediterranee. Una compagnia aerea privata, la
Nouvelair, dovrebbe aver stretto una partnership con la francese EADS Sogerma Service per
istituire una società per la manutenzione degli aerei, EADS Sogerma Tunisie. La nuova società
è finalizzata a provvedere alla manutenzione dei Boeing MD 80 e degli Airbus 324 e fornire
anche i servizi di engineering e logistica, in prospettiva per le compagnie aeree dell’intera
regione. La joint venture, che ha un valore di 6,5 milioni di TND, dovrebbe aver sede a
Monastir, sulla costa orientale. La EADS Sogerma Service è una sussidiaria della European
Aeronautic Defence and Space Company (EADS), gruppo aeronautico guidato dall’Europa.
Il traffico aereo appare al momento in crescita. Il vettore nazionale tunisino, la Tunisair,
collega il Paese con le maggiori destinazioni dell’Europa e del Medio Oriente, escluso Israele, e
gode di accordi con la Air France. La Tunisair ha dichiarato per il 2004 un profitto netto di 22.6
mln/TND per una crescita totale del fatturato del 234%, mentre il traffico passeggeri è
cresciuto del 22%; tale crescita si spiega soprattutto in virtù dell’incremento del settore
turistico. Grazie a questo andamento positivo la Tunisair ha, inoltre, annunciato di aver ridotto
il proprio debito.
Telecomunicazioni
Nel settore delle telecomunicazioni, si stanno compiendo molti sforzi per mantenere il Paese al
passo con la tecnologia più avanzata. Sono in programma ambiziosi progetti per promuovere lo
sviluppo della rete delle telecomunicazioni ed in particolare, l’estensione alle aree rurali, che
costituisce una delle priorità del Governo. La densità telefonica, benché ancora bassa rispetto
agli standard di sviluppo della nazione, sta mostrando negli ultimi anni una crescita costante
passando da 15 linee telefoniche ogni cento abitanti nel 2001 a 54,52 linee telefoniche ogni
cento abitanti nel 2005. Ugualmente aumentato il numero degli abbonati ai servizi di telefonia
mobile, nel mese di marzo 2005 risultano 4.249.045 utenti.
La gestione dei servizi telefonici è affidata alla Tunisia Telecom, di cui il governo pianifica di
vendere una quota minoritaria. Tra le principali caratteristiche del settore delle
telecomunicazioni vi sono: collegamenti satellitari con Intelsat, Arabsat, Immersat ed Eutelsat;
rete videotel secondo gli standard X500; connessione alla rete INTERNET sotto l’egida
dell’Agence Tunisienne Internet; possibilità di trasmissione dati standard X25 con 4.500 punti
accesso; collegamenti sottomarini in fibre ottiche con America, Sud Est asiatico, Medio Oriente
ed Europa.
Anche in riferimento all’uso di internet, si registrano veloci tassi di crescita, con un dato di
circa 840.000 utilizzatori al mese di gennaio del 2005. Il governo ha ridotto il canone di
utilizzazione e le tasse sulle connessioni ed ha anche abolito i dazi sulla importazione di
computer.
Al fine di sviluppare il settore delle telecomunicazioni, il Ministero delle Comunicazioni,
Tecnologie e Trasporti ha concesso nel 2004 quattro contratti per la realizzazione di un
“progetto pilota” incentrato sulla costruzione di networks di telecomunicazione mobile di terza
generazione (3G) a Tunisi, Sousse ed altre città. I contratti sono stati formalizzati a luglio del
2004 con la francese Alcatel e con due società cinesi, Zhonhxing Telecom Equipments (ZTE),
che ha annunciato di aver installato ed inaugurato il proprio sistema nel settembre 2004, e
Huawei Technologies, ed ancora con la svedese Ericsson. Questo progetto pilota darà la
possibilità al centro di ricerche sulle Telecomunicazioni del governo, Centre des études et
recherches en Telécommunications, di stimare le differenti tecnologie per l’offerta di servizi 3G,
incluse le video conferenze, la trasmissione di segnali audio-video in tempo reale e la lettura di
documenti su internet.
Sempre la Alcatel ha inoltre vinto il contratto per la digitalizzazione del sistema di televisione
terrestre e radiodiffusione, finalizzato ad aprire la strada a maggiori canali televisivi privati. Il
sistema comprenderà 40 stazioni ripetitrici.
La Telecom Orascom egiziana ha aumentato del 50% la sua partecipazione alla Telecom
Orascom tunisina, l’importante azienda di telefonia mobile. La compagnia ha affermato che ci
sono state 230.000 nuove sottoscrizioni di abbonamenti telefonici durante i primi 4 mesi del
2005, il 54% in più rispetto allo stesso periodo del 2004.
La Tunisine Telecom ha migliorato il proprio sistema di connessione rapida ad internet tramite
ADSL, capace di supportare 120.000 linee. Nella prima parte del 2005 ha venduto circa 7.000
sottoscrizioni di linea ADSL, riducendo le tariffe di connessione da TD 200 a TD 50 per le
famiglie e TD 100 per le aziende. I progetti della Telecom saranno di supporto all’obiettivo
ambizioso del Governo che prevede l’esistenza di un computer con relativa connessione in ogni
classe scolastica, che ogni tunisino possegga un indirizzo di posta elettronica e che almeno la
metà delle abitazioni tunisine abbia una connessione ad internet; il tutto entro il 2009.
Per far fronte alla caduta nella produzione interna di energia elettrica e all’aumento dei
consumi, alcuni investimenti sono previsti per il sostegno del settore dell’energia elettrica, ed
in particolare per la costruzione di nuova capacità di generazione di energia a Feriana
nell’ovest del Paese, a Tina nel nord e a La Goulette nei dintorni di Tunisi. Continuano inoltre i
lavori per collegare la rete elettrica tunisina con la Libia, per il completamento della rete che
corre nel Nord Africa dall’Egitto al Marocco.
Turismo
Il settore del turismo, a partire dagli anni ‘70 ha avuto uno sviluppo costante come crescita del
numero di turisti e di alberghi, ad eccezione del 1991 (anno della crisi del Golfo). Tutto il
settore tra il 2001 e il 2002 ha scontato gli effetti negativi dell’escalation del terrorismo a
livello mondiale, registrando notevoli perdite. Ancora nel 2003, l’attacco militare statunitense
verso l’Iraq, ha costituito un deterrente alla scelta della Tunisia come meta turistica.
Tuttavia, a partire dal 2004 il settore del turismo ha ripreso a registrare una forte crescita che
ha raggiunto i livelli massimi nel 2005, anno che ha fatto registrare, con riferimento ai primi
otto mesi, ben 4.5 milioni di turisti; il 10% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente e ben il 15% in più rispetto al 2001.
La crescita nel settore turistico è stata supportata da un’imponente azione di promozione del
Paese e dal rafforzamento dei servizi legati al turismo, come ad esempio i collegamenti aerei,
rafforzati sia verso l’Europa che verso i Paesi del Golfo, l’Asia e l’Africa.
Il maggior numero di turisti proviene dalla Libia, seguita da Francia, Algeria e Germania. Il
Governo tende a favorire notevolmente l’affluenza di turisti provenienti dai Paesi europei in
quanto inclini a spendere di più rispetto ai turisti provenienti da Libia ed Algeria.
Il settore del turismo si conferma, così, come uno dei più importanti dell’economia tunisina,
contribuendo sempre più alla crescita del PIL nazionale, e consentendo alla Tunisia di essere la
seconda meta turistica africana, subito dopo il Sud Africa.
Flusso turistico
2000
5.179.100
2001
5.387.200
2002
5.063.600
2003
5.114.300
2004
5.998.100
2005
4.492.00
(dato calcolato fino al
mese di agosto)
Fonte: elaborazione Eiu-Economist Intelligence Unit su fonte Institut national de la statistique
Privatizzazioni
La prima fase di privatizzazioni in Tunisia ha interessato la vendita delle piccole aziende in
perdita nei settori del turismo, trasporti, alimentare e materiali da costruzione. Dal 1987 al
1994 sono state così cedute 48 società, totalmente o solo in parte, per un totale di circa 195
milioni di TD, incluso il collocamento sul mercato anche di una quota del vettore aereo
nazionale Tunisair. Dal 1995 le privatizzazioni hanno registrato una forte accelerazione, ma è
stato solo a partire dal 1998 che il governo tunisino ha cominciato a cedere anche le società
più grandi e redditizie, cominciando con la vendita a società spagnole e portoghesi di due
cementifici, mentre altri due cementifici sono stati ceduti a società portoghesi ed italiane nel
2000.
Osservando più da vicino le importanti privatizzazioni nel settore del cemento, dopo la vendita
nel 1998 della Societé des ciments de Jebel Oust e della Societé des ciments d’Enfidha
(entrambe con una capacità di un milione di tonnellate/anno), rispettivamente alla portoghese
Cimpor e alla spagnola Uniland Cementera, è stata venduta all’inizio del 2000 la Societé des
ciments de Gabes (ugualmente con una capacità di un milione di tonnellate/anno) alla
portoghese Secil per 311 milioni di dinari tunisini. Sempre nel 2000, si è poi proceduto alla
collocazione sul mercato della Societé des ciments artificiels de Tunis (CAT), che è stata
venduta all’italiana Colacem per 50,5 milioni di dinari tunisini alla fine di maggio. In tali
privatizzazioni normalmente i compratori non sono scelti semplicemente in base all’offerta, ma
sulla base dei loro piani di sviluppo a lungo termine. Il governo tunisino non ha invece preso in
considerazione nessuna delle offerte avanzate nel corso del 2000 per la quinta industria del
cemento, la Societé des ciments d’Oum el-Khelil (CIOK, con una capacità di 800.000
tonnellate/anno) per la quale si attende ancora il rilancio di una offerta internazionale. La sesta
industria del cemento, la Societé des ciments de Bizerte, sembra invece destinata a rimanere
in mani governative.
Le privatizzazioni sono continuate anche nel 2001, con la definizione di un elenco di società
che tuttavia ha sollevato alcuni dubbi, in quanto non parlava esplicitamente di privatizzazione.
Sembrerebbe che la maggior parte delle compagnie inserite nella lista siano state infatti
semplicemente ammesse, almeno in un primo momento, ad un processo di valutazione
finalizzato alla loro ristrutturazione per prepararle alla vendita. Inoltre, molte società che il
Governo aveva precedentemente destinato alla privatizzazione non compaiono né nella lista
ufficiale delle società vendute, né nella nuova lista.
Le privatizzazioni del 2001 hanno interessato la compagnia statale di assicurazioni, Lloyd
Tunisien, venduta per circa 4 milioni di TND ad un consorzio che comprende la Tunisie Profilati
di Alluminio e la Nefissa (che insieme detengono il 70% delle quote), e, come ulteriori
consorziati, la compagnia di assicurazioni Best-Re (una sussiduaria del gruppo Saudi Arabian
Dalla El-Baraka (20%), e la Srab Tunisian Bank (10%). La compagnia Lloyd tunisien è
classificata all’ottavo posto tra le 18 assicurazioni tunisine e detiene circa il 5% del mercato.
Anche la Best-Re è compresa tra le negoziazioni alla borsa di Tunisi.
In seguito al processo di privatizzazione, il ruolo del settore pubblico nel sistema bancario si è
notevolmente ridotto, a vantaggio degli operatori privati e internazionali.
La banca di stato Societé tunisienne de banque (STB) ha venduto il 57% delle quote di un
hoTel e tour operator, Tourgueness, alla Libyan Arab Foreign Investment Company, il braccio
degli investimenti esteri del governo libico. Il produttore di ceramiche Manufacture tunisien de
ceramique (MTC), è stato venduto ad una società di ceramiche locale, Les ceramiques de
Bizerte. La stazione termale Hammam Bourguiba è stata venduta per 2,8 milioni di TND ad un
imprenditore locale, Naji Mhiri, mentre una società turistica, la Societé de Mise en Valeur des
Iles Kerkennah (SOVMIK), è stata venduta per 3 milioni di TND ad un altro imprenditore locale,
Mohamed Belajouza. Il centro sanitario Polyclinique Taoufik, è stato venduto ad una società
locale Societe de Gestion des Cliniques, per 2 milioni di TND. Ed infine il governo ha anche
richiesto offerte di acquisto per il centro turistico Hannibal Park, che è parte del villaggio
turistico integrato Port el-Kantaoui vicino Hammam Sousse, e per due hotel, Hotel Molka e
Hotel Julus.
Nonostante tali progressi però, il passo delle privatizzazioni tunisine resta ancora piuttosto
lento. La lista stilata per il 2001 è rimasta pertanto indicativa prevalentemente della strategia
di breve e medio periodo che il Governo tunisino intende perseguire. In questa linea, nel corso
del 2002, sembrerebbero invece essere state cedute altre tre holding dello Stato: il
Polyclinique de Tunis, l’Hotel Molka e la Societé tunisienne des industries de pneumatiques.
Offerte internazionali sono state inoltre lanciate, nello stesso anno, per altre sette società di
proprietà statale: la Union internationale de banques; il Sahara Palace hoTel, con una capacità
di 100 stanze, situato a Nafta nel sud-ovest del Paese; il Complexe sucrier de Tunisie,
raffineria di zucchero situata a Ben Bechir, nella provincia di Jendouba nel nord-ovest della
Tunisia, e che occupa 342 lavoratori per un giro d’affari di circa 9 milioni di TD e beni per 18
milioni di TD; l’Hotel Suffetula; la Societe tunisienne de trefilage "Maklada", società di
conduttori e cavi situata a El Jem nella parte centro-est della Tunisia, con 180 impiegati e beni
per 15 milioni di TND; l’Ateliers mecaniques du Sahel (AMS), società produttrice di acciaio
inossidabile situata a Sousse, leader nella produzione di rubinetti ed altri accessori per la casa,
con 757 impiegati ed un giro d’affari di 20 milioni di TND nel 2001 e beni per 27 milioni di
TND; la Skanes meubles, società produttrice di mobili con sede a Monastir, sulla costa est del
Paese, con 452 impiegati e beni per 8 milioni di TND.
Alla fine di maggio del 2002, risultavano totalmente o parzialmente privatizzate 160 imprese
pubbliche (oppure risultavano dismesse e i loro beni venduti), fruttando circa 1,5 miliardi di
TND (pari a circa 1,5 miliardi di US$), provenienti per il 65% da parte di investitori stranieri,
grazie in particolare alle vendite dei cementifici. La strategia perseguita dal 2003 ha visto la
privatizzazione di altre aziende distribuite in tutti i settori economici, dall’industria alle banche,
mentre nel 2004 sembrerebbe essere stata inserita nell’elenco delle privatizzazioni anche la
Tunisie Telecom, almeno per quanto riguarda una quota minoritaria.
Investimenti esteri
La Tunisia si pone, tra i Paesi del Mediterraneo, come uno dei più attraenti per gli investimenti.
Il Paese presenta un buon grado di apertura nei confronti degli investimenti esteri, anche se
mantiene alcune restrizioni nei settori considerati strategici (es. finanza, raffinazione e
produzione petrolifera, aeronautica nazionale, settori idroelettrico e delle telecomunicazioni),
nonché alcune limitazioni ai movimenti di capitali. Tali restrizioni continuano comunque ad
essere oggetto di continua revisione e di progressiva eliminazione.
In tutti gli altri settori sono previsti numerosi benefici di natura fiscale e finanziaria.
La Tunisia offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri (mano d’opera qualificata,
abbondante e a basso costo, procedure amministrative semplificate del tipo “sportello unico”
per le imprese, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento).
Dopo il 1996 sono sensibilmente aumentati anche gli afflussi di investimenti diretti al paese
che attualmente hanno raggiunto una dimensione in grado di coprire circa i 4/5 del deficit delle
partite correnti.
Da maggio 2005 è consentito agli investitori stranieri l’acquisto di terreni ed edifici industriali,
così come di terreni ed edifici destinati ad attività economiche di carattere turistico, senza la
previa autorizzazione delle autorità di governo.
La Tunisia ha firmato accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti con la
Francia e l’Italia.
Il codice degli investimenti entrato in vigore a gennaio 2004 (Legge 93-120 del 27 dicembre
1993), stabilisce il principio della libertà d’investimento nel settore dell’agricoltura,
dell’industria, e dei servizi non finanziari. I promotori sono tenuti soltanto ad una dichiarazione
di investimento da depositare presso le autorità competenti.
L’investimento straniero è trattato alla stessa stregua dell’investimento nazionale.
Sono previsti vantaggi fiscali per le società totalmente esportatrici (esenzione dall’imposta sui
benefici per i primi 10 anni d’esercizio, riduzione o esonero dei diritti di dogana per i beni di
investimento relativi al progetto, contributi statali agli investimenti nelle regioni sotto
sviluppate).
I principali investitori stranieri sono la Francia (23,9%), l’Italia (22,6%), la Spagna (8,5%), la
Germania (8,3%), la Gran Bretagna (5,5%) e gli USA (4,3%).
Principali società italiane presenti in Tunisia: Gruppo ENI, FIAT, Pirelli, Gruppo Miroglio,
Manifattura Italiana Cucirini, Gruppo Marzotto, Gruppo Benetton e Riva.
Permane l’interesse delle aziende italiane verso questo Paese, testimoniato sia da numerose
delegazioni di imprenditori in visita, che da molteplici iniziative private e pubbliche che vi si
realizzano. Nel corso del 2005 gli investimenti italiani diretti in Tunisia sono ammontati a 66,5
milioni di Dinari (42 Milioni si € circa) per un totale di 60 nuovi progetti realizzati dei quali 31
rappresentati da estensioni di progetti d’investimento.
Principali società estere presenti in Tunisia: Air Liqude, Alcatel, British Gas, Coats, ViYella,
C.P.C., DMC, Elf Aquitaine, Ericsson, General Motors, Hoechst, Marion Roussel, Klopman, Lee
Cooper, Marathon Petroleum, Nabisco, Nestlé, N.H.K. Springs, Northern Telecom, Philips,
Pirelli, RVI, Scania, Siemens, Sony, Thomson, Valeo, Whirlpool.
Zone franche
La Tunisia ha creato da qualche anno due zone franche con la Legge 92/81 del 3 agosto 1992:
una vicino a Biserta, nel nord-est, e l’altra nel porto di Zarzis, nel sud-est. Le imprese che
sorgono nelle zone franche beneficiano degli stessi vantaggi riservati alle società totalmente
esportatrici (off-shore), ma il vantaggio aggiuntivo rispetto alle tipologie di impresa esaminate
consiste nella possibilità di usufruire di infrastrutture efficienti, ma soprattutto di un pacchetto
di servizi amministrativi e commerciali interamente gestiti dall’Autorità gerente della zona. Il
vantaggio reale dell’investimento in tali zone, consiste pertanto nel fatto di avere come unico
interlocutore di erogazione dei servizi l’autorità che gestisce le rispettive zone.
Tra i vantaggi operativi vi è, ad esempio, la possibilità di avvalersi di una notevole flessibilità
dell’impiego, attraverso l’utilizzo anche di contratti a durata determinata.
Particolarmente avvantaggiate risultano poi le imprese industriali esportatrici autorizzate ad
operare in queste zone, poiché esse non sono tenute a presentare anticipatamente per ogni
operazione doganale contratti di vendita, disponendo di un controllo doganale interno allo
stabilimento che verifica quantità e valori delle merci importate per la lavorazione e la
riesportazione a fase terminata.
Fin dal 1992, inoltre, con la Legge n. 92/81, la Tunisia incoraggia le industrie manifatturiere
totalmente esportatrici che possono sorgere ovunque sul territorio tunisino e possono operare
sotto il regime di Zona franca.
Normativa societaria
In Tunisia tutte le società, comprese quelle aventi partecipazione straniera al capitale, vengono
considerate come aziende appartenenti al settore privato tunisino. Il riferimento legislativo è
dunque al Codice Civile, che ricalca, nella sua impostazione di base, quello francese. Ogni
aspetto del contratto societario e della responsabilità contrattuale, sia della società in generale
sia dei soci in particolare, è dunque regolato dalle disposizioni del Codice Civile, integrato per
le parti non espressamente disciplinate dal Codice di Commercio Tunisino.
Il 3 novembre 2000 è stato promulgato, con la legge n.2000/93, il Codice Commerciale delle
Società, che si pone come obiettivo la “modernizzazione dell’attuale legge societaria, alla luce
della sua armonizzazione con gli standard internazionali”.
Le
-
principali forme societarie sono rappresentate da:
società per azioni o a responsabilità limitata (società di capitali);
filiale aziende straniere;
partnership;
joint venture.
Società per azioni
Società per azioni
Le Società per azioni possono emettere titoli sul mercato. Il numero dei soci non può essere
inferiore a sette, mentre non sono stabilite limitazioni al numero massimo. Non esistono
disposizioni precise circa l’entità minima del capitale che, tuttavia, specie per le società
operanti nel settore industriale, deve rappresentare almeno il 30% dell’investimento globale
per ragioni operative.
Le azioni sono liberamente trasferibili. Alle società quotate in Borsa è consentita l’acquisizione
sul mercato di propri titoli, a condizione che ciò sia stato espressamente autorizzato
dall’Assemblea degli azionisti. Nel 1996 la Tunisia ha adottato un nuovo codice di compatibilità
per le società quotate in Borsa, in virtù di un adeguamento alla disciplina internazionale
auspicato dalla Federazione Internazionale delle Borse Valori. Il Paese ha scelto il sistema di
compatibilità anglosassone, che prevede un sistema di controllo della gestione orientato
all’investitore, contrariamente a quello europeo che invece prevede una gestione delle
informazioni prevalentemente diretta alle Banche. Questo sistema costringerà le imprese a
stabilire un sistema affidabile di gestione e controllo. Il nuovo regolamento prevede la
presentazione da parte delle società quotate in Borsa del bilancio (soggetto a revisione
contabile), della dichiarazione dei redditi, della rendicontazione finanziaria e di una nota
esplicativa. La quotazione in Borsa prevede anche l’adempimento dei seguenti obblighi:
-
designazione di un esperto contabile (revisore dei conti) iscritto all’albo;
presentazione, almeno un mese prima della chiusura di ogni semestre, del rapporto
finanziario semestrale, approvato da una società di revisione sotto la responsabilità del
Consiglio di Amministrazione, al CMF, il Conseil du Marché Financier (l’organo indipendente
di controllo creato nel 1994 dal governo) ed alla Borsa.
A tutela dell’azionariato di minoranza sono previste norme che regolano le azioni di controlling
block (tentativi da parte di persone fisiche o giuridiche di acquisire il pacchetto di
maggioranza) attraverso dichiarazioni ed autorizzazioni da parte del CMF e della Borsa. Inoltre,
qualora una persona fisica o giuridica detenga più del 5% delle azioni è tenuta a dichiararlo
alla società stessa, al CMF ed alla Borsa.
Società a responsabilità limitata
Se la società è a responsabilità limitata non può vendere azioni al pubblico; può essere invece
costituita anche da solo due soci. Il capitale minimo richiesto è di 10.000 TND. I bilanci non
sono soggetti a revisione. Tra le nuove forme societarie introdotte dal Codice del Commercio
del 2000 è prevista la società a responsabilità limitata uninominale.
Società in nome collettivo
É quella in cui gli associati sono solidamente e illimitatamente responsabili dei debiti societari e
le quote sociali non sono liberamente cedibili ai terzi, salvo clausola contraria.
Società in Accomandita Semplice o Per Azioni
Sono caratterizzate dal diverso regime di responsabilità dei soci accomandanti ed
accomandatari. I primi sono responsabili solidamente ed illimitatamente dei debiti sociali, i
secondi solo nell’ambito del loro rapporto.
Filiali di aziende straniere
Un’impresa straniera può operare in Tunisia tramite una filiale. Per costituire una filiale è
necessario fornire la seguente documentazione al registro delle imprese:
- copia autenticata dello Statuto della Società e del Memorandum o atti costitutivi
equivalenti;
- indirizzo dell’impresa o ufficio principale.
Partnership
Il numero dei partners non è limitato. Ogni partner è solidalmente responsabile per i debiti
contratti dall’impresa. La legge non obbliga la revisione dei conti delle aziende che operano in
partnership così come non prevede la pubblicazione dei bilanci. La morte, le dimissioni o il
ritiro di ogni partner individuale non dissolve la partnership, a meno che l’accordo di
partnership non lo preveda espressamente.
Joint venture
Sono incoraggiate le Joint venture con agenzie governative; possono essere costituite come
partnership o come società di capitali in cui tutte le parti sono azioniste.
Società totalmente esportatrici
Sono società la cui produzione è destinata totalmente all’estero, o società che forniscono
prestazioni di servizi all’estero, che possono anche essere realizzati in Tunisia, ma in vista del
loro utilizzo all’estero. Lo stesso regime è applicabile a quelle società che lavorano
esclusivamente con società totalmente esportatrici o che si trovano nelle zone franche
economiche, così come agli istituti bancari che lavorano, essenzialmente, con non residenti.
Società parzialmente esportatrici
Sono società per le quali l’esportazione non costituisce lo scopo sociale esclusivo, ma che
comunque, tra le altre attività, compiono anche delle operazioni export, quali:
- vendita di merci all’estero;
- prestazioni di servizi all’estero;
- servizi realizzati in Tunisia ma destinati all’estero;
- vendita di merci e prestazione di servizi alle imprese totalmente esportatrici, alle imprese
che operano nelle zone franche economiche, nonché istituti finanziari che lavorano
essenzialmente con non residenti.
É riconosciuta, inoltre, la libertà di trasferimento di profitti e capitali, grazie all’adesione della
Tunisia alla Convenzione sugli Arbitrati di New York, alla MIGA e agli accordi firmati da vari
paesi sulla protezione degli investimenti e sull’esenzione dalla doppia tassazione dei profitti. La
proprietà intellettuale è protetta in Tunisia dalle leggi interne e dagli accordi internazionali. Tra
questi la Convenzione di Parigi per la difesa della proprietà industriale e la Convenzione di
Berna concernente le opere artistiche e letterarie. La legislazione regolamenta i diritti di autore
comprese le licenze, i software, brevetti industriali e marchi.
La legislazione tunisina considera come non residente qualsiasi società il cui capitale sia
detenuto per almeno il 60% da stranieri o da tunisini non residenti. É stata concessa agli
stranieri la possibilità di acquistare fino al 10% di una società quotata in borsa e fino al 30% di
una non quotata senza bisogno dell’autorizzazione della Banca Centrale. Tuttavia, molti
potenziali investitori stranieri ritengono che il mercato tunisino sia sovraquotato.
Inoltre, il Codice Commerciale del 2000 prevede norme in materia di riorganizzazione
societaria, quali le fusioni, le divisioni e le trasformazioni di società. É previsto anche un nuovo
regime legale e fiscale per i gruppi societari proprio al fine di incoraggiare la formazione di
gruppi più grandi e consolidati, che possano meglio competere con il mercato estero al quale la
Tunisia si sta aprendo, in seguito agli accordi stretti con l’Unione Europea e l’Organizzazione
Mondiale per il Commercio (WTO). La società a capo del gruppo dovrà essere quotata in un
mercato azionario locale.
Mercato del lavoro
L’attuazione di graduali riforme sociali ha recentemente fatto diminuire il tasso di
disoccupazione, che tuttavia rimane molto elevato soprattutto se si considera la rapida crescita
della popolazione.
Il tasso di disoccupazione in Tunisia è ancora piuttosto alto; nel 2006 si è raggiunta una
percentuale pari al 14.2%, comunque positivi segnali giungono dall’economia tunisina. Infatti,
la legge finanziaria del 2007, mira a diminuire la pressione fiscale sugli utili delle aziende (dal
35% al 30%) e l’Iva sui prodotti di lusso (dal 29% al 18%), sostituita dalla tassa sul consumo
(10%). La finanziaria mira anche a realizzare obiettivi di sviluppo economico per raggiungere
un tasso di crescita del 6% (attualmente è del 5.5%) e la creazione di 80.000 posti di lavoro.
Rapporto di lavoro
Le relazioni tra il datore di lavoro e i lavoratori sono regolate dal Codice del Lavoro e dagli
Accordi Quadro e Accordi di Settore.
Il Codice del Lavoro, le cui disposizioni sono state definite tra il 1994 ed il 1996, determina lo
statuto legale dei rapporti di lavoro e affida all’Ispettorato del lavoro il controllo sulla corretta
applicazione di questa normativa. Tutte le aziende di nuova creazione devono procedere, entro
un mese dall’avvio dell’attività, a fare una dichiarazione all’Ispettorato del lavoro, che deve
essere ripetuta ogni volta che si verificano variazioni rilevanti nella società, come il mutamento
di attività o il cambiamento della sede sociale.
Il contratto di lavoro, che è preferibile redigere per iscritto, può essere di due tipi: a tempo
determinato o a durata illimitata. La ricerca di manodopera è effettuata attraverso l’Office
National de l’Emploi e a livello locale attraverso i Bureaux de l’Emploi. L’assunzione in alcuni
settori fondamentali per lo sviluppo del Paese di neo diplomati locali e l’assunzione di
manodopera in particolari aree destinate allo sviluppo danno diritto a riduzioni di contributi. Le
imprese la cui produzione è destinata totalmente all’esportazione possono assumere senza
autorizzazioni fino a quattro quadri di nazionalità straniera, dovendo invece per ulteriori
assunzioni richiedere l’autorizzazione al Ministero della Formazione Professionale e
dell’Impiego.
Il trattamento salariale dei lavoratori è determinato sulla base di tre modalità alternative:
- per le società statali o parastatali si ha riguardo allo Statuto della funzione pubblica;
- per il settore privato si fa riferimento alla contrattazione collettiva del settore d’interesse;
- attraverso la libera negoziazione tra le parti, salvo il rispetto del minimo salariale fissato
dalla legge in base al decreto n° 247 del 26 maggio 1973.
Il governo stabilisce dunque i minimi salariali per i lavoratori, sia in agricoltura, il salaire
minimum agricole garanti (SMAG), che nell’industria, il salaire minimum interprofessionel
garanti (SMIG). Gli incrementi per entrambi sono negoziati tra il governo, i lavoratori e l’Union
generale des travailleurs tunisiens (UGTT) e sono normalmente mantenuti al passo con
l’inflazione.
Per quanto riguarda le ulteriori condizioni che regolano i rapporti di lavoro, si riportano alcune
indicazioni:
- giorni festivi retribuiti da 6 a 13 (di norma 9);
-
ferie annuali da 12 a 30 giorni.
É possibile fare ricorso al lavoro straordinario, per il quale sono previste maggiorazioni sul
salario:
- per la settimana di lavoro di 48 ore, la maggiorazione è del 75%;
- per la settimana di lavoro di 40 ore, le prime 8 ore hanno una maggiorazione del 25%, le
successive del 50%;
- nel settore agricolo la maggiorazione è del 25%.
Esistono diversi organismi rappresentativi sia degli imprenditori sia dei lavoratori. I principali
sono:
UTICA - Union Tunisien de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat;
UTAP - il sindacato degli agricoltori;
UGTT - sindacato di rappresentanza del mondo operaio.
Educazione e formazione professionale
L’obbligo scolastico in Tunisia riguarda i ragazzi dai 9 ai 15 anni. Oggi la Tunisia registra un
tasso di alfabetizzazione dell’85%. Particolare attenzione viene dedicata alla formazione
professionale. Nell’ambito del Programma EQIP - Education Quality Improvement Program II,
sostenuto dalla Banca Mondiale, il governo tunisino riceverà supporto per aumentare la forza
lavoro ben qualificata attraverso lo sviluppo di collegamenti con la scuola secondaria,
l’istruzione professionale e la predisposizione di istituzioni di formazione superiore. Il
programma prevede anche la diversificazione della formazione secondaria in modo da renderla
più in sintonia con le esigenze dalla società e dell’economia tunisina.
COSTO MANODOPERA (indicativi)
Salario Minimo Interprofessionale Garantito
Salari mensili:
48 ore settimanali: 218,2 TND
(SMIG)
40 ore settimanali: 189,9 TND
Salario minimo garantito in agricoltura (SMAG) Salario giornaliero lavoratore qualificato
7,16 TND
Salari mensili dei quadri (indicativi)
Direttore tecnico: 550-710 TND
Ingegnere: 450-577 TND
Aiuto Ingegnere: 400-450 TND
Tecnici: 300 TND
Contabili: 280 TND
CONTRIBUTI PREVIDENZIALI (indicativi)
Tasse per la formazione professionale
1,00%
Quota del datore di lavoro alla Cassa di
16,00%
previdenza CNSS
Fondo speciale da versare alla CNSS
0,50%
Foprolos
1,00%
Altri (ferie retribuite, medicine, indumenti,
15,30%
assicurazioni)
Totale
35,50%
Costi industriali
TELEFONO
(tariffe di comunicazione in TND/minuto per Paesi di destinazione-IVA inclusa)
Unione del Maghreb Arabo
tariffa normale 0,340
tariffa ridotta 0,305 (*)
Medio Oriente, Europa Occidentale e del Nord tariffa normale 0,550
tariffa ridotta 0,495*
Ovest
America Latina, Europa dell’Est, Africa, Asia,
altri Paesi
tariffa normale 0,680
tariffa ridotta 0,610*
(*) la tariffa ridotta si applica alle chiamate effettuate dalle ore 20,00 alle ore 7,00 dal lunedì al sabato e
durante tutta la giornata di domenica
uso industriale
uso turistico
canone mensile
tariffa consumi
canone orario ( mensile)
uniforme (mensile)
uso agricolo
fascia economica (mensile)
fascia normale (mensile)
tariffa consumi
ACQUA
(tariffa in TND/m3)
0,605 TND per i primi 150 m3
0,740 TND per consumi oltre i 150 m3
alberghi: 0,740 TND/m3
ELETTRICITÀ
alta tensione
2,500 TND/KW
giorno 0,04
ora di punta 0,08
media tensione
3 TND/KW
giorno 0,047
ora di punta 0,092
0,300 TND/KW
giorno 0,06
ora di punta 0,06
giorno 0,047
bassa tensione
0,100 TND/KW
tariffa consumi: 0,061
0,100 TND/KW
0,083
Disciplina doganale
Nella legge di bilancio 2005 sono state adottate misure tese a semplificare il sistema tariffario,
riducendo il numero delle tariffe doganali da 54 a 17 e favorendo il ravvicinamento dei diritti
doganali applicabili ai prodotti provenienti dalle nazioni più favorite, a quelli previsti
dall’Accordo di Associazione con l’UE. Tali misure consentiranno anche un miglioramento
dell’azione amministrativa delle dogane.
Attualmente, in Tunisia, si verificano una serie di ostacoli all’importazione di prodotti europei
che non rivestono un carattere tariffario. Per molti prodotti, infatti, è necessario ottenere una
licenza d'importazione; questa tipologia di protezionismo ostacola nella pratica la circolazione
delle merci configurandosi come "barriera non tariffaria" all'esportazione.
Importazioni
Documenti richiesti (redatti in francese e autenticati dalle autorità consolari tunisine):
-
fattura commerciale in 5 copie, firmata dall’esportatore, contenente una descrizione
dettagliata delle merci spedite;
fattura proforma (per le merci che necessitano licenza);
certificato d’origine, se richiesto (legalizzato dalla Camera di Commercio);
polizza di carico;
lista di carico (se la spedizione comprende più colli separati);
certificati sanitari, per animali vivi, carne, frutta e verdura.
Secondo la legge tunisina è l’importatore che si occupa della procedura di sdoganamento. Nel
caso dello sdoganamento di beni destinati alla vendita sul territorio tunisino, il suo compito
consiste nella presentazione agli uffici doganali di una copia delle fatture delle merci e di una
copia della autorizzazione all’importazione che viene rilasciata a tutti quei commercianti che
intendono commercializzare prodotti di provenienza estera. Tali documenti, vistati dall’ufficio
doganale competente, permettono lo sdoganamento delle merci dopo il pagamento dei diritti
doganali e delle tasse d’effetto.
Di regola in Tunisia vige la libera importazione e le limitazioni concernono solo alcuni beni. La
legge tunisina prevede i seguenti regimi per le importazioni:
- merci ammesse liberamente, che devono essere accompagnate da certificato di
importazione;
- prodotti suscettibili ad interdizione (frattaglie di carne, prodotti chimici, tappeti etc.);
- prodotti esclusi a titolo provvisorio, per i quali è necessaria una autorizzazione
all’importazione;
- merci vietate, definite dal Codice doganale, che impedisce in senso assoluto l’importazione
nel Paese di prodotti contro la morale e la salute, le armi (ad esclusione di quelle da
caccia), le munizioni e gli esplosivi (ad eccezione di quelli destinati ad uso civile), gli
stupefacenti e tutti i prodotti recanti abusivamente il marchio di fabbrica “Prodotto in
Tunisia”.
É vietata l’importazione di carni bovine e derivati a causa del pericolo di infezione da BSE.
É inoltre vietata l’importazione di verdure sotto aceto perché contengono un colorante
alimentare, il Tartazine.
Regimi preferenziali
Le società che operano nelle due Zone Franche istituite con la Legge n°. 81 del 3 agosto 1992,
una vicino a Biserta, nel nord-est, e l’altra nel porto di Zarzis, nel sud-est, beneficiano degli
stessi vantaggi riservati alle società totalmente esportatrici (off-shore), ed in aggiunta, hanno
come unico interlocutore di erogazione dei servizi l’autorità che gestisce le rispettive zone.
Particolarmente avvantaggiate risultano le imprese industriali esportatrici autorizzate ad
operare in queste zone, poiché esse non sono tenute a presentare anticipatamente per ogni
operazione doganale contratti di vendita, disponendo di un controllo doganale interno allo
stabilimento che verifica quantità e valori delle merci importate per la lavorazione e la
riesportazione a fase terminata.
Controlli
Alcuni prodotti possono essere sottoposti ad un controllo tecnico obbligatorio, teso a verificare
la conformità dei prodotti alle norme tecniche nazionali o internazionali in vigore e
particolarmente quelle relative alla sicurezza e alla salute dei consumatori. Le modalità sono
fissate con decreto n° 94-1744 del 1994.
Le operazioni di controllo sono intraprese sul luogo di sdoganamento del prodotto e prima che
la dogana ne autorizzi il prelievo.
Va osservato lo sviluppo di nuove esigenze in materia di conformità che sono spesso
impreviste e poco chiare nelle loro modalità. Queste misure fanno parte di ostacoli non tariffari
destinati a proteggere il mercato locale e a frenare una crescita troppo rapida delle
importazioni. Gli esportatori devono dunque informarsi precisamente presso i propri clienti
tunisini, soprattutto se il pagamento della merce non è assicurato tramite un credito
documentario irrevocabile.
Al contrario, l’acquisto da parte di società straniere di beni presso fornitori tunisini necessita di
un pagamento prima della spedizione.
I ritardi di realizzazione dei controlli tecnici possono rallentare lo sdoganamento delle merci di
diverse settimane o addirittura di mesi.
Regimi preferenziali sono previsti anche per le importazioni di prodotti originari di una trentina
di Paesi africani e mediorientali come Algeria, Arabia Saudita, Costa d’Avorio, Emirati Arabi,
Iraq, Giordania, Kuwait, Libia, Marocco, Senegal, Sudan, Siria, ecc. Le facilitazioni daziarie
concesse alle importazioni in Tunisia da detti paesi sono stabilite sulla base di accordi
commerciali stipulati con i vari paesi e possono prevedere franchigia doganale o riduzione
daziaria fino al 50%.
Sistema fiscale
L’attuale sistema prevede la distinzione tra imposte dirette (nelle quali sono fatte rientrare
l’imposta sul reddito delle persone fisiche, giuridiche e l’imposta per la formazione
professionale) ed indirette (imposta sul valore aggiunto, imposta al consumo, sui viaggi
all’estero e sull’assicurazione). Una legge fiscale del 1988 ha riformato il sistema fiscale
tunisino, introducendo nel Paese l’imposta sul valore aggiunto.
Imposta sulle Persone Fisiche
L’imposta grava sui redditi ritratti annualmente da ciascuna persona fisica residente. Si
considerano residenti le persone che hanno la residenza abituale nel Paese oppure le persone
che, continuativamente o discontinuamente, risiedono in Tunisia per almeno 183 giorni in un
anno pur senza possedere una residenza abituale. Relativamente ai redditi prodotti in Tunisia,
sono soggetti a tassazione sia le persone fisiche residenti sia quelle non residenti.
Costituiscono redditi tassabili le rendite derivanti da proprietà immobiliari, i guadagni di
capitale, le rendite vitalizie, i redditi derivanti da prestazioni di lavoro, i redditi derivanti
dall’esercizio di imprese in Tunisia nonché qualunque altro reddito prodotto in Tunisia. Tra i
redditi esenti devono essere menzionati i dividendi e gli altri redditi assimilati, gli interessi sui
conti di deposito e di risparmio, gli interessi maturati sui conti di risparmio degli studenti,
nonché le plusvalenze derivanti dall’esercizio dell’opzione di sottoscrizione di capitale di società
operanti nel settore delle tecnologie. Il personale di staff assunto da una società di
esportazione o da una società offshore può scegliere di essere assoggettato all’aliquota unica
del 20 per cento. Dal 1° gennaio di ogni anno l’imposta sul reddito è dovuta in relazione ai
redditi prodotti nel precedente periodo di imposta.
Per quanto concerne l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’aliquota applicata va dallo 0 al
35%, in funzione del reddito dichiarato (per redditi superiori a 50.000 TND l’imposta è pari al
35%):
- da 0 a 1.500 TND 0%;
- da 1.500 a 5.000 TND 15%;
- da 5.001 a 10.000 TND 20%;
- da 10.001 a 20.000 TND 25%;
- da 20.001 a 50.000 TND 30%;
- oltre 50.000 TND 35%.
Regime Forfettario
È applicabile, a determinate condizioni, alle piccole imprese che esercitano un’attività
industriale, artigianale, commerciale o di prestazione di servizi e il cui volume d’affari non
supera 30.000 dinari annui. Tale limite è elevato a 100mila dinari annui relativamente a quei
soggetti che scelgono il pagamento di un’imposta annuale uguale a 1.500 dinari. La misura
dell’imposta forfetaria è determinata secondo scaglioni di volume d’affari cui corrispondono le
somme dovute a titolo di imposta (ad esempio, da 9mila a 12mila dinari sono dovuti 120 dinari
mentre da 24 a 27mila sono dovuti 580 dinari). Gli scaglioni previsti di volume d’affari sono
dieci (da 0 a 30mila) e prevedono imposte da un minimo di 25 ad un massimo di 700,
rispettivamente per lo scaglione minimo e per quello marginale.
Imposta sulle Società
Sono soggetti all’imposta sulle società le società di capitali e assimilate residenti in Tunisia,
qualsiasi ente pubblico non amministrativo a scopo lucrativo nonché le persone giuridiche non
stabilite in Tunisia che realizzano redditi di fonte tunisina.
Sono esonerati dall’imposta determinati enti morali come le cooperative di servizi agricoli e di
pesca, le mutue assicurazioni e le persone giuridiche non domiciliate in Tunisia per quanto
riguarda i dividendi e gli interessi. Il reddito imponibile è determinato a partire dal risultato
contabile al quale devono apportarsi le variazioni previste dalla legislazione fiscale.
L’aliquota ordinaria che grava sui redditi della generalità delle società è del 30% (per i redditi
del 2006 da dichiarare nel 2007) mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, sarà del 10% per le
società operanti nel settore agricolo, della pesca, dell’artigianato e per quelle la cui attività
consiste esclusivamente nell’esportazione.
Sono invece assoggettate all’aliquota del 35% le società operanti nel settore finanziario, degli
idrocarburi e delle telecomunicazioni.
Infine, per le società quotate in borsa l’aliquota è del 20% per i primi cinque anni. L’imposta
annuale non può essere inferiore allo 0,1% del volume d’affari. Tale ammontare minimo non si
applica alle nuove imprese durante il periodo di realizzazione di un progetto con durata
massima di tre anni, né alle imprese che operano nelle zone di sviluppo regionale. Si applica
invece alle imprese in liquidazione se non hanno presentato la dichiarazione di cessazione
dell’attività.
Imposta sul Valore Aggiunto (IVA)
Sono operazioni soggette all’Iva le importazioni, le operazione di produzione a carattere
industriale, le prestazioni di servizi, il commercio all’ingrosso escluso quello riguardante i
prodotti alimentari, il commercio al dettaglio dei commercianti che realizzano un volume
d’affari superiore a 100mila dinari escluso quello riguardante i prodotti alimentari, farmaceutici
e i medicamenti.
Il meccanismo applicativo si fonda sul principio della deduzione: l’imposta che ha
effettivamente gravato sul prezzo di una operazione imponibile è deducibile dall’imposta
applicabile alle operazioni tassabili. L’imposta è aggiunta al prezzo di vendita con le seguenti
aliquote: 6 per cento per i prodotti attinenti l’area medica, sociale e dell’istruzione; 12 per
cento per le attrezzature informatiche e la produzione di macchinari; 18 per cento per gli altri
prodotti e servizi. Per i più comuni prodotti alimentari è prevista l’esenzione.
Sistema creditizio e finanziario
In seguito al processo di privatizzazione avviato nel 2002, il ruolo del settore pubblico nel
sistema bancario si è notevolmente ridotto, a vantaggio degli operatori privati e internazionali.
Il rilancio degli investimenti è condizionato dal miglioramento del clima degli affari. La Banca
Mondiale ha raccomandato di migliorare trasparenza e certezza del quadro legislativo,
ritenendo questi criteri piu’ importanti della politica di promozione degli investimenti in
determinati settori. Nonostante i progressi realizzati in materia di riforme, soprattutto nel
risanamento delle banche di sviluppo e la promulgazione di leggi contro il riciclaggio, il sistema
finanziario costituisce ancora un freno agli investimenti, per carenze nell’accesso al
finanziamento e nell’allocazione efficiente delle risorse. Se l’adozione del nuovo codice
d’investimenti rappresenta un progresso reale, la sua applicazione si rivela talvolta difficoltosa
perché prevede numerose eccezioni, e si scontra con decreti non abrogati, in particolare nelle
attività di servizi.
Il sistema bancario della Tunisia comprende 14 banche commerciali (di cui 6 statali, che
dominano il mercato), 6 banche di sviluppo, 2 merchant banks e 8 banche offshore. Vi sono
inoltre 9 compagnie di leasing, una borsa valori ed un numero crescente di società e fondi di
investimento. In particolare, tra gli altri organismi specializzati in campo finanziario si
annoverano 139 società d’investimento a capitale fisso ed a capitale variabile, società di
factoring, di leasing e di gestione di portafoglio. Tutto il settore è regolato dalla Banca Centrale
(BCT) che, fondata nel 1958, detiene tutte le funzioni proprie di una banca centrale.
Una sorta di accordo di non concorrenza stipulato tra tutti i principali attori del sistema
bancario ha finora prodotto una forte rigidità dei tassi di interesse. Così, il divario tra i tassi
sottoposti al controllo diretto della BCT e quelli di mercato è in pratica costante.
La nuova legge del 2001, incoraggia le banche ad impegnarsi in un’ampia gamma di operazioni
finanziarie, incluso il settore delle assicurazioni, e crea inoltre un sistema di garanzia che
offrirà ai possessori di depositi maggiori protezioni.
La nuova legge è l’ultima di una serie di riforme del settore finanziario cominciate negli anni
‘90, dietro incoraggiamento della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale,
mentre altre riforme ancora in ulteriori comparti del settore finanziario, incluse le assicurazioni,
costituiranno aspetti importanti della politica economica dei prossimi cinque anni.
Le riforme già implementate hanno in qualche modo reso il settore più forte, sebbene non tutte
le banche abbiano soddisfatto i più alti standard di prudenza richiesti. La competizione è in
genere limitata dal dominio statale. Sebbene ci siano partecipazioni estere già nella maggior
parte delle banche commerciali, il settore resta dominato dalle banche di proprietà statale, che
contano per circa il 65% del settore. Il peso dei prestiti inesigibili limita invece l’abilità del
settore bancario a reperire moneta all’estero.
Il Governo ha inoltre previsto fusioni e privatizzazioni. L’obiettivo è di trasformare il settore
proprio attraverso una serie di fusioni bancarie, mirate a rimpiazzare il vasto numero di banche
specialistiche con un numero più piccolo di forti ed efficienti istituzioni multi-funzionali, in
grado di affrontare la futura competizione estera.
Il processo di fusione è già cominciato. La prima fusione fra tre banche parzialmente di
proprietà statale è stata completata nel dicembre 2000, e ha riguardato una banca
commerciale, Societe Tunisienne de banque (STB), e due banche di sviluppo, la Banque de
developpement economique de Tunisie (BDET) e la Banque nationale de developpement
touristique (BNTND). La banca nata dalla fusione, che porta il nome di STB, è la più grande
banca della Tunisia e la quarta più grande banca dell’Africa, e probabilmente sarà anch’essa
privatizzata. La speranza del governo è che tale banca abbia le dimensioni, lo spessore di
esperienza e la capacità di investimenti necessarie a fronteggiare la competizione estera.
In generale, può affermarsi che le banche tunisine siano oggetto di interesse per i movimenti
che a livello internazionale spingono verso operazioni di fusione, vaste acquisizioni, nonché
apertura al privato; mentre per comprimere i costi, la soluzione più pratica resta quella di
raggruppare le banche. Una nuova legge bancaria, finalizzata, da una parte, a liberalizzare
l’intero settore finanziario e, dall’altra, a fissare chiari criteri operativi e a migliorare la gestione
ed il controllo delle istituzioni finanziarie, è stata approvata dalla Camera dei Deputati a giugno
del 2001.
La normativa valutaria tunisina prevede la possibilità per i non-residenti di aprire conti esteri,
presso una banca autorizzata, sia in valuta straniera che in dinari convertibili, ma non in dinari
ordinari. Possono detenere conti in dinari ordinari, esclusivamente per coprire spese locali, le
società estere vincitrici di un contratto di appalto autorizzate dalla Banca Centrale.
Nel novembre del 1994 il Governo ha privatizzato la Borsa dei Cambi (Bourse des valeurs
mobilières - BVM) e ha creato un organo di controllo indipendente, il «Conseil du marché
financier». Per tutto il 1994 la Borsa ha registrato un fortissimo aumento del volume d’affari
(+228%), con una crescita dell’indice di cambio del 102%. Nel marzo ‘95, al fine di limitare le
speculazioni, è stata introdotta una legge che regola il movimento di prezzo giornaliero.
Tra le Banche italiane presenti nel Paese, la Banca Commerciale Italiana (oggi nel gruppo
Intesa), il Monte dei Paschi di Siena, e l’Istituto Bancario San Paolo di Torino ed il Credito
Emiliano che hanno acquisito partecipazioni in Banche locali.
Nel settore assicurativo sono presenti 20 compagnie, di cui 15 sono tunisine e 5 straniere tra
cui società francesi ed italiane. Quattro delle società tunisine sono interamente e parzialmente
di proprietà statale, compresa la più grande, la STAR, che detiene un terzo del mercato. Una
totale riorganizzazione del settore è ormai imminente.
Principali trattati
Convenzione per evitare la doppia imposizione
Firmata il 16.05.79 e ratificata con Legge n. 388 del 25.05.1981 (S.O. della G.U. n. 202 del
24.07.81)
Accordo sulla promozione e la protezione degli investimenti
Firmato il 17 ottobre 1985 e ratificato con Legge n. 16 del 02.01.1989 (S.O. della G.U. n. 23
del 28.0189)
Strumenti comunitari di cooperazione
L’inizio delle relazioni tra l’Unione Europea e la Tunisia risale al marzo del 1969, anno in cui è
stato firmato un accordo riguardante il regime degli scambi, sostituito poi nel 1976 con un
accordo di cooperazione e successivamente nel luglio del 1995 con un accordo di associazione
che la UE si è apprestata a concludere con tutti i partner mediterranei nel quadro del nuovo
Partenariato Euro-Mediterraneo (contraddistinto da una partnership politica, sicurezza,
economica, finanziaria, sociale e culturale) sancito in occasione della Conferenza di Barcellona
del novembre del 1995.
La Tunisia è stato il primo Paese a firmare con l’UE un Accordo di Associazione assumendosi il
ruolo di coordinatore all’interno del gruppo dei Paesi arabi. L'accordo configura la struttura
istituzionale per la creazione di un’area di libero scambio tra i partner del Mediterraneo e l’UE
(prevista per il 2010) ed una cooperazione in vari settori (commercio, industria, tecnologia,
ricerca e sviluppo ecc.).
Con la Tunisia, l'accordo è stato firmato a luglio 1995 ed è entrato in vigore a marzo 1998
anche se le tariffe ivi previste sono entrate in vigore dal 1° gennaio 1996. Il Protocollo n.1
riguarda il regime applicabile all'importazione nella UE dei prodotti agricoli tunisini; il Protocollo
n.2 riguarda i prodotti della pesca tunisini; il Protocollo n.3 riguarda l'importazione in Tunisia
dei prodotti agricoli della UE; il Protocollo n.4 riguarda la definizione della nozione di "prodotti
originali" ed i metodi di cooperazione amministrativa; il Protocollo n.5 riguarda la reciproca
assistenza in materia doganale tra le autorità.
La Tunisia ha realizzato una buona performance nell’ambito del processo di Barcellona e
dell’Accordo d’Associazione, aprendo la sua economia al libero scambio ed ha utilizzato in
modo ottimale sia i fondi messi a disposizione dall’Unione tramite il programma MEDA (20002006), che i fondi della BEI, ha sostenuto la transizione economica dei Paesi terzi mediterranei
e l’istituzione di una zona euromediterranea di libero scambio appoggiando le riforme
economiche e sociali per l’ammodernamento delle imprese e lo sviluppo del settore privato.
Attualmente, la Tunisia è tra i Paesi terzi che partecipano alla politica europea di vicinato (ENPI
2007-2013). Il programma ENPI va a sostituire il programma MEDA e, in parte, il programma
TACIS. Il regolamento n. 1638/2006 del 24 ottobre 2006 adottato dal Parlamento Europeo e
dal Consiglio, istituisce uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza
comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione
Europea e i Paesi ed i territori destinatari del programma. L'assistenza comunitaria sarà
utilizzata a beneficio dei Paesi partner. Essa può altresì essere utilizzata a beneficio comune
degli Stati membri e dei Paesi partner e delle loro regioni, allo scopo di promuovere la
cooperazione transfrontaliera e transregionale.
L'assistenza comunitaria incentiverà il consolidamento della cooperazione e la progressiva
integrazione economica tra l'Unione europea e i paesi partner e, in particolare, l'attuazione di
accordi di partenariato e di cooperazione, di accordi di associazione o di altri accordi presenti o
futuri. Essa incoraggerà altresì gli sforzi dei Paesi partner volti a promuovere il buon governo e
un equo sviluppo sociale ed economico.
L’assistenza comunitaria sarà utilizzata per sostenere misure nell'ambito dei seguenti settori di
cooperazione:
a) promozione del dialogo politico e della riforma in campo politico;
b) promozione del ravvicinamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso standard
più elevati in tutti i settori di pertinenza, in particolare per incoraggiare la progressiva
partecipazione dei paesi partner al mercato interno e l'intensificazione degli scambi;
c) consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all'elaborazione e
all'attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di
partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità e/o i
suoi Stati membri e i paesi partner siano parti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi
definiti nel presente articolo;
d) promozione dello Stato di diritto e del buon governo, in particolare rafforzando l’efficienza
dell'amministrazione pubblica e l'imparzialità e l’efficienza del potere giudiziario, e sostegno
alla lotta contro la corruzione e le frodi;
e) promozione, sotto tutti gli aspetti, dello sviluppo sostenibile;
f) proseguimento degli sforzi per lo sviluppo regionale e locale, nelle zone rurali e urbane, allo
scopo di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale;
g) promozione della protezione ambientale, della conservazione della natura e della gestione
sostenibile delle risorse naturali, tra cui le acque dolci e le risorse marine;
h) sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al
raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU;
i) sostegno alle politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l'inclusione sociale, la parità
tra i sessi, la non discriminazione, l'occupazione e la protezione sociale, inclusa la
protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle
norme fondamentali in materia di lavoro, comprese quelle relative al lavoro infantile;
j) sostegno alle politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione, incluse non
soltanto misure atte a combattere le più gravi forme di malattie trasmissibili e di malattie e
patologie non trasmissibili, ma anche a garantire l'accesso, da parte delle ragazze e delle
donne, ai servizi e all'educazione in materia sanitaria, comprese la salute riproduttiva e
infantile;
k) promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle
donne e dei bambini;
l) sostegno alla democratizzazione, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle
organizzazioni della società civile e la promozione del pluralismo dei media, nonché
mediante il monitoraggio e l'assistenza in occasione delle elezioni;
m) sostegno allo sviluppo della società civile e delle organizzazioni non governative;
n) incentivazione dello sviluppo dell'economia di mercato, comprese le misure volte a
sostenere il settore privato e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, ad incoraggiare gli
investimenti e a promuovere gli scambi mondiali;
o) promozione della cooperazione nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei
trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni, le reti e il relativo
sfruttamento, miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e dello
sfruttamento delle fonti di energia e promozione di fonti di energia rinnovabili,
dell'efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;
p) sostegno ad azioni mirate ad una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini,
segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;
q) gestione delle frontiere efficace e sicura;
r) sostegno al processo di riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e
affari interni, comprese questioni quali il diritto d'asilo, la migrazione e la riammissione, e
le azioni volte a combattere e a prevenire il traffico di esseri umani nonché il terrorismo e
la criminalità organizzata, incluso il suo finanziamento, il riciclaggio del denaro e la frode
fiscale;
s) sostegno alla cooperazione amministrativa in vista del miglioramento della trasparenza e di
uno scambio più intenso di informazioni in materia fiscale, al fine di combattere la frode e
l’evasione;
t) promozione della partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e
dell’innovazione;
u) promozione della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore
dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli
studenti;
v) promozione del dialogo multiculturale, dei contatti tra i popoli e dei legami con le comunità
di immigrati che vivono negli Stati membri, della cooperazione tra le società civili, delle
istituzioni culturali nonché degli scambi tra i giovani;
w) sostegno alla cooperazione finalizzata a tutelare il patrimonio storico e culturale e a
promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;
x) sostegno alla partecipazione dei paesi partner ai programmi e alle agenzie della Comunità;
y) sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte nell'intento
di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle regioni
frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della Comunità;
z) promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale e subregionale, comprendendo,
se del caso, i paesi che non hanno diritto all'assistenza comunitaria a norma del presente
regolamento;
aa) offerta di sostegno nelle situazioni susseguenti alle crisi, incluso il sostegno ai profughi e
agli sfollati, e assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;
bb) promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure
e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;
cc) risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di
qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente regolamento.
Gli accordi di partenariato e di cooperazione, gli accordi di associazione e altri accordi presenti
o futuri che stabiliscono rapporti con i paesi partner, nonché le pertinenti comunicazioni della
Commissione e le conclusioni del Consiglio che individuano le linee guida delle politiche
dell’Unione europea nei confronti di questi stessi paesi formeranno il quadro generale delle
politiche ai fini della programmazione dell'assistenza comunitaria nell'ambito del presente
regolamento. I piani d’azione definiti di comune accordo o altri documenti equivalenti
costituiranno un elemento di riferimento essenziale per individuare le priorità dell’assistenza
comunitaria. Laddove tra l'Unione europea e i paesi partner non esistano suddetti accordi ,
l’assistenza comunitaria potrà essere fornita qualora risulti utile per perseguire gli obiettivi
delle politiche dell'Unione europea. Essa sarà programmata in base a tali obiettivi.
Complementarità, partenariati e cofinanziamenti
L'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento sarà, di regola, complementare
o ausiliare alle corrispondenti strategie e misure nazionali, regionali o locali. L’assistenza
comunitaria prevista dal presente regolamento sarà stabilità, di regola, in un partenariato tra
la Commissione e i beneficiari. Il partenariato coinvolgerà, come opportuno, autorità nazionali,
regionali e locali, partner economici e sociali, la società civile nonché altri organismi
competenti. I paesi beneficiari provvederanno, come opportuno, a rendere partecipi i partner
interessati al livello territoriale idoneo, segnatamente su scala regionale e locale, nelle fasi di
preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi e dei
progetti. L’assistenza comunitaria sarà cofinanziata, di regola, dai paesi beneficiari tramite
fondi pubblici, contributi provenienti dai beneficiari o altre fonti. Si può derogare al requisito in
materia del cofinanziamento in casi debitamente giustificati e ove ciò sia necessario a
sostenere lo sviluppo della società civile e degli attori non statali per misure volte a
promuovere i diritti umani e libertà fondamentali, nonché a sostenere il processo di
democratizzazione.
Coerenza, compatibilità e coordinamento
I programmi e i progetti finanziati ai sensi del presente regolamento saranno coerenti con le
politiche dell'Unione europea. Essi saranno conformi agli accordi conclusi dalla Comunità e
dagli Stati membri con i paesi partner e rispetteranno gli impegni assunti dai medesimi in base
ad accordi multilaterali e convenzioni internazionali di cui sono parti, compresi impegni in
materia di diritti umani, democrazia e buon governo. La Commissione e gli Stati membri
garantiranno la coerenza tra l’assistenza comunitaria fornita nell'ambito del presente
regolamento e l’assistenza finanziaria fornita dalla Comunità e dagli Stati membri tramite altri
strumenti finanziari interni ed esterni, nonché dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
La Commissione e gli Stati membri garantiranno il coordinamento dei rispettivi programmi di
assistenza nell’intento di rendere maggiormente efficace ed efficiente la fornitura degli aiuti
conformemente agli orientamenti stabiliti per il rafforzamento del coordinamento operativo
nell'ambito dell'assistenza esterna e per l'armonizzazione delle politiche e delle procedure. Il
coordinamento comporterà consultazioni regolari e scambi frequenti di informazioni rilevanti
durante le diverse fasi del ciclo di assistenza, soprattutto sul campo, ed assumerà un ruolo
centrale nei processi di programmazione degli Stati membri e della Comunità.
PROGRAMMAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI FONDI
L’assistenza comunitaria viene attuata attraverso:
a) documenti di strategia nazionali, multinazionali e transfrontalieri e programmi indicativi
pluriennali, che riguardano:
- programmi nazionali o multinazionali che concernono l'assistenza a un paese partner o
trattano la cooperazione regionale e subregionale tra due o più paesi partner, nei quali
è possibile la partecipazione degli Stati membri;
- programmi di cooperazione transfrontaliera che concernono la cooperazione tra uno o
più Stati membri e uno o più paesi partner, da attuare nelle rispettive regioni confinanti
con la parte comune delle frontiere esterne della Comunità;
b) programmi operativi congiunti per la cooperazione transfrontaliera , programmi d’azione
annuali e misure speciali.
I programmi multinazionali possono includere misure di cooperazione transregionale. Ai fini del
presente regolamento, per cooperazione transregionale si intende la cooperazione tra gli Stati
membri e i paesi partner, volta ad affrontare sfide comuni, a loro comune vantaggio e posta in
essere ovunque sul territorio degli Stati membri e dei paesi partner.
Ai fini dei programmi nazionali o multinazionali saranno adottati dei documenti di strategia, i
quali copriranno un arco di tempo compatibile con le priorità individuate nel quadro delle
politiche e conterranno programmi indicativi pluriennali, inclusi i relativi stanziamenti e
obiettivi prioritari per ogni paese o regione.
Possono beneficiare di un finanziamento finalizzato all’attuazione dei programmi d’azione, dei
programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera o delle misure speciali ai sensi del
presente regolamento:
- i paesi e le regioni partner e relative istituzioni;
- gli enti decentrati dei paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni;
- gli organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità;
- le organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i servizi
o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie
internazionali e le banche di sviluppo, nella misura in cui esse contribuiscano agli obiettivi
previsti dal regolamento in questione;
- le istituzioni e gli organi della Comunità unicamente nel quadro dell’esecuzione delle misure
di sostegno;
- le agenzie dell’Unione europea;
- i seguenti enti e organismi degli Stati membri, dei paesi e delle regioni partner o di
qualsiasi altro Stato terzo, che ottemperino alle disposizioni in materia di accesso
all'assistenza esterna della Comunità, nella misura in cui essi contribuiscano agli obiettivi
del presente regolamento:
o enti pubblici o parastatali, amministrazioni o autorità locali e relativi consorzi;
o società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati;
o istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione e al finanziamento
degli investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner;
o attori non statali quali definiti alla lettera h);
-
o
i seguenti
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
persone fisiche;
attori non statali:
organizzazioni non governative;
organizzazioni che rappresentano minoranze nazionali e/o etniche;
associazioni professionali e gruppi d’iniziativa locali;
cooperative, sindacati, organizzazioni rappresentative degli attori economici e
sociali;
organizzazioni locali (comprese le reti) che operano nel settore della
cooperazione e dell’integrazione regionali decentrate;
associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di
insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche;
università;
chiese e associazioni o comunità religiose;
mass media;
associazioni transfrontaliere, associazioni non governative e fondazioni
indipendenti.
L’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata:
- al finanziamento di misure di assistenza tecnica e di misure amministrative mirate,
comprese quelle misure di cooperazione che implichino la partecipazione di esperti del
settore pubblico provenienti dagli Stati membri e dalle loro autorità regionali e locali
coinvolte nel programma;
- al finanziamento di investimenti e di attività ad essi connesse;
- alla contribuzione a beneficio della BEI o di altri intermediari finanziari, per il
finanziamento di prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di
investimento;
- a programmi di sgravio del debito in casi eccezionali, nel quadro di un programma di
sgravio del debito concordato a livello internazionale;
- a sostegni diretti al bilancio, settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di
sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della spesa pubblica e ove
siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben formulate,
elaborate dal paese partner e approvate dai suoi principali donatori, incluse
eventualmente le istituzioni finanziarie internazionali;
- a contributi in conto interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale;
- alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali;
- alla partecipazione a un fondo istituito dalla Comunità, dai suoi Stati membri, da
organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o paesi partner;
- alla partecipazione al capitale di istituzioni finanziarie internazionali o di banche di
sviluppo regionali;
- al finanziamento dei costi necessari all'efficiente gestione e supervisione di progetti e
programmi da parte dei paesi che beneficiano dell’assistenza comunitaria;
- al finanziamento di microprogetti;
- a misure in materia di sicurezza alimentare.
Il finanziamento comunitario può inoltre coprire le spese relative alle azioni di
preparazione, monitoraggio, controllo, audit e valutazione, direttamente necessarie
all’attuazione del presente regolamento e al conseguimento dei relativi obiettivi,
segnatamente studi, riunioni, azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pubblicazione e
formazione, incluse misure di formazione per i partner che consentano loro di partecipare
alle varie fasi del programma, spese afferenti alle reti informatiche finalizzate allo scambio
di informazioni, nonché qualsiasi altra spesa di assistenza tecnica o amministrativa a carico
della Commissione per la gestione del programma. Sono altresì comprese le spese di
supporto amministrativo sostenute dalle delegazioni della Commissione, necessarie per
assicurare la gestione delle azioni finanziate ai sensi del presente regolamento. Dette
misure di sostegno non sono necessariamente soggette ad una programmazione
pluriennale e possono essere pertanto finanziate al di fuori dei documenti di strategia e dei
programmi indicativi pluriennali. Il loro finanziamento può comunque rientrare anche
nell’ambito dei programmi indicativi pluriennali.
Le misure finanziate ai sensi del presente regolamento possono essere oggetto di un cofinanziamento, fra l'altro, da parte di:
a) Stati membri, loro autorità regionali e locali e relativi enti pubblici e parastatali;
b) paesi SEE, Svizzera e altri paesi donatori, in particolare i relativi enti pubblici e
parastatali;
c) organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali, in particolare le istituzioni
finanziarie internazionali e regionali;
d) società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati, nonché altri attori
non statali;
e) paesi e regioni partner beneficiari dei fondi.
I programmi di cooperazione transfrontaliera possono riguardare tutte le seguenti regioni
frontaliere:
a) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo le
frontiere terrestri tra Stati membri e paesi partner;
b) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo
bracci di mare di importanza significativa;
c) tutte le unità territoriali costiere corrispondenti al livello NUTS 2 o equivalente, che si
affacciano su un bacino marino comune agli Stati membri e ai paesi partner.
Al fine di assicurare la continuazione della cooperazione esistente e in altri casi giustificabili,
alle unità territoriali confinanti può essere concesso di partecipare ai programmi di
cooperazione transfrontaliera alle condizioni stabilite nei documenti di strategia.
Paesi partner: Algeria; Armenia; Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza;
Azerbaigian; Bielorussia; Egitto; Federazione russa; Giordania; Georgia; Israele; Libano;
Libia; Marocco; Moldova; Siria; Tunisia; Ucraina.
La dotazione finanziaria per l’attuazione del presente regolamento nel periodo 2007-2013
ammonta a 11 181 000 EUR ripartiti come segue:
a) un minimo del 95 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi nazionali e
multinazionali;
b) fino al 5 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi di cooperazione
transfrontaliera.
Progetti multilaterali
La Tunisia è destinataria di finanziamenti da parte dei seguenti organismi internazionali: Banca
Mondiale, Banca Africana di Sviluppo e BEI.
Gruppo Banca Mondiale
Dal 1958, anno in cui la Tunisia è entrata nell'organismo internazionale, a luglio 2005, la Banca
Mondiale ha finanziato 128 operazioni, con promesse iniziali di investimento per un totale di
5.470 milioni di dollari.
La strategia di cooperazione della Banca Mondiale per il periodo luglio 2004/giugno 2008
propone di aiutare il governo Tunisino nel raggiungimento dei seguenti tre principali obiettivi
strategici: (1) sviluppare l'ambiente degli affari per sostenere lo sviluppo di un settore privato
più competitivo e maggiormente integrato sulla scena internazionale e migliorare la
competitività dell'economia tunisina; (2) migliorare le qualifiche e gli impieghi dei diplomati;
(3) migliorare la qualità dei servizi sociali grazie ad una maggiore efficacia della spesa
pubblica.
La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and
Development - finanzia pertanto progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di
sviluppo (PVS). I prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono
rimborsabili in un arco di tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o
a entità pubbliche. Il tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo
medio della raccolta, fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti
IBRD si indirizzano prevalentemente verso alcuni settori:
- programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico,
settore sociale);
- protezione dell’ambiente;
- sviluppo del settore privato e del settore finanziario;
- sostegno alle riforme economiche.
Per l’assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l’IDA - International
Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più
poveri del mondo, il cui reddito pro capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti
IDA vengono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi, hanno una durata di 35
o 40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria
IDA sono:
- i servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche,
ammortizzatori sociali di base);
- l’allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme
macroeconomiche e strutturali, sostegno al settore privato: piccole-medie imprese e
settore finanziario);
- il sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico;
- la protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo
sviluppo rurale, urbano e dei trasporti.
L’IFC - International Finance Corporation - è un’istituzione del Gruppo Banca Mondiale, ma ha
una sua entità giuridica e finanziaria. Ruolo primario dell’IFC è promuovere lo sviluppo del
settore privato nei Paesi in via di sviluppo, a tal fine concede prestiti direttamente alle imprese
private, agisce come investitore diretto nel capitale di rischio e offre una vasta serie di servizi
di consulenza alle imprese private e ai governi.
L’IFC concentra la propria attività sui seguenti obiettivi:
- assistenza alle piccole e medie imprese, da attuarsi soprattutto attraverso intermediari
finanziari.
- sviluppo dei mercati nazionali di capitale;
- privatizzazione e ristrutturazione delle imprese statali;
- sostegno agli investimenti privati nelle infrastrutture (in particolare telecomunicazioni e
settore energetico);
- maggiore equilibrio nella distribuzione regionale degli investimenti;
- potenziamento dei servizi di consulenza.
I principali prodotti offerti dall’IFC sono:
- prodotti finanziari (finanziamenti a lungo termine, partecipazioni azionarie,
finanziamenti in quasi capitale, servizi finanziari);
- mobilizzazione di risorse (cofinanziamenti, fondi di investimento, sottoscrizioni);
- servizi di consulenza (finanziari, settoriali, tecnico-legali, ricerca partner nei paesi in via
di sviluppo).
Le iniziative dell’IFC possono vedere coinvolte anche le imprese dei Paesi sviluppati come
partners in accordi di collaborazione imprenditoriale, joint-ventures o come fornitrici di beni e
servizi.
Per quanto riguarda le operazioni del 2006, il 15 giugno scorso è stato deliberato un prestito di
76 milioni di dollari, destinati al secondo progetto per la riforma dell'insegnamento scolastico
superiore in Tunisia.
E, il 6 luglio scorso, è stato approvato un prestito per 66,8 milioni di dollari per appoggiare il
progetto di risanamento di Tunisi Ovest. Quest'ultimo sostiene gli obiettivi strategici del
governo tunisino per l'accesso e la qualità del risanamento, quale fattore determinante per
promuovere lo sviluppo economico e sociale.
Gruppo Banca Africana (BAD)
É formato dalla Banca Africana di Sviluppo, dal Fondo africano e dal Fondo Speciale della
Nigeria. La Banca, creata nel 1964, riunisce 53 membri regionali (RMC – Regional Member
Countries) e 24 Paesi non regionali tra cui l’Italia. Obiettivo dell’istituzione è promuovere lo
sviluppo economico e sociale del continente africano attraverso la concessione di crediti e
programmi di assistenza tecnica. Gli interventi sono indirizzati verso i principali settori
economici quali l’agricoltura, l’industria e i trasporti, ma interessano anche la pubblica
amministrazione, il settore socio-sanitario, la protezione dell’ambiente. A partire dal 1990 la
Banca ha elaborato uno speciale programma di sostegno al settore privato che unisce agli
strumenti tradizionali di intervento (concessione di crediti e partecipazione al capitale di
rischio), strumenti innovativi (garanzie, investimenti quasi equity, underwriting, linee di credito
agli intermediari finanziari privati).
Il Fondo Africano di Sviluppo è stato istituito nel 1972 per finanziare, a condizioni agevolate,
progetti e programmi in favore dei Paesi più poveri che non hanno il merito di credito per
accedere ai prestiti della Banca. I crediti sono concessi a tasso zero con una commissione pari
all’1% circa e prevedono un periodo di rimborso fino a un massimo di 50 anni, inclusi 10 di
grazia. Il Fondo finanzia progetti, interventi di assistenza tecnica e studi.
Il BAD ha organizzato dal 22 al 24 novembre prossimo a Tunisi, la prima conferenza economica
annuale la quale riunirà gli esperti sullo sviluppo economico in Africa. La BAD ha inoltre
adottato una nuova struttura organizzativa nell'ottica di posizionarsi come un istituzione del
sapere.
I progetti finanziati dal Gruppo Banca Africana in essere sono il Progetto di appoggio
all'istruzione secondaria, il 3° programma di appoggio alla competitività dell'agosto 2005 ed il
programma di sviluppo agricolo integrato.
BEI - Banca europea per gli investimenti
Nel corso del 2004, la BEI ha concesso un prestito per lo sviluppo economico e la tutela
dell’ambiente in Tunisia. Il finanziamento di 34 milioni di euro, proviene dal fondo per gli
investimenti e il partenariato euro-mediterranei (Femip). In particolare il prestito è destinato
alla riqualificazione ambientale di Taparura, una zona costiera vicino a Sfax, la maggiore città
industriale della Tunisia del Sud e si inserisce in un più ampio piano anti-inquinamento delle
autorità governative del Paese nordafricano. La pulizia del litorale, nel quale sorgevano un
tempo alcune delle industrie del distretto di Sfax, e del tratto di mare prospiciente, infatti,
punta a creare un clima favorevole per gli investimenti pubblici e privati in attività turistiche,
ricreative e culturali, oltre a consentire lo sviluppo di programmi di edilizia popolare.
Progetti in essere della Banca Mondiale – 30 giugno 2006
Denominazione e date di approvazione e chiusura dei progetti:
- progetto di dimostrazione per l'eliminazione sostanze inquinanti/ozono: 14/6/1994 31/12/2010
- progetto di investimenti nel settore delle acque: 22/6/2000 - 31/12/2007
- miglioramento del sistema educativo - PAQSET I: 27/6/2000 - 30/8/2006
- secondo progetto di investimenti nei trasporti: 19/4/2001 - 30/6/2009
- gestione del patrimonio culturale : 12/6/2001 - 30/6/2007
- di sostegno alle infrastrutture agricole: 26/6/2001 - 30/6/2007
- FEM- Progetto di gestione zone aeree protette: 27/6/2002 - 31/8/2008
- sviluppo zona montagna e foreste del Nord-Ovest: 31/10/2002 - 31/12/2008
- progetto di sviluppo municipale - III: 5/12/2002 - 30/6/2008
- secondo progetto di miglioramento del sistema educativo - PAQSET II: 3/8/2004 30/6/2008
- secondo progetto di sviluppo delle esportazioni: 29/6/2004 - 31/3/2010
-
FEM- Rendimento energetico del settore industriale: 04/11/2004 - 31/12/2009
FEM- Protezione delle risorse costiere e marittime del Golfo di Gabès: 10/03/2005 30/6/2010
FEM- Programma africano per lo stoccaggio dei pesticidi usati: 18/9/2005 - 30/11/2009
Progetto di approvvigionamento delle acque nei centri urbani: 17/11/2005 - 30/6/2012
quarto prestito per le politiche di sviluppo della competitività economica - PACE IV:
09/06/2005 - 30/6/2007
secondo progetto per la riforma dell'insegnamento superiore: 15/6/2006 - 30/11/2011
Informazioni di viaggio
Prefisso internazionale
00 216 prefisso per il Paese;
71 Tunisi;
72 Hammamet
Fuso orario
1 ora avanti rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich; stesso orario del Meridiano rispetto
all’Italia (anche in Tunisia vige l'ora legale).
Documenti
Passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio (quest'ultima solo in caso di viaggi
organizzati o di prenotazione alberghiera documentata), libretto di navigazione per i marittimi.
Per soggiorni fino a tre mesi non occorre visto. E’ richiesta la sola compilazione a bordo
dell’aereo o della nave di un modulo recante dati anagrafici e motivazioni del viaggio che viene
ritirato dalla polizia di frontiera.
Formalità valutarie
E’ necessario dichiarare su apposito modulo la valuta straniera importata superiore
all’equivalente di 1000 dinari (non vi è un limite massimo). E’ severamente vietato esportare
dinari tunisini.
Si sottolinea l’opportunità di rispettare rigorosamente le direttive locali in materia valutaria; si
sono infatti lamentati episodi spiacevoli che hanno avuto italiani come protagonisti per non
essersi attenuti scrupolosamente alle vigenti normative.
Settimana lavorativa
UFFICI AMMINISTRATIVI: dal Lunedì al Giovedì dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00
alle ore 17.30; il Venerdì e il Sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.00
BANCHE: dal Lunedì al Giovedì dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00; il
Venerdì dalle ore 8.00 alle ore 11.30 e dalle ore 13.00 alle ore 16.00
NEGOZI: dal Lunedì al Venerdì (talvolta anche il Sabato) dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle
ore 14.00 alle ore 18.00
Carte di credito: Tutte le principali
Festività nazionali
1 Gennaio (Capodanno);
20 Marzo (Festa Nazionale - Festa dell’indipendenza)
21 Marzo (Festa della Gioventù)
9 Aprile (Giorno dei martiri)
1° Maggio (Festa del lavoro)
25 Luglio (Festa della Repubblica)
13 agosto (giornata delle donne)
Per quanto riguarda le festività islamiche esse variano ogni anno secondo il calendario lunare.
Dal momento che il calendario lunare Hijra è più corto di 11 giorni rispetto al calendario
Gregoriano, ogni anno le feste islamiche cadono approssimativamente 11 giorni prima
dell’anno precedente. Le date precise sono comunque conosciute solo poco prima della loro
celebrazione, dal momento che dipendono dalle fasi lunari.
Le principali feste islamiche sono: Eid al Fitr anche conosciuta come al-Eid al-Sagheer – 3
giorni di celebrazioni che segnano la fine del Ramadan-mese del digiuno; Eid Al-Adha,
comunemente conosciuta come al-Eid al-Kabeer - la grande festa che commemora l’offerta del
profeta Abramo per il sacrificio e che dura quattro giorni alla fine del mese del Hajj pellegrinaggio alla Mecca; Hijra New Year – Nuovo Anno Islamico; Mawlid al-Nabi Anniversario della nascita del profeta Maometto; al-Isràwàal Mi’raj – la festa che celebra la
visita notturna del Profeta Maometto in paradiso.
Nel 2006 le principali feste islamiche dovrebbero essere nelle seguenti date:
13 gennaio 2006 (Eid Al-Adha- Festa del sacrificio);
31 gennaio 2006 (Muslim New Year);
11 aprile 2006 (compleanno profeta Mouled);
22-24 ottobre 2006 (Eid Al-Fitr - fine del Ramadan)
7 novembre 2006 (New Era Day).
Principali indirizzi utili
«Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali
italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non
corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al
frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.»
GENOVA – CONSOLATO
Indirizzo Via XX Settembe, 2/13 - 16121 Genova
Tel. 0105702102 0105702091 - Fax 0105702117
E-mail [email protected]
Circoscrizione: Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria
Signor ABDERRAHMANE BEN MANSOUR, Console (Exequatur 3 ottobre 2003)
MILANO - CONSOLATO
Indirizzo Via Larga 19 - - 20122 Milano
Tel. 0254100500 0254100475 - Fax 0254100400
E-mail [email protected]
Circoscrizione: Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia
Signor IMED RAHMOUNI, Console (dal 10 febbraio 2005)
NAPOLI - CONSOLATO
Indirizzo Centro Direzionale - Isola F 10 - 80143 Napoli
Tel. 0817345161 0817345171 - Fax 0817345163
E-mail [email protected]
Circoscrizione: Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria
ANPE-Agence nationale de protection de l’environnement
Rue du Cameroun, BP 52, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 847 122 Fax: (216) 71 848 069
Ambasciata di Tunisia e Ufficio commerciale
AmbasciatoreStraordinario e Plenipotenziario: Habib Mansour (dal 10/03/05)
Via Asmara, 7 - 00199 Roma
Tel. (06) 8603060-8 - Fax (06) 86218204
[email protected]
Consolato a Roma
Via delle Egadi, 13 - 00141 Roma
Tel. (06) 87183159 / 87188006 - Fax (06) 87188002
Consolato Generale a Palermo
Piazza Ignazio Florio, 24 - 90139 Palermo
Tel. (091) 328996 / 321231 - Fax (091) 6111733
[email protected]
Ambasciate e Consolati all'estero
Ambasciata d’Italia e Ufficio commerciale
Ambasciatore: Arturo Olivieri
37, Rue Jamel Abdelnaceur 1000 -Tunisi
Tel. (+216 7 1) 321811 Fax (+216 7 1) 324155
Ufficio Commerciale: 7, Rue Ibn Bassam El Menzah IV - Tunisi
Tel. (+216 71) 754133 / 237755
[email protected] [email protected]
http://www.ambtunisi.esteri.it/ambasciata_tunisi
Vice Consolato Onorario d'Italia a Biserta
A. Cons. On. Kamel Ouaddour
10, Rue de Russie
Tel (+216) 72 436086 Fax: (+216) 72 436086
Vice Consolato Onorario d'Italia a Susa
V. Cons. On. Mohamed Moncef Kaboudi
Km 6.5 - Acouda - Susa Zaoui Neubles
Tel. (+216 7 3) 256939 / 270535 Fax: (+216 7 3) 256556
Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E
Delegation Commerciale d'Italie
SEZ. PROMOZIONE SCAMBI C/O AMBASCIATA D'ITALIA
3 RUE DE RUSSIE1001 TUNISI
Tel: (00216 71) 320999 Fax: (00216 71) 322040 - 322134
[email protected]
http://www.ice.it/estero2/tunisi/default2.htm
Rappresentanza Unione Europea
Immeuble Europe, Berges du Lac Nord, croisement rue du Lac Malâren - rue du Lac
Oubeira
B.P. 150, 1053 Les Berges du Lac, Tunis
Tel. (+216-1) 960 330 Fax (+216 7 1) 960 302
[email protected]
http://www.ce.intl.tn/i_bien.htm
Ministeri
Ministere de l’Agricolture et des Ressources Hydrauliques
30, rue Alain Savary , 1002 Tunisi
Tel : (+216-71) 786833
[email protected]
Ministère de l’Industrie et de l’Energie et des Petites et Moyennes Entreprises
Immeuble Beya, 40 rue 8011, Montplaisir , 1002 Tunisi
.tel: (+216-71) 791132/842343/894216 fax:(+216-71) 782742
[email protected]
Ministère du Developpement et de la Cooperation Internationale
Place Ali Zouaoui,1069 Tunisi
Tel. (+216-71) 240133/350753
[email protected]
Ministere du Commerce et de l’Artisanat
37, av.Keireddine Pacha, 1002 Tunisi
Tel: (+216-71)337890
[email protected]
Secrétariat d’Etat chargé de la Coopération Internationale et de l’Investissement
Extérieur
98, avenue Mohamed V, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 798 522 Fax: (216) 71 799 069
[email protected]
Camere di Commercio locali
BAT-Banque d’Affaires de Tunisie
Immeuble Palmier, centre Babel2045 Tunisi-El Bouhaira
Tel.: (216-71) 860 080 Fax: (216-71) 861 710
Camera Italo-Tunisina di Commercio ed Industria
Segretario Generale:Fabio Ghia
67 Rue Alain Savary - Voie X2 - Résidence Jardin 2 - Bloc A - 6eme Étage
1002 Tunis Belvédère
Tel : (+216) 71 283 510 (LG) Fax : (+216) 71 283 787
[email protected] [email protected]
www.ctici.org.tn
Chambre de Commerce et d’Industrie de Tunis
1, Rue des Entrepreneurs
1000 Tunis
Tel. (+216-71) 350300 - Fax (+216-71) 41354744
[email protected]
www.ccitunis.org.tn/
Chambre de Commerce et d’Industrie du Centre
Rue Chadly Khaznadar
4000 Sousse
Tel. (+216 ) 73 225 044 / 182 - Fax (+216) 7 3 224227
[email protected]
www.ccicentre.org.tn
Istituti e Enti
AFI-Agence foncière industrielle
2, rue Badii Ezzaman HamadhaniCité Mahrajène, BP 275, 1082 Tunisi-Belvédère
Tel. : (216) 71 797 795 Fax : (216) 71 782 303
[email protected]
AFT-Agence foncière touristique
36, rue de Cologne, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 781 277 Fax: (216) 71 780 918
[email protected]
Agence pour la Promotion des Investissement Agricoles (APIA)
62, Rue Alain Savary Cité El Khadra –1003 Tunisi
Tel. (+216-71) 771300 - Fax (+216-71) 796453
[email protected]
www.Tunisie.com/APIA
Agence pour la Promotion Industrielle (API)
63, rue de Syrie 1002 Tunisi Belvédère
Tel. (+216 7 1) 792144 - Fax (+216 7 1) 782482
[email protected]
www.tunisianindustry.nat.tn
Agenzia di Promozione degli Investimenti Esteri (F.I.P.A.)
Centre Urbain Nord , 1004 Tunis
Tel. : (216) 71 703 140 (lignes groupées) Fax : (216) 71 702 600
[email protected]
http://www.investintunisia.tn/site/fr/home.php?id_article=90
ANETI-Agence nationale de l’emploi et du travail indépendant
19, rue Asdrubal, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 781 200 Fax: (216) 71 783 236
[email protected]
www.emploi.nat.tn
ATCT-Agence Tunisienne de coopération technique
Centre urbain nord, BP N° 34 Cedex, 1080 Tunisi
Tel.: (216) 71 704 220 Fax: (216) 71 703 010
[email protected]
www.Tunisie-competences.nat.tn
ATFP - Agence Tunisienne de la formation professionnelle
22, rue de libye 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 830 151 Fax: (216) 71 832 462
[email protected]
www.fp.edunet.tn
ATI-Agence Tunisienne d’Internet
13, rue Jughurta, Mutuelleville , 1002 Tunisi-Belvédère
Tel: (216) 71 846 100 Fax: (216) 71 846 600
[email protected] www.ati.tn
Bureau des entreprises exportatrices
5, avenue de la République , 1001 Tunisi-Marine
Tel: (216) 71 349 053 Fax: (216) 71 259 320
CENAFFIF-Centre national de Formation de Formateurs et d’Ingénierie de Formation
6, avenue de France, 2040 Radès Tunisia
Tel.: (216) 71 443 963 Fax: (216) 71 441 375
[email protected]
www.fp.edunet.tn
Centro di Promozione per le Esportazioni
Centre Urbani Nord, BP25 Tunisi-1080
Tel: (+216-71)234200 Fax: (+216-71)237325
[email protected]
www.cepex.nat.tn
CETTEX -Centre technique du textile
Avenue des Industries -BP 279, ZI Bir El Kassâa, 2013 Ben Arous
Tel.: (216-71) 381 133 Fax: (216-71) 382 558
[email protected]
CNSS-Caisse nationale de sécurité sociale
49, avenue Taieb M’hiri1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 796 744 Fax: (216) 71 790 178
[email protected]
www.cnss.nat.tn
COTUNACE-Compagnie Tunisienne pour l’Assurance du commerce extérieur
Rue 8006, cité Monplaisir, 1002 Tunisi
Tel: (216) 71 783 000 Fax: (216) 71 782 539
[email protected]
[email protected]
www.cotunace.com.tn
CTAA-Centre technique de l’agro-alimentaire
Z.I Charguia II, 2080 Ariana
Tel.: (216-71) 705 261 Fax: (216-71) 706 513
[email protected]
CTN - Compagnie Tunisienne de Navigation
5, rue Dag Hammarskjoed, 1001 Tunisi
Tel: (216) 71 341 777 Fax: (216) 71 336 540
[email protected]
www.ctn.com.tn
Direction de la Douane
5, rue Ichbilia1002 Tunisi-Belvédère
Tel: (216) 71 333 700 Fax: (216) 71 336 434
[email protected]
www.douane.gov.tn
Fédérations UTICA - Agro-alimentare
17, rue Abderrahman El Jaziri, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216-71) 783 432 Fax: (216-71) 280 227
FEDEX
17, rue Abderrahman El Jaziri, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216-71) 793 586 Fax: (216-71) 780 582
INNORPI-Institut national de la normalisation et de la propriété industrielle
R.A. Savary,BP 23, 1003 Tunisi-El Khadra
Tel.: (216) 71 785 922 Fax: (216) 71 781 563
[email protected]
http://www.inorpi.ind.tn/
INS-Institut National de la Statistique
70,rue Ech-cham, BP. 265 Cedex Tunisi
Tel.: (216) 71 891 002 Fax: (216) 71 795 559
[email protected]
www.ins.nat.tn
Istituto Italiano di cultura a Tunisi
Dott.ssa Paola Procaccini
80, Avenue Mohamed V, Tunisi-Belvédère, 1002 Tunisi
Tel : (+216-71) 282552 Fax : (216-71) 282499
[email protected]
http://ambitalia-tn.bo.cnr.it/
OACA-Office de l’Aviation Civile et des Aeroports
Boulevard 7 novembre 1987, 2035 Carthage
Tel.: (216) 71 754 000/ 71 755 000 / 71 288 000
[email protected]
www.oaca.nat.tn
ONAS-Office national de l’assainissement
32, rue Hédi Nouira, 1001 Tunisi
Tel.: (216) 71 343 200 Fax: (216) 71 350 411
[email protected]
www.onas.tn
ONH-Office national de l’huile
10, avenue Mohamed V, 1001 Tunisi
Tel.: (216) 71 339 093 Fax: (216) 71 351 883
[email protected]
www.onh.tn
PACKTEK-Centre technique de l’emballage et du conditionnement
Cité el Khadra, 1003 Tunisi-El Khadra
Tel.: (216-71) 772 755 Fax: (216-71) 772 681
[email protected]
SONEDE-Société nationale d’Exploitation et de Distribution des Eaux
23, rue Jewaher Nehru -Montfleury , 1008 Bab Manera
Tel : (216) 71 887 000 Fax : (216) 71 871 000
[email protected]
www.sonede.com.tn
STEG-Société Tunisienne d’Électricité et du Gaz
38, rue Kamel Ataturk BP 190 Tunisi Cedex
Tel.: (216) 71 341 311 Fax: (216) 71 349 981
[email protected]
www.steg.com.tn
TUNISIAIR
Boulevard 7 novembre 1987 ,2035 Carthage
Tel.: (216) 71 700 545 Fax: (216) 71 700 008
[email protected]
www.Tunisiair.com.tn
TUNISIE TELÉCOM
41, rue Asdrubal, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216) 71 845 845 Fax: (216) 71 847 477
www.TunisieTelecom.tn
UTAP-Union Tunisienne de l’agriculture et de la pêche
6, Rue Alain Savary , Cité el Khadra, 1003 Tunisi
Tel.: (216-71) 800 800 Fax: (216-71) 797 292
[email protected]
UTICA Union Tunisienne de l'Industrie, commerce et artisanat
103, avenue de la Liberté, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216-71) 780 366 Fax: (216-71) 782 143
[email protected]
www.utica.org.tn
Zone Franche
Parc d’activités économiques de Bizerte
241-243, avenue Habib Bourguiba 7000 Bizerte
Tel.: (216) 72 417 477 Fax: (216) 72 417 925
[email protected]
www.bizertaeconomicpark.com.tn
Parc d’activités économiques de Zarzis
Port de Zarzis - 4137 Zarzis - Tunisie
Tel: (+216) 75 694 800 - 75 694 856 / Fax: (+ 216) 75 692 630
[email protected]
www.zfzarzis.com.tn
Principali Istituti Bancari locali
Banque Centrale de Tunisie
25 rue Hédi Nouira, BP 777, 1080 Tunisi Cedex
Tel.: (216-71) 254 000 Fax: (216-71) 340615
[email protected]
www.bct.gov.tn
BCMA-Banque de coopération du Maghreb arabe
immeuble BNTND, Cité MontplaisirAvenue Mohamed V, BP 46, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216-71) 780 311 Fax: (216-71) 781 056
BTKD-Banque Tunisio-Koweïtienne de développement
Direction Identification Promotion Partenariat et Privatisation10 bis, avenue Mohamed V, BP
49, 1001 Tunisi
Tel.: (216-71) 340 000 Fax: (216-71) 343 106
[email protected]
[email protected]
www.btkd-bank.com
STB-Société Tunisienne de Banque
1, rue Hédi Nouira, 1001 Tunisi
Tel.: (216-71) 340 477 Fax: (216-71) 340 009
Département Commercial : (216 71) 337 533
Département International : (216 71) 340 009
[email protected]
www.stb.com.tn
STUSID-Société Tunisio-Saoudienne d’Investissement et de Développement
32, rue Hédi Karray, BP 20, 1002 Tunisi-Belvédère
Tel.: (216-71) 718 233 Fax: (216-71) 719 233
[email protected]
Scarica

Tunisia - Mercati a confronto