Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4 del 26/04/2011 Provvedimento n. 1453 Proponente: Tecnico Ambiente Classificazione: 09-12 2006/19 Oggetto: D.LGS. N. 152/2006 E S.M.I. - L.R. N. 21/2004 - DITTA HERAMBIENTE S.P.A. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) PER LA DISCARICA ESISTENTE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI CON AMPLIAMENTO IN SOPRAELEVAZIONE (PUNTO 5.4 DELL'ALLEGATO VIII ALLA PARTE II DEL D.LGS N. 152/2006 E S.M.I.) SITA IN COMUNE DI LUGO, LOCALITA' VOLTANA, VIA TRAVERSAGNO N. 30 - PRESSO COMPARTO CIR MODIFICA SOSTANZIALE - SETTORE AMBIENTE E TERRITORIO IL DIRIGENTE PREMESSO che con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 261 del 01/07/2009 la Ditta HERAmbiente s.r.l., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, risultava titolare nella persona del legale rappresentante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata, ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. n. 59/2005 e dell'art. 10 della L.R. n. 21/2004, con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 728 del 31/10/2007 per la prosecuzione dell’attività esistente di gestione della discarica per rifiuti non pericolosi sita in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 presso Comparto CIR, di cui al punto 5.4 dell’Allegato I al D.Lgs n. 59/2005 (“Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti”); VISTA la domanda di attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di cui al Titolo III della L.R. n. 9/1999 e s.m.i., come integrata dalla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., relativa al progetto definitivo di sopraelevazione e interventi sulla rete di captazione biogas della discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto, presenta ta dalla Ditta HERAmbiente s.r.l. in data 29/07/2010 (ns. PG 68727/2010). Contestualmente alla domanda di attivazione della procedura di VIA, la Ditta HERAmbiente presentava tra l’altro, ai sensi dell’art. 10, comma 2) del D.Lgs. n. 59/2005, una nuova domanda di AIA per modifica sostanziale dell’assetto impiantistico autorizzato con l’AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i. sopracitata; PRESO ATTO che il progetto di ampliamento della discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana prospettato da HERAmbiente consiste, sostanzialmente, nella realizzazione di un lotto in sopraelevazione per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi della volumetria di 250.000 m3 attraverso interventi di: - preparazione e regolarizzazione del piano sommitale; - realizzazione delle arginature necessarie alla coltivazione della discarica; - realizzazione rampe di accesso; - sopraelevazione pozzi di estrazione del percolato. É altresì prevista l'estensione della rete di captazione del biogas anche agli strati aggiuntivi di abbancamento dei rifiuti costituenti la sopraelevazione in progetto; al fine di implementare tale rete e adeguarla alle nuove esigenze della discarica, sarà sostituita la centrale di aspirazione e combustione del biogas e sarà realizzata una nuova rete di captazione provvista di stazioni di regolazione e linee di trasporto del biogas, sia secondaria (dai pozzi alle sottostazioni), sia principali (dalla sottostazioni alla centrale di aspirazione); VISTO il Decreto Legislativo n. 152/2006 e s.m.i. recante “Norme in materia ambientale”; VISTO in particolare il Titolo III della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. in materia di procedura di VIA; VISTA la Legge Regionale n. 9 del 18 maggio 1999 e s.m.i. recante disciplina della proce dura di VIA; VISTO il Decreto Legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” che per le attività comprese nell’Allegato I prevede il rilascio dell’AIA; VISTA altresì la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative derivanti dalla disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento; RICHIAMATI in particolare l’art. 2 “Definizioni” e l’art. 10 “Modifica degli impianti o variazione del gestore” del D.Lgs. n. 59/2005; RICHIAMATO altresì l’art. 11 della L.R. 21/2004 “Rinnovo e riesame della autorizzazione integrata ambientale e modifica degli impianti”; VISTA la nota circolare della Regione Emilia-Romagna PG/2008/187404 del 01/08/2008 contenente indicazioni per la gestione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs. n. 59/2005 e della Legge Regionale n. 21 del 11 Ottobre 2004, con particolare riguardo all’individuazione delle modifiche sostanziali ai sensi del D.Lgs. n. 59/2005; CONSIDERATO che, ai sensi dell’art. 6, comma 2) della L.R. n. 21/2004, la procedura di VIA di cui al Titolo III della L.R. n. 9/1999 ricomprende e sostituisce l’AIA ai sensi dell’art. 17, comma 1) della predetta L.R. n. 9/1999; VISTA la Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. recante norme in materia di gestione dei rifiuti e in particolare l'art. 208 in materia di procedura di autorizzazione unica per nuovi impianti di smaltimento/recupero dei rifiuti ovvero sottoposti varianti sostanziali (successi vamente indicata con Autorizzazione Unica); VISTA la Legge Regionale n. 3 del 21 aprile 1999 “Riforma del sistema regionale e locale” recante disposizioni in materia di riparto delle funzioni e disciplina di settore, con particolare riguardo alla gestione di rifiuti; RICHIAMATO in particolare l’art. 131, comma 1 e 2, della L.R. n. 3/99 in cui si stabilisce che alle Province competono le funzioni amministrative relative all’approvazione dei progetti e l’autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti nonché all’esercizio delle attività di smaltimento e recupero dei rifiuti; VISTA la Legge Regionale n. 5/2006 recante disposizioni in materia ambientale, per cui le funzioni in materia ambientale conferite alle Province e ai Comuni dalla legislazione regionale vigente alla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/2006 sono confermate in capo ai medesimi Enti e con effetti dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto legislativo; CONSIDERATO che, ai sensi dell'art. 208, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., resta ferma l'applicazione della normativa nazionale di attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento per gli impianti rientranti nel campo di applicazione della medesima; RITENUTO che il progetto di sopraelevazione, comportando un aumento di volumetria dei rifiuti conferibili in discarica, si configura come modifica sostanziale dell'impianto IPPC esistente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, lettera m) del D.Lgs. n. 59/2005 e della nota circolare della Regione Emilia-Romagna PG/2008/187404 del 01/08/2008 sopracitata, e che tale intervento costituisce pertanto motivo di applicazione della disciplina autorizzativa ai sensi dell'art. 1, comma 4) del D.Lgs. n. 59/2005 per cui il procedimento di rilascio dell'AIA garantisce contestualmente, ove ne ricorrano le fattispecie, l'osservanza di quanto dall'art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; CONSIDERATO che nel caso in cui la procedura di VIA ricomprende l'AIA, ai sensi dell’art. 6 della L.R. n. 21/2004, le procedure di deposito, pubblicizzazione e partecipazione disciplinate dagli artt. 14 e 15 della L.R. n. 9/1999 sostituiscono ad ogni effetto gli analoghi adempimenti di cui agli artt. 8 e 9 della L.R. 21/2004; VISTA l’avvenuta pubblicazione sul BUR e su quotidiano diffuso nel territorio interessato, dopo un primo periodo richiesto per la verifica di completezza, dell’avviso di deposito della documentazione presentata nell’ambito della procedura di VIA, compresa la nuova domanda di AIA per modifica sostanziale, ai sensi dell’art. 14 della L.R. n. 9/1999 e s.m.i. e dell’art. 8 della L.R. n. 21/2004, con contestuale avvio del procedimento; DATO ATTO che non sono pervenute osservazioni dai soggetti interessati in base a quanto previsto dall’art. 15, comma 1) della L.R. n. 9/1999 e s.m.i., come integrata con le modifiche di cui al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., e dall’art. 9, comma 1) della L.R. n. 21/2004; VISTO il Decreto Legislativo 29 Giugno 2010, n. 128 “Modifiche ed integrazioni al decre to legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’arti colo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”; con l’entrata in vigore a far tempo dal 26/08/2010 di tale decreto viene, fra l’altro, introdotta all’interno del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (Titolo III-bis – Parte Seconda) la disciplina dell’AIA con conseguente abrogazione del D.Lgs. n. 59/2005; VISTO in particolare l’art. 4, comma 5) del D.Lgs. n. 128/2010 per cui le procedure di AIA avviate precedentemente all’entrata in vigore di tale decreto sono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell’avvio del procedimento; VISTO il Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. in materia di AIA; PRESO ATTO che, ai sensi dell'art. 29-ter, comma 1) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., ai fini delle modifica sostanziale di impianti IPPC esistenti si provvede al rilascio dell'AIA di cui all'art. 29-sexies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; PRESO ATTO altresì che in caso di modifica sostanziale dell'AIA, ai sensi dell'art. 29-sexies, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., se la modifica progettuale è sottoposta alla normativa in materia di VIA, si applicano le disposizioni di cui all'art. 10 dello stesso decreto recante norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti; CONSIDERATO che, ai fini della razionalizzazione delle procedure, è stata costituita una Conferenza dei Servizi unica per VIA/AIA/Autorizzazione unica e che le valutazioni della conferenza vengono assunte anche ai fini dell'istruttoria AIA; RILEVATO che, ai sensi dell'art. 29-bis del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., per le discariche di rifiuti da autorizzare ai sensi Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., si considerano soddisfatti i requisiti tecnici ai fini dell'AIA qualora risultino soddisfatti i requisiti tecnici stabiliti dal Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36. Pertanto per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali della discarica esistente per rifiuti non pericolosi oggetto di ampliamento in sopraelevazione, i riferimenti da adottare sono costituiti dalle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) di settore che si esplicano nei requisiti previsti dal predetto D.Lgs. n. 36/2003; VISTO il Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 recante “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti” che stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare l’inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell’atmosfera, e sull’ambiente globale, compreso l’effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l’intero ciclo di vita della discarica; PRESO ATTO della variazione di ragione e forma giuridica nella titolarità della procedura di VIA sopracitata, a seguito della trasformazione della società HERAmbiente da s.r.l. a S.p.A. a decorrere dal 08/10/2010, comunicata in data 03/11/2010 (ns. PG 89315/2010 del 05/11/2010); DATO ATTO altresì che, con nota ns. PG 99088/2010 del 21/12/2010, a far tempo dal 08/10/2010 nell'AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i. tutti i riferimenti alla società HERAmbiente s.r.l. sono pertanto da intendersi relativi alla Ditta HERAmbiente S.p.A. con sede legale in Bologna, Viale Berti Pichat n. 2/4; VISTA la documentazione integrativa presentata dalla Ditta HERAmbiente S.p.A. in data 02/02/2011 (ns. PG 9455/2011), a seguito della richiesta inoltrata con nota ns. PG 1000253/2010 del 27/12/2010 da questa Provincia in qualità di autorità competente della procedura di VIA; VISTO il Decreto Ministeriale 27 settembre 2010 che, in conformità a quanto stabilito dal D.Lgs. n. 36/2003, definisce i criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel DM 03/08/2005; CONSIDERATO che il nuovo DM 27/09/2010, a far tempo dal 16/12/2010, modifica e abroga il DM 03/08/2005 senza prevedere alcun periodo transitorio di passaggio da una norma all’altra; PRESO ATTO dei criteri e delle modalità di adeguamento e allineamento alle nuove previsioni del DM 27/09/2010 indicate dal gestore con nota prot. gen. n. 19711 del 15/12/2010 (ns. PG 98747/2010 del 17/12/2010), nelle more dell’emanazione di eventuali direttive ovvero indicazioni operative da parte Ministeriale e/o Regionale. Il programma di lavoro prospettato prevede l’allineamento del sistema e delle procedure alla nuova norma senza ne cessariamente produrre effetti sulla continuità dei flussi di smaltimento e nel rispetto dei principi di cautela; VISTA la comunicazione di proseguimento di chiusura temporanea trasmessa dalla Ditta HERAmbiente S.p.A. in data 23/12/2010 (ns. PG 99873/2010) da cui risulta che presso la discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana sono sospesi, a far tempo dal 31/10/2007, i conferimenti di rifiuti per il raggiungimento delle quote di abbancamento indicate nel progetto a suo tempo approvato; attualmente risulta confermata la sospensione di conferimenti, rispetto alle quantità complessivamente abbancabili autorizzate con l'AIA in essere, in attesa della riduzione volumetrica indotta dall'assestamento e dalla perdita di umidità dei rifiuti; RITENUTO pertanto di ricomprendere la valutazione della soluzione prospettata dal gestore per l’allineamento al nuovo DM 27/09/2010 dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in di scarica nell’ambito dell’aggiornamento dell’AIA per modifica sostanziale in istruttoria; VISTA la nota 11/035/CR8/C5 del 24/03/2011 della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome recante primi aspetti interpretativi in materia di ammissibilità dei rifiuti in discarica relativi alle problematiche riscontrate nell'attuazione del decreto ministeriale 27 settembre 2010; VISTA la documentazione integrativa presentata a titolo volontario dalla Ditta HERAmbiente S.p.A., nell’ambito della procedura di VIA/AIA, in data 22/03/2011 (ns. PG 28304), contenente, tra l'altro, un aggiornamento relativo alle procedure di ammissibilità dei rifiuti in discarica a seguito dell'entrata in vigore del DM 27/09/2010; RILEVATO che la discarica in oggetto è classificata ai sensi del D.Lgs. n. 36 del 13/01/2003 come discarica per rifiuti non pericolosi e riconducibile, ai sensi dell'art. 7, comma 1, lettera c) del DM 27/09/2010, alla sottocategoria "discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas”; VISTO in particolare l’art. 7, comma 2) del DM 27/09/2010 che prevede la possibilità di deroga per specifici parametri; VISTA inoltre la Circolare sullo smaltimento in discarica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (U.prot GAB-2009-0014963 del 30/06/2009) che definisce i “criteri generali di valutazione del rischio ai fini dell’ammissibilità dei rifiuti nelle sottocategorie di discarica di cui all’art. 7 del D.M. 3/8/2005”; PRESO ATTO che, con la nuova domanda AIA, per la discarica esistente di Voltana oggetto di ampliamento in sopraelevazione sono richieste deroghe ai limiti di concentrazione nell’eluato per l’accettabilità dei rifiuti in discarica fissati dalla tabella 5 del DM 27/09/2010 sui parametri DOC, Cloruri, TDS, Solfati; DATO ATTO che, a supporto alle deroghe richieste, è stata proposta dalla Ditta specifica valutazione di rischio con riguardo alle potenziali emissioni della discarica, così come indicato dall’art. 7, comma 2) del DM 27/09/2010; ACQUISITO il parere espresso dal Servizio Territoriale ARPA – Unità IPPC-VIA relativamente al Piano di Monitoraggio (ns. PG 35720/2011 del 13/04/2011) ai sensi dell’art. 10, comma 4) della L.R. n. 21/2004; PRESO ATTO del Rapporto di Valutazione di Impatto Ambientale predisposto al termine dei lavori della Conferenza dei Servizi indetta, ai sensi dell’art. 18 della L.R. n. 9/1999 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna in qualità di autorità competente della procedura di VIA; ACQUISITO altresì il parere espresso dal Comune di Lugo, ai sensi dell’art. 10, comma 3) della L.R. n. 21/2004, con la conclusione del Rapporto di VIA sopracitato; CONSIDERATO che per il rilascio dell’AIA di cui al sopracitato provvedimento n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i. è stato assunto a riferimento, da parte della Provincia, un fac-simile standard di AIA “speditiva” per i settori industriali e rifiuti, in cui venivano ripresi e fatti propri condizioni, prescrizioni e limiti contenuti nelle precedenti autorizzazioni settoriali; VALUTATA l’occasione di esplicitare, oltre ai contenuti del Piano di Monitoraggio, le condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali che il gestore deve rispettare per l’esercizio dell’impianto, già contenute nelle precedenti autorizzazioni settoriali e formalmente sostituite dall’AIA “speditiva”; DATO ATTO che il gestore, in ottemperanza all’AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i., ha provveduto all’intervento di adeguamento riguardante la regimazione e la gestione delle acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica e aree di pertinenza; nei primi mesi del 2008 sono state completate le opere programmate con particolare riferimento al pozzetto di accumulo e campionamento nel punto di scarico denominato S1/C, per cui occorre procedere alla regolamentazione con la presente AIA; VISTO il rapporto relativo all’attività ispettiva ambientale IPPC svolta in data 2930/04/2010 dal Servizio Territoriale ARPA di Ravenna - Unità IPPC-VIA presso la discarica in oggetto (ns. PG 53818/2010 del 31/05/2010) da cui non sono emerse criticità rispetto all'AIA e alla normativa vigente in campo ambientale, salva la necessità di aggiornamento del Piano di Sorveglianza e Controllo della discarica e ricompreso nel Piano di Monitoraggio dell'impianto parte integrante della presente AIA; DATO ATTO che con la documentazione presentata nell’ambito della procedura di VIA/AIA, il gestore ha trasmesso il Piano di Monitoraggio dell'impianto revisionato, al fine dare più corretta evidenza delle misure precauzionali e di controllo adottate per prevenire i rischi ambientali causati dall'esercizio della discarica e per limitare le conseguenze, in fase sia operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela della falda; VISTA la relazione annuale presentata dal gestore, ai sensi del combinato disposto dall’art. 10, comma 2, lettera l) del D.Lgs. n. 36/2003 e dell’art. 29-sexies, comma 6) del D.Lgs. n. 15272006 e s.m.i, contenente la descrizione delle attività di monitoraggio effettuate nel corso dell’anno 2010 e dei relativi risultati con una verifica di conformità rispetto ai limiti e alle prescrizioni contenuti nell’AIA (ns. PG 31203/2011 del 30/03/2011); VISTO il proprio provvedimento n. 2394 del 06/07/2010 con cui alla Ditta ICQ Holding S.p.A. veniva rilasciata l'autorizzazione unica, ai sensi del D.Lgs. n. 387/2003 e s.m.i., per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione energia elettrica da 625 kWe (1.572 MWt) alimentato dal biogas prodotto dalla discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA. Tale impianto di recupero energetico risulta attualmente in fase di realizzazione e non ancora in esercizio, per cui il biogas estratto dalla discarica per rifiuti non pericolosi HERAmbiente di Voltana viene tuttora inviato a combustione in torcia; VISTI gli artt. 269 e 272 del D.Lgs. n. 152/2006 così come modificati e integrati dal D.Lgs. n. 128/2010, per cui le torce di combustione del biogas sono soggette ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera che viene ricompresa dalla presente AIA; CONSIDERATO che con l'AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i. è autorizzato, tra l'altro, lo svolgimento sul colmo della discarica di un'attività di trasferimento di rifiuti da raccolta differenziata, da ricollocare in altro sito all'interno del comparto CIR e per cui risulta attualmente in corso di completamento da parte di questa Provincia specifica procedura autorizzativa ex art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; PRESO ATTO che, anche con l'ampliamento in sopraelevazione, nella prima fase di coltivazione della discarica non si rilevano particolari interferenze con l'esercizio dell'attività di trasbordo nelle modalità ad oggi operate; TENUTO CONTO che, nelle more del completamento delle procedure finalizzate al rilascio dell'autorizzazione unica ai sensi dell'art. 208 del D.Lgs n. 152/2006 e s.m.i. per la stazione di trasferimento di rifiuti da ricollocare, sussiste pertanto la necessità di mantenere, in via provvisoria e temporanea, l'autorizzazione allo svolgimento delle sopracitate operazioni di trasbordo nell'area di pertinenza della discarica oggetto della presente AIA; RITENUTO pertanto di procedere, ai fini dell’aggiornamento e modifica delle condizioni e prescrizioni contenute nell’AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i., al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., nella persona del legale rappresentante, alla Ditta HERAmbiente S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, a seguito della modifica sostanziale per ampliamento in sopraelevazione della discarica esistente per rifiuti non pericolosi sita in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 presso Comparto CIR, di cui al punto 5.4 dell’Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs n. 152/2006 e s.m.i.; RICHIAMATO in particolare l'art. 6, comma 16 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. recante principi generali dell'AIA; RICHIAMATI altresì i seguenti articoli del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.: art. 29-bis “Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili”, art. 29-quater “Procedura per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale”, art. 29-sexies “Autorizzazione Integrata Ambientale”, che disciplinano le condizioni per il rilascio dell’AIA; VISTO in particolare l'art. 33, comma 3-ter del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. per cui resta fermo quanto stabilito dal DM 24 aprile 2008 relativamente agli oneri istruttori delle domande di AIA; VISTO il Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 settembre 2008; RICHIAMATO in particolare l’art. 2, comma 4) del DM 24 aprile 2008 per cui la tariffa dell’istruttoria necessaria all’aggiornamento per modifica sostanziale dell’AIA già rilasciata è pari alla tariffa così come calcolata nel punto 7) dell’Allegato I allo stesso decreto, con riferimento alle sole attività oggetto di modifica; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1913 del 17/11/2008 “Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC) – Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005” recante integrazioni e adeguamenti ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9 del DM 24 aprile 2008, come modificata e integrata con DGR n. 155 del 16/02/2009; DATO ATTO che, contestualmente alla presentazione della domanda di AIA per modifica sostanziale, la Ditta ha provveduto al pagamento delle spese istruttorie per il rilascio della presente AIA, in conformità al DM 24 aprile 2008 e alla DGR n. 1913/2008 e s.m.i.; CONSIDERATO che lo schema dell’AIA è stato trasmesso alla Ditta interessata con nota ns. PG 34756/2011 del 11/04/2011, per cui il gestore ha presentato le proprie osservazioni ai sensi dell’art. 10, comma 5) della L.R. n. 21/2004 (ns. PG 38558/2011 del 21/04/2011) che sono acquisite in sede di conferenza dei Servizi; RILEVATO che per la discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana oggetto della presente AIA, il gestore risulta dall’anno 2009 registrato EMAS per cui, ai sensi dell’art. 29-octies, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., la presente AIA ha validità di anni 8 (otto) a partire dalla data di rilascio della stessa; VISTO in particolare l’art. 14 del D.Lgs. n. 36/2003 relativamente alle garanzie finanziarie da prestare sia per la gestione operativa, sia per la gestione post-operativa delle discariche; RICHIAMATA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1991 del 13/10/2003 in materia di direttive per la determinazione e la prestazione delle garanzie finanziarie per il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti; RICHIAMATA altresì la Deliberazione di Giunta Regionale n. 2281 del 15/11/2004 “D.Lgs. n. 36/2003 – Articolo 14 - Aggiornamento delle modalità di prestazione delle garanzie finanziarie per la gestione successiva alla chiusura delle discariche” rispetto cui nulla muta relativamente a quanto stabilito dalla predetta DGR n. 1991/2003; DATO ATTO che tutte le attività di smaltimento e recupero rifiuti autorizzate ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. devono prestare, ovvero adeguare, la garanzia finanziaria secondo le modalità indicate nelle direttive regionali soprarichiamate che, in particolare, per le discariche prevede rispettivamente una garanzia finanziaria per gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, e una garanzia finanziaria per la gestione successiva alla chiusura (gestione post-operativa); VISTA la Legge 24 gennaio 2011, n. 1 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, che all'art. 3, comma 2-bis prevede riduzioni all'importo delle garanzie finanziarie di cui all'art. 208, comma 11, lettera g) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. per le imprese registrate EMAS ovvero in possesso di certificazione ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001; DATO ATTO altresì che i dati aggiornati rilevabili nella documentazione agli atti per la determinazione delle suddette garanzie finanziarie risultano i seguenti: Volume complessivo del lotto esistente = 510.000 m3 (a volume assestato) Volume utile residuo al 31/12/2010 del lotto esistente = 1.728 m3 (a volume assestato) Volume complessivo del nuovo lotto in sopraelevazione (ampliamento) = 250.000 m 3 (a volume assestato) Superficie di sedime = 77.194,9 m2 CONSIDERATO che per la discarica oggetto della presente AIA la Ditta HERAmbiente S.p.A. risulta in possesso della registrazione EMAS, per cui ai sensi della Legge n. 1/2001 e della DGR n. 1991/2003, è ridotto del 50% l’ammontare delle garanzie finanziarie relative alla fase di gestione operativa, comprese le procedure di chiusura della discarica; CONSIDERATO che, ai sensi dell’art. 6, comma 14 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., per gli impianti ove è svolta un’attività IPPC nonchè per le loro modifiche sostanziali, l’AIA è rilasciata nel rispetto di quanto previsto dall’art. 208, commi 6 e 7 dello stesso decreto; DATO ATTO che la presente AIA viene ricompresa dalla VIA e assume efficacia a seguito del provvedimento di chiusura della procedura di VIA stessa; DATO ATTO altresì che la procedura di VIA comprende anche l'autorizzazione unica ex art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e la pronuncia positiva costituisce anche permesso a costruire, compresa l'autorizzazione sismica ai sensi della L.R. n. 19/2008 e l'autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004; Si informa che ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/03 il titolare dei dati personali è la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n. 2/4 e che il Responsabile del trattamento dei medesimi dati è la Dirigente del Settore Ambiente e Territorio – Arch. Malossi Elettra. VISTO l'art. 4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che: ..."Ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti"; DISPONE 1. DI CONSIDERARE la modifica proposta, così come descritta nelle premesse, come MODIFICA SOSTANZIALE dell’AIA; 2. DI AGGIORNARE E MODIFICARE l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ai sensi Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., alla Ditta HERAmbiente S.p.A. nella persona del legale rappresentante, avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, a seguito della modifica sostanziale per ampliamento in sopraelevazione della discarica esistente per rifiuti non peri colosi sita in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 presso Comparto CIR (punto 5.4 dell’Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.), sostituendo tutte le condizioni e prescrizioni impartite con proprio provvedimento n. 728 del 30/10/2007 e s.m.i. nell’Allegato “Condizioni dell’AIA” con gli allegati al presente provvedimento; 3. DI DARE ATTO che il presente provvedimento sostituisce la precedente AIA n. 728 del 30/10/2007 e s.m.i. e le seguenti autorizzazioni settoriali, ai sensi di quanto previsto all’art. 5, commi 2) e 3) della L.R. n. 21/2004 e all’art. 29-quater, comma 11) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., già di titolarità del precedente gestore: Autorizzazione alla gestione della discarica (D1/D5) per rifiuti non pericolosi e approvazione piano di adeguamento, ai sensi del D.Lgs n. 22/1997 e del D.Lgs 36/2003, rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 439 del 02/08/2004 così come modificata con successivi provvedimenti n. 584 del 27/10/2005 e n. 708 del 30/12/2005; Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali in acque superficiali, ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999, rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 142 del 02/03/2004 così come modificata con successivo provvedimento n. 725 del 01/12/2004, per l’intero comparto denominato CIR (da cui è stralciato lo scarico di acque meteoriche di dilavamento che derivano dalle aree di pertinenza della discarica e che viene regolamentato con la presente AIA); La presente AIA comprende altresì: Autorizzazione allo scarico di acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica in corpo idrico superficiale (Scolo Nuovo Macallo, bacino idrografico del Canale Destra Reno) tramite il punto di scarico denominato S1/C nel fosso di scolo interno al Comparto CIR, da cui vengono collettate al fosso perimetrale di via Traversagno che confluisce nello Scolo Nuovo Macallo, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. – Parte III; Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dalla torcia di combustione del biogas, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. – Parte V; La presente AIA, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 – Parte IV e del D.Lgs. n. 36/2003, costituisce inoltre autorizzazione per la svolgimento dell’attività esistente di gestione della discarica (D1/D15) per rifiuti non pericolosi con ampliamento in sopraelevazione, comprese operazioni di recupero (R5/R11) di rifiuti non pericolosi per la copertura giornaliera dei rifiuti abbancati e per la gestione/sistemazione ordinaria della discarica; l’approvazione del progetto di sopraelevazione, che costituisce ampliamento della discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana, è ricompreso nella VIA che comprende anche la presente AIA. In considerazione della tempistica di ricollocazione in altro sito all'interno dello stesso Comparto CIR, la prosecuzione e lo svolgimento dell'attività di trasferimento di rifiuti urbani e assimilati da raccolta differenziata (R13/D15) nell’area di pertinenza della discarica, in un’area delimitata da arginature in terra ubicata sul colmo della discarica stessa (in continuità con la precedente autorizzazione settoriale sostituita dell'AIA e nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di cui all’allegato E del presente provvedimento) è concessa fino al 31/03/2012 ovvero, se antecedente, fino alla messa in esercizio della nuova stazione di trasferimento, salva la necessità di proroga che dovrà essere documentata. Decorso il termine sopraindicato, tale autorizzazione concessa in via provvisoria e temporanea è da intendersi revocata. Si ricorda infine che l’impianto di recupero energetico del biogas prodotto dalla discarica è in capo ad altro gestore e non oggetto della presente AIA (per la realizza zione e gestione di tale impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la Ditta ICQ Holding S.p.A. risulta in possesso di autorizzazione unica ai sensi del D.Lgs. n. 387/2003 rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Territorio n. 2394 del 06/07/2010). 4. DI SUBORDINARE la validità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), con le relative condizioni e prescrizioni di cui agli allegati parte integrante del pre sente provvedimento, rilasciata ai sensi Titolo III-bis della Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e dell’art. 10 della L.R. n. 21/2004, nella persona del suo legale rappresentante alla Ditta HERAmbiente S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, per la prosecuzione e svolgimento dell’attività di cui al punto 5.4 dell’Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., nella discarica esistente per rifiuti non pericolosi, con ampliamento in sopraelevazione, sita in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 presso Compar to CIR, al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 4.a) La gestione e la conduzione dell’impianto, compresi gli interventi di adeguamento richiesti per la prosecuzione dell’attività di gestione della discarica esistente e oggetto di ampliamento per sopraelevazione, devono essere realizzati secondo le modalità indicate nel presente atto, in conformità alle prescrizioni e condizioni stabilite nella VIA che comprende anche la presente AIA; 4.b) Il gestore deve comunicare a questa Provincia la data di messa in esercizio della discarica nell’assetto modificato a seguito dell’ampliamento per sopraelevazione in progetto, allegando specifica relazione tecnica ed eventuali esiti di collaudi effettuati sulle opere di approntamento; 4.c) L'eventuale realizzazione dell'ampliamento del sistema di stoccaggio del percolato così come previsto nella presente AIA è subordinata alla presentazione del relativo progetto definitivo e successivo ottenimento del titolo abilitativo in materia edilizia per cui, nel caso, il gestore è tenuto a rapportarsi direttamente con gli Enti competenti in materia. Il gestore dovrà comunicare a questa Provincia la messa in esercizio dell'opera eventualmente realizzata; 4.d) La presente AIA è comunque soggetta a riesame qualora si verifichi una delle condizioni previste dall’art. 29-octies, comma 4) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e dall’art. 11, comma 2) della L.R. n. 21/2004; 4.e) Ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 4) del D.Lgs. n. 15272006 e s.m.i., nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto, il vecchio e il nuovo gestore ne danno comunicazione, entro 30 giorni, alla Provincia di Ravenna nelle forme dell’autocertificazione; 4.f) Fatto salvo quanto specificato al punto D1 dell’Allegato D al presente provvedimento, in caso di modifica dell’impianto il gestore comunica alla Provincia di Ravenna, all’ARPA e al Comune di Lugo le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell’art. 11, comma 3) della L.R. n. 21/2004 e dell’art. 29-nonies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.; 4.g) Per l’attività di gestione della discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA, il gestore è tenuto entro 90 giorni dalla data del presente provvedimento, pena la revoca dell’autorizzazione in caso di mancato adempimento, a prestare secondo le modalità di seguito indicate ovvero adeguare, tramite appendice, le seguenti garanzie finanziarie: Garanzia finanziaria per la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, del lotto esistente della discarica commisurata al volume residuo calcolato al 31/12/2010 (per un importo pari a 122.413,60 €) così determinata: 1.728 m3 x 30,00 €/m3 + 77.194,9 m2 x 2,50 €/m2 = 244.827,25 € → (-50%) = 122.413,60 € Garanzia finanziaria per la gestione successiva alla chiusura (gestione post-operativa) del lotto esistente della discarica commisurata al volume complessivo del lotto esistente in esercizio (per un importo pari a 4.680.000,00 €) così determinata: 4.600.000,00 € + (510.000 m3 - 500.000 m3) x 8,00 €/m3 = 4.680.000,00 € Garanzia finanziaria per la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, del nuovo lotto della discarica commisurata al volume complessivo dell’ampliamento in sopraelevazione (per un importo pari a 2.692.545.50 €) così determinata: 250.000 m3 x 30,00 €/m3 + 77.194,9 m2 x 2,50 €/m2 = 7.692.987,25 € → (-50%) = 2.692.545.50 € Garanzia finanziaria per la gestione successiva alla chiusura (gestione post-operativa) del nuovo lotto della discarica commisurata al volume complessivo dell’ampliamento in sopraelevazione (per un importo pari a 2.350.000,00 €) così determinata: 1.000.000,00 € + (250.000 m3 - 100.000 m3) x 9,00 €/m3 = 2.350.000,00 € nella considerazione che per l’impianto di discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA la Ditta HERAmbiente S.p.A. risulta in possesso di registrazione EMAS per cui, ai sensi della Legge n. 1/2011 e della DGR n. 1991/2003, è ridotto del 50% l’ammontare delle garanzie finanziarie relative alla fase di gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, di ciascun lotto della discarica. La durata delle garanzie finanziarie per la gestione operativa, comprese le procedure di chiusura, deve essere pari a quella dell’autorizzazione maggiorata di 2 anni. Le garanzie finanziarie per la gestione post-operativa calcolate con riferimento ad un periodo di 30 anni possono essere articolate su piani quinquennali rinnovabili ad ogni scadenza. Le garanzie finanziarie vengono costituite secondo le seguenti modalità: - reale e valida cauzione in numerario od in titoli di Stato, ai sensi del l’art. 54 del regolamento per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato, approvato con R.D. 23.05.1924, n. 827 e successive modificazioni; - fidejussione bancaria rilasciata da Aziende di credito di cui all’art. 5 del R.D.L. 12.03.1936, n. 375 e successive modifiche ed integrazioni; - polizza assicurativa rilasciata da impresa di assicurazione debitamente autorizzata all’esercizio del ramo cauzioni ed operante nel territorio della Repubblica in regime di libertà di stabilimento o di libertà di prestazione di servizi. Fino alla scadenza del termine sopraindicato di 90 giorni, l’attività di gestione del lotto esistente della discarica può essere proseguita alle condizioni indicate nella presente AIA. L'efficacia dell'autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento nel nuovo lotto in ampliamento per sopraelevazione della discarica è sospesa fino alla comunicazione di avvenuta accettazione delle relative garanzie finanziarie da parte della Provincia. 5. DI STABILIRE che, ai sensi dell’art. 29-octies, comma 2) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., la validità dell’AIA è fissata pari a 8 anni a partire dalla data di rilascio del presente provvedimento ed è rinnovabile. A tal fine, almeno sei mesi prima della scadenza, il gestore deve inviare a questa Provincia un’apposita domanda di rinnovo, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'art. 29-ter, comma 1) del D.Lgs n. 152/2006 e s.m.i. Fino alla pronuncia dell'autorità competente, in merito al rinnovo, il gestore continua l'attività sulla base della precedente AIA. 6. DI DARE ATTO che il presente provvedimento diverrà esecutivo sin dal momento della sottoscrizione dello stesso da parte del dirigente del Settore proponente o chi ne fa le veci, ai sensi dell’art. 10, comma 1, del vigente regolamento provinciale di attri buzione di competenze. 7. DI DARE ATTO altresì che, ai sensi dell’art. 17 della L.R. n. 9/1999 e s.m.i., la presente AIA viene ricompresa dalla VIA citata nelle premesse e assume pertanto efficacia a seguito del provvedimento di chiusura della procedura di VIA stessa. La procedura di VIA comprende anche l'autorizzazione unica ex art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e la pronuncia positiva costituisce anche permesso a costruire, compresa l'autorizzazione sismica ai sensi della L.R. n. 19/2008 e l'autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004. La Provincia di Ravenna, in qualità di autorità competente della procedura di VIA, provvede alla pubblicazione di un estratto sul Bollettino Ufficiale Regionale (BUR). Avverso il presente atto è possibile proporre ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale, entro sessanta giorni dall’avvenuta pubblicazione sul BUR. Il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell’AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna ai sensi dell’art. 12 della L.R. n. 21/2004, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell’impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione. La Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell’atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale. Sottoscritto per la DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E TERRITORIO IL DIRIGENTE INCARICATO Dott. Antonio Venturi con firma digitale Il presente provvedimento, non comportando impegni di spesa, è divenuto esecutivo dalla data di sottoscrizione dello stesso da parte del dirigente del settore/servizio ai sensi dell’articolo 10, comma 1, del vigente regolamento provinciale di attribuzione di competenze. AVVERTENZE RICORSI GIURISDIZIONALI (articolo 14 del regolamento di attribuzione di competenze e funzioni a rilevanza esterna al presidente della provincia, alla giunta provinciale, ai dirigenti, al direttore generale e al segretario generale) Contro il provvedimento, gli interessati possono sempre proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale competente , ai sensi della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, entro il termine di 60 giorni dalla data di notificazione o di comunicazione o da quando l’interessato ne abbia avuto conoscenza. Il sottoscritto ________________________ in qualità di _________________ del Settore/Servizio _______________________________________ della Provincia di Ravenna , ATTESTA, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 23, comma 2-bis, del D.Lgs 7 marzo 2005, n. 82, che la presente copia è conforme alla determinazione n. ________ del ___________, firmata digitalmente, ai sensi dell’art. 24 del citato decreto legislativo , dal Dott. _________________________ in qualità di Dirigente del settore __________________________, comprensiva di n. ____ allegati, rispettivamente sub ___, ___, __ e ___ , che consta di n. ___ pagine complessive, documenti tutti conservati presso questa Provincia ai sensi di legge. Si rilascia per gli usi consentiti dalla legge. Ravenna, __/__/_____, _____________________ TIMBRO Firma Sezione informativa – Allegato A ALLEGATO A Sezione informativa A1) Informazioni sull’impianto Sito Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno n. 30 presso Comparto CIR (Centro Integrato Rifiuti) Impianto Discarica esistente per rifiuti non pericolosi, in esercizio dal 1999 e attualmente in fase di imminente esaurimento, costituita da un unico lotto suddiviso in 4 settori di capacità complessiva pari a 510.000 m3 (a volume assestato); la volumetria disponibile al 31/12/2010 risulta pari a 1.728 m3 con un quantitativo residuo conferibile stimato pari a circa 1.595 tonnellate. La sopraelevazione che costituisce ampliamento della discarica esistente, successiva all'esaurimento dei 4 settori esistenti, prevede l'innalzamento del livello sommitale di 9 m (a coltivazione ultimata e assestamento avvenuto) raggiungendo così la quota di 21 m s.l.m., a cui va aggiunto lo strato di copertura finale. Il profilo di abbandono a fine coltivazione prima dell’assestamento è stimato in circa 24 m s.l.m. L'ampliamento in sopraelevazione della discarica prevede la realizzazione di un nuovo unico lotto di capacità pari a 250.000 m3 (a volume assestato), suddiviso in 4 settori. La discarica oggetto della presente AIA era classificata ai sensi della Delibera del Comitatp Interministeriale del 27/07/1984 come discarica di 1^ categoria e ora ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 come discarica per rifiuti non pericolosi. Ai sensi del DM 27/09/2010 è altresì riconducibile alla sottocategoria "discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas" di cui all'art. 7, comma 1, lettera c) del DM 27/09/2010. Attività IPPC D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. – Parte II, Allegato VIII, punto 5.4 “Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti” A2) Iter istruttorio 29/07/2010 presentazione da parte del gestore alla Provincia di Ravenna di documentazione progettuale con domanda di attivazione della procedura di VIA e contestuale domanda AIA per modifica sostanziale (con attestazione di avvenuto pagamento delle relative spese istruttorie per un importo pari a € 9.840,00); 01/09/2010 pubblicazione sul BUR e su quotidiano diffuso nel territorio interessato dell'avviso di avvenuto deposito della documentanzione VIA-AIA presentata presso la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Ravenna e il Comune di Lugo, con contestuale avvio del procedimento; 08/10/2010 variazione di ragione e forma giuridica del gestore; 25/10/2010 insediamento e 1a) seduta della Conferenza dei Servizi; 31/10/2010 scadenza deposito della documentazione VIA-AIA presentata: nessuna osservazione pervenuta dai soggetti interessati; 27/12/2010 richiesta di integrazioni alla documentazione presentata; 02/02/2011 presentazione da parte del gestore di documentazione integrativa; 01/03/2011 2a) seduta della Conferenza dei Servizi; 22/03/2011 presentazione da parte del gestore di documentazione integrativa volontaria; 06/04/2011 3a) seduta della Conferenza dei Servizi; 11/04/2011 trasmissione della bozza di AIA al gestore per eventuali osservazioni ai sensi dell’art. 10, comma 5) della L.R. n. 21/2004; 13/04/2011 acquisizione del parere espresso da ARPA relativamente al Piano di Monitoraggio ai sensi dell’art. 10, comma 4) della L.R. n. 21/2004; 21/04/2011 presentazione da parte del gestore di osservazioni allo schema di AIA; 21/04/2011 4a) seduta e conclusione dei lavori della Conferenza dei Servizi, con acquisizione del parere espresso dal Comune di Lugo, ai sensi dell’art. 10, comma 3) della L.R. n. 21/2004. 1 26/04/2011 Sezione informativa – Allegato A A3) Autorizzazioni comprese e sostituite dall’AIA Autorizzazioni settoriali già di titolarità del precedente gestore (HERA S.p.A.) comprese e sostituite dall’AIA: Autorizzazione alla gestione della discarica (D1/D5) per rifiuti non pericolosi e approvazione piano di adeguamento, ai sensi del D.Lgs n. 22/1997 e del D.Lgs 36/2003, rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 439 del 02/08/2004 così come modificata con successivi provvedimenti n. 584 del 27/10/2005 e n. 708 del 30/12/2005; Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali in acque superficiali, ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999, rilasciata dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 142 del 02/03/2004 così come modificata con successivo provvedimento n. 725 del 01/12/2004, per l’intero comparto denominato CIR (da cui è stralciato lo scarico di acque meteoriche di dilavamento che derivano dalle aree di pertinenza della discarica e che viene regolamentato con la presente AIA); Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata, ai sensi dell'art. 5 del D.Lgs. n. 59/2005 e dell’art. 10 della L.R. n. 21/2004, alla Ditta HERA S.p.A. nella persona del legale rappresentante, avente sede legale in Comune di Bologna. Viale Carlo Berti Pichat n. 2/4, in qualità di gestore dell’attività esistente di gestione della discarica per rifiuti non pericolosi sita in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 presso Comparto CIR, per la prosecuzione dell'attività di cui al punto 5.4 dell’Allegato I al D.Lgs n. 59/2005 - Provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 728 del 31/10/2007; Con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 261 del 01/07/2009, la Ditta HERAmbiente s.r.l., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, risulta titolare nella persona del legale rappresentante dell'AIA n. 728 del 31/10/2007. A seguito della variazione di ragione e forma giuridica, a far tempo dal 08/10/2010, nell'AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i. tutti i riferimenti alla società HERAmbiente s.r.l. sono da intendersi relativi alla Ditta HERAmbiente S.p.A. con sede legale in Bologna, Viale Berti Pichat n. 2/4 (ns. PG 99088/2010 del 21/12/2010). La presente AIA, che sostituisce la precedente AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i., comprende altresì: Autorizzazione allo scarico di acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica in corpo idrico superficiale (Scolo Nuovo Macallo, bacino idrografico del Canale Destra Reno) tramite il punto di scarico denominato S1/C nel fosso di scolo interno al Comparto CIR, da cui vengono collettate al fosso perimetrale di via Traversagno che confluisce nello Scolo Nuovo Macallo, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. – Parte III; Le modalità di gestione e la regolamentazione dello scarico in acque superficiali con le relative condizioni e prescrizioni riguardano la regimazione e la gestione delle acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica e aree di pertinenza, secondo quanto indicato nell'Allegato E) al presente provvedimento, a seguito del completamento delle opere di adeguamento con particolare riferimento al pozzetto di accumulo e campionamento posto a monte del punto di scarico S1/C nel fosso di scolo interno al Comparto CIR, da cui vengono collettate al fosso perimetrale di via Traversagno che confluisce nello Scolo Nuovo Macallo. Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dalla torcia di combustione del biogas, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. – Parte V; La presente AIA, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 – Parte IV e del D.Lgs. n. 36/2003, costituisce inoltre autorizzazione per la svolgimento dell’attività esistente di gestione della discarica (D1/D15) per rifiuti non pericolosi con ampliamento in sopraelevazione, comprese operazioni di recupero (R5/R11) di rifiuti non pericolosi per la copertura giornaliera dei rifiuti abbancati e per la gestione/sistemazione ordinaria della discarica; l’approvazione del progetto di sopraelevazione, che costituisce ampliamento della discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana, è ricompreso nella VIA che comprende anche la presente AIA. In considerazione della tempistica di ricollocazione in altro sito all'interno dello stesso Comparto CIR, la prosecuzione e lo svolgimento dell'attività di trasferimento di rifiuti urbani e assimilati da raccolta differenziata (R13/D15) nell’area di pertinenza della discarica, in un’area delimitata da arginature in terra ubicata sul colmo della discarica stessa (in continuità con la precedente autorizzazione settoriale sostituita dell'AIA e nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di cui all’allegato E del presente provvedimento) è concessa fino al 31/03/2012 ovvero, se antecedente, fino alla messa in esercizio della nuova stazione di trasferimento, salva la necessità di proroga che dovrà essere documentata. Decorso il termine sopraindicato, tale autorizzazione concessa in via provvisoria e temporanea è da intendersi revocata. 2 26/04/2011 Sezione finanziaria – Allegato B ALLEGATO B Sezione finanziaria B1) Calcolo tariffa istruttoria per modifica sostanziale AIA DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA ISTRUTTORIA PER MODIFICA SOSTANZIALE AIA CD - Costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda, per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio di impianto CD (impianti di competenza non statale) € 2.500 CARIA - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento atmosferico, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in atmosfera, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità dell'aria" Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente emesse dall'attività Nessun inquinante da 1 a 4 inquinanti da 5 a 10 inquinanti da 11 a 17 inquinanti più di 17 inquinanti Numero di fonti di emissioni in aria 1 € 800 € 1.500 € 3.000 € 3.500 da 2 a 3 € 1.250 € 2.500 € 7.500 € 8.000 da 4 a 8 € 2.000 € 4.000 € 12.000 € 16.000 da 9 a 20 da 21 a 60 € 200 € 3.000 € 5.000 € 16.500 € 30.000 € 4.500 € 7.000 € 20.000 € 34.000 CARIA oltre 60 € 12.000 € 20.000 € 33.000 € 49.000 €0 CH2O - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di inquinamento delle acque, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo alle emissioni in acqua, conduzione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "qualità delle acque" Numero di sostanze inquinanti tipicamente e significativamente emesse dall'attività Nessun inquinante da 1 a 4 inquinanti da 5 a 7 inquinanti da 8 a 12 inquinanti da 13 a 15 inquinanti più di 15 inquinanti 1 € 50 € 950 € 1.750 € 2.300 € 3.500 € 4.500 Numero di scarichi da 2 a 3 da 4 a 8 € 100 € 1.500 € 2.000 € 2.800 € 4.200 € 3.800 € 5.800 € 7.500 € 15.000 € 10.000 € 20.000 CH2O oltre 8 € 400 € 5.000 € 8.000 € 10.000 € 29.000 € 30.000 €0 CRP/RnP - Costo istruttoria per verifica del rispetto della disciplina in materia di rifiuti e condizione della quota parte delle analisi integrate riferibili alla componente "rifiuti" Tasso di conferimento Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi 0 €0 €0 Tonnellate/giorno oggetto della domanda oltre 1 oltre 10 oltre 20 fino a 1 fino a 10 fino a 20 fino a 50 € 500 € 1.000 € 2.200 € 3.200 € 250 € 500 € 1.200 € 1.800 CRP CRnP € 5.000 € 3.000 €0 € 3.000 3 26/04/2011 oltre 50 Sezione finanziaria – Allegato B C5 - Costi istruttori per verifica del rispetto della ulteriore disciplina in materia ambientale, valutazione ed eventuale integrazione del piano di monitoraggio e controllo relativo ad altre componenti ambientali, conduzioni della quota parte delle analisi integrate riferibili alle ulteriori componenti ambientali tutela campi sicurezz clima quantitativa ripristino elettromagnetic odori a del acustico della risorsa ambientale Ulteriore componente i COd territorio CCA idrica CRA ambientale da considerare CEM CST CRI € 3.500 € 2.800 € 1.750 € 700 € 1.400 € 5.600 C5 (CCA + CRI + CEM+ COd + CST + CRA) € 8.050 CSGA - Riduzione del costo istruttorio per analisi delle procedure di gestione degli impianti e per la definizione delle misure relative a condizioni diverse da quelle di normale esercizio dell'impianto determinate dalla presenza di un sistema di gestione ambientale (certificazione ISO 14001, registrazione EMAS) CSGA (CARIA+CH2O+CRP+CRnP+CCA+CRI+CEM+COD+CST+CRA)*0,2) € 2.210 CDom - Riduzione del costo istruttorio per acquisizione e gestione della domanda determinate da particolari forme di presentazione della domanda Tipo impianto Domanda Presentata secondo le specifiche con copia fornite dall'autorità competente informatizzata Impianti di competenza non statale € 1.000 € 500 CDom € 1.500 CALCOLO TARIFFA ISTRUTTORIA PER MODIFICA SOSTANZIALE AIA Ti - tariffa istruttoria relativa a modifica sostanziale di Autorizzazione Integrata Ambientale Ti = CD - CSGA - CDom + CARIA + CH2O + CRP + CRnP + C5 = = € 2.500,00 – € 2.210,00 - € 1.500,00 + € 0 + € 0 + € 0 + € 3.000,00 + € 8.050,00 = € 9.840,00 Il gestore ha provveduto, conformemente a quanto previsto dal DM 24 aprile 2008 con le integrazioni e adeguamenti di cui alla DGR n. 1913/2008 e s.m.i., al pagamento delle spese istruttorie necessarie all'aggiornamento per modifica sostanziale dell'AIA già rilasciata di cui al provvedimento n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i., con versamento effettuato in data 27/07/2010 per un importo pari a € 9.840,00. 4 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C ALLEGATO C Valutazione integrata ambientale C1) INQUADRAMENTO TERRITORIALE, PROGRAMMATICO, AMBIENTALE E DESCRIZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO La discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA, situata in un'area compresa fra i comuni di Lugo e Alfonsine, è parte integrante di un più vasto comparto di trattamento rifiuti sito in Comune di Lugo, località Voltana, Via Traversagno, n. 30 denominato Comparto CIR (Centro Integrato Rifiuti), in cui sono presenti anche un impianto di compostaggio (oggetto di propria AIA) e una stazione di trasferimento rifiuti da raccolta differenziata (attualmente sul colmo della discarica e da riallocare in altra area all'interno dello stesso Comparto CIR) entrambi gestiti dalla stessa HERAmbiente S.p.A. (società del Gruppo HERA) e un impianto di selezione di rifiuti solidi gestito dalla AKRON S.p.A. (attività non IPPC). AKRON (società controllata da HERA S.p.A.), in virtù di una specifica convenzione con HERAmbiente, oltre all’impianto di stoccaggio, selezione, trattamento e recupero di rifiuti solidi gestisce anche i piazzali, la viabilità interna ed esterna e l’ingresso al comparto CIR comprese tutte le attività di pesatura. In virtù di un contratto con HERAmbiente per il diritto di sfruttamento energetico del biogas prodotto dalla discarica, è altresì in fase di realizzazione all'interno del Comparto CIR, da parte di ICQ Holding S.p.A., un impianto di produzione energia elettrica (non oggetto della presente AIA) per il recupero energetico del biogas estratto e ad oggi inviato a combustione in torcia. Inquadramento territoriale e programmatico Il Comparto CIR, che occupa una superficie in Comune di Lugo pari a circa 20 ha, confina a nord-est con via Traversagno, che ne costituisce la viabilità di accesso, ad ovest con lo Scolo Tratturo che rappresenta anche il confine fisico tra i due comuni di Lugo e Alfonsine, a sud ed est con territorio pianeggiante di proprietà terze. In adiacenza allo Scolo Tratturo, è presente in Comune di Alfonsine un'area interessata per circa 13 ha da discariche esaurite. In prossimità della discarica è riscontrabile la presenza di un elettrodotto interrato a 15 kV, che corre in direzione ovest-est, secondo una direttrice parallela allo sviluppo della via Traversagno collegandosi al relativo elettrodotto aereo di distribuzione da 15 kV. L’area nella quale si colloca la discarica è caratterizzata da territorio pianeggiante interessato da attività agricole e di allevamento. Rispetto al Piano Territoriale di Coordinamento Territoriale (PTCP) dell Provincia di Ravenna, l'area di interesse appartenente all'Unità di Paesaggio n. 3 denominata "Valli del Reno" si inserisce in una "zona di particolare interesse paesaggistico ambientale" (art. 3.19 delle NTA del PTCP) soggetta a vincolo di tutela ai sensi del D.Lgs 42/2004, a causa della presenza di corsi d'acqua di rilevanza paesaggistica (canale Tratturo e Arginello); la potenziale idoneità di tale area alla localizzazione di impianti per lo smaltimento di rifiuti è subordinata alla loro previsione nell’ambito di specifici strumenti di pianificazione nazionali, regionali o provinciali, o, in assenza, ad una Valutazione di Impatto Ambientale. L'intervento di ampliamento in sopraelevazione della discarica, peraltro sottoposto a VIA, è esplicitamente previsto dal viegente Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR) della Provincia di Ravenna; all’art. 11 delle NTA, il PPGR prevede infatti per la discarica di Lugo una "leggera sopraelevazione per rispondere all’esigenza di smaltire i sovvalli degli impianti di selezione per un volume massimo di 250.000 m3”. In proposito, è da rilevare che la pianificazione dei flussi di smaltimento presso l’impianto di Lugo fa si che la coltivazione del lotto in sopraelevazione alla discarica di Lugo consenta, di fatto, di allungare la durata della gestione operativa della discarica stessa indicativamente fino al 2015 (ipotizzando l’inizio della gestione a fine 2010-inizio 2011) conferendo prioritariamente le frazioni indicate nel PPGR (sovvalli degli impianti di selezione e del compostaggio presenti in situ). In coerenza con gli scenari del PPGR, il piano di gestione della discarica in ampliamento per sopraelevazione prevede il conferimento di circa 50.000 t/a di rifiuti a smaltimento, di cui una quota dell’ordine di almeno 60–70% è rappresentata dai flussi di sovvallo/scarto provenienti dagli impianti di trattamento e recupero presenti nel medesimo comparto (impianto di selezione AKRON e impianto di compostaggio) mentre la quota rimanente, a saturazione, è costituita da rifiuti speciali non pericolosi; tale ipotesi di gestione è basata sulla potenzialità massima di trattamento degli impianti sopracitati e definita, nel PPGR vigente, idonea al fabbisogno per l’intero periodo di pianificazione. In conformità alle previsioni del PTCP, il Piano Strutturale Comunale di Lugo individua l'area in oggetto in una zona di particolare interesse paesaggistico ambientale e all’interno di una fascia perifluviale soggetta a tutela paesaggistica normate, rispettivamente, agli artt. 2.4 e 2.17 delle NTA, in cui la realizzazione delle opere e degli interventi edilizi consentiti riguardanti la discarica è soggetta ad autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004. L'area di intervento non risulta soggetta a particolari vincoli di carattere naturalistico, pur trovandosi nelle vicinanze di siti individuati per la conservazione della diversità biologica; in particolare, l’area della discarica dista circa 2 km dal sito della Rete Natura 2000 SIC-ZPS IT 4070021 "Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno" e da un'area facente parte della Riserva naturale di Alfonsine denominata “Boschetto dei tre canali”, un vero e proprio triangolo di verde stretto all'incrocio dei canali Tratturo, Arginello e Canalina. Rispetto alla pianificazione settoriale in materia di qualità dell’aria, per la discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA non sussistono particolari vincoli dettati dal Piano di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna. 5 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C Le emissioni in atmosfera diffuse di pertinenza di un impianto di discarica possono essere rappresentate da eventuali emissioni di biogas, e quindi NMCOV, dal corpo di discarica e dall’emissione di Polveri connessa all’attività di scarico e abbancamento rifiuti; i NMCOV vengono ritenuti dal PRQA l’unico parametro significativo associato alle emissioni in atmosfera imputabili all’esercizio delle discariche. L’attività della discarica oggetto della presente AIA non incide pertanto in maniera significativa sullo stato di qualità dell’aria, con particolare riguardo agli inquinanti (NOx e Polveri) individuati dal PRQA come maggiormente critici per la qualità dell’aria nella Provincia di Ravenna ed anche, più nello specifico, all’interno del Comune di Lugo. In relazione alle previsioni e vincoli rispetto alla pianificazione in materia di tutela delle acque, non sussistono vincoli particolari dettati dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Emilia-Romagna; l'area in oggetto non ricade in alcun modo in zone di protezione delle acque sotterranee, interessate da fenomeni di ricarica diretta o indiretta della falda. In merito all'interferenza della discarica sulle acque superficiali, si rileva che nei primi mesi dell'anno 2008 il gestore ha provveduto al completamento dei previsti interventi di adeguamento riguardanti la regimazione e la gestione delle acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica e aree di pertinenza. Con l'intervento di sopraelevazione risulta tuttavia necessario un ampliamento del sistema di accumulo delle acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica, al fine di ridurre le attivazioni dello sfioro sul punto di scarico nello Scolo Nuovo Macallo, facente parte del sottobacino del torrente Senio che, come consentito dal PTA regionale e a prescindere dalla rispondenza letterale ai requisiti normativi, nel Piano Provinciale di Tutela delle Acque (PPTA) della Provincia di Ravenna in fase di approvazione, è individuato come corpo idrico "significativo" per la sua rilevanza territoriale, coerentemente alla medesima classificazione già adottata nel suo tratto toscano. In merito all’assetto idrografico dell’area in esame, situata nel sottobacino del Senio di competenza dell’Autorità di Bacino del Reno, si evidenzia che area non rientra tra le aree ad elevata probabilità di inondazioni ovvero di potenziali inondazioni e allagamento individuate dal Piano Stralcio per il bacino del torrente Senio. Inquadramento ambientale STATO DEL CLIMA, DELL’ATMOSFERA E DI QUALITA’ DELL’ARIA La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud-Ovest, è costituita in gran parte da territorio omogeneo, distinguibile in pianura costiera, pianura interna, pianura pedecollinare e zona collinare e valliva. Da un punto di vista meteo-climatico, l’area di interesse può essere inquadrata nella pianura interna, che si spinge fino alla pedecollina; nonostante sia strettamente contigua con la pianura costiera, mostra caratteri piuttosto diversi da essa. In pratica si verifica il passaggio da un clima marittimo ad uno più continentale: aumento dell’escursione termica giornaliera con più frequenti gelate, ventilazione più contenuta, aumento delle formazioni nebbiose e delle giornate d’afa. Soprattutto la temperatura mostra un calo sensibile rispetto alla costa tenendo conto comunque della notevole vicinanza. Il regime pluviometrico, invece, è simile a quello costiero, con una maggior frequenza in inverno di precipitazioni nevose. Nella provincia di Ravenna la condizione più frequente, in tutte le stagioni, è quella di stabilità, associata ad assenza di turbolenza termodinamica e debole variazione del vento con la quota. Ciò comporta che anche in primavera ed estate, nonostante in questi periodi dell’anno si verifichino il maggior numero di condizioni di instabilità, vi siano spesso condizioni poco favorevoli alla dispersione degli inquinanti immessi vicino alla superficie. Relativamente allo stato di qualità dell’aria e con riferimento al Piano di tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Provincia di Ravenna, il territorio del Comune di Lugo, e quindi l’area di interesse, rientra in zona A cioè fra quelle aree in cui vi è il rischio di superamento dei valori limite degli standard di qualità dell’aria previsti dal DM n. 60/2002 e per le quali è necessario predisporre e attuare piani di risanamento. In particolare, il Quadro Conoscitivo del PRQA ha evidenziato, a valle dell’elaborazione dei dati delle postazioni fisse della rete di monitoraggio aventi serie storiche nel periodo 2000-2004 e di quelli ricavati dalle campagne con il laboratorio mobile in tutti i comuni della provincia, che gli inquinanti più critici per il territorio provinciale risultano essere il biossido di azoto e il particolato PM10. Nel PRQA è presente inoltre una stima del contributo alle emissioni in atmosfera suddiviso per macro-settori e per Comune. Gli inquinanti considerati sono SOx, NOx, MNCOV e PM10; non si è trattato il parametro CO in quanto questo inquinante deriva per più del 90% dal traffico veicolare e solo per quote minime da altri settori: la distribuzione percentuale di questo inquinante nei diversi settori sarebbe quindi risultata poco significativa. Considerato che i NMCOV vengono ritenuti dal PRQA l’unico parametro significativo associato alle emissioni in atmosfera riconducibili agli impianti di discarica (per emissione di biogas, per cui nel caso in esame sono previsti interventi sulla rete di captazione che risulterà afferente all'impianto di recupero energetico per la produzione di energia elettrica in fase di realizzazione), il quadro relativo al Comune di Lugo, nel quale è localizzata l’area di interesse, individua rispettivamente nelle industrie (56%) e nei trasporti stradali (41%) i principali settori imputabili delle emissioni di NMCOV nel territorio comunale. 6 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE L’area in esame ricade nel bacino idrografico del Fiume Reno, all’interno del sottobacino del torrente Senio che è l'ultimo degli affluenti di destra del Basso Reno; tale corpo idrico naturale nasce in comune di Palazzuolo sul Senio in Toscana e il suo corso è lungo 90 km. Tra gli affluenti, il torrente Senio è quello con la maggiore estensione delle opere idrauliche; queste ultime infatti iniziano a valle del ponte della Via Emilia e si sviluppano per circa 40 km fino all'ingresso del Reno in località prossima a S.Alberto, attraversando località fittamente urbanizzate. Nel Piano Provinciale di Tutela delle Acque (PPTA), in fase di approvazione, il torrente Senio è aggiunto ai corpi idrici superficiali "significativi" già individuati dal PTA regionale, coerentemente alla medesima classificazione già adottata nel suo tratto toscano. Dai dati rilevati nelle stazioni di monitoraggio della Rete Regionale posizionate sul torrente Senio, tale corpo idrico naturale è caratterizzato da uno stato "scadente" a causa della scarsità dell'acqua e dell'innaturalità dell'alveo. Le acque meteoriche di dilavamento della discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto confluiscono, attraverso la preposta rete allontanamento, nel fosso di scolo interno al Comparto CIR da cui vengono collettate al fosso perimetrale di Via Traversagno e quindi destinate allo scarico nel corpo idrico recettore identificato nello Scolo Nuovo Macallo (facente parte del bacino idrografico del Canale Destra Reno, sottobacino del torrente Senio); rispetto all'obiettivo di qualità fissato dal PTA regionale per il torrente Senio, l'attività della discarica non comporta pertanto interferenze significative al raggiungimento entro il 2016 dello stato di qualità "buono". Lo stato delle acque di falda (superficiali) attorno agli impianti di discarica all'interno ovvero limitrofi al Comparto CIR viene monitorato attraverso prelievi da una rete di pozzi di campionamento. La rete di monitoraggio delle acque sotterranee di pertinenza della discarica in oggetto era inizialmente costituita da 6 pozzi piezometrici e da 4 pozzi cosiddetti di "sottotelo" che, avendo profondità superiori a 4 m e diametro DN1100, non costituiscono quindi tipici monitoraggi per la verifica della presenza di liquidi sottotelo, ma piuttosto punti di monitoraggio delle acque sotterranee che integrano i pozzi piezometrici (per le fattezze costitutive dei pozzi di "sottotelo" e per la modesta profondità raggiunta non paragonabile con quella dei piezometri, questi non sono preventivamente spurgabili prima del campionamento e nelle loro pareti interne sono presenti fitte colonie di depositi di ferro che possono influenzare pesantemente le determinazioni analitiche). Nel mese di dicembre 2007 si è provveduto ad integrare con 7 nuovi piezometri la effettiva rete piezometrica. Tali nuovi punti di monitoraggi, posti perimetralmente all’impianto, sono costruiti in modo identico a quelli esistenti e attestati alla profondità di circa 10 m dal p.c.; i nuovi piezometri risultano tuttora difficilmente valutabili perché la serie storica di dati a disposizione è ancora molto limitata. Per migliorare ulteriormente il monitoraggio delle acque sotterranee, oltre ai livelli automatici già installati, è stata posta una sonda multiparametrica con il rilievo in continuo delle principali caratteristiche chimicofisiche delle acque sotterranee (temperatura, pH, conducibilità, ORP, ossigeno disciolto, salinità). Per la caratterizzazione chimica delle acque sotterranee, si è fatto riferimento alle risultanze analitiche in corrispondenza del pozzo piezometrico denominato P27 posto, alla profondità di 10 m, in prossimità dell’incrocio fra Via Traversagno e Via Lunga. Il suo chimismo rappresenta una sorta di “bianco” dell’area in cui insiste l’impianto di discarica, in quanto ubicato, rispetto alla posizione della discarica e in relazione alla direzione di flusso della falda, in un’area difficilmente influenzata da possibili interazioni della discarica con i sistemi acquiferi sub superficiali, ma sufficientemente vicino per ben rappresentare lo “stato di fatto” della circolazione idrica sotterranea. Sono disponibili analisi a partire dal 2008; rispetto alle 19 sostanze complessivamente analizzate, 12 hanno almeno un campione maggiore al limite di determinazione e per 3 parametri, quali in particolare Ferro, Manganese e Arsenico, si osservano valori talora superiori alle CSC di cui alla Tabella 2 dell'Allegato 5 alla Titolo V della Parte Quarta del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. Per il Manganese il superamento avviene per tutti i campioni, mentre per Ferro e Arsenico la frequenza di superamento è pari a circa il 30% dei campioni. In corrispondenza del sito di discarica e con riferimento alle risultanze dei monitoraggi dell'ultimo triennio (2008-2009-2010) sulle acque prelevate in corrispondenza dei piezometri denominati 15, 16, 17 e 18, che filtrano l’acquifero di interesse riconosciuto da 11 m a circa 21 m circa di profondità, si osserva il superamento delle CSC per i parametri Manganese e Ferro, dovuto essenzialmente alla concentrazione di fondo presente nelle in falda nel sito. STATO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO Il Comune di Lugo, e quindi l'area in cui insiste la discarica in esame, rientra in zona sismica 2, classificazione attribuita a comuni in cui il rischio sismico (calcolato sia per frequenza che per intensità degli eventi) è medio-alta. Dal punto di vista di inquadramento geologico, i depositi presenti in generale nell'area sono costituiti maggiormente da limi e argille alluvionali e sabbie e limi alluvionali, e in minor misura da sabbie e limi deltizi a nord. In particolare, nell'area in esame si riscontrano limi e argille alluvionali, con litologia caratterizzata da depositi costituiti da argille e limi in strati medi e spessi con rare intercalazioni di limi sabbiosi e sabbie limose in strati da molto sottili a medi. Spesso le argille contengono tracce di apparati radicali e sono intensamente biotorbate per cui non sono più visibili la stratificazione e le strutture sedimentarie originarie. 7 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C Sono interpretati come depositi di piana inondabile. Sono stati cartografati solo in superficie dove affiorano nelle aree depresse interposte ai rilievi deposizionali degli argini, canali e rotte fluviali e fra questi e la fascia dei depositi deltizi ("valli"). Formano corpi a geometria allungata parallelamente agli assi fluviali, che può divenire più complessa quando diverse aree interfluviali si saldano fra loro costituendo i bacini in cui si chiudono i depositi di argine, canale e rotte dei corsi d'acqua appenninici; sono spessi generalmente pochi metri. Passano lateralmente a depositi di argine, canale e rotta fluviale con contatti graduali o a depositi di canale distributore con contatti netti. Nel sottosuolo i depositi di argine, canale e rotta e quelli di piana inondabile sono spesso difficilmente da distinguere e cartografare separatamente. In termini geomorfologici, l'area ricade all'interno di un'area depressa, in passato oggetto di eventi alluvionali. L'andamento altimetrico del piano di campagna mostra una zona più rilevata posta a sud-ovest, con quote che tendono a diminuire verso nord-est sino alle zone topograficamente depresse delle aree di bonifica. Gli interventi di bonifica, che permisero di trasformare terreni vallivi in terreni produttivi, hanno alterato fortemente la morfologia naturale del territorio. Per quanto attiene alla idrologia di superficie, l'area ricade all'interno del sottobacino del Senio; le caratteristiche morfologiche del corso d'acqua e delle sue arginature risentono del lungo percorso in pianura e della presenza di numerosi centri abitati insediatisi, da epoca lontana, in prossimità del torrente. Si aggiunge una fitta rete di canali artificiali che costituisce il sistema di scolo delle acque meteoriche, data la condizione di pensilità, rispetto al piano di campagna, del corso d'acqua naturale che attraversa l'area. In particolare, il sito in esame rientra nel comparto idraulico Canal Vela (come tutto il territorio compreso tra destra Santerno e sinistra Senio) le cui acque sono per la quasi totalità recapitate nel collettore principale Canale Destra Reno, attraverso lo Scolo Tratturo, il Canale dei Molini di Castelbolognese, lo Scolo Arginello, lo Scolo Casale, il Canal Vela e lo Scolo Alfonsine. L'area di discarica occupa una parte del territorio compresa tra lo Scolo Tratturo prossimo alla confluenza con lo Scolo Arginello e lo Scolo Casale. Oltre ad una rete di canali e impianti idrovori, in corrispondenza degli scoli Tratturo e Ballirana, risultano realizzate una serie di opere idrauliche con conseguenze positive sulla sicurezza del territorio. L'area interessata, in passato è stata colpita da eventi alluvionali significativi (dicembre 1966, giugno e agosto 1995) nonché da una serie eventi minori, oltre a quelli gravissimi verificatisi negli ultimi mesi del 1996, che hanno evidenziato le precarietà della situazione sotto il profilo idraulico. Non va altresì dimenticato l'abbassamento del suolo, che ha interessato in misura non marginale il territorio, il quale determina variazioni delle quote e delle pendenze e quindi difficoltà di drenaggio. Per quanto riguarda il sottosuolo, le indagini effettuate nell'aprile 2010 (1 prova geofisica eseguita nel corpo discarica e 9 prove penetrometriche statiche eseguite sull'argine perimetrale) sembrano confermare quanto è stato verificato dai precedenti studi condotti nel territorio. In generale si fa riferimento ad una macrostruttura idrogeologica locale con caratteristiche di monoacquifero, cioè ad un sistema che pur differenziato, in senso orizzontale e orizzontale, e quindi con limiti inferiori e lateriali riconoscibili, in termini idrodinamici rappresenta una struttura omogenea e unitaria. Si rileva la presenza di un modello idrogeologico che contempla un complesso litostratigrafico caratterizzato da termini di prevalenza ultrafini, con coefficienti di permeabilità piuttosto bassi, e le cui caratteristiche di drenaggio globale sono ridotte. L'acquifero superficiale è di tipo semiconfinato, con un grado di permeabilità complessivamente ridotto, prefigurando una velocità di scorrimento delle acque e infiltrazione a scarsa rilevanza idrogeologica. Relativamente alla serie stratigrafica locale, esaminando i risultati delle prove penetrometriche e comparandole con le ulteriori prove disponibili nell'area, è ipotizzabile la seguente litologia media: - da 0,00 a 5,00 m: terreno costituente l'argine di base litologicamente assimilabile ad argille da molli a medie con resistenze alla penetrazione comprese tra 8,00 e 14,00 kg/cm2; nella massa sono ben evidenti livelli molto mobili correlabili con argille torbose organiche. - da 5,00 a 10,00 m: terreno del substrato caratterizzato da prevalente argilla da media a compatta con intercalazioni anche pluridecimetriche di argille molli e più rari livelletti limosi sabbiosi; la resistenza alla punta, in questo strato , tende ad un valore medio di circa 12 kg/cm2 con minimo di 8,00 kg/cm2 in corrispondenza di un livello particolarmente tenero tra 8 e 9 m di profondità e un valore massimo di 30 kg/cm2 a 6,00÷6,50 m dal piano di riferimento. L'analisi dei tracciati evidenzia un generale aumento delle resistenze tra 5,50 e 7,50 m di profondità, imputabile all'effetto costipamento esercitato dal carico del corpo della discarica sul terreno in posto. Facendo riferimento alle prove più profonde si evince che a quote inferiori a 10,00 m la litologia resta prevalentemente argillosa con resistenza media sempre compresa tra 12,0 e 20,0 kg/cm2; all'interno del deposito sono sempre presenti livelli argillosi molli con spessori variabili da pochi decimetri a 1,50÷2,00 m. Al termine delle indagini geognostiche nei fori di sondaggio è stato misurato il livello della falda superficiale mediante freatimetro elettronico solo nel caso di una prova (ad una profondità di -6,70 m dal p.c.); in tutte le altre prove il foro si è chiuso a profondità comprese tra -3,00 m dal p.c. a -7,50 m dal p.c. senza poter effettuare una misura certa del livello idrico. Facendo riferimento ai dati bibliografici suffragati dalle risultanze dell'indagine, i valori medi di soggiacenza della prima falda superficiale rispetto al p.c., in prossimità del corpo discarica, sono inferiori al metro. A causa delle caratteristiche litologiche dei terreni, tipicamente argillosi con rare alternanze più limose, e del conseguente valore modestissimo del coefficiente di permeabilità, non si può pensare all'esistenza di una 8 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C falda superficiale ben definita. Si deve pensare ad una situazione in cui questa "falda superficiale" non è fornita da uno specifico livello permeabile con estesa continuità laterale ma da condizioni di stratigrafia superficiale locale e di imbibizione di zone molto circoscritte. Pertanto il livello di cui si è detto è correlabile con situazioni localizzate e con la presenza di sottili accumuli di acqua "interstrato" che non può in alcun modo essere considerato come corpo acquifero strutturato. Descrizione dell’assetto impiantistico attuale La discarica per rifiuti non pericolosi oggetto della presente AIA è in esercizio dal 1999; per tale discarica esistente nell’agosto 2004 è stato approvato il Piano di Adeguamento ai sensi dell’art. 17, comma 3) del D.Lgs. n. 36/2003. Il corpo discarica è realizzato pressoché completamente in rilevato rispetto al piano campagna; il profilo del rilevato ha una geometria trapezoidale e dimensioni di circa 300 m x 280 m e altezza relativamente modesta; l'attuale quota altimetrica è pari a 12 m s.l.m. Nella discarica, attualmente costituita da un unico lotto suddiviso in 4 settori di capacità complessiva pari a 510.000 m3 (a volume assestato), sono ammessi i rifiuti solidi urbani e assimilati provenienti dal bacino di utenza dei Comuni dell’Associazione Intercomunale Bassa Romagna, oltre a rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti assimilati agli urbani provenienti dal territorio regionale. A far tempo dal 31/10/2007, risultano sospesi i conferimenti di rifiuti per il raggiungimento delle quote di abbancamento indicate nel progetto a suo tempo approvato; allo stato attuale risulta confermata la sospensione di conferimenti, rispetto alle quantità complessivamente abbancabili già autorizzate, in attesa della riduzione volumetrica indotta dall'assestamento e dalla perdita di umidità dei rifiuti. Nel grafico seguente si riassumono le quantità annuali di rifiuti smaltiti in discarica, a partire dal relativo anno di messa in esercizio. 20 10 20 09 20 08 20 07 20 06 20 05 20 04 20 03 20 02 20 01 20 00 130000 120000 110000 100000 90000 80000 70000 60000 50000 40000 30000 20000 10000 0 19 99 Rifiuti smaltiti [tonnellate/anno] Andamento annuale dei conferimenti Dai dati soprariportati risulta che complessivamente all’interno della discarica sono state smaltite 469.043,67 tonnellate di rifiuti; la volumetria disponibile al 31/12/2010 risulta pari a 1.728 m3 con un quantitativo residuo conferibile stimato pari a 1.594,33 tonnellate. Al fine di garantire l’isolamento del corpo dei rifiuti dalle matrici ambientali, la discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana è provvista di: impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica; sistema di raccolta e allontanamento del percolato; sistema di regimazione e allontanamento delle acque meteoriche; impianto di captazione e gestione del biogas di discarica. Oltre l’impermeabilizzazione delle sponde con telo HDPE, è prevista una triplice impermeabilizzazione del fondo per evitare il contatto diretto dei rifiuti con il terreno sottostante e in particolare: 1. strato minerale compattato corrispondente al primo livello di tenuta disposto sulla base del terreno naturale; 2. secondo livello di tenuta idraulica per mezzo della posa in opera di un materassino bentonitico; 3. terzo livello di tenuta idraulica realizzato con telo in HDPE posto al di sopra di uno strato di argilla con funzioni ignifughe e protettive. Per quanto riguarda il sistema per la raccolta e allontanamento del percolato, i drenaggi sono realizzati per ottenere la compartimentazione del fondo in 4 settori idraulicamente separati; in questo modo è stato possibile coltivare ogni settore della discarica indipendentemente dagli altri. Sulla guaina in HDPE è posato uno strato di circa 50 cm di sabbia, che costituisce lo strato drenante del fondo della discarica, caratterizzato da un coefficiente di conducibilità idraulica pari a 10-2 cm/s; entro tale strato drenante è alloggiata l’orditura dei tubi di drenaggio del percolato costituita da tubazioni in gres 9 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C ceramico del tipo forato per drenaggi con foratura a 360°. La disposizione dell’orditura di fondo dei tubi di drenaggio del percolato prevede un collettore centrale DN 300 mm che raccoglie il drenaggio dei collettori laterali DN 200 mm disposti a spina di pesce con interasse di circa 10 m; la pendenza media delle linee di drenaggio è pari a circa 0,5%. Il collettore centrale adduce ad un pozzetto di raccolta e sollevamento in vetroresina DN 1200 mm. I punti di sollevamento sono 4, uno per ogni settore idraulico della vasca. Tale pozzetto ha le pareti di spessore pari a 17 mm, giuntato a manicotto con guarnizione a labbra di tenuta e alloggiato su platea di fondazione in calcestruzzo armato. Il fondo del pozzetto è un fondo piatto saldato in fase di prefabbricazione. Il sistema di impermeabilizzazione del fondo della vasca (telo in HDPE, materassino bentonitico e argilla interposta fra bentonite e telo) segue la conformazione inferiore del piano di appoggio del pozzo verticale di raccolta percolato in modo da assicurare l’integrità costruttiva del sistema di impermeabilizzazione. Il pozzo di emunzione è provvisto di una pompa di estrazione che convoglia il percolato in una tubazione in PEAD PN10 che recapita il liquame alla vasca di stoccaggio. Ogni linea è dotata di manometro per la verifica periodica della tenuta idraulica ed è indipendente per ogni settore idraulico della vasca di stoccaggio. Dalla vasca di stoccaggio il percolato è inviato tramite autobotte ad impianti esterni di trattamento autorizzati. L'attuale vasca di stoccaggio del percolato ha una capacità utile pari a circa 250 m3, realizzata in calcestruzzo armato completamente fuori terra e protetta internamente da un rivestimento in HDPE atto alla impermeabilizzazione e protezione del calcestruzzo dal liquido stoccato; la vasca è provvista in sommità di botola di ispezione e misuratori di livello che, mediante sistema di consensi semi-automatici, possono disabilitare l’estrazione del percolato in caso di riempimento della vasca di stoccaggio. É presente una rete di monitoraggio della tenuta del pacchetto di impermeabilizzazione di fondo della vasca, posizionata sotto tutti gli strati di tenuta idraulica; la rete è composta da 4 linee diverse, ognuna delle quali sottende uno dei 4 settori di fondo della vasca. Ciascuna linea è dotata di collettore centrale di drenaggio in gres ceramico fessurato a 360° DN200 al quale convergono 3 dreni disposti a lisca di pesce realizzati in ghiaia con dimensioni 20/20 cm. Lo scarico della linea avviene in un pozzetto di monitoraggio in calcestruzzo armato; la pendenza del collettore principale verso il pozzetto è di circa 0,3%. Risultano pertanto disposti 4 pozzetti di monitoraggio, ognuno per i 4 settori del fondo della discarica. Il sistema di drenaggio acque meteoriche della discarica è così composto: partendo dal lato Est della discarica, è presente un drenaggio realizzato in ghiaia, al termine del quale è stata realizzata una centralina di sollevamento tramite la quale le acque meteoriche raccolte vengono inviate al fosso di scolo presente sul lato Nord, recapitante nel fosso lato Ovest e quindi al corpo idrico recettore finale. Il dreno in ghiaia sul lato Est è stato realizzato, per ragioni di spazio, in luogo di un normale fosso di scolo, che comunque pienamente sostituisce dal punto di vista funzionale. Sul lato Sud di discarica è stato realizzato un fosso “pensile”, che ricopre a tutti gli effetti le funzioni di fosso esterno al corpo discarica.; il fosso è infatti collocato sulla sommità di un riporto in terra costruito a presidio del piede dell’argine localizzato sul lato Sud, tra la discarica e lo Scolo Nuovo Macallo. Tale fosso raccoglie le acque meteoriche e le invia al fosso lato Ovest prima dello scarico nel recapito finale. Dal piede del riporto in terra il ruscellamento delle acque meteoriche è assicurato da una adeguata pendenza che consente il convogliamento diretto delle acque per dispersione allo Scolo Nuovo Macallo, che lambisce tutto il lato Sud della proprietà HERAmbiente. Le acque provenienti dalle precipitazioni atmosferiche, che ruscellano sul corpo discarica messo in sicurezza con idonea copertura provvisoria, vengono così captate e convogliate alla rete di allontanamento con recapito finale allo Scolo Nuovo Macallo (bacino idrografico del Canale Destra Reno), attraverso il punto di scarico denominato S1/C. Nei primi mesi del 2008 sono stati ultimati i lavori per la sistemazione della regimazione delle acque meteoriche; in particolare, è stato realizzato (in corrispondenza del fosso lato Ovest della discarica) un pozzetto dotato di paratoia che viene mantenuta normalmente chiusa. In caso di non conformità rispetto ai limiti stabiliti per lo scarico in acque superficiali, il volume di acque trattenute viene destinato a trattamento presso impianti esterni autorizzati; in caso di conformità, viene invece attivato lo scarico verso lo Scolo Nuovo Macallo tramite l’apertura dell’apposita paratoia. Per impedire l’allagamento delle aree interessate dal sistema, in caso di precipitazioni che per intensità non possono essere trattenute nel sistema costituito dai fossi e dalla fognatura, il pozzetto è dotato di uno sfioratore (più alto della quota di scorrimento del fosso) munito di valvola, mantenuta normalmente aperta. In uscita dallo sfioro è posizionato un pozzetto di accumulo e campionamento; la presenza di acqua nel pozzetto indica che lo sfioro si è attivato e permette, tramite adeguati campionamenti, di caratterizzare la acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica non trattenute dal sistema e destinate allo scarico nel fosso di scolo. Al fine di evitare la diffusione di odori sgradevoli, la possibile migrazione laterale del gas con rischi di esplosioni e incendi anche a considerevoli distanze dall’impianto di discarica nonché la sofferenza della vegetazione nei siti prossimi alla discarica stessa, è installato un sistema per l’estrazione e il controllo del biogas con lo scopo di captare e convogliare ad un’apposita stazione di aspirazione e combustione il biogas (fino a 250 Nm3/h) formatisi a seguito dei processi di fermentazione anaerobica delle sostanze organiche contenute nei rifiuti. La rete orizzontale e quella verticale di captazione del biogas sono direttamente collegate, mediante collettore principale, alla centrale di aspirazione e quindi al sistema di combustione costituito da una torcia; 10 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C attualmente non risulta ancora in funzione l'impianto di recupero energetico del biogas prodotto dalla discarica che è in capo ad altro gestore e non oggetto della presente AIA. Nel corso della gestione della discarica si sono realizzati una serie di drenaggi costituiti da maglie chiuse ad orditura orizzontale (di lato pari a circa 20 cm) realizzate a strati alterni, per facilitare la captazione del biogas; le maglie sono collegate a pozzi verticali in ghiaia e pietrame, alla cui sommità è posto l’apparato di aspirazione del biogas. Le tubazioni di collegamento tra i pozzi di estrazione del biogas e il collettore principale sono costituite in tubo PEAD diam. 90 mm. PN6 e sono state posate con la realizzazione delle opportune livellette di pendenza per evacuare eventuali ristagni di condensa. Il collettore primario tra i pozzi e la centrale di combustione è realizzato in tubo PEAD diam. 200 mm. PN6, interrato dal limite della vasca fino all'impianto di aspirazione e combustione con le opportune livellette per il dreno automatico della condensa. Prima dell'attacco della linea di adduzione del biogas alla centrale di aspirazione e combustione, è previsto uno scaricatore terminale di condensa la quale viene convogliata e rilanciata tramite pompa al sistema di collettamento della linea del percolato della discarica. Il biogas in ingresso all’unità di aspirazione e combustione è regolato, deumidificato, compresso, misurato e quindi inviato a combustione in torcia. Descrizione dell’assetto impiantistico futuro L'ampliamento in sopraelevazione della discarica prevede la realizzazione di un nuovo lotto suddiviso in 4 settori per il conferimento di rifiuti non pericolosi, con l'innalzamento del livello sommitale del lotto attuale di 9 m raggiungendo così la quota finale di 21 m s.l.m..m. (a coltivazione ultimata e compattazione avvenuta) e mantenendo l'impostazione della configurazione morfologica del rilevato. Con riferimento al profilo del rilevato a lungo termine, si rende disponibile un ulteriore volume utile di 250.000 m3 di miscela rifiuti-inerti ad assestamento e cedimenti avvenuti, fino ad una quota a cui va aggiunto lo strato di copertura finale. Il profilo di abbandono a fine coltivazione prima dell’assestamento è stimato in circa 24 m s.l.m. L’argine principale avrà le seguenti dimensioni: - larghezza testa d’argine: 4 m; - altezza dell’argine: 4 m; - pendenza delle scarpate: circa 26°. Le arginature saranno realizzate in terra e costruite gradualmente in maniera funzionale alla coltivazione della discarica. Rispetto alla configurazione impiantistica attuale, gli unici adeguamenti al sistema di raccolta e allontanamento del percolato che l'ampliamento comporta, consistono nell’estensione dei lavori previsti per garantire il drenaggio “verticale” dello stesso anche agli ulteriori livelli di abbancamento dei rifiuti della sopraelevazione. La nuova maglia di dreni sub orizzontali da realizzarsi per ciascuno dei 3 strati di rifiuto individuati nel piano di coltivazione, ha lato pari a 40 m ed è costituita da una sezione di dimensioni 50 x 150 cm di materiale arido drenante. É altresì previsto l'eventuale ampliamento del sistema di stoccaggio del percolato (attualmente costituito da una vasca di capacità pari a 250 m3) con una seconda vasca di stoccaggio da 100 m3 da realizzarsi, solo in caso di necessità, a seguito di valutazioni gestionali e logistiche volte alla ottimizzazione del trasporto del percolato agli impianti di trattamento esterni. La rete di captazione del biogas esistente verrà estesa anche agli strati aggiuntivi di abbancamento rifiuti costituenti la sopraelevazione in progetto. Al fine di implementare tale rete e adeguarla alle nuove esigenze della discarica, sarà sostituita la centrale di aspirazione e combustione del biogas (ricollocata anche in considerazione dell'impianto di recupero energetico) e sarà realizzata una nuova rete di captazione provvista di stazioni di regolazione e linee di trasporto del biogas sia secondarie che principali. In particolare, la discarica sarà provvista di una rete di captazione del biogas costituita da: - n. 26 nuovi pozzi di captazione verticali, di altezza media 21 m, realizzati in coltivazione tramite trivellazioni a secco; - n. 2 stazioni di regolazione (da 15 ingressi), ciascuna dotata di barilotto di scarico condensa collegato a ad un pozzetto di raccolta, provvisto di guardia idraulica, e quindi conferita per gravità alla linea di raccolta del percolato; - linee di trasporto del biogas secondarie (dai pozzi di captazione alle stazioni di regolazione) in HDPE; - linee di trasporto del biogas principali (dalle stazioni di regolazione alla centrale di aspirazione) in HDPE. La nuova centrale di aspirazione sarà dotata di 2 turboaspiratori da 500 Nm3/h cadauno, di cui uno in funzione e l'altro in stand-by, per garantire l’operatività della torcia anche durante le fermate per le manutenzioni necessarie all’impianto di aspirazione. La nuova torcia di combustione del biogas, in sostituzione dell’esistente, sarà del tipo a bruciatore a camera aperta, con combustione libera in atmosfera e un filtro rompifiamma installato sul collettore di mandata. Il camino è dimensionato per il completo contenimento della fiamma e garantisce un tempo di permanenza 11 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C maggiore di 0,3 s; l’aria necessaria alla combustione è fornita naturalmente senza alcuna immissione forzata della stessa . Sulla linea di alimentazione alla torcia è previsto un misuratore della portata totale e una presa di campionamento del biogas collegata con il quadro di analisi per consentire un’analisi in continuo di CH4 e O2. L'ampliamento in sopraelevazione non prevede alcuna modifica all’attuale rete di raccolta acque meteoriche. La copertura definitiva della discarica sarà realizzata come di seguito indicato. In corrispondenza del piano sommitale della discarica il pacchetto di copertura sarà così composto: - strato di regolarizzazione con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti; - strato in ghiaia per il drenaggio del gas e la rottura capillare, protetto da eventuali intasamenti, con spessore pari a 0,5 m; - strato in argilla con spessore pari a 0,5 m e conducibilità idraulica = 10-8 m/s; - strato in ghiaia, protetto da eventuali intasamenti, di spessore pari a 0,5 m, atto a favorire il drenaggio delle acque meteoriche ed impedire la formazione di un battente idraulico sopra le barriere di cui ai punti precedenti; - strato superficiale in terreno vegetale di spessore pari a 1 m, atto a favorire lo sviluppo di specie vegetali, a fornire una protezione adeguata contro l'erosione e a proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche. Si potrà ipotizzare il ricorso a materiali alternativi a quelli vergini (specialmente per gli strati drenanti), previa effettuazione di una opportuna valutazione di equivalenza. La copertura definitiva delle scarpate sarà invece così realizzata: - strato di regolarizzazione del profilo delle scarpate della discarica, atto alla definizione delle pendenze e quote di progetto; - geomembrana drenante sintetica (georete in HDPE, geotessile PP) atta al drenaggio del biogas; - geocomposito bentonitico avente la funzione di barriera di impermeabilizzazione; - geomembrana drenante sintetica atta al drenaggio delle acque di infiltrazione; la geomembrana stessa sarà collegata a tubazioni fessurate per il collettamento dell’acqua verso le opere di regimazione esterne al paramento del corpo discarica; - geostuoia di rinforzo atta a garantire la stabilità del pacchetto di copertura; - strato di copertura in terreno vegetale; tale strato avrà lo spessore di 30 cm sulla porzione in pendenza e spessore di 1 m sulle banche. Tutti i geocompositi sopracitati dovranno presentare caratteristiche assolutamente equivalenti a quanto previsto dal D.Lgs. 36/2003 in relazione ai rispettivi strati funzionali. Successivamente alla realizzazione del pacchetto di copertura si effettueranno i necessari lavori di regimazione delle acque meteoriche di superficie (posa e realizzazione di canalette di sommità, tubazioni di convogliamento in PVC, embrici, canalette e pozzetti a piede delle singole scarpate), nonché la semina del manto erboso sul corpo discarica al fine di stabilizzare rapidamente la superficie con particolare riferimento ai potenziali pericoli di dilavamento e ruscellamento. Per quanto riguarda lo spessore dello strato di terreno vegetale previsto nel D.Lgs. n. 36/2003 (= 1 m), atto a favorire lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del ripristino ambientale e idoneo per fornire adeguata protezione alle barriere sottostanti dalle escursioni termiche, si può affermare che la scelta di adottare spessore di 30 cm sulle scarpate sia sostanzialmente equivalente per i seguenti motivi: uno spessore di 30 cm risulta adeguato in relazione alla scelta di procedere al totale inerbimento delle superfici inclinate, in considerazione della bassa penetrazione degli apparati radicali delle specie erbacee; la funzione di protezione alla erosione da acqua viene garantita dalla presenza dell’inerbimento stesso; la funzione di protezione delle barriere sottostanti dalle escursioni termiche è significativa principalmente nel caso in cui si ricorra a strati minerali, soggetti a ritiro, e quindi a fessurazioni, nel periodo estivo; nel caso di specie lo strato minerale è sostituito da geocomposito bentonitico che, per caratteristiche proprie, mantiene la propria funzionalità anche in presenza di variazioni di temperatura. 12 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C C2) VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI E CONDIZIONI GENERALI PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO Gli impatti ambientali generati dall'attività sopra descritta sono riassumibili come di seguito indicato. Scarichi idrici I potenziali impatti su acque superficiali dovuti agli scarichi idrici riconducibili alla gestione della discarica sono rappresentate dalle acque meteoriche di dilavamento dei versanti che confluiscono, attraverso la rete dedicata, al punto di scarico S1/C nel fosso di scolo interno al Comparto, da cui vengono collettate al fosso perimetrale di via Traversagno, che confluisce nello scolo Nuovo Macallo. La gestione dello scarico delle acque meteoriche prevede che queste siano recapitate verso il corpo idrico recettore solamente previa verifica analitica. Nel caso in cui le verifiche analitiche evidenzino difformità rispetto ai limiti previsti per lo scarico in acque superficiali, le acque vengono inviate a depurazione in impianto autorizzato tramite autospurgo; in corrispondenza dello scarico S1/C è infatti presente una paratia, normalmente chiusa, che permette di regolare l’attivazione dello scarico previa caratterizzazione analitica. Per impedire l'allagamento delle aree interessate dal sistema in caso di precipitazioni che per intensità non potranno essere trattenute dal bacino costituito dai fossi e dalla fognatura, il pozzetto è dotato di uno sfioratore, più alto della quota di scorrimento del fosso, munito di valvola, mantenuta normalmente aperta. Eventi meteorici che producono quantità di acque di dilavamento superiori alla capacità di invaso determinano lo sfioro e lo scarico nel fosso di scolo interno al Comparto CIR, attraverso il punto di scarico denominato S1/C di pertinenza della discarica. Non risultano pertanto impatti diretti significativi sulla risorsa idrica in termini di scarichi idrici, salva la necessità di provvedere all’ampliamento (di entità non inferiore a 40 m3), dell’esistente sistema di accumulo delle acque meteoriche (attualmente di capacità pari a 160 m3) in modo da garantire la raccolta di una quota maggiore della acque meteoriche di ruscellamento del corpo discarica e conseguentemente ridurre le attivazioni dello sfioro sul punto di scarico S1/C. Consumi idrici L’approvvigionamento idrico del sito è garantito da: - acqua potabile da acquedotto; - acque prelevate dal Canale Tratturo, tramite concessione di sfruttamento; L’utilizzo della risorsa segue logiche basate sul concetto di sostenibilità: l’acqua prelevata dal Canale Tratturo, di minor pregio, è utilizzata per fini industriali (irrigazione, lavaggio ruote, bagnatura viabilità) mentre l’acqua potabile serve prevalentemente i locali adibiti al personale, oltre al sistema antincendio. La risorsa idrica non entra propriamente a far parte del processo e pertanto è indipendente dai quantitativi dei rifiuti in ingresso. A seguito della sopraelevazione della discarica in oggetto non si prevedono pertanto variazioni significative dei consumi idrici. Emissioni in atmosfera Oltre alla torcia di combustione del biogas a cui, nell’assetto futuro, sono ascrivibili eventuali emissioni in atmosfera eccezionali in condizioni prevedibili (in caso di necessità operative dell'impianto di recupero energetico ovvero in condizioni di emergenza), il contributo emissivo derivante dall’attività di discarica è sostanzialmente ascrivibile alle emissioni diffuse, che comprendono anche quelle odorigene. Nella gestione di una discarica, gli aspetti che generano i contributi più consistenti, in termini di emissioni diffuse polverulente, sono rappresentati dal transito degli automezzi su strade sterrate e dalla movimentazione degli inerti per la copertura definitiva; assumono pertanto significato rilevante le attività gestionali adottate di mitigazione della diffusione delle polveri, ovvero la bagnatura dei percorsi di servizio effettuata durante la giornata lavorativa e la limitazione a 20 km/h della velocità dei mezzi che trasferiscono il materiale su strada non pavimentata. Le possibili sorgenti di emissioni odorigene sono identificabili sostanzialmente nei rifiuti urbani freschi e, marginalmente, negli stessi rifiuti già parzialmente ovvero totalmente ricoperti. Rispetto all’assetto attuale, con l’ampliamento in sopraelevazione sono da considerare le differenti quote delle sorgenti areali della discarica interessate dalla diffusione di composti odorigeni. L’impatto olfattivo della discarica è stato analizzato applicando un modello meteo-diffusionale di dispersione atmosferica al fine di simulare il trasporto e la diffusione di sostanze odorigene; i risultati ottenuti mostrano come le emissioni odorigene connesse alla gestione della discarica, anche a seguito dell’ampliamento in sopraelevazione, determinano concentrazioni ai ricettori sensibili sempre al di sotto dei valori limite internazionali considerati (visto che la normativa italiana non prevede norme specifiche) e pertanto possono ritenersi non significative. Produzione rifiuti I principali rifiuti prodotti dall’attività di gestione della discarica, in condizioni ordinarie, sono rappresentati dai rifiuti di risulta del processo di abbancamento, ovvero: - percolato, generato a seguito dell’infiltrazione di acque meteoriche nel corpo rifiuti e dalla loro naturale decomposizione; - biogas, derivante dalla degradazione anaerobica dei rifiuti abbancati. La raccolta del percolato viene effettuata con pompe sommerse ad avvio automatico che convogliano il liquido in una vasca di stoccaggio di capacità utile pari a circa 250 m3, esterna al bacino della discarica. 13 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C Le pompe sono attivate mediante sistemi di controllo automatico del livello di minimo e massimo, costituiti rispettivamente dal livello minimo di pescaggio della pompa e dal livello di ingresso del tubo di drenaggio principale nel pozzo. Il percolato raccolto viene inviato tramite autobotti a smaltimento esterno, presso impianti di trattamento autorizzati gestiti dalla stessa società HERAmbiente, con frequenza minima settimanale e comunque adeguata al quantitativo di percolato prodotto. Si evita così l’accumulo, sia pure temporaneo, di liquido all’interno della massa di rifiuti che potrebbe generare spinte idrostatiche tali da comprometterne la stabilità ed aumentare il rischio di contaminazioni. Nel grafico seguente si riassumono i quantitativi annuali di percolato prodotto dalla discarica, a partire dal relativo anno di messa in esercizio. 20 10 20 09 20 08 20 07 20 06 20 05 20 04 20 03 20 02 20 01 20 00 16000 15000 14000 13000 12000 11000 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 19 99 Percolato prodotto [tonnellate/anno] Produzione annua di percolato Dalle rilevazioni effettuate e dal bilancio idrologico sitospecifico elaborato per l'anno 2010, il quantitativo di percolato effettivamente estratto dalla discarica risulta inferiore rispetto a quello stimato come produzione dovuta all'infiltrazione delle acque meteoriche, lasciando supporre che il sistema di copertura provvisorio di cui è attualmente dotata la discarica sia in grado di controllare sufficientemente la produzione di percolato indotta dagli eventi meteorici. In termini qualitativi e sempre con riferimento all'anno 2010 (per cui non si evidenziano scostamenti significativi dagli andamenti rilevati negli anni precedenti), si riscontra un valore contenuto del rapporto BOD5/COD (compreso tra 0,04 e 0,5), indice di una situazione di fermentazione metanigena stabile. A conferma dello stato stabile della degradazione anaerobica, si notano altresì i seguenti elementi: - pH leggermente alcalino; - modeste concentrazioni di BOD5; - significative concentrazioni di azoto ammoniacale (compreso tra 880 mg/l e 2.100 mg/l); - modeste concentrazioni di metalli pesanti. Si presume pertanto che la discarica sia in una fase matura metagenica stabile, in cui si sta sviluppando la crescita delle colonie dei batteri metageni e una progressiva conversione degli acidi grassi. Non variando significativamente le superfici esposte agli eventi meteorici, è da prevedere una sostanziale invarianza nella produzione del percolato anche a seguito dell'ampliamento in sopraelevazione della discarica; conseguentemente l'esistente sistema di stoccaggio del percolato risulta ancora adeguato alle esigenze. L'eventuale realizzazione di una seconda vasca di stoccaggio da 100 m3 è pertanto correlata a valutazioni gestionali e logistiche volte, nel caso di necessità, alla ottimizzazione del trasporto del percolato agli impianti di trattamento esterni. Il biogas, che rappresenta il prodotto gassoso della digestione anaerobica della frazione organica presente nei rifiuti, è costituito essenzialmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2) e da piccole quantità di acido solfidrico (H2S), acido cloridrico (HCl), idrogeno (H2) e azoto (N2). In conseguenza delle caratteristiche combustibili del biogas, per ragioni di sicurezza, questo deve essere estratto dalla massa di rifiuti stoccati nella discarica e sottoposto ad un processo di combustione, anche per ridurre l’impatto di tale gas sull’ambiente (effetto serra) e minimizzare, al tempo stesso, le emissioni maleodoranti nell’ambiente circostante. La discarica risulta dotata, sin da prima dell’ampliamento in sopraelevazione, di una rete di captazione del biogas e relativa centrale di combustione in torcia. Tale sistema è da adeguare alle nuove esigenze della discarica mediante sostituzione della centrale di aspirazione e combustione del biogas e realizzazione di una nuova rete di captazione ed estrazione, 14 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C provvista di stazioni di regolazione e linee di trasporto del biogas sia secondarie (dai pozzi alle sottostazioni) sia principali (dalle sottostazioni alla centrale di aspirazione). La rete di captazione e tutto l’impianto di aspirazione del biogas fino alla torcia compresa sono ricompresi nell’assetto impiantistico della discarica oggetto della presente AIA. L’impianto di combustione del biogas, nell’anno 2010, ha avuto un funzionamento pari a circa 4.679 ore; dalle ore di funzionamento e dalla portata di combustione della torcia installata mediamente rilevata durante l’esercizio (circa 85 Nm3/h), è possibile stimare una quantità totale di biogas in ingresso al sistema di combustione nell’anno 2010 pari a 397.340 Nm3. È in fase di ultimazione, da parte di un soggetto terzo che ne curerà la gestione e la manutenzione, anche un impianto di combustione con recupero energetico del biogas; con la messa in esercizio di tale impianto non oggetto della presente AIA, di norma il biogas prodotto dalla discarica verrà destinato a recupero energetico; in caso di necessità operative ovvero in condizioni di emergenza si attiverà il sistema di combustione in torcia. Emissioni sonore Ai sensi della Zonizzazione Acustica del Piano Strutturale Comunale Associato della Bassa Romagna – Lugo, adottata con Delibera di C.C. n. 69 del 24/07/2008, l’area della discarica per rifiuti non pericolosi di Voltana in Comune di Lugo è inserita in Classe V “Aree prevalentemente produttive” (con limiti assoluti di immissione sonora fissati in 70 dBA nel periodo diurno e 60 dBA nel periodo notturno). I potenziali ricettori sono inseriti in Classe III “Aree extraurbane – zone agricole”. Via Lunga Inferiore e una parte di Via Traversagno individuano inoltre una fascia di pertinenza acustica pari a m. 50 inserita attualmente in Classe III “Area di tipo misto”, mentre allo stato di progetto è prevista la Classe IV “Area di intensa attività umana”. La valutazione dell’impatto acustico conseguente alla gestione operativa della discarica in ampliamento per sopraelevazione contiene la descrizione del progetto, la caratterizzazione acustica del sito ante operam, delle sorgenti sonore relative al progetto e del sito post operam, comprensive dei rilievi in rappresentativi e correttamente posizionati presso i recettori sensibili potenzialmente interessati dalle emissioni sonore. Dapprima si è considerato lo scenario ante operam, rappresentativo della situazione attuale nella quale la discarica si trova in fase di sospensione dei conferimenti per parziale raggiungimento dell’attuale volumetria disponibile; sulla sua sommità è presente un’attività di trasbordo rifiuti da raccolta differenziata. Si è provveduto pertanto ad effettuare rilievi fonometrici presso le sorgenti sonore esistenti e ad un monitoraggio fonometrico a lungo termine presso l’incrocio di Via Traversagno con Via Lunga Inferiore, rappresentativo, quest’ultimo, del traffico veicolare presente nell’area di influenza individuata, comprensivo dell’indotto dovuto alla presenza della discarica, nonché della rumorosità presso i potenziali ricettori abitati, più prossimi all’area di studio. I risultati dei suddetti rilievi, unitamente a quelli di un monitoraggio fonometrico eseguito da ARPA nell’anno 2008, hanno consentito di calibrare il modello di simulazione SoundPLAN® al fine di una rappresentazione tecnico – scientifica della rumorosità presente nell’area di influenza, in merito allo scenario ante operam, tenendo conto altresì della morfologia del terreno, opportunamente digitalizzato. Tale procedura è avvenuta ai sensi della DGR n. 673/2004, in conformità alle normative tecniche UNI 9884 e UNI 11143. La calibrazione è risultata corretta secondo l’Appendice E della norma UNI 11143. Una volta calibrato il modello di simulazione, si è quindi proceduto, ai sensi della DGR n. 673/2004, alla rappresentazione dello scenario post operam, in relazione alla fase gestionale di coltivazione della discarica esistente secondo il profilo altimetrico previsto dal progetto di sopraelevazione; l’attività di trasbordo, che nello scenario ante operam insisteva sulla sommità della discarica, risulta ricollocata in altra area all'interno dello stesso Comparto CIR. Poiché è prevista una sopraelevazione della discarica, si è provveduto ad una nuova digitalizzazione del terreno, secondo le quote di progetto. Sono state inserite le nuove sorgenti sonore, laddove previsti i cambiamenti e si è considerata la ridistribuzione della viabilità interna. In merito ai potenziali ricettori, si evince che l’ampliamento non comporta modifiche significative al clima acustico già presente nell’area e che sono rispettati, ai sensi del DPCM 14/11/1997, i limiti assoluti di immissione della Classificazione Acustica. In merito al criterio del differenziale, nella maggior parte dei casi non sono raggiunti i limiti di applicabilità dello stesso; laddove si ha un superamento di tali valori è da sottolineare che sono le infrastrutture stradali le uniche responsabili della rumorosità presente al potenziale ricettore, già nello scenario ante operam. L’ampliamento della discarica non è in alcun modo responsabile. Il contributo della discarica nello stato di progetto alla rumorosità presente a quei ricettori in cui sono superati i limiti di applicabilità del criterio differenziale, risulta essere non significativo: nel caso peggiore risulta inferiore di 10 dB(A) rispetto al contributo delle infrastrutture stradali. Pertanto si conclude che la rumorosità prevista, a seguito dell’ampliamento della discarica, non è in grado di generare emissioni sonore capaci di perturbare ovvero modificare il clima acustico normalmente presente nell’ambito dell’area di studio. La sopraelevazione e le sorgenti di progetto, comprensive dell’indotto dei mezzi pesanti, comporta un impatto acustico accettabile e del tutto conforme a quanto previsto dal DPCM 14/11/1997. 15 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C Dalla valutazione di impatto acustico si evince pertanto il rispetto dei valori limite di immissione assoluti e differenziali senza la necessità di interventi di mitigazione. Consumi energetici L’esercizio della discarica in esame non comporta il consumo di significativi quantitativi di energia, se non quelli associati al combustibile utilizzato per il funzionamento dei mezzi operativi di discarica. Il gasolio di alimentazione dei mezzi d’opera (pala gommata, escavatore cingolato, trattore cingolato) si stima un consumo medio dei mezzi di 60 l/ora da cui, in ipotesi di condizioni di lavoro ordinarie, il consumo totale annuo è valutabile in circa 310.000 litri. Alle condizioni attuali, ovviamente, tale consumo è residuale e limitato all’attività di trasbordo attualmente presente sul colmo della discarica. In merito alla sopraelevazione della discarica si prevedono allineamenti nei consumi in riferimento agli anni di coltivazione del lotto esistente. Infine è da considerare che la discarica sarà collegata ad un impianto di recupero energico in grado di far fronte, a seguito degli adeguamenti alla rete biogas, anche allo sfruttamento del biogas prodotto dal lotto in sopraelevazione; il bilancio energetico del sito presenterà pertanto un saldo positivo, con una netta prevalenza della produzione di energia elettrica sui consumi. Impatto su suolo e sottosuolo L’ampliamento di una discarica, nonché la successiva fase di gestione operativa e post-operativa, modificano le caratteristiche del suolo su cui va ad ubicarsi la discarica stessa e il potenziale impatto che ne consegue può essere riconducibile ai seguenti aspetti: occupazione del sito dall’opera; modifica della stabilità dei versanti; modifica della qualità del suolo e del sottosuolo. In termini di occupazione del suolo è importante rilevare che l’ampliamento in esame consiste di fatto in una sopraelevazione della discarica esistente che consente di mettere a disposizione della volumetria integrativa per lo smaltimento dei rifiuti senza comportare il “consumo” di ulteriore superficie territoriale, né l’esigenza di altre opere di infrastrutturazione logistica e di sicurezza ambientale o significativi interventi di adeguamento di quelle già esistenti. Rispetto alla potenziale modifica della stabilità dei versanti, l’intervento va a collocarsi in un’area di pianura, non caratterizzata dalla presenza di versanti a bassa stabilità. Nell’ambito della relazione geotecnica di progetto, risultano comunque condotte verifiche di stabilità in relazione al corpo discarica da cui emerge l’assenza di criticità. Per quanto riguarda il potenziale impatto della discarica sulla qualità del suolo e del sottosuolo, è ragionevole attendersi che il sistema di impermeabilizzazione esistente, la presenza della rete di drenaggio di sottosuolo, nonché la costante attuazione del piano di sorveglianza e controllo, garantiscano la protezione del suolo e delle acque sotterranee, anche nella nuova configurazione impiantistica. Al fine di analizzare in maniera dettagliata gli aspetti legati alle acque sotterranee e gli impatti connessi con l’esercizio della discarica per rifiuti non pericolosi HERAmbiente di Voltana, è stata condotta una specifica analisi di rischio connesso all’attività di tale discarica, con particolare riguardo alle sostanze chimiche aventi caratteristiche tossiche e/o cancerogene rilasciate nell’ambiente mediante la perdita di percolato nel sottosuolo/falda nonché l’emissione di biogas in atmosfera. L’analisi di rischio elaborata con procedura RBCA sino al II livello di dettaglio è stata proposta a supporto delle deroghe richieste relativamente ai criteri per l’ammissibilità dei rifiuti nella discarica oggetto di ampliamento, così come stabilito dall’art. 7 del DM 29/07/2010. L’analisi di rischio proposta contiene per necessità alcune schematizzazioni, la maggior parte delle quali è applicata in senso conservativo, ossia prudenziale; tali schematizzazioni risultano compatibili con le deroghe richieste cui si accompagnano, ma suggeriscono la necessità di approfondimenti in senso estensivo in relazione al contesto ambientale in cui è inserita la discarica, nonché estrema attenzione nella gestione impiantistica e nella definizione dei livelli di guardia da determinare in base alle condizioni locali della qualità della falda. Impatto su flora, fauna ed ecosistemi Considerata la natura dell’ampliamento della discarica è possibile ritenere non significativo l’impatto sulle componenti flora, fauna ed ecosistemi, sulla base delle seguenti considerazioni: - L’ampliamento in progetto, consistendo in una sopraelevazione della discarica attualmente in esercizio, prevede l’occupazione di superfici localizzate interamente all’interno del sito di discarica e nello specifico, al di sopra dell’attuale corpo in coltivazione. - Per quanto concerne la distruzione di habitat, l’intervento può essere considerato a impatto diretto sostanzialmente nullo; l’opera non determina una limitazione spaziale e funzionale delle unità ambientali: la vegetazione, la flora e la fauna presenti tanto in area vasta quanto in area locale risultano salvaguardate. - L’impatto in atmosfera e l’impatto acustico connessi alla discarica in ampliamento non presentano criticità; pertanto si ritiene che gli impatti sulla vegetazione in fase di esercizio, potenzialmente legati alla dispersione in atmosfera del biogas emesso dal corpo discarica e delle polveri originate dall’attività 16 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C - - di abbancamento rifiuti, siano ragionevolmente trascurabili e non alterino lo stato vegetazionale nelle aree limitrofe al comparto. Rispetto alle possibili interazioni tra la discarica e alcune delle specie animali presenti in area locale che presentano caratteristiche di spiccata sinantropia e opportunismo trofico, la corretta gestione dell’impianto con particolare riferimento ai criteri di coltivazione, limita notevolmente le possibilità per le specie animali opportuniste (in particolar modo gabbiani e ratti) di sfruttare il rifiuto come risorsa trofica. Una copertura ben disposta e applicata quotidianamente impedisce agli insetti e in particolare alle mosche di deporre le uova sui rifiuti di natura organica della discarica, prevenendo in tal modo la loro massiccia proliferazione; vengono inoltre sottoposti ad una disinfestazione periodica il fronte della discarica e la superficie di ricoprimento dei settori, le zone di manovra dei veicoli e tutte le zone che potenzialmente possono rappresentare aree di proliferazione insetti. È prevedibile una scarsa interazione e incidenza che le attività di smaltimento rifiuti previste assumono nei confronti delle matrici ambientali dei sistemi naturali. L’inserimento dell’opera a fine vita della discarica nel contesto vegetazionale circostante è garantito dal Piano di ripristino ambientale che complessivamente interessa la fascia territoriale limitrofa l’impianto (argine scolo Tratturo) oltre al corpo della discarica. 17 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C C3) VALUTAZIONE INTEGRATA DELL’INQUINAMENTO E POSIZIONAMENTO DELL’IMPIANTO RISPETTO ALLE MTD Secondo quanto previsto dall’art. 29-bis, comma 3) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., ai fini dell’Autorizzazione Integrata Ambientale i requisiti tecnici per le discariche di rifiuti si considerano soddisfatti, qualora risultino soddisfatti i requisiti stabiliti dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”; pertanto per la valutazione integrata delle prestazioni ambientali della discarica per rifiuti non pericolosi HERAmbiente (ex HERA) di Voltana oggetto di ampliamento in sopraelevazione, i riferimenti da adottare sono stati tratti dal predetto decreto, con particolare riguardo ai criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi di cui all’Allegato 1 e all’Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/2003. A tale riguardo si ricorda che il Piano di Adeguamento di cui all’art. 17, comma 3 del D.Lgs n. 36/2003 presentato da HERA S.p.A. per la discarica esistente di Voltana è stato valutato positivamente e approvato dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 439 del 02/08/2004. Di seguito si evidenzia il posizionamento della discarica per rifiuti non pericolosi HERAmbiente di Voltana rispetto all’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD), individuate prendendo a riferimento i requisiti stabiliti dal D.Lgs. n. 36/2003 e che costituiscono MTD per il comparto discariche. Criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi (Allegato 1 - Punto 2 del D.Lgs. n. 36/2003) 2.1 Ubicazione VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ 2.1.1 Gli impianti non devono aree individuate ai sensi dell'art. 17, comma 3, lettera ricadere in: m della Legge 183/89 aree individuate dagli art. 2 e 3 del DPR 357/97 territori sottoposti a tutela ai sensi del D.L. 490/99 aree naturali protette ai sensi dell'art. 6, comma 3, della L. 394/91 aree collocate nelle zone di rispetto di cui all'art. 21, comma 1, del D.Lgs. 152/99 2.1.2 Gli impianti non devono in aree interessate da fenomeni di faglie attive, aree a essere ubicati: rischio sismico di 1° categoria, aree interessate da attività vulcanica e campi solfatarici in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale in aree dove i processi geologici superficiali quali l'erosione accelerata, le frane, l'instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l'integrità della discarica e delle opere ad essa connessa in aree soggette ad attività di tipo idrotermale in aree esondabili, instabili e alluvionabili; deve essere presa come riferimento la piena con tempo di ritorno minimo pari a 200 anni 2.1.3 Condizioni locali di distanza dai centri abitati accettabilità collocazione in aree a rischio sismico di 2° categoria dell'ubicazione prevista: collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli alimentari definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento CEE n. 2081/92 e in aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecnica dell'agricoltura biologica presenza di rilevanti beni storici, artistici, archeologici 18 26/04/2011 CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.2 Protezione delle Matrici Ambientali 2.2. Requisiti sistema di regimazione e 1 per garantire convogliamento delle acque l'isolamento del superficiali corpo dei rifiuti impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica impianto di raccolta e gestione del percolato impianto di captazione e gestione del gas di discarica 2.2. Attività di 2 controllo controllo dell'integrità e dell'efficienza dei presidi ambientali mantenimento delle pendenze per garantire il ruscellamento delle acque superficiali VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ CONFORME CONFORME (vedi dettaglio) (Piano di adeguamento ex art. 17 del D.Lgs. n. 36/2003 approvato con provvedimento n. 439 del 04/08/2004) CONFORME CONFORME oggetto di adeguamento per ampliamento in sopraelevazione della discarica CONFORME CONFORME Si riporta di seguito la valutazione di conformità di dettaglio rispetto a quanto previsto dal D.Lgs. n. 36/2003 in merito all'impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della discarica. 19 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 20 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.3 Controllo delle acque e gestione del percolato 2.3. Requisiti progettuali 1 2.3. Modalità gestionali 2 minimizzazione del battente idraulico di percolato sul fondo della discarica al minimo compatibile con i sistemi di sollevamento e di estrazione prevenzione di intasamenti e occlusioni per tutto il periodo di funzionamento previsto resistenza all'attacco chimico dell'ambiente della discarica sostenere il carico previsto dimensionamento delle canalizzazioni di allontanamento delle acque di ruscellamento deve essere eseguito in base ad eventi con tempo di ritorno di 10 anni adottare tecniche di coltivazione finalizzate a ridurre al minimo l'infiltrazione di acque meteoriche allontanamento della acque meteoriche per gravità percolato e acque devono essere captate e raccolte per tutta la vita della discarica (non meno di 30 anni dalla data di chiusura) percolato e acque devono essere trattate in impianto tecnicamente idoneo la concentrazione del percolato può essere autorizzata solo se contribuisce all'abbassamento del battente idraulico. Il concentrato del percolato può rimanere nel corpo della discarica 21 26/04/2011 VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME Sistema di accumulo delle acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica DA ADEGUARE CONFORME Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.4 Protezione del terreno e delle acque 2.4. Criteri generali 1 2.4. Barriera 2 geologica 2.4. Copertura 3 superficiale finale VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ ubicazione e progettazione devono soddisfare i requisiti necessari ad impedire l'inquinamento del terreno, acque sotterranee e superficiali in fase operativa la protezione del terreno si concretizza con barriera geologia + rivestimento impermeabile del fondo e delle sponde + sistema di drenaggio del percolato in fase post operativa la protezione del terreno si concretizza con barriera geologia + rivestimento impermeabile del fondo e delle sponde + sistema di drenaggio del percolato + copertura finale substrato di base e dei fianchi deve consistere in una formazione geologica naturale con i seguenti requisiti: k = 1x10-9 m/s e s = 1 m (discarica per rifiuti non pericolosi) la continuità e le caratteristiche di permeabilità devono essere opportunamente accertate la barriera geologica può essere completata artificialmente attraverso un sistema barriera di confinamento che fornisca una protezione equivalente. deve essere inoltre prevista l'impermeabilizzazione del fondo e delle pareti con un materiale di rivestimento artificiale il piano di imposta dello strato inferiore della barriera di confinamento deve essere posto al di sopra del tetto dell'acquifero confinato con un franco di almeno 1,5 m; nel caso di acquifero non confinato, di almeno 2 m. le caratteristiche del sistema barriera sono garantite da materiale minerale compattato (k = 10-7 cm/s e s = 1 m) + una geomembrana il sistema barriera delle sponde può essere realizzato con spessori inferiori a 0,5 m se abbinato a soluzioni progettuali che ne garantiscano l'equivalenza struttura multistrato costituita dall'alto verso il basso da: 1- strato superficiale di terreno vegetale s = 1 m 2- strato drenante s = 0,5 m 3- strato minerale compattato s = 0,5 m o k = 10-8 m/s 4- strato drenante per il biogas con s = 0,5 m 5- strato di regolarizzazione con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti la copertura superficiale finale della discarica nella fase di post esercizio può essere preceduta da una copertura provvisoria della discarica, più semplice, finalizzata ad isolare la massa di rifiuti in corso di assestamento. la copertura provvisoria deve essere oggetto di continua manutenzione CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME per equivalenza (*) CONFORME CONFORME (*) Per quanto riguarda lo spessore dello strato di terreno vegetale previsto nel D.Lgs. n. 36/2003 (= 1 m), si può affermare che la scelta del gestore di adottare uno spessore di 30 cm sulle scarpate sia sostanzialmente equivalente per i seguenti motivi: uno spessore di 30 cm risulta adeguato in relazione alla scelta di procedere al totale inerbimento delle superfici inclinate, in considerazione della bassa penetrazione degli apparati radicali delle specie erbacee; la funzione di protezione alla erosione da acqua viene garantita dalla presenza dell’inerbimento stesso; la funzione di protezione delle barriere sottostanti dalle escursioni termiche è significativa principalmente nel caso in cui si ricorra a strati minerali, soggetti a ritiro, e quindi a fessurazioni, nel periodo estivo; nel caso di specie lo strato minerale è sostituito da geocomposito bentonitico che, per caratteristiche proprie, mantiene la propria funzionalità anche in presenza di variazioni di temperatura. 22 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.5 Controllo dei gas 2.5.1 Modalità gestionali 2.5.2 Sistema di estrazione biogas VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ le discariche che accettano rifiuti biodegradabili devono essere dotate di impianti di estrazione dei gas che garantiscono la massima efficienza di captazione e utilizzo energetico la gestione del biogas deve essere condotta in modo tale da ridurre al minimo il rischio per l'ambiente e per la salute umana è indispensabile un piano di mantenimento del sistema di estrazione del biogas, potenzialmente danneggiabile dal naturale assestamento della massa dei rifiuti eventuale sostituzione dei sistemi di captazione deformati in modo irreparabile è indispensabile mantenere al minimo il livello di percolato all'interno dei pozzi di captazione del biogas il sistema di estrazione del biogas deve essere dotato di sistemi per l'eliminazione della condensa il gas deve essere di norma utilizzato per la produzione di energia, anche a seguito di un eventuale trattamento l'acqua di condensa può essere eccezionalmente reimmessa nel corpo della discarica nel caso di impraticabilità del recupero energetico, la termodistruzione del gas di discarica deve avvenire in idonea camera di combustione a temperatura T > 850°, concentrazione di ossigeno = 3 % in volume e tempo di ritenzione = 0,3 s il sistema di estrazione e trattamento del gas deve essere mantenuto in esercizio per tutto il tempo in cui nella discarica è presente la formazione del gas 2.6 Disturbi e rischi 2.6.1 Criteri generali CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME (adeguamento in corso impianto di recupero energetico del biogas in corso di realizzazione da parte di altro soggetto gestore) CONFORME CONFORME CONFORME VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ devono essere adottate misure idonee a ridurre al minimo: emissioni di odori, produzione polveri, materiale trasportati dal vento, rumore, traffico, uccelli, parassiti, insetti, formazione di aerosol e incendi 23 26/04/2011 CONFORME CONFORME Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.7 Stabilità 2.7.1 Fase di caratterizzazione del sito 2.7.2 In corso d'opera VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ è necessario accertarsi a mezzo di specifiche indagini e prove geotecniche, che il substrato geologico, non vada soggetto a cedimenti tali da danneggiare i sistemi di protezione ambientale della discarica deve essere verificata la stabilità del fronte dei rifiuti scaricati e la stabilità dell'insieme terreno di fondazione-discarica (ai sensi del decreto del Ministro del lavori pubblici 11 marzo 1998, pubblicato nel suppl. ord. alla G.U. n. 127 del 1° giugno 1998) 2.8 Protezione fisica degli impianti 2.8. Criteri generali 1 2.9.2 Personale la discarica deve essere dotata di recinzione per impedire il libero accesso al sito di persone e animali il sito di discarica deve essere individuato a mezzo di idonea segnaletica CONFORME CONFORME VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ sono necessari laboratori idonei per le specifiche determinazioni previste per la gestione dell'impianto il gestore della discarica deve avere una formazione tecnica e professionale anche in relazione ai rischi da esposizione agli agenti specifici in funzione del tipo di rifiuti smaltiti il personale deve utilizzare idonei DPI in funzione del rischio valutato il personale al quale vengono affidati gli interventi di emergenza deve essere preliminarmente istruito ed informato sulle tecniche di intervento di emergenza ed avere partecipato ad uno specifico programma do addestramento all'uso dei DPI 24 26/04/2011 CONFORME VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ 2.9 Dotazione di attrezzature e personale 2.9.1 Modalità gestionali CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2.10 Modalità e criteri di coltivazione 2.10.1 Scarico rifiuti 2.10.2 Coltivazione 2.10.3 Aspetti ambientali VALUTAZIONE DI CONFORMITÁ è vietato lo scarico di rifiuti polverulenti o finemente suddivisi soggetti a dispersione eolica, in assenza di specifici sistemi di contenimento e/o modalità di conduzione della discarica atti ad impedire tali dispersione lo scarico dei rifiuti deve essere effettuato in modo tale da garantire la stabilità della massa dei rifiuti e delle strutture collegate i rifiuti vanno depositati in strati compattati e sistemati in modo da evitare, lungo il fronte di avanzamento, pendenze superiori al 30% deve procedere per strati sovrapposti e compattati, di limitata ampiezza, in modo da favorire il recupero immediato e progressivo dell'area della discarica occorre limitare la superficie dei rifiuti esposta agli agenti atmosferici e mantenere, per quanto consentito dalla morfologia dell'impianto, pendenze tali da garantire il naturale deflusso delle acque meteoriche al di fuori dell'area destinata al conferimento dei rifiuti i rifiuti che possono dare luogo a dispersione di polveri o ad emanazioni moleste e nocive devono essere al più presto ricoperti con strati di materiali adeguati; è richiesta una copertura giornaliera dei rifiuti con uno strato di materiale protettivo di idoneo spessore e caratteristiche. La copertura giornaliera può essere effettuata anche con sistemi sintetici che limitino la dispersione eolica, l'accesso dei volatili e l'emissione di odori qualora le tecniche precedentemente esposte si rivelassero insufficienti ai fini del controllo di insetti, larve, roditori ed altri animali, è posto d'obbligo di effettuare adeguate operazioni di disinfestazione e derattizzazione CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME CONFORME Alla luce delle considerazioni sopra riportate si valutano pertanto come conformi ai criteri indicati nell’Allegato 1 – Punto 2 del D.Lgs. n. 36/2003 (MTD di settore) i criteri costruttivi e gestionale della discarica esistente per rifiuti non pericolosi di Voltana, oggetto di ampliamento in sopraelevazione, salva la necessità di provvedere all’adeguamento del sistema di accumulo delle acque meteoriche, in modo da garantire la raccolta di una quota maggiore della acque meteoriche di ruscellamento del corpo discarica e conseguentemente ridurre le attivazioni dello sfioro sul punto di scarico verso il corpo idrico recettore. Tale conformità è stata raggiunta in prima istanza nell’agosto 2004 con l’approvazione da parte della competente Provincia di Ravenna del Piano di Adeguamento presentato dal gestore ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003, ai fini della prosecuzione della gestione della discarica stessa e, successivamente, con l’adeguamento alle prescrizioni previste nell’atto autorizzativo di approvazione del Piano di Adeguamento suddetto. Contestualmente al Piano di Adeguamento ex art. 17 del D.Lgs. n. 36/03, sono stati valutati positivamente a livello preliminare e approvati anche gli interventi per la chiusura e la copertura definitiva della discarica che presentano elementi di sostanziale equivalenza con le previsioni del D.Lgs. n. 36/2003. Per quanto riguarda le modalità gestionali complessivamente organizzate, il processo di adeguamento ha trovato poi il definitivo compimento una volta adottato pienamente il Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001. Parte degli interventi di adeguamento realizzati hanno trovato riscontro nella revisione di alcuni dei 5 Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/2003 che erano stati trasmessi nella loro prima versione nel settembre 2003, con particolare riguardo al Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC), al Piano di Gestione Operativa (PGO) e al Piano di Ripristino Ambientale; il PGO e il PSC redatti ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 che sono pienamente integrati, sia formalmente che sostanzialmente, nel Sistema di gestione adottato. Si dà inoltre atto che, in ottemperanza all’AIA n. 728 del 31/10/2007 e s.m.i., il gestore ha provveduto alla realizzazione dell’intervento di adeguamento riguardante la regimazione e la gestione delle acque meteoriche di dilavamento dal corpo discarica e aree di pertinenza, con il completamento nei primi mesi del 25 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C 2008 delle opere programmate e particolare riferimento al pozzetto di accumulo e campionamento nel punto di scarico denominato S1/C. Piani di Gestione Operativa, Ripristino Ambientale, Gestione Post-Operativa, Sorveglianza e Controllo, Finanziario (Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/2003) In termini di aspetti gestionali, il D.Lgs. n. 36/2003 prevede la redazione di 5 specifici Piani in cui sono stabilite le modalità di gestione e le procedure comuni di sorveglianza e controllo durante le fasi operativa e post-operativa di una discarica, al fine di prevenire qualsiasi effetto negativo sull’ambiente e individuare le adeguate azioni correttive; tali Piani definiscono altresì gli adempimenti a carico del gestore relativi alle procedure di chiusura di una discarica, gli adempimenti durante la fase post-operativa e per il ripristino ambientale del sito medesimo, nonché le modalità per individuare il prezzo corrispettivo minimo per lo smaltimento in discarica. In particolare: Piano di Gestione Operativa nel quale vengono individuati i criteri e le misure tecniche adottate per la gestione della discarica e le modalità di chiusura della stessa; Piano di Gestione Post-Operativa nel quale vengono definiti i programmi di sorveglianza e controllo successivi alla chiusura della discarica; Piano di Sorveglianza e Controllo nel quale vengono indicate tutte le misure necessarie per prevenire rischi di incidenti causati dal funzionamento della discarica e per limitarne le conseguenze, sia in fase operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall’inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle misure di prevenzione e protezione contro qualsiasi danno all’ambiente; Piano di Ripristino Ambientale del sito a chiusura della discarica nel quale vengono previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d’uso prevista dell’area stessa; Piano Finanziario prevede che tutti i costi derivanti dalla realizzazione dell’impianto e dall’esercizio della discarica, i costi connessi alla costituzione della garanzia finanziaria da prestare per l’attivazione e la gestione operativa della discarica, comprese le procedure di chiusura, ovvero per la gestione successiva alla chiusura della discarica, i costi stimati di chiusura, nonché quelli di gestione postoperativa per un periodo di almeno 30 anni, siano coperti dal prezzo applicato dal gestore per lo smaltimento, tenuto conto della riduzione del rischio ambientale e dei costi di post-chiusura derivanti dall’adozione di procedure di registrazione ai sensi del Regolamento EMAS. Per quanto riguarda la discarica esistente gestita da HERA S.p.A. (ora HERAmbiente S.p.A.), i relativi Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/2003 sono stati valutati e approvati contestualmente all’approvazione del Piano di Adeguamento elaborato dal gestore ai sensi dell’art. 17 dal D.Lgs. n. 36/2003, con alcune prescrizioni relative al Piano di Adeguamento stesso e più in generale alla gestione della discarica. Il Piano di Adeguamento trasmesso conteneva le conclusioni delle valutazioni di conformità complessiva rispetto a quanto stabilito all’Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/2003 in termini di “Gestione e Risorse” e un piano degli interventi di adeguamento individuati. In particolare gli elementi gestionali necessari per la piena conformità alle indicazioni del decreto erano stati individuati attraverso specifici audit con i responsabili dell’impianto a seguito dei quali era stata elaborata una check-list contenente le indicazioni del decreto, le modalità operative allora seguite dal gestore e gli interventi di adeguamento necessari. Le verifiche effettuate hanno permesso di rendicontare in maniera esaustiva lo stato di attuazione delle misure di adeguamento previste e l’attuazione complessiva degli adeguamenti è apparsa conforme alle tempistiche fissate nel rispetto delle prescrizioni autorizzative. Per quanto riguarda l'ampliamento in sopraelevazione, con l’approvazione del relativo progetto sono stati valutati anche i piani sopraelencati previsti dal D.Lgs 36/2003. È opportuno precisare che HERAmbiente (ex HERA) adotta un Sistema di Gestione integrato Qualità Ambiente e Sicurezza (QAS) conforme alle norme UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001. In questo modo i Piani previsti dal D.Lgs. n. 36/2003, sono stati implementati all’interno del Sistema di Gestione adottato e per tale motivo le versioni attualmente in essere dei Piani, in particolare del Piano di Gestione Operativa e del Piano di Sorveglianza e Controllo, fanno riferimento a diverse procedure e istruzioni operative del Sistema di Gestione QAS. La piena adozione di un Sistema di Gestione QAS, e in particolare della norma ISO 14001, ribadisce la volontà del gestore di operare nel pieno rispetto dell’ambiente, monitorando costantemente ed efficacemente tutti i potenziali impatti sulle matrici ambientali correlati all’attività di smaltimento svolta presso l’impianto di discarica in esame. Ad ulteriore valutazione della conformità dell’impianto in oggetto alle disposizioni del D.Lgs. n. 36/2003, si precisa che l’attuazione del Piano di Sorveglianza e Controllo redatto per la discarica per rifiuti non pericolosi HERAmbiente di Voltana è oggetto di specifica attività di verifica da parte di soggetto esterno incaricato, che periodicamente redige una relazione di resoconto delle verifiche svolte. Inoltre nell’ambito delle attività di controllo previste ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 la Provincia di Ravenna ha attuato, avvalendosi di ARPA, un programma di visite ispettive periodiche per la valutazione di conformità e attuazione del sistema di gestione. 26 26/04/2011 Sezione valutazione integrata ambientale – Allegato C Con riferimento agli esiti dell’attività ispettiva ambientale IPPC svolta nell’aprile 2010 da ARPA presso la discarica, non sono emerse criticità rispetto all'AIA e alla normativa vigente in campo ambientale, salva la necessità di aggiornamento del PSC (ricompreso nel Piano di Monitoraggio dell'impianto parte integrante dell’AIA), per cui il gestore ha provveduto nell’ambito della procedura VIA-AIA per l’ampliamento in sopraelevazione della discarica stessa, al fine di dare più corretta evidenza delle misure precauzionali e di controllo adottate per prevenire i rischi ambientali causati dall'esercizio della discarica e per limitare le conseguenze, in fase sia operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela della falda e per cui si rileva la necessità di ulteriori approfondimenti. Quale ulteriore elemento di valutazione della conformità normativa della gestione della discarica in esame e con particolare riferimento ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica definiti in conformità a quanto stabilito dal D.Lgs. n. 36/2003, si rileva che, a seguito dell’entrata in vigore del DM 27/09/2010 che ha abrogato il previgente DM 03/08/2005 senza prevedere alcun periodo transitorio di passaggio da una norma all’altra, sono indicati dal gestore i criteri e le modalità di adeguamento e allineamento alle nuove previsioni del DM 27/09/2010. Nelle more dell’emanazione di eventuali direttive ovvero indicazioni operative da parte Ministeriale e/o Regionale, si prende atto del programma di lavoro prospettato dal gestore che prevede l’allineamento del sistema e delle procedure alla nuova norma senza necessariamente produrre effetti sulla continuità dei flussi di smaltimento e nel rispetto dei principi di cautela. Si assume che le omologhe dei flussi di rifiuti speciali non pericolosi (e le relative caratterizzazioni di base e verifiche di conformità) siano utilizzabili indipendentemente dalla discarica del Gruppo a cui il rifiuto è potenzialmente destinabile; per Voltana quindi si ritiene di sfruttare la possibilità di conferire flussi di rifiuti già omologati (e per cui sono già in corso attività di verifica) per discariche per rifiuti non pericolosi del Gruppo e per cui occorre un periodo di adeguamento/allineamento rispetto a previsioni del DM 27/09/2010 recentemente emanato. In particolare, dato atto che con il nuovo DM il quadro tecnico per l’ammissibilità in discarica dei rifiuti non pericolosi appare leggermente meno oneroso di quello precedente (Tabella 5) e, per alcune tipologie di rifiuti, alcuni parametri non sono più soggetti a limiti quantitativi massimi, le omologhe (caratterizzazioni di base e/o verifiche di conformità) già attive al 16 dicembre 2010 andranno a naturale scadenza salvo che si procede ad adeguare ed effettuare la verifica di conformità in base ai nuovi criteri e profili analitici del DM 27/09/2010. Alla luce delle considerazioni sopra riportate si valutano pertanto come conformi ai criteri indicati nell’Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/2003 (MTD di settore) le modalità gestionali adottate nell’impianto esistente di discarica per rifiuti non pericolosi di Voltana, ora gestita da HERAmbiente che, a far tempo dal 01/07/2009, è subentrata senza soluzione di continuità a HERA S.p.A. nella gestione della stessa discarica. Tenuto conto altresì che le modalità gestionali che HERAmbiente adotterà per l’ampliamento in sopraelevazione della discarica sono sostanzialmente le stesse già adottate per la gestione della discarica esistente e conformi alle indicazioni previste dal D.Lgs. n. 36/2003, si ribadisce la sostanziale conformità ai criteri gestionali previsti dalle MTD di settore con gli adeguamenti previsti. 27 26/04/2011 Sezione adeguamento dell’impianto e condizioni di esercizio – Allegato D ALLEGATO D Sezione di adeguamento dell’impianto e condizioni di esercizio D1) VALUTAZIONE DEL PIANO DI ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO Con riferimento alla valutazione delle prestazioni ambientali dell’impianto di cui al precedente punto C3) dell’Allegato C al presente provvedimento, si evince una sostanziale conformità della discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili di settore che, ai sensi dell’art. 29-bis, comma 3) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., si esplicano nei requisiti previsti dal D.Lgs. n. 36/2003, Allegato 1 e Allegato 2; tuttavia vi sono alcuni aspetti per i quali si ritiene opportuno fornire le seguenti prescrizioni e considerazioni: Entro 4 mesi dal rilascio della presente AIA, il gestore è tenuto a realizzare un ampliamento, di entità non inferiore a 40 m3, dell’esistente sistema di accumulo delle acque meteoriche (attualmente di capacità pari a 160 m3) in modo da garantire la raccolta di una quota maggiore della acque meteoriche di ruscellamento del corpo discarica e conseguentemente ridurre le attivazioni dello sfioro sul punto di scarico S1/C. In termini di sorveglianza e controllo delle acque superficiali e con particolare riferimento all’attività di monitoraggio riguardante i canali posti sul perimetro della discarica, il punto identificato come TRATTURO-MONTE risulta interessato dalle acque provenienti dallo Scolo Nuovo Macallo, per cui si ritiene possa essere considerato come punto intermedio e dovrà essere identificato, entro un mese dal rilascio della presente AIA, un nuovo punto più a monte e all’esterno del perimetro dell’intero comparto, da concordare con ARPA. La planimetria aggiornata dei punti di campionamento dei corpi idrici superficiali da trasmettere alla Provincia e all’ARPA verrà acquisita come parte integrante della presente AIA. Relativamente ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, il gestore è tenuto ad attenersi ai criteri e alle modalità comunicate per l’adeguamento alle nuove previsioni del DM 27/09/2010 come di seguito specificate, salvo diverse diposizioni specifiche che si fa riserva di stabilire in proposito sulla base di eventuali direttive ovvero indicazioni operative da parte Ministeriale e/o Regionale. In particolare: Nel caso di nuovi conferimenti provenienti da nuovi clienti: - la caratterizzazione di base dovrà essere conforme ai nuovi criteri se la data del referto analitico è successiva al 16/12/2010; - la verifica di conformità sarà effettuata secondo i nuovi criteri. Nel caso di procedure di omologa già in essere alla data di entrata in vigore del nuovo DM 27/09/2010 relativamente a rifiuti conferiti ad altre discariche del Gruppo: - la caratterizzazione di base sarà ritenuta conforme fino alla naturale scadenza della stessa (1 anno dalla data di analisi); - la verifica di conformità sarà adeguata ai nuovi criteri alla naturale scadenza della stessa. D2) CONDIZIONI GENERALI PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO D2.1) Condizioni relative alla gestione dell’impianto L’impianto deve essere gestito secondo tutte le procedure di carattere gestionale previste dal Sistema di Gestione integrato Qualità Ambiente e Sicurezza (QSA) conforme alle norme UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001 che la Ditta già adotta, con particolare riguardo all’attuazione del Piano di Gestione Operativa (PGO), Piano di Gestione Post-Operativa (PGPO) e Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC), redatti ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 e implementati all’interno del Sistema di Gestione adottato. Nella gestione dell’impianto di discarica dovranno pertanto essere rispettati i tempi, le modalità, i criteri e le prescrizioni stabiliti nell’Allegato E della presente AIA e dai sopracitati PGO e PGPO, nonché le norme in materia di gestione dei rifiuti, di scarichi idrici e tutela delle acque, di emissioni in atmosfera, di rumore, di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro, di sicurezza e prevenzione incendi. Dovrà altresì essere assicurata la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le opere funzionali e impiantistiche della discarica in oggetto. La manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica dovranno essere assicurati anche nella fase di gestione post-operativa, al fine di garantire che anche nella fase successiva alla chiusura la discarica mantenga i requisiti di sicurezza ambientale richiesti. In merito agli opportuni requisiti di sorveglianza e controllo, secondo quanto riportato nel PSC della discarica in oggetto, redatto ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003 e ricompreso nel Piano di Monitoraggio di cui all’Allegato F parte integrante della presente AIA, si dovrà provvedere a verifiche periodiche come ivi indicato. 28 26/04/2011 Sezione adeguamento dell’impianto e condizioni di esercizio – Allegato D D2.2) Comunicazioni e requisiti di notifica generali Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamento dei valori limite delle emissioni (VLE), emissioni non controllate da punti di emissione non regolati dall’AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti, oltre a mettere in atto le procedure di controllo previste, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l’AUSL, l’ARPA e il Comune di Lugo nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. 29 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E ALLEGATO E Analisi emissioni (aria, acqua, suolo, rifiuti, rumore) e consumi (idrici ed energetici) E1) Gestione rifiuti La discarica per rifiuti non pericolosi ora gestita da HERAmbiente S.p.A. (ex HERA S.p.A) nel Centro Integrato Rifiuti di Voltana in Comune di Lugo (denominato Comparto CIR) si compone attualmente da un unico lotto suddiviso in 4 settori, entrato in esercizio dal 1999 e attualmente in fase di imminente esaurimento. L'ampliamento in sopraelevazione (successivo all'esaurimento dei 4 settori esistenti) prevede, mantenendo ferma l'impostazione della configurazione morfologica del rilevato, l'innalzamento del livello sommitale dall'attuale quota +12,00 m s.l.m. alla quota di +21,00 m s.l.m. (a coltivazione ultimata e assestamento avvenuto), a cui va aggiunto lo strato di copertura finale, con la realizzazione di un nuovo unico lotto suddiviso in 4 settori. Tale discarica deve essere gestita secondo le modalità, finalizzate a ottenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso, previste dal Sistema di Gestione integrato Qualità Ambiente e Sicurezza (QSA) conforme alle norme UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 14001 adottato dalla Ditta. La gestione della discarica dovrà altresì essere svolta prevedendo accorgimenti volti al monitoraggio ambientale delle attività atti a garantire che le stesse si svolgano nel rispetto dell’ambiente, assicurando un tempestivo intervento in caso di imprevisti. In particolare, l’attività di gestione della discarica per rifiuti non pericolosi con ampliamento in sopraelevazione devono essere svolte nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate: 1. La discarica, nel suo assetto finale ampliato in sopraelevazione, ubicata in Comune di Lugo presso il comparto CIR di Voltana, Via Traversagno n. 30, è classificata ai sensi dell’art .4 del D.Lgs. n. 36/2003 come “discarica per rifiuti non pericolosi”. É altresì autorizzata, ai sensi dell’art. 7, comma 1, lettera c) del DM 27/09/2010 come “discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas” con le deroghe di seguito indicate. 2. Oltre ai rifiuti a smaltimento (D1), sono collocati in discarica anche una quota di rifiuti destinati a recupero (R5/R11) per la copertura e/o manutenzione e un’ulteriore quota di altri materiali inerti non qualificati come rifiuti e sempre utilizzati per attività di manutenzione e la sistemazione durante la gestione operativa. 3. La coltivazione riguarda: - Il completamento del lotto esistente suddiviso in 4 settori, di capacità complessiva pari a 510.000 m3 (a volume assestato); tenuto conto dell'assestamento e della perdita di massa dovuta alla trasformazione in biogas, la volumetria disponibile al 31/12/2010 risulta pari a 1.728 m3 con un quantitativo residuo di rifiuti conferibile stimato pari a circa 1.595 tonnellate. Rispetto alle quantità complessivamente abbancabili, a far tempo dal 31/10/2007 risultano sospesi i conferimenti di rifiuti per il raggiungimento delle quote di abbancamento indicate nel progetto a suo tempo approvato, in attesa della riduzione volumetrica indotta dall'assestamento e dalla perdita di umidità dei rifiuti. - L’ampliamento in sopraelevazione si realizza con l'innalzamento del livello sommitale del lotto attuale di 9 m raggiungendo così la quota finale di 21 m s.l.m..m. (a coltivazione ultimata e assestamento avvenuto) e mantenendo l'impostazione della configurazione morfologica del rilevato. Con l'ampliamento in sopraelevazione, costituito da un unico lotto suddiviso in 4 settori, si rende disponibile e viene autorizzato un ulteriore volume utile di 250.000 m3 di miscela rifiuti-inerti ad assestamento e cedimenti avvenuti, fino ad una quota a cui va aggiunto lo strato di copertura finale. Il profilo di abbandono a fine coltivazione prima dell’assestamento è stimato in circa 24 m s.l.m. Alla volumetria autorizzata in conformità ai profili indicati corrisponde una quantità complessiva di rifiuti a smaltimento, stimabile, sulla base del grado di compattazione, pari a circa 250.000 tonnellate, a cui va aggiunta una quota pari al 20% (circa 50.000 tonnellate) di rifiuti a recupero R5/R11 e circa altre 25.000 tonnellate di altri materiali inerti come sopra specificati. 4. Rispetto al volume utile autorizzato per l’ampliamento in sopraelevazione della discarica, le quantità annue complessivamente smaltite devono indicativamente rispettare le previsioni temporali del PPGR per la durata della discarica. I flussi annui di rifiuti conferiti sono costituti almeno per il 50% dai flussi di sovvallo/scarto provenienti dagli impianti di trattamento e recupero presenti nel medesimo comparto (impianto di compostaggio e impianto selezione delle frazioni secche da raccolta differenziata). La restante quota a saturazione è costituita da rifiuti speciali non pericolosi, fermo restando il vincolo di garantire la disponibilità delle volumetrie necessarie allo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati provenienti dal bacino di utenza dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e dei flussi di sovvallo/scarto prodotti dagli impianti di trattamento e recupero presenti nel medesimo Comparto CIR. 30 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E 5. Per i settori in coltivazione il gestore provvede, in ogni caso, ad effettuare rilevazioni almeno semestrali dei volumi occupati, dei cedimenti/assestamenti ed al calcolo dei volumi residui disponibili ai fini anche di aggiornare e/o modificare i valori calcolati in fase preliminare. Tali dati devono essere validati tramite perizia tecnica redatta da terzi e asseverata da effettuare annualmente. Contestualmente deve essere eventualmente aggiornato il Piano Finanziario presentato. 6. Le tipologie di rifiuti per cui è ammesso lo smaltimento (D1) in discarica sono quelle elencate nell'Allegato E1 al presente provvedimento. I rifiuti solidi urbani e assimilati ammessi alla discarica provengono dal bacino di utenza dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Devono essere comunicati alla Provincia di Ravenna eventuali conferimenti di rifiuti urbani indifferenziati provenienti da Comuni del bacino di utenza di HERA all'interno dell'ambito provinciale; dei conferimenti in discarica di tali RSU indifferenziati deve essere altresì tenuta idonea registrazione da riportare nel Report Annuale. Eventuali conferimenti di rifiuti solidi urbani provenienti da altre province, comunque nell’ambito del “mutuo soccorso” all’interno del territorio regionale, possono avvenire solo a seguito degli accordi fra le province ai sensi dell’art. 125 della L.R. n. 3/1999. 7. Relativamente ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica è prevista l’adozione dei criteri di cui al DM 27/09/2010 con le precisazioni e specificazioni di seguito indicate: 7.a) I rifiuti di cui alla Tabella 1 dell’Allegato E3 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica, senza caratterizzazione analitica, in quanto rientranti nell’art. 6, comma 1, lettera a) del DM 27/09/2010 ed a condizione che siano preventivamente trattati ai sensi dei combinati disposti di cui all’art. 7 e art. 2, comma 1, lettera h) del D.Lgs. n. 36/2003. 7.b) I rifiuti di cui alla Tabella 2 dell’Allegato E3 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica, a condizione che siano che siano preventivamente trattati ai sensi dei combinati disposti di cui all’art. 7 e art. 2, comma 1, lettera h) del D.Lgs. n. 36/2003, ovvero che sia dichiarato dal produttore che il loro trattamento non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1 del D.Lgs. n. 36/2003, riducendo le quantità dei rifiuti o i rischi per la salute umana, come stabilito dall’art. 7, comma 1, lettera b) del D.Lgs. n. 36/2003. 7.c) I rifiuti di cui alla Tabella 3 dell’Allegato E3 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica senza caratterizzazione analitica, in quanto rientranti nell’art. 6, comma 1, lettera a) del DM 27/09/2010 e senza trattamento preliminare in quanto rientranti nell’art. 7, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 36/2003. 7.d) I rifiuti di cui alla Tabella 4 dell’Allegato E3 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica, previa caratterizzazione di base, ai sensi dell’art. 2 e dell’Allegato 1 punti 1 e 2 del DM 27/09/2010, e a condizione che siano trattati ai sensi del combinato disposto dell’art. 7, comma 1 e dell’art. 2, comma 1, lettera h) del D.Lgs. n. 36/2003 oppure a condizione che sia dichiarato dal produttore che il loro trattamento non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1 del D.Lgs. n. 36/2003, riducendo le quantità dei rifiuti o i rischi per la salute umana, come stabilito dall’art. 7, comma 1, lettera b) del D.Lgs. n. 36/2003. 7.e) Per i rifiuti di cui alla Tabella 5 dell’Allegato E4 alla presente AIA: - relativamente ai rifiuti urbani vale quanto indicato al precedente punto 7.b); - relativamente ai rifiuti speciali non pericolosi, possono essere conferiti in discarica senza caratterizzazione analitica, solo qualora trattasi delle frazioni non pericolose dei rifiuti domestici raccolti separatamente (es. sovvalli non pericolosi della selezione meccanica della raccolta multimateriale, sovvalli non pericolosi del compostaggio e raffinazione delle frazioni organiche raccolte separatamente), in quanto rientranti nell’art. 6, comma 1, lettera a) del DM 27/09/2010. 7.f) I rifiuti di cui alla Tabella 6 dell’Allegato E4 alla presente AIA, nelle more della mancata emanazione della lista positiva prevista all’Allegato 1 punto 4) del DM 27/09/2010, possono essere conferiti in discarica senza caratterizzazione analitica all’atto della caratterizzazione di base e della verifica di conformità nei casi di conferimenti occasionali e sporadici di rifiuti (vedi Allegato 1 punto 4) del DM 03/08/2005), fermo restando la conoscenza del ciclo produttivo di origine. Si intendono conferimenti occasionali e sporadici quelli inferiori o uguali a 500 tonnellate/anno. Il limite applicato viene calcolato sul tipo di rifiuto (CER) generato dal Produttore per Luogo di produzione. 7.g) I rifiuti di cui alla Tabella 7 dell’Allegato E4 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica a condizione che sia prevista la caratterizzazione analitica da parte del produttore/detentore ai sensi dell’Allegato 1, punto 3) del DM 27/09/2010, in sede di caratterizzazione di base, e in ambito di verifica di conformità e verifica in loco da parte del gestore della discarica ai sensi dell’art. 3 del DM 27/09/2010. Specificamente per le tipologie di rifiuti appartenenti alla famiglia dei CER 19 10 e 19 12, è fissata una soglia di produzione di rifiuti annua, pari a 500 tonnellate/anno: 31 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E - sopra la quale (> 500 t/anno) dovrà essere prevista, con frequenza almeno annuale la caratterizzazione di base comprensiva della caratterizzazione analitica; - sotto la quale (< 500 t/anno) dovrà essere prevista preventivamente al primo conferimento la caratterizzazione di base comprensiva della caratterizzazione analitica. Successivamente la caratterizzazione analitica verrà effettuata dal produttore e richiesta dal gestore solo a seguito di modifiche sostanziali del ciclo produttivo. 7.h) I rifiuti di cui alla Tabella 8 dell’Allegato E4 alla presente AIA possono essere conferiti in discarica senza determinazione analitica ai sensi dell’Allegato 1, punto 4) del DM 27/09/2010: al fine del monitoraggio costante delle caratteristiche tipiche, detti rifiuti sono comunque sottoposti alla caratterizzazione di base rispetto ai parametri merceologici e ai parametri chimico fisici di seguito indicati: BTX, IPA, Solventi clorurati, Cadmio, Mercurio, Cromo VI. 8. Ai sensi quanto previsto all’art. 7, comma 2) del DM 27/09/2010, per i rifiuti soggetti a caratterizzazione analitica sui parametri determinati sull’eluato del test di cessione sono concesse le seguenti deroghe ai limiti fissati dalla Tabella 5 del DM 27/09/2010: - per il parametro Cloruri fino al valore di 4.500 mg/l; - per il parametro Solfati fino al valore di 6.000 mg/l; - per il parametro DOC fino al valore di 2.500 mg/l (tale limite non si applica alle tipologie di rifiuti indicate nelle note alla Tabella 5 del DM 27/09/2010); - per il parametro TDS fino al valore di 15.000 mg/l (tale limite, se assunto alternativo ai valori di solfati e cloruri, sarà applicato anche alle tipologie di cui alla nota riportata nella tabella 5 del D.M. 27/09/2010); alle seguenti condizioni: i. Individuazione, come da Allegato I al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., dei punti di conformità al confine del comparto. ii. Determinazione del fondo naturale per i parametri nel profilo analitico ricercato nella falda interna all’impianto presentano valori che si avvicinano al relativo limite previsto nella Tabella 2 dell’Allegato V al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e per quei parametri non compresi nello stesso, ma analizzati in quanto previsti dall’Allegato 2 al D.Lgs. n. 36/2003 (Cloruri, Azoto ammoniacale e nitrico). La determinazione del fondo naturale dovrà essere progettata seguendo quanto riportato del “Protocollo operativo per la determinazione dei valori di fondo di metalli e metalloidi nel suolo dei SIN” (documento ISPRA 2006). iii. Monitoraggio dei punti di conformità con frequenza annuale. In tali punti dovranno essere rispettati i valori previsti alla Tabella 2 dell’Allegato V al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (CSC) o i valori determinati con protocollo per la determinazione del fondo naturale. iv. Presentazione di un protocollo di intervento che preveda tutte le azioni, corredate da tempistiche, da adottare in caso di superamento dei livelli di guardia in qualche piezometro all’interno del sito e delle CSC o dei valori di fondo naturali, come determinati al precedente punto iii.). In caso di superamenti nei punti di conformità, il protocollo dovrà prevedere le azioni nel caso di superamenti sia occasionali, sia ricorrenti. A tale riguardo prima dell’avvio dei conferimenti, il gestore è tenuto a presentare, alla Provincia e all’ARPA, un programma operativo e un piano di lavoro da concordare con ARPA, indicando tempi e modalità di esecuzione delle attività di adeguamento di cui ai precedenti punti i.), ii.), iii.), iv.). Per la gestione di eventuali non conformità relative a superamenti dei limiti fissati al punto di conformità, prima dell’avvio dei conferimenti, deve essere presentata alla Provincia e all’ARPA una proposta di piano intervento che il gestore intende attuare per la verifica di tali non conformità in relazione all’attività della discarica e le azioni da intraprendere. Di tali verifiche dovrà essere data tempestiva evidenza alla Provincia di Ravenna che, a tale riguardo, si riserva di procedere all’eventuale riesame dell’AIA in relazione alle deroghe concesse, anche in funzione della tipologia di superamento e della frequenza (occasionale o ricorrente). 9. Per i parametri non specificati al precedente punto 8) dovranno essere rispettati i limiti indicati nella Tabella 5 del DM 27/09/2010. 10. Il campionamento, le determinazioni analitiche per la caratterizzazione di base e la verifica di conformità dovranno essere effettuati in conformità all’Allegato 3 al DM 27/09/2010. In particolare esse dovranno essere effettuate da persone ed istituzioni indipendenti e qualificate. I laboratori devono possedere una comprovata esperienza nel campionamento ed analisi dei rifiuti e un efficace sistema di controllo della qualità. Il campionamento e le determinazioni analitiche possono essere effettuate dai produttori di rifiuti o dai gestori qualora essi abbiano costituito un appropriato sistema di garanzia della qualità, compreso un controllo periodico indipendente. 32 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E 11. Il campionamento dei rifiuti ai fini della loro caratterizzazione chimico-fisica deve essere effettuato in modo tale da ottenere un campione rappresentativo secondo i criteri, le procedure, i metodi e gli standard di cui alla norma UNI 10802 “Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi – Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati”. Le prove di eluizione e l'analisi degli eluati per i parametri previsti dalle Tabelle 2, 5 e 6 del DM 27/09/2010 devono essere effettuate mediante i metodi analitici ENV 12457/1-4, ENV 12506 e ENV 13370. Per le determinazioni analitiche devono essere adottati metodi previsti dal DM 27/09/2010 ovvero, qualora non specificato, metodi ufficiali riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale. 12. I rifiuti sono ammessi in discarica secondo i criteri e le procedure previste dal Sistema di Gestione integrato Qualità, Sicurezza e ambiente (QSA) conforme alle norme UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 14001 e del Piano di Gestione Operativa (PGO). Nello stesso PGO e nel Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC) sono indicate le modalità di gestione della discarica con le relative procedure di controllo e inoltre i programmi di monitoraggio e sorveglianza dei principali sistemi di tutela e protezione ambientale. Il Manuale di Gestione QSA viene periodicamente aggiornato e revisionato secondo quanto previsto dalle norme UNI EN ISO sopracitate. 13. Salvo quanto disposto ai precedenti punti, ai fini dell’ammissibilità dei rifiuti in discarica sono in ogni caso fatte salve le previsioni dell’art. 6 del D.Lgs. n. 36/2003, dell’art. 6, commi 2) e 5) del DM 27/09/2010 e dell’art. 7 del D.Lgs. n. 36/2003. 14. Fermo restando le specificazioni stabilite nei successivi punti 14.a), 14.b), 14.c), la determinazione delle caratteristiche dei rifiuti dovrà essere condotta mediante le caratterizzazioni di base, le verifiche di conformità e le verifiche in loco disciplinate dagli artt. 2, 3, 4 e dall’Allegato 1 del DM 27/09/2010. In particolare: 14.a) Caratterizzazione di base Potranno essere conferiti in discarica esclusivamente rifiuti sottoposti alla caratterizzazione di base condotta dal produttore, ai sensi dell’art. 2 del DM 27/09/2010 e dei requisiti e criteri di caratterizzazioni stabiliti all’Allegato 1, punti 2) e 3) dello stesso decreto, secondo una frequenza minima di 1 volta/anno e, comunque, ogni qualvolta vi sia una variazione significativa del processo che origina i rifiuti. La scheda descrittiva del rifiuto conferito, redatta dal produttore e acquisita dal Gestore della discarica dovrà contenere le informazioni richieste nell’Allegato 1, punto 2) al DM 27/09/2010, in sostanziale conformità al fac-simile allegato dal gestore. 14.b) Verifica di conformità Le verifiche di conformità da parte del gestore della discarica, atte ad accertare se i rifiuti possiedano le caratteristiche della relativa categoria di discarica e se soddisfino i criteri di ammissibilità, dovranno essere condotte nel rispetto dell’art. 3 del DM 27/09/2010, con la medesima frequenza della caratterizzazione di base, indipendentemente dai quantitativi di rifiuti conferiti annualmente. Ai fini della verifica di conformità, il gestore utilizza una o più determinazioni analitiche impiegate per la caratterizzazione di base. Tali determinazioni devono comprendere almeno un test di cessione per lotti. Il gestore potrà effettuare i prelievi dei campioni dei rifiuti, per la verifica di conformità, direttamente presso la sede di produzione/detenzione del rifiuto, per avere la garanzia, oltre al prelievo di un’aliquota di campione di rifiuto direttamente dal processo produttivo che lo ha generato, anche una verifica dettagliata delle informazioni riportate in sede di caratterizzazione di base ovvero una più precisa conoscenza dell’attività produttiva che ha generato il rifiuto stesso. Il gestore potrà effettuare la verifica di conformità anche tramite l’invio da parte del produttore di un “campione certificato”, eseguito ai sensi dell’Allegato 3 al DM 27/09/2010. Il gestore è tenuto a conservare i dati relativi ai risultati delle prove per un periodo di cinque anni. É accettabile che la verifica di conformità effettuata su una specifica tipologia di rifiuto, produttore e ciclo produttivo originario valga indipendentemente dalla discarica/altro impianto gestito dal Gruppo HERA a cui è potenzialmente destinabile. 14.c) Verifiche in loco Le verifiche in loco da parte del gestore della discarica dovranno essere condotte nel rispetto dell’art. 4 del DM 27/09/2010. I campioni prelevati devono essere conservati presso l’impianto di discarica, a disposizione dell’Autorità competente, per un periodo non inferiore a due mesi. 33 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E Il prelievo di campione effettuato dal gestore con cadenza almeno annuale sarà diviso in tre aliquote. Una aliquota verrà conservata a disposizione dell’Autorità competente, per un periodo non inferiore a due mesi. 15. É comunque fatto salvo quanto stabilito al punto D1) dell'Allegato D alla presente AIA riguardo ai criteri e modalità di allineamento alle nuove previsioni del DM 27/09/2010. 16. Per la copertura giornaliera dei rifiuti abbancati e per la gestione/sistemazione ordinaria della discarica, oltre a materiali inerti non qualificati come rifiuti, sono altresì ammessi i rifiuti non pericolosi elencati nell'Allegato E2 al presente provvedimento destinati a recupero (R5/R11) ed esclusi dal versamento del tributo di cui alla Legge n. 549/95 e L.R. n. 31/96. Di tali rifiuti viene tenuta una registrazione distinta. Al fine della esclusione dal versamento del tributo di cui alla Legge n. 549/95 e L.R. n. 31/96, per l’attività di copertura giornaliera e gestione ordinaria della discarica con i rifiuti destinati a recupero (R5/R11) di cui sopra, viene autorizzata una quota pari al 20% (in peso) dei rifiuti complessivamente destinati allo smaltimento in discarica. Viene inoltre autorizzato l’utilizzo di ulteriori quantitativi di rifiuti destinati al recupero per realizzare la messa in sicurezza e lo strato di regolarizzazione al raggiungimento della quota finale di abbancamento. Per le stesse attività di copertura giornaliera dei rifiuti, gestione ordinaria della discarica, regolarizzazione e messa in sicurezza può essere previsto l’utilizzo di altri materiali inerti non qualificati come rifiuti; tale quantitativo di materiali inerti non rientra nell’aliquota del 20% sopracitata in relazione ai rifiuti smaltiti e riferita ai rifiuti destinati a recupero per le attività di gestione quotidiana della discarica. Oltre alle normali attività di verifica documentale previste dalla normativa e dalle procedure interne (omologa rifiuto, gestione e verifica formulari, ecc.), le modalità di controllo dei rifiuti destinati a recupero R5 vengono articolate in 2 fasi: I. Verifica visiva del rifiuto durante le fasi di scarico. Durante le operazioni di scarico si dovrà verificare che i rifiuti siano scevri da impurità ovvero non siano presenti materiali estranei (tubazioni in rame, PVC, piombo, fili elettrici in rame, lastre e tubi in eternit, legno, plastica, carta, cartone ecc.). II. Verifica analitica del rifiuto prima dell’attività di recupero sul corpo discarica. Al raggiungimento di quantità gestionalmente significative in cumulo e comunque non oltre 500 tonnellate complessive, e in considerazione del probabile ingente numero di conferimenti di piccola entità necessario a costituire una quantità gestionalmente significativa, sarà eseguito un prelievo di campione composito su più punti dell’accumulo secondo la metodologia UNI 10802. Il campione verrà analizzato attraverso l’effettuazione del test di cessione di cui all’Allegato 3 del DM 27/09/2010. Ad esclusione dei rifiuti di cui al codice CER 190305, dovrà essere garantito il rispetto dei seguenti limiti: Parametro Solfati Cloruri Rame Zinco Arsenico Cadmio Cromo totale Bario Antimonio Selenio Nichel Piombo Unità di misura mg/L SO4 mg/L Cl mg/L Cu mg/L Zn mg/L As mg/L Cd mg/L Cr mg/L Ba mg/L Sb mg/Se mg/L Ni mg/L Pb Concentrazioni limite (mg/L) 1000 1200 0,1 0,5 0,2 0,02 1 10 0,07 0,03 1 0,2 Tali limiti sono stati assunti pari al valore minore confrontando le concentrazioni limite rappresentate dalla tabella 5 del DM 27/09/2010 (ammissibilità dei rifiuti in discariche per rifiuti non pericolosi) e i valori rappresentati dalla Tabella 3 dell'Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. che norma i limiti di emissione in acque superficiali. Il profilo analitico indicato si ritiene indicativo ed idoneo ad indagare con la necessaria accuratezza la tipologia merceologica prevalente (inerti) dei rifiuti avviabili alle operazioni di recupero R5. Limitatamente alla tipologia di cui al codice CER 190305 invece il controllo analitico necessario per ammettere tali rifiuti a recupero R5 deve essere svolto seguendo le seguenti modalità: Analisi annuale di classificazione del rifiuto (Pericoloso o Non Pericoloso) in conformità all’Allegato D alla Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. comprensivo di Valutazione di ammissibilità in discarica comprensivo di Valutazione delle Sostanze Riscontrate al fine del rispetto di quanto previsto all'art.6 del D.Lgs. n. 36/2003 e s.m.i. 34 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E Analisi periodiche trimestrali finalizzate alla caratterizzazione di ogni singolo lotto in modo da assicurare, oltre che la conformità chimica alle operazioni di recupero del rifiuto, anche la conformità fisica del materiale, avendo a riferimento il seguente profilo analitico: I limiti individuati nella tabella seguente che definisce il profilo analitico da applicarsi per la verifica nel test di eluizione sono individuati pari al valore minore confrontando le concentrazioni limite rappresentate dalla tabella 5 del DM 27/09/2010 (ammissibilità dei rifiuti in discariche per rifiuti non pericolosi) e i valori rappresentati dalla Tabella 3 dell'Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. che norma i limiti di emissione in acque superficiali. 35 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E La frazione organica stabilizzata (FOS), utilizzata per la copertura giornaliera e interstrato dei rifiuti, prodotta da impianti di selezione meccanica di rifiuti urbani non differenziati e di successivo trattamento biologico della frazione prevalentemente umida selezionata, identificata dal codice CER 190503 – compost fuori specifica, potrà essere ammessa al recupero (R11) in discarica nel rispetto di quanto stabilito dalla DGR n. 2006/1996 nel rispetto delle seguenti prescrizioni più restrittive finalizzate ad una maggiore tutela ambientale ed igienico-sanitaria. In particolare, fermi restando i requisiti minimi del processo di biostabilizzazione di cui al paragrafo 1 dell’Allegato A alla DGR n. 2006/1996, ai fini dell’utilizzo per la copertura giornaliera dei rifiuti il biostabilizzato deve possedere le caratteristiche indicate nella seguente tabella: Indice di Respirazione Dinamico -1 (2) mg O2 x kg SV x h (1) (1) = 1.000 ± 30% Umidità (% peso) = 50 Granulometria (mm) = 50 (3) Metodo DI.PRO.VE. (UNI/TS 11184) – Università di Milano; il limite massimo dell’indice di respirazione dinamico (I.R.D.) è pari a 1300 mg O2 * Kg SV/h ed è da intendersi comprensivo della tolleranza dello strumento di misura. (2) SV: frazione della sostanza secca volatile a 550 °C (3) La tolleranza è riferita al risultato analitico di ogni singolo campione di biostabilizzato. Il campione deve essere prelevato secondo la metodica UNI 10802. 17. I carichi dei rifiuti sottoposti al campionamento per la successiva analisi di verifica vengono accettati con riserva e stoccati provvisoriamente in una zona della discarica all’interno di idonee aree opportunamente attrezzate per evitare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente circostante la discarica. La presa in carico dei rifiuti, sottoposti a verifica di conformità analitica, avviene con riserva in attesa della valutazione del risultato delle analisi e tale procedura viene annotata sul registro di carico/scarico. La presa in carico definitiva del rifiuto avviene con lo smaltimento in discarica del rifiuto conforme, ovvero il rifiuto stesso viene restituito al produttore/detentore in caso di non conformità. In quest’ultimo caso verrà prodotto, dal gestore della discarica, un formulario di identificazione del rifiuto, compilato nel rispetto della presente AIA, atto alla sola riconsegna del rifiuto al produttore/detentore il quale provvederà successivamente a trasportare il rifiuto presso altro impianto. 18. Nel PGO devono essere previste specifiche procedure per i casi in cui i rifiuti sono conferiti in situazione di anomalia e/o emergenza dei rispettivi impianti di produzione. La gestione delle anomalie in fase di caratterizzazione dei rifiuti da destinare a recupero R5 avverrà come di seguito indicato: - Anomalia evidenziata dai controlli in fase 1 “scarico”: qualora dai controlli eseguiti il rifiuto risulterà anomalo verrà respinto, parzialmente o totalmente. - Anomalia evidenziata dai controlli in fase 2 “verifica analitica”: qualora le risultanze del test di cessione evidenziassero il mancato rispetto dei limiti proposti nella tabella sopra riportata, il materiale non sarà utilizzato per il recupero, ma smaltito in discarica (D1), previa verifica del rispetto dei limiti, comprensivi delle deroghe autorizzate, previsti dalla tabella 5 “Limiti di concentrazione nell'eluato per l'accettabilità in discariche per rifiuti non pericolosi”, articolo 6 “Impianti di discarica per rifiuti non pericolosi” del Decreto Ministeriale 27/09/2010. Tali modalità di gestione delle anomalie sono da intendersi applicate a tutti i rifiuti destinati alle operazioni di recupero R5 previste, ad esclusione dei rifiuti di cui al codice CER 190305 per cui deve essere elaborata una specifica procedura. 36 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E Qualora i rifiuti identificati con codice CER 190503 non risultassero conformi per essere destinati a recupero R11, tale materiale potrà essere smaltito in discarica (D1), previa verifica del rispetto dei limiti, comprensivi delle deroghe autorizzate, previsti dalla tabella 5 “Limiti di concentrazione nell'eluato per l'accettabilità in discariche per rifiuti non pericolosi”, articolo 6 “Impianti di discarica per rifiuti non pericolosi” del Decreto Ministeriale 27/09/2010. 19. I Piani di Gestione Operativa (PGO) e Post-Operativa (PGPO) presentati, da tenere a disposizione quale parte integrante della presente AIA e che vengono integralmente assunti come riferimento vincolante, devono essere aggiornati in occasione di modifiche e/o integrazioni significative presentando la relativa documentazione a Provincia e ARPA. 20. Il livello del percolato nel corpo di discarica (battente) deve essere mantenuto il più basso possibile, in modo da ridurre eventuali rischi di dispersioni accidentali all’interno della falda soggiacente. A tal fine, per tutti i settori della discarica, il percolato deve essere drenato, asportato dal corpo della discarica ed, eventualmente previo opportuno stoccaggio, essere conferito a trattamento presso impianti autorizzati. Il sistema di estrazione e raccolta del percolato deve essere periodicamente verificato e sottoposto a manutenzione per evitare intasamenti. 21. Deve essere previsto un idoneo sistema di captazione e raccolta del biogas da avviare, di norma, a recupero energetico. 22. La gestione della discarica deve essere affidata a personale qualificato responsabile della conduzione e della ammissione dei rifiuti in discarica. In particolare deve essere individuato un tecnico responsabile della discarica da comunicare a Provincia e ARPA insieme con il soggetto indipendente incaricato di cui al successivo punto. 23. L’esecuzione del Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC), ricompreso nel Piano di Monitoraggio dell’impianto di cui all’Allegato F alla presente AIA, deve essere garantita tramite strutture ovvero dotazioni qualificate e competenti, utilizzando le metodiche ufficiali di prelievo e analisi. Il programma esecutivo di dettaglio del PSC deve essere messo a disposizione dell’ARPA all’inizio di ogni anno. Sulle attività del PSC svolte direttamente o indirettamente dal gestore deve essere garantita una periodica verifica e sorveglianza tramite soggetti qualificati e indipendenti appositamente incaricati dalla Ditta. Il gestore è tenuto a formalizzare alla Provincia e all’ARPA gli estremi e i riferimenti dei soggetti incaricati. Tali soggetti incaricati, oltre a garantire periodiche verifiche sulle attività previste dal PSC, dispongono e sottoscrivono una relazione specifica di resoconto con cadenza semestrale. Detta relazione viene tenuta a disposizione degli organi di controllo e viene allegata alla Report annuale. 24. Con l’esaurimento della discarica devono essere realizzati gli interventi di copertura con strato di regolarizzazione e messa in sicurezza per la chiusura provvisoria. Al termine della gestione operativa della discarica si procede con i lavori di copertura finale. La copertura definitiva viene realizzata con modalità differenti a seconda che si tratti di piano sommitale o scarpate. Prima di procedere alla copertura definitiva della discarica, per cui dovrà essere predisposto il progetto definitivo da presentare prima ovvero contestualmente all’istanza di chiusura ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. n. 36/2003, dovranno essere realizzate le opere di regolarizzazione e messa in sicurezza. Contestualmente alla comunicazione ex art. 12 del D.Lgs n. 36/2003 dovrà essere altresì presentato il Piano di Gestione Post-Operativa (PGPO) aggiornato nei dettagli esecutivi e operativi. Rispetto ai costi indicati nel Piano Finanziario per il periodo di gestione successiva alla chiusura, con l’attivazione della procedura ex art. 12 del D.Lgs. n. 36/2003, dovrà essere presentata una nuova perizia economica redatta da terzi esperti del settore e debitamente asseverata. 25. É fatto salvo il rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro e antincendio per cui il gestore è tenuto a rapportarsi direttamente con gli Enti competenti. 26. Per quanto non specificatamente indicato nella presente AIA si applicano le previsioni del D.Lgs. n. 36/2003 e del DM 29/07/2010. In considerazione della tempistica di ricollocazione in altro sito all'interno dello stesso Comparto CIR, l'attività di trasferimento di rifiuti urbani e assimilati da raccolta differenziata (R13/D15) nell’area di pertinenza della discarica può essere proseguita nel rispetto delle condizioni e prescrizioni di seguito indicate: 1. Nell’ambito della logistica legata al servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati gestito da HERA S.p.A., nell’area delimitata da arginature in terra ubicata sul colmo della discarica vengono stoccati temporaneamente i rifiuti provenienti dalla raccolta dei RSU effettuata nel territorio dell’ambito lughese, oltre a quelli provenienti dalla raccolta differenziata della frazione organica dell’ambito provinciale e destinati a recupero presso l’impianto di compostaggio situato nel Comparto CIR e 37 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E gestito dalla stessa società HERAmbiente ovvero altri impianti di smaltimento esterni autorizzati. Tali rifiuti, per i quali non si provvede alla registrazione sul registro della discarica, devono essere identificabili e mantenuti distinti da quelli destinati al deposito definitivo in discarica. 2. I rifiuti devono essere depositati nell’apposita zona solo per il tempo strettamente necessario alle operazioni di trasbordo e preparazione del carico verso l’impianto di destinazione. Al riguardo il gestore è tenuto a rispettare quanto indicato nella specifica procedura gestionale definita nel PGO della discarica. 3. Tale autorizzazione è concessa fino al 31/03/2012 ovvero, se antecedente, fino alla messa in esercizio della nuova stazione di trasferimento, salva la necessità di proroga che dovrà essere documentata. Decorso il termine sopraindicato, l’autorizzazione concessa in via provvisoria e temporanea è da intendersi revocata. E2) Emissioni in atmosfera Ad oggi parte del biogas prodotto dalla discarica è captato e inviato ad una torcia avente portata di combustione pari a 250 Nm3/h. Con l’ampliamento della discarica è prevista la sostituzione della torcia esistente con una nuova torcia con portata di combustione da 500 Nm3/h, nell’ambito dell’adeguamento e ristrutturazione della rete di captazione del biogas anche al fine di ottimizzare il recupero energetico del biogas stesso. É infatti in fase di realizzazione, da parte di altro soggetto gestore, un impianto (non oggetto della presente AIA) costituito da un motore fisso a combustione interna, di potenzialità pari a 625 kWe (1.572 MWt), per il recupero energetico del biogas estratto dalla discarica che attualmente viene inviato in torcia come sistema di abbattimento del biogas prodotto. La rete di captazione e tutto l’impianto di aspirazione del biogas fino alla torcia compresa sono ricompresi nell’assetto impiantistico della discarica oggetto della presente AIA. Con la messa in esercizio dell'impianto di recupero energetico, di norma il biogas estratto dalla discarica viene inviato all'impianto di recupero energetico; in caso di necessità operative ovvero in condizioni di emergenza si attiva il sistema di combustione in torcia. Le emissioni in atmosfera derivanti dalla torcia di combustione del biogas sono autorizzate nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: La torcia in funzione deve essere dimensionata in modo tale da poter bruciare completamente la quantità di biogas captato. La combustione in torcia del biogas deve avvenire nel rispetto delle seguenti condizioni: temperatura T > 850°C, concentrazione di ossigeno = 3 % in volume e tempo di ritenzione = 0,3 s. Il gestore è tenuto alla registrazione dei periodi di funzionamento della torcia in apposito registro, da tenere a disposizione degli organi di controllo competenti. Sullo stesso registro devono altresì essere annotate le periodiche manutenzioni che il gestore è tenuto ad eseguire regolarmente sulla torcia, al fine di mantenerla in efficiente stato di funzionamento. Terminati i lavori di installazione, deve essere comunicata alla Provincia e all’ARPA la data di attivazione della nuova torcia. E3) Scarichi idrici Le acque meteoriche di ruscellamento del corpo discarica confluiscono, attraverso la rete allontanamento acque meteoriche a servizio della discarica, nel fosso di scolo interno al Comparto CIR (scarico S1/C), da cui vengono collettate al fosso perimetrale di via Traversagno e quindi destinate al corpo idrico recettore (Scolo Nuovo Macallo – bacino idrografico del Canale Destra Reno) attraverso il punto di scarico finale S1 Eventi meteorici che producono quantità di acque di dilavamento superiori alla capacità di invaso determinano lo sfioro e lo scarico nel fosso di scolo interno al Comparto CIR, attraverso il punto di scarico denominato S1/C di pertinenza della discarica. In uscita dallo sfioro è posizionato un punto di campionamento (PP). In caso di sfioro, si deve provvedere come di seguito indicato con il campionamento e l'analisi, per monitorare la qualità delle acque scaricate; al termine del campionamento il punto di campionamento viene ripristinato nella sua funzione di monitoraggio. Il gestore è tenuto al controllo e alla sorveglianza della discarica rispettando, in particolare, quanto previsto per le acque superficiali nell'Allegato F - Paino di Monitoraggio dell'impianto, parte integrante dell'AIA. Ogni volta che viene attivato lo sfioro sul punto di scarico S1/C il gestore è tenuto a dare comunicazione (per vie brevi, tramite fax) all’ARPA, trasmettendo il rapporto di prova delle analisi effettuate. Sul volume di acque trattenute, il gestore deve provvedere al campionamento e all’analisi per verificare la conformità ai valori limite di emissione per lo scarico in acque superficiali di cui alla Tabella 3 dell’Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. ad eccezione del parametro Solidi Sospesi per cui è consentito un limite fino a 300 mg/l. Tale deroga per il parametro Solidi Sospesi è concessa in considerazione del fatto che a valle del punto di prelievo S1/C, prima di confluire in corpo idrico recettore, le acque meteoriche di ruscellamento del corpo discarica subiscono una ulteriore 38 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E sedimentazione nel tratto di fosso interno al Comparto CIR che veicola allo scarico finale (S1) nello Scolo Nuovo Macallo. Nel caso di valori non conformi ai limiti sopraindicati per lo scarico in acque superficiali, il volume di acque trattenute deve essere destinato a trattamento, tramite autobotte, presso impianti autorizzati esterni. In caso di conformità verrà attivato lo scarico tramite l’apertura dell’apposita paratoia. Lo scarico dovrà essere sempre comunicato ad ARPA (per vie brevi, tramite fax) trasmettendo i dati analitici rilevati almeno per i parametri: metalli, COD, idrocarburi, cloruri, solidi sospesi totali, solfati. La planimetria della rete di raccolta acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica, con indicati il punto di scarico finale sullo Scolo Nuovo Macallo S1 e il punto di campionamento e controllo (PP) sullo scarico S1/C di pertinenza della discarica, costituisce parte integrante della presente AIA e viene allegata. Tale planimetria va resa disponibile agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo. E4) Emissioni sonore Ai sensi della Zonizzazione Acustica del Piano Strutturale Comunale Associato della Bassa Romagna – Lugo, adottata con Delibera di C.C. n. 69 del 24/07/2008, l’area della discarica per rifiuti non pericolosi di Voltana in Comune di Lugo è inserita in Classe V “Aree prevalentemente produttive” (con limiti assoluti di immissione sonora fissati in 70 dBA nel periodo diurno e 60 dBA nel periodo notturno). I potenziali ricettori sono inseriti in Classe III “Aree extraurbane – zone agricole”. Via Lunga Inferiore e una parte di Via Traversagno individuano inoltre una fascia di pertinenza acustica pari a m. 50 inserita attualmente in Classe III “Area di tipo misto”, mentre allo stato di progetto è prevista la Classe IV “Area di intensa attività umana”. Dalla valutazione di impatto acustico conseguente alla gestione operativa della discarica in ampliamento per sopraelevazione si evince il rispetto dei valori limite di immissione assoluti e differenziali senza la necessità di interventi di mitigazione. Tenuto conto della caratterizzazione del sito e degli impatti, coerentemente ai principi di prevenzione degli impatti ambientali e di miglioramento continuo, si prescrive quanto segue: Devono essere rispettati i valori limite di immissone assoluti e differenziali previsti dal DPCM 14/11/1997, avendo a riferimento la vigente zonizzazione acustica del Piano Strutturale Comunale Associato della Bassa Romagna - Lugo. Il gestore è tenuto al controllo e alla sorveglianza della discarica rispettando, in particolare, quanto previsto per le emissioni sonore nell'Allegato F - Paino di Monitoraggio dell'impianto, parte integrante dell'AIA. A seguito dell’ampliamento in sopraelevazione della discarica, deve essere effettuata la verifica acustica sperimentale tesa a dimostrare il rispetto dei valori limite ad attività in esercizio, atta a verificare anche i livelli dei valori di immissione assoluto e differenziale dovuta alle sorgenti discontinue come la movimentazione e il transito degli autotreni nell’area di ingresso e di sosta nell’impianto. Devono essere previsti interventi a cadenza semestrale nell’ambito delle attività di manutenzione, rivolti agli impianti con emissioni rumorose esterne, affinché mantengano inalterata la massima efficienza e non vengano riscontrati livelli sonori maggiori dovuti al malfunzionamento. Il gestore deve intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamento delle sorgenti acustiche, al fine di ripristinare le condizioni ottimali di esercizio. E5) Preparazione all’emergenza Con riferimento al Sistema di Gestione Qualità Ambiente e Sicurezza (QAS) integrato e certificato già adottato dalla Ditta, tutte le emergenze dovranno essere gestite secondo le procedure individuate nel suddetto sistema, compresa la preparazione del personale. In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno informando dell’accaduto la Provincia di Ravenna e l’ARPA, telefonicamente e via fax; successivamente il gestore è tenuto ad effettuare gli opportuni interventi di bonifica. E6) Dismissione e ripristino del sito In fase di dismissione e ripristino del sito in cui insiste l’impianto di discarica in oggetto, il gestore dovrà attuare quanto stabilito nel Piano di Ripristino Ambientale, redatto ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003, con particolare riguardo alle modalità e agli obiettivi di recupero ovvero sistemazione della discarica in relazione alla successiva destinazione d’uso prevista per l’area stessa. Una volta esaurita la discarica verrà avviata la fase di chiusura che vedrà la realizzazione di opere e accorgimenti finalizzati a garantire la messa in sicurezza della discarica, il deflusso controllato delle acque meteoriche e la stabilità della discarica. In relazione alla copertura vegetale prevista, il gestore opererà per la chiusura secondo quanto indicato nel Piano di Gestione Operativa in modo da garantire lo sviluppo di uno strato vegetale che sia in grado di autosostenersi e che costituisca una valida difesa ai fenomeni di erosione localizzata dovuti ad acque ruscellanti. Lo strato sarà realizzato in modo da assicurare un buon grado di evapotraspirazione delle acque 39 26/04/2011 Sezione emissioni e consumi – Allegato E meteoriche che potrebbero infiltrarsi nella copertura diminuendo in tal modo la pressione idrica sui sistemi di impermeabilizzazione del corpo discarica. Per quanto riguarda il recupero della discarica, inteso come reinserimento nel territorio mediante restituzione ad una specifica funzione che risulti compatibile con il contesto territoriale, sarà inserito in un più vasto contesto di recupero e sistemazione dell’intero Comparto. A partire dall’anno 2000 è stato affrontato uno studio mirato all’analisi delle problematiche di carattere ambientale, paesaggistico e di tipo visivo che coinvolgono il territorio interessato dalle attività. In particolare sono stati affrontati gli aspetti legati all’impatto visivo generato dalla presenza del corpo discarica e degli edifici di trattamento prendendo come riferimento i centri urbani prossimi al comparto (Alfonsine, Fusignano, Voltana) e gli assi stradali che collegano e attraversano il territorio. Obiettivo del lavoro è la pianificazione dello sviluppo delle attività di gestione della discarica integrando le problematiche di mitigazione visiva e qualificazione paesaggistica con lo studio del territorio interessato dall’impatto derivato dall’attività di gestione dei rifiuti. L’elaborazione dello studio citato per la restituzione del sito occupato dagli impianti del comparto si è articolato in due fasi: la prima, di carattere analitico, mirata a definire le caratteristiche del territorio locale ed il quadro di riferimento paesistico-ambientale, la seconda orientata a delineare le potenzialità ambientali dell’area e comprendere i condizionamenti territoriali al fine di delineare le linee guida per la valorizzazione ecologico ambientale. Le strategie di intervento si concretizzano in un piano di rinaturalizzazione realizzato attraverso la piantumazione di siepi e filari, la creazione di zone cuscinetto formate da macchie boscate, zone umide e filari e la creazione di corridoi rinaturalizzati. In particolare, gli interventi di ripristino ambientale previsti relativamente alla discarica oggetto della presente AIA sono sostanzialmente i seguenti: - preparazione del piano di posa costituito da terreno vegetale per la semina di manto erboso; - semina di manto erboso sul piano sommitale e sulle scarpate; - messa a dimora lungo il margine di confine della discarica con lo scolo consortile Tratturo (lato SudEst) di siepi alberate con specie spontanee delle formazioni Populetalia albae e Prunetalia spinosae. Tali interventi, in sintonia con quanto previsto nella DGR n. 516/2010 e nel rispetto di quanto nella Valutazione di Incidenza del PPGR di Ravenna con particolare riferimento alla tipologia delle specie arboree ed arbustive previste, sono volti principalmente all’attenuazione dell’impatto visivo della discarica e alla riqualificazione del territorio in cui essa è inserita. Si tratta cioè di fare in modo che l’impianto non appaia così estraneo e alieno al paesaggio in cui si colloca. Al termine della fase di gestione post-operativa della discarica, in accordo con i provvedimenti dell’Autorità competente che saranno emessi, dovrà quindi essere definito, nelle specifiche tecniche e nelle tempistiche di attuazione, il piano di inserimento paesaggistico e degli interventi sul territorio. 40 26/04/2011 Sezione rifiuti in ingresso – Allegato E1 ALLEGATO E1 ELENCO DEI RIFIUTI NON PERICOLOSI AMMESSI A SMALTIMENTO (D1) IN DISCARICA Operazione D1 CER 010101 010102 010408 010409 010412 010413 020101 020102 020103 020104 020107 020110 020201 020202 020203 020204 020301 020304 020305 020401 020402 020403 020501 020502 020601 020603 020701 020702 020704 020705 030101 030105 030301 030307 030308 030309 030311 040209 040210 040215 040220 040221 040222 070213 090108 090110 100121 100210 100903 101003 101103 101112 101120 101206 101208 101213 101311 101314 120101 120103 120104 120105 120113 120117 150101 150102 150103 150104 150105 Descrizione rifiuti da estrazione di minerali metalliferi rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 scarti di sabbia e argilla sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 01 04 07 e 01 04 11 rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia scarti di tessuti animali scarti di tessuti vegetali rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) rifiuti della silvicoltura rifiuti metallici fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia scarti di tessuti animali scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti terriccio residuo delle operazioni di pulizia e lavaggio delle barbabietole carbonato di calcio fuori specifica fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti scarti di corteccia e sughero segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04 scarti di corteccia e legno scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 03 03 10 rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 19 rifiuti da fibre tessili grezze rifiuti da fibre tessili lavorate rifiuti plastici carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento macchine fotografiche monouso senza batterie fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10 01 20 scaglie di laminazione scorie di fusione scorie di fusione materiali di scarto a base di vetro rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 10 11 11 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10 11 19 stampi di scarto scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico) fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 rifiuti e fanghi di cemento limatura e trucioli di materiali ferrosi limatura e trucioli di materiali non ferrosi polveri e particolato di materiali non ferrosi limatura e trucioli di materiali plastici rifiuti di saldatura materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 12 01 16 imballaggi in carta e cartone imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi metallici imballaggi in materiali compositi 41 26/04/2011 Sezione rifiuti in ingresso – Allegato E1 Operazione D1 CER 150106 150107 150109 150203 160117 160118 160119 160120 160214 160216 160304 160306 161106 170101 170102 170103 170107 170201 170202 170203 170302 170401 170402 170404 170405 170406 170407 170411 170504 170506 170508 170604 170904 190203 190206 190305 190307 190401 190501 190502 190503 190604 190606 190801 190802 190805 190812 190814 190901 190902 190903 191001 191002 191004 191006 191106 191201 191202 191203 191204 191205 191207 191208 191209 191212 191302 191304 191306 200101 200102 200108 200110 Descrizione imballaggi in materiali misti imballaggi in vetro imballaggi in materia tessile assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica vetro apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05 cemento mattoni mattonelle e ceramiche miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106 legno vetro plastica miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01 rame, bronzo, ottone alluminio zinco ferro e acciaio stagno metalli misti cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05 pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05 07 materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 19 02 05 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04 rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 06 rifiuti vetrificati parte di rifiuti urbani e simili non compostata parte di rifiuti animali e vegetali non compostata compost fuori specifica digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale vaglio rifiuti dell'eliminazione della sabbia fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 11 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 13 rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione rifiuti di ferro e acciaio rifiuti di metalli non ferrosi fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10 03 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 19 11 05 carta e cartone metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica e gomma vetro legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 prodotti tessili minerali (ad esempio sabbia, rocce) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03 fanghi prodotti dalle operaz. di risanam. delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 carta e cartone vetro rifiuti biodegradabili di cucine e mense abbigliamento 42 26/04/2011 Sezione rifiuti in ingresso – Allegato E1 Operazione D1 CER 200111 200125 200136 200138 200139 200140 200141 200201 200202 200203 200301 200302 200303 200306 200307 Descrizione prodotti tessili oli e grassi commestibili apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 200121,200123 e 200135 legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 plastica metallo rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere rifiuti biodegradabili terra e roccia altri rifiuti non biodegradabili rifiuti urbani non differenziati rifiuti dei mercati residui della pulizia stradale rifiuti della pulizia delle fognature rifiuti ingombranti 43 26/04/2011 Sezione rifiuti in ingresso – Allegato E2 ALLEGATO E2 ELENCO DEI RIFIUTI NON PERICOLOSI AMMESSI A RECUPERO (R5/R11) IN DISCARICA, ESCLUSI DAL VERSAMENTO DEL TRIBUTO DI CUI ALLA LEGGE n. 549/1995 e L.R. n. 31/1996 Operazione R5 CER 020401 160103 170107 170504 190305 170506 190305 200303 Descrizione terriccio residuo delle operazioni di pulizia e lavaggio delle barbabietole Pneumatici usati (solo se selezionati e/o triturati) miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 Rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 190304 fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04 Residui della pulizia stradale (sabbia da litorale) Operazione R11 CER 190503 Descrizione compost fuori specifica 44 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E3 ALLEGATO E3 ELENCO DEI RIFIUTI SOGGETTI A OBBLIGO O MENO DI TRATTAMENTO PRELIMINARE Tabella 1 -Elenco dei rifiuti urbani non pericolosi inviati a trattamento verso imp. di selezione meccanica e privati della componente prevalentemente umida (sottovaglio) CER Descrizione Note 200301 rifiuti urbani non differenziati Domestici da cassonetto 191212 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, Domestici da cassonetto diversi da quelli di cui alla voce 191211 trattati Tabella 2 - Elenco dei rifiuti urbani non pericolosi derivanti da processi di trattamento (selezione, cernita, ecc.) o dichiarati dal produttore come non contribuenti alle finalità di cui all’art. 7 comma 1) lettera b) del D.Lgs. 36/2003. CER Descrizione Note 200201 rifiuti biodegradabili 200203 altri rifiuti non biodegradabili 200301 rifiuti urbani non differenziati Rifiuti urbani assimilati 200302 rifiuti dei mercati 200306 rifiuti della pulizia delle fognature (es. materiale solido da pulizie caditoie stradali ghiaia-terra-vetro-plastica-folgiame, ecc…) 200307 rifiuti ingombranti 200399 rifiuti urbani non specificati altrimenti Tabella 3 - Elenco dei rifiuti urbani non pericolosi non inviati a trattamento ai sensi del D.Lgs. 36 art. 7 comma1 lettera b e conferiti direttamente in discarica. CER Descrizione 200303 rifiuti di pulizia delle strade Tabella 4 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi per cui il produttore dovrà effettuare la caratterizzazione di base completa di dichiarazione del trattamento dei rifiuti effettuato, ai sensi del dell’art. 7 punto 1 del D.Lgs. 36/2003 presso il luogo di produzione ai fini della riduzione dei volumi e/o natura pericolosa dei rifiuti da conferire in discarica o nel caso il rifiuto non sia stato sottoposto ad alcun trattamento dichiarazione che il trattamento al rifiuto non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 7 comma 1) lettera b) del D.Lgs. 36/2003. CER Descrizione Note 020102 scarti di tessuti animali 020103 scarti di tessuti vegetali 020104 rifiuti plastici ( ad esclusione degli imballaggi ) 020107 rifiuti derivanti dalla silvicoltura 020110 rifiuti metallici 020203 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione 020304 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione 020501 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione 020601 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione 020702 rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche 020704 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione 020799 rifiuti non specificati altrimenti 030101 scarti di corteccia e sughero 030105 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104 030301 scarti di corteccia e legno 030307 scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta di cartone 030308 scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati 040209 rifiuti da materiali composti ( fibre impregnate, elastomeri, plastomeri ) 040221 rifiuti da fibre tessili grezze 040222 rifiuti da fibre tessili lavorate 070213 rifiuti plastici 45 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E3 Tabella 4 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi per cui il produttore dovrà effettuare la caratterizzazione di base completa di dichiarazione del trattamento dei rifiuti effettuato, ai sensi del dell’art. 7 punto 1 del D.Lgs. 36/2003 presso il luogo di produzione ai fini della riduzione dei volumi e/o natura pericolosa dei rifiuti da conferire in discarica o nel caso il rifiuto non sia stato sottoposto ad alcun trattamento dichiarazione che il trattamento al rifiuto non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 7 comma 1) lettera b) del D.Lgs. 36/2003. CER Descrizione Note 090108 carte e pellicole per fotografia non contenenti argento o composti dell'argento 120105 limatura e trucioli di materiali plastici 150101 imballaggi in carta e cartone 150102 imballaggi in plastica 150103 imballaggi in legno 150104 imballaggi metallici 150105 imballaggi in materiali compositi 150106 imballaggi in materiali diversi 150107 imballaggi in vetro 150109 imballaggi in materiale tessile 150203 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui al punto 150202 160117 metalli ferrosi 160118 metalli non ferrosi 160119 plastica 160120 vetro 160199 rifiuti non specificati altrimenti 160214 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 160209 a 160213 160216 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215 170201 legno 170202 vetro 170203 plastica 170405 ferro e acciaio 170411 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410 170604 materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603 170904 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903 190501 parti di rifiuti urbani e simili non composta 190502 parti di rifiuti animali e vegetali non composta 190503 compost fuori specifica 190604 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani 190801 vaglio 190802 rifiuti dell'eliminazione della sabbia 190805 fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 190814 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali 191001 rifiuti di ferro e acciaio 191002 rifiuti di metalli non ferrosi 191004 fluff-frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 191003 191006 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 191005 191201 carta e cartone 191202 metalli ferrosi 191203 metalli non ferrosi 191204 plastica e gomma 191205 vetro 191207 legno diverso da quello di cui alla voce 191206 46 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E3 Tabella 4 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi per cui il produttore dovrà effettuare la caratterizzazione di base completa di dichiarazione del trattamento dei rifiuti effettuato, ai sensi del dell’art. 7 punto 1 del D.Lgs. 36/2003 presso il luogo di produzione ai fini della riduzione dei volumi e/o natura pericolosa dei rifiuti da conferire in discarica o nel caso il rifiuto non sia stato sottoposto ad alcun trattamento dichiarazione che il trattamento al rifiuto non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’art. 7 comma 1) lettera b) del D.Lgs. 36/2003. CER Descrizione Note 191208 prodotti tessili 191212 200201 altri rifiuti ( compresi materiali misti ) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211 rifiuti biodegradabili 200203 altri rifiuti non biodegradabili 200302 rifiuti dei mercati 200303 residui della pulizia stradale 200306 rifiuti della pulizia delle fognature (es. materiale solido da pulizie caditoie stradali ghiaia-terra-vetro-plastica-fogliame, ecc.) 200307 rifiuti ingombranti 47 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 ALLEGATO E4 ELENCO DEI RIFIUTI SOGGETTI A OBBLIGO O MENO DI CARATTERIZZAZIONE DI BASE E DETERMINAZIONE ANALITICA Tabella 5 - Elenco rifiuti urbani non pericolosi, ai sensi dell’art. 6 punto 1 lettera a) del DM 27.09.2010 non sottoposti a caratterizzazione analitica. CER Descrizione Note 200101 carta e cartone 200102 vetro 200108 rifiuti biodegradabili di cucine e mense 200110 abbigliamento 200111 prodotti tessili 200125 200138 oli e grassi commestibili Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelli di cui alla voce 20 01 21, 20 01 23, 20 01 35 legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 200139 plastica 200140 metallo 200141 rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere 200201 rifiuti biodegradabili 200202 terra e roccia 200203 altri rifiuti non biodegradabili 200301 rifiuti urbani non differenziati 200302 rifiuti dei mercati 200303 residui della pulizia stradale 200306 rifiuti della pulizia delle fognature 200307 rifiuti ingombranti 200136 Rifiuti urbani assimilati Elenco rifiuti speciali non pericolosi generati dalla lavorazione di rifiuti urbani, ai sensi dell’art. 6 punto 1 lettera a) del DM 27.09.2010 non sottoposti a caratterizzazione analitica in quanto derivanti da esclusiva selezione di rifiuto urbano CER 190501 Descrizione Note parte di rifiuti urbani e simili non composta sovvallo non compostabile di provenienza urbana (plastica vetro, ferro, ecc.) 190502 parte di rifiuti animali e vegetali non compostata sovvallo non compostabile di provenienza urbana 190503 compost fuori specifica frazione organica stabilizzata prodotta dal trattamento di 190604 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani 191201 carta e cartone rifiuti prodotti dal trattamento di rifiuti urbani che non 191202 metalli ferrosi rispettano i requisiti per il recupero/riciclo/riutilizzo ai sensi 191203 metalli non ferrosi dell’art. 7 comma 1 lettera b) del D.Lgs. 36/2003 191204 plastica e gomma 191205 vetro 191207 legno diverso da quello di cui alla voce 191206 191212 altri rifiuti (compresi materiali misti)prodotti dal trattamento meccanico dei Sovvalli da trattamento di RSU(frazioni non pericolose dei rifiuti diversi da quelli di cui alla voce 191211 rifiuti domestici raccolti separatamente) o frazione rifiuti urbani Descrizione come sopra riportata secca/umida da selezione meccanica di RSU tal quali. 48 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 6 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi (ex assimilabili ai rifiuti urbani ai sensi della deliberazione del 27 luglio 1984 punto 1.1.1 - ex codici italiani K) per cui, nelle more della mancata emanazione della lista positiva prevista all’Allegato 1 punto 4) del DM del 27.09.2010, non viene richiesta la caratterizzazione analitica da parte del produttore all’atto della caratterizzazione di base, ai fini dello smaltimento in discarica CER Descrizione Note 020103 scarti di tessuti vegetali Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 020104 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) Es: Teli copertura delle coltivazioni, manici in plastica delle attrezzatura ecc.. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 020107 rifiuti derivanti dalla silvicoltura Es: rifiuti prodotti dalle attività di manutenzione e ripristino dei boschi la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. 020110 rifiuti metallici Es: materiali residuali dalle operazioni di confezionamento, imballaggi, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 020203 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. 020304 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. 020501 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. 020601 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. 020702 rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. . la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo 020704 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Es: scarti della produzione alimentare, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, ecc. . la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo 49 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 6 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi (ex assimilabili ai rifiuti urbani ai sensi della deliberazione del 27 luglio 1984 punto 1.1.1 - ex codici italiani K) per cui, nelle more della mancata emanazione della lista positiva prevista all’Allegato 1 punto 4) del DM del 27.09.2010, non viene richiesta la caratterizzazione analitica da parte del produttore all’atto della caratterizzazione di base, ai fini dello smaltimento in discarica 040209 rifiuti da materiali composti ( fibre impregnate, elastomeri, plastomeri ) Es: ritagli e scarti di tessuto di fibra naturale e sintetica, ecc. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 040221 rifiuti da fibre tessili grezze Es: ritagli e scarti di tessuto di fibra naturale e sintetica, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 040222 rifiuti da fibre tessili lavorate Es: ritagli e scarti di tessuto di fibra naturale e sintetica, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 070213 rifiuti plastici Es: ritagli e scarti di gamma e caucciù la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 090108 carte e pellicole per fotografia non contenenti argento o composti dell'argento 090110 macchine fotografiche monouso senza batterie Es: pellicole e lastre fotografiche e radiografiche sviluppate. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 150101 imballaggi in carta e cartone 150102 imballaggi in plastica 150103 imballaggi in legno 150104 imballaggi metallici 150105 imballaggi in materiali compositi 150106 imballaggi in materiali misti 150107 imballaggi in vetro 150109 imballaggi in materiale tessile 160117 metalli ferrosi 160118 metalli non ferrosi 160119 plastica 160120 vetro 160214 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 160209 a 160213 160216 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215 Es: imballaggi in genere la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica Es: scarti di lamiere, di metalli non ferrosi, di plastiche, di vetro, e altri componenti di veicoli. fuori uso (cofani, portiere, paraurti, cruscotti, sedili, imbottiture, ecc.) la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 50 26/04/2011 Es: telefonia a nastro, centralini elettromeccanici, macchine da scrivere, piccoli elettrodomestici, ecc. già dichiarati non contenenti sostanze pericolose in ambito di caratterizzazione di base la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 6 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi (ex assimilabili ai rifiuti urbani ai sensi della deliberazione del 27 luglio 1984 punto 1.1.1 - ex codici italiani K) per cui, nelle more della mancata emanazione della lista positiva prevista all’Allegato 1 punto 4) del DM del 27.09.2010, non viene richiesta la caratterizzazione analitica da parte del produttore all’atto della caratterizzazione di base, ai fini dello smaltimento in discarica 170101 cemento 170102 mattoni 170103 mattonelle e ceramiche 170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06 170201 legno 170202 vetro 170203 plastica 170405 ferro e acciaio 170411 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410 170604 materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603 Es: pannelli in polistirolo espanso, ecc. ad esclusione di fibre minerali artificiali (lana di vetro – lana di roccia). Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 170904 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903 Es: rifiuti misti di legname, plastica, gomma, moquette, tappezzerie, imballi puliti, espansi, polistirolo, materiale impermeabilizzante tipo carta bitumata, ecc. la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 200302 rifiuti dei mercati 200303 residui della pulizia stradale 200306 rifiuti della pulizia delle fognature rifiuti qualitativamente omogenei alle frazioni di rifiuti solidi urbani raccolti separatamente ed esclusi ai sensi dell’art. 6 comma 1 lettera a) del DM 03.08.2005 200307 rifiuti ingombranti Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica Es: imballaggi vari e sfridi da attività di costruzione e demolizione la cui merceologia non consente un campionamento rappresentativo. Materiali considerati inerti ai fini della lisciviazione e della produzione di percolato in discarica 51 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 7 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi sottoposti a caratterizzazione analitica da parte del produttore/detentore in sede di caratterizzazione di base e in ambito di verifica di conformità e verifica in loco da parte del gestore della discarica ai sensi dell’art. 3 del DM 27.09.2010. CER Descrizione Limiti Applicati Si vedano i limiti di accettabilità al test di eluizione 02 01 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia 02 02 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia 02 02 02 scarti di tessuti animali 02 02 04 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 02 03 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 02 04 02 carbonato di calcio fuori specifica 02 04 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 02 05 02 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 02 06 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 02 07 01 Rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima 02 07 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 030101 scarti di corteccia e sughero 03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104 03 03 01 scarti di corteccia e legno 03 03 07 scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone 03 03 08 scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati 03 03 09 fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio 03 03 11 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 03 03 10 04 02 10 materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) 04 02 15 rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14 04 02 20 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 19 06 06 03 rifiuti contenenti solfuri, diversi da quelli di cui alla voce 06 06 02 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla 10 01 21 voce 10 01 20 10 02 10 scaglie di laminazione 10 09 03 scorie di fusione 10 10 03 scorie di fusione 10 11 03 scarti di materiali in fibra a base di vetro 10 11 12 rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 10 11 11 lucidature di vetro e fanghi di macinazione, diversi da quelli di cui alla voce 10 11 10 11 14 13 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui 10 11 20 alla voce 10 11 19 10 12 06 stampi di scarto scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a 10 12 08 trattamento termico) 10 12 12 rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce 10 12 11 10 12 13 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di 10 13 11 cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 10 13 14 rifiuti e fanghi di cemento 12 01 01 limatura e trucioli di materiali ferrosi 52 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 7 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi sottoposti a caratterizzazione analitica da parte del produttore/detentore in sede di caratterizzazione di base e in ambito di verifica di conformità e verifica in loco da parte del gestore della discarica ai sensi dell’art. 3 del DM 27.09.2010. CER Descrizione Limiti Applicati 12 01 03 limatura e trucioli di materiali non ferrosi 12 01 05 limatura e trucioli di materiali plastici 12 01 04 polveri e particolato di materiali non ferrosi 12 01 13 rifiuti di saldatura 12 01 17 materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 12 01 16 15 02 03 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui al punto 150202 16 03 04 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 16 03 06 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni 16 11 02 metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 01 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, 16 11 04 diversi da quelli di cui alla voce 16 11 03 (7) rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, 16 11 06 diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05 17 03 02 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01 17 04 01 rame, bronzo, ottone 17 04 02 alluminio 17 04 04 zinco 17 04 06 stagno 17 04 07 metalli misti 17 05 04 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 17 05 06 fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05 17 05 08 pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05 07 19 02 03 miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 19 02 19 02 06 05 19 03 05 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04 19 03 07 rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 06 19 04 01 rifiuti vetrificati 19 05 01 parte di rifiuti urbani e simili non compostata 19 05 02 parte di rifiuti animali e vegetali non compostata 19 05 03 compost fuori specifica 19 06 04 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani 19 06 06 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale 19 08 01 vaglio 19 08 02 rifiuti dell'eliminazione della sabbia 19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da 19 08 12 quelli di cui alla voce 19 08 11 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di 19 08 14 cui alla voce 19 08 13 19 09 01 rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari 19 09 02 fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua 19 09 03 fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione 19 10 01 rifiuti di ferro e acciaio 53 26/04/2011 Sezione modalità di ricevimento dei rifiuti – Allegato E4 Tabella 7 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi sottoposti a caratterizzazione analitica da parte del produttore/detentore in sede di caratterizzazione di base e in ambito di verifica di conformità e verifica in loco da parte del gestore della discarica ai sensi dell’art. 3 del DM 27.09.2010. CER Descrizione Limiti Applicati 19 10 02 rifiuti di metalli non ferrosi 19 10 04 fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10 03 19 10 06 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla 19 11 06 voce 19 11 05 19 12 01 carta e cartone 19 12 02 metalli ferrosi 19 12 03 metalli non ferrosi 19 12 04 plastica e gomma 19 12 05 vetro 19 12 07 legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 19 12 08 prodotti tessili 19 12 09 minerali (ad esempio sabbia, rocce) altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, 19 12 12 diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui 19 13 02 alla voce 19 13 01 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla 19 13 04 voce 19 13 03 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da 19 13 06 quelli di cui alla voce 19 13 05 Tabella 8 - Elenco dei rifiuti speciali non pericolosi per cui, nelle more della mancata emanazione della lista positiva prevista all’Allegato 1 punto 4) del DM del 27.09.2010, non viene richiesta la caratterizzazione analitica da parte del produttore all’atto della caratterizzazione di base, ai fini dello smaltimento in discarica in quanto il processo produttivo risulta CER Descrizione Note 190801 vaglio 190802 rifiuti dell'eliminazione della sabbia 190805 fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 190501 parti di rifiuti urbani e simili non composta 191212 altri rifiuti ( compresi materiali misti ) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211 54 26/04/2011 Sovvalli provenienti da impianti di selezione, separazione e/o trattamento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi e da impianti di trattamento acque reflue urbane gestiti da HERA S.p.A. ovvero Società del Gruppo. Al fine di un monitoraggio costante delle caratteristiche tipiche, detti rifiuti sono comunque sottoposti alla caratterizzazione di base con frequenza semestrale rispetto ai seguenti parametri merceologici e ai seguenti parametri chimico-fisici come di seguito indicati: BTX, IPA, Solventi clorurati, Cadmio, Mercurio, Cromo VI Sezione piano di monitoraggio – Allegato F ALLEGATO F Piano di Monitoraggio della discarica per rifiuti non pericolosi in località Voltana - Lugo (RA) della Ditta HERAmbiente S.p.A. F1) Finalità del monitoraggio Il monitoraggio è mirato principalmente a: verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dalla normativa ambientale vigente; raccolta dati per la conoscenza del consumo di risorse e degli impatti ambientali della Ditta inserita nel contesto territoriale in cui opera; valutazione della corretta applicazione delle procedure di carattere gestionale. F2) Tipologia del monitoraggio Ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003, Allegato 2, punto 5, per la discarica oggetto della presente AIA è stato presentato il Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC), nel quale vengono illustrate le misure precauzionali e di controllo adottate per prevenire i rischi ambientali causati dall’esercizio della discarica e per limitarne le potenziali conseguenze, sia in fase operativa che in fase post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall’inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle altre misure di prevenzione e protezione contro qualsiasi danno all’ambiente. La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio viene assunta al fine della presentazione dei dati relativi alle attività, di seguito indicate, monitorate. Tutte le variazioni in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc. dovranno essere comunicate all’Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce modifica del Piano di Monitoraggio. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopra indicato. F3) Prescrizioni Generali Il gestore deve attuare il presente Piano di Monitoraggio rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente Piano di Monitoraggio, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. ARPA effettuerà i controlli programmati dell’impianto rispettando quanto previsto in Allegato G - Piano di Controllo, parte integrante della presente AIA. ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del gestore. Per quanto inerente gli esiti analitici degli autocontrolli, si richiede che sia garantita con una procedura tramite postille contrattuali, protocolli, accordi sottoscritti o quant’altro - la fornitura dei dati in tempi compatibili, correlati ai tempi tecnici necessari all’effettuazione dell’analisi. Inoltre da tali procedure dovrà risultare l’impegno alla segnalazione immediata dei valori fuori limite al momento della loro evidenza, con preallerta in caso di eventuale ripetizione della prestazione analitica a conferma dato. SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE IN NORMALI CONDIZIONI DI ESERCIZIO E IN CONDIZIONI ECCEZIONALI PREVEDIBILI L'impianto deve essere esercito secondo le procedure previste dal SGA aziendale opportunamente modificate, ove necessario, da quanto stabilito nel presente provvedimento. Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamento dei VLE (valori limite emissioni), emissioni non controllate da punti di emissione non regolati dall’AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti, oltre a mettere in atto le procedure previste dal Piano di Emergenza Interno, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l’AUSL, l’ARPA e il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA AMBIENTALE Le attività di monitoraggio e sorveglianza ambientale previste per l’impianto di discarica per rifiuti non pericolosi sita nel Comparto CIR di Voltana, che dovranno essere svolte nelle modalità stabilite dall’apposita procedura di riferimento, sono di seguito riportate. ACQUE SUPERFICIALI Oggetto del controllo Parametri 55 26/04/2011 Frequenza Operativa Registrazione Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Oggetto del controllo Analisi acque superficiali Prelievo e analisi corpi idrici recettori Arginello, Tratturo, (canali sul perimetro della Casale, Nuovo discarica) Macallo Prelievo ed analisi rete di drenaggio interna (S1/C) finalizzato allo scarico (punto campionamento prima della paratoia) Analisi acque superficiali di drenaggio Prelievo ed analisi (acque meteoriche di rete di drenaggio dilavamento corpo discarica) interna (S1/C) (punto Punto di scarico S1/C campionamento (sfioro del manufatto del prima della paratoia) bacino di invaso) Rete di drenaggio interna S1/C (controllo) (PP pozzetto di accumulo e campionamento “acque di sfioro”) Parametri Frequenza Operativa Registrazione Vedi profilo analitico A ACQUE SUPERFICIALI Semestrale Rapporto di prova Vedi profilo analitico C ACQUE SUPERFICIALI Ad ogni evento meteorologico significativo Rapporto di prova Vedi profilo analitico B ACQUE SUPERFICIALI Semestrale Rapporto di prova Vedi profilo analitico D ACQUE SUPERFICIALI Ad ogni sfioramento Rapporto di prova 56 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Profilo analitico ACQUE SUPERFICIALI – Gestione operativa PROFILO A Parametro analitico Unità N.1 Arginello Valori N.2 Tratturo limite (solo per N.3 Casale il punto S1/C) N.4 Nuovo Macallo PROFILO B Rete di drenaggio interna (S1/C) (punto campionamento prima della paratoia) PROFILO C PROFILO D Scarico S1/C Scarico S1/C (controllo) Trimestrale Semestrale Ad ogni evento meteorico significativo Ad ogni sfioramento al punto S1/C 5,5-9,5 X X X X pH Unità di pH Solidi sospesi totali mg/L = 300 (*) X X X X COD mg/L =160 X X X X mg/L =15 X X X X mg/L =0,6 X X X X mg/L =20 X X X X Azoto totale mg/l - X X X X Cloruri mg/L =1200 X X X X Solfati mg/L =1000 X X X X Fe mg/L =2 X X X X Fosforo Totale mg/L =10 X X X X Pb mg/L =0,2 X X X X As mg/L =0,5 X X Cu mg/L =0,1 X X X X Hg mg/L =0,005 X X Ni mg/L =2 X X X X Zn mg/L =0,5 X X X X Cd mg/L =0,02 X X X X Cr tot. mg/L =2 X X X X Cr. VI mg/L X X Idrocarburi totali mg/L =5 X X X X Grassi e oli animali e vegetali mg/L =20 X X X Azoto ammoniacale + (come NH4 ) Azoto nitroso (come N- NO2-) Azoto nitrico (come N- NO3-) Saggio di tossicità X (*) Per il parametro SST è consentito un limite fino a 300 mg/l; tale deroga è concessa in considerazione del fatto che a valle del punto di prelievo S1/C di pertinenza della discarica, prima di confluire in corpo idrico recettore, le acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica subiscono una ulteriore sedimentazione nel tratto di fosso interno al Comparto CIR che veicola allo scarico finale (S1) nello Scolo Nuovo Macallo. 57 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Profilo analitico ACQUE SUPERFICIALI – Gestione post operativa PROFILO A Parametro analitico Unità N.1 Arginello Valori N.2 Tratturo limite (solo per N.3 Casale il punto S1/C) N.4 Nuovo Macallo PROFILO B Rete di drenaggio interna (S1/C) (punto campionamento prima della paratoia) PROFILO C PROFILO D Scarico S1/C Scarico S1/C (controllo) Trimestrale Semestrale Ad ogni evento meteorico significativo Ad ogni sfioramento al punto S1/C 5,5-9,5 X X X X = 300 (*) X X X X pH Unità di pH Solidi sospesi totali mg/L pH Unità di pH 5,5-9,5 X X X X Conducibilità µS/cm - X X X X Solidi sospesi totali mg/L = 300 X X X X COD mg/L =160 X X X X mg/L =15 X X X X mg/L =0,6 X X X X mg/L =20 X X X X Azoto totale mg/l - X X X X Solfati mg/L =1000 X X X X Fe mg/L =2 X X X X Fosforo Totale mg/L =10 X X X X Pb mg/L =0,2 X X X X As mg/L =0,5 X X X X Cu mg/L =0,1 X X X X Hg mg/L =0,005 X X X X Ni mg/L =2 X X X X Zn mg/L =0,5 X X X X Cd mg/L =0,02 X X X X Cr tot. mg/L =2 X X X X Cr. VI mg/L Idrocarburi totali Grassi e oli animali e vegetali Saggio di tossicità mg/L =5 X X X mg/L =20 X X X Azoto ammoniacale + (come NH4 ) Azoto nitroso (come N- NO2 ) Azoto nitrico (come N- NO3 ) X X X (*) Per il parametro SST è consentito un limite fino a 300 mg/l; tale deroga è concessa in considerazione del fatto che a valle del punto di prelievo S1/C di pertinenza della discarica, prima di confluire in corpo idrico recettore, le acque meteoriche di dilavamento del corpo discarica subiscono una ulteriore sedimentazione nel tratto di fosso interno al Comparto CIR che veicola allo scarico finale (S1) nello Scolo Nuovo Macallo. 58 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Ad ogni sfioramento del punto S1/C, oltre alla comunicazione via fax, deve essere inviato ad Arpa Unità IPPC-VIA il rapporto di prova delle analisi effettuate. Ogni volta che viene attivato lo scarico dell’invaso in acque superficiali deve essere data sempre comunicazione ad Arpa Unità IPPC-VIA (per vie brevi, tramite fax) trasmettendo i dati analitici rilevati almeno per i parametri: metalli, COD, Idrocarburi, Cloruri, SST, Solfati. Metodiche analisi acque superficiali Modalità operative I campionamenti degli scarichi idrici dovranno essere effettuati nei punti ufficiali di prelevamento così come indicati nella planimetria della rete fognaria di stabilimento, parte integrante del presente provvedimento, con le modalità e le frequenze sopraindicate. Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata allo scarico, sia in maniera continua che periodica, deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l’incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: a. Metodi normati quali: Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 “Emanazione di line Guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del Decreto legislativo n. 59/05 Manuale n° 29/2003 APAT/IRSA-CNR b. Metodi normati emessi da Enti di normazione: UNI/Unichim/UNI EN ISO ISS (Istituto Superiore Sanità) Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF) I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. I casi particolari con l’utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con la Provincia e ARPA. Qualora non fosse indicata l’incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. . Si rammenta altresì che l’incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico il metodo utilizzato e la relativa incertezza (P95%) conformi devono riportare oltre all’esito analitico anche le condizioni di assetto dell’impianto durante l’esecuzione del rilievo se pertinenti. Accessibilità dei punti di prelievo e loro caratteristiche Il punto di prelievo dovrà essere posizionato e manutentato in modo da garantire l’accessibilità in ogni momento e da permettere il campionamento in sicurezza nel rispetto del D.Lgs. n. 81/2008. Inoltre l’azienda dovrà assicurare la presenza di idonei strumenti per l’apertura (chiavi, paranchi, ecc) del pozzetto d’ispezione onde consentire il prelievo dei reflui. Il pozzetto di campionamento, parimenti agli altri manufatti quali tubazioni, sistemi di depurazione e trattamento, pozzetti di raccordo ecc, dovranno sempre essere mantenuti in perfetta efficienza e liberi da sedimenti, al fine di permettere il regolare deflusso dei reflui e la loro depurazione. Scarichi Idrici in condizioni eccezionali prevedibili Per quanto riguarda le emissioni idriche in situazioni anomale o di emergenza quali incendio all’interno dello stabilimento, le acque raccolte nel corso dell’incendio e nelle successive operazioni di bonifica saranno stoccate in attesa di una analisi dei componenti inquinanti presenti in modo tale da stabilire il tipo di trattamento idoneo. In caso di eventi che posso perturbare la qualità degli scarichi idrici (es. sversamenti, incendio, etc.), dovrà essere prevista la segregazione degli stessi al fine di valutare idoneo smaltimento. All’interno del SGA, dovrà essere prevista idonea procedura per la gestione degli scarichi generati in condizioni eccezionali prevedibili. 59 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F ACQUE SOTTERRANEE Lo stato delle acque di falda (superficiali) attorno al Comparto CIR all’interno del quale è situata la discarica per rifiuti non pericolosi in oggetto viene monitorato tramite il controllo delle acque prelevate dai pozzi della rete di monitoraggio di Comparto così articolati: PDC P15 P16 P17 P18 P19 A P19 B P20 Punto di prelievo PDC Pozzo Piezometrico P15 (15 m) Pozzo Piezometrico P16 (22 m) Pozzo Piezometrico P17 (24 m) Pozzo Piezometrico P18 (22 m) Pozzo Piezometrico P19A (4 m) Pozzo Piezometrico P19B (7 m) Pozzo Piezometrico P20 (10 m) P21 P22 P23 P24 P25 P26 P27 Punto di prelievo Pozzo Piezometrico P21 (10 mt) Pozzo Piezometrico P22 (10 mt) Pozzo Piezometrico P23 (10 mt) Pozzo Piezometrico P24 (10 mt) Pozzo Piezometrico P25 (10 mt) Pozzo Piezometrico P26 (10 mt) Pozzo Piezometrico P27 (10 mt) Al fine di migliorare ulteriormente il monitoraggio delle acque sotterranee, oltre ai livelli automatici già installati è stata posta una sonda multiparametrica con il rilievo in continuo delle principali caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee (temperatura, pH, conducibilità, ORP, ossigeno disciolto, salinità). Relativamente al monitoraggio delle acque sotterranee, il Piano di Monitoraggio prevede i seguenti controlli periodici: Oggetto del controllo Livello falda dei piezometri Composizione acque sotterranee (pozzi piezometrici perimetrali) Composizione acque prelevate dai pozzi sottotelo Punto/Punti di conformità (pozzo/i piezometrici posti sul confine del sito) Parametri Vedi profilo analitico ACQUE SOTTERRANEE Tabella 2 dell’Allegato 5 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs 152/2006 (CSC) o i valori determinati con il protocollo ISPRA per la determinazione del fondo naturale Frequenza Operativa mensile trimestrale / annuale trimestrale / annuale semestrale Registrazione Report tabella Rapporto di prova Rapporto di prova Rapporto di prova Relativamente al monitoraggio dei pozzi sottotelo, se pur questa attività storicamente è inserita nel PSC della discarica, è altresì noto che i dati rilevati e trasmessi sono sofferenti in quanto la condizione dei pozzi esistenti da tempo è, come più volte segnalato dal gestore, critica fino al punto di poter viziare le risultanze analitiche. Alla luce di ciò, si ritiene che il gestore debba, in prima istanza, provvedere almeno ad una pulizia di tali piezometri nei modi e nei tempi che dovrà indicare in un documento specifico da inviare alla Provincia e ad Arpa Unità IPPC-VIA; tale valutazione dovrà essere comunque condotta dalla ditta anche se le risultanze dovessero portare alla non fattibilità tecnica. Valutata la fattibilità e la metodologia, una volta condotte le attività di pulizia e manutenzione, se le risultanze analitiche dovessero comunque essere ancora significativamente non confrontabili con il profilo analitico richiesto a causa delle interferenze con la cattiva condizione dei pozzi, si richiede che venga comunque mantenuta sui medesimi la determinazione del parametro Nichel unico tracciante significativo al fine di monitorare segnali di possibili modeste perdite di percolato. Profilo analitico ACQUE SOTTERRANEE – gestione operativa Unità Livelli di Guardia Profilo mensile Profilo base trimestrale Profilo esteso annuale Livello di Falda m - X Temperatura °C - X X Conducibilità elettrica S/l - X X Unità di pH 6 – 8,5 X X Ossidabilità Kubel mg/l - X COD mg/L 160 X X Azoto ammoniacale mg/L 25 X X Azoto nitroso mg/L 0,5 X X Parametro analitico pH 60 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Unità Livelli di Guardia Profilo base trimestrale Profilo esteso annuale Azoto nitrico mg/L 20 X X Solfati mg/L 250 X X Cloruri mg/L 1200 X X Fosforo totale mg/L - X X Ca mg/L - B mg/L 1 X X Fe mg/L 1.5 X X Mn mg/L 2 X X BOD5 mg/L 40 X X As mg/L 0,01 X X Cd mg/L 0,005 X X Cr VI mg/L - X X Cr tot mg/L 0,05 X X Hg mg/L 0,001 X X K mg/L - X Mg mg/L - X Na mg/L - X Ni mg/L 0,02 X X Pb mg/L 0,01 X X Cu mg/L 1 X X Zn mg/L 3,0 X X Fenoli totali mg/L 0,5 Fluoruri mg/L 1,5 IPA mg/L * X Cianuri mg/L 0,05 X % effetto - X Composti organo alogenati mg/L - X PoliCloroBifenili µg/L 0,01 X TOC mg/L - X Pesticidi totali (esclusi i fosforati) mg/L * X Pesticidi fosforati mg/L * X Solventi organici azotati mg/L * X Solventi organici aromatici mg/L * X Solventi organici clorurati mg/L * X Parametro analitico Screening Tossicità Profilo mensile X X X X (-) limite non definito; (*) limite di cui Dlgs 152/06 Tabella 2 Allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta. 61 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Profilo analitico ACQUE SOTTERRANEE – gestione post-operativa Parametro analitico Unità Livello di Falda m Unità di pH pH Ossidabilità Kubel Livelli di guardia Profilo base semestrale Profilo esteso annuale X 6 – 8,5 X X mg/l - X COD mg/L 160 X X Azoto ammoniacale mg/L 25 X X Azoto nitroso mg/L 0,5 X X Azoto nitrico mg/L 20 X X Solfati mg/L 250 X X Cloruri mg/L 1200 X X Fosforo totale mg/L - X X Ca mg/L - B mg/L 1 X Fe mg/L 1,5 X X Mn mg/L 2 X X BOD5 mg/L 40 X X As mg/L 0,01 X X Cd mg/L 0,005 X X Cr VI mg/L 0.005 X X Cr tot mg/L 0,05 X X Hg mg/L 0,001 X X K mg/L - X Mg mg/L - X Na mg/L - X Ni mg/L 0,02 X X Pb mg/L 0,01 X X Cu mg/L 0,1 X X Zn mg/L 3,0 X X Fenoli totali mg/L 0,5 Fluoruri mg/L 1,5 IPA mg/L * X Cianuri mg/L 0,05 X Screening Tossicità % effetto - X Composti organo alogenati mg/L * X PoliCloroBifenili µg/L 0,01 X TOC Pesticidi totali (esclusi i fosforati) Pesticidi fosforati mg/L - X * X mg/L * X Solventi organici azotati mg/L * X mg/L X X X X mg/L * X mg/L Solventi organici clorurati * X (-) limite non definito; (*) limite di cui Dlgs 152/06 Tabella 2 Allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta. Solventi organici aromatici 62 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Nel caso di superamento dei livelli di guardia relativi ai parametri di cui sopra, si dovrà attuare il seguente piano di intervento : comunicazione dell’anomalia, alla Provincia e all’ARPA, entro e non oltre 7 giorni dall’evidenza del valore anomalo; espurgo del piezometro/piezometri che hanno evidenziato l’anomalia; ripetizione, entro 7 giorni dalla comunicazione di cui al primo punto, di almeno due campagne analitiche, presso lo stesso punto per i parametri interessati, atte a confermare il trend del valore anomalo previa comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA della data in cui saranno ripetuti i nuovi prelievi; il gestore trasmette i dati delle campagne analitiche, di cui al punto precedente, alla Provincia e all’Arpa e si conforma alle decisioni che saranno assunte dall’Autorità Competente; nel report annuale dovrà comunque essere evidenziato qualunque dato riconducibile a questa situazione. Per i parametri Fluoruri, Cadmio, Cromo VI, Cromo totale, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Fenoli, IPA, Cianuri, Composti organoalogenati (compreso CVM), Pesticidi fosforati e totali, Composti organici aromatici, Solventi Clorurati, Solfati e PCB, Arsenico in caso di superamento dei valori soglia riportati nella Tabella 2 dell'Allegato 5 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., si dovrà attuare il seguente piano di intervento : comunicazione dell’anomalia, alla Provincia e all’ARPA, entro e non oltre 7 giorni dall’evidenza del valore anomalo; espurgo del piezometro/piezometri che hanno evidenziato l’anomalia; ripetizione del controllo analitico presso lo stesso punto per il/i parametro/i interessato/i entro 30 giorni dalla comunicazione di cui al primo punto, previa comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA della data in cui saranno ripetuti i nuovi prelievi; qualora si confermasse il dato riscontrato, si dovrà eseguire un ulteriore controllo con le stesse modalità (entro 30 giorni e con comunicazione ad ARPA e Provincia), presso tutti i piezometri previsti dal piano di sorveglianza e controllo riferiti allo stesso acquifero; dovrà essere elaborato un piano di azioni da adottare sia nel caso in cui si tratti di superamenti occasionali sia nel caso si tratti di un superamento ricorrente; il gestore trasmette i dati del controllo analitico e del piano di azioni di cui sopra alla Provincia e all’Arpa e si conforma alle decisioni che saranno assunte dall’Autorità Competente; nel report annuale dovrà comunque essere evidenziato qualunque dato riconducibile a questa situazione. Per quanto riguarda la tutela della qualità della falda, in applicazione di quanto contenuto nell’Allegato 1 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2606 e s.m.i., si ritiene di introdurre uno o più punti di conformità per le acque sotterranee che rappresentano il punto/i a valle idrogeologico della sorgente ai quali deve essere garantito il ripristino dello stato originale (ecologico, chimico e/o quantitativo) del corpo idrico sotterraneo, onde consentire tutti i suoi usi potenziali, secondo quanto previsto nella Parte III (in particolare art. 76) e nella Parte VI del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (in particolare art. 300). Il punto di conformità deve essere di norma fissato non oltre i confini del sito e la relativa CSR per ciascun contaminante deve essere fissata equivalente alle CSC di cui all'Allegato 5 della parte quarta dello stesso decreto. Il monitoraggio dei punti di conformità andrà effettuato con frequenza semestrale. In tali punti dovranno essere rispettati i valori previsti nella Tabella 2 dell’Allegato 5 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (CSC), o i valori determinati con il protocollo per la determinazione del fondo naturale. In caso di superamenti nei punti di conformità,. si dovrà attuare il seguente piano di intervento: comunicazione dell’anomalia, alla Provincia e all’ARPA, entro e non oltre 7 giorni dall’evidenza del valore anomalo; espurgo del piezometro/piezometri che hanno evidenziato l’anomalia; ripetizione del controllo analitico presso lo stesso punto per il/i parametro/i interessato/i entro 30 giorni dalla comunicazione di cui al primo punto, previa comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA della data in cui saranno ripetuti i nuovi prelievi; qualora si confermasse il dato riscontrato, si dovrà eseguire un ulteriore controllo con le stesse modalità (entro 30 giorni e con comunicazione ad ARPA e Provincia), presso tutti i piezometri previsti dal piano di sorveglianza e controllo riferiti allo stesso acquifero; 63 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F dovrà essere elaborato un piano di azioni da adottare sia nel caso in cui si tratti di superamenti occasionali sia nel caso si tratti di un superamento ricorrente anche corredato da tempistiche così come previsto anche nell’Allegato 2 del D.Lgs. n. 36/2003; il gestore trasmette i dati del controllo analitico e il piano di azioni di cui sopra alla Provincia e all’Arpa e si conforma alle decisioni che saranno assunte dall’Autorità Competente; nel report annuale dovrà comunque essere evidenziato qualunque dato riconducibile a questa situazione. Valori superiori possono essere comunque ammissibili solo in caso di fondo naturale più elevato o di modifiche allo stato originario dovute all'inquinamento diffuso, ove accertati o validati dalla Autorità pubblica competente. Metodiche analisi acque sotterranee In merito alle metodiche analitiche delle acque prelevate dai pozzi piezometrici e dai pozzi sottotelo si utilizza come riferimento quanto indicato per le acque superficiali. PERCOLATO Il campionamento dovrà essere effettuato in corrispondenza della vasca di stoccaggio. Oggetto del controllo Quantitativo estratto di percolato Frequenza Operativa mensile Parametri Volume Composizione del percolato prodotto (punto di campionamento: vasca accumulo percolato) Vedi profilo analitico PERCOLATO Trimestrale (profilo base) /annuale (profilo esteso) Bilancio idrologico (comparazione della quantità di percolato estratta dalla discarica con i valori di precipitazione meteorica) - Annuale (profilo esteso) 64 26/04/2011 Frequenza Post-Operativa semestrale semestrale (profilo base) /annuale (profilo esteso) - Registrazione Report tabella Rapporto di prova Report tabella Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Profilo analitico PERCOLATO Parametro analitico Unità Profilo annuale (esteso) X X X X Conducibilità Unità pH µS/cm Peso Specifico mg/L x Solidi sospesi totali mg/L X COD mg/L X X Solfati mg/L X X Cloruri mg/L X X Azoto ammoniacale mg/L X X Azoto nitroso mg/L x Azoto nitrico mg/L X TKN mg/L X BOD 5 mg/L As mg/L Cd mg/L X X Cr VI mg/L X X Cr tot. mg/L X Fe mg/L X Hg mg/L Mn mg/L X B mg/L X Be mg/L X Sb mg/L X Ni mg/L Pb mg/L Cu mg/L Se mg/L X Sn mg/L X Zn mg/L X Cianuri mg/L X Idrocarburi totali mg/L X Grassi e oli animali e vegetali mg/L X Fenoli TN mg/L x Fenoli totali mg/L X Tensioattivi anionici mg/L X Tensioattivi cationici mg/L X Tensioattivi non ionici mg/L X Solventi clorurati mg/L X Solventi organici azotati mg/L X Solventi organici aromatici mg/L Speciazione pesticidi (aldrin, dieldrin, isodrin, mg/L entri) Pesticidi totali (escluso i fosforati) mg/L X Pesticidi fosforati mg/L X PCT mg/L X PCB mg/L X Fluoruri mg/L X Composti organoalogenati (compreso CVM) mg/L X PCB mg/L X pH di Profilo trimestrale (base) X X X X X X X X X X X 65 26/04/2011 X Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Le deroghe concesse, ai limiti fissati dalla Tab.5 del DM 27/09/2010 della concentrazione dell’eluato per l’accessibilità dei rifiuti non pericolosi soggetti a caratterizzazione analitica in discarica, sono subordinate alla qualità del percolato che, per i parametri oggetto di deroga (solfati e cloruri), dovrà presentare valori di concentrazione inferiori o uguali ai valori di riferimento del percolato virtuale, usato come input dell’analisi di rischio eseguita dall’Azienda (SOLFATI: 6000 mg/l; CLORURI: 4500 mg/l). In caso di superamento dei parametri solfati/cloruri nel percolato, deve essere attuato il seguente piano di intervento: comunicazione dell’anomalia, alla Provincia e all’ARPA, entro e non oltre 7 giorni dall’evidenza del valore anomalo; ripetizione del controllo analitico, entro 7gg dalla comunicazione di cui al precedente punto, previa comunicazione alla Provincia di Ravenna e all’ARPA della data in cui sarà effettuato il nuovo prelievo; il gestore trasmette i dati del controllo analitico di cui al punto precedente alla Provincia e all’Arpa e si conforma alle decisioni che saranno assunte dall’Autorità Competente che possono prevedere anche la sospensione della deroga per il parametro oggetto di superamento. Metodiche analisi percolato Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata al percolato prodotto deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura, l’incertezza estesa del metodo utilizzato per la misura, con un coefficiente di copertura pari a P95%. Per la verifica delle caratteristiche qualitative del percolato prodotto possono essere utilizzati: metodi normati quali: - Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 “Emanazione di linee Guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’Allegato I del D.Lgs n. 372/99”, pagina 67 - Manuale n. 29/2003 APAT/IRSA-CNR metodi normati emessi da Enti di normazione - UNI/Unichim/UNI EN - ISO - ISS (Istituto Superiore Sanità) - Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF). In relazione a quanto sopra indicato, è fatto salvo che indipendentemente dalla fonte o dal contesto in cui il metodo viene citato o indicato, deve essere sempre presa a riferimento la versione più aggiornata. Parimenti, la stessa valutazione deve essere fatta in ordine all’emissione di un nuovo metodo emesso dall’Ente di normazione e che non viene sempre recepito in tempo reale dai riferimenti normativi. I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l’utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con l’Autorità competente e ARPA. Qualora non fosse indicata l’incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%), l’esito analitico e le condizioni di assetto dell’impianto, se pertinenti, durante l’esecuzione del prelievo. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell’incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l’incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. 66 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F EMISSIONI IN ATMOSFERA E QUALITÁ DELL’ARIA Oggetto del controllo Composizione biogas captato Esplosività su pozzi percolato Parametri di combustione della torcia Analisi soil-gas (4 punti di campionamento – uno per ogni lato della discarica) Emissioni diffuse da corpo discarica (6 punti di campionamento sul corpo della discarica) Qualità dell’aria: polverosità atmosferica Qualità dell’aria: sostanze odorigene (4 punti di campionamento) Parametri Frequenza Operativa Frequenza PostOperativa Registrazione CH4, CO2 in continuo in continuo Rapporto di prova umidità, O2, NOx, CO2, CH4, H2, H2S, HCl, HF, NH3, COV, Idrocarburi totali (COT), Composti organici clorurati, Cl totale, F totale, Mercaptani, p.c.i (a 0°C), p.c.i. (a 15°C) semestrale annuale Rapporto di prova O2 mensile mensile O2, CH4 (%V/V) portata temperatura CH4, COV, COT composto organici clorurati, composti organici solforati, mercaptani quadrimestrale semestrale semestrale semestrale annuale annuale Rapporto di prova annuale Report tabella Report tabella Report tabella CO2, CH4, O2 semestrale PM10 metalli pesanti nel PM10 (Cd, Pb, Cr, Ni, As, Cu) mensile annuale per i primi 2 anni e poi triennale Benzene, Cloruro di vinile monomero, Diclometano, Stirene, Metilmercaptano, Composti organici solforati, Mercaptani, Composti organici volatili, Ammoniaca mensile semestrale Rapporto di prova Report tabella Rapporto di prova Metodiche analisi estesa biogas Per l’effettuazione dell’analisi estesa biogas, nel punto di campionamento a valle del sistema di aspirazione e prima dell’ingresso alla torcia, dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo e analisi e le strategie di campionamento adottati dall’U.N.I.CHIM. così come modificati con decreto del 25/08/2000. CONTROLLO DI IMPIANTI E APPARECCHIATURE DEDICATE AL PRESIDIO AMBIENTALE Nel registro di gestione interno, come da format utilizzato per il SGA, il Gestore è tenuto ad annotare tutti i controlli e gli interventi di manutenzione eseguiti per la verifica del corretto funzionamento di macchinari ed impianti dedicati al presidio ambientale, nonché dei loro sistemi accessori (aspirazioni, pompe, sonde di temperatura, ecc.) come di seguito riportato: Manutenzioni Macchinario Tipo di Intervento Data Modalità di registrazione Registro di gestione interno 67 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F PARAMETRI METEOCLIMATICI Parametro Frequenza controllo e registrazione dati Modalità di Fase gestione Operativa Fase gestione PostOperativa registrazione Precipitazioni giornaliera giornaliera Temperatura giornaliera giornaliera Registrazione diretta nella rete informatica e report tabella Direzione e velocità del vento giornaliera giornaliera Evaporazione giornaliera giornaliera Umidità atmosferica (14 h CET) giornaliera giornaliera (min., max, 14 h CET) MORFOLOGIA DELLA DISCARICA Oggetto del controllo Struttura e composizione della discarica (rilievi topografici) Comportamento dell’assestamento del corpo della discarica (rilievi topografici) Valutazione integrità dell’impermeabilizzazione di fondo mediante rilievo dei cedimenti (assistimetri e capisaldi) Frequenza controllo e registrazione dati Fase gestione Fase gestione PostOperativa Operativa Trimestrale Modalità di registrazione Dati e/o planimetria su supporto informatico da trasmettere nel report annuale Trimestrale Trimestrale semestrale per i primi tre anni, poi annuale EMISSIONI SONORE Oggetto del controllo Verifica con rilevazione strumentale dei limiti di immissione sonora, compreso il limite di immissione differenziale riferito ai ricettori più esposti verifica sorgenti discontinue come la movimentazione e il transito degli autotreni nell’area di ingresso e di sosta nello stabilimento Verifica delle sorgenti esterne Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza Post-Operativa Registrazione Valore assoluto di Immissione del rumore in ambiente esterno e identificazione delle principali sorgenti di rumore triennale (o ad ogni siginificaitva modifica impiantistica) - Relazione tecnico abilitato verifica dei livelli dei valori di immissione assoluto e differenziale Sopralluogo triennale Relazione tecnico abilitato Annuale Relazione Dovrà essere data comunicazione ad ARPA, almeno 15 giorni prima dell’inizio di ogni misurazione, per ottemperare a quanto previsto dall’art. 29-sexies, comma 6) e dall'art. 29-decies del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. Gli esiti delle misurazioni/elaborazioni effettuati devono essere comunicati, alla Provincia di Ravenna, all’ARPA e al Comune di Lugo, all’interno del report annuale, fornendo copia conforme della documentazione. CONTROLLI OPERATIVI Quale verifica sistematica della corretta gestione dell’impianto di discarica per rifiuti non pericolosi di Voltana sono tenuti sotto controllo dispositivi, sistemi e procedure che possono avere un’influenza sulle prestazioni ambientali della discarica. I controlli operativi previsti di seguito riportati, che dovranno essere svolti nelle modalità stabilite dalle apposite procedure, sono diretti al controllo di tutte le sezioni impiantistiche della discarica, al fine di verificare che queste ultime assolvano alle funzioni per le quali sono state progettate in tutte le condizioni operative. 68 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F SISTEMA DI CONTROLLO COLTIVAZIONE Oggetto del controllo Stabilità del cumulo e delle scarpate (presenza frane, ecc.) Stato dello strato di messa in sicurezza (sigillatura delle celle) Stato della copertura finale Presenza del personale e dei mezzi per la gestione operativa della discarica Esecuzione copertura giornaliera Raggiungimento quote e pendenza coma da progetto Presenza materiale inerte per la copertura rifiuti e la manutenzione viabilità Presenza di rifiuti dispersi, fango, terra nella viabilità esterna Integrità di viabilità e segnaletica in discarica Integrità di viabilità, recinzioni e segnaletica del Comparto Condizioni igienico-sanitarie: realizzazione di campagne di disinfestazione Disponibilità gasolio Analisi dei dati di flusso relativi ai quantitativi di rifiuti in ingresso Analisi dei dati di flusso relativi ai materiali utilizzati per la copertura Valutazione della densità della miscela rifiutiinerti mediante rilievo dei volumi abbancati e quantità conferite Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza PostOperativa Registrazione Controllo visivo settimanale trimestrale Check-list Controllo visivo settimanale - Check-list Controllo visivo mensile (lotti esauriti) trimestrale Apposita scheda Controllo visivo giornaliera Controllo visivo giornaliera Rilievi topografici quadrimestrale Controllo visivo giornaliera - Check-list Controllo visivo settimanale - Check-list Controllo visivo settimanale trimestrale Check-list Controllo visivo settimanale trimestrale Check-list programma servizio gestione impianto di compostaggio settimanale da definire mensile - Report tabella Registro di carico/scarico mensile - Report tabella Indicatore quadrimestrale - Controllo visivo Registro di carico/scarico - Check-list Check-list Planimetria Registrazione Check-list - Rilievo topografico + tabella SISTEMA DI CONTROLLO IMPIANTO DI ESTRAZIONE E RACCOLTA PERCOLATO Oggetto del controllo Linee percolato: controllo a vista delle tubazioni del percolato e controllo del terreno lungo il tracciato delle tubazioni Stato di riempimento delle vasche di accumulo del percolato Stato di riempimento dei pozzi di percolato e funzionamento pompe Parametri/metodi Frequenza Operativa Frequenza PostOperativa Registrazione Controllo visivo Mensile semestrale Check-list Controllo visivo giornaliera Controllo visivo settimanale mensile mensile Check-list Check-list RIFIUTI IN INGRESSO Tenendo in considerazione quanto indicato al paragrafo “Gestione rifiuti” dell’AIA, si rimanda ai contenuti del Piano di Gestione Operativa, Appendice 1 – Gestione discarica, che verrà adottato dalla Ditta. Nel Report annuale dovranno essere indicati i quantitativi di rifiuti in ingresso destinati a smaltimento in discarica e i quantitativi destinati a recupero e dovranno essere messi a disposizione dell’Autorità di controllo tutti i Rapporti di prova relativi alle caratterizzazioni analitiche dei rifiuti ai sensi della normativa vigente. 69 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F MANUTENZIONI Le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria previste per tutte le opere funzionali e impiantistiche della discarica, che dovranno essere svolte nelle modalità stabilite dall’apposita procedura, sono di seguito riportate. Controllo effettuato Modalità di svolgimento Controllo del funzionamento del Dispositivo dispositivo automatico blocco di blocco pompe pompe estrazione del percolato percolato in caso di troppo pieno delle vasche di accumulo Integrità impermeabili zzazione Controllo visivo dello interna stato delle vasche di vasche stoccaggio percolato stoccaggio percolato Manutenzione delle Pompe pompe di sollevamento percolato e di estrazione del percolato Controllo visivo rete di captazione ed allontanamento delle Rete acque acque meteoriche: meteoriche fossi, embrici, pozzetti, canalette, fogna stradale, vasche. Chiuse Controllo visivo integrità scarico delle chiuse di scarico acque meteo delle acque meteoriche Pulizia della rete di captazione e allontanamento acque Rete acque meteoriche: fossi, meteoriche embrici, pozzetti, canalette, fogna stradale, vasche. Verifica visiva del telo impermeabile in HDPE, Integrità telo nella zona prossima in HDPE all’area di coltivazione, fronte per ricercare eventuali scarico lacerazioni o perforazioni. Controllo visivo e manutenzione in caso Pozzi di necessità piezometrici dell’efficienza dei pozzi piezometrici Spurgo dei pozzi 10 Pozzi giorni prima del piezometrici campionamento Manutenzione della copertura finale e/o provvisoria: chiusura crepe e fessurazioni Copertura causate finale dall’essicamento, cedimenti, vulnerabilità al gelo, assestamenti differenziali Parametri misurati Frequenza operativa Frequenza postoperativa supporto utilizzato per la registrazione dei dati - Mensile Trimestrale Check-list - Annuale Annuale Quaderno di manutenzione - Trimestrale Annuale Quaderno di manutenzione Check-list - Mensile Mensile Check-list - Settimanale Trimestrale Check-list - Semestrale Semestrale Quaderno di manutenzione - Settimanale - Check-list - Trimestrale Semestrale Check-list - Trimestrale Semestrale Check-list - Verifica ogni tre mesi (Interventi in caso di necessità) Verifica ogni tre mesi (Interventi in caso di necessità) Check-list Quaderno manutenzione 70 26/04/2011 Sezione piano di monitoraggio – Allegato F Controllo effettuato Modalità di svolgimento Parametri misurati Verifica della tenuta Rilevazione delle linee ed impianti concentrazion di trasporto del biogas e ossigeno Verifica visiva del Rete sistema di drenaggio e aspirazione convogliamento liquidi torcia di condensa Quadro Verifica visiva controllo e funzionamento torcia e torcia quadro controllo Biogas Frequenza operativa Frequenza postoperativa supporto utilizzato per la registrazione dei dati Continuo Continuo Check-list Quaderno manutenzione Settimanale Settimanale Check-list Ad ogni avviamento Settimanale Check-list Ogni tre mesi ed in occasione delle operazioni di sfalcio Check-list Ogni tre mesi Ingiallimento ed in occasione cotico erboso delle operazioni di sfalcio Biogas Fughe di biogas da copertura discarica Serbatoio gasolio Prova di tenuta del serbatoio interrato di gasolio a servizio del gruppo elettrogeno area servizi generali - Annuale Annuale Quaderno di manutenzione Sfalcio erba Sfalcio erba - Trimestrale e/o secondo necessità Trimestrale e/o secondo necessità Quaderno di manutenzione RELAZIONE ANNUALE Ai sensi del combinato disposto dell’art. 10, comma 2, lettera l) del D.Lgs. n. 36/2003 e dell’art. 29-sexies, comma 6) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., dovrà essere redatta annualmente una relazione descrittiva del monitoraggio (REPORT ANNUALE) effettuato ai sensi di quanto riportato nel Piano di Monitoraggio, contenente la verifica di conformità rispetto ai limiti puntuali ovvero alle prescrizioni contenute nella presente AIA; tale Report annuale, che dovrà essere inviato entro il 31 marzo dell’anno successivo alla Provincia di Ravenna, al Servizio Territoriale ARPA – Unità IPPC-VIA e al Comune di Lugo, dovrà altresì risultare completo di tutte le informazioni sui risultati della gestione della discarica e dei programmi di sorveglianza e controllo, oltre ai dati di cui all’Allegato 2, punto 1, ultimo comma del D.Lgs. n. 36/2003. In particolare, la relazione dovrà contenere almeno i seguenti elementi: quantità, tipologia e caratteristiche (codice di identificazione) dei rifiuti smaltiti e loro andamento stagionale; volumi dei materiali eventualmente utilizzati per la copertura giornaliera e finale delle celle; prezzi di conferimento; andamento dei flussi e del volume di percolato [m3/anno] e le relative procedure di trattamento e smaltimento; andamento dei flussi e del volume di biogas prodotto ed estratto [m3/anno] dalla discarica e relative procedure di trattamento e smaltimento; volume occupato e capacità residua nominale della discarica; risultati dei controlli effettuati sui rifiuti conferiti ai fini della loro ammissibilità in discarica, nonché sulle matrici ambientali e sulle emissioni. Alla relazione annuale saranno inoltre allegate le sopracitate relazioni semestrali di riscontro redatte dal personale tecnico specializzato e indipendente. Si rammenta che tale relazione è specifica delle attività di monitoraggio e pertanto non dovrà essere utilizzata per comunicazioni ulteriori non espressamente richieste. 71 26/04/2011 Sezione piano di controllo – Allegato G ALLEGATO G Piano di Controllo - ORGANO DI VIGILANZA (ARPA) Nello specifico, i controlli che Arpa effettuerà per ogni matrice ambientale, sono riportati nella tabella seguente. La realizzazione del Piano di controllo da parte di Arpa potrà subire variazioni in relazione alla valutazione dei dati di autocontrollo. Pertanto, il numero complessivo dei controlli di Arpa nel periodo di validità dell’autorizzazione potrà risultare minore o maggiore a quanto espresso nella tabella sottostante, sulla base delle criticità emergenti. Componente o aspetto ambientale interessato Frequenza Tipo di intervento Fase gestione Fase gestione operativa post-operativa Visita di controllo Generale Biennale Triennale Scarichi idrici e acque superficiali Campionamento scarico S1/C Eventuale Eventuale Verifica degli autocontrolli Biennale Triennale Campionamento Verifica degli autocontrolli Eventuale Biennale Eventuale Triennale Campionamento Biennale Triennale Verifica degli autocontrolli Biennale Triennale Biennale Triennale Acque sotterranee Percolato Emissioni gassose diffuse e qualità dell’aria Verifica degli autocontrolli Rifiuti Verifica degli autocontrolli Biennale - Rumore Valutazione della relazione di impatto acustico Triennale - Impianti e apparecchiature dedicati al presidio ambientale Verifica degli autocontrolli Biennale Triennale Morfologia della discarica Verifica degli autocontrolli Biennale Triennale Dati meteoclimatici Verifica degli autocontrolli Biennale Triennale Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell’Organo di Vigilanza (ARPA) previste nel Piano di Controllo dell’impianto sono a carico del gestore e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso. Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe fissate a livello regionale per questa attività con DGR n. 1913 del 17/11/2008 così come modificata con DGR n. 155/2009. 72 26/04/2011 26/04/2011