PROGETTO ERBARIO Classe IIE a.s 2014/2015 I NOSTRI LAVORI • Il giardino del Mendel: l’autunno e la primavera • Storia dell’erbario • Schede botaniche delle piante e arbusti del nostro giardino: • • • • • • • Acero riccio Acero rosso Azalea Bagolaro Faggio pendulo Filadelfio Forsizia • • • • • • Lavanda Liquidambar Mahonia Melograno Nespolo del Giappone Nocciolo • Glossario botanico • Curiosità e leggende sulle nostre piante • La poesia e gli alberi: • Gli alberi di Franco Fortini • I nostri haiku sugli alberi • • • • • • Olea Photinia Pino d’aleppo Quercia Rosa canina Rosmarino IL GIARDINO PRIMAVERILE DELL’ ISTITUTO “G. MENDEL” ESSENZE ARBOREE ED ARBUSTIVE NESPOLO DEL GIAPPONE ROSA CANINA FILADELFO MAGNOLIA FAGGIO PENDULO ACERO ROSSO ACERO RICCIO SIEPE DI LAUROCERASO NOCCIOLO MELOGRANO LIRIODENDRO FORSIZIA ROSMARINO LAVANDA BAGOLARO PINO D’ALEPPO QUERCIA ROSSA IL GIARDINO AUTUNNALE DELL’ISTITUTO «G.MENDEL» ANNO 2014/2015 ESSENZE ARBOREE ED ARBUSTIVE NESPOLO DEL GIAPPONE ROSA CANINA MAGNOLIA FAGGIO PENDULO ACERO CAMPESTRE SIEPE DI LAUROCERASO NOCCIOLO MELOGRANO LIRIODENDRO FORSIZIA ROSMARINO LAVANDA BAGOLARO PINO D’ALEPPO QUERCIA ROSSA L’ERBARIO a cura della II E A.s. 2014 – 2015 DEFINIZIONE • Il termine erbario ha un doppio significato: esso può indicare sia una raccolta di piante essiccate, che una struttura museale espressamente dedicata alla conservazione e alla consultazione di tale materiale. • L’allestimento di raccolte di piante e la loro conservazione in edifici appositi sono attività legate alle origini stesse della Botanica, soprattutto nell'ambito degli studi universitari, tanto che spesso gli Erbari sono strutture affiancate agli Orti Botanici, destinati alla coltivazione ed alla conservazione di piante vive. • Gli erbari hanno anche la funzione di documentazione storica, legata soprattutto alle collezioni più antiche che costituiscono una testimonianza della ricchezza floristica di un territorio e permettono di valutare eventuali variazioni avvenute nella composizione della flora e nella distribuzione geografica delle diverse specie, valutando il grado di biodiversità . STORIA DEGLI ERBARI Nel corso del tempo il significato dell’erbario è andato trasformandosi parallelamente all'evoluzione delle ricerche botaniche e delle metodologie sperimentali. Vediamo in modo sintetico le principali fasi , a partire dall’antichità dove per erbario si intendeva un libro nel quale venivano elencate, descritte e raffigurate le piante, soprattutto quelle dotate di proprietà medicinali. GLI ANTICHI ERBARI FIGURATI ● L’"Historia plantarum", di TEOFRASTO (372-287 a.C.), classificazione di circa 500 piante in base al diverso portamento e al fatto di essere spontanee o coltivate. Plinio nel II sec. d.C. riporta che ce ne furono altri, arricchiti anche da illustrazioni a colori, ma non ne abbiamo documentazione. ● L’erbario figurato di DIOSCORIDE nel I sec d.C. rappresentò il miglior trattato di botanica per tutto il Medio Evo fino al Rinascimento. Le descrizioni delle piante, circa 600, si distinguono dalle precedenti per una maggiore sistematicità, la sua opera venne ripetutamente copiata e tradotta in molte lingue, dall'inglese al francese, al tedesco e persino all'arabo e al persiano. Pagine del codice di Dioscoride Il modo di descrivere e raffigurare le piante, riprendendo e anche copiando le conoscenze degli autori classici perdurò molto a lungo, fino a buona parte del Cinquecento. Gli erbari manoscritti su papiro e pergamena sono preziosi ma per fare una descrizione botanica corretta è necessario possedere una terminologia specifica che comparve solo nel Settecento, grazie a Linneo (1707-1778). Fino ad allora le descrizioni sono legate a alla filosofia, alla magia, all’astrologia. Molti erbari erano ispirati alle teorie di PARACELSO (1451-1493) che nella sua Dottrina dei segni sosteneva che tutte le erbe nascondessero un segno occulto della loro utilità per l'uomo; così le foglie a forma di cuore avrebbero curato i disturbi cardiaci, la linfa gialla avrebbe guarito l'itterizia, ecc. In quest'ottica, le diverse parti di una pianta venivano raffigurate con gli organi del corpo che erano in grado di curare. La mandragora (Mandragora officinalis) illustrata in un erbario medievale tedesco. GLI ERBARI AD IMPRESSIONE Tra il Quattrocento ed il Cinquecento gli studiosi del mondo vegetale scoprirono una nuova tecnica dettagliatamente descritta anche da Leonardo nel suo Codice Atlantico (15101519), prevedeva di cospargere con nerofumo, prodotto da una candela accesa sotto un coppo, un lato della pianta che veniva, poi, pressata tra due fogli, lasciando la propria impronta. In alternativa, si poteva impregnare il campione con una sostanza colorante per poi pressarlo su fogli di carta. Questo metodo di realizzazione degli erbari non ebbe grande diffusione, sia per l'inaffidabilità dell'impronta lasciata sulla carta, sia per le difficoltà e gli inconvenienti della stessa tecnica al confronto con i tradizionali metodi di stampa nel frattempo ampiamente avviati. L'uso degli erbari ad impressione sarà completamente abbandonato nel Settecento. GLI ERBARI ESSICCATI Nel Cinquecento gli studiosi del mondo vegetale scoprirono la possibilità di conservare le piante raccolte utilizzando fogli di carta per pressarle e asciugarle dall’umidità. Ciò rappresentò una svolta importantissima nel modo di fare erbari, chiamati Horti sicci in contrapposizione ad Horti vivi, gli orti botanici. I primi realizzatori di “Horti Sicci” furono più spesso medici, farmacisti e naturalisti che contemporaneamente si occupavano anche dell’allestimento degli “Horti Vivi”. L’ esame delle piante su campioni vivi fu avanzata per la prima volta dall'umanista Pandolfo Collenuccio da Pesaro, il quale volendo far conoscere alcune piante al Poliziano, gli inviò dei campioni essiccati da lui raccolti durante un'escursione in Tirolo nel 1493. Un foglio dell'Erbario di G. B. Triumfetti (1656-1708) Fu LUCA GHINI (1500-1566), professore di "Semplici medicinali" presso l'Università di Bologna e poi di Pisa, a diffondere ai suoi studenti le tecniche di essiccazione. Così facendo, l'uso degli erbari essiccati si diffuse in breve tempo tra gli studiosi di botanica italiani e stranieri e negli Orti delle diverse Università. Da quel momento fu, dunque, possibile verificare l'identità delle diverse piante, provenienti anche da regioni lontane, grazie allo scambio di campioni tra studiosi e raccoglitori . Illustrazione e fiore essiccato Gherardo Cibo, artista e scienziato cinquecentesco ERBARI : LA STRUTTURA Gli erbari essiccati si presentavano sotto forma di fogli rilegati in volumi, con i campioni direttamente incollati sui fogli. L’etichettatura era inizialmente poco dettagliata, riportando in genere unicamente il nome comune della pianta o, solo nel caso di erbari più dotti, l'insieme dei caratteri botanici descrittivi ritenuti utili all'identificazione. Col passare del tempo si preferirà realizzare erbari a fogli singoli, separati, in modo da poterli incrementare ed ordinare liberamente. Anche le annotazioni divengono nel tempo più precise e dettagliate, soprattutto dopo l'introduzione da parte di Carlo Linneo (1707-1778) del sistema di denominazione binomia delle specie e di un nuovo metodo di classificazione dei vegetali. Alla fine del '700 allo spirito collezionistico si sostituisce un criterio più scientifico; le collezioni di piante essiccate diventano per i botanici l'indispensabile strumento di lavoro nello studio della variabilità del mondo vegetale. In questo periodo, infatti, nasce l'esigenza di identificare, nominare e classificare le piante e si gettano le basi per gli studi tassonomici. Questi concetti si rafforzano nel corso dell'ottocento. In Italia l'importanza assunta da questo tipo di collezioni è testimoniata dall'opera di botanici quali Parlatore (18161877) che utilizza i propri erbari nella realizzazione delle rispettive Flore d'Italia L’ HERBARIUM CENTRALE ITALICUM Istituito ufficialmente nel 1842 quando Filippo Parlatore allestì nel Museo di Fisica e Storia Naturale l'Herbarium Centrale Italicum, è la prima raccolta botanica nazionale di campioni d'erbario. Nel 1854 fu acquisito il grande erbario del viaggiatore e botanico inglese Philip Barker Webb, costituito da molti campioni dei secoli XVIII e XIX provenienti dall'Africa, dall'America Meridionale e dall'Oceania. Alla fine dell'Ottocento il Museo fu trasferito nei locali di via La Pira, a Firenze, dove si arricchì di nuove acquisizioni Attualmente il Museo Botanico è il primo in Italia, sia per la mole delle collezioni (circa 4 milioni di campioni), sia per il loro valore scientifico. FOCUS SUL PRESENTE Già negli anni '60 la ripresa degli studi floristici e fitogeografici porta ad un rinnovato interesse per queste collezioni e ad una ripresa delle raccolte. L'Index Herbariorum quantifica il patrimonio attuale degli erbari mondiali ad un totale di 270.000.000 di campioni, la metà dei quali conservata negli Erbari europei; questa pubblicazione aggiorna periodicamente i dati riguardanti i materiali conservati negli Erbari di tutto il mondo, le principali linee di ricerche seguite e le modalità di contatto. In passato, le attività di conservazione degli Orti Botanici avvenivano, in prevalenza, mediante lo scambio di semi a livello internazionale tra le diverse strutture (Index seminum), dall’inizio del ventunesimo secolo si sono sperimentate nuove strategie di conservazione attraverso la realizzazione delle prime Banche del germoplasma che, attualmente, rappresentano uno degli strumenti migliori per prevenire la perdita di biodiversità genetica, preservare la flora minacciata e garantire la conservazione delle specie a lungo termine. ACERO RICCIO • Famiglia: Aceraceae • Genere: Acer • Specie: A. rubrum • Provenienza: America settentrionale • Aspetto: chioma folta; altezza 10m. • Foglie: decidue, semplici, bifacciali, palmate, trilobate. • Fiori: unisessuali posti su piante separate; fioritura tra marzo e aprile prima della comparsa delle foglie. • Frutti: disamare di colore rossastro, di piccole dimensione. • Utilizzo: La linfa dell’acero da cui si ricava lo sciroppo è costituita da saccarosio, acido malico, potassio, calcio, ferro, vitamine e componenti fenoliche. Ed è proprio grazie a queste sostanze che svolge un’azione diuretica, antistipsi e snellente. • Terreno: si adatta a terreni freschi e drenanti. • Clima: resiste a temperature comprese tra i -30° C e i -20° C. AZALEA • • • • • • • • • • • Famiglia: Ericaceae Genere: Aucuba Specie: A.Arborescens Provenienza: Originario dell’Eurasia e dell’America Aspetto: Raggiunge un’altezza tra i 40 e i 90 cm, hanno fusti sottili, la chioma è folta formata da piccole foglie verde scuro, ovali e coriacee Foglie: Piccole, strette lanceolate o oblanceolate cremisi o porpora in autunno Fiori: Singoli o appaiati imbutiformi rossi scarlatto Frutti: Il frutto è una capsula ovale Utilizzi: Viene utilizzata come pianta ornamentale Terreno: Acido, fresco, umido, sciolto Clima: Temperato BAGOLARO • Famiglia: Ulmaceae • Genere: Celtis • Specie: C. australis • Provenienza: Europa meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale • Aspetto: Tronco diritto massiccio e se isolato, ramifica velocemente, è caratteristicamente scanalato da irrobustimenti nella parte basale, rami pendenti nella parte inferiore della chioma, corteccia grigiocinerea liscia, compatta, fessurata solo in esemplari molto vecchi. • Foglie: Decidue, inserzione alterna, lanceolate, apice appuntito e base asimmetrica (tipica della famiglia). Margine seghettato. • Fiori: Ermafroditi o unisessuali(maschili) di piccole dimensioni, lungamente peduncolati, giallastri, solitari o in gruppi, fioritura aprile/maggio contemporaneamente all'inizio della fogliazione. • Frutti: Drupe peduncolate, nere a maturazione. • Utilizzo: Il suo legno si presenta chiaro, duro, flessibile, tenace ed elastico e di grande durata; è ricercato per mobili, manici, attrezzi agricoli e lavori al tornio. È inoltre un ottimo combustibile. • Terreno: Vive in ambienti aridi, su terreni calcarei, sassosi, dove l'apparato radicale, robusto e assai sviluppato, penetra nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento: da ciò deriva un altro nome volgare, molto usato, "spaccasassi". • Clima: Si sviluppa in climi miti e sopporta male i freddi intensi e i geli tardivi. • • • • • • • • • • • FAGGIO PENDULO Famiglia: Fagaceae Genere: Fagus Specie: F. sylvatica varietà pendula Provenienza: Spagna Aspetto: folti rami penduli costituiti da foglie ellittiche; altezza massima 30m. Foglie: decidue, alterne – ellittiche. Fiori: unisessuali, quelli maschili in amenti con peduncolo di 5 cm e penduli; quelli femminili solitari o a due a due racchiusi in una capsula non pungente; fiorisce tra aprile a maggio. Frutti: faggiole formate da due noci racchiuse in una capsula a quattro valve. Utilizzo: il legname che si ricava viene utilizzato nelle falegnamerie per lavori al tornio, rivestimenti, compensato, botti, sedie e tavoli. È un ottimo combustibile e i semi delle faggiole vengono utilizzati come mangime per i suini. Terreno: si adatta a terreni umidi e freschi. Clima: resiste a temperature minime di -30°C. FILADELFO • • • • • • • • • • • Famiglia: Hydrangeaceae Genere: Philadelphus Specie: P. inodourus Provenienza: pianta originaria delle regioni sud-orientali degli Stati Uniti Aspetto: Si tratta di un arbusto rustico alto circa 2-3 metri e presenta rami sottili e flessibili. Foglie: decidue, ovate, seghettate, lisce, ellittiche e appuntite di colore verde scuro. Fiori: I fiori sono bianchi e possono essere isolati o riuniti in gruppi di 3, sbocciano in maggio-giugno. Frutti: Non presenta frutti. Utilizzo: viene utilizzata come pianta ornamentale e dai suoi rami si ricavavano un tempo fischietti e zufoli dalla particolare sonorità. Terreno: Suolo di torba e sabbia. Non ha esigenze particolari. Clima: arriva fino a -20°. FORSIZIA • • • • • • • • • • • Famiglia: Oleaceae Genere: Forsythia Specie: F. viridissima Provenienza: Cina Aspetto: La Forsizia è un arbusto rusticissimo, molto diffuso a scopo ornamentale, predilige posizioni da pieno e mezzo sole e non ha particolari esigenze di substrato. Resiste bene agli interventi di potatura, che si consiglia di effettuare subito dopo la fioritura e vegeta bene sia su terreni sciolti che argillosi, non possedendo esigenze particolari, fatto questo che rende la pianta di facilissima coltura. Va annoverato infine l'ibrido Forsythia intermedia ottenuto da incroci tra F. viridissima e F. suspensa, si tratta di una Forsizia con caratteristiche analoghe alla specie trattata, molto utilizzata come pianta ornamentale sia per la vigoria sia per la rusticità e, l'adattabilità ai vari ambienti. Foglie: decidue, semplici, inserzione opposta, lanceolate, margine finemente seghettato. Frutti: piccole capsule. Fiori: gialli, molto appariscenti, fioritura a febbraio/marzo. Utilizzo: Incomparabile il giallo canarino dei suoi fiori: la forsizia è una pianta arbustiva piuttosto “invadente”, per certi versi, ma ancor prima degli albori di primavera le sue corolle colorate dipingono ed impreziosiscono la vegetazione ancora scarna. La forsizia viene coltivata soprattutto a fini ornamentali, proprio per la sua chioma floreale dorata e cangiante: ad ogni modo, la forsizia trova impiego anche nella sfera fitoterapica, soprattutto in Oriente. Terreno: La forsizia non ha particolari esigenze di terreno, si adatta facilmente in ogni situazione, pur non amando un terreno eccessivamente secco e troppo umido. Clima: Dopo la piantagione, i giovani esemplari richiedono innaffiature abbondanti e regolari. Le piante adulte sono capaci di sopravvivere a momenti di incuria, ma un regime di irrigazione regolare (tanta acqua ma non spesso) le rende più vigorose e durevoli. • • • • • • • • • • LAVANDA Famiglia: Lamiaceae Genere: Lavandula L. Specie: Lavanda Provenienza: Bacino del Mediterraneo Aspetto: Arbusto (25-75 cm) perenne a fusti eretti, non ramificati. Foglie: sempreverdi, argentee, molto profumate, strette ed allungate. Fiori: raggruppati in sottili spighe di un colore blu-violetto, lilla, bianchi e rosa. Fioritura dalla fine della primavera a tutta l’estate. Utilizzo: in giardino, come siepi oppure a formare larghi cespugli; l’olio essenziale è usato nell’industria cosmetica per i profumi e in omeopatia per relax, antidepressivo, cicatrizzante e per affezioni. Terreno: cresce bene in un qualsiasi terreno da giardino, purché sia ben drenato; preferisce i suoli calcarei, ben irrigati e dalle caratteristiche argillose e polmonari. Clima: La lavanda resiste in modo particolare negli ambienti caratterizzati da un clima asciutto e dalle temperature elevate, ma sopravvive anche a climi freddi. Gradisce particolarmente le posizioni soleggiate e molto ben ventilate. LIQUIDAMBAR • • • • • • • • • • • Famiglia: Hamamelidaceae Genere: Liquidambar Specie: L. styraciflua Provenienza: Il liquidambar è originario dei settore atlantico del Nord America Aspetto: Altezza sino a 15 m. Fusto eretto e slanciato, densamente ramificato; con chioma densa, piramidale, che diventa arrotondata con il passare degli anni. La scorza è grigiastra e liscia da giovane, poi di colore bruno con sfumature rossastre ,solcata, quasi suberosa. Foglie: Decidue, semplici, palmate a 5 – 7 lobi triangolari, margine seghettato. Colore autunnale da giallo a porpora. Frutti: Infruttescenze sferiche e spinose contenenti semi alati, lungo peduncolo, buoni. Fiori: Infiorescenze unisessuali; infiorescenze maschili in capolini eretti, infiorescenze femminili in capolini pendenti e peduncolati. Fioritura tra marzo e aprile. Utilizzi: è importante per il legno, simile al mogano, pesante, omogeneo, facile da lavorare e che viene usato per pannelli e mobili. In Europa la specie è diffusa soprattutto come ornamentale, ma recentemente è stata impiegata anche in selvicoltura, come specie a rapido accrescimento. La resina che viene prodotta incidendo la corteccia è detta "balsamo d'ambra" e ha un forte odore aromatico. Terreno: Si adatta ad ogni terreno; anche quelli umidi. Clima: Resiste a temperature di -150° C e -20° C. • • • • • • • • • • • MAHONIA Famiglia: Berberidaceae Genere: Mahonia Specie: M. aquifolium Provenienza: Europa centro meridionale e Africa settentrionale Aspetto: cespuglio alto sino a 2-3 m, con foglie lunghe oltre 50-60 centimetri, costituite da singole lamine fogliari (15-20 coppie) strette e dentate con margini pungenti; le infiorescenze sono lunghe (20-25 centimetri) ed erette, di colore giallo. Foglie: persistenti, composte, imparipennate, 5-9 fogli coriacee, ovali e margine dentato-pungente. Frutti: infruttescenze a grappolo formate da bacche bluastre. Fiori: ermafroditi riuniti in una grande infiorescenza eretta, di colore giallo intenso, abbastanza profumati, fiorisce tra aprile e maggio. Utilizzi: In erboristeria le radici e i polloni vengono utilizzati come depuratori del sangue, contro gli eczemi, acne, psoriasi. Attualmente viene utilizzata principalmente per trattare gastriti, come stimolante per i reni e della cistifellea. Recenti studi hanno scoperto che la Mahonia aquifolium contiene un inibitore capace di diminuire la resistenza dei batteri agli antibiotici. Dalla radice si ricava un colorante giallo. Terreno: predilige terreni profondi e freschi, umidi ma senza ristagni idrici. Non sopporta molto l'eccesso di calcare. Clima: non sopporta climi troppo rigidi con gelate intense e prolungate. • Famiglia: Punicaceae MELOGRANO • Genere: Punica granatum • Specie: P. granatum • Provenienza: Regioni orientali del bacino mediterraneo e dell'Asia occidentale. Fa parte della macchia mediterranea. • Aspetto: E’ una pianta ornamentale molto apprezzata per la splendida e prolungata fioritura. Inoltre, il suo legno è molto duro e resistente. Raggiunge i 5 m. E’ un arbusto, le foglie che possiede non definiscono quindi una vera e propria chioma. • Foglie: decidue, lanceolate, margine liscio. • Fiori: terminali, grandi 3-4 cm a forma di imbuto, di colore rosso intenso, stami numerosi (solitamente 20). Fioritura Giugno – Ottobre • Frutti: globosi e grandi nelle piante coltivate, piccoli come una noce in quelle selvatiche. Il frutto è un particolare tipo di bacca, color giallo-rosso contenente numerosissimi semi circondati da una parte rossa e carnosa. Maturano in autunno. • Terreno: Si ambienta nel miglior modo in terreni aridi. • Clima: E’ diffuso nelle zone a clima mite, ma la sua coltivazione non richiede caratteristiche specifiche, infatti basta solo un’esposizione soleggiata. • Utilizzi: Gli utilizzi del melograno sono numerosi, specialmente nella tradizione medio orientale. Il succo del melograno è una bevanda molto comune, ricca di fibre, potassio, vitamina C e niacina. Questo succo addensato e zuccherato è chiamato granatina, sciroppo usato in passato per la preparazione di cocktails. Il succo viene usato anche come antisettico se applicato sulle piccole ferite. I frutti sono utilizzati in varie culture, sia in campo alimentare che simbolico. Ad esempio, in Grecia il melograno è usato in molte ricette come nel kollivozoumi: un brodo cremoso preparato con grano bollito, melograno e uva passa. Nella tradizione ebraica, invece, il melograno era un calice a forma di corona che simboleggia il “disegno” originale per la vera corona. Il melograno è considerato un potente afrodisiaco, a pari merito col cioccolato. NESPOLO DEL GIAPPONE • • • • • • • • • • Famiglia: Rosaceae Genere: Eriobotrya Specie: E. japonica Provenienza: Cina / Giappone Aspetto: chioma folta; altezza 10m. Foglie: sempreverdi, ellittiche – lanceolate coriacee con margine dentato. Frutti: pomi, frutti commestibili di color giallo – arancio con due o tre semi. Fiori: infiorescenze a pannocchia composte da fiorellini bianco – giallastri con 5 petali e 5 sepali (stami numerosi) profumati con una simmetria raggiata; fioritura tra ottobre e gennaio. Utilizzo: La medicina popolare utilizzava le foglie ed i germogli con il Decotto, come astringente, come collutorio e nel trattamento della tosse, bronchite, stati febbrili. Terreno: si adatta a terreni di tipo fertile e drenante. Clima: resiste a temperature minime di -10°C / -5°C. NOCCIOLO • • • • • • • • • • • Famiglia: Corylaceae. Genere: Corylus. Specie: C. avellana. Provenienza: Ha avuto origine nell'Asia Minore. Aspetto: Cespuglio o albero di 5-7 m. Foglie: Decidue, semplici, obovate, margine dentato. Fiori: Infiorescenze unisessuali, quelli maschili in amenti penduli che si formano in autunno; sono già presenti prima della fogliazione. Le infiorescenze femminili somigliano a una gemma di piccole dimensioni. Frutti: Noce avvolta da brattee da cui si libera a maturazione. Utilizzi: Il Nocciolo viene usato in fitoterapia ad uso interno per le sue proprietà: rimineralizzanti, antiossidanti, febbrifughe, depurative, lassative ed antinfiammatorie, mentre per uso esterno vanta proprietà: cicatrizzanti ed astringenti. Il Nocciolo trova quindi impiego per uso interno nel trattamento del colesterolo cattivo alto, della convalescenza, dei problemi cardiovascolari e della spossatezza. Per uso esterno, il Nocciolo è adatto in presenza di ferite, varici, febliti, emorroidi e piaghe. Terreno: Calcarei, profondi e fertili. Clima: Si adatta quasi a tutti i tipi di clima può vivere anche ad una altezza di 1200 metri. OLEA FRAGANS • Famiglia: Oleaceae • Genere: Osmanthus • Specie: O. fragrans • Provenienza: originario della Cina e del Giappone. • Aspetto: è un arbusto o piccolo albero sempreverde molto ramificato a lenta crescita, alto fino a circa 10 m, anche se in coltivazione si mantiene più basso, dalla corteccia liscia grigio-bruna. • Foglie: Le foglie, su un picciolo lungo 0,8-1,2 cm, sono opposte o sub opposte, coriacee, di colore verde scuro lucido, da ellittiche a lanceolate, lunghe 7-15 cm e larghe 2,5-5 cm, con margine intero, o leggermente dentato nella parte terminale, ed apice appuntito. • Fiori: Fiori numerosi, dal profumo aggrumato, che appaiono sui rami di un anno, quasi nascosti dal fogliame, in primavera e a fine estate-inizio autunno, sporadicamente nel resto dell’anno, riuniti in cime ascellari su un peduncolo lungo 0,5-1 cm, con calice lungo 1 mm e corolla a 4 lobi biancastra, o arancio nella varietà aurantiacus, di 5 mm di diametro. • Frutti: Il frutto è una drupa ellissoide di colore porpora nerastro lunga 1-1,5 cm. • Utilizzi: Specie ornamentale che si caratterizza per l’intenso profumo dei suoi minuscoli fiori, particolarmente diffusa in Cina dove i fiori essiccati sono utilizzati per aromatizzare dolci, cibi e bevande, in particolare il tè, e l’olio essenziale è alla base di profumi molto costosi, tanto da incentivarne la coltivazione a livello industriale nel centro e sud del paese. • Clima: Può essere coltivata in un’ampia varietà di climi; resiste alle basse temperature, fino a -15 °C per brevissimo periodo, temperature inferiori di qualche grado distruggono la parte aerea. Le innaffiature devono essere regolari durante il periodo vegetativo nelle piante giovani, da adulta può sopportare periodi di secco. • Terreno: Non è particolarmente esigente in fatto di suoli, anche se preferisce quelli sabbiosi, acidi o neutri, ben drenanti, non sopportando quelli permanentemente umidi; richiede una esposizione in pieno sole o anche parziale ombra, ma con fioritura più scarsa e chioma meno densa, utilizzabile come esemplare isolato, per bordure miste e siepi di confine. PHOTINIA • Famiglia: Rosacee • Genere: Photinia • Specie: Photinia × fraseri • Provenienza: ibrido da giardino, ma ormai introdotto in molte parti dell'Europa e del Mediterraneo in luoghi soleggiati con terreno ben drenato. • Aspetto: Arbusto, o piccolo albero, sempreverde, che può raggiungere i 3-4 metri di altezza. Si tratta di un arbusto tondeggiante, frondoso, con fusti sottili, ben ramificati. • Foglie: le foglie sono ovali o lanceolate, di colore rosso vivace quando germogliano, divengono poi verde scuro; anche durante l'autunno e l'inverno alcune foglie possono assumere colorazione aranciata. • Fiori: All’inizio della primavera produce numerosi piccoli fiori bianchi, riuniti in corimbi, delicatamente profumati. • Frutti: In estate sulle piante è possibile vedere alcune piccole bacche rossastre. • Utilizzi: Questi arbusti vengono molto utilizzati nelle siepi, ma sono senz'altro adatti anche come esemplari singoli o in un bordo misto. • Terreno: Possono svilupparsi anche nella comune terra da giardino, preferendo i terreni sciolti e soffici, ricchi in materia organica. Temono i ristagni idrici è quindi bene coltivare le photinie in terreno molto ben drenato, oppure aggiungere alla terra del giardino della sabbia di fiume, in modo da migliorare il deflusso dell'acqua. • Clima: si tratta di una pianta poco esigente. In linea generale ama il pieno sole. Solo dove le temperature estive si fanno molto alte è consigliabile una esposizione più ombreggiata. In linea generale però possiamo dire che l’unica cosa da evitare assolutamente è una posizione troppo ombreggiata che potrebbe favorire l’insorgere di problematiche quali parassiti come la cocciniglia o la metcalfa. PINO D’ALEPPO • • • • • • • • • • Famiglia: Pinaceae Genere: Pinus halepensis Specie: P. halepensis Provenienza: Diffuso in tutto l'areale costiero mediterraneo Aspetto: portamento irregolare a chioma bassa ed espansa e fusto spesso inclinato e contorto Può raggiungere i 15-20 m. Corteccia da grigia a rosso-bruna profondamente solcata. Foglie: persistenti, aghiformi di tipo bino; aghi di colore verde-chiaro, sottili e lunghe 7-15 cm, tendenzialmente ricurve. Fiori: albero monoico; i fiori maschili sono costituiti da piccoli coni ovoidali di colore giallastro, riuniti a spiga; quelli femminili costituiti da piccoli coni di 1 cm circa, solitari o a gruppi di 2-3 di colore rossastro – violacee. Frutti: pigne conico – allungate (7-12 cm) fornite di peduncoli 1-2 cm; maturano in 2 anni circa e rimangono molto tempo attaccate ai rami. Utilizzo: Legno con durame differenziato, pesante e resistente, destinato alle costruzioni navali. Terreno: preferisce terreni ricchi, sciolti e ben drenati, dove si sviluppa in maniera ricca e vigorosa; questa pianta però solitamente cresce in luoghi aridi, con terreni rocciosi e molto poveri, dove sopravvive e cresce abbastanza bene, poiché; tollera lunghi periodi di siccità riesce a crescere anche nei terreni più sfavorevoli. Clima: Il Pino d’Aleppo è naturalizzato in gran parte della nostra Penisola, con l’esclusione di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Veneto, tra 0 e 800 metri sul livello del mare. E’ un albero eliofilo, che richiede il pieno sole. Ama il caldo e un clima secco, essendo perfettamente adattato alle zone mediterranee a clima arido e caldo con inverni miti. Predilige terreni calcarei. QUERCIA • • • • • • • • • • • Famiglia: Fagaceae Genere: Quercus Specie: Q. Coccinea muench Provenienza: America Nord-Occidentale Aspetto: chioma folta con cima arrotondata; altezza 10-20 metri; la corteccia è sottile, liscia e grigia ma con l'età diviene solcata e reticolata. Foglie: decidue, semplici, lamina obovato-allungata, 3 paia di lobi, margine dentato, inserzione alterna, in autunno assumono un colore rosso vivo. Fiori: pianta monoica a fiori unisessuali, infiorescenze maschili in amenti penduli color verde-giallastro, femminili solitari o a piccoli gruppi. Frutti: ghiande ovoidali, oblunghe di 2-2,5 cm. Utilizzo: viene utilizzata come pianta ornamentale e per la produzione di legname. Terreno: suoli fertili ed impermeabili. Clima: condizioni climatiche che si trovano tra i 450 ed i 1200 m di altitudine. ROSA CANINA • • • • • • • • • • • Famiglia: Rosaceae Genere: Rosa canina Specie: R. selvatica Provenienza: E’ originaria di buona parte dell’Europa, dell’Asia occidentale e dell’Africa settentrionale. Aspetto: Arbusto spinoso, alto 100 - 200 cm. Ha fusti legnosi glabri, con spine (rosse) robuste, arcuate, a base allungata, compresse. Le foglie sono composte da 5-7 foglioline ovali o ellittiche con margini dentati (denti semplici). Foglie: decidue o semipersistenti, di tipo composto imparipennato con 5-7 foglioline a lamina ovato-ellittica e margine denticolato. Fiori: Presentano un gradevole profumo, nella maggior parte dei casi sono di colore bianco oppure rosa, possono svilupparsi singolarmente oppure in gruppi di due o tre; il periodo di fioritura della rosa canina va dalla tarda primavera all’estate. Frutti: falso frutto detto cinorrodo derivato dalla trasformazione del ricettacolo, portante all' interno i veri frutti. Polpa edule. Utilizzi: Viene largamente usata per i suoi altissimi contenuti di vitamina C: 2.250 mg per ogni cento grammi di porzione edule e per il suo contenuto di bioflavonoidi (fitoestrogeni). I semi vengono utilizzati per la preparazione di antiparassitari ed i petali dei fiori per il miele rosato. Terreno: si adatta a qualunque tipo di terreno, purché ben drenato e fertile. Clima: si trova soprattutto nelle zone collinari e montane di tutta Europa, dove può raggiungere un’altezza di quattro metri, Asia occidentale e settentrionale ed Africa del nord. ROSMARINO • • • • • • • • • • • Famiglia: Lamiaceae Genere: Rosmarinus Specie: R. officinalis Provenienza: bacino del Mediterraneo Aspetto: Pianta arbustiva, perenne, sempreverde e cespugliosa, che raggiunge altezze di 50cm-2m, con radici profonde, fibrose, resistenti e ancoranti. Fusto legnoso di colore marrone chiaro, inizialmente prostrato, poi eretto e ramificato. Foglie: Le foglie sono lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, linearilanceolate addensate numerosissime sui rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; ricche di ghiandole oleifere. Fiori: I fiori sono riuniti in grappoli che crescono all'ascella delle foglie, di colore azzurro-violetti e presenti quasi tutto l'anno. Sono ermafroditi e ad impollinazione entomofila. Frutti: Il frutto è composto da quattro acheni di colore bruno e piccole dimensioni. Utilizzo: pianta ornamentale, pianta medicinale, pianta aromatica per la cucina e l’industria cosmetica. Terreno: terreno leggero sabbioso-torboso ben drenato; predilige un pH alcalino e terreni caratterizzati dalla presenza di buone quantità di calcio, ma cresce bene anche in terreni poveri e calcarei. Clima: poco resistente ai climi rigidi e prolungati, predilige posizioni in pieno sole. GLOSSARIO BOTANICO Achenio: frutto secco, indeiscente, (fanerogame). Comprende tutte le derivante da un ovario supero piante con ovuli e semi racchiusi monocarpellare. Ha parete coriacea, dentro un ovario e di conseguenza aderente all'unico seme, ma non con fiori e veri frutti. saldata. Brattea : foglie modificate (ipsofilli) e Amento: infiorescenza unisessuale molto ridotte, poste presso o al di maschile a forma di spiga, di solito sotto di fiori o infiorescenze con pendula, (es. castagno, nocciolo, funzioni diverse: protettiva, pioppo), dallo stelo flessibile e dai vessillifera, nettarifera o fiori sessili e privi di petali o con disseminatrice. A seconda della involucri fiorali ridotti, ad funzione che sono chiamate a impollinazione anemofila.Può essere svolgere assumono, forma, semplice o anche composta, quando consistenza e colore diversi. l'asse principale ha brevi ramificazioni. Bacca: frutto semplice, carnoso, con epicarpo sottile e membranoso. Mesocarpo carnoso o succoso ed Aghiforme: foglia a forma di ago, più o endocarpo indifferenziato rispetto al meno cilindrica, sottile e pungente. Un mesocarpo oppure membranoso, con esempio sono quelle dei pini e degli i semi immersi nella polpa. Esempio: abeti. uva, pomodoro ecc. Angiosperme: sottodivisione (o divisione) delle spermatofite Caduca (o decidua): che ha breve dal suolo dalla quale partono i rami. durata. La corolla è sempre caduca mentre il calice spesso è persistente. Le foglie possono essere persistenti o Chioma: la parte superiore di un caduche. albero o di una pianta legnosa che porta la porzione principale dei rami Capolino : infiorescenza globosa od e delle foglie e che sovrasta il fusto. ovoide, formata da tanti piccoli fiori tutti uguali, sessili o con un peduncolo più breve del fiore stesso, disposti fittamente su un ingrossamento del Cinorrodo: falso frutto che non deriva dall'ingrossamento dell'ovario, ma peduncolo detto ricettacolo. dal ricettacolo, carnoso, a forma di Capsula: rutto semplice secco, coppa che contiene al suo interno i deiscente, composto da più di un veri frutti, gli acheni. E' tipico della carpello. A maturità disperde i semi rosa. attraverso aperture del pericarpo di Coriaceo: che ha l’aspetto e la vario tipo. consistenza del cuoio. Cespuglio, Arbusto e Albero Corimbo: infiorescenza ombrelliforme -Cespuglio: Pianta con numerose o appiattita, che pur avendo ramificazioni anche nella parte peduncoli fiorali ha i fiori posti tutti inferiore del fusto. sullo stesso livello -Arbusto: Pianta legnosa di piccole o medie dimensioni (1-5m), senza tronco ben distinto e la cui ramificazione inizia sin dalla base o in prossimità di essa. -Albero: Pianta legnosa perenne con fusto indiviso fino ad una certa altezza Ermafrodita: fiore che porta cerosa (cutina) che riveste all'esterno le contemporaneamente sia gli stami cellule dell'epidermide di alcuni organi (struttura riproduttiva maschile) che il vegetali (foglie), con funzione protettiva. pistillo (struttura riproduttiva femminile).I fiori ermafroditi rappresentano il 75%-78% delle Drupa: frutto semplice, carnoso, formato angiosperme. da un epicarpo sottile e membranoso Glabro: struttura vegetale (foglia, calice (“buccia”), mesocarpo carnoso o secco ecc.) priva di peli. (“polpa”) e da un endocarpo legnoso (“nocciolo”) contenente il seme. Esempi: ciliegia, albicocca, prugna ecc. Indeiscente: che non si apre a maturità Le drupe generalmente sono per liberare il contenuto (esempio: uniseminate e quindi con un solo semi). nocciolo, ma a volte possono anche essere pluriseminate e con diversi noccioli. In tal caso vendono da molti Infiorescenza: particolare disposizione definite “drupilani” e i loro noccioli ravvicinata di un numero variabile di “pireni”. fiori sull’asse fiorale, qualche volta separati solo da brattee. Edule: commestibile, che si può mangiare. Mangereccio. (Può essere riferito anche Infruttescenza: insieme dei frutti derivati a fiori e foglie). da un’infiorescenza. Cuticola: strato continuo di una sostanza Eliofilo: piante che vivono e prediligono luoghi illuminati e soleggiati. Si contrappone a “eliofoba”. Lanceolata (lamina): a forma allungata simile al profilo di una lancia, con la parte più stretta in alto. L'altezza è tre volte la larghezza. di idrogeno contenuti in una soluzione che ha scala da 0 a 14. Da 0 a 6 la soluzione è acida, se ha pH 7 è neutra, da 8 a 14 è basica. Pollone: germoglio (che può essere Monoica: quando i fiori maschili ipogeo) che si sviluppa come un (staminiferi) e femminili (pistilliferi) ramo da un tronco (generalmente sono entrambi sulla stessa pianta. dopo il taglio) o direttamente dalla Si distinguono in: -piante monoiche a fiori unisessuali; radice. -piante monoiche a fiori ermafroditi. Pomo: frutto semplice, carnoso, indeiscente. È composto da un pericarpo coriaceo che racchiude i Oblungo: quando un organo (foglia, semi e rivestito di una parte carnosa petalo o altro) ha forma allungata e più esternamente da una (largo circa 1/3 della lunghezza), con membrana. La parte carnosa che margini più o meno paralleli e con circonda il pericarpo, è formata dal apice e base arrotondate.Dicesi ricettacolo. anche quando è irregolarmente Poiché il vero frutto (il pericarpo) è allungato rispetto alla forma nascosto e avvolto dalla parte edule canonica. di origine extracarpellare, viene anche definito falso frutto. È il frutto di alcune Rosaceae (mela, Obovata (lamina):a forma di uovo pera, ecc.). rovesciato con la parte più larga verso l’apice e la parte più stretta verso la base. pH: indice della concentrazione di ioni Samara: è un frutto con pericarpo secco, compresso e appiattito, con uno o più semi. È munito al margine di espansione alare più lunga della porzione seminale, che permette una migliore dispersione anemofila. Sempreverde: pianta legnosa con foglie persistenti tutto l’anno, anche d’inverno, che si mantengono talora anche per qualche anno di seguito. Simmetria raggiata: disposizione in modo simmetrico e a raggio. Unisessuale: fiore in cui è presente solo una struttura riproduttiva, o la maschile o la femminile. Possono essere staminiferi o maschili oppure pistilliferi o femminili. CURIOSITÀ E LEGGENDE DELLE NOSTRE PIANTE • ACERO ROSSO: Secondo alcune leggende l`acero era utilizzato per allontanare i pipistrelli quando erano in arrivo le cicogne emblema della gravidanza, credendo che in seguito a questi ci fosse la perdita dei bambini. I padri usavano anche mettere un ramoscello d`acero sulla porta di casa per allontanare dunque quelle oscure creature. • Bagolaro, spaccasassi Una leggenda narra che Lucifero, quando venne cacciato dal paradiso, trascinò con sè nella caduta l'albero del Bagolaro. I suoi artigli strinsero le foglie, la cui forma, con le punte ricurve, testimonierebbe ancora i segni di questo viaggio carico di odio e disobbedienza. • Filadelfo: il termine generico deriva dal greco 'phileo' che significa io amo e 'adelphos' che significa fratello. Questo è dovuto ai numerosi rami che si intrecciano tra di loro. • LAVANDA :Il nome generico "lavanda" deriva dal gerundio latino "lavare" (che deve essere lavato) per alludere al fatto che questa specie era molto utilizzata nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo. Gli antichi Egizi ne utilizzavano l’olio per il processo di mummificazione e gli antichi Romani usavano i fiori di lavanda per profumare l’acqua del bagno e per rinfrescare ed era una delle erbe curative più utilizzate. Durante il Medioevo con la varietà di Lavandula Stoechas si preparava un medicinale chiamato Sticadore utilizzato per curare crampi intestinali, nausea, vomito e singhiozzo. il periodo Elisabettiano inizia la diffusione della lavanda nel campo della profumeria con il noto profumo inglese chiamato “The Lavender”. Le dame cucivano all’interno delle loro sottane dei sacchetti contenenti fiori di lavanda e, forse proprio da questa usanza, ancora oggi si usano i sacchetti di lavanda per profumare la biancheria e tenere lontane le tarmeDalla lavanda René Maurice Gattefossé nel XX sec. con gli studi sugli oli essenziali cominciò il discorso vastissimo dell’aromaterapia moderna. L’olio di lavanda è utilizzato dai ceramisti per la diluizione dei colori ed è considerato essenziale per dipingere le porcellane. I cacciatori delle Alpi un tempo utilizzavano questa pianta contro i morsi di vipera strofinando la zona del morso con i fiori di lavanda per neutralizzare il veleno. In Francia c’è l’usanza di mettere sui davanzali dei rametti di lavanda per tenere lontani gli scorpioni. La spiga di lavanda è considerata un amuleto contro le disgrazie e il maligno e pare che sia anche un talismano per portare prosperità e fecondità. • PINO D’ALEPPO: E' utilizzato per rimboschimenti di suoli molto poveri grazie al suo rapido accrescimento. Dalla resina abbondante si estrae trementina. • Quercia: I frutti venivano usati dalla medicina popolare nel trattamento della diarrea, dissenteria, indigestione, asma, tosse,raucedine e febbre.Dalla corteccia ricca di tannino si ottiene inoltre un colorante rossastro. • ROSA CANINA: La leggenda narra che il dio del vino si invaghì di una ninfa e, come al suo solito, tentò di conquistarla, ma lei terrorizzata fuggì finché non inciampò in un cespuglio. Provò più volte a rialzarsi ma Bacco la raggiunse. Consumato l’atto, Bacco, trionfante e soddisfatto per l’impresa, non esitò a ringraziare il cespuglio lo trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un delicato color rosato, il colore delle guance della sua ninfa. • ROSMARINO Curiosità: il nome del genere, secondo alcuni, deriverebbe dalle parole latine ros “rugiada” e maris “del mare” cioè “rugiada del mare”, secondo altri deriverebbe sempre dal latino ma da rosa “rosa” e maris “mare” cioè “rosa del mare” secondo altri dal latino rhus “arbusto” e maris “mare” cioè “arbusto di mare”. Per la Bibbia, il rosmarino all’origine aveva i fiori bianchi che divennero azzurri quando la pianta nascose la Vergine Maria nella sua fuga in Egitto, prendendo il colore del suo mantello. Gli Egizi ponevano un rametto di rosmarino in mano ai defunti, come biglietto d’ingresso per l’aldilà e come simbolo di immortalità. Per gli antichi Romani aveva funzione apotropaica, cioè ben augurante, e per questo se ne teneva un mazzetto in bella vista sull’uscio di casa. Nel Medioevo si riteneva tenesse lontani gli spiriti maligni. Secondo la tradizione ermetica è la pianta rappresentativa del terzo decano dei gemelli e presiede alle mani e ai loro mali. Per questo motivo durante i riti di purificazione ci si lavava con il rosmarino, pena la non guarigione. Per le sue proprietà si sono attribuite virtù magiche, tanto che nel medioevo si aveva l'abitudine di realizzare oggetti di ogni tipo con il legno del rosmarino, da usare come talismano, tra i quali i pettini che avrebbero impedito la calvizie. Una leggenda racconta che un angelo apparve in sogno alla regina Elisabetta d´Ungheria e le suggerì la formula di una magica pozione che le restituì bellezza e giovinezza. I risultati furono talmente stupefacenti che Elisabetta, nonostante l´età avanzata, conquistò il re di Polonia . • LIQUIDAMBAR • La Prof. Cozzi mi ha dato il compito di descrivere il liquidambar e di fare una scheda oppure un cartellone. Non sapendo dove fossero questi alberi a Busto Garolfo, ho chiesto a mia mamma di fare un giro in macchina per vedere alcuni esemplari in paese. Ne ho visti molti in vari giardini privati, ma ciò che più mi ha colpito è stato vedere due esemplari molto grandi nel giardino della Scuola Media frequentata da mio fratello. Quando ho fatto questo giro era il mese di marzo e mi è piaciuto moltissimo vedere a terra un tappeto di bacche cadute dall’albero in mezzo alle quali stavano nascendo fili di erba che annunciavano l’arrivo ormai vicino della primavera. Ho raccolto vari frutti e mi ha molto incuriosito osservare da vicino la particolarità e la meraviglia della natura che mi sorprende sempre ogni volta che mi metto ad osservare i particolari di cose che si vedono normalmente in maniera distratta, ma che osservandole con uno sguardo più attento appaiono meravigliose. Mia mamma mi ha raccontato che questo frutto particolare, quando è secco, viene spesso usato per fare le composizioni di fiori, ed a volte per il Natale viene anche colorato con l’oro oppure con altri colori. Questo albero mi ha molto incuriosito ed ho cercato altre notizie e curiosità. Il liquidambar viene usato molto sia nei giardini che nei viali delle città in tutta Italia, perché la bellezza dell’albero ed il colore delle foglie lo rendono molto affascinante. Le foglie sono palmate ed il loro colore varia molto durante il corso dell’anno: in primavera sono di un colore verde brillante, mentre in autunno assumono tinte che variano dal color rosso porpora al rosso sanguigno, al violaceo, all’arancione ed infine al giallo dorato. Proprio a causa delle foglie che assumono un colore giallo intenso, i liquidambar vengono anche chiamati “gli alberi color dell’oro”. Sembra che questa specie di albero sia l’unica ad avere le foglie che trasformano il loro colore in tinte molto diverse durante le stagioni. • Questo albero mi è piaciuto perché: • -ho potuto vedere da vicino esemplari molto belli ed ho potuto osservare la bellezza di questo albero; • -sono riuscito a fare molte foto con particolari bellissimi ; • -mi è piaciuto poter toccare i suoi frutti così particolari ed accorgermi che nonostante avessero le spine non mi pungevano affatto; • -da adesso in poi quando vedrò questa pianta potrò osservare con molta più attenzione la bellezza del colore delle sue foglie. ALESSANDRO PALOMBO ALBERI di Franco Fortini Gli alberi sembrano identici che vedo dalla finestra. Ma non è vero. Uno grandissimo si spezzò e ora non ricordiamo più che grande parete verde era. Altri hanno un male. La terra non respira abbastanza. Le siepi fanno appena in tempo a metter fuori foglie nuove che agosto le strozza di polvere e ottobre di fumo. La storia del giardino e della città non interessa. Non abbiamo tempo per disegnare le foglie e gli insetti o sedere alla luce candida lunghe ore a lavorare. Gli alberi sembrano identici, la specie pare fedele. E sono invece portati via molto lontano. Nemmeno un grido, nemmeno un sibilo ne arriva. Non è il caso di disperarsene, figlia mia, ma di saperlo mentre insieme guardiamo gli alberi e tu impari chi è tuo padre. «Gli Alberi» - Franco Fortini Laboratorio haiku Progetto Erbario classe II E Rosmari no Sei fortunato Regali profumo E verde bontà Spalma B.