Convegno annuale DISAL Pesaro 17 novembre 2005 “Investire sulla Scuola Autonomia, liberta’ e capitale umano” Angelo Paletta Dipartimento di Scienze Aziendali Facoltà di Economia Alma Mater Studiorum Università di Bologna 1 Sommario Perché investire sulla scuola, chi dovrebbe investire e in che modo Il punto di vista della teoria del capitale umano Sistemi di Governance dell’istruzione Esperienze in campo internazionale Il caso italiano Posizionamento rispetto al contesto internazionale I limiti all’autonomia della scuola limiti intrinseci dell’attuale quadro normativo gap tra modello normativo e modello reale I limiti della scuola a cogliere la sfida del Capitale Umano 2 Il punto di vista del Capitale umano “L’investimento in capitale umano e’ inteso come l’incremento di capacita’ lavorative, acquisite attraverso l’istruzione e la formazione, misurabile dall’incremento del reddito percepito” (Gary Becker, 1964) L’investimento in istruzione costituisce un fattore determinante per la crescita di un paese: L’aumento di un anno della durata media del processo di istruzione formale porterebbe, in 25 anni, ad un incremento del reddito nazionale di quasi il 32%! (Vittadini, 2005) 3 Elementi del Capitale Umano Gli elementi comuni ai differenti approcci: Il concetto di competenza (skills) vista come prerequisito essenziale anche se non esclusivo, di ogni efficace prestazione professionale la centralità del soggetto nello sviluppo della competenza il ruolo cruciale dei contesti di apprendimento e dei contesti d’uso per l’acquisizione, lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze la multidimensionalità del concetto: componenti cognitive, generali, specifiche, relazionali, personali messe in campo dall’individuo per realizzare una prestazione efficace la dinamicità delle competenze: mutabilita’ nel tempo, in funzione del livello di apprendimento iniziale e dei processi di apprendimento formali e non formali in cui è coinvolto nel corso della sua esistenza 4 Il mix delle competenze Competenze cognitive specifiche “tecnico/professionali” Competenze cognitive di base “accademiche” Competenze “personali” Competenze trasversali “manageriali” 5 Attese di Capitale Umano La complessità e la velocità dei cambiamenti sociali, produttivi e tecnologici, determinano: specializzazione tecnica rapida obsolescenza delle conoscenze Innovazione continua Flessibilità e propensione al cambiamento “premio” al mix di competenze possedute sapere metodologico e velocita’ dell’apprendimento radicamento su conoscenze e competenze locali per competere su scala globale 6 Implicazioni di governance La scuola ha la responsabilità di assumere precise scelte sul tipo di capitale umano che intende contribuire a creare e su questa proposta dovrebbe catalizzare le idee, i consensi e le risorse dei vari interlocutori sociali anzitutto, dovrebbe essere in grado di plasmare un’idea coerente di capitale umano degli studenti e del personale La scuola dovrebbe poter decidere il genere di capitale umano di cui necessita per produrre altro capitale umano; attuare iniziative di attrazione e selezione delle persone “giuste”; essere capace di trattenere le persone impegnate nel proprio lavoro e motivate al raggiungimento degli scopi organizzativi 7 Implicazioni di governance Nel definire la proposta di capitale umano, le famiglie, il mondo del lavoro, la comunità territoriale, richiedono un ruolo attivo nella governance della scuola Sono messi in discussione consolidati equilibri istituzionali: Il ruolo dell’amministrazione periferica dello Stato rispetto alla centralizzazione Il ruolo della società civile rispetto allo Stato il ruolo del collegio dei docenti rispetto al consiglio di istituto Il ruolo del dirigente scolastico rispetto alle “parti sociali” 8 Le questioni Quale e’ il sistema di governance che meglio si concilia con le attese di capitale umano che oggi si rivolgono alla scuola? Dove si trova l’Italia? Nel quadro dei limiti strutturali esistenti, cosa puo’ fare la scuola per migliorare la qualità della propria proposta di capitale umano? 9 Sommario Perché investire sulla scuola, chi dovrebbe investire e in che modo Il punto di vista della teoria del capitale umano Sistemi di Governance dell’istruzione Esperienze in campo internazionale Il caso italiano Posizionamento rispetto al contesto internazionale I limiti all’autonomia della scuola limiti intrinseci dell’attuale quadro normativo gap tra modello normativo e modello reale I limiti della scuola a cogliere la sfida del Capitale Umano 10 Sistemi di governance della scuola Sussidiarieta’ verticale Monopolio Statale - Sussidiarieta’ orizzontale Quasi mercati dell’istruzione con regolazione nazionale - + Policentrismo Quasi mercati dell’istruzione con regolazione locale Decentramento amministrativo + 11 Esperienze internazionali New Public Management Le prime evidenze empiriche: value for money in UK La legge del 1988 ha cambiato in modo radicale il sistema di istruzione statale: liberalizzazione delle iscrizioni: “le scuole si mettono sul mercato per essere scelte dai genitori” delega all’ente di governo della scuola della gestione finanziaria curricolo nazionale, esami e valutazioni centralizzate creazione del sistema ispettivo nazionale per la scuola (Ofsted) pubblicazione dei risultati delle ispezioni e degli apprendimenti Indebolimento delle Autorità Educative Locali (LEA) 12 Livelli di governance dell’istruzione Esistono due livelli di governance che sono strettamente correlati Governance del sistema di istruzione definisce i contorni dell’autonomia delle scuole regola la struttura del settore (quanti e quali operatori) fissa le regole di “entrata e di uscita” Indirizza e incentiva il sistema verso gli obiettivi prioritari (programmazione) finanziamento valutazione del sistema Governance della scuola • chi utilizza l’autonomia istituzionale, in che modo e per quali fini? • Rappresenta insegnanti, genitori, autorita’ locale e comunita’ • Nomina il capo di istituto e il personale • Gestisce tutte le risorse economiche • Fissa gli obiettivi per il capo di istituto • Concorda il piano di miglioramento della scuola • Salvaguardia la ricchezza finanziaria e la vitalità accademica della scuola • Garantisce l’accountability verso l’esterno 13 Il funzionamento dei quasi mercati dell’istruzione Competizione basata sulle risorse: studenti, personale, contributi …. Managerialita’: ridisegnare i processi di direzione per accompagnare il cambiamento strategico Imprenditorialita’ civile: liberta’ e parita’ della societa’ civile Valutazione istituzionale: dei risultati di oggi e della capacita’ di miglioramento Differenziazione istituzionale: mission, carattere distintivo della scuola …. 14 Mobilita’ delle risorse: conoscenza delle opportunita’ e convenienza a spostarsi Sommario Perché investire sulla scuola, chi dovrebbe investire e in che modo Il punto di vista della teoria del capitale umano Sistemi di Governance dell’istruzione Esperienze in campo internazionale Il caso italiano Posizionamento rispetto al contesto internazionale I limiti all’autonomia della scuola limiti intrinseci dell’attuale quadro normativo gap tra modello normativo e modello reale I limiti della scuola a cogliere la sfida del Capitale Umano 15 La situazione in Italia Il settore non statale, esclusa la scuola dell’infanzia, comprende solo il 5% di utenti Il settore statale comprende oltre un milione e centomila addetti tra docenti (825 mila) e altro personale (273 mila amministrativi e bidelli) Il ministero ha 10 mila dipendenti amministrativi di cui l’80% negli uffici periferici. Ispettori e “distaccati” sono soltanto l’8,2% Devolution e Policentrismo sono in ritardo Il nostro e’ un monopolio statale che si e’ decentrato in termini amministrativi! 16 Chi decide sugli ambiti di governance Personale Risorse Finanziarie Curriculo Organizzazione 17 Risorse Materiali I cinque circoli viziosi della gestione del personale 1. remunerazioni non competitive + scarse possibilità di carriera + crescente complessità delle competenze richieste + ambiente di lavoro poco stimolante = non attrazione di “talenti” 2. appiattimento retributivo + mancanza di valutazione = non riconoscimento delle professionalità 3. salari uguali per tutti + limitata differenziazione del lavoro insegnante + assenza di concrete opportunità di carriera non necessariamente amministrative (formatori, ricercatori)= assenza di prospettive di carriera 4. carenze storiche su formazione specifica + formazione in servizio a pioggia = scarse possibilità di sviluppo professionale + formazione defocalizzata 5. assenteismo + supplenze + mobilità schizofrenica = mancanza di continuità educativa (+ crescita dei costi) statalizzazione del sistema + centralizzazione della gestione = uniformazione (la scuola non riesce a fare la differenza) 18 I vincoli effettivi alla gestione delle altre risorse Le spese del personale sono nel bilancio dello “Stato” Finanziamenti statali in costante diminuzione (tra il 2001 e il 2004 sono scesi a meno del 50%) Spostamento di costi a carico delle scuole (vedi revisori) Scarsa diversificazione delle fonti di finanziamento (2,2% rispetto a 5,6% dei fondi non pubblici a livello europeo) Finanziamenti concessi in ritardo (e bilanci approvati sistematicamente in ritardo) Finanziamenti prevalentemente a destinazione vincolata o che disattendono nella sostanza le previsioni normative La gestione degli immobili e in certi casi di attrezzature e laboratori, e’ esterna alla scuola Difficolta’ di programmare in modo coordinato obiettivi, attivita’ e risorse: attrezzature senza spazi, laboratori senza attrezzature; attività di potenziamento e recupero senza ore docenti Gestione day to day e gestione per emergenze 19 Sommario Perché investire sulla scuola, chi dovrebbe investire e in che modo Il punto di vista della teoria del capitale umano Sistemi di Governance dell’istruzione Esperienze in campo internazionale Il caso italiano Posizionamento rispetto al contesto internazionale I limiti all’autonomia della scuola limiti intrinseci dell’attuale quadro normativo gap tra modello normativo e modello reale I limiti della scuola a cogliere la sfida del Capitale Umano 20 I limiti della scuola Limiti dei modelli organizzativi e degli stili di leadership Carenze nei sistemi di Gestione strategica: Pianificazione strategica Responsabilizzazione organizzativa e incentivazione Monitoraggio della performance Autovalutazione della qualita’ Apprendimento organizzativo 21 Modelli organizzativi e stili di leadership Management per procedure Management collegiale Anarchia organizzata Management politico Management per obiettivi Compiti Lavoro di gruppo Libertà individuale Rappresentanza di interessi contrapposti Risultati della gestione Definiti dall’esterno Condivisi internamente Ambigui Frutto del compromesso Top down Stato Docenti e Studenti (comunità) Docenti Gruppi d’interesse Mercato Strutture formali, leggi e regolamenti Task force, team interfunzionali Loosely coupled Commissioni rappresentative Gerarchia manageriale Processi decisionali Svuotati di rilevanza Partecipazione democratica Non intenzionali (Garbage can) Arena politica: risoluzione dei conflitti Formali, Razionali Sistemi di controllo Burocratico Controllo di gruppo Autocontrollo Controllo sociale Scostamenti dagli obiettivi e dal budget Ispettivo Gestore di cultura Leader “shadow” Mediatore Direttore Generale CRITERI Focus Obiettivi Stakeholder prevalenti Integrazione interna Stile di leadership Conclusioni “ Add your company slogan ” L’autonomia praticabile LOGO 23 Il progetto Performance Management Strategico Fornire alla scuola strumenti di direzione strategica per allineare i comportamenti organizzativi alle priorità Gestire le variabili organizzative e di contesto che incidono sugli apprendimenti degli studenti Monitorare la multidimensionalità della performance Collegare strategia, budgeting e performance 24 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Progettazio ne del modello di Budgeting Fase 6 Definizione del sistema di Reporting gestionale Mission e strategia 1. Analisi del contesto esterno e fattori di cambiamento: minacce e opportunità 2. Analisi delle risorse e delle competenze organizzative: forze e debolezze 3. Ridefinizione della missione istituzionale 4. Traduzione della mission in temi strategici (strategic issue) 25 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Fase 6 Progettazio ne del modello di Budgeting Definizione del sistema di Reporting gestionale Processi e attività della scuola • Analisi delle attività e dei processi interni della scuola • Condivisione della mappa delle attività • Workshop cognitivi per la mappatura degli obiettivi strategici • Descrizione di sintesi dell’intero tema strategico • Definizione grafica del tema strategico 26 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Progettazio ne del modello di Budgeting Fase 6 Definizione del sistema di Reporting gestionale Indicatori di performance • • • • Individuazione di “Key Performance Indicators” per l’intero tema strategico (outcome) Analisi dei singoli obiettivi strategici e ricerca degli indicatori di output, processo, input Selezione e scelta del set di indicatori di monitoraggio dei temi strategici Costruzione della scheda anagrafica degli indicatori: significato, polarità, frequenza, fonte di provenienza, responsabile del dato, modalità di calcolo, qualità del dato … 27 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Progettazio ne del modello di Budgeting Fase 6 Definizione del sistema di Reporting gestionale Sperimentazioni school-based • Raccolta di dati sugli indicatori di performance della scuola • Messa a punto del sistema organizzativo di rilevazione delle informazioni (fonti di informazioni, basi documentali, referenti, ecc.) • Analisi storica di trend della performance • Definizione della soglia di accettabilità • Discussione sul livello dei target strategici per i prossimi 3-5 anni • Condivisione e comunicazione dei target strategici 28 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Fase 6 Progettazion e del modello di Budgeting Definizione del sistema di Reporting gestionale Modello di budgeting • Elaborazione dei piani d’azione per il raggiungimento dei target strategici: programmi di attività, progetti, assegnazione dei compiti, ecc. • Programmazione del costo dei programmi di attività e dei progetti (costi finanziari e oneri figurativi) • Quantificazione dell’effettivo fabbisogno di finanziamento (costi a bilancio) • Analisi delle fonti di copertura del fabbisogno finanziario •Documentazione del budget economico e del programma annuale 29 Fasi operative Fase 1 Fase 2 Identificazione dei temi strategici della scuola Fase 3 Fase 4 Definizione Costruzion degli e della indicatori Testing mappa di performanc strategica e Fase 5 Progettazion e del modello di Budgeting Fase 6 Definizione del sistema di Reporting gestionale Sistema di Reporting gestionale • Elaborazione del reporting bilanciato per chiavi di lettura (prospettive della gestione) • Prospettiva degli apprendimenti degli studenti (Key Performance Indicators) • Prospettiva dell’efficacia del processo didattico • Prospettiva della partecipazione e del soddisfacimento di studenti, famiglie e stakeholder • Prospettiva dello sviluppo delle risorse umane • Prospettiva dello sviluppo dei sistemi organizzativi • Prospettiva economica di sostenibilità della mission (proventi, costi, patrimonio) 30 Strumenti di supporto Fase 1. Temi strategici Metodologie di svolgimento Strumenti di supporto Modalità operative Workshop di presentazione Focus group Questionario di analisi strategica in sede Raccolta e analisi documenti a distanza Fase 2. Mappe strategiche Workshop mappe cognitive EduMan Technology in sede Fase 3. Indicatori di performance Focus group EduMan Technology in sede Fase 4. Testing Focus group Fase 5. Budgeting workshop raccolta materiale EduMan Technology Fase 6. Reporting Raccolta materiale Workshop finale EduMan Technology raccolta materiale a distanza EduMan Technology raccolta materiale in sede a distanza in sede a distanza in sede a distanza 31 Documenti del Performance Management Strategico A) Analisi strategica B) Formulazione della strategia C) Mappa grafica del tema D) Schede anagrafiche degli indicatori E) Schede di reporting 32 Tema strategico: “prevenzione e recupero della dispersione scolastica” • Direzione Didattica 3° Circolo - Ravenna • Direzione Didattica 9° Circolo - Ravenna 33 A) Analisi strategica PREVENZIONE E RECUPERO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA In tutte le scuole è fortemente presente il problema del disagio che interessa diversi alunni sul piano comportamentale e/o degli apprendimenti. Il fenomeno negli ultimi anni ha assunto una dimensione sempre piú ampia, diversificata e complessa, a causa di trasformazioni sociali e di movimenti migratori sopraggiunti nel nostro territorio. In questo contesto la scuola si trova di fronte alla necessità di ricercare e sperimentare strategie di intervento per far fronte alla complessità del fenomeno. Per questa ragione, anche al fine di procedere in modo più mirato con interventi che producano risultati tangibili, negli ultimi due anni scolastici , da appositi gruppi di lavoro costituiti nelle nostre scuole sul tema della dispersione, sono state individuate alcune tipologie che connotano il fenomeno stesso: Disturbi della sfera affettivo-relazionale (iperattività, deficit dell’attenzione, atteggiamenti oppositivo provocatori, carenze dell’autonomia, ecc); Situazioni di disagio familiare e scolastico anche di alunni provenienti da famiglie benestanti; Casi di affido in strutture e in famiglia; Mancata certificazione, per volere delle famiglie, ai sensi della L.104/92 anche in presenza di forti deficit negli apprendimenti e soprattutto per gravi disturbi a livello emotivo, affettivo e relazionale. Per una prima forma di monitoraggio quantitativo, nelle nostre di rilevazione, che fornisce dati relativi ai seguenti indicatori: - n. n. n. n. n. alunni alunni alunni alunni alunni con con con con con scuole è stata elaborata un’apposita scheda difficoltà in ambito linguistico. difficoltà in ambito logico-matematico. difficoltà in ambito linguistico e logico matematico. problemi comportamentali e/o affettivo relazionali. frequenza irregolare che si ripercuote sugli apprendimenti. Relativamente all’anno scolastico 2005/06, alla data di settembre 05, sono emersi nelle nostre scuole i seguenti dati: Dati del 9° Circolo alunni in difficoltà di cui Ambito linguistico Ambito logico matematico Ambito linguistico e logico matematico Problematiche relazionali e/o comportamentali Frequenza Irregolare 131 17 9 60 34 11 con una percentuale sul totale di 907 alunni, pari a circa il 14% dati del 3° Circolo alunni in difficoltà di cui Ambito linguistico Ambito logico matematico Ambito linguistico e logico matematico Problematiche relazionali e/o comportamentali Frequenza Irregolare 76 4 7 30 31 4 con una percentuale sul totale di 674 alunni, pari a circa l’11%. 34 B) Formulazione della strategia ATTIVITÀ DIDATTICA ORDINARIA Nell’ambito dell’attività didattica ordinaria nella classe di riferimento, per gli alunni che presentano difficoltà d’apprendimento, si procede a: Ridurre in modo selettivo gli obiettivi e i contenuti delle discipline per gli alunni che presentano carenze minime (percorso facilitato). Andrà prestata particolare attenzione all’individuazione dei contenuti essenziali all’acquisizione delle competenze disciplinari. Questo permetterà comunque all’alunno di seguire la programmazione di classe e di raggiungere, potenzialmente, la sufficienza assoluta Organizzare attività di tutoraggio agli alunni svantaggiati da parte dei compagni più dotati, supportando i medesimi con strumenti che individuino contenuti, compiti, strategie del supporto. Attivare metodologie e modalità di lavoro, anche attraverso l’uso di materiale strutturato, che veicolino i contenuti e facilitino gli apprendimenti. Le strategie di facilitazione saranno usate per tutta la classe. Un possibile esempio sono i giochi fonologici in prima elementare che di fatto servono ai bambini che non possiedono ancora un linguaggio pre-convenzionale, ma che rinforzano tale competenza anche in chi lo possiede. INTERVENTI EDUCATIVO-DIDATTICI INTEGRATIVI Rientrano in questa attività, iniziative aggiuntive rispetto all’attività ordinaria. Esse si qualificano Per tipologia: laboratori attività organizzate in aule strutturate, quali ad es. i laboratori di informatica, manipolativi, musicali ecc., che mirano ad un apprendimento di tipo disciplinare spesso mediato da strumenti, anche multimediali. attività laboratoriali di potenziamento e recupero delle abilità di base. Ad es laboratori linguistici, metacognitivi, motori, nei quali attraverso metodologie, giochi, materiali idonei e software specifico, si mira al recupero di competenze cognitive e trasversali. Laboratori presenti sul territorio, organizzati da altri Enti e di solito tematici, estremamente utili perché massificano e concretizzano conoscenze astratte. I laboratori si rivelano particolarmente utili in tutti i casi di svantaggio determinato da deprivazione socio-culturale, in quanto decondizionano modalità di pensiero povere e poco strutturate con un’incidenza positiva sul loro potenziamento. Per modalità organizzative: gruppi di lavoro degli alunni Il lavoro di gruppo, non deve essere considerato semplice accorpamento di alunni, ma deve essere supportato da tecniche e strategie che migliorino le relazioni e i comportamenti individuali, offrano all’alunno la possibilità di sperimentare di persona i concetti/conoscenze, costituiscano una risorsa educativa e didattica in cui è possibile costruire con gli altri la propria mappa cognitiva e la propria personalità. Il lavoro di gruppo, se ben organizzato, oltre a creare benessere relazionale e responsabilità negli alunni, offre anche il vantaggio di poter gestire meglio le situazioni di disagio, di demotivazione o di disturbo dell’apprendimento. I gruppi saranno costituiti in base a differenti criteri prescelti dai docenti in relazione a fattori situazionali. In generale, si potranno costituire i seguenti gruppi: gruppi di livello: alunni con la stessa tipologia di difficoltà 35 1. TEMA STRATEGICO - PREVENZIONE DISPERSIONE SCOLASTICA ATTIVITA' DIDATTICA ORDINARIA Percorso facilitato con riduzione obiettivi/contenuti didattici Tutoring alunni Utilizzo di materiale estrategie di facilitazione INTERVENTI EDUCATIVI/DIDATTICI INTEGRATIVI Attività laboratoriali Gruppi di lavoro degli alunni MESSA A PUNTO DI STRUMENTI DIAGNOSTICI E PROGETTUALI Mirati su tipologia difficoltà di apprendimento Condivisi REALIZZAZIONE PERCORSI INDIVIDUALIZZATI (PDI) Conformita' del PDI alla scheda Definzione di obiettivi realmente perseguibili TEAM DI PROGETTO Supporto tecnico ai docenti di classe nell'utilizzo degli strumenti diagnoistici e nella definizione dei PDI Monitoraggio e valutazione sugli esiti degli strumenti diagnostici e progettuali Sensibilizzazione culturale rivolta ai docenti per la diffusione degli strumenti diagnoistici e del PDI GESTIONE ORARIO LEZIONI Messa a punto di criteri funzionali GESTIONE SPAZI DIDATTICI Acquisizione di nuovi spazi Razionalizzazione del lay out Messa a punto di criteri funzionali FORMAZIONE Strategie per il recupero degli apprendimenti Terapia Breve Strategica acquisizione di fondi e razionalizzazione delle politiche di destinazione FAMIGLIE Coinvolgimento nella progettazione dei PDI RACCORDO CON SCUOLE MEDIE E DELL'INFANZIA A.S.L./ SERVIZI SOCIALI/ ASSOCIAZIONI assistenti sociali Psicologo Educatori operatori delle associazioni ENTI LOCALI Attività di pianificazione e coordinamento interistituzionale (spazi, lay out, ecc.) Promozione di un sistema integrato per interventi sinergici sulla dispersione Communicazione PDI alle scuole medie Gruppi di lavoro congiunti LEADERSHIP E SVILUPPO ORGANIZZATIVO Sportello Ascolto per famiglie Potenziamento della delega alle funzioni strumentali Promozione di alleanze strategiche con scuole di pari grado 36 SCHEDA ANAGRAFICA INDICATORE Tema strategico Prospettiva Attività Descrizione obiettivi attività Indicatori di Performance Tipologia di unità di misura: Polarità: Frequenza della rilevazione: Fonte dell’informazione Chi raccoglie i dati: Formula matematica: Qualità dei dati: Performance storica Soglia di accettabilità Target: Spiegazione dei target Progetti Programma annuale in euro 37 SCHEDA ANAGRAFICA INDICATORE Tema strategico: prevenzione e recupero dispersione scolastica Descrizione obiettivi: Prospettiva: Key performance indicators raggiungimento della sufficienza relativa o assoluta degli apprendimenti in modo autonomo Indicatori di Performance: Bambini a Rischio / Bambini Totali N. Bambini a Rischio con PDI / Bambini a Rischio N. Bambini a Rischio Sufficienza relativa/ Bambini Rischio N. Bambini a Rischio Sufficienza assoluta/ Bambini Rischio Tipologia di unità di misura: in % Polarità: % alte sono positive Modalità di calcolo: rapporto percentuale Frequenza della rilevazione: annuale Fonte dell’informazione: docenti Chi raccoglie i dati: responsabile di progetto Qualità dei dati: affidabile Performance storica: 14% Soglia di accettabilità: Raggiungere il 75% dei bambini a rischio con SR dopo 5 anni Raggiungere il 20% dei bambini a rischio con SA dopo 5 anni Raggiungere il 50% dei bambini a rischio con PDI Target: Ottenere una crescita annua del 15% Spiegazione dei target: Immaginare un aumento del 100% della soglia di accettabilità è impossibile con le risorse e gli scenari futuri Budget annuale Costo differenziale: € 129.676 Costo pieno: 38 E) Scheda di Reporting (esempio) Obiettivi Partecipazione e soddisfazione degli utenti e stakeholder L’ambiente scolastico è sicuro e stimolante. Misure di performance Frequenza - % di studenti assenti 15 giorni o meno Scuola elementari Scuole medie Scuole superiori Frequenza – giorni medi in ritardo (solo elementare) Rating da parte degli studenti del Clima scolastico Partecipazione in attività extracurriculari – scuole superiori Riconoscimenti ottenuti in programmi statali e nazionali Percezione di sicurezza Genitori Studenti I genitori sono coinvolti e soddisfatti Percezione di qualità, responsabilità e comunicazione La comunità è coinvolta ed ha una percezione positiva Ore di volontari Donazioni Numero di organizzazioni della comunità coinvolte Unità di misura 1999-00 Corrente 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 Target 2004-05 2005-06 Δ Δ + + 89% 88% 76% 6 89% 89% 80% 6 91% 91% 82% 5,5 90% 88% 81% 5,6 92% 90% 83% 5,25 93% 92% 84% 5,1 94% 93% 85% 5 - -- 59% 59% 57% 60% 61% 63% + 37% 54% 61% 60% 64% 66% 70% n. riconoscimenti da parte del board % di coloro che concordano con la domanda che la scuola e’ un posto sicuro % di genitori che assegnano una valutazione pari o superiore a 7 su una scala di 10 * -- 55 82 94 100 105 110 + Δ --- 88% 75% 90% 77% 91% 77% 92% 78% 93% 79% 94% 80% + -- 80% 82% 83% 84% 85% 86% Ore totali $ ammontare Numero totale di partner * -- 720 -572 752 baseline 600 800 -- 610 -513 786 * 508 $919256 517 625 650 % di studenti Media dei giorni di ritardo per studente % di studenti che assegnano una valutazione pari o superiore a 7 su una scala di 10 % di studenti LEGENDA: * trend in crescita e incontra il target 02-03; + trend in crescita – non incontra il target 02-03; Δ = superiore al 99-00 ma crescita piccola o stazionaria; - decrescita dal 1999-2002; ! = risultati finali molto bassi. 39