LA S VO LTA Informazioni sulla depressione e sui disturbi d’ansia I Edizione 8 PA GINA 3 I DEPRESSIONE «Il GRAAP è la mia seconda famiglia» Sylvianne Nydegger racconta la sua vita PA GINA 8 I DEPRESSIONE «Cerco soprattutto di trovare il tempo di ascoltare» Intervista con Dr. med. Jacques-Philippe Blanc PA GINA 10 I DEPRESSIONE L’Alleanza ginevrina contro la depressione Un colloquio con il Dr. Guido Bondolfi Lundbeck (Schweiz) AG Dokument letztmals geprüft: 27.12.2012 E D I TO R I A L E INDICE E D I TO R I A L E 2 DEPRESSIONE 3 Riaprirsi al mondo Un incontro con Sylvianne Nydegger 3 La Sua opinione ci interessa Partecipi e vinca! 4 Equilibrium – Aiuto 5 all’auto-aiuto Intervista con Sonja Laura Oesch, presidentessa Centri di riferimento e consulenza: panoramica 6 «Come medico di base seguo molti pazienti depressi» Intervista con Dr. med. Jacques-Philippe Blanc 8 Passo dopo passo, l’Alleanza ginevrina diventa realtà Un colloquio con il Dr. Guido Bondolfi 10 «Depressi senza vergognarsi. Uscirne si può» Un libro di Francine Lamy 12 Gentili lettrici, cari lettori, L a dichiarazione di un medico di base del Canton Ticino dà da pensare: «All’origine di circa l’80 percento delle mie visite ci sono depressione e disturbi d’ansia». L’esperienza insegna che i medici di base sono i primi a trovarsi di fronte i casi di depressione, anche se apparentemente questi pazienti si rivolgono al medico per un disturbo fisico. Non si metterà perciò mai abbastanza in rilievo il ruolo dei medici di base come primo ricorso nella depressione. Per il medico le difficoltà iniziano quando deve comunicare la diagnosi al paziente ed ai familiari, consigliando l’invio ad uno psicoterapeuta o ad uno psichiatra. «Spesso rifiutano», si rammarica il Dr. Jacques-Philippe Blanc, specialista in medicina interna a Ponte Capriasca (TI), nell’intervista alle pagine 8/9 di questa rivista. E conclude che «le malattie psichiche continuano ad essere un vero tabù». L’associazione Equilibrium si è posta l’obiettivo di aiutare chi soffre di depressione essenzialmente tramite gruppi di auto-aiuto organizzati a livello regionale. Come integrazione alla terapia, infatti, i gruppi di auto-aiuto si sono rivelati «utilissimi», come spiega Sonja Laura Oesch, presidentessa dell’associazione, nell’intervista a pagina 5. Ciò è confermato dalla testimonianza di una paziente: partecipando regolarmente ai gruppi di parola del GRAAP, un’organizzazione di auto-aiuto del cantone Vaud, questa donna, ora cinquantenne, ha trovato la strada per uscire dall’isolamento ed ha ritrovato apprezzamento e autostima grazie a varie attività (pagine 3/4). Vi presentiamo inoltre l’Alleanza ginevrina contro la depressione. Fondata nel 2008, l’Alleanza si ispira ad un progetto pilota tedesco sulla prevenzione della depressione e si impegna principalmente per un migliore coordinamento fra gli specialisti ed una collaborazione più stretta fra medici di base e specialisti. Per l’inizio del 2010 sarà installata una hotline telefonica per pazienti e specialisti. Per saperne di più, leggete alle pagine 10/11. Vi auguriamo una lettura interessante. PD Dr. Rico Nil Medical Director Lundbeck (Schweiz) AG Colophon La svolta Informazioni sulla depressione e sui disturbi d’ansia Editore Lundbeck (Schweiz) AG Cherstrasse 4, Casella postale, 8152 Glattbrugg [email protected], www.lundbeck.ch, www.depression.ch Concetto e redazione: Giger Com GmbH Autori: Eva Mackert / Marie-Christine Mousson Realizzazione grafica: Logo 108 GmbH Stampa: Victor Hotz AG 2 Riaprirsi mondo DEPRESSIONE al CONDIVIDERE D E I M O M E N T I C O N A LT R E P E R S O N E C H E AT T R AV E R S A N O S I M I L I D I F F I C O LT À S P E S S O A I U TA C H I S O F F R E D I D E P R E S S I O N E A D U S C I R E DA L P RO P R I O I S O L A M E N TO . VAU D DA L 1987, I L GRAAP O F F R E A S C O LTO , M U T U O A I U TO E S O L I DA R I E T À , M A A N C H E G RU P P I D I PA RO L A E D U N ’ A M P I A G A M M A D I AT T I V I T À . D A S E T T E A N N I , S Y LV I A N N E N Y D E G G E R S I R E C A R E G O L A R M E N T E A L C E N T RO D I Y V E R D O N - L E S B A I N S , E R AC C O N TA D I C I Ò C H E T ROVA I N Q U E S TA «S E C O N DA FA M I G L I A ». «Sono approdata al GRAAP nel 2002, su consiglio di una psicologa del centro socio-sanitario», ricorda Sylvianne Nydegger. «All’inizio mi chiedevo: che ci faccio qui, insieme a tutti questi malati? Mi sentivo fuori posto.» E con uno sguardo malizioso, aggiunge: «Bisogna proprio confessarlo: si tende a negare la malattia». Con Sylvianne, ora cinquantenne, la vita non è stata benevola: un’infanzia segnata da un padre alcoolizzato ed abusivo, costanti dolori dovuti ad una malformazione ossea. «Fino a quel momento, grazie alla fede ero sempre riuscita a superare i miei traumi». Nel 1993, dopo due interventi di ernia del disco, la giovane donna ha dovuto arrendersi all’evidenza: non avrebbe potuto riprendere il proprio lavoro di commessa. «Per tutto un anno, non sono riuscita a camminare senza aiuto. Dipendere dagli altri non è una cosa facile da accettare. A T T I VO N E L C A N TO N E D E L Dopo, per ritrovare un po’ di autonomia mi sono servita delle stampelle.» Sylvianne fa un primo tuffo nella depressione. I trattamenti medici si succedono. Nel 2000, il fallimento di un trattamento contro il dolore la porta alla disperazione. Per farla finita, ingoia delle pillole. «In quei momenti non si è più sé stessi, non si pensa più alla famiglia. piacevole ambiente sociale» «È stato ritrovare un Eppure le mie tre figlie e i miei sei nipotini sono tutto per me.» L'anno successivo, il marito muore improvvisamente. Sylvianne affonda ancora di più nella depressione. «Non uscivo più di casa, ero diventata agorafobica, al punto che negli ipermercati andavo in iperventilazione fino alla tetania. Per di più avevo l’impressione che tutti mi guardassero e mi giudicassero.» «Riavvicinarsi alla gente» andando al GRAAP non è perciò un passo facile. «Me ne restavo in un angolo. Ci ho messo almeno un anno ad integrarmi al gruppo.» Frequenta il corso di maglia e sartoria, perché le sono sempre piaciuti il lavori di cucito. «Poco a poco, mi sono accorta che durante queste attività nessuno parlava della malattia. Era piacevole essere là, ritrovare un ambiente sociale.» Sylvianne partecipa anche a gruppi di parola. «In genere un animatore propone un tema, e chiunque può esprimersi.» Nei gruppi aperti ai familiari delle persone in difficoltà, «si cerca di aiutare gli altri trasmettendo ciò che si sa della propria malattia. Ciascuno può dare un contributo prezioso». Di tanto in tanto viene invitato un relatore esterno: ad esempio un medico 3 DEPRESSIONE seguito da un relatore, con cui si incontra regolarmente. «In caso di crisi, ci si può rivolgere al 'Réseau d'amitié' oppure alla linea telefonica 'l'Oreille de nuit' fino alle due del mattino. Il GRAAP è la mia seconda famiglia. Li ringrazio tutti di cuore.» «Bisogna esserci passati per capire stato in che si è» I continui problemi di salute non impediscono a Sylvianne di avere un grande progetto. «Sono due anni che ci penso: mi piacerebbe acquistare un computer. Così potrei scrivere un libro su tutto quello che ho passato. Ho già il titolo: 'La vita non è un romanzo'!», conclude con un gran sorriso. parlerà del disturbo bipolare o delle ricadute, un farmacista spiegherà gli effetti secondari dei medicamenti. «Così siamo in grado di conoscere meglio la nostra patologia, di ritrovare punti di riferimento e di gestire meglio i momenti di crisi.» «Ciascuno può prezioso» dare un contributo Sylvianne ne è convinta: «Bisogna esserci passati per capire in che stato si è: l’angoscia costante, l’incapacità di concentrarsi dovuta ai medicamenti, l’inerzia. Fra noi ci capiamo meglio, anche se allo stesso tempo abbiamo bisogno di integrarci nella società. Qui nessuno ci giudica.» Progressivamente Sylvianne risale la china. I lavori realizzati nelle officine del GRAAP vengono venduti al mercato di Yverdon-les-Bains oppure in alcuni stand nei grandi magazzini. «Filo a filo», per così dire, Sylvianne diventa la responsabile di 4 questi stand. «È stato un rinnovamento, una sfida che ho voluto lanciare a me stessa: riprendere contatto con le persone. Avevo bisogno di apprezzamento. Assumermi delle responsabilità mi ha permesso di riacquistare fiducia in me stessa.» Il GRAAP consente ai membri che lo desiderano di partecipare all’organizzazione. Così Sylvianne, su proposta della fondatrice e direttrice, Madeleine Pont, diventa segretaria del comitato cantonale. Quindi arriva l'occasione di affrontare l’informatica, grazie ai corsi offerti dal centro. «Era interessantissimo ed ho imparato molto, ma dopo un po’ ho mollato tutto. Era troppo per me.» Sylvianne partecipa ancora al mercato settimanale e si reca al GRAAP due pomeriggi alla settimana per lavorare a maglia o partecipare ai progetti che alcune aziende affidano all’istituzione. «Quando i termini di consegna sono stretti, ci diamo tutti da fare! Ci sentiamo utili alla società.» «Vengo anche quando a casa mi annoio. Qui c’è sempre qualcuno con cui parlare o qualcosa da fare.» Ogni membro viene L A S UA O P I N I O N E C I INTERESSA Ha davanti a sé l’ottavo numero di «La svolta» e ci interesserebbe molto conoscere la Sua opinione in proposito: Le piace questa rivista, che diffonde informazioni sul quadro clinico della depressione e dei disturbi d’ansia? Ci invii suggerimenti o eventuali critiche accompagnate dai Suoi dati (cognome, nome, indirizzo) all’indirizzo [email protected] tramite una e-mail con il titolo «La svolta». Parteciperà così automaticamente ad un concorso a premi e potrà vincere un buono acquisto per libri del valore di 100 CHF. Abbonamento a «La svolta»? Se desidera abbonarsi gratuitamente alla rivista, che esce due volte all’anno, basta registrarsi presso il sito www.depression.ch sotto «Kontakt». DEPRESSIONE Equilibrium – Aiuto all’auto-aiuto Da 15 anni esiste Equilibrium: l’associazione per far fronte alla depressione. Fondata nel 1994 a Zugo, il suo obiettivo è aiutare chi soffre di depressione, essenzialmente tramite gruppi di auto-aiuto organizzati a livello regionale. «L’auto-aiuto si è infatti rivelato un’utilissima integrazione alla terapia», sottolinea Sonja Laura Oesch, presidentessa di Equilibrium. Che cos’è Equilibrium e che cosa offre quest’associazione ai propri membri? Equilibrium sta per l’equilibrio psichico, fisico e sociale che desideriamo raggiungano i membri della nostra associazione con il nostro aiuto. I membri sono persone che soffrono di un disturbo psichico, oppure familiari o amici dei diretti interessati. Perseguiamo unicamente scopi di interesse collettivo, siamo aperti a tutti, politicamente neutrali e aconfessionali. La nostra offerta comprende il supporto di gruppi di auto-aiuto già esistenti ed il sostegno alla creazione di gruppo quattro persone» «Un deve essere formato da almeno nuovi gruppi di auto-aiuto per i diretti interessati e i loro familiari, e inoltre l'organizzazione di manifestazioni, seminari e conferenze sul tema della depressione, nonché di settimane di vacanzeformazione per i diretti interessati e i loro familiari. Fa parte dei nostri compiti infine l’attività di pubbliche relazioni, per contribuire ad una migliore comprensione della malattia e combatterne la stigmatizzazione. Infine collaboriamo anche ad attuali progetti di ricerca. Come sono organizzati i gruppi di auto-aiuto? Un gruppo, che deve essere formato da almeno quattro persone, si incontra ogni due settimane in una sede neutra, che può essere un centro comunale o parrocchiale, un ristorante, una casa di riposo ecc. I gruppi non sono moderati da specialisti, non si tratta cioè di gruppi di terapia. Inutile dire che tutto ciò che viene discusso all’interno del gruppo rimane strettamente confidenziale. Ciascun membro del gruppo è alla pari con tutti gli altri. L’ideale sarebbe che ogni gruppo di auto-aiuto disponesse di due o tre persone di contatto che si dedicano alle attività necessarie come la pubblicità per il gruppo, il mantenimento dei contatti verso l'esterno (comune, prenotazione di locali), l’acquisizione di nuovi interessati e la comunicazione con l’associazione stessa. Equilibrium ha suddiviso la Svizzera tedesca ed italiana in sei regioni, ciascuna con un direttore regionale, ed organizza una giornata di formazione annuale per le persone di contatto. Che cosa si aspetta chi partecipa agli incontri di un gruppo? Le aspettative sono molto diverse: alcuni vogliono conoscere meglio sé stessi e la propria malattia, ed imparare a conviverci. Altri cercano una rete di supporto nei momenti di crisi oppure persone da frequentare nel tempo libero. Molti vogliono anche aiutare gli altri con le proprie esperienze, impegnarsi pubblicamente contro la tabuizzazione della malattia. Ciascun gruppo concorda insieme il programma delle attività, come l’invito di relatori, gli incontri sociali, le manifestazioni informative per il pubblico e così via. «Tutto del gruppo confidenziale» ciò che viene discusso all’interno rimane strettamente Come si superano eventuali disaccordi? In qualsiasi guppo possono insorgere dissapori, causati ad esempio da assenze frequenti, eccessiva loquacità, manifestazioni di prepotenza o saccenteria. In questi casi consigliamo di parlarne subito ed apertamente. In questo modo il gruppo diventa anche una palestra per imparare a gestire i conflitti, anche al di fuori del gruppo stesso. Anche i familiari possono partecipare agli incontri di un gruppo? Ciò non è possibile per varie ragioni. Le persone che soffrono di depressione non possono e non vogliono parlare dei propri problemi in presenza dei familiari. Preferiscono rimanere fra di loro e reggersi sulle proprie gambe. Esistono però anche gruppi riservati ai familiari, sette per il momento, che si possono contattare tramite la segreteria di Equilibrium. P RO F I L O P E R S O N A L E Sonja Laura Oesch, 37 anni, coniugata e mamma di due bambini, è presidentessa di Equilibrium dal 2004. Attualmente è manager familiare, in precedenza esercitava la professione di avvocato. Vive con la famiglia a Chur. 5 DEPRESSIONE Centri di riferimento e consulenza 6 Organizzazione Attività / servizi Contatto Associazione Svizzera degli Psicoterapeuti (ASP) Associazione professionale degli psicoterapeuti Telefono: 043 268 93 00 svizzeri. Mediazione gratuita di posti terapia. Mediazione di posti terapia: 043 268 93 75 E-mail: [email protected] www.psychotherapie.ch EQUILIBRIUM Associazione per far fronte alla depressione L’associazione, attiva su tutto il territorio svizzero, aiuta gli interessati e i loro familiari a superare le depressioni in tutte le loro forme. Equilibrium fonda, sostiene e sviluppa gruppi di auto-aiuto in tutta la Svizzera. L’associazione offre informazioni sull’insorgenza e sul decorso delle depressioni, informa sulle possibilità terapeutiche e si impegna per una psichiatria e una psicologia al passo coi tempi, in cui trovano posto anche i metodi alternativi. Telefono: 0848 143 144 E-mail: [email protected] Indirizzo SOS: [email protected] www.depressionen.ch (con link a indirizzi cantonali e regionali) Fondazione Svizzera Pro Mente Sana La fondazione si impegna in favore delle persone sofferenti di una malattia psichica e contro preconcetti e pregiudizi. Lotta per assicurare i diritti e l’integrazione sociale e professionale delle persone colpite. Ha un’offerta di informazioni ampia e differenziata. Inoltre, la fondazione offre una consulenza gratuita riguardante i problemi psicologici, sociali e legali. I servizi sono indirizzati sia alle persone colpite, sia ai loro familiari e agli specialisti del settore. Telefono: 079 714 43 00 www.promentesana.ch (nessuna consulenza per e-mail) KOSCH Coordinamento e promozione di gruppi di auto-aiuto in Svizzera Organizzazione mantello delle sedi di contatto Telefono: 0848 810 814 regionali per i gruppi di auto-aiuto. Centro di E-mail: [email protected] riferimento nazionale e internazionale per www.kosch.ch chiarimenti sui gruppi di auto-aiuto. KOSCH connette la rete nazionale, rappresenta i suoi interessi all’esterno e cura il flusso di informazioni. 18 sedi di contatto regionali in 17 cantoni. DEPRESSIONE Organizzazione Attività / servizi Società svizzera contro i disturbi d’ansia Promozione di provvedimenti di formazione, e la depressione (SSAD) perfezionamento e aggiornamento nel settore dei disturbi psichici più frequenti (depressioni, disturbi d’ansia e loro comorbilità). Sostegno alla prevenzione e promozione della salute. Manifestazioni per il pubblico sull’ansia e sulla depressione. Informazioni individuali per persone colpite, specialisti e membri. VASK Ticino Associazione dei familiari e amici delle persone con disagio psichico Contatto E-mail: [email protected] www.sgad.ch Associazione di genitori, partner, fratelli, sorelle Telefono: 076 453 75 70 e figli di persone affette da una malattia E-mail: [email protected] psichica, impegnata nella promozione dell’ www.vaskticino.ch auto-aiuto. La VASK offre presso le sue sezioni regionali e cantonali numeri di telefono di contatto e consulenza, scambi di esperienze in gruppi di auto-aiuto, possibilità di dialogo tra famigliari, pazienti e specialisti, corsi, conferenze e altre manifestazioni finalizzate all’accrescimento delle conoscenze sui quadri clinici, sul decorso della malattia, sulle esperienze con la malattia e sul modo di affrontarla quotidianamente. 7 DEPRESSIONE medico molti paz depress «Come seguo IL MEDICO DI FAMIGLIA HA UN RUOLO SEMPRE PIÙ IMPORTANTE NELL’ INDIVIDUAZIONE E NELLA CURA DEI PAZIENTI DEPRESSI . N ELLE ZONE PERIURBANE , IN PARTICOLARE , I MALATI PREFERISCONO RICORRERE AL MEDICO GENERICO CHE ALLO PSICHIATRA . S PECIALISTA IN MEDICINA INTERNA A P ONTE C APRIASCA (TI), IL DR. MED . J ACQUES -P HILIPPE B LANC DEPLORA LA SCARSA DIFFUSIONE E CONOSCENZA DEI GRUPPI DI AUTO - AIUTO NEL PROPRIO CANTONE . Dr. Blanc, ha contatti con organizzazioni come la KOSCH (Coordinazione dei gruppi di auto-aiuto) l'Associazione svizzera degli psicoterapeuti, la VASK (Associazione dei familiari e amici delle persone con disagio psichico) o con Pro Mente Sana? No, nessun contatto! Queste associazioni evidentemente fanno poca pubblicità, almeno verso i medici. Per seguire i pazienti affetti da depressione è necessario un ascolto attivo, ed invece i medici generici hanno di solito poco tempo. Questi gruppi potrebbero perciò assumere utilmente questa funzione. Detto questo, penso però che non più del 10 o 15 percento dei miei pazienti sarebbe disposto a partecipare. Perché? È uno sforzo, bisogna andarci e parlare di sé a dei perfetti sconosciuti. Il vantaggio non salta agli occhi. Ho già provato ad organizzare gruppi di questo tipo, e non ha funzionato. Anche in tabaccologia ho 8 organizzato un gruppo di coaching, ma la gente non partecipa. Ci vuole molta perseveranza prima che tali strutture si affermino e gli interessati comincino a venire per averne sentito parlare. Venendo in Ticino ho trovato una mentalità più chiusa di quanto mi aspettassi, secondo me perché per anni le condizioni di vita sono state molto dure e la gente ha dovuto adattarsi o emigrare. Come medico di base ha molti pazienti in depressione? Sì. La depressione, i disturbi d’ansia e i disturbi somatoformi sono alla base di circa l’80 percento delle mie visite. Come si spiega questa percentuale così elevata? Innanzitutto il Ticino ha relativamente pochi psichiatri. Il tempo di attesa per ottenere un appuntamento è da uno a tre mesi in caso di stato depressivo di media gravità. D’altro canto va detto che lo psi- chiatra qui non è molto ben visto. La gente ha ancora l’impressione che «ci vanno i matti». Bisogna proprio che non ne possano più per decidersi a rivolgersi ad uno di loro, mentre è un po’ più facile inviarli da uno psicoterapeuta, che qui si chiama «psicologo», un nome che fa meno impressione. Appena è stata introdotta in Ticino nel 2001, ho seguito la formazione in medicina psicosomatica e psicosociale. Per me è importante che il trattamento sia imperniato sul paziente e non sulla malattia, e che rispetti le priorità del paziente. Se trascuro questo aspetto, il trattamento è destinato a fallire. È chiaro che con questo approccio si tende a selezionare un certo tipo di clientela, quella che desidera un ascolto attivo. In concreto, che cosa propone ai Suoi pazienti con depressione? Cerco soprattutto di trovare il tempo di ascoltarli. Programmiamo perciò un certo numero di visite abbastanza lunghe per di base ienti i» DEPRESSIONE risco perciò suggerire una fitoterapia come l’iperico. Se questa sostanza non ottiene l’effetto desiderato, allora in genere i pazienti accettano di prendere un antidepressivo. Quando li invia dallo psichiatra o dallo psicologo? Di solito fisso insieme ai pazienti degli obiettivi non troppo ambiziosi da raggiungere in un certo lasso di tempo. Ovviamente non posso proporre loro una psicoterapia vera e propria, visto che non ho la formazione necessaria. Ma almeno possono cominciare a condividere con me le loro preoccupazioni e cercare soluzioni ai loro problemi. Allo scadere di questi pochi mesi, se le loro condizioni non sono cambiate in modo soddisfacente, cerco di inviarli da uno psichiatra. Ma non è raro vederli rifiutare anche una semplice valutazione. La malattia psichica è ancora completamente tabù. Ma il mio principale sostegno è la mia assistente medica. È spesso lei a segnalarmi le persone che vanno in depressione, che trova il tempo di ascoltarli al telefono o li invita a prendere un caffè. Tengo molto a questa atmosfera familiare: i pazienti si sentono seguiti ed accettati da un équipe affiatata. In mancanza di gruppi di auto-aiuto nella Sua regione, dove invia i pazienti che desiderano informarsi sulla malattia? Consegno degli opuscoli che spiegano i meccanismi chimici del cervello e il loro ruolo nella depressione. Sono sempre bene accette anche tutte le pubblicazioni che trattano della depressione, come «La svolta». «Leggendo testimonianze accorgono i soli situazione» queste A chi può rivolgersi per consiglio nei casi difficili? i pazienti si Una supervisione propriamente detta esiste solo nell’ambito della formazione di di non essere in quella medicina psicosociale. Negli altri casi posso sempre telefonare agli psichiatri di mia conoscenza. Quando un paziente rifiuta di consultare uno psicoterapeuta e le sue condizioni non migliorano, è un po’ È importante che i pazienti leggano la scoraggiante. testimonianza di persone che ci sono passate. Ciò li aiuta a capire che soffrono di Coinvolge i familiari nella cura dei una vera malattia, non di un problema pazienti depressivi? della volontà. Come i gruppi di auto-aiuto, Perché è così difficile per questi pazienti Qualche volta, ma spesso sono proprio loro queste testimonianze consentono ai accettare la necessità di una terapia ad insistere di più perché mi rivolga ad uno pazienti di accorgersi di non essere i soli in farmacologica? specialista di medicina somatica, per trova- quella situazione. Oh, certo che vogliono prendere qualcosa, re a tutti i costi un’origine fisica alla malatma preferiscono i prodotti naturali, hanno tia. Invece sono ben contento di far parte- Come evolverà secondo Lei il ruolo dei paura degli effetti collaterali degli antidecipare gli amici. medici di base? pressivi. Spesso in un primo tempo prefeIl mondo del lavoro diventa sempre più duro, bisogna essere sempre più produttivi. Di fronte a queste pressioni socio-economiche sempre crescenti, ci si rifugia P RO F I L O P E R S O N A L E nell’alimentazione, nel bere o in altri comportamenti nocivi. Il ruolo del medico di Nato a Nyon (VD) 54 anni fa, Jacques-Philippe Blanc ha studiato medicina base consisterà perciò nel mobilitare le interna a Ginevra. Ha passato poi due anni in Sudafrica, in una regione risorse dell’individuo contro lo stress e bantù. Rientrato in Svizzera, ha scelto di insediarsi nel Ticino per il suo clima, seguire coloro che avranno le maggiori ed ha aperto nel 1992 uno studio di medicina generale a Ponte Capriasca, a difficoltà. nord di Lugano. Conduce inoltre un ambulatorio di tabaccologia all'Ospedale di Lugano. poter parlare senza essere disturbati. Alcune di esse hanno luogo persino nel cucinino dello studio, davanti ad una tazza di caffè. L’atmosfera così è più informale ed i pazienti sono più disposti ad aprirsi. Al termine della valutazione, che dura circa due visite, prescrivo spesso degli antidepressivi. Questo trattamento facilita la presa in carico, anche se prima bisogna convincere il paziente della necessità di una terapia farmacologica. 9 Passo l’Al ginevr DEPRESSIONE dop L'A LLEANZA GINEVRINA CONTRO LA DEPRESSIONE , NATA NELL’ APRILE DEL 2008, PRENDE FORMA POCO A POCO . P ER IL 2010 È PREVISTA UNA LINEA TELEFONICA PER PAZIENTI E PROFESSIONISTI . U N ’ INCHIESTA È IN CORSO PER STABILIRE QUALI SONO LE ESIGENZE DI FORMAZIONE DEI MEDICI DI BASE PER QUESTO SETTORE . R ESPONSABILE DEL ‘P ROGRAMME D ÉPRESSION ’ DELL 'O SPEDALE UNIVERSITARIO DI G INEVRA (HUG), IL DOTTOR G UIDO B ONDOLFI RIESAMINA GLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE . Dr. Bondolfi, ci spiega come è nata l'Alleanza ginevrina contro la depressione? Fra il 2000 e il 2002 un esperimento pilota per la prevenzione della depressione condotto a Norimberga, in Germania, si è rivelato molto promettente: in due anni il numero dei tentativi di suicidio è calato di un quarto. Da allora questa iniziativa è stata ripresa da 18 paesi europei. In Svizzera, un programma analogo è stato attuato dal cantone di Zugo nel 2004, con risultati altrettanto buoni. Nel 2007 Pierre-François Unger, Consigliere di Stato ginevrino per la sanità, ha incluso la depressione fra le tre priorità del piano cantonale 2007 – 2010 per la promozione della salute. In un convegno tenutosi nell’aprile 2008 si sono riuniti tutti i potenziali partecipanti ad un’Alleanza ginevrina. Le loro proposte sono state riunite in un «libro bianco». 10 Che cosa contiene questo «libro bianco»? In esso tutti i partecipanti sottolineano la necessità di migliorare il coordinamento della rete di professionisti in grado di occuparsi delle persone che soffrono di depressione. Ciò consente un’efficienza migliore a parità di costi. Deve essere migliorata inoltre la cooperazione fra medici di primo livello e specialisti. A che punto è la realizzazione? Ad essere sinceri, non è arrivata lontano! È un processo lento, una realizzazione progressiva, soprattutto a causa della limitatezza dei mezzi disponibili. La maggior parte del lavoro poggia sulla buona volontà dei partecipanti, in margine all’attività quotidiana. processo lento, progressiva» «È un In seguito è necessario individuare ed informare tutte le istanze suscettibili di entrare una realizzazione in contatto con persone depresse, in modo che possano indirizzarle verso un medico o uno psicologo. Oltre a farmacisti, ostetriche e centri socio-sanitari, ci si potrebbe rivolgere ad esempio a parrocchie, associazioni di pazienti, uffici disoccupazione, associaDue cose tuttavia sono in via di realizzazione: la linea telefonica di informazione ed orienzioni gay o comunità di stranieri. tamento dovrebbe vedere la luce all’inizio Infine, la popolazione deve poter ricevere del 2010. Si tratterà di una piccola struttura tempestivamente informazioni e consigli, con pochi professionisti. Penso che la cataloed essere indirizzata verso cure appropriate. gazione dell’offerta esistente, auspicata al Abbiamo bisogno di un’interfaccia: si tratte- momento della nascita dell’ Alleanza, sarà rà inizialmente di una linea telefonica. effettuata in quest’ambito. passo, leanza ina DEPRESSIONE o diventa realtà essere sicuri di poter rispondere alle domande che ci arriveranno. A L L E A N Z E C A N TO N A L I C O N T RO L A D E P R E S S I O N E : Che cosa ci vorrebbe per far progredire l’Alleanza più in fretta? Innanzitutto maggiore disponibilità finanziaria. Se si potesse assumere personale dedicato, la realizzazione sarebbe più rapida, questo è certo. Potremmo anche creare un sito Internet con tutte le informazioni disponibili sia per i pazienti che per il personale curante. Appenzell Esterno www.buendnis-depression.ar.ch Ovviamente bisogna anche che i partner siano disposti a impegnarsi a favore dell’ Alleanza. A questo scopo, bisogna offrire qualcosa in cambio: una formazione continua ben mirata, interlocutori competenti per discutere dei casi difficili, pazienti che arrivano subito al posto giusto perché sono stati ben indirizzati… E perché no, anche un aumento di clientela. E la seconda realizzazione? Stiamo conducendo un’inchiesta per definire le esigenze formative dei medici. Tutti i medici di primo livello del cantone di Ginevra, cioè i medici di base, gli internisti, i pediatri e i medici ospedalieri delle guardie mediche, riceveranno un questionario. Vogliamo partire dalla base, sentire le sue esigenze, invece di imporre provvedimenti dall’alto. A seconda dei risultati verrà realizzata un’offerta di formazione continua. Così saremo sicuri di aver centrato il bersaglio. Per il momento l’offerta sarà destinata ai medici di primo livello. Sono loro infatti a ricevere la maggioranza dei casi, e sono perciò i più adatti ad emettere una diagnosi precoce, istituire le prime cure e prevenire così il rischio di suicidio. In un secondo tempo si potranno considerare offerte formative destinate ad altri gruppi di professionisti. Quali sono le tappe successive? Il lancio della linea telefonica sarà l’occasione di una campagna di informazione e sensibilizzazione in tutto il cantone. Non l’abbiamo fatto prima perché volevamo Qualche volta non si sente scoraggiato dalla lentezza di tutto questo processo? È una gestazione lenta, non c’è dubbio. Ma io ci credo, perché ne vale la pena. È noto che la depressione non si cura solo con medicamenti o psicoterapia. Sono molto importanti anche il sostegno dell’ ambiente ed una rete di aiuti intorno alla persona malata. L'Alleanza vuole contribuire a questo. Avete contatti con altre Alleanze, in Svizzera o all’estero? Sì, dall’Appenzello sono venuti a presentarci il loro progetto, come pure dalla regione parigina. E naturalmente, in qualità di medico responsabile presso il dipartimento di psichiatria dell’ HUG, ho numerosi scambi con colleghi svizzeri e stranieri. Berna www.berner-buendnis-depression.ch Ginevra www.geneve.ch/plancantonal Lucerna www.kantonsarzt.lu.ch/index/ luzerner_buendnis Turgovia www.buendnis-gegen-depression.tg.ch Zugo www.zugerbuendnis.ch Ovunque, il concetto alla base dell’Alleanza poggia sugli stessi pilastri, ma è interessante vedere come ognuno possa «cucinarlo» a modo suo per adattarlo alle realtà locali. «Io ci credo ne vale la pena» perché Una volta messa in marcia l'Alleanza ginevrina, ci auguriamo di «fare proseliti» e interessare gli altri cantoni della Svizzera romanda a questa iniziativa. P RO F I L O P E R S O N A L E Originario di Poschiavo (GR), Guido Bondolfi è nato a Roma, dove ha vissuto fino all’età di 27 anni. Con una laurea di medicina in tasca, ha proseguito gli studi prima in Svizzera e poi a Londra. Dal 1997 è attivo presso gli Ospedali universitari di Ginevra, dove dirige in particolare il ‘Programme Dépression’. È a lui che si deve l’introduzione in Svizzera di un approccio originale che usa la meditazione per la prevenzione delle ricadute. 11 DEPRESSIONE Un messaggio di speranza per i depressi depressione fretta attivamente sbarazzarvene» «La passerà, e molto più in quanto più vi impegnerete per L'autrice non esita ad affrontare immediatamente la questione del suicidio, invitando chi medita il suicidio ad una pausa di riflessione. Le attuali conoscenze scientifiche fanno pensare che la nostra esistenza non prenda fine con la morte. «Ciò che vi sta più al cuore in questo momento è senza dubbio la fine della vostra sofferenza e non certo il desiderio di viverla in un altro luogo.» Lo stato depressivo distorce la visione che abbiamo di noi stessi e della nostra esistenza. «In questa situazione, avete soprattutto bisogno di trovare aiuto e di riposarvi.» Sono poi passati in rassegna i vari sintomi associati alla depressione, come l'alterazione dell’umore, le anomalie dell’appetito, del sonno e della libido, o le difficoltà di concentrazione. La psicologa descrive anche in dettaglio le emozioni negative che possono accompagnare lo stato di depressione, come ansia, mancanza di autostima, vergogna, senso di colpa. Le cause della depressione sono molteplici, e comprendono fattori biologici, psichici e sociali. È perciò inutile prendersela con sé stessi o sentirsi colpevoli, tiene a sottolineare la psicologa. Francine Lamy affronta quindi il tabù della depressione vista come malattia mentale. Niente a che vedere con la follia: «malattia mentale vuole semplicemente dire che si tratta di una sindrome o di un disturbo che colpisce soprattutto i comportamenti e gli aspetti psicologici di una persona». Passando al tema dei trattamenti, l'autrice spiega il funzionamento degli antidepressivi e la necessità di prenderli per parecchie settimane per poterne valutare gli effetti. Quanto alla psicoterapia, essa contribuisce a ridurre il rischio di ricadute minimizzando i fattori di fragilità psichica. Anche qui, i preconcetti vengono implacabilmente confutati. «Continuate sperare» a Anche ai familiari dei depressi è dedicata qualche pagina. Francine Lamy spiega che non serve a nulla bistrattare i malati, e consiglia di proporre loro invece attività piacevoli adatte alle loro condizioni, senza scoraggiarsi per i molti rifiuti, e di fare complimenti «realisitici e precisi» per ripristinare la loro autostima. «Le parole d'ordine sono pazienza e indulgenza». Infine, la psicologa invita i depressi a domare il discorso interiore negativo ed a riguadagnare l’autostima comportandosi verso sé stessi come con un amico molto caro. Francine Lamy insiste che la malattia di solito sfocia in un miglioramento della qualità di vita: «la depressione è spesso un grido intelligente che riporta la persona sulla strada della salute insegnandole di cosa ha bisogno». Se ben curata, la depressione somiglia ad un rito iniziatico: una volta superata la prova, si è meglio armati per affrontare la vita. «Depressi senza vergognarsi. Uscirne si può», Francine Lamy, Paoline Editoriale Libri, Milano, 2009. ISBN: 8831534440 CIP491 - La svolta 8 / I «Non lasciate che i pregiudizi, le false convinzioni e l'ignoto rendano ancora più difficile questo periodo». Come spiega Francine Lamy, psicologa quebecchese, nell’introduzione, il libro «Depressi senza vergognarsi» intende informare chi soffre di depressione per aiutarlo ad attraversare la malattia. In neanche 150 leggibilissime pagine, l'autrice smonta pazientemente tutti i tabù e le false credenze associate alla depressione. Per rendere la lettura ancora più facile, i capitoli sono brevi e i passaggi essenziali sono sottolineati.