LO STRANIERO ED IL BARBARO
NEL MONDO GRECO
LABIRINTO TEMATICO ELABORATO PER
UN’IPOTETICA CLASSE DI BIENNIO DI LICEO
CLASSICO (ADATTABILE PER IL BIENNIO DELLE
SCUOLE SUPERIORI)
Di Alessandra Traversa
Prerequisiti
Gli alunni individuati appartengono ad una classe che si trova
frequentante preferibilmente la seconda parte dell’anno scolastico,
ovvero il II secondo quadrimestre o il secondo trimestre, cosicchè abbia
conseguito già i seguenti obiettivi di partenza:
 conoscenza delle declinazioni (almeno fino alla terza – temi in
occlusiva)
 conoscenza della morfologia verbale attiva e media (almeno fino alla
formazione e coniugazione dell’imperfetto); per le conoscenze successive
è d’ausilio l’intervento dell’insegnante
 conoscenza del genitivo assoluto (ovvero di alcune delle proposizioni
subordinate implicite) e di alcune delle proposizioni fondamentali
esplicite: finale, dichiarativa, causale, consecutiva
 conoscenza di alcuni termini chiave legate al tema dello straniero
N.B. Nel caso in cui il percorso fosse rivolto ad una classe di V Ginnasioovvero una classe terminale del biennio – i prerequisiti vanno individuati
nella conoscenza morfologica, verbale e sintattica prevista dalla
programmazione ad inizio di anno scolastico
Obiettivi
 Individuazione delle caratteristiche (etimologiche,
culturali e letterarie della figura dello straniero nel
mondo greco), concentrando il tema sull’aspetto
dell’ospitalità in opposizione a diversità.
Individuazione della figura del barbaro e della sua
“caratterizzazione” in ambito linguistico e letterario.
L’analisi verterà su luoghi e su temi di tale diversità,
ovvero “luoghi lontani “ e sui Persiani.
 Individuazione del “diverso “ inteso come
soggettivamente repellente e mostruoso, disarmonico
e disturbante nella cultura greca.
INGRESSO DEL LABIRINTO
AVVERTENZA
Per procedere non hai alcuna guida, ma solo
sollecitazioni che t’invitano a procedere.
Perdendoti, puoi porti dei quesiti; ritrovandoti,
avrai comunque osservato e riflettuto; se non
procedi, le tue idee potrebbero restare solo parole.
STRANIERO
 = straniero, strano, ospite, estraneo, insolito, mercenario.
Dalla radice xen- che identificava anche l’ospite, ovvero colui che viene da lontano.
A costui è dovuto l’ingresso nella dimora, un pasto ed un ricovero. Colui che non
osservava tale regola, disonorava la sua famiglia e Zeus. Così si comporta il ciclope
Polifemo nella caverna, deridendo Odisseo che chiede il rispetto dell’ospitalità e
cibandosi di alcuni suoi sfortunati compagni di viaggio. Sarà doverosamente
punito.
BARBARO
 barbaro, straniero, non greco, selvaggio.
Dalla radice bar- il suono onomatopeico che imitava la difficoltà del non greco nel
pronunciare, balbettando, la lingua greca in quanto non sua
I primi “barbari” in cui s’imbatterono i Greci: i Persiani
Dario, il grande re
Di famiglia nobile ma non reale, giunse al trono in seguito a una
congiura di palazzo resasi necessaria dopo la morte di Cambise: la
successione spettava al fratello Smerdi, che però fu sospettato quasi
subito di essere un impostore, in quanto il vero Smerdi risultava
essere stato assassinato. Un gruppo di nobili persiani, tra cui Dario
stesso, si coalizzò ben presto per scoprire l'inganno e scacciare
l'impostore. Erodoto narra che per scegliere il successore si decise
chei sette congiurati, al sorgere del sole, sarebbero montati in sella
ai loro cavalli e la scelta sarebbe caduta su colui il cui cavallo
avesse nitrito per primo. Dario, con la complicità di uno scudiero,
riuscì per primo a incitare il suo destriero a nitrire e gli altri sei
rivali si prostrarono immediatamente ai piedi del nuovo re.
Durante i suoi trentasei anni di regno (521-486 a.C.), l'impero fu
organizzato con consumata arte di governo e grandi capacità
organizzative, tanto che il regno di Persia si espanse fino in Africa
e all'Indo. La rivolta dei Greci di Ionia, che domò nel 494 a.C., gli
offrì l'occasione per invadere la Grecia. L'ambizioso progetto andò
in frantumi a Maratona, nel 490 a.C., con la disastrosa sconfitta
dell'esercito persiano. Dario morì quattro anni dopo, lasciando il
regno in mano al figlio Serse.
Caratteristiche dei Persiani
La cosa più riprovevole, per i Persiani, è la menzogna, e
in secondo luogo avere dei debiti, e questo per molte
ragioni; ma soprattutto perché, dicono, chi ha debiti è
portato per forza di cose a dire ulteriori menzogne”
Erodoto rimase sicuramente affascinato dalla potenza e
dalla complessità dell'impero persiano, di cui analizzò
usanze e costumi senza pregiudizi, anche se era solito
chiamare Dario e i suoi discendenti "barbari", perché
incapaci, a detta sua e dei Greci, di sillabare più di una
parola. La realtà era ben altra, ed Erodoto se ne convinse
durante i suoi soggiorni in terra di Persia, dove acquisì
tutte quelle conoscenze necessarie per stilare il proprio
ragionamento su un popolo che dominò le terre d'Asia
per molto tempo, prima di imbarcarsi nelle spedizioni in
Grecia che ne segnarono il lento ed inesorabile declino. I
Persiani erano persone semplici, che si accontentavano
di mangiare pasti frugali e vivevano principalmente di
agricoltura. Era però durante le feste e le cerimonie
religiose che il lusso e lo sfarzo tipico delle corti orientali
la faceva da padrone.
Esercizi di verifica
Ti viene proposto il paragrafo 85 del III libro delle Storie di Erodoto.
Svolgi le seguenti consegne
Traduci il paragrafo in lingua italiana corrente.
Individua i personaggi chiave che aiutano Dario a proclamarsi re
Che cosa è uno stratagemma? Individua l’etimologia di questo
termine e spiega se è riscontrabile nella terminologia corrente.
Erodoto, a proposito del consiglio fornito da Ebare, usa il termine
sfism. Rintraccia se esiste ancora nel lessico italiano.
Riscrivi con parole tue l’episodio narrato dallo storico, mettendo in
evidenza il ruolo svolto da Ebare e l’atteggiamento di Dario
Un esercito di Greci in
terre straniere.
L’Anabasi di
Senofonte
Nel 401 a.C., con l'avvento della democrazia, Senofonte dovette abbandonare Atene e si unì ai
mercenari greci al soldo di Ciro il Giovane. Alla morte di Ciro nella battaglia di Cunassa (401 a.C.),
gli ufficiali dell'esercito mercenario vennero assassinati da Tissaferne. Senofonte assunse allora il
comando dei diecimila soldati sopravvissuti e ne guidò la ritirata. La lunghissima marcia, (oltre
2000 km) durò cinque mesi. Nella sua opera più celebre, Anabasi (cioè "marcia verso l'interno"),
Senofonte descrive la ritirata attraverso un paesaggio sconosciuto e pieno di ostacoli, sotto
inclementi condizioni climatiche, senza viveri e contro nemici feroci. Da Trapezus, Senofonte si
spostò a Chrysopolis e si unì agli spartani nella campagna contro Tissaferne in Asia.
I sette libri dell'Anabasi presentano il racconto, fatto da Senofonte in terza persona, della rivolta di
Ciro di Persia, della sconfitta a Cunassa e soprattutto della ritirata dei mercenari greci, evento che
occupa la parte principale dell'opera. Senofonte narra minuziosamente, quasi diaristicamente, dati,
eventi e dimostra particolare cura nella descrizione dei paesaggi attraversati nella sua lunga marcia;
sottolinea inoltre spesso l'importanza del suo ruolo ponendosi sempre al centro della narrazione.
Potenti le descrizioni degli insoliti luoghi attraversati e delle popolazioni così diverse dai Greci.
Persiani e Mercenari
L’ANABASI di Senofonte
Ciro rivela i suoi piani ai mercenari greci ( Anab. I, 7 2-5 )
Esegui un esercizio di traduzione contrastiva. Traduci l’originario testo greco senofonteo e
confrontalo con la traduzione dell’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi.
Dunque Ciro, riuniti i comandanti ed i capitani dei Greci, decise assieme a loro come avrebbe
potuto condurre la battaglia e, incoraggiandoli, egli stesso fece le seguenti raccomandazioni.
“Greci, io vi guido come alleati non perchè sia privo di barbari, ma perchè penso che voi siate
migliori e più forti di molti barbari: per questo motivo vi arruolai. Perchè dunque siate degni
della libertà che vi siete guadagnati e per cui io vi credo felici. Sappiate infatti bene che
preferirei la libertà al posto di tutto ciò che io posseggo e molto di più. Affinchè poi sappiate
anche verso quale battaglia stiate andando incontro, dal momento che io lo so, ve lo spiegherò.
Infatti la gran massa ( dei nemici ) è enorme ed essi si lanciano all’attacco con molte grida; se
poi saprete resistere a tutto questo, quasi mi vergogno di farvi sapere che uomini abbiamo
nella regione. E, se i miei progetti andassero in porto, io farò in modo che chi voglia ritornare in
patria presso i propri concittadini vi torni felice; tuttavia penso che farò sì che molti
preferiscano il mio paese alla loro patria”.
Esercizio di verifica
Leggi il capitolo 8 del romanzo di Valerio Massimo
Manfredi – la riscrittura al femminile dell’Anabasi di
Senofonte fatta dalla barbara Abira, donna al seguito
dell’esercito greco ed innamorata di Senofonte – ed esponi
iltuo punto di vista sulle differenze tra la narrazione dello
storico greco e il personaggio di fantasia Abira.
Falsa uscita dal labirinto
Il modello greco della bellezza
I Greci, e Atene in
particolare, che hanno
codificato modelli
culturali, hanno
“canonizzato” il bello nella
rappresentazione plastica,
ma anche il concetto di
bello ideale. Le cose non
stanno realmente così: se è
vero che esisteva il Canon
di Policleto, è stata l’epoca
moderna a canonizzare la
grecità come perfetta e
razionale. Ma siamo certi
che le cose andassero così?
Uscita per riflettere: i Freaks di Todd Browning e Gollum
Il “brutto” sembra estraneo al mondo greco, perché la deformità appare inconciliabile
con i dogmi ed i valori presentati dall’idealizzazione dello stesso.
Nel 1932 il film FREAKS del regista Browning sconvolse gli Usa e fu ritirato, perché
gli attori erano veri e propri “deformi” prestati al cinema per mostrare l’umanità che i
normali non riescono a dimostrare per avidità e cattiveria. “Forte” ancora oggi,
dimostra che la compassione o il rifiuto non avvicinano. Anche Gollum è duplice, e la
sua anima non è orribile come si presenta……… Uscita, prego.
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File - IL LABIRINTO DELLA DIVERSITA