Prima Stazione “Gesù è condannato a morte”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
L’inizio di questa storia è segnato dalla parola “Crocifiggilo”.
Ero stato catturato come un ladro, portato con violenza davanti al governatore Pilato per essere condannato a morte. Per la festa di Pasqua il governatore rilasciava al popolo un prigioniero a loro scelta. Ero molto conosciuto; quando mi spostavo di villaggio in villaggio, tanta gente mi seguiva ed era attenta a ogni gesto o parola. Insomma, ero una persona amata.
Ma quando mi portarono davanti al popolo, udii quelle grida: “Crocifiggilo, crocifiggilo”; allora Pilato, con un gesto della mano placò l’ira della folla e disse: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù?”.
Barabba era in prigione perché, in occasione di una sommossa avvenuta in città, aveva commesso un omicidio. Tutti gridarono a gran voce: “Barabba, vogliamo Barabba”. E Pilato chiese: “Che male ha fatto Gesù?”, ma il popolo non lo ascoltò nemmeno e ripetè: “Crocifiggilo, crocifiggilo”.
Così Pilato fece ciò che il popolo chiedeva: liberò Barabba e condannò me.
Bambino/bambina
Caro Gesù, non capisco perché sei stato catturato e condannato.
Noi quando facciamo male a qualcuno o non ascoltiamo mamma e papà, meritiamo un rimprovero o un castigo. Ma tu che cosa hai fatto?
Non hai mai fatto arrabbiare i tuoi genitori, non hai litigato con i tuoi amici, anzi molte volte hai dato più di quello che potevi; facevi intuire con le tue parole come sarebbe stato bello un mondo senza cattiveria, senza primi e ultimi, senza ricchi e poveri.
Molte volte non capiamo quanto sei importante per noi, non comprendiamo che tu hai accettato di essere messo in prigione, senza fare resistenza, e hai risposto a tutto questo nel modo più
difficile: amandoci!
Non abbiamo timore di chiedere perdono a Gesù.
C.: Perdonaci, Gesù, quando litighiamo con i nostri amici.
Tutti: Perdonaci, Gesù.
C: Perdonaci, Gesù, se non ascoltiamo i nostri genitori.
Tutti: Perdonaci, Gesù.
C: Perdonaci, Gesù, quando non riusciamo a riconoscere il tuo amore per noi.
Tutti: Perdonaci, Gesù.
Seconda Stazione “I soldati caricano Gesù della croce”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Dopo che fui condannato a morte, mi picchiarono a sangue e mi insultarono.
Avevo tutti contro, i miei amici si nascondevano per paura di essere catturati e imprigionati a causa mia. Uno di loro, Pietro, arrivò addirittura a negare di avermi mai conosciuto.
Nella mia mente tornavano insistenti le immagini, le grida del popolo che urlava il nome di Barabba, i loro volti pieni di rabbia. Il mio cuore era triste.
Fra questi c’erano alcuni soldati che mi avevano visto più volte predicare; avrebbero potuto parlare in mia difesa, ma in quel momento mi voltarono le spalle.
Uno di questi intrecciò una corona di spine e me la pose sul capo. Mi vestirono con un mantello rosso e mi misero una canna in mano. Il rosso era il colore dei re, la canna simboleggiava lo scettro.
I soldati mi schernivano inginocchiandosi davanti a me e dicendo:”Salve, re dei Giudei”, poi si rialzavano e ridendo continuavano a percuotermi.
Quando furono stanchi di tutto ciò, caricarono sulle mie spalle la croce.
Bambino/bambina
Caro Gesù, quando sono preso in giro dai miei amici, allora rispondo a tono e magari arrivo anche alle mani. Tu, invece, non hai fatto niente di tutto questo, anzi, sei stato in silenzio e hai accettato gli avvenimenti ingiusti che ti stavano capitando.
Anch’io non mi dimostro tuo amico quando manco di rispetto agli altri, quando sono pigro e non mi impegno a scuola, sono distratto a messa o mi inquieto per nulla. Desidero imparare da te.
So che non è facile accettare di essere derisi senza reagire, ma so anche che, quando ciò mi accadrà, tu sarai al mio fianco e questa sarà la mia forza.
Chiediamo a Gesù di insegnarci ad amare.
C.: Quando non amiamo le persone che ci sono vicine, come noi stessi.
Tutti: Insegnaci ad amare.
C.: Quando deridiamo i nostri amici e non siamo capaci di accoglierli così come sono.
Tutti: Insegnaci ad amare.
C.: Quando non facciamo una gentilezza ad una persona cara, soltanto perché temiamo di essere presi in giro.
Tutti: Insegnaci ad amare.
Terza Stazione “Gesù incontra sua madre”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Mentre trascinavo la croce, tra la folla che si era fermata a guardare, vidi un volto conosciuto … mia madre.
Piangeva perché io, suo figlio, stavo soffrendo e lei non poteva fare nulla, non poteva venirmi vicino, non poteva dirmi parole di conforto, non poteva stringermi in un forte abbraccio.
Rallentai il passo per guardarla. Avrei voluto dirle: “Mamma, sta’
tranquilla, finirà …”, ma non ci riuscii, la voce mi si strozzò in gola, in un misto di lacrime e sofferenza. Lei provava a guardarmi, ma il
dolore era troppo forte.
Cercai di incrociare il suo sguardo … Per pochi secondi ci fissammo.
Avrei voluto buttare la croce a terra, andarle incontro e stringerla forte, come facevo da bambino, e dirle: “Grazie, mamma, per tutto quello che hai fatto per me”.
Lei non riuscì a sostenere il mio sguardo per molto, mi diede giusto il tempo per farle capire quanto l’amavo.
Bambino/bambina
Caro Gesù, volevi davvero bene alla tua mamma. Lei era tutto per te, e tu eri tutto per lei.
Anche la mia mamma è la persona più importante per me, mi ha donato la vita, si preoccupa quando sto poco bene, si prende cura di me ogni giorno.
E io qualche volta non mi comporto come dovrei, non ascolto quello che mi dice, faccio di testa mia. A volte mi dimentico o fatico a dirle il mio grazie con un abbraccio, un bacio o una parola, anche se so che sarebbe importante.
Quando tornerò a casa, correrò dalla mia mamma, la abbraccerò forte forte e le dirò: “Ti voglio bene!”.
Preghiamo insieme per le nostre mamme.
Tutti: Ave, Maria …
Quarta Stazione “Gesù incontra alcune donne di Gerusalemme”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Mentre camminavo, intravedevo la collina del Golgota: ancora un poco e le mie sofferenze sarebbero giunte al termine.
Sulla strada si erano fermate tantissime persone, uomini e donne, vecchi e giovani, tutti erano intenti a guardare quello che stava accadendo, come avveniva il martirio di un innocente. Immobili, osservavano fino a che punto poteva spingersi la crudeltà umana.
Tra la folla notai un gruppo di donne che piangevano e dissi loro: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi
stesse e sui vostri figli”. Nel loro sguardo intuii una risposta: “Se abbiamo fatto tutto questo ad un innocente, al Figlio di Dio, non osiamo immaginare quello che potrà accadere alla nostra discendenza”.
Se ne andarono in silenzio, con l’angoscia nel cuore.
Bambino/bambina
Caro Gesù, tu continui ad indicarci la via di Dio anche fra tante sofferenze. Ti sei rivolto alle donne di Gerusalemme in pianto, con una profezia di dolore. Ogni giorno la televisione, i giornali, internet consentono anche a noi bambini di conoscere le tante tragedie che colpiscono l’umanità: piccole e grandi storie di sofferenza che spesso rischiamo di dimenticare subito per dare spazio al nostro desiderio di giocare e di divertirci, di pensare a noi stessi.
Aiutaci ad imparare la solidarietà vera, che significa, come tu ci hai insegnato, gioire con chi è nella gioia e piangere con chi piange, essere attenti alle persone vicine in difficoltà, senza dimenticare quelle lontane che possiamo affidarti per mezzo della preghiera.
Chiediamo a Gesù di farci un “pieno” di amore.
C.: Affinché noi impariamo ad amare gli altri.
Tutti: Riempi il nostro cuore di amore.
C.: Affinché i grandi della terra non pensino soltanto a se stessi ma facciano gli interessi del mondo.
Tutti: Riempi il nostro cuore di amore.
C: Affinché i genitori vogliano il vero bene per i loro figli.
Tutti: Riempi il nostro cuore di amore.
Quinta Stazione “Gesù è inchiodato alla croce”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Sentivo che la fine era giunta, vidi la mia croce pronta per essere alzata.
Mi stesero sopra, mi tirarono il braccio destro e mi inchiodarono la mano. Fecero lo stesso anche per l’altro braccio e le gambe.
Alzai gli occhi al cielo e, rivolgendomi a mio Padre, dissi: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
Il dolore era atroce, quasi svenivo; nella sommità della croce misero un cartello che diceva: “Gesù Nazareno, re dei Giudei”.
Inchiodato alla croce, non riuscivo più a respirare. Vedevo sotto di me persone che ridevano leggendo quel cartello. Stavano lì aspettando la mia morte e mi dicevano: “Tu che dici di essere il Figlio di Dio, liberati…”.
Bambino/bambina
Caro Gesù, perdonare sempre e comunque, anche in punto di morte, è davvero difficile. Quando litigo con un amico non riesco a perdonarlo subito.
L’essere umano nei tuoi confronti non si è fermato davanti a nulla, ti ha offeso, picchiato, preso in giro e crocifisso. Ma tu hai continuato a perdonare. Lo fai ancora oggi quando noi ti offendiamo, quando disobbediamo a mamma e papà, quando diciamo bugie, quando trattiamo male gli altri.
Ti chiediamo di perdonarci e di aiutarci a cambiare.
Gesù ci ha insegnato il perdono. Tutti insieme chiediamo a Gesù la forza di seguire il suo esempio.
Tutti: Padre nostro…
Sesta Stazione “Gesù muore sulla croce”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Il cielo si fece buio e tenebroso, il sole si oscurò; ormai avevo dato tutto e il mio compito era quasi finito.
Prima di raggiungere mio Padre c’era ancora una cosa da fare.
Abbassai lo sguardo e vidi che sotto la croce c’era mia madre, straziata dal dolore, e vicino a lei il mio amico Giovanni. Giovanni cercava di sostenerla: per lei deve essere stato terribile vedere suo figlio ridotto in quelle condizioni. Il viso di Giovanni era impietrito per la sofferenza; sapevo che cosa stesse provando: capitò anche a me quando mi dissero che era morto il mio amico Lazzaro.
Li guardai e, rivolgendomi a mia madre, le dissi: “Donna, ecco tuo figlio”. Dopo guardai Giovanni e gli dissi: “Ecco tua madre”. Non mi era rimasto altro da fare che donare mia madre a tutti loro, la mia carissima Madre, che mi era stata accanto per tutta la vita.
Poi mi rivolsi a Dio: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”.
Detto ciò, le forze abbandonarono il mio corpo.
Momento di silenzio, di preghiera personale e di adorazione.
Settima Stazione “Gesù è risuscitato”
C.: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua morte e risurrezione hai redento il mondo.
Gesù
Sembra che la mia storia sia finita qui, invece continua e termina con una fine luminosa.
La mattina seguente le donne vennero alla tomba, portarono profumi e aromi che avevano preparato con molta cura.
Arrivate al sepolcro trovarono l’ingresso liberato dalla grossa pietra, entrarono di corsa e videro che il mio corpo non c’era più. Pensarono che fosse stato rubato; allora, spaventate, corsero fuori.
Io ero lì ad attenderle; non potevano credere ai loro occhi, il loro cuore era ricolmo di gioia e di felicità: il loro Maestro era vivo davanti a loro.
Poi abbandonarono in fretta il sepolcro, corsero a portare la buona notizia ai discepoli: “Gesù è vivo, ha sconfitto la morte ed è risuscitato”.
Qui si chiude il mio racconto.
La mia storia continua nel mondo attraverso le vostre gambe e le mie parole continuano a vivere nei vostri cuori.
Ora andate e annunciate a tutti che Cristo Gesù ha sconfitto la morte, è
risorto e siede nei cieli alla destra del Padre.
Questo è il segno supremo dell’amore di Dio: la mia vita donata per la salvezza di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino.
Scarica

Via crucis bambini 2012 - Parrocchia dello Spirito Santo