Educazione e
poesia:
un tema trascurato
dai pedagogisti
Manlio Fancelli, Poesia, in M. Laeng (a cura di), Enciclopedia
Pedagogica, Brescia, La Scuola, 1992.
"A differenza di quanto si è verificato
per le arti figurative e, in particolare,
per la pittura e l'architettura, finora si è
scritto molto poco sull'educazione del
gusto mediante la lettura della poesia
e pochissimo sulla recitazione
interpretativa del testo poetico."
Fancelli
Alcuni punti chiave:
1 - integrare le nozioni elementari di metrica
(necessarie per cogliere la musicalità del
verso) con esercitazioni di composizione
poetica;
2 - integrare l'analisi estetica dei componimenti
poetici con l'analisi semantica e strutturale;
3 - a proposito di stilistica e retorica, tener
presente l'importanza della metafora
"Per gustare la poesia, non basta, peraltro, saperla dire con arte e
saperla far leggere agli allievi come fosse una particolare specie di
musica. Occorre, in primo luogo, intenderla e, per intenderla,
distinguere, innanzi tutto, la poesia da ciò che poesia non è, anche se
si tratta di una questione controversa e problematica. Occorre, in altri
termini, leggere il discorso poetico (che non si identifica affatto con il
componimento in versi), conoscendone le 'regole'. Si deve, quindi,
studiare la metrica e la stessa stilistica, che secondo i più hanno fatto il
loro tempo. Si tratta di conoscere, più o meno profondamente, a
seconda del grado di scuola, almeno gli elementi essenziali della storia
letteraria; di avere un'informazione non superficiale circa gli sviluppi
dell'estetica e della poetica e, soprattutto, di penetrare nello spirito del
componimento poetico che ci si propone di interpretare. Comunque
importa sottolineare l'esigenza, da più parti avvertita, di
un'impostazione realmente formativa dell'insegnamento letterario in
generale che, come tale, deve proporsi soprattutto di educare il gusto
degli allievi, attraverso la lettura interpretativa della poesia. Detta
lettura infatti, è essa stessa opera d'arte, della quale tutti, docenti e
discenti, fanciulli e uomini maturi possono, e quindi debbono, essere
partecipi." (Fancelli)
(R.W. Beach, Literature, Attitude Toward, in: T.Husen, T.Neville
Postlethwaite, The International Encyclopedia of Education, Oxford,
Pergamon Press, 1985)
Importanza cruciale della lettura da parte degli adulti nel
periodo infantile e dell’incoraggiamento dei genitori in
quello della scuola elementare
Poco probabile la modifica degli atteggiamenti per
effetto della lettura di testi letterari
Conseguente inutilità degli interventi di censura
Il problema
della lettura
Poesia ed
educazione morale
e civile
Durkheim:
l’arte come
evasione
“Bisogna alla fine ammettere, con Durkheim, che l’arte distoglie dal
reale e quindi preferire all’educazione estetica un insegnamento
scientifico, anche in nome dei valori morali?
Risponderei dicendo che l’arte ci svela la realtà non diversamente
dalla scienza, ma in modo diverso. L’arte conduce alla verità non
partendo dal generale, ma dal particolare. C’è la psicologia dei test,
ma c’è una psicologia che troviamo in Amleto, nei suoi rapporti con la
madre, con il re, con lui stesso. C’è la sociologia delle statistiche, dei
tipi ideali e delle leggi tendenziali; c’è però anche quella sociologia
che si ricava da una lettura di Balzac o di Tolstoj, osservando
‘questa’ pensione familiare, ‘questo’ dominio russo.
Più ancora, la forma artistica, anche se si riduce a una pura
apparenza, rimanda a una verità che trascende la realtà delle cose,
che ci riconcilia, anche solo per un istante, con il mondo, con gli altri,
con noi stessi.”
O. Reboul, I valori dell’educazione, Milano, Ancora, 1992.
Rousseau:
non leggere ai
bambini delle favole
di La Fontaine
Mara Muti, Germano Proverbio, Educare alla poesia. Il linguaggio
poetico-religioso, “Orientamenti Pedagogici”, 1987, n. 1
Tre tipi di linguaggio:
- ordinario
- scientifico
- poetico (il solo che invece di voler limitare la polisemia,
se ne avvale come mezzo per descrivere la realtà)
Linguaggio metaforico per eccellenza che apre una
nuova visione delle cose e consente di cogliere le
strutture profonde della vita umana.
Jim Garrison, Prophetic Epideictic Rhetoric: Poetic Education
beyond Good and Evil, Educational Theory, 2003, n. 2.
- cogliere
reale
il possibile al di là del
- un ruolo profetico da sempre
trasgressivo
- l’indagine riflessiva per
distinguere i veri dai falsi profeti
Jerome Bruner
La cultura dell’educazione
(Nuovi orizzonti per la
scuola)
Milano, Feltrinelli, 1997.
Bruner
“Il mio messaggio è che tutti, insegnanti e studenti,
possiamo dimostrarci rigorosi nel capire questi
argomenti sfuggenti quanto possiamo esserlo, nello
studio delle equazioni quadratiche o della
conservazione della massa – possiamo e dobbiamo
esserlo, nell'interesse della nostra stessa
sopravvivenza. Raggiungere questo rigore negli studi
umanistici richiede delle abilità un po' diverse, una
diversa sensibilità e più coraggio, perché lo studio
della condizione umana suscita passioni contrastanti.
Ma queste passioni non le si può sterilizzare
disperdendole su più oasi 'disciplinari' chiuse in se
stesse, e lo stiamo imparando a caro prezzo."
Bruner
"Alcuni lettori si chiederanno forse perché abbia
riservato tanto spazio alla letteratura e al teatro.
Malgrado la sovrabbondanza di copioni poco originali
sulla vita, le narrazioni lasciano spazio per quelle
rotture e per quelle violazioni che creano quello che i
formalisti russi chiamavano ostroneneyie: rendere
nuovamente strano ciò che è fin troppo familiare.
Così, mentre la descrizione della realtà rischia di
rendere quest'ultima egemonica, le grandi storie la
riaprono a nuovi interrogativi. È per questo che io li
voglio in una classe democratica: perché ci aiutino a
vedere ancora, in modo nuovo."
Morin:
La poesia come ribellione
alla tecnica e alla
razionalità utilitaristica,
come rifiuto di un mondo
prosaico
Alcuni temi dell’attuale dibattito
pedagogico:
- educazione, formazione, economia
- razionalità scientifica e democrazia
- quantità e qualità
- educazione nel significato forte o
debole del termine
Nanine Charbonnel
Les aventures de la
metaphore
Strasbourg, Presses Universitaires de
Strasbourg, 1991
Charbonnel
La letteratura come
principale nemica
della descrizione
Charbonnel
Occorre prendere
coscienza del carattere
costitutivo del linguaggio
in ogni pensiero
sull’educazione
Charbonnel
Presenza massiccia di
metafora e analogia in
tutti i discorsi
pedagogici
Christine HUTTON-JARVIS, Text or testament? A comparison of
educational and literary critical approaches to research,
“Qualitative Studies in Education, vol. 12 (1999), n. 6, 645-658
- codifica
dei dati richiesta dalla ricerca
educativa
- maggiori vincoli per l’interpretazione dei
testi letterari
- possibilità per il testo letterario di
ignorare le intenzioni dichiarate
dall’autore
Philippe Meirieu
Des enfants et des hommes
(Littérature et pédagogie. 1 – La
promesse de grandir)
Paris, ESFS, 1999.
Meirieu:
La letteratura come
strumento di formazione
pedagogica in quanto
consente di cogliere la
singolarità e specificità di
ogni impresa educativa
« D'abord parce que la littérature peut nous permettre
d'appréhender l'expérience singulière de toute entreprise
éducative. Puisque, comme chacun sait, 'il n'y a de
science que du général', le 'sciences de l'éducation' sont
condamnées à travailler sur de vastes ensembles, à
tenter d'établir des règles générales, tant sur le plan des
apprentissages cognitifs que sur ceux des conditions
psychologiques ou sociologiques de la réussite des
élèves. Elles sont en quête d'invariants et de
corrélations, se cantonnent prudemment à des
descriptions et des analyses de discours ou
d'expériences qui ont déjà eu lieu et qu'elles s'efforcent
de mettre à distance. Saine précaution scientifique, mais
qui éloigne, inévitablement, des tensions vives qui
animent les hommes. » (Meirieu)
«Il faut lire et relire les oeuvres qui nous donnent à voir et à
comprendre les enjeux de l'éducation en s'adressant aussi bien à notre
intelligence qu'à notre sensibilité. ...C'est probablement dans ces
textes , bien plus que dans de nombreux essais savants, que nous
nous trouvons exprimées, portées à la perfection formelle la plus
dense, les tensions fondatrices de l'acte éducatif: la volonté de
protéger celui qui vient et le souci de ne pas l'enfermer,
l'incompréhension, enfin, et la solitude devant des actes et des êtres
qui, inévitablement, nous échappent. C'est pourquoi nous sommes
convaincu qu'il existe un fabuleux réservoir, largement inexploité,
d'outils de formation des éducateurs dans le patrimoine littéraire. Nous
croyons qu'à travers l'étude de ces oeuvres peuvent advenir des
expériences décisives susceptibles de contribuer à mettre en
perspective toute une série de formations techniques qui restent sans
doute nécessaires par ailleurs mais dont la simple juxtaposition est
insuffisante pour découvrir le poids de l'humain dans l'activité
éducative.” (Meirieu)
Flavio Brayner
'Littératurisation' de la pédagogie
et 'pédagogisation' de la
littérature: simples notes sur
Philippe Meirieu et Jorge Larrosa
"Revue Française de Pédagogie", 2001, n°. 137, pp. 2736.
“L’educazione potrebbe essere considerata un
rapporto fondato sull’amore, e perciò la sua
natura dovrebbe esser costruita, intrisa
d’amor, qualsiasi cosa con questa parola per
intanto si voglia intendere. Ma se questa fosse
la vera natura dell’educazione (anche se non
sappiamo bene che cosa significhi la parola
che ne regge la comprensibilità) è difficile
negare che essa può esser accostata e rilevata
con strumenti che siano adeguati alla sua
natura…” (De Giacinto)
“Se c’è un luogo ove le sequenze logiche si
inseriscono nelle operazioni storiche per diventare
operative, questo non è soltanto l’apparato razionale
dell’educatore ma in definitiva è quel punto ove
anche quell’apparato ha riferimento, e cioè sul
momento artistico-operativo dell’educatore stesso.
Così, ciò che il pedagogista non potrà mai catturare,
con le sue analisi, sarà il momento di unicità, di
solitudine e di irripetibilità, e perciò anche di
artisticità, che l’educatore inevitabilmente ha incluso
nella sua operazione, ch’è di sua natura unitaria, e
che si scompone soltanto sotto l’intervento della
speculazione razionale del pedagogista.”
(De Giacinto)
“L’educazione alla qualità perciò è un fatto supremo, un
evento artistico che avveniva nelle botteghe del Verrocchio
(…) o del Tintoretto, o nelle lezioni impartite da Mozart o da
Beethoven. Oggi la comunicazione educativa si è di gran
lunga moltiplicata, per la chiamata della massa a ricevere
una educazione di sopravvivenza. Forse è una cosa
inevitabile, e magari persino buona. Ma non è questa
l’educazione vera, quella che spinge oltre le medie e cerca
l’assoluto, l’irraggiungibile, il vertice, ciò che costituisce
comunque l’indicatore per ogni eventuale altra forma di
educazione. Per questa educazione standardizzata si può
fermarsi forse ad una ricerca scientifica, perché l’oggetto è
ripetitivo. In un’epoca di mancanza di grande pittura si può
giungere a ritenere arte anche il fumetto. Ma se l’oggetto
non è più di serie, allora certamente occorre trapassare la
ricerca scientifica per avviarsi verso il sentiero della
solitudine.” (De Giacinto)
Scarica

Educazione e poesia