Lettere e Rubriche LETTERE AL SECOLO XIX PIAZZA PICCAPIETRA 21 16121 GENOVA (MAX 1400 BATTUTE) 10 ottobre 2006, Martedì • 39 E-mail: [email protected] DITELO A MAGGIANI LA LAUREA NON VALE NULLA o letto ieri alcuni articoli H su un giovane che ha per so la madre e ha difficoltà per trovare un posto di lavoro. Io sono un laureato che ha avuto dei problemi e difficoltà nel completare gli studi e ora, a 32 anni, sono tagliato fuori da mercato del lavoro in quan to al giorno d’oggi le aziende considerano vecchio un over 25 anni. Volevo chiedere se vi trovate d’accordo. Un tempo lo studio valeva per valutare una perso na, le energie e i sacrifici inve stiti dalla persona e dalla fa miglia venivano considerati. Ora vale solo il nulla. Daniele Geraci email LA JUVE VITTIMA DI UN’INGIUSTIZIA iniziata la campagna gior E’ nalistica contro gli “scon ti” all’arbitrato; alla luce di tutto quanto è successo (vedi Intercettazioni), delle senten ze nei riguardi delle altre squadre (Milan in champion), della cosiddetta pulizia delle società (che solo la Juve ha fatto), cio’ che verra modifica to alla Juve non potrà mai ri sarcirla dall’enorme Ingiusti zia che le è stata perpetrata. La sperequazione di tratta mento è talmente evidente da parere imbarazzante. Chi parla di sconti nei con fronti della Juve non ha il mi nimo senso di Giustizia e equità, oppure è semplice mente in malafede. Roberto Casadio Pegli (GE) CHIESA INVADENTE SULLE SCELTE ETICHE eggo sulla stampa odierna Lconcesso che Papa Benedetto XVI ha altri due anni di vita tax alla “favola” del limbo (luogo ai margini del Paradiso dove vengono mandate le anime dei bimbi non battezzati). Fin qui tutto bene anche per me non credente. Sennonché, si ag giunge, sono considerati non battezzati anche gli embrioni. A questo punto entriamo in un campo minato da cui, a mio parere,la Chiesa dovrebbe star fuori. Dopo gli embrioni di squisiscono sui cordoni ombe licali, e poi sull’aborto, ed an cora sul divorzio e buon ulti mo sull’eutanasia. Personalmente, di favole ne racconto molte ai miei nipoti ni, ma nessuna finisce mai con la prevaricazione dei diritti degli altri. Il problema sorge poi, per il fatto che, trasversal mente ai partiti, nel Parlamen to, ci sia una maggioranza che di queste favole fa un credo politico. Penso a quanti illustri divorziati, che si proclamano cattolici, con disinvoltura de gna di miglior causa, sposano tutte le posizioni oltranziste della Chiesa con l’obiettivo evidente di guadagnarsi la fi ducia dell’elettorato religioso; posizioni che in molti casi fre nano la ricerca (embrioni e cellule staminali) e in altri le dono i diritti fondamentali dell’individuo. Io, per esem pio, sono per una morte digni tosa, con poca sofferenza per me stesso ma anche per i miei cari, insomma sono per l’euta nasia. La legge, grazie alle po sizioni della Chiesa, me lo im pedisce obbligandomi ad una scappatoia: se avrò la fortuna, in caso di grave malattia, di scoprirlo per tempo porrò fine da solo alla mia esistenza e li avrò così “fregati” tutti. Viete ranno ai miei di portarmi in Chiesa, ma non mi importa perché nelle mie disposizioni post morte è tutto previsto. In caso contrario ho già predi sposto il testamento biologico. Merello Giuseppe email SARA ARMELLA / FRANCESCA BALZANI corner IRAP, ISTRUZIONI PER L’USO DOPO LA SENTENZA DELLA UE ome tantissimi altri contribuenti ho aderito, l’anno scorso, alla battaglia contro l’Irap, dato che si diceva fosse in contrasto con le norme europee. Ora la doccia fredda, abbiamo letto che l’Irap è stata dichiarata, contrariamente a quanto tutti pensavano, perfettamente valida. E adesso cosa succede? Si rischia di rimetterci anche dei soldi? Giuseppe Bordighera C Il lettore è giustamente spaesato. Dopo tante notizie confortanti, l’Irap è stata dichiarata legittima dalla Corte di Giustizia lo scorso 3 ottobre (la sentenza è la numero C-475/03 e si trova pubblicata sul sito www.curia.europa.eu). Come tutti ricorderanno, la vicenda nasce nel 2003, quando la Banca popolare di Cremona, difesa dall’ex Ministro delle finanze Fantozzi, intraprende una battaglia contro il Fisco italiano, affermando che l’Irap sarebbe incompatibile con la normativa comunitaria, perché rappresenterebbe un “doppione” dell’Iva. Il giudice di Cremona decide di sottoporre la questione alla Corte di Giustizia europea, per avere una pronuncia definitiva sul punto. Da questo momento si diffonde la speranza del possibile annullamento di una delle imposte più criticate e combattute dai contribuenti, rafforzata dal fatto che prima il veterano degli Avvocati generali presso la Corte di Giustizia (il signor Jacobs), poi la collega Stix-Hackl pronunciano autorevoli arringhe in cui chiedono che l’Irap sia dichiarata illegittima. Considerando gli effetti dirompenti di una pronuncia di questo tipo sui conti pubblici italiani, entrambi gli Avvocati generali propongono alla Corte di evitare che la pronuncia di annullamento possa avere effetti retroattivi. In sostanza, si chiede che la sentenza annulli l’Irap per il futuro e ammetta i rimborsi solo a favore dei contribuenti già attivatisi prima della pubblicazione della pronuncia. Ecco allora la ragione delle tante richieste di rimborso proposte prima del 3 ottobre (ne sono state calcolate circa 140.000). Ora che la sentenza ha dato torto ai contribuenti italiani cosa succederà alle domande già avviate? Bisogna distinguere tre situazioni: se il contribuente è un lavoratore autonomo che ha proposto la domanda di rimborso sia per il fatto di essere un piccolo professionista che per le ragioni di incompatibilità comunitaria, la questione è ancora aperta, e la causa proseguirà per stabilire se è dovuta l’Irap da parte degli autonomi privi di organizzazione. Diverso è il discorso per chi ha proposto la domanda di rimborso motivata solo dalle questioni di incompatibilità comunitaria: in questo caso, se ci si è limitati a inoltrare l’istanza all’Agenzia delle entrate e non si è ancora iniziata la causa di rimborso, è tempo di lasciar perdere. Se il giudizio è già stato intrapreso, occorrerebbe un’intesa tra il difensore e l’Ufficio per fare in modo che la rinuncia al ricorso sia accompagnata dalla compensazione delle spese processuali: in questo caso, infatti, si scongiura il rischio che vi sia una condanna del contribuente a rimborsare all’Agenzia le spese per la difesa. Indirizzare i quesiti a: Tax corner, c/o Il Secolo XIX, piazza Piccapietra 21, 16121 Genova fax: 010.5956060 e-mail: [email protected] MAURIZIO MAGGIANI [email protected] - fax 010.57092.40 P.zza Piccapietra 21 - 16121 Genova SOGNO LA RIVOLTA DELL’AUDITEL ostanzo, Vittorio Emanuele e Vanna Marchi. Voglio ringraC ziare Maurizio Costanzo che nel suo programma su Canale 5 ha consentito a tutti noi di ascoltare le perle di saggezza di quei due squisiti personaggi che rispondono al nome di Vittorio Emanuele e Vanna Marchi. C’era veramente bisogno di un po’ di televisione che si distaccasse da quel filone di pura evasione e di meschino intrattenimento, per poter ascoltare due figure così profondamente intense dal punto di vista spirituale ed umano. Grazie dottor Costanzo, perché ora il suo colpo di genio mi ha permesso di avere due nuovi punti di riferimento per la mia sin qui misera e sconsiderata esistenza, stupidamente dedicata alla ricerca dell’onestà, del rispetto del prossimo e della famiglia. Grazie ancora, adesso ho ritrovato la giusta via. Silvio Zanchet e-mail o sono un’anziana, anzi, al di là di ogni superfluo eufemismo, Inale una vecchia: destinataria ideale quindi, secondo la sua persotassonomia, di quegli osceni, squallidi, degradanti spetta- coli definiti al meglio “reality show”. Insieme ai puberi. Per puberi immagino lei intenda “implumi” o, più propriamente, adolescenti. Di conseguenza, il fior fiore della spazzatura televisiva agli under 18 e agli over 60; anno più, anno meno. A questo punto io non capisco. Non capisco la discriminazione, non capisco l’accostamento delle due fasce d’età come se gusti e bisogni fossero poi gli stessi, non capisco comunque perché le brutture solo a noi e a loro e a voi niente. Naturalmente sempre nell’ottica della “destinazione”. Ma l’intelligenza dell’uomo non è quell’ “unicum” che ci accompagna, si sviluppa, si arricchisce, lungo tutto il percorso della vita? Un’ultima precisazione: la spazzatura non mi attira per niente e la evito accuratamente quando, nella ricerca spesso vana di qualcosa di decente, pratico lo zapping quasi con disperazione. Posso ora chiederle di insegnarmi come si fa a “dare in massa segnali di rifiuto”? Io sono capace solo a spegnere il televisore. Ma da sola. M. C. C. Genova VIVA LE MODELLE CON UN PO’ DI FORME uone nuove dal mondo del la moda: basta con schele B trici corpi ancheggianti in pas serella. Agli uomini piacciono le formose ben distribuite. Non scendere sotto la 42 è d’obbligo; più carne sui fian chi meno svenimenti dietro le quinte. L’armonia di un corpo ancheggiante con qualche chi lo in più ben distribuito non rovinerà la scena. Anzi, forse aiuterà a risolvere i problemi fisici e psicologici legati al ma gro a tutti i costi. Persino il New York Times ha dedicato una prima pagina alla campa gna del no alle modelle ano ressiche. Facciamo in modo però che non sia il frutto di un effimero cambiamento di gu sti e basta, ma che diventi una regola di vita per tutte le ra gazze che vogliono calcare le dorate passerelle dello sfavil lante mondo della moda. Giuseppe Diotto Torino il bridge Non è personale tassonomia, ma tassonomia di ben altri. In circa cinquemila case d’Italia c’è un apparecchietto che registra fedelmente ciò che gli abitanti di quella casa fanno con il loro televisore; quando lo accendono e lo spengono, cosa vedono e quando cambiano canale. Le industrie che intendono fare pubblicità televisiva chiedono a società di sicura esperienza di indicare loro quali programmi vedono i possibili clienti delle loro merci e dei loro servizi; la pubblicità di quelle aziende è indispensabile per finanziare i programmi. Queste due cose messe assieme compongono la fabbrica della programmazione televisiva: la televisione commerciale e quella impropriamente definita servizio pubblico, mandano in onda ciò che i due indicatori dicono loro di mandare in onda. Se c’è Costanzo è perché ci sono abbastanza persone che lo vedono per invogliare le aziende a spenderci dei soldi in pubblicità. Costanzo e gli altri produttori e conduttori e autori televisivi ritengono di sapere con esattezza a chi piace la loro roba: chi sono e quanti sono, che età anno, che capacità di spesa hanno, ecc. questo è quanto. Se i cinquemila dell’apparecchietto chiamato Auditel spegnessero per un mese i loro televisori durante i programmi spazzatura, la televisione così come la conosciamo finirebbe morta e sepolta. Purtroppo non conosciamo i nomi e gli indirizzi dei cinquemila, altrimenti sarebbe gradevole minacciarli e persino torturarli per estorcere loro uno sciopero che salverebbe le anime e i cervelli di milioni di cittadini. Perché i cinquemila non ci pensano per conto loro? Perché sono un campione fedele di ’sto benedetto Paese, e pare assodato che una bella fetta di Paese abbia il problema di non saper che fare di diverso che accendere la televisione e immergersi in un cassonetto colmo di ogni spazzatura. IL TEATRO PIACERE DELL’ANIMA M i chiamo Mario Pulimanti e sono un uomo triste quando penso che mio padre è morto 14 anni fa. Lui, poeta ed artista, amava molto il teatro. Ed oggi io sono particolarmen te contento: ho, difatti, rinno vato il mio abbonamento al teatro Nino Manfredi di Ostia per me, mia moglie Simonetta e per il mio secondogenito Alessandro. Il teatro Nino Manfredi è “figlio” di alcuni miei conterranei lidensi, che l’anno scorso hanno acquisito una costruzione che per tanti anni ha funzionato come cine ma ristrutturandola totalmen te. Il Manfredi ha ben 300 po sti. Ed ha anche un nome im portante: quello del grande attore Nino Manfredi che, con i suoi bellissimi maglioni di Missoni, con l’aria furba e bo giochi UNA ELIMINAZIONE PER FARE 5 QUADRI TORNEO DI RUMMIKUB AL BERIOCAFÉ DI GENOVA PAOLO FASCE GIOVANNI DELFINO naria di chi aveva voglia di raccontarsi, prima che gli altri raccontassero lui, nonché una robusta capacità di non pren dersi sul serio, ha costituito, insieme a Tognazzi, Ma stroianni, Gassman e Sordi un pokerissimo d’assi che per an ni ci hanno fatto divertire. Ed ora il Teatro più importante di Ostia si chiama come lui: Nino Manfredi. Di conseguenza Ostia ha una programmazione teatrale di livello nazionale: tanto è vero che nella stagione 2006/2007 si alterneranno sulla scena, tra gli altri, Pietro Longhi, Mariano Rigillo, Arnol do Foà con Erica Blanc. E Luigi De Filippo, figlio di Peppino. Il teatro è un’arte antica, un po’ speciale, dove l’opera coincide con l’artista. L’attore non è so lo il tramite di un’opera, è l’opera stessa. In teatro, se non c’è l’attore non solo non c’è arte ma in fondo non c’è nean che… teatro. Almeno non nei termini in cui teatro si fa e si vede da ben tremila anni. Co me dice Giorgio Albertazzi: “Il cinema è bello, ma se lui è la pelle, il teatro è lo spirito”. Mio padre, il poeta Antonio Valeriano, ci confessava che il reputava il teatro una forma letteraria più completa rispet to al racconto e anche allo stesso romanzo. Del resto, pa rafrasando il grande Nino: “Il teatro è un piacere, se non è buono, che piacere è?”. Mario Pulimanti Lido di Ostia (Roma) AI LETTORI Ricordiamo che da domenica vengono pubblicate in questa rubrica soltanto lettere firmate con nome e cognome. Preghiamo i lettori di contenere il testo in 1.500 battute. galassia solidarieta’ RICCARDO GROZIO EMOZIONI IN SCENA DALL’ UIC DI SAVONA Liguria ha un’antica tradizione. L’ “Unione Italiana abato 14 ottobre, dalle ore 16, il Beriocafé di Genova (via bello vedere al proprio tavolo da bridge una mano fu infatti fondata il 26 ottobre 1920 proprio a Inciechi” che viene dichiarata e giocata al massimo livello, S del Seminario 16, 010/5705416, www.beriocafe.it) ospite- Genova da Aurelio Nicolodi, cieco di guerra e primo E’ rà un torneo valido quale selezione locale per il Campionato meglio ancora se tra vecchi amici. Così ai Campionati Italiani a Squadre di qualche tempo fa, giocando in coppia con mio fratello Ubaldo, ho ritrovato Enrico Marchiori, simpaticissimo e bravo giocatore romano, che certamente ha avuto ottima scuola essendo stato il genero del grandissimo Giorgio Belladonna. Ecco una delle mani dell’incontro: NORD NORD O OVEST VEST Q953 K5 A943 AK2 K72 QJ106 2 109653 S SUD UD AJ 98732 QJ Q874 10864 A4 K108765 J E EST ST Dich. NORD, NORD/SUD in II Nell’altra sala, come a pressoché tutti i tavoli del Campionato, questa è stata una mano senza storia: NORD ha l’apertura di 1 Senza, SUD fa Stayman e conclude a 4 Picche: tre prese d’atout alla difesa e mantenuto impegno. Da noi invece NORD ha dovuto aprire per sistema con 1 Fiori forte, mostrando da 16 punti in su, e così ha dato la possibilità a Ubaldo in EST di inserirsi in prima contro zona con una interferenza distruttiva: 1 Senza che con la convenzione “Crash” mostrava una bicolore alternata, cioè o Fiori-Cuori o Quadri-Picche. Marchiori in SUD ha dovuto dire 2 Fiori per mostrare tre mezzi controlli (cioè un Asso e un Re) e io in OVEST ho continuato l’azione distruttiva dicendo 2 Picche, che era “naturale”, cioè a passare se il compagno ha le Picche, il che è in questo caso è stato anche un ottimo modo per togliere questo colore agli avversari. NORD è passato e Ubaldo ha tolto a 3 Fiori, chiarificando di avere Fiori e Cuori. Marchiori ha detto 3 Quadri ed io, non contento del marasma già creato in campo avverso, sono saltato a 5 Fiori in difesa preventiva. Dunque, potevamo dirci soddisfatti: dopo avere praticamente tolto dalle mani agli avversari il loro colore nobile, avevamo trovato una difesa da tre down contro la manche in zona, il che avrebbe significato un guadagno di 3 o 4 punti sulla mano. NORD mi ha infatti subito contrato, ma Marchiori aveva capito bene la nostra convenzione: io avevo mostrato preferenza a Picche, Ubaldo bicolore Cuori – Fiori, e allora tutti e due dovevamo avere poche Quadri, quindi il compagno doveva avere il fit, e allora ha detto ancora 5 Quadri, che è diventato il contratto finale. Ma, non bisogna perdere 3 Picche anche a 5 Quadri? No, perché io non sono così veggente da attaccare Picche, e su ogni altro attacco la mano diventa un classico della tecnica della eliminazione: Asso e Re di Quadri, Asso e Re di Cuori, Asso e Re di Fiori (via una Picche) e Fiori taglio, e poi Picche di mano. Ubaldo entra in presa con il Fante di Picche, ma poi dopo l’Asso deve per forza giocare in taglio e scarto: sparisce così l’altra Picche di mano e il contratto è mantenuto. Italiano di Rummikub. “È il primo appuntamento di una serie di incontri mensili – spiega Paolo Vanni, direttore artistico del locale – in cui saranno proposti eventi legati al mondo dei giochi intelligenti, di carte, da tavolo, classici e nuovi”. Si parte dunque col Rummikub, che altro non è che la versione della Ravensburger del noto gioco di carte Machiavelli. Dario De Toffoli è il coordinatore del Campionato Italiano ed è stato autore di un libro, edito nel 1989, proprio sul Machiavelli: “Sono diverse, ma marginali, le differenze tra Rummikub e Machiavelli. Nel primo si gioca con dei tasselli e ci si serve di una clessidra per limitare il tempo di gioco di ciascuno. Chi è appassionato di Machiavelli, provando l’altro si rende ben presto conto dei molti motivi per i quali in Germania si vendono quasi trecentomila copie l’anno di Rummikub: è molto più facile e piacevole da giocare”. L’iscrizione al torneo è libera e gratuita, e le altre selezioni italiane toccano poche città italiane e tra queste proprio il capoluogo ligure grazie alla ospitalità del Beriocafé che ha affidato l’evento alla direzione di Paolo Andolfi: “Al torneo potranno partecipare sfidanti di tutte le nazionalità, ma solo il migliore classificato italiano sarà ammesso al Campionato ufficiale, che si terrà a Rho, in provincia di Milano, il 28 ottobre. Questo torneo sarà valido quale prova di qualificazione per il Campionato del Mondo”. Andolfi è il genovese più qualificato a vestire i panni di Direttore del Torneo in quanto qualche anno fa ha partecipato al campionato “Il Giocatore dell’Anno” disputato a margine del Festival Italiano dei Giochi, guadagnando una medaglia d’argento nel Rummikub proprio davanti a De Toffoli. “La collaborazione fra il nostro locale e le Associazioni che si occupano di giochi – conclude Vanni – è così stretta e proficua che il calendario delle presentazioni dei giochi è già strutturato fino alla primavera. Abbiamo deciso di inaugurare questo ciclo di incontri addirittura con una manifestazione ufficiale; insomma, ribadendo quanto già espresso nella stagione scorsa, per l’Abate il gioco è una cosa seria”. Il Campionato del Mondo di Rummikub si svolgerà in Olanda, precisamente a Maastricht, dal 3 al 6 novembre. Dario Zaccariotto, veneziano, ha partecipato a quello precedente che si è disputato a Saint Moritz: “Si è trattato di un’esperienza bellissima. Ravensburger ama fare le cose in grande, così ci siamo trovati a giocare in posti incredibili. Una volta, addirittura, su di un ghiacciaio!”. Se queste sono le abitudini, c’è da aspettarsi una partita al tavolo del celebre trattato di Maastricht. Chi vuole saperne di più sul Rummikub può consultare il sito www.berio.it, per informazioni sul torneo: 010/5705416, [email protected]. Giocatore Genovese dell’Anno. La Ludoteca Labyrinth organizza la dodicesima edizione di questa maratona di giochi che dura tutto l’anno. Domani sera parte il circuito mensile di King, mentre venerdì sera è il turno di Whist. Si gioca presso la sede della Casa della Legalità in via Piombelli 15 a Genova Certosa a partire dalle ore 21.00. La Ludoteca Labyrinth adotta da tempo una modalità d’iscrizione promozionale: i curiosi possono partecipare gratuitamente ad un torneo (il cui costo non supera mai i cinque euro) per una serata di prova. Per informazioni www.genovaweb.org/labyrinth/. [email protected] presidente nazionale. Oggi si è trasformata in UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), per comprendere, nella denominazione, anche gli ipovedenti. Fra i gruppi più attivi nella nostra regione, la sezione di Savona si distingue per dinamismo e creatività. Nata verso la fine degli anni sessanta, l’UIC di Savona conta circa trecento associati non vedenti e ipovedenti, a favore dei quali svolge diverse attività. Si va dall’espletamento delle pratiche per la pensione di cieco civile ai servizi di accompagnamento, dalla fornitura di orologi parlanti a quella di libri. Assai ricca e fornita è la biblioteca con testi in braille e soprattutto cinquecento audiolibri che vengono prodotti in un apposito studio di registrazione. L’associazione è coadiuvata da una struttura complementare , l’UNIVOC che comprende una trentina di volontari che si prodigano per aiutare i non vedenti e gli ipovendenti. La comoda sede di Via Ratti, nel centro di Savona, ospita tutti i giorni numerosi iscritti. Qui si svolgono diversi corsi, dall’alfabetizzazione informatica alla ceramica. Particolarmente apprezzata, quest ‘ultima attività coinvolge numerosi soci che periodicamente espongono le proprie opere. Ma l’attiva sezione di Savona non si limita alle tradizionali attività e grazie al giovanissimo presidente Federico Melloni che guida dal 2001 l’Unione, esplora nuove frontiere. La settimana scorsa l’UIC di Savona ha messo in scena al Jo-Bamboo, il locale trendy di Via Famagosta, uno spettacolo musicale e teatrale dal titolo “Emozioni in scena”, con il patrocinio della Provincia di Savona e di Banca Carisa. Per oltre tre ore si sono alternati sul palco, di fronte ad una gremitissima platea, artisti ipovedenti e non vedenti che hanno strappato entusiastici applausi a scena aperta. Condotta dallo stesso presidente Melloni e da Cristina Oneto di Telepace, la serata ha offerto un ricco repertorio di musica leggera e rock, con l’apprezzatissima esibizione di un artista tredicenne, mentre due attrici fiorentine hanno animato la parte teatrale. Nell’occasione sono stata anche proiettate le immagini di una partita di calcio fra non vedenti. “Lo scopo dell’iniziativa – spiega Mellon - dimostrare che nonostante la disabilità si può essere protagonisti sulla scena. Credo che siamo riusciti nel nostro intento. I numerosi spettatori in sala – qualcuno ne ha contati quasi duecento – si sono potuti rendere conto della realtà della nostra condizione che non ci impedisce di svolgere tutte le attività, anche quelle artistiche e sportive. Certo, con molta più fatica. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, istituzioni in primis, per garantire ai nostri associati non solo servizi standard ma anche nuove opportunità di crescita e miglioramento della qualità della vita. Esprimo il mio rammarico per il fatto che non siamo più riusciti ad ottenere i volontari del servizio civile. Siamo passati in breve tempo da sei a zero. Eppure ne abbiamo terribilmente bisogno, forse anche più di altre associazioni che li hanno ottenuti. Nel frattempo ci rimbocchiamo le maniche per assicurare servizi efficienti ai nostri soci, con l’auspicio che tutti i cittadini ci aiutino sempre più. L’esempio dello spettacolo “Emozioni in scena” è stato veramente straordinario in quanto finalmente abbiamo sentito tutto il calore di un’intera città che ha voluto stringerci in un simbolico abbraccio”. UICI SAVONA via Ratti 1-2, tel. 019 811645 17100 Savona