BUON NATALE da aquariophylia
con tanti regali esclusivi per i lettori
Una fiaba in regalo per gli abbonati
Isaac Lamotius
Limpopo River
L’acquario marmellata
Link. Filtraggio
Discus: appassionati o semplici collezionisti?
Endler, piccoli gioielli in acquario
Inchiesta: quale rivista vi piace?
Il laghetto: quando la natura dà spettacolo
Elettronica e fai-da-te
Umbraculum mediterraneum
Plectorhinchus gaterinus
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È… CLICCABILE!
È Natale, abbiamo più tempo e possiamo quindi
divertirci a cliccare a destra e a manca. Per leggere aquariophylia abbiamo bisogno di vari giorni,
perché alcuni articoli sono molto semplici, mentre
altri necessitano di un certo impegno… e ne vale la
pena! Ma dopo la lettura cominciano le… cliccate.
Scoprirete che quando vedete un qualsiasi link,
oppure quando sfogliando il file in pdf il cursore si
trasforma in manina con l’indice teso, potete cliccare per esplorare i siti dei produttori, avere dei
faccia a faccia con associazioni ed enti, entrare in
mondi nuovi, coloratissimi e tecnologici. Insomma,
provate a cliccare selvaggiamente e fateci sapere.
In questo periodo, per giunta, abbiamo un po’ di
tempo in più e tanta voglia di fare e ricevere regali,
per cui i click di aquariophylia si riveleranno preziose risorse per ottimizzare tempi e spese. La rivista
è anche stampabile: potrete così conservare la
vostra copia cartacea e portarla con voi presso il
caminetto, ammesso che non abbiate ancora un
tablet. La stessa infine è sfogliabile su smartphone
ed iPhone, mediante l’apposita app scaricabile dal
sito apple store. Per la verità il nuovo IOS 5 distribuito da Apple ha un po’ cambiato la situazione,
per cui la lettura su iPhone è divenuta meno agevole. Ma stiamo provvedendo anche per questo: dateci solo un po’ di fiducia. Insomma, potete leggerla
e fruirla come vi pare. Ciò che è strettamente vietato è invece non utilizzarla appieno: questo sarebbe
veramente un peccato. Vi rammentiamo infine che
la rivista è vostra: partecipate al sondaggio presente in questo numero, poco più avanti, per renderla
sempre più vicina alle vostre esigenze. Noi faremo
in modo di assecondare i vostri desideri!
AQUARIOPHYLIA
European Aquarium Hobbyist Magazine
www.aquariophylia.it
Mensile di informazione per acquariofili e negozianti
Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011
Numero 11 - Dicembre 2011
Edito da Papyrus Publishing
COMITATO DI REDAZIONE
Valerio Zupo (Direttore Responsabile)
Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web)
Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione)
Rita Colognola (Segreteria di Redazione)
Ettore Peyrot (Web Marketing)
Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale)
Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia)
Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione)
CONSIGLIO SCIENTIFICO
Rita Colognola, Francesco Denitto, Luciano Di Tizio, Mirko Mutalipassi, Valerio Zupo
RESPONSABILI DI SEZIONE
Tony Di Meglio (Mini-acquari)
Luciano Di Tizio (Acqua dolce)
Alessandro Falco (Cibi Vivi)
Gennaro Iovino (Discus)
Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti)
Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari)
Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni)
Antonio Piccolo (Come si fa)
Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo)
Roberto Silverii (Anabantidi)
Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio)
HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO
Silvio Arnone
Carassio Aurato
Stefano Bertoni
Francesco Denitto
Tony Di Meglio
Luciano Di Tizio
Matteo Grassi
Mario Loffredo
Mirko Mari
Mirko Mutalipassi
Antonio Piccolo
Stefano C. A. Rossi
Franco Savastano
Luigi Storoni
Alessandro Vlora
Valerio Zupo
REDAZIONE: [email protected]
Pubblicità e redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733
NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands - Tel. 0031-(0)70-3930964
e-mail: [email protected]
Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese:
http://www.aquariophylia.it
Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono
necessariamente l’opinione della redazione.
È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati
in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente:
Nome dell’autore e titolo dell’articolo In:
aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno I - n° 11 dicembre 2011
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Editoriale
Questo numero in breve
Una fiaba per i nostri lettori
Lettere in redazione
Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali di Matteo Grassi
Limpopo River di Silvio Arnone
Il micro acquario... l’acquario marmellata di Tony di Meglio e Valerio Zupo
Link. Oggi parliamo di ... Filtraggio a cura di Mario Loffredo
Mediterraneo. Anemonia viridis. Seconda parte di Stefano C.A. Rossi
Discus: siamo veri appassionati o semplici collezionisti? di Francesco Denitto
Dalle associazioni
Alla scoperta degli Endler, piccoli gioielli in acquario di Mirko Mari
Photo Contest: i vincitori di questo mese
Inchiesta: quale rivista vi piace?
La rubrica del Carassio
Il laghetto: quando la natura dà spettacolo di Luciano Di Tizio
NonSoloAcquari I mimi della natura. Seconda parte di Alessandro Vlora
Le ricette di aquariophylia
Elettronica e fai-da-te di Stefano Bertoni
Test e recensioni (a cura di Mirko Mutalipassi)
116 - Echinodorus radicans
118 - Gembird Multipresa programmabile
120 - Amtra Pigne di ontano
122 - Seneye Controllore tuttofare
124 - Teco Refrigeratore TR20
126 - Tetra Betta granules
128 - Tunze Turbelle nanostream 6095
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Il personaggio del mese: Umbraculum mediterraneum
Stimoli di viaggio e di immersione: Plectorhinchus gaterinus
Oltre il vetro: l’acquario essenziale di Luigi Storoni
Come si fa: intervista di Antonio Piccolo
Aquariophylia su iPhone?
Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE
Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre
più efficiente e produttiva.
Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha
ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed
i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna
e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e
gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali
sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce.
ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da
sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con
il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo
e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda
con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino
al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova
appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel
2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione
di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti
progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e
www.aquariophylia.it.
FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco
Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia
Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È
autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del
libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove
riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha
allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco
thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si
è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino
in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse
varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti.
LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con
una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è
stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato
e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo
sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero,
oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore
responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni.
GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la
pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella
versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere
quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a
tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i
magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei.
MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi
abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per
alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo
vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee.
LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico
appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati
ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha
scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore
di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie.
MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983,
da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni
marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio
per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
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ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica.
Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi
in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora
con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica,
ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie.
STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo)
geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici.
Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi
con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e,
finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list
che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è
presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti.
FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da
molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività
Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato
nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti
testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate
europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi
premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali
Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983,
Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e
più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film.
ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a
Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione
all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È
co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno
traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens.
SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale
esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell'acquario, sia d'acqua dolce che marino;
si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell'esplorazione dei biotopi locali.
STEFANO BERTONI (autore) milanese D.O.C., nasce nel capoluogo Lombardo il 10 maggio1967; Lavora nel settore Meccanico e informatico e sta attualmente scrivendo un libro di
Poesie. Da oltre di 25 anni è un grande appassionato di acquariologia, con particolare attenzione per i Ciclidi nani del Sud America; svolge inoltre attività di webmaster, e dal connubio di queste due passioni, ha realizzato e gestisce da 5 anni un sito internet dedicato agli Apistogramma
ed al mondo acquaristico. Adora gli acquari con biotopo Amazzonico. Considera Horst Linke e Wolfgang
Staeck autori del libro "I Ciclidi Nani" i suoi guru.
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MIRKO MARI (Autore) giovane geometra tirocinante con esperienza in disegno CAD, svolge
la sua attività in un ufficio di architettura ed ingegneria. Si diploma nel 2009 a Macerata e continua la sua formazione con numerosi corsi di specializzazione. È un acquariofilo con particolare interesse per le specie d’acqua dolce.
LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con
una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte
dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di
Liceo Artistico a Napoli.
ALESSANDRO VLORA (Autore) nato a Bari nel 1967, si è laureato in Scienze Biologiche
presso l’Università degli Studi di Bari dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in
Scienze del Mare e la specializzazione in Biochimica marina. In seguito ha lavorato presso il
Laboratorio Provinciale di Biologia Marina di Bari e presso la Sezione di Entomologia e
Zoologia del Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale. Autore di una
trentina di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, attualmente è docente in ruolo per
l’insegnamento di Scienze naturali, chimica, geografia e microbiologia in Istituti di Istruzione Secondaria
di II grado. Socio fondatore della Societas Herpetologica Italica, è presidente del CAEB onlus (Club
Acquariologico Erpetologico Barese) da oltre un decennio.
9
NATALE, TEMPO DI REGALI
amore a prima vista. Questo accade quando
È Natale, cosa può esserci di più bello, di più
un bel giovane incontra una bella ragazza, e
solenne, di più rimarchevole? È questo il
si innamora. Lo stesso accade quando una
periodo più magico dell’anno e, tra pochi
bella rivista incontra un grande pubblico di
giorni, ci trasferiremo addirittura in un
persone attive, spontanee, appassionate.
nuovo anno: nuove esperienze, nuovi mera-
Continuate così, vi prego, perché state
vigliosi incontri. Abbiamo intenzione di
facendo crescere l’acquariofilia nel nostro
seguirvi ancora a lungo in questo cammino
paese in un momento di crisi globale. Di più
e vi ringraziamo, qui ed ora, per aver con-
non si potrebbe. Siete bellissimi! Grazie
tribuito a rendere aquariophylia una gran-
davvero per il vostro spontaneo sostegno,
de rivista di hobbisti.
che ci ha permesso davvero di arrivare sin
Per noi il momento è particolarmente solen-
qui.
ne, perché stiamo anche per celebrare il
Ovviamente non potremmo proseguire
primo anno della rivista. Ebbene sì, aqua-
senza ringraziare anche gli sponsor. Parlo
riophylia compie un anno e quindi diventa
di quelle aziende che vedete oggi nelle pagi-
matura, anche se è tutt’ora molto giovane
ne della rivista e che vi stanno permetten-
ed energica. In questa occasione mi sento
do, di fatto, di riceverla gratuitamente a
innanzitutto in dovere di ringraziare il
casa. Li ringrazio a nome dei lettori, perché
team di autori, fotografi, programmatori,
stanno contribuendo in modo attivo e fatti-
disegnatori, coordinatori, correttori e pub-
vo alla diffusione dell’hobby. Questo, ovvia-
blicitari che hanno contribuito a rendere
mente, premia tutti (anche i nostri non-
bella ed interessante questa pubblicazione.
sponsor!) ma non importa. Man mano che il
Spesso abbiamo discusso animatamente.
mercato si allargherà ci sarà spazio per
Con alcuni di essi siamo arrivati alla “rottu-
tutti e di certo, dunque, i lungimiranti
ra”, a causa di obbligatorie decisioni edito-
sostenitori della rivista riceveranno benefi-
riali, ma a tutti loro si deve l’attuale livello
ci adeguati agli sforzi.
qualitativo della rivista. Grazie!
Da quanto spiegato sin qui si comprende
Dal momento che mi trovo a ringraziare,
che siamo una bella famiglia, riunita oggi,
non posso non ricordare i lettori, che ci
per il Santo Natale, per festeggiare anche
hanno sostenuto col loro affetto sincero e
un compleanno! Ognuno ha un ruolo speci-
trasparente
numero.
fico ed insostituibile. Il team di esperti che
Potremmo affermare che si è trattato di
produce la rivista offre professionalità ed è
sin
dal
primo
10
unico nel suo genere. I lettori contribuisco-
sposto un breve questionario che vi preghe-
no con il tam-tam delle e-mail alla continua
rei di voler compilare ed inviare. Servirà
diffusione della rivista e degli acquari in
per migliorarci, rendendo la rivista più vici-
nuove case. Gli sponsor rendono possibile
na alle vostre esigenze. Agli sponsor chie-
tutto questo, mettendo a disposizione le
diamo di continuare a sostenerci (ovvia-
risorse necessarie. Non potrebbe esistere
mente!) ma anche di parlare con i vostri
una rivista senza chi la produce, chi la
colleghi che ancora non stanno dalla nostra
legge, o chi la finanzia. Questo significa
parte, per convincerli che è importante
anche che dovremmo darci una mano l’un
farlo. Sostenere questa pubblicazione unica
l’altro, se vogliamo continuare questo per-
nel suo genere, infatti, è indispensabile per
corso virtuosamente, come fatto sinora.
far crescere il numero di appassionati, dif-
Suggerisco dunque agli autori di studiare
fondendo informazioni corrette e scientifi-
con ancora maggiore attenzione le esigenze
camente verificate. Più numerosi saranno
dei lettori, per fornire una rivista che sia
gli sponsor, minore sarà il contributo indivi-
sempre più fatta su misura per i gusti e
duale necessario per regalare la rivista ai
secondo le richieste dei lettori. A questo
lettori. …E poiché è interesse comune che il
proposito, in questo numero abbiamo predi-
pubblico si allarghi, sarebbe anche giusto
11
che tutti contribuissero all’unisono. Gli ope-
leggerla sul tablet o sul monitor, stamparla,
ratori del settore possono fare molto per
sussurrarla ai vostri bambini nelle sere
realizzare il miracolo e cooperare sinergica-
invernali. È un dono piccolo, ma fatto col
mente, per il bene comune del settore.
cuore e speriamo, dunque, che vogliate
Ai lettori chiediamo, di pari, di partecipare
apprezzarlo.
in questo senso. Dal momento che alcune
…E i doni non finiscono qui. Vogliamo fare
aziende, quelle che vedete nelle pagine pub-
un regalo di Natale anche a tutti coloro che
blicitarie, si fanno in quattro per regalarvi
ancora non si sono iscritti al sito (ebbene sì,
una rivista, è probabile che quelle stesse
proprio a loro!) perché solo per questo
siano interessate al vostro benessere di
fascicolo il numero in corso, questo, sarà
hobbisti. Dunque, visitate i loro siti web e,
disponibile immediatamente anche su
prima di fare acquisti, provate a verificare
issuu.com. In questo modo, durante le feste
che il prodotto che cercate non sia offerto
natalizie tutti, ma veramente tutti, potran-
proprio da questi marchi. Preferendoli, in
no leggere aquariophylia. Speriamo che
fin dei conti, farete un buon servizio a voi
questa nostra piccola strenna possa convin-
stessi ed alla rivista, facendo in modo che
cerli, finalmente, a registrarsi. Non costa
continui ad arrivare a casa vostra sempre
nulla, ma ci aiuta molto, perché dimostra
più completa ed interessante. Insomma:
agli sponsor quanti siamo veramente!
siamo una famiglia, a quanto pare, ed è giu-
Fatelo subito, perché da gennaio riprende-
sto dunque darci una mano l’un l’altro.
ranno le consuete regole: l’ultimo fascicolo
Però Natale è anche tempo di regali e non
spetta esclusivamente agli iscritti e gli altri
vorremmo concludere quest’anno senza
potranno leggerlo con un mese di ritardo.
offrire qualcosa di concreto ai nostri lettori.
Infine, un dono andrà a tutti coloro che par-
Avevamo pensato di distribuire dei piccoli
teciperanno al sondaggio, perché al termine
supporti elettronici contenenti la prima
della scheda da riempire troveranno il link
annata della rivista, ma i modesti mezzi
per scaricare l’esclusivo calendario 2012 di
dovuti alla cronica scarsità di risorse non
aquariophylia: un modo per essere ancora
l’hanno permesso. Promettiamo di riconsi-
più vicini, tutti quanti appassionatamente,
derare l’idea l’anno prossimo.
nel prossimo anno.
Grazie alla bravura ed all’impegno di uno
Ma è tempo di sfogliare la rivista. A nome
dei nostri collaboratori, però, possiamo
dell’intera redazione e del consiglio scienti-
offrirvi un altro sogno: una favola! Si tratta
fico auguro a voi tutti Buon Natale e Felice
di una bella favola dedicata (ovviamente!)
anno nuovo.
ad un pesce, che tutti gli abbonati, ovvero
Auguri a tutti!
gli iscritti al nostro sito, potranno scaricare
gratuitamente. Come per la rivista, potrete
Valerio Zupo
12
QUESTO NUMERO...
in breve
TANTE COSE INTERESSANTI
IN QUESTO NUMERO…
Per un Natale speciale, pieno di doni
esclusivi per tutti i lettori di aquariophylia.
Da non crederci!
Fiabe per i nostri lettori: non le trovate nella rivista, ma
come allegato. Se siete iscritti al sito avete diritto al vostro
volume omaggio. Vi trasporteranno in un paese lontano, fatto
di sogno e di pesci combattenti. Da non perdere per nessun
motivo al mondo, specialmente se avete un caminetto caldo
che vi attende…
La grande inchiesta di a q u a r i o p h y l i a. Una grande risorsa per tutti i lettori, una possibilità in più per
personalizzare la vostra rivista. Ve lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto: vi abbiamo coccolato per
un anno intero, cercando di prevedere le vostre necessità, indovinare i vostri gusti. È giunta l’ora di
incontrarci però, dopo un anno, per conoscerci di persona. Usate la scheda on-line (vi si accede cliccando sulle pagine della rivista) per indicare le vostre preferenze, farci sapere cosa vi è piaciuto di più
e cosa invece vi ha deluso. Modificheremo la rivista in base alle vostre richieste, verremo incontro ai
vostri desideri, ci miglioreremo per i prossimi dodici mesi, per voi. Non vi basta? O.K! Allora aggiungiamo un magnifico regalo per tutti i lettori che ci offriranno suggerimenti nella nostra inchiesta: al termine della scheda troverete il calendario di aquariophylia da scaricare e stampare, per rimanere ancora
più vicini nel prossimo anno. Non vi basta ancora? Beh, ma allora siete davvero incontentabili!
Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali. Prima di
leggere questa storia dovete fare un piccolo esercizio: chiudere gli occhi per tornare mentalmente indietro nel tempo,
fino al milleseicento. L'Europa è molto diversa da oggi.
Sono passati appena 200 anni dalla fine del medioevo. Ne
mancano ancora altri cento perché le rivoluzioni scientifiche
e sociali dell'illuminismo ci traghettino verso l'età moderna.
La vita è difficile, per molti aspetti dolorosa e violenta, ma
allo stesso tempo è ancora fortemente legata alla natura,
alle sue leggi e ai suoi cicli, anche per chi vive già nelle città.
Qui vi viene narrata la vera storia di Isaac Lamotius, figlio di
Johannes e nuovo governatore dell'Isola di Mauritius per
conto della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, ma anche uno scienziato e un naturalista. Ne
vedrete delle belle!
Limpopo River: l’avventura comincia. Lo avevamo annunciato un mese fa e siamo qui, pronti a partire. Eccovi le prime indicazioni! Lasciando la capitale Gaborone, ci si allontana in direzione Nord-Est
percorrendo la strada che conduce a Francistown e giunti nei pressi di Palapye si devia in direzione di
Sherwood. Qui si abbandona l'asfalto ed il veicolo 4 x 4 si rivela indispensabile; la pista taglia la savana e solo le recinzioni delle farms testimoniano la presenza umana, finchè si giunge al cancello del
Limpopo River Lodge: la nostra meta. Andremo insieme a pesca di pesci tropicali e non mancheranno
le sorprese.
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L’acquario marmellata. Cose da non credere! Avevamo visto l’acquario lampadina, quello aperitivo ma… l’acquario marmellata proprio non l’avevamo mai immaginato. Ovviamente si tratta dell’ennesima creazione del nostro esperto di miniaturizzazioni, che questo mese, perlomeno, parte da materiali facilmente reperibili.
Almeno così potrebbe apparire ma… occhio! Il nostro è un maniaco perfezionista e pretenderà quindi che utilizziate un ben definito
barattolo di marmellata, se volete veramente ricostruire gli effetti
che vi mostra.
Link: oggi parliamo di filtraggio. Esistono infiniti tipi di filtri, benché le categorie classiche siano limitate: meccanico, adsorbente, biologico, chimico, fisico. Dall’assemblaggio di diverse categorie e dalla
sistemazione tecnologica delle stesse nascono poi filtri ben noti, in sump, di tipo “berlinese”, a strato
alto di sabbia. Vi sentite disorientati? Niente paura: il nostro
esperto vi accompagnerà in una piacevole navigazione
guidata attraverso I sistemi più disparati. Dovete solo cliccare… Orsù, non esitate.
A n e m o n i a v i r i d i s nella sua vasca tematica. Nel numero
precedente abbiamo parlato della raccolta e dell’adattamento in acquario di Anemonia viridis, uno degli ospiti più
comuni e, probabilmente, più affascinanti per un acquario
marino mediterraneo. Continuiamo oggi, in questa seconda puntata, parlando del resto dell’acquario, attorno al
nostro ospite di riguardo.
Discus: siamo veri appassionati o semplici collezionisti?
Perché il discus fa così tanti proseliti in tutto il mondo? Cosa
possiede questo pesce per attirare a sé un così gran numero di
hobbisti che farebbero anche pazzie per possederlo nei propri
acquari? I possessori di discus, sono tutti veri appassionati?
Queste sono alcune delle tante domande alle quali l’autore di
questo articolo, grande esperto di questi ciclidi amazzonici,
cerca di dare risposta per I nostri lettori, nel più bel numero di
fine anno.
Dalle associazioni. Anche questo numero è molto ricco e vi
porterà nella sede delle associazioni acquariofile più attive ed
operose del nostro paese. Potrete sapere in tempo delle
mostre che stanno preparando e, se lo vorrete, entrare in contatto con altri acquariofili in grado di consigliarvi o scambiare con voi materiali, pesci, piante, esperienze. Basta cliccare sul logo dei loro siti web
e viaggerete in lungo e in largo in Italia, per incontrare le associazioni che contano.
Endler, piccoli gioielli in acquario. Lo avevate chiesto,
desideravate saperne di più su questi piccoli gioielli coloratissimi ed eccovi accontentati. Questo mese un primo
pezzo sugli endler; in seguito un punto di vista diverso sullo
stesso argomento, perché noi pendiamo dalle vostre labbra! Proprio lui, Poecilia wingei, conosciuto comunemente
come Endler. Il morfotipo di Poecilia reticulata (Peters
1859), che vive nelle lagune costiere di Los Patos e La
Malagueña, nei pressi della città di Cumanà (Venezuela
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Nord orientale), non ha ancora una collocazione zoologica/scientifica idonea e rappresenta quindi un
enigma zoologico che rischia di non essere mai svelato, a causa del pericolo di estinzione che minaccia la popolazione ittica in questione. Possiamo riprodurli e, chissà, un giorno contribuire a ripopolare
le loro aree di origine.
Carassio. È oramai Natale e Carassio, come tutti, desidera essere più buono, sereno, comprensivo. Ci
riuscirà? Abbiamo seri dubbi. Di fatto è felice come una colomba, perché ha ricevuto alcuni regali (ma
non ve lo confesserà mai). Tuttavia, eccolo che già protesta perché l’autore dell’ultima letterina non ha
un vestitino rosa, perché il filtro ad alghe non va come lui vorrebbe, perché... E poi il commercio specializzato, gli acciacchi della vecchiaia, la segretaria che lo ossessiona. Insomma, anche a Natale
Carassio è sempre un gran brontolone.
Ninfee e fior di loto: il laghetto in giardino. Da tempo
non ne parlavamo, ma non potevamo concludere l’anno senza una capatina ulteriore all’universo laghetto.
…E questa volta esageriamo: mettiamo insieme in un
solo articolo le ninfee e i fior di loto, due gruppi di piante da laghetto che hanno ben poche rivali in quanto ad
attrattiva, grazie sia alla bellezza delle foglie e dei fiori,
sia alle diverse curiosità che le accompagnano. Si tratta di specie, in particolare le seconde, stranamente
considerate esotiche e misteriose a dispetto della loro
ampissima diffusione in natura (si trovano anche in
Italia), della facile reperibilità sul mercato e della presenza in tantissimi bacini privati, grandi e piccoli, in ogni angolo del Bel Paese.
Seconda parte della guida all’allevamento degli
insetti Stecco. Nel numero precedente abbiamo iniziato un viaggio nel mondo degli insetti stecco, per convincervi che probabilmente è giunto il momento di iniziare col loro allevamento in terrario. Non pretendiamo
di riuscirci, anzi, siamo certi che molti di voi li troveranno assolutamente… ripugnanti! Nonostante questo vi
invitiamo a dare un’occhiata oltre il vetro dell’acquario,
perché esistono comunque altri mondi affascinanti da
esplorare e la semplice lettura di questo articolo, potrà
far nascere interessanti considerazioni. In questo
numero prenderemo in considerazione la riproduzione e
la muta di questi straordinari imitatori.
Consigli dietetici: come gestire gli alimenti per pesci. Un articolo breve e compendioso, come primo
approccio alla corretta alimentazione dei pesci. Vogliamo esplorare nuovi modi per trasferirvi informazioni preziose e proviamo questo mese la formula della ricetta telegrafica. Dello stesso sapore saranno i numeri futuri, nei quali troverete vere e proprie ricette da preparare per i vostri beniamini. Non
occorre un alto cappello da cuoco, ma solo tanto amore.
Elettronica & Fai-da-te. Il mercato ci propone ogni giorno novità significative nel campo dell’elettronica e, sinceramente, si fa fatica a stare dietro alle invenzioni e a capire quali possano realmente fare
al caso nostro. Con questo articolo, che è solo un inizio, cercheremo di far luce tra varie tipologie di
accessori, in modo da poter approfondire in futuro l’argomento, anche mettendo insieme eccellenti
prodotti tecnologici ed un po’ di sano bricolage. Ancora una volta, a fine d’anno, proponiamo un inizio,
foriero di nuove entusiasmanti esperienze.
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Il personaggio: U m b r a c u l u m. Per la serie “articoli
brevi e flash” vogliamo iniziare una nuova rubrica, che
pubblicheremo in modo non continuativo. Ogni volta
che un lettore abbia una bella foto di organismi diversi da proporre, la pubblicheremo con delle brevi notizie, facendolo divenire il protagonista del mese, per
tutti i nostri amici. Vi piace l’idea? No? Fruire questi
articoli, anche in futuro, dipende solo da voi.
Oltre il vetro: l’acquario essenziale. Un salone
moderno, con parquet scuro, arredamento essenziale
ed alcune poltrone. Poco calore vero? Potremmo provare aggiungendo una colonna con capitello, un quadro, qualche faretto. Niente ancora? Allora proprio
non c’è verso: bisogna aggiungere un acquario. Il
nostro architetto questa volta ci propone una soluzione essenziale, per chi vede l’acquario come il centro
della casa.
Recensioni. È Natale e la sezione recensioni, pertanto, è stata resa più ricca che in passato. Molti si staranno chiedendo quale può essere il regalo ideale, da
fare o da chiedere, e vogliamo aiutare la vostra fantasia proponendo una serie di interessanti accessori
che hanno attratto la nostra attenzione. Si tratta di
cose molto diverse e di varia importanza economica,
in modo da poter soddisfare varie esigenze: un alimento per Betta, una multi-presa intelligente, un
materiale naturale dalle incredibili proprietà, una chicca elettronica che vi stupirà per le innumerevoli possibilità di utilizzazione, un refrigeratore potente ed affidabile, una pompa di circolazione, una pianta acquatica. Vi auguriamo di ricevere tutto questo in regalo e,
soprattutto, tanto amore. Buon Natale!
Una fiaba per i nostri lettori
alvolta l’acquario può essere più di un insieme di pompe e termoriscaldatori. Talvolta un acquario
ci conduce lontano, in un mondo più profondo e più vivo. È qui che l’acquario non più semplicemente tecnologico ma tecnico e logico, vince sull’elettronica e sulle suggestioni sfavillanti della
vita moderna, perché ci riporta alla nostra vera dimensione, fatta di acqua, di purezza, di semplice gioco.
In quest’ottica abbiamo voluto fare un regalo di Natale ai nostri lettori, offrendo una bella fiaba con la
storia di Pakpao e del suo plakat. È un regalo semplice, che la redazione di aquariophylia e, soprattutto
il suo autore, Matteo Grassi, vogliono fare a tutti i lettori. Per scaricarla basterà cliccare sul link in basso
e potrete così leggerla a schermo, o portare il vostro tablet davanti al caminetto, per gustarla con tutta la
famiglia. Potrete anche stamparla, come fate con la rivista, ma in questo caso vi consigliamo vivamente
di acquistarne una copia cartacea presso il sito ilmiolibro.it. La riceverete in questo caso a domicilio,
pronta anche per un magnifico regalo dai Natale.
Al termine del libro è presente un’appendice approfondita sulla storia del Betta, probabilmente meno
attraente per i piccoli di casa, ma certamente di grande interesse per tutti gli appassionati di acquari. Vi
auguriamo di godere entrambi i doni, con gli auguri della redazione tutta.
T
Per scaricare la rivista dal sito acquariophylia clicca qui
Per acquistarne una copia cartacea (euro 11) e riceverla a domicilio clicca qui
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=562998
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In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio
lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo
caso i tempi di risposta sono molto più lunghi.
Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le
risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere
di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it
IL VECCHIO, IL NUOVO E… AQUARIOPHYLIA
Innanzitutto mi complimento per la bella rivista che siete riusciti
a realizzare. La trovo semplicemente completa, professionale ed
allo stesso tempo divertente. In Italia se ne sentiva la mancanza.
Unico neo, a mio avviso, è la sua fruizione solo per via telematica. Mi sarebbe piaciuto poterla leggere anche in modo tradizionale, stampata su carta. Spero la si possa avere in futuro.
Vi contatto anche perché sono stato incuriosito da una vostra
risposta alla richiesta di informazioni del Signor Alessandro
Baglieri sui Platy Corallo (Aquariophylia 6-7 2011, pag. 25). Nella
risposta, a proposito delle infezioni da Gyrodactylus, viene fatto
esplicito riferimento ad un trattamento con un prodotto totalmente vegetale che è in grado di dare ottimi risultati. Mi piacerebbe saperne di più su tale prodotto e vi sarei grato se poteste
fornire maggiori dettagli (nome del prodotto, dosaggi ecc.) al
riguardo.
Cordiali saluti
Antonio L. (Lecce)
Siamo noi che dobbiamo continuare a ringraziare i tantissimi (oramai!)
lettori che ci seguono con assiduità ed affetto. Ovviamente speriamo
vivamente che possano continuare a raddoppiare ogni mese e questo
dipenderà solo dalla vostra buona volontà! Il progetto aquariophylia si
basa su questo semplice modo di cooperare: noi regaliamo ogni mese
una rivista, i lettori diffondono ogni mese la notizia ad altri utenti, che a
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loro volta trovano utile il regalo e continuano la
catena! Per quanto riguarda il problema della carta
stampata, possiamo solo ribadire quanto già risposto in precedenza alla stessa domanda: piacerebbe anche a noi, ma non ci siamo ancora riusciti.
Siamo ancora alla ricerca, infatti, di uno stampatore in grado di offrire prezzi per copia accettabili,
anche in caso di poche copie prodotte. Infatti, non
volendo guadagnare nulla sulle copie eventualmente inviate in abbonamento (in caso contrario
dovremmo derogare alla nostra attuale politica
verso il lettore) sarebbe impossibile pagare per
copie invendute (chi si assumerebbe i costi?).
Pertanto, pur essendo certi che il numero di abbonamenti cartacei potrebbe raggiungere livelli interessanti, siamo costretti a chiedere ai tipografi il
costo per “copia singola”, così da proporre al lettore un abbonamento che ripaghi solo dei costi vivi di
stampa (in assenza di alcun ricarico da parte
nostra). Al momento abbiamo ricevuto solo proposte “indecenti”! Ma non desistiamo e promettiamo
che, appena riceveremo una proposta accettabile,
la proporremo ai lettori.
Infine il quesito tecnico. Non abbiamo problemi a
citare il prodotto in questione, in base alla nostra
solita politica di trasparenza, perché non c’è alcun
motivo di celare il nome di un prodotto in cui crediamo. Si chiama Herbana (freshwater) e si potranno trovare informazioni sul sito web del produttore
americano: www.microbelift.com. Sappiamo
anche che esiste da poco un distributore italiano
che si chiama Aquariatech (il fatto che non sia
nostro sponsor, ovviamente, non influenza la polarità dei nostri consigli: oramai dovrebbe essere
chiaro per tutti!). I nostri test sul prodotto, effettuati anche su Platy, per giunta, hanno prodotto risultati molto interessanti. Saremo felici di ricevere
commenti (positivi o negativi) da lettori che abbiano provato il prodotto per lo stesso scopo.
OVIPOSITORE SÌ… OVOPOSITORE NO.
Buonasera a tutti! Vorrei sentire il vostro parere su una questione. Ho una vasca da 240 lt
circa, e dentro ci sono 6 scalari (5 grigi con
bande nere colore selvatico, un esemplare
nero). Oltre a loro ci sono 3 Corydoras e due
Ancistrus. Un mese fa circa ero riuscito ad
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devi affrettare le conclusioni basandoti su periodi di
osservazioni brevi. Nella vasca di mio fratello, ad
esempio, c'è un esempio al limite del possibile: un
maschio e quattro femmine, tutte in “calore” ciclicamente una volta a settimana! Per assurdo il
maschio diventa anche aggressivo proprio come
dovrebbe essere, pulisce la foglia e feconda le
uova, il problema è che lo fa ogni settimana con
una femmina diversa (beato lui!); meno male che ci
pensano le altre femmine ed i pulitori a mantenere
l'equilibrio demografico in vasca.
Ti consiglio di individuare bene il maschio e la femmina in vasca, rispettivamente con ovopositore
conico e tronco-conico, ossia, più corto e piatto e
non appuntito. Il maschio, se contribuisce, attivamente nella difesa e pulizia della foglia, dovrebbe
mostrare anch’esso l'apparato sessuale e quindi
“strofinarsi” sulle uova deposte per fecondarle. Se
tutto ciò non avviene, allora mi dispiace dirti che
non c'è la coppia, neanche infedele! Tieni conto,
inoltre, che raggiunta la maturità sessuale (un anno
è sufficiente) interviene anche l'istinto, e potresti
vedere un esemplare deporre ma ciò non indicherebbe che si è formata la coppia: dimostra solo la
maturità sessuale dell'esemplare, appunto. Ho
avuto anche la triste esperienza di due discus femmina che deponevano alternativamente le uova e
sostenendosi l'una con l'altra emulavano (alternativamente!) anche il comportamento del maschio, lo
strofinarsi sulle uova, la pulizia della foglia e l'aggressività. Spero di esserti stato di aiuto.
Ciao!
Dino
individuare la femmina (credo l'unica del
gruppo); aveva l'ovopositore molto sporgente
ed era sempre vicino ad un altro esemplare.
Ho continuato a nutrirli come sempre (2-3
volte al giorno, piccole dosi, mangimi diversi,
3 volte a settimana cibo congelato, Artemia,
Chironomus, dafnie), poi di punto in bianco è
finito tutto. Ad oggi non ho più avuto "segnali" da parte dei due. Secondo voi c'è qualcosa
che potrei fare? Grazie anticipatamente a tutti
coloro che mi risponderanno!
Riddik
Interviene la redazione
Riteniamo che l'esperienza di Dino possa essere
utile al nostro lettore, come a molti altri. Per questo
pubblichiamo con piacere questa discussione interessante, utile per dirimere la questione e chiarire i
possibili patterns comportamentali di animali così
complessi (dal punto di vista etologico) come gli
scalari e gli altri grossi ciclidi.
La risposta di un lettore
Ciao, io mi chiamo Dino ed anch'io mi diletto con
gli acquari. Ho letto del tuo problemino riguardo
l'ipotetica coppia. Per esperienza personale,
posso dirti che anche in natura le regole, qualche
volta, vengono infrante! È sicuramente vero il
discorso del comportamento in vasca della coppia
ma qualche volta le coppie possono essere un po’
strane, litigare e poi nuotare insieme, poi ancora
litigare o, addirittura, stare lontano l'uno dall'altra
agli estremi della vasca! Questo per dirti che non
QUANDO IL TROPPO STROPPIA!
Buongiorno a tutti! La premessa è che sono
un neofita. Anche se da tempo ho un acquario, non ho mai approfondito l'argomento e mi
sono sempre limitato a fidarmi dei consigli dei
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Chromobotia macracanthus da 10 cm, 2 pangasius, (queste ultime due varietà non le
prenderò più: correggetemi se sbaglio ma
avrebbero bisogno di un acquario ben più
grande).
Il filtro è un Tetra 1200 (per acquari da 200 a
500 lt) e ho fatto in modo, come si vede dalla
foto, di utilizzare il tubo di mandata come
aeratore. Al suo interno una generosissima
dose di cannolicchi, le varie spugne in dotazione e un sacchetto di carbone attivo + un
sacchetto di “carbone” con funzioni particolari di assorbimento di composti azotati (non
ricordo il nome).
Prima di queste modifiche i cambi d'acqua
erano fatti una volta ogni 45 giorni; da circa 2
mesi li faccio ogni 15 giorni. Sempre leggendo e informandomi, mi sono messo in testa
proprio ieri, in corrispondenza del cambio di
circa 70 lt di acqua, di eliminare il carbone
attivo. Ho poi aggiunto come faccio sempre la
dose di Aquasafe e Aqua-balance + una capsula di batteri (Bactozym della Tetra), Le
modalità del cambio d'acqua sono le medesime di tutti i cambi che ho fatto negli ultimi tre
anni e non ho mai avuto problemi. Le uniche
differenze sono l'aver tolto il carbone attivo e
aver messo i batteri (questi ultimi li avevo già
negozianti. Ho un acquario da 180 lt di acqua
dolce e fino a un mese fa avevo problemi di
alghe a pennello causate, a mio parere, da
una radice presa in natura, che inquinava l'acquario a causa della propria decomposizione.
Non riuscivo a far attecchire nessuna pianta
perché in pochi giorni si ricopriva di alghe e
periva. Poi ho cominciato a informarmi un
pochino e ho capito che commettevo molti
errori (e sicuramente anche adesso ne commetto tanti). Ho capito che un acquario ha
bisogno del suo equilibrio, il quale si deve formare e che ogni componente ha un ruolo
importante: filtro, pesci, piante, fondo ecc. Ho
anche pensato che molti dei prodotti che si
trovano in commercio per condizionare l'acqua e purificarla, per stabilizzarla, potevano
essere praticamente inutili se il mio acquario
fosse diventato più “naturale” più vicino ad un
“ecosistema”. Ho eliminato la radice marcescente. Dopo poco ho introdotto numerose
piante. Nel frattempo leggevo, mi informavo.
Ho cambiato i neon ed ho messo un T5 da 39
W 4000 °K + un T5 da 39 W 8000 °K. Allego
una foto dell'acquario che risale a circa 15
giorni fa.
Ci sono una decina di neon, 2 scalari, 3 garra
(probabilmente Garra rufa, N.d.R.), 2
L’acquario del lettore Mario. La foto, inviata dal lettore stesso, non è molto definita ma
siamo certi che il futuro corso di fotografia potrà migliorare la qualità delle immagini che
perverranno nei prossimi numeri!
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usati in precedenza e non mi avevano dato
problemi). L'alimentazione non è stata modificata. Ebbene, il cambio d'acqua si è concluso
alle 20 di ieri sera. Questa mattina alle 8:00
erano morti quasi tutti i pesci. Non mi era mai
capitata una cosa simile. Restano vivi uno
scalare, cinque neon, due pangasius. I valori
erano tutti nella norma, direi perfetti, ma li
elenco perché a questo punto mi sento un po'
spaesato. pH: 7, GH 10 °d, KH: 4,5 °d, nitriti: 0
ppm, nitrati: 10 ppm, T 27 °C. Li ho misurati
ieri sera prima del cambio e questa mattina
appena mi sono accorto del fatto. Prima del
cambio i valori erano differenti solo nel pH
che era 6,7 e nei nitrati che erano 25. I pesci
non presentavano anomalie particolari; alcuni
neon avevano la livrea "scolorita" quasi
sbiancata in modo uniforme, le branchie
erano O.K., gli addomi erano normali, né gonfi
né incavati, le pinne O.K. Penso indichi che la
morte è avvenuta abbastanza rapidamente.
Ho notato che i superstiti boccheggiavano a
pelo d'acqua ed ho subito pensato potesse
esserci una forte carenza di ossigeno (forse
sbaglio). Effettivamente ieri sera non avevo
lasciato la mandata del filtro a pelo d'acqua in
modo da arieggiare l'acquario. Non l'ho fatto
perché ho letto che la movimentazione dell'acqua in superficie e l'abbondanza di ossigeno favorisce la formazione di alghe.
Possibile che nel giro di 12 ore, dopo un cambio d'acqua, a quelle temperature, l'ossigeno
sia sceso così tanto da causare la morte di
tutti questi pesci? Sulla confezione del
Bactozym si suggerisce di aerare nelle ore
notturne. È stato proprio questo l'errore, non
averlo fatto? I batteri utilizzati usano l'ossigeno a scapito dei pesci? Per concludere e pensare al cosa fare adesso: la mia idea sarebbe
quella di lasciare le cose come sono. Questa
mattina ho comunque cambiato 30 lt di acqua
perché preso dal panico ho pensato di aver
inquinato in qualche modo l'acqua. Ho rimesso la mandata del filtro in modo da aerare
l'acqua. Non ho fatto altro. I pesci superstiti
sembra proprio che si siano risvegliati... un
attimo prima boccheggiavano e dopo sono
tornati a nuotare normalmente.
Non penso di ripopolare l'acquario senza
prima aver visto che le piante, che comunque
stanno nell'acquario da poco tempo, stiano
bene e crescano. Se dovessi notare che fanno
fatica ho un impianto di CO2 che potrei mettere in pista, dotato di pHmetro ed elettrovalvola. Devo pensare ad altro? Oppure il mio
ragionamento può filare? Grazie in anticipo a
chi vorrà leggere tutto questo “papiro” e illuminarmi sugli errori che ho commesso.
Ciao a tutti
Mario
Gentile Mario,
non solo abbiamo letto la sua lunga missiva, ad
alta voce, in redazione ma abbiamo discusso dei
contenuti e, direi, tutti gli esperti hanno concordato su alcuni punti importanti. Ovviamente, se altri
membri della rivista vorranno rispondere aggiungendo interessanti contributi, potranno farlo in
seguito.
La nostra impressione è che lei faccia... troppo!
L'acquario, come lei stesso osserva, è un ambiente naturale che deve stabilizzarsi e vivere vita propria. Continuando ad aggiungere, cambiare, sostituire, lei non riuscirà ad ottenere quanto desidera.
In particolare, abbiamo l'impressione che lei
“aggiunga” troppo all'acqua. Una ricetta “aurea”
per un buon acquario è: acqua demineralizzata (es.
osmosi inversa) miscelata ad acqua di rubinetto e
nulla più. Oppure acqua prodotta con resine a letto
misto (es. BluResin Ferplast) e nulla più.
Aggiungere il disinfettante, l'anti-cloro, il biocondizionatore ed i sali digestivi significa semplicemente
arricchire l'acqua di inquinanti. Di certo, tutti questi
ioni sono assenti in un ambiente naturale (salvo
che non passi qualcuno di tanto in tanto ad
aggiungerli! Ma in questo caso si parla di "inquinamento" con tanto di sanzioni di Legge!).
Certo, di tanto in tanto un po’ di fertilizzante per le
piante non guasta. Ma non è vero che l'acqua
debba essere biocondizionata, addizionata, corretta, risanata. L'acqua pura è la cosa migliore che i
pesci possano aspettarsi da noi. Pertanto, ogni
aggiunta dovrà essere effettuata solo in casi di
effettiva necessità. È importante, invece, "estrarre"
dall'acqua con un buon impianto di filtraggio, in
modo da ridurre al minimo la necessità di cambi
24
quario è quasi privo di filtro allora tali cambi sono
indispensabili. Ma in questo caso le consigliamo di
scegliere in commercio un filtro che le garantisca di
conservare costanti i valori dell'acqua (in assenza
di inquinanti ossidati o ridotti) almeno per un anno.
A meno che, ovviamente, i cambi d'acqua non la
divertano! In effetti, si tratta, tra tutti gli interventi da
lei effettuati, di quello probabilmente meno pericoloso, se effettuato con tutte le precauzioni del
caso.
In definitiva, il nostro consiglio è di usare acqua
pura, non aggiungere nulla se non strettamente
necessario, misurare i valori dell'acqua per assicurarsi che il filtro faccia il proprio dovere (in caso
contrario aggiungere un filtro biologico o altro) ed
osservare i pesci per assicurarsi che non abbiano
contratto malattie. In queste condizioni i suoi pesci
cresceranno e si riprodurranno regalandole tante
emozioni. Fare acquariofilia è più facile di quanto si
pensi: basta non strafare!
Infine un suggerimento: controlli le fonti delle sue
informazioni. Su aquariophylia ogni concetto viene
più volte vagliato dal consiglio scientifico per definire se possa essere considerato corretto, o almeno
accettabile. Ma in rete troverà... di tutto, di più! Ci
riferiamo a frasi come “arieggiare l'acquario, non
l'ho fatto perché ho letto che la movimentazione
dell'acqua in superficie e l'abbondanza di ossigeno
favorisce la formazione di alghe” di cui non si capisce il senso. Le alghe proliferano se trovano
nutrienti, luce ed anidride carbonica, come qualsiasi altro vegetale. Eccessi di nutrienti e di irradianza
possono stimolarne la crescita. Ma se il contenuto
di ossigeno è a saturazione, questo di certo non
influirà sulla loro proliferazione. Semmai è il contrario! Dunque, prima di credere a quanto le dicono,
legga la firma e verifichi se si tratti di esperti o...
ciarlatani! Continui a seguirci per saperne di più!
parziali. In questo modo le piante crescono bene
ed i pesci non corrono pericoli.
Tenga presente che moltissimi organismi acquatici
vivono con i loro liquidi corporei praticamente in
equilibrio con l'acqua esterna. Quindi, ogni volta
che aggiunge all'acqua una pastiglia od una goccina, è come se facesse una iniezione o una "flebo"
ai suoi pesci. Lei si sentirebbe di fare una iniezione
ad un suo parente con il contenuto delle capsuline
che ha da poco immesso in vasca? Bene, tenga
presente che lo ha fatto con i suoi pesci!
Diverso è il caso in cui le “medicine” siano necessarie. In questo caso vanno utilizzate, seguendo
pedissequamente le istruzioni del produttore.
Veniamo al caso specifico. Quasi certamente gli
enzimi aggiunti all'acqua hanno prodotto un immediato abbassamento del tenore di ossigeno e questo ha prodotto l'evento, di notte, quando le piante non fotosintetizzavano. Il produttore aveva ben
dichiarato sulle istruzioni che è necessario aerare
e, le assicuriamo, anche le bollicine prodotte dal
tubo della pompa servono a poco. Aerare intensamente significa aggiungere una pietra porosa sul
fondo, collegata ad un potente aeratore, e vedere
che immediatamente tutto il detrito deposto
comincia a viaggiare nell'acqua, i pesci nuotano
controcorrente, le foglie delle piante vibrano. In
queste condizioni il prodotto da lei utilizzato funziona perfettamente. Il fatto che i nitrati siano stati
dimezzati in una notte poi è apparentemente poco
chiaro. Possibile che siano stati ridotti? Più probabile che siano stati fissati e precipitati, utilizzando
altro ossigeno.
A meno che le misure non siano state fatte “prima”
del cambio d'acqua… Lei ha sostituito ben un
terzo del volume del suo acquario (cosa in genere
non consigliabile) e questo giustificherebbe la drastica diminuzione dei nitrati. Peraltro lei ha contemporaneamente: sostituito un terzo dell'acqua,
cambiato delle condizioni filtranti, aggiunto biocondizionatori vari. Questa pratica è molto pericolosa,
perché potrebbe indurre reazioni multiple tra le
caratteristiche modificate.
Tenga anche presente, ad onor del vero, che sostituzioni tanto copiose ogni 15 giorni non sono in
assoluto necessarie. Se il filtro funziona bene, la
sostituzione di un terzo dell'acqua ogni 6-7 mesi
dovrebbe essere più che sufficiente. Certo, se l'ac-
POZZA DI MAREA
Salve, mi chiamo Tony e sono appassionato di
acquari. La mia sfida comincia qualche mese
fa quando ho deciso di metter su una vasca di
“pozza di marea”. Forse sto impiegando troppo tempo, ma ho cercato prima di documentarmi e leggere quanto più possibile! La paura
di sbagliare è tanta ma è anche vero che la
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presenza di pesci. Alcune specie di Caridina (es. C.
multidentata, anche nota come C. japonica) sono
eccellenti mangiatrici di alghe, mentre altre specie
hanno una dieta più varia ed opportunista. Molte
specie del genere Neocaridina hanno colorazioni
vistose e comportamenti interessanti, ma non
amano la convivenza con pesci di dimensioni
medie o grandi. Generi diversi, come
Palaemonetes, sono molto diffusi in natura nel
nostro stesso territorio e molto resistenti, ma
necessitano acque più fredde. Esistono poi i grossi gamberi di fiume, come Austropotamobius pallipes, che possono ben convivere coi pesci essendo robusti e veloci. Insomma, la scelta è varia e le
esigenze sono diversificate. Si tratta senza dubbio
di un’esperienza molto interessante anche perché
va ad accrescere la biodiversità in acquario.
Cercheremo di produrre un articolo ad hoc in uno
dei prossimi numeri, per approfondire questo interessante argomento e ringraziamo, quindi, per la
gentile richiesta.
voglia di avere in casa una pozza di marea è
più grande. Vivo a poche decine di metri dal
mare, a sud di Bari, ma il dubbio che mi assale è questo: è necessario un refrigeratore per
la pozza di marea? Devo pensare anche ad
uno schiumatoio? Le riviste parlano tutte di
acquari mediterranei, ma “forse per mia
distrazione” non ho mai letto un articolo strettamente centrato sulle “pozze di marea”.
Spero di scambiare presto esperienze e di
metter su al più presto la mia “pozza di
marea”.
Tony
La sua idea è eccellente, Tony. La pozza di marea
è un ambiente eccezionale da riprodurre in acquario perché in fondo... è già un acquario. Contiene
una discreta biodiversità e comprende organismi
fotofili (altrimenti non potrebbero vivere esposti alla
luce a pochi centimetri di profondità) e termofili
(nelle ore di caldo estivo la temperatura può ampiamente superare i 30 °C. Ovviamente, date le condizioni estreme della pozza, riportare il suo contenuto in acquario è una vera pacchia per gli organismi che la abitano. Da quanto detto si comprende
anche che un refrigeratore non è strettamente
necessario, anzi, nella maggior parte dei casi è
superfluo se lo scopo è quello di realizzare una
pozza di “medie” caratteristiche.
ANCORA SULLE BOCCE
(VEDI NUMERI PRECEDENTI)
Salve, io sono nuova da queste parti. Scusate
se mi intrometto nella discussione “boccia o
non boccia” ma questi dibattiti mi intrigano
molto. Premetto dicendo che sono una neofita, che nonostante abbia ricercato tante notizie e informazioni sull’hobby dell’acquariofilia
continua a fare domande a valanga ai negozianti e agli amici acquariofili. E non ho neanche l’adeguata formazione per poter metter
becco in tutto ciò (chiedetemi di fare un bilancio, ma non chiedetemi niente su molecole e
reazioni chimiche). Però mi sono fatta un’idea
in proposito e mi piacerebbe esporvela. Parto
da una similitudine, non parlo di pesci, ma di
cani. Rabbrividisco pensando a quelle persone che intendono far crescere un animale del
genere in un appartamento, fosse anche un
pincher. Lo dico per esperienza personale,
perché se è vero che i miei cani starebbero
sempre attaccati alle mie calcagna non posso
fare a meno di notare la felicità nel loro muso
quando si ruzzolano in giardino, quando scavano buche e quando corrono liberi a destra e
GAMBERETTI
Salve! Sono nuovo e volevo sapere se i gamberetti possono convivere con i pesci (parliamo di un acquario d’acqua dolce appunto) di
piccole dimensioni o grandi che siano?
Claudio
Parlare di gamberetti d’acqua dolce è molto generico, poiché ne esistono innumerevoli specie, dalle
caratteristiche molto varie tra loro. Alcune specie,
come le comunissime Caridina, sono adatte per
acquari erborati e generalmente riescono bene a
mimetizzarsi tra la vegetazione ma non v’è alcun
dubbio che la presenza di grossi predatori decimerebbe la popolazione in poche ore. Peraltro alcune
specie di Caridina sono più sensibili di altre alle
condizioni ambientali, alla qualità dell’acqua, alla
26
tamente come vorremmo vedere tutte le posizioni,
perché nessuno ha “il verbo” e tutti abbiamo tanto
da imparare. Per questo siamo qui. Dunque non
solo accettiamo il tuo parere, ma sottoscriviamo
tutto quanto riporti. A proposito poi di bocce grandi e piccole, se dovessimo dare un parere personale (e come responsabili della rivista ci guardiamo
bene dal farlo, in genere, perché i pareri sono pareri e sono quindi fallaci) ti confesseremmo che
anche a noi le bocce piacciono poco, per grandi
che siano. Però non neghiamo che ad alcuni possano piacere bocce piccole o grandi e rispettiamo
pure la loro posizione. Per questo motivo stiamo
provando a fare un'operazione “furba”. Uno dei
nostri collaboratori è stato incaricato di prendersi
cura di tutti i possessori di bocce. Per ora insegniamo loro almeno come tenere in vita i pesciolini in
boccia senza farli soffrire. Tanto quei possessori
esistono e non è ignorandoli che riusciremo a raggiungere dei risultati. Col tempo, ne siamo certi,
alcuni di essi si innamoreranno dei loro amici
acquatici e vorranno fare quindi il passaggio all'acquario vero. Se ci saremo riusciti, almeno per un
piccolo numero di possessori di bocce, potremo
dire che questa rivista è servita a qualcosa. Ne
saprete di più, probabilmente, già a partire dal
prossimo numero.
a manca. Ho maturato un’idea: se si vuole
tenere un animale domestico (pesce, cane,
gatto, canarino che sia) penso che si debba
pensare prima di tutto al suo bene. Nel senso:
è vero che magari un cane sta bene in un
appartamento e un pesce rosso in una boccia, ma se gli si garantisce uno spazio maggiore tanto meglio. La vedo come una dimostrazione di affetto nei loro confronti: ti ho
voluto, ti tengo con me, ti voglio bene e per
questo mi prendo la responsabilità di farti
vivere al meglio. Ecco, la parola chiave
secondo me è “responsabilità” e contrapposto vedo l’egoismo e l’egocentrismo del volere qualcosa a tutti i costi, perché è bello, perché va di moda, perché ce l’hanno tutti, perché starebbe tanto bene nell’arredamento,
perché sennò mio figlio di sette anni non la
smette di piangere. Ho tenuto tre pesci rossi
in una vaschetta di dieci litri, datami dai precedenti proprietari che se ne son voluti liberare. E sinceramente non ripeterei l’esperienza.
Nel senso che sono pesci che mi piacciono e
mi affascinano molto (nonostante molti li
guardino come se fossero pesci di serie B) e
se dovessi riprenderli vorrei essere certa di
garantire loro le condizioni migliori possibili.
Tra queste secondo me rientra lo spazio. So
che sono pesci che possono cresce molto, ho
visto che i miei poveri pesciolini nuotavano
molto a destra e a sinistra e intorno ad un
sasso, ho visto che amavano razzolare sul
fondo, per questo vorrei dar loro qualcosa di
più di 10 lt e una pianta di plastica.
Se poi mi si oppone che ci sono le bocce da
più di 100 lt e dotate di tutta la tecnica necessaria, ovviamente non posso ribattere visto
che ho parlato di spazi e non ho le conoscenze per valutare altri aspetti più tecnici. Ma
voglio vedere chi è tanto coscienzioso da
comprare una di quelle piuttosto che quelle
ciotole che si vedono tanto in giro. Sto forse
esagerando?
Gippy
Affatto, cara lettrice (ti diamo ufficialmente il benvenuto tra noi, essendo veramente nuova di conio!).
La tua posizione ci appare moderata e cauta: esat-
27
Isaac Lamotius
e la scoperta
dei pesci tropicali
di Matteo Grassi - prima parte
li aspetti della vita dei pesci che attraggono gli acquariofili sono molteplici: il
comportamento, la riproduzione, il
modo in cui interagiscono con gli altri organismi
o con l'ambiente circostante e naturalmente il
fascino delle loro forme e colori. Quest'ultimo
aspetto esercita più degli altri un’attrazione universale, che tocca anche i non appassionati e
raggiunge il suo culmine nei pesci tropicali d'acqua marina. Ma a quando risale la scoperta della
loro bellezza da parte della cultura occidentale?
Quando è nata la scintilla da cui poi è divampata in tutto il mondo la passione per gli acquari,
marini o dolci, tropicali o mediterranei che siano?
Naturalmente è impossibile dirlo, perché non si è
trattato di un percorso lineare ma di una sensibilità che è cresciuta attraverso tante esperienze
diverse e contributi provenienti dai settori più
vari, dalla zoologia all'etologia, allo sviluppo della
fotografia, alle tecniche di immersione subacquea, alla tecnologia, per citarne solo alcune.
Però esiste una storia di molti anni fa che, in un
certo senso, contiene tutte queste cose in sé.
Una storia vera e unica che rappresenta splendidamente la nascita della passione per gli organismi acquatici e gli acquari.
Prima di leggere questa storia, dovete fare un
piccolo esercizio: chiudere gli occhi per tornare
mentalmente indietro nel tempo, fino al milleseicento. L'Europa è molto diversa da oggi. Sono
G
passati appena 200 anni dalla fine del medioevo.
E ne mancano ancora almeno altri cento perché
le rivoluzioni scientifiche e sociali dell'illuminismo
ci traghettino verso l'età moderna. La vita è difficile, per molti aspetti dolorosa e violenta, ma allo
stesso tempo è ancora fortemente legata alla
natura, alle sue leggi e ai suoi cicli, anche per chi
vive già nelle città. Ora, spostiamoci mentalmente dall'Europa fino al centro dell'Oceano Indiano.
Qui la natura diventa prorompente, per larghi
spazi incontaminata, furiosa. Un mare quasi primordiale è punteggiato di isole ricoperte di vegetazione e animali, colmo di forme di vita, solcato
da imbarcazioni di ogni tipo: galeoni spagnoli e
portoghesi, fluyt e fregate olandesi, piroghe o
gusci di fortuna, carichi di soldati e cannoni,
merci e coloni, schiavi, pirati, indigeni, avventurieri di ogni sorta e paese.
La nostra storia si svolge in questa esplosione di
vita, natura ed emozioni, rimescolate a soprusi e
brutalità umane e ferine. È la storia di come scoprimmo i pesci tropicali e comincia in una data
precisa.
17 SETTEMBRE 1677
Un uomo di circa trent'anni osserva dal ponte di
una nave il profilo di un'isola - la sua isola - mentre l'equipaggio si appresta ad ammainare le vele
e fare rotta verso terra. Spira un vento teso da
est, carico del profumo di mare dei tropici. Sotto
28
Pesce balestra pagliaccio (Balistoides conspicillum). Questo e i successivi sono solo alcuni
degli oltre 200 disegni di Lamotius riprodotti nel volume edito dal Museo di Storia Naturale
di Parigi
coperta sua moglie e sua figlia dormono. Il suo
nome è Isaac Lamotius, figlio di Johannes, e
nuovo governatore dell'Isola di Mauritius per
conto della Compagnia Olandese delle Indie
Orientali, la temuta e rispettata VOC (Vereenigde
Oostindische Compagnie).
Questo incarico è il coronamento delle aspettative che la famiglia di Isaac ha nutrito per anni e,
al tempo stesso, il primo passo per una carriera
nella grande Compagnia che in quegli anni domina, con mano dura, il commercio delle spezie tra
l'Occidente e l'Indocina.
È importante sapere che la VOC non è solo una
gigantesca società di commercio, sorta di protomultinazionale espressione della borghesia mercantile olandese. La VOC è anche una forza politica e militare. Gestisce i propri domini d'oltremare con un suo esercito e detiene la più potente
flotta al mondo di quei tempi. Amministra regioni
e arcipelaghi interi decidendo della vita e morte
degli abitanti. Nelle sue colonie di Banda e delle
Molucche, nell'odierna Indonesia, può dichiarare
guerra ai protettorati Portoghesi o Spagnoli, se
necessario per i suoi scopi, senza bisogno di
chiedere alcun permesso ad Amsterdam. I suoi
uomini sono commercianti ma anche colonizzatori, conquistatori, soldati e a volte veri e propri
corsari chiamati privateer.
Isaac è figlio di un soldato, un comandante
importante che ha sposato in seconde nozze la
vedova del più grande esploratore della VOC,
morto per la causa della Compagnia. Trent'anni
prima suo padre ha conquistato Malacca,
togliendola ai Portoghesi ed ha represso nel sangue le rivolte degli abitanti indigeni. Un tale status nei propri genitori indirizza la sua vita all'inter29
Pesce farfalla di Meyer (Chaetodon meyeri)
e, in basso, un cosiddetto Pesce farfalla
limone (Chaetodon citrinellus)
Come certi uccelli migratori, che ogni anno ripetono il percorso imparato dai propri avi, per raggiungere lo stagno in cui da sempre si riproducono e che se un giorno d'improvviso lo trovano
prosciugato –magari a causa dell'uomo– restano
lì, seppur atterriti, insistendo a cercare l'acqua e
il cibo che non ci sono più. Anche quando basterebbe spostarsi di pochi chilometri –loro che ne
hanno già volati migliaia– per trovare un nuovo
stagno ancora vivo e rigoglioso. Allo stesso
modo, Isaac percorreva una vita pensata da altri
per lui, una carriera per la quale non sentiva un
vero impulso e non aveva alcuna inclinazione o
talento naturale, senza provare a cambiarla
nonostante tutte le avversità che di lì a poco lo
avrebbero colpito.
La vita di Isaac a Mauritius durò quindici anni. Un
tempo quasi infinito a quell'epoca, considerando
che l'isola era poco più di una roccia selvaggia,
abitata da meno di cento persone. Un avamposto concepito come area di rifornimento sulla
no della VOC fin da subito. Anche se egli cresce
in Olanda e non nelle colonie, il suo futuro deve
evidentemente compiersi laggiù. E Isaac risponde
alle aspettative dei genitori secondo le sue doti.
È intelligente, brillante nello studio e si distingue
come ingegnere brevettando progetti per l'agricoltura, tra cui macchine per drenare l'acqua dai
campi e per tagliare l'ebano. Difetta però del carisma di suo padre, del carattere forte e diretto, indispensabile per la carriera militare, e solo a trent'anni –molti a quell'epoca– ha la sua prima occasione
con l'incarico di governatore a Mauritius.
Fosse nato cento anni dopo, all'epoca di Linneo
e Cuvier, Isaac Lamotius sarebbe diventato certamente uno scienziato e un naturalista. Ma in
pieno Seicento la scienza è un concetto sconosciuto al suo mondo. Isaac ama studiare la natura ma vive in un mondo in cui non esiste ancora
un'idea moderna di classificazione e studio delle
specie viventi. È dotato nel disegno, sia tecnico
che artistico ed ha inventiva, ma vive, respira e
lavora in un’organizzazione coloniale che punta
solo a raccogliere il massimo profitto nel minor
tempo possibile, col monopolio assoluto di due
–solo due– prodotti: noce moscata e chiodi di
garofano. A costo di eliminare con la forza chiunque provi a coltivarli altrove.
Pesce pinzetta (Forcipiger flavissimus) e, in
basso non colorato, un pesce chirurgo
(Acanthurus nigricans)
30
Idolo moresco (Zanclus cornutus)
rotta che collega Città del Capo con l'Indonesia,
da usare per lo più in caso di maltempo o avarie.
Nei primi tempi si dedicò anima e corpo al suo
lavoro, facendo leva sulle proprie capacità. Il suo
carattere lo indusse ad essere amichevole e fraterno con i suoi coloni. Provò ad impiantare
nuove coltivazioni, opere idrauliche, una segheria
per tagliare legname, generare fonti di commercio e di reddito per l'isola.
A Città del Capo gli uffici della Compagnia si
riempivano di richieste di inviare operai specializ-
zati o artigiani che potessero aiutarlo a creare
una produzione locale, sfruttando il suo ingegno
e qualcuna delle risorse dell'isola. Prima di lui,
Mauritius era stata governata da Hubert Hugo,
un privateer francese al soldo della Compagnia,
che aveva lasciato tutto nell'abbandono. Ma in
effetti, agli amministratori di Città del Capo e di
Amsterdam, la produzione agricola o artigianale
di Mauritius non importava affatto. Il fulcro della
loro attenzione erano le Molucche, l'arcipelago di
Banda e Batavia (l'odierna Jakarta): Indonesia,
31
Un panorama dell’isola di Mauritius
Lo stemma
della Compagnia
Olandese
delle Indie Orientali
mo riprendere il discorso riportandovi, quasi per
magia, in questi straordinari luoghi del passato.
Borneo, Formosa. Il resto dell'Oceano Indiano
era solo spazio da navigare.
A Mauritius il governatore doveva solo mantenere l'ordine e tenere alla larga Inglesi, Portoghesi e
Spagnoli. L'opposto del modo in cui Isaac, per
natura, concepiva il suo ruolo. I suoi primi progetti, data la mancanza di sostegno da Città del
Capo, naufragarono tutti rapidamente. La popolazione locale comunque apprezzava il buon
carattere e l'entusiasmo del governatore. Inoltre,
l'isola forniva ad Isaac numerosi stimoli per la
sua curiosità naturalistica.
Sappiamo che, fin dai primi mesi di presenza sull'isola, organizzò una rilevazione cartografica
completa delle coste, attraverso una vera e propria esplorazione a cui prese parte personalmente. Raccolse tutte le informazioni possibili
sulle erbe e sulla fauna, scambiando dei ricchi
carteggi con studiosi Olandesi che all'epoca
realizzavano alcuni dei primi erbari d'Europa. Fu
sicuramente l'ultimo occidentale ad osservare un
Dodo vivo, pur non disponendo delle conoscenze per capire che proprio in quegli anni il volatile,
simbolo di Mauritius, si stava estinguendo. Poi,
ad un dato momento, scoprì i pesci straordinari
che abitavano le acque dell'isola. Una sorpresa
che sicuramente lo lasciò senza parole e gli
rimase dentro per sempre.
Sarebbe bello potervi introdurre ai suoi studi, alle
sue scoperte, ai suoi magnifici pesci tropicali, ma
lo spazio a nostra disposizione si è esaurito rapidamente. La straordinaria avventura di Lamotius
si concluderà dunque a gennaio, quando potre-
L. B. Holthuis e T.W. Pietsch hanno pubblicato
nel 2006 la storia di Isaac Lamotius e le splendide riproduzioni del suo manoscritto nel volume
da cui sono tratte le informazioni biografiche e le
illustrazioni usate in questo articolo: Les
Planches inédites de Poissons et autres
Animaux marins de l'Indo-Ouest Pacifique
d'Isaac Johannes Lamotius, Publications
Scientifiques du Muséum et Bibliothèque
Centrale, Muséum National d'Histoire Naturelle,
Paris. Si ringraziano gli autori e la Biblioteca
Centrale del museo che ha consentito la riproduzione di alcune tavole originali.
Si’... viaggiare!
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Vogliamo seguire Lamotius nelle sue esplorazioni? Potremmo dedicarci alle sue terre d’origine,
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32
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di Silvio Arnone
Limpopo river
umana, finché si giunge al cancello del Limpopo
River Lodge, la nostra meta.
Spento il motore, solo il suono del vento avvolge
i colori e le forme intorno; raggiungere la reception significa attraversare un pezzo di selva finché si giunge ad un fabbricato d'altri tempi;
l'elettricità e l'acqua corrente in qualche modo ci
Gaborone – Botswana,
ottobre 2011…
Nasce fra i monti del Sudafrica e scorre maestoso verso Est, andando incontro all'oceano
Indiano; dalla parte del Botswana il luogo migliore per incontrarlo è il Tuli Block, una delle più
spettacolari ed incontaminate aree del Paese.
Lasciando la capitale Gaborone, ci si allontana in
direzione Nord-Est percorrendo la strada che
conduce a Francistown, giunti nei pressi di
Palapye si devia in direzione di Sherwood. Qui si
abbandona l'asfalto ed il veicolo 4x4 si rivela
indispensabile, la pista taglia la savana e solo le
recinzioni delle farms testimoniano la presenza
sono, ma scordatevi di poter pagare con carta di
credito, ci vuole un bel rotolo di contanti, poi via
all'alloggio che è da tutt'altra parte.
Arriviamo in una zona più aperta e parcheggiamo
sotto una provvidenziale tettoia di foglie di
palma; il rondavel, cioè il nostro alloggio costruito secondo i canoni delle capanne locali, è più in
basso, sulla riva del fiume. Il luogo è davvero
splendido. Il Limpopo si perde nell'orizzonte e
Brycinus imberi e Oreochromis niloticus niloticus trasportati in acquario
34
Il momento dell’incontro con le giraffe, immortalato dall’autore
l'acqua si raggiunge facilmente nei punti non
coperti da cespugli o canneti, di solito sono varchi aperti dagli ippopotami, ma nulla rivela la loro
presenza. Lo stesso dicasi per i coccodrilli ed i
serpenti ai quali mi è stato raccomandato di prestare la massima attenzione; serpenti a parte,
avrei proprio sperato di vederli.
Viene la sera e l'esplorazione è rimandata al giorno seguente. I boys preparano il fuoco ed il
braai, cioè la cena a base di carne alla griglia
accompagnata da buon vino sudafricano, che
conclude la giornata fra i bagliori del falò e la luce
delle stelle. Ci addormentiamo ascoltando le voci
della foresta.
Il nuovo giorno comincia presto, avvolto nel silenzio ed in nuovi colori. Sulla riva opposta, che solo
adesso mi ricordo essere Sudafrica, alcuni indigeni tentano la sorte con le canne da pesca.
Katlego ed io ci prepariamo per esplorare la riserva. L'obiettivo primario sono le pozze di savana,
ove spero di trovare dei Nothobranchius. Non
sono segnalati da queste parti ma la zona è
remota e spero nella sorpresa.
Il fondo è agevole in questa stagione (dicembre) e
non si corre il rischio d'impantanarsi. Il vero problema sono le piste, che a tratti scompaiono, ed
il rischio di perdersi è alto. Confido molto nel gps.
Allontanandosi dal campo la vegetazione s’infittisce, ma le rive del fiume sono più verdi e più libere. Non possiamo non fermarci in più punti per
ammirare il panorama. Alcune antilopi d'acqua
(Kobus ellipsiprymnus) fuggono al nostro passaggio e forse altri occhi ci scrutano invisibili.
Riusciamo a vedere solo stormi di coloratissimi
uccelli e qualche bucero dal becco giallo (Tockus
leucomelas), che ci guarda curioso, prima di
volare via. Il fiume affascina, ma io sono in cerca
delle pozze. Ci inoltriamo nella savana speranzosi, quando un altro incontro ci costringe a fermarci: una coppia di giraffe (in questa zona abita
35
Il grande baobab descritto nell’articolo
36
37
38
Un magnifico angolo del Limpopo river, che dimostra tutta la sua straordinaria bellezza
39
la sottospecie Giraffa camelopardalis giraffa)
appare poco lontano. Dopo averci scrutato con
attenzione e deciso che non siamo un pericolo,
riprendono la loro colazione ed io ne approfitto
per scattare una fotografia.
Ci allontaniamo parecchio, salendo anche di
quota, ma non vi è traccia d'acqua. Questa zona
è molto diversa dalle pianure dell'Africa occidentale, ove non di rado s'incontrano piccoli ruscelli ed ampie pozze nei luoghi più improbabili. Qui
siamo ad altitudine decisamente maggiore
(1.000 metri) e la situazione è diversa. Il meglio
che possa capitare è passare da una zona sabbiosa a lingue di foresta impreziosite da argillosa
terra rossa, verosimilmente ricca di laterite.
Seguiamo la pista che taglia il manto verde e
spesso spinoso, finché giungiamo ad un'ampia
radura e finalmente una pozza! Notiamo numerose tracce sul terreno, indizio rivelante che il
posto è molto frequentato per l'abbeverata. Uno
sguardo in giro ci rassicura prima di lasciare il
veicolo. Il fondo è compatto e possiamo avvicinarci alla pozza: fangosa, saltuariamente alimentata dalle piogge. L'acqua è immobile. Nulla rivela tracce di vita, ma provo lo stesso a posizionare delle trappole e a gettare del mangime in
acqua. Niente, non si vede neanche una rana ed
anche muovere il retino lungo la riva non restituisce sorprese. Mi rendo conto che la pozza non
è del tutto naturale. Sul lato opposto è stato
creato uno sbarramento per renderla perenne.
Tutto è immobile. Dopo un po' decido di ritirare
le trappole, ovviamente vuote. Lasciamo il posto
in cerca di miglior sorte.
Ci muoviamo nel verde sconfinato fino al tardo
pomeriggio, ma devo arrendermi all'evidenza:
non è zona di Nothobranchius. Incontriamo altre
pozze, del tutto naturali ed egualmente fangose,
ma non vi è traccia di vita e l'unica emozione
della giornata si palesa sulla via del ritorno:
Una calda baia nel cuore del Limpopo river
40
Questo è uno dei “Mopane worms” descritti dall’autore
quando sento il rombo del motore ed il veicolo
con Katlego alla guida, spuntare da dietro la
curva: let's go! Mi urla dal finestrino abbassato.
Non capisco il motivo e non chiedo, immaginando che sia semplicemente stanca ed abbia
voglia di tornare al campo.
Mi cede il posto di guida e ci avviamo. Poche
decine di metri più avanti, la sorpresa: un branco
di elefanti attraversa la pista. Mi fermo rapito e
subito la mente va alla macchina fotografica, ma
è un attimo: run! Urlato da Katlego! Un elefante
che si volta a guardarci, allargando le orecchie,
partendo alla carica ed io che d'istinto premo a
fondo sull'acceleratore. Fuga precipitosa!
siamo in una zona di vegetazione bassa e fitta e
all'improvviso, vediamo ergersi maestoso un
Baobab di rara grandezza. Lascio il veicolo sulla
pista e mi allontano a piedi in cerca della migliore inquadratura, scatto e mi fermo a guardare
rapito il gigante verde: è l'immagine eterna
dell'Africa, dalle fantasie d'infanzia alle più emozionanti avventure esotiche. Medito di girarci
intorno per scattare da un’altra angolazione
Gli elefanti in questa zona infestata dai bracconieri non sono amichevoli. Katlego, cresciuta in
savana, era riuscita a percepirne la presenza,
forse l'odore. Ecco cosa l'aveva spinta a venirmi
La ricerca è stata affannosa in questa zona, ma non abbiamo trovato tracce di Nothobranchius,
come invece speravamo
41
Mappa del fiume Limpopo,
da noi esplorato in questo articolo
Mappa del Botswana, per identificare
l’area delle nostre ricerche
42
L’incontro con un lento abitante di queste
aree: una tartaruga terrestre
incontro col veicolo, mentre passeggiavo ignaro
nella selva. Ci ridiamo sopra tornando al lodge
nei colori del tramonto.
Il secondo giorno decidiamo di trascorrerlo in
modo meno avventuroso, andando a pescare
nel Limpopo. Vedendomi preparare la canna e
tutto il resto, un ranger mi consiglia un posto
favorevole non lontano dal campo. Avevo pensato di non allontanarmi dal rondavel ma, desiderosi di vedere un posto nuovo e certi del buon consiglio di un esperto, lo seguiamo a piedi: saliamo
fin dove è parcheggiato il veicolo e da lì ci indica
il sentiero da seguire. Porta ad un impervio canalone scavato dalla furia delle acque nella stagione delle piogge. Adesso è asciutto e ci porta in
un punto della riva privo di vegetazione. Individuo
subito una larga ansa, ideale per mettersi comodi (o quasi: il sole è implacabile).
Katlego si piazza con la sedia pieghevole, il suo
libro e l'indispensabile cappellone a larghe tese
poco lontano da me, che inizio ad armeggiare
con la canna ed a piazzare le trappole ad una
certa distanza. Dentro le trappole (specie di
nasse ottenute da bottiglie di plastica opportunamente trattate) ci sono dei millepiedi spezzettati. La canna è armata con il classico verme
(lombrico). Non va male: ho portato due secchi,
uno per i pesci grossi da riservare alla cena ed
uno per i piccoli da mettere in acquario. Entrambi
si riempiono in breve tempo di varie specie: tutti
begli esemplari, ma non particolarmente colorati. Alla fine della giornata ne libero parecchi,
lasciando alcune grosse tilapie e dei barbi per la
cena, ed alcuni piccoli per l'acquario.
Il soggetto più interessante preso all'amo è un
giovane Synodontis nigromaculatus, mentre le
trappole hanno restituito Barbus trimaculatus,
Brycinus imberi, Schilbe intermedius ed altri d'incerta classificazione. Mi rammarico di non avere
una rete. Del mio bagaglio fa parte un ottimo
libro “Freshwater fishes of Southern Africa”,
meticolosa opera del Prof. Paul Skelton, ricco
d'interessanti notizie e con un'accurata lista dei
soggetti censiti in zona. Nel Limpopo sono certamente presenti, per esempio, Petrocephalus
wesselsi e Labeo rosae, entrambi interessanti
ma difficili da catturare.
L'ultimo giorno lo dedichiamo alla selva, percorrendo la pista principale che porta oltre il campo.
Dopo qualche chilometro spariscono le recinzioni,
domina la natura. S'incontrano ogni tanto capanne indigene e qualche campicello coltivato e non
è raro vedere antilopi, facoceri e faraone. Le tracce rivelano anche la presenza di elefanti ma non
riusciamo a vederne. L'incontro più simpatico è
con una tartaruga che attraversa la strada.
Ad un certo punto Katlego indica degli alberi e
m'invita a fermarci. Da vicino mi rendo conto che
sono “abitati” dai “Mopane Worms” (Imbrasia
belina o Gonimbrasia belina). Il nome comune è
giustificato dal fatto che prediligono gli alberi
“Mopane” (Colophospermum mopane) banchettando allegramente con le sue foglie. Fanno
parte della dieta locale dalla notte dei tempi e
sono anche buoni arrostiti e conditi con salsa
piccante (evitate di assaggiare quelli essiccati:
sanno di segatura).
È l'ultimo interessante incontro, domani si torna
a casa.
Tutte le fotografie a corredo dell'articolo
"Limpopo river" sono state scattate dall’autore;
le mappe sono disponibili in rete.
43
Jam landscape…
l’acquario marmellata
di Tony Di Meglio & Valerio Zupo
vete mai visto quei barattoli di marmellata di forma pressochè cubica? Si trovano facilmente sui banchi dei supermercati e contengono circa 300 ml di ottima marmellata di arance (o di albicocche, se preferite!).
Avete mai pensato a questi contenitori come…
acquari? Impossibile, direte voi, eppure con un
po’ di fantasia e senso pratico ci si può riuscire.
Partiamo dal principio…
Ovviamente il primo passo è pulire con cura il
barattolo, possibilmente dopo aver consumato
tutta la marmellata che conteneva senza troppa
avidità (consiglio salutista). L’illuminazione della
vasca è affidata alla natura, dal momento che il
barattolo-acquario è stato posizionato di fronte
ad una finestra. In alcune ore del giorno però si
può utilizzare un semplice illuminatore da scrivania per dare risalto al contenuto, come si vede
nelle foto.
Si pone sul fondo qualche cucchiaio di sabbia
Dennerle 5857 per gamberi, sino a produrre uno
strato di poco meno di 1 cm. Abbiamo preferito
la qualità grigia, per dare risalto al contenuto
della vasca. Bisogna ora scegliere un grosso
sasso che faccia da punto di risalto. Per un
acquario così piccolo non ci possiamo concedere errori e dobbiamo quindi
porre molta cura nella decisione del sasso più adatto.
Alla fine è stata selezionata
A
Questo è il landscape prodotto al termine del lavoro
descritto in questo articolo. Come si vede, non ha
nulla da invidiare ad una
bella vasca da 200 litri
completamente arredata!
44
Un allestimento alternativo. In questo caso, sono state aggiunte delle minuscole piante acquatiche e manca la roccia vulcanica che abbellisce la prima soluzione
45
di cui vi diremo tra breve si sono adattati perfettamente.
Per rendere la vasca “vegetata” è stata utilizzata
la… solita Cladophora, ridotta in frammenti e
sistemata in giro sia per creare un prato sia per
coprire parte dello sfondo. Sono state quindi
aggiunte delle Lemna minor, galleggianti, per
riempire una parte discreta della superficie dell’acqua. Le Lemna si sono riprodotte ed espanse, dimostrando di essersi perfettamente
ambientate. La Cladophora, essendo caratterizzata da crescita molto più lenta, ha prodotto una
popolazione relativamente stabile. Sono state al
termine aggiunte tre Planorbis rosa appena
schiuse (erano lunghe poco più di un millimetro!)
ed anche queste si sono immediatamente
ambientate, crescendo sino alle dimensioni che
si vedono in foto.
Come si può notare dalle immagini, l’acquario ha
tutto il fascino di un vero “landscape”, pur essendo contenuto nel palmo di una mano.
Un’esperienza da ripetere per tutti gli amanti dei
mini-acquari e, naturalmente, della marmellata.
una roccia arcobaleno acquistata presso un sito
internet. Ha una superficie sufficientemente liscia
ed è stata ricavata da un sasso più grande,
spaccato più volte mediante un grosso martello
(per un acquario di queste dimensioni la maggior
parte delle rocce in commercio risulterebbe troppo ingombrante). La roccia è stata sistemata
pressappoco al centro del barattolo, adagiata
nella sabbia e leggermente decentrata. Dietro la
prima è stata disposta una roccia più piccola, di
tipo vulcanico, raccolta in spiaggia. Anche questa è stata ben adagiata nella sabbia.
Sulla stessa spiaggia è stato trovato un piccolo
tronco secco, molto stagionato e di colore scuro.
È stato bollito più volte per una trentina di minuti e lasciato in acqua vari giorni, affinché perdesse qualsiasi composto potenzialmente tossico.
Al termine di questo processo era già totalmente imbevuto d’acqua ed è stato facile posizionarlo presso una delle pareti laterali.
L’allestimento è stato completato con piccoli
sassi chiari (scelti in una ghiaia quarzifera da
acquari), non calcarei, disposti tutt’intorno a
creare una cornice luminosa.
A questo punto la mini-vasca
è stata riempita con acqua
dalle caratteristiche chimicofisiche perfette per la popolazione che si intendeva aggiungere. Abbiamo utilizzato poco
più di 300 ml di acqua, demineralizzata mediante osmosi
inversa, avente pH 7.0, durezza totale (GH) 3 °d, KH 1, conduttività 130 µS. La temperatura dell’acqua era ovviamente
quella ambiente ed è necessario non esagerare con le ore di
luce, per non produrre eccessivo surriscaldamento. Alle
temperature medie domestiche, comunque, gli organismi
In realtà, allargando il
campo, si comprende che il
tutto è contenuto in un…
barattolo di marmellata
46
vai col...
ww
w
link!
a cura di Mario Loffredo
In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario,
dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete,
però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di
leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi
modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze,
indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i
vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla.
48
Oggi parliamo di…
FILTRAGGIO
Sarà banale ma ripeterlo non guasta: è il cuore dell’acquario. Il filtro rappresenta davvero un
elemento fondamentale che trasforma una semplice vasca in un piccolo ambiente naturale.
Esistono infiniti tipi di filtri, benché le categorie classiche siano limitate: meccanico, adsorbente, biologico, chimico, fisico. Dall’assemblaggio di diverse categorie e dalla sistemazione tecnologica delle stesse nascono poi filtri ben noti, in sump, di tipo “berlinese”, a strato alto di sabbia, ecc. Di fatto, si cerca di far lavorare per noi degli organismi viventi –batteri, alghe, funghi,
metazoi– in modo da degradare la materia organica e ridurre la tossicità di alcuni composti fondamentali, come l’ammoniaca e i nitriti. L’azione filtrante è poi completata da substrati che non
fanno uso di organismi viventi, come il carbone attivo e la zeolite, i quali producono un’azione
adsorbente, o come le resine a scambio ionico, che trattengono selettivamente alcuni ioni.
L’argomento è molto complesso e potremmo trattarlo a lungo utilizzando vari numeri della rivi-
49
sta. Tuttavia, come sempre, vogliamo accompagnarvi in un viaggio in rete che vi permetterà di
apprendere tutto quanto necessitate per gestire perfettamente il vostro acquario.
Cliccate sui link sottostanti e potrete effettuare un lungo itinerario (peraltro multilingue!) nell’universo filtraggio!
A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK E… BUONA LETTURA!
http://www.discusrewind.net/articoli/sezioni/tecnica-base/il-filtraggio/item/15-filtro-biologico-attivazione-e-mantenimento.html
http://www.aiconline.it/articoli-ciclidi/946-generici/221-il-filtro-biologico-4-00-di-f-gagliardi-e-o-di-santo
http://www.scriptors.info/filtrazione_biologica
http://www.innovaqua.com/prodotti/filtracion_biologica.html
http://www.aquaterraria.com/it/content/124-il-ciclo-di-azoto-i-primi-filtrazione-biologica.html
http://www.acquaportal.it/_archivio/ARTICOLI-2/biochimica_filtrazione.asp
http://www.acquariofili.com/article7.html
http://www.malawiperuzzi.it/mptecniche.htm
http://www.h2oacquariofilia.it/ammoniacanitritinitrati.asp
http://www.wisegeek.com/what-is-a-biological-filter.htm
http://www.skippysstuff.com/biofiltr.htm
http://www.aquariumpros.com/articles/biofiltration.shtml
http://www.algone.com/aquarium-articles/aquarium-filtration/biological-aquarium-filtration
http://thegab.org/Water-Quality/aquarium-filters-and-filter-media.html#InternalFilter
http://davidcecere.pipidae.org/biocycle.htm
http://www.bestfish.com/ug.html
http://www.aquariumpros.com/articles/biofiltertypes.shtml
http://www.aquaristik-hilfe.de/technik03.htm
http://www.aquarium-channel.com/de-biologische-filter.htm
http://www.koi-hobby.de/teich-technik/filtertechnik_biologisch/grundlagen_zur_biologischen_filtration.html
http://www.aquariumzierfische.com/Aquariumfilter.html
http://www.aquariumwissen.de/Filter.php
http://www.emis.vito.be/node/19470
http://www.aquarien-lueer.de/technik/filter.htm
50
Una vasca tematica per il principiante,
un ospite eccellente:
Anemonia viridis
di Stefano C.A.Rossi - seconda parte
Nel numero precedente abbiamo parlato della
raccolta e dell’adattamento in acquario di
Anemonia viridis, uno degli ospiti più comuni e,
probabilmente, più affascinanti per un acquario
marino mediterraneo. Continuiamo oggi parlando del resto dell’acquario, attorno al nostro
“ospite di riguardo”.
gamberetti robusti come i Palaemon possono
convivere senza troppi problemi, ma se la vasca
è piccola gli spazi di manovra si restringono. Può
essere quindi meno rischioso e più interessante
allevare animali che non soffrano per la vicinanza
di un anemone. In Mediterraneo non abbiamo
esempi di simbiosi tanto eclatanti come nei mari
tropicali, dove il gruppo dei “pesci pagliaccio”,
che vivono in stretta relazione al loro anemone, è
noto perfino ai bambini, però ci sono alcuni di
casi in cui, senza invocare una simbiosi vera e
propria, altri animali vivono a stretto contatto con
Anemonia viridis.
Tra questi ospiti insensibili agli urticanti tentacoli,
possiamo citare i piccoli granchi del genere
Inachus (come Inachus phalangium), dal piccolo
carapace e lunghe zampe. Si nascondono normalmente tra i tentacoli attorno al piede dell’anemone. Sono estremamente delicati e quindi
vanno trattati con notevole cura. Altri crostacei
che possono avvicinarsi senza pericolo all’anemone sono gli splendidi gamberetti Periclimenes
amethysteus, che convivono in realtà con la
maggior parte dei grossi celenterati. Ma anche i
piccoli esemplari della granseola, Maja verrucosa, non hanno problemi di convivenza.
L’inconveniente è dato dal fatto che sono animali
abituati a muoversi molto e quindi una piccola
ALTRI OSPITI PER LA VASCA?
Se un esemplare di Anemonia viridis coi lunghi
tentacoli ondeggianti è un centro di attrazione
importante dell’acquario, è anche un pericolo
per tutti gli altri abitanti. I tentacoli sono lunghi,
flessibili, fortemente adesivi e molto urticanti.
Pesci e gamberetti corrono rischi molto forti in un
ambiente ristretto, soprattutto se la circolazione
dell’acqua è vivace, come auspicabile. In generale nelle “zuppe sotto vetro” allestite da chi è alle
prime armi, la popolazione si dirada finché resta
solo lei, la famigerata anemone. Anche in vasche
meno popolate ed ampie prima o poi gli “incidenti” accadono; è nel ciclo naturale delle cose,
ma negli spazi ristretti di una vasca non bisognerebbe mescolare prede e predatori, perché poi
spiace sempre.
È quindi un animale idealmente allevabile da solo
in una vasca dedicata? Non necessariamente!
Pesci non troppo piccoli e in buona salute e
52
Anemonia sulcata può contribuire a rendere eleganti vasche minimaliste.
Foto Carlo Caddeo
Anemonia sulcata: il corpo può presentare una screziatura longitudinale ed un piede
adesivo. Questo esemplare è in fase “di riposo”. Foto Claudio Piacentini
53
L’esemplare della Foto 2 allunga corpo e tentacoli alla ricerca di cibo.
Foto Claudio Piacentini
54
55
Inachus phalangium, spesso associato ad
Anemonia sulcata. Foto Andrea Prodan
Una vasca di questo tipo può certamente ospitare altri animali relativamente insensibili alla presenza dell’anemone, come molti gasteropodi: è
meglio però evitare i muricidi e, in generale, i
gasteropodi carnivori, perché spesso arrivano a
predare gli anemoni. Unica eccezione potrebbe
essere costituita da Coralliophyla meyendorffii,
grazioso muricide dal guscio fortemente ornato,
che è un commensale di celenterati: si installa al
piede e con la sua proboscide succhia linfa dall’ospite, senza procurare danni o reazioni di fastidio. Sono documentati casi di convivenza pluriennale. Questo mollusco, in acquario, si adatta
a qualunque celenterato, purché di dimensioni
adeguate.
vasca non è indicata. Al contrario, una nuvola di
piccoli Leptomysis mediterranea potrebbe costituire una novità adatta solo ad una piccola
vasca. Questi misidiacei si possono osservare
come gruppi piuttosto fitti tra gli scogli e qualche
volta in stretta vicinanza agli anemoni più grossi.
Esiste anche un piccolo pesce, un gobide, che
può vivere associato agli anemoni senza risentirne: il Gobius buchichii. Non ha certo dei colori
sgargianti, ma le piccole dimensioni, la forma
aggraziata e la buona adattabilità lo rendono un
soggetto ideale per osservazioni interessantissime da fare in un acquario piccolo, in cui il centro
dell’attenzione sia costituito da una Anemonia
viridis. Questo gobide è frequentemente associato in natura alla presenza degli anemoni, tra i
tentacoli dei quali va a rifugiarsi in caso di minaccia. Per inserirlo in un acquario dedicato bisognerà pescarlo “a vista” tra le anemoni in mare,
poiché i piccoli gobidi non sono di facile identificazione per un occhio non adeguatamente
esperto. Sarebbe deludente procurare un rapido
pasto al nostro ospite principale. È evidente che
questi organismi associabili senza rischi ad
Anemonia viridis sono schivi, di piccole dimensioni, mimetici e quindi si prestano soprattutto
ad acquari di piccole dimensioni, che permettono l’osservazione molto ravvicinata.
LA VASCA
Come abbiamo visto, Anemonia viridis e i pochi
ospiti sicuri sono adatti ad una vasca dedicata,
che può essere anche di piccole dimensioni: se
l’anemone (o gli anemoni) non sono troppo grossi possono bastare una ventina di litri, anzi, questa potrebbe essere la dimensione ideale. Se le
temperature non diventano troppo elevate la
vasca può essere tranquillamente non refrigerata, anche se la condizione ideale sarebbe l’adozione di un piccolo refrigeratore a celle di Peltier,
per limitare i picchi di temperatura oltre i 26 °C.
Un semplice filtro a zainetto dovrebbe completare l’allestimento o, al limite, un piccolo schiumatoio. L’ideale è poi inserire una piccola pompa di
movimento con qualche dispositivo che crei un
movimento alternato dell’acqua, sempre molto
gradito all’anemone. La corrente non deve essere tesa, magari turbolenta, ma delicata. Un
impianto di illuminazione adatto (con lampade PL
a doppio colore o a led) fornirà la luce necessaria alle zooxantelle, evidenziando eventualmente
i colori viola delle punte dei tentacoli con l’uso di
qualche led ad alta temperatura colore.
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Gobius buchichii. Poco appariscente ma elegante, si adatta bene in vasca. Foto Andrea
Prodan
ALLEVAMENTO
Anemonia viridis non richiede grandi cure.
L’ideale è una somministrazione di cibo un paio
di volte la settimana sotto forma di gamberetti,
anche surgelati, e polpa di pesce. L’uso di sardina o acciuga e di gamberetti freschi in alternanza al surgelato fornirà sempre una quantità di
elementi importanti per la salute degli ospiti. Il
rigurgito della frazione non digerita di solito finisce per galleggiare in vasca: in quel caso, dati i
ridotti volumi di acqua, è consigliabile eliminarlo
direttamente per evitare inutile inquinamento. I
gamberetti surgelati possono essere provati, ma
non sarà raro che vengano rifiutati perfino dall’anemone: spesso sono trattati con ammoniaca
o conservanti prima del surgelamento. Un prodotto fresco congelato in casa potrà rappresentare senz’altro una risorsa più sicura e di migliore qualità. I piccoli crostacei si nutriranno di un
poco di polpa sbriciolata a mano quando si alimenta l’anemone, mentre Gobius buchichii
richiederà una alimentazione più regolare, anche
con mangime secco.
I misidiacei sono decisamente meno semplici da
allevare, in quanto richiedono preferibilmente
un’alimentazione a base di naupli di Artemia e
mangimi micronizzati arricchiti con oligoelementi
ed acidi grassi. Del resto è da poco che si prova
ad allevarli in acquario. Sembra certo che il problema maggiore sia fornirgli cibo regolarmente.
In conclusione, possiamo rilevare come un ospite abituale, perfino scontato e in qualche caso
fastidioso degli acquari marini più tradizionali,
possa rivelarsi invece un animale di formidabile
interesse, sia estetico sia etologico, se associato
correttamente ad animali ad esso vicini in natura.
In questo modo, una delle vasche più semplici
potrà diventare un acquario di grande interesse.
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Periclimenes amethysteus, l’ospite più elegante. Non comune, elusivo, trova riparo tra gli
anemoni, ma in vasca è incompatibile con la presenza di pesci voraci. Foto Andrea Prodan
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59
Riflessioni
siamo veri appassionati
di Francesco Denitto
dai tempi del discus Club Italia, prima associazione e portale che ha permesso l’incontro,
prima virtuale e poi reale, tra gli appassionati italiani del discus, ho avuto modo di conoscere
molte persone che si dichiaravano fervidi estimatori di questo pesce al punto, in taluni casi, da
investire patrimoni ingenti per realizzare dopo soli
pochi mesi di frequentazioni ravvicinate con i
discus, veri e propri impianti di allevamento professionale in grande stile, con tanto di vasche
per la riproduzione, per lo svezzamento e per
l’accrescimento dei piccoli, gestiti da sofisticate
strumentazioni ipertecnologiche e costosissime.
Molti di questi impianti, però, sono durati… “il
tempo di una sigaretta”. Un fuoco di paglia,
appunto! Ed ogni volta che il personaggio di
turno scompariva rapidamente dalla scena mi
chiedevo: “ma era veramente appassionato o
cos’altro?”
Una risposta in parte sono anche riuscito a darmela e deriva da alcune considerazioni insite in
ciò che caratterizza da sempre questi pesci: 1) la
loro “preziosità” e 2) la variabilità cromatica offerta dal mercato. Analizziamole entrambe.
1) Ricordo, da bambino (vi parlo della fine degli
anni ‘70, inizi degli ’80), il mio acquario popolato
da decine di pesci tropicali che acquistavo presso uno dei pochissimi negozi specializzati della
mia provincia. A quel tempo possedevo un solo
libro, il mio primo libro di acquariofilia (e che conservo gelosamente): un’edizione del 1978 (la
erché il discus fa così tanti proseliti in
tutto il mondo? Cosa possiede questo
pesce per attirare a sé un così gran
numero di hobbisti che farebbero anche pazzie
per possederlo nei propri acquari? I possessori
di discus, sono tutti veri appassionati?
Queste sono alcune delle tante domande che
spesso mi pongo pensando alla mia storia in
compagnia di questi pesci d’acquario. La lunga
frequentazione con questi animali unici mi ha
permesso di fare la conoscenza di tante persone
che, in alcuni periodi della mia vita, hanno condiviso questa “passione” comune. Preferisco in
questo caso virgolettare il termine “passione”
poichè, col senno di poi, non credo di aver sempre avuto a che fare con acquariofili davvero
appassionati. Per me, essere appassionato di
qualcosa, siano essi francobolli, moto o pesci,
significa vivere con intensità e lungimiranza un
legame che non viene scalfito minimamente col
passare del tempo. Certo, si possono attraversare periodi più o meno lunghi di “calo del desiderio”, ma quando si è davvero pervasi da una
passione, prima o poi la fiamma si riaccende
come prima, o ancora più intensa di prima.
Devo però constatare che nella mia carriera di
acquariofilo ed appassionato di discus, ho visto
accendersi molti fuochi di paglia, che ardevano
intensamente per un periodo molto breve e, con
la velocità con cui si erano accesi, altrettanto
rapidamente si spegnevano inesorabilmente. Sin
P
60
sul discus:
o semplici collezionisti?
Il Discus è da sempre un pesce che suscita fascino ed ammirazione tra gli acquariofili.
Il suo sguardo magnetico sembra voler comunicare direttamente con chi è dall’altra
parte del vetro
61
In senso orario, le quattro forme selvatiche del Genere Symphysodon: discus Heckel, discus
marrone, discus blu e discus verde. Da esse sono state ottenute innumerevoli varietà d’allevamento, dalle livree più disparate
te nella serie TV “Spazio 1999”. Chi ha avuto tra
le mani quel libro (ed altri testi che pubblicavano
foto di Van Den Nieuwenhuizen) sa dei capolavori fotografici di cui sto parlando!
Sognavo ad occhi aperti ed immaginavo quei
pesci nuotare nel mio acquario. Molti di essi,
prima o dopo, ci sono davvero arrivati, ma,
girando le pagine, i miei occhi si soffermavano
immancabilmente sulla fotografia che ritraeva
una coppia di discus marroni in acquario, intenti
a curare le uova (ammuffite, n.d.a) deposte su un
tronco. Erano il mio sogno proibito di bambino
(oggi i miei sogni proibiti sono altri…)!
Sapevo che erano pesci quasi introvabili, molto
esigenti, quasi impossibili da riprodurre in acquario e soprattutto molto costosi. Mai avrei potuto
permettermi di vederli nuotare nel mio acquario,
seconda n.d.a.) di “Tutto acquario” di H. De Jong
e W. Paccagnella, edito dall’ormai defunta
Primaris.
Sfogliavo quotidianamente le poche pagine a
colori di quel testo per ammirare le splendide
fotografie dei pesci d’acquario presentate nell’opera e realizzate dal mitico Aren Van Den
Nieuwenhuizen. Immagini spettacolari, che mettevano in risalto con estrema nitidezza i particolari apparentemente più insignificanti dei pesci
immortalati. La cosa sorprendente è che quelle
foto erano scattate con apparecchiatura reflex a
pellicola. Negli anni settanta dello scorso secolo
le fotocamere digitali che oggi tanto semplificano
la vita e permettono a tutti di essere “fotografi
professionisti”, facevano parte del futuro immaginario, alla stregua delle avventure spaziali narra62
per cui mi accontentavo di farmi regalare dai miei
genitori, a Natale e per il mio compleanno, qualche esemplare di lebistes (come erano chiamati i
guppy degli anni settanta), black molly, scalari e
neon. Ho amato (ed amo tutt’ora) tutti i pesci
d’acquario. Sono cresciuto con loro ed ho ricevuto tante soddisfazioni dal loro allevamento.
Sono passati diversi anni prima che arrivasse il
giorno in cui finalmente, ho avuto modo di acquistare i miei primi discus: un sogno che si realizzava ed un ricordo ben impresso nella mia
mente, che mai dimenticherò. Questi pesci così
preziosi ed unici nuotavano nel mio acquario.
Come me tanti altri appassionati hanno vissuto
analoghe emozioni nell’accogliere per la prima
volta un discus nella propria vasca.
Oggi i tempi sono cambiati molto. Se prima il
discus era considerato un pesce per pochi, oggi
la sua reperibilità non è più un problema ed i
prezzi medi, se rapportati a quelli di 30 anni fa,
sono molto accessibili. Resta comunque il fatto
che questo pesce conserva ancora, a giusta
ragione o a torto, la nomea di “Re dell’Acquario”
e possederne qualcuno resta ancora il desiderio
di molti.
2) A partire dagli anni 90 del secolo scorso
abbiamo assistito ad una vera e propria “esplosione di colori”. Paragono il fenomeno allo scoppio dei fuochi d’artificio in cui da un unico razzo
sparato per aria si ottiene un fuoco pirotecnico
composto da una miriade di colori che prendono
direzioni diverse nel buio della notte. Allo stesso
In questa pagina e nelle seguenti: una carrellata di alcune delle decine di varietà cromatiche
diffuse tra gli appassionati. Gli allevatori sono alla continua ricerca di nuove colorazioni e
livree da introdurre nel mercato, da ottenere con incroci mirati tra varietà o specie differenti o per mutazioni genetiche casuali
63
64
65
66
modo, grazie al lavoro certosino di allevatori
tedeschi ed asiatici in primis (senza dimenticare i
contributi di nomi famosi d’oltre Oceano
Atlantico), dalle poche forme selvatiche sono
state ottenute innumerevoli varietà cromatiche
che hanno invaso il mercato nel giro di pochissimo tempo.
È stata dunque una corsa all’acquisto dell’una o
dell’altra colorazione. Oggi ce n’è davvero per
tutti i gusti: solidi, a strisce, a puntini, rossi, blu,
gialli, arancioni ecc. I discus selvatici (e le varietà
d’allevamento ad essi più prossime) sono ben
presto passati in secondo piano e gli “appassionati” di discus hanno iniziato a popolare le proprie vasche di esemplari multicolori, come a
volerne collezionare il più possibile. Eccoci arrivati al secondo punto. La parola chiave è “collezione”.
Ritornando alla mia domanda riguardo i tanti
“appassionati” che ho incontrato nella mia carriera di acquariofilo, un’altra risposta che mi sono
dato è che, in realtà, gran parte di questi altro
non erano che semplici collezionisti.
L’opportunità di avere un’ampia diversità di
67
se molto condizionata dal mercato) preferenza
per l’una o per l’altra varietà.
Dunque i tanti fuochi di paglia che ho incontrato
per la mia strada non erano altro che collezionisti di discus, “infiammati” da questa nuova moda
e, come tali, ambivano solo a possedere quanto
di più prezioso ci fosse tra i pesci d’acquario.
Peccato però che in questo caso, si stesse parlando di esseri viventi i quali, a differenza delle
conchiglie, non sono riposti in una bacheca per
essere spolverati di tanto in tanto. Essere veri
discus tra cui scegliere, spinge molti ad iniziare
l’avventura con questo animale semplicemente
perché c’è la possibilità di possederne diversi
tipi, tutti dissimili tra loro, alla stregua di un qualsiasi collezionista che ama possedere il maggior
numero possibile di monete, francobolli, farfalle o
conchiglie, tutte diverse tra loro. Anche se in
questo caso stiamo parlando di animali, il principio di fondo rimane lo stesso: possedere il maggior numero possibile di esemplari di diverse
colorazioni, ovviamente con la soggettiva (anche
68
appassionati di discus è tutt’altra cosa: vuol dire
pazienza, costanza, abnegazione, modestia,
dedizione, lungimiranza, continua voglia di sapere, di apprendere, di scoprire il mondo di questi
unici animali. In una sola parola, amore incondizionato, senza se e senza ma, per questi amici
speciali.
A questo punto, la domanda che rivolgo a voi
lettori è: “siete veri appassionati o semplici collezionisti di discus?” Ciascuno scruti in sé stesso e
cerchi la vera risposta. Sono sicuro che la stragrande maggioranza risponderà di essere un
vero appassionato. Solo pochi, forse, ammetteranno di non rientrare in questa categoria e di
sentirsi più dei collezionisti di discus che non
degli acquariofili convinti.
Questi ultimi saranno sicuramente i più sinceri.
Chi avrà mentito a sé stesso, invece, dovrà
aspettare ancora un po’ prima di veder emergere inevitabilmente la cruda verità: i fuochi di
paglia, si sa, sono destinati a spegnersi in fretta.
Tutte le foto sono dell’autore
69
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è
libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà
servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del
socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile,
per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque
fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma
contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
70
I “LABORATORI” DELL’A.A.A.
Esplorando l’acquario olandese
L’appuntamento mensile di dicembre (domenica 18 alle 10, come al solito presso la sede
sociale in via De Nardis 1, a Chieti) è stato dedicato dall’Associazione Acquariofili Abruzzese
all’acquario olandese. L’incontro, nel ciclo “I laboratori dell’A.A.A.”, era intitolato Acquario naturale o olandese? Affinità e differenze. Un nuovo laboratorio dedicato alle piante in acquario, affidato di nuovo al vice presidente Giuseppe Flacco, indiscutibilmente il massimo esperto di plantacquari nell’associazione abruzzese. Flacco ha allestito un piccolo acquario in stile “olandese”.
Come nella scorsa apprezzatissima riunione, ha guidato i soci presenti alla scoperta delle particolarità che differenziano i due stili ed ha affrontato l’argomento del nano acquario molto in
voga negli ultimi tempi: un mini-acquario in stile olandese è fattibile? È semplice da realizzare?
E soprattutto è per tutti o solo per esperti? A queste e alla tante altre domande dei soci, come
sempre numerosi, Giuseppe Flacco ha risposto con pazienza e competenza. Il dibattito, a tratti addirittura “ infuocato” …spento alla fine con le coppe di spumante tirate fuori dal direttivo
per augurare a tutti i soci buone feste e uno splendido anno nuovo.
Ultimo e importante argomento
affrontato nella riunione è stato il rinnovo dell’iscrizione all’A.A.A., incombenza alla quale i soci più volenterosi
hanno subito provveduto. La quota
per l’anno 2012 è rimasta di appena
20 euro.
Nel nuovo anno ci saranno altre novità per gli iscritti: stiamo pensando a
DVD realizzati dall’Associazione e a
borse-scambio pesci e materiali tra i
soci; continueranno i laboratori affrontando le diverse tematiche del settore e ci saranno le consuete e di norma affollate serate conviviali e forse –perché no?– anche una mostra nell’occasione del trentennale (nel 2012
l’Associazione Acquariofili Abruzzese, la più “antica” tra quelle oggi in attività e la più longeva
mai esistita in Italia, festeggerà i suoi primi 30 anni dalla fondazione), e tanto altro, senza dimenticare sito e forum.
In occasione della riunione il presidente ha infine ricordato a tutti il servizio biblioteca offerto dall’associazione: il socio in regola con le quote che ne faccia richiesta potrà avere le pagine in
PDF delle riviste in possesso dell’AAA relative all’argomento richiesto. Inoltre è sempre possibile prendere in prestito i libri e/o le riviste accettando il regolamento in vigore, previo contatto
telefonico o e-mail con il responsabile della biblioteca (al momento è ancora il presidente).
Il Presidente
Amedeo Pardi
71
A.I.A.M.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
ACQUARIO MEDITERRANEO
Prosegue l’iniziativa “La foto del mese” sulla home page del sito dell’Associazione Italiana
Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it. La scelta dei soci di prediligere in apertura del sito
una immagine piuttosto che non una serie di frame informativi o link agli aggiornamenti è così
diventata lo standard grafico del sito L’idea principale è avere immagini che suggeriscano sia
la bellezza estetica del mediterraneo, sia l’estremo interesse di alcuni dettagli delle nostre
vasche, che normalmente passano inosservati. I contributi di immagini vengono dai soci, non
da collaboratori professionisti o semi-professionisti, e si è scelto di non dare eccessivo peso
alla qualità tecnica, che richiede conoscenza e di solito una buona e costosa attrezzatura, ma
al livello di interesse dell’immagine, in modo che chiunque abbia un soggetto interessante lo
possa proporre. L’iniziativa diventa anche uno stimolo a migliorare la propria tecnica fotografica con le attrezzature a disposizione, trovando magari insegnamenti e suggerimenti per tutti i
livelli di abilità sul Corso di Fotografia che Michele Abbondanza ha organizzato coordinando
contributi di molti autori: http://www.aiamitalia.it/index.php?option=com_content&view=category&id=71&Itemid=109 La foto del mese di dicembre mostra una colonia del porifero
Haliclona mediterranea in ambiente coralligeno, alla profondità di circa 30 metri, ed è stata
scattata dal socio Leonardo Cherici alle isole Tremiti, in località Cala Caffè.
Colori, forme e biodiversità nell’immagine non hanno nulla da invidiare ad un ambiente tropicale, anche se non potranno mai costituire ospiti per i nostri acquari, a meno che non se ne trovino resti tra le reti dei pescatori danneggiate dalle afferrature sui fondali del coralligeno, come
purtroppo spesso accade. In questi casi nelle acque dei porticcioli qualcosa sopravvive e
potremo riportarlo allo splendore nelle nostre vasche.
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A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA
KILLIFISH
L’Associazione Italiana Killifish
sta programmando gli incontri per il 2012
Per iniziare, a Febbraio Stefano Valdesalici avrà il piacere di presentare una relazione dal titolo:
“Killifish: questi sconosciuti!” all’incontro del GAEM 2012, Martedì 14 Febbraio 2012 ore 21
presso l’ Acquario di Milano (Viale Gadio, 2). Durante la serata non si parlerà dei famosi
Nothobranchius ma anche di tutte quelle specie poco conosciute ma dagli incredibili adattamenti e curiosità. Uno tra tutti il Cyprinodon diabolis, la specie attualmente conosciuta con la
distribuzione geografica più limitata: una singola spaccatura nella roccia del diametro di 3,5x20
mt nel deserto del Nevada dove vivono mediamente dai 300-500 esemplari.
Per passare poi nelle giornate di Sabato 26 e Domenica 27 Maggio 2012, quando si svolgerà
il 20° Congresso Annuale dell'Associazione Italiana Killifish, presso il CEA Centro Educazione
Ambientale sito in Via Chierici 2 - 42020 Borzano di Albinea (RE).
I relatori e il programma completo verranno presentati a breve.
Altre iniziative sono in programmazione e non mancheremo di avvertirvi per tempo; controllate
con frequenza www.aik.it e il nostro forum www.aik.it/forum .
A Natale usciremo con lo speciale bollettino dedicato ad Aphyosemion australe, speriamo di
venire incontro alle esigenze di tutti gli appassionati che magari iniziano proprio le loro esperienze “killofile” con questa specie.
Buon Natale e Felicissimo 2012!
Stefano Valdesalici e tutto lo Staff AIK.
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A.I.B. LANCIA UN PROGRAMMA
DEDICATO AI BETTA SELVATICI
Nel nostro Betta show annuale tenuto a Ranco (VA) lo scorso Giugno,
abbiamo avuto la soddisfazione di esporre ben 11 specie di Betta selvatici, pesci affascinanti e rari da vedere in Italia. In seguito a quell’esperienza, molti soci hanno intrapreso l’allevamento di alcune di queste specie e grazie a loro, alcune
settimane fa l’Associazione ha deciso di lanciare un Programma di Mantenimento Specie
Selvatiche.
Prima di parlare del programma, precisiamo che per Betta selvatici si intendono abitualmente tutte
le specie di Betta diverse dal Betta splendens di allevamento che conosciamo da tanti anni. In altre
parole, tutte quelle specie che, per ragioni storiche e culturali, non sono
state mai oggetto di allevamento selettivo, quindi mantengono il fenotipo originale che hanno sviluppato in natura. È una famiglia abbastanza vasta, che comprende pesci originari di diverse zone del
sud-est asiatico, tipicamente Thailandia e Borneo, e che include una
nutrita famiglia di straordinari incubatori orali paterni. Già quest’ultima
caratteristica è sufficiente ad avere un’idea del fascino e delle soddisfazioni che l’allevamento di questi animali può dare. Si tratta di pesci speciali, con comportamenti
stupefacenti: immaginate di osservare ad esempio un maschio di Betta albimarginata, lungo meno
di 5 cm, capace di restare per due settimane intere a digiuno incubando in bocca i propri piccoli
e di essere poi testimoni del momento in cui i piccoli escono dalla bocca del padre. O i più noti
Betta macrostoma, il cui rituale di accoppiamento prevede che la femmina raccolga le uova fecondate con la bocca e le passi al maschio lentamente, una ad una, quasi labbra contro labbra, perché lui le raccolga e avvii un’incubazione
che potrà durare più di 20 giorni.
Betta simplex. Foto di A. Montalbetti
Il Programma di Mantenimento di Specie
Selvatiche dell’AIB ha lo scopo di incentivare tra gli appassionati italiani l’allevamento di queste specie, fornendo un
punto di incontro per lo scambio di riproduttori, in modo che esemplari nati in cattività possano essere allevati da un maggior numero di appassionati, senza intervenire con prelievi in natura. Il Programma
nasce sulla falsariga dell’analoga iniziativa
che esiste da alcuni anni negli Stati Uniti,
patrocinata
dall’International
Betta
Congress, ed ha anche l’ambizione di contribuire al mantenimento di specie che, a causa della crescente antropizzazione dei luoghi di origine, sono a forte rischio di estinzione. Questo comporta
l’attenzione all’origine degli esemplari, grazie al contatto diretto con gli allevatori che li hanno riprodotti dall’Indonesia o Thailandia all’Italia e, naturalmente, la cura di preservare, nelle successive
riproduzioni, la specie originaria correlata col luogo di origine, garantendone la specificità o, come
si dice oggi, la biodiversità. Naturalmente viene prestata attenzione alla Red List IUCN delle spe74
Betta simplex in accoppiamento. Foto di A. Montalbetti
cie in pericolo, sia per evitare tassativamente il rischio di importare specie protette prelevate abusivamente in natura, sia, viceversa, per cercare di riprodurre e diffondere le specie a rischio già presenti in cattività in Italia, in modo da disincentivare ulteriori prelievi nei luoghi d'origine.
Tra le specie già riprodotte con successo nella nostra associazione spiccano i bellissimi Betta unimaculata, i cui maschi crescendo sviluppano delle splendide scaglie color smeraldo ai lati del capo,
i simplex – belli e robusti, forse i migliori per avviare un’esperienza di allevamento di incubatori orali
che contribuisca a riprodurre e diffondere una specie in pericolo
Betta shalleri, foto di A. Montalbetti
disincentivando ulteriori catture – e
i celebri mahachai dalla livrea iridescente, appartenenti allo stesso
complesso del Betta splendens.
Altre specie su cui diversi soci si
stanno impegnando in questi giorni
sono i Betta rubra, shalleri, enisae,
burdigala e albimarginata.
Chi è interessato può visitare il
forum internet dell’associazione
(www.aibetta.it) dove troverà sia i
topic con cui i soci AIB descrivono
le proprie esperienze con questi
pesci, sia l’area dedicata a coloro che cedono esemplari delle specie da loro allevate per allargare
il numero degli appassionati.
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A.M.B.I. ASSOCIAZIONE
MEDITERRANEA BETTOFILI
ITALIANI
Reportage sul BettaDay di Lecce
Il 17 Novembre 2011 si è tenuta a Lecce la prima tappa
Pugliese dei BettaDay2011, evento organizzato
dall’A.M.B.I. (Associazione Mediterranea Bettofili Italiani).
Lo scopo di questa iniziativa, che sta riscuotendo un grande successo a livello nazionale, è quello di avvicinare tutti
gli appassionati acquariofili al Betta splendens. Il BettaDay
di Lecce, che è stato ospitato dal G.A.S. (Gruppo
Acquariofilo Salentino) all’interno della propria sede, non
ha mancato di raggiungere il suo obiettivo. Sono state
esposte varie forme di Betta splendens e di Show Betta
che hanno attratto la curiosità dei tanti intervenuti; una
novità nel contesto dei Bettaday2011 è stato l’inserimento di un piccolo seminario dedicato interamente al betta
show.
Il relatore del seminario è stato il socio G.A.S. e membro
del direttivo di A.M.B.I. Giuseppe Tarantino (noto con il
nickname Giuswa76), che da ormai 10 anni si dedica con
passione alla selezione degli Show Betta.
I partecipanti hanno potuto approfondire varie conoscenze relative all’evoluzione degli Show Betta.
Una prima relazione è stata dedicata alle caratteristiche delle varie forme, strumento essenziale per
la corretta identificazione delle diverse varietà. Un'altra si è soffermata sulla qualità in fase di selezione e sulle linee guida dettate dallo standard IBC. Sono stati affrontati concetti di genetica e classificazione al fine di dare utili strumenti alla comprensione di questa disciplina selettiva millenaria.
I presenti hanno potuto soddisfare la loro
curiosità e approfondire aspetti inerenti alla
selezione del betta rivolgendo domande specifiche al relatore della serata.
Al termine della serata sono stati distribuiti
diversi gadget messi a disposizione dallo
sponsor dei BettaDay2011, Tetra. Diversi partecipanti hanno espresso il desiderio di sostenere gli sforzi dell’associazione A.M.B.I. divenendone soci e tutti coloro che lo hanno fatto
nel corso della serata hanno ricevuto in regalo
una splendida coppia di Betta Show messa a
disposizione dal socio Gennaro Nuzzo, titola76
re dell’allevamento professionale DMFarm, che ha inoltre fornito diversi gadget per promuovere la
serata.
L’A.M.B.I., tramite il delegato Giuseppe Tarantino, desidera ringraziare tutti gli intervenuti alla serata, i
nuovi soci Nicola, Andrea, Alessandro (il quale si è cimentato nella realizzazione delle vasche che
hanno permesso di esporre i betta durante l’evento), il G.A.S. che ha collaborato alla realizzazione dell’evento offrendo i propri spazi, lo sponsor dei Bettaday2011 Tetra e lo sponsor della serata DMFarm.
I Bettaday, visto il grande successo
riscosso nel 2011, proseguiranno
anche nel 2012 con altre iniziative.
Siete tutti invitati ai Bettaday2012!
Presto riceverete nuove info sulle
prossime date.
INFO:
www.ambibetta.it
[email protected]
Giuseppe Tarantino
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DISCUSCLUB 2.0
Siamo ormai in pieno clima natalizio, malgrado si affianchino al concetto di festa numerosissimi problemi che forse ci
fanno scattare l'insita italianità, e ci fanno reagire con un ottimismo “terapeutico”. E si va avanti. Novembre è stato un mese bello e pieno di contenuti per il DiscusClub, e come al solito
vogliamo segnalarti gli attimi più salienti:
Il mese di novembre - inizio dicembre:
Il calendario 2012, di Maurizio Bassi (download link).
Il Secondo Campionato Nordico del Discus (Malmö, Svezia, 4-6 Novembre 2011) - del Dr.
Francesco Denitto
[Scheda verde] Pistia stratiotes Linné 1753
[Scheda Pesci] Leporacanthicus
sp. L240 - L241
Quest'anno siamo riusciti a completare il calendario 2012. Il link al
download ti permetterà di scaricare la tua copia gratuitamente. La
nostra intenzione era di premiare la
foto più bella con una serie di
premi che il nostro Maurizio Bassi
(Maury6263) ha descritto qui, ma
non avendo raggiunto un numero
congruo di partecipanti rimandiamo la premiazione a primavera,
data/periodo da stabilire.
Questo è forse “abbastanza” per poter avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato
per te un motivo di scocciatura. Ci auguriamo che il tuo Natale sia il più bello che tu possa raccontare, e l'inizio del 2012 prospero e radioso. Buona lettura... e se non ti va di leggere, c'è
anche molto da vedere!! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare
l'hobby più bello del mondo.
Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook!
Ti auguriamo un sereno dicembre 2011
Sincerely
Lo staff DiscusClub 2.0
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S.A.C.
SALENTO AQUARIUM CLUB
Salento Aquarium Club (SAC) è un’associazione acquariofila che
nasce a Lecce nel novembre 2011, è frutto della grande passione
per l’acquariofilia e dell’esperienza di un gruppo di amici, da anni
impegnati nel diffondere la cultura di questo affascinante hobby.
La mission dell’Associazione è costituita dalla promozione di attività volte
a sviluppare il rispetto verso gli ambienti naturali autoctoni e la conoscenza dei migliori metodi
di allevamento, per poter detenere al meglio gli animali in cattività così da preservarne le
Specie.
Il nostro intento è di diffondere e accrescere la cultura acquariofila a tutti i livelli, aumentare lo
scambio di nozioni, idee, progetti e sogni fra tutti gli appassionati affinché le gioie e le soddisfazioni di questi ultimi vadano di pari passo col benessere dei nostri beneamati pesci.
Vorremmo rappresentare l’ideale ed imparziale tramite tra appassionati ed associazioni da un
lato e aziende operanti nel settore dall’altro, affinché i primi possano reperire e conoscere a
fondo, comprendendone la reale utilità, tutti i prodotti e gli strumenti messi a disposizione sul
mercato e le seconde possano comprendere le reali esigenze degli acquariofili e fornire loro
prodotti di elevata qualità, nel rispetto della natura che la nostra passione impone. Siamo fermamente convinti, infatti, che una maggiore cultura in questo campo sia fondamentale per
innalzare il livello qualitativo del mercato, consentendo a tutti di soddisfare a pieno le reciproche attese ma, soprattutto, di regalare ai nostri pesci le migliori condizioni di allevamento possibile e ai nostri ambienti naturali il più sentito e dovuto rispetto.
Seminari, conferenze, gite, stretti contatti con altre realtà associative operanti nel territorio
nazionale ed internazionale, progetti di tutela della fauna acquatica autoctona, realizzazione di
manifestazioni acquariofile e altro ancora, fanno parte degli obbiettivi prefissi per il 2012 e per
gli anni a seguire.
Il Presidente
Aquariophylia è lieta di accogliere la neonata Salento Aquarium Club, alla quale
porge un caloroso benvenuto e l’augurio di crescere e diffondersi, come ben meritano gli scopi che si prefigge. Siamo certi che i suoi soci saranno in grado di diffondere attivamente l’hobby degli acquari, nei loro propri territori ed in tutto il paese.
Attendiamo ovviamente i loro contributi ed assicuriamo ad essi, come a tutte le altre
associazioni che non temono il mettersi in gioco, uno spazio fisso autogestito su
queste pagine, nei prossimi numeri.
Auguri vivissimi
La redazione
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Alla scoperta degli
Endler
piccoli gioielli in acquario
di Mirko Mari
INTRODUZIONE
cazione zoologica incerta e la sua tassonomia
Oggi parleremo di una specie che ormai da anni
si sta espandendo negli acquari d'acqua dolce di
tutto il mondo: Poecilia wingei Poeser, Kempkes
& Isbrücker, 2005, conosciuto comunemente
come “endler”. Il morfotipo è simile a quello di
Poecilia reticulata (Peters 1859). La specie vive
nelle lagune costiere di Los Patos e La
Malagueña, nei pressi della città di Cumanà
(Venezuela Nord orientale). Ha ancora una collo-
rischia di non essere mai approfondita a sufficienza, a causa del pericolo di estinzione che
minaccia la specie ittica in questione. Anche per
questo gli endler stanno suscitando grande interesse da parte di scienziati di tutto il mondo, i
quali stanno cercando di approfondire la tassonomia di tali Poecilidi. Ancora oggi c'è una certa
confusione riguardo a P. wingei. Proviamo a
togliere qualche dubbio!
Endler Black Bar
80
Laguna de Los Patos
LA SCOPERTA DEGLI ENDLER
La scoperta degli Endler è dovuta a Franklin F.
Bond il quale, nel 1937, raccolse nella Laguna di
Los Patos (Venezuela) i primi esemplari che sono
andati a costituire il morfotipo “Cumanà”. Questo
fu conservato presso il Museo di Zoologia
dell'Università del Michigan, disponibile per successivi studi e confronti. Il progetto ricevette poi
un calo di attenzione per circa quarant'anni. Nel
1975 John Endler, attualmente professore di biologia marina all'Università di Santa Barbara,
California, pescò nella stessa zona degli altri
esemplari e ne inviò alcuni al Museo Americano
di Storia Naturale e, successivamente,
all’Acquario di New York, affinché fossero determinati. In realtà il nome endler fu attribuito da
Klaus Kallman, acquariofilo tedesco residente a
New York e socio di Donn Eric Rosen, esperto
tassonomista di poecilidi, al quale il professor
Endler aveva chiesto di dare un nome a quei
pesci. Sfortunatamente Rosen morì prima di
poter classificare i Poecilidi di John e Kallman
pensò bene di chiamarli come il loro scopritore:
endler!
Negli anni '80, in un convegno in Inghilterra, Il
professor Endler notò come i suoi pesci, messi
sul mercato anni prima, avevano perso parte
della lucentezza della livrea, nel corso di successive selezioni. Il professore denunciò la cosa e si
mise a cercare un modo per salvare gli Endler
Ibrido ottenuto in laboratorio
(endler blue Japan)
81
Endler Peacock
che vivevano ancora nelle lagune Venezuelane.
Purtroppo, nelle regioni di provenienza, la presenza di baraccopoli, discariche, scarichi fognari con acque nere che si riversano nelle lagune e
soprattutto l’introduzione di specie ittiche
(Oreochromis mossambicus) alloctone, utilizzate
per realizzare una produzione di proteine a basso
costo, avevano ridotto ai minimi termini numerici
la popolazione ittica ivi residente, per competizione.
Questa situazione spinse il professore a cercare
dei volontari per lo studio e la cattura degli esemplari rimasti. A metà degli anni '90 due amici,
Armando Pou e Adrian Hernandez, residenti in
Florida, decisero di mettere insieme le risorse
economiche e di avviare una serie di collezioni in
diverse lagune del Venezuela, con Armando Pou
incaricato di pescare gli endler e portarli in florida
e Ardian Hernandez che si occupò dello studio,
della selezione e della divulgazione dei loro risultati. Il lavoro fatto da questi due ragazzi è ancora riconosciuto a livello mondiale.
Oggi, evidenze di tipo morfologico, genetico e
comportamentale suggeriscono che il Poecilia di
Cumanà abbia subito una separazione dalle altre
popolazioni di guppy a causa di una selezione di
tipo sessuale divergente, conducendo alla specie Poecilia wingei.
DIFFERENZE GUPPY - ENDLER
"I Poecilia wingei (endler) non sono una razza o
sottospecie di guppy (Poecilia reticulata) ma una
specie a sé stante. Una delle prime cose che feci
quando li trovai nel 1975 fu di provare ad incro82
ciarli con dei guppy selvatici che provenivano da
pochi chilometri di distanza in Venezuela, così
come anche con altre selezioni di guppy selvatici. Occasionalmente ho ottenuto degli ibridi F1,
ma niente di più. “Endler e guppy sono chiaramente due specie distinte", cosi affermava Il professor J.Endler in una lettera al Prof. Sexton.
Infatti, oltre alla particolare livrea, che però non è
sufficiente per definire la distinzione tra due specie, una differenza sostanziale che potrebbe
caratterizzare gli endler dai guppy è da ricercarsi
nella struttura del gonopodio, che nel P. wingei è
di diversa forma e manca dell'uncino presente
nel gonopodio del P. reticulata. Tale aspetto era
già stato accuratamente descritto in un articolo
pubblicato sul sito tedesco www.diewasserwelt.de/endlersguppy3.htm, che cita come fonte
il n. 403, del gennaio 2003, della rivista Das
Aquarium. Confrontato al microscopio con il
gonopodio dei Poecilia reticulata, quello degli
endler risulterebbe più stretto e con delle appendici ad “uncino” meno pronunciate. La caratteristica determinante per gli scienziati è comunque
costituita dal numero totale di raggi soffici della
dorsale, che negli endler sono tra 6 e 7 e dai
raggi soffici della anale, che sono 9. Si evidenzia
inoltre un dimorfismo sessuale tipico, con
maschi policromici e femmine di colore uniforme.
Gli Endler sono dunque una specie a sé stante,
benché producano ibridi quando incrociati con P.
reticulata.
DESCRIZIONE
Come suddetto, analogamente a quasi tutti i
Poecilidi, anche gli endler presentano un marcato dimorfismo sessuale sia per dimensioni sia per
livrea. Il P. wingei maschio raggiunge una taglia
normalmente inferiore ai 3 cm, coda compresa,
e presenta dei vistosi colori iridescenti contrastati da macchie e linee nere. Normalmente si trova-
Un branco di endler Gruppo N black-bar
83
CLASSIFICAZIONE DEI CEPPI
Un esemplare di endler ibrido (tiger)
Per gli scopi degli allevatori, gli endler si possono raggruppare in tre popolazioni:
- gruppo “N”: Ne fanno parte tutti gli esemplari
dei quali siano certe le origini di cattura e si è
sicuri della loro purezza.
- gruppo “P”: è formato da tutti quei pesci dei
quali non si conosca con esattezza la provenienza, ma che hanno le caratteristiche morfometriche di un endler puro.
- gruppo K: Sono tutti i pesci nati da incroci tra
endler e guppy e quindi con morfologia varia-
no esemplari con dominanti arancio più o meno
accese e riflessi di colore verde iridescente o
azzurro. Le macchie di colore sono normalmente irregolari e si estendono a parti della coda,
mente divergente rispetto ai selvatici.
generando spesso esemplari somiglianti alla
varietà “doppia spada” dei guppy. In realtà,
osservando attentamente le code, si può vedere
che la parte tra le spade è presente, anche se
incolore. La femmina invece può raggiungere i 6
cm ed è di colore grigio uniforme, con pinne e
coda trasparenti. Ha il ventre più tondeggiante
del maschio, soprattutto in prossimità del parto.
Come per le femmine di guppy, sono ben visibili le macchie scure all'estremità del ventre, da
entrambi i lati (macchie gravidiche), che tendono
a risaltare all'approssimarsi del parto. Per
entrambi i sessi, la forma è slanciata con apertura della bocca leggermente verso l'alto.
Gli avannotti si presentano per forme e colori
molto simili a quelli di guppy: sono di un colore
argento non brillante, con sfumature impercettibilmente dorate, con testina e addome leggermente pronunciati e una codale che termina in
una parte trasparente. La lunghezza degli avannotti è di circa 7 mm. Ad oggi le varietà cromatiche e morfologiche commerciali di endler note
sono le seguenti:
- Black Bar
- Blond
- Red Chest
nati da ibridazioni in cattività tra endler e guppy.
- Peacock
grande interesse per l’acquariofilo e l’allevatore.
IBRIDAZIONE
Si possono frequentemente osservare pesci
Vi sono molti acquariofili che dedicano il loro
tempo a cercare l'ibrido perfetto proveniente da
incroci tra queste due specie.
Queste hanno un ottimo mercato nel campo
dell'acquariofilia ma non contribuiscono certo a
preservare l’identità della specie originaria.
Inoltre, per deriva genetica, col tempo gli ibridi
tendono a perdere i caratteri degli endler, conservando invece quelli dei guppy. Per questo
motivo, l'ELBA (l’associazione Endler LiveBear
Americana) chiede di evitare le ibridazioni. Ma la
tentazione per gli acquariofili è notevole e,
ovviamente, non tutti sono interessati a questo
lodevole progetto di conservazione della specie
pura.
Gli ibridi più ricercati sono senza dubbio i Tiger,
pesci che nascono dall'incrocio di un maschio
Endler black bar o Peacock con una femmina
guppy Micariff Zabrinus. Altri ibridi molto richiesti sono gli Endler Blue Japan e Magenta, che
provengono dall'incrocio tra endler e guppy
magenta e blue Japan.
Nei numeri successivi continueremo il discorso
sugli endler, prendendo in considerazione altre
importanti caratteristiche di questa specie di
84
Per voi negozianti!
Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito,
sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un
accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo
raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese
e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale
di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli
acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella:
Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo,
per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine
per 6 mesi.
In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in
dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi!
… E voi acquariofili: stampate questa pagina e
mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel
caso in cui non ci conosca ancora.
Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti.
Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
85
AQUARIO
PHOTO C
E
cco i lettori che hanno risposto all’iniziativa Photo Contest di questo mese. Come ricorderete, vogliamo aiutarvi a mostrare i vostri capolavori ad un pubblico più vasto rispetto
alla semplice parentela! Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, dicia-
molo sinceramente, è bello anche mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la
fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo
allargare un po’ la cerchia degli amici da stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia.
Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le più belle. Abbiamo quindi pensato ad una
bella gara, senza trucchi e senza inganni, per permettere a tutti di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi.
Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicate. Vi riportiamo sotto il regolamento per partecipare a questo concorso.
Peccato per Alessandro che la foto sia in bassa risoluzione perchè il suo mondo sommerso è stupendo, il verde è veramente rigoglioso. Pochi acquari sono così belli e curati: complimenti per l’acquario, più che per la foto!
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OPHYLIA
CONTEST
Questo mese tocca a Stefano il primo posto del nostro Photocontest, con il suo acquario "misto" come lo definisce. Si nota in particolare il piacevole sfondo a rilievo.
Regolamento photo contest
Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a
1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito.
Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta
dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome del87
l’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla
eventuale pubblicazione delle più meritevoli.
In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia.
Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla
rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione
si pubblicherà anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda.
Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le
vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti.
Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina
photo contest di aquariophylia.
www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla
paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata
copiata, tale foto sarà cancellata.
I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri
siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e
rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.
Chi ha inviato questa foto ha dimenticato di inserire il suo nome o forse non voleva farcelo conoscere. Però l'esemplare di altispinosa in primo piano è veramente bello a
vedersi: complimenti per la foto scattata con una reflex digitale della Canon come
dichiarato nella scheda. La prossima volta sarà meglio ricordare di aggiungere anche il
nome dell’autore!
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QUALE RIVISTA TI PIACE?
AIUTACI AD AIUTARTI!
Inchiesta tra i lettori di aquariophylia per migliorare la qualità d
ella vostra pubblicazione preferita!
Aquariophylia compie un anno ed ha fatto passi da gigante, ma i nostri successi dipendono
da voi, dal vostro livello di soddisfazione, da quanto veramente utilizzate la pubblicazione per
migliorare la qualità del vostro hobby. Deve divenire sempre più strumento duttile per tutti
voi e punto di riferimento tecnico-scientifico, se vogliamo che cresca.
Per questo motivo è fondamentale per noi, ad un anno di distanza dall’inizio avventuroso,
cominciare a creare un rapporto diretto col lettore, per sapere cosa desidera. Vi chiediamo a
questo proposito di spendere cinque minuti del vostro tempo per completare un breve questionario presente sul nostro sito web. Cliccando sul link che appare sotto sarete re-indirizzati ad una pagina del sito, dove potrete indicare le vostre preferenze. Fatelo con attenzione,
perché la rivista sarà modificata in base alle vostre risposte. Dunque, se scriverete che vi interessa più dolce tropicale e meno marino mediterraneo, le relative sezioni saranno ridimensionate di conseguenza. E se scriverete che l’autore Pinco Pallo è il vostro preferito, gli chiederemo di essere maggiormente presente, mentre se scriverete che Panco Pinco vi è piaciuto
poco gli chiederemo… di astenersi dalle tastiere.
Ovviamente tutte le risposte sono segrete e non verrà in alcun modo registrato il nome del
compilatore. Il tutto servirà solo per rendere la rivista più bella ed adeguata alle vostre esigenze reali. E tra poco potrete leggere, in uno dei prossimi numeri, i risultati della nostra
inchiesta, che comprenderà tutti i contributi inviati, con analisi statistiche che permetteranno
di decidere il futuro della rivista come tutti voi la volete… in media! Potreste scoprire che la
rivista del futuro è diversa da come l’avreste immaginata…
Vi preghiamo dunque di contribuire, perché è importante sapere cosa volete, per potervi
accontentare. Quindi, per favore, non sottovalutate questa opportunità perché da ciò dipenderà ricevere anche l’anno prossimo una rivista pienamente soddisfacente o meno. Ancora una
volta siete i protagonisti: agite ora!
Vi ringraziamo per la cooperazione!
CLICCA QUI PER INSERIRE I TUOI PARERI
http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_ckforms&view=ckforms&id=1&Itemid=116
89
di Carassio Aurato
Forse alcuni di voi
non mi conoscono...
Ebbene sì!
Sono proprio un pesce,
e allora?
Questo che state leggendo è il numero 11 dell’anno
2011 di aquariophylia. Se lo facessero uscire pure il
giorno 11, alle 11, sarebbe di certo un numero eccezionalmente fortunato, secondo gli esperti di cabala. Però già il numero 11/2011 non è male, vi pare?
Sì, io ci credo, deve essere proprio un numero fortunato. Tenetelo con voi al lavoro o a scuola e vi porterà bene! A me ha portato benissimo! Ero praticamente disoccupato, dopo la fine del mio precedente
impiego. Adesso lavoro e non mi pagano. Qual è la
differenza? Che ora mi diverto, almeno.
A proposito! Mi rammento di un lettore che aveva
scritto sul forum, per chiedere la vera storia di
quell’esperienza. Ma lo sapete che non sono più riuscito a trovare la sua lettera? Ma come li fanno questi forum? Uno ci mette dentro qualcosa e poi non lo
ritrova più! Ah, i bei vecchi tempi delle letterine
scritte a mano. Scavavi in un cassetto polveroso e,
tra uno slip ed una spatola da cucina, trovavi
(quasi) sempre quello che cercavi. Beh, io veramente non trovavo nulla neanche allora a causa del mio
cronico disordine, ma questa è un’altra storia.
90
Insomma, non ho più trovato quella lette-
regalino al capo anch’io oggi. L’ho visto un
ra che mi avevano spedito (una delle
po’ giù di corda e mi rendo conto anche del
pochissime, ad onor del vero) ma ricordo
perché. Lui sta facendo regalini a tutti
distintamente il contenuto. Al latore
–lettori, sponsor, negozianti, associazio-
voglio dire, brevemente, che non ci ho
ni– e ci sta lavorando sodo. Ognuno sa
capito nulla neanch’io. So solo che da un
bene cosa riceve ogni mese grazie alla
momento all’altro mi hanno spostato in
rivista. I lettori, ad esempio, capiscono
un furgoncino buio e portato via. E quan-
perfettamente che hanno tra le mani una
do ho bussato alla porta, alcuni giorni
rivista vera, scientificamente corretta (a
dopo, in una uggiosa mattinata milanese,
parte qualche svista qua e là), che ha un
non c’era più nessuno. Che fine avranno
ottimo valore sul mercato, solo che non la
fatto? Boh! Di certo avevo dodici baratto-
pagano. Una bella comodità! Le associa-
lini di scaglie in arretrato, che non rive-
zioni sanno che grazie alla rivista ricevono
drò mai più. O tempora, o mores… direbbe
visibilità anzi, alcune di esse hanno dichia-
un mio colto amico. Io, che colto poco, mi
rato che dopo le uscite su aquariophylia i
limito ad un laconico “oh tempo delle
loro siti web cominciano a mostrare un po’
more”! E qui passo e chiudo sulla questio-
di traffico in più. Una bella invenzione! I
ne passata (e non mi riferisco al pomodo-
negozianti non si esprimono molto ma si
ro). Pensiamo al futuro continuando a
sa… quelli sono di poche parole.
tenere le manine ben strette su questo
Però è certo che anch’essi possono trarre
numero 11/11, rammentando il suggeri-
vantaggi da un allargamento del mercato
mento di Defilippesca memoria: non è
e se c’è qualcuno che fa divertire gli hobbi-
vero, ma ci credo!
sti parlando di acquari, mi pare, si vada
È praticamente Natale (o almeno, lo sarà
proprio in questa direzione. Ma quello che
quando questo numero sarà nelle vostre
proprio non va giù sono alcuni operatori
manine). Dunque voglio essere buono:
commerciali. Sia ben chiaro… non tutti!
non parlerò male di nessuno, oggi, né ten-
Anzi, ce ne sono alcuni meravigliosi, come
terò di fare salotto rimarcando il marcio
quelli che trovate nelle pagine di questo
che c’è in giro. Nossignori, oggi voglio pro-
numero, che ci sostengono, ci danno vita.
prio approfittarne per essere più buono e
Eppure non capisco. Ce ne sono alcuni
rilassarmi, insieme a tutti voi, davanti al
altri che appaiono ancora tiepidini quan-
caminetto.
do definiscono il nostro operato “Certo i
Solo una piccola digressione però! Un sag-
numeri ci sono… Ottimi contenuti…
gio zen diceva, se non erro, che “se si è
Grafica simpatica… Ci stiamo ancora pen-
disposti a girare il mondo per conoscere
sando…”. Ma davvero vogliamo mettere in
un maestro, ne apparirà uno alla porta
dubbio il cammino fatto sin qui da questo
accanto”. Cosa c’entra un maestro col
gruppo di pazzi che vedo in redazione?
nostro discorso di oggi? Beh, seguitemi e
Che vadano a raccontarlo ai nostri autori,
ditemi se sbaglio. Avrei voluto fare un
che ogni mese si fanno in quattro per pro91
durre articoli di grande impatto… Che
La nostra rivista nasce a febbraio dell’an-
vadano a raccontarlo ai nostri consiglieri
no scorso quando c’erano veramente
scientifici, che gratuitamente mettono a
pochi acquariofili in giro. Li scova, li riuni-
disposizione grande professionalità ed
sce, li fa divertire insieme. Insomma, nel-
esperienza per garantire ai lettori un pro-
l’arco di soli 10 mesi si ritrova letta da
dotto eccellente… Che vadano a raccon-
una quarantina di migliaia di lettori
tarlo al Capo, che perde il sonno ogni notte
(basta andare sui vari siti web indipen-
per produrre (più o meno, puntualmente)
denti che la diffondono, per certificare la
la rivista ogni mese… Che vadano a rac-
cosa). Nessuna rivista cartacea nel nostro
contarlo ai nostri sponsor, che investono
paese ha mai sfiorato questi livelli, da
con fiducia e che stanno contribuendo fat-
quanto mi è dato sapere, e neppure da lon-
tivamente a produrre un allargamento del
tano! Siamo in continua crescita e dive-
mercato, per tutti… Che vadano a raccon-
niamo, ogni giorno di più, il punto di rife-
tarlo ai nostri lettori, un esercito di appas-
rimento di larghe schiere di acquariofili.
sionati sinceri e meravigliosi, in continua
Questo è un fatto inconfutabile, facilmente
espansione, che ci attende e ci sommerge
dimostrabile, incontrovertibile, lapalis-
di affetto ogni mese…
siano! E mi pare una cosa buona per tutti
Che vadano a raccontarlo agli acquariofili!
quelli che lavorano o si divertono in que-
Ma come ho detto prima: è quasi Natale e
sto campo. Giusto?
voglio essere buono. Quindi non morderò
E allora? Allora non ci capisco più nulla,
nessuno oggi. Conservo i dentini aguzzi per
mi è venuta l’emicrania e sono pure
rompere le noci dopo il cenone e… per
depresso, visto che si è spento il fuoco nel
addentare qualche scostumato in particola-
caminetto e in redazione non c’è più nes-
re, ma lo farò dopo le feste. Anzi, mi convie-
suno a quest’ora (l’ultimo fish killer è
ne proprio cambiar tono, perché Betta (la
uscito poco fa in punta di piedi, alle mie
solita antipatica segretaria) mi rimbrotta
spalle, credendo di non esser visto, con
puntualmente quando mordo qualcuno.
passo felpato da Pink Panther, ma ho
Dice che non ci si fa bella figura a bastonare
notato la sagoma specchiata nel monitor).
la gente, specialmente sotto Natale. Ma cosa
Cui prodest? Ricordate la famosa frase di
posso farci? Son fatto così! Oppure, volendo
Medea nella tragedia di Seneca? Cui pro-
rispondere come la fidanzata di Roger
dest? Questo è il dilemma. Qualche volta
Rabbit… è così che mi disegnano.
mi viene il dubbio che nessuno lo sappia.
Però è anche fine anno, e voglio fare un
Che qualcuno mi risponda! Ehi, di là die-
po’ di storia recente… tanto per non
tro! Mi vedete dall’altra parte del vetro?
dimenticare. Cerco di mantenere il mio
Toc, Toc... Rispondete? Accidenti, smette-
tono piano, retto e privo di emozioni, testa
tela di guardarmi negli occhi come oligo-
dritta e sguardo in avanti, come fa il capo
frenici e ditemi qualcosa! Ma guardalo lì
quando parla. Magari per una volta ci rie-
questo qui! Smettila di guardarmi così,
sco anch’io.
come
92
un
mammalucco,
e
scrivi!
Rispondimi! Dimmi il tuo parere! Niente,
stanza buono e generoso? Sarò riuscito a
ci rinuncio! Quello continua a guardare!
produrre senza criticare e, soprattutto,
Ma hai capito almeno che ce l’avevo con
senza giudicare alcuno e chicchessia?
te? Quanti sono questi? Nulla!
Non so proprio, ma di una cosa sono certo:
Encefalogramma piatto! Reazioni zero.
ho rispettato il mio istinto naturale, quel-
Dev’essere un allevatore di loricaridi.
lo che mi spinge a mangiare la mia stessa
Già, perché poi incontri operatori alle
prole, se questo serve a migliorare la fit-
fiere che si lamentano “perché ci sono
ness della specie. Riusciremo a migliorare
pochi appassionati veri… perché si vendo-
anche la fitness della specie “acquariofi-
no solo gli acquari dei supermercati… per-
lo”? Beh, dipende solo da voi. Fatevi furbi!
ché la gente non sa abbastanza degli
Avete capito ora cosa c’entra il maestro
acquari”. Poi quando tu lavori proprio in
con la nostra storia? Beh, forse nemmeno
questo senso, per risolvergli il problema…
io! Ma cosa importa? Ci siamo divertiti
silenzio stampa!
no? …E continueremo a farlo molto a
E allora, come possiamo reagire a questa
lungo, ve lo assicuro.
situazione? Beh, la mia breve digressione
Buon Natale a tutti e, naturalmente, buon
è finita, e lo spazio a disposizione pure… e
anno nuovo.
non so se tutti i miei buoni propositi nata-
Vostro, Babbonatalesco (ma torno subito)
lizi siano stati rispettati. Sarò stato abba-
Carassio
MANGROVIE E GAMBERI
Nell’ambiente delle mangrovie, ottimo substrato per la riproduzione di pesci
e gamberi, vivono numerose specie acquatiche adattate alla vita presso il
fondo. Non si sa bene, però, quanto i pesci si muovano in questo ambiente.
Pertanto sono state definite quattro aree, suddividendole con un retino sottile lungo cento metri e sono state studiate le popolazioni residenti. I gamberi
giovani si spostavano almeno per 43 metri all’interno delle mangrovie a marea
alta e si è osservato che la densità dei gamberi era inversamente proporzionale all’altezza della massima marea. La densità più elevata misurata è stata
di 18 gamberi ogni 100 metri quadri in inverno e 334 in primavera. La densità
media di pesci nelle stesse aree era pari a 83 individui. Muovendosi nell’intricato viluppo di radici, questi animali probabilmente risultano meno vulnerabili all’attacco di grossi predatori.
93
IL LAGHETTO
Quando la natura dà spettacolo…
NINFEE
E FIOR DI LOTO
di Luciano Di Tizio
Questa volta esageriamo: mettiamo insieme in
un solo articolo le ninfee e i fior di loto, due gruppi di piante da laghetto che hanno ben poche
rivali in quanto ad attrattiva, grazie sia alla bellezza delle foglie e dei fiori sia per le diverse curiosità che le accompagnano. Si tratta di specie, in
particolare le seconde, stranamente considerate
esotiche e misteriose a dispetto della loro ampissima diffusione in natura (si trovano anche in
Italia), della facile reperibilità sul mercato e della
presenza in tantissimi bacini privati, grandi e piccoli, in ogni angolo del Bel Paese.
Subito qualche informazione di carattere generale: ninfee (Nymphaea sp.) e fior di loto (Nelumbo
sp.) appartengono entrambe alle Ninfeacee,
piante perennemente sommerse con radici a
“rizoma”, vale a dire una sorta di fusto carnoso
sotterraneo dalla cui zona ventrale si dipartono
radici filamentose e che, nella parte superiore, dà
origine alle foglie e ai fiori, che galleggiano e/o
sporgono dall’acqua. Fioriture, di norma, tra
tarda primavera ed estate inoltrata.
Prima di andare oltre, per evidenti questioni di
praticità e per evitare confusioni, chiariamo quale
sarà la “scaletta” dell’articolo che state leggendo, organizzato in tre parti: 1) le specie (prima le
ninfee, quindi i fior di loto, ciascun gruppo con le
più diffuse delle numerose varietà oggi offerte sul
mercato); 2) i consigli per la coltivazione; 3) qualche curiosità.
In queste pagine, fantasia di colori: le ninfee
oggi in commercio hanno una varietà di
colori pressoché infinita
PRIMA PARTE:
LE SPECIE
Nymphaea alba
La “Ninfea bianca” è la più diffusa tra le ninfee
ornamentali e una di quelle più facilmente reperibili in commercio. In natura è presente nelle
acque stagnanti d’Europa (Italia compresa), Asia
Minore e Nord Africa. I piccioli che portano le
foglie e i peduncoli floreali si originano direttamente dal rizoma. Le foglie sono grandi, galleg94
gianti, di forma rotondeggiante e con margine
liscio. Nel punto di intersezione del picciolo con
la foglia sono evidenti due lobi appuntiti. La pagina superiore, verde, è rivestita da una sostanza
cerosa impermeabile; quella inferiore ha colorazione verde-rossastra. Fioritura tra primavera ed
estate. I fiori sono grandi e profumati. Il calice è
costituito da sepali esternamente verdi e internamente bianchi che, verso l’interno, assumono
sempre più l’aspetto di petali bianco neve, particolarmente numerosi. Quelli più interni sono trasformati in stami. I frutti sono a bacche.
Tra le varietà più diffuse e coltivate, Nymphaea
alba ha bisogno di invasi ampi e profondi almeno un metro per stare veramente bene e fiorire
rigogliosa. Riesce comunque ad adattarsi anche
a condizioni meno favorevoli.
tà di importazione” giacché non tutte vengono
dai tropici) le numerose ninfee “non nostrane”
presenti sul mercato. La loro classificazione è
problematica, poiché in molti casi si tratta di
creazioni tipiche di uno o più coltivatori, presenti
solo in alcuni listini e per le quali vengono coniati nomi di fantasia spesso diversi tra un importatore e l’altro anche se a volte riferiti alla stessa
varietà o comunque a piante estremamente
simili tra loro. Presentiamo in questo articolo soltanto le varietà “rustiche” e più esattamente
quelle più frequenti in commercio, utilizzando
per indicarle le denominazioni più diffuse, le più
usate nei listini:
Andreana: foglie marezzate, molto caratteristiche; fiori rosso delicato con sfumature rosacee.
Attraction: detta anche semplicemente
Nymphaea rossa, ha fiori rossi circondati alla
base da alcuni sepali chiari. Richiede una profondità dell’acqua tra i 40 e gli 80 o anche 100 cm
Varietà “tropicali”
Sono dette “tropicali” (ma meglio sarebbe “varie95
96
97
98
99
Fire crest: fiori color albicocca che ricordano
vagamente quelli dei tulipani. Tra i 30 e gli 80 cm.
Fioritura tra giugno e settembre.
Graziella: fiori ramati cangianti; specie “nana”
allevabile a una profondità tra i 15 e i 30 cm.
Laydekery porporata: fiori rossi con sfumature
più chiare. 40-80 cm d’acqua.
Marguerite Laplace: fiori rosa. Produce numerose foglie ed è in assoluto una delle varietà più
rustiche. Molto simile è Nymphaea rosa. Livello
dell’acqua tra i 30 gli 80 cm.
Nymphaea gialla: fiori molto appariscenti, ovviamente gialli. Profondità 30-80 cm.
Onorata sulfurea: fiori giallo zolfo. Ha bisogno di
circa mezzo metro d’acqua.
Nuphar lutea: Diffusa in natura in America
Settentrionale, Europa e Asia. In Italia è acclimatata in diverse regioni. Foglie galleggianti, grandi
e tondeggianti. Fiori solitari, giallo intenso e notevolmente profumati. Frutti a capsula liscia con
numerosi semi. Nel fiore i cinque sepali hanno
aspetto e funzione della corolla, mentre i veri
Anche la nostrana Ninfea bianca fa la sua
bella figura nel laghetto…
petali sono numerosi e poco appariscenti. Di
facile coltivazione è coltivata in molti laghetti da
giardino.
e una buona esposizione, diretta, ai raggi del
sole.
Atropurpurea: fiori rosso scuro. Profondità intorno ai 60 cm.
Aurora: fiori color arancio cangiante. È una specie “nana”, adatta alla coltivazione anche in piccoli invasi o nelle zone meno profonde di quelli
più grandi. Profondità ideale tra i 15 e i 30 cm.
Cappelletto o Antonio Cappelletto: fiori bianchi
con stami gialli, varietà rustica particolarmente
fiorifera. È estremamente simile alla varietà in altri
cataloghi commercializzata come “Nymphaea
bianca”. Profondità tra 40 e 100 cm. Molto simile anche la varietà Odorata che ha tuttavia maggiori esigenze in quanto a esposizione al sole e si
accontenta di una profondità tra i 30 e i 50 cm.
Escarboucle: fiori rossi, grandi (sino a 20 cm di
diametro) e molto profumati. Profondità tra i 40 e
gli 80 cm.
Nuphar advena: Esclusiva del Nord America e
simile alla “lutea” emette appariscenti foglie
aeree e può essere coltivata anche in pochi centimetri d’acqua, pur adattandosi perfettamente a
profondità sino ad oltre un metro.
Nelumbo lutea: Siamo passati ai fior di loto.
Diamo prima le informazioni valide per entrambe le specie di questo genere: il fior di loto è
privo di fusto e ha invece una radice sotterranea a rizoma, carnosa ma piuttosto delicata,
dalla quale nascono direttamente sia i piccioli
che portano le foglie, sia i peduncoli dei fiori.
Le foglie sono emerse e galleggianti. Le prime,
piccole, spuntano in primavera; si aprono srotolando i due lembi dal centro verso l’esterno e
si adagiano sul pelo dell’acqua, Quelle successive, particolarmente grandi e decorative, si
innalzano grazie a steli sempre più lunghi , fino
100
na la coppa e scivola via, mentre la foglia riprende la posizione iniziale. Ciascuna pianta produce
numerosi fiori con al centro un ricettacolo a
coppa, di aspetto spugnoso, appiattito e bucherellato superiormente, circondato da numerosi
pistilli. La colorazione in natura è bianca, rosacea
o rosso carminio, ma abbiamo già visto che oggi
ne esistono numerose varietà con fiori appariscenti. Il frutto, molto ornamentale , ha aspetto a
calice e nella parte superiore ricorda il diffusore a
imbuto di un annaffiatoio: la sua superficie è
costellata di buchi che contengono ciascuno un
Un rizoma di fior di loto durante la messa a
dimora (vedi le istruzioni nel testo)
seme, grande, sferico, simile nella forma a una
piccola oliva. Mentre i semi maturano, la coppa
ad un metro o più. La forma delle foglie è cir-
perde il suo aspetto spugnoso e disseca apren-
colare con i margini ondulati e una leggera
do sempre più i fori. A questo punto cade in
pendenza verso il punto di intersezione del pic-
acqua dove si sposta galleggiando e liberando
ciolo.
gli acheni che raggiungeranno il fondo per ger-
Le venature che si dipartono dal centro verso
mogliare.
l’esterno danno loro un aspetto quasi di ruota
I frutti essiccati hanno l’aspetto di una capsula
raggiata. La colorazione delle foglie è verde-
legnosa, spesso utilizzata nelle decorazioni flo-
azzurra ed è determina dalla presenza di un rive-
reali.
stimento ceroso di purina grazie al quale sono
Tornando alla lutea va aggiunto solo che è origi-
idrorepellenti e non vanno incontro a marciume
naria dell'America centro-meridionale ma è da
durante il periodo vegetativo. Le gocce di rugia-
molti secoli coltivata anche nell’America del
da o di pioggia che si formano o raggiungono la
Nord, dove i nativi ne utilizzavano semi e rizomi a
foglia “scivolano” infatti verso il centro: l’acqua
scopo alimentare. I suoi fiori sono d’un bel giallo
che qui si raccoglie e con il suo stesso peso incli-
tenue.
Nelumbo nucifera: detta fior di loto asiatico, la
nucifera
Il fior di loto può essere coltivato anche in
una semplice vecchia tinozza
è
invece
originaria
dell'Asia
e
dell'Australia. È una pianta rustica e resistente a
crescita rapidissima, tipica di stagni e invasi con
acque ferme o con debolissima corrente, profondi da un minimo di 5 cm a mezzo metro e oltre.
Questa specie, la più diffusa nei laghetti ornamentali in Italia e in Europa, ha foglie di colore
verde-glauco, peltate, di aspetto ceroso, con un
diametro che può arrivare a toccare i 60 cm. Le
foglie possono emergere per oltre un metro dal
pelo dell'acqua. I fiori, grandi (anche oltre i 20 cm
di diametro), possono avere colorazione dal
bianco al giallo e al rosa più o meno intenso, con
o senza striature. Ne esistono infatti anche in
101
natura diverse varietà. In tutte i fiori emanano un
d’acquario a grana grande. Il rizoma dev’essere
tipico profumo d’anice.
piantato nel terreno in posizione orizzontale o
Il fior di loto asiatico è oggi naturalizzato in varie
anche obliqua. È consigliabile metterlo a dimora
parti d’Europa. In Italia ha colonizzato stabilmen-
soltanto dopo averlo ben pulito, poiché è sog-
te diversi bacini, dalla Sicilia al Veneto.
getto di frequente a fenomeni di putrefazione.
Particolarmente nota la loro presenza nei laghi di
Il fatto di sistemare ciascuna pianta in un proprio
Mantova, dove pare abbia trovato un habitat
vaso, oltre a farle stare meglio, ci consentirà di
ideale.
sistemarle ognuna alla profondità più adatta, che
Ne esistono in commercio diverse varietà, molte
varia da specie a specie e spesso anche da
create da allevatori orientali, caratterizzate da
varietà a varietà. Alcune condizioni generali di
spettacolari fiori di diversa colorazione. Qui ci
coltivazione sono valide invece per tutte le nin-
limitiamo a elencare le varietà più facilmente
fee: esposizione al sole buona e tra le quattro e
reperibili in Italia:
le otto ore al giorno; acqua stagnante o debol-
Nelumbo chawan-basu: fiore con una colorazio-
mente corrente con pH tra 7 e 7,5; GH tra 10 e
ne chiara caratterizzata da bordure rosacee e
20 °d o oltre.
parti interne gialle.
Il rizoma delle specie tropicali va ricoverato per
Nelumbo rosea: fiori tra il rosa e il vinaccia chia-
l’inverno in un ambiente fresco e non troppo
ro, con parti interne gialle.
freddo. Si procede così: a fine autunno i singoli
Nelumbo yangguang: bellissimo e vistoso fiore
rizomi vanno recuperati, puliti dal fogliame e
giallo, con parti interne gialle e verdi.
messi a riposo nell’acqua o comunque sempre
Nelumbo momo-botan: fiori d’un rosso tenue
bagnati in un apposito recipiente. In primavera
che sfuma sul bianco, molto belli.
una breve esposizione al sole del recipiente stes-
Nelumbo heilongjian-lian: meravigliosi fiori rossi
so garantirà un aumento della temperatura del-
con parti interne gialle, particolarmente vistosi.
l’acqua; subito dopo potremo mettere i rizomi di
Nelumbo xiangshan-lian : fiori bianchi, semplici,
nuovo a dimora nel laghetto, naturalmente dopo
splendidi.
aver eliminato con una lama affilata eventuali
parti in putrefazione. Le varietà vendute come
PARTE SECONDA:
“rustiche” e ancor più quelle nostrane possono
I CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
anche restare tutto l’anno nel laghetto, almeno
Ninfee
nelle regioni a clima non particolarmente rigido.
Ciascuna ninfea va sistemata in un proprio vaso.
La pausa invernale è tuttavia consigliabile per
Vanno bene sia quelli in terracotta che quelli in
qualsiasi pianta se si vogliono avere ogni anno
plastica o anche contenitori di fortuna, purché
abbondanti fioriture.
abbiano un diametro di almeno 30 cm per le nin-
Le ninfee vanno infine tenute lontane da giochi
fee “normali”, anche un po’ meno per le varietà
d’acqua, spruzzi, cascatelle, ecc: le gocce che si
nane. Circa il terriccio da impiegare per la colti-
fermano su foglie e fiori, sotto il solleone si com-
vazione, nella pubblicistica specializzata si trova-
portano come una lente, provocando danni a
no diverse indicazioni, a volte differenziate
volte anche gravi.
secondo le varietà. Una composizione che in
linea di massima va bene per tutte è quella che
Fior di Loto
prevede due parti di terra, una di letame maturo
Il fior di loto può essere ottimamente coltivato
(o un concime equivalente) e una di sabbia di
anche in una vecchia tinozza con pochissima
fiume. Il tutto ricoperto da uno strato di ghiaietto
acqua (fior di loto significa “fiore del fango”), ma
102
coprire la terra con uno strato di foglie che proteggeranno le parti perennanti dal gelo ma quest’ultima scelta può funzionare ovviamente solo
se l’invaso è protetto dalla pioggia. Infine la concimazione: va fatta una volta al mese, in primavera e in estate, con gli specifici prodotti reperibili sul mercato. Vanno però evitati gli eccessi:
troppo fertilizzante può provocare bruciature
sulle foglie. Bisogna, come in ogni altra cosa,
affidarsi al buon senso…
PARTE TERZA:
QUALCHE CURIOSITÀ
Il caratteristico ricettacolo è spesso utilizzato nelle composizioni floreali
Il fior di loto è considerato un fiore sacro
dall’Induismo e dal Buddismo ed è citato in
ha comunque bisogno di un’esposizione soleg-
numerosi miti e racconti. In India, prima dell’uni-
giata. È una pianta che può essere persino infe-
ficazione nazionale, era raffigurato nelle bandiere
stante e può essere necessario tenerla sotto
di alcuni dei principati in cui era diviso quel gran-
controllo ricordandosi che è in grado di coloniz-
de Paese ed è tuttora uno dei simboli nazionali.
zare pure terreni semplicemente umidi.
Di solito in commercio si tratta direttamente il
rizoma, che va messo a dimora semplicemente
adagiandolo in posizione orizzontale su uno strato di almeno 40 cm di terreno concimato con
letame ben maturo. Quindi va ricoperto con circa
5 cm di terra, avendo cura di lasciare libere le
prime foglie eventualmente spuntate. Sul tutto si
dovrà spargere un leggero strato di sabbia,
necessario per impedire alla terra di andare in
sospensione quando aggiungeremo l’acqua,
cosa che faremo mano a mano, seguendo la
crescita della pianta, fino a raggiungere una profondità massima di 20-30 cm. La differenza di
base è questa: le ninfee si inseriscono nel laghetto, nel caso del fior di loto è il laghetto che si
“costruisce” intorno alla pianta, anche se è
ovviamente possibile pure metterlo a dimora in
un vaso e poi semplicemente immergerlo nell’invaso. Nelle regioni a clima rigido è consigliabile
rimuovere i rizomi dall'acqua e di conservarli in
un luogo fresco con una temperatura intorno ai
10 °C e avvolti nello sfagno fino alla primavera
successiva. È anche possibile togliere l’acqua e
In diverse antiche culture mediterranee si credeva che questa pianta, se mangiata, avesse il
potere di cancellare la memoria. E in effetti rizomi e semi di Nelumbo sono commestibili. I rizomi in particolare vengono consumati in Asia e in
America sia crudi sia cotti. Succosi, friabili e
appena un po’ dolci sono considerati da molti
una vera leccornia. Se macinati danno origine a
una farina delicata e facilmente digeribile. I semi
sono invece ricchi di fecola e hanno sapore analogo a quello dell’anice. Sono utilizzati per insaporire e anche per decorare prodotti di pasticceria. Il rizoma di Nuphar lutea, che contiene tannino, è invece usato nella medicina popolare come
astringente.
Le foglie del fior di loto appassionano invece gli
scienziati: sono infatti dotate di una tipica struttura superficiale che le rende completamente
idrofobiche e consente loro di restare costantemente pulite. Questa proprietà è comunemente
nota come “effetto loto”. Da anni si cerca, attraverso la nanotecnologia, di riprodurre tale proprietà per tessuti e vernici e i risultati sin qui ottenuti sembrano abbastanza incoraggianti.
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Non solo acquari...
I MIMI DELLA NATURA:
guida all’allevamento degli
INSETTI STECCO
di Alessandro Vlora - seconda parte
Nel numero precedente abbiamo cominciato un
viaggio nel mondo degli insetti stecco per suggerirvi che probabilmente è giunto il momento di
iniziare col loro allevamento in terrario. Non pretendiamo di convincervi, anzi, siamo certi che
molti di voi li troveranno assolutamente… ripugnanti! Nonostante questo vi invitiamo a dare
un’occhiata oltre il vetro dell’acquario, perché
esistono comunque altri mondi interessanti da
esplorare e, la semplice lettura di questo articolo, potrà far nascere interessanti considerazioni.
Tra poco, niente paura, potrete tornare agli
ambienti acquatici!
Acquisita una certa esperienza, si possono
acquistare semplicemente le uova, sempre che
si conoscano le esigenze di incubazione e ci si
armi di grande pazienza: per buona parte delle
specie la schiusa avviene a distanza di qualche
mese. Di contro, se allevati correttamente, la
Uova di Extatosoma tiaratum: in evidenza
l’opercolo circolare
LA RIPRODUZIONE
Per quanto concerne il ciclo di vita, gli insetti
stecco non sono animali molto longevi, sebbene
a volte il loro ciclo possa durare più di un anno,
come ad esempio in Heteropteryx dilatata. Per
questo motivo si sconsiglia l’acquisto di esemplari adulti, ormai quasi al termine della loro vita.
Le neanidi di terza età (cioè gli esemplari giovani, ma non troppo!) si rivelano la scelta giusta.
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Uova di Extatosoma tiaratum (vista laterale)
Heteropteryx dilatata e Eurycantha calcarata) o
attaccate alle piante di cui si nutrono per mezzo
di secreti prodotti dalle ghiandole colleteriche,
poste in prossimità dell’ovopositore (es. Timema
californica). La durata del periodo di incubazione
delle uova è variabile da specie a specie, in
genere compresa tra uno e dodici mesi, sebbene si possa anche arrivare a superare i quindici
mesi in alcuni rappresentanti del genere
Heteropteryx. Considerato questo prolungato
periodo, è consigliabile trasferire le uova in un
apposito incubatore per monitorarle meglio.
Si suole incubare le uova a temperature comprese tra 21 e 27 °C e umidità relativa tra 60 e 80%
(Brock, 1992). Come accennato in precedenza, i
fasmidi hanno sviluppo diretto, con gli stadi
immaturi (le neanidi) molto simili all’insetto adulto
e allevabili insieme agli esemplari adulti. Per
quanto concerne Baculum extradentatum, dopo
un numero abbastanza variabile di mute, le neanidi giungono a maturità e, circa un mese dopo
aver compiuto l’ultima muta, sono in grado di
deporre uova partenogenetiche. Il numero di
uova deposte al giorno è variabile: per la specie
in questione si va da 2 al giorno nelle prime settimane fino a 5-6 nella fase di massima produzione, per poi tornare a 1 o 2 poche settimane
deposizione delle uova può avvenire piuttosto
facilmente. Una stessa specie può presentare
riproduzione sessuale anfigonica, basata sull’accoppiamento tra adulti di sesso opposto con
conseguente fecondazione, e partenogenetica,
fondata sullo sviluppo di uova non fecondate; di
conseguenza popolazioni di sole femmine possono deporre uova fertili in grado di svilupparsi
senza l’intervento fecondativo del maschio. Con
quest’ultima modalità riproduttiva si verifica un
incremento del numero di individui, ma la totale
assenza di variabilità genetica; al fine di evitare
tale fissità genica, negativa dal punto di vista
evolutivo, spesso la riproduzione per partenogenesi può essere di natura occasionale (con uova
non fecondate da cui possono nascere tanto
maschi che femmine) oppure ciclica, alternandosi con la riproduzione per anfigonia.
Quando presente, l’accoppiamento avviene nella
forma classica con il maschio, generalmente più
piccolo e sottile, che blocca l’addome della femmina con la parte terminale del suo addome, a
forma di “pinza”, e le trasferisce la carica spermatica.
Le uova, anch’esse criptiche e simili a semi, presentano un cappuccio, detto opercolo, dal quale
viene fuori la neanide di prima età al momento
della schiusa. Possono essere deposte libere sul
suolo (ad esempio in Baculum extradentatum e
in Bacillus rossius), poco sotto terra (come in
Uova di Bacillus rossius
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Femmina di Extatosoma tiaratum
106
Maschio di Extatosoma tiaratum
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be non andare a buon fine o non essere completa, con una o più zampe che rimangono impigliate nella vecchia cuticola. La perdita di uno o due
arti è comunque compatibile con la vita. Gli
Insetti stecco in procinto di mutare si riconoscono abbastanza chiaramente in quanto diventano
di un colore più chiaro; in questo stato fisiologico tendono a rifiutare il cibo, si sospendono a
testa in giù e restano quiescenti fino a che si evidenzia una linea di rottura sulla cuticola da dove
fuoriescono come se si stessero sfilando uno
stretto camice.
Toccare questo tipo di animali non crea in genere
nessun tipo di problema, sempre che si faccia
attenzione alla loro estrema fragilità. Non si dimentichi, comunque, che alcune specie sono dotate
di mezzi di difesa attiva: il maschio di Eurycantha
calcarata ha sulle zampe posteriori due grosse
spine capaci di trafiggere il dito di un uomo, tanto
che alcune popolazioni della Papua Nuova Guinea
le utilizzano come ami da pesca. Altre specie, di
difficile rinvenimento in commercio, come
Anisomorpha buprestoides, possiedono ghiandole in grado di secernere sostanze irritanti.
Neanide di prima età di Eurycantha calcarata
prima di morire. La presenza di maschi è molto
meno rara di quanto solitamente si pensi e ciò può
consentire un importante rimescolamento genico.
Si è osservato in cattività che, laddove vi siano
esemplari maschi, gli accoppiamenti sono molto
frequenti e i nuovi nati, anche se in larga maggioranza femmine, comprenderanno un non esiguo
numero di maschi. La differenza sostanziale consiste nella diversa durata del periodo di incubazione:
le uova non fecondate hanno bisogno di più mesi
di incubazione per schiudersi (Vallés, 2001), fenomeno riscontrato in Baculum extradentatum,
Heteropteryx dilatata e Extatosoma tiaratum
(Brock, 1992).
Il dimorfismo sessuale è più o meno marcato a
seconda delle specie: talvolta così accentuato
che maschi e femmine sembrano appartenere a
specie diverse (come avviene per Heteropteryx
dilatata e Extatosoma tiaratum) oppure per nulla
evidente a tal punto che occhi “profani” potrebbero ritenerlo irrilevante. Baculum extradentatum
rientra in questa seconda categoria.
Particolare delle spine del terzo paio di
zampe di E. calcarata
LA MUTA
Un periodo delicato della breve vita dei fasmidi è
quello della muta, processo che permette l’accrescimento del corpo e che si ripete, in genere,
tra 5 e 7 volte: gli insetti non devono assolutamente essere maneggiati poiché la muta potreb108
EIACULAZIONE PRE-DEPOSIZIONE
È stata studiata, sia in natura che in cattività, l’eiaculazione pre-deposizione
quale tattica di accoppiamento in maschi di Rhodeus ocellatus, in una piccola vasca allestita nella città di Yao, ad Osaka (Giappone). Il rapporto sessi
ideale è stato trovato essere pari a circa 3.5 a 1, mentre la proporzione di
maschi rispetto alle conchiglie di bivalvi che generalmente servono da supporto per la deposizione è pari a 2 a 1. I maschi competono per l’accoppiamento e solo i dominanti sono ammessi attorno al territorio del bivalve prescelto per l’accoppiamento. I maschi, durante le scaramucce, emettono piccole quantità di sperma, non solo dopo la deposizione delle uova, ma anche
prima. Questa modalità di riproduzione è chiamata “eiaculazione pre-deposizione”. Altri maschi, più territoriali, non utilizzano questa pratica.
curiosità e notizie in breve...
PAGURI ED ETOLOGIA
I paguri si prestano allo studio dei meccanismi etologici che regolano la ricerca di nuove risorse. In particolare, quando i paguri ricercano nuove conchiglie, si possono studiare i cambiamenti nella motivazione attraverso due vie
principali: 1) alterando le proprietà della risorsa in esame, ad esempio bloccando l’apertura della conchiglia con un materiale solido e 2) presentando un
elemento di richiamo durante l’attività di ricerca da parte dell’animale, in
modo da verificare la durata della risposta. Poiché lo stato motivazionale
riflette l’informazione che il paguro possiede in ogni momento circa l’ambiente circostante, questi due metodi di analisi permettono di ottenere dati sulle
informazioni di cui il paguro dispone in ogni istante. Poiché la scelta della
conchiglia può essere facilmente osservata in acquario e le conchiglie possono essere modificate in molti modi, i paguri possono rappresentare un
eccellente materiale di studio per sviluppare un modello comportamentale
generale. Esperimenti di questo tipo non comportano la necessità di attrezzature particolari e possono permettere risultati molto interessanti anche ai
comuni acquariofili.
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Le ricette di aquariophylia
Consigli dietetici:
come gestire gli alimenti per pesci
L’alimentazione dei pesci è uno degli elementi fondamentali per la buona conduzione di un acquario.
Talvolta tendiamo a dimenticarlo, ma molti problemi di allevamento e riproduzione possono dipendere
da un’alimentazione inadeguata o una dieta sbilanciata. Troppo spesso l’acquariofilo lamenta che i suoi
pesci hanno smesso di riprodursi, poi si scopre che da un anno e mezzo i pesci sono nutriti con lo
stesso cibo in scaglie, magari scaduto da sei mesi!
Il cibo è tanto importante che nei centri di acquacoltura, al momento della riproduzione, si utilizzano
alimenti preparati ad hoc, con data di preparazione non antecedente a tre mesi. Invece gli acquariofili continuano a somministrare ai pesci e agli invertebrati alimenti contenuti in anonimi barattolini, presumibilmente conservati nel cassetto dell’acquario da tre, quattro… forse cinque anni!! Facciamo attenzione alla qualità degli alimenti somministrati e riusciremo ad ottenere pesci più sani, vispi ed in attività riproduttiva.
Gli alimenti commerciali sono eccellenti a questo scopo. Possono essere somministrati con fiducia,
specialmente quando siano garantiti da marchi eccellenti. Verifichiamo sempre che siano freschi e facciamo in modo di variare la dieta, eventualmente anche utilizzando delle confezioni “menu” se l’acquario non è abbastanza grande da permettere una rotazione di più cibi, riuscendo a sostituire la confezione entro sei mesi dall’acquisto.
Facciamo in modo, poi, di alternare alimenti secchi, in fiocchi, liofilizzati, congelati, pellettati, ecc.
Un granchio fantasma cerca cibo e riparo dentro una vongola troppo piccola! Altra occasione per interessanti osservazioni di etologia in acquario
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Un mollusco onnivoro mediterraneo sta nutrendosi su una pastiglia di cibo, avendo estroflesso la proboscide. Il cibo è anche occasione per interessanti osservazioni naturalistiche
Questo permetterà di garantire ai pesci una dieta varia e di evitare la continua somministrazione di
composti che, alla lunga, potrebbero danneggiare la salute dei nostri beniamini.
Per gli invertebrati utilizzeremo alimenti specifici, evitando che debbano nutrirsi degli “scarti” dei pesci.
Pertanto se alleviamo delle Caridina procureremo un apposito alimento per crostacei (ne esistono
anche in formato “Menu” e generalmente sono convenienti, visto che questi gamberetti mangiano
pochissimo!). Se alleviamo dei molluschi brucatori procureremo delle apposite pastiglie da fondo con
contenuto animale. Se invece alleviamo ricci di mare ed altri invertebrati vegetariani dovremo acquistare delle pastiglie con contenuti vegetali o delle apposite alghe giapponesi in fogli.
Insomma, ad ogni pesce dovremo assicurare una dieta adeguata, ragionando bene sul contenuto e
sulla forma di somministrazione. Potrà apparire come una banalità, ma se ci fermiamo a pensare ci renderemo conto che non prestiamo abbastanza attenzione alla dieta dei pesci e da questo probabilmente derivano i problemi che lamentiamo continuamente.
Infine, consideriamo l’uso di un prodotto polivitaminico. Ne esistono vari in commercio, ma anche un
buon vitaminico in gocce per bambini (facilmente reperibile in farmacia) potrà fare al caso nostro. Nel
caso delle vitamine, più che mai, è fondamentale prestare occhio alla scadenza. Vitamine scadute non
servono a nulla e non contribuiscono dunque ad accrescere il potenziale riproduttivo dei pesci ed
accendere la loro livrea. Basterà versarne un paio di gocce in un cucchiaino contenente delle comuni
scaglie e somministrare subito. Una terapia di 1 settimana (una volta al giorno) ogni mese è sufficiente. In genere le vitamine (specialmente le liposolubili) restano attaccate al cibo abbastanza a lungo da
essere ingurgitate dai pesci. I risultati non tarderanno a comparire.
Infine consideriamo la possibilità di preparare degli alimenti fatti in casa. Non devono sostituire quelli commerciali, ma integrarli. Prepararli è facile e divertente. Nei prossimi numeri vi proporremo delle ricette semplici, in modo che possiate dilettarvi nella preparazione di alimenti speciali per i vostri beniamini.
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ELETTRONICA
& Fai-da-te
di Stefano Bertoni
L’affermazione dell’elettronica è un ormai un dato
di fatto consolidato: quasi tutto ciò che ci circonda è controllato da un microchip, da un computer, da una scheda logica o comunque da un
apparato derivante da uno di essi. In pochi anni
siamo passati da televisori con valvole termoioniche a prodotti digitali complessi, come le radio a
transistor, che rivoluzionarono alla loro comparsa
il mondo dell’ascolto on the road (in strada); ora,
in piccoli telefonini o smart-phone, concentriamo
tutto ciò che fino agli anni ‘80 ci avrebbe obbligati a camminare con un piccolo carrellino per
poter trasportare tutto l’occorrente, con risultati
di gran lunga inferiori.
È lecita la domanda che vi starete ponendo,
“cosa c’entra tutto questo con l’acquariofilia?”
Bene la risposta è molto semplice, questo incipit
è servito per farvi capire come l’uso massiccio
della tecnologia, anzi il dilagare della medesima,
abbia ormai coinvolto tutti i settori dell’essere.
Non poteva esimersi il nostro amatissimo hobby.
Se una sera, con calma e pazienza navigate nel
web, potrete trovare prodotti che automatizzano,
proteggono, sterilizzano e quant’altro il nostro
acquario. Se ne trovano di tutti i gusti e per tutte
le tasche; molti decisamente validi e altri che
lasciano il tempo che trovano. Comunque tutti
utili allo scopo di facilitare la nostra vita ed evitare che una nostra dimenticanza o disattenzione
possa compromettere lo stato di salute del
mondo sommerso casalingo. Fino ad ora, magari per abitudine, avevamo automatizzato,
mediante l’uso di un timer elettromeccanico,
solamente la gestione dell’accensione e spegnimento delle luci e, mediante una mangiatoia,
l’aspetto nutrizionale dei nostri piccoli amici, non
sapendo che potevamo spingerci ben oltre,
forse non potete nemmeno immaginare quanto!
Entriamo nel dettaglio ma facciamo prima una
doverosa puntualizzazione: tutti i prodotti ed i
marchi che andremo ad elencarvi compaiono a
solo scopo informativo ed i proprietari dei medesimi non sono stati avvisati di questo articolo.
Uno tra i produttori che hanno attratto maggiormente il nostro interesse è Tunze (www.tunze.com).
Questa azienda tedesca propone vari accessori,
dai pHmetri ai misuratori di CO2, a sistemi automatici per tenere costante il livello dell’acqua. La
ricambistica appare ottima, ed i prezzi, anche se
alti, sono apparentemente giustificati dalla qualità dei prodotti. Una visita al sito web sopra riportato potrà forse generare interessanti considerazioni nel lettore.
pHmetro digitale
112
Sonda ad immersione per pHmetro
rete e ovviamente non voleva avere alcuna pretesa di esaustività. Sicuramente abbiamo dimenticato molti prodotti, e tanti altri sono sfuggiti alla
nostra attenzione.
Però abbiamo volutamente lasciato per ultimo il
miglior produttore e fornitore che il mercato possa
offrire… Voi!!! Avete capito bene proprio voi, se
siete appassionati di elettronica e amate il fai-date, in internet troverete molte guide su come programmare semplici plc e come costruire galleggianti, sensori e termometri digitali. A questo proposito, tanti siti internet potranno aiutarvi e sostenervi. Provate, ad esempio, il seguente link:
http://home.zonnet.nl/rsetteur/aquarium/karel/col
STABILITÀ, EFFICIENZA, MISURAZIONE
Come nascondere che l’incubo peggiore di noi
acquariofili sia la mancanza di corrente elettrica
durante la nostra assenza? Per evitare questo
rischio viene al nostro soccorso un portale
Italiano (www.oceanlife.it) che vende un proprio
brevettato gruppo di continuità (UPS). Questa
automazione è da considerarsi fondamentale per
la nostra tranquillità e per la salute di tutti i componenti elettronici: infatti la corrente in uscita è
stabilizzata, evitando quindi tutti i nocivi sbalzi ai
quali l’elettronica risulta molto sensibile.
L’Italica Oxean (www.oxean.it) invece produce e
vende quadri elettrici per acquari in svariate configurazioni, con prese dedicate e gestione di
timer e sensori; inoltre il prodotto desiderato può
essere configurato secondo le nostre necessità e
disponibilità.
Per quanto riguarda la misurazione elettronica
dei valori H2O, merita la nostra attenzione la
Milwaukee (www.milwaukeeitalia.it), anch’essa
produttrice di ottimi prodotti destinati all’acquariologia; è possibile trovare numerosi rivenditori
on-line, che hanno in catalogo il marchio.
Anche Elos (www.elos.eu) offre un buon assortimento. Spicca il reparto illuminazione con tutti i
suoi controlli e le nuove lampade a barre LED.
Insomma, anche l’azienda veronese ha da
tempo intrapreso la strada dell’automazione.
Questo è un piccolo campionario di ciò che
abbiamo trovato con una semplice capatina in
orie/english.htm. Vi troverete delle autentiche
meraviglie per gli amanti del bricolage elettronico.
Insomma, un mare di informazioni pronte, per
permettere la realizzazione di progetti unici.
Dovete però porre la massima attenzione in questi progetti: basta poco per mandare all’aria anni
di cura del vostro acquario: quindi esortiamo a
cimentarsi in questa esperienza solo se pienamente certi della propria preparazione tecnica.
Sono ormai lontani gli anni in cui correvamo a
casa per accendere le luci dell’acquario e le spegnevamo prima di andare a letto. Appare ancora
più lontano lo spettro di un errato dosaggio di
Prodotti per la taratura del pHmetro
113
Cosa si può ottenere con l'uso adeguato di elettronica, fertilizzanti e passione
CO2 o il rischio di bruciatura della pompa di ricircolo per un abbassamento del livello dell’acqua
durante le vacanze estive: forse, ammettiamolo,
la freddezza dell’elettronica ha smorzato il fascino quasi pionieristico dei primi appassionati!
Siamo arrivati al punto in cui, per assurdo,
potremmo restare molti giorni senza guardare la
vasca senza rischiare problemi di sorta.
Fortunatamente però le alghe sui vetri si formano
ancora, quindi la nostra presenza è richiesta!
Pur essendo grandi appassionati di elettronica
non vorremmo che questo rendesse il nostro
acquario troppo freddo: insomma usiamo tutti i
metodi a disposizione, ma non ne abusiamo e
lasciamo sempre che l’imprevedibilità naturale
renda il tutto tanto imperfetto quanto affascinante.
Timer digitale per l'accesione e lo spegnimento delle luci
114
?
115
Echinodorus
radicans:
116
Info: http://www.tfhmagazine.com/details/articles/the-mud-king-echinodorus-cordifolius.htm
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
piante
acquatiche
la regina dei fanghi
Q
uesto mese prendiamo in considerazione una pianta palustre
perenne, che può raggiungere
dimensioni considerevoli anche in
acquario. In natura vive solo parzialmente sommersa, dal momento che le foglie più alte escono dai corsi d’acqua per attingere direttamente
alle risorse fisiche e chimiche. In acquario però è
bella, robusta,
ben adattabile
a molte condizioni
ambientali diverse
consigliabile tenerla totalmente sommersa, a
meno che non si faccia uso di vasche aperte.
Le foglie sono ovali, come quelle di molte altre
specie di Echinodorus, e sono sostenute da un
gambo robusto. La lamina fogliare può raggiungere i 18 centimetri e la pianta, dunque, con il
suo aspetto coriaceo, può essere utilizzata
può divenire ingombrante
se coltivata
con molta luce
e temperatura elevata
anche per acquari popolati con pesci che usano
distruggere la vegetazione, a patto che la parte
radicale sia ben protetta da pietre ed anfore. Se
la si vuole mantenere più piccola in dimensioni
può essere opportuno potare un pochino le radici, tre-quattro volte l’anno.
Ove ben illuminata produrrà prima o poi un lungo
stelo, sul quale si vedrà comparire una infiorescenza che esce dall’acqua. I piccoli fiori a tre
corolle sono bianchi ma dopo la stagione della
riproduzione si potrà notare un certo deperimento della pianta madre. Si tratta senza dubbio di
rapidamente molto grande, cosa non sempre
una magnifica pianta da centro acquario, che
desiderabile in piccoli acquari. Conviene utilizza-
può essere utilizzata come punto visivo di attra-
re un fondo costituito da torba, argilla e terriccio
zione, circondata da altre piantine più piccole e
in parti uguali, anche se i vari autori non sono
numerose. Peraltro è possibile riprodurla facil-
concordi su questo punto. La miscela suddetta
mente, staccando e ripiantando le piantine che si
costituisce comunque una soluzione paragona-
producono sugli steli, appena cominciano ad
bile ai suoi ambienti di origine, anche se persino
emettere radici. È originaria di varie aree ameri-
della semplice sabbia silicea, specialmente se
cane, sia al nord (Kansas, Missouri, ecc.), sia al
fertilizzata con un ghiaietto sotto-sabbia, può
sud (Messico).
essere sufficiente a garantire una crescita eccel-
Per coltivare questa pianta si consiglia una tem-
lente. Esistono diverse varietà di questa pianta
peratura tra i 10 ed i 27 °C, tenendo conto che
che occasionalmente si trovano in commercio. In
la crescita è in genere proporzionale alla stessa.
ogni caso, si tratta di un magnifico vegetale, che
Pertanto, la pianta si adatta bene anche alle tem-
potrà farsi notare in acquario e costituire un vero
perature elevate ma in queste condizioni diviene
ospite da accudire ed ammirare.
117
Info: http://www.gmb.nl/default.aspx?ref=SISF-PMS&op=products&op2=item&id=5190
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
accessori
elettronici
Gembird multipresa
programmabile:
l’abito non fa il monaco
118
G
li acquari, per poter funzionare,
necessitano di una serie di apparecchiature elettriche od elettroniche: pompe, plafoniere, termosta-
ti. Spesso questi congegni richiedono una temporizzazione: esempi classici sono le pompe di
movimento alternate e le plafoniere con accen-
prodotto economico (venduta a 30 euro in numerosi shop-online) ma di ottima fattura. Permette la
gestione di 4 prese indipendenti. Non eccessivamente ingombrante.
Semplice da programmare
sione e spegnimento sfasato (effetti alba- tramonto). Ogni cavo andrà dunque ad innestarsi su
uno specifico temporizzatore. Considerando che
i temporizzatori classici hanno dimensioni non
proprio trascurabili, non sono precisissimi e, qualche volta, sono anche rumorosi, si dimostra facilmente come e quanto possano essere odiati dall’acquariofilo medio. Una soluzione è costituita
il lag in caso di black-out
è un difetto che poteva
essere colmato con
una batteria tampone.
Peccato!
dall’utilizzo di piattaforme come il Reef Angels o
Aquatronica, il cui costo medio è pari a cifre ad
almeno due zeri. In alternativa è possibile utilizzare una cara vecchia (almeno in apparenza) “ciabatta” prodotta dalla società olandese Gembird
(http://www.gmb.nl/default.aspx?op=home).
Sotto il vestitino da classica multi-presa si
nasconde infatti un sistema computerizzato e
automatizzato di gestione delle prese elettriche, modificabile e personalizzabile tramite
USB.
La multi-presa, denominata SIS-PMS (Silver
Shield Programmable Power), permette di
governare fino a 4 ingressi indipendenti (pilotati
da relè elettromeccanici) con un carico massimo
ca (prontamente segnalato da “beep” acustici)
di 10 ampere e presenta in aggiunta 2 ingressi
conserva il calendario eventi preimpostato ma si
non programmabili. L’ingombro è di poco supe-
osserva un “lag” dell’ora: se il dispositivo perde
riore ad una normale multi-presa elettrica: 378 x
la fonte d’energia, l’orologio interno del dispositi-
98 x 55 mm. Il software di programmazione è
vo non colmerà il gap e ci ritroveremo il “calen-
compatibile con tutte le recenti versioni di MS-
dario eventi” sfasato: se il blackout è di 10 minu-
Windows. Sono inoltre disponibili pacchetti
ti, la nostra bella plafoniera la cui accensione è
tar.gz per sistemi operativi Linux. La programma-
prevista per le 10:10, si accenderà alle 10:20
zione via USB è estremamente semplice: basta
ecc. Ovviamente questo “difetto” si presenta
impostare la porta di ingresso, l’orario di attiva-
soprattutto in utilizzo stand-alone, quando non è
zione, di disattivazione e il loop, cioè la ripetizio-
possibile effettuare la re-sincronizzazione via
ne del programma (ogni giorno, ogni lunedì del
USB dell’ora.
mese ecc.). In caso di black-out della rete elettri-
A cura di Mirko Mutalipassi
119
Info: http://www.amtra.de/cmi/cms/front_content.php
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
additivi
naturali
Amtra Pigne
di Ontano:
catappa o Quercia?
120
acquariofilia, inutile nasconderlo,
richiede molta passione. Spesso però
la passione, da sola, non basta!
Alcune tipologie di acquari marini e
dolci richiedono non soltanto una manutenzione
costante nel tempo, ma anche un discreto investimento economico iniziale (e non solo).
Queste tipologie di acquario, spesso additate
come le uniche degne di un acquariofilo “navigato”, sono quelle che sempre più spesso sono
accantonate inducendo molte persone ad
abbandonare questo hobby. Viene da sé che in
tempi di crisi si osservi una diffusione di microacquari popolati da caridine, micro-rasbore,
piante da prato: non importa cosa sia, basta che
sia piccolo! Un ecosistema di questo tipo, riprodotto in ambienti così angusti, è sicuramente
delicato e instabile. Un aiuto importante nella
gestione di questi microambienti viene dato dall’utilizzo di sostanze umiche: ci si ingegna con
estratti più o meno naturali (ad esempio di quercia) o con foglie di catappa.
Una possibile ed utile alternativa sono le nostrane pigne di ontano: l’ontano è una pianta di
dimensioni contenute, simile alla betulla, molto
utilizzata nel recupero di terreni poveri grazie alla
sua elevata capacità colonizzatrice e alla simbiosi con batteri azotofissatori. Il legno di ontano è
molto resistente all’acqua, cosa che permette
l’utilizzo delle pigne senza rischi di marcescenza.
Il problema semmai è: “Dove trovo in città
l’Ontano?” e soprattutto: ”Sarà sicuro?”.
Nonostante una bella passeggiata in un bosco
sia da noi caldamente consigliata, è possibile
acquistare le pigne di ontano, già pronte per
l’uso e sicure, presso il vostro negoziante di
acquariologia. L’Amtra Pro Nature, Pigne di
Ontano permette, ad un costo accettabile (circa
3,5 euro), di avere a casa propria 40 pignette
subito utilizzabili.
L’enorme semplicità di utilizzo rende questo prodotto veramente interessante: è difatti difficile il
sovradosaggio (una pigna ogni 20 litri circa, difficile sbagliarsi). Nel caso si superi la dose consi-
L’
Metodo naturale
e semplice
per l’integrazione
di acidi umici.
Ottimo elemento
decorativo.
Integratore per Siluroidei.
Costo contenuto
Le pigne di Ontano
possono essere raccolte
anche in un bosco.
Non hanno un enorme
potere acidificante
gliata, non si osservano particolari conseguenze
negative sul pH o sulla salute dei nostri ospiti. Il
prodotto è sicuro anche per le caridine più delicate, indice dell’inutilità di eventuali lavaggi o bolliture preventive. Nonostante il rilascio di sostanze umiche e tannini, l’ingiallimento dell’acqua è
trascurabile; in compenso, regalerete ai vostri
Loricaridi una vera e propria leccornia! È infatti
consigliatissimo anche come integratore di
materiali lignei per Siluroidei.
Infine è un ottimo elemento decorativo, da solo o
associato con legni e foglie di catappa. È quindi
consigliato al fine di riprodurre scenari subacquei
come quelli che si trovano in natura.
A cura di Mirko Mutalipassi
121
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
accessori
elettronici
Info: <iframe src="http://player.vimeo.com/video/27110087?title=0&amp;byline=0&amp;portrait=0"
width="400" height="225" frameborder="0" webkitAllowFullScreen mozallowfullscreen
allowFullScreen></iframe><p><a href="http://vimeo.com/27110087">seneye reef - introduction</a> from
<a href="http://vimeo.com/seneye">seneye</a> on <a href="http://vimeo.com">Vimeo</a>.</p>
Seneye controller
multiparametro:
semplicità all’avanguardia
122
omenica mattina, il coniuge urla, i
bimbi piangono e il cane scodinzola
allegro con il guinzaglio tra le fauci:
tutti reclamano attenzione. Un minuto! Solo un ultimo minuto per completare i test in
acquario. Tralasciamo per l’ennesima volta il
nostro hobby per cose, diciamocelo onestamente, ben più importanti. Quel benedetto test lo
farò un altro giorno! Si è fuori a giocare con figli
e cane ma, come consuetudine, i problemi
nascono sempre quando non siamo in casa... al
nostro ritorno troviamo acqua lattiginosa e pesci
sofferenti.
Un’alternativa alla possibile emigrazione verso
un paradiso tropicale ci è data dal nuovo controller digitale all-in-one della società inglese
Seneye. Consta di una sonda multi-parametro
capace di testare il pH, la concentrazione di
ammoniaca, il livello dell’acqua, la temperatura e
alcuni parametri legati all’illuminazione come
LUX, Kelvin e PAR. Il controller può interfacciarsi
con il computer di casa tramite una normalissima
connessione USB, oppure può lavorare autonomamente tramite un USB power adapter opzionale (http://www.seneye.com/store/accessories/usb-power-adaptor.html).
Il controller non si limita però alla lettura automatizzata dei parametri (5600 letture al mese) ma
diviene un ottimo strumento al fine di prevenire
eventuali crash. Il prodotto della Seneye infatti
offre il meglio di sé quando è connesso ad internet: comunica costantemente con il server della
società madre e, in caso di valori fuori norma,
invia una e-mail o un SMS a recapiti da noi
preimpostati. I dati del nostro acquario verranno
registrati e archiviati all’interno dello spazio web
della società e saranno liberamente consultabili,
accedendo al nostro account personale, ovunque ci si trovi (demo dell’interfaccia web
https://www.seneye.me/home#p=2556). Il software, il cui abbonamento mensile è di circa 8
euro, farà inoltre previsioni sulle future condizioni
del nostro acquario e ci darà consigli su come
intervenire al meglio al fine di risolvere l’imprevisto.
D
semplicissimo da usare.
Permette di consultare
via web i parametri
del proprio acquario.
Prezzo d’acquisto
contenuto
parametri LUX, Kelvin
e PAR non sempre noti
in acquario.
Otto euro di abbonamento
mensile potrebbero
apparire eccessivi
Il controller deve essere necessariamente inserito
in acquario in posizione verticale, tramite ventose,
o fluttuante grazie ad un guscio galleggiante
opzionale (http://www.seneye.com/store/accessories/float.html). È in vendita, per il momento solo
negli USA, in tre differenti versioni (acqua dolce,
marina e laghetto) simili per funzionalità ma differenti per sonde e, di conseguenza, per costo. Da
indiscrezioni ottenute presso la casa madre
apprendiamo che è previsto il lancio anche in
Italia. Il prezzo attualmente, in internet, si aggira
sui 60 euro per la versione home (acqua dolce),
90 euro per la versione per laghetti, 130 euro la
versione reef.
A cura di Mirko Mutalipassi
123
termoregolatori
Info: http://www.tecoonline.eu/product/TR-20/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Teco TR20:
stile & robusta tecnologia
124
iamo lieti di presentarvi uno dei prodotti che, in tutti gli acquari marini, non
dovrebbe mai mancare. Abbiamo
avuto modo di testarlo, grazie alla
disponibilità della Teco, durante l’ultima edizione
di Napoli Aquatica, nello stand dell’associazione
“acquario marino mediterraneo”.
Il refrigeratore da noi testato è il Teco Tr20, destinato a vasche marine tropicali di dimensioni fino
a 2000 litri o marine mediterranee di dimensioni
inferiori (circa 1000 litri). Questa disparità è ovviamente figlia del famoso ¢T: differenza tra la temperatura da noi impostata e la temperatura
ambiente. In acquari marini mediterranei, riproducendo biotopi di profondità, la temperatura
dell’acqua dovrà attestarsi su valori inferiori ai
20°C andando a determinare, nelle nostre calde
estati, un ¢T molto elevato. In acquari marini tropicali ciò non accade poiché gli organismi allevati vivono senza eccessivi problemi anche a temperature di 27 °C (es: genere Acropora).
Il prodotto si presenta di pregevolissima fattura
e, nella sua nuova versione in bianco, anche più
gradevole alla vista: la carena è composta di
materiali resistenti e anti-crash. Dimensioni e
ingombro del prodotto sono simili a quanto già
visto nei vecchi modelli: 27 x 43 x 45 (h) cm per
un peso di 15 kg.
Dimensioni e peso son simili ma il nuovo Teco
presenta soluzioni tutte nuove: nonostante l’idea
di base sia rimasta in linea con la progettazione
dei vecchi Teco, sono state apportate sostanziali
modifiche al prodotto. Molto evidenti sono le Oring di tenuta sui rubinetti, in Viton®, materiale
molto più resistente alle alte temperature e alle
sostanze ossidanti delle precedenti guarnizioni in
Buna-N. I rubinetti son rimasti immutati, essendo
già molto pratici grazie ai doppi giunti per tubazioni da 16 o 20 mm. Le barre di supporto del
motore sono state rinforzate: nel vecchio modello erano molto più sottili e deformabili.
Lo scambiatore di calore in titanio presenta, in
linea con gli altri refrigeratori Teco, una elevata
superficie di scambio. Le generose dimensioni
permettono un funzionamento ottimale del refrigeratore anche in ambienti molto caldi.
Vera novità è la presenza di un rubinetto per la carica e il controllo del gas che dona, oggi, una longevità maggiore al prodotto e ne semplifica la manutenzione. È necessario fare una precisazione: i vecchi Teco, in condizioni ottimali di funzionamento,
non presentavano alcuna necessità di effettuare la
ricarica del gas residuo. Capitava però, in prodotti
utilizzati in modo errato, sovra-sfruttati o semplice-
S
efficienza elevata a fronte
di un consumo
energetico contenuto
(540 W in refrigerazione).
Rumorosità bassa,
vibrazioni ridotte.
Elegante nel vestito bianco
la temperatura
può essere settata
solo ad intervalli
di 0,5 °C
mente antiquati, che si rendesse necessario il controllo e la ricarica del gas refrigerante. Questa
modifica veniva (e viene tuttora) effettuata inserendo nell’impianto una valvola apposita che, nei
nuovi refrigeratori Teco, è già compresa.
Sterilizzatore UV-C e termo-riscaldatore sono di
serie nella versione TC e opzionali nella TR permettendo di personalizzare il refrigeratore in base
alle proprie esigenze. Modalità silenziosa e allarmi di sicurezza migliorano la vita dell’acquariofilo:
allarme filtro intasato, lampada UV-C esaurita e
riduzione delle velocità delle ventole sono utili
aggiunte ad un prodotto già efficiente e completo. Infine è presente, come per la vecchia versione, un fusibile di protezione in caso di sovracorrenti o cortocircuiti.
A cura di Mirko Mutalipassi, Si ringrazia
Francesco De Rosa per le foto e alcuni dettagli
tecnici del nuovo Teco
125
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
alimenti
Info:
http://uk.tetra.de/tetra/go/7B4ECF09E015134C75F28D2C1E29DCAE/?seit
e=7&group_id=470997&group_2_id=11&lang_id=19
Tetra Betta Granules:
giusto premio
per piccoli combattenti
126
S
e foste un leone mangereste gazzelle. Se foste canarini mangereste
semi vari. Se foste conigli mangereste carote. Perché mai i pesci
dovrebbero mangiare tutti lo stesso cibo? Certo,
i betta, come gli scalari, possono vivere a lungo
in acquario nutrendosi tutti insieme delle “solite”
ben digeribile,
elevato corredo
di vitamine e sostanze
naturali attivanti,
composizione bilanciata
scaglie. Questo non vuol dire però che vivano
sempre felici.
Ogni specie ha delle sue precise esigenze nutrizionali che sono dettate, in natura, dalle disponibilità trofiche tipiche del suo ambiente di origine.
Giunto in acquario un pesce vorrebbe vedere
riprodotte le sue prede ideali. Come regolarsi
confezioni generose
che potrebbero risultare
eccessive ove si allevi
un unico esemplare.
Conviene comunque
rimpiazzarle 6-7 mesi
dopo l’apertura
allora, nella pratica?
Ci ha pensato Tetra, almeno per alcuni pesci
molto diffusi, a produrre mangimi personalizzati,
ideali per far crescere e riprodurre questi compagni delle nostre giornate. Costa veramente poco
farli felici!
Betta Granules è un alimento nutrizionalmente
bilanciato, formulato espressamente per i pesci
combattenti. Questo significa che sia le materie
prime utilizzate, sia il contenuto totale in principi
alimentari, rispettano le esigenze trofiche dei
betta in acquario. I granuli sono galleggianti ed
altamente appetibili per i combattenti.
Contengono peraltro delle sostanze di origine
naturale in grado di accendere i colori della livrea.
dissoluzione nell’acqua ed evitano dunque il
Come molti altri mangimi Tetra di nuova genera-
pericolo di inquinamento.
zione, contengono inoltre un completo corredo
Consigliamo di fare un regalo ai nostri betta, pro-
vitaminico e delle molecole organiche che miglio-
vando questo alimento. Nei primi giorni si potrà
rano la funzionalità del sistema immunitario. In
notare una certa ritrosia, poiché la nuova forma
questo modo i betta, che in acquario tendono a
granulare potrebbe non essere riconosciuta
perdere la loro naturale “grinta” fisiologica, diven-
immediatamente da pesci, abituati da mesi a
tano più forti e più belli, e si preparano alla ripro-
mangiare solo scaglie. Dopo poco tempo però i
duzione.
pesci, avendolo assaggiato, si saranno abituati al
Peraltro la formulazione in granuli e la composi-
nuovo alimento e non “vorranno” più farne a
zione ben studiata riducono il rischio di rapida
meno!
127
Info: http://www.tunze.com/fileadmin/gebrauchsanleitungen/x6025.8882.pdf
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
pompe
e filtri
Turbelle
nanostream 6095:
potenza e semplice leggerezza
128
U
no dei prodotti che maggiormente
ci ha colpiti durante il “2°meeting di
acquariologia
marina
città
di
Fiumicino”, organizzato dal West
Rome Reef-Keeping, è la nuova Tunze Turbelle®
nanostream 6095. La prima impressione è stata:
“ riuscirà una pompa così piccola a smuovere
ingombro ridotto,
consumo contenuto
e portata elevata.
Vibrazioni smorzate
dall’interessante
sistema Clip Silence
acqua in un acquario da oltre un metro?”
Abbiamo ricevuto subito risposta: abbiamo
potuto variare i parametri del Wavecontroller
7092 restando impressionati dalle capacità di
questa pompa di movimento. La Tunze 6095 è
una pompa a portata regolabile (da 2.000 a circa
9.500 l/h) e dal consumo ridotto (21 watt a mas-
le modalità ad impulso
lungo possono causare
tracimazioni a causa dell’elevata quantità di acqua
spostata. È consigliato
l’utilizzo della griglia in
dotazione per evitare
inconvenienti con pesci
troppo “spavaldi”
sima potenza). Rispetto ad altri prodotti Tunze
presenta una superficie d’uscita dell’acqua
molto ampia (uscita: ø 50mm) capace di muovere grosse masse d’acqua in modo “delicato”,
riducendo enormemente il “fastidio” sugli animali. Questa caratteristica si è ancor più evidenziata sull’acquario per coralli approntato al WRRK:
il particolato, anche se molto ridotto, è inevitabile in una vasca appena allestita ed ha permesso
di osservare con una certa semplicità il grande
cono d’uscita generato. Impostando infine la
generazione ad impulsi, le due 6095 montate
hanno generato un chiaro effetto onda (visibile in
una delle immagini dell’articolo) che può tornare
importante, un rumore estremamente contenuto.
utile in vasche “ReefCrest”, ricche di SPS.
Il Magnet Holder può essere montato su vetri
Ovviamente è necessario un minimo di buonsen-
fino a 15 mm e si presenta di dimensioni ridotte.
so, onde evitare tracimazioni laterali. La
La vera novità sono però le dimensioni molto
Turbelle® nanostream presa in esame è inoltre
contenute del corpo pompa: Tunze è riuscita a
dotata di una funzione “fish care” che determina
produrre una pompa dalle dimensioni di una
un giro dell’elica ogni 20 secondi e che evita
nanostream ma con prestazioni di una stream
spiacevoli inconvenienti dovuti a pesci troppo
(Dimensioni: ø 70mm) andando quindi a limitare
“poco prudenti”.
l’ingombro in vasca, vecchio problema di tutte le
Altra particolarità che ci ha veramente impressio-
pompe di movimento che non siano a trascina-
nato è la capacità Clip Silence: le vibrazioni della
mento magnetico.a
pompa vengono completamente annullate dai
A cura di Mirko Mutalipassi.
cuscinetti siliconici. Ciò comporta una minore
Si
sollecitazione del vetro ma, cosa molto più
dell’Associazione Goccia Blu Livorno, per le foto
129
ringrazia
Federico
Rosa,
vicepresidente
Il calendario di aquariophylia:
come assemblarlo
in modo facile
e divertente
Questo mese aquariophylia vi regala un calendario, per restare ancora più vicina
ai suoi amati lettori per un anno intero e, come sempre, mese per mese.
Stamparlo e realizzarlo è facilissimo, ma per evitare imprevisti, vi spieghiamo come
fare in quattro semplici fasi:
Figura 1. Stampate il file che avete scaricato usando acrobat (file/stampa) ma curate di
impostare le stampe come da figura (pagine multiple/2 pagine su ciascuna/A4/riduzione
appropriata alla pagina/tutte le pagine)
130
Figura 2. Piegate a metà tutte le pagine stampate e riponetele l’una sull’altra, con la piegatura in basso, partendo dalla prima
Figura 3. Spillate o fissate con una piccola spirale (opzione consigliata, se vi recate presso
una cartoleria fornita) nella parte opposta alla piegatura (cioè in alto)
Il calendario è pronto e potrà essere appeso al muro al centro della pagina in alto,
in modo da aprirsi con la foto del mese ed il datario in basso.
Buon divertimento!
131
Umbraculum m
Umbraculum mediterraneum (Lamark, 1819)
è, secondo WoRMS (World Register of Marine
Species
-
http://www.marinespecies.org/aphia.php?p=t
axdetails&id=224512) nome non valido e da
sostituirsi con quello di Umbraculum umbraculum (Lightfoot, 1786). Sembra perfino che
tutte le specie attualmente descritte possano
essere riunite in un’unica specie. Comunque
lo si voglia chiamare, questo splendido gasteropode (Classe Gastropoda, sottoclasse
Heterobranchia, infraclasse Opisthobranchia,
ordine Umbraculida, famiglia Umbraculidae)
non perde nulla del suo fascino. Può raggiungere i 4-10 cm e le dimensioni del corpo eccedono quelle della conchiglia. Questa specie si
trova al Capo Verde, in Atlantico orientale,
Mediterraneo e lungo le coste portoghesi.
Abita praterie di Posidonia oceanica, fondali
sabbiosi e rocciosi coralligeni. È presente tra 0
e 50 m. di profondità. Si nutre prevalentemente di spugne.
La foto che viene qui presentata è stata scattata da Geppy Apuleo, il 3 settembre 2006 a
Punta Scutolo (Vico Equense, Campania) ad
una profondità di 25 m. L’attrezzatura utilizzata: una Canon A520 + Epoque ES-150 DS.
132
mediterraneum
133
Stimoli di viaggio
e di immersione
testo e filmati di Franco Savastano
Plectorhinchus gaterinus
tra i suoi reefs
È un pesce che vive tra i reef dei primi metri di
Nell’adulto la livrea diviene argentea, più scura
profondità, ma generalmente tra –20 e –40 m,
verso la testa che assume una colorazione nero-
ampiamente diffuso in tutta la costa orientale
blu. Le labbra, alquanto pronunciate (dalle quali
dell’ Oceano indiano, estuari dei fiumi, nel Mar
prende il nome italiano “dolci labbra”), sono
Rosso di Egitto, Somalia, Kenya, Mauritius e
caratterizzate da un vivace colore giallo, talvolta
costa
tendente all’aranciato.
meridionale
africana
ad
est
del
Madagascar.
Questa specie si ciba di invertebrati bentonici e
L’incontro con una numerosa famiglia di questa
di vari organismi che trova sul fondo. Anche in
ombrina tropicale è avvenuto nei pressi della cit-
vasca vive bene, accettando alimentazione di
tadina di Dahab, sulla costa egiziana del Mar
diverso genere, come Artemia adulta, cibo vivo,
Rosso, dove l’autore, in compagnia dell’abituale
cozze, vongole, krill, lumache, Mysis e uova di
modella e consorte Jos, ha potuto avvicinare
aragosta.
dapprima il branco intero e in seguito isolare, in
un anfratto di coralli madreporici, un timido
esemplare adulto. Questo, incuriosito ed abba-
Nome comune: Gaterino tropicale
Altri nomi: Labbrone, Ombrina
Nomi Inglesi: Blackspotted sweetlips,
Blackspotted rubberlip
Ordine: Perciformes
Famiglia: Haemulidae
Genere Plectorhinchus
Specie: Plectorhinchus gaterinus
gliato dalla luce dei faretti della videocamera, si è
infine lasciato avvicinare fino a farsi riprendere
quasi a contatto con l’obiettivo.
In età giovanile la livrea di questo pesce è caratterizzata da lunghe strisce scure orizzontali, che
con la crescita si trasformano nelle tipiche macchie nere, diffuse su tutto il corpo e sulla coda.
134
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA
Un viaggio in Mar Rosso, in Kenia, entrambe aree ideali per la vita delle specie descritte,
alla scoperta dei pesci considerati in questo numero, per
ripetere le esperienze subacquee descritte nel nostro filmato. Facilissimo riuscirci, alle condizioni esclusive proposte da TUI ai nostri lettori. Basta cliccare sul link in
basso e… sognare il viaggio ideale per l’intera famiglia.
Mar Rosso coste Egiziane http://bit.ly/nHzb7H
Kenya http://bit.ly/n8EMUv
135
OLTRE
A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
L’acquario
essenziale
136
moderno con parquet scuro, arredamento essenziale ed alcune poltrone. Poco calore vero? Potremmo provare aggiungendo una colonna con capitello, un quadro, qualche faretto. Niente ancora? Allora
proprio non c’è verso: bisogna aggiungere un acquario. Lo faremo rispettando lo stile essenziale dell’ambiente e
disponendolo direttamente sul pavimento, senza supporto e senza tanti fronzoli.
La luce proveniente dalla finestra, esposta ad est, illumina principalmente la sezione collocata a sinistra dell’ambiente; pertanto disporremo l’acquario nella parte destra, addossato al salotto, in modo da creare allo stesso tempo
un interessante punto luce ed una divisione logica dello spazio, che rimane essenziale ma luminoso nella parte a
ridosso della finestra e diviene accogliente e brillante nella zona salotto.
L’acquario sul pavimento incornicia, di fatto, l’angolo relax senza invaderlo, trovandosi a ridosso del divano, ma
la sua luce ed i guizzi di colore si specchiano sul parquet tirato a lucido producendo una sensazione di arredamento vivo. Di fatto, l’apparecchio tv disposto nell’altro angolo della stanza, con il suo aspetto retrò, controbilancia la
presenza antica ed allo stesso tempo moderna e viva della vasca. I vari elementi si fondono dunque in una temporalità transitoria che genera emozioni tridimensionali, scatena passioni, induce curiosità naturalistiche.
Ovviamente la realizzazione della struttura-arredamento non pone particolari problemi, essendo sufficiente disporre il parquet e posizionare i vari semplici elementi descritti nella foto. Più complessa è la realizzazione dell’acquario, perché comporta l’occultamento delle varie attrezzature tecniche. La vasca, infatti, è costruita per restare visibile da ogni lato, compresa la superficie. Per questo motivo sono state identificate specifiche soluzioni tecnologiche che rendano minimo l’impatto visivo delle attrezzature. Il filtro biologico è disposto lungo la parete posteriore, addossata alla poltrona. È stato realizzato un filtro generoso, con le due pareti laterali oblique, totalmente a
specchio. In questo modo la sua presenza risulta meno evidente, perché vi si rispecchiano i tanti invertebrati rigidi e molli ad esso più prossimi.
Anche il coperchio ha una struttura a specchio, lateralmente, che lascia però trapelare parte della luce prodotta
dalle lampade. Queste ultime sono quattro, disposte parallelamente ai lati più corti, e sono coperte da appositi
riflettori. In questo modo, la vista dall’alto dell’acquario propone un ambiente suddiviso in quattro sezioni, interrotte dalle barre metalliche che coprono i tubi al neon. L’effetto è gradevole ed appare anche relativamente naturale. I cavi elettrici che fuoriescono da un foro disposto al centro, posteriormente alla parete lunga, sono diretti ad
una canalina che passa sotto la poltrona.
Il tutto è poggiato su un foglio di morbido multistrato da 2 cm di altezza celato sotto la vasca. Il pannello serve
allo stesso tempo da cuscino di isolamento per la vasca ed è utile a protezione del parquet.
Pertanto la vasca si propone monolitica e ben rappresentata, pur nella sua essenzialità, oltre a poter essere comodamente osservata da tutti i lati pur essendo disposta direttamente sul pavimento.
Un salone
SCHEDA TECNICA
VASCA in tutto vetro, vetro extra-chiaro, di dimensioni 200 cm x 65 cm x 77 cm (h)
con coperchio in vetro, trasparente in superficie, a specchio lateralmente.
FILTRO biologico interno, realizzato con vetri a specchio e pareti laterali oblique, di
dimensioni 120 cm x 10 x 77 (h). Il filtro è gestito da 2 pompe BluPower da 1200 litri
ciascuna. Nel filtro è disposto anche uno schiumatoio LGMAcquari.
TERMORISCALDATORE: 2 askoll tronic E2Volution da 300 watt disposti ai due lati
del filtro in corrispondenza delle pompe centrifughe.
ILLUMINAZIONE: 4 lampade al neon T5 Fresh Life da 24 watt accoppiate a 4 neon
Coral light da 10000 °K (luce bianca) della Korallen Zucht, due a due, sotto 4 riflettori in alluminio lucido disposti equidistanti, con i due estremi alle estremità laterali della
vasca ed i due intermedi al centro.
ARREDAMENTO: rocce vive calcaree, scheletri di madrepore, sabbia corallina di
grana attorno ad 8 mm
ORGANISMI ALLEVATI: Caulerpa taxifolia, Halimeda sp., Anemonia sp., Millepora dichotoma, Entacmaea quadricolor,
Pachyclavularia violacea, Acropora sp., Catalaphyllia sp. , Montipora sp., Cynarina sp., Fungia sp., Seriatopora sp.,
Stylophora sp., Pocillopora sp., Lobophyton sp., Sarcophyton sp., Lobophyilia sp., Xenia sp., Zoanthus sp., Euphyllia sp.,
Caulastrea sp., Acanthastrea sp., Trachiphyllia sp., Physogyra sp., Pseudopterogorgia sp., 2 Pterois volitans, 1 Pomacanthus
imperator, 1 Cromileptes altivensis, 1 Chaetodon semilarvatus, 1 Balistoides conspicillum
ACQUA marina ottenuta utilizzando acqua demineralizzata con apparecchio da osmosi inversa aqua1 ed aggiunta di sali
marini Prodac. Identica procedura per i cambi parziali da effettuarsi ogni mese.
POMPE DI MOVIMENTO 6 Sicce Voyager 2
VALORI CHIMICO-FISICI di riferimento per la vasca arredata: Temperatura 25 °C, Densità 1.026, Salinità 35 g/L , pH 8.38.4, KH > 9 °d, Calcio 450 ppm, Magnesio 1350 ppm, Stronzio 10 ppm, Iodio 0.05 ppm, Ferro < 0.05 ppm, Silicati < 0.5 ppm.
137
Come
si fa...
di Antonio
Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attività di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero
essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci
proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
Questo mese la rubrica Come si fa non è presente. Un vero peccato, perché
non avevamo mai saltato un numero, sin dalla nascita della rivista. Per giunta,
proprio per questo mese avevamo in serbo una bella sorpresa: un’intervista con
un noto produttore di materiali per acquari, con tante cose interessanti nel faccia a faccia. Ma il nostro regista ha avuto qualche problema tecnico dell’ultimo
momento e non è riuscito a completare il lavoro: lavoriamo sempre sul filo del
rasoio! D’altra parte, come avrete notato, volevamo consegnarvi questo numero di dicembre in tempo, evitando per una volta i soliti ritardi che oramai ci caratterizzano. Carassio lo sta ancora inseguendo in redazione, armato di retino! Ma
state tranquilli: riprenderemo col prossimo anno, proprio là da dove avevamo
lasciato.
Potrete perdonarci?
138
Aquariophylia su iPhone
ome molti di voi già sanno, aquariophylia è disponibile anche come app per iPhone. La
stessa applicazione peraltro, sebbene un pochino sgranata, è disponibile su iPad e può
quindi essere fruita facilmente dall’enorme pubblico della mela mordicchiata.
Purtroppo, con l’avvento dell’iOS 5 (l’ultimo sistema operativo per i melafonini ed i tablet Apple)
la nostra applicazione non funziona più come dovrebbe. Le pagine appaiono grandi e non si riesce a scalarle. Quindi, se avete un melafonino con il sistema 4 (iOS 4) usate pure la nostra applicazione (aquariophylia mobile, su app store) e la troverete magnifica, come tutti quelli che hanno
scritto per lasciare un commento. Se invece usate iOS 5 dovrete farne a meno, per ora, leggendo
aquariophylia solo sul computer.
Certo, è una limitazione per i lettori, ma come sapete abbiamo alcune ristrettezze dovute alla
carenza cronica di investitori nel nostro paese. Pertanto, finché non troveremo aziende che vorranno sponsorizzare la realizzazione di una nuova app, dovremo rimandare l’ulteriore diffusione di
aquariophylia nel mondo. Ce ne scusiamo con i lettori, ma comprenderete che è già tantissimo
quello che stiamo cercando di portare avanti, praticamente a costo zero!
Siamo certi comunque che molto presto le aziende che da qualche tempo sfruttano i vantaggi economici creati da aquariophylia si sentiranno in dovere di ricambiare, offrendoci un minimo di supporto economico. In quel momento, ricomparirà una app funzionante per il nuovo system!
C
CIAO OSPITE, BENVENUTO NEL NOSTRO SITO.
Sono Ippocampo, se hai letto qualche numero della nostra rivista forse mi conosci, e tu chi sei?
Un acquariofilo probabilmente, o un aspirante a diventarlo?
Hai già letto qualche numero della nostra rivista?
Se ti registri al sito potrai scaricare ogni mese il nuovo numero di Aquariophylia,
partecipare al forum, chiedere il parere dei nostri esperti, fare due chiacchiere con
Carassio... e tutto completamente gratis!
Se la rivista ti è piaciuta e ti interessa, fallo subito: infatti solo un elevato numero
di abbonati ci consentirà di continuare a regalarla a tutti gli appassionati di acquari (sai, gli sponsor ci studiano e, loro, vogliono sapere quanti lettori abbiamo...).
Se poi qualcosa non ti ha convinto, dicci di cosa si tratta e ti risponderemo: anche
questo è un modo per aiutarci a migliorare.
Dai, ospite... lasciati promuovere ad utente... basta un attimo!
Ci rivediamo presto?
Tuo IppoCampo
139
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve
Concludiamo così un numero ed un anno. È
ad acquistare tutto quello che serviva per
stato un primo anno avventuroso, intenso, tal-
costruire un acquario e non solo, anche quello
volta difficile, ma vogliamo sperare che anche
che serviva per costruire una sump o vasca di
per voi ne sia valsa la pena. Da parte nostra…
decantazione o filtro percolatore. Come cam-
ci siamo divertiti da matti! Come sempre, con
biavano le cose da un Askoll 80 a un 300 liltri
la fine della lettura inizia l’esplorazione diretta:
con filtro percolatore e che filtro in quegli anni,
potrete approfondire gli articoli cliccando sui
almeno per lui! Quanto era felice! Lo saremo
link che contengono, o riguardare i filmati,
anche noi al termine della lettura, ed avremo
esplorare le pubblicità dei produttori che
imparato nuovi dettagli tecnici, divertendoci.
hanno inviato le loro pagine, e forse scegliere
dei regali per il prossimo Natale. Potrete con-
Nuova rubrica per principianti. Nel corso del
frontare prodotti, prezzi, caratteristiche. Alcuni
primo anno abbiamo proposto una serie di
preferiranno passare subito alla pratica ed ini-
“pillole” per principianti, perché sono tanti
ziare nuove entusiasmanti esperienze sulla
quelli che ci leggono per la prima volta, ogni
base degli articoli proposti in questo numero.
mese, e sono ansiosi di iniziare. Non possiamo
Abbiamo alcuni giorni di vacanza, poi iniziere-
certo spaventarli parlando solo di tensione
mo un nuovo anno, che auguriamo (a voi ed a
superficiale nell’acquario marino tropicale.
noi) essere ricco di esperienze e soddisfacen-
Con il nuovo anno abbiamo intenzione di ini-
te. Volete sapere cosa stiamo preparando per
ziare nuovamente, proponendo una rubrica per
voi, per iniziare bene il 2012?
principianti nuova di zecca. Siamo partiti da
una serie di domande a raffica poste alcuni
NEL PROSSIMO NUMERO VI PROPORREMO:
mesi fa, sul forum, da un lettore. Non sarebbe
Endler, la storia continua. Abbiamo parlato di
stato possibile rispondere a tutte in poco spa-
Endler in questo numero ma non intendiamo
zio. Ma nel corso del prossimo anno prendere-
certo lasciar cadere l’attenzione. Per questo
mo spunto proprio dalle sue domande, dirette
motivo, abbiamo già predisposto un approfon-
ed interessate, per costruire tanti nuovi piccoli
dimento a cura del nostro esperto, Arbuatti, il
acquariofili. Ditelo alla signora della porta
quale ci ripropone una storia dettagliata per
accanto: ora non ha più scuse per non iniziare!
questa specie, i suoi ambienti di origine, il modo
ideale per allevarlo. Grande esperto di Endler,
Il Biotopo per gli A p i s t o g r a m m a . Sono pesci
l’autore ci condurrà in modo semplice ma scien-
quasi sempre allevati in acquari di comunità.
tificamente corretto attraverso questo affasci-
Eppure anch’essi si trovano meglio quando
nante ospite dell’acquario d’acqua dolce.
l’ambiente sia stato costruito con sapienza,
per imitare quello dei loro bacini d’origine. Di
Un giorno per una vita con i Discus. Ritorna
cosa abbiamo bisogno per realizzare un vero
il romanzo scientifico, ritornano i discus di
acquario per Apistogramma? In realtà basta
Busonera. Il personaggio di questa storia, con
molto poco, tenendo conto di concetti applica-
l’aiuto di un amico che aveva conosciuto,
bili a qualsiasi acquario. Vedremo in pratica
Andrea, amante e riproduttore di Discus, iniziò
come fare, con l’aiuto di Stefano Bertoni.
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Mini acquario per meduse. Avevamo pro-
tali: alimentazione ed allevamento.
grammato di mostrarvi questa meraviglia già
nel corso di quest’anno, ma per offrirvi una rivi-
Carassio. Il piccolo scontroso ospite dei nostri
sta più bilanciata nei contenuti abbiamo poi
acquari si risveglia a gennaio con il solito, pes-
deciso di rimandarne l’uscita. È giunto il
simo umore. Lo vediamo però pieno di energie
momento di mostrarvi come sia possibile
e pronto a fare le solite ramanzine a tutti colo-
ammirare delle meduse in ottima salute, in un
ro che non sostengono la nostra iniziativa edi-
contenitore da circa mezzo litro d’acqua di
toriale (che per fortuna sono sempre meno
mare. Impossibile? Oramai conoscente l’abilità
numerosi!). Sarà piacevole incontrarlo di
miniaturizzatrice dei nostri esperti lilliputiani!
nuovo, con l’anno appena iniziato.
Acquarioinclasse. Inizia con l’anno nuovo una
Vermi bianchi: facili e nutrienti. Se non avete
nuova serie molto interessante, dedicata alle
mai coltivato enchitrei è segno che non amate
scuole. Gli studenti delle scuole medie vengo-
abbastanza i vostri pesci. O che nessuno vi ha
no spesso coinvolti in progetti didattici di vario
mai spiegato come si fa! Allora, vogliamo fare
interesse, utili per approfondire alcuni concet-
felici i nostri pesci di tanto in tanto? In fondo
ti. E allora, perché non iniziamo con un acqua-
basta poco. Ad esempio, avete mai sentito
rio in classe? Potremo utilizzarlo per compren-
parlare di Grindal? No no, non ci riferiamo alla
dere la chimica dell’acqua, l’ecologia, l’inqui-
favola di Gretel! Abbiamo detto proprio
namento degli ambienti naturali, la fotosintesi,
Grindal, o vermi bianchi. Va bene, forse i più li
il metabolismo animale, il ciclo degli elementi e
conosceranno col nome comune derivato da
tanto altro. Per un anno intero proporremo,
quello scientifico: Enchitrei.
ogni mese, delle esperienze da condurre in
classe. Chiediamo agli insegnanti di utilizzare
In realtà nel numero di gennaio c’è tanto altro,
questa proposta come mini-corso, da perso-
oltre alle solite rubriche ed a qualche novità
nalizzare secondo le loro esigenze didattiche.
dell’ultimo momento, pensata anche per veni-
Agli studenti, di portare in classe la rivista e
re incontro alle richieste che ci farete, attraver-
mostrarla ai loro insegnanti, affinchè anche gli
so il modulo-inchiesta presente in questo
altri alunni possano imparare divertendosi, uti-
numero. Ma non potremmo dirvi di più. Se
lizzando un piccolo acquario. Ci sarà da diver-
avete richieste specifiche, per favore, scrivete
tirsi… imparando!
alla redazione. Saremo felici di accontentarvi.
Oramai lo sapete: aquariophylia è al vostro
I mimi della natura. Concluderemo il trittico
fianco, sempre!
dedicato agli stecco con il prossimo numero.
Ovviamente questo
è quanto abbiamo già… in forno.
Se desiderate un menu “a la carte”,
come sempre, non esitate a scriverci,
inviando le vostre richieste
tramite le apposite finestre
del nostro sito web:
www.aquariophylia.it
o inviando una mail ad
[email protected].
Saremo felici di accontentarvi
Siamo certi che questi insetti saranno riusciti
ad attrarre la vostra attenzione. Qualcuno di
voi avrà deciso di allestire un piccolo terrario
ad essi dedicato. Altri avranno semplicemente
scoperto piccoli segreti della natura che ignoravano. L’importante è che oramai siamo tutti
più ricchi! Nel prossimo numero continueremo
il discorso iniziato un mese fa, prendendo in
considerazione gli ultimi argomenti fondamen141
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO!
È finito il numero 11. Si conclude così, allegramente, anche il primo anno di vita della
rivista. La quale, col vostro aiuto ed il vostro sostegno, è cresciuta molto più di quanto potessimo sperare. State facendo un gran lavoro di divulgazione, fondamentale per
diffondere in tutte le case la cultura naturalistica e la passione per gli acquari. Un anno
fa eravate solo “strani” cultori delle vasche coi pesci. Ora siete una grande famiglia di
acquariofili e cominciate ad essere consapevoli della vostra forza. Continuate così!
Approfittate di queste vacanze natalizie per scrivere una mail ad amici e conoscenti,
per diffondere ancor più la rivista e guadagnare, così, un altro anno di piacevoli letture. Continuiamo a raddoppiare la consistenza della nostra famiglia ogni mese!
Se però volete che la rivista sia veramente vostra, investite cinque minuti del vostro
tempo libero anche per compilare il modulo on-line della nostra inchiesta: contribuirete a rendere la rivista migliore, più vicina a quello che desiderate, e ci aiuterete a rendervi un servizio eccellente. Noi vogliamo che continuiate a leggerci con piacere e per
questo chiediamo il vostro parere sui contenuti e la forma. Ma ora basta con le chiacchiere: è tempo di riposo e vi invitiamo quindi a raccogliervi in un luogo caldo della
casa, per leggere ai vostri piccoli la favola di Pakpao.
Ci rivedremo tra un mese circa: segnatelo sul nuovo calendario di aquariophylia!
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Aquariophylia 11/2011: in questo numero l`articolo