Lettere e Rubriche
LETTERE AL SECOLO XIX
PIAZZA PICCAPIETRA 21
16121 GENOVA
(MAX 1400 BATTUTE)
10 ottobre 2006, Martedì •
39
E-mail: [email protected]
DITELO A MAGGIANI
LA LAUREA
NON VALE NULLA
o letto ieri alcuni articoli
H
su un giovane che ha per­
so la madre e ha difficoltà per
trovare un posto di lavoro.
Io sono un laureato che ha
avuto dei problemi e difficoltà
nel completare gli studi e ora,
a 32 anni, sono tagliato fuori
da mercato del lavoro in quan­
to al giorno d’oggi le aziende
considerano vecchio un over
25 anni.
Volevo chiedere se vi trovate
d’accordo. Un tempo lo studio
valeva per valutare una perso­
na, le energie e i sacrifici inve­
stiti dalla persona e dalla fa­
miglia venivano considerati.
Ora vale solo il nulla.
Daniele Geraci
e­mail
LA JUVE VITTIMA
DI UN’INGIUSTIZIA
iniziata la campagna gior­
E’
nalistica contro gli “scon­
ti” all’arbitrato; alla luce di
tutto quanto è successo (vedi
Inter­cettazioni), delle senten­
ze nei riguardi delle altre
squadre (Milan in champion),
della cosiddetta pulizia delle
società (che solo la Juve ha
fatto), cio’ che verra modifica­
to alla Juve non potrà mai ri­
sarcirla dall’enorme Ingiusti­
zia che le è stata perpetrata.
La sperequazione di tratta­
mento è talmente evidente da
parere imbarazzante.
Chi parla di sconti nei con­
fronti della Juve non ha il mi­
nimo senso di Giustizia e
equità, oppure è semplice­
mente in malafede.
Roberto Casadio
Pegli (GE)
CHIESA INVADENTE
SULLE SCELTE ETICHE
eggo sulla stampa odierna
Lconcesso
che Papa Benedetto XVI ha
altri due anni di vita
tax
alla “favola” del limbo (luogo
ai margini del Paradiso dove
vengono mandate le anime dei
bimbi non battezzati). Fin qui
tutto bene anche per me non
credente. Sennonché, si ag­
giunge, sono considerati non
battezzati anche gli embrioni.
A questo punto entriamo in un
campo minato da cui, a mio
parere,la Chiesa dovrebbe star
fuori. Dopo gli embrioni di­
squisiscono sui cordoni ombe­
licali, e poi sull’aborto, ed an­
cora sul divorzio e buon ulti­
mo sull’eutanasia.
Personalmente, di favole ne
racconto molte ai miei nipoti­
ni, ma nessuna finisce mai con
la prevaricazione dei diritti
degli altri. Il problema sorge
poi, per il fatto che, trasversal­
mente ai partiti, nel Parlamen­
to, ci sia una maggioranza che
di queste favole fa un credo
politico. Penso a quanti illustri
divorziati, che si proclamano
cattolici, con disinvoltura de­
gna di miglior causa, sposano
tutte le posizioni oltranziste
della Chiesa con l’obiettivo
evidente di guadagnarsi la fi­
ducia dell’elettorato religioso;
posizioni che in molti casi fre­
nano la ricerca (embrioni e
cellule staminali) e in altri le­
dono i diritti fondamentali
dell’individuo. Io, per esem­
pio, sono per una morte digni­
tosa, con poca sofferenza per
me stesso ma anche per i miei
cari, insomma sono per l’euta­
nasia. La legge, grazie alle po­
sizioni della Chiesa, me lo im­
pedisce obbligandomi ad una
scappatoia: se avrò la fortuna,
in caso di grave malattia, di
scoprirlo per tempo porrò fine
da solo alla mia esistenza e li
avrò così “fregati” tutti. Viete­
ranno ai miei di portarmi in
Chiesa, ma non mi importa
perché nelle mie disposizioni
post morte è tutto previsto. In
caso contrario ho già predi­
sposto il testamento biologico.
Merello Giuseppe
e­mail
SARA ARMELLA / FRANCESCA BALZANI
corner
IRAP, ISTRUZIONI PER L’USO
DOPO LA SENTENZA DELLA UE
ome tantissimi altri contribuenti ho aderito, l’anno
scorso, alla battaglia contro l’Irap, dato che si diceva
fosse in contrasto con le norme europee.
Ora la doccia fredda, abbiamo letto che l’Irap è stata
dichiarata, contrariamente a quanto tutti pensavano, perfettamente valida.
E adesso cosa succede?
Si rischia di rimetterci anche dei soldi?
Giuseppe
Bordighera
C
Il lettore è giustamente spaesato. Dopo tante notizie
confortanti, l’Irap è stata dichiarata legittima dalla Corte di
Giustizia lo scorso 3 ottobre (la sentenza è la numero
C-475/03 e si trova pubblicata sul sito www.curia.europa.eu).
Come tutti ricorderanno, la vicenda nasce nel 2003, quando la Banca popolare di Cremona, difesa dall’ex Ministro
delle finanze Fantozzi, intraprende una battaglia contro il
Fisco italiano, affermando che l’Irap sarebbe incompatibile
con la normativa comunitaria, perché rappresenterebbe un
“doppione” dell’Iva. Il giudice di Cremona decide di sottoporre la questione alla Corte di Giustizia europea, per
avere una pronuncia definitiva sul punto.
Da questo momento si diffonde la speranza del possibile
annullamento di una delle imposte più criticate e combattute dai contribuenti, rafforzata dal fatto che prima il
veterano degli Avvocati generali presso la Corte di Giustizia (il signor Jacobs), poi la collega Stix-Hackl pronunciano autorevoli arringhe in cui chiedono che l’Irap sia
dichiarata illegittima. Considerando gli effetti dirompenti di
una pronuncia di questo tipo sui conti pubblici italiani,
entrambi gli Avvocati generali propongono alla Corte di
evitare che la pronuncia di annullamento possa avere
effetti retroattivi. In sostanza, si chiede che la sentenza
annulli l’Irap per il futuro e ammetta i rimborsi solo a favore
dei contribuenti già attivatisi prima della pubblicazione
della pronuncia.
Ecco allora la ragione delle tante richieste di rimborso
proposte prima del 3 ottobre (ne sono state calcolate circa
140.000). Ora che la sentenza ha dato torto ai contribuenti
italiani cosa succederà alle domande già avviate?
Bisogna distinguere tre situazioni: se il contribuente è un
lavoratore autonomo che ha proposto la domanda di
rimborso sia per il fatto di essere un piccolo professionista
che per le ragioni di incompatibilità comunitaria, la questione è ancora aperta, e la causa proseguirà per stabilire
se è dovuta l’Irap da parte degli autonomi privi di organizzazione.
Diverso è il discorso per chi ha proposto la domanda di
rimborso motivata solo dalle questioni di incompatibilità
comunitaria: in questo caso, se ci si è limitati a inoltrare
l’istanza all’Agenzia delle entrate e non si è ancora iniziata
la causa di rimborso, è tempo di lasciar perdere. Se il
giudizio è già stato intrapreso, occorrerebbe un’intesa tra il
difensore e l’Ufficio per fare in modo che la rinuncia al
ricorso sia accompagnata dalla compensazione delle spese processuali: in questo caso, infatti, si scongiura il
rischio che vi sia una condanna del contribuente a rimborsare all’Agenzia le spese per la difesa.
Indirizzare i quesiti a:
Tax corner, c/o Il Secolo XIX,
piazza Piccapietra 21, 16121 Genova
fax: 010.5956060
e-mail: [email protected]
MAURIZIO MAGGIANI
[email protected] - fax 010.57092.40
P.zza Piccapietra 21 - 16121 Genova
SOGNO LA RIVOLTA DELL’AUDITEL
ostanzo, Vittorio Emanuele e Vanna Marchi. Voglio ringraC
ziare Maurizio Costanzo che nel suo programma su Canale
5 ha consentito a tutti noi di ascoltare le perle di saggezza di
quei due squisiti personaggi che rispondono al nome di Vittorio
Emanuele e Vanna Marchi. C’era veramente bisogno di un po’
di televisione che si distaccasse da quel filone di pura evasione
e di meschino intrattenimento, per poter ascoltare due figure
così profondamente intense dal punto di vista spirituale ed umano. Grazie dottor Costanzo, perché ora il suo colpo di genio mi
ha permesso di avere due nuovi punti di riferimento per la mia
sin qui misera e sconsiderata esistenza, stupidamente dedicata
alla ricerca dell’onestà, del rispetto del prossimo e della famiglia. Grazie ancora, adesso ho ritrovato la giusta via.
Silvio Zanchet
e-mail
o sono un’anziana, anzi, al di là di ogni superfluo eufemismo,
Inale
una vecchia: destinataria ideale quindi, secondo la sua persotassonomia, di quegli osceni, squallidi, degradanti spetta-
coli definiti al meglio “reality show”. Insieme ai puberi. Per puberi immagino lei intenda “implumi” o, più propriamente, adolescenti. Di conseguenza, il fior fiore della spazzatura televisiva
agli under 18 e agli over 60; anno più, anno meno. A questo
punto io non capisco. Non capisco la discriminazione, non capisco l’accostamento delle due fasce d’età come se gusti e bisogni fossero poi gli stessi, non capisco comunque perché le brutture solo a noi e a loro e a voi niente. Naturalmente sempre
nell’ottica della “destinazione”. Ma l’intelligenza dell’uomo non è
quell’ “unicum” che ci accompagna, si sviluppa, si arricchisce,
lungo tutto il percorso della vita? Un’ultima precisazione: la
spazzatura non mi attira per niente e la evito accuratamente
quando, nella ricerca spesso vana di qualcosa di decente, pratico lo zapping quasi con disperazione. Posso ora chiederle di
insegnarmi come si fa a “dare in massa segnali di rifiuto”? Io
sono capace solo a spegnere il televisore. Ma da sola.
M. C. C.
Genova
VIVA LE MODELLE
CON UN PO’ DI FORME
uone nuove dal mondo del­
la moda: basta con schele­
B
trici corpi ancheggianti in pas­
serella. Agli uomini piacciono
le formose ben distribuite.
Non scendere sotto la 42 è
d’obbligo; più carne sui fian­
chi meno svenimenti dietro le
quinte. L’armonia di un corpo
ancheggiante con qualche chi­
lo in più ben distribuito non
rovinerà la scena. Anzi, forse
aiuterà a risolvere i problemi
fisici e psicologici legati al ma­
gro a tutti i costi. Persino il
New York Times ha dedicato
una prima pagina alla campa­
gna del no alle modelle ano­
ressiche. Facciamo in modo
però che non sia il frutto di un
effimero cambiamento di gu­
sti e basta, ma che diventi una
regola di vita per tutte le ra­
gazze che vogliono calcare le
dorate passerelle dello sfavil­
lante mondo della moda.
Giuseppe Diotto
Torino
il bridge
Non è personale tassonomia, ma tassonomia di ben altri. In
circa cinquemila case d’Italia c’è un apparecchietto che
registra fedelmente ciò che gli abitanti di quella casa fanno
con il loro televisore; quando lo accendono e lo spengono,
cosa vedono e quando cambiano canale. Le industrie che
intendono fare pubblicità televisiva chiedono a società di
sicura esperienza di indicare loro quali programmi vedono i
possibili clienti delle loro merci e dei loro servizi; la pubblicità di quelle aziende è indispensabile per finanziare i programmi. Queste due cose messe assieme compongono la
fabbrica della programmazione televisiva: la televisione
commerciale e quella impropriamente definita servizio pubblico, mandano in onda ciò che i due indicatori dicono loro
di mandare in onda. Se c’è Costanzo è perché ci sono abbastanza persone che lo vedono per invogliare le aziende a
spenderci dei soldi in pubblicità. Costanzo e gli altri produttori e conduttori e autori televisivi ritengono di sapere
con esattezza a chi piace la loro roba: chi sono e quanti
sono, che età anno, che capacità di spesa hanno, ecc. questo è quanto. Se i cinquemila dell’apparecchietto chiamato
Auditel spegnessero per un mese i loro televisori durante i
programmi spazzatura, la televisione così come la conosciamo finirebbe morta e sepolta. Purtroppo non conosciamo i nomi e gli indirizzi dei cinquemila, altrimenti sarebbe
gradevole minacciarli e persino torturarli per estorcere loro
uno sciopero che salverebbe le anime e i cervelli di milioni
di cittadini. Perché i cinquemila non ci pensano per conto
loro? Perché sono un campione fedele di ’sto benedetto
Paese, e pare assodato che una bella fetta di Paese abbia il
problema di non saper che fare di diverso che accendere la
televisione e immergersi in un cassonetto colmo di ogni
spazzatura.
IL TEATRO
PIACERE DELL’ANIMA
M
i chiamo Mario Pulimanti
e sono un uomo triste
quando penso che mio padre è
morto 14 anni fa. Lui, poeta ed
artista, amava molto il teatro.
Ed oggi io sono particolarmen­
te contento: ho, difatti, rinno­
vato il mio abbonamento al
teatro Nino Manfredi di Ostia
per me, mia moglie Simonetta
e per il mio secondogenito
Alessandro. Il teatro Nino
Manfredi è “figlio” di alcuni
miei conterranei lidensi, che
l’anno scorso hanno acquisito
una costruzione che per tanti
anni ha funzionato come cine­
ma ristrutturandola totalmen­
te. Il Manfredi ha ben 300 po­
sti. Ed ha anche un nome im­
portante: quello del grande
attore Nino Manfredi che, con
i suoi bellissimi maglioni di
Missoni, con l’aria furba e bo­
giochi
UNA ELIMINAZIONE
PER FARE 5 QUADRI
TORNEO DI RUMMIKUB
AL BERIOCAFÉ DI GENOVA
PAOLO FASCE
GIOVANNI DELFINO
naria di chi aveva voglia di
raccontarsi, prima che gli altri
raccontassero lui, nonché una
robusta capacità di non pren­
dersi sul serio, ha costituito,
insieme a Tognazzi, Ma­
stroianni, Gassman e Sordi un
pokerissimo d’assi che per an­
ni ci hanno fatto divertire. Ed
ora il Teatro più importante di
Ostia si chiama come lui: Nino
Manfredi.
Di conseguenza
Ostia ha una programmazione
teatrale di livello nazionale:
tanto è vero che nella stagione
2006/2007 si alterneranno
sulla scena, tra gli altri, Pietro
Longhi, Mariano Rigillo, Arnol­
do Foà con Erica Blanc. E Luigi
De Filippo, figlio di Peppino. Il
teatro è un’arte antica, un po’
speciale, dove l’opera coincide
con l’artista. L’attore non è so­
lo il tramite di un’opera, è
l’opera stessa. In teatro, se non
c’è l’attore non solo non c’è
arte ma in fondo non c’è nean­
che… teatro. Almeno non nei
termini in cui teatro si fa e si
vede da ben tremila anni. Co­
me dice Giorgio Albertazzi: “Il
cinema è bello, ma se lui è la
pelle, il teatro è lo spirito”.
Mio padre, il poeta Antonio
Valeriano, ci confessava che il
reputava il teatro una forma
letteraria più completa rispet­
to al racconto e anche allo
stesso romanzo. Del resto, pa­
rafrasando il grande Nino: “Il
teatro è un piacere, se non è
buono, che piacere è?”.
Mario Pulimanti
Lido di Ostia (Roma)
AI LETTORI
Ricordiamo che da domenica vengono pubblicate in questa rubrica soltanto lettere firmate con nome e cognome.
Preghiamo i lettori di
contenere il testo in
1.500 battute.
galassia
solidarieta’
RICCARDO GROZIO
EMOZIONI IN SCENA
DALL’ UIC DI SAVONA
Liguria ha un’antica tradizione. L’ “Unione Italiana
abato 14 ottobre, dalle ore 16, il Beriocafé di Genova (via
bello vedere al proprio tavolo da bridge una mano
fu infatti fondata il 26 ottobre 1920 proprio a
Inciechi”
che viene dichiarata e giocata al massimo livello, S del Seminario 16, 010/5705416, www.beriocafe.it) ospite- Genova da Aurelio Nicolodi, cieco di guerra e primo
E’
rà
un
torneo
valido
quale
selezione
locale
per
il
Campionato
meglio ancora se tra vecchi amici.
Così ai Campionati Italiani a Squadre di qualche tempo fa,
giocando in coppia con mio fratello Ubaldo, ho ritrovato
Enrico Marchiori, simpaticissimo e bravo giocatore romano, che certamente ha avuto ottima scuola essendo stato il
genero del grandissimo Giorgio Belladonna.
Ecco una delle mani dell’incontro:
NORD
NORD
O
OVEST
VEST
Q953
K5
A943
AK2
K72
QJ106
2
109653
S
SUD
UD
AJ
98732
QJ
Q874
10864
A4
K108765
J
E
EST
ST
Dich. NORD, NORD/SUD in II
Nell’altra sala, come a pressoché tutti i tavoli del Campionato, questa è stata una mano senza storia: NORD ha
l’apertura di 1 Senza, SUD fa Stayman e conclude a 4
Picche: tre prese d’atout alla difesa e mantenuto impegno.
Da noi invece NORD ha dovuto aprire per sistema con 1
Fiori forte, mostrando da 16 punti in su, e così ha dato la
possibilità a Ubaldo in EST di inserirsi in prima contro
zona con una interferenza distruttiva: 1 Senza che con la
convenzione “Crash” mostrava una bicolore alternata, cioè
o Fiori-Cuori o Quadri-Picche. Marchiori in SUD ha dovuto
dire 2 Fiori per mostrare tre mezzi controlli (cioè un Asso e
un Re) e io in OVEST ho continuato l’azione distruttiva
dicendo 2 Picche, che era “naturale”, cioè a passare se il
compagno ha le Picche, il che è in questo caso è stato
anche un ottimo modo per togliere questo colore agli
avversari. NORD è passato e Ubaldo ha tolto a 3 Fiori,
chiarificando di avere Fiori e Cuori. Marchiori ha detto 3
Quadri ed io, non contento del marasma già creato in
campo avverso, sono saltato a 5 Fiori in difesa preventiva.
Dunque, potevamo dirci soddisfatti: dopo avere praticamente tolto dalle mani agli avversari il loro colore nobile,
avevamo trovato una difesa da tre down contro la manche
in zona, il che avrebbe significato un guadagno di 3 o 4
punti sulla mano. NORD mi ha infatti subito contrato, ma
Marchiori aveva capito bene la nostra convenzione: io
avevo mostrato preferenza a Picche, Ubaldo bicolore
Cuori – Fiori, e allora tutti e due dovevamo avere poche
Quadri, quindi il compagno doveva avere il fit, e allora ha
detto ancora 5 Quadri, che è diventato il contratto finale.
Ma, non bisogna perdere 3 Picche anche a 5 Quadri? No,
perché io non sono così veggente da attaccare Picche, e
su ogni altro attacco la mano diventa un classico della
tecnica della eliminazione: Asso e Re di Quadri, Asso e
Re di Cuori, Asso e Re di Fiori (via una Picche) e Fiori
taglio, e poi Picche di mano.
Ubaldo entra in presa con il Fante di Picche, ma poi dopo
l’Asso deve per forza giocare in taglio e scarto: sparisce
così l’altra Picche di mano e il contratto è mantenuto.
Italiano di Rummikub. “È il primo appuntamento di una serie
di incontri mensili – spiega Paolo Vanni, direttore artistico del
locale – in cui saranno proposti eventi legati al mondo dei
giochi intelligenti, di carte, da
tavolo, classici e nuovi”. Si
parte dunque col Rummikub,
che altro non è che la versione della Ravensburger del
noto gioco di carte Machiavelli. Dario De Toffoli è il coordinatore del Campionato
Italiano ed è stato autore di
un libro, edito nel 1989, proprio sul Machiavelli: “Sono diverse, ma marginali, le differenze tra Rummikub e Machiavelli. Nel primo si gioca con dei
tasselli e ci si serve di una clessidra per limitare il tempo di
gioco di ciascuno. Chi è appassionato di Machiavelli, provando l’altro si rende ben presto conto dei molti motivi per i quali
in Germania si vendono quasi trecentomila copie l’anno di
Rummikub: è molto più facile e piacevole da giocare”. L’iscrizione al torneo è libera e gratuita, e le altre selezioni italiane
toccano poche città italiane e tra queste proprio il capoluogo
ligure grazie alla ospitalità del Beriocafé che ha affidato
l’evento alla direzione di Paolo Andolfi: “Al torneo potranno
partecipare sfidanti di tutte le nazionalità, ma solo il migliore
classificato italiano sarà ammesso al Campionato ufficiale,
che si terrà a Rho, in provincia di Milano, il 28 ottobre.
Questo torneo sarà valido quale prova di qualificazione per il
Campionato del Mondo”. Andolfi è il genovese più qualificato
a vestire i panni di Direttore del Torneo in quanto qualche
anno fa ha partecipato al campionato “Il Giocatore dell’Anno”
disputato a margine del Festival Italiano dei Giochi, guadagnando una medaglia d’argento nel Rummikub proprio davanti a De Toffoli. “La collaborazione fra il nostro locale e le
Associazioni che si occupano di giochi – conclude Vanni – è
così stretta e proficua che il calendario delle presentazioni
dei giochi è già strutturato fino alla primavera. Abbiamo
deciso di inaugurare questo ciclo di incontri addirittura con
una manifestazione ufficiale; insomma, ribadendo quanto già
espresso nella stagione scorsa, per l’Abate il gioco è una
cosa seria”. Il Campionato del Mondo di Rummikub si svolgerà in Olanda, precisamente a Maastricht, dal 3 al 6 novembre. Dario Zaccariotto, veneziano, ha partecipato a quello
precedente che si è disputato a Saint Moritz: “Si è trattato di
un’esperienza bellissima. Ravensburger ama fare le cose in
grande, così ci siamo trovati a giocare in posti incredibili. Una
volta, addirittura, su di un ghiacciaio!”. Se queste sono le
abitudini, c’è da aspettarsi una partita al tavolo del celebre
trattato di Maastricht. Chi vuole saperne di più sul Rummikub
può consultare il sito www.berio.it, per informazioni sul torneo: 010/5705416, [email protected].
Giocatore Genovese dell’Anno. La Ludoteca Labyrinth organizza la dodicesima edizione di questa maratona di giochi
che dura tutto l’anno. Domani sera parte il circuito mensile di
King, mentre venerdì sera è il turno di Whist. Si gioca presso
la sede della Casa della Legalità in via Piombelli 15 a Genova
Certosa a partire dalle ore 21.00. La Ludoteca Labyrinth
adotta da tempo una modalità d’iscrizione promozionale: i
curiosi possono partecipare gratuitamente ad un torneo (il cui
costo non supera mai i cinque euro) per una serata di prova.
Per informazioni www.genovaweb.org/labyrinth/.
[email protected]
presidente nazionale. Oggi si è trasformata in UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), per comprendere, nella
denominazione, anche gli ipovedenti. Fra i gruppi più
attivi nella nostra regione, la sezione di Savona si
distingue per dinamismo e creatività. Nata verso la fine
degli anni sessanta, l’UIC di Savona conta circa trecento
associati non vedenti e ipovedenti, a favore dei quali
svolge diverse attività. Si va dall’espletamento delle
pratiche per la pensione di cieco civile ai servizi di
accompagnamento, dalla fornitura di orologi parlanti a
quella di libri. Assai ricca e fornita è la biblioteca con testi
in braille e soprattutto cinquecento audiolibri che vengono
prodotti in un apposito studio di registrazione. L’associazione è coadiuvata da una struttura complementare ,
l’UNIVOC che comprende una trentina di volontari che si
prodigano per aiutare i non vedenti e gli ipovendenti. La
comoda sede di Via Ratti, nel centro di Savona, ospita tutti
i giorni numerosi iscritti. Qui si svolgono diversi corsi,
dall’alfabetizzazione informatica alla ceramica. Particolarmente apprezzata, quest ‘ultima attività coinvolge numerosi soci che periodicamente espongono le proprie
opere. Ma l’attiva sezione di Savona non si limita alle
tradizionali attività e grazie al giovanissimo presidente
Federico Melloni che guida dal 2001 l’Unione, esplora
nuove frontiere. La settimana scorsa l’UIC di Savona ha
messo in scena al Jo-Bamboo, il locale trendy di Via
Famagosta, uno spettacolo musicale e teatrale dal titolo
“Emozioni in scena”, con il patrocinio della Provincia di
Savona e di Banca Carisa. Per oltre tre ore si sono
alternati sul palco, di fronte ad una gremitissima platea,
artisti ipovedenti e non vedenti che hanno strappato
entusiastici applausi a scena aperta. Condotta dallo
stesso presidente Melloni e da Cristina Oneto di Telepace,
la serata ha offerto un ricco repertorio di musica leggera e
rock, con l’apprezzatissima esibizione di un artista tredicenne, mentre due attrici fiorentine hanno animato la parte
teatrale. Nell’occasione sono stata anche proiettate le
immagini di una partita di calcio fra non vedenti. “Lo
scopo dell’iniziativa – spiega Mellon - dimostrare che
nonostante la disabilità si può essere protagonisti sulla
scena. Credo che siamo riusciti nel nostro intento. I
numerosi spettatori in sala – qualcuno ne ha contati quasi
duecento – si sono potuti rendere conto della realtà della
nostra condizione che non ci impedisce di svolgere tutte
le attività, anche quelle artistiche e sportive. Certo, con
molta più fatica. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di
tutti, istituzioni in primis, per garantire ai nostri associati
non solo servizi standard ma anche nuove opportunità di
crescita e miglioramento della qualità della vita. Esprimo il
mio rammarico per il fatto che non siamo più riusciti ad
ottenere i volontari del servizio civile. Siamo passati in
breve tempo da sei a zero. Eppure ne abbiamo terribilmente bisogno, forse anche più di altre associazioni che li
hanno ottenuti. Nel frattempo ci rimbocchiamo le maniche
per assicurare servizi efficienti ai nostri soci, con l’auspicio
che tutti i cittadini ci aiutino sempre più. L’esempio dello
spettacolo “Emozioni in scena” è stato veramente straordinario in quanto finalmente abbiamo sentito tutto il calore di
un’intera città che ha voluto stringerci in un simbolico
abbraccio”.
UICI SAVONA
via Ratti 1-2, tel. 019 811645
17100 Savona
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Disponibile - Paolo Fasce